Leben und leben lassen...magari

di michiyo1age
(/viewuser.php?uid=51087)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** vivi.... ***
Capitolo 2: *** ...e lascia vivere ***
Capitolo 3: *** ...vielleicht ***



Capitolo 1
*** vivi.... ***


leben und leben lassen...magari

Le seccature per definizione non possono essere che seccanti.

Questo era diventato il pensiero fisso di un povero shinobi che non aveva mai fatta niente di male al mondo. Voleva avere una vita tranquilla, una moglie tranquilla, dei figli tranquilli. Insomma tutto nell’ordinario, trascorrere l'esistenza seguendo il motto “vivi e lascia vivere” e fino a poco tempo prima, tutto era andato liscio come l’olio.

Ma dopo si era scoperto che era un genio, poi il fenomeno del villaggio se n’era andato lasciando sulle sue spalle mingherline il peso e la responsabilità di badare a Naruto (quindi alla popolazione intera), gli era morto il maestro lasciandogli il figlioletto d’accudire, si era scoperto maledettamente leale verso gli amici (provando così un moto inconscio e stupido di andarli a salvare/vendicare ogni qualvolta si mettessero nei guai) e…aveva conosciuto Temari.

Tutti questi fardelli pesanti e seccanti su quelle spalle, che la crescita aveva ingrandito e irrobustito, gravavano come non mai. Si era detto che con la pace tutto si sarebbe sistemato, le missioni si sarebbero semplificate, nessuno da strappare da morte certa, uno stuolo di altre persone a badare che Naruto non facesse qualcosa di stupido. Naturalmente si era dimenticato che la pace porta diplomazia, la diplomazia porta gli ambasciatori e Suna porta Temari.

Purtroppo in quella stagione felice della sua esistenza non aveva rilevato il nemico nella figura di una prorompente kunoichi straniera che non sta zitta un secondo in sua presenza (si, una volta l’aveva spiata e si era accorto che con gli altri esseri umani, si adattava e lo diventava pure lei). In quel momento ingenuo della sua giovinezza in fioritura non si lamentava se doveva scortarla, se doveva combattere con lei a fianco o se semplicemente dovessero uscire dall'aula del consiglio perché si annoiava. No, tutto era piacevole e solo dopo lui avrebbe capito che proprio lui gradiva passare il tempo con lei, farsi seccare da lei.

Col senno di poi, forse, avrebbe preferito rimanere nella sua beata ignoranza. Nessuno potrà restituirgli quei giorni ora che si era accorto, ora che si era, fottutamente, innamorato di lei.

Accadde quella volta che si offrì di accompagnarla a Suna, sulla strada di ritorno si era reso conto che non solo voleva fare fatica per una ragazza che apparteneva al Circolo delle Seccature, ma anche che gli interessava cosa lei pensasse di lui.

Doveva ammettere che per il primo periodo questo non lo disturbò affatto. Neanche per il secondo a dir la verità: era felice nel vederla, nel parlarci e anche se sempre seccante, il noioso scorrere del tempo era alleviato, la vita più leggera.

Aveva cominciato anche a pensare, in piccoli e reconditi spazi della sua testolina, ad un futuro insieme o ad anche ad altro che dopo sarebbe spuntato come una furia.

Questo fantomatico, ma decisivo altro entrò nella sua vita quando l’accompagnò alla terme. All’uscita, vestita semplicemente, un po’ scollata, pelle accaldata e capelli sciolti e umidi che creavano piccole maliziose gocce che filavano veloci nella scollatura, lo fecero passare alla modalità “maschio in calore”. Quando poi altri ragazzi si accorsero di quello che lui aveva trovato, una rosa del deserto di straordinario valore, era passato alle “reazioni da marito geloso”. Il peggio doveva ancora venire e non era lontano, poco tempo dopo infatti una semplice occhiata l’aveva fatto piombare nel momento del “cotto a puntino”.

Voleva dichiararsi, ma aveva un orgoglio da difendere, una dignità da preservare e l’amicizia con Temari da mantenere. Se solo lei avesse dato qualche segno di preferenza verso di lui la situazione sarebbe stata diversa.

