Idril dei Mithlond

di Lindar
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** -Arynion- il mattino d'un cuore ***
Capitolo 2: *** Il Timoniere e la Cantrice ***



Capitolo 1
*** -Arynion- il mattino d'un cuore ***



La luna nuova si spingeva serena oltre le alte creste delle Evendim,così come gli Uomini chiamavno le Emyn Uial,.le colline del crepuscolo. Le rovine degli antichi palazzi del Reame di Arnor coronavano la piana verdeggiante dell’Eriador; lenta Isil si dirigeva a seguir Earendil verso il suo sonno.
L’estate lasciava il posto all’autunno e le foglie  facevan da tappeto ai pellegrini, nell’aria voci elfiche cantavano delle stelle. Albeggiava quando giunse il convoglio dai Mithlond.., di sotto il Nenuial, il lago Vesproscuro, rifletteva la luce delle ultime fredde stelle e accoglieva la venuta di Anar.
Il gruppo di elfi era formato da diverse stirpi, arcieri Sindar a protezione e un Noldor..Cirthion il suo nome..e lei l`essere più bello che abbia carezzato il mio sguardo Celebdil il suo nome era di bianco vestita e adornata alla vita da una fibbia d`oro.
Mia madre discendente da Dior Tinuviel..era alta al pari dei primogeniti di Iluvatar e fiera di sguardo, Luthienwen di Nenuial il suo nome..a lei molto simile io..Dicono che entrambe serbiamo la bellezza di Luthien Tinuviel e di Melian la maia.
Lontano ancora l’ombra dell’Oscuro e nessun Dunedain aveva ancora ribadito la fierezza della sua genia. Più a sud nelle terre ove scorre il Baraduin..un Periannath,un’Hobbit, iniziava la sua cerca in compagnia di un manipolo di nani e d’un Istar.

La compagnia veniva per me, un elfa della stirpe dell’antico Doriath, benedetta dalla fortuna dei Sindar.Quando le braccia di mia madre mi posero tra quelle di mia nonna..un forte vento si levo dal Lago..e una grande aquila planò poco distante dalla porta del palazzo sulla collina.
"Ecco Figlia di Dior..Manwe Sulimo chiama a se tua figlia Idril...il vento sarà la sua voce"..disse Celebdil. Da quel momento ho avuto la possibilità di parola con gli araldi dei seggi di Taniquetil presso Valinor.
“ Se è questo il volere dei Padri che seggon a Tuna..la casa di Nenuial lo seguirà!”  v’era fierezza nel turchese sguardo di Luthienwen come tutti i figli primogeniti..ma una fierezza antica di chi ha visto il nascer del mondo.
Vivo ancora il ricordo della bellezza del Doriath nel cuore dei Laiquendi..e molti i canti che accompagnavan il peregrinare d’essi sotto le frondose propaggini dei boschi..
 
Crebbi in uno dei palazzi che la costa conserva pari ai gioielli più cari, la bianca spuma carezzava le rive e sulle navi s’odevan i canti dei Solosimpi e nel vento le voci dei Falmari d’Ulmo araldi. Come maestro Cirthion e come madre Celebdil.
Avevo un fratello che amavo e che a mia differenza amava il fulgore dell`Armi. Aerthil il suo nome e che presto partì per l’est.
Una vita terrena formaron il mio essere, bruni capelli come la notte di Lorien, melograno in boccio colorò le mie labbra e albido latte di cerva il mio carnato, molti mi chiamavano Tinuviel a sottolineare la mia somiglianza con la mia antenata. Ma ciò che più donava gioia al mio cuore erano i racconti dell’era d’oro del Mondo.
 
Era sera quando nell’ampio salone del fuoco chiesi a Celebdil per la prima volta il significato d’una sensazione che per me era ancora aliena: “Arwenamin” dissi mentre ella era intenta a ricamare su uno stendardo la grande bussola dello stendardo del signore delle Falas “cos’è l’amore per noi figli dell’eternità?
Ella sorrise nella tenue luce che la sua beltà gli donava,d’oroi capelli in treccia costretti mentre l’azzurro sguardo era intento a seguire il suo lavoro.. “Idril..estelamin…l’amore che sia per i figli maggiori o per gli atani..è qualcosa che non si spiega con il mortale verbo”..seguitò a sorridere sospirando “Poiché le parole costringono come legacci.. al pari d’un destriero da corsa obbligato ad un carro”..trasse un sospiro e seguitò a ricamare. “ Mia signora..” incalzai “ eppure dicono che di tale forza sei stata padrona quando gli anni eran freschi e il tuo cuore leggero..”
S‘alzo lasciando cadere il vessillo sul bianco marmo del pavimento,l’eterna bellezza dei quindi era in lei sublime,mosse qualche passo,scruto il cielo sul mare poi si voltò verso di me..gli occhi umidi..
Ei era già grande d’onore quando l’amore ci chiamò per nome, emerwen nin, la grazia aveva affidato a lui Narya, l’anello di fuoco, ed abile era nel governar ogni vascello” sorrise
Ma tu parli di sire Cirdan,signore delle Falas di Lhùn..” sgranai gli occhi..
Io” risprese “parlo  di tuo nonno..Idril..e del nostro amore..” tacque per osservare il volo di gabbiani giù lungo la scogliera..
 

