Alone

di _Garnet915_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I.Gidan ***
Capitolo 2: *** II. Dagger – Worrying ***
Capitolo 3: *** III. Gidan – Hopeless ***
Capitolo 4: *** IV. Dagger – Pray of a summoner ***



Capitolo 1
*** I.Gidan ***


I. Gidan – Desperation Will I find the light someday?

Sospeso nel nulla, mente e corpo vuoto… ecco tutto quello che riesco a sentire… ricordo a malapena quanto mi è successo… e tutto perché non ho saputo reagire, mi sono lasciato sottomettere come un bambino, troppo scosso dalla verità sul mio passato per difendermi…

Ho fatto un errore che solo i pivelli riescono a fare… mi sono lasciato soggiogare dal quel maledetto di un Garland!! Ho scoperto troppe cose sul mio passato, cose che mi hanno messo paura… e la paura, la rabbia muovono la mia volontà come un burattino, impedendomi di reagire…

“Il tuo corpo diventerà un recipiente che accoglierà una nuova anima…”

Poi, più nulla… un attimo prima di svenire, nella mia mente vedo lei, vedo il suo volto sorridente, incorniciato da un caschetto nero…

“Daga…”

sussurro appena… e poi, il buio.

Kuja… mio fratello… lui, per davvero?! Continuo a non crederci, sin da quando mi è stato rivelato tutto: io sarei il fratello di quel maledetto invasato che tutti noi odiamo? Io non sarei di Gaya? No, no, no!! Sin da quando ero piccolo, volevo sapere la verità sul mio passato un tempo, ma ora, se potessi, mi farei un lavaggio del cervello, dimenticherei tutto molto volentieri… perché io… non voglio che Garland mi strappi l’anima, non voglio che strappi con essa tutti i miei ricordi che mi sono creato su Gaya… ma, allo stesso tempo, non voglio che tutti i miei amici, che lei… che tutti mi odino… devo riuscire a reagire!!

Ma qualcosa mi opprime l’anima, non riesco a svegliarmi, non riesco a correre, implorare i miei amici di non odiarmi… di aiutarmi…

Aiutarmi…

Ma io…

Non posso coinvolgerli…

Ormai questa è diventata la mia battaglia personale… se voglio far sparire la mia stirpe, far sì che di nuovo tutti mi accettino senza l’ombra dei jenoma che li opprime, non devo coinvolgerli… devo distruggere Tera da solo, con le mie mani… devo convincerli ad andarsene…

Ma come?

Non posso dirgli “scusate, andatevene”, devo…

Devo… Odiarli?

Per cosa? Per rimanere solo?

Non voglio…

Però…

A quanto pare… non ho altra scelta… se voglio salvare loro, la nostra amicizia e distruggere i miei simili, devo odiare i miei amici e rimanere solo… ma a questo punto, non è meglio chiedere il loro aiuto?

Io odio la solitudine… però…

Per il loro bene…

Per il suo bene

Per la loro salvaguardia…

Per la suasalvaguardia

Devo riuscire ad odiarli… ad odiarla...

E scacciarli da qui… a scacciarla...



“Gidan!”

una voce… mi chiama…

“Gidan!”

un’altra… ma chi è? Chi cerca di svegliarmi?...

“S-svegliati Gidan!”

i miei occhi si aprono lentamente su volontà del mio animo, che ha riconosciuto le due voci… una squillante e una balbettante… una maschile e una femminile… ma entrambi di due bambini…

“Vivi… Eiko…”

riesco appena a sussurrare. Non riesco nemmeno a crederci, due miei amici sono qui, con me, in questo momento. Sono giunti in mio soccorso, ma loro… loro ancora non sanno chi sono veramente… se lo sapessero, credo che se ne andrebbero via, via da Branbal e da Tera…



Forse… è meglio così… eppure, nonostante ciò, nonostante la mia verità rimasta nascosta fino a quel momento, non riesco proprio a dirglielo… è vero, voglio che se ne vadano, ma non che sappiano tutto quanto… no, non mi va…

“Ahi… la testa…”

