Inverno

di Kurita
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** .01 ***
Capitolo 2: *** .02 ***
Capitolo 3: *** .03 ***
Capitolo 4: *** .04 ***
Capitolo 5: *** .05 ***
Capitolo 6: *** .06 ***
Capitolo 7: *** .07 ***



Capitolo 1
*** .01 ***


Inverno

Una nuvola di fumo avvolge la stanza di un odore strano quasi sconosciuto.
Una  bottiglia di rum rovesciata sul tavolo, carte sparpagliate, un portacenere rivoltato,
i cocci di un bicchiere. Tutto faceva pensare a una lite, forse per gioco.
Odore di amore,  di un amore violento e passionale.

Sul pavimento abiti che segnano un percorso, forse una lite amorosa o forse…..
Due figure. Abbracciate come per proteggersi da qualcosa, forse dalla troppa quiete che avvolge la casa.
Passi…

Si scorge la figura minuta di una persona coperta da una vestaglia che a malapena riesce a far intravedere i piedi e le mani, poi il silenzio.
Fuori il rumore del vento troppo violento. Il fruscio delle foglie che avvolgono le ringhiere. Fogliame ormai incolto, selvaggio.
La luce di una candela, accesa da poco,
un uomo che cammina per la casa in cerca di qualcuno o di qualcosa.
Si è proprio lui….Axel.

Si dirige silenziosamente verso la cucina coglie alla sprovvista il ragazzino…Roxas.
Il ragazzino sobbalza spaventato, un abbraccio  un bacio un gesto affettuoso tra due amici facenti.
Il pendolo segna le dieci. Roxas scappa con i vestiti in mano.
Axel tira dalla sigaretta, non curante della fuga del ragazzo,
gustando il sapore di tabacco che gli pervade la bocca…

La camera si tinge di grigio, il fumo provoca una nebbia fitta.
Fuma una sigaretta dopo l’altra entrando in uno stato di estasi totale.
Si abbandona ai suoi pensieri e si addormenta facendo cadere la sigaretta sulla moquette bianca.

Roxas corre velocemente per le strade cercando di evitare i passanti che gli intralciano il passaggio,
cade un paio di volte ma si rialza continuando nella sua fuga.
Giunge a casa sfinito, in un bagno di sudore.
Due ceffoni per non avere rispettato il coprifuoco.
Sangue.

Si rinchiude nel bagno e li si accuccia in un angolo addormentandosi.
Fuoco! Fumo! La casa del ragazzo ribelle dai capelli rossi è infuocata, sopra di essa una nebbia fitta grigiastra.
Axel si sveglia appena in tempo per riuscire a scappare ma la casa ormai è andata.

E’ solo un ammasso di travi che si accorciano e vengono coperte dalle fiamme del suo amico fuoco.
Tranquillamente si allontana come se il fatto non fosse suo.
Entra in un bar, si ubriaca fino a scoparsi la barista contro la sua volontà, soddisfatto delle sue azioni si riveste e getta un malloppo di banconote in faccia alla ragazza.
Prosegue il suo cammino imbattendosi su di lui…. . Fermo.
Roxas lo fissa, sembra volere qualcosa, ma non parla.

Lo sguardo del ragazzo è sempre più scazzato, il vento gli scompiglia i capelli, ma sembra non interessarsene.
Axel lo guarda. Lo prende da un polso e lo getta a terra.
Si incammina.
Roxas non proferisce parola.

Piove. L’acqua scende giù a catinelle, ma Axel  non se ne cura.
Ormai deve farci l’abitudine, non ha più un tetto sulla testa.
Cammina ormai inzuppato ma non sa più dove andare e come se avesse girato tutta la città, ma non è così.
Roxas lo chiama sibilando il suo nome
.
Nulla.
Axel non sembra interessarsi della sua presenza.
Roxas prende la sua mano ma l’unica cosa che riceve è un ceffone in pieno viso…

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Capitolo 2
*** .02 ***


.02


Roxas cade a terra, faccia contro l’asfalto bagnato.
Un miscuglio di lacrime e pioggia inondano il suo piccolo viso così dolce, che nasconde tutt’altro.
Un ragazzo ribelle.

Roxas scappa. Non vuole farsi vedere così , da un uomo come Axel, così possente.
Quando è con lui si sente piccolo come una formica e debole come tale.
Gli faceva uno strano effetto stare con quell’uomo. Sentiva le farfalle nello stomaco.
Era felice.

