Due destini che si uniscono

di Klaineinlove
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Per Kurt Hummel era difficile essere l’unico gay dichiarato nella sua scuola, il McKinley nella piccola cittadina di Lima in Ohio, purtroppo molte persone e soprattutto adolescenti avevano la mente piuttosto ristretta da considerare l’essere gay di Hummel qualcosa di sbagliato, innaturale. Kurt ovviamente non si faceva mettere i piedi in testa: era orgoglioso di se stesso e mostrava il suo essere davanti a tutti nonostante ricevesse spintoni contro gli armadietti, veniva gettato nei cassonetti e beh veniva inondato di granite che lo colpivano in pieno viso e ogni volta era costretto a portarsi i ricambi con sé.
Per Blaine Anderson la cosa era piuttosto diversa; lui veniva dal Westerville e aveva iniziato ad andare al McKinley da qualche mese. Blaine nonostante facesse parte di una famiglia benestante preferiva frequentare una scuola pubblica: era diventato un giocatore di football, i voti a scuola erano piuttosto alti nonostante una grave carenza in geometria e veniva adorato dai suoi amici, ma solo perché non sapevano che anche lui fosse gay.
I due ragazzi nonostante frequentassero la stessa scuola, sapevano poco e più l’uno dell’altro. Beh sicuramente Blaine sapeva molto di più su Kurt, lo vedeva sempre nei corridoi mentre camminava leggiadro e fiero di se mentre riceveva una granita in faccia da due dei suoi compagni di football e lui con nonchalance si infilava nel bagno delle donne per darsi una ripulita. Blaine invidiava Kurt; voleva il suo coraggio e il suo essere orgoglioso. Tuttavia lui pensò che un modo per cambiare doveva esserci: stare a più contatto e possibile con Kurt Hummel.
**
“Pa io sto uscendo” Kurt scese le scale che dalla sua camera conducevano al resto della casa che avevano comprato da poco. Burt il padre di Kurt si era sposato con Carole la madre di Finn un amico di scuola e di Glee Club di Kurt, dove quest’ultimo aveva avuto un’accrescente cotta per lui ma ora lo vedeva semplicemente come un fratellastro.
“Figliolo la colazione? Non sei tu quello che dice che per Jane Fonda la colazione è fondamentale?” Kurt si avvicinò all’isola della cucina versandosi velocemente il succo d’arancia nel bicchiere dove il padre aveva bevuto poco prima
“Sono in ritardo. Non ho sentito la sveglia perché ho passato tutta la notte a catalogare Vogue”
Burt scosse la testa
“Dovresti smetterla con quei giornali, cos’hanno di così speciale?” Kurt alzò un sopracciglio bloccando il bicchiere che stava avvicinando alla bocca
“Tu hai la passione per Mellencamp ed io per Vogue quindi non sei in diritto di criticarmi” il padre sorrise portando le mani avanti come se volesse difendersi
“Okay, Okay è tutto chiaro…e come li catalogavi?”
“In ordine di giorno, mese e anno. E’ stata una faticata non pensavo di averne comprati così tanti in tutti questi anni”
Dalla porta della cucina Finn entrò con un aria ancora assonnata
“Buongiorno Finn, bella giornata non trovi?” il ragazzo portò le sue grosse mani alle orecchie
“Kurt non urlare ci sento benissimo”
“Ma io non sto urlando, sei tu che sei ancora assonnato…guardati le scarpe!” fece con un tono scontato Kurt indicando due tipi diverse di scarpe che Finn portava ai piedi
“Oh cavoli vado a cambiarmi” Finn fece per voltarsi
“Posso venire con te?”  Finn si girò di scatto
“Intendo…a scuola, possiamo prendere la tua auto” Kurt riuscì a capire dall’espressione allibita di Finn come avesse frainteso la sua frase
“Oh certo, io arrivo aspettami pure in macchina.”
Kurt prese la sua roba salutò con un cenno di mano suo padre e si infilò nella macchina di Finn e mentre lo aspettava ne approfittò per mettere la sua stazione radio preferita e spruzzarsi un po’ di lacca biologica che portava sempre con se come lo spray al peperoncino per difendersi dai criminali, solo che questo doveva proteggere i suoi capelli.
