Dammi tre parole

di vannagio
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Finestra [Aro vs Sam] ***
Capitolo 2: *** Illusione [Jane vs Leah] ***
Capitolo 3: *** Nebbia [Alec vs Collin] ***



Capitolo 1
*** Finestra [Aro vs Sam] ***


Per la serie…
“Quando vannagio vaneggia!”











Anima

L’anima è la memoria che lasciamo
("Storia di un'anima", Ambrogio Bazzero)



Nell’antica dimora dei Volturi, in Grecia, vi era una finestrella che Didyme amava particolarmente.
Quando Aro e Marcus partivano per scovare talenti, la vampira si affacciava e li seguiva con lo sguardo finché i suoi occhi lo permettevano. Al loro ritorno, Didyme era ancora là, seduta sul davanzale. Li accoglieva sbracciandosi, mentre il tramonto tingeva di rosso il suo viso.


«I vampiri hanno un’anima?». Carlisle lo chiedeva spesso.
Aro rispondeva che il paradiso era noioso e che dell’anima non sapeva cosa farsene.
«Non pensi a tua sorella?», replicava l’amico.
Didyme non aveva bisogno di un’anima per continuare a vivere dopo la morte.
Bastavano una finestrella, il tramonto e i ricordi.



~~~



Giuramento

L’umore di un sogno col tempo si dimentica
("Guarda l'alba", Carmen Consoli)



Le tende svolazzano ai lati della finestra spalancata. Il dimenarsi della stoffa si unisce al ticchettio della pioggia, al fruscio delle coperte sulla pelle nuda e ai sospiri soffocati, trattenuti a stento.
Sam inarca la schiena sotto il tocco leggero della sua ragazza. Stringe i pugni. Sgrana gli occhi. Annaspa, gli sembra di soffocare. Vorrebbe fermarla, prima di…
Come se avesse capito, Leah emerge da sotto il piumone.
«Ho fatto bene a intrufolarmi dalla finestra?».
«La lascerò aperta. Ogni notte».
Lo giura, per poi affondare nell’abbraccio caldo e avvolgente del corpo di Leah.


Sam si sveglia.
Al suo fianco, Emily riposa tranquilla.
Le tende dondolano silenziose.
La finestra è chiusa.







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Note autore:
Questa piccola raccolta di drabbles si è classificata prima al contest “Look in the mirror”, indetto dal Fanfiction Contest ~ { Collection of Starlight since 01.06.08 }.
Ogni partecipante poteva scegliere da un minimo di tre a un massimo di sei parole. Ciascuna parola doveva essere il fulcro di due drabbles: una con protagonista un vampiro del clan dei Volturi, una con protagonista un licantropo. Tutte le drabbles, inoltre, dovevano essere precedute da una citazione attinente al tema della drabble stessa.
Per non complicarmi troppo la vita ho optato soltanto per tre parole. Di conseguenza avrete il piacere - ma anche no! - di leggere sei drabbles, due per capitolo.
Non ci avete capito una mazza, vero? Benissimo!

Per la coppia di personaggi Aro e Sam ho scelto la parola “finestra” (Ma vaaaa!!!).
Secondo la guida della Meyer, Aro e compagnia si sono trasferiti a Volterra tra il 1000 a. C. e il 400 d.C. Sempre secondo la guida Didyme è stata uccisa nel 1000 a.C. Se ne deduce che la vampira non abbia mai messo piede a Volterra. Ho immaginato, perciò, che in Grecia i Non-Ancora-Volturi avessero una dimora. Dovevano pur vivere da qualche parte, no?
L'idea di una Leah che si intrufola di notte nella stanza di Sam mi è sempre piaciuta.
Ringrazio Abraxas per la consulenza-drabble e Ulissae per i suoi giudizi chiari ed esaurienti.
Tranquilli, ho finito!
A presto, vannagio.

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Capitolo 2
*** Illusione [Jane vs Leah] ***


Eccezione

Ciao, sono Chucky, saremo amici fino alla fine! Ti va di giocare?
("La bambola assassina", Chucky)



Caius era un tipo dai modi spicci. Odiava perdere tempo, andava sempre dritto al sodo. La teatralità non faceva per lui - quella la lasciava ad Aro -, perché considerava la tortura una questione seria.
Ma... c’era un ma.


«Ciao, sono Jane». Si esibiva in un’educata riverenza, come per accogliere un ospite importante. «Saremo amici fino…
alla fine». Sorrideva, e quasi il disgraziato ci cascava, ingannato dal tono fanciullesco della sua voce.
Il piccolo demonio mascherato da bambolina alimentava vane illusioni con sadico piacere. Consolava, sussurrava parole dolci, illudeva, faceva rinascere la speranza.
«Ti va di giocare?».
Poi cominciavano le urla.


Ma
per Jane valeva la pena fare un’eccezione. Caius doveva ammetterlo.



