Why Don't You Come On Over?

di Bomboletta
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Reality And Dreams ***
Capitolo 2: *** Need to Work Hard! ***
Capitolo 3: *** Secretaries,Employess And Bitches ***
Capitolo 4: *** I Will Not Get In Trouble ***
Capitolo 5: *** Return ***
Capitolo 6: *** Bitter Memories. ***
Capitolo 7: *** She came back! ***
Capitolo 8: *** All I Ever Wanted ***
Capitolo 9: *** Definitely That's Not a Dream! ***
Capitolo 10: *** So Proud of You! ***
Capitolo 11: *** Phone Call in the Middle of the Night ***
Capitolo 12: *** I'm With You! ***
Capitolo 13: *** Shopping Center ***
Capitolo 14: *** Chocolate is Mine! ***
Capitolo 15: *** Cops And Handcuffs! ***
Capitolo 16: *** Don't You Want To Tell It To Your Adorable And Understanding Boss? ***
Capitolo 17: *** Our First Time! ***
Capitolo 18: *** You can bet on me ***
Capitolo 19: *** She is Mine,OK? ***
Capitolo 20: *** Mummies! ***
Capitolo 21: *** Best wife in the World! ***
Capitolo 22: *** Meeting my Past ***



Capitolo 1
*** Reality And Dreams ***


“Hey San,che ci fai qui tutta sola?” Brittany si avvicinò lentamente alla ragazza,seduta sulla sabbia.
“Ciao Brit” la giovane sorrise al suo indirizzo mentre un vento freddo e alquanto insistente le scompigliava i capelli. La bionda si sedette al suo fianco.
“Non vieni a festeggiare?” le chiese.
“Magari tra un po’,lì dentro non si respira…ho bisogno di un po’ d’aria…” spiegò l’ispanica.
“Sto qui con te allora…” Brittany si avvicinò all’amica e le prese la mano tra le sue. Santana la guardò,i loro sguardi si incontrarono “San..”
“Si Brit?”
“Ho capito che non mi importa se non vuoi dichiararlo al mondo…non è facile,lo so…ma dover fare ogni cosa di nascosto non può fermarci…non può bastare così poco a rovinare tutto…e io voglio stare con te…” la ragazza si avvicinò all’altra che l’ascoltava attenta,e la baciò. Santana non desiderava altro. Allungò una mano e la portò dietro la nuca di Brittany per avvicinarla maggiormente a sé,mentre la biondina si avvicinava con tutto il corpo e le accarezzava il viso,poi si godette quel gesto,così semplice,che aveva desiderato per un bel pezzo. Le sue labbra erano quanto di più bello esistesse al mondo,ed erano sue. Dopo minuti interminabili la mora si allontanò per riprendere fiato:
“Brit…”
“Ti amo” la interruppe l’altra.
“Anch’io ti amo” sorrise la latina senza riuscire a non essere la persona più felice sulla terra.
 
Santana si svegliò di soprassalto in un bagno di sudore e scattò seduta. L’aveva sognata di nuovo dannazione. Con i battiti accelerati e la testa che le girava chiuse un momento gli occhi e cercò di riprendersi. Guardò l’orologio: le sei e quindici del mattino. Si passò una mano tra i capelli bagnati di sudore e decise di alzarsi. Andò in bagno e riempì la vasca: forse un bel bagno caldo l’avrebbe calmata. La sua casa era freddissima,così prese la vestaglia e se la buttò addosso,sopra il babydoll nero. Preparò i vestiti che avrebbe indossato per il lavoro e poco dopo si immerse nell’acqua bollente. I suoi sensi si intorpidirono e potè finalmente rilassarsi un momento. Immerse i capelli corvini in acqua e chiuse gli occhi. Quel sogno l’aveva profondamente turbata. Non era la prima volta che rivedeva in sogno quella giornata,una delle più belle della sua vita…sembrava appartenere a un’altra era. Tre anni…era passato davvero così tanto tempo. Da tre anni non la vedeva e non aveva sue notizie. Ma poi perché quei sogni continuavano a tormentarla? Non facevano che rovinarle le giornate e non poteva permetterselo,proprio no. Cercò di non pensarci e tornò al suo bagno caldo…
Un’ora dopo era per strada. Aveva posteggiato l’auto poco lontano dall’ufficio e aveva raggiunto strabucks a piedi per fare colazione. Quinn la aspettava seduta a un tavolino all’interno del locale,viste le temperature gelide dell’esterno:
“Giorno dolcezza!” la salutò la bionda,vestita con un completo pantalone-giacca nero e un pesante giubbotto addosso.
“Ciao bionda!” rise accomodandosi. Lei quella mattina aveva optato per un completo gonna e giacca bianco panna,in contrasto con la sua pelle scura. Ordinò uno di quei muffin al cioccolato che adorava tanto e un espresso doppio e iniziò a chiacchierare con l’amica e collega.
“Dio,Santana,hai un viso terribile!”  notò la ragazza osservando la sua espressione.
“Santo cielo,si vede così tanto?” rise.
“Troppo!”
“Stamattina mi sono alzata prima del solito…ho fatto un bagno per cercare di tirarmi un po’ su il morale,ma devo avere una faccia da zombie!” considerò.
“Posso saperne la ragione?” chiese Quinn. L’ispanica tacque per qualche secondo “Santana!”
“Ho…sognato Brittany stanotte..” confessò allora. L’espressione dell’altra cambiò.
“Maledizione…” sussurrò “E’ assurdo che continui a sognarla…”
“E lo dici a me?Mi sono svegliata sudata,col cuore impazzito e la testa dolorante…”
“Sono passati tre anni San..”
“Lo so…” la mora si passò una mano tra i capelli “Non ho sue notizie da tre anni…”
“E’ meglio non averne tesoro…è meglio continuare ad allontanarne il ricordo…prima o poi ci riuscirai…”
“Lo spero tanto Quinn…”
“Dai,su…andiamo a lavoro,ci aspetta una giornataccia” la bionda si alzò e le tese la mano,Santana la prese e insieme uscirono dal locale.


Angolo dell'autrice

Ooook non mi sbilancio più di tanto. E' il primo capitolo e anche se ho quasi tutta la storia pronta non voglio lanciarmi subito. Se piace posterò molto spesso e intanto continuerò a scrivere. Amo la Brittana e non la dividerei mai e poi mai,ma ai fini della storia è stato necessario momentaneamente (e questo momentaneamente vi lasci da pensare)...Quinn avrà un ruolo importantissimo e sarà un personaggio attivo quasi quanto Santana. Se ne vedranno di cotte e di crude,detto ciò...Sweet Lady Kisses a tutti.
Bomboletta.

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Capitolo 2
*** Need to Work Hard! ***


“No Jhonny,non mi convince nemmeno un po’! Questa cintura è sproporzionata,l’abito veste in maniera aderente,deve stringere di più dai fianchi…è tutto sbagliato! Qui sotto deve essere più morbido,è nella parte superiore che deve aderire per bene!” come sempre Santana stava sfogando il suo stress sul lavoro,l’unica cosa che le riusciva bene in qualunque momento. Lavorava per un’azienda di moda…aveva iniziato un anno e mezzo prima come semplice dipendente,ma la sua bravura nel disegnare abiti,correggerli,trovare degli spot e degli slogan perfetti l’avevano portata a una lenta scalata e adesso aveva dei dipendenti al suo servizio:

“Signorina Lopez,è la terza volta che me lo fa rifare!” si lamentò il ragazzo rigirandosi l’abito verde acqua tra le mani.

“Non è colpa mia se sei un buono a nulla! Non riesci a capire cosa voglio fare,non capisco se sei scemo o semplicemente non ti applichi!”  la ragazza prese un foglio bianco dalla sua scrivania,afferrò un carboncino e disegnò a mano libera l’abito che aveva in mente. Non era poi così diverso,ma sicuramente non era uguale a quello che aveva creato il suo dipendente. Dopo averlo tracciato nel dettaglio gli disegnò una cinta molto più grande di quella che c’era in quel momento. La porta a vetro dell’ufficio si aprì e il capo fece il suo ingresso:

“Buongiorno capo!” trillò Santana. Jhonny fece un inchino col capo e si scostò dalla scrivania ancora con il vestito tra le braccia.

“Signorina Lopez,buongiorno a lei!” sorrise l’uomo sulla cinquantina,elegantissimo. Si avvicinò alla scrivania e diede un’occhiata allo schizzo della giovane “Mmmh…molto bene…lei è una fonte inesauribile di idee! E’ quello il vestito?” chiese indicando Jhonny.

“No signore,Jhonny sta andando a rifarlo visto che sembra viaggiare su un altro pianeta quando gli spiego cosa deve fare…non è vero Jhonny?” sorrise in modo inquietante al ragazzo che fece si con la testa,poi gli porse il foglio e gli sibilò all’orecchio “Mi auguro di non dover disegnare anche le cuciture per farti capire come deve essere…Puoi andare!” disse di nuovo ad alta voce.

“Piccola ti ho portato un caffè!” Quinn fece capolino in ufficio ma si zittì quando vide il capo dentro e Santana che contemporaneamente le faceva un gesto eloquente con gli occhi “Ehm…capo buongiorno…forse è meglio se ripasso dopo!”

“Si accomodi pure signorina Febray,direi che la sua collega merita quel caffè e un attimo di pausa!” sorrise benevolo l’uomo. Quinn non se lo fece ripetere.

“Lei è sempre così gentile capo!” gli sorrise.

“La signorina Lopez ha delle idee così brillanti che inizio a temere per il mio posto di lavoro!” rise il capo.

“Capo Walling,lei mi lusinga,ma è una enorme esagerazione!” si schernì Santana arrossendo,ma sentendosi profondamente compiaciuta.

“Dico solo che mi piace il tuo modo di lavorare! Continua così! Vogliate scusarmi,signorine,ho una riunione a mezzogiorno…Dio mi salvi…Buon proseguimento” con un cenno si diresse alla porta.

“Arrivederci Capo!”

“Arrivederci!”

Quinn rimase con i due caffè che aveva portato a fissare la porta da cui l’uomo era appena uscito,in trance,poi guardò l’amica:

“Dì un po’…non è che gliel’hai data…vero?” alzò un sopracciglio. Santana scoppiò a ridere.

“Santo cielo,No! Ahahahahah Stavo lavorando a un abito,lo ha visto e gli è piaciuto…tutto qui…”

“Ah..ecco perché è passato Jhonny imprecando come un maledetto con un vestito e un foglio” rise la bionda.

“Se lo sento con le mie orecchie lo spedisco a lavare i cessi” brontolò la ragazza divertita. Poi prese il caffè che l’altra le porse e si concessero una pausa.

“Beh…in realtà lo scopo della mia visita,oltre il caffè,era tirarti un po’ su di morale” Quinn sorrise.

“E come?”

“Ho ricevuto una telefonata da Noah questa mattina…mi ha dato una notiziona” la ragazza sembrava esaltata.

“E cioè?”

“La Berry è in dolce attesa!” scoppiò a ridere.

“OH MIO DIOOOO MA COSA DICIIII???”

“Siiiii! Finn gli ha telefonato due giorni fa per dargli la notizia…non puoi capire quanto abbiamo riso per telefono!”

“Non oso immaginare che sgorbio di pargolo ne verrà fuori…un miscuglio tra il fisico osceno di Finn,il naso a becco di Rachel e i suoi gusti osceni…si salvi chi può!Ahahahah!”

“Ooooh e non sai qual è la parte più bella…a quanto pare hanno intenzione di convolare a nozze!”

“AHAHAHAHAH ti prego dimmi che siamo invitati,ho bisogno di esprimere al meglio il mio disgusto!” Santana finì il suo caffè con aria soddisfatta.

“Lo spero proprio!Vado a fare un paio di telefonate,ho seriamente bisogno di spettegolare!”

“Sei riuscita a risollevarmi DECISAMENTE l’umore,complimenti bionda!” rise l’ispanica,poi la guardò allontanarsi ridendo oltre la porta e tornò al suo lavoro decisamente più allegra…

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Capitolo 3
*** Secretaries,Employess And Bitches ***


Quella mattina era iniziata in maniera decisamente turbolenta. Ore e ore bloccata nel traffico perché prima di andare a lavoro le toccava anche andare a prendere i tessuti nuovi che aveva ordinato visto che quegli sfaticati il sabato non facevano consegne a domicilio. Santana si potè finalmente accomodare sulla sua poltrona da ufficio e sospirare. Grazie al cielo il grosso era fatto. Si godette mezzora piena stravaccata in quella comodissima posizione senza muovere un dito,poi finalmente,recuperate un po’ di energie afferrò il telefono e chiamò il piano inferiore:

“Pronto?Qui parla Boris” rispose un ragazzo.

“Boris,sono Santana!”

“Signorina Lopez,ossequi!”

“Ascolta…Mary è lì?” chiese.

“Le passo la telefonata,attenda solo un momento” poco dopo al telefono rispose una vocetta altezzosa.

“Qui Mary”

“Mary cara,sai che giorno è oggi?” chiese la latina con una finta voce melensa.

“Ehm…è il tredici novembre signorina Lopez…”

“E’ esatto! E dimmi…la data di oggi non ti dice proprio nulla?”

“No…non credo…no..” la ragazza era confusa e il tono terrorizzato che assumeva al telefono divertì Santana.

“Beh…forse a Stacy ricorderà qualcosa…VISTO CHE SIETE IN RITARDO DI TRENTASEI ORE SUI BOZZETTI COLORATI CHE VI AVEVO CHIESTO!” tuonò prima di attaccare la conversazione. Dei del cielo,ma perché erano così sfaticati? Mentre si passava una mano sul viso vide Jhonny passare davanti il suo ufficio e gettare un’occhiata fugace,così ne approfittò per chiamarlo:

“Jhonny!” il ragazzo si voltò verso di lei aldilà del vetro e lei fece cenno al giovane di entrare.

“Buongiorno!” salutò cortese il ragazzo,appiattendosi la chioma rossa sempre in disordine.

“Giorno a te…volevo dirti che anche se ti ci sono voluti quattro tentativi,il vestito è venuto molto ma molto bene” gli sorrise accennando al manichino che indossava l’abito verde acqua di qualche giorno prima.

“La ringrazio,signorina” il giovane sorrise imbarazzato al suo indirizzo.

“E’ splendido,davvero…meglio di quanto potessi immaginare…” la ragazza scarabocchiò qualcosa su un foglio prestampato “Prenditi pure il pomeriggio libero…te lo sei proprio meritato” gli tese il foglio dopo avervi depositato una firma. Jhonny guardò stupito il gesto ed esitò prima di prendere il foglio dalle mani della sua superiore:

“Non so davvero come ringraziarla…”

“Si avvicina Natale…e avremo molto da lavorare,meglio approfittarne adesso” spiegò “Puoi andare,se vuoi!” il ragazzo la salutò con un inchino e un immenso sorriso,per poi uscire trotterellando dall’ufficio. Beh,era giusto che fosse così. Alcuni dipendenti avevano raccontato a Santana che quel ragazzo aveva passato un’intera notte a finire quell’abito e l’indomani mattina era anche andato a lavorare senza lamentarsi nemmeno un po’. Certe volte pretendeva tanto,era vero,ma sapeva riconoscere i meriti ai suoi sottoposti. Il suo telefono squillò:

“Santana Lopez” disse afferrata la cornetta.

“Si può sapere che cosa hanno combinato Stacy e Mary?” le ho viste sfrecciare in corridoio terrorizzate strillando e perdendo fogli a destra e a manca!” la voce di Quinn dall’altra parte.

“Che cosa hanno combinato? Sono in ritardo con i miei bozzetti…A quest’ora dovrebbero essere sulla mia scrivania e non mi hanno nemmeno chiesto di posticipare la consegna…così ho rinfrescato loro la memoria!” rise la ragazza.

“Non oso immaginare con che tono minaccioso” rise l’amica al telefono.

“Beh,se oggi pomeriggio non avrò quei fogli qui,giuro che faccio rapporto al capo…quelle due oche giulive non sanno far altro che spettegolare…” si lamentò.

“Piuttosto,che ne dici di andare al centro commerciale di pomeriggio? Kurt vuole aiuto per il regalo di Blaine e a me fare qualche compera non dispiacerebbe…vedo solo queste quattro pareti da una settimana!”

“Pensa già al regalo di Blaine? Comunque ci sto…non ti nascondo che un po’ di distrazione non mi farà male…e si è rotto lo stereo!”

“Grandioso J.Lo,allora passo per pranzo e poi andiamo…adesso devo chiudere…Alan vuole una mano con i colori del cartellone pubblicitario…”

“A dopo Febray” salutò Santana. Chiuse il telefono e si concentrò sul pc. Doveva contattare un certo Mr. Garryson che voleva un abito su misura per un’importante festa privata tra pezzi grossi. Ma purtroppo il tipo non era contattabile al telefono. Aveva provato e riprovato ma rispondevano sempre segretari che le passavano altri segretari che la mettevano in attesa. Così aveva optato per una mail,molto più semplice e dritta al sodo. Lì avrebbe lasciato il suo numero di cellulare,il numero di ufficio e l’indirizzo ovviamente. Mentre continuava a battere sulla tastiera sentì bussare alla porta e senza guardare fece cenno di entrare:

“Buongiorno!” alzò gli occhi dal computer e vide Kate,una delle segretarie del capo,entrare con un sorriso e un caffè.

“Giorno a te Kate” sorrise.

“Mi sono presa la libertà di portarti un caffè…le mie spie mi hanno detto che hai avuto una brutta mattinata” la ragazza,avvolta da un vestitino grigio e un copri spalla,si avvicinò e le porse il bicchiere,sedendosi poi sulla scrivania con le gambe accavallate.

“Le tue spie ti hanno detto bene” Santana la guardò scuotere i lunghi capelli fiammeggianti.

“Dovresti prenderti una pausa” le disse.

“Lo sto facendo adesso…grazie a te” bevve il caffè sorso dopo sorso. La segretaria si alzò:

“Non ti infastidisce avere l’ufficio alla portata di tutti? Questi vetri sono odiosi!” disse dirigendosi verso la parete a vetro e chiudendo le persiane,comprese quelle della porta “Spero non ti dispiaccia” le sorrise maliziosa. Santana sapeva dove voleva arrivare…erano settimane che Kate la mangiava con gli occhi ogni volta che si incontravano.

“No…non mi dispiace” disse accavallando le gambe e congiungendo le mani. L’altra fece marcia indietro e tornò nuovamente alla scrivania,per sedervisi sopra,esattamente davanti Santana,e abbassandosi all’altezza del suo viso:

“Dove vuoi arrivare,Kate?” sibilò l’ispanica vicino al suo viso.

“Lo sai benissimo” rispose quella in tono provocatorio. Santana la afferrò di mala grazia per le gambe e la trascinò su di sé,poi la baciò con foga. La rossa sospirò forte e rispose a quel bacio violento. La latina le alzò il vestito con una mano,lasciando scoperte le gambe,mentre con l’altra mano si insinuava al di sotto del suo reggiseno e le stringeva un seno. Quella gemette e si tolse le mutandine,mentre la mora si toglieva la gonna. Quando anche lei si fu liberata delle mutande la sollevò di peso e la spinse contro il muro,mentre l’altra le cingeva la vita con le gambe. Santana iniziò a strofinare i loro sessi,con forza,quasi con violenza mentre l’altra gemeva forte,quasi gridando. Anche Santana gemette di piacere,mentre continuava quella specie di lotta:

“Abbassa il t-tono…O entrerà qualcuno” le disse. Poco dopo un’ondata di ormoni le travolse e lei si tappò la bocca per non fare casino,cosa che Kate non ebbe il tempo di fare. Una volta finito si risistemò i vestiti senza aspettare un momento,mise a porto la gonna,lisciò i capelli corvini e guardò la segretaria,ancora ansimante che raccoglieva le sue cose e la guardava ammaliata:

“E’ meglio se vai” le disse “Ho alcuni lavori da finire”

“Ok…ci vediamo presto” le sorrise quella,per poi sparire oltre la porta. Pochi minuti dopo Santana andò a rialzare tutte le persiane e si rimise al lavoro al pc senza pensarci più di tanto. Mr. Garryson era ancora in attesa di una mail…
 
Angolo dell'autrice
 
Due capitoli,giusto perché i primi sono quasi puramente introduttivi! prima di tutto,Jhonny! Primo personaggio di mia invenzione,nonchè povero dipendente alle prese con l'ira della povera Santana. Si vedrà spesso! Come si è capito la nostra Lopez qui,lavora per un'agenzia di moda e se la cava anche molto bene,per il resto si vedrà più avanti u.u
Qui vediamo la nostra Santana in atteggiamenti non proprio professionali con una delle segretarie del suo capo (E qui è spiegato in parte il rating arancione),ma l’esempio è esattamente quello di ‘segretaria troietta’ che tanto spesso vediamo nei film e non solo. Ma ovviamente queste sottospecie di effusioni per Santana non significano assolutamente NULLA (Sappiamo tutti per chi batte il suo cuoricino u.u).  Infine la Santana magnanima e quella che terrorizza le dipendenti ochette…c’è ancora molto da vedere u.u
 
Grazie a chi ha recensito o messo la storia tra i preferiti :D
Alla prossima :D

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Capitolo 4
*** I Will Not Get In Trouble ***


“Un maglione?”

“Dio,Kurt è banale!” Santana gurdò l’amico disgustata.

“Sai,non sei molto di aiuto!” il ragazzo storse la bocca.

“Ci sarà pure un regalo che non è scontato” si intromise Quinn con fare ottimista.

“Però non dannarti troppo Hummel,Natale è ancora lontano!E poi il mio lesbo-fiuto mi dice che il migliore regalo per Blane sarebbe trovarti dentro un pacco regalo con un completino sadomaso!” ammiccò la latina. Kurt le lanciò quello che voleva essere uno sguardo torvo,ma che rosso com'era non era altro che un'occhiata imbarazzata.

“Ommioddio,ma guarda che carinooooo!” gli occhi della bionda scintillarono davanti a un intimo di pizzo nero con i bordi leopardati distraendo gli altri due.

“Uhuh,aggressiva la ragazza!” commento Kurt.

“E’ figo,già!” sorrise Santana “Ti donerebbe!” disse guardando prima il completo e poi il corpo disegnato dell’amica. L’espressione di Quinn cambiò.

“A proposito” iniziò “Quando la smetterai si scoparti le segretarie?” Kurt represse una risata.

“Di cosa parli?” chiese l’ispanica fingendo indifferenza e guardando un altro completo.

“Oh,non provarci Santana,non con me…lo sai di cosa parlo! Ho visto Kate uscire dal tuo ufficio prima di pranzo…devo dire che sembrava molto…provata…per essere solo una segretaria simpatica e premurosa che ti ha portato il caffè” Quinn aveva l’aria di saperla lunga.

“Senti non è colpa mia…io non cerco proprio nessuno,sono loro a venire da me” si giustificò.

“Certo,come se la cosa ti dispiacesse”

“Lesbicaccia!” commentò il ragazzo.

“Taci tu,non puoi certo definirti mister eterosessualità!” rise Santana.

“Ma non voglio definirmi tale” rise lui. Nel frattempo stavano portando alcuni acquisti di Quinn alla cassa.

“Dico solo che dovresti stare attenta” riprese quest’ultima “Non metterti nei guai con il capo”

“Non lo farò…” concluse nel tentativo di cambiare argomento.

“Me lo auguro..”
 
Erano seduti al caffè del centro commerciale e si stavano prendendo un attimo di pausa visto che vagavano da ore. Santana sorseggiava un frappè al cioccolato,mentre gli altri due erano in attesa di una cioccolata calda:

“Allora Quinn,che farai per Natale?” chiese Kurt.

“La cena della vigilia a casa dei miei,il Natale invece dai genitori di Sam…mi scoccia che non te ne fai un’idea…ma il Natale si fa in famiglia,lo sappiamo…E tu?”

“I miei genitori sono a Parigi…hanno deciso di fare una vacanza romantica…così io e Blaine ce ne andremo a sciare…chalet di montagna per tre giorni” disse sognante.

“Adesso si dice sciare…” rise Santana.

“E tu San? Che fai a Natale?” chiese il ragazzo.

“Per la vigilia cenerò dai miei come sempre…per Natale mi godrò la mia accogliente casuccia”

“Da sola?” chiese Quinn sconcertata.

“Si,e allora?”

“Ma non si passa il Natale da soli!”

“Sono originale anche in questo” rise l’ispanica.

“Se lo dici tu…”

Il pomeriggio trascorse abbastanza bene,tra acquisti e distrazioni varie dimenticarono tutti e tre i loro pensieri e gli sembrò di tornare ai tempi del liceo,quando quei pomeriggi erano all’ordine del giorno e il loro più grande pensiero era un’interrogazione o una gara del Glee club. Eppure era tutto completamente cambiato…







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Angolo dell'autrice

Capitolo breve,lo so! Ma è fondamentale che sia così. Il mio consiglio è: PREPARATEVI PSICOLOGICAMENTE AL PROSSIMO CAPITOLO! Eeee sarà pubblicato domani a mezzanotte in punto! La storia inizia a entrare nel vivo e succederà qualcosa di molto ma moooolto importante,ergo,appuntamento allo scoccare dell'ora X domani!

Un grazie speciale a tutti coloro che hanno recensito e che seguono la storia.
Sweet Lady Kisses to everyone!
Bomboletta.

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Capitolo 5
*** Return ***


La sala delle riunioni era gremita di gente: tutti i maggiori rappresentati della loro azienda,il capo,i redattori e gli investitori,erano tutti lì a guardarla. Santana camminava con passo lento e composto davanti al proiettore,mostrando due manichini con indosso degli abiti ed esponendo quel lungo discorso che aveva scritto e rivisto centinaia di volte:

“L’idea è quella di produrne in serie,non soltanto con colori differenti. E’ necessario che siano colori freschi,accesi,estivi…dal rosso magenta all’arancio vivo,ma il colore è solo la punta dell’iceberg. Ogni singolo modello,in base al suo colore,deve differenziarsi dall’altro per qualche dettaglio. Passo a spiegare” sullo schermo apparvero dei modelli colorati “Una bella scollatura abbondante sul modello giallo,una cintura appariscente nel verde acqua,dei bottoni colorati nel rosso,una serie di chiusure zip nell’arancio” li indicò uno dopo l’altro sullo schermo “E via dicendo…l’idea è quella che ogni donna,ragazza,adolescente o adulta che sia,ne possieda più di uno…in questo modo renderanno molto meglio perché comprando due o più capi della stessa serie,non vengono acquistati due capi identici che differiscono solo per colore,è come se fossero due modelli completamente diversi!Inoltre sono capi comodi,leggeri,non si sentono quasi addosso e possono essere l’ideale per andare in spiaggia,ma anche per una festa mondana,un giro al centro commerciale,o qualsiasi altra cosa. E’ qualcosa che si può indossare ogni giorno!” dopo aver indicato i modelli che aveva a fianco respirò profondamente “Questa è la mia proposta. Ho concluso.”

Deglutì e guardò uno per uno gli uomini d’affari seduti al lungo tavolo di forma ovale. Prese parola dal fondo del tavolo James Marshall,uno degli investitori più importanti della società:

“Signorina Lopez…Il direttore mi aveva detto che lei è una delle dipendenti più talentuose di questo posto,che mette l’anima in ognuna delle sue opere,che i suoi abiti sono originali e innovativi…e che lei produce un’idea dopo l’altra senza sosta…” si fermò un momento e il cuore della ragazza iniziò a martellare contro il suo petto “La sua presentazione è stata a dir poco brillante! E la sua idea è davvero ottima…perciò penso di esprimere ad alta voce il pensiero di tutti se dico…che la sua proposta è stata accettata…finanzieremo il suo progetto!” sorrise e un applauso fragoroso partì dal capo Walling per poi estendersi a tutti i presenti.

Santana sorrise,soddisfatta come poche  volte in vita sua mentre riceveva le sue meritate congratulazioni e la stretta di mano dei pezzi grossi della società:

“Grazie!Grazie mille!”
 
Sfrecciava per il corridoio del settimo piano,correndo come una disperata sebbene la gonna elegante la intralciasse. Arrivata al diciannovesimo ufficio aprì la porta senza nemmeno bussare ed entrò nell’ufficio di Quinn:

“L’hanno accettata Quinn!Finanzieranno la mia propostaaa!” gridò,fregandosene dell’aria seria di poco prima che era andata a farsi benedire.

“Ommioddiooooo!” Quinn le fu subito addosso e la strinse forte “E’ fantastico!Dio,sono felicissima per te!E’ una notizia meravigliosaaaa!” l’ispanica la sollevò da terra per l’entusiasmo e rise felice e sollevata.

“Ancora non ci credo Quinn!Non ci voglio credere!” sorrise,quel giorno niente avrebbe potuto cancellare quell’espressione sollevata dal suo viso. Tante ore di lavoro,giorni e giorni a distruggersi su quel progetto e alla fine riceveva i suoi meritati riconoscimenti. Ogni tanto la fortuna girava anche dalla sua parte…
 
Tornò a casa che erano passate le dieci. Aveva cenato da Quinn che aveva insistito per festeggiare quella giornata trionfale,ma era tornata abbastanza presto: fuori imperversava uno dei più assurdi temporali di quell’inverno,accompagnato da vento forte e gelido,tuoni e grandine.

Di certo il tempo non rispecchiava il buon umore che l’aveva accompagnata per tutta la giornata.

Arrivata nel suo appartamento accese i termosifoni al massimo e in pochi minuti un piacevole calduccio invase tutta la casa. Si spogliò e si mise addosso qualcosa di più comodo: un paio di pantaloni neri da tuta e un maglioncino bianco di lana.

Poi armata di pantofoloni raggiunse la cucina e si preparò una cioccolata calda. Poco dopo si era accomodata sul suo divano,con una coperta sulle spalle e stava gustando la bevanda bollente davanti la tv. Mentre faceva zapping si soffermò sulle previsioni del tempo:


Una violenta perturbazione si è scatenata questo pomeriggio nell’Ohio ,vento e pioggia continueranno per tutta la giornata di domani,solo dopo qualche miglioramento.


“Oh,fantastico!” commentò.

Continuò il suo giro mentre portava alla bocca il cucchiaio stra colmo di cioccolata.

Ma il suono del campanello la fece sobbalzare: Chi diavolo era a quell’ora?

Si alzò lentamente dal divano e con il cucchiaio ancora in pugno si avvicinò all’ingresso. Era tentata di non aprire.