“Puoi smetterla di spruzzare questa roba in macchina mia?” Finn si infilò la cintura di sicurezza e accese il motore abbassando i finestrini della sua auto
“Non lamentarti che questa roba risveglierebbe il tuo cervello…positivamente”
Rassegnato Finn si mise a guidare verso la scuola. Una volta arrivati vennero accerchiati da Artie, Tina, Mike e Mercedes
“Allora, oggi al glee club cosa si inventerà il signor Schuester?” chiese allegramente Mercedes infilandosi sotto al braccio di Kurt
“Oh beh se viene di nuovo con uno dei suoi gilet giuro che inizio una rivolta nella scuola. Dovrebbero esseri illegali indossarli fino ad una certa età!” I ragazzi risero tutti insieme per la frase di Kurt mentre si avviavano nella scuola
“Hey Finn!” l’omone si girò e si ritrovò Blaine Anderson di fronte a se
“Ciao amico, come va?” scontrarono le proprie mani con un pugno segnando il loro saluto
“Benissimo, ci vediamo oggi agli allenamenti?”
“Puoi contarci!”
Kurt rimase a fissare per un attimo quel ragazzo dalla zazzera nera e gli occhi color miele, fissò il suo abbigliamento: di solito i giocatori di football portavano sempre la giacca della loro squadra, Kurt pensava che Finn ci dormisse pure la notte con quella, il che probabilmente era vero visto quanto il ragazzo fosse uno sfaccendato pure nel cambiarsi. Blaine invece indossava una t-shirt nera abbinata con i pantaloni dello stesso colore, aveva la barba accuratamente fatta e le unghia pulite e indossava una tracolla di pelle anziché il classico zainetto sulle spalle. Decisamente diverso dagli altri giocatori della sua squadra che amavano sudare e sporcarsi e si fissavano ogni mattina nello specchio sperando di vedere apparire un pelo sotto il loro mento.
Gli occhi caramello di Blaine si scontrarono per un attimo con quelli celesti di Kurt, quest’ultimo abbassò subito lo sguardo; dopotutto era un giocatore di football e probabilmente se avesse capito che lo stava fissando, dopo una spintonata contro gli armadietti non gliela avrebbe tolta nessuno. Anche se Blaine Anderson non si era mai permesso di fare una cosa del genere e nemmeno riderci sopra mentre accadeva in sua presenza.
“Kurt credi che il compito di geometria sia facile?” Tina gli si avvicinò mettendo fine ai suoi pensieri
“Scherzi?Sarà una passeggiata, tranquille ragazze domani vi suggerirò io quello che non sapete” la ragazza di colore e l’asiatica sorrisero abbracciando il loro amico mentre insieme andavano nell’aula per iniziare la lezione.
**
Dopo le prime ore di lezione i Titans andarono a fare gli allenamenti e dopo che la Coach Bestie li aveva torturarti per ben due ore facendoli correre per tutto il campo come punizione, perché per l’ennesima volta due ragazzi si erano spruzzati lo spray per i piedi negli occhi, la coach li mandò nelle docce così poi che potessero tornare a casa.
“Ragazzi sono distrutto, la Bestie oggi ci ha fatto penare” Finn si tolse la maglia e i pantaloni e si infilò nella doccia
“Dillo a questi due imbecilli” Puck con entrambe le mani schiaffeggiò la nuca dei due ragazzi che avevano commesso l’accaduto. Blaine rise mentre osservava la scenetta e prendeva le sue cose dall’armadietto
“Io vado ragazzi a domani”
“Non ti fai la doccia qui?” Chiese Sam mentre si asciugava i capelli biondo platino che aveva tinto prima di trasferirsi nel McKinley
“E’ tardi…devo andare” A Blaine non piaceva restare negli spogliatoi maschili non voleva che i suoi occhi indugiassero troppo sui corpi di quei ragazzi si sentiva: sporco, solo al pensiero.
Gettò le sue cose nel sedile posteriore della sua Volvo C30 e accese il motore ma si incantò nel vedere Kurt che usciva dalla porta della scuola da solo mentre con uno specchietto in mano si sistemava accuratamente il ciuffo. La scena che vide dopo non gli piacque per niente: Azimio che correva verso di lui e gli gettava lo specchietto a terra mentre rideva compiaciuto della sua azione
“Sei un idiota Azimio. Ora passerai sette anni di guai lo sai?Vedremo chi riderà prima o poi” Gli urlò contro Kurt prima di abbassarsi per prendere i frammenti di vetro e gettarli nel cassonetto.
