L'Abbandono

di Jezabel_89
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'Abbandono ***
Capitolo 2: *** L'Abbandono - Parte Seconda ***
Capitolo 3: *** Ancora, ancora, ancora. ***
Capitolo 4: *** L'abbandono - Fine ***



Capitolo 1
*** L'Abbandono ***


Niente di troppo pretenzioso, una storia semplice, un po' triste, ma che parla di un grande amore. (...ovviamente a lieto fine XD)




Vi presento il risultato di qualcuna delle mie troppo frequenti notti insonni e con l'occasione presento anche me stessa ^^Sono nuova del fandom e questa è la mia prima HarryXDraco quindi spero che voi siate clementi con me, ma allo stesso tempo spero che possiate inondarmi di critiche costruttive che mi fanno tanto bene e mi piacciono tanto.
La storia che state per leggere è fondamentalmente una one shot, ma essendo scritta con tre diversi punti di vista, credo che sia meglio postarla in tre diverse parti, più che altro per renderne più chiaro il contenuto. Sappiate però che la storia è conclusa, e verrà postata in tutte le sue parti entro i prossimi giorni.
La trama di per se è semplice ed essendo io un'appassionata sostenitrice del lieto fine, non potrei mai darvi in pasto un finale troppo amaro... fidatevi di me XD
Vi ringrazio per la vostra attenzione e vi prego di farmi sapere se notate qualche incongruenza con i generi e i rating, o con qualsiasi altra cosa in modo che io possa rettificare seduta stante^^
Vi mando un grosso bacio "umido",

Jez




***
Un vecchio amore è come un granello di sabbia, in un occhio, che ci tormenta sempre

(Voltaire)









L'abbandono











Che genere di mani accarezzano il tuo corpo ora, Draco Malfoy?

Mentre brindi con il primo affascinante funzionario del Ministero a cui hai accordato le tue grazie stasera, sfoderando il tuo sorriso ipocrita e brillante, non posso toglierti gli occhi di dosso.

Sei il principe dei seduttori, Draco Malfoy, abbastanza affascinante da riuscire ad aggiungere persino il Salvatore del mondo magico alle tacche della tua cintura.

Questa dannata festa del Ministero doveva essere un piacevole svago per me, per passare un po' di tempo con i miei amici che, per via del mio lavoro, non vedo molto spesso. Invece mi sono ritrovato intrappolato da Ron, che lavora con me, da sua moglie Hermione, di nuovo incinta, e dalla loro marmocchietta lentigginosa, che si è aggrappata alle mie gambe non appena mi ha visto, e non ha voluto lasciare le mie braccia al punto che ora, mentre guardo te parlare con lui e intanto fingo di ascoltare i discorsi dei miei amici, ridacchia divertita del mio scarso interesse.

Ultimamente penso che questa bambina così piccola riesca a comprendere i miei stati d'animo meglio di chiunque altro .

Conversate in apparenza amabilmente, ma ai miei occhi indagatori, agli occhi di un Auror, non sfuggono le frecciatine che vi lanciate, i tentativi fugaci di toccarvi mentre il mio primo istinto è quello di separarvi e maledirlo soltanto per aver guardato, toccato, qualcosa di mio, qualcosa che credevo fosse mio.

Il tuo lavoro ti si addice, Draco Malfoy.

Il Ministro ci ha visto giusto quando ti ha offerto quel posto: sapeva, probabilmente per esperienza personale, che nessuno ti batte nelle pubbliche relazioni e, da come i nostri rapporti con la Romania sono migliorati da quando hai accettato l'incarico, è chiaro che stai sfruttando al massimo le tue doti da ammaliatore.

O da puttana, a seconda dei punti di vista.

Hai voluto ignorare il mio consiglio e porti i tuoi lunghi capelli biondi, che fanno assomigliare così tanto a tuo padre, legati in una coda bassa.

Eppure ricordo di averti detto, una volta, quanto mi piacciono i tuoi capelli di seta ed il modo in cui addolciscono il tuo volto spigoloso, quando scivolano liberi sulle tue esili spalle.

Dolce, direbbero molti, è un termine che non si addice proprio a te, Draco Malfoy, ma io posso smentire, io ti ho conosciuto.

Io,quei bellissimi capelli di luna li ho scostati dalla tua fronte sudata quando eri troppo occupato ad abbandonare te stesso tra le mie braccia.

Io, Harry Potter, conosco la dolcezza della tua pelle, il suono rauco e cadenzato che ti lasci sfuggire, a malincuore, dalle labbra mentre perdi il controllo e il tuo piacere si scalda.

Io ho subito l'amarezza delle parole che cadevano come macigni dalla tua bocca e che mi hanno sotterrato e schiacciato sotto tonnellate di rimorso.

Non mi fidavo di te, dicevi.

All'epoca negavo, ma adesso, col senno di poi, mi rendo conto che avevi ragione tu.

Esattamente come avevi ragione quasi tutte le volte.

Durante le nostre guerre domestiche, protetto dalla tua trincea di ferocia e di sufficienza, lo ribadivi in continuazione, tanto da farla diventare una frase fatta :-"Non finirà bene, se non imparerai a fidarti di me, come io ho imparato a fidarmi di te"-.

Ma io non ti ascoltavo.

No, io ero troppo preso dal suono cantilentante e strascicato della tua voce, dalla tua espressione furiosa, dai tuoi occhi arrabbiati.

-"Mi fido di te"- ti rispondevo mentre con le mani cominciavo già ad accarezzare il tuo corpo teso -"Come potrei non fidarmi di te e dormire al tuo fianco ogni notte?"-.

A quel tempo questo ragionamento sembrava sensato.

Ora non più.

Prima eravamo giovani, ma ci sentivamo adulti, per via delle mille responsabilità della guerra: io, il Prescelto, tu, il Mangiamorte redento, la serpe in seno alle fila di Voldemort.

