Le avventure di Mary Poppins a Lollolandia

di Gringoire
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Diapers ***
Capitolo 2: *** Rompers ***
Capitolo 3: *** Toys ***
Capitolo 4: *** Stroller ***
Capitolo 5: *** Surname ***
Capitolo 6: *** Atomic bomb ***
Capitolo 7: *** Baby steps ***
Capitolo 8: *** Mum?! You wanted to say dad, right? ***
Capitolo 9: *** First day of school ***
Capitolo 10: *** Partenze ***
Capitolo 11: *** Donne. Bah. ***
Capitolo 12: *** Match ***



Capitolo 1
*** Diapers ***


1. Diapers

1. Diapers


Era tornato a casa in stato di shock, raggiungendomi in salotto.
Sapevo che aveva l’appuntamento mensile dal dottore, ormai non mi preoccupavo nemmeno più, nonostante avessi ormai imparato a convivere con il senso di apprensione che mi tendeva leggermente ogni volta le pareti dello stomaco.
Per questo, quando lo vidi apparire sulla soglia della porta con ancora il cappotto indosso e la sua sciarpa preferita stretta al collo, quel senso di apprensione festeggiò, credendo fosse ormai giunto il momento per lui di entrare in scena.
Era quello che credeva lui.
Di sicuro nessuno di noi due si aspettava quello che accadde in seguito.
Mi alzai dal divano, lasciando scivolare il libro dalle mani, troppo preoccupato anche solo per accorgermi del fatto che fosse caduto, e mi avvicinai lentamente.
Continuava a fissarmi senza battere nemmeno le palpebre, come ipnotizzato.
Allungai un braccio lentamente, temendo si ritraesse come i cuccioli impauriti che si trovano ogni tanto ai lati delle strade, a cui cerchi di dare del cibo muovendoti il più lentamente possibile per non farli scappare.
Mi permise di togliergli giacca e cappotto, prima di recuperare una parvenza di umanità.
“Rob.” sembrava avesse recuperato quel tono da sotto il pavimento, tanto era basso e flebile.
Gli carezzai una tempia, affondando le dita tra i capelli che spuntavano da sopra l’orecchio, e provai a sorriderli il più dolcemente possibile.
“Jude.”
Credetti di morire in quei pochi secondi in cui non mi rispose; fremevo per sapere.
Spalancò gli occhi, come se ancora non avesse metabolizzato appieno.
“Aspettiamo un bambino.”
Per un buon minuto non sentii nulla, se non la sericità dei capelli di Jude ancora tra le mie dita.
Poi realizzai.
Gli saltai al collo, ridendo come un matto e sentendolo rilassarsi di botto, facendo scemare tutto lo shock accumulato dopo la notizia.
Continuavo a ridere, isterico ed incredibilmente felice contro il suo orecchio.
Un miracolo.
Un bambino.
Mio e di Jude.
Nostro.

 

 

 

Lollolandia:
Ce l’ho fatta, avevo promesso una nuova storia ed eccola qui :D
Ora ringraziate tutte in coro Manu per il titolo ._.
Sono apertissima a suggerimenti, giusto a titolo informativo xD
Michela sapeva già a grandi linee la trama e Manu (mi sembra di ricordare; la mia memoria fa cilecca ._.) era stata la prima a credere nella MenPreg, perciò questo capitolo è dedicato a loro e a Roberta, sperando le basti per sotterrare l’ascia di guerra e firmare quel benedetto trattato di pace D:
Bene, direi che ho detto tutto, a domani con il prossimo capitolo ^^
- J

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Capitolo 2
*** Rompers ***


2. Rompers

2. Rompers


Stavo dormendo beatamente.
“No, non lo faccio un altro cd.”
“Ma papàààààà!”
“No, Indio, non ci provare.”
“Ma neanche per Susan?” mi fece gli occhioni da cucciolo, quelli a cui sapeva non riuscivo a resistere, erano troppo uguali ai miei per anche solo provarci.
Cominciai ad addolcirmi, quando vidi spuntare Suzie con un cappello arancione da dietro l’angolo.
“Rob, Ewan ti vuole vedere per il divorzio.”
La guardai, annuendo serio.
Dopo un paio di secondi mi ritrovai in un’aula del tribunale con Jude al posto del giudice che mi guardava arcigno.
“Tu l’hai tradito, sei venuto a letto con me ed ora devi firmare le carte del divorzio. Dopo esci, Guy vuole girare una scena.”
Un altro paio di secondi e mi ritrovai all’esterno, su di una carrozza, con Guy accanto che parlava di gossip.
Poi vidi apparire Jude da dietro un albero e venire verso di me. Salì sulla carrozza, per poi voltarsi improvvisamente e buttarmisi sullo sterno, mozzandomi il respiro.
“Jude, sto morendo, spostati.”
“Holmes, ma cosa sta dicendo?”
Mi svegliai a causa di un principio di soffocamento.
Aprii gli occhi, ritrovandomi in mezzo al mare.
Ah, no, erano solo gli occhi di Jude.
Ma cosa ci facevano sul mio naso?
Mi accorsi di non respirare ancora.
“Jude, tesoro, potresti spostarti di qualche centimetro, cortesemente? Sto morendo.” Esalai con un filo di voce, recuperando aria quando mi obbedì e si spostò un po’ più in giù.
Ora i suoi occhi erano sulla mia pancia.
Abbastanza inquietante.
“Roooob?” mi chiamò, con un mezzo broncio accennato negli occhi.
Alzai appena la testa.
“Mmmh?”
“Secondo te sono grasso?”
Non ne potei fare a meno, gli scoppiai a ridere in faccia.
Una di quelle risate grosse, grasse, che lo facevano incazzare inevitabilmente quando prendeva sul serio quello che diceva.
Cercai di recuperare un minimo di contegno quando lo vidi lanciarmi una delle sue occhiate che facevano paura solo a menzionarle.
La stessa che convinceva Rudy e Rafferty a confessare anche quando non avevano fatto niente. Iris era più dura da convincere, ogni volta ci ingaggiava delle lotte senza frontiere senza pari, con tanto di urla spaccatimpani da parte di entrambi e richiesta di asilo politico al sottoscritto da parte dei due maschietti.
“Jude.” Cercai di trattenermi o i miei gioielli di famiglia sarebbero stati seriamente in pericolo. “Sei incinto.”
Tornò a risalire con il viso lungo il mio petto, manco fosse un salmone che risaliva la corrente, fermandosi sotto il mento e mettendo in bella mostra il suo broncio da donnina isterica. E incinta.
Cosa che non mancava mai di ricordarmi.
“Ma secondo te sono grasso?”
Sospirai, riappoggiando la testa sul cuscino – il collo cominciava a farmi parecchio male, effettivamente – e chiudendo gli occhi.
“No, Jude.”
“Ottimo!” riaprii gli occhi, vedendolo saltare su dal letto con un sorriso da un orecchio all’altro e infilandosi tra le ante aperte dell’armadio.
Bah.
Le donne e le crisi ormonali.
Passavano dal pianto all’euforia in un nonnulla.
Riemerse dalla cabina dopo una ventina di secondi, di nuovo afflitto, con uno dei suoi maglioncini con il collo a V tra le mani.
“Non mi sta più nulla.” Mugugnò, fissando sconsolato l’oggetto e appoggiandoselo sulla pancia ormai leggermente più rotonda del solito.
“Bè, possiamo sempre uscire a fare shopping.”
Alzò lo sguardo, scioccato, e spalancò gli occhi.
“Aspetta…” se possibile inorridì ulteriormente. “Vuol dire che dovrò indossare una di quelle assurde felpe premaman?”
“Certo, con tanto di freccia e scritta ‘questo è il frutto del nostro amore’.” Lasciò cadere la maglia a terra dallo shock.
“Oddio.”
Mi alzai, sospirando, e mi avvicinai, raccogliendo la maglietta.
“Jude, sto scherzando. Troveremo un modo. Cominceremo a comprare vestiti per obesi.” Scherzai, sorridendo. “Ora smetti di farti suggestionare ed avere crisi ormonali. Sei incinto, ma sei sempre un uomo, non una donnina isterica qualunque!”
Vidi distintamente i suoi occhi farsi rossi dalla rabbia.
Oh, cazzo, ma non era triste fino ad un attimo prima?!
Donnina isterica, donnina isterica, donnina isterica, donnina isterica…
“Vestiti per obesi?! OBESI?! INTENDI FORSE DIRE CHE SONO GRASSO?!”
Ossignore.

