dodici anni dopo.

di PoisonVeleno
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** fatale incontro. ***
Capitolo 2: *** cena con presagi ***
Capitolo 3: *** il banchetto ***
Capitolo 4: *** la nuova professoressa ***
Capitolo 5: *** pozioni ed effetti collaterali ***
Capitolo 6: *** natale al castello ***
Capitolo 7: *** di nuovo la stamberga ***



Capitolo 1
*** fatale incontro. ***


DUNQUEE, ECCO LA SECONDA PARTE DELLA SERIE.
In realtà l'ho già finita, devo soltanto postarla qui ^^ se c'è qualche cosa che non è chiara fatemelo sapere :) l'ho fatta di botto e quindi potrebbe esserci qualche casino qua e là. spero che vi piaccia :D io sono particolarmente fiera dei primi capitoli quindi fatemi sapere che ne pensate voi!
e GRAZIE A TUTTI QUELLI CHE HANNO SEGUITO LYLITH LEGGENDO, COMMENTANDO ecc ecc! vi voglio bene <3


Lylith percorreva gli sterminati giardini di Hogwarts, pensando con un misto di nostalgia e trepidazione agli ultimi momenti passati in Finlandia, ultima sosta del suo viaggio iniziato dodici anni fa.
Lì teneva un corso estivo avanzato per studenti particolarmente capaci in pozioni e incantesimi dove spiegava come usare ingredienti alternativi in mancanza di quelli tradizionali e come rimediare ad un errore nelle pozioni invece di dover ricominciare tutto da capo.
Più o meno quello che le aveva proposto di fare Albus Silente invitandola ad insegnare ad Hogwarts.
La sua lettera in realtà non diceva molto,‘le avrebbe spiegato tutto meglio di persona’ e ‘non vedeva l’ora di riaccoglierla a scuola come insegnante’ e cose così. lei non ci aveva messo molto ad accettare e mandare la risposta con il suo barbagianni Humus regalatole due anni prima da Helga, l’allegra ragazza conosciuta proprio a Vantaa, (città della finlandia dove teneva il corso), con cui condivideva il potere dei quattro elementi, tranne che quello di Helga era l’acqua.
Insomma avevano fatto amicizia presto e ognuna imparava molto dall’altra. Purtroppo poche settimane prima l’arrivo della lettera di Silente, Helga aveva avuto un incidente per uno dei suoi esperimenti con gli incantesimi acquatici racchiusi nelle pietre ed era morta, annegata nel suo stesso elemento. La sua bacchetta era dall’altra parte della porta, si scoprì in seguito. Non avrebbe mai potuto salvarsi da sola. Lylith era certamente triste per questo, ma forse aveva sviluppato un certo cinismo quando capitava un evento così.
la sua realtà veniva sconvolta, ma lei si rifugiava nella sua mente e riusciva ad estraniarsi dal dolore che provava. Era come se ci fosse abituata.

Ormai da anni non sentiva più i suoi vecchi amici. Ma non li aveva sostituiti. Non ne aveva di nuovi, solo Helga, ma ora nemmeno lei. Per quanto ne sapeva lei, da Albus e dai giornali inglesi, potevano essere tutti morti.
Ah, non tutti. Persino in Finlandia era giunta voce che il famigerato Sirius Black era scappato da Azkaban. Non sapeva se gioirne o meno. Perciò ci pensava il meno possibile.
Non sapeva nulla di Remus, non sapeva nulla di Izobel. Naturalmente però aveva seguito le cacce ai Mangiamorte dopo la caduta del signore oscuro e aveva scoperto che Severus si era salvato grazie ad una generosa difesa proprio di Silente, ma non aveva mai approfondito la questione. Poteva essere morto anche lui ormai, ora che ci pensava.



Comunque, ormai era arrivata alla porta del castello e districandosi dal mantello da viaggio pieno di neve congelata, terra e altre schifezze, lo ripulì e lo infilò nella sacca arancione che portava a tracolla che conteneva tutti i suoi averi –qualche vestito (possedeva solo pochi vestiti a cui a volte cambiava il colore o li accorciava o allungava a seconda delle sue esigenze), molti libri di svariati argomenti, molti barattoli di svariati ingredienti e qualche piccolo ricordo. Pensò che aveva fatto bene a spezzare con l’arancione della borsa, il nero del vestito che la faceva assomigliare ad una spazzina. Fino al ginocchio senza un orlo preciso al ginocchio, solo tagliato alla meno peggio, più lungo in certi punti e corto in altri, cominciava pure a sfilacciarsi nelle maniche corte. Ma lei non ci faceva mai caso.
Era il 27 agosto e in Gran Bretagna c’era decisamente più caldo che in Finlandia. “Humus, per ora vai nella Guferia. Dovresti trovare cibo.” Disse rivolta al suo barbagianni accarezzandogli le piume marrone scuro. Questo obbedì e volò via.

Lei invece cominciò ad avventurarsi nel castello ancora pressoché deserto pensava, per cercare il preside. Si trovava proprio nel corridoio del suo ufficio, bastava solamente svoltare a sinistra e salire le scale e avrebbe visto Silente. 
Si sentiva solo il ticchettio delle sue scarpe malconce sul pavimento di pietra. 
Svoltò l’angolo. E fu sul punto di svenire. sbattè le palpebre due volte prima di realizzare che un uomo camminava nella direzione opposta alla sua e che quell’uomo era identico a Severus Piton, che non vedeva da anni. E non si era ancora accorto della sua presenza. Fece dietrofront come un’idiota, rifugiandosi nell’angolino.
“stupida!” si disse a mente. “perché stai facendo così? ora tu cammini per la tua strada…e si vedrà! Non devi essere in imbarazzo per incontrare sul tuo futuro posto di lavoro il tuo ex migliore amico con cui hai litigato furiosamente e da quel momento non ci hai scambiato parola per quasi vent’anni. Assolutamente, non c’è da essere in imbarazzo” disse molto poco convinta. E girò di nuovo l’angolo.
Intanto Severus era arrivato quasi a svoltare l’angolo lui stesso e stavolta si bloccò. E per poco non gli venne un collasso. Non vedeva quegli occhi da quasi vent’anni. L’ultima volta erano pieni di disgusto e odio nei suoi confronti. Ma ora…erano solo stupiti. E forse intimoriti? Quegli occhi. Così simili e così diversi dai suoi occhi. La sua bocca era una sottilissima linea dritta. Ma la bocca della donna che gli stava davanti si aprì in un sussurro. 




“Severus…sei proprio tu?”

lui non rispose.



“Severus…” ricominciò lei a voce un po’ più alta, quasi strozzata dalla sorpresa. “Non mi riconosci? Sono…”


“Lylith” interruppe lui, fissandola. Ci fu una pausa che ad entrambi sembrò durare un secolo.


“credevo fossi morto” ammise lei di nuovo in un sussurro appena udibile.


“cosa ci fai qua? Credo fossi sparita dalla vita reale” la aggredì lui con tono troppo brutale secondo il giudizio della ragazza, che raddrizzò le spalle e rispose freddamente:


 “ci lavoro. Non disturbarti a dirmi cosa ci fai tu qui comunque, non mi interessa. Vedo che in tutti questi anni non sei cambiato molto, sei sempre la solita statua di ghiaccio che non mostra la minima emozione a rivedere nemmeno una vecchia amica.”


“come ti permetti di parlarmi così? che ne sai tu? Hai smesso di parlarmi quasi vent’anni fa e vieni qui a farmi la predica e pure a definirti mia amica? Tu non sei cambiata affatto, invece! Hai sempre quell’aria sfacciata di chi ha sempre ragione o pretende di averla. Per tua informazione anche io lavoro qui e perciò è mio diritto e dovere sapere che cosa cerchi di fare in giro per il castello”


“ti ho detto che non mi importava! E poi cos’è, una minaccia? Questo è il massimo che riesci a dire? Bravo, ti faccio i miei complimenti. Scusa, ma ho altro da fare.” Replicò Lylith cercando di schivare la sua presenza e passare oltre.


“ti avviso” Minacciò lui “io sono qui da molto più tempo di te. Torna nella landa dei ghiacci, non ti permetterò di …”


“Severus, io non avevo alcuna intenzione di spodestarti da qualunque sia il tuo trono” rispose Lylith ironica “anzi. Ero quasi pronta a ricominciare tutto da capo. Ma dato che le cose stanno così” disse un po’ più risolutamente “sappi che io non ho intenzione di subire le tue noiose paranoie” ci fu un’altra pausa, che Severus utilizzò per cercare di penetrare la sua mente.


“Ah, Sev. È maleducazione. Mi devi odiare proprio tanto. Scommetto di sapere perché. Ma dicono in giro che l’indifferenza è peggio dell’odio. Sarà vero? Perché non provi?”


“tu non sai niente! NIENTE!” il suo sguardo sembrava furioso. Sapeva di averla allarmata un po’ troppo, perciò la lasciò andare nell’ufficio del preside.


Non capiva niente. Gli era venuto così naturale comportarsi in questo modo con lei…lei, che era davvero stata la sua migliore amica, che aveva avuto davvero ragione su di lui.

la odiava? Aveva ragione anche adesso? non capiva più niente. Non poteva essere vero…adesso avrebbe sconvolto tutto. Il suo precario equilibrio, già messo a dura prova da quel piccolo insolente ragazzino con la stupida famosissima cicatrice, la mancata cattedra raggiunta di nuovo data a Lupin, l’evasione da Azkaban di Black e ora lei! “perché?” si chiese con rabbia.