Axel non si cura minimamente dei sentimenti del ragazzo.
Per lui non esistono sentimenti, è solo senza nessuno apparte quel piccolo marmocchio.
Cammina senza una meta.
Si imbatte in una rissa.
Sorride compiaciuto. Si fa avanti.

Pugni, calci, ceffoni, sangue dappertutto.
Axel si rialza.
È inzuppato di sangue, ma non se ne cura.
Butta via la maglia. Roxas lo vede. Non ha intenzione di avvicinarsi. Adesso ha paura. Proprio di lui.
L’uomo,  con cui due giorni fa era andato a letto, a malapena riusciva a guardarlo.
Si trattiene. Axel gli va incontro.

Roxas indietreggia.
Ma Axel non se lo  fa scappare lo prende dai fianchi e lo bacia.
Ricompensa se sta zitto.
Lo porta in un vicolo e se lo scopa.
Roxas trema , ma allo stesso tempo è felice. Sa che Axel lo desidera.

Roxas lo prende da un polso.
Il rosso lo guarda.
Con occhi piccoli e dolci il ragazzino gli chiede di andare a dormire da lui.
Scoppia una risata. Axel si libera dalla stretta del ragazzino e dopo essersi rivestito va via senza dire una parola.
Era solo una botta e via. Come lo era sempre stato.
Roxas lo rincorre. Lo porta in una casa.
Sorride come uno stupido e dopo avere richiuso la porta va via.

Axel si guarda intorno. Era una casa a tutti gli effetti.
Si accende una sigaretta e si lascia cadere sul divano. Sorride soddisfatto. Finalmente.
Sera.
Axel gioca. Poker . Rum. Sigarette.

Una donna semivestita accanto a lui gli bacia il collo di tanto in tanto.
Lui sorride, manda giù un sorso di rum e continua a giocare.
Il suo sorriso ha un qualcosa di malizioso.
Anche i suoi gesti. I suoi occhi sono cattivi ma al tempo stesso nascondono il suo stato d’animo.
Triste.

Lo si vede da lontano. Resta solo.
Ama follemente la solitudine, la tranquillità che da il silenzio.
In un attimo la stanza si inonda di fumo. Quel fumo che adora talmente tanto da indurlo a fumare di continuo.
Non si cura della sua salute. Sa bene che non ha nulla da perdere.
Axel. Un uomo che non conosce le lacrime, seppure aver avuto un passato molto difficile.
Un padre assente. O meglio. Mai esistito.
La madre. Axel non l’ha mai conosciuta.
Ma per lui non è mai stato un problema. Ora ha quel piccolo angelo. Se così si può descrivere.

Roxas. Un ragazzo di appena 16 anni.
Una famiglia altolocata, che pensa solo ai loro fottutissimi soldi.
Non c’è molto da dire su di lui. Aveva imparato a crescere solo. Ad educarsi solo. Si sentiva orfano.
Amore.


Non è amore tra lui ed Axel.
È un’alchimia strana. Qualcosa di inspiegabile.
Forse... era solo un gioco? No non lo era.

Il ragazzino dai capelli biondi entra dalla finestra, come un gatto che vuole intrufolarsi in casa.
L’uomo non se ne cura. Non lo sente. O forse fa solo finta.
Un tonfo. Axel apre lentamente gli occhi. Sbuffa. Si alza a fatica dal divano, va incontro il ragazzo.
Lo guarda.
Non aveva mai visto tanta perfezione in una sola volta.
È la prima volta da quando si conoscevano che si accorge della sua profonda bellezza.
Dalle sue ciocche dorate, ai suoi occhi blu. Un blu così particolare che non riesce a distogliere la sua attenzione da essi.
E poi.
Quel suo corpicino così minuto e delicato.
Sembra una piccola bambola di porcellana.
Bisogna maneggiarla con cura e con la massima attenzione.

L’uomo ribelle dai capelli rossi questa volta è veramente charmato da lui come non lo è mai stato.
Gli tende la mano.
Roxas sorride.
Axel adora quando sorride. Si siedono sul divano.
Axel gli accarezza i capelli. Sembrano seta.

