For who could ever learn to love a Beast?

di Kurtofsky
(/viewuser.php?uid=123315)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. Comeback ***
Capitolo 2: *** 2. The truth is that I can’t ***
Capitolo 3: *** 3. I want to talk to you ***
Capitolo 4: *** 4. Thank you ***
Capitolo 5: *** 5. It's all right ***
Capitolo 6: *** 6. This is not the end ***
Capitolo 7: *** 7. Do you like ***
Capitolo 8: *** 8. Sorpresa ***
Capitolo 9: *** 9. Wrong ***
Capitolo 10: *** 10. Home ***
Capitolo 11: *** 11. Why is a secret? ***
Capitolo 12: *** 12. Mi Dispiace ***
Capitolo 13: *** 13. Happiness ***
Capitolo 14: *** 14. Croissant ***
Capitolo 15: *** 15. Like Brothers ***
Capitolo 16: *** 16. Feelings ***
Capitolo 17: *** 17. First Dance ***



Capitolo 1
*** 1. Comeback ***


Titolo: For who could ever learn to love a Beast?
Titolo del Capitolo: Comeback
Fandom: Glee
Personaggi: Kurt Hummel, Dave Karofsky, Mercedes Jones, Will Schuester, Finn Hudson, Azimio Adams
Genere: Introspettivo, Romantico
Rating: Verde
Avvertimenti: What if? (E se…), Slash
Conteggio Parole: 1319 (FiumiDiParole)
Note: 1. Questa fic è stata elaborata circa tre mesi fa ma solo la puntata 2x16 “Original Song” ha preso una vera e propria forma. Causa tempo e voglia non sono riuscita a postarla prima e, anche se ho visto le puntate successive e letto gli spoiler, ho deciso di non cambiare niente di quello che avevo abbozzato. Questione di principio. Tengo tanto a questa fic e ci ho lavorato parecchio<3 spero vi piaccia<3
2. Come si è capito, già da tempo volevo scrivere una fic sul mio cartone/musical preferito “ La Bella e la Bestia”, e mentre lo riguardavo per l’ennesima volta ho avuto la giusta ispirazione per creare questa longfic.
3. Dedicata all’altra metà dell’account che altri non è che la mia dolce metà<3 Ti amo e scrivo tutto questo solo ed esclusivamente per te<3
4. Una piccola dedica anche ai pirati<3 perché siete diventate la mia famiglia e vi voglio bene<3
5. Non è ancora stata betata XD


{ For who could ever learn to love a Beast? ~
- 1. Comeback -



Il rumore del pennarello del professor Schuester sulla lavagna bianca gli era maledettamente mancato. Era un suono così familiare che lo faceva sentire a casa e, tenendo gli occhi chiusi per qualche istante, ascoltò quel lieve stridio sorridendo.
Era tornato al McKinley solo il giorno prima e quella era la sua lezione di 'ben tornato', un regalo che i suoi compagni avevano deciso di dedicargli... o almeno erano state quelle le parole di introduzione alla lezione che aveva usato il professore - " Siamo davvero felici che tu sia tornato Kurt. Ci sei mancato e, per festeggiare, con i tuoi compagni abbiamo deciso di dedicarti questa lezione che tratterà uno degli argomenti che più preferisci", quelle parole l'avevano fatto arrossire all'inverosimile.
Inoltre, voleva essere sincero: la Dalton non gli mancava poi così tanto - non come gli era mancato fin da subito il McKinley.
Certo, amava l'ordine di quell'istituto e la sua eleganza, ma quella scuola metteva a tacere il suo spirito battagliero e, a lungo andare, era diventato pesante convivere con la certezza di essere uno dei tanti e non un membro importante di un gruppo - come tra le New Directions.
L'unica cosa dell'accademia maschile che gli mancava era Blaine ovviamente, il suo ragazzo - diventò rosso solo a pensarlo sotto quelle vesti. Avevano un ottimo rapporto, parlavano di tutto e non litigavano mai, per Kurt era una persona fantastica ma temeva che la loro relazione non potesse andare a genio agli altri Warblers.
Infondo Blaine gli aveva fatto cantare un duetto alle Regionali per stare più tempo con lui, ma non potevano continuare in quel modo. Kurt voleva meritarsi le canzoni e voleva battersi per ottenerle.
Quello era stato un altro dei motivi che l'avevano spinto a voler tornare al McKinley e, ovviamente, aveva discusso a lungo con Blaine su quel sto 'ritorno alle origini' ma alla fine, nonostante questo non fosse pienamente d'accordo, aveva accettato la sua scelta, pregandolo ogni giorno di stare attento e di tenersi fuori dai guai - non nominava mai il nome di Karofsky davanti a Kurt, anche se questo sapeva che si riferiva al giocatore di football.
Aveva combattuto parecchio anche con suo padre e Carole per convincerli a farlo tornare al McKinley, e solo quando il Preside Figgins aveva assicurato a Burt che avrebbe fatto il possibile per combattere il bullismo a scuola, Kurt finalmente poté rimettere piede nel suo vecchio istituto come studente.
" Musical!", esclamò Will, attirando su di sé l'attenzione di tutti, mostrando la medesima scritta sulla lavagna. " Il tema per le prossime settimane riguarda i musical di Broadway! Sarà una gara! Sceglierete tutti un musical e dovrete preparare la canzone che vi rappresenta di più entro la fine del mese. Il vincitore avrà l'occasione di... cantare un assolo alle Nazionali! Ci sono domande?"
E mentre Brittany faceva una delle sue solite domande al professore - seguita poi dall'ignoranza di Puck e Finn in materia di musical -, Kurt si illuminò: lui aveva già la canzone perfetta. Quella di uno dei musical che più preferiva - che a Broadway era stato addirittura tra i più longevi - e che da bambino, quando metteva la cassetta nel videoregistratore, l'aveva fatto sognare per la sua magia e musica.
La Bella e la Bestia, era per lui uno dei migliori classici Disney mai ideati... per non parlare della trasposizione in musical: perfetta.
Si rispecchiava particolarmente nella protagonista. Belle era una ragazza diversa dagli altri del suo paesino e che sognava immense avventure. Sin da bambino Kurt si era sentito diverso dagli altri e sognava a sua volta di viaggiare trovare un posto per lui, lontano dalla piccola Lima.
Tutto di quella storia parlava dell'accettarsi e dell'andare oltre le apparenze, per questo la amava e la canzone che lo rappresentava - e che avrebbe presentato - sarebbe sicuramente stata Belle, nella quale la ragazza esprimeva il suo desiderio di avventura e di libertà.
" Immagino che tu abbia già un'idea.", dichiarò Mercedes, seduta accanto a lui, rivolgendogli un sorrisetto.
" Immagini bene.", rispose sistemandosi meglio nella sedia, come se non riuscisse a stare fermo. " Ho la canzone perfetta!", precisò poi.
" Dimmi tutto, white boy."
" Tutti da me si aspetteranno un qualcosa di... strano, ammettiamolo. Ma non farò niente di tutto ciò. Presenterò semplicemente uno dei miei musical preferiti... La Bella e la Bestia.", annunciò, strappando all'amica un gridolino adorante. " Canterò Belle. Quella canzone è perfetta per me."
" Assolutamente!", assentì Mercedes. " Quanto avevo sognato guardando il film della Disney...", ammise poi in un sospiro.
" A chi lo dici.", scherzò il ragazzo, appoggiandosi al braccio dell'amica che rise con lui.
" Io per ora non so che cantare. Sono particolarmente indecisa.", svelò.
" Oh, ma ti aiuterò.", si propose Kurt allegramente. " E prevedo che Rachel proporrà qualcosa di Evita."
" Non avevo dubbi a riguardo.", ridacchiò la ragazza e chiacchierarono a mezza voce fino alla fine della lezione, al termine della quale si apprestarono ad uscire dall'aula.
Anche per i corridoi i due continuarono a parlare, cercando di individuare in anticipo le canzoni che avrebbero scelto i loro compagni - era semplice immaginarsi le scelte di Rachel ma per gli altri era un po' più difficile.
" Andiamo a casa mia?", propose Kurt, andando verso gli armadietti per recuperare dei libri.
" Ottima idea. Così scegliamo un musical e facciamo anche le prove!", accettò Mercedes.
" Poi Carole mi ha detto che avrebbe fatto la torta di mele. La sua è... deliziosa!"
" Oh! Allora è un motivo in più per andare a casa tua!", rise l'altra, aprendo l'armadietto.
" Ragazzi...", Finn li raggiunse poco dopo, guardandoli con uno sguardo da cucciolo bastonato.
" Sì?", Kurt lo guardò, cercando di capire il motivo di quell'abbattimento.
" Non è che... potete aiutarmi con la canzone? Io non so niente di... Broadway e tutte quelle cose!", si lamentò il più alto, strappando una risatina agli altri due.
" Certo Finn! Ma che domande!", esclamò Kurt. " Dai, andiamo a casa!"
Si avviarono verso l'uscita e lì, nel parcheggio, Hummel scorse distrattamente David Karofsky e Azimio Adams che giocavano con una palla da football.
Un brivido lo percorse nell'osservare Karofsky ma si disse che non doveva temerlo. Lui non aveva parlato con nessuno - oltre Blaine, ovviamente - di quello che era successo e non gli avrebbe fatto del male.
Kurt aveva la coscienza pulita al contrario di quel tipo e, per quello, decise di ignorarli passando dietro Karofsky - sperando ugualmente che questo non decidesse di infastidirlo.
Inoltre la presenza di Finn e Mercedes lo rassicurava non poco e sembrò sin da subito andare tutto bene... fino a quando non gli arrivò una pallonata dritta sulla nuca.
Per qualche istante vide bianco e un sordo dolore si profuse per tutta la testa.
" Ah...", gemette portando entrambe le mani nella parte lesa, sentendo le lacrime pungergli gli angoli degli occhi.
" Ehi!", la voce di Karofsky lo riscosse e puntò le sue iridi su quelle del giocatore di football che si avvicinava.
Poteva scommetterci tutti i suoi abiti firmati: ma era stato lui a lanciargli la palla.
" Mi di...", esordì piano il più grande ma venne bloccato subito dall'amico.
" Che c'è ti è piaciuta finocchio? Ti piace quando ricevi delle palle, eh?", si intromise Azimio ridendo, raggiungendo Karofsky.
" Ma come ti permetti?!", si inalberò Mercedes, subito affiancata da Finn - che non poté però fare a meno di notare lo sguardo di David.
Non avevano un gran rapporto ma aveva visto una parte buona di lui in passato e... riconobbe uno sguardo dispiaciuto nei suoi occhi.
" Lasciamo perdere.", parlò Kurt interrompendo Mercedes che sembrava pronta a darle di santa ragione ad Azimio. " Non meritano la nostra attenzione. Sono tornato qui per stare con voi e non per farmi distruggere da questi animali senza cervello."
" Non fare tanto il superiore, finocchio!", esclamò Azimio, dando una gomitata all'amico che, invece di ribattere, seguì con lo sguardo il più piccolo che si allontanava.
Niente sarebbe mai cambiato e, senza che potessero saperlo, quello fu il triste pensiero che accompagnò il resto della serata di entrambi.




Piccola Anticipazione del prossimo capitolo:

" Vorrei farvi fare pace...", svelò Finn.
" Impossibile.", tagliò corto Kurt, ritirando la sua tazza di latte ormai vuota.
" Perché no?"
" Perché non posso perdonarlo! Non posso!"

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** 2. The truth is that I can’t ***


Titolo: For who could ever learn to love a Beast?
Titolo del Capitolo: The truth is that I can’t
Fandom: Glee
Personaggi: Kurt Hummel, Finn Hudson
Genere: Introspettivo
Rating: Verde
Avvertimenti: What if? (E se…), Slash
Conteggio Parole: 1321 (FiumiDiParole)
Note: 1. Questa fic è stata elaborata circa tre mesi fa ma solo la puntata 2x16 “Original Song” ha preso una vera e propria forma. Causa tempo e voglia non sono riuscita a postarla prima e, anche se ho visto le puntate successive e letto gli spoiler, ho deciso di non cambiare niente di quello che avevo abbozzato. Questione di principio. Tengo tanto a questa fic e ci ho lavorato parecchio<3 spero vi piaccia<3
2. Come si è capito, già da tempo volevo scrivere una fic sul mio cartone/musical preferito “ La Bella e la Bestia”, e mentre lo riguardavo per l’ennesima volta ho avuto la giusta ispirazione per creare questa longfic.
3. Dedicata all’altra metà dell’account che altri non è che la mia dolce metà<3 Ti amo e scrivo tutto questo solo ed esclusivamente per te<3
4. Una piccola dedica anche ai pirati<3 perché siete diventate la mia famiglia e vi voglio bene<3
5. Non è ancora stata betata XD


{ For who could ever learn to love a Beast? ~
- 2. The truth is that I can’t -



Era diventata ormai una piccola tradizione per Finn la visita notturna di Kurt nella sua camera. Il più piccolo entrava nella sua stanza accompagnato da una tazza di latte caldo e dalla voglia di 'spettegolare' - o 'chiacchierare' come diceva l'altro - ed era un momento che Finn aspettava ogni notte.
Essendo sempre stato figlio unico gli faceva piacere essere diventato una figura così importante per il fratellastro.
Quella volta, però, stava attendendo quella visita con più desiderio delle precedenti.
Aveva passato la giornata con Kurt e Mercedes a cercare una canzone di un musical che potesse rappresentarlo - erano a addirittura a buon punto -, e quando aveva avuto qualche minuto libero per pensare, la sua mente era tornata a quando il più piccolo si era 'scontrato' con Karofsky nel parcheggio.
Sapeva che erano in pessimi rapporti - Dave l'aveva minacciato di morte mesi prima - ma Finn non era riuscito a non notare lo sguardo del suo compagno di squadra quel pomeriggio. Sembrava dispiaciuto - era certo di aver colto quel sentimento negli occhi dell'altro - e... si era sentito triste per lui.
Aveva pensato e ripensato parecchio a quell’avvenimento, e si era ritrovato con tanti dubbi e supposizioni. Ad esempio aveva pensato che forse David non aveva colpito Kurt intenzionalmente, che forse era stato solo un incidente e... se non fosse stato per Azimio forse si sarebbe anche scusato.
Alla fin fine però erano solo semplici ipotesi forse un po' troppo azzardate, ma a Finn, sinceramente, piaceva sperare che fossero in un certo qual modo reali.
Perché sarebbe stato bello poter aiutare entrambi - sia Kurt che David - ad appianare i loro problemi, in modo da far nascere almeno un rapporto di conoscenza reciproca che non prevedesse insulti o robe varie.
Sicuramente una cosa simile avrebbe portato solo cose buone nella vita di entrambi. Il suo fratellastro si sarebbe sentito più al sicuro a scuola - e di rimando anche Burt che soffriva di cuore -, e Karofsky forse si sarebbe anche unito al Glee Club - era addirittura più bravo di lui nel ballo: sarebbe stato un buon elemento per le Nazionali.
Per quel motivo si convinse che fosse un suo compito provare ad aiutarli, e quando Kurt entrò nella stanza di Finn con due tazze di latte in un vassoio, quest'ultimo si era già preparato in parte un discorso da fargli... sperava solo di ricordarselo tutto.
Bevve il primo sorso, assaporando il caldo latte ed ascoltando il fratellastro parlare della canzone che aveva scelto – proponendo poi infantilmente di prendere il lettore dvd e guardare la versione restaurata del film della Disney de La Bella e la Bestia -, poi quando anche Kurt si permise di bere la sua dolce bevanda, Finn decise di prendere il comando del discorso.
" Senti... volevo chiederti una cosa.", esordì.
Il più piccolo lo guardò curioso.
" Riguarda quello che... è successo oggi con Karofsky.", e, come era ovvio, lo sguardo di Kurt si indurì all'istante.
" Non potremo parlare d'altro?", sbottò.
" No! È importante... perché penso non l'abbia fatto con cattiveria di colpirti."
" Certo! Se mi mettessi a pensarla come te allora Karofsky non ha fatto niente con cattiveria!", esclamò subito Kurt. " Magari scherzava quando mi spintonava e mi insultava, magari ora devo pensare la stessa cosa anche per quando mi ha minacciato di morte!"
Finn l’aveva visto più volte assumere quell’atteggiamento difensivo quando si parlava di quell'argomento, e proprio per quel motivo decise di non arrendersi
. " Non è cattivo... ha anche ballato per il Glee... te lo ricordi no?"
" Era stato punito dalla Coach Beiste!"
" No! Si è unito a noi di sua istantanea volontà!"
" Prima di tutto si dice 'spontanea volontà', poi... sei dalla mia parte o dalla sua?", il più piccolo lo guardò con uno sguardo ferito, non si aspettava di dover affrontare con il fratellastro un argomento simile.
" Vorrei farvi fare pace...", svelò Finn.
" Impossibile.", tagliò corto Kurt, ritirando la sua tazza di latte ormai vuota.
" Perché no?"
" Perché non posso perdonarlo! Non posso!"
" Non è del tutto cattivo...", pigolò Finn.
" Non lo conosci come lo conosco io.", ribatté, trattenendosi dal dire altro - nessuno oltre lui e Blaine dovevano sapere la verità su Karofsky, era una questione di principio e di correttezza - e si alzò andando verso la porta. " E per favore: non parliamo più di questa cosa.", aggiunse.
Finn sospirò in risposta, sapeva quanto il fratellastro potesse essere testardo e doveva dargli suo malgrado ragione in parte.
Anche lui aveva avuto parecchi problemi con Karofsky, ma niente era paragonabile a quello che aveva provato Kurt. Il suo compagno di squadra si era rivelato intollerante nei confronti dell'omosessualità del più piccolo e l’aveva ferito e terrorizzato.
Forse la sua era stata una pessima idea nonostante le buone intenzioni che aveva dimostrato.


Non appena Dave Karofsky si distese sul suo letto, poté finalmente lasciarsi andare emettendo un sospiro dolorante.
Aveva passato una serata pessima, diviso tra la tristezza per quanto era accaduto quel pomeriggio nel parcheggio del McKinley e il non dover far capire niente né ad Azimio né alla sua famiglia.
Viveva ormai una doppia vita, quella del ragazzo prepotente che deludeva immancabilmente suo padre con pessimi voti e richiami scolastici e quella del giovane spaventato e dispiaciuto, che veniva fuori solo nella solitudine della sua stanza.
Era una divisione obbligatoria, la sua seconda faccia - la più reale - era quella che non sarebbe mai riuscita a sopravvivere nel mondo esterno. Era troppo fragile e debole, ferirla era fin troppo semplice, e per questo andava protetta.
Perché Dave era un fottuto finocchio e sapeva benissimo che le persone come lui non avevano vita lunga. Nonostante l’aspetto robusto e forte, non era né coraggioso né orgoglioso di sé, temeva la reazione della sua famiglia e dei suoi amici, e per quel motivo non poteva svelare a nessuno la sua sessualità.
Inoltre, per uno strano scherzo del destino, l'unico che conosceva il suo segreto era Kurt Hummel. L’unico gay dichiarato della scuola che, dopo un anno di domande e dubbi, era diventato quasi un’ossessione per Dave.
Kurt con quei suoi vestiti strambi, con l’insopportabile parlantina, con l’aspetto curato e profumato, con quel carattere cinico ma dolce… con tutti i suoi pregi e difetti. L’aveva osservato a lungo e, quando sentiva di andare oltre con i suoi pensieri, si accaniva contro di lui.
Pensava di far tacere i suoi sentimenti in quel modo, ma mentiva semplicemente a se stesso perché lentamente Kurt era anche diventato la persona che amava e si vergognava come un ladro per quei sentimenti. Perché non solo era innamorato di un finocchio - cosa che lo rendeva a sua volta un frocio -, ma quel ragazzo era terrorizzato da lui a causa della prepotenza che usava per celare la paura.
Al suo ritorno al McKinley forse Hummel non aveva più paura di lui, ma era chiaro il sentimento che provava nei suoi confronti: lo odiava, e quel giorno ne aveva avuto l'ennesima prova.
Era iniziato tutto per un semplice fatale errore. Dave non voleva colpirlo con quella pallonata ma... gli era semplicemente sfuggita la palla mentre lo guardava.
Gli era parso quasi un miraggio il vederlo passeggiare lì per il parcheggio, non lo vedeva da ormai quattro mesi e dopo tutto quel tempo si era semplicemente incantato.
Qualche giorno prima, quando era giunta la notizia del nuovo trasferimento di Kurt, si era ritrovato a pensare lungo a come si sarebbe dovuto comportare nei suoi confronti. Aveva esagerato nel minacciarlo, ma il ragazzo anche davanti alla Coach Sylvester aveva mantenuto il segreto dimostrandosi degno di fiducia... soprattutto per quel motivo, e per i sentimenti che provava per lui, si diceva che doveva trovare un modo per rimediare.
Ma era bastato lo sguardo del più piccolo per fargli capire che era ormai troppo tardi per fare qualsiasi cosa.
Kurt lo odiava e non sarebbe mai cambiato niente.
Quello era il peso dei suoi errori e poteva solo soffrire in silenzio, guardare gli sposi di plastica che gli aveva rubato e sperare di trovare quel coraggio che gli mancava almeno per chiedergli scusa.




Piccola Anticipazione del prossimo capitolo:

" Hummel...", esordì con voce incerta.
" Non abbiamo niente da dirci, Karofsky!", lo anticipò bruscamente Kurt, facendo un passo indietro come per sicurezza.
Quella reazione svegliò lievemente la parte più prepotente di Dave - in fondo lui stava solo cercando di fare la cosa giusta!
" Io invece voglio parlarti."
" Non hai il diritto di volere qualcosa da me.", ribatté il più piccolo.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** 3. I want to talk to you ***


Titolo: For who could ever learn to love a Beast?
Titolo del Capitolo: I want to talk to you
Fandom: Glee
Personaggi: Kurt Hummel, Dave Karofsky, Scott Cooper e altri
Genere: Introspettivo
Rating: Verde
Avvertimenti: What if? (E se…), Slash
Conteggio Parole: 1227 (FiumiDiParole)
Note: 1. Questa fic è stata elaborata circa tre mesi fa ma solo la puntata 2x16 “Original Song” ha preso una vera e propria forma. Causa tempo e voglia non sono riuscita a postarla prima e, anche se ho visto le puntate successive e letto gli spoiler, ho deciso di non cambiare niente di quello che avevo abbozzato. Questione di principio. Tengo tanto a questa fic e ci ho lavorato parecchio<3 spero vi piaccia<3
2. Come si è capito, già da tempo volevo scrivere una fic sul mio cartone/musical preferito “ La Bella e la Bestia”, e mentre lo riguardavo per l’ennesima volta ho avuto la giusta ispirazione per creare questa longfic.
3. Dedicata all’altra metà dell’account che altri non è che la mia dolce metà<3 Ti amo e scrivo tutto questo solo ed esclusivamente per te<3
4. Una piccola dedica anche ai pirati<3 perché siete diventate la mia famiglia e vi voglio bene<3
5. Non è ancora stata betata XD


{ For who could ever learn to love a Beast? ~
- 3. I want to talk to you -



Era ormai passata una settimana dal rientro di Kurt al McKinley e da quello sfortunato scontro nel parcheggio. Una settimana nella quale Dave aveva cercato in ogni modo di ignorare il più piccolo, limitando semplicemente i loro incontri a quelli che non poteva evitare, come a lezione o per caso nei corridoi quando Azimio e gli altri decidevano di fargli il bagno nello slushie - azioni che ormai lui aveva smesso di compiere, come a voler dimostrare ad Hummel di non essere poi così marcio come tutto quello che gli aveva combinato portava a pensare.
Il suo era un atteggiamento da codardo, lo sapeva benissimo, stava semplicemente scappando perché non si sentiva in grado di affrontare quella situazione... ma non poteva farne a meno.
Con Kurt vicino lui impazziva, soprattutto se non erano soli. La parte più forte di lui, quella prepotente, schiacciava quella più fragile e prendeva sempre il sopravvento in quegli istanti, ed inesorabilmente si ritrovava a fare cose delle quali poi si sarebbe amaramente pentito - come l'episodio riguardante la minaccia di morte.
Si lasciò sfuggire un sospiro.
Sarebbe stato bello poterlo incrociare un giorno di quelli, magari in un momento in quale nessuno poteva vederli.
Dave, in realtà, non era mai stato un gran sognatore - erano cose da femminuccia - ma non poteva fare a meno di immaginare quell'istante e di vedersi pieno di coraggio per affrontare sia i suoi sentimenti che Kurt.
Sapeva benissimo quanto fosse una cosa assurda e per quel motivo cercava sempre di essere più realista. Se mai l'avesse incrociato un giorno di quelli si sarebbe limitato a chiedergli semplicemente scusa... o almeno ci avrebbe provato.
Sospirò ancora e, dopo aver terminato i suoi allenamenti in palestra - si era messo sotto con l'esercizio fisico che, in parte, lo aiutava a sfogarsi senza doversela prendere con gli sfigati che affollavano l'istituto -, decise di andare a farsi una doccia veloce prima di intraprendere la strada di casa.
David però era ignaro che presto la sua vita sarebbe cambiata e che, come in una favola, avrebbe preso una svolta del tutto inaspettata.
Gli sarebbe bastato seguire per una volta l'istinto, ignorando tutto quello che lo circondava come le amicizie e la maschera di prepotenza che indossava non appena abbandonava la sua camera.


