Gli occhi della notte

di _Nat_91
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


I Tokio hotel non mi appartengono e con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di queste persone, nè offenderle in alcun modo.

 
 
 
Buon giorno a tutte!
Eccomi a sorpresa con una nuova storiella che posterò in attesa de Il Destino del nostro amore; ammetto che questa originariamente doveva essere una One shot ma ho notato che era un pò troppo lunga e ho deciso di trasformarla in una piccola Fanfiction con capitoli di media lunghezza.
Ogni capitolo si divide in varie "fasi":

- fase iniziale in cui sono riposti i pensieri, le sensazioni ed i gesti attuali della protagonista;

- seconda fase è costituita dalle pagine del suo diario;

- terza ed ultima fase comprende lo svolgimento dell'azione passata descritta in quella determinata pagina.
Spero che questa storia sia di vostro gradimento nonostante sia stata scritta in un paio di settimane e non sia stata approfondita nei dettagli; mi piacerebbe se, chi leggesse, lasciasse anche un piccolo commento per farmi sapere cosa ne pensa.
Vi ringrazio di aver perso questo minuto a leggere questa introduzione; adesso vi lascio al primo capitolo della storia e vi auguro buona lettura.
Il secondo capitolo arriverà giovedì.
Un bacione a tutte
Nat
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Capitolo 1

La luce del sole illuminava l'ampio salone di quella casa fin troppo grande per lei, a due piani e con ben tre camere singole ed una camera con letto matrimoniale. Era veramente enorme ma le piaceva molto; era semplice ma arredata in stile moderno con qualche tocco di barocco o romano antico.
Leyla si fermò nel salotto osservando con una nota di disperazione gli scatoloni ancora imballati posti nel mezzo della stanza e, sospirando, si chinò a prenderne uno. Infine salì al piano superiore ed entrò nella sua stanza posandolo sul letto matrimoniale, poi lo aprì e cominciò ad uscirne il contenuto.
Un paio di foto che ritraevano lei e la sua famiglia ed una che la ritraeva insieme a Zoe, la sua migliore amica; un fine cofanetto in legno con dentro una collana con un ciondolo a cui teneva molto; un grosso album fotografico pieno di ricordi di quegli ultimi due anni. Ed infine eccolo lì, il suo compagno di sempre, il suo migliore amico e confidente da quando era una bambina undicenne. Sotto i suoi occhi brillava come sempre il suo amato diario segreto; Leyla non poté non sorridere emozionata e sfiorò la copertina argentata. Quel diario era il custode di molti attimi della sua adolescenza, attimi che l'avevano fatta piangere, attimi che l'avevano fatta sorridere, attimi che le avevano segnato la vita.
Lo aprì ed iniziò a sfogliare delle pagine, leggendo velocemente alcuni vecchi episodi del suo passato, finché si soffermò su quella pagina su cui era trascritto l'inizio dell'estate più movimentata della sua vita.
 
"                                                                                   Berlino, 30 giugno 2010
Finalmente oggi è il giorno della partenza. Sono in aeroporto con Zoe ed
attendiamo che ci chiamino per il check-in. Sono così elettrizzata per
questo viaggio. Tre mesi, quasi tre mesi su un'isola fantastica in compagnia
della mia migliore amica e questo sai cosa significa? Sballo senza freni..."
 

Leyla sorrise di fronte a quelle poche righe che racchiudevano i pensieri della "vecchia" lei, poi decise di chiudere gli occhi e di rivivere quella fantastica e rovente estate di due anni prima.
 
 

Erano da poco passate le sei del mattino e Leyla e Zoe si accomodarono nei posti di prima classe a loro assegnati pronti a godersi quel volo che le avrebbe portate alle Maldive dove avrebbero trascorso l'intera estate. Quello era il regalo che Leyla aveva ricevuto dalla sua famiglia per la sua condotta universitaria eccellente. Leyla era una bella ragazza di quasi 21 anni, alta oltre un metro e settanta, con due intensi occhi grigio-verdi che risaltavamo ancor di più grazie ai suoi lunghi ricci castani. Era la figlia di un famoso avvocato berlinese e di una fotoreporter austriaca, ma quest'ultima era venuta a mancare quando la figlia aveva appena sette anni. Nonostante fosse piccola, Leyla soffrì moltissimo ma suo padre, Robert, non l'abbandonò mai; con il passare dei mesi lui divenne il centro del suo mondo, il suo unico e vero amico. Dopo tre anni, lui conobbe Tess, la nuova assistente dello studio dove lavorava, e se ne innamorò, sposandola. All'inizio Leyla non appoggiò quella unione, che vedeva come un tradimento nei confronti della madre, ma alla fine si affezionò a Tess ed iniziò a vederla come una sorta di figura materna. La donna diede alla luce due gemellini che divennero la gioia della figlia maggiore. Leyla era sempre stata una ragazza studiosa e diligente ma un giorno cambiò all'improvviso e nessuno ne capì il motivo. Divenne fredda con tutti ed iniziò a sputare tutto ciò che le passava per la testa, senza mezzi termini. Divenne una pericolosa ed affascinante ribelle che nessuno era mai riuscito a domare e che un pò tutte iniziarono a temere, tranne i ragazzi che cominciarono a desiderarla con sempre più ardore. Ma lei era Leyla, la ragazza dal cuore di ghiaccio che non avrebbe più amato!
 

Leyla e Zoe si guardarono e si sorrisero emozionate prima di vedere Berlino diventare sempre più piccola fino a svanire nel nulla venendo avvolte dal blu di quel cielo limpido e sereno. Dopo aver chiacchierato per un'oretta, decisero di approfittare di quel lungo viaggio per riposarsi un pò e chiusero gli occhi appoggiando la testa contro il morbido cuscino del sedile.
 

- Tom, se dobbiamo trascorrere un viaggio intero a sentire le tue lamentele, allora giuro che ti chiudo nel bagno delle hostess -lo minacciò Bill Kaulitz già stufo del continuo brontolare del fratello gemello.

- Ha ragione! -intervenne Georg Listing dando man forte all'amico- Non voglio di certo trovarmi con un mal di testa a causa tua.

- Scusatemi tanto se ho paura di questi trabiccoli volanti -replicò acido il chitarrista lasciandosi scivolare ancor di più nel suo sedile di prima classe accanto a quello dei suoi tre amici.

Saki e Tobias, seduti qualche posto dietro, sorrisero scuotendo la testa. Quel ragazzo non sarebbe mai cambiato.
 

Leyla aveva cercato di ignorare quelle fastidiose lagne che quel ragazzo, seduto a qualche metro da lei, continuava a fare da oltre mezz'ora e di sicuro non avrebbe retto ancora per molto. E pensare che erano partiti da meno di tre ore; no, non poteva più sopportarlo!
Si alzò dal suo posto e, con passo deciso e felpato, raggiunse quell ragazzo che la stava infastidendo e che, dopo diversi secondi, riconobbe. Si vide quattro paia d'occhi puntati addosso ma non vi badò, trucidò semplicemente Tom con lo sguardo.
- Scusami -gli disse sorridendo innocentemente- Potresti per favore chiudere quella tua boccaccia? Sai, vorrei godermi il viaggio senza che un marmocchio mi disturbi con le sue continue lamentele da poppante -gli spiattellò in faccia senza preoccuparsi dell'espressione allibita del ragazzo, poi continuò- Anzi, se vuoi ti do anche qualcosa che potrebbe finalmente zittire quella tua boccaccia.

I quattro ragazzi la guardarono completamente increduli di fronte a quel comportamento così maleducato e seguirono i suoi movimenti quando si tolse il leggero foulard bianco che avvolgeva il suo collo candido.

- Tieni e tappati quella maledetta bocca -gli ordinò lanciandogli addosso quella soffice stoffa- Risparmia le mie povere orecchie e fammi dormire tranquillamente insieme alla mia amica.
Detto ciò lo squadrò un'ultima volta poi gli diede le spalle.

Tom era rimasto in silenzio per tutto il tempo ascoltando quel fiume di parole; era completamente sbalordito, quella ragazzina insolente e petulante aveva osato umiliarlo davanti a tutti senza un minimo di contegno e rispetto. Lo aveva bellamente sputtanato di fronte a suo fratello ed ai suoi amici ed ora se ne stava andando tranquilla come se niente fosse successo. Nessuno poteva mettergli i piedi in testa senza pagarne le conseguenze!

Con uno scatto fulmineo, le afferrò con forza il polso e facendola voltare ed avvicinandosi pericolosamente a lei.
- Come ti sei permessa di rivolgerti a me in quel modo? -le ringhiò con gli occhi accecati di rabbia- Hai presente chi sono io?

Il chitarrista la vide sorridere mestamente ed iniziò a gongolare dentro di lui ma la sua vittoria illusoria venne spazzata via appena la vide fare un ghigno per niente rassicurante.

- Oh sì che lo so -rispose divertita facendolo preoccupare ed approfittando di quel momento per liberarsi dalla sua presa- Tu sei Tom Kaulitz, uno stupido pallone gonfiato che fa il chitarrista in una band figa che fa canzoni fighe. O per lo meno è questa la vostra convinzione -affermò squadrando i quattro ragazzi con sufficienza prima di posare di nuovo lo sguardo su di Tom- Comunque, purtroppo siamo costretti a fare questo viaggio insieme dato che, per mia disgrazia, siamo diretti sulla stessa isola. Ma spero che adesso ti tapperrai quella bocca garantendo a tutti noi un viaggio tranquillo. Adios ragazzi.

Sorrise angelicamente prima di tornare al suo posto accanto ad una Zoe stupefatta; la mora le chiuse la bocca spalcata con la mano e poi tornò a rilassarsi contro il sedile come se non fosse mai successo niente.

Tom osservò l'intera scena con la rabbia che gli ribolliva nelle vene; non solo quella ragazzina lo aveva umiliato ma aveva anche offeso la sua band. La guardò ancora una volta prima di tornare a sedersi; quella moretta aveva fatto un gravissimo errore: si era messa contro Tom Kaulitz e non l'avrebbe passata liscia.
 

***

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Buon giorno a tutte!
Eccomi con il secondo capitolo di questa piccola Fanfiction.
Io non so che dirvi se non grazie per i commenti al capitolo precedente e per tutto il resto; non mi aspettavo questo, diciamo, successo perchè per me è un vero successo quindi ancora GRAZIE. Ma adesso voglio ringraziare di cuore:
- aquariusff, niky95, raggiodisole90, _MINA_, sere_96, alessia_bill98 ed OfeliaMillet per aver commentato il primo capitolo;
- alessia_bill98, aquariusff, Just_Blue e raggiodisole90 per aver inserito la storia tra le seguite;
- iolly21, raggiodisole90, _MINA_ per aver inserito la storia tra le preferite;
- raggiodisole90 per aver inserito la storia tra le ricordate e niky95 per avermi inserita tra le autrici preferite.
Grazie davvero a tutte quante, mi avere reso orgogliosa di questa piccola storia; spero che anche questo capitolo vi piaccia come il primo...
Buona lettura a tutte...
Il secondo capitolo arriverà sabato dato che domenica e lunedì non avrò internet...
Un bacione a tutte
Nat
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Capitolo 2

Leyla rise di gusto ripensando a quel lontano incontro. Era stata davvero molto cattiva ma quel ragazzo l'aveva infastidita e non si era fatta scrupoli nell'aggredirlo in quel modo. Lei era così: fredda e diretta, non si curava dell'effetto che le sue parole causavano alla gente. Era vuota e priva di sentimenti.
La mora tolse lo scatolo dal letto e vi si sdraiò a pancia in giù sorreggendosi però con i gomiti e poggiando il diario sul cuscino; cominciò a dondolare le gambe e si tuffò nella lettura e nei ricordi di una nuova pagina.
 
"                                                                Maldive, 1 luglio 2010
C'è solo una parola che può esprimere questo luogo: fantastico!
Questa isola è stupenda e l'appartamento che mio padre e quello
di Zoe hanno affittato per questi mesi è molto semplice e carino,
proprio come piace a me. È tutto perfetto! L'unica pecca è stato
l'inconveniente accaduto in aereo, ossia lo scontro con un bambino
di forse 20 anni che si lagnava peggio di Ben ed Eva quando avevano
due anni. Era insopportabile ma gliene ho dette quattro e ho goduto,
eccome se ho goduto...                                                                   "
 
 

Zoe era davvero molto euforica e continuava a chiamare l'amica mentre si sistemava i suoi lunghi capelli rossi legati in una treccia. Leyla arrivò un minuto dopo armata di occhiali da sole e di una capiente borsa da mare; sorrise all'amica ed insieme scesero nella spiaggia antistante all'enorme palazzo, dove era situato il loro appartamento, e raggiunsero i posti loro assegnati. Dopo aver sistemato tutto, le ragazze si spogliarono rivelando così un corpo statuario, perfetto, con tutte le curve al posto giusto, ed infine si tuffarono in quel mare così limpido e cristallino e dalla finissima sabbia bianca.
La loro estate era iniziata!
 

Tom, seguito da Gustav, raggiunse suo fratello che rideva con Georg, entrambi già pronti per entrare in acqua. Il chitarrista poggiò la propria tracolla sulla sdraio libera e si sfregò le mani.
- Allora ragazzi -esordì rivolgendosi agli amici- Che ne dite se cominciamo a divertirci? -poi si guardò intorno scrutando molte belle ragazze- C'è davvero molta carne fresca in giro.

Bill e gli altri due amici si guardarono rassegnati per poi vedere il chitarrista sorridere malizioso; il vocalist scosse la testa poi spinse il fratello verso il bagno asciuga. Forse una bella nuotata avrebbe placato i bollenti spiriti del gemello, almeno per il momento.
 

- Leyla, mi puoi prestare la tua crema solare? -le chiese la rossa seduta sulla sdraio- Devo aver lasciato la mia a casa.

- Certo Zoe tieni -rispose lei porgendogliela sorridendo- Non preoccuparti. Vuoi che te la passi sulla schiena? -le chiese poi gentilmente.

L'amica le sorrise ed annuì lasciando che la mora le spalmasse la crema.
Leyla e Zoe erano amiche fin dai tempi dell'asilo e non si erano mai separate, erano come due sorelle ed erano unite da un profondo e sincero affetto. La rossa era l'unica persona con cui Leyla era se stessa e con la quale mostrava il suo lato dolce e gentile.

- Oh porca... -imprecò piano Zoe guardando alla sua sinistra.

- Che succede? -chiese la mora seguendo poi il suo sguardo e sgranando gli occhi quando vide proprio quel ragazzo- Oh porca miseria!

Ma non fu l'unica a reagire in quel modo; anche lui si meravigliò quando la vide lì, a pochi passi dal suo ombrello.
- Non è possibile! -esclamarono entrambi prima di guardarsi in cagnesco negli occhi.

"Ma allora sei una persecuzione!" pensò Leyla scocciata e nervosa.

"Ti pentirai di avermi umiliato così ieri mattina" pensò invece Tom sorridendo tra il divertito ed il malefico.

Il ragazzo le si avvicinò sicuro di sé e con la stessa espressione dipinta sul volto fermandosi a pochi centimetri da lei. Con estrema lentezza la scrutò dalla testa ai piedi: aveva un bel seno sodo, sicuramente una bella terza; la vita era stretta ed il ventre piatto; le coscie erano belle sode e le gambe lunghe e slanciate. Era bellissima e, se non fosse stato per quel carattere da stronza che si trovava, ci avrebbe fatto qualche pensierino per niente casto.

- Hai finito di soppesarmi con lo sguardo? -gli chiese lei velenosa come suo solito incrociando le braccia al petto- Non sono in vendita e non ti dirò di sicuro quali sono le mie misure.

Tom non poté non sorridere divertito, quel suo comportamento lo eccitava ma lui non voleva sesso, no. Lui voleva vendetta, voleva umiliarla e ferirla facendola sentire come lei aveva fatto il giorno prima con lui.

- Ascoltami schlange -esordì lui tranquillo.

- Schlange? -ripetè lei aggrottando la fronte.

- Non so il tuo nome -rispose lui scrollando le spalle- ma ho capito che sei velenosa come un serpente e quindi ti chiamo così finché non scoprirò il tuo nome.

- Non lo saprai mai -affermò decisa mettendosi poi le mani sui fianchi- Ascoltami tu invece. Purtroppo, dopo il viaggio, siamo costretti a condividere anche la stessa spiaggia quindi dobbiamo trovare una soluzione. È molto semplice: tu fatti i cazzi tuoi e non mi importuni più ed io mi faccio gli affari miei come sempre d'altronde. Tu sei invisibile per me ed io lo sono per te. Come vedi è molto semplice ed ora sparisci, togliti dalle palle -concluse dandogli le spalle e sedendosi sulla sua sdraio.

Tom si sentì offeso da quel tono insolente ma non lo diede a vedere e, come se quelle parole non fossero indirizzate a lui, si sedette accanto a lei. Leyla si voltò di scatto guardandolo inferocita ma, prima che potesse emettere un suono, Tom cominciò a parlare.
- Ascoltami attentamente ragazzina -sibilò con un finto sorriso che però non celava la sua irritazione- io non ti reggo e la cosa è reciproca. Sono d'accordo che dobbiamo stare alla larga l'uno dall'altra ma... -si avvicinò al suo viso sollevando ancor di più un angolo della bocca e sussurrandole- io e te abbiamo ancora un conto in sospeso da saldare.

Zoe, che fino a quel momento era rimasta indietro ad osservare l'intera scena, si avvicinò quando intuì la reazione che l'amica avrebbe avuto ma non riuscì a fermarla. Lo schiaffo di Leyla aveva colpito Tom in pieno viso.

Bill fece subito un passo in avanti ma si bloccò quando vide la ragazza alzarsi e posizionarsi davanti al fratello che aveva una mano posata sulla guancia e la guardava con odio.

- Cosa non ti è chiaro della frase "devi farti i cazzi e non devi importunarmi"? -gli urlò contro fuori di sé- Devi starmi lontano! Azzardati ancora una volta ad avvicinarti a me e ti giuro che questo schiaffo non sarà nulla rispetto a ciò che ti farò patire. Adesso -aggiunse poi cercando di calmarsi- io vado a farmi un bagno con Zoe ed al nostro ritorno non voglio trovarti qui. Mi hai capito o devo spiegartelo con i disegnini? -gli chiese con cattiveria guardandolo un'ultima volta prima di voltarsi ed invitare l'amica a seguirla in acqua.

Per la seconda volta Tom era rimasto impietrito dalla reazione di quella strana ragazza che gli si era scagliata contro con tutta la sua cattiveria, alzandole addirittura le mani. E questo non era un comportamento normale, non era normale che una ragazza reagisse in quel modo per niente, per un gesto assolutamente insignificante. Doveva esserci qualcosa dietro a quell'atteggiamento aggressivo ed a quel carattere irrascibile ma non gli importava; quella ragazza senza nome lo aveva umiliato per la seconda volta senza mostrare alcun segno di pentimento o rimorso, aveva osato addirittura schiaffeggiarlo pubblicamente. E quella era stata la goccia che aveva fatto traboccare il vaso; Tom gliela avrebbe fatta pagare e l'avrebbe fatta pentire di aver osato scalfire il suo orgoglio.
 

- Leyla hai esagerato -la rimproverò la rossa una volta entrate in acqua- Non avresti dovuto dargli quello schiaffo.

- Senti Zoe -si girò l'amica sbuffando- Quel Tom è entrato a far parte della lista nera non appena ha cominciato a rompere sull'aereo. Se non avesse fatto la stessa cosa anche prima e mi avesse ascoltato, non sarebbe successo niente. Lo sai come sono fatta quindi per favore non farmi la paternale ok? Tanto ora quel Tom Kaulitz mi lascerà in pace -concluse guardandosi intorno.

- Io non credo -sussurrò la rossa con un brutto presentimento.

- Dai adesso rilassati e divertiamoci -gli sorrise la mora prendendola a braccetto- Abbiamo quasi tre mesi di vacanza in questa fantastica isola con un panorama fantastico e tu vuoi rovinartela pensando a quello stupido? -le chiese divertita- Così ti si fonderà il cervello prima di riprendere l'università -concluse facendola sorridere.

Insieme poi iniziarono a schizzarsi l'acqua divertendosi come pazze ignorando tutto ciò che le circondava e cancellando quegli inconvenienti che avevano turbato quelle prime due giornate di vacanza.
Ma Leyla non sapeva che la guerra doveva ancora iniziare.
 

***

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Buon giorno a tutte!
Eccomi con il secondo capitolo di questa piccola Fanfiction.
Grazie ancora per i commenti al capitolo precedente e per tutto il resto; grazie davvero, sono molto felice. Ma adesso voglio ringraziare di cuore:
- aquariusff, niky95, _MINA_, sere_96, Layla per aver commentato il secondo capitolo;
- Layla per aver inserito la storia tra le preferite;
- sere_96 per aver inserito la storia tra le ricordate.
Grazie davvero a tutte quante; spero che anche questo capitolo vi piaccia come i precedenti...
Buona lettura a tutte...
Il quarto capitolo arriverà verso mercoledì dato che probabilmente non ci sarò fino a martedì-mercoledì per mancanza di internet... Ma comunque saprete che avrò postato il giorno stesso in cui risponderò ai vostri commenti ^^
Un bacione a tutte e buon ferragosto
Nat
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Capitolo 3

Leyla sospirò non appena finì di leggere quella pagina; quel giorno aveva davvero esagerato ma Tom le stava sullo stomaco e la sua sola presenza la irritava. Aveva sempre odiato chiunque non l'ascoltasse o ignorasse le sue parole ed il suo caratterino l'aveva sempre spinta a farsi valere ad ogni costo. Non le importava di niente e di nessuno se non di se stessa, della sua famiglia e di Zoe. Il resto era solo un dettaglio insignificante mischiato al tutto.
Un sorriso amaro si dipinse sulle labbra di Leyla che si alzò e scese in cucina, prese un bicchiere di limonata fredda ed uscì in giardino. Era fantastico, il prato era curato ed al centro c'era una bella piscina con bordi fatti in quarzo. Osservò tutto con una punta di sorpresa, poi si avvicinò ad un albero e si sedette poggiando la schiena contro il tronco. Chiuse gli occhi beandosi di quel leggero venticello di fine agosto che le accarezzava il viso e le scompigliava i capelli. Bevve un sorso della sua limonata fredda poi riprese il diario e se le poggiò sulle ginocchia infine si immerse nuovamente nei ricordi dell'estate più infervorata della sua vita.
 
"                                                        Maldive, 9 luglio 2010
Le giornate stanno trascorrendo tranquillamente ed io e Zoe
ci stiamo divertendo un casino. Il mare è meraviglioso, i       
fondali sono cristallini e permettono di vedere le meraviglie 
sottomarine. In questi giorni abbiamo preso molto sole, abbiamo 
conosciuto dei ragazzi molto carini ed abbiamo fatto un bel    
giro dell'isola. È stupenda! E ne ho approfittato per comprare 
qualcosa alla mia famiglia. Mi mancano tantissimo e non vedo
l'ora di riabbracciarli, di riabbracciare mio padre. E spero che 
gli piacerà ciò che gli ho comprato: una chitarra, uguale a       
quella che aveva usato quando si era dichiarato a mia madre 
e che aveva distrutto in un impeto di rabbia e disperazione      
dopo la sua morte. So che gli manca quella chitarra, l'ho visto 
spesso mentre osservava una foto che teneva gelosamente   
conservata. Per Tess ho preso un lungo vestito da sera color 
del mare senza spalline e che si allaccia dietro al collo; per      
la mia piccola ballerina Eva ho comprato un paio di scarpe da 
punta color grigio perla; infine per lo spericolato Ben ho preso 
uno skateboard nuovo. Spero di aver scelto le cose giuste.      
Dimenticavo, finalmente mi sono liberata di quel Kaulitz            
insopportabile; anche se ci incontriamo in spiaggia o nel palazzo
(già, devo pure sopportarlo qui) mi ignora totalmente. Quello    
schiaffo gli ha fatto ripartire il cervello..."                                 
 
