The breath of butterflies
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Do you hear them? ***
Capitolo 2: *** Jenny's pink world ***
Capitolo 3: *** Welcome Back ***
Capitolo 4: *** First contact ***
Capitolo 5: *** Again ice ***
Capitolo 6: *** You don't know ***
Capitolo 7: *** A boy like Jack ***
Capitolo 8: *** Listen to me ***
Capitolo 1
*** Do you hear them? ***
The breath of butterflies
Vorrei quasi che noi fossimo farfalle, e vivessimo appena tre giorni d'estate. Tre simili giorni con te li colmerei di tale delizia, che cinquant'anni comuni non potrebbero mai racchiudere.
John Keats
Solo labbra che si cercano e corpi che si vogliono. Solo un disperato, estenuante e appagante bisogno di amare qualcuno al di fuori di noi stessi, dei nostri silenzi che ci trascinano verso il precipizio. Solo un'ammaliante e coinvolgente idea di ascoltare le farfalle nello stomaco, e porre fine a questo digiuno d'amore. Solo i suoi occhi nei miei, per tornare a sentirci come in paradiso. Solo sorrisi e gemiti di qualcosa troppo grande e forte da non renderci padroni di noi stessi e delle nostre azioni. Solo gesti, perché a volte le parole fanno paura, e sono terribilmente difficili da padroneggiare. Solo una smaniata voglia di dare e ricevere. Fino a quando non saremo più in grado di distinguerci l'uno dall'altra, in questo tornado di sentimenti. E ascolteremo solo il respiro delle nostre farfalle.
"Justin" dico tra un gemito e un sospiro. "Dimmi" risponde, continuando a baciarmi il collo. "Le senti?" gli sussurro nell'orecchio, con voce eccitata e desiderosa di risposta. Si stacca un attimo dal mio corpo, e assume un'espressione contrita: "Che cosa?". Cerco di non far tremare la voce, ancora troppo scossa da quei baci e quelle carezze. Respiro a fatica, tanto da sentire un dolore lancinante ai polmoni e alle corde vocali. "Le farfalle" gli dico con quel briciolo di aria rimasta in corpo, sollevata di essere riuscita a rispondere, senza incespicare o balbettare. Mi guarda negli occhi, con quello sguardo beffardo e ammaliante che mi piace tanto, con quella bocca così rossa da sembrare il soggetto di un dipinto su tela, tanto da farmi pentire di essermi allontanata da lui, perchè in questa vita, o meglio nella parte della mia vita che trascorro con lui, i secondi, gli attimi, se pur sfuggenti e fugaci, equivalgono a secoli. Che strana equazione: Attimi = Secoli. Ma nella mia routine non c'è mai stato nulla di normale. Un sospiro mi riporta sul pianeta Terra, mi lascio scappare una risata per essermi distratta, e poi mi fermo ad aspettarlo. In religioso silenzio. "Sì" risponde con un sorriso, per poi dedicarsi al mio collo.
lucrezia's corner
Un grande saluto a tutte quante! Mi scuso per aver cancellato LIKE IN THE HEAVEN ma non mi piaceva era troppo banale, e decisamente non mi rappresantava. Così eccomi qua, in questa afosa e micidiale giornata estiva, a scrivere una storia nata di getto. Spero con tutto il mio cuoricino che vi piaccia, e perché no, che recensite. Pubblico, non pubblico? Ma sì pubblico.
Lucy
PS: un immenso grazie alla mia amica Erika per il suo contributo alla revisione del capitolo. Sei la mia ancora di salvezza, ti voglio bene!
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Capitolo 2
*** Jenny's pink world ***
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Capitolo 3
*** Welcome Back ***
The breath of butterflies
senza perdere qualcosa che ama, come l'integrità.
Blair Woldorf
Dal capitolo precedente
"Audrey Evans sarà interpretata da... " scegli me. Scegli me. SCEGLI ME. "Brenda Brown!!!" una ragazza seduta qualche sedia più in là si alzò esultando, e abbracciando il signore che aveva pronunciato il suo nome. Vorrei gridare. Vorrei strapparmi da questo posto, da questa realtà. Vorrei evaporare come una nuvola, fluttuare nell'aria, sciogliermi nell'umidità del giorno estivo e dissolvermi in un luogo lontano, oltre le distese pianure dello Yorkshire, dove sono nata. Invece sono qui, le gambe come blocchi di cemento, la gola in fiamme, i polmoni senza aria. Alcune persone dietro il signore scuoterono la testa, poi notai che Justin mi stava fissando. Rimasi a sedere con le lacrime agli occhi, e con quello sguardo che non la voleva sapere di lasciarmi in pace. Una sensazione di tristezza mi invase l'animo, lasciandomi di nuovo vuota e sola. E la cosa più folle era il fatto che raramente piangevo, mi era capitato solo alcune volte, e sempre a causa della solita persona. Rividi i suoi occhi, liquidi come quelli del ragazzo che mi scrutava, e le sue labbra che mi baciavano, e poi quel sorriso strafottente sul volto in quella fottuta giornata al parco. Mi alzai dalla sedia appena fui certa che le mie gambe avrebbero sorretto il mio gracile corpo, poi sentii una mano afferrare il mio braccio, e sussulatai a quel nuovo, ma stranamente piacevole, contatto.