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Capitolo 2
*** Il Timoniere e la Cantrice ***




La finestra rimandava all’albeggio la tenue luce d’una candela, il vento gonfiava la seta delle tende..pallide vele che, spettro di casa nell’argento della culla del giorno, cantavano la nascita d’Anar.
Ella era ancora persa nei ricordi, seguiva il volo malinconico dei gabbiani…l’argentina voce della giovane Idril la scosse dal sogno.. “Cos’è successo nonna…cosa l’ha allontanato da te…
Estelamin…” sorrise Celbdil “ il legger cuore della giovinezza spesso non comprende i discorsi del raziocinio..” si mosse,statua d’alabastro, verso la nipote, una veste azzurra d’Ithlan sottolineava i sentieri di melo delle sue linee d’eterna freschezza serbanti il ricordo della nascita delle ere.
 
Tutto ebbe inizio ad Imladris la bella” si lasciò cadere sospirando sul letto ov’Idril sedeva, la nipote differiva da lei pel colore dei capelli bruni come il bosco nella stagione della morte delle foglie, riprese “Ero nata lì sotto la guida saggia d’Elrond Peredhel, ancella di Celebrian l’argentea ero”… riportò l’iridi chiare oltre le finestre, tornò con lo sguardo oltre le Chitaeglir…i monti nebbiosi..a lì..Forraspaccata l’ultima casa accogliente.
 
Il potere di sire Elrond era grande a quel tempo e ad ovest scotevano le radici della terra..Sauron l’ingannatore aveva dichiarato guerra ai popoli liberi..” trasse un sospiro come se l’antico orrore avesse nuova ferita al suo cuore “ Un grande esercito giunse dal Lindon,ove ora risiediam piccola mia, v’era Gilgalad a capo e molti degli elfi della costa,con loro molti Noldor e Sindar che tra i boschi dell’Eriador avevano dimora, ad’Imladris,inoltre,  molti esuli dell’antico Doriath trovavano accoglienza e molti principi del Sud erano giunti col mutar del vento, v’erano inoltre i messaggeri di Thranduil dell’Eryn Lasgalen meglio noto come Bosco Atro”.. pose lo sguardo su Idril che bramosa divorava ogni parola, quello sguardo saggio celante ere di viaggi tra le stelle e l’alba…l’arco delle labbra s’increspò in sorriso prima di riprendere il racconto..
E con loro venne anche lui” continuò a sorridere,come se riguastasse quella scena,lo sguardo sognante di chi ama ma è costretta a dimenticarlo.. “ Fiero avanzava nella sua armatura leggera,d’oro e verde colorato, possanza cantava il suo passo e saggezza la sua fronte, aveva la luce della grande distesa d’Ulmo negli occhi e la voce recante l’accenti di sogno..era lui Cirdan il Timoniere dei Mithlond.”
Alla giovane Idril parve di vedere l’elfo attraversare il suo pensiero..Celebdil continuò “ Elrond organizzò un consiglio per decidere il da farsi… noi preparammo la sala del fuoco ove dopo i principi si sarebbero trattenuti.. Celebrian mi chiese di cantare.. Pari all’allodola il tuo canto..mi disse”..
Dalla finestra giunse lo stridio d’un falco..il giorno nasceva.
 
Già Menelcamar s’allineava alla luna quando giunsero nel salone..Daeron sonava l’arpa e io cantai il canto di Beren e Luthien…quando giunsi al punto ove la vergine Luthien danzava tra le cicute al chiaro delle stelle  egli mi sorrise ed io toccai le benedette sponde di Aman “…
La voce di Celebdil ora divenne realmente tremante come sofferente, gli occhi s’inumidirono ma ella continuo forzando un sorriso alla nipote; continuò raccontando della dolcezza del vino che quella sera a fiumi empiva i calici, della danza del fuoco e dell’abile mano di Daeron sull’arpa… e forse evitò per un po’ di tuffarsi nel suo dolore,ma poi si sa rimandar non lenisce l’acutezza d’una lama e giunse al momento in cui la festa finì e per incanto ad Idril parve di volar col pensiero in quel momento ove silente spettatrice osservava l’accaduto attraverso l’incantevoli parole della nonna.
 
