Can I change your mind?

di V a l e
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cronache da Hogwarts ***
Capitolo 2: *** Trattati,attimi e sogni ***
Capitolo 3: *** Spuntini notturni ***
Capitolo 4: *** Silenziosi accorgimenti ***
Capitolo 5: *** Il cespuglio ***
Capitolo 6: *** La situazione di Narnia ***
Capitolo 7: *** Allenamenti e missioni ***
Capitolo 8: *** La minaccia di Edmund ***
Capitolo 9: *** Degni dei loro appellativi? ***
Capitolo 10: *** Il tradimento ***
Capitolo 11: *** Lucy salva la situazione ***
Capitolo 12: *** Il rapimento ***
Capitolo 13: *** Il principe di Calormen ***
Capitolo 14: *** Nuove strategie ***
Capitolo 15: *** La ferita di Draco ***
Capitolo 16: *** Kisha si arrende ***
Capitolo 17: *** Il discorso di Aslan ***
Capitolo 18: *** Edmund e Draco chiariscono ***
Capitolo 19: *** Ritorno ad Hogwarts ***
Capitolo 20: *** Ringraziamenti di Vale ***



Capitolo 1
*** Cronache da Hogwarts ***


Premessa
In questa fanficiton, Voldemort è morto quando ha cercato di uccidere Harry e quindi Silente non è mai morto,ecc. I ragazzi frequentano il 6° anno. Spero di riuscire ad andare poco OOU (soprattutto con Draco) ma se notate qualcosa che non va, ditemelo! Ringrazio tutti quelli che leggeranno la mia storia! ;)



We're all the same
And love is blind
The sun is gone
Before it shines

The Killers - Change Your Mind








«Ai babbani, fin da piccoli, insegnano che la magia è una finzione, creatura di uomini dalle menti superiori con una fantasia irrefrenabile.
I babbani sono esclusi dal mondo che noi oggi abitiamo.»
 
Ascoltando le parole della professoressa di babbanologia, Lucy Pevensie guardava distratta fuori dalla grande vetrata di Hogwarts, sognando i mondi fantastici che lei, da babbana, aveva avuto il privilegio di conoscere. Aveva combattuto contro la strega di ghiaccio, aveva aiutato il nobile principe Caspian a riprendersi la sua terra e aveva solcato i mari di Narnia alla ricerca dei 7 Lord perduti.
Le mancava quel mondo dove lei era regina. Le mancavano i suoi amici Ricipì, il signor Tumnus, i castori, il principe, ma soprattutto le mancava lui, Aslan, il grande leone, creatore di tutto il mondo fantastico, con cui aveva legato in modo particolare.
Nel ritorno dal suo ultimo viaggio a Narnia, lei,suo fratello Edmund e suo cugino Eustace erano stati dirottati verso questo mondo magico di maghi e di streghe. Avevano conosciuto il professor Silente, che aveva offerto loro la possibilità di restare. Lei ed Edmund avevano accettato, mentre Eustache aveva scelto di tornare a casa. Ad Hogwarts non si trovarono male, ma Lucy rimaneva dell’idea che nulla era paragonabile a Narnia.
 
La lezione finì e la magra ragazza, con i capelli rossi e le guance piene di lentiggini si avviò, accostandosi a suoi amici Hermione, Harry, Ron e suo fratello Edmund. Lucy non era più la timida bambina di un tempo. Era diventata una splendida ragazza, intrepida e coraggiosa ma era rimasta altruista e generosa, come Aslan le aveva sempre insegnato ad essere.
«Lucy, cos’hai?»
Edmund si accorse che sua sorella era sovrappensiero.
«Oh niente Ed, tranquillo!» rispose la ragazza con un sorriso.
Edmund sapeva che Lucy aveva sempre sognato Narnia e sentiva molto la mancanza di Aslan, ma non sapeva rincuorarla.
Il fratello le prese e la fece fermare.
«Lucy, ti prometto che un giorno ci torneremo»
Lucy sorrise e lo abbracciò. Harry, Ron ed Hermione si erano fermati ad aspettarli.
«Che bel quadretto vomitevole!Due mezzosangue, un pel di carota e due sporchi babbani che si vogliono tanto bene!»
La voce beffarda era di Draco Malfoy, un viziato ragazzo che si credeva migliore di tanti altri, noto per la sua arroganza in tutta la scuola.
«Attento a come parli Malfoy!» esordì Hermione.
«Ooooh che paura che mi fai mezzosangue!»
Hermione indispettita non rispose. Girò i tacchi e se ne andò seguita da tutti gli altri.
«Andiamocene»
Malfoy spintonò i suoi compagni Tiger e Goyle ad andarsene, ma si girò a guardare quei capelli rosso fuoco che disprezzava andarsene, sospinti dalle linee perfette di quella che era Lucy Pevensie.
Draco non riusciva a capacitarsi di essere attratto da quella ragazza.
Lui che aveva sempre amato la purezza di sangue.
Lui che piuttosto che ammettere che Lucy gli piaceva, sarebbe andato a cena con Harry.
Aveva cercato di ignorare l’attrazione, convincendosi che era soltanto per l’aspetto fisico della ragazza.
Eppure da quando Lucy lo aveva trovato solo in un bagno, arrabbiato con il mondo e si era seduta accanto a lui senza dire una parola, qualcosa era cambiato. Ma solo per lei.





















Ps: per chi si chiede come immagino Lucy Pevensie da 17enne, la immagino così:

 

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Capitolo 2
*** Trattati,attimi e sogni ***


Camminava nella foresta proibita. A giudicare dal sole era quasi mezzogiorno, ma nella foresta il buio era ancora fitto. Salutò i due centauri che passavano e si fermò di colpo. Lui era là, dritto e nobile, che ondeggiava la coda e la osservava. Lucy sorrise e quando inizio a correre, Aslan si mosse. Erano quasi vicini, ad un passo dal toccarsi....
 
«Lucy dai svegliati»
Lucy si svegliò di soprassalto. Maledisse Hermione e si girò dall'altra parte, nella speranza di continuare il suo bel sogno.
«La McGranitt ti trasforma in un rospo se arrivi in ritardo»
Lucy gemette e si alzò dal letto, stropicciandosi gli occhi.
«Hermione io ti odio, stavo facendo un sogno bellissimo...»
«Forza pigrona!» disse Hermione scherzando e lanciandole addosso il suo mantello.
Non arrivarono in ritardo alla lezione di Trasfigurazione e la professoressa McGranitt non le trasformò in rospi. La lezione su come trasfigurare l'acqua in fuoco si concluse presto.
«Pevensie» I due fratelli si girarono all'unisono.
«Non tu, Edmund, voglio parlare con Lucy»
Lucy tornò indietro, curiosa su ciò che la professoressa McGranitt dovesse dirle.
«Lucy avrei bisogno di chiederti un favore»
«Mi dica professoressa» Lucy era curiosa e divertita. La professoressa McGranitt era una donna austera e severa, dava l'impressione di saper risolvere qualunque cosa, invece chiedeva favori ad una sua alunna.
«Mi sto interessando alla letteratura babbana e volevo chiederti se avevi dei libri da consigliarmi»
A Lucy era sempre piaciuto leggere.
«Si professoressa, ma cosa vuole leggere? Romanzi storici, romanzi poco impegnativi, trattati,...?»
«Mi interesserebbero i trattati, grazie»
Lucy rifletté su quanto studiato e letto da lei in passato.
«Mmmh, allora...Ci sarebbe Il Principe di Niccolò Machiavelli oppure I Ricordi di Francesco Guicciardini»
«Riusciresti a procurarmeli?»
«Si, manderò un gufo a mio cugino Eustace. Posso darle un consiglio professoressa?»
«Certo, dimmi pure!»
«Se le interessano i romanzi storici scritti in poesia, legga la Divina Commedia di Dante Alighieri. é un mattone ma è veramente bella. Invece se le interessano letture leggere, legga il Decameron di Boccaccio. E' semplicemente esilarante!»
«Terrò conto dei tuoi consigli, Lucy. Ora vai, il professor Piton ti starà aspettando!»
Lucy uscì divertita dall'aula di Trasfigurazioni. Mentre scendeva nei sotterranei, ripenso alla conversazione appena avvenuta con la professoressa: era davvero buffo il fatto che una donna come la McGranitt abbia chiesto aiuto proprio a lei!
Le lezioni quella mattina furono leggere, ma non lo furono altrettanto i compiti assegnati ai ragazzi dagli insegnanti.
 
 
Subito dopo il pranzo, i ragazzi si misero in Sala Grande a fare i compiti. Hermione iniziò con i venti incantesimi di Trasfigurazione, Harry si concentrò sugli usi e costumi babbani, Ron lesse la Rivolta Magica Medioevale, Edmund iniziò il suo trattato sui dissennatori per Difesa contro le Arti Oscure mentre Lucy cercava di ricordarsi gli ingredienti principali della Bevanda della Pace.
 
Lucy Pevensie, 6° anno, mercoledì 26 ottobre.
Bevanda della Pace
 
Ingredienti:
.1/2 manciata di elleboro
.2 cucchiai di fiori di gelsomino raccolti all'alba del plenilunio
.Infuso di tiglio
 
Scaldare l'infuso di tiglio, dopodiché gettarci dentro la 1/2 manciata di elleboro e lasciare bollire per 20 minuti. Aggiungere una manciata di fiori di gelsomino e mescolare due volte in senso orario e una in senso antiorario.

 
Lucy rilesse soddisfatta il suo trattato, ma Hermione lo guardò disgustata.
«Piton ti ucciderà se consegnerai un trattato di due righe e mezzo!»
«Che palle! Ma cosa ci devo scrivere più di così?»
Hermione strappò il trattato di mano a Lucy.
«Prima di tutto ti sei dimenticata di mettere gli usi e gli effetti di questa pozione. Inoltre non hai neanche messo gli effetti collaterali della pozione. Insomma questo trattato è un disastro!»
Lucy sbuffò, prese una nuova pergamena e iniziò tutto da capo.
«Ehi ragazzi, avete saputo chi è il nuovo cercatore di Tassorosso?» esordì Ron
«C'è un nuovo cercatore a Tassorosso?» chiese Harry stupito
«Si non lo sapevi?»
«É Cedric Diggory, dell'ultimo anno. Dicono che sia molto bravo» rispose Edmund senza alzare gli occhi dalla pergamena.
«A proposito del Quidditch, che ore sono?»
«Le 4 meno un quarto» rispose Hermione.
Tutti i ragazzi si alzarono di scatto, tranne quest'ultima che continuò imperterrita a studiare.
 
 
Lucy correva a perdifiato per i corridoi, con la divisa di Grifondoro da Quidditch e la sua scopa in mano, quando sbatté contro qualcuno ed entrambi finirono a terra.
L'inconfondibile risata di Malfoy risuonò nel corridoio, mentre la vocina stridula di Pansy Parkinson urlò.
«Attenta a dove vai, sudicia babbana!»
Lucy si alzò recuperando la sua scopa. Pansy le bloccò la strada.
«Allora, dove vai così di fretta?Allenamento di Quidditch,eh?» disse con un sorriso maligno in volto.
«Spostati Pansy, non mi va di discutere con te!»
«Ah me si invece!»
Lucy indietreggio e la guardò dall'alto al basso.
«Pansy lo sai che esiste una malattia con il tuo nome?»
Il voltò della ragazza si fece livido per la rabbia.
«Non osare paragonarmi ad una sudicia malattia babbana!» strillò
Lucy la ignorò e continuò.
«Sai che tipo di malattia è?La faccia si riempie di schifose vescicole verdi e diventi talmente brutto che le persone vomitano al tuo passaggio. Se ha il tuo nome, probabilmente viene da qualche tuo parente. Strano che tu non l'abbia ancora»
La Parkinson non rispose, il volto rosso di rabbia, sembrava una pentola a pressione, pronta ad esplodere da un momento all'altro.
Draco scoppiò in un'altra fragorosa risata.
«Stavolta ti ha spento, Pansy!» disse tra le lacrime per il riso.
Lucy riprese la sua corsa verso il campo da Quidditch e in quell'attimo fuggente incrociò il suo sguardo. Una frazione di secondo ed entrambi si voltarono, ognuno per la sua strada.
 
 
«Scusate ragazzi, problemi con la Parkinson!» disse col fiato grosso.
I ragazzi erano già sulle scope ed erano intenti a fare passaggi con la pluffa.
«Come hai fatto a liberartene?» chiese George Weasley, uno dei gemelli Weasley, fratelli di Ron.
«Oh basta ricordargli che ha il nome di una malattia!»
«Forte! Che malattia è?»
«In realtà è una malattia che inizia con degli spasmi che piano piano aumentano e portano alla demenza. Però per Pansy, fa venire vescicole verdi in faccia!»
Tutta la squadra Grifondoro scoppiò in una risata all'unisono.
 
La giornata si concluse tranquilla, la sera Lucy cercò di concentrarsi per rifare il sogno della notte precedente. Tuttavia si addormentò con quegli occhi grigi impressi nella mente.





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Il secondo capitolo della mia fan fiction! Spero vi possa piacere!Buona lettura a tutti! Grazie ;) Ringrazio Melody Potter che ha messo la mia storia nelle sue seguite! :D

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Capitolo 3
*** Spuntini notturni ***


Camminavano nella foresta, un ciuffo nelle mani. Lucy e Aslan camminavo piano. All'improvviso Aslan iniziò a correre e di conseguenza anche Lucy. Non riuscì a stargli dietro e appena prima di saltare in un cespuglio...cadde.
 
Lucy si svegliò di soprassalto, il fiato corto come se non fosse stato solo un sogno, come se avesse corso davvero nella foresta con il Leone...Eppure era lì, nel dormitorio femminile della sala comune di Grifondoro. Si sentiva la gola secca ed inoltre aveva fame. Si alzò e si accorse di essere sudata e di avere molto caldo. Le coperte rosse e oro erano fradice, così come il suo pigiama rosa. Le sue mani erano sporche di terra. Si pulì, prese la sua valigia e tirò fuori le prime cose comode che trovò. Afferrò la bacchetta, gli ordinò "Lumos" ed in punta di piedi uscì dalla stanza. Si diresse verso il corridoio del dormitorio maschile, cercando di non far scricchiolare le vecchie porte.
«Harry» disse sussurrando al giovane mago, che dormiva profondamente piegato su un lato.
«Harry» ripeté più forte. Nessuna risposta
«Harry!» accompagnò la chiamata con uno scossone.
Il ragazzo mugolando, alzò una mano e fece il gesto di scacciare una mosca.
«Harry dov'è il tuo mantello dell'invisibilità? Mi serve!»
Harry indicò col dito indice il grosso baule davanti al suo letto e rilasciò cadere il braccio, come se fosse uno sforzo enorme tenerlo sollevato.
Lucy rovistò nel baule e trovo il mantello nero decorato. Se lo gettò addosso e sgattaiolò fuorì dalla stanza.
 