 

- Zoe ti ho detto che sto arrivando -disse Leyla parlando al telefono con l'amica- Tranquilla, te l'ho presa io... Ehi, Derek l'ho visto prima io quindi è mio... Va bene, va bene arrivo.

Chiuse la chiamata e posò il cellulare nella sua borsa poi, quando vide che le porte dell'ascensore si stavano chiudendo, corse velocemente e passò in mezzo al piccolo spazio che era rimasto entrando appena in tempo. Sospirò di sollievo ma trasalì nel vedere che non era sola, con lei c'era la persecuzione in carne ed ossa e quella persecuzione era Tom Kaulitz. Per quanto stronzo quel ragazzo potesse essere, non poteva negare che fosse molto carino. Era lì appoggiato ad una parete con le braccia incrociate al petto che le sorrideva compiaciuto; era a torso nudo ed indossava semplicemente un costume verde scuro, sulla sua spalla destra era poggiato un asciugamano bianco.
Lo guardò pochi istanti poi si voltò verso le porte dell'ascensore deglutendo a fatica e schiaffeggiandosi mentalmente per cancellarsi quelle immagini dalla testa. Un leggero sobbalzo la risvegliò dai suoi pensieri e notò che l'ascensore si era fermato ma le porte d'acciaio erano ancora chiuse quindi si voltò alla sua sinistra e vide Tom fermo davanti alla scatola dei pulsanti con il dito premuto sullo stop.

Con un'espressione visibilmente infuriata, si avvicinò al pannello di controllo e cercò di far ripartire l'ascensore ma Tom glielo impedì prendendole i polsi e sbattendola contro la parete.
- Kaulitz lasciami andare e fai ripartire questo maledetto ascensore -gli ordinò urlando fuori di sé- Ti ho detto di...

- Lo so cosa hai detto ma non lo farò -la interruppe il chitarrista divertito premendola con il suo corpo contro il muro- Adesso tu fai la brava e mi ascolti.

- Giuro che ti affogo se non mi lasci subito -sibilò provando a liberarsi.

- Non stancarti troppo Schlange -le sussurrò lui all'orecchio provocandole un brivido lungo la schiena- Così mi ecciti di più e tu non vuoi che ti stupri qui dentro vero?

- Non lo farai -rispose lei ostentando sicurezza anche se quelle parole l'avevano spaventata- Non te lo permetterò; sarai anche un ragazzo ma io non sono una che si crea troppi problemi ad alzare le mani.

- Oh lo so bene -mormorò strofinando il naso contro la sua guancia- Anche io ne so qualcosa e ho in mente come vendicarmi, Schlange.

- Smettila di toccarmi e di chiamarmi in quel modo -gli ordinò urlando e cercando i muovere le braccia- E lasciami.

Tom fece finta di non averla sentita ed iniziò ad annusare i suoi capelli, la pelle ora bronzea del suo collo. Non poteva negare che fosse bella; in quel momento avrebbe tanto voluto essere impegnato in altro invece che a discutere con lei ma aveva una questione da risolvere.
- Se tu mi dicessi come ti chiami allora non saresti più Schlange -gli rispose strafottente guardandola negli occhi- Ma tanto lo scoprirò comunque.

- Senti Kaulitz, sto perdendo la pazienza -affermò con rabbia e stringendo i pugni- Lasciami andare immediatamente o giuro che ti faccio male.

Il chitarrista spinse il suo bacino contro quello della ragazza che riuscì a sentire benissimo quanto lui fosse eccitato ed una scarica elettrica la fece rabbrividire. Ma durò tutto pochi secondi perché tornò subito in sé.
- Sarò io a farti molto male invece -replicò lui sicuro di sé- Lo so che ti faccio impazzire ed è proprio su questo che scaverò la tua fossa, anzi -si corresse subito- sarai tu a scavartela con le tue mani quando ti innamorerai di me.

Leyla lo guardò sbalordita e cercò di trattenersi ma, alla fine, scoppiò a ridere di gusto.
- Io...innamorarmi di te? -disse sarcastica lei tra le risate- Mai! Stai pur certo che non mi innamorerei mai di te neanche se fossi l'unico ragazzo sulla faccia della terra e poi... -aggiunse seria e con un'espressione fredda e indecifrabile in volto- Io non amo.

Tom si bloccò di fronte a quelle parole guardandola sorpreso e la mora approfittò di quel momento di distrazione per defilarsi dalla sua presa e far ripartire l'ascensore.
Il chitarrista tornò di nuovo in sé e la guardò sorridere vittoriosa prima di voltarsi verso le porte d'acciaio che si erano aperte.

- Entro questa estate tu capitolarai ai miei piedi -affermò lui, sicuro di ciò che diceva.

- Credici Kaulitz -rispose lei divertita incamminandosi e sventolando una mano per sminuire le sue parole- Ma non venire a piangere da me quando capirai che non me ne frega niente di te.

- Tranquilla Schlange -le disse sorridendo- Non sarò io a piangere. E comunque nel frattempo mi divertirò con le altre ragazze. Ne ho vista una molto carina in spiaggia in questi giorni, mi sembra si chiami...Zoe -aggiunse infine dopo aver fatto finta di pensarci.

Leyla si fermò immediatamente, ghiacciata da quel nome, poi si voltò e lo raggiunse a passò svelto. Gli mise una mano intorno al collo e lo spinse contro al muro avvicinandosi al suo viso.
- Tom Kaulitz -ringhiò ad un soffio dalle sue labbra- Prova anche solo ad avvicinarti a Zoe e quello che si farà male seriamente sarai tu. Zoe non devi nemmeno guardarla e tantomeno avvicinarti. Fallo e ne subirai le conseguenze -gli disse prima di lasciarlo e dargli le spalle.

- A quanto pare non sei proprio di ghiaccio -affermò il ragazzo per nulla spaventato da quella reazione- Tieni davvero molto a lei.

- Sì -rispose Leyla lanciandogli uno sguardo fugace- E non permetterò a nessuno di farle del male. Ricordatelo Kaulitz.
Lo trappassò ancora una volta con il suo sguardo grigio verde per poi dargli definitivamente le spalle ed incamminarsi verso l'uscita del palazzo. Strinse i pugni lungo i fianchi cercando poi di calmarsi; quel ragazzo sapeva farla andare sui nervi ma d'ora in poi lo avrebbe tenuto sotto controllo. Una sola mossa falsa ed era finito!

Quando Leyla vide Zoe farle un segnale con la mano, si avvicinò a lei sorridendo e notò con piacere che Derek e suo fratello Mark si erano uniti a loro. La mora si spogliò davanti a loro mostrando il suo nuovo bikini color pesca e corse in acqua seguita dall'amica e dai due ragazzi.
Non avrebbe permesso a nessuno di rovinarle quelle vacanze alle Maldive; le parole d'ordine nel suo vocabolario erano semplicemente divertimento, sballo e tanto mare.
Era la sua estate con la sua migliore amica e Tom Kaulitz doveva starne fuori!
 

***

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Buona sera a tutte!
Anche se con un giorno di ritardo, eccomi con il quarto capitolo di questa piccola Fanfiction.
Grazie ancora per i commenti al capitolo precedente, grazie davvero, sono molto felice. Ma adesso voglio ringraziare di cuore:
_MINA_, Layla,aquariusff, niky95 e OfeliaMillet per aver commentato il secondo capitolo.
Grazie davvero a tutte quante; spero che anche questo capitolo vi piaccia come i precedenti...
Buona lettura a tutte...
Il quinto capitolo arriverà dato che d'ora in poi posterò ogni due giorni...
Un bacione a tutte.
Nat
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Capitolo 4

Leyla poggiò il diario sul prato e portò la testa all'indietro fino a toccare il tronco dell'albero; nonostante fossero passati poco più di due anni ricordava ancora quell'incontro ravvicinato tra lei e Tom. Non aveva mai dimenticato i brividi che aveva sentito quella mattina, quel piacere mescolato all'odio che l'avevano... eccitata. Tom poteva anche essere un pallone gonfiato ma era innegabile che fosse molto bello; alto, magro, con dei pettorali leggermente scolpiti e due occhi caramello intensi e magnetici. Se a quel tempo non lo avesse visto come un bambino viziato e non fosse stata tanto orgogliosa, avrebbe anche ammesso di trovarlo attraente.
Ma la Leyla di due anni prima era una ragazza orgogliosa, sicura di sé, insensibile e fredda con il mondo esterno alla sua famiglia. Nessuno aveva più importanza di loro, gli altri erano semplicemente esseri insignificanti senza cuore con i quali poteva divertirsi come voleva. Leyla strinse forte i pugni mentre sentì gli occhi pizzicarle fastidiosamente; erano passati oltre cinque anni e mezzo ma quel maledetto ricordo le faceva comunque male, anche se ora era più tenue e leggero.
Per non lasciarsi vincere da quella vecchia ferita, riprese il suo diario e si concentrò nella lettura di una nuova pagina.
 
"                                                     Maldive 13 luglio 2010
Oggi la giornata non è delle migliori quindi io e Zoe          
abbiamo deciso di non andare al mare ed abbiamo optato
per una bella uscita solo noi. Derek e Mark non verranno.
Sono due ragazzi molto simpatici ed in questi giorni ci    
hanno fatto visitare dei luoghi a bordo della loro barca.   
Siamo stati nell'atollo dell'Ari e devo confessare che è     
stato bellissimo. Ci siamo immersi e ciò che ho visto mi    
ha lasciato a bocca aperta: tantissime formazioni grosse 
e compatte di coralli. Uno spettacolo semplicemente     
stupendo che non dimenticherò mai. Ieri invece siamo stati
nell'atollo di Dhaalu e nell'isola di Ridudhoo, nota come  
Isola dei gioielli in quanto è famosa per i finissimi           
prodotti di artigianato orafo, e ho comprato una collana
molto graziosa per Tess e, per me, un profumo delicato
realizzati con dei fiori che, mi sembra, si chiamino       
frangipane. Ho passato davvero delle piacevoli giornate e
una nota positiva in tutto questo è che il signorino        
Kaulitz ha deciso di non rompere le scatole né a me né a
Zoe. Ha capito che so uscire le unghie quando si tratta 
di difendere le persone che amo..."                           
 
 

Leyla e Zoe per quella mattina avevano deciso di fare un pò di shopping e si erano fermate in un negozio di abbigliamento; volevano comprare qualcosa di carino per andare in un locale insieme ai loro prodi scudieri Derek e Mark. La rossa stava guardando degli abiti e ne trovò uno molto carino adatto alla sua amica quindi la chiamò e le ordinò di filare in camerino e provarselo. La mora osservò quel tubino grigio chiaro senza spalline e poi fece, sbuffando, ciò che le era stato bonariamente imposto.
 

Tom continuava a mugugnare contrariato mentre seguiva Bill all'interno del quinto negozio. Quella mattina il fratello lo aveva praticamente buttato giù dal letto per reclamare un pò di compagnia durante quella "tranquilla mattinata", come l'aveva chiamata lui.

"Tranquilla un corno!" pensò il chitarrista stravaccandosi su uno dei divanetti posti davanti ai camerini degli uomini "Se entro un quarto d'ora non siamo fuori, giuro che lo mollo qui"

Continuò a lamentarsi guadagnandosi un'occhiataccia da parte del fratello.
- La vuoi smettere di sbuffare? -lo rimproverò Bill guardando per un secondo prima di tornare di nuovo a dedicarsi sugli splendidi jeans che aveva davanti- Piuttosto guardati intorno e vedi se trovi qualcosa che possa piacerti.

Tom alzò un sopracciglio scettico e poi si guardò un pò intorno per passare il tempo finché non vide qualcuno che gli interessava parecchio; quindi si alzò e si incamminò verso quella direzione con un sorriso indecifrabile sul volto.
 

Zoe invece continuò a guardare altri abiti per sé stessa e ne trovò uno blu notte che le piacque moltissimo.

- Quel vestito è perfetto per te.

Una voce maschile alle sue spalle la fece sobbalzare; si voltò e sgranò gli occhi quando se lo trovò davanti.
- Tom -mormorò sorpresa.

- Esatto -confermò lui sorridendole e tendendole la mano- Tu dovresti essere Zoe se non sbaglio.

La rossa annuì e, anche se titurante, strinse la mano che lui le porgeva; era un pò nervosa e questo era legato al fatto che Leyla non sopportava quel ragazzo con cui stava parlando.

- Dicevo che con quel vestito saresti bellissima -le disse gentilmente- Risalterebbe i tuoi occhi così verdi.

Zoe arrossì di fronte a quel complimento e lo ringraziò abbozzando un lieve sorriso.
 

Leyla uscì dal camerino e si posizionò davanti allo specchio guardando sotto vari profili come le stesse il vestito che le aveva consigliato l'amica.
- Zoe -la chiamò continuando a specchiarsi ma, vedendo che non arrivava, la richiamò- Zoe non vieni a dirmi cosa pensi dell'abito che mi hai scelto?

Non udendo la risposta allegra che lei le avrebbe dato, aggrottò la fronte e decise di andare a vedere dove si fosse cacciata. Si incamminò lungo il reparto ma ad un tratto andò a sbattere contro a qualcuno e rischiò di cadere ma questo qualcuno la sostenne per i fianchi; quando alzò lo sguardo su di lui trasalì.

- Stai
bene? -le chiese Bill scrutandola e lasciando la presa- Scusa non ti ho proprio vista.

- Sì ma dovresti stare attento la prossima volta -rispose lei cercando di non essere molto sgarbata.

- È vero, hai ragione -concordò lui grattandosi la testa sorridendo imbarazzato.

Non aveva la più pallida idea del perché ma quel ragazzo le sembrava simpatico; era totalmente diverso da quello che si trovava per fratello.

- Questo vestito ti sta bene -le disse guardandola- E di sicuro con delle scarpe argentate saresti perfetta. Comunque io sono Bill -concluse porgendole una mano.

Leyla rimase sorpresa da quell'opinione detta ma non richiesta e dalla sua spontaneità; e la cosa che più la mandava in bestia era che quel ragazzo le ispirava una sorta di simpatia a pelle e non era normale, non per lei, abituata ad essere fredda con tutti quelli che non conoscesse. Ad un tratto le balenò l'idea di essere caduta in una trappola architettata dal fratello ma dentro quegli occhi marroni non vi lesse altro che pura sincerità quindi decise di lasciarsi andare e gli strinse la mano.
- Leyla -rispose per poi guardarsi intorno.

- Bel nome, carino e straniero -commentò annuendo- Ma chi stai cercando?

- Una mia amica -rispose semplicemente allontanandosi.

- Per caso è quella ragazza dai capelli ramati che era con te in spiaggia? -le chiese un pò preoccupato.

- Sì, l'hai vista? -gli chiese a sua volta tornando sui suoi passi.

- Ecco...credo -esordì balbettando- credo di averla vista...con mio fratello.

A quelle parole, Leyla sgranò gli occhi e strinse i pugni lungo i fianchi, poi si voltò ed iniziò a cercarli trovandoli poco dopo intenti a ridere per chissà cosa. Spinse subito Tom lontano da Zoe.

- Ehi ehi ragazzina -esclamò lui infastidito.

- Calmati Le... -tentò di dire l'amica.

- Calmarmi? -la interruppe la mora cercando di non essere scontrosa con lei- Questo ragazzo voleva solo usarti per colpire me. Ha capito quanto io tenessi a te e ha pensato di divertirsi con te per ferire me. È solo uno stronzo che non si sarebbe fatto scrupoli a farti del male pur di raggiungere il suo sporco obiettivo.

Zoe era incredula di fronte a quelle parole ma sapeva benissimo che lei non le avrebbe mai mentito quindi si voltò delusa verso il ragazzo.
- È vero? -gli chiese guardandolo intensamente.

Tom guardò prima Leyla, sorridendo compiaciuto, poi Zoe con una espressione profondamente seria.
- Se devo essere sincero è così -le rispose onestamente- La tua amica Schlange mi aveva davvero rotto con il suo comportamento e, vedendo quanto lei tenesse a te, ho pensato di ferirla usando te. Ammetto che è stato meschino da parte mia e che poco fa ti ho avvicinata per questo motivo ma adesso non è più così. In questi minuti ho capito che tu sei una brava ragazza, timida e dolce, e non ti meriti di pagare per le colpe della tua amichetta. Adesso ero me stesso con te e senza loschi fini -concluse abbozzando un sorriso.

Zoe era sbalordita, non riusciva a credere che potesse essere davvero così meschino da farle del male pur di vendicarsi dell'amica. Conosceva la sua fama ed il suo modo di fare con le ragazze ma in quei minuti aveva visto un ragazzo semplice, carino e gentile. Le aveva fatto dei complimenti ma non le aveva detto o rivolto sguardi maliziosi. Adesso era stato sincero ma, comunque, ci era rimasta un pò male per ciò che aveva scoperto.
- Sei davvero uno stronzo -gli disse guardandolo negli occhi- ma apprezzo la tua sincerità. D'ora in poi, se ci vedremo non ti negherò il saluto ma non credo che mi intratterrò con te. Non mi fido di ragazzi che si comportano così.

Leyla sorrise soddisfatta della risposta della sua amica ed incrociò le braccia al petto, pronta a godersi la reazione del chitarrista.

- Ti capisco e rispetterò la tua scelta -affermò senza degnare di uno sguardo la mora- Ma spero di riuscire a conquistare la tua fiducia durante questa estate. In fondo le cose possono sempre cambiare -concluse sorridendo.

- Sì si va bene -intervenne Leyla con non chalance prendendo l'amica per mano- Zoe lascialo perdere. Piuttosto, mi dai un consiglio sul vestito per favore? -le chiese facendole gli occhi dolci- Ho bisogno delle tue opinioni.

L'amica la guardò qualche secondo prima di scoppiare a ridere, poi salutò Tom e la trascinò di nuovo davanti al camerino per farla sfilare con qualche abito addosso.
 

Bill, che fino a quel momento era rimasto indietro a osservare l'intera scena, si avvicinò al fratello e guardò nella sua stessa direzione.
- Tom -richiamò la sua attenzione il vocalist- perché non le lasci stare? Zoe è una brava ragazza e credo che anche Leyla lo sia nonostante il suo caratterino.

- Leyla? -chiese il fratello incerto

- Si -disse lui- La bella moretta che ti ha dato del filo da torcere si chiama così.

Tom annuì poi gli disse distrattamente di muoversi a prendere quegli jeans, infine si sedette sulla poltrona e si perse nei suoi pensieri.
Leyla... Era davvero un bel nome, molto originale e carino e si chiese come potesse una ragazza fredda ed antipatica come lei avere un nome così dolce. Scosse la testa divertito poi sospirò; Leyla si sarebbe innamorata di lui e Tom avrebbe finalmente ottenuto la sua bramata vittoria.
 

***

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Buon giorno a tutte!
Anche se con un giorno di ritardo, eccomi con il quinto capitolo di questa piccola Fanfiction.
Grazie ancora per i commenti al capitolo precedente, grazie davvero, sono molto felice. Ma adesso voglio ringraziare di cuore:
- _MINA_, Layla e Nobody Is Perfect per aver commentato il capitolo precedente;
- _cucciolotta_ per aver inserito la storia tra le seguite.
Grazie davvero a tutte quante; spero che anche questo capitolo vi piaccia come i precedenti...
Buona lettura a tutte...
Il sesto capitolo arriverà lunedì...
Un bacione a tutte.
Nat
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Capitolo 5

Un leggero venticello la fece rabbrividire quindi Leyla decise di rientrare dentro casa; posò il diario sulla penisola della cucina e sciacquò il bicchiere che aveva usato per la limonata.
Ricordava ancora come era rimasta soddisfatta dalla reazione di Zoe che aveva placato il suo istinto omicida. Sorrise invece ripensando al suo incontro con Bill; quel cantante così sicuro di sé aveva mostrato di essere anche un ragazzo comune che andava in giro per negozi struccato e con il sorriso sempre stampato sulle labbra. Si era rivelato una calamità di simpatia.
Dopo essersi asciugata le mani, fece per uscire dalla cucina ma all'improvviso tornò indietro e prese una bella mela rossa, gliene era venuta voglia. Poi afferrò il diario e si recò in salotto dove fece un pò di spazio sul divano prima di sedersi su di esso e portarsi un ginocchio al petto. Cominciò a mangiare la mela con una mano e con l'altra riprese a sfogliare il diario.
 
"                                              Maldive 15 luglio 2010
Queste due settimane sono praticamente volate.       
Questo posto è meraviglioso ed ogni volta non riesco
a non stupirmi di ciò che la natura può regalarci.       
Questa mattina io e Zoe, insieme a Derek e Mark, siamo
stati a Faafu ed abbiamo visitato uno dei più importanti
siti archeologici delle Maldive. Un vero spettacolo.      
Poi siamo state in spiaggia e ho incontrato di nuovo   
quell'antipatico di Tom in compagnia del fratello e dei
suoi amici. Naturalmente non ho minimamente calcolato
quell'imbecille ma ho salutato Bill che, con mia sorpresa,
è venuto a scusarsi per ciò che era successo nel negozio
due giorni prima.                                                              
Inutile dire che Bill Kaulitz è ufficialmente entrato            
nelle mie grazie, è un bravo ragazzo e magari potrebbe 
rivelarsi un buon amico. Lui ha presentato a me ed a Zoe
i suoi due amici, Georg e Gustav, e devo ammettere che
sono molto simpatici anche se il primo è un pò troppo    
espansivo mentre il secondo, al contrario, è più timido. 
Sembrano tutti abbastanza simpatici tranne Tom!         
Comunque questa sera io e la mia migliore amica         
usciremo e ci divertiremo moltissimo,                            
come sempre quando siamo insieme..."                       
 
 

Leyla e Zoe erano appena uscite da un piccolo ristorantino dell'isola dove avevano mangiato, con molto piacere, del pesce fritto marinato. Si incamminarono lungo una via illuminata e molto affollata, infine entrarono in un locale intenzionate a divertirsi un pò ballando a ritmo di musica. Una volta entrate si lasciarono avvolgere dalle mille luci che coloravano la sala e dalle note di una qualche canzone del luogo. Le ragazze iniziarono a muoversi sinuosamente e si lanciarono in pista; cominciarono a scatenarsi ed a ballare l'una al fianco dell'altra. Ben presto anche i ragazzi iniziarono ad accerchiarle ma entrambe se ne sbarazzarono senza troppi problemi.
Quando iniziarono ad avere sete, si avvicinarono al bancone del bar ed ordinarono due vodka alla pesca; nessuna delle due beveva ma ogni tanto un bicchierino non faceva di certo male.

- Oh no! -esclamò Leyla ad un certo punto smettendo subito di ridere ad una battuta dell'amica e guardando verso l'ingresso- Ma è una persecuzione!

- Ma di chi... -Zoe non terminò neanche la domanda perché, guardando nella sua direzione, trovò subito la risposta- Dai Leyla, ignoralo e guarda che ti divertirai come se lui non ci fosse.

- Oh puoi scommetterci -rispose lei prima di voltarsi verso il barista- Un'altra per favore.

L'uomo le diede un'altra vodka che lei mandò giù in un sorso solo. Zoe la rimproverò e le ordinò di smetterla per quella sera; lei annuì facendo una smorfia poi diede un'occhiata in giro ed a un tratto sbiancò.
Quel ragazzo che ballava con un'altra ragazza assomigliava moltissimo a...lui. Quei capelli biondo cenere e quella fisionomia familiare le ricordarono una persona che lei voleva semplicemente dimenticare ed invece la sua presenza la tormentava continuamente.

