Never say never

di DropDead
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** The same damn problem ***
Capitolo 2: *** Younger now than we were before ***
Capitolo 3: *** As far as the eye can see ***
Capitolo 4: *** All is crumbling ***
Capitolo 5: *** I will be your guardian ***
Capitolo 6: *** Some things we don't talk about ***
Capitolo 7: *** We're falling apart ***
Capitolo 8: *** Together all the while ***



Capitolo 1
*** The same damn problem ***


Never say never

 1. The same damn problem;

Hermione stava letteralmente mettendo a soqquadro la stanza per essere sicura di non dimenticare niente prima della partenza. Libri,vestiti,trucchi,profumi.. ormai tutto si trovava buttato alla rinfusa in una piccola valigia già dotata di Incantesimo Estensivo.
Partiva,sì.
Partiva per tentare di ritrovare i suoi genitori.
Partiva per tentare di ritrovare se stessa.
Dopo la guerra,tante cose erano cambiate. Troppe.
Non si sentiva più in pace,aveva bisogno di schiarirsi le idee,di cambiare aria per un bel po'.
Si guardò intorno. Dio,quanto adorava quella casa. Si sentiva parte di quella famiglia,si sentiva amata come una figlia,d'altronde il signor e la signora Weasley l'avevano sempre considerata tale.
Eppure..
Lei due genitori li aveva già. E in quel momento non sapevano neanche di essere i suoi genitori. Si trovavano in una città sperduta dell'Australia,sotto falso nome,procedevano la loro vita come se non avessero mai avuto una figlia.
Non poteva permettere che le cose continuassero così.
Ficcò l'ultima pila di libri in valigia e,sospirando,si sedette sul letto. Fuori dalla finestra,Ron,Harry,Bill e George stavano giocando tranquillamente a Quidditch e la ragazza sorrise; stava tornando tutto alla normalità,la vita stava continuando.
Si sentiva troppo quel vuoto,però. Il vuoto lasciato da Fred,da Tonks,da Lupin.. da tutti quelli che,pur di proteggerli,erano morti.
Un leggero bussare di porta la scosse dai suoi pensieri. «Hermione?» chiamò Ginny timidamente. «Posso entrare?»
La riccia acconsentì e la rossa chioma di Ginny spuntò da dietro la porta.
«Allora è tutto pronto» mormorò guardandosi intorno. Ricordava ancora quando Charlie se ne stava in quella camera,tutti i suoi poster sulle pareti,i suoi vestiti buttati alla rinfusa sul letto,le miniature dei draghi che teneva sulla mensola.. Ricordava la stretta al cuore che aveva provato,quando lui aveva deciso di andarsene,nel vedere quella stanza spoglia. Da quando se n'era andato,quella stanza era sempre stata di Hermione,pronta ad accoglierla ogni volta che decideva di venire a trovarli. Ed ora,vederla nuovamente spoglia,senza le pile di libri,senza i vestiti ordinatamente piegati,senza i rotoli di pergamena sulla scrivania le causò la stessa stretta. «Pronta a partire?»
«Credo» sospirò Hermione,sistemandosi i capelli in una morbida coda.
Ginny la guardò,con un misto di tristezza e preoccupazione. «Mi raccomando,stai..»
«Attenta» concluse l'amica. «Tranquilla,tornerò prima che possiate dimenticarvi di me» aggiunse con un mezzo sorriso,tentando di alleggerire la situazione.
Ma Ginny non rise,si limitò ad avvicinarsi ed abbracciarla. «Mi mancherai» mormorò con voce spezzata.
Hermione non rispose. Strinse forte a se la sua migliore amica,sentendo le lacrime che iniziavano a pizzicarle gli occhi. Era difficile andarsene,era difficile andarsene da sola,lasciare lì tutte le persone a cui voleva più bene. Ginny,Harry,Ron.. A questo pensiero sentì il suo stomaco capovolgersi e dovette staccarsi dalla ragazza per evitare di esser colpita dai singhiozzi.
Ginny notò gli occhi arrossati della ragazza e capì. «Non gliel'hai ancora detto,vero?» disse gettando lo sguardo fuori dalla finestra.
Hermione scosse lievemente la testa. «Lo dirò sia a lui che ad Harry stasera,non vedo perchè dovrei..»
«E da quando consideri Ron e Harry allo stesso modo?» la interruppe bruscamente Ginny.
«Che vuoi dire?»
«Voglio dire» continuò la rossa portandosi a sedere sul letto. «Che al tuo migliore amico puoi anche dire di aver preso questa decisione e di voler partire domani,ma a Ron no»
«Anche Ron è il mio migliore amico» borbottò la riccia,sentendo le guance arrossarsi.
Ginny emise uno sbuffo,un misto tra ironico e scocciato. «Sai che non è vero»
Hermione guardò fuori dalla finestra verso il cortile,in cui i quattro ragazzi avevano smesso di giocare e si erano seduti tranquillamente sull'erba.
«Era tanto che non vedevo Bill giocare a Quidditch» mormorò Ginny cambiando argomento. «Da quando ha conosciuto Fleur,non aveva più tempo per una partita con noi. L'abbiamo sempre visto così poco.. eppure sembra ieri che giocavamo tutti insieme,quando ancora cercavano di insegnarmi a stare sulla scopa» la rossa sorrise,ricordando i tempi in cui tutto ancora andava bene. «Ricordo che una volta mi trascinarono fino in cima all'albero più alto della collina e io ridevo,ridevo come una matta,tanto che persi l'equilibrio e caddi. Fortunatamente c'era l'albero sotto di me,ma mamma si arrabbiò tantissimo,soprattutto con Fred che..» a pronunciare quel nome,si bloccò.
Hermione la fissò rabbuiarsi,mentre delle silenziose lacrime iniziavano a solcare le sue guance pallide. «Mi diceva sempre che ero una ragazza coraggiosa» proseguì lei,con tutt'altro tono. «Che avrei saputo affrontare qualsiasi cosa. E.. ed era contento di me e Harry,perchè sapeva che non mi avrebbe mai fatto soffrire,e..» si interruppe,la voce ormai mozzata.
Hermione si sedette di fianco a lei,abbracciandola,mentre la rossa iniziava a singhiozzare. «M-mi manca.. mi manca tanto..» balbettò tra i singhiozzi,incapace di trattenersi. Hermione si limitò ad accarezzarle i capelli,tentando di calmarla.
Non c'erano bisogno di altre parole,in quel momento.
Era così che Fred li aveva lasciati: nel silenzio. Un silenzio che nessun altro avrebbe mai potuto riempire.




Eccomi di nuovo con un altro Missing Moments,o meglio dire,uno dei momenti che si potrebbero collocare prima del famigerato "19 anni dopo" :)
Beh,fatemi sapere cosa ne pensate,ci tengo molto! Altrimenti non ne vale la pena,di continuarla :P
Un saluto e al prossimo capitolo!
^^

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Capitolo 2
*** Younger now than we were before ***


