Progetto Abyss

di Zer0
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La nascita ***
Capitolo 2: *** Io sono Zero. Io sono Phantom. ***



Capitolo 1
*** La nascita ***


Una debole pioggia bagna le strade di Vacon city. 
Una pioggia purificatrice, semplice e leggera che sta pulendo via i ricordi che mi entrano in testa. 
Ricordi di una vita passata dietro a un ideale che in qualche modo dovrò pur raccontare. 
Un ideale che è stato liquidato dai media come la cellula terroristica più debole di sempre. 
Non tutti sanno però che quest'ultima "banda terroristica" ha fatto una delle più grandi crociate riuscite di tutta la storia. 
Una crociata che ha liberato le strade dalla feccia della mafia, almeno in parte. 
I Colonna....I level-5....
Iniziamo dal principio.
Vacon city, città alquanto sporca e sudicia. 
Piena di criminali e gente poco raccomandata, ma anche piena di civili indifesi lasciati qui a marcire perche i buoni erano troppo presi dal loro intenso lavoro.
Come al solito i saccheggi da parte di ladruncoli era ormai acqua quotidinia, cosi come le morti dei polizioti che invani cercavano di dare un senso di giustizia in questo buco.
Io li ammiravo, ma nel mio più profondo li detestavo.
Il perche è presto detto, loro con le loro futili divise non riuscivano a mettere in sesto la città, anzi peggioravano la cosa usufruendo del loro potere anche contro chi non centra nulla.
Erano dispotici e stupidi, meritavano la stessa fine dei mafiosi, diversi intenti, stesse conclusioni. 
Gli innocenti dovevano sparire. 
Serviva un robin hood della situazione, ma qui erano troppo codardi per fare qualcosa, tutti avevano paura di mostrare la loro faccia, avevano paura di vedere una pistola alla tempia come ultima visione. 
Codardi e stupidi, pensavano al loro presente piuttosto che al futuro dei figli. 
Io però non volevo continuare a restare nell'ombra a mangiare il cibo pestato dai potenti. 
Volevo vedere se le mie ali erano pronte per potermi sorreggere in volo. 

~~~~

Il giorno iniziava come sempre, un sole timido che entrava nella mia finestra e che lentamente mi accarezzava la testa tentando di svegliarmi. 
O almeno è quello che volevo che accadesse. 
Come ogni mattina mi sveglio con il rumore della porta che sbatte.
"Forza è ora di andare a lavoro."
Una voce rauca e profonda mi fece aprire le palpebre. 
Era mio padre, un uomo alto e muscoloso che portava le magliette a maniche corte anche di inverno, un uomo che seguiva a testa bassa gli ordini del suo capo. 
Un uomo pupazzo ecco cosa era. 
Ce l'aveva a morte con me, perche a differenza sua io avevo le palle di dire le cose come stavano di alzare la testa. 
Si, alzavo la testa per poter ricevere meglio il suo pugno. 
Ciò però non mi interessava perche perquante volte lui mi buttava in terra il mio spirito e il mio ideale non vacillava anzi, aumentava di spessore.
Cosi adesso dovevo andare al cantiere dove lavorava e aiutarlo con il lavoro manuale. 
Era estate e le coperte erano infilate tutte su di un angolo della stanza, mia madre ormai mancava da più di tre anni, un tumore se l'è portata via.
Toccava a mia sorella pulire e fare le faccende di casa, ma lei aveva la testa da un'altra parte. 
Ero preoccupato che potesse immischiarsi in qualche guaio, ero l'incontrario di mio padre che sembrava totalmente fregarsene.
Presi da terra il primo paio di pantaloni che trovai in terra e mi diressi verso il bagno. 
Mi sciacquai il viso con l'acqua gelida che il rubinetto sapeva offrirmi, mi fissai allo specchio, i miei capelli neri corvini e ricci scendevano sulle mie spalle, mentre gli occhi si nascondevano nell'enorme frangia.
Feci una smorfia e mi avviai verso la porta di ingresso. 
Mio padre era ancora dentro casa, ma a me non interessava mi diressi al cantiere anticipando cosi il vecchio.
Le strade erano trafficate come se tutte fosse normale, come se fosse una città normale. 
In realtà quella era una maschera, chissà quanti di questi passanti erano in realtà temibili assassini.
Non si poteva stare attenti. 
Un coltello recide facilmente la gola.
A un certo punto sentì un rumore sordo provenire da un vicolo. 
Pensai subito ad un pestaggio.
Corsi a vedere cosa stava succedendo, girai l'angolo con una velocità inaudita. 
Fù in quell'istante che la mia vita cambio, ciò che pensavo esistesse solo nella parte oscura della città, si avvero davanti a me. 
Quello non era un pestaggio, ma un omicidio.
Un corpo di enorme stazza era riverso in terra pieno di sangue che grondava dalla testa. 
Davanti a lui due uomini, uno aveva in mano una pistola silenziata che emanava del fumo dalla canna, l'altro invece aveva in mano un piccolo cellulare con la quale scatto la foto del corpo esanime.
Io rimasi immobile terrorizzato da quella vista, ma sopratutto inquietato da quelle due figure cosi esili e alte.
Entrambi infatti indossavano una maschera nera con un numero disegnato sopra di essa.
1.
5.
Eccoli i marchi degli assassini.
"Oggi moccioso è il tuo giorno fortunato"
Disse l'uomo con il numero uno sulla maschera.
"Hai assistito alla nascita degli Abyss"
Continuò, mentre dalla sua bocca uscirono dei suoni simili a delle risate. 
Io feci un passo indietro continuando a fissarli, ma all'improssivo un dolore alla tempia mi fece chiudere gli occhi facendomi cadere in un sonno profondo.

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Capitolo 2
*** Io sono Zero. Io sono Phantom. ***


La storia è appena iniziata eppure una morsa alla gola mi prende. 
Io sono uno dei pochi che ha visto come è andata veramente e rimembrare tali gesta è come prendere una penna e scrivere l'intera storia nel braccio.
Inizialmente non fa male, ma poi la carne viene lacerata. 
Lentamente e il dolore inizia a fare capolino.
I ricordi sono cosi, più vi entri dentro, più dolore provi.
Eppure la storia devo spiegarvela, altrimenti sareste soggetti alla macchina del fango.
Quel mondo che piano piano stava dimenticando i valori. 
Presto si sarebbe svegliato e io ero lì, mentre la nascita di un nuovo impero si stava facendo avanti.