- Leyla, Leyla ci sei? -chiese Zoe sventolandole una mano di fronte al volto- Stai bene? Sei un pò pallida.

- Oh scusami stavo pensando -le rispose cercando di sorriderle- E sto bene non preoccuparti.

Solo in quel momento la mora si accorse della presenza di Bill e di tutti gli altri accanto all'amica e lì saluto ignorando volutamente Tom. Il vocalist le si avvicinò e le schioccò un bacio sulla guancia guadagnandosi un'occhiata sorpresa della ragazza. Il gemello invece strinse la mano attorno al suo bicchiere di Vodka Lemon; se il fratello si fosse avvicinato molto a lei, avrebbe complicato i suoi piani di vendetta e doveva assolutamente impedirglielo.
-

Mio adorato ragazzo -disse scherzosamente Leyla riferendosi a Bill- mi vuole fare compagnia in pista?

Lui, in tutta risposta, sorrise e le prese la mano guidandola lungo la pista da ballo. Le mise le mani sui fianchi mentre lei gli circondò il collo ed iniziarono a scatenarsi seguiti poi da Zoe e Georg.

Tom osservò quella scena irritato poi svuotò il bicchiere e lo sbattè sul tavolino del bancone.
- Un'altra vodka Lemon, subito! -ordinò con arroganza al barista che gli diede ciò che aveva richiesto.

Riprese a bere quel liquido che gli bruciava la gola e nel frattempo continuò a guardare suo fratello che ballava alternandosi tra Zoe e Leyla. Era irritato non solo per questo ma anche perché lei si ostinava ad ignorarlo e Tom Kaulitz odiava essere ignorato.
 

Leyla si stava divertendo moltissimo insieme a quei ragazzi, doveva ammettere che erano un bel gruppo, ma comunque non riusciva a togliersi quell'immagine dalla testa. C'era solo un modo per farlo.
Era seduta da qualche minuto al bancone e davanti a lei giacevano tre bicchieri vuoti di chissà quale bevanda alcolica. La testa cominciò a diventare leggera ed i pensieri iniziarono a svanire uno ad uno; tutto intorno divenne sempre più confuso e la musica troppo alta ed ovattata.

- Eccoti, ti ho trovata finalmen... -disse Zoe allegra piombandole alle spalle ma bloccandosi quando vide i bicchieri vuoti sul bancone- Leyla, ma che cavolo hai fatto? -chiese preoccupata ed arrabbiata allo stesso tempo e prendendo poi il volto dell'amica- Ma quanto hai bevuto? Sei ubriaca.

- N...non è vero -balbettando la mora scendendo traballando dallo sgabello- Io sto benissimo -concluse troppo euforica.

- Sì, benissimo -ripetè ironica l'amica guardandola, poi le passò un braccio intorno alla vita e si passò un suo braccio intorno al collo per sorreggerla meglio- Andiamo, ti porto a casa.

Sentì la mora borbottare qualcosa in segno di protesta ma non ci fece caso e continuò a guidarla verso l'uscita. Ad un tratto vide qualcuno che le impediva di proseguire quindi alzò lo sguardo e si trovò Tom davanti.

- Che cosa è successo? -chiese lui sorpreso ed ansioso guardando la mora poggiare la testa sulla spalla dell'amica.

- Leyla si è ubriacata e la sto portando a casa -rispose Zoe per poi incamminarsi.

- Aspetta -la fermò il chitarrista cercando qualcosa nelle tasche ed uscendo un paio di chiavi che le diede- La mia macchina è parcheggiata qua di fronte, comincia ad aprire lo sportello del sedile posteriore mentre io mi occupo di lei -le disse prendendo saldamente Leyla per la vita.

La rossa lo ringraziò e fece come le aveva detto; Tom nel frattempo guardò la mora che aveva poggiato la testa sul suo petto poi la allontanò un pò da sé e la prese in braccio sentendo il suo fiato caldo sul collo. Aveva un profumo molto leggero e dolce e la pelle incredibilmente morbida e liscia. In quel momento, tra le sue braccia, sembrava così calma e tenera; peccato che quella fosse solo una breve parentesi dovuta all'alcool, ma adesso stringerla così lo faceva stare...bene.
Scosse la testa per cancellare certi pensieri e sistemò Leyla sui sedili posteriori dove già sedeva Zoe che fece poggiare la testa dell'amica sulle sue gambe; il ragazzo raggiunse il suo posto alla guida e imboccò la strada che portava a casa loro.
 

Giunti a destinazione, Tom prese di nuovo in braccio Leyla, che ormai dormiva profondamente, e seguì Zoe fino al loro appartamento. Non appena la lei tolse le coperte, lui adagiò con delicatezza la mora; Zoe le tolse le scarpe poi si avviò verso il bagno. Il chitarrista invece rimase nella stanza e si sedette sul letto iniziando ad accarezzarle i capelli ed a spostarle quei ricci ribelli che le solleticavano il volto. Era davvero bellissima, sembrava quasi un'apparizione divina ma il suo caratterino faceva di lei un vero e proprio terremoto.

- Ti odio...

Un sussurro appena percepibile uscì da quelle labbra perfette ma ciò gli bastò per renderlo attento.
"Deve odiarmi davvero tanto se non mi sopporta neanche in sogno" pensò lui guardandola perplesso.

- Ti odio... -ripeté ancora Leyla nel sonno- Phill.

Tom sgranò gli occhi sorpreso da quel nome sconosciuto ma, doveva ammetterlo, era anche un pò preoccupato; se lei aveva addirittura rivendicato il suo odio per lui in sogno, allora dietro quel ragazzo doveva nascondersi qualcosa di molto importante.
"Chi è Phill?" si chiese ancora una volta il chitarrista guardando con timore Leyla dormire profondamente.
 

***

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Buona sera a tutte,
mi scuso per il ritardo e per non aver postato in questi due giorni ma ho avuto problemi con il computer, per ora fortunatamente e momentaneamente risolti. Ma ora eccomi qui!
Dato che non ho postato lunedì, posterò due capitoli per recuperare quello non postato l'altro ieri. Spero vi piacciano e che li commenterete singolarmente... Vi ringrazio e mi scuso ancora per il ritardo..
Grazie ancora per i commenti al capitolo precedente, grazie davvero, sono molto felice. Ma adesso voglio ringraziare di cuore:
- _MINA_, Layla, Nobody Is Perfect, aquariusff, niky95 ed OfeliaMillet per aver commentato il precedente capitolo.
Grazie davvero a tutte quante; domani risponderò ai vostri commenti... spero che anche questo capitolo vi piaccia come i precedenti...
Buona lettura ed un bacione a tutte.
Nat
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Capitolo 6

Leyla ingoiò amaramente l'ultimo pezzo di mela; quel ricordo le bruciava ancora dentro ma per fortuna non le faceva più male come anni prima. I primi tempi erano stati terribili, il suo ricordo aveva continuato ad ossessionarla e nemmeno il tempo l'aveva aiutata a sanare quella profonda ferita che lui gli aveva inferto. Le aveva lasciato il segno, una grande cicatrice che le avrebbe sempre marcato l'anima.
Ma in quegli ultimi anni aveva trovato la forza per andare avanti e superare quel capitolo della sua vita che l'aveva distrutta; il suo ricordo non sarebbe mai svanito ma si era man mano sbiadito insieme al dolore, adesso restava solo un fioco bruciore che non faceva più tanto male. E tutto questo era potuto accadere grazie alla persona che le stava accanto ed a Zoe.
Leyla chiuse gli occhi e prese un respiro profondo per ritrovare la sua tranquillità interiore, poi si immerse ancora nella lettura del suo diario.
 
“                                         Maldive, 16 luglio 2010
Ieri ho fatto una grandissima cazzata! E la cosa che
più mi manda in bestia è che, nonostante lo sapessi,
l'ho fatta comunque. Mi sono ubriacata per dimenticare
il ragazzo che ho visto e che ha fatto riaffiorare il        
ricordo di...di lui, ma non è servito a niente. Il risultato?
Una testa che mi scoppia e gira come una trottola      
impazzita ed il fantasma di...lui che ancora saltella     
contento perché mi tormenta senza darmi pace.        
Assurdo, nonostante siano passati anni, non riesco 
ancora a chiamarlo per nome.                                
Devo pensare ad altro, non voglio più commettere la
cazzata di ubriacarmi per lui. Forse è meglio che mi
faccia una doccia ghiacciata e dopo ringrazio Zoe per
avermi aiutata ieri...                                              "
 
 

Zoe, sempre bellissima anche con una semplice gonna in jeans ed una camicia bianca, stava tornando nel proprio appartamento dopo essere uscita per comprare un pacco di analgesici per la sua amica. Ad un tratto il suo cellulare l'avvisò dell'arrivo di un nuovo messaggio quindi si fermò un attimo per leggerlo.

"Ciao Zoe sei già sveglia per caso? Vorrei fare un salto da voi. Tom"

Leyla poteva dire tutto quello che voleva su di lui, ma quel ragazzo sapeva essere molto gentile e premuroso quando voleva; la sera prima le aveva addirittura chiesto il numero per contattarla per avere notizie della mora.
Scosse la testa ridendo e si preparò a rispondere quando, una volta giunta vicino al suo appartamento, lo vide appoggiato allo stipite della porta con il cellulare in mano.
- Ehi Tom -lo chiamò avvicinandosi sorpresa- Che ci fai già qui?

- Ciao Zoe -la salutò lui baciandole la guancia e sorridendo nel vederla arrossire- Sono venuto per vedere come andavano le cose con Leyla.

- Grazie, sei davvero molto gentile -disse la rossa aprendo la porta e facendolo entrare insieme a lei ed indicandogli il salotto- Accomodati. Comunque l'ho lasciata che dormiva, controllo un secondo se si è svegliata e torno.

Il ragazzo annuì e si guardò intorno notando che anche l'arredamento era molto simile al loro; dopo un minuto vide la rossa tornare indietro con una lattina di coca cola.

- Leyla è sotto la doccia -gli disse per poi allungargli la bevanda- Tieni, purtroppo non abbiamo Redbull.

- Non preoccuparti Zoe, anzi grazie -le disse vedendola sedersi al suo fianco, poi divenne improvvisamente serio- Perché lo ha fatto? Perché si è ubriacata?

- Non lo so Tom -rispose lei sospirando rassegnata e passandosi una mano tra i capelli- Ci sono dei lati di Leyla che...che mi fanno paura.

Il chitarrista aggrottò la fronte confuso.
- In che senso ti fanno paura? -le chiese infine.

Zoe lo guardò e decise che forse parlarne con un mezzo sconosciuto le avrebbe fatto bene.
- Prima Leyla non era così -gli rispose la rossa iniziando a raccontare la storia- Lei è sempre stata una ragazza molto dolce, gentile con tutti e sorridente. Amava interagire con gli altri e conoscere le persone, si offriva anche di aiutare qualcuno se aveva bisogno. È sempre stata allegra e solare e si batteva contro l'ingiustizia, contro l'ipocrisia e con i pregiudizi della gente.

Tom si stupì sempre di più nell'ascoltare quelle parole ed alla fine non riuscì a trattenersi.
- Sicura che stiamo parlando della stessa ragazza velenosa che ora è sotto la doccia? -le chiese scettico inarcando un sopracciglio.

- Lo so che sembra difficile, se non impossibile, da credere ma lei un tempo era così -gli rispose comprendendo il suo scetticismo e continuando a raccontare prima che lui potesse chiederle altro- Poi è cambiata, all'improvviso, da un giorno ad un altro. Più volte ho provato a parlarle, a chiederle cosa le fosse successo o se il suo cambiamento c'entrasse con il ragazzo di allora ma niente. Non mi ha mai confidato cosa l'abbia ferita a tal punto da trasformarla nella ragazza che è ora -rimase in silenzio per qualche minuto poi riprese a parlare- Ho perso il conto delle volte che ho litigato con lei per via del suo carattere. So che qualcosa la fa star male tuttora e ne ho avuto conferma quando l'ho scoperta a piangere in passato o con occhi così rossi da far paura contornate da occhiaie gigantesche. Ciò che mi rende triste è che lei non ha mai voluto confidarsi con me, nonostante ci conosciamo da una vita. Ormai ci ho rinunciato ma se un giorno scoprirò chi l'ha ridotta in questo stato, gliela farò pagare cara. Te lo giuro Tom -gli confessò guardandolo- pagherà cara per ciò che ha fatto alla mia migliore amica.

Il ragazzo aveva ascoltato con attenzione l'intero racconto e lentamente si era fatto una sua idea nella propria testa ma non aveva intenzione di esporla alla rossa, per lo meno finché non ne avesse avuto la certezza. Ma di una cosa era certo, le supposizioni che aveva avuto all'inizio erano state verificate, ora doveva solo scoprire la verità che Leyla nascondeva.

Tom la guardò intenerito poi le passò un braccio intorno alle spalle e l'attirò a sé facendole posare la testa nell'incavo del suo collo.
- Zoe voglio farti una promessa -le sussurrò accarezzandole i capelli- Ti aiuterò a scoprire chi l'ha ferita e gli daremo una bella lezione. E se non dovesse bastarci l'estate per venire a capo della verità, continueremo a Berlino. Ti dò la mia parola Zoe -ribadì guardandola negli occhi.

Lei lo ringraziò e gli baciò una guancia prima di sciogliersi dal suo abbraccio ed alzarsi dal divano ma entrambi si voltarono verso il corridoio quando sentirono dei passi. Poco dopo videro Leyla entrare in salotto con addosso dei jeans ed una maglietta con scollo molto largo tanto da ricadere dalla spalla lasciandola scoperta.

La mora si stava massaggiando le tempie che pulsavano dolorosamente ma si fermò non appena vide Tom in piedi accanto a Zoe; guardò sorpresa prima l'uno e poi l'altra e fece per dire qualcosa ma l'ennesima fitta alla testa glielo impedì.
- Maledetto mal di testa -mugugnò contrariata.

- Te la sei cercata Leyla -la rimproverò allora la rossa prendendo le pastiglie e dandogliele all'amica- Se non ti fossi ubriacata forse...

- Sì va bene Zoe, lo so -la interruppe un pò troppo scontrosa, infastidita da quella terza presenza- Non c'è bisogno che mi fai la paternale, so di aver sbagliato. Piuttosto che ci fa lui qui? -le chiese indicando il ragazzo.

- Tom è passato per vedere come ti sentissi -rispose la rossa voltandosi verso di lui.

Leyla lo fulminò con lo sguardo per poi rivolgersi nuovamente a Zoe.
- Non capisco perché gli debba importare qualcosa di me dato che ci ignoriamo -rispose scrollando le spalle e prendendo la pastiglia accompagnata da un bicchiere d'acqua.

- Perché lui è più maturo di te Leyla -affermò Zoe non sopportando quel suo atteggiamento infantile- Perché lui se n'è fregato del tuo stupido carattere e ti ha portata a casa in braccio e si è preso cura di te mentre io prendevo delle cose -poi si avviò verso la loro stanza da letto ma prima di uscire la guardò ancora una volta- Metti da parte il tuo orgoglio per una volta e smettila di essere così stronza con tutti.

E se ne andò lasciando la mora completamente basita di fronte a quelle parole, di fronte a quella rivelazione, di fronte a quella reazione. Non si era immaginata una scenata simile dalla sua migliore amica ma in fondo la capiva; neanche a lei piaceva ciò che era diventata negli ultimi anni ma non riusciva ad abbandonare la Leyla che era adesso.
Eppure la cosa che più l'aveva sorpresa era stata scoprire di essere stata aiutata da Tom, dal ragazzo che aveva umiliato ed ignorato dall'inizio della vacanza. Si voltò verso di lui guardandolo dritto negli occhi.
- Lo hai fatto davvero? -gli chiese piano per poi vederlo annuire- Beh...grazie -sussurrò abbassando la testa.

Tom era stato molto gentile con lei, aveva messo da parte i loro contrasti e l'aveva aiutata mentre lei continuava ad attaccarlo ed evitarlo senza motivo. Forse doveva fare come Zoe le aveva consigliato e mettere da parte l'orgoglio cercando di comportarsi meglio con lui.
Quando sollevò lo sguardo per parlargli, sobbalzò nel trovarselo così vicino e strabuzzò gli occhi quando senti quelle grandi mani posarsi sulle sue braccia. La stava guardando intensamente senza ombra di rabbia o stanchezza, anzi sembrava quasi...dolce.

- Chi è Phil? -le chiese poi senza giri di parole.

Quel nome la fece irrigidire all'istante congelandola sul posto; il cuore iniziò a batterle furiosamente e lo stomaco stringersi in una morsa.
- C...come? -chiese sperando di aver capito male.

- Ieri, durante il sonno, hai menzionato un certo Phil. Chi è? -le chiese di nuovo dopo averle spiegato ciò che era accaduto la sera prima.

- Non sono affari tuoi! -gli rispose acida e fredda stringendo i pugni lungo i fianchi- Sai dov'è l'uscita quindi ora vattene.
Non gli diede neanche il tempo di controbattere e corse via dal salotto chiudendosi di nuovo in bagno; si lasciò scivolare lungo la porta poi si portò le ginocchia al petto ed iniziò a piangere dopo tanto tempo. Quel nome che la sera prima l'aveva portata ad ubriacarsi, adesso la costrinse a piangere per liberare, almeno in una minima parte, quel dolore che si teneva dentro da anni.
 

Tom rimase fermo per diversi minuti guardando il punto dove lei era sparita. Quella reazione gli aveva dato la conferma che cercava, quel Phil doveva averla ferita nel profondo per renderla così fredda ed aggressiva col mondo. Adesso aveva un punto di partenza da cui iniziare la sua ricerca della verità e non si sarebbe arreso finché non fosse venuto a capo di tutto.
La vera Leyla era nascosta dietro una maschera di sofferenza e lui voleva a tutti i costi riportarla alla luce.
Ora la sua vendetta era passata in secondo piano.
 

***

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Ecco il settimo capitolo, è molto importante e spero vi piacerà... L'ottavo capitolo arriverà Venerdì...
Un bacione e buona notte a tutte.
Nat
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Capitolo 7

Con un pesante sospiro, Leyla chiuse momentaneamente il diario e poggiò la testa contro il divano; scoprire di essere stata ingannata dal suo subconscio l'aveva mandata in bestia perché aveva permesso a Tom di venire a conoscenza di qualcosa di estremamente privato. Inoltre scoprire che la sua mente ed il suo cuore volevano liberarsi di quel segreto l'avevano spaventata perché aveva iniziato a temere di non riuscire più a nascondere il suo passato oscuro.
Leyla si alzò ed andò a farsi una doccia fresca; lasciò che l'acqua le scorresse sulla pelle rigenerandola poi avvolse il suo corpo con un asciugamano ed iniziò ad asciugarsi. Dopo essersi vestita, si sentì decisamente più fresca e rilassata; scese di nuovo in salotto e riprese il suo caro vecchio diario lasciandosi avvolgere dai suoi vecchi ricordi.
 
“                                                        Maldive, 30 luglio
Il primo mese di vacanze è volato via portandosi dietro
nuove conoscenze e scontri imprevisti; resta più di un
mese e mezzo di vacanze ancora e vorrei trascorrerle
serenamente, ma non tutti la pensano come me.      
Dopo quella discussione, Zoe è un pò più fredda nei miei
confronti nonostante le abbia chiesto scusa decine di    
volte, ma non è questo ciò che lei vuole sentirsi dire. Lei
vorrebbe che mi confidassi con lei ma quello che non ha
capito è che non ci riesco; da un lato perchè mi fa male
ma dall'altro perché mi vergogno. Ho paura che se      
sapesse tutto mi guarderebbe diversamente e non voglio...
In queste due settimane Zoe ha detto che è tutto risolto  
e che va bene ma ho capito che non è così o non la      
sentirei più fredda. Ho bisogno di lei più di quanto creda.
Inoltre non so come ma sono riuscita ad evitare di stare
sola con Tom; so che avrebbe approfittato della prima 
occasione che gli sarebbe capitata a tiro per parlarmi ed
estorcermi tutto quanto. Ma, almeno questa volta, la     
fortuna è stata dalla mia parte...                                  "
 
 

- Leyla sei pronta? -le chiese Zoe impaziente davanti alla porta- Guarda che i ragazzi non ci aspettano.

- Eccomi scusa -disse la mora raggiungendola- Ho perso tempo perché mio padre mi ha chiamata.

- Davvero? -chiese l'amica chiudendo la porta ed incamminandosi verso l'ascensore- E come sta? Come vanno le cose a Berlino?

- Bene grazie -rispose l'altra sistemandosi la borsa- Ti saluta. Ha detto che gli manco e non vede l'ora di rivedermi e che Eva vuole che l'aiuti io con le acconciature per la danza.

La rossa sorrise ricordando quanto fosse graziosa quella bambina di otto anni che, insieme al gemello Ben, diffondeva la vitalità dentro la loro casa.

Quando giunsero alla tavola dove i Tokio hotel le attendevano per la colazione, entrambe notarono che Tom non era presente ma solo Zoe chiese a Bill dove lui fosse. Il vocalist disse loro che si era alzato tardi e doveva fare la doccia ma la rossa sapeva che non era così; lui le aveva chiesto di prestargli la copia della chiave del loro appartamento perché voleva indagare su una cosa legata al passato di Leyla. Nonostante fosse curiosa, non gli aveva chiesto niente e gli aveva consegnato le chiavi; guardò di sottecchi l'amica e si scusò mentalmente con lei, ma quello era l'unico modo per scoprire cosa le fosse successo.
 

Tom si chiuse velocemente la porta alle spalle e cominciò a guardarsi intorno in cerca di qualcosa, poi si recò nella camera da letto delle ragazze.
In quelle due settimane Leyla lo aveva tenuto alla larga ma questo non era bastato a demorderlo dal suo obiettivo e, parlando con Zoe, aveva scoperto che la mora custodiva gelosamente un diario segreto su cui scriveva spesso. Allora gli si era accesa una lampadina ed aveva deciso di scavare dentro il suo mondo per trovare ciò che cercava.
Perlustrò tutta la stanza, guardando anche tra la biancheria, ma non trovò nulla quindi perse le speranze pensando che, magari, lei potesse esserselo portata dietro. Si avvicinò alla porta dell'appartamento ma all'improvviso gli venne un'idea e corse nella stanza sollevando il materasso...ed eccolo lì, finalmente lo aveva trovato.
Lo prese e si sedette sul letto poi, anche se con qualche senso di colpa, aprì quel grosso diario ed iniziò a sfogliarlo. Pagine su pagine che nascondevano la vita di un'adolescente: descrizioni di come aveva trascorso la giornata; una serata speciale padre-figlia; delle feste con Zoe ed altre amiche; sogni per il futuro; l'incontro con Phil.
Tom tornò subito indietro quando vide quel nome scritto nero su bianco ed iniziò a leggere quella pagina ma non diceva niente di rilevante se non che era molto carino e due anni più grande di lei. Continuò a sfogliare ed a leggere pagine finché non notò una pausa improvvisa; Leyla aveva smesso di scrivere nel dicembre 2006 ed aveva ripreso nel marzo del 2007. Ed i tempi coincidevano con ciò che gli aveva raccontato Zoe, la verità era nascosta in quei tre mesi e forse nelle pagine successive.
 

- Ragazzi -disse Leyla attirando l'attenzione di Bill e Gustav- Mentre Zoe e Georg sono al bancone, io ne approfitto per salire un attimo e prendere il mio cellulare che avevo messo sotto carica -concluse alzandosi.

- Tranquilla fai con calma -le disse il vocalist sorridendo.
Lei rispose al suo sorriso e si avviò con tranquillità verso l'ascensore.
 

Tom trovò finalmente una pagina che attirò in maniera particolare la sua attenzione.
 