 
Draco mordeva una mela, guardandola con altezzosità e masticandola con decisione. Pensava ai fatti suoi, seduto al grande tavolo delle cucine del castello. Pansy ci aveva provato con lui -di nuovo- e lui l'aveva respinta -di nuovo-. Zabini era finito in punizione perché nonsisacosabbiacombinato e doveva scontare 15 giorni di pena a pulire feci di ippogrifo in giro per il bosco. Tiger e Goyle erano troppo stupidi per combinare qualcosa di loro iniziativa, e rimanevano anonimi all'interno della casa di Serpeverde.
La porta si aprì e Draco si immobilizzò di colpo. La paura di dover aiutare Zabini a pulire il bosco lo assalì e , d'istinto, si nascose sotto il tavolo. Due gambe rosee e affusolate entrarono in punta di piedi. I piedi erano piccoli e ben proporzionati, con le dita rosse. All'altezza della vita, si potevano scorgere pantaloncini corti in tema scozzese grigi neri, che coprivano un girovita perfetto ed un fondoschiena altrettanto perfetto. Draco si alzò.
«TU? Che ci fai tu qui?» chiese stupito.
La ragazza si girò, simile ad un gatto colto in flagrante e dichiarò «Ho fame!»
Draco scosse la testa. Lucy Pevensie era l'ultima persona che si aspettava di trovare nelle cucine di Hogwarts alle 3 del mattino di un uggioso venerdì.
«Stavi mangiando quella mela?» chiese Lucy, indicando il frutto sotto il tavolo, pieno di polvere. Draco la raccolse
«A questo punto, direi di no»
Lucy si mise a rovistare nelle dispense della cucina. Trovò fette biscottate e marmellata alle fragole. Prese un coltello ed un tovagliolo, spalmò accuratamente di marmellata tre fette biscottate e le porse al biondo.
Draco la guardò stupito. Oltre sua mamma, nessuno aveva mai preparato qualcosa, così accuratamente per lui.
«Perché lo fai?» le chiese.
«Cosa?»
«Essere così gentile ed altruista. Oltretutto con un che ti prende per il culo dalla mattina alla sera, come me»
Lucy fece spallucce.
«Sono fatta così. Mi piace fare felici le persone, anche con piccole cose, tipo fette biscottate. Oltretutto, credo che tu mi prenda in giro solo per mostrarti figo davanti ai tuoi amici, altrimenti l'avresti fatto anche adesso, no?»
Un sincero sorriso spuntò sulla bocca di Lucy. Draco non rispose e si limitò ad addentare una fetta.
«Come mai qui?» chiese Lucy, leccandosi le dita.
«Non sono affari tuoi»
Lucy si limitò a sospirare senza rispondere, guardando Draco con i suoi occhi verdi. A quell’occhiata, il ragazzo girò la testa di lato.
«Non riesco a prendere sonno. E tu?»
«Brutti sogni»
«Brutti sogni? Che tipo di brutti sogni?»
«Ma non brutti, strani. Mi sembra di viverli»
«Racconta»
Lucy scosse energicamente la testa e Draco non insistette.
Per un paio di minuti buoni, masticarono senza dire una parola. Poi il ragazzo prese parola.
«Lucy, cosa faresti se un ragazzo ti stesse appiccicato più del normale? Non sopporto più la Parkinson»
Lucy scoppiò in una risata e si ribaltò dalla sedia. Pur tenendosi una mano sul fondoschiena, continuò a ridere, abbandonandosi completamente sul pavimento.
Draco era indignato.
«Si può sapere perchè ridi? È un problema serio! Sopportala te per 5 anni e poi vediamo che ride!»
«Nono car di grazia, non resisterei nemmeno 10 minuti con lei attorno!» riuscì a dire la rossa tra le risate.
Stavolta fu Draco a scoppiare a ridere.
«Car di grazia? Vivi nel '500? Ma che esclamazioni usi?»
Si sedette di fronte a lei sul pavimento. La osservò per bene. Così conciata, Lucy era radiosa.
«E tra parentesi, dormi scostumata?»
Lucy si guardò. La canottiera bianca che aveva scelto lasciava intravedere i suoi bei seni rosei, proporzionati con il resto del corpo. Lucy si coprì immediatamente con le braccia.
«No, seriamente. Se giri così per la sala comune, ci faccio su la firma e divento un Grifondoro»
Lucy rise.
«Cretino!» disse, dando un ceffone amichevole alla spalla di Draco.
 
 
La prima volta che la chiamava per nome, pensò Lucy tornando a letto. Purtroppo però, sognò ancora di correre con Aslan e cadere.
 
Draco era sdraiato sul letto, pensando ancora all'immagine della ragazza. Scosse violentemente la testa, si girò su un fianco e si IMPOSE il sonno. Era un Malfoy, car di grazia!













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Ecco un nuovo capitolo! Spero vi possa piacere, io non mi ritengo soddisfatta di questo capitolo! Se vi va fatemi sapere cosa ne pensate! Ringrazio tutti quelli che leggono la mia fanfiction! ;)

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Capitolo 4
*** Silenziosi accorgimenti ***


«Dovete fare così...E un, due, tre,un, due, tre,un, due tre...Forza provate voi ragazzi»
La professoressa McGranitt mostrò i passi di danza con il professor Vitious.
Gli studenti di Hogwarts erano impegnati nelle prove di ballo per il Gran Galà di Natale, il ballo natalizio prima delle vacanze.
Tutti gli alunni erano frenetici ed eccitati, tutti cercavano un compagno o una compagna per il ballo, poiché andarci da soli era una gran vergogna.
Lucy era l'unica ragazza a cui sembrava non importasse nulla del ballo. Il suo accompagnatore era Harry, anche se avrebbe preferito andarci con Draco. Dopo quella notte, il loro rapporto era migliorato, Draco non la prendeva più in giro e appena si trovavano da soli, parlavano come se fossero amici di vecchia data.
 
I ragazzi erano comunque, l'ultimo dei suoi problemi. I suoi sogni ormai, la tormentavano tutte le notti, con il solito stesso incubo, Aslan e un buco in un cespuglio. Aveva chiesto un parere a suo fratello Edmund e secondo lui, le aveva risposto il ragazzo, era un chiaro messaggio che Narnia li stava chiamando. Si ma, come raggiungerla? Il cespuglio poteva essere il passaggio, ma di cespugli, a Hogwarts, ce n'erano un'infinità.
 
«Ahi, mi hai pestato i piedi, Ed!» disse Hermione.
Edmund era l'accompagnatore di Hermione, mentre Ron aveva scelto Lavanda Brown. La studiosa fanciulla non aveva approvato la sua scelta, infatti passò tutta la lezione a commentarli: «Guarda quanto stanno vicini, ma non si vergognano....Lavanda è proprio sgraziata, pur essendo una ragazza....Ron è proprio negato per il ballo...»
Edmund rivolse uno sguardo disperato alla sorella, sillabando AIUTAMI con la bocca. Lucy rise e scosse la testa. Si voltò e intercettò lo sguardo di Draco, che seduto sugli spalti la guardava con un sorriso. Gli rivolse un sorriso imbarazzato dalla schiena di Harry.
La compagna di Draco, Astoria Greengrass, si accorse del gioco di sguardi tra i ragazzi e guardò Lucy in modo piuttosto eloquente. La piccola Pevensie si girò e si concentrò su Harry.
«Ti piace Draco, vero?» le chiese Harry con un sorriso.
«Cosa? No,no figurati!»
«Lucy, non sei capace di mentire. E poi cosa c'è di male? Certo, lui è odioso, antipatico, altezzoso, menefreghista, opportunista, arrivista, però insomma se a te piace, oh, de gustibus!»
Lucy rivolse all'amico uno sguardo alquanto sarcastico.
«Che c'è? Ho solo descritto Draco in ogni sua caratteristica!»
«Non è vero Harry, tu non lo conosci!»
«E non ci tengo neanche»
La conversazione su Draco tra i 2 Grifondoro terminò, in contemporanea con la lezione di ballo.
 
 
«Draco, non sarai mica attratto da quella sporca babbana!»
Astoria seguiva il biondo Serpeverde, per tutti i corridoi del castello, non dandogli pace. Il ragazzo non rispondeva alle sue provocazioni e cercava, di scappare da lei, visibilmente irritato da quell'insulso interrogatorio.
«Draco smettila di correre e guardami!»
Il ragazzo si bloccò e si voltò all'improvviso.
«Astoria, smettila! uno. non sono affari tuoi, due. Lucy NON è un sporca babbana, tre. smettila di starmi addosso  altrimenti al ballo ci vai da sola, chiaro?»
«Ah, è diventata Lucy, adesso? Draco si può sapere che ti sta succedendo? Prima la tormentavi dalla mattina alla sera, adesso le rivolgi sorrisi e attenzioni, la chiami con il suo nome, quando fino a due mesi fa "era un'insulsa babbana, indegna di questa scuola, così come suo fratello" e adesso litighi con me per difenderla! Che cazzo ti è successo?»
Draco fece un respiro profondo, per non sputare in faccia ad Astoria.
«Astoria, sei libera di cercarti un altro cavaliere per il ballo» disse calmo, ma con le mascelle serrate.
Si voltò e ricominciò a camminare.
«Ma no, Draco, aspetta non fare così, dai, io voglio andarci con te!»
«Io no. Mi dispiace»
Il biondo ragazzo si allontanò lasciando Astoria, immobile e piantata.
Purtroppo Astoria non era l'unica ad essersi accorta dell'attrazione per Lucy di Draco. Tiger e Goyle glie l'avevano fatto notare scherzando, ma erano stati rimessi al loro posto in malo modo. Invece, con Zabini l'argomento finì in una discussione tra i due ragazzi, che fortunatamente finì bene. Anche Pasy se n'era sicuramente accorta, perché non rivolgeva più la parola al ragazzo ed ogni volta che Draco gli passava di fianco si sentiva la parola "mezzosangue" sibilata con odio.
Per quanto Draco si sforzasse di non farlo, tutte le volte si trovava a perlustrare i Grifondoro cercando la sua ragazza rossa dagli occhi verdi. Ad ogni pasto, la osservava attentamente, ammirato dalla gentilezza e dai modi posati di Lucy. Alle lezioni che avevano in comune, notò la concentrazione di Lucy nel prendere appunti, mentre lui non desiderava altro che accarezzare i suoi capelli e assaggiare quelle labbra carnose.
La situazione stava degenerando e Draco, con decisione, annunciò a se stesso che doveva finire.




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Ecco il 4° capitolo della mia storia! Il prossimo sarà più avvincente, cambieranno un paio di cose....
Ringrazio quelli che mi leggono e che mi seguono! :)

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Capitolo 5
*** Il cespuglio ***


Terapia di shopping quella mattina per Lucy ed Hermione. Le due amiche si erano recate a Diagon Alley per comprare un vestito. Il Gran Galà di Natale si sarebbe svolto quella sera, e le ragazze avevano deciso che avrebbero comprato un vestito da togliere il fiato a tutti. Erano andate da Madama Christina, la più famosa stilista per maghi e streghe.
«Provo questo» disse Hermione , arrivando con il vestito che aveva scelto.
«Io invece credo proprio di aver già deciso»
Lucy si era incantata di fronte ad un vestito lungo fino ai piedi, rosso. Il vestito era senza spalline e fasciava tutto il corpo, mentre dalla vita in giù si allargava finendo in una fantasia di balze. Il tutto decorato da una spilla argento alla destra del vestito.
«Come sto?»
Hermione uscì dal camerino con un lungo vestito bordeaux, senza spalline ed il corpetto unito da un fiocco, bordeaux anche quello.
«Hermione, sei a dir poco FA VO LO SA!»
La ragazzina fece un sorriso da un orecchio all'altro e tornò in camerino a cambiarsi.
«Scusa la domanda, ma perché non hai chiesto a Ron se voleva venire al ballo con te?»
«Perché avrei dovuto chiederglielo? Non è che uno sciocco insensibile!»
«Herm, lo sappiamo tutti ormai...Che stravedi per lui!»
La ragazza uscì dal camerino con un'aria austera.
«Non è assolutamente vero! E poi, potrei farti la stessa domanda!»
Lucy fece finta di nulla.
«A me? E perché?»
«Lucy credo che perfino Gazza abbia notato quanto siete pucci-pucci tu e Draco da due mesi a questa parte! Anche se, sinceramente non so cosa ci trovi in lui....» Hermione finì la frase con una smorfia.
Le guance di Lucy divamparono.
«Non è vero che siamo pucci-pucci! Ci parliamo si e no 2 volte a settimana, se va bene!»
«Però non smentisci! Allora abbiamo ragione! Tuo fratello impazzirà, Lucy...»
«No! Non dire niente a Ed! Non vorrei che facesse qualche cazzata da fratello superpremuroso che è!»
Hermione rise, notando la preoccupazione di Lucy.
«Stai tranquilla, non glie lo dirò, ma credimi, se ne accorgerà presto!»
Dopo aver acquistato anche le scarpe, le ragazze tornarono a Hogwarts.
L'indomani, dopo il Gran Galà, ognuno sarebbe tornato dalle proprie famiglie per trascorrere le vacanze di Natale. Nell'aria scolastica, si sentiva l'odore di nostalgia, mescolato a quello di libri, pergamene e inchiostro, che stavano per essere riposti nelle valige di ogni studente.
 
 
Quella sera, nella sala comune si sentiva una gran confusione femminile.
«Chi ha preso il mio smalto?»
«Aaaaah! Mi sono sporcata il vestito!»
«Come sto? Sto bene?»
«Oh cavolo quanto sono in ritardo!»
Tutti i ragazzi Grifondoro erano stipati nella sala comune. Le ragazze li avevano buttati fuori dal loro dormitorio per avere dei bagni in più.
I ragazzi chiacchieravano tra di loro, visibilmente annoiati e infastiditi da tutta quella confusione.
«Come stiamo?»
Hermione e Lucy uscirono all'improvviso, mostrandosi ai ragazzi e fingendo di pavoneggiarsi.
Lucy indossava il suo vestito rosso, che strusciava per terra e gli copriva i piedi, indossando un paio di tacchi argento. I capelli rossi erano tirati indietro solo sulla testa, mentre i ricci ricadevano morbidi e vaporosi sulle spalle.
Hermione aveva aggiunto al suo vestito bordeaux una piccola spilla blu, in tinta con la sua borsetta. I suoi capelli castani erano raccolti in una cipolla, mentre due ciuffi lasciati fuori le contornavano il viso.
I ragazzi fecero molti apprezzamenti e le ragazze erano imbarazzate, ma contentissime.
Ognuno col proprio accompagnatore si avviò verso la Sala Grande, già gremita di gente.
Per l'occasione, la grande stanza aveva addobbi natalizi ovunque e, per entrare nell'atmosfera della festa, erano state aggiunte luci stroboscopiche. I dj per l'occasione erano i gemelli Weasley, che ci sapevano davvero fare con la musica, infatti già un gran numero di persone si stava scatenando in pista.
«Ron?» chiese Harry a Edmund, cercando con gli occhi l'amico nella sala.
«Sarà già imboscato da qualche parte con Lavanda!» rispose il ragazzo.
Hermione fece una smorfia di disgusto, e Lucy scrollò la testa divertita, guardandosi intorno
Poi all'improvviso eccolo là, che la fissava. Indossava un completo nero, con camicia bianca e cravatta nera, era appoggiato al tavolo e beveva qualcosa mentre la squadrava dalla testa ai piedi.
 
Draco era talmente ammaliato dalla piccola Pevensie, estremamente bella quella sera, che non riusciva a staccarle gli occhi di dosso. Poi lei si voltò e gli rivolse un sorriso, uno di quei sorrisi che Draco amava pensare fossero rivolti solo per lui e li custodiva gelosamente. Maledizione, ora sarebbe stato ancora più difficile doverle parlare quella sera. Il ragazzo non rispose al sorriso, anzi si voltò e se ne andò. Lucy ci restò male.
 
La serata continuò tranquilla, i ragazzi ballarono e si divertirono, anche se Lucy, continuava a cercare il biondo Serpeverde. L'aveva visto ballare con tre ragazze di Corvonero, poi con qualche Serpeverde che non conosceva e infine lo vide, al tavolo.
«Harry, vado un attimo!» disse al suo cavaliere.
Harry guardò alle sue spalle e capì il motivo, fece un sorriso e gli disse amichevolmente: «Vai, disgraziata!»
Lucy corse verso Draco, con un po' di difficoltà causata dai tacchi.
«Ehi» lo salutò
«Lucy...» Draco buttò giù al colpo ciò che stava bevendo «Ti posso parlare? In privato»
«Certo» rispose la ragazza stupita.
 
Uscirono dalla scuola, camminando nel giardino.
«Lucy....questa...."cosa" che c'è tra di noi deve smettere immediatamente»
Lucy lo guardò stupita.
«E perché, scusa?»
«Mi stai causando dei problemi»
La ragazza si voltò all'improvviso.
«No, dai, non fare così, lo so che perdere uno come me è difficile da accettare, però non piangere....»
«Taci» lo zittì.
Draco ci rimase di stucco.
«Lo senti anche tu?»
«Ma...Cosa?» Draco era confuso
«Questo verso» disse
«Quale?»
«È un ruggito, ne sono sicura....Vieni»
«Ma che cazz..?»
Lucy afferrò Draco per un braccio e iniziò a correre, trascinandosi dietro il ragazzo.
«Lucy sei impazzita? Hai alzato troppo il gomito stasera? E poi, mi rovini la giacca, mollami!»
«Era un ruggito, non mi sono sbagliata» Lucy parlava da sola.
Arrivarono davanti ad un cespuglio, ai piedi della foresta proibita. Dal cespuglio, proveniva luce e si sentiva il rumore del vento.
«Lo sapevo!»
La ragazza urlò dalla felicità, si tolse i tacchi e iniziò a saltellare. Stampò un bacio sulla bocca di Draco, che ancora non riusciva a capire.
«Devo chiamare Edmund!»
Lucy partì come un treno, lasciando Draco lì e dopo un minuto era di nuovo lì, con Ed,Ron (ritrovato dietro una siepe e visibilmente furioso), Harry e Hermione.
«Vi giuro che se non c'è un motivo valido per cui mi avete trascinato qui, mentre io stavo per fare...altro...giuro che vi ammazzo» protestò il rosso.
Edmund alla vista del cespuglio aveva già capito tutto. Guardò la sorella, felice come una Pasqua e si tuffò nel cespuglio.
Harry, Ron, Draco e Hermione rimasero di stucco.
«Dove va quel cespuglio?»
«Dove volete che vada? Avanti forza entrate!» Lucy spintonò gli amici.
Infine, si voltò verso Draco, ancora inebetito, un po' per il bacio, un po' per il cespuglio, e gli tese la mano.
«Che fai, resti lì?» Lucy gli rivolse ancora quel suo sorriso, alla cui vista Draco afferrò la mano di Lucy ed insieme attraversarono il cespuglio.
 
