Guardami {per dieci volte}

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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** First sight ***
Capitolo 2: *** First smile ***
Capitolo 3: *** First blush ***
Capitolo 4: *** First touch ***
Capitolo 5: *** First doubt ***
Capitolo 6: *** First crush ***
Capitolo 7: *** First guess ***
Capitolo 8: *** First secret ***
Capitolo 9: *** First regret ***
Capitolo 10: *** Last laughter ***



Capitolo 1
*** First sight ***


first sight

{ prompt #01: studying }

 

 

 

 

 

Aveva sguardo delicato e mani intelligenti.

- Giovanni Soriano -

 

 

 

 

 

settembre 1991

 

 

Nella sala comune di Grifondoro nessuno passava tanto tempo sui libri quanto quella ragazzina. Fred l’aveva vista qualche volta parlare con Ron, con Harry, con Neville Paciock, più raramente con gli altri del loro anno – ma, il più delle volte, Hermione Granger se ne stava tutta sola e concentrata su un qualche voluminoso tomo preso in prestito dalla biblioteca. A esser franchi, cominciava a incuriosirlo.

« Ehi, Ron. »

« Mm? » Chino sulla scacchiera di fronte a Harry, Ron non alzò neppure lo sguardo. « Che cosa vuoi? »

Fred si stiracchiò nella poltrona. Accennò con la mano alla parete opposta della sala circolare. « Mi chiedevo, la tua amica... »

« Non è mia amica » negò Ron con energia, notando il suo gesto e scuotendo la testa dinanzi all’assurdità delle sue parole. « Io amico di quella lì? Scordatelo. Non succederà neanche tra dieci anni. »

« Sì, ok, come vuoi. » Fred lasciò correre, ignorando anche l’occhiata incuriosita di George; era la prima volta che non gli confidava una propria impressione su qualcuno, il che contribuiva a rendere ancor più interessante tutta quella faccenda. Al suo tavolo solitario, Hermione Granger leggeva con una scrupolosità a dir poco aliena il mattone di Storia della Magia. « Mi chiedevo soltanto... Ma studia sempre? »

« Ahh, Harry, non dovevi proprio! Regina in E5! »

Era chiaro che il suo fratellino dalla concentrazione limitata era di nuovo troppo preso dalla partita per dargli ascolto. Fred sbuffò e guardò altrove: gli scacchi erano decisamente un gioco troppo noioso per lui.

In quel momento, Hermione Granger sollevò il viso dal librone, in cerca di piuma e pergamena. Lanciò un’occhiata davanti a sé. Intercettò lo sguardo di Fred fisso su di lei, e lo ricambiò perplessa. Ma fu solo un attimo: subito dopo tornò al suo studio e prese a scrivere fitto fitto.

Contemporaneamente, Ron si ricordò di aver appena piantato in asso una conversazione e parve recuperare un briciolo di civiltà.

« Perché t’interessa? »

Fred si scosse. Si accorse di avere un mezzo sorriso in volto. « A me? No, era così per dire. »

Ostentò un improvviso interesse per la partita, ma per un bel pezzo continuò a rimuginare sugli occhi bruni di Hermione Granger.

Perché non mi dispiacerebbe riuscire a guardarla in viso, qualche volta.

 

 

[ 365 parole ]

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Spazio dell’autrice

 

È ufficiale: il Fred/Hermione è diventato il mio OTP anticanon. Checché se ne dica, per me funziona (funziona?! Sono dolcissimamente esilaranti!♥), e comunque, al di là della discussione se sia vero o meno che la Rowling volesse farli finire insieme, lo trovo molto più credibile di altri pairing crack come ad esempio il Draco/Hermione – parlo con tutto il rispetto, naturalmente: non disprezzo affatto il Draco/Hermione, ma il modo in cui spesso li si fa finire OOC . Ma non siamo qui per parlare di questo.

Quando ho trovato i prompt dei 10_glances ho subito pensato di scrivere una raccolta Severus/Lily (il mio OTP canon, per inciso): il tema degli ‘sguardi’ sarebbe stato perfetto per loro. Ma sarebbe stato anche un po’ scontato. Perciò vi ritrovate adesso di fronte al prologo della mia prima raccolta Fred/Hermione. Siete avvisati, non so di preciso dove andrò a finire, e siete liberi di cruciarmi se il risultato non sarà dei migliori. Il fatto è che non ho resistito... Li adoro, li adoro davvero.♥

I dieci capitoli balzeranno da un anno scolastico all’altro, ma saranno in ordine cronologico. Questo primo è ambientato in un momento precedente alla nascita dell’amicizia tra Harry, Ron e Hermione: mi piace pensare che Fred sia stato il primo ad accorgersi che, dietro i suoi libri, Hermione era molto sola. Il fatto che sia così poco ciarliero è volutissimo, perché dopotutto si è appena reso conto di provare curiosità nei confronti di una secchiona undicenne...

Sperando di non ricevere troppe maledizioni ^^’, vi aspetto qui, se vorrete seguirmi!

Aya ~

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Capitolo 2
*** First smile ***


first smile

{ prompt #02: singing in the rain }

 

 

 

 

 

We were both young when I first saw you.

- Taylor Swift, ‘Love Story’ -

 

 

 

 

 

febbraio 1992

 

 

Pioveva, ma l’allenamento procedeva meglio che mai. Harry sfrecciava sulla sua Nimbus Duemila da un punto all’altro dello stadio, all’inseguimento della palla da golf incantata che Baston aveva deciso di usare al posto del Boccino, riuscendo ad afferrarla a intervalli di poco più che dieci minuti. Hermione non l’avrebbe mai ammesso – il Quidditch non faceva proprio per lei – ma era ammirata: Harry era davvero nato Cercatore.

« Sto morendo di freddo » borbottava Ron di tanto in tanto. « Perché non torniamo al castello? Non lo lasciamo mica solo... »

« Ma non può che fargli piacere saperci qui » obiettò lei, seguendo con lo sguardo il volo dell’amico.