 

 

Lollolandia:
So che ve lo state chiedendo (“E invece no!” Roberta, già ti posso vedere contraddirmi solo per il gusto di farlo ù_ù xDD), il titolo significa “pagliaccetto” ù_ù Sto cercando di usare come titolo un oggetto riguardante i bambini per rimanere in tema, per questo l’altro capitolo era “pannolini” ù_ù xDD
Bè, basta, direi che non ho nulla da dire, passo alle recensioni :D

yasmine: Nono, è Jude quello incinto xD Dopotutto la donna è lui ù_ù xD

Ilaria1993: Grazie, grazie *si inchina* No, niente adozioni, parto naturale ù_ù (più o meno xDD) e aspetta di sapere il nome del bambino xDD

manubibi: No, non morire, ci servi viva xDD Battuta sfruttata, spero ti sia piaciuto il contesto xD
Grazie anche a te *si inchina di nuovo* e grazie per la stima xD

BlackCobra: Ancora non ho deciso, anche se credo proprio nascerà nel peccato, mi dispiace xDD Non importa, svalvola pure, cara ù_ù

barbydowney: Non ti preoccupare per il ritardo xD Contentissima che ti piaccia e che ti faccia ridere, davvero xDDD Postato abbastanza in fretta? :D

Drabbit: Ahahahahahhahahahahahahahahahahahahahaah xD
Esatto, dopodomani, stile bambin Gesù xD

laurarom89: Ecco il capitolo, piaciuto? xD

A domani, care ^^
- J

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Capitolo 3
*** Toys ***


3. Toys

3. Toys


“Roooooob?”
“Dimmi.” Sbuffai, girandomi verso di lui.
Aveva gli occhi spalancati che brillavano nell’oscurità.
Mi sporsi leggermente per leggere l’orario sulla sveglia sul suo comodino.
Le tre del mattino.
Ricaddi a peso morto sul letto, aspettando che mi rendesse partecipe per l’ennesima volta di ciò che pensava.
“Ho voglia di mango.”
Mi sbattei una mano in fronte. Dove lo trovavo un mango? A Londra? A dicembre?
Ma ormai ero preparato a tutto, scostai le coperte ed appoggiai i piedi nudi sul pavimento ghiacciato.
“Vado a prenderlo.” Borbottai, togliendomi il pigiama ed infilandomi jeans e maglione.
“Aspetta.”
Cazzo, prima il mango, ora? La luna?
No, ce l’avevo. Una papaya.
Tipico frutto dicembrino. Inglese, per giunta.
Chi non aveva alberi di papaya in giardino?
“Mi è passata.”
Avvertii l’alleluja risuonare nell’aria, con tanto di cori di angeli.
Mi risvestii, tornando al mio – per fortuna ancora caldo – pigiama e alla mia nicchia comoda tra le coperte.
Mi tirai addosso Jude, accoccolandomelo contro.
Mi prese una mano e se la posò sulla pancia - ormai di quasi otto mesi e mezzo -, sorridendo apertamente.
Un piccolo bozzo si creò contro la mia mano: la punta di un piedino.
“Gli piacciono le coccole.”
Mi si inumidirono gli occhi e strinsi ancora di più Jude.
Il nostro piccolo miracolo.
Gli lasciai un bacio a fior di labbra e intrecciai le dita con le sue.
“Ti amo.” Gli sussurrai tra i capelli, baciandogli una tempia.
“Anche io.” Strofinò il naso contro il mio collo.
“Ora dormi, ci sarà tempo domani per una nuova voglia.”

 

 

Lollolandia:
Nuovo e cortissimo capitolo, ma mi sono divertita abbastanza a scriverlo, con la storia delle papaye xDD Mi sono anche dovuta documentare ù_ù
Poi non dite che non vi voglio bene, lavoro per voi ù_ù xD
Direi che sapete tutte la traduzione del titolo, perciò me ne vò ad aspettare mezzanotte xD

manubibi: Qui Jude è molto meno isterico, il capitolo precedente bastava, ma spero ti sia piaciuto lo stesso xD
Non ho capito bene, morta per cosa? Per la nonsensosità (?) del sogno o per l’idiozia della situazione? xDDDD
Poi te l’ho già detto, non puoi morire, ci servi viva ù_ù

barbydowney: Aha, le dinamiche del parto le scoprirai domani, e anche il sesso del bambino ù_ù (*sussurra* anche perché ancora le dinamiche non le ho decise… *alza la voce* SHHHHHHH!) xD

Ilaria1993: Nono, il sogno vi ha fatte scervellare, ma non voleva avere un senso, era un sogno xD
Vai e vinci, cara, purtroppo ti capisco T_______T

yasmine: Ahahahhahahahahahahahahahahahahah, certo che ti perdono xDD

BlackCobra: Ahahahahahhahahahahahahahahahahahahahaah xD
Grazie, cara, contentissima che ti piaccia *-* Grazie mille, ti rimando agli auguri generali in fondo alla pagina :)

laurarom89: Infatti non dovevate capirlo, è un sogno, e per questo completamente senza senso, anche se io un senso gliel’ho dato, probabilmente lo spiegherò nelle note più avanti nella storia xD

Drabbit: Che bello, che bello, che bello *saltella* non mi stancherò mai di ripetere che scrivo le mie storie appunto con il pensiero di farvi ridere e non sai che bello sapere che ci sono riuscita *-*
No, inizialmente il sogno doveva avere un suo senso, ma poi mi sono resa conto che sarebbe stato un po’ irreale, dopotutto io per prima non faccio mai sogni con un senso logico, e ho aggiunto qualcosa di strano, anche se io ho dato un senso a tutto, c’è un nesso logico ù_ù xDD Comunque, come ho detto a laurarom89, molto probabilmente in uno dei prossimi spazi autrice spiegherò le mie associazioni mentali xDD
Bè, se il sogno ti è piaciuto nella sua confusione, se in un futuro prossimo dovrai scriverne uno senza senso, chiamami pure e ti fornirò qualcosa di irreale xD
Domani nasce, domani nasce! E tu potrai dire “io sapevo già tutto!” xD

A domani con la nascita del pupo *-*
Il pupo di Rob e Jude, non il bambin Gesù, sia chiaro xD
Buon Natale in anticipo, care xD
- J

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Capitolo 4
*** Stroller ***


4. Stroller

4. Stroller


Lo avvertii agitarsi, ma non gli diedi molto peso finchè non lo sentii chiamarmi.
Finsi di svegliarmi in quel momento, aprendo gli occhi e voltandomi verso di lui.
“Rob.”
Sbuffai leggermente.
“Di cosa hai voglia, stavolta?”
Strinse gli occhi, e mi accorsi solo in quel momento che si teneva la pancia con entrambe le mani.
Gemette di dolore, mettendomi in allarme.
“Rob.” Nonostante tutto la sua tipica calma inglese rimaneva ferrea.
“Jude, cosa succede?” alzai la testa, puntellandomi su un gomito per vederlo meglio.
Non mi rispose, si inarcò sul materasso, stringendo i denti e serrando gli occhi, stringendoli tanto violentemente da farmi provare dolore per lui.
Gli afferrai una mano quando lo vidi riaprire gli occhi e tornare con me.
Mi fissò dritto negli occhi, deglutendo.
“Rob, credo che ci siamo.”
Ci misi una decina di secondi a capire, poi feci due più due.
Occazzo.
Rotolai giù dal letto, avendo un incontro ravvicinato con il pavimento e caracollai fino alla poltrona nell’angolo della stanza.
Afferrai il borsone e tornai accanto al letto, porgendo una mano a Jude per aiutarlo ad alzarsi.
Mi morsi a sangue il labbro quando lo vidi inarcarsi di nuovo, quasi urlando dal dolore. Attesi preoccupato a morte, dopodiché lo tirai su di peso dal materasso e gli passai una mano attorno alla vita, conducendolo fuori dalla stanza il più velocemente possibile e facendo altrettanto giù per le scale.
Mi infilai il primo paio di scarpe che trovai – fortunatamente con i lacci a strappo – e feci la stessa cosa a Jude, che nel frattempo metteva in pratica gli insegnamenti del corso pre-parto e respirava profondamente.
“Coraggio.” Gli infilai il cappotto. “Cinque minuti e siamo all’ospedale.”
Non mi curai nemmeno di prendere il mio, uscendo solo con la casacca del pigiama e tirandomi dietro Jude, di nuovo scosso dalle contrazioni.
Aprii la macchina, facendolo sdraiare sui sedili posteriori e catapultandomi al posto di guida, gettando malamente il borsone sul sedile del passeggero e partendo il più velocemente possibile.
Talmente tanto veloce che mi si spense la macchina nel vialetto.
Imprecai tra i denti mentre, dallo specchietto retrovisore, vedevo Jude inarcarsi di nuovo, le labbra plasmate in un grido muto, e lo udii ansimare.
Cazzo, non mi sembrava fosse così doloroso quando Deborah stava per partorire Indio!
Riaccesi immediatamente la macchina, caracollandomi all’ospedale più vicino.

Arrivammo qualche minuto dopo – mi ero preparato ad ogni evenienza da quando Jude mi aveva detto di essere incinto – e corsi all’interno, chiamando le infermiere.
Quando lo fecero sdraiare su di una barella e lo spinsero all’interno, non esitai un attimo e lo seguii; non volevo perdermi assolutamente nulla.
Lo portarono in sala parto e chiamarono il chirurgo, che arrivò talmente tanto in fretta che sul momento pensai fosse il fratello di Flash.
Un’infermiera provò a convincermi ad uscire, ma nessuno avrebbe mai potuto impedirmi di vedere la nascita di nostro figlio.
Mi accucciai accanto a Jude, stringendogli la mano e baciandogli le nocche ogniqualvolta lo vedevo in preda ad una contrazione.
Urlò quando il dottore – dopo aver calcolato perfettamente i tempi ed aver deciso che era pronto – gli fece un taglio appena sotto l’ombelico, largo abbastanza per permettere ad un bambino – il nostro bambino – di vedere la luce.