“                                                   Berlino, 18 marzo 2007
Anche oggi ho litigato di nuovo con Zoe perché non riesce
ad accettare la nuova Leyla; mi dispiace discutere con lei
però se sapesse perché mi comporto così forse capirebbe.
Ma non dirò a nessuno ciò che mi ha fatto Phil, è troppo 
umiliante e mi fa ancora male. Il dolore che provo scivola
sulle mie guance anche in questo momento...                    
Io lo amavo, lo amavo davvero ma lui no? Lui ha              
semplicemente giocato con me, sono stata una bambolina
che ha buttato via quando non le serviva più fregandosene
del male che mi aveva fatto...                                         "
 
 

Leyla giunse davanti al suo appartamento e notò, con suo immenso stupore, che Zoe aveva dimenticato di chiudere la porta a chiave; entrò silenziosamente in casa scuotendo la testa e si avviò verso la camera dove aveva lasciato il telefono. Ma il sorriso e la serenità che aveva provato fino a quel momento si spensero non appena vide Tom seduto sul suo letto con in mano il suo diario intento a leggere la sua vita.
Non ci vide più, la rabbia e la furia si erano impossessate di lei. Con passo svelto, si avvicinò a lui e gli tolse il diario dalle mani facendolo spaventare, dato che non si era accorto del suo arrivo, e gli tirò uno schiaffo.
- Come ti sei permesso di leggere il mio diario? -gli urlò contro con tutta la voce che aveva in corpo- Non avresti mai dovuto pensare minimamente ad una cosa simile.

La mora cercò di colpirlo ancora ma Tom la fermò bloccandole prima un polso e poi anche l'altro quando la vide sollevare anche l'altro braccio.

- Lasciami stronzo! -gli ordinò urlando e divincolandosi- Giuro che questa volta non ne esci intero. Lasciami! -urlò ancora più forte.

Il chitarrista non badò alle sua urla bensì le ignorò; poi la girò attirandola a sé facendo aderire il suo petto alla schiena della mora, infine le bloccò le braccia ed i polsi stringendola con forza.
- È inutile che urli -le disse lui cercando di calmarla- Non ti lascerò andare finché non mi dirai cosa cazzo ti ha fatto Phil.

- Ti ho detto che non sono affari tuoi -gli rispose iniziando a scalciare.

A quel punto Tom perse le staffe e la spinse sul letto costringendola a sdraiarsi e mettendosi sopra di lei bloccandola così con il suo corpo.

- Togliti immediatamente! -berciò rossa di rabbia e fatica.

- Dimmi la verità e lo farò -rispose lui senza demordere.

Leyla lo guardò con odio ma allo stesso tempo sentì il bisogno di aprirsi, di sfogarsi con qualcuno ed in quel momento quegli occhi nocciola la stavano facendo sciogliere e le stavano ispirando fiducia.
- Perché lo fai? -gli chiese la mora in un sussurrò voltando lo sguardo per non incrociare il suo.

- Perché voglio aiutarti -le rispose lui allentando la presa ed accarezzandole una guancia.

Gli occhi iniziarono a pizzicarle, sapeva che le lacrime si stavano preparando ad uscire ma quella volta quelle gocce salate sarebbero state accompagnate da un abbraccio di conforto.
- Tom non è facile -sussurrò ancora Leyla.

- Tu comincia dall'inizio e, quando ne senti il bisogno, ti fermerai e riprenderai dopo esserti calmata -le rispose cercando di rassicurarla.

- Mi...mi vergogno. È...umiliante -aggiunse lei balbettando arrampicandosi sugli specchi.

- Non ho intenzione di giudicarti -le disse dolcemente- Voglio solo ascoltarti.

La mora annuì e si tirò a sedere non appena il ragazzo le si tolse di dosso, poi si portò le ginocchia al petto e le circondò con le braccia come se volesse proteggersi da sola in quell'abbraccio. Mandò giù il groppo che le si era fatto in gola e si fece coraggio.
- Conobbi Philip nel settembre 2006 -iniziò a raccontare senza guardarlo negli occhi- Non avevo ancora 17 anni mentre lui ne aveva 19. Era bellissimo con quei capelli biondi e gli occhi di un marrone molto intenso. Ci frequentammo per due mesi poi, la sera del mio compleanno, mi chiese di metterci insieme e naturalmente accettai, ero innamorata persa di lui. O meglio, ero innamorata di ciò che lui aveva finto di essere -si corresse stringendo i pugni- Non era un brillante studente universitario, non faceva volontariato, non amava gli animali, non era niente di ciò che lui mi aveva detto. No, lui era tutto l'opposto ma non l'ho capito troppo tardi.

- Leyla, cosa ti ha fatto? -le chiese Tom preoccupato.

- Era capodanno e lo trascorsi con lui -continuò lei lasciando che delle lacrime le rigassero il volto- Quella notte ebbi la mia prima volta ed era stato stupendo ma presto è diventato un inferno -si fermò un attimo per via dei singhiozzi ma si calmò un pò quando sentì la mano di Tom sulla sua- Si stava fumando una sigaretta e, per sbaglio, si fece scappare una parola di troppo ed io gli chiesi spiegazioni. Lui e suo fratello avevano fatto una...scommessa su di me.

Il chitarrista trasalì a quelle parole.
- Una scommessa? -chiese incredulo.

- Già -annuì tirando su col naso- Se...se Phil non fosse riuscito a...a portarmi a letto entro cinque mesi dal nostro incontro, allora sarebbe subentrato suo fratello Jorg che doveva provare a far ciò che Phil non era riuscito a fare. E lo sai qual era il premio per chi riusciva ad avermi per primo? Cento euro -lo guardò per un istante vedendolo impallidire e sorrise tristemente- Hai capito bene, mi hanno trattato come una puttanella vergine che doveva essere ammaestrata da uno stronzo senza cuore molto esperto -affermò con odio e continuò prima che il ragazzo potesse interromperla- Ma non è tutto... Quando ho scoperto questo lurido intrigo ero sconvolta, ferita, delusa ma anche arrabbiata, furiosa, ed iniziai a colpirlo alla cieca con l'unico tentativo di fargli provare almeno una minima parte del male che sentivo io dentro. Ma...ma questo mio comportamento sembrò piacergli -aggiunse piangendo silenziosamente- Si divertì con il mio corpo per la seconda volta nonostante io non volessi -disse in sussurro.

Tom era completamente paralizzato, sgomento per via di quella confessione, non riusciva a credere che una persona potesse essere così insensibile da arrivare a quello. Stava bruciando di rabbia ed odio per quell'essere insulso che aveva osato spezzare il cuore e ferire una povera ed innocente ragazza come lei.
- Perché non lo hai denunciato? -le chiese stringendo ancor di più la sua mano.

- Avevo già avuto un primo rapporto consenziente con lui -gli guardandolo con gli occhi rossi- Non sarebbe emerso alcun segno di violenza anche perché...perché ero priva di forze, bloccata contro il letto e senza voce. Non mi ha lasciato nessun segno fuori...ma dentro sì -gli confessò senza smettere di piangere.

Il chitarrista la guardò e gli si strinse il cuore a vederla ridotta in quello; si avvicinò ancor di più a lei e l'attirò al suo petto abbracciandola. Dopo qualche secondo la sentì sciogliersi ed aggrapparsi alla sua maglietta liberando finalmente quel mare di sofferenza che si era tenuta dentro per anni.
Tom non sapeva quanto tempo fosse passato, non gli importava, continuò a tenerla stretta ed a accarezzarle i capelli sussurrandole di stare tranquilla.

Leyla pianse tutte le lacrime che aveva senza vergognarsi di mostrarsi debole, finalmente si era liberata di quel segreto troppo grosso e doloroso che si era portata dietro per anni ed ora si sentiva meglio, più leggera. Eppure l'idea di essersi confidata con Tom, con un mezzo sconosciuto con cui non andava d'accordo, un pò la preoccupava.
Perché con lui ci era riuscita e con Zoe, sua amica da sempre, no? Non lo sapeva ma in quel momento non le importava, voleva solo cullarsi tra quelle braccia forti e protettive che la stavano stringendo. Non avrebbe mai dimenticato ciò che lui aveva appena fatto, gli sarebbe stata per sempre grata...

- E se ho ben capito -disse ad un tratto Tom senza smettere di accarezzarle i suoi lunghi ricci- Dopo ciò che è successo hai deciso di proteggerti da tutti e dal resto del mondo indossando una maschera e diventato la Schlange che sei ora.

Quel nomignolo riuscì a rubarle un sorriso, le aveva fatto ricordare i primi giorni quando era stata davvero velenosa; adesso quei giorni sembravano così lontani, eppure erano così vicini.
- Sì -mormorò flebilmente- Era l'unico modo per non permettere alle persone di leggermi dentro come facevano prima.

- E...e se io volessi conoscere...la vera Leyla? -le chiese imbarazzato.

La mora alzò lo sguardo su di lui, senza abbandonare la sua stretta, e gli sorrise.
- Non so se riuscirò più a togliermi questa maschera -ammise triste- Ma voglio comunque ringraziarti sinceramente per avermi ascoltato e confortato.

- Non ringraziarmi piccola -le disse dolce asciugandole le guance- Volevo solo aiutarti e ho appena iniziato -la vide aggrottare la fronte perplessa e quindi si spiegò meglio- Io vorrei davvero conoscere la vera Leyla quindi voglio aiutarti a riportarla a galla e per prima cosa dovrai cercare di non essere più acida e fredda nei confronti delle persone. Devi dare modo agli altri di farsi conoscere, non sono tutti dei falsi menefreghisti quindi non si meritano di ricevere una porta in faccia.

La mora abbassò lo sguardo colpita ed annuì; lui aveva ragione, non poteva prendersela con gli altri per colpa di uno solo eppure non era riuscita a comportarsi diversamente.

- E, in secondo luogo -aggiunse il chitarrista- dovrai dire tutta la verità a Zoe ed a tuo padre.

- Cosa? -chiese lei incredula sperando di aver capito male- Tom io non...

- Devi farlo! -la interruppe determinato- Zoe è preoccupata per te. Si è confidata quella mattina quando ci hai trovati insieme e ha ammesso di non riuscire più a sopportare il tuo silenzio. Allora ci siamo coalizzati per venire a capo della verità -prese una pausa osservando la faccia sorpresa della ragazza poi continuò- Zoe tiene davvero a te e ha il diritto di sapere la verità e, se non te la sentirai da sola, ti sarò accanto nel momento in cui deciderai di parlarle -le sorrise rincuorante e lei ricambiò- Inoltre, magari parlandone con tuo padre, lui potrebbe fare qualcosa dato che è un ottimo avvocato.

- Sono passati quasi quattro anni Tom -gli fece notare la mora.

- Troveremo un modo Leyla -la tranquillizzò baciandole la fronte e sciogliendo l'abbraccio- Ora che dici se andiamo a fare colazione? Il mio stomaco sta protestando.

Lei scoppiò a ridere poi si alzò ed andò in bagno dove si rinfrescò il viso e si rifece il trucco; infine si guardò allo specchio e finalmente notò un vero e sincero sorriso illuminarle il volto dopo tanto tempo.
Ritornò in camera dove trovò il chitarrista rigirarsi qualche cd tra le mani, lo chiamò e si avviarono verso la porta ma, prima di raggiungere l'ascensore, gli prese una mano fermandolo.
- Grazie Tom -gli disse sincera e con un'espressione più serena.

Lui le sorrise con dolcezza poi le sue labbra si allargarono in un ghigno divertito.
- Mi devi un ballo ed una cena signorina -le disse facendole l'occhiolino.

Leyla sorrise poi si fece trascinare da lui dentro l'ascensore dove entrambi continuarono a sorridersi ed a tenersi la mano prima di allontanarsi e raggiungere gli amici come se niente fosse successo.
Ma qualcosa era cambiato dentro loro due; ora avevano un segreto che li univa e che aveva creato un nuovo vero legame, cancellando per sempre quello astioso del passato.
 

***

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


Buon giorno a tutte,
Eccomi qui con un nuovo capitolo di questa piccola storia che mi sta regalando davvero molte soddisfazioni.. Spero vi piaccia..
Ma adesso voglio ringraziare di cuore:
- _MINA_, Layla, Nobody Is Perfect e aquariusff per aver commentato i precedenti capitoli;
- _MINA_ per avermi inserita tra le autrici preferite.
Grazie davvero a tutte quante... spero che anche questo capitolo vi piaccia come i precedenti... Il prossimo arriverà domenica
Buona lettura ed un bacione a tutte.
Nat
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Capitolo 8

Leyla si perse a guardare nel vuoto mentre ripensava al tatto ed alla gentilezza che Tom aveva mostrato nei suoi confronti in quell'occasione. Si era dimostrato molto più maturo di quanto avesse creduto e l'aveva aiutata moltissimo spingendola a confessargli la verità. Nessuno aveva mai pensato di metterla con le spalle al muro in quella maniera ma lui, con i suoi modi un pò burberi ma, in un certo senso, affettuosi, era riuscito a scalfire lo scrigno del suo segreto scoprendo ogni cosa.
Un sorriso comparve sulle sue labbra quando ammise che il Tom che aveva scoperto quel giorno le era piaciuto molto. Sentì un calore familiare riscaldarle le guance e cercò di cancellare quell'imbarazzo dedicandosi di nuovo al suo caro diario.
 
“                                                       Maldive, 5 agosto 2010
È da qualche giorno che non scrivo, esattamente da venerdì
scorso, dal giorno in cui ho finalmente trovato il coraggio di
confidarmi con qualcuno...con Tom.                                      
Non riesco ancora a crederci eppure è vero; è lui l'unico con
cui sono riuscita ad aprirmi. Io, che all'inizio lo odiavo, adesso
ho quasi bisogno di lui.                                                            
Dopo quella mattina mi è stato sempre molto vicino, mi ha    
chiamato spesso per sapere come stessi e, soprattutto, non
mi ha lasciato sola per i primi due giorni durante i quali avevo
l'umore sotto i piedi.                                                              
La cosa che mi ha spaventata è che lui è riuscito a farmi    
stare meglio in poco tempo e, per qualche ora, mi ha fatto 
dimenticare tutto domenica quando mi ha invitata a cena. 
Non so cosa mi abbia fatto ma devo ammetterlo: Tom Kaulitz
non è poi così male.                                                               
Ho avuto modo di conoscerlo più a fondo e ho scoperto varie
cose su di lui che prima ignoravo, come il divorzio dei suoi    
genitori, il difficile passato suo e di Bill, la sua passione per la
musica e la nascita dei Tokio hotel. Anche io gli ho parlato di
me e lui ha ascoltato senza fare una piega. Mi ha fatto ridere
molto e mi ha regalato davvero una bella serata.                  
Posso dire che stiamo diventando amici e mi fa piacere. Come
ho già detto, sento di aver bisogno di quel ragazzo dagli occhi
nocciola ed il sorriso malizioso.                                            
Ok, ammetto che mi sto affezionando ma è normale. Lui è stato
l'unico ha scalfire la mia corazza di ghiaccio.                          
Comunque, alla fine Tom è riuscito a convincermi a dire tutto a
Zoe ed è quello che voglio fare adesso; non voglio più avere
alcun segreto con lei...                                                        "
 
 

Leyla camminava avanti ed indietro per il salotto continuando a torturarsi le mani mentre pensava a quali parole avrebbe dovuto usare per raccontare a Zoe il suo incubo con Phil.

- Ehi riccia -la chiamò l'amica sorridendo e guardandola appoggiata allo stipite della porta- Come mai così nervosa? Tom ti ha invitato di nuovo fuori?

- Ma quante volte devo dirtelo che tra di noi non c'è niente? -ribadì esasperata prima di ammutolirsi e divertare seria- Devo parlarti Zoe.

- Ti stai innamorando di Tom non è vero? -le chiese dolcemente stringendo la mora- Sono così felice per te.

Leyla sgranò gli occhi di fronte a quella stupidaggine madornale e si chiese come lei potesse aver davvero pensato una cosa simile.
- Zoe smettile di dire cavolate simili -le disse lei prima di sedersi sul divano- Si tratta di una cosa seria, voglio...voglio dirti la verità.

Il sorriso sparì immediatamente dalle labbra della rossa che le si sedette accanto e le prese le mani stringendole tra le sue.
- Sono contenta che tu ti senta pronta a dirmi tutto ed io sono pronta ad ascoltarti -le disse guardandola negli occhi- Ti lascerò parlare senza interromperti, lo prometto.

Leyla le sorrise grata poi chiuse gli occhi prendendo un profondo respiro poi cominciò a raccontarle l'intera storia di Philip, dal loro primo incontro alla loro violenta separazione. Le raccontò tutto nei minimi dettagli, così come lei le aveva chiesto ad un certo punto; rivelare ogni cosa per la seconda volta fu anche più difficile della prima in quanto questa era più condita di particolari che non aveva riferito a Tom.
Più volte dovette fermarsi a causa delle lacrime ma poi riprese fino a giungere alla fine e restare in silenzio, in attesa della reazione dell'amica; adesso anche lei sapeva tutto.

Zoe aveva ascoltato ogni parola con attenzione e si era messa a piangere insieme a lei; non riusciva a credere che le fosse successo davvero ma soprattutto non riusciva a credere di non essersi mai accorta di niente. Sì, aveva saputo che Leyla aveva conosciuto un ragazzo che le piaceva ma lei non aveva mai voluto dirle il nome finché la cosa non fosse stata certa.
Ed ora era venuta a sapere che quel bastardo l'aveva illusa ed ingannata per tutto quel tempo giocando con lei come se fosse stata una bambolina nelle sue mani.
Guardò l'amica torturare il fazzoletto che aveva in mano; adesso ogni cosa quadrava ed anche il comportamento che aveva assunto negli ultimi anni era chiaro. Lei ha cercato di proteggersi dal dolore indossando una maschera di falsità ed infliggendo "sofferenze" ed umiliazioni agli altri.

La guardò qualche altro momento poi si slanciò per abbracciarla cogliendola di sorpresa.
- Mi dispiace così tanto Leyla -le sussurrò all'orecchio massaggiandole la schiena- Mi dispiace per ciò che hai dovuto affrontare e subire; mi dispiace di non essermi accorta di niente e di non averti potuta aiutare.

- Zoe non è colpa tua -la rassicurò la mora- Nessuno avrebbe potuto aiutarmi. Sono stata io a nascondere ogni cosa e sono stata io a non voler essere aiutata da nessuno. Tutto quello era così imbarazzante ed avevo paura che...che tu -abbassò la voce e, con essa, anche lo sguardo- mi avresti considerato una poco di buono per essermi concessa a lui.

- Ma che diamine dici Leyla! -esclamò l'altra incredula- Non lo avrei mai fatto e avresti dovuto saperlo. Inoltre tu, nonostante sia una bella ragazza, non hai mai ceduto ai ragazzi. Se con lui ti sei lasciata andare allora vuol dire che l'amavi, non è una colpa questa -poi le posò una mano sulla guancia- Non ti azzardare più a pensare una cosa simile, stupida.

La mora sorrise poi l'abbracciò con forza sentendosi finalmente libera, leggera e rilassata. Ora non c'era più alcuna ombra sulla loro amicizia e sapeva benissimo che Zoe l'avrebbe aiutata a superare ed archiviare quello spiacevole episodio della sua vita.
Su di lei avrebbe potuto sempre contare, diversamente da Tom che sarebbe poi ritornato alla sua vecchia vita quando la vacanza sarebbe finita. Ma finché poteva, avrebbe accettato il supporto di entrambi e li avrebbe ringraziati come si deve: avrebbe salvato la vecchia Leyla.
 

Erano le dieci di sera e la spiaggia era ancora affollatissima; molti ragazzi in costume o vestiti in maniera leggera ballavano a ritmo di musica intorno al falò. Le luci dei fari coloravano il cielo mentre le note delle canzoni diventavano un tutt'uno con i battiti del cuore.
Leyla e Zoe erano sedute su un tronco abbandonato nella sabbia e stavano bevendo una bevanda analcolica alla frutta quando videro i Tokio hotel avvicinarsi ed unirsi a loro.

- Ciao ragazze -le salutarono in coro sedendosi in cerchio.

Iniziarono a chiacchierare poi Bill trascinò Zoe a ballare con lui; la mora li guardò sorridendo, ormai era chiaro che tra quei due si stesse instaurando un certo feeling.

- Ehi -disse Tom richiamando la sua attenzione e sedendosi accanto a lei- Come stai?

- Ho parlato con Zoe -gli disse girando la cannuccia dentro il suo drink- Da un lato sto bene perché finalmente mi sono tolta questo peso, ma dall'altro sono un pò giù di corda.

- Hai fatto la cosa migliore -affermò posando una mano sulla sua- È un gran passo in avanti. In questo modo potremo aiutarti a superare questa tua delusione; tenerti tutto dentro non è stata una buona idea.

- È vero e l'ho capito tardi -concordò lei- Ma adesso posso ricominciare con serenità.

- E potrai ritornare quella di sempre -continuò il ragazzo facendola sbuffare- Dai sei sulla buona strada.

Leyla alla fine gli sorrise ed annuì poi vide Tom alzarsi ed allungarle una mano.
- Adesso devo riscuotere il mio ballo -le disse sorridendo sghembo- Ho già ottenuto la cena ma mancava il ballo, ricordi? Ed ora non accetto rifiuti.

Le prese la mano e la fece alzare conducendola su quella piazzola di legno che era stata posta sulla spiaggia e che fungeva da pista da ballo. Le circondò la schiena con la braccia avvicinandola a sé mentre lei gli avvolse le braccia intorno al collo; si guardarono per un tempo infinito. I loro occhi brillavano di una luce nuova e viva, i loro cuori suonavano una nuova sinfonia mentre i loro respiri riscaldavano le loro anime.
Era tutto perfetto e, in un certo senso, sbagliato...

Leyla distolse lo sguardo da lui e poggiò la testa sul suo petto sentendo l'abbraccio del chitarrista farsi più stretto. Il suo fiato caldo le accarezzava la pelle mentre il battito del suo cuore la cullava e la confortava.
Non sapeva cosa le stesse succedendo ma Leyla si sentiva bene tra le sue braccia.

Tom continuò ad inebriarsi del suo profumo ed affondò il viso nei suoi lunghi capelli; qualcosa era cambiato dentro di lui dal momento stesso in cui aveva scoperto che ragazza fosse. Qualcosa era cambiato e questo lo spaventava; non voleva cambiare per una semplice ragazza che sarebbe sparita nel giro di qualche settimana ma, allo stesso tempo, non voleva lasciarla. Era confuso ma consapevole che, in fondo, quella era solo un'illusione e che lui non sarebbe mai cambiato per nessuno.

Leyla sciolse l'abbraccio quando il lento finì e gli disse che tornava dagli altri; lui annuì e la guardò allontanarsi e sedersi accanto a Zoe.

- Cosa ci fa un bel ragazzo come te tutto solo soletto? -chiese qualcuno con una voce fastidiosamente civettuola.

Tom si voltò e si trovò davanti una ragazza bionda con un seno molto prosperoso coperto da un misero bikini. Con sguardo felino gli si avvicinò e posò le mani sul suo petto iniziando a ballare ed a struciarsi contro di lui che, a sua volta, iniziò a seguirla nei movimenti lasciandosi coinvolgere in quel turbine di malizia.
 

Leyla stava ridendo ad uno scambio di battute tra Bill e Gustav e lanciò per caso uno sguardo sulla pista; si immobilizzò all'istante ed il suo sorriso scomparve quando lo vide ballare avvinghiato ad un'altra. Strinse istintivamente il bicchiere che aveva in mano e serrò la mascella.
Le dava fastidio, non poteva negarlo a se stessa, ma non poté neanche non darsi della stupida. Sapeva che tipo di ragazzo fosse ma si era comunque illusa che lui non fosse come tutti dicevano; si fidata e legata al Tom che aveva conosciuto in quella settimana ed aveva sbagliato perché anche lui, inaspettatamente, le stava facendo del male.
Tom era stato solo un'illusione, una dolce illusione estiva.
 