Era estate, in quella foresta verde e rigogliosa, dove il vento soffiava fiero e le fronde degli alberi si agitavano sotto le sue spire. Lucy respirò a pieni polmoni. Finalmente erano a Narnia, finalmente erano a casa.









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Finalmente i nostri amici sono tornati a Narnia! Ma perchè sono lì? Il seguito nel prossimo capitolo!
Ringrazio speranza che segue la mia storia! ;)

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Capitolo 6
*** La situazione di Narnia ***


I ragazzi uscirono dal cespuglio visibilmente ammaliati da Narnia. Restarono in silenzio a respirare e ad osservare come se fossero in trance. Hermione fu la prima a risvegliarsi.
«Hey, ma dove siamo?»
«E perché siamo qui?» le fece coro Ron.
«E soprattutto, perché c'è lui qui?» chiese Harry indicando Draco.
«Hey, Potter, abbassa i toni, io ne so quanto te!»
Mentre i ragazzi battibeccavano, i due fratelli Pevensie si allontanarono un po'.
«Secondo te, perché siamo qui?» chiese Edmund
«Non lo so. O qualcuno ha suonato il corno, oppure non ho idea» rispose Lucy, camminando a piedi nudi e tenendosi il vestito.
«Potrebbe essere che il portale si sia aperto perché Narnia ha bisogno di noi, ma nessuno abbia suonato il corno»
«Può darsi. Dopotutto, ho trovato il cespuglio sentendo il ruggito di Aslan. E Aslan non chiama per nulla»
«Dove siamo?» domandò il re, osservando la foresta.
Lucy era arrivata davanti ad uno strapiombo. Sotto a quest'ultimo, un grande prato verde si apriva e alla sua sinistra c'era un tumulto molto familiare ai ragazzi.
«Siamo alla Casa di Aslan!» disse Lucy eccitata.
Tornarono indietro ponendo fine al litigio tra i quattro ragazzi, e si incamminarono verso la Casa.
«Edmund, Lucy, ci potete spiegare per favore dove siamo e perché siamo qui?»
«Oh, beh, qui siamo a Narnia, ma perché siamo qui non lo sappiamo nemmeno noi»
«E questa Narnia che posto è?»
«Il posto più bello del mondo!» rispose Lucy ridendo.
Draco si fermò e fece fermare la ragazza.
«Pevensie, se mi succede qualcosa ti riterrò direttamente responsabile e lo riferirò a mio padre!»
«Ma pianta lì Draco! E abbi un po' di coraggio nella tua vita!»
Lucy fece per andarsene, ma il ragazzo la tirò ancora più vicino a lei, i volti vicinissimi, le labbra che si sfioravano. Entrambi, provarono brividi, poi fu Draco a parlare per primo.
«Attenta Lucy, non mi istigare» disse in un sussurro.
Lucy si scostò e riprese a camminare.
 
Arrivarono alla casa di Aslan e decisero di entrarci.
«Edmund, secondo te dobbiamo andare a Cair Paravel?» chiese Lucy al fratello.
Edmund era in testa alla fila, con la torcia in mano. I ragazzi di Hogwarts avevano provato ad accendere le loro bacchette ma purtroppo la magia non funzionò.
«Non lo so, potremmo anche andarci, abbiamo tutte le cose là!»
«Allora credo sia meglio andarci subito!» rispose Lucy.
Uscirono dal tumulto e si incamminarono a nord del prato.
Tre cavalli pascolavano tranquillamente, scacciando le mosche agitando le code. Il più grosso, quello che doveva essere lo stallone, aveva il manto castano e una lunga lista bianca sulla faccia.
La femmina era bianca e puntellata su tutto il corpo da piccoli puntini neri. Il puledro, che correva di qua e di là, aveva lunghe gambe sproporzionate rispetto al corpo, che invece era esile e di colore marrone scuro.
Gli animali notarono i tre ragazzi e si fermarono ad osservarli. La madre intimò al puledro di stare fermo.
Lucy sentì il rimprovero della giumenta e lo fece notare a Edmund.
«Prova a parlargli» suggerì il ragazzo.
Lucy si avvicinò ai tre cavalli.
«Hey...Salve, scusate il disturbo...Ci chiedevamo se poi potevate spiegarci che cosa sta succedendo e magari indicarci la via più corta per Cair Paravel...»
Lo stallone sgranò gli occhi.
«Per tutti i Pegasi, la regina Lucy! Inchinatevi, presto!»
Tutti e tre i cavalli, posero un anteriore in avanti e l'altro ripiegato indietro e si inginocchiarono davanti a lei.
«Oh su,su alzatevi non c'è bisogno di inchinarsi!» rispose Lucy sorridendo.
«Vostra Maestà ci dispiace infinitamente non averla riconosciuta subito!»
«Oh suvvia è passato tanto tempo, non avreste potuto! Alzatevi e ditemi come vi chiamate»
I tre si alzarono e lo stallone riprese a parlare.
«Il mio nome è Amirallaro, loro sono la mia compagna Desdarda e mio figlio Chevol. Siamo umilmente al vostro servizio»
«Bene, Amirallaro, posso chiedervi come vanno le cose qui a Narnia?»
«Non molto bene, vostra Maestà, i Calormeniani, abitanti del qui vicino regno di Calormen, hanno deciso di espandere i loro confini. Stanno salendo dalle montagne del nord, e presto arriveranno fin qui. Purtroppo il popolo di Narnia, senza una guida capace, non può resistergli, infatti molti si sono nascosti nella foresta, ma non rimane molto tempo»
«E il Re Caspian? Che fine ha fatto?»
Il giovane stallone rivolse lo sguardo verso il basso.
«Purtroppo è morto, Vostra Maestà, annientato dallo spietato Carsaro, il re di Calormen, così come tutta la sua corte»
Gli occhi di Lucy si riempirono di lacrime che rigarono la guancia della ragazza.
«Non piangete, mia regina, ci protegge comunque da lassù»
Lucy si asciugò con il polso.
«Sareste disposto ad accompagnare me e i miei amici fino a Cair Paravel?»
«Certo, ma con me viene anche la mia famiglia»
«Certamente, non abbandoniamo nessuno!»
I quattro tornarono dagli altri ragazzi.
Amirallaro appena vide Edmund, si inchinò davanti a lui, così come Desdarda e Chevol.
«Vostra Maestà è un onore, per me e la mia famiglia incontrarvi!»
«Oh alzatevi non c'è bisogno di inchinarsi!» rispose loro Edmund.
«Aspetta, perché ti hanno chiamato Maestà?» chiese Ron
«Ma come, voi non sapete? Avete di fronte a voi re Edmund e la regina Lucy e non sapete chi siano?»
Il cavallo scosse la testa in segno di disappunto.
«Ma qualcuno ci può spiegare?!?» si lamentò Draco
«Peter e Susan, che sono i nostri fratelli maggiori, Edmund ed io siamo re a Narnia, da moltissimo tempo» rispose Lucy.
«Oooooh» un coro di ammirazione si sollevò dal gruppo.
Lucy spiegò ciò che Amirallaro aveva detto a lei.
 
Draco ascoltava le parole di Lucy e la guardava ammaliato. Indossava ancora il vestito rosso della festa e aveva negli occhi una luce diversa da solito. Era uno spirito combattivo, quello che intravedeva, la gioia per essere di nuovo nella sua terra. E poi lei era la Regina, non poteva lasciare il suo popolo senza una guida. Draco provò una nuova sensazione mentre pensava a tutto ciò, ascoltando Lucy, ed anche lui assunse una nuova luce negli occhi. Gli effetti di Narnia agivano anche sul più puro dei Serpeverde. 






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Ecco qui il 6° capitolo della mia storia! Ringrazio quelli che leggono la mia storia,siete anche in tanti! Grazie mille a tutti :)

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Capitolo 7
*** Allenamenti e missioni ***


I ragazzi, accompagnati dai tre cavalli, costeggiarono tutto il Grande Fiume e impiegarono due giorni ed una notte per arrivare a Cair Paravel. Si nutrirono delle trote e dei pesci che sguazzavano nel fiume e bevvero l'acqua corrente. Nonostante Amirallaro avesse detto loro che gli abitanti di Narnia vivessero nella foresta, nessuno si fece vivo.
«Sei sicuro che Narnia sia ancora abitata?» chiese una sera Edmund ad Amirallaro.
«Sì, Maestà. Gli abitanti di Narnia esistono ancora. La nostra stessa vita ne è una testimonianza»
In effetti, aveva ragione. Se c'erano cavalli parlanti, allora c'erano anche tutte le altre creature.
«Dimmi, Amir» chiese Lucy «conosci un nano? Si chiama Briscola. Oppure un tasso? Tartufello è il suo nome»
«Il nano lo conosco, era il reggente di Re Caspian quando è partito con il Veliero dell'Alba... Se non è stato annientato durante l'attacco al castello del Re dovrebbe essere vivo e da qualche parte... Invece il tasso, proprio non lo conosco, no... »
«Se Briscola è ancora vivo dobbiamo trovarlo assolutamente. È un aiuto fondamentale»
I due fratelli Pevensie si scervellarono su come trovare Briscola mentre i ragazzi di Hogwarts si guardavano impotenti. Loro, proprio non potevano sapere come aiutare i ragazzi.
Un ragazzo soltanto se ne stava in disparte pensando ai fatti suoi. L'unica persona con cui parlava era Lucy, infatti, lei e Draco passavano molto tempo insieme. Lucy gli spiegò tutta la storia di Narnia, a partire dalla strega Jadis, fino al loro ultimo viaggio sul Veliero dell'Alba, solcando i mari del Nord. Il biondo ragazzo aveva stretto ancora di più il rapporto con la ragazza, invece di allontanarla, quali erano le sue intenzioni prima di arrivare a Narnia.
Per trovare il nano, comunque, i ragazzi stavano analizzando diverse ipotesi.
«Potrebbe andarci Amirallaro» suggerì Hermione.
Lo stallone si sdegnò.
«No, non abbandonerò la mia famiglia»
«Potremmo separarci. Lucy andrà a Cair Paravel e tu Edmund, potresti tornare indietro a cercarlo» suggerì Ron.
Stavolta fu Lucy a dissentire.
«No, non ci ritroveremo più»
«Forse potrei aiutarvi io» disse una voce sconosciuta proveniente da un albero.
Tutti si guardarono intorno in cerca della voce misteriosa.
«Hey, sono qui!»
A parlare, era stato un coleottero verde smeraldo, grosso quanto le mani di Lucy ed Hermione messe insieme. Se ne stava appoggiato ad un albero, mescolandosi con le foglie, quando sentì il discorso dei ragazzi.
«Chi sei?» chiese Edmund
«Mi presento, mi chiamo Coleen e sono qui per servirvi, vostre Maestà!» Il coleottero fece un gesto che doveva essere un inchino.
Edmund si avvicinò a Lucy.
«Ma da quando i coleotteri hanno il dono della parola?» le sussurrò in un orecchio.
«Massì Ed, non ti ricordi? Nella battaglia di Beruna ci hanno aiutato molto, fornendoci acqua. Però sinceramente, neanch'io ricordavo sapessero parlare, boh... »
«Eh lo so, purtroppo le persone si dimenticano spesso di noi piccole creature... » sospirò l'animale, sentendo il discorso sussurrato dai ragazzi.
"Piccole?!? Quel coleottero potrebbe pesare più di me!" penso Lucy.
«Bhe, Coleen, da quanto ho capito, ti offri di aiutarci?» ricominciò Edmund.
«Certo Maestà! Andrò io a cercare il nano di cui stavate parlando e ve lo porterò!» disse il coleottero con tono fiero ed orgoglioso.
«Va bene, allora puoi andare subito! Grazie, il tuo sarà un aiuto indispensabile!» rispose il re, stringendo una zampa del coleottero, grossa quanto la sua bacchetta magica.
Coleen partì con il ronzio caratteristico dei coleotteri.
«Davvero, mi ero dimenticato dei coleotteri... »
«Se vi può consolare Vostra Maestà, anche io!» rispose Amirallaro, con un nitrito.
 
 
Nel pomeriggio, i cinque amici arrivarono tra le rovine di Cair Paravel. Ritrovarono la vecchia porta che conduceva all'interno del castello e trovarono tutto com'era.
«Miseriaccia ragazzi, ma quanto oro avete?» chiese Ron, osservando gli oggetti preziosi nella stanza.
I ragazzi di Hogwarts erano affascinati da quelle antiche rovine. Gli sembrava di aver viaggiato nella dimensione temporale e di essere tornati ai tempi in cui le guerre si combattevano con le spade, gli archi e le frecce, si facevano sontuosi banchetti e la magia era assai diversa da come la conoscevano loro. E non era forse così? Un viaggio nel tempo lo avevano sicuramente compiuto e lo stavano vivendo tutt'ora.
Edmund e Lucy frugarono nei bauli, cercando tutto ciò che potesse essere utile. Edmund trovò la spada di Peter e altre cinque spade. Lucy recuperò la sua pozione magica nella bottiglietta di diamante, due archi (tra cui l'arco di Susan) e un numero esiguo di frecce.
Presero vestiti, quanti più ne potevano e tutti i ragazzi si cambiarono, i loro vestiti del ballo ormai sporchi e rovinati. Indossarono casacche in cotone, pantaloni di stoffa e stivali di cuoio. Trovarono selle e finimenti equestri, le loro armature, elmetti, maglie di ferro e scudi.
«Edmund, come faremo a portare tutta questa roba?» chiese Lucy, in mano un gran numero di oggetti pesanti.
«Potremmo chiedere ad Amir e a Desdarda se posso aiutarci»
Lucy ci rifletté su.
«Vado a chiederglielo io»
Mentre saliva le scale e tornava all'aperto, Lucy si sentì sollevata dall'aver tolto il meraviglioso vestito rosso e aver indossato un paio di pantaloni.
I tre cavalli pascolavano tranquilli intorno alle rovine. La piccola Pevensie si avvicinò allo stallone castano.
«È un bellissimo posto per vivere, Vostra Maestà» disse Amir.
«Già... E voi non avete visto come era splendido anticamente!» rispose la ragazza. La malinconia e la nostalgia dei bei tempi andati offuscarono gli occhi di Lucy.
«Amir, sono qui per chiedervi un favore»
«Ditemi Maestà»
«Ci chiedevamo se potevamo... insomma, abbiamo molti oggetti da trasportare, inoltre a cavallo ci metteremo meno tempo a radunare un esercito, noi ci chiedevamo se vi lascereste cavalcare e se la vostra consorte potrebbe trasportare le cose sulla sua schiena»
Amir ascoltò le parole della ragazza e poi guardò il cielo azzurro, annusando l'aria.
«Il mio branco non è lontano da qui, Vostra Maestà, datemi due ore e tornerò indietro con sei stalloni per voi»
Lucy abbracciò il collo del cavallo, felice.
«Grazie mille, amico mio!»
Il cavallo lanciò un nitrito nell'aria e partì al galoppo, seguito da Desdarda e da Chevol.
 
 
«Ora, ragazzi, dato che abbiamo appurato che la magia come la conosciamo noi, qui a Narnia non funziona, dovete imparare a cavarvela con le spade, perciò adesso vediamo che sapete fare!»
I maghi ascoltavano Edmund con attenzione, ognuno con in mano una spada.
«Hermione prova prima tu»
La ragazza fece un passo di fronte a Lucy, già in posizione con la sua spada.
«Quando volete!» esclamò Edmund, sedendosi per terra.
Lucy iniziò per prima, dando colpi decisi e forti. Hermione perse la spada dopo due minuti di battaglia.
«No Hermione, non va bene. Prima di tutto la tua posizione, stai dritta e non inarcare la schiena. Poi l'affondo di piede conta, prima il destro non il sinistro. Vieni, Lucy!»
Lucy riprese la sua battaglia. La ragazzina indietreggio.
«Hermione correggiti!»
Alla fine, la ragazza riuscì a combinare qualcosa di buono.
Il turno successivo fu quello di Harry, che se la cavò abbastanza bene, e poi toccò a Ron che, invece, ebbe una dose massiccia di rimproveri da parte di Edmund.
Draco si rifiutò.
«Non combatto contro una ragazza!» disse, gettando la spada per terra.
Ed, visibilmente irritato dall'atteggiamento di Draco, si alzò.
«Raccogli la tua spada, Malfoy, non combatterai contro Lucy!»
Detto questo, si mise in posizione, scansando la sorella.
Draco raccolse la spada e fece la sua mossa.
Durante la piccola sfida, Lucy era visibilmente preoccupata del fatto che l'astio sulle facce dei ragazzi potesse diventare qualcosa di serio.
Il combattimento durò un abbondante quarto d'ora e finì in parità.
«Davvero buono, Malfoy, davvero molto bene» disse Edmund, asciugandosi il sudore con il polso.
Il Serpeverde non rispose e andò a sedersi a fianco a Lucy.
«Aaah!» il ragazzo fece una smorfia di dolore, toccandosi il braccio.
«Oh ti sei tagliato? Fammi vedere» disse Lucy, preoccupata.
Draco aveva un taglio sul braccio che perdeva sangue.
La ragazza svitò la bottiglietta di diamante e ci versò una goccia di pozione. La ferita si rimarginò in pochi secondi.
«Grazie» disse Draco. Era forse la prima volta nella sua vita che ringraziava qualcuno.
«Oh di niente» rispose Lucy con un sorriso, un po' stranita dal ringraziamento del ragazzo ma felice.
 