Dopo il parto mi fecero uscire a forza dalla stanza e trasferirono Jude in un stanza singola, impedendomi di vedere lui ed il bambino per almeno un paio d’ore. Dovevano riposarsi. Ed anch’io.
Ero talmente agitato, sfinito, che credevo di aver partorito io stesso.
Mi concedetti un po’ di riposo solo dopo essermi assicurato che, non appena fosse scattata la fine del riposo, ongi infermiera avesse capito che doveva svegliarmi. A suon di calci in culo, se necessario.
Mi accasciai su un paio di seggiole di plastica in sala d’aspetto, prima controllando l’orologio ogni due secondi, dopodiché la stanchezza ebbe la meglio e mi addormentai.
Qualcuno venne a scrollarmi gentilmente dopo quelli che mi sembrarono solo pochi minuti e che invece si rivelarono un paio d’ore.
Quando aprii gli occhi, un’infermiera mi sorrise.
“Signor Downey, se vuole ora può entrare.”
Mi alzai di scatto, catapultandomi oltre le porte e dentro la stanza di Jude.
Ancora dormiva.
Trascinai una sedia accanto al letto, per poi rivolgere la mia attenzione al lettino accanto a Jude.
Accanto a lui, sveglio nella culla, stava il bambino.
Tre chili e cinque, in perfetta salute.
Sorrisi dolcemente e mi avvicinai, avvertendo gli occhi pizzicarmi.
Un miracolo, ecco cos’era.
Lo presi in braccio, ricordandomi la paura che avevo quando avevo preso in braccio Indio per la prima volta. Paura che ritornò.
Lo tenni delicatamente, poggiandomelo nell’incavo del gomito come mi era stato insegnato e gli lasciai un bacio in fronte, sedendomi sulla sedia accanto a Jude.
Alternavo lo sguardo da lui al bambino, osservando i miei due miracoli più recenti e ripetendomi quant’ero fortunato.
Dopo qualche minuto vidi il bambino sbadigliare ed accoccolarsi meglio contro il mio petto, chiudendo gli occhietti.
Si addormentò dopo poco.
Quando avvertii Morfeo chiamare anche me, rafforzai la presa sul bambino e chiusi gli occhi, addormentandomi come gli altri due.

“Rob.”

“Hey.” Sentii una risata ed una pacca sul ginocchio, ed aprii lentamente gli occhi.
Jude mi guardava, appoggiato comodamente contro lo schienale rialzato del letto e con un sorriso che andava da un orecchio all’altro.
“Scusa, mi sono addormentato.”
Gli sorrisi stancamente.
Era seduto a letto, i capelli scompigliati e lo sguardo euforico anche se abbastanza provato.
Era bellissimo.
Abbassai lo sguardo, notando solo in quel momento il bambino ancora addormentato tra le braccia.
Con la coda dell’occhio notai Jude inclinare leggermente la testa, osservandoci, e sciogliersi nel sorriso più dolce che gli avessi mai visto.
Mi alzai e rimisi il bambino nella culla, per poi stendermi accanto a Jude e prenderlo tra le braccia.
Mi si accoccolò immediatamente sul petto e gli lasciai un bacio tra i capelli, chiudendo gli occhi.
Mi era mancato.
“Hey.” Rialzò il viso. Sorrideva ancora.
“Hey.” Riaprii gli occhi, ricambiando il sorriso.
Istintivamente ci girammo entrambi verso il bambino.
“E ora come lo chiamiamo?” gli chiesi, corrugando la fronte.
“Bè, io escluderei a priori Robert Downey Junior Junior.”
“Potrebbe essere una nuova tradizione.” Lo fissai, serio. “Tra un po’ di anni in giro potrebbe esserci un Robert Downey Junior Junior Junior Junior Junior.”
“Certo, che ti maledirà in tutte le lingue del mondo per aver dato il via alla tradizione.”
“Bè, tecnicamente è stato mio padre ad inaugurarla.”
Si allungò un poco per lasciandomi un bacio sul mento, ignorando il tirare dei punti.
“Scegli un nome.” Mi sussurrò, ritornando alla posizione iniziale.
Lo guardai. Non avevo mai sorriso tanto.
“Sceglilo tu, Judsie.”
Si imbronciò istantaneamente.
“Non chiama-“
“Andiamo, hai appena partorito, chi è la donna?”
Mi lanciò un’occhiataccia. Sapeva che avevo ragione.
Sospirò, sconfitto, per poi corrugare la fronte e farsi pensieroso.
“Cosa ne dici di Anthony? Affettuosamente Tony.”
Risi, prendendolo come uno scherzo, ma quando lo guardai lo vidi terribilmente serio.
Annegai nei suoi occhi e vi trovai la convinzione.
“Che Anthony sia.”
Ci voltammo di nuovo entrambi verso il bambino.
Jude mi strinse meglio.
“Anthony Downey. Mi piace.”

 

 

 

Lollolandia:
Sono in un ritardo pazzesco, perciò vedrò di stringere, se voglio aggiornare entro mezzanotte (sono esattamente le 23.43 DD:).
Ecco svelati il nome e le dinamiche del parto.
Bè, per i dubbi chiedete e spiegherò domani xD
Ah, giusto, il titolo significa “Passeggino”, questa volta ù_ù
Buon Natale xD

barbydowney: Ecco qui, cosa ne pensi? xD

BlackCobra: Ahahahahahahahahahahahahahaha, donna sadica xDDD Piciuta la nascita di Gesù? xD

Ilaria1993: Posizione precaria? Perché? xDDD
Ecco svelato il mistero ù_ù xD

yasmine: Ahahahhahahahahahahahahahahahahah *muore*

laurarom89: Ecco il piccolo nato, piaciuto? xDD

A domani, care, e ancora Buon Natale :)
- J

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Capitolo 5
*** Surname ***


5. Surname

5. Surname


“Jude.” Alzai lo sguardo dallo schermo della televisione, puntandolo su Jude dall’altro lato della stanza. Stava dondolando in giro da qualche minuto, cercando di far addormentare Anthony.
Mi fissò.
“Dimmi.”
Accennai al bambino.
“E se gli mettessimo il doppio cognome?”
Mi guardò un attimo, riflettendo. Ne approfittai per sistemarmi il cuscino alle spalle e sistemandomi mezzo-sdraiato sul letto.
“Bè, non sarebbe male. Anthony Downey Law. O intendevi Anthony Law Downey?”
Ascoltai attentamente entrambi. Non suonavano poi così male.
Mi picchiettai l’indice sul mento, riflettendo, spostando lo sguardo sul pavimento.
“E di Anthony Dhani Downey Law cosa ne dici?” Tornai a guardarlo.
Gli si illuminarono gli occhi. Se non avesse avuto in braccio Tony ero quasi sicuro si sarebbe messo a saltare e battere le mani.
“Dico che lo amo.” Mi sorrise a trecentocinquanta denti.
Ricambiai nel giro di un secondo, dopodiché lui ritornò ad osservare Tony ed io ad osservare entrambi.
Mi incantai a guardarli.
Jude, amore puro in fondo agli occhi, osservava Anthony, aggrappato alla spalla della sua camicia, con il viso affondato nella stoffa ed i pugnetti serrati.
Improvvisamente Jude riportò lo sguardo su di me.
“Come mai queste idee del secondo nome e del doppio cognome tutte in una volta?”
“Bè, il nome mi ronzava in testa da un po’, invece il doppio cognome è stata un’idea di ieri notte. Ho pensato che non è giusto abbia solo il mio.”
Mi si avvicinò, continuando a cullare Tony.
“Ma avevamo deciso di dargli il tuo perché io ho già abbastanza discendenti.”
“Bè, vorrà dire che ne avrai uno in più.” Sorrisi di nuovo. “E poi anche Indio ha sia il cognome di Deborah che il mio.”
Sbuffò, posando lentamente Anthony nel lettino e buttandosi accanto a me, abbandonando la testa sul cuscino.
Allungai un braccio, tirandomelo addosso e lasciandogli un bacio sui capelli.
Affondò il viso nella mia maglietta, sospirando pesantemente.
“Stanco?”
Annuì, chiudendo gli occhi, sfinito.
“Questo mese mi alzo io, di notte.”
Rialzò il viso e aprì gli occhi, lanciandomi un’occhiataccia.
“Non ci provare, tocca a me. E poi tu hai le riprese.”
Gli pizzicai un fianco.
“No no, Judsie, non si discute, mi alzo io. E poi ormai le riprese di Iron Man 3 sono finite.”
“D’accordo, hai vinto.”
Non aveva nemmeno più la forza di discutere.
Erano quasi due settimane che Tony ci svegliava nel cuore della notte, ed ogni volta Jude mi costringeva a rimanere a letto mentre lui lo cullava fino a farlo riaddormentare. Ogni volta mi stupivo quando di giorno me lo ritrovavo in giro per casa pimpante come sempre.
Ma le sue occhiaie parlavano per lui.
Presto scoprii che era sfinito, solo cercava di non darlo a vedere per non farmi pesare il fatto che fosse sempre lui ad alzarsi, nonostante insistesse per farlo ogni volta. Perciò avevo cominciato a rimanere sveglio mentre lui faceva riaddormentare Anthony. Almeno gli fornivo un minimo di sostegno morale.
In cambio ero diventato un esperto di programmi notturni. Soprattutto quelli che andavano dalle 2 alle 4 di mattina.
Riabbassò la testa, riprendendo la posizione iniziale sul mio petto.
Mi tesi ad afferrare il telecomando e spensi la televisione, buttandolo poi sul tappeto, ed allungai la mano a spegnere la luce.
Tirai su il piumone dai piedi del letto e coprii entrambi.
Chiusi gli occhi.
Jude si mosse improvvisamente – credevo fosse già addormentato – e mi lasciò un baciò all’angolo della bocca.
“Ti amo.”
Lo strinsi maggiormente, affondando il viso tra i suoi capelli e respirando il suo profumo.
“Anche io, Jude. Anche io.”