Credevo che il mio compito fosse rischioso, ero fiero delle mie imprese e disperato per le mie perdite .

Portai il piccolo Teddy Lupin a casa mia, trovando delizioso il pensiero di essere suo padre, ma eri tu a vegliare le sue notti, quando ti si stringeva al petto piangendo per la mancanza dei genitori. Eri tu a vegliare le mie notti, quando mi stringevi al petto soffocando le mie lacrime per la mancanza di suo padre.

Non davo mai davvero peso a quello che stavi rischiando tu, Draco Malfoy, nè a quello che stavi perdendo. Ne a ciò stavi sacrificando pur di combattere al mio fianco, camminare al mio fianco, vivere al mio fianco.

Poi eravamo euforici, quando la guerrà terminò: io ero il Salvatore del Mondo Magico, l'eroe che aveva liberato l'umanità!

Non mi ero mai reso conto che non avrei potuto fare nulla davanti a Tom Riddle, da solo. Non avevo realizzato che tu eri seduto vicino a me, durante le riunioni dell'Ordine in cui cercavo di inventare una strategia per combattere, eri nel mio letto quando di notte non riuscivo a dormire, nè a ricordare il motivo per cui combattevo.

La tua bacchetta era puntata su Bellatrix Lestrange, quando lei cercò di impedirmi di colpire il suo Signore col raggio verde della mia bacchetta. E tu sei stato più veloce di lei.

Ci sentivamo liberi, quando finalmente potevamo stare insieme alla luce del giorno, quando su di noi non incombeva più nessun velo oscuro della guerra. Ci venivamo incontro, chiudevamo gli occhi davanti a noi stessi e fingevamo che andasse tutto bene, dopotutto chi mai avrebbe potuto separarci? Chi mai avrebbe potuto mettersi fra di noi? Abbiamo sacrificato i nostri spazi, condividendoli, e abbiamo fatto si che le nostre abitutini combaciassero. Non era stato difficile ma non siamo mai stati in grado di fare altrettanto con i nostri difetti.

I nostri occhi sono rimasti chiusi per anni, i tuoi perchè sapevi che una volta aperti avresti dovuto accettare la verità su di me, i miei perchè non avevo bisogno di occhi per guardarti, e non dovevo necessariamente vederti per toccarti.

Cos'eri tu per me, Draco Malfoy?

Ed io? Cos'ero io per te, Draco Malfoy?

Perchè non mi sono mai reso conto che i nostri sentimenti erano così diversi? Soltanto adesso mi accorgo che probabilmente quello dei due ad essere innamorato non ero io.

Eppure ora è tutto diverso.

Tu sei ovunque nella mia casa. Sei nel mio letto, e dormi ancora al mio fianco tutte le notti. Sei seduto in cucina e aspetti che ti serva la colazione illuminato dai raggi di sole che filtrano dalla finestra. Sei sul nostro divano, e pretendi di essere sempre il primo a leggere il giornale.

Sembravamo cane e gatto, allora. Forse lo eravamo.

Credevo di darti tutto ciò di cui avessi bisogno, eppure tu ti lamentavi del thè troppo caldo o troppo scuro, del divano troppo morbido, del letto troppo duro, della stanza troppo fredda, dei miei vestiti troppo sciatti, dei miei amici troppo invadenti.

Io sbuffavo e poi sorridevo, all'inizio. Mi piaceva viziarti. Ti faceva sembrare una principessa tra le mie braccia, ed io mi sentivo il tuo cavaliere, il tuo eroe. Ti rendeva dipendente da me, ai miei occhi./Poi, i tuoi vizi sono diventati fastidiosi, ed infine insopportabili.

Era facile, allora, quando non avrei sopportato di doverti guardare ed ascoltare oltre, abbandonarti per andare a riscaldarmi nella pace di qualcun altro e chiunque avrebbe fatto al caso mio, perchè chiunque mi avrebbe rassicurato che eri tu il "cattivo", tu eri il colpevole, tu eri il Mangiamorte, mentre io ero l'eroe.

Volevo vederti piangere ed implorarmi di perdonarti, di tornare da te, ma tu non lo facevi. Tu ti vestivi del tuo stesso orgoglio e mi indicavi la porta, ribadendomi che, no, tu non avevi bisogno di me. Ed io me ne andavo scodinzolante verso altri porti, porti lontanissimi da te, con altri odori, altri sapori, porti sorridenti ed accomodanti, che mi avrebbero viziato e coccolato, che mi avrebbero fatto sentire importante, che mi avrebbero permesso di abbassare lo sguardo ed arrossire davanti alle loro lusinghe.

Sai, Draco Malfoy, un giorno ho fatto finta di andarmene arrabbiato, ma sono rimasto dentro casa protetto dall'invisibilità del mio mantello.

Tu eri in camera di Teddy, che piangeva e ti chiedeva se anche io l'avessi abbandonato, se avesse perso un altro padre.

-"Non devi aver paura"- dicevi con tono sicuro accarezzandogli la schiena -"Vedrai che papà tornerà presto. Lui ti vuole bene"-.

Poi, quando si è addormentato, ti ho visto scostargli piano i capelli dalla fronte, sorridendo con una tenerezza che non appartiene al tuo viso. Sei uscito dalla sua stanza lasciando la porta accostata e ti sei andato a sedere al tavolo della cucina. Hai lanciato un incantesimo Silenziante attorno a te stesso, hai appoggiato i gomiti sul marmo freddo, ti sei preso la testa tra le mani e hai pianto.

Perchè non mi sono mai accorto che i tuoi vizi, i tuoi difetti, non erano altro che il tuo modo di difenderti?

Perchè oggi mi vergogno così tanto di non essere stato il tuo porto sicuro, qualcuno in grado di proteggerti e farti sentire a casa, bensì attorno al quale avevi bisogno di alzare un muro di difesa?