Le lezioni erano ormai finite da qualche ora e Kurt si era trattenuto in biblioteca per recuperare il programma di Scienze. Con il passaggio di scuola si era ritrovato ancora una volta indietro in alcune materie - alla Dalton aveva faticato tantissimo per mettersi al passo con gli altri in Storia - ma, fortunatamente, era una cosa alquanto minima che non lo impensieriva più di tanto.
Con il compito che si sarebbe tenuto il giorno dopo, infatti, sarebbe stato in pari con il programma e non avrebbe più dovuto fare ore extra di studio a scuola, che in quell'istante era occupata solo dalla squadra di hockey - aveva sentito che erano stati pesantemente sconfitti la domenica prima e che l'allenatore li aveva costretti per punizione a degli allenamenti molto più pesanti - e da chi frequentava la palestra.
Ricontrollò per l'ultima volta i suoi appunti - trovandoli ovviamente perfetti - poi, ritirando i libri nella sua cartella, si apprestò ad abbandonare la biblioteca.
Cercò distrattamente il suo Blackberry in borsa - magari faceva in tempo a tornare a casa e ad andare a trovare Blaine a Westerville - e, tenendo il capo basso, non si rese subito conto di aver incrociato Dave Karofsky.
Era passata una settimana dall'ultima volta che si erano incontrati - se si escludevano le attività scolastiche - e, con sollievo, aveva notato che il giocatore di football pareva intenzionato ad evitarlo. Poteva solo essere un bene per lui, si sentiva quasi più al sicuro se non si teneva conto di normali scherzi di Azimio.
Per Kurt l'importante era non avere più a che fare con Karofsky perché, anche se tentava di essere forte, non poteva fare a meno di provare un pizzico di paura nell'incontrarlo... esattamente come accadde in quel momento quando, alzando lo sguardo dalla sua borsa, incrociò le iridi chiare del difensore.
Sentì per qualche istante la gola secca, e tenendo gli occhi fissi sull'altro, cercò di riacquistare la calma per affrontarlo - sapeva di essere veloce, poteva scappare anche grazie ai corridoi fortunatamente deserti a quell'ora.
Karofsky lo fissò a sua volta quasi stupito, come se vedesse un fantasma, poi guardandosi nervosamente attorno incrociò lo sguardo con quello del più piccolo.
Per Dave quell'incontro sembrava quasi deciso dal destino, solo un quarto d'ora prima si stava immaginando in quella stessa situazione e... aveva finalmente la sua occasione.
Sapeva benissimo che ormai niente sarebbe cambiato nel suo inesistente rapporto con Kurt, e per quel motivo poteva almeno tentare di chiedergli scusa. Non avrebbe perso niente in fondo: aveva solo da guadagnarci.
" Hummel...", esordì con voce incerta.
" Non abbiamo niente da dirci, Karofsky!", lo anticipò bruscamente Kurt, facendo un passo indietro come per sicurezza. Quella reazione svegliò lievemente la parte più prepotente di Dave - in fondo lui stava solo cercando di fare la cosa giusta! " Io invece voglio parlarti."
" Non hai il diritto di volere qualcosa da me.", ribatté il più piccolo.
" No. Ora tu mi ascolti senza fare storie o..."
" Oppure cosa fai?", lo interruppe ancora Kurt, sapeva che forse stava andando oltre, ma voleva solo difendersi. " Mi prendi a pugni? Chiami i tuoi amichetti senza cervello? Siamo seri Karofsky. Io non voglio avere niente a che fare con te e sono certo che tu sia dello stesso avviso."
Dave si morse l'interno della guancia, non poteva di certo costringerlo ad ascoltarlo ma era talmente frustrante quella situazione che non poté fare a meno di stringere i pugni e di sbatterne uno sull'armadietto più vicino per sfogarsi.
Quella sua reazione, ovviamente, fu interpretata male da Kurt che, sussultando, decise che fosse molto più decoroso scappare che restare lì a rischiare di essere preso a pugni da Karofsky.
Si allontanò velocemente senza mai voltarsi indietro - se l'avesse fatto, forse, si sarebbe reso conto dell'espressione ferita assunta dall'altro - e, quando incrociò Scott Cooper e altri due tipi della squadra di Hockey pensò che forse sarebbe stato meglio restare con Karofsky.
Gli bastò notare lo sguardo seccato e stanco del biondo per trarre quella conclusione, soprattutto quando iniziò ad essere insultato. Non aveva mai avuto seri problemi con la squadra di hockey, erano sempre troppo impegnati a farsi la guerra con i giocatori di football, ma sicuramente quel giorno erano particolarmente irritati da prendersela con Kurt semplicemente per l'averlo incrociato per puro caso.
Lo insultarono ancora pesantemente, e quando tentò di fuggire la sua schiena andò a cozzare duramente contro l'armadietto.
Emise un gemito dolorante, chiudendo gli occhi per la botta.
" Dove cercavi di andare frocio? Non abbiamo ancora finito con te."
Quella chiara minaccia lo fece trasalire, ma ancor prima di poter tentare la fuga, Karofsky si intromise, stendendo con un pugno uno degli altri ragazzi - erano tutti grandi e grossi e se quel destro riusciva a mettere fuori combattimento uno di quelli, Kurt non poté fare a meno di chiedersi se a lui avrebbe staccato direttamente la testa di netto.
" Che cazzo vuoi Karofsky?!", sputò Scott, spintonando Dave. " Difendere la tua fidanzatina?"
Karofsky non rispose - ma avvampò a quell'insinuazione -, iniziando invece a darsele di santa ragione con i giocatori di hockey.
Kurt non poté far altro che osservarli terrorizzato e pietrificato, ma anche stupito dal fatto che David stesse prendendo le sue difese.





Piccola Anticipazione del prossimo capitolo:

A David bastò la sola l'idea che quell'idiota e i suoi compagni stessero sollevando le mani su Kurt - sul suo Kurt! - per farlo scattare senza riflettere o pensare alle possibili conseguenze.
Non gli importava di sembrare il difensore del più piccolo agli occhi degli altri, nella sua mente aveva un solo pensiero fisso: voleva che Kurt non venisse ferito.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** 4. Thank you ***


Titolo: For who could ever learn to love a Beast?
Titolo del Capitolo: Thank You
Fandom: Glee
Personaggi: Kurt Hummel, Dave Karofsky
Genere: Introspettivo
Rating: Verde
Avvertimenti: What if? (E se…), Slash
Conteggio Parole: 1290 (FiumiDiParole)
Note: 1. Questa fic è stata elaborata circa tre mesi fa ma solo la puntata 2x16 “Original Song” ha preso una vera e propria forma. Causa tempo e voglia non sono riuscita a postarla prima e, anche se ho visto le puntate successive e letto gli spoiler, ho deciso di non cambiare niente di quello che avevo abbozzato. Questione di principio. Tengo tanto a questa fic e ci ho lavorato parecchio<3 spero vi piaccia<3
2. Come si è capito, già da tempo volevo scrivere una fic sul mio cartone/musical preferito “ La Bella e la Bestia”, e mentre lo riguardavo per l’ennesima volta ho avuto la giusta ispirazione per creare questa longfic.
3. Dedicata all’altra metà dell’account che altri non è che la mia dolce metà<3 Ti amo e scrivo tutto questo solo ed esclusivamente per te<3
4. Una piccola dedica anche ai pirati<3 perché siete diventate la mia famiglia e vi voglio bene<3
5. Non è ancora stata betata XD


{ For who could ever learn to love a Beast? ~
- 4. Thank You -



Dave ci aveva messo giusto qualche istante per rendersi conto dell'immane cazzata che aveva fatto. Aveva semplicemente esagerato con quel pugno nell'armadietto, non doveva sfogarsi in quel modo... era stato un gesto inutile che, senza ombra di dubbio, aveva contribuito solo a gettare una nuova ombra sulla sua persona agli occhi di Kurt.
Non seppe esattamente cosa lo spinse poi a lanciarsi al suo inseguimento, ma sentiva che era la cosa giusta da fare.
Doveva cercare di rimediare e chiedere scusa al più piccolo una volta per tutte, ed anche accettare il fatto che questo non potesse accogliere all'istante un suo possibile pentimento - non dopo quello che gli aveva fatto.
Doveva dargli del tempo per assimilare e, possibilmente, accettare le sue scuse: tutto qui.
Lo raggiunse subito, e ciò che vide riuscì a fargli ribollire il sangue nelle vene.
Per anni aveva frequentato Scott Cooper e gli altri del club di hockey, e quando era passato al football i loro rapporti si erano spezzati di netto. Non erano grandi amici neanche quando erano nella stessa squadra e, ultimamente, il livello di sopportazione reciproco si era ormai ridotto al minimo - soprattutto dopo la finale del campionato.
A David bastò la sola l'idea che quell'idiota e i suoi compagni stessero sollevando le mani su Kurt - sul suo Kurt! - per farlo scattare senza riflettere o pensare alle possibili conseguenze.
Non gli importava di sembrare il difensore del più piccolo agli occhi degli altri, nella sua mente aveva un solo pensiero fisso: non voleva che Kurt venisse ferito.
Poteva sembrare un controsenso, visto l’atteggiamento che aveva sempre assunto nei confronti dell’altro, ma nella sua testa era tutto completamente diverso. Non poteva mettere sullo stesso piano le sue azioni e quelle degli altri, perché Dave era a conoscenza dei suoi sentimenti e della sua paura, gli altri lo facevano solo per ignoranza e rabbia.
Odiava le persone come loro perché lui stesso si era comportato in quel modo per celare la sua identità… in un certo qual modo odiava anche se stesso alla fin fine.
Grugnì quando ricevette una testata ma non arretrò ne si arrese, sfogandosi contro quegli idioti senza più pensare ad altro se non a Kurt e al desiderio di metterlo in salvo.
Quella sua rabbia ed il suo istinto protettivo erano quasi palpabili, tant'è che perfino il più piccolo riuscì a scorgerle e a realizzare con più sicurezza che Dave Karofsky lo stesse difendendo.
Aveva dell’incredibile, così assurdo che inizialmente temette di aver perso i sensi e di star sognando tutto… ma quella era la realtà. Strana, certo… ma sembrava inserirsi con facilità nell’ipotetico schemino che rappresentava il suo rapporto con Karofsky.
Questo l’aveva ferito e terrorizzato, l’aveva fatto scappare e stare lontano dai suoi amici.
L’aveva fatto stare male, ma con quel gesto sembrava quasi che volesse farsi perdonare per tutto.
Non sapeva quanto potesse essere vera quella sua impressione ma fu quella a impedirgli di scappare quando, con non poche difficoltà - erano pur sempre in superiorità numerica -, David riuscì a far andare via Scott e i suoi compagni - che ovviamente promisero vendetta. Aveva il fiato corto e sentiva un sopracciglio bruciare e pulsare, si tastò con le dita e scoprì di essersi tagliato nella colluttazione... ma scoprì subito che non gli importava più di tanto. Si volse infatti subito verso Kurt, preoccupato.
" Come... come stai?", domandò incerto, coprendo la ferita con la mano - come se quel piccolo graffietto potesse turbare il più piccolo.
Kurt non rispose, fissandolo negli occhi tra lo spavento e lo stupore, venendo poi riscosso dalla voce di Karofsky che lo chiamò per nome.
" Kurt... è tutto ok?", ripeté, come se l'altro non l'avesse sentito.
" S-sì... ma tu...", timidamente fece un passo verso il giocatore di football. " Hai un sopracciglio tagliato..."
" Non importa.", sbottò Dave, distogliendo lo sguardo imbarazzato - aveva colto un vago tono di preoccupazione nella voce del più piccolo e si sentì quasi a disagio.
" Sì che importa!", Kurt alzò la voce ed in un rapido movimento gli afferrò la mano, scostandola per controllare la 'gravità' della ferita. " Andiamo in infermeria.", dichiarò poi con decisione.
Non era niente di che, ma andava pulito e disinfettato.
" No.", ribatté Karofsky allontanandosi, ma l'altro non gli mollò il polso. Anzi, rafforzò la stretta e cercò di trascinarlo ostinatamente.
" Vieni e non lamentarti!"
Stupito da quel gesto Dave si lasciò trasportare per i corridoi dal più piccolo che, a sua volta, si sentiva pervadere dall'incredulità.
Poco prima Karofsky l'aveva difeso dai giocatori della squadra di hockey, si era dimostrato preoccupato per lui... sentimento che il più piccolo ricambiava a sua volta. Ma non solo: lo stava tenendo per mano e lo stava trascinando verso l'infermeria.
Era una cosa completamente priva di senso eppure... sembrava la cosa più giusta da fare in quel momento.
Kurt aveva in un attimo dimenticato tutto, ed anche quando non scorse l'infermiera non esitò a prendere il suo posto per occuparsi personalmente di Karofsky... cosa che stava mettendo non poco a disagio quest'ultimo.
Neanche nei suoi sogni più belli e realistici si era mai trovato in una situazione simile e, sinceramente, non sapeva come reagire.
Si sedette sul lettino in un brontolio sommesso ed osservò Kurt muoversi per l'infermeria, prendendo delle cose che sembravano essere cotone e disinfettante, tirandosi poi inconsciamente indietro quando il ragazzo avvicinò il pezzo di ovatta imbevuto di disinfettante al suo sopracciglio.
" Resta fermo.", esclamò il più piccolo, guardandolo con un cipiglio severo, e quando riuscì a posare il cotone sulla ferita riuscì ad ottenere un lamento da parte di Dave che, all'istante, si allontanò ancora. " Ti detto di stare fermo! Quale parte non capisci?"
" Ma fa male!", digrignò i denti il ragazzo più grande.
" Per questo ti dico di stare fermo! Farebbe sicuramente meno male!"
" Beh... se non fossi corso via come una femminuccia, questo non sarebbe successo!", esclamò David con tono accusatore.
Kurt storse il naso e, ovviamente, ribatté a tono.
" Se non ti fossi messo a fare lo scimmione sbattendo i pugni sull'armadietto, io non sarei scappato!", era una semi bugia ma, in fondo, era stato quel gesto a farlo scattare.
" Non dovevi andare da quell'idiota di Cooper!"
" Non ci sono mica andato di mia spontanea volontà!", si difese il più piccolo. " Ho ragione io, quindi cerca di imparare a controllarti..."
Si fissarono negli occhi per qualche istante, nonostante la discussione l'atmosfera sembrava quasi più leggera e umana.
" Bene. Ora resta fermo... brucerà un pochino...", lo avvertì Kurt, tamponando il sopracciglio ed osservando come Karofsky stesse tentando di non lamentarsi più.
Quel gesto lo fece quasi sorridere e continuo a disinfettare la ferita, che ormai aveva smesso di sanguinare - in fondo non era niente di grave.
" A proposito...", esordi il più piccolo dopo quel breve silenzio. " Grazie... per essere intervenuto."
Gli donò un sorriso sincero che fece quasi arrossire Dave.
" Umh... dovevo...", borbottò imbarazzato, permettendo all'altro di mettergli un piccolo cerotto sull'arcata sopraccigliare.
Restarono in silenzio e, quando si decisero a parlare, sfortunatamente tornò l'infermiera che si mise a controllare Karofsky, scusandosi per l'assenza.
Kurt, tornato ormai alla realtà - gli sembrava quasi di essere caduto vittima di un incantesimo -, scosse il capo cercando di immagazzinare quegli ultimi avvenimenti, incrociando poi lo sguardo con quello del giocatore di football.
" Ecco... io vado.", disse incerto, puntando gli occhi altrove.
Stava scappando, era chiaro, ma voleva ragionare e pensare a quello strano incantesimo che l'aveva fatto avvicinare incredibilmente all'altro. Non poteva dire con sicurezza che Karofsky fosse buono, ecco... ma niente: era confuso.
" Kurt...", David lo guardò cercando con lo sguardo di fermarlo ma il più piccolo si allontanò ma ancor prima che Karofsky potesse deprimersi, l'altro gli donò nuova speranza.
" Ci... ci vediamo domani.", e salutando frettolosamente l'infermiera scappò via.
A Dave bastarono per davvero quelle tre paroline per sentirsi subito meglio e continuare a non pensare alle conseguenze del suo gesto.




Note Finali:
Sì. La scena in infermeria è tratta deliberatamente da "La Bella e la Bestia" XD
Quella scena è assurdamente Kurtofsky... non potevo non riadattarla =çç=
Spero vi sia piaciuta<3


Piccola Anticipazione del prossimo capitolo:

" Meglio, temevo di chiamarti mentre eri in biblioteca.", ridacchio Blaine. “ Ti avrei fatto fare una pessima figura!”
" Avrei risposto ugualmente. Piuttosto, come stai? Mi... sei mancato.", ammise Kurt.
" Anche tu. È strano non vederti più qui alla Dalton..."
Calò per qualche istante il silenzio - sentivano entrambi la mancanza l'uno dell'altro: era più che palpabile.

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** 5. It's all right ***


Titolo: For who could ever learn to love a Beast?
Titolo del Capitolo: It’s all right
Fandom: Glee
Personaggi: Kurt Hummel, Blaine Anderson, Finn Hudson
Genere: Introspettivo
Rating: Verde
Avvertimenti: What if? (E se…), Slash
Conteggio Parole: 1392 (FiumiDiParole)
Note: 1. Questa fic è stata elaborata circa tre mesi fa ma solo la puntata 2x16 “Original Song” ha preso una vera e propria forma. Causa tempo e voglia non sono riuscita a postarla prima e, anche se ho visto le puntate successive e letto gli spoiler, ho deciso di non cambiare niente di quello che avevo abbozzato. Questione di principio. Tengo tanto a questa fic e ci ho lavorato parecchio<3 spero vi piaccia<3
2. Come si è capito, già da tempo volevo scrivere una fic sul mio cartone/musical preferito “ La Bella e la Bestia”, e mentre lo riguardavo per l’ennesima volta ho avuto la giusta ispirazione per creare questa longfic.
3. Dedicata all’altra metà dell’account che altri non è che la mia dolce metà<3 Ti amo e scrivo tutto questo solo ed esclusivamente per te<3
4. Una piccola dedica anche ai pirati<3 perché siete diventate la mia famiglia e vi voglio bene<3
5. Non è ancora stata betata XD


{ For who could ever learn to love a Beast? ~
- 5. It’s all right -



Kurt - dopo aver abbandonato l’infermeria del McKinley – si era praticamente fiondato nella sua macchina e poi di corsa fino a casa, dimenticandosi addirittura di mandare un sms a Blaine per andare a trovarlo.
La sua testa viaggiava altrove, stava rivivendo quello era accaduto a scuola - e poi nell'infermeria -, rivedeva le stesse immagini più e più volte, ed il risultato era sempre lo stesso: vedeva David Karofsky come un 'personaggio positivo' e non come il ‘cattivo di turno’.
Il solo pensarlo sotto quelle vesti aveva un sapore strano ma... vero e piacevole. Non si era sognato niente, non era stato un incantesimo, e tutto quello che era accaduto era semplicemente la realtà.
Distrattamente si ritrovò a pensare alla discussione avuta la settimana prima con Finn e, suo malgrado, dovette dare ragione al fratellastro – strano ma vero.
Finn sembrava averci visto giusto ma, come era ovvio, Kurt non era totalmente pronto ad accettare quella nuova situazione. La figura buona di Karofsky si sovrapponeva a quella del ragazzo che gli aveva reso la sua vita un inferno per ben due settimane - rubandogli il suo primo bacio e minacciandolo addirittura di morte -, non era semplice cambiare idea così velocemente.
Aveva bisogno di tempo per assimilare al meglio il nuovo atteggiamento del difensore dei Titans e avrebbe volentieri passato il resto serata a pensarci se non fosse stato per il suo cellulare che iniziò a squillare attirando la sua attenzione. Non appena lesse il nome di Blaine sul display si rese conto che quegli avvenimenti gli avevano impedito di andare a trovarlo facendogli una sorpresa e, per quel motivo, si affrettò a rispondere.
" Pronto, Blaine?"
" Oh! Ciao Kurt!", la voce allegra e dolce del suo ex compagno d'istituto gli carezzo le orecchie. " Sei tornato da scuola?"
" Oh sì!", rispose sincero il ragazzo, non era in grado di mentirgli... o almeno credeva. " Sono a casa."
" Meglio, temevo di chiamarti mentre eri in biblioteca.", ridacchio Blaine. “ Ti avrei fatto fare una pessima figura!”
" Avrei risposto ugualmente. Piuttosto, come stai? Mi... sei mancato.", ammise Kurt.
" Anche tu. È strano non vederti più qui alla Dalton..."
Calò per qualche istante il silenzio - sentivano entrambi la mancanza l'uno dell'altro: era più che palpabile.
" A scuola come è andata? Qualcuno ti ha infastidito?", riprese Blaine qualche istante dopo, senza nascondere un tono preoccupato che riscaldo il cuore di Kurt.
Sapeva quanto l'altro fosse in pena per non essere lì a proteggerlo e si sentiva davvero onorato da quel forte affetto che gli riservava - in fondo era il suo ragazzo: era ovvio provare simili sentimenti.
" No. È andato tutto benissimo."
Kurt pensava di non essere in grado di mentire a Blaine, era sempre stato sincero con lui eppure gli aveva appena detto una menzogna e sulla cosa più bella e strana che gli fosse accaduta in quella giornata. Non capiva il perché di quel suo atteggiamento, ma non si sentiva realmente nel torto.
Venne però colto da una strana sensazione: il senso di colpa per la mancanza di rimorsi. Stava mentendo al suo ragazzo ed era completamente tranquillo, era contro ogni logica - esattamente come l'atteggiamento assunto da Karofsky.
Si accigliò mentre ascoltava la dolce voce di Blaine raccontargli la sua giornata scolastica e, poco dopo, riuscì con in troppa facilità a mettere a tacere ogni sensazione negativa.
Si disse che non voleva rovinare la giornata al suo ragazzo, l'avrebbe solo fatto preoccupare quando in realtà non era successo niente i grave o di irreparabile. Quella era solo una piccola bugia detta a fin di bene... o almeno credeva.
Rassicurato da quel pensiero, il resto della lunga chiamata con il cantante dei Warblers proseguì con più tranquillità, tant'è che riuscirono anche ad organizzarsi per incontrarsi il giorno dopo al termine delle lezioni.
Non vedeva l'ora di poterlo abbracciare. In quella settimana si erano visti decisamente poco, e anche se Westerville stava solo a due ore di macchina da Lima, la scuola e i loro vari impegni, si mettevano in mezzo rendendo difficili i loro incontri. Ma finché potevano sentirsi al telefono, o tramite il pc, potevano resistere.
" Ora vado Kurt. Devo aiutare Hannah con i compiti..."
" Che fratellone tenero...", scherzò il più piccolo, anche se in realtà pensava seriamente che Blaine fosse davvero tenero.
" Ti mando un bacio.", Kurt senti distintamente il rumore di un bacio e si ritrovò ad arrossire come un'idiota.
" Ricevuto Blaine...", sussurrò chiudendo gli occhi, sciogliendosi in un sorriso.
" Ti adoro, sweetie.", mormorò l'altro rubando un battito del cuore di Kurt e, dopo gli ultimi dolci saluti, chiusero la conversazione.
Rimasto ormai in silenzio, Kurt, si lanciò disteso sul suo letto con un ampio sorriso sulle labbra. Si sentiva di buon umore e tutto grazie al suo fantastico ragazzo.
Gli bastava parlare con lui per sentirsi al sicuro e protetto e a sua volta, Kurt, cercava di non farlo preoccupare troppo.
Il loro era un rapporto stupendo e, senza più pensare a quando era accaduto a scuola quel pomeriggio, passò il resto della serata a ripassare e a pasticciare dei fogli con stupidi disegnetti.


Era ormai ora di andare a dormire, ma Kurt, come ogni sera, si trovava in cucina a riscaldare del latte per sé e per Finn.
Quel piccolo e tenero rito però gli fece tornare ancora in mente la discussione avuta con il fratellastro e, di rimando, anche gli avvenimenti di quel pomeriggio.
Solo qualche ora prima si era ritrovato a dare ragione a Finn e, mentre lo raggiungeva in camera, si sentì quasi in obbligo di parlarne con lui... necessità che non aveva sentito con Blaine - si ripeté ancora che aveva mentito solo per non farlo preoccupare, riuscendo di nuovo a rassicurarsi senza sentire dolorosi e fastidiosi sensi di colpa.
Sorseggiarono il loro latte, commentando inizialmente la prima esibizione che era stata presentata per il compito del Glee - Tina e Mike avevano tentato un duetto canoro e danzato tratto da Cats che aveva coinvolto tutto il gruppo in modo molto positivo -, poi Kurt riuscì a trovare la forza per parlare dell'argomento che più gli importava.
" Finn ti ricordi la discussione su Karofsky che abbiamo avuto?"
L'altro ragazzo lo guardò diventando serio ed assentì.
" Ecco...", esordì subito il più piccolo. " Oggi è successa una cosa strana."
" Cosa?", domandò subito Finn.
" Sono... rimasto in biblioteca dopo scuola.", iniziò Kurt, ripercorrendo per l'ennesima volta quel pomeriggio tanto strano ma piacevole. " E quando sono uscito ho incrociato Karofsky. Voleva parlarmi ma ho reagito male. Attaccandolo e scappando quando l'ho visto un po' arrabbiato."
" Ti... ha fatto qualcosa?"
" No. No!", Kurt scosse il capo. " Anzi, tutt'altro! Mentre mi allontanavo mi sono scontrato con alcuni tipi della squadra di hockey e hanno iniziato ad insultarmi e a spintonarmi..."
" Ma come si permettono?", reagì subito Finn, preoccupato e arrabbiato. " Perché non me l'hai detto subito? Ti hanno fatto male? Quei bastardi se la vedranno con me!"
" Finn fammi finire! Non mi hanno fatto niente.", lo rassicurò, svelando poi il punto saliente di tutta la scena. " Non hanno potuto perché è arrivato Karofsky a difendermi."
Il più grande restò in silenzio e, dall'espressione che assunse, Kurt fu certo che fosse piacevolmente stupito, cosa che lo spinse a continuare il suo racconto. Gli disse dell'infermeria e di quella sensazione positiva mista alla confusione che l'aveva pervaso, fino ad arrivare al suo rientro a casa.
" Te l'avevo detto che Karofsky ha un'anima d'argento!", dichiarò con orgoglio Finn, fiero di non essersi sbagliato nei confronti di David.
" Cuore d'oro.", lo corresse Kurt con un sorriso, diventando poi serio. " Che posso fare? Non so che dirgli domani..."
" Se vuoi ti accompagnò io da lui."
" No.", il più piccolo scosse la testa. " Non è il caso... in fondo, dobbiamo essere noi a chiarire."
" Già. Ma se hai bisogno di una spalla ci sono!"
" Non ne avevo dubbi Finn.", lo abbracciò in risposta, lasciandosi cullare da quel calore così rassicurante e, dopo aver discusso ancora a riguardo dell'atteggiamento di Karofsky – il più grande si lanciò ancora nel racconto della finale di campionato con molta più enfasi - si donarono la buonanotte.
Una volta a letto Kurt mandò un dolce sms a Blaine e si mise le cuffie del suo I-pod, mettendo su la colonna sonora de 'La Bella e la Bestia'.
Pensò ancora a lungo all'indomani e, con quei pensieri, accompagnato dalle fantastiche canzoni del Musical - e alcune anche del film Disney - si addormentò con un sorriso sulle labbra.




Piccola Anticipazione del prossimo capitolo:

“ Ehi Az!”, lo salutò, ma lo sguardo dell’amico lo gelò all’istante: aveva un’espressione seccata e forse anche un po’ delusa.
“ Tutto ok?”
“ Prima ho dovuto mettere a tacere Scott Cooper.”, dichiarò il ragazzo senza rispondere direttamente alla domanda dell’altro, chiudendo invece con forza il suo armadietto.
“ Che…”, Dave sbiancò le parole gli morirono in bocca.