Berrytown high school
07'45
Mormorii, bisbigli, prediche e affermazioni di ribrezzo. Questo è ciò che sentivo mentre attraversavo i corridoi della Berrytown, solo questo. "Non ha ottenuto il ruolo, la Winsley non ce l'ha fatta" "Dopo tutto è proprio come noi: una liceale" "Sapevo che alla fine fuori dalla scuola non era così popolare" Mormorii, bisbigli, prediche e affermazioni di ribrezzo. Nonostante non avessi ottenuto il ruolo di Audrey, non significava che questa non fosse la mia scuola. Infatti i ragazzi si limitavano a parlare a bassa voce sul mio conto, perchè il coraggio di dirmelo in faccia veniva a mancare. Abbassarono tutti la testa, al cospetto del mio sicuro incedere, e per un po' l'unico suono che si sovrappose ai loro bisbiglii fu il suono dei tacchi dei miei stivali. I lunghi riccioli castani mi ricadevano davanti agli occhi di un colore indefinito: a prima vista sembravano marroni, poi se ti ci soffermavi notavi che erano screziati di verde, in un mischiarsi di luce e colori. Mormorii, bisbigli, prediche e affermazioni di ribrezzo. Poi un lampo accecante si fece strada nella mia mente, fino ad offuscarla del tutto, e fu allora che le immagini del giorno precedente mi passarono davanti chiare e nitide, togliendomi dagli occhi il corridoio della scuola. Avevo sentito una mano calda sul braccio, e poi una voce sussurarmi:"mi dispiace per il ruolo, avrei voluto che lo ottenessi tu, ma..." Si interruppe, perchè venne richiamato dallo stesso uomo davanti al quale avevo recitato. "Central Park. Domani. Alle 15. Devi sapere la verità" rispose fissandomi negli occhi. Mi ero limitata ad annuire, e un secondo dopo avevo visto Justin voltarsi e raggiungere il signore in nero. Il suono della voce di Jenny Jones mi riportò drasticamente alla realtà:"Non si mette bene Lucy" Camminava alla mia sinistra: i capelli biondi le cadevano sulle spalle, e gli occhi nocciola scrutavano attentamente i ragazzi che si guardavano nervosamente i piedi. Jake Cooper, alla mia destra, annuì vigorosamente. Piaceva a tutte, Jennifer diceva che era per i suoi capelli neri e gli occhi così azzurri, da sembrare custodi di un grande dono. Infatti lui era davvero un grande dono: era il mio migliore amico, e l'unica persona, oltre Jenny, che mi ascoltasse veramente, e non mi usasse e basta. "Lucy li stai perdendo" esordì Jake. "Chi?" domandai ignara dell'argomento. "I ragazzi. La scuola. Il fatto che tu non abbia ottenuto il ruolo, ci ha fatti... ecco... cadere in basso, e una nuova regina potrebbe presto rubare il tuo posto" sospirò e si passò una mano tra i capelli. Notai alcune ragazze arrossire. Sbuffai e lo fissai negli occhi. "E cosa dovrei fare per... diciamo non essere detronizzata?" chiesi mentre aprivo il mio armadietto. Mi rispose Jenny:"Un modo ci sarebbe: io e Jake ci abbiamo pensato su e potrebbe funzionare" la spronai a continuare "Dovresti umiliare quella lì" disse indicando una ragazza intenta a prendere i libri dall'armadietto. "Chi è?" chiesi rivolta a Jake. "Melissa Rouge. E' una matricola, e si dice in giro che abbia usato offendere il nostro nome e il nostro ruolo qui, il tuo ruolo qui" affermò, e non potei fare a meno di notare che i suoi capelli fosero rossi, proprio come il suo cognome. "Patetico" pensai. Sospirai:"Se è quello che devo fare, lo farò" e mi avvicinai alla ragazza, sul lato opposto del corridoio. "Rouge" esclamai, chiudendole di botto l'armadietto, facendole cadere alcuni libri dalle mani. "A cosa devo il dispiacere, Winsley?" rispose la ragazza, e nel mentre alcuni studenti curiosi si erano avvicinati per sentire. "Ho sentito che screditi il mio nome, e tutti sanno che è impronunciabile, proprio come quello di Voldemort" la vidi inarcare un sopracciglio, e la sua bocca si contorse in un sorriso malizioso. "Oh in questo caso mi dispiace molto, ma sai una cosa? Non vali niente fuori da questo edificio: varcata la soglia io e te siamo uguali, e la prova che non hai ottenuto il ruolo ne è solo la limpida riflessione" questa volta sorrisi io. "Può anche darsi, ma quelle come te" dissi facendo un'espressione disgustata "non contano niente, nè dentro la scuola nè fuori. D'altronde come potrai mai sopravvivere nel mondo se non riesci a farlo nemmeno al liceo. Sei destinata all'ombra, Rouge. Per sempre" la vidi abbassare il capo, e velocemente la sorpassai, come se non riuscissi più a reggere quella conversazione, come se guardare i suoi occhi umidi, non mi piacesse poi così tanto. Per un attimo una sensazione di dispiacere prese il sopravvento nel mio animo scosso, ma il tempo di battere le ciglia, e tutto tornò in ordine dentro di me, quasi in un modo maniacale. Raggiunsi Jenny e Jake, che mi mostrarono uno sguardo carico di ammirazione. "Sei ancora la regina Lucy. Adesso il regno è nuovamente tuo. Questa monarchia non si spezzerà così facilmente" dichiarò Jenny, intenta a spruzzarsi il suo Chanel numero 5. Jake mi si avvicinò e mi sussurrò all'orecchio:"Bentornata".
lucrezia's corner
Salve a tutte bellezze! I'm back! Vi ringrazio per le stupende recensioni, e cerco sempre di rispondere ad ognuna di voi ;) Parliamo di questo capitolo: Lucy si rivela popolare e stronza, ma non disperatevi: cambierà nel corso della storia, e quella sensazione finale è già un piccolo inizio. (l'ispirazione viene da Gossip Girl, se non l'avete capito XD) Al prossimo capitolo.
