Oltre La Linea Dell'Impossibile

di jade31
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo: Unici al mondo ***
Capitolo 2: *** Sotto un sole rosso ***
Capitolo 3: *** Ritrovarsi a Narnia ***
Capitolo 4: *** Può l'impossibile diventare possibile? ***
Capitolo 5: *** SONO MORTIFICATA ***



Capitolo 1
*** Prologo: Unici al mondo ***


Questi personaggi appartengono a C S Lewis e io li ho usati solo per divertimento.

Oltre La Linea Dell'Impossibile

Prologo : Unici Al Mondo

Lucy passeggiava tranquillamente per i corridoi della scuola, quando intravide suo fratello davanti a lei.
- Ed,ehi Ed! - andò quasi a schiantarsi contro di lui.
- Ehi Lu, stai attenta! Potresti farti male! - disse lui.
- Lo so, lo so, già stamattina ho preso una bella botta in testa, quindi non me ne parlare ... - borbottò la ragazza.
- Ti sei fatta male? Fammi vedere la botta ... - e cominciò a spostarle i capelli dalla fronte, ma la mano della sorella lo fermò.
- Ed, ma che hai? E' solo una botta, mica sto morendo ... sei strano ultimamente sai ... - ribattè Lucy
Eppure anche lei, ogni volta che incrociava per caso suo fratello, non riusciva ad avere il pieno controllo di sè e si sentiva arrossire.
"Che diavolo mi sta succedendo" si chiese tra sè.
Non sapeva che gli stessi pensieri si agitavano nella mente del fratello, ogni volta he lei gli passava accanto; Edmund si ritrovò a pensare a quanto si fosse fatta bella la sua sorellina. Ma distolse subito quei pensieri e i due, accortasi di essere in una posizione piuttosto imbrazzante, con Ed che ancora accarezzava i capelli di Lucy e quest'ultima con le mani sui suoi fianchi, si staccarono sopra e fecero finta di niente.
- Beh,che volevi? - fece Ed riprendendo il suo solito  tono brusco.
- Niente - rispose in egual modo l'altra - Volevo solo dirti che Peter e Susan rientranno tardi. Devono finire un compito -.
- E chissene ... -stava per rispondere il ragazzo, ma la sorella gli mise una mano sulla bocca - Chiudi quella bocca Ed - e se andò via indispettita con passo veloce.
Edmund rise tra sè, pensando che  sua sorella era davvero unica al mondo.
Dall'altra parte del corridoio, Lucy pensava " Che sbruffone! E' sempre il solito ... Però bisogna ammettere che come lui non c'è nessuno".

NOTE DELL'AUTRICE: Salve a tutti! Ecco un'altra delle mie idee strampalate che salta fuori! Mi è venuta in mente guardando uno dei tanti video su Ed e Lucy e Susan e...qualcun'altro! Penso che potrebbe venirne fuori qualcosa di davvero carino! Ovviamente Ed e Lucy non saranno gli unici ad avere problemi di cuore! L'idea era di un prologo Ed/Lucy e unaltro Susan/Peter,perciò il prossimo capitolo sarà dedicato ai fratelli più adulti. Poi la storia accomunerà tutti e quattro con il ritorno a Narnia!Spero di poter continuare questa fic, ma ho bisogno che recensiate in tanti! Alla prossima!
                                                                                                                                                                                                  Jade31


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Capitolo 2
*** Sotto un sole rosso ***


I personaggi qui rappresentati appartengono a C S Lewis e io non ho alcun diritto. Li ho usati per mio puro diletto.


Susan e Peter stavano tranquillamente uscendo dalla biblioteca, dopo un pomeriggio passato a scervellarsi tentando di capire il punto di vista di Shakespeare. Nonostante fosse quasi il tramonto, il sole splendeva ancora di un tenue bagliore, tinteggiando ogni cosa di rosso.
- Tu pensi che ci torneremo mai? - chiese ad un tratto Peter. La sorella, al suo fianco, si irrigidì.
- Di cosa parli Pete? - chiese con finta noncuranza. Ma il fratello ormai la conosceva.
- Oh, andiamo Sue, lo sai benissimo a cosa mi riferisco! Narnia, Aslan, Cair Paravel! - esclamò estasiato, perso nei suoi ricordi.
- Non ti piacerebbe tornare lì? - le chiese dolcemente. Susan aveva sulla punta della lingua una frase che poteva suonare leggermente amara, ma visto il tono del fratello, decise di non usarla.
- Certo che mi piacerebbe Peter, ma è chiaro che non potremo mai più rivedere Narnia! E' stato Aslan in persona a dircelo! Che cosa dovremmo fare?! - si esasperò la ragazza.
- Non lo so, il fatto è che io non riesco proprio a rassegnarmi al fatto che Lucy e Ed, abbiano potuto vivere quell'esperienza ancora una volta e che a noi sia stato proibito! Non lo trovo affatto giusto! - Il tono del fratello diventava sempre più irritato.
La sorella lo abbracciò di slancio.
- Peter, nonostante tutto hai ancora noi! Hai ancora me! Vuoi dire che siamo da buttare via?! - chiese la ragazza ironicamente.
- Come puoi anche solo pensare una cosa del genere?! Voi siete la cosa più importante che io abbia! - e strinse la sorella tra le sue braccia. Sentirla vicina era così bello. A Peter sembrava di poter toccare il cielo con un dito quando era con lei.
- Coraggio, andiamo! Ed e Lucy ci stanno aspettando! Non vorremo fare tardi per cena! - lo sgridò bonariamente Susan.
Alla parola "cena", Peter sembrò risvegliarsi da una trance. Prese la sorella per mano e iniziò a correre verso casa.
L'unico testimone della loro confessione era il sole rosso, ormai ferito e tramontato in quel mondo e già sorto in un altro.