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** 6. This is not the end ***


Titolo: For who could ever learn to love a Beast?
Titolo del Capitolo: This is not the end
Fandom: Glee
Personaggi: Kurt Hummel, Azimio Adams, Dave Karofsky
Genere: Introspettivo
Rating: Verde
Avvertimenti: What if? (E se…), Slash
Conteggio Parole: 2162 (FiumiDiParole)
Note: 1. Questa fic è stata elaborata circa tre mesi fa ma solo la puntata 2x16 “Original Song” ha preso una vera e propria forma. Causa tempo e voglia non sono riuscita a postarla prima e, anche se ho visto le puntate successive e letto gli spoiler, ho deciso di non cambiare niente di quello che avevo abbozzato. Questione di principio. Tengo tanto a questa fic e ci ho lavorato parecchio<3 spero vi piaccia<3
2. Come si è capito, già da tempo volevo scrivere una fic sul mio cartone/musical preferito “ La Bella e la Bestia”, e mentre lo riguardavo per l’ennesima volta ho avuto la giusta ispirazione per creare questa longfic.
3. Dedicata all’altra metà dell’account che altri non è che la mia dolce metà<3 Ti amo e scrivo tutto questo solo ed esclusivamente per te<3
4. Una piccola dedica anche ai pirati<3 perché siete diventate la mia famiglia e vi voglio bene<3
5. Non è ancora stata betata XD


{ For who could ever learn to love a Beast? ~
- 6. This is not the end -



Quando Dave rientrò a scuola il giorno dopo venne colto da una strana sensazione... una sorta di inquietudine. Aveva pensato a lungo a riguardo degli avvenimenti del pomeriggio prima e, nonostante fosse affetto da un naturale pessimismo, si era sempre ritrovato con un sorriso ebete in viso - perfino i suoi fratellini minori, Nina e Adam, si erano accorti della sua strana felicità e l'avevano stressato fino a quando non li aveva messi a letto.
Non vedeva niente di negativo nell'aver aiutato Kurt, anzi: era stata la cosa più sensata che avesse fatto in vita sua e che non avrebbe esitato a ripetere.
Si era esposto troppo, lo sapeva, ma era stato proprio quello a farlo sentire più vicino al più piccolo. Avevano parlato e Kurt non sembrava più aver timore di lui... era fantastico.
Nonostante la strana positività che lo stava animando, quando percorse i corridoi del McKinley, non riuscì a non pensare alle conseguenze.
Scott e quegli altri tipi che si era portato dietro potevano aver detto a qualcuno quello che era successo, e lui si sarebbe trovato decisamente nei casini. Si guardò subito attorno, ma nessuno lo stava osservando in modo strano né avvertiva risatine o insulti alle sue spalle.
Sembrava tutto normale e forse, cercò di auto-convincersi in quel modo, si stava sbagliando. Non doveva avere così paura di quell'idiota di Cooper... era un'idiota per l'appunto.
David riuscì a rilassarsi almeno in parte grazie a quelle considerazioni, e quando intravide Azimio entrare negli spogliatoi, lo raggiunse con un ampio sorriso.
" Ehi Az!", lo salutò, ma lo sguardo dell'amico lo gelò all'istante: aveva un'espressione seccata e, forse, anche un po' delusa.
" Tutto ok?"
" Prima ho dovuto mettere a tacere Scott Cooper.", dichiarò il ragazzo senza rispondere direttamente alla domanda dell'altro, chiudendo con forza il suo armadietto.
" Che...", Dave sbiancò nel realizzare quanto aveva detto l'amico e le parole gli morirono in bocca. " Stava dicendo che sei un finocchio.", ringhiò Azimio.
" Sai... benissimo che è una stronzata.", rispose Karofsky, cercando di difendersi nonostante la paura che gli stava attanagliando lo stomaco.
Voleva fingersi incazzato per quell'insinuazione - l'aveva sempre fatto, la rabbia e l'intimidazione erano sempre state le sue migliori armi di difesa -, ma non ci riusciva. Il sapere che Scott avesse detto a qualcuno di lui e Kurt lo terrorizzava - un po' come era accaduto quando il più piccolo era venuto li al McKinley con quell'altro tipo della scuola per finocchi canterini.
" E quello come te lo sei fatto?", Azimio gli indicò il cerotto sul suo sopracciglio e, istintivamente, Dave lo sfiorò con le dita come a volerlo nascondere.
" Ci siamo... semplicemente presi a botte.", era la verità in fondo, ma la sua voce era incerta ed il ragazzo di colore l'aveva sicuramente colta.
" Per cosa?", ringhiò Azimio, sembrava pronto a prenderlo a pugni e David sapeva che non era solo una sua impressione.
" Lo sai che mi sta sulle palle quel coglione!", si difese ancora Karofsky, lanciando delle occhiate colpevoli agli spogliatoi deserti - non sapeva se stava cercando una via di fuga o eventuali orecchie indiscrete.
" Ha detto che hai difeso quel fottuto frocio di Hummel!"
" È stato un caso...", ma la voce del difensore risultò ancor più incerta... in quel modo era impossibile convincere l'amico che lo fissava con insistenza. " Che cazzo devo dirti, Az?", sospirò Dave, non riuscendo a sopportare quello sguardo.
Lui e Azimio si conoscevano ormai da anni - era il suo migliore amico da tempo immemore - e temeva di perderlo nel renderlo partecipe della verità.
Ma che altro poteva fare?
Sentiva gli occhi scuri del ragazzo scrutarlo come se sapessero qualcosa e, sinceramente, non ci voleva un genio per collegare le parole di Scott al fatto che David non fosse solito attaccare briga senza un motivo. Azimio, questo, lo sapeva benissimo. " La verità!", ribatté Adams, strappando un sospiro all'altro.
" Cazzo Az! Te l'ho detto: è stato un caso!", tentò un'ultima disperata difesa, spingendo l'amico indietro, come se quel gesto potesse nascondere la sua voce insicura.
A sua volta anche il ragazzo di colore lo spintonò.
" Voglio la verità! Ora!"
David si sentì ulteriormente con le spalle al muro, sembrava quasi senza via di scampo... neanche una bugia l'avrebbe potuto salvare.
Stringe per qualche istante le labbra, quello che aveva fatto il giorno prima era quanto di più bello avesse mai fatto in vita sua e per quel motivo poteva solo affrontare le conseguenze. Sapeva che prima o poi si sarebbe trovato in quella scomoda situazione ma sinceramente non si aspettava di arrivarci così presto.
" L'ho protetto.", ammise.
" Perché?"
" Perché dovevo farlo. Non mi andava che gli facessero del male.", mormorò evitando lo sguardo dell'amico.
" Sei sempre stato il primo a sbatterlo contro quei cazzo di armadietti! Che ti è passato per la testa?!"
" Io sono una cosa diversa! Io... io avevo i miei motivi per farlo."
" Parli come un finocchio David..."
Karofsky prese un bel respiro, era arrivato il momento della verità... almeno in parte. Non avrebbe mai detto chiaramente 'ehi Az sono gay': non ci sarebbe mai riuscito.
Avrebbe optato per una via meno invasiva e - almeno così sperava - meno dolorosa.
" Anche se fosse, cambierebbe qualcosa?", domandò, ma non ottenne risposta, se non un pugno sulla mascella che lo fece arretrare ed emettere un gemito di dolore.
" Mi fai schifo!", sibilò Azimio livido di rabbia e David, nonostante la punta di terrore che gli stava attanagliando lo stomaco, stringe i pugni pronto a vendere casa la pelle.
Il ragazzo di colore però non aggiunse altro, andandosene invece via dagli spogliatoi.
Dave, rimasto solo, si sedette su una panchina chiudendo gli occhi, cercando di reprimere quell'assurda voglia di urlare e di spaccare tutto... la sua vita era appena finita.


Aveva saltato tutte le lezioni quella mattina, rifugiandosi nell'unico luogo nel quale nessuno sarebbe mai andato a cercarlo: l'auditorium dell'istituto.
David era convinto che a quell'ora tutti ormai fossero al corrente di quanto fosse accaduto il pomeriggio prima, che sapessero che lui era un fottuto finocchio e che lo stessero cercando per ucciderlo - no, non stava esagerando, niente gli toglieva dalla testa alcune notizie che aveva sentito ai telegiornali riguardanti alcuni ragazzi omosessuali picchiati fino a mandarli in coma.
Rabbrividì al pensiero e si strinse nella sua giacca dei Titans. Chissà quanto ci avrebbero messo quelle voci ad arrivare fino ai suoi genitori... era certo che suo padre l'avrebbe buttato fuori di casa, vergognandosi per aver cresciuto uno... uno come lui.
" Cazzo...", imprecò e si asciugò ancora una volta le lacrime.
Non era solito piangere, ma in quella mattina non era riuscito a farne a meno... la vita gli aveva permesso di vedere un bagliore di speranza il pomeriggio prima e, in un attimo, tutto era stato spazzato via.
La sua esistenza ormai era distrutta e, quando sentì il rumore della porta aprirsi e richiudersi, si ritrovò a sussultare, scattando in piedi, teso come la corda di un violino.
Per qualche istante pensò di aver perso quel suo ottimo nascondiglio - e di doversi difendere per non farsi sottomettere -, ma subito si sentì quasi più calmo quando incrociò lo sguardo con quello di Kurt Hummel che, a sua volta, lo fissava quasi stupito.
Il più piccolo non aveva mai visto il giocatore di football frequentare quei luoghi che, solitamente, venivano utilizzati solo dai membri del Glee Club - infatti Kurt aveva deciso di andare nell'auditorium per fare in solitaria le prove della sua canzone - e, dall'espressione che lo vide assumere, capì che doveva esserci qualche problema.
Effettivamente non l'aveva visto per tutta la mattina, tant'è che si era ritrovato a pensare che il ragazzo non fosse addirittura andato a scuola.
" Ehi... tutto ok?", domandò il cantante con tono incerto.
" Uhm...", Dave si sedette ancora ed ascoltò i passi dell'altro che risuonarono nel silenzio dell'auditorium.
" Ehi?"
" Lo sanno già tutti vero?", domandò di punto in bianco Karofsky quando Kurt si fermò davanti a lui.
" Cosa?"
" Come 'cosa'?", Dave lo guardò corrucciando le sopracciglia.
" Non so di cosa tu stia parlando..."
" Che sono...", si guardò attorno, dandosi poi dello stupido per quel gesto - l'auditorium era deserto, non aveva bisogno di cercare una via di fuga... non con Kurt almeno. " Quello che sono.", tagliò corto.
" Gay?"
" Non dire quella parola!", esclamò David, sussultando.
" Almeno non è offensiva.", rispose il più piccolo, tornando poi sul discorso precedente senza nascondere il suo stupore. " L'hai... detto a qualcuno?"
L'idea gli sembrava talmente assurda che però, visto lo stato di Karofsky, non riusciva ad escludere.
" Non fare il finto tonto!", lo riprese il giocatore di football. " Sicuramente ora Azimio l'ha detto a tutti e mi stanno cercando per farmi fuori!", strinse forte i pugni, cercando di trattenersi dall'aggiungere altro o scoppiare a piangere come un idiota - da solo era un conto, ma non voleva che Kurt lo vedesse.
" Ah... quindi l'hai detto a lui.", constatò il più piccolo, incrociando le braccia al petto, cercando di non scomporsi troppo alla notizia.
Anche il solo fatto che stava riuscendo a parlare con il difensore senza problemi aveva dell'incredibile - non sapeva ancora se l'avvenimento del giorno prima fosse solo un caso -, ma il sapere che David avesse avuto il coraggio di parlare a qualcuno della sua sessualità... beh, era ancor più strano, ma ugualmente interessante e bello - poteva significare solo che il ragazzo stava facendo dei grossi passi avanti.
" Azimio non ha parlato. Una notizia del genere avrebbe subito fatto il giro della scuola.", lo rassicurò con un sorriso, ricevendo in cambio da Dave uno sguardo stupito.
" Non mi stai prendendo in giro, vero?"
" Assolutamente no. Trovo davvero possibile che Azimio non abbia detto niente... è tuo amico."
Karofsky assunse un'espressione scettica ma credeva a Kurt, in fondo non ci guadagnava niente nel mentirgli.
Il più piccolo, intanto, si sedette accanto a lui, osservandolo curioso e desideroso di sapere l'esatta dinamica dei fatti.
" Perché gli hai detto tutto?", domandò piano.
David inizialmente esitò poi, lanciandogli una prima timida occhiata, decise di cercare di spiegare al cantante la sua situazione.
" Stamattina ha sentito Scott parlare di ieri... l'ha messo a tacere a quanto pare ma... ha avuto dei dubbi. Per questo ha... voluto la verità... non gli ho detto chiaramente che sono... gay... ma l'ha capito..."
" E sei... pentito?", chiese ancora il ragazzo più piccolo, con un tono incerto. " Intendo... di avermi aiutato..."
" No!", si affrettò a rispondere Karofsky quasi senza essersene reso costo. " Almeno... non mi preoccupa quello che ho fatto ieri.", ammise, facendo sorridere lievemente Kurt.
" Dovresti essere felice allora. Azimio non ha parlato con nessuno si è dimostrato davvero un amico."
" Mi ha dato un pugno e mi ha detto che gli faccio schifo."
" Se sta mantenendo il segreto, forse ha reagito in quel modo solo perché non se lo aspettava. Devi permettergli di essere un po' deluso o tradito, no?"
Dave mugugnò, doveva dare ragione a Kurt in parte.
" Immagino che però tu non ti sia sentito meglio nel dirglielo, vero?", continuò il più piccolo.
" Affatto...", ammise.
" Io quando l'ho ammesso a mio padre e anche ai miei amici mi sono sentito meglio. Ma..."
" Ma siamo diversi.", concluse il giocatore di football per lui.
Era vero. Karofsky non aveva la fortuna di Kurt e neanche nei suoi sogni si sentiva bene nell'ammettere la sua omosessualità. Non c'era niente di buono in quel fatto... almeno fino a quel momento.
" Vero. E... come ti senti ora?"
La cosa buona era la vicinanza del più piccolo che lo spingeva lentamente verso la sincerità. Era strano ma piacevole.
" Ho... paura."
" È un sentimento normale, David.", lo rassicurò con calma Kurt, stupendosi poi di se stesso quando si ritrovò a posargli la mano sulla spalla: " Se può... esserti utile io sono qui. Puoi sfogarti e parlare con me. Sarò a tua completa disposizione... l'importante è che tu non ti senta solo. Perché non lo sei."
Si meravigliò ancor di più nel sentirsi pronunciare quelle parole. Solo la sera prima non sapeva esattamente che fare nei confronti del più grande, ma in quel momento lo stava osservando con altri occhi.
Era diverso dal ragazzo che si era abituato a vedere. Aveva sempre pensato che Karofsky fosse un tipo sgarbato e pure volgare ma sembrava essersi trasformato, diventando timido e buono.
A Kurt piaceva quel suo nuovo aspetto e gli sembrava quasi normale trattarlo in modo più gentile - forse la sua era una motivazione infantile, ma era fatto così: vedeva sempre il buono nelle persone.
David lo guardò a sua volta stupito. Non era la prima volta che sentiva Kurt così vicino e, se il giorno prima non aveva fatto caso a tutte quelle piccole cose, in quel momento nell'osservare la mano del cantante sulla sua spalla non avvertì paura, né la lesse nei suoi occhi.
Kurt non l'aveva mai guardato in quel modo e, per qualche istante pensò di essersi sognato tutto, di essersi semplicemente illuso... ma era la realtà e tutta la paura per le conseguenze dei suoi recenti gesti parve quasi scemare.
Certo, temeva ancora la reazione dei suoi genitori e quella della scuola quando al verità sarebbe venuta a galla, ma non si sentiva solo con Kurt vicino.





Piccola Anticipazione del prossimo capitolo:

" Almeno 'La Bella e la Bestia' ti piace?", domandò Kurt con più interesse.
" Sì e no."
" Io l'adoro! Mi rispecchio così tanto in Belle!", svelò il cantante illuminandosi.
Dave restò quasi senza fiato nell'osservarlo ma, mugugnando qualcosa di incomprensibile, riuscì a riprendersi.
" Ti rispecchi in una donna.", gli fece presente infatti con un ghigno.




Spam
Popolo di Facebook! Venite a visitare la prima pagina italiana dedicata al fantastico attore Max Adler.
Troverete citazioni, novità, immagini e video tutte sull'interprete di David Karofsky.
Che aspettate?
Raggiungeteci!

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** 7. Do you like ***


Titolo: For who could ever learn to love a Beast?
Titolo del Capitolo: Do you like “The Beauty and the Beast”?
Fandom: Glee
Personaggi: Kurt Hummel, Dave Karofsky
Genere: Introspettivo
Rating: Verde
Avvertimenti: What if? (E se…), Slash
Conteggio Parole: 1429 (FiumiDiParole)
Note: 1. Questa fic è stata elaborata circa tre mesi fa ma solo la puntata 2x16 “Original Song” ha preso una vera e propria forma. Causa tempo e voglia non sono riuscita a postarla prima e, anche se ho visto le puntate successive e letto gli spoiler, ho deciso di non cambiare niente di quello che avevo abbozzato. Questione di principio. Tengo tanto a questa fic e ci ho lavorato parecchio<3 spero vi piaccia<3
2. Come si è capito, già da tempo volevo scrivere una fic sul mio cartone/musical preferito “ La Bella e la Bestia”, e mentre lo riguardavo per l’ennesima volta ho avuto la giusta ispirazione per creare questa longfic.
3. Dedicata all’altra metà dell’account che altri non è che la mia dolce metà<3 Ti amo e scrivo tutto questo solo ed esclusivamente per te<3
4. Una piccola dedica anche ai pirati<3 perché siete diventate la mia famiglia e vi voglio bene<3
5. Non è ancora stata betata XD


{ For who could ever learn to love a Beast? ~
- 7. Do you like “The Beauty and the Beast”? -



Era ormai passata una settimana da quando aveva detto la verità ad Azimio e, con sommo stupore di Dave, il suo migliore amico – non sapeva se definirlo ‘ex’ o meno - non sembrava aver parlato con anima viva della sua omosessualità.
Si limitava ad evitare Karofsky senza più rivolgergli la parola. Inoltre, grazie al suo intervento, neanche Scott Cooper e gli altri avevano osato mettere in giro strane voci.
Nonostante quel periodo di calma piatta, giorno dopo giorno David viveva nella paura che qualcuno potesse scoprire la verità… era una situazione pesante, senza contare la sempre più crescente mancanza di Azimio – si frequentavano dalle elementari ed erano sempre stati legatissimi.
Solo grazie a Kurt, che gli era rimasto sempre vicino come gli aveva promesso, riuscì a sentirsi meno a disagio e solo. Gran parte della settimana, infatti, l'aveva passata con il più piccolo, parlando e conoscendosi un po' meglio.
Giorno dopo giorno Dave era riuscito ad aprirsi con Kurt e a svelargli dei piccoli segreti su come aveva scoperto di essere omosessuale. Certo, non era andato a dirgli di essere innamorato di lui - sapeva che il ragazzo stava con quel nano della scuola privata e non voleva perdere quell'amicizia appena nata -, ma aveva ammesso che era stata anche la sua presenza a 'fargli aprire gli occhi' - non erano i termini esatti, ma il succo era quello.
In realtà Karofsky non si sarebbe mai aspettato di arrivare ad una situazione simile, ed anche se spesso discutevano - avevano caratteri troppo contrastanti per andare d'amore e d'accordo ogni santo giorno -, tutto quello che gli era accaduto in quei miseri giorni era semplicemente meraviglioso.
Kurt si era rivelato essere un buon ascoltatore ed anche un vero amico, solo grazie a lui continuava ad andare a scuola e, sempre per merito suo, David poteva sentirsi ancora vivo e con un futuro davanti - non sapeva esattamente che tipo di avvenire gli si stava prospettando davanti, ma si sentiva un po' più speranzoso. Per lui tutto quello era molto di più di quanto avesse mai desiderato.
A sua volta Kurt si trovava bene in compagnia del giocatore di football e con il passare degli giorni scopriva nell'altro nuovi lati del suo carattere che rendevano quella strana ed incredibile amicizia più piacevole - anche i litigi talvolta lo erano.
Inizialmente, quando aveva avuto un po' di tempo per pensare, si era dato dello stupido per essersi esposto in quel modo con Dave... ma bastato poco per dissipare anche quegli ultimi dubbi.
Karofsky aveva semplicemente bisogno di un amico che non lo giudicasse e che gli rimanesse vicino in quei momenti, e Kurt sentiva di essere la persona adatta.
David con quel bacio – ormai non era neanche più arrabbiato per quello – gli aveva svelato un segreto, si era fidato di lui e non l’aveva capito… anzi aveva tradito quel suo strano modo di donargli fiducia andando a parlarne con Blaine, per quel motivo in tutto quel tempo aveva evitato di parlarne al suo ragazzo.
Blaine non sapeva niente di quell'amicizia con David, anche se si erano visti e sentiti parecchio in quella settimana, aveva sempre accuratamente evitato quell'argomento.
Lo stava facendo per dimostrare a Dave di meritarsi la sua fiducia e per quel motivo non si sentiva veramente in colpa.
Avrebbe parlato al suo ragazzo di Dave solo quando quest'ultimo sarebbe stato un po' meglio. In fin dei conti Kurt non stava dicendo delle vere e proprie bugie, evitava l'argomento e basta e quando il Warbler gli chiedeva come fosse andata a scuola rispondeva sempre in modo sincero.
Manteneva solo quel segreto: niente di più.
Anche se, ovviamente, cercava di ignorare quella piccola postilla riguardante il fatto che Finn fosse in parte a conoscenza di alcuni incontri tra lui e Dave - infatti sapeva che se fosse andato nell'auditorium li avrebbe visti insieme mentre Kurt provava la sua canzone per la sfida del Glee Club -, ma quello era tutto un altro discorso: Finn era suo fratello ed era stato il primo a credere in Karofsky.
Gli era sembrato d'obbligo dirgli, durante una delle loro chiacchierate notturne: " Ogni tanto vedo David, stiamo diventando amici. Ma non dirlo a nessuno."



Kurt concluse la canzone per la sua sfida e guardò David che si era seduto vicino al piano. Aveva un'espressione fintamente seccata - sapeva che trovava piacevole restare lì ad ascoltarlo e che la sua era solo una piccola scenata - e le braccia incrociate al petto.
" Giudizio?", domandò con un sorrisetto il cantante.
Sapeva benissimo cosa avrebbe risposto il ragazzo, non era solito fare troppi complimenti era sempre... piuttosto 'stretto' in quelle situazioni.
" È una canzone da donna.", dichiarò infatti Karofsky che, in realtà, fino a qualche istante prima lo stava osservando ammirato.
" Lo so. Belle è una donna."
" Questo dimostra che sei una femminuccia.", ghignò Dave, strappando una risatina al più piccolo.
Kurt si aspettava esattamente quelle risposte e ormai neanche si offendeva più dinnanzi a quelle battute, anzi: le trovava divertenti.
Stava tutto nell'abituarsi alla presenza dell'altro e al suo carattere... e nell'insieme non era niente male.
" Ti ho solo chiesto che ne pensi. Stai chiaramente eludendo la risposta, David."
" Ti ho detto che ne penso.", il ragazzo storse il naso. " È da femmine." Kurt sospirò e si sedette vicino a lui, accavallando elegantemente le gambe.
" Come la canto?", chiese poi più direttamente, donandogli con un sorriso.
" Uhm... passabile.", borbottò l'altro.
" Solo?!", il più piccolo assunse una finta espressione stizzita.
" Così ho detto e così rimane.", tagliò corto Dave, piegando ancora le labbra in un sorrisetto.
" Almeno 'La Bella e la Bestia' ti piace?", domandò Kurt con più interesse.
" Sì e no."
" Io l'adoro! Mi rispecchio così tanto in Belle!", svelò il cantante illuminandosi.
Dave restò quasi senza fiato nell'osservarlo ma, mugugnando qualcosa di incomprensibile, riuscì a riprendersi.
" Ti rispecchi in una donna.", gli fece presente infatti con un ghigno.
" Simpatico. Davvero tanto simpatico David. Mh... dicevo... allora, Belle mi somiglia in parte. Nei suoi sogni e nel sentirsi diversa dagli altri. È forte e coraggiosa. Non si fa buttare giù dagli altri."
" Poi immagino che nel tuo smielato romanticismo tu abbia adorato la storia tra quella tipa e la Bestia."
" Oh sì!", esalò Kurt, chiudendo le mani a pugno vicino al mento. " Il loro era un amore che andava oltre le apparenze. Belle si è innamorata di lui quando era ancora una Bestia e non un Principe. E lui poi... sembrava così rude mentre in realtà era un cucciolone!", ridacchiò. Aveva sempre provato una sorta di tenerezza nei confronti della Bestia.
" Molto realista.", borbottò David in risposta. Per lui era semplice fare un collegamento con quella storiella e la sua situazione con il più piccolo.
Se Kurt era Belle, lui era indubbiamente la Bestia. Un essere orribile che nascondeva la sua vera natura dietro una maschera.
Per quanto il cantante potesse adorare la Bestia, la loro non era una favola. Vivevano nel mondo reale nel quale nessuno sceglierebbe un essere con tutti quei difetti. Nella realtà Kurt aveva infatti scelto Blaine - che poteva benissimo essere Gaston, anche se non si avvicinavano poi così tanto come caratteri - e Dave sarebbe rimasto nell'ombra per non farlo soffrire con i suoi sentimenti.
Era la cosa più giusta da fare.
" Sono un inguaribile romanticone, dovresti essertene accorto.", ribatté il ragazzo divertito.
" Sfortunatamente.", si sforzò di sorridere Karofsky.
" Beh... se ora mi auguri 'buona fortuna' posso andare al Glee a mostrare a tutti la mia immensa bravura. Voglio quell'assolo alle Nazionali."
" Mh... buona fortuna.", borbottò David.
" Un po' più di convinzione?", scherzò Kurt.
" Non stavi andando?"
" D'accordo. Ci... ci vediamo dopo?", propose il più piccolo guardando l'altro - ci teneva a raccontare all'amico della sua esibizione, inoltre quel giorno non doveva neanche vedere Blaine, poteva permettersi di stare ancora un po' con Karofsky.
" C'e l'allenamento oggi..."
Ma ad una parola di Kurt, Dave sapeva benissimo che avrebbe anche mollato l'allenamento pur di stare con lui.
" Oh. Allora verrò a vederti con la scusa che sono lì per Finn. Così nessuno avrà da ridire.", aggiunse con tono cospiratorio il cantante.
" P-perché dovresti venire a vedermi?", mormorò il più grande, confuso.
" Perché così posso dirti come è andata l'esibizione!"
David assentì, per un istante aveva sperato in un'altra risposta e si diede dello stupito per averlo fatto, ma era ugualmente felice che l'altro venisse a vederlo... anche se era conscio che con il ragazzo tra gli spalti lui avrebbe passato più tempo a cercare il suo sguardo che a placcare i suoi compagni in allenamento.
" Benissimo! Allora a dopo!", e, dopo aver preso la sua sacca, Kurt corse via dall'auditorium lasciando l'altro solo con il fortissimo desiderio di rivederlo al più presto possibile.

Piccolo Spam
Vi invito a leggere la prima fic scritta in totale collaborazione tra me e l'altro autore di questo account.
Si tratta di una what if sulla puntata Prom Queen.
Save the Last Dance
Spero vi piaccia<3


Piccola Anticipazione
" Hai gradito la sorpresa?", domandò con un sorriso Blaine.
" Decisamente.", ammise Kurt cercando di ricomporsi.
" Non potevo mancare oggi.", spiegò con dolcezza il ragazzo della Dalton. " Hai cantato per vincere l'assolo per le Nazionali e dovevo essere qui per sentirti cantare. Sfortunatamente ho trovato un po' di traffico... ma almeno puoi raccontarmi tutto subito."
Kurt arrossì.
" Ma... non dovevi.", mormorò imbarazzato.

