The mood of the Lady.

di Oximoron
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** CAPITOLO 1 - Skeletons in the closet ... or maybe not. - Elisabetta ***
Capitolo 2: *** CAPITOLO 2 - It does not mean it’s not true. – Ilaria ***
Capitolo 3: *** CAPITOLO 3 - Home sincere. – Giulia ***
Capitolo 4: *** CAPITOLO 4 - Succulent dishes. - Elisabetta ***
Capitolo 5: *** CAPITOLO 5 - The beginning of the past. – Ilaria ***
Capitolo 6: *** CAPITOLO 6 - The secrets of the castle. – Giulia ***
Capitolo 7: *** CAPITOLO 7 – Thoughts and cules. – Ilaria ***
Capitolo 8: *** CAPITOLO 8 - Bad joke. - Elisabetta ***
Capitolo 9: *** CAPITOLO 9 - Doubts Unanswered. – Giulia ***
Capitolo 10: *** CAPITOLO 10 – Night meetings and new questions. - Elisabetta ***
Capitolo 11: *** CAPITOLO 11 - The day of rebirth. - Giulia ***
Capitolo 12: *** CAPITOLO 12 - The day of fire. - Ilaria ***
Capitolo 13: *** CAPITOLO 13 – Ghosts, madness and questions. - Elisabetta ***
Capitolo 14: *** CAPITOLO 14 - Heartless. - Giulia ***
Capitolo 15: *** CAPITOLO 15 - Sad surprise. - Ilaria ***
Capitolo 16: *** CAPITOLO 16 - The Lord and the Lady. - Elisabetta ***
Capitolo 17: *** CAPITOLO 17 - Lineages. - Giulia ***
Capitolo 18: *** CAPITOLO 18 – The end….or not?- Elisabetta,Ilaria,Giulia ***



Capitolo 1
*** CAPITOLO 1 - Skeletons in the closet ... or maybe not. - Elisabetta ***


The mood of the lady 
 
 
Siamo quattro ragazze di 17 anni e nel periodo natalizio del 2010 abbiamo come avuto...una...ILLUMINAZIONE *ç* ..mi spiego; eravamo alla fermata del bus e ci siamo messe a ricordare i bei vecchi tempi. Parlavamo dei soliti cartoni ( come I Cavalieri dello Zodiaco, Dragon Ball e così via ) , ci divertivamo nei peggio modi e poi ad un certo punto abbiamo parlato delle vicende di Lady Oscar. Ci siamo messe a canticchiare la sigla ... e li è venuto il BOOM; subito, abbiamo associato Lady ad una nostra amica ( una del nostro quartetto ) che non era potuta uscire quel giorno con noi. Ed è nata LADY ELE! La storia originale, è assai banale.. e non sprecheremo dunque tempo nel narrarla. Preferiamo utilizzare questo personaggio per una storia seria v.v bene, questo è il primo capitolo e se avremo abbastanza commenti ( intendiamoci: non pretendiamo niente di surreale! Questa storia è una sorta di sfogo alle nostre frustazioni emo ** no scherzo, la scriviamo per puro divertimento ) continueremo con i capitoli. Ogni capitolo, se proseguiremo, sarà narrato da una delle ragazze. ENJOY :3
 
Beatrice, Giulia, Jessica, Eleonora ( Lady Ele v.v )



CAPITOLO 1 - Skeletons in the closet ... or maybe not. - Elisabetta

 
 
 
Sinceramente, non pensavo di ritrovarmi qui..no, non dopo tutto quello che è accaduto in questi mesi. Il trasloco, dopo 18 anni passati con i miei,oppure il fatto di dover andare in una grande città che è tutto il contrario di dove sono cresciuta...beh, devo dire che proprio non me l'aspettavo. Sono sorpresa ecco; sorpresa e non del tutto ottimista sul mio futuro. Eppure sono qua, in uno dei tre paesi che ho sempre voluto visitare e nella capitale: Londra. Sto scendendo gli scalini e, sinceramente, dopo due ore di viaggio mi sento un po' scombussolata. Il cielo è coperto e l'aria è fredda. Appena ho messo piede sulle scale, un tizio che sembrava la brutta copia di Bud Spencer, mi ha quasi fatto cadere di sotto. Per fortuna Ilaria m'ha ripreso al volo. Cazzo ma mica tutti siamo delle bestie! Ci sono anche i nani ossuti come me. Comunque, ora siamo all'aereoporto per riprendere i bagagli e sicuramente il mio sarà l'ultimo. Penso questo per un semplice e logico motivo: io sono una che viaggia solitamente con l'essenziale, quindi ho solo un trolley e una borsa a tracolla per metterci il portafoglio, il cellulare e cose così, di valore insomma. Ilaria e Giulia invece non ne parliamo. Giulia ha quattro valigie e a malapena riesce a portarle tutte mentre Ilaria ne ha due, una borsa a tracolla e uno zainetto sulle spalle. Hanno chiesto a Gianni e a Lorenzo di aiutarle,evidentemente sono pesanti...non riesco acapirle. Adesso che la situazione è tornata leggermente stabile, ci stiamo dirigendo verso gli arrivi dove ad attenderci c'è il preside di Oxford, Armand Lestat Smith, accompagnato dalla vicepreside Mina Bouvier e dal segretario Gary Runners. Il preside appare come un uomo sulla cinquantina ma sembra molto più giovane; porta dei capelli neri raccolti in un codino che lascia  posare sulla schiena. Ha una carnagione molto chiara, occhi grigi che si vedono raramente e uno sguardo molto severo, burbero direi...uno sguardo d'autorità. Mi sembra impossibile vederlo davanti a noi, a pochi metri.Mesi fa, sognavo questo momento come il più significativo della mia vita. Sognavo di vincere questo viaggio studio e per questo mi sono dedicata anima e corpo nei mesi passati alla lingua inglese. Siamo tutte emozionate e la presenza di Armand, ci intimorisce un po'. Appena vede arrivare il nostro gruppo, un piccolo ghigno quasi divertito compare sul suo volto e inizia a parlare. 
"Benvenuti a Londra, i miei più sinceri saluti. Ditemi, voi sareste gli allievi di Lady Barbara e frequentate il corso di Lettere e Filosofia a Firenze, dico bene? Quella meravigliosa città d'arte che ho avuto piacere di visitare qualche anno fa, quando venni con lo scambio culturale e conobbi la vostra preside. Davvero una donna squisita" Durante tutto il suo discorso, non ha battuto ciglio; è rimasto composto con le braccia posizionate dietro la schiena. Siamo rimasti davvero affascinati dal suo accento perfettamente inglese. Un'accento che noi non potremo mai eguagliare. La nostra professoressa e accompagnatrice, Angelica, fa un passo avanti e si avvicina ad Armand, stringendogli la mano
" Vi ringrazio per l'accoglienza, Sir Smith, io sono Angelica Montale e parlo a nome dei miei allievi. Sono la professoressa di Storia dell'Arte e "
"Lady Barbara perché non è presente a quest'incontro? Mi aveva assicurato della sua presenza!"
il suo tono di voce è assai mutevole noto: di colpo è diventato molto più freddo e tutt'altro che gentile. Angelica si schiarisce la voce, quasi imbarazzata ( o impaurita? ) e cerca di riprendere la correttezza del discorso
" La mia..la mia collega non è potuta venire..per, hem, problemi di famiglia. Devesapere che si è separata poche settimane fa e ancora non ha mandato giù questo boccone amaro.." sorride quasi nervosa e Ilaria subito chiede ciò che tutti noi pensiamo in questo preciso momento
"Prof ma che dice? Come può essersi separata se suo marito è mo" Giulia le tira una gomitata
" Zitta, lascia perdere " sottovoce spostandola dal gruppo "Sicuramente Angelica ci sta tenendo all'oscuro di un qualcosa di piccante " sorride " Sai, dicono tanto di noi ma anche i prof hanno la loro vita articolata,forse la preside deve tenere qualcosa di nascosto ad Armand " le due sghignazzano e io sospiro posando nuovamente lo sguardo verso i due che hanno fatto presto a non calcolarci. Armand osserva Angelica quasi come volesse leggerle dentro, con quegli occhi penetranti ma la vicepreside interrompe la piccola conversazione, avvicinandosi.
"Sir Armand, dobbiamo smistare i ragazzi nelle famiglie che li ospitano.O stasera non potranno essere presenti alla cena di benvenuto, sono stanchi e avranno bisogno di riposare" il preside inspira silenzioso e socchiude gli occhi
"Molto bene. Scusate la mia irruenza, non mi aspettavo che Lady Barbara non si facesse vedere ad una così importante visita, spero stia bene dovunque essa sia. Prego, io e i miei colleghi vi conduciamo alle famiglie che dovranno ospitarvi. Voi, Lady Angelica, alloggerete con me e i miei colleghi, nella mia Villa" il preside sorride leggermente facendo arrossire Angelica e dal fondo del gruppo, si leva il solito "Uhhhh" da idioti. La prof è una donna molto timida e imbranata, per questo viene sempre presa di mira durante le interrogazioni soprattutto dai ragazzi. Ma è proprio questo che amiamo di lei. Subito, ci dirigiamo con Armand e i suoi colleghi, verso una spiazzo dove ci sono delle coppie ad attenderci con dei ragazzi appresso: le famiglie che dovranno ospitarci. Il preside e la prof si mettono a parlare con loro, mentre noi ci mettiamo su delle panchine ad attendere. Ilaria subito guarda uno dei ragazzi delle coppie che dovranno ospitarci; inizia subito con i suoi commenti e io e Giulia sospiriamo. Beh diciamo che Ilaria..ha una curiosa interpretazione del "piacere". Ma ormai c'abbiamo fatto l'abitudine. Dopo una ventina di minuti, notiamo però con quasi una leggera paura, che siamo rimaste le sole a non essere state smistate; tutti i nostri compagni hanno trovato le famiglie mentre noi niente. Decido di andare dal preside, che saluta l'ultima famiglia, per avere spiegazioni. Cerco di non farmi tremare la voce
" Mi perdoni, Sir Armand, ma non ci sono altre famiglie? " il preside sorride con uno strano ghigno e sussurra "No" allora io deglutisco appena e lo guardo "E..noi tre non abbiamo una famiglia?" e lui risponde tranquillamente " Ovvio che l'avete, ma per dei piccoli problemi non potranno raggiungervi. Vi daremo la via e un taxi, per andare da loro" avuta la risposta, il preside riprende a parlare con Angelica per anche dirle la via della casa. Io torno da Ilaria e Giulia, raccontando il tutto. Ci guardiamo un po' preoccupate e affermiamo "Incominciamo bene..."

 

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Capitolo 2
*** CAPITOLO 2 - It does not mean it’s not true. – Ilaria ***


Ed eccoci qui con il secondo capitolo! Purtroppo abbiamo notato che abbiamo ricevuto un solo commento ma dovevamo aspettarcelo,la storia può sembrare non interessante per ora e l’abbiamo pubblicata da poco quindi rimaniamo fiduciose per il futuro,aspettando qualche commento,magari quando la storia inizierà a farsi più chiara (: Buona lettura!
B,G,J,E.

 
 
CAPITOLO 2 - It does not mean it’s not true. – Ilaria

 

Sapevo che qualcosa sarebbe andato storto,me lo sentivo da fin troppo tempo. Quando mai un viaggio tranquillo,senza complicazioni? Forse pretendo troppo. L’ultimo viaggio in Egitto era stato un disastro,non scorderò mai il fatto che le mie valigie siano scomparse così dal nulla e sono tornata a casa a mani vuote. Ora questo,noi…cioè noi,che siamo le ospiti,siamo noi a dover raggiungere la nostra famiglia. Roba da pazzi,non mi aspettavo un accoglienza del genere,e sono inglesi. Non voglio immaginare altrove. Non sono una che si lamenta di solito,mi sono sempre considerata l’anima della festa ma di certo non me l’aspettavo questa accoglienza “calorosa”. Elisabetta tiene in mano il foglietto con l’indirizzo che ci ha lasciato il preside Smith prima che se ne andasse insieme alla professoressa Montale,lo guarda ripetutamente come se cercasse di trovarci qualcosa in più,eppure è solo uno stupido indirizzo.
“Direi di chiamare un taxi ragazze,non possiamo rimanere qui con tanto di valigie ad aspettare il nulla!” aggiunge Giulia concludendo così questo giro di pensieri.
“Si,hai ragione. Andiamo alla fermata dei taxi,non perdiamo tempo” risponde Eli un po’ frastornata, la sua ricerca sul foglietto con l’indirizzo forse è stata interrotta bruscamente. Ci dirigiamo con le valigie e quant’altro alla fermata e per fortuna troviamo un taxi libero e senza esitare saliamo sopra,lasciando perdere il fatto che stavo quasi per battere una testata assurda. Il tassista ci sistema le valigie nella bauliera e velocemente sale posizionandosi su i comandi. Questo taxi è meraviglioso,è un sogno che si avvera salirci sopra…mi sento tanto londinese e devo dire che è una bella sensazione,non sento quasi la mancanza di Firenze.
“Buongiorno ragazze,dove posso portarvi?” ci chiede con gentilezza un uomo sulla quarantina con uno strano berretto e occhiali da vista sopra il naso arcuato. Prendo subito l’iniziativa rubando il foglietto di mano ad Elisabetta che mi fulmina con lo sguardo “Ci può portare a Blandford St. numero 6?” “La prossima volta basta chiedere!” mi risponde Elisabetta in italiano,giusto per non dare dell’occhio. “…ha detto Blandford St. numero 6?” “Si,lì abita la nostra famiglia per lo scambio,siamo italiane e siamo in viaggio studio e…” Credo che ci sia un errore…” risponde il tassista quasi intimorito dopo aver messo in moto la macchina per uscire dalla fermata dei taxi. “No signore,è l’indirizzo che ci hanno lasciato i professori,non possono aver sbagliato” risponde Giulia quasi ridendo,forse per sdrammatizzare.
“Può darsi,ma conoscendo tutte le strade di questa città so per certo che è quasi impossibile.” La sua risposta è dura e fredda. Perfetto,un altro problema. Magari questa casa non esiste e magari quell’Armand e soci sono dei truffatori che hanno portato via la nostra professoressa e lasciato i nostri amici a delle famiglie mafiose pronte a richiedere il riscatto. No Ila,credo che non sia possibile. “E invece credo proprio di no,siamo studentesse che studieranno per un mese ad Oxford e crediamo,anzi,è certo che sia una delle università più serie che ci siano sulla terra!!” rispondo con fare sclerotico,beccandomi per l’ennesima volta gli sguardi omicidi di Elisabetta e Giulia.
“Non metto in dubbio la professionalità di Oxford ma guardate con i vostri occhi tra non molto che arriviamo” risponde il tassista ironicamente,ma con un velo di preoccupazione,si sente abbastanza. No,quest’uomo ci prende in giro,non è possibile e ci sono troppi fatti che non tornano…ancora mi sto chiedendo perché Angelica s’è inventata di il divorzio della Preside! Guardo fuori dal finestrino per cercare di pensare ad altro,infondo sono a Londra,non è da tutti i giorni essere qui davanti a tale meraviglia! Le strade sono piene di gente che corre,cammina veloce oppure in bici,tutti di fretta,tutti alla ricerca di nuove opportunità. Opportunità che solo Londra può dare. Giriamo a destra entrando una via non molto grande con qualche villetta sparsa,siamo nella zona della periferia.
“Ecco qui. Blandford St. numero 6…” ci dice il tassista fermando lentamente la macchina e abbassando il finestrino,guardando la casa. Oddio,casa. Non è una casa. Scendiamo tutte e tre perplesse,anzi,perplesse è dire poco. No,dai,è uno scherzo. Davanti a noi c’è un vialetto circondato da erba morta,bruciata,calpestata…un vialetto che porta a una casa diroccata. E’ intatta ma il suo davanti è nero,un nero che sa di bruciato, con porta e finestre risalenti a non so quanto tempo,mi chiedo solo come abbiano fatto a non cadere.
“Ok ci deve essere un errore. Eli non è che hanno sbagliato numero? Magari era il 16,si saranno dimenticato l’1” dice Giulia rivolgendosi ad Elisabetta che forse è la più sconvolta tra tutte.
“No,no,ve l’assicuro. Io ero lì quando la vicepreside l’ha scritto,dettato personalmente da Armand. Non ci possono essere errori”
“Io qui non ci voglio stare!” rispondo immediatamente,questo è uno scherzo di cattivo gusto,com’è possibile che qualcuno ci viva dentro? Il tassista si gira verso di noi e di dice “Non ci potete stare. Quì non ci vive più nessuno da tempo a quanto so io e ci hanno fatto davvero tante storie su questa casa….tipo streghe,vampiri,fantasmi” “In effetti non hanno tutti i torti!” rispondo deglutendo,non sopporto quel genere di storie e non le sopporterò mai!
“Eppure dobbiamo stare qui,magari controlliamo nei dintorni.” Risponde Elisabetta senza un minimo di terrore ad differenza mia. Lei è sempre stata così….e avvolte la invidio,trova sempre una soluzione a tutto. Paghiamo al tassista la tratta del viaggio e se ne va salutandoci con tanto di “buona fortuna!”,lasciandoci da sole con le nostre valigie davanti alla casa. “Direi di entrare,non c’è altra soluzione. Magari c’è anche un campanello” aggiunge Giulia aprendo per prima il cancelletto che ci separa dal vialetto.
“Si ma è assurdo,come fa una famiglia ad abitare qui? Ma stai scherzando? Il giardino è orribile e la facciata ancora peggio….e non ti ricordi che ha detto il tassista? Lui sapeva che non ci abitava nessuno e ci sono su questa casa tutte le storielle del terrore inventate dai ragazzini di 12 anni!” rispondo terrorizzata,l’ansia mi sta divorando e mi tremano le mani che fanno tremare il mio trolley che sto portando di conseguenza. “Ma ti vuoi chetare Ila? Stai esagerando! Ora noi guardiamo cosa c’è e smettila di farti prendere dall’ansia,cazzo! Sei insopportabile quando fai così!” mi risponde Elisabetta infuriata e raggiungendo per prima la porta. Odio quando mi risponde così,con quel suo fare a superiore,lo sa bene e continua a farlo. Gli rispondo.
“Ok,allora vai nostra salvatrice,apri la porta e vedi cosa c’è! Cioè NIENTE e POI rimarremo senza casa e senza famiglia,contenta? Oxford del caz…”
“Hey,cosa c’entra adesso Oxford? Sono persone serie no? Armand mi ha dato questo effetto!” mi risponde allentando la presa.
“Ma cosa me ne frega a me di quel vecchio!”
“NON E’ VECCHIO”.
Attimi di silenzio. Non ho mai visto Eli così accanita,per un uomo per giunta vecchio,di cui non sappiamo niente,che dovrebbe essere un nostro tutore e che ci ha mandate in una casa che tra poco non si regge in piedi.
“Ragazze smettetela immediatamente,state raggiungendo uno stato penoso assurdo e vorrei informarvi che qui c’è un campanello e la sottoscritta adesso lo suonerà!” risponde Giulia avvicinandosi ad una cordicella che porta ad una campanella che in pochi secondi,dopo averla tirata,rilascia un dlin dlon. E’ passato qualche secondo e la porta è ancora chiusa.
“Bene,e cosa abbiamo concluso?” aggiungo guardando con aria di sfida Elisabetta.
“Abbiamo concluso che forse non ci hanno sentiti!” mi risponde.
“Non ci hanno sentiti?ELI NON C’è NESSUNO!” “SMETTETELA!” urla Giulia suonando ripetutamente il campanello per azzittirci. Rimaniamo zitte e,non ci posso credere,la porta si è aperta. Una donna con i capelli biondi raccolti in una treccia e gli occhi verdi ci osserva con un sorriso lieve ma di sicurezza mentre dietro di lei un uomo,evidente il marito,dai capelli castani corti e gli occhiali ci fa un sorriso di benvenuto. Non può essere,non ci posso credere. Sono vestiti perfettamente moderni e la casa all’interno sembra una casa qualunque. Siamo tutte e tre a bocca aperta perché è impossibile,l’avrò ripetuto parecchie volte ma è impossibile!
“Siete Elisabetta,Giulia e Ilaria?” ci chiede la donna con fare materno.
”Si…si,siamo noi” risponde Eli guardando noi mentre i due coniugi ridono.
“Benvenute.”
 

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Capitolo 3
*** CAPITOLO 3 - Home sincere. – Giulia ***


Salve a tutti, siamo ancora noi. Il trio di Lady Ele! Abbiamo notato molte visite ma un dubbio Shakesperiano ci assale: perché non lasciate un segno del vostro passaggio? ç_ç noi non mangiamo nessuno! Al massimo io (Beatrice) vi succhio un po’ di sangue v.v ma comunque sia, siamo fedeli al fatto che qualche buona anima ci commenterà prima o poi. Ebbene, ecco il terzo capitolo.
 In questo, Giulia descrive i suoi strani pensieri e l’accoglienza della coppia che ospita le ragazze. Buona lettura.



CAPITOLO 3 - Home sincere. – Giulia
 

 
La casa è molto grande; ha due piani ma ogni stanza sembra un labirinto. I mobili sono tutti in mogano e abbinati perfettamente a cuscini,sedie e simili. La coppia ci lascia campo libero e Lara ( con questo nome si è presentata ) esclama con un tono dolce e servizievole “ Osservate pure ogni stanza, a vostro piacimento. Io e mio marito Drew siamo in cucina se avete bisogno”. Noi tre sorridiamo e andiamo verso il salotto. Ci sono tre divani con in mezzo un piccolo tavolino basso,le pareti sono in legno e il pavimento in cotto. Vicino ad una finestra c’è un grande camino grigio con delle foto sopra e qualche fiore. La casa, nonostante la facciata, sembra molto accogliente,sembra la casa che ogni bambino o bambina desidererebbe per crescere protetto e in salute…mi ricorda tanto la mia di casa,non così inglese ma con la stessa sensazione calda di accoglienza che un po’ mi manca. E’ passato un anno da quando ho seguito Elisabetta a Firenze,lasciando così il nostro vecchio paese,le nostre abitudini e le nostre famiglie che sembravano soffocarci ma forse,alla fine,non era così. Della nostra vecchia vita sento solo la mancanza della mia famiglia e questa casa non è d’aiuto,soprattutto questa coppia che mi riportano a loro …però non sono i miei genitori e mi hanno subito fatto una certa impressione. Sembrano come una coppia aggravata da un qualche dolore,non so…sono buoni e gentili ma nei loro occhi si legge preoccupazione. A farmi tornare nella realtà è Elisabetta che dice “ Andiamo al piano di sopra, Lara ha detto che c’è una stanza per noi “ annuisco e seguo le mie amiche. Le scale sono a chiocciola, in pietra grigia. Arrivati alla fine, davanti a noi c’è un piccolo corridoio che separa la nostra stanza da quella della coppia. Entriamo e subito troviamo tre letti a baldacchino; entrambi accanto e con una finestra sopra. C’è anche una piccola scrivania dietro la porta, con un computer fisso.
Portiamo le valigie sopra ogni letto, io mi scelgo quello in mezzo, incominciando poi a disfarle. Ognuna prende un armadio diverso: tre armadi perfettamente decorati e puliti vicino alla fine di ogni letto. Questa casa mi stupisce sempre più, non c’è che dire…è perfetta,nei minimi particolari. Una volta sistemate, ci mettiamo a sedere sui rispettivi letti e chiacchieriamo delle solite cavolate. Ma mentre parliamo, ho di nuovo quella maledetta sensazione di prima, di voler sapere molto di più su questa famiglia..non riesco a far uscire questo tipo di pensiero dalla mia mente. E’ strano,non riesco davvero a pensare ad altro. Dopo un po’ decidiamo di soddisfare quell’interrogativo che subito ci ha colte: la facciata della casa. Scendiamo in cucina e io mi avvicino a Drew
“Mi scusi, possiamo farle una domanda? “ l’uomo che stava leggendo il giornale,si gira guardandoci e sorridendo ci risponde
“Ma certo, sediamoci qua “ ci indica il tavolo e noi ci sediamo. Elisabetta inizia a parlare con il suo tono leggermente freddo
 “ Appena siamo arrivate, abbiamo notato un..come dire..particolare assai curioso. La casa all’interno è molto ben messa, quasi quanto un gioiello. Ma fuori sembra essere stata protagonista di una sorta di battaglia. Come mai? “ Lara,che stava rigovernando,si gira immediatamente verso Drew. I due si guardano sussultando leggermente, ma è la donna che prende il coraggio per rispondere
“ Abbiamo deciso di lasciare una parte della casa, come appariva in passato. Vedete, questa casa risale al 1700 e , dato che i nostri figli adorano l’antichità del nostro paese, abbiamo deciso di lasciare la facciata così “ Lara conclude con un dolce sorriso che quasi mi tranquillizza, nonostante la riluttanza di Ilaria ed Elisabetta.  “Ma i vostri figli dove sono?Insomma,sono i nostri corrispondenti…” chiede Ilaria, Drew sorride e risponde con fare ovvio “ A scuola, che domande… li troverete sicuramente alla cena!” rimaniamo un po’ in silenzio, poi Lara rompe quel ghiaccio
 “ Approposito,tra un’ora ci sarà la cena, fareste meglio a prepararvi”
 “ Oh si, ha ragione “ dico sorridendo. Saliamo le scale e andiamo in camera. Però..quel pensiero mi tormenta peggio di una tremenda emicrania; quella coppia, quelle foto sul camino di Alexandra e suo fratello Harrison ( i figli di Lara e Drew ) non so ma..tutto questo mi fa pensare a molte cose,molte cose già vissute e già viste. Magari sto solo impazzendo. Elisabetta getta un vestito sul mio letto “Hey!mi hai quasi fatto paura “ le rispondo immediatamente “Su Rosaspina, non pensare al Principe o altre fantasie. Vestiti! “ dice ridendo mentre io so solo arrossire,non stavo di certo pensando ad…basta,è tardi,è l’ora di vestirsi. Una volta cambiate, dopo circa un’ora perché io sono l’unica che almeno si trucca decente nel nostro trio e ci tengo forse un po’ di più all’aspetto (ho dei capelli rossi a dir poco indomabili), raggiungiamo il ristorante segnalato da Armand, poco distante dalla casa della nostra famiglia
 Il ristorante si chiama “Soul” ed è molto bello; si presenta come un edificio con tre piani, fuori arredato con un insegna luminosa a neon. Ha tutti mattoni rossi e una porta in vetro. All’interno i tavoli sono tutti di color legno chiaro, quasi bianco e le pareti in mattone grigio.
 Ci sediamo ad un tavolo quasi infondo alla sala, vicino ad un camino dopo aver salutato i nostri compagni e aver fatto delle conoscenze veloci dei ragazzi inglesi…anche se di Alexsandra e Harrison,per ora,nessuna traccia. Magari arriveranno più tardi….sono troppo curiosa di conoscerli,è una curiosità che mi sta divorando. Il cibo (per quello che abbiamo visto fin’ora) non è un granché, ma ci accontentiamo volentieri,il cibo inglese non è certo conosciuto per la bontà. Subito notiamo, io e Ilaria, uno strano comportamento di Eli…è da stamattina,da quando siamo arrivate che non toglie gli occhi di dosso al preside Smith e penso ancora a come ha risposto male ad Ila prima di entrare nella casa a Blandford St…ci sono troppe stranezze perché,solitamente, lei è una ragazza che non ama dare spago alla gente che conosce da poco e sembra intenzionata a parlare con quell’uomo,è come attratta,un attrazione insolita da parte di una diciannovenne e lei non è mai stata il tipo. Magari c’entra qualcosa con il fatto che mi sento legata a Lara e Drew? Chissà,ora come ora voglio prenderla come un gioco infatti Ilaria inizia subito a sussurrarmi le sue solite battutine malate che giustamente Elisabetta non sente o fa finta di non sentire,è troppo occupata a guardare Armand che è vestito impeccabilmente stasera,accerchiato dai colleghi e dalla nostra Angelica…infatti stanno parlando ma purtroppo non riusciamo a sentire nulla. Comunque, qualcosa mi dice che la serata sarà assai interessante.

