Meet the parent

di Chloe88
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un interminabile weekend ***
Capitolo 2: *** Tribunale dell’Inquisizione o riunione di famiglia? ***
Capitolo 3: *** Qualche “saggio” consiglio ***
Capitolo 4: *** Allegra famigliola, versione: al completo ***
Capitolo 5: *** Oops... piccolo equivoco (ovvero: ti sembro ingrassata?) ***
Capitolo 6: *** Un ultimo, rilassante giorno in famiglia a cui sopravvivere ***
Capitolo 7: *** Tutto come prima… o no? ***
Capitolo 8: *** …e comunque non è un appuntamento! ***
Capitolo 9: *** Il matrimonio del mio migliore amico ***



Capitolo 1
*** Un interminabile weekend ***


capitolo1

N.d.A.: sono ancora qui con – ovviamente - un’altra storiellina spuffy!!!^^ Per la cronaca: dovrebbe essere di circa otto-nove capitoli… spero di non esasperarvi prima!

Riassunto: sesta serie, dopo “Doublemeat Palace”. Dietro suggerimento dell’assistente sociale, Hank Summers decide di trascorrere un week-end a Sunnydale. Ma per quale motivo Buffy decide di passare quei simpatici tre giorni fingendo che Spike sia il suo fidanzato? Lo scoprirete fra poco…  Spuffy, come sempre.

Disclaimer: come sempre… tutto di Joss Whedon. Sorpresi, vero?

 

Capitolo 1- Un interminabile weekend

 

“Ti ho già detto che ti odio, vero?”. Dawn sta guardando male il mio riflesso nello specchio della sua camera, mentre raccoglie i libri per metterli nello zaino.

“Sì, circa diciotto volte”. Lei si gira per un momento, aggrottando le sopracciglia.

“Intendevo dire questa mattina”. Okay, ricalcolo velocemente.

“Allora cinque”. Mia sorella apre un cassetto, prendendo un mascara e passandoselo sulle ciglia. Un secondo… ha bisogno della mia autorizzazione per truccarsi! Okay, quanto sembravo credibile da uno a dieci? No, se la scala è da uno a dieci non si possono usare numeri negativi.

“Ti odio. Fanno sei”. Prende un rossetto, ma io glielo tolgo di mano. Mi fa una linguaccia, pestandomi un piede (ricambio con una gomitata), per poi ripiegare su un lucidalabbra.

“Solo perché oggi ho la giornata libera?”. Spiego: il Doublemeat Palace è un posto stupido, questo si sapeva. Il punto è che, come ho scoperto ieri, è anche disorganizzato. Infatti oggi non lavoro, ma domani - sabato - sì… e tutto il giorno!

“Il problema non è la giornata libera in , ma il fatto che la tua giornata libera sia durante la settimana! Mentre io sarò a scuola, a…”. La interrompo.

“…chiacchierare con le tue amiche e cercare di rimorchiare qualche povero innocente”. Il lato positivo è che, se incontra il potenziale fidanzato di giorno, teoricamente questo non dovrebbe essere un vampiro (una simpatica novità, da queste parti). È da notare che ho detto teoricamente. Perché le eccezioni ci sono sempre... come qualcuno di mia conoscenza, che di giorno se ne va in giro brancolando allegramente con una coperta sulla testa.

“In ogni caso tu sarai a casa, probabilmente anche a letto”. Con chi? A fare cosa? Restiamo in tema, appunto.

Ma se non sono nemmeno in pigiama! E comunque ricordati che domani, mentre tu sarai a casa a dormire… io sarò al lavoro. Con un doppio turno da fare, soprattutto ”. Lei mi risponde senza nemmeno alzare gli occhi.

“Certo che di questi tempi ci vediamo un sacco, vero?”. Incrocio il suo sguardo che, per un istante, è uguale a quello che mi rivolgeva da piccola quando non volevo giocare con lei: da cucciolo abbandonato. Ma è solo un momento, dato che la sua espressione torna subito normale (sempre secondo il concetto di normalità degli ultimi tempi, ovviamente): stizzita ed esasperata.

Dawnie…”. Ma non faccio in tempo a continuare, perché dalla cucina arriva un urlo.

“Donne di questa casa? Il vostro tassista preferito è qui! C’è nessuno? Queste ciambelle sono incustodite, allora?”. Scendiamo, per trovare Xander al tavolo… con un piatto pieno davanti a lui.

Anya ti ha messo a dieta?”. Lui ingoia quello che stava masticando, mentre Dawn gli si siede accanto e comincia a mangiare.

“No, perché?”. Alzo le spalle, andando ad aprire il frigorifero. “Sbaglio, o qui è meno affollato del solito?”. Mi verso un bicchiere di succo d’arancia, per poi rispondergli.

Willow è già all’Università. Si è svegliata talmente presto che ho sonno solo al pensiero”. Perché mi guardano male? Dawn si alza in piedi, prendendo la sua borsa e una manciata di biscotti. La saluto, e la guardo uscire di casa inseguita da Xander, che si lancia in un monologo riguardante il divieto assoluto di mangiare sulla sua macchina: i sedili,  a quanto pare, sono allergici alle particelle di cibo.

Dunque, cosa posso fare nella mia giornata libera? Potrei andare a trovare qualcuno a caso, per esempio. Ma tanto per fare una passeggiata, e non perché io abbia degli strani intenti.

Okay, forse è meglio lasciar perdere quest’idea. Decisamente sbagliata. Per la persona, la situazione… tutto quanto. Scuotendo la testa, preparo la mia colazione, per poi sedermi e cominciare a mangiare. Non mi volto nemmeno al rumore della porta sul retro che si apre di scatto: come faccio a mantenere i miei buoni propositi, se la giornata comincia così? Un bacio atterra sul lato del mio collo. Riconoscibilissimo, e non solo per le labbra gelide.

“Vattene”. Per nulla scoraggiato, Spike si siede di fianco a me. Perché deve giocherellare con i miei capelli? Credevo che non gli piacessero, con il nuovo taglio. Eppure, sono stupidamente sollevata per essermi sbagliata. Il che è assurdo: non li avevo tagliati proprio perché ero arrabbiata con lui? Evviva, la schizofrenia è vicina. E tutto grazie a questo qui.

“Buongiorno anche a te, passerotto. Oggi sei particolarmente dolce”. Si avvicina di nuovo, probabilmente per lanciarsi ancora all’attacco del mio collo. Io cerco di evitarlo: mi giro e cerco di tenerlo lontano mettendogli una mano sulle labbra. Questo non gli impedisce di baciarmi le dita. Mi alzo in piedi, sbuffando.

Che ci fai qui?” gli dico, esasperata. Il che non è certo quello che una parte di me vorrebbe, se non fosse per la solita vocina nella mia testa che ricomincia con la litania ‘Spike è un vampiro/è cattivo/dovrebbe essere ancora il mio nemico mortale/non ha un’anima’… insomma, nulla di nuovo.

“Sei in casa da sola, quindi…”. Fa dei gesti abbastanza eloquenti.

“Mi spii?”. Ci manca solo che si mette ad imitare Mata Hari, e siamo a posto.

“Veramente me lo hai detto tu. Ieri notte, ricordi?”. Perché, abbiamo anche parlato… oltre al resto?

“No, cerco di rimuovere i miei errori. E ieri è stato certamente uno di quelli”. Vado in soggiorno, ma Spike mi segue.

“Allora degli ultimi tempi non ricordi nulla”. Si siede sul divano, accanto a me – che gli lancio un’occhiataccia. “Si, qui è decisamente più comodo. Certo, preferirei la tua camera, ma posso accontentarmi”. Allora, cerchiamo di fare un ultimo ed estremo tentativo per salvare la situazione.

“Accontentarti per cosa, esattamente?”. Fa un sorrisetto, e poi via con i suoi collaudati metodi per convincermi.

“Per qualcosa che anche tu vuoi fare… e non credere che non lo sappia” mormora al mio orecchio, stringendomi e sé.

Forse Dawn aveva ragione, riguardo alla possibilità che avrei passato le prossime ore a letto…

Sottolineo che non ho detto a dormire.

 

***

 

Chi è quell’idiota che suona il campanello mentre… insomma, in un momento del genere?

“Non rispondere. Prima o poi la smetteranno”. Spike è seduto sul letto, mentre io corro in giro per la stanza alla ricerca dei miei vestiti. Il che è praticamente come si conclude di solito ogni nostro incontro. , quasi: al momento non sto scappando, non gli sto lanciando degli insulti di ogni tipo ma, soprattutto, non siamo nella sua cripta.

“Non posso, potrebbe essere importante. Voglio dire, a quest’ora Dawn è a scuola, e gli altri saprebbero che la porta è aperta. E non posso nemmeno spostare le tende, perché altrimenti tu ti polverizzeresti. Vedi come sono gentile oggi?” dico, prima di correre giù per le scale, mentre fuori suonano di nuovo. “Un attimo!” strillo, con il classico tono da crisi isterica in corso.

Okay, nessun demone o simili suonerebbe il campanello, giusto? Apro la porta, preparandomi al peggio: una nuova Apocalisse, magari? Ma non siamo ancora a maggio…

Sorpresa! Non è la fine del mondo: è molto, molto peggio.

“Papà?”. Lui sorride.

“Ciao, Buffy. Posso entrare?”. Gli faccio segno di sì, mentre chiudo la porta dietro di lui.

Che ci fai qui?”. Voglio dire, non è mai stato il tipo da visite a sorpresa. Gli altri mi hanno detto che, durante l’estate, qualche volta ha parlato al telefono con Dawn, ma mai con me. Okay, lo so che è ovvio. Intendevo dire che lui non ha mai parlato con il robot (ho sentito qualcosa riguardo ad una riunione a scuola particolarmente disastrosa… mia sorella e i miei amici hanno pensato bene di tenerla alla larga dal telefono, per evitare gaffe o incidenti simili).

“Ho ricevuto una telefonata da un’assistente sociale e, dato che avevo in programma un viaggio di lavoro a Los Angeles, ho pensato di trascorrere il fine settimana da queste parti”. Oh, che gioia. Si nota che sprizzo allegria da tutti i pori? “A proposito… ho interrotto qualcosa?”. Cerco di sistemarmi i capelli, mentre noto con orrore che ho allacciato i bottoni della camicia completamente sfalsati. Prima che io possa replicate, lui ricomincia: “In effetti, mi hanno detto che in questo periodo il tuo modo di vivere è un po’…”

“C’è qualche problema, amore?”. Spike sta scendendo le scale – più vestito di me, per fortuna. Non credo di essere mai stata più felice di vederlo. Mio padre guarda interrogativamente sia me che lui.

“Non credevo che avessi un ragazzo. In effetti, avevo capito… , altro”.

Cerco di riassumere mentalmente la situazione. Mio padre crede che:

-         io stia con Willow

-         questa casa sia popolata da drogati

-         farebbe meglio a portare Dawn in Europa.

Invece, ho tre giorni di tempo per convincerlo che:

-         Willow è solo una mia amica

-         questa casa è abitata da un’allegra famigliola stile pubblicità dei biscotti (ecco, questo è già più difficile da credere)

-         Dawn può - e deve - rimanere qui

Noto lo sguardo quasi speranzoso di Spike, sentendomi estremamente in colpa. Sarà per quello che dalla mia bocca esce una frase che - lo so già - sarà solo foriera di guai.

“Sì, lui è il mio ragazzo, S…” Spike si avvicina a me, facendomi scivolare un braccio intorno alla vita.

“William Stanford. Piacere di conoscerla, signor Summers” dice, stringendo la mano a mio padre… che lo guarda vagamente impressionato (positivamente, sembrerebbe).

Non so perché ma, mentre esibisco un sorriso plastificato, vengo colta da una folgorazione: sarà un weekend interminabile.

 

N.d.A.: allora? Cosa ne dite? Continuo  o lascio perdere? Vi prego recensiteeeeeeeeeeeeeeeee!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

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Capitolo 2
*** Tribunale dell’Inquisizione o riunione di famiglia? ***


capitolo2

N.d.A.: no, non mi sono dimenticata delle recensioni! Ho pensato di ringraziarvi alla fine del capitolo perché mi è capitato, in altre storie, di dare risposte un tantino criptiche per non anticipare troppo… intanto, spero che il nuovo capitolo vi piaccia!!!^^

 

Capitolo 2- Tribunale dell’Inquisizione o riunione di famiglia?

 

Okay, niente panico. Manteniamo la calma. Ho affrontato quante, cinque Apocalissi? Una sottospecie di riunione di famiglia non dovrebbe terrorizzarmi fino a questo punto. Almeno, in teoria. In pratica, invece, è una faccenda totalmente diversa.

Sposto lo sguardo da mio padre, che sembra in attesa di un mio qualunque movimento, a Spike, la cui espressione è assolutamente serafica. Non so perché, ma ho l’impressione che abbia già capito quale favore sto per chiedergli.

Rimandando per pochi istanti il terribile momento, dico: “Allora, papà… vuoi un caffè? Un the? Acqua, camomilla – no, aspetta, quella non c’è -, cioccolata?”. Lui mi guarda in modo strano. Cosa c’è? Va bene, l’assistente sociale deve avergli riferito che ha trovato ambigui (e, temo, compromettenti) pacchetti in giro per casa… ma si aspettava che gli offrissi un  infuso di qualche strana pianta?

“Ne dubito, dato che è mezzogiorno passato.” Come mezzogiorno passato? Come vola il tempo quando… ehm, quando ti diverti. Noto, con la coda dell’occhio, il sorrisetto di Spike. “In effetti, pensavo che avremmo potuto parlare a pranzo - anche con William, naturalmente -, se ti avessi trovata in casa. Sai, l’assistente sociale mi ha anche detto che sei attualmente disoccupata, quindi--”. Lo interrompo.

Ma io ho un lavoro!”. Okay, forse farei meglio ad abbassare il tono di voce di qualche ottava. “In un fast food: il Doublemeat Palace. Ho iniziato da un paio di settimane, in realtà. È un bel posto, davvero. Voglio dire, è molto… cioè, i… insomma, ci sono…”. Lancio un’occhiata a Spike, in cerca di aiuto.

“La divisa le dona molto!”. Certo, questo sì che è utile. Poi sono sicura che sia sincero: voglio dire, chi non avrebbe un’aria incredibilmente affascinante con in testa quel grazioso cappellino? Dicono che un sacco di attrici hollywoodiane lo abbiano già prenotato per indossarlo alla Notte degli Oscar. Sì, come no.

“Tornando al discorso di prima, direi che potremmo mangiare qui”. No, non ho comprato Il manuale della casalinga perfetta’. Stavo semplicemente pensando che, forse, il mio cosiddetto ‘ragazzo’ avrebbe qualche problemino a girare per Sunnydale in pieno sole. E, chissà come mai, non mi sembra il caso di lasciarlo correre in giro con la sua fedele coperta sulla testolina ossigenata. “A proposito… amoruccio tesorino caro, mi accompagneresti un attimo in cucina a vedere cosa potremmo preparare?” cinguetto a Spike, che mi segue sconcertato.

“Chi sarei adesso? Il tuo amoruccio tesorino caro?” dice, con un sopracciglio sollevato e il solito sorrisetto beffardo.

“Stai zitto, perché sai benissimo cosa devo chiederti”. Evitando di rispondere alla sua domanda precedente, continuo. “Mio padre aveva capito di aver interrotto qualcosa, e poi ha visto te e… lo sai come è andata. È importante, potrebbe anche pensare di portare Dawn in Europa se…”. Mi impedisce di continuare, prendendo le mie mani tra le sue e guardandomi negli occhi.

“Non lo farà. Tu non preoccuparti: posso reggerti il gioco in questi giorni, facendoci sembrare una di quelle famigliole da pubblicità tutte baci e abbracci. È preoccupante il fatto che usi le mie stesse parole, vero? “Ma tu dovrai essere molto, molto gentile con me in seguito”. Perché, di solito non lo sono? Okay, lasciamo perdere. Tanto so cosa intende lui conmolto gentile’.

“Come se a te non piacesse l’idea di noi due che passiamo tre giorni a fare i piccioncini tubanti” brontolo, incrociando le braccia e roteando gli occhi.

“In effetti, ci sarà da divertirsi. Soprattutto se mi chiamerai con quei soprannomi davanti ai tuoi amici”. Si volta per aprire la porta del frigo. “Da queste parti la situazione è desolante… ma potrei sempre preparare degli anelli di cipolla fritti. Quella c’è”. Indica l’ortaggio solitario, che sembra una specie di eremita lì da solo in mezzo al ripiano. Diciamo che, ultimamente, non ho avuto molto tempo per fare la spesa ma, almeno, lavorare in un fast food ha i suoi vantaggi. Certo, sempre che vivere ad hamburger sia un vantaggio. Anche se così Dawn non può lamentarsi del fatto che io non le mai cucino niente.

“Non so perché, ma preferisco evitare. Meglio mangiare una pizza”. Chiamo il take away (in questa casa vivono delle cuoche talmente brave che il numero è scritto su un foglietto che sta sempre accanto al telefono), ordinando il nostro pranzo. Torniamo in soggiorno, dove mio padre è seduto sul divano.

“Allora, in frigorifero c’erano delle cose… ma strane. Cioè, non nel senso preoccupante del termine: intendevo dire che sono complicate da preparare dato che, di solito, è Willow a cucinare. Ho ordinato tre pizze, che dovrebbero arrivare nel giro di un quarto d’ora al massimo”. Lui annuisce, per poi rivolgersi a Spike.

“Allora, William. Anche tu hai il giorno libero dal lavoro?”. So dove vuole arrivare. Aiuto, mi serve un diversivo. O una scusa. O una spiegazione plausibile.

, in realtà…”. Lo interrompo, avendo appena avuto quella che mi sembra un’idea decente.

“Lui non ha bisogno di un giorno libero, dato che ha un negozio suo!”. Entrambi mi guardano stupiti. “Voglio dire… non è esattamente suo: era di un nostro amico che si è dovuto trasferire, e ha pensato di lasciarlo a lui, dato che negli ultimi tempi lo considerava quasi come un figlio”. Trattengo una risata, al ricordo delle mirabolanti avventure di Randy Giles, mentre Spike capisce a cosa mi riferisco e mi lancia un’occhiataccia. Io gli sorrido amorevolmente. “E comunque, può benissimo lasciare l’incarico alla sua collaboratrice, per qualche ora. ” Anya mi ucciderebbe, se sapesse che l’ho abbassata di ruolo.

E che genere di negozio è?”. Ancora una volta, la verità non mi sembra la risposta più adatta… 

“È un po’ strano da definire… più che altro, direi ci si possono trovare oggetti che rappresentano lo spirito di Sunnydale” spiega Spike.

“Souvenir? Mi piacerebbe visitarlo, allora”. Per nostra fortuna suonano il campanello, ed entrambi ci precipitiamo alla porta

“Io lavorare al Magic Box? Ma ti ha dato di volta il cervello?” bisbiglia ‘William’.

Cosa dovevo dirgli, che lavoravi anche tu al Doublemeat Palace? Domani avrebbe potuto fare un giro da quelle parti e non ti avrebbe trovato. Quindi, dopo chiamerò Anya per dirle che, casualmente, pomeriggio dovremo andare a trovarla”. Apro la porta, prendendo i tre cartoni di pizza e-sorpresa! Spike paga il fattorino, rimanendo comunque in un angolo d’ombra.

“Hai vinto a poker? O, più che altro, non si sono accorti che baravi?”. Non risponde, mentre va a chiamare mio padre e io inizio ad apparecchiare la tavola in cucina. Solamente quando siamo già seduti, mi rendo conto della disposizione dei posti: io e Spike da un lato del tavolo, mio papà dall’altro. Visto così fa molto Tribunale dell’Inquisizione, in effetti.

“Allora, come vi siete conosciuti?”. Oh, è una storia molto divertente, in effetti: avremmo dovuto cercare di ucciderci a vicenda quasi cinque anni fa ma, per qualche strana ragione, ultimamente andiamo a letto insieme.

Okay, forse è meglio evitare di raccontarlo in questo modo.

“Diciamo che ci siamo scontrati fuori da un locale, più di quattro anni fa. Ma non si può certo dire che sia stato amore a prima vista. Non è così, tesorino?”. Spike annuisce.

Infatti, io non sono nemmeno restato per molto tempo: sono ripartito, poi sono rimasto per pochi giorni e, quando sono tornato l’ultima volta, ho finalmente trovato un motivo per rimanere” termina, sfiorandomi dolcemente il viso. Io sorrido, chiudendo la scenetta con un bacio sulle labbra… finché un colpo di finta tosse ci riporta alla realtà: d’accordo, niente effusioni esagerate durante i pasti.

Quindi non eri qui, ad esempio, per motivi di studio?” chiede mio padre, che sembra essersi bevuto la versione riveduta e corretta – o, almeno, vagamente censurata – della storia. Spike si gira verso di lui.

“Ero solo in vacanza ma, se è quello che vuole sapere, avevo già terminato il college: ho studiato ad Oxford. Letteratura inglese, per la precisione”. Va bene, gli avevo detto di cercare di fare una buona impressione… ma non può uscirsene con affermazioni del genere, pensando che siano credibili!

“Ehm, amoruccio? Guarda, è finita l’acqua. Non è che mi accompagneresti un attimo in cantina a prenderne qualche bottiglia?”. Ha capito che io non ci sono cascata, vero?

“Ovviamente, passerotto. Ci scusi” dice rivolto a mio padre, prima di seguirmi. Una volta chiusa la porta dietro di noi – senza nemmeno arrivare alla fine delle scale – mi giro verso Spike.

“Idiota!”. Sto praticamente strillando a bassa voce. “Ma ti sembra il caso di inventarti una storia del genere? Tu ad Oxford? Volevi fargli capire che gli stavamo raccontando solo una montagna di fesserie? L’unico motivo per cui non ti tiro un pugno è che poi dovresti giustificargli l’occhio nero. E adesso dove stai andando?” esclamo, guardandolo scendere i gradini malconci.

“A prendere la tua dannatissima acqua”. Mi mostra la bottiglia che ha appena preso dall’angolo, prima di riavvicinarsi a me. “Si da il caso che io abbia davvero studiato ad Oxford, Cacciatrice. Anche se fai fatica a crederlo, ci sono molte cose che non sai di me. E non tutte sarebbero motivi per odiarmi” dice, prima di andarsene e lasciarmi a fissare la porta da cui è appena uscito.