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** 8. Sorpresa ***


Titolo: For who could ever learn to love a Beast?
Titolo del Capitolo: Sorpresa
Fandom: Glee
Personaggi: Kurt Hummel, Dave Karofsky
Genere: Introspettivo, Malinconico
Rating: Verde
Avvertimenti: What if? (E se…), Slash
Conteggio Parole: 1176 (FiumiDiParole)
Note: 1. Questa fic è stata elaborata circa tre mesi fa ma solo la puntata 2x16 “Original Song” ha preso una vera e propria forma. Causa tempo e voglia non sono riuscita a postarla prima e, anche se ho visto le puntate successive e letto gli spoiler, ho deciso di non cambiare niente di quello che avevo abbozzato. Questione di principio. Tengo tanto a questa fic e ci ho lavorato parecchio<3 spero vi piaccia<3
2. Come si è capito, già da tempo volevo scrivere una fic sul mio cartone/musical preferito “ La Bella e la Bestia”, e mentre lo riguardavo per l’ennesima volta ho avuto la giusta ispirazione per creare questa longfic.
3. Dedicata all’altra metà dell’account che altri non è che la mia dolce metà<3 Ti amo e scrivo tutto questo solo ed esclusivamente per te<3
4. Una piccola dedica anche ai pirati<3 perché siete diventate la mia famiglia e vi voglio bene<3
5. Non è ancora stata betata XD


{ For who could ever learn to love a Beast? ~
- 8. Sorpresa -



Al termine della lezione al Glee Club, Kurt si sentiva letteralmente al settimo cielo. Aveva fatto un'ottima esibizione, aveva studiato la coreografia nei minimi dettagli ed era convinto che la sua sarebbe stata una delle interpretazioni meglio riuscite della sfida... se non la migliore.
Leggero come una piuma, uscì dall'aula con un ampio sorriso e, dopo aver mandato un sms al suo ragazzo - gli aveva scritto di essere andato alla grande! -, si diresse con Finn verso il campo di football.
Non vedeva l'ora di dirlo anche a Dave - che, poverino, l'aveva sopportato durante tutta la preparazione di quel compito - e, sempre con un genuino sorriso sulle labbra, riuscì ad eludere le domande curiose di suo fratello con un: " Voglio solo passare un po' di tempo all'aria aperta a criticare il vostro abbigliamento."
In realtà, non sapeva esattamente cosa lo spingesse a voler andare al campo, poteva benissimo mandare un sms a David per raccontargli la sua esibizione ma la trovava una cosa troppo impersonale - l'aveva appena fatto con Blaine, ma era una cosa diversa: il suo ragazzo non era lì per sentirlo.
Se Kurt aveva l'occasione di parlare a tu per tu con le persone, lui sceglieva semplicemente quell'opzione. Nel caso di Dave inoltre si aggiungevano le sue spassose lamentele su quanto poco gli importasse quello che faceva al Glee Club.
Sorrise divertito al solo pensiero ma bastò poco per fargli cambiare idea su tutta la sua giornata.
Una cosa inaspettata che lo riscosse alla parola: " Sorpresa!"
Non poteva credere di vedere lì Blaine. Pensava fosse a Westerville e di poterlo solo il giorno dopo, ma quando lo abbracciò, sentendo la consistenza del suo corpo ed il suo profumo, si convinse che fosse realmente lì e sorrise.
Finn li guardò per qualche istante imbarazzato e, borbottando un: " Vado all'allenamento.", li lasciò soli.
" Hai gradito la sorpresa?", domandò con un sorriso Blaine.
" Decisamente.", ammise Kurt cercando di ricomporsi dopo l'abbraccio.
" Non potevo mancare oggi.", spiegò con dolcezza il ragazzo della Dalton. " Hai cantato per vincere l'assolo per le Nazionali e dovevo essere qui per sentirti cantare. Sfortunatamente ho trovato un po' di traffico... ma almeno puoi raccontarmi tutto subito."
Kurt arrossì.
" Ma... non dovevi.", mormorò imbarazzato.
Era stato un gesto dolcissimo e sentiva il suo cuore battere all'impazzata: adorava sentirsi al centro dell'attenzione degli altri.
" Sei il mio ragazzo. È il minimo che possa fare per te.", se possibile il più piccolo sentì il suo viso diventar ancor più rosso. " Quindi... mi permetti di invitarti a prendere un caffè?"
" Certo!", Kurt annuì con decisione, sorridendo come un idiota.
Davanti a lui si prospettava una serata fantastica e, dopo aver mandato per correttezza un sms a David, si dedicò completamente a Blaine e al racconto della sua esibizione, certo che quella sarebbe stata una giornata stupenda.


Aveva cercato Kurt per tutto l'allenamento, facendo scorrere lo sguardo lungo le tribune nella speranza di vederlo apparire e di incrociare i suoi occhi chiari.
La sua assenza lo preoccupava, gli aveva detto che sarebbe venuto e Kurt non manteneva sempre le sue promesse. Per quel motivo non poté fare a meno di chiedersi se gli fosse successo qualcosa... anche se a ben pensarci, se si fosse sentito male, la notizia sarebbe sicuramente arrivata alle sue orecchie visti tutti i membri del Glee Club - tra cui il fratellastro - che giocavano a football. Finn però era tranquillo e quel suo atteggiamento riuscì almeno a far calmare Dave.
Kurt stava bene, ne era certo... ma non capiva il perché non fosse venuto come aveva promesso.
La risposta la ottenne suo malgrado quando, al termine dell'allenamento e dopo essersi fatto una doccia, si permise di controllare il cellulare lasciato negli spogliatoi.
Li trovò un sms di Kurt.

" Ciao David!
Scusa se non sono passato all'allenamento, ma Blaine è venuto a prendermi a scuola per farmi una sorpresa e suo uscendo con lui.
Non volevo avvertirti così tardi, ma ti prometto che domani ti racconto tutto della mia esibizione.
Mi farò perdonare, lo prometto!
Ci sentiamo!
"

Lo lesse più volte, trattenendo infine il desiderio di lanciare lontano il cellulare e di urlare tutto il suo dolore. Sapeva benissimo che Kurt stava con quel damerino ed era felice con lui... per quel motivo non poteva - né voleva - rovinare niente del loro rapporto.
Quando avrebbe visto il più piccolo non avrebbe fatto alcuna scenata di gelosia - perché sì: era fottutamente geloso -, avrebbe indossato una finta maschera di felicità perché in fondo David poteva solo gioire nell'essere almeno riuscito a diventare un suo amico.
Kurt meritava di essere felice, cosa che lui non sarebbe mai riuscito a fare, e se Blaine era in grado di farlo non si sarebbe intromesso - si sentiva tremendamente inferiore nei confronti dell'altro.
Si ripeté più volte che doveva assolutamente farsi bastare quello che era riuscito ad ottenere anche se faceva male... molto male.
Sospirò affranto e, come se non bastasse, incrociò anche lo sguardo di Azimio che, dopo averlo squadrato, se ne andò senza rivolgergli la parola.
Il ragazzo di colore non l'avrebbe mai ammesso apertamente, ma era stato attirato dalla tristezza di quello che un tempo considerava il suo migliore amico, ma la delusione e forse anche la rabbia che gli impedivano di accettarlo completamente continuavano a tenerlo lontano... ignaro che quel suo atteggiamento fosse addirittura in grado di ferire Dave in quel momento così difficile della sua vita.
Chiuse gli occhi, e quando li riaprì li posò su un pacchetto che custodiva gelosamente nel suo armadietto.
Un regalo.
Un regalo, stupido, per Kurt.
Voleva darglielo proprio quel giorno, dopo l'esibizione.
Si era impegnato tantissimo per raccattare tutte quelle piccole cose che formavano quel dono - perché sapeva che tutte avrebbero strappato un sorriso a Kurt - ma in un attimo tutti i suoi piani erano sfumati e si ritrovò a stringere i denti e a chiudere con forza l'armadietto.
" ... merda.", sbottò e, con mal celata gelosia e tristezza, prese la sua rabbia la sua sacca andando di filato a casa.


Era stata una giornata pessima quella di Karofsky, ma quando la sera ricevette un sms di Kurt trovò semplice mentire: era facile farlo senza guardare l'altro negli occhi.

" Ciao David! Come è andata la giornata?"

" Bene. Tu?"

Bugia. Era andata malissimo.

" Decisamente bene. Senti, domani mattina riesci a venire a scuola un po' prima? Così ci incontriamo?"

Lesse attentamente l'sms del ragazzo, notando come quella volta non sentì quel familiare calore inondargli il cuore.
Si sentiva ormai senza speranza, ma desiderava ugualmente vedere Kurt. Non poteva fare a meno di lui.

" Posso farcela. Tu cerca di arrivare in orario. Non fare la femminuccia."

Doveva sforzarsi di essere normale, di apparire sempre la solita persona che era riuscita a stringere amicizia con l'altro.

" Le donne si fanno sempre aspettare."

" Stai ammettendo di essere una femminuccia."

" Sto solo dicendo che ho accettato anche la mia parte femminile, cosa che un giorno farai anche tu."

" Ma anche no."

Lentamente, messaggio dopo messaggio, Dave riuscì a sentirsi un po' meglio - era quello l'effetto che gli faceva Kurt - e a sciogliersi anche in un sorriso.

" Faresti un po' impressione, hai ragione. Allora ci vediamo domani?"

" Certo. Auditorium?"

" Perfetto! Bonne nuit, David."

" Buona notte, Kurt."


Piccola Anteprima
" Dai! Andiamo nella città vicina. Così nessuno ti conosce e non ti fai tanti problemi.", lo pregò il più piccolo, intuendo i pensieri dell’altro.
" Kurt... non rompere.", sbottò cercando di andarsene ma il cantante lo afferrò per un braccio.
" Ti vergogni di... uscire con me?"

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** 9. Wrong ***


Titolo: For who could ever learn to love a Beast?
Titolo del Capitolo: Wrong
Fandom: Glee
Personaggi: Kurt Hummel, Dave Karofsky
Genere: Introspettivo
Rating: Verde
Avvertimenti: What if? (E se…), Slash
Conteggio Parole: 1172 (FiumiDiParole)
Note: 1. Questa fic è stata elaborata circa tre mesi fa ma solo la puntata 2x16 “Original Song” ha preso una vera e propria forma. Causa tempo e voglia non sono riuscita a postarla prima e, anche se ho visto le puntate successive e letto gli spoiler, ho deciso di non cambiare niente di quello che avevo abbozzato. Questione di principio. Tengo tanto a questa fic e ci ho lavorato parecchio<3 spero vi piaccia<3
2. Come si è capito, già da tempo volevo scrivere una fic sul mio cartone/musical preferito “ La Bella e la Bestia”, e mentre lo riguardavo per l’ennesima volta ho avuto la giusta ispirazione per creare questa longfic.
3. Dedicata all’altra metà dell’account che altri non è che la mia dolce metà<3 Ti amo e scrivo tutto questo solo ed esclusivamente per te<3
4. Una piccola dedica anche ai pirati<3 perché siete diventate la mia famiglia e vi voglio bene<3
5. Non è ancora stata betata XD


{ For who could ever learn to love a Beast? ~
- 9. Wrong -



" Quindi... non hai vinto.", ripeté con calma David, guardando il più piccolo che, annuendo in risposta, si imbronciò ulteriormente.
" Sono felice per Artie, lui è stato fantastico e se lo meritava... ma ci tenevo ecco.", borbottò Kurt.
La lezione al Glee Club era finita da ormai mezz'ora e, anche se quando era stato decretato il vincitore della sfida tutti si erano ritrovati d'accordo alla decisione del professor Schue, il più piccolo aveva ugualmente trascinato Dave in auditorium per sfogarsi.
Quella strana situazione andata avanti ormai da un mese e, abituato alle stranezze di Hummel, il giocatore di football non aveva potuto far altro che ascoltarlo pazientemente.
Non poteva far tanto per lui infatti, quando il ragazzo concluse la sua spiegazione, si limitò a posargli la mano sulla spalla per fargli sentire la sua presenza.
" La prossima volta andrà meglio, no?", borbottò il più grande. Non sapeva bene cosa dire in quelle situazione ma a Kurt andò bene ugualmente.
Era anche per quello che, al posto di contattare il suo ragazzo - che ancora era all'oscuro della loro amicizia -, si era fiondato da David.
Sapeva che questo l'avrebbe ascoltato e che, con poche e semplici parole, l'avrebbe consolato.
Non voleva immensi giri di parole né il giudizio di un esperto. Gli andava benissimo l'ignoranza di David - ignoranza per modo di dire, il giocatore di football non era per davvero uno stupido.
Poi, non che avesse bisogno di essere consolato, voleva solo parlare con qualcuno e Dave con i suoi silenzi era perfetto.
Ormai la loro amicizia si era consolidata e non c'era giorno che non si incontrassero di nascosto. Pubblicamente avevano semplicemente iniziato a salutarsi quando si incrociavano per scuola, ma erano entrambi d'accordo che sarebbe stato meglio attendere che Dave si sentisse più a suo agio con la sua sessualità per chiacchierare magari per i corridoi... e su quello ci stavano lentamente lavorando.
Anche se Kurt era ormai dell'idea potevano iniziare a saggiare un po' il terreno pubblico, magari andando a prendere un caffè insieme.
" Senti... cambiando discorso.", esordì Kurt. " Ti va di andare a prendere un caffè insieme?"
Dave lo guardò stupito, mettendo a tacere quell'assurda vocina che gli diceva che quello poteva essere un appuntamento. Sapeva benissimo che non poteva esserlo e non doveva illudersi - ma il suo cuore mancò ugualmente un battito.
" Perché dovremo?"
" Perché potremo fare finalmente un'uscita come amici e vedrai che non riceverai poi così tanti insulti se esci con un gay."
" No.", tagliò corto. Non se la sentiva e poi sapeva che non sarebbe andata bene come credeva Kurt. Tutto sarebbe andato a rotoli, qualcuno li avrebbe visti e o avrebbe dovuto fingere di essere lì per caso - o altre cose che avrebbero potuto incrinare il suo rapporto con il cantante - o permettere a tutti di sapere la verità sulla sua sessualità.
" Dai! Andiamo nella città vicina. Lì nessuno ti conosce e non avrai tutti questi problemi.", lo pregò il più piccolo, intuendo i pensieri dell'altro.
" Kurt... non rompere.", sbottò cercando di andarsene ma il cantante lo afferrò per un braccio.
" Ti vergogni di... uscire con me?"
David si irrigidì e scosse il capo. No, non si vergognava affatto di uscire con Kurt - si vergognava un po' di se stesso a dirla tutta -, anzi sarebbe stato fantastico passare un pomeriggio diverso con lui... ma non poteva permetterselo.
" Non mi vergogno. La verità è che non mi va.", non era la verità, ma sperò davvero che Kurt ci cascasse.
" D'accordo!", il più piccolo gli lasciò il braccio stizzito. " Fa come vuoi, continua a vivere dentro l'armadio."
" Non è questo il punto, Kurt!", ringhiò Dave. " È tutta un'altra cosa."
" E cosa, di grazia?"
" Lascia perdere, ok? Lascia perdere.", e senza aggiungere altro lasciò velocemente l'auditorium.
Non voleva illudersi, non voleva rischiare di fare qualche stronzata con Kurt.
Non voleva e basta. Faticava tantissimo ad accontentarsi di quell'amicizia e ad accettare che il più piccolo fosse fidanzato con quell'altro tipo.
Si metteva alla prova ogni giorno e il cantante non poteva fargli quelle proposte... perché erano dannatamente sbagliate.



Aveva passato l'intera serata a sbuffare, irritato dall'atteggiamento di David.
Faticava a capirlo - non gli aveva chiesto niente di così impossibile! - ma dopo essersi sfogato con Finn, che ormai era a conoscenza di tutto, riuscì almeno a calmarsi e a ragionare... ma, sopratutto, riuscì anche ad ammettere di aver sbagliato.
Era stato più semplice del previsto arrivare a quella considerazione. Quello che prima non capiva in quel momento era diventato chiaro, e già sapeva quanto fosse difficile per il ragazzo accettare ancora certe cose. Non doveva insistere né metterlo sotto pressione... ma, ugualmente, non avrebbe chiesto subito scusa.

" Hai reagito in un modo spropositato e idiota."

Gli scrisse quell'sms, certo che la risposta dell'altro non avrebbe tardato ad arrivare.

" Sei tu quello che fa delle proposte stupide."

" Prendere un caffè anche in un'altra città con un amico non è stupido. È un modo come un altro per iniziare a camminare fuori dal magico mondo dell'armadio di Narnia."

D'accordo, forse stava esagerando ma chiedere scusa era veramente difficile. Bisognava mettere da parte il proprio orgoglio e non era semplice.

" Pensala come cazzo vuoi Kurt. "

Strinse le labbra alla risposta di David ma, subito dopo, arrivò un secondo messaggio che lo fece ulteriormente rabbuiare: " Sto spegnendo il cellulare. "

" Ok. Va bene! Non ti invito più sa nessuna parte! Pensavo sarebbe stato più normale vedersi in una caffetteria e non nell'auditorium come sempre."

Lanciò il cellulare sul letto e incrociò le braccia al petto irritato... non tanto con Dave, ma con se stesso per non riuscire a chiedere scusa.
In quel momento però capiva tantissimo come doveva essersi sentito David nel non riuscire a chiedergli farlo in un modo sensato - aveva semplicemente borbottato un 'mi dispiace' che Kurt si era fatto bastare visto quello che era successo quando l'aveva aiutato contro i ragazzi del club di hockey.
Si rigirò nel letto, trattenendo delle stupide lacrime che lo ammonivano per il suo atteggiamento, poi qualche istante dopo il suo cellulare vibrò segnando un nuovo messaggio.
Lo prese subito e, quando lesse il nome del mittente - David -, si sentì un po' più sollevato.

" Facciamo che vieni a casa mia allora. È meno... importante."

Inarcò un sopracciglio, non comprendendo appieno cosa volesse dire Dave.

" Importante?"

" Sembra un appuntamento... messo nei tuoi toni."

Kurt scoppiò a ridere ma si tappò la bocca per non fare troppo rumore.

" Perché? Andare a casa tua non è un po' peggio?"

" Ci saranno Nina e Adam, i miei fratellini."

" Oh. Va bene allora... e senti... mi dispiace, ok? Ho esagerato e non dovevo insistere."

Attese con impazienza la risposta dell'altro.

" Nessun problema."

" Si vede che sei ancora arrabbiato."

Sospirò, aveva decisamente esagerato. Doveva chiedere subito scusa senza farlo arrabbiare anzi no: non doveva proprio proporgli quell'uscita.
Sicuramente Dave lo stava solo accontentando invitandolo a casa sua, lo faceva sempre anche quando accettava di ascoltare i suoi infiniti monologhi e le canzoni.

" Mi vendicherò domani a casa mia. Tranquillo."

A quella battuta però Kurt si sentì più sollevato: Dave stava solo scherzando.

" Ok! Allora a domani? Ci vediamo in auditorium?"

" Come sempre. A domani Kurt."


Piccola Anteprima
" Vedere la reazione dei miei sapendo che sono amico di..."
" Un gay?"
" Sì e no. Amico anche della persona che ho maltrattato... volevo vedere se... erano fieri di me..."

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** 10. Home ***


Titolo: For who could ever learn to love a Beast?
Titolo del Capitolo: Home
Fandom: Glee
Personaggi: Kurt Hummel, Dave Karofsky e altri
Genere: Introspettivo
Rating: Verde
Avvertimenti: What if? (E se…), Slash
Conteggio Parole: 1362 (FiumiDiParole)
Note: 1. Questa fic è stata elaborata circa tre mesi fa ma solo la puntata 2x16 “Original Song” ha preso una vera e propria forma. Causa tempo e voglia non sono riuscita a postarla prima e, anche se ho visto le puntate successive e letto gli spoiler, ho deciso di non cambiare niente di quello che avevo abbozzato. Questione di principio. Tengo tanto a questa fic e ci ho lavorato parecchio<3 spero vi piaccia<3
2. Come si è capito, già da tempo volevo scrivere una fic sul mio cartone/musical preferito “ La Bella e la Bestia”, e mentre lo riguardavo per l’ennesima volta ho avuto la giusta ispirazione per creare questa longfic.
3. Dedicata all’altra metà dell’account che altri non è che la mia dolce metà<3 Ti amo e scrivo tutto questo solo ed esclusivamente per te<3
4. Una piccola dedica anche ai pirati<3 perché siete diventate la mia famiglia e vi voglio bene<3
5. Capitolo di passaggio<3 dal prossimo le cose iniziano a farsi interessanti... credo X°D


{ For who could ever learn to love a Beast? ~
- 10. Home -



Kurt era arrivato stupidamente in anticipo in auditorium per il suo 'appuntamento giornaliero' con David.
Nonostante avessero chiarito la sera prima con gli sms si sentiva in obbligo di farlo anche di persona.
Non si era comportato bene e, visto che teneva all'amicizia dell'altro ragazzo - non si aspettava di potersi affezionare così tanto a Karofsky -, voleva dimostrarsi maturo e guardarlo negli occhi mentre gli chiedeva scusa.
Camminò avanti e indietro sul palco, aspettando con ansia l'ingresso dell'altro, ricordando distrattamente tutte le volte che l'aveva costretto ad ascoltarlo cantare 'Belle'.
Era certo che ormai anche David conoscesse a memoria quella canzone e, sicuramente, anche l'intera opera.
Mille e più volte gli aveva ripetuto quanto lui si vedesse simile a Belle - venendo puntualmente deriso per il fatto che si sentisse 'femmina' - e, a pensarci bene, David poteva passare benissimo per la Bestia.
Era stato maleducato e crudele, impaurito da quello che era ma... infinitamente diverso dentro.
Era una persona di buon cuore, insicura come tanti altri ragazzi della sua età, ed era diventato suo amico.
Solo amico, si ripeté come per fissare bene il concetto, perché anche se Kurt aveva una visione molto romantica della vita, aveva già un ragazzo e in quel caso la Bella e la Bestia sarebbero rimasti solo amici.
Qualcun altro avrebbe sotto l'incantesimo che teneva celato il vero aspetto di David. A quel pensiero si ritrovò a ridacchiare tra sé e sé, sedendosi sullo sgabello del pianoforte.
Stava davvero mettendo la sua amicizia con Dave e la situazione che viveva a confronto con La Bella e la Bestia?
Oh sì, lo stava facendo e si stava anche divertendo! Non si aspettava di certo di trovare così tante similitudini ed era in un certo qual modo dolce, nonostante la ferma convinzione di desiderare solo l'amicizia di David e non un qualcosa di più - quel qualcosa di più poi, a ben pensarci, non sarebbe neanche stato corrisposto: Dave, oltre il famoso bacio, aveva sempre e solo mostrato interesse verso la loro amicizia.
Anche se Kurt si fosse interessato, non sarebbe stato corrisposto e avrebbe inoltre rovinato il loro rapporto.
In ogni caso non era corretto immaginare quelle cose quando era già impegnato con Blaine. Lui adorava il suo ragazzo e non voleva rovinare niente dell’amicizia con Dave e quello era tutto!
Poco dopo il rumore della porta dell'auditorium che si apriva scacciò via ogni pensiero, e sorridendo radioso al nuovo arrivato, scese dal palco.
“ Ciao!”, lo salutò andando incontro al giocatore di football.
“ Ehi…”, David lo fissò quasi stupito, accennando un sorrisetto. “ Sei puntuale.”, constatò.
“ Certo!”, ribatté convinto Kurt.
“ Strano, le femminucce si fanno sempre aspettare.”
Il più piccolo, gli diede un poco convinto pugno sulla spalla.
“ Piantala…”, lo riprese diventando serio. “ Senti… per ieri.”, non doveva tergiversare e dirlo subito: non voleva fare l’errore della notte prima.
“ Va tutto bene Kurt. Devi solo giurare che se i miei fratellini vorranno giocare agli indiani tu ti farai legare senza fare troppe storie.”, David piegò le labbra verso l’alto.
Cercava – si stava sforzando – di continuare ad essere amichevole e di dimenticare tutte le fantasie che la notte prima l’avevano accompagnato all’idea di avere Kurt a casa sua.
Niente di… sconcio. Era solo felice.
Era un piccolo passo quello che voleva fare, una prova per saggiare il terreno familiare.
Kurt però lo strappò dai suoi pensieri appoggiandogli una mano sul braccio.
“ Mi dispiace per come mi sono comportato.”
“ Testardo.”, sospirò Karofsky distogliendo lo sguardo da quelle chiare iridi. “ Ti avevo già perdonato…”
“ Me lo devi.”, ribatté Kurt con un sorriso.
Si sentiva meglio dopo aver detto quelle semplici paroline ed effettivamente non era neanche stato difficile – inoltre, cosa non meno importante, si sentiva anche più leggero.
“ Ancora con questa storia?”
“ Scherzavo!”, ridacchiò il più piccolo per poi guardare ancora l’amico negli occhi. “ Ma… grazie…”
David trovò impossibile non arrossire e, abbassando ancora lo sguardo, borbottò un: “Stupida femminuccia…


Per Kurt la giornata passata a casa di Dave fu letteralmente indimenticabile.
Dopo la scuola si era fatto accompagnare dall’amico a casa sua e lì aveva conosciuto di suoi fratelli minori, Nina e Adam.
In una parola quei due bambini erano adorabili e… lo era anche David.
Aveva visto nel ragazzo un lato nuovo e inaspettato: estremamente piacevole.
L’aveva osservato giocare affettuosamente con i bambini, parlare e lasciarsi andare ad improbabili interpretazioni alle quali si era poi aggiunto anche lui, divertendosi un mondo a fare la principessa con Nina – fulminando con lo sguardo David quando l’aveva visto ridacchiare per quello - e a raccontare delle adorabili storielle a lei e ad Adam.
Tutto quello aveva un che di tenero e familiare, inoltre era stato bello essere presentato ai due bambini come amico di Dave… ma era stato ancor più fantastico quando questo, al rientro dei genitori, si mostrò tranquillo quando li videro tutti insieme.
David cercò subito di comportarsi con naturalezza, e anche se Kurt aveva intravisto in lui un po’ di incertezza, questa scomparve quando Paul Karofsky e sua moglie, Alicja, si mostrarono felici alla notizia di quell'amicizia.
Così tanto che invitarono Kurt a restare con loro per la cena.
Era stata davvero una giornata memorabile che lo faceva sentire immensamente più vicino a Dave e non mancò di ringraziarlo per quella splendida serata una volta in macchina e sulla strada per casa sua.
“ Mi sono divertito davvero. Grazie per avermi dato questa possibilità.”
" Grazie a te per avermi aiutato con quelle pesti...", borbottò subito in risposta il giocatore di football, cercando di assumere il suo solito atteggiamento burbero.
In realtà era emozionato ed anche felice per come erano andate le cose in quella serata – così tanto che Kurt neanche poteva immaginarlo.
" È stato un vero piacere!", esclamò il più piccolo. " Adoro i bambini e si vede che piacciono anche a te.", gli fece notare con un sorrisetto.
" Non è vero. Mi piacciono solo i miei fratelli.", ribatté Dave, strappando una risatina al cantante.
" Ora... siamo ufficialmente amici, vero?", mormorò poco dopo Kurt, guardando il più grande che si fermava ad un semaforo.
" Già... ti rivelo una cosa... era mia intenzione farlo...", sussurrò.
" Cosa?"
" Vedere la reazione dei miei sapendo che sono amico di..."
" Un gay?"
" Sì e no. Amico anche della persona che ho maltrattato... volevo vedere se... erano fieri di me..."
" Dave...", Kurt sorrise, appoggiandogli una mano sulla spalla. " Ti vogliono un mondo di bene e sempre te ne vorranno, qualunque cosa tu faccia o sia."
" Grazie Kurt...", sussurrò David, guardando il più piccolo negli occhi, ricevendo in risposta un sorriso genuino e sincero.
In realtà, Dave, avrebbe voluto presentare il ragazzo non come amico... ma come un qualcosa di più, ma non gli era permesso considerarlo tale.
Kurt e i suoi atteggiamenti spesso lo confondevano, ma sapeva benissimo che non sarebbe mai potuto essere un qualcosa di più del suo amico... lui stava con quel tipo dell'istituto maschile ed era perfetto per Kurt.
Bello, amante della musica e del teatro e, non meno importante, gay dichiarato e fiero di esserlo. L'esatto contrario di David.
Ormai aveva smesso di odiarlo - c'era stato un periodo in cui l'avrebbe voluto investire o riempirlo di pugni fino a renderlo irriconoscibile. Verso il ragazzo di Kurt in quell'ultimo periodo provava solo tanta invidia per possedere una persona fantastica come il più piccolo.
Diventando suo amico aveva iniziato a conoscerlo meglio, ad andare oltre quelle mere apparenze che l'avevano fatto infatuare di lui... non era una semplice infatuazione, se ne era innamorato e ormai poteva solo sopportare il peso di quel sentimento tanto scomodo per il loro rapporto di amicizia.
Lo ascoltò distrattamente mentre parlava assentendo anche se non sapeva esattamente di cosa stesse parlando - non era sua intenzione farlo, ma faceva male ripensare a quella situazione... -, fermandosi poi una volta davanti a casa Hummel-Hudson.
“ Eccoci qui.”
“ Grazie ancora, anche per il passaggio.”, lo ringraziò ancora Kurt, infilandosi la giacca.
“ Mh…”
“ Domani solito posto?”
David assentì poi lo guardò negli occhi. Non sapeva esattamente che dirgli – o se voleva per davvero aggiungere qualcosa -, in realtà gli mancavano le parole.
“ Oh… beh…”, Kurt, a quello sguardo, si ritrovò stranamente a fuggire sentendosi a disagio. “ A domani…”, e uscendo dalla macchina si diede alla fuga lasciando solo il giocatore di football che, una volta visto sparire il più piccolo dentro casa, poté tornare indietro.