NOTE DELL'AUTRICE : Lo so, lo so, è uno schifo, ma non vi preoccupate, dal prossimo capitolo si ritorna a Narnia! Però voi fatemi sapere cosa ne pensate ... ringrazio soffio per aver messo la storia tra le seguite, ma anche chi l'ha solo letta! La prossima volta però lasciate un commentino! Vi prego, è importante per me!                                  
Un bacio e alla prossima!         Vostra, Jade31

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Capitolo 3
*** Ritrovarsi a Narnia ***


I personaggi appartengono a  C S Lewis e io li ho usati solo per mio puro diletto.


Ritrovarsi a Narnia

Susan e Peter giunsero davanti alla porta di casa stanchi e affamati come non mai. Quando superarono l'uscio, il profumo di pane appena sfornato e pomodoro fresco li colpì in pieno, facendoli sobbalzare dalla fame. Si diressero subito in cucina, dove già li stavano aspettando Ed e Lucy.
- Ehi, ma che fine avevate fatto? - fu l'accogliente benvenuto di Edmund.
- Beh, te lo ha detto Lucy che facevamo tardi, no? - fu la risposta di Peter -Vabbè, dai a tavola che è pronto. -
La cena trascorse più silenziosa del solito, come se aleggiasse nell'aria una qualche magia.
Gli unici rumori erano il tintinnare delle posate e dei bicchieri l'uno contro l'altro, mentre nella testa di ognuno dei fratelli e sorelle Pevensie scorreva un fiume in piena.
" Cavolo, questa mania di fissare sempre Sue come un allocco, deve finire qui" pensava Peter, mentre dell'altro lato del tavolo la sorella maggiore non aveva problemi tanto diversi
" Caspita, ma che cos'ha Peter in questi giorni?! Ha i capelli più lucenti, gli occhi più brillanti e il sorriso più smagliante, o sono io che comincio ad avere le allucinazioni?? "
Nel frattempo la piccola di casa fissava distrattamente i capelli di Ed.
" Ma che mi è preso stamattina?? Mi sembrava di avere tutto in subbuglio, eppure era una sensazione così piacevole ... sarà mica colpa di Ed " rifletteva distrattamente.
" LucyLucyLucyLucy ... LettoLettoLetto ... Costumedabagno ... ehi, ma oggi sono proprio fulminato, che razza di pensieri mi vengono in mente ... eppure ... Abbracci, Baci, Carezze ... Ehi, ma che cavolo, queste patate non sanno di niente! ".
- Ehi, Lucy, ma queste patate non sanno di niente! - proruppe Ed, dando voce ai suoi pensieri, almeno in parte.
- E che colpa ne ho io scusa! -rispose la sorella, che ormai aveva compiuto da poco i suoi diciassette anni.
- Ma come "che colpa ne ho?!". Le hai fatte tu! Beh, ma che domande mi faccio, è ovvio che non sappiamo di niente, perchè tu non sai fare niente! - ribattè l'altro.
- Ah sì, beh, ora ti illumino! Sei tu che le hai condite e se ti sei dimenticato il sale non è di certo un problema mio! - sbottò la ragazza, diventata molto più irascibile del solito, mentre le lacrime le rigavano il viso e si schiodò dalla sedia con passo infuriato, dirigendosi verso la sua stanza.
Ed, mortificato, si rese conto solo a quel punto che la sorella aveva ragione, e lui l'aveva offesa in modo irreparabile.
" Dio, che stupido che sono " pensò mentre si dava delle testate mentali contro il legno del tavolo.
A quel punto nella conversazione si intromise Peter.
- Certo, che però anche tu Ed ... ogni volta che apri bocca crei sempre disastri io non capisco ... perchè le hai detto una cosa del genere ... - mormorò rivolto al fratello, che non seppe che cosa rispondere.
Il fatto era che lucy gli scatenava un tornado dentro e ogni emozione trovava il modo di venire fuori con lei, che fosse giusto o sbagliato.
- Già, poverina, ora ci starà male per una settimana ... Ed, stavolta sei stato davvero pesante - aggiunse Susan.
E mentre il povero Ed si trastullava con i suoi più che meritati sensi di colpa, in un momento di distrazione a Peter cadde un tovagliolo.
Il ragazzo si chinò immediatamente per raccoglierlo, e nel farlo, incontrò la mano di sua sorella Susan, che stava tentando di aiutarlo in quell'impresa, che a distanza di poco tempo si sarebbe rivelata davvero ardua. La mano di Peter infatti, non voleva saperne di staccarsi da quella della sorella e più i secondi passavano, più a loro, persi l'uno negli occhi dell'altra, sembravano secoli.
- Ehi, ma quanto ci vuole per raccogliere un cavolo di tovagliolo! - Sbottò la voce di Ed da sopra il tavolo. I due si riacquietarono in fretta, facendo finta di nulla.
" Meno male che eravamo sotto il tavolo " pensò Peter.
 