 

***

 

“Magic Box. Se avete dei soldi da spendere… questo è il posto ideale!”. La voce dall’altra parte del telefono mi fa sussultare (il che è una cosa piuttosto stupida, dato che sono stata io a chiamare), distogliendomi dai miei tentativi di origliare la conversazione che si sta svolgendo in salotto: qualcosa riguardo alle differenze tra il clima californiano e quello europeo.

Anya, ciao. Sono Buffy. Dovrei chiederti un piccolo favore”. Ho formulato male la frase: per non provocare la sua diffidenza, avrei dovuto specificare subito che…

“Non devo prestarti soldi, vero?”. Appunto.

“No. Il fatto è che c’è qui mio padre.  Prima che tu me lo chieda: no, nemmeno lui ha bisogno di soldi”. Lei mi interrompe.

Ma perché bisbigli?” mi chiede, con il mio stesso tono di voce.

Perché altrimenti mi sente! E tu?”.

“Niente, condizionamento psicologico. Dicevi?”. Il volume della sua voce è tornato ad un livello normale, ma il mio no.

“Quando è arrivato c’era qui Spike, e lui ha pensato – sbagliandosi, ovviamente – di aver interrotto qualcosa. La sento ridacchiare.

E perché avrebbe dovuto immaginare una cosa del genere?”. Una scusa, in fretta.

Perché, in realtà, noi ci stavamo allenando”. Faccio una pausa.

“Allenando a?”. Ma perché Anya deve sempre supporre che siano successe certe cose? Va bene, adesso ha ragione… ma non è questo il punto.

“A lottare!”. Lei non mi risponde subito. Posso immaginare la smorfia incredula che sta facendo.

“In casa?”. Tono di voce scettico. Molto scettico. Temo che non mi creda. E se fosse davvero così farebbe bene, sinceramente.

Ma certo. Spike era qui, e non avevamo niente di meglio da fare”.  Ora, per favore, non darmi suggerimenti sulle possibili attività che io e Spike avremmo potuto svolgere secondo te.

Perché, ovviamente, allenarvi a lottare è stata la prima cosa che ti è venuta in mente”. Okay, questa conversazione sta prendendo una piega pericolosa. Meglio cambiare argomento.

“Torniamo al discorso di prima: come ti stavo dicendo mio padre, vedendoci con i vestiti un po’… ehm, sgualciti, deve aver subito pensato male. Come te, in effetti. Ma ripeto che non è successo niente, naturalmente. Comunque ho dovuto dirgli che stiamo insieme e, siccome aveva cominciato un interrogatorio di terzo grado, gli ho detto che lui lavora al negozio con te. Quindi, se casualmente noi dovessimo passare da quelle parti… tu ci reggeresti il gioco, vero? Non ti chiederei un favore, se non fosse importante: mio padre potrebbe decidere di far trasferire Dawn in Europa, se pensasse che non riesco ad occuparmi di lei!”. Un sospiro mi arriva dall’altro capo della linea.

“Va bene, anche se non capisco cosa c’entri Spike con l’affidamento di tua sorella”. Ottima domanda.

“Oh, ... quello è stato un contrattempo, capisci? In ogni caso, potresti chiamare tutti per avvisarli di questa storia? E, magari, chiedere a Xander di passare a prendere Dawn  in modo da raccontarle tutto in tempo?”. Di nuovo, so cosa sta per dire.

“È inutile sperare che, poi, tu possa rimborsarmi le spese telefoniche, vero? Comunque, è ovvio che tuo padre abbia pensato di aver interrotto qualcosa: con tutta quella tensione sessuale che c’è fra te e Spike, mi stupisce che tra voi non sia ancora successo niente. Ma guarda, arrivano dei clienti: devo andare, ciao!”.

C’è un muro? Perché dovrei picchiarci la testa contro.

 

 

 

N.d.A.: wow, un capitolo di 2061 parole? Record personale! No, non le ho contate io, c’era il conteggio automatico…

Comunque, come stavo dicendo prima, grazieeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee per le recensioni a:

Happy: grazie mille per l’incoraggiamento!!^^ Lo so, magari sembravo un po’ nevrotica e disperata… ehm, probabilmente più di un po’. Comunque, grazie anche per i complimenti… spero pensi lo stesso di questo capitolo!!

Shavanna: come hai visto, l’ingrato compito toccherà ad Anya!! Riguardo agli strani sospetti, hai presente che, quando l’assistente sociale va a casa di Buffy, vede Willow e comincia a pensare male? Era quella la conversazione a cui mi riferivo!

Lalla86: grazie, spero che pensi lo stesso di questo capitolo!!^^ So che non ho aggiornato esattamente prestissimo come avevi chiesto… sorry!!

Feghi: grazie, spero proprio che sia così e che tu non sia rimasta delusa dal capitolo due!!^^

Melanyholland: sono felice che tu sia felice che Spike sia felice… ehm, contorto come ragionamento? Grazie anche per la recensione a “Run Away, Little Girl”: in quanto alla tua domanda… ihihihihihihi, mistero irrisolto!^^ Okay, scherzo. Diciamo diadema e poniamo fine all’angoscioso dilemma di Rory…

Isabel: va bene, continuo. Riguardo alla tua domanda… se ho capito chi deve dire che cosa a chi (ma ha senso questa frase?) ti dico subito che probabilmente sarai accontentata… tra un po’ di capitoli!!^^ Un po’ tanti, però. Ehm… secondo te ho esagerato con le anticipazioni? Dimentica tutto!

Clara: spero di risolvere le tue curiosità, allora… ma non subito, perché altrimenti cosa scrivo negli altri sette capitoli? Spero che ti sia piaciuto anche il seguito!!

Lisachan: isterica, dici? Uhm, allora mi sa che ci metto troppo di personale!! Riguardo al fatto che sia spensierata, è come preferisco scrivere: non sono brava ad inventare scene di azione e, se scrivessi storie tristi, finirei per deprimermi da sola. In quanto alla grammatica… oddio, spero che sia corretta!!^^

Silvia90: davvero? Grazie! Ho provato ad aggiornare in tempi decenti… chissà se, con le vacanze, riuscirò a scrivere più velocemente. Grazie anche per la recensione a “Run Away, Little Girl”!!!^^

Venombre: per dirla come hai fatto tu… continuuuuuoooo!! Spero che tu abbia apprezzato anche il secondo capitolo della storia…

Cleo: da ridere? Io ci provo, spero che sia davvero così!!^^ In quanto all’originalità dell’idea, tieni conto che ho avuto l’ispirazione per questa storia di prima mattina, mentre avevo mooooooooooolto sonno… ti lascio immaginare le mie condizioni mentali di quel momento.

Bitchyheartkiller: sono contenta, e spero che ti piaccia anche il resto della storia!!^^

 

Dunque dunque dunque… dicevo?

Ah, sì. Spero che vi sia piaciuto anche questo capitolo… vi prego recensiteeeeeeeeeeeeeeee!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

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Capitolo 3
*** Qualche “saggio” consiglio ***


N.d.A.: lo so, non ho aggiornato per un sacco di tempo… scusate scusate scusate scusate scusate scusate scusate scusate scusate scusate!!

Capitolo 3- Qualche “saggio” consiglio

“…e lo so che forse ne sto comprando un po’ troppe, ma non posso farci niente! Dopotutto, io adoro le candele… creano un’atmosfera così romantica!”.
Come io e mio padre varchiamo la soglia del Magic Box, veniamo accolti da quello che sembra uno squittio particolarmente fastidioso. Ad una seconda osservazione, mi accorgo che la fonte a) è una ragazza e, soprattutto, b) ci sta provando spudoratamente con Spike. Da cosa l’ho capito? Vediamo: distanza ravvicinata, battito di ciglia ad una velocità spaventosa (sarà un tic? Avrà un moscerino nell’occhio? È pazza? Tutte e tre queste cose contemporaneamente?), indecente esibizione della scollatura di quel top che, per la precisione, le sta malissimo. Cosa? No, non sono gelosa. Ho detto di no! Insomma, sicuramente lo so meglio di voi. E no, non sono nemmeno isterica. Perché, cosa ve lo faceva pensare?
“E a casa mia stanno benissimo, quindi io le uso spesso… soprattutto in certe occasioni come – e questo è un esempio assolutamente casuale – un cena galante. A proposito, credo proprio che tu dovresti vedere l’effetto dal vivo, per capire meglio cosa intendo: sei libero domani sera, magari alle otto? Aspetta, trovo un foglietto e ti scrivo il mio indirizzo. E il mio numero di cellulare. E quello di casa. E…” e basta! Adesso ci penso io a fargliela piantare… buttando le braccia al collo della sua vittima.
“E io direi che puoi anche evitare, perché tanto lui sarà impegnato domani sera, come quella dopo e tutte le successive. Non è così, tesoruccio?”. Dal canto suo, Spike mi saluta con un bacino sulle labbra, per poi sorridermi adorabilmente. Andiamo, è ovvio che si sta divertendo come mai prima d’ora.
“Stavo proprio per dirglielo, amore”. Non fa in tempo a girarsi verso la pazza – volevo dire, la cliente del negozio – che lei, decisamente indignata, si è già allontanata verso la cassa con le sue candele aromatiche. Quelle con cui, per la cronaca, voleva sedurre il mio… ehm, il mio niente. Cioè, il mio finto fidanzato. E, di nuovo, sottolineerei la parola finto.
“Sei adorabile quando sei gelosa, te lo ha mai detto nessuno?”. Controllando che mio padre sia a distanza di sicurezza (sta girando per il negozio), tiro un pugno sul braccio del mio cosiddetto “tesoruccio”… che continua a sorridermi, imperterrito.
Idiota.
Mentre la simpaticona esce dal negozio, mio padre – che ha appena finito un tour della stanza, presentandosi anche a Willow ed Anya - si volta verso di noi con, in mano, quella che sembra una pelle di serpente. Ew, che schifo.
“Non avevate detto che questo era un negozio di souvenir?”. Noi ci scambiamo degli sguardi preoccupati finché, dall’altra parte della stanza, non arriva la voce della mia amica.
“In un certo senso. Dopotutto, Sunnydale ha la fama di essere un posto leggermente… ehm, strano, diciamo. Cioè, non in senso negativo… più che altro, ci sono molte leggende su cose del tipo vampiri, demoni e – ehm – streghe… ma non è nulla di fondato, ovviamente. Quindi, tornando al discorso di prima, come souvenir sono perfetti oggetti pseudo-magici. E sottolineo pseudo, perché non è che siano autentici.” E qui si becca dalla proprietaria del negozio un’occhiataccia e, da me, un cenno di ringraziamento: sta contribuendo a salvarmi la vita. Okay, forse dire così è un po’ eccessivo… ma rende bene l’idea. “Insomma, più che altro sono… souvenir, appunto” conclude, con una risatina nervosa, per poi tornare al suo libro.
Prima che qualcun altro possa parlare - e incasinare ulteriormente la situazione - la porta del negozio si apre di colpo, rivelando Dawn e Xander.
“Papà? Ciao! Che sorpresa, è fantastico rivederti! Ma che ci fai qui? Non mi avevi detto niente per telefono”. A dire la verità, lei non sembra molto sorpresa: quasi sicuramente ha già avuto tutto l’aggiornamento, incluso nel mio piano perfetto. Che comprendeva anche, se non lo avevate già immaginato, spedire qui Spike in anticipo rispetto a noi per non fare notare a mio padre la sua piccola allergia al sole. Il mio amico, dal canto suo, fissa con malcelato disgusto – ha tutta l’aria di chi sta per vomitare – me e Spike, ancora avvinghiati. Ma solo perché dobbiamo mantenere le apparenze, mica per altro.
Intanto, Dawn sta ancora saltellando e parlando a raffica: “Quando sei arrivato? Quanto rimani? Mentre sei qui devi assolutamente fare un giro per la città! Anzi, sai da dove potremmo cominciare? Dal centro commerciale, naturalmente!” Adesso sì che riconosco la mia piccola, approfittatrice sorellina: colei che riesce a manipolare chiunque per farsi regalare qualcosa. “Dai, se andiamo subito probabilmente ci sarà meno traffico. Ci vediamo dopo, ciao a tutti!”.
Spariti. Come la porta si chiude dietro di loro con un tintinnio, tiriamo un collettivo sospiro di sollevo.
“Accidenti, tutta questa scena tra voi due sembrava un orribile dèjà-vu di quando Willow stava per farvi sposare, con quell’incantesimo sbagliato: ma era proprio necessario dirgli che state insieme?” dice Xander, voltandosi verso me e Spike. “A proposito… la pagliacciata è finita, almeno per il momento. Quindi direi che puoi levare le mani di dosso a Buffy”. Lui non si sposta, limitandosi ad uno dei suoi sorrisetti-marchio di fabbrica.
“Strano, non mi sembra che lei si stia lamentando”. Come risposta, lo spingo dall’altra parte della stanza. “Che c’è, Cacciatrice? Paura di affezionarti troppo?” dice lui, avvicinandosi di nuovo e guardandomi negli occhi. Per brevissimo istante rimango senza parole, prima di riprendermi… e tornare al mio solito ruolo. Alla normalità, intendevo dire. Perché la parte di finzione era andare d’accordo con Spike, non il contrario. Ecco. Adesso è più chiaro. Non era un lapsus o qualcosa di simile: avevo semplicemente formulato la frase in modo sbagliato, chiaro?
“Più che altro di infettarmi” rispondo con un’occhiataccia.
“Strano, dopotutto sei stata tu a… come posso dirlo? Prendere l’iniziativa con me”. Con un singolo sguardo, mi fa capire che non si riferisce solo alla storia del falso-fidanzato, ma a… bè, a tutto quello che è accaduto tra noi negli ultimi mesi, più o meno.
“Ti avverto che stai solo perdendo tempo, illudendoti in questo modo: tanto, entro due giorni, tutto tornerà alla normalità, e tu ricomincerai ad essere un patetico idiota con la sua piccola ossessione per me, che tu scambi per amore… cosa che non è, perché sei solo una cosa senz’anima e…”. Okay, so di stare esagerando. Le parole mi escono prima che io possa pensarci, nella fretta di negare. Mi blocco, capendo di avere detto troppo nell’istante in cui, nei suoi occhi - nascosto dietro alla rabbia e all’offesa -, passa un lampo di dolore.
“Bene” dice, serrando la mascella. “Divertiti, con i tuoi amichetti e i tuoi complessi di superiorità, perché io me ne vado”.
Rimaniamo fermi a guardarlo, mentre recupera la sua coperta bruciacchiata ed esce dal negozio sbattendo la porta sul retro.
Sospiro, scuotendo la testa.
È stupido che io mi senta così in colpa. Ed è altrettanto insensato il fatto che, al momento, vorrei solo seguirlo per chiedergli scusa, dicendogli che so che mi ama davvero e che, per me, lui significa molto più di quanto sembri.
Ma, come ho detto prima, questa è una cosa totalmente assurda.
Giusto?

***

“Buffy, potresti aiutarmi un momento? Ho degli scatoloni di merce da sistemare di là, e dato che tu hai dei superpoteri…”. La voce di Anya mi distoglie dalla rivista sui matrimoni che stavo sfogliando. Cosa? No, nessun progetto con nessuno. Che simpatici. L’ho aperta per pura e semplice disperazione: Dawn e mio padre sono usciti da un’oretta, Willow sta ancora studiando, Xander è tornato al lavoro, Spike è sparito, Tara dovrebbe essere ancora al college, con Anya preferisco non parlare: non ha ancora tirato in ballo quello che mi ha detto al telefono e, sinceramente, temo che possa farlo ora. Gli altri non mi hanno fatto molte domande su quello che ho inventato riguardo a me e Spike, ma sembrano essersi bevuti la storia della lotta. Grazie al Cielo.
Tornando ad Anya, la seguo in magazzino, chiedendole: “Okay, anche se non capisco perché tu non lo abbia chiesto a Xander: sarebbe stato perfettamente in grado di spostare qualche scatola”. Lei si ferma, per poi voltarsi e rivolgermi un sorriso smagliante.
“Sì, ma preferisco fargli risparmiare energie per questa notte, dato che…” alzo una mano per fermarla.
“Va bene, ho capito cosa intendi”. Ho capito fin troppo: qualcuno potrebbe togliermi quest’immagine agghiacciante dalla mente? Noto gli scatoloni, e iniziamo a sistemarli.
“A proposito, cosa mi dici di te e Spike?”. È preoccupante il fatto che abbia cominciato la frase con “a proposito”, non sembra anche a voi?
“Niente. Ti ho già spiegato che è stato tutto un equivoco”. Lei sbuffa, scuotendo la testa.
Oh mio Dio, queste schifezzine non sono occhi di qualcosa, vero? Sono indecisa se considerare più disgustosi questo o la mano di mummia di un po’ di tempo fa.
“Sì, certo. E io ti ho già spiegato come la penso. Ma non è questo il punto. Lo so che non siamo mai state esattamente in confidenza, ma ho notato che tra voi due le cose stanno cambiando ultimamente”. Riemergo dalla scatola in cui stavo guardando, per lanciarle un’occhiata assassina.
“Ancora con questa storia della tensione sessuale? Ma allora è una fissazione!” esclamo, brandendole contro… un oggetto non meglio identificato. Certo che ne vendono di cose strane, in questo negozio. Lei continua, senza scomporsi.
“Non mi riferisco solo a quello. E poi, scusa, se io non fossi felicemente impegnata” agita la mano sinistra per mostrarmi l’anello di fidanzamento “ci avrei già fatto un pensierino”. La fisso a bocca aperta.
“Anya!”. Per qualche strana ragione, la mia voce è più alta di qualche ottava rispetto al solito. Dal canto suo, lei si limita a sorridere.
“Gelosa? Non preoccuparti, è tutto tuo. Dopotutto, l’ha detto anche lui: non sembravi esattamente dispiaciuta, quando prima sembravate due adorabili piccioncini. Ascoltami, per una volta: approfittane!” mi consiglia, prima di uscire dalla stanza.
Okay, solo una domanda: è un’epidemia? Perché sembra che oggi tutti non facciano altro che uscire di scena in grande stile e lasciarmi a bocca aperta.

N.d.A.: spero che il terzo capitolo vi sia piaciuto, e scusate ancora per il ritardo!!^^ Comunque, grazieeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee per le recensioni a:

Faith Princi: sono contenta che la storia ti sia piaciuta finora, spero che valga lo stesso per gli altri capitoli!!^^ Riguardo a “The Chosen-One”… era davvero carinissima, ripeto!!

Happy: ihihihihihihihihi, io adoro Anya… fa troppo ridere!^^ ma questa è la prima storia in cui la faccio comparire, quindi spero che non sia fuori personaggio: che ne pensi? Riguardo a Scrubs… al momento ho un’idea per una one-shot molto corta e molto stupida… appena faccio in tempo, la scrivo!! Promesso!!

Shavanna: inventiva o istinto di sopravvivenza? Ihihihihi… Comunque, mi sento quasi in colpa a fare litigare Buffy e Spike!!^^ Ma ti assicuro che lei diventerà più gentile, tra un po’…

lalla86: ihihihihih (oddio, oggi sto esagerando con queste risatine…), in effetti mi sono divertita a scrivere quella conversazione!!^^ spero che ti sia piaciuto anche questo capitollo, comunque!!

Isabel: ma come hai fatto a indovinare? In effetti, credo di aver avuto una punta di sadismo nel pensare a quella scena… ma solo un po’!!^^ No, dai, non era cattiveria: solo giustizia. O forse no? Tanto ho visto che eri contenta, quindi…

Melanyholland: ehm… come avrai visto, Buffy non si è fatta perdonare. E io mi sento in colpa. No, dai, ti assicuro che lo farà: dalle tempo!!^^ In quanto ai nomignoli… legge del contrappasso!! Riguardo ad Anya, mi è sempre sembrato strano che nessuno si accorgesse che Buffy e Spike stavano insieme: fette di salame sugli occhi? Io direi un intero vassoio di affettati misti…

silvia90: addirittura bellissimo? Grazie, grazie… no, firmerò dopo gli autografi. Ehm… oddio, troppe lodi mi fanno male. Noooo, scherzo: mi rendono tanto felice!!^^ Comunque, sono contenta che il capitolo due ti sia piaciuto!!

Rinoa: bè, dal tuo punto di vista ho aggiornato a tempo di record!!^^ sono felice che la storia ti piaccia, e spero che sia lo stesso anche per questo e i prossimi capitoli!!