Mi amavi al punto di accettare consapevolmente il fatto che, si, sarei tornato, e si, ti avrei ferito ancora, ti avrei fatto di nuovo sentire colpevole del tuo brutto carattere, dei nostri litigi, del tuo passato oscuro?

Eppure se essere un Mangiamorte significa fare del male ad un innocente, nella nostra casa il Mangiamorte non eri tu, nonostante il Marchio Nero sul tuo avambraccio.

Il mio sguardo ti insegue, stasera, mentre tu ed il tuo accompagnatore vi spostate davanti al camino dove ti passa un braccio intorno alla vita, ti bacia la guancia e poi sussurra qualcosa nell'orecchio. Tu sorridi ancora. Sembri felice.

Avevamo un camino anche a casa nostra.

Mi piaceva, dopo aver messo a letto Teddy, prendere un cuscino dal divano e sdraiarmi sul tappeto, davanti al fuoco scoppiettante. Allora tu, avvolto nella tua vestaglia di seta, mi guardavi dall'alto con il tuo ghigno sprezzante, incrociavi le braccia al petto e dicevi:-"A forza di stare con te, Potter, finirò per abbrutirmi"-.

Poi ti inginocchiavi in mezzo alle mie gambe e ti abbandonavi al mio abbraccio. E allora io ridevo, e ti baciavo la guancia, e ridevo.

Sembri felice.


***
...a domani per il secondo capitolo!

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Capitolo 2
*** L'Abbandono - Parte Seconda ***


Questo, ragazze, è il punto di vista di Draco.

Sinceramente è la mia parte preferita e la reputo ancora più triste della prima, ma confidate nella mia passione per i finali felici :D





Un bacio e un abbraccio a loux per essere la ragazza più fantastica della terra (...sviolinate a go-go XD)

p.s. In alcuni commenti che ho ricevuto mi e' stato fatto notare che Draco e' troppo rapido nel perdonare quando invece farebbe meglio a vendicarsi. Sappiate che un conto e' amare qulcuno e un altro e' perdonre senza remore il male che questo qulcuno ci ha inflitto. Draco ama Harry, lo ama da sempre e ne sente la mancanza ma questo non vuol dire che lo accettera senza vendicarsi (probabilmente in in probabile seguito).





p.s. grazie Giulia, grande amore della mia vita nonchè maiala illuminata con annessa scritta al neon "INTELLETTUALE QUI!"