Blaine scosse la testa e accese il motore; non era giusto comportarsi così con quel ragazzo.
**
Arrivato a casa dopo un’ora di tragitto ad aspettarlo c’era come sempre la madre e suo fratello Alec che aveva qualche anno più di lui e frequentava l’ultimo anno di liceo in una scuola privata.
Alec era un ragazzo obbediente e anche con un buon senso di umorismo, l’unica pecca pensò Blaine e che aveva l’ossessione per i videogame che a volte lo facevano sembrare un ragazzino ma infondo ognuno aveva le sue passioni. I due ragazzi si somigliavano parecchio solo che Alec era più alto e aveva gli occhi verdi. I due fratelli non erano gli unici figli, con loro c’era la sorella Isabelle che era la più grande dei tre. Frequentava il secondo anno d’università e aveva una stanza al campus ma spesso e volentieri preferiva tornare a casa dalla sua famiglia.
Gli Anderson erano una famiglia molto unita nonostante le classiche liti tra fratelli o discussioni tra genitori ma potevano definirsi una famiglia serena e compatta.
“Figliolo come è andata a scuola?” Karine la madre di Blaine era una donna aggraziata che nascondeva un leggero debole per il figlio minore. Non che non volesse bene agli altri ci mancherebbe ma c’era qualcosa nella dolcezza e nei modi di fare di Blaine che spesso anche da bambino combinava un guaio la passava liscia.
“Bene”  Quando era stanco Blaine parlava poco e alla madre non bastava mai
“Su andiamo Blaine, è  successo qualcosa? Guarda questi capelli, preparati un bel bagno e lavati intanto io preparo la cena che tra poco papà sarà qui.”
Blaine annuì dandole un bacio sulla guancia per poi infilarsi nel bagno per eseguire l’ordine della madre. Quando ebbe finito anche il padre era rincasato ed erano già tutti seduti a tavola mentre lo attendevano e con loro c’era un ospite; Alyssa la ragazza di Alec. I due si frequentavano da quattro mesi ed era la seconda volta che veniva a cena da loro. A Blaine stava simpatica a parte il fatto che a volte combinava colori di maglia e gonna non perfettamente guardabili ma per il resto non poteva lamentarsi.
La cena proseguiva sempre con la madre che raccontava i suoi aneddoti  di lavoro. Gestiva un grande negozio di bomboniere e  gingilli vari provenenti direttamente dalla Francia, era un lavoro piuttosto gradevole e lo faceva con passione. I discorsi poi si spostarono su altri argomenti come i parenti di Alyssa, il cibo messicano e il football.
“Blaine non è il quarterback ma ha una grande influenza sulla sua squadra” La madre per l’ennesima volta si stava vantando di suo figlio e quest’ultimo sbruffava di tutte queste troppe attenzioni e di essere il soggetto della discussione
“Blaine è non hai la ragazza?” Chiese Alyssa che stava seduta proprio di fronte a lui.
Il ragazzo alzò la testa e tossì  leggermente versandosi dalla brocca in un bicchiere un po’ d’acqua
“Al momento  no” bevve tutto d’un sorso senza fissare gli occhi della loro ospite
“Beh sono sicura che la troverai presto, sei così un bel ragazzo!” Blaine arrossì cercando di smorzare un sorriso. La sua famiglia non sapeva che era gay e lui non aveva nemmeno pensato di dichiararsi con loro; forse se lo avesse detto lo avrebbero capito, nonostante tutto essere il cocco di famiglia poteva portare i suoi lati positivi, ma era comunque una cosa difficile da gestire e per il momento si sentiva di tenere la bocca chiusa.
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Finita la cena, Blaine si chiuse in camera sua gettandosi di colpo sul letto facendo cadere i cuscini che lo decoravano. Gli passò per la mente Kurt Hummel, chissà come era la sua vita in famiglia perché sicuramente tutti sapevano che era gay, almeno credeva. Fatto sta che nonostante tutto quello che gli accadeva a quel povero ragazzo sembrava sempre felice.
Blaine si addormentò con quel pensiero dimenticandosi completamente di dover fare i compiti di geometria.
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Note: Salve! Per mi conosce già sa che ho da poco concluso una FF Klaine, ma io adoro questi personaggi e le idee mi frullavano in testa quindi...