Ma lei AVEVA dato segni di preferenza verso di lui.

Dove era il problema?

Per quanto fosse lampante da entrambe le parti quello che sarebbe successo, lei faceva dietro-front sul più bello, sfibrando il povero shinobi.

Gli avevano detto “Le donne amano farsi desiderare” e lui laconico con solo la voce per mormorare “Le donne amano scassare”.

Aveva provato allora ad usare la psicologia inversa, si sarebbe allontanato per farla muovere, ma era lui che ci cascava di nuovo.

-Seccante come non mai- stava brontolando il “vecchio” Shikamaru Nara dopo che Temari della Sabbia gli aveva appena dato un bacio a pochi centimetri dalla bocca.

-Lo accetterò come un ben tornata- sorrise lei, salutando Izumo e Kotetsu che erano di turno alle porte di Konoha.

-Andiamo piattola- fece brusco, abbassandole la mano di colpo e incatenandola alle sue dita. Una sensazione piacevole?

Lei sgusciò subito via facendo finta di sistemarsi l’obi. –Che c’è di nuovo, mia piccola teiera?-

-Nulla, assolutamente nulla- proseguì Shikamaru con pesante malumore.

-Come sta l’Hokage?- continuò lei.

-Seccante come al solito-

-Non hai risposto alla mia domanda-

Lui mugugnò qualcosa di insensato.

-Spero che ci siano le saponette profumate in albergo questa volta- continuò lei con quello che sembrava uno straordinario buon umore.

-Sai quanto mi interessa-

-Nara, che hai? Oi! Amico dei cervi!? Eh dai Shikamaru! Che c’è? Ti ho fatto svegliare troppo presto?- si portò una sua mano al petto con un finto musino preoccupato.

Fu lui stavolta a scacciarla, era diventato come una donna con il ciclo: un piccolo gesto ed era offeso a vita.

Avevano fatto tante volte quella strada che senza dire nulla si stavano avvicinando al ristorante dove di solito Temari si rifocillava dopo il lungo viaggio. Una volta lì, seguirono il loro abituale copione, con il ragazzo sempre in fase mestruale e lei sempre più seccata.

Per una volta i ruoli si era invertiti.

La ragazza non demordeva e aveva cominciato a fare un mezzo monologo per niente irritata dalla maleducazione altrui.

Una volta usciti, la frescura della sera fece bene a Shikamaru che si rese conto di quanto infantile fosse stato a tenerle il broncio per tutta la cena. Dopotutto lei rimaneva sempre troppo poco al villaggio e anche se la frustrazione causata dal suo comportamento lo faceva arrabbiare, per non dire incazzare, aveva un numero limitato di giorni per provare a smuovere quel muro di marmo.

-Buona notte piccolino- scherzò la ragazza davanti alla porta dell'albergo. Aveva approfittato del suo mutismo per prenderlo in giro.

-'Notte seccatura- borbottò chiudendo gli occhi al tocco della sua mano che gli accarezzava la testa come a dire “Bravo cane”. La giovane continuò a giocherellare così avvicinandosi sempre di più con un sorriso di sfida per poi dargli un leggero bacetto sempre in quel maledetto punto troppo vicino e troppo lontano. Di conseguenza il seccato spostò di qualche centimetro il viso così da rendere inevitabile quel contatto tanto sognato, ma lei riabbassò i piedi e aprendo la porta disse: -Notte-

Quegli occhi dicevano solo una cosa, lui si era per l'ennesima volta spinto troppo in là: “Cattivo cane”

----------------------------------------------------------------------------

Buon *yawn* giorno!

questa fic è veramente VECCHIA, l'avrò scritta l'hanno scorso, mi sembra a dicembre, ma me la sono sempre tenuta in serbo così da utilizzarla se il capo dispotico della Black Parade avesse mai avuto un'altra idea per un evento o contest. Ormai conosce quest'arma ed è inutile tenerla in "cantina".

Quindi signori, ma sopratutto signore, ecco qui il primo capitolo di questa storia che vede alle prese un disperato Shikamaru con una noncurante Temari.