***

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


Buona domenica a tutte,
Eccomi qui con un nuovo capitolo di questa piccola storia.. Spero vi piaccia..
Ma adesso voglio ringraziare di cuore:
- _MINA_, Layla e aquariusff per aver commentato il precedente capitolo.
Grazie davvero a tutte quante... spero che anche questo capitolo vi piaccia come i precedenti... Il prossimo arriverà martedì
Buona lettura ed un bacione a tutte.
Nat
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Capitolo 9

Leyla sospirò chiudendo il diario e pensando alle emozioni che aveva vissuto in un giorno solo. Prima la confessione a Zoe e poi...la gelosia nei confronti di Tom. Quella sera ballando con lui aveva sentito un nuovo calore diffondersi dentro di lei ma quel calore aveva cominciato ad incendiarsi quando lo aveva visto con quell'altra. Non aveva capito il perché avesse reagito così dato che per settimane, prima di diventare il suo confidente, lo aveva odiato. Non aveva capito cosa le fosse preso ma aveva deciso di porre subito fine a quella (s)piacevole sensazione che aveva iniziato a provare.
Erano passati due anni da allora ma sentiva ancora sulla sua pelle ogni singola sensazione ed emozione che lui le aveva suscitato. Tom Kaulitz non era una persona che poteva essere dimenticata e lei lo sapeva bene; scosse la testa sorridendo a quella sua confessione poi riaprì il suo caro diario su una nuova pagina.
 
“                                        Maldive, 10 agosto 2010
Oggi è una bellissima giornata ma soprattutto è il        
compleanno di Zoe! Compie 21 anni e pensa che io    
me ne sia dimenticata, almeno così le ho fatto credere.
Ho parlato con Bill un paio di giorni fa e, appena ha    
saputo del suo compleanno, ha messo in movimento la
sua mente per organizzarle una festicciola a sorpresa   
nel nostro appartamento.                                          
Ed ora, anche se mi dispiace non poter stritolare Zoe, 
sto facendo finta di niente ma non sa che questa         
sera sarà lei a stritolare me...                                    "
 
 

Leyla si sistemò bene l'Ipod poi si avvicinò alla porta d'ingresso.
- Zoe -urlò per farsi sentire dall'amica- Io vado a correre un pò.

- Come mai? -chiese la rossa raggiungendola.

- Ho bisogno di...non pensare -le rispose mentendole- Ho fatto un sogno che mi ha turbato.

- Vuoi parlarne? -chiese l'altra sorridendo.

- Niente, ho solo sognato ciò di cui ti ho parlato l'altro giorno. Ma non preoccuparti -disse baciandole la guancia- Una corsa e dell'aria fresca mi aiuteranno. A dopo -la salutò poi uscì di casa correndo.

Zoe sorrise tristemente, le dispiaceva che la sua migliore amica si fosse dimenticata del suo compleanno ma sapeva anche che non stava attraversando un bel periodo. Rivelarle ogni cosa aveva fatto riaffiorare un dolore che aveva celato per anni ed ora doveva ritrovare il suo equilibrio e la sua calma.
Guardò l'orologio e vide che non erano neanche le otto quindi decise di chiamare i suoi genitori prima di andare a farsi la doccia.
 

Leyla scese al piano inferiore e bussò all'appartamento dei ragazzi venendo accolta da Gustav che la salutò radioso.
- Buon giorno -gli sorrise lei- Per caso Bill è sveglio?

- Sì, è in camera sua che ti aspetta -le rispose il batterista indicandole la camera.

La mora lo ringraziò e si diresse verso di essa bussando ed aspettando una risposta che arrivò presto; quando entrò trovò entrambi i gemelli. Salutò svogliatamente Tom mentre diede un sonoro bacio sulla guancia a Bill che sorrise divertito.

- Allora? -chiese lui guardandola.

- Prima parte del piano compiuta -gli rispose la ragazza sapendo cosa volesse sapere- Zoe non sospetta niente e crede che abbia dimenticato il suo compleanno. Tu come sei messo? -gli chiese sedendosi al suo fianco- Hai bisogno di una mano?

- Ho già risolto la parte relativa alla cena -le rispose il vocalist- Ho comprato lo striscione, i palloncini e ho richiesto la torta che mi hai descritto. Per la musica porterò lo stesso qualcosa e...basta mi sembra -concluse pensando qualche secondo.

- Perfetto Bill, hai tutto sotto controllo -affermò lei compiaciuta scompigliandogli i capelli ed alzandosi- Io mi occuperò di liberare casa sul tardo pomeriggio per permettervi di sistemare il tutto; ti lascerò dopo la chiave. Adesso vado a correre -si avviò verso la porta ma poi si voltò verso il vocalist- Renderai Zoe molto felice e sono sicura che saprà come ringraziarti -concluse maliziosa.
Lo vide arrossire e grattarsi la testa imbarazzato; lei scoppiò a ridere prima di uscire dalla stanza senza neanche salutare Tom che, fino a quel momento, era stato uno spettatore silenzioso di quel dialogo.
 

Era pomeriggio inoltrato e Leyla stava pulendo la cucina mentre ascoltava qualche vecchia canzone. Era elettrizzata per quella sera, era curiosa di vedere come avrebbe reagito Zoe a quella festa a sorpresa ed al suo regalo.
Posò la scopa e gli strofinacci nel ripostiglio poi andò in salotto dove trovò l'amica intenta a spolverare un mobile.

- Zoe ho dimenticato di dirti che oggi ho visto un negozietto carino che ha appena aperto -le disse avvicinandosi prima di congiungere le mani di fronte al volto- Ti prego mi accompagni?

La rossa la guardò mentre le faceva gli occhi dolci poi scoppiò a ridere ed annuì; era contenta che lei si fosse subito ripresa.
Andò a sciacquarsi le mani, poi afferrò la sua borsa e raggiunse già pronta davanti alla porta ed uscirono insieme. Leyla mandò subito un messaggio a Bill per avvertirlo poi prese a braccetto l'amica e si incamminarono lungo il viale dei negozi.

- Voglio comprare qualcosa per Greis, Leon e tutti i miei piccolini -le disse sorridendo teneramente.
 

Bill insieme a Tom, Gustav e Georg stavano sistemando gli addobbi all'interno dell'appartamento delle ragazze e tutti avevano notato l'ansia ed il nervoso del vocalist quindi il gemello decise di parlare un pò con lui.

- Bill, ti piace così tanto Zoe? -gli chiese arrivando subito al punto.

Lui arrossì ed iniziò a rigirarsi un anello che aveva al dito, alla fine annuì.

- E hai intenzione di fare qualcosa con lei? -gli chiese ancora Tom comprensivo prima di poggiargli le mani sulle spalle- Bill, non vorrei mai distruggere i tuoi sogni ma...il mese prossimo le vostre strade si divideranno -gli disse cercando di farlo ragionare.

- Lo so Tom ma questo non è un problema -rispose lui sorridendo- Ho parlato con Zoe e ho scoperto che lei e Leyla abitano a circa un quarto d'ora di strada da noi. Se tra noi dovesse nascere qualcosa non ci sarebbero problemi.

Il gemello lo guardò sorpreso ma anche contento per lui; se quella ragazza sarebbe riuscita a renderlo felice, allora avrebbe lo avrebbe incoraggiato a farsi avanti.
- E sentiamo pettegolo -disse il chitarrista scherzando ed incrociando le braccia al petto- Cos'altro hai scoperto?

- Che entrambe frequentano l'università di lingue e nel tempo libero Zoe fa la baby sitter mentre Leyla fa volontariato nel reparto pediatrico dell'ospedale di Berlino -cominciò ad elencare lui prima di essere interrotto dal fratello.

- Cosa fa Leyla? -chiese incredulo sbattendo più volte le palpebre.

- Fa volontariato ossia sta accanto ai bambini malati -rispose Bill con semplicità- Ley potrà sembrare una ragazza fredda e cinica ma in realtà ha un gran cuore e sono contento che abbia iniziato a sciogliersi con noi.

Tom lo guardò sorpreso; non si sarebbe mai immaginato che lei facesse una cosa simile e lei non gliene aveva parlato. Si innervosì quando si rese conto che era già da qualche giorno che non gli rivolgeva veramente la parola.

- Ragazzi, stanno arrivando -li avvisò Georg entrato di soppiatto nella stanza.
I gemelli si alzarono e tornarono in salotto spegnendo tutte le luci.
 

Leyla e Zoe erano giunte davanti la porta e mentre la rossa si apprestava ad aprire guardò tutti i pacchetti che l'amica aveva in mano.

- Hai svaligiato dei negozi -le disse sorridendo.

- Lo so ma ne varrà la pena -affermò sicura la mora- Un loro sorriso è sempre un'immensa gioia per me.

L'altra ragazza sorrise colpita da tanta bontà e generosità poi aprì finalmente la porta ed accese la luce.

- Sorpresa! -urlarono i Tokio hotel sorridendo.

Zoe si portò le mani alla bocca, stupita; non si aspettava un rientro simile. Poi si voltò verso l'amica, che nel frattempo aveva posato i pacchi all'ingresso, e la vide sorriderle contenta e le saltò subito addosso.

- Credevi davvero che mi sarei dimenticata del tuo compleanno? -le chiese la mora stringendola- Auguri amica mia.
Le diede dei baci sulla guancia ed asciugò quella lacrima che era sfuggita al controllo della ragazza.

- Grazie Leyla, grazie ragazzi -disse Zoe commossa voltandosi verso di loro.

Ad uno ad uno, i quattro l'abbracciarono e le fecero gli auguri mentre Leyla aveva preso i pacchi e li aveva portati in camera sua.
Quando si voltò per tornare di nuovo in salotto, riuscì a stento a trattenere un urlo.
- Maledizione Tom, sei impazzito! -gli chiese nervosa con una mano sul petto- Mi hai spaventata.

- Dobbiamo parlare -le disse lui serio.

- Ho una festa a cui partecipare -gli rispose lei superandolo.

- Ti ho detto che dobbiamo parlare -ripetè il chitarrista prendendola per il braccio.

- Non abbiamo niente da dirci ed ora io ho da fare -rispose lei irremovibile.

- Ed invece io voglio sapere perché negli ultimi giorni mi stai ignorando -la contraddisse posizionandosi davanti a lei.

- Io non ti sto ignorando -affermò Leyla scrollando le spalle- E poi, di sicuro, non avrai neanche sentito la mancanza della mia voce. Ora vado, hanno suonato il campanello -disse prima di andarsene senza dargli il tempo di replicare.

Tom tornò in salotto, furioso, e la seguì con lo sguardo e non poté fare a meno di infuriarsi ancor di più quando la vide salutare un altro ragazzo.
Zoe lo salutò e lo ringraziò per gli auguri; così il chitarrista scoprì che quel tipo si chiamava Derek e che ci stava spudoratamente provando con Leyla.
 

Ogni cosa era perfetta, dagli addobbi alla musica, ed il cibo era ottimo. La sera proseguì tranquillamente tra balli, canti, risate e chiacchierate. Solo Tom sembrava non partecipare a questa allegria di gruppo; era troppo occupato a tenere sotto controllo quel ragazzino pompato che ci provava con la mora.

- Ed ora è il momento dei regali! -esclamò Bill contento.

Zoe iniziò a protestare dicendo che quella festa era il regalo più bello che potessero farle ma alla fine scartò i vari regali che i ragazzi le avevano fatto. Quando aprì quello di Leyla, si portò una mano alla bocca e cercò di trattenere le lacrime; nell'altra mano stringeva una fine collanina in oro bianco e swarosky con un ciondolo a forma di stella ed un'incisione sul retro.
"Per la stella che mi ha illuminato la vita"

Guardò l'amica e l'abbracciò lasciando scivolare qualche lacrima di gioia.
- Grazie Leyla -le disse stringendola- Ma come hai fatto?

- L'ho trovata prima della nostra partenza -le rispose sistemandole i capelli- Era tutta rovinata e ho chiesto aiuto a mio padre che mi ha consigliato un ottimo orafo. Lo so quanto per te sia importante quella collana, è l'ultimo regalo che ti fece tua cugina Mel prima di lasciarti.
La rossa sorrise poi l'abbracciò e la ringraziò per l'ennesima volta, quello era il regalo più bello che potesse farle.
 

Ormai la serata era giunta al termine; Tom, Georg e Gustav stavano ancora parlottando tra di loro mentre Leyla aveva accompagnato Derek alla porta.
- Grazie di avermi invitato -disse lui sfiorandole il braccio con le dita- È stato un vero piacere stare con te stasera.

La mora sorrise anche se quel tocco le dava fastidio.
- Sono contenta che ti sia divertito -gli rispose guardandolo- Ci vediamo in questi giorni.

Lui la salutò con un bacio molto vicino alle labbra e se ne andò compiaciuto; tutto questo avvenne sotto lo sguardo gelido e furente di Tom che, per un istante, temette di perdere il controllo e di avventarsi su di lui.
Leyla chiuse la porta e si incamminò verso il salone, ma si fermò quando vide qualcosa davanti la sua camera: Bill si era chinato per baciare a fior di labbra Zoe e lei, dopo essere inizialmente arrossita, lo attirò a sé in un primo vero bacio.
La mora sorrise commossa nel vederli e si promise che, una volta andate a letto, le avrebbe chiesto di raccontarle ogni cosa. Ma di una cosa era certa: la sua migliore amica adesso era davvero felice!
 

***

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


Buon giorno a tutte!
Eccomi con il decimo capitolo di questa piccola Fanfiction.
Io non so che dirvi se non grazie per i commenti al capitolo precedente e per tutto il resto; non mi aspettavo questo, diciamo, successo perchè per me è un vero successo quindi ancora GRAZIE. Ma adesso voglio ringraziare di cuore:
- _MINA_, Layla, Nobody Is Perfect e aquariusff per aver commentato il precedente capitolo;
- EnriLouder per aver inserito la storia tra le seguite;
- Chanel 5, klerkaulitz89 e _Lucky_per aver inserito la storia tra le preferite.
Grazie davvero a tutte quante; spero che anche questo capitolo vi piaccia...
Buona lettura a tutte...
Il prossimo capitolo arriverà giovedì...
Un bacione a tutte
Nat
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Capitolo 10

Leyla sprofondò nel divano sospirando sognante; rivivere la scena del bacio tra Bill e Zoe l'aveva fatta tornare una ragazzina che sognava l'amore. Ed in quel bacio aveva letto un nuovo sentimento che era nato lentamente in entrambi. Giorno dopo giorno avevano imparato a conoscersi ed a scoprirsi passando anche ore intere a parlare e, alla fine, era scoccata la scintilla che Bill aveva poi alimentato con quel bacio.
La mora ricordava ancora come fosse rimasta contenta di fronte a tanta dolcezza; sapeva come Zoe fosse timida nei confronti dei ragazzi e vederla così tranquilla ed a suo agio col vocalist le aveva fatto capire quanto lui fosse importante per l'amica.
Colta da una nuova ondata di caldo, si legò i suoi lunghi capelli ricci in una coda alta poi salì di nuovo nella sua camera ed indossò una maglietta molto leggera e senza spalline. Infine si lasciò cadere sul letto e prese il diario, che aveva salito con sé ed aveva poggiato sul comodino; si sistemò su un fianco e riprese il suo viaggio nel passato.
 
“                                             Maldive, 16 agosto 2010
Incredibile come voli il tempo quando si è in vacanza e si 
sta davvero bene. Manca solo un mese alla partenza ed    
un pò mi dispiace andarmene da qui ma sono contenta di 
tornare a casa dalla mia famiglia e dai miei diavoletti.       
In questi giorni io e Zoe siamo state quasi sempre al mare 
ed abbiamo fatto anche varie immersioni insieme ai ragazzi.
Ed a proposito di ragazzi, la mia cara amica Zoe ed il        
simpatico Bill si sono avvicinati ancor di più; sono usciti    
insieme qualche volte esi sono scambiati un bacio di         
nascosto. Ma loro non sanno che noi li osservavamo con  
un immenso sorriso sulle labbra...                                 "
 
 

Erano quasi le otto di sera e Leyla era sdraiata sul letto che si stringeva un cuscino al petto mentre con una mano faceva zapping sui vari canali alla ricerca di un qualche programma decente. Quella sera non sarebbe uscita di casa perché non si sentiva molto bene a causa di un'intossicazione alimentare che le aveva anche causato una piccola febbre; inoltre neanche Zoe sarebbe rimasta a farle compagnia. Quella sera aveva un appuntamento con Bill e la mora l'aveva costretta ad andare quando aveva capito che lei voleva rifiutare l'invito per starle accanto.

La sua attenzione si spostò verso la porta del bagno quando vide l'amica uscire; indossava un abito di un tenue verde chiaro che le arrivava al di sopra del ginocchio e le lasciava la schiena scoperta.
- Zoe... Wow sei bellissima -esclamò la mora guardando con approvazione anche il suo trucco semplice che metteva in risalto i suoi occhi- Tu vuoi fare venire un infarto a Bill.

- Grazie Leyla, sei molto gentile -rispose lei leggermente imbarazzata prima si sedersi accanto a lei- Sei sicura di voler stare da sola?

- Sì stai tranquilla -la rassicurò per l'ennesima volta- Me la caverò. Tu piuttosto divertiti e...non fare eccitare subito il ragazzo -concluse maliziosa scoppiando a ridere.

- Leyla! -esclamò scandalizzata facendola ridere ancor di più.

Il suono del campanello fece voltare entrambe verso l'ingresso poi la mora tornò a guardare l'amica sorridendo.
- Forza vai, non farlo aspettare -le disse indicandole la porta con lo sguardo- Buona serata e ricordati che dopo voglio tutti i dettagli.

Zoe rise ed annuì poi si allungò per darle un bacio sulla fonte e controllare la sua temperatura infine si alzò e se ne andò lasciandola da sola.

Leyla strinse ancor di più il cuscino ed iniziò a guardare un film drammatico; ma la sua mente era altrove, il suo pensiero era nuovamente focalizzato su Tom.
In quei dieci giorni aveva cercato di evitarlo o ignorarlo il più possibile e ci era riuscita; non le andava di legare ancora con lui per paura di imboccare una strada da cui sarebbe stato difficile uscire. Si era spaventata quando aveva capito di aver bisogno di lui, del suo conforto, dei suoi abbracci; si era spaventata quando aveva notato che un suo sorriso e la sua allegria la facevano stare bene; si era spaventata quando si era resa conto di essere gelosa.
Il nuovo Tom era riuscito a smuovere qualcosa in lei, era riuscito a sciogliere la sua corazza di ghiaccio ed aveva raggiunto la parte più intima di lei insediandosi con estrema prepotenza. Tom era diventato un pericolo per lei e doveva stargli lontano il più possibile se non voleva incappare in quel sentimento da cui lei stava ancora sfuggendo.

Un bussare leggero ma deciso la risvegliò dalle sue amare constatazioni e la costrinse ad alzarsi; questo le causò una fastidiosa nausea quindi accellerò il passo per raggiungere l'ingresso e vedere chi fosse per poi tornare di nuovo a letto.
Quando aprì la porta sbiancò nel trovarsi davanti il protagonista dei suoi pensieri tormentati.

- Ciao Leyla -la salutò lui un pò teso.

- Ciao Tom -disse a sua volta dopo essersi ripresa dalla sorpresa iniziale- Che ci fai qui? -gli chiese subito dopo cercando di accellerare i tempi sentendo che la nausea era diventata insopportabile.

- Zoe ci ha riferito che non ti sentivi bene e...e volevo vedere come stessi -le rispose imbarazzato prima di guardarla preoccupato- E direi che non stai per niente bene, sei molto pallida.

- Non è vero -esclamò lei debolmente- Io sto benissimo.

Le classiche parole famose. Un secondo dopo si voltò e corse verso il bagno iniziando a rimettere; Tom la seguì e si inginocchiò dietro di lei tenendole la fronte con una mano e raccogliendole i capelli con l'altra. Quando fu certa di aver finito si scostò di dosso le sue mani ed andò al lavandino a rinfrescarsi ed a lavarsi i denti.

- Grazie, ora puoi andare -gli disse con tono neutro senza neanche guardarlo dallo specchio.

Si avviò verso la sua stanza ma il chitarrista le si parò davanti bloccandole il passaggio.
- Non me ne andrò finché non mi dirai che ti succede e per quale motivo mi ignori -replicò duro e deciso.

- Senti Tom -esordì stanca- Non ho né la voglia né la forza per parlare con te quindi, per favore, vattene -lo supplicò massaggiandosi le tempie- Non ho bisogno di te.
Disse quest'ultima frase in un sussurrò quasi impercettibile, come se l'avesse detta per convincere più se stessa che lui.

Tom si infastidì a quelle parole e se ne andò senza salutare sbattendo la porta.

Leyla sentì gli occhi pizzicarle ma non pianse, riuscì a trattenere quelle lacrime che volevano uscire per un motivo che lei si ostinava ad ignorare. Tornò in camera e si lasciò cadere sul letto stanca ed afflitta.
- Io non ho bisogno di lui -sussurrò girandosi su un fianco tentando di dormire.
Ed in quel momento una solitaria goccia salata si infranse contro il cuscino, unico testimone di quell'attimo di debolezza.
 

Era furioso e ciò che lo imbestialiva era che non doveva esserlo; non doveva importargli se quella maledetta ragazza non avesse bisogno di lui eppure questo gli bruciava, gli dava fastidio. Tom non sopportava più il carattere che Leyla era tornata ad avere nei suoi confronti; con tutti si stava lasciando andare ed era carina, con tutti tranne lui. Eppure sembrava che, dopo quella mattina di fine luglio, le cose tra loro si fossero evolute per il meglio. Evidentemente si sbagliava; qualcosa era di nuovo cambiato nel loro rapporto e questo gli dava fastidio e, in un certo senso, gli faceva...male. In quel momento in cui lei non stava bene, avrebbe tanto voluto essere al suo fianco e non ricevere l'ennesima porta di ghiaccio in faccia.
Come uno stupido stava camminando avanti ed indietro lungo il corridoio quando all'improvviso vide Derek uscire dall'ascensore e dirigersi verso l'appartamento della mora; allora Tom si nascose dietro l'angolo e si sporse un pò per controllare la situazione.
 

Quando sentì qualcuno suonare, Leyla si alzò sbuffando dal letto maledicendo lo sconosciuto che aveva infranto i suoi progetti di dormire.
- Oh ciao Derek -lo salutò sorpresa di trovarselo davanti- Come mai qui a quest'ora?

- Ciao Ley -rispose baciandole una guancia- Ho visto Zoe uscire da sola e ho pensato di venire da te.

- Sei stato molto gentile -gli disse sincera- Ma sono stanca e non mi sento bene, vorrei andare a dormire.

- Dai fammi entrare -la esortò lui- Ho bisogno di capire una cosa.

La mora lo guardò perplessa ma alla fine annuì e lo fece entrare.
Quella scena non piacque per niente a Tom che si sentì la rabbia ribollirgli nelle vene mentre qualcosa a lui ignoto cominciò a bruciargli dentro; strinse le mani a pugno poi sferrò un calcio contro il muro prima di tornare nel suo appartamento completamente fuori controllo.
 

Leyla e Derek si accomodarono sul divano del salotto; lei incrociò le gambe e lo guardò in attesa di una parola ma vedendo che continuava a guardarsi incontro fece lei la prima mossa.
- Allora, cosa dovresti capire? -gli chiese senza troppi giri di parole, voleva andare a letto il prima possibile.

Lui la guardò con intensità e mormorò un flebile "questo" prima di baciarla.