è tutto quello che riesco a dire… nient’altro. Provo ad alzarmi in piedi, con molta fatica; le gambe… non le sento… come se fossero morte… o qualcosa di staccato dalla mia volontà, ormai l’unica cosa che riesce a tenermi sveglio, a farmi ragionare… o almeno, ci stava provando… perché se non fosse per quel poco di volontà che ho, di sicuro mi riaddormenterei, incurante delle voci di Vivi ed Eiko, abbandonandomi alla disperazione, cercando in tutti i modi di rinnegare le mie origini… le stesse che ho cercato per tutta la mia vita… 16 anni di ricerche, per poi trovare uno schifo come risposta…

“cosa ti è successo, Gidan?”

mi domanda Eiko

Ma la sua voce mi entra in un orecchio e mi esce dall’altro… non riesco a concentrarmi sulle sue parole, sulla sua voce… sono troppo stanco per farlo… però… però… sapere che lei e tutti gli altri sono in pericolo… risveglia la mia volontà di andare avanti… di andare avanti da solo…

“da solo…”

mi ritrovo a pensare… ma questo non è certo il momento per pensare, devo agire e proteggere tutti quanti! La stanchezza è tanta, eppure, non so come, ma riesco ad alzarmi in piedi… tuttavia, il peso del mio corpo è troppo grande per la mia debole volontà… strascicando i piedi, muovendomi lentamente e con la schiena curva per non affaticarmi troppo, supero Eiko e Vivi; i due, vedendo che li sto completamente ignorando, cercano di fermarmi urlando con tutte le loro forze:

“Dove vai?”

“Gidan, fermati! Aspettaci!”

“ci siamo…”

penso

“è il momento di farsi coraggio e di camminare senza il supporto di nessuno”

faccio qualche passo, poi mi fermo. Una trappola chiude l’ingresso della stanza dove mi trovavo in precedenza, bloccando Vivi ed Eiko… un colpo di fortuna… strano a dirsi, ma Garland, con quella sua sorta di “trappola” mi stava aiutando ad andare da lui ed ucciderlo, senza dovermi separare dai miei amici con troppe celebrazioni…

“lasciatemi in pace, mocciosi…”

è tutto quello che riesco a dire. Lo so, è molto crudele, però non c’è altro modo per farli stare zitti, per farli demordere dal trovare una soluzione per uscire da lì…

“cosa ne volete sapere, voi, dei problemi dei grandi?”

il petto inizia a bruciarmi, il cuore a battere veloce, mi sento un vero schifo

“Sei un’autentica testa di cazzo, Gidan! Ti sembra questo il modo di trattare gli amici?” mi ritrovo a pensare, sbattuto contro un muro, per la troppa stanchezza “sei un emerito idiota! Se poi soffri ti sta bene! A te e alla tua testa che non riesce a trovare altra soluzione per proteggere tutti se non trattarli come schifezze… in fondo, è la soluzione più comoda, no? Una soluzione ipocrita… una soluzione che ti si addice, che si addice ad un povero ladruncolo dongiovanni che nella vita non ha fatto altro se non scorrazzare per le ville e rubare quello che ci trovava di prezioso… quel dongiovanni… quel ladro… sei tu… sono io…”

“CAZZO!”

urlo pieno di disperazione. Una rabbia, un odio improvviso verso me stesso mi attanaglia, l’ira mi rende sempre più cieco e incapace di mantenere la calma con il passare dei secondi, non riesco nemmeno a pensare a qualcos’altro per risolvere questa situazione. A pensarci bene… non ci provo neppure. Vorrei arrivare ad odiare i miei amici, affinché loro odino me, affinché se ne vadano via indignati, lasciandomi morire insieme a questo mondo addormentato, marcio, che non troverà mai la luce… la luce di un nuovo futuro, un futuro che non è scelto da qualcun altro ma da se stessi… forse… quel maledetto essere chiamato destino aveva già programmato tutto anche per me… è difficile trovare la forza per odiare i miei amici… già mi appare impossibile odiare lei… no… non ci riesco, ci provo ma non ce la faccio!!

D’altronde, come potrei mai odiarla?

