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Le piante della signora Wintrop
In mezzo alla campagna verde e piovosa si trovava un piccolo villaggio
di pietra grigia.
Una strada stretta e tortuosa lo divideva a metà.
Su questa strada si affacciavano l’una di fronte all’altra
la casa signorina Willow e della signora Wintrop.
La signorina Willow aveva girato il mondo. Aveva lunghi capelli biondi,
degli occhi deliziosi e parlava con un accento curioso.
La signora Wintrop era nata e vissuta fra la merceria all’angolo
e la fattoria in fondo alla strada. Vestiva sempre di nero e il colore dei
suoi capelli era stato così a lungo nascosto sotto la cuffietta scura
che nessuno avrebbe saputo dire quale fosse.
La signorina Willow amava i fiori.
Il loro profumo le metteva allegria. Lo stormire delle foglie le ricordava
vecchie melodie. I colori brillanti le facevano venir voglia di danzare.
E siccome i suoi gerani rossi e le bianche camelie crescevano rigogliosi
e le roselline gialle si arrampicavano graziosamente lungo la finestra e
sul muro, la signorina Willow rideva sempre, cantava spesso e a volte
ballava.
La signora Wintrop detestava i fiori. Il loro profumo la faceva starnutire,
lo stormire delle foglie le causava mal di testa. Giudicava i loro colori
accesi sgargianti e volgari.
La signora Wintrop detestava anche essere la dirimpettaia della signorina
Willow.
Era una ragazza troppo leggera. Rideva e cantava senza motivo alcuno.
E a volte ballava in salotto. Inoltre chiunque tenesse tanti fiori sul davanzale,
doveva avere qualcosa da nascondere.
Alla signora Wintrop piacevano le piante grasse.
“Sono quiete e silenziose” diceva “E così eleganti
e discrete. Non hanno nessun profumo invadente. I loro fiori sono preziosi
proprio perché rarissimi e delicati.”
Perciò piante grasse alte e snelle, basse e rotonde, grandi come
un uomo o piccole come una caramella, con spine sottili come aghi o rigide
e lunghe come pugnali riempivano ogni angolo della sua casetta.
Un giorno la signorina Willow chiese ai vicini di poter costruire un
grande pergolato che avrebbe attraversato la strada come un arco.
Vi avrebbe fatto crescere una bella pianta di gelsomino, con i suoi
grappoli di fiori bianchi dal dolce profumo di miele.
All’ombra del pergolato si sarebbero potute mettere delle panchine
per sedersi a chiacchierare.
E lei si sarebbe occupata di tutto.
La signora Wintrop era del tutto contraria.
“L’odore di quei fiori sarà così intenso da
svenire” andava dicendo “Attireranno un sacco di insetti, api,
calabroni e orridi millepiedi: non si potranno tenere le finestre aperte
né passeggiare in pace. E ci sarà un sacco di lavoro in più
da fare per tenere pulita la strada dalle foglie cadute e impedire che i
rami crescano troppo e le radici invadano tutto”.
Ma i vicini dissero che una pianta così bella avrebbe dato lustro
al paese: sarebbe stato piacevole sedersi lì sotto d’estate.
Quanto alle finestre sarebbe bastato mettere delle zanzariere.
E per il resto la signorina Willow si sarebbe occupata di tutto.
La signora Wintrop non era per niente d’accordo, ma siccome nessuno
l’ascoltava non poté far altro che brontolare.
La signorina Willow prese molto a cuore la buona riuscita della sua
opera. In quattro e quattr’otto un’impalcatura di legno fu costruita
attraverso la strada. E poco dopo una fresca pianticella cominciò
ad arrampicarsi sui sostegni.
Dopo qualche mese il pergolato era già verde e rigoglioso. E
tutti concordarono che era stata proprio una buona idea.
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