Il ragazzino si lascia accarezzare e si rilassa. Un bacio. Carezze. Sguardi provocatori.
Fanno l’amore con una dolcezza infinita.
Come non l’hanno mai fatto. Si distendono e si abbracciano.
Roxas non vorrebbe mai andare via, sa bene che domani non sarà così... dolce.
Ormai ha fatto l’abitudine a ciò. Si gode il momento finché dura.

Axel non smette di guardare il corpo del ragazzino, così..così perfetto. Bianco candido.
Il ragazzino si rialza. Deve tornare a casa. L’uomo lo trattiene.
Ma Roxas non può restare sa bene come andrà a finire.
Approfitta di un momento di distrazione dell’uomo e scappa via. Fugge.
Come sempre.

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Capitolo 3
*** .03 ***


 
.03

Axel sorride. Lo fa sempre e ciò a volte lo eccita ma al tempo stesso lo fa arrabbiare.
Non vuole perdere l’unica cosa che gli è rimasta. Non si sente così con nessun’altro, se non che con lui.
Si butta sul letto e osserva il soffitto. Per lui, tutto è fantasia. Ama fantasticare. Soprattutto su Roxy.
Ah. Roxy. Quello si che era un motivo per fantasticare. 
Si siede sul divano e accende per la prima volta la tv. Zapping. Fuma. Beve in continuazione.
Si imbatte in un tg. Ride. Per lui erano sempre stati dei comedy show. La gente si piange addosso. E lui?
Spegne. 
Si rilassa ascoltando buona musica. La sua musica. Proprio così. La sua band, se così si può chiamare.
Membri strafatti, soprattutto lui. Più che fare musica, facevano canne. Una dopo l’altra. Ormai il loro effetto era quasi nullo.
Era diventato un passatempo. Un pretesto per scoparsi qualsiasi forma femminile gli capitasse davanti, fino a quando non vide lui.
Quel ragazzino aveva una vaga forma femminile. Forse ad attirarlo era la sua delicatezza.
Stronzate! Era il suo corpo perfetto. Proprio come lo desidera lui. 
Pensa a tutto ciò. Al suo incontro con il ragazzino. Sorride. È raro vedere un personaggio del genere sorridere così. Soddisfatto. 
Uno squillo del telefono lo fa sobbalzare dal divano. Lo distrae dai suoi pensieri. 
Strascica i piedi come costretto a rispondere. Alza la cornetta e con tono seccato risponde. .
È suo padre. 
Axel riattacca. Non ha voglia di parlare con nessuno tanto meno con una persona così viscida che ha avuto il coraggio di lasciarlo in fasce davanti le porte di un orfanotrofio.
Impugna la chitarra e comincia a suonare.
Non la prendeva in mano da anni. Era un po’ arrugginito. L’orologio segna le undici meno un quarto. Posa la chitarra e sorridendo esce.
Un night club. Era qui che Axel dava il meglio di se. I soldi non gli erano mai mancati. Viveva con i soldi degli altri. Rubando.
Ma non se ne curava e non ne aveva mai parlato con nessuno. Anche perché non aveva nessuno. Oltre a Roxy. 