Piccola Anticipazione
Era arrivato il momento della verità e, costretto a sedersi sul divano, lanciò una timida occhiata a suo padre.
“ Che rapporti hai con lui?”, domandò Burt torturandosi distrattamente le mani.
“ Siamo… amici, papà.”, mormorò.
“ Quel Karofsky… è quello che…”
“ Siamo amici davvero, papà. È per questo che sono stato a cena con la sua famiglia… ed è… anche per questo che ci frequentiamo da settimane.”
“ Vi frequentate?!”




SPAM
A chi è sfuggita, ho scritto il continuo della fic ambientata nel mondo della pirateria (La Cour des Fous).
Trovate Pile au Face e la fic qui sopra citata nella serie: Till the Tides Take our Soul.
A presto<3

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** 11. Why is a secret? ***


Titolo: For who could ever learn to love a Beast?
Titolo del Capitolo: Why is a secret?
Fandom: Glee
Personaggi: Kurt Hummel, Burt Hummel, Mercedes Jones, Blaine Anderson
Genere: Introspettivo
Rating: Verde
Avvertimenti: What if? (E se…), Slash
Conteggio Parole: 1383 (FiumiDiParole)
Note: 1. Questa fic è stata elaborata circa tre mesi fa ma solo la puntata 2x16 “Original Song” ha preso una vera e propria forma. Causa tempo e voglia non sono riuscita a postarla prima e, anche se ho visto le puntate successive e letto gli spoiler, ho deciso di non cambiare niente di quello che avevo abbozzato. Questione di principio. Tengo tanto a questa fic e ci ho lavorato parecchio<3 spero vi piaccia<3
2. Come si è capito, già da tempo volevo scrivere una fic sul mio cartone/musical preferito “ La Bella e la Bestia”, e mentre lo riguardavo per l’ennesima volta ho avuto la giusta ispirazione per creare questa longfic.
3. Dedicata all’altra metà dell’account che altri non è che la mia dolce metà<3 Ti amo e scrivo tutto questo solo ed esclusivamente per te<3
4. Una piccola dedica anche ai pirati<3 perché siete diventate la mia famiglia e vi voglio bene<3
5. Non è ancora stata betata XD


{ For who could ever learn to love a Beast? ~
- 11. Why is a secret? -



Al suo rientro a casa Kurt non si aspettava di certo di ritrovarsi davanti suo padre né di sentirlo dire, con fare perentorio: " Vieni in salotto. Dobbiamo parlare."
Non sapeva davvero cosa avesse fatto di tanto terribile per causare una simile reazione, ma il tono utilizzato - e la presenza di Carole e Finn - gli faceva capire che fortunatamente non sarebbe stato il continuo di quel 'famoso discorso'.
Assentì in silenzio senza riuscire a chiedere una spiegazione e seguì il padre.
Forse però, una mezza idea la aveva... e riguardava David ed il fatto che Burt aveva scoperto della loro amicizia proprio quella sera, quando aveva avvertito che sarebbe rimasto a cena dai Karofsky - sarebbe stato semplice mentire e dire che restava da Mercedes o da qualche altra amica, ma era stato naturale dire la verità.
Sapeva che suo padre nutriva ancora del risentimento verso Dave e, sicuramente, nell'apprendere che il figlio era stato con lui tutto il giorno e non solo - forse sapeva anche di più vista la presenza di Finn - si era... arrabbiato? Preoccupato?
L'avrebbe scoperto presto in ogni caso.
" Siediti.", disse Burt, accomodandosi e appoggiando i gomiti alle ginocchia.
Era arrivato il momento della verità e, costretto a sedersi sul divano, Kurt lanciò una timida occhiata a suo padre.
" Che rapporti hai con lui?", domandò Burt direttamente torturandosi distrattamente le mani.
" Siamo... amici, papà.", mormorò sincero.
" Quel Karofsky... è quello che..."
" Siamo amici davvero, papà. È per questo che sono stato a cena con la sua famiglia... ed è... anche per questo che ci frequentiamo da settimane."
" Vi frequentate?!"
Kurt avvampò nel rendersi conto di aver utilizzato il termine sbagliato.
Non era propriamente errato, ma per definire l'amicizia tra lui e Dave ed i loro 'appuntamenti' non era esatto: non davanti a Burt almeno.
" Nel senso di incontrarci.", spiegò prontamente. " È un'altra persona ora, si è scusato e spesso ci vediamo per parlare. Non mi ha più creato problemi e Finn può confermare."
" È vero!", esclamò il diretto interessato.
" E perché non l'hai detto subito?"
" Perché..."
Si era posto spesso quella domanda ma non aveva mai avuto una vera e propria risposta.
In un certo qual modo gli piaceva mantenere segreta la sua amicizia con David, la considerava come una cosa esclusiva. Kurt era l'unico a poter vedere il vero Dave e, fino a quel giorno, sapeva che anche all'atleta andava bene quel segreto... ma l'aveva presentato come amico ai suoi genitori, quindi la loro amicizia poteva essere considerata ufficiale.
Ma alla fin fine tutto quello lo stava sviando dalla vera risposta che non riusciva proprio a trovare.
" Perché forse sapevo che ti saresti... arrabbiato."
" Non sono arrabbiato. Ero preoccupato e confuso!"
" Sono andato lì di mia spontanea volontà..."
" Potevi dirmi prima che era un tuo amico visto che questa storia va avanti da un po'.", spiegò Burt. " Sai bene che da quando ti ho permesso di tornare al McKinley ho sempre il timore che ti accada qualcosa."
" Ma non è accaduto... te l'avrei detto."
" Non è quello che mi ha raccontato tuo fratello."
Finn, tirato ancora in ballo, borbottò un basso: " Scusa Kurt.", ma il cantante non riuscì ad essere arrabbiato con lui.
Sapeva quanto potesse essere convincente Burt e dell'effetto che aveva su Finn - lo chiamava con estrema facilità 'papà' ad esempio.
" Ma sto bene. Non mi hanno fatto niente proprio perché Dave è intervenuto prima.", rispose.
" Ma non me ne hai parlato."
" Ho sbagliato, lo so.", ammise. " Ma anche David ha tenuto la nostra amicizia nascosta fino ad oggi."
" Se siete amici non vedo perché tenerlo nascosto.", borbottò Burt.
La loro amicizia avrebbe messo Dave in una posizione scomoda, e anche se a Kurt sarebbe davvero piaciuto vederlo alla 'luce del sole' - e possibilmente 'fuori dall'armadio' -, sapeva che doveva dargli tempo. Quel giorno avevano fatto un passo nel dire alle loro famiglie della loro amicizia - chi più direttamente e chi meno - ma la verità, il fatto che David fosse omosessuale, ma non poteva dirla né al padre, né a Carole e né tantomeno a Finn... per quanto riguardava Blaine, che già sapeva della sessualità dell'atleta ma non della loro amicizia, ci avrebbe pensato una volta fuori da quell'impiccio con la sua famiglia.
" Non la terremo più nascosta a voi... e se ti va potrei invitare David qui un giorno...", cercò di sfuggire all'ultima constatazione del padre, conscio che anche se quello era un vero e proprio azzardo, Burt avrebbe apprezzato l'iniziativa.
" D'accordo... ma questo non toglie che dovevi dircelo."
" Sì papà...", annuì ancora e, per l'ora successiva, fu costretto a raccontare per filo e per segno tutto di quella loro amicizia.


Una volta in camera sua, Kurt si abbandonò stremato sul letto.
Era stato messo a dura prova dal padre ma alla fin fine era stato piacevole poter raccontare della amicizia con David.
Non era più un segreto e, anche se perdeva quel sapore di esclusiva che aveva il loro rapporto, sentiva che quel loro legame poteva solo diventare più forte.
Era certo che però doveva prima di tutto spiegarlo a Blaine e poi smetterla di fantasticare troppo.
Infatti, una volta solo, non poté fare a meno di tornare con la mente a quando lui e David erano in macchina insieme, e quest'ultimo gli aveva rivolto uno sguardo... strano.
Non sapeva come definirlo ma l'aveva messo a disagio a tal punto da spingerlo alla fuga. Sicuramente David lo voleva ancora ringraziare per la serata - era chiaro che volesse dirgli qualcosa - ma Kurt aveva visto di più in quegli occhi color nocciola... un qualcosa che gli aveva fatto quasi sentire le farfalle nello stomaco.
Era stupido e, di certo, si era lasciato condizionare dalla bella giornata che aveva passato con David.
Non c'era altra spiegazione.






Sospirò per l'ennesima volta, attirando immancabilmente su di sé l'attenzione di Mercedes.
" Si può sapere che hai Kurt?", esclamò esasperata. " Sei distratto e sospiri come una ragazzina innamorata!"
" Niente...", mormorò in risposta il cantante.
" Il tuo 'niente' non mi convince, White Boy!"
" Sono stato invitato al Ballo."
Per poco Mercedes non si lasciò sfuggire di mano il cellulare.
" Da chi? Oddio, Kurt perché non l'hai detto subito?", si esaltò subito la giovane.
" Da Blaine..."
La fiacca risposta di Kurt, però, smorzò il suo entusiasmo.
" E non sei felice? È il tuo ragazzo no?"
Il ragazzo la guardò senza sapere esattamente che rispondere.
Era felice?
Non lo sapeva e non poteva fare a meno di far tornare la mente al giorno prima, quando si era incontrato con Blaine in uno dei soliti café che frequentavano.
Era partito dall'idea di parlargli di David e della loro amicizia ma una volta davanti al suo ragazzo... niente era andato come pensava.


" Kurt! Ben arrivato!", le labbra di Blaine sfiorarono dolcemente le sue in un casto bacio in segno di saluto. " Come stai?"
" Bene... tu?", rispose con un lieve sorriso il cantante, lasciandosi condurre dall'altro ragazzo verso il loro tavolo.
" Bene! Ci sono gli ultimi esami a scuola, ma penso di superarli senza problemi."
" Sei un ottimo studente, Blaine. Sono certo che avrai dei voti altissimi."
Il Warbler sorrise, prendendo poi la mano di Kurt che lo fissò stupito.
" A tal proposito... siamo ormai al termine dell'anno scolastico e come sempre si fa il Ballo no?", esordì Blaine con tono vago ma, a quelle parole, l'altro comprese subito cosa volesse chiedergli.
Era il suo ragazzo, era normale che andassero insieme al ballo ma... si sentiva strano.
" Visto lo scarso romanticismo, ti anticipo già che la risposta è sì.", ribatté prontamente Kurt ridacchiando, cercando in quel modo di ignorare quello strano peso che si era formato sulle sue spalle.
" Non sai neanche quale sia la mia proposta!", esclamò il cantante fingendosi indispettito, ma era chiaro che si stesse trattenendo dal sorridere soddisfatto.
" La risposta è ugualmente sì."


Era stato quasi freddo con Blaine.
Come se non fosse felice di andare al ballo con lui e... si era reso conto di non riuscire proprio a parlargli di David.
Si bloccava e, nonostante gli sforzi, continuava a tenere per se la loro amicizia.
Erano tante le cose che lo confondevano in quel momento e non sentiva più lo stesso trasporto che provava un tempo per Blaine.
" Già...", rispose a Mercedes. " Dovrei ma non ci riesco.", ammise sincero.
" Oh Kurt...", la ragazza lo attirò a sé in un abbraccio. Non sapeva che fare per il suo migliore amico ma... gli sarebbe stata vicina e avrebbe scoperto come aiutarlo.





Piccola Anticipazione
“ Vieni al ballo?”, domandò Kurt con un sorriso curioso.
“ No.”, rispose secco David.
“ Dai! Non fare l’asociale! Ti divertirai!”
L’atleta lo guardò storcendo il naso, certo: si sarebbe divertito ‘da morire’ nel vedere Kurt e il suo ragazzo ballare amorevolmente.
“ Ho detto di no.”, ripeté con decisione.






Lo spam poi è cosa buona e giusta<3
Ed è corretto che Kurt inizi a spammare di nuovo il suo portfolio XP

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** 12. Mi Dispiace ***


Titolo: For who could ever learn to love a Beast?
Titolo del Capitolo: Mi Dispiace
Fandom: Glee
Personaggi: Kurt Hummel, Dave Karofsky, Burt Hummel (apparizione di Azimio Adams)
Genere: Introspettivo
Rating: Verde
Avvertimenti: What if? (E se…), Slash
Conteggio Parole: 1956 (FiumiDiParole)
Note: 1. Questa fic è stata elaborata circa tre mesi fa ma solo la puntata 2x16 “Original Song” ha preso una vera e propria forma. Causa tempo e voglia non sono riuscita a postarla prima e, anche se ho visto le puntate successive e letto gli spoiler, ho deciso di non cambiare niente di quello che avevo abbozzato. Questione di principio. Tengo tanto a questa fic e ci ho lavorato parecchio<3 spero vi piaccia<3
2. Come si è capito, già da tempo volevo scrivere una fic sul mio cartone/musical preferito “ La Bella e la Bestia”, e mentre lo riguardavo per l’ennesima volta ho avuto la giusta ispirazione per creare questa longfic.
3. Dedicata all’altra metà dell’account che altri non è che la mia dolce metà<3 Ti amo e scrivo tutto questo solo ed esclusivamente per te<3
4. Una piccola dedica anche ai pirati<3 perché siete diventate la mia famiglia e vi voglio bene<3
5. A proposito di David<3 in questo capitolo forse vi sembrerà OOC. Personalmente io l'ho voluto descrivere esattamente come me lo immagino. Per me lui è un ragazzo maturo alla fin fine e le sue azioni sono solo dettate dalla paura. Lo stesso Paul dice che suo figlio era un bravo alunno e penso che il padre abbia ragion<3 Spero vi piaccia<3
6. Non è ancora stata betata XD


{ For who could ever learn to love a Beast? ~
- 12. Mi Dispiace -



Solo dopo il Glee, Kurt, riuscì a liberarsi di Mercedes, e anche se non era un bel pensiero - soprattutto visti gli sforzi fatti dalla sua migliore amica per tirargli su il morale -, sentiva la necessità di incontrare David al più presto... cosa che non poteva fare con la compagna al seguito.
Aveva tante cose da dire all'atleta - la chiacchierata con suo padre, l'invito a casa sua, il nuovo compito del Glee Club e anche qualcosa a riguardo della proposta di Blaine - e, mandandogli un sms, gli chiese se fosse ancora a scuola.
La risposta, fortunatamente, non tardò ad arrivare.

" Sono in palestra a fare pesi. Sono solo, quindi se vuoi... puoi venire qui. Ti va?"

Kurt neanche rispose, rileggendo invece più volte quell'sms mentre i suoi piedi già lo stavano portando verso la palestra.
Era... strano. Ma strano in un senso positivo perché stava per incontrare Dave fuori dall'auditorium nella scuola. Era un gran passo in avanti e non poteva che sorridere nell'osservare ancora quel messaggio... rischiando però in quel modo di scontrarsi contro l'ultima persona che si aspettava di incontrare in quel momento: Azimio Adams.
Lo schivò per pura fortuna, guardandolo quasi con timore. Azimio era l'unico nella scuola - oltre Kurt - a sapere di David e... anche se fino a quel momento aveva tenuto la bocca chiusa, il cantante temeva in una qualche ritorsione. Non solo nei suoi confronti, ma anche verso Dave.
" Levati di mezzo.", sbottò il ragazzo di colore lanciandogli semplicemente un'occhiataccia per poi riprendere il suo cammino, lasciando Kurt senza parole.
Stranito il cantante, raggiunse l'amico in palestra cercando di dare una spiegazione a quel breve incontro... senza riuscire a trovarla.
" Ciao David.", lo salutò, avvicinandosi allo strano macchinario che il ragazzo stava usando per fare degli esercizi con le braccia.
" Ciao Kurt...", gli lanciò un'occhiata, volgendo poi lo sguardo verso la porta della palestra.
Era stato un azzardo ma... una piccola parte di sé voleva dimostrare al cantante che lui si stava davvero impegnando per migliorare.
" Tu non puoi immaginare che è successo!", esclamò subito Kurt. " Poco fa ho incrociato Azimio!"
Dave terminò all'istante i suoi esercizi, allarmandosi.
" Ti ha fatto qualcosa?"
Teoricamente doveva preoccuparsi per qualcosa che poteva dirgli il suo ex migliore amico - dopo tutto quel tempo poteva solo definirlo in quel modo... - ma in realtà non gli importava più di tanto... niente poteva competere con Kurt.
" Niente! Mi ha solo detto di levarmi di mezzo! Non è strano?"
David lo fissò senza capire, certo era sollevato all'idea che al cantante non fosse successo niente, ma proprio non riusciva comprendere cosa ci fosse di strano.
" E allora?"
" Come 'e allora'? Niente insulti e niente spintoni! Non è... assurdo?"
L'atleta a quella considerazione dovette ovviamente dargli ragione.
" Già..."
" Magari, visto che non ha parlato su di te, sta capendo che non è sbagliato essere omosessuali.", commentò con un ampio sorriso il ragazzo, ma David scosse la testa.
" Cerca di non fantasticare troppo, fatina."
" Dai... lasciami sognare un mondo migliore."
" In ogni caso...", esordì Karofsky bloccando i vaneggiamenti di Kurt. " Di cosa volevi parlarmi?"
Il cantante a quelle parole tornò serio, per un attimo aveva dimenticato tutto.
" L'altro ieri ho... parlato con mio padre."
Dave assentì, facendogli intendere che lo stava ascoltando.
" Quando ho chiamato a casa per avvertire che avrei cenato da te ho detto la verità. Non avevo pensato ad inventarmi una scusa... e mio padre si è un po' preoccupato."
" Va tutto bene?"
" Sì, certo! Gli ho spiegato che siamo amici e che sei cambiavo... ma gli ho promesso che ti avrei invitato da noi...", abbassò quasi la voce, imbarazzato.
" Io... non posso Kurt...", mormorò Dave, distogliendo lo sguardo.
Andare a casa del cantante era... più rischioso. Non tanto per chi l'avesse potuto vedere - poteva succedere anche due giorni prima - ma perché Kurt abitava con Finn Hudson, e non si fidava tanto di lui.
" Oh...", il più piccolo parve deluso dalla sua risposta, tant'è che David si affrettò a spiegare.
" Verrei, ma... Hudson... quello non sa mantenere i segreti."
Già si immaginava Finn il giorno dopo a parlare con i suoi amici del fatto che lui fosse amico del fratellastro. E di conseguenza, quanto ci avrebbe rimesso Scott Cooper per tirare fuori la storia della rissa?
" Solo per quello?"
" Sì..."
" David... ecco... devo svelarti una cosa. Ma non arrabbiarti ok?"
" Con questa premessa inizio a preoccuparmi..."
" Finn sa già tutto. Già da tempo. È stato lui a farmi pensare che tu fossi cambiato... mi ha aiutato. Ed ha mantenuto il segreto, inoltre è stato lui ad impedire a mio padre di andare a casa tua l'altro giorno."
Karofsky lo fissò stupito.
" Dai... sarà solo per un po'... ti prometto che non ti lascio solo con mio padre!", lo pregò il cantante, strappando alla fine un sospiro all'altro.
" Sicuro che non voglia uccidermi?", domandò David ormai arreso.
" Solo parlare!", sorrise il ragazzo, che aveva già capito che l'amico avrebbe accettato.
" D'accordo. Dimmi quando."
" Oggi stesso?", propose Kurt.
" Così presto?"
Aveva bisogno di prepararsi psicologicamente! Non poteva affrontare subito Burt Hummel!
" Come una ceretta. Uno strappo e via.", Kurt alzò le spalle con noncuranza, rubando l'ennesimo sospiro all'altro.
" Va bene..."
Ovviamente il cantante si trattenne dall'esultare, rivolgendogli invece un ampio sorriso.
" Grazie David."
" Spero per te che vada tutto bene.", ribatté cupo l'atleta strappando una risatina all'altro.
Il malumore causato dalla proposta di Blaine sembrava sparito ed era merito solo di Dave.
Con le loro continue discussioni - erano delle chiacchierate piacevolmente animate -, Kurt riusciva sempre a dimenticare tutto quello che lo affliggeva, ma in quell'istante aveva davvero bisogno di chiedere un consiglio al compagno.
Non gli aveva mai parlato dei suoi problemi di coppia - non ce ne erano mai stati in realtà - ma era certo che David l'avrebbe ascoltato in ogni caso.
" Sai... c'é il ballo a fine mese.", commentò.
" Sì..."
Aveva già avuto modo di vedere le prime coppie iniziare la campagna per le elezioni del Re e della Reginetta del Ballo.
Giorno dopo giorno la scuola sarebbe diventata una vera e propria giungla tra manifesti e dispetti da parte delle concorrenti.
Ovviamente non poté fare a meno di chiedersi il perché di quella constatazione da parte di Kurt. Di certo non lo stava invitando al ballo - era impossibile e lui, sinceramente, non se la sarebbe sentita di accettare - poi David sapeva benissimo che il ragazzo ci sarebbe andato con il damerino dell'altra scuola: non ci voleva un genio per capire che visto che erano fidanzati ci sarebbero andati insieme.
Kurt si morse distrattamente le labbra senza neanche sapere il reale motivo e, sentendosi poi anche un gran codardo, evitò di dire a Dave dell'invito.
" Vieni al ballo?", domandò Kurt mostrando un sorriso curioso.
" No.", rispose secco David.
" Dai! Non fare l'asociale! Ti divertirai!"
L'atleta lo guardò storcendo il naso, certo: si sarebbe divertito ‘da morire' nel vedere Kurt e il suo ragazzo ballare amorevolmente.
" Ho detto di no.", ripeté con sicurezza facendo sussultare l'altro.
" Ok ok...", mormorò alzando le mani quasi in segno di resa, decidendo quindi di cambiare discorso.
Doveva essere lui a capire che cosa provava per Blaine, era un suo problema in fondo, e non doveva affidarsi a Dave...




Quando David venne accolto a casa di Kurt, scoprì quasi con sollievo - ma non del tutto, ovviamente - che per quel pomeriggio nell'abitazione ci sarebbero stati solo lui e i due Hummel.
Non avrebbe dovuto affrontare Finn - anche se il quarterback già sapeva tutto - e quello lo rassicurava un po'... ma sapere di essere praticamente solo con Burt lo intimidiva.
Lo stesso Kurt si sentiva a disagio e, quando si sedettero tutti e tre in salotto dopo un breve saluto, temette di veder scoppiare da un momento all'altro una bomba.
" Oggi c'è una partita di Major League...", commentò con tono piatto Burt, rompendo il silenzio che si era creato - stupendo non poco il figlio. " Segui il baseball?", si rivolse direttamente a Dave che quasi scattò sull'attenti - era teso come non mai.
" Ogni tanto, signor Hummel. Preferisco l'hockey e il football... ma mi piace lo sport in generale...", ammise temendo dubito di aver fatto un passo falso.
Burt assentì, accendendo la tv e sintonizzandola sul canale che trasmetteva la partita.
" So che giochi a football.", commentò ancora l'uomo, ricordando vagamente le cose che gli aveva raccontato Finn. " In che ruolo?"
" Difensore."
Kurt li osservò in silenzio, gli sudavano le mani e quella conversazione per quanto normale era fredda. Si stavano studiando e la tensione era palpabile.
" Kurt, per cortesia, ci porti da bere? Due birre.", Burt lanciò un'occhiata sottecchi a David.
" I-io non bevo, signor Hummel.", mormoro l'atleta e, temendo di offendere l'uomo, si affrettò ad aggiungere: " La ringrazio per l'offerta..."
Burt lo osservò, accennando un lieve sorriso soddisfatto. L'aveva messo alla prova e l'aveva superata.
Non avrebbe mai permesso a suo figlio di frequentare ‘degli alcolizzati’ e Karofsky con quella risposta si era anche dimostrato educato e rispettoso.
" Allora una birra e una coca cola, Kurt."
" S-sì...", il cantante si alzò puntando per qualche istante gli occhi su David come a volergli chiedere scusa e, il più velocemente possibile, corse in cucina... sperando che non accadesse niente in sua assenza.
" Se osi far del male a Kurt dovrai vedertela con me.", dichiarò subito Burt non appena vide il figlio sparire nella stanza accanto.
" È... l'ultima cosa che desidero fare...", ammise sinceramente David, cercando di non agitarsi troppo.
" Hai minacciato di ucciderlo. Non posso dimenticarlo.", il ragazzo abbassò il capo ma poco prima di rispondere l'uomo continuò a parlare. " Ma mio figlio sembra averti perdonato per questo."
" Kurt è... una persona fantastica.", lo pensava sul serio e se desiderava uscire vivo da quella casa - mantenendo ancora la sua amicizia con il cantante - doveva semplicemente provare ad essere se stesso.
" Lo so.", assentì Burt.
" Mi dispiace...", l'uomo lo guardò. " Mi dispiace per tutto quello che ho fatto..."
" Perché l'hai fatto?"
" Io..."
Mentire o dire la verità?
Dire al padre di Kurt che aveva agito in quel modo perché aveva paura.
Perché voleva l'attenzione del cantante e che questo si rendesse conto dei suoi problemi per aiutarlo.
Perché lui era semplicemente come Kurt, un omosessuale... solo più codardo e meno orgoglioso di sé.
David si chiese come avrebbe reagito Burt nel dirgli gran parte della verità – avrebbe ovviamente omesso il fattore attrazione/amore -, aveva accettato suo figlio in fondo, poteva farlo anche con lui.
Poteva sentirsi al sicuro. Poteva essere se stesso...
Anche solo l'idea lo riscaldava e lo faceva sentire bene... ma era difficile. Non aveva abbastanza forza...
“ Eccomi!”, Kurt tornò velocemente in salotto, lanciando ai due delle occhiate come a volersi assicurare che tutto fosse rimasto come l’aveva lasciato.
Dave lo guardò, incrociando il suo sguardo per qualche istante, e si morse l’interno della guancia.
“ Signor Hummel…”, esordì con un sospiro, decidendo di rispondere alla domanda di Burt che non aveva ancora smesso di fissarlo.
Voleva una risposta e David decise che sarebbe stato sincero.
Avrebbe cercato di spiegare all’uomo il motivo delle sue azioni, cercando negli occhi di Kurt quel coraggio che gli era sempre mancato.
“ Quello che ho fatto non può essere né giustificato né perdonato. Lo so. So che ho agito come un idiota e l’ho fatto solo perché invidiavo Kurt, la sua forza ed il suo coraggio.”, ammise Dave guardando il cantante, rimasto fermo nel sentirlo parlare.
Già, era partito tutto da quel sentimento di invidia mista alla frustrazione.
Lui ed anche gli altri avevano sempre fatto di tutto per far abbassare la cresta a quella femminuccia che sbandierava la sua omosessualità ai quattro venti con orgoglio… ma non c’erano mai riusciti.
Kurt camminava sempre a testa alta e David sentiva che lui non sarebbe mai riuscito ad essere come il cantante.
“ Volevo essere come lui.”, continuò accennando un sorriso sincero in direzione del ragazzo. “ Ma non ho mai avuto tutta quella forza e forse… non la avrò mai…






Piccola Anticipazione
Li guardò mentre si salutavano, cercando di nascondersi il più possibile dietro la finestra dell’ingresso.
Non riusciva a credere a tutto quello che era accaduto quel pomeriggio, alle scoperte fatte né tantomeno al fatto che fosse riuscito seriamente a cambiare idea su David Karofsky.
Suo figlio aveva avuto ragione nel dire che era cambiato e Burt stesso nel ragazzo aveva visto dispiacere e… vergogna.
Già. Si vergognava per le sue azioni e anche per quello che era, perché David era come suo figlio.