Ho cercato di fare sempre qualcosa più personale e originale da come potete vedere. La storia ruoterà intorno a loro due e a come Blaine pian piano si dichiarerà a Kurt e poi alla sua famiglia. In questa storia mi piace scrivere i lati di entrambi e i momenti che vivono con le loro famiglie e ovviamente il loro avvicinamento. Avete notato che Kurt e un genio in geometria e Blaine no? Questo vorrà pur dire qualcosa..eheh....Detto questo una precisazione. I nomi dei fratelli di Blaine quindi Alec e Isabelle sono nomi che ho preso da una saga fantasy chiamata "Shadowhunters" Bene spero che la storia vi colpisca almeno un pò e fatemelo sapere con una piccola recensione! Bye

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Piccolo avvertimento prima di lasciarvi al capitolo. In questa fan fiction vedremo alcuni eventi del telefilm sia della prima che della seconda stagione però combinati tra di loro il che poi li porta a non aver nulla a che fare con il telefilm. Vi faccio un esempio per essere chiari (La famiglia Hudson-Hummel è già unita ma può accadere qualcosa tra i ragazzi che che abbiamo visto nella prima stagione) Okay questo potrà essere tutto molto confusionale ma forse leggendo nei prossimi capitoli capirete di più!
 
 
 
“Giuro che questa volta il ritardo non è stato a causa mia” Kurt camminava nei corridoi insieme a Mercedes
“Finn si era messo in testa di dover controllare sul vocabolario la parola ‘stereotipata’” Mercedes ridacchiò  “E’ perché mai?”
“So che l’ha sentita dire da Rachel” La ragazza diede una pacca sulla spalla dell’amico “Vado ho Storia, ci rivediamo a geometria per il compito” si scambiarono un occhiolino e Mercedes sparì. Giusto il tempo di prendere la cartellina e due libri dall’armadietto che Kurt venne gettato contro sbattendoci con la schiena per poi cadere a terra facendo volare i libri per il corridoio. Due ragazzi risero e corsero via mentre Kurt cercava di rialzarsi imprecando sotto voce.
“Tieni” il ragazzo si voltò scontrandosi con gli occhi di Blaine che gli porgeva i due libri e la cartellina. Kurt non rispose ma si limitò a sorridere facendo un cenno con la testa per poi sparire.
“Anderson” Blaine si voltò appena si sentì chiamare, era Finn
“Hey, ciao!” Il ragazzo si avvicinò a lui
“Sentimi domani sera sto organizzando una serata a casa mia, mangiamo la pizza, videogame e Puck porta qualche birra sempre se mia madre non ci becca. Facciamo cose da maschi! Ti unisci a noi?”
Blaine pensò che andarci sarebbe stata una bella idea, dopotutto adorava stare con quei ragazzi erano sempre quelli che stavano intorno a Kurt senza fargli mai del male.
“Certamente, lasciami il tuo indirizzo!” Finn sorrise felice che l’amico avesse accettato l’invito.
**
“Okay Kurt io mi sono esercitata ma se non sono sicura puoi aiutarmi?” Kurt alzò gli occhi al cielo sorridendo
“Tina ti ho detto di stare tranquilla, basta che non passi il compito a Brittany altrimenti si che avremmo problemi.”
Alla parola compito, Blaine sussultò dalla sedia. Lui e Kurt frequentavano lo stesso corso di geometria e oggi avevano il compito in classe e lui non aveva studiato per niente.
“Sono fregato” disse dando una testata al banco sotto di se.
Quando l’insegnante distribuì i compiti, Blaine credeva che fosse scritto in Arabo, o Aramaico antico:
Il teorema di Feuerbach? Poligoni regolari?E poi raggio, cerchio, diametro. Si sicuramente doveva essere Arabo pensò Blaine. Esasperato e sconfitto sbruffo guardandosi intorno, tutti i ragazzi avevano la testa sui fogli che scrivevano con impegno mentre lui si mise a pensare una prossima tattica da proporre alla Coach Bestie per la prossima partita. Passate le due ore, sul suo compito era riuscito a scrivere; nome, cognome e questo era stato semplice, ma trovò già la prima difficoltà nel scrivere la data visto che aveva dimenticato che giorno era. Alla fine consegnò il compito in bianco sotto gli occhi sorpresi ma non molto, della professoressa che lo vide adirato uscire fuori dalla classe.