Never say never

2. Younger now than we were before;

«Vuoi che ti vada a chiamare Ron?» mormorò Ginny dopo qualche minuto,quando si riprese. Si asciugò le lacrime con il dorso della mano,alzandosi verso la porta. Strinse saldamente la maniglia nella mano e si voltò a fissare l'amica,in attesa di una risposta.
Quest'ultima rimase immobile seduta sul letto,valutando cos'era più giusto fare. Ron,già. Ron doveva saperlo.
«O-ok» balbettò alla fine,diventando improvvisamente rossa. Il che scaturì un fugace sorrisetto sulle labbra di Ginny.
Vide l'amica scomparire dietro la porta e si sentì di colpo sola; ricominciò a trafficare con i bagagli,ma la sua mente ormai era distratta.
Ripensava alla guerra,per la millesima volta.
A tutte le persone che avevano perso.
Tutte le persone che si erano sacrificate per loro.
Potevano ricominciare ora,è vero,ci stavano riuscendo. Ma i ricordi non se ne sarebbero mai andati.
Il male era sconfitto,era sparito,ma non dalle loro menti. Lì sarebbe rimasto,sempre.
Sospirò,guardando fuori dalla finestra. Ron non era più seduto con gli altri,il suo posto era stato occupato da Ginny che,prontamente,si era seduta di fianco ad Harry e ora aveva lo sguardo perso davanti a se,la testa poggiata sulla sua spalla.
Quindi presto Ron sarebbe arrivato lì. E infatti..
«Hermione,posso entrare?» la sua voce giunse da dietro la porta. La ragazza sorrise tristemente,prima di mormorare un flebile "Sì".
Il ragazzo entrò nella stanza. «Mi ha detto Ginny che mi..» si interruppe,nel vedere la camera spoglia e una piccola valigia poggiata per terra. Ci mise un paio di secondi per formulare la balbettante frase: «Che diamine succede?»
Hermione sospirò,avvicinandosi al ragazzo. «Parto per l'Australia domani,Ron. Ho bisogno di trovare i miei genitori e ho bisogno di trovarli al più presto» disse tutto d'un fiato,evitando di guardarlo negli occhi.
Ron,d'altro canto,rimase in silenzio per qualche secondo. «Ah» mormorò dopo un po'. «B-bene.. hai fatto bene a dirmelo»
La ragazza lo guardò senza capire. «Perchè?»
«Come perchè?» disse lui,riprendendosi. «Io vengo con te,logico»
Lo disse come se fosse la cosa più naturale di questo mondo. Hermione fece un debole sorriso; voleva buttarsi tra le sue braccia,ringraziarlo,dirgli che lo adorava per questo,che non se ne sarebbe mai andata senza di lui.. ma sapeva di non poterlo fare. Tirò su col naso e scosse la testa. «Devi rimanere qui,devo andare da sola. E' giusto così»
«Non se ne parla neanche» tagliò corto lui. «Non ti lascio andare da sola fin laggiù»
Hermione sbuffò,ironicamente. «Dopo che abbiamo rischiato la vita per chissà quanto,pensi che non sarei in grado di intraprendere un viaggio da sola?»
«Certo che saresti in grado,lo so. Ma tu da sola non ci vai»
Ecco,stavano di nuovo litigando.
«Si tratta dei miei genitori,è giusto che vada io. Non cercare di farmi cambiare idea» sbraitò lei,marciando verso la valigia e controllando freneticamente per la millesima volta che ci fosse tutto.
«Non ce la farai mai da sola,ti servirà aiuto!» rispose lui di rimando,non muovendosi dalla sua postazione.
La ragazza sospirò,questa volta con un leggero tono esasperato. «Ron,tu hai bisogno di stare con la tua famiglia e..»
«No,io ho bisogno di stare con te!» esclamò lui avvicinandosi.
Hermione tacque per qualche istante. Era riuscito a lasciarla senza parole. «Non riuscirei a stare senza di te» mormorò lui timidamente,mentre le orecchie gli andavano a fuoco. «Non più,ormai». Le prese le guance tra le mani,appoggiando la fronte alla sua.
Hermione chiuse gli occhi,godendo di quel contatto.
Sapeva bene a cosa si riferiva il ragazzo,lo sapevano bene tutti e due,non c'era bisogno di pronunciarlo.
Amore.
Amore e paura.
«Lo so,Ron» mormorò dopo qualche secondo. «E.. credimi,è lo stesso per me. Ma,davvero,ho bisogno di andare da sola. Ho bisogno di stare lontano per un po' da..tutto»
Ron lì si arrese; alla fine sapeva di non poterla costringere,era in grado di prendere le sue decisioni da sola.
Tristemente,annuì. La abbracciò,sprofondando il viso nel suo collo e inspirando profondamente il suo profumo. «Non voglio essere egoista,so che sei forte e che riuscirai a cavartela benissimo da sola. E' solo che..» alzò la testa per poterla guardare negli occhi. «E' difficile lasciarti andare»
«Non so quanto ci vorrà,ma cercherò sicuramente di fare il più in fretta possibile. Sarà un periodo misero. Come una delle solite estati che passiamo in posti diversi» aggiunse sorridendo,anche se sapeva in cuor suo che non era esattamente la verità.
Eppure tante volte era successo che si trovassero costretti a passare le vacanze in luoghi diversi e mai era stato così difficile. Prima erano più giovani,le cose erano più semplici. Ora erano cresciuti,ma in qualche modo dentro di loro erano ancora piccoli,avrebbero voluto lamentarsi e urlare "No,non ci separiamo".
Ma sapevano che le cose dovevano andare così.
«Mi aspetterai?» mormorò la ragazza,appoggiandosi alla sua fronte.
Ron sorrise. «Ti ho aspettato per sette anni,vuoi che non riesca ad aspettarti per un periodo misero?» disse baciandole delicatamente le labbra. Hermione ricambiò il sorriso,contro le labbra del ragazzo,e chiuse gli occhi assaporando quel momento. Un momento che durò poco,in quanto vennero interrotti dal flebile grido della signora Weasley che li avvisava di scendere per la cena.
Ma nessuno dei due si mosse.
Rimasero lì,come due bambini che non volevano separarsi.
Rimasero lì,come se in qualche modo quel loro gesto riuscisse a fermare il tempo.



Eccomi di nuovo :)
Beh che dire,sono sempre più scettica riguardo questa ff,non so se la continuerò XD
Ringrazio tantissimo Hele per aver recensito,sei stata troppo gentile! Ma sono solo le mie prime storie,credo di aver ancora molto da imparare.. :)
Spero vi sia piaciuta lo stesso!
Un saluto e a presto :)

P.S.: so che c'è qualcuno,tra i lettori,che conosce la canzone in questione (che non è di Justin Bieber :P). Scrivetelo se la conoscete,oppure se non volete pazienza,ma sappiate che vi stimo tantissimo :) 

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Capitolo 3
*** As far as the eye can see ***