Una cosa non si sarebbe mai aspettato. Quella di vedere proprio lì il ragazzino biondo. Facendosi spazio tra la folla lo raggiunge.
Lo prende da un braccio. Il ragazzino sobbalza. Trema come una foglia. L’uomo sorride nervoso. Lo porta fuori. Lo spinge. La gelosia lo pervade.
Roxy non sa cosa fare. La paura lo assale. Grida come una femminuccia. Non lo aveva mai fatto. 
Axel gli tappa la bocca. I suoi occhi ardono di rabbia. Urla. Il ragazzino piange. 
L’uomo lo lascia andare. Non lo aveva mai visto piangere, si sentiva uno schifo. Si guarda le mani. Non riesce a credere a ciò che ha fatto.
Con quelle mani stava per picchiare un angelo. L’unica persona che davvero lo ama. 
Roxas corre velocemente. Piange. Non riesce a fermare le lacrime, quasi non ci vede.
Rumore di freni. Un rumore forte rompe il silenzio della città notturna. Una sensazione di calore. Il respiro affannato del ragazzino.
Le immagini si fanno sempre più sfuocate. I rumori sempre più ovattati. Le lacrime formano un velo sul viso del ragazzino. 
Axel cammina. Forse con la speranza di trovare Roxy. Ma la città sembra vuota. Rientra a casa. Ha voglia di sprofondare.
Adesso si che è solo. Senza nessuno. Il suo carattere non lo aiuta. 
Vorrebbe prendere il ragazzino tra le sue braccia e stringerlo a se. Pensando a tutto ciò si addormenta. 
Sogni tormentati. Incubi pazzeschi offuscano la mente del ragazzino. Vorrebbe Axel con se. Gli manca da morire. Prende il telefono. Non sa se chiamare.
Compone il numero. 
Lo squillo del cellulare fa sobbalzare l’uomo. Si precipita verso il telefono. Risponde. Silenzio. Sente il sospiro di qualcuno.
Cerca di capire di chi sia. Pronuncia il nome del ragazzino. Nessuna risposta. 
Roxas riattacca il telefono. Ha paura di essere troppo ossessivo. Piange. Si sente un bambino, come se fosse stato abbandonato.
Ma d’altronde l’ha voluto lui. Maledetto Axel. Vorrebbe non averlo mai incontrato.
Se n’è innamorato e adesso? Lo ama. Si lo ama da morire, adora quel suo modo di fare così scazzato. Adora essere tutt’uno con lui. Lo fa sentire speciale.
Non resiste. Lo chiama. Risponde. Roxas parla senza farlo parlare. Si interrompe. Non sente più nulla. Come se nessuno lo stesse ascoltando. 
Ecco adesso si sente uno stupido. Lancia il telefono contro il muro. Immobile. Ricoperto di tubi. Vorrebbe strapparsi tutto e scappare via.
Si gira su un fianco. Si addormenta con le lacrime agli occhi. 
Axel entra nella stanza. Vede il piccolo Roxy girato di spalle. Si avvicina con cautela. Dorme. 
Accarezza i capelli del ragazzo. Si sente in colpa. Vorrebbe non esistere. Vorrebbe non conoscerlo. Ma non riesce a staccargli gli occhi di dosso.
Non riusciva a credere a ciò che aveva fatto. Per la prima volta pianse.