Non riusciva a capire come potesse riuscire così bene a farsi odiare da tutti. Ma visto che ci riusciva così bene, non vedeva neanche il motivo di smettere. Dopotutto, ormai Lylith lo odiava.
Non sarebbe mai riuscito a confessarle quale parte aveva avuto nell’omicidio della persona a cui entrambi tenevano più al mondo…o forse l’avrebbe fatto, e così si sarebbe fatto odiare esattamente quanto si meritava e finalmente poter pagare per tutte le sue colpe?
Ma già lui era odiato.

L’aggiunta di un’altra persona poteva bastare? Certo, non era una persona qualunque. Era Lylith. probabilmente il suo odio era quello che più l’avrebbe condannato, dato che era anche quello che più non sopportava di vedere riflesso nel suo sguardo.

Erano stati amici davvero, dopotutto.



 

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Capitolo 2
*** cena con presagi ***


CAPP

“Avanti” disse la voce di Silente prima che lei potesse bussare alla porta. “Cara, cara Lily. Come stai? Spero il viaggio non sia stato troppo faticoso.”

“no, tutto bene professore.”

“mi dispiace molto per la tua amica Helga” disse lui con sincerità.

“non importa. Non è colpa sua e ormai è successo” sembrava una cantilena imparata per forza durante gli anni.

Ne seguì un lungo monologo da parte del preside, che parlava in dettaglio della scuola, degli insegnanti, di Harry, di Sirius e molte altre cose.

“vediamo se ho capito bene” disse alla fine Lylith dopo quel discorso cercando di tirare le somme. Era quasi ora di cena e non mangiava da quella mattina, perciò voleva finire subito e scendere nelle cucine, almeno per un po’ di the.

“dovrò dividere le lezioni con Severus.”

“esatto. Un giorno lui insegnerà una pozione con il metodo tradizionale, l’altro tu spiegherai la stessa pozione con il metodo alternativo, chiamiamolo così.”

“non credo sarà facile. Ho visto poco fa Severus.”

“oh capisco. Non importa. È molto professionale nel suo lavoro” rispose il preside con uno sguardo appena divertito.

Lylith non fece altre domande al riguardo.

“ok. E verrà ad insegnare anche Remus.”

“esatto”

“…e vorrebbe che non dicessi immediatamente ad Harry chi sono.”

“si, direi proprio di si. Tutto a tempo debito. Ritengo che sia più saggio…quasi sicuramente lui non si ricorda di te.”

“non credo gli sfuggirà che mi chiamo come Lily.”

“all’inizio devi fargli credere che sia pura coincidenza.”

“non mi va di mentirgli.”

“dobbiamo proteggerlo.”

“da Sirius?”

“…anche.”

“andiamo! Sono sicura che non vuole uccidere Harry! Lo conosco, lui non poteva sopportare di stare rinchiuso ed è riuscito a scappare!”

“per favore, Lily.” La ammonì Silente con una punta di durezza nella voce. Lei si morse un labbro nervosamente.

“e in un ipotetico futuro racconteremo tutta la verità.” Aggiunse.

“si, grazie. A proposito, è quasi tardi, perché non vai a sistemarti nella tua stanza e poi vieni a cena? Devi essere affamata”

“…grazie. La mia stanza…”

“è esattamente sopra l’aula di pozioni.”

“d’accordo. Grazie. A dopo”

Poco dopo aveva sistemato l’armadio e la scrivania e si stava facendo un bagno caldo. Decise di accettare la proposta di Silente per non essere scortese e così alle otto meno un quarto andò in sala grande per la cena.

La sala era vuota eccetto per un tavolo rettangolare, al quale stava Silente a capotavola, alla sua destra la prof.ssa McGranitt, alla cui destra stava Severus, accanto una donnina con grossi occhiali e migliaia di scialli con perline addosso (Severus non sembrava affatto contento di trovarsi accanto a lei), dopo questa stava il professor Vitious e a seguire la prof.ssa Sprite e altri professori che non conosceva. C’erano alcuni posti vuoti e per non fare l’asociale, si sedette di fronte la donna con gli scialli, alla destra di Hagrid. Meglio di Gazza, seduto all’altro capotavola, che la guardava scontroso (forse ricordando qualche guaio in cui si era cacciata ai tempi della scuola).

“sono troppo in ritardo?” si scusò subito sedendosi, visto che erano già tutti presenti.

“ma no, ma no, figurati. Questo è l’eccellente corpo insegnanti della scuola, più il signor Gazza e la nostra bibliotecaria, madama Pince, anche se il professor Lupin arriverà solo con l’espresso il primo settembre.” Rispondemdo al suo sguardo interrogativo avendo notat la mancanza dell'amico. 

“Questa invece è Lylith Evans. Alcuni di voi la ricordano naturalmente. Nonostante la giovane età è molto preparata. Un po’ come Severus” aggiunse con un sorriso prima di presentarle gli altri insegnanti. In effetti Lylith notò che lei e Severus erano i più giovani, insieme alla prof.ssa Cooman, la donna sedutale di fronte, di pochi anni più grande.

Al secondo piatto Lylith aveva già raccontato di cosa si occupava e aveva descritto a grandi linee i suoi viaggi. La maggior parte la ascoltava interessati, Severus però continuava a tenere lo sguardo fisso sul piatto.

“ah!” fu interrotta dallo squittio proveniente dalla Cooman, che indicava una sagoma alle sue spalle.

“oh, niente di cui preoccuparsi Sibilla. È Humus, il mio barbagianni. Preferisce starmi intorno che con gli altri uccelli. È un po’ solitario, ma un buon compagno. E poi è perfetto per il clima nordico…non ho mai visto altri uccelli percorrere così grandi distanza in un tempo relativamente breve.”

“ma…ma cara! I barbagianni portano molta, molta sciagura! È l’uccello più sconsigliato! È un uccello dei più oscuri! Mi domando… cosa ti spinge a tenerlo con te così vicino?”

“oh mio dio. Insegni divinazione o superstizione? Forse per ‘oscuri’ intendevi ‘notturni’? comunque siamo molto affezionati. Mi è stato regalato da una cara amica e mi ha più volte indicato la via attraverso sentieri immersi nella neve. Mi ha portato fortuna”

A questa risposta la Cooman si zittì. Alcuni parevano divertiti da come aveva risposto Lylith. Severus aveva perfino alzato gli occhi dal piatto per un istante e contratto le labbra in un mezzo ghigno.

La McGranitt disse “su,su Sibilla, non è il caso di parlare di presagi oscuri adesso!” Lylith capì che questa Sibilla non era molto stimata dagli altri e le faceva un po’ pena, ma la irritava al tempo stesso.

“quindi” esordì Vitious per cambiare discorso “tu sai inserire il potere di una pozione nelle pietre?” e continuarono la conversazione.

I giorni seguenti passarono velocemente, Lylith trascorreva il tempo a preparare le cose per l’anno scolastico o nella sua stanza, o nell’aula di pozioni cercando di non avere gli stessi orari di Severus, che vedeva spesso e che ignorava, nonostante le camere fossero separate solo da un corridoio, o davanti il lago nero. Era andata qualche volta pure nella foresta proibita con Hagrid, cosa che non era sfuggita alla Cooman, che non perdeva occasione di utilizzare la sua Vista su qualcuno che ancora non ci era abituato.

“Cara, lascia che ti predica il futuro! Devi essere preparata a quello che ti aspetta!” era solo una delle frasi che le rivolgeva. Severus sembrava gradire questi momenti in cui Lylith si infastidiva ma replicava con ironia (simile alla sua in effetti, cosa che li aveva uniti fin da bambini) a quella stravagante lunatica, che irritava tutti con le sue profezie da quattro soldi.

 LO SO, LO SO, QUESTO CAPITOLO  è UN PO' PICCOLO E PURE UN PO' INUTILE, SCUSATEMI!!!!  MA I PROSSIMI SPERO SARANNO SODDISFACENTI! XDD UN BACIONE A TUTTI <3 <3

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Capitolo 3
*** il banchetto ***


DODICI

La mattina del 1° settembre tutti erano indaffarati. Lylith fu tutto il giorno un po’ agitata e forse proprio quell’agitazione le diede il coraggio di affrontare una conversazione con Severus, colto di sorpresa quella sera, perché preparato all’indifferenza totale da parte sua.

“Severus.”

 Si sentì chiamare da quella voce mentre era chino su un calderone.

“cosa vuoi?” rispose brusco.

“Parlare. Chiarire. Basta comportarci da ragazzini. Abbiamo trent’anni ormai. Siamo entrambi adulti e vaccinati.” Provò a fare un sorriso “ormai il passato è passato. Lasciamocelo alle spalle e …torniamo ad essere amici”

“Ma essere amici è una cosa passata” disse lui freddamente.

“Però potrebbe essere una cosa presente. E futura. Sinceramente, non abbiamo alcun motivo serio per odiarci.”

“Invece sì” mormorò l’uomo.

“…Perché? Cosa ti ho fatto? Se è ancora per quello stupido litigio, ti chiedo scusa! Eravamo a scuola! Eravamo stupidi ragazzini! Ma ora so che mi sbagliavo. Ho saputo che Silente ti ha difeso sempre da ogni accusa dall’essere mangiamorte, e ora sei qui! Mi dispiace per quello che ho detto. Tu eri influenzato dai tuoi amici, io dai miei. Ma ora possiamo ricominciare.”

“… no, non possiamo.”

“Ma perché? Dimmelo, ti prego! Io non so cosa fare! Non lo capisco! E non è solo per te! Non solo tu non mi vuoi dire perché mi odi, ma oggi rivedrò Remus, dopo non esserci sentiti per anni! E Harry! Non posso nemmeno dirgli la verità su di me, Silente me lo ha proibito…e non ho idea di come fare!” esclamò Lylith quasi esasperata.