* * *


-"Padre!"-
La vocina del mio piccolo principe mi distrae istantaneamente dal discorso di uno dei due affascinanti funzionari
del Ministero che stanno tentando di abbordarmi stasera. E fino a poco fa ci stavano riuscendo discretamente.
Faccio per accucciarmi, ma Teddy mi assale gettandosi al mio collo.
Il mio principino è cresciuto tanto nell'ultimo anno, al punto da rendermi impossibile ciò che prima facevo con
tanto gusto: prenderlo tra le mie braccia e stringermelo al petto.
Presumo che tra un anno o due avrà già raggiunto l'altezza mia e di Harry e tra quattro anni, quando tornerà a casa
per le vacanze estive ci presenterà qualche ragazza conosciuta ad Hogwarts.
Speriamo almeno che non sia una Tassorosso o una Grifondoro! Non ho dubbi riguardo al fatto che a Settembre,
quando il Cappello Parlante dovrà smistarlo in una Casa, sceglierà per lui Serpeverde come ha fatto, a suo tempo,
per me: il mio draghetto è abituato ad essere viziato e coccolato, perlomeno da uno dei suoi genitori. Sarebbe
bello poter vedere come te la cavi, Harry, con il mio bambino e con la casa che ho lasciato, ora che non hai più me
al tuo fianco.
Quando abitavamo ancora insieme ero io che mi occupavo di Teddy e di Grimmaud's Place e ora che io non sono
più con voi sarei davvero curioso di sapere come rassicuri mio figlio, quando si sveglia di notte in preda agli
incubi, se te lo stringi al petto e gli accarezzi i capelli come facevo io, o se magari lo porti nel lettone con te e
vegli sul suo sonno come io vegliavo sul tuo.
Chissà, Harry Potter, se maledici il giorno in cui sono uscito dalla tua vita proprio come vi ero entrato anni prima:
illuminato dai raggi del sole, passando trionfale dalla porta d'ingresso.
Chissà se la sera, magari, pensi che un'altra giornata trascorsa senza di me sia stata inutile e desolante, se ti
addormenti pregando che sia stato soltanto un brutto incubo e che al tuo risveglio io sia ancora steso accanto a te,
sul nostro letto, ad accarezzarti la fronte e a rassicutarti che va tutto bene, che stavi solo sognando e che non tilascerò mai.
-"Che ci fai qui, mio piccolo principe?"- gli chiedo, chiamandolo con il solito nomignolo che uso per lui, e che so
piacergli tantissimo.
Proprio in questo momento, i suoi capelli si tingono del mio stesso biondo.
Mi rende orgoglioso il fatto che i miei colori diventino i suoi: è la dimostrazione del fatto che lui è mio figlio.
Che voialtri la pensiate pure come meglio credete a proposito di me, del Marchio Nero che sapete essere nascosto
sotto le mie camice impeccabili, della mia relazione, ormai conclusa, con il vostro eroe!
Dite pure di me tutte le cattiverie che volete: lui è mio figlio!
Legalmente è un Potter a tutti gli effetti –chi mai avrebbe potuto negare al Salvatore-Del-Mondo-Magico la
custodia legale del suo figlioccio?- Ed io non ho potuto fare nulla, all'epoca, per dargli anche il mio cognome, nè
tantomeno per avanzare richieste riguardo la sua custodia, visto che davanti ad un tribunale io non sono nessuno,
per lui. Ovviamente nessuno, neppure tu, Potter, può negarmi di vedere mio figlio, ma lui non può vivere con me.
Non più.
Il progetto prevedeva che fossi io a diventare un membro della vostra famiglia.
Invece sono ancora il vecchio Malfoy: il Mangiamorte, la puttana, il principino.
Sempre il solito Malfoy.
Credevi davvero che avresti mai potuto mantenere le promesse che mi hai fatto, Harry Potter?
Sai, io non ho mai dimenticato il giorno in cui mi hai assicurato che ce l'avremmo fatta, io e te.
Non ci ho mai creduto davvero.
Non saremmo mai potuti andare avanti, fino alla fine di noi stessi, se tu non ti fossi affidato a me.
Sei due uomini, Harry Potter; sei il mio eroe, quello che mi accarezzava i capelli al mattino, quello che, vestito
solo del mio odore, mi guardava dormire incantato, quello che mi ha dato il coraggio per ribellarmi alle scelte che
la mia famiglia mi aveva imposto. Io lo amavo quell'uomo.
Certo, non come avrei voluto – non sarebbe bastata una vita per amarti come volevo io, mio Harry Potter -, ma lo
amavo quando lui mi permetteva di farlo. E poi sei il loro eroe, quello troppo impegnato per prendersi cura di me
e Teddy, quello che non riusciva a perdonarmi per il mio carattere così incredibilmente Serpeverde, per la mia
arroganza, il mio snobbismo, le mie scelte sbagliate. Quello che aveva bisogno di placare i suoi sensi di colpa
assicurandomi, assicurandosi, che non era solo sesso, quando con tutta probabilità lo era, altrimenti il mio
broncio, che a volte trovavi adorabile, non sarebbe mai diventato insopportabile ai tuoi occhi, portandoti a
rifugiarti tra le braccia di qualcuno che non avrebbe certo negato al Bambino-Sopravvissuto un po' di quel calore
che il brutto e cattivo Mangiamorte Malfoy non sapeva dargli.
Ma io non sono cattivo.
Io quel calore lo possedevo, un tempo, e avrei anche potuto dartelo.
Te l'avrei dato, quel calore, se soltanto tu mi avessi concesso di farlo.
Ma in fondo perchè mai tu, Harry Potter, il paladino senza macchia e senza paura che è sceso sul campo di
battaglia armato solo del suo coraggio Grifondoro e della sua bacchetta giustiziera per liberare il mondo dal male,
avresti dovuto interessarti proprio a me?
Di sicuro la luce abbagliante dei flash ti avrà accecato tanto da distrarti da quella dei miei capelli, che un tempo
dicevi essere fatti di raggi di luna.
Perchè hai smesso di accarezzarli, i miei capelli che tanto ti piacevano? Come hai potuto lasciare che altri odori
radicassero sotto la tua pelle, cancellando il mio?
Eppure ancora oggi non ti direi mai, mio Harry Potter, che le tue mani sono le uniche ad avere il potere di scaldare
il mio corpo gelido, fino a farmi liquefare sotto le tue carezze, e che l'unica casa dove vorrei essere accolto ogni
giorno, quando torno stanco dal lavoro, è fra le tue braccia.
E che l'intero Mondo Magico mi dia pure della puttana, io non direi mai a nessuno di loro che l'unico uomo al
quale avrei concesso la mia fiducia, è anche l'unico uomo che avrebbe potuto tradirla.
Ora non c'è più fiducia da tradire, Harry Potter, perchè non mi do a nessuno, nonostante mi prenda chi voglio e
come voglio.Non ti ho mai detto, nè ti direi mai, quanto mi mancavano i tuoi occhi verdi quando, al ritorno da una delle tue
scappatelle, non riuscivi a guardarmi in faccia. Nè ti direi mai quanto mi mancano adesso che mi sono del tutto
preclusi.
Non avrei mai la faccia tosta di dirti quanto tu mi abbia ferito, strappandomi il cuore dal petto, quanto i tuoi
tradimenti mi abbiano avvelenato, rendendomi impossibile mangiare, dormire, guardarmi allo specchio senza
piangere e quanto il tuo abbandono mi abbia fatto sentire sbagliato, non voluto.
Come hai potuto far bagnare di lacrime gli occhi che dicevi essere i tuoi fari nella notte? Come potrei mai
descriverti il bruciore che sentivo nel petto, quando ti guardavo indossare il mantello per andarti a rifugiare
altrove, invece che tra le mie braccia? Invece rimanevo lì, impassibile, a guardarti calpestare il mio orgoglio e
sputare sul mio amore, pregando Dio, alla vista della tua schiena che abbandonava la casa che avevamo costruito
insieme, di farti tornare da me. Pregandolo di farti tornare alla mente i giuramenti che ci eravamo fatti e
assicurando a me stesso che qualche scappatella avrei benissimo potuto perdonartela, finchè tu fossi tornato
sempre da me, a casa nostra, nel nostro letto, alla fine.
Ma non potrei mai farti comprendere la ripugnanza che il mio corpo provava sotto al tuo tocco, sapendo che allo
stesso modo avevi toccato qualcun altro, anche se impedivo a me stesso di ritrarmi dalle tue mani, terrorizzato al
pensiero che tu potessi decidere, se mi fossi negato a te, di abbandonarmi definitivamente. Di non tornare più a
casa, da me.
Ma allo stesso tempo dimmi, mio Harry, come avrei mai potuto cancellare dalla mia pelle la sensazione che tu mi
stessi sporcando, quando ti permettevo di entrare ancora una volta dentro di me, pur sapendo che non eri più
soltanto mio?
Come ti ho amato, Harry, e come ti amo! Ma come potrei mai dirtelo proprio adesso? Adesso che il mio cuore è
sereno.
Adesso che mi sono abituato a svegliarmi senza di te, a non litigare per il giornale, la mattina, addirittura a
prepararmi la colazione da solo!
Adesso che mi sono abituato a non dovermi più difendere da te.
Teddy mi prende per mano e mi chiede di portarlo in giardino ed io non riesco a trattenermi dal chiedergli di te.
-"In effetti è un po' che non lo vedo in giro"- mi risponde scrollando le spalle – come è possibile che il mio
piccolo principe parli e si comporti da perfetto Malfoy, pur vivendo con suo padre, lontano da me?- e poi
aggiunge con aria rassegnata -"Riesce sempre a sfuggire alla mia vista e a ficcarsi in qualche guaio, a feste del
genere"-.
Ma io non ti ho perso di vista neppure per un secondo, stasera. Ti indico al nostro bambino che appena ti vede
cambia il colore dei suoi capelli.
-"Perchè i tuoi capelli non sono più biondi, principino?"- gli chiedo incuriosito ed un po' amareggiato.
-"Perchè a papà non piace, padre"- mi risponde sottovoce ed io sento una fitta al petto e sono costretto a mordermi
le labbra per non piangere -"Diventa sempre triste quando i miei capelli hanno il tuo stesso colore"-.
-"Ora ci sono io con te"- lo rassicuro -"Papà non ti dirà niente, vedrai"-.
E sembra quasi che il suo volto si illumini, quando la sua testolina torna bionda.
Mi fissi mentre incedo verso di te, sicuro, con il nostro bambino per mano.
Sospetto che neppure tu mi abbia tolto gli occhi di dosso, stasera.
Ti faccio cenno di seguirci in giardino, dove Teddy trova un suo amico e corre a giocare.
Ti guardo con la coda dell'occhio e noto un sorriso triste comparire sul tuo volto mentre guardi allontanarsi il
nostro bambino.
-"Mi viene da piangere quando gira per casa con i capelli del tuo stesso colore"- ti sento sussurrare con la voce un
po' roca. Non vorrai mica metterti a piangere così, su due piedi, Potter!
-"E' come avere ancora qualcosa di te"- aggiungi, volgendo lo sguardo verso di me.
Nel momento preciso in cui queste parole arrivano al mio orecchio, vorrei poter scoppiare in lacrime ed
aggrapparmi al tuo petto, e giurarti che tu hai ancora tutto di me, mio Harry.
-"Dovrai avere una motivazione davvero, davvero buona per aver perduto il mio piccolo principe in mezzo alla
folla, Potter"- sono invece le parole che escono dalle mie labbra.