Com’era già capitato più volte, in tal modo finì per soffermarsi sui gemelli Weasley. Neanche questo avrebbe mai ammesso – quei due erano così infantili – ma la divertivano i loro continui scherzi, il loro prendere l’allenamento così sul ridere, quando gente come Oliver Baston faceva di tutto per farlo sembrare una missione di vita. Persino Harry ci s’intestardiva più che sui compiti, e la cosa di per sé era inconcepibile; ma per fortuna Fred e George ricordavano alla squadra che quello non era altro che un gioco. Si rincorrevano, mimavano colpi di mazza alle spalle del capitano, fingevano di cadere dalle scope e schizzavano di nuovo in alto ridendo. Qualche volta arrivavano fino alle tribune e volavano così vicini a Ron da farlo trasalire.

« Sono davvero bravi, i tuoi fratelli » non poté fare a meno di commentare, osservando Fred scendere in picchiata in un testa a testa con Angelina Johnson per impedire a un Bolide di disarcionarla.

Ron s’incupì e prese di nuovo a borbottare. Hermione si morse la lingua; ormai aveva capito quanto il suo amico si sentisse continuamente messo in ombra da parte dei gemelli, ma era stato più forte di lei. Fred volava così bene, quasi quanto Harry... Fred e George, cioè. Fred e George volavano così bene.

Fred colpì il Bolide e sterzò abilmente, sollevandosi fino all’altezza della loro fila di posti. Quando passò poco sopra le loro teste, a Hermione parve di sentirlo cantare. Cercò con gli occhi il suo viso e, a sorpresa, si vide ricambiare da uno sguardo luminoso, incorniciato da gocce di pioggia e capelli zuppi.

Stranamente, si ritrovò a sperare che i piedi di Ron fossero abbastanza freddi da tenerlo distratto.

 

 

[ 382 parole ]

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Spazio dell’autrice

 

Dopo le prime impressioni di Fred non potevano mancare le prime impressioni di Hermione. Le quali arrivano un po’ in ritardo, sì, ma considerate che Hermione ha passato i primi mesi dopo Halloween a consolidare la sua amicizia con Harry e Ron: adesso inizia a guardare anche più in là, e si accorge che Fred continua a guardarla come quel primo giorno in sala comune. Beata lei. Chiedo scusa se questi capitoli introduttivi non si focalizzano sul pairing in sé, ma sono necessari per spiegare che i prossimi non saranno campati per aria – e poi, beh, mi piace tanto usare anche gli altri personaggi! Adoro questa saga anche per l’altissimo numero di personaggi simpatici. Mi sono proprio divertita a immaginare l’allenamento a Quidditch di tutta la squadra di Grifondoro, e non potevo non citare il fanatismo di Oliver xD

Vi ringrazio di cuore per avere accolto favorevolmente questa raccolta, e spero solo che continui a piacervi!

Aya ~

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Capitolo 3
*** First blush ***


first blush

{ prompt #03: flower; rose }

 

 

 

 

 

Possiamo avere tutti i mezzi di comunicazione del mondo,

ma niente, assolutamente niente, sostituisce lo sguardo dell’essere umano.

- Paulo Coelho -

 

 

 

 

 

gennaio 1993

 

 

Quando Madama Chips le aveva detto che c’erano visite per lei, naturalmente aveva pensato a Harry e Ron. Venivano a trovarla tutte le sere, le raccontavano le novità a proposito della Camera, del diario e di Malfoy, e le portavano i compiti. Subito si era sollevata a sedere contro il cuscino: si sentiva pericolosamente indietro in Trasfigurazione – la professoressa McGranitt non ne sarebbe stata contenta.

Ma quando la porta si aprì di nuovo, sulla soglia c’era qualcuno che non era né Harry né Ron.

Hermione sobbalzò. « E tu cosa ci fai qui?! »

Fred rimase immobile, con un’espressione un po’ divertita e un po’ accigliata. « Accidenti, che accoglienza. Se hai intenzione di soffocarmi col tuo entusiasmo posso tornare quando dormi... »

Hermione si sentì arrossire. D’istinto si toccò con cautela le guance, quasi ad assicurarsi che fossero di nuovo le sue, anche se sapeva bene che i peli erano già spariti da un pezzo e che l’unica cosa che le restasse del gatto di Millicent Bulstrode erano le orecchie a punta, che facevano capolino tra i capelli.

« Scusami, non volevo sembrarti scortese. È solo... Be’... Non mi aspettavo che fossi tu. »

« Devo dedurre di essere una spiacevole sorpresa? »

« No! Ma che dici, non sei affatto una spiace... » Si sentì arrossire ancora di più, ma Fred le venne in aiuto, sorridendo con fare conciliante.

« Hermione, stavo scherzando. Non prendermi così alla lettera quando parlo. » Finalmente si avvicinò, e soltanto allora lei si rese conto del mazzo di roselline che aveva in mano. « Ron mi ha raccontato della tua disavventura. Sono lieto di constatare che anche l’irreprensibile Hermione Granger è in grado di combinare guai... Ho pensato di portarti delle sardine, ma temo che Madama Chips non avrebbe colto la sottigliezza. »

Suo malgrado, Hermione scoppiò a ridere. Accettò con gioia i fiori che le porgeva.

« Grazie, Fred, davvero. Sono bellissime. E il pesca è il mio colore preferito, come facevi a sapere...? »

Lui la guardava sbalordito. « Tu come facevi a sapere che sono Fred? »

Hermione pensò di aver raggiunto ormai la stessa tonalità dei capelli di lui.

Non poteva dirglielo. Non poteva osare dire ad alta voce che il sorriso di Fred Weasley era inconfondibile.

Ma ancora una volta, la pena di andare avanti le fu risparmiata: lui aveva appena notato le sue orecchie.

« Ehi, sai che ti donano? Dovresti lasciarle così, forse Gazza scoprirà di avere un debole per te... »

Hermione rise ancora, pur imbarazzata, nascondendosi appena dietro le rose. Avevano un buon profumo. Fece un gran sorriso a Fred quando si sedette sul letto ai suoi piedi.

Era davvero felice che fosse venuto a trovarla; quasi quasi valeva persino la pena di restare indietro in Trasfigurazione.

 

 

[ 444 parole ]

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Spazio dell’autrice

 

Mio Dio, trasportatemi in una realtà alternativa in cui questi due s’innamorano. Non riesco quasi a credere a quanto mi piacciano insieme.