 

 

 

Lollolandia:
Ohhhhh, checcarini *-*
Si, me lo dico da sola xD
Capitolo ambientato dopo poche settimane dall’altro (fingiamo che Rob ancora non sia andato a registrare il bambino e che perciò possano ancora cambiare il nome ù_ù xD), ed è dedicato, nell’ordine, a:
- Drabbit (mi sono dimenticata di dedicarti lo scorso DDDDD: Ahhhh, mannaggia a me DD:): per il nome, dopotutto è stato suo il suggerimento per Anthony :)
Ribadisco: gran nome, non c’avrei mai pensato xDD
- manubibi: alla fine il nome che tanto ti piaceva gliel’ho messo come secondo, non potevo abbandonarti così, spero ti vada bene comunque xDD
- BlackCobra: per aver proposto il doppio cognome a cui, sinceramente, non avevo nemmeno pensato xDD
Bè, l’ho inserito, ottimo suggerimento ;)

Questa volta il titolo non è un oggetto per bambini, li ho esauriti DD: (ebbene si, ho poca fantasia -.-‘’).
Bon, passo alle recensioni *-*


Ilaria1993:
Ahahahahahahahahahhaahah, ubriacona! xDD Comunque non ti preoccupare per la recensione, è comunque un piacere leggerle (credo tu lo sappia, da scrittrice quale sei *-*), anche se sono di due righe xD

laurarom89: Ti ha risollevata? Davvero? Che bello *-*

BlackCobra: Si, infatti, non l’ho scritto ma credo si capisse che i suoi neuroni al momento erano un tantinello partiti xDD
Bè, si, effettivamente il parto cesareo era quello più fattibile xDD
Si, volevo proprio farvi sciogliere, sono contentissima di esserci riuscita xD
Per il nome dovete ringraziare tutte Drabbit per averlo pensato xD Spero ti piaccia anche il secondo nome scelto da Manu xD
Il secondo cognome l’ho inserito, come ho già detto sopra non ci avevo proprio pensato, grazie mille per avermelo fatto presente ^^

yasmine: E’ nato, è natoooo!!! *corre saltellando con lei*
Esatto, sono della tua stessa opinione, anche gli uomini dovrebbero provare i dolori del parto ù_ù

barbydowney: Come sempre sono contentissima che ti piaccia *-*

Drabbit: Scusa per la mancata dedica allo scorso capitolo, mi sono dimenticata DD:
Scusascusascusascusascusascusa >.<
Si, tecnicamente ancora non esiste, ma spero vivamente in un futuro prossimo *incrocia le dita fino a quasi farsi male* Anche secondo me sarebbero davvero una coppia perfetta, per questo sto cercando di renderli esattamente così *-*
Io voglio che Rob abbia la sua bambina, ma non voglio l’abbia da Susan D:
Come non mi stancherò mai di ripetere: anche se si vede lontano chilometri che lui la ama, lei sembra sempre stia recitando, secondo me ._. Bah, dettagli, ritorniamo a questi due xD
Piaciuto il capitolo? xD

A presto ^^
- J

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Capitolo 6
*** Atomic bomb ***


6. Atomic bomb

6. Atomic bomb


Stava cercando di capire come si cuoceva la pasta quando si era sentito chiamare.
“Rob, vieni a cambiare Tony, ci penso io al pranzo.”
Grazie a Dio, aveva pensato.
Anche se effettivamente non sapeva se fosse meglio morire per asfissia o bruciare la pasta. Scelta difficile.
Storse il naso, dirigendosi in camera di Tony.
Trovò Jude che faceva il solletico al piccolino, mentre si esibiva in una serie di smorfie che lo facevano ridere a crepapelle, mettendo in mostra le gengive.
Sorrise, appoggiandosi allo stipite.
Jude lo vide solo dopo un paio di minuti. Gli tirò un pannolino pulito.
“Stacci attento.” Lo avvisò, guardandolo minaccioso e sparendo in corridoio.
Mise il broncio.
“Certo che ci sto attento, è mio figlio!” gridò alla porta, con disappunto, per poi volgere l’attenzione su Anthony.
“Tesoro di papà!” gli sorrise.
Il bambino rimase impassibile, facendolo sbuffare contrariato.
“Tu e papà, di là, vi divertite assai senza di me, vero?”
Il bambino lo guardò interrogativo.
“Certo, certo, fai pure finta di niente.” Lo guardò negli occhi. “Mi chiedo se tu sia veramente mio figlio, hai preso tutto da Jude.”
Anthony, quasi a smentire le sue parole, portò una manina ai capelli scuri.
“Visto? Sei precisino come lui. Hai ragione, i capelli sono i miei.”
Passò ad armeggiare con il pannolino, cercando di capire come aprirlo senza sparpagliare cacca per tutta la stanza.
Esultò troppo in fretta, quando riuscì a slacciarlo.
Quasi svenne quando la puzza gli colpì le narici.
“Dio, Tony, tu non fai la cacca, tu partorisci bombe atomiche!”
Arricciò il naso, mentre afferrava una manciata di salviette per ripulirlo e gli toglieva il pannolino sporco, sostituendolo con quello pulito.
“Rob, quando caspita ci metti?! E’ quasi pronto!” gli gridò Jude dalla cucina, sbraitando peggio di una donnetta isterica. Ed ecco che cominciava a parlare da solo.
Robert scosse la testa, cercando di ignorare il borbottio sommesso che veniva dall’altra stanza e chiudendo il pannolino a Tony.
Si abbassò a sfregare il naso con il suo.
“Siete matti, matti! Mi chiedo come faccio ad essere ancora sano di mente, con voi due in giro per casa.”
Gli riallacciò la tutina e lo prese in braccio, afferrando il pannolino sporco in punta di dita e facendolo velocemente sparire nel cestino del bagno.
Dio, era sicuro che quella puzza l’avrebbe perseguitato a vita.

 

 

Lollolandia:
Ho aggiornato, ho aggiornato! Ora posso godermi il cinema senza rimorsi di coscienza ù_ù
E la Dianna Agron *-*
Tesssssoro *-*
Basta, me ne vado sul serio.


pachelbel90:
Ohhh, Bà, hai cambiato nick sul serio! Vorrei farlo anche io, ma non trovo nulla T_______T
Fortunatamente ti riconosco dall’avatar xDD
No, seriamente, sarei riuscita a riconoscerti comunque ù_ù
Spero. xD
Ho visto che i nomi hanno riscosso successo xD

laurarom89: Bell’idea, vero? Ringrazia BlackCobra xD

manubibi: Uauauauauauauauauauauauauauauaua, se sapevo che ti avrebbe fatta così felice l’avrei inserito prima xD

yasmine: Bè, si l’idea delle carie non è male ù_ù xDD

Ilaria1993: E’ vero, non ci avevo pensato, risponderanno allo stesso nome per un certo periodo uauauauauauauauauauauauauauauaua non so perché, ma la trovo una cosa abbastanza divertente xDD

BlackCobra: Grazie a te, cara :) Non sai quanto li vorrei vedere così anche io *www www* *muore dalla dolcezza*

Drabbit: Questo è male, te la meritavi eccome ù_ù
Ahahahahahahahhahahaahhahahahahahahah, più nomi di Silente uauauauauaua *muore*
In effetti è una cosa un po’ crudele lasciarla dopo aver avuto un bambino ._.
La lascerà prima e farà una squadra di calcio con Jude, visto che è di nuovo sulla piazza ù_ù xDD

Da questa volta in poi comincerò a rispondervi alle recensione grazie al nuovo metodo, perché la cosa di non potervi rispondere subito sta diventando un tantinello frustrante, perciò ho deciso di accogliere a braccia aperte le novità del sito e rispondervi in tempo reale *-*
Non so voi, ma l’idea mi fa abbastanza contenta, visti i miei aggiornamenti lontani secoli ._.
Me ne vado, a presto ^^
- J

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Capitolo 7
*** Baby steps ***


