Questa vita sa di te.

di dreaming of you
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La prima volta che i tuoi occhi incontrarono i miei ***
Capitolo 2: *** 4 chiacchere, un paio di sorrisi e tanta paura ***
Capitolo 3: *** piano piano prendeva possesso di me ***
Capitolo 4: *** un bacio e non potei più fare a meno di lui ***



Capitolo 1
*** La prima volta che i tuoi occhi incontrarono i miei ***


Sono passati 3 anni dalla prima volta che i suoi occhi hanno visto i miei, dalla prima chiacchierata e dal primo saluto.

Molte cose sono cambiate, altre si sono modificate e altre ancora si stanno creando.

Non ho mai tenuto un diario e nonostante i miei 17 anni devo ammettere che la mia memoria non ricorda tutto.

Scrivo questa storia per ricordare e non dimenticare. Forse non la leggerà nessuno ma non voglio dimenticare quel poco che ricordo.

Ricordo bene la prima volta che ti ho visto, hai suonato il campanello e nonostante sapessi solo il tuo nome ti avevo già etichettato.

Quella è stata la prima volta che ti guardai, subito dopo tu mi guardasti e li ebbe inizio tutto.

Ma partiamo dall’inizio, un paio d’ore prima cercando di ricordare le poche immagini che non sono sbiadite.

Non ho mai avuto molti amici, ne ho incontrati molti di falsi e quelli veri che mi circondavano me li tenevo stretta.

Era un pomeriggio caldo per essere Maggio, uno di quelli in cui tutti voglio uscire per andare al parco.

Io invece ero a casa di una mia amica che conoscevo da poco si chiamava Serena, dico chiamava perché ora non ci parliamo più ma questo deve ancora succedere.

Appoggiata di fianco al lavandino mentre lei si mette lo smalto pensavo a come faccia una persona a scegliere quei colori e nel frattempo mi guardavo in torno.

All’improvviso mi dice

-questa sera faccio una pizzata, vieni vero?

A me non è mai piaciuto trovarmi nelle feste in casa di qualcuno in cui conosco solo 2 persone.

Mi sento fuori luogo, non so cosa dire, se non parlo mi ignorano e rimango tutta la serata in disparte a fissare il vuoto e se parlo mi guardano come se fossi pazza perché mi intrometto senza sapere il discorso.

Decido di rifiutare l’invito, solo che non sono mai stata molto brava a dire di no.

-facciamo la prossima volta, questa sera non mi va.

-Ma dai, sono tutti simpatici, cosi conosci un po’ di gente nuova

-chi viene?

-i soliti della compagnia e l’ex della Clara

Ok allora non vengo penso

-vabbè ok ma solo per questa volta

 

La sera fui la prima ad arrivare, mi ricordo che il pomeriggio ero andata dalla parrucchiera, avevo i capelli biondi con i boccoli, un filo di matita sugli occhi e indossavo una felpa

violetto con una maglietta a maniche corte sotto marrone con dei brillantini rosa.

Visto che ero li da sola mi ero seduta sul divano, ero un po’ agitata ma ero curiosa di vedere quel ragazzo che non volevo conoscere perché era “l’ex della Clara”.

Gli avevo già dato un’etichetta senza neanche averlo visto.

Dal divano in cui ero seduta riuscivo a vedere la porta di casa, cercavo con lo sguardo di vedere quel ragazzo ma non sapevo bene com’era.

Mi continuavo a guardare le scarpe e più la gente arrivava più ero curiosa di vedere quel ragazzo.

Poco dopo suona il campanello, guardo e vedo un ragazzo con i Jeans, una maglietta marrone e il ciuffo tirato in su con un po’ di gel.

Appena entrò dalla porta capii subito che quel ragazzo era lui, io feci finta di niente nonostante l’avessi fissato fino a quel momento.

La mia amica me lo presentò e in quel momento i nostri sguardi si incrociarono e io mi accorsi di com’era bello.

Ma non fu la sua bellezza ad attirare la mia attenzione, fui rapita dai suoi occhi azzurri come il mare, quegli occhi che lasciano traspirare ogni pensiero e ogni emozione.

Finita la pizza tutti si misero davanti alla tv con le sedie a guardare un dvd, tutti tranne noi 3: io la mia amica e lui, Edoardo.

Io ero seduta a capotavola e la mia amica Serena era seduta alla mia sinistra e dopo di lei cera lui.

