La solita routine

di LDN
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I problemi si affrontano, prima o poi ***
Capitolo 2: *** Puoi provare, ma Gibbs è sempre Gibbs ***



Capitolo 1
*** I problemi si affrontano, prima o poi ***







Questa è una breve storia. E' tutta dal punto di vista di Tony. Ho scoperto NCIS solo un mese fa, mia madre ha comiciato a vederlo su sky ed io me ne sono letteralmente innamorata. In tre settimane o poco più ho visto tutte le 8 stagioni e sono in attesa della nona! Spero che la fanfiction vi piaccia, sono una grande fan della coppia Tiva. Buona lettura!
 


Il sole bruciava sulla schiena, il caldo era opprimente. La sete mi seccava la gola, ma l’angoscia era la cosa peggiore tra tutte.
Ero partito per un motivo e avrei mantenuto la promessa con me stesso. Non avrei lasciato quel luogo, non prima di averla vendicata.
Se ripenso a tutte le volte che ho sprecato.. ogni suoi sorriso o sguardo, ogni cosa fatta insieme aveva portato a un’unica cosa. Credevo di amare Jeanne, e forse era proprio così, ma quell’amore era solo un decimo di quello che provavo per Ziva.
Ma lei non c’era più, ed io ero un uomo perso alla deriva del pentimento. Ma se c’era una cosa che avevo sempre apprezzato di me – dopo l’istinto e la capacità di ammaliare belle donne – era di essere così testardo da mantenere sempre le mie promesse.

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 Un mese prima


Facevo su e giù per la sala riunioni, in attesa del capo. Vence lo stava trattenendo nel suo ufficio, lui non riusciva a capire che la situazione era grave.
La porta si aprì e Gibbs fece la sua entrata
“Finalmente capo…” avevo tutta l’intenzione di mostrargli il piano, ma mi interruppe
“Aspetta DiNozzo Vence ha il verdetto finale”
Come poteva restare calmo? Io non lo ero, non lo ero affatto dannazione!
“Tony, devi cercare di calmarti. La rabbia non ci aiuterà a salvare Ziva”
“Sempre se non è già morta! Capo, dobbiamo attaccarli, dobbiamo…”
“Non dobbiamo fare proprio niente, agente DiNozzo” ed eccolo lì, l’imperscrutabile direttore Vence.
Niente? Non aveva intenzione di mobilitare una squadra? “Cosa significa niente? L’ agente David è richiusa in un buco sperduto nel Corno d’Africa e noi non dovremmo far niente?”
Gibbs si alzò “Tony, calma..”
“No Gibbs, lascia, faccio io. Agente DiNozzo l’agente David ha deciso di rimanere
in Israele, e non abbiamo motivo per intervenire se non cambiano le cose”
Ero troppo arrabbiato per parlare, così spalancai la porta e uscii nel corridoio. Come potevo restare calmo? Ziva era lì, rinchiusa e torturata, forse morta..
“Tony aspetta”
Mi fermai, non perché volessi, ma perché ormai seguire le direttive di Gibbs era quello che facevo da sempre  e continuavo a farlo anche contro la mia volontà.
Poggiò le mani sulle mie spalle e mi guardò fisso negli occhi “Vence ha detto che non può mandare una squadra”
“Ho sentito capo, non sono completamente diventato pazzo da non sentire quello che…”
“ha detto che non ci saranno interventi… ma la situazione potrebbe cambiare no? Servono solo due volontari che si facciano catturare”
Ma certo! Come avevo potuto non pensarci prima? “Ci siamo io e McGee, partiamo immediatamente”
 
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E’ tutto nero.. non riesco a sentire il mio corpo, ma pian piano ritrovo gli occhi e li apro. Forse sogno, perché Ziva è lì, davanti a me. Non è morta, è lì, legata alla sedia. La sua faccia è livida, maltrattata, i suoi capelli sono una balla di fieno, ma è sempre Ziva e non riesco a non pensare che sia sempre bellissima.
“Perché sei qui Tony?” la sua voce è confusa, triste, ovattata, come se la sentissi da lontano.
La domanda era semplice, la risposta che dovevo dare no. Ma per una volta, siero della verità o no, volevo rispondere.
“Perché non posso più vivere senza di te, Ziva”
 
Il cellulare squilla,e  io mi risveglio di scatto, piuttosto tramortito. Quel sogno mi ossessionava da due mesi ormai, non riuscivo più a dormire. Afferrai il cellulare guardando chi chiamava, e il nome mi sconvolse non poco.
Cosa poteva mai volere Ziva alle 3 di notte?
“Pronto? Qui parla l’affascinate Agente DiNozzo. Se il motivo della chiamata non è una bella nottata di fuoco a casa tua o mia dovremo rimandare questa conversazione a più tardi”
Ormai la mia sfacciataggine è il mio scudo, lo uso per proteggermi da ferite che voglio evitare.
Mi aspetto le solite battute sarcastiche, o magari una minaccia di morte per mezzo delle sue innumerevoli graffette, ma quando dall’altra parte del telefono sento un sospiro e un singhiozzo trattenuto non posso trattenere la preoccupazione
“Ziva? Stai bene?”
c’è ancora silenzio dall’altra parte, non oso interromperlo. Sarà lei a parlare
“Ciao Tony. Possiamo vederci?”
Che volesse parlare finalmente? Dal suo ritorno non avevamo mai parlato per più di tre minuti, lei scappava sempre, mi evitava.
“Si, si… dove?”
“A casa tua, tra mezz’ora. Ci vediamo lì”
E quando chiuse la chiamata e mi lasciò il tempo di aggiustare un po’ la casa e mettermi un paio di pantaloni, non sapevo se essere felice o preoccupato.