AL PIANO DI SOPRA

Lucy nel frattempo aveva trovato conforto tra le morbide onde del suo piumone, sempre pronto ad accoglierla.
" Non posso credere che Ed abbia detto una cosa del genere ... E' stato davvero crudele. Giuro che questa non gliela perdonerò tanto facilmente ... " Pensava la ragazza, mentre le lacrime bagnavano ancora le sue rosee guance, non ancora abbandonate dal sogno dell'infanzia.
Si ritrovò a pensare a Narnia, come succedeva ancora spesso; non si era rassegnata alla fine di quella grande avventura, di quello che per lei significava tutto.
Pensava ad Aslan, a Ripicì, ma soprattutto al suo caro PCA, al quale era davvero legata.
" Non può finire tutto così " quello che la sorprese di quel pensiero fu la sua intensità, come se fosse qualcosa di tangibile.
E all'improvviso eccolo, quel piccolo, tenue bagliore in fondo al tunnel, che alla fine si trasforma in una certezza, nella certezza che ogni cosa è possibile.
La ragazza imboccò il corridoio che portava al solaio, conscia di ciò che aveva sentito. Quella luce, che si era espansa all'interno della sua anima come fiamme argentate e lucenti, che però non bruciavano, ma facevano aprire gli occhi su un mondo totalmente diverso, forse anche migliore.
E guidata da quella luce che le splendeva dentro, Lucy arrivò fino alla finestra del solaio, dal quale la casa si gettava a capofitto nel Tamigi.
A quel punto ebbe paura. E se sotto quella superficie non ci fosse stato nulla, ma solo la morte ad attenderla?
Ma subito quel pensiero svanì, rimpiazzato dalla sicurezza, che sì, Narnia li stava chiamando tutti e quattro ancora una volta e voleva che lei estendesse il suo richiamo a tutti loro.
- Ed, Sue, Peter! Venite, presto! - gridò a squarciagola.
I tre fratelli, allarmati, accorsero nella direzione dalla quale proseguiva il suono della voce di Lucy.
E con orrore, Edmund vide sua sorella, in bilico sul cornicione della loro casa, e fu certo che con il cuore di Lucy, anche il suo avrebbe smesso di battere.
Gli altri due, ammutoliti dal terrore, non riuscivano a proferire parola.
Ed si avvicinò con quanto più circospezione possibile alla sorella più piccola, con la speranza di riuscire a fermarla.
- Lucy, non devi fare una cosa del genere - sussurrò, e piano piano, si avvicinò a lei, tanto da trovarsi a pochi centimetri dal suo viso.
Ma con sorpresa vide che non stava piangendo, bensì il suo volto era illuminato da una luce eterea e piena di vita. E gli stava sorridendo.
- Ed,abbracciami - disse piano, ma il fratello comprese, e nonostante tutto, non resistette e la strinse forte tra le sue braccia, troppo preso, da accorgersi troppo tardi di essere precipitato nell'abisso con lei.

- NO!!!!!!!!!!!! - Peter si sporse dalla balconata, attento a non cadere, nella speranza di scorgere i due fratelli, ma niente, nessuna traccia. Ma soprattutto la cosa più strana, nessun rumore di qualcuno che cadesse in acqua, e questo era, a rigor di logica impossibile.
Si voltò verso la sorella.
- Pete, hai visto la luce nei suoi occhi ... - sussurrò piano. Non sembrava triste, e nemmeno dispiaciuta. Sembrava rassegnata a vivere qualcosa che non avrebbe mai più creduto possibile.
E a quel punto, anche lui capì.
- Lu sapeva quello che stava facendo ... - ma era più un'affermazione che una domanda. La sorella annuì silenziosamente.
- Sue, tu credi davvero che sia possibile...? - chiese assente.
La sorella annuì di nuovo
- Ogni cosa è possibile ... a Narnia - concluse con un sorriso sulle labbra.
- Andiamo? - lo incitò e gli porse la mano.
Peter intrecciò le dita a quelle di lei, e poi tutto il resto fu il salto nel buio.

Riaprire gli occhi fu più semplice di quanto pensassero.
Tutti e quattro di nuovo lì. Vivi. Ma soprattutto insieme.
Si affiancarono l'uno all'altra, senza parole.Perchè delle parole non c'era alcun bisogno.
Solo una, forse, aveva il dirittto di essere usata in quell'occasione.
Narnia.


NOTE DELL'AUTRICE:
Nascosta dietro il sipario per paura dei pomodori (o di peggio!) che chiede umilmente il vostro perdono per il ritardo.
Mi dispiace davvero tanto, ma il computer faceva i capricci e non mi lasciava connettere alla rete. Spero comunque che continuiate a seguire la storia e che il capitolo vi piaccia, anche se non è presente molta azione. Ringrazio Eynis96 e soffio per le rencensioni e per coloro che hanno inserito la storia tra le seguite.
Ringrazio anche solo chi ha letto la storia, ma vi prego, che vi costano due righe di commentino?? Please!
Fatemi sapere se devo continuare o rifugiarmi in un monastero in Bhutan!
Alla prossima!
Un bacio, vostra, jade31.