Lucy
PS: è inutile dirvi RECENSITE :) che qui c'è qualcuno che vive delle vostre recensioni ;) |
Capitolo 4
*** First contact ***
The breath of butterflies
Non è forte chi cade, ma chi cadendo ha la forza di rialzarsi.
Dal capitolo precedente
Feci per andare via, ma poi mi voltai di nuovo verso Jenny:"Chi è il figo?" chiesi ghignando. "Sembra che sia top secret, quindi ancora non lo sa nessuno, ma credemi tutta Hollywood ne parla, e sembra che il regista del film abbia dovuto sganciare tanta grana per averlo nel set..." inarcò un sopracciglio e stetti a guardarla mentre si interrogava su chi mai potesse essere per trenta secondi buoni. Distrattamente buttai un occhio all'orologio, e probabilmente sgranai gli occhi e assunsi un'espressione terrorizzata, perchè vidi Jenny mettersi a ridere. Le lanciai un'occhiottaccia "Io ti odio. Ma starai qui fuori ad aspettarmi vero?" domandai come se avessi sei anni, invece di sedici, e fossi la bambina impaurita al posto della ragazza matura. "Ci sarò sempre" ecco la mia Jenny, la migliore amica che una ragazza possa avere. Schietta e sincera. Dolce ed esuberante. Forte e coraggiosa. Sussurrai un "grazie" e mi diressi dentro l'enorme edificio, per sbaragliare tutti e ottenere quel ruolo in The breath of butterflies. E mi sentii più tranquilla al pensiero che Jenny mi avrebbe aspettato, e avrebbe esultato con me, oppure mi avrebbe consolato, nel caso in cui ottenessi o meno la parte. Sorrisi al pensiero che tra non molto l'avrei trovata lì, appoggiata alla sua 500 rosa, pronta ad abbracciarmi e a congratularsi con me, in qualsiasi modo fosse andata.
Entrai nell'enorme edificio, e dopo aver perso dieci minuti buoni per trovare la stanza in cui si svolgevano i provini, mi misi a sedere su una sedia rossa, accanto ad altre ragazze, che nervosamente ripassavano la parte. Deglutii e attesi in silenzio il mio turno. Provai a mantenere la calma, anche se la voglia di urlare e sbraitare era troppo forte. La ragazza alla mia destra alzò distratta gli occhi dal copione:"Sei qui per il ruolo da protagonista?" mi chiese, dandomi modo di ammirare i suoi splendidi occhi celesti. "Ehm...sì...anche tu?" davvero bel discorso, come potevo sperare di fare bene l'audizione, se riuscivo a mala pena a parlare con una ragazza che si dimostrava cordiale e gentile? Addio Hollywood. Non avrei ottenuto un bel niente. Magari mi avrebbero consigliato un film più adatto a me, tipo tornate a casa e fatti una vita - Il remix. Poi mi scossi, l'incertezza durò un attimo, e ritornai sicura e spavalda dentro il mio guscio di protezione. "Già...sono agitatissima, e poi sono ansiosa di scoprire il protagonista, dicono che sia molto sexy..." mi risvegliai dai miei pensieri al suono della sua voce squillante, ma al contempo armonioso. "Me lo hanno detto" risposi pensando a Jenny e mi domandai cosa stesse facendo in quel momento, probabilmente si stava dando una pasata di lucidalabbra alla fragola. "Emily Jones" una voce fuori campo mi fece sussultare, e guardai la ragazza al mio fianco alzarsi.
"Augurami buona fortuna" mi chiese prendendo il copione e la borsa. "Buona fortuna" le risposi sorridendo, per poi vederla entrare nella stanza di fronte, un po' titubante e nervosa. Cinque minuti dopo uscii, e la vidi meno agitata e più tranquilla. Emily mi strizzò l'occhio:"Il figo è..." ma non riuscì a finire la frase, perchè la voce metalizzata chiamò il mio nome e dovetti alzarmi. Entrai in una stanza grande e luminosa. Troppo grande. Incominciai a stringermi nella maglietta a mani corte, sentendomi invadere da una strana sensazione di paura e vuoto. "Lucy Winsley" un uomo di fronte a me mi guardava sorridendo, forse cercando di mettermi a mio agio. Credo sia l'unica persona che abbia mai conosciuto a nominare il mio nome senza un briciolo di timore... Ma per quanto fossi popolare nella mia scuola, nella Berrytown high school, tra i ragazzi che conoscevo, non potevo pretendere di avere lo stesso successo tra gli adulti. "Sì" riuscii a dire, ma la mia voce lasciava a dubitare sulla mia convinzione. Girai la testa leggermente a destra, e lo vidi. Rimasi ferma a guardare i suoi occhi per una manciata di secondi, era Justin Bieber, il famoso protagonista, e questo non si può dire che mi rassicurò, però guardarlo mentre mi sorrideva impacciato mi fece stare stranamente meglio. Erano degli occhi liquidi e intensi, e improvvisamente mi sentii sciogliere, anche se la causa non era il grande calore che inondava la stanza. E poi erano gli stesssi occhi di