Never say never

3. As far as the eye can see;

Quella mattina Hermione fu svegliata dai flebili raggi di sole mattutino che flirtavano attraverso le tende arancioni. Illuminavano la stanza rendendola stupenda da vedere,rendendola più rilassante,più pacifica.
Ma quella mattina Hermione non aveva alcuna voglia di sorridere. Appena si alzò,sentì come un macigno all'altezza dello stomaco che la teneva incollata al letto.
Ancora poche ore..
Si trascinò lentamente fino al bagno,appoggiando la fronte sullo specchio. Davanti a lei,l'immagine di una ragazza stanca,sciupata,distrutta le ricambiava lo sguardo,gli occhi arrossati e leggermente contornati dalle occhiaie. Sì,aveva pianto anche quella notte.
Erano tornati da un mese dalla guerra. Un mese. Eppure non era riuscita a riprendersi,nonostante tutti attorno a lei sembrassero più decisi a farlo. Non era riuscita ad accettare,ad andare avanti.. e forse era per questo motivo che sentiva così tanto il bisogno di andarsene da sola,almeno per un po'.
Uscendo dal bagno andò a sbattere contro una smilza figura dai capelli arruffati. «Oh,ciao Harry» lo salutò lei distrattamente.
«Hermione!» il tono di Harry era alquanto sorpreso. «Come mai sei già sveglia?»
La ragazza non rispose; si limitò ad alzare le spalle e incrociare le braccia,come a volersi chiudere in se stessa.
«Oh» disse il maghetto,intuendo la situazione. «Pensavo.. pensavo partissi più tardi»
Stavolta fu Hermione ad essere sorpresa. Le notizie giravano in fretta in quella casa,a quanto pare. «No,io.. parto tra poco,ma tu come..»
«Ginny» si limitò a rispondere l'amico. «E.. anche Ron. Sono entrambi molto spiaciuti della tua decisione»
La ragazza sospirò. Anche lei lo era,d'altronde; ma messa davanti a certe parole si sentiva debole,come una vigliacca che scappa dopo aver combinato qualcosa. La soluzione non è mai scappare,lo sapeva bene. Non bisogna andarsene il più velocemente possibile,sparendo dagli occhi di tutti. Ma in questo caso non stava scappando,no?
Tirò su col naso impercettibilmente. «E tu come mai sei sveglio?» chiese cercando di sviare il discorso. Più che altro perchè se ne avessero parlato per altri minuti,non sarebbe più stata in grado di trattenere le lacrime.
Harry alzò le spalle. «Solito,Ron russava»
Hermione sorrise,annuendo lentamente. Le sarebbe mancato tutto questo,quei piccoli pezzi di vita quotidiana che aveva imparato ad amare così tanto.
Rimasero in silenzio per qualche secondo,finchè Harry non pronunciò la fatidica domanda: «Hermione,perchè non vuoi che lui ti accompagni?»
Bingo.
Hermione sospirò. Quella domanda che non avrebbe mai voluto sentire ora galleggiava lì in aria pronunciata da Harry. Non voleva sentirselo chiedere,avrebbe semplicemente voluto che tutti accettassero la sua scelta silenziosamente,senza niente da chiedere o niente da obiettare.
«Non voglio che abbandoni la sua famiglia.. per me» mormorò a bassa voce,senza incontrare lo sguardo dell'amico. «Non ci vorrà molto tempo,sarà solo per qualche mese» aggiunse,cercando di convincere più se stessa.
Harry annuì. «Capisco,ma.. gli spiace molto»
Una piccola lacrima sfuggì dal controllo della ragazza. «Lo so» disse con voce mozzata,ingoiando i singhiozzi che le salivano in gola.
Harry l'abbracciò. «Ci tiene tantissimo a te. Non averne mai il dubbio» sussurrò contro i capelli della ragazza.
Hermione arrossì,ma fortunatamente non potè essere vista. Annuì,separandosi da Harry. «Inizio a scendere per la colazione,dato che.. tra un paio d'ore dovrò uscire»
«Prendi la Passaporta?»
«Sì,il signor Weasley me l'ha già preparata. Vado fino all'aereoporto di Londra,da lì prenderò l'aereo e atterrerò a Melbourne,sperando che.. sì insomma,che sia la zona giusta» concluse lei stropicciandosi nervosamente le mani. Si sentiva stupida,ma d'altronde non c'era altra scelta; bisognava andare così,a caso. E con una Passaporta sarebbe stato più veloce,se ne sarebbe andata così,all'improvviso,puff.
Harry annuì,comprensivo. «Vengo a salutarti dopo,allora»
«Ok» Hermione scese le scale,incontrando la signora Weasley nella cucina,intenta a trafficare con piatti e tazzine. Già,per loro non era altro che una classica giornata di luglio. E solo in quel momento la ragazza capì che avrebbe dato qualsiasi cosa per far sì che anche per lei fosse una giornata qualunque.
«Buongiorno Hermione» la salutò la donna con un sorriso. «Vedo che sei già pronta»
Hermione si sforzò di ricambiare il sorriso. «Buongiorno signora Weasley. Sì,sono sveglia già da un po'»
La signora Weasley annuì. «Siediti dai,ti preparo qualcosa»
Hermione prese posto al tavolo,non sapendo cosa dire. La signora Weasley cercava di non mostrare il suo dolore,ma si poteva percepire ugualmente; si poteva percepire ovunque,a dire il vero,in quella casa. Perfino le pareti erano impregnate di tutto il vuoto che Fred aveva lasciato. Le sembrava ieri di esser seduta a quel tavolo e di vederli entrambi,Fred e George,comparire all'improvviso e spaventare la madre..
«Come mai ti sei svegliata presto,cara?» chiese la signora Weasley interrompendo il flusso dei ricordi.
Hermione alzò le spalle. «Non riuscivo più a dormire. E' dura lasciare tutto,ma.. d'altronde sto per rivedere i miei genitori. Mi mancano molto» aggiunse sorridendo; l'ultima cosa che voleva era che la signora Weasley si preoccupasse ulteriormente per lei e non poteva certo mostrarsi abbattuta.
«Immagino,cara. Ecco a te: pane tostato,marmellata e succo fresco» disse consegnandole la colazione. «Oh Ron,ci sei anche tu»
A Hermione andò quasi di traverso la fetta di pane che aveva appena addentato,udendo quel nome; alzò lo sguardo,incontrando quei profondi occhi blu davanti a lei,contornati anch'essi da leggere occhiaie. «Buongiorno» mormorò Ron,facendo un mezzo sorriso e sedendosi di fronte a lei.
«C-ciao» balbettò Hermione,sentendosi arrossire. Perchè doveva farle sempre quell'effetto?
«Ti preparo la colazione,Ron?» chiese la signora Weasley,che fortunatamente non si era accorta di nulla.
«No,io.. volevo solo parlare con Hermione» rispose il ragazzo,arrossendo a sua volta.
La signora Weasley rimase interdetta per qualche secondo,ma fortunatamente capì. «Va bene,va bene,andrò a.. vedere come sta George» disse sorridendo,nonostante la voce le tremò leggermente a pronunciare quel nome.
Hermione in tutto quel tempo si era limitata a tenere gli occhi incollati al suo piatto,continuando a mangiare come se niente fosse. Ma sentiva che il ragazzo la stava osservando.
Doveva dire qualcosa.
«Ronald Weasley che rinuncia alla colazione» commentò sorridendo; si sentì stupida,nuovamente,ma non voleva parlare della sua partenza,del viaggio,dei suoi genitori.. non voleva parlare di niente,a dire il vero. Le sarebbe bastato rimanere lì con lui in silenzio,senza dire una parola.
Ron ricambiò il sorriso. «Può anche aspettare,per oggi» mormorò,sentendo il sorriso spegnersi alle ultime due parole. «Mi mancherai molto,lo sai?»
«Anche tu» la ragazza allungò la mano,stringendo quella di Ron. Ormai anche lei non aveva più fame. «Ma ti scriverò sempre,almeno,ogni volta che riuscirò. E promettimi di rispondere,stavolta» aggiunse con una punta di rimprovero,alludendo a tutte le volte in cui,negli scorsi anni,doveva attendere per giorni e giorni una risposta poco esaustiva da parte del ragazzo.
Ron rise. «Certo che risponderò. Ma prima..» si interruppe,sospirando profondamente per evitare che la voce subisse balbettii o toni strani. «C'è.. c'è una cosa che vorrei dirti.. prima che parti»
Hermione trattenne il respiro,sentendo la stretta del ragazzo farsi più forte. «E.. sarebbe?» chiese con un filo di voce.
Ron alzò lo sguardo,incrociando i suoi occhi. «Io..» iniziò,ma la frase gli morì in gola. «Io..»
Niente.
Un sospiro; Ron si sporse in avanti,fino a raggiungere il volto della ragazza e le stampò un delicato bacio sulla fronte,facendola rimanere sorpresa. «Se avrai bisogno di aiuto,io verrò immediatamente.. intesi?» sussurrò accarezzandole la guancia con la mano libera.
Hermione sorrise,incrociando le braccia dietro il suo collo. «Intesi» mormorò attirandolo a se e baciandolo sulle labbra. Non avrebbe mai chiesto il suo aiuto,lo sapeva bene; ma il fatto che lui si fosse offerto disponibile di correre in suo aiuto la rese più tranquilla.
«Herm,rischio di uccidere la tua colazione,se continuiamo così» disse Ron ad un tratto,staccandosi dalla ragazza.
Hermione abbassò lo sguardo,notando che effettivamente tra il petto del ragazzo e le sue fette di pane avanzato ci saranno stati sì e no tre centimetri di spazio. Sorrise,spingendolo affettuosamente verso la sua sedia.
«Buongiorno ragazzi» li salutò il signor Weasley entrando in quel momento. «Hermione,manca meno di un'ora; ti consiglio di preparare tutto e iniziare ad avviarti. Sei pronta a partire?»
Hermione sorrise,incrociando lo sguardo di Ron che le ricambiò il sorriso,stringendole la mano. «Sì» rispose lei. «Adesso sono pronta»

 


Buongiorno,cari lettori :)
Questo capitolo mi è uscito un tantino più lungo rispetto agli altri,ma allo stesso tempo non potevo tagliarlo.. ho già l'impressione che questa storia vada avanti un po' troppo lentamente :P vedrò cosa fare al riguardo.
Ad ogni modo,bando alle ciance e passiamo ai ringraziamenti u.u
Tutte le persone che hanno recensito si meritano un grazie di cuore,perchè è solamente grazie a voi che ho deciso di continuare questa storia. Ma d'altronde vi ringrazio sempre nelle risposte alle recensioni :)
Poooi,devo assolutamente ringraziare adry94,anemone333,hele,kio,mar_ale,Oo_Vanessa_oO e sofysca per aver messo quest'ammasso di parole nelle Seguite :)
Ed ora,spazio alla pubblicità occulta :D
Perchè qui con i ringraziamenti andrò un poco fuori luogo,in quanto riguardano la mia altra fanfic (questa u.u) che è stata messa tra le Preferite da BlOodY AsHeS,chimma,Hermione e Ron,Leonessa95,martawent,sofysca e tamina_e_dastan,grazie grazie grazie davvero :)
E,addirittura!,tra le Ricordate da AlexJimenez e WeasleyG98,un grazie di cuore!
Mi fate tutti tanto tanto piacere **
Ok basta con ste baggianate.
Vi auguro un piacevole Ferragosto,noi ci rivediamo presto :)
Alla prossima!

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Capitolo 4
*** All is crumbling ***


Never say never

4. All is crumbling;

Melbourne

Caro Ron,
puoi pure riprendere a respirare,sono arrivata sana e salva. Il viaggio è andato bene,anche se sono ancora un po' intontita per via del fuso orario.. ma non preoccuparti,niente di grave. Mi ci vuole una bella dormita,decisamente.
Melbourne è fantastica,per quel poco che ho potuto vedere. Sarebbe bello tornarci un giorno tranquillamente,per vacanza.. cioè,con anche Ginny e Harry,intendo.
Ho fatto alcune ricerche e ci sono solamente due studi dentistici Wilkins quindi se tutto va bene non dovrei impiegare troppo tempo. E poi...


La lettera divenne velocemente una pallina accartocciata che volò sul pavimento finendo di fianco ad altre due simili.
Hermione sbuffò; si trovava seduta sul letto circondata da lettere e buste ed era già la terza lettera che tentava di scrivere,ma non sapeva nemmeno lei come trovare le parole. Non sapeva cosa dire,le succedeva spesso con Ron di sentirsi così.. senza parole.
Era arrivata in Australia solo da qualche ora. L'albergo fortunatamente era vicino all'aereoporto,mezz'oretta di taxi le bastò,e non era neanche un albergo tanto brutto tutto sommato; aveva scelto un piccolo due stelle sconfinato in periferia per evitare di pagare troppo,ma la stanzetta in cui alloggiava era accogliente,con quel piccolo letto in mogano accompagnato da un comodino con una simpatica abat-jour verdina.
Ma ciò che importava era che finalmente si sentiva più vicina ai suoi genitori. Presto avrebbe potuto riabbracciarli,presto sarebbero tornati ad essere una famiglia.
Hermione sorrise e una piccola lacrima le scivolò lungo la guancia. Era ormai un anno che non li vedeva e il pensiero che loro non sapessero neanche della sua esistenza l'aveva fatta soffrire per tutto quel tempo. Inutile dire che le mancavano,le mancavano tantissimo.
Come Ron..
A quel pensiero il sorriso si spense,come se improvvisamente si fosse ricordata di essere da sola in Australia,a chilometri e chilometri di distanza dalla Tana,da lui.
Anche Ron le mancava. Troppo.
Non era la prima volta che stavano distanti,però beh.. ora le cose erano cambiate,no?
Cercando di non farsi dominare dalla tristezza,Hermione estrasse l'ennesimo foglio di pergamena lasciandolo lì sul letto davanti a lei e sospirò lievemente.
Poi intinse la piuma nel calamaio e iniziò a scrivere.