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Capitolo 4
*** Può l'impossibile diventare possibile? ***


Capitolo 4 : Può l'impossibile diventare possibile?
Ed eccomi finalmente qui con il nuovo capitolo! L'ho pubblicato in anticipo perchè penso che ve lo meritiate, visto quanto avete aspettato!
Piccola premessa : Manthius è il centauro che abbiamo visto ne "Il Principe Caspian", quello di colore... ho dovuto chiamarlo Manthius perchè non me ne ricordo il nome sinceramente...
Come sempre, i personaggi descritti appartengono a C.S. Lewis e io non ho alcun diritto su di essi, la stori è scritta senza alcuno scopo di lucro ma per puro diletto
Ringrazio tutti per le recensioni!
Detto questo, vi lascio finalmente alla lettura del capitolo.


Può l'impossibile diventare possibile?

I Pevensie stavano osservando Cair Paravel per la quarta volta, e ancora non riuscivano a capacitarsene.
Quante volte, di notte, avevano sognato di ritrovarsi nei boschi, nelle acque e nelle città del luogo che ormai consideravano una seconda casa.
Quante volte, a scuola o a casa, avevano chiuso gli occhi su Londra, sperando di ritrovarsi lì.
E proprio ora che era successo, loro non riuscivano a crederci.
Eppure ogni cosa era reale, dalla terra sotto i loro piedi al cielo sopra le loro teste, dal minuscolo filo d'erba al venticello che lo scuoteva.
Ed fu il primo a riscuotersi. Dopo di lui toccò a Susan e poi a Peter, finchè anche Lucy, a malincuore, riportò la propria attenzione sui fratelli.
- Io me lo sentivo che prima o poi saremmo tornati - esclamò, mentre i suoi occhi brillavano di gioia.
- Ma è impossibile! Aslan ci ha detto chiaramente che l'ultimo sarebbe stato il nostro ultimo viaggio - fece prontamente notare Susan.
- Penso che la cosa più sensata da fare ora sia arrivare al castello. Una volta lì ... beh, vedremo cosa fare - non per niente Edmund era chiamato "Il Giusto".
La strada era lunga, nonostante l'ingannevole e onnipresente figura di Cair Paravel; fortunatamente una sagoma familiare apparve tra gli arbusti, in un boschetto antistante al percorso dei quattro fratelli.
- PCA! - Lucy corse verso l'amico, che non era cambiato di una virgola, rispetto all'ultima volta che lo aveva visto, tranne forse per qualche filo grigio tra la barba e i capelli rossicci.
Il nano rispose all'abbraccio, stringendo la ragazza tra le sue piccole braccia.
- Vostra Maestà, siete cresciuta! - furono le sue prime parole, dopo essersi discostato da Lucy.
- E vi siete fatta anche più bella! - continuò.
- Ti ringrazio! - rispose la ragazza.
A quel punto anche gli altri tre sovrani si avvicinarono, felici di rivedere un volto conosciuto.
- Ma ci siete anche voi! Come, com'è possibile? - la faccia di Briscola era, per la prima volta in vita sua, dubbiosa e sorpresa.
- Briscola - si fece avanti Peter, stringendogli la mano.
- E' un piacere rivederti - disse Edmund, dandogli una pacca sulla schiena.
- Re Edmund, la vostra forza è maggiore dell'ultima volta che ci siamo confrontati - rise il nano.
L'ultima a farsi avanti fu Susan, come sempre in tutto il suo splendore.
- Mia Regina, siete bella come il sole - disse Briscola ammirandola - Re Caspian non rimarrà di sicuro impassibile quando vi rivedrà -.
A quella frase Susan non potè impedire al suo cuore di perdere un battito.
- Vuol dire che è ancora vivo? - chiese.
- Mia Signora, non sono passati più di tre anni da quando la Regina Lucy e Re Edmund se ne sono andati ... perdonatemi ma non può certo essere morto di vecchiaia ... - e tutti si lasciarono sfuggire una risata, ma Peter continuava a ripensare all'espressione di Susan e si preoccupava: era ancora innamorata di lui?
Gli dava fastidio l'idea, ma avrebbe dato di tutto, perchè lei avesse la sua felicità, anche se avesse significato rinunciare alla propria.
- Venite! Se ci muoviamo possiamo arrivare al castello per cena - disse Briscola.
- Cena?! - a quella parola lo stomaco di Edmund si risvegliò bruscamente; il ragazzo iniziò a procedere con passo spedito lungo il sentiero, ma si accorse che gli mancava qualcosa. Tornò indietro e sotto gli occhi stupefatti di tutti, prese Lucy per mano. La ragazza, inizialmente interdetta, sorrise tra sè e gliela strinse a sua volta.
Susan e Peter si scambiarono uno sguardo interrogativo, ma poi alzarono contemporaneamente le spalle e si incamminarono anche loro, l'uno a fianco dell'altra, tra il lieve frusciare dei vestiti e il sempre lieve sfiorarsi delle loro dita.
Tutto questo caos nel caos era sotto gli occhi di Briscola e della guardia reale, ugualmente confusi, ma anche stranamente consapevoli, o almeno il primo dei due, che continuava testardamente a scuotere la testa a destra e a sinistra; i suoi erano movimenti inframmezzati da risate strozzate e appena appena udibili, volte alla situazione presente, ma anche ad una passata ... Briscola ricordava vagamente la leggenda sui primi sovrani di Narnia dopo Aslan.
Erano Re e Regina; un figlio di Adamo e una figlia di Eva, che dalla loro unione felice, diedero alla luce i primi esseri umani di Narnia.
Qual'era la comicità? Qual'era il legame tra i due sovrani passati e quelli di fronte a lui?
Briscola non lo sapeva con precisione. Forse il  fatto che i primi, come i secondi, prima di essere Re e Regina, marito e moglie, padre e madre, furono nient'altro di più che fratello e sorella.
Il nano si avviò sorridendo furbamente, dietro gli antichi sovrani, mentre il sole rosso si calava oltre l'orizzonte.
"Forse la leggenda sarebbe rivissuta ancora una volta".