Lei, che c’è sempre quando ho voglia di ridere.

Lei, che c’è sempre quando qualcuno ha bisogno di consolazione.

Lei, che è sempre disposta ad aiutare gli altri.

Lei, che è l’unica a riempire davvero la mia vita.



Un verso, seguito da una folata di vento, mi risveglia dai miei cupi pensieri; apro gli occhi lentamente, quasi come mosso da una forza che mi possiede, che mi obbliga a fare cose che io non vorrei. Spalancati gli occhi e quello che mi si para davanti mi fa inorridire: un mostro, un cavallo blu scuro alato con un grosso corno in fronte, un… come si chiama? … bah, poco importa… che punta minaccioso il suo sguardo contro di me

“Che palle… non mi va…”

mi sento troppo fiacco e stanco per combattere, ma anche pieno di paura… paura di morire. Prima di morire, vorrei almeno passare da parte a parte il capostipite della mia razza e il mio odiatissimo fratello. Vorrei ucciderlo, un istante prima che lui possa uccidere me, non essere ucciso da uno stupido insetto, una volta diventato indifeso a causa della troppa stanchezza e dello shock improvviso…

Brandisco la mia arma, scagliandomi contro di lui; gli assesto un forte colpo, che lo fa barcollare; nonostante la debolezza, in battaglia rendo ancora bene.

“Buon segno” mi dico “ora so che ho almeno la forza di abbattere quei due maledetti!”

ma non ho calcolato la capacità di volo del mostro: egli, trovatosi in difficoltà, spicca il volo, sollevandosi da terra e portandosi ad una certa distanza da me. Poi, sempre con quello sguardo gelido, mi trapassa da parte a parte come per dirmi e ora vediamo cosa puoi fare

Troppo in alto… non ci arrivo. Proprio mentre penso a come poterlo battere, un forte dolore parte dalle gambe, diventando sempre più fiacche, come se non riuscissi più a sentirlo: un altro effetto imprevedibile di quella sorta di incantesimo che Garland aveva fatto su di me. Cerco di rimanere in piedi, di non mostrarmi debole e rimanere alla mercé di quel mostro, ma mi riusciva difficile…

E accade ciò che speravo non accadesse…

Chiudo gli occhi, quei pochi passi compiuti erano stati una grossa fatica per me, troppo intense le emozioni che ancora albergano in me, troppo forte ancora lo shock subito…

“Basta… non ce la faccio più… io… cerco di seguire quella luce, la luce di un nuovo futuro… ma… non la raggiungerò mai… mai… oppure, un giorno sarò in grado di raggiungerla?...”

non so… i miei amici riusciranno a raggiungere la luce da soli, con le loro forze… ma io… sono troppo debole… credevo di essere forte, ma mi sono sempre sbagliato… quella luce… quella luce speranzosa che tutti quanti possono raggiungere… io non la raggiungerò mai…

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Capitolo 2
*** II. Dagger – Worrying ***


II. Dagger – Worrying
I will go to him… I must go to him


Una voce di bambina… era quello che sentivo negli istanti immediatamente precedenti al mio risveglio, una voce di bambina molto familiare.

“Eiko…” sussurro. Lentamente apro gli occhi, cercando subito di ricordare cosa fosse successo: Tera… Branbal… l’Invincible… Madain Sari… riposo… ricordo tutto ora… tranne una cosa… Gidan. Dov’è Gidan in questo momento non lo so, prima sentivo solo la sua voce chiamarmi una volta svenuta, le sue braccia sollevarmi e portarmi fin lì, su un letto...

Mi metto a sedere, stropiccio un po’ gli occhi e quello che vedo mi lasciò senza parole: Eiko in lacrime. Dietro di lei, Quina, Vivi e Amarant, silenziosi, con lo sguardo abbassato, silenziosi tanto quanto la piccola sciamana.