Daniel... Rabbrividii: Daniel "Bene... sei qui per il ruolo della protagonista Audrey Evans: scegli una parte che più gradisci e provala con Justin" sussultai al suono delle sue parole e al mio pensiero inconcluso, e vidi il ragazzo alzarsi e raggiungermi, con il copione in mano. Recitai con tutta me stessa, e la cosa strana fu che mi era sembrato di essere sola con Justin, non mi ero accorta dei signori in giacca e cravatta che prendevano appunti e ascoltavano attentamente la mia recita. Quando lui mi aveva preso la mano, e mi aveva guardato intensamente negli occhi, come per scrutare qualcosa di invisibile all'apparenza, come per osservarmi dentro, io mi sono sentita per la prima volta titubante e nervosa. Uscii dalla stanza, sendomi sulla stessa sedia rossa di prima, e aspettando che i signori e Justin uscissero per dirci chi aveva ottenuto la parte, sentivo addirittura urlare da dietro la porta. Non tardarono molto, dopo neanche dieci minuti li vidi uscire dalla stanza, Justin mi guardò con un'espressione dispiaciuta designata in volto, e io lo fissai senza capire. "Audrey Evans sarà interpretata da... " scegli me. Scegli me. SCEGLI ME. "Brenda Brown!!!" una ragazza seduta qualche sedia più in là si alzò esultando, e abbracciando il signore che aveva pronunciato il suo nome. Vorrei gridare. Vorrei strapparmi da questo posto, da questa realtà. Vorrei evaporare come una nuvola, fluttuare nell'aria, sciogliermi nell'umidità del giorno estivo e dissolvermi in un luogo lontano, oltre le distese pianure dello Yorkshire, dove sono nata. Invece sono qui, le gambe come blocchi di cemento, la gola in fiamme, i polmoni senza aria. Alcune persone dietro il signore scuoterono la testa, poi notai che Justin mi stava fissando. Rimasi a sedere con le lacrime agli occhi, e con quello sguardo che non la voleva sapere di lasciarmi in pace. Una sensazione di tristezza mi invase l'animo, lasciandomi di nuovo vuota e sola. E la cosa più folle era il fatto che raramente piangevo, mi era capitato solo alcune volte, e sempre a causa della solita persona. Rividi i suoi occhi, liquidi come quelli del ragazzo che mi scrutava, e le sue labbra che mi baciavano, e poi quel sorriso strafottente sul volto in quella fottuta giornata al parco. Mi alzai dalla sedia appena fui certa che le mie gambe avrebbero sorretto il mio gracile corpo, poi sentii una mano afferrare il mio braccio, e sussulatai a quel nuovo, ma stranamente piacevole, contatto.
lucrezia's corner
Non ve lo sareste aspettato eh? Ma Lucy non ottiene la parte. La storia è lunga però, non disperatevi :) Justin non toglie mai lo sguardo dalla ragazza, e lei nota delle persone scuotere la testa, cosa starò tramando? E poi chi è Daniel? Al prossimo capitolo belle! E recensite, che mi fa piacere :)
Lucy |
Capitolo 5
*** Again ice ***
The breath of butterflies
Ci si rifugia e ci si sente così bene nel proprio guscio, tanto che si riesce perfino a convincersi che fuori non esista nessun altro per cui valga la pena romperlo.
Dal capitolo precedente
"A cosa devo il dispiacere, Winsley?" rispose la ragazza, e nel mentre alcuni studenti curiosi si erano avvicinati per sentire.
"Ho sentito che screditi il mio nome, e tutti sanno che è impronunciabile, proprio come quello di Voldemort" la vidi inarcare un sopracciglio, e la sua bocca si contorse in un sorriso malizioso. "Oh in questo caso mi dispiace molto, ma sai una cosa? Non vali niente fuori da questo edificio: varcata la soglia io e te siamo uguali, e la prova che non hai ottenuto il ruolo ne è solo la limpida riflessione" questa volta sorrisi io. "Può anche darsi, ma quelle come te" dissi facendo un'espressione disgustata "non contano niente, nè dentro la scuola nè fuori. D'altronde come potrai mai sopravvivere nel mondo se non riesci a farlo nemmeno al liceo. Sei destinata all'ombra, Rouge. Per sempre" la vidi abbassare il capo, e velocemente la sorpassai, come se non riuscissi più a reggere quella conversazione, come se guardare i suoi occhi umidi, non mi piacesse poi così tanto. Per un attimo una sensazione di dispiacere prese il sopravvento nel mio animo scosso, ma il tempo di battere le ciglia, e tutto tornò in ordine dentro di me, quasi in un modo maniacale. Raggiunsi Jenny e Jake, che mi mostrarono uno sguardo carico di ammirazione. "Sei ancora la regina Lucy. Adesso il regno è nuovamente tuo. Questa monarchia non si spezzerà così facilmente" dichiarò Jenny, intenta a spruzzarsi il suo Chanel numero 5. Jake mi si avvicinò e mi sussurrò all'orecchio:"Bentornata".