Quando giunsero davanti all'ingresso di Cair Paravel, a ciascuno di loro ritornò in mente la volta che ne varcarono la soglia: era la loro prima esperienza a Narnia e quell'avventura sarebbe sempre rimasta la più spettacolare, perchè era quella in cui la loro vita era cambiata e in cui ogni loro convinzione era stata stravolta dalla meraviglia.
Briscola si fece avanti e battè due volte il pugno sulla superficie in legno del portone principale; l'attesa li snervava, ma fortunatamente, dopo pochi minuti la porta si aprì, lasciando intravedere un'anziana donna, probabilmente la governante.
- Siete tornato prima del previsto ... - si rivolse al nano e poi alzò lo sguardo verso gli altri presenti.
- Oh dei del cielo ... ma voi ... voi siete i sovrani dell'età dell'oro - nei suoi occhi si leggeva la pura incredulità.
- Antea, chiama Manthius e avverti il Re e la Regina che hanno visite ... - disse Briscola sorridendo.
La donna sparì velocemente dalla loro vista. Susan era leggermente confusa ... Briscola aveva detto Regina ... ciò significava che ...
- Vostre Maestà! - Manthius era apparso pochi attimi dopo la governante.
- Manthius, sono davvero felice di rivederti! - lui e Peter si scambiarono un abbraccio.
- Vale lo stesso per me - rispose fiero il centauro - Venite, vi faccio entrare. Il Re vi sta aspettando. -
Si accodarono tutti dietro di lui e percorsero due corridoi: uno era quello che portava alla loro meta, l'altro era quello dei ricordi e di ogni singolo momento passato tra quelle mura. Arrivarono finalmente alla Sala del Trono e ognuno dei quattro fratelli dovette prepararsi psicologicamente al problema che affliggeva Narnia, vista la loro presenza lì.
Che cosa avrebbero trovato? Una guerra? Una catastrofe naturale imminente? A quanto pare era arrivato il momento della verità.
La porta aperta davanti a loro rivelò che la stanza non era cambiata granchè, a parte forse qualche variazione nel colore della tappezzeria.
Il primo a fare il suo ingresso fu Manthius, seguito da Briscola; si inchinarono davanti alle due figure presenti dall'altro lato della sala. Ma osservandole bene, ci si accorgeva che le figure erano tre, e a quanto pare la presenza della terza era alquanto inattesa.
- Oh Mio Signore ... non credevo foste occupato - era Briscola, e il suo tono di voce era leggermente confuso.
- Mi avevi detto che abbiamo delle visite ... allora, di chi si tratta? - era Caspian. A Susan la sua voce non era mai mancata così tanto. I fratelli sentirono dei passi dirigersi verso di loro e il nano li invitò ad entrare.
Dalla stanza proveniva una luce strana, insolita e a prima vista soffusa e quasi stellare. Quando misero a fuoco la sala, davanti a loro c'erano Caspian, una bella donna, fonte della strana luce e Aslan. Ecco dunque rivelato il mistero della terza identità.
Il Re li stava guardando come se non credesse davvero alla loro presenza lì. Non era cambiato molto: i capelli erano sempre della stessa lunghezza e dello stesso color castano brillante. Puntini di barba gli coloravano le guance, ma erano davvero pochi e gli donavano; negli occhi danzava ancora la stessa fiamma che Peter aveva visto in lui al loro primo incontro. L'unica differenza era che aveva messo su più muscoli e non era certamente un cambiamento in peggio, anzi. Il suo sguardo si puntò su Susan e le labbra sillabarono silenziosamente il suo nome. Gli occhi azzurri di lei rilucevano e sembravano della stessa tonalità del punto in cui il cielo si tuffa nel mare.
Il sorriso che le colorò le labbra fu come quello di molti anni prima, quando lui le aveva lanciato il primo sguardo.
-  Padre! - un ragazzino biondo fece precipitosamente ingresso nella stanza e si fermò di fronte a Caspian. - Padre vi prego, dite a Manthius di insegnarmi a cavalcare! -
La donna splendente dai lunghi capelli color dell'alba, fino ad allora immobile, si diresse verso il bambino e lo prese in braccio..
- Rilian, quante volte ti ho detto di non interrompere papà quando è impegnato? - lo sgridò dolcemente, ma poi gli diede un buffetto sul naso. Caspian si avvicinò ai due e si rivolse a Rilian - Tua madre ha ragione; parlavamo di cose importanti con degli amici. Và da Antea e aspettaci lì, del cavalcare ne riparleremo -
- Ma almeno qualcuno mi può insegnare a tirare con l'arco? - fece ancora il bambino, implorando il padre con gli occhi.
- Ma certo! Non lo sai che tua madre Lilliandil è bravissima al tiro con l'arco? - scherzò Caspian.
- Ma papà, cosa dici? La mamma non è capace di fare proprio niente, e non può neanche insegarmelo! - protestò Rilian. La donna arrosì, offesa dal commento del figlio.
- Rilian, ma cosa dici? - lo rimproverò senza alzare lo sguardo sui sovrani dell'età dell'oro.
- Ma mamma, mi hai detto tu che devo dire sempre la verita, e io la sto dicendo! - il ragazzino era confuso.
Edmund mascherò con un improvviso attacco di tosse quello che in realtà era un forte attacco di riso. Caspian si passò una mano sul viso. Susan sorrise sotto i baffi.
- E poi, io con l'arco voglio diventare bravo come la Regina Susan ... Mamma, Papà, ma perchè non siete bravi come lei o come Re Peter con la spada o come Re Edmund e litigate sempre o come La Valorosa e rifiutate sempre di combattere?? Siete noiosi! -  I due genitori erano interdetti e ormai l'attacco di risa si era esteso a chiunque non fossero loro due nella stanza.
Rilian scese dalle braccia della madre e si voltò finalmente verso i Pevensie. Dopo averli osservati spalancò gli occhi e la bocca, inspirando tutta l'aria possibile. Si diresse verso di loro, incantato e si fermò davanti a Susan dopo aver fissato con occhi sognanti Lucy.