Sembrerà strano, ma la dedico proprio a quel capo citato qua sopra, visto che era il suo regalo di compleanno XD


Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** ...e lascia vivere ***


...e lascia vivere

Dannazione era questo che lo infastidiva! Sembrava ricambiare quello che lui provava e non sembrava. Faceva una passo avanti e due indietro, ogni volta sempre con più cattiveria perché ogni volta ci andava sempre più vicino.

Avevano preso l'abitudine di salutarsi al mattino e alla sera con quel puerile bacio sulla guancia. Usanza presa in mutuo accordo. Fatta una volta continuavano a farla.

Mai in pubblico però. Dietro lo stipite, perché Izumo e Kotetsu non li vedessero, nel buio della notte, nelle stanze vuote. Più che altro era lui a pretenderlo. Un piccolo pagamento per la sua agonia ci voleva.

Lei lo trovava un gioco, un divertentissimo gioco. Si beava di quei tocchi, dei quei suoi sorrisi accennati, di quella sua aria da finto annoiato. Adorava quei battibecchi che dopo finivano in ghigni, quelle occhiate che raccontavano tanto di loro due.

Null'altro. Nulla di più.

Per lei era puro godimento ricordare, appoggiata alla porta che si era appena chiusa separandola da Shikamaru, quanto ci era andata vicina, quanto il calore di quel semplice ragazzo la facesse rabbrividire, ma riscaldare allo stesso tempo. Per lei, le cose sarebbero andate così in eterno, a volte lo vedeva un po' scontroso, ma non ci metteva molto a tornare normale.

Non aveva mai capito il perché, forse erano solo nuvoloni di tempesta nella sua mente che poi venivano scacciati dal vento. Era convinta di essere lei quel vento e si vantava del suo enorme potere nel governare quel ragazzo testardo.


Cocciuta di una seccatura! Si doveva fare sempre come voleva lei, ero gli toccava pure sbrigare quelle maledette carte con lei. Uno da una parte del tavolo, l'altra dal lato opposto guardava la finestra.

-Non osare nemmeno sbuffare, Shikamaru Nara. Se finiamo oggi, domani mi puoi portare in giro tutto il giorno-

-Evviva- disse sarcastico il ragazzo il cui compito era quello di riportare tutti i gradi delle missioni svolti dai genin di Suna, mentre la sua degna collega riportava i dati anagrafici.

-Non fare l'acido con me, signorino. Sembri una vecchia zitella-

-Ha parlato la sposina...-

-Vedi che ti rode- proferì lei avvicinandosi alla sua sedia. Il seno all'altezza degli occhi di Shikamaru, e la certezza matematica che quelle due gemelle sarebbero piaciute all'osservatore.

-Cosa? Almeno io posso avere tanti gatti e fare i centrini tutto il giorno- ghignò lui ritrovandosi in faccia quella aveva imparato a classificare come Materiale A Cui Era Vietato Pensare 1 e 2.

-Ma non saprai mai cosa vuol dire occuparsi di un maritino- miagolò la ragazza continuando a stare al gioco.

Lo shinobi avrebbe sviato il suo problema tornando sul foglio se Temari non gli avesse sollevato la testa: -Ti tocca massaggiargli le spalle quando è stanco- e così dicendo le sue mani fecero pressione sulla schiena -Ma ci sono anche dei lati positivi- Shikamaru si era voltato ghignando prendendo per il bacino l'oggetto del suo desiderio e amore e aveva stretto le due grinfie intorno ai morbidi fianchi.

-Devi preparargli da mangiare- il tono di Temari si era fatto più basso mentre si appoggiava su di lui guardandolo dall'alto in basso.

-Ti da calore-

-Devi lavare e stirare-

-Ti da affetto-

-Lo fa anche un cane. E poi gli devi portare le pantofole-

-Lo fa anche un cane- ribatté lui incatenato a quegli occhi magnetici cominciando a far scorrere la mano sul fianco.