In quel momento, un forte rombo di zoccoli distrasse i ragazzi dai loro discorsi. Amir era tornato con i suoi sei stalloni e non solo.
 

 








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Ecco qua il 7° capitolo! Ho lasciato un po' di suspence stavolta! Alla prossima!

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Capitolo 8
*** La minaccia di Edmund ***


«Briscola!» urlarono Lucy ed Edmund insieme.
Il nano stava sorvolando la foresta, tenuto per le braccia da due coleotteri giganti.
Quando atterrò gli corsero incontro, abbracciandolo.
«Oh piccolo caro amico, ci sei mancato!» disse Lucy
«Eh no eh! Vostra Maestà, basta con questo soprannome!» disse il nano ridendo e abbracciando la ragazza.
«Mi sa che non te ne libererai tanto presto!» disse Edmund, dando due pacche sulle spalle del nano.
«Vieni ti presentiamo i nostri amici! Loro sono Harry, Ron, Hermione e Draco!» disse Lucy indicandoli uno per uno.
Draco tirò indietro Lucy e le sussurrò in un orecchio: «Ma è orribile! È ancora peggio dei folletti della Gringott! Non conosce l'igiene?»
Briscola fulminò il ragazzo con lo sguardo.
«Sporco sarai tu, stupido umano!» e poi si rivolse a Edmund «Dobbiamo proprio portarcelo dietro questo qui?»
Edmund rise.
«Ah se vuoi puoi anche ucciderlo!»
«EDMUND!!» disse Lucy, arrabbiata ma divertita.
Draco si offese un po'.
Dopo aver parlato con Briscola della situazione di Narnia, decisero di attraversare le montagne a Est e andare nella Terra degli Orsi Giganti, per cercare il loro aiuto.
Poi fecero la conoscenza dei sei stalloni, compagni di Amir.
Lucy si avvicinò ad uno splendido esemplare nero con coda e criniera lunghissime. Il cavallo le fece un profondo inchino.
«Come vi chiamate?» gli chiese ammaliata.
«Giuda, Maestà. Giuda è il mio nome»
«Posso accarezzarvi Giuda?»
«Mia signora, ne sarei onorato»
La ragazza iniziò ad accarezzare Giuda sul collo.
Gli altri stalloni erano dei più svariati colori e avevano i più svariati nomi: Achille, Cabarnet, Harribel, Dyson e Loki.
Gli ultimi due erano i cavalli che avrebbero trasportato i vari attrezzi, mentre gli altri erano destinati ai ragazzi.
«Dove hai lasciato Desdarda e Chevol, Amir?» chiese Edmund mentre lo sellava.
«Li ho incaricati di portare le femmine e i puledri lontano»
Una lieve malinconia velò gli occhi del cavallo.
«Vedrai che staranno bene» cercò di rincuorarlo Edmund.
 
Lucy e Draco erano scesi al fiume con rispettivi cavalli, Giuda e Achille, per fare più scorta d'acqua che potevano. I cavalli, come loro due, erano uno l'opposto dell'altro. Giuda era completamente nero, ma non tanto alto, mentre Achille era tutto bianco ed era veramente alto. Entrambi però avevano due spiriti nobili e fieri.
«Vedi Draco, non puoi comportarti così con tutti, le creature di Narnia sono parecchio orgogliose...»
Draco non la stava ascoltando. Riempiva i contenitori di vetro uno dopo l'altro, era ancora furioso per quello che il nano gli aveva detto. Non poteva accettare insulti da un nano, lui era Malfoy e un Malfoy non veniva insultato da nessuno. Stanco di ascoltare Lucy che parlava a ripetizione, sbottò.
«Lucy puoi stare zitta un minuto per piacere? Non ce la faccio più, siamo qui da cinque giorni, in una foresta sporca, c'è un'umidità del porco, sono stanco, sporco, devo sopportare cavalli parlanti, coleotteri giganti, nani da giardino, tu che continui a parlare, per l'amore del cielo, basta!»
Lucy guardò il ragazzo, tacendo, poi si voltò e continuò a riempire le sue bottiglie in silenzio, con le mascelle contratte.
Draco si pentì di aver detto quelle cose. La colpa non era di Lucy, ma lui si sentiva davvero stanco e inoltre quell'odioso nano gli stava davvero antipatico.
«Lucy... » provò a chiamarla.
La ragazza non rispose e fece finta di nulla. Il biondo si alzò, andò verso la ragazza, la prese con la forza e la baciò.
Lucy si scostò e gli diede un ceffone, lasciando cinque dita rosse in faccia a Draco.
«Sei impazzito per caso?!?» sbottò.
Arretrarono entrambi, guardandosi con occhi di sfida. Poi si raggiunsero e si scambiarono un lungo bacio, stringendosi. Le loro bocche intrecciate continuavano a cercarsi, ad assaporarsi e nessuno dei due aveva intenzione di staccarsi.
«E questo invece cos'era?» chiese Lucy, staccandosi da Draco per prima.
«Un bacio, Pevensie. Se non sai cos'è penso che tu abbia bisogno di tornare ad Hogwarts!»
Lucy rise.
«Si che so cos'è! Ma intendevo... Perché?»
Il ragazzo non rispose, si staccò da Lucy e cominciò ad agganciare le bottiglie alla sella di Achille.
Lucy rimase un po' inebetita, ma fece lo stesso.
 
 
Si misero in cammino, tutti quanti senza dire una parola. Calò la sera e si accamparono ai bordi delle montagne. Mangiarono del pesce, cotto sul fuoco che avevano acceso.
«Bene, domani saremo arrivati perciò vedete di riposarvi! Buonanotte!» disse Briscola sdraiandosi su delle coperte. Piano piano, tutti i ragazzi andarono a riposare fino a quando non rimasero svegli solo Edmund e Draco.
«Malfoy, che intenzioni hai con mia sorella?» disse Edmund, rigirandosi tra le dita la spada di Peter. Draco lo guardò e poi abbassò lo sguardo, giocando con i legnetti sul terreno.
«Non capisco cosa intendi dire, Pevensie»
Edmund puntò la spada alla gola del ragazzo che iniziò a sudare freddo.
«Nel caso in cui tu non te ne fossi accorto, sei in una foresta di alberi che parlano, Malfoy, e io qui sono un re. Ti avverto stai lontano da mia sorella, o questa» e premette un po' di più la spada sulla gola del ragazzo «non si fermerà qui» 








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Ecco il nuovo capitolo! Ci tenevo a ringraziare ancora una volta speranza, che mi segue sempre, ormai è una fonte di ispirazione :) 
Cari miei lettori, ci tenevo a dirvi che se volete farmi sapere che la storia vi piace/vi fa vomitare, se trovate qualcosa di sbagliato (SOPRATTUTTO  se notate qualcosa di sbagliato) ne sarei molto contenta :) Cerco di stare più attenta possibile con gli errori (il controllo ortografia e grammatica di word è indispensabile <3) ma le sviste ci sono! :)
Ringrazio tutti quelli che mi leggono! Al prossimo capitolo! 

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Capitolo 9
*** Degni dei loro appellativi? ***


Impiegarono due giorni e due notti per arrivare alla Terra degli Orsi Giganti da Cair Paravel.
Gli ultimi orsi giganti erano cinque, grossi e possenti con una voce cavernosa. Si chiamavano Aldero, Poldo, Eremita, Taddeo e Caligola. Purtroppo erano cinque maschi e da lì a poco la loro specie si sarebbe estinta, ma accettarono comunque di schierarsi con i ragazzi pur di salvare la terra magica di Narnia, loro madrepatria.
Dopo aver incontrato gli orsi, si diressero verso la Cava dei Cercatori di Tartufo, dove ritrovano l'amico Tartufello, che fu contentissimo di vederli, e altri vecchi amici. Tutti decisero di schierarsi dalla loro parte.
Il gruppo, ormai numeroso, avanzava ora costeggiando il mare di Narnia e addentrandosi nella foresta a sud-ovest in cerca dei centauri e dei minotauri, mentre i coleotteri giganti loro alleati, capitanati da Coleen, li tenevano informati sulle condizioni e gli spostamenti di re Carsaro e del suo esercito di Calormeniani. Fortunatamente, gli fece sapere Coleen, il re di Calormen dopo aver assediato il castello di Re Caspian e aver distrutto tutto ciò che c'era intorno, aveva deciso di soggiornarci per un po'. Questo fu un vantaggio per i ragazzi, che studiando una cartina di Narnia, decidevano sul da farsi.
«Allora, i centauri e i minotauri abitano qui» disse Edmund indicando la foresta più a ovest sulla cartina «mentre noi siamo qui. I Calormeniani sono qui» e indicò un punto a nord «e non sappiamo quanti sono. Come facciamo a sapere di quanti eserciti abbiamo bisogno?»
 «Maestà» iniziò Coleen «i Calormeniani sono parecchi. Inoltre, hanno come alleati i Giganti delle Terre del Selvaggio Nord. Avremmo bisogno di molti soldati»
«Allora...per ora abbiamo: sei cavalli, cinque orsi, trenta tassi, cinque topi, gli amici di Ripicì, e siamo in cinque persone. Ora, Briscola, quanti nani soldato riesci a schierare con te?»
«Abbastanza Maestà. I nani rossi stia pur sicuro che ci saranno. La stessa cosa non posso dire, però, dei nani neri che sono più ostili... » rispose il nano riflettendo.
«Ok va bene, Briscola, non ti preoccupare. Invece, Coleen, i tuoi coleotteri si schiereranno con noi?»
«Oh ne può essere certo, vostra Maestà. Siamo migliaia. Purtroppo però, siamo piccoli... »
Edmund sorrise.
«Non ti preoccupare Coleen, le dimensioni non sono un problema, anzi! Ti ringrazio del tuo aiuto»
I ragazzi studiarono la cartina ancora un po'.
«Cosa c'è qui?» chiese Harry, puntando il dito su un piccolo scarabocchio. Beruna.
«Beruna è una città, Harry, ma i suoi abitanti non penso ci amino molto... »
«Perché non proviamo a chiedergli il loro aiuto? Almeno potremmo tentare... » rispose Ron.
Ed scosse la testa.
«Beruna è molto vicina al castello di re Caspian. Se per caso i nostri nemici decidessero di scendere, sarebbe un suicidio»
Draco rifletté.
«Però sarebbe una posizione vantaggiosa. Se riuscissimo a convincere gli abitanti di Beruna a schierarsi con noi, potremmo avere un ottimo vantaggio. Pensate se i Carlomeniani, scendessero a Beruna e trovassero una città deserta... Avremmo un ottimo "effetto sorpresa"»
Il Re pensò alle parole del suo rivale e decise che poteva essere un ottimo piano. Dopotutto, cos'altro potevano fare?
Decisero di dividersi in due gruppi.
«Allora facciamo così. Lucy, tu proseguirai verso le foreste ad Ovest per cercare i centauri e i minotauri, mentre io guiderò l'altro gruppo fino a Beruna. Quando avrai trovato i centauri, raggiungeteci in città, ma fate attenzione. Se dovesse succedere qualcosa useremo Coleen e gli altri coleotteri come messaggeri. Tutto chiaro?»
Tutto il numeroso gruppo annuì all'unisono.
Ognuno preparò le proprie cose per la spedizione, chi indossava armature, chi suddivideva cibo e acqua tra i due gruppi, chi si salutava con la promessa di rivedersi.
Quando fu tutto pronto, il Re Giusto in sella ad Amir, stabilì i membri dei gruppi.
«Dunque, Harry tu vieni con me, mentre Ron ed Hermione vanno con Lucy. Aldero, Eremita e Caligola vengono con me mentre Taddeo e Poldo con Lucy. Briscola, tu ovviamente vieni con me, mentre Tartufello e altri ventiquattro tassi vanno con Lucy mentre cinque vengono con me. Gli amici di Ripicì con me, mentre gli altri topi con Lucy. Dyson vai con Lucy, mentre tu, Loki, vieni con me»
Tutti si mossero secondo chi dovessero seguire.
«Ah, Malfoy» Ed si rivolse al biondo Serpeverde che stava già accanto a Lucy « tu vieni con me!» sottolineò il Re.
 
 
Il gruppo di Edmund viaggiava a Nord, seguendo il letto del Grande Fiume. Beruna non era lontana e in un giorno di cammino avrebbero dovuto raggiungerla velocemente.
Ed, capofila, parlava con Briscola al suo fianco.
«Secondo te Briscola, perché siamo stati richiamati solo io e Lucy? Aslan, l'ultima volta, ci aveva detto che eravamo troppo grandi per tornare, invece eccoci qua. Ma perché Peter e Susan non ci sono?»
«I misteri di questa terra sono ancora un dilemma per chi ci abita da tanti e tanti anni. Da generazioni tutti cercano di svelare la Narnia nascosta ma nessuno ci è ancora riuscito. Io credo che l'unico a sapere tutto sia Aslan, in fondo, Narnia è una sua creazione e se non la conoscesse bene, direi che è uno stupido. Ma Aslan non lo è. È saggio, forte e di sicuro, ha le risposte che voi cercate, ma io no purtroppo» rispose il nano.
«Credi che stia facendo la cosa giusta? Questa è un'altra delle innumerevoli guerre che ho combattuto qui, sia in veste di re che no. Ho commesso sbagli, mi sono fidato di persone di cui non dovevi fidarmi, moltissimi sono morti nelle battaglie eppure gli abitanti di Narnia sono ancora qui, al nostro fianco ancora una volta... Io non lo farei, se fossi al posto loro»
Briscola sorrise teneramente sotto i suoi baffoni rossi.
«Maestà se i Narniani pensassero che voi steste commettendo uno sbaglio, non vi seguirebbero. Eppure giratevi, guardateli in faccia uno per uno»
Edmund si girò e osservò le facce di tutti quelli che lo seguivano. Tutti avevano uno sguardo ed un portamento fiero e osservavano il re con un sorriso.
«Li avete visti? Io vedo fiducia in voi, voglia di liberare la loro terra dall'ennesimo attacco a cui è sottoposta, fierezza e tutti, dal primo all'ultimo, credono nelle vostre parole. Non farete la cosa sbagliata, Maestà»
Le parole del nano rincuorarono Edmund, il Giusto, che ora avanzava deciso.
Dietro di loro, Harry e Draco, ascoltavano la conversazione.
«Potter, questa cosa potrebbe sembrarti strana ma ho trovato qualcuno più fastidioso di te» disse Draco.
Harry alzò gli occhi al cielo.
«Non far piovere Malfoy, non abbiamo riparo. E, sentiamo, chi sarebbe?»
Con un gesto del capo, il ragazzo indicò Edmund.
«Ed? Perché dovresti odiarlo? Oh, beh, apparte perché è un babbano»
«Al di là di questa cosa, è davvero odioso. Da quando siamo qui, si comporta come se fosse il grande imperatore pronto a salvare tutti i popoli dal male del mondo»
«Beh scusami, ma cosa dovrebbe fare? Lui è il re, è ovvio che cerchi di fare la cosa giusta per il suo popolo»
«Sì ma decide di cose su cui non ha potere decisionale»
«Tipo?»
«Tipo la vita di sua sorella»
«Perché cos'è successo?»
La domanda di Harry cadde nel vuoto. Draco si voltò di lato, osservano l'acqua del fiume scorrere veloce. La minaccia di Edmund della sera prima non l'aveva ancora digerita, così come nemmeno il fatto, che l'avesse obbligato ad andare nel gruppo con lui, mentre il giovane biondo desiderava solo stare accanto alla piccola Pevensie. Il suo unico pensiero era lei e adesso che non ce l'aveva più di fianco si sentiva come un pesce fuor d'acqua in quel trambusto di creature magiche e luoghi incantati.
 