 

La Tana

«Ron! Potresti gentilmente venire qui ad aiutarmi?» urlò la signora Weasley con una punta di irritazione rivolta verso le scale.
La testa arruffata di Ron,segno che probabilmente si era appena alzato dal letto,spuntò fuori da una delle porte del piano superiore. «A fare cosa?» grugnì pigramente con la voce impastata dal sonno.
Molly sbuffò. «Tuo fratello arriverà in serata,l'hai già dimenticato? O preferisci accoglierlo in una caotica e confusionaria casa?» rispose irata e presto sparì nuovamente in cucina,ad armeggiare con i fornelli. Aveva intenzione di preparare una bella cenetta coi fiocchi perciò,nonostante fossero solo le nove del mattino,non aveva nemmeno un minuto da perdere.
Questa volta fu Ron a sbuffare. «Questa caotica e confusionaria casa era anche sua» ribattè ad alta voce,ma la madre ormai non poteva più udirlo. Sbuffando nuovamente,si trascinò a passi lenti davanti alla camera della sorella e picchiò contro la sua porta un paio di volte.
Dopo qualche secondo,vedendo che la porta rimaneva chiusa,l'aprì di qualche centimetro borbottando: «Ginny,andiamo svegliati,mamma vuole che sia tutto pronto per l'ar.. Harry!»
Forse l'ultima parola gli uscì un po' troppo forte,data la sorpresa,perchè infatti il maghetto davanti a lui gli fece segno di non urlare. «Ehm,ciao Ron»
Ron era dello stesso colore dei suoi capelli,gli occhi ormai totalmente fuori dalle orbite oculari. «Perchè tu.. non eri mica di sotto.. cosa stavate..» balbettò continuando a fissarlo come se fosse un fantasma.
Harry,che aveva raggiunto il suo stesso tono di colorito facciale,si grattò imbarazzato la testa,non sapendo a quale di quei tentativi di domanda era meglio rispondere. «Ehm..» iniziò,ma Ron lo interruppe.
«No anzi,non lo voglio sapere» disse riprendendo fiato e si allontanò scuotendo la testa,lasciandosi alle spalle un Harry attonito ma piacevolmente sorpreso.
"Non ha nemmeno diciotto anni,è una ragazzina!" pensò sconsolato Ron,una volta raggiunto il piano terra. Ma decise di lasciar perdere la questione,d'altronde si fidava di Harry e preferiva di gran lunga che fosse stato lui piuttosto che Dean o chiunque altro.
Si diresse verso la cucina a sentire quali simpatici compiti sarebbero toccati a lui quella mattina,ma un leggero ticchettio proveniente dalla finestra lo fece voltare. «Errol!» esclamò precipitandosi verso il gufo. Aprì la finestra,prendendo in mano la piccola busta che Errol gli tendeva con il becco e sorrise; il suo nome e cognome erano scritti sopra di essa ordinatamente e elegantemente,come solo la grafia di Hermione sapeva fare.
Fece per aprire la busta,ma in quel momento la madre si accorse della sua presenza. «Oh eccoti finalmente! Tieni» esclamò raggiungendolo e prima che Ron potesse rendersene conto,si ritrovò le braccia piene di un mucchio di vestiti ancora leggermente umidi.
«Cosa devo farmene?» disse confuso e infastidito per non aver ancora potuto leggere la prima lettera della sua Hermione.
«Tu cosa pensi di farne,una torta?» ribattè la signora Weasley sarcastica. «Sono tuoi e di Harry,portali di sopra mentre io vado a svegliare George»
Ron scosse la testa. «Se devi salire anche tu,perchè non puoi portarli te?» borbottò porgendo il mucchio di vestiti verso la madre,la quale in tutta risposta girò sui tacchi lamentandosi di quanto i suoi figli fossero diventati pigri.
Il rosso sbuffò,buttando senza minima grazia i vestiti sul divano. Si sedette di fianco ad essi,non avendo assolutamente intenzione di portarli subito di sopra,e strinse la busta di Hermione tra le mani. «Miseriaccia,quanto mi manchi..» mormorò con un flebile sorriso triste.
Aprì la busta ed estrasse la lettera,ma proprio quando i suoi occhi avevano appena afferrato le prime due parole..
«Ron! Vieni subito!» urlò la signora Weasley dal piano di sopra. Ron sospirò abbattuto. Non c'era proprio niente da fare: quando Bill decideva di venire a salutarli,Molly impazziva letteralmente e non lasciava respirare nessuno. "Harry e Ginny fanno tutto quello che vogliono e io non riesco nemmeno a leggere una lettera" pensò arrabbiato il rosso mentre saliva le scale raggiungendo sua madre.
Quando la vide,Molly si trovava davanti alla camera di George e si teneva le mani davanti alla bocca. Appena si rese conto della presenza del figlio,si voltò di scatto e tirando su col naso mormorò: «Manda una lettera a Bill. Digli che la nostra cena dovrà rimandare»
«Io? Ma perchè..» balbettò Ron confuso,avvicinandosi alla porta spalancata.
«Oh va bene,la manderò io!» sbottò la signora Weasley precipitandosi verso le scale e quando gli passò di fianco Ron notò che aveva gli occhi pieni di lacrime.
Incerto,entrò nella camera di George che nell'ultimo mese era totalmente cambiata; non c'erano più poster,foto divertenti,lettere accartocciate a terra. L'unica cosa che addobbava la stanza era una piccola foto,appoggiata sul letto di Fred,in cui lui e il gemello sorridevano radiosi davanti al loro negozio.
Per il resto non c'era più niente. E in quel momento non c'era neanche George. Al suo posto,sul letto,un piccolo cartoncino verde spiccava in risalto con le lenzuola arancioni.
Ron si avvicinò,in modo da poterlo leggere. C'erano poche parole,giusto tre,scritte velocemente e in modo disordinato.
Non appena raggiunsero il cervello di Ron,la lettera di Hermione gli scivolò via dalle mani,finendo a terra.
Tutto sta crollando.




Aggiornamenti rallentati; causa: non ho fatto niente durante le vacanze e tra meno di un mese inizia la scuola. :S
Detto questo,salve a tutti!
Questo credo sia stato il capitolo più indeciso che io abbia mai prodotto. Avevo circa dieci idee diverse su come proseguire la storia e alla fine ho optato per questa,non so nemmeno io perchè,ma spero vi sia piaciuta.
Come sempre,le recensioni sono molto gradite :)
Un saluto a tutti e grazie a chi mi segue sempre!
Alla prossima^^

P.S.: l'ho scritto anche nella descrizione che non si tratta della canzone di Justin Bieber.. sapete com'è,qualcuno potrebbe esser scoraggiato ad aprirla o pensar male u.u

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Capitolo 5
*** I will be your guardian ***