Che sensazioni paradisiache, che atmosfera eccitante. A Temari piaceva e quasi a malincuore tornò al suo posto, capendo che il gioco anche per quella volta doveva finire là, lasciando così Shikamaru a bocca asciutta, cercando di capire il perché si fosse bloccata.

Lui le piaceva. Lo diceva da queste scene, dal fatto che voleva stare con lui e anche solamente perché lei si preoccupava di lui. Alzò il viso un secondo per incontrare i suoi occhi, mai spaventati o in un dubbio, ma sicuri e spavaldi carichi di un'intima letizia.

Forse lei provava dell'attrazione verso di lui, probabile, era una ragazza responsabile dopotutto, si rendeva conto che si stava spingendo oltre.

Solo dell'attrazione.

Quest'era la peggiore ipotesi a cui fosse pervenuto in tutte le sue elucubrazioni, l'attrazione significava magari una botta e via, sotto effetto di alcool sicuramente. Lui invece aveva preso tutto il pacchetto a prezzo intero, si era innamorato di quella brutta megera, befana, incantatrice, odalisca...

Quella tremenda donna, che gli toglieva il respiro. Il mondo sarebbe stato un posto migliore senza le donne.

“Senza le donne non esisterebbero neanche gli uomini”

Eh, tante grazie , papà! Così si che mi aiuti ad avere meno seccature.

Ah si, secondo il vecchio lui doveva pure vivere per un suo sorriso. Col cavolo! Buttare via la vita al servizio di una donna che ricambia con qualcosa di completamente inconscio.

La ragazza trovò simpatico fargli dono proprio in quel momento di uno dei suoi famosi e dannati sorrisi.

Era così bello e aggraziato e incantevole, peccato che appartenesse ad un demone del genere!

Shikamaru continuava a ragionare sull'inganno di quel viso quando Temari disse: -Devo andare dall'Hokage, torno subito- si chinò per scoccargli il solito bacio che lui cercò ancora di ricambiare.

Uscita quella fonte di distrazione il ragazzo si soffermò sul suo problema più pressante: allora lui la voleva, lei sembrava volere lui. Insomma, stava con lui tutto il tempo del suo soggiorno, tra l'altro doveva ricordarsi che mancava un giorno alla sua partenza, con lui si permetteva confidenze a cui gli altri non potevano arrivare, con lui parlava liberamente. E poi nessuno avrebbe potuto confondere quei suoi sguardi. La vedeva proprio felice quando si sfioravano.

Guarda dove sono finito Asuma! Si ritrovò a pensare. Infatti stava utilizzante tutto il suo enorme intelletto per cogliere ogni emozione e sensazione che provocava in Temari. Avrebbe potuto denunciarla per spreco di potenziale.

Perché non si voleva avvicinare a lui? Forse aveva dei complessi, o semplicemente pensava che fosse una cosa normale che due amici si comportassero così. Cosa normale? Ma dove cavolo poteva essere una cosa normale? Lui non sorrideva come un ebete per chiunque!

Non poteva essersi sbagliato. Non era immaginabile. Ma cosa pensava quella ragazza?

Temari aveva la testa vuota delle persone che sono in pace con il mondo. Infatti aveva quasi finito i suoi lavori a Konoha e presto sarebbe tornata a casa, dove l'aspettavano un bel po' di missioni. Mi sto rammollendo con tutte queste ambasciate.

C'era da dire che si divertiva, il viaggio non era sprecato: poteva stare solo con i suoi pensieri nella calma data da un fitto bosco e una strada pressoché deserta. Molto spesso questi pensieri vagano verso la sua : Shikamaru, voleva dire, Konoha. Inutile nasconderlo alla propria mente, il ragazzo le era sempre interessato, era in qualche modo particolare e anche intelligente.

Si poteva dire che gli piacesse e proprio per questo non lo avvicinava, sarebbe stato oltremodo oltraggioso che lei facesse qualcosa per smuovere la situazione. Per lei tutto non poteva andare meglio di così...quindi vivi e lascia vivere.

Abbasso la maniglia e si ritrovò un Shikamaru completamente addormentato sopra i fogli, aveva espressione corrucciata e lembi della bocca rivolti verso il basso.

Poverino aveva pensato troppo!