Dopo un’ora di risate continue e molti rimproveri dagli altri perché non riuscivano a guardare il film io ero sempre più incuriosita da lui.

Continuava a ricevere messaggi e ci raccontava quello che diceva la sua amica.

Tra altri mille discorsi il tempo passava ma per me era come se il tempo si fosse fermato, eravamo solo noi 3 e io non sentivo ne vedevo altro. Era una strana sensazione ma mi piaceva, stavo bene.

Tra un messaggio e l’altro che riceveva la mia curiosità aumentava, finchè non so come riuscii a leggere sul display del suo telefono : Amore mio.

Ecco, troppo bello per essere vero, non so perché, ma dopo 2 ore ero già gelosa di quel ragazzo che fino a poco fa aveva un’etichetta ma che già stavo dimenticando.

Ad un certo punto mi dice: -nessuno ti scrive

-questa sera no

Ricordo di essermi vergognata tantissimo e di aver girato il telefono.

Poco dopo suona il suo telefono e lui dice che è arrivata sua mamma a prenderlo perché abita lontano.

Si alza mi guarda e mi dice

-mi lasci il tuo numero?

Era la prima volta che un ragazzo mi chiedeva il numero, un ragazzo che avevo appena conosciuto.

Glielo dettai e cosi come era entrato da quella porta usci, i suoi occhi però restarono impressi nei miei cosi come la sua etichetta era sparita.

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Capitolo 2
*** 4 chiacchere, un paio di sorrisi e tanta paura ***


I giorni passavano e lui mi scriveva ogni giorno ma io avevo paura e ogni volta che mi scriveva non gli rispondevo o inventavo una scusa come "ho finito i messaggi o i soldi". Passò una settimana e iniziammo a sentirci spesso, in ogni momento.

Parlavamo di un sacco di cose, non so come facevamo a trovare tutti quegli argomenti.

Ricordo ancora che la cosa che più mi interessava era sapere chi fosse la tipa che gli scriveva la sera prima, soprattutto quando mi scriveva che gli piacevo e che voleva me.

Un giorno mi scrisse:

-non era una cosa seria, l’ho lasciata per te.

Non era tanto ma per me era tutto, quelle semplici parole mi avevano fatto stare bene, aveva lasciato lei per me, mi aveva chiesto il numero dopo poche ore che ci eravamo conosciuti e mi aveva subito scritto.

Iniziavo a stare bene quando mi scriveva e le giornate assumevano un senso migliore, aspettavo sempre i suoi messaggi e quando non mi scriveva avevo un vuoto dentro.

Avevo 14 anni e non avevo molta esperienza, non avevo avuto storie serie e avevo paura, ogni volta che lui mi diceva che gli piacevo o che voleva qualcosa di più io mi tiravo indietro.

Passarono i giorni finchè una mattina mi scrisse:

-ti va di uscire con me un pomeriggio?

Accettai, forse massaggiando con lui stavo crescendo, ero sempre la solita ragazza insicura ma un po’ cominciavo a lasciarmi andare.

L’unica condizione era che non fossimo soli, volevo portare con me la mia migliore amica Chiara che fortunatamente accettò subito.

-certo, ma io porto la mia amica

-va bene, io porto Marco il mio migliore amico. Alle 4 al parco. A dopo

Ero agitata, era la prima volta che ci vedevamo dopo quella sera e io sapevo di piacergli ma avevo paura, non sapevo cosa fosse giusto fare.

Era tanta la voglia di vederlo, di vedere il ragazzo che occupava le mie giornate e miei pensieri ma era tanta anche la paura.

Il parco in cui dovevamo trovarci era dietro casa mia e ci mettevo poco per arrivare.

Poco prima delle 4 io insieme alla mia amica iniziammo ad andare verso il parco all’entrata principale.

Una volta fatte le presentazioni insieme andammo verso la panchina ma bisognava camminare un po’.

Marco era davanti a noi, Edo di fianco a me e la mia amica dietro.

Non sapevo cosa dire ne cosa fare, lui cercava di prendermi la mano e io facevo finta di grattarmi o univo le braccia e lui ci rimaneva male.

Passammo attraverso il percorso per terra che costeggiava il prato e con la coda degli occhi lo guardavo, parlavo con lui e intanto mi guardavo in giro.

Non volevo perdermi niente.