Never say never

5. I will be your guardian;

«Ehi,fai attenzione ragazzo!»
«Scusi,sono spiacente»
La risposta di Ron fu meccanica e senza alcun tono di vero dispiacere nella voce; ormai sarà stata la quinta o sesta persona che urtava,ma in quel momento non se ne curava minimamente.
Aveva insistito per andare da solo a Diagon Alley e fortunatamente l'aveva avuta vinta. D'altro canto,la madre non sarebbe mai stata in grado di spostarsi da casa,a causa dei continui singhiozzi; suo padre ancora non era tornato dal lavoro,dato che per tutto il mese aveva dovuto aiutare gli altri colleghi nella ricostruzione del Ministero precedentemente danneggiato; per quanto riguardava Harry e Ginny,beh,non voleva essere un intralcio e preferiva lasciarli da soli a godersi finalmente quella felicità che avevano tanto aspettato. Anche lui avrebbe voluto fare lo stesso,d'altronde..
E in ogni caso non era una situazione grave. George probabilmente si era soltanto rifugiato nel negozio per rimanere da solo,visti i continui sopralluoghi della signora Weasley che,preoccupata,passava più tempo in camera del figlio che in cucina (il che la diceva assai lunga). Poi anche l'imminente visita di Bill e Fleur la faceva uscire di testa,il che implicava una crisi di nervi per ciascuno di loro.
Quando finalmente vide l'enorme insegna colorata dei Tiri Vispi Weasley,Ron potè fermarsi a riprendere fiato. Un piccolo cartello appeso alla porta dondolava pigramente,emettendo lucine colorate che formavano la scritta "chiuso". Nonostante ciò,Ron spinse la porta ed entrò.
Non era più entrato nel negozio di Fred e George dopo la morte del primo,ma sicuramente non se lo sarebbe mai aspettato così. Le luci erano spente e le finestre incrostate dalla polvere non lasciavano trasparire molta luce,eppure i fitti strati di ragnatele si potevano distinguere perfettamente. Il pavimento era ricoperto,oltre che da due o tre dita di polvere,da scatole di varie dimensioni contenenti probabilmente tutte le invenzioni create dai gemelli. Invenzioni che non stavano più appese al soffitto,sulle mensole,in giro per il negozio o in altri posti impensabili,come facevano un tempo; ora erano state tutte rinchiuse in muffe e cupe scatole di cartone e buttati alla rinfusa sul pavimento.
Ron estrasse dalla tasca il Deluminatore,che ormai portava sempre con sé,e accese le luci. La figura di George spuntò immediatamente,seduta tra vari scatoloni davanti a quello che probabilmente era uno dei pochi oggetti a non esser stato impacchettato: uno specchio buffissimo,di forma ovale ma con i bordi leggermente ondulati,circondato da una cornice altrettanto buffa,di color viola e rosso.
Il ragazzo rimase impassibile nel vedere le luci accendersi; non si voltò nemmeno quando Ron prese posto a sedere vicino a lui,mettendogli una mano sulla spalla.
Rimasero in silenzio per qualche secondo,dopodichè fu Ron a prender parola: «Hai spaventato mamma» disse abbozzando un sorriso,in modo da fargli capire che quello non era affatto un rimprovero.
George annuì lentamente,senza proferire parola.
Ron continuò: «Ti capisco se non volevi rimanere a casa. Diventa tutto un casino lì,quando vengono in visita Bill e Fleur e..»
«Fratellino» lo interruppe George con la voce rauca di chi non parla da giorni. «Stare con Hermione ti sta facendo diventare una mitragliatrice di parole,lo sai?»
Ron sorrise,rincuorato dal fatto che il fratello avesse deciso di rivolgergli la parola e soprattutto che avesse di nuovo fatto una delle sue solite battute.
«Oh sì» disse scherzoso. «Ho anche deciso di riprendere gli studi a settembre,non lo sapevi?»
George emise un leggero sbuffo che vagamente assomigliava a una risata e Ron si sentì alquanto sollevato.
Insomma,l'aveva fatto ridere e questa era un'impresa che già normalmente gli era sempre risultata difficile,a meno che non si trattasse di fatti imbarazzanti che aveva compiuto o che in qualche modo lo riguardavano.
«Perchè hai deciso di lasciar perdere l'attività?» chiese cambiando discorso.
George per la prima volta alzò lo sguardo,puntandolo verso la miriade di scatoloni che li circondava. «Che senso ha continuare?» mormorò. «Da solo non ha alcun senso»
Ron sospirò. «Senti» disse,sicuro. «Sai che voglio diventare un Auror e sai che presto inizierò la preparazione,ma.. nel frattempo potrei,beh sì,darti una mano»
Il gemello si voltò a guardarlo,lievemente sorpreso. Poi distolse lo sguardo e tornò a focalizzare la sua attenzione sul pavimento polveroso. «Di lavoro da fare ce ne sarà tanto..» mormorò.
«Ce la faremo» rispose prontamente Ron. «Metteremo tutto a posto,puliremo da cima a fondo il negozio e sistemeremo tutto»
«Ci sarà da pensare sempre a nuove creazioni..» continuò il fratello.
«Chiederemo aiuto anche agli altri,ci sapranno dare sicuramente ottime idee» insistette l'altro.
«Non credo di potercela fare..»
«Mi prenderò cura anche di te» lo assicurò il più giovane. «Davvero,sarò il guardiano di tutto»
George fece un breve cenno di assenso,sorridendo lievemente. «Hermione fa proprio miracoli,non c'è che dire» commentò e gli allungò la mano,che Ron strinse compiaciuto.
Il patto era fatto.
Sapeva che continuare a lavorare nel negozio avrebbe aumentato la nostalgia verso Fred,ma allo stesso tempo avrebbe anche aiutato sia lui che George (soprattutto George) a distrarsi e a pensare ad altro. Dopotutto,per distrarsi bisogna esser costantemente impegnati,e chi può meglio aiutarti se non una miriade di clienti avidi?
Decidendo di cambiare discorso,Ron spostò lo sguardo su quel buffo specchio davanti a loro. «Cos'è quello?» chiese indicandolo.
George si limitò ad alzare le spalle e a rispondere con tono neutro: «Non trovavo il suo scatolone. Lo stavo cercando nel ripostiglio,ma poi mi sono bloccato; passandoci davanti,è quasi come vedere.. lui. Rimpiango quasi i maglioni di mamma con le iniziali» aggiunse poi con una smorfia. «Si sentirà strana a non dover più preparare il famigerato paio per Gred e Forge»*
Sospirò alzandosi in piedi e dirigendosi verso il piano di sopra.
«Ascolta,George..» iniziò Ron imitandolo e seguendolo,ma il fratello lo interruppe,fermandosi in mezzo alle scale.
«So perchè sei venuto qui» disse guardandolo profondamente. «La vita deve andare avanti,devi essere forte,devi reagire» Emise un verso scocciato,quasi come a voler dire che non credeva a neanche una di quelle parole.
«Torna a casa,George» disse Ron e il suo non era un ordine,ma una supplica.
George lo guardò per qualche minuto,poi abbassò la testa. «Finisco di cercare una scatola per quello» disse facendo un cenno allo specchio. «Appena avrò finito tornerò»
Ron annuì,uscendo dal locale. Si sentiva soddisfatto,era riuscito a sostenere una conversazione con George e l'aveva anche convinto a riprendere attività; un ottimo lavoro,insomma.
D'altronde sapeva già da tempo di voler aiutare il fratello nel negozio,gliel'avrebbe chiesto anche se ci fosse stato ancora.. Fred. Non sarebbe mai riuscito a tornare ad Hogwarts,troppi ricordi lo avrebbero investito ogni santo giorno. Perciò,quale soluzione migliore poteva esserci? Avrebbe tenuto compagnia al fratello,assicurandosi lui stesso che si riprendesse,e nel frattempo avrebbe anche guadagnato un po' di soldi.
Sorridendo,avanzò di qualche passo,pronto a smaterializzarsi. Non vedeva l'ora di essere a casa,quella casa in cui la loro madre li aspettava tanto preoccupata e tanto ansiosa di sapere come stesse il gemello. Quella casa in cui la lettera di Hermione,benchè lui al momento se ne fosse totalmente dimenticato,lo aspettava ancora là per terra in attesa di essere letta.


Buona sera a tutti :)
allora,come state passando le vacanze? Io nella noia più totale :P estate un po' piena di delusioni,ma fa niente.. scrivere mi distrae perciò ecco qua il nuovo capitolo!
E' stato abbastanza faticoso,soprattutto il finale,ma.. sì dai,sono abbastanza soddisfatta.
Fatemi sapere il vostro parere,in ogni caso,mi sarà molto utile :)
Un abbraccio a tutti e alla prossima!

*chi ha colto il riferimento dei nomi "storpiati",lo scriva in un commento qua sotto e vincerà.. beh niente. Ma se me lo fate sapere lo stesso ne sarò ben felice :) 

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Capitolo 6
*** Some things we don't talk about ***


Never say never

6. Some things we don't talk about;



Cara Hermione,
scusa se ti ho risposto in ritardo,ma in questa casa è nato il caos e potrai bene immaginare perchè: visita serale di Bill e Fleur. Hanno annunciato che avrebbe fatto loro piacere cenare con noi ieri sera e mamma è totalmente impazzita; ci ha costretti ad aiutarla a pulire casa per due giorni interi,mentre lei spendeva la metà delle giornate a sfogliare tomi di cucina per trovare la cena perfetta. Meno male che queste visite accadono sì e no una volta al mese,altrimenti le verrebbe una crisi di nervi. Come se Bill non fosse abituato a vedere casa sua in disordine.
Ad ogni modo,si sente davvero tanto qui la tua mancanza. Harry mi ha raccontato che Ginny l'ha eletto "la sua nuova migliore amica" e lo sta riempiendo di tutti i suoi problemi femminili che le ronzano per la testa; a giudicare dalla sua faccia stravolta,non deve essere piacevole. Ma ho scoperto che la notte si rifugia nella camera di Ginny,quel furbacchione,quindi penso che le cose siano equilibrate..no?
Comunque credo sia scontato dire che manchi tanto anche a me,Herm. Qui è tutto così..diverso,da quando te ne sei andata. Non vedo l'ora che torni,davvero.
Ora scusa ma devo proprio andare,aspetto una tua risposta.
Con affetto,
Ron

P.S.: come stanno andando le ricerche?