Come sempre: vi prego recensiteeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

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Capitolo 4
*** Allegra famigliola, versione: al completo ***


N.d.A.: scusateeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee per il ritardo: spero che questo capitolo vi piaccia!!^^

Capitolo 4- Allegra famigliola, versione: al completo

“Spike, svegliati. E sbrigati, perché ho fretta!”. Lui mi sorride come se, invece che scrollandolo, lo avessi svegliato portandogli la colazione a letto. O, considerando la sua mente deviata, in qualche altro modo che non voglio nemmeno immaginare.
“Oggi sei qui prima del solito, amore: sentivi la mia mancanza? O volevi fare pace?”. Il suo tentativo di addolcirmi è totalmente inutile, dato che mi limito a lanciargli un’occhiataccia.
“No. Semplicemente, mio padre ci ha invitati a cena nel ristorante del suo albergo. Noi due e Dawn. Quindi, siccome a quanto pare dovremmo andare in un posto elegante… potresti vestirti decentemente? Perché spero che nel tuo guardaroba non ci siano solo due camicie, una maglietta e un paio di jeans”. Senza attendere una risposta, continuo. “Ti aspetto di sopra”.
Ci sono degli ottimi motivi per cui mi sono allontanata in tutta fretta da Spike, che ci crediate o no. Il primo è la carenza di vestiti: avrebbe potuto portare a situazioni non molto appropriate, da momento che Dawn è qui. E poi c’è il litigio di questo pomeriggio. Certo, abbiamo litigato molte altre volte per poi fare finta di niente, ma… non lo so. Forse fingere di stare insieme me lo sta facendo guardare in modo diverso, permettendomi di notare alcuni dettagli. Come il suo sguardo ferito mentre gli urlavo tutte quelle cose, prima che tornasse alla classica maschera di freddezza che adotta in momenti del genere.
O, forse, è stato semplicemente il mio orgoglio a farmi salire queste scale: sebbene mi senta estremamente in colpa, una parte di me si rifiuta di chiedergli scusa. Ovviamente è la stessa che, ogni notte, mi fa correre via da qui disgustata da me stessa.
Sospiro, attirando l’attenzione di mia sorella. Lei spegne il televisore, per poi alzarsi in piedi.
“Allora, andiamo? Io ho fame!” piagnucola. Sorrido mio malgrado: per quanto la maggior parte del tempo cerchi di dimostrarsi adulta… in questo momento sembra ancora una bambina.
“Tra un momento, dobbiamo aspettare…”. Una voce, alle mie spalle, mi interrompe.
“…Me?”. Okay, adesso: come ha fatto a prepararsi in così poco tempo? In effetti, se - come temo - la mia teoria era giusta, non ha molti vestiti tra cui scegliere. Quindi sì, ecco spiegato il motivo. Mi volto verso di lui… e rimango a bocca aperta. Sembra quasi elegante. In effetti, a una seconda osservazione, il suo abbigliamento non si rivela molto diverso da quello usuale: jeans neri, stivali e camicia in tono con i suoi occhi. L’unica cosa insolita, nonché quella che dà effettivamente l’impressione di eleganza è una giacca da completo. Nera, ovviamente. Strano.
In ogni caso, non si può certo dire che non faccia il suo bell’effetto.
“Chi sei tu? Cosa hai fatto di Spike? Lo hai portato sulla tua astronave per essere vivisezionato? Che schifo, comunque!”. Lui la guarda male, per poi rivolgersi a me.
“Non sono poi così diverso dal solito”. Io sorrido, avvicinandomi a lui e squadrandolo apertamente.
“Bè, tecnicamente no, ma… vestito così non sembri un nostalgico degli anni settanta. O ottanta? Insomma, uno appena tornato da Woodstock”. Perché era Woodstock, giusto? Sapete, quel posto lì… dove temo sia andata anche mia madre. E - orrore! - anche Giles, probabilmente. Oh mio Dio, sapete cosa mi ha appena fatto tornare in mente tutto questo? La storia dei dolcetti. Insomma, quando loro due… ehm.
Qualcuno levi quest’immagine dalla mia mente!
“Detto da te – cioè, tenendo conto del tuo cervellino perverso – questo potrebbe quasi suonare come un complimento”. No, scusa. C’è qualcosa di decisamente sbagliato in quello che ha appena detto.
“Il mio cervellino perverso? Ma senti chi parla! Non sono io quella che…”. Mi interrompo appena in tempo, ovvero prima di rivelare cose molto compromettenti.
Dawn ci guarda in modo decisamente strano, sollevando le sopracciglia.
“È tardi, dobbiamo andare” dico, affrettandomi fuori dalla cripta. Decisione poco saggia, in effetti: i tacchi alti non sono certo il mezzo più indicato per correre sul prato. Saltellando come un’idiota, con al seguito Dawn e Spike, riesco a raggiungere l’uscita del cimitero.
“Questo posto non è lontano, vero?” chiede Dawn, mentre camminiamo lungo la strada principale di Sunnydale, ormai quasi buia.
“No, dovremmo arrivarci in una decina di minuti. Cerca di non morire di fame, okay?”. Lei mi rivolge una smorfia, mentre Spike comincia a brontolare.
“Un albergo qui a Sunnyhell? Che genere di pazzo l’ha costruito? Non riesco ad immaginare qualcuno che verrebbe qui di sua spontanea volontà”. Mi fermo, per poi voltarmi verso di lui.
“Bè… tu l’hai fatto”. Il mio pseudo-fidanzato mi lancia un’occhiata scandalizzata.
“Io non ero qui in vacanza, passerotto: volevo ucciderti!”. Mi porto le mani al cuore, battendo le ciglia.
“Oh, ecco qualcosa che una ragazza sogna di sentirsi dire ogni giorno!”. Lui avvicina pericolosamente il suo viso al mio, con uno dei suoi soliti sorrisetti.
“Sai benissimo che ho dei metodi consolidati, per far cadere le donne ai miei piedi. E sai anche che funzionano benissimo”. Distolgo lo sguardo, prima che la situazione diventi davvero incontrollabile.
Dawn rotea gli occhi.
“C’è un albergo: dite che è quello?” chiede mia sorella, cambiando discorso. Grazie al cielo.
“Direi di sì, il nome è giusto”. Sunnydale Hotel. Wow, originale. Non avrei mai indovinato la località, se non avessi visto l’insegna luminosa. “Allora… adesso entriamo, sorridiamo, mangiamo, continuiamo col quadretto dell’allegra famigliola e poi ce ne andiamo, okay? A proposito, Spike: niente cibo da vampiri”. Lei mi guarda stupito, inclinando la testa da un lato.
“Cibo da vampiri? Questa è nuova. Che genere di cibo da vampiri potrei trovare in un ristorante?”. Ottima domanda, in effetti.
“Non saprei… sanguinaccio?”. Alle espressioni disgustate di entrambi, getto la spugna. “Lasciamo stare. Andiamo, dai”. I due sventurati mi seguono, rassegnati.
“Papà!”. Chiunque, assistendo all’urletto di gioia lanciato da mia sorella, penserebbe che è semplicemente una ragazzina felice di passare qualche giorno con il padre, dopo molto tempo. Okay, forse in parte è così… ma non mi inganna. È esaltata – ed estremamente gentile – per tutti i vestiti, trucchi eccetera che papà le ha comprato oggi pomeriggio. Forse vuole farsi comprare ancora qualcosa? In ogni caso, oggi è ancora più logorroica del solito: è partita con un soliloquio riguardo a… bè, non saprei dirlo con esattezza. Non mi sento molto socievole questa sera.
Dawn fa una pausa, e la voce di mio padre mi distoglie dai miei cupi pensieri: “Allora, William, hai detto che sei qui da diversi anni, ormai. Hai mai incontrato, Joyce, la madre di Buffy e Dawn?”. Spike alza lo sguardo dalla sua bistecca molto al sangue (e meno male avevo detto “niente cibo da vampiri”. Ma perché nessuno mi ascolta?), per rispondergli.
“Sì, in effetti l’avevo incontrata poco tempo dopo il mio arrivo qui, più di quattro anni fa”. Incrocia il mio sguardo, con un lieve sorriso di entrambi al ricordo di quella serata… ehm, non molto tranquilla.
“E hai passato un sacco di tempo a piangere sulla sua spalla, quando eri depresso!” interrompe la mia sorellina. Lui le lancia un’occhiata assassina.
“Io non piangevo! Semplicemente, lei è stata ad ascoltarmi… offrendomi cioccolata e marshmallows”. A questo punto, anche mio padre sorride.
“Sì, li adorava… era una donna davvero dolce”. Lo interrompo, lasciando cadere la forchetta sul mio piatto quasi vuoto.
“Davvero? Non abbastanza, evidentemente. O forse la tua amichetta lo era di più? Perché ovviamente, per te, basta tornare qui e far finta che sia tutto a posto. Bè, ascoltami: non lo è!”. Non aspetto che mi risponda: mi alzo in piedi, buttando il tovagliolo sul tavolo ed uscendo dal locale.
Arrivata sul marciapiede, rabbrividisco: okay, siamo in California… ma è anche inverno. O forse sto tremando per le lacrime trattenute?
“Hey, va meglio ora?”. Invece di rispondergli, mi butto tra le sue braccia: per la prima volta dopo molto tempo, riesco a sentirmi al sicuro. Tranquilla, per un brevissimo istante.
“Scusa” mormoro, dopo essermi calmata un po’. “Queste scenate non sono da me… anche se ne ho gia fatte due in un giorno. Sono solo un po’ sotto pressione”. Alzo lo sguardo, dalla spalla di Spike al suo viso.
“Solo un po’?” chiede, sollevando un sopracciglio. Io, rimanendo comunque tra le sue braccia, gli tiro un piccolo pugno mentre lui torna serio. “Non preoccuparti, andrà tutto bene”. Io sospiro.
“Sì, certo. Sai, stavo giusto pensando a mia madre, prima. A quante cose sarebbero diverse se non fosse… bè, se fosse rimasta. E le avevo promesso che mi sarei presa cura di Dawn! Invece, hai visto che casino sto combinando?”. Lui mi asciuga le lacrime con le dita, guardandomi teneramente. È in momenti come questo che vedo in Spike qualcosa di diverso, molto più di quanto probabilmente anche lui vorrebbe mostrare: amore, dolcezza… e vulnerabilità. Perché, tra noi due, è lui ad esporsi – e, quindi, a soffrire – di più.
Gli sfioro le labbra con un bacio, per poi riaprire gli occhi e vederlo sorridere.
“Allora… ti va di rientrare?”. Io annuisco e, mano nella mano, torniamo nel ristorante.

***

“Bè... almeno il primo giorno è andato: tra meno di quarantotto ore saremo già tornati alla normalità”. Dawn sbadiglia. “Okay, faremo meglio a sbrigarci: è tardi, io domani devo andare al lavoro, e… oddio, non ho ancora fatto la ronda! Ma dovrei passare a casa per cambiarmi: questo decisamente non è l’abbigliamento adatto”. E, come ho detto prima, nemmeno le scarpe sono adatte. Anzi, soprattutto le scarpe.
“Se vuoi posso andarci io, al tuo posto”. Lo guardo interrogativamente: questo vorrebbe dire non… ehm, non vederci, questa notte.
“Sei sicuro?”. Lui annuisce, sorridendo.
“Certo, non è un problema. Si vede che sei stanca”. E indovina di chi è la colpa?
“Grazie” dico, sinceramente, posandomi sul braccio una mano – che stacco subito, sentendomi addosso lo sguardo di mia sorella. Ma cos’ho, questa sera? Probabilmente, dopo questo pomeriggio, mi sento in colpa e, di conseguenza, sono più gentile. Tutto qui. “Okay, allora, noi andiamo di là” dico, cercando di darmi un contegno.
“Io dalla parte opposta, quindi… buonanotte” dice, allontanandosi con il sorriso sulle labbra.
Dawn scuote la testa.
“Cosa c’è?” le chiedo.
“Niente, perché?”. È inutile che cerchi di far finta di niente con me, sorellina cara: ti conosco, e non puoi nascondermi nulla.
“Mi spieghi perché hai scosso la testa, prima?”. Lei si ferma. Beccata.
“Niente, lascia perdere”. Riprende a camminare.
“Hey, adesso devi dirmelo!”. Si ferma di nuovo: deciditi, per l’amor del Cielo! Di questo passo non arriviamo più a casa.
“È solo che…”. Sospira. Deve prendere coraggio? E per cosa? “Spike”. Eh? Criptica, la ragazza.
No, aspetta… non è quello che penso io, vero? Perché… ew. No, dai: lei non può essere gelosa! Dopotutto ha lasciato perdere da un sacco di tempo quella specie di cotta che aveva per lui, giusto?
Giusto?
“Spiega”. Ho quasi paura di quello che sto per sentire.
“Tu lo stai illudendo”. Mi sono persa qualcosa? Di che sta parlando? Dopo un momento di esitazione, Dawn continua, proprio mentre imbocchiamo Revello Drive. “Secondo me lui pensa che tutto questo farà cambiare le cose tra voi due”.
C’è da dire che, almeno, non è gelosa. Sto diventando paranoica.
“Ma non è vero!”. Ormai siamo davanti a casa. “Spike conosce perfettamente la nostra… ehm, situazione. Sa pure che, una volta che papà sarà partito, tutto tornerà come prima”. Prendo le chiavi dalla borsa e apro la porta, sentendo immediatamente profumo di biscotti appena sfornati. Dietro di me, il borbottio di mia sorella è perfettamente udibile.
“Certo, ricomincerai a fare la stronza come sempre” dice, superandomi e dirigendosi in cucina. La seguo.
“Guarda che ti ho sentita! E io non faccio la stronza, tanto per usare il tuo linguaggio raffinato: le cose sono cambiate tra me e Spike”. Ormai ci troviamo ai due lati del tavolo, strillandoci addosso. Seduta al mio fianco c’è Willow che, con davanti un librone e una teglia di biscotti, sposta lo sguardo da me a Dawn.
“Sì, certo. Cos’hai fatto, hai smesso di pestarlo a sangue ogni volta che vi incontrate?”. Okay, da quando è diventata così aggressiva?
“Ti ho già detto che le cose sono davvero cambiate tra di noi: io…”. Mi blocco, dato che sono la prima a chiedermi di cosa io stia parlando. “E comunque, questo non ti riguarda”.
“Sì, invece: lui è mio amico, quindi mi importa”. Non faccio in tempo a replicare, perché Willow ha ficcato un biscotto in bocca sia a me che a mia sorella.
“Pausa! Mi state facendo venire il mal di testa. Allora, qual è il problema?”. Un momento di silenzio (per ingoiare i biscotti), e riprendiamo a litigare. La mia amica crolla con la testa sul tavolo.
“Vado a dormire, dato che nessuno mi ascolta. Buonanotte”. Pochi istanti dopo, sentiamo il rumore di una porta sbattere al piano di sopra. Mi siedo anch’io.
“Io non ero così alla sua età”. Prendo un altro biscotto. “Comunque, perché ti sei messa a cucinare a quest’ora? Non che mi dispiaccia, comunque”. Willow alza le spalle.
“È per distrarmi, sia da Tara che dalla magia. Anche se parlarne non è una grande idea, dato che mi ci fa ripensare. Okay, cambiamo argomento: non ho ancora capito bene cosa sia successo”. Mia sorella è isterica, ecco cos’è successo.
“Secondo Dawn io sto illudendo Spike, con questa storia del finto-fidanzato”.
Willow mi guarda, per poi rispondermi con un semplice “Oh”. Dunque, se la conosco bene… quel tono non mi dice nulla di buono. Con un sorrisetto di scusa, continua: “Bè, sai… io non sono la più grande fan di Spike il circolazione, ma devo ammettere che un pochino tua sorella ha ragione. Voglio dire, stai volontariamente passando tre giorni nelle sue braccia: un po’ di tempo fa avresti rifiutato anche solo di immaginarlo. Quindi è probabile che, sì, lui potrebbe illudersi. Un pochino, ho detto”.
È il mio turno di picchiare la testa sul tavolo: ma c’è una congiura contro di me, oggi?

N.d.A.: di nuovo… scusate scusate scusate scusate scusate scusate scusate scusate scusate scusate il ritardo, ma ho impiegato quasi una settimana per scrivere questo capitolo. Ho passato qualche giorno con un mezzo blocco della scrittrice (si dice così?), e poi l’ho modificato non so quante volte: ne ho aggiunto un pezzo, ne ho tolto un altro, ho fatto un po’ di cambiamenti in giro… e non sono ancora convinta del risultato!
Comunque, grazieeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee per le recensioni a:

lisachan: sono felice che la pensi così!!^^ riguardo ad una svolta… bè, c’è qualcosa di simile dei prossimi due capitoli (circa)…

spuffylove: isterica, dici? Ihihihihihihi… so che non ho continuato esattamente presto. Chiedo perdono, e spero che ti piaccia anche il resto della storia!!^^

silvia90: ma che dolce sei!!^^ Spero che continuerai a pensarlo… e, anche a te, scusa per il ritardo con l’aggiornamento (so che continuo a ripeterlo, ma mi sento in colpa)!!

Clara: lo so, povero cucciolo… ma lo sai com’era lei nella sesta serie: anche peggio! Hai visto che qui si è un po’ fatta perdonare, almeno?

Melanyholland: anch’io sono d’accordo con Anya… ma perché Buffy non apprezza le fortune che ha? Mah. Almeno in questo capitolo si è un po’ addolcita, nei confronti di Spike. Per il ritardo del capitolo… ehm, sorry!!^^

Rinoa: se per “grandi piani” intendi il lieto fine… ti assicuro che quello c’è!!^^ E ti dico anche che torneranno, in versione teneri piccioncini…

lalla86: hai visto che anche Willow sta iniziando a capirci qualcosa? Ihihihihihihi… e si sono anche riappacificati (bè, più o meno: dai loro un po’ di tempo)!!

eyonx: grazie per i complimenti!!^^ Divertente? Io ci provo!! Sono contenta che la storia ti piaccia, e spero che valga lo stesso anche per i restanti capitoli!!^^

Faith Princi: povero Spikey, davvero. Me lo dico anche da sola, certo. Schizofrenia? No, so già che finirà bene… Riguardo al fatto di aggiornare presto… *si allontana fischiettando e ostentando disinvoltura*... ihihihihihihi!!^^

Happy: si, anch’io mi sono divertita a scrivere la scena con Buffy gelosa… ihihihihihihi!^^ Anya mi è sempre sembrata, per qualche strana ragione, quella che avrebbe potuto capire prima di tutti cosa stava succedendo…

Shavanna: ti diverti in genere con i litigi, o perché sapevi già che avrebbero fatto pace? Comunque… sorry per il ritardo con l’aggiornamento!!

Spero che questo capitolo basti a farmi perdonare, e prometto che scriverò il capitolo 5 il prima possibile!!^^ Intanto… vi prego recensiteeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

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Capitolo 5
*** Oops... piccolo equivoco (ovvero: ti sembro ingrassata?) ***


N.d.A.: *Chloe88 fischietta allegramente, fingendo nonchalance. Sente qualcuno – chi ha notato che non aggiorna da un mese - ringhiare in lontananza, sorride e, facendo ciao-ciao con la manina, scappa terrorizzata*. Ehm… spero che il nuovo capitolo vi piaccia!!^^’’

Capitolo 5- Oops... piccolo equivoco (ovvero: ti sembro ingrassata?)