Lo spam poi è cosa buona e giusta<3
Ed è corretto che Kurt inizi a spammare di nuovo il suo portfolio XP

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** 13. Happiness ***


Titolo: For who could ever learn to love a Beast?
Titolo del Capitolo: Happiness
Fandom: Glee
Personaggi: Kurt Hummel, Dave Karofsky, Burt Hummel
Genere: Introspettivo
Rating: Verde
Avvertimenti: What if? (E se…), Slash
Conteggio Parole: 1084 (FiumiDiParole)
Note: 1. Questa fic è stata elaborata circa tre mesi fa ma solo la puntata 2x16 “Original Song” ha preso una vera e propria forma. Causa tempo e voglia non sono riuscita a postarla prima e, anche se ho visto le puntate successive e letto gli spoiler, ho deciso di non cambiare niente di quello che avevo abbozzato. Questione di principio. Tengo tanto a questa fic e ci ho lavorato parecchio<3 spero vi piaccia<3
2. Come si è capito, già da tempo volevo scrivere una fic sul mio cartone/musical preferito “ La Bella e la Bestia”, e mentre lo riguardavo per l’ennesima volta ho avuto la giusta ispirazione per creare questa longfic.
3. Dedicata all’altra metà dell’account che altri non è che la mia dolce metà<3 Ti amo e scrivo tutto questo solo ed esclusivamente per te<3
4. Una piccola dedica anche ai pirati<3 perché siete diventate la mia famiglia e vi voglio bene<3
5. Non è ancora stata betata XD


{ For who could ever learn to love a Beast? ~
- 13. Happiness -



Per un secondo il cuore di Kurt mancò un battito.
Lo sguardo di David, quel lieve sorriso e le sue parole... non poteva averlo detto davvero.
Si era esposto mettendo a nudo la sua persona con suo padre, e anche se non aveva usato parole chiare l'aveva fatto!
Le sue azioni e le sue parole - David voleva essere come Kurt - potevano essere ricondotte solo ad una spiegazione, e Burt l'aveva capito.
Il cuore di Kurt riprese a battere furiosamente e, trattenendo delle emozionate lacrime, appoggiò le bibite sul tavolino.
Si sentiva uno stupido nel lasciarsi trasportare in quel modo, ma era più forte di lui.
David stava trovando il coraggio per mostrarsi a tutti per quel che era... e Kurt era sempre più convinto di avere davanti una persona fantastica.
" Mh... oh, la partita.", borbottò Burt teso e confuso, rompendo quel breve attimo di silenzio che si era creato.
Non sapeva esattamente che dire e... aveva bisogno di pensarci.
Faticava a credere a quelle parole, ovviamente non alla loro veridicità ma al significato che nascondevano, e prendendo la sua birra cercò di chiudere lì il discorso per ragionare un po' - senza però lasciarsi sfuggire il sorriso e lo sguardo che Kurt e Karofsky si erano scambiati.
Al termine della serata, passata pacificamente davanti alla televisione, Burt riuscì quasi ad essere più gentile con David nel salutarlo, arrivando addirittura a ringraziarlo per aver aiutato il figlio contro i ragazzi dell'hockey.
" Era il mio dovere Signor Hummel...", mormorò Dave imbarazzato. " Grazie per l'ospitalità."
" Sei amico di Kurt... sei... il benvenuto d'ora in poi..."
" Grazie..."
" Accompagno David alla macchina.", dichiarò poco dopo Kurt con un sorriso esaltato, uscendo di casa e trascinando con sé l'atleta.
Burt assentì distrattamente, e li guardò mentre si salutavano, cercando di nascondersi il più possibile dietro la finestra dell’ingresso.
Sinceramente non riusciva a credere a tutto quello che era accaduto quel pomeriggio, alle scoperte fatte né tantomeno al fatto che fosse riuscito seriamente a cambiare idea su David Karofsky.
Suo figlio aveva avuto ragione nel dire che era cambiato e Burt stesso nel ragazzo aveva visto dispiacere e… vergogna.
Già. Si vergognava per le sue azioni e anche per quello che era, perché... David era come suo figlio.
Era stata una scoperta inaspettata e ci aveva messo l'intera serata per elaborarla... ma sembrava quasi normale visti tutti quei gesti e gli sguardi che si erano scambiati i due ragazzi.
Burt non aveva mai visto Kurt felice come in quel momento - mentre salutava il giovane Karofsky - e non poté fare a meno di sentirsi a sua volta felice per lui… ed anche un po’ geloso. Soprattutto quando suo figlio abbracciò David: gli avrebbe dovuto fare un bel discorsetto.



Era stato più forte di lui e, allacciando le braccia al collo di Dave, l'aveva abbracciato lasciandosi andare ad una risatina emozionata.
L'atleta si era teso a quel suo gesto, stupito dalla sua reazione.
" Che... fai?"
" Sei stato fantastico!", dichiarò Kurt.
" Come?"
" Hai... detto quelle cose a mio padre."
David abbassò il capo imbarazzato.
" Era la verità, in fondo...", mormorò.
" Come ti senti? E come ti sei sentito?"
" Bene credo. Ho avuto paura ma..."
" Ma?"
“ Ma mi hai dato… tu il coraggio.”, ammise piano l’atleta, spiazzando il più piccolo.
“ Oh… Dave…”, per qualche istante gli mancarono le parole.
Non sapeva esattamente che dirgli, il ragazzo era stato dolcissimo e anche coraggioso. Sincero nell’ammettere non solo la sua sessualità davanti a Burt ma anche nel dichiarare che Kurt gli aveva dato il coraggio.
Il cantante era felice di essere suo amico e quello gli donò a sua volta un po’ di forza. Doveva parlare a David di Blaine e di quello che era successo, del fatto che non riuscisse a dire al suo ragazzo della loro amicizia e delle strane sensazioni che l’avevano colto all’invito al ballo.
Poteva riuscirci e, sciogliendosi in un sorriso, gli baciò la guancia con delicatezza.
“ Sono fiero di te.”
Karofsky avvampò sgranando gli occhi, stupito da quel gesto.
Kurt l’aveva baciato.
Sulla guancia.
Di sua spontanea volontà.
C’era qualcosa di stupendamente strano in quella situazione, tant’è che David sentiva il suo cuore e lo stomaco fare le capriole – Kurt l’aveva baciato!
“ Domani mattina devo parlarti. Ci vediamo in auditorium?”, continuò il più piccolo. “ Potremo… fare colazione insieme lì. Ti va?”
“ S-sì…”
“ Grazie Dave…”
“ No…”, l’atleta scosse il capo sorridendo genuinamente felice di tutto quello che gli stava accadendo.
La vita finalmente sembrava migliore ed era tutto merito di Kurt Hummel.
“ Grazie a te.”
Il cantante sorrise radioso e, salutando per l’ultima volta David, tornò a casa venendo subito accolto dal padre.
“ Dovremo parlare.”, dichiarò Burt serio e, al contrario del giorno prima, Kurt non si sentì teso o spaventato.
Era convinto che il padre volesse solo alcune conferme e lui voleva semplicemente dargliele. Non ci vedeva niente di male.
“ Certo.”, rispose con un sorriso.
Andarono a sedersi ancora in salotto e fu proprio l’uomo ad iniziare a parlare.
“ Quindi David… gioca nella tua stessa squadra…”, mormorò piano e con tono indeciso.
“ Sì.”
“ Devo pensare che ti abbia minacciato per quel motivo?”
Ovviamente Kurt non avrebbe detto al padre del bacio – avrebbe dato di matto – ma poteva raccontare una mezza verità.
“ Mi ha fatto capire di essere omosessuale e dopo che l’ho svelato a Blaine lui ha… temuto che volessi dirlo anche agli altri. Era spaventato, non poteva sapere che non l’avrei detto a nessuno.”, lo difese.
Burt assentì.
“ Perché l’hai detto a Blaine?”, domandò l’uomo.
“ Ero… spaventato anch’io da quella scoperta. E… sono pentito di averglielo detto.”, ammise.
L’uomo annuì ancora, sembrava girare attorno ad una domanda e Kurt, nel notarlo, iniziò a temere la fine di quel discorso.
“ Non mi… sembra più un cattivo ragazzo.”, continuò. “ Ma tu sei ancora… ‘fidanzato’ con Blaine, giusto?”
“ S-sì. Perché?”
“ Perché mi sembra che David ti piaccia.”
Kurt si ritrovò ad avvampare.
“ S-sì che mi piace. Ma come amico!”, esclamò agitato.
“ Sono tuo padre Kurt… ti ho visto.”
“ Visto?”
“ Sì. Come lo guardi e poi fuori l’hai anche abbracciato.”
“ Era solo un abbraccio… ero felice per quello che ti aveva detto…”, spiegò.
“ Va bene Kurt… ma ricordati: voglio solo che tu sia felice. Non voglio che tu soffra.”, disse guardando negli occhi il figlio.
Aveva visto spesso Kurt in compagnia di Blaine e… non aveva mai visto quella scintilla di felicità illuminare gli occhi del più piccolo. Cosa che invece aveva visto con David… e gli costava pure ammetterlo visto che fino alla mattina odiava quel ragazzo.
“ Lo so papà… ma sono felice con Blaine.”, rispose, anche se non poté fare a meno di chiedersi se fosse o meno la verità.
Era davvero felice con il suo ragazzo?




Piccola Anticipazione
“ Kurt!”, lo fermò prima che potesse uscire dall’auditorium.
“ Sì?”, il cantante lo guardò con un sorriso.
“ Vengo al ballo.”, dichiarò con decisione.
“ Hai cambiato idea?”, domandò Kurt con una risatina stupita, non si aspettava di sentire il ragazzo dire una cosa simile.
“ Sì.”, rispose semplicemente David e se andava a quella stupida serata lo stava facendo solo ed esclusivamente per Kurt e per tenere d’occhio il ragazzo del più piccolo.







Lo spam poi è cosa buona e giusta<3
Ed è corretto che Kurt inizi a spammare di nuovo il suo portfolio XP

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** 14. Croissant ***


Titolo: For who could ever learn to love a Beast?
Titolo del Capitolo: Croissant
Fandom: Glee
Personaggi: Kurt Hummel, Dave Karofsky, Finn Hudson
Genere: Introspettivo
Rating: Verde
Avvertimenti: What if? (E se…), Slash
Conteggio Parole: 1574 (FiumiDiParole)
Note: 1. Questa fic è stata elaborata circa tre mesi fa ma solo la puntata 2x16 “Original Song” ha preso una vera e propria forma. Causa tempo e voglia non sono riuscita a postarla prima e, anche se ho visto le puntate successive e letto gli spoiler, ho deciso di non cambiare niente di quello che avevo abbozzato. Questione di principio. Tengo tanto a questa fic e ci ho lavorato parecchio<3 spero vi piaccia<3
2. Come si è capito, già da tempo volevo scrivere una fic sul mio cartone/musical preferito “ La Bella e la Bestia”, e mentre lo riguardavo per l’ennesima volta ho avuto la giusta ispirazione per creare questa longfic.
3. Dedicata all’altra metà dell’account che altri non è che la mia dolce metà<3 Ti amo e scrivo tutto questo solo ed esclusivamente per te<3
4. Una piccola dedica anche ai pirati<3 perché siete diventate la mia famiglia e vi voglio bene<3
5. Non è ancora stata betata XD


{ For who could ever learn to love a Beast? ~
- 14. Croissant -



Si era svegliato presto quella mattina e, dopo aver controllato l’impasto fatto la notte prima – che aveva fatto riposare per sei ore -, si era messo a preparare dei croissant francesi indossando un buffo grembiule bianco con una gallina disegnata in petto.
Era uno dei tanti piccoli ricordi che aveva di sua madre ma da ormai anni, da quando aveva preso lui possesso della cucina, quello era diventato il suo ‘abbigliamento da cuoco’.
Stupidamente quando lo indossava si sentiva quasi più dotato in cucina e, per la colazione di quella mattina, voleva fare decisamente una bella figura… anche se a ben pensarci doveva apparire abbastanza ridicolo.
Ma alla fin fine solo la sua famiglia l’avrebbe visto in quello stato, mentre ‘volteggiava’ tra tavolo e fornelli canticchiando ed improvvisando qualche passo di danza… e la sua famiglia non l’avrebbe mai trovato ridicolo e anche se fosse, niente l’avrebbe demoralizzato.
Quella mattina si sentiva allegro, pieno di energie e di forza.
Non sapeva esattamente il motivo di quel suo entusiasmo ma sapeva che in quel momento non aveva davvero voglia di indagare… non quando nel suo I-pod iniziò una canzone che conosceva benissimo.
Iniziò a cantarla a mezza voce con un’espressione sognante, mentre con cura sfornava i suoi croissant che avevano davvero un aspetto ad un profumo squisito.

“ Tale as old as time
True as it can be
Barely even friends
Than somebody bends
Unexpectedly…”


Era la bellissima canzone cantata da Celine Dion.
Una canzone che più volte l’aveva fatto sognare e sospirare e, forse, era anche una delle sue preferite de ‘La Bella e la Bestia’.

“Just a little change
Small, to say the least
Both a little scared
Neither one prepared
Beauty and the Beast…”


Avevano un che di familiare quelle parole.
Un qualcosa di caldo e romantico.
Un qualcosa di inaspettato che un po’ lo spaventava ma che non poteva né voleva ignorare. Perché tutte quelle sensazioni erano bellissime e… non le aveva mai provate prima d’ora.
“ Sembri allegro!”, esclamò Finn, distogliendo Kurt dai suoi pensieri.
“ Oh, ti ho svegliato?”, domandò colpito il più piccolo, togliendosi le cuffie, ridacchiando poi divertito nel vedere le condizioni del fratellastro.
Finn aveva scoperto che la mattina, per svegliarsi all’istante ed evitare le sue solite figuracce mattutine, doveva solo ficcare la testa sotto il getto gelido della doccia. Certo, era una tecnica un po’ barbara a detta di Kurt, ma funzionava.
“ Mhh… naaah…”, rispose l’atleta con un mezzo sorriso. “ Piuttosto… è stato questo buon profumino… Sai che ti adoro?”, aggiunse poi con un’espressione estasiata, adocchiando i croissant appena sfornati.
Kurt rise ancora. Non era raro vedere il più grande svegliarsi di buon ora solo per poter fare colazione ma quella mattina il cantante non si sarebbe fatto conquistare dalle dolci paroline dell’altro.
“ Non fare il ruffiano Finn.”, ribatté prontamente mettendo fuori dalla portata del fratellastro la sua colazione.
“ Ma dai! Sono… tanti! Uno per il tuo adorato fratello appena sveglio?”, bofonchiò assumendo un’espressione stupidamente imbronciata.
Kurt lo fissò con un mezzo ghigno, evitando di fargli notare che con lui, quelle smorfie – Finn non era in grado di fare il cosiddetto ‘broncio’ -, non funzionavano più.
“ Sono per me e per Dave. Ecco perché sono tanti.”, spiegò alla fine con un sorriso quasi intenerito che neanche si rese conto di fare.
Quell’espressione fortunatamente non venne colta da Finn, troppo stupito dalla sua ultima affermazione.
“ Farai colazione con Karofsky?!”
“ Sì!”, assentì il più piccolo, come se fosse una cosa normale, versando nel mentre del caffellatte in un termos.
“ Oh… ma quindi… che è successo ieri con papà?”, domandò subito dopo Finn, senza celare la sua curiosità.
“ Non te lo posso dire.”
“ Ehhh… perché?”
“ Perché magari Dave non vuole.”, rispose Kurt iniziando ad incartare i suoi croissant e concedendone uno a Finn per metterlo furbescamente a tacere.
Il più grande lo addentò subito con fare quasi animalesco per poi bofonchiare qualcosa con la bocca piena, spargendo briciole ovunque.
“ Mastica poi ingoia. Non si parla con la bocca piena.”, lo riprese con pazienza il cantante, mettendo in una busta i croissant ed il termos. “ Ma me lo dirai più tardi. Io ora esco.”, e svicolando così dalle altre domande da parte del fratellastro, uscì per andare diretto al McKinley.



Dave non aveva mai mangiato dei croissant fatti in casa, e l’idea che quelli li avesse fatti proprio Kurt per la loro colazione l’aveva fatto avvampare quasi vergognosamente.
Sapeva di non doverlo neanche pensare ma, alla luce di quella rivelazione, quel loro incontro aveva assunto quasi una certa intimità. Era stupido, certo… ma Kurt si era svegliato prestissimo per fare quei croissant ed il cuore di David si era riempito di imbarazzo e felicità.
Cercò di mangiare silenziosamente senza fare figuracce e, borbottando un complimento, si limitò ad ascoltare il breve racconto di Kurt riguardante la curiosità di Finn.
“ Non gli ho detto niente.”, lo rassicurò subito il più piccolo. “ Parlerò solo se vorrai tu.”, concluse facendosi poi serio.
Aveva organizzato tutto quello per parlare con Dave e doveva solo prendere tutto il coraggio ed esporre i suoi dubbi all’amico.
Sapeva di potersi fidare di David.
Sapeva che l’avrebbe ascoltato e che avrebbe usato le parole giuste per aiutarlo.
“ Devo parlarti.”, dichiarò dopo aver trattenuto un bel respiro, attirando su di sé l’attenzione del più grande.
Si guardarono per qualche momento negli occhi e Kurt, così come aveva fatto David la sera prima, riuscì a trovare nelle iridi del compagno la forza necessaria per continuare.
“ Riguarda me e Blaine.”
Quel nome ghiacciò Dave all’istante ma, annuendo, esortò Kurt a parlare.
“ Lui non sa niente della nostra amicizia. Non sono mai riuscito a parlargli era… come se volessi mantenere il segreto.”, spiegò piano. “ Avevo già infranto la tua fiducia… quella volta. E non voglio farlo di nuovo.”
“ Quindi… il tuo ragazzo mi vede ancora come una ‘bestia’?”, commentò David, umettandosi distrattamente le labbra.
Perché Kurt non aveva detto niente di ‘loro’ al suo perfetto fidanzato?
Non riusciva proprio a capirlo ma, in un certo qual modo, era quasi piacevole…
“ È solo preoccupato…”, mormorò il cantante.
“ Ma non sono più una preoccupazione.”
“ Lo so… ed è per questo che non so perché non ho mai detto niente a Blaine. Siamo amici. Tengo tantissimo a te… ma volevo tenere questo segreto. Ora però lo sa anche mio padre e…”
“ Non è più in segreto.”, concluse David semplicemente, arrovellandosi il cervello per cercare di capire il perché delle azioni del più piccolo. “ Quindi… poi parlargli. Non farti problemi…”
“ Sicuro? Non ti da fastidio?”
“ Perché dovrebbe?”, ribatté Dave anche se in realtà la sua era una bugia.
Kurt però sorrise sollevato tornando però subito serio.
“ Ma oltre questo c’è anche un’altra cosa strana.”
“ Cosa?”, domandò l’atleta, sperando di ottenere in quel modo la risposta ai suoi nuovi quesiti.
Sentiva il cuore in gola per la tensione e non sapeva se era una cosa del tutto positiva.
“ Blaine mi ha invitato al ballo ma… non mi sono sentito felice, né emozionato come speravo. Non è stato romantico e… non lo so. Ho accettato ma non sono poi così convinto di quello che ho fatto…”
“ Capisco…”
“ Non so perché…”, Kurt lo guardò come alla ricerca di una risposta che, ovviamente Dave non aveva.
“ Credo…”, esordì l’atleta poco dopo, sapendo che non poteva stare zitto ma rassicurare l’altro. “ Che tu sia solo stato… preso alla sprovvista.”
“ Dici?”
Dave assentì sforzandosi di sorridergli con fare confortante.
Era l’unica cosa che poteva fare per Kurt… il suo cuore non gli sarebbe mai appartenuto ma poteva avere la sua amicizia e l’avrebbe preservata come se fosse il suo più grande tesoro.
Per amore si sarebbe fatto da parte e, mentre finivano la colazione cambiando drasticamente discorso, David prese la sua decisione: avrebbe fatto in modo di proteggerlo e di renderlo sempre felice.
“ Allora ci vediamo più tardi ok?”, sorrise il cantante mentre si avviavano verso l’uscita dell’auditorium.
“ Ok.”, rispose con tono pensieroso Dave, cercando di trovare un modo per proteggere il più piccolo senza però dare troppo nell’occhio.
Non poteva fare dei gesti troppo plateali ma essergli abbastanza vicino per agire appena in tempo.
“ A dopo!”, lo salutò il ragazzo aprendo la porta e lì David ebbe la sua illuminazione.
“ Kurt!”, lo fermò prima che potesse uscire dall’auditorium.
“ Sì?”, il cantante lo guardò con un sorriso.
“ Vengo al ballo.”, dichiarò con decisione.
“ Hai cambiato idea?”, domandò Kurt con una risatina stupita, non si aspettava di sentire il ragazzo dire una cosa simile.
“ Sì.”, rispose semplicemente David e se andava a quella stupida serata lo stava facendo solo ed esclusivamente per Kurt e per tenere d’occhio il ragazzo del più piccolo.
Nessuno nella confusione l’avrebbe notato.
Era un piano perfetto per quanto doloroso… ma avrebbe resistito e l’avrebbe fatto solo per Kurt.




Kurt inserì la combinazione del suo armadietto con un sorriso rilassato.
Era stato più semplice del previsto e, come aveva pensato all’inizio, parlare con Dave gli aveva schiarito un po’ le idee.
Sicuramente era solo stato preso alla sprovvista dall’invito di Blaine e il ballo sarebbe stato un successo.
Ne era convinto.
Aprì l’armadietto e qualcosa cadde per terra attirando la sua attenzione.
Era la foto di Blaine che aveva appeso sopra la scritta ‘Courage’.
La raccolse stringendo le labbra, fissandola con un’espressione strana.
Se non fosse stato per Blaine non sarebbe mai corso dietro David quel giorno di Novembre.
In fondo era anche merito del suo ragazzo se ora quello che un tempo era solo Karofsky era ormai diventato Dave, uno dei suoi amici più fidati.
Eppure, anche se ormai aveva ‘l’autorizzazione’ per parlare della sua amicizia… voleva continuare a tenerla nascosta.
Il perché non lo sapeva né voleva ancora scoprirlo e, mormorando un silenzioso “ Mi dispiace.”, si limitò ad infilare la foto nell’armadietto senza riappenderla.






Piccola Anticipazione
Azimio lo fissava serio e Dave, facendo fondo a tutto il suo coraggio, ricambiò lo sguardo con fierezza.
Non doveva scappare.
Non doveva più nascondersi e anzi, doveva dimostrare al suo ex migliore amico che lui era sempre lo stesso David Karofsky che aveva conosciuto.
Grazie a Kurt aveva capito che la sua omosessualità non lo rendeva davvero diverso, non si sarebbe vestito da ‘femminuccia’ né avrebbe iniziato a comportarsi in modo ‘strano’.
Era sempre lui e Azimio doveva solo capirlo e accettarlo… questo nella migliore delle ipotesi e, sinceramente, Dave non voleva neanche considerare la peggiore. Almeno non in quel momento.

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** 15. Like Brothers ***


Titolo: For who could ever learn to love a Beast?
Titolo del Capitolo: Like Brothers
Fandom: Glee
Personaggi: Kurt Hummel, Dave Karofsky, Burt Hummel
Genere: Introspettivo
Rating: Verde
Avvertimenti: What if? (E se…), Slash
Conteggio Parole: 2150 (FiumiDiParole)
Note: 1. Questa fic è stata elaborata circa tre mesi fa ma solo la puntata 2x16 “Original Song” ha preso una vera e propria forma. Causa tempo e voglia non sono riuscita a postarla prima e, anche se ho visto le puntate successive e letto gli spoiler, ho deciso di non cambiare niente di quello che avevo abbozzato. Questione di principio. Tengo tanto a questa fic e ci ho lavorato parecchio<3 spero vi piaccia<3
2. Come si è capito, già da tempo volevo scrivere una fic sul mio cartone/musical preferito “ La Bella e la Bestia”, e mentre lo riguardavo per l’ennesima volta ho avuto la giusta ispirazione per creare questa longfic.
3. Dedicata all’altra metà dell’account che altri non è che la mia dolce metà<3 Ti amo e scrivo tutto questo solo ed esclusivamente per te<3
4. Una piccola dedica anche ai pirati<3 perché siete diventate la mia famiglia e vi voglio bene<3
5. La fiera dell’OOC çAç ma ci tengo a far presente che non sono adulti ma sono degli adolescenti che si ribellano alla scrittrice e fanno quel che vogliono è_é/
6. Non è ancora stata betata XD


{ For who could ever learn to love a Beast? ~
- 15. Like Brothers -



Erano passati alcuni giorni dalla chiacchierata mattutina in auditorium e Dave, nonostante la sua scelta - il farsi da parte pur di preservare la felicità di Kurt -, aveva per la testa pensieri tutt'altro che tristi.
Si accontentava di poco alla fin fine, perché per lui tutto quello che riguardava Kurt era bellissimo.
C'era stata la serata che avevano passato con la sua famiglia e poi quella a casa Hummel. Il momento nel quale era riuscito in parte a svelare al padre di Kurt la verità, i loro sms e quei caldi croissant fatti in casa.
C'erano i sorrisi di Kurt, i suoi occhi chiari e le sue parole, il fatto che avesse tenuto la loro amicizia nascosta al sto ragazzo e tante altre piccole cose che gli facevano battere forte il cuore.
Quelle erano la sua fonte di felicità, ciò che lo invogliava ad andare avanti.
Cercava semplicemente di aggrapparsi a quei pensieri mentre i giorni scorrevano ed il ballo si faceva sempre più vicino... e doveva dire che ci stava riuscendo abbastanza bene.
Ad esempio se si ritrovava a pensare a Kurt e al fatto che avrebbe sicuramente ballato tutta la sera con Blaine - senza degnarlo di uno sguardo -, subito cercava di sostituire quel pensiero con il ricordo di quando il ragazzo l'aveva baciato sulla guancia.
Dimenticava puntualmente la negatività e, sorridendo, andava avanti per la strada che aveva ormai scelto di percorrere... anche se era certo che quel suo metodo si sarebbe rivelato vano davanti alla scena reale di un ballo tra i due.
Ma per Kurt avrebbe resistito. Doveva farlo e basta perché se aveva accettato di partecipare a quella serata, era solo per vegliare sul più piccolo e sulla sua felicità...
Blaine doveva dimostrare davanti agli occhi di David essere perfetto per Kurt, e questo doveva far capire all'amico che stava andando tutto bene per riuscire a tranquillizzarlo.
Kurt ovviamente non lo sapeva, sarebbe stato Dave a rendersene conto da solo e quello, per quanto rassicurante, gli avrebbe anche spezzato il cuore.
Sospirando, cercò di scacciare quei pensieri e di concentrarsi sui lacci delle scarpe che utilizzava per fare allenamento con i pesi - aveva bisogno di tenere la mente occupata su qualcosa che non fosse Kurt -, e perso com'era nelle sue elucubrazioni, non si rese neanche conto dell'ingresso di un altro studente del McKinley.
Solo quando alzò lo sguardo, incrociando le iridi di Azimio, si accorse di non essere più solo.
Era la prima volta, dopo quella loro discussione, che si trovavano faccia a faccia ed entrambi sapevano che, giunti a quel punto, non potevano più evitarsi e rimandare un ovvio chiarimento che doveva arrivare da entrambe le parti.
David aveva spesso pensato ad Azimio in quei giorni.
Gli mancava la sua presenza, gli scherzi e le battute.
Gli mancava il suo migliore amico, e per quanto Kurt fosse stato indispensabile in quel periodo, neanche il ragazzo poteva sostituire Azimio.
Per quel motivo David accantonò per qualche istante i suoi problemi sentimentali, facendo tornare a galla una domanda che non aveva ancora tutto risposta.
Voleva semplicemente sapere perché il suo ex migliore amico non aveva detto niente a scuola.
Si aspettava che la sua sessualità diventasse di dominio pubblico nel giro di una mattina, ma invece non era accaduto…
Perché aveva mantenuto il segreto?
Doveva scoprirlo e, qualunque fosse stata la risposta, David si sentiva in debito con lui. Si fronteggiarono quindi in silenzio, studiandosi senza muoversi né fiatare.
Azimio lo fissava serio e Dave, facendo fondo a tutto il suo coraggio, ricambiò lo sguardo con fierezza.
Non doveva scappare.
Non doveva più nascondersi e anzi, doveva dimostrare al suo ex migliore amico che lui era sempre lo stesso David Karofsky che aveva conosciuto.
Grazie a Kurt aveva capito che la sua omosessualità non lo rendeva davvero diverso, non si sarebbe vestito da 'femminuccia' né avrebbe iniziato a comportarsi in modo 'strano'.
Era sempre 'lui' e Azimio doveva solo capirlo e accettarlo... questo nella migliore delle ipotesi e, sinceramente, Dave non voleva neanche considerare la peggiore. Almeno non in quel momento.
" Penso che sia giunto il momento di chiarire alcune cose.", esordì David, cercando di mantenere un tono fermo e deciso.
" Lo penso anch'io.", concesse il ragazzo di colore. " Casa mia?"
" Casa tua.", e con un cenno del capo Azimio uscì dagli spogliatoi senza aspettare l'altro - Dave però sapeva che si sarebbe fermato nei parcheggi.
Il giovane ripensò brevemente a quel breve scambio di battute. Era stato freddo e teso ma il fatto che entrambi fossero pronti ad affrontare quella situazione aveva spronato David ad alzarsi e a seguire l'amico.
Doveva però ammettere che la proposta di Azimio di invitarlo a casa sua l'aveva un po' spiazzato. Sarebbe stata una cosa normale qualche mese prima ma in quel momento gli sembrava una cosa... strana.
Il suo vecchio compagno era sempre stato poco tollerante nei confronti degli omosessuali - era sempre stata quella l'impressione che aveva avuto - e ne stava invitando uno a casa. Uno che per anni aveva considerato suo fratello e che, nonostante quella rivelazione, aveva coperto mantenendo il silenzio... tutta quella situazione era davvero strana e fuori dall'ordinario.
Dovevano davvero chiarirla.