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Capitolo 4
*** CAPITOLO 4 - Succulent dishes. - Elisabetta ***


Buonasera tutti! Ecco qui il quarto capitolo fresco fresco,la storia sta cominciando a diventare interessante grazie a questa cena (a nostro avviso xD) e ringraziamo chi ha commentato i capitoli precedenti,ci fa piacere di non essere del tutto ignorate e speriamo di ricevere altri commenti da ora in poi! Buona lettura ;D



CAPITOLO 4 - Succulent dishes. - Elisabetta
 
 
 
 
“Vorrei dare il benvenuto ai giovani studenti italiani e ai nostri giovani studenti inglesi per questa cena di benvenuto,una cena che vi offriamo in segno di amicizia per iniziare bene questo mese di studio e divertimento insieme,parlo al nome di tutti gli studenti di Oxford per augurarvi una bellissima serata!”
Mina ha appena finito di parlare dopo aver attirato la nostra attenzione colpendo leggermente con un cucchiaino il suo bicchiere di vetro,un bicchiere lungo sicuramente per lo champagne.
Mi giro verso Ilaria siccome,da un momento all’altro,mi aspetto un commento da parte sua ma è come intenta a lanciare delle occhiate al gruppo dei ragazzi inglesi,credo che ne abbia trovato uno che reputa “decente”. Si,Ilaria ha le sue tantissime categorie e si vede da come si comporta con i ragazzi in quale categoria ritiene tali. Mina sembra intenzionata a riprendere il suo discorso e infatti richiama nuovamente l’attenzione
“Adesso vorrei dare la parola al nostro preside,Sir. Armand Lestat Smith”
Si rimette a sedere quasi subito con fare posato mentre Armand si alza dal suo tavolo dei professori,l’unico tavolo rettangolare della sala dove si trova a capotavola. E’ vestito impeccabilmente ed è da quando sono entrata che non posso fare altro che guardarlo…se solo riuscissi a capire il perché. La testa mi dice di non farlo ma il cuore mi dice tutt’altro. Il cuore,ma cosa sto dicendo? Ecco,ora inizio a fare pensieri non miei…il cuore,ma quando mai l’ascolto? E poi,ce l’ho un cuore?Mah. So solo che quest’uomo lo ammiro davvero tanto e spero che la mia fissazione di guardarlo in ogni suo movimento e di ascoltarlo quando parla con la sua voce profonda sia solo di ammirazione,solamente di ammirazione. Anche se è…l’uomo più bello che abbia mai visto della sua età. Giro,senza farmi notare e quasi di scatto,lo sguardo verso Giulia e Ilaria e come sempre,o almeno come da stamattina, mi stanno guardando con fare quasi schifato e allo stesso tempo incuriosito,sono davvero convinte che abbia preso una sbandata per Armand. Si certo,la sbandata per il preside presa in nemmeno 24 ore. Questa non è una sbandata,è solo ammirazione,tutto qui. Mi rigiro per vedere il protagonista dei miei pensieri che ha appena preso la parola.
“Grazie Mina,sempre gentilissima” dice guardando poi la vice preside con fare quasi complice,delle strane occhiate che mi intimoriscono e che mi fanno sospirare automaticamente,non c’è motivo.
“Al nome di Oxford,voglio personalmente ringraziare tutti voi di essere qui. Questa serata,come vi ha detto la mia collega,è una serata di benvenuto speciale a tutti voi che vivrete questo mese qui con noi,sarà una bella opportunità di studio della nostra lingua inglese che vi sarà da aiuto in un prossimo futuro. Da questa scuola sono usciti i migliori studenti inglesi e non,ci aspettiamo molto da voi tutti e spero che quando tornerete in Italia vi ricorderete di questa esperienza di vita. Quest’anno,purtroppo,la vostra preside,Lady Barbara,non è presente e questo mi ha molto rattristato ma non per questo sarà un mese sprecato. Vorrei elencarvi brevemente,prima di iniziare con la cena, il programma di questo mese,come divideremo le ore di studio,le ore per le visite della città e le ore libere…”
Gary,il segretario,prende dalla sua borsa a tracolla un fascicolo ben rilegato che passa immediatamente ad Armand,pronto per leggere il programma.
“Mi immagino di già tutto,secondo voi ci porteranno mai in quel pub che avevamo visto a scuola??” chiede Ilaria quasi annoiata.
“Oddio,speriamo,era davvero bello! Ma penso che ci dovremo andare da sole nelle ore libere,tipo tra qualche sera! Vi va?” chiede Giulia emozionata dall’idea,è sempre stata la più “cittadina” del gruppo,adora uscire.
Ilaria le risponde ma io non ci faccio caso,le lascio parlare per cercare di seguire il programma che sta illustrando Armand da 5 minuti e che pochi stanno ascoltando,come noi stanno parlando a bassa voce su come organizzare le ore libere,nessuno si interessa del resto. Mi verso dell’acqua nel mio bicchiere,ho una sete pazzesca mentre mi chiedo come gli altri possano parlare così tanto senza stancarsi,non gli si secca mai la gola? Almeno io,sono sempre stata una di poche parole.
“Ecco,ora vorrei illustrarvi il nostro viaggio di istruzione dopo quello della visita del centro della città che faremo esattamente tra 5 giorni. Ogni anno,con piacere,portiamo gli studenti al castello della famiglia Spencer        ,una delle famiglie nobili più importanti della città nel 1700,erano a stretto contatto con la famiglia reale.” Continua a parlare Armand mentre legge dal fascicolo e io ricordo di aver già sentito quel cognome,ma si certo,avevo letto un libro su di loro e su le altre famiglie della nobiltà inglese!
“Che noia,sarà un castello mezzo distrutto…e ho fame!” aggiunge Ilaria che sembra pronta per tirare un lunghissimo sbadiglio,ma perché deve sempre rovinare tutto così? E’ da stamattina che si lamenta.
“Ila smettila dai,secondo me invece sarà interessante….immaginatelo,magari ha quelle scalinate infinite e una sala enorme da ballo,magari con un candelabro di vetro con rifiniture d’oro che rappresentano delle fenici…si,delle fenici.” risponde Giulia,è partita decisa ma a fine della frase sembra che sia frastornata,sembra sorpresa per quello che ha detto e in effetti non ha tutti i torti,ha descritto fin troppo bene il candelabro che ha solo immaginato e che non abbiamo mai visto.
“L’hai mai visto?” chiedo per cercare di capire “No,certo che no…è solo immaginazione,sarebbe bello un candelabro del genere si” mi risponde abbassando poi lo sguardo intimorita.
“Vi assicuro che sarà una bellissima visita,quel castello è ancora abbastanza intatto tranne per ola facciata che è un po’ annerita….” Continua Armand guardando un po’ tutti noi.
Dal tavolo degli inglesi si alza una mano,un ragazzo rossiccio con gli occhi verdi un po’ offuscati.
“Mi scusi preside,ma quel castello non è il castello della leggenda di…”
“No,assolutamente no” risponde senza neanche fargli finire la domanda.
“In quel castello hanno inventato parecchie storie ma no,posso assicurare a tutti voi che non c’è niente di pericoloso” continua a parlare e,per sbaglio,incrocia il mio sguardo. Non so come reagire,vorrei guardare altrove ma riesce a trattenermi.
“Vi posso assicurare che tutto ciò che è stato raccontato non è vero” dice continuando a guardarmi,con uno sguardo quasi impietrificato e teso,sento molta tensione da parte sua. Ecco l’ennesimo fatto nascosto,perché non ha fatto continuare quel ragazzo? Di che leggenda stava parlando? E da come ha risposto,sembra troppo simile alla casa di Blandford St,con la stessa facciata bruciata…..quel castello nasconde qualcosa come quella casa. Forse sono collegati?
“Ti stava guardando” mi dice Giulia tirandomi un colpettino.
“Si,e allora?” rispondo irritata
“No niente….”
Armand ha ripreso a parlare,è tornato tranquillo e non mi guarda più. E’ passata un ora e abbiamo finalmente mangiato e Armand non ha più incrociato il mio sguardo eppure devo parlare con lui o con qualcuno del personale,devo capire perché ho la sensazione che la casa di Blanford St. sia collegata con il castello degli Spencer,sono sicura che c’è un collegamento. Guardo le mie amiche,non devo farmi notare. Giulia è impegnata al telefonino e da come ride non riesco a capire con chi possa essere mentre Ilaria sta parlando con il ragazzo inglese di prima,spero solo che non concluda niente di serio e inappropriato. Mi alzo velocemente e passo tra gli studenti,ignorando anche i nostri amici Lorenzo e Gianni che mi volevano salutare ma non posso pensarci ora. Trovo Angelica intenta a parlare con una delle professoresse inglesi.
“Mi scusi prof,posso parlarle?” le chiedo gentilmente interrompendo la conversazione.
“Si certo Elisabetta,ci scusi un attimo” dice verso la donna che ci risponde con un sorriso.
“Dimmi,cosa c’è?” mi chiede sorridendo e sistemandosi gli occhiali.
“Vorrei parlare con il preside,dici che c’è modo ora come ora? Sa che ci sono troppe coincidenze tra Blandford St e il castello? Vorrei sapere il perché,se sono collegate e….”
“No,il preside non può ora come ora. Mi dispiace” mi risponde secca eliminando il sorriso dal suo volto e sembra quasi pronta ad andarsene.
“Ma prof,non riesco a capire,cosa ci state nascondendo???”
“Ti prego,non aggiungere altro e non ti devi preoccupare,noi non stiamo nascondendo niente a nessuno,è solo una tua impressione.” mi risponde con fare freddo e intimorito,non riesce a guardarmi negli occhi,l’ho notato.
Non le rispondo perché ho deciso,devo parlare con Armand personalmente,devo solo trovare il coraggio,infondo non lo conosco ed è un autorità importante….se dico qualcosa di sbagliato potrebbe buttarmi fuori dalla scuola. Non riesco a trovarlo,sembra scomparso dalla sala,forse sarà a parlare con i colleghi in un luogo appartato. Cazzo,ho bisogno di capire! Torno verso le ragazze e noto che insieme a loro c’è un ragazzo alto e magrolino,capelli biondicci lunghi fino alle spalle e occhi chiari,il suo viso e pallido e sulle guancie rossastro,la tipica pelle inglese. E’ vestito con una camicia a quadretti e jeans stretti. Guardandolo bene mi sembra di averlo già visto….ma certo,è Harrison,il figlio di Lara e Drew! Mi avvicino sorridendo e noto con piacere che hanno già fatto amicizia e Ilaria,stranamente,non gli leva gli occhi di dosso.
“Oh eccoti finalmente,ma dov’eri?” mi chiede Giulia sorridendo “Sono andata un attimo in bagno,si.” “Lui è Harrison,il figlio di Lara e Drew! L’abbiamo trovato dopo una lunga ricerca!” dice Ilaria ridacchiando dopo ogni parola praticamente. “Eh già,ero con il mio gruppo di amici e stavo cercando di capire chi eravate voi,poi due ragazzi del vostro gruppo vi hanno indicate. Comunque piacere!” mi risponde il ragazzo porgendomi la mano che stringo,è così flaccida e fredda rispetto alla mia. “Piacere mio!” rispondo immediatamente. Parliamo un po’ di tutto in generale e della scuola,Harrison ha detto che ha una camera lì che condivide con degli amici quindi era per questo che era a scuola,a casa viene qualche sera nel weekend ma ora che ci siamo noi ha detto che verrà molto più spesso,un buon corrispondente deve fare anche questo. E’ simpatico devo dire. “Ma tua sorella Alexsandra dov’è?” chiede Ilaria che è quella con cui ha legato di più,il perché si può immaginare “Ah beh,non è potuta venire…ha la febbre quindi è rimasta a scuola nella sua camera,domani speriamo che esca” ci risponde ridendo ma distogliendo lo sguardo. “Ci farebbe molto piacere conoscerla” aggiungo concludendo così il discorso. La serata è ormai al termine e tutti noi stiamo uscendo per tornare nelle nostre case o a scuola,andiamo a riprendere i cappotti nella hall e mentre le mie amiche e Harrison si stanno “incappottando” vedo Armand da solo,sta guardando un quadro appeso al muro. Ok,devo andare. Ora o mai più. “Ragazzi sentite voi andata,aspettatemi fuori alla fermata dei taxi,arrivo subito!” “Che devi fare?” “No niente,di nuovo in bagno,credo che i gamberi non mi abbiano fatto molto bene…” “Ah ok,ti aspettiamo fuori” mi dice Giulia mettendosi il giubbotto di pelle e guardando poco dietro di me,credo che abbia visto Armand. Dice qualcosa nell’orecchio ad Ilaria ma non voglio farci caso,aspetto che il trio esca fuori dalla porta e parto per andare dal preside. Ora o mai più,ora o mai più.
“Mi scusi”
Neanche il tempo di finire la frase e si è girato di scatto verso di me,quasi disturbato,ho paura di aver rovinato la sia ispezione del quadro.
“Ho disturbato,per caso?” chiedo intimorita mentre lui si ricompone.
“No,assolutamente…ma non è troppo tardi?Dovrebbe tornare a casa,domattina le aspettano gli esami d’ingresso”
“Si ma volevo chiederle di un fatto che non riesco a concepire,sempre se non disturbo” lo guardo negli occhi e lui sembra fare altrettanto ma ha di nuovo lo sguardo impietrificato e teso di prima,uno sguardo ansioso.
“Se mi vuole chiedere del castello e della casa di Blandford St. posso dirle che non si deve preoccupare,non ci sono collegamenti e farebbe meglio a non intromettersi più,Elisabetta. Se le non le dispiace vado nel mio alloggio,con permesso.”
Non rispondo e non riesco a muovermi,mi sento come un pezzo di marmo. Mi passa accanto con il suo cappotto in mano e un passo veloce ma soave,apre la porta ed esce. Sono rimasta solo io e ora come ora,non ho intenzione di uscire. Come…come ha fatto a ricordarsi del mio nome? Questo è assurdo,devo parlarne con le altre anzi no,no,no,no. Non so cosa fare,cazzo. Batto il piede forte per terra per non tirare calci e mi giro per andare verso la porta,devo scoprire cosa c’è di nascosto,c’è troppa puzza.
 

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Capitolo 5
*** CAPITOLO 5 - The beginning of the past. – Ilaria ***


Salve,eccoci quì alle prese con il quinto capitolo,è più un capitolo di transizione,nel prossimo la storia si farà ancora più interessante ;D. Grazie a chi ha recensito e continuate così!!!

 
 
CAPITOLO 5 - The beginning of the past. – Ilaria

 
 
Ecco, la mattinata tanto attesa è giunta. Stamani dobbiamo recarci dal preside per svolgere l’esame!! Ho una tensione sopra che fa spavento, non ho quasi dormito stanotte. Invece Eli e Giulia russavano pure, mah. Verso le 07.10 ci svegliamo e ci prepariamo per andare nella prestigiosa scuola di Armand.
 Prendiamo un taxi, pagato da Mina e ci rechiamo a scuola. Siamo insieme al resto del nostro gruppo e appena arriviamo, Armand esce con un lieve sorriso sulle labbra e ci dice con la sua solita postura rigida “ Benvenuti.
 Seguitemi verso l’aula preparata appositamente per li esami. “ Iniziamo a salire gli scalini in marmo e seguiamo il preside. Non possiamo evitare lo sguardo di Eli, io e Giulia, quasi perso in quelle poche parole.
 Io mi avvicino e le do un colpo sul fianco, lei scuote la testa e batte le ciglia quasi come si fosse risvegliata “Oh, che c’è?” mi dice e io ridacchio con Giulia “E svegliarsi la mattina,tutuururtutu! “ le canto, lei tutta rossa gira la testa e continua a camminare. I corridoi della scuola sono molto grandi e tappezzati di statue, quadri e via dicendo.
 Osserviamo tutti a sinistra e destra, sorpresi da come il luogo si sia mantenuto in tutti questi anni. A confronto, la nostra scuola è una di queste stanze. Raggiungiamo l’aula dell’esame; interamente in pietra, con un pavimento quasi sul grigio.
 I banchi sono in legno scuro e sopra ognuno di essi c’è una matita, una penna, una gomma e un appuntino. Mina arriva dopo poco e ci posiziona ognuno al proprio banco. Siamo in file di tre per orizzontale e quattro per verticale.
 Tutta questa precisione mi fa sentire un po’ a disagio; io quando faccio i compiti in classe, vado dove mi capita e se c’è la possibilità copio lievemente da qualcuno che ho vicino, se ha studiato. Ma per non avere rimorsi e fregature, questa volta mi sono davvero preparata; prima di partire, un mesetto fa,ci siamo trovate a casa di Giulia e abbiamo studiato tre giorni alla settimana insieme. Mi sono trovata molto bene devo dire, studiando con loro ho capito molte cose. Ci sediamo ai posti e iniziamo l’esame, abbiamo un’ora quindi è meglio se ci mettiamo subito a lavoro.
L’atmosfera è tesa come una corda di violino, tutti si guardano attorno. Gianni e Lorenzo si incrociano lo sguardo un paio di volte  e si guardano stile nemici secolari, mah. Elisabetta è concentrata sulle domande e non lascia posare lo sguardo da nessun altra parte sennonché sul proprio foglio.
 Giulia ogni tanto si guarda intorno, ma per poco. Ritorno sul mio foglio e mille pensieri mi vengono alla mente; sono una che quando deve fare qualcosa di importante, viene presa dalla peggior ansia che ci sia.
 E se non lo passo quest’esame come vorrei, che farò? Se Elisabetta e Giulia arriveranno a livelli più alti, io dovrò essere fra i “falliti” ? Oddio che ansia!! Guardo le lancette dell’orologio che mi sembra tornino indietro ogni tanto..o avanti?! Poso la schiena sullo schienale della sedia e osservo il foglio.
 Alcune domande sono state svolte si, ma me ne rimangono otto e ho poco tempo. Se non le svolgo, non avrò il punteggio adatto per andare dove vorrei io, cioè nella sezione dei bravissimi diciamo.
 Faccio un profondo respiro e mi accarezzo la fronte, riprendendo la penna alla mano e iniziando a scrivere. Un trillo ci fa alzare a tutti dal proprio foglio e il preside si mette davanti alla cattedra guardandoci con il suo sguardo di ghiaccio “Bene ragazzi, vi ringrazio inanzitutto per il silenzio con cui ci avete svolto quest’esame.
 Ora Mina, passerà a ritirare i vostri fogli. I risultati saranno esposti in mattinata. “  non posso fare a meno di notare Eli quasi imbambolata con li occhi puntati sul volto di Armand; ma da quando è così attratta dai..vecchi?! Mina in pochi minuti, lascia la pila di foglia sulla cattedra e noi ci alziamo andando verso i propri alloggi.
 Per tornare da Lara e Drew, prendiamo un taxi. Durante il viaggio parliamo un po’ dello svolgimento dell’esame “ Ragazze che ora, alla domanda sulla Rivoluzione Industriale mi sono paralizzata!” dico io sventolandomi un quaderno per la tensione ormai cessata “ Davvero, io ad un certo punto nemmeno sapevo quello che stavo scrivendo!” dice Giulia sistemando la borsa.
 Elisabetta si liscia una ciocca e noi due ci guardiamo complici avvicinando i volti a lei che alza un sopracciglio “ Si? “ chiede “ Nessun commento sull’esame?” sorride Giulia
 “ Beh suppergiù anche io stessa cosa, mi bloccavo ogni tanto per la tensione..” sbadiglia “Ma Giulia, non essere egoista! Eli era troppo impegnata a pensare ad Armand “ dico io, sulla parola Armand uso un tono stile francese-nonfrancese e Giulia ride “ Oh perdonami” mi fa mettendomi una mano sulla spalla e tirando un pizzicotto ad Eli che arrossisce
“ Mongole!” ridiamo e continuiamo a stuzzicarla. Una volta a casa, pranziamo con la coppia e nel pomeriggio diamo un’occhiata a qualche opuscolo. Passano i giorni e viene filmante quello della gita!
Carichiamo le borse sull’autobus e ci dirigiamo verso un castello degli Spencer, di cui Armand ci parlò giorni fa. Durante il viaggio, Eli ha l’aria un po’ malinconica così io e Giulia ci avviciniamo “ Qualcosa non va Eli? “ le chiediamo, lei si gira e ci guarda
“ Non so..è che ho tanti di quei pensieri che mi rimbombano nella mente..” io e Giulia ci guardiamo stranite per poi riposare lo sguardo su Eli “ Ad esempio? “ “Beh..l’altra sera, ho parlato con Armand e..non so..ho tanti pensieri..” dice distratta, io spalanco li occhi
occhi “COOOOOSA??? HAI PARLATO CON IL PRE” Giulia mi tappa la bocca “ Cretina cosa urli?!” annuisco e mi tolgo la sua mano “ Dicevo…cosa?! Hai parlato con il preside? Tu? Da sola? “
“Si Ilaria, io, me medesima, da sola. Volevo chiederli qualcosa del castello..ma non c’è stata possibilità..e subito, appena ho incrociato i suoi occhi, mi sono sentita trafiggere l’anima quasi..e sapeva il mio nome,si ricordava il mio nome”
“Che…che cosa?” dice Giulia facendo finta di non aver capito e la posso capire.
“Non lo so il perché,mi ha chiamata Elisabetta per intero…non so davvero cosa dire”
 io e Giulia sospiriamo guardandoci e poi voltando il nostro guardo verso il finestrino,ho davvero la sensazione che di questo passo la nostra amica finisca in un bel guaio…tutto ma non il preside! Dopo poco, arriviamo al castello degli Spencer. Scendiamo dall’autobus e prendiamo le borse, avvicinandoci all’enorme giardino costernato di pini e abeti
Si insomma, più stile 700 non si può eh. Il castello è davvero imponente; tutto intorno c’è verde e cespugli quasi fatti a labirinto. Appena finite le scale, osserviamo la facciata..e..rimanere a bocca aperta, è dir poco. Ancora non riesco a credere ai miei occhi...
 