Non capisco. Come mai sono così silenziosi? Persino Quina? E perché Eiko piange? Non è certo il tipo che piange spesso, anzi è la prima volta che la vedo piangere, ridotta in quello stato. Non aveva pianto neppure la volta in Mogu diventò Madein per salvarla da Son e Zon. Questa è in assoluto la prima volta che vedo il lato fragile e delicato di quella bambina di soli sei anni… e lei non sta cercando di nasconderlo, come è solita fare… mi allarmo nel vederla così… qualcosa non va…

Certo non si può dire che stia singhiozzando o piangendo troppo. I suoi occhi sono velati di lacrime e un paio erano scese in precedenza, rigandole le guance. Lei, però, non si era ancora preoccupata di asciugarsele. “che cosa è successo Eiko? Su, avanti, parla! Per favore!” la incito. Non ricevendo alcuna risposta, la scrollo un po’ per le spalle:

“Insomma, Eiko!!” arrivo a gridare, spazientita

“Parla!!”

In seguito a quelle mie urla, Eiko, che aveva tenuto lo sguardo scostato dal mio, lo incrociò e riuscì a trovare la forza di balbettare qualcosa: “Gidan…” sussurrò flebilmente

“Cosa?” grido “Gidan, cosa?”

“Gidan… è andato da quel vecchietto… da solo… me lo ha detto quella bionda antipatica.. Gidan ha detto… che è una cosa solo sua… sua e della gente di Tera… e che… è andato di sua spontanea volontà da sola… io… non le ho creduto… mi sembrava impossibile che Gidan facesse una cosa del genere da solo… ma quell’antipatica… ha ribadito il concetto… allora… non ho retto… e sono scappata via…”

Ascoltai in silenzio, sbigottita, le parole di Eiko; Gidan cosa? Tera? Lui non è di Gaya? Ora capisco perché non trovava la sua vera famiglia… la sua famiglia… ammesso che la si possa definire tale in un posto del genere… era qui…

Improvvisamente, un brivido di freddo mi scuote, percorrendo tutta la schiena. Risoluta, cerco di tirar su di morale ai miei amici:

“Ehi, Eiko! Che ti prende? Ti sembra questo il momento di frignare?!” la bimbetta alza il capo sorpresa e, finalmente, si decide ad asciugare le lacrime

“E anche voi!” mi riferisco anche a Vivi, Quina e Amarant

“vi sembra questo il modo di reagire? Non vi siete forse chiesti il motivo per cui Gidan lo ha fatto?! Di sicuro deve esserci una seria e valida motivazione! Lo conosco bene, ormai… certo, in apparenza è una persona frivola, ma è mossa da saldi ideali, ogni cosa che fa ha una sua precisa motivazione! Le persone non cambiano così rapidamente nel giro di pochi minuti, quindi non credo che Gidan lo abbia fatto per escluderci! Credo che ci sia un motivo preciso sotto tutto quanto! Non so quale sia… ma ho intenzione di scoprirlo! Non so se anche voi volete sapere il perché… ma con o senza di voi io ci andrò! Voglio dimostrarvi che non è il caso di abbattersi, Gidan non ci ha abbandonato!”

Tutti quanti, anche Steiner e Freija, si erano convinti di quanto detto. Forse, però, la persona che stavo cercando di convincere… ero io… quando Eiko mi aveva detto quelle cose sul conto di Gidan, la paura mi assalì. Una paura forte, che ti toglie il respiro, che, come una tenaglia, non ti lascia via di fuga, ti intrappola e ti soggioga, ti manipola la mente fino a farti impazzire. Con quelle parole cercavo di convincere, più che gli altri, me stessa.

Gidan non può averci abbandonato.

Non ci credo.

Non ci voglio credere!

Gidan non è mai stato il tipo di persona da abbandonare i suoi amici. Siamo sempre stati come una grande famiglia, dove ognuno poteva contare sull’aiuto morale degli altri… anche di Amarant… sì anche dell’uomo salamandra tanto scontroso e che non si impensieriva in genere dei problemi altrui.

Devo farmi forza, alzarmi e andare da lui.

“Eiko, tu sai dov’è ora, vero?” le domando frettolosamente

“Certo, è alla residenza di quel vecchietto vestito di nero che abbiamo intravisto anche noi appena giunti qui a Tera… Garland, se non mi sbaglio” mi risponde

“Bene” e, rivolgendomi anche agli altri “dobbiamo andare lì e cercare Gidan, voglio sapere cosa gli passa per la testa!” dissi. Uscii per prima da quella strana abitazione tutta blu, seguita a ruota da Eiko, Freija e gli altri.