La mora sgranò gli occhi sentendo quelle labbra sulle sue; non si sarebbe mai immaginata una cosa simile. Sì, aveva capito che lui era attratto da lei ma non pensava si sarebbe fatto avanti ma si sbagliava. Con un spintone lo allontanò da sé.
- Ma sei impazzito? -gli chiese arrabbiata e sconvolta- Noi siamo solo amici e non voglio né tollero che tu mi baci.

Appoggiò un piede a terra e fece per alzarsi ma lui la fermò con sguardo triste.
- Ti prego Leyla -la supplicò- Devo capire una cosa ma per farlo devo baciarti davvero.

- Ma... -provò ad opporsi lei.

- Un bacio solo, te lo prometto -le disse sincero interrompendola.

La vide guardarlo titubante ma non disse più niente quindi interpretò quel silenzio come un "via libera" e la baciò di nuovo. Riusciva a sentire la sua restia nel lasciarsi andare e le sue mani premute sul petto pronte ad allontanarlo ancora; Derek fece pressione sulle sue labbra e gliele fece dischiudere baciandola con foga.

Ben presto Leyla lo allontanò di nuovo e si alzò dal divano.
- Scusami, non posso -disse lei nervosa camminando avanti ed indietro.

Il ragazzo sospirò e si accasciò sul morbido sofà spalmandosi una mano sulla faccia.
- Stai tranquilla, non lo farò più -disse con tono amaro- Ho già capito.

La mora lo guardò non capendo cosa volesse dire quindi gli si sedette di nuovo accanto e gli chiese delle spiegazioni.

- Questo bacio è stato bello ma...non mi ha fatto emozionare -le rispose guardandola imbarazzato- Ho appena avuto la conferma di essere gay.

La ragazza strabuzzò gli occhi sorpresa da quell'improvvisa rivelazione.
- G...gay? -gli chiese balbettando.

- Già -annuì lui comprendendo il suo stupore- Non riesco a crederci neanche io ma baciandoti non ho provato niente, non mi sono eccitato come è successo quando ho baciato Ralph, un amico di mio fratello.

Seguì qualche minuto di silenzio durante i quali entrambi metabolizzarono ciò che avevano appena scoperto. Leyla, all'inizio confusa, non riuscì a non provare tenerezza per quel ragazzo che non sapeva ancora come gestire questa sua preferenza; si allungò verso di lui e l'abbracciò.
- Non vergognarti di ciò che sei -gli sussurrò all'orecchio- Non sei assolutamente diverso dagli altri quindi sii solo te stesso ed ama chi ti ama.

Derek la strinse più a sé e le baciò la fronte.
- Grazie Leyla -le disse sincero- Grazie del tuo aiuto e delle tue parole. Lo farò e combatterò contro gli ostacoli che questa mia scelta comporterà.

La mora sorrise rilassandosi contro di lui mentre sentiva il suo corpo cedere alla stanchezza.

- Sei una brava ragazza Ley -aggiunse poi accarezzandole la schiena- E spero che anche colui che ti ha rubato il cuore se ne accorga.

Lei si irrigidì e smise di respire udendo quelle parole; strinse con più forza la maglietta del ragazzo ma non riuscì a guardarlo né a dirgli qualcosa. Quella frase l'aveva totalmente colta alla sprovvista ma, soprattutto, l'aveva messa di fronte a quella realtà che lei stava cercando di negare con tutta se stessa.
 

***

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


Buon giorno a tutte e tanti auguri ai nostri due gemellini Bill e Tom!
Eccomi con l'undicesimo capitolo di questa piccola Fanfiction.
Vi ringrazio immensamente per i commenti al capitolo precedente e per tutto il resto. Ma adesso voglio ringraziare di cuore:
- _MINA_, Layla, Nobody Is Perfect per aver commentato il precedente capitolo;
- Niky95 per aver commentato il sesto, settimo ed ottavo capitolo;
- tomyth e tinky tinky per aver inserito la storia tra le seguite.
Grazie davvero a tutte quante; spero che anche questo capitolo vi piaccia...
Buona lettura a tutte...
Il prossimo capitolo arriverà sabato...
Un bacione a tutte
Nat
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Capitolo 11

Come se quelle parole fossero state ripetute in quel momento, Leyla arrossì di nuovo mentre il suo cuore iniziò a martellarle con forza. Ogni singola emozione che aveva provato quella notte la avvolse anche in quell'instante come se il tempo non avesse cancellato niente.
Le parole di Derek l'avevano fatta riflettere e l'avevano fatta soffrire perché le avevano fatta prendere coscienza di essere caduta in quella trappola in cui, si era ripromessa, non sarebbe più ricaduta. Ma ormai era troppo tardi per provare a tornare indietro, il suo cuore aveva già deciso per lei abbattendo l'ostinazione della ragione.

- Dannato chitarrista combina guai -sussurrò Leyla divertita da ciò che le era appena passato per la testa.
Ancora con il sorriso sulle labbra, voltò pagina e cominciò a rivivere una nuova e calda giornata estiva.
 
"                                      Maldive, 22 agosto 2010 
Dopo cinque lunghi giorni in cui sono stata costretta 
da 'mammina' Zoe a stare a casa, sono finalmente    
potuta uscire. Dover stare a casa quando si è in        
vacanza è una vera tortura.                                     
Come prima cosa stamattina sono andata a correre   
un pò con Zoe e nel frattempo le ho chiesto come     
vanno le cose con Bill. Inutile dire che i suoi occhi    
hanno iniziato a brillare mentre mi raccontava di       
quanto lui fosse dolce e di quanto lei stesse bene       
ogni volta che stavano insieme. Ormai la mia cara e   
dolce amica ha imboccato la tangenziale dell'amore..."
 
 

Leyla continuò a guardarsi allo specchio facendo smorfie contrariate; si era sempre piaciuta così com'era, con la sua linea e le sue curve ma in quel momento non era proprio felice di ciò che vedeva allo specchio. Aveva perso un paio di chili in quei giorni e questo bastava a farle stare larghi i vestiti ma, soprattutto, bastava a farla star male con se stessa.

- Zoe -disse la mora non appena vide l'amica al suo fianco- In questi giorni mi abbufferò come un maiale per ritornare come prima. Tu mi aiuterai con i tuoi manicaretti?

La rossa rise di fronte quegli occhioni grigio verdi ed annuì con enfasi.

- Se mio padre mi dovesse vedere così gli verrebbe un infarto -continuò la mora- E mi giocherei altre vacanze.

- Tranquilla stupidina -disse allora l'amica poggiandole una mano sulla spalla- Riprenderai subito il peso perso dato che ti è ritornato l'appetito. Ed io direi di andare subito a fare colazione al bar -aggiunse prendendo la sua borsa- Ho una fame.

- Ed un ragazzo che ti aspetta -continuò Leyla allusiva facendola arrossire- Dai andiamo che il mio stomaco brontola.
Entrambe risero poi uscirono e raggiunsero il bar sulla spiaggia.

Ad un tavolo trovarono già Bill e Gustav seduti che parlavano tra di loro ma il vocalist si alzò subito non appena vide Zoe avvicinarsi a loro e la baciò vicino all'angolo della bocca. Lei sorrise poi si sedette accanto a lui seguita dall'amica; il batterista le chiese subito come si sentisse ora e la mora gli disse di sentirsi finalmente bene.

Un cameriere si avvicinò al loro tavolo con un vassoio dentro cui era posto un piccolo block notes dove annotò le ordinazioni dei ragazzi.
- Arrivano subito -disse gentile il cameriere pronto a rientrare.

Ma quando si voltò, si scontrò con Tom e fece involontariamente cadere a terra il vassoio.
- Mi dispiace signore, non l'avevo vista -disse mortificato l'uomo abbassandosi per prendere ciò che gli era caduto.

- Ma cazzo, non puoi stare attento quando cammini eh? -sbraitò adirato il chitarrista- Devi tenere aperti quei maledetti occhi o potresti uccidere un cliente.

- Mi scusi ancora -disse mortificato il cameriere dileguandosi subito dopo a testa bassa.

- Incompetente! -borbottò il ragazzo sedendosi al tavolo.

Bill e gli altri avevano guardato la scena inermi e increduli; non riuscivano a capire il perché lo avesse aggredito in quel modo così violento.
- Tom -lo chiamò il fratello alla fine- Non ti sembra di avere esagerato?

- Senti Bill, adesso non venire a rompere le palle anche tu ok? -gli urlò in risposta trucidandolo con lo sguardo- Io faccio quello che mi pare e di sicuro non mi interessa cosa pensano gli altri. E ora sai che ti dico? -continuò alzandosi di scatto dalla sedia- Io torno a casa, mi è passata la fame.
Si allontanò dal gruppo lanciando un ultimo glaciale sguardo verso Leyla.

I ragazzi erano sgomenti, non riuscivano a credere alle proprie orecchie; continuavano a guardarsi l'un l'altro come a cercare una qualche spiegazione che nessuno sapeva darsi.

Il vocalist si passò una mano sui capelli, esasperato.
- Io non lo capisco -mormorò stanco.

- Ma si può sapere cosa è preso a quella zucca vuota di tuo fratello? -chiese la mora ancora scossa da ciò a cui aveva assistito.

- Non lo so Leyla -rispose il ragazzo guardandola- Sono giorni che è strano; è intrattabile e, come hai visto, scatta ad ogni minima sciocchezza. È nervoso e sembra avercela con il mondo intero -concluse gesticolando.

- È vero -intervenne Georg preoccupato- E figurati che, quando ho provato a chiedergli cosa fosse successo, mi ha sbranato vivo. All'inizio ho pensato che qualcuno lo avesse respinto, ma in quel caso dopo una dormita ed un pò di divertimento gli passa. Questa volta niente; va avanti così da giorni ormai -spiegò il bassista guardando le due ragazze.

Entrambe si guardarono confuse e preoccupate senza trovare una spiegazione logica ma, anche se si fossero impegnate, non sarebbero arrivate a niente di concreto, in fondo lo conoscevano da circa un mese e mezzo.

All'improvviso a Leyla venne in mente lo sguardo freddo che Tom le aveva rivolto prima di andarsene; che fosse lei la causa di quel comportamento impetuoso?

Lo squillo del suo cellulare la riportò alla realtà, si alzò dal tavolo allontanandosi ed affrettandosi a rispondere.
- Pronto papà -disse lei allegra sentendo la sua voce- Sto bene grazie. Tu, Tess e le mie due piccole pesti invece?
La mora sorrise alla sua risposta e continuò a parlare con lui camminando lentamente.
 

Tom era ancora furioso nonostante fossero passati dei giorni; non era riuscito a mandare giù che lei avesse fatto entrare quel ragazzo nella sua stanza mentre a lui lo aveva buttato subito fuori.
Ma il chitarrista sapeva che non era solo quello ad averlo infastidito, era qualcos'altro che gli bruciava dentro e lo costringeva ad essere acido e scontroso con tutti. Il non sapere cosa fosse successo in quella stanza lo stava facendo impazzire.

Mentre fumava l'ennesima sigaretta, notò Leyla camminare tranquillamente mentre parlava al telefono; non perse tempo e buttò la sigaretta a terra, ignorando di proposito i posaceneri, e si incamminò verso di lei. Adesso era sola e poteva finalmente ottenere le sue risposte.
 

Dopo aver salutato suo padre con un pizzico di malinconia, Leyla posò il cellulare nei jeans ma il suo braccio venne poi afferrato da qualcuno che la strattonò fino ad una zona isolata del corridoio. La mora, all'inizio sorpresa, riconobbe subito i cornows di Tom e cercò invano di liberarsi; alla fine fu lui ad abbandonare la presa ed a sbatterla contro il muro.

- Ma si può sapere cosa ti passa per quella testa bacata che ti trovi? -gli chiese spingendolo lontano da lei- Ti sembra normale un comportamento simile?

Il ragazzo la guardò con intensità degli occhi e fece finta di non sentire quel suo rimprovero.
- Te lo sei portato a letto? -le chiese a bruciapelo.

Leyla, che attendeva una spiegazione da parte sua, tentennò a quella domanda così diretta che l'aveva colta alla sprovvista. Arretrò di qualche passo finché le sue spalle non toccarono il muro; non riusciva a parlare, era completamente allibita da quella domanda.

Tom approfittò di quel momento di incertezza per posare le braccia ai lati della sua testa ed avvicinarsi a lei bloccandola tra il muro ed il suo corpo.
- Te lo ripeto -disse di nuovo avvicinandosi al suo viso- Te lo sei portato a letto?

- Ma...ma che...che stai dicendo? E chi... -chiese lei a sua volta ancora sorpresa dalla sua domanda.

- Derek dannazione! -esclamò arrabbiato interrompendola- L'ho visto entrare nella sua stanza quella sera e voglio sapere se ci hai scopato.

La mora trasalì di nuovo di fronte a quella durezza ma anche per quella nuova scoperta: lui aveva visto Derek entrare in casa. A questo punto le nacquero spontanee delle domande. Cosa ci faceva ancora lui fuori? E cosa gli importava di ciò che era successo tra di loro?

Cominciò a stringere convulsamente il bordo della sua maglietta per la rabbia.
- Ma cosa te ne frega di ciò che è successo tra me e lui eh? -esplose allora la mora- E perché diamine eri ancora davanti il mio appartamento? La mia vita privata o sessuale non ti riguarda.

Il chitarrista deglutì a fatica; era stato così precipitoso di sapere la verità che non aveva minimamente pensato che si sarebbe intrappolato da solo. Era caduto nella sua trappola e non si era neanche accorto di quando questo fosse successo.
- La tua vita privata mi riguarda dal preciso istante in cui ti sei confidata con me -rispose infine cercando una via d'uscita in quel labirinto che aveva costruito da solo.

- Ma questo non ti permette di diventare padrone della mia vita -gli urlò in faccia- Sono io a decidere cosa fare e non devo di certo rendere conto ad un ragazzino smorfioso e prepotente come te.

- Modera le parole -la intimò Tom a denti stretti.

- E tu fatti i cazzi tuoi -replicò aspramente Leyla.

Gli diede uno spintone e riuscì a liberarsi ed a correre via, lontano da lui che non poté far altro che guardarla svanire dietro l'angolo.

Lei era ancora scossa per quell'incontro, per quel suo interessamento alla sua vita; non sapeva come interpretarlo e questo la spaventava molto.

Tom poggiò la fronte e le mani contro il muro chiudendo gli occhi; più volte si chiese il perché del suo subbuglio interiore e di tutto ciò che il solo pensiero di lei gli causava. Ma ormai era troppo tardi per trovare una risposta per qualcosa che era già accaduto; era troppo tardi per tornare indietro.
 

***

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


Buon giorno a tutte!
Eccomi con un nuovo capitolo di questa piccola Fanfiction.
Vi ringrazio immensamente per i commenti al capitolo precedente e per tutto il resto. Ma adesso voglio ringraziare di cuore:
- _MINA_, Layla, Nobody Is Perfect, Niky95, klerkaulitz89 e raggiodisole90 per aver commentato il precedente capitolo.
Grazie davvero a tutte quante; spero che anche questo capitolo vi piaccia...
Buona lettura a tutte...
Il prossimo capitolo arriverà Lunedì...
Un bacione a tutte
Nat
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Capitolo 12

Cullata dal cinguettio degli uccelli, Leyla si lasciò cadere sul letto a pancia in su e si perse ad osservare quel soffitto di un delicato e chiarissimo verde acqua.
Quel giorno il comportamento di Tom le aveva suscitato molti dubbi dimostrandosi quasi geloso nei suoi confronti. Loro due si erano odiati ma quell'odio aveva iniziato a trasformarsi senza che se ne accorgessero; qualcosa era cambiato con il tempo e con spontaneità.
E tuttora non riusciva a capire come questo fosse potuto accadere; dopo Philip, la mora non aveva più permesso a nessuno di avvicinarsi a lei. Ma lui ci era riuscito con quel carattere spregiudicato e ribelle come il suo, con quella insensibilità come la sua. Solo lui, con la sua personalità forte e combattiva, era riuscito ad abbattere le sue difensive ed a renderla una ragazza fragile e sensibile. Tom le aveva fatto ritrovare la strada per amare ancora e gliene sarebbe sempre stata grata.
Leyla si risistemò su un fianco e sfiorò con un dito quella pagina su cui risaltava un'elegante calligrafia che raccontava una nuova giornata della sua vita.
 
"                                            Maldive, 28 agosto 2010
Ed una nuova settimana sta per giungere al termine;      
sono stati giorni molto interessanti e divertenti ma,        
nonostante questo, ho avuto modo di riflettere.             
Adesso mancano altre tre settimane e questa fantastica   
vacanza si concluderà. Ne mancano altre tre ed arriverà 
il momento di fare i conti con me stessa.                      
Sono passati sei giorni dall'ennesimo scontro con Tom   
e da allora ho cominciato ad ignorarlo ancora; ma non    
lo sto ignorando perché ho paura di un nuovo confronto.
Lo sto ignorando perché comincio ad avere veramente   
paura di ciò che lui mi fa provare standomi vicina...      "
 
 

Erano le dieci di sera e la vita della notte aveva chiamato a sé ragazzi di ogni fascia d'età che si erano abbandonati alla frenesia dei locali.
Leyla e Zoe erano ancora nel loro appartamento che stavano finendo di truccarsi prima dell'ennesima serata in compagnia dei Tokio hotel. La mora aveva optato per un vestito blu molto corto e senza spalline; la rossa invece aveva indossato un vestito di un delicato giallino, anch'esso era senza spalline ma si allacciava dietro al collo. Entrambe avevano scelto un trucco relativamente leggero e scarpe con tacchi non troppo alti; quella sera volevano divertirsi senza essere ostacolate da dolori ai piedi.

- Io dico che stanotte tu non rientri -affermò ad un tratto Leyla guardando l'amica ammiccante.

- Ma piantala di dire sciocchezze -la smentì la rossa cercando di nascondere la sua tensione- Non succederà niente di straordinario stasera.

La mora la guardò scettica e divertita poi si avvicinò a lei stringendo sempre la sua borsetta.
- Vuoi dirmi che anche questa sera farai impazzire quel ragazzo e lo lascerai a bocca asciutta? -le chiese facendo finta di crederle- Ma lasciati un pò andare, siete praticamente cotti l'uno dell'altra. E poi il modo in cui Bill ti guarda, ti stringe, ti bacia... -lasciò la frase in sospeso sospirando estasiata- Ogni piccolo gesto che fa è così dolce e mostra come lui ti desideri. E ti desidera a tal punto da voler continuare a stare con te anche dopo la vacanza -concluse sorridendo ammicante.

Zoe rimase in silenzio, imbarazzata e consapevole della veridicità di quelle parole; poi si girò e si incamminò verso di lei.
- Anche io credo che tu debba lasciarti andare con Tom -le disse seria- Ormai è chiaro che tra di voi c'è qualcosa che vi unisce e...

- Alt! Stop! Fermati! -la interruppe la mora avvicinandosi a lei- Io non so cosa diamine tu abbia visto ma tra me e Tom non c'è assolutamente niente se non la più pura indifferenza. Ed ora andiamo al locale e divertiamoci -disse lei dandole le spalle ed avviandosi verso l'ingresso.

Zoe sospirò esasperata mentre la vedeva uscire. Ormai Leyla non faceva altro che scappare da ciò che le faceva paura; continuava a fuggire ed a nascondersi dietro un enorme castello di bugie. Ma era arrivato il momento che qualcuno arrestasse la sua corsa.
 

Tom espirò del fumo dalla bocca poi fece subito un'altro tiro di sigaretta; era appoggiato alla sua Cadillac e muoveva freneticamente il piede. Era molto nervoso, a breve avrebbe rivisto quella dannata ragazzina che gli aveva rovinato l'estate. Non era pronto ad essere ignorato ancora da lei; non era pronto a vedersela sfuggire ancora dalle mani.

- Tom.

La voce di suo fratello lo distrasse dai suoi pensieri; si voltò e lo trovò alla sua sinistra che lo guardava preoccupato.
- Che vuoi Bill? -gli chiese scocciato.

- Parlare finalmente con te -gli rispose il gemello appoggiandosi alla macchina- È da un pò che non lo facciamo.

- Non c'è niente di cui parlare -tagliò corto il chitarrista buttando a terra il mozzicone della sigaretta.

- Tu sai che non è così -lo contraddisse l'altro posizionandosi davanti a lui- Sei diventato insopportabile e voglio sapere il perché. Sono tuo fratello e sai che puoi parlare tranquillamente di tutto con me -aggiunse indicandosi- Che sta succedendo?

Tom lo guardò con rabbia e strinse una mano a pugno; forse Bill aveva ragione e parlarne con lui gli avrebbe fatto bene ma, soprattutto, gli avrebbe permesso di chiarire quei dubbi che lo assillavano da giorni.
- Sono nervoso perché non capisco cosa mi succede e forse tu puoi aiutarmi -gli confessò infine cercando di rilassarsi- Ecco ultimamente...

Ma l'improvvisa comparsa di Zoe al loro fianco gli impedì di continuare.
- Ciao ragazzi -li salutò la rossa sorridendo.

Entrambi ricambiarono il saluto ma Bill lo accompagnò con un tenero bacio a fior di labbra. Anche Leyla si avvicinò a loro ma salutò solo il vocalist prima di tornare da Georg e Gustav.

Tom la seguì con lo sguardo, infuriato, poi cominciò ad avviarsi verso il posto di guida ma il gemello lo fermò poco prima che aprisse lo sportello.
- Per questa sera cerca di non generare casini -gli chiese supplicandolo con gli occhi.

Il chitarrista annuì e si sedette al suo posto con Gustav al suo fianco, mentre gli altri quattro sedevano nel sedile posteriore; il viaggio durò una decina di minuti.
Giunti a destinazione, i sei ragazzi scesero e si recarono all'interno del locale; occuparono un tavolino ed ordinarono dei drink, nell'attesa iniziarono a parlare ed a guardarsi intorno. Era davvero un bel posto suddiviso in due piani: al piano terra vi era la pista da ballo ed il bar; nel piano superiore, accessibile da una rampa di scale, era situata la zona "relax" con tavolini e divanetti.

- Ecco le vostre ordinazioni -disse una cameriera porgendo ad ognuno il proprio drink.

Poi si soffermò a guardare Tom con uno sguardo compiaciuto e gli sorrise maliziosa ma lui la ignorò ed iniziò a sorseggiare il suo mojito. La ragazza se ne andò offesa sotto lo sguardo sorpreso di Georg e Gustav che avevano seguito l'intera scena; i due si voltarono verso il chitarrista che scollò le spalle come se nulla fosse.

- Non mi attraeva abbastanza -disse lui per giustificarsi.
Ma non era vero, quella cameriera era molto bella però non aveva suscitato in Tom alcun interesse, nessuna riusciva più a farlo e tutto a causa di quella moretta tutto pepe che sedeva davanti a lui.

Ad un tratto il dj mise una canzone che piaceva molto a Leyla che, trascinandosi Zoe, scese in pista dove iniziarono a ballare l'una al fianco dell'altra seguendo il ritmo della musica; i loro movimenti erano sinuosi, sensuali e, a tratti, provocatori.
Quando Bill vide dei ragazzi accerchiarle, raggiunse subito la rossa e la strinse a sé senza smettere di ballare; la mora li guardò intenerita poi si girò quando sentì qualcuno toccarle i fianchi. Si trovò davanti un ragazzo dai corti capelli biondi e gli occhi di un castano così scuro e limpido che le permettavano di specchiarsi dentro di essi. Lasciò che quello sconosciuto l'attirasse a lui e la guardasse con ardore e malizia, poi anche Leyla incrociò le braccia dietro al suo collo e continuò a strusciarsi contro di lui cercando di non pensare ad un'altra persona.
 