I capelli rosso vivo di Melissa Rouge mi ritornavano in mente assiduamente, e più Jenny aveva l'ardire di congratularsi con me per la mia freddezza nella pacifica conversazione avuta con Melissa, più il rimorso ed il senso di colpa si facevano strada nel gelo del mio cuore. I ragazzi della Berrytown mi definivano di ghiaccio, come un iceberg, dura, come il ferro, e unica, come una rosa che spunta in inverno. Io, però, non mi sentivo così fredda e spietata come tutti dicevano: certo i miei comportamenti trasmettavano un lato di me non certo docile e comprensivo, però sapevo di essere diversa quando volevo. Ed è proprio questo il punto: io non lo volevo. Nessuno doveva dubitare della mia forza: sarebbe stato un colpo letale, per me e la monarchia, come la definiva Jennifer. Il mio era un guscio costruito alla perfezione da un antico artigiano, solidificato ed eretto con cura e pazienza, sotto lo sguardo vigile della gente. Non si sarebbe spezzato facilmente, e in fin dei conti mi piaceva: potevo sapere ogni cosa delle persone che incontravo, ma loro non avrebbero mai scoperto i miei segreti, non avrebbero mai saputo di Daniel o di Charles, dei miei più oscuri sentimenti o delle mie più grandi paure, quelle rimaste all'oscuro perfino a Jake e Jenny. Senza accorgermene stavo diventando una roccia: impenetrabile. Fu un attimo e mi ricordai di Justin, e del parco, alle 15. Una parte di me, quella razionale e spaventata, mi diceva di non andarci, che dopo tutto era uno sconosciuto e non potevo riporre così tanta fiducia in una persona completamente estranea alla mia vita, però la parte istitiva, dettata dal cuore, urlava a gran voce di farlo, di rivedere quegli occhi ancora una volta, e solo dopo smettere di pensarli e sognarli, solo dopo averli fatti ancora miei. Quale delle due parti vinse? Bhe quella dell'istinto ovviamente. Quella vince sempre.
Dopo dieci minuti che lo attendevo su una panchina di Central Park, vicina all'entrata principale, lo vidi arrivare, seguito da una guardia del corpo, a pochi metri dal ragazzo. Non disse "ciao" o "come stai?", ma si affrettò a sedersi accanto a me, con gli occhi rivolti verso il terreno, e i capelli mossi da un leggero vento d'autunno. Le foglie, di tonalità diverse, si posavano a terra dolcemente, in una danza lenta e cauta, staccandosi dagli alberi, e terminando la loro fragile esistenza. Il silenzio che si era creato tra noi non era imbarazzante o fastidioso, era quasi piacevole, e per un po' non mi accorsi nemmeno della sua presenza. "Il nostro è un mondo corrotto Lucy. Fin troppo" il suo modo di porre fine alla quiete di quel mercoledì pomeriggio, fu insolito e indecifrabile, tanto che mi venne spontaneo chiedergli spiegazioni:"Cosa vuoi dire?" la mia voce risuonò calma e rilassata, come il mio corpo e la mia mente. "Brenda Brown ha ottenuto la parte perchè suo padre è molto potente: è un imprenditore di grande successo, perciò per lui è stato un gioco da ragazzi far ottenere il ruolo alla maggiore delle figlie. Tutti noi avremmo voluto che lo ottenessi tu il ruolo, ma il produttore ha detto che il denaro di quest'uomo era un'offerta troppo prelibata per poterla rifiutare" i suoi occhi, ora, erano puntai su i miei, ed un brivido si inarcò sulla mia schiena, arrivandomi a lambire il collo. "E' quell'uomo in giacca e cravatta che avevo visto all'audizione?" domandai con la voce strozzata. Il ragazzo annuì, per poi tornare a fissare il suolo. "Per questo ho visto degli uomini scuotere la testa?" annuì di nuovo, mentre uno strana fitta al petto cominciava a provocarmi dolore. "Ho parlato con il regista, anche lui pensa che io e te siamo più adatti per il ruolo, così glielo abbiamo detto chiaro e tondo al produttore, ed ha dovuto licenziare Brenda, di fronte al nostro parere, e sopratutto all'incoerenza della ragazza, che si è dimostrata priva di rispetto per quelli più grandi di lei" prese fiato, poi continuò "Se ti dimostri all'altezza il ruolo è tuo" e sorrise mentre lo diceva, per la prima volta in quel pomeriggio. E fu inevitabile la contorsione della mia bocca in un sorriso di rimando. La fitta al petto era sparita e mi sentivo felice ed entusiasta, per la prima volta dopo tanto tempo. "Grazie. Grazie davvero" sussurrai, perchè l'ossigeno mi venne a mancare. "Domani alle 16 negli stessi studi dei provini. Ti aspetto" disse inclinando impercettibilmente il capo. Annuì, e lo vidi alzarsi e raggiungere la guardia del corpo, racchiuso da un sottile strato di nebbia. Mi sentivo grata e felice fino ad un secondo fa, poi però quando se ne era andato, era scomparso tutto: come se la vera causa del mio star bene fosse lui, e non l'aver ottenuto la parte, fossero i suoi occhi, e non l'aver realizzato il sogno di una vita. Quando era sparito, aveva portato tutti quei sentimenti provati con sè: aveva portato via il fuoco, lasciandomi da sola, in balia del ghiaccio che tornava ad avvolgermi. Poi sentii un crack. Qualcosa si era spezzato, ed a pensarci bene quello fu il primo vero e proprio avvertimento: il mio guscio cominciava a starmi stretto.
lucrezia's corner
Un nuovo capitolo appena sfornato: scopriamo i sentimenti di Lucy e alcuni particolari su Brenda. Capiamo che a Lucy viene offerta una seconda possibilità e che in ballo c'è il suo futuro. Ma sembra troppo presa da un ragazzo per accorgersene... inoltre rispunta Daniel, e viene nominato Charles... Chi sono? Non vi resta che scoprirlo :) Aspetto le vostre recensioni e vi mando un caloroso abbraccio virtuale. E vi chiedo soprattutto scusa per il ritardo, ma tra la scuola e i compiti il tempo che mi rimane è molto poco. E ora che ci penso mi scuso anche per questo capitolo, se così vogliamo definirlo, che mi fa veramente schifo :) Anzi faccina triste :(
Lucy |
Capitolo 6
*** You don't know ***
The breath of butterflies
La persona che non vuole o che non può perdonare non riesce facilmente a vivere il momento presente.