Mentre camminavo a passo svelto, gettavo occhiate furtive alle strade di Branbal: tutto era quieto, silenzioso, come se il tempo si fosse fermato. I simili di Gidan, a parte l’aspetto fisico, non gli assomigliavano per niente: occhi spenti, persi nel vuoto, volto inespressivo, tutti fermi a pensare a chissà che cosa – ammesso che pensavano davvero a qualcosa – o a osservare una strana luce blu che permeava tutta l’atmosfera e colorava tutto: i muri, i tetti, anche alcuni tratti della strada.

“Un mondo non da Gidan, senz’altro” mi ritrovo a pensare in mezzo a quel mondo disperso e silenzioso



“Che strano posto! E che gusti pessimi di arredamento!” esclamo. La prima cosa fu dettata dal mio stupore, la seconda da un certo senso di ironia che era sbocciato in me per poi morire subito, soltanto per spezzare un po’ la tensione che faceva battere velocemente, all’unisono, il mio cuore e tutti quelli dei miei amici. Eravamo tutti tesi, ma allo stesso tempo ansiosi di scoprire la verità.

“Molto bene!” esclamo risoluta “Dividiamoci e cerchiamolo! Non deve essere andato troppo lontano! Se qualcuno lo trova, rimanga con lui, oppure vada a cercare gli altri assieme a lui!”

Poi, ci spargemmo tutti alla sua ricerca, Vivi andò con Eiko, Steiner con Quina, Amarant – incredibile a dirsi – andò con Freija, mentre io andai da sola.

Tutti quanti, come me, vorrebbero sapere la verità.

Eppure, non lo dico per montarmi la testa, credo di essere la più preoccupata in assoluto.

Temo che gli sia successo qualcosa.

Non lo avevo detto a nessuno, ma quando Eiko mi disse quelle cose, un tremendo senso di paura mi aveva pervaso.

Non lo avevo detto a nessuno per non farli preoccupare. Già è sufficiente che sia preoccupata io. Molto preoccupata… non so cosa fare, non so dove sbattere la testa. So bene che devo mantenere la calma…

Anche se, in realtà, mi viene voglia di urlare a squarciagola il suo nome, correre all’impazzata per cercarlo, fare qualcosa di pazzo pur di trovarlo.

Ma so che non servirebbe a niente, non posso perdere la calma, nemmeno in questa situazione.

Se sbaglio rischio grosso, rischio di non vederlo mai più!



!!!

ma io… perché penso queste cose? Perché penso che potrei non vederlo più?!



Dunque, è così grande il mio timore?!

Io… voglio solo andare da lui…

Andrò da lui…

Devo andare da lui…



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Capitolo 3
*** III. Gidan – Hopeless ***


III. Gidan – Hopeless
I want to meet you again, but I can't...



Quanto tempo è passato da quando ho chiuso gli occhi?


Un secondo?


Un minuto?


Un’eternità?


La mia mente è pervasa dalla disperazione, al punto che sto perdendo pian piano e inesorabilmente la speranza di riuscire ad arrivare da quel maledetto vecchiaccio, da quel narcisista che, secondo Garland, sarebbe mio fratello… soprattutto, non riesco a togliermi dalla testa le voci e i volti dei miei amici…


È più forte di me, ogni volta che scaccio il volto di uno di loro, ecco che subito compare prepotentemente quello di un altro…


Il problema è che non appena i volti di tutti i miei amici sono passati davanti ai miei occhi compare fisso quello di lei…


Lei…


Daga…


Chissà dove sei…


Sei già fuggita?


Sarebbe meglio… ti terresti lontana da faccende troppo pericolose per te, che non ti riguardano. Fino ad ora sono stato in grado di proteggerti, questa volta non ce la farei di sicuro… è meglio rimanga più qui… è meglio che torni tornata su Gaya, ad Alexandria, dove l’aspetta il suo popolo…


Ma allora… perché?