~~~



Illusionista

Ho indossato una faccia nuova su un vestito da cerimonia ed ho sepolto il desiderio intrepido di averti a fianco.
("Guarda l'alba", Carmen Consoli)



Oggi Leah si improvvisa illusionista.
Tra lo stupore generale, la ragazza cinica che è sempre stata scompare sotto uno strato di trucco e un improbabile abito da cerimonia. Con un abile colpo di rossetto, si appiccica in faccia un sorriso smagliante… ed eccola, finalmente, apparire al seguito di una Emily vestita di bianco.
Poi l’illusionista vede Sam.
Traballa sui tacchi, il sorriso si sgualcisce e il gioco di prestigio va quasi a puttane. Ma lo spettacolo deve andare avanti. Basta un abracadabra masticato di malavoglia e - puff! - anche i resti del suo amore non corrisposto svaniscono nella fantomatica nuvola di fumo.
Per la gioia degli sposini, la fottuta illusione continua.







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Note autore:
Seconda coppia di drabbles: questa volta Jane e Leah con la parola “illusione”.
Secondo la guida, Caius e Jane condividono l'hobby di torturare la gente. Questo è il punto di partenza per la mia drabble.
In Eclipse Jacob spettegola con Bella sul triangolo amoroso Leah/Sam/Emily e accenna al fatto che Leah sarà la damigella al matrimonio di Emily e Sam.
Non credo ci sia altro da aggiungere.
Questa volta sono stata brava: ho scritto delle note cortissime.
A presto, vannagio.

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Capitolo 3
*** Nebbia [Alec vs Collin] ***


Museruola

La museruola […] è una muraglia posta fra me e il creato, una nebbia che copre e rende meno distinta la vita.
("Argo e il suo padrone", Italo Svevo)