“…io non ti odio” rispose infine lui piano. “sei tu che mi odi. Dovresti. E fai bene. Se non mi odi adesso, mi odierai. Tu…non sai…tu avevi ragione.”

“Non so cosa su cosa avevo ragione? Spiegati! Per favore!” esclamò lei sull’orlo dell’esasperazione.

“No. È meglio così, fidati.” replicò piatto l’altro.

“Allora ti dico cosa penso io. Io credo che tu mi odi, perché io sono viva, mentre Lily no! Preferiresti che fossi morta io al suo posto vero? Non te ne faccio una colpa, figurati. So quanto ci tenevi a lei. Però…è andata così” cercò di parlare con più calma e dolcezza possibile.

“Non sai quello che dici!” gridò di rimando Severus. “Tu non capisci! Se sapessi com’è andata veramente… non vorresti essere mia amica. Non vorresti nemmeno parlarmi!”

“Cosa intendi dire? Com’è andata veramente?” 

“Fidati. Non vuoi saperlo davvero.” disse con più insistenza.

“Invece sì!” rispose lei con rabbia.

“...molto bene. Ma io ti ho avvisata…vuoi saperlo, ti accontento. Non mi rivolgerai più la parola dopo.”  minacciò  Severus.

“Questo lo dici tu. Parla!” a quest’impazienza le lanciò un’occhiataccia.

“...è stata tutta colpa mia, se non c’è più. È tutto cominciato da me…” sussurrava, come per liberarsi da un peso.

“Non è vero. Non darti colpe inesistenti. Se la colpa di qualcuno, è mia.” Disse subito Lylith.

“Non dire sciocchezze Lily. L’hai voluto sapere tu, ora ascolti, così finalmente smetterai di parlarmi!”

Stava per replicare, ma cominciavano a sentirsi le voci degli alunni e furono costretti ad incamminarsi verso la sala grande.

“Non finisce qui il discorso, lo sai.”

“Come sempre. Davvero non sei cambiata per niente” rispose lui un po’ rassegnato. Ma almeno non ostile.

“mfph. Per ora…amici?” chiese rivolgendogli un sorriso.

‘Oddio, è assurdo come ragiona questa ragazza!’ pensava Severus sconcertato e difatti rispose con uno sguardo a metà tra il rassegnato e il sorpreso, ma a Lylith sembrò bastare. Lo superò velocemente e prese posto tra lui e Remus.

“Lily!” esclamò lui lieto.

“Remus!” rispose con le lacrime agli occhi. Si abbracciarono, felici di rivedersi, scambiandosi notizie affettuosamente.

Gli studenti intanto erano già entrati, ci fu lo Smistamento, poi il discorso del preside. “…siamo certi che Hagrid farà un ottimo lavoro come insegnante! quest’anno avremo anche il professor R. J. Lupin, che insegnerà Difesa contro le arti oscure” piccolo applauso qua e là “E la prof.ssa Lylith Evans, che dividerà le lezioni di pozioni, che troverete un po’ speciali quest’anno.” 

La sala piombò in silenzio. Ci fu qualche applauso esitante quando Lylith si alzò per ringraziare, ma aveva lo sguardo puntato sul viso di un ragazzo identico al suo vecchio amico James, tranne per gli occhi verdi e la cicatrice, così come quasi tutti gli insegnanti, che stavano ad osservare la reazione del ragazzo. Ma lo sguardo di questo era indecifrabile. Confuso di certo e forse anche curioso, ma non sapeva dire cos’altro.

“Smettila di fissarlo.” Le suggerì Severus a mezza voce irritato.

“E tu smettila di usare la legilimanzia” bisbigliò lei, ma seguì il suo consiglio.

“Non la sto usando! …comunque è curioso. Sente che c’è un collegamento e vuole sapere. Mai che si faccia gli affari suoi quel…”

“Questi sono affari suoi! Sono la sua madrina! E tu stavi usando la legilimanzia!”

“Ma devi fare finta di non esserlo.” La liquidò.

“Non ti sta simpatico.” Constatò lei.

“Perspicace.” Disse lui ironico.

“Quando sei irritato dici sempre meno parole.”

“E tu ne dici sempre di più per irritarmi.”

“Perché sei irritato?”

“Non sono affari tuoi.”

“Ok. Remus?” disse rivolgendosi al suo amico, sotto lo sguardo stupito di Severus.

“Si?”

“Come stai?”

“…bene. E poi, con la pozione di Severus starò sempre meglio.” Rispose lui allegro.

“Potrei racchiudere i suoi effetti in una pietra, così non dovrai disturbare ogni volta il caro Sev” propose lei ostentando gentilezza. Sapeva di farlo innervosire ancora di più, ma i piccoli battibecchi con Sev le erano sempre piaciuti. Anche a lui, d’altronde.

“Comunque…” proseguì Lylith, rivolta a nessuno di preciso, o forse a entrambi “Penso di non piacergli.”

I due la guardarono.

 “Non dire stupidaggini” dissero più o meno all’unisono.

“Chissà che sta pensando….” Si tormentava lei.

“Qualunque cosa stia pensando, sappi che è uno studente mediocre. Non credo che capirà niente di ciò che proverai ad insegnargli. È ottuso. Pensa solo al quidditch. Infrange sempre le regole e se a cava sempre. Un arrogante insomma, come suo padre.”

“Staremo a vedere. Sai Severus, io penso che tu sia un po’ accecato dalla rabbia nei nostri confronti…” provò ad esordire Remus.

“Nostri? Lui non è arrabbiato con me. vero?” chiese Lylith.

Severus pensò che quei due lo volevano fare impazzire. Perciò di nuovo non rispose e affondò il cucchiaio nel budino.

“Non mi sembra una risposta affermativa” stava dicendo Remus divertito.

“Oh, si, lo è invece” insisteva lei.

“Sai, forse Silente ha ragione a ritenere prudente nascondere la verità a Harry. Visto che…Sirius…”

“Cosa? Non mi dirai che credi che lui abbia tradito tutti e ucciso Peter e adesso stia cercando di uccidere anche Harry!?” chiese esterrefatta la ragazza.

“Lily…ormai è inutile cercare di negare. È stata colpa sua.”

“Questo discorso non si può fare qua. Dovreste parlarne in un altro momento.” Interruppe Severus.

“Voi due non sapete niente di come sia veramente andata! Smettetela di dare colpe a chicchessia!” riprese Lylith

“Smettila di difendere l’indifendibile!” le rispose Severus.

“Ti riferisci a te o a Sirius?” continuò lei.

In quel momento il preside annunciò di andare tutti a letto e di nuovo avvertì di stare attenti ai dissennatori. Tutti si alzarono e in sala grande rimasero solo i professori.

“…e quindi sei sicuro che Potter sta bene? Io continuo a dire che i dissennatori non ci devono stare, guarda come hanno ridotto quel ragazzo!”

“Minerva, non sono io che decido. Purtroppo.” Rispose Silente.

 “Se posso intromettermi, vi assicuro che Harry sta benissimo. Solo colto di sorpresa.” Aggiunse Remus.

“è un ragazzo fragile, dopotutto, già sento la sua aura…”

“Non è fragile, Sibilla! I dissennatori sono terribili per tutti!” replicò Lylith.

“Già, ma non essere all’altezza di evocare un patronus…” disse Severus mellifluo.

“Sai bene che è magia molto avanzata.” Rispose Remus pacato.

“Per la sua mediocrità sicuro.” Disse con leggerezza Severus.

“Basta così. I dissennatori resteranno per precauzione, gli insegnati andranno a prepararsi per le lezioni.” Concluse il preside.

Lylith scese nei sotterranei seguita da Remus e Severus. Quest’ultimo li precedette e li lasciò soli.

“…credi che dovremmo dirgli che Sirius...?” chiese esitante Remus alla donna.

“No! Tu non c’eri, ti assicuro che non è come pensi! Almeno non tutto! Fidati di me. prometto che ti racconterò tutto, ma adesso sono troppo stanca. E poi tu non avrai problemi a fingerti un perfetto sconosciuto con Harry. io Ho bisogno di dormirci sopra. Buonanotte.”

Sognò Sirius che veniva catturato e rimase sveglia fino a tarda notte, dopo questo sogno. Finalmente decise di alzarsi e raggiunse la sala grande con un po’ di ritardo.

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Capitolo 4
*** la nuova professoressa ***


paciock

 

“Hai un colorito verdastro oggi, o sbaglio?” la provocò Severus.

“Hai sempre lo stesso vestito o sbaglio?” rispose lei con meno grinta di quella che si aspettava.

“Dai, puoi fare di meglio. Comunque potrei dire lo stesso di te. si vede benissimo che sei tu ad aggiungere e togliere orli ai vestiti. Non mi stupisce che poi ti cadano da soli”

Lei arrossì. “Si vede tanto?”

“Oh mia cara! Al primo segno di un vestito rovinato devi assolutamente cambiarlo! il filo perduto di un vestito nero porta sventura!”

Lylith alzò gli occhi al cielo per l’ennesima assurdità della Cooman e si servì di caffè doppio.

“Non sarai troppo nervosa poi?” le chiese apprensivo Remus.

“No!” squittì lei.

“Ah certo. Ok.” E addentò la crostata.