Sforzi così vanno premiati. Una lunga esperienza le aveva insegnato che Shikamaru Nara non ha la capacità fisica di svegliarsi per un nonnulla e quindi lei raccolse il suo coraggio squadrando con aria analitica il suo visino d'angelo. Che naturalmente non ha, si corresse.

Avvicinò la mano alla sua fronte, gli scompigliò i capelli, gli schioccò le dita davanti gli occhi e gli tirò una guancia. Tutto sicuro allora.

Dirigendosi verso le sue labbra non si chiese neanche il perché lo stesse facendo. Le andava così e basta.

Shikamaru Nara non era cosciente quando ricevette quello che agognava da tempo, non percepì le morbide e sottili labbra poggiarsi sulle sue e emettere uno schiocco soffocato. Non vide neanche Temari scrivergli un biglietto che diceva “Appena ti sveglierai, sarai nella merda, finisci velocemente. Ci vediamo domani.” e andarsene con un ghigno soddisfatto.

------------------------------------------------

Salve ragazze!

sono così piiiiigra che non avevo neanche voglia di aggiornare, ma visto che ho anch'io, pensate un po', ancora la coscienza e i rimorsi mi stavano uccidendo ho pensato bene di mettermi all'opera.

Io ho trovato la fine di questa parte davvero molto divertente e sadica, ma mi piacerebbe sentire il vostro parere XD
Prossima volta sarà l'ultimo, se non verrò colta da un altro attacco di shikamarite acuta, ci vedremo tra tre giorni
see you soon

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** ...vielleicht ***


...vielleicht


Il giorno dopo, Shikamaru Nara si risvegliò di estremo malumore. Non aveva finito il lavoro, si trovava nel palazzo dell'Hokage, il foglio si era attaccato alla guancia lasciandogli anche dell'inchiostro sul viso. La seccatura non era nemmeno lì. Era l'alba probabilmente sua madre in quello stesso momento stava sacramentando in turco chiedendosi dove fosse. Si alzò e notò il suo messaggio, borbottò parole insensate raccolse tutto per andare a fare qualcosa di buono a casa sua. Purtroppo dove sbarrare la casella “riposare”, nessuno glielo avrebbe permesso.

La giornata si prospettava libera, quindi quel diavolo in terra l'avrebbe portato in mezzo ad un bosco. Lei e la sua maledetta passione per le piante!

Aveva avuto ragione dopotutto, la sua seccatura era estremamente prevedibile.

-Guarda lì! Quell'olmo ha avuto la vita difficile per crescere- esclamò indicando un piccolo albero il cui tronco si era storto parecchio per arrivare a coprire una chiazza di luce. Ci si poteva sedere sopra come se fosse una grande nodosa panchina. La ragazza vi si accomodò accavallando le gambe con il suo solito sorriso malizioso. Intimamente traboccò di gioia a vedere lo sguardo da pesce lesso di quella povera anima che le stava in fronte.

Dall'altra parte lui era diviso tra il pensiero “Fa che se ne vada presto” e “Rimani qua”. C'era anche la voce che gli gridava “Sei patetico!”, ma quella aveva deciso di non ascoltarla.

La sua scelta l'aveva fatta quando aveva capito di poter vivere bene senza Temari intorno.

Shikamaru rimase giù, guardandola dal basso come se fosse una sottospecie di idolo. Una dea della morte o della distruzione, di odio, tristezza e felicità.

Sapeva che cosa gli stava facendo?

Si, il suo sesto senso diceva di si.

La ragazza sciolse le gambe da quella posa voluttuosa per tirare piccoli, dolci, calci a quel bel addormentato nel bosco.

Queste sevizie erano nulla in confronto che lui entrava in contatto con la liscia, chiara pelle di lei.

-Dai Shika-chan vieni un po' qui, non fare il vecchio barboso-

Lo stava tentando, quella seccatura, lo stava tentando!

Basta, si disse concitato, io smetterò di essere me stesso da questo momento in avanti.