In fondo poteva essere chiunque,ma lei era una ragazza e abitava da sola; ricevere una visita non programmata a quell’ora improbabile la spaventava.

E se fosse stata un’emergenza? Se era successo qualcosa? In fondo quale pazzo sarebbe uscito con quella tempesta senza una ragione valida? Si fece coraggio e raggiunse la porta,poi la aprì lentamente: di fronte a lei una figura alta e bionda,gli occhi azzurri velati di lacrime:

“Ciao San”

Il cucchiaio le cadde a terra e rimbombò nel silenzio di quel momento. Il cuore sembrò scoppiarle e le sue mani tremarono,poi ,quasi involontariamente,anche i suoi occhi si riempirono di lacrime,mentre la guardava per la prima volta dopo tre anni.




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Angolo dell'autrice

Ok,in questo momento come minimo mi starete lanciando contro maledizioni in cinese mandarino per aver interrotto sul più bello XD

Volevo dare un pò di suspance u.u

Eeeeeee la data di pubblicazione del prossimo capitolo dipende da voi. O meglio,dal numero di visite e recensioni che riceverò. In base a quelle deciderò se sarà la mezzanotte di domani o quella di dopodomani,chi lo sa u.u

Detto ciò mi dileguo :D

Sajonara u.ù

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Capitolo 6
*** Bitter Memories. ***


“Ciao San”

Il cucchiaio le cadde a terra e rimbombò nel silenzio di quel momento. Il cuore sembrò scoppiarle e le sue mani tremarono,poi ,quasi involontariamente,anche i suoi occhi si riempirono di lacrime,mentre la guardava per la prima volta dopo tre anni:

“Brittany..” la bionda fece un passo avanti e la abbracciò,scoppiando poi a piangere. In quel momento Santana non riusciva a formulare alcun pensiero concreto.

Cosa ci faceva lì? Quando era tornata? Come l’aveva trovata? Non aveva voce per parlare.

La strinse forte mentre lacrime silenziose le rigavano inevitabilmente le guance. Brittany singhiozzava senza ritegno sulla sua spalla dell’altra che tremava,ancora incredula:

“S-scusa…avevo giurato a me stessa che non avrei pianto” disse tra le lacrime.

L’ispanica non riusciva ancora a parlare,sembrava pietrificata in quella posizione. Dopo un tempo indefinito,finalmente,i singhiozzi di Brittany si attenuarono,così si allontanò un po’ per guardare l’altra in viso. Le sorrise e asciugò le sue lacrime con i pollici:

“Dio,quanto tempo…guardati…sei stupenda!” le disse la bionda guardandola negli occhi.

“Non…non so cosa…dire…” balbettò Santana cercando di riacquistare la facoltà di parlare.

“Non dire nulla…aspetta solo un momento…” la ragazza trascinò dentro due grosse valigie e chiuse la porta. Poi si avvicinò di nuovo a lei e la abbracciò “Abbiamo così tante cose da dirci…possiamo sederci?” chiese emozionata.

“Certo…” le indicò il divano con la mano tremante “Vuoi…qualcosa?”

“Solo un bicchiere d’acqua…” Santana andò al frigo. E bevve prima lei.

Aveva la bocca asciutta e il bicchiere le tremava così tanto in mano che non si sarebbe sorpresa nel vederlo cadere. Pochi istanti dopo porse un bicchiere alla ragazza e si sedette sulla poltrona,quasi di fronte a lei:

“Quando…sei tornata?” fu la prima domanda che riuscì a porle.

“Oggi pomeriggio…sono andata a casa dei tuoi…ero convinta di trovarti lì…ma tua madre mi ha detto che non vivevi più con loro…e mi ha dato questo indirizzo…ho perso due ore sul taxi…c’è davvero un tempaccio…ma alla fine sono riuscita a trovarti” sorrise emozionata “E così…abiti qui…” si guardò attorno.

“Già..” Santana non riusciva a farle domande. La guardò e vide che era cresciuta…il suo viso assomigliava di più a quello di una donna. I capelli erano più lunghi e anche il suo sguardo aveva qualcosa di diverso.

“Mi dispiace un sacco di essere arrivata all’improvviso…non ho dove andare,non ho avuto il tempo di trovare un albergo…”

“Puoi dormire sul mio divano..”

“Sul serio?”

“Certo…aspetta ti prendo le coperte..” la mora si alzò e salì in camera da letto.

Aprì l’armadio e prese le coperte,un groppo alla gola e un nodo allo stomaco che non sembravano volerla abbandonare. Quando scese sistemò le coperte pesanti sul divano e vi adagiò un cuscino:

“Brit…abbiamo tante cose da dirci…ma è tardi…e io domani devo lavorare…tu sarai stanca…è meglio rimandare a quando avremo la mente più serena…” disse piano.

“Che lavoro fai?” le chiese la bionda.

“Lavoro per un’azienda di moda…una specie di stilista esordiente” spiegò in parole semplici.

“Wow…ok...vai a dormire…ne riparliamo domani…” Brittany si alzò e l’abbracciò di nuovo. Santana la strinse e ispirò il suo odore: sempre lo stesso anche a distanza di anni. La bionda le diede un bacio sulla guancia.

“Buonanotte Brittany..”

“Notte San,a domani…e grazie..” la mora cercò di sorridere. Poi salì in camera sua e dopo che si fu chiusa dentro potè finalmente liberare le lacrime.

Si mise a letto e iniziò a singhiozzare copiosamente. Brittany lì,a casa sua.

Dopo tre anni di silenzio,dopo tre anni senza sue notizie. E adesso era al piano di sotto. Quando l’aveva vista davanti la soglia mille emozioni l’avevano assalita: gioia,dolore,rabbia,paura,sollievo. Si accavallavano una sull’altra senza darle tregua.

Affondò il viso sul cuscino e continuò a piangere. Nella sua testa comparve un ricordo,vivido,di tre anni prima:
 
Era tornata a casa dopo un pomeriggio con sua madre in giro per i negozi e non aveva avuto nemmeno il tempo di cambiarsi. Un messaggio al cellulare da parte di Brittany. Poche parole che avevano avuto il potere di spaventarla a morte:


Amore,devo parlarti di una cosa. Appena puoi raggiungimi a casa. Brit.


Cinque minuti dopo era seduta sul letto della bionda,di fronte a lei,che la guardava:

“Brit..che è successo?” le chiese per la terza volta.

“E’ una cosa…molto brutta…” rispose la ragazza. Santana si spaventò,ma non lo diede a vedere.

“Non preoccuparti tesoro,qualunque cosa sia la affronteremo insieme,come sempre” le accarezzò il viso e Brittany le prese la mano tra le sue

“Papà ha ricevuto una proposta di lavoro…migliore di questa…e l’ha accettata”

“Ma..è una bella notizia,Brit..”

“No,non lo è…E’ in Europa…”

“C-cosa?” il sangue di Santana si gelò nelle sue vene.

“Si…ci trasferiremo tra un mese…non voglio andare via…non voglio lasciarti..” la biondina iniziò a piangere e la compagna la strinse al suo petto,un nodo alla gola.

“Non c’è nulla che possiamo fare?” le chiese trattenendo le lacrime. Voleva essere forte per lei.

“No…ormai hanno deciso…io voglio restare qui,con te…” singhiozzò.

“E allora resta..”

“Non posso…non me lo permettono…”

“Amore,andrà tutto bene,promesso…noi non ci lasceremo,ok?” l’ispanica la guardò negli occhi.

“Ma come facciamo,San?L’Europa è così lontana..”

“Ci scriveremo…ogni giorno…ci vedremo in cam,ci sentiremo per telefono…e verrò a trovarti quando potrò…”

“Non sarà come adesso…”

“Si invece” mentì “Te lo prometto..”

“San…resta a dormire qui stanotte…”

“Ok,piccola…sto qui…”

Quella notte Santana era rimasta a dormire da Brittany. Dopo che la biondina si era addormentata aveva dato sfogo alle sue lacrime,stringendola forte a sé e affondando il viso tra i suoi capelli profumati. Aveva mentito quel pomeriggio. Sapeva che sarebbe cambiato tutto e sapeva anche che quella distanza immensa l’avrebbe uccisa. Ma non ce la faceva a dirle addio,aveva bisogno di lei. Qualcuno doveva avercela con lei lassù…dopo aver passato mesi e mesi a cercare di conquistarla,c’era finalmente riuscita…e adesso? Aveva vissuto i mesi più felici della sua vita e quella felicità stava per finire…


 
Brittany era partita circa un mese dopo. Le due ragazze avevano vissuto quegli ultimi giorni godendone fino all’ultimo e regalandosi solo momenti stupendi,ma poi quel triste giorno era arrivato. Dopo la partenza della famiglia Pierce,per qualche mese le due ragazze si erano sentite. Si vedevano in Cam,stavano lì ore e ore a dirsi quanto sentissero la mancanza l’una dell’altra. Poi Brittany iniziò a farsi sentire sempre più di rado,fino al giorno maledetto in cui le arrivò quella mail:


San…mi odierai,lo so…ma è meglio non sentirci più…questo rapporto a distanza ci sta uccidendo e sappiamo che è cambiato tutto…perdonami…


Poche parole che avevano avuto un effetto devastante sull’ispanica. Dopo un primo momento di crisi e lacrime aveva provato a chiamarla,a rintracciarla,ma era stato tutto inutile. Così aveva ceduto alla disperazione:aveva appena perso la persona più importante della sua vita.

Non aveva mai più avuto sue notizie…Fino a quella sera…

Santana non riuscì a chiudere occhio e pianse tutta la notte. All’alba si alzò,era intenzionata a uscire prima che Brittany si svegliasse. Così si preparò in fretta e quando fu pronta a uscire scrisse un biglietto per Brittany con poche parole:


Sono a lavoro…tornerò questa sera…fa come se fossi a casa tua…


Lo adagiò sul tavolino vicino al divano dove la ragazza dormiva avvolta dalle coperte. Santana si soffermò a guardarla un momento: i capelli,sempre biondissimi,le ricadevano sul volto nascondendole in parte gli occhi,la bocca era socchiusa,l’espressione quasi angelica. Quei tre anni l’avevano resa più bella,se possibile. Santana aprì la porta e uscì senza far rumore,poi mise in moto il suv e sfrecciò sull’asfalto…






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Angolo dell'autrice

Chiedo umilmente perdono per la bastardata. Non ho pubblicato ieri,lo so. Ma che lo volessi o meno ero fuori e non avrei potuto.
Allora...che dire...Santana che versa fiumi di lacrime,che cosa atroce...lo so T.T
E' decisamente troppo sconvolta da questo ritorno per parlarle immediatamente,ma vedremo cosa succederà u.u
Oh,per il prossimo capitolo (già pronto come quelli a seguire) ci si vedrà domenica a mezzanotte visto che domani non ci sarò. 
Sempre grazie a chi ha recensito e segue la storia. Baci.
Bomboletta

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Capitolo 7
*** She came back! ***


Qualcuno bussò al suo ufficio facendola trasalire. Quel giorno era ipersensibile e aveva abbassato le persiane,cosa che non faceva mai:

“Avanti” disse. Quinn fece il suo ingresso.

“J.Lo,buongiorno…come mai oggi niente starbucks?”

“Non ero molto in vena,scusa Quinn…”

“Ma hai fatto colazione?” chiese l’amica avvicinandosi.

“No..ho lo stomaco chiuso…”

“Santana…che ti è successo?” chiese l’amica sconvolta vedendole quelle occhiaie enormi e gli occhi arrossati “Hai un aspetto terribile!”

“Ho passato una nottataccia…scusami,non connetto molto oggi…ho fatto spostare tutti i miei appuntamenti…”

“E perché non hai dormito? Mi sembri…non trovo nemmeno il termine adatto…sconvolta?”

“Non mi va molto di parlarne,non adesso…”

“Sei sicura?”

“Si”

“Spero solo non sia nulla di grave…quando vorrai parlarne io sono qui,lo sai…torno nel mio ufficio,forse hai bisogno di stare un po’ da sola…” la bionda si avviò all’uscio,mentre Santana si prendeva la testa tra le mani.

Non riuscì a trattenersi e un singhiozzo fece voltare Quinn.

“Santana!” corse di nuovo verso li lei e a quel punto la ragazza si abbandonò nuovamente alle lacrime “Piccola,che ti è successo?Non piangere…”

“Quinn..” si aggrappò a lei,quasi con disperazione.

“Va tutto bene” cercò di tranquillizzarla lei accarezzandole i capelli.

Non l’aveva mai vista piangere in quel modo.

“No,non va tutto..bene..” biascicò stringendo il suo maglione.

“Se non mi dici che è successo come faccio ad aiutarti?” quasi la implorò di dirle qualcosa,anche perché iniziava a preoccuparsi davvero.

“B-Brittany…è…a casa mia…” riuscì a dire. La bionda sgranò gli occhi.

“Cosa?” disse allarmata.

“S-si…è arrivata ieri sera…dopo che…sono tornata…”

“Mio dio…” la ragazza era incredula.

“Ho passato la notte a…piangere,Quinn…tre anni…non ce la faccio…”

“E adesso dov’è?”

“Sempre a casa….le ho lasciato un biglietto e sono uscita prima che si svegliasse” spiegò la latina cercando di ricacciare le lacrime.

Finalmente la guardò,gli occhi gonfi.

“E adesso?” chiese la bionda sedendo sulla scrivania.

“Non lo so…”

“Non avrei mai immaginato una cosa simile…”

“A chi lo dici…”

“Perché è tornata?”

“Non lo so Quinn,ieri non ho avuto la forza di parlarle…ho aperto la porta e l’ho trovata lì,in lacrime…mi ha abbracciata e non sono riuscita a non fare lo stesso…ma non riuscivo a parlare…avevo un peso enorme sullo stomaco…così le ho detto che avremmo parlato a mente serena…e sono salita in camera mia…E’ stata una delle notti peggiori della mia vita…sapere che era lì,al piano di sotto…dopo tre anni…non sapere perché…non sapere cosa provare…mi sento male,malissimo…”

“Santana…Penso che dovresti parlarle…”

“Ci ho messo anni Quinn…a provare a dimenticarla…e non ci sono mai riuscita…ma almeno era un ricordo lontano…e adesso è qui…tu lo sai…sai quanto ho sofferto quando è andata via…”

“Lo so…parlale San,prenditi la giornata per riposarti e riflettere…stai qui,ma non lavorare…e questa sera quando tornerai a casa le parlerai…”

“Non saprei nemmeno dove iniziare.. Cosa si dice a una persona che non vedi da tre anni e che ti ha lasciato un vuoto così grande dentro?” i suoi occhi tornarono a brillare.

“Quando sarà di fronte a te magari le parole verranno da sé..O vuoi far finta di nulla? Penso che tu non abbia bisogno di me per ricordare come sei stata fino ad ora..”

“Lo so..”

“Hey…promettimi che te ne starai buona qui tutto il giorno e che stasera ci proverai almeno,non vorrai passare un’altra notte del genere,sembri uno zombie,senza offesa! E poi sei Santana Lopez,non dimenticarlo!” le sorrise l’amica.

“Già…”

“Devo scappare,ho un colloquio tra dieci minuti…ci vediamo più tardi…”

Quinn le diede un bacio sulla fronte e uscì dall’ufficio lasciando Santana ai suoi pensieri.

La testa le doleva ma se chiudeva gli occhi anche per un solo istante la rivedeva lì,davanti la sua porta,con gli occhi lucidi di lacrime.

Afferrò la statuetta a forma di cane che si trovava sulla scrivania e la strinse in mano sentendo la fresca sensazione della ceramica a contatto sulla pelle:

“Maledizione!” la scaraventò per terra con tutta la sua forza mandandola in frantumi e lasciò cadere la testa sul tavolo battendo la fronte e restando in quella posizione.

Quinn aveva ragione,doveva parlarle.

Ma Santana non voleva stare lì a pensare a qualche discorso fatto da esporle quella sera,con Brittany era sempre stato così: se la trovava di fronte e le parole venivano fuori da sole,in qualunque circostanza…Sarebbe stato così anche quella sera…    







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Angolo dell'autrice

Si,lo so,anche questo capitolo lascia la situazione in tredici. Chiedo venia. Ma è necessario che si capisca quanto stia male la povera San. E siccome faccio volentieri a meno delle vostre maledizioni,domani sera pubblicherò il prossimo capitolo.
E darà finalmente delle risposte u.u 
perciò vi aspetto in tanti anche perchè altrimenti ci ripenso e pubblico fra 3 mesi u.u buahahahahahaahahah XD
Maledizioni e bestemmie contro di me in recensione.
Grazie :D

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Capitolo 8
*** All I Ever Wanted ***


Santana tornò a casa per ora di cena.

Il consiglio di Quinn aveva funzionato: si era chiusa in ufficio e per tutto il giorno aveva ignorato qualsiasi fattore esterno,dalle telefonate all’insistente bussare dei suoi sottoposti. Non era uscita nemmeno per pranzare.

E adesso stava aprendo l’ingresso con addosso un po’ di quella calma che durante tutta la notte l’aveva abbandonata,pronta se non altro ad affrontare la presenza di Brittany nella sua stessa stanza.

Quando entrò un forte odore di fresco la invase,e man mano che si avvicinava alla cucina,quello stesso odore veniva sovrastato da un intenso odore di cibo.

Entrando nella stanza vide che il piccolo tavolo era apparecchiato per due. Ai fornelli,Brittany si girò e la guardò sorridente:

“Finalmente sei tornata! Non ci speravo più!” l’ispanica lasciò cadere la borsa per terra.

“Stai…cucinando?” chiese curiosa. Un ricordo di una cucina quasi andata a fuoco anni prima nel tentativo di fare dei biscotti si fece spazio nella sua mente.

“Si…sai,in Europa il cibo fa così schifo che devi per forza imparare,altrimenti non resisti due giorni!” rise “Purtroppo mi sono dovuta arrangiare con quel che c’era in casa…non avevo le chiavi,perciò se uscivo non potevo rientrare…ma non dovrebbe essere male” lo disse mentre trafficava con pentole e piatti e assaggiava qualcosa.

Santana si sedette stupita e guardò la cucina: non era come l’aveva lasciata.

“Per caso hai…pulito?” azzardò.

“Si,non avevo nulla da fare…almeno mi sono resa utile. Dio,San,si vede che lavori…”

“Non era necessario…”

“Oh,lo era…avresti dovuto vedere i mobili del salotto!” finalmente arrivò in tavola e porse un piatto pieno alla ragazza,per poi posare l’altro al suo posto. La padrona di casa ne fissò il contenuto.

“Pasta?” alzò un sopracciglio.

“Non ti piace?” chiese allarmata.

“Si,certo che mi piace” non riuscì a trattenere una risata “Solo non ricordo l’ultima volta che l’ho mangiata…non cucino molto” spiegò.

“E’ ai frutti di mare…li ho trovati in freezer” senza altri preamboli Santana assaggiò una forchettata con cautela. Lo trovò sorprendentemente buono.

“Caspita…è buono!” la bionda sorrise compiaciuta e iniziò a mangiare a sua volta. L’ispanica spazzolò tutto in pochi minuti,stava davvero morendo di fame. Fece anche il bis.

“Ho preparato un po’ di frutta” disse Brittany alzandosi e portando in tavola un altro piatto.

C’erano diversi tipi di frutta pronti a essere mangiati. Santana afferrò un pezzo di pesca e lo portò alla bocca.

Per un paio di minuti aveva quasi dimenticato ogni cosa: che non la vedeva da tre anni,che non sapeva cosa aveva fatto in tutto questo tempo,che aveva messo fine a qualunque contatto avrebbero potuto avere,e che adesso si trovava lì per qualche ragione a lei ignota. Vedeva solo il fatto che lei e Brittany erano a casa sua,stavano cenando insieme, che era tornata a casa e l’aveva trovata a cucinare per lei,che aveva passato la sua giornata a pulirle casa.

Si stupì quasi di essere riuscita ad avere una tranquilla conversazione con lei.

Quando finirono sparecchiarono insieme,in silenzio.

Pian piano tutte le consapevolezze che aveva allontanato per un po’,attanagliarono nuovamente lo stomaco di Santana,e cercò un appiglio,un qualunque modo per arrivare a parlarne,ma ogni volta che provava ad aprire bocca,era come se una forza invisibile le chiudesse le vie respiratorie in modo fin troppo opprimente.

Finì di sparecchiare,e il suono del suo cellulare la tolse da qualche probabile imbarazzante situazione:

“Pronto?” al telefono la voce di Quinn.

“Non dire che sono io,fingi una chiamata di lavoro” le intimò.

“Oh,buonasera,John” inscenò l’ispanica mentre guardava la bionda appoggiarsi alla spalliera del divano e osservarla.

“Avete parlato?”

“Non ancora” disse con la voce tremante,sentendosi lo sguardo dell’altra addosso.

“Pensi che parlerete entro stasera?” le chiese l’amica.

“Non lo so….può darsi…”

“Maledizione,non puoi passare un’altra notte in bianco!” la rimproverò Quinn.

“Non è colpa mia,John,non dipende da me…non solo almeno..”

“Tu provaci…”

“Ok”

“Ci vediamo domani a lavoro…mi raccomando San…”

“D’accordo…a domani…” chiuse la conversazione.

“Chi era?” le chiese Brittany.

“Un mio superiore” mentì appoggiandosi al piano cottura,quasi di fronte a lei “Voleva sapere se ho terminato un lavoro” Santana abbassò lo sguardo e calò il silenzio.

Anche Brittany sembrava a corto di parole.

L’aria era carica di imbarazzo,e forse anche di paura. Fu la bionda a rompere la quiete:

“Non mi hai chiesto nulla…” sussurrò con voce tremante.

Santana sentì gli occhi bruciare e le lacrime premere per uscire,così le lasciò andare. Iniziò a singhiozzare,seppure in maniera composta. Brittany fu tristemente sorpresa nel vedere una reazione così immediata e brusca da parte dell’altra anche se se lo aspettava e non le si avvicinò,lasciò che piangesse e sfogasse quanto aveva dentro.

“Sono passati…tre anni” disse l’ispanica tra le lacrime,senza guardarla.

“Lo so..” la voce della bionda era appena un sussurro.

“Hai idea…di quante volte mi sia chiesta…dov’eri…come stavi…cosa facevi?” singhiozzò “Per quel che ne sapevo potevi anche essere morta!” finalmente la guardò e il dolore nel vederla sofferente e con il viso inondato di lacrime costrinsero Brittany ad abbassare lo sguardo “Mi hai abbandonata…sei sparita completamente dalla mia vita con poche righe…dicendo…che era meglio non sentirci più…è stato quanto di più doloroso mi potesse succedere,peggio del giorno in cui ti accompagnai all’aeroporto conscia del fatto che forse non ti avrei più rivista…” si prese una pausa per sfogare i singhiozzi che non accennavano a diminuire “Non puoi immaginare come mi sia sentita…Non sai in questi anni con quante ragazze sono stata,per cercare di dimenticarti…non ci riuscivo,Brit…dopo una notte,le abbandonavo….perchè in ognuna di loro rivedevo te,il tuo volto…il tuo sorriso…e mi odiavo per questo! E dopo tre anni…bussi alla mia porta…torni da non so dove senza un’apparente ragione…Cosa dovrei fare? Se hai una risposta,dammela! Perché io non ce l’ho…” concluse continuando a piangere.

Guardò per terra,gli occhi appannati dalle lacrime che continuavano a scendere fitte sul suo viso.

Passarono secondi interminabili,poi sentì Brittany muoversi e avanzare verso di lei,che strinse i pugni tremanti.

Quando le fu di fronte,la bionda le alzò il viso costringendola a guardarla negli occhi. Piangeva anche lei,in silenzio.

Lente lacrime le rigavano il volto,con una compostezza opposta al libero sfogo di Santana,che la facevano apparire lontana dalla ragazzina che aveva lasciato all’aeroporto,e vicina a una donna.

Le parlò a pochi centimetri dal viso,gli occhi azzurri pieni di lacrime:

“Quando…sono arrivata a Londra…tre anni fa…ci ho messo due giorni a capire…che volevo tornare…mi mancava l’aria senza di te…ma i miei genitori non me lo hanno permesso…così ti ho scritto quella lettera…speravo…che con il tempo mi avresti dimenticata,e ti saresti rifatta una vita…almeno tu…” si lasciò andare un momento alle lacrime,mentre Santana la ascoltava,cercando di essere silenziosa nei suoi singhiozzi “Da quel momento ho iniziato a lavorare…Erano lavoretti,perché Londra non è come l’America…e ogni soldo che guadagnavo,lo mettevo da parte…per tornare qui…ma più passava il tempo più temevo che mi avessi dimenticata…non mi importava però…ho lasciato una lettera ai miei genitori tre giorni fa,e sono partita di notte…Sono qui per restare!” singhiozzò “Ed è da tre anni…che nessuno mi sfiora,San…le ultime labbra a sfiorarmi…sono state le tue…sono qui per te!” concluse.

Brittany le passò una mano tra i capelli corvini e le asciugò le lacrime.

Quel gesto spinse l’ispanica a guardarla e quando incontrò quegli occhi azzurri,lucidi e ancora umidi,vide quella purezza disarmante che aveva sempre distinto Brittany da tutte le altre.

La bionda aspettò che i loro sguardi si incontrassero e quando successe si avvicinò a lei e la baciò,tremante.

Santana ebbe un fremito e nel momento in cui le sue labbra sfiorarono quelle della ragazza,capì che non aveva aspettato altro per tre anni. Le prese il viso tra le mani e si strinse forte a lei mentre un brivido le percorreva il corpo.

Le loro labbra erano calamite,come due parti di uno stesso corpo divise con la violenza,che finalmente si erano ritrovate.

Quando Brittany la strinse per i fianchi e schiuse le labbra Santana ebbe un fremito e con un debole verso,le loro lingue si incontrarono. Il cuore le stava scoppiando in petto,sembrava che quella sera avesse deciso di recuperare tutti i battiti persi in quegli anni.

Le mani tremanti di Brittany le dissero che anche per lei era così.

Stettero lì a baciarsi,senza mai allontanarsi l’una dall’altra nemmeno per un secondo,poi Santana la prese per il polso e la guidò nella sua stanza. Si sedette sul materasso mentre la ragazza la guardava dall’alto ponendosi di fronte a lei e incatenando lo sguardo a quegli occhi nocciola,che le erano mancati come l’aria in quegli anni.

La bionda si stese sul letto e la trascinò su di se,riprendendo a baciarla,mentre le sue mani si insinuavano sotto la maglietta dell’altra e le accarezzavano la pelle calda.

Gliela sfilò,e allo stesso modo,qualche secondo dopo la latina le tolse il maglioncino grigio.

Iniziò a baciare ogni centimetro della sua pelle,stringendola come per paura che fosse una visione destinata a sparire da un momento all’altro.

Santana non faceva che guardarla,scrutare ogni singolo particolare del suo corpo scolpito,del suo viso,dei suoi occhi,quasi ad accertarsi che stesse succedendo per davvero.  

Presto si trovarono completamente svestite:

“Stai tremando,San..” le sussurrò Brittany guardandola negli occhi,lucidi dall’emozione.

“Stai tremando anche tu,Brit…”

“E’ solo che…ti ho desiderata per così tanto tempo…e adesso che sta succedendo…quasi non mi sembra vero…” spiegò.

Santana la capiva benissimo,provava lo stesso sentimento.

Si avvicinò e la baciò lievemente,uno di quei contatti così dolci e carichi di parole non dette,che solo lei avrebbe potuto darle.

Le sue mani ovunque,le sue carezze,i loro corpi che erano diventati una cosa sola,i suoi occhi azzurri addosso,le sue labbra.

Per tutta la notte.

In quel momento giunse in lei la consapevolezza di non essere mai stata sola,e nello stesso momento realizzò che mai avrebbe amato qualcun altro perché quei brividi lungo tutto il corpo,quella sensazione di impotenza di fronte a qualcosa di tanto più grande di lei erano ineguagliabili e non c’era nulla a cui si potessero paragonare…

E Santana aveva in quella stanza l’indispensabile,tutto ciò di cui aveva bisogno per vivere e non per sopravvivere come aveva fatto negli ultimi tre anni… in quella stanza aveva lei…  












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Angolo dell'autrice

Eccovi serviti! Spero siate ancora in vita dopo questo capitolo lungo,esauriente e decisamente IMPORTANTE! 
Ma visto che il mio regalo è stato quello di pubblicare 3 ore prima del previsto (visto che in teoria sto per uscire) adesso siate gentili voi e DITEMI COSA NE PENSATE! 
E' decisamente uno dei capitoli più importanti ed è una svolta come avrete sicuramente notato senza il mio acuto ingegno. 
Personalmente sono molto contenta di questo capitolo e spero siate appagati anche voi.
Fatemi sapere.
Un bacio e al prossimo capitolo!
Bomboletta.

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Capitolo 9
*** Definitely That's Not a Dream! ***


 
Lenzuola fresche e un morbido cuscino. Furono queste le prime cose che realizzò mentre lentamente si riprendeva dal tepore del sonno. Poi le prime percezioni concrete: un ritmico tamburellare vicino al suo orecchio destro.

Tum tum tum tum tum tum.

Un odore dolce e intenso,le ricordava lo zucchero. E un corpo…un corpo che la stringeva. Il corpo di Brittany.

Era appoggiata al suo petto e la bionda la stringeva a sé. I loro corpi erano intrecciati,la loro pelle nuda a contatto.

Per un folle istante ebbe paura che si trattasse di un sogno. Ma lo squillo improvviso del telefono le fece fare letteralmente un salto:

“Ma porca…!” gridò mentre anche l’altra ragazza si svegliava di soprassalto. Afferrò la cornetta nel comodino vicino al letto e rispose assonnata “Pronto?”

“Dove diavolo seiiiii!” la voce decisamente poco calma di Quinn.

“Quinn…non gridare…” brontolò “Sono a casa,dove vuoi che sia?”

“Dimmi una cosa,J.Lo,hai visto l’ora?” disse tra i denti quella.

“L’ora?” l’ispanica all’inizio non capì,poi alzando gli occhi sull’orologio a parete e vedendo che segnava quasi le undici trasalì “Ma porca di quella…troia!” gridò.

“Buongiorno!”

“Dimmi che puoi trovare una scusa! Mi sono addormentata,maledizione!”

“Parlo io col capo,ma SBRIGATI!”

“Dieci minuti…arrivo!” schizzò fuori dal letto dopo aver lanciato il telefono in malo modo e aprì istericamente l’armadio.