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“Tutti qui domani sera?Finn ma ti rendi conto che casino combinerete tu e quei ragazzi?”
A casa Hummel la cena era sempre un continuo mormorio, i ragazzi avevano sempre tante cose da dire soprattutto Kurt che a volte, come lo definiva il padre: era reversibile come un trapano.
“Papà, Carole dite qualcosa!”
“Andiamo Kurt smettila, non hai fatto venire la settimana scorsa al tuo pigiama party Mercedes, Tina e Rachel?” Burt agguantò la forchetta e la infilò nel suo piatto d’insalata
“Si, ma le ragazze sono pulite, ordinate quei ragazzacci invece sporcheranno tutta casa, Carole pensa al tappeto nuovo che abbiamo in salotto. Sono sicuramente convinto che Noah porterà l’Alcol, non può approfittare della vostra assenza!” Kurt cercava di convincere in ogni modo i genitori che l’idea di Finn di riunirsi tutti in casa per mangiare schifezze e giocare alla playstation non era un’ottima idea.
“Kurt tu restatene chiuso in camera poi sistemerò tutto io da solo.” Gli disse Finn masticando la sua fetta di carne. Kurt sbruffò “Perfetto, resterò chiuso in camera allora!”
Sia Burt che Carole non poterono fare a meno di ridere, dopotutto così erano una reale famiglia.
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Blaine aveva appena finito di fare i compiti e uscì dalla sua camera per poi andare nel salone dove i suoi genitori stavano guardando un film sul loro schermo piatto.
“Papà, mamma domani sera potrei andare a casa di un amico?” i genitori si voltarono entrambi mentre la madre abbassò il volume della televisione
“A casa di chi?” chiese dolcemente la donna
“Finn Hudson è un ragazzo che sta nella mia stessa squadra di football, i genitori non sono in casa e quindi noi ci riuniamo per giocare alla playstation e fare cose…da maschi”  Blaine cercò di imitare il tono di Finn ma non gli piacevano le parole che stava usando, non gli piaceva nemmeno la playstation anche se quel gioco poteva benissimo piacergli visto che non era mai stato etichettato come un gioco ‘maschile’ ma a Blaine a differenza del fratello non era mai piaciuto.
“Beh per me si può fare, che ne dici caro?” il padre guardò il figlio e annuì “Solo che…non prendere la Volvo figliolo, prendi l’altra con la carrozzeria non troppo nuova, non vorrei che ti succedesse qualcosa!” Blaine sorrise ed annuì per poi tornarsene in camera sua.
Da sotto al cuscino prese un libro che nascondeva sempre: la biografia di Patty LuPone. Adorava quella donna. Adorava gli spettacoli dove la vedevano protagonista.
“Fratello che fai?” A quella voce Blaine chiuse di colpo il libro nascondendolo dietro di se
“Studiavo” mentii deglutendo.
“Volevo parlarti un pò” Alec si sedette sul letto accanto a Blaine mentre quest’ultimo fece scivolare il libro di nuovo sotto al cuscino
“Dimmi tutto” Blaine sorrise mentre fissava suo fratello “Volevo sapere come andavi a scuola  e magari informarmi un po’ sulla tua vita sentimentale…fammi fare il fratello premuroso!”
Blaine arrossì leggermente non aspettandosi un discorso del genere
“Non c’è nulla da dire…la squadra va alla grande e gli amici sono apposto. Non ho nulla da aggiungere” Il fratello lo guardò “Sono sicuro che c’è dell’altro” Blaine rassegnato sospirò
“Credo, anzi sono sicuro di aver preso una F al compito di geometria. Praticamente ho consegnato il compito in bianco” Alec sorrise dandogli una pacca sulla spalla “Andiamo era solo questo il problema? Puoi sempre recuperare, hai tanti amici no?Fatti aiutare da loro!” Alec si alzò dal letto e si avviò verso l’uscita. La parte del bravo fratello era già terminata ma a Blaine andava bene così. Anche se l’idea di farsi aiutare da qualcuno non era tanto male, solo che i suoi amici non frequentavano il suo stesso corso. A parte una persona…Kurt Hummel. E Blaine voleva accostarsi a lui magari chiedendogli un aiuto sarebbe stato un inizio!