~~~~~~

Il dolore dietro la nuca era veramente insopportabile, bruciava e la testa non smetteva di martellare le tempie.
Un mal di testa enorme, quasi un emicrania mi faceva stringere i denti.
Tenevo gli occhi serrati cercando invano di far passare questo dolore.
Sentii le mani e le caviglie legate a qualcosa che sembrava essere una sedia. 
Un classico i mafiosi mi avevano catturato e adesso mi aspettava la tortura sulla classica sedia.
Però è strano che non mi abbiano ucciso.
La voce che sembrava essere quella del tizio con il numero uno sulla maschera inizò a parlare, rivolgendosi chiaramente a me.
"Ti sei svegliato ? Ahahaha, bene bene dobbiamo parlare io e te."
Detto questo l'uomo mi sfilò qualcosa dal viso, una luce improvissamente mi accecò gli occhi che tentai di tenerli aperti.
Solo ora mi accorsi che avevo in capo un cappuccio nero.
Davanti a me riconobbi cinque figure tutte della medesima altezza che mi fissavano con le mani conserte aspettando che i miei occhi facero il punto della situazione.
Intanto il mal di testa non smetteva di colpirmi violentemente.
Sentì una forte scossa percuotermi sugli zigomi. 
Di istinto richiusi gli occhi, ma non ci volle molto a capire che uno di loro mi aveva tirato un pugno dritto in faccia.
Scossi la testa come per rimettermi in sesto, alzai lo sguardo e davanti a me mi ritrovai la maschera del tizio con l'uno dipinto.
Aveva degli aculei al posto della bocca che aguzzini uscivano irregolari dalla maglia nera della maschera. 
Due ovali bianchi raffiguravano quelli che dovevano essere gli occhi di quell'ipotetico mostro.
Sulla fronte campeggiava un "uno" bianco disegnato volutamente male.
"Forza adesso dicci chi sei ? Sei uno dei "Colonna"? RISPONDI STRONZO !"
Finite queste parole mi ritrovai piegato in due sulla sedia, con il fiato smorzato da un secondo pugno.
Stavolta colpì lo stomaco. 
Mi venne da rigettare e la saliva scendeva mentre tossivo.
"ALLORA?!?"
Mi prese per i capelli e mi riportò con la faccia davanti alla sua.
Io di improviso scoppiai in una risata. 
Non sapevo nemmeno io perche facevo questo, forse era la paura o la tensione.
Apri la bocca in una smorfia di piacere.
"Fammi parlare stronzo!"
"CHE COSA!!"
Urlò il tizio con la maschera.
"ESATTO ! FAMMI PARLARE, DAMMI IL TEMPO DI RISPONDERE TESTA DI CAZZO!"
Se dovevo morire, allora lo dovevo fare da incazzato, il paradiso non mi piaceva e poi avevo da dire un paio di cosette a quel coso che stava lassù.
"Abbassa la cresta forse non hai capito tu potresti tranquillamente morire lo sai vero ?"
"Allora perche non lo avete fatto prima ? Forse ho capito voi non siete dei mafiosi, altrimenti non mi avreste portato qui, come in un set cinematografico. Voi chi siete ? Gli Abyss ?!? Mai sentiti."
L'uomo rimase in silenzio, lasciando la presa dei miei capelli, si sistemo l'abito nero fin troppo elegante e ritorno accanto ai tizi con il suo stesso vestito.
Stavolta si avviò un uomo un po' più basso con il numero 3.
Aveva un cappuccio che assomigliava a quelli del CuxCux Clan.
Si abbassò piegando i ginocchi in modo che potesse essere al mio pari.