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Capitolo 4
*** .04 ***


.04

Le lacrime scendono. Non sa se è una debolezza, o qualcosa che lo fortifica. 
Si asciuga gli occhi. Forse si è innamorato. No non può essere amore. L’amore è qualcosa di finto che si prova oggi ma non si prova domani. O forse si è amore. Non riuscire a stare lontano da una persona è davvero amore.
Roxas si sveglia. Vede Axel. Sorride. Non parla. Lo guarda, cerca il suo sguardo vago, come se lo volesse evitare. Tocca la sua mano. Il rosso trema. Si alza, esce dalla stanza. 
Lo segue con lo sguardo. Non lo riconosce. Non è mai stato così…debole.
Axel si appoggia al muro. Le mani sul viso coprono ciò che no vuole far trasparire. Lacrime. 
Qualcuno poggia la mano sulla sua spalla. È il ragazzino biondo. Lo abbraccia. L’uomo lo guarda male. Lo respinge. Lo invita a coricarsi. Dopo ciò va via. 
Sale sulla moto appena rubata. Fa un giro. Non riesce a  non pensare alle condizioni del povero ragazzo. Tutto a causa della sua impulsività. Non si sapeva contenere. Ma la sua è stata gelosia. Lo sa bene.
Ormai ha capito ciò che prova. Vuole allontanarsi prima che faccia troppo male. Non vuole legarsi a nessuno. Non vuole affetto. Vuole solo essere lasciato in pace. 
È mattina. Il cielo è limpido. Axel osserva l’alba, il sole che si fa spazio nel cielo. La notte che si nasconde. 
Fuma seduto su un muretto. Non è rientrato a casa. 
Pensa ancora a lui. Dannazione! Maledetto ragazzino.
Ormai gli era entrato in testa non riusciva più a liberarsi di lui. Anzi. Lo desiderava ancora di più. 
Forse doveva viversi questa storia, se così si può chiamare. O forse doveva solo trovare qualcuno che lo compensasse, ma sarebbe stato ipocrita far finta di non interessarsi più a lui. Stronzate. Lo ama. 
Entra in un bar. Si ubriaca. Se ciò bastasse almeno un po’ a dimenticare. Sorride alla cameriera. Ma non riesce a fingere. La cameriera ricambia i sorrisi in modo malizioso. Axel lancia il bicchiere contro di lei ed esce dal bar. Un gruppo di uomini gli si para davanti all’uscita. Lo minacciano. Il rosso ride. Gli uomini si inalberano di più e lo prendono  a cazzotti. Axel barcollante riesce a tornare a casa. Si distende sul divano e si addormenta in un sonno profondo.
Un boato irrompe il sonno di Axel. Rumori troppo violenti per essere una visita di cortesia. Il rosso si alza e si dirige in salotto. Tutto ciò che riempiva il salotto adesso si era trasformato in un ammasso di sedie e mobili. Axel si affaccia nel pianerottolo e con voce pesante urla qualcosa nella scala. Un pugno forte nella porta. Un urlo. Il sangue colava dalla mano destra dell’uomo. Non si interessa. Si affaccia in balcone. Un uomo correndo si chiude in macchina. Scappa a tutta velocità. 
Il silenzio della notte avvolge la città nella sua solitudine. Il vento accarezza le foglie. Axel si gode tutto ciò. La mano è insanguinata. Rossa come i suoi capelli. La guarda attentamente. Lo affascina. Il sangue. 
Rosso intenso. Dolce. La assapora. Si eccita. Sorride. Si concentra solo su quello. 
Lo accarezza con le mani. Candido. Liscio. Sangue. 
 Si sente momentaneamente spaesato. Cerca un appoggio. Afferra la sedia. Barcolla. Si siede. 
La mano continua a sanguinare. Vede sfuocato. Non sente nulla. Cerca disperatamente il telefono. Sviene. 
I pensieri offuscano la mente provocando confusione. Per un momento dimentica tutto ciò che ha passato.