Jean Monbourquette
Dal capitolo precedente
La mattina dopo, quando varcai la soglia della Berrytown, alcuni ragazzi di quarta si congratularono con me per il ruolo, e anche se non lo ammisero apertamente, sapevo che si erano pentiti di avermi giudicato male un paio di giorni prima. Sorrisi e mi recai al mio armadietto, evitando di raccontare i "dettagli" sul mio ruolo. Con la coda dell'occhio scorsi Jake baciarsi con Jennifer. Stavano insieme da due mesi. Sembrava seria come cosa. E mi venne da pensare quanto sarebbe bello essere amata così, quanto sarebbe eccitante se quacuno fosse innamorato di me. E per la prima volta da quando Charles è morto, da dopo la mia storia con Daniel, mi lasciai ad andare a immaginare che un giorno, forse, avrei avuto un ragazzo come Jack da amare. Un ragazzo bellissimo, gentile e intelligente. Un ragazzo che avrebbe ricambiato il mio amore, nonostante quello che sono e quello che ho fatto.
La gente dice che il vento sia portatore di grandi consigli e cambiamenti, dice che l'aria che ci circonda e ci racchiude, sia la nostra principale fonte di esistenza, dice che l'acqua possa cancellare il passato e trascinarselo nel profonfo, dice che il cielo sia così immenso e limpido per ampliare i nostri orrizzonti, e dice che esiste un modo per perdonare ed essere perdonati, per ricominciare e sentirsi leggeri. Ma la gente mente, ruba, uccide, sbraita. Quindi perchè credere agli uomini? Perchè credere che si possa azzerare e in un certo senso anche dimenticare ciò che abbiamo fatto, se sappiamo che in realtà non è così? Perchè non lo abbiamo mai fatto. E continueremo su questa strada. A volte vorrei raccontare a tutti la mia macabra storia, e vorrei che perdonassero e dimenticassero. E vorrei librarmi nel senso di leggerezza che si farebbe spazio dentro di me.
Berrytown high school
09'13
"Così Jack mi ha detto che la nostra storia per lui è davvero importante e... Lucy? Mi stai ascoltando?" mi chiese Jenny con uno sguardo misto tra l'arrabbiato ed il serio. "Si si... hai detto che Jack..." sbuffai notando l'espressione accigliata della mia amica "Ok a dir la verità non ti ho considerato minimamente" risposi sistemando meglio i libri nell'armadietto. "Qualcosa non va? Sei strana in questo periodo: non parli, non ascolti, non hai umiliato nessuna matricola, e per lo più non mi hai raccontato quasi niente su quello che è successo con Justin e con il film... insomma so tutto di te e ormai ti conosco alla perfezione. Stai bene?" mi chiese. I suoi occhi nocciola scrutavano i miei con fare vigile e sospettoso. No Jenny. Non sto bene. E non sai tutto di me. E non sai di Justin e del suo non considerarmi. E non sei del bacio che dovrò dargli. E non sai di Daniel e di quello che ha fatto. E non sai di Charles, e di quello che io ho fatto. E non sai cosa faccio quando i miei dormono. E non sai nemmeno cosa nascondono i miei occhi: ho imparato a nasconderli grazie al mascara. E per un breve, sconsiderato momento immaginai di svelarle il mio segreto. Mi vidi la scena nei dettagli. Io e Jennifer in camera mia, tutte e due con la ridarella dovuta alla caffeina delle coca cole che abbiamo bevuto, felici e appena imbarazzate di fronte al rafforzamento della nostra amicizia. Le poso una mano sul ginocchio per farla stare zitta un momento, poi gliela dico. Gliela dico in fretta, senza pause, senza guardarla negli occhi. E quando finisco lei è affettuosa, indulgente e comprensiva come speravo. Mi abbraccia. Va tutto bene e io sono più leggera, ora che gliel'ho detto. Sono libera. Ma fu soltanto un sogno. Una fantasia un po' folle. Non le dissi niente.
lucrezia's corner
I'm back!!! dopo una lunghissima settimana sono riuscita a ritagliare un po' di tempo per questa storia! In questo capitolo volevo si evidenziasse il fatto che Jenny, proprio come gli altri personaggi, è all'oscuro del segreto di Lucy. Quest'ultima vorrebbe dirglielo, ma sa che inevitabilmente le cose cambierebbero. Nel prossimo capitolo ci sarà Justin, un copione bizzarro e nuove scoperte sul passato della protagonista. Vi mando un caloroso abbraccio, e vi ringrazio per tutte queste visualizzazioni!!!!!! Il vostro affetto mi scalda l'anima :) Recensite, così mi fate sapere che idee vi siete fatte su Lucy e Jenny ;)
with love
Lucy
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Capitolo 7
*** A boy like Jack ***
The breath of butterflies
e un senso di vuoto che mi opprime l'anima.