Perché sento una fitta lacerante al petto se penso all’eventualità che se ne sia andata?


Mi fa male il cuore solo a pensarlo…


Forse perché sono dannatamente egoista…


O forse… perché sono dannatamente innamorato di lei…


Cazzo, come sono idiota. E’ la prima volta che mi innamoro seriamente di una donna. E tra tutte quelle che esistono, dovevo scegliere proprio lei? Perché ho scelto la via dell’amore impossibile? Quanto sono scemo. Eppure, non mi pento di questo mio sentimento, non provo colpa o altro; è stato il destino a farmi innamorare di lei. Contro il destino è meglio non andare, cavoli. Però, perché proprio con me è stato così amaro? Perché ho scelto un amore che non verrà mai realizzato? Lei non può rinunciare al trono… e io non posso rinunciare alla libertà… Maledizione…


Perché non posso raggiungere anche io la luce della felicità come tutte le persone? Perché proprio io?


Se non apri gli occhi, non la vedrai mai


“Cosa?” riesco a mormorare, aprendo gli occhi.


Una voce… una voce mi aveva parlato. Una voce di donna, che non avevo riconosciuto; era come un misto di tante voci femminili differenti e tra essa ne spiccava una in particolare; ma, dannazione, non riuscivo a concentrarmi e a capire a chi potesse appartenere quella voce.


Solo una cosa ho capito, ora: quella voce voleva salvarmi. Voleva farmi aprire gli occhi, infondermi coraggio per combattere contro quel mostro volante.


Mi alzo finalmente in piedi, nonostante tutto il mio debole corpo tremi. Impugno le daghe e mi scaglio contro il cavallo volante che, minaccioso, fa la stessa cosa, ma rivolto verso di me. Le lame della daga incrociano il suo duro corno, ma nessuno dei due sembra voler cedere o indietreggiare.


Un scontro pari, senza vincitori né vinti. Non mi sento molto bene, però…


Se voglio vedere Daga devo resistere!





“Hai bisogno di una mano, ragazzo?”


Questa voce…


No… no, non posso crederci. Non ci credo.


Eppure, non appena mi volto, realizzo di non essermi sbagliato: Freija.


Freija è lì, a pochi passi da me, con la sua lancia arancione scintillante in mano, pronta a combattere e a darmi man forte. Ma non è sola. Oh, no…


“Dove credi di andare, tu?”


sento poco dopo. E non ci metto molto a riconoscere quella voce.


Amarant.


Si avvicinano entrambi a me, pronti per lottare. L’esile figura di Freija accanto a quella possente di Amarant. E io… io non ci capisco più nulla. La mia testa è confusa, piena di pensieri, di domande, al punto da scoppiarmi. Ho voglia non di ringraziarli, ma di urlargli addosso.

Perché siete qui?


Che volete?


Via, sparite!



Ma queste parole non mi escono dalla bocca. Non mi esce nessun suono. Non riesco a parlare. In questo momento sono solo… non voglio essere solo… ma allo stesso tempo voglio esserlo!! Ecco perché vorrei urlare loro tutto quello che penso ma non ci riesco.


Tutto quello che riesco a fare è combattere insieme a loro; sono stati veloci ad arrivare, non hanno nemmeno dato tempo a quel mostro di attaccare approfittando di questo momento di “stasi” causato dal loro arrivo. Le mie daghe si uniscono ai colpi di lancia e di unghie metalliche; si sentono solo i suoni delle nostre armi e i versi orrendi di quel mostro mandato da Garland. Il più acuto è quello finale, quando finalmente cade a terra morto e scompare.


Ma non porta con sé i miei dubbi, che aumentano a vista d’occhio.


Mi giro verso di loro; mi reggo a malapena in piedi, sono ancora troppo stanco. Eppure devo allontanarmi da qui. Non voglio coinvolgerli… e non voglio chiedere loro aiuto. Sono troppo tentato. Però… però… cazzo, questo è un problema mio!! Loro non c’entrano…


Non vuoi vedere loro?


Eh?