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Capitolo 6
*** CAPITOLO 6 - The secrets of the castle. – Giulia ***


Ed ecco qui il sesto capitolo! Non è lunghissimo e nemmeno perfetto ma verrà rivelato un particolare importante,dal capitolo prossimo in poi vi assicureremo che ci sarà qualche piccolissima chiarezza…e se commentate ci fate un piacere. Buona lettura (:


CAPITOLO 6 - The secrets of the castle. – Giulia
 
 
 Dove ho messo le aspirine? Cerco nella mia borsa ma niente,non ci sono. Da quando siamo arrivate al castello mi gira la testa e sento di svenire da un momento all’altro,proprio oggi che mi interessava come gita d’istruzione. Stiamo per entrare dal portone principale ma la mia ricerca delle aspirine nella borsa non mi permette di guardarmi intorno,sento solo Ilaria che parla con Eli della facciata che ,giustamente,abbiamo passato essendo entrate dentro.
Seguo il gruppo con passo veloce per non perdermi e chiudo la borsa,le cercherò meglio dopo…sperando che questo mal di testa non peggiori. Adesso ci troviamo davanti ad una enorme scalinata formata da scale di marmo che portano al piano superiore dove ai muri sono appesi vari quadri che la guida ci descrive come dei ritratti degli esponenti più importanti della famiglia Spencer. Cerco di stare attenta ma il mal di testa diventa sempre più atroce e passarmi le dita sulle tempie serve a ben poco.
“Giu cos’hai?” mi chiede Ila a bassa voce,da come mi sto dimenando credo di non essere passata inosservata.
“Non sto molto bene,mal di testa…e non trovo le aspirine”
“Mal di testa forte?” mi chiede aggiungendosi Eli.
“Eh,abbastanza….da quando siamo scese dal bus”
Ilaria guarda un attimo Elisabetta e poi ci giriamo tutte richiamate all’attenzione da Armand.
“Bene ragazzi ora andremo nella sala da ballo che si trova lungo il corridoio al piano di sopra e ci penserà la nostra guida ad illustrarci le opere d’arte che troveremo lungo la strada e vi prego,non toccate niente.”
Iniziamo a salire le scale e il mal di testa sembra essere diminuito per fortuna,sto meglio. Arriviamo alla porta piena di disegni in rilievo e la superiamo per entrare in un corridoio lunghissimo,sa tanto di Uffizi! Ci sono quadri e statue ovunque e infondo un enorme porta,sempre con disegni in rilievo e i manici rivestiti d’oro.
La guida ci spiega passo per passo le opere ma non riesco a seguire bene,il mal di testa ogni tanto si fa vivo e preferisco guardarmi intorno. Mi soffermo davanti ad un quadro in particolare.
E’ rappresentata una giovane ragazza dalla carnagione chiarissima,vestita con un vestito bianco che le risalta i capelli castani raccolti che lasciano cadere un ciuffo arricciato sulla spalla destra,ha due occhi da cerbiatta non molto truccati,nonostante tutto abbastanza naturale. Mi abbasso per leggere il nome ma mi sento trascinare via. Mi giro e vedo che è Gianni e lascio la presa guardandolo male. “Mi ha mandato Ila a recuperarti,sei rimasta indietro rispetto al gruppo!” mi dice mentre raggiungiamo gli altri. “Stavo guardando un quadro ed era interessante,ma hai rovinato tutto portandomi via!” “Non è colpa mia,ti ripeto che mi ha mandato quell’altra” non rispondo e guardo indietro,volevo davvero leggere chi era rappresentata in quel quadro,era così familiare. 
Faccio qualche passo in avanti a raggiungo Eli e Ila che stanno ascoltando la guida che ci sta spiegando i materiali utilizzati per creare la porta della sala da ballo.
Più o meno,la stiamo ascoltando tutti ma allo stesso tempo abbiamo altri pensieri,lo si vede dalle nostre facce. Guardo un attimo Armand con Angelica accanto (Mina è rimasta a scuola a quanto pare) e,automaticamente,poso il mio sguardo su Eli che ascolta la guida ma ogni tanto punta con lo sguardo il preside,stranamente. Non so cosa pensare,ciò che ci ha detto nel bus mi sembra assurdo…come mi sembra assurdo il mal di testa che è tornato. Cosa ho fatto di male??
Entriamo,finalmente,nella sala da ballo e rimaniamo a bocca aperta. E’ enorme e luminosa,si vede la polvere volare ma è una sensazione fantastica. Le pareti sono piene di specchi e sembra davvero uno di quei luoghi da favola,non sembra reale.
“Oddio ma è meravigliosa” dice quasi esterrefatta Eli accanto a me con gli occhi sgranati e solo noi ragazze sembriamo interessate,i ragazzi un po’ meno. “Ragazze,non la trovate meravigliosa?” ci chiede Chiara,una nostra compagna di classe. E’ sempre stata una tipa affascinata della storia del 700/800,per le sarà come essere in paradiso. “Si,è davvero bellissima” le rispondo per poi guardare Armand che sembra catturato dagli specchi ma allo stesso tempo sembra ritirarsi,si guarda troppo in giro e sembra in ansia. Non è possibile,è sempre così ansioso quell’uomo! Sento Ila che mi batte un colpo al braccio.
“Hey,più piano la prossima volta” “No Giulia,ti prego. Guarda su quel tavolo a destra.” mi dice tutto d’un fiato e sembra quasi sconvolta. “Che hai visto di così sconvolgente?” chiedo girandola testa per vedere l’oggetto di tale sconvolgimento dell’universo.
Un candelabro di vetro con rifiniture d’oro che rappresentano delle fenici.
Oddio no,non è possibile. E’ il candelabro che mi ero immaginata la sera della cena di benvenuto,che mi a quasi scioccato da quanto era reale….e lo è,quel candelabro esiste e anche i candelieri sopra le nostre teste sono rifiniti con delle fenici. Non è possibile,ho già visto tutto. “E’…è davvero come l’avevi descritto tu” aggiunge Ila per aumentare la schock. Non riesco a rispondere perché non so come giustificare. “Non so,forse l’avevo visto in un libro,non so davvero….e porca puttana!” impreco dal dolore,il mal di testa è ripreso forte e per fortuna Ilaria mi ha fermato la bocca con una mano per fermare l’urlo. “Che succede???” chiede Eli che era nell’altro gruppetto ad ascoltare la guida. “Guarda su quel tavolo! E’ il candelabro che l’altra sera Giulia s’era immaginata,è una coincidenza?” dice Ila mentre Eli si gira e rimane quasi folgorata. “No ragazze,ho paura che non lo sia. Non so che pensare davvero,so solo che mi gira la testa…voglio andarmene.” “Chiedo alla professoressa se possiamo uscire un attimo” dice Ila andando verso Angelica per informarla del mio malessere. Esco dalla sala insieme ad Eli guardandomi indietro e il malore aumenta…eppure non sono una che soffre di emicrania. Ila ci raggiunge a corsa e ci fa cenno di si,possiamo uscire. Dopo aver preso un aspirina (ritrovata finalmente) ed esserci sedute sulle scalinate di marmo mi sono decisamente calmata anche se sono preoccupata,moltissimo…ci sono troppi fatti strani da quando siamo arrivate,una settimana fa. “Ragazze,io voglio capire perché sapevo di quel candelabro…” “Come vorrei capire io del preside che sa il mio nome e sembra evitarmi con lo sguardo senza una motivazione logica…” mi risponde Eli sospirando“Si insomma,io sono l’unica senza pensieri!” dice poi Ila sbuffando. “Ci sono troppe stranezze tutte insieme,forse dovremo cominciare a intrometterci.” Aggiunge Eli più seria che mai guardando negli occhi sia ma sia Ila. “Hai ragione…e secondo me,questo castello ha delle risposte alle nostre domande” aggiungo per finire il discorso. Sono passate delle ore e siamo già tornate nella casa di Blandford St. con troppi dubbi da chiarire,cosa che faremo tra non molto tempo. Siamo decise più che mai,domani sera torneremo in quel castello.
 
 

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Capitolo 7
*** CAPITOLO 7 – Thoughts and cules. – Ilaria ***


Bonjour!! Eccovi il settimo capitolo. Inizia a farsi interessante la cosa u.u grazie per le passate e ( si spera ) future recensioni!!
 
 
 
CAPITOLO 7 – Thoughts and cules. – Ilaria


 
Dopo cena, io e le altre due andiamo nel giardino dietro casa. Molto carino devo ammettere: ci sono due tavolini di legno e una stradina in pietra che porta alla rimessa. Accanto c’è la “zona barbecue” e un terzo tavolo di legno per eventuali grigliate.
Ci mettiamo a sedere su una panchina imbottita, sotto un bellissimo salice vicino alla staccionata e parliamo un po’.
Siamo rimaste davvero colpite dal castello; affascinate della gita abbiamo deciso di tornarci il prima possibile. Ma..come?
“Dobbiamo trovare un modo ragazze, qualcosa mi dice che quel Castello nasconde qualcosa per tutte noi..” dice Giulia “ Si oh, questa cosa fa tanto Ghost Whisperer  ahaha “ dico io e ci mettiamo un po’ a ridere
“ Mmmh..dovremo uscire di nascosto, non c’è altra soluzione. Il giorno siamo impegnate con lo studio e non possiamo certo metterci a spendere soldi per il taxi “ dice Eli pensierosa.
 “ Si ma poi..voi ve la ricordate la strada?” chiede ad un tratto Giulia. Un venticello gelido irrompe sulla discussione e noi restiamo zitte. Effettivamente, non mi ricordo proprio la strada e nemmeno Eli e Giulia.
 “ Io no..tu Ila?” mi chiede Eli
“ Io? Ma nemmeno indò sono ora!! “ ecco, e mi guardano male.
“ Ma brave, volete fare le italiane trasgressive?” la voce del fratello di Alexandra ci fa quasi urlare
“ Harrison! Ci hai fatto paura!” diciamo noi alterate.
Il ragazzo si prende una sedia e la mette davanti a noi, osservandoci con un sorrisetto maligno in volto
“E così vorreste andare al Castello eh? Da sole per giunta” noi ci guardiamo e Eli alza un sopracciglio
“Pensavo che voi inglesi foste delle persone educate e non certamente persone che si mettono ad origliare le conversazioni altrui “ Harrison ride; oh cavolo..ha degli occhi così penetranti quando ride e li vengono pure le fossette sulle guance!! Ma..che caz?? Oddio sto rincoglionendo!!
“ Diciamo che mi avete incuriosito e poi le escursioni mi piacciono!”
dice tranquillo
“ Mmmh…comunque, dato che hai sentito tutto si: vogliamo andare al Castello da sole. “ dice freddamente Eli e lo guarda
“ Io vi voglio aiutare comunque, che non vi passi per la mente un mio possibile pettegolezzo. Non dirò nulla ai miei delle vostre uscite notturne, se volete posso coprirvi” wow, oltre ad essere davvero carino, è anche gentile. “ Ah si? Sicuro di riuscire a tenere la bocca chiusa su questa nostra evasione?” chiede Giulia squadrandolo
“ Ma certo! Non vi dovete preoccupare ragazze.  Ecco come la penso io: voi andate a letto alle 23:00 e mia madre solitamente, viene in camera vostra per chiedervi se avete bisogno di qualcosa. Una volta uscita, torna solo e soltanto la mattina alle 07:00 per svegliarvi. Quindi, voi potete uscire e raggiungere il castello dalle 24 abbondanti alle 6. Capito?” noi inspiriamo e poi Eli incrocia le braccia
“ Si, un’orario ragionevole e per niente rischioso. Ma come facciamo ad uscire?”
“ Oh è molto semplice. Se andate sul balcone della vostra camera, vi affacciate sul giardino. Siete al secondo piano, quindi basta che usate una semplice corda ben robusta e vi caliate fino alla porta che da qua.”
“ La corda puoi procuracela te giusto?” chiede Giulia
“ Sisi, non vi preoccupate. Ditemi quando volete andare e vi procuro la corda. Ora scusate ma devo andare, domani ho un compito importante. Buona serata “ si alza e noi lo salutiamo. Ma quanto è bello??!! Hem..comunque. Confabuliamo un po’ e la proposta di Harrison ci sembra molto da prendere in considerazione. “ Abbiamo l’alibi, ma come raggiungiamo il Castello?”chiede Elisabetta. In quel momento, arriva una potente folata di vento che spalanca la porta della rimessa e stringiamo le mani ai cuscini della panchina
“ C-cos’è stato? Possibile che il vento..” farfuglio io. Ci alziamo e andiamo lentamente verso la rimessa. Dentro è tutto buio e accendiamo un piccolo neon. Ci sono molti attrezzi da giardino e qualche pianta che pende dalle travi sul soffitto. Avvicinandoci verso il tavolo, osserviamo attentamente ogni cosa; abbiamo uno strano presentimento..e non è cosa da poco. Sul tavolo c’è una lettera
“ Che facciamo? La leggiamo?” chiede Eli guardandoci
“Mmh..beh..non c’è nessuno. Leggiamola dai, non penso che ci avvelenerà!” dice Giulia e io annuisco. Eli prende la lettera ma la getta subito a terra e porta le mani al petto gemendo appena “ Che hai?” le chiediamo noi “ Mi sono bruciata” noi sgraniamo appena li occhi
“ Bru..bruciata? Ma è una lettera!”
“ Si ma..appena ho toccato la carta .. mi sono sentita proprio scottare!Quella carta è strana “ noi osserviamo la lettera mentre Eli si massaggia la mano. Ad un certo punto, torna quella folata di vento e noi ci ripariamo vicino all’armadio di attrezzi; quando riapriamo li occhi notiamo subito che la lettera è scomparsa.
“Ma  cavolo è?!” dico io leggermente spaventata
 “ Probabilmente il vento l’ha portata fuori” dice Eli cercando di essere calma. Ci precipitiamo subito fuori e troviamo il solito paesaggio ma non c’è la lettera. Facciamo per rientrare quando..notiamo qualcosa incastrato fra il salice del giardino. Ci avviciniamo ed è proprio la lettera!
“Dobbiamo riprenderla, potrebbe contenere informazioni che servono a Lara e Drew!”dice Giulia e così corriamo verso il salice. Ma proprio mentre cerchiamo di prenderla, vola nuovamente via. Io caccio un urlo
“Ilaria ma sei impazzita?! Vuoi far svegliare tutti?!” mi fa Eli
“ Urleresti anche te se non fossi così sbadata!!”le dico e lei mi guarda stranita
“ Che intendi dire?”
“Non c’è vento! Come cavolo ha fatto a volare??” le altre due sgranano li occhi e osservano la lettera che si dirige verso un cancello alla fine del giardino.
“ Ma…che significa?” Eli è parecchio scossa. Io mi avvicino alla lettera e questa si allontano verso un sentiero
“ Forse è lo scherzo di qualcuno! Secondo me è Harrison che la sta tirando da un altro lato!” dico io per sdrammatizzare
“ E che vuole? Che lo seguiamo forse?” dice Giulia
“ Beh dai, tentar non nuoce! Seguiamo questo suo indizio” dico io. Giulia e Eli, nonostante la riluttanza mi seguono e tutte e tre ci mettiamo a seguire la lettera. Passiamo per un sentiero illuminato debolmente da qualche lampione e, cosa alquanto sconvolgente, dopo una ventina di minuti arriviamo al Castello degli Spencer.
“ Oh cazzo” mi lascio sfuggire io, le altre due mi guardano e poi guardano la lettera
“ Presumo che il filo, non possa essere così lungo “ dice Eli con un leggero tremore nel tono. Osserviamo la lettera che svolazza verso il portone del Castello. Non sappiamo cosa ci faccia procedere, ma facciamo la scalinata e andiamo davanti.
“ Entriamo?” chiedo io
 “ …beh, penso che non ci sia nessuno che ce lo impedisca a parte la nostra coscienza “ dice Eli. Tiriamo tutte e tre un bel sospiro ed entriamo nuovamente nell’enorme Castello. Ci dividiamo: Eli va verso le cucine, Giulia su nelle camere ed io nella Sala. Entrando, noto che le uniche fonti di luce sono le enormi finestre di vetro che fanno riflette li specchi; faccio qualche passo avanti, ma noto che al centro della stanza c’è molto buio. Così, andando a tastoni, cerco un qualche interruttore principale che è collegato al lampadario sopra il centro della sala. Dopo poco, sento qualcosa e tiro in su un piccolo bottone: la sala si tinge di un giallo caldo e pure il centro è ben visibile. Un urlo agghiacciante esce senza preavviso dalla mia bocca…la causa? Al centro della sala c’è una ragazza.
 

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Capitolo 8
*** CAPITOLO 8 - Bad joke. - Elisabetta ***






 Buon pomeriggio! Un nuovo capitolo fresco fresco e vi asscuriamo che sarà interessante. Non è neccisivamente lungo ma è importante per tutto il resto della storia...un nuovo personaggio in scena ;D Ringraziamo per le scorse recernsioni e ne aspettiamo di nuove. Buona lettura ^^


  CAPITOLO 8 - Bad joke. - Elisabetta
 
 
Avanzo verso le cucine al piano inferiore,con passo lento ma deciso. Se siamo arrivate fino a qui un motivo c’è e non intendo scappare,in questo castello c’è qualcosa diamine,c’è la risposta a tutto...e forse anche delle risposte si Armand anche se la vedo dura,se mi guarda e se sa il mio nome non può essere certo collegato al castello. Scendo le scale di marmo ma neanche il tempo di mettere piede sull’ultimo scalino che un urlo inquietante si alza,proveniente dalla sala da ballo. E’ Ilaria,la riconosco.
“ILAAA!” urlo quasi di scatto cambiando la marcia e risalendo le scale. A fine delle scale vedo Giulia arrivare da destra correndo anche lei
“Hai sentito Eli? Era Ilaria!” mi dice ansiosa con due occhi spiritati.
“Andiamo presto!” Iniziamo a correre per il lungo corridoio tra quadri e statue e vediamo che dalla sala arriva della luce…della luce? C’era un interruttore? Ci fermiamo quasi frenando davanti alla porta ed Ila lì,sana come un pesce ma terrorizzata. Giriamo lo sguardo e più in là c’è una ragazza seduta per terra,con una specie di vestaglia,cose dell’altro mondo. Si allontana strisciando lentamente da noi,sembra impaurita. Ha i capelli lunghi e ricci e due grandi occhi marroni che cerca di coprire,sta cercando di nascondersi ma ormai l’abbiamo già vista. Mi giro verso Giulia per capire cosa ne pensa  e sembra scossa mentre Ilaria sta tremando.
“Non so come ma si è acceso tutto e…e..e c’era lei,c’era lei in mezzo alla stanza!” ci dice Ila indicandola con il dito tremolante.
Adesso anche una ragazza sconosciuta in un castello dove teoricamente non ci dovrebbe stare nessuno in piena notte. Che dire,ogni giorno che passa se ne aggiunge una,mi sta scoppiando la testa. Troppo in poco più di una settimana,troppo!
Giulia fa un passo avanti facendo ritirare di poco la ragazza,non so cosa voglia fare.
“Non…non devi avere paura di noi,siamo buone” le dice in inglese per vedere se capisce,ci ha sentite parlare in italiano fin’ora,forse è anche per questo che è spaventata.
Alza un po’ la testa e noto che avrà si e no la nostra età,forse uno massimo due anni meno. Guarda in basso e poi piano piano si alza stando attenta alla vestaglia. Eppure…ha un viso familiare.
Ilaria si copre la bocca con una mano e ci guarda,possiamo solo guardarci negli occhi perché ciò che è davanti a noi non è possibile.
Questa ragazza è…è uguale identica ad Alexsandra. Ma non può essere lei,è malata con la febbre bloccata a scuola ma…ora che ci penso,tutte le volte che volevamo andare a trovarla non c’è stato modo. Siamo arrivate addirittura a pensare che non fosse mai esistita e la cosa più inquietante è che per Harrison e i suoi genitori era tutto normale,andava tutto bene.
“Chiedile se è lei,forza!” dice a bassa voce Ila nell’orecchio a Giulia siccome è stata l’unica che fin’ora ha avuto il coraggio di parlarle.
“Scusatemi per lo spavento che vi ho fatto prendere.”
Ok,non c’è bisogno di parlare. Ci ha risposto con una voce delicata,quasi impercettibile.
“No,no…non preoccuparti” le risponde Ilaria un po’ frastornata a scuotendo la testa. Continua a guardarci  e noi anche,è identica,o è la sosia o è lei. Non ci sono spiegazioni.
“Immagino che avete già capito chi sono…e io so già chi siete voi”
Non osiamo rispondere,abbiamo anche paura ora come ora.
“Vi prego…non dite niente ai miei genitori.”
“No aspetta. Come fai a sapere chi siamo?” chiede Ilaria
Rimane un attimo zitta ma per fortuna ci risponde quasi subito.
“Perché ci sono arrivate le vostre foto in famiglia per ospitarvi…ma vi prego,zitte.”
“Si ok,ma perché ti trovi qui? Per una settimana intera ci hanno detto che eri malata e stavi nella tua camera a scuola e non c’è mai stato modo di raggiungerti!” dico tirando fuori tutto ciò che pensavo,voglio vederci bene in questa storia. Sembra adesso che anche la famiglia che ci ospita non sia sicura,roba da matti.
“Ecco…io vengo spesso qui,sono molto legata a questo posto,non è lontano da Oxford e avvolte,in piena notte,mi faccio una bella camminata e vengo qui..per leggere o anche solo per dormire,lo so,magari potreste trovarmi strana ma vi assicuro che non lo sono…diciamo..comunque,ho avuto realmente la febbre e ancora non sono del tutto guarita,però avevo bisogno di venire qui…piuttosto voi,perché vi trovate qui?” ci chiede alzando il sopracciglio. Ecco,ora vuole far passare noi nel torto?
“Siamo qui perché…” dice Giulia guardando poi noi. Nel senso,se dobbiamo dirle qualcosa.
“Siamo qui perché abbiamo dei dubbi.”
“Dubbi di che genere?” chiede avvicinandosi con passo lento. E’…a piedi scalzi.
“Vedi quel candelabro?”
“Si,il candelabro delle fenici nordiche.” Risponde con tranquillità,come se tutto fosse ovvio.
“Si..si,nordiche…insomma,pochi giorni fa durante una conversazione mi è sembrato di averle già viste,poi siamo venite qui in gita con la scuola e appena le ho viste ho capito che non poteva essere una coincidenza” risponde Giulia mentre Alexsandra sembra una pietra.
Sta guardando Giu con un espressione terrificata ma allo stesso tempo sollevata,sembra quasi ad accennare un sorriso.
“Allora sei veramente tu…tu sei..” dice a bassa voce ma poi si blocca….ma almeno io sono riuscita a sentire comunque. Ho seriamente paura e Giulia più di tutte noi. Cerco di calmare la tensione.
“Quindi non sappiamo cosa fare…e non è l’unico fatto strano che ci è successo…forse in questo castello c’era qualche risposta ma evidentemente ci siamo sbagliate” rispondo facendo cenno alle altre di andare via.
“Si,può darsi…ma per esperienza vi consiglierei di tornare,qui c’è sempre una risposta a tutto”
Rimaniamo in silenzio per qualche secondo.
“Ok,noi adesso andiamo via…e tu cosa fai?” chiede Ila verso Alexs,non possiamo certo lasciarla lì…ok che per lei è “normale”.
“Io?Beh,devo tornare a scuola tra non molto. La mia compagna di stanza si sveglierà tra qualche ora e se non mi vedrà saranno guai ma vi prego…”
“Cosa?” chiede Giulia
“Non dite davvero niente ai miei…e nemmeno Harrison deve saperlo,vi scongiuro!”
Certo però che stranezza,Harrison non sa niente e ci ha mandate tranquillamente nel castello dove,neanche a farlo apposta,c’è la sua sorella malata che dovrebbe essere a letto e non certo qui. Ci stanno nascondendo tutti qualcosa,me lo sento….e questa ragazza non mi ispira,ci nasconde troppe cose.
“Bene,perfetto….noi torniamo a casa.” Aggiungo girandomi,non mi va nemmeno di salutarla.
“Buona serata” ci risponde ma noi ormai siamo lontane. Buona serata? Ma sta scherzando? Quella è tutta matta,come può dirci tranquillamente Buona serata?
“Ragazze,quella tipa non mi piace” aggiungo mentre raggiungiamo nuovamente le scale di marmo e guardo l’orologio,sono solo le 3 di notte. Il nostro viaggio è ormai finito,in questo castello non c’è un bel niente!
“Io…io non so come giudicarla. Non so perché si rivolgeva così a me,ho paura seriamente” mi dice Giulia con una faccia alquanto angosciata.
“Secondo me ci stanno facendo tutti uno scherzo. Suvvia ragazze. Ok essere svitate ma arrivare fino al punto di passare le nottate in un castello…avrà organizzato qualcosa con Harrison” risponde Ila ridacchiando,sembra l’unica sicura di quello che dice.
“Si ma ti ricordo che Giulia s’è immaginata un candelabro che esiste realmente e che non ha mai visto e Armand mi da l’idea che ce l’abbia con me senza motivo!” dico abbastanza alterata,ormai siamo uscite.
“Ecco,a questo non so rispondere…magari anche Armand sta al gioco” mi dice Ila,ma si era resa conto di aver detto una grandissima ed emerita cazzata.
“Ah beh certo. Un preside di una scuola si mette a fare scherzetti con due dei suoi allievi. Certo Ilaria,certo” le rispondo per poi accelerare il passo e raggiungere il sentiero di prima. Voglio tornare a casa immediatamente e voglio chiarire tutto domattina perché se è uno scherzo è davvero pessimo. Non immaginavo certo una vacanza del genere in Inghilterra. Devo ammetterlo,quasi quasi mi manca l’Italia.

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Capitolo 9
*** CAPITOLO 9 - Doubts Unanswered. – Giulia ***


E siamo al nono capitolo, boia u.u Andiamo abbastanza veloci ora,sarà che finalmente la storia sta entrando nella parte principale e non vedevamo l'ora di scriverla *-* buona lettura e recensite!!