Suppongo sia perfettamente comprensibile che siamo passati direttamente al secondo anno di scuola di Hermione: Fred ha saputo che è in infermeria dopo il disastro della Pozione Polisucco ed è andato a trovarla dopo aver strappato delle roselline color pesca (sì, anche il colore ha un perché) da qualche parte a Hogsmeade. Il fatto che sia solo – senza George – denota già una certa intesa tra lui e Hermione, perché, anche se non lo dico a chiare lettere, quei primi sguardi sono bastati per farli diventare amici in un modo un po’ esclusivo. Non è un legame forte quanto quello che lega la ragazza a Harry e Ron, ma è anche diverso dall’ordinaria conoscenza che intercorre tra lei e gli altri membri della famiglia Weasley. Sì, so che avrei potuto fornire maggiori particolari, ma i capitoli non possono superare i dieci ed è già abbastanza difficile tentare di sfruttare tutte le idee che ho avuto ^^’

E, ohh, ma sono l’unica a trovare fluffosissima l’immagine di Hermione con le orecchie da gatto? xD

Aya ~

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Capitolo 4
*** First touch ***


first touch

{ prompt #07: hug! }

 

 

 

 

 

Gli occhi stanchi di pianto sono i più degni di riposarsi nella contemplazione del cielo.

- Ambrogio Bazzero -

 

 

 

 

 

febbraio 1994

 

 

In tutta onestà, Fred e George avevano già sprecato fin troppi anni a cercare di far ragionare Ronald. Ormai potevano decretare con una certa sicurezza quando una causa era persa in partenza: e questa era sicuramente una di quelle volte. Non se ne capacitavano, ovvio – nessuno se ne capacitava! – ma se quell’idiota aveva deciso di portar rancore a un gatto per il resto della vita, soltanto perché aveva fatto un favore a un misero topo con almeno due zampe già nella fossa, be’, che trascinasse il suo brutto broncio lontano da loro, grazie. Loro erano artisti, mica guaritori.

Così, quando Fred entrò per primo dal ritratto della Signora Grassa e intravide un esausto Harry Potter seriamente impegnato nel consolare un’inconsolabile Hermione, subito diede di gomito al fratello con un’occhiata significativa. George capì al volo.

« Ehi, Harry. »

Harry alzò lo sguardo. Vide il cenno di George e, premuroso, strinse un’ultima volta la spalla di Hermione prima di alzarsi e raggiungerli.

« Cosa c’è? Avete parlato con Ron? »

« Sì, e come previsto abbiamo convenuto che sarebbe molto più facile tentare di addottrinare un troll sulle rivolte dei folletti » ribatté George. « Perché non ci provi tu? Magari a te darà ascolto. Sai com’è... Harry-Potter-il-Bambino-Tre-Volte-Sopravvissuto e via dicendo suona meglio dei Fratelli-Gemelli-Che-Vede-Tutti-I-Giorni. »

« Oh, piantatela » sospirò Harry, ma parve considerare l’idea. Lanciò un’occhiata incerta a Hermione. Fred, che guardava dalla stessa parte, se ne accorse.

« Stiamo noi con lei » lo rassicurò. « Abbiamo il fondato sospetto che sia molto più ragionevole di Ronnie. »

Harry tentò un sorriso, quindi corse via verso il ritratto all’ingresso della sala.

Fred marciò spedito verso Hermione, un passo davanti a George. Più si avvicinava, più vedeva arrossarsi gli occhi della ragazzina, chini come sempre sull’immancabile tonnellata di libri. Per un attimo provò l’impulso di girare sui tacchi e fiondarsi di nuovo da Ron a mollargli quattro bei ceffoni.

George si lasciò cadere nella poltrona di fronte a lei, ma Fred occupò la sedia lasciata vuota da Harry.

« Hermione, vuoi vedere un giochetto con le carte? Sono una nostra invenzione, superano di molto le Autorimestanti BumBum. »

« Oh... » Hermione si stropicciò le palpebre. Evidentemente cercava di mascherare le lacrime da stanchezza, ma Fred era abbastanza vicino da non lasciarsi ingannare. « No, grazie, George. Non posso distrarmi. Ho tanti compiti, sai. »

« Oh, come preferisci. Ti va una Cioccorana? È l’ultima, ma te la cedo volentieri. »

« Grazie, George, no. »

« E dai, Hermione! Cerca di non prendertela tanto! Ron è un caso perso. Sono tredici anni che cerchiamo di farlo capire alla mamma, ma lei non ci ascolta. Almeno tu, che sei intelligente, accetta la cosa e convivici! »

Fred l’aveva lasciato parlare per concedersi il tempo di osservare con attenzione ogni particolare del viso di Hermione – ok, non era il momento giusto, però quella bocca all’ingiù era davvero adorabile – ma, quando vide le labbra di lei tremare al nome di Ron, si voltò a fissarlo con commiserazione.

« Fai pena. Non è così che si consola una ragazza. Guarda e impara. »

D’impulso attirò con uno strattone la sedia di Hermione, che lanciò un debole strillo mentre i libri le sfuggivano di mano; un attimo dopo l’avvolse tra le braccia come faceva con Ginny. Va bene, forse in modo un tantino diverso.

« Vero che va meglio? » sorrise, avvertendo il calore della sua fronte sulla guancia. « Altro che Cioccorane e giochi a carte. »

George non disse nulla; Fred era certo che si stesse sforzando con tutto se stesso di non ridere. Neanche Hermione parlò, ma il suo era più probabilmente imbarazzo.

Fred esitò soltanto un istante prima di precisare: « E comunque, il signor Delicatezza qui ha ragione. Lascialo perdere. Perché non diventi amica nostra, invece? »

Da qualche parte sotto il colletto della sua uniforme, Hermione ridacchiò incerta. « Lo dici solo perché quest’anno hai i G.U.F.O.. »

« Uh, forse. » Quasi senza accorgersene, la strinse un po’ più forte. « Ma almeno ti ho fatto sorridere. »

Lei si liberò dall’abbraccio e tornò ai suoi libri, rasserenata, ma ancora molto rossa in viso. Fred era pronto a scommettere che stavolta il pianto non c’entrasse niente.