“Ok, ti avverto” le stava dicendo Severus duro prima di entrare in classe “la mia aula è una delle più rispettate. Io sono un insegnante molto rispettato e temuto dagli alunni. Da tutti gli alunni. Non fare una delle tue solite stupidaggini. Nessuno può fare confusione nella mia aula.” Senza neanche darle il tempo di replicare spalancò la porta e subito piombò il silenzio.

“Come avrete notato” cominciò il professore, mentre Lylith notava che era il corso di Harry “le lezioni di pozioni saranno divise tra me e…lei” disse guardando la sua collega. 

Lei capì subito. “Buongiorno a tutti. Mi chiamo Lylith Evans. Non sono mai stata abituata ad essere appellata professoressa, perciò Lylith o Lily andrà benissimo” disse cercando di guardare anche gli altri studenti.

Severus alle sue spalle, alzava gli occhi al cielo. Non è neanche capace di farsi rispettare da questi mocciosi! Pensava allibito. 

“Il mio compito” proseguì con un sorriso la ragazza “è quello di insegnarvi un metodo alternativo di preparare pozioni. Usare certi ingredienti al posto di altri. Sì signorina...?”

“Hermione Granger, professoressa.”

“Lylith.” disse lei con fermezza.

“Scusi. Mi chiedevo se usare diversi ingredienti non fosse…ecco pericoloso. Io sapevo che è meglio seguire alla lettera le istruzioni e non cambiarle di una virgola… cioè, se si cambiano ingredienti la pozione non potrebbe alterarsi? Magari è la stessa però con risultati più pesanti o leggeri?” concluse ansiosa Hermione.

“No.” Rispose Lylith con semplicità. “Sarà esattamente la stessa pozione che preparate con il professor Piton con i medesimi effetti, se seguite alla lettera le mie istruzioni e non le cambiate di una virgola. Dicevo, è molto utile sapere i rispettivi sostituti di certi ingredienti, potreste trovarvi nel malaugurato caso in cui non avete il corno di un rinoceronte centenario in polvere, fondamentale per la pozione soporifera e non sapere che un suo ‘sosia’ perfetto è il petalo blu di una rosa viola.”

“Già, perché questo è un ingrediente molto comune!” esclamò arrogante e sarcastico un ragazzo biondo platinato. “Si esatto, e molto più economico.” Rispose la professoressa facendo finta di niente. “Mi stupisce che tu non lo sappia. Volete forse dirmi che non avete imparato al secondo anno, la pozione rilassante?”

“Si, l’abbiamo fatta!” ribatté Hermione.

“Beh, le dodici gocce blu non sono acqua, ma petali blu di rose viola. Non lo sapevate?”

La classe stava in silenzio. Alcuni continuavano a guardare la nuova insegnante con curiosità, altri con rispetto, altri la giudicavano stravagante.

“Scoprirai molto presto che questi alunni, tranne pochi eletti, sono delle teste di legno e che anche se gli ripeti la stessa cosa dieci volte non impareranno mai!” disse sprezzante il professore e con uno svolazzo di mantello si avventò sul primo banco, dove un povero ragazzo tremava terrorizzato. “Prendi Paciock, per esempio. Non ho mai conosciuto uno più ottuso di lui. Anche se certo, Potter non scherza.”

Lylith era scioccata. Non era normale che un professore parlasse così dei suoi studenti!

“Beh, possono entrambi migliorare, no? Io ho un metodo diverso di insegnare da quello del vostro professore. A quanto pare con voi non funziona il suo sistema del terrore” alcune risatine si sollevarono dai banchi.

“Ed ecco un altro motivo per cui le mie lezioni saranno interessanti e utili. Sono quasi certa che ogni volta che uno di voi abbia commesso un errore il nostro caro prof vi abbia fatto ricominciare da capo, dico bene? Beh, adesso, conoscendo meglio tutti gli ingredienti, saprete rimediare da soli e portare la pozione allo stato originario prima del suddetto errore e non sbagliare più di tre volte consecutive, o la pozione potrebbe alleggerire i suoi effetti. Ho qui delle tabelle per ognuno di voi riguardo i principali ingredienti sostituitivi. Mi aspetto che le sappiate a memoria per la prossima settimana, così poi potrete iniziare la pratica.” Dopo di che, Severus li sorprese tutti con un test per vedere se avessero dimenticato le cose degli anni passati. Mentre la classe lavorava, i due colleghi battibeccavano a bassa voce.

“ Sei un professore troppo cattivo!”

“Sono realista – questi qui non impareranno mai niente”

Lylith rifece altre tre volte quel giorno il suo discorso d’apertura. A cena, commentava contenta con Remus, pensava di non essere andata male e neanche di essere eccessivamente odiata da Harry.

Le sue lezioni procedevano abbastanza bene, a parte quando Severus voleva fare il professore bullo e prendersela con gli studenti. Quella volta la vittima era Paciock. Secondo Lylith era ancora arrabbiato con lui perché nella prima lezione di Remus c’era stato quel famoso episodio del molliccio-severus con abiti della nonna di Neville. Naturalmente aveva fatto tutto il giro del castello ed era già passato un mese, ma il professore mai dimenticava. Così lo rimproverava sul colore arancione della sua pozione. “…Alla fine somministreremo la tua pozione al tuo rospo Paciock, e le sarei molto grato se la signorina Granger non facesse la solita so-tutto-io!”

Severus girava tra i banchi, ma Lylith vide lo sguardo supplichevole del ragazzo e decise di intervenire.

“Il professore ti ha detto di non aiutarlo, Hermione.”

“Cosa? Io..io” balbettava la ragazza imbarazzata.

“Sono sicura che Neville è perfettamente in grado di farcela da solo. Vero?”

“Mah…io non penso…non sono bravo in pozioni!” rispose tutto rosso.

“Questo è un eufemismo bello e buono!” sbottò  il  prof.

“Severus, occupati degli altri studenti. Credo che questa sia la prima lezione in cui correggeremo gli errori senza ricominciare da capo. Ti ricordi i sostituti?” chiese al confuso ragazzo, cosciente solo in parte del fatto che tutti la stavano guardando con ammirazione per aver zittito il professore più temibile. Per lei era soltanto divertente e naturale lanciargli frecciatine. Ormai sembrava tutto tornato quasi come prima. Non avevano più ripreso quel discorso…ma sarebbe arrivato il momento giusto.

“Venti punti in meno a grifondoro per aver costretto la professoressa ad anticipare il programma per la tua inettitudine Paciock!” disse con rabbia Severus, dopo che la pozione somministrata al rospo l’aveva effettivamente trasformato in un girino. Erano tutti usciti, tranne Hermione che si trovava vicino Lylith, che aiutava a togliere gli ultimi ingredienti, Harry e il suo amico Ron Weasley sulla porta, che aspettavano la ragazza.

“Ehm, professoressa. Lylith.” la chiamò.

“Sì, Hermione?” rispose gentile. L’altra lanciò un’occhiata furtiva ai due sulla porta e continuò “Mi scusi. Ma…avrà notato che leggo molto, non per vantarmi.”

Anche Severus si era fermato ad ascoltarle, apparentemente immerso in un manuale di pozioni dimenticato, incerto su dove volesse andare a parare la giovane grifondoro.

“Ecco. Harry è pure un mio carissimo amico.” Aggiunse esitante. “mi chiedevo, se…cioè, non mi poteva sfuggire la coincidenza del nome. Ecco. Perciò…volevo chiederle…” era molto confusa e imbarazzata. Harry le venne in aiuto e chiese a bruciapelo “Conosceva mia madre?”

Lylith lo guardò, un po’ scioccata.

“Potter questi non sono affari tuoi. Cinque punti in meno a grifondoro. Lily non sei costretta a rispondere” disse Severus senza alzare gli occhi. Tutti lo ignorarono.

“...sì, l’ho conosciuta. Tanti anni fa.” Rispose con un sorriso triste.

“Avete lo stesso nome. Lily Evans.” Insistette Harry.

“…Io mi chiamo Lylith.” rispose forzatamente.

“è solo una coincidenza quindi?” chiese un po’ scontroso il ragazzo.

“..ho paura di si.” A parere di Harry quell’espressione era fin troppo comprensiva. Si allontanò lasciando i due colleghi basiti.

“Beh, era impossibile non capirlo.” Bofonchiò lei.

“Era impossibile non smascherarti! Sei una pessima bugiarda!” ma quando vide l’espressione sconfortata sul volto della donna si fermò. Non voleva ferirla. Era così abituato ai loro piccoli litigi, come tanto tempo fa.

“Forse” disse soltanto Lylith e lo lasciò solo, senza dargli nemmeno il tempo di scusarsi.

ECCOMI con un nuovo capitolo :) che ne pensate di Lylith come prof? sono curiosissima di sentire e vostre opinioni!

ringrazio tutti quelli che stanno seguendo anche la seconda parte della serie di Lylith e in particolare Frenci_, Aylas e bimba3 che hanno recensito i primi capitoli! un bacione :D

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Capitolo 5
*** pozioni ed effetti collaterali ***


pozione

 

Si stava avvicinando Halloween e con esso la prima gita ad Hogsmeade dell’anno. Lylith Aveva per caso sentito Harry che diceva ai suoi amici di non poter andare, non avendo il permesso. E le era venuta un’idea…che proprio non si addiceva ad un’insegnante. però lei era pur sempre la ragazza complice di tutte le malefatte che…no, le provocava dolore al pensiero dei tempi della scuola. Comunque, discuteva del caso con Remus (parlava raramente con Severus se non con cordiale indifferenza a lezione). “insomma ti rendi conto? Io avrei il potere di permettergli di andare, ma non posso! Non è giusto!”