La casa di Azimio quel pomeriggio si poteva dire deserta se si escludeva la presenza della nonna del ragazzo che passava più tempo a dormire in poltrona che a controllare il nipote. I signori Adams erano dei medici, e spesso capitava ad entrambi di condividere lo stesso turno di lavoro e di lasciare solo il figlio in compagnia della parente più anziana - chi dovesse controllare chi era ancora un mistero per Dave.
Ad Azimio quella situazione non era mai dispiaciuta del tutto, e questo David lo sapeva benissimo. Forse l'aveva sentita pesante solo quando era più piccolo, e si sentiva abbandonato dai suoi genitori, ma crescendo aveva superato quella sensazione - grazie anche alle frequenti chiamate che riceveva ogni giorno dalla madre.
Alla fin fine aveva capito che era comodo avere la casa vuota, e quello l'aveva sempre resa agli occhi dei due ragazzi il posto migliore per poter parlare senza interruzioni - tanto la nonna era pure mezza sorda, non li avrebbe mai sentiti.
Quindi, dopo essersi fermati brevemente al Take Away della McDonald, si erano comodamente seduti per terra nella stanza del ragazzo. Il loro era stato un vano tentativo di rendere quella situazione meno impersonale - erano soliti fermarsi alla McDonald dopo scuola -, ma entrambi sapevano che non avrebbero toccato cibo almeno fino a quando non sarebbero riusciti a chiarire... nel bene o nel male.
Stupidamente però la spavalderia di entrambi sembrava essersi dileguata e nessuno dei due voleva iniziare a parlare.
Fu la prima chiamata della madre di Azimio a rompere il silenzio e a far iniziare una prima conversazione.
" No. Non sono solo con la nonna. C'è David. Sì... lo so. Lo farò.", il tono del ragazzo era quasi esasperato. " D'accordo. Saluta papà. Sì, lo saluto da parte tua. A dopo."
Dave lo osservò appoggiare il cellulare per terra, accanto alle sue gambe, poi risollevando lo sguardo attese che fosse Azimio a parlare.
" Mia madre.", esordì. " Ti saluta e si raccomanda di fare la pace con te.", borbottò aggiungendo poi un: " Neanche fossimo dei bambini."
" Già.", assentì Dave.
" Quindi basta girarci attorno.", sbottò Azimio, evitando però di guardare l'altro negli occhi. " Sei... ancora gay?"
" Credo di... esserlo sempre stato.", rispose piano David, strappando un sospiro all'altro. " Ma ci tengo a dirti che sono sempre io. Non sono cambiato.", continuò cercando lo sguardo dell'amico per intuire le sue reazioni.
" Lo so, cazzo! È per questo che non ti ho sputtanato davanti a tutta la scuola!", esclamò il ragazzo di colore. " Eravamo fratelli."
" Non lo siamo più?"
" Dipende da come finisce la discussione."
David assentì sospirando.
In quel momento sapeva il perché Azimio aveva tenuto per sé il suo segreto ma non era tranquillo. Si sentiva vicino alla fine, come se stesse per perdere del tutto il suo migliore amico.
" Mia madre mi ha detto che sono stato uno stronzo per come mi sono comportato.", continuò il ragazzo di colore.
Dave lo fissò e subito sorse spontanea una domanda: " Lei quindi... lo sa?"
" Cazzo sì! Che dovevo fare? Ero abbastanza sconvolto, amico!"
" Come l'ha presa?", sentì improvvisamente la gola secca ma capì ben presto che l'unica cosa che gli importava era sapere riguardava il pensiero della donna nei suoi confronti.
Perché in fondo Susan Adams era come una seconda madre per lui. Dave ed Azimio avevano passato le elementari frequentando uno la casa dell'altro un giorno sì e l'altro pure.
Era... importante per David. Era come se in parte anche i suoi genitori lo sapessero... ma, in fondo, era una cosa decisamente diversa.
" Ha insultato me. Te l'ho detto! Mi ha dato dello stronzo!"
" La conosco, Z.", ribatté David.
" Ok. Ha usato altri termini, ma il succo era quello. Mi ha detto che dovevo capirti. Starti vicino. Bla bla bla. E altre cazzate varie."
Da una parte Dave avvertì il sollievo per la reazione della madre del ragazzo, ma dall'altra temeva che Azimio non condividesse affatto le idee della donna.
" Quindi non sei d'accordo con lei."
" Lo sono invece! Oltre che gay sei diventato pure scemo? Ti ho parato il culo per tutto questo tempo. L'avrei fatto se non fossi d'accordo?"
" Tua madre ha ragione. Sei uno stronzo!", esclamò David, sentendosi finalmente sollevato.
Azimio era stato abbastanza chiaro da fargli capire che era dalla sua parte e... forse poteva riavere la sua amicizia.
" La cosa che mi secca è che abbiamo fatto il bagno nudi a Capodanno... Dio santo...", esalò Azimio come se quella fosse la sua unica preoccupazione, riuscendo però a rubare un sorriso all'altro.
" Spiacente di sminuire il tuo fascino. Ma non sei il mio tipo.", ghignò Dave, afferrando il suo hamburger sentendo improvvisamente crescere l'appetito.
" Lo so che a te piacciono le femminucce, D."
Cercò di ignorare quella battuta - sapeva benissimo che cosa nascondeva dietro quelle parole.
" In ogni caso... è stato più semplice del previsto."
" Cosa?", domandò Azimio, comprendendo la necessità dell'altro di cambiare discorso ed afferrando a sua volta il suo hamburger.
" Tornare qui. Come ai vecchi tempi."
" Ammetto che mi era mancato.", concesse il ragazzo.
" Credo di dover ringraziare tua madre."
" Eh? Cosa?"
" Per come mi ha accettato."
" Ti ho accettato anch'io se è per quello.", ribatté Azimio.
" Ma tu sei un coglione e mi hai dato un pugno."
" Ne vuoi un altro? Perché mi sta giusto prudendo la mano."
" Devi solo provarci, e questa volta risponderò."
" Tsk. Beviamoci su!", esclamò Azimio prendendo il suo bicchiere di Coca Cola, imitato da David.
" Ehi Az."
" Mh?", il ragazzo di colore lo guardò da sopra il bicchiere.
" Grazie."
Azimio ghignò.
" A questo servono gli amici no?"
Dave sorrise di rimando ed annuì.
Era davvero felice che tutto si fosse risolto per il meglio.




" Ho chiarito con Azimio."

Aveva scritto semplicemente quello a Kurt una volta in macchina, poco prima di partire per tornare a casa.
Gli era sembrato assolutamente normale il voler condividere con il più piccolo quell'avvenimento, e restò spiazzato quando il suo cellulare iniziò a squillare segnando una chiamata al posto del solito sms di Kurt.
Accostò ad un isolato da casa e, un po' teso - era la prima volta che sentiva il ragazzo al telefono -, rispose alla chiamata.
" Pronto?"
" Dove sei?", esordì diretto Kurt, lasciando Dave inizialmente confuso - un po' per la sua voce, stupenda anche al telefono, ed un po' per la strana domanda dell'altro.
" In macchina... perché?"
" Sono le sette… mmm…", commentò il più piccolo. " Devi andare a casa?"
" Dovrei... perché?", ripeté David.
" E se ti invitassi a casa mia per un pigiama party?"
" Un cosa?!"
Certo, sapeva cos'era un pigiama party ma... che diavolo aveva in mente Kurt?
" No. Niente. È stupido. Hai ragione... sembrerebbe un ‘gay pigiama party’. Ma vieni almeno a cena da me? Papà e Carole non ci sono. Siamo solo io e Finn."
Mi hai chiamato?!”, la voce del fratellastro di Kurt raggiunse anche le orecchie di Dave.
No Finn. Sono al telefono.
" Kurt... seriamente.”, esordì poco dopo l’atleta, quando capì di avere ancora su di sé l’attenzione dell’altro. “ Non capisco un accidenti di quello che ti sta passando per la testa."
" Hai chiarito con Azimio e vorrei avere un racconto possibilmente dettagliato davanti ad una tazza di latte caldo. Chiedo troppo?", ridacchiò il cantante, spedendo la mente di David lontana per qualche istante – la sua risata era un qualcosa di stupendo.
" Mh...", mugugno poco dopo il più grande.
" Dai. Se vuoi li chiamo io i tuoi. So essere molto convincente."
" N-no. No!”, esclamò subito Dave riscuotendosi.
Con chi parli Kurt?!”, Finn tornò ancora a disturbare la conversazione.
Con David. Lo sto invitando a cena!”, rispose il più piccolo.
Ohhh… viene?”, domandò Hudson.
Allora Dave? Vieni?”, chiese il cantante direttamente all’altro.
“ D’accordo…", rispose Dave piano.
" Perfetto! La cena è alle otto! Ti aspetto! Non vedo l'ora di sentire che è successo! Non me lo aspettavo proprio!"
" Neanch'io...", rispose piano l'atleta, anche se non sapeva se era riferito alla chiacchierata con Azimio o alle proposte di Kurt. " A dopo."
" A dopo!"





Piccola Anticipazione
Dave sentì le guance ardere e, volgendo il viso altrove, cercò di nascondere il suo imbarazzo.
“ Mh…”, mugugnò.
“ La tua reazione è chiara!”
Sospirò e guardò l’altro ragazzo. Non si aspettava di apparire così ‘limpido’ agli occhi di quelle persone che si sforzavano di conoscerlo meglio.
“ Si vede così tanto?”
“ Parecchio.”




Spam
Da tanto non spammavo ù_ù
Unitevi al Max Adler Italia =3
Più siete più farete felice Kurt (la sottoscritta in quest'accountXD)! =3
Vi aspetto!


Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** 16. Feelings ***


Titolo: For who could ever learn to love a Beast?
Titolo del Capitolo: Feelings
Fandom: Glee
Personaggi: Kurt Hummel, Dave Karofsky, Finn Hudson, Azimio Adams
Genere: Introspettivo, Fluff
Rating: Verde
Avvertimenti: What if? (E se…), Slash
Conteggio Parole: 3333 (FiumiDiParole)
Note: 1. Questa fic è stata elaborata circa tre mesi fa ma solo la puntata 2x16 “Original Song” ha preso una vera e propria forma. Causa tempo e voglia non sono riuscita a postarla prima e, anche se ho visto le puntate successive e letto gli spoiler, ho deciso di non cambiare niente di quello che avevo abbozzato. Questione di principio. Tengo tanto a questa fic e ci ho lavorato parecchio<3 spero vi piaccia<3
2. Come si è capito, già da tempo volevo scrivere una fic sul mio cartone/musical preferito “ La Bella e la Bestia”, e mentre lo riguardavo per l’ennesima volta ho avuto la giusta ispirazione per creare questa longfic.
3. Dedicata all’altra metà dell’account che altri non è che la mia dolce metà<3 Ti amo e scrivo tutto questo solo ed esclusivamente per te<3
4. Una piccola dedica anche ai pirati<3 perché siete diventate la mia famiglia e vi voglio bene<3
5. Questo è il capitolo più lungo che abbia mai scritto e tutto per ringraziare i lettori =3 Le letture del primo capitolo hanno superato la quota 1000, ho 46 stupende recensioni. La seguono 23 persone, 9 l’hanno messa tra i preferiti e 3 in quelle da ricordare… grazie. Grazie davvero per tutto questo amore<3
6. Non è ancora stata betata XD


{ For who could ever learn to love a Beast? ~
- 16. Feelings -



Non era stato difficile per David convincere suo padre a lasciarlo andare a cena fuori. Anzi, Paul fu anche abbastanza felice di sapere che l'amicizia tra i due ragazzi stava prendendo quella 'piacevole piega' e, dopo le solite raccomandazioni sul guidare piano ed altre cose da 'genitore', arrivò puntuale davanti all'abitazione degli Hummel.
Restò per qualche istante in macchina, preparandosi psicologicamente alla serata che lo aspettava.
Lui, Kurt e Finn.
Non sapeva esattamente a cosa stava andando incontro, ma sperava che tutto andasse per il verso giusto.
Ci sarebbe stata la cena e poi avrebbe raccontato a Kurt di lui e Azimio.
Ma Finn?
Era l'unico ad aver sempre saputo della loro amicizia ed aveva addirittura mantenuto il segreto. Si era rivelato indubbiamente degno di fiducia, così tanto che Dave, mentre si decideva a suonare per farsi accogliere in casa, pensò che forse poteva anche dirgli la verità.
Hudson - così come tutti quelli del Glee Club in realtà - aveva una mentalità aperta per quanto stupido potesse apparire... forse non era una brutta idea, ma in ogni caso ne avrebbe prima parlato con Kurt.
Fu proprio il più giovane ad arrivare di corsa alla porta, mostrandogli un ampio sorriso e un buffo grembiule.
" Oh! Sei arrivato!", lo accolse Kurt, spostandosi leggermente per far entrare l'atleta.
" Già.", Dave lo osservò ancora, senza riuscire a nascondere un ghigno compiaciuto. " Carino quel grembiule.", commentò, rubando a Kurt un adorabile rossore sulle guance.
Era così preso dalla cena che era andato alla porta senza rendersi almeno 'presentabile' e, cercando di dissimulare l'imbarazzo dietro uno sbuffo, chiuse la porta alle sue spalle.
" Non hai mai visto qualcuno che cucina Dave?", ribatté.
" Certo.", rispose prontamente David, senza smettere di sorridere. " Ma mai Kurt 'Miss Perfezione' Hummel."
Per il 'Miss' l'atleta si guadagnò una gomitata nello stomaco ma quello non riuscì ad oscurare la sua... felicità?
In effetti si sentiva stranamente felice, e non era solo per Azimio, non era per la cena a casa di Kurt e non riguardava neanche l'aver appena avuto l'onore di vedere il ragazzo con quell'adorabile e buffo grembiule.
Era una cosa interna. Era felice e basta della piega che stava prendendo la sua vita, tant'è che si convinse che quella sera, oltre Finn - ovviamente se tutto andava per il verso giusto -, anche qualcun'altro avrebbe potuto scoprire la verità.
Certo, era un po' spaventato nel doverlo dire ai suoi genitori ma... erano già cinque le persone che sapevano della sua sessualità e sentiva che doveva fidarsi della sua famiglia.
Aveva già tastato il terreno e non avevano mai mostrato atteggiamenti negativi nei confronti degli omosessuali, anzi: avevano sempre fatto l’esatto contrario.
In realtà però era un’altra cosa a preoccuparlo… ed era il giudizio degli altri.
" Ehi Dave!", la voce di Hudson lo riscosse ed accennò un sorriso.
" Ehi!"
" La cena è quasi pronta! Ho aiutato io Kurt.", dichiarò gonfiando il petto, strappando una risata al fratellastro.
" In realtà ha tentato più volte di sabotarmi con i suoi aiuti.", rispose il cantante. " Finn sa solo fare dei toast leggermente bruciacchiati."
" Non è vero! So fare anche le uova!", si difese il più alto mentre si spostavano in cucina, dove Dave venne accolto da un piacevole profumino.
" Perché invece non vai ad apparecchiare?", consigliò Kurt, desideroso di rimanere solo con David per avere almeno un assaggio di quello che lo aspettava dopo cena - era così curioso!
" Agli ordini!", esclamò Finn, mettendosi sull'attenti - anche se il risultato non fu propriamente quello desiderato vista la sua totale mancanza di coordinazione.
" Ti aiuto.", si propose subito David, giusto per non restare con le mani in mano.
" Ma dai! Sei un ospite!", ribatté Hudson. " Siediti e ammira Kurt ai fornelli. Sai che canta e balla mentre cucina?", svelò innocentemente il più alto, riuscendo a far ridacchiare Karofsky e a far arrossire il fratellastro.
" Finn... fila!", ringhiò Kurt riuscendo a far scappare l'altro tra le risate di David.
Rimasti ormai soli, l'atleta si ricompose. Era bastato quel breve - e forse vergognoso - scambio di parole per rilassarlo del tutto.
" Quindi... sei la 'moglie' perfetta.", ghignò Dave. " Canti pure mentre cucini."
" Oh ma smettila!", esclamò Kurt indispettito. " Parliamo di cose più serie!"
" Del tipo?", restò vago l'atleta, anche se in realtà sapeva a cosa si stesse riferendo l'altro.
" Hai detto che hai chiarito con Azimio. Quindi... è andata bene o male?"
" Più che bene direi.", rispose David con un lieve sorriso.
" Davvero? Che ti ha detto? Come è successo? Come siete arrivati a quel discorso?"
" Non dovevo raccontartelo davanti ad un bicchiere di latte?", ribatté il più grande ridendo, strappando anche a Kurt una risatina.
" Già. È vero. Sarà una cosa molto gay sai?", ghignò il cantante, come per volersi prendere una rivincita per le battute di poco prima.
Dave, in risposta, prese un bel respiro.
Aveva seriamente preso in considerazione l’idea di parlare sia a Finn che ai suoi genitori ma si stava facendo avanti la consapevolezza che, una volta messo davanti all’opportunità di essere finalmente sincero, la sua lingua si sarebbe incollata al palato impedendogli di parlare.
“ Ci sarà anche Hudson?”, mormorò.
Kurt si fece serio notando il leggero cambiamento nell’umore dell’amico.
“ No. Certo che no. Cioè… sono cose private. Cose nostre.
“ E se io volessi…”, cercò le parole giuste per esporre la sua idea, sperando che il più piccolo potesse aiutarlo ancora in quel suo cammino. “ Renderlo partecipe?”
Il cantante si leccò distrattamente le labbra, stupito dalla domanda dell’altro. Dave stava cercando di dirgli che voleva fare coming-out con Finn o aveva capito male?
“ Tu vuoi…”
“ Dirgli la verità…”, assentì David. “ Lui cioè… aveva mantenuto il segreto sulla… nostra amicizia.”
“ Sì ma…”
“ Pensi… cambierebbe idea nei miei confronti?”
“ È questo ciò che ti preoccupa?”
“ Sì.”
Kurt sorrise e prese la mano del più grande con dolcezza, stringendola per rassicurarlo.
“ Finn è un ragazzo innocente e un po’ stupido. Ma non è cattivo. Forse ci metterà un po’ per capirlo ma non cambierà idea nei tuoi confronti. Ha me come fratello no?”
“ Sì ma io sono stato uno stronzo.”, ribatté David ricambiando la stretta con delicatezza.
“ È stato Finn il primo a credere in te al mio ritorno al McKinley.”
“ Mh…”
“ Qualsiasi cosa tu faccia io sarò con te. Ok?”
“ Ok…”
“ Non sembri convinto.”
“ Ne vorrei… parlare anche con i miei genitori.”
“ Davvero?”
“ Te lo sto dicendo Kurt!”, ribatté Dave, mostrandosi un po’ irritato. Non era veramente arrabbiato, era solo teso e imbarazzato: ormai il cantante aveva imparato a riconoscere le sue reazioni.
“ Hai paura?”
“ Un po’…”, ammise l’atleta. “ Ma… mi preoccupa più il pensiero degli altri.”
“ In che senso?”
“ I miei genitori credo capirebbero. Erano felici di sapere che venivo da te e che siamo amici. Penso fossero anche orgogliosi nel sapere che… non ho più dei pregiudizi. Forse reagirebbero un po’… male ma…”
“ Ma sono i tuoi genitori e capirebbero.”
“ Esattamente.”
“ È quello che penso anch’io.”, assentì Kurt. “ Ma… alla fine che ti importa degli altri se hai degli amici accanto a te e la tua famiglia?”
“ So chi chiamava tuo padre insultandoti.”, rispose secco, distogliendo lo sguardo come se si vergognasse di quel passato.
In realtà, si vergognava eccome, non era solo un’impressione.
A quei tempi rideva mentre Scott ed altri ragazzi del Club di Hockey chiamavano Burt Hummel per poter insultare il figlio. Certo, lui non aveva mai preso attivamente parte a quegli ‘scherzi’ ma… si vergognava per non aver fatto niente per impedirli.
“ Ah…”
“ E… non voglio che succeda lo stesso ai miei.”
Kurt lo fissò serio, avvicinandosi ulteriormente a lui come per infondergli un po’ del suo coraggio.
“ Capisco quel che provi ma non sei solo. Farà male, lo so per esperienza ma loro ti vogliono bene, sono la tua famiglia. Saranno pronti a rispondere per le rime e a darti manforte in ogni occasione.”, lo rincuorò il cantante.
“ Quindi… dovrei dirlo prima a loro?”
“ L’avresti dovuto fare già tanto tempo fa in realtà.”, ghignò Kurt, cercando di cambiare un po’ il tono della discussione.
“ Scusa se ho provato a darti fiducia.”
“ Ah, e quella si chiamava ‘darmi fiducia’ per te?!”
“ Mh… in effetti no.”, concesse Dave sciogliendosi in un sorriso, iniziando a carezzare il dorso della mano del cantante con il pollice senza rendersene conto.
Era la prima volta che affrontavano quell’argomento – ma non era di certo l’unica volta che i pensieri di entrambi volgevano a quel bacio e alle mancate spiegazioni – e, stranamente, non si sentivano a disagio.
“ A parte questo… ognuno ha i suoi metodi e i suoi tempi.”, concesse Kurt. “ E anche se i tuoi genitori dovevano essere i primi, l’importante e che lo sappiano e che tu sia sicuro di quel che fai.”
“ La madre di Azimio lo sa e mi ha accettato.”, svelò. “ Lei è come una seconda madre per me… questo e anche Azimio mi hanno reso… un po’ più sicuro.”
“ Benissimo!”, sorrise ampiamente il più piccolo. “ Oh Dave… sono così fiero di te! Stai facendo passi da gigante e così velocemente.”
L’atleta abbassò inizialmente lo sguardo imbarazzato.
“ Solo grazie a te…”
“ Ma che dici! Stai facendo tutto da solo! Non darmi meriti che non ho.”
David sorrise a quella battuta e, riacquistando un po’ di sicurezza, si concesse a sua volta un ghigno.
“ Ma sentitelo… Kurt ‘Miss Perfezione’ Hummel che fa il modesto.”, ironizzò.
“ Io sono modesto. Sono la modestia fatta persona!”, scherzò il cantante.
“ Oh sì. Si vede proprio!”
Risero insieme, lasciandosi trasportare da quella complicità che si era creata. Neanche si erano resi conto della rispettiva vicinanza e sembravano non sentirsi a disagio per quell’intimità, anzi: tutto sembrava essere normale e naturale.
Come se fossero sempre stati vicini, e nel lasciarsi cogliere da quella considerazione, Kurt arrossì lievemente.
Non era la prima volta che stringeva la mano a qualcuno e, suo malgrado, non aveva mai sentito una simile sensazione… neanche con Blaine.
Adorava il suo ragazzo ma, come aveva sempre detto, per lui il massimo del romanticismo stava nelle strette di mano e nelle carezze. Era da quelle che si scorgeva l’affetto e l’amore. E con Blaine, nonostante tutto, non aveva mai trovato tutto quel trasporto.
Erano affiatati e anche molto complici – avevano gli stessi gusti ed era piacevole discorrere con il Warbler – ed entrambi tenevano al loro rapporto.
Ma mancava qualcosa nella loro relazione… quella complicità che doveva venir fuori in situazioni come quella che stava vivendo con David.
Lanciò una breve occhiata alle loro mani strette e rabbrividì alla nuova carezza del pollice dell’altro sulla sua pelle.
Era così delicato e così… intimo.
Trattenne il respiro e cercò di scacciare quelle immagini e quelle considerazioni, provando a convincersi che se tutto quello mancava nella sua relazione con Blaine era solo perché entrambi erano inesperti.
Nulla di più… ma non riuscì ad ignorare il fatto che anche lui e Dave lo erano…
“ Ehi! Non sarete troppo vicini?”, la voce di Finn spezzò quel momento, e i due furono costretti ad allontanarsi velocemente.
Kurt ringraziò con lo sguardo il fratellastro ma quelle sensazioni rimasero lì sulla sua coscienza anche durante la cena mentre osservava di nascosto i due atleti parlare di football.
Più volte si incantò nell’osservare il sorriso di Dave – sembrava rilassato e più sicuro di sé, in quei mesi era maturato tantissimo – e più volte cercò di nascondere uno strano rossore che correva ad imporporargli le guance.
Non capiva che gli stava accadendo, o forse, più semplicemente, non voleva capirlo.
Era felice con Blaine e l’idea di guardare con quegli occhi un altro ragazzo lo spaventava… soprattutto se quel ragazzo era David Karofsky.
Ex bullo che per qualche settimana l’aveva terrorizzato, suo primo bacio e poi uno dei suoi migliori amici.
Sembrava essere successo tutto troppo velocemente ma… sembrava anche essere così naturale. Come nei film, dove la Principessa si innamora del Principe che conosce a malapena.
Un po’ come nel suo cartone preferito, ‘La Bella e la Bestia’, dove Belle supera la corazza della Bestia innamorandosi della sua personalità e non del suo aspetto.
Anche se poi, a ben pensarci, David non era poi così male.
Quando l’aveva insultato quel famoso giorno di novembre negli spogliatoi, voleva semplicemente ferirlo.
Voleva fargli sentire la sua voce e mostrargli che non lo temeva e, a ben pensarci, non era proprio il suo tipo in quel momento se si guardava il suo atteggiamento.
Ma ormai Dave era una persona nuova, era finalmente se stesso… e gli piaceva tantissimo.
Aveva sempre avuto un debole per gli atleti – Finn e Sam erano degli esempi più che validi – e gli piacevano le continue discussioni, la complicità e le stupende sensazioni che provava con lui.
Era… ‘esattamente il suo tipo’.
Avvampò a quel pensiero e, con la scusa del dessert, andò a rifugiarsi in cucina insultandosi più e più volte per quei pensieri.
Ok. David gli piaceva, ma il suo ragazzo era Blaine.
Blaine che l’aveva fatto penare per mesi comportandosi solo come amico.
Blaine che aveva detto di essere innamorato di quel ragazzo della GAP e che ci aveva provato con una delle sue migliori amiche – ignorando i suoi sentimenti.
Blaine che si era dichiarato il giorno della morte del piccolo e povero Pavarotti e pochi giorni dopo aver scaricato Rachel – per non nominare l’argomento ‘sensualità’, del quale non voleva proprio sentirne parlare.
Blaine che era sempre dolce ed amichevole ma non romantico, neanche nella sua dichiarazione.
Scosse la testa e sbatté un piede per terra come per risvegliarsi.
Blaine era il suo ragazzo e basta.
Non doveva aggiungere altro, così come Dave era uno dei suoi migliori amici.
Prese una torta gelato e, tornando nella sala da pranzo, cercò di sorridere per godersi il resto della serata che si prospettava davvero piacevole.
“ Eccomi!”, annunciò con un ampio sorriso.
“ Oh finalmente!”, si illuminò Finn. “ Grazie Kurt! Grazie!”
“ Non ti darò un pezzo più grande solo perché mi ringrazi.”, ghignò il ragazzo, facendo ridere David e sbuffare l’altro.
“ Antipatico!”, borbottò il più alto. “ E io dico a Dave che… mmm…”, parve cercare un aneddoto che potesse mettere in imbarazzo Kurt che, ovviamente, non si scompose.
“ Che cosa?”, domandò tagliando in parti uguali la torta.
Doveva mostrarsi poco interessato per far desistere Finn dal raccontare qualche imbarazzante storiella che lo riguardava.
Infatti il ragazzo sbuffò e, dopo essersi avventato sulla sua porzione, si rivolse ancora al suo compagno di squadra ma, prima di poter parlare, ricevette un calcio da parte di Kurt.
“ Ingoia poi parla.”, lo riprese con tono dolce.
“ Mh…”, Finn ubbidì con un’espressione offesa. “ Sei… piedesco!”
“ Si dice sempre ‘manesco’ e no: non lo sono. Voglio solo evitare di farti fare delle figuracce.”, ribatté Kurt ridacchiando. Aveva ormai allontanato i pensieri che l’avevano sconvolto poco prima e si stava godendo la serata.
“ Dicevo…”, borbottò ancora Hudson, guardando Dave. “ Sei ancora dell’idea di non voler entrare nel Glee Club? Saresti un ottimo elemento per le Nazionali.”
“ Esageri.”, rispose David. “ Non sono poi così… bravo.”
“ Scherzi? Sei più bravo di me ballando!”
“ Non ci vuole molto, Finn…”, commentò Kurt, anche se era particolarmente interessato a quell’argomento.
“ Dave è bravo davvero! L’ha detto anche il prof!”
Karofsky si ricordò le parole del professor Schuester con un velo di imbarazzo. Era stato piacevole essere lodato ed incoraggiato in quel modo… erano poche le persone disposte a farlo.
“ Grazie Finn. Ma non me la sento.”
“ Non sarà mica perché ti chiameranno ancora gay?!”, esclamò Hudson.
“ …”, David non rispose, lanciando invece un’occhiata a Kurt.
Poteva essere quello il momento? Poteva davvero farcela?
Il cantante strinse le labbra. Era preoccupato – ed emozionato - ma si fidava sia di Dave che di Finn. Sarebbe andato tutto bene.
Il più alto, confuso da quel silenzio, guardò prima il compagno di squadra poi il fratellastro. Non capiva il motivo di quello scambio di sguardi. Gli sembrava di scorgere un po’ di ‘complicità’ in quel loro atteggiamento e non gli piaceva venire tagliato fuori!
“ Che succede?”, domandò curioso, cercando di tornare ad infilarsi tra i due ragazzi.
“ Niente Finn.”, rispose Kurt con un sorriso.
“ Devo dire una… cosa.”, esordì David dopo aver preso un bel respiro - al contrario il cantante lo trattenne.
“ Mh?”
“ Riguarda il mio comportamento… nei confronti di Kurt.”
“ Dimmi pure!”
“ Ero… invidioso.”, esalò. “ Del coraggio che… che mostrava davanti a tutti.”
“ Oh sì. Kurt è molto coraggioso!”, assentì Finn, cercando di essere serio. Comprendeva benissimo quanto quel discorso fosse importante per Dave e voleva ascoltarlo.
“ Era tutto quello che io non potevo essere.”
Hudson aggrottò le sopracciglia.
“ In che senso?”
“ Finn…”, esordì Kurt, cercando di dare una mano a David.
“ Nel senso che volevo essere come lui.”, rispose l’altro. “ Proprio come lui.”
Il più alto fissò il compagno negli occhi poi, sgranandoli, aprì la bocca per lo stupore.
“ Tu… quindi…”
Dave annuì esitante, aspettandosi da un momento all’altro un’esplosione.
“ Wow… chi l’avrebbe mai detto.”, continuò Finn guardando Kurt come alla ricerca di una conferma. “ Ma… sei sicuro di essere… gay?”
“ … sì.”
“ Wow… davvero… wow!”, Hudson non sapeva che altro dire. Era semplicemente senza parole ma non provava altri sentimenti, cosa che parve stupire piacevolmente David.
“ Tutto qui?”, domandò, strappando un sorriso a Kurt che, sollevato dalla reazione del fratellastro, si rilassò sulla sedia.
“ Te l’avevo detto Dave. Non devi preoccuparti. Sei tra amici ormai.”
“ Perché? Che gli avevi detto?”, domandò Finn, non riuscendo ad afferrare il significato della frase di Kurt.
Dave sorrise e, rilassandosi a sua volta, si concesse una bassa risata.
Il cantante aveva ragione e… si sentiva felice. Forse poteva affrontare per davvero i suoi genitori senza troppe preoccupazioni.