lucy96
Dal capitolo precedente
"Ho parlato con il regista, anche lui pensa che io e te siamo più adatti per il ruolo, così glielo abbiamo detto chiaro e tondo al produttore, ed ha dovuto licenziare Brenda, di fronte al nostro parere, e sopratutto all'incoerenza della ragazza, che si è dimostrata priva di rispetto per quelli più grandi di lei" prese fiato, poi continuò "Se ti dimostri all'altezza il ruolo è tuo" e sorrise mentre lo diceva, per la prima volta in quel pomeriggio. E fu inevitabile la contorsione della mia bocca in un sorriso di rimando. La fitta al petto era sparita e mi sentivo felice ed entusiasta, per la prima volta dopo tanto tempo. "Grazie. Grazie davvero" sussurrai, perchè l'ossigeno mi venne a mancare. "Domani alle 16 negli stessi studi dei provini. Ti aspetto" disse inclinando impercettibilmente il capo. Annuì, e lo vidi alzarsi e raggiungere la guardia del corpo, racchiuso da un sottile strato di nebbia. Mi sentivo grata e felice fino ad un secondo fa, poi però quando se ne era andato, era scomparso tutto: come se la vera causa del mio star bene fosse lui, e non l'aver ottenuto la parte, fossero i suoi occhi, e non l'aver realizzato il sogno di una vita. Quando era sparito, aveva portato tutti quei sentimenti provati con sè: aveva portato via il fuoco, lasciandomi da sola, in balia del ghiaccio che tornava ad avvolgermi. Poi sentii un crack. Qualcosa si era spezzato, ed a pensarci bene quello fu il primo vero e proprio avvertimento: il mio guscio cominciava a starmi stretto.
Il giorno seguente l'incontro con Justin al Central Park, mi diressi negli studi, in cui non molto prima, avevo cercato di ottenere la parte. Una seconda possibilità: cosa che capita il numero di volte in cui una persona, nell'arco della sua esistenza, può trovare un quadrifoglio. Ma non avevo paura. La paura è per gli stupidi e gli inconscienti. Serve solo ad allontanarti dal tuo obbiettivo, ed era l'ultima cosa che volevo in quel determinato momento. Entrai nella sala delle prove, e notai Justin parlare fitto fitto con il regista. Mi guardò e fece un cenno del capo. Un semplice e insignifacante cenno del capo, di quelli che si scambiano i ragazzi all'entrata a scuola. Deglutii e mi avvicinai a loro. "E' arrivata la nostra eroina che ci salverà dalla perfida Brenda!" esclamò il regista euforico. Sorrisi grata del compimento, ma non arrosii. Lucy Ronnie Winsley non arrossisce mai: "è peccato" mi aveva detto una volta Jenny: le regine non arrossiscono, non hanno paura e sono fatte di ghiaccio. "Addirittura un'eroina! Bhe allora voglio assolutamente incominciare, devo salvare il film il prima possibile" un sorriso malizioso si insinuò tra le mie labbra. Anche il regista rise convulsamente, prima di adagiarsi sulla sedia nera e dare il via alla scena.
Il produttore, in seguito alla mia interpetazione, mi cedette il ruolo di Audrey e promise di affidare a Brenda uno più adatto a lei. Fece anche un lungo discorso a me e a Justin su come si svolgeva la vicenda, e anche su come si articolava e si evolveva il mio ed il suo personaggio. Poi si avvicinò leggermente a noi:" Ho pensato che il bacio finale dovrà essere appassionato e avvincente: non una cosa da film romantici e sdolcinati con "baci", se così vogliamo definirli, dolci e mielosi, voglio passione e amore, e per questo esigo sintonia e scintille tra voi" lo disse nell'esatto modo in cui si ordina il menù al ristorante: voce piatta e inerme. Rabbrividii. La sola idea di baciarlo mi fece venire la pelle d'oca, figuriamoci se ci voleva anche la passione! Postai lo sguardo su Justini: sembrava tranquillo e rilassato, e questo contribuì solo ad aumentarmi il nervoso. Ma perchè avevo così paura? Perchè non avevo mai più baciato un ragazzo da quando avevo rotto con Daniel. E avevo paura di aver scordato come si facesse.
Berrytown high school
07'51
La mattina dopo, quando varcai la soglia della Berrytown, alcuni ragazzi di quarta si congratularono con me per il ruolo, e anche se non lo ammisero apertamente, sapevo che si erano pentiti di avermi giudicato male un paio di giorni prima. Sorrisi e mi recai al mio armadietto, evitando di raccontare i "dettagli" sul mio ruolo. Con la coda dell'occhio scorsi Jake baciarsi con Jennifer. Stavano insieme da due mesi. Sembrava seria come cosa. E mi venne da pensare quanto sarebbe bello essere amata così, quanto sarebbe eccitante se quacuno fosse innamorato di me. E per la prima volta da quando Charles è morto, da dopo la mia storia con Daniel, mi lasciai ad andare a immaginare che un giorno, forse, avrei avuto un ragazzo come Jack da amare. Un ragazzo bellissimo, gentile e intelligente. Un ragazzo che avrebbe ricambiato il mio amore, nonostante quello che sono e quello che ho fatto.
lucrezia's corner
Un nuovo capitolo! Lo so lo so: sono in mega ritardo! Ma sapete il liceo è tosto e dover conciliare il tutto diventa un'impresa più ardua ogni giorno che passa! Conoscete però un capellino in più Lucy, apprendete che Charles è morto, che Daniel è stato il suo ex, che Jennifer e Jake stanno insieme e... ok credo di aver scritto troppe cose in un unico capitolo! Recensite che mi fa sempre piacere, dopo tutto se avete fatto la fatica di leggerlo, recensirlo sarà una cavolata :) with love
Lucy |
Capitolo 8
*** Listen to me ***
The breath of butterflies
Nicholas Sparks
Se chiudevo gli occhi e mi concentravo attentamente, riuscivo a sentire il suo profumo.