Hermione rilesse quelle poche righe più e più volte,nella speranza che uscissero parole nascoste in grado di spiegarle cosa Ron le stava nascondendo. Perchè sì,c'era qualcosa che le teneva nascosto,l'aveva capito bene. Dopo otto anni,aveva imparato a leggerlo come un libro aperto,soprattutto da quando erano diventati.. più intimi,ecco.
Quello che non riusciva a capire era il perchè. Perchè Ron avrebbe dovuto tenerle nascosto qualcosa? Non si vedevano da soli quattro giorni e già si era stufato di lei?
Hermione scosse la testa. No,doveva tenere a freno la fantasia e non farsi prendere dalla preoccupazione. Probabilmente era solo di fretta per i motivi da lui scritti,non c'era alcun motivo di dubitare della veridicità di quelle parole.
Il campanile scoccò la mezzanotte; Hermione appoggiò la testa sopra il tavolino della hall,sospirando. Era rimasta tutto il giorno a cercare dei possibili dentisti Willkins nella zona e le sue ricerche l'avevano portata a solo due studi dentistici,lì a Melbourne. E aveva anche avuto fortuna: era riuscita a prenotare una visita presso entrambi per il giorno dopo; una semplice visita di controllo,aveva specificato,così in caso di fallimento non si sarebbe ritrovata senza denti o cose del genere.
«Mi scusi» la scosse una voce possente proveniente da dietro di lei. La riccia alzò la testa di scatto,ritrovandosi davanti il grosso uomo barbuto che se ne stava solitamente seduto alla reception. «Devo chiudere la hall. Le spiacerebbe..»
«Oh,sì» balbettò lei confusa. Si era totalmente dimenticata di essere in piena notte nella hall dell'albergo,in cui un cartello diceva chiaramente che sarebbe rimasta aperta agli ospiti solo fino a mezzanotte. «Io.. me ne stavo per andare»
Si alzò prendendo con sè la lettera di Ron e si trascinò nell'ascensore. Dopo aver premuto il tasto 4,si appoggiò con la fronte allo specchio e sospirò. Le cose non stavano andando esattamente come pensava; sperava che si sarebbe sentita meglio,una volta arrivata in Australia,sperava che in qualche modo il fatto di sentirsi più vicina ai suoi l'avrebbero aiutata a star meglio. Non l'aveva mai detto a Ron,ma infondo aveva anche bisogno di starsene un po' da sola.
Ma ora tutta questa solitudine non stava servendo a niente. Avrebbe dato qualsiasi cosa per avere con sè Ron,per non esser da sola in quell'albergo. Avrebbe voluto ritrovare i suoi genitori con un semplice schiocco di dita,una cosa veloce e indolore.
Un leggero din la fece tornare alla realtà. Uscì dall'ascensore e cercò di concentrarsi al massimo sul motivo per cui era venuta fin lì: i suoi genitori. Doveva pensare a loro,doveva ritrovarli,ritrovando loro avrebbe ritrovato la serenità.
Ma non appena aprì la porta della sua camera,le lacrime iniziarono a scendere incontrollabilmente e Hermione si buttò sul letto,addormentandosi cullata dai singhiozzi.

Caro Ron,
grazie per aver risposto,anche se la tua lettera mi ha lasciata un po' stupita.. per caso c'è qualcosa che non va?
Qui comunque va tutto bene,le ricerche proseguono e credo di essere proprio a buon punto. Sta andando tutto come speravo,non è meraviglioso? Pensavo che sarebbe stato difficile,invece si sta rivelando più semplice del previsto. Ciò vuol dire che presto tornerò,non vedo l'ora! Ne sarà felice anche Harry,così potrò riprendere il mio ruolo di "migliore amica di Ginny".
Salutami tutti,
Hermione

La lettera più breve che avesse mai scritto prima,probabilmente. Anzi,sicuramente.
Addirittura più breve di quella di Ron,il che la diceva lunga,assai lunga. Di solito Hermione spendeva fiumi e fiumi di parole,frenati solo dalla stanchezza al massimo; ma in quel caso la stanchezza non centrava. Certo,la notte prima aveva più pianto che dormito,ma non era certo la stanchezza la causa di quelle poche parole.
La verità era che non voleva dire a Ron che le cose non stavano andando per niente secondo i piani. I due studi dentistici presso i quali si era sottoposta a una visita si erano rivelati esser gestiti rispettivamente da Thomas Wilkins,ex archeologo inglese,e Andrew Wilkins,un buffo australiano dai capelli color paglia. Hermione sbuffò ripensandoci,mentre gettava alla rinfusa i vestiti dentro il suo piccolo trolley. Non aveva per niente voglia di andarsene,ma non aveva altra scelta.
Una volta svuotato completamente l'armadio,Hermione si sedette sul letto rileggendo la lettera destinata a Ron.
«Forse avrei dovuto sprecarmi di più..» mormorò tra sè e sè. «Vabè,pazienza. Errol,è tutta tua» disse poi alzandosi e dirigendosi verso la finestra. Il piccolo gufo,per quanto stupido potesse essere,era rimasto tutta la notte ad aspettare che Hermione rispondesse alla lettera prima di tornare dal suo proprietario; perciò,quando vide che la ragazza si avvicinò alla finestra aprendola e consegnandoli la busta,spalancò gli occhi e agitò le ali in segno di contentezza,dopodichè si alzò in volo sparendo lentamente dalla vista.
Hermione sospirò. Cosa non avrebbe dato per poter seguire quel gufo.. per poter tornare là,dove era successo qualcosa che ancora non riusciva a capire e di cui era certa che nessuno le avrebbe dato una spiegazione. Tanto meno Ron.
Sospirò nuovamente,poi afferrò il suo piccolo trolley e uscì dalla stanza,definitivamente.
Prossima tappa: Geelong.





Buonasera a tutti :)
scusatescusatescusate per il ritardo,in questi giorni non riuscirò ad aggiornare molto spesso per via di mancanza di tempo..e anche di idee,a dirla tutta.
Mi scuso anche se questo capitolo è un po' corto,ma i motivi sono sempre quelli sopra citati. Chiedo venia :/
Spero comunque che questo capitolo vi sia piaciuto,spero che mi lascerete taaante recensioni,insomma le solite cose XD
Un bacione e alla prossima!

P.S.: sono anche io una capra in geografia,non crediate; ma google mi ha assicurato che Geelong è una delle più grandi città vicino a Melbourne,quindi beh ho optato per quella.

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Capitolo 7
*** We're falling apart ***


Never say never

7. We're falling apart;



L'estate non era mai passata così lentamente come quell'anno.
Ron si svegliava ogni mattina fissando il calendario e chiedendosi se i giorni di agosto si fossero moltiplicati,dato che non gli sembrava che passassero. Hermione era via da una settimana ormai; o forse erano due,forse tre. Non gli importava molto,il tempo senza di lei sembrava un'eternità in qualsiasi caso.
Ron sospirò,alzandosi dal letto e dirigendosi in bagno. Ormai era diventato tutto una routine,una noiosa e incessante routine. Eppure il resto della famiglia se la cavava bene: sua madre aveva ripreso a cucinare con il sorriso,suo padre era così impegnato al lavoro che non aveva neanche tempo di pensare al dolore,Ginny era al settimo cielo da quando avevano accettato di far vivere Harry con loro. L'unico che preoccupava ancora un po' tutti era George,ma del resto era comprensibile; il ragazzo se ne stava tutto il tempo in camera sua a progettare nuove invenzioni e perfezionare quelle vecchie,aprendo la porta solamente alla madre che gli portava colazione,pranzo e cena.
Tornato in camera,Ron gettò un'occhiata al calendario; segnava che era il 21 agosto,il che voleva dire circa dieci giorni all'inizio della scuola.
«Non può rinunciare a Hogwarts» pensò ad alta voce,tra sè e sè. In quel momento la porta si aprì,lasciando entrare una splendente chioma rossiccia.
«Parlavi da solo?» chiese Ginny con un leggero tono divertito. Ron la fulminò con lo sguardo,lanciandole addosso un cuscino e borbottando qualcosa riguardo la propria privacy.
Ginny scoppiò a ridere. «Sei tu che lasci la porta socchiusa. Ad ogni modo,sono venuta ad annunciarti che i miei bagagli sono pronti»
Ron la guardò ancora più stizzito. «Lo fai apposta?» chiese con tono di sfida.
«Prego?»
«Oh andiamo» sbuffò il ragazzo. «Lo so cosa stai cercando di fare e ne abbiamo già parlato: vai tu»
«Cosa pensi,che mi metterei ad insistere con il mio cocciuto fratello?» Ginny emise un risolino sarcastico. «E poi sono contenta di andarci..»
«Ecco,brava» tagliò corto Ron,avanzando verso l'armadio per cambiarsi.
«..anche se non capisco perchè non voglia venire anche tu» proseguì Ginny con fare innocente.
Ron sbattè a terra la maglietta che aveva appena estratto dall'armadio. «Lo vedi? Ecco! Di nuovo!»
«Sto solo dicendo che non ci sarebbe niente di male» borbottò la ragazza,raccogliendo pazientemente la maglietta del fratello e gettandogliela addosso. «Andiamo,guardati! Sei uno straccio,ti farebbe bene svagarti un po'»
Ron sbuffò. «Vuoi sapere il motivo? Bene,ti faccio vedere» si avviò verso la scrivania e estrasse da un mucchietto di fogli una piccola busta già stata aperta. «Questa è la sua ultima lettera. Leggi»
Ginny prese tra le mani la busta,tirandone fuori un piccolo foglio di carta; sopra vi erano scritte poche parole,talmente poche che poteva quasi contarle in una manciata di secondi. Ed erano tutte scritte con l'ordinatissima calligrafia di Hermione.
La rossa sospirò. «Non sembra molto in vena di parlare» mormorò a bassa voce.
«Appunto. Guarda le altre» continuò Ron,indicandole il mucchietto di fogli sulla sua scrivania. Ginny si avvicinò,sezionando tra tutte quelle carte solo le lettere chiaramente scritte da Hermione e leggendole velocemente. Erano tutte uguali,tutte contenevano poche parole. "Le cose vanno bene,presto tornerò,mi mancate tanto tutti",come se quelle parole venissero stampate da una macchinetta.
«Ok,ammetto che non è da lei fare così» acconsentì la rossa. «Ma ti sei chiesto il motivo? Magari sospetta che le teniamo nascosto qualcosa e magari starà anche pensando male,mentre basterebbe semplicemente dirle che tra pochi giorni..»
«No» la interruppe Ron brusco. «Non ho intenzione di anticiparle niente e se tu hai cambiato idea,beh mi rivolgerò ad Harry»
«Non ho cambiato idea!» ribattè Ginny offesa. «Dovresti ringraziarmi,per farti questo favore rinuncio a passare gli ultimi giorni di vacanza con il mio ragazzo»
«Il che potrebbe solo farti bene» borbottò Ron a bassa voce,guadagnandosi un'occhiataccia dalla sorella,che incrociò le braccia e si mise a fissarlo con tanta severità da assomigliare paurosamente alla signora Weasley. «Ok ok,grazie» si affrettò ad aggiungere il ragazzo,alzando le mani con fare da innocente.
Ginny fece un breve sorriso soddisfatto,dopodichè uscì dalla stanza lasciando il fratello da solo con i suoi pensieri.