- Voi dovete essere la Dolce ... mio padre mi ha parlato molto di voi ... - e diresse uno sguardo furbetto verso Caspian, che assunse un'espressione imbarazzata.
- Siete davvero bella Mia Signora . E voi,Regina Lucy, risplendete come la luna -
Peter e Edmund erano leggermente irraitati dai complimenti del bambino.
Lucy gli si avvicinò e gli regalò una carezza sulla guancia - Ti ringrazio piccolo -. Edmund si accostò a Peter - Con me non fa mai così però! -
Susan, commossa a quella visione, nonstante il suo cuore fosse a pezzi dopo quello che aveva scoperto, si chinò all'altezza di Rilian e gli sorrise radiosa - Ti ringrazio e tu sei un bambino dolcissimo, lo sai? - lui arrossì e corse a rifugiarsi dalla madre.
- Dunque, continuiamo così, o possiamo cercare di capire come mai siamo ritornati? - Peter era leggermente nervoso e spostava il peso da un piede all'altro. Briscola sorrise tra sè e sè. Lilliandil intanto accompagnò il figlio fuori dalla stanza e poi ritornò velocemente dentro.
- Peter, non essere impaziente, avrai ogni risposta a suo tempo - si era fatto avanti Aslan, maestoso ed imponente. Lucy esclamò il suo nome e corse ad abbracciarlo e lui emise la sua solita risata possente. - Mia cara Lucy, sono molto felice di rivederti , ma come tutti ben sapete - disse rivolgendosi agli altri fratelli - C'è sempre qualche nuovo problema a Narnia e, indipendentemente da me, la nostra bellissima terra deve aver avvertito il pericolo, così vi ha richiamati a sè -
- Oh no ... che cosa è successo questa volta? - esclamò Edmund, passandosi una mano sulla fronte.
- Beh, è cominciato tutto qualche mese fa ... - iniziò Caspian - Hanno iniziato a sparire delle persone e dopo pochi giorni venivano ritrovate morte , completamente dissanguate e con degli strani simboli disegnati sul corpo, con la cenere - mentre ne parlava, cercava di mantenere la voce il più ferma possibile.
- Manthius si è trovato in mezzo ad uno dei rapimenti ed è quasi riuscito a predere uno degli aggressori, ma quello,, appeno girato l'angolo, è sparito in una nuvola di fuoco.
- W.O.W. ... Questo sì che non si sente tutti i giorni ... - fu il commento di Edmund.
- Avete aumentato il numero di guardie in città? - chiese Peter, iniziando a girovagare per la sala.
- Sì, ma a quanto para più sorveglianzo non serve a niente. Per un pò di tempo, le sparizioni si sono ridotte, e abbiamo sperato che il problema si risolvesse da solo, ma circa due settimane fa è ricominciato tutto e le aggressioni stanno addirittura aumentando - proruppe Caspian pensieroso.
- Quindi ci sono periodi di tmepo in cui questi fenomeni aumentano ed altri in cui diminuiscono, giusto? - chiese Susan riflettendo. Caspain annuì.
- Che cosa ne pensi Sue? - chiese Peter.
- Potrebbe trattarsi di un rituale ... insomma, se ci pensate, a Narnia più che in qualsiasi altro luogo esiste la magia, ma in tutti i nostri viaggi, abbiamo potuto vedere che non sempre viene usata pe runa giusta causa - disse la Dolce.
- Potrebbe anche essere ... non ci avevamo riflettuto prima - ragionò Caspian.
- Ah no?! E come mai? - chiese Peter, leggermente frustrato.
- Semplicemente perchè, dopo la scomparsa della Strega Bianca, pensavamo non ce ne fosse bisogno. Eravamo convinti che la magia sarebbe stata usata per scopi più onorevoli - ribattè Caspian, altrettanto frustrato.
- Beh, avreste dovuto pensarci! - concluse Peter.
- Solo perchè sei il Sovrano Supremo non ti puoi permettere ... -  - Basta! Ora basta! - Susan si era interposta tra i due, che si erano avvicinati pericolosamente - Smettetela di comportarvi da bambini! Stiamo parlando di cose serie - disse, rossa in viso.
- Susan ha ragione, giovani Re. Questo non è proprio il momento adatto per diatribe infantili - proruppe Aslan.
- Già. anche perchè mi pare che Re Peter non abbia il minimo diritto di criticare Caspian, quando non si è fatto vedere per anni! - era stata Lilliandil a parlare.
Susan, che dal canto suo era sempre stata d'indole calma e pacifista, a quelle parole contro il fratello, scoppiò.
- Che cos'avete detto? - si rivolse alla donna con sguardo minaccioso. - Incredibile, riesce a darle del "lei" anche mentre è arrabbiata nera! - constatò Edmund, che non resisteva mai ad una rissa tra donne. Lucy gli rifilò una gomitata tra le costole e il sorriso sparì dalle labbra del ragazzo.
- Come vi permettete di formulare un giudizio su una persona che nemmeno conoscete?! E in ogni caso, c'eravamo NOI, quando voi non eravate nemmeno un'idea nelle menti dei vostri genitori! - sbottò la Dolce, che in quel momento non lo sembrava poi così tanto. Peter era sbalordito e leggermente confuso, ma gli piaceva questa nuova Susan; sorrise sotto i baffi.
- Ah sì?! Ma è stato il tuo caro fratello a portare alla morte molti dei nostri uomini nell'attacco al castello di Re Miraz! - ribattè l'altra.
Per Susan era ormai una questione personale.
- Le ripeto: lei c'era per caso? Sa cos'è successo? Glielo dico io cos'è successo! Colpa di Caspian! Doveva rispettare gli ordini e arrivare prima! - Il poveretto stava tentando inutilmente di far desistere la moglie da quell'impresa suicida.
- Il tuo Re Peter è solo un concentrato di muscoli e arroganza! Del resto come voi! Come si dice? Tutta apparenza e niente sostanza! -
- Oh, questo è un colpo basso - si intromise Peter, in difesa della sorella, ma lei lo escluse di nuovo.
- Zitto tu! Me la cavo benissimo da sola! - il ragazzo indietreggò alzando le mani in segno di resa.
-
Osate dire che conoscete i fatti meglio di chi li ha vissuti sulla propria pelle? Di chi ha vissuto la sofferenza e la tristezza, assorbendole da tutte le persone che dipendevano da lei? Volete davvero dire che noi, che siamo quasi morti per questa terra, siamo solo apparenza? Mi state davvero sfidando a questo gioco? - chiese apertamente all'altra.