 
Lucy e il suo gruppo si accamparono nella foresta. L'indomani sarebbero arrivati e a lei spettava il grande compito di parlamentare con minotauri e centauri. Si sentiva onorata da quell'incarico, poiché essendo stata sempre la più piccola, non era di grande aiuto ai fratelli maggiori. Stavolta però, era felice della fiducia che Edmund aveva riposto in lei, affidandole quel compito. Avrebbe preferito, però, il giovane Serpeverde al suo fianco, a infonderle più sicurezza. Come il fratello, la Valorosa temeva di deludere le aspettative del popolo.
Osservava le varie costellazioni quella sera, mentre cercava il sonno, quando un muso nero la toccò.
«Non riuscite a prendere sonno mia Maestà?»
Giuda si sdraiò accanto a lei.
«Oh no, non vi preoccupate per me. Adesso mi addormenterò»
La giovane ragazza pensò ancora alla mattina precedente, dove aveva notato gli sguardi di sfida tra Ed e Draco. Si addormentò pensando a cosa potesse essere successo tra i suoi giovani uomini.
 





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Questo capitolo è stato un po' più introspettivo! I prossimi saranno molto più movimentati!
Voglio ringraziare soffio, che ha recensito la mia storia, Beth96 che l'ha inserita nelle preferite e Luna Black che l'ha inserita nelle seguite e sopratutto voglio ringraziare chi mi legge!
Buona lettura! Al prossimo capitolo! :)

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Capitolo 10
*** Il tradimento ***


Il gruppo di Edmund arrivò alle porte di Beruna, quella mattina, verso le dieci. Il re parlò a tutti i suoi alleati.
«Ragazzi, se per sfortuna, dovesse esserci qualcuno ad aspettarci, oppure se le cose non dovessero andare come previsto, io voglio, anzi no, io vi ordino di scappare. Non dimenticate che mia sorella è ancora in quella foresta, chiaro?»
Tutti annuirono e insieme, entrarono in città. La città era deserta, non c'erano segni di vita, nemmeno foglie che volavano e l'aria era ferma. Si divisero ed entrarono nelle vie. Nulla, non c'era nessuno. In piazza, la grande fontana era spenta, così come le campane della chiesa non si muovevano.
Ad un certo punto, si sentì un gran frastuono provenire dal Nord della città. Briscola arrivò di corsa, col fiatone.
«TRADIMENTO! SCAPPATE!» urlò.
In lontananza, un grande esercito a cavallo avanzava verso di loro. Affianco al generale che portava l'esercito, un grosso coleottero verde smeraldo osservava la scena, posto su una spalla dell'uomo.
Alla vista di Coleen, un moto di rabbia salì dentro Edmund, che spronò Amir contro l'esercito.
«Edmund sei impazzito? Togliti di lì!» gridò Harry.
Tutto il gruppo, che stava fuggendo, si fermò e si lanciò contro l'esercito, in soccorso del re.
Gli uomini di Re Carsaro erano uomini valorosi, combattevano con maestria, uccisero uomini e altrettanto ne catturarono. Edmund, riuscì a uccidere il loro traditore, ma venne catturato, così come la metà del suo gruppo. Qualcuno fortunatamente riuscì a fuggire.
Legati per le braccia e tirati da una corda, i prigionieri furono costretti a seguire a piedi l'esercito, fino al castello che, una volta, apparteneva a Re Caspian. Li furono suddivisi e sbattuti malamente in prigione.
Una volta in cella, la rabbia di Draco esplose contro Edmund.
«Sei un deficiente! Avremmo dovuto ritirarci, ma tu, no, vendichiamo il tradimento! Ci hai condotto alla morte, bel re che sei! Se succede qualcosa a Lucy, io giuro che... »
«Tu giuri cosa Malfoy? Non credi che anch'io sia più preoccupato per Lucy che per me stesso? I miei fratelli non ci sono, lei è la più piccola, di chi cazzo credi che sia la responsabilità, eh? Tua? Non credo proprio! Inoltre, non ho solo una sorella minore ho anche un popolo! In questo momento farei volentieri a cambio di ruolo con qualcuno!» Edmund, già mortificato per aver guidato male il suo gruppo, non accettava le critiche di Draco.
«Forse non avremmo dovuto fidarci di te, forse avremmo dovuto lasciare il comando direttamente a Lucy che, a quanto pare, sembra un po' più responsabile e con le biglie aperte di te!»
«Malfoy, piantala!» Il re si alzò con aria di sfida, a cui Draco rispose con uno spintone.
«Hey ragazzi smettetela, non mi sembra il caso di discutere su di chi sia la colpa! Piuttosto, cerchiamo una soluzione!» Harry si intromise tra i due, che si sedettero guardandosi con odio.
«Non possiamo fare niente ragazzo. Ora è tutto nelle mani di Lucy» rispose Briscola, che se ne stava in disparte in un angolo della cella.
 
 
Lucy trovò facilmente i centauri e i minotauri, anzi, a dire il vero, loro si erano mostrati a lei. La giovane regina era, da sempre, molto amata dal popolo di Narnia, che accettò subito la sua richiesta di aiuto. Oltre ai centauri e ai minotauri, si schierarono con lei i ghepardi, le pantere, i satiri e i grifoni che abitavano tutti in quella zona. Ora il gruppo di Lucy tornava indietro verso Beruna, con un esercito alle sue spalle.
I centauri erano capitanati da Orione, un grande generale, che aveva già combattuto a fianco dei re e delle regine di Narnia. Il capitano dei minotauri era Boris, un grosso esemplare che metteva paura ma era estremamente gentile. I ghepardi seguivano Raiko, un esemplare veloce come il vento, mentre le pantere avevano come capo Ska, una pantera nera come la notte.
I satiri erano guidato dal signor Menfis e Lucy non poté fare a meno di rivolgere un pensiero al suo vecchio amico, signor Tumnus, che ormai non c'era più.
I grifoni volavano sopra le loro teste mentre il gruppo avanzava verso Beruna, non molto lontana da loro.
Mentre parlavano tranquilli, un topo spuntò davanti a loro.
«No! Fermatevi Maestà, tornate indietro! Non andate a Beruna! Vi stanno aspettando, sanno del vostro arrivo!»
Lucy si agitò molto.
«Cos'è successo? Parla topo!»
«Siamo stati traditi! Re Edmund è stato catturato, così come tutto il suo gruppo!»
I pensieri di Lucy si riempirono di dubbi e paure. Edmund, Harry, Draco erano stati catturati e dipendevano da lei. Come avrebbe potuto aiutarli? Lei era la più piccola, di solito spettavano a Peter o Susan questo genere di incarico.
«Chi ci ha traditi topo?»
«Il coleottero! Era loro alleato fin dall'inizio!»
«Torniamo indietro a Cair Paravel! Lì penseremo ad una soluzione!»
Il gruppo deviò e cominciò a correre, seguendo la regina Lucy.
 
A Cair Paravel il gruppo si fermò a riposare. I capi di ogni esercito decidevano sul da farsi.
«Attacchiamoli adesso aggirando Beruna! Se sono in città, al castello ci sarà meno gente!» propose Boris.
«No, se Coleen gli ha detto che arrivava un esercito capitanato da una donna, sicuramente non ci saranno molti uomini e la maggior parte sarà al castello» disse Lucy, che sedeva sconsolata su un masso.
«Potremmo attaccarli stanotte, come anni fa con il re Caspian» disse Orione.
«Ma in quell'attacco perdemmo moltissimi soldati! Non possiamo permettercelo!» contestò il ghepardo Raiko «Maestà, voi cosa proponete di fare?»
Lucy non rispose. Guardava il mare, triste e disperata. Non sapeva cosa fare, era certa di deludere il suo popolo, qualunque cosa avesse fatto non ne sarebbe stata all'altezza.
«Credo che dovremmo assalire il castello stanotte» rispose dopo aver riflettuto un po' «sarà rischioso, ma non abbiamo altra scelta. Ora cerchiamo di riposarci, tutti quanti»
Tornò a sedersi sulla pietra e continuò a guardare il mare.
 
 
In prigione, Ed stava seduto e chiacchierava a bassa voce insieme a Harry. Draco invece continuava a camminare avanti e indietro. Non riusciva a stare fermo, la paura e la preoccupazione per Lucy erano mutate in energia.
«Ragazzo, vuoi sederti per favore? Mi stai facendo venire la nausea» borbottò il nano.
Il ragazzo si arrestò di colpo, ma non perché glie l'avesse detto il nano, ma perché sentì la porta aprirsi.
«Sono venuto a portare la cena ai prigionieri» disse una voce alle due guardie.
Il misterioso uomo si avvicinò sempre di più a loro. Tutti si alzarono in piedi. Edmund e Briscola avrebbero giurato che gli sembrava familiare...
L'uomo scoprì il cappuccio!
«Dottor Cornelius!» esclamarono gli ultimi due.
«Ssssssh siete matti?!? Volete che mi uccidano?!?»
«Cosa ci fa qui dottore? Pensavamo che quando avessero ucciso Caspian, avessero ucciso anche lei» disse il nano.
«Me la sono cavata perché ho accettato di fare da consigliere al re... Sono proprio un codardo... » rispose Cornelius, abbassando lo sguardo.
«Susu, non faccia così, dottore, questo non è vero»
«Comunque ho saputo del vostro arresto e sono venuto a portarvi da mangiare»
Detto questo, dal mantello il dottore tirò fuori dieci panini e dal cestello che portava tirò fuori due brocche d'acqua.
«Cercate di farvele bastare, non so quando potrò ritornare. Le chiavi della prigione sono custodite dal generale dell'esercito, fedele uomo del re. Ho saputo che vogliono uccidervi, ma sono riuscito a rimandare la data della vostra esecuzione di due giorni, speriamo che il cielo ce la mandi buona... »
«Grazie mille dottore, grazie di tutto» rispose Edmund.
In quel momento le guardie della prigione corsero via, attirate da un frastuono in superficie.

 



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Eccoci qua! Ringrazio navarrina che ha messo la mia storia nelle sue preferite e Pippi Calzelunghe che l'ha messa nelle seguite! Buona lettura a tutti! :)

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Capitolo 11
*** Lucy salva la situazione ***


Lucy, scortata dai grifoni, lanciava frecce a destra e a manca. I centauri, i minotauri e i satiri duellavano con le guardie del castello, uccidendo o ferendo. I ghepardi e le pantere facevano la loro parte, così come i topi che, brandendo le loro spade, si dimostravano degni allievi di Ripicì. Tutti gli uomini di re Carsaro si precipitarono nel cortile interno del castello, pronti a difendere il loro sovrano.
 
Il dottor Cornelius, dopo aver visto la situazione che degenerava fuori dal castello, sgattaiolò per i corridoi, cercando la camera del generale dell'esercito. La trovò vuota e le chiavi delle prigioni erano appoggiate sul piccolo comodino di legno. Le afferrò veloce e poi scappò.
 
«Che sta succedendo fuori?» chiese Draco, rivolto ai suoi compagni.
«Lucy» rispose Edmund.
I ragazzi sentirono qualcuno scendere le scale frettolosamente.
Il dottor Cornelius era venuto a liberarli.
«Scappate ragazzi, i vostri oggetti sono nella prima stanza a destra appena salite le scale!» disse mentre apriva la prigione.
Draco, Harry e Briscola si precipitarono di sopra mentre Edmund si fermò a parlare con il dottore.
«Venga con noi dottore!Sarebbe un prezioso alleato!»
«Ma... Ragazzo, il mio posto è qui, mi sentirei un estraneo con il popolo di Narnia!»
«Rimanendo qui andrà incontro ad una morte certa! Venga con noi, la prego!»
Il vecchio dottore tremava per la paura.
«Va bene, va bene, però andiamocene in fretta!»
Anche loro due si accinsero a salire la scala più velocemente possibile.
Una volta recuperati i suoi oggetti, Edmund uscì nel cortile e osservò la battaglia intorno a lui.
Individuò Lucy, nel cielo, ancora intenta a scagliare frecce.
«Lucy!» gli urlò.
La ragazza si accorse del fratello e comandò al grifone di scendere.
Una volta a terra, i due ragazzi si scambiarono un lungo abbraccio.
«Come stai? Ti hanno picchiato, ti hanno fatto del male?» chiese preoccupata.
Edmund scosse la testa.
«No, non mi hanno fatto niente. Possiamo portare via il dottor Cornelius? È in pericolo!»
Lucy scorse il grasso uomo dietro al fratello, che tremava come una foglia.
«Certo!»
La regina chiese al grifone se poteva portare il dottore alla Casa di Aslan e subito, la creatura e l'uomo spiccarono il volo.
«Harry? Draco?» domandò ancora Lucy, visibilmente preoccupata.
«Sono lì in mezzo. Vieni, dobbiamo salvare tutti gli altri»
I due fratelli corsero nelle scuderie e liberarono i cavalli. I tre orsi erano rinchiusi in una gabbia strettissima, nel granaio del castello e i ragazzi fecero fatica a liberarli. I tassi e i topi fortunatamente erano riusciti a scappare.
Edmund saltò in sella ad Amir e iniziò a galoppare, seguito dalle altre creature.
«Ritirata! Ritirata!» urlò nel cortile.
Il popolo di Narnia abbandonò il cortile del castello, scappando.
Il re Carsaro, re dei Calormeniani, osservò tutta la battaglia dal balcone della sua camera.
 
Il gruppo galoppò in silenzio fino alla casa di Aslan, dove poterono finalmente riposarsi.
Lucy si impegnò subito per soccorrere i feriti, grazie alla pozione che le aveva donato Aslan, anni prima.
Quando finì di curare il braccio di un grosso minotauro, davanti a lei si presentò il giovane Serpeverde, con un grosso taglio su una guancia.
«Draco!»
La ragazza saltò al collo di Draco e i due si scambiarono un lungo abbraccio.
«Stai bene? Sei ferito solo sulla guancia?» disse Lucy, mentre applicava una goccia della pozione sulla ferita.
«Sisi, mi hanno tagliato solo lì. Un tizio ha cercato di decapitarmi, ma l'ho scansato per un soffio...» rispose spavaldo il ragazzo «Tu? Tutto bene? Questo piano è stato... piuttosto buono, devo dire»
Draco non lo faceva notare, indossando come al solito la sua maschera priva di espressione sulla faccia, ma in realtà era molto colpito dal gesto della ragazza e quando, durante la battaglia, l'aveva vista scoccare frecce come se fossero sassolini, avrebbe voluto darle un bacio enorme per il suo coraggio e per la sua determinazione.
Lucy abbassò lo sguardo, imbarazzata, e ringraziò l'amico.
 
 
Una volta che la regina ebbe finito di curare tutti i feriti, cercò l'unico che voleva veramente vedere. Lo trovò sdraiato su un masso che dormiva profondamente, i capelli biondi sporchi di terra gli coprivano gli occhi. Lucy fece un sorriso e rimase a guardare Draco dormire, beato. Poi si accoccolò di fianco a lui e si addormentò.
 
 Il ragazzo si svegliò dopo essersi accorto che c'era qualcosa di fianco a lui e si voltò. La piccola Pevensie dormiva serena e tranquilla. Draco le diede un bacio sulla fronte, la strinse tra le braccia e si addormentò nuovamente.
 






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Capitolo obrobrioso ç___ç Avrei potuto scriverlo 100 volte meglio... Va bhè, prometto qualcosa di meglio nel prossimo capitolo!
Ringrazio Maia95 che segue la mia storia! A presto e buona lettura! :)

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Capitolo 12
*** Il rapimento ***


Il giorno dopo, i ragazzi si complimentarono con Lucy e pensarono ad un nuovo piano per sconfiggere definitivamente i Carolmeniani. Ora che si erano ritrovati tutti, l'esercito di Narnia era forte, numeroso e con una gran voglia di salvare la madrepatria definitivamente.
«Potremmo provare con una sfida diretta, come quella di Peter con Miraz» propose Edmund.
«No, i Carolmeniani non hanno queste tradizioni, vi riderebbero in faccia Maestà» rispose il dottor Cornelius.
«Allora mi sa che ci resta solamente da dichiarare guerra aperta» sospirò il re, lasciandosi cadere per terra.
«Allora faremo così? é questa la sua scelta definitiva?» disse il centauro.
Edmund scosse la testa in segno affermativo.
 