Non biasimarmi per la mia freddezza, amore mio: dopo tutti questi anni, io non so ancora chi sei.
Merlino, come vorrei che tu fossi l' Harry Potter che eri un tempo, quello che mi guardava incantato, come se
fossi la creatura più bella e preziosa dell'universo!
-"Giocava con il figlio di Blaise ed è sfuggito alla mia vista"- mi dici tutto d'un fiato, per poi aggiungere -"Non
perderei mai il nostro bambino, Draco, quant'è vero che sei fatto della stessa sostanza della luna"-.
Così dicendo, sfiori la mia guancia fredda con il dorso tremante della tua mano.
-"E' una bugia, Harry, e lo sai bene"- ti rispondo. Il mio sguardo trema quanto la tua mano, quando decido di darti
un po' di più di me -"Sono fatto di carne e sangue e tu dovresti essere il primo a saperlo, con tutte le ferite che mi
hai inflitto"-.
-"Ti sbagli"- mi rispondi sicuro -"Non mi hai mai permesso di vederti sanguinare"-.
Abbasso lo sguardo.
Sorprendente che tu , proprio ora, abbia finalmente capito tutto, Potter.
-"Sai, dopo che te ne sei andato la casa mi sembrava vuota. Uscivo spesso, mi guardavo intorno, mi ripetevo che
sarei stato benissimo senza di te, che se non fossi stato tu ad andartene l'avrei fatto io. Credevo che tu non avresti
mai potuto capirmi, che saresti dovuto essere più gentile con me, come erano tutti, per via di tutti i mali che ho
sopportato nella mia vita, per tutto quello che ho sacrificato per salvarci tutti. Non mi ero reso conto, perlomeno
non fino a quando i riflettori non si sono spostati dal mio volto e dalle mie eroiche gesta, che in tutto l'universo tu
eri probabilmente l'unico che amava Harry, e non Potter"-.
Mi guardi.
Sono passati tanti anni e siamo entrambi cresciuti, cambiati, eppure nel tuo sguardo riconosco il bagliore di una
volta, lo stesso bagliore di quando mi hai urlato contro che io ero Draco Malfoy, e che nessuno doveva permettersi
di decidere per me al mio posto, nè tantomeno mio padre o Voldemort.
Subito dopo mi hai stretto forte al tuo petto e pioveva ed eravamo infangati e sporchi di sangue dopo l'ennesimo
scontro tra Auror e Mangiamorte e il Marchio bruciava come se avesse voluto strapparsi dal mio avambraccio e tu
mi stringevi e mi gridavi che mai più avresti voluto vedermi rischiare la vita per una scelta che non avevo mai
avuto veramente e che non sarebbe stato meglio combattere fianco a fianco, guardandosi le spalle a vicenda e
vincere la guerra insieme, per poi tornare a casa e passare il resto della nostra lunghissima vita ad essere felici
insieme?
Voglio farlo, mio Harry! Voglio tornare a casa, adesso, e passare il resto della mia lunghissima vita ad essere
spudoratamente felice con te ed il nostro bambino, ma sei davvero di nuovo tu?
-"Non ti chiederò più di mostrarmi le tue lacrime. Non ti prometterò di non farti mai più soffrire, ma so di poterti
promettere, e questa volta dico davvero, di proteggerti dal mondo e da me stesso. Non dovrai mai più difenderti
da me, perchè io adesso so chi sei, mio Draco"-.
Queste sono le tue parole, Harry, ed io lo sono: tuo, come sono sempre stato.