- Se anche fosse? - ribattè l'altra, mogia e colpita dalle parole dell'avversaria e dal loro significato - Si dà il caso che Caspian sia mio marito e ... - s'interruppe subito vedendo la minaccia velata negli occhi della Dolce.
- E si dà il caso che Peter sia il mio ... fratello - disse arrossendo - Fa parte della mia famiglia. E si dà dunque il caso che io sia disposta a tutto pur di difendere la mia famiglia - chiarì allusiva. Quando la discussione fu finalmente chiusa, Susan tornò a fianco del fratello.
- Ehi, Sue - le sussurrò lui.
- Dimmi - rispose lei , con le guance ancora arrossate.
- Grazie sorellina - confessò.
-  Figurati. Tutto per te, Pete - bisbigliò in risposta. Quelle parole fecero sorridere Peter.
- Bene,e sistemato anche questo, possiamo finalmente tornare al problema principale. Per questa notte propongo, se qualcuno non scatenerà una discussione anche su questo, di lasciare una sentinella di guardia e vedere che succede - disse Edmund.
- Penso che tu abbia ragione. Abbiamo tutti bisogno di un pò di riposo - concordò Lucy.
- D'accordo. Farò in modo che Antea prepari le vostre stanze - Lilliandil, contrita, uscì velocemente dalla stanza.
- Penso che possiamo anche accomodarci a tavola - disse Caspian, invitandoli ad incamminarsi, mentre la moglie tornava al suo fianco.
- Miei cari, temo proprio di dovervi lasciare. Avete compiuto un lungo viaggio e in vista delle imprese future credo abbiate bisogno di riposare. In ogni caso domani sarò di nuovo qui. Ho bisogno di discutere di alcune questioni con voi, figli di Adamo figlie di Eva - e con queste parole, Aslan si congedò incamminandosi lungo il corridoio che portava al ingresso. I sei rimasero a guardarlo, finchè la sua sagoma non svanì sotto i loro occhi.
I quattro fratelli erano in effetti sfiniti, dal viaggio e anche dalla conversazione appena avvenuta e non vedevano l'ora che quella giornata terminasse.
A tavola, fu servita una portata di pesce fumante che riscaldò lo stomaco di tutti. Fra il tintinnio delle posate prese piede la domanda di Caspian.
- Allora, Susan, ti sei ... sposata? -
Peter, ancora la forchetta in mano, rischiò di strozzarsi con l'insalata mentre Edmund si tratteneva dallo scoppiare a ridere e gli assestava delle pacche sulla schiena per aiutarlo. Susan lanciò un'occhiataccia al fratello maggiore che in risposta alzò le spalle e scosse la testa, come a dire che Caspian era davvero un'idiota; allora la sorella gli sorrise e poi deglutì, passandosi sulle labbra il tovagliolo bianco.
- Ehm ... no, diciamo che avere un uomo nella mia vita non è la mia priorità al momento - affermò seria.
- Ah. Beh, questo è un bene - rispose Caspian sovrappensiero.
Tutti si voltarono verso di lui, sbalorditi, e quando se ne accorse, arrossì violentemente.
- Cioè, voglio dire ... è un bene che ... che Susan non abbia preoccupazioni da quel punto di vista -
Edmund scosse la testa, divertito.
- Credo proprio che invece Susan ne abbia di queste preoccupazioni, non è vero? Gli uomini non le mancano di certo ... - proruppe lanciando un'occhiata a Peter. Lui sgranò gli occhi all'indirizzo di Ed e la sua espressione sembrava dire "Ma sei completamente impazzito????".
Il telmarino lo guardò interrogativo ma, non ricevendo risposta, lasciò cadere la questione.
- Piuttosto, è Lucy quella a cui ci dovremo rivolgere riguardo all'argomento fidanzati ... - disse Susan con uno sguardo malizioso alla sorella.
Il Giusto drizzò le orecchie.
- Di cosa parli? - Lucy si guardò intorno, facendo finta di niente.
- Dai, lo sai, quell'Aaron di cui mi hai raccontato, il ragazzo nuovo, quello americano. Non è lui che ti ha baciata? -
- COSA?? - Edmund scoppiò, alzandosi in piedi e battendo i palmi delle mani sul piano di legno - Tu hai baciato un ragazzo? - i suoi occhi sembravano di fuoco.
- Edmund, calmati. Non è mica il primo che ho baciato ... -
- CHE COSA? Ma santoddio, hai solo diciassette anni, non dovresti nemmeno sapere cos' è un bacio! -
- Ma Ed, tu hai dato il tuo primo bacio a quindic'anni! -
- NON è LA STESSA COSA! I ragazzi maturano prima da quel punto di vista! - Edmund non sapeva più cosa inventarsi, ma non riusciva a contenere l'irritazione.
Lucy era atterrita - Non dici sul serio vero? Perchè io stasera non ti capisco proprio! Scusate ma me ne vado a letto, perchè sono stanca e, a quanto pare, alle mie labbra piace stare sulla bocca di tutti qua dentro! - la ragazza se ne andò inviperita, tra lo svolazzare delle pieghe della sua gonna.
Adesso era Caspian a ridersela. Edmund se ne accorse.
- Mi vuoi spiegare cosa diavolo ci trovi da ridere? - che anche Caspian lo deridesse non gli andava proprio giù. E poi era sbalordito. Perchè mai aveva reagito così?
Mai aveva avuto una tale reazione alla scoperta di un semplice bacio. Ma Lucy era sua sorella! Chiunque fosse stato quel disgraziato, quell'Aaron, lo avrebbe trovato e poi ...
- Mio Signore! - Manthius irruppe nella stanza.
- Che succede? - Caspian era allarmato.
- Fuori dal castello c'è uno degli aggressori. Si è manifestato dal nulla Vostra Altezza e chiede di parlare con le Regine - Susan e Lialliandil si alzarono di scatto.
- Perdonatemi Mia Regina - Manthius si rivolse alla seconda - l'uomo chiede della Dolce e della Valorosa - la donna annuì, arretrando. Susan se ne vergognò, ma per un attimo provò una completa soddisfazione.
- Allora va a recuperare la Regina Lucy. E' nelle sue stanze. - disse Peter.
- Sì, Vostra Maestà - il centauro sparì al piano superiore mentre i sovrani si preparavano ad affrontare l'ennesima minaccia che avrebbe travolto le loro vite.