**
“Okay Finn ti ho preparato qualcosa in cucina, mentre i biscotti sono caldi sotto al forno. L’aranciata è nel freezer tra una ventina di minuti toglila perché potrebbe congelarsi, io mi defilo al piano di sopra nella mia stanza!”
Finn stava ordinando la sua pila di videogame
“Non vuoi rimanere con noi?Infondo ci sono i ragazzi del Glee Club, sai bene che non inviterei mai quegli altri idioti, c’è solo Anderson con noi sembra un tipo apposto no?”
Kurt spalancò le iridi nel sentire il nome di Blaine poi deglutì
“Come mai viene anche lui?” cercò di fingersi il meno interessato possibile
“Mi sembrava carino invitarlo, è sempre così gentile!” Kurt fece una smorfia
“Beh..magari verrò a salutarvi più tardi, ora vado a riordinare i miei giornali”
Kurt sparì mentre Finn iniziava a preparare i giochi.
**
Puck e Artie furono i primi ad arrivare, Sam e Mike li raggiunsero poco dopo e subito presero posizione sui divani. All’ennesimo suono del campanello Kurt intuì che fosse Blaine così incuriosito scese metà scale spiandoli da lì. Oh si era proprio Blaine, era vestito carino pensò Kurt. Indossava una giacca e quando la tolse mostrava una camicia con un maglioncino bordeaux sopra e un paio di pantaloni scuri sotto. Kurt riuscì a vedere anche che i suoi capelli non erano colmi di gel come di solito li portava a scuola. Voleva nasconderlo a se stesso ma si, spesso e volentieri Kurt si fermava a guardare Blaine perché era decisamente carino. Troppo carino. Oltre la misura del carino. Si morse il labbro inferiore e tornò in camera per catalogare le riviste degli abiti da sposa che aveva acquistato nel periodo in cui il padre e Carole dovevano sposarsi
“Superbe sposa, è qui! Sposa moderna eccolo…ma dov’è ‘ la sposa di Chérie?” si guardò introno per poi frugare nel suo armadio ma non trovò nulla. Poi si ricordò che Carole lo aveva preso per mostrare dei vestiti alla nuova vicina, così decise di scendere giù e cercarlo.
Quando scese al piano di sotto la scena era proprio come se l’aspettava: Puck con in mano una birra mentre Artie e Sam si stavano sfidando ad un gioco di battaglia, che nonostante tutte le volte Finn gliene avesse parlato lui dimenticava completamente il suo nome. Notò che Blaine era seduto sulla poltroncina con un bicchiere d’aranciata in mano
“Sera ragazzi” salutò garbato Kurt mentre rovistava sul tavolino davanti a loro tra pop-corn e salatini che erano ruzzolati dalle ciotole “Qualche minuto e vado via..ma dov’è la mia rivista!” Kurt cercò in tutti i modi di evitare lo sguardo di Blaine ma quando non ci riuscì vide che il ragazzo lo stava fissando così decise di sgomberare la sala “Okay prendo un bicchiere di latte e mi volatilizzo. Puck le birre portale fuori se mio padre le vede sono guai!”
Quando sparì dalla sua visuale, Blaine rimase un po’ perplesso; lui e Finn erano fratelli? Li vedeva spesso insieme ma non era mai arrivato ad una conclusione simile e poi avevano due cognomi diversi, pensò Blaine. Mentre ripensava a questi legami da sotto al suo sedere vide una rivista, proprio quella che Kurt stava cercando probabilmente, così ne approfittò per portargliela visto che anche l’aranciata era finita.
Quando entrò nella cucina lo vide che beveva il suo latte
“Hey era questa la rivista che cercavi?” Blaine vide Kurt spalancare gli occhi e arrossire poi lentamente prese la rivista dalle sue mani “Ehm..grazie!” Blaine sorrise “Senti di la non c’è più aranciata dove posso prenderla?”  il moro vide Kurt sbruffare mentre faceva roteare i suoi enormi occhi celesti “Glielo detto a quel testone di prenderla dal freezer sicuramente ora sarà ghiacciata!” Aprì la porta del freezer per prendere la bottiglia e poi la chiuse con forza
“Tieni” gliela porse tra le sue mani
“Grazie” Blaine annuì sorridendo “Non ti unisci a noi?” chiese incuriosito nella speranza di riceve una risposta positiva. Kurt fece un sorriso amichevole per rifiutare gentilmente l’invito
“Devo riordinare le mie cose e inoltre playstation, birra e patatine non è il mio tipo di serata!” Blaine abbassò lo sguardo un po’ intimidito e un po’ deluso per la risposta
“Nemmeno il mio a dire il vero” disse sottovoce
“Come?” Kurt non riuscì a sentire cosa avesse detto l’altro ma Blaine sorrise e tornò nel salone insieme agli altri.