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Capitolo 5
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Roxas.
 Lo sguardo perso nel vuoto…gli occhi inespressivi, senza sentimento come se non avesse l’uso della vista.
Sorride. Pensieri dolci e caramellati come sempre. Era il tipico ragazzino-femminuccia.
Il sorriso dolce sparisce dalle labbra del piccolo. Il suo volto si incupisce, come se tutto ciò che pensava fosse volato via come un castello di carta velina.
Affonda il viso sul cuscino. Passi.
Un ragazzino entra con passo felpato nella camera. Guance rosse. L’imbarazzo riempie la stanza. Uno scambio di occhiate sfuggenti. Poi un sibilo, come se qualcuno cercasse si parlare, e le parole restassero in gola. I battiti sempre più accelerati, le mani tremanti. Il silenzio incombe dominante nella stanza.
Il ragazzino sulla soglia è inespressivo, quasi sembra non respiri.
Roxas  con la delicatezza di una farfalla gli si avvicina. Lo squadra. Il ragazzino moro  impaziente si fa scappare un sorriso, che non è ricambiato dal biondo che dopo averlo squadrato esce dalla stanza.
Singhiozzi. Un mazzo di rose a terra. Bianche. Le preferite di Roxas. Indietreggia. Con passo lento si allontana da ciò che avrebbe dovuto essere un riavvicinamento con il fratello…
Il biondo girovaga per i corridoi dell’ospedale. Riflette sulla visita del fratello, Sora. Erano anni che non lo vedeva dopo il suo trasferimento al collegio. Non riusciva, davvero, a capire la sua visita. Lo aveva sempre odiato. Era uno stupido. Un bambino. Un poppante. Sapeva solo piangere. Stupido bambino viziato. Solo il pensiero della sua faccia lo faceva andare su tutte le furie. 
Rientra in camera. Rose bianche. Le raccoglie. Le odora. Adorava le rose bianche. Ma erano le rose che quello stronzo gli aveva portato. Cestinate.
Il suo chiodo fisso è Axel. Nessuna risposta al cellulare. Chissà che lo avesse abbandonato.
Passi pesanti. Il rombo di un motore fa sussultare tutti gli uccelli che passeggiano nella piazza. Una tuta nera un cascoda motociclista. Stivali di pelle. Aveva la vaga forma di un astronauta. No non lo era.
Fa scivolare il casco tra le mani, sciogliendo i suoi lunghi capelli blu dall’elastico stresso.
Adesso i passi si affievoliscono, diventano più leggeri. Rilassati. Era di natura un tipo calmo, non amava litigare, era molto pacifico. Il fratello un po meno. Adorava litigare e attaccare risse, anche da bambino era sempre stato irrecuperabile. Aveva rinunciato a farlo calmare. Aveva l’euforia nel sangue evidentemente. Adesso rivederlo dopo tanto tempo gli faceva un certo effetto. Erano sempre stati molto uniti. Spera solo che lo accolga a braccia aperte anche se non sta nella sua indole.
Un ticchettio di nocche alla porta. Nessuna risposta. Si appoggia alla porta pesantemente da rischiare di cadere. Il portone aperto dava spazio a un salotto. Il tutto accumulato al centro. La porta semidistrutta e del sangue sopra preoccupano il giovane che si precipita all’interno dell’abitacolo.
Urla il suo nome a squarciagola. Corre tra le stanze, fino a quando nota il ragazzo su una sedia. Incosciente, con una mano sanguinante e infetta. Degli scappellotti nelle guancie. Il rosso apre gli occhi. Sorride. Riconosce il fratello Saix. Parla. Ma cio che esce dalle sue labbra sono solo gemiti. Il sangue zampilla dalla mano infetta. Il fratello dai capelli blu si affretta a portare il rosso all’ospedale.
Roxas. Passeggia solo. L’attesa di essere rimesso è straziante. Fuori tutto è freddo. L’inverno incombe, avvolge tutto ciò che incontra, dalle auto, agli alberi….Roxy vorrebbe essere abbracciato con Axel sotto il tepore delle lenzuola. Ma sa che non sarà possibile. Il rosso si è allontanato da lui. Dopo ciò che è accaduto.
Compone un numero dal cellulare. Due parole. Nulla più.
Axel viene medicato, e dopo essersi ripreso abbraccia Saix. Escono insieme dall’ospedale parlando di tutto ciò che si può dire a un fratello.
Roxas viene dimesso. La rabbia lo assale. Sora lo è venuto a prendere su ordine del padre. Saltella di qua e di là. Il biondo lo guarda disgustato. Il suo sguardo si incrocia con quello di un uomo alto con i capelli blu. Che accompagna un ragazzo. La sua vista non può tradirlo. È Axel.
Il rosso ride a crepapelle con il fratello, quando si accorge di vederlo troppo distratto. Si volta indietro come se avesse perso qualcosa. Osserva il biondo insieme al castano saltellante. Un velo di tristezza lo assale. Pronuncia il suo nome a stento. Non conosceva questo lato del suo carattere. SI sentiva una femminuccia. Saix lo prese per un braccio e lo trascinò fuori dall’ospedale. Abbracciò il fratello e senza fiatare, partirono a tutto gas, sotto gli occhi imploranti e piangenti del biondo.