«Niente da fare?» chiese Harry vedendo rientrare la fidanzata nella propria camera. Ginny sospirò,chiudendosi la porta alle spalle.
«Niente da fare,sostiene che è la soluzione migliore. Perchè proprio mio fratello doveva nascere così testardo?»
Harry rise,prendendola per il braccio e facendola sedere di fianco a lui sul letto. Ginny l'abbracciò e rimasero così per infiniti secondi,finchè non fu di nuovo la ragazza a prendere parola. «Perchè devono essere così complicati? Si amano,non capisco dove stia il problema»
Harry alzò le spalle. «Non lo so. Ma se ci hanno messo sette anni per stare insieme.. cosa possiamo pretendere?»
Ginny sorrise,stampando un bacio sulle labbra del fidanzato. «Vado a vedere se mamma ha bisogno di aiuto» disse alzandosi e uscendo dalla stanza.
Harry rimase immobile finchè non sentì i passi di Ginny lungo le scale; una volta sicuro che la ragazza avesse raggiunto il piano terra,estrasse da sotto il cuscino la lettera che stava scrivendo e a cui mancava solo qualche parola per essere conclusa:

Cara Hermione,
temo di non sapere come aiutarti. Cosa intendi per "segreto"? Qua le cose stanno andando avanti normalmente; certo,George è ancora un po' restio a fare conversazione con noi e non è certo la presenza più loquace con cui stare,ma per il resto va tutto bene,anzi alla grande. Perfino Molly sembra più serena e si può capire dal cibo che cucina,che fortunatamente non è più bruciacchiato.
La vita sta andando avanti e credimi,sono io il primo a meravigliarmi di questo. Se ripenso che solo due mesi fa stavamo combattendo contro Voldemort.. mi sembra impossibile. Pensare che Hogwarts colpita dalla guerra sarà il mio ultimo ricordo del periodo scolastico mi rattrista un po',ma d'altronde non riuscirei a tornare lì per un altro anno di scuola. Hermione,lo sai che voglio diventare Auror e sai bene che sarebbe impossibile per me sostenere tutte quelle persone che mi riempirebbero di "Ma tu sei Harry Potter! Raccontaci com'è andata". No,non è esattamente il futuro che vorrei. Non mi sento un eroe,non meno di tutti voi perlomeno; tutti siamo eroi,perchè da solo non ce l'avrei mai fatta.
Ma ciò non vuol dire che nemmeno tu non debba tornarci. Studiare è sempre stato la tua vita,frequentare Hogwarts e prendere i M.A.G.O. è il tuo sogno da sempre. Vuoi davvero lasciar perdere tutto,ora che sei a un passo dalla fine? Non ne vale la pena. Hermione,torna a Hogwarts e finisci i tuoi studi. E' anche quello che vorrebbe Ron,lo sai.
A proposito,se pensi che ti stia nascondendo qualcosa,chiedigli spiegazioni; io non so niente,anche perchè sai com'è fatto,la maggior parte delle volte preferisce tenersi tutto dentro. Stai tranquilla però,non sta succedendo niente.. è semplicemente la vita,che finalmente sta continuando.
Ti mando un abbraccio,torna presto.
Harry

Dopo aver terminato di scrivere,Harry chiuse la lettera in una piccola busta e la rovesciò per scriverci dietro il destinatario. Non sapeva quando sarebbe riuscito a sgattaiolare in salotto per consegnarla ad Errol senza essere visto da Ginny o,peggio ancora,da Ron. Non aveva detto a nessuno dei due che Hermione gli aveva mandato una lettera abbastanza disperata,ma d'altronde gliel'aveva chiesto la ragazza stessa di non dire niente ai due Weasley. Le parole che la ragazza aveva scritto ancora gli lampeggiavano nella mente: "Cosa sta succedendo Harry? Stiamo cadendo a pezzi".
Harry sospirò. Odiava mentire alla sua migliore amica.

 



Buongiorno cari,
aggiornamenti strarallentati,me ne rendo conto e vi chiedo scusa. Il mio cervello sta prendendo la "pausa vacanze" un po' in ritardo..
Beh,a voi com'è andata questa estate? Spero bene,per me è finita troppo in fretta e non me la sono goduta molto. Ma vabè,inutile piangere sul latte versato :)
Spero vi sia piaciuto il capitolo!
Alla prossima :)

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Capitolo 8
*** Together all the while ***


Never say never

8. Together all the while;



Portland

Quella mattina di agosto era particolarmente calda. Hermione si svegliò infastidita dai raggi insistenti del caldo sole mattutino e spalancò di colpo gli occhi quando vide che la sveglia sul suo comodino segnava già le dieci e mezza. «Cavolo,ho dormito tantissimo!» esclamò battendosi una mano sulla fronte.
Certo,quel mattino non aveva nessun tipo di impegno,però contava di svegliarsi presto per portare avanti le ricerche e trovare altri possibili studi dentistici Wilkins nelle altre città australiane vicino a Portland,dove si trovava in quel momento. Estrasse dalla borsa la piantina dell'isola,su cui delle vistose X rosse erano state poste sopra il nome di Melbourne,Geelong,Ballarat e altre tre o quattro città. La ragazza sbuffò; era lì da più di due settimane e ancora non aveva trovato i suoi genitori. Forse si erano trasferiti in qualche città minore,o peggio,in qualche paese magari neanche segnato sulla cartina. In quel caso trovarli sarebbe stato a dir poco impossibile.
Hermione cercò di scacciare questi pensieri e uscì dalla sua camera. Essendo domenica,l'albergo era parecchio trafficato da gente che partiva e gente che arrivava,perciò la ragazza decise di uscire e andare in un bar per fare colazione.
L'afa estiva la colpì in pieno volto non appena uscì dall'albergo. Quella mattina Portland era veramente caotica e per riuscire a salire sull'autobus che l'avrebbe portata in centro Hermione dovette sgomitare a fatica tra una fitta folla di turisti ammirati e entusiasti. Si sedette in uno dei posti in fondo,di fianco a un anziano signore che teneva di fianco a sè un trolley da viaggio abbastanza ingombrante. Hermione si guardò attorno: effettivamente erano in molti a portare con sè trolley e vistosi bagagli; probabilmente quello era l'autobus che partiva dall'aereoporto.
"Perfetto" pensò scocciata. "L'autobus impiegherà un sacco di tempo ad arrivare in centro con tutto questo peso"
Si appoggiò allo schienale e sospirò; sembravano tutti molto allegri e felici di essere lì. C'erano famiglie con figli che tenevano valige più grandi di loro,coppiette che si abbracciavano cercando di non cadere (cosa che non sarebbe potuta succedere in ogni caso,data l'esagerata mancanza di spazi vuoti lì dentro),gruppi di vecchietti che commentavano guardando fuori dal finestrino ogni cosa che passava davanti a loro.
E poi c'era lei. Quella fulvida chioma rossa che spiccava attraverso le spalle di tutti i turisti. Hermione la fissò per infiniti secondi,cercando di capire se era solo frutto della sua immaginazione o se c'era davvero un'altra persona al mondo che avesse quei lunghi capelli luminosi. Una parte di lei continuava a ripetersi che probabilmente se la stava solamente immaginando,dopotutto i Weasley le mancavano tutti immensamente. Ron in particolare.
Eppure quella visione non voleva sparire dai suoi occhi. Un leggero sobbalzo dell'autobus fece spostare un signore non certo poco spazioso,che andò subito a porsi in mezzo e la chioma rossa non fu più visibile dal sedile di Hermione. La ragazza scosse la testa,tornando a guardare fuori dal finestrino. "Smettila di pensarci" pensò rivolta a sè stessa.
Il viaggio le sembrò durare un'eternità. Quando finalmente iniziò ad intravedere i negozi del centro,si alzò facendosi largo faticosamente tra la folla; ma non appena le porte si aprirono,la ragazza venne letteralmente trascinata fuori dalla massa di gente,tutti destinati alla sua stessa meta; tutti decisamente poco aggraziati,oltretutto.
Sbuffando,Hermione cercò di riacquistare l'equilibrio e allontanarsi il più possibile da quella mandria. E nel momento in cui cominciò a dirigersi verso il centro,la vide di nuovo: la fulvida chioma rossa spiccava qualche metro più avanti a lei,in mezzo alla gente,diretta anch'essa verso il centro.
Hermione accellerò il passo,cercando di scansare più persone possibili; ma la strada era veramente stracolma di gente e dopo qualche secondo perse subito di vista quella macchiolina rossa. Si fermo e si guardò intorno un paio di volte: era proprio sparita. "Smettila di pensarci" si ripetè nella mente.
Riprese il passo,dirigendosi con decisione verso il centro. Iniziò a pensare in quale bar avrebbe potuto rinchiudersi,un bar abbastanza fresco e poco trafficato,possibilmente. Escluse Starbucks,ci avrebbe passato l'intera giornata solo ad aspettare un caffè da poter bere esclusivamente in piedi; perciò sarebbe potuta andare da Kokopelli's Kafe,quel simpatico bar abbastanza vicino alla fermata,il cui proprietario l'aveva decisamente presa in simpatia; però ripensandoci anche al Thistle Bar avrebbe potuto trovare tranquillità,solitamente non c'era nessuno; e poi c'era anche..
«Wow,non avrei mai pensato di trovarti così in fretta»
Hermione si girò di colpo udendo quella voce,una delle voci che meno avrebbe pensato di poter udire in quel posto. «Ginny?!»