7. Baby steps

7. Baby steps


Jude era fuori da qualche ora, aveva un appuntamento con Natasha.
Osservò malinconicamente l’orologio. Odiava rimanere in casa da solo, soprattutto se anche Tony era fuori; Natasha non lo vedeva da secoli ed aveva insistito perché Jude lo portasse con sé.
Robert era rimasto a casa, doveva passare il tecnico ad aggiustare la lavastoviglie, ma in tutto il pomeriggio non s’era visto nessuno e si era dovuto rassegnare alla noia più totale.
Voleva sentire la voce di Jude, ma non voleva chiamarlo e disturbare la sua giornata fuori in compagnia della sorella, perciò aveva accesso la televisione per un po’ di compagnia.
Una vecchia replica del Dr. Who passava sullo schermo, ma non riusciva a concentrarsi sulle immagini, solo l’orologio riusciva a catturare completamente la sua attenzione.
La lancetta dei minuti fece un giro completo, prima che finalmente il suono delle chiavi di Jude lo riacciuffava dall’apatia in cui era caduto.
Non aveva fatto nemmeno in tempo a girare la chiave nella serratura che Robert si era già scapicollato in corridoio, per finire esattamente davanti alla porta d’ingresso mentre si spalancava.
Jude, con Tony arrampicato su una spalla, addormentato con il visino nascosto nel suo collo, recuperò il passeggino ed entrò in casa, avvolto nella sua luce propria come solito.
Abbandonò il passeggino di Anthony accanto alla porta e notò Robert.
“Ehy.” Gli sorrise.
Ed il mondo tornò a colorarsi.
Improvvisamente la casa tornò ad essere il loro rifugio accogliente, con la televisione che rumoreggiava in salotto e una famiglia all’interno.
Rimase fermo immobile a fissare i suoi due uomini, mentre Jude lo fissava interrogativo.
Tony si mosse leggermente, allungando il pugnetto a circondare il collo del padre, ed improvvisamente Robert si riscosse.
Si avvicinò.
“Dallo a me, sarai stanco.” Allungò le braccia, cercando di prendere Tony senza svegliarlo. Se lo sistemò bene in braccio e prese ad accarezzargli la testolina, mentre Jude lo salutava con un bacio.
“Vai a farti una doccia, penso io a lui.” Gli sorrise. La malinconia provata quel pomeriggio era ormai un ricordo lontano spazzato via dalla presenza del suo compagno e del loro bambino.
Jude gli diede un altro bacio leggero, senza smettere un attimo di strappargli il fiato con i suoi sorrisi.
“Grazie.”
Lasciò il cappotto appeso all’attaccapanni e le chiavi nel cestello all’ingresso e si dileguò in corridoio.
Robert lo seguì con lo sguardo finchè non scomparì alla vista, per poi tornare in salotto con Tony.
L’avrebbe steso nel lettino tra qualche istante, giusto il tempo di bearsi della sua presenza. Qualche minuto dopo la testina si alzò, rivelando due occhioni azzurri – in tutto e per tutto uguali a quelli di Jude - velati ancora da un po’ di sonno. Gli venne istintivo sorridere, lasciandogli un bacio sulla punta del naso, sperando che la barba appena accennata non lo pizzicasse.
“Ben svegliato.” Lo salutò, ricevendo in cambio uno schiaffetto sul mento.
Il bambino prese ad agitarsi e Robert, interpretando i suoi desideri di conquista, lo fece scendere a terra, portandolo al centro del tappeto perché non prendesse freddo.
Lo vide alzarsi sulle gambine reggendosi al tavolino e raggiungere finalmente l’anello per farsi i denti a forma di orsacchiotto che sostava sul bordo. Lo tirò per terra, cadendo sul pannolone, e prese come solito a mordicchiargli l’orecchio, sfregando sulle gengive.
Jude riapparve in quel momento, facendo lo slalom tra i giocattoli ed evitando per un soffio il girello prima di riuscire a buttarsi a sedere sul divano, accanto a Rob.
Si strofinò i capelli con un asciugamano, osservando Anthony rimasto incantato dalla televisione.
In un invito silenzioso aprì poi le braccia, avvolgendole in seguito attorno a Robert e tirandoselo contro. Gli lasciò un bacio tra i capelli sconvolti.
“Com’è andata in casa da solo?”
Robert chiuse gli occhi, inalando a pieni polmoni il profumo che quel pomeriggio gli era sembrato lontano anni luce.
“Poteva andare meglio.”
Jude lo strinse ulteriormente.
“Mi dispiace.” Mormorò, fermo tra i ciuffi sopra l’orecchio.
“Non ti preoccupare.” Avvertì la tensione scivolargli di dosso, scacciata dalla sicurezza che la presenza di Jude gli forniva e, in men che non si dica, si addormentò con la testa sulla spalla dell’altro e le sue braccia attorno alla vita.

Fu risvegliato da parole frettolose, agitate, che venivano praticamente urlate nel suo orecchio.
Alla faccia dei lenti e dolci risvegli.
Aprì gli occhi, mettendo immediatamente a fuoco il viso di Jude.
“Rob. Guarda.”
Seguì il suo braccio, ancora intontito, steso ad indicare qualcosa. Molto probabilmente la stessa cosa che gli stava facendo brillare gli occhi.
Al bordo del tappeto, teso a raggiungere il girello, stava Anthony.
E fin qui tutto bene, non fosse stato per il fatto che era in piedi, un piedino più avanti dell’altro, concentrato nello sforzo di raggiungere la sua navicella con le ruote.
Si sentì improvvisamente sveglissimo e si tuffò davanti al mobile sotto la televisione, aprendo cassetti ed imprecando a tutto andare mentre cercava la telecamera.
Quando finalmente la trovò, tornò trionfante accanto a Jude, sperando quell’aggeggio si accendesse il più in fretta possibile, Tony era ormai a tiro del girello.
Jude, dal canto suo, era teso in avanti, pronto ad afferrare il bambino in caso si sbilanciasse e cadesse, un sorriso a cinquecentottanta denti dipinto in viso.
Quando finalmente la telecamera si accese, Tony, quasi a farlo apposta, si fermò a metà strada e si voltò verso di loro, fissandoli interrogativo.
Jude si calò immediatamente nel ruolo della mammina e prese ad allungare le braccia, sorridendo incoraggiante e incitandolo a raggiungerlo.
Una decina di minuti dopo, Anthony era al sicuro tra le sue braccia, mentre Jude lo tempestava di baci e Robert quasi piangeva; il video dei suoi primi passi al sicuro nella telecamera.

 

 

Lollolandia:
E’ venuto molto più lungo di quanto mi aspettassi, davvero O.O
Però nulla toglie che fa schifo, si capisce che è scritto da qualcuno senza un briciolo di ispirazione ._.
Ma vi avevo promesso l’aggiornamento e l’aggiornamento avete avuto (visto? Rispetto la tabella, che brava ù_ù), nonostante non sia molto in vena di scrivere ._.
Comunque. Con questa storia ci risentiamo tra due settimane, la settimana prossima, al posto di questa al giovedì, avrete Growing up together al sabato, accontentatevi ù_ù xD
Lascio anche qui lo schema, meglio ù_ù

Lunedì: Vuole che le arredi la camera da letto, Sir?
Giovedì (ogni 2 settimane): Mary Poppins a Lollolandia
Sabato (ogni 2 settimane): Growing up together
Domenica: Boulevard of broken dreams

Ci risentiamo domenica, e buon San Patrizio a tutti xD

- J

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Capitolo 8
*** Mum?! You wanted to say dad, right? ***


8. Mum?! You wanted to say dad, right?

8. Mum?! You wanted to say dad, right?


Voltai lentamente una pagina del libro che stavo leggendo, sbadigliando sonoramente e lanciando un’occhiata a Jude.
Si era seduto circa venti pagine prima, tenendosi accanto l’ovetto in cui riposava Tony. In meno di dieci minuti si era poi steso con la testa sulle mie gambe ed i piedi appoggiati al bracciolo del divano, intento a fare smorfie buffe cercando di far ridere il neo-svegliato cucciolo, che gli agitava le manine davanti agli occhi ridendo come un matto.
Alzò le braccia, facendolo volteggiare in aria.
Le risate di un bambino, del nostro bambino, erano probabilmente il suono più bello al mondo.
Recuperai il segnalibro dal tavolino e lo lasciai tra le pagine, chiudendo definitivamente quel noiosissimo mattone che avevo iniziato a leggere perché secondo Jude era “un capolavoro, assolutamente magnifico”. Gli ci voleva poco, per convincermi. Veramente molto poco.
In effetti non aveva nessun bisogno di convincermi.
Gli lasciai un bacio a fior di labbra e feci un sorrisone a Tony, che cercò immediatamente di afferrarmi gli occhiali, richiamato da quello strano oggetto peggio che una gazza ladra da una qualunque cosa luccicante.
Mi scansai appena in tempo, afferrandogli una manina e baciandone il palmo, solleticandolo con la barba appena accennata e facendolo gorgogliare sonoramente.
Jude se lo riportò al petto, lasciandogli un bacio sulla punta del naso.
Tony si aprì in un sorriso tutto gengive.
“Mamm…” espresse, fieramente.
Mi sporsi verso di lui, mentre Jude si immobilizzava a guardarlo.
Affondai in quegli occhi così tremendamente uguali ai suoi.
“Cucciolo, cos’hai detto?”
Mi guardò, interrogativo, come se non avesse mai aperto bocca.
“Ripeti a papà. Cos’hai detto, Tony?”
Puntò lo sguardo nel mio, quasi a volermi dare dell’idiota.
“Mamm.” Ripetè.
Senza dubbio era un bambino intelligente, peccato avesse sbagliato genitore.
Due secondi dopo me lo ritrovai in braccio, mentre Jude si alzava dal divano, barcollando leggermente in direzione della cucina.
“Vado a farmi un tè.”
“Jude.” Lo richiamai, sforzandomi di non ridere.
Si voltò a guardarmi, con un broncio che arrivava a terra.
“Cosa?”
“Eddai, festeggiamo. Era la sua prima parola, dopotutto!” Accampai spiegazioni, cercando di recuperare il suo umore finito in cantina.
Incrociò le braccia sul petto, mordicchiandosi il labbro. “Mhmm…”
“Per noi era una parola” iniziai, alzandomi dal divano con Tony tra le braccia “ma magari per lui è solo un suono qualunque.”
“Ma perché la donna devo sempre essere io?!” scoppiò tutto in una volta, lasciando ricadere le braccia lungo i fianchi, sconsolato.
“Bè, tecnicamente sei tu quello che ha partorito...” mi avvicinai ulteriormente, sfoderando Tony come arma impropria, sperando non mi uccidesse prima di averlo raggiunto.
Mugugnò qualcosa, ma presto cedette e si sporse ad afferrare il bambino, stringendoselo al petto.
Gli lasciò un bacio tra i capelli e mi tese una mano, finalmente sorridente.
“Andiamo a festeggiare, coraggio, il nostro bambino ha detto la sua prima parola!”