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Capitolo 6
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La fuga di Axel con il fratello lo ha lasciato di stucco. Si sarebbe aspettato di fuggire lui stesso piuttosto che  un omone di 20anni passati come Axel. Non riusciva a crederci. Ma il suo malcontento non era solo per il dispiacere di vederlo andar via, ma per il modo in cui i suoi occhi lo hanno guardato, come se non avesse più un briciolo di pena per il biondo. Come se non lo conoscesse più. Ciò lo faceva davvero stare male.
Adesso il fratello stava diventando sempre più fastidioso. Un pugno nello stomaco e tutto finisce pensa. Ma non riesce neanche a parlare, figuriamoci “uccidere” il fratello. Questo è lavoro da tipo duro. Questo è lavoro da Axel. Lo ammirava appunto per questo, si, aveva paura di ciò che poteva accadere in conseguenza ma sapeva che con lui era protetto. Ma, aspetta, perché pensa a tutto ciò? Axel non è mica morto.
Lascia le borse a terra e chiamando un taxi a squarciagola  si dirige a casa del rosso.
Giunto davanti l’abitacolo, trae un respiro profondo, esce dal veicolo e si dirige davanti la porta. Un tocco delle dita. Risate si avvicinano alla porta. Il cuore di Roxas batte all’impazzata vorrebbe sapere chi è che sta ridendo così malvagiamente. Forse è quell’uomo con i capelli blu. Aveva uno sguardo parecchio strano.
La porta si spalanca. Axel in piedi dinanzi la porta rimane di sasso alla vista del piccoletto. Roxas non sa se abbracciarlo e non farlo parlare, o magari sarebbe più giusto salutare e poi magari entrare. Arrosisce e con fare impacciato entra a casa di Axel. Ma che sta facendo? Si sente uno stupido. Comincia a parlare senza prender fiato e appena finito il suo monologo, va via senza dire una parola. Il rosso lo prende da un braccio. Il suoi occhi ardono di felicità. Roxy non li aveva mai visti così…..felici. Axel distoglie lo sguardo da quello del biondo, poi con fare lento e sensuale lo avvicina e gli da un bacio leggero sulle labbra. Lo lascia andare. Roxas lo abbraccia. Axel non ricambia. Le lacrime del biondo scendono calde sul suo petto. A stento riesce a trattenere le sue di lacrime. Allontana il ragazzino. Lo fa andare via. Roxas indietreggia senza dire una parola. Il rosso torna in cucina. SI accende una sigaretta ne offre una al fratello e parlano del più e del meno. Saix interrompe il fratello che parla di donne. Chiede chi fosse il biondo che ieri all’ospedale lo guardava con insistenza. Axel non risponde. Tira dalla sigaretta. Fa dei cerchi perfetti. Il ragazzo con i capelli blu, prende la sigaretta del fratello. La spegne. Esige una risposta. Il rosso dice che è un ragazzino petulante.  Saix ride. Ecco il suo vero fratello.
A sera inoltrata i due escono. Entrano in un night club. Axel non ha bellissimi ricordi, ma il fratello lo trascina. Si divertono tutto sommato. Axel e Saix ballano. (o.o) Le donne sono parecchio interessate.
Roxy è in camera sua. Mangia uno di quei dannatissimi ghiaccioli. Lo mangiava sempre con Axel. Pensa a cosa stia facendo in quel momento il rosso. Entra in camera qualcuno. Già pensa a Sora. Tira con violenza un cuscino. Entra la sua amica Olette. Roxas si alxa. Imbarazzato chiede scusa. Saluta. Per un momento si dimentica di Axel.
Saix con una ragazza sulle ginocchia. Axel che beve come una spugna al bar. Vorrebbe scordarsi di quel dannatissimo ragazzino, e farsi magari la barista. Non ha nemmeno voglia di toccare i capelli di una ragazza. Scende dallo sgabello e va verso una ragazza all’angolo. La saluta. Ubriaco fradicio. Il suo profumo non lo aiuta di certo. Si siede a terra. La testa fra le mani. Vorrebbe strizzare il suo piccolo cervello ed eliminare ogni singolo frammento che gli ricorda Roxas.
Saix lo prende da un braccio lo alza. Axel si accascia su di lui. Quel moccioso lo stava facendo diventare un mollaccione. Si raddrizza su se stesso. E comincia a fare il giro della sala. Da lontano vede una bionda da paura. Le si avvicina. Assomiglia a Roxas. Ma il destino si era rivolto contro lui.
Bestemmiando esce dal locale. Saix lo guarda perplesso. Lascia la ragazza che stava abbordando esce fuori. Lo prende da un braccio. Cerca di capire che cosa succede. Inveisce contro un certo Roxas.
Il blu riflette. Roxas. Che sarà il biondo? Pensa.
Non sa più che fare Axel è fuori di se. Saix chiama un suo amico. Se sa dove abita Axel saprà chi è Roxas. Risponde con una vocina stupida e bambinosa. Saix fa delle domande. Scopre chi è.
Roxas, in camera con Olette giocano alle consolle. Entra Sora che chiede al fratello di uscire con tono gentile. Olette sorride al moro. Il biondo esce con fare seccato. Ma ciò che il fratello gli dice è molto importante. Il ragazzino entra in camera senza dire una parola si veste e sparisce lasciando le parole di Olette sospese nell’aria. Corre veloce. Scansa i pedoni. Scorge la testa blu. Lo chiama, con voce acuta, spaventata. Axel si gira. Lo vede. I loro sguardi si incrociano. Il rosso si gira ad osservare Saix. Gli molla un pugno in pieno viso prende il biondo. Una mano sulla bocca. Lo trascina fino alla propria dimora. Con Roxy controvoglia fanno l’amore con un’amarezza negli occhi del rosso. Il biondo è felice. Anche se non dovrebbe.