Mentre cercava qualcosa di indecente da indossare lo specchio riflettè il letto dove la bionda la guardava con un’espressione tra il confuso e il divertito. Sorrise. Non vedeva quell’espressione da troppo:

“Scusami” si giustificò “Avrei preferito che ci svegliassimo più delicatamente” afferrò un vestito nero,molto semplice.

“Era Quinn?” chiese la bionda guardandola.

“Si”

“Quella Quinn?”

“Si…lavora con me” spiegò Santana mentre indossava il vestito “E io devo schizzare a lavoro,sono in ritardo di oltre due ore…Dio,se il capo mi scopre sono fritta!” imprecò mentre saltava su un piede del tentativo di indossare una scarpa col tacco.

“Forte…Starai di nuovo via tutto il giorno?”

“Per pranzo sono libera…” spiegò mentre si passava un rossetto rosso sulle labbra “Facciamo così…appena arrivo in ufficio chiamo qui…e ti spiego come arrivarci,ok? Ci vediamo lì,che ne pensi?” la biondina sorrise allegra.

“E’ perfetto San!” si avvolse meglio nel lenzuolo per ripararsi dal freddo.

“Ok…sono pronta…scappo Brit!”

“San aspetta!” mentre passava vicino al letto,la ragazza la strattonò a sé e la prese per il viso,baciandola dolcemente.

Per un momento Santana dimenticò di essere in ritardo. La guardò negli occhi poco dopo e vide che le aveva lasciato un po’ di rossetto sulle labbra:

“Non costringermi a rifarmi il trucco,Pierce!” la ammonì,poi le sorrise “Ci sentiamo appena arrivo” si voltò e sparì oltre la stanza.

Scese velocemente le scale,ma ne prese una male e capitolò giù:

“Ti sei fatta malee?” la voce di Brittany arrivò mentre lei imprecava.

“Ma vaffan…no! Sto bene!” aprì la porta e sfrecciò fino all’auto.

 
 
“Ci sono…ce la faccio,dai che ce la faccio!” annaspò aggrappandosi alla maniglia della porta del suo ufficio,per poi entrare esausta. Alla scrivania Quinn la guardava in cagnesco con le braccia conserte:

“Alla buon’ora stupida ispanica infame!” la rimbeccò.

“Scusa Quinn…oddio…fammi respirare…che hai detto al capo?” chiese lasciandosi cadere sulla sedia di fronte la ragazza.

“Che hai forato una gomma mentre venivi a lavoro,era l’unica scusa plausibile!”

“Ci ha creduto?”

“Si per fortuna…ma confesso che ero tentata di dirgli ben altro” precisò.

“Per favore…non dire idiozie…mi sono ruzzolata dalle scale di casa nella fretta,per non parlare di come mi hai svegliata! Ho perso dieci anni di vita solo oggi!” si lamentò.

“Ti sta bene!” rise la bionda immaginando la scena “Comunque ho una notizia per te”

“E cioè?”

“Non ho appuntamenti stamattina..”

“Non vedo perché la cosa mi dovrebbe interessare” Santana alzò un sopracciglio.

“Perché significa che ho a disposizione il resto della mattinata per ascoltare il tuo avvincente racconto…e scommetto che incluso ci sarà il motivo del tuo pauroso ritardo” asserì.

L’ispanica sospirò rassegnata. Quella ragazza era terribilmente perspicace:

“C’è un bel po’ da dire..”

“Ho tutto il tempo del mondo…”

“D’accordo…ieri sera…” iniziò “Dopo che ho chiuso con te,lei mi ha detto che non le avevo ancora chiesto nulla…e io sono scoppiata…mi sono messa a piangere e le ho buttato in faccia tutto ciò che pensavo…che mi aveva abbandonata,che avevo cercato di dimenticarla per tre anni…che non riuscivo a capire perché era qui…poi…ha iniziato a piangere anche lei..e mi ha detto che quando è arrivata in Europa voleva subito tornare,ma i suoi non glielo permettevano…allora si è messa a lavorare per raccogliere dei soldi,per tornare…mi ha detto che è tornata per restare…per me…” Quinn era totalmente incredula.

“E tu?”

“Io non sapevo che dirle…non riuscivo a smettere di piangere…allora lei…mi ha baciata…e…Dio mio,Quinn…ho passato anni a cercare di dimenticarla…e poi…era lì,a baciarmi…ed era tutto quello che desideravo…” sorrise con gli occhi lucidi.

Quinn si addolcì e quasi si pentì di essersi arrabbiata con lei:

“Beh…immagino che poi…voi…”

“Già” arrossì guardando un punto indefinito oltre la finestra.

“Ed è per questo che hai fatto tardi..” concluse la bionda.

“Eh,direi…mi sono addormentata alle sei,fai un po’ tu…” alzò le spalle. Quinn rise e la andò ad abbracciare.

“E’ una bella notizia,bellissima…” le sussurrò.

“Lo so…”

“Ora che abbiamo festeggiato…volevo dirti due cose…la prima…hai ben sei appuntamenti di pomeriggio…”

“Cazzo…”

“E la seconda…è che…Jhonny ha rovesciato una bottiglietta di inchiostro sul tuo vestito giallo…” sussurrò.

“IO LO AMMAZZO QUEL DEFICIENTE! JHONNYYYY DOVE DIAVOLO SEI? STUPIDO INUTILE DISGRAZIATO!MI LAVERAI L’UFFICIO PER UNA SETTIMANA! SE TI TROVO!” Uscì dall’ufficio urlando,con Quinn alle spalle che se la rideva…  

“Ma capo non l’ho fatto a posta!” quando Jhonny la chiamava capo significava che aveva molto di cui giustificarsi,e cercava di lisciarla in ogni modo.

“Ci mancherebbe!” brontolò Santana.

“E’ stata una svista..”

“Una svista? Su uno dei miei modelli? Non era un pezzo di stoffa usato,era una mia creazione,MIA! Quale razza di idiota sistema una cucitura sul MIO abito con una boccetta di inchiostro nello stesso tavolo? Dai,dimmelo!”  si innervosì. Quel ragazzo era una frana,per ognuna giusta che ne faceva,ne combinava altre cento.

“Le chiedo scusa” calò la testa con aria colpevole.

“Non me ne faccio niente delle tue scuse,adesso sparisci,prima che ti licenzi! Ho da fare!” il ragazzo indietreggiò con un’espressione da cane bastonato e si chiuse la porta alle spalle.

Santana sospirò e inforcò nuovamente i leggeri occhiali da vista,poi afferrò il telefono e digitò il numero di casa sua. Brittany rispose al secondo squillo:

“Pronto?”

“Hey”

“Era ora! Ci hai messo un’ora ad arrivare in ufficio?” rise.

“No,è che ho avuto un imprevisto con un dipendente e mi sono liberata solo adesso” spiegò la ragazza.

“Ho capito…allora,dimmi tutto”

“Non è difficile arrivarci Brit, James Woody Street…ci abitava Puck,ricordi?”

“Si,certo” asserì la bionda.

“E’ un grattacielo grigio,con i vetri a specchio…dodicesimo piano,ufficio diciassette…non puoi sbagliare!”

“Fantastico,ci vediamo all’una?”

“Perfetto!”

“A dopo allora,buon lavoro scimmietta”

“A dopo testolina” Santana sorrise e chiuse la comunicazione. Poi chiamò due uffici più in là.

“Pronto?”

“Febray,hai da fare?”

“Dipende cosa vuoi fare” scherzò la ragazza.

“Scoparti,mi pare ovvio!” disse convinta.

“Ti piacerebbe!”

“A te piacerebbe molto di più! Vieni nel mio ufficio?”

“Si,porto il caffè!” borbottò e chiuse la comunicazione. Si capivano proprio al volo…

Pochi minuti dopo la bionda era stravaccata nell’ufficio di Santana,le gambe sulla scrivania e un cappuccino bollente tra le mani,mentre la proprietaria dell’ufficio diciassette leggeva un documento sul pc sorseggiando il suo caffè:

“Ma non la smetti mai di lavorare?” le chiese Quinn.

“Sto solo leggendo” rise l’altra.

“Che palle!”

“Beh,sai io so farlo” la punzecchiò l’ispanica.

“Si e sai anche essere stronza come mamma ti ha fatta…Jhonny era vicino alle lacrime quando è uscito dal tuo ufficio”

“Non certo per le mie parole! Sicuramente si è reso conto che col danno che ha fatto se mi beccava in un brutto momento lo licenziavo su due piedi…erano lacrime di gioia per essersi salvato il culo!” concluse.

“Si,certo…ma oggi non ti avrebbe mai beccato in un brutto momento” la ragazza ammiccò facendola arrossire.

“E piantala,ora per quanto dovrò sentire le tue battutine perverse?”

“Tesoro,ne avrai le palle piene in due giorni vista la quantità di battutine che ho messo da parte in questi tre anni!” sghignazzò.
Bussarono:

“Avanti!” Tom,uno dei suoi dipendenti,fece capolino all’ingresso.

“Miss Lopez,le ho portato i modelli” la guardò attraverso gli occhiali da vista portando indietro i capelli biondo chiaro.

“Portali pure dentro,Tom,mettili qui” indicò uno spazio a sinistra del suo ufficio. Il ragazzo trasportò uno dopo l’altro una dozzina di abiti impostati su dei busti finti: erano quelli della futura nuova collezione,che Santana aveva presentato due giorni prima in riunione.

“Sono dodici in tutto” asserì soddisfatto.

“Ottimo,grazie mille…puoi andare!” le sorrise benevola.

“Arrivederci!” il ragazzo sparì oltre la porta. Quinn e Santana osservarono gli abiti: schierati uno vicino all’altro erano davvero belli.

“Lo sai che uno è mio,vero?” chiese la bionda.

“Scordatelo!”

“Prego?” Quinn la guardò sconvolta.

“Fai un altro paio di battute e vedi come te li regalo tutti” rise con una delle sue espressioni bastarde.

“Puttana” sussurrò.

“EH?” urlò quasi tendendole l’orecchio.

“Ho detto che sei una puttana Lopez,hai sentito bene!” rise la bionda.

“Salutali,non li rivedrai mai più” indicò i vestiti “Se li vorrai dovrai comprarli come i comuni mortali!”

“Ti odio…ah ti faccio vedere il bikini che ho comprato stamattina…vado a prenderlo in ufficio,torno subito!” uscì con passo svelto.

Santana si tolte gli occhiali da vista e si massaggiò gli occhi,poi si alzò e guardò fuori dalla finestra: a quell’ora le strade erano particolarmente trafficate,i clacson erano odiosi persino da lassù e la pioggia non aiutava di certo. Mentre osservava le strade due mani le coprirono gli occhi:

“Quinn…capisco che è nuovo,ma questi giochetti li facevamo in prima elementare,maturità zero,fammi…” due labbra morbide si posarono sulle sue. Decisamente non era Quinn. Aprì gli occhi e si trovò Brittany a pochi centimetri di distanza:

“Ciao” le sorrise la bionda.

“Ciao” rispose lei piacevolmente sorpresa abbracciandola e affondando il viso dei suoi capelli umidi “Credevo fosse Quinn” spiegò.

“Ci ero arrivata” rise lei baciandola di nuovo.

Dio mio,ce la porta aperta e io sono a lavoro…se entra qualcuno…

Pensò Santana,ma proprio non riusciva a dirle no. Poco dopo si staccarono e Brittany si guardò intorno:

“E’ bello qui,mi piace il tuo ufficio!”

“Si? C’è un po’ di disordine purtroppo” spiegò “Siediti!” le indicò la poltroncina dove poco prima era seduta Quinn. La ragazza si sedette continuando a osservare l’ufficio.

“Wow,e quelli?” le chiese indicando i vestiti.

“Li ho fatti io…quest’estate saranno in commercio!” l’ispanica lo disse con una punta di orgoglio.

“Davvero?”

“Si!”

“Cavoli sono stupendi!Non pensavo fossi diventata così brava!” si alzò e li guardò da più vicino.

“Ti piacciono?”

“Un sacco!” disse ammaliata la bionda guardandoli uno dopo l’altro “Credo che ne comprerò un sacco!”

“Puoi prenderne uno se vuoi”

“Sul serio?” Brittany la guardò,uno scintillio negli occhi.

“Certo!” rise l’altra alla sua espressione infantile. Li guardò per un paio di minuti.

“Sono indecisa tra due di loro” le disse infine.

“Verde acqua e rosso?” sparò la latina.

“Come fai a saperlo?” la bionda la guardò incredula.

“Beh…il verde acqua è il colore del mare e tu ami il mare…e il rosso era il colore della divisa delle cheerios,e ricordo che impazzivi per quella divisa…” spiegò semplicemente.

“Hai indovinato” sorrise.

“Io sceglierei il verde…è lo stesso colore dei tuoi occhi…e te lo vedo di più addosso…”

“Aggiudicato” disse senza indugi l’altra “Grazie” le sorrise. Santana si sciolse.

“Ci ho messo sei ore a trovarlo,mannaggia!” Quinn entrò spedita con un sacchetto in mano e si piantò nel mezzo dell’ufficio alla vista della ragazza “Brittany!” esclamò.

“Quinn!” le andò in contro e la abbracciò.

“Oh dio mio,ma guardati! Sei in formissima!” Quinn la guardò senza smettere di abbracciarla.

“Ma cosa dici? Sono sempre uguale…tu piuttosto,sei cresciuta!”

“Non quanto te!Hai un’aria più…grande!” concluse.

“Che bello vederti!” si abbracciarono di nuovo.

“Quante cose hai da raccontarmi!E se cenassimo insieme stasera?” chiese la ragazza cercando l’amica e collega con uno sguardo complice.

“E’ una bella idea!” asserì Santana.

“Potrei dirlo a Noah,Kurt e gli altri!”

“Oddio mi piacerebbe rivederli!” si esaltò Brittany.

“Perfetto,vado a fare un paio di telefonate allora!Ci vediamo dopo!” schiacciò l’occhio all’ispanica e schizzò fuori dall’ufficio…









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Angolo dell'autrice

Allora...innanzitutto volevo dire sinceramente GRAZIE per le splendide recensioni sul capitolo precedente. Mi avete commossa T.T 
Capitolo un pò più lungo in quanto dopo domani partirò e starò via una settimana quindi questo e per farmi perdonare e se tutto va come deve pubblicherò anche domani. 
Fatemi sapere che ne pensate e di nuovo GRAZIE!
La Bomboletta vi adora <3

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Capitolo 10
*** So Proud of You! ***


Nel pomeriggio l’ufficio di Santana era diventato un continuo via vai di gente: era stata costretta,a causa del suo ritardo,a spostare tutti gli appuntamenti del mattino al pomeriggio e più volte era stato sul punto di esplodere.

Poi però buttava un occhiata a Brittany,seduta in un angolo,una rivista tra le mani,che la guardava con un sopracciglio alzato in un’espressione buffissima e cercava di darsi un contegno. Voleva evitare di mostrarle subito quanto riusciva a essere isterica al lavoro:

“Si,è abbastanza costoso come tessuto,se ne renderà conto!” sbottò all’assistente di un pezzo grosso che voleva un abito per la settimana successiva “Senza contare il poco preavviso”

“Beh,signorina Lopez,il mio capo è vostro cliente da anni ormai…un qualche piccolo sconto sarebbe gradito” disse altezzoso.

“Lo sconto non posso certo farglielo io! Se il tessuto ha quel prezzo non posso farlo cambiare io…in più ci sono spese di spedizione,sartoria e,ovviamente,la mia manodopera…mi spiace,ma sotto i 4000 non posso andare!” cercò di mantenere la calma.

“Beh…per quanto riguarda la manodopera mi garantisce che l’abito sarà confezionato dalle sue stesse mani?”

“Lo farò io,in persona!” esclamò. L’uomo sembrò rasserenarsi.

“Bene…allora direi che sono spesi più che bene…” firmò un assegno da duemila dollari e lo porse alla ragazza “I restanti duemila le saranno consegnati a lavoro compiuto”

“Grazie mille…” Santana si alzò e gli strinse la mano “E’ stato un piacere”

“Ossequi miss Lopez!” l’uomo si voltò e sparì oltre la porta.

L’ispanica sospirò e si gettò di peso sulla poltrona.

“Però…” notò la biondina distogliendo l’attenzione dalla sua rivista “Sei molto richiesta”

“Non è tutto rose e fiori…è stressante da morire…”

“Beh,un tempo lo avresti mandato fuori a calci nel sedere” rise Brittany.

“Non pensare che io non lo faccia ancora…dipende dalle giornate” rise la mora “Per fortuna era l’ultimo appuntamento di oggi” notò.

“Ti fanno intellettuale quegli occhiali” mormorò la bionda mordendosi il labbro e osservando la montatura trasparente di Santana.

“Solo apparenza” si schernì l’altra facendole una linguaccia.

“A me piacciono,sono sexy” disse alzandosi e raggiungendo la mora,per poi sedersi su una delle sue gambe e baciarle dolcemente il viso.

“Brit…lo sai che se entra un mio superiore in questo momento dovrò spiegargli  perché una bella bionda è seduta sulle mie gambe in questi atteggiamenti mentre io dovrei lavorare?” sussurrò all’orecchio dell’altre “Per non parlare della porta a vetro”

“Hey,J.Lo,non ti sto mica spogliando…era solo un bacetto!” la prese in giro la ragazza. L’ispanica la guardò negli occhi.

“Guardami e dimmi che non ci avevi pensato” ridacchiò. Gli occhi azzurri di Brittany percorsero il suo corpo dal basso verso l’alto fino ad arrivare ai suoi occhi.

“Forse un pochino” rispose facendo ridere l’altra. In quel momento la porta si aprì e una ragazza dai capelli rossi fece il suo ingresso.

Adesso si ride.

Pensò l’ispanica.

“Ciao Santana!” disse la ragazza entrando e puntando subito gli occhi su Brittany,ancora seduta sulla latina.

“Ciao Kate!” rispose educata lei.

“Vedo che hai compagnia…ti avevo portato un caffè…” disse in imbarazzo incendiando la bionda con lo sguardo.

“Grazie mille,ma lo abbiamo già preso!” spiegò l’altra.

“Ok…allora vado via…ci si vede in giro…” sorrise mangiandola letteralmente sotto lo sguardo incredulo e sconcertato di Brittany.

“Chi era quella?” chiese subito.

“Una delle segretarie del capo” spiegò Santana.

“Ma..dico…l’hai vista?” chiese shockata. All’ispanica veniva da ridere ma si trattenne.

“Visto cosa?” chiese con viso angelico.

“Come ti guardava,San! Ti ha mangiata con gli occhi!” la guardò e poi guardò oltre la porta.

“Sul serio?” chiese fingendosi ingenua la ragazza.

“Santana!”

“E va bene,forse è vero..” ammise non riuscendo più a trattenere le risate.

“E come mai?” chiese con aria furba la bionda.

“Non lo so..” alzò le spalle evasiva la latina.

“Si,come no…te la sei scopata!” concluse Brittany come se l’idea le fosse giunta all’improvviso. Santana esitò prima di rispondere e questo diede alla ragazza la conferma che cercava.

“No…che dici..” tentò.

“Stronza,te la sei scopata,ammettilo!” intimò la bionda avvicinandosi al suo viso.

“E va bene..” confessò l’ispanica “Ma è successo solo una volta!” precisò.

“Che troia,ti scopi le segretarie!” la bionda iniziò a farle il solletico senza sosta.

“Brit non il solleticoooo!” iniziò a ridere e a dimenarsi incapace di scrollarsi l’altra di dosso. Quando furono esauste presero a ridere e basta,senza sosta.

“Se la vedo di nuovo entrare qui dentro la uccido” brontolò Brittany.

“Sei gelosa?” rise Santana.

“Io gelosa? No! Mi ispira solo omicidi,tutto qui! Hai visto la sua faccia quando è entrata?” la bionda lo disse con una certa soddisfazione.

“Si,è sbiancata!”

“E’ bene che si rassegni…”

“A cosa?”

“Al fatto che tu sia la mia ragazza!” disse Brittany come se fosse ovvio.

“Ah si?”

“Certo…”

“Suona bene…la tua ragazza…wow…” Santana si addolcì e sorrise alla bionda.

“Lo so…fa uno strano effetto dirlo…” ci pensò un po’.

“Vieni qui” l’ispanica la strattonò a sé.

“Ma la porta a vetri…”

“Chi se ne frega…” la baciò e la bionda le gettò le braccia al collo. Santana la strinse per i fianchi e assaporò quelle labbra zuccherose isolandosi dal resto del mondo. In quel momento c’erano solo loro due e tanto le bastava.

Oltre la porta a vetri Jhonny,che stava per entrare,assistette allibito a una scena che vedeva il suo capo,sempre ineccepibile,stretto a una bionda mozzafiato in un bacio decisamente poco casto. Rimase lì a bocca aperta a fissare la scena,i documenti ancora tra le mani:

“Jhonny,che ci fai lì impalato?” chiese Quinn che stava raggiungendo l’ufficio diciassette,ma capì il motivo di tanto stupore quando affiancò il ragazzo e guardò nella sua stessa direzione “Ehmmm…Jhonny!” lo spinse nel corridoio fino a quando non si furono allontanate dall’ufficio di Santana,poi la ragazza tirò fuori dalla borsa una banconota da duecento dollari “Tieni,prenditi il resto della giornata e sparisci da qui! Non hai visto niente!” intimò con sguardo minaccioso.

“Ok..” borbottò il ragazzo afferrando i soldi e scappando via dall’ufficio. Quinn fece retromarcia e bussò forte alla porta facendo sobbalzare le due ancora impegnate:

“Hey signorine,le smancerie a casa!”

“D’accordo…scusa…” blaterò Santana rossa in viso invitando Brittany ad alzarsi. Dei del cielo,ma quella ragazza non cambiava proprio mai..
 
 
 
 
“Rachel se continui a ingozzarti così di qualunque cosa sia anche solo lontanamente commestibile,diventerai una mongolfiera!” le disse Quinn con un sorriso tagliente,nella sua linea perfetta.

“Che posso farci? Ho fame!” aveva dichiarato la ragazza,seduta al tavolo dove stava facendo strage di antipasti e stuzzichini.

“Allora Quinn,come mai hai insistito per vederci a casa tua giusto stasera?” chiese Kurt alla bionda guardandola dal suo completo sempre impeccabile e all’ultima moda “Ci siamo visti di recente…soprattutto noi!”

“Beh…vedrai!Mi dispiace che Artie e Lauren non siano con noi!” sbuffò.

“Ah beh,Artie non si starà di certo facendo mancare il divertimento in Brasile!” notò Puck avvicinandosi e intromettendosi nella discussione.

“Su questo siamo d’accordo!” Finn poggiò le mani sulle spalle della futura moglie.

“Ehi,ma che fine ha fatto Santana?” chiese all’improvviso Mercedes sbucando fuori da dietro il divano dove stava chiacchierando animatamente con Tina.

“Dovrebbe arrivare a momenti!” rispose la ragazza guardando l’orologio e notando che l’amica era stranamente in ritardo.

“Fantastico,la mia pace durerà poco!” esordì Rachel ingurgitando un muffin.


 
Santana appoggiò le spalle al sedile posteriore del suv nero,respirando pesantemente e cercando di riprendersi:

“Pessima,pessima idea,Britt!” ansimò mentre abbassava il vestito a coprirle le gambe.

“Che gran bugiarda!” ridacchiò Brittany mentre si specchiava e cercava di sistemare i suoi capelli che fino a mezzora prima sfioravano la perfezione. Santana rise,poi guardò l’orologio.

“Lo sai che dovevamo essere da Quinn venti minuti fa?”

“Non è colpa mia,sei stata tu a mostrare troppo quel maledetto reggiseno!” disse con l’aria di chi la sa lunga.

“Certo,adesso fa il cucciolo innocente!” alzò gli occhi al cielo l’ispanica. Scavalcò e raggiunse il sedile del guidatore,poi accese l’auto e partì.
Casa di Quinn era a cinque minuti da quella stradella isolata che si erano ritrovate ‘per caso’ a percorrere:

“Allora,ricorda il piano!” iniziò la mora dando un’occhiata alla ragazza intenta a rifarsi il trucco accanto a lei “Io entro per prima,tu aspetti cinque minuti in macchina,poi la chiudi e suoni in casa di Quinn!”

“San…me lo avrai ripetuto cento volte negli ultimi tre minuti!” la bionda scosse la testa.

“Siamo arrivate!” disse accostando l’auto di fronte alla villetta di Quinn “La casa è quella,non dimenticare di chiudere l’auto…ci vediamo tra cinque minuti!” le stampò un bacio veloce sulle labbra e scese lisciando il vestito rosso.

 
Il campanello fece ridestare tutti dalle loro preoccupazioni:

“Oh oh,forse la signora Lopez ci degna finalmente della sua presenza!” iniziò Mike mentre la padrona di casa andava ad aprire la porta.

“Alla buon’ora!” disse la bionda guardando Santana.

“E’ la seconda volta che me lo ripeti solo oggi Febray…Salve sfigati!” disse allargando le braccia in un gesto plateale e facendo il suo ingresso.

“Ho sperato fino all’ultimo che ci avessi ripensato!” le disse Rachel attirando la sua attenzione.

“Dio,Berry,l’idea che presto ci sarà un piccolo a tua immagine e somiglianza mi fa venire voglia di trasferirmi nell’Antartide!” disse schifata mentre abbracciava Mike e Puck che come sempre erano due angeli con lei.

“Non ti smentisci mai!” Finn scosse la testa.

“E tu,Hudson? Non ti hanno insegnato che esistono i condom? Avresti fatto un favore alla razza umana…la prossima volta,per favore,evirati!” sbuffò. Lui non riuscì a non ridere.

“Piuttosto,parliamo di te! Avrai pure combinato qualcosa in questi mesi!” iniziò Rachel con voce stridula.

“Vuoi sapere cosa ho fatto in questi mesi? Beh,mentre tu e Capezzoli Mosci eravate impegnati a generare mutanti,io ho ricevuto un finanziamento e promosso la mia linea estiva di abiti,che saranno in commercio tra un mese e mezzo circa!” disse con aria di superiorità. A quel punto Tina e Mercedes scattarono:

“Dimmi che non scherzi!” la implorò Mercedes.

“Non scherzo affatto,vi ho portato anche la pagina pubblicitaria…ho scelto le modelle personalmente!” tirò fuori dalla borsa un catalogo e lo porse a Tina che iniziò a sfogliarlo con occhi brillanti.

“Santo cielo,Santana,sono bellissimi!”

“Toglietevi di mezzo signore,arriva l’intenditore!” Kurt che aveva seguito la scena comodamente seduto,si era alzato all’improvviso alla vista del catalogo.

“Santana Lopez,i miei complimenti!” asserì Blaine che lo aveva seguito.

“Devo dire che la mia vicinanza al liceo ti ha davvero ispirata” Kurt si era posato una mano sul cuore.

“Li adoro!” annunciò Tina osservando il catalogo accanto all’ex usignolo.

“Chissà,magari per Natale ve ne regalerò uno a testa!” sorrise.

“Ti erigerei una statua!” esclamò Mercedes passandole un braccio attorno alla spalla. Il suono del campanello li fece voltare tutti:

“Chi è? Siamo tutti qui!” esclamò Puck guardando Quinn in attesa di una risposta.

“Deve essere il killer che ho assunto per far fuoco sulla Berry!” disse l’ispanica guardandosi le unghia.

“Hai ordinato qualcosa? E’ il servizio a domicilio?” chiese Mike affiancando la sua ragazza.

“No…vado a vedere!” Quinn alzò le spalle e mentre si voltava scambiava un sorriso ben nascosto con Santana.

Aprì la porta e subito il viso di Brittany con espressione confusa scrutò tutti i presenti:

“Scusatemi,è qui la riunione dell’ex Glee club?” sorrise.

“BRITTANY!” gli occhi di Mike si erano illuminati e un coro di urla estasiate accolsero calorosamente la ragazza.

“Non ci posso credere!” Tina portò una mano al petto mentre Rachel la guardava con occhi impressionati. La ragazza si fiondò subito tra le braccia dell’asiatico,suo fedelissimo compagno nel ballo,che la abbraccio e la sollevò da terra:

“Che sorpresa stupenda,Dio mio!”

“Ma quando sei tornata?” la ragazza di colore si avvicinò a loro e si unì all’abbraccio.

“Qualche giorno fa!” sorrise radiosa mentre si avvicinava a Puck e lo abbracciava.

“Ma non eri in Europa?” chiese Rachel tirandosi su e andando a salutarla.

“Ero,hai detto bene!”

“Sei qui in vacanza?” chiese Finn abbracciandola a sua volta.

“Vacanza? Stai scherzando! Non mi muoverò mai più da qui!” annuì con un sorriso indirizzando automaticamente lo sguardo verso Santana.

“Che splendida notizia,non vedo l’ora di farti vedere quanto sono migliorato!” annuì Mike con un enorme sorriso.

“Sono sicura di essere diventata più brava io,Mikey! Ma d’altronde lo sono sempre stata!” disse fingendo un orgoglio che in realtà non era tipico del suo modo di fare.

Quinn osservava la scena con un sorriso compiaciuto in viso,accanto a lei Santana aveva più o meno la stessa espressione. L’ex capo cheerleader guardò l’amica:

“Hey San?” attirò la sua attenzione.

“Dimmi” sorrise.

“Beh,mi ero ripromessa che per questa sera avrei evitato le battutine…ma tu proprio te le cerchi!” scosse la testa.

“A cosa ti riferisci?” chiese curiosa.

“Ti sei guardata prima di scendere dalla macchina?” l’ispanica si guardò bene,nervosa,temendo di aver indossato la giacca al contrario o qualcosa di simile.

Poi capì a cosa si riferiva l’amica: Sul petto,proprio sopra la generosa scollatura del suo vestito,un segno rosso un po’ deformato,chiaramente di rossetto,era chiaramente visibile sulla sua pelle scura. Santana arrossì violentemente:

“Maledizione!” vi passò una mano cercando di toglierlo mentre Quinn scoppiava a ridere all’espressione dell’amica:

“Ricordami di non accettare più un passaggio da te!” rise. Santana le diede un pugnetto sul braccio,poi la bionda la trascinò per il braccio e glielo strinse. La latina le cinse il collo e le stampò un bacio affettuoso sui capelli.