“No!”.
“Mi avevi detto di sì!”. Dawn, cercando di enfatizzare – ulteriormente? – il suo strillo da adolescente isterica, picchia un piede a terra.
“Invece no”. Spike sposta lo sguardo dall’una all’altra, come se stesse seguendo una partita di tennis. Tranquillissimo. Eppure lui dovrebbe essere quello più sconvolto, qui dentro: in teoria, l’udito potenziato da vampiro dovrebbe combinarsi con i nostri acuti e provocargli un tremendo mal di testa. Invece sembra quasi che si stia divertendo. Non si aspetterà mica di assistere ad una rissa?
“Ma perché?”. Va bene tutto… ma questa scena sta andando avanti da cinque minuti d’orologio. E a me sembra di essere tornata ai tempi delle elementari. In effetti, l’unico motivo per cui non abbiamo ancora iniziato a cercare di farci lo scalpo a vicenda è il fatto che siamo praticamente ai lati opposti del negozio. Riflettendoci, in situazioni del genere è utile avere i capelli più corti di mia sorella: la priva della sua arma preferita. E, sinceramente, la cosa mi fa sentire abbastanza sadica, al momento. Okay, ora basta: il delirio di potere sta iniziando a prendere il sopravvento.
“Perché sì! Sono più grande di te, quindi decido io”. Sbuffiamo all’unisono, per poi voltarci a guardare Spike che, dal canto suo, sembra parecchio indeciso. Bè, è comprensibile: se dovesse dare ragione a me, la mia dolce sorellina gli farebbe perdere l’uso di entrambi i timpani nel giro di due secondi netti. Se, però, dovesse commettere l’errore di contraddirmi potrebbe dover rinunciare a… ehm, certe cose. Okay, in effetti, dubito che comunque succederà molto in questi giorni: con il fatto di doverci fingere una tenera coppietta, continuare con quelle cose – appunto - quando siamo soli mi farebbe precipitare nella confusione mentale più profonda. Voglio dire: in effetti noi saremmo due che, stando insieme, fingono di non stare insieme per poi fingere di stare insieme, quando in realtà stanno insieme davvero anche se lo nascondono. Ecco. L’avevo detto che mi confondo. Quindi ho pensato che, per questo fine settimana, sarebbe meglio prendersi una piccola pausa. Pausa di cui lui ignora l’esistenza, peraltro. Ma non è questo il punto.
“Oh, bè... non sto dicendo che non dovresti divertirti, Briciola. È solo che, se tu dovessi uscire, io passerei la giornata qui, murato vivo con tuo papà. Non ho niente contro di lui, però potrebbe cominciare con un terzo grado e cose simili, oppure potrebbe decidere di uscire a pranzo: non credo che gli farei una buonissima impressione, se mi vedesse correre in giro con una coperta in testa”. Almeno ha dato ragione a me: gli sorrido, con uno sguardo che significa qualcosa come ‘appena avrò tempo ti ringrazierò adeguatamente’. Stranamente, invece di arrabbiarsi, Dawn ricomincia a parlare.
“Gli chiederò di pranzare con me, dato che tu devi proprio rimanere qui dato che, il sabato, il negozio fa orario continuato”. Lei sorride trionfante, mentre lui mi guarda disperato. Riesce quasi ad intenerirmi, per cui comincio a cercare un’altra scusa. Hey, tenete conto che ho detto quasi: sempre a farvi strane idee, voi?
“Ieri hai passato il pomeriggio al centro commerciale, e papà ti ha già rinnovato metà del guardaroba”. Lei continua sorridere. Okay, cosa mi sono persa?
“E l’altra metà?”. Alla mia occhiata – non esattamente entusiasta – si affretta a cambiare tono: “è solo che ieri ho visto questo paio di stivali che – indovina? – era esattamente del genere che Janice sta cercando da secoli! Insomma, devo assolutamente accompagnarla: e se non capisce in che negozio sono? E se non trova il paio giusto? Mica posso disegnarle una cartina geografica del centro commerciale!”. Quindi è solo la sua amica che deve fare shopping? Perfetto, la cosa diventa a mio favore.
“Bè… se è così credo che tu possa andare: dopotutto è Janice che ha bisogno degli stivali, e quindi non hai nemmeno bisogno di soldi”. Se la conosco - e io la conosco bene - , a questo punto Dawn deciderà che questa è la giornata perfetta da passare qui al Magic Box. Almeno mio padre non farà a Spike qualche discorsetto del genere ‘cose che tu e la mia primogenita non dovreste fare prima del matrimonio’. Anche se, viste le condizioni in cui ci ha trovati ieri mattina, forse ha capito che è giusto un pelino troppo tardi.
Non che io e Spike abbiamo progetti nuziali, ovvio. L’ho già detto ieri , quante volte devo ripetervelo?
“Sei cattiva, uffa”. Su questo ci puoi scommettere, sorellina cara. Ma non faccio in tempo a risponderle, dato che la porta del negozio si apre e io sfodero il mio miglior sorriso finto alla ‘sono la negoziante più cordiale del mondo’. No, aspetta… oh mio Dio, mi sto trasformando in Anya! Il che è strano, dati la mia abilità come commessa e il caos con la mano di mummia un po’ di tempo fa.
Mi giro verso il potenziale cliente… che si rivela essere mio padre. Uffa, devo prenderlo come un segno sfavorevole alla mia carriera come venditrice?
“Papi papi papi! Sono così felice di vederti!” esclama Dawn, correndogli incontro e buttandogli le braccia al collo. Okay, adesso so cosa sta per succedere. Piccola manipolatrice. “Cosa pensavi di fare oggi? Perché sai, c’è questo posto vicino alla mia scuola dove io e le mie amiche”. Vi prego di notare l’uso del femminile: sta cercando di mandargli il messaggio subliminale che, in realtà, lei è ancora una tenera, dolce ed ingenua bambina che non sa ancora cosa siano i ragazzi… e che io non ho beccato in macchina a pomiciare con un baby-vampiro, lo scorso Halloween. “ci fermiamo spesso a fare uno spuntino alla fine della giornata: potremmo andare lì, che ne dici? Ma, in effetti, manca un secolo all’ora di pranzo: credi che potrei passare un secondo dalla mia amica Janice? Okay, forse più di un secondo, dato che pensavamo di fare un giro al centro commerciale. Voglio dire, l’avevamo programmato addirittura dall’inizio della settimana...”. Cosa? Ma non è quello che ha detto prima!
“Beccata! Prima che papà arrivasse hai detto che avevi visto ieri i famosi stivali per la tua amica… non sei neanche capace di inventarti delle scuse decenti”. Sto per farle una linguaccia, ma resisto alla tentazione: in questo momento non devo certo sembrare la persona più matura del mondo, e preferirei evitare di aggravare la situazione. Intanto, Dawn mi guarda annoiata e un po’ stupita.
“Guarda che ieri ho visto gli stivali, ma avevamo davvero programmato da giorni di andare a fare shopping. Escludendo il piccolo dettaglio che ti ho ricordato neanche una decina di minuti fa che mi avevi già dato il permesso, non ti ricordi che te l’ho chiesto martedì mattina?”. Oh, cavolo. Adesso ricordo. O, per meglio dire, ricordo vagamente di essermi svegliata al suono di una voce che, in lontananza, blaterava qualcosa. Credo di aver risposto con una cosa del tipo ‘fai quel che ti pare, basta che mi lasci dormire’. Bè, detto in modo molto meno articolato, ovviamente. Ero a pezzi, dopo una notte molto… ehm, intensa con Spike. Ecco. Colpa sua. Come sempre. Certo, non che mi stessi esattamente lamentando in quel momento… ma adesso non c’entra.
Dawn si rivolge di nuovo a nostro padre. “Come ti stavo dicendo, credo che io e Janice potremmo anche rinviare tutto ala settimana prossima… ma ieri ho visto questi stivali, che sono esattamente del genere che la mia amica sta cercando da un sacco di tempo: se non dovessimo andare oggi, probabilmente poi rischieremmo di non trovarli più. E sarebbe un vero peccato, quindi” congiunge le mani, iniziando a saltellare davanti a lui “ti prego ti prego ti prego ti prego ti prego ti prego ti prego ti prego…”. Lui le fa segno di fermarsi – anche se non ben ho capito se sia convinto o esasperato.
“Ma certo, tesoro. Dopotutto, si hanno quindici anni una volta sola.” Aspetta un secondo… questo non è quello che diceva quando io avevo l’età di Dawn! “Anzi, approfittane e comprati qualcos’altro di carino: tieni un po’ di spiccioli”. Apre il portafoglio e prende una banconota da cinquanta dollari. Cosa? Come? Quando? Perché? Non è giusto, anch’io li voglio!
“Grazie grazie grazie”. Lo abbraccia di nuovo, per poi dirigersi verso la porta. “Tempismo perfetto, devo aggiungere: sono esattamente le nove e mezza, quindi Janice e sua mamma dovrebbero passare a prendermi nel giro di due secondi. Ciao ciao!”. Saluta tutti e tre con la mano – aggiungendo una linguaccia rivolta a me - , e saltella allegramente fuori dal negozio… dove cala il silenzio.
“Allora, papà… cosa pensi di fare, mentre aspetti Dawn? Voglio dire, io devo andare al fast food, e--“. Lui mi interrompe. Molto educato: ma non dovrebbe dare il buon esempio?
“E io pensavo di rimanere qui, a fare quattro chiacchiere con William”. Ed ecco che, oltre al silenzio, nella stanza cala il gelo. E il panico, dopo due secondi: io e Spike ci scambiamo un’occhiata preoccupata – okay, direi che il termine più adatto sarebbe qualcosa come terrorizzata – mentre io comincio a temere di aver indovinato con il discorsetto ‘cose che tu e la mia primogenita non dovreste fare prima del matrimonio’. Intanto, beatamente ignaro dell’effetto apocalittico che la sua idea ha avuto, mio padre ricomincia a parlare: “A proposito, Buffy… non dovresti già essere al lavoro da un po’, ora?”. Cosa? Oh, certo. Anche perché questo sarebbe l’unico motivo per cui indosso questa meravigliosa divisa.
Tra parentesi, comunque, sono sinceramente preoccupata per Spike. Lo conosco da tempo, ho combattuto sia contro di lui che al suo fianco, so che ha uno stole di vita – per usare un eufemismo – caotico… ma l’ho visto sinceramente spaventato in pochissime occasioni. E questa è una di quelle volte. Il che non mi aiuta certo a rilassarmi.
“Ma certo!”esclamo, con stampato in faccia un sorriso finto da pubblicità del dentifricio. In effetti stanno iniziando a farmi male le guance. “Lasciami solo salutare il mio tesorino amorino tatino”. Dovrò pur vendicarmi di tutti i nomignoli assurdi che Spike mi ha dato in questi anni… anche se lui non sembra esattamente dispiaciuto. In ogni caso, gli butto le braccia al collo. Al mio tesorino amorino tatino, intendo. No, nessun impeto passionale: solo una tattica per comunicare di nascosto. Geniale, vero?
“Cosa credi che voglia dirti?” mormoro contro l’orlo della sua maglietta nera. Lui mi risponde tenendo il naso affondato nei miei capelli, sfiorandomi l’orecchio con le labbra. Sta forse cercando di distrarmi?
“Non saprei. Potrei approfittarne, comunque, e chiedergli la tua mano”. Posso sentirlo sorridere contro la mia pelle. Mi stacco da lui, per poi controllare dove sia mio padre: è relativamente lontano, che sfoglia un volume polveroso abbandonato sul tavolo delle ricerche. Mi giro di nuovo verso il mio pseudo-fidanzato, sibilandogli la risposta tra i denti – mantenendo comunque, però, il mio finto sorrisone.
“Tu provaci e io sarò la causa della mia vedovanza… ancora prima del matrimonio”. Torno seria. “Comunque, credi che abbia capito qualcosa riguardo al fatto che io sono…”. Non concludo la frase, sottintendendo ‘la cacciatrice’. Lui ci pensa un istante, per poi riprendere a bisbigliare.
“Sinceramente mi sembra impossibile, comunque cercherò di salvare la situazione se il discorso salta fuori. Okay?”. Annuisco, con un piccolo sorriso.
“Cerca di sopravvivere fino all’ora di pranzo, va bene?” dico, con la mia voce ad un volume di nuovo normale. “Ci vediamo stasera… ciao!”. Saluto entrambi agitando la mano, per poi uscire dal negozio e sospirare sonoramente.
Wow. Da quando mi preoccupo per Spike?

***

“Sono tornata! C’è qualcuno o sto parlando da sola?”. Mi giro, appendendo la giacca all’attaccapanni, per poi venire spinta contro la porta da qualcuno che mi saluta con un bacio.
“È solo una mia impressione, o una certa persona ha sentito la mia mancanza oggi?” dico, con le palpebre ancora abbassate e un sorriso stampato sulle labbra. Apro un occhio, specchiandomi per un istante nelle iridi blu di Spike, per poi rivolgere la mia attenzione al resto della stanza… e accorgermi che è deserta.
“Hey!”. Lo spingo via, andando in soggiorno e sedendomi sul divano con le braccia incrociate. “Mi hai imbrogliata, cattivo!”. Lo so, non è un insulto molto efficace. Soprattutto considerato insieme al broncio che gli ho appena rivolto. Diciamo che, forse, in questi giorni mi sto un pochino abituando a flirtare con lui. Ma solo un pochino, ovviamente. E solo perché mi sono calata bene nel personaggio della fidanzatina adorante. Sì. Non c’è altro motivo. Intanto, lui sorride maliziosamente.
“Sempre, piccola. Ma potrei sapere il motivo per cui mi fai un complimento simile in questo momento?”. Scuoto la testa, tornando seria. Bè, più o meno.
“Credevo che mio padre fosse in casa e che, quindi, il tuo benvenuto fosse a beneficio della storia del falso fidanzato. Incede ti sei limitato ad approfittare di una povera, innocente fanciulla”. Lui si siede accanto a me, alzando il sopracciglio con la cicatrice.
“Tuo padre e la piccola hanno pensato di cenare fuori, sapendo che non saresti tornata in tempo. Comunque, innocente tu? Come no. E non cercare di dirmi che non hai apprezzato, perché mi sembravi decisamente… coinvolta, passerotto”. Dal canto mio, mi limito a lanciargli un’occhiata gelida.
“Guarda che l’unico motivo per cui non ti pesto è perché sono troppo stanca per farlo. Meno male che ho già fatto la ronda, non ho nemmeno la forza di mettermi addosso qualcosa di decente” dico, indicando con un gesto la divisa del Double Meat.
“E perché dovresti? Ti assicuro che sei dannatamente sexy, vestita così”. Certo, se consideri ‘sexy’ un sinonimo di ‘abbagliante’. Ho serissimo sospetti riguardo alla possibilità che questa specie di rosso/arancio sia fluorescente. E catarifrangente, temo. “Comunque, a proposito della ronda… ho l’impressione che la piccoletta si sia quasi lasciata sfuggire qualcosa riguardo al fatto che sei la Cacciatrice”. Come sento l’ultima parte della frase – pronunciata da Spike con la sua solita noncuranza – scatto in piedi.
“Cosa? Fantastico, sono a posto. Come faccio a salvare il mondo se mi chiudono in una clinica psichiatrica?”. Il mio interlocutore solleva un sopracciglio.
“Hai idea di quanto fiato risparmieresti se tu mi ascoltassi davvero quando parlo? Ho detto quasi! A quanto pare ieri stava parlando con tuo padre, e se ne è uscita con una frase del tipo ‘Buffy non ti ha ancora detto che lei è…’ per poi bloccarsi e cambiare argomento. Lui ha iniziato ad avere due sospetti: da quale comincio?”. In che senso?
“Come faccio a saperlo se non mi dici le due alternative? Comunque, preferirei il meno sconvolgente”. Spike mi fa segno di tornare a sedermi. Sinceramente non mi piace come premessa: è una cosa per cui potrei addirittura svenire?
“Allora, mi ha detto che, all’inizio, aveva completato la frase con ‘fidanzata con William’, anche perché al negozio aveva notato alcune riviste sui matrimoni. Io gli ho detto che erano del moccioso – perché quella smorfia? Non ho usato questo termine davanti al tuo paparino - e della sua ragazza, e questo è servito a confermargli ancora di più la sua seconda idea”. Pausa. Respiro profondo. Io lo guardo, in attesa. “Credeva che tu fossi incinta”. E io scatto in piedi – di nuovo.
“Io… cosa? Come? Ma… ma… ma cosa sono, ingrassata? Perché altrimenti da dove arriva questa supposizione?”. Lui sorride, facendomi sedere di nuovo accanto a lui.
“Rispondendo in ordine alle tue domande, direi che: tuo padre credeva che tu fossi incinta; ‘come’ sarebbe successo dovresti saperlo, ma posso sempre darti una dimostrazione pratica…”. La mia occhiataccia gli fa capire che, decisamente, non è il momento. “…magari più tardi; non sei ingrassata; alcune cose successe ieri sera lo hanno convinto ulteriormente della sua ipotesi. Ad esempio, la tua scenata gli è sembrata una tipica crisi isterica causata dagli ormoni. Poi si è stupito del fatto che tu non abbia bevuto vino, a cena”. Sta scherzando, vero?
“Non ho ancora compiuto ventuno anni! È fantastico, mio padre non si ricorda nemmeno quand’è il mio compleanno. Tu cosa gli hai risposto, comunque?”. Lui alza le spalle.
“Che non sei incinta. Mi ha anche chiesto se comunque stiamo progettando qualcosa di simile per il futuro… ma gli ho risposto di no” aggiunge, con un tono di voce più basso. Decisamente insoliti, in effetti. Comunque, io scatto in piedi – per la terza volta in neanche dieci minuti.
“E vorrei ben vedere!”. Lui sposta la sua attenzione dal tappeto a me. “Intendo dire… sai come sono fatta. Sono riuscita a rovinare Dawn in quanto, tre mesi?”. Spike scuote la testa, mentre io mi siedo – di nuovo? Questa conversazione mi sta facendo smaltire il panino del Double Meat che ho mangiato per cena – sul divano.
“Tu non c’entri: un po’ è l’età, ma soprattutto credo si tratti di DNA. Voglio dire, tu sei anche peggio di lei”. Gli tiro un pugno sul braccio. Parla l’unico che, oltre a Tara, riesce ad avere delle conversazioni più o meno civili con mia sorella.
“E comunque, mi ci vedi con un marito, tre bambini, un cane e la casetta con lo steccato bianco? La mia vita non sarà mai normale, Spike, e ormai ho praticamente perso ogni speranza che lo diventi: ti rendi conto che sono morta due volte nel giro di quattro anni? Non potrei avere dei figli per poi vivere con la paura di non vederli crescere” concludo amaramente, fissando le mie mani giocherellare con l’orlo della divisa. Rimango in silenzio per qualche lunghissimo minuto, per poi parlare nuovamente senza nemmeno distogliere gli occhi dal bordo della mia maglietta. “E tu, invece? Hai mai rimpianto di non poter avere una famiglia?”. Come le parole lasciano la mia bocca, alzo lo sguardo inorridita: da dove è uscita una cosa del genere? E perché devo chiederla proprio a lui? Dal canto suo, l’uomo – lapsus freudiano: volevo dire ‘il vampiro’ – accanto a me non risponde per qualche istante.
“Non ci ho mai pensato, per molto tempo” dice alla fine, con gli occhi puntati al pavimento. “Sai, con Dru non sarei nemmeno riuscito a immaginare una cosa simile: eravamo solo io e lei, dopo che il tuo ex e Darla se n’erano andati ognuno per i fatti suoi – lui a rimuginare sulle sue depressioni, lei a seminare morte e distruzione da sola” aggiunge, con l’ombra di un sorriso. “Avere una vita da umano era un pensiero che mi disgustava: ero immortale, forte, ormai tutti mi conoscevano come ‘Cacciatore delle Cacciatrici’… cosa avrei potuto desiderare di più?”. Finalmente, incrocia il mio sguardo. “E poi mi sono innamorato di te. Hai ribaltato il mio universo, passerotto”. Per un istante il silenzio è tale che riesco quasi a sentire il battito accelerato del mio cuore, ormai da qualche parte vicino alla gola. Poi lui allunga una mano verso di me per sfiorarmi il viso, ma io mi ritraggo distogliendo lo sguardo. Con un sospiro da parte sua, ci alziamo entrambi in piedi mentre io continuo ad evitare i suoi occhi ad ogni costo. “Dunque… siccome adesso sembro un perfetto idiota, ti avviso che finirai male se qualcuno dovesse venire a sapere di questa conversazione: il Big Bad che parla dei suoi sogni di paternità? Non esattamente una manna per la mia reputazione da cattivo” dice lui, con una specie di sorrisetto triste.
“Sì… anche perché riesci ad immaginare un mondo con dei mini-Spike e delle mini-Buffy che corrono in giro? Altro che Apocalisse”. Rido nervosamente. “Allora… pensavo di andare a letto presto, per una vola che ho già fatto la ronda. Tanto tu passi qui domani mattina, giusto?”. Spike annuisce, chinandosi a prendere la sua giacca abbandonata sul tavolino e iniziando ad avviarsi alla porta, seguito da me.
“Quindi… buonanotte, Cacciatrice. Salutami Briciola e tuo padre, se tornano prima che ti addormenti”. E, con un cenno della mano, se ne va. Io, invece, vinco a malapena l’impulso di prendere la porta a testate: mi limito ad appoggiarci contro la fronte, chiudendo gli occhi e rivivendo gli ultimi minuti.
Stupida, stupida Buffy.

N.d.A.: ho davvero finito questo capitolo? Wow, quasi non ci credo. Avevo una mezza idea di dividerlo in due, ma la parte più importante è proprio la seconda quindi non sarebbe stata una cosa molto intelligente. A proposito, spero di essere riuscita a mantenere un tono adatto al discorso abbastanza “serio” degli ultimi paragrafi: ditemi voi!
Intanto, grazieeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee per le recensioni a:

lisachan: sì, anch’io all’inizio (detto così sembra che stia parlando di due o tre ere geologiche fa, mentre sono solo pochi mesi) scrivevo e pubblicavo praticamente all’istante, con risultati spesso agghiaccianti!! Con questo capitolo ci ho messo ancora di più… spero che, almeno, ne sia valsa la pena!!^^

clara: ihihihihihihihihihhi… cuoricini, cuoricini, tanti cuoricini!!^^ Okay, magari non così tanti in questo capitolo… ma prossimamente vedrai!!!

silvia90: aggiorna presto, avevi detto? Ehm… hai presente la storia della visione relativistica delle cose? Nel senso, un mese – contando però anche il periodo in cui il sito era off-line, ovviamente - è relativamente presto rispetto a, per esempio, due. Lo so, non regge come scusa, ma io ci ho provato. Spero che pensi lo stesso anche di questo capitolo!!^^

Shavanna: sì, lo so. Tutti hanno capito tutto (scusa il gioco di parole!!) tranne Buffy… altrimenti detta “La donna con le fette di salame sugli occhi”. Dalle tempo!!^^

lalla86: sì le ultime parole famose… riappacificati? Appunto. Cavolo, mi sento quasi sadica a dirlo così… ma non lo sono, e ti assicuro che finiranno bene!!^^

Happy: ma il punto è: lei lo sta davvero illudendo, oppure è lei che si illude di illuderlo mentre, in realtà, è Spikuccio a trionfare? Aiuto, qui l’unica certezza è che sono pure riuscita a confondermi da sola!!^^ Comunque sì, fai bene a fidarti… o forse no? *sguardo criptico*

Rinoa: di sicuro hai ragione anche tu: molto spesso mi è capitata l’impressione che certi capitoli (anche di altre storie si scrivessero praticamente da soli, o comunque di modificare parte della trama all’ultimo minuto ma con risultati migliori del previsto… il punto è che, con il capitolo quattro, ho passato un sacco di tempo davanti allo schermo senza trovare le parole da scrivere. Mah, mistero!!^^

Melanyholland: davvero davvero davvero è il tuo capitolo preferito della storia? Yaya! Okay, se non sbaglio questa era un’esclamazione di Lorelay in una qualche puntata non meglio identificata di Gilmore Girls (a proposito, la mia nuova fanfiction su questo telefilm dovrebbe arrivare nel giro di poco tempo… promesso, questa volta). Riguardo alla recensione a Home: grazie grazie grazie!!^^ Lo so: credo che, se dovessi incontrare Joss Whedon, rischierei di fargli tanto tanto male, per un sacco di puntate. Oh, come sono cattiva…

MIRS spike: una nuova lettrice? Che bello!!^^ non preoccuparti, perché Spikey sarà più felice nei prossimi capitoli!! Bè, abbastanza… in quasi tutti… ma ci sarà il lieto fine, te lo assicuro!! Comunque, spero che ti sia piaciuto anche questo capitolo.