 

 

[ 670 parole ]

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Spazio dell’autrice

 

Forte pericolo di carie! Spero non siate intolleranti al fluff xD

Siamo ne Il prigioniero di Azkaban e Ron ha appena scoperto i peli di Grattastinchi là dove Crosta è sparito. Nel libro vediamo che, dopo il litigio, Harry è quasi sempre con lui, così ho pensato che i gemelli – che invece saranno più che stufi di tentare di far ragionare il fratellino – intimamente non incolpino Hermione proprio di nulla. E non credo sia solo una mia impressione, perché Fred e George fanno notare con parole molto chiare a Ron che Crosta, se è davvero morto, sta molto meglio adesso.

Spero che questo potenziale missing moment paia plausibile. *si crogiola al pensiero di Fred che abbraccia Hermione*

Aya ~

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Capitolo 5
*** First doubt ***


first doubt

{ prompt #04: pain }

 

 

 

 

 

Gli unici occhi belli sono quelli che vi guardano con tenerezza.

- Coco Chanel -

 

 

 

 

 

marzo 1995

 

 

Le dita le si indolenzivano e gonfiavano ogni secondo di più. Hermione sfrecciava verso l’infermeria, le lacrime agli occhi, senza guardarsi né a destra né a sinistra; perciò tutto sommato non rimase neppure tanto sorpresa quando investì in pieno qualcuno che svoltava un angolo. Stava già per filare via senza scusarsi, quando il qualcuno la bloccò sul posto con un secco: « Ma cos... Hermione? »

Alzò gli occhi. « Fred! »

Lui l’allontanò un poco, con aria sorpresa. « Sei proprio tu! Si può sapere dove te ne vai così di corsa? Perché non sei a colazione? »

« Potrei farti la stessa domanda » rimbeccò, un po’ irritata, sorreggendosi le mani l’una nell’altra.

Fred sollevò un braccio. « Polso slogato. Sono scivolato scendendo dal dormitorio. Non sembra grave, ma devo farlo sistemare... Per il Quidditch, sai. Aspetta un attimo » soggiunse, perché ormai doveva essersi accorto delle sue smorfie di dolore; « sei sicura di stare bene? »

Hermione tirò su col naso e lo fulminò con lo sguardo. « Com’è possibile che salti fuori sempre nei momenti peggiori? »

« Leggi della fisica, credo... Ma la Cooman ti direbbe che è destino » rispose lui senza sorridere. Con estrema cautela le prese una mano dolorante nella sua – quella non slogata. « Queste sono piaghe da pus di Bobotubero, Hermione. Come hai...? Oh, no, lasciami indovinare » si rispose da solo, guardandola di sottecchi. « Lettrici di Rita Skeeter, giusto? »

Hermione si limitò ad annuire tristemente. Fred non rise neppure stavolta; lei gliene fu grata oltre ogni dire.

Ci fu una breve pausa.

« Tu non stai con Harry, vero? »

Dapprincipio la domanda inaspettata la spiazzò, ma un istante dopo la mandò su tutte le furie.

« Non posso crederci! Anche tu! Quante volte dovrò ripeterlo a tutto il mondo che Harry e io siamo soltanto buoni amici? Quell’arpia s’inventa storie su storie soltanto per... Ahi! » dovette interrompersi, perché la mano che aveva stretto a pugno era stata percorsa da un’altra fitta di dolore.

Fred – con un’espressione di colpo più allegra – catturò anche quella, con i denti sfilò dal taschino un paio di fazzoletti e borbottò un incantesimo perché si stringessero attorno alle dita di Hermione. Il fresco delicato del tessuto fu un sollievo immediato.

« Be’, possiamo andare in infermeria insieme. Lo prenderò come un piacevole diversivo. »

Hermione si studiò le fasciature improvvisate, poi guardò lui. Si era aspettata che la prendesse in giro, o peggio, che ricorresse a qualche stupido consiglio sul lasciar perdere la Skeeter – perché, oh, lei gliel’avrebbe fatta pagare, alla Skeeter. Invece, quel sorriso imprevisto la disorientava.

Avrebbe voluto ringraziarlo, ma le parole le si persero da qualche parte in gola, e non riuscì a fare altro che arrossire.

Fred rise e l’affiancò lungo il corridoio verso l’infermeria, dondolando appena la mano slogata. Come se il dolore fosse scomparso...

Pus di Bobotubero a parte, anche lei avrebbe potuto considerarlo un piacevole diversivo.

 

 

[ 467 parole ]

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Spazio dell’autrice

 

Penso che sarebbe stato più che banale utilizzare il Ballo del Ceppo come missing moment da Il Calice di Fuoco, soprattutto perché viene usato molto spesso. Allora mi è venuto in mente l’attentato epistolario da pus di Bobotubero che Hermione subisce dopo l’articolo di Rita Skeeter sul “triangolo Harry-Hermione-Krum”. Ah, sì, per quanto riguarda l’incantesimo borbottato da Fred: lo so che per lanciare un incantesimo bisogna necessariamente avere in mano una bacchetta, ma passatemela, ok? Mi esaltava troppo immaginarmelo con le mani di Hermione nelle sue mentre i fazzoletti facevano tutto da soli. *rolls*

Mon Dieu, di già a metà raccolta? Potrei anche rallentare un po’ xD

Aya ~

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Capitolo 6
*** First crush ***


first crush

{ prompt #06: notebook; diary }

 

 

 

 

 

L’occhio non vede cose ma figure di cose che significano altre cose.

- Italo Calvino -

 

 

 

 

 

agosto 1995

 

 

Il Quartier Generale dell’Ordine della Fenice non era il posto eccitante che ci si sarebbe potuti aspettare dal nome che lo introduceva. L’oscura casa di Sirius offriva ben poche occasioni di svolgere attività interessanti e, se ciò si sommava all’infallibile fiuto della signora Weasley, pochissime di fare qualcosa di davvero utile. Naturalmente questo valeva per i ragazzi, certo. Be’, Hermione non poteva non comprendere l’apprensione di mamma Weasley – e tuttavia la vita al numero dodici di Grimmauld Place si era fatta incredibilmente noiosa. Se non altro, l’indomani sarebbe arrivato Harry...