CAPITOLO 9 - Doubts Unanswered. – Giulia




La sveglia suona verso le 7; dopo la nottata passata, siamo un po’ tutte rincoglionite. Ci mettiamo per un attimo a guardarci senza dire nulla..chissà quanti pensieri ha ognuna di noi. Dopo qualche minuto, decidiamo di cambiarci e andiamo di sotto, verso la cucina per la colazione.
Troviamo Lara ai fornelli, Drew e Harrison invece sono seduti al tavolo a bere caffè. Harrison ci sorride
“ Buongiorno italiane, dormito bene?”
“ Si, grazie “ diciamo noi sedendoci. Iniziamo a versarci latte e tè, ma le domande che abbiamo devono avere la precedenza, perciò..
”Sentite, noi dobbiamo chiedervi una cosa..” inizio io un po’ insicura. Lara si siede porgendo la tazza con il caffè caldo al marito
“ Che cosa?” chiede la donna con il suo solito sorriso dolce; Ilaria e Eli mi guardano un po’ impacciate, poi Eli inizia a parlare schiarendosi la voce…secondo me,alla fine inizieranno ad odiarci per tutte queste domande.
“ Volevamo sapere se…Alexandra è veramente dove dite voi ecco..” Lara e Drew si guardano un po’ perplessi
“ Che intendete ragazze?” anche Harrison ci guarda stranito ma in silenzio
“ Ad esempio, non è che alcune volte Alexandra marinava la scuola o scappava di casa? Che ne so..anche tipo di notte, per via di qualche parola di troppo vostra..” dico io, cercando di non essere scortese.
Lara ci pensa ma dopo pochissimi secondi risponde
“ No affatto, Ale è sempre stata una ragazzina posata e non ha mai ricorso a certi mezzi per farci capire che era stufa di stare fra queste mura “ termina con un sorriso per poi sorseggiare il suo tè. Noi tre ci guardiamo e Ilaria si morde un labbro
“ Ma siete sicuri?” chiede Eli
“ Certamente, non dovete preoccuparvi. Ale è a scuola,ora che le è passata la febbre ha da preparare un esame importante, per questo non si fa mai trovare. Vedete, lei quando ha certe date, si mette sotto con i libri in maniera quasi eccessiva “ dice Drew ridacchiando alla fine
“ Capisco..” faccio io rassegnata, anche le altre non chiedono più niente. Molto strano..molto, molto strano. Insistono con il dire che è una ragazza per bene e che non rompe nessuna regola, eppure quella di ieri notte era lei! Sfido a credere che una tale ragazzina lunatica sia così per bene.
Però, non vogliamo insistere ulteriormente con Lara e Drew: avranno sicuramente i loro buoni motivi per dire così..vabbè. Dopo colazione, ci rechiamo a scuola per ripassare qualche modulo e nel nostro tavolo si siede Harrison. Ilaria arrossisce visibilmente e io e Eli ridacchiamo.
“ Siete anche curiose oltre che pettegole “ dice
“ E tu sei anche spiritoso oltre che moccioso “ sibila Eli, la solita. Io e Ilaria le tiriamo i quaderni sulla testa e poi ci voltiamo verso Harrison
“ Ieri notte siamo state al Castello;abbiamo visto tua sorella la e ne siamo CERTISSIME” dico io, lui sospira tenendo li occhi bassi
“ Vi credo ragazze, non importano altre prove. Non so perché, ma sento che avete ragione,conosco mia sorella ed è il tipo per fare certe assurdità. Dopotutto, perché dovreste inventarvi che avete visto qualcuno?” dice
“ Infatti..noi l’abbiamo vista, era al centro della sala!” dice Ilaria
“ Ma quindi, che pensate di fare? Volete dirlo a qualcun altro?”noi ci guardiamo
“ Sarebbe rischioso..c’è qualcosa che non va qua, questo l’abbiamo notato..non siamo poi così stupide. Ma non vogliamo dare nell’occhio. Come siamo riuscite a raggiungere il Castello, possiamo anche raggiungere la soluzione di questo quesito.” dice Eli
“ Si, hai ragione. Ormai dopo due volte, la strada l’abbiamo imparata. Non è molto lontano dalla vostra casa il Castello, basta che ci ricordiamo l’orario da rispettare e il gioco è fatto!Io propongo di tornare il più presto possibile al Castello e cercare Alexandra. Forse l’hanno rapita a vostra insaputa “ ipotizzo io, dopotutto ci sono troppi interrogativi in questa storia ed è giusto supporre tutto ciò che viene alla mente e sento dentro di me di dover scoprire la verità,è una sensazione alquanto strana.
“ Mmmh…beh, ragazze. Non vorrei smontare la vostra mente contorta nel senso buono, ma non penso che abbiano rapito una ragazza che non combina niente dalla mattina alla sera, ahahaha” effettivamente, da quello che ci raccontano, nonostante la lunaticità Alexandra è una brava ragazza. Le domande ci assalgono e non riusciamo proprio a trovare risposte concrete.
Verso il tardo pomeriggio, Drew viene a riprenderci e torniamo a casa. A cena non accenniamo a niente; parliamo dello studio senza menzionare Alexandra. Dopo cena andiamo nelle nostre stanze e accendiamo la televisione; Lara ci chiede se vogliamo qualcosa, ma noi rispondiamo di no e ci augura la buonanotte.
Verso la mezzanotte, ci svegliamo e accendiamo la luce della scrivania “ E se andassimo al Castello stanotte? Non so voi,ma io non riesco a dormire con tutti questi pensieri su Alexs…” dico io
“ Effettivamente..” Ilaria e Eli si guardano mordendosi il labbro
“ Ma se poi arriviamo la e non c’è? Voglio dire..non penso stia nella sala ad aspettarci tutte le notti..”
dice Ilaria
“Si ma Ila, meglio andare a vedere che stare qua. E poi sono sicura che, se non c’è lei, ci saranno altri indizi” Ila e Eli mi guardano un po’ perplesse..beh, hanno ragione. Perché ho il presentimento che Alexandra non ci sia e al suo posto, ci sia invece qualcosa che ci porta ad una qualche verità?
Questi pensieri mi spaventano molto, ma meglio non dirli ad alta voce. Potrei solo far suscitare altre perplessità alle mie amiche. Scendiamo con la corda che c’ha dato prima Harrison e andiamo nel giardino
Oltrepassato il piccolo cancello, prendiamo il sentiero fatto la sera precedente e ci avventuriamo nel boschetto. Una volta arrivate al Castello, apriamo il portone che cigola appena. Abbiamo tre torce con noi, quindi almeno la paura che qualcuno ( o qualcosa ) ci compaia all’improvviso davanti, non ci tocca.
Raggiungiamo la sala dove la scorsa notte apparse Alexandra ed entriamo. Abbiamo tutte e tre li occhi semisocchiusi, per paura che ci sia qualcosa di strano.
“ Meno male che mi sono portata li occhiali” dico io
“ Occhiali..?” mi chiede Eli guardandomi. Già…eppure io porto li occhiali solo per leggere..perché me li sono portati dietro per trovare una persona in un Castello?
?Io non rispondo e Ilaria accende il lampadario. Non c’è la ragazza però.
“ Ecco, lo sapevo. Strada fatta senza niente in cambio” dice Ilaria. Io mi avvicino al centro della sala, proprio dove avevamo trovato Alexandra e mi chino a terra
“ Che fai Giulia?”
mi chiede Eli avvicinandosi insieme a Ilaria
 “ Ecco perché ho fatto bene a portarmi li occhiali..” dico quasi spaventata
“ P-perché?” mi chiedono loro. Io mi alzo con in mano un foglio, sembrerebbe una pagina di un qualche diario vecchio
“ Perché almeno, posso leggere.”

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Capitolo 10
*** CAPITOLO 10 – Night meetings and new questions. - Elisabetta ***


Decimo capitolo,yep! Speriamo di ricevere visite e commenti per questo perchè è pieno zeppo di novità e quant'altro e ci siamo davvero impegnate per farlo. Buona lettura (:



Capitolo 10 - Night meetings and new questions. - Elisabetta 


Appena arrivate vicino a Giulia, osserviamo il foglio “ Proviamo a leggerlo..” dico io prendendolo e le altre si mettono accanto a me. Ci guardiamo per due secondi notando quanto la carta sia vecchia e anche la scrittura,troppo perfetta per essere moderna…prendo un respiro e inizio a leggere.
 
** *                                                                                                                                                                                            
 
14 Ottobre 1743
 
 Osservando queste mura..mi vengono tanti dubbi. La mia camera ha una strana atmosfera;  ho come l’impressione..che stasera ci sarà qualcosa di nuovo. Mi avvicino all’armadio e scelgo l’abito da mettere per questa sera…ancora non riesco a credere che Joseph e io ci fidanziamo,dopo così tanto tempo…i nostri genitori hanno deciso per noi quando eravamo ancora in fasce. Joseph è sempre così posato,ha i lunghi capelli liscissimi che lega sempre in un codino e quello sguardo che magnetizza nel suo viso chiaro di pelle,credo che sia davvero l’uomo perfetto come sempre mi hanno detto tutti…Mentre posiziono gli abiti sul letto, sento bussare e mi avvicino alla porta aprendola
“ Si?” parli del Diavolo..
“ Come procede qua?” mi chiede Joseph sorridendo lievemente.
“Oh bene..stavo scegliendo il vestito, mi vuoi aiutare?” chiedo io ricambiando il sorriso
 “ Certo, ma sai che non ho buon gusto su questo genere di cose “ risponde lui chiudendo la porta alle sue spalle. Si siede alla scrivania e osserva i vestiti che metto; cinque vestiti diversi.
“ Allora..che ne diresti di questo azzurro chiaro chiaro?”chiedo io mettendomelo sopra e andando verso lo specchio
“ Io..preferisco il rosso “ mi dice lui alzandosi e prendendo l’elegante vestito rosso messo vicino al bordo del letto
“ Rosso?” chiedo io non staccando li occhi dallo specchio, lui si avvicina da dietro infilando il vestito per le mani e poi chiudendolo sulla schiena. Osserva poi allo specchio come mi sta, mentre io poso l’altro azzurro sulla sedia accanto
“ Il Rosso della passione, my Lady “ mi sussurra con il suo tono posato e tanto gelido. Io arrossisco sorridendo e chiudo li occhi
“ Allora lo indosserò “ la cameriera bussa alla porta ed entra
“ Conte Wilson, vostro padre vi aspetta per la scelta dell’abito nella Sala Ricevimenti “
“ Arrivo subito Chanel “ risponde lui, dopo di che, la cameriera chiude la porta
“ Ci vediamo direttamente stasera “ mi sussurra e io faccio cenno di si con la testa, baciandoli una guancia
“ A stasera Conte “ l’osservo uscire dalla mia stanza. Mi tolgo il vestito mettendolo alla finestra,sospiro e scelgo l’acconciatura, chiamando la nostra serva.
 
 
** *
 
 
“ Ma..ma..” balbetta Ilaria, io e Giulia abbiamo una faccia a dir poco sconvolta “ Stiamo leggendo una cosa accaduta secoli fa,adesso è sicuro!!” dice Giulia tutta esaltata “ Ma..ma..” continua Ilaria ma la ignoriamo “ E sembra molto interessante “ dico io sorridendo “Dai continua Eli “ mi incita Giulia “ MA CHE MINCHIA DI NOMI HANNO???????” urla poi Ila,che ignorante . . . . . . . . . .
 
***
 
Sono già arrivate le dieci di sera..e sono molto nervosa. Mi stanno facendo un’acconciatura classica, con tante perle come piace a me.
Ora che sono pronta, chiedo qualche secondo per andare a mettermi il profumo a mia madre, mentre lei raggiunge gli ospiti nella Sala dei Ricevimenti. Entro nel grande bagno di marmo e osservo lo specchio con una cornice bellissima d’argento..mi osservo per qualche secondo.
“ Ma..io lo amo come lui ama me?” dico improvvisamente. Io dopotutto..non riesco a dire un ti amo a Joseph..e lui invece si. Scaccio questi pensieri dalla testa e, una volta datami il profumo, mi reco dagli altri. La Sala è decorata come per i balli; ci sono moltissime persone e tutti mi guardano,mi sento davvero in imbarazzo anche se la mia vita è sempre stata così,sempre al centro dell’attenzione. Eppure,avvolte vorrei scappare da tutte queste ricchezze,riuscire a capire com’è la vita fuori da questo castello…vedo mia madre e mio padre che mi sorridono da lontano. Stasera sarà l’inizio di una nuova vita e sento che loro si fidano di me,la figlia perfetta con il ragazzo perfetto…si,è tutto perfetto.
Mi avvicino a Joseph che mi accoglie con un sorriso dolce e io ricambio,lascio andare i pensieri di prima. “ Vieni Elenoire, voglio presentarti una persona” mi dice prendendomi delicatamente la mano “ Chi?” chiedo io, lui mi porta vicino alla finestra e noto un ragazzo,è ben vestito ma non sembra a suo agio in tali abiti. Ha i capelli castani e ricci,sembrano quasi delle molle e sanno di fresco…si gira verso di noi vedendoci arrivare. Lo guardo un attimo ed è davvero bello…ma è nuovo come volto,non l’ho mai visto. “ Lui è Nicholas, uno degli operai della fabbrica di mio padre nonché mio amico. “mi dice Joseph guardando poi il ragazzo che sorride imbarazzato,si inchina leggermente e mi sfiora lievemente la mano con la bocca
“Piacere Lady Elenoire “ anche io sorrido
“ Il piacere è tutto mio” mi risponde,è così impacciato….non sono abituata a stare con ragazzi del genere.
“ Beh, vi devo lasciare, devo andare a salutare delle persone.” mi accarezza i capelli per poi andare verso un gruppo di Marchesi.
Lui mi guarda ogni tanto di sfuggita e si tocca i capelli,io so solo ridere,non è davvero un tipo da corte.
“Come hai conosciuto Joseph?” gli chiedo per poi notare i miei genitori che mi guardano da lontano e mio padre non sembra contento della mia nuova conoscenza.
“In fabbrica,grazie a suo padre….se non era per lui,sarei ancora senza lavoro e dietro alle mie sorelle..”
“Hai delle sorelle?”
“Si,5! Sono il maggiore e unico maschio della famiglia,diciamo che devo fare il lavoro sporco…”
“I tuoi genitori dove si trovano?”
“Mio padre è un contadino che lavora per la famiglia Wilson mentre mia madre è venuta a mancare mettendo al mondo Rose,la più piccola…”
“Mi dispiace.” Gli rispondo e lo guardo,di nuovo...strano..non mi sono mai sentita così bene..questo ragazzo è davvero..diverso..chissà come mai questo benessere nel parlarli. La mia mente è limpida come non mai. Vorrei che questa serata non finisse, che stranezza
 
***
 
Finito di leggere, c’è un piccolo “uuuuh” generale.
 “Ma guarda te la Lady,mi sa che s’è trovata un altro… “ dice Ilaria e noi ridacchiamo
 “ E che pensavate? A quei tempi le corna erano assai più frequenti di ora!” dico io.
Cerchiamo per la sala altre pagine di diario,non è possibile che sia l’unica….ormai vogliamo sapere come è andata a finire! Ma niente,nessuna traccia….forse,è meglio tornare a casa. Finita l’escursione, torniamo a casa per l’orario stabilito e ci catapultiamo a letto.
La mattina dopo, fatta una breve colazione, andiamo a scuola per finire dei piccoli progetti capeggiati dal preside,stasera rimarremo a dormire qui e non torneremo a Blandford St. Il pomeriggio passa in fretta e ci divertiamo un sacco. Ilaria è stata tutto il tempo a fantasticare su tutto quello che faceva Harrison: anche il versare un po’ di colla, veniva osservato con estrema attenzione.
Ogni tanto la stuzzicavamo e ci siamo riempite di colori e oggetti vari come bambine. Arrivata la sera, rimettiamo tutto in ordine
“ Sentite ragazze..io sono un po’ stanca, quindi mi sa che andrò in camera a leggere qualcosa e poi a dormire “
dico io massaggiandomi la testa
“ Va bene, tanto Harrison ci ha lasciato delle camere libere. Io e Ilaria andiamo a fare un giretto nei negozi qua sotto, fra qualche ora ti raggiungiamo.“ dice Giulia prendendo la borsa
“ Ci vediamo dopo!“ ci salutiamo e io mi dirigo verso la camera. E’ molto carina devo dire, tutta in legno e con un piccolo terrazzo bianco. Vista la magnifica serata, decido di leggermi un libro di Poe proprio li, mettendomi su uno sdraio grigio. Almeno vedo anche il panorama.
 Ogni tanto tira un lieve venticello fresco che mi fa sentire molto bene; mi viene quasi voglia di dormire. Ma un rumore secco mi fa quasi prendere un’infarto. La porta di camera è spalancata e io l’avevo chiusa a chiave. Ne sono SICURISSIMA. Deglutisco e sposto le bianche tende del terrazzo per andare lentamente a chiuderla.
 Una volta girata la chiave, sospiro mettendomi con le spalle su di essa e chiudo li occhi sollevata “ Forse era meglio se bussavo, ma penso abbia fatto riscontro” ..questa voce io la conosco. Il sangue mi si gela e noto una figura a sedere sul fine del letto. IL PRESIDE???
“ P-preside! Ma che “ non so nemmeno io che dire. Spaventata e sorpresa allo stesso tempo, mi viene da fare solo una cosa…sistemarmi i capelli?? Ma sono impazzita??
“ Mi dispiace di essere entrato così Eli “ mi dice sorridendo in maniera..dolce, diversa dal solito. Eli poi?? Cos’è tutta questa confidenza??
“ Siediti, vorrei parlarti. Non preoccuparti, non voglio farti nulla “ ridacchia. Beh..che altro fare? Mi avvicino e mi siedo accanto a lui
 “ C-cosa vuole dirmi Preside?” lui mi mette una mano sulla spalla
“ Armand per favore, preside mi fa sentire così vecchio “ mi sussurra. E io cosa faccio? Avvampo. Si certo. Tutto naturale. Un uomo sulla cinquantina che mi parla come da ventenne e io che arrossisco.
“ V-va bene..Armand…cosa vuoi dirmi?” pure del tu,aiuto.
” Ti piace leggere Eli?” chiede dolcemente
“ S..si..perché?”
“ Beh, allora dovresti sapere che i diari sono letture private “ mi mette anche l’altra mano sulla spalla e io sgrano li occhi
“D-diari??”
“ Già, diari. Come la pagina di diario che tu e le tue amiche avete letto l’altra sera “ io mi alzo di scatto
 “ CHE COSA??!” come fa a saperlo?? “
” Andiamo, mica voglio ucciderti eh, stai tranquilla “ ride alzandosi anche lui
“ Ma..ma perché dici questo Armand? Come..come fai a saperlo del..e..perché tutta questa confidenza con me? Che vuoi davvero?!” lui si avvicina
 “ Perché…” mi guarda e io mi immergo nei suoi occhi profondi; accanto a lui, mi sento sempre protetta..perché? Mi abbraccia e io rimango immobile
“ Non posso dirtelo..mi dispiace “ mi sussurra. Li poso le mani dietro la schiena e rimango senza pronunciare una parola.
Mentre siamo fermi, Ilaria spalanca la porta
" ELIIII NON SAI CHI HO" si blocca notando la scena e io avvampo staccandomi da Armand. Il silenzio assoluto cala nella stanza e l'uomo, con una freddezza spaventosa, esce dalla stanza passando accanto a Ilaria. Giulia arriva dopo poco e lo nota dal corridoio, riesco solo a sentire la sua voce " Ilaria non co...PRESIDE??!"
piomba anche lei nella mia camera " CHE CI FACEVA IL PRESIDE IN CAMERA TUA??!" mi chiedono all'unisono
ecco..ora che racconto?
 

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Capitolo 11
*** CAPITOLO 11 - The day of rebirth. - Giulia ***





Buon pomeriggio ed ecco fresco fresco il capitolo 11! Speriamo che vi piaccia e aspettiamo qualche vostro commento ;D


CAPITOLO 11 -The day of rebirth. - Giulia


Un altro giorno è passato e Eli non ha saputo darci una risposta sul fatto di ieri sera. Stamattina abbiamo avuto dei test e il tempo per parlare è stato scarso,durante il pranzo con Harrison uguale (l’unica che parlava era Ilaria ed aveva una faccia a pesce lesso tremenda,più che passano i giorni e più che gli piace Harrison) e anche ora che siamo tornate a Blanford St. dopo due giorni…niente. Cambia argomento,sicuramente non sa cosa dirci perché io ed Ila si può solo pensare male.
“Non capisco perché non ci vuoi spiegare,se continui a nascondere noi continueremo a credere a quello che abbiamo visto” dico ad Eli ma lei sembra sbuffare e si siede sulla sedia vicino al tavolino in giardino.
“Ragazze avete fame?” chiede Lara affacciandosi dal soggiorno.
“No,grazie mille” risponde Ilaria per chiudere la conversazione,purtroppo non possiamo mangiare ora.
“Dai Eli,ce lo vuoi dire? riprende Ila mettendosi a sedere accanto ad Eli.
“Ve lo potrei anche dire ma non mi credereste,già abbiamo troppi casini per la testa e questo è un altro,per giunta grande!” ci risponde coprendosi il viso con le mani.
“Perché non dovremmo crederti?No…non è che ti voleva…”
“Ma no,no,NO!” risponde Eli rossa in viso e praticamente urlandolo.
“….”
“Lui sa…che abbiamo letto quella pagina di diario.”
“CHE COSA?” urliamo io ed Ila insieme.
“Si,anch’io sono rimasta così…è venuto in camera per dirmi questo ed altro ma non ce l’ha fatta….e mi ha abbracciata…”
“Ti…ha abbracciata?” chiede Ila con la voce tremolante,la posso capire benissimo….non è da tutti i giorni trovarsi il preside in camera che ti abbraccia.
“Eli,non ci hai mai nascosto nulla? Perché mi sembra strano che dal nulla venga in camera ad abbracciarti…è impossibile dai,come ha fatto a sapere poi del diario? Era notte!” dico iniziando a gesticolare,lo faccio spesso quando entro nel panico.
“No vi giuro,non vi ho mai nascosto niente…vi ho sempre detto tutto…”
Rimaniamo un attimo in silenzio,tra tutte non so chi sia messa peggio,abbiamo delle facce a dir poco sconvolte.
“Non ci sto più a capire niente.” Aggiungo guardando poi Eli.
“Ma …non sarà stata Alexsandra?E’ l’unica che va nel castello in piena notte,forse lei c’era e l’ha detto ad Armand…”
“Si Ila,ma ti ricordo che è da due sere che non la vediamo,non ti ricordi cosa ci ha detto Harrison oggi a pranzo? Che era impegnata per gli esami e si trovava in una libreria in centro…e in più,cosa ci guadagna a dire al preside di tre ragazze che vanno in un castello a leggere di una pagina di diario? Eravamo fuori scuola e fuori dalla scuola Armand non può dire e né fare niente” dice Eli tutto d’un fiato e ha ragione.
“Emh si…ricordo cosa ha detto Harrison si..si,certo” risponde Ila arrossendo.
“Io ti credo Eli e ti do ragione,però vuol dire che…dovremo vederci meglio in questa storia. Siamo qui ormai da 2 settimane e tutte queste coincidenze insieme significano qualcosa” dico guardando poi in basso.
Sono passate delle ore e stiamo tornando al castello. Abbiamo deciso alla fine di tornarci,forse Alexsandra sarà lì,non possiamo escludere niente. Saliamo la scalinata di marmo che ormai sappiamo a memoria,attraversiamo il lungo corridoio e d eccoci di nuovo qui,nella sala illuminata dalla luna e polverosa. Come non detto,la pagina è ancora lì,dove l’avevamo lasciata. Ila si avvicina per prenderla ma…non è la stessa.
“Ragazze,non è la pagina del 14 Ottobre…” ci dice mentre noi accorriamo. Adesso la situazione fa davvero paura,adesso sembra che sia tutto un messaggio.
“Adesso sembra che…ci vogliano lasciare dei messaggi…” dice Eli guardandosi intorno.
“Si certo ahahahah,i fantasmi? Eddai Eli” aggiunge Ila ridendo.
“No,non i fantasmi…chi è su questa terra,gente che noi conosciamo bene….magari il tu Harrison stesso”
“Hey,perché dovrebbe c’entrare Harrison? Lui non c’entra niente,l’abbiamo capito pochi giorni fa!”
“Si ma si dia il caso che lui sa un po’ troppo,è l’unico a sapere sul …secondo me ci sta facendo uno scherzo ben architettato e Armand magari è legato a questo castello e al diario…e lui ce lo sta mettendo contro,magari per farci mandare via!”
“Eli ma stai scherzando????” dico io guardandola male,sta esagerando. Sono sicura che Harrison ci voglia aiutare e che non abbia assolutamente nulla contro di noi…guardo poi Ila,ho paura che tra poco scoppi.
“Prova a ridire qualcosa di male su Harrison e…e…”
“BASTA,LEGGIAMO QUESTA BENEDETTA PAGINA DI DIARIO E DOPO POTREMO COMMENTARE!” dico guardandole male e prendendo la pagina dalla mano di Ila. Mi metto per terra e inizio a leggere.
 