 
Ron, Hermione, Harry, Draco e Lucy erano nel bosco a cavallo e si stavano recando a Cair Paravel per fare rifornimento di armi e armature.
«Come si combatte una guerra?» chiese Ron.
«Beh... Con le armi!» rispose Hermione
«Ah-Ah come sei simpatica! No ma io intendevo... Ci si sveglia la mattina alle 7, si combatte, pausa pranzo, si combatte, poi alle 8 di sera si smette?»
«No, non credo che funzioni proprio così Ron» rise Harry.
«Per me succede che uno ti attacca e tu combatti finche il nemico non si ritira, poi tu lo attacchi e bla bla bla fino a quando uno dei due non si dichiara sconfitto» disse Draco.
«Lucy, tu confermi?» chiese Ron.
Lucy non parlava. I suoi amici sicuramente credevano che lei fosse un'esperta di battaglie e affini, ma in realtà si sentiva spaesata. L'attacco al castello era stato organizzato insieme agli abitanti di Narnia e si trattava di un salvataggio, non di una battaglia vera e propria.
«Ecco... In realtà non lo so nemmeno io» disse abbassando lo sguardo.
«Ma come? Non ne hai combattute due? Inoltre, l'attacco al castello dell'altra sera è stato spettacolare!» la incoraggio Harry.
«Sì ma non era farina del mio sacco. L'ho organizzato insieme agli abitanti di Narnia»
«Beh era spettacolare comunque. Sono sicuro che ci comanderai benissimo, in fondo, sei una regina, non dimenticarlo mai!» Harry le rivolse un sorriso a cui Lucy fu particolarmente grata.
 
 
Ed mangiava la sua porzione di pesce in silenzio, fissando il fuoco e pensando intensamente.
La sorella si sedette di fianco a lui.
«A che pensi?»
«Oh a niente Lucy» Ed fece un falso sorriso alla sorella.
«Non è vero. Tu non sei uno che non pensa a niente. Dai, dimmelo, sono tua sorella!» rispose Lucy dandogli una gomitata.
«Tu credi che questa guerra sia la cosa giusta da fare?»
«E cosa altro si può fare Ed?»
«Non lo so. Ho fatto tanti sbagli, l'ultimo due giorni fa, fidandomi di quello stupido coleottero... » lo sguardo del ragazzo si scurì.
«Edmund, tutti ci siamo fidati di Coleen. Ci ha tradito, ok, però nessuno poteva saperlo. Non fartene una colpa, non è stato un errore»
«Le capacità di un re si riconosco anche dai suoi alleati. Se io scelgo come alleate persone, o animali in questo caso, che ci portano dritti al nemico, magari anche con un bigliettino di sorpresa, che caspita di re sono?»
Il dolore del ragazzo si tramutò in due piccole lacrime che rigarono le sue guance.
Lucy abbracciò il fratello.
«Edmund tu sei il re più valoroso che si possa immaginare. Il tuo popolo ti ama, si fida di te e ti seguirebbe anche in capo al mondo. Vuoi che domandiamo ad ognuno di loro cosa pensano di te? Ti risponderebbero che sei la cosa migliore che sia capitata a Narnia, e che non ti scambierebbero con nessun'altro al mondo. Sei una persona fantastica e un fratello perfetto, cosa vuoi di più?»
Il ragazzo ricambiò l'abbraccio della sorellina minore. Per lui era strano quel cambio di ruolo, di solito era lui a consolare lei, invece stavolta Ed aveva mostrato le sue debolezze alla persona che amava di più, Lucy.
«Adesso andiamo a letto, va bene?» continuò la ragazza prendendo il fratello per mano.
Ed sorrise e seguì la regina fino alla Casa di Aslan.
 
 
Lucy non riusciva a dormire quella sera, così decise di prendere una boccata d'aria. Uscì dal tumulto e si sedette di fianco all'entrata. Pensò al fratello che, nonostante le debolezze, rimaneva sempre un grandissimo re. Pensò a Draco, che dormiva tranquillo e ai suoi amici all'interno della Casa. Pensò ai suoi fratelli più grandi, Peter e Susan, e a come si sarebbero svolte le cose se ci fossero stati loro lì. All'improvviso, una grossa mano ruvida gli tappò la bocca, mentre un braccio la afferrava per la vita e la trascinava via.
«Non muovere un dito, non fare strane magie altrimenti la tua vita finirà qui!» disse una profonda voce maschile. Lucy non riuscì a fiatare una parola, mentre l'uomo la portava via dal bosco.
 





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Eccoci qui al dodicesimo capitolo! Buona lettura a tutti :)

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Capitolo 13
*** Il principe di Calormen ***


L'uomo portò Lucy fino al castello e la sbatté malamente in prigione.
«Tu non uscirai più da questo castello!» gli disse l'uomo che l'aveva rapita «Pagherai per l'assalto al mio castello, vivrai qui per sempre, sposerai mio figlio e mi darai un erede al trono di tutte le nuove terre che conquisteremo!»
Lucy in quel momento capì. L'uomo che l'aveva rapita non era niente di meno che re Carsaro in persona, adirato per l'attacco al castello, con una gran voglia di vendetta.
«Mando mio figlio qui a prenderti, ti porterà nella sua stanza e sarà lì che vivrai per sempre»
Il re se ne andò e lasciò Lucy da sola. La ragazza si lasciò cadere per terra e due lacrime le rigarono le guancie rosse. Dopo alcuni minuti, un bellissimo ragazzo si presentò davanti a lei.
«E così tu sei la mia futura moglie eh? Beh, almeno mio padre ha del gusto per le ragazze»
Il ragazzo rise mentre Lucy lo fissò con uno sguardo d'odio. Il figlio del re era un affascinante giovane di venticinque anni, alto, moro e con gli occhi verdi, i lineamenti dolci, totalmente diversi da quelli del padre scavati dall'anzianità e dalle numerose guerre.
«Comunque il mio nome è Kisha» disse aprendo la prigione e porgendo la mano alla ragazza seduta per terra.
Lucy passò sotto il suo braccio teso e iniziò a correre, ma Kisha l'afferrò per la vita e la sollevò.
«Sei tenace eh? Non potrai fare questo genere di cose chiusa nelle mie stanze»
Lucy pensò che quel ragazzo fosse tanto bello quanto odioso.
Il giovane la tenne in braccio saldamente mentre la ragazza si agitava e la portò nelle sue stanze, dove l'appoggiò sul letto e si sedette accanto a lei.
Lucy scattò in fondo al letto e si appoggiò al muro, il più lontano possibile da Kisha.
Il ragazzo invece si avvicinò.
«Allora come ti chiami?»
La regina non rispose.
«Il gatto ti ha mangiato la lingua? Non vuoi dirmi come ti chiami?» disse il ragazzo con uno sguardo malizioso.
Lucy si ostinò a non rispondere. Kisha sospirò, prese del pane di fianco a letto e lo lanciò a Lucy, che lo afferrò al volo e lo divorò. Quando ebbe finito di masticare, squadrò il principe e poi guardò l'acqua.
«Vuoi da bere? Ok facciamo così: ti do da bere se mi dici come ti chiami»
La ragazza non volevo rispondere ma la sua gola bruciava.
«Lucy» disse con un sussurro, voltando la testa.
«Da dove vieni Lucy?» chiese ancora Kisha.
«Mi hai chiesto il nome per l'acqua!» si ribellò la ragazza.
Kisha rise.
«Giusto hai ragione!»
Prese un bicchiere, lo riempì e lo passò a Lucy che bevve avidamente.
In quel momento qualcuno busso alla porta. Il generale dell'esercito comunicò al principe che il padre lo voleva vedere.
«Devo andare ma tu rimarrai qui» disse con voce suadente.
Si avvicinò a Lucy, le accarezzò i capelli e le diede un bacio contro la volontà della ragazza.
Il principe uscì chiudendo a chiave la porta.
Lucy si fiondò alla finestra, che aveva una griglia in ferro, cercò di forzare la porta e scrutò il pavimento in cerca di botole segrete. Non trovò nulla e nella disperazione si concesse un pianto liberatorio.
 
 
Alla Casa di Aslan tutto l'esercito era in agitazione per la scomparsa della regina. Un minotauro aveva trovato la pozione di Lucy accanto alla porta e Edmund era giunto ad una conclusione.
«L'hanno presa ne sono sicuro!»
Il re parlava tremando. Era terribilmente in ansia per la scomparsa della sorella e temeva per la vita della stessa. Anche Draco era nelle sue stesse condizioni.
«Dobbiamo andare a liberarla, chissà cosa potrebbero farle!» il giovane Serpeverde scosse la testa come per scacciare un brutto pensiero.
«Dobbiamo fare molta attenzione Maestà. Sicuramente i Calormeniani avranno aumentato le difese dopo l'assalto della regina Lucy e non sarà facile entrare di nuovo nel castello» disse il centauro Orione.
«Maestà il centauro ha ragione» intervenne Briscola «Dal mio punto di vista sarebbe un suicidio provare ad attaccare il castello, i Calormeniani sono guerrieri forti e di certo non sono stupidi. Sanno che proveremo a salvare la ragazza»
«Cosa potremmo fare secondo te, nano?» chiese Orione.
«Potremmo provare a sfidarli in una guerra su campo aperto. Ci divideremo in due gruppi: uno combatterà i Calormeniani venuti a sfidarci, l'altro cercherà di entrare nel castello» rispose il nano.
«Ma sarebbe un suicidio per quelli che rimarrebbero a combattere una guerra! Non siamo un esercito così numeroso che può tranquillamente separarsi!» intervenne Edmund.
A quelle parole il nano tirò fuori la sua spada e la puntò al cielo.
«Io sono pronto a sacrificare la mia stessa vita per salvare la mia piccola cara amica, la regina Lucy!» disse in tono valoroso.
A quelle parole un gran numero di minotauri, centauri, satiri tirò fuori la spada, i ghepardi e i leopardi ruggirono, i grifoni strillarono e i topi squittirono.
«Per la regina Lucy!» urlarono tutti insieme.
Draco tirò fuori la sua spada e la puntò al cielo.
«Per Lucy!» disse guardando Edmund.
Il re acconsentì al piano di Briscola e l'esercitò di Narnia esultò in un grido di battaglia.
 





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Eccoci qui al tredicesimo capitolo! Ringrazio Nihal_Earth of Wind e _LittleDimple_ per aver inserito la mia storia nelle loro seguite! A presto! :)

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Capitolo 14
*** Nuove strategie ***


Il buio della notte era calato su Narnia e Lucy, ancora rinchiusa nelle stanze di Kisha, si stringeva a se. Erano passati tre giorni dal suo rapimento e la giovane regina di Narnia era molto sconsolata ed era sicura che non avrebbe potuto fare niente per uscire di lì. Mentre pensava ai suoi cari amici, che chissà dov'erano nella foresta, la porta si spalancò ed entrò Kisha. Richiuse la porta ma non a chiave e rivolse un sorriso e a Lucy, seduta sul letto che lo guardava con odio.
«La smetterai mai di guardarmi con odio?» chiese il principe mentre si levava la casacca di lino, restando a petto scoperto.
Lucy non rispose e si limitò a girare la testa. Il principe sospirò.
«Ho delle notizie per te: l'esercito di questo paese, che presumo sia il tuo, ci ha sfidato in una battaglia a cielo aperto. Un plotone di soldati è partito circa un'ora fa»
Lucy rivolse al principe uno sguardo pieno di paura.
«No! Ti prego fermali!» disse al principe.
Lui scoppiò in una fragorosa risata.
«Tu credi davvero che io fermerò la conquista di un territorio solo per la richiesta di una giovane, seppur bellissima, ragazzina?»
Il principe si avvicinò alla ragazza e prese il suo viso con una mano con forza, costringendola a guardarlo negli occhi.
«E comunque anche se volessi fermarlo, non potrei farlo. Mio padre è il re, decide su ogni cosa e lui è partito insieme al plotone»
Lucy si divincolò con forza dalla stretta di Kisha e iniziò a correre. Spalancò le porte della stanza, che non erano chiuse a chiave e corse a perdifiato. Girò a sinistra in una scalinata, le guardie la inseguivano insieme a Kisha. Fece la scalinata di corsa e poi girò a vuoto un paio di volte a sinistra e un paio di volte a destra. Si trovò nella stalla e corse verso la porta. Cercò l'uscita e superò il cortile. Era quasi arrivata al cancello quando Kisha la prese con forza e la buttò per terra, buttandosi con lei.
«LASCIAMI! LASCIAMI! IO LI DEVO FERMARE, MORIRANNO! LASCIAMI ANDARE!»
Lucy, in preda ad un attacco di panico, strillava e piangeva e il principe Kisha le tirò un ceffone.
Lucy smise di strillare e guardò il principe con gli occhi lucidi.
Il giovane aiutò la ragazza ad alzarsi, la prese per mano e la portò di nuovo nelle sue stanze.
Attese pazientemente che la giovane finì di farsi un bagno caldo, leggendo un libro sulla guerra.
«Che cosa stai leggendo?»
Kisha sollevò lo sguardo dal libro. Lucy indossava una delle sue casacche, le era estremamente larga, i capelli rossi sgocciolavano sulla ragazza bagnandole l'indumento e lasciando intravedere le forme della giovane. I pantaloni blu le arrivavano sopra la caviglia e lasciavano scoperti i piedi, nudi. Il principe si fermò ad ammirare la grazia e la bellezza di Lucy e rimase alcuni minuti senza parole.
«Che c'è il gatto ti ha mangiato la lingua?» lo rimbeccò lei.
Kisha scossa la testa e fece una smorfia divertita.
«No carina, non me l'ha mangiata nessuno! Allora come va?»
«Meglio... Grazie per prima, ero sotto shock»
«Figurati... La prossima volta che tenti di scappare, però, ti faccio rinchiudere nelle segrete!»
La ragazza si appoggiò alla finestra osservando il cielo dalla grata. Nonostante il principe la trattasse bene, si sentiva prigioniera di un mondo che non conosceva. Ogni giorno guardava fuori dalla finestra in cerca di un aiuto, l'unico aiuto che avrebbe potuto dargli solamente Aslan... Ma il grande leone non si era mai fatto vivo. Era passato quasi un mese dal loro arrivo a Narnia e il creatore non aveva mandato nessun segno, nulla, niente di niente. Eppure era stato lui a richiamarli in quel mondo... Lucy iniziava a perdere la speranza.
 
 
«Maledizione!» Edmund furioso, lanciò la spada addosso ad una roccia. Harry, Ron, Hermione e Draco si sedettero per terra sfiniti.
«Non è possibile! Adesso spiegatemi come i Calormeniani siano riusciti a rintracciare il nostro grifone che volava e a ucciderlo da una distanza così lunga!»
Il re di Narnia era furioso. I loro tentativi per arrivare al castello e salvare Lucy erano stati rintracciati e sventati uno ad uno. Edmund era sconsolato e sentiva la mancanza della sorella. Salvare il mondo di Narnia era passato in secondo piano e ora gli importava solo di avere la sua Lucy affianco a sé.
«Edmund dobbiamo uccidere Carsaro, dobbiamo cambiare strategia!» intervenne Draco.
«E sentiamo, cosa proponi?»
Draco si alzò in piedi.
«Proviamo ad accerchiare il re. Terremo lontani gli altri soldati facendo un cerchio e qualcuno al centro sfiderà solo il re!»
Edmund rifletté. "Un'ottima strategia difensiva, quella proposta da Draco" pensò. Avrebbero così avuto la possibilità di uccidere il re e poi correre verso il castello. Forse qualche speranza ancora c'era.
«Va bene, domani proveremo così. Ora riposiamoci tutti!»
Ogni membro dell'esercito di Narnia si sistemò. Hermione curava i feriti con la pozione di Lucy.
Draco invece si avvicinò a Edmund, che si stava togliendo la cotta di maglia.
«Edmund» disse «La salveremo vero?»
Il Serpeverde guardava il re negli occhi. Edmund rispose con uno sguardo altrettanto fiero.
«Si Draco. Anche a costo della vita»
Il biondo annuì.
«Conta pure sulla mia»

 


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Il prossimo capitolo sarà fondamentale! Non perdetevelo! A presto ;)

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Capitolo 15
*** La ferita di Draco ***


I Calormeniani erano schierati davanti a loro, attendevano solo il grido di battaglia del loro re. Edmund li scrutò uno a uno e poi si girò verso il suo esercito, che al posto di essere schierato in linee orizzontali, formava una doppia fila dietro di lui.