“Neanche l’idea di creare un falso permesso è giusta Lily” replicò Remus pacato. Eppure si vedeva che non stava tanto bene. La luna piena sarebbe arrivata la prossima settimana.

“Nessuno lo noterebbe!”

“questo non lo sai. I controlli sono maggiori adesso. E la faccenda potrebbe venire fuori…e risultare sospetta.

“Va bene. Hai ragione. Ne parlerò con…”

“Non dire Severus.” La avvisò il lupo mannaro.

“Non stavo per dirlo.”

“…davvero? Lo so che ti manca. Tutti questi anni senza le vostre battute. Ma ormai siete adulti. Non puoi trattarlo come lo trattavi vent’anni fa.”

“Che vuoi dire?” chiese la donna decisamente confusa.

“Niente” sospirò l’altro. “lascia perdere.”

 

“Preside?” chiese Lylith bussando alla porta dell’ufficio.

“Si Lily? C’è qualcosa che desideri dirmi?” domandò attraversandola con lo sguardo coperto dalle lenti a mezzaluna.

Cavolo, aveva tante cose da dirgli. “Ehm si. Una cosa. Mi chiedevo se, potessi firmare io a insaputa di Harry il permesso per…”

“Ah, temo che non si possa fare. È un ragazzo intelligente, capirebbe che non è stato un atto di generosità da parte di tua cugina Petunia.” Rispose con dolcezza.

Un po’ se lo era aspettato. “…beh allora niente. Ci vediamo al banchetto.” E si alzò.

“C’è nient’altro che desideri dirmi?” domandò con più insistenza.

“Mh, no, per adesso. Arrivederci.”

“…arrivederci Lily.”

Si sentiva in colpa. Voleva andare da Harry e dirgli la verità. Lo trovò in biblioteca e si avvicinò.

“Harry.”

“Oh. È lei.” Disse leggermente sorpreso.

“Non sei ad Hogsmeade?”

“No. I miei zii non hanno firmato il permesso.” Rispose atono.

“Ah capisco.”

“Davvero?” chiese un po’ duro.

“Si. Meglio di quanto credi.” Lo sguardo del ragazzo si fece più attento.

“Cosa intende dire?”

“…anche io ho perso i genitori da bambina. E sono stata cresciuta dai miei zii babbani. Mia cugina era antipatica e insopportabile. Un po’ come tua zia.”

“Lei come fa…?”

“Hagrid mi ha raccontato. E mi ha anche detto che hai fatto cose speciali in questi anni.”

“Non ricordo nulla di Vol…”

“Intendo salvare la pietra filosofale e uccidere un basilisco. Notevole. Io alla tua età trasformavo un maiale in una scrivania” risero entrambi.

“…anche il professor Lupin conosceva tua madre. E tuo padre.”

“Oh.” Disse con velato interesse.

 “Si, andavamo a scuola insieme.”

“Mh. A proposito di Hagrid. Il suo ippogrifo…”

“Si, ho saputo. Ma ancora deve esserci il processo giusto?”

“Non ci conterei tanto. Il padre di Malfoy è potente. E odia Hagrid e Silente.” Ribatté amaramente.

“Lily! Cosa stai facendo?” Severus era appena entrato e la guardava furioso e allibito.

“Nulla che possa interferire con te, stai tranquillo” rispose con durezza Lylith.

“…beh  mi serve il tuo aiuto. Vieni” ordinò.

Lei si alzò controvoglia. “Guarda che non lo stavo mica molestando!”

“Ti è stato detto di non dirgli nulla su di te!”

“Non ho detto nulla di male infatti!” protestò la donna. “e poi a che ti servo, sentiamo?” domandò inciampando su una zucca incantata e finendo con la faccia a terra, salvata dal tonfo solo in extremis dalle braccia del mago accanto a lei, che le impedirono di rovinare a terra in un groviglio di stoffa e frammenti di zucca.

“Vuoi stare attenta? Non indossare scarpe col tacco se poi non ci sai camminare” la provocò liberandola dalla sua stretta. 

“Non sei per niente gentile. E poi era per la festa. E ci so camminare!” protestò senza molto successo. 

“Aggiusta questo macello, ti aspetto nei sotterranei.” E si dileguò. 

“Ma non poteva aspettarmi?” pensò irritata. Comunque un istante dopo aver aggiustato la zucca, lo raggiunse. 

“Ti degneresti di dirmi cosa succede o…?”

“Ma devo proprio spiegarti tutto? Il tuo amico lupo mannaro ha bisogno della pozione. Non voglio essere scocciato più di tanto quindi ora la prepariamo e poi la metti in quella maledetta pietra. Prendi il calderone di rame misura 0.2”

“Ai suoi ordini” rispose ironica.

“Ti conviene.” Ribatté lui testardo.

“Senti, perché non mi chiami quando hai finito? Io stavo…”

“Parlando con il delicato Potter, lo so. Devo impedirti di andare a divulgargli notizie vecchie quanto la morte e mi secca venirti a cercare dopo. Quindi resti qua”

“Si, contaci. Basterà che mi mandi un patronus e arrivo. Ciao Sev”

“Non provarci!” le porte del sotterraneo si chiusero e, Lylith lo sapeva, avrebbe bloccato ogni incantesimo anche prima di pensarlo.

“Quanto sei precisino! Lo sai che è insopportabile questo lato del tuo carattere? Ti preferivo quando condividevi i tuoi trucchi in pozioni, lì puoi fare il preciso.” Buttò lì con noncuranza.

“E tu sei una ragazzina petulante. Ti preferivo quando stavi zitta per i miei trucchi di pozioni” rispose lui concentrato, ma con l’ombra di un sorriso che la ragazza ricambiò raggiante. “E comunque io sto condividendo i miei trucchi, se solo ti degni ti osservare invece che mettermi a soqquadro il laboratorio!”

“è anche il mio laboratorio” precisò lei.

“Si, infatti lo usi spessissimo.” Altro sarcasmo.

“Lo uso quando lo lasci libero tu. E comunque io ho molte altre cose da fare, tipo cercare piante per i miei ingredienti sostituti…”

“Aggiustare i tuoi vestiti-sostituti…certo capisco” disse passandosi una mano sulla fronte imperlata, per i fumi caldi che cominciavano a salire.

“Cos’hai contro i miei vestiti?” chiese lei distratta rovesciando tutto il contenuto di un barattolo di code di lucertola.

“Nulla. Mi piacciono in realtà.” Era vero. Ammirava la fantasia  di quella donna nell’aggiungere intrecci nei corpetti dei suoi vestiti e il coraggio nel girare per i corridoi gelidi in perenni maniche corte, o sottili bretelle. Comunque le tonalità stavano bene con la sua pelle. E i suoi occhi. Ma a cosa stava pensando? Ai vestiti di Lylith? 

“Comunque ti sarei grato se poi mettessi tutto a posto. E cerca di non demolire niente mentre sei qui.”

“Figurati. Mi era sembrato di vedere una coda arancione n mezzo a queste verdi. Mi serve.”

“Ma anche a me servono. Intatte, se non ti dispiace.”

“Si certo come vuoi. Aspetta.” Si bloccò, con un ammasso di code fra i capelli e fra le mani.

“Che c’è ora? Non dirmi che non sai liberarti di quattro code di rettili?”

“Mi hai fatto un complimento.”

“Eh?”

“Sì, era un complimento.” Decretò e tornò alle sue code. “Peccato mi ero sbagliata.”

“Come…?”

“Riguardo le code”.

 l’uomo sospirò, spossato dalla presenza di un altro essere umano in quel laboratorio. Non c’erano mai altre persone con lui. beh, in effetti lui l’aveva praticamente costretta a restare. Però lei era allegra. Non c’erano mai persone allegre lì dentro. La cosa gli dava un fastidioso mal di testa.

“Oh, sei allergico?”

“A te? Può darsi”

“Spiritoso. Alle code!”

“Ma se le uso sempre!”

“Una per volta, immagino.”

“Ovvio.” Disse stancamente.

“Appunto. Hai mal di testa vero? Si vede anche da quella vena che ti pulsa pericolosamente sulla tempia. Fa un po’ impressione. Dovresti rilassarti di più.” aggiunse con una piccola smorfia.

“Ho mal di testa per le tue chiacchiere inutili. E se anche avessi ragione, perché non rimetti quelle cose a posto?”

“Già fatto. Tranquillo, ti capisco. Io sono allergica ai Doxy e alle loro uova. Solo che oltre al mal di testa, svengo.” L’altro alzò un sopracciglio come a dire che non gli importava più delle profezie di divinazione.

“Perché non ti siedi? Finisco io.”

“No! Tu combini guai!” esclamò subito.

“Uomo di poca fede. Ti faccio vedere io.” Effettivamente Severus si sentì un po’ meglio e la pozione antilupo non sembrava aver sortito effetti collaterali.

“Ora fammi fare il mio lavoro” disse lei pomposamente.

“Accomodati. Anzi, divertiti, io vado a riposarmi. Gli darai tu la preziosa opera”

“Riposarti? Ma cosa sei, un vecchietto? Neanche Silente va a riposarsi! E poi c’è il banchetto di Halloween!”

“Beh, Silente non è stato a contatto con una Lylith alla decima potenza.” Con questa frase uscì, pensando a cosa gli stesse succedendo.