Vide la Biblioteca d’Imladris,ampia e ben areata, mille suoni d’uccello annunciavano il giorno e dal giardinetto interno filtrava la luce, il colonnato tutt’intorno era adornato di foglie d’oro ad abbraccio deii capitelli e sulla parete posteriore campeggiava un arazzo con Laurelin e Telperion, gli alberi oscurati della benedetta Aman, e v’erano loro..
Lei una giovane elfa vestita di verde, in capo recava una tiara a foggia di mille boccioli di rosa, era di mithril e l’argentovero si perdeva tra la dorata chioma di lei..Cirdan abbigliato d’argento,alla vita una cinta con una fibbia intagliata a ricordare il profilo d’un cigno…si guardarono,giovani rampolli d’un mondo che s’allungava alla fine, essenze di un ricordo che sbiadiva ad est.
Ei parlò per primo “Mai avrei pensato di scorgere Luthien tra le colonne d’Imladris”..sorrise avvicinandosi a Celbdil..Ella arrossi, le gote s’imporporarono e per poco scelse il silenzio,almeno fino a quando la mano di lui non giunse a carezzarle il viso “Mio sire,sono solo un indegno passero che cerca d’imitar l’Usignolo”…lo sguardo di lei poi cercò riparo nelle fughe del pavimento..
Perche mi privi delle stelle Celebdil… non sai forse che per un marinaio sono vitali” sorrise Cirdan “ e senza esse mi vedrei perso?”
Ella alzo lo sguardo allora ma il respiro quasi le mancava,egli era l’unico che aveva toccato la sua candida pelle, il ruvido dorso della mano,solcato da ricordi di mare, in lei scuoteva il desiderio; poteva sentire l’odor della salsedine sulla pelle di lui e del vento marino che riporta a casa i viandanti.. “Se siete un sogno eruammin non svegliatemi,poiché mi sembra di sentir la fraganza delle benedetti coltri altr’acque in voi…” socchiuse per un’attimo gli occhi e successe..
Le labbra d’ei carezzaron quelle di Celebdil… e nacque in lei quel selvaggio desio che spinge alla fuga da quanto più al mondo conosci, mille pensieri turbinaron nella sua mente per compiersi in quell’istante, l’abbraccio delle labbra si spinse a lungo, la mano che prima aveva carezzatole dolce la gota andò a sorreggerle la nuca e la manca libera si pose sul suo fianco..era avvinta come l’argenteo pesce tra gli artigli dell’aquila di mare.
Ella dunque si fece sfacciata ed entrambe le sue mani avvolsero il viso del Timoniere e mentre lo baciava sorrideva…indi ei parlò ancora.. “Celebdil,in voi trovo la mia pace..in te lascio il mio cuore…”
 
Il racconto s’interruppe per un’istante ed Idril potè scorgere sull’alabastro del viso di Celebdil un’amara lacrima..poi finse un sorriso e continuò..
Mi trasferii con lui qui ove ora è la mia casa e vivemmo felici per un po’.. Ma a noi spesso è diniegata la felicità e le sorti di Arda ci chiamano inesorabili.. la guerra lo chiamò a se..e lui partì senza sapere che in grembo portavo suo figlio… tuo padre..”
Indi il silenzio s’impadroni di Celebdil…una carezza lasciò sulla guancia della nipote e si portò al cospetto d’uno specchio…un’ultima volta parlò..”Vedi Idril,l’amore è come una guerra..sconvolge il tuo mondo dalle radici, ma senza di esso non vale la pena attraversare i sentieri terreni poiché..sebbene sia crudele è l’unica forza che vince la morte”… indi s’affacciò verso il porto ancora come era consuetudine..
 
Più in basso, sulla banchina, ove le grandi navi dal rostro di cigno aspettano la partenza un sire d’elfica nobiltà sedeva a poppa su una di esse..lo sguardo antico saliva verso i palazzi della costa, cercava una finestra…e dalle labbra sfuggi un sussurro.. “Amin meles lle Celebdil ò Imladris…” egli era lui..
Egli era Cirdan Il Timoniere…

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