"Ti spiegherò in breve chi siamo."
Disse con tono pacato.
"Noi siamo gli Abyss, siamo una cellula terroristica.
Miriamo alla distruzione dei Level-5 e dei Colonna."

Rimasi un attimo stupito mentre sentivo lo zigomo destro gonfiarsi per il pugno di prima.
"Quello che abbiamo ucciso prima è uno dei Boss dei Colonna. 
La Colonna del Sud."

Scoppiai in una risata, ancora.
Vidi con la coda dell'occhio l'uomo che aveva il numero uno infuriarsi, ma venne bloccato dai suoi compagni.

"Cosa ti fa ridere cosi tanto ? Pensi che sia stupido come obbiettivo ?"
Smisi di ridere.
Il mio volto divenne improvissamente serio, tanto che i presenti alzarono il mento in segno di stupore.

"Fatemi vostro capo."
Il silenzio scese.
"Io sono Zero. Il vostro leader."

~~~~~

Odiavo questa maschera, questa grossa cappa fatta di canapa con una X di metallo che prendeva tutto lo spazio della faccia. 
La odiavo a morte, perche ogni volta che la vedevo o che la indossavo io ero costretto a ricordarmi il motivo percui la indossavo.
Un incendio, un enorme incendio.
In mezzo di strada.
Un camion cisterna ribaltato e la mia macchina in fiamme.
All'interno lei, la mia amata.
Ricordo nei minimi particolari quell'incidente propio come se lo avessi fatto ieri.
In realtà sono passati ben tre anni da quel brusco cambiamento della mia vita. 
Tre interminabili anni che mi hanno fatto cambiare l'esistenza.
Mi chiamavo Andrea. Un nome che lo si trova in molti palazzi di questo posto, usato come cognome piuttosto che come nome.
Ho detto mi chiamavo perche da allora il mio nome è Phantom.
Sono un elitè del FBI, mandato a Vacoon city per fermare i Level-5 e i Colonna.
Di entrare in questa città completamente da solo non è stata presa dal dipartimento.
Mi è stata concessa dopo astenuanti richieste da parte di me medesimo.
Qui si nasconde Venom. 
Colui che fece esplodere il camion coinvolgendomi nell'incidente. 
Colui che mi ha sfigurato il volto, colui che ha ucciso il mio unico amore.
Adesso cerco vendetta e l'avrò.
Come è vero che io sono Phantom.

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