***
 
9 Dicembre 1743
 
La mia camera è sempre così vuota. Mi trovo davanti allo specchio e mi sembra tutto così vuoto,ormai da mesi è così. Le serve passano veloci,è mattina….stanno rifacendo il letto e spolverando. Mi giro per controllare il loro lavoro,mi guardano avvolte ma dall’imbarazzo si rimettono sul lavoro. Non voglio farle imbarazzare…..mi sento davvero così orribile. Mi rigiro verso le specchio guardandomi attentamente. No,non ho niente di bello. Di bello ho solo la mia nobiltà che non ho scelto di avere e le ricchezze. Da quando ho conosciuto Nicholas….vedo il mondo diverso. Mi ha davvero aperto gli occhi,cosa che nessun’altro ha mai saputo fare. Purtroppo,sono confusa e ho un insicurezza che non ho mai avuto in tutta la mia breve vita,sono sempre stata sicura delle mie decisioni….forse anche per il fatto che sono sempre stati gli altri a decidere per me,mio padre ha sempre deciso tutto. Non riesco a reggere questa situazione e non posso fare questo a Joseph….Apro il cassetto guardandomi intorno,non voglio che le serve facciano caso a ciò che sto prendendo in mano, un foglietto grezzo. Lo apro e arrossisco lievemente…è uno dei tanti bigliettini che Nicholas è sempre riuscito a farmi avere. I primi tempi della nostra amicizia ci capitava di vederci grazie a Joseph ma poi,è successo tutto una sera per caso. Ci siamo incontrati inconsciamente nel corridoio dei Wilson e lì,non so bene come,abbiamo capito che sarebbe stato bello vederci anche fuori di nascosto. Già,è andata proprio così…avvolte è lui che viene nei giardini del castello,esco sempre con la scusa di una passeggiata. Amo passare il mio tempo con lui,fare le lunghe camminate,le risate…anche se l’esperienza più bella,forse,è stata quando mi ha portata per Londra,ma non nella Londra che conoscevo. Abitualmente sono abituata a girare il centro della città in carrozza o a piedi accompagnata dalle dame di compagnia e quel giorno,invece,mi portò dove abitava,in periferia. Era tutto così strano,tantissime bancarelle ed erano tutti così semplici,senza collane di perle assurde o parrucchini inutili. E’ stato,credo,uno dei giorni più belli della mia vita. Richiudo il foglietto e mi riguardo dello specchio. Oggi ho appuntamento con lui e credo che sia arrivato il momento di dirgli tutto.
“Milady,va tutto bene?” mi chiede Astoria,una delle nostre serve. Chiudo il più possibile con il pugno della mano il foglietto.
“Si…si,tutto bene. Grazie”
La donna non risponde ed esce dalla stanza insieme alle altre,ora che la camera è perfetta. Voglio che arrivi oggi pomeriggio….ho bisogno di vederlo.
E’ arrivato il pomeriggio e sono uscita,come sempre,per la passeggiata. Ho il cuore a mille….non  credo che reggerò. Mi avvicino lentamente all’albero di abete dove ci ritroviamo sempre….e lui non c’è. E’ sempre stato puntale,adesso ho veramente paura. Non è che….mio padre è venuto a saperlo? Oddio no. Mi giro per guardarmi intorno e nemmeno il tempo di urlare che Nicholas è saltato dall’albero per farmi uno scherzo.
“Sei un idiota!” gli urlo tirandogli una spinta.
“Ma no,milady non le piacciono gli scherzi?”
“Questi di cattivo gusto,no. Per niente.”
Lui non mi risponde e mi sorride,quel sorriso che fa calmare tutto ciò che è intorno. Arrossisco ma cerco di non farglielo notare.
“Oggi devo rincasare prima,tra meno di mezz’ora devo lasciarti” mi dice un po’ giù.
“Per quale motivo?”
“Mio padre ieri ci ha avvisati del ritardo e devo aiutare mia sorella Kathrin per la cena,sperando di trovare qualcosa…”
“Se vuoi posso andare in cucina e..”
“No.” Mi dice,quasi secco.
“No Elenoire,tu sei troppo gentile ma…non credo che abbiamo bisogno di questi favori di caritatismo.”
“Ma non è per carità,è un favore….sul serio”
Si mette a sedere su un sasso vicino all’albero e io uguale,solo che devo stare attenta alla gonna.
“Prima in camera…ho pensato,molto” gli dico tutto d’un fiato,non so nemmeno come ho fatto.
“A cosa?”
“A…a noi,insomma. A Joseph anche…”
Nicholas sospira ma sembra che la pensi come me e mi prende una mano,me l’accarezza dolcemente. Credo che tra non molto inizierò a tremare,non voglio fare brutta figura,non davanti a lui.
“Il problema è proprio lui….Nicholas,io con te sto bene e mi sento a mio agio. Joseph non mi da le stesse sensazioni tue,ho paura. Se lo viene a scoprire è la fine.”
“Lo so,lo so….Joseph è mio amico,se non il mio migliore amico. Ha fatto tanto per me e mi ha fatto conoscere te. Ho tanta paura anch’io Elenoire,perché non potrà continuare per tanto”
“Perché dici così?”
“Mi vedi?...sono povero,e tu sei nobile e fidanzata.”
“Non è stata una scelta mia,per quanto voglia bene a Joseph io…”
Mi blocco e sento le lacrime scendere,dio non volevo arrivare a questo.
“Tu?” mi dice alzandomi il viso ma io cerco di scansarlo con lo sguardo,non voglio che mi veda così.
“Io non lo amo.”
“Lo so che non lo ami,l’ho sempre saputo. Fin dalla prima volta che ti ho vista”
Rimaniamo in silenzio,il solito silenzio imbarazzante.
“Se…se non può durare per molto,vorrei almeno provare a vivere..”
“A vivere?già non lo stai facendo?” mi chiede e ridacchio mentre singhiozzo,le lacrime scendono ancora.
“Perché per me,stare con te,è come vivere.” Dico con il cuore aperto,mi sento finalmente libera da un grandissimo peso. Lui arrossisce ed è bellissimo,quanto vorrei che fosse lui al posto di Joseph…quanto vorrei,ma è impossibile,sto sperando invano. Lo guardo negli occhi e in un attimo si avvicina al mio viso,sento il cuore esplodere…e sento le sue labbra sulle mie. Un breve contatto ma intenso,non ci posso credere….il nostro primo e vero bacio,finalmente. E ho capito due cose,due cose davvero fondamentali : l’amore va vissuto per quanto dura e il mio amore sarà per sempre per questo ragazzo,potrà essere per sempre nascosto ma lui è la mia unica certezza,senza di lui potrei morire anche ora.
 

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Capitolo 12
*** CAPITOLO 12 - The day of fire. - Ilaria ***


Ed ecco in ritardo di un giorno il capitolo 12! Scusate per l’attesta ma ci sono stati problemi di linea e ora possiamo pubblicare uno dei capitoli in assoluto più importanti della storia,forse inizierete a capire e a risolvere qualche dubbio! Buona lettura (:
 
 
CAPITOLO 12 – The day of fire. – Ilaria
 
 
Giulia ha appena smesso di leggere e rimaniamo a bocca aperta. Non tanto per il fatto che i due stavano insieme (l’avevamo già intuito che sarebbe nato del tenero leggendo la prima pagina) ma il fatto che stranamente la seconda pagina che abbiamo trovato è il continuo della prima.
“Cosa ne pensate?” ci chiede Giulia con ancora la pagina in mano.
“Non lo so,ormai è da tempo che non so più cosa pensare…non ha neanche più senso,sta accadendo tutto così .” risponde Eli guardando poi fuori da una delle finestre impolverate.
“Forse….davvero ci stanno lasciando dei messaggi…” aggiungo impaurita,ho fatto di tutto per non crederci ma ora sta diventando così evidente.
“E tu non mi volevi credere!” mi dice Eli guardandomi male.
“Non è che ti volevo credere,è che….è così assurdo. Chi può essere stato?Cosa c’entra questa storia di secoli fa con noi e gli altri?Non ci sono collegamenti.” Dico guardando poi Giulia che annuisce.
“Forse uno c’è.” Aggiunge Eli continuando a guardarci strana.
“Cioè?”
“Harrison”
“Ancora con questa storia?Finitela” dice Giulia prima che potessi controbattere.
“Davvero,smettila Eli…io sono sicura che non c’entra niente,perché lo vuoi attaccare così tanto?” dico alzandomi in piedi per avvicinarmi a lei.
“Te l’ho detto prima. E’ l’unico che sa e l’unico che ci ha aiutate fin’ora,secondo me questo diario era un qualcosa che magari apparteneva ad Armand….e ce lo sta mettendo contro”
“Si ma non ha senso!” rispondo alzando la voce,questa situazione non mi piace….io lo so che Harrison non è il tipo e non mi va di passare sempre per la stupida,questa volta difendo il giusto ed Elisabetta non può incolpare senza delle prove,lei non può.
“Eli se ne sei così sicura,perché non cerchi delle prove?” dice Giulia come se mi avesse letto nella mente.
“Delle prove del perché ci vuole incastrare?Ah beh,certo,potrei tornare anche ora a casa a cercarle subito,o male che vada torno a scuola e lo picchio a sangue per farmi dire tutto!” ci risponde sbuffando,da come l’ha detto forse non è convinta nemmeno lei della colpevolezza di Harrison,forse se n’è resa finalmente conto.
“Sentite,ora dobbiamo pensare solo a cosa fare…e direi che tornare a scuola,intanto,sarebbe un gran bel passo” dico guardandole,stare qui non ha più senso.
“Si,hai ragione….è meglio dormirci sopra e iniziare ad indagare domani” mi risponde Giulia appoggiando la pagina su una sedia lì vicino. Ci giriamo per guardarla ancora per un po’ ma poi decidiamo di uscire dalla sala. Lungo il corridoio,purtroppo,siamo costrette a fermarci di nuovo. Una finestra si è aperta di schianto,del  vento veloce e gelido sta soffiando e noi ci aggrappiamo,è fortissimo.
“Ma cosa sta succedendo??????” urlo presa dal panico arreggendomi bene alle ragazze e neanche il tempo di girarci che dalla sala arrivano dei pezzi di carta che sembrano quasi delle…delle pagine,iniziano a volarci intorno.
“AHHHHHHHHHHHHHHHHH” urliamo tutte insieme più strette che mai e io riesco solo a coprirmi gli occhi sulla spalla di Giulia,ho paura,ho paura,HO PAURA! Lentamente il vento diminuisce  e la finestra,non si sa come,si chiude. Ed eccoci qui,spaventate e scomposte….non so come siano i miei capelli,ma quelli di Eli e Giulia sono tutto tranne che pettinati. Ma la cosa più sconvolgente è che non ci sono più le pagine,hanno volato sopra di noi ma sono come scomparse. Ci guardiamo bene intorno e mi sento gelare.
“…c’è una pagina” dico a bassa voce,indicando l’unica pagina visibile ai nostri occhi per terra,davanti al quadro di una ragazza. Giulia prende il coraggio e si avvicina per prenderla,alza la testa sul quadro e sembra come impietrificata.
“Giu che c’è?” chiedo avvicinandomi. Leggo la targhetta sotto il quadro….rimango ad occhi aperti. Elenoire Spencer. E’ la ragazza delle pagine. Mi allontano velocemente,uguale Giulia con la pagina in mano.
“Oddio ragazze ho paura,mi viene da piangere.” Dice poi iniziando a respirare affannata,lo so che Giulia non mente quando diceva di stare male alla nostra prima visita del castello e mi ricordo perfettamente anche il nostro incontro con Alexsandra qualche sera fa,come l’aveva trattata….come se si conoscessero. Oddio,ho una strana idea nella mente ma è troppo malata,ho troppa immaginazione.
“Dammi la pagina” dico verso Giulia che me la da immediatamente mentre Eli cerca di calmarla.
“E’ nuova anche questa….la data è successiva al 9 Dicembre.” Aggiungo ma tanto era ovvio,ormai non ci stupiamo neanche più.
“Leggila.” Mi dice Eli mettendosi a sedere per terra con Giulia che sta cominciando a calmarsi.
Chiudo un attimo gli occhi mentre mi siedo anch’io,sospiro e inizio a leggere,anche se ho un brutto presentimento.
 
***
 
16 Aprile 1744
 
Niente è per sempre,forse solo l’universo. Il concetto del per sempre è stato studiato per secoli e nessuno è mai arrivato alla conclusione per raggiungere l’eternità,è troppo rara che non si può nemmeno sfiorare.
Nessun bacio è eterno,nessuna emozione,nessun contatto,nessuno sguardo.
Mi ero illusa di poter vivere felice finalmente,libera dai pregiudizi e da quelle mura ornate di stupide ricchezze. Mi sentivo ricca nel cuore ma è stato inutile. Siamo partiti dannati e siamo finiti dannati,non c’è altra via d’uscita.
 
***
 
Non riesco più a leggere,le parole sono scritte velocemente con una scrittura distratta,diversa dalla solita precisa e ordinata. Mi ricompongo un attimo guardando poi le altre che sembrano preoccupate,quello che ho letto per ora è tutto tranne che confortante.
“Ora è tagliato,è tutto scarabocchiato…ah ecco,ora riesco a leggere” dico per poi rimettermi sulla pagina.
 
***
 
Joseph,per una stupida fatalità,ha scoperto la mia relazione segreta con Nicholas e ora mi sento sotto terra. Ci ha scoperti ieri sera,eravamo all’albero dove ci siamo scambiati il primo bacio e adesso ho solamente tanta paura,ci ha visti ed è scappato,non abbiamo avuto modo di fermarlo. Il nostro matrimonio ormai è alle porte e dirlo ai nostri genitori sarebbe un dramma,mi sento un mostro. I suoi occhi erano amareggiati e allo stesso tempo pulsavano pieni d’ira,non l’ho mai visto così arrabbiato e deluso,il mio desiderio non era salire all’altare in pieno tradimento,ho sempre cercato di vivere una vita felice e la mia poca felicità era solo Nicholas che ho perso per sempre,ora non possiamo vederci più. Fuori piove e la mia camera oltre ad essere vuota è gelida,ormai non trovo niente di bello. Sono sicura che non avrò mai più il coraggio di guardare in faccia mio marito,ormai lo posso definire così. La data è fissata per il 24,solamente 8 giorni. 8 giorni e mi legherò per sempre a lui,dovrò passare una vita intera maledetta con il grosso peso del tradimento perché sono stata così stupida e voler pensare solo a me e alla mia felicità. Vorrei morire per non dover passare tutta la mia vita così,non voglio rovinare le vite altrui,non voglio avere gli occhi puntati su di me. Sono sicura che se non succederà ora,prima o poi tutti sapranno di quello che è successo e passerò per la zoccola di turno,io che volevo solo essere felice. Elenoire,hai capito finalmente che la felicità eterna non esiste. Prima o poi dovrai cadere sempre giù….sempre più in giù. Sento bussare la porta e distolgo il mio sguardo dalla finestra asciugandomi il viso,ormai piango da ieri sera e fermarsi è impossibile.
“Avanti” dico cercando di nascondere la mia voce tremante.
E’ mia madre,dev’essere appena tornata dalla passeggiata a cavallo. Cerco di coprirmi il viso con i capelli,non voglio che veda cosa sto passando siccome lei riesce a vedere tutto.
“Elenoire,ho saputo che stamattina non hai voluto fare colazione e non hai nemmeno pranzato. Lo sai che non accetto certi comportamenti” mi dice quasi furiosa sedendosi sul mio letto.
“Non sto molto bene madre,credo di avere un po’ di febbre…” dico per cercare di nascondere il mio viso pallido e gli occhi rossi.
Mia madre sta zitta,brutto segno. Forse ha capito che sto mentendo spudoratamente.
“Non so cosa sia successo,ma anch’io ho avuto i miei 18 anni” dice mentre io alzo la testa di poco per guardarla.
“E so che a quell’età è tutto difficile,noi adulti la prendiamo alla leggera ma è davvero una delle età più dure da passare,soprattutto in periodo di matrimonio.”
Io non rispondo e annuisco,non so a che cosa voglia arrivare.
“Ti dico solo una cosa : cerca di non rovinare tutto e pensa al tuo futuro,pensa che magari un giorno sarai felice”
La guardo negli occhi e…ho capito,ho capito tutto. La mia vita non può ormai cambiare,sono destinata a continuarla con Joseph…e Nicholas è stata la mia gioia giovanile. E’  un ciclo e lui…lui purtroppo,è solo la prima parte di questo.
“E adesso risposati se stai male,ricordati che tra poche ore ti aspettiamo a cena. Vedi di sistemarti e di non mancare” aggiunge alzandosi educatamente  e dandomi un bacio lieve sulla fronte. Esce dalla camera e io mi ritrovo nella mia solitudine….ma con così poco,mi ha fatto capire che devo rivedere Nicholas per un ultimo addio,un ultimo suo abbraccio e poi potrò ricominciare la mia nuova vita e magari,un giorno,riuscirò ad innamorarmi di Joseph.
Sono uscita,dopo essermi sistemata,per la passeggiata ma in realtà sto andando verso un vicolo che mi porta alla casa dove abitano i nostri servi di famiglia,loro sono gli unici che hanno saputo di me e Nicholas in questi mesi,ci hanno aiutato molto e devo sapere da loro dove posso trovarlo...ho solo 2 ore di tempo prima della cena.
Corro con un cappuccio in testa,piove ancora e se qualcuno mi vedesse sarebbe la fine. Busso alla porta  di legno e mi apre Hanna,porta un enorme grembiule bianco,ha i capelli biondi raccolti e gli occhi verdi che danno sempre così tanta sicurezza.
“Lady Elenoire,cosa ci fa qui?Entri subito!” mi dice facendomi entrare immediatamente fradicia. Dentro ci sono anche Albert,il marito,e Eric,loro figlio nonché uno dei pochissimi amici che ho,ha 19 anni e lavora nelle nostre scuderie.
“Ho bisogno urgentemente del vostro aiuto,devo vedere Nicholas.” Dico con voce affannata mentre mi fanno sedere su una sedia e mi danno da bere.
Hanna e Albert si guardano immediatamente e sembrano tutto tranne che tranquilli.
“Noi…noi purtroppo è da ieri che non l’abbiamo rivisto” mi dice Albert con lo sguardo quasi assente.
“Che..che cosa?Non è passato stamattina per andare a lavorare in fabbrica?” chiedo in preda al panico,ho il cuore che batte a mille e sto sudando freddo.
“No,non è passato…ed è sembrato strano anche a noi.” Mi dice Eric grattandosi la nuca.
Dov’è adesso?Non sarà mica rimasto a casa?.....Ho paura,ho una paura immane.  Mi gira la testa,ho un brutto presentimento.
Dopo qualche minuto sentiamo bussare la porta in modo violento,Eric mi prende velocemente e mi nasconde dietro a delle casse.
“Stai ferma qui,potrebbero essere le guardie,se ti vedono  è la fine!” mi dice per poi alzarsi e andare dai suoi genitori. Aprono la porta e…non è possibile. E’ Joseph.
“Sir Wilson che…che cosa ci fa qui?” chiede Hanna facendo un piccolo inchino,sono tutti stupiti.
“So  che Elenoire è qui” dice mentre chiude dietro di se la porta,girando la chiave nella serratura. Mi è gelato il sangue.
“No,ci deve essere un malinteso…” dice Albert ma Joseph ha iniziato la sua ricerca,spostando violentemente i cassoni.
“DOVE SEI ELENOIRE? DOVE SEI LURIDA PUTTANA?” urla mentre io cerco di coprirmi la bocca,sto piangendo a dirotto.
“Eccoti!” dice prendendomi per un braccio e scaraventandomi addosso a Hanna,Albert ed Eric.
“Joseph,che cosa ci fai qui?” gli urlo singhiozzando
“Cosa ci faccio?Ah non lo so,dimmelo un po’ tu.”
“Lo sai che mi dispiace e se…e se non scappavi ieri sera ti avremo spiegato,noi non l’abbiamo fatto apposta,io..ioo…”
“DEVI STARE ZITTA!” mi urla,è davvero furioso. Io suoi occhi di ghiaccio sembrano spruzzare fuoco.
Ma,stranamente,si mette a ridere,una risata quasi sarcastica che ci intimorisce. Dopo essersi messo a sedere ci guarda e sorride con un ghigno.
“Immagino che non avete ancora capito.”
“Cosa…dovremo capire?” dice Eric cercando di coprirmi.
“Siete davvero così ingenui? Non immaginavo tale stupidità….ma se volete,vi rinfresco io le idee.”
Ci guardiamo con la coda dell’occhio e inizio a lacrimare.
“Non pensavo che sarei arrivato a tanto ma,sapete. Di delusioni ne ho ricevute nella vita ma fino a questo punto mai,un affronto del genere nei miei confronti è inaccettabile…..quindi,vi vorrei raccontare una bella storiella.”
Non riesco a capire,non è il Joseph che conosco,non ha la solita eleganza di sempre,la solita compostezza. I capelli sono liberi,non li ha mai tenuti così,ed è vestito molto lente…questo non è lui,neanche nel modo di parlare. Sembra posseduto.
“C’era un giorno un ragazzo povero,senza madre e con cinque sorelle. Questo ragazzo aveva una vita difficile,non poteva studiare e trovare lavoro era quasi impossibile. Un bel giorno,non si sa bene come,un conte decise di prenderselo con se,farlo lavorare nella fabbrica di famiglia. Questo ragazzo era davvero adatto per quel mestiere,riceveva tanti complimenti ed era anche così buono d’animo. Sia il caso che il figlio di tale conte fece la conoscenza del ragazzo e diventarono amici,ottimi amici. Avevano tanti pensieri in comune e al figlio del conte non gli importava se era povero,gli bastava la sua amicizia che era pura e sincera,come erano sinceri gli occhi castani del ragazzo povero. Passò del tempo e il figlio del conte stava per festeggiare il suo fidanzamento con la figlia di una nobile famiglia,erano promessi da tempo e lui era davvero innamorato di questa ragazza. Avrebbe fatto di tutto per quella meraviglia dai capelli castani e lucenti e quei suoi occhi da cerbiatta,avrebbe dato anche la vita. Ma il caso volle che la ragazza conobbe il ragazzo povero,il ormai migliore amico del figlio del conte,e senza minimo ritegno la ragazza regalò il suo cuore a questo ragazzo,nascondendo tutto per mesi e mesi al figlio del conte. Una sera,di Aprile mi sembra,il figlio del conte stava raggiungendo a cavallo il castello della famiglia della fidanzata per gli ultimi preparativi per l’imminente matrimonio e scoprì il tradimento da parte della ragazza e del migliore amico. Il figlio del conte scappo in preda all’ansia e al panico ma non poteva andarsene così,c’era troppo in mezzo,avevano tradito la sua fiducia,l’avevano preso in giro. Così il figlio del conte pensò bene a come agire,l’ira stava cominciando a crescere e ormai non si sentiva neanche più in se. Quella stessa sera,allora,decise di vedere l’ormai ex migliore amico per fargliela pagare,nessuno poteva approfittarsi di lui,NESSUNO. Lasciò una lettera davanti alla povera casa del povero ragazzo e quest’ultimo si presentò al cimitero vicino alla villa della famiglia del giovane conte. Ci fu una litigata ma,ovviamente,il figlio del conte riuscì a finire ciò che aveva in mente,non poteva starsene lì con le mani in mano. Preso dalla rabbia spinse,in una buca preparata apposta,il giovane povero per poi con una pala picchiarlo selvaggiamente e rinchiuderlo dentro,buttando terra su terra sul corpo ormai in fin di vita. Sentiva le urla ma sapeva che era la cosa giusta fare,nessuno poteva prendere in giro il figlio del conte,nessuno poteva.”
Finisce di parlare appoggiandosi al tavolo e poi ridendo…ma nella sala è calata la morte.
Mi accascio per terra senza pensarci,non riesco a ricollegare e se è successo veramente…Nicholas è….Nicholas è…
“HAI UCCISO IL RAGAZZO?” urlò Albert pieno di rabbia,sembra quasi pronto a scagliarsi su Joseph. Hanna sta piangendo e si è abbassata per abbracciarmi,io non riesco nemmeno a piangere,fo a fatica a respirare perché non è vero,sono sicura che non può essere vero. Inizio a vedere delle immagini che passano,offuscate ma allo stesso tempo nitide. Vedo io e Joseph da bambini che ci tenevamo per mano e poi vedo Nicholas quando arrossiva dall’imbarazzo…..vedo Nicholas che mi dice ti amo,il suo ultimo ti amo.
Joseph non risponde,si limita a ridacchiare guardandomi in continuazione.
“Sei…sei un mostro…io,io ti ammazzo!” urla Eric prendendo la rincorsa ma Alberto lo ferma,non ne vale la pena.
“Hey calma,la mia storia non è ancora finita.”
Non riesco a reagire,vorrei solo la sua morte ora. Non ha più senso vivere adesso,non ho avuto la possibilità di rivederlo un'altra volta,non voglio più stare così,non voglio.
“Il figlio del conte,dopo essere tornato a casa decise che la vendetta non poteva essere finita lì,aveva bisogno anche di chi avrebbe dato tutto ma non ha mai ricevuto nulla….e il figlio del conte era sicuro che doveva ricevere tutto. Il giorno dopo,in pieno pomeriggio,decise di raggiungere la promessa sposa che,guarda caso,era a casa dei servi di famiglia,gli unici che sapevano e aiutavano la coppia clandestina,alle spalle del figlio del conte. Ormai era lì….e il gioco,doveva finire.”
Si è alzato in pieni e in mano ha un pacchetto di fiammiferi,ne accende uno e lo butta sulla paglia lì vicino….la casa è modesta e non ci vorrà molto perché tutto vada a fuoco.
Non so come ma mi alzo da terra e mi butto su di lui ma mi prende per i polsi,mi tiene troppo forte.
“TI ODIO,TI ODIO,TU NON DOVEVI,SEI UN MOSTRO!” gli urlo in faccia ma poi lui mi lascia e mi tira uno schiaffi. Eric prende il mio posto e gli tira un pugno.
“TANTO DA QUI NON POTETE Più USCIRE E NON USCIRO’ NEMMENO IO!” urla mentre il fuoco sta cominciando ad espandersi,il fumo si fa sempre più alto. E’ finita,siamo spacciati. Cerco di aprire le finestre mentre Albert e Hanna sono presi dal panico,si tengono abbracciati e piangono. Joseph ride anche se la morte è imminente,se non aveva più senso vivere per noi,nemmeno per lui ormai. Eppure non voglio finire così,non voglio senza aver rivisto i miei genitori,la mia casa,i miei cavalli,le mie vecchie lettere. Mi accascio vicino alla finestra sofferente,il caldo è ormai assurdo e respirare è quasi impossibile. Riesco amalapena a tendere gli occhi aperti,vedo crollare tutto ed Eric è per terra. Joseph sembra l’unico ancora in piedi ma barcolla e per un attimo mi è sembrato di vederlo impazzire,come se si fosse pentito e volesse uscire. Inizia a correre verso la porta ma prende fuoco e….non lo so. Non so cosa sia successo dopo. Non ho avuto modo di fare troppi pensieri,ho sentito solo la mia testa cadere per terra,la mia pelle bruciare e i miei respiri diminuire,il mio cuore cedere….l’unica cosa fresca erano le mie lacrime sul viso che scomparivano carbonizzate con i miei sensi e il mio corpo.
Non so cosa sia successo,non respiravo.
So solo che vedevo,dopo un po’. Credevo di essermi svegliata da un incubo ma non ero più reale… e l’incubo era davanti a me. Tutto bruciato ed un enorme folla che assisteva,era tutto svanito. Mi sentivo leggera però,ero lì vicina ma nessuno poteva vedermi. Ora sono tornata a casa e sono riuscita a scrivere questo mio ultimo pezzo,in casa non c’è nessuno….avranno saputo della mia scomparsa. Ma non importa,il mio diario deve sapere come il mio corpo ha lasciato questa terra ma non la mia mente. Rimarrò qui per molto,me lo sento. Devo ritrovare Nicholas.