Note dell'autrice :    Allora, che cosa ne pensate di questa ripresa? Spero con tutto il cuore che ne siate soddisfatti! Che cosa vorrà mai lo sconosciuto dalle nostre Regine? E che cosa ne pensate di Lilliandil? Vi sta simpatica? (A me no, e penso sia anche emerso!)
Vi prego di recensire così potrò capire se la storia è a buoni livelli e so che ho detto che non avrei abbandonato questa storia, ma se non ci saranno almeno 7 recensioni non so se continuerò, visto che la la storia sembra non essere molto seguita e mi dispiacerebbe tanto per chi invece ci tiene come me.
Ringrazio ancora tutti coloro che hanno recensito e che seguono la mia fic!

P.S. In futuro potrei cambiare il titolo della storia perchè un'altra fanfic ha lo stesso nome e credo di averne trovato un più adatto!
Alla prossima,  Jade31.


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Capitolo 5
*** SONO MORTIFICATA ***


Ragazzi/e, lo sono "l'autrice" peggiore del mondo, non aggiorno praticamente da un anno e già prima avevo fatto una pausa colossale... come avrete visto però, è da un po' che non pubblico più niente in generale questi anni sono davvero brutti per me, tra l'essere rimandata e avere problemi in famiglia, ma nonostante questo, la scrittura e la musica sono le uniche cose che mi aiutano e che mi permettono di "fuggire". Non sono qui per dirvi che abbandonerò la storia, perché non è quello che voglio e sento che non sarebbe giusto e non sono qui nemmeno per obbligarvi ad aspettare in eterno, ma semplicemente a chiedervi di essere molto pazienti, sempre se volete. Del prossimo capitolo ho scritto diversi inizi e già questo è un problema, perché io ho sempre troppe idee ma non ne metto in pratica nemmeno una... l'unica cosa certa è che ci sarà un Edmund gelosetto, spero che vi farà piacere :). Detto questo, spero davvero che abbiate pazienza per i miei tempi (anzi, per le mie ere!), ma se siete stanchi di aspettare capisco benissimo e vi ringrazio comunque moltissimo di avermi seguito fino ad ora in questa bellissima avventura! Un bacio a tutti, Jade31.

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