Certo, sono tuoi amici. Sei sollevato che siano salvi… ma tu vuoi vedere anche qualcun altro, no?


Ancora quelle voci…


Stavolta, però, sono diverse… una spicca su tutte le altre… una voce che non conosco…


Chi è?


“Gidan?”


Freija mi riporta velocemente alla realtà.


“Cosa credi di fare da solo?”


incalza Amarant


“Voi non c’entrate nulla… andatevene…”


riesco a dire con la voce più glaciale possibile. Poi mi volto e, senza esitare, me ne vado da lì; l’ennesima trappola di Garland scatta, una porta si chiude veloce, separandomi anche da loro due. Mi viene da tirare un sospiro di sollievo.


Quel Garland mi sta aiutando molto con le sue trappole…


Oh, merda…


Devo pure essergli riconoscente?!


Devo essere riconoscente a quello stronzo il cui unico scopo è rovinare ciò che è stato fino ad ora della mia vita? A quello stronzo che ha dato un paio di ordini a caso a quell’effeminato di Kuja e che hanno provocato solo casini e sofferenze?


No, cazzo, non ci sto!





Bum!


Quina rotola davanti a me, seguita subito dopo da Steiner.


Ora ci sono loro?


Eh, no, cavolo!!


La vista mi si offusca improvvisamente.


Il mal di testa continua.


E non so esattamente perché…


Come non so perché aumenta ogni volta che penso a lei…




Nota dell'autrice: dopo quasi un anno (O_O) ecco il nuovo capitolo. Mi dispiace di averlo postato solo ora, in realtà era già pronto da parecchio ma ho avuto una serie di problemi (da tecnici a personali) che non sto qui ad elencare. Comunque... ecco qua! ^^ Ho "interrotto" volutamente il capitolo all'arrivo di Steiner e Quina, il prossimo è dedicato a Daga mentre il quinto e (forse) ultimo sarà dedicato ai due insieme. Avendo questa storia la nota "What if..." non aspettatevi lo stesso finale del gioco! ^^" I commenti sono sempre ben accetti! ^_^

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Capitolo 4
*** IV. Dagger – Pray of a summoner ***


IV. Dagger – Pray of a summoner
What I am supposed to do now?



I miei occhi si sono ormai abituati all’aspetto tetro e raccapricciante di questo posto.


Questo Garland ha gusti pessimi!


Smetto di correre.


Daga… ti pare questo il momento di pensare a queste cose?! Ora basta!





Gidan…


Per la prima volta da quando lo conosco, non so esattamente perché, ma mi faccio cogliere dalla disperazione. Che subentrerebbe nel caso in cui lui scomparisse.


Sì, ho paura. Una paura tremenda di non poterlo rivedere mai più.


Un po’ lo faccio per me stessa, lo ammetto.


Sono una grandissima egoista.


Ma perché io… io…


Non riesco proprio a immaginare la mia vita senza di lui, ormai.


Non posso proprio vivere senza di lui.


L’ho realizzato soltanto ora… che stupida che sono…


Ma è come se lui mi avesse strappato il mio cuore dal petto e ora lo tenga ben saldo nella sua mano. Per nulla deciso a restituirmelo. E so che io ho fatto lo stesso con il suo, di cuore, già da tempo. Ma anche questo l’ho capito fino in fondo solo ora. Inizialmente ho sempre pensato che lui scherzasse… che scherzasse quando mi diceva “Allora, Daga, questo appuntamento?” oppure la sua tipica esclamazione ilare “Me lo dai un bacino?” A modo suo era sempre stato serio… tremendamente serio…


Ma quanto mi ci è voluto per capirlo?


Da quanto tempo lo conosco? Mesi? Ecco, mi ci sono voluti mesi per rendermi conto della nostra situazione.


Gidan…


Io non rivoglio il mio cuore indietro… tienilo tu…


Però… però permettimi di continuare a tenere il tuo, ti prego…


Io…


Io voglio vederti ancora stringere il mio cuore, la mia anima…


E voglio porgerti questa mia preghiera…


Questo mio capriccio…


Sì, forse, capriccio è il termine più adatto


Ma ti prego…


Ti prego…


Assecondalo…





Sto camminando a fatica, i miei occhi ancora non si sono abituati del tutto alla penombra che regna in questo posto. Il tuo volto, Gidan… il tuo volto è ciò che muove le mie gambe.