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Capitolo 13
*** CAPITOLO 13 – Ghosts, madness and questions. - Elisabetta ***


Eccoci con il tredicesimo capitolo. Grazie ancora per chi ci segue e recensione: continuate così, umani!!

 
CAPITOLO 13 – Ghosts, madness and questions. - Elisabetta


 
Rimaniamo per un attimo immobili e deglutiamo “ Caspita..proprio una gran serata eh..” mormora Ilaria in preda al panico
 “ Ma ragazze..possibile che ogni volta troviamo pagine di un diario? E in ordine??” dico io cercando di non gridare “ Nonononono, questo posto mi piace sempre meno. No eh, basta fare le escursioniste di stò cazzo, io non voglio entrare in qualche giro di malsani!” dice Ilaria andando verso la porta
 “Ilaria ma perché fai così?! Cristo un minimo di curiosità!” dico io fermandola per il braccio “ Mi si è evaporata appena ho visto come vanno le nostre scoperte!” effettivamente, queste pagine tutte di fila sono troppo sospette. Decidiamo così di andarcene dal Castello; inutile stare in un posto simile con certi indizi, visto che noi siamo venute in questo paese SOLO e SOLTANTO per studio.
 Appena raggiungiamo la porta, sentiamo un colpo secco; la finestra a fondo sala si è improvvisamente chiusa e ha sbattuto.
“ Cazzo, cos’è stato?!” sbotta di colpo Giulia; ci giriamo verso le altre finestre e notiamo che fuori non tira un alito di vento. Di colpo anche le altre si chiudono di botto, una alla volta e rimaniamo illuminate solo dal lampadario. Corriamo verso la porta e non riusciamo a
 ad aprirla
“ PERCHé NON SI APRE?! CHE DIAVOLO STA SUCCEDENDO?!” urlo anche io ormai presa dal panico
“ APRITI!” gridano Giulia e Ilaria. 
“ Non fate forza, tanto non si apre “
..oh cavolo, adesso che succede??? Sentiamo una voce femminile e ci voltiamo lentamente alle nostre spalle, come cubetti di ghiaccio.
 Non..non crediamo ai nostri occhi: LARA???
“LARA, MA CHE CI FATE QUI?!” urliamo spiaccicandoci alla porta. La donna procede verso di noi lentamente “ Ragazze, non urlate dai. La porta è molto vecchia, quindi alcune volte si blocca. Per quanto riguarda le finestre, avranno sbattuto per qualche rumore fuori, essendo anche esse molto vecchie. E poi ora ci siamo anche noi, su “ conclude con uno dei suoi soliti sorrisi
“ Noi?” chiede Giulia
“ Si, noi “ dice una voce molto famigliare: Harrison e Drew fanno capolino dal buio
“ HARRISON?!!” impreca Ilaria
“ Ma che ci fate voi tre?” chiede Giulia
“ Eravamo nei paraggi ma abbiamo visto il tempo cambiare e ci siamo rifugiati qua dentro "dice Drew
“ Si, come no. Fuori il tempo non è da riparo. Lo so io perché siete entrati e devo RINGRAZIARE Harrison!” sono già irritata per questo fatto delle lettere, ora che ho la sensazione che quell’Harrison ci ha tradite, non ci vedo più.
 Mi avvicino a lui e lo afferro per il colletto
“ VOI INGLESE SAPETE COS’è IL SILENZIO?!” gli urlo io, Giulia e Ilaria mi afferrano per le spalle
“ Smettila Eli! Non fare così!”
“M-ma che, che diavolo ti salta in mente?! Io non ho fatto niente di male!” dice lui allontanandosi impaurito.
 Mi calmo facendo un grande sospiro
“ Non so cosa pensavi Elisabetta, ma noi siamo qui per caso. Non ti preoccupare “ mi rassicura Lara mettendomi una mano sulla spalla
“ Ma come faccio a non preoccuparmi?? Vi vedo spuntare dal nulla e poi non devo nemmeno preoccuparmi??” i tre si guardano per qualche secondo
 “ Che dite? La finiamo con questa falsa?” chiede Harrison a suo padre
“ Ma si dai..siamo stati anche abbastanza infantili “ dice Drew. Ma cosa stanno dicendo?! Di che stanno parlando??
“ Ragazze, non vi spaventate vi prego. Non siamo qua con intenzioni ostili. “ ci dice Lara allontanandosi.
 Noi ci guardiamo: non riusciamo proprio a capire, la nostra mente è come un’enorme strada di montagna inondata dalla troppa nebbia. La famiglia si allontana e va verso il centro della sala.
 “ Noi siamo fantasmi venuti sulla terra per finire un lavoro iniziato tanto tanto tempo fa. Non siamo fantasmi cattivi, non facciamo del male a nessuno e non facciamo impazzire le persone come nei film.
 Siamo qua per finire un lavoro” … detto questo, ci fanno vedere come oltrepassano i muri o come possono essere oltrepassati da oggi di ogni materiale. Noi per un attimo rimaniamo paralizzate e poi cerchiamo di controllarci
 “ V-voi..voi siete fantasmi..fantasmi, veri fantasmi stile nonnino che torna nella propria casa versione spettro e..e fa finta di essere umano..e..oh cazzo “ farfuglia Ilaria non credendoci neppure lei
“ Si Ilaria, non siamo fantasmi!!” dice Harrison sghignazzando e andandole vicino
 “ Possiamo fare tante cose a voi vivi!” ride per poi trapassarle il petto con la mano. Ilaria rimane imbambolata e noi la guardiamo
“ Hem..I-Ila? Tutto apposto?” fa Giulia con un mezzo sorriso
“ Oh cazzo, che figataaaaa!!” ..penso stia sdrammatizzando..
“ E’ come se ci fosse una folata di vento tiepido vicino a me!!” ok, non sta sdrammatizzando. Si ma..nonostante l’entusiasmo di Ilaria, dobbiamo tener conto che..ABBIAMO ACCANTO A NOI CREATURE CHE DOVREBBERO ESSERE SOTTOTERRA DA SECOLI!!!!!!
 Io mi appoggio al muro squadrando le tre figure; abbiamo avuto al nostro fianco tre fantasmi per così tanto tempo e..e non ce ne siamo rese conto??? Oh cavolo. Cerco poi di ricompormi e di tentare una conversazione rompighiaccio, avvicinandomi a Lara
 “ Ma..come avete fatto a ..a nascondere la vostra vera identità per così tanti giorni..? Voglio dire, i fantasmi non dovrebbero semplicemente oltrepassare oggetti e non essere visti da nessuno tranne che..da parenti?” appena dico parenti, loro sussultano e si guardando, ma Drew mi sorride
“ Avete visto troppi film ragazze, ahahaha. No ma sul serio, ora vi spiego tutto. Quando siamo morti, portavamo con noi un rancore imperdonabile e, essendo tutti credenti in Dio, l’idea di finire in un girone dell’Inferno per questo nostro peccato, non era il massimo ecco. Così, abbiamo fatto un patto con un custode dell’aldilà; fino a che non compiamo la nostra vendetta, resteremo nella casa in cui abbiamo vissuto, sottoforma di fantasmi. Ciononostante, ci sono vari tipi di spettri: noi possiamo far diventare il nostro corpo come un tempo e possiamo sia interagire che toccare.”conclude con uno dei suoi soliti sorrisini. Io continuo a guardarli e non riesco davvero a crederci, nonostante il mio profondo interesse per il paranormale.  Ad un certo punto,e quasi me l’aspettavo,da dietro a loro vediamo Alexsandra,sempre con i soliti capelli sciolti e la solita vestaglia. Noi ci guardiamo un attimo mentre Lara e Drew l’abbracciano.
“ Q-quindi..anche tu Ale sei un fantasma?” chiedo spontaneamente,ormai è così prevedibile. Lei ci guarda con uno sguardo dolce e sospira.
 “ Si..tutti e tre siamo fantasmi..tutti e tre portiamo rancore..” beh, da come parla e si esprime, presumo sia quella che porta più rancore di tutti.
 Ma..il fatto del diario e del Castello? Perché tutti questi indizi? La tensione è tesissima..e, io non riesco davvero ancora a crederci.
 Pensavo che questo viaggio, ci portasse a scoprire interessanti storie sull’Inghilterra e non in una casa stile Casper!! Scoprire poi che la tua famiglia ospite si rivela essere un gruppo di fantasmi non ancora passati oltre…cavolo…deve essere il massimo della sorpresa. Però, da una parte penso sia tutto uno scherzo e dall’altra no: voglio dire, perché mai dei fantasmi ci stanno nascondendo cose che, dal loro sguardo, sanno alla perfezione? Non possiamo certo obbligarli a parlare..ma è tutto così misterioso. Così, irritante e misterioso.
“Se siamo qui,con voi,comunque ci sono dei motivi…..e spero che abbiate letto attentamente le pagine di diario” ci dice poi Alexsandra concludendo quei minuti di silenzio.
“Si…si,li abbiamo letti bene ma non riusciamo ancora bene a collegare…” risponde Giulia mentre la ragazza dai lunghi capelli fa un passo indietro,tra Harrison e Drew e si guardano,quasi pronti per liberarsi.
“Ci sembra giusto farvi vedere la nostra forma originale e spero che capiate” aggiunge Lara per poi,quasi per incanto,farsi invadere da una scia di vento che sembra quasi bianca,uguale gli altri tre. Noi ci avviciniamo impaurite,insomma….dobbiamo ancora realizzare e questi adesso SI TRASFORMANO????La scia quasi scompare e davanti a noi si presentano  4 persone quasi totalmente diverse,i tratti del viso sono simili ma sono davvero delle persone nuove….e in abiti del 700.
No,non è possibile. Li guardiamo bene e credo di avere ricollegato….soprattutto,ciò che ci risale più agli occhi,è la ragazza che si trova al posto di Alexsandra. Ha gli occhi marroni da cerbiatta e i capelli raccolti castani. E’ la ragazza del quadro,è Lady Elenoire. Oh mio dio.
“Tu…tu sei….Lady Elenoire?” chiediamo ancora più sconvolte,adesso è veramente tutto collegato,adesso molti dei nostri dubbi sono finalmente risolti.
“E…e voi siete Albert,Hanno e Eric?” chiede Ila un po’ delusa notando come Harrison sia cambiato,decisamente l’opposto di come si presenta sotto sembianze umane.
“Vi abbiamo fatto leggere il diario perché siamo sicuri che voi ci potrete aiutare,abbiamo aspettato per così tanto tempo questo momento” ci dice Elenoire sorridendo.
“Si ma….perchè noi?” chiedo tremando un po’ con la voce
“Tutto con il giusto tempo,vi spiegheremo con il tempo perché. Vi prego,fidatevi di noi” ci dice Albert guardandoci con fare paterno.
 “ Scusateci solo un secondo “ dice poi Giulia sorridendo a stento. Andiamo verso la porta e ci rannicchiamo, mentre i quattro rimangono immobili e sorridenti come il loro solito
“ Ragazze, io sto impazzendo. Sono…cioè….sono quelli del diario,io non ci capisco più niente!!!”dice sottovoce ma assai schizzata Ilaria
 “ Lo so..è tutto così..impossibile? Si, direi che impossibile è la parola giusta.” dico io guardando a terra
“ Ma perché non vogliono dirci perché dobbiamo aiutarli? Ma soprattutto, perché c’hanno rivelato che sono fantasmi sin da subito?” fa Giulia
 “ Che poi, noi mica siamo sterminatrici o roba simile. Voglio dire, l’hanno visto che siamo solo ragazzine di città venute qua per studiare!....come possiamo essere d’aiuto???” continua. Rimaniamo in silenzio, per poi volgere lo sguardo ai quattro
“ Beh..presumo che non abbiamo scelta..dobbiamo continuare a stare con loro “ dico io sospirando
“ Cosa???? Eli ma sei fuori o che?? “impreca Ilaria
“ Stai dicendo per caso che dobbiamo continuare a vivere sotto lo stesso tetto di quattro fantasmi?” continua Giulia
“ Sentite. Anche a me questa situazione non piace, ok? Ma non possiamo farci niente. Non conosciamo Londra, non conosciamo Oxford. Siamo fiorentine cazzo, non inglesi! Dobbiamo pur avere un punto di riferimento, quindi restiamo con loro anche nei prossimi giorni e vediamo che succede. Non dobbiamo dire niente né ad Armand né al resto della comitiva. Restiamo con Lara, Drew, Alexandra e Harrison o per meglio dire Lady Elenoire e co. fino a quando non avremo prove o sostenitori sufficienti. E’ l’unico modo ragazze, non possiamo rovinare tutto appena è cominciato” concludo io.
 Giulia e Ilaria mi guardano e sospirano. I quattro,notando che abbiamo trovato una soluzione,con la stessa scia di vento biancastra di prima tornano con le loro sembianze umane,come se tutto fosse normale insomma.
“ Torniamo a casa ragazze…vi chiedo,nuovamente,da parte di tutti noi la vostra completa fiducia. “ ci dice Lara sorridendo e porgendoci la mano. Ci guardiamo per un attimo e poi torniamo sul sentiero: questa storia sta diventando sempre più complicata.
 
 
 
 
 

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Capitolo 14
*** CAPITOLO 14 - Heartless. - Giulia ***


Buonasera a tutti! Ecco qui il capitolo 14,ringraziamo per le visite e aspettiamo commenti,buona lettura (:
 
 
CAPITOLO 14 - Heartless. - Giulia.
 

Sono passati esattamente due giorni  e ormai sono quasi 3 settimane che siamo qui a Londra. Che dire….sono stati due giorni strani. Abbiamo studiato,abbiamo fatto qualche giro in centro città,siamo uscite anche ieri sera con i nostri compagni ma siamo ancora così sconvolte che divertirci è stato impossibile. Io non faccio altro che pensare a ciò che è successo,al fatto che un po’ me lo sentivo dentro di me : il mal di testa alla prima gita,il quadro che mi attirava,Alexsandra…..e adesso,è tutto così collegato e inverosimile. Eppure è vero,tutto vero. Elisabetta sembra,forse,la più eccitata tra tutte noi,è preoccupata della situazione ma è stata l’unica decisa a rimanere con la famiglia,forse vuole capire molto di più,infondo dobbiamo ancora capire perché Armand sapeva del diario. Ilaria,invece,sembra sconvolta per tutt’altro. E’ sconvolta per il fatto che Harrison in realtà sia un fantasma e non è reale,prendendo il posto dell’originale mingherlino Eric. In poche parole,il suo piano di avere una probabile relazione con lui è svanito,dal momento che secondo il patto il suo corpo carnale rimarrà finchè non avranno compiuto la loro vendetta e a quanto pare,grazie a noi,ce la faranno. Non c’è che dire,tra tutte e tre siamo poco pensierose. In casa la tensione si sente,i coniugi non riusciamo più a guardarli come prima anche se loro cercano sempre di rassicurarci,uguale Harrison che continua ad aiutarci con i compiti ed altro ma per noi è così complicato,Ila avvolte quasi scoppia a piangere. Il problema più grande è,soprattutto,che non possiamo dirlo a nessuno….e questo ci sta consumando. E’ difficile non poterne parlare con i nostri compagni,difficilissimo. Vorrei tanto dire tutto a tutti,nessuno mi crederebbe ma almeno avrei buttato fuori questo enorme peso…e lo direi anche a lui. Sospiro un attimo,se solo fosse qui. E’ così brutto sentirlo solo per telefono e per giunta,di nascosto. E’ complicato da spiegare….diciamo semplicemente che Ilaria non si immagina che io e suo fratello,Andrea,siamo in buoni rapporti. Ci conosciamo da quando eravamo piccoli e io e lui litigavamo sempre,Ila cercava di far finire le nostre litigate ma noi continuavamo. Beh,eravamo piccoli ed era anche comprensibile….ora che siamo cresciuti,non so,direi che la situazione è cambiata….è cambiata da quando io,Eli e Ila abbiamo finito il liceo e siamo andate all’università. Abbiamo cominciato a guardarci con occhi diversi (oddio,occhi….forse così sembra equivoco) e abbiamo cominciato a rispettarci,a diventare amici. Peccato che più passa il tempo ,più lo conosco e più mi sento bene con lui,vorrei davvero tanto dirglielo....Ora siamo nella nostra camera,sono quasi le dieci di sera e la tv è accesa….ma nessuna di noi la sta guardando. Io sono vicina alla finestra e guardo fuori,dove c’è esattamente il viottolo per raggiungere il castello,Eli sta leggendo qualcosa sul giornale mentre Ila è in piedi,che fa su e giù per la camera.  
“Questa situazione non posso reggerla per molto!” dice alzando la voce mentre noi la rimproveriamo con uno SH!,potrebbero sentirci,alla fine potrebbero essere qui dentro….sai,possono diventare anche invisibili.
“Ila stai calma,io non vedo perché devi continuare ad agitarti dopo 48 ore…”
“Beh non so,forse perché TUTTO IL MONDO si chiede ancora dell’esistenza dei fantasmi e noi potremo benissimo dirlo,raccontarlo ai giornali e diventare ricche sfondate?Non è male come idea no? Pensateci bene”
“Ma anche no…non mi sembra giusto nei loro confronti,ma che discorso è?” rispondo io distogliendo lo sguardo dalla finestra
“Si,era per dire ma già non poterlo dire a nessuno,nemmeno a miei e nemmeno ad Andrea!”
Appena pronuncia quel nome arrossisco lievemente senza farmi notare e ritorno a guardare fuori dalla finestra.
“Anche per noi è dura non poterlo dire ai nostri amici e soprattutto ai nostri parenti,però abbiamo dato la nostra fiducia e loro si fidano di noi. Non possiamo farli questo e li saremo d’aiuto,in qualche modo.” Risponde Eli chiudendo il libro ed appoggiandolo sul letto.
“Io…io,no. Davvero,no sto male”
Detto questo Ila si gira un attimo notando il suo cellulare sul comodino e con nonchalance si butta su di questo.
“ILARIA COSA CAZZO FAI?” urlo cercando di fermarla con  Eli ma lei è già riuscita a comporre il numero e non riusciamo a fermarla. Si è divincolata dalla nostra presa e si è buttata in bagno chiudendo la porta a chiave,cristo non possiamo iniziare a battere la porta e ad urlare,sono quasi le 10 e 30 di sera e gli altri potrebbero sentirci.
“Ma che cazzo le è saltato per la testa??? Tanto nessuno le crederà,la prenderanno per pazza,cosa che tutti crediamo da una vita e la storia finirà!”dico io cercando di fare la tranquilla ma di tranquillo non c’è NIENTE,bisogna vedere a chi ha telefonato.
“No,non credo che sia così semplice la situazione…..tanto lo sapevo,una di noi prima o poi sarebbe impazzita,è un peso troppo grande….spero solo che abbia fatto la cosa giusta,nel senso non abbia telefonato a giornali o televisioni…anche se,in effetti,non ha i numeri. Ok,siamo al sicuro”
Passano altri minuti e la tensione è alta,se non esce da quel bagno buttiamo giù la porta. Sentiamo un ticchettio e vediamo il pomello girarsi,Ila è appena uscita con una faccia tranquilla e il sorriso sulla bocca.
“TU SEI UNA…!” dice alzando un po’ la voce Eli indicandola ma Ila è troppo tranquilla.
“Hey calme,è andato tutto bene!” dice mentre noi possiamo solo fare un passo indietro a guardarla male.
“….stai scherzando?”
“Ma no….ho telefonato ad Andrea,dice ti saluta Giu”
La guardo un attimo e questa volta non riesco a nascondere il rossore ma per fortuna non ci hanno fatto caso.
“ah…ah grazie” rispondo spostandomi un ciuffo di capelli dietro l’orecchio.
“Eh,domani sarà qui!” dice come se fosse una cosa normale.
“CHE COSA??” urliamo io ed Eli,ora ci mancava solo questa.
“Eh già,gli ho spiegato tutto e lui non ci credeva ma poi sono scoppiata letteralmente a piangere,non immaginate quanto mi sento libera adesso e quindi,niente,ha detto che prende il primo aereo e ci raggiunge,non vedo l’ora!”
Rimaniamo a bocca aperta e in silenzio.
“Tu…tu….no. Stai scherzando.” Dice Eli guardando poi me.
“Hai fatto spaventare Andrea così tanto da convincerlo a venire qui,DA NOI?” dico preoccupata ma anche sollevata,oddio…..domani sarà qui. Il mio cuore batte all’impazzata ma perché,madonna Giulia smettila e cerca di stare tranquilla,hai ben altro da pensare.
“Ragazze,non andate a letto?”
Ci giriamo e c’è Harrison che aspetta una risposta da noi. Ila lo guarda malvagiamente e gli passa accanto quasi spingendolo e tornando in camera.
“Ma…cos’ha?” ci chiede grattandosi la nuca.
“Dovresti immaginartelo genio” rispondo per poi entrare anch’io in camera seguita da Eli e Harrison.
Il ragazzo si avvicina un attimo ad Ila ma lei,seduta sulla poltroncina accanto alla scrivania mentre giocherella con un pupazzino fa finta di non notarlo.
“Senti,mi dispiace. Sono passati due giorni e posso capire che sei ancora scioccata…ma Elisabetta e Giulia mi hanno già perdonato per avervi mentito e manchi solo tu.”
“….”
“Lo so,lo so che provavi qualcosa per me.” Dice Harrison ma Ila lo fulmina con lo sguardo e si alza di botto.
“Beh,si. Ti trovavo carino e si,credevo di poterci provare con te. Evidentemente,no. Non è andata come immaginavo. E no,non mi importa se sei…insomma,se sei così in versione umana,tanto lo so che non potrebbe durare e da parte non c’è mai stato niente,vero? NO!” dice per poi stritolare e buttare verso il muro il pupazzino,che dire,è poco arrabbiata. Harrison rimane in silenzio ed imbarazzato e guarda noi che non sappiamo come rispondergli.
“….prima o poi ti farò cambiare idea.” Dice per poi sedersi sulla poltroncina dove era seduta e dove lei,velocemente,si sposta rossa come un peperone.
“Ok,scusate…non è per interrompere le vostre questioni sentimentali ma ci sarebbero altri problemi in corso e insomma…cioè,TUO FRATELLO VERRA’ QUI’ PERCHE’ HA SCOPERTO DI LORO?” dice Elisabetta indicando che Harrison che guarda Ila.
“Tu….tu che cosa hai fatto?” dice guardando minacciosamente Ilaria che da rossa peperone è sbiancata.
“Io…io…sono scoppiata. E non potevo non dirlo a nessuno,Andrea è mio fratello ed è sempre stato uno dei pochi che mi ha sempre ascoltata e capita….io avevo bisogno di dirglielo…”
“Si ma pensa poi se lo dirà a qualcun altro?Doveva rimanere un segreto e se Lady Elenoire,per voi Alexandra,lo verrà a sapere non so come reagirà,si fida ciecamente di voi!”
“Harrison ti puoi fidare.  Andrea se deve tenere un segreto lo tiene.” Dico io sicura,quasi come per difenderlo.
“Ok,mi voglio fidare….ma che non sia un impiccio!”
“No,certo che non lo sarà!” dice Ila facendo il segno del giurin giurello.
“Comunque venivo da voi non solo per chiedervi perché non eravate a letto,ma perché mio padre dopo varie ricerche è riuscito ad individuare il fantasma di Joseph…”
“…eh?” dico io quasi ridendo,non mi torna.
“E’ rimasto anche lui in circolazione?” chiede Elisabetta
“Si….se noi siamo ancora in “vita” è perché anche lui è ancora qui….però non siamo mai riusciti ad individuare la sua entità,scompariva e appariva ma oggi pomeriggio è successo un fatto strano….la sua entità era superiore,ed è stata individuata nei pressi del castello. Ovviamente è scomparsa subito ma siamo certi che sia qui,da qualche parte.”
“Quindi,la vostra vendetta sarà vicina?” chiede Eli sospirando.
“Si,è arrivato il vostro momento di aiutarci…”
Alzo il sopracciglio. Quanto non sopporto l’idea di non sapere il PERCHE’ dobbiamo aiutarli. Voglio sapere,ora e subito.
 