Menta. Sentivo solo questo quando mi abbracciava: un intenso e avvolgente profumo di menta. E se mi sforzavo ancor di più, riuscivo a vedere i suoi occhi verdi, che mi abbagliavano come fari nella notte. E le sue braccia, struttura nella quale mi rifugiavo e trovavo conforto. Non è durato molto. Un giorno è sparito, è andato via, come l'autunno e come l'estate. Si è dissolto nell'aria, il vento l'ha portato con sè. Di lui mi erano rimasti i ricordi. Li conservavo uno ad uno, e non erano sfocati o nebulosi, ma nitidi e potenti, perchè quando riaffioravano mi destabilzzavano ed era come se un grosso peso mi opprimesse l'anima. Un fugace groppo alla gola, nel mentre, nasceva davanti a quei ricordi, che scivolavano veloci tra le vecchie sensazioni.
Charles era il mio migliore amico, la mia fonte di luce, oltre Jenny. Ma con lui era diverso: non parlavamo di vestiti o appuntamenti, ma di cose veramente importanti. A Jenny non l'ho mai detto. Si sarebbe scandalizzata e si sarebbe sentita offesa sapendo che stare con lui mi piaceva di più. Non ho avuto il tempo di dirglielo.
"Ti va di uscire con me stasera?" alzai lo sguardo confusa, trovandomi Justin che sorrideva malizioso. Rimasi a fissarlo per una manciata di secondi, e probabilmente fu il set cinematografico a ricordarmi che stava recitando. Sbuffai, ci sapeva davvero fare. "Ecco...io..." com'era la battuta? Mi ero persa al "ti va di uscire?". Justin sorrise incoraggiante, e per un attimo pensai che mi stesse prendendo in giro. "E' un appuntamento?! Andiamo non è così difficile da memorizzare!" il regista aveva ricominciato a sbraitare, e questo contribuiva solo ad aumentare il mio nervoso. "Gli attori, gli attori! Chi li capisce è bravo!!! Pausa. Voglio un caffè macchiato. Margareth, mi hai sentito?!" avrei voluto tapparmi le orecchie ed uscire da quel manicomio. Sbuffai per la seconda volta, e guardai il display del telefono. 21 ottobre. Non me lo ricordavo. Ci volle un secondo, o forse un paio di minuti, fatto sta che mi accasciai a terra e tentai di reprimere le lacrime. Era passato un altro anno.
Justin si avvicinò con passo veloce, per poi pormi l'inevitabile domanda, quella che più di tutte odiavo e detestavo:"Tutto bene?" suonò quasi un insulto, chissà perchè. Troppo scontata e troppo programmata. Sembra quasi che le persone la tirino fuori e la utilizzino a proprio piacimento. "Ti interessa davvero come sto e cosa provo, oppure lo dici solo per gentilezza? Se è così sei come tutti gli altri" domandai qualche attimo dopo, con gli occhi che inevitabilmente cominciavano a gonfiarsi. "Mi interessa davvero" rispose serio, accovacciandosi sul pavimento freddo del set. "Non so se ti piacerà, sentire la mia storia intendo" asserì convinta, rivolgendogli un'occhiata fugace, che terminò non appena sentii la sua mano calda sulla mia. La osservai scettica, per poi contorcere la bocca in un sorriso sghembo. "Non deve piacermi. Non mi interessa una bella storia con tanto di lieto fine, voglio sapere la tua di storia" rispose prontamente, altrettanto convinto. "Non aspettartelo" affermai scrutando la sua mano nella mia e scuotendo lentamente il capo. "Che cosa?" chiese dubbioso, posando anche lui lo sguardo su quello che sembrava essere in tutto e per tutto un piacevole contatto. "Il lieto fine" esclamai debolmente, sorridendo un'altra volta e promettendo a me stessa di non piangere. Almeno per un po'.
lucrezia's corner
In questi mesi ho avuto paura che qualcuna di voi si mettesse sulle mie tracce e mi venisse a cercare nella soffitta della mia casa, con tanto di spada e pugnale. So bene l'indecenza con la quale posto questo (tra l'altro corto e osceno) capitolo, ma sono stata così indaffarata da trascurare voi, e credeteci o no, da trascurare Justin. Motivo di tutto ciò? Cinque ragazzi, un nuovo cd, e una nuova cotta. Gli One direction hanno avuto la bizzarra idea di entrare nella mia vita. Quindi, presa da una folle, ma letale, voglia di amore (?) ho scritto una nuova fan fiction su di loro, o meglio su Hazza. Questa FF è passata in secondo piano per colpa loro, quindi prendetevela con quelle 5 carote, please. Non so se continuare o meno questa storia, perchè mi sto legando moralmente all'altra. Wicked è il titolo. Vi chiedo di farci un salto e leggerla, perchè ci sto mettendo il cuore. Inoltre potrete trovare Charles, ovvero lo stesso personaggio di questa storia. Anche lì interpreta la parte del morto :) Vi voglio un mondo di bene e vi chiedo umilmente scusa. Il futuro di questa fan fiction è nelle vostre mani: scrivetemi nei commenti se siete disposte a seguirmi ed a incoraggiarmi con l'altra, oppure se the breath of butterflies è troppo importante per poterla interrompere. Un abbraccio a tutte voi, e un caloroso grazie per essere meravigliose.
Lucy
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