Dunque... scusateeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee per il ritardo!!! Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, che i personaggi siano in personaggio (è tardi, abbiate pietà) e che la prima parte non sia troppo prolissa… vi prego recensiteeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

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Capitolo 6
*** Un ultimo, rilassante giorno in famiglia a cui sopravvivere ***


N.d.A.: ma in vacanza non dovrei avere più tempo per scrivere? Sigh…

Capitolo 6- Un ultimo, rilassante giorno in famiglia a cui sopravvivere

Domandina: qual è il metodo migliore per cominciare una tranquilla domenica mattina? Un bel monologo da crisi isterica, ovviamente.
“Ma perché, poi? È una cosa troppo stupida, è un suicidio, è…”. È che, teoricamente, il programma di oggi sarebbe qualcosa come spiegare a mio padre che io sono la Cacciatrice, descrivendogli anche tutte le simpatiche cose che succedono da queste parti.
Idea stupida, non trovate anche voi? Domanda retorica. Nulla mi vieterebbe di lasciare perdere e cercare di sopravvivere all’ultimo giorno di ‘Tutti insieme appassionatamente – 2, la vendetta’. Nulla eccetto Dawn. La mia adorabile sorellina non ha preso molto bene il modo in cui le ho comunicato la notizia.
Spiego meglio: ieri sera, appena nostro padre è tornato in albergo, l’ho placcata per esporle la mia idea. Lei mi ha detto che era una cosa stupida – in effetti ho cercato di applicare la scusa di una momentanea infermità mentale provocata dal sonno, ma purtroppo non ha avuto molto successo -, per poi andarsene a letto. Io ho seguito il suo esempio, ma ho passato un paio d’ore a rigirarmi ed fissare il soffitto. Sono quindi andata a svegliarla per dirle che forse aveva ragione, e lei mi ha risposto una cosa del tipo ‘come sempre, sorellona’ per poi riaddormentarsi quasi all’istante. Credete che sia finita qui? No, ovviamente. Tempo dieci minuti ed io ero nuovamente nella sua camera, a comunicarle – previa scrolloni per svegliarla – che ero tornata al mio piano precedente. Lei mi ha tirato un peluche e sì è girata dall’altra parte. Alla fine sono riuscita a mantenere la calma fino a questa mattina, quando ho nuovamente cambiato idea. A quel punto Dawn mi ha giurato vendetta: ha infatti deciso di assecondare la mia precedente richiesta di fare in modo che io racconti la verità, tutta la verità, nient’altro che la verità. Dica lo giuro. No, questo non c’entra. In ogni caso… perché l’unica volta che mi ascolta è proprio quando dovrebbe dimenticarsi ciò che le ho chiesto? Perfida.
Sono persino stata abbandonata dalla mia alleata fondamentale: Willow. Mi aveva infatti promesso tutto il sostegno morale possibile, ma è dovuta uscire all’ultimo momento. Spike, dal canto suo, ha deciso di appoggiare Dawn. Inoltre pare che si diverta a vedermi camminare avanti e indietro per il soggiorno, mentre - in preda all’esaurimento nervoso - cerco una soluzione ai miei problemi. Okay, in teoria io avrei avuto molte più armi per convincerlo a passare dalla mia parte, ma ho preferito non usarle. Non dopo l’imbarazzo di ieri sera con il discorso riguardo al futuro. Certo, io e Spike solitamente lasciamo perdere anche scontri molto meno metaforici, ma questo… non lo so, forse è perché nella nostra ‘relazione’ non abbiamo mai parlato molto per concentrarci direttamente su – ehm – altri dettagli, o forse le cose tra noi stanno cambiando? Aiuto.
Sbuffo, interrompendo le mie meditazioni e lanciando un’occhiataccia al divano: né il mio finto–fidanzato né mia sorella sembrano intenzionati ad offrirmi il minimo sostegno morale. Sono infatti entrambi sul divano – prima Spike ha anche cercato di mettere i piedi sul tavolino –, impegnati a guardare la televisione.
...You were the one I loved
The one thing that I tried to hold on to
...
“Ma Michelle Branch non aveva fatto un concerto qui a Sunnydale, recentemente?” dice Dawn, lo sguardo incollato ad MTV. Spike alza le spalle.
“Non saprei, Briciola. Se non sbaglio, però, la tua sorellona dovrebbe saperne di più: è abituata a frequentare il Bronze, soprattutto in occasioni del genere”. Mi rivolge uno dei suoi soliti, irritanti sorriseti al ricordo di quella serata, quando… lui era tra i piedi come al solito. No, stamattina non sono più nervosa del solito. Perché?
“Oh, i Backstreet Boys! Questa canzone è di quando io ero alle elementari!” strilla lei estatica, indicando lo schermo e il video appena cominciato. Spike la guarda disgustato.
“Ma che roba ascolti? Davvero, dovresti sentire un po’ di musica decente”. Lei risponde senza distogliere lo sguardo dal televisore.
“Musica decente? Allora non ti riferisci a quella che piace a te, tipo i Ramones e cose del genere”. Lui le strappa il telecomando di mano e preme il tasto di spegnimento.
“Sei morta” dice tranquillamente.
“Tanto non mi farai del male” canticchia lei, facendogli una linguaccia. Certo, al momento non dimostra più di due anni ma, almeno, sembra sinceramente allegra per la prima volta in non so quanto tempo.
“Magari a te no… ma ai poster in camera tua sì!”. E si avvia verso le scale, con mia sorella che lo insegue. Posso sottolineare che, paragonandomi ad un vampiro più che centenario e ad una chiave mistica millenaria, io sarei la persona più giovane presente nella stanza? Invece mi sembra di far da baby-sitter a due bambini di sei anni. Per fortuna – e non avrei mai creduto di poter dire una cosa simile – suona il campanello. No, aspettate. Ritiro il ‘per fortuna’: adesso si avvicina il momento del dramma. Panico. Vado a aprire la porta, seguita da Dawn e da Spike. Io lo prendo per mano, recuperando la nostra tipica posa da piccioncini adoranti.
“Ciao, papà!”. Cheese – sfodero il sorriso plastificato usatissimo negli ultimi due giorni, togliendogli di mano la valigia ed posandola accanto al muro. “Appendi pure qui la giacca. Perché non ti accomodi? Qualcosa da bere?”. Non so perché, ma ho l’impressione che gli servirà. Se non ora, sicuramente più tardi.
“Buffy, ti senti bene? Perché mi sembri un po’ nervosa… c’entra il fatto che ieri sera hai detto che volevi parlarmi di una cosa?”. Indovinato! Pianto le unghie nell’avambraccio del mio finto fidanzato. Cosa c’è? Mi serviva un antistress!
“In effetti c’era qualcosa... ma nulla di preoccupante, stai tranquillo. Forse è meglio che ti siedi, però”. Lui e Dawn raggiungono il divano, mentre io e Spike rimaniamo in piedi di fronte a loro. Mio padre mi sorride incoraggiante, e…
Silenzio.
Va bene, posso farcela. Sinceramente, però, la mia tentazione principale sarebbe dire qualcosa come ‘Avevi ragione, sono incinta!’ per poi fuggire il più lontano possibile. Ma, non so perché, temo che i due traditori non mi lascerebbero. Uffa.
“Okay, ci sono. Ho solo bisogno che tu mi lasci spiegare fino alla fine”. Faccio una pausa, e lui annuisce. “Ci sono cose di me che devo dirti: la mamma le aveva accettate, anche se ci ha messo un po’. Io… potrebbero succedermi cose strane – anzi, sono già successe innumerevoli volte – ed è giusto che tu sappia la verità”. Bene. Finora il discorso non ha avuto il minimo senso. Anche perché il peggio deve ancora arrivare. Incrocio per un istante lo sguardo di Spike, che annuisce per incoraggiarmi. “Papà, quello che ho cercato di dire a te alla mamma quasi sei anni è vero: io sono la Cacciatrice, la prescelta che combatte demoni e vampiri”. Pausa. Lui mi guarda per un istante a bocca aperta, per poi scuotere la testa.
“Tesoro, ascolta: so che, da quando tua madre se ne è andata, per te è stato tutto molto stressante, ma…”. Ma non gli avevo detto di ascoltarmi fino alla fine? È Dawn, comunque, ad interromperlo prima che possa farlo io.
“Ma è vero! Possiamo anche dimostrartelo, in effetti”. Mi lancia un’occhiata eloquente, indicando Spike con un cenno della testa. Però, che sorpresa: la mia sorellina è più sveglia di quanto sembri.
“William è un vampiro!” esclamo, euforica. Un po’ troppo, forse, per la situazione. Sia il diretto interessato che mio padre, però, mi guardano sconvolti. “Tesoruccio caro?”. Anche in un momento simile, devo mantenere il mio ruolo. “Non potresti… non lo so, trasformarti?”. Spike solleva un sopracciglio.
“Non mi sembra il caso, amore”. Io gli indico, con un piccolo cenno e un’espressione decisamente meno dolce, l’angolo dove sono nascoste alcune delle mie armi. Lui sbuffa, roteando gli occhi, per poi lasciare la mia mano e avvicinarsi al divano. “Se vuole controllare, non ho un battito cardiaco” dice, indicandogli il polso che mio padre tocca – prima di impallidire notevolmente.
“Quindi è vero” mormora, per poi alzare lo sguardo. “È incredibile”.
“Benvenuto a Sunnydale, la città dove l’unica stranezza è essere normali. No, aspettate: ha senso detto così? Perché suonava bene, comunque, ma non so se avete capito cosa intendevo”. I farneticamenti di Dawn cadono nel nulla, perché mio papà si rivolge di nuovo a me.
“Ma se hai detto che tu dovresti combattere i vampiri, e che William è un vampiro… come fate a stare insieme?”. L’attenzione di tutti si rivolge a me: confesso o non confesso? Deglutisco, per poi sorridere debolmente e passare un braccio intorno alla vita del mio finto fidanzato.
“Bè, dopotutto ti abbiamo già detto che tra noi non è stato amore a prima vista, ma sai com’è: chi disprezza compra, gli opposti si attraggono, l’amore è cieco… tutte quelle robe lì, insomma”. Noto, con la coda dell’occhio, che Spike mi sta guardando con un’espressione decisamente stupita – e speranzosa, forse? –, per cui preferisco tenere lo sguardo puntato di fronte a me. Mio padre annuisce, sorridendo. Grazie al cielo non sembra intenzionato a farci altre domande.
“In effetti siete davvero una bella coppia”. Sì, ma solo per le mie incredibili doti di attrice. “Si vede che vi amate molto”.
Altro sorrisone plastificato. Abbraccio da fidanzatini adoranti.
Oh, per favore. Qualcuno mi uccida. Ora.

***

“Non capisco perché hai insistito tanto per guidare. Voglio dire, dopotutto questa era la macchina di mia madre” brontolo rivolta a Spike mentre accompagniamo all’aeroporto mio padre, seduto dietro di noi insieme a Dawn, che sembra intenta a raccontargli vita, morte (spero di no) e miracoli (ma dubito che ci siano) delle sue amiche.
“Tu ci tieni a questa macchina, vero?”. Annuisco. “E questo è un ottimo motivo per non lasciartela guidare, passerotto: non vorrai distruggerla?”. Io gli lancio un’occhiataccia, mettendo il broncio. “Oh, sei adorabile con quell’espressione”.
“Amorino bello, anche tu sei adorabile… ma lo saresti ancora di più se facessi un po’ di attenzione alla strada” dico, prima di tornare a guardare il paesaggio buio fuori dal finestrino. Per fortuna tutta questa sceneggiata del finto fidanzato è quasi finita: fra pochi minuti saremo all’aeroporto.
“Ti accompagniamo dentro? A che ora hai detto che è il tuo volo? Riuscirai a dormire sull’aereo?”. Mia sorella parla ininterrottamente, mentre parcheggiamo e ci avviciniamo alle porte di vetro del terminal. “Ma hai uno di quei cuscini fatti apposta? Perché non mi sono mai sembrati molto comodi, sinceramente”. Ci fermiamo in mezzo all’atrio, e mio papà riprende la sua valigia che Spike ha portato qui dalla macchina.
“Molto gentile, William”. Sospira, per poi guardarci nuovamente. “Allora, tra poco dovrò fare il check-in e imbarcare i bagagli: ci salutiamo ora?”. Dawn gli butta le braccia al collo, dicendo qualcosa riguardo al tornare presto a trovarci. Cosa? Ma mi vuole morta? Non credo che potrei sopravvivere ad un altro week-end come questo, incollata a Spike a.k.a. William a.k.a. tesorino amorino tatino.
“Fai la brava, va bene?”, dice mio padre a mia sorella.
“Io? Ma io sono sempre brava! Davvero, non so cosa ti faccia credere il contrario. E se ti hanno riferito qualcosa di strano… sono tutte voci false e tendenziose, perché io non ho mai creato nessun problema. Soprattutto lo scorso Halloween”. Lui la guarda per un attimo, confuso dall’ultima frase, e lei tace all’istante. Rivolge poi la sua attenzione a me, che esito un istante per poi abbracciarlo.
“Scusa per l’altra sera al ristorante”. Mi stacco da lui, che alza le spalle.
“Non preoccuparti: non si può certo dire che io sia stato molto presente, in questi anni”. Ci scambiamo un sorriso, e lui stringe la mano a Spike.
“È stato un piacere conoscerti. Mi raccomando, prenditi cura di loro”. Il mio pseudo tesorino sorride quasi timidamente.
“Sempre, signor Summers” dice, tirandomi a sé per abbracciarmi. Dopotutto sa benissimo che sono gli ultimi istanti in cui può comportarsi così senza rischiare di finir male.
“Adesso devo proprio andare, mi dispiace. Cercherò di chiamarvi appena possibile, va bene?”. Ci saluta con la mano, allontanandosi di pochi passi… per poi voltarsi nuovamente. “Sapete una cosa? Un po’ mi dispiace che voi due non stiate mettendo su famiglia. Bè, ora vado davvero. Ciao!”.
Oh. Mio. Dio.

N.d.A.: scusate scusate scusateeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee per il ritardo!! Spero che questo capitolo vi sia piaciuto: avevo la tentazione di saltarlo a piè pari, ma era leggermente necessario per lo svolgimento della storia.
Due piccole note: nella prima parte ho fatto un riferimento a quando, in Normal Again, Buffy dice a Willow che aveva parlato ai suoi di vampiri&co. anni prima; nella seconda, invece, spero di non aver fatto una gaffe colossale. Ho, come avrete visto, nominato la macchina di Joyce… il punto è che non mi ricordo se c’era ancora o no (la macchina, intendo): ad un certo punto se ne erano perse le tracce! Mah. Forse sono io semplicemente distratta. Probabile, in effetti.
Lasciando perdere il mio delirio, grazieeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee per le recensioni a:

lisachan: i pensieri confusi? Li ho notati troppo tardi. In effetti credo che sia perché ho scritto il capitolo cinque in diversi giorni… perdendo il filo continuamente! Spero che, in questo, il percorso logico rimanga decente!!^^

Happy: spero che non ti dispiaccia il fatto che, in questa parte, Spike abbia parlato pochino. Ti assicuro, però, che dalla prossima tornerà in primo piano!! Ah, grazie anche per le recensioni a “Home” (lo so, sembro sempre disperata… prometto di usare meno punti esclamativi, okay?) e a “We Are Family” (sono contenta che la pensi così, comunque al momento non ho molte idee su Scrubs, purtroppo… vedremo)!!^^

Melanyholland: la prima frase della tua recensione mi aveva fatto prendere un colpo, sai?^^ Spero che sia stato divertente anche questo capitolo, anche perché la parte sulla confessione non mi sembrava granché. Va bè. Riguardo a Buffy allegra: hai ragione, finalmente Joss li fa mettere insieme… ma li fa anche deprimere. Uffa, che cattivone. Comunque, mi sciolgo per i complimenti… e mi sento in colpa per l’ “aggiorna presto”: sorry sorry sorry!!^^

Clara: testona, testona Buffy!!^^ E povero Spikey, anche. Riguardo ai cuoricini… ehm, avrai visto che non ce ne sono stati molti, in questo capitolo: prometto che aumenteranno, nei prossimi capitolo… soprattutto nell’ultimo!! Ihihihi…

Shavanna: sono in ritardo, ma c’è ancora la festa??^^ Ihihihihi (oddio, sto ricominciando con le risatine. Aiuto). Ti assicuro comunque che, anche se il padre è partito… ne succederanno di cose nell’ultima parte!!^^

spuffy love: è uno spoiler sulla storia dire che c’è il lieto fine?? Oh oh… comunque, spero che pensi lo stesso anche di questo capitolo!!^^

Mistress Lay: fai bene ad essere una fan della coppia Buffy/Spike!! Sono di parte? Solo un pochino, dai… comunque, spero che mi dirai davvero cosa pensi di questo capitolo!!^^

xhio: dunque, grazie per le recensioni questa storia, a “Home” e “Non stavo origliando!”. Sono felice che ti siano piaciute!! Riguardo alla tua domanda: fondamentalmente Dawn voleva far mettere insieme Buffy e Spike ma, siccome loro lo erano già, sua sorella glielo ha detto: tanto a quel punto era evidente che Dawn li avrebbe considerati una bella coppia. Spero che, adesso, sia più chiaro!!^^

Quindi? Commenti? Domande? Proteste? Vi prego recensiteeeeeeeeee!!^^

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Capitolo 7
*** Tutto come prima… o no? ***


N.d.A.: quindi il signor Summers è partito… ma siamo sicuri che tutto tornerà alla normalità? Spero che questo capitolo – il terzultimo, per la cronaca - vi piaccia!!!

Capitolo 7- Tutto come prima… o no?

“Quindi adesso tornerà tutto come prima?”. Di sicuro una cosa è tornata alla normalità, dalla partenza di mio padre: quello – preferisco non cercare un termine più preciso – che c’è tra me e Spike.
A proposito, mi serve un paletto.
In effetti dicendo così suona male. Beh, male a seconda dai punti di vista: per Xander, ad esempio, uno Spike polverizzato sarebbe una cosa meravigliosa. Per me… non saprei. No, non è che mi sto affezionando a lui in qualche modo: diciamo che potrebbe tornarmi utile in una futura occasione. Dawn ha infatti estorto a nostro padre la promessa che tornerà a trovarci e, anche se non ne sono sicura, non credo che sarebbe molto felice di sentirsi dire qualcosa come ‘William? Oh, è casualmente incappato in un paletto volante. Un vero peccato, non credi anche tu?’. Soprattutto visto il suo commento riguardo al metter su famiglia… decisamente inappropriato, vista la conversazione del giorno prima sui mini Buffy e Spike.
Trovato! Mr. Pointy, dico: perché era tra i cuscini del divano? Non importa, comunque. Torno in cucina, replicando – anche se con un po’ di ritardo – alla domanda di mia sorella. “Se ti riferisci a quello che penso, ti rispondo con una domanda: vedi forse una testa ossigenata che mi sta addosso stile ventosa? Da questo puoi già capire che sì, tutto è tornato come prima”. Vado a rimettere il paletto errante nella mia borsa delle armi, mentre Dawn brontola la sua risposta dal tavolo dove sta finendo di cenare.
“Sbaglio, o oggi sei più acida del solito?”. Le lancio un’occhiataccia, mentre Willow arriva in cucina.
“Se è così, ci deve essere un’epidemia”. Mi metto la giacca – che avevo lasciato sulla sedia – per poi rivolgermi alla mia amica. “Fai in modo che vada a dormire presto, okay?”. Lei annuisce, mentre io passo davanti al tavolo e rubo una patata fritta dal piatto di Dawn. Per la serie: le ho preparate io, quindi è un mio pieno diritto mangiarle.
“Hey, quella è la mia cena!” esclama mia sorella, indignata.
“Un po’ di comprensione: deve mantenersi in forze, per saltare addosso ai vampiri” dice tranquillamente Willow. Il boccone mi va di traverso, mentre la guardo terrorizzata. Cosa? Saltare addosso? Ma ha intuito qualcosa? E perché al plurale?
Ah, adesso ho capito. Ma la gente non potrebbe usare frasi un po’ meno ambigue? Tossisco, ingoio e riprendo a respirare.
“Sì, servono molte energie per saltare addosso a Sp… ai vampiri. Plurale. Saltare addosso per stenderli e polverizzarli, ovviamente. Sì. Giusto. Ehm, io andrei: altrimenti chi salta addosso ai vampiri? Ciao!”. Ed esco di casa, con una specie di risatina isterica, mentre loro due mi guardano in modo decisamente strano. C’è un lato positivo, però: con lo shock – o forse la preoccupazione per la mia salute mentale? Entrambe le cose, probabilmente – Dawn ha dimenticato di essere arrabbiata con me. È da ieri sera che è così: più precisamente, da quando siamo tornati dall’aeroporto e io ho cacciato via Spike con la scusa ‘la recita non è più necessaria, quindi togliti dai piedi’. Certo, non è che lui stesse facendo i salti di gioia, ma sapeva come sarebbe andata a finire questa storia del finto fidanzato: in nulla. Insomma, su cosa avrei dovuto illuderlo? Credo che possa arrivare anche per conto suo a capire che non saremo mai la tenera coppietta tutta baci e abbracci che abbiamo finto di essere lo scorso fine settimana. Voglio dire, non ero così esagerata neppure con Riley… e con lui era una cosa seria. Davvero! Le riviste o i talk show di quarta categoria possono dire tutto quello che vogliono con quelle definizioni tipo ‘ragazzo di transizione’ e cose del genere: se lo era il mio ex, allora cos’è Spike? Il ‘ragazzo di transizione intermedia’? Ed ecco che mi sto confondendo da sola. Di nuovo. Ultimamente sta diventando una fastidiosa abitudine.
Comunque, se quell’idiota non dovesse capirlo non sarebbe certo per colpa mia: probabilmente le troppo tinte ai capelli hanno superato il suo scalpo, arrivando al cervello e friggendogli i neuroni.
E va bene: forse Dawn un po’ aveva ragione, quando ha detto che questa sera sono più acida del solito.
“Guarda guarda: ma cosa ci fa una bella bambina come te tutta sola in giro a quest’ora? Ma non hai paura del buio? Buon per me, comunque: avevo proprio voglia di uno spuntino”. Si comincia bene, oggi: ho varcato il cancello del cimitero solo da pochi secondi. Mi giro, guardando a braccia incrociate il vampiro che mi è appena arrivato alle spalle: è così ottimista che, quasi quasi, mi dispiace rovinare tutte le sue illusioni. Ho detto quasi, sottolineo.
“Invece io credo che dovresti evitare di mangiare fuori dall’orario dei pasti, sai? Perché avresti proprio bisogno di una dieta” dico, tirandogli un calcio che lo fa arretrare. Si avvicina nuovamente, guardandomi allibito.
“Hey! Ma mi stai prendendo in giro?”. Mi porto le mani al cuore, guardandolo indignata.
“Ma come puoi insinuare una cosa del genere? Io parlavo per il tuo bene! Lo so che di questi tempi non riesci esattamente a guardarti allo specchio, ma non dovresti indossare magliette a maniche corte se hai le braccia così flaccide”. E, mentre lui si distrae per esaminarsi il bicipite, io gli tiro un paletto. Puff, e lo stupidotto non c’è più. Lo so che era un colpo a tradimento… ma, dopotutto, abbiamo stabilito in precedenza che questa notte non sono molto simpatica.
“Adorabile, amore: da quando dai consigli di moda durante la ronda?”. Okay, una domanda: stanotte si sono messi tutti d’accordo per apparirmi alle spalle?
“Spike. Cosa vuoi? Se devi aiutarmi potresti andare dall’altra parte del cimitero. Così finirei più in fretta” rispondo, continuando a camminare. Ma secondo voi lui mi ascolta? No, ovviamente. E continua a seguirmi.
“Ma io ti sto solo facendo un favore, passerotto. Mi sembri troppo tesa per continuare… e sai benissimo che io conosco un metodo infallibile, per farti rilassare”. Fa una pausa, arrivandomi alle spalle. Io mi fermo, evitando comunque di voltarmi. “E, se non hai notato, stai camminando esattamente verso il luogo dove entrambi vorremmo essere ora”. Alzo lo sguardo, osservando in lontananza la sua cripta, dalle cui finestre si propaga l’alone dorato delle candele: se le ha lasciate accese significa che probabilmente è uscito a cercarmi… e con un intento ben preciso, soprattutto.
Mi giro a guardarlo: vorrei solo potergli rispondere sdegnosamente che si sbaglia, per poi tornare alla ronda… e alla mia vita: quella in cui non c’è spazio per lui. Non faccio in tempo a parlare, però: i nostri sguardi si incontrano e, mentre mi sfiora il viso per spostarmi una ciocca di capelli dagli occhi, la mia sicurezza scompare. Ancora una volta, quindi, non riesco ad ascoltare la parte di me che corrisponde alla Cacciatrice, con il suo odio per i vampiri e fedele agli insegnamenti del Consiglio degli Osservatori. Do invece retta a quella voce dentro di me che mi assicura che, tanto, questa sarà l’ultima volta: non cederò più a Spike, tornerò ad essere la Buffy di sempre e le cose cambieranno.
Non ora, però. Solo per questa notte posso commettere un errore: tanto poi non succederà più, giusto?
Ma, mentre le sue labbra si avvicinano alle mie, capisco che sto mentendo a me stessa. Come ogni notte, del resto.