Note conclusive:











anche stavolta, fatemi sapere che ne pensate: sono una scrittrice in erba, ed i vostri consigli mi fanno sempre bene :D

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Capitolo 3
*** Ancora, ancora, ancora. ***


Grazie Giulia, per essere le mie mani, i miei occhi sul mondo e, probabilmente, l'unica cosa che mi tiene ancorata a terra.



E' da quando eravamo bambine che sei una delle persone più importanti della mia vita e la mia anima gemella.



Non potrei sopravvivere senza il tuo cervello, il tuo sarcasmo, il tuo sorriso.



Ribadisco il mio amore viscerale per i finali lieti, per non scoraggiare dalla lettura gli eventuali cuori-teneri, come me...


Fatemi sapere i vostri dubbi, le vostre perplessità e le incongruenze che trovate tra le mie parole. Per favore.







p.s.: questa storia è mia per diritto di nascita, ma ha anche una seconda mamma adottiva: Giulia, la persona più speciale che esiste su questo pianeta, perlomeno ai miei occhi. Grazie per avermi aiutata a mettere su carta in modo più o meno ordinato, il grosso garbuglio che avevo nella testa.





p.p.s.: Grazie loux, per essere sempre vicina a me e alle mie storie. Sei una beta eccezionale!







Buona lettura!

* * *


Dicono che affrontare un abbandono sia una delle esperienze più difficili che ti possano capitare nella vita.

Sei abituato, dopo anni di convivenza – o mesi, o giorni: non fa differenza – a fare tutto insieme, oppure a non vedersi per tutto il giorno, avendo però la consapevolezza di avere qualcuno da cui tornare la sera, dopo il lavoro, o meglio ancora qualcuno che tornerà da te.

Sei certo che tu e questa persona siate legati indissolubilmente e sei fiero di ciò che siete

riusciti a costruire insieme, con sudore e sacrificio, e non dubiteresti mai – mai, neppure per un secondo- di quella persona, della sua lealtà, del suo amore incondizionato.

Sai che questa persona ti ama anche se al mattino sei spettinato e hai l'alito cattivo, anche se non sai cucinare, se sei diffidente, restìo ad esternare i tuoi sentimenti, mortalmente orgoglioso, pazzamente geloso, viziato, vendicativo e lento nel perdonare.

Sai che questa persona ama la tua parlata strascicata, il tuo sarcasmo pungente, le tue frecciatine velenose, il tuo broncio.

Lo sai, perchè te l'ha detto guardandoti negli occhi, magari dopo aver fatto l'amore. Lo sai perchè glielo leggi in faccia ogni volta che ti guarda, perchè lo senti nelle sue dita ogni volta che le affonda nei tuoi capelli.

E tu lo ami a tua volta, anche se glielo dici di rado. Sei certo che lui lo sappia perchè non ti chiede parole d'amore o rassicurazioni: avete il vostro equilibrio, le vostre abitudini, i vostri litigi.

Magari soffri a volte. Magari non glielo dici, ma vorresti che lui passasse più tempo a casa, ma poi lui torna e ti sorride di quel sorriso che gli illumina il viso mentre ti guarda come se non avesse mai visto nulla di più bello al mondo. E poi ti stringe forte ed in un attimo siete entrambi nudi e le sue mani ti stanno accarezzando e mentre lui ti fa l'amore non ci può essere nulla di sbagliato al mondo.

Magari riconosci il fatto che avete caratteri diversi, che anche un grande amore come il vostro da solo non basta a mandare avanti una famiglia ma tu hai talmente tanta fiducia in lui che sei disposto ad affrontare un periodo nero: capitano a tutte le coppie, anche alle più affiatate.

Così passa un anno, poi due, fino a che ti accorgi che il vostro periodo nero è durato più a lungo di quello d'oro, ma va bene, tu lo ami e faresti qualsiasi cosa per lui e sai che lui ti ama a sua volta, anche se non te lo dice più: non hai paura che lui ti possa abbandonare, perchè lui torna sempre da te, dopo, e sei convinto che continuerà a farlo.

Non sei capace di abbracciarlo e sorridergli, non più dal momento in cui non è più lui a fare la prima mossa e tu non ne sei in grado perchè ti senti ogni giorno più arido, più rabbioso ed i tuoi gesti si sono fatti stizzosi ed automatici. Eppure lo accogli nella tua casa, alla tua tavola, nel tuo letto, tra le tue braccia.

Lo fai, perchè lo ami tanto che saresti pronto ad affidargli la tua vita e sai che lui tornerà sempre da te e che le cose si sistemeranno: dovete solo tenere duro ancora un pochino.





Poi lui smette di tornare.



Prima ti telefona dal lavoro e ti avverte che starà fuori per una notte.

Non spiega dove la passerà, nè con chi.

Poi comincia a tornare tardi e a dormire nella stanza degli ospiti. Per non svegliarti, dice.

Poi, pur abitando insieme, finisci per non vederlo per giorni.

Poi sparisce senza avvisare e a quel punto tu sei preoccupato per lui. Da un lato speri che stia bene, che sia al sicuro, mentre dall’altro vorresti sapere che gli è capitato qualcosa, un imprevisto: insomma, che abbia una buona ragione per non essere tornato a casa, da te. E allora ti senti in colpa per aver sperato che gli fosse capitato qualcosa di brutto e tiri un sospiro di sollievo quando finalmente lo vedi apparire nel soggiorno di casa. Anche se non ti guarda negli occhi. Anche se ha un altro odore addosso.



A questo punto lui smette del tutto di toccarti.



Niente più toccarvi come se non vi conosceste a memoria, niente più lui che scosta i capelli dalla tua fronte sudata mentre cerca il piacere dentro di te.