 

ECCO UN ALTRO CAPITOLO :D :D non succede niente di importante, è vero, però che ne pensate?? (io lo trovavo divertente, ma siete liberi di abbassare la mia autostima XD) 

a proposito, Silente dice quasi sempre frasi con dolcezza perchè io lo vedo benissimo nel ruolo di nonnetto XD 

e poi ringrazio tantissimo-issimo-issimo tutti quelli che hanno lasciato una recensione, hanno messo la storia tra le seguite (siete tantissimi, grazie! *-*) e preferite. un bacione! :D

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Capitolo 6
*** natale al castello ***


natale

 Scusatemi un sacco per l'imperdonabile ritardo, ma  oltre ad essere partita ho anche avuto problemi con il pc! spero di rimediare almeno un po' con questo capitolo più lungo del solito :) grazie a tutti voi che avete aspettato pazientemente, davvero grazie mille, e naturalmente se volete laciare qualche commento sul capitolo è tutto gradito! a presto :D

“non è giusto! Povero Harry…” si lamentava Lylith con Remus al banchetto.

“…smettila. Ah, Grazie per la…”

“pozione, si l’hai già detto.”

“parlavo con Severus.” che effettivamente era appena apparso e aveva realizzato che quella donnetta, la sua migliore amica dai tempi della scuola, sebbene lui cercasse in tutti i modi di farsi odiare da lei, semplicemente era immune dal suo sarcasmo. Il suo era pure peggio. Perciò il modo migliore per fare ammenda per i suoi peccati, ergo farsi odiare da Lylith, era quello di ignorarla. Cosa che gli risultava praticamente impossibile. Non solo perché lei era determinata a riallacciare i rapporti come prima, ma anche e soprattutto forse, perché lui aveva bisogno di quei piccoli momenti dove c’erano solo loro due e poteva dimenticarsi del male che le aveva arrecato. Per un attimo. Poi tornava burbero e scontroso…era troppo egoista.

 Ad ogni modo, fu anche costretto a parlarle, data la circostanza. La Signora grassa era sparita, scappata dal suo ritratto. I grifondoro dovevano dormire in sala grande per quella notte. Si diceva che la colpa fosse di Sirius, ma Lylith non ci credeva. Perciò si era offerta di pattugliare i sotterranei e con lei Severus. naturalmente non trovarono nulla.

Mentre facevano rapporto al preside, Lylith non perse occasione. “professore…sono sicura che ci stiamo sbagliando. Non può essere entrato”

“Lily ne abbiamo già parlato. Non è il momento ora. Scusatemi.” Si allontanò lasciando i due insegnanti tra i sacchi a pelo degli studenti. Erano quasi sicuri che fossero ancora svegli perciò bisbigliavano.

“Lily! Quando la smetterai di fidarti di quel buono a nulla?”

“…mi sembrano i nostri vecchi discorsi. Lasciami in pace, io mi fido di chi voglio.”

“non posso permettere che ti metta in pericolo così!”

“non sono in nessun pericolo, grazie.” Ribatté gelida.

“e non ho bisogno di una balia. Basta discutere, vado a controllare il nuovo ritratto” e si allontanò a grandi passi.

L’indomani e nei giorni seguenti naturalmente la notizia di Sirius nel castello animava non solo i gruppi di studenti, ma anche quelli degli insegnanti. Nessuno sapeva dare una spiegazione soddisfacente. Ma in quei giorni Lylith era un po’ più allegra del solito, perché aveva la cattedra di pozioni tutta per lei, dal momento che Severus sostituiva Remus, per via della luna. Tutti gli studenti però si lamentarono con lei della crudeltà sfacciata del prof. Per qualche oscura ragione, pensavano che lei fosse l’unica capace di farlo irritare e rigare dritto, a parte il preside.  E poi Lylith non vedeva l’ora di veder giocare Harry a quidditch. A detta degli altri (tranne Severus) il ragazzo aveva un talento naturale. Lei aveva visto milioni di volte James volare, chissà com’era suo figlio.

Prima la partita doveva essere contro serpeverde, e Lylith avrebbe dato chissà che cosa per battere il sorrisetto dalla faccia di Severus quando un giorno prima della partita cambiarono, e i grifondoro avrebbero giocato contro i tassorosso. Lo stesso giorno poi aveva sfacciatamente spiegato alla classe i lupi mannari e Lylith non lo aveva del tutto perdonato. Secondo lei qualcuno avrebbe capito sicuro. Comunque era sicura della bravura di Harry. Anche con quel brutto tempo.

infatti aveva davvero una tecnica innata e spettacolare.

 La pioggia infuriava, ma ancora non si arrendeva. Svolazzava sul campo in cerca del boccino…

“smettila di guardarlo. Sembri incantata” borbottò Severus accanto a lei.

“non puoi negare che è bravo” mormorò Lylith.

“mpfh. Non ti accorgi neanche che ti stai bagnando tutta…” e con ostentato fastidio le buttò addosso una parte del suo mantello. Lei non parve accorgersi dell’ammasso di pesante stoffa improvvisamente asciutta, concentrata a guardare un punto imprecisato del campo. Severus sbuffò e per essere più gentile, a senso suo, le cinse la vita con un braccio, premendo con il mantello, facendolo aderire al suo corpo.

Lei a malapena ringraziò. “grazie, ma non avevo freddo. In Islanda c’era molto più freddo.” In effetti il suo corpo era caldo, pensò Severus.

In realtà Lylith aveva occhi solo per quel puntino nero sparito all’improvviso. Aveva proprio la forma di un cane. Ma sparì presto, appena in tempo per vedere orde e orde di dissennatori che scivolavano verso il campo e verso Harry…oh no, dovevano fare qualcosa! Si alzò in piedi, di scatto, ma già Harry stava precipitando e la sua scopa veniva spazzata via dal vento…per atterrare sul platano picchiatore.

 

“Harry, mi dispiace tanto per la tua scopa. Ho provato a ripararla, ma è un danno permanente…” stava dicendo il giorno dopo in infermeria, in un momento in cui era solo.

“non si preoccupi”

“…sono stati i dissennatori vero?”  Harry annuì.

“devi liberartene! Esistono incantesimi per questo!”

“si, lo so. Il professor Lupin si è offerto di insegnarmi.”

“oh, bene. Sono contenta” esitò per un attimo. “sai, per un momento mi è parso di vedere…”

“fine orario visitee! Anche per i professori!” madama Chips la spinse fuori e Lylith non riuscì a dire quanto Harry le ricordava James.

 

 

 

 

 

 

Tornarono ai soliti ritmi delle lezioni e con questi si avvicinava il Natale. Lylith decise di partecipare alla gita a Hogsmeade e prendere i regali. C’era la neve, cosa che le era sempre piaciuta e la metteva di buon umore. Verso l’ora di pranzo entrò alla testa di porco per bere qualcosa al caldo. E vi trovò Severus. si sedette accanto a lui. “aspetti qualcuno per caso?” gli chiese.

“anche se fosse, ormai ci sei tu” e alzò lo sguardo. La neve aveva fatto diventare le guance di Lylith rosse, ma su Severus non aveva avuto alcun effetto, era sempre pallido. “e menomale che il natale rende tutti più gentili… una burrobirra con pezzi di cioccolato e un caffè con liquirizia.” Si tolse il cappotto e si rivolse all’uomo accanto a lei, spingendogli il caffè. Bevve un sorso della sua bevanda e si tolse anche il maglione, accaldata.

“…tu sei sempre in maniche corte.”

“forse. Tu invece sei sempre a scuola. Qual buona bufera ti porta?” chiese con un sorriso. L’altro ignorò la battuta. “in effetti, io stavo facendo qualcosa di gentile. Per te. ma tu rovini il piacere.”

“mh, sentiamo. Che cosa avresti fatto?” chiese finendo tutta d’un fiato la burrobirra sotto lo sguardo di disapprovazione di Severus.

“ti ho preso un regalo” rispose esitante. “per il tuo compleanno.”

“ma è stato quasi un mese fa!” rise lei.

“il 17 novembre, lo so. Ma vale anche come regalo di natale”

“tirchio. Allora anche il mio regalo vale per natale e compleanno!” rise di nuovo.

“non copiarmi le idee.” Sfoderò un ghigno così spontaneo che Lylith rispose con un banale “comunque te lo darò a natale”.

 

I giorni seguenti passarono in fretta, fino ad arrivare finalmente al natale. Lylith si svegliò presto, si vestì di rosso e bussò alla camera di Severus.

“…sempre a…”

“maniche corte, ok, si, come vuoi.”

“stavo per dire: a disturbare, ma fa lo stesso. Che vuoi?”

“buon natale!” lo abbracciò velocemente e gli porse un pacchettino. “posso?” ed entrò. La camera di Severus era molto ordinata e scura. C’erano scaffali di libri, un grande letto a baldacchino nero, una porta che dava al bagno e all’angolo una scrivania. Simile in effetti a quella di Lylith, che aveva scovato il pacchetto per lei e lo stava scartando. Trovò un kit da cucito magico pieno di orli, cuciture e lacci intrecciati colorati, bastava solo applicarli sui vestiti e duravano fin quando qualcuno non li staccava.

“grazie. Sono…stupita.”

“ho pensato ti servissero. Di qui a giugno potresti essere perfettamente capace di andare in giro per il castello in costume.” Lei lo guardò curiosamente.

Per sfuggire allo sguardo inquisitorio della ragazza, aprì il suo regalo. Un grande pacco di caramelle di ogni tipo.

“è per addolcirti un po’, zuccherino” disse scoppiando in una risata. “ma aprilo, non è finito.

Più sospettoso, aprì il pacchetto. “oh. Grazie.” Era un set di ingredienti di pozioni introvabili, se non al circolo polare artico, da dove infatti provenivano. “dove l’hai..?”

“Li ho raccolti tutti io, personalmente.”  era orgogliosa del suo lavoro. “ci vediamo a pranzo, Sev!” e corse a consegnare gli altri regali a Harry, Remus, Silente e alcuni professori.