La serata finì intorno alle 00.30 anche perché sia Artie che Blaine abitavano piuttosto lontano da casa di Finn.
Blaine si mise a raccogliere tutti i bicchieri per poi gettarli in una busta e Kurt che era sceso in pigiama convinto che tutti fossero andati via rimase sorpreso
“Oh, lascia stare faccio io” corse a prendere la busta dalle mani di Blaine arrossendo per il suo abbigliamento. Anche Blaine sembrava intimidito nel vederlo vestito in quel modo
“Dov’è Finn?” chiese Kurt mentre raccoglieva le briciole dal tavolo con uno strofinaccio
“Sta aiutando Puckerman a sistemare Artie nella sua auto.” Blaine prese le buste vuote e le mise nel cestino. In pochi minuti riordinarono tutto.
“Spero che non ti abbiamo disturbato troppo, ho provato a non farli urlare quando segnavano durante il football nel videogioco ma è stato inutile” Kurt ammirava come questo ragazzo fosse aggraziato
“Tranquillo non stavo dormendo. Ero uscito per controllare che i miei fossero tornati”
Dopo queste parole ci fu un attimo di silenzio poi Blaine tornò a parlare
“Bene io devo andare, la strada è buia e ci vuole un po’ per tornare a casa.” Kurt annuì
“Buonanotte allora!”
“Notte, Kurt”
Quando Kurt sentì pronunciare quel nome dalle labbra di Blaine, il suo cuore iniziò a martellare in modo più veloce. La sua voce era come quella di un usignolo e pareva sentirsi chiamare per la prima volta….era stato piacevole. Sospirò abbandonando il sacchetto con le cartacce dentro e tornò nella sua stanza, prese la biografia di Patty LuPone e continuò la sua lettura prima di addormentarsi.
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Note: Anche il secondo capitolo è andato. Spero che la storia vi stia prendendo un pochino ma siate clementi di certo non vedremo i due ragazzi mettersi insieme molto velocemente ma avremo momenti fluff sicuramente!

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Dopo aver passato il weekend con la famiglia dai suoi zii, Blaine, per una volta a malincuore, tornò a scuola più scoraggiato del solito. Sapeva che l’insegnante avrebbe portato i compiti di geometria corretti e sapeva benissimo che aveva preso una F. Il punto e che adesso avrebbe dovuto subirsi la ramanzina dalla professoressa e dai suoi genitori.
Quando entrò in classe la donna era già seduta li con i suoi soliti occhiali che le cadevano dal naso, i capelli legati in modo disordinato e quella solita giacca a quadri che portava un giorno si e l’altro pure. Blaine fece una smorfia di disgusto e poi andò a sedersi al suo solito banco quando dalla porta vide entrare Kurt insieme alla ragazza di colore che ricordava si chiamasse Mercedes. Erano inseparabili loro due e probabilmente si erano conosciuti al Glee Club.
Il Glee Club che strana cosa, pensò Blaine. Perché esiste un corso del genere in una scuola? Dove ragazzi dotati di talento nascosto si riunivano in una classe per provare ore e ore pezzi di canzoni degli anni sessanta-ottanta revisionandoli in una maniera più moderna. Blaine non aveva mai visto una lezione di quel corso ma dai suoi amici ne aveva sentito parlare parecchio.