La sera prima era tornato a casa subito dopo il rientro dei genitori di Finn e Kurt e, nel riguardare indietro a quelle ore passate con i due ragazzi, non riuscì a non sorridere.
Finn aveva accettato la sua sessualità con semplicità – Kurt aveva proprio ragione nel definirlo innocente – e, una volta seduti nel divano del salotto, aveva raccontato di lui e Azimio.
Era stato piacevole per davvero passare la serata tutti insieme e lo era stato di più quando Kurt l’aveva ancora abbracciato e baciato sulla guancia prima di lasciarlo tornare a casa.
Era così felice che non poté fare a meno di raccontarlo anche ad Azimio. Gli sembrava giusto renderlo partecipe di quella serata e del fatto che anche Finn sapeva di lui.
L’amico lo ascoltò in silenzio per poi stupirlo con un’esclamazione che inizialmente ghiacciò David.
“ Ti piace Hummel!”, dichiarò Azimio sgranando gli occhi, come colto da un’improvvisa illuminazione.
Dave sentì le guance ardere e, volgendo il viso altrove, cercò di nascondere il suo imbarazzo.
" Mh...", mugugnò senza sapere che dire.
Come era riuscito ad arrivare a quella conclusione? Gli aveva solo raccontato la serata e di come Kurt l’aveva incoraggiato mentre Finn apparecchiava…
" La tua reazione è chiara!"
Sospirò e guardò l’altro ragazzo. Non si aspettava di apparire così 'limpido' agli occhi di quelle persone che si sforzavano di conoscerlo meglio.
" Si vede così tanto?"
" Parecchio."
“ Az io…”
“ No. Non dire niente. Dovevo aspettarmelo.”, borbottò il ragazzo di colore massaggiandosi le tempie.
“ Ma tanto è già occupato. Non dovrai preoccuparti di… di vedermi in giro con lui per la scuola, ecco.”
“ Non mi preoccupa. Se qualcuno osasse sfottervi, io li pesterei. Lo sai cazzo. La famiglia non si tocca e tu sei mio fratello. Se ti piace Hummel… devo accettarlo ma… dammi del tempo.”
“ Az… non abituarti. Per me ora è solo un amico.”
“ Oh e ti arrendi così?!”
“ Come?”
“ Non provi neanche a conquistarlo? Dave stai diventando una femminuccia per caso?!”, esclamò Azimio allarmato.
“ Ma che cazzo dici Az! Mi ascolti invece? Ti ho detto che ha già un fidanzato. Non farmelo ripetere.”
“ Dal tuo racconto non mi sembra poi così indifferente. Ti ha preso la mano!”
David arrossì ancora a quell’affermazione.
“ Cosa te lo fa dire? Era solo un’amichevole stretta di mano! Poi… da quanto in qua capisci che pensa Kurt?!”
“ Capisco le donne.”, tagliò corto Azimio, ghignando. “ E Hummel prova qualcosa per te. Cazzo ne sono certo!”
“ Kurt non è una donna.”, borbottò Dave. “ E sembra che tu abbia già superato la cosa…”
“ Se penso a quella femminuccia come ad una femminuccia è più semplice accettarlo.”, commentò Adams.
“ Mh…”
“ In ogni caso che intenzioni hai?”
David sospirò.
“ Per il momento solo andare al ballo e… controllare che tutto vada bene.”
“ Ti darò una mano.”
“ Grazie Az… sei un vero amico.”





Piccola Anticipazione
“ Non ti ho visto ballare.”
“ Ero senza accompagnatore.”, borbottò Dave.
In quel momento voleva solo andare via.
“ Allora balla con me.”
“ Come scusa?”, sussultò a quella strana proposta e fissò Kurt con gli occhi sgranati.
“ Oh. Scusa.”, sorrise il cantante e, facendo un lieve inchino tese la mano verso l’amico. “ Mi concede questo ballo?”, domandò con tono scherzoso.
“ Io…”, Dave fissò la mano poi di nuovo il viso del ragazzo, sciogliendosi poi in un sorriso. “ Sei tu a doverlo concedere a me… sono io che comando le danze.”, rispose imitando il movimento fatto poco prima da Kurt.
Solo per quel momento. Solo per quel breve e magico momento voleva permettersi di sognare per qualche attimo, giusto il tempo di un ballo… poi avrebbe accettato la realtà.





Spam
Da tanto non spammavo ù_ù
Unitevi al Max Adler Italia =3
Più siete più farete felice Kurt (la sottoscritta in quest'accountXD)! =3
Vi aspetto!


Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** 17. First Dance ***


Titolo: For who could ever learn to love a Beast?
Titolo del Capitolo: First Dance
Fandom: Glee
Personaggi: Kurt Hummel, Dave Karofsky, Azimio Adams, Blaine Anderson, Mercedes Jones
Genere: Introspettivo, Romantico
Rating: Verde
Avvertimenti: What if? (E se…), Slash
Conteggio Parole: 2018 (FiumiDiParole)
Note: 1. Questa fic è stata elaborata circa tre mesi fa ma solo la puntata 2x16 “Original Song” ha preso una vera e propria forma. Causa tempo e voglia non sono riuscita a postarla prima e, anche se ho visto le puntate successive e letto gli spoiler, ho deciso di non cambiare niente di quello che avevo abbozzato. Questione di principio. Tengo tanto a questa fic e ci ho lavorato parecchio<3 spero vi piaccia<3
2. Come si è capito, già da tempo volevo scrivere una fic sul mio cartone/musical preferito “ La Bella e la Bestia”, e mentre lo riguardavo per l’ennesima volta ho avuto la giusta ispirazione per creare questa longfic.
3. Dedicata all’altra metà dell’account che altri non è che la mia dolce metà<3 Ti amo e scrivo tutto questo solo ed esclusivamente per te<3
4. Una piccola dedica anche ai pirati<3 perché siete diventate la mia famiglia e vi voglio bene<3
5. Voglio ricordare ai gentili lettori che tutto questo è nato prima della puntata Prom Queen. Non ho stravolto il ballo perché non sapevo che sarebbe accaduto. Inoltre se vi sentite offesi da come tratto la Klaine, perdonatemi: ma la loro è una stupenda amicizia e come “fidanzati” mi sembrano, personalmente, ridicoli. So che con quest’affermazione susciterò probabilmente delle polemiche… ma ormai<3
6. Non è ancora stata betata XD


{ For who could ever learn to love a Beast? ~
- 17. First Dance -



La palestra era un turbinio di colori e musica. C'era un atmosfera magica ma Kurt non riusciva pienamente ad avvertirla.
Aveva passato giorni dietro alle varie fantasie riguardanti quella serata - lui e Blaine stretti in un abbraccio mentre si lasciavano trasportare dalla musica -, ma nel trovarsi lì, tutto gli sembrava così strano e sbagliato.
Attorno a loro tante coppiette ballavano vicine, lasciandosi guidare dalla perfetta musica scelta per quella serata e davanti a tutto quello non poteva fare a meno di chiedersi il perché anche lui, insieme al suo ragazzo, non poteva godere di quella felicità.
Perché non ballavano anche loro?
E... perché aveva come l'impressione che neanche danzare con Blaine l'avrebbe aiutato a superare quel momento?
Non riusciva proprio a capirlo e, per non rovinare la serata a nessuno, poteva solo limitarsi a sorridere e a godere della conversazione con il suo ragazzo e Mercedes – rimasta a sua volta senza un cavaliere. La sua mente però continuava ad andare inesorabilmente altrove, si riempiva di dubbi e domande senza mai trovare una risposta.




" La invito a ballare! Una donna così non può restare sola! Non con delle femminucce! Ha bisogno di un vero uomo!", esclamò Azimio, osservando da lontano Mercedes che rideva insieme a Kurt.
Dave sorrise lievemente, sapeva benissimo che il suo migliore amico aveva sempre avuto una cotta per la Jones ed era normale sentirlo sbraitare in quel modo… senza ovviamente riuscire a fare quello che prometteva a se stesso.
" Lo stai dicendo da quando li hai visti, Az, eppure sei ancora qui. Tanto per cambiare."
" Tsk. Non usare quel tono con me! Ora vado! Questa è la volta buona!", iniziò a sistemarsi il vestito senza però muoversi.
" Sei ancora qui. Per caso la Jones ti fa paura?"
" Ma che cazzo dici?! Non ho paura di nessuno! Tanto meno di una ragazza!"
" Perché non vai allora?"
" Cazzo la vuoi piantare? Al posto di rompere le palle a me Perché non vai tu? La tua femminuccia si sta annoiando."
David lanciò un'occhiata a Kurt, osservandolo appoggiare la testa sulla spalla di Blaine con un lieve sorriso. Non riusciva a scorgere perfettamente la sua espressione, ma sembrava felice... come dargli torto?
Era con la persona che amava, anche lui si sarebbe sentito bene.
" Azimio va a invitare Mercedes. O devo pensare che tu non ne abbia le palle?", ghignò.




Kurt si allontanò dalla spalla di Blaine trattenendo un sospiro dentro un bicchiere di Diet Coke. Nonostante la vicinanza del suo ragazzo fosse sempre in grado di rassicurarlo, in quel momento non riusciva proprio a scacciare la negatività che lo stava affliggendo.
" Mercedes!", l'attenzione del piccolo gruppetto si concentro sul nuovo arrivato, Azimio Adams, che fissava serio la ragazza.
" Sì?", Mercedes lo fissò truce, pronta a menar le mani davanti a qualche scherzo. Non voleva di certo farsi rovinare la serata da uno come lui.
" Vorresti ballare?", tutta la baldanza del giocatore di football parve scemare lentamente. " Con... me intendo."
Kurt a quella proposta si ritrovò a squittire esaltato. Per qualche istante riuscì a dimenticare i suoi problemi, ritrovandosi a fissare con curiosa insistenza la sua migliore amica visibilmente imbarazzata.
" Io..."
" Dai Mercedes.", la incoraggiò Blaine con un sorriso. " Vai a divertirti."
" Ma..."
" Dai! Pensa a divertirti con il tuo cavaliere!", rise ancora il ragazzo, rivolgendo un sorriso anche ad Azimio a che però ricambio con un'occhiataccia malevola. Quel 'sopra mobile' gli stava antipatico a pelle visto che stava con la femminuccia del suo migliore amico - gli faceva ancora un po' impressione l'idea ma Dave era suo fratello e quello era più importante.
" D'accordo...", mormorò imbarazzata la ragazza e, strappando un sorriso ad Azimio si allontanò con lui per ballare - forse la sua serata sarebbe volta al meglio da quel momento in poi.
" Che... dolci...", esalò Kurt, cercando di nascondere un po' di invidia.
Voleva ballare anche lui ma, visto che il suo ragazzo non sembrava interessato, doveva semplicemente limitarsi ad essere felice per la sua migliore amica. Poi, sinceramente, approvava anche che il suo cavaliere fosse Azimio visto che Dave aveva sempre avuto buone parole per lui.
Il pensiero del ragazzo tornò prepotente nella sua mente. Non era la prima volta che durante quella serata andava a cercare con lo sguardo l'amico ma non era mai riuscito a vederlo.
Forse... non era venuto.
Non sapeva perché ci tenesse tanto a vederlo, forse una piccola parte di sé desiderava ammirare il ragazzo con abiti diversi da quelli che solitamente indossava a scuola, ma era totalmente senza senso.
" Kurt ti dispiace se mi assento per andare un attimo alla toilette?", domandò Blaine, avvicinandosi al ragazzo per potergli parlare senza urlare.
Kurt sussultò, strappato ai suoi pensieri - Dave in smoking, sarebbe sicuramente stato affascinante -, e gli rivolse un sorriso dolce. Si ripeté ancora e ancora che non era giusto pensare a David in quel modo e che aveva un ragazzo del quale occuparsi ma, ormai, neanche credeva più a quelle parole.
" Certo. Vai pure.", rispose cercando di mantenere un tono tranquillo e Blaine, in risposta, gli sfiorò le labbra con le sue in un leggero bacio.
Erano rari quel gesti da parte di Blaine e avevano sempre lasciato Kurt senza fiato... ma non quella volta.
Era stato dolcissimo e forse anche romantico ma… non era quello che desiderava.
A dirla tutta lo voleva, non il suo cuore non riusciva ad accettarlo. Non da Blaine almeno.
Qualcosa dentro di lui stava rifiutando il suo ragazzo, un qualcosa che lo costrinse in piedi non appena vide David per la prima volta durante la serata.
Ne scorse velocemente il volto e per qualche istante gli parve di vedervi solo sofferenza.
Preoccupato, lo seguì fuori dalla palestra senza pensarci due volte, bloccandolo nei corridoi deserti nei quali ancora si sentiva il suono ovattato della musica.
" Dave!"
Il ragazzo si arrestò come pietrificato poi, voltandosi lentamente, si sforzò di sorridergli.
" Ehi Kurt..."
" Tutto ok?", domandò il cantante avvicinandosi con tono preoccupato, notando al tempo stesso come il più grande stesse bene con lo smoking color blu notte.
" Sì. Sì certo.", rispose.
" Allora perché sei qui?", indagò Kurt.
David strinse le labbra.
Non poteva né voleva dire che aveva preferito la fuga a dove sopportare ancora la vista di Kurt e Blaine felici ed innamorati.
Li aveva visti mentre si baciavano e si era sentito tremendamente fuori posto.
Il suo cuore era ferito ma voleva ugualmente mantenere un po' di dignità, cercando di aggrapparsi alla felicità del più piccolo.
Kurt stava bene. Gli importava solo quello.
" Mi annoiavo..."
" Ti capisco...", rispose sincero il cantante, stupendo non poco il più grande.
" Come?"
" Speravo di ballare un po'.", ammise Kurt.
" Perché non lo chiedi al tuo ragazzo?", David si pentì subito per essersi lasciato sfuggire quella domanda un po' astiosa ma la risposta che ricevette, sincera e forse un po' dispiaciuta, lo stupì ulteriormente.
" A Blaine non piace ballare. O meglio… non ne è proprio in grado. Lo ‘stile Blaine’ e lo ‘stile Finn’ sono molto… rari.”, cercò di sorridere.
“ Perché allora… ti ha invitato al ballo?”, domandò Dave senza trattenersi.
“ Mi ha invitato sicuramente solo perché sapeva che ci tenevo. È il sogno di tutti poter andare al ballo scolastico ed è stato così dolce ma..."
" Ma?"
" Ma non sono riuscito ad allontanare la sensazione che tutto questo fosse sbagliato..."
" Kurt...", esordì Dave piano. " Meriti di essere felice... non lasciarti andare in questo modo..."
Il cantante osservò l'amico serio.
David era così attento nei suoi confronti, si stava preoccupando per lui e, restò addirittura senza parole nel rendersi conto di quel piccolo fattore, sembrava quasi che a causa sua il più grande si stesse privando di qualcosa.
Non riusciva a capirlo, ma era quella la sua impressione.
" Torno a casa.", mormorò semplicemente Dave, avviandosi ancora verso il corridoio deserto.
" No!", esclamò subito Kurt, bloccandolo.
L'atleta lo fissò senza capire il motivo di quella sua reazione e, con un po' di imbarazzo, il più piccolo cercò di riprendere in mano la situazione.
" Non… non ti ho visto ballare."
" Ero senza accompagnatore.", borbottò Dave.
In quel momento voleva solo andare via, non poteva resistere ancora in quel luogo.
" Allora balla con me."
" Come scusa?", sussultò a quella strana ed improvvisa proposta, fissando Kurt con gli occhi sgranati.
" Oh. Scusa.", sorrise il cantante e, facendo un lieve inchino tese la mano verso l'amico. " Mi concede questo ballo?", domandò con tono scherzoso.
Era stata quasi una liberazione fare quella proposta.
" Io...", Dave fissò la mano poi di nuovo il viso del ragazzo, sciogliendosi poi a sua volta in un sorriso. " Sei tu a doverlo concedere a me... sono io che comando le danze.", rispose imitando il movimento fatto poco prima da Kurt.
Solo per quel momento. Solo per quel breve e magico momento voleva permettersi di sognare per qualche attimo, giusto il tempo di un ballo... poi avrebbe accettato la realtà.
Teso lasciò che fosse Kurt a prendergli le mani – una sul suo fianco, l’altra stretta a quella del più piccolo – per iniziare a ballare. Dave poté solo trattenere il respiro e cercare di muoversi senza far danni.
Non sembrava difficile, aveva visto tanti ragazzi farlo durante quella serata - e quando era più piccolo le sue cugine più grandi spesso lo costringevano a ballare con loro - ma il solo fatto di essere lì, con il ragazzo che amava, non lo aiutava a calmarsi né a rendere quella situazione più semplice.
Deglutì e, nell’incrociare le chiare iridi di Kurt, si stupì nello scorgere nel più piccolo lo stesso suo sentimento.
“ È strano… non trovi?”, mormorò Kurt. Era imbarazzato ma non riusciva a non sorridere per l’emozione.
“ Tantissimo. Ma… non è male.”, ammise Dave. “ Per essere una femminuccia non… non è male.”, ripeté ridacchiando, cercando di rilassarsi.
“ Potrei volerti pestare il piede.”, ribatté il cantante con un sorriso, ricambiato subito dal più grande.
Restarono in silenzio, ballando quasi più rilassati accompagnati dalla musica ovattata che proveniva dalla palestra.
Era un momento intenso ed intimo, come quando si erano stretti la mano quella volta a casa di Kurt.
Forse era anche tutto troppo sbagliato ma nessuno dei due voleva pensarci e lo stesso Kurt, appoggiando poi il capo sul petto dell’atleta, mormorò un triste: “ Niente deve rovinare questo momento…”
Socchiuse gli occhi nell’ascoltare il cuore di David battere furiosamente – anche il suo aveva quel folle ritmo – e cercò di lasciarsi trasportare da quella magia così simile a quella dei musical e dei cartoni animati che tanto amava.
Dave lo fissò sentendo improvvisamente la gola secca e, carezzandogli la schiena, lo strinse a sé.
Aveva solo quel momento per tenerlo così vicino.
La realtà non era mai stata così bella… quello poteva solo essere un magnifico sogno che, si sarebbe dovuto presto interrompere.
Come sempre d'altronde.
La musica lentamente cessò e così il loro ballo, ma Kurt quasi parve rifiutarsi di allontanarsi.
Non c’era nessun’altro lì. Non c’erano nient’altro che loro.
Poteva lasciarsi andare ad una piccola follia? Un minuscolo desiderio per rendere perfetto quel momento così magico?
Alzò il viso, incrociando le iridi color nocciola dell’atleta.
Dolci ma malinconiche che riportavano alla mente del più piccolo il ricordo della Bestia del suo amato cartone della Disney.
Non era la prima volta che si ritrovava ad immedesimarsi in Belle, la ragazza che desiderava avventura e che si sentiva stretta e fuori luogo nel suo piccolo paesino, e solo in quegli ultimi giorni aveva iniziato a vedere il ragazzo come quel Principe che aveva ritrovato l’umanità che aveva perduto grazie all’amore.
Aveva aiutato David a crescere e a maturare. Era diventato suo amico.
Kurt sentiva stranamente di non riuscire più a fare a meno della sua presenza, teneva troppo a quel ragazzo per lasciarlo andare via e, anche se non riusciva ancora a dare un nome a quel sentimento, si sentiva come se… come se fosse riuscito a spezzare la maledizione di Dave come aveva fatto Belle con la Bestia.
Sorrise a quel pensiero, allungando la mano per carezzare il volto di David.
“ Sei proprio come la Bestia.”, mormorò con tenerezza.
“ È una cosa buona?”, domandò l’atleta, muovendo con il palmo aperto sulla schiena del più piccolo.
Era confuso e non riusciva a pensare ad altro se non a Kurt ed alla sua vicinanza.
Si perse ancora nei suoi occhi così chiari, attendendo una risposta che però non arrivò mai, sostituita semplicemente dalle labbra di Kurt posate delicatamente sulle sue.





Piccola Anticipazione
“ Dove sei stato? Ti ho cercato…”, mormorò Blaine avvicinandosi al cantante che, abbassando lo sguardo, cercò di fuggire dal suo sguardo.
“ Fuori. Avevo bisogno d’aria.”, era una bugia.
Ma che poteva fare?
Dire al suo ragazzo che aveva baciato David Karofsky?
E che… gli era anche piaciuto?
No. Non poteva.





Spam
Da tanto non spammavo ù_ù
Unitevi al Max Adler Italia =3
Più siete più farete felice Kurt (la sottoscritta in quest'accountXD)! =3
Vi aspetto!


Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=707719