Niente più ore ed ore abbracciati e nudi a guardarvi e a sorridervi, senza parole.

Niente di niente.



Così, perdete l’ultima occasione per stare insieme senza litigare.

Tu percepisci la delicatezza della questione. Senti che il tuo minimo gesto avventato potrebbe indurlo a non tornare più da te e hai paura che ciò accada, così sei accomodante, pur cercando di mantenere il tuo orgoglio inalterato.

Ovviamente non ci riesci, e finisci per piangere ogni volta che lui se ne va, finisci per trovare la ragione della tua esistenza nel bambino che avete cresciuto insieme, sapendo che quello è anche suo figlio, che è vostro.

Probabilmente è l’ultima cosa che avete in comune.



Poi i giorni, poi i mesi, vi scivolano addosso anestetizzando ogni voglia, persino quella di discutere.

Persino quella di piangere.

Finalmente, giusto appena prima di vedere la fine di quel lento morire, ti accorgi finalmente che l’unico modo per venirne fuori con la dignità intatta è uscire dalla porta d’ingresso in una giornata di sole.

Lui non ti mancherà. Non più di quanto non ti manchi adesso.

Baci il vostro bambino, sapendo che non potrai portarlo via con te, e mettendogli tra le mani un cofanetto. In seguito gli spiegherai che all’interno di quel cofanetto c’è una passaporta che lo condurrà a Malfoy Manor, dove ci sarai tu ad aspettarlo.

Hai scelto una Domenica di Maggio e lui è in cucina che fa colazione, leggendo le pagine sportive della Gazzetta. Non prepara più il thè anche per te: niente più colazione a letto per voi due. Niente più chiacchierate interminabili, niente più vassoio che cade dal letto, niente più accogliere il giorno facendo l’amore, piano, per non svegliare il bambino, niente più risate soffocate nel suo collo profumato e caldo, niente più gemiti trattenuti nel cuscino.

Ti sforzi per trattenere le lacrime, anche se fa dannatamente male. Ci riesci.

Ti fermi davanti a lui avvolto nel tuo mantello più prezioso, il baule dietro di te, i capelli

perfettamente ordinati e sul volto nessuna ruga di preoccupazione, nessuna imperfezione, niente occhiaie di chi non dorme più bene da mesi.



Lui ti guarda senza vederti.



-“Buongiorno Draco”- ti dice senza neppure tentare di abbozzare un sorriso e senza alzare lo sguardo dal giornale.

Ed è allora che un bisbiglio fuoriesce dalle tue labbra. Un sibilo serpentesco che somiglia

deliziosamente al tuo vecchio “Io”, mentre lo guardi dall’alto in basso – storcendo il tuo bellissimo naso davanti ai suoi pantaloncini rossi – e fai un cenno sprezzante con il capo verso di lui.



-“Potter.”-.



Lui riconosce quel tono.

Te l’ha sentito usare spesso anni fa.

E’ proprio questa la voce con cui lo chiamavi, quando lui si è innamorato di te.

Vedi il suo sguardo riprendere vita, i suoi occhi tornare verdi e luminosi quando alza lo sguardo dal giornale e, finalmente, ti vede.

Ma tu hai preso la tua decisione, e le decisioni di un Malfoy sono definitive, quindi non hai alcuna intenzione di tirarti indietro.

E proprio nel momento in cui, dopo anni, lui ti sta guardando e finalmente riconosce in te il suo Draco, senti un indescrivibile piacere solleticarti le guance, restituendogli in una volta tutta l’indifferenza che lui ti ha riservato in quegli anni.



-“Me ne sto andando”- dici, impassibile, prima di uscire dalla stanza senza voltarti.

Lo senti balbettare qualcosa, ma lo interrompi prima che la sua frase assuma senso compiuto.



-“Il più lontano possibile da te, Potter”-.









* * *















Dicono che affrontare un abbandono sia una delle esperienze più difficili che ti possano capitare nella vita.

Tu, Draco Malfoy, ci sei passato e sei sopravvissuto.

Con fatica hai ricostruito te stesso e la tua vita, e ti sei ripreso tutto ciò che Harry Potter ti ha tolto.

Ora, dopo quasi tre anni, lui è ricomparso nella tua vita, come la polvere che si insinua sotto lo stipite della porta, come un ospite indesiderato.

E ti vuole. Di nuovo.

Ma tu, Draco Malfoy, tu che l’hai osservato indicarti con un cenno delle sue lunghe dita

gesticolanti, oltrepassandoti, sei disposto a rinunciare alla tua nuova vita?

Sei disposto a seppellire il male che ti ha fatto? A rinunciare al rancore che ti ha mantenuto vivo per quasi tre anni?

Certo, il calore delle sue mani è ancora latente sulla tua schiena ed il suo odore – Merlino, che odore! – è sepolto nella tua pelle, dopo tutte quelle notti insonni trascorse ad assaggiarvi come cuccioli affamati, a toccarvi e a succhiare via il piacere l’uno dal corpo dell’altro.

E tutte le parole sussurrate nelle tue orecchie, sotto le coperte, parole che ti ricordano un grande amore, probabilmente mai realmente finito, quelle parole te le sei ripetute ogni notte che hai passato lontano da lui, lontano dalle sue braccia.

Lo rivorresti.

Merlino, se lo rivorresti! Vorresti abbandonarti di nuovo a lui, come la prima volta che gli hai detto “si”.

Vorresti vedere di nuovo nei suoi occhi il desiderio accecante, la voglia di pelle, di calore che ti ha reso impossibile non innamorarti di lui.

Nessuno ti aveva mai guardato così. Nessuno ti aveva mai stretto così forte come lui e tu non avevi mai conosciuto un calore così morbido, così confortante da potercisi addormentare dentro.