***

Oh mio Dio, non di nuovo: è la prima cosa che penso, appena riapro gli occhi dopo essermi addormentata al fianco di Spike.
Non di nuovo, non di nuovo, non di nuovo ripeto come un mantra nella mia testa, correndo in giro per la cripta a cercare i miei vestiti. Lo so, prima non ero così isterica ma, dopotutto, è sempre così: lui mi tenta, io resisto per un po’, lui continua, io mi arrendo… e poi scappo. Almeno in questo modo posso dire di avere delle certezze nella vita, dato lo schema fisso con cui si ripete questa routine.
Raggiungo il piano superiore, sempre continuando a rivestirmi pezzo per pezzo: la mia maglietta, ad esempio, era finita sul televisore. La indosso, cercando di aprire la porta ed uscire senza fare il minimo rumore. Il che è davvero strano, considerando come lo “saluto” di solito: un po’ di insulti, magari un paio di calci o pugni… tutto regolare, insomma. Questa notte, però, sembra diversa. Non so, però, se sia perché le cose tra noi stanno cambiando o perché sono ancora confusa a causa dei tre giorni passati a fingermi follemente innamorata di lui. Sinceramente preferirei che fosse la seconda ipotesi, in effetti.
“E adesso si va via senza dire niente? Che cattiva, potrei anche offendermi”. Mi giro, guardando per un attimo Spike appoggiato allo stipite della porta: mossa decisamente sbagliata. La mia, intendo. Sto infatti seriamente rischiando di cambiare idea, vedendolo con i capelli arruffati, il broncio e gli occhi da cucciolo. Scuoto la testa: so benissimo che sta giocando tutte le carte a sua disposizione per cercare di farmi rimanere… ma non si può certo dire che la cosa non abbia effetto su di me. Incrocio le braccia al petto, ricomponendomi e guardandolo male.
“Davvero? Beh, mi dispiace distruggere le tue illusioni in questo modo… ma, se non ti ricordi, devo finire la ronda. Interrotta a causa tua, tra parentesi”. Lui continua a sorridere, imperturbabile.
“Eppure non mi sembrava che ti desse fastidio, fino a poco fa”. Lo guardo incredula.
“Ma è possibile che tu possa ricondurre sempre tutto ad una sola cosa? Io me ne vado, non ho tempo di sentire le tue idiozie”. Mi volto, finendo di allacciarmi il cappotto – okay, effettivamente mi sono rivestita un po’ in fretta – e cominciando a camminare. Non ho fatto nemmeno tre passi che, però, sento nuovamente la sua voce.
“Povero passerotto. Hai così tanta fretta di scappare che ti dimentichi della tua abitudine preferita: mettermi quelle belle manine addosso, che sia per divertirti o per pestarmi”. Decido di raccogliere la sua provocazione, fermandomi a rispondergli.
“E – siccome dici di conoscermi così bene – da cosa dovrei scappare, esattamente?”. Mi giro, in tempo per vederlo scendere i tre gradini all’ingresso della cripta ed avvicinarsi a me.
“Da me, da noi, da quello che potrebbe succedere, ovviamente. Questi tre giorni sono stati un dannato contrattempo, non è vero? Ti hanno dimostrato che vorresti qualcosa in più da me… ma la perfetta Cacciatrice non vuole che il suo cuoricino batta per il Big Bad”. Tende verso di me una mano – che io allontano.
“Willow e Dawn avevano ragione: tu ti sei illuso!”. Spike perde la sua espressione canzonatoria, diventando improvvisamente serio.
“Davvero? Io direi proprio il contrario: questo” fa un gesto per indicare me e lui “non è più uno scherzo. Le cose stanno cambiando, e tu lo sai. Dopotutto che bisogno avevi di starmi così incollata, lo scorso fine settimana? Avresti potuto fingere di stare con me anche senza tutte quelle scene. Certo, non che io mi stia lamentando, sia chiaro”. Roteo gli occhi: ne ho avuto abbastanza, per oggi.
“Te l’ho già detto: devo andare” ribadisco, voltandogli nuovamente le spalle per poi sentire ancora la sua voce: dèjà-vu? Circolo vizioso? Questa volta preferisco non girarmi, però.
“Domani notte tornerai, come se niente fosse successo”. Sappiamo entrambi che non è una domanda, ma una constatazione dei fatti.
“Lo so” mormoro allontanandomi, rivolta più a me stessa che a lui.

N.d.A.: non mi odiate troppo, vero? *per precauzione si nasconde in un angolo* Okay, lo so che questo capitolo non era esattamente allegrissimo… ma vi prometto che, nel prossimo, faranno pace!!!^^
Comunque, grazieeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee per le recensioni a:

lisachan: ho sistemato subito quella frase (aggiungendo un pezzo che avevo scritto e che poi, per ragioni a me sconosciute, ho cancellato): mi riferivo all’età “mistica” di Dawn - come Chiave - e a quella di Spike, cioè un secolo e mezzo o giù di lì. Scusa per la confusione, ma di questi tempi a volte finisco per scrivere alla sera tardi… quando ormai non sono più molto lucida! Per il resto… come ho già detto, mancano ancora due capitoli (che, prometto, saranno più allegri di questo)!!^^

Happy: in effetti a me piaceva un sacco l’amicizia che si era creata tra Spike e Dawn!!^^ Non ho mai capito, infatti, perché poi la cosa sia quasi sparita nel resto della sesta serie. Mah. Comunque hai ancora problemi con il login? Tanto posso benissimo continuare a leggere di là, certo… anche se preferisco i siti come questo: nel forum a volte il topic con la storia torna in cima alla lista… e io mi illudo che ci sia un nuovo capitolo, quando magari invece non c’è!! Adesso finisco di farneticare, non preoccuparti (è il caldo, mi si sciolgono i neuroni)…^^

Shavanna: se per normalità intendi loro due che si scannano (ovvero, come sempre nella sesta serie)… beh, lo hai visto. Ma solo in questo capitolo: negli ultimi due, invece… ihihihihi, vedrai!!^^ Anche se, detto così, suona un po’ come una minaccia, in effetti! o.O No, dai… non preoccuparti!!

Melanyholland: grazie per avermi chiarito la storia della macchina!! Sai com’è, spesso mi dimentico cosa sto dicendo anche mentre parlo, figurati… lasciamo perdere la mia mente (contorta), comunque. Riguardo alla “confessione”, in effetti avevo già in mente dall’inizio di sistemare le cose senza litigi o altro! Credo che anche Spike sia grato al signor Summers per i tre giorni total-spuffy (okay, forse non proprio total), mente Buffy… Buffy è Buffy, soprattutto nella sesta serie. Ma tra poco le passa, tanto!! *me ridacchia pensando a cosa succederà* Spero che questo capitolo ti sia piaciuto lo stesso, comunque!!!^^

xhio: uhm, sai com’è… si stavano parlando sinceramente dopo anni e, in effetti, gliene aveva già parlato (anche se solo in parte: lo dice in “Normal Again”). Addirittura aspetti con ansia? Calma, se ti agiti per una fanfiction figurati per il resto (disse colei che è sempre isterica)!!^^ Mi sono appena ricordata una cosa: ho dimenticato (sorry, me distratta come al solito) di risponderti riguardo alla storia post-chosen: in effetti lo è quasi tutto ciò che ho scritto finora, tranne questa e “Non stavo origliando!” che sono ambientate nelle sesta stagione!!

Mistress Lay: hai mantenuto la promessa di commentare, bene!! Credo che, comunque, in questo capitolo tu abbia avuto la risposta alla tua domanda: amanti… abbiamo visto che lo sono tornati subito (c’era da aspettarsi altro?); amici… ehm, non esattamente. Ihihih, tanto negli ultimi due capitoli saranno molto più “amichevoli”!!^^

Allora, cosa ne dite di questo capitolo? Vorrei sapere cosa pensate soprattutto riguardo all’ultima parte: non so quante volte ho cambiato idea su come impostarla… e non sono molto sicura di aver trovato il modo migliore. Quindi... vi prego recensite!!!

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Capitolo 8
*** …e comunque non è un appuntamento! ***


N.d.A.: ecco il penultimo capitolo: spero vi piaccia!

Capitolo 8- …e comunque non è un appuntamento!

Un momento: questa non è casa mia! O, almeno, lo sembra… ma è tutta un’illusione. Dev’essere colpa di qualche demone brutto e cattivo, che mi ha fatto finire in un universo parallelo simile al mio.
Io però, ho capito tutto. Come? Beh, è ovvio.
Qualcuno sta cucinando.
“È solo una mia impressione, o sento sul serio odore di cibo? Quello vero, che si cucina?”. Sorridendo, Willow sposta la sua attenzione dal piano di cottura ingombro di pentole a me, ferma sulla soglia della porta sul retro.
“A quanto pare sì: in questi giorni sono riuscita a portarmi avanti di parecchio con lo studio, quindi ho avuto il tempo di preparare la cena. Dopotutto non ti avevo detto di non portare a casa hamburger, oggi?”. Annuisco, sollevata dal fatto che, in questa casa, ci sia ancora qualcuno capace di usare un fornello. A momenti, infatti, rischiavo di dimenticarmi a cosa serve: simpatica decorazione? Falò alternativo per le fredde notti invernali… o, più che altro, quelle in cui siamo troppo pigre per accendere il camino? Strano oggetto non meglio identificato (come, peraltro, almeno un terzo delle cose qui in cucina)? Mentre medito su questi angoscianti dubbi, mi siedo al tavolo accanto a Dawn.
“Almeno, per una volta, posso fare un pasto ad adeguato al fatto che io sono ancora in fase di crescita… a differenza di qualcun altro”. Mia sorella mi dedica una specie di sorrisetto sadico, ma io mi limito ad uno sguardo vagamente ebete: di che accidenti sta parlando? Come se mi avesse letto nel pensiero, sbotta: “Io sono più alta di te ma, a differenza tua, crescerò ancora!”. Ah, giusto: mi sta prendendo in giro. Adesso però sono troppo stanca per cercare una risposta decente. O anche per dire qualunque cosa, in effetti. Appoggio quindi la testa sul tavolo, chiudendo gli occhi… per poi riaprirli di colpo, al suono di una voce fin troppo nota.
“Ciao! Non vi disturbo, vero? In ogni caso si tratta del mio matrimonio, quindi è in ogni caso di vitale importanza!” dice Anya, sedendosi tutta allegra di fronte a Dawn. Spero dal profondo del cuore che non si tratti degli abiti da damigella: una delle riviste che ho trovato in giro al Magic Box aveva delle pagine segnate… con dei vestiti un pochino paurosi. Ma solo un pochino. Anche se, ora che ci penso, credo di aver visto demoni di colori più decenti. Insomma, potete immaginare anche da soli a cosa stiamo andando incontro.
“Scusa, Anya… ma cosa ci fai in giro a quest’ora? Il negozio dovrebbe essere chiuso da un pezzo. E che fine ha fatto Xander, a proposito?” chiede la mia migliore amica, rimanendo comunque appoggiata al bancone.
“Certo che è chiuso: io ero lì a fare l’inventario. Questa città è talmente stupida che, siccome di notte si rischia di essere sbranati, nessuno pensa a fare shopping la sera… per cui non ci sono negozi aperti. In effetti questo abbassa le mie possibilità di guadagno! Comunque, non sono qui per questo: volevo sapere se portate qualcuno al ricevimento. Come appuntamento, sapete. Insomma, è deprimente andare ai matrimoni tutte sole solette”. Noi tre la guardiamo a bocca aperta, per poi scambiarci qualche occhiata perplessa.
“Anya… stai attenta: se dici così potrebbe anche sembrare che ti importa delle nostre vite private” dice Dawn. L’altra, dal canto suo, la guarda oltraggiata.
“Come puoi dire che non sia così? Io mi preoccupo per voi!”. Pausa. “Okay! Diciamo che dovreste portare qualcuno perché altrimenti i posteri, guardando le foto e i filmati del matrimonio, penserebbero che le mie amiche sono delle patetiche zitelle”. Ehi! Zitella a chi? Io ho qualcuno! Beh, più o meno: di certo non ho intenzione di portarmi Spike al matrimonio. Non posso dire di essere single per scelta? “Dopotutto conoscete anche voi il proverbio: ‘dimmi con chi vai e ti dirò chi sei’. Certo, io non sono sola… insomma, trovatevi qualcuno e non fatemi fare brutta figura! Willow, tu ovviamente sei esclusa. Non dal farmi fare brutta figura, però: non sarò più un demone della vendetta, ma ho ancora amici molto pericolosi. Intendevo dire che non devi trovarti qualcuno. Infatti ci sarà anche Tara, quindi non voglio né risse, né drammi, né niente. Non voglio nemmeno che i posteri pensino che ho amici guerrafondai! Che poi, riflettendoci, questi posteri sarebbero i bambini miei e di Xander… non è un pensiero adorabile?”.
Ecco, grazie per avermi fatto tornare in mente il discorso dell’altra sera con Spike. A proposito, chissà se è invitato al matrimonio: se dovessi portarmi qualcuno con lui presente… sarebbe un dramma. E Anya – che, nel frattempo, sta continuando a blaterare in sottofondo – ha appena detto ‘niente drammi’. Ma, d’altro canto, gli unici due maschietti del gruppo – Giles, ormai, è disperso da qualche parte oltreoceano – non sono esattamente amici per la pelle: quindi probabilmente Spike non è nemmeno stato invitato.
“…dopotutto a me piacciono i bambini! Certo, magari quando sono piccoli e continuano a piangere danno un po’ fastidio, però…”
In effetti conosco Spike e so che, in fondo, – va bene, molto in fondo – gli darebbe fastidio non essere invitato. Ma non posso mica portarmelo dietro presentandolo a tutti come il mio nuovo fidanzato! A meno che mio padre non torni qui all’improvviso… o che voglia comunque vedere delle foto del ricevimento, un giorno. Anche se non vedo un motivo sensato per cui dovrebbe farlo.
“Ma prima di avere dei figli devo sposarmi! Quindi, direi di tornare al discorso di prima, l’unica che deve trovarsi qualcuno per il matrimonio è Buffy”. Io riemergo dalle mie meditazioni, rimanendo a bocca aperta. Faccio per parlare, terrorizzata – perché a volte Anya può davvero far paura – ma vengo preceduta dallo squittio isterico di Dawn.
“E io? Perché non posso portarmi qualcuno? Avevo anche già in testa alcuni – quattro o cinque, non di più – candidati!”. Purtroppo per lei, però, il suo lamento cade nel vuoto... perché coperto dal mio.
“Devo davvero portare qualcuno? Voglio dire, potrei… ma magari non come un appuntamento in senso stretto? Sai… come amico, per esempio”. Meno male che non ho ancora detto di chi sto parlando: Spike ed io non siamo mai stati molto amici, tecnicamente. Un po’ come il discorso che ha fatto a me ed Angel qualche hanno fa, in effetti. Anche se, questa volta, l’amore non c’entra. Cioè, magari da parte sua… ma non mia. Giusto per essere precisi. Perché lo so che è già stato appurato da molto tempo… ma non vorrei che qualcuno fraintendesse e si facesse delle strane idee. Tutto qui. Anche se qualcuno potrebbe obiettare, ad esempio vedendo come continuo a tornare da lui ogni notte, e… oh, insomma! Basta così. “Forse qualcuno che, altrimenti, non verrebbe invitato, ma che sarebbe bello avere lì”. Loro si limitano a guardarmi: anche Willow ha smesso di mescolare il contenuto della pentola, per rimanere ferma con il cucchiaio di legno ancora in mano. “Come… beh… forse… e comunque non come appuntamento…” deglutisco “Spike?”. La mia amica – a bocca aperta come mia sorella – lascia cadere il cucchiaio, mentre un sorrisetto comincia a formarsi sulle labbra di Anya.
“Ma è fantastico!”. Adesso anch’io sono a bocca aperta: voglio dire, ricordo quello che mi ha detto la settimana scorsa… ma non credevo che fosse così seria! “Mi hai appena fatto evitare di spendere centosettantacinque dollari: Spike era già invitato, quindi non dobbiamo prenotare un pasto in più come invece avremmo dovuto fare se ti fossi portata qualcuno che non era sulla lista. Quindi, ora che tutti hanno trovato qualcuno senza farmi spendere più soldi del previsto… posso andare”. Si alza in piedi.
“Anya, aspetta: in che senso ‘Spike era già stato invitato’? Voglio dire, certo che so cosa intendevi” replico al suo sguardo stupito “ma quindi non potrei chiedere a qualcun altro? Insomma, io ho detto così solo per non lasciarlo escluso, ma siccome lui ci sarà comunque--“ lei mi interrompe, guardandomi male. Ma cos’è, un’altra iscritta al Club ‘Difendiamo Il Povero Spike Da quella Cattivona Di Buffy Che Vuole Spezzargli Il Cuoricino’? Quello di cui fanno già parte Willow e Dawn, per intenderci.
“Non azzardarti nemmeno! Perché altrimenti chi porteresti, qualcuno che lavora con te al fast food? Ci sono già stata, quindi ho visto che non ci sono bei ragazzi… e tu vorresti deturpare le foto del mio matrimonio con qualche mostriciattolo? Ma assolutamente no! Certo, Xander potrebbe presentarti qualche suo amico… ma non sarebbe carino se Spike dovesse decidere di far fuori il tuo appuntamento. Voglio dire, non è che avendo il chip si è procurato dei sicari o qualcosa di simile? Beh, non mi importa: ormai hai deciso, quindi è tutto. Ci vediamo domani al negozio, okay? Dobbiamo ancora parlare degli abiti per le damigelle” annuncia allegramente, voltandosi per aprire la porta.
“Anya?” Nessuna risposta. “E va bene, se è proprio necessario… sono incinta!”. A questo punto ci voltiamo tutte e tre verso la mia sorellina, con delle identiche espressioni in puro stile ‘ma di che diavolo stai parlando?’. Lei alza le spalle. “Nessuno mi stavo ascoltando: almeno così ho attirato l’attenzione, no? Tanto per la cronaca, prima stavo solo scherzando. Non sono incinta, è ovvio. Perché, voglio dire… non stavate iniziando a pensar male, vero?” chiede, guardandosi intorno preoccupata prima di continuare. “Volevo solo sapere perché io non posso portare nessuno al matrimonio”. L’aspirante sposina le si avvicina, con una specie di sorriso accondiscendente.
“Perché altrimenti ci saranno fin troppi ragazzini, e nessuno disponibile per farvi da baby-sitter”. Dawn fa per aprir bocca nuovamente, ma rinuncia ed opta per un meno polemico broncio. “Adesso vado a casa: Xander mi ha preparato la cena”. Adesso ho capito perché, prima, ha comprato due panini al Double Meat… con la scusa di passare trovarmi, tra parentesi. “Ciao!”. E se ne va, lasciandoci in silenzio.
“Faremmo meglio a mangiare: poi dovrò andare a fare la ronda… e a dire a Spike che abbiamo un finto appuntamento per il matrimonio”. Mia sorella alza lo sguardo, spegnendo quindi per qualche istante la metaforica insegna al neon sulla sua fronte (ovvero quella con scritto: ‘Attenzione – adolescente stizzita in piena attività – non disturbare’).
“Sì, ma prima di andare ti cambi! Insomma, come puoi pretendere di sedurre qualcuno con addosso quella specie di divisa?”. Forse il fatto che, se dovessi togliermela, lui smetterebbe di ascoltarmi per poi cominciare a… ehm, distrarre anche me. E mi dimenticherei cosa devo dirgli. E poi, scusa… sedurre? basta, ho deciso: d’ora in poi Dawn avrà il divieto assoluto di leggere una qualsiasi rivista: sembra un consiglio uscito da una rubrica tipo posta del cuore o qualcosa di simile!
“Tralasciando lo sconvolgente dettaglio che mia sorella minore sta cercando di darmi consigli riguardo agli uomini… devo semplicemente dirgli che, al ricevimento, siederemo vicini: mi spieghi cosa c’entra la seduzione?”. Lei scuote la testa, roteando gli occhi e brontolando qualcosa di molto simile a ‘imbranata’ e ‘ci capisco più io di lei’.
Ma perché non comincia mai un’apocalisse, quando te ne serve una?