La cena trascorse allegramente,tra le chiacchiere di chi non si vedeva da tanto,gli avvincenti racconti di Brittany sull’Europa,le battutacce che Santana indirizzava a Rachel in media ogni tre minuti e le sfide a pingpong tra Sam e Finn,che quest’ultimo continuava a perdere.
Santana aveva aiutato Quinn a ripulire dopo la cena abbondante e adesso aveva raggiunto Brittany seduta su una poltrona che chiacchierava allegramente con Tina,Mercedes e Rachel:

“Tesoro,che ne dici di tornare a casa? Si è fatto tardi,sono un po’ stanca..”  si chinò e le depositò un bacio sulle labbra sotto lo sguardo incredulo di tutti.

“Certo,sono stanca anch’io…quando vuoi andiamo” le sorrise la bionda carezzandole il viso.

“Qualcuno ci spiega cosa ci siamo persi?” chiese Rachel a bocca aperta. Persino Kurt aveva sgranato gli occhi di fronte a quel gesto.

“Che vi siete persi?” ripetè Santana sorridendo.

“Voi…voi due state insieme?” chiese Kurt rizzandosi a sedere.

“Si” alzò le spalle l’ispanica come se fosse ovvio “Non vedo dove sia la novità”

“Si che lo è! Io non sapevo nemmeno che voi foste…” lasciò la frase a metà Rachel che aveva un viso sconvolto.

“Guarda che non è una parolaccia Berry!” disse tagliente la latina.

“Andiamo ragazzi,va avanti dai tempi del liceo! E dire che davate della stupida a me!” rise Brittany.

“Ma…tu sei stata via per tre anni!” notò Finn.

“I miei genitori mi hanno costretta…sono tornata qui esclusivamente per Santana!” spiegò innocente la bionda.

“Aspetta,frena…hai detto che andava avanti dal liceo?” chiese Puck.

“Si…dal terzo anno all’incirca!” rispose vaga Santana.

“WAAAAAA!” Kurt si alzò e abbracciò le due ragazze “Che meraviglia! Era più che scontato,che scemo che sono! Ecco perché stavate sempre insieme!”

“Ecco cosa intendeva Brittany quella volta al telefono..” realizzò Mercedes.

“Ragazze…è…stupendo,veramente!” annuì Mike mentre Tina sorrideva. L’unica che sembrava ancora impressionata era Rachel:

“Sei turbata nana? No perché se vuoi la bacio di nuovo!” la prese in giro.

“No…sono solo…sorpresa…wow!” finalmente le sue labbra si distesero in un sorriso.

Brittany si alzò e iniziò a salutare tutti,mentre anche Santana faceva lo stesso,poi Quinn le accompagnò alla porta:

“Chi lo avrebbe mai detto” iniziò “Santana Lopez che bacia la sua ragazza davanti a un’intera platea senza paura delle etichette…al liceo ti saresti fatta uccidere piuttosto che fare una cosa del genere!” disse mentre Brittany le stampava un bacio sulla guancia e varcava la soglia.

“Si cresce,Febray! E non vedo perché nascondere la mia felicità!” sorrise.

“Ti ho mai detto quanto adoro i tuoi cambiamenti e la persona meravigliosa che sei diventata?” le chiese sorridendo sinceramente l’amica.

“Siamo in vena di complimenti questa sera!” ridacchiò la latina “Beh,sarò cambiata,ma resto più figa di te!” la prese in giro.

“E anche più stronza!”

“Fatti abbracciare,scema!” Santana la strinse forte abbandonandosi a quella parte di sé che di solito nascondeva al mondo. Sapeva bene che con Quinn non ce n’era bisogno:

“Fammi uno squillo quando arrivate,così sto tranquilla..”

“Ti voglio bene..” le sussurrò Santana all’orecchio facendola sorridere.

“Anch’io,piccola…tanto!” si guardarono.

“Grazie per la serata…buonanotte!”

“Ci sentiamo domani!” sorrise la bionda,poi chiuse la porta. Le due ragazze si avviarono in macchina e mentre camminavano Santana prese la mano di Brittany e si accorse che questa la guardava con un sorrisetto:

“Che c’è?” le chiese.

“Nulla…” alzò le spalle lei “E dire che al liceo vi odiavate…” scosse la testa sorridendo,mentre apriva la portiera dell’auto…








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Angolo dell'autrice

Ok,visto che starò via per una settimana il capitolo è abbastanza lungo. Personalmente mi sono divertita troppo a scriverlo,spero diverta anche voi. Se non si fosse capito,le due piccioncine hanno fatto le cose sconce in macchina prima di raggiungere casa Febray (Ma arriveranno anche le scene bollenti essendo che al momento si possono definire solo accenni) u.u
Beh,ci si vede la prossima settimana allora! 
Sempre grazie a chi recensisce e segue.
Sweet Lady Kisses to everyone!
Bomboletta.

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Capitolo 11
*** Phone Call in the Middle of the Night ***


Brittany e Santana tornarono a casa che era mezzanotte passata,e il tragitto lo passarono a chiacchierare animatamente di quanto si fossero divertite. Mentre entravano a Brittany venne un dubbio atroce:

“Ma non devi andare a lavoro domani?”

“No”

“Perché no?”

“Io e Quinn in previsione di questa sera ci siamo prese la giornata..quindi siamo libere” spiegò la ragazza.

“Ah,che bello!” sorrise la bionda mentre richiudeva la porta “E hai programmi?”

“No,pensavo che potremmo restare a casa a goderci il calduccio del letto per tutta la mattina,che ne dici?” sorrise Santana prendendola per mano e guidandola al piano superiore.

“Mi sembra una splendida idea” annuì la bionda attirandola a se lungo le scale e baciandola.

“Grandioso” giunsero in camera da letto e indossarono i loro pigiami. Erano decisamente troppo provate dalla giornata per dedicarsi a qualcosa di più impegnativo. Santana indossò il suo pigiamone di pile rosso,poi si voltò a guardare Brittany che indossava la maglia di un enorme pigiama celeste con su disegnate un sacco di paperelle e rise:

“Che c’è?” chiese l’altra guardando prima lei e poi il pigiama “Non ti piace?”

“E’ adorabile” rise la latina che del resto non poteva certo aspettarsi che il forte lato infantile di Brittany sparisse sebbene fossero passati tre anni. Si misero sotto le coperte e la bionda poggiò il viso sul petto dell’altra che prese ad accarezzarle i capelli e appoggiò piano il mento sulla sua testa:

“Posso chiederti una cosa,Brit?”

“Certo”

“Cosa…cosa hai scritto nella lettera che hai lasciato ai tuoi genitori?” la ragazza attese un istante prima di rispondere.

“La verità…Ho scritto loro che ero tornata In America perchè avevo sempre avuto questa necessità e loro non me lo avevano permesso…che siamo partiti senza che io avessi voce in capitolo e non si sono curati di come mi sono sentita in tutto questo tempo…Mi sono limitata a spiegare che sono tornata perché il mio cuore è qui e lo è sempre stato…e perché il mio più grande rimpianto era quello di aver abbandonato contro il mio volere la persona che più amavo…ovviamente non ho detto che eri tu…altrimenti avrebbero saputo dove trovarmi…” concluse per poi alzare la testa e guardarla.

Santana,che aveva ascoltato in silenzio,aveva gli occhi lucidi.

“Hey,non piangere piccola” sorrise accarezzandole una guancia.

“Sei così cresciuta..” sussurrò l’altra.

“Non dirmelo con quel tono da nonnina.." la bionda le uscì la lingua facendola ridere.

“No…è solo che…sei più matura…e…ancora non riesco a credere che tu sia qui” spiegò “Ho paura di svegliarmi da un momento all’altro”

“Beh,abituati San…perché io da qui non mi muovo più…” la strinse forte.

“Non desidero nient’altro che questo” annuì l’ispanica cercando le sue labbra e depositandovi un lieve bacio. E poi un altro e un altro ancora.

“Buonanotte San”

“Buonanotte amore mio..” disse in un sussurro che all’orecchio umano sarebbe sfuggito,ma non a quello di Brittany.

“Mi hai chiamata amore mio?” sorrise incrociando il suo sguardo.

“Non ti ci abituare” la prese in giro Santana baciandole la punta del naso.

“Potrei,invece!” la strinse forte e si addormentò contro il suo petto in un enorme sorriso,mentre l’altra si beava ancora per un po’ di quella visuale e si abbandonava tra le braccia di Morfeo…




Era giorno e il sole,seppure debole e coperto dalle nuvole,illuminava le vie bagnate e ancora deserte di Lima. In casa Lopez regnava la quiete,la casa era fredda e in camera da letto,avvolte da pesanti coperte,Brittany e Santana dormivano profondamente e avrebbero continuato a farlo se il telefono non avesse iniziato a squillare insistentemente. Santana ebbe la mezza idea di ignorarlo,ma visto che non accennava a smetterla allungò un braccio alla cieca e lo poggiò a peso morto sul portatile sul comodino:

“Pronto?” disse assonnata.

“Santana,sono Sam..”

“Sam?” la ragazza si riscosse.

Da quando Sam la chiamava? E per di più all’alba.

“Si,scusa se ti disturbo..Si tratta di Quinn..” il ragazzo aveva una voce provata,fioca.

“Le è successo qualcosa?!” la latina scattò a sedere preoccupata ridestando anche la compagna.

“No..non esattamente…solo…vai a casa sua…lei…ha bisogno di te..” balbettò.

“Sam..non capisco…tu dove sei? Sei con lei?”

“No,sono lontano da casa..”

“Vuoi darmi qualche spiegazione per cortesia?” si alterò lei alzando la voce.

“Vai da lei…” il ragazzo interruppe la conversazione lasciando la giovane incredula e basita. Scese dal letto e aprì l’armadio isterica.

“Chi era San?” chiese Brittany ancora mezza addormentata.

“Era Sam..non capisco che diavolo è successo…devo andare da Quinn!” disse tirando fuori un paio di Jeans.

“Ma sono le sette..”

“E’ successo qualcosa Brit,non so cosa,ma Sam era sconvolto..” si vestì in tutta fretta.

“Vuoi che venga con te?”

“No,meglio che vada da sola…ti chiamo appena arrivo lì,così ti faccio sapere…dormi ancora un po’ tu che puoi…”

“Ok..” sussurrò la bionda. Santana si avvicinò a lei e le diede un bacio sulla fronte,poi schizzò fuori casa e mise in moto il fuori strada.

Arrivò a casa di Quinn in dieci minuti perché visto che era così presto per strada non c’era praticamente nessuno. Scese dopo aver posteggiato in malo modo e suonò il campanello impaziente di vedere la sua amica e assicurarsi che stesse bene.

Dopo la terza volta finalmente sentì qualcuno muoversi all’interno della casa e pochi istanti dopo Quinn aprì la porta.

Aveva un viso stravolto,pallida come mai Santana l’aveva vista,due profonde occhiaie la segnavano in viso,gli occhi erano rossi e lucidi e tremava:

“Hey Quinn” la latina si lanciò verso di lei e la abbracciò senza fare domande. La ragazza si strinse a lei e iniziò a singhiozzare senza ritegno,stritolando la maglia dell’amica. Santana non l’aveva mai vista piangere in quel modo e si preoccupò vedendo che non accennava a smettere,ma si limitò a restare lì per tutto il tempo necessario ad accarezzarle la schiena ripetendole che andava tutto bene.

Quando finalmente la bionda sembrò placare quel pianto disperato,l’ispanica la guidò dentro casa,chiuse la porta e la fece sedere sul divano. Le prese un fazzoletto e le porse un bicchiere d’acqua,poi si sedette accanto a lei e la guardò:

“Mi dici che succede?” sussurrò. I suoi occhi si riempirono nuovamente di lacrime.

“Ecco..io…”

“Mi ha chiamata Sam,mi ha detto di venire qui…ma…dov’è lui?”

“E’ andato via…non tornerà più…”

“Che vuol dire?” trasalì la mora “Vi siete lasciati?”

“No…cioè…si…”

“E’ per questo che stai male? Cosa è successo?”

“No,non è per lui…San…questa notte ho ricevuto una telefonata..era Noah..”

“Noah? E che voleva di notte?”

“Ecco…mi ha dato una notizia terribile…”

“Che notizia?”

“Shelby…è morta…” sussurrò. La latina trasalì.

“Come?Che stai dicendo Quinn?”

“Ha…avuto un incidente d’auto…e non c’è stato nulla da fare…”

“Ma…” Santana ebbe paura di formulare quella domanda “Beth..sta bene?”

“Non erano insieme al momento dell’incidente…Noah mi ha chiamata per questo…ecco…in caso di morte prematura dei genitori…in questo caso del genitore adottivo…la bambina va affidata ai genitori naturali…” finalmente la ragazza capì il motivo di tutto quel trambusto.

“Dio mio…” disse.

“Sam è andato via…non riusciva a sopportare nemmeno l’idea…e Puck è andato a prenderla…è in viaggio per New York…sarà di ritorno domani mattina…con la bambina…io…San,ti rendi conto? Non la conosco nemmeno…ha solo quattro anni…e ha appena perso sua madre,cosa le dirò? Come farò a imporle la convivenza con una perfetta estranea?” la bionda si passò le mani sul viso.

“Quinn…non è facile,lo so…e posso solo immaginare come ti senti…ma è tua figlia…e tu non sei più la diciassettenne immatura costretta a darla via per poter crescere serenamente…adesso hai un lavoro,amici che ti vogliono bene…e Puck non ti abbandonerà di certo come quell’idiota di Sam…tu puoi dare a questa bambina una vita tranquilla…”

“E’ che ho paura…”

“Devi superarla…pensa a come starà lei…deve vedere sicurezza in te…non può fidarsi se vede che sei più spaventata di lei…tu vuoi prendertene cura,vero?”

“Si…è come se stessi recuperando ciò che mi era stato tolto ingiustamente…ho sempre rimpianto di averla abbandonata…”

“Andrà bene…certo,i primi tempi sarà difficile…ma poi con il tempo tutto andrà bene….”

“Hai ragione…” un lieve sorriso increspò le labbra della bionda.

“E poi io sono qui…e anche Brittany” sorrise.

“Grazie San…”

“Non dirlo nemmeno…e adesso metti un paio di cose in borsa e vieni con me a casa…non vorrai restare qui tutta sola…chiamo Brit e le dico di preparare la colazione…dormi con noi questa notte e a Puck diciamo di raggiungerci direttamente a casa mia…”

“D’accordo…” annuì la ragazza.

Pochi minuti dopo le due ragazze erano in macchina e stavano arrivando in casa Lopez:

“Spero che Brittany non abbia dato fuoco alla casa in mia assenza” rise Santana.

“Addirittura?” la latina alzò un sopracciglio.

“Devo ricordarti di chi stiamo parlando,Fabray?”

“In effetti,ora che ci penso!” rise. La mora posteggiò il suv e prese la borsa di Quinn. Avvicinandosi all’abitazione un forte rumore di musica si sentì provenire dall’interno:

“Oh cielo..” iniziò Santana “Mi auguro che siano i vicini!”

“A meno che non si siano stabiliti a casa tua non penso proprio” disse la bionda. L’ispanica tirò fuori un mazzo di chiavi e aprì la porta. Nel momento in cui entrò una musica ad altissimo volume le fece sobbalzare. Proveniva dallo stereo in salotto,sparato a tutto volume:


My my my whiskey and rye 
Don't it make you feel so fine? 



Entrarono in cucina dove Brittany in pigiama cantava a squarciagola danzando per la stanza e agitando una bottiglia di succo di frutta a tempo di musica.



Right or wrong, don't it turn you on? 
Can't you see we're wastin' time? 


Santana si appoggiò allo stipite della porta con aria rassegnata,scuotendo la testa in attesa che la ragazza si accorgesse di loro. Intanto Quinn rideva a più non posso.



Do you wanna touch? Yeah 
Do you wanna touch? Yeah 
Do you wanna touch me there? Yeah 




Brittany dal suo canto sembrava non essersi completamente accorta di non essere più sola,e dopo aver poggiato il succo sul tavolo e alzato i pugni a tempo,stava mettendo su un piatto dei wrustel che aveva cucinato. Poi,sempre senza smettere di ballare e cantare,si era diretta al forno e con movenze veloci e studiate aveva tirato fuori un vassoio con delle ciambelle e lo aveva richiuso con il sedere.
 

Do you wanna touch? Yeah 
Do you wanna touch? Yeah 
Do you wanna touch me there? Where? There, yeah, oh 

Yeah, oh yeah, oh yeah 
There, there, there 
Yeah, oh yeah, oh yeah 
Yeah, oh yeah, oh yeah 




“EHM EHM!” urlò Santana cercando di sovrastare il volume così alto. Per fortuna riuscì nel suo intento e la bionda alzò gli occhi spaventata da quell’improvviso rumore e sorrise arrossendo nel vedere che le altre due erano arrivate. Poi,afferrato il telecomando,spense lo stereo a distanza:

“Ragazze!” rise.

“Ora io dico…MA TI SEMBRA MODO?” urlò Santana fingendosi arrabbiata.

“Perché che ho fatto?”

“Musica a palla alle otto e mezza del mattino! Vuoi che i vicini chiamino la polizia?”

“Naaah,non lo faranno!” la bionda agitò una mano come a scacciare mosche invisibili.

“E come lo sai?”

“ Beh…i tizi di fronte sono usciti poco dopo di te questa mattina,e la vecchietta che sta qui a fianco è sorda…le ho chiesto informazioni prima di trovare casa tua,ma proprio non mi capiva!” lo disse con tono scocciato e Santana non riuscì a non scoppiare a ridere.

“Sei atroce” rise “Allora…che ha preparato il nostro chef provetto?”

“Brioches,cornetti,ciambelle,wrustel con pancetta e uova!” sorrise entusiasta indicando i vari piatti.

“Hey,ma da quando sai cucinare?” chiese Quinn.

“L’Europa è servita a qualcosa..” rispose Santana al suo posto.

“E poi qualcuno deve pur farlo,visto che Madre Teresa qui mi abbandona ogni mattina per andare a salvare il mondo!” annuì la bionda.

“Ma come ti permetti? Piccola ingrata!” Santana afferrò un bicchiere mezzo pieno e lo svuotò sul viso della ragazza che spalancò la bocca incredula mentre Quinn rideva e si sedeva al tavolo.

“Altro che Madre Teresa…mi rimangio ciò che ho detto…sei Satana in persona!” disse con aria di sfida “Hai il tempo della colazione Lopez,poi ti conviene fuggire!” intimò sedendosi e addentando un wrustel con foga.

L’ispanica si sedette di fronte a lei e iniziò a consumare la colazione tra le risate facendole il verso e osservando divertita il cipiglio offeso che Brittany assumeva sotto il suo sguardo… 













______________________________________________________________________________________

Angolo dell'autrice

Sono tornataaaaa! Allora,tanto per cominciare noto con molto piacere che il capitolo precedente è molto piaciuto e ne sono contenta visto che è stato un fuori programma. In realtà volevo solo accennare alla festa,ma visto che molti non vedevano l'ora di godersi le reazioni degli altri ho deciso di mettermi di buzzo buono e buttarlo giù. Ne sono molto contenta :D

Tornando a noi...colpo di scena! Eh già,non vi aspettavate una rottura del genere con Sam e una Quinn proiettata all'improvviso in una situazione così incredibile! Mi è davvero dispiaciuto uccidere Shelby...ma...è stato necessario...vedrete più in là cosa succederà!

Alla prossima! 
Bomboletta.

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Capitolo 12
*** I'm With You! ***


La mattinata era trascorsa molto velocemente perché Brittany e Santana erano riuscite distrarre Quinn,o meglio,diciamo che ci avevano provato in tutti i modi. Erano andate a fare un pò si shopping,avevano pranzato in uno dei ristoranti più costosi di Lima (ovviamente spese della latina) e nel pomeriggio erano tornate a casa e avevano guardato un film tutte insieme.

Mentre Quinn faceva un bagno caldo,Santana ne aveva approfittato per trascinare Brittany in cucina e spiegarle ciò che era successo alla loro amica,visto che ancora non ne aveva avuto occasione. Dopo aver ascoltato attentamente il racconto della ragazza,la bionda la osservò con uno sguardo sconvolto:

"È davvero terribile,San...povera Shelby.."

"Beh Brit,dispiace anche a me per Shelby,ma ora come ora sono molto più preoccupata per Quinn...è completamente sconvolta...non sa da dove cominciare..."

"Ma ci siamo noi!" sorrise la bionda alzando le spalle e guardando la compagna. L'altra sorrise sempre colpita dalla semplicità delle frasi di Brittany e si avvicinò a lei.

"Hai ragione" sussurrò "Cercheremo di aiutarla il più possibile..poco fa ho chiamato Noah...sarà qui domani mattina...altro non ha potuto dirmi,andava di fretta..." 

"Hai già fatto tanto oggi,San...sei stata straordinaria,in tutto..io non ci sarei riuscita..." la bionda sorrise allacciandole le braccia attorno al collo e guardandola negli occhi.

"Non ho fatto nulla di grandioso" si schernì Santana cingendole i fianchi.

"Mmmmh...non hai mai avuto una grande considerazione di te stessa,tendi sempre a screditarti..."

"Ma..."

"Non mi contraddire! Dammi un bacio" disse con un falso tono autoritario che non le si addiceva per niente.

Santana non Se lo fece ripetere e poggiò le labbra sulle sue. La sentì ridere sulle sue labbra e non riuscì a non fare lo stesso:

"Non provare a comandare Pierce,non con me" la prese in giro continuando a baciarla.

"Però mi hai baciata" rise la bionda mordendole il labbro inferiore. Approfondì poi quel bacio,afferrando l'ispanica per i capelli,senza però farle male, e accarezzandole la lingua con dolcezza. 

"Ehm ehm!"

"E che palle,Fabray!" si lamentò l'ispanica voltandosi e vedendo la ragazza con indosso il suo accappatoio e un ghigno divertito stampato i volto.

"Porca miseria,J.Lo,ti mollo tre secondi e ti trovo a commettere atti impuri...se non ti fermo rischio un porno dal vivo,ti pare?" 

"Sono sicura che ti butteresti nella mischia" ridacchiò Santana beccandosi un pizzicotto da Brittany.

"Ma per favore!"

"Non costringermi a rivangare antichi eventi! Propongo di preparare la cena,che è la cosa migliore!"

"Direi di si!" Quinn abbassò lo sguardo rossa in viso e si dedicarono alla cena lasciando Brittany con uno sguardo confuso e dubbioso.




Dopo la cena si erano preparate per la notte e si erano infilate tutte tre nel letto matrimoniale di Santana. La tv era accesa e stavano guardando un cartone animato sotto insistenza di Brittany. Santana era al centro tra l due e per tutto il tempo era stata così attenta al film da non accorgersi che Quinn si era addormentata stretta al suo braccio sinistro mentre Brittany si era appisolata sulla sua spalla destra.

Quando se ne accorse sorrise e cercando di non svegliarle spense la tv e appoggiò il telecomando sul comodino. Brittany mugugnò qualcosa:

"Scusa,non volevo svegliarti" sussurrò.

"Mi abbracci?" chiese la bionda senza aprire gli occhi. Santana baciò leggermente il viso di Quinn,poi si voltò verso la compagna:

"Vieni qui" le disse piano mentre la attirava a se e la stringeva forte baciandole poi la testa. Crollarono esauste prima ancora di accorgersene..
 


 
Il mattino giunse fin troppo in fretta e quando Santana si svegliò non erano nemmeno le sette. Si concesse una doccia calda,poi indossò dei vestiti comodi visto che anche quel giorno sarebbe rimasta a casa: un felpone grigio largo e lungo e dei vecchi pantaloni di tuta neri. Una volta scesa in cucina preparò il caffè,il latte e mise ciambelle e cornetti al forno.

Un messaggio di Puck le arrivò sul cellulare:


Sarò lì tra un’ora…non dirlo a Quinn,si allarma inutilmente…ci vediamo da te.


Poche parole concise. La ragazza decise di non dirlo all’amica e di aspettare l’arrivo del ragazzo con la bambina. Mentre era immersa nei suoi pensieri vide spuntare Brittany sulla soglia:

“Giorno”
“Giorno B” accennò un sorriso “Dormito bene?”

“Benissimo” sorrise l’altra dandole un bacio sulla guancia.

“Dov’è Quinn?”

“E’ di sopra,sta facendo una doccia” spiegò l’altra.

“Mi ha mandato un messaggio Noah” le disse allora la mora “Sarà qui tra poco…ma non diciamo niente a Quinn…”

“Certo…Non ti ha detto altro?”

“No…Senti Britt…pensavo…se Quinn non ha bisogno di noi,che ne dici di andare a fare un giro al centro commerciale? Non ne ho necessità,ma sai…è per lasciarli un po’ soli…avranno tanto di cui parlare…”

“E’ una splendida idea..magari torniamo per ora di pranzo…”

“Esatto..” Santana intanto aveva tirato fuori i cornetti e imbandito la tavola.

“Buongiorno ragazze” le due si voltarono e osservarono Quinn.

“Hey bionda!Come stai?” chiese la latina.

“Un po’ nervosa..” alzò le spalle la giovane. Era pallida e il suo sguardo era scattante e fuggevole,come se si aspettasse un’esplosione da un momento all’altro.

“Tranquilla…Andrà bene” provò la latina mentre Brittany la abbracciava “Facciamo colazione adesso” le invitò a sedersi e le tre iniziarono a consumare il cibo. Circa un quarto d’ora dopo il campanello suonò facendole sobbalzare tutte.

Santana si alzò e passando accanto a Quinn si chinò e la guardò negli occhi:

“Vado ad aprire…non avere paura di nulla,noi siamo qui,ok?”  la bionda annuì e si irrigidì sulla sedia.

L’ispanica aprì la porta e si trovò davanti Puck,un pesante maglione di lana nero e una valigia stretta in un pugno…in braccio una bimba bionda che dormiva beatamente sulla sua spalla:

“Prendi la valigia” sussurrò per non svegliarla.

La ragazza gliela tolse subito dalle mani e la spinse all’ingresso per poi lasciarlo passare e richiudere la porta. Quinn si alzò vedendoli entrare e si avvicinò all’uomo,per poi guardare la piccola: era accucciata sulla spalla del padre,con la testa appoggiata su di essa,i suoi capelli erano biondi e ondulati,lunghi fin sotto l’orecchio.

Il viso innocente aveva i contorni delicati del viso di Quinn,ma la bocca,socchiusa,era identica a quella di Puck. Un cappottino rosa la proteggeva dal freddo.

Quinn le accarezzò i capelli lievemente,trovandosela davanti per la prima volta dopo quattro anni e i suoi occhi si inumidirono e iniziarono a lacrimare presto.

Noah non si mosse e lasciò alla bionda il tempo di comportarsi come voleva,mentre Brittany e Santana osservavano la scena in disparte:

“Si è addormentata in macchina” iniziò il ragazzo parlando piano “Ho preferito non svegliarla…posso…metterla sul tuo letto,Santana?” chiese guardando la padrona di casa “Prima che si svegli è meglio se parliamo un po’”

“Certo!Vieni con me” disse guidando il giovane in camera da letto.

Quando arrivarono poggiò la piccola sul letto e attento a non svegliarla le depositò un bacio sulla fronte,poi scese nuovamente e raggiunse Quinn che era rimasta immobile nella sua postazione.

“Sediamoci Quinn…ti racconto tutto…” la incitò lui conducendola in salotto dove invitò anche le altre due.

“Raccontami tutto” disse la ragazza con voce tremante,iniziando a riprendersi.

“Sai qual è stata la prima cosa che mi ha detto quando mi ha visto?”

“No” scosse la testa Quinn.

“Mi ha chiesto…” con enorme sorpresa delle altre tre gli occhi del ragazzo si inumidirono “Se ero il suo papà..” anche gli occhi di Quinn tornarono a brillare.

“Noah…ma lei…sa?”

“Si..” annuì deciso lui “Sa anche che Shelby non è la sua madre biologica…non ho parlato molto con lei…è…in imbarazzo…ma mi ha chiesto se stavamo andando da te…sa tutto Quinn…”

“Ma è così piccola…”

“Il fatto è che…ho avuto modo di parlare con la sorella di Shelby…e a quanto pare Shelby le ha detto tutto già un anno fa…le ha spiegato che anche se l’aveva sempre chiamata mamma in realtà la sua mamma era un’altra…lo ha fatto presto,troppo presto…perché era malata”

“Che vuol dire era malata?” Quinn si allarmò.

“Da quel che mi ha detto quella donna…Shelby sarebbe morta al massimo tra un anno…aveva un cancro…quindi sapeva che la bambina avrebbe subito ciò…e l’ha…come dire…preparata…per questo mi ha riconosciuto…in pratica l’incidente…ha solo..anticipato,ecco…” Quinn era sotto shock così come Santana e Brittany.

“Mi dispiace davvero per lei….però…maledizione,poteva avvisarci…Non che avremmo potuto fare qualcosa…sarebbe andata così a prescindere…ma almeno ci saremmo preparati…”

“Beh,pensava di avere un altro anno davanti,vedila così…”

“E lei? Come ti è sembrata?” chiese la bionda.

“Impaurita…ma suppongo sia normale…ha anche pianto,per Shelby,ma poi si è calmata…non immagini nemmeno quanto è intelligente…e ha i tuoi stessi occhi…” sorrise il ragazzo.

“Spero solo che ce la faremo..”

“Quinn,io non me ne vado,ok? Non ho intenzione di commettere lo stesso errore due volte…ci si è ripresentata questa occasione che avevamo perso…e cresceremo nostra figlia insieme!” disse deciso.

La ragazza si commosse nuovamente e Santana ne approfittò di quel momento di silenzio per intervenire:

“Vogliate scusarci,io e Brittany andiamo a cambiarci…dobbiamo prendere alcune cose al centro commerciale…” si alzò e tirò la compagna con sé.

Poco dopo scesero nuovamente truccate e in abiti più decorosi,poi Santana afferrò le chiavi della macchina e si rivolse ai due prima di uscire:

“Noi andiamo…fate come se foste a casa vostra…” sorrise per poi sparire oltre la soglia insieme alla bionda…








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Angolo dell'autrice

Seraaaa! Eccoci qui! come avrete notato ultimamente pubblico un pò meno spesso ma ho allungato i capitoli. Tra l'altro me la sto prendendo relativamente comoda in vista di un capitolo super HOT pronto per voi! *q* *perversa,si lo so!*

Gioiscano i fans di Quick! Sarà dedicato un pò di spazio anche a loro e vedremo come si svolgerà l'avvenire di questa specie di famigliola improvvisata :D

See Ya Soon!