«Mi raccomando ragazzi l'abbiamo provato un paio di volte e funziona. Possiamo farcela»
Osservò i volti dell'esercito, quasi dimezzato, si voltò e lanciò il suo grido di battaglia.
Il re Carsaro fece la stessa cosa portandosi avanti rispetto al suo esercito.
"Perfetto" pensò Edmund. La carica partì, il piano funzionò perfettamente e re Carsaro si ritrovò accerchiato con Ed davanti. Il Calormeniano dapprima si guardò attorno per capire cosa stava succedendo e poi si lanciò contro Edmund. I due re combattevano valorosamente e il duello rimase alla pari per molto tempo. Ad un certo punto il re fece un passo falso e Edmund, lesto con la spada, glie la conficcò nella pancia. L'arma di Narnia tranciò la cotta di maglia del guerriero e gli lacerò lo stomaco. Tutti si fermarono impietriti. Edmund teneva ancora salda la sua spada, incastonata nella pancia di Carsaro e poi la tolse. Il sangue sulla spada gocciolava per terra e andava a mescolarsi con quello colato dalla pancia del nemico, formando un acquitrino. Il re aveva gli occhi sgranati e fissavano Edmund con paura e dolore. Dalla sua bocca usciva del sangue. Il re tossì facendo uno sforzo immane e poi, esalando l'ultimo respiro, cadde per terra, nel volto la stessa espressione vitrea di prima.
L'esercito di Narnia esultò. Il giovane re saltò di nuovo in sella ad Amir e gridò: «Al castello! Andiamo al castello!». L'esercito di Calormen, ancora scioccato per la morte del re, cercò di bloccare la carica.
«Andate voi Maestà! Noi resteremo e fermeremo l'esercito!» disse un coraggioso minotauro mentre decapitava un soldato.
«Grazie!»
Edmund lanciò il cavallo al galoppo, seguito da un ristretto numero di persone.
 
 
Lucy sfogliava un libro sulla guerra, mentre Kisha mangiava dell'uva. La giornata nel castello trascorreva tranquilla, quando un rumore di zoccoli sulla pietra interruppe la tranquillità.
«Il re è morto! Il re è morto e stanno arrivando!»
Kisha si precipitò alla finestra e osservò la scena. Un soldato, visibilmente spaventato, continuava ad urlare indicando un gruppo di persone che percorrevano al galoppo il ponte.
«Oh no, cazzo!» Il principe saltò il letto e spalancò le porte, ricordandosi però di richiuderle a chiave.
Lucy si precipitò alla finestra e ciò che vide le diede la speranza che credeva di aver perso.
Edmund, Draco, Hermione, Ron, Harry, Orione, Briscola, tutti. Stavano tutti bene e stavano combattendo per lei.
La giovane regina corse alla porta e cercò di forzarla. Prese una sedia e iniziò a spingere, ma la porta non si apriva. Corse di nuovo alla finestra e osservò la scena.
Kisha urlava ordini a destra e a sinistra, mentre combatteva contro Boris, il capo dei minotauri.
Edmund stava lottando dalla parte opposta del cortile contro due guardie contemporaneamente. Harry si occupava di un soldato vicino all'entrata mentre Ron e Hermione combattevano insieme contro gli arcieri sulle torri del castello. Draco, esattamente sotto la sua finestra, duellava con uno degli ufficiali dell'esercito e quando lo sconfisse, Lucy provò a chiamarlo.
«DRACO!» urlò con tutto il fiato che aveva in corpo.
Il biondo, sentendosi chiamare, girò la testa a destra e a sinistra.
«DRACO SONO QUASSÙ!» gridò ancora la ragazza.
Il giovane alzò la faccia, scrutando la parete del castello. Lucy sventolò una mano fuori dalla grata per fargli capire dov'era.
Il ragazzo non ci pensò due volte e corse all'interno del castello. La ragazza tornò alla porta e vi appoggiò l'orecchio. Sentì il suono delle armi che combattevano e poi il tonfo di corpi che cadevano.
«Draco! Draco sono qui!» Lucy batté la mano forte sulla porta.
Dall'altra parte Draco sentì la ragazza e provò a forzare la serratura.
«Non funziona, ci ho già provato, non funziona!» commentò Lucy dalla stanza.
Il giovane ragazzo si guardò intorno e poi un'idea balenò nella sua mente. Prese la fiaccola che emanava luce nel corridoio e poi chiese a Lucy di spostarsi più indietro che poteva.
Draco appoggiò la fiaccola alla porta. Il legno secco prese immediatamente fuoco, provocando un caldo torrido. La porta bruciò lasciando cadere i pezzi di legno a terra e Draco vide Lucy, schiacciata contro il muro opposto.
«Lucy vieni!»
La ragazza scosse la testa impaurita.
«Dai, avanti Lucy, fatti coraggio, puoi farcela!»
Lucy raccolse tutto il coraggio che aveva in corpo, smise di respirare, prese la rincorsa e saltò in mezzo alle fiamme.
Draco la prese per mano e iniziò a correre lontano dall'incendio. Si fermò in un corridoio deserto.
«Come stai? Sei ferita? Ti hanno fatto del male?»
La regina scosse la testa e poi abbracciò forte Draco con le lacrime agli occhi. I due si scambiarono un lungo bacio e poi corsero fuori dal castello.
Nel cortile, la situazione stava peggiorando. La maggior parte dei membri dell'esercito di Narnia giaceva a terra senza vita e gli uomini di Kisha esultavano.
Il principe mentre lottava contro un nano rosso, si accorse di Lucy che correva insieme al biondo.
Finì il nano e si lanciò contro Draco che, colto alla sprovvista, non riuscì a difendersi. Il principe lacerò un fianco di Draco e il ragazzo cadde a terra.
«NO!»
L'urlò disperato di Lucy riecheggiò nel cortile e tutti si voltarono a guardare. Lucy piangeva disperata, mentre Kisha la strattonava per portarla via da lì.
Edmund corse verso il principe, che fu costretto a mollare Lucy per duellare con Lucy.
La ragazza si inginocchiò di fianco a Draco.
«Draco ti prego andrà tutto bene. Oh cavolo, se solo avessi la mia pozione... Non ti preoccupare guarirai»
Il giovane si toccò il fianco con la mano e fece una smorfia di dolore, poi si guardò la mano. Era totalmente ricoperta di sangue.
«Lucy... » iniziò ma la regina lo interruppe.
«Non parlare, amore mio, si sistemerà tutto, starai bene, starai bene... » la giovane ripeteva le parole, disperata.
«No, devi andare, devi combattere, salva il tuo mondo. Io ti amo e la cosa che mi da gioia è sapere che tu sei viva... »
Il giovane tossì sangue e Lucy lo guardava impotente.
Purtroppo però, le disgrazie per i Narniani non erano ancora finite. L'esercito del re, che aveva combattuto al campo poche ore prima, stava galoppando attraverso il ponte.
Edmund lottava con Kisha e rivolse uno sguardo fugace all'esercito. Mentre si parava dai colpi del principe pensò che ormai fosse giunta la sua ora.
All'improvviso, un ruggito risuonò per tutta la valle e fece tremare la terra, arrestando la corsa dell'esercito.




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Non c'è bisogno di parole! :) Grazie a Nihal_Earth Of Wind per aver recensito la mia storia!  A presto e buona lettura!
 

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Capitolo 16
*** Kisha si arrende ***


L'acqua nel fossato intorno al castello cominciò a salire, sempre più in alto, fino a rivelare il dio Poseidone. L'esercito che cavalcava sul ponte arrestò la sua corsa, in preda alla paura. Il dio si guardò intorno e poi cadde a cascata sull'esercito, spazzandone via la metà. Provocò anche un allagamento che raggiunse l'interno del castello.
Edmund, aiutato da Harry, portava in spalla Draco, ormai più morto che vivo. I ragazzi, seguiti dai Narniani ancora vivi, si facevano strada tra l'acqua che ormai arrivava alla vita e superarono il ponte. Non si voltarono e si fermarono solamente quando raggiunsero il bosco.
Appoggiarono Draco per terra e si mobilitarono per cercare di salvarlo. Harry si tolse la casacca e la passò a Edmund, che la legò intorno alla vita del ragazzo. Lucy e Hermione cercavano di rianimare il ragazzo, facendogli la respirazione bocca a bocca e premendo sul suo cuore.
Draco, però, non dava segni di miglioramento e non rinveniva. I ragazzi stavano perdendo le speranze, quando di fianco a Lucy, apparve la più nobile creatura che avessero mai conosciuto.
Con la criniera che sembrava composta da piccoli fili dorati e gli occhi ambrati, Aslan si mostrò loro in tutta la sua magnificenza.
«Aslan!» gridarono tutti assieme, nel momento in cui si inginocchiarono.
Solo una fanciulla non si inginocchiò, ma andò dal leone con gli occhi lucidi.
«Aslan ti prego, salvalo!» lo pregò Lucy.
Aslan fissò Lucy negli occhi, poi si rivolse ai ragazzi attorno a Draco.
«Spostatevi» gli disse.
Il leone avanzò fino al corpo di Draco e lo scrutò attento. Poi ruggì, scuotendo la folta criniera.
Draco spalancò gli occhi, si alzò e fece un enorme respiro, come quando esci dall'acqua dopo essere stato parecchio tempo in apnea.
Si guardò attorno meravigliato e poi si toccò il fianco. Sentì la sua pelle senza alcuna ferita e osservò la sua pancia. Era liscia, perfetta, senza neanche l'ombra di una cicatrice.
Guardo prima Lucy, poi il leone di fronte a lui e poi di nuovo Lucy.
«Che sta succedendo qua? Mi spiegate?»
Lucy travolse Draco con un lungo abbracciò poi si voltò e abbracciò anche Aslan.
«Non ora tesoro, abbiamo tutto il tempo che volete per parlare. Ora dobbiamo pensare al nostro regno»
Aslan fissò la regina di Narnia negli occhi e insieme si voltarono e raggiunsero l'interno del castello.
L'allagamento si stava piano piano diluendo, per poi finire di tutto con l'arrivo di Aslan nel cortile del castello. Kisha radunava i suoi uomini ancora vivi e chiedeva loro se stessero bene.
Si voltò, trovandosi faccia a faccia con Lucy e Aslan. I suoi occhi mostrarono meraviglia per un secondo e poi indossò una maschera di ghiaccio.
«Che cosa volete voi, strana creatura, dal mio regno e dal mio popolo?»
Aslan prese un gran respiro.
«Vi comando di andarvene, giovane Kisha, re di Calormen. Il mio regno e il mio popolo hanno subito troppo a lungo le vostre angherie e sopportato l'ambizione e la conquista delle terre che spettano loro di diritto. Io creai Narnia, non per farne una terra di conquista per altri popoli, ma per dare una casa e amore a tutti quelli che sceglievano in Narnia la loro dimora.
Se ve ne andrete, ora, al tuo regno e al tuo popolo non verrà tolto niente e andrete in pace.
Ma se deciderete di rimanere, allora la vostra brama non risparmierà la vita a nessuno»
Kisha ascoltò le parole del grande leone senza interrompere.
«Grande Leone, io decido di andarmene adesso, ma voglio che la ragazza al vostro fianco mi segua. Mi è stata data in sposa e non rinuncerò a lei»
«Aslan non lasciarmi andare con lui» sussurrò Lucy nell'orecchio dell'animale.
Aslan fissò la ragazzina con un sorriso e poi tornò a parlare con Kisha.
«No. Lei è Lucy, la Valorosa, una regina di Narnia. Non sarò io a comandare a Lucy di seguirvi, se lei vorrà, lo farà. Ma io non glie lo ordinerò»
Il re di Calormen fissò la ragazza. Lucy gli andò incontro. Dall'esercito di Narnia, ancora nel bosco, si levò un gemito di sorpresa e delusione. Pensavano che la loro regina li stesse abbandonando. Draco provò rabbia mentre Edmund rimase impassibile a seguire la situazione.
Conosceva bene sua sorella ed era sicuro che non sarebbe mai andata via insieme ai Calormeniani.
Se aveva deciso di andare da Kisha, doveva esserci un motivo.
Le intuizioni di Edmund erano esatte. Lucy si avvicinò a grandi passi verso il principe, che le fece un gran sorriso.
«E così hai deciso di seguirmi!» le disse caloroso.
«No, principe, non sono qui per seguirvi. Non l'ho fatto in passato e non lo farò nemmeno adesso. Ma sono qui per suggerirvi di andarvene senza di me. Per il vostro popolo e i vostri soldati è un suicidio rimanere qui. Siete un esercito forte, ma non avete speranze contro Narnia, contro di noi, ora che c'è Aslan. Non sacrificate delle vite per una fanciulla come me, ce ne saranno altre più belle nel vostro regno»
«Lucy, io non ho mai conosciuto una ragazza migliore di te. Io voglio sposarvi e non sarà un leone a fermarmi!»
«Ma allora non capite! Io non vi seguirò mai, non vi sposerò mai, vi sto dicendo questo e vi sto dicendo anche che se vi ostinante a combattere contro Narnia per impormi di sposarvi allora state correndo veloci contro la morte, voi e il vostro esercito»
Un soldato si intromise nella conversazione.
«Maestà» iniziò rivolto a Kisha «Se quello che dice la giovane regina di Narnia è vero, allora io vi chiedo il permesso di poter abbandonare questa guerra e tornare a casa. Mia moglie ha dato alla luce un maschio e io voglio vedere mio figlio, almeno una volta, prima di morire... »
Il re non rispose e il suo viso si rabbuiò.
«Guardate i vostri soldati, guardateli in faccia, uno per uno: siete davvero convinto di volerli privare della loro vita?» continuò Lucy.
Kisha continuava a fissare il leone negli occhi.
«D'accordo» disse infine «ce ne andremo e non torneremo più»
Si girò e parlò rivolto ai suoi soldati.
«Esercito di Calormen, soldati valorosi, raccogliete le vostre cose, depositate armi e armature: torniamo a casa»
Un esulto si levò dai pochi uomini di Calormen.
Kisha tornò a parlare con Lucy.
«Mi ha fatto piacer conoscerti, anche se non nel migliore dei modi» disse con un sorriso.
Lucy abbracciò il ragazzo.
«Se non fosse che mi avete rapito e volevate obbligarmi a sposarvi, penso che mi andreste a genio»
Il re rise e si unì ai suoi uomini nel preparare i cavalli.
Lucy tornò indietro correndo verso Aslan. Un applauso si levò dall'interno del bosco. Nessuno avrebbe potuto rovinarle quel momento così perfetto. Era finalmente libera e aveva intorno tutto quello che amava di più.

 


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Eccoci qua! Come avrete capito oramai la fine dell'avventura non è lontana! Ringrazio ania2692 per aver inserito la mia storia nelle seguite! Al prossimo capitolo! :)

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Capitolo 17
*** Il discorso di Aslan ***


Piccola premessa del'autrice:

Mi scuso con tutti i miei lettori per l'enorme ritardo con cui aggiorno ma sono andata in vacanza una settimana e poi quando sono tornata il mio istruttore di equitazione mi ha felicemente comunicato che domenica ho una gara! -.- Insomma non ho avuto un minuto di tempo!
Mi scuso nuovamente e spero che questo capitolo possa piacere, nonostante il ritardo.
Un affettuoso saluto a tutti i miei lettori
Vale