Era immersa in queste cupe riflessioni e scarabocchiava distrattamente su un vecchio diario, quando la voce che le risuonò appena dietro l’orecchio – un respiro al profumo di menta piperita – la fece trasalire.

« Non è possibile. Non puoi studiare persino adesso! Siamo in vacanza, Hermione! D’accordo, qui non sarà un albergo a cinque stelle con vista sul mare ma... »

Hermione si ritrasse contro il tavolo, chinandosi sul diario con fare protettivo. « Non sto studiando, Fred... E comunque potresti anche smetterla di sbucarmi alle spalle così all’improvviso! »

« Ah, no? E allora cos’è che fai? » le domandò, come se non avesse sentito nient’altro, e prima che lei potesse impedirglielo le sfilò di sotto le braccia il diario pieno di righe su righe di... « ‘I dodici usi del sangue di drago’? »

Fred alzò gli occhi, stupefatto. Hermione scrollò le spalle.

« Scrivevo sovrappensiero, mi... mi è venuto quello. »

Lui scosse la testa, costernato, restituendole il diario senza indugi. « Soltanto tu potresti stilare gli usi del sangue di drago quando sei sovrappensiero, Hermione. Deve essere una delle cose che ti rendono unica. » Rise. « Vieni? La riunione è finita e la cucina non è più zona vietata al traffico di minorenni e appena-maggiorenni. Il capo ci vuole schierati per la cena. »

Hermione abbozzò un sorriso, sperando di non sembrare troppo imbarazzata. « Certo, arrivo subito. »

Rimase per un po’ a guardare Fred che usciva dalla sala fischiettando. Persino nel modo di camminare Hermione riusciva oramai a distinguerlo da George. Il passo di Fred era più sciolto, quasi saltellante... Il diario e la piuma le tremarono appena tra le dita.

Abbassò gli occhi e scorse le pagine fitte di un unico nome ripetuto all’infinito.

... Fred Weasley Fred Weasley Fred Weasley Fred Weasley Fred Weasley Fred Weasley Fred Weasley ...

Dentro di sé ringraziò di cuore Tonks per la Piuma Camuffante che le aveva regalato solo un paio di giorni prima.

 

 

[ 400 parole ]

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Spazio dell’autrice

 

E con questo potremmo stabilire che Hermione è cotta a puntino. xD Sì, be’, siamo passati di colpo al più sfrenato anticanon – dal ‘dubbio’ del precedente capitolo ci ritroviamo davanti a una ‘cotta’ vera e propria – ma il prompt mi suggeriva questa situazione. Alzi la mano chi di voi non si è mai ritrovato/a a scarabocchiare il nome di un generico ma speciale Qualcuno su un pezzo di carta u__ù

La Piuma Camuffante è un’altra delle mie – immancabili – licenze poetiche. Mi sarebbe piaciuto usarla come regalo di compleanno da parte di Tonks, per darle più senso, ma cronologicamente non era possibile (il compleanno di Hermione è il 19 settembre); non mi andava di rinunciare all’ambientazione di Grimmauld Place in favore della desueta sala comune di Grifondoro.

In sintesi, spero che la flash non vi abbia delusi. Vi assicuro che la prossima è molto più verosimile!

Aya ~

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Capitolo 7
*** First guess ***


first guess

{ prompt #08: take a gamble }

 

 

 

 

 

How can you see into my eyes like open doors?

- Evanescence, ‘Bring me to life’ -

 

 

 

 

 

ottobre 1995

 

 

Harry era un bravo insegnante; ma, come tutti i bravi insegnanti, ogni tanto perdeva la pazienza.

« Penso che stiate approfittando un po’ troppo del vantaggio di conoscere il vostro avversario. Michael, è evidente che non vuoi fare male a Ginny, e per questo non ti impegni abbastanza, mentre lei è libera di scagliarti addosso qualunque fattura voglia. » Risatine dalle ragazze. « Calì, Padma, conoscete troppo bene il punto debole dell’altra, il che può essere un limite: non sarà tra di voi che combatterete fuori di qui. Lo stesso vale per voi due » e così dicendo, camminando tra le file, indicava Fred e George.

« Non ha tutti i torti » osservò Fred, strizzando l’occhio al gemello. « Continuiamo a colpirci nello stesso momento invece di schivare i reciprochi attacchi. »

« Effetti collaterali del pensare allo stesso modo » annuì George compunto.

« Sì, è proprio questo che intendevo » riprese Harry, evidentemente sollevato di esser riuscito a spiegarsi tanto in fretta; « dovreste provare gli incantesimi con più avversari possibili se volete essere davvero certi di padroneggiarli. Proviamo a mescolare le coppie, d’accordo? »

« Sei tu il capo. »

Ci fu un tramestio generale. Harry si aggirò ancora un po’ nella Stanza per assicurarsi che le nuove coppie di duellanti fossero formate da poco più che estranei; due che si affrettò a separare furono Ernie Macmillan e Hannah Abbott.

« Hannah, che ne dici di provare con Neville? Ernie... Ah, perfetto. Vieni qui, George! »

George fece una mezza smorfia che Harry non notò; Fred lo guardò allontanarsi a braccia incrociate e aspettò che Harry venisse a trovare un nuovo compagno anche a lui.

Provò una strana quanto familiare stretta allo stomaco quando lo vide soffiare Hermione a Ron e poi condurla con sé.

« Trattala bene, ok? » lo ammonì. Alle sue spalle Hermione tentò un sorriso che Fred ricambiò con sessantaquattro denti.

Perché Harry avesse deciso di farli esercitare insieme anche se – decisamente – erano ben più che estranei fu chiaro quando lui si diresse verso Cho Chang, l’unica rimasta senza un compagno. Fred risucchiò nel naso una risata e preferì inchinarsi cerimoniosamente all’indirizzo di Hermione.

« Onoratissimo, signorina Granger » ammiccò; lei rise.

« Tutti pronti? » fece Harry con gli occhi fissi sulla Chang.

« Non darti tante arie, Weasley, e preparati. »

Fred le sorrise ancora. Adorava quando Hermione partecipava ai suoi scherzi. Non sapeva spiegarselo, o forse sì, ma c’era un che di esaltante nel riuscire a far ridere lei piuttosto che una qualunque altra persona.