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Capitolo 13
*** Shopping Center ***


Il centro commerciale era come al solito una bolgia di gente,sebbene fosse tutto sommato presto. Santana e Brittany passeggiavano senza alcuna fretta lungo un enorme corridoio costeggiato da una marea di negozi e di tanto in tanto si fermavano a guardare qualche vetrina o a fare qualche piccolo acquisto:

“Cioè,che stesse per morire non lo immaginavo proprio” stava dicendo la mora alla compagna mentre questa la conduceva dentro un negozio.

“Nemmeno io…ma alla fine non cambia tanto,sarebbe successo a prescindere…povera bimba…” annuì la bionda.

“Pensi che Puck andrà a vivere con Quinn adesso che Sam è andato via?” chiese l’ispanica.

“Può darsi,ma non subito…sono disorientati…credo…” mise su un’aria dubbiosa.

La latina stava leggendo un messaggio da parte della sua assistente,quando Brittany richiamò la sua attenzione:

“Hey San,ti piace?” lei alzò gli occhi e sorrise vedendole indosso un cappello di lana blu pastello che le ricadeva sulla nuca facendola somigliare a un puffo.

“E’ carinissimo” rise “Ti sta bene!”

“Si? Allora lo prendo!”

“Ah ah,lo prendo io!” la contraddisse Santana togliendolo dalla sua testa.

“Ma l’ho visto prima io!” si lamentò la bionda.

“Scema…intendo che te lo compro io!” rise divertita.

“Ah…scordatelo!” disse riprendendolo dalle sue mani “non sei mia madre,non devi mantenermi!” ma prima che lo finisse di dire Santana si era messa a correre e aveva raggiunto la cassa vuota,indicando alla commessa il cappello che Brittany stringeva tra le mani e dandole dei soldi,assicurandosi che tenesse il resto come mancia.

La bionda corse alla cassa mentre l’ispanica si allontanava velocemente e disse:

“Pago questo” disse mostrando il cappello.

“Mi scusi signorina,ma ho avuto ordine di non accettare soldi da lei…e il cappello è già stato pagato dalla ragazza che era con lei” sorrise benevola indicando Santana che rideva spudoratamente alla faccia di Brittany appena fuori dal negozio.

La giovane,stizzita,la raggiunse e la guardo malissimo:

“Sei una stronza” disse tra i denti.

“E dai,Brit,è un cappellino,che c’è di male se te lo compro io?” rise.

“Vivo già a casa tua,ci mangio,ci dormo,non ho ancora cercato un lavoro,ma un cappello potevo pagarmelo benissimo da sola…” disse seria.

“Non prendertela,dai,lo faccio con piacere” la rassicurò,ma vedendo che non rispondeva e che non la guardava si preoccupò “Brit?” disse seguendola.

“Non ho voglia di parlarti” disse fredda.

“Per un cappello?” alzò un sopracciglio.

“Per un cappello!” annuì l’altra convinta aumentando il passo.

“Andiamo,non essere idiota!” ribattè la latina andandole dietro.

“Anche idiota?” la bionda la guardò male e proseguì.

“Mi vuoi stare a sentire?” disse a voce alta l’altra visto che Brittany continuava a passo spedito.

“No”

“Brittany,malediciòn!” urlò piantando i piedi per terra.

L’altra si fermò di spalle poco più avanti di lei e Santana la guardò con uno sguardo a metà tra l’incazzato e il preoccupato.

Passò qualche istante di immobilità,poi il corpo di Brittany fu scosso visibilmente da una serie di sussulti. Quando si voltò a guardare Santana rideva spudoratamente e si teneva la pancia:

“Pero qué diablos…?”

“Ci sei cascata!Ahahahahah!” continuò a ridere “Vendetta compiuta!” L’ispanica spalancò la bocca sorpresa. Colpita e affondata in un solo colpo.

“E La stronza sarei io?” le disse avvicinandosi,ma Brittany schizzò via di corsa.

“Certo che si!”

“Torna qui,Pierce!” Santana si lanciò all’inseguimento cosa non del tutto facile vista l’incredibile agilità che Brittany aveva conservato. Con uno slancio però riuscì a raggiungerla e la afferrò saldamente per le spalle.

Risero entrambe ansimando per la stanchezza della corsa,ma quando il telefono della latina vibrò,sussultarono entrambe:

“Maledizione!” sussurrò prima di leggere il contenuto dell’ennesimo messaggio della sua segretaria “Brit,devo fare una chiamata di lavoro…Che dici se mi aspetti al bar così mangiamo qualcosa?” le propose per non annoiarla con le sue questioni lavorative.

“Ok,allora vado a prendere un tavolo!” disse allontanandosi a passi svelti mentre Santana componeva il numero.

La bionda vide un tavolo libero al bar e lo raggiunse ma in contemporanea un ragazzo cercò di occupare quel posto. Arrivarono allo stesso momento:

“Si accomodi pure signorina,prendo un altro tavolo!” si offrì lui galantemente.

“Ma no guardi,vado io a..Hey…ma io ti ho già visto!” disse la ragazza osservandolo nel suo pullover nero che faceva risaltare maggiormente i capelli rossi e spettinati.

“Ehm…davvero?” chiese lui alzando un sopracciglio e scrutandola.

“Si..ti ho visto all’ufficio di Santana!” lui sembrò illuminarsi.

“Oh,è vero! Sei la ragazza che era nel suo ufficio qualche giorno fa!” disse dandosi una botta in fronte “Io comunque sono Jhonny,molto piacere!” disse tendendogli la mano.

“Brittany” ricambiò la stretta “Quindi sei il famoso Jhonny!Senti,sediamoci insieme,Santana sarà qui a momenti!” annunciò.

“Davvero?” chiese lui preoccupandosi.

“Si…qualcosa non va?” chiese lei osservando la sua aria impacciata.

“No…è solo che…alla signorina Lopez non sto molto simpatico!” annuì mostrando un sorriso rassegnato.

“Ma dai,su,non sarai così terribile…!”

“Abbastanza…è che a lavoro combino sempre qualche casino…sono un po’ imbranato,ma non lo faccio a posta…non sai quante volte ho rischiato di farmi licenziare da lei!”

“Suvvia,Santana non lo farebbe mai”

“Prova a rovesciare un’intera boccetta di colore sulla sua migliore creazione…e poi mi farai sapere” la bionda rise. Era simpatico quel Jhonny.

“Ah beh,ti avrà urlato contro di tutto…conoscendola…E che tipo è a lavoro?” chiese lei.

“Beh,sa farsi rispettare” rise Jhonny “Diciamo che se dici ‘Santana Lopez’ al bar dell’ufficio la metà della gente si inizia a guardare intorno preoccupata” disse.

“Oddio,ma è così terribile?”

“No! Davvero,è una brava persona…il capo la adora e molti dei dipendenti impazziscono per lei e il suo modo di lavorare…per non parlare delle sue creazioni…bellissime! E quando parla pendono tutti dalle sue labbra inevitabilmente…il problema è che se perde il controllo è il caso di indossare i giubbotti antiproiettile!”  Brittany scoppiò a ridere.

“Tipico di Santana! Era così anche al liceo,anzi era molto peggio!”

“La conosci da tanto,allora!” si interessò Jhonny.

“Oh,si,eravamo compagne al liceo e anche alle medie…era conosciuta come la stronza del McKinley…ma lo dicevano soltanto perché non la conoscevano per davvero…in realtà è una persona stupenda!”

“Senti,non dirle che te l’ho chiesto ma…tu e lei…state insieme?”

“Si” rispose lei come se fosse la cosa più semplice del mondo.

“Ci avrei scommesso” disse lui trionfante.

“Perché?” chiese la bionda confusa.

“Oh,ehm…diciamo che non sono poche le dipendenti che ho visto uscire dal suo ufficio con l’aria di chi ha appena visto il paradiso…e ancora di più sono quelle che la guardano ammaliate ogni giorno a lavoro…per non parlare di tutti questi misteriosi caffè che le giungono in ufficio..l’unica che entra in quell’ufficio senza malizia è la signorina Fabray…e poi vi ho viste baciarvi!” disse tranquillo.

“Tu cosa?” Brittany spalancò gli occhi.

“SI,l’altro giorno,nel suo ufficio…ma tranquilla,segreto al sicuro…La signorina Lopez mi licenzierebbe se lo sapesse un’anima viva…e la signorina Fabray mi picchierebbe a sangue!”

“Aveva ragione sulle porte a vetro…” mormorò la ragazza.

“Oh,sono una scocciatura…ma ti dirò un segreto…ci sono le tapparelle!” disse schiacciando l’occhio.

“Dettaglio che io non avevo notato e che lei aveva omesso” rise la bionda.

“Sono efficaci,fidati!”

“Beh,grazie della dritta Jhonny!”

“Porque se encuentra en cualquier lugar?” la voce fredda e tagliente di Santana provocò un brivido lungo la schiena del giovane.

“Buongiorno signorina Lopez” sorrise mesto.

“Jhonny” prese posto accanto a Brittany e lo squadrò “Sfaticato,perché non sei a lavoro?”

“Ho preso una giornata libera…lei non c’era e così ero più libero…ma non si preoccupi,sto già lavorando a quel progetto che…”

“Piantala di essere terrorizzato da me Jhonny!” lo interruppe la latina “Non siamo a lavoro..e poi sai bene che non ti licenzierei mai…sei un disastro,ma quando lavori,lo fai bene…al massimo puoi beccarti un tacco a spillo in faccia,ma se non altro ti ricorderai di me!” rise.

“Bella prospettiva..” azzardò Jhonny.

“Ingrato…lo vuoi un caffè?” propose.

“Con piacere” sorrise il rosso mentre la cameriera si dirigeva verso di loro e Brittany lo guardava molto in stile ‘te lo avevo detto che abbaia ma non morde…  















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Angolo dell'Autrice

Buon salve! Ecco sfornato un altro capitolo. Ed ecco di nuovo Jhonny,che poveretto,deve sopportare la schizofrenia della nostra San! XD
Per quanto riguarda le battute in spagnolo,spero siano grammaticalmente corrette visto che io sono una schiappa non avendolo mai studiato XD Se non è così imploro pietà :P

Eh,si,lo so che parlo già da un pò di questo famigerato capitolo Hot,ma non è ancora giunto il momento...diciamo che l'atmosfera giusta si verrà a creare a momenti :D Io personalmente sono rimasta parecchio sconvolta nel rileggerlo dopo averlo scritto ergo spero che sortirà lo stesso effetto u.u

A presto :D

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Capitolo 14
*** Chocolate is Mine! ***


Premessa: Questo capitolo è quasi interamente dedicato a Quinn,Beth e Puck e a ciò che succederà mentre le piccioncine sono al centro commerciale...detto ciò,a fine capitolo annuncerò qualcosa u.u buona lettura :D










Una volta rimasti soli in casa Lopez,Quinn e Puck raggiunsero la piccola in camera da letto in attesa che si risvegliasse. La ragazza la guardò dormire e si chiese mentalmente come avrebbe fatto a far si che la bimba si abituasse una vita nuova,in una casa diversa dalla sua...ma soprattutto con dei genitori diversi,quelli veri.

Proprio mentre se lo chiedeva la vide muoversi leggermente e poi stropicciarsi gli occhi,che aprì con un'espressione leggermente assonnata.

Puck le si fece vicino e le sorrise dolcemente mentre la bambina si metteva seduta nel letto e si guardava intorno.

I suoi occhi analizzarono silenziosi la stanza per poi concentrarsi attentamente sulla figura di Quinn: le due si guardarono,la ragazza temeva di spaventarla,ma la bambina sembra scrutare la figura che aveva di fronte nel dettaglio,come se si rendesse conto lentamente di chi aveva di fronte: 

"Sei mia madre?" chiese infine. 

"Si Beth.." disse piano la bionda con voce tremante "So che non è facile per te...ma Noah mi ha detto che sei molto intelligente,perciò se ti va,possiamo iniziare come amiche,che ne dici? Io sono Quinn" le disse tendendo la mano per stringergliela.

La piccola la afferrò sicura.

"Ok,Quinn" disse guardandola negli occhi,identici a quelli della madre.

"Hai fame Beth?" chiese il padre intromettendosi.

"No...sete" decretò.

"Andiamo di sotto,ti do qualcosa da bere!" propose allora Quinn.

Beth annuì e scese dal letto,seguendo la ragazza al piano inferiore. Quando giunsero in cucina la bambina si guardò intorno,come aveva fatto in camera da letto:

"È la tua casa questa?" chiese mentre Quinn apriva il frigo.

"No,questa è la casa di due nostre amiche...la mia la vedrai più tardi.." le sorrise la madre non distogliendo mai lo sguardo da lei.

"Ok" annuì la piccola "E loro dove sono adesso?"

"Sono uscite per comprare alcune cose..torneranno tra un pò"

"Come si chiamano?" chiese ancora Beth curiosa.

"Santana e Brittany" la donna le porse un bicchiere d'acqua che lei bevve lentamente.

Mentre Quinn guardava quella creaturina bere,la porta d'ingresso si aprì e Santana fece la sua comparsa carica di buste seguita da Brittany che ne portava solo una semivuota:

"Ciao ragazzi!" salutò la padrona di casa posando poi lo sguardo su Beth che le guardava "Ciao piccolina" aggiunse. Posò le buste sul tavolo e l guardò "Tu devi essere Beth" le sorrise.

"Si" rispose la bambina.

"Io sono Santana" le tese la mano che lei strinse.

"E io sono Brittany!" aggiunse la bionda avvicinandosi e stringendo anche lei la mano della piccola.

Subito dopo l'ispanica lanciò uno sguardo d'intesa a Quinn e iniziò a sistemare il contenuto delle buste e tirò fuori una barretta di cioccolata: 

"Beth,ti piace la cioccolata?" chiese. La bambina annuì e la giovane le allungò la barretta dopo averla scartata:

"Tutta?" chiese incredula.

"Certo,è tutta tua!"

"Grazie!" Beth diede un morso goloso al dolce.

"Hey,ma avevi detto che era per me!" protestò Brittany.

"Brittany!" la latina le pestò il piede.

"Ahi!" la scena fece ridere la bambina che staccò un pezzo della sua cioccolata e lo allungò verso la ragazza.

"Tieni" disse ancor ridendo.

Gli occhi di Brittany si illuminarono proprio come quelli di una bambina.

"Grazie Beth!" disse prendendo la cioccolata dalle sue mani e iniziando a mangiarla.

"Scusala Beth,Brittany è una bambina!" scosse la testa l'ispanica.

"È troppa per me" replicò lei con ancora un sorrisino in volto. 

"È davvero sveglia!" sussurrò Santana a Quinn.

"Si,è da quando si è svegliata che non penso ad altro...sembra tranquilla.."

"Lo è!" annuì l'ispanica.

"E voi come vi conoscete?" chiese rivolta a tutti.

"Eravamo compagni al liceo" rispose Puck per tutti "Loro tre erano inseparabili,andavano così d'accordo...erano cheerleader! E io giocavo a football...venivano a tifare per me durante le partite!"

"Solo perché costrette,Puckerman!" rise Santana facendo ridere anche gli altri "Adesso io e Quinn lavoriamo insieme" spiegò a Beth.

"Quindi ci vedremo spesso" dedusse.

"Certo!" l'atmosfera si sciolse lentamente e anche se era solo l'inizio,la piccola sembrava non essere troppo impaurita per andare a casa con Quinn e Puck.

Così dopo un cena abbondante a casa Lopez,Noah caricò i bagagli in auto e insieme alla ragazza e la bambina si recò a casa di Quinn,dove avrebbero passato la notte...











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Angolo dell'Autrice

Alloraaaa...finalmente posso dire con orgoglio che CI SIAMO! Il prossimo capitolo sarà il tanto famigerato e agoniato CAPITOLO BOLLENTE :D E personalmente mi riduco in uno stato pietoso ogni volta che lo leggo u.u 

Però sono indecisa sulla data di pubblicazione...potrebbe essere domani...dopodomani...chissà...

Dipende tanto anche dalle recensioni u.u

I've gotta gay u.ù ci si vede gente :D


 

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Capitolo 15
*** Cops And Handcuffs! ***


Avvertimenti:

Il seguente capitolo è rating rossissimo,purpureo! Ergo,se siete facilmente impressionabili o di stomaco delicato,sapete qual'è l'uscita. Ai restanti lettori...godetevi questa cosa molto pornosa! Per chi sopravvive ci rivediamo giù :D

















New York era decisamente troppo affollata per i suoi gusti. Certo,era una città meravigliosa,piena di centri commerciali che Lima si sognava,ma era caotica,e Santana,abituata alla relativa tranquillità della sua città non riusciva a starci più di un paio di giorni.

Per fortuna quella tortura stava per finire. Dopo diversi conflitti e dopo aver sfoderato tutta la sua abilità lavorativa,aveva finalmente raggiunto un accordo per i prezzi da mercato dei suoi abiti e quella mattina aveva firmato il contratto. Stava guidando la mercedes che aveva affittato e,svoltando in una delle vie principali di Manhattan,si imbattè in un ingorgo stradale:

“Cazzo!” sbottò isterica. Era per strada da tutto il giorno.

Le automobili erano ferme e non si capiva il motivo di tutto quell’ammasso di macchine,così abbassò il finestrino e vide un poliziotto andarle in contro:

“Buonasera agente” sorrise.

“Buonasera a lei!” disse l’uomo con un viso composto.

“Cosa succede?” chiese Santana.

“C’è un pezzo grosso in città…sta passando con la scorta e il traffico è bloccato”

“Che palle!” si fece scappare la latina.

“Non mi sembra di queste parti..” notò lui.

“Infatti sono di Lima…vengo qui per lavoro..” spiegò la giovane.

“Guardi,se va in retromarcia può tagliare da quella stradina..” l’uomo indicò una traversa un paio di metri più indietro.

“Ma…c’è il divieto…” obiettò Santana.

“C’è il mio collega dall’altra parte,lo avvero che lei sta passando” sorrise benevolo.

“Grazie mille agente,mi ha risparmiato una crisi isterica!” la ragazza esibì il suo sorriso più bello,poi ingranò la retromarcia e si inserì lungo la stradina vuota.

Aveva voglia di tornare a casa e per fortuna tra qualche ora sarebbe stata in volo. Moriva dalla voglia di rivedere Brittany,di abbracciarla,di sentire il suo profumo.

Poi ripensò a quel simpatico poliziotto e le venne un’idea. Prima di recarsi in aeroporto accostò l’auto e si tuffò con un ghigno in un negozio che ormai conosceva molto bene..


 
“Pronto?”

“Ciao BriBri”

“Piccola” la voce della bionda si sciolse “Dove sei?”

“Sto andando all’aeroporto” le disse la latina parlando con l’auricolare.

“A che ora parte il volo?”

“Non lo so di preciso” mentì “I biglietti ce li ha il mio assistente e non ci ho ancora parlato,ma ti prometto che farò il prima possibile”

“Cerca di sbrigarti,ok? Mi manchi” biascicò la ragazza.

“Manchi tanto anche tu…ma se ti venisse sonno vai pure a dormire,ho le chiavi”

“Ti aspetterei fino a domani,fattene una ragione” rise l’altra.

“Ricordami di dirti una cosa quando torno,ok?”

“Ok”

“A dopo piccina,un bacio” chiuse la telefonata e guardò fuori dal finestrino dell’aereo che era già partito da più di due ore.

Una voce all’altoparlante annunciò che si stavano avvicinando all’aeroporto di Lima. Santana sorrise,non vedeva l’ora di essere a casa e di stringerla.

E si congratulava con se stessa per il piano geniale  che era riuscita a elaborare in pochi minuti,poi l’aereo iniziò la sua discesa..
 
 



Quando il campanello suonò Brittany fu colta alla sprovvista. aveva sentito Santana meno di un’ora prima e non era ancora partita,chi poteva essere?

Aprì cauta la porta per nulla preparata a ciò che avrebbe visto:

“Buonasera signorina,c’è un pericoloso criminale in giro,che tormenta le giovani belle e avvenenti come lei,perciò sono qui per assicurarmi che questo non succeda. Agente Lopez al suo servizio!” Brittany spalancò gli occhi.

Di fronte a lei Santana in tenuta poliziesca stava appoggiata alla porta con un’aria maledettamente sexy: la camicia blu della divisa,con tanto di distintivo,era aperta fin troppo,e mostrava un intimo di pizzo rosso.

I pantaloncini neri,striminziti al massimo,erano aderentissimi sul sedere dell’ispanica e da esse penzolava un luccicante paio di manette.

Per concludere stivali dal tacco vertiginoso che le arrivavano fin sotto il ginocchio:

“Oh mio..” la bionda non fece in tempo a finire la frase,che subito Santana si avventò su di lei e sulle sue labbra. Ma in fondo lei non desiderava altro e si aggrappò al collo della ragazza.

Con Brittany addosso,Santana riuscì comunque a dare un  calcio alla valigia e a chiudere la porta,per poi sbatterci contro la ragazza senza farle male.

La baciò con foga felicissima di poter sentire nuovamente anche solo il suo respiro,poi si allontanò quel tanto che bastava a guardarla negli occhi:

“Tu non hai idea di quanto mi sei mancata!” ansimò la mora tuffandosi in quegli occhioni azzurri che la fissavano.

“E tu non hai idea di quanto io sia felice in questo momento” sorrise per poi cercare di nuovo le sue labbra “E adesso portami di sopra!”

Santana non si fece pregare,e con il cuore impazzito se la sistemò per bene tra le braccia e iniziò a salire lentamente,mentre Brittany pareva non volersi staccare un solo istante da quelle labbra; le mordeva,le leccava e vi depositava lievi baci,sempre senza togliersi il sorriso dalle labbra.

Giunte finalmente in camera da letto,Santana la stese sul letto e si fermò a guardarla un istante: aveva i capelli sciolti e un po’ scompigliati,una maglietta bianca e degli short grigi,la guardava e non aspettava altri che lei:

“Sei uno schianto!” sussurrò la bionda.

“Non si parla così a un’agente della polizia,non te lo hanno insegnato?” l’ispanica scosse la testa con un sorriso divertito in volto.

“Vuoi mandarmi in prigione?”

“No,ma avrai la punizione che meriti” disse piano per poi mettersi a cavalcioni su di lei e scivolare sul suo corpo sinuosa come una pantera.

La baciò e intrufolò senza indugi la lingua tra i suoi denti,per poi trovare una dolce accoglienza.

Le loro lingue iniziarono ad accarezzarsi fameliche mentre  la bionda,incapace di aspettare,prese a sbottonare la camicetta blu di Santana,scoprendo in definitiva il reggiseno di pizzo rosso:

“Vuoi farmi proprio impazzire?” chiese.

“Abbiamo appena iniziato,Pierce!” le sussurrò strappandole letteralmente la maglietta di dosso e mettendo in mostra il seno perfetto di Brit,coperto da un reggiseno nero dai bordi zebrati.

Si avvicinò al suo collo e prese a baciarlo e a passarvi su la lingua provocando qualche gemito d’approvazione alla compagna alla quale stava lentamente calando le spalline dell’intimo.

Poi lo tolse trovandosi di fronte quel seno candido che la faceva impazzire. Prima di continuare però,la baciò.

Brittany chiuse gli occhi e Santana le prese le mani e le portò al di sopra della sua testa,poi la bionda sentì un ‘click’,vide la compagna ghignare soddisfatta e alzando la testa si ritrovò ammanettata alla testata del letto:

“La tua punizione inizia adesso” decretò la mora.

La ballerina si morse il labbro inferiore nel momento in cui Santana si chinò e iniziò a baciarle un seno facendola ansimare. Mentre con due dita stimolava l’altro,alternava baci a leccate e lievi morsi.

Quando però prese a succhiarli i gemiti di Brittany divennero più insistenti:

“San..” la pregò.

La latina allora scese con le labbra sul suo ventre e baciò quelle forme scolpite accarezzandole i fianchi e scendendo a toglierle gli shorts. Quando li sfilò si accorse che la biondina aveva già le mutandine tutte bagnate e rise tra se,poi tornò al basso ventre della ragazza mentre con un dito le accarezzava l’intimo mandandola in visibilio:

“San…toglile…ti prego…” si dimenò facendo tintinnare la catena delle manette.

“Non c’è fretta” ridacchiò la latina sfilandosi gli stivali e tornando su di lei,per riprendere quella lenta tortura.

Le aprì le gambe e prese a baciare il suo interno coscia passandovi la lingua più volte.

Brittany cercava di liberarsi anche se sapeva che era impossibile,ma non riusciva a fare altro e moriva dalla voglia di lei.

Quando Santana si decise a sflilarle le mutandine sentì quasi un coro dell’hallelujah:

“Sbrigati..” la implorò nuovamente aprendo di più le gambe.

L’ispanica le accarezzò il clitoride con un dito e prese a tracciarvi dei piccoli cerchi mentre la bionda chiudeva gli occhi:

“Guardami!” le disse isterica. Santana si fermò un momento e la guardò negli occhi,baciandola velocemente.

“Ti sto guardando”

“Mangiami” le sussurrò.

Fissando quegli occhi carichi di lussuria,la latina deglutì e non potè opporsi alla decisione della bionda…in realtà non lo voleva affatto.

Si chinò tra le sue gambe e iniziò a leccarle il clitoride completamente bagnato e ogni suo movimento corrispondeva a un gemito della bionda:

“Ah…Dio,si…San…” la mora continuava imperterrita scossa dai brividi che quel sapore meraviglioso sulle labbra le regalava.

Poi inserì un dito e iniziò a muoverlo sempre più a fondo mentre Brittany,completamente vittima di quanto stava accadendo iniziava a portare avanti i fianchi e si dimenava facendo tremare la testata del letto.

Quando Santana prese a succhiare anche il suo clitoride,la bionda credette di morire dal piacere,sentì come un fuoco nascere dal suo basso ventre e protrarsi per tutto il suo corpo:

“San…San sto…ah…” l’urlo di Brittany anticipò una copiosa colata dal suo intimo,che Santana accolse tra le labbra eccitata da impazzire,nel vedere il corpo della sua donna scosso in quel modo.

Scivolò sul suo corpo e raggiunse il suo viso. Lei aveva ancora gli occhi chiusi,respirava affannosamente e la sua fronte era imperlata di sudore:

“Che ne dici di liberarmi?” propose.

“Se è proprio necessario..” sorrise la mora liberandola dalle manette e lanciandole lontano.

La baciò e Brittany colse l’occasione per accavalciarsi su di lei e strapparle di dosso il reggiseno rosso. Strinse forte quei seni perfetti con entrambe le mani e l’ispanica si morse le labbra mentre la bionda andava a morderle l’orecchio sinistro. Intanto le sfilò i pantaloncini neri:

“Lopez,ma ti sei vista?” sorrise “Sei fradicia” disse mordendosi le labbra intrigata.

“E’ colpa tua Pierce,è sempre colpa tua!” la ballerina le sfilò senza aspettare anche quell’ultimo indumento e si strusciò sensualmente su di lei provocandole un gemito,poi lo fece di nuovo,e ancora una volta,mentre la latina chiudeva gli occhi disperata:

“Brit…ti voglio dentro di me…adesso!” sussurrò decisa,ma non ebbe il tempo di finire la frase che la bionda l’aveva penetrata con due dita facendola gemere:

“AH”

Prese a muoversi dentro di lei mentre Santana ansimava impazzita,e si portava con le anche verso di lei:

“Brit…Madre de Diòs…Ah…”

Mentre Brit inseriva il terzo dito Santana quasi gridò,mentre umori copiosi inondavano le dita della bionda. Quando vide che Santana stava per venire,si fermò e sostituì le dita con la lingua:

“AAAAH” prese a penetrarla veloce,mentre con un dito le massaggiava velocemente il clitoride.

Santana iniziò ad ancheggiare più forte fino a quando,con un urlo liberatorio,non se ne venne abbondantemente sulla bocca dell’altra,che sorrise soddisfatta per poi raggiungerla e guardarla,ancora scossa,con gli occhi chiusi e il respiro affannato.

Poggiò la fronte sulla sua puntellandosi sui gomiti,e a quel punto la mora aprì gli occhi e si tuffò in quegli occhioni azzurri che la guardavano:

“Sei bellissima” sussurrò la bionda sorridendo e poggiando le labbra sulle sue in un lieve bacio.

“Brit..ricordi cosa ti ho detto quando ci siamo sentite per telefono?” chiese l’ispanica ancora provata.

“Hai detto di ricordarti di dirmi una cosa..” annuì Brittany.

“Esatto”

“Cosa volevi dirmi,San?” chiese piano.

“Che sei la cosa più bella che ho Britt..e ti amo” disse dolce portandole una ciocca di capelli biondissimi dietro l’orecchio.

“E’ ..la cosa più bella che tu mi abbia mai detto..” bisbigliò la bionda “Ti amo anch’io San…come non ho mai amato in vita mia..” si scambiarono un tenero bacio,carico di parole non dette.

Poi Brittany abbandonò la testa sul petto nudo e norbido della ragazza e si addormentarono lentamente…













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Angolo dell'autrice:

Bene,FINALMENTE ECCOLO! Spero di non aver causato infarti a nessuno,a me fa sempre un certo effetto leggerlo. E devo dire che dopo aver sparso dolcezza ovunque,un pò di 'violenza' ci stava proprio XD

Now fatemi sapere cosa ne pensate,che effetto vi ha fatto,tutto quello che vi pare,aspetto tantissimerrimi commenti,altrimenti giuro che le faccio chiudere in un convento di clausura u.u (Suor Santana,pwauhahahahahahahahah XD) 

Bomboletta.

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Capitolo 16
*** Don't You Want To Tell It To Your Adorable And Understanding Boss? ***


Santana era nel suo ufficio,le persiane erano chiuse così,lontana da occhi indiscreti,poteva starsene comodamente sdraiata sul divanetto,le braccia dietro la testa.


A qualche metro da lei Jhonny stava montando su una parete la lavagna interattiva che le era da poco arrivata e trafficava con cavi e prese:


“C’è scritto che il montaggio deve avvenire con l’intensità elettrica ridotta al minimo,o rischi una scossa..” disse Santana sfogliando il manuale delle istruzioni e dandogli una dritta di tanto in tanto.


“Considerando il caldo che fa qui dentro i caloriferi devono essere al massimo,non credo che l’intensità elettrica sia ridotta al minimo” commentò il giovane allentandosi la cravatta e aprendo un paio di bottoni della camicia color pece.