Quella sera, un grande banchetto si ergeva sugli scogli del mare, tra le rovine di Cair Paravel.
Quattro piccoli fuochi scoppiettavano gioiosi negli angoli della lunga tavola imbandita.
Tutti gli abitanti di Narnia erano seduti alla tavola e brindavano felici, soprattutto sei giovani ragazzi che non fecero altro che ridere per tutta la sera.
Quel pomeriggio, dopo che Lucy aveva convinto Kisha ad andarsene, qualcuno era già partito, nella speranza di tornare a vivere una vita serena il più presto possibile.
I ragazzi di Hogwarts avevano dovuto salutare i cavalli parlanti, che avevano deciso di galoppare verso prati più tranquilli, così come i centauri, tutti tranne Orione, che aveva deciso di fermarsi alla tavola di Aslan ed ora confabulava con Briscola sull'importanza della leggerezza di un arco.
I partecipanti al banchetto mangiarono le cose più squisite che avessero mai mangiato e bevvero il vino più buono, offerto gentilmente dal giovane dio Bacco.
Un tintinnio attirò l'attenzione. Il nano Briscola si alzò in piedi sulla sedia, alzando il calice pieno di vino.
«Scusatemi amici, un attimo di attenzione, per favore». Barcollò un po' e prontamente un minotauro lo afferrò.
Briscola gli rivolse un bonario "grazie" e tornò a parlare, senza accorgersi dei presenti che ridevano per la sua gaffe.
«Allora, penso che ormai sappiate tutti perché siamo seduti qui, ma abbiamo commesso un grande errore stasera, amici miei. Se ora possiamo abbuffarci, bere e brindare è solo grazie ad una persona che ancora non abbiamo ringraziato abbastanza e di questo dovremmo vergognarci tutti.
Perciò adesso» con un ampio gesto delle mani accompagnò la frase «riempiamo nuovamente i calici e facciamo un brindisi per la mia piccola cara amica, la regina Lucy, senza la quale, ora noi non saremmo qui!» e terminando il discorso bevve d'un fiato il vino.
«A Lucy!». I calici di tutta la tavola si alzarono tintinnando.
La giovane regina di Narnia arrossì per tutta quella attenzione a lei rivolta.
Draco, seduto accanto a lei, la spintonò scherzosamente ed incitò ad un discorso della regina.
Anche Edmund, Ron ed Harry si unirono a Draco, finché tutta la tavolata non chiedeva altro.
Lucy si alzò con le gote rosse, un po' per il vino e un po' per l'imbarazzo e con gli occhi bassi iniziò a parlare.
«Non c'è bisogno che mi ringraziate, amici miei, in fondo non ho fatto assolutamente nulla, anzi mi sono anche fatta catturare... »
«Non sei stata affatto inutile, Lucy! Se non ci fossi stata tu, probabilmente ora cucineremmo per i Calormeniani! Inoltre, il tuo rapimento ci ha fatto impegnare ancora di più, senza la regina amata da tutti in grave pericolo, non ci saremmo impegnati così tanto. E non dimenticare che senza le tue parole, a quest'ora saresti regina di Calormen, altro che Narnia! Per farla breve, sei stata una fonte di ispirazione morale, anche se non eri fisicamente presente insieme a noi e non potevi spronarci e rivolgerci i tuoi sorrisi, ci aiutavi e ci davi la forza di lottare, anche rinchiusa nelle stanze di Kisha! Ci hai salvato la vita quindi, ora, ti siedi bella tranquilla ed accetti il fatto che tutti ti amino e ti vogliano bene e ti godi il banchetto!»
Edmund finì di parlare e abbracciò la sorella. Dalla tavolata partì un lungo applauso per Lucy.
«Il giovane re ha perfettamente ragione, mia cara»
Una voce calda sbucò da dietro un fuoco e Aslan brillò alla luce della luna.
«Senza di te il popolo di Narnia non avrebbe potuto combattere poiché è stato dolorosamente provato da tutte le guerre del passato. Questa sarebbe finita presto e con un riscontro negativo per la nostra terra, tuttavia l'amore per la propria sovrana ha riacceso lo spirito valoroso che da tempo mancava qui a Narnia. Inoltre, il nostro re Edmund ha detto una cosa giustissima: sono state le parole che tu hai rivolto al giovane Calormeniano che gli hanno fatto cambiare idea. Avremmo potuto sguainare spade, lanciare massi, combattere con la violenza, ma tu, Lucy, hai saputo scegliere l'arma più potente al mondo, capace sia di cullarti dolcemente che di ferire di più di una spada e hai saputo scegliere il modo migliore per renderla al meglio. Hai usato la parola, tesoro mio, e hai salvato Narnia. Non ritrarti e non mostrarti timida davanti a nulla, devi essere orgogliosa del tuo valore e della padronanza delle tue parole. Lucy, Narnia ti deve la vita ed è a te che noi ora ci inginocchiamo»
Detto questo, Aslan portò la zampa destra avanti e chinò il capo. Al suo gesto, tutti i presenti lo imitarono.
Lucy rimase immobile, incredibilmente stupita da ciò. Non aveva mai visto Aslan inginocchiarsi a nessuno e adesso il Grande Leone lo faceva proprio per lei.
Il seguito fu inevitabile e le lacrime di gioia sgorgarono dagli occhi di Lucy, che riuscì a ringraziare anche tra i singhiozzi.
Dopo aver calmato Lucy, gli abitanti di Narnia continuarono il banchetto.
Aslan si avvicinò alle spalle di Draco.
«Vieni ragazzo, voglio parlare con te»
 
 
I rametti caduti per terra nel folto sottobosco di Narnia scricchiolavano spezzandosi al passaggio di Aslan e Draco.
«Allora Draco, come ti è sembrata Narnia?» iniziò Aslan.
Il giovane Serperverde era imbarazzato e timoroso dinnanzi a quell'animale e così si teneva a debita distanza.
«Beh... é un bel Paese... »
Aslan rise.
«Non senti nulla? Non è cambiato nulla nel tuo cuore? Credo che questo sia impossibile. Prova a lasciar parlare il tuo cuore. Fermati, fai un gran respiro e chiudi gli occhi»
Draco ubbidì. Nella sua mente iniziarono a scorrere le immagini e le sensazioni della sua avventura a Narnia. La diffidenza iniziale, l'amicizia con Lucy, la paura per la sua vita, la guerra, i baci, la ferita... Tutto scorreva nella mente di Draco come un film.
«Il professor Silente mi ha parlato di te, Draco, e della tua famiglia... »
«Aspetti, lei conosce Silente?» lo interruppe il ragazzo stupito.
«Certo che conosco il professore, e conosco anche Hogwarts e il vostro magico mondo. Anche Narnia è un mondo magico, ma non nel modo in cui la conosci tu. Qui la magia è alla base e si manifesta quando decide di manifestarsi. Tutte le creature parlanti con cui hai lottato fianco a fianco sono frutto di un dono della magia, altrimenti nulla le distinguerebbe da altre creature non parlanti. Ma non è questo ciò di cui volevo parlarti. Dimmi, Draco, che cosa ha suscitato in te lottare e vivere qui a Narnia, con individui sconosciuti?»
Draco rifletté un po'.
«Beh sicuramente se fossimo stati a Hogwarts non avrei sicuramente lottato al fianco di quelle creature. Prima le avrei considerate uno scherzo della natura e non gli avrei rivolto la minima attenzione. Però qui a Narnia le cose ti appaiono sotto una prospettiva diversa e anch'io sono rimasto stupito quando ho compreso che lottare e vivere con loro non era affatto male»
Aslan annuì serio.
«Narnia ti ha impartito una grande lezione, Draco Malfoy. Non bisogna evitare e giudicare prima di aver conosciuto veramente qualcosa o qualcuno, per quanto strana sia. Il ceto o il sangue puro sono solo dei piccoli accorgimenti inventati dagli uomini di potere per potersi sentire al di sopra degli uomini, quando invece a livello umano, ci sono persone assai migliori e magari devono vivere in miseria. Il vostro mondo è ingiusto, Draco, e spero che d'ora in poi tu contribuirai per renderlo migliore»
Anche Draco annuì serio. I due tornarono indietro e il ragazzo tornò al suo posto a fianco a Lucy, che gli fece un gran sorriso.
D'ora in poi, anche lui avrebbe contribuito a migliorare. Con Lucy sempre al suo fianco.

 
 

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Capitolo 18
*** Edmund e Draco chiariscono ***


Ormai, del folto gruppo di Narnia, erano rimasti solo i ragazzi, La mattina di quel giorno, tutte le creature magiche erano partite, tra abbracci, lacrime, sorrisi e addii.
I sei amici, ora, si riposavano tranquilli, tra le rovine di Cair Paravel. Harry, Ron ed Hermione confabulavano tra di loro. Edmund, seduto in disparte, puliva ed affilava la spada di Peter, mentre Lucy e Draco camminavano tenendosi per mano tra gli alberi nei dintorni.
Aslan non se n'era ancora andato e aspettava che i ragazzi fossero pronti per mandarli a casa. Era seduto su un grosso masso e fissava il mare, con aria molto seria. Lucy lo notò e chiese a Draco di lasciarla sola con il Grande Leone. Il ragazzo tornò indietro e Lucy raggiunse Aslan.
«Bambina mia, sei pronta per tornare nel tuo mondo?» chiese Aslan.
Lucy sorrise malinconicamente e sospirò.
«Non si è mai pronti per andarsene da qui» rispose «Aslan, ho una domanda da farti»
«Chiedi e ti sarà dato»
«Perché siamo tornati? Insomma... Ai confini della tua terra avevi detto che non saremmo più potuti tornare»
«In effetti, è così»
«Ma allora perché siamo qui?»
Aslan tornò a guardare il mare.
«La magia di Narnia è assai potente. Quando la Terra avverte il pericolo richiama a sé le persone più generose, gaie e buone, disposte ad aiutarla, non importa se avete imparato tutto quello che Narnia può insegnarvi, Narnia vi cerca lo stesso»
Lucy rifletté su quelle ultime parole.
«Ho capito. Quindi torneremo quando Narnia sarà nuovamente in pericolo!»
Aslan annuì e tornò a guardare il mare.
I due stettero in silenzio ad osservare il mare.
«Aslan, ricordi i bei tempi andati? Quando io ero piccola e tu giocavi con me e Susan ad acchiapparella? Ti ricordi quando siamo andati al castello della Strega Bianca a liberare le statue, ti ricordi che gran festa che si faceva? E quando... »
«Sì, Lucy, mi ricordo tutto perfettamente. Rimpiangere il passato non ti servirà, devi pensare al tuo futuro» la interruppe il leone «Hai trovato un grande dono qua a Narnia, che ti seguirà anche nel tuo mondo»
«E quale?» chiese Lucy confusa.
«L'amore, piccola mia, l'amore» disse girandosi verso Draco.
Il giovane Serpeverde era seduto di fianco ad Edmund e i due parlavano amichevolmente. Lucy fece un gran sorriso e abbracciò Aslan. Insieme tornarono a guardare il mare.
 
 
Draco tornò tra le rovine, per permettere a Lucy e Aslan di rimanere da soli a parlare. Vide i tre ragazzi che confabulavano tra loro e Edmund in disparte. Si avvicinò e si sedette accanto a lui.
«Pevensie, perché non sei a confabulare con i tuoi amichetti?» chiese.
«Voglio pulire per bene la spada, prima di rimetterla tre le rovine» rispose il giovane re, senza voltarsi.
Il biondo iniziò a giocare con un rametto per terra, mentre Edmund continuava le sue pulizie.
«Ti piace veramente?» chiese all'improvviso.
Draco sbatté le palpebre.
«Cosa?»
«Mia sorella, deficiente, cosa?» rispose Edmund, spazientito.
«Aaaaah... Sì, mi piace veramente»
Edmund guardò il ragazzo negli occhi e poi sorrise.
«Vedo che le mie minacce non ti fanno né caldo né freddo»
Draco rise.
«Non ascolto neanche la McGranitt, figurati se ascolto te!»
I ragazzi risero insieme.
«No, seriamente. Se la fai soffrire, t'ammazzo!»
Draco sorrise.
«Non succederà mai!»
In quel momento, Aslan spuntò in mezzo a loro, con Lucy al fianco.
«Allora ragazzi, siete pronti?»
 

 



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Questo capitolo non è venuto come speravo... vabbè pazienza! Non tutte le ciambelle escono col buco!
Miei cari lettori, il prossimo capitolo sarà l'ultimo! A presto! :)

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Capitolo 19
*** Ritorno ad Hogwarts ***


Aslan condusse i ragazzi, in fila indiana dietro a loro, verso un cespuglio a loro familiare. Soffiò delicatamente sulle foglie e questo si mosse, come scosso dal vento, anche se l'aria era ferma e umida. Nessun ragazzo era contento, anzi si scambiavano occhiate tristi a vicenda. Lucy, quella legata a Narnia più di tutti, fissava un albero con lo sguardo vuoto.
«Ragazzi, ora tocca a voi» disse Aslan con voce solenne.
Ognuno restò fermo immobile, senza nessuna intenzione di entrare nel cespuglio.
«Dobbiamo proprio andare via» chiese Edmund.
Il leone lo guardò serio.
«Sì, dovete tornare nel vostro mondo, nella vostra casa»
«Potremmo mai tornare?» ribatté Hermione.
«Certamente, tutti voi tornerete a Narnia, un giorno. Ma pregate che quel giorno sia il più lontano possibile e non aspettatelo con ansia, vi condurrebbe ad una vita vuota e priva di significato. Quando sarà il tempo, voi tornerete»
Una piccola lacrima rigò il volto di Lucy. Edmund corse immediatamente verso la sorella e l'abbracciò.
«Non ti preoccupare Lucy, torneremo presto»
Lucy schiacciò la faccia contro il collo del fratello e si appoggiò a lui, come quando erano piccoli e Edmund la teneva in braccio per consolarla.
Il piccolo sfogo della ragazza durò pochi minuti, poi sciolse l'abbraccio e si passò il polso sul viso per asciugare le lacrime.
«Scusate» disse con un sorriso e gli occhi rossi.
«Ragazzi, ora non potete più aspettare» si intromise serio Aslan.
Lucy annuì e andò ad abbracciare il grande leone. Poi Edmund, Harry, Hermione, Ron e Draco la seguirono a ruota.
Si presero per mano ed entrarono tutti insieme nel cespuglio.
 
Dall'altra parte, un grosso castello si ergeva sulla sponda di un lago, tra montagne, boschi e colline. La musica che proveniva dall'interno era un sottile valzer, che accompagna la brezza dicembrina. I ragazzi uscirono dal cespuglio tenendosi ancora per mano.
Hermione fu la prima a notarlo.
«Ma ragazzi, i nostri vestiti? Sono quelli del ballo! Il tempo non è passato!» esclamò.
Edmund e Lucy sorrisero.
«Scusateci ragazzi, abbiamo dimenticato di dirvelo. Il tempo nel nostro mondo non passa quando sei a Narnia. La prima volta che ci siamo andati, abbiamo passato più di 30 anni a Narnia e quando siamo tornati eravamo dei bambini, come quando ci siamo entrati» disse Ed con un sorriso.
Il gruppetto di amici tacque un minuto buono, rimuginando su Narnia.
«Ora cosa facciamo?» chiese Harry.
«Forse dovremmo tornare al ballo... » suggerì Ron.
«Già. Ma chi vuole?» continuò Malfoy.
Il silenzio confermò il fatto che Draco aveva ragione.
«Io propongo di andare in camera» suggerì Lucy «anche perché» e sollevò il suo vestito rosso mostrando i piedi e le dita rosse «non mi ricordo dove ho lanciato le scarpe!»
 
La sala comune di Grifondoro era vuota ed avvolta nel silenzio, se non per il fuoco che scricchiolava nel camino.
«Ah e quindi è questa la vostra sala comune... Interessante... »
Draco iniziò a girovagare per la sala, ispezionando ogni cosa e curiosando ogni oggetto.
«Eccomi qua!»
Lucy scese di corsa le scale del dormitorio e ricomparve in camera con un sorriso.
«Che scarpe ti sei messa?» chiese Hermione.
«Un paio di scarpe da tennis. Tanto sotto al vestito non si vedono!»
«Ecco perché mi sembrava che scendessi le scale un po' troppo di corsa!»
Tutti risero e Lucy fece la linguaccia all'amica.
Il gruppetto uscì dalla sala incamminandosi verso la Sala Grande.
Lucy prese Draco per mano e lo attirò dietro un corridoio, lasciando che gli amici non si accorgessero di nulla.
«Hey Pevensie, cos'è tutto questo ardore?» la prese in giro Draco.
«Eddai piantala!» rispose la ragazza arrossendo «volevo solo un bacio, era solo un momento d'affetto»
Il giovane Serpeverde gli schioccò un lieve bacino sulle labbra, guardandola negli occhi. E poi la baciò di nuovo, con passione, stringendola tra le sue braccia. Lucy ricambiò la stretta e si appoggiò al petto del ragazzo.
«Sono davvero contenta che tu sia venuto con noi, Draco»
Il ragazzo non rispose e si limitò ad accarezzare i capelli della ragazza. Per un momento, entrambi stettero in silenzio a godere di quel momento di pace e tranquillità, con la consapevolezza sulle spalle di chi ha appena vinto una guerra.
Tuttavia, nella piccola Lucy, restava ancora una piccola paura.
«Cambierà tutto, ora?» chiese alzando lo sguardo negli occhi del ragazzo.
Draco sorrise.
«Sì, cambierà tutto» così dicendo, prese il mento della ragazza tra le dita «Ma resteremo uguali noi».




                                                                          FINE

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Capitolo 20
*** Ringraziamenti di Vale ***


Pagina dei ringraziamenti



Ci tenevo ad inserire questo """capitolo""" per ringraziari tutti quelli che hanno inserito la mia storia tra le preferite e le seguite, ovvero:
Allice_rosalie_black
-
 ania2692
-
 calimeli
- Luna Black
- Maia95
- Nihal_Earth of Wind
- _LittleDimple_
- Navarrina
- Beth96

di cui alcuni lettori silenziosi, mentre altri mi hanno recensito (in particolare un grazie va a Nihal_Earth of wind e Beth96). Ringrazio anche soffio che mi ha recensito.
Un ENORME GRAZIE PARTICOLARE va a speranza, che mi è stata vicino sin dall'inizio e con le sue domande e curiosità mi ha fatto appassionare sempre di più alla mia stessa storia (poichè, si sa, nella vita di uno scrittore le incertezze sono all'ordine del giorno!)


E poi vi voglio lasciare con la canzone che ha dato il titolo alla mia storia: http://www.youtube.com/watch?v=JcCouVxagNw Change Your Mind dei Killers, il mio gruppo preferito, che mi ha fornito la giusta ispirazione <3



Quindi è con rancore che vi abbandono qui, cari lettori, con la conclusione di una strepitosa avventura tra Hogwarts e Narnia!

Una bacio a tutti quanti

V a l e

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