-scemo prendile la mano

Mentre camminavo sentivo Marco parlare a Edo che nel frattempo visto che io mi guardavo intorno si era avvicinato a lui, io chiamavo la mia amica per dirle una cosa

-vuole prendermi la mano ma io non voglio

-perché? Dai lascia la mano di fianco a te e lascia che te la prenda

-ma ho paura, mi vergogno

-dai

-mi sa che ci sia rimasto male, cammina con il suo amico non cerca più di prendermela.

Avevo voluto quella sensazione ma ora che non era più li stavo male, era come se volessi ricevere quelle attenzioni da lui.

Arrivati vicino alla panchina decidiamo di sederci per terra, i due maschi davanti a noi.

Iniziano a parlare di persone e cose di cui io e la mia amica non conosciamo e dopo un po’ gli dico

-scusate ma noi non capiamo, ci coinvolgete?

Finalmente la conversazione prende una piega migliore e anche se con molto imbarazzo riusciamo a parlare.

-devo dirti una cosa

Edo mi guarda con aria un po’ perplessa

-la Serena si è innamorata di te

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Capitolo 3
*** piano piano prendeva possesso di me ***


Stava diventando parte di me ma io ancora non me ne accorgevo, piano piano prendeva possesso di una parte di me finchè io non potei più fare a meno di lui.

Passarono i giorni e finalmente decidemmo di vederci di nuovo, questa volta però solo noi 2.

Come l’altra volta l’ora e il posto dell’appuntamento era la stessa.

Ero molto impaziente ma avevo anche molta paura, questa volta non cera nessuno oltre a me e lui, dovevo lasciarmi andare e fare quello che mi sentivo.

Tornata a casa da scuola mi preparai in fretta, a Giugno avrei avuto gli esami di terza media ma uscire con lui era più importante.

Ero felice, avevo un appuntamento, lui voleva vedere me!

Non sapevo come vestirmi, andai in camera, rimasi a fissare l’armadio, quando devi uscire magicamente tutti i vestiti che hai ti fanno schifo.

Fuori faceva  caldo, quindi decisi di mettermi i pantaloncini corti con una maglietta.

Prima di uscire di casa mi andai a controllare in bagno, un po’ una scusa per perdere tempo, sorrisi.

Usci di casa, scesi i 3 interminabili piani di scale e finalmente arrivai sotto al portico, tirai fuori dalla cantina la bici e finalmente ero pronta per andare.

Come l’altra volta lui era li all’ingresso del parco che mi aspettava, anche lui era in bici, era bello e soprattutto era li per me.

-ciao mi salutò sorridendomi

-ciao ricambiai il sorriso

Iniziammo a incamminarci, il parco era molto carino, appena dopo l’entrata c’erano delle panchine di pietra poi  la strada si divideva, a sinistra c’era uno spazio per i cani e un po’ dopo i giochi per i bambini e a destra era tutto prato e in mezzo a queste 2 strade si trovava il laghetto con i pesci e le tartarughe ma più volte ho sentito che qualcuno ci aveva fatto il bagno.

Come l’altra volta girammo a sinistra e ci sedemmo sotto un albero subito dopo l’area per i cani.

Cosa avrei potuto raccontargli?

Lui era interessato a quello che dicevo, il tempo passava e io non  me ne accorgevo.

Eravamo seduti per terra, uno di fianco all’altro ma anche uno di fronte all’altro, le sue gambe toccavano le miei e le nostre teste erano molto vicine.

Parlammo un po’ di tutto, della scuola, del tempo libero, insomma di tutto quello di cui ancora non avevamo ancora parlato.

Gli raccontai anche dei miei e della loro recente separazione.

Ad un certo punto chinai la testa e mi guardo i piedi, quando la rialzai vedi che si stava avvicinando e senza che io avessi il tempo di pensarci ci stavamo baciando.

All’inizio mi staccai ma subito dopo ci stavamo baciando di nuovo.

Avevo paura ma non tanto per quel gesto ma perché nonostante non fosse il mio primo ragazzo avevo paura di non saper baciare bene.

Volevo essere perfetta ai suoi occhi, piano piano prendeva un pezzo del mio cuore.

Era un territorio inesplorato per me, provavo un sacco di emozioni diverse ma era bello, mi lascia andare e non ebbi bisogno di un manuale, tutto venne da se.

Quello fu il nostro primo bacio.

Finito quel momento ricco di emozioni e pensieri mi accompagnò all’uscita del parco dove mi aveva aspettata poco prima ma questa volta mi teneva per mano.