“Beh,puoi solo morire folgorato..” rise la donna guardandolo inginocchiato a studiare dei cavi.


“Che sarà mai” alzò le spalle lui “Ora come ora,potrei accettare la proposta!” brontolò.


“Perché?” lei alzò un sopracciglio e lo guardò. Il ragazzo sorrise amaro.


“Nulla…faccende private…” cercò di sviare.


“Non vuoi raccontarle al tuo adorabile e comprensivo capo?” finse uno sguardo dispiaciuto.

Lui scoppiò a ridere per quegli aggettivi che non si addicevano di certo alla latina e si beccò una penna in testa.


“E’ la mia ragazza…” iniziò lui.


“Ti ascolto” lo incitò Santana.


“Conviviamo da qualche mese…ma lei è…troppo gelosa,ecco…”


“E perché mai?”


“Non le piace che passi del tempo con la mia migliore amica…tempo che,visto il lavoro,è molto poco…e vede una minaccia in ogni donna che mi si avvicini…quando le dico che torno tardi per il lavoro,sospetta che in realtà vada chissà dove a divertirmi…cose del genere…” accorciò.


“Hai provato a parlarle?” chiese la donna seriamente interessata.


“Si…ma non mi crede…”


“Non è bello che la tua ragazza non abbia fiducia in te…da quanto state insieme?”


“Due anni..” rispose lui.


“E dopo due anni non si fida ancora di te?”


“Il fatto è che mi dispiace litigare con lei” Jhonny si sedette sul pavimento e la guardò “Anche se il torto è decisamente suo,non mi piace tornare a casa e ricevere quella freddezza…va avanti da settimane…”


“Senti,ho un’idea…perché non provi con una cenetta romantica?”


“Una…cenetta romantica?” il rosso la guardò scettico.


“Certo! Deve pure esserci un posto che ha significato tanto per voi…un mazzo di fiori,musica soft in macchina…e vestiti eleganti…e ti prego,non dirmi che non puoi permettertelo perché guadagni un bel gruzzolo!”


“Non la facevo un tipo da cenette romantiche” ridacchiò lui “Però è un’idea…potrei provarci!”


“Ottimo!” disse lei mentre lo guardava di nuovo alle prese coi fili. Il telefono dell’ufficio squillò ma Santana sembrava troppo pigra per fare due passi.


“Non risponde?” chiese Jhonny.


“Fallo tu..” biascicò lei.


“Ma sto…”


“E’ un’ordine!” ringhiò. Lui rise e andò a rispondere.


“Pronto? Si? No..non hai sbagliato ufficio,sono Jhonny…alla grande a parte che lotto da ore con una lavagna e te?” Santana lo guardava curiosa “Certo…si è qui…te la passo!” lui allontanò la cornetta dall’orecchio e guardò Santana “E’ la tua donna!” disse tranquillo.


L’ispanica sgranò gli occhi e arrossì,vista la frase che di certo non si aspettava da Jhonny. Si alzò e prese il telefono sibilandogli un:


“Devi spiegarmi un paio di cose…Pronto?” rispose poi.


“San ho trovato lavoro!” trillò Brittany dall’altra parte.


“Oddio Britt è stupendo!Ma dove?” sorrise felice.


“Maestra d’asilo…sono andata al colloquio questa mattina e mi hanno detto che sono perfetta!” disse esaltata ed emozionata “Non è lontano da casa e poi mi piace,mi diverto con i bambini!”


“Tesoro,è una notizia fantastica! Che ne dici di festeggiare? Questa sera da Breadstrix!” propose la ragazza.


“Mi sembra perfetto!”


“Ottimo! Ti passo a prendere alle otto,ok? Tu fatti bella!”


“Mmmh,ho già in mente qualcosa..” ridacchiò Brittany.


“Cosa?”


“Vedrai…a questa sera!”


“A dopo Britt..”


“Salutami Jhonny!”


“Ok” brontolò la latina riattaccando la cornetta e guardando torvo il ragazzo che sembrava essere riuscito finalmente ad accendere la lavagna interattiva “Jhonny Stevens” il ragazzo tremò sentendo pronunciare il suo cognome “C’è forse qualcosa che vorresti dirmi?” sibilò.


“Lo chiedo a lei,capo!” disse lui con sangue freddo fissando la lavagna.


“Come sai di me e Brittany?” lui si voltò e voleva scoppiare a riderle in faccia vista la sua espressione e il colorito del suo viso,ma poi meditò sulle conseguenze e decise di lasciare perdere.


“Beh…le do un consiglio…sarebbe il caso di chiudere le persiane quando avete voglia di amoreggiare…” la guardò negli occhi con un sorriso soddisfatto.


“Ci hai viste?” chiese ancora più incredula dandosi mentalmente dell’idiota.


“Certo! E’ stato uno spettacolo molto gradevole,da rifare!” scherzò.


“Stai giocando col fuoco” lo minacciò l’ispanica.


“Andiamo,non faccia una tragedia…quell’adorabile biondina me lo ha anche confermato!” rise.


“Prego?” Santana sperò di aver capito male.


“L’altro giorno…al centro commerciale! Ma lo avevo già capito…ci sarà un motivo se le impiegate la guardano in quel modo…”


“Jhonny,vai fuori,mi stai imbarazzando!” sibilò Santana. Lui prese a ridere.


“Ottima scelta comunque! E’ davvero bella! Ed è dolcissima,non come lei!”


“Vai fuori da questo ufficio…adesso!” scandì le parole stringendo i pugni.

Lui si alzò e si lisciò la camicia e corse alla porta.


“La lavagna è in funzione,si ricordi di spegnerla prima di andare via…oh,e indossi quelle decolté nere che mette spesso per l’ufficio questa sera…sono sexy!” gli schiacciò l’occhio per poi scappare via prima di ricevere qualcosa in faccia.

Santana si sedette nuovamente sul divano e sbollì lentamente l’imbarazzo che quell’idiota era riuscito a metterle addosso. Il suo ufficio restò vuoto solo per qualche secondo,poi un lieve bussare e la porta si aprì di scatto:


“Buongiorno bellezza!” sorrise Quinn “Indovina? Abbiamo visite!” da dietro la gamba della bionda spuntò Beth sorridente.


“Guarda un po’ chi c’è!” un sorrisone si aprì sul volto di Santana “Ciao B!” allargò le braccia e la piccola le si lanciò addosso.


“Ciao Santana!” rise.


“Mamma mia quanto siamo belle oggi!” la guardò nel suo completino viola pastello  prendendola tra le sue braccia.


“Me lo ha comprato Quinn!” spiegò lei ammirandosi.


“Ti sta un incanto! Non sembri nemmeno imparentata con quella lì!” disse indicando Quinn e facendo ridere la bambina.


“Posso lasciartela per un paio d’ore?Ho un colloquio!” supplicò Quinn.


“Ma certo! Ce ne andiamo al Mc Donald,ti va,piccina?”


“Mi compri l’happy meal? C’è la sorpresa dei puffi!”


“Certo! Non possiamo mica perderci i puffi!” sorrise la latina.

Adorava quella bambina e in quelle settimane aveva preso molta più confidenza sia con i suoi genitori che con la gente che stava loro intorno.

“Grazie” la abbracciò.


“Vai via Febray,non ci servi più!” annuì la mora facendo ciao a Quinn con la mano.


“Ok,ciao tesoro!” la bimba fece ciao alla mamma che sparì oltre la porta scuotendo la testa rassegnata..










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Angolo dell'autrice

Allora,prima di tutto vorrei ringraziare le fedelissime che hanno recensito come sempre,anche se mi rendo conto che le recensioni dell'ultimo capitolo erano alquanto giusto un pò incomprensibili,ma ne capisco la ragione :P

Allora,il prossimo capitolo avrà una sorpresa...ci sarà un flashback che riprenderà un momento molto importante chiaramente omesso negli episodi,ma non voglio anticipare nulla u.u

Inoltre stiamo per giungere al termine di questa fic. Credo ci sarà un massimo di altri 5-6 capitoli.

Però su con le recensioni,vi vedo fiacche u.u se non vi piace non pubblico più,che problema c'è,basta dirlo u.u

Sweet Lady Kisses to everyone :D 
 

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Capitolo 17
*** Our First Time! ***



Premessa: Come già anticipato alla fine del capitolo precedente ci sarà un flashback contrassegnato in corsivo. Nulla da aggiungere,ci vediamo sotto :D








Santana aveva suonato al campanello della sua stessa abitazione alle otto spaccate. Quando Brittany accorse ad aprire,la mascella dell’ispanica sfiorò pericolosamente il pavimento: indossava il vestito verde acqua che lei le aveva regalato.

Era uno dei suoi preferiti,ma addosso a lei…Dio,faceva tutt’altro effetto.

Le scarpe erano nere,così come il leggero copri spalla che lasciava intravedere la sua candida scollatura. Il trucco era semplice e perfetto: un leggero strato di ombretto dello stesso colore del vestito,una sottile linea di eye-liner e mascara nero che accentuava le sue lunghe ciglia.

La osservava con un sorriso a dir poco radioso. Santana boccheggiò un paio di volte prima di riuscire a parlare,poi cercò di mettere su una delle sue tipiche espressioni ammalianti:


“Hey bionda,posso offrirti da bere?” le disse.


“Mi piacerebbe signorina,ma sono già impegnata…la mia ragazza è parecchio gelosa” rispose lei sorridente guardando il cielo.


Santana salì i due gradini con un balzo e le cinse la vita,poi si immerse in quei due zaffiri scintillanti:


“Sei bellissima!” le sussurrò prima di depositarle un dolce bacio sulle labbra “Mi cambio e sono subito da te!” sfrecciò di sopra senza darle il tempo di ribattere.


Scese dieci minuti dopo,avvolta da un abito color panna che metteva in mostra le sue curve perfette; corto fin sopra il ginocchio,accompagnato dalle stesse decolté che qualcuno le aveva consigliato e che lei,suo malgrado,aveva indossato.

Una giacca nera e corta la proteggeva dalle intemperie e il trucco era pressappoco quello che adoperava ogni giorno per il lavoro,a parte qualche elegante aggiunta: ombretto candido in contrasto con la sua pelle,eye-liner nero e un velo di rossetto rosso sulle labbra. Quando Brittany la vide sorrise:


“Hey,vuoi portarmi a cena o vuoi andare a fare conquiste?” rise.


“Nessuna conquista,sto portando la mia donna fuori a cena” le rispose prendendola per mano. Insieme varcarono la soglia e si diressero al ristorante.


 
 
La cena era stata davvero ottima,e le due ragazze l'avevano trascorsa a parlare del nuovo lavoro di Brittany e di quanto la giovane n fosse contenta:


"E poi non mi piaceva l'idea di stare a casa,lì mi annoio a morte...e non posso certo pulire tutti i giorni casa! Almeno avrò la mia autonomia...e poi adoro i bambini,con loro mi diverto! Non vedo l'ora di cominciare!" aveva detto a Santana saltellando allegra come sempre.

Adesso stavano passeggiando sul molo,mano nella mano.

Era una serata tranquilla,non troppo fredda e le luci natalizie che ormai iniziavano a riempire la città mettevano allegria e illuminavano il pontile a festa. Santana si fermò e si appoggiò alla ringhiera,seguita da Brittany,poi la guardò:


"Britt...è stata davvero una splendida serata...ma sai,se stasera ti ho portata qui,non è solo per festeggiare il tuo nuovo lavoro...c'è...anche un altro motivo" le disse.


"Quale?" chiese la bionda seria.


"Sai...che giorno è oggi?"


"È il sei dicembre.." annuì la ragazza guardandola assorta.


"Esatto...ricordi cosa è successo il sei dicembre di sei anni fa?" le chiese allora.


 
 
"Accidenti,c'è proprio una tempesta fuori" notò Brittany guardando fuori dalla finestra "Domattina ci sarà un sacco di neve con cui giocare!" rise voltandosi verso Santana,distesa sul letto a qualche metro da lei.


"Sicuramente!" la ragazza ricambiò il sorriso stringendosi di più nel suo enorme maglione.

Era il primo week-end di dicembre,ed era riuscita a convincere i suoi genitori a mandarla per un paio di giorni in uno chalet in montagna insieme a Brittany e i suoi genitori.

Non amava particolarmente le temperature fredde,la costringevano a portare maglioni di lana extra large e le sue labbra erano costantemente spaccate o fredde. Ma era con Brittany e tanto bastava a farle dimenticare tutto il resto:



"Però mi dispiace che Quinn non sia potuta venire.." esordì la bionda voltandosi verso l'amica.


"A me no" disse la latina tra i denti "Forse era troppo impegnata a fare gli occhietti dolci a Jack per pensare a noi!"


"Pensi ancora a quei due?"


"Non la sopporto!" ringhiò Santana.


"Ti piace così tanto questo Jack?" le chiese Brittany con una punta di inspiegabile gelosia.


"No.." ammise l'altra "No me gusta en absoluto..È che Quinn vince sempre tutto...è la capo cheerleader,è la più bella della scuola ed è la preferita di tutti!" si lamentò mentre l'amica si sedeva vicina a lei.


"Non è vero che è la preferita di tutti...la mia preferita sei tu!" sorrise innocente.


"Sul serio?" chiese l'ispanica non riuscendo a non sorriderle sinceramente.


"Si...e poi non capisco cosa avresti dimostrato uscendo con Jack.."


"L'avrei fatta arrabbiare.." alzò le spalle la ragazza.


"Poi ci saresti andata a letto e sarebbe finita lì" concluse la bionda..


"Può darsi.." Santana la guardò "Britt...mi abbracceresti?"


"E me lo chiedi?" sorrise e si stese vicino a lei stringendola tra le sue braccia.

La latina si strinse all'amica,affondando il viso sul suo collo e inebriandosi del piacevole odore del suo shampoo:



"Sai.." disse piano la biondina "Certe volte mi piacerebbe che la gente conoscesse questa Santana...quella dolce,simpatica e protettiva...capirebbero tante cose..."


"Non succederà mai Britt...La gente vedrà sempre la Santana stronza e temibile...io...riesco a essere così solo con te..." ammise.


"Mi sta bene" sorrise Brittany contenta dentro di se di quella esclusiva. Le prese la mano scoprendovi una piacevole fonte di calore.


"Hai freddo?" chiese Santana sentendola,al contrario,gelata.


"Un pò...tu invece sei così calda..."


"E come potrei non esserlo con questo maglione addosso?" ridacchiò l'ispanica "In compenso ho le labbra intorpidite dal freddo!"


"Intorpi che?"


"Intorpidite...significa che hanno freddo" spiegò la ragazza trattenendo un sorriso per l'ingenuità dell'amica. Brittany portò il pollice sulle labbra della ragazza e il gesto per qualche strano motivo la mise in imbarazzo:


"A me sembrano calde.." notò la ragazza.


"Non lo sono...è solo che le tue mani sono più fredde..dovresti metterti qualcosa addosso.." le disse,ma non finì di dirlo che la bionda appoggiò le sue labbra calde sulle sue.

Santana avvampò sorpresa e il suo cuore iniziò a martellare impazzito. Fu un contatto di pochi secondi,poi Brittany si allontanò:



"Hai ragione...sono fredde..." notò.


"Già.." calò un silenzio carico di trepidazione,Santana era tesa,il suo sguardo fuggente cercava di scrutare qualunque cosa al di là della ragazza,ma alla fine veniva attirata inevitabilmente da quegli occhioni azzurri.

Dal canto suo la bionda sembrava si stesse rendendo conto,solamente in quel momento di aver baciato l’amica,quasi senza rifletterci,trovando involontariamente un espediente per assaggiare quelle labbra che le erano sempre apparse così invitanti:



"Vuoi...che riprovo?" chiese esitante,esprimendo ad alta voce il suo pensiero.


L’ispanica annuì di getto,come un automa e le sembrò che il suo cervello fosse in standby visto che altrimenti si sarebbe fermata. L’istinto invece l’aveva portata ad annuire a quella richiesta pazza e inaspettata.

Fu un attimo e di nuovo Brittany si avvicinò facendola arrossire di nuovo. Stavolta durò di più...dopo una breve attesa,Santana sentì che l'amica iniziava a muovere le labbra sulle sue e fece lo stesso.

Tremava e si sentiva confusa.

Scoprì che le labbra di Brittany erano morbide,non come quelle dei ragazzi,che il suo viso era liscio,così diverso da quello ispido dei tanti ragazzi con cui era stata,e lo accarezzava lievemente.

Si sorprese quando la ragazza prese a morderle piano il labbro,così decise di provare a fare una cosa,sperando che l'amica non la prendesse a calci.

Socchiuse le labbra e incerta intrufolò la lingua tra le labbra di Brittany.

Sembrava quasi che lei non aspettasse altro,e quando le loro lingue si trovarono sussultarono.

Santana sentì il viso in fiamme,decisamente il freddo di poco prima era un ricordo ormai lontano. Accarezzò la lingua di Brittany e sentirla fare lo stesso le fece venire una piacevole sensazione di vuoto allo stomaco.

Si rese conto che il suo sapore era dolce,zuccheroso...decisamente il più buono tra tutti quelli degli innumerevoli ragazzi con cui era stata. Si sentiva emozionata come non lo era stata nemmeno la prima volta in cui aveva baciato un ragazzo.

Brittany si allontanò da lei giusto il tempo di respirare e la guardò:



"Mi piace baciarti" disse.


"Anche a me piace.." ammise arrossendo.


"Hai un buon sapore.." aggiunse prima di avventassi nuovamente sulle sue labbra.

Lentamente la biondina si accavalciò sull'altra,sdraiandosi su di lei.

Questa volta,con un minimo di sicurezza in più Santana le cinse i fianchi e de accarezzò la schiena,ma restò ancora una volta di stucco quando Brittany abbandonò momentaneamente le sue labbra per baciar il suo collo,proprio sotto l'orecchio.

L'ispanica rabbrividì a quel tocco:



"Stupido maglione!" protestò la bionda quando si accorse che l'indumento di Santana copriva buona parte del suo collo "Posso toglierlo?" le chiese arrossendo.

Ma la latina non riuscì a non annuire.

In un istante l'altra si liberò dell'indumento e si potè finalmente dedicare al collo della ragazza senza che qualcosa glielo impedisse.

Santana affondò una mano tra i biondi capelli dell'amica e sospirò...si rese conto in quel momento che la situazione le sfuggiva lentamente di mano: Brittany infatti aveva sollevato un pò la maglia di cotone che Santana indossava sotto il maglioncino,e le stava accarezzando la pelle calda e nuda.

La sua mente era annebbiata,iniziava a non capire più nulla.

Decise allora di prendere per un momento il controllo della situazione prima di perderlo totalmente per capire fin dove l'amica volesse arrivare.

Si sedette sul letto trovandosi Brittany seduta addosso,la fece stendere e invertì le loro posizioni.

Le sfilò il maglioncino celeste,ma avvampò alla scoperta che Brittany indossava soltanto un reggiseno blu di sotto. Si bloccò e la vista le si annebbiò:



"Qualcosa non va?" le chiese Brittany vedendola esitare.


"No.." mentì Santana,che per la prima volta aveva di fronte un corpo così diverso da quello dei ragazzi con cui era stata e così simile al suo.

Prese a baciare il seno di Brittany e la sentì ansimare.

Il cuore le stava scoppiando in petto,le sue mani tremavano,la sua mente era annebbiata e i brividi le percorrevano il corpo di continuo,ma non si sarebbe fermata per nulla al mondo.

Senza quasi rendersene conto privò la bionda anche dei suoi pantaloni e la lasciò in intimo: un perizoma dello stesso colore del reggiseno,che per qualche strano motivo la eccitò da morire:



"Britt...se vuoi che mi fermo...dimmelo adesso..." sussurrò con voce rotta.


"Non fermarti.." rispose la bionda in un sussurro.

Santana tremò a quella frase e deglutì...era qualcosa che non aveva mai fatto e aveva paura,ma ciò non le impedì di sfilare le mutandine a Brittany.

La vista della sua intimità umida di eccitazione fece salire visibilmente la temperatura del suo corpo.

Con mano inesperta iniziò un lento massaggio che fece ansimare la bionda. Sentirla gemere e sapere che era lei la causa di quel piacere le piaceva,Dio se le piaceva.

Si sentiva goffa ed era intimorita da quella situazione,abituata com'era a sentirsi una pantera in quel genere di circostanza,ma non si fermò. Quando,pochi minuti dopo,Brittany raggiunse il culmine,quasi urlando il suo nome,si sentì soddisfatta e appagata e si stese accanto a lei con un sorriso imbarazzato.

Brittany però si diede solo qualche minuto di pausa per riprendersi,momenti che trascorse senza smettere di baciare Santana,nemmeno un istante.

Poi la bionda decise di farle provare le stesse meravigliose emozioni che aveva provato lei e privò velocemente l'ispanica dei suoi abiti.

Mentre tutto ciò accadeva inesorabilmente,tra i gemiti di piacere,Santana si ritrovò a pensare a quanto il tocco di Brittany fosse delicato,morbido,piacevole,meravigliosamente diverso da quello degli uomini.

Ma la cosa che la colpì realmente,fu che mentre la toccava,non smetteva mai di guardarla: quegli occhi azzurrissimi erano incatenati ai suoi,quasi la volessero spogliare di ogni segreto e lei riusciva a leggervi solo purezza,e quell'innocenza che tanto la distingueva da chiunque altro.

Strinse convulsamente il piumone che ricopriva il letto e chiuse gli occhi,ma sebbene lo sforzo,quasi urlò quando toccò il cielo con un dito.

Brittany si appoggiò accanto a lei e cercò subito le sue braccia accoglienti.

La strinse mentre il cuore di Santana batteva forte come non mai.

Quella sera la latina capì per la prima volta in vita sua l'enorme differenza tra quanto era successo con Brittany e ciò che aveva provato tante altre volte con ragazzi qualunque,si voltò e le baciò la fronte:



"Ti voglio bene Britt.." le sussurrò all'orecchio…



 
"Quella sera ho scoperto cosa significasse fare l'amore…e anche se l'ho negato per tanto tempo,anche a me stessa,l'ho capito subito…che ti avrei amata…" Santana la guardò appoggiata a quella ringhiera,mentre la osservava assorta nelle sue parole "E adesso…siamo qui,dopo sei anni…insieme…volevo festeggiare l'anniversario di uno dei giorni più belli della mia vita.." sorrise dolce,mentre Brittany si avvicinava e la stringeva forte a sé "Hey…non ho ancora finito" il suo sorriso si allargò mentre tirava fuori dal taschino della giacca un pacchettino.


"Vuoi proprio farmi piangere?" chiese la biondina con occhi lucidi.


"Aprilo" la incitò Santana.

La ragazza aprì il pacchetto e ne tirò fuori due anelli: erano in oro bianco,semplici ed eleganti; in uno dei due era inciso il nome di Brittany,nell'altro quello di Santana. La bionda sorrise,mentre prendeva quello con inciso il nome di Santana e lo indossava:


"E' bellissimo,San"


"Così…ogni volta che li guarderemo…penseremo a quella sera…a quanto ha significato…e ci renderemo conto che siamo ancora qui,sei anni dopo…" sorrise anche lei indossando il suo anello.


"Sarebbe scontato se ti dicessi che ti amo?" le chiese Brittany cingendole il collo e appoggiando la fronte alla sua.


"Non è mai scontato…e poi non mi stancherò mai di sentirmelo dire"


"E io non mi stancherò mai di ripetertelo.." si baciarono,mentre una lieve brezza accarezzava i loro capelli e sembrava dar loro una sorta di benedizione della natura,poi,cullate dal suono del mare,si avviarono all'auto,posteggiata poco lontano,per fare ritorno alla loro casa e alla loro vita…










_________________________________________________________________________________

Angolo dell'Autrice:

SI,lo so,se in questo momento vi tagliaste le vene ne uscirebbe miele allo stato puro visto l'eccessivo dosaggio di smancerie di questo capitolo. Ma che volete farci,ci casco anch'io di tanto in tanto XD

Ho provato a immaginare come sarebbe stata la loro prima volta e mi sono detta:

'Sicuramente deve essere imbarazzante farlo con la tua miglire amica per la prima volta' così ho realizzato che anche Santana si sarà sentita in imbarazzo. Ed ecco qui il risultato,l'idea della casetta in montagna era necessaria perchè mi serviva una situazione di vicinanza e una motivazione per farle iniziare. 

Beh,fatemi sapere :D

I've gotta gay :P
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 18
*** You can bet on me ***


“Che poi scusa,ma non ne vedo la ragione!” sbottò Santana mandando giù l’ultimo sorso di cappuccino e gettando il bicchiere nel cestino accanto.


“La ragione c’è eccome!” le rispose Quinn con fare pensieroso.

Erano nell’ufficio di Santana,in pausa caffè,la latina era seduta dietro la scrivania,mentre Quinn era davanti a lei distesa su una poltroncina.


“Mi sembra che le cose vadano a gonfie vele…o sbaglio? Insomma…Beth è finalmente dove dovrebbe essere! E’ stato il tuo più grande rimpianto Quinn,diciamoci la verità..a diciassette anni non eri pronta per crescere una bambina,ma ora lo sei…hai un buon lavoro che ti frutta anche parecchio,e tra parentesi non potresti desiderare colleghi migliori” rise indicandosi “E il padre di tua figlia ha finalmente trovato un serio impiego e si è praticamente trasferito a casa tua!” concluse.


“Lo so…appunto…è tutto così…perfetto…”


“E di che ti lamenti allora?” la ragazza alzò un sopracciglio.


“Non mi lamento…ma se succedesse qualcosa? Se ad esempio…tornasse Sam?” sparò.


“Non vedo perché dovrebbe tornare! Non solo si sarà reso conto di aver fatto la cavolata del secolo a mollarti,ma per di più saprà che se torna lo prendo a cazzotti in faccia!” disse infervorandosi. Quinn rise:


“E’ l’ultima cosa che voglio…che lui torni intendo…” annuì.


“Oh mio Dio…” l’ispanica sgranò gli occhi illuminata all’improvviso.


“Cosa?”


“Ci sei andata a letto!”


“Eh?”


“Con Puck! Stronza di una Fabray,ecco perché ti fai le paranoie! Ci sei andata a letto!” le puntò un dito contro.


“Santana ma ti ha dato di volta il cervello?” iniziò,ma il colorito del suo viso la tradì.


“Non me la conti,traditrice! Non mi hai detto nulla!” spalancò la bocca. Quinn chinò la testa rassegnata.


“E va bene…è vero…ma non era programmato…insomma…sai,con Beth…e tutto quello che è successo…ci siamo trovati nuovamente vicini…”


“E’ sempre meglio di bocca da trota” annuì Santana. In quel momento il capo irruppe nell’ufficio diciassette.


“Buongiorno signorina Lopez! Signorina Fabray!” disse entrando sorridente.


“Buongiorno capo!” trillarono all’unisono le due ragazze.


“Sono venuto qui a proporle una sfida!” disse rivolto a Santana.


“Una sfida?”


“SI..sa che credo molto nelle sue capacità perciò ho pensato a lei per questo compito…” spiegò serio sedendosi di fronte a Quinn.


“Quale compito?” chiese la donna.


“Suppongo lei abbia sentito parlare di Bill Coleman”


“Certo..è uno degli stilisti esordienti più in gamba degli ultimi anni…l’ho sentito nominare,ma non l’ho mai incontrato…perché me lo chiede?”


“Gli ho proposto di lavorare qui…ma purtroppo non sono l’unico a cercare di accaparrarselo…una celebre agenzia New Yorkese richiede i suoi servigi…e certamente un lavoro a Manhattan non è come un impiego a Lima…quindi ho bisogno di un’opera di convincimento…da parte sua…”


“Mia?” Santana si indicò sorpresa.


“Si…ti ho organizzato un appuntamento con lui,qui…dovrai trovare qualche valida argomentazione per convincerlo a lavorare qui con noi…o almeno provarci…” la latina fu sconvolta dal fatto che il capo le desse del tu all’improvviso.


“Ah…beh,d’accordo capo…posso provarci anche se non garantisco nulla…e quanto tempo ho per studiare un piano?” l’uomo guardò l’orologio mentre si alzava e si preparava a uscire.


“Direi circa un’ora…”


“Cos…Un’ora?! Credevo parlassimo di giorni!” si alzò infastidita dall’aria così tranquilla del suo superiore.


“I tempi stringono signorina Lopez,sarà qui tra poco quindi si faccia venire un’idea…se riuscirà,avrà la ricompensa che merita…e lei,signorina Fabray,perché non le da una mano?” disse uscendo senza dar loro il tempo di ribattere.

L’ispanica restò in piedi a fissare la porta,la bocca spalancata dallo stupore,mentre Quinn fissava a intermittenza lei e la porta con occhi sgranati:


“E adesso?” chiese.


“Adesso dobbiamo pensare Fabray…e capire quale stupido idiota sceglierebbe un impiego a Lima invece che a New York!” si passò una mano tra i capelli e si mise a ragionare… le sembrò che fossero passati cinque minuti quando qualcuno bussò alla porta. E ovviamente ne lei ne Quinn avevano trovato un’idea:


“Avanti!” il ragazzo entrò subito,in un completo elegante.


“Santana Lopez?” chiese.


“In persona!” Lei gli strinse la mano.


“Bill Coleman…E lei è?” chiese a Quinn.


“Quinn Fabray!” si presentò.


“Si accomodi!” Santana gli indicò la sedia.


“Non ti dispiace se ti do del tu,vero? Abbiamo la stessa età all’incirca” disse lui con un sorriso.


“Assolutamente no!” lei ricambiò il sorriso squadrandolo per bene.

Era molto alto,almeno un metro e ottantacinque,il suo fisico,sebbene coperto dalla giacca,sembrava scolpito. Aveva un colorito scuro,sembrava abbronzato,la mascella era squadrata e priva di barba,gli occhi di un verde che tendeva all’azzurro. Per finire capelli nerissimi,quasi rasati ai lati,un po’ più lunghi e scompigliati sulla testa. Nel complesso era veramente un bell’uomo:


“Allora..il tuo superiore mi ha convinto ad avere un appuntamento con te..”


“E pensa che io l’ho saputo un’ora fa..” brontolò.


“Allora…dimmi…cosa dovrebbe fermarmi dall’accettare il posto che mi è stato offerto a New York,per prendere in considerazione un posto qui?” chiese incrociando le braccia e gettando un’occhiata a Quinn.