***

“Spike, sei qui?”. No, perché se non ci sei è meglio, aggiungo fra me e me facendo capolino nella sua cripta. Almeno, se non dovessi vederlo fino al matrimonio, mi sarebbe impossibile dirgli dello pseudo-appuntamento. Ecco. Peccato che manchi ancora più di un mese e mezzo! Non ottenendo risposta, comunque, scendo al piano inferiore chiamandolo nuovamente. Non lo vedo, ma so che è qui: non solo per le poche candele accese, ma anche perché… beh, lo sento.
Alt, non cominciate a farvi strane idee. Abbassate quei ditini che, trionfanti, mi avete puntato contro con un aha!: con ‘lo sento’ non mi riferisco ad una qualche strana connessione mistica per la serie ‘siamo anime gemelle/il destino ci ha uniti/bla bla bla’… parlo semplicemente del pacchetto completo superpoteri-da-Cacciatrice: in effetti non sarebbe molto utile, se poi chiunque potrebbe strisciarmi alle spalle senza farsi notare. A proposito di strisciarmi alle spalle, comunque…
“Cercavi qualcuno in particolare, amore, o passavi da qui per caso?”. Io mi limito a roteare gli occhi, voltandomi verso di lui.
“Era per caso un tentativo di ingresso a sorpresa?”. Spike alza le spalle, avvicinandosi a me in modo quasi impercettibile. Ho detto quasi perché me ne accorgo ed arretro, seppur altrettanto lievemente. “Veramente no, considerando che io ero già qui. Allora, sei hai già finito la ronda--“ lo interrompo, alzando una mano anche per evitare che si avvicini ulteriormente… e mi distragga dal mio – tremendo – compito.
“--abbiamo tutto il tempo di parlare con calma: hai presente… Xander e Anya, no? Beh, sai – lo sai, vero? – che stanno per sposarsi. Dunque, oggi lei è venuta a casa mia e, chiacchierando del più e del meno, abbiamo cominciato a parlare del suo matrimonio”. Sì, lo so che non è un resoconto esattamente fedele alla realtà… e che forse non dovrei prendere il discorso così alla lontana: insomma, prima glielo dico e prima mi tolgo il peso. Però, riflettendoci, stiamo sempre parlando di Spike: probabilmente si divertirà a continuare a ricordarmi per molto, molto tempo quello che sto per chiedergli. Uffa. Magari faccio ancora in tempo a cambiare argomento, e a convincere Anya che non ho bisogno di un accompagnatore. Se dovessimo andare entrambi da soli al matrimonio, però, lui continuerebbe a girarmi intorno… facendo insospettire tutti. Se avessimo un appuntamento, invece, dovrei per forza essere gentile con lui; potrei inoltre giocarmi la carta del ‘mi faceva pietà’. E va bene: via il dente via il dolore. “Beh… Anya dice che si vergognerebbe se tutte le sue amiche si presentassero da sole come zitelle, per cui vuole che io mi porti qualcuno. Quindi, siccome dovremo partecipare entrambi… ehm, potresti essere tu”. È inutile dire che la seconda parte del discorso mi è uscita ad una velocità almeno doppia del normale. Spike, dal canto suo, sorride facendo un altro passo verso di me – che arretro, finendo per urtare contro il bordo del letto.
“Mi stai chiedendo un appuntamento, Cacciatrice? Perché è proprio quello che sembra”. Io spalanco gli occhi sconvolta, ripetendo mentalmente le parole che ho usato: sì, in effetti suonava davvero così. Oh, cavolo.
“No! Guarda che hai capito male: io intendevo dire che dovresti semplicemente sederti accanto a me al ricevimento. Tutto qui. Ma solo perché sono altruista e non voglio che a qualcuno venga un esaurimento, dovendo sopportarti tutte quelle ore. Io, invece, sono già abituata ad essere infastidita da te, per cui posso anche sacrificarmi”. Perché continua a sorridere? Questo non era previsto. Per cercare di evitarlo indietreggio ulteriormente ma, essendo già appoggiata al letto, ci finisco seduta.
“Ciò non toglie che sia come ho detto io” dice abbassandosi verso di me ed appoggiando le mani sulla coperta, come per intrappolarmi.
“Quante volte devo ripeterti che non è un app-uhmf!”. La fine della frase viene soffocata da Spike, che mi tappa la bocca con un bacio. Appena mi stacco da lui per riprendere fiato apro gli occhi, e… “Ma come siamo finti così?” gli chiedo, accorgendomi che siamo in una posizione un po’… un po’. Ma perché devo spiegarvi tutto?
“Potremmo riprovare, così magari lo capiresti” suggerisce, con un sorriso che fa capire molto delle sue intenzioni. “Comunque, visto che per una volta abbiamo centrato il letto… cosa pensi che potremmo fare?”.
Domanda retorica.

N.d.A.: pronte per il finale? Ovviamente non l’ho ancora scritto, ma ho cominciato questa storia talmente tanti mesi fa che lo so già praticamente a memoria!!^^ Intanto, grazieeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee per le recensioni a:

Shavanna: ti ho fatto preoccupare? Oddio, scusa scusa scusa!!!^^’’ hai visto che, però, non è successo niente di tragico? Almeno quello! Riguardo alla cose che Buffy deve capire… cosa dici, ha fatto progressi in questi capitolo? Di sicuro Spike ne è molto felice… ma nel prossimo, probabilmente, lo sarà ancora di più!! Spero che ti sia piaciuto anche questo capitolo, comunque!!

lisachan: spero proprio che questo capitolo ti sembri più originale!!^^ A dire la verità era un po’ il mio intento: volevo far sembrare che Buffy stesse tornando alle sue vecchie, non-molto-simpatiche abitudini (si capisce cosa voglio dire, giusto?). Per il resto… spero che tu abbia trovato divertente anche questo capitolo: ho cercato di renderlo abbastanza leggero (anche se, in effetti, non è che di solito io scriva drammi o cose del genere…) come, in teoria, dovrebbe essere anche l’ultimo!!

Melanyholland: davvero? Sono felicissima che la pensi così dello scorso capitolo!! Spike… beh, Spike è Spike!! *sorrisetto* ehm… *colpetto di tosse* sì, mi ricompongo. Allora, cosa ne dici di questo capitolo? spero che ti sia piaciuto quanto il precedente!!! Almeno il discorsetto di Spike ha avuto qualche minimo effetto… e fa anche rima, se per questo. Lo so, sto farneticando… ma è tardi, abbi pietà!!^^’’

Happy: ho visto proprio due secondi fa che hai cambiato nickname (alla fine quindi non hai risolto i problemi con quello di prima?)… da crisi d’identità!!^^ Tornando alla storia: hai visto che hanno fatto pace? Quindi fai bene a fidarti di me!! Sì, le ultime parole famose… no, scherzo: fidati anche per l’ultimo capitolo!! sono contenta che i personaggi ti sembrino IC… e spero che ti sia piaciuto anche questo capitolo!!

xhio: continui a leggere, allora? Beh, grazie… non abbandonarmi!!^^ Spero tanto che l’ottavo capitolo non sia stato un polpettone (e che, soprattutto, ti sia piaciuto più del settimo): almeno non credo che questo sia il genere di scena che Joss avrebbe scritto… sbaglio, o non è molto propenso al lieto fine? Se lui lo fosse, però, io forse non sarei qui a scrivere fanfictions: lato positivo o negativo? Ai posteri l’ardua sentenza… comunque sì, adesso la smetto di farneticare!!

Allora? Cosa ne pensate di questo capitolo? Lo so che nelle precedenti righe l’avrò scritto non so quante volte… ma qui rivolgo la domanda anche chi ha solo letto e non commentato i precedenti capitoli: vi prego recensite!!

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Capitolo 9
*** Il matrimonio del mio migliore amico ***


N.d.A. Ardespuffy®: “Non mi odiate, vero? *sguardo speranzoso* Ok, scusate se mi sono fatta attendere anche stavolta, ma tanto siamo arrivati all'ultimo cap, quindi non dovrete sopportare + i miei ritardi!!! Detto questo... tregua?? *sventola bandiera bianca*”

N.d.A. vera e propria: sono andata in vacanza… dimenticando di avvisarvi, scusate!! -.-'' Comunque… ecco il finale: è ambientato circa un mese e mezzo-due dopo il capitolo otto.

Capitolo 9- Il matrimonio del mio migliore amico

“Un sorriso dalla coppia felice!”. Okay, adesso: perché quest’uomo non si limita ad immortalare i due novelli sposi, ma continua a saltellare istericamente per la sala, scattando foto a destra e a manca? Ah, giusto. È stato pagato per farlo. Beh, per una volta in cui mi sarei appellata più che volentieri al senso dell’economia – più comunemente definibile come tirchieria, in effetti – di Anya, lei ha deciso di mandare a quel paese i suoi principi: infatti, se avesse voluto un po’ meno foto, avrebbe risparmiato notevolmente.
E tutto ciò spiega – almeno in parte – perché in questo momento sono avvinghiata a Spike in un modo che può sembrare una riuscitissima imitazione del nostro periodo ‘coppietta adorabile’. No, non è una cosa artistica come il periodo rosa di Picasso: mi riferisco semplicemente ai nostri tre giorni di finto – ma, oddio, non troppo – flirt durante la visita di mio padre. Che è un po’ la scusa che ha utilizzato la mia testolina ossigenata preferita – e non gioite, perché il ‘preferita’ arriva dal confronto con Harmony – per incollarsi a me in questo modo: e se il mio caro genitore, tornando a trovarci, volesse vedere le foto del ricevimento? Si insospettirebbe non vedendoci insieme. Sì, lo so che è la stessa cosa che ho detto io neanche molto tempo fa… ma non è questo il punto. Anche perché è l’unica scusa che ha funzionato con Xander: altrimenti come avrebbe potuto lasciare che un vampiro – questo in particolare – sedesse vicino a me? Ovviamente non è stato molto facile convincerlo: più che altro ha ceduto quando gli ho ricordato che, secondo la sua novella sposa, essendo Spike già invitato loro due avrebbero risparmiato gli ormai famosi centosettantacinque dollari. E tutti sappiamo come è fatta Anya: meno spende e più è felice. Questo per la gioia di Xander, soprattutto.
Ad un certo punto delle mie meditazioni, il fotografo zampetta via tutto contento, pronto a continuare la sua (tutto tranne che) nobile missione: portare all’esaurimento nervoso gli invitati a questo matrimonio. Io sbatto le palpebre per riprendermi dal flash, togliendomi dalla faccia il sorrisetto ebete che ho esibito per l’obiettivo e scostandomi dall’abbraccio di Spike.
“Sai una cosa, amore? Questa storia delle foto da piccioncini è molto interessante: non credi che dovremmo… interagire un po’ di più, caso mai il fotografo decida di scattarne alcune ‘a sorpresa’?”. Dal canto mio roteo gli occhi e, senza nemmeno degnarlo di uno sguardo, gli indico il bicchiere di champagne davanti a lui.
“Bevi, Spike; almeno così posso sperare che tu stia zitto per un paio di secondi o giù di lì”. È possibile capire che qualcuno stia sorridendo anche senza guardarlo? Evidentemente sì.
“Stai cercando di farmi ubriacare per sedurmi, Cacciatrice?”. Questa volta mi giro verso di lui, esibendo una classica combinazione di ‘broncio più espressione indignata’.
“Ma come ti permetti? Escludendo il piccolo, infinitesimale dettaglio che io non ho in mente… quello a cui tu stai pensando--”. Sorrisetto della serie ‘sì, come no?’, abbinato a sopracciglio sollevato: posso rovesciarglielo in testa, lo champagne? Ma solo per le foto; sono certa, infatti, che il look da pulcino inzuppato gli donerebbe molto. Non che io stia facendo un complimento a Spike, intendiamoci. “--ti assicuro che io non ho bisogno di ricorrere a simili trucchetti: sai benissimo che ho delle armi molto più efficaci… tesorino amorino tatino” replico, calcando l’ultima parte della frase – un caro ricordo della nostra fase cicci pucci – con un sorriso esageratamente zuccheroso.
“Non so se te ne sei resa conto, ma la tua frase poteva implicare il suggerimento di verificare queste armi” dice lui, avvicinandosi ulteriormente a me con uno sguardo che dice molto sul vero significato della frase.
“E io non se tu ti rendi conto che, andando avanti di questo passo, rischi l’incontro ravvicinato con armi decisamente meno metaforiche”. Dopotutto è lui che vede in ogni singola frase riferimenti a… beh, ad una certa cosa. E comunque, nella remota ipotesi che io cominci a parlare per strane allusioni sarebbe tutta colpa sua: mi dà il cattivo esempio!
“Guarda che non saremmo gli unici ad avere in mente alcuni programmi per dopo”. Appunto. “Tra i due adorabili sposini e le tue amiche streghe qui non si accorgerebbero di niente nemmeno se un’Apocalisse iniziasse davanti a loro. E poi guarda, tutti stanno ballando tranne noi”. Per quanto il monologo di Spike sia interessante, la mia attenzione è distratta da quello che sta succedendo in un angolo della sala.
“Noi e Dawn: ho l’impressione che sia troppo impegnata a flirtare con quel tizio” dico, indicandogli mia sorella – assolutamente distinguibile, a causa del colore poco vistoso dell’abito – e un ragazzo… con un paio di corna sulla fronte? Oh, beh: siamo a Sunnydale, dopotutto. E poi dev’essere una questione di DNA. In ogni caso, le parole ‘Dawn’, ‘flirtare’ e ‘ragazzo’ nella stessa frase hanno un effetto miracoloso su di lui: dimentica infatti tutti i suoi loschi – e torbidi – propositi per lanciare un’occhiata incendiaria ai due piccioncini.
“Cosa? Per prima cosa, quello è morto: adesso…” lo interrompo, appoggiando una mano al braccio. Spike si ferma, guardandomi quasi stupito e con la testa inclinata da un lato.
“Adesso ti calmi e stai qui seduto. Ti ricordo che Anya ha ripetuto un miliardo o due di volte che, nel giorno del suo matrimonio, non avrebbe voluto assistere a drammi: che io sappia, l’omicidio di un ospite finirebbe proprio sotto questa definizione”. Soprattutto perché, a quel punto, oltre alla furia della sposa si scatenerebbe anche quella della mia dolce sorellina: probabilmente non le è ancora passata quella di Halloween… “E poi dicono che io sono cattivo?” si lamenta, mettendo il broncio. “Tu non mi lasci mai divertire!”. Veramente, per quanto ho potuto notare, Spike sembra divertirsi molto con me… soprattutto in certe situazioni.
No, un attimo: non l’ho detto sul serio, no? Oddio! Beh, questa è la prova che lui ha davvero una pessima influenza su di me.
“A parte che, comunque, non avrei potuto nemmeno ucciderlo, il ragazzino: chip, ricordi? Al limite avrei potuto aizzargli contro qualcuno…” riprende Spike, sempre deciso nel nobile intento di difendere la virtù di Dawn. “Quindi cosa pensi di fare? Insomma, sappiamo entrambi come è finita l’ultima volta che Briciola si è data alla pazza gioia” brontola, mentre io comincio a riflettere tamburellando con le dita sul tavolo.
“Beh, sappiamo già che non posso permettermi di mandarla in un qualche collegio esclusivamente femminile. La cosa più simile sarebbe un convento – possibilmente di clausura – anche se non credo che qualcuno al mondo si meriti di stare a stretto contatto con mia sorella, ventiquattr’ore su ventiquattro e sette giorni su sette: sarebbe troppo per chiunque!”. Spike mi guarda male per un istante: evidentemente lui non ha mai avuto l’occasione di assistere ad una delle classiche scenate isteriche in grande stile di Dawn. Vorrà dire che mi assicurerò di provvedere il prima possibile: com’è potuto vivere sino ad ora, senza questa meravigliosa esperienza?
“Magari potresti regalarle una cintura di castità. Dannatamente efficaci, soprattutto dopo aver buttato via la chiave”. Io alzo lo sguardo, sorridendogli.
“Perfetto, così ho risolto per il compleanno”. Certo, magari potrei avere un po’ di problemi a trovarla: in un negozio in stile medievale? In uno di armature? La faccio costruire direttamente? Il problema è che, poi, non sono sicura che sarebbe un regalo molto apprezzato. Però non si può negare che sia utile. “Sai, non sei così stupido come sembri”, riprendo, rivolta nuovamente a Spike.
“Dannatamente divertente, Cacciatrice. Davvero, frequentare Harris fa bene al tuo senso dell’umorismo”. Aspettate un secondo: ma mi sta prendendo in giro?
“Veramente volevo, solo per una volta, seguire il tuo esempio… ed essere un po’ cattiva”. L’unica risposta che ottengo è uno sguardo incuriosito che, per qualche strana ragione che preferisco non sapere, si trasforma velocemente in un ghigno.
“In che senso ‘cattiva’? Perché sai, volendo la cosa potrebbe anche diventare interessante…”. Non voglio indagare sull’effettivo significato della frase, ma – tanto per cambiare – mi sembra di cogliere alcune strane allusioni.
“Spike, sei un maiale. Se non altro, cerca di contenere i tuoi istinti animali almeno in pubblico”. Il maiale in questione sorride, tutto allegro.
“Perché, invece in privato…?”. Al mio sguardo, decide di lasciar cadere la frase. Meglio per lui, in effetti. Okay, direi di cambiare argomento e tornare alla vita pseudo-sentimentale di Dawn.
“Almeno questo qui non è un vampiro: stiamo già facendo dei passi avanti rispetto all’ultima volta”. Infatti, magari il prossimo non avrà un bel paio di corna sulla fronte. Ma non lo dico per insultare quel povero, ingenuo (perché ancora non sa cosa può diventare la mia dolce sorellina quando… beh, quando ‘dolce’ non è più un aggettivo molto adatto) ragazzino: era solo a titolo di cronaca!
“Ehi!” mugugna il mio accompagnatore, attirando la mia attenzione. “Guarda che io sono molto meglio di lui! E poi devo difendere la mia categoria”. Ed ecco ricomparire il broncio: non sarà mica una tattica per distrarmi? Beh, in ogni caso ho appena avuto un’ottima idea per farlo tornare di buon umore.
Ehi, calma: cosa avete capito? Io intendevo dire che pensavo di proporgli un brindisi: tanto ho già compiuto ventun’anni! Dopotutto, se lo conosco bene, Spike non rifiuta mai da bere… soprattutto se è gratis, come in questo caso.
“Allora facciamo un brindisi: alla virtù di Dawn” dico, sollevando il bicchiere di champagne.
“Ma non alla tua: per quella, ormai, non ci sono più speranze di recupero” sussurra Spike sfoderando il suo solito sorrisetto. Io gli lancio un’occhiataccia, tanto per non cambiare le sane, vecchie abitudini.
“Ma pensi sempre ad una sola cosa?” brontolo, riappoggiando il flute al tavolo – senza neanche aver brindato o bevuto, in effetti.
“Sì: a te, amore”. Sorriso adorabile e testa inclinata da un lato: ma scusate, lo sta facendo apposta? Oppure ha una doppia personalità? In ogni caso – sinceramente preferisco non sapere la risposta – sopprimo l’impulso di rovesciargli il vino in testa per far tintinnare i due bicchieri tra loro, bere il contenuto del mio tutto d’un colpo… e cominciare a tossire. Spike sorride scuotendo la testa per un istante, per poi cominciare a darmi dei colpetti tra le scapole.
“Ma perché bevi, se sai che l’alcol ti fa quest’effetto?”. Veramente mi è solo andato di traverso… ma, comunque, come può pretendere che gli risponda in questo momento? Forse era una domanda retorica. Giusto per girare il dito nella piaga. “Va meglio, ora?” mi chiede, lasciando comunque la sua mano ad accarezzarmi leggermente la schiena e guardandomi incerto, come se si stesse chiedendo perché non l’ho ancora allontanato disgustata. Il che è un’ottima domanda: voglio dire, non è dopotutto quello avrei fatto in una situazione simile, almeno fino a un po’ di tempo fa? Ma forse è perché, nell’ultimo mese e mezzo, le cose sono leggermente cambiate tra di noi: i miei amici sapevano dall’inizio che oggi lui mi avrebbe accompagnata al matrimonio, e sembravano accettarlo. Beh, relativamente. Il mio atteggiamento con lui di fronte agli altri è diventato diverso… ma nemmeno io riesco a capirne il motivo: abitudine presa nel precedente week-end? Dubito seriamente che bastino tre soli giorni a provocare un cambiamento del genere. Allora le cose tra noi stanno davvero migliorando?
L’opzione più gettonata finora, comunque… è che sto già iniziando ad ubriacarmi. Eco, peccato che questo non spieghi il comportamento degli altri giorni. Uffa.
“Insomma, sei sicura di non aver bisogno di… qualcosa come una respirazione bocca a bocca, per caso?” riprende Spike, recuperando il suo solito sorrisetto.
“Al momento sto meglio, quindi… perché non la risparmi per dopo, quando saremo soli?”. Vi prego, ditemi che non l’ho detto davvero! Anche se, dal suo sguardo esaltato, sembra proprio che io l’abbia fatto. Oh, cavolo. Promemoria per me: basta alcol.
“Sul serio? Allora te ne prendo subito un altro bicchiere!”. Il cameriere, però, è sparito tra la folla di invitati che lasciano la pista da ballo, per la fine della canzone. Tra la confusione di umani e demoni (e, in questo caso, direi che i secondi sembrano molto più normali dei primi) cerco di individuare Dawn – non sarà mica partita per una fuga romantica con il cornut… ehm, il ragazzo con cui stava chiacchierando? – e, con mio grande orrore, la vedo intenta a confabulare con i componenti del gruppo musicale. Non so perché, ma la cosa mi preoccupa: sarà forse per il sorriso smagliante – e falsamente innocente – che mi rivolge una volta giratasi verso di noi? O, più probabilmente, è per le note iniziali della canzone appena iniziata che, dopo qualche istante, si rivela essere…
“Oh mio Dio!” esclamo, attirando nuovamente l’attenzione di Spike.
“Che c’è?” chiede. Come risposta io gli indico mia sorella che, sempre accanto al suo nuovo amichetto, cerca – fallendo miseramente – di nascondere le risatine dietro ad una mano. Continuando a fissarci spudoratamente nel frattempo, era sottinteso.
“Non senti che canzone ha fatto suonare?”. Al suo sguardo ancora più confuso, replico con un tono di voce al limite dell’isteria: “Wind beneath my wings! Senti, è ovvio che stia alludendo a… un certo fatto che non voglio nemmeno ricordare, al momento”. Spero che abbia capito, adesso. Insomma, non voglio stare a riesumare la storia del falso fidanzamento di due anni e mezzo fa: Spike è già fin troppo allegro, di questi tempi. Non ha certo bisogno di altri incentivi, soprattutto da parte mia. Comunque, appena sul suo volto sembra comparire un lampo di comprensione, il suo sorriso si allarga. Okay, cosa c’è ora?
“E quale sarebbe il problema, passerotto? Sei forse invidiosa perché pensi che ti abbiano rubato l’idea? Per me non c’è nessun problema: abbiamo ancora noi l’esclusiva… sai, come prima canzone al nostro matrimonio”. La sua mano scatta giusto in tempo, afferrandomi il polso e bloccando il mio pugno. In effetti, ora che ci penso, rompergli il naso – o, almeno, fargli un po’ di male – potrebbe rientrare tra i ‘drammi’ che la neo-signora Harris ha vietato per la giornata di oggi. A dire la verità nei giorni scorsi ha anche scritto – e distribuito tra gli ospiti – degli elenchi di possibili tragedie e di comportamenti da evitare (tra cui, per la cronaca, era compreso l’avviso per le signore di non indossare abiti più vistosi del suo: ma non si è accorta che quelli delle sue damigelle sono quasi fosforescenti?)… ma credo di aver perso il mio foglio. Un vero peccato, riflettendoci: avrei potuto conservarlo fino a quest’inverno, e usarlo per accendere il camino. Non che io non tenga in conto ciò che dice Anya. Semplicemente, questo matrimonio l’ha resa leggermente iperattiva. Più del solito, intendo dire.
“Non credi, comunque, che dovremmo almeno farci vedere in pista? Sai, la piccoletta è in un’età delicata… non vorrai sconvolgerla con una delusione del genere?”. Certo, perché ovviamente sono questi i veri traumi della vita. Spike, intanto, si alza in piedi e mi porge una mano. “Posso avere questo ballo, allora?” mi chiede sorridendo, mentre io seguo il suo esempio lanciando un’altra occhiataccia in direzione di una certa persona che, a questo punto, si sta praticamente piegando in due dal ridere.
“Se proprio insisti” rispondo, mentre arriviamo al centro della sala. Cominciamo a muoverci al ritmo lento della musica, anche se io cerco in tutti i modi di mantenere un po’ di distanza tra di noi. Ma non per una questione di disgusto verso di lui o che altro: il fatto è che gli ultimi mesi hanno dimostrato come io e Spike non dobbiamo avvicinarci troppo, se non vogliamo che le cose prendano una certa direzione. E, visto che al momento siamo in pubblico…
“Sapete cosa mi ricordate? Quella puntata di Dawson’s Creek in cui Pacey e Joey si iscrivono ad un corso di danza e, siccome ballano malissimo, la maestra dice che stanno per mettersi insieme” annuncia la voce di Dawn, ad un passo da noi. Io mi giro, per vederla ballare con il ragazzino di prima… che sembra non poco terrorizzato. Ma che cos’ha? Oh, ecco. Spike lo sta guardando decisamente male. Se proprio vogliamo essere precisi starebbe lanciando delle occhiatacce simili anche a mia sorella … che, però, non sembra farci molto caso: evidentemente, ormai, è abituata .
“Dawn, cosa stai dicendo?”. Dal canto suo, lei continua a sorridere.
“Che siete tanto teneri!”. Spike ed io ci scambiamo uno sguardo confuso: siamo teneri perché balliamo mantenendoci a due spanne di distanza? Naturale. Non so come ho fatto ad arrivarci prima. Con un sospirone – per la serie: cerchiamo fino alla fine di fingere che mi dia fastidio… no, in che senso fingere? Ovvio che mi da fastidio! Anche se, in effetti, non si può certo dire che a livello fisico tra me e Spike non ci siano… uhm, contatti. Direi che devo trovare un’altra scusa, se non fosse che questa non è una scusa! Ma era sottinteso. E io sto divagando. – mi avvicino a lui, lasciandomi accogliere dal suo abbraccio.
“Va meglio, adesso?” chiedo alla mia cara sorellina, che sembra più allegra che mai. Okay, cosa c’è adesso?
“Decisamente, visto che ora siete anche più carini di prima”. Ma allora è un circolo vizioso? Sì, beh, ammettiamolo pure: me la sono cercata… ma non mi sembra il caso di infierire in questo modo. “Sarà per i bei ricordi riguardo alla canzone? Devo dirtelo, anche dopo più di due anni quella sera è rimasta nel mio cuore: lo smalto rosso come ‘sangue degli innocenti’? Troppo divertente!”. Oh, per favore. Non avevo appena detto di non infierire? Decido di lanciarle un’occhiata del tipo scappa o il sangue versato qui sarà il tuo, altro che quello degli innocenti… che riesce ad allontanarla, trascinandosi dietro il suo ancora spaventatissimo ‘amico’.
“Ehi, un lato positivo in tutta la scenata di Briciola c’è, ripensandoci: è riuscita a farti finire fra le mie braccia, anche qui davanti a tutti”. Le parole di Spike mi risvegliano dal momentaneo stato di torpore in cui ero scivolata – merito, probabilmente, di questa musica e del fatto che siamo quasi fermi – facendomi sollevare la testa dal mio cuscino improvvisato. Che, tra parentesi, sarebbe la sua spalla: ero anche abbastanza comoda, se vogliamo dirla tutta.
“Che succede? Il Big Bad non è più così irresistibile, e per tenersi una donna deve farsi aiutare da una ragazzine con aspirazioni da agenzia matrimoniale?” chiedo, sorridendogli. La sua risposta mi sembra abbastanza chiara: mi attira ulteriormente a sé. Attento a dove metti quelle mani, tesoruccio!
“Io non ne sarei così sicura se fossi in te, passerotto”. Fa una pausa, togliendomi una mano dai fianchi e accarezzandomi il viso. “Ti ho già detto che oggi sei bellissima, amore?”
Eh?
Ah, ho capito. Sta sperimentando su di me le sue solite armi da seduttore.
“No, anche perché non funzionerebbe molto dato che, più che altro, io mi definirei radioattiva: non hai visto di che colore è il mio vestito? No, perché è talmente orribile che ho il forte sospetto sia un demone in incognito”. Lui sogghigna, scuotendo leggermente la testa.
“In tal caso, avrei un metodo infallibile per sconfiggerlo”. Io sbatto le palpebre, con il tipico sguardo da Damigella In Difficoltà.
“Oh, mio eroe! Cosa vorresti fare, dunque, per salvarmi?”. Spike mi sussurra la sua risposta all’orecchio, in modo che solo io possa sentirlo.
“Beh… un buon inizio sarebbe togliertelo di dosso”.