Non sono io.


Non è la mia testa.


Sei tu che mi inciti a proseguire.


Vedi, Gidan?


Anche se, fisicamente, non siamo vicini, tu continui comunque a dirmi cos’è la cosa più giusta da fare nelle situazioni problematiche. E’ sempre stato così… E io… io non ti ho mai ringraziato come si deve per questo tuo costante supporto disinteressato che ormai mi stai offrendo da mesi…


Io… vorrei ricambiare questo tuo favore…


Però…


Però come posso fare per aiutarti, Gidan?


Come posso? Dimmelo tu, per piacere…


Oh, no, accidenti…


La mia vista si sta offuscando e, passando la mia mano tremante su una guancia, mi accorgo che alcune lacrime la stanno rigando… Ecco, sto piangendo ancora, Gidan…


Ancora una volta, sto piangendo da sola…


Perché sono la solita principessina inesperta del mondo


Ora come ora non sono in grado di aiutare nessuno…


E, consapevole di questo, tutto quello che mi riesce meglio, è piangere come fanno i bambini piccoli quando sono in castigo.


Conosco questo senso di impotenza…


E’ lo stesso chi mi opprimeva il petto quando non potevo far altro che rimanere impassibile mentre mia madre distruggeva tutto quello che incontrava… o quando rimasi a guardare mentre Alexandria veniva distrutta da un essere impazzita che io stessa avevo richiamata


Troppe sono state le occasioni in cui la mia inesperienza mi hanno impedito di fare quello che avrei voluto.


E ora lo stesso identico maledetto copione si sta ripetendo…


Eppure…


Io non voglio!!


Gidan…


Gidan, dimmi…


Cosa posso fare, ora?


Come posso aiutarti?


Ti prego, dammi tu la conoscenza… ti scongiuro… non so come aiutarti…


Mi inginocchio in preda alla disperazione, le lacrime continuano a scendere copiose, ormai la paura ha preso il sopravvento.





Alzati


Cos.. cosa?!


Mi alzo, improvvisamente, quasi intimorita da quella voce che, all’improvviso, mi impartito un ordine. Una voce che ho sentito nella mia testa. Una voce maschile…


Non piangere in eterno…


Non capisco! Non capisco! Ma chi è?!


Continua a correre e abbi fede! Lui vive in te… tu vivi in lui…


Che?!


Siete destinati a rivedervi! Non temere… Daga… fidati di me


Non capisco chi mi stia parlando. Ne da dove. Magari inizio a delirare e a soffrire di allucinazioni… Non so se è così, ma…


Ancora una volta, le mie gambe si muovono ma non perché sono io a ordinarlo, fisicamente parlando.


Stavolta, però, non è il ricordo di Gidan che mi muove…


E’ il suo cuore, che io e io soltanto possiedo…


Sto arrivando Gidan! Aspettami, ti scongiuro!





Note dell'autrice: chiedo venia per questo ritardo a dir poco pauroso! ._. Tra l'università, vita privata e un sacco di problemi personali il mio (già ridotto) tempo libero sta andando inesorabilmente a farsi friggere! Comunque! Il prossimo capitolo, se non cambio idea nel frattempo, sarà l'ultimo! ^^ E adotterà un punto di vista "universale" ossia di entrambi i protagonisti! Vi ricordo che è un'AU quindi racconterà in modo diverso il pezzo di FINAL FANTASY IX in cui Gidan scopre le sue origini (anche se, secondo me e anche tanti altri fan, un bel finale romantico tra i due ci sarebbe stato benissimo ._.). Ehm... questo capitolo è dal punto di vista di Daga! Onestamente, a me non piace moltissimo, mi sembra un pò troppo tirato.. Però, l'ho scritto di getto così come mi è uscito, cercando di essere coerente con il personaggio! Spero piaccia almeno a voi! Critiche e commenti sono sempre ben accetti! :)

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