“Beh,in realtà non è che ci sia un elenco sterminato di motivazioni valide per uno stilista emergente come te che riscontra già un discreto successo…” iniziò Santana nel tentativo di tergiversare. In quel momento entrò Jhonny e lei fu tentata di abbracciarlo per quei pochi minuti che le stava offrendo:


“Capo buongiorno,scusi l’interruzione…mi servirebbero un paio di firme su queste pratiche” disse mesto raggiungendola alla scrivania “Giorno..” disse poi all’uomo. Santana firmò quei fogli con estenuante lentezza,fingendo di darci un’occhiata.

Intanto il signor Coleman guardava incuriosito quell’impiegato che aveva interrotto i loro discorsi,squadrandolo a partire dai jeans scuri,passando sulla camicia bianca e la cravatta rossa,per poi soffermarsi sul viso:


“Ecco fatto,Jhonny!” disse Santana restituendogli il malloppo.


“Grazie mille…arrivederci!” disse rivolto a tutti e tre. Bill Coleman lo osservò uscire e seguì il suo tragitto,dettaglio che non sfuggì per nulla alla donna che gli stava di fronte. E a un tratto l’illuminazione:


“Tornando a noi,Bill…non so cosa può offrirti l’agenzia di New York,ma posso dirle cosa siamo in grado di offrirti noi…totale discrezione!”


“Discrezione? Non ti seguo” rispose lui mentre anche Quinn la guardava stranita.


“Qui sono tutte brave persone…e posso assicurarti che la tua omosessualità non sarà un problema per nessuno!” vide la sua amica impallidire e sgranare gli occhi.


“Cosa? Mi stai dando del gay?” disse lui cambiando espressione all’improvviso.


“Non c’è motivo di inalberarsi tanto,ti ripeto che in questo posto potresti anche essere un travestito,si fanno tutti gli affari propri..” disse mantenendo sangue freddo.


“Santana!”


“Ma con chi cavolo pensi di avere a che fare?Io non sono gay!” sbottò.


“Hey bello…puoi prendere in giro chi ti pare con quegli abiti seriosi e lo sguardo da duro…ma io gioco nella tua stessa squadra,non mi freghi mica!” disse lanciandogli uno sguardo penetrante.

Quinn era sul punto di svenire.

Ci fu un interminabile attimo di silenzio,poi successe qualcosa che nessuno si aspettava: Bill scoppiò a ridere.

E continuò a ridere per secondi abbondanti sotto gli sguardi confusi delle due ragazze fino a quando tra le risate non riuscì a dire:


“Mi hai decisamente beccato!Ahahahahahah!” a quel punto Santana lo seguì tra le risate fortemente risollevata visto che aveva appena rischiato il posto per aver dato del gay a un possibile dipendente dell’azienda “Hai un gay radar incredibile!”


“Oh,grazie!” rise lei. Lui si mise comodo in poltrona,come se si fosse tolto un enorme peso dalle spalle.


“E così…giochi nella mia stessa squadra!” ridacchiò di nuovo.


“Decisamente!”


“E qui a lavoro lo sanno?” chiese.


“Non proprio…diciamo che lo immaginano…non mi metto a gridarlo in giro,ma suppongo che il dubbio ce lo abbiano tutti!” disse lei.


“Perché non la smetti di dire stronzate e ammetti di esserti scopata la metà delle segretarie? Altro che dubbio,avranno sparso la voce!” si intromise Quinn guardandola male. Il ragazzo sembrò divertito dalla bionda:


“Oh oh! E tu? Sei la sua ragazza?”


“No assolutamente,a lei piacciono gli uomini!”  rispose Santana per lei con una nota di disgusto nella voce.


“Come ti capisco!” rise lui “Il nesso è che…lo sanno ma fanno finta di nulla?” tornò a rivolgersi a Santana.


“Esatto…non mi hanno mai creato problemi di nessun tipo,è un ambiente tranquillo! Parliamoci chiaro,Bill,non so se a Manhattan sarà lo stesso…però qui hai anche compagnia” gli schiacciò l’occhio “Certo…dall’altra parte New York…ci andrei anch’io se potessi…”


“Sai una cosa?Mi hai convinto! In fondo non mi piace il caos delle grandi città…E Lima sia!”


“Aaaaah!” strillò Santana saltellando e battendo le mani “Non te ne pentirai,te lo assicuro!” gli strinse entrambe le mani mentre Quinn rideva della scena.


“Adesso vogliate scusarmi,devo scambiare due chiacchiere con mister Walling…beh,ci vediamo a lavoro!” disse salutandole con la mano e uscendo dall’ufficio. Santana non riuscì a smettere di sorridere:


“Ma si può sapere come cavolo ci sei riuscita?” chiese Quinn boccheggiando.


“Merito di Jhonny,anche se mi costa dirlo…dovevi vedere come se l’è squadrato dalla testa ai piedi mentre usciva!”


“Tu sei pazza! Ti rendi conto che potevi rimetterci la carriera?”


“Chissenefrega! Non è successo!” rise “Heeeey!Ma è l’una!” disse quardando l’orologio.


“E allora?” chiese la bionda.


“Dì un po’,madre snaturata che non sei altro…la tua scricciola oggi non aveva il suo primo giorno d’asilo?”


“Oh già è vero!” rispose Quinn battendosi una mano in fronte.


“Anche la mia!” ridacchiò “E mi sa tanto che faceva da maestra alla tua!”


“Andiamo a prenderle?” sorrise dolce la ragazza.


“Si,prendiamo la mia auto” la latina afferrò le chiavi e uscirono dall’ufficio.





 
“Cavolo…questa scuola è un labirinto!” si lamentò Santana. Era la terza volta che le sembrava di percorrere lo stesso corridoio e non si vedeva in giro quasi nessuno.


“Guarda San,chiediamo a quella signora!” Quinn indicò una donna poco lontana che leggeva qualcosa su un foglio.


“Mi scusi…” l’ispanica le si avvicinò “Sto cercando Brittany Pierce..sa dove posso trovarla?”


“Certo,è la nuova maestra…è con i bambini in aula giochi” annuì.


“E come ci si arriva?”


“E’ facile…alla fine del corridoio girate a destra e poi andate sempre dritto!”


“Grazie mille!” le due ragazze si avviarono lungo la strada indicata. Finalmente varcarono la soglia dell’aula giochi.

La scena che si parò loro davanti era da riprendere: Brittany era seduta per terra a gambe incrociate,circondata da bambini,tra cui anche Beth,un libro tra le mani:


“TAGLIATELE LA TESTAAAA! Urlò la regina…e allora tutte le carte si misero a inseguire Alice” alzava gli occhi dal libro per imitare con gesti ampi delle mani le scene e i bambini pendevano letteralmente dalle sue labbra.

Santana si appoggiò allo stipite della porta,un sorriso ebete stampato in faccia,mentre Quinn aveva occhi quasi solo per la figlia:


“E Alice correva e correva…ma proprio quando le guardie della regina stavano per catturarla…” si interruppe e li guardò tutti uno per uno,senza accorgersi delle due donne.


“Che è successo?” chiese una vocina infantile.


“Alice si svegliò…e scoprì che il paese delle meraviglie lo aveva visto in sogno…che la regina di cuori non l’aveva condannata a morte…e che la sua mamma era ancora lì,vicino a lei!” sorrise.
In quel momento alzò gli occhi e vide Santana e Quinn:


“San!” il suo sorriso si fece più grande.


“Mamma!” urlò Beth lanciandosi ad abbracciare la madre. Quinn la prese in braccio con uno sguardo impressionato.


“Come…mi hai chiamata mamma?” le chiese mentre i suoi occhi si facevano lucidi.


“Certo! Sei la mia mamma!” la piccola la abbracciò con naturalezza sentendosi protetta tra le sue braccia sicure. Brittany si alzò e andò ad abbracciare Santana:


“Mi sembra un bel primo giorno!” rise l’ispanica.


“Decisamente!”


“Brittany..” una bambinetta dai capelli nerissimi e gli occhi azzurri strattonò piano i pantaloni della ragazza. Lei allora si chinò alla sua altezza:


“Dimmi Sarah”


“Ma allora…il paese delle meraviglie,non esiste?” chiese delusa.


“Ti dirò un segreto,ok?” la piccola annuì “In realtà esiste,io ci sono anche stata!” le disse complice.


“Davvero?” la bimba sorrise rincuorata.


“Certo che si!” lei allora si allontanò contenta.


 
Stavano camminando verso l’auto di Santana: l’ispanica teneva per mano la compagna,mentre Beth era ancora accucciata tra le braccia di Quinn e giocava distrattamente con i suoi capelli:


“Dì un po’…lo sai che il paese delle meraviglie non esiste…vero?” chiese Santana.


“Certo che esiste!” rispose lei con l’aria di chi ne sapeva molto,facendo scoppiare a ridere le altre due… 









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Angolo dell'autrice

Seraaaa! Innanzitutto grazie mille per gli splendidi commenti al capitolo precedente,troppo buone davvero,il mio alterego sale vertiginosamente ad ogni recensione per poi ripiombare nella semi oscurità XD

Ma bando alle ciance! 

Ebbene mancano ufficialmente 4 capitoli alla conclusione! Lunghi e corposi,ma pur sempre 4...molti mi hanno chiesto di proseguire ancora,ma purtroppo la decisione è stata presa anche perchè vorrei concludere coi botti di capodanno piuttosto che fare scemare la fanfiction diventando monotona e riducendovi alla noia più totale...ciò non significa che non pubblicherò altra roba u.u

Beh,fatemi sapere :D

Bomboletta

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Capitolo 19
*** She is Mine,OK? ***




“Ciao Santana!” Bill fece la sua comparsa nell’ufficio diciassette poco dopo l’ora di pranzo.


“Ciao Bill,come va il tuo primo giorno?” chiese sorridente togliendosi gli occhiali.


“Molto bene…questa è per te,da parte del capo!” disse porgendole una busta bianca “Dice che è il tuo…premio per avermi convinto a lavorare qui” rise.


“Oh,spero tanto sia un assegno!” scherzò la latina.


“A mio parere è molto meglio!” lui rise osservandola mentre apriva la busta con fare curioso. Ci mise un istante a sgranare gli occhi rendendosi conto poi di cosa aveva davanti:


“Oh mio Dio…sono…biglietti aerei?”


“Si,così mi ha detto…quattro biglietti,un’isola caraibica la prossima settimana in un villaggio turistico…è tutto completamente pagato”


“Sto per sentirmi male” boccheggiò la latina.


“Male? Passerai il natale in costume lontana da questo freddo,io starei benissimo al tuo posto!”


“Non vedo l’ora di dirlo a Brittany!” si lasciò sfuggire.


“Chi è Brittany?” chiese lui curioso.


“E’ la destinataria di uno degli altri tre biglietti!” rispose lei evasiva.


“E gli altri due?”


“Quinn e il suo ragazzo,sicuramente!”


“E Brittany è la tua ragazza..” non era una domanda.


“Beh…oh al diavolo,tanto tu sei gay,non ti arrapi mica per queste cose…si è la mia ragazza!” Santana arrossì involontariamente.


“Mi era sembrato di capire che tu fossi una sciupa femmine dal discorso di Quinn…ma avrò frainteso…” annuì.


“Lo ero…da quando lei si era trasferita in Europa alcuni anni fa…ma poi è tornata e…”


“Delle altre non ti importa più..” concluse lui con fare esperto.


“Assolutamente”


“Ascolta…volevo farti una proposta!”


“Dimmi!” la ragazza si fece attenta.


“Ho visto la tua nuova collezione…la trovo particolarmente intrigante…che ne dici di ideare un capo io e te? Una collaborazione…”


“Mmmmh…che genere di vestito? Parli di metterlo in commercio?”


“Nono…è solo un primo esperimento…un pezzo unico…potremmo esporlo da qualche parte o regalarlo a qualcuno,non so…questo si vedrà dopo…pensavo a un abito da cerimonia…elegante e di classe…” disse lui assorto.


“Mi piace l’idea…ci sto!Ma solo dopo che sarò tornata dai Caraibi!” ridacchiò.


“Affare fatto!” lui le strinse la mano soddisfatto “Vado a fare una telefonata…magari ripasso più tardi!” disse mentre usciva con un cenno.

Lei gli sorrise e tornò al suo lavoro. Durò poco,molto poco. Poi la porta si aprì:


“Buongiorno! Giungo per una comunicazione di servizio: Santana Lopez ha di nuovo finito il caffè questa mattina,lasciando una povera maestra innocente a bocca asciutta!” davanti l’uscio Brittany con una finta aria seriosa.


“E tu che ci fai qui?” sorrise sorpresa Santana.


“C’è la disinfestazione oggi a scuola,quindi resterà chiusa” annunciò la ragazza,poi iniziò a chiudere le persiane sotto lo sguardo divertito dell’altra.


“Si,ma io devo lavorare” la prese in giro.


“E allora? Non voglio mica distrarti!” disse la bionda avvicinandosi e baciandola con trasporto.


“E’ esattamente quello che stai facendo!” sussurrò lei, riprendendo comunque a baciarla.


“Oh oh,mi sa che ho interrotto qualcosa!” le due si staccarono all’istante e Santana,paonazza si accorse che Bill era di nuovo dentro il suo ufficio.


“Bill…entra pure,non interrompi nulla” anche Brittany era arrossita.


“Tu devi essere la famosa Brittany!” disse lui sorridendo.


“Ehm…ci conosciamo?” chiese lei confusa.


“Santana mi ha parlato di te!” si avvicinò “Bill Coleman,lavoro qui da poco..”


“Brittany Pierce” sorrise lei “Sono…un’amica di Santana..”


“Mmmh,e dire che ti ha spacciata per la sua ragazza!” si divertì lui. Brittany cercò lo sguardo di Santana che le sorrise rassicurante.


“Tranquilla Britt,Bill è gay..nessun problema..”


“Oh” lei sorrise più tranquilla “Perdonami…ma sai,con questa qui ho imparato a essere diffidente!” disse accennando alla ragazza.


“Le hai dato la notizia?” chiese Bill a Santana.


“Quale notizia?” chiese la bionda.


“Britt,ce ne andiamo ai Caraibi la prossima settimana,regalo del mio capo!”


“Cos..scherzi?” sgranò gli occhi.


“Mai stata più seria!”


“OMMIODDIOOOO CHE BELLOOOO!” la ragazza la abbracciò raggiante sotto lo sguardo curioso di Bill.


“Quinn e Puck verranno con noi,ma non lo sanno ancora” annunciò lei.


“E’ fantastico! San…scusa se cambio discorso…hai pranzato?”


“No”


“Vado a prenderti qualcosa allora,così discuti col tuo collega…”


“D’accordo…mi prendi un…”


“Hamburger con patatine e lattuga?” la anticipò ridendo.


“Si…tanta lattuga!” l’ispanica sorrise raggiante guardandola allontanarsi dall’ufficio.


“Mio Dio Santana…è adorabile!” disse l’uomo.


“Lo so”


“Cioè…sa pure cosa prenderti per pranzo!E’ un angelo!”


“Non tornare etero,ti prego!”


“Non corro questo rischio figurati!” ridacchiò lui.





 
Intanto,qualche minuto dopo,Brittany stava percorrendo uno dei corridoi del dodicesimo piano,stringendo tra le mani la busta con il pranzo,quando si imbattè in Kate che la squadrò dalla testa ai piedi con cipiglio quasi disgustato.

Brittany la riconobbe subito:


“Qualcosa non va?” le chiese neutrale.


“Dove vai,biondina?” le chiese quella con tono canzonatorio.


“A portare il pranzo alla mia ragazza!” annunciò lei con sguardo di sfida.


“Tsk…la tua ragazza…ne sei così convinta? Povera!”


“Beh,Kate,riflettici…” sentendosi chiamare per nome la rossa si irrigidì “Se non fosse perché sono la sua ragazza,perché mi avrebbe raccontato che non sei stata altro che una scopata tra le tante segretarie che si è fatta in questo posto approfittando del fatto che siete un branco di troiette?” chiese tagliente Brittany.


“Senti bellezza,non ti permetto di parlarmi così,è chiaro?” ringhiò lei avvicinandosi pericolosamente all’altra.


“Che vuoi fare? Vuoi picchiarmi sul lavoro? Non solo verresti licenziata,ma saresti costretta a utilizzare almeno un chilo di fondotinta per coprire l’occhio nero che ti ritroveresti…e considerando quanto già ne hai in faccia,risulteresti decisamente macabra!”


“Attenta a quello che dici,puttanella da quattro soldi,non ci sarà sempre lei a proteggerti!” minacciò Kate.


“Ti risulta che sia qui in questo momento? E hai il coraggio di dare della puttana a me quando delle due non sono io quella che si è fatta scopare usando la scusa del caffè…per poi farti abbandonare,visto che Santana è tornata subito al suo lavoro…non sai quanto rideva quando me l’ha raccontato! Ti dirò una cosa…sarai anche riuscita a portarle via le mutandine…ma io le ho portato via il cuore…è un bel traguardo non ti pare?” rise con aria di superiorità penetrandola con uno sguardo glaciale.
La rossa strinse i pugni e disse tra i denti:


“Non ho altro da dirti” poi girò i tacchi e si allontanò. Prima che sparisse dalla sua vista però Brittany richiamò nuovamente la sua attenzione:


“Kate!”


“Cosa vuoi?” le disse quella a distanza.


“Per la cronaca le porto via anche le mutandine…ogni notte!” Kate le lanciò uno sguardo omicida sparendo poi oltre una porta.

Brittany sorrise trionfante e voltandosi si accorse di Quinn,che la guardava boccheggiante avendo seguito probabilmente tutta la scena:


“Brittany Susan Pierce…tu sei un genio!” le disse.


“Divertita?” ridacchiò la bionda.


“Sei un mito! Nessuno le aveva mai parlato così,sei il mio nuovo idolo!” disse Quinn ridendo e facendo ridere anche l’altra.


“Grazie! Sto portando il pranzo a San,vieni con me? Mi sa che deve dirti qualcosa!”


“Certo,andiamo!Muoio dalla voglia di raccontarglielo!” si avviarono insieme verso l’ufficio diciassette ridendo come bambine..  









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Angolo dell'Autrice

Allooooora...prima di tutto vi avverto che,diversamente da ciò che starete pensando,IL VIAGGIO AI CARAIBI NON VERRA' NARRATO DALLA SOTTOSCRITTA! E no,non è una punizione...

Diciamo solo che nel prossimo capitolo ci sarà un totale cambio di scena con sorpresa inclusa,ma vedrete di che si tratta :D 

Fatemi sapere Giuggioli ^^

Bomboletta.

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Capitolo 20
*** Mummies! ***


PREMESSA IMPORTANTISSIMA: SONO PASSATI 7 ANNI! ESATTO! 7 ANNI DA QUANDO BRITTANY E' TORNATA DA SANTANA! DETTO CIO' RIPRENDETEVI DALLO SHOCK E BUONA LETTURA :D












Era giorno ei il sole illuminava insistentemente la stanza sebbene fossero solo le otto. Santana dormiva placidamente,cullata dalla piacevole frescura emanata dal condizionatore in quella caldissima estate.

Accanto a lei Brittany,accoccolata sul suo petto,era avvolta dal lenzuolo candido. Come ogni domenica da anni,ormai,il telefono squillò e ridestò entrambe:


“Pronto?” rispose una Santana assonnata.


“Giorno!” trillò Quinn allegra dall’altra parte.


“Ciao Quinn,sai che sono le otto?” sorrise massaggiandosi gli occhi,mentre Brittany giocherellava con la mano libera dell’ispanica.


“Certo! E ti sto svegliando per una ragione! Andiamo tutti al mare,vi va? Beth e Mike si sono coalizzati e mi tormentano da due giorni!”


“Certo e tu tormenti me!” rise la ragazza,poi si voltò a guardare la bionda “Tesoro Quinn vuole sapere se andiamo al mare con loro”


“Non vedo l’ora,dille che ci vediamo tra un’ora e mezza qui da noi!”


“Hai sentito il capo?” riferì Santana.


“Ottimo,allora vado a preparare la ciurma!A dopo!” chiuse senza darle il tempo di rispondere. Santana si voltò verso la compagna e si lasciò cadere di peso sul cuscino:


“Buongiorno!” sorrise la bionda stampandole un bacio sulle labbra.


La porta si aprì prima che la mora avesse modo anche solo di proferire parola e una testolina bionda fece la sua comparsa e le osservò:


“Hayley,come mai già sveglia?” chiese la bionda.


“Pipì!” alzò le spalle la piccola.


“Beh? Non vieni a dare il buongiorno alla tua mamma preferita?” sorrise Santana allargando le braccia.

La bambina si illuminò di un sorriso e si lanciò correndo tra le braccia della mora che prese a baciarle il viso. Brittany finse un’aria offesa:


“Ah e così è lei la tua mamma preferita?” incrociò le braccia con il broncio.


“No,mamma…siete tutte e due le mie preferite!” rise la piccola abbracciandola e ricevendo tanto affetto anche dall’altra madre.


Hayley aveva tre anni,bionda quanto la sua madre biologica,occhi altrettanto azzurri,vispi e curiosi,capelli lunghi fin sopra la spalla,minuscola,dolce e con una galoppante fantasia. In pratica una miniatura di Brittany. Santana osservava Brittany mentre le faceva il solletico,e la piccola contorcersi nel tentativo di liberarsi e non riusciva a non sorridere con un’espressone che probabilmente la faceva sembrare la più grande deficiente del mondo:


“Che facciamo oggi?” chiese la piccola tornando a guardare l’ispanica.


“Ha appena chiamato la zia Quinn,andiamo a mare,volete?” sorrise.


“SIIIIII!” la bimba esplose di gioia “Vado a svegliare Kevin!” si catapultò giù dal letto e corse fuori facendo ridere Santana e Brittany.


Pochi istanti dopo la latina stava preparando un’abbondante colazione,mentre Brittany preparava il necessario per la gita al mare e trafficava con i borsoni poco più in là:


“Pensi che dovrei portare la cassetta del pronto soccorso?” chiese ficcando un telo mare nel borsone.


“Certo che si,Britt! E mettici una tonnellata di garze e cerotti…o devo ricordarti cosa è successo l’ultima volta?” rispose Santana trafficando con farina e uova e continuando a impastare crepes.


“Si,fosse per te ci infileresti anche un dottore qui dentro!” la bionda alzò gli occhi al cielo.


“Tu fallo e basta,ne vale della mia tranquillità!” disse mentre metteva in padella un po’ di impasto e iniziava la preparazione vera e propria.


“Oh,ne vale della tranquillità di tutti visto che rendi isterico il mondo quando non stai bene” brontolò Brittany ricevendo un’occhiataccia.


“No entiendo por què estupida razòn…buongiorno scricciolo!” l’ispanica cambiò tono di voce ed esibì un sorrisone quando il figlio sbucò fuori massaggiandosi gli occhi assonnato.


“Mamma,ho fame!” sentenziò lui guardandola dolce.


“Tranquillo,ci pensa mamma S…assaggia un po’?” gli tese una forchetta con un po’ di impasto cotto sul quale aveva messo un po’ di nutella.
Kevin lo prese tra le mani e lo portò alla bocca:


“Che buono mamma! Ce n’è una tutta per me?” sorrise speranzoso.


“Una? Ci sono tutte quelle che vuoi!” disse scompigliandogli la chioma.


Kevin aveva quattro anni e mezzo ed era figlio di Santana. Pelle scura come quella della madre,capelli lisci e nerissimi,occhi del colore del cioccolato,identici a quelli dell’ispanica. Si accomodò su una sedia e guardò l’altra madre che preparava tutto,ridacchiando:


“Perché ridi?” chiese Santana notandolo.


“E’ buffa!” spiegò il bambino alzando le spalle.


“Zucchero a velo o noccioline?”


“Noccioline!” asserì.


“Io zucchero!” Hayley comparve con indosso il suo costumino azzurro e si sedette a fianco al fratello.


“Io zucchero e anche noccioline!” Brittany raggiunse i bambini e si sedette al suo posto.


“Ma così non vale! Puoi sceglierne solo uno!” protestò il bimbo.


“Kenny ha ragione,Britt…non puoi mischiare le due cose!”


“Uff…d’accordo…allora noccioline!” disse guardando male il figlio e poi facendogli una linguaccia mentre Santana non guardava.


“Mamma! Mamma B. mi fa le linguacce!”


“Brittany piantala!” Santana non si voltò ma alzò gli occhi al cielo.


“E ieri mentre tu eri a lavoro ha detto che sei ingrassata!” l’ispanica si voltò con la bocca spalancata per lo stupore e fissò la moglie esterrefatta che a sua volta fissava il figlio sotto shock.


“Cosa hai detto?” sibilò la ragazza mentre finiva di condire le crepes.


“Giuro che non l’ho mai detto!” si difese Brittany .


“Bugiarda,lo hai detto!” annuì il bambino.


“Ok Brittany…sei ufficialmente in punizione!”


“Ma non l’ho detto!”


“Blablabla sento una fastidiosa zanzara!” la latina sventolò una mano davanti a se come per scacciare una mosca e quando si voltò dando le spalle al resto della famiglia Kevin fece una linguaccia all’altra madre ed esibì un’espressione in perfetto stile ‘così impari’. Poco dopo Santana mise in tavola le crepes che finirono a tempo di record,poi mandò il figlio a prepararsi e si preparò anche lei.



 
 
Erano appena arrivati in spiaggia e per fortuna non c’era troppa gente. Così le due famigliole piantarono gli ombrelloni,sistemarono i teli e iniziarono a spogliarsi:


“Mikey,hai preso la palla?” chiese Puck al suo secondogenito.


“Si papà,è qui!” il piccolino mostrò la palla al padre,adagiandola poi per terra per sfilarsi gli indumenti. Aveva cinque anni,i capelli scuri e spettinati,come quelli del padre,ma gli occhi verdi come quelli della madre.


“Ciao zia San!” Beth,ormai dodicenne abbracciò Santana sorridendole.


“Hey Bellissima!” l’ispanica le prese il viso tra le mani e le baciò la fronte.


“No,sai…ci sarei anch’io!” protestò Quinn attirando le attenzioni dell’ispanica.


“Per l’amor di Dio,Fabray,ti vedo ogni maledetto giorno dai tempi del liceo,non ti stanchi mai di me?” chiese mentre lei si sfilava maglia e pantaloni.


“Tu sei stanca di me?” chiese lei di rimando.


“Non mi stancherei mai di farmi rompere le scatole da te” sorrise la ragazza dandole un buffetto sul sedere.


“Mamma mi aiuti?” Hayley tirò il bordo del vestito di Santana cos’ la giovane si voltò e la aiutò a sfilarsi la magliettina.


Poi,finalmente,anche lei tolse il vestito restando in costume e occhiali da sole:


“Porca miseria,Lopez…hai quasi trent’anni ma conservi il fisico meraviglioso del liceo!” notò Puck squadrandola e beccandosi uno schiaffo dalla moglie.


“E dire che a detta di qualcuno sono ingrassata!” rispose la latina buttando un occhio su Brittany che ricopriva i figli di crema solare.


“Quel qualcuno deve essere proprio stupido!”


“Glielo dicevano spesso ai tempi del liceo!” ridacchiò lei guardandola “Hey Beth” disse voltandosi verso la ragazzina “Accidenti stai diventando proprio una bella ragazza…avrai una flotta di ammiratori al liceo,proprio come me!”


“Ed è bene che tengano le mani a posto altrimenti papà spacca i dentini a tutti!” rise Noah mettendo una mano sulla spalla della figlia che gli fece una smorfia.


“Mammaaaaa!” Kevin si avvicinava a passo svelto alla madre guardandosi preoccupato un braccio.


“Che succede Kenny?” chiese Santana preoccupata chinandosi.


“Mi fa male qui!” gli mostrò il braccio.


“Qui dove? Non vedo niente” lo guardò da vicino.


“QUI!” il bimbo tirò fuori da dietro la schiena un secchiello pieno d’acqua e glielo capovolse in testa facendola congelare e paralizzare per lo stupore.

Chiuse gli occhi mentre l’acqua gelida le colava dai capelli lungo tutto il viso e la schiena e il piccolo rideva a crepapelle insieme a tutti i presenti:


“Scappa Kevin!” ringhiò la madre.

Lui si mise a correre verso l’acqua gridando come un matto,ma la giovane si mise a correre e lo raggiunse quasi subito,prendendolo e caricandoselo su una spalla come un sacco di patate:


“AIUTOOO MAMMA B. AIUTATEMIIII! LASCIAMI STREGA CATTIVA!” si dimenava disperato e dava pugni sulle spalle della madre che giunta in acqua lo lascio cadere a mollo bagnandolo dalla testa ai piedi tra le risate generali.

Quando riemerse la guardò furibondo ansimando:


“Sei la mamma peggiore del mondo! Ti odio!” gridò lanciandosi su di lei e iniziando a schizzarla.


“Figlio ingrato,io che ti ho messo al mondo!” in pochi secondi si trovarono completamente fradici e ansimanti per le troppe risate e furono raggiunti da tutti gli altri che ridevano appresso a loro.


“Hey,ma voi siete ancora asciutti!” notò Santana,poi scambiò uno sguardo di intesa con il bimbo e prese a schizzare tutti gli altri.

Si tramutò in una vera e propria guerra all’ultimo schizzo che li vide fradici in pochi secondi.

Così stanchi si rilassarono per qualche minuto,poi Puck invitò i ragazzini a giocare a palla,mentre Quinn chiacchierava con la piccola Hayley e la coccolava.

Santana sorrise,mentre si sentiva circondare la vita dalle braccia di Brittany che poggiò il mento sulla sua spalla:


“Sono ancora offesa con te!” le disse senza guardarla.


“Scema,sai che non l’ho detto…Kenny si vendicava per la mia linguaccia!” rise baciandole la guancia.


“E chi mi dice che non lo stai dicendo per giustificarti?”


“Perché in tutti questi anni non ho mai detto una sola cosa negativa su di te,perché iniziare adesso?”  Santana si voltò vero di lei e la baciò,mentre l’altra sorrideva sulle sue labbra,ma durò poco,molto poco:


“Che schifo! Andatevene in albergo!”


“Kenny perché non implodi?” lo guardò male Santana “E poi da dove viene questo linguaggio?”


“E lascialo stare!” Brittany rimbeccò la compagna.


“Visto? Mamma B. mi vuole più bene” disse infilandosi tra le due e abbracciando la bionda.