Lo volevi quel calore. E ora ti manca.

Ti manca Harry Potter.

Ti manca e lo rivorresti.

Ma potresti mai perdonarlo per averti fatto sentire così solo, così disperatamente arido?

Per colpa sua ti sei guardato allo specchio trovandoti brutto, invecchiato: un ramoscello avvizzito del roseto che ti ricordavi di essere.

Indesiderabile proprio tu, Draco Malfoy, che grazie al tuo corpo flessuoso, ai tuoi capelli di seta, alle tue movenze aggraziate hai l’intero Ministero praticamente ai tuoi piedi!

Come ha potuto un solo uomo disintegrare in quel modo la tua autostima?

Ed ora?

Ora che non hai più il tuo grande amore, il dolce Harry che ti osservava incantato, mentre ti liberavi con grazie dei vestiti per offrirti a lui senza maschere, senza remore nè contratti prematrimoniali, senza riserve, senza un briciolo di paura, ma con tutta la tua naturalezza, ora che non sei altro che la puttanella del Ministero, come ti senti?

Ti fa male, eh? Eppure lo sai benissimo come ti senti.

Lui ti rivuole. Vuole di nuovo i tuoi capelli in cui affondare le dita, vuole i tuoi gemiti di notte, vuole la tua pelle sudata e i tuoi occhi argentati. Ti vuole, di nuovo, liquefatto sotto di sè. Vuole il tuo primo sorriso appena sveglio, il profumo della tua pelle, desidera le tue parole, la tua presenza di nuovo al suo fianco, il tuo futuro.

Quindi? Come ti senti?

Lui ti rivuole. E tu ti senti riciclato.







* * *





Dicono che affrontare un abbandono sia una delle esperienze più difficili che ti possano capitare nella vita.

Draco Malfoy ci era passato, era sopravvissuto ed era del parere che tentare di perdonare il grande amore che ti ha abbandonato, per poi pentirsene, fosse molto più difficile.

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Capitolo 4
*** L'abbandono - Fine ***


questa è la terza ed ultima parte della storia, con un punto di vista esterno a quei due cialtroni buoni a nulla, e ve lo do allegramente in pasto, sperando che un finale felice, ma non troppo vi piaccia.



Per quanto riguarda la nostra scene queen preferita, lui è ancora totalmente e perdutamente innamorato di Harry, ma come ha detto lui stesso nella seconda parte di questa storia, lui conosce due Harry diversi e lui ne ama uno soltanto, mentre reputa che sia stato l'altro ad averlo tradito, E' anche per questo che sembra perdonarlo, quando in molti si sarebbero aspettati fuoco e fiamme.

Il fatto è che, per come la vedo io, un tradimento si può sempre perdonare, ma prima o poi un leone che dorme si sveglia.

E ha fame.










* * * 


-"Teddy, vuoi prenderlo o no quel boccino?"-.

Sento il richiamo dei miei compagni, ma adesso non ho voglia di ascoltarli.

La mia attenzione è altrove, dal momento in cui, a cavallo della mia scopa nuova fiammante, un regalo di mio padre Draco ho sorvolato una scena che non vedevo da un po'.

I miei papà sono bellissimi, l'uno accanto all'altro: è come se i capelli di mio padre Draco fossero di nuovo come erano un tempo, argentei come la luna, e gli occhi verdi di papà Harry, ultimamente coperti da un velo di tristezza, brillassero finalemente di luce riflessa.

E' uno spettacolo che non mi perderei per nessuna ragione al mondo.

Mi avvicino di soppiatto, per cercare di sentire le parole con le quali papà Harry è riuscito a far arrossire mio padre, ma riesco solo a capire la fine del loro discorso.

"Mio Draco", è il nome con cui l'ha chiamto papà Harry.

Ma non mi sfugge l'incertezza nello sguardo di mio padre Draco, dal modo in cui abbassa gli occhi e volta il viso verso l'acqua della fontana.

Ma guardateli: la potenza delle loro bacchette ha ditrutto il Signore Oscuro e loro non sono in grado di squarciare quel sottilissimo velo che li separa.

Eppure sono lì, ad un battito di ciglia l'uno dall'altro, e nessuno dei due ha il coraggio di fare la prima mossa.

È uno sporco lavoro, ma se a quanto pare loro non sono in grado di portarlo a termine, qualcuno dovrà pur farlo.

Poi, insomma, tutto quel Quidditch mi ha stancato e se lascio fare a quei due faccio in tempo a diventare il più grande Cercatore del Mondo Magico.

-"Padre"- mi avvicino strofinandomi gli occhi – lo so che nessuno dei due resiste ai miei occhioni da lupo-, -"ho tanta voglia di una cioccolata calda, come me la facevi sempre tu, ma papà Harry non la sa proprio fare densa e cremosa come piace a me"-.

In fin dei conti sono anche un Malfoy: noi non sappiamo proprio resistere alle lusinghe.

-"Vieni a casa, padre, così ce la beviamo insieme!"-.

I miei papà si guardano negli occhi, le loro mani, ad un passo dallo sfiorarsi prima che io, furbo come al solito, afferro entrambi per i polsi avvicinandoli.

Papà Harry non si lascia sfuggire l'occasione e prende la mano di mio padre.

-"Si, Draco, andiamo a casa"- dice guardandolo dritto negli occhi -"il nostro piccolo principe ha voglia di cioccolata"-.






* * * 



















Note conclusive:











La mia prima storia si conclude così, e non sapete quanto vi sia riconoscente per i vostri commenti e anche soltanto per essere capitate su questa pagina e vi siete prese la briga di leggere i miei deliri dettati dall'insonnia e da un po' - tanta- tristezza.



Grazie a tutti voi che ci siete stati e anche a quelli che ci saranno. E' merito vostro se io oggi mi sento un pochino orgogliosa di me stessa. Grazie.

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