 

La Tana

«Ehi Ron,ti va una partita a Quidditch?»
«No»
«Scacchi?»
«No»
«Scendiamo a mangiarci un calderotto?»
Gli occhi di Ron si illuminarono per mezzo secondo,ma tutto ciò che uscì di risposta fu un altro cupo «No»
Harry sbuffò. «Andiamo amico,sei chiuso qua dentro da ore. Ti farebbe bene svagarti un po'»
«Perchè?» mugugnò Ron. «Pensi che così potrei dimenticare che la mia migliore amica mi odia?»
«Non ti odia e non è la tua migliore amica» lo corresse Harry,insistendo soprattutto sulla seconda parte della frase. Si alzò dirigendosi verso la porta,ma al posto di aprirla vi si appoggiò contro incrociando le braccia e fissando l'amico,che se ne stava sdraiato a pancia in giù sul letto.
«Sapevi che non sarebbe stato facile per lei» continuò il moro. «E poi se ti manca tanto,potevi andare tu al posto di Ginny» aggiunse con una nota di dispiacere; infondo anche la sua ragazza gli mancava già molto.
«Ginny è andata per un motivo preciso,non per dirle che le mancava tanto» precisò Ron.
«Saresti potuto andare tu comunque» insistette l'amico.
Il rosso sospirò. «E per dirle cosa?»
«Quello che provi,magari?»
Pausa. Pausa di molti secondi.
«Ron?»
«Non credo sia quello che ora vorrebbe sentirsi dire» sussurrò Ron stringendo a sè il cuscino. Harry sospirò,esasperato. Le situazioni non erano affatto cambiate,si ritrovava ancora a dover spiegare a Ron come comportarsi con Hermione quando non capiva i suoi atteggiamenti.
«Senti» disse il maghetto,sedendosi sul letto di fianco a Ron. «So che non è facile esprimere i propri sentimenti,soprattutto quando sono profondamente veri. Ma devi credermi se ti dico che..»
«Sì,ok,sarei dovuto andare,ho capito» tagliò corto il rosso. «Ma mi sembrava una soluzione patetica partire per andare fin da lei e dirle che la..»
Sospirò,senza terminare la frase. Harry rimase qualche secondo a guardarlo,finchè non lo vide alzarsi di scatto e dirigersi verso la porta.
«Dai,andiamo a mangiarci questo calderotto»

 

Portland

«E' incredibile» sussurrò Hermione a metà tra l'allibito e il divertito. Le due amiche erano sedute a un tavolo del Thistle Bar e Ginny aveva appena finito di raccontare il suo strambalato viaggio dalla Tana fino a lì,figuracce con i babbani comprese; tutto ciò faceva ridere sempre di più l'amica che ancora la guardava con occhi spalancati,come a non riuscire a credere che davvero fosse lì.
«E che ne potevo sapere io che qui per spostarvi usate quegli enormi cosi arancioni? Trovo davvero esagerato che la signora a cui ho chiesto informazioni sia scappata non appena ho detto che non sapevo cosa fosse un aldotus»
Hermione scoppiò a ridere,ormai alle lacrime. «Autobus; ma potevi avvisarmi per lettera,ti sarei venuta a prendere in aereoporto»
«E dove sarebbe stata la sorpresa?» disse Ginny facendole l'occhiolino.
Hermione sorrise. «Dai seriamente,perchè sei venuta fino a qua?»
Ginny sorseggiò lentamente il suo thè caldo. «Ecco..» tentennò. «Hermione,cosa hai intenzione di fare? E' il 24 di agosto,tra cinuqe giorni ricomincia la scuola e tu te ne stai qui,dall'altra parte del mondo»
Il sorriso di Hermione sparì e la ragazza si incupì leggermente. «Il fatto è che non sono più sicura di voler tornare»
«Sei pazza?» Ginny spalancò gli occhi. «Non puoi non tornare. Sei Hermione Granger,la strega più intelligente del mondo intero,e ti manca un solo anno»
«Ginny,come faccio a riprendere la scuola mentre i miei sono ancora sperduti in questo paese chissà dove? Pensavo che li avrei ritrovati prima,ma a questo punto trovo che sia opportuno rimanere qui finchè non li trovo»
La rossa sospirò. «A questo proposito,ehm.. vedi io sono qui per..»
«Oddio no» esclamò di colpo Hermione. Ginny si interruppe e in un momento ebbe la terribile sensazione che avesse capito tutto. Ma notò che la ragazza fissava un punto oltre la sua spalla con gli occhi fuori dalle orbite,come se avesse visto un alieno.
«Ma che..» Ginny fece per voltarsi,ma Hermione la bloccò mettendole le mani sulle spalle.
«Non girarti e nascondimi!» sussurrò terrorizzata,cercando di farsi piccola piccola. La rossa rimase immobile finchè un'alta figura maschile non passò di fianco a lei,facendo slalom tra i tavoli con una tazza di caffè in mano.
«Che fa? Ci ha viste?» chiese Hermione non muovendosi di un millimetro.
Ginny lo osservò cercarsi un tavolo e appartarsi in un angolino decisamente lontano da loro. «No,si è seduto laggiù,vicino alla porta del bagno»
Hermione mollò la presa dalle spalle dell'amica e si rilassò. «Ci è mancato poco»
«Mi vuoi spiegare chi diavolo era?»
«Luke» sospirò Hermione. «Lui è.. il mio ex ragazzo»

 

 

 

Buonasera a tutti!
Inizio subito col dire che mi spiace immensamente per il ritardo ):
Purtroppo non ho potuto proprio farcela prima,non tanto per la mancanza di tempo (anche se negli ultimi giorni ho dovuto studiare tutte le cose che in tre mesi d'estate non avevo proprio considerato) quanto più per mancanza di idee. Quando ho iniziato a scrivere questa storia avevo varie idee precise su come l'avrei continuata,ma purtroppo da qualche settimana sto vivendo un periodo abbastanza brutto e non riuscivo proprio a produrre qualcosa di sensato.
Non voglio certo appesantirvi con i miei problemi (c'è già la posta del cuore di Cioè per questo u.u no dai scherzo XD),non sono tipa da raccontare ai quattro venti le mie delusioni d'amore,ma sto passando un periodo un po' traballante. Nonostante ciò,sto cercando di uscire da tutto questo e spero sinceramente che questo capitolo non vi abbia fatto schifo..in tal caso provvederò a far di meglio la prossima volta XD
Ringrazio tutti quelli che mi seguono,mi fa davvero piacere leggere sempre le vostre recensioni :')
Un bacione e alla prossima!

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