Finn ne faceva parte e anche Mike, Puck e  Sam Evans e spesso ne parlavano durante gli allenamenti di Football e per quelle poche volte che aveva origliato, i ragazzi parlavano sempre di quali arrangiamenti fare e con quali canzoni esibirsi per le gare canore. Sembrava interessante pensava sempre Blaine ogni volta che ascoltava di nascosto, ma poi sentiva da Azimio, Karofsky e altri ragazzi. L’altro lato della medaglia di far parte di un Glee Club. I ragazzi dicevano che era per perdenti infatti prendevano in giro i ragazzi che ne partecipavano gettandogli granite addosso. Blaine odiava questa cosa, specialmente quando lo facevano a Kurt. I ragazzi definivano il Glee Club ‘l’antifigo per eccellenza’ e se volevi farti rispettare nella scuola non ne dovevi fare parte. A Blaine piaceva cantare anche se nessuno lo sapeva. Una volta però Finn si complimentò con lui perché lo aveva sentito cantare sotto le docce. Blaine si era anticipato con gli allenamenti così da potersi lavare da solo ed uscire prima dalla palestra ma poi si ritrovò con Finn davanti che gli faceva i complimenti per come aveva cantato “Teenage Dream” sotto la doccia. Blaine era arrossito per poi fuggire via, era una cosa che Finn faceva spesso, gli era capitato anche con Sam.
Blaine scosse i suoi pensieri  e tornò a seguire con lo sguardo Kurt che parlava con Mercedes gesticolando come le dive durante le interviste, sorrideva e alzava gli occhi al cielo. Udire il suono della sua risata era davvero piacevole. Quando la professoresse consegnò i compiti, Kurt fu il primo a riceverlo trovandosi in prima fila e Blaine lo sentì squittire di gioia per il buon voto preso. Quando arrivò il suo turno l’insegnante guardava Blaine con aria delusa
“Anderson” le disse consegnandogli il foglio con una F scritta in rosso che poteva sembrare sangue… il suo…ovvero quello che avrebbe versato quando i genitori lo avrebbero saputo
“Sono molto delusa da te. Se al prossimo compito non prenderai un voto migliore sarò costretta a dire alla Coach Bestie di cacciarti dai Titans.”
Blaine spalancò gli occhi dilatando le iridi. Il football no, era l’unica cosa che lo faceva stare bene in quella scuola.
“Non si preoccupi professoressa, cercherò di recuperare”
“Lo spero!” disse seria l’insegnante prima di dare il resto dei compiti alla classe. Blaine per l’ennesima volta sbruffò e voltandosi vide che Kurt lo stava fissando con aria preoccupata, quindi si limitò a sorridergli sperando di essere ricambiato ma non fu così.
**
“Mercedes ti sto dicendo solo che è strano. Non mi ha mai dato uno spintone, mai gettato una granita in faccia e mai gettato nei cassonetti sembra così gentile e poi venerdì si è messo anche a riordinare nel mio salotto. Un ragazzo non fa mai queste cose.” Mercedes ascoltava quello che l’amico aveva da dirgli mentre addentava con la forchetta le sue amate crocchette
“Kurt non può essere semplicemente un ragazzo educato e gentile? Perché devi pensare subito che è gay!”
“Non porta mai la giacca dei Titans”
“Non è un buon motivo Kurt”
“I capelli perfettamente in ordine e mai un cenno di barba”
“semplicemente è pulito?”
“Le unghia curate”
“Kurt!” lo ammonì Mercedes, visto che il ragazzo stava superando i limiti del normale
“Bene cercherò delle prove” disse Kurt deciso alzandosi dalla sedia facendola fregare sul pavimento.
“Kurt non fare sciocchezze.” Quando Mercedes disse quella frase il ragazzo era già corso via verso il campo d’allenamento dei Titans. Ebbe la fortuna, o la sfortuna, visto che se lo avessero visto sicuramente lo avrebbero rincorso dietro, di trovarli lì. Salì le lunghe gradinate e si sedette su una panchina mentre fissava i ragazzi allenarsi.
Non fu difficile trovare Blaine lui era quello con la statura più bassa ma era bravo perché aveva un calcio incredibile e una grande velocità. Rimase a spiarlo per un po’ sperando di intuire qualcosa o cercare qualche prova che lo rendesse effettivamente un gay, ma fallì soprattutto quando alla fine degli allenamenti lo vide infilarsi in un auto con una ragazza.
La missione era fallita e Kurt se ne tornava sconfitto verso la sua auto, ma non riuscì a raggiungerla subito visto che due ragazzi lo presero di peso e lo gettarono nel cassonetto vicino a loro
“Ho la giacca di Marc Jacobs” gli urlò contro. Di solito quando Noah e Finn facevano inizialmente queste cose gli permettevano di togliersi la giacca e posare la borsa, questi altri ragazzi invece no.
Quando tornò a casa Kurt