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Capitolo 7
*** .07 ***


L’odore di incenso profumato riempie la stanza. Roxy si sveglia. Un letto troppo grande per essere suo. Lenzuola rosse. Il suo corpicino nudo all’interno. Un cuscino accanto a lui. Usato. Lo odora. È il Suo odore.
Il biondo si alza, si riveste in fretta. Corre in cucina. Nessuno. Il ragazzino indossa un maglione. Adesso si guarda meglio. No non è suo. Troppo grande. Chiama il rosso per tutta la casa. Nulla. Sente pronunciare il suo nome. Si gira. Saix è sulla porta. Roxas sgrana gli occhi tiene stretto a se il maglione. Non sa nemmeno se il maglione è di Axel. È davvero perplesso.
Saix porge un gelato al sale marino al piccolo, che lo agguanta e lo mangia avidamente. Il blu lo guarda con gli stessi occhi del rosso. Roxas si spaventa. Ha paura di scoprire che Axel non era con lui la sera prima. Lo vorrebbe chiamare. Afferra il telefono e compone il numero del rosso. Ma aspetta….se lo chiama cosa gli dirà? “Axel eri tu con me ieri sera?”. Riaggancia e si raggomitola nel letto, speranzoso che prima o poi il rosso l’avrebbe salvato.
Saix comincia un lungo discorso. Parla di lui e Axel da bambini. Rivela al piccolo di essere il fratello del rosso. Roxy mangia più tranquillamente tenendo d’occhio la porta della camera da letto. Una porta sbatte violentemente. Il biondo sobbalza. Si alza dal letto ma Saix lo afferra e lo tiene fermo. Axel entra dalla porta. Ringrazia il fratello che si congeda. Il piccolo è spaventato. Vuole tornare a casa. L’uomo gli accarezza il corpicino da sotto il maglione. Roxas si tranquillizza. Si baciano dolcemente. Saix osserva dalla porta. Sorride felice. Il casco sottobraccio. Bussa piano. Axel si volta verso di lui. Roxas trema alla sola vista dell’uomo, che si dirige verso di lui e lo saluta, promettendo di tornare a tempo breve. Axel dopo le cerimonie  e i saluti lo lascia partire con un velo di amarezza negli occhi. Il biondo si riveste. Balza giù dal letto, mette le scarpe e va via. Il rosso rimane solo sulle lenzuola intrise d’amore.
Roxas rientra a casa. Alla vista di Sora, il biondo lo afferra da un braccio e lo trascina nella sua stanza. Chiude a chiave. Si alzano le voci. Inizia una discussione abbastanza animata. Roxas resta spiazzato quando Sora gli rivela la verità. Lo butta fuori dalla stanza. Piange come non ha mai pianto in vita sua. Non vuole credere a ciò che ha sentito. Axel …. e Saix? Ma erano fratelli. O forse no? Adesso si che era confuso. E Saix? Non era partito? Le lacrime scendono pesanti sul volto delicato del ragazzino. Magari erano solo bugie quelle che Sora andava dicendo.
Compone il numero del rosso. Un appuntamento. Il tintinnio delle chiavi. Il silenzio.
Prende la bicicletta e si dirige al bar. Lo vede in tutta la sua immensa bellezza. Lo saluta incerto con la mano. Spaventato dalla verità si avvicina. Axel fa per dargli un bacio sulle gote ma il biondo si scosta.
Comincia a parlare con tutto il coraggio che ha dentro. L’uomo rimane scioccato. Tutte quelle cose a freddo. Dette in un colpo solo. Non parla. Gioca nervosamente con l’accendino. Accende. Spegne. Accende. Spegne.
Roxas nota tutto ciò. Si alza di scatto prende le chiavi e va via, senza salutarlo. Axel lo trattiene da un braccio ma il biondo gli molla un ceffone in pieno viso con tutta la forza che ha.
Axel rimane spiazzato dal gesto freddo del ragazzino che scappa a tutta velocità. Axel urla il suo nome ma riceve in cambio solo un gestaccio da parte del biondo.
 
 
Note dell’autrice:
Allora per iniziare vi dico solo che ho concluso. Non ho voglia nemmeno di scrivere la fine non vedo l’utilità.
Posto questo capitolo e concludo. Mi trasferisco in un’altra categoria. >.< . Resterò solo per scrivere le parodie con mia cugina Axellina,ma per il resto non ho intenzione di continuare a scrivere a vuoto. Mi dispiace e non vorrei ma non vedo perché continuare. Non ricordavo EFP così soprattutto questa sezione.
Un abbraccio a tutti voi.
Kurita

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