« Bene, al tre. Uno... »

« Tremo di paura! Pfft. Come se avessi qualche speranza contro di me. »

« Oh? E, sentiamo, cosa ti fa pensare di potermi battere? »

Harry alzò la voce. « Due... »

Fred abbassò la sua, gli occhi sempre puntati su Hermione, più fermi della bacchetta. Esibì la sua migliore faccia tosta.

« Il fatto che tu mi trovi adorabile. »

« TRE! »

« Expelliarmus! » gridarono almeno venti voci.

Fred sogghignò. Come previsto, il Sortilegio Scudo di Hermione era stato troppo debole, e la bacchetta le era volata via. Si prese il tempo di contemplare la sua espressione furiosamente sconcertata e seppe di aver vinto sul nascere una tacita scommessa.

 

 

[ 505 parole ]

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Spazio dell’autrice

 

Avete notato questa cosa? Voglio dire, è così scontato da parte della Rowling far esercitare Ron e Hermione insieme, così come Ginny e Michael Corner, così come Cho e Marietta Edgecombe – e far immancabilmente restare Neville da solo -.- – durante le prime riunioni dell’ES. Al posto di Harry, io mi sarei incavolata parecchio. Ma come si aspettavano di imparare se conoscevano il proprio avversario abbastanza bene da poter definire il suo punto debole o comunque trovare il modo di distrarlo? Se si fossero trovati davanti a un Mangiamorte non avrebbero certo potuto dire “va bene, adesso io Disarmo te e poi te Disarmi me così siamo pari da bravi compagni di banco”.

E poi, Fred che Disarma Hermione è un sogno, un autentico sogno.

Aya ~

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Capitolo 8
*** First secret ***


first secret

{ prompt #09: “I really hate you” }

 

 

 

 

 

Due persone che si guardano negli occhi non vedono i loro occhi, ma i loro sguardi.

- Robert Bresson -

 

 

 

 

 

aprile 1996

 

 

Se c’era una cosa che la irritava più del non essere riuscita a far desistere i gemelli dallo spaccio di Merendine Marinare – per quanto utili si fossero poi rivelate ai fini dell’ES, era pur sempre di lezioni saltate che si parlava – era il fatto di ritrovarseli persino lì, in biblioteca, dove mai a memoria d’uomo erano stati visti.

Era rimasta talmente scioccata che sul momento non si era neppure chiesta come mai George non ci fosse.

« Pensavo che l’avessimo chiarito mesi fa, Fred: togliete di mezzo questa roba una volta per tutte. Immaginati le conseguenze, se la Umbridge trovasse un pacco di Pasticche Vomitose o... o di Fondenti Febbricitanti... o di qualunque altra dannata cosa di vostra creazione! Voglio dire, ormai tutta la scuola sa che ci siete dietro voi, e a lei manca soltanto un pretesto per togliervi ben più che il Quidditch! »

« Hermione » Fred sfoderò il suo tono più paziente – quello che la faceva sentire, ai suoi occhi, una bambina un po’ ottusa – facendola infuriare. « Nessuno studente di Hogwarts che abbia il cervello a posto andrebbe a mostrare un pacco di Pasticche Vomitose o di Fondenti Febbricitanti alla Umbridge; sarebbero troppo occupati a divorarne il contenuto al suo ingresso in classe. Ammettilo, tu ce l’hai con noi perché non sei riuscita a trovare nessuna regola che ce ne proibisse il commercio. »

Era appoggiato a uno scaffale, tranquillissimo, e non sembrava neppure curarsi di questa nuova confisca. In effetti – ora che ci pensava – oggi non aveva il solito aspetto sbruffone. Al di là del sorriso condiscendente, c’era un che di grigio nei suoi occhi sempre così luminosi.

Be’, qualunque problema avesse non aveva alcun diritto di punzecchiarla così.

« Non è escluso che non possa ancora decidere di scrivere a vostra madre, sai! »

« L’avresti già fatto. »

Eccolo là, il tipico lampo di beffa. Ma dopo un secondo gli occhi di Fred erano tornati a schermarsi appena, come se le sorridessero dall’altra parte di un vetro appannato. Si era scosso solo quel tanto necessario a ribadire che non gliel’avrebbe data vinta.

Hermione sospirò. La conosceva meglio di quanto lei immaginasse.

« Ti odio quando fai così. »

« Oh. » Fred parve concentrarsi su un pensiero improvviso; si picchiettò un dito sulla bocca come per riflettere, e per la prima volta da quando lei gli aveva strappato il pacchetto tornò il solito Fred. « Sì, ecco, questo mi riporta a ciò che avevo intenzione di dirti. Molto curioso. Le ultime parole che mi sentirò rivolgere da te sono un’aperta dichiarazione di malevolenza, eppure non hai idea di quanto mi rendano tutto più semplice. »

Hermione lo guardò smarrita. Aveva perso il filo; le sfuggiva qualcosa. Cosa voleva dire, esattamente, con ‘ultime parole’?

« George ed io ci pensiamo da un po’. Abbiamo deciso di lasciare Hogwarts. »

Hermione aprì la bocca. E la richiuse senza sapere bene il perché. Poi la riaprì, e solo allora Fred si scostò dallo scaffale e alzò una mano per impedirle di parlare, come se sapesse che prima non ci sarebbe riuscita.

« No, non provarci nemmeno. È vero, abbiamo i M.A.G.O. e la mamma non si merita un altro dispiacere e in un certo senso la Umbridge non ne ricaverebbe che soddisfazione. Abbiamo già ponderato tutti questi elementi e siamo giunti a un’unica conclusione: non ce ne importa un tubo. Hogwarts non è più Hogwarts, di certo lo sai anche tu... E non si tratta di scope requisite o di professori licenziati, giusto? » S’interruppe, il sorriso sempre sicuro. Si era avvicinato tanto che Hermione dovette sollevare il volto per continuare a guardarlo negli occhi. « No, a essere sincero ci sono poche cose che mi mancheranno di questo posto. Una delle quali si trova in questa stanza e mi ha appena rubato un po’ di innocue Tuttigusti+1. »

Hermione Granger non era mai stata a corto di parole in vita sua; ne aveva sempre avuto bisogno come di punti fermi per tenersi stretta la terra sotto i piedi e, spesso, per impedire agli altri di compiere qualche stupidaggine. Ma quella volta non provò neppure il desiderio di parlare, di fare domande inutili. Sentirsi sfiorare dalle labbra di Fred le bastò per mettere a posto i pezzi.