Non lo aveva visto arrivare. Si era voltata ed eccolo: piccino e infagottato in un mantello che si confondeva con la nebbia. A malapena le arrivava alle tette. Quanti anni aveva? Dodici, forse tredici. Fissava la sua scollatura con insistenza.
«Quanto?», chiese.
Gli rise in faccia.
«Tornatene dalla mamma. Non sono mica una bambinaia!».
Rise più forte: la rabbia era ridicola su quei baffi da latte.
Ad un tratto, però… silenzio.
Sgranò gli occhi. Provò a parlare, urlare. Ma la nebbia era densa, soffocante, come un cuscino, una museruola, che premeva sul viso. Scorse il ghigno angelico del ragazzino, avvertì un sapore stucchevole sulla lingua e infine…
Nient’altro che nebbia.



~~~



Alba

Guarda l’alba che ci insegna a sorridere, quasi sembra che ci inviti a rinascere.
("Guarda l'alba", Carmen Consoli)



L’alba è il momento della giornata che Collin preferisce.
Ogni mattina, dopo il turno di guardia notturno, sceglie un posticino tranquillo nel bosco, si siede sul terriccio umido e, ginocchia al petto, attende il sorgere del sole.
Ogni mattina contempla con l’entusiasmo di un bambino quel piccolo miracolo: la nebbia si dirada, la notte abbandona l’oscurità, il mondo rinasce e sorride.
Ogni mattina, mentre il sottile strato di foschia che ricopre il suolo tarda a svanire, Collin ripensa a Leah e alla nebbia di infelicità che vorrebbe dissipare dai suoi occhi.
Ogni mattina promette a se stesso di riportare l’alba nella vita di Leah.
Scacciata la nebbia, le restituirà il sorriso.







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Note autore:
Terza e ultima coppia di drabbles: Alec e Collin a confronto con la parola “nebbia”.
Perché Alec e Collin? Sono tutti e due dei tredicenni dall’ormone imbizzarrito. Per analogia, quindi, li ho “accoppiati”.
In realtà sono stufa di leggere continuamente fanfictions in cui Alec viene descritto come un dio greco diciassettenne che fa strage di cuori. Ha tredici anni, insomma! Per quanto possa essere carino un tredicenne, nessuna donna sana di mente e sopra i quindici anni troverebbe un ragazzino sexy o attraente. Questa drabble è una sorta di piccola rivincita.
Collin è innamorato di Leah (Guida docet). Secondo la mia personalissima visione del personaggio, Collin è un ragazzino molto riflessivo, sensibile e un po' ingenuo. Data la sua giovane età, mi pare plausibile che sogni di essere il cavaliere senza macchia e senza paura, che salva Leah dalla infelicità.
Bene. Così si conclude questa piccola raccolta. Rivolgo un grande grazie a tutti: a chi ha letto, ricordato, preferito, seguito e recensito.
A presto, vannagio.




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Ecco i giudizi che la giudice ha assegnato alle mie drabbles:




Lessico; grammatica: a) correttezza verbale - b) punteggiatura: 9,45/10 punti
Trama e originalità: 8,5/10 punti
Rispetto e utilizzo degli obblighi: 9/10 punti

Punteggio totale: 25,95/30 punti
Media: 8,6/10


L'autrice ha presentato una raccolta di sei storie, che sia da un punto di vista grammaticale che lessicale risultano quasi impeccabili (gli errori riscontrati sono inezie, quasi raccomandazioni). Risulta evidente che la fanwriter ha avuto tempo per affinare il suo stile e anche la sua immaginazione, infatti gli abbinamenti di prompt e personaggi, lo sviluppo delle drabbles e il modo con cui esse sono costruite, denotano un'ottima padronanza della tecnica.
L'unica nota che si può muovere è l'eccessivo utilizzo di puntini di sospensione, che sono presenti in quasi tutte le storie.
Per il resto, non si possono che fare i complimenti. L'autrice è stata acuta nel creare bei paragoni tra le coppie di personaggi scelti: non solo i prompt – che per obbligo dovevano essere in comune - , ma anche i temi risultano simili, pur venendo trattati in maniera differente.
Un esempio lampante è la coppia Aro/Sam. Lo stile con cui vengono affrontate le drabbles è differente nei due casi. Per quanto riguarda quella su Sam è buono il modo usato nello scandire il periodo, per sottolineare le azioni secche, decise, incontrollate. Lo stesso stile viene usato, poi, per concludere la storia, risultando ottimo per rappresentare la fine del rapporto, la freddezza della situazione.
Ottimo e intelligente è l'utilizzo dello stesso prompt (finestra) per rappresentare due situazioni quasi parallele – da una parte l'amore di Didyme per Marcus e il fratello, dall'altra quello di Leah e Sam – che cambiano totalmente alla fine delle drabbles – la morte di Didyme e la rottura tra il capobranco e l'ex-ragazza.
La seconda coppia, invece, paragona le due protagoniste che per antonomasia mancano di amore (Jane e Leah), entrambe alle prese con un'illusione, una finzione; ma mentre la finzione di Leah è dolorosa per chi la crea (lei, appunto) e procura gioia a chi la circonda, la finzione di Jane agisce in modo opposto: procura piacere a se stessa e disperazione agli altri.
Sempre per quanto riguarda la drabble riguardante Jane (che per sfortuna supera di due parole il limite massimo, 110) è interessante il costrutto che la tiene in piedi: il flashback che separa la trama principale, che viene ripresa in modo rapido, come un punto di sutura che unisce il tutto. È interessante, inoltre, il rapporto che l'autrice narra tra Caius e Jane, rendendo più reale e materiale la relazione che la Meyer ha appena accennato nella guida.
Nell'ultima accoppiata, invece, è interessante il modo in cui la fanwriter ha affrontato in due modi diversi il desiderio che sia Alec che Collin provano per una donna. Entrambi sono giovani e per questo sono rifiutati, ma mentre il primo è consapevole che la sua giovinezza è una condanna, il secondo la utilizza come forza, garanzia di energia, che vuole usare per migliorare la vita dell'amata. Concludendo il giudizio, non si possono che fare i complimenti all'autrice, che è stata capace di presentare ottime storie, accompagnate da altrettante calzanti citazioni.

- Al loro ritorno Didyme era ancora là: una virgola prima di "Didyme" scandirebbe ancora meglio la frase.
- Vorrebbe fermarla, prima di… come se avesse capito, Leah emerge da sotto il piumone: si consiglia di andare a capo dopo i tre punti, visto che il periodo che segue è autonomo dal precedente.
- -quella la lasciava ad Aro-; -puff!-: lo spazio va inserito prima e dopo i trattini.
- Ma. C’era un ma…: questo “ma” ha una sospensione, renderebbe più efficace per l'esito della storia, inserire i puntini qui, anziché più avanti. Ma... C'era un ma.
- Si era voltata ed eccolo: piccino, infagottato e un mantello che si confondeva con la nebbia: visto che si stava descrivendo il personaggio di Alec (piccino, infagottato), non si capisce perché poi si inserisca il mantello. Probabilmente manca la preposizione “con” ( e con un mantello che si confondeva con la nebbia).
- «Tornatene dalla mamma. Non sono mica una babysitter!»: la presenza del mantello fa supporre un'ambientazione più antica rispetto a una dove la parola babysitter è utilizzata.
- Ogni mattina, dopo il turno di guardia notturno, sceglie un posticino tranquillo nel bosco, siede sul terriccio umido e, ginocchia al petto, attende il sorgere del sole: il semplice “siede” sembra dialettale. Solitamente il verbo “sedere” ha valenza riflessiva, quindi: si siede.

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