E detto così fece un passo in avanti e fece scivolare Temari da quel maledetto piedistallo sui cui era messa. Una volta a terra la ragazza non ebbe vie di fuga. Shikamaru le passò rapidamente un braccio intorno alla vita e l'altro andò a catturare il suo viso che fu obbligato a far congiungere le labbra, ansiose, smaniose di lui contro quelle attonite di lei.

Sciolse tutta la sua infinita frustrazione in quella semplice unione.

Si staccò e disse: “ No, non succede nulla” per poi dopo andarsene felice.

Ma non fu così, effettivamente un distacco avvenne perché solo dopo pochi attimi la seccatura era riuscita a fargli esaurire tutto l'ossigeno. Il petto si abbassava velocemente, ma non lo stesso fecero i suoi occhi.

Non aspettò una sua risposta perché si incatenò a lei anche con quel braccio che prima era stato solo l'esca per un pesce troppo fiducioso. Il suo odore, il suo sapore, tutto di lei lo faceva vivere e non avrebbe più voluto staccarsi. Ma la lucidità stava tornando e la rabbia si stava sciogliendo come neve al sole. Le catene delle sue braccia diventarono veli e i suoi baci irruenti si fecero sempre meno profondi. Diventarono ad intermittenza, a livello delle labbra, molto lenti. Ogni volta si diceva che quello era l'ultimo. Ma ogni volta si ricordava che avrebbe potuto essere l'ultimo della sua intera vita.

Ancora uno, ancora...

Le sue mani accarezzarono per l'ultima volta quel corpo agognato e si fermarono sul viso di lei.

Temari era scossa, profondamente scossa. Tutte queste emozioni in una volta. Pensava che la loro fosse complicità, amicizia. Non aveva mai immaginato che lui...che lui...potesse fare cose del genere.

Che potesse volere cose del genere.

-Temari, mi sono innamorato di te troppo tempo fa per potermelo ricordare. Non ce la facevo più a sopportati-

Che potesse provare cose del genere.

Dov'era ora tutta la sua sicurezza, La sua spavalderia? Lui aveva amore e lei non aveva niente. Brutto sapere di non avere più il coltello dalla parte del manico. Cercava di farsi domande a cui non sapeva dare risposte. Lei ricambiava il suo sentimento? Se si da quando? La sua non era solo attrazione e compiacimento? Non erano solo amici?

-Io...io non so...non so...non capisco....me- balbettò per la prima volta in vita sua e per il ragazzo lei gli parve più irresistibile della sua voce suadente quando voleva prenderlo in giro.

-Ti insegno un trucco- riprese il suo viso tra le mani.

Che faccia tosta che aveva! Ogni scusa era buona.

Lei fu di nuovo sua in meno di un secondo. Valeva la pena perdere la faccia in caso di un suo rifiuto solo per averla tutta per sé per un momento.

-Dimmi cosa hai provato- la sua voce si era fatta più roca, nascondeva dolore e gioia.

-Non lo so! Mi piace! Mi piaci. Amo passare il tempo con te e amo stare vicino a te- si era infervorata di colpo -Ma non so se ti amo! Non so cosa tu sia ora per me!-

A lui bastò questo. La baciò ancora e ancora.

-Hai tempo seccatura. Ma questa volta voglio sostenere la mia causa-

Ora era lui ad avere capito cosa piaceva a lei. Trionfante, la vide sorridere mentre questa volta si avvicinava lei.

-Non farmi aspettare troppo-Mormorò tra un bacio e l'altro.

-Io faccio quello che voglio- ribatté scaltra come al suo solito.

-Non ti sopporto più, davvero Tem-


------------------------------------------------

Ed ecco l'ultima parte per le mie care vacanziere, come da promesso.

Spero che vi sia piaciuta  almeno la metà di quanto sia piaciuta a me scriverla XD. La frase finale è quella che preferisco, ma come al solito voglio sentire le vostre opinioni quindi recensite recensite e recensite.

Buon proseguimento delle vacanze!

Ci rivedremo il 23 agosto, il giorno del compleanno di Temari , perchè la Black Parade ha organizzato l'evento per festeggiare la nostra amata kunoichi!

Veniteci a trovare

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=766139