 

 

 

Spazio autrice:
Non si nota che non avevo uno straccio di idea su cosa scrivere, vero? Naaaaah, non l’ha notato nessuno, questo capitolo fa talmente tanto schifo che non si legge ._.
Bè, per ora tenetevi questo, vedremo cosa salterà fuori prossimamente (in caso, le idee provenienti da fonti esterne sono accolte a braccia aperte, sia chiaro, non vorrei fraintendeste ù_ù xD).
Non ho altro da dire, vi lascio lo schema.

Lunedì: Vuole che le arredi la camera da letto, Sir?
Giovedì (ogni 2 settimane): Mary Poppins a Lollolandia
Sabato (ogni 2 settimane): Growing up together
Domenica: Boulevard of broken dreams

Ci risentiamo domenica per, se Dio finalmente vuole, BOBD.
A presto :)

- J

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Capitolo 9
*** First day of school ***


9. First day of school

9. First day of school


“Rooooob!”
“Robert, porca miseria!”
Jude Law infilò la giacca al figlio, fumando di rabbia. Lasciò un bacio in fronte a Tony. “Aspetta qui un secondo.”
Salì le scale due gradini alla volta, erano in un fottutissimo ritardo.
“Robert!” spalancò la porta della stanza che condivideva con il marito, trovandolo steso di schiena sul letto, tra le mani una vecchia fotografia.
“Ti ricordi quando è nato?”
Jude sbuffò. Ecco, ci mancavano solo i sentimentalismi.
“Come se fosse ieri.” Si appoggiò allo stipite della porta a braccia conserte, un sorriso sornione sulle labbra.
“Perché era ieri. E oggi va già a scuola.”
Jude si avvicinò, piegandosi sulle ginocchia per arrivare all’altezza di Robert. Gli scompigliò i capelli.
“Coraggio, prima o poi tutti i bambini crescono.”
L’altro si voltò verso di lui, lo sguardo lucido.
“Ma perché anche il nostro?”
Incrociò le braccia sul copriletto, appoggiandovi il viso, senza interrompere il contatto visivo. “E’ ora di andare.” Gli sussurrò, sottraendogli gentilmente la foto dalle mani.
“Andiamo.” Intrecciò le dita con le sue, tirandolo a sedere e poi in piedi.
Si ritrovarono a distanza di un paio di centimetri. “Non possiamo tenerlo a casa un altro annetto?”
Jude sorrise. “No, Rob, ha sei anni. E’ ora che vada a scuola.” Gli lasciò un bacio a fior di labbra, poggiò la foto sul comodino e, trascinandoselo dietro, scese le scale.
“Andiamo?” chiese Tony, apparendo dal salotto con lo zainetto in spalla.
Robert si abbassò, scompigliandogli i capelli.
“Andiamo.” Lo prese per mano e afferrò le chiavi della macchina. “Jude, prendi tu quelle-“
“Di casa? Si, le ho io.”
Si chiuse la porta alle spalle, raggiungendo Rob proprio mentre chiudeva lo sportello dietro Anthony.
“Pensala così, se Tony va a scuola, noi avremo più tempo per altro.” Gli lasciò un bacio sul collo, per poi salire in macchina.

“Fai il bravo! E non picchiare gli altri bambini! O meglio, picchiali solo se lo fanno loro per primi! E-“
“Robert.” Jude gli posò una mano sul braccio, ridendo. “Basta così, dai. Ha capito, l’abbiamo istruito bene.”
Robert gli strinse la mano, intrecciando le dita, lo sguardo assente rivolto al portone della scuola.
“E’ andato.”
“Forza, tra quattro ore torniamo a riprenderlo.”

Aprì la porta di casa fischiettando.
“Allora. Io faccio la lavatrice, pensi tu alla cucina?”
Robert entrò, richiudendosi la porta alle spalle e avvicinandosi a Jude da dietro.
Gli sfilò la giacca, lasciandogli una scia di baci partendo dalla spalla.
“Consolami, mio figlio è al suo primo giorno di scuola, sto invecchiando.”
Jude si voltò. “Ehi, è anche mio figlio!”
“Allora vuol dire che stai invecchiando anche tu.” Non riuscì ad evitare una sberla sul braccio.
“Non sto invecchiando!”
Robert gli morse una spalla.
“Dimostramelo in camera da letto.”

Saltellò per la stanza, cercando di infilarsi i pantaloni.
“Rob.”
Robert si rigirò tra le coperte. “Mmmh.”
“Robert, andiamo, Tony esce fra dieci minuti.” Chiuse gli ultimi bottoni della camicia.
“Robert, sant’iddio, tutte le volte la stessa storia! Alzati!” Allungò un piede, facendolo volare giù dal letto.
Ignorò le imprecazioni di Robert e chiuse i polsini, cercando di stirare le pieghe – grazie a Dio Rob non gli aveva rotto anche quella, di camicia, ma non l’aveva trattata bene comunque. Come sempre.
L’altro si alzò da terra con aria confusa, i capelli sparati in tutte le direzioni.
“Cosa succede?”
“E’ ora di andare a prendere Tony!” gli tirò i boxer, vedendolo attivarsi immediatamente al nome di suo figlio.
“Cazzo!” si appoggiò alla cassettiera, vedendolo partire a tutta velocità per la stanza, cercando i vestiti e un modo per dare ai capelli quantomeno una forma decente.
Jude si avviò tranquillamente al piano di sotto e qualche secondo dopo vide Rob arrivare di corsa ed afferrare le chiavi della macchina, uscendo in tutta fretta. Saltò gli scalini del portico.
“Andiamo, Jude, è dannatamente tardi!”
Era incredibile quanto si agitasse quando in gioco c’era suo figlio.
“Arrivo, arrivo.” Prese le chiavi e chiuse la porta, avviandosi tranquillamente all’automobile mentre Robert si spataccava sul clacson.
Fortunatamente l’aveva svegliato con mezz’ora di anticipo, conosceva i suoi polli.

 
Spazio autrice:
Ohhhh, grande salto temporale, ma il capitolo stranamente mi soddisfa abbastanza. Infatti piove -.-‘’
Non ho niente da dire, spero il capitolo vi sia piaciuto, vi lascio lo schema :D

Lunedì: Vuole che le arredi la camera da letto, Sir?
Giovedì (ogni 2 settimane): Mary Poppins a Lollolandia
Sabato (ogni 2 settimane): Growing up together
Domenica: Boulevard of broken dreams

A domenica :)
- J

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Capitolo 10
*** Partenze ***