Gli aveva detto che lo odiava, e per lui sarebbe stato più semplice lasciarla.

« Partiamo domani » le sorrise ancora una volta, sulla bocca.

Rimase a guardarlo allontanarsi per secondi che sembrarono ore, consapevole che domani l’avrebbe odiato ancora di più.

 

 

[ 730 parole ]

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Spazio dell’autrice

 

La partenza dei gemelli Weasley da Hogwarts è uno dei passaggi che mi danno più soddisfazione in tutta la saga. Naturalmente, in questo contesto, non potevo non mostrare un momento in cui Fred va a confessare a Hermione che non si vedranno più entro i confini della scuola. E a quel punto sì che si fa odiare da lei.

Mancano due soli capitoli; mi sento già commossa all’idea di chiudere questa raccolta ;_;

Aya ~

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Capitolo 9
*** First regret ***


first regret

{ prompt #05: “I love you” }

 

 

 

 

 

La lingua può nascondere la verità, ma gli occhi mai.

- Michail Bulgakov -

 

 

 

 

 

agosto 1996

 

 

I tacchi di Verity si erano allontanati verso la cassa e Fred non aveva potuto fare a meno di sogghignare, osservando il modo in cui lo sguardo di George ne seguiva lo scintillio. Gli aveva sfilato di mano il nuovo scatolone che si sarebbe dovuto trovare già nel retro, non fosse stato per l’improvvisa negligenza del fratello.

« Da’ qua, ci penso io. E sbrigati ad andarle dietro. Ho notato un tipo grosso il doppio di te che la guarda con la tua stessa faccia da ebete. »

George gli aveva affidato volentieri la scatola, accompagnando il gesto a un sorriso enorme. « Non so che farei se non ci fossi tu. »

« Prega che non succeda mai » e, ridendo, Fred si era voltato per andare a sistemare le nuove scorte di Cappelli Scudo.

Ci aveva messo un po’ ad accorgersi dei passi esitanti che l’avevano seguito.

Quando riemerse dal pacco e si guardò alle spalle, non fu un’eccessiva sorpresa ritrovarsi a ricambiare lo sguardo serio di Hermione.

« Ah, eccoti qui! » le sorrise – come se niente fosse mai successo, e loro si stessero ancora punzecchiando nella sala comune di Grifondoro. « Dov’eravate finiti, voi tre? La mamma ha avuto una crisi isterica, continuava a blaterare stupidaggini su Tu-Sai-Chi appostato in Diagon Alley per farvi fuori... »

Hermione arrossì. Fred si scoprì immensamente felice di ricordare alla perfezione quella sfumatura di rosso – anche se questa era una cosa da dimenticare. L’aveva giurato a se stesso. E soprattutto a un fratello che magari quella sfumatura non l’aveva mai neppure notata.

« Eravamo qui, come ha detto Harry... »

« Sì, certo. » Fred si appoggiò ai ripiani ingombri di confezioni di Detonatori Ambulanti. Assunse un tono di ostentata complicità. « Andiamo, Hermione, è con me che stai parlando! E poi – senza offesa – non sei proprio capace di mentire. Siete sgattaiolati via dal negozio, vero? A me puoi dirlo. Sappi che trovo encomiabile una fuga in piena regola proprio sotto il naso di Molly Weasley. »

Il rossore di Hermione era così intenso da emanare quasi calore. Li dividevano pochi passi, ma sembrarono molti di più quando all’improvviso lei parlò e gli dimostrò che il suo imbarazzo non aveva niente a che vedere con quel discorso.

« Perché l’hai fatto? Quel giorno, in biblioteca... Non... Non riesco a smettere di pensare... » La voce le si perse in un bisbiglio. « Perché? »

Continuare a sorridere si rivelò più difficile del previsto. Fred non si voltò, non abbassò gli occhi, non giocherellò neppure con i Detonatori che gli sfioravano le dita; smettere di guardarla sarebbe stato come mancare di rispetto al crollo della sottile barriera che Hermione Granger aveva sempre eretto di fronte a sé, oltre le copertine dei suoi libri.

« Perché era giusto. Era giusto che lo facessi ed era ancora più giusto che non succedesse mai più. »

Lei s’incupì. Per un attimo – e Fred si sentì sciogliere in un sorriso molto più sincero a quella vista – un po’ della sua aria da precisina tornò a farla irrigidire in un’inconfondibile posa alla Percy.

« E questa ti sembra una risposta? »

« Questa è la mia risposta. Non farla sembrare più complicata di quanto non sia. Avevo voglia di baciarti e l’ho fatto. »

Hermione lo guardò a lungo, il viso acceso e gli occhi lucidi. Non gli chiese nulla di più, e Fred di colpo fu certo che avesse capito, che l’avesse sempre saputo, e che, forse, se solo lui gliel’avesse detto in tempo lei non lo avrebbe guardato come lo guardava ora. Ma davvero preferiva non parlare, non infliggerle quel colpo – preferiva che Hermione convivesse in silenzio con la sua incapacità di essere alla sua altezza, di calare la maschera come aveva fatto lei.

Ti ho baciata perché volevo baciarti fin da quando Ron ti ha fatto piangere. Ti ho lasciata perché sono troppo pazzo di te per non capire di non essere quello giusto.

Fu Hermione a muoversi per prima, senza rompere il silenzio che Fred le offriva in cambio di un’illusione infranta; e lui sapeva, sapeva che avrebbe dovuto muoversi, ritrarsi, uscire di lì, ma ancora una volta non riuscì a distogliere lo sguardo quando lei gli fu vicinissima e si sollevò sulle punte dei piedi.

« Su una cosa ti sei sbagliato » gli mormorò. « Hai pensato che a me sarebbe stato bene se non fosse successo mai più. »

Lo baciò, e stavolta non fu il lieve sfiorarsi di labbra della biblioteca; stavolta era davvero l’ultima volta, e lo sapevano entrambi il perché.