 
 
 

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Capitolo 15
*** CAPITOLO 15 - Sad surprise. - Ilaria ***


Ed ecco qui il 15° capitolo,in via eccezionale dopo 24 ore dal 14°! Vogliamo recuperare un po’ di tempo ora che la storia è entrata nel vivo e ormai manca veramente poco alla fine. Ringraziamo per le visite e buona lettura ^^


 
CAPITOLO 15 - Sad surprises.- Ilaria.


 
Mattina; già..la mattina inglese ormai non riesce più a stupirmi! Dopo tutto ciò che è accaduto in questo periodo, penso che poche cose mi stupiranno. E dire che prendevo sempre per il sedere quella Melinda di GhostWhisperer con il suo modo di “far passare oltre” e ora?? Ora mi sa che saremo noi a dover far passare oltre la gente.Mi alzo e vesto mentre attendo le altre due. Scendiamo verso la cucina e Lara ci sorride come sempre
“ Buongiorno ragazze, oggi purtroppo non abbiamo il succo quindi dovremo accontentarci di tè e latte “ ci sediamo al tavolo e prendiamo latte e qualche pasta che ci prepara lei. La donna ci osserva e poi si siede
“ Approposito…al Castello ci sono stati altri, segnali ecco..” noi ci guardiamo
“ Ah..davvero?” chiede Giulia
 “ Si. A quanto pare si..” dice abbassando lo sguardo e stringendo la tazza tiepida con le mani
“ Mmmh..beh, ora cosa facciamo?” chiede Giulia
“ Io non lo so..questa situazione diventa ogni giorno sempre più complicata..” dico io alzandomi e andando verso la finestra, con le braccia conserte
“ Troviamo fantasmi che fino a un minuto fa ci sembravano normalissimi umani..cosa faremo poi? Ci metteremo a caccia di Vampiri e Licantropi?” dico guardando fuori dalla finestra
“ Ma dai Ila..loro dopotutto, hanno bisogno del nostro aiuto” fa Giulia guardandomi. Mi volto poggiandomi con la schiena alla portafinestra e rimango con le braccia conserte
 “ Aiuto? Siamo solo studentesse e per giunta native di un altro paese! Che aiuto vuoi dare Giulia? Voglio dire, non abbiamo poteri o amuleti, che senso ha stare qua a fare certe congetture?”
“ Ma andiamo ragazze! Che fine ha fatto il vostro senso dell’avventura ?”
dice Harrison comparendo vicino a me, io mi allontano di poco rimanendo con le braccia incrociate,non lo sopporto quando entra così
 “ E tu che vorresti Harrison? Non mi sembra che nessuno ti abbia chiamato” fa Eli
“ ELI!” imprechiamo io e Giulia
“ Tsk..”
“ Ahaha, tranquille. Ci sono abituato ai limoni. Comunque, voi ora venite con me e poche storie!” noi lo guardiamo un po’ perplesse
“ C-come scusa?” fa Giulia
“ Andiamo al castello; voglio sapere che succede.” dice lui entusiasta
“ Vi rendete conto che potrete avere tutte le risposte che cercate??” vuole davvero farci andare la..uff..io non penso di avere altra scelta. Giulia ed Eli approvano di certo..
“ Andiamo Ila! Facciamo luce su questo mistero!” mi dice Giulia
“ Sentite, il discorso del tipo non ha tutti i torti. In quel castello, ci sono le risposte che vogliamo.Quindi muoviamo il culo e andiamocene, ne ho fin sopra la testa di queste domande prive di risposta!” sbraiata Eli prendendo la giacca e andando sul retro della casa.
“ Si..non ha tutti i torti..” faccio io sospirando
“ E va bene, andiamo su..”
“ Bene, finalmente.” fa Harrison. Usciamo dalla casa e prendiamo la strada sul retro dell’abitazione.
 “ Entriamo dal retro, così ci impieghiamo meno tempo!” dice Harrison facendoci strada; Effettivamente, abbiamo risparmiato dieci minuti di cammino! Entriamo mettendo al suolo delle travi che bloccavano la porta
“ Questa era l’uscita secondaria in caso di emergenza, dovrebbe dare su una parte della sala” dice Harrison mentre ci osserva sgomberare la porta.Una volta tolte tutte le travi, entriamo e ci ritroviamo proprio dove diceva lui, nella Sala.
“ Bene, iniziamo ad esplorare.” dice Eli. Ci avventuriamo nelle stanze del Castello; non essendo ancora buio, si notano molti particolari che le altre volte non potevamo scorgere. Arrivati al corridoio , sentiamo rompere un vetro e ci blocchiamo dalla paura..siamo tesissimi
“ Ancora sicuri di proseguire??” chiedo io mugugliando
“ Zitta, non pensiamo ai rumori che si sentono. Altrimenti sarà tutto inutile!” mi rimprovera Eli
“ Saggia come sempre, mia cara Elisabetta “questa voce, non è per niente nuova: da una stanza compare il preside insieme a Mina! Cazzo, mancavano pure loro a complicare la situazione! Come minimo ci rimanderanno a Firenze, visto che siamo entrate in un posto negato al pubblico! Eli sgrana gli occhi
“ A-armand!” ….sembra che l’abbia visto la Madonna..
 “ Pensavo che, nella vostra giornata libera, come programma ci fossero ore a fare shopping. E invece, vi trovo a giocare a Indiana Jones in un Castello diroccato? Interessante..”dice l’uomo avanzando verso di noi. Al suo fianco c’è anche Mina ma non dice niente. Eli, del tutto emozionata si avvicina ad Armand
“ Armand, cosa siete venuti a fare te e Mina qua?” pure del tu da…?Ma è impazzita?!
“Dovevamo constatare una cosa…e voi?” chiede sorridendole
“ Beh “ Giulia le tappa la bocca indietreggiando “
 UN GIRO!” urla mentre Eli si divincola.
“ Ma che diavolo..?” Harrison porta via Eli dietro di noi
“ Stupida, vuoi forse spifferare tutto al preside?! A me quel tipo non mi piace, non mi piace per niente anche se è il nostro preside! Vedi di startene muta!” Non ho mai visto Harrison così nervoso..sembra quasi che, la presenza di Armand dopo il suo piccolo discorso, l’abbia irritato o qualcosa di..non so..strano. Eli afferra per il colletto il ragazzo e lo guarda con puro odio, non è mai stata così furiosa
“ NON METTERMI LE MANI ADDOSSO CAZZO! OSI DARMI ORDINI?!” io e Giulia separiamo i due
“ ELI VUOI CALMARTI MINCHIA?!” le dico io, lei si volta sbuffando e Harrison sospira massaggiandosi la testa. Mentre i due litigavano, Armand ha sorriso in modo assai sospetto, specialmente quando Eli ha iniziato a sclerale..mmh..
“ Via via, non è il caso di scaldarsi tanto, ragazzi. Io e la mia collega..siamo giunti fin qua per sistemare delle cose “ Eli si riprende e guarda Armand, alzando un sopracciglio
“ Che tipo di cose..?” il preside sorride, ma..quel sorriso non preannuncia niente di sincero..
” Il passato, è uno stato della vita di ognuno di noi che ci fa vedere dei flashback assai interessanti e curiosi. Osservi, il tuo mondo da una prospettiva più alta..ma allo stesso tempo, ti senti incredibilmente basso. E’ facile cadere in depressione, per colpa di una misera feccia umana che fino a pochi minuti prima consideravi..” osserva il centrino accanto a lui, sopra un piccolo comodino e accarezza il ricamo
“ migliore amico” sibila stringendo la mano per poi riposarla. Volge lo sguardo nuovamente su di noi
“ E tu, continui a vivere con questo rancore. Ancora, ancora e ancora. Finché..oh! Trovi dei compagni che, potrebbero risultarti utili..nel compiere la tua vendetta..” dice con un sorriso.
Vendetta? Ma..di cosa sta parlando? E..come mai tutto questo freddo improvviso? Ho uno strano presentimento..è come se Armand..fosse una persona che conosciamo. Una piccola nube investe il preside..non credo..ai miei occhi..

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Capitolo 16
*** CAPITOLO 16 - The Lord and the Lady. - Elisabetta ***


Buongiorno! Ecco qui il capitolo 16,ormai siamo vicinissimi alla fine ci farebbe piacere qualche commento siccome ne arrivano così pochi ç.ç Grazie ancora per le visite e buona lettura!

 
 
CAPITOLO 16 – The Lord and the Lady. - Elisabetta


 
Non è mai facile superare un trauma,l’ho sempre detto. Non per forza intendo i traumi quelli seri,quelli letali e fisici….ma quelli magari dove ti fidavi ciecamente di qualcuno,credevi che fosse speciale,credevi di avere qualcosa in comune. E poi,ti compare per la persona che è realmente e ti rendi conto di quanto ti abbia presa in giro,di quanto tempo hai sprecato,di quanta fiducia hai donato. Alla fine,è quello che sta succedendo ora…mi sarei immaginata tutto,ma non questo. Una nube bianca,uguale identica a quella che invase Alexsandra,Harrison,Lara e Drew il giorno che sin sono rivelati sta coprendo Armand…e non si preannuncia niente di buono. Ci siamo tutti allontanati e Harrison sta davanti a noi,quasi per proteggerci….lui aveva già intuito tutto da un po’,me lo sento. Dopo pochi secondi la calma è tornata e tutto ciò che volava in aria ricade per terra,come se nulla fosse. Siamo tutti terrorizzati tranne Mina che sta lì,tranquilla a pugnalarci con il suo sguardo di ghiaccio. Davanti a noi,in questo momento,non c’è più Armand. Bensì un ragazzo vicino alla ventina d’anni,lunghi capelli neri e sguardo magnetico….sembra una versione giovane di Armand,forse anche più attraente di quella a cui siamo abituati a vedere. Harrison sembra ghignare,i suoi occhi esplodono dalla rabbia,lo sta fucilando con lo sguardo.
“JOSEPH,LO SAPEVO!” urla indicandolo mentre noi cerchiamo di trattenerlo.
Mina ridacchia mentre Armand,o per meglio dire Joseph,si avvicina. Più che lo guardo e più che mi sento presa in giro,in queste settimane non ho fatto altro che cercare di capirlo,di scoprire perché mi cercava e sapeva tanto di me….oh,come scordarsi quella sera ad Oxford quando era entrato in camera ed ero rimasta lì,impassibile e quel suo abbraccio. Ora mi sento così stupida,io che ho sempre una risposta a tutto,io che mi sento sempre così sicura e anche sopra agli altri….forse sbaglio,non dovrei mai sentirmi superiore perché poi in questi casi cado così tanto e poi,chi riesce a rialzarsi? Il ragazzo dai capelli neri si avvicina sempre di più è,automaticamente,Harrison ci sposta.
“Non ti avvicinare bastardo.” Dice senza un minimo di emozione Harrison mentre Ilaria si stringe a lui come non mai….insomma,se ne sta approfittando.
“Io non voglio fare male a nessuno” dice con una voce meno adulta ma sempre così bella e profonda.
“Ah,no,certo. Parla quello che ha mandato a fuoco tutto!” dice Ilaria ma Harrison le chiude immediatamente la bocca e uguale noi,ma perché deve fare queste entrate nei momenti meno inopportuni?
“Forse ci devi dare delle spiegazioni” aggiunge poi Giulia che sembra piena di rancore.
“Sono qui apposta,siccome ormai è passato fin troppo tempo e il momento è arrivato.” Ci dice per poi avvicinarsi al tavolino dove sopra c’era il candelabro che Giulia immaginò alla cena. Con nonchalance lo butta per terra e noto che Giulia è quasi sul limite del pianto,non riesco a capire….dopo averlo buttato si mette a sedere sopra e ci guarda divertito.
“Vi spiego tutto. Dopo aver appiccato il fuoco la mia anima o per meglio dire io,mi sono ritrovato quasi alle porte dell’inferno per l’enorme peccato che avevo compiuto. Non so poi bene cosa sia successo,so solo che mi era stato proposto un patto. Un patto che mi ha permesso di rimanere in uno stato di vita morte sulla terra per avere ciò che ho desiderato in tutta la mia vita,finché non avrò ciò non potrò oltrepassare. Il mio patto però prevedeva di mantenere un corpo umano,così ho deciso di utilizzare un ipotetico me più vecchio,ma non di moltissimi anni. Ho viaggiato moltissimo in tutti questi anni,come potete immaginare sono più di due secoli che mi trovo a giro e non potevo stare in un posto per troppo tempo o le persone avrebbero cominciato a sospettare….tre anni fa,poi,ho avuto la fortuna di poter tornare a Londra e grazie a Mina,che è una sensitiva oltre ad essere vicepreside,sono riuscito a diventare preside. Solo lei e Gary,il segretario,sanno del mio conto essendo entrambi dei medium e mi hanno sempre aiutato.”
“Si ma ci sono dei fatti che non tornano…perché non avete agito prima? Elenoire e noi  abbiamo sempre vissuto qui,solo che negli ultimi anni abbiamo avuto il permesso di avere un corpo umano…perché non avete agito tre anni fa quando siete arrivati?” chiede Harrison confuso
“Perché quando mi hanno donato il corpo mi hanno esplicitamente detto quando sarebbe stato il momento adatto. E il momento adatto prevedeva un estate degli anni 2000 con l’arrivo di tre ragazze proveniente dall’Italia….ma che sono più vicine a noi di quanto non possiate immaginare”
Sento come un tuffo al cuore e guardo le altre,anche loro mi guardano. Allora c’è un collegamento sul serio….ma da cosa siamo collegate noi? Cosa c’entriamo?
“Io…io non capisco. Cosa c’è di collegato? Cosa c’entriamo NOI con VOI?” chiedo alzando la voce e guardando dritta negli occhi Joseph che mi guarda.
“Elisabetta,non potete ancora saperlo,non è ancora il momento.”
“NON CHIAMARMI ELISABETTA!” urlo poi dalla rabbia,come si può permettere di chiamarmi per nome,questo essere che m i ha presa in giro per tutto il tempo e ora non ci può neanche dire cosa c’entriamo noi,io pretendo di saperlo.
“Fai come ti pare,quando lo verrai a sapere non so se ci rimarrai bene. Vi dico solo che dovevate capirlo che eravate collegate alle nostre faccende….eddai,si vedeva da lontano” dice Joseph scendendo dal tavolino e incrociando le braccia.
“Non vi sembrava strano il fatto che il preside Armand sapesse del diario,che fosse entrato nella camera di una studentessa così,perché voleva? Ci sarebbero tanto altre stranezze,ma credo che non sia il caso di spiegarvele ora....non è ancora il momento. Prima dovrei fare un incontro speciale….e so che tale persona che aspetto e qui,IN QUESTO CASTELLO.” Urla ridendo e guardandosi intorno.
“Lo so che sei qui. Esci fuori immediatamente” conclude poi con la solita voce profonda.
Sentiamo dei passi proveniente dalla porta,ci giriamo e vediamo arrivare Alexsandra a piedi nudi con la vestaglia candida e i capelli lunghi sciolti,il suo sguardo non è più dolce ma pieno di terrore e rabbia allo stesso tempo.
Mina dice qualcosa nell’orecchio di Joseph e poi ridono,quest’ultimo poi si avvicina verso di noi. Noi ci spostiamo verso sinistra e in mezzo alla sala rimangano solo Joseph e Alexsandra,si guardano negli occhi.
“Mostrati nella tua vera forma,o non potremo iniziare il processo di oltrepasso insieme. “dice Mina poco dietro ad Armand ad Alexs.
“Cosa…cosa vuol dire oltrepassare insieme?” chiede Ilaria al ragazzo stringendosi al suo braccio.
“Significa che vogliono farla finita. Il nostro piano è sempre stato quello di far oltrepassare lo spirito di Joseph come vendetta prima del nostro,mentre invece il piano di Elenoire era quello di ritrovare Nicholas….evidentemente il piano di Joseph invece era quello di oltrepassare insieme a Elenoire,così potranno stare per sempre insieme e,automaticamente,la vita di Elenoire sarà per sempre distrutta e dannata…ma se lui oltrepassa con Elenoire,noi saremo costretti a rimanere qui….per sempre….” Dice Harrison abbassando lo sguardo.
“Ma non potete,vivreste una vita tremenda!” dice Giulia con la voce tremolante. Harrison non risponde e alza lo sguardo.
“ELENOIRE NON LI ASCOLTARE,TI PREGO!” urla ma Joseph,spostandosi,con la forza cinematica fa volare via Harrison scaraventandolo verso il muro a destra.
“HARRISON!” urla Ilaria raggiungendolo,uguale noi.
“Io…io ormai ho perso. Ho sempre fatto di tutto per non poterti rivedere,tu hai rovinato la mia esistenza ma….basta,hai vinto. Hai avuto la meglio. “ dice Alexsandra piangendo per poi farsi invadere dalla scia bianca,pronta per tornare nella sua vera versione.
Ilaria e Giulia aiutano Harrison a rialzarsi mentre io sto quasi per piangere….già,chi l’avrebbe detto. Elisabetta che piange.
Elenoire si presenta davanti a noi e Joseph sembra sollevato che,non si sa come,fa nascere sul suo viso un sorriso sincero.
Lui fa un piccolo inchino verso la ragazza che,anche se è in versione fantasma,continua a versare silenziosamente lacrime.
“Lo so che mi odi,lo so che non hai mai accettato ciò che ho fatto per noi,mia lady” dice guardando sempre Elenoire che è impassibile.
“Tu non l’hai fatto per noi….l’hai fatto solo per il tuo stupido orgoglio,tu non hai mai saputo cos’era l’amore.” Aggiunge Elenoire tirando fuori una rabbia che non ci saremmo mai aspettate.
“Ah no? Non sarei qui allora se non ti amassi,sarei già oltrepassato nell’inferno.”
“Il tuo non è amore…è gelosia,ossessione. Eri così possessivo e appena io sono diventata libera e felice,tu ti sei sentito tradito e umiliato.”
Joseph inizia a ridere come non mai seguito da Mina.
“Vorrei anche vedere mia cara,hai avuto il coraggio di tradirmi con quel figlio di puttana di Nicholas.”
“NON RIVOLGERTI COSI’ VERSO DI LUI….e io non ti ho mai amato. Non è stato peccato,è stato solo amare veramente” urla Elenoire versando più lacrime di prima.
Nella sala rimane il silenzio.
“Signore è meglio andare,tra poco arriverà la notte e possiamo iniziare il processo” dice Mina  verso Joseph che annuisce con la testa per poi riguardare Elenoire.
“Tu da oggi in poi sarai per sempre mia. E nessuno,potrà cambiare ciò.”

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Capitolo 17
*** CAPITOLO 17 - Lineages. - Giulia ***


Buongiorno a tutti! Siamo arrivate al penultimo capitolo,il prossimo sarà l’ultimo e poi ci sarà un epilogo,ormai siamo davvero agli sgoccioli (‘: Grazie per le visite e i commenti,buona lettura.
 


CAPITOLO 17 – Lineages. - Giulia

 