10. Partenze e arrivi

10. Partenze


“Jude, dov’è il mio cappello? Quello nero con il fiocco, presente?”
“E’ steso fuori” lanciò un’occhiata all’orologio sopra la televisione “tra mezz’oretta dovrebbe essere asciutto, se il sole si mantiene, l’ho steso stamattina.”
“Eh?”
“L’ho steso fuori stamattina!” urlò più forte, cercando di far arrivare la voce al piano di sopra, più precisamente in camera da letto, dove suo marito era intento a giostrarsi tra i suoi mille e più vestiti con un’aria incredibilmente alla Indiana Jones.
Spostò una pila da davanti alla porta, cercando un modo di uscire da quella battaglia indenne. Scivolando su un paio di boxer con le paperelle, riuscì miracolosamente a raggiungere la ringhiera delle scale.
“Mezz’ora hai detto, eh?” apparve sulla soglia del soggiorno. Allora quella parte l’aveva sentita.
“Vediamo se riesco a velocizzare la cosa.” Riprese la sua marcia alla volta della porta a vetri che dava sul cortile. Mise una mano sulla maniglia e riuscì a farla scorrere sulle guide prima che la voce di Jude lo interrompesse senza nemmeno alzare gli occhi dal giornale.
“Non metterlo nell’asciugatrice come l’ultima volta, c’abbiamo messo un mese a fargli riprendere la forma.”
Robert sbuffò, facendogli il verso a suon di smorfie.
“Sempre a puntualizzare, tu.” Borbottò, continuando imperterrito.
“Ti vedo, sai?” voltò pagina tranquillamente, facendo scorrere lo sguardo sul continuo dell’articolo iniziato la facciata precedente.
“Ma mi serve per domaniiii…” piagnucolò Robert, ciondolando davanti alla porta-finestra.
“Ti ho detto che tra mezz’ora dovrebbe essere asciutto.”
“Dovrebbe, appunto. Dovrebbe. E se poi non si asciuga, eh? Io domani non parto se non ho il mio cappello.”
Jude alzò finalmente lo sguardo, ghignando sotto i baffi.
“Non sia mai! Il grande Robert Downey Jr. senza il suo cappello preferito, sciaguuura a voi che lo incontrate! Fuggite finchè siete in tempo!”
“Hai finito?”
“Si, grazie.” E tornò al suo giornale.
Robert, dal canto suo, sbuffando come una ciminiera, tornò in camera a passo pesante, sperando che magari pestando i piedi a quel modo un pezzo di intonaco si sarebbe staccato e sarebbe caduto in testa all’uomo al piano di sotto.
Di nuovo, si aprì la strada tra le magliette, tornando ad affrontare le valige ancora mezze vuote sparse sul letto matrimoniale. Si mise le mani sui fianchi.
“Non posso finire le valige, non ho il cappello.” E, stringendosi nelle spalle, sparì in bagno.

“ROOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOB!”
Jude Law, anni 41, appena entrato nella stanza che condivideva con il suo caro maritino. O meglio, provava ad entrare, vista la quantità spropositata di indumenti assiepati davanti alla soglia.
Il suddetto caro maritino uscì dal bagno con un sorriso smagliante, fresco come una rosa.
“Dimmi, amore.”
“Cinque minuti. Ti do cinque minuti per rimettere ogni cosa dov’era, o stasera la paghi.” E si dileguò in corridoio, esalando fumo da ogni parte.
Robert fece appena in tempo a puntare lo sguardo su una maglietta color melanzana – bleah, chi l’aveva comprata?! Oh, è vero, lui, per abbinarla a quei pantaloni arancioni laggiù in fondo -, che Jude, o meglio la sua testa, riapparve dalla cornice della porta.
“Cinque minuti. E vedi di tirarti a lucido per le quattro e mezza, che vado a prendere Tony. Viene a casa con la sua prima amichetta e noi non vogliamo che i tabloid di mezzo mondo scoprano che Jude Law in casa sua ha un casino da terza guerra mondiale, vero?” gli sorrise nel modo più minaccioso che conosceva.
“Ehm… n-no?”
“No, esatto.” Usò il suo tono più angelico, continuando a sorridere come se stesse parlando ad una persona particolarmente lento di comprendonio. “Perciò ora rimetti tutto a posto o ti spezzo le gambine, amore.” E con ciò scomparve di nuovo.
Robert si guardò attorno terrorizzato. Un paio di calzini lo salutò dalla lampada a cui erano appesi.
Da dove cominciare?

 

“Tony, promettimi che farai il bravo mentre sono via. Non far arrabbiare troppo papà. O troppo poco.” Immaginò lo scappellotto ancora prima che arrivasse, stranamente dalla direzione di Jude.
Il bambino si limitò ad annuire; un dentino mancante nel sorriso.
“Bravo, cucciolo.” Gli scompigliò i capelli, rialzandosi da terra e spolverandosi le ginocchia dei pantaloni.
“Jude.” Prese il bagaglio che gli tendeva, guardandolo come se stesse partendo per la guerra. Ma prima che potesse aprire bocca, l’altro alzò un dito, fissandolo intensamente.
“Solo una cosa. Prometti di telefonare almeno una volta al giorno. Anche solo per dire che sei vivo.”
Robert inclinò leggermente la testa, sorridendo dolcemente.
“Ammetti che ti mancherò, signor Tutto-d’un-pezzo.”
“Promettilo.”
Ignorò i richiami sempre più insistenti dell’assistente del suo agente, che con i suoi strilli da aquila aveva già fatto girare mezzo aeroporto inutilmente.
“Prometto.” Mormorò, mantenendo il contatto visivo e annegando negli occhi di Jude, che vide immediatamente farsi più tristi. “Andiamo, non vado in Afghanistan.” Scherzò, prendendogli una mano e baciandone la punta di ogni dito.
“Torna presto.”
“Tempo di girare le scene strettamente necessarie e sono già a casa, giuro.”
“Papà!” Anthony prese a picchiettargli sulla gamba, costringendolo ad interrompere il contatto visivo con Jude.
“Si, cucciolo?” gli sorrise smagliante. Essendo abituato ad avere due genitori attori famosi come loro, non aveva mai avvertito troppo la separazione da uno dei due in aeroporto, e non aveva di certo intenzione di fargliela pesare ora.
“Quando torni a casa, mi porti la figlia di Pepper?”
La risata stravagante di Robert si spanse tutt’intorno.
“Certo, certo. Invitiamo lei, Pepper e Chris per tuuutto un weekend, cosa ne dici?”
Il sorriso enorme di Tony gli scaldò il cuore, mentre ancora una volta tornava a confrontarsi con Jude, che non aveva smesso un attimo di fissarlo.
“Allora, hai intenzione di salutarmi come si deve si o no?” gli chiese, continuando imperterrito a sorridere. Dio, non era mai stato così difficile allontanarsi da casa. Forse perché negli ultimi anni si era abituato fin troppo a tirarsi dietro Jude e Tony su qualunque set. Ma ora Anthony era grande, aveva la scuola, gli amichetti che lo cercavano. Era giusto rimanesse a casa.
Jude lo fissò ancora qualche secondo, come incantato, prima di saltargli al collo, chiudendo gli occhi, e stringerlo fino a mozzargli quasi il respiro. Affondò il viso nel suo collo, respirando quell’odore di casa che aveva chiuso in valigia, attaccato ad una delle sue sciarpe, per i momenti di nostalgia che sapeva che sarebbero arrivati.
Gli lasciò un bacio appena sotto l’orecchio.
“Ti amo.” Gli sussurrò.
Jude si scostò appena, quel tanto che bastava per riuscire a voltare la testa ed infilargli poco gentilmente la lingua in bocca.
Affondò una mano tra i suoi capelli, mentre l’altra - appesantita dal bagaglio a mano, ma non per questo meno pronta a trattenerlo - lo stringeva alla vita, tirandoselo sempre più addosso.
Quando si staccarono, notò gli occhi lucidi.
La sua Judsie.
“Ti amo anche io, Rob.” Gli sorrise tristemente.
Salutò un’ultima volta entrambi, prima di partire di buon passo alla volta dell’aereo, ignorando ancora una volta gli strilli dell’assistente.
Prima partiva, prima tornava, meno mancanza sentiva della sua famiglia.



Spazio autrice:
Credevo di averlo pubblicato. E invece no ._.
Però è stato bello essere in procinto di pubblicare l'undicesimo capitolo e rendersi conto di non aver pubblicato il decimo. Avevo ben due capitoli pronti, mai successo *^*
Comunque.
Ecco qui, capitolo che mi piace tanto, incredibilmente, così come il prossimo che direi, essendo già pronto, potreste trovarvi tra capo e collo prima di quanto vi possiate immaginare ù_ù
Bè, che altro dire... ah, si, come immagino tutte saprete, Pepper è in realtà Gwyneth Paltrow, che Tony conosce appunto perchè è andata a cena da Rob qualche volta (ovviamente), ma che confonde con la Pepper di Iron Man perchè dopotutto l'ha vista là la prima volta, in un film del suo papi (e guai a cercare di fargli capire che non è la vera Pepper uauauauauauaua). E... bè, la figlia è ovviamente Apple (-.-'') Martin e Chris è ovviamente Chris Martin, compagno di Gwyneth e cantante dei Coldplay.
Bene, direi che ho fatto tutti i dovuti chiarimenti.
A presto :D
- J

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Capitolo 11
*** Donne. Bah. ***