Fred la ricambiò, sentendosi schifosamente egoista al pensiero che la bocca di Hermione sembrava l’incastro naturale della sua. La strinse a sé nella stupida speranza che quel momento non fosse da dimenticare. Per un attimo, un secolo, il tempo di un bacio, lei era sua, solo sua.

Da qualche parte del negozio, la voce allegra e inconsapevole di Ron viaggiò fino a lui e lo distrusse.

 

 

[ 800 parole ]

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Spazio dell’autrice

 

E anche qui ho cercato di essere il più possibile attinente ai libri. Dopo la partenza dei gemelli da Hogwarts, Hermione ha la possibilità di rivedere Fred solo in estate ai Tiri Vispi Weasley; vi ricordate, no?, l’occasione in cui lei e gli altri seguono Draco in Nocturn Alley, fingendo poi di essere sempre rimasti nel negozio. E qui ho anche esposto il possibile motivo per cui il Fred/Hermione non è mai ‘sbocciato’: Ron. Fred ha capito tutto molto prima che capisse Ron, e da bravo fratello e da bravo innamorato ha deciso di tenersi da parte. (Che è poi quello che potrebbe aver fatto George riguardo Fred e Angelina.) Aww, un ragazzo così è da sposare♥

Sto soffrendo fisicamente all’idea di scrivere l’ultimo capitolo, che ho rimandato per secoli, ma ormai non ho più scusanti. Devo farlo. Prenderò un bel respiro – e un pacchetto maxi di fazzoletti – e ci proverò.

Fino ad allora, hope you liked it.

Aya ~

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Capitolo 10
*** Last laughter ***


last laughter

{ prompt #10: look my way; glance }

 

 

 

 

 

I just wanted to see you smile again / see you smile, see your eyes again.

- Tom Cochrane, ‘Didn’t mean’ -

 

 

 

 

 

maggio 1998

 

 

Hermione gridava in silenzio, perché l’esplosione le aveva scavato un vuoto nel petto, nel punto in cui il pompare del cuore porta la voce alle corde vocali. Fu quel vuoto – più dell’urlo di Percy, più dell’orrore di Ron, più dello spasmo di Harry – a farle capire che molte cose erano state risucchiate via.

Non è vero. Non può essere vero.

Come se negare servisse a qualcosa.

Si aggrappò a Harry con tutte le sue forze, sforzandosi di dare un senso alle mani di Percy sul corpo che giaceva col viso rivolto al cielo squarciato dalla guerra.

Guardami... Guarda da questa parte... Sono qui.

Come se pregare servisse a qualcosa.

Il vuoto si fece più compatto; c’erano delle lacrime, da qualche parte, a renderlo più doloroso – sue? Di Ron? Del mondo? Che importava? Fred non le avrebbe viste.

Non è vero. Non può essere vero. Guardami... Guarda da questa parte... Sono qui.

Ma l’ultima risata sul suo volto non era per lei, né ce ne sarebbe stata un’altra. Le sarebbe bastato che si voltasse, che la guardasse, che vivesse, e niente sarebbe stato invano.

Ma gli occhi di Fred non le avrebbero più sorriso; e Hermione continuò a gridare in silenzio.

 

 

[ 200 parole ]

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Spazio dell’autrice

 

Odio questo capitolo. Lo odio, lo odio, lo odio. E ho odiato così tanto scriverlo che non sono riuscita a renderlo come avrei voluto, ho tagliato tantissimo e ho passato minuti interi a fissare il foglio bianco, maledicendo interiormente la Rowling per questo incommensurabile torto che ha fatto ai suoi lettori: Fred no. Seriamente, Fred no. Non glielo perdonerò mai.

Ma, a voi che siete ancora qui, io ci tengo troppo a manifestare la mia infinita gratitudine, perché se non avessi riscontrato tutto il vostro sostegno forse non avrei neppure portato a termine la raccolta. Grazie, dunque:

a Thank u JK Rowling, Ray08, kio, Ortensia Malfoy, Syranjil Sarephen, merygreis, JaneJ, Meredith993, _Ultraviolet, LadyNick, Shadow Eyes, SyriaWeasley, Blankette_Girl, Honeydukes, Sherezade, Chicca293, martaluna555, Kiby, SeleneLightwood, _amethyst_, Miss Weasley_, ZetaDreams e AlexielFay, per aver lasciato un segno della loro lettura con parole che mi hanno resa scandalosamente orgogliosa;

a Allice_rosalie_blak, aricch, bika95, Bilu_emo, Bridget92, calimeli, chihiro92, CinziaCandid, Destroya, ElyTheStrange, EsthelBlackAngel, Fell, frankiestain, GingerSo, giuly94, GMP, gowaylow, Honeydukes, jen_hp, Kiby, kio, korkyna, Krisma, LadyNick, Lalls, luacuof, Manuela89, martaluna555, morgana85, Naloe, Parresia, PichuS, Ronmione, sara99, SaraR98, SaRa_93, Sayuri the Kid, SeleneLightwood, Shadow Eyes, So_Elena, sweet_twinsP, Thank u JK Rowling, thegreenlady, tykisgirl, Umbriel, YrEv, zdenise, _Ultraviolet e ____Jo____, per avermi seguita “fin proprio alla fine”;

a Blankette_Girl, Fell, katejeangranger e makeba, per avere inserito questa raccolta tra le loro storie ricordate;

a AlexielFay, AlexJimenez, Amy_Black, CarolineEverySmile, Chicca293, DebDS, Fell, FrancescaBulla, GingerSO, GioiaSC8, Hayley Black, JaneJ, keik, Kettinaaa, KikaRose, Life is beautiful, martaluna555, pretty vampire, Queen_, R e d_V a m p i r e, Sayuri the Kid, Sharij, Sherezade, SofiZen, xZivaDavid e _Melania, per averla aggiunta alle preferite;

nonché a tutti gli anonimi ma insostituibili lettori che abbiano apprezzato anche un solo piccolo momento di questa mia quanto mai pretestuosa storia.

Davvero, ragazzi... Solo a guardare un tale elenco ho le lacrime agli occhi.

Semplicemente grazie. E alla prossima, se vorrete.

Aya ~

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