Tom stava bevendo un Sex on the beach mentre continuava a guardarla ballare con quel tizio; stava impazzendo, era nervoso ed infervorato e stringeva con forza il suo bicchiere cercando di trattenersi. Ma quando vide che quel ragazzo le toccò ancora il sedere, dopo che già lei gli aveva tolto la mano, la sua rabbia esplose; sbattè con forza il bicchiere sul tavolino e scese velocemente le scale. Senza preoccuparsi delle imprecazioni a lui rivolte, si fece largo nella pista fino a raggiungerli e spintonò il ragazzo che lo guardò seccato per essere stato interrotto.

- Che cavolo vuoi tu? -gli chiese il biondo urlando per sovrastare la musica.

- Ragazzino vai a casa -gli disse il chitarrista sprezzante- Lei è con me.

Afferrò la mano di Leyla, che ancora lo guardava tra il sorpreso e l'irritato, e la trascinò via da lì; si fece largo tra la pista poi si inoltrò in un piccolo corridoio adiacente alle scale.

- Tu sei un emerito stronzo! -gli urlò lei riprendendosi e strattonandolo- Lasciami la mano brutto idiota.

Il chitarrista si fermò quando vide che quella zona era praticamente deserta e la lasciò andare.

- Ma ti sei bevuto il cervello? -gli chiese la mora fuori di sé- E si può sapere perché ce l'hai con me? Non puoi andare da qualcun'altro a rompere i cogl...

Ma quelle parole rimasero sospese nell'aria, Tom non le diede l'opportunità di finire; le prese il volto tra le mani e la baciò all'improvviso. Leyla sgranò gli occhi quando sentì quelle labbra posarsi sulle sue con urgenza; il suo cuore iniziò a battere velocemente mentre il suo corpo si abbandonò al dolce calore che quel bacio le stava trasmettendo. Per un breve istante si rilassò e fu tentata di stringerlo a sé ma qualcosa glielo impedì; no, non poteva permetterlo. Posò le mani sul suo petto e lo allontanò con un colpo secco, lo guardò sorpresa e spaventata poi se ne andò, scappò via da lui per la seconda volta.

Tom la osservò sparire lungo le scale poi guardò davanti a sé con lo sguardo perso nel vuoto; si lasciò cadere contro il muro e si prese la testa tra le mani. L'aveva baciata; aveva baciato l'unica ragazza che fino a quel momento aveva saputo tenergli testa e che lo aveva umiliato. Aveva appena baciato l'unica ragazza che gli avesse fatto battere il cuore.
 

Leyla corse lungo le scale e si lasciò cadere sulla sedia accanto a Gustav impegnato a parlare con una ragazza bionda; prese il bicchiere mezzo pieno di vodka di Georg e lo mandò giù in un sorso solo. Strinse gli occhi quando sentì la gola bruciarle ma non vi badò molto, c'era qualcos'altro che bruciava con più forza dentro di lei. Tremante, sollevò una mano e, con le dita, si sfiorò le labbra dove ancora era imprigionato il suo sapore di alcool e fumo.
Tom Kaulitz l'aveva baciata ma questo non l'aveva mandata in bestia; quel bacio era stato contemporaneamente ciò che attendeva e ciò da cui scappava da settimane ormai.
 

***

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Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***


Buon giorno a tutte!
Eccomi con un nuovo capitolo di questa piccola Fanfiction, il terzultimo...
Vi ringrazio immensamente per i commenti al capitolo precedente e per tutto il resto. Ma adesso voglio ringraziare di cuore:
- _MINA_, Layla, Nobody Is Perfect, marthine, klerkaulitz89 e la mia nuova lettrice Evangeline143 per aver commentato il precedente capitolo.
Ringgrazio Evangeline143 anche per aver inserito la mia storia tra le preferite.
Grazie davvero a tutte quante; spero che anche questo capitolo vi piaccia...
Buona lettura a tutte...
Il penultimo capitolo arriverà Mercoledì...
Un bacione a tutte
Nat
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Capitolo 13

Un ciuffo dei suoi lunghi capelli ricci le solleticò il collo quindi Leyla prese un elastico e se li legò in una coda alta poi si alzo ed andò alla finestra guardando il parco antistante casa sua.
Poggiò la fronte contro il vetro e si morse appena il labbro inferiore; il ricordo del suo bacio con Tom non l'avrebbe mai abbandonata. La morbidezza delle sue labbra, la loro fragranza così maschile erano ancora impresse dentro di lei così come la tempesta che quel gesto le aveva causato dentro. Un semplice e lungo bacio a fior di labbra era riuscita a scuoterla nel profondo con una scossa di vita che non sentiva ormai da molto tempo; quel piccolo ma significativo gesto che Tom aveva fatto le aveva regalato un bellissimo sogno di cui si era nutrita durante quel breve istante. Ma quel bacio le aveva anche fatto male perché aveva liberato quei sentimenti che lei aveva faticosamente nascosto dentro di sé nel tentativo di non affogare in quella dolce illusione.
Leyla passò la lingua sulle sue labbra e, per un istante, le sembrò di sentire di nuovo il sapore di Tom; poi scosse la testa scacciando via quelle immagini. Si avvicinò al letto e prese il suo diario tornando in seguito alla finestra e sedendosi sul davanzale pronta a rivivere un momento molto importante per lei.
 
“                                         Maldive, 1 settembre 2010
Mancano poco più di due settimane e tornerò finalmente
a casa; questa vacanza si è trasformata in un incubo e    
tutto a causa sua, di quel maledetto ragazzo che si è       
messo contro di me e mi ha addirittura baciata. Ma la     
cosa che mi fa imbestialire è che mi è pure piaciuto        
cazzo e questo non sarebbe mai dovuto succedere. MAI!
Ora sono così infervorata perché stasera lo rivedrò di    
nuovo. Il motivo? Oggi è il compleanno suo e di Bill e   
lui ha invitato me e Zoe a cena fuori.                           
Lo so che è il loro compleanno ma vorrei tanto essere  
io quella ad esprimere un desiderio: vorrei tanto che     
Kaulitz mi lasciasse in pace e sparisse dai miei pensieri
e dal mio cuore...                                                    "
 
 

Gli abiti ormai si erano accumulati sul letto mentre le scarpe giacevano tutte davanti l'armadio; in quella camera sembrava essere scoppiata una bomba.
Zoe continuava a camminare avanti ed indietro davanti al letto guardando perplessa ogni singolo vestito, non aveva la minima idea di cosa indossare.

- Ma sei ancora così? -chiese Leyla entrando in camera e guardando l'amica con addosso un top e degli shorts.

- Leyla ti prego aiutami -la supplicò la rossa correndo da lei e prendendole le mani- Non ho niente di adatto a stasera.

- Ma smettila -affermò la mora ridendo avvicinandosi al letto- Qui c'è l'imbarazzo della scelta.

Cominciò a guardare ogni vestito poi sorrise quando vide quello che cercava; si allungò e lo prese. Era un lungo abito d'orato stretto fino alla vita e con la gonna più ampia; lo porse a Zoe insieme ad un paio di scarpe del medesimo colore e la invitò ad indossarli. In seguito anche la mora prese ciò che aveva scelto e comincio a cambiarsi.
Qualche minuto dopo l'amica ritornò nella stanza e Leyla la guardò con un sorriso raggiante, era semplicemente stupenda con quel vestito che fasciava il suo corpo perfetto e con quel trucco che risaltava il colore dei suoi occhi. Le si avvicinò e le sfumò leggermente l'ombretto poi la guardò soddisfatta.

- Sei magnifica Zoe -le rivelò sincera.

- Grazie -soffiò lei imbarazzata per poi osservarla attentamente- Anche tu sei bellissima.

Leyla sorrise mentre si lisciò le pieghe del suo vestito bianco che le arrivava alle ginocchia e le lasciava scoperta la schiena; infine diede una sistemata ai suoi capelli che, sotto richiesta di Bill, aveva piastrato.

- Possiamo andare? -le chiese la rossa mettendo il cellulare nella borsa.
Leyla annuì e spense la luce uscendo di casa insieme all'amica.
 

Tom si sistemò la fascia nei capelli e si guardò allo specchio ammirando il risultato: un paio di jeans chiari ed una maglietta azzurra di una taglia più grande della sua.

- Possibile che non ti metti mai una camicia? -gli chiese Bill entrato di soppiatto nella camera.

- Non capisco perché dovrei travestirmi da pinguino -rispose il gemello sedendosi sulla poltrona per allacciarsi le scarpe.

- La camicia non ti trasforma in un pinguino -esclamò il vocalist inorridito- Rende più sexy, guarda me -affermò orgoglioso.

Il chitarrista fece una smorfia poi si allacciò anche l'altra scarpa.

- Comunque Tom sono venuto qui per chiederti un favore -continuò il fratello avvicinandosi a lui- Voglio che tu stasera abbandoni il tuo maledetto musone e ti diverti; è il nostro compleanno e voglio trascorrere una bella serata con te, i nostri amici e Zoe.
Poi arrotolò il giornale di moda che aveva in mano e lo tirò in testa a Tom che lo guardò sorpreso tastandosi la parte colpita.

- Ma sei scemo! -esclamò lui alzandosi in piedi- Mi hai fatto male.

- E questo sarà niente se farai qualcosa per rovinare la serata -lo avvertì minaccioso puntandogli il giornale contro prima di dargli le spalle ma, prima di uscire, lo guardò negli occhi- Metti da parte i tuoi sentimenti per Leyla e divertiti. Noi ti aspettiamo in salotto.

E detto questo se ne andò lasciando il chitarrista sorpreso e da solo, prigioniero delle sue emozioni e delle sue paure. Si sedette di nuovo sul letto e si prese la testa tra le mani; ormai stava diventando difficile nascondere ciò che provava, e ne era una prova il fatto che il vocalist avesse capito tutto, ma Bill aveva ragione: per quella sera avrebbe cercato di cancellarla dalla sua testa e si sarebbe divertito con il gemello ed i suoi amici.
 

Leyla e Zoe giunsero dove si sarebbe tenuta la festa e, varcata la soglia, rimasero sorprese dalla semplice eleganza di quel locale; si guardarono intorno fino a scorgere Bill che parlava con Georg e Saki. Le ragazze si avvicinarono e gli fecero gli auguri prima di essere elogiate per la loro bellezza; entrambe sorrisero poi seguirono il vocalist e la guardia del corpo in un'altra stanza adiacente dove trovarono il resto della band e Tobias. La rossa fece tranquillamente gli auguri a Tom mentre la mora tentennò un attimo, ricordando il loro ultimo incontro, ma alla fine glieli fece dandogli un veloce bacio sulla guancia.
Il chitarrista era rimasto incantato non appena l'aveva vista entrare e con la mano indugiò più del dovuto sul suo fianco lasciandola poi andare.

All'improvviso qualcuno entrò nella stanza facendo rimanere i ragazzi di stucco.
- Possiamo anche noi fare gli auguri ai festeggiati? -chiese David avvicinandosi ai gemelli.

Entrambi lo salutarono per poi fare lo stesso con Andreas, Peter, Natalie, Dunja ed altri amici e membri dello staff; nessuno dei due ragazzi si era immaginato una sorpresa simile e furono ben felici di trascorrere la serata in compagnia di alcuni dei loro cari.
 

Dopo un'ottima cena abbondante, Bill e Tom si erano spostati, insieme agli invitati, in un'altra stanza adibita come una discoteca ed avevano iniziato a scatenarsi, chi sobrio e chi leggermente o totalmente brillo.
Verso l'una di notte decisero di andare a dormire e ritornarono a casa o in hotel. Zoe aveva detto a Leyla che quella notte sarebbe rimasta con Bill e lei l'aveva abbracciata contenta ed entusiasta augurandole di divertirsi.

La mora era appena rientrata casa e si era tolta le scarpe quando sentì qualcuno bussare alla porta quindi, sbuffando ed imprecando, andò ad aprire; rabbrividì non appena si vide Tom davanti.
Lui non le diede il tempo di dire o fare qualcosa che entrò in casa chiudendosi la porta alla spalle.

- E tu che cavolo... -cominciò a chiedere la ragazza stupita ed irritata.

- Ho resistito per tutta la sera Leyla -le disse lui con voce calda interrompendola e prendendola per i fianchi- Ma adesso non resisto più.

La mora aprì bocca per ribattere ma lui glielo impedì baciandola per la seconda volta; una nuova scossa la attraversò quando sentì quelle labbra sulle sue ed un'ondata di calore prese fuoco dentro di lei. Si aggrappò a quel piccolo barlume di lucidità che le era rimasto e lo allontanò da lei tirandogli uno schiaffo in pieno viso sorprendendolo. Si guardarono negli occhi in silenzio e Leyla riuscì perfettamente a sentire il suo cuore battere veloce e quel fuoco accendersi dentro di lei; senza dire niente posò una mano tra i capelli di Tom e lo attirò a sé baciandolo con passione.

Lui le circondò la schiena e la strinse ancor di più approfondendo quel bacio tanto desiderato da entrambi. Con le labbra scese a baciarle il mento ed il collo mentre la faceva indietreggiare lentamente verso la stanza da letto; con una mano iniziò ad accarezzarle con desiderio un fianco mentre con l'altra fece scivolare una spallina del suo vestito. La mora tirò indietro la testa sospirando quando lo sentì baciarle di nuovo il collo poi iniziò ad accarezzargli la schiena al di sotto della maglietta che, subito dopo, iniziò a sfilargli togliendogliela. Tom la lanciò lontano poi tornò a baciarle e morderle il collo mentre abbassava anche l'altra spallina facendo così scivolare il vestito bianco della ragazza; tornò ad impossessarsi delle sue labbra mentre lei gli slacciò la cintura e cominciò a sbottonare i jeans. Il chitarrista le agevolò il compito e se li tolse prendendola poi in braccio ed adagiandola sul letto senza mai smettere di baciarla. Le loro mani iniziarono a sfiorarsi ed a scoprirsi liberando i loro corpi da indumenti ormai superflui; i loro baci divennero più infuocati e cominciarono ad esplorare zone mai conosciute prima d'allora; i loro sospiri si fusero nel momento stesso in cui Tom e Leyla diventarono una cosa sola.

Baci e gemiti, carezze e sospiri, spinte lente e veloci. Amore ed odio fusi nell'alchimia della passione; paure e speranze intrecciate nel fuoco dell'anima.

Leyla si aggrappò alle spalle di Tom che a sua volta si accasciò su di lei nel momento in cui raggiunsero l'apice dei sensi. Lui si sollevò appena sui gomiti guardandola negli occhi poi le accarezzò i capelli e le sfiorò le labbra con un candido bacio; le sorrise prima di distendersi al suo fianco e di stringerla a sé.

Lei baciò il petto del chitarrista per poi chiudere gli occhi cullata dalle sue mani che ancora la accarezzavano e dal suo cuore che ancora scalpitava; lasciò che lui intrecciasse le dita con le sue mentre il sonno cominciava ad avere il sopravvento.

- Buona notte piccola -le sussurrò baciandole la fronte.

- Buona notte Tom -mugugnò lei prima di addormentarsi.

Il chitarrista, contento di essersi finalmente fatto avanti, la guardò per molto tempo mentre dormiva beata; sembrava un angelo e, da quella notte, lei era diventata il suo angelo.
E poco dopo si addormentò sereno stringendo a sé la sua donna.
 

Una luce forte e fastidiosa la costrinse a svegliarsi; Leyla si coprì e chiuse gli occhi ma, una volta abituatasi a quella luce, li riaprì. Trattenne il respiro quando vide Tom stringerla con dolcezza e si rese conto che ciò che era successo non era stato solo un sogno ma l'autentica realtà: erano stati a letto insieme.
Lo mora sorrise e cominciò a sfiorargli la guancia; era felice e non si pentiva di ciò che aveva fatto perché era ciò che desiderava da un pò. Aveva così tanto desiderato essere sua che ora che lo era per davvero si accorse di quanto quella storia fosse diventata pericolosa per lei.

- Lo vorrei con tutta me stessa ma non voglio più soffrire -sussurrò guardandolo dormire- Non posso amarti Tom.

Una lacrima si infranse sulle sue labbra nel momento in cui le posò su quelle del chitarrista poi si asciugò le guance ora bagnate e si alzò dal letto; si vestì velocemente ed afferrò il suo cellulare su cui trovò un messaggio di Zoe di quella notte.

"Non riesco a crederci Leyla! Bill ha detto che si sta innamorando di me e vuole che vada a stare da lui quando torneremo a Berlino. E finalmente abbiamo fatto l'amore! Sono felice amica mia"

Leyla sorrise tra le lacrime; era contenta per lei ma adesso non avrebbe potuto condividere la sua felicità. Aprì la rubrica e cercò un nome poi avviò la chiamata ed attese una risposta che arrivò presto.

- Ciao Derek, scusa se ti ho svegliato -gli disse piano cercando di nascondere i suoi singhiozzi- No, tranquillo sto bene ma ho bisogno di un favore: dovresti portarmi ad Ari ... Ti prego, non chiedermi il perché, portami solo via da qui il prima possibile. Per favore -lo supplicò sorridendo alla sua risposta- Grazie infinite Derek, non dimenticherò ciò che hai fatto in queste settimane. Ci vediamo tra mezz'ora al molo.

Chiuse la chiamata poi corse a prendere un borsone e, senza fare rumore, lo riempì di vestiti; in seguito scrisse un messaggio a Zoe e si avviò verso l'ingresso ma, prima di uscire dalla camera, guardò Tom un'ultima volta.
Infine chiuse la porta lasciandosi alle spalle una parte molto importante del suo cuore e della sua vita.
 

***

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Capitolo 14
*** Capitolo 14 ***


Buon giorno a tutte!
Eccomi con il penultimo capitolo di questa piccola Fanfiction...
Vi ringrazio immensamente per i commenti al capitolo precedente e per tutto il resto. Ma adesso voglio ringraziare di cuore:
- _MINA_, Layla, Niky 95, klerkaulitz89, Aduzza_TK, _Darkside_ per aver commentato il precedente capitolo;
- iolly21, Evangeline143 e Jess_th483 per aver commentato il precedente capitolo via mail;
- Aduzza_TK per aver aggiunto la mia storia tra le preferite;
- _Darkside_ per aver inserito la mia storia tra le seguite.
Grazie davvero a tutte quante; spero che anche questo capitolo vi piaccia...
Buona lettura a tutte...
L'ultimo capitolo arriverà Venerdì...
Un bacione a tutte
Nat
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Capitolo 14

Emozioni vecchie riemersero mescolandosi a quelle nuove nate in seguito a quel lontano ricordo. Leyla si portò una mano sul petto sentendo il suo cuore battere più velocemente del normale; ciò che era successo quella notte tra lei e Tom era stato molto importante per lei e l'aveva segnata nel profondo. Lui era riuscito a farla amare ancora, era riuscito a farla fidare ancora, era riuscito a farla vivere di nuovo. Fare l'amore con lui le aveva dato delle nuove speranze e dei nuovi sogni ma la paura di soffrire ancora a causa di un ragazzo era stata più forte. Fino a quella notte non aveva avuto alcuna certezza, ogni cosa era stata precaria ed aveva fatto nascere in lei l'idea di aver vissuto un'illusione stupenda che le si stava sgratolando tra le mani. La paura era stata più forte dell'amore e l'aveva spinta a scappare di nuovo.
Leyla ricordava ancora la preoccupazione di Zoe e le sue suppliche per convincerla a tornare ancora; ricordava ogni cosa di quel periodo e si apprestò a rivivere ancora quei momenti così delicati.
 
“                             Maldive, 17 settembre 2010
Due settimane, ben due settimane lontano da lui, 
dai suoi occhi, dal suo profumo...dalle sue labbra.
Sono state due settimane terribili!                       
Avevo deciso di soggiornare ad Ari per riflettere  
e magari ritrovare me stessa ma non è servito a  
molto dato che ho continuato a pensare a lui ed  
a ciò che è successo tra di noi. È diventato il mio
incubo ma per fortuna sta per finire; domani      
tornerò a Berlino e le nostre strade si divideranno
...per sempre...                                               "
 
 

Erano le otto di sera e Leyla entrò nella stanza d'hotel dove avrebbe dormito per quell'ultima notte; aveva preferito evitare di tornare nel suo appartamento per paura di trovarselo davanti nonostante avesse saputo che lui ed il resto della band erano partiti il giorno prima.
La mora si chiuse in bagno e si lasciò sprofondare dentro la vasca rilassandosi al contatto con l'acqua calda. Aveva deciso di trovare un pò di serenità interiore prima di andare da Zoe; voleva rivederla, le mancava tantissimo ed era dispiaciuta di averla fatta preoccupare in quel modo. Ma andarsene era stata la cosa migliore!
 

Non era dell'umore adatto per vestirsi in maniera elegante quindi Leyla indossò un semplice paio di jeans bianchi con una maglietta azzurro chiaro. Raggiunse il ristorante situato davanti il suo vecchio appartamento ed entrò cercando Zoe con lo sguardo; la vide subito dopo mentre rigirava nel piatto dei calamari grigliati.

Quando i loro occhi si incrociarono la rossa li sgranò impercettibilmente, poi si alzò e camminò a passo spedito verso di lei; la prese per un polso e la trascinò fuori in un luogo più appartato per poi lasciarla e voltarsi verso di lei.
- Tu ti rendi conto di come mi hai fatto stare in queste due, e sottolineo, due settimane? -le chiese la rossa furente e continuando senza dare all'amica il tempo di parlare- Tu lo sai che, agendo così, hai commesso una grandissima cazzata sia nei miei confronti che in quelli dei ragazzi? Mi vuoi dire perché diamine hai deciso di sparire dopo essere andata a letto con Tom? Giuro che non ti capisco e sono così accecata dalla rabbia che ti picchierei volentieri -concluse liberandosi finalmente di tutto quanto.

Leyla la ascoltò comprendendo la sua reazione poi decise di rivelarle tutto quanto.
- Mi dispiace Zoe -soffiò lei guardandola con una nota di malinconia- Sono scappata perché ho avuto paura.

- Ma paura di cosa? -le chiese l'amica più calma anche se ancora arrabbiata- Che Tom sbandierasse ai quattro venti di averti portato a letto e di aver vinto quella stupida scommessa?

La mora chiuse gli occhi di fronte a quelle parole sentendo una fitta al cuore al ricordo di quella scommessa.
- Io so che per lui non sono niente -iniziò a rispondere lei- Sono stata una delle tante scopate da aggiungere alla sua lista; sono stata l'ennesima scopata che ha sancito la sua vittoria.

Ogni frase che stava dicendo le stava facendo male perché, dentro di sé, sentiva che non era così, che quella notte non era stato solo sesso. Eppure adesso voleva autoconvincersi del contrario solo per aggrapparsi ad un buon motivo per odiarlo e...dimenticarlo.

- Per lui non sono stata niente -continuò dopo quel minuto di silenzio- ma non è la stessa cosa per me, Zoe. Sono ricaduta nella trappola: ho commesso l'errore di innamorarmi di lui -confessò infine sottovoce vedendo l'amica meravigliarsi- Tom mi ha cambiata, mi ha fatto scavare nel profondo fino a trovare di nuovo me stessa e mi ha insegnato ad amare di nuovo, cosa che non credevo possibile dopo ciò che ho passato a causa di Philip. Io ero diventata di ghiaccio, non credevo più a niente ed a nessuno ma lui è riuscito a distruggere la ragazza che ero diventata. E tutto questo mi ha fatto paura Zoe perché adesso ho cominciato di nuovo a nutrire sentimenti per qualcuno che non mi ama. Ed io non voglio soffrire più. Per questo sono scappata -le spiegò avvicinandosi- Perché non sarei riuscita a sostenere lo sguardo di Tom quando si sarebbe svegliato; non sarei riuscita a reggere le parole che mi avrebbe detto. Sono scappata perché non sarei riuscita a sopportare un suo rifiuto -ammise abbassando lo sguardo- Ad Ari ho cercato di dimenticarlo e far mente lucida su ciò che è successo ma l'unica cosa che ho fatto è stato infliggermi altro dolore perché ormai è troppo tardi per tornare indietro e cancellare questo magnifico maledetto errore.