“No,mamma B. crede ancora alle tue moine ed è l’unica che mi impedisce di chiuderti nello sgabuzzino e lasciarti senza cibo per una settimana!”


“Lo faresti davvero?” Kevin si voltò verso di lei sporgendo il labbro inferiore con un visetto affranto. Santana cambiò subito espressione sotto li sguardo divertito della moglie:


“No piccolo,certo che no! Vieni dalla mamma!” gli tese le braccia e lui si lasciò prendere in braccio e stringere.

Fece capolino dalla sua spalla e ridacchiò senza farsi vedere mentre Quinn ed Hayley guardavano la scena divertite:


“Pure ioooo!” disse la biondina lanciandosi in acqua dalle braccia di Quinn e raggiungendo l’ispanica che prese in braccio anche lei.

A quel punto all’abbraccio si unì anche Brittany,mentre la famiglia Puckerman rideva della scena…












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Angolo dell'Autrice

Sorpresi eh? :D

Lo so!

Ci siamo spostati nel tempo e questo è ciò che succede 7 anni dopo!

Beh,nulla da aggiungere,a voi la linea!
 

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Capitolo 21
*** Best wife in the World! ***



PREMESSA: Avviso che il rating è mucho arancione,ergo,a tutti i deboli di stomaco / facilmente irritabili in alto a destra c'è una simpatica X bianca a sfondo rosso che fa al caso vostro :D 
Ci vediamo giù u.u











Erano tornati a casa già da un pezzo,e dopo la doccia e una cena flash,nonostante la stanchezza del viaggio,avevano deciso di guardare un cartone sotto insistenza di Hayley.

Erano tutti e quattro in salotto mentre il dvd proiettava ‘Alla ricerca di Nemo’,Brittany ed Hayley occupavano praticamente tutto il divano e stavano facendo fuori una vaschetta di gelato in due,mentre Santana stava seduta per terra,la schiena appoggiata al divano e le gambe incrociate,al centro delle quali si era piazzato Kevin:


“Tu non mi impedirai di muovermi,vero?” chiese il piccolo alzando gli occhi sulla madre.


“Ti stai muovendo in realtà!” lo prese in giro lei.


“Eh dai mamma,intendo come Marlin e Nemo!”


“No,non sarò così protettiva…potrai divertirti,Kenny…quando avrai 20 o 25 anni!” scherzò.


“Ma quanto sei scema!” il piccolo scosse la testa “Tanto faccio quello che voglio io!” disse con un tono menefreghista in perfetto stile Santana Lopez.


“E tu provaci!” Santana gli diede uno scappellotto sulla nuca.


“Mi ricorda tanto qualcuno!” canticchiò Brittany sulla sua spalla pizzicandole la guancia e facendola ridere.


“Se non altro non ci sono dubbi,sei proprio mio figlio!” gli disse lei all’orecchio facendolo sorridere.

Poco meno di un’ora dopo il film era volto al termine e la piccola Hayley si era addormentata tra le braccia di Brittany,così lei la prese senza svegliarla e si avviò su per le scale:


“Coraggio,ometto! E’ ora della nanna anche per te!” gli diede un buffetto e lo invitò ad alzarsi.


Raggiunse la bionda che intanto stava rimboccando le coperte alla piccolina e le stava baciando la fronte. Brittany guardò l’altro figlio:


“Notte Kenny!” disse chinandosi e stringendolo tra le sue braccia.


“Notte mammina!” lui ricambiò quel gesto affondando il viso tra i suoi capelli profumati e baciando la guancia della madre.


“Io vado di là” disse lei a Santana “Devo cambiare le lenzuola mi sa,c’è sabbia ovunque!” si avviò all’uscio “Sogni d’oro piccino!”


“Anche a te mamma!” nella stanza rimase soltanto Santana,che lo fece sistemare accanto a lei e lo abbracciò.


“Resti qui finchè non mi addormento?” le chiese Kevin.


“Certo amore,tutto il tempo che vuoi!” sorrise lei.  


“Posso chiederti una cosa?”


“Certo!”


“Quando hai detto a mamma B. che eri innamorata di lei?” chiese innocente. Santana sorrise.


“E’ successo al liceo” rispose.


“Me lo racconti?” la guardò curioso.


“Beh,io e lei eravamo inseparabili già da tanto,solo non avevamo capito che non eravamo solo amiche…lei stava con un certo Artie,ed era una cosa che mi faceva morire dalla gelosia…un giorno dopo averle dedicato una canzone al glee la raggiunsi al suo armadietto…lei era sempre bellissima…e le dissi che la amavo…che volevo stare solo con lei,con nessun altro…”


“E vi siete fidanzate?” chiese Kevin accarezzando la mano della madre.


“No..mi disse che anche se ricambiava quel sentimento stava con Artie e non poteva lasciarlo…io mi arrabbiai e tornai ad essere la solita stro…ehm…sgarbata…finchè non si lasciarono…le cantai un’altra canzone,più sentita della prima,più profonda,che la colpì davvero…ma io avevo troppa paura di dirlo al mondo,così ci allontanammo nuovamente…poi però ci siamo finalmente trovate e abbiamo vissuto dei momenti splendidi…fino a quando i suoi genitori non la costrinsero a seguirli in Europa..” l’ispanica lo ricordò con una certa tristezza “Kenny?” sussurrò guardandolo.

Il bimbo si era addormentato tra le sue braccia,un sorriso beato in volto.

Santana sorrise e gli accarezzò piano i corti capelli neri,poi si liberò piano dal suo abbraccio e gli aggiustò le coperte baciandogli il viso:


“Notte piccino” raggiunse Hayley che dormiva già da un pezzo e baciò anche lei “Notte stellina” uscì piano e chiuse la porta senza fare rumore.

Percorse il breve tratto di corridoio fino alla sua stanza e si fermò davanti alla porta.

Brittany stava sistemando il loro letto e canticchiava una vecchia canzone ancheggiando per la stanza,senza notare apparentemente la latina,che sorrideva al suo indirizzo:

sembrava che il tempo per lei si fosse fermato,era splendida come sempre,nessun segno finisco di crescita,il corpo di una diciottenne:


“Perché sorridi?” chiese la bionda quando si accorse che era lì.


“Perché…sei bellissima” le disse. La ragazza sorrise.


“Dorme?”


“Come un angioletto” annuì lei avvicinandosi e cingendole la vita.


“Questo perché aveva la mamma migliore del mondo a fargli le coccole” la baciò piano chiudendo gli occhi tremante a quel contatto. Incredibile come ogni loro bacio fosse emozionante come il primo.

Santana approfondì dolcemente quel bacio e assaporò quel gusto di pesca dovuto di certo al gelato di poco prima,poi Brittany la guardò negli occhi e sorrise a trentadue denti:


“E io ho la moglie migliore del mondo!”


“Mmmmh,bugiarda…IO ho la moglie migliore del mondo!”


“Doccia?”


“In effetti sono tutta sudata” la prese in giro Santana.


“Continuerai a sudare anche lì dentro,io ti avverto!” la bionda la guardò con malizia.


“Non vedo l’ora” l’ispanica la sollevo tra le braccia e lei gli cinse i fianchi con le gambe mentre le sfilava la maglia leggera e la lasciava cadere in corridoio.

Ridevano come due bambine mentre Santana mordeva l’orecchio a Brittany e si chiudeva alle spalle la porta del bagno.

Si spogliarono velocemente,poi la latina spinse la moglie dentro la doccia e aprì l’acqua.


Il getto tiepido le inondò immediatamente mentre non smettevano un momento di baciarsi. Brittany prese a baciare il collo dell’ispanica,facendo aderire la sua schiena alla parete dell’abitacolo,questa intanto alzò la testa per agevolare il suo movimento e affondò le mani tra i suoi capelli.


La bionda scese sul suo seno,prima con le mani subito dopo sostituite dalla bocca,facendola gemere sommessamente. Santana chiuse gli occhi,ma li riaprì pochi istanti dopo quando con sorpresa si sentì sollevare dalle gambe.

Brittany si era inginocchiata, aveva aperto le gambe di Santana e le aveva portate sulle sue spalle,con una forza tirata fuori da chissà dove,sollevando letteralmente la ragazza. L’ispanica tremò quando la bocca della bionda si fiondò avida sulla sua intimità:


“Ah…Oddio…” gemette alla ricerca disperata di un qualunque appiglio,ma le pareti lisce e scivolose della doccia non erano di grande aiuto,così entrambe le mani tra i capelli di Brittany,stringendoli e quasi guidandola in quei gesti.

Non che lei ne avesse bisogno.

Faceva scorrere la lingua in quei punti che sapeva particolarmente sensibili,con velocità,alternando tocchi violenti a carezze più dolci. Quando poi la latina le stringeva i capelli più forte sorrideva soddisfatta:


“Britt…ti prego…non…ti fermare…” ansimava Santana a ogni minimo suo movimento,roteando gli occhi verso l’alto e cercando invano di non urlare per non svegliare i bambini.

Quando la bionda si fece più incalzante l’ispanica perse il controllo e dimenticò ogni suo buon proposito di non gridare,quasi tirandole i capelli:


“Si…Britt…ah…Britt!” raggiunse l ‘orgasmo ansimando il suo nome,mentre la bionda accoglieva i suoi umori tra le labbra e si rimetteva in piedi. Percorse con la lingua il tragitto dal suo ventre al suo collo per poi baciarla con un sospiro,mentre l’acqua scorreva sui loro copri. Le fece gustare il suo sapore mentre l’abbracciava.

Santana la sollevò e la sbattè malamente contro la parete della doccia,costringendola ad aprire le gambe mentre Brittany si aggrappava al suo collo con entrambe le mani.

La latina strusciò i loro sessi,facendola gemere impaziente e quando meno se l’aspettava la penetrò con due dita facendola gemere:


“San..” iniziò a muoversi,aiutandosi anche con il movimento del bacino che le permetteva sia di reggere la giovane senza fatica,sia di ampliare le sensazioni di piacere che le stava regalando.

Quando con il pollice iniziò a massaggiarle anche il clitoride,la bionda iniziò ad avere difficoltà nel trattenersi:


“Se i bambini…si svegliano…ah…ah…”


“La porta è chiusa a chiave” sorrise la mora.


“Ah…ah…allora…voglio…ah…” non riuscì a continuare.


“Cosa?” chiese l’ispanica senza fermarsi.


“Più…dentro…” riuscì a boccheggiare.

Santana l’accontentò e prese a penetrarla più irruenta,affondando le dita dentro di lei più che poteva e inarcandole,facendole roteare,cambiando continuamente i movimenti.

Fu troppo per il corpo provato di Brittany,che si sentì morire a quel tocco bollente e paradisiaco:


“SAN!SAN!” venne sulla sua mano con un lungo gemito liberatorio,poi il suo corpo si afflosciò mentre la latina continuava facendole godere gli ultimi sprazzi di piacere.

Quando le tirò fuori guardò la bionda che aveva gli occhi azzurri velati di piacere e le passò quelle stesse dita sulle labbra per poi leccarle e approfondire quel bacio.

Fecero l’amore per tutta la notte e al mattino si trovarono sfinite sul loro letto.

Erano le otto,Santana aveva dormito solo due ore e tra un’ora si sarebbe dovuta alzare.

Si voltò verso Brittany che riposava,sorrise e non seppe resistere alla tentazione di baciarla.

La bionda aprì gli occhi,evidentemente non era addormentata:


“Come fai a non essere distrutta?” le sussurrò con un sorriso.


“Lo sono” disse accavalciandosi su di lei che indossava solo l’intimo “E’ che non mi basti mai” a quel punto Brittany le morse il labbro inferiore e portò le mani sulle sue natiche,sorridendo all’idea di ciò che sarebbe successo di lì a poco,ma la porta si aprì sul più bello:


“Mamma?”


“Lo que yo tenía en mente cuando decidí tener un hijo?” sbottò l’ispanica  spostandosi e fissando il figlio con occhio a dir poco omicida “Dimmi Kenny!” lo incitò.


“Ehm…io ed Hayley possiamo stare un po’ nel lettone con voi?” chiese angelico.


“D’accordo…” brontolò. Il piccolo entrò trotterellando e a suo seguito la sorella salì nel lettone gettandosi tra le braccia di Santana.

Kevin invece si avvicinò alla bionda:


“Dove sono i vostri pigiami?” chiese notando che erano entrambe in intimo.


“Fa caldo,li abbiamo tolti!” inventò pronta Santana.


“Ma il condizionatore…”


“Ho detto che fa caldo!” ribadì guardando torva il figlio.


“Ok” brontolò lui.


“Mamma S. perché piangevi?” chiese la figlia.


“Cosa?” alzò un sopracciglio.


“Io e Kenny questa notte ti abbiamo sentita piangere…chiamavi mamma B.” disse innocente.

Brittany scoppiò a ridere facendo il suo ragionamento più in fretta di Santana.


“Mamma S. ha avuto un incubo stanotte!” annuì fissando la figlia.

A quel punto anche Santana capì le allusioni della ragazza.


“Un incubo?”


“Si e mamma B. le ha preso la mano e l’ha coccolata finchè non si è addormentata!”


“Ah…ho capito!” Kevin aveva l’aria di chi ha appena fatto due più due.


“E ti è caduta la maglietta nel corridoio!” aggiunse la bambina guardando la bionda.


“Oh..ok,grazie Hayley,non me n’ero accorta” annuì a corto di idee.

Meno male che con i bambini non serviva precisione.
“Bene,è ora di andare a lavoro per mamma S.” annunciò Santana rossa in viso,poi si alzò dal letto e iniziò a prepararsi...










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Angolo dell'autrice

Seraaaaa :D siamo giunti così al penultimo capitolo T.T madò che tristezza.
Ecco un altro momento di vita quotidiana della nostra famigliola felice.

Non c'è molto da dire a parte la scena della doccia molto ma molto Sbav *Q* 

In realtà c'ero anch'io ma ho omesso questo particolare u.u

Ahahahahahaha,si certo come no,diciamo che ti piacerebbe (Vocina della mia coscenza) 

EVVABENEEEEE CI VEDIAMO ALL'ULTIMO CAPITOLO :D

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Capitolo 22
*** Meeting my Past ***



Beh...non è che ci sia molto da dire...sigh..ecco l'ultimo capitolo! 









Uscì da casa circa mezzora dopo e arrivò in ufficio praticamente morta di sonno,ciò nonostante riusciva ad ostentare un’aria impeccabile come sempre.

Mentre percorreva il corridoio del dodicesimo piano,diretta nel suo ufficio,una voce la distrasse:


“Buongiorno!” le disse una voce suadente.


“Sono sposata Kate,lo sei anche tu,non voglio il caffè e non tradirò mia moglie!” disse tra i denti senza fermarsi né degnarla di uno sguardo,poi si infilò di fretta nel suo ufficio e sbattè la porta con forza inaudita “Cominciamo bene” mugugnò,poi afferrò il telefono e digitò un codice.


“Pronto?”


“Jhonnyyyyyy” piagnucolò isterica “Vieni subito quiiiiiiii!” chiuse senza dargli modo di rispondere e si accasciò sulla scrivania.

Poco dopo la porta si aprì:


“Ma che diavolo…?” il ragazzo la guardò in quello stato e gli venne da ridere.


“Morirò presto Jhonny,sento le forze abbandonarmi..” disse senza alzare la faccia.


“Ho capito,doppio caffè!” annuì lui,uscì schizzando dalla stanza e tornò cinque minuti dopo con un bicchiere fumante “Hai intenzione di alzare la testa per berlo o vuoi che lo faccia io al tuo posto?” le chiese.

Santana a quel punto alzò la testa rivelando due vistose occhiaie che si vedevano nonostante il trucco.


“Dammelo immediatamente” allungò il braccio e afferrò il bicchiere per poi mandarlo giù tutto d’un sorso.


“Che cavolo hai fatto?” le chiese lui sedendosi di fronte a lei e alzando un sopracciglio “No…non dirmelo…Notte di sesso selvaggio…di nuovo!” la rimproverò.
Lei sorrise come una scema:


“I bambini sono andati a letto presto!” si giustificò.


“E ovviamente non sapevi che oggi lavori!”


“Sai una cosa Jhonny? Ti preferivo quando eri terrorizzato da me…adesso non fai che farmi la paternale!” brontolò.


“Beh,te l’avrebbe fatta Quinn a prescindere…ringrazia che non è ancora arrivata…invece,perché non ti prendi il pomeriggio libero? Non c’è niente da fare…”


“Hai ragione…credo proprio che lo farò…piuttosto,hai impegni adesso?”


“Nulla in particolare,stavo solo sistemando alcuni disegni…perché?”


“Ho un’idea…” disse lei sorridendo in quel modo che a Jhonny faceva tanta paura “Vieni con me!” lo prese per il braccio e lo trascinò fuori dall’ufficio.
Il ragazzo non ci mise molto a farsi convincere e rientrò nel suo ufficio digitando un numero:


“Pronto?” una voce femminile.


“Kate,sono Jhonny,mi raggiungeresti nel mio ufficio? Devo parlarti di una cosa!”


“Ok arrivo!” lei chiuse il telefono,Jhonny parlò all’auricolare posizionato nell’altro orecchio “Ha abboccato!” disse piano.


“Fantastico!” le rispose la voce di Santana.


Poco dopo la rossa entrò nell’ufficio del ragazzo:


“Eccomi,che volevi dirmi?”


“Accomodati!” disse lui indicando la sedia “C’è una commissione per te…Ci sono alcune foto del servizio fotografico della settimana scorsa che hanno bisogno di un’aggiustatina alla luce….mi hanno detto che tu ci sai fare…”


“Scusa Jhonny,ma non capisco come tu possa affidare un compito a me,siamo allo stesso livello” disse scocciata.


“Infatti non sono io che te la sto affidando,te la affida la Signorina Lopez…e mi ha anche detto che ti ricompenserà a dovere…non so cosa intendesse di preciso…” finse un’aria confusa.
Kate cambiò subito espressione:


“Ci penserò io,dimmi solo dove trovare le foto” disse scattante.


“Te le farò avere più tardi,devo scaricarle…a proposito tieni presente che le foto con lo sfondo blu…”

Nel frattempo Santana si aggirava non curante nel corridoio e quando raggiunse la sala d’aspetto si accorse che era praticamente piena. Gente ovunque e altre quattro segretarie nelle scrivanie vicine:


 
Merda,e adesso come faccio?


 
Pensò. Poi decise di giocare di astuzia e si avvicinò a una delle segretarie:


“Scusa,sono Santana Lopez,ufficio diciassette…la signorina Kate mi ha detto di prendere dei documenti che teneva da parte per me nella sua scrivania,mi sa indicare qual è?” sorrise ammaliante.


“Certo” sorrise la giovane ammaliata dalla sua eleganza “E’ quella!”


“Ti ringrazio” sorrise di nuovo per poi avviarsi alla scrivania e aprire un cassetto fingendo di cercarvi qualcosa.

Mentre nessuno guardava ebbe modo,finalmente,di tirare fuori dalla tasca il barattolo di super colla,afferrò un pennello e iniziò a spalmarle l’impasto trasparente sulla sedia di Kate,senza dare nell’occhio.

A opera compiuta si allontanò da quel luogo e tornò in ufficio per raccogliere le sue cose. Prima di fare altro afferrò il telefono e digitò il numero di casa:


“Pronto?”


“Amore mi prendo il pomeriggio,che ne dici se andiamo al centro commerciale?” chiese a Brittany.


“E’ una buona idea,le provviste iniziano a scarseggiare”


“Ottimo,sarò a casa tra poco” annunciò,poi chiuse la conversazione e si precipitò nell’ufficio di Jhonny.
Quando aprì la porta lo trovò già pronto per andare via:


“Muoviti Jhonny,non abbiamo molto tempo!” rise.

Si avviarono alla sala d’attesa dalla quale dovevano passare necessariamente e videro Kate seduta al suo posto,proprio come il loro piano aveva previsto. Mentre passavano videro Quinn uscire dall’ascensore:


“Andate via?” chiese guardandoli.


“Si e tu vieni con noi!” sibilò Santana.


“Ma sono appena arrivata e poi…”


“Niente storie Fabray,ti firmo io il permesso…ma prima di andare via goditi la scena” ghignò lei per poi voltarsi verso la rossa poco lontana intenta a lavorare al computer:


“Kate?” lei alzò lo sguardo.


“Vai già via?” sorrise.


“Vado solo a prendere qualcosa da sgranocchiare “ mentì “Ma ho dimenticato la giacca in ufficio,potresti prendermela per favore?” le chiese.


“Certo!” nel momento in cui si alzò il suono sordo di un enorme strappo fece voltare tutti i presenti.

Quando Kate si rese conto che la sua gonna era rimasta incollata alla sedia e lei era praticamente in mutande,fu inevitabile che strillasse iniziando a coprirsi senza sapere cosa fare.

Tutti i presenti iniziarono a ridere,segretarie,dipendenti e ovviamente anche l’allegro trio:


“Scappa!” rise Santana spingendo gli altri due in ascensore e spingendo convulsamente il tasto di discesa.
Quando le porte si chiusero i tre scoppiarono a ridere disperatamente:


“AHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAH!” Jhonny si lasciò scivolare per terra mentre si asciugava le lacrime,Quinn singhiozzava allegramente sulla spalla di Santana mentre lei si teneva la pancia ed era pericolosamente piegata in avanti:


“Sono sicuro…ahahahahahah…che dopo questa ti odierà a morteeeee! Ahahahahahahah!”


“Cristo,ma non cambi mai! Ahahahahahah!” Quinn non riusciva proprio a smettere.
Arrivarono al piano terra e uscirono tutti completamente allegri:


“Ovviamente dobbiamo festeggiare! Venite con me,andiamo a fare colazione da Starbucks!” Santana prese a braccetto gli altri due e tutti e tre si avviarono ridendo per le strade trafficate di Lima..








 
 
“Io li voglio al miele!”


“Io al cioccolato!”


“Ma quelli al miele sono più buoni!”


“Bugiardo!”


“Ma è mai possibile fare la guerra per un pacco di cereali?” sbottò Santana guardando male i figli “Li prendiamo entrambi,storia conclusa!” afferrò i pacchi dalle braccia dei figli e li cacciò nel carrello mentre Brittany se la rideva.


“Grazie mamma!” Kevin la guardò con occhi languidi.


“Non ci provare nemmeno,non attacca,qualunque cosa tu voglia!” gli disse.


“Non voglio nulla” disse con un tono angelico.


“Kevin Lopez – Pierce,quegli occhetti li usavo anch’io quando volevo convincere mia mamma a permettermi qualcosa…generalmente era per dormire da Britt,ma tanto ci andavo ugualmente di nascosto,quindi serviva a poco comunque…non provarci!”


“Ok” abbassò lo sguardo colpevole.


“Amore hai preso le uova?” chiese Santana alla bionda un po’ più avanti.


“Eccole” lei le sventolò con un sorriso per poi metterle nel carrello che la mora spingeva.


“Mettile qui,altrimenti facciamo la frittata…Hayley ne sa qualcosa!” l’ispanica guardò la figlia che cacciò fuori la lingua in una smorfia.


“Mammina,andiamo a vedere i giocattoli?” chiese Kevin alla bionda.


“Tra un momento piccolo,prima facciamo la spesa” lei si chinò e gli baciò la guancia sorridendogli benevola.


“Che altro dobbiamo prendere?” chiese Santana censendo il contenuto del carrello.


“Le merendine,un paio di pacchi di pasta e gli ingredienti per i tuoi meravigliosi dolci…scarseggiano alquanto dopo le crepes di ieri” ridacchiò Brittany.


“Ottimo,ci vediamo tra cinque minuti al reparto dolci?”


“Perfetto!” si separarono momentaneamente e Santana raggiunse il corridoio dei dolci in pochi minuti.
Quando lo scaffale le si parò contro iniziò a prendere un po’ di tutto: i dolci erano l’unica cosa su cui stra spendeva perché i marmocchi e Brittany li amavano:


“Dunque…granella di mandorle…gocce di cioccolata…Panna da montare…” diceva mettendo tutto nel carrello.


“Santana?” la ragazza si voltò sentendosi chiamare,poi squadrò per un momento l’uomo che la guardava meravigliato.


“Oh mio dio…professor Schuster!” sorrise sorpresa da quell’incontro per poi avvicinarsi a lui.


“Santo cielo,quanto tempo!” si abbracciarono.


“Lei non invecchia mai professore,è sempre un figo! E dire che cono passati quasi dieci anni!” sorrise guardandolo e notando che c’era solo qualche capello bianco.


“Accidenti,come stai? Non ti vedo dal giorno del tuo diploma! Cosa fai adesso?”


“Va tutto alla grande professore,lavoro ai vertici di un’agenzia di moda qui a Lima…un’ottimo guadagno devo dire! E lei?”


“Sempre a scuola ovviamente…ma non mi occupo più del Glee Club…siete stati il mio trionfo,così ho preferito chiudere in bellezza!” sorrise.


“I miei ricordi più belli sono legati a lei e al Glee…è l’unica cosa del liceo che rifarei un miliardo di volte” sorrise nostalgica.


“E che mi dici della tua vita? Single? Fidanzata?” chiese curioso.


“So che le risulterà difficile crederlo,ma sono sposata,professore!”


“Cosa? Sposata?” lui sgranò gli occhi convinto di non aver sentito bene.


“Esatto!Da un po’ anche!”


“E con chi?” prima che lui finisse di formulare la domanda Santana aveva digitato un numero e portato il telefono all’orecchio.


“Tesoro,mi raggiungeresti al reparto dolci? Fai in fretta!” chiuse subito e sorrise.
Nemmeno un minuto dopo Brittany fece la sua comparsa con i piccoli per mano e alla vista dell’uomo gli corse in contro:


“Non ci credo,professor Schuster!” lo abbracciò.


“Brittany! Santo cielo!”


“Che sorpresa!”


“Mamma guarda che ci ha comprato mamma B.!” Saltellò Kevin mostrando alla ragazza un barattolo gigante di caramelle.


“Mmmmh queste me le pappo tutte io!” ridacchiò beccandosi una pernacchia dal figlio.


“Voi due…siete sposate?” Schuster fece scattare gli occhi da una ragazza all’altra ancora incredulo,poi Santana si avvicinò a Brittany e le passò un braccio attorno alla vita:


“Si” disse baciandole la guancia “E questi mocciosi sono i nostri figli…Kevin ed Hayley” disse indicandoli “Salutate il professor Schuster!” incitò i bambini mentre lui li guardava con occhi brillanti.


“Salve” disse piano Kevin in imbarazzo.


“Kevin,lui era il nostro professore del Glee!” gli spiegò la bionda.


“Davvero?” lui cambiò espressione e anche la sorella “Quindi è quello che vi ha insegnato a cantare!” realizzò.


“Proprio così!” annuì Santana.


“Sono…sorpreso!Non c’è che dire…è fantastico,davvero! E io che credevo fosse solo una cotta adolescenziale la vostra…devo ricredermi assolutamente,siete davvero bellissime ragazze!”


“Grazie prof!” Brittany sorrise contenta.


“Ragazze,è stato veramente un piacere vedervi…adesso devo schizzare via,ho alcuni impegni nel pomeriggio…venite a trovarmi qualche volta a scuola! E salutatemi gli altri se li rivedete!”


“Oh Quinn e Puck sicuramente!Sono sposati anche loro!” lui spalancò la bocca in preda all’ennesimo shock.


“Fantastico! Un bacio speciale anche a loro allora” abbracciò le due “Ciao ragazze! Ciao piccoli!” accarezzò la testa ai due bambini e si allontanò. Il gruppetto restò ancora un momento fermo,poi si diressero nel reparto giocattoli che avevano promesso ai figli:


“Mamma,me la compri?” Hayley aveva raggiunto Santana stringendo tra le mani una papera di peluche.
Le ricordò incredibilmente Brittany,in quel momento più del solito e le sorrise dolcemente:


“Ma certo tesoro!”


“Grazie!” la bimba la abbracciò,poi andò dal fratello.


L’incontro col professor Schue aveva fatto si che Santana venisse travolta da un’ondata di ricordi,a partire da quel primo giorno al Glee club,in cui guardava il mondo dall’altro,fino a quando non avevano sollevato tutti insieme la coppa delle nazionali,momento che l’aveva fatta sentire vincitrice per la prima volta.

Pensò al tempo che era passato e si rese conto di aver passato tanti momenti tristi,ma altrettanti meravigliosi.

E adesso?

Adesso aveva a fianco una persona di cui era follemente innamorata e che ricambiava i suoi sentimenti,due figli meravigliosi,un lavoro che adorava ed era circondata di amici:


“Britt?” raggiunse la moglie e la prese per mano.


“Si?”


“Ti amo” le sussurrò all’orecchio per poi baciarla dolcemente dimenticando di essere in un luogo affollato.


“Ti amo anch’io,amore mio!” Brittany le sorrise e la strinse forte,poi ripresero a camminare vicine mentre molti dei presenti le guardavano sconvolti.

Lei non vi badò,erano anni che non le importava più e si ritrovò a pensare di essere la persona più fortunata del mondo e di avere dalla vita tutto ciò che aveva sempre desiderato.

E se dieci anni prima le avessero chiesto se si aspettava anche solo lontanamente tutto questo…beh,non ci avrebbe mai creduto…






FINE







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Angolo dell'Autrice

Mio dio...è finita,non posso crederci T.T

Alloraaaaa ho una lunga serie di ringraziamenti da fare. 

GLEEKPANDA 
Che era sempre la prima a recensire e che mi ha fatta letteralmente morire dalle risate con i suoi commenti geniali e soprattutto con la sua passione per i Paramore u.u GRAZIE!

LOCISVU82 
Che mi ha sempre fatto i complimenti e ha recensito un miliardo di volte rallegrando la mia bacheca delle recensioni :D

NICOLE 89

WILLOW11


LADY_UKI

MARKOLINO91

SOFREACKINCHARMING

EVELYN_CLA

LETY_ANGELS

LOVESDIANNA

LITTLETWILIGHTLOVE

STELLA BLACK HARRIS

NYGIRL

KAHLANRAHL

WILKIA



VERAMENTE GRAZIE A TUTTI PER LE SPENDIDE RECENSIONI,FATEMI SAPERE COSA NE PENSATE DELL'ULTIMO CAPITOLO :D



DETTO CIO' E' IN ARRIVO UNA RACCOLTA SEMPRE BRITTANA DI CUI HO GIA' SCRITTO 2 CAPITOLI. ERGO,TENETEMI D'OCCHIO U.U

BYEEEEEEEE :D



 
 

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