A pranzo, il suo lungo vestito rosso era ornato da alcuni lacci che le aveva regalato Severus e sedendosi tra lui e la prof.ssa McGranitt, salutò tutti i presenti, ovvero i professori e meno di cinque alunni, compresi Harry Ron e Hermione. Avevano appena cominciato a mangiare, quando niente meno che la Cooman li raggiunse.

“stavo osservando con l’occhio interiore…e mi sono vista prendere parte al banchetto.” Annunciò teatrale.

“prego, prego, Sibilla” la accolse allegro Silente e la McGranitt fece apparire una sedia tra lei e Lylith.

“oh! Ohh! Ah! Sventura! Sciagura! Siete in tredici! Chi, chi di voi si è aggiunto per ultimo?” si soffermò su Harry, ma rispose Lylith. “uhm, sono stata io. Perché?”

“oh, mia cara! Cara…ma non lo sai, chi si siede per ultimo o si alza per primo da tavola quando si è in tredici sarà il primo a morire!”

Lylith la fissò allibita. “correrò il rischio” disse indifferente. Silente porse poi a Severus un involto argentato, lui riluttante tirò e spuntò fuori un cappello impagliato con un avvoltoio. Schifato l’arcigno professore lo spinse verso il preside raggelando qualunque risata, tranne quella di Lylith al suo fianco, che sfacciatamente rideva forte e porse un altro involto alla Cooman. Questa tirò e spuntò un cappello da cowboy trasparente che cambiava colore al movimento della testa. Lylith lo accolse con un “oh, questo si che è osceno!” e se lo mise in testa.

“ma cara! Porta enorme sfortuna indossare un cappello quando si è sotto il vischio! Potresti non trovare mai l’amore..” esordì la Cooman preoccupata.

“correrò il rischio Sibilla, non preoccuparti per me!” poi alzò la testa “oh, hai ragione, c’è del vischio sopra la mia testa. Devi baciarmi Sev” disse tranquillissima, porgendogli la guancia.

“che stai dicendo?” disse lui più esterrefatto che mai. Davanti a degli alunni (Potter, Weasley e Granger per la precisione e altri serpeverde)! Questa era una provocazione bella e buona! Che faccia tosta!

“avanti, non farmi aspettare in eterno. Il tacchino si raffredda” insistette avvicinandosi ancora di più.

“su Severus, non è carino fare aspettare così!” lo rimproverò a bassissima voce Minerva. Lentamente, Severus posò le labbra per un istante sulla guancia di Lylith  e si staccò immediatamente. “così va meglio.” E si buttò sul tacchino fumante. Poco dopo Harry e Ron si alzarono, ma Hermione rimase. “ehm…devo dire una cosa alla professoressa e anche a Lylith…”

I due ragazzi si allontanarono verso la loro sala comune e Hermione cominciò a parlare.

“…ecco credo che Harry sia in pericolo. Noi, vede, abbiamo sentito la conversazione su Black qualche giorno fa e l’abbiamo raccontata a lui” arrossì guardando Lylith “e adesso Harry ha ricevuto una scopa. Penso gliela possa aver mandata lui. Black. E…potrebbe essere maledetta vero?”

“ottima deduzione Granger. Andiamo subito a vedere.” Rispose spiccia la professoressa McGranitt.

“…magari concordo sul fatto che potrebbe averla inviata Sir…ehm, Black”cominciò Lylith, ma si interruppe subito. Meglio non esagerare. E poi chissà cosa avevano sentito in quella conversazione. “ma…cosa c’entro io?” disse invece.

“Harry la trova simpatica”

“oh…molto bene.” Si diressero alla sala comune. “quindi è questa?” Hermione annuì. “bene, questa la prendo io, per farla esaminare.” I due ragazzi erano scioccati. Anzi, questo era un eufemismo. Lylith seguì in silenzio la professoressa con sguardo triste. Era sicura che Sirius non avrebbe mai cercato di uccidere Harry. Sicura! Non perse occasione di rivelare i suoi timori al suo amico. “Remus! Non ti rendi conto! Vogliono somministrare il bacio…a Sirius!” era angosciatissima.

“…provi ancora qualcosa per lui, vero?” chiese lui stanco

“…non c’entra niente! È nostro amico! Sai che è così! non se lo merita…se viene catturato…!” le scivolò una lacrima. Remus gliel’asciugò e la abbracciò.

“Lily, ha commesso dei crimini…gravi.”

“ma…”

“lascia stare.” La consolò lui.

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Capitolo 7
*** di nuovo la stamberga ***


sette

 Ecco il 7° capitolo :) spero vi piaccia, accadono tante cose^^ fatemi sapere che ne pensate con un commento se volete, sono sempre graditi xD 

 a presto e grazie per seguire questa storia!

Qualche settimana dopo ci fu la partita decisiva della stagione, grifondoro contro corvonero. Harry aveva avuto indietro la scopa e volava su quella benissimo, più veloce di chiunque altro, più in alto di chiunque altro. Era quasi sul punto di catturare il boccino quando…delle figure incappucciate sbucarono dal nulla. Sembravano proprio dissennatori. Eppure…eppure non c’era freddo, o tristezza nell’aria. Lylith guardò interrogativamente i suoi compagni di tribuna. Tutti sembravano un po’ confusi. Molto strano. Harry gli scagliò contro un patronus e catturò il boccino. Tutta la folla esplose in urla di gioia e capirono anche cosa, o meglio, chi fossero le figure incappucciate. 

Lylith corse sul campo per fare una sfuriata a quei piccoli idioti serpeverde, seguita a ruota dalla McGranitt, poco dopo Remus andò a parlare con Harry e gli fece vedere Malfoy e i suoi due compagni travestiti da dissennatori, mentre Lylith quasi perdeva quel poco di rispettabile reputazione che si era guadagnata e l’altra professoressa gridava contro i ragazzi. Harry era decisamente divertito dalla scena.

Quella sera tutta la sala grifondoriana festeggiò fino a tarda notte, Lylith non poteva assolutamente perdersi la faccia scorbutica e furiosa di Severus così gli portò del vino elfico per brindare alla vittoria.

“Sei insopportabile, la bottiglia non è nemmeno a metà e vuoi che me ne vada! Hai dimenticato come si festeggia?” Severus alzò un sopracciglio, indispettito quanto divertito.

“Oh, ma che hai capito!? Uffa, non si può scherzare con il professorino perfettino Severino…” borbottava la ragazza, buttando giù un altro bicchiere.

“Ora la metà è passata” osservò con una smorfia il suddetto professore.

“Non ho capito, sei pure diventato astemio?” e gli riempì il bicchiere apposta. “non dirmi che non reggi un po’ di alcol!”

“…tu lo reggi fin troppo. Sei perennemente ubriaca, quindi un’alcolizzata, o hai qualche problema serio al cervello e sei perennemente stupida?” replicò pungente il mago scolandosi il bicchiere e riempiendolo nuovamente.

“…non è divertente.” Rispose lei imbronciata.

“Lo so, scusami. Hai ragione” e le sorrise. Riempì tutti e due i bicchieri e propose di brindare alla prima volta in cui Lylith aveva ragione su qualcosa.

“Continui ad essere poco carino.” Ma brindarono e bevvero anche questo bicchiere. Con una risatina del tutto insolita per lui, fece notare come il contenuto della bottiglia non arrivava mai alla fine. 

“L’hai stregata!” esclamò.

“Beh sì…ma pensavo che reggessi meglio un po’ di vino. Hai più di trent’anni.” Osservò lei pensierosa. “meglio se lo tolgo di mezzo…” la mano di lui le bloccò il polso e con l’altra mano l’avvicinò a sé gentilmente. 

“Cosa pensi adesso?” chiese guardandola negli occhi.

“Oh, ora sei fin troppo cavalleresco per usare la legilimanzia, o troppo ubriaco per farlo?” rise lei ironica.

“Mph. Ti dico quello che penso io. Hai dei bellissimi occhi Lily. Ora dimmi a cosa stai pensando tu.”

“Ok. Hai un bellissimo alito da alcolizzato.” Rispose, sostenendo il suo sguardo.

“Lily sei bellissima. Ma a volte non ti sopporto. Non riesco ad odiarti e a farmi odiare da te” non le diede il tempo di replicare a questa confusa affermazione, perché le prese il volto fra le mani e lo avvicinò alle sue labbra e la baciò teneramente, a lungo. O almeno a lui sembrarono meravigliosi anni. Lei non sapeva cosa pensare. Era certa che si stesse riferendo alla Lily morta e non a lei, però era anche certa che tra un po’ sarebbe collassato quindi non le costava niente ricambiare quel bacio. E allo stesso tempo si chiedeva che cosa le fosse passato per la testa accettandoLO. Ora avrebbe di nuovo rovinato la loro amicizia, rinata da poco. Stava baciando Severus! Quando lui non stava baciando lei, Lylith, ma Lily.Gli sembrava di prenderlo in giro...Lylith non voleva baciarlo. Voleva solo tornare indietro di qualche istante! Ma come previsto Severus cadde sul suo letto, lei lo lasciò così com’era ed uscì, per chiarirsi le idee.

Sentiva ancora forti rumori dal dormitorio dei grifondoro però e decise di controllare. Ma non trovò allegri ragazzi che festeggiavano. Trovò ragazzi terrorizzati che se la prendevano con il ritratto per aver fatto passare un uomo dai capelli nei e disordinati. Un uomo che aveva squarciato le tende di uno dei letti per qualcosa, o qualcuno al suo interno. Sirius Black, giurava Ron, era nella torre di grifondoro.