Zoe era rimasta senza parole di fronte a quella confessione, non si sarebbe mai immaginata che i sentimenti della sua amica avessero generato tutte quelle paure ma soprattutto non avrebbe mai immaginato di vederla così perdutamente innamorata di colui che fino a due mesi e mezzo prima diceva di odiare. Ma lo stupore iniziale venne sostituito dal profondo dispiacere nel vederla piangere per quell'amore a senso unico; Zoe si avvicinò a lei e la strinse a sé permettendole di sfogarsi. Leyla si aggrappò alla sua schiena piangendo tutte quelle lacrime che non avrebbe mai voluto versare per un ragazzo come Tom, stronzo, cinico, egoista, spavaldo, capriccioso ma così maledettamente adorabile quando si creava l'intimità. Si era innamorata di un ragazzo troppo pericoloso per lei e non sapeva come avrebbe fatto a dimenticarlo dopo il segno profondo che lui le aveva lasciato dentro.

- Leyla -la chiamò la rossa sciogliendo appena l'abbraccio ed asciugandole le guance- forse dovresti dire la verità a Tom; magari non è come credi tu ed anche lui ricambia i tuoi sentimenti.

- Ti prego Zoe smettila! -la supplicò la mora mettendosi le mani tra i capelli- Non voglio illudermi ancora che qualcosa possa cambiare; ho fatto un errore e mi toccherà subirne le amare conseguenze.

La rossa le si avvicinò e le poggiò le mani sulle spalle.
- Tu non sai quanto lui si sia preoccupato per te -le rivelò con tatto- Ti ha cercato dovunque e continuava a chiedermi se avessi tue notizie; non c'era giorno in cui non venisse nel nostro appartamento gridando il tuo nome sperando di trovarti lì. Quel ragazzo ha sofferto molto per la tua partenza improvvisa e, nonostante fosse arrabbiato con te, non hai mai smesso di sperare di vederti ancora -rimase un attimo in silenzio, mentre quegli occhi grigio verdi la guardavano con stupore, poi le confessò ciò che non le aveva ancora detto- Ed è per questo motivo che lui è rimasto qui, sull'isola; voleva vederti e, come me, aveva immaginato che saresti tornata solo poco prima della partenza.

Leyla trattenne il respiro quando udì quelle parole che la investirono come un fiume in piena; se dall'altro era sconcertata e felice per la reazione di Tom, dall'altro era terrorizzata dall'idea di rivederlo, era ancora troppo presto.

Ma un paio di occhi nocciola si incatenarono improvvisamente ai suoi spazzando via ogni suo proposito.

Il terrore prese il sopravvento su di lei mentre un senso di tradimento la investì.
- Lo hai avvertitito tu Zoe non è vero? -le chiese guardandola negli occhi prima che lei abbassasse lo sguardo- Perché? Perché mi hai pugnalata alle spalle?

- Perché sono stanca di vederti scappare da ciò che la vita ti offre di buono -le urlò la rossa- Perché è arrivato il momento che tu superi le tue maledette paure e ti lasci andare e perché so che lui tiene a te più di quanto pensi -rimase in silenzio un attimo poi le prese una mano e le disse con più calma- Devi smetterla di fuggire da te stessa.
Leyla restò immobile ascoltando quello sfogo ma ciò non bastò a farle cambiare idea; scostò la sua mano da quella di Zoe e corse via ignorando i richiami dell'amica.
 

Tom, subito dopo aver ricevuto il messaggio di Zoe, era corso al ristorante e le aveva cercate, trovandole poi fuori impegnate a discutere animamente. Strinse le mani quando la vide; aveva trascorso due settimane infernali a causa sua continuando a porsi domande a cui non era riuscito a trovare risposta. L'aveva cercata un'infinità di volte a casa e sul cellulare, ma lei sembrava essere svanita nel nulla insieme a tutto ciò che era successo tra di loro.
I loro occhi si incontrarono un solo istante ma questo gli bastò per far riemergere tutto ciò che sentiva ogni volta che era con lei, ogni volta che pensava a lei o la vedeva. In quel semplice istante capì come era indissolubilmente legato a lei.
Quando la vide correre in direzione della spiaggia, non perse tempo e la seguì; questa volta non gli sarebbe scappata.
 

Leyla continuava a correre con difficoltà sulla spiaggia cercando di ignorare le lacrime che premevano per uscire e le urla di Tom che la intimavano a fermarsi; continuava a correre per scappare il più lontano possibile da lui ma presto si sentì afferrare un braccio e fu costretta a voltarsi.
- Lasciami! -gli urlò contro cercando di liberarsi dalla sua presa.

Ma lui le bloccò entrambe le braccia e, a quel punto, non le restò altro che rassegnarsi.

Tom riprese fiato senza mai distogliere lo sguardo da lei che, invece, continuava ad evitare il suo sguardo ed a guardare il mare. La brezza leggera della sera le agitava i ricci che le coprivano ogni tanto il volto rendendogli ancor più difficile intercettare quelle iridi così chiare.
- Guardami Leyla! -le ordinò lui con un tono autoritario che non ammetteva repliche.

Lei chiuse gli occhi per poi voltarsi verso di lui e riaprirli incontrando quelle pagliuzze d'orate dentro cui lottavano sentimenti contrastanti tra di loro.

- Perché lo hai fatto? -le chiese arrabbiato e deluso- Tu non immagini come mi sia sentito quando mi sono svegliato e non ti ho trovata al mio fianco o quando ho scoperto che te ne eri andata. Ti rendi conto di quanto male mi hai fatto stupida ragazzina che non sei altro? -le chiese stringendole con più forza le braccia.

La mora rabbrividì al suono della sua voce e sentendo il suo respiro sulla pelle; neanche Philip le aveva mai fatto provare tutto ciò che invece sentiva al fianco di Tom ed era proprio questo a spaventarla di più.
- Perché sarei dovuta restare? -gli chiese a sua volta cercando invano di essere acida- Per vederti gongolare di fronte alla tua vittoria?

Il chitarrista sbattè le palpebre più volte confuso, non capendo cosa volesse dire.
- Ma cosa stai dicendo? -le chiese allora dando voce ai suoi pensieri.

Lei sorrise amaremente e, imitando il tono della sua voce, gli ripetè quella frase.
- Ti scaverai la fossa innamorandoti di me e capitolerai ai miei piedi -gli disse con una smorfia- Ora ricordi? Beh sono stata una stupida perché ho creduto in quello che mi hai mostrato e sono caduta nella tua trappola. Per quale motivo sarei dovuta restare quando tu avevi già ottenuto ciò per cui ti sei prodigato in questi mesi? -gli chiese cercando di non piangere davanti a lui.

Tom deglutì a fatica ricordando quelle parole, quella scommessa che aveva completamente dimenticato quando i suoi sentimenti avevano iniziato a cambiare. Forse adesso ogni cosa gli sembrava più chiara ma gli faceva male il fatto che lei non avesse capito ciò che era cambiato in quelle settimane.
Le asciugò una lacrima con un dito continuando poi ad accarezzarle la guancia.
- Sei una stupida Leyla -la rimproverò con un sorriso mesto- Non hai capito che quella stupida scommessa se ne è andata a quel paese insieme a quello stupido ragazzo che l'aveva proposta? -la vide sgranare gli occhi ma continuò a parlare- Quel Tom non esiste più dal momento in cui ho capito quanto tu fossi diventata importante per me -le sorrise poi le scostò i capelli e si avvicinò al suo orecchio sussurrando- Se tu non lo avessi ancora capito, io...io mi sono innamorato di te Leyla -le confessò infine liberando finalmente ogni suo sentimento.

La mora trattenne il respiro mentre il suo cuore iniziava a battere forte per via dell'emozione; quelle ultime parole finali le erano entrate dentro fin nel profondo sdradicando ogni sua teoria, ogni sua paura ed ogni suo proposito e lasciando spazio solo alla leggerezza della gioia. Tom l'amava; lui l'aveva aspettata per rivelarle i suoi sentimenti.

- Le mie non sono parole al vento come quelle di Philip -aggiunse vedendola ancora in silenzio- Non ti farò del male e non permetterò che qualcun altro te ne faccia. Ma adesso dimmi qualcosa -la esortò imbarazzato- non restare lì in...

Leyla lo zittì alzandosi in punta di piedi e baciandolo all'improvviso prendendogli il volto tra le mani; Tom le circondò la schiena con le braccia e la strinse a sé approfondendo quel bacio tanto desiderato.

- Ti amo anche io Tom -gli disse allontanandosi appena ma facendo sfiorare i loro nasi- Ma temevo che non fosse lo stesso per te, per questo sono fuggita.

- Non ti permetterò di farlo ancora -la avvertì sorridendo e stringendola ancor di più- Farei il giro del mondo pur di ritrovarti, pur di rivedere questi tuoi bellissimi occhi che sono riusciti ad illuminare la notte della mia vita.

Leyla ricambiò il sorriso e lo attirò a sé baciandolo ancora una volta, assaporando finalmente la vera essenza dell'amore.

Un amore nato col tempo e sbocciato in riva al mare al chiaro di quella luna testimone e depositaria dei loro sentimenti.

L'amore tra Leyla e Tom aveva finalmente iniziato a risplendere sotto gli occhi della notte.
 

***

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Capitolo 15
*** Capitolo 15 ***


Buon giorno a tutti :)
Ed eccoci qui! Siamo arrivati alla fine di questa piccola storia che mi ha regalato molte soddisfazioni al contrario delle mie aspettative; non credevo che avrebbe avuto tutto questo successo; ho raggiunto traguardi davvero elevati per essere una storia così piccola.
E devo ringraziare dal più profondo del cuore tutti voi per questo.Grazie a tutte!!
Quindi vorrei ringraziare:
- coloro che hanno aggiunto la mia storia tra le preferite:
1 - _Lucky_
2 - Aduzza_TK
3 - iolly21
4 - raggiodisole90
5 - _MINA_
6 - Layla
7 - Chanel 5
8 - Evangeline143
9 - klerkaulitz89
10 - shippo90
11 - yenny93
 
- coloro che hanno aggiunto la mia storia tra le ricordate:
1 - raggiodisole90
2 - sere_96
3 - Ann Sayu T
 
- coloro che hanno aggiunto la mia storia tra le seguite:
1 - alessia_bill98
2 - aquariusff
3 - EnriLouder
4 - jess_th483
5 - Just_Blue
6 - marthine
7 - raggiodisole90
8 - tinky tinky
9 - tomyth
10 - _cucciolotta_
11 - _Darkside_
12 - Giulia_Cullen
 
Vorrei ringraziare anche niky95 e _MINA_ per avermi aggiunta tra le autrici preferiti.
Spero che anche quest'ultimo capitolo vi piaccia.
Grazie ancora a tutte voi... Vi auguro una buona lettura.
A presto.
Nat
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Capitolo 15

Una sensazione di felicità e benessere si diffuse in Leyla nel ricordare quella splendida serata di quasi due anni prima quando ebbe inizio la sua relazione con Tom. Ancora adesso non riusciva a credere che quell'odio che li aveva fatti scontrare si fosse trasformato in un amore così passionale e travolgente, forte e sincero.

Dopo quella notte tutto era cambiato, loro erano diventati inseparabili tanto che lui aveva proposto alla mora di venire a vivere a casa sua e questa scelta era scaturita anche dalla gelosia di Tom che non sopportava chiunque guardasse la sua Leyla. Inoltre lui non la lasciò sola quando lei raccontò al padre tutto ciò che Philip le aveva fatto; l'uomo aveva abbracciato la figlia cominciando poi a maledire quel ragazzo per ciò che aveva osato fare alla sua bambina. Alla fine era riuscito a portarlo in tribunale ed a fargli scontare sedici mesi di carcere, una pena decisamente ridotta rispetto a quella prevista poiché la violenza era stata denunciata dopo un consistente arco di tempo. Tom non l'aveva lasciata sola neanche in un giorno molto triste per lei, il giorno dell'anniversario della morte della madre; le era stato accanto facendole sentire il proprio supporto.
Con il passare dei mesi, Leyla era riuscita a superare la vicenda di Philip anche grazie all'aiuto di Tom che continuava a viziarla ed a riempirla di attenzioni e finalmente la loro relazione era decollata con serenità così come quella tra Bill e Zoe, innamorati come non mai l'uno dell'altra.
Dopo il rientro a Berlino, le ragazze avevano cominciato a frequentare il terzo anno all'università di lingue alternando il lavoro allo studio.
 

La suoneria del cellulare risvegliò Leyla dai suoi pensieri; si girò e lo prese leggendo il messaggio che le era appena arrivato.

"Ciao tesoro mio, Bill ha appena finito di lavorare. Tra un'oretta siamo lì così ti aiutiamo con gli scatoloni, tu non fare niente o ti prendo a padellate (se non lo avessi capito, questa battuta è di Bill che è qui con me xD). A dopo amica mia. Zoe"

La mora sorrise leggendo quelle parole; quei due erano davvero stupendi e non sarebbero mai cambiati.
Dopo aver messo il cellulare sotto carica, si alzò e posò il diario sul comodino, poi scese in salotto ed aprì uno scatolone. Le avevano proibito di spostarli ma non di aprirli e svuotarli quindi cominciò a sistemare ciò che era contenuto dentro di essi. Come prima cosa sistemò con cura tutti i suoi libri dell'università nella libreria dello studio poi si dedicò ai servizi di piatti, bicchieri e tazzine ma il rumore della porta d'ingresso che si apriva e si richiudeva poco dopo le fece capire che era finalmente arrivato e ne ebbe la conferma quando si sentì chiamare "piccola".

- Piccola dove sei? -chiese ancora quella persona prima di entrare in salotto- Oh eccoti.

- Ciao amore -disse Leyla gettandogli le braccia al collo e baciandolo.

Tom la strinse a sé poi si guardò intorno e la guardò assottigliando le palpebre.
- Signorina tu non ti sei caricata gli scatoloni vero? -le chiese minaccioso puntandole il dito contro.

La mora sospirò ed alzò gli occhi al cielo.
- No stai tranquillo -gli rispose incrociando le braccia- Ne ho solo salito uno in camera nostra ma quello era leggerissimo.

Il chitarrista la guardò contrariato e scosse la testa.
- Lo sapevo che non dovevo lasciarti da sola -affermò lui sbuffando.

- Oh mamma mia quante storie -esclamò lei stanca prima di prenderlo per mano- Vieni con me così vedi come ho trascorso la mattina.

Leyla lo condusse fino alla camera e gli indicò ciò che aveva sistemato poi lo vide recarsi verso il comò e prendere il diario.
- E questo? -chiese Tom rigirandoselo tra le mani- Che ci fa qui sopra? È da un pò che non lo vedevo.

La mora lo raggiunse e lo abbracciò da dietro posando il mento sulla sua spalla.
- Ho trascorso l'intera mattinata a leggere la nostra bellissima vacanza alle Maldive -gli rispose sorridendo- Ho rivissuto tutto dall'inizio e non mi sono accorta che fosse già mezzogiorno.

Tom sorrise e posò il diario per poi girarsi e circondarle la schiena con le braccia.
- Immagino ti sarai divertita nel rileggere i momenti in cui mi hai umiliato o mi hai picchiato -le disse divertita facendo sfiorare i loro nasi- Non è vero mia piccola Schlange?

La mora rise sentendo quel vecchio nomignolo che aveva caratterizzato il primo periodo del loro incontro ed annuì.
- È stato bellissimo rivivere tutto soprattutto la nostra prima volta insieme -gli sussurrò arrossendo appena.

- Ehm -esordì lui grattandosi la testa imbarazzato- Abbiamo fatto l'amore così tante volte in questi due anni che non la ricordo più -di fronte alla faccia scandalizzata della ragazza scoppiò a ridere- Scherzo piccola! Non la dimenticherei mai. Quella è stata la prima volta che ho fatto l'amore con una ragazza -sussurrò avvicinandosi al suo viso- Ti amo ancor più di quella notte Leyla.

Lei sorrise commossa e lo baciò con passione per poi abbracciarlo ed affondare la testa nel suo petto.
- Anche io ti amo Kaulitz -rispose chiamandolo come faceva anni prima e sentendolo ridere appena.

Rimasero così, abbracciati l'uno all'altra, sfiorandosi con dolcezza; ma, ad un tratto, entrambi sentirono qualcosa che li fece allontanare e guardare negli occhi.

Tom posò la mano sul suo ventre accarezzandolo con amore infine si inginocchiò e posò l'orecchio su di esso.
- Qui qualcuno vuole un pò di attenzioni eh? -disse lui teneramente.

Leyla sorrise e poggiò una mano sul suo pancione ed iniziò a passare l'altra tra i cornows del chitarrista; poi lui si alzò e si sedette sul letto facendola sedere sulle sue ginocchia.

- Altri cinque mesi e potremo finalmente prendere in braccio nostro figlio -affermò il ragazzo riprendendo ad accarezzare il suo ventre di ormai quattro mesi.

La mora sorrise ed appoggiò la testa sulla sua spalla.
- Chissà se un giorno ti pentirai di avere corso così in fretta -si chiese lei un pò preoccupata.

- L'unica cosa di cui mi pentirò è non averti tappato quella boccaccia -le rispose alzandole il mento con un dito- Leyla, noi due ci amiamo e non è un problema se questo bambino è arrivato prima del previsto. L'importante è che stiamo insieme, che lo amiamo e lo cresciamo insieme -ribadì più volte accennando poi un sorriso- Mi hai capito signora Kaulitz?
Tom le sfiorò la fede nunziale per poi intrecciare le dita con le sue e baciarla a fior di labbra.

- Tu sei il migliore pallone gonfiato che esista al mondo -sussurrò lei prima di baciarlo ancora.

Lo sentì ridere contro le sue labbra e questo la rese ancor più felice di quanto già non fosse; si era da poco sposata con l'uomo che amava, aspettava un bambino da lui ed ora si stavano trasferendo nel loro nido amore, nella loro nuova casa nonché dono di nozze delle loro famiglie. Adesso Leyla si sentiva completa, realizzata e felice; aveva accanto tutte le persone che amava e presto avrebbe avuto una famiglia sua.

- Mmm -mugulò Tom baciandole il collo- Se tu non fossi incinta, inaugureremmo subito il letto ma sarò paziente ed aspetterò -affermò con un sorriso malizioso e schioccandole un ultimo bacio sulle labbra prima di alzarsi e tenderle la mano- Vieni, voglio farti vedere una cosa che ho comprato mentre tornavo a casa.

La mora prese la sua mano e lo seguì fino all'ingresso dove vide un grosso scatolo; lo guardò interrogativa ma lui non disse niente e lo aprì.
Leyla rimase sorpresa nel trovarsi davanti una elegante culla ovale in legno dotata di una fine tendina bianca in pizzo che permetteva di riparare il bambino quando dormiva. Era davvero bellissima e questo la emozionò ancor di più; con gli occhi lucidi, si voltò verso il marito e lo abbracciò.

- Amore è stupenda! -esclamò la mora sorridendo.

- Lo so -annuì lui poggiandole le mani sui fianchi- Quando l'ho visto esposta me ne sono innamorato subito e sapevo che ti sarebbe piaciuta. In quel negozio c'erano molte cose belle ma, per quello, ci andremo insieme mentre per la stanzetta me ne occuperò io sotto la tua supervisione. Voglio cominciare subito così quando lui nascerà sarà tutto pronto.

- Hai già programmato tutto -constatò divertita- Ma ti avverto che ti controllerò durante i lavori.

- Sì signora! -esclamò Tom serio mettendosi sull'attenti e facendola scoppiare a ridere- Ho il capo più sexy che ci sia su tutta la terra e farò volentieri tutto ciò che mi ordina.

- Allora baciami! -gli disse stando al gioco.

Il chitarrista non se lo fece ripetere due volte e si impossessò delle sue labbra sfiorandole con dolce passione ed assaporando la sua bocca con profondo desiderio. Quando si allontanarono, lui poggiò la fronte contro la sua e la guardò negli occhi.
- Tu sei la cosa più bella che la vita potesse regalarmi -le disse accarezzandole una guancia, poi posò una mano sul ventre- Entrambi lo siete. Leyla sorrise e posò una mano sulla sua.

- Anche tu lo sei Tom e non dimenticherò mai tutto ciò che hai fatto per me -gli sussurrò ad un soffio dalle sue labbra- Mi hai regalato una vera vita. Ti amo come non ho mai amato nessun altro.

Il chitarrista sorrise felice e commosso sussurrando un "anch'io" sulle sue labbra prima di baciarle la punta del naso e la fronte prima di sciogliere l'abbraccio e recarsi in cucina.
- Io direi di iniziare a cucinare così quando arriveranno Zoe e mio fratello, tuo padre e Tess troveranno il pranzo pronto -disse prendendo una pentola per poi voltarsi verso di lei- A stomaco pieno si lavora meglio -concluse facendole l'occhiolino.

Cominciò a riempire la pentola con l'acqua e nel frattempo le chiese se volesse qualcosa di particolare ma lei scosse la testa prima di avvertirlo che doveva andare in bagno.

- Ti senti male? -le chiese subito abbandonando la cucina- Hai la nausea?

- Non preoccuparti Tom -lo tranquillizzò la mora- Sto bene ma devo andare in bagno, sono pur sempre incinta.

Lui annuì con un sorriso poi tornò a dedicarsi al pranzo mentre lei salì al piano superiore; dopo essere uscita dal bagno si incamminò verso il piano terra poiché aveva sentito che Bill e Zoe erano arrivati. Però, quando giunse davanti la camera matrimoniale, decise di entrare; prese il suo diario insieme ad una penna poi si sedette e lo aprì iniziando a scrivere su una pagina bianca, sull'ultima di quel suo compagno di vita.
 
 
“                                                                 Berlino, 26 agosto 2012
Non scrivo su questo diario da molto tempo ma ultimamente la mia     
vita è stata una continua e bellissima corsa.                                        
Lo studio della tesi di laurea procede bene ed anche la mia storia         
con Tom, anzi il nostro matrimonio, sta andando a gonfie vele.           
Già, io e lui ci siamo sposati il 30 giugno, giorno per noi importante     
perché ricadeva il secondo anniversario del nostro incontro.               
Mi aveva chiesto di sposarlo un mese prima ma abbiamo velocizzato  
i tempi quando abbiamo scoperto che presto avremo un bambino.      
Non immagini quanto sia stata emozionante la prima ecografia; Tom  
non è riuscito a trattenere delle lacrime inoltre a cominciato a dirmi    
che voleva sposarmi subito. E lo abbiamo fatto.                                
Ed ora eccoci qui, nella nostra nuova casa, felici e più innamorati       
che mai, ansiosi di vedere il nostro bambino. Mio marito è fantastico!
Mi è costantemente accanto e si prende cura di noi con un amore      
immenso; inoltre mi ha fatto un regalo grandissimo che mi ha            
felicemente sorpresa e commossa: in memoria di mia madre Alexia,   
Tom mi ha detto di voler chiamare nostro figlio Alex. Non potrò mai  
dimenticare questo gesto così significativo da parte sua.                     
Lo amo, lo amo così tanto da star male quando non c'è.                    
Quella che io, anni fa, ho considerato come una semplice illusione      
estiva si è trasformata in una bellissima favola; quella semplice           
illusione estiva si è trasformata in una storia vera, la storia mia e di     
mio marito Tom che si sta coronando con il frutto del nostro amore:   
                                    Alexander Kaulitz!                                      
Grazie a voi quella semplice illusione si è trasformata in una splendida
famiglia! Grazie Tom, grazie mio piccolo Alex. Vi amo da impazzire...
                                                                                          Leyla"
 
 
 
 

Fine

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