Era bello avere tra le miei mani la sua, con la mano libera spingevamo le bici.

Avrei voluto restare li, tutta la vita pur di non lasciargli la mano.

Arrivati mi salutò con un altro dei suoi baci e anche questa volta mi trovai in un altro mondo.

Rientrai a casa, in quel periodo eravamo appena andati via da casa di mio papà quindi io e mia mamma abitavamo con mia nonna, io dormivo in cameretta e lei sul divano.

Quel pomeriggio sprizzavo di gioia, mi sembrava di vivere un sogno!

Quella sera il telefono vibrò, era lui

-ti vuoi mettere con me?

-lo vorrei tanto, ma sai che non posso.. non posso fare questo alla Serena

 

 

è la mia prima storia, recensite? mi fareste un favore, sono qui per migliorare :)



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Capitolo 4
*** un bacio e non potei più fare a meno di lui ***


Non riuscii a tradire una mia amica ma quella domanda poteva avere solo una risposta e tutti e due sapevamo che prima o poi saremo stati insieme.

E per noi anche se non ufficialmente stavamo insieme.

I giorni seguenti era difficile non vederci, il nostro luogo di ritrovo era sempre il parco, ogni tanto cambiavamo posto ma restavamo sempre all’ingresso, a parlare, a baciarci e semplicemente a stare un po’ insieme.

Era bello stare li a perderci negli sguardi, seduti vicini come due bambini inesperti, uno di fronte all’altro a giocare con l’erba appena tagliata.

Per anticiparvi qualcosa poco dopo sostituimmo l’erba con gli asciugamani e accorciammo le distanze, eravamo cosi vicini stesi sull’asciugamano che non ci stava altro in mezzo a noi.

Uscivamo spesso anche con Marco e la Serena, ma anche se Marco sapeva tutto lei non si accorgeva di niente.

Una volta che andai nella parrocchia di Edo mentre lui camminava Marco mi prese in disparte e mi disse

-stai con lui, lui vuole stare con te gli piaci proprio tanto. Non l’ho mai visto cosi

-lo so piace anche a me ma non posso ora, sai.. la Serena

Non sapevo che altro dire così raggiunsi Edo

 

Un pomeriggio decido di andare da lei per parlarle, quel pomeriggio saremmo dovuti uscire tutti e 4 e non volevo più nascondermi.

Casa sua era nella mia stessa via, si usciva dal mio quartiere si arrivava alla chiesa e si girava su una vietta.

Aveva una casa grande, su 2 piani; viveva sua mamma (il papà non si sa che fine avesse fatto, a ogni persona diceva una cosa diversa), al primo piano c’era la cucina e la sala e al secondo piano il bagno e le camere.

Arrivai a casa sua e lei stava cucinando per gli ospiti che sarebbero arrivati per cena, la cucina era piccolina e io mi misi attaccata al lavandino.

-ho scritto a Edoardo oggi, secondo me gli piaccio, a me piace è proprio carino

Non ve l’ho detto ma era convinta di piacere a tutti, infatti dopo Edoardo si innamorò di Marco ma questo più avanti.

Dopo quella sua frase non riuscii più a dirle tutto, come facevo io a dirle che a Edoardo piacevo io? Era lui che doveva parlare con lei.

Quel pomeriggio al parco non successe niente, lei ascoltò la musica e Edo di nascosto mi teneva la mano.

Non mi importava quello che avrebbe detto, se era mia amica avrebbe capito, io volevo lui e lui voleva me questo è quello che importava.

Ma non finì li, quando mi accompagnarono a casa Edo e io camminavamo più veloci e fummo i primi ad arrivare sotto al portico.

Marco dietro parlava con la Serena e forse cercava di darci un po’ di tempo.

-non ce la faccio più voglio stare con te

Furono le parole di Edo e subito dopo mi baciò, per pochi secondi perché avevo paura potesse vederci.

Eravamo sotto il portico di casa mia, con le spalle alla casa e di fronte un giardinetto e presto dalla vietta sarebbero arrivati.

-cosa fai? Cosi ci vede

-non mi interessa, ho voglia di baciarti

Mi baciò di nuovo e io mi lascia andare ma purtroppo poco dopo mi dovetti staccare, loro arrivarono e anche se avevo un sorrido ebete stampato in faccia lei non capì niente.

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