“Chi mai” stava ora chiedendo la professoressa McGranitt accorsa al trambusto “chi mai è stato di una stupidità così abissale da scrivere le parole della settimana su un biglietto e lasciare il biglietto in giro?”

E lentamente, la mano di Neville Paciock  si alzò timidamente dalla folla.

 

 

Successivamente il castello fu perquisito di nuovo, Lylith diede una pozione rinvigorente (e somministrò anche un incantesimo oblivion) a  Severus, così che non si insospettissero per la sua assenza, ma la sua priorità era trovare Remus. Doveva parlargliene…non avrebbe permesso che Sirius venisse privato dell’anima. Con o senza aiuto. Per di più, mentre lei era con un Severus ubriaco, Sirius era stato nel castello…si sarebbero potuti incrociare, se non le fosse venuta in mente quella stupida bottiglia incantata. Gli avrebbe potuto parlare...dirgli  quanto teneva a lui, che non le importava se gli dessero la caccia, lei lo avrebbe aiutato, non le importava quante persone avesse ucciso, voleva il suo Sirius con lei.  Si sarebbe accontentata anche solo di guardarlo negli occhi.

“Come non puoi credere a quello che ti sto dicendo? Perché non ti fidi di me Remus?”

“…perché quello che dici non ha senso. Vuoi farmi credere che…tutto sia stato invertito? Che Peter aveva tradito James e Lily e Sirius è andato ad ucciderlo per questo?”

"Si! È tanto difficile da credere? Non è stato l’atto di un mostro… Peter meritava di essere ucciso”

“Ha ucciso altre persone innocenti.”

“Lo so. Ma non l’ha fatto apposta!”

“Lily! Non puoi difenderlo!”

“Sono stata tutto il tempo con lui, Rem. L’avrei capito se fosse stato dalla parte di Voldemort, non trovi?”

“…chi mi dice che non sei tu ad aiutarlo ad entrare?”

“…non credi veramente a quello che hai detto.”

“No, hai ragione. Ma Nessuno ti da la colpa di non aver capito che…”

“Oh ancora! È assurdo!”

“è assurdo che tu creda a lui!” Lylith era pronta a replicare quando la voce di Severus che chiamava Remus si sentì da dentro il camino. Sospirò e seguì Rem nell’ufficio di Severus.

“Mi hai chiamato, Severus?” chiese stancamente il lupo mannaro dando un’occhiata veloce ad Harry, che si trovava dentro. Lylith non disse niente. Sperava che Severus non avesse alcun ricordo della notte della settimana precedente, ma non lo sapeva con certezza, perché aveva cominciato ad evitarlo. Sì, un po’ si stava comportando da vigliacca. 

Severus la guardò curiosamente, poi rispose “Certo.”

E raccontò di come la testa di Harry era stata vista ad Hogsmeade da Malfoy, di come aveva trovato quel vecchio pezzo di pergamena che lo aveva tremendamente insultato. Il cuore di Lylith ebbe un tuffo e anche quello di Lupin, ne era certa, appena lessero la prima riga di quella pergamena: il signor Lunastorta. La loro mappa. Ma…com’era possibile che ce l’avesse Harry? E …solo la testa? Vuol dire che aveva anche il mantello di suo padre? Doveva averglielo dato Silente.

“è piena di magia oscura…” stava blaterando Severus, mentre nessuno lo ascoltava realmente, pensavano a creare una soluzione per tutti i presenti, tutti coinvolti in quella storia.

“Suppongo che sia una cosa trovata in un negozio di scherzi, Severus. non mi sembra affatto pericolosa” obiettò calmo Lupin.  Per quanto la sua indole da bravo ragazzo detestasse mentire, non era a Severus che  doveva la verità.

“Ora che ci penso, ho visto altre di queste pergamene stropicciate da Zonko l’ultima volta che ci sono stata…” Lylith cercò di suonare convincente e sovrappensiero.

“Davvero? Non credete invece che Potter qui la possa aver ricevuta direttamente da chi l’ha fatta?” insistette Severus.

Diamine! Perché quell’uomo doveva essere così acuto e intelligente? Come aveva fatto a capire che…ma tanto non aveva prove. Non ancora.

“Vuoi dire il signor Codaliscia, o un altro di questi signori?”  chiese Remus con fare innocente e sorpreso.

“Precisamente. O questa L” disse soffermandosi molto sospettosamente su Lylith.

“Harry, conosci una di queste persone?” chiese gentile Remus.

“No!” rispose subito il ragazzo.

“Visto Sev? Tutto normale. Un articolo di scherzi senza dubbio.” In quel momento la porta si spalancò e Ron disse senza fiato che l’aveva data lui a Harry tempo fa.

“Ah, perfetto allora. La prendo io, giusto per ultimi controlli. A presto, Severus. Harry, Ron…venite, vorrei parlarvi di quel tema…”

“Lylith.” Disse Severus con tono un po’ più ansioso di prima.

“Sì?” rispose, costretta a voltarsi.

“…mi stai evitando.”

“No, non credo proprio” mentì spudoratamente.

“Non era una domanda.”

“Convinto tu…” non sapeva che dire.

“Perché? È successo qualcosa?” sembrava perfino preoccupato. In realtà Severus ci aveva messo una settimana intera per trovare il coraggio e le parole da dire.

“Assolutamente. Sei tu che ti fai paranoie. Non c’è stata l’occasione di litigare, se è questo che intendi, con tutta questa confusione per Sirius Black. Tutto qua. Fine. Scusa, ho da fare. Ci vediamo a cena.” E uscì lasciandolo interdetto e deluso.

 

 

 

Il giorno della finale di quidditch, grifondoro contro serpeverde finalmente arrivò. La partita fu una delle più sporche mai viste ad Hogwarts. Grifondoro era in vantaggio, ma comunque c’erano fischi su fischi. Severus si era seduto accanto a Lylith, per cercare di capire cosa ci fosse in quella maledetta donna e lei ne stava approfittando per ricoprire di insulti lui e tutti i serpeverde. pensò che fosse molto divertente vederla così indignata, perciò si prese tutto il suo sfogo senza dire una parola, tranne qualche battuta sarcastica,come sempre. Forse era un miglioramento, pensava.

“Ma come osa! È un comportamento spregevole! Vile bastardo! E tu! Non gli dici niente, sei il direttore della sua casa e scommetto che li istighi a comportarsi così! Vergognati! Sono disgustata! dai! Vai! Vai! Si!” esultò poi.

Grifondoro aveva vinto, non solo la partita, ma anche la coppa dopo un salvataggio spettacolare di Harry e Lylith si era alzata in piedi e ora urlava come tutta la folla tranne quelli verde e argento. Diede uno sguardo a Severus, ancora seduto, imbronciato e in qualche modo confuso e le venne da ridere. “Dai, era anche ora che vincessimo noi, no? brutto paranoico, musone, scorbutico, estremamente sarcastico e irritante, pallone gonfiato serpeverde” gli disse con un sorriso divertito.

“Sono gli aggettivi migliori o peggiori che potevi trovare per me?” domandò lui ironico

“…sono gli aggettivi che potevo trovare per te” rispose dopo una pausa. –certo, a parte estremamente intelligente, divertente…- scosse la testa  e disse “comunque stavolta niente festa eh” ops. L’aveva dimenticato.

“Quale festa?” chiese confuso il serpeverde.

“Oh, nulla, nulla” rispose l’altra sorridendo mentre camminava verso il castello.

 

Quella sera, come del resto tutte le sere delle scorse settimane, Lylith si trovava nell'ufficio di Remus e i due chiaccheravano bevendo del tè, Lylith seduta sulla scrivania osservava la stessa pergamena che avevano confiscato a Harry e Remus percorreva tutta la lunghezza della stanza a grandi passi. non si capiva se fosse più nervoso per la luna piena incombente o per tre ragazzi che avevano tutta l'aria di voler uscire dopo il crepuscolo.

“Lily, Hagrid è loro amico. Mi sembra ovvio che proveranno ad andarci”

“In effetti, anche io lo farei…”

“Ah, lo so bene.” Rispose Remus bevendo l’ennesima tazza di the.

“…andrà tutto bene. Tu prendi la pozione e riposati, io guarderò la mappa.” Propose Lylith.

“Ancora è presto per la pozione” Sorrise lui forzatamente.

“Ma guarda qua! Vanno dritti a casa di Hagrid. Avevi ragione.”  Lylith trovava la cosa divertente. Remus assolutamente no. 

"Non ti rendi conto di quello che significa e venissero trovati fuori dal castello al buio?"

“ Perchè dovrebbero essere visti? Scommetto che sono sotto il mantello di James...pensa che ora è il mantello di Harry.”

“Già…”

“Certo che quel Malfoy ha proprio giocato un brutto tiro, con questo ippogrifo. Vigliacco.”

“Già…”

“E non dire solo già!”

“Scusa, sono solo in stato di ansia eccessiva da pre-luna piena!” scoppiarono entrambi a ridere forte. Mentre ancora ridevano a Lylith si congelò il sorriso sulla faccia. Indicò, bianca come un lenzuolo, la mappa al suo amico.

“Non è possibile…” sussurrò questo esterrefatto.

“Sarà un errore, ma…”

“La mappa non mente mai” conclusero all’unisono. Si guardarono. 

“…è davvero innocente allora.”

“Rem! Guarda!” si catapultarono veloci come fulmini fuori dallo studio, fino al platano picchiatore. I ragazzi erano già scesi nella stamberga strillante.  E non erano soli.

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