11. Donne. Bah.

11. Donne. Bah.


“Odio il mio nome.” Dichiarò Tony, sedendosi a tavola imbronciato e con le braccia conserte, dall’alto dei suoi nove anni. “Si può sapere perché l’avete scelto?”
“Eravamo ubriachi, suppongo.” Si strinse nelle spalle Rob, seduto a capotavola, lanciandogli un’occhiata fugace mentre addentava la pancetta.
Jude annuì da sopra la tazza di caffè senza nemmeno staccare lo sguardo dal giornale. Poi, come improvvisamente colpito da un’illuminazione, balzò sulla sedia, quasi strozzandosi con la sua stessa saliva.
“Ehi, scusa un attimo, io avevo appena partorito!”
“Appunto.”
“E tu paragoneresti il parto ad un’ubriacatura?” assottigliò terribilmente gli occhi, riuscendo finalmente a calamitare lo sguardo di Robert.
“Non l’ho mai detto.”
“Ah no, eh?! Bene, signor Ubriacatura, stasera dormi sul divano.” E, alzatosi dalla sedia e mollati tazza e giornale, sparì in corridoio.
“No, dai, Jude, domani ho l’aereo presto, fammi dormire almeno stanotte!” urlò.
“Fatti tuoi, dormirai sull’aereo!”
Robert intercettò lo sguardo di Tony e si strinse nelle spalle, rassegnato.
“Donne.”
“GUARDA CHE TI HO SENTITO!”
Alzò gli occhi al cielo.
“Cos’è, ora capti anche i bisbigli? Il prossimo passo sono gli ultrasuoni?”
“GIA’, VEDI UN PO’ CHE FREGATURA! E IL GIORNO SUL DIVANO DIVENTANO UNA SETTIMANA!”
Si strinse di nuovo nelle spalle. “Tanto domani parto.”
“NON CREDERE, QUANDO TORNERAI LA STORIA SARA’ ANCORA VALIDA, MIO CARO.”
Una porta sbatté, molto probabilmente – sicuramente, anzi – quella del suo fidatissimo amico bagno, adibito a fortezza personale per litigate come quella. Cosa che ovviamente costringeva Rob a chiedere asilo nel bagno di Tony.
Robert tornò ad Anthony, puntandolo con la forchetta.
“Non sposarti. Mai. Assolutamente, per carità, nemmeno se ti pagano per farlo. Piuttosto dona un rene.” E tornò silenziosamente alle sue uova, recuperando il giornale abbandonato di Jude.




Spazio autrice:

Ok, capitolo pronto da secoli – era solo da correggere e rivedere, copiandolo direttamente dalla fidatissima Moleskine (*-*) -, ma che solo ora trovo davvero il tempo/voglia di trascrivere.
Inutile dire che mi sono divertita come un’idiota a scriverlo, vero? Rido tuttora, figurarsi xDD
Ritorno sporadico, in quanto non so quando riuscirò a continuare, perché le idee ci sono, devo solo trovare la voglia/tempo di riprendere in mano questa storia, vista la mia ultima fissazione per BOBD e per le tre – ebbene si, avete letto bene, tre – nuove long che intendo scrivere (deciderò poi quale pubblicare per prima e se pubblicare).
Bene, a presto :D
- J

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Capitolo 12
*** Match ***


12. Match

12. Match


Jude sospirò, osservando il figlio schiacciare con violenza la palla oltre la rete.
Si guardò intorno cercando di non farsi notare. Era mai possibile che ci fossero solamente mamme ad assistere alla partita?
Dio santo, voleva Rob. In quel momento esatto.
Tornò a concentrarsi su Anthony, tenendo comunque la coda dell’occhio puntata su tutte quelle donne che lo fissavano lascivamente. Gli venne istintivo stringersi, come a voler sparire.
Provò terrore puro quando una bionda particolarmente provocante a poca distanza da lui scivolò sulla gradinata, avvicinandosi. La tenne fugacemente d’occhio, fingendosi concentrato sulla partita, fino a quando lei non ebbe l’ardore di toccargli il braccio.
Rabbrividì. E dire che era Jude Law, rinomato playboy e giudicato tra gli attori più sexy al mondo. Eppure da quando aveva Robert gli sembrava che la sua orbita si fosse concentrata improvvisamente intorno a lui, facendogli perdere qualunque altra pulsione verso il resto del mondo maschile e femminile, sia sessuale che anche solo di lontano interesse. Vedeva solo Rob, non poteva farci nulla.
Quando la bionda lo sfiorò di nuovo, fu costretto a voltarsi come imponeva la buona educazione.
“Salve, signora.”
“Signorina, prego.” Sbattè civettuolamente le lunghe ciglia.
Jude ridacchiò nervosamente, sudando come se fosse in un forno ed appellandosi a tutti i santi che conosceva. Anche alla Regina Madre, ormai che c’era.
Fortunatamente in suo soccorso arrivò qualcosa di meglio.
“Giù gli artigli, gattina, è il mio uomo.” Si rilassò anche solo con il suono della sua voce. “E quello è il mio posto.”
Robert gli si parò davanti, sorridendo affettatamente alla donna. Quel sorriso che a Jude sapeva terribilmente di presa per il culo e che probabilmente lo era davvero, visti i soggetti. La bionda fissò l’altro con astio, battendo in ritirata di qualche metro ed osservandoli truce.
“Eccomi, amore.” Disse Robert a voce fin troppo alta, calcando particolarmente sul nomignolo e lasciandogli un bacio a fior di labbra. In cambio si guadagnò un pizzicotto su un fianco.
“Grazie a Dio. Era ora.” Fu la risposta che ricevette, prima di un secondo bacio.

***

“La prossima volta ti accompagno io, altrimenti finisce che tuo padre viene impalmato davvero da uno di quei pappagalli con gli stivali.” Avvisò il figlio Robert, lanciando contemporaneamente un’occhiataccia ad una donna che a suo dire fissava suo marito troppo insistentemente. Gli passò un braccio attorno alla vita, tirandoselo addosso e rivendicandone la proprietà, gongolando soddisfatto come un bambino quando la suddetta signora si voltò contrariata.
Anthony si strinse nelle spalle, abituato ai modi di fare del suo Papi, mentre Jude semplicemente si risistemava nella nuova posizione.
“Anzi, ancora meglio, d’ora in poi veniamo entrambi, e chissenefrega delle riunioni di lavoro. Tutte arpie, qui dentro, preferisco tenerti sott’occhio costantemente.”
Jude si strinse tra le sue braccia, lasciandogli un bacio sul collo. “Come vuoi.”
“Ehilàààà!” Tony saltellò davanti a loro, in cerca dell’attenzione dovutagli, ottenendo solo di arrivare all’altezza del petto del suo Papi. L’altezza l’aveva presa da lui, in effetti, era piuttosto basso per la sua età. “E la mia partita?”
Robert si chinò alla sua altezza, sorridendo a trecentocinquanta denti e tirandosi inevitabilmente dietro anche l’altro, stretto a lui.
Jude si guardò attorno. Strano, nessun morto d’infarto per quel sorriso. Si strinse nelle spalle, tornando al figlio.
“Sei stato bravissimo.” Rob scompigliò i capelli al bambino, mentre Jude lo tirò per un braccio, sorridendogli e facendolo incastrare tra di loro.
Tony ridacchiò, costretto nell’abbraccio tra il suo Papà ed il suo Papi, respirando i loro profumi così familiari. E chissenefregava di quel bambino dell’altra classe che continuava a ripetere che i suoi due papà erano finti perché era impossibile che due uomini si amassero, l’avrebbe presto zittito.
Robert si sporse a lasciare un bacio tra i capelli di entrambi.
La sua famiglia.


 

 

 

 


Lollolandia:

Ci voleva un po’ di sano fluff, suvvia ù_ù
E poi sono così carini che non si poteva non metterlo *si scioglie* Incredibilmente il capitolo mi piace, ho avuto l’ispirazione ieri sera in macchina mentre andavo a prendere il gelato con i miei ed ovviamente non avevo dietro il cellulare – quando serve non c’è mai o non ha soldi, Irlandese inutile ù_ù (si, se ve lo state chiedendo si chiama proprio Irlandese, perché attaccato c’è un folletto con un ferro di cavallo che mi ha portato mia sorella da Dublino *^*) -, perciò ho scritto su quello di mia madre e mi sono spedita i messaggi (solo nove, avevo scritto solo un pezzettino, quello dell’attacco della bionda, tanto per capirci ù_ù Dio benedica i messaggi gratis verso Wind o mia madre mi avrebbe staccato la testa). Stasera poi mi sono decisa – avevo voglia di scrivere ma BOBD non ne vuole sapere di uscire DD: - ed ho ricopiato da brava ù_ù
Ora.
L’idea è stata di Michela, alias la nostra carissima (<3) Scaramouche, che ringrazierò sempre e per sempre per avermi sbloccata ed a cui dedico ovviamente il capitolo. Tutto tuo, cara <3
Poi le dovute precisazioni (di questo passo le note saranno più lunghe del capitolo ._.):
- Tony gioca a pallavolo, come immagino avrete capito subito. C’ho giocato anche io per qualche anno, amo la pallavolo e mi sembrava lo sport più ‘femminile’ (chiariamo subito, non sono sessista per gli sport, anche perché guardate la nostra Nazionale maschile di pallavolo e ditemi se non sono bravissimi e terribilmente gnocchi *ç*) da inserire per giustificare la presenza delle mamme.
- Come avrete notato Rob e Jude sono rispettivamente Papi e Papà, per Tony. L’idea me l’ha data un video di Neil Patrick Harris (che spero conosciate, se non lo conoscete andate a vergognarvi in un angolino e poi informatevi è______é), che poco tempo fa, ospite ad un programma, ha rivelato che per i suoi due gemelli, lui e David (il suo compagno), sono rispettivamente Papa e Daddy, che ho cercato di rendere in italiano con Papà e Papi. Anche perché, diciamocelo, chi non se lo immagina Robert che, in cerca di una soluzione, propone di farsi chiamare lui Papi? *w*
Bene, direi che ho chiuso, andate in pace ù_ù
- G

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