 
Oh cavolo..qui la situazione sta precipitando e di brutto anche! Joseph guarda Elenoire in un modo orribilmente possessivo. Nelle sue parole c’è solo rabbia e si nota da lontano, il suo desiderio di vendetta è ben oltre l’immaginabile. Anche le pareti del Castello sembrano risentirne: fredde, gelide, quasi quanto le parole di Joseph e gli occhi di Mina.
 Harrison sembra stare meglio, ma siamo molto preoccupate per Eli..chissà quanto sta soffrendo ora. Mi avvicino e le metto una mano sulla spalla
“ Eli..” dico io, lei mi guarda con le lacrime agli occhi
“ Era tutto falso, lui mi usava solo per spiare le nostre mosse “ dice con rabbia, io sospiro
 “ Dai su, ora c’è ben altro a cui pensare..” Ilaria e Harrison si avvicinano, mentre i nostri occhi si riposano sulla scena. Elenoire è in un mare di lacrime, si sta tirando i capelli dalla disperazione; Joseph e Mina invece, sono calati nell’ombra della Sala e rimangono a confabulare senza guardarci.
 Noi ci avviciniamo alla ragazza ma prima che possiamo parlare, un vento freddo e odioso, irrompe nella Sala del Castello. Ci inginocchiamo tutti dalla potenza che ha
“ Che diavolo succede ora?!” fa Ilaria stringendosi a Harrison (stranamente)
“Spero che non compaiono altri fantasmi!”dico io coprendomi la testa con le mani. Dopo qualche minuto, il vento cessa e vicino a noi compaiono Lara e Drew vestiti in un modo molto..singolare? Beh oh, non mi dimentico che sono fantasmi, dopotutto..
“ State tutti bene?” ci chiede Drew chinandosi
“ S..si?” facciamo noi convinti allo 0,1 %.
“ Ragazzi, ci dispiace di essere arrivati tardi e ..avervi fatto assistere ad una scenata simile. Ma i preparativi per l’ultima notte, erano molto delicati “ ci dice Lara con la sua solita calma e dolcezza, concludendo con un piccolo sorriso. Eli la guarda furiosa, ma io e Ilaria la guardiamo per calmarla
“ Scusa..Lara..che vuoi dire con ultima notte?” chiedo io guardandola
 “Lo capirete più tardi, non vi preoccupate. Ora però,  te fare come vi diciamo io e Lara “ irrompe Drew facendoci cenno di alzarci. Nel frattempo, Mina e Joseph sembrano scomparsi..speriamo non tornino, nonostante l’entrata di Lara e Drew, Elenoire è ancora assai scossa.
 Ci alziamo tutti e cinque, mettendoci di fila per orizzontale come dice Drew.
“ Bene, ora mettetevi in cerchio e posizionate le braccia a X sul petto, con le gambe unite.” facciamo come dice, anche se con un po’ di riluttanza. Una volta tutti posizionati, Drew si mette al centro del cerchio formato e s’inchina posando l’indice su una delle piastrelle del pavimento, perfettamente nel mezzo.
 Recita una specie di formula, ma la lingua non riusciamo a capirla; dopo poco dal pavimento esce una scia sul grigio e le finestre si aprono violentemente. “ Rimanete nella posizione” ci dice Lara..ma non a parole: tramite psiche. Noi rimaniamo immobili, sia dalla paura di altre brutte sorprese che dal rumore che ci spaventa da morire.
 Mentre tutta questa specie di tempesta ci assale, sento come essere sospesa nel vuoto. Ma non potendo aprire gli occhi, mi dico che è solo un’impressione. Dopo un po’, sento un leggero vento fresco..come  se fossimo all’aperto..ed effettivamente lo siamo! Apro gli occhi e per poco non muoio sul colpo: Sasha Fredrerich, 1849-1900…s-sono in..in un cimitero..in un cimitero con dei fantasmi!!
 Ma porca puttana! Mi avvicino ad Ilaria
“ Ila!! Ila svegliati, svegliati!! Dai cazzo!! Siamo in un cimitero!!” lei si sveglia
“ Cos..? Ma che caz..?” sgrana poi gli occhi
“ ODDIO!! SIAMO IN UN CIMITERO!! ODDIO HO DETTO ODDIO!! ODD “ boom. Eli le ha tirato una tavola di legno sulla testa
“CHETATI.”ah meno male..si è un po’ ripresa.
“ Hem Hem “ fanno Lara e Drew
“ Oh si..scusateci “ ci ricomponiamo e guardiamo i due
“ Come abbiamo fatto nell’arco di dieci minuti, a finire in un cimitero? E per di più..un cimitero assai distante dal Castello..” chiede Eli guardandosi intorno
“ Beh, come sapete noi fantasmi abbiamo molti poteri.  E oltre ad oltrepassare le pareti, possiamo anche attraversare gli spazi temporali. Vi abbiamo teletrasportato qua con la forza della psiche.” spiega Drew
“ Ma…ma è fortissimo! “ fa Ilaria..eehh..quanta pazienza. Poco dopo, sento squillare il telefono e rispondo
 “ Scusate eh “ dico per poi dire un pronto lieve,ma chi è a quest’ora e in QUESTO MOMENTO?
 “ Salve rossa tintaaaaaaaaaaaaaaaaaa” oh porco..
” ANDREA?!! “
“ Oh si, sono arriva ora ora alla vostra scuola . Che viaggio palloso madonna..non vedevo l’ora finisse!”
“ M-m-ma come davanti alla scuola? Quale scuola? Cosa scuola?!”
 “ Hei Giu calma! Sono davanti alla scuola del preside Armand!”
“ Ma non  potevi arrivare domani??” gli urlo preoccupata,oddio…è vero. Doveva arrivare oggi.
“ Non mi vuoi per caso? Comunque Eh lo so,volevo prendere il volo di domani masai,Ilaria piangeva terrorizzata e ho giusto salutato i nostri genitori e sono corso subito all’aereoporto,ho comprato un biglietto last minute e via!”si,. lui scherza ma io non sono dell’idea.
“ Senti Andrea, non è proprio il momento guarda..”
“ Dimmi dove  sei che così ti saluto dai, ora come ora non so che fare!”
“No è meglio di no…davvero no.”
“E perché mai?”
Non rispondo per poco e guardo le altre,sospiro.  Voglio cercare di tenerlo più lontano possibile ma potrebbe pensare male…lui,ok. Devo farlo venire al cimitero.
“ Ok….siamo “ mi avvicino all’entrata  dove c’è un cartello “
 Murder Street numero 34 “
“ Ricevuto, arrivo fra poco!” io riattacco e raggiungo le altre,un po’ rossa in viso ma più che altro preoccupata,ho paura di aver fatto una grandissima cazzata.
 “Era mio fratello?E l’hai fatto venire qui? Oddio “ mi fa Ilaria
“ Si…cioè,ho dovuto” rispondo passandomi una mano tra i capelli.
 “ Ad ogni modo, dobbiamo cercare un modo per far letteralmente andar via Joseph!”dice Ilaria guardando Elenoire che ha lo sguardo perso. Dopo una decina di minuti sentiamo un cancello che si apre; vediamo Andrea sulla soglia e io con Ilaria ci precipitiamo verso di lui. Non mi sembra vero che sia qui e non era certo il mio piano farmi trovare in queste condizione,tutta sporca di fango ed altro.
“Ma che cosa…ma perché vi trovate qui?E io ho tutte le valigie lì fuori,non ho potuto neanche appoggiarle e come siete conciate?” ci chiede per poi guardarmi con un leggero sorriso e io,da idiota,distolgo lo sguardo.
“E’ una storia lunga e ti prego,devi davvero crederci” dico poi,guardando Ilaria.
“La storia dei fantasmi?Sul serio?Ma per favore”
“ANDREA ASCOLTAMI IMMEDIATAMENTE!” dice ad alta voce Ilaria prendendo per un braccio il fratello.
“Tu devi credere a noi,fare quello che ti diciamo e,soprattutto,DEVI STARE ZITTO!”
E’ passato qualche altro minuto,abbiamo spiegato tutto nei minimi dettagli ad Andrea e,oltre ad essere un po’ scioccato,sembra che abbia capito….speriamo in bene.
“ Avete avuto molto coraggio ad usare quella tecnica, sapendo che vi sottrae molte energie.” una voce fredda e profonda irrompe nel silenzio del luogo: Joseph e Mina! Io, insieme ad Ilaria e Andrea, raggiungo il fine del cimitero accostandomi agli altri.
“Joseph” ringhia appena Drew, Elenoire intanto si tiene la testa e inizia a piangere come prima,
Harrison cerca di consolarla ma sembra inutile. Eli sembra non considerarlo come prima anzi: lo guarda in modo molto freddo.
“ Io sono un uomo di parola e come tale, rispetto le mie regole. Elisabetta, prima nel Castello ti ho accennato che non era il momento di sapere tutti questi collegamenti.
Ricordi? Beh..ora quel momento è arrivato e quindi vi pregherei di aprire voi tutti bene le orecchie.” si avvicina “ Oh c’è anche Andrea..benissimo allora inizio proprio da te..e da lei “ dice posando lo sguardo su Ilaria che deglutisce
“Come fa sapere di me?E chi è questo?” mi chiede Andrea a bassa voce ma io non gli rispondo,gli tiro solo una gomitata nelle costole.
“ Ilaria..tu litighi molto spesso con la tua amichetta Elisabetta, dico bene?” lei lo guarda tremando appena
“ B-beh..si..”
“ E come mai?”
“ Forse per il carattere diverso..o per i gusti,alla fine ci vogliamo bene e… “ fa sorridendo appena
“ NO. Voi due litigate per RANCORE!” dice calpestando una trave
“ R-rancore?”
“ Esatto, rancore. Ora invece passiamo a Giulia” dice con una piccola smorfia. Io deglutisco e lo guardo
“ Ti senti molto vicina a quel ragazzo, dico bene? Una sorta di, profonda amicizia ma anche un qualcosa di più” dice camminando fra le lapidi,mentre mi sento osservata,sia da Andrea che è arrossito violentemente che da Ilaria.
“ Non sono affari tuoi!!” dico io tutta rossa, lui sorride appena
“ Guarda che della tua vitanon me ne importa. E’ solo per farti capire il TUTTO.” rimango in silenzio
“ E tu, mia amara Elisabetta..” dice avvicinandosi a lei che trema leggermente
“ Dal primo giorno che mi hai visto, hai provato un’attrazione immensa verso di me. “Mette le braccia dietro la schiena e avanza andando Eli. Lei rimane ferma e noi ci allontaniamo di pochi passi
“ Dalla prima volta che mi hai visto, hai provato una strana attrazione verso di me. Come se avessi davanti un tuo amico che non vedevi da tempo. La forte voglia di lanciarti fra le mie braccia, ti irrompeva nella mente ogni secondo. Ogni volta che il tuo sguardo incrociava il mio, volevi che il mio corpo fosse vicino al tuo, giusto quei pochi secondi per permetterli di avere un abbraccio o una carezza. E sai perché desideravi questo?” sussurra al suo orecchio mentre lei trema appena
“ No..non lo so il perché..” dice cercando di stare calma. L’uomo ci va davanti e ride appena
“ Ecco le risposte ai vostri interrogativi, ragazzi. TU Ilaria, litighi molto spesso con Elisabetta perché sei discendente da Nicholas, quel dannato bastardo che voleva la mia Elenoire. TU Giulia, ti senti attratta da Andrea perché discendi dalla mia Elenoire e lui da Nicholas come Ilaria. E tu..Elisabetta. Tu mi trovi così splendente e hai questa gran voglia di avermi sempre al tuo fianco, nonché hai tremendi battibecchi con Harrison e Ilaria, perché discendi da me”
Rimaniamo tutti immobili,respiriamo lentamente e a fatica. Tutto questo non è possibile…ecco,ecco perché Alexsandra mi ha sempre parlato così amichevolmente,ecco perché avevo le visioni del castello,ecco perché ero così legata a quelle pagine di diario….mi giro verso Elenoire che mi guarda,uno sguardo di dispiacere. E’ come se mi volesse dire “Te l’avrei voluto dire,ma non potevo”. Scoprire solo adesso tutta la verità,non è certo una cosa da poco,scoprire solo adesso che le tre settimane passate qui a Londra senza sapere niente….è un incubo.
 
 
 
 

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Capitolo 18
*** CAPITOLO 18 – The end….or not?- Elisabetta,Ilaria,Giulia ***


Ed ecco qui l’ultimo capitolo prima dell’epilogo. Ci sentiamo davvero soddisfatte di essere arrivate qui e speriamo che vi piaccia,grazie ancora per le visite e le recensioni (‘:
 
 
CAPITOLO 18 – The end….or not?- Elisabetta,Ilaria,Giulia

 
 
Elisabetta.
 

 
Non mi sento più le forze per poter continuare a stare qui. Vorrei andarmene,girarmi,andare a rifare le valigie e riprendere il primo aereo….e soprattutto,tornare alla mia fottutissima vita e smetterla con queste menzogne. Non riesco ancora a capacitarmene, pensare di essere arrivata al punto di provare qualcosa….e poi scoprire che era tutto architettato,una cosa che già da tempo era stata predetta e per giunta,nessuno ha fatto niente per tutto questo tempo. Mi hanno presa in giro…hanno preso in giro Giulia,hanno preso in giro Ilaria….oddio,Ilaria. Noi litigavamo davvero per questo? Dentro di noi c’è sangue rivale? Mi giro verso di lei che sta parlottando con Andrea che,ovviamente,sembra sconcertato essendo appena arrivato….noi ormai,non ci stupiamo più di niente. Giulia avvolte guarda intimorita Elenoire e si vede che quest’ultima è dispiaciuta. Sinceramente,non vedo il perché di dispiacersi…alla fine,loro sapevano già tutto e ci hanno utilizzate come giocattoli. Non so neanche più come motivo ho di stare qui,non ho più voglia di aiutare nessuno,vorrei solo la tranquillità di un tempo.
“Spero che adesso abbiate capito che loro,che credevate fossero nel giusto,in realtà vi hanno solo utilizzato…vi hanno tenuto nascosto un segreto così importante per i loro piani.” Dice Joseph guardandoci uno ad uno,per poi fermarsi su di me con lo sguardo.
Lara e Drew si guardano un attimo,non sanno davvero come rispondere….eppure,se avessero la coscienza pulita saprebbero che dire. Harrison poi sembra immobile…io non so davvero cosa dire,non so più a chi credere.
“Se noi abbiamo agito così,un motivo c’è.” Dice Elenoire che si sposta lentamente e avanza davanti a Joseph.
Joseph ridacchia per poi posare lo sguardo su Elenoire.
“Abbiamo agito così perché…non volevamo che sapessero. Noi credevamo che loro non sarebbero mai state d’aiuto,credevamo di potercela fare da soli….come abbiamo sempre fatto in questi ultimi due secoli. Non volevamo coinvolgere nessuno nelle nostre faccende,era di un peso troppo enorme….non volevamo sconvolgere le loro vite. Volevamo solo vedere se erano veramente così vicine a noi….” Dice Elenoire più sicura che mai,ha smesso ormai di piangere ma il dispiacere che porta dentro di se si vede.
“Certo,quindi l’avreste fatto per il loro bene?Mi sa che avete fallito,e anche bene oserei dire.” Dice Joseph sempre ridendo.
Più che lo guardo,e più mi chiedo come ho fatto a pensare che fosse diverso,che fosse magari ciò che cercavo,la mia protezione interiore. Illusioni….anche se ora so tutto,so che è mio parente alla lontana non voglio più pensarci,voglio che sparisca immediatamente dalla mia vita,la rabbia mi ribolle nel sangue.
“Non abbiamo fallito,sei tu che invece l’hai fatto. Hai fallito nella tua vita e noi abbiamo la coscienza pulita per oltrepassare,senza di te.” Dice poi Harrison avanzando accanto a Elenoire e trasformandosi nella sua versione originale.
Joseph sembra quasi intimorito.
“Io…io non ho fallito,ho solo avuto la mia vendetta.”
“La tua vendetta di gelosia possessiva,tu non hai mai amato così tanto Elenoire,tu eri accecato solo dal tuo potere,tutto ciò che ti apparteneva doveva essere tuo per forza” Aggiunge Lara ormai trasformata in Hanna.
“No…no,questo non è vero. VOI NON POTETE GIUDICARE LA MIA VITA!” urla Joseph facendo innumerevoli passi indietro mentre dai corpi di Elenoire,Eric e Hanna si manifestano delle luci d’orate che odorano di speranza,non so perché ma vedo tutto il bene del mondo e non so cosa stia succedendo.
“Elisabetta,TU SAI CHI HA RAGIONE. TU SAI CHI SONO IO,TU SAI CHE L’HO FATTO ANCHE PER TE” urla Joseph verso di me quasi implorando ma non riesco a capire perché è così agitato,la luce d’orata piano piano lo sta avvolgendo.
“No. Io non so chi tu sia…io avevo un'altra idea di te. Tu non sai nemmeno chi sono io.” Dico sentendomi quasi leggera. Guardo gli altri e sembrano catturati con lo sguardo dalla luce d’oro che si sta espandendo intorno a noi. Mi viene da chiudere gli occhi ma devo resistere,voglio vedere cosa succede fino alla fine.
 
 
 
Ilaria.
 
 
Mi sento bene con me stessa,tutto il rancore e la tristezza che era dentro di me è come scomparsa,questa strana luce d’orata mi sta facendo questo effetto e non so se sia positivo. Siamo tutti come attirati e non sappiamo come reagire. Drew si è avvicinato a noi,forse vuole trasformarsi anche lui.
“Cos’è questa luce d’orata…?” chiede Giulia affascinata da tutto ciò,i suoi occhi in effetti brillano.
“E’…tutto il bene del mondo. Tutto ciò che è positivo,noi fantasmi abbiamo anche il potere di cercare di donare un sorriso o di far tornare la pace interiore. Forse Joseph ha bisogno di questo,deve ragionare per prendere la decisione di oltrepassare.”
Detto questa si fa travolgere dalla luce bianca e prende il suo posto Albert che inizia ad emanare la luce.
Elisabetta mi guarda per un nano secondo e io so solo risponderle con un sorriso.
So cosa sta pensando…sta pensando del fatto che siamo le discendenti due vecchi amici che poi hanno finito con il diventare nemici,leggo nei suoi occhi che ha paura. Io continuo a sorriderle,lei deve sapere che da parte mia ci sarà sempre il bene che le ho sempre voluto. Mi giro poi verso Giulia che mi guarda e sorride,certo che ne abbiamo passate tante….e di lei e Andrea era già così visibile. Spero che riescano a mettere in chiaro i loro sentimenti,mio fratello so che potrebbe farla felice e viceversa. Voglio solo il meglio per loro. Sospiro e guardo Harrison,ormai in versione Eric e riesco solo a sorridere. Credo che ormai sia giusto così,credevo davvero che magari sarebbe nato qualcosa ma allo stesso tempo mi sono sempre ritirata….perchè ho capito che nei suoi confronti provo del puro e semplice bene. Sarebbe bello continuare la nostra amicizia…ma appunto perché ci tengo a lui,voglio solo la sua felicità. E la sua felicità è riuscire ad oltrepassare dopo anni di sofferenze.
“Smettetela idioti,NON E’ COSI’ CHE MI CALMERETE!” urla Joseph ma ormai è davvero alle strette.
“Non capisci che solo oltrepassando poi starai bene?” chiede Drew,anzi Albert,verso il moro che sembra ormai al limite.
“No…io non starò bene,e voi lo sapete. Volete solo la vostra vendetta,ammettetelo….ed è quello che voglio io,nei vostri confronti. “ risponde con gli occhi spalancati.
“Ormai cosa c’è da vendicare,a questi punti? Siamo qui,faccia a faccia e tutti abbiamo un solo desiderio. Oltrepassare,perché ormai  non possiamo più stare qui.” Dice Hanna con il fare tranquillo della Lara che avevamo conosciuto.
“No,no…io ho ancora da finire con voi,e tu Elenoire verrai con me,smettetela!” urla Joseph come non mai,forse sta capendo che è finita.
“Ormai è la fine,devi accettarlo. E’ giusto così,per noi non c’è più tempo di restare. Tu hai saputo che sarebbe successo negli anni 2000 con l’arrivo di Ilaria,Elisabetta e Giulia…ma non ti è mai stato veramente detto che ti saresti vendicato. Non c’è bisogno di vendetta,abbiamo solo bisogno di stare bene. Tutti noi.” Dice Eric per poi girarsi verso di me e guardarmi con un lieve sorriso,che mi ricorda tanto Harrison.
Rispondo con un sorriso,sto provando una sensazione strana ma confortevole.
“No…non mi è stato detto ma…io devo,devo vendicarmi. Non posso…io ho un orgoglio!”
“E l’orgoglio è sempre stato il tuo punto debole. Me lo ricordo bene,fin da bambini sei sempre stato così orgoglioso e ti ha portato alla fine. Ascoltami,Joseph ti prego” dice Elenoire avvicinandosi sempre di più a lui mentre gli altri tre fantasmi la tengano sott’occhio,non si sa mai.
“Non voglio ascoltarti….” Dice quasi sconsolato,quasi pronto a piangere. Una cosa che non avrei mai immaginato.
“Io ti ho sempre visto come un fratello alla fine,e ti ho sempre voluto bene. Ma tu sai della mia voglia di libertà….tu lo sapevi che tra noi non c’era niente,oltre all’amicizia…tu sapevi che presto mi sarei innamorata,perché conoscendomi sapevi che mi sentivo sola. Quando ho incontrato Nicholas per me è stata come una boccata d’aria. Ti prego,devi capire.” Dice Elenoire guardandolo negli occhi.
Joseph abbassa lo sguardo piangendo ormai,per poi alzare lo sguardo verso tutti.
Elenoire le porge la mano. Lui sembra quasi stupito dal gesto.
“Lo faremo insieme,tutti e cinque.” Dice poi Elenoire quando lui l’afferra per la mano.
“Oddio,è assurdo.” Dice Giulia guardando me e Eli,chi l’avrebbe mai detto.
Eric si gira verso di noi.
“Ragazzi,venite. Ci serve il vostro aiuto per oltrepassare”
Noi ci avviciniamo impauriti per il fatto,come possiamo fidarci di Joseph così? Immediatamente?
 
 
Giulia.
 
 
Ci avviciniamo con cautela ai fantasmi.
“Sistematevi a cerchio intorno a noi,dovrete solo pronunciare le nostre stesse parole e comparirà una porta di luce e vi prego,spostavi quando questo accadrà. Brucia al contatto della pelle umana” ci dice Hanna più seria che mai.
“S-si…si certo…” dice Ila deglutendo. Ci mettiamo in cerchio intorno a loro cinque e proprio davanti a me noto Elenoire che prima guarda me e poi Andrea,concludendo con un sorriso.
“Fate ciò che vi sentite di fare,mi fido di voi.”
Una voce. Ho appena sentito una voce nella mia mente, Rimango un attimo stordita e guardo Elenoire,era la sua voce. Mi ha parlato attraverso la mente.
Le rispondo con un sorriso lieve,da lei ho capito davvero molto. Ho capito come devo agire da oggi in poi,devo ascoltare un po’ di più il mio cuore.
Ci fanno ripetere delle parole in latino,facciamo un po’ fatica ma poi cominciamo a ripeterle sempre meglio.
Ad un certo punto non so bene come…ma si è formata una specie di portale che emana luce bianca. Noi ci scansiamo immediatamente e stanno cominciando ad entrarci. Lara e Drew ,o per meglio dire Hanna e Albert entrano per primi,si girano facendo un inchino e se ne vanno,cose dell’altro mondo. Eric si avvicina verso di noi.
“Ricordatevi del vostro amico Harrison e delle corde che vi ho prestato.”
“E non solo,anche degli aiuti con i compiti!” dico io per poi abbracciarlo. Si avvicina poi ad Eli,le porge la mano,forse per paura che ci sia ancora del rancore da parte sua. E invece,non si sa bene per il perché,lo abbraccia anche lei.
“Scusami per come si comportata.” Gli dice per poi lasciare il campo libero ad Ila.
“Mi mancherai Ilaria,grazie per tutto.” Le dice per poi abbassarsi e lasciarle un lieve bacio sulla guancia er lei rimane immobile. Devo dire che è arrossita in un lampo e per rispondere lo abbraccia quasi con le lacrime.
Lui non dice nient’altro e con passo lento si avvicina al portale per poi scomparire,non mi sembra vero….se ne stanno veramente andando.
Elenoire vicino a Joseph ci guarda e ci ringrazia con un inchino elegante,come una dama di vecchi tempi.
“Grazie a voi,finalmente,potremo tornare dove è giusto stare. Vi prego,non dimenticatevi mai di ciò che è successo e non ne parlate,voglio che rimanga un vostro ricordo prezioso e personale. Vi terrà legati a vita.” Ci dice per poi soffiare dalla mano una polvere d’orata verso di noi,la respiriamo e sa di rosa.
Elenoire si gira poi verso Joseph. Quest’ultimo non ha più lo sguardo tagliente che lo caratterizzava. Anzi,ha uno sguardo dolce e protettivo. Guarda Elisabetta e le sorride. Si gira e se ne va per primo,forse non aveva molto da aggiungere…è stanco,ha bisogno di riposare. Elenoire ci regala un ultimo sorriso ,si gira e se ne va alzandosi di poco il lungo vestito  per non calpestarlo. Ormai sono dei puntini lontani e li vediamo malapena. Il portale inizia a chiudersi con una scia di vento che quasi ci porta via e sento Andrea che mi afferra,ho il cuore che batte a tremila,ora poi che ormai è tornato tutto alla normalità. il vento s’è fermato e noi quattro rimaniamo lì,imbambolati e senza dire una parola.
“Ragazzi…è finita.” Dice Ilaria con i capelli mezzi scarruffati.
“Si,è finita. E’ davvero finita” risponde Elisabetta come sollevata e con un lieve sorriso sulla bocca.
“E adesso cosa facciamo? Io ho ancora le valigie li fuori …” risponde Andrea tranquillamente.
“Ma certo che sei idiota,pensi alle valigie?” dico io ancora un po’ frastornata.
“In realtà penso anche ad altro” mi dice ridacchiando e spostandomi un ciuffo di capelli dietro la schiena. Sbuffo arrossendo,non è certo il momento per pensare ad altro….anche se mi fa stare bene. Sono sicura che da oggi in poi andrà tutto meglio,non ho più paura di esprimermi e dire ciò che penso…almeno con lui.
“Si,scusate piccioncini ma siccome è tutti finito e diamine,sono tua sorella Andrea,sarebbe meglio andare!” dice Ilaria scaramantica come sempre e rispondo accennando con la testa.
“Beh,che dire. Tra nemmeno 3 giorni si torna in Italia e non avremo più a che fare con i fantasmi….mi sentirò un po’ sola,non so voi!” dice Elisabetta ridendo e anche noi ridiamo avviandoci verso il cancello.
Neanche il tempo di superare il cancello e sentiamo dei passi,ci giriamo di scatto. Non c’è nessuno,eppure erano dei passi.
“Io ho sentito qualcosa,non so voi.” Dice Eli avanzando indietro per controllare.
“Basta dai,saranno stati degli scoiattoli” risponde Ila sbuffando e guardandola male. Da un albero poi,vediamo scendere un ragazzo.
“AHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH!!!!!!!!!!!” urliamo tutti in coro per poi essere pronti quasi per scappare.
“FERMI,VI PREGO!” ci urla il ragazzo coperto dall’oscurità e noi ci fermiamo immediatamente.
“Non è che….ha visto tutto….e oddio,saprà dei fantasmi” dico a bassa voce.
“Può darsi,ma è uscito troppo tardi…se era spaventato o altro,sarebbe spuntato dal nulla prima e si sarebbe comportato in modo diverso.” Mi risponde Eli,con la solita sicurezza di sempre.
“So chi siete voi,e voi sicuramente saprete chi sono io.”
Rimaniamo un attimo perplessi….noi sappiamo chi è? Dall’ombra vediamo uscire un ragazzo dai vestiti umili,sporchi ma ha un viso davvero bello. Capelli ricci e occhi marroni.
Ilaria si copre la mano con la bocca e noi rimaniamo stecchiti.
Non ci possiamo credere,è Nicholas.
Ma…no,davvero. NON E’ POSSIBILE.
“Tu sei Nicholas?NICHOLAS?” urla Ilaria verso il parente di antichissima data per poi tirare un colpetto ad Andrea.
Il ragazzo esita a rispondere ma poi fa un cenno con la testa.
“No…ecco,ci risiamo.” Dico io per sdrammatizzare.
“Cosa ci fate voi qui? Noi sapevamo che eravate morto….e Elenoire vi ha cercato per tanto tempo.”
“Lo so…lo so bene.”
“Come lo sai bene….? “ dico io,mi sto per alterare. Lei l’ha cercato per così tanto credendolo morto e lui,ERA QUI?
“Non riesco a capire.” Dice poi Elisabetta notando la mia rabbia.
“LEI TI CERCAVA E TU TI SEI NASCOSTO?” urlo nel pieno della rabbia ma Andrea cerca di fermarmi.
“Non sono qui per darvi molte spiegazioni,sono qui per accertarmi che fosse oltrepassata. Volevo solo la sua felicità e io,purtroppo,non potevo dargliela.” Ci dice intimorito.
“Perché?” chiede Ilaria
“Perché la amo. E se ami una persona,devi lasciarla andare.” Ci dice più sincero che mai
“Si ma….ora che siete morti potete…”
“Si. Se lei mai mi vorrà ancora.”
“Lei ti vorrà sempre….” Dice Elisabetta a bassa voce.
Lui si gira e si allontana,noi rimaniamo un attimo immobili.
“Più dolce sarebbe la morte se il mio sguardo avesse come ultimo orizzonte il tuo volto, e se così fosse.. mille volte vorrei nascere per mille volte ancor morire” dice per poi dissolversi nel nulla.
Rimaniamo in silenzio e sbalorditi e dallo schock Ilaria si butta per terra.
“Era lui. No,non ci credo.” Dice poi sentendosi con la mano la fronte.
“Chissà dove sarà andato….ora che ha saputo che Elenoire è oltrepassata” chiedo un po’ incuriosita verso le altre.
“Sarà andato a cercare il suo destino. Saprà sicuramente il momento di quando potrà oltrepassare e troverà qualcun altro che lo aiuterà. E’ un cerchio che continua, e noi la nostra parte l’abbiamo fatta.” Dice Elisabetta sospirando.
“Direi che possiamo anche andare ora!” dice Andrea quasi alterato,è arrivato da poco ma vuole essere il primo ad andarsene.
“Si,hai ragione. Niente più fantasmi per un po’!” dice Ilaria ridendo e mettendo i bracci intorno al mio collo e a quello di Andrea,io faccio lo stesso intorno a quello di Eli.
“La cosa che mi chiedo è…riusciremo a scordarci tutto ciò?” chiede sempre Ila guardandoci mentre oltrepassiamo il cancello del cimitero,ormai è l’alba e vediamo il sole sorgere su tutta Londra.
Nessuno di noi risponde,siamo attirati dalla luce del sole,così intensa e dolce. Si,non ce lo scorderemo mai.

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