***

Posso mettermi a fare le fusa?
Uffa, non c’è bisogno di guardarmi così male. Il punto è che, per la prima volta dopo mesi, sono davvero tranquilla: Xander e Anya si sono finalmente sposati (ed è per questo che sono contenta: non perché così, almeno, non dovrò più sentir discutere di addobbi floreali, catering e abiti… o perché sono già partiti per il viaggio di nozze e, per le prossime due settimane, non dovrò ascoltare i farneticamenti di Anya. Okay, magari le mie orecchie un pochino sono felici. Ma solo loro, davvero!), Willow e Tara sono tornate insieme e Dawn sembra più calma del solito.
Per il momento, almeno.
Forse è solamente contenta perché il ragazzo del ricevimento (sì, sempre quello con le corna sulla fronte: quanti volevate che ce ne fossero?) le ha chiesto il numero di telefono. Non sono molto preoccupata, comunque: mi sono informata e, ha quanto ho capito, non ha canini ipersviluppati o cose del genere. Una cintura di castità dovrebbe bastare ad evitare ogni problema, quindi. Come, in effetti, aveva detto Spike.
A proposito del mio cosiddetto-pseudo-finto-fidanzato… non credo che dimenticherò mai la sua espressione, quando mi ha vista questa notte: ho osato uscire di casa con un paio di pantaloni e una maglietta! Oh, che scandalo. Beh, io ho cercato di spiegargli che l’abito da damigella non sarebbe stato molto pratico per la ronda… ma lui, ormai, si era messo in testa di strapparmelo di dosso. Ma, chissà, forse si consolerà trovandomi qui al suo risveglio: è infatti un po’ di tempo che, dopo… ehm, dopo, non scappo dalla cripta salutandolo con – come minimo – una bella dose di insulti. Non lo so. All’inizio pensavo che, più che altro, avevo avuto una ricaduta nell’immedesimarmi con la Buffy-fidanzatina-adorante mostrata a mio padre in quegli ormai famigerati tre giorni. Ma, in effetti… non è molto normale che una cosa del genere duri quasi due mesi.
Probabilmente le cose stanno davvero cambiando.
Probabilmente non corro qui ogni notte solo per sentirmi viva, ma semplicemente per lui.
Probabilmente una parte di me considera l’abbraccio di Spike come il luogo più confortevole del mondo. E sono quasi certa che sia la stessa parte che, poco più di un mese fa, gli ha chiesto una specie di appuntamento per oggi. O quella che, alla sua ammissione di non aver rivelato la vera identità di Dawn, non ha potuto fare a meno di sfiorare le sue labbra in un bacio dolcissimo. Oppure ancora, quella stessa parte che vede l’uomo dietro il demone, nei rari momenti di dolcezza tra di noi.
O probabilmente sono solo molto stanca, e il sonno mi fa vaneggiare. Sì, dev’essere così: per quale motivo, altrimenti, dovrei mettermi a fare questi ragionamenti? Chiudo gli occhi, rimanendo sempre girata su un fianco – rivolgendo quindi le spalle a Spike – ma rilassandomi ulteriormente tra le sue braccia, che mi cingono i fianchi.
Che c’è? L’ho appena detto: negli ultimi tempi sembra che io mi sia affezionata parecchio a questo letto. Per dormire, intendo. No, perché detto così suonava davvero molto, ma molto male.
Scivolo lentamente in uno stato a metà tra il dormiveglia e il sogno, lontanamente conscia di essere cullata da delle lievi carezze, mentre delle dita passano leggere tra i miei capelli e una voce mi sussurra qualcosa all’orecchio.
“Ti amo” mormora, apparentemente da molto lontano, la voce di Spike: non riesco a capire se sto sognando o se sono ancora sveglia. Probabilmente questo è un sogno, dato che prende il sopravvento la piccola parte di me di cui parlavo prima: quella che non può fare a meno di rispondere, nella mia testa…
“A-mhpf-io t-mmo”.
No, un attimo. I miei occhi si spalancano di colpo, al suono della mie parole soffocate dal cuscino. Non l’ho appena detto ad alta voce, vero? Ma se non l’ho detto… allora perché Spike si è messo a sedere con un balzo, esclamando: “Tu cosa?”.
Okay, forse l’ho detto… ma non perché lo intendessi sul serio. Insomma, ero mezza addormentata, stavo sognando, magari c’è una qualche contorta spiegazione freudiana per tutto questo!
Sì, come probabilmente ci sarà anche una spiegazione logica per la vocina che, nella mia testolina confusa, canticchia allegramente qualcosa come ‘sei in negazione, sei in negazione, sei in negazione’. Anzi, so già qual è la causa: è tutta colpa dello champagne. Naturale. Come ho fatto a non pensarci prima?
Adesso, però, ho un altro problema: cosa racconto a Spike?
“Ehm… ho detto: ahio, il timpano!” spiego, sedendomi e coprendomi con il lenzuolo. “Insomma, mi stavi parlando nell’orecchio: avresti potuto assordarmi”. Lui solleva un sopracciglio. Perché? A me sembrava una scusa credibile. Uffa.
“Hai presente l’udito da vampiro, passerotto?” Perché sorride, adesso? Non bastava il sopracciglio alzato: no, deve anche esibire quella specie di ghigno per la serie ‘non puoi nascondermi nulla’. “Bene, può essere abbastanza utile in molti casi… ad esempio, a capire perfettamente le parole ‘anch’io ti amo’”.
Okay, passiamo al Piano B. O, meglio: inventiamoci un Piano B. Perché non so se è chiaro… ma io non stavo mica parlando sul serio, prima: non posso fargli credere che sia vero quando invece non lo è! Lo illuderei. Davvero. Tutto qui. E, tanto per ribadire, il coretto di ‘sei in negazione, sei in negazione, sei in negazione’ non significa nulla.
“Spikey!”. Oddio, no: così sembro Harmony. “Xander fa il carpentiere, Anya ama i soldi e Willow è gay!”. Si notava che era un disperato tentativo di confondermi con il Buffybot? Dopotutto una volta ha funzionato: non vedo perché proprio oggi lui debba diventare così perspicace da notare la differenza.
“Cacciatrice, le tue doti di attrice sono davvero pessime”. Le ultime parole famose. Faccio un ultimo tentativo di impietosirlo – o di distrarlo? – incrociando le braccia e mettendo il broncio.
“Come fai a dirlo? L’hanno scorso mi hai creduto”. Spike continua a sorridere, avvicinandosi – pericolosamente – a me.
“Forse perché non hai dovuto recitare molto, per dirmi che ero coperto di ferite sexy”. Oh, sì: cosa c’è di più affascinante, in fondo, di un occhi nero? E qui vi pregherei di notare il mio tono leggermente ironico, grazie.
“Sempre molto modesto, vero? Tanto per la cronaca, era solo per entrare nel personaggio”. Solo una domanda: dite che, picchiando la testa contro il muro, riuscirei a far tacere l’ormai famoso ‘sei in negazione, sei in negazione, sei in negazione’? No, giusto a titolo informativo.
“Sì, solo che adesso non devi fingerti ottenebrata dall’amore: lo sei veramente”. Oh, per favore. Adesso come faccio ad uscire da questa discussione assurda? ‘Scappare’ mi sembra un’ottima idea… anche perché è l’unica che, al momento, mi viene in mente. No, un momento: forse ho trovato.
“L’unica cosa da cui sono ottenebrata è l’alcol… il che giustifica perfettamente quello che ho detto prima: stavo delirando, quindi non puoi incolparmi!”. Sorrido trionfante: non è meraviglioso avere l’ultima parola?
“Mi pare di capire che, quindi, non hai mai sentito dire In vino veritas?”. Ma cosa fa, cerca di confondermi farneticando in lingue misteriose?
“Beh, no: non parlo spagnolo, mi dispiace”. Lui scoppia a ridere, scuotendo la testa per poi accarezzarmi il viso.
“Sei adorabile, passerotto”. Grazie, questo lo sapevo già… anche se non vedo cosa c’entri con il resto. “È un proverbio latino: il vino ti fa dire la verità”. Avrebbe qualche risultato obiettare che io ho bevuto solo champagne, e non vino in genere? Temo proprio di no, in effetti. “Quindi, siccome hai praticamente detto che mi ami… perché non ti limiti ad ammetterlo?” chiede, prendendomi la mano che non sta reggendo il lenzuolo. ‘Perché non è vero’, cerco di dire. Ma, di fronte alla sua espressione – diventata improvvisamente insicura – e alle nostre dita intrecciate sul letto, le parole mi muoiono in gola e la mia mente si affolla di ricordi, come quel qualcosa provato mentre lo guardavo dormire, nelle ultime notti passate insieme. Oppure il momento in cui ho detto a Xander chi sarebbe stato il mio accompagnatore al matrimonio… e – distratta dal sorriso euforico di Spike – ho rischiato di non accorgermi che il mio amico stava rischiando il soffocamento a causa del pezzo di ciambella che gli era andata di traverso. O anche la notte in seguito alla nostra conversazione sui possibili mini-Buffy e mini-Spike, passata a rigirarmi nel letto chiedendomi cosa sarebbe potuto succedere se fossimo stati persone normali. Ripenso a quei momenti, mettendo da parte per una volta l’opinione della Cacciatrice in me per ascoltare il mio cuore… e incrociare lo sguardo speranzoso di Spike, preparandomi alla tragedia.
Perché tragedia? Dunque, provate ad immaginare come potrebbe diventare questo vampiro in seguito ad una notizia del genere: passerebbe almeno un terzo del tempo che trascorreremmo insieme a farneticare riguardo al suo fascino sinistro o chissà cosa, mentre la sua autostima – già tutto tranne che carente – aumenterebbe a livelli esponenziali.
Ma, a questo punto, credo che io non possa fare altro se non dire la verità. Se la merita, dopotutto… e so che, finalmente, lo vedrei felice.
“Se proprio vuoi metterla su questo piano, diciamo che una piccola parte di me… ehm, potrebbe essere sul punto di iniziare a ricambiarti. Solo un pochino, ovviamente”. Apparentemente tranquillissimo e tutto tranne che sconvolto dalla mia incredibile rivelazione, Spike si limita a sollevare un sopracciglio con aria ironica. Cosa c’è, ora? Oh, certo. “E va bene! Ti amo, stupido, arrogante, egocentrico vampiro che--”. Non riesco a continuare, però, dato che lo stupido, arrogante, egocentrico vampiro in questione cattura le mie labbra in un bacio… facendomi dimenticare completamente quello che stavo per dire. “--che non mi lascia nemmeno finire le frasi” improvviso, appoggiando la mia fronte alla sua e guardandolo sorridere. Raggiante, come avevo previsto.
“Tanto per ribadire… ti amo anch’io, Cacciatrice che-ovviamente-è-tutto-tranne-che-egocentrica-eccetera”. Ehi! Ho una mezza idea di chiedergli cosa intende con l’ultima parte della frase ma, da come avvicina nuovamente il suo viso al mio, sembra avere delle altre intenzioni. Almeno, così pare… finché non si allontana di qualche centimetro, guardandomi interrogativamente. “Quindi adesso sono autorizzato a chiedere la tua mano a tuo padre, vero? Perché, insomma, da quanto ho capito sembrava che la cosa gli avrebbe anche fatto piacere”. Dal canto mio scoppio a ridere, scuotendo la testa per poi attirarlo nuovamente a me.

Fine.

N.d.A.: fine? Ma davvero? Quasi non mi sembra vero: ho impiegato più di cinque mesi a scrivere questa storia!!^^ Allora, cosa ne pensate del finale? Siete deluse? Vi sembra troppo sdolcinato/idiota/OOC/insensato? Spero proprio di no: avevo una mezza idea di cambiarlo ma, dopotutto, era quello che avevo in mente già dall’inizio della storia!! Vorrei sapere cosa ne pensate, ma prima… grazieeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee per le recensioni a:

lisachan: avevi ragione su quella frase, l’ho corretta appena ho visto il tuo commento!! Grazie per avermelo fatto notare… promemoria per me: non scrivere (e postare) quando ho sonno. Per il resto, sono felice che Anya ti sia sembrata IC!!^^ Cosa ne pensi di questo capitolo? Spero proprio che ti sia piaciuto!!^^

Ardespuffy: cosa dice la spietata Doc. Arde del finale? Sta affilando i coltelli? Mi perdona per il ritardo, vista la lunghezza del capitolo? Dai, ho anche messo la tua N.d.A. all’inizio!! Hai detto che hai sognato la fine di questa fanfiction? o.O Wow, sinceramente mi sento onorata!! Ma, ti prego, dimmi come sarebbe finita secondo il tuo sogno: se per caso dovessi aver indovinato… avresti un futuro come veggente!!^^ Spero comunque che questo capitolo non abbia deluso le tue aspettative… e i tuoi sogni, lol!! Ah, grazie anche per la recensione a “Non stavo origliando!”: spero che la caratterizzazione sia stata migliore, in questa storia!!^^

Musicaddicted: ma certo che ho capito chi sei, non ti preoccupare!!^^ Riguardo al Club “Difendiamo Il Povero Spike Da quella Cattivona Di Buffy Che Vuole Spezzargli Il Cuoricino”… se lo trovo mi ci iscrivo!! Perché qualcosa mi dice che hai apprezzato il discorso sui mini-Buffy e mini-Spike? Come avrai visto Buffy l’ha ricordato, in questo capitolo: sei contenta? E riguardo al finale? Spero tanto che la pensi come per gli altri capitoli!!^^

Melanyholland: grazie mille per tutti quei complimenti *me arrossisce*!! Continuare la fanfiction? Magari non all’infinito, ma avrei anche una remotissima idea per un mini-seguito… ma spiego meglio alla fine della N.d.A., okay? Spero che questo capitolo (hai visto che c’era il lieto fine, però?) non ti abbia delusa: mi dispiacerebbe davvero, dopo tutte quelle lodi!!^^ (Grazie anche per la recensione al capitolo due di “The Wedding Planner”, a cui comincio a rispondere ora perché non so quando avrò il tempo di continuarla, ma spero comunque il prima possibile: ho finalmente deciso chi sarà il nuovo, misterioso fidanzato di Rory… ma comparirà solo tra un po’. In compenso, però, nel prossimo capitolo dovrebbe tornare qualcuno di cui io mi diverto troppo a scrivere… ma chi sarà mai? Eheheh)

Shavanna: mi avrai perdonata per lo spavento… ma per lo spaventoso ritardo?? Spero di sì!! Spero inoltre che ti sia piaciuto anche questo capitolo (dimmi cosa ne pensi, please!!^^), mentre riguardo al fatto di sentire la mancanza della fanfiction… leggi la fine della N.d.A.!!^^ Sono criptica? Lo so, grazie!!

xhio: ecco la fine! Ecco la fine! Ecco la fine! Ecco la fine! Ecco la fine! Ecco la fine! Ecco la fine! Ecco la fine! Ecco la fine! Ecco la fine! Ecco la fine! Ecco la fine! *me si ricompone* Che c’è? Tu me l’hai chiesto dodici volte, io ti ho risposto dodici volte!!^^ Okay, a parte il mio personalissimo delirio… cosa ne pensi di questo capitolo? Spero tanto che ti sia piaciuto quanto i precedenti!!^^

sery black: una nuova lettrice, che bello!!^^ Sono felice che i personaggi ti sembrino… beh, in personaggio! Grazie anche per la recensione a “Once upon a night”: non credo di averti ancora ringraziata e, se è davvero così, la mia mancanza di tempismo è una cosa spaventosa!!^^ Comunque, spero che pensi lo stesso anche del finale di questa storia!!

Topy: grazie mille per i complimenti… e per la recensione a “Home”: le lacrime della faccina erano in senso buono, vero? Ti ha fatto commuovere? Wow!!^^ Comunque, tornando a questa storia… teneri Buffy e Spike? Sono curiosa di sapere cosa ne pensi di questo capitolo (perché ho paura che, in certi punti, sia un po’ troppo sdolcinato)!!^^

Isabel: figurati, non scusarti!! Hai detto che eri in Sud Africa? Che bello, spero che tu ti sia divertita!!^^ Tornando al commento… il Club “vogliamo-Spike-e-Buffy-insieme-per-sempre-felici-e-contenti” è un collega del Club “Difendiamo Il Povero Spike Da quella Cattivona Di Buffy Che Vuole Spezzargli Il Cuoricino”? Entrambi molto interessanti… comunque, come avrai visto, il lieto fine c’è stato: spero proprio di non averti delusa!!^^

Buffy 91: far sposare Xander e Anya? Beh, come avrai visto… anche a me piacevano molto come coppia, ma un certo regista non ha il concetto del lieto fine… uffa!! *me insegue Joss Whedon decisa a fargli del male* Aggiornare presto, hai detto? Ehm…

BuffyAnne: ho appena letto (e recensito, non preoccuparti!!^^) l’ultima parte della tua storia, come mi avevi chiesto… contenta? Allora, cosa ne pensi del finale? Spero che ti sia piaciuto!!^^

spuffylove: beh, rispetto alla tua recensione tecnicamente ho aggiornato presto!! Certo, tutte le altre hanno ormai una mezza idea di uccidermi… .ma va beh, dettagli!!^^’’ Cosa ne pensi del finale?? Spero tanto che ti sia piaciuto, e che – please!! – tu mi faccia sapere cosa ne pensi!!^^




Allora… per prima cosa vorrei ringraziare chi ha letto questa storia: un bacione e un abbraccio forte forte a tutti!!^^
Poi volevo farvi una domanda: avrei una mezza idea di scrivere un mini-seguito (di, al limite, due o tre capitoli)… ma non ne sono molto sicura, vista anche la probabile mancanza di tempo materiale: ditemi voi, se ne vale la pena o no!! Certo, se non potete vivere senza di me (come no?) potereste leggere “The Wedding Planner”, nella sezione di Gilmore Girls/Una mamma per amica (anche se non ho idea di quando l’aggiornerò)… ma, intanto, faccio una richiesta a tutti (anche, ovviamente, a chi ha solo letto ma non ha mai commentato finora: meglio tardi che mai, no?): vi prego recensite!!

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