Questa è la prima parte della storia, pubblicherò presto l'ultima parte, come ho già detto è una fleshfic, ha solo 2 capitoli. Ci sentiamo al prossimo!

 -SEMPER FIDELIS-
 
 
 
 

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Capitolo 2
*** Puoi provare, ma Gibbs è sempre Gibbs ***



Buongiorno a tutti appassionati di NCIS! Ecco l'ultimo capitolo di questa fleshfic Tiva. Buona lettura! 


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Il campanello suona e vado ad aprire. Ovviamente è lei.
Indossa un paio di pantaloni da corsa, una maglietta a maniche corte e scarpe da ginnastica, i capelli sono legati in una morbida coda.
Gli occhi sono gonfi, arrossati, le occhiaie sono ben visibili, segno che non dormiva da molto tempo.
“Posso entrare?” anche la sua voce, di solito sicura, è spenta e stanca.
Mi scosto e la vedo camminare verso il divano, dove si siede.
Cerco di metterla sul ridere, insomma, sono pur sempre Tony no?
“Hey, se sei venuta per cercare un letto più comodo di quello dell’alloggio militare in cui stai temo che dovrai andartene a mani vuote, non mi va di dormire sul divano…”
“Che stiamo facendo Tony?” mi interrompe: Si alza, si muove, si agita. So cosa sta pensando, perché è quello a cui penso io ogni ora di ogni singolo giorno.
“Non lo so Ziva. Dovresti rispondere tu. Sei tu quella che mi evita come se avessi la peste. Certo, l’ho avuta, ma è passato tanto…”
“Smettila, dannazione! Tu scherzi, io sono qui per parlare seriamente e tu… anzi sai che ti dico? Me ne vado. E’ inutile stare qui”
la blocco e la spingo all’indietro, facendola cadere sul divano “No Ziva, tu non te ne vai”
Non so se sia più sorpresa lei o io, fatto sta che trovo finalmente la forza di essere serio.
“Questa cosa la stiamo facendo in due, Ziva. Vuoi sapere quello che provo io? Si? E allora ascoltami bene. Non ho mentito Ziva, non era la paura di morire a farmi parlare, non posso vivere senza di te, perché ti amo Ziva. L’unica che può fermare questa inutile crudeltà verso noi stessi sei tu. Ci sono due opzioni. Opzione numero uno: tu non mi ami. In quel caso faremo come se questa conversazione non fosse mai esistita e continueremo a lavorare insieme come sempre. Opzione numero due: tu mi ami. Se la seconda è vera io non esiterò un solo secondo a prenderti e buttarti su quel divano per baciarti fino a domani. Ma sappi, Ziva, che qualunque opzione sia vera, i miei sentimenti per te non cambieranno mai”. Esito un attimo, fissandola. Desideravo tanto che la seconda fosse vera, ma la prima non era da escludere.
 
L’amavo e dirlo era stata la mia liberazione. Toccava a lei fare l’ultima mossa.
 
Si avvicinò lentamente, fissandomi. “Io ho paura Tony. Se va male…”
“Non andrà male Ziva, non andrà male”
“Tutti quelli che si avvicinano a me muoiono Tony. No ti conviene stare con me..”
“Se morire è il prezzo da pagare per stringerti nel mio abbraccio.. morirò Ziva. Credevo di avertelo dimostrato in Africa”
Mi abbraccia forte, affondando la testa nella mia maglietta, ma la costringo ad alzare il viso verso di me. “Allora Ziva, cos’hai deciso?”
Non potevo aspettare, dovevo sapere.
Il sorriso sincero che comparve sulle sue labbra fu un colpo al cuore, soprattutto quando quel sorriso si avvicinò pericolosamente alle mie labbra “Allora temo che dovrai buttarmi sul divano e baciarmi fino al mattino, perché anch’io ti amo”
E per una volta non rido, non faccio battute. La prendo e faccio quello che avevo detto, la stendo sul mio divano e la bacio dovunque, imprimendo a fuoco nella mia mente il suo odore e il sapore dei suoi baci.
 
 
 
 

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Il mattino dopo, la sveglia suona troppo presto, ma allo stesso tempo si spegne prima che io possa anche solo muovermi.
Apro gli occhi con calma, e quello che vedo e la più cosa più bella su cui il mio sguardo poteva posarsi.
Ziva è stesa sul mio letto, nuda, con solo il lenzuolo a coprirla, e si sta stiracchiando, mostrando le sue prorompenti curve da agente del Mossad allenato da anni.
Quando si accorge che anch’io sono sveglio, sorride e si avvicina, baciandomi
“Buongiorno Tony..”
Era un tono languido quello?
“Buongiorno tigre.. dormito bene?”
“Se chiudere gli occhi per quaranta minuti vuol dire dormire.. allora si. Il tuo letto è comodo, potrei abituarmici”
“Non aspetto altro David.. che ne dici di prepararmi la colazione?”
La botta sul braccio arriva improvvisa “Ahi! Sei pazza Ziva, vuoi uccidermi?”
Mi guarda vittoriosa “Se provi di nuovo a chiedermi di prepararti la colazione si!”
“Accidenti, se mi hai dato un pugno così solo per una frasuccia come quella, non oso immaginare in che stato hai ridotto quel povero bambino che ha detto che gli piacevi..”
“Diciamo, mio caro Tony, che probabilmente dopo avrà riflettuto molto.. prima di dichiararsi a una ragazza. Sono una che lascia il segno”
Si allontana, afferra i vestiti e si chiude in bagno. Il segno me l’aveva lasciato sicuramente, sul braccio sarebbe comparso un bel livido.
Il cellulare squilla e dal mittente capisco quella che non è una chiamata di piacere
“Pronto McSveglia, cosa vuoi alle 6 del mattino?”
“Tony, fai poco lo spiritoso, hanno trovato il corpo di un marine a Quantico, devi correre qui. Hai sentito Ziva? Non riesco a rintracciarla…sul cellulare non risponde”
“Non preoccuparti pivello ci penso io a Ziva. Ci vediamo in ufficio”
Chiudo la chiamata e mi dirigo verso il bagno “Ziva? Ha chiamato McGee, dobbiamo andare immediatamente in ufficio per un omicidio”
Lei esce dal bagno e si dirige alla porta “Ci vediamo in ufficio allora, passo a cambiarmi. A dopo Tony” mi da un bacio e se ne và.
Ah, le donne, esseri così complicati e affascinanti… e anche pericolosi!
 
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Le porte dell’ascensore si aprono, mostrandomi la faccia di un Abbie Sciuto piuttosto arrabbiata
“Era ora! Dov’è Ziva? Sta bene? Sei riuscito a chiamarla?”
“Abbie, stai calma, si, sta arrivando non preoccuparti. McInutile, perché le hai detto che Ziva non rispondeva?”
Alza le spalle e torna al suo computer. Mi chiedevo se un giorno avrebbe mai trovato una ragazza.
“Ciao squadra” la voce di Ziva mi distrasse dai miei pensieri sulla penosa vita sentimentale del pivello.
Cosa dovevo fare? Guardarla, farle un sorriso, ignorarla, fare battute?
“Ciao Tony, invece di dormire perché non vai a prendermi un caffè?” mi guarda, accenna un sorriso strafottente e si siede alla sua postazione.
“Mi dispiace David, non è mio compito portare il caffè. Facciamo fare al pivello”
“Scordatelo Tony, sono già sceso tre volte, una per me, una per Abbie… oh cavolo! E’ entrato un virus nel computer! Devo neutralizzarlo, non posso perdere i miei dati sulle ricerche..”
“Quali ricerche McElfo? Come distinguere un elfa buona e una cattiva? Non hai detto per chi era il terzo..”
“Per me DiNozzo. Perché invece di fare domande non prendi l’attrezzatura e le chiavi della macchina? Abbiamo un omicidio che non può aspettare che tu beva il tuo caffè”
“Che fretta c’è capo? Tanto il cadavere non ha fretta..Ahi! Mi verrà un trauma cranico con tutti questi scappellotti dietro la testa” mi massaggio il punto offeso borbottando.
Ziva si alza e mi viene incontro “Non c’è niente da salvare nel tuo cervello, comunque. Guido io”
“Scordatelo Mossad, guido io”
“Posso ucciderti in mille modi diversi con il tuo fermacarte, guido io”
“Sono l’agente più anziano qui David, guido io”
 
“Perché non la smettete tutti e due? Guido io, McGee davanti con me, voi due dietro. Ah, Tony, Ziva?” Gibbs si avvicina, e ci guarda palesemente divertito “Tenete le mani apposto, dietro”
Le mani.. non è possibile. Non può sapere, insomma, è successo tutto in meno di dodici ore..
Guardo Ziva, in cerca di risposte, ma la vedo sorridere “Dovevamo aspettarcelo”
“Ziva, credo che il capo sappia di noi”
“Lo so Tony. Andiamo, non si può nascondere niente al grande Gibbs”
Ovviamente no.
“Bene, non importa, ma la prossima volta guido io!”
Ziva ride e comincia ad andare verso l’ascensore dove ci aspettano Gibbs e McGee.
Prima di girarmi verso le porte vedo un sorriso sul volto del capo, e non posso fare a meno di ridere anch’io. Quella era la solita routine di sempre, ed era anche la mia vita. 


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Nota finale... per dire a tutti quelli che hanno letto, a chi a commentato e a chi lo farà un grazie enorme! Alla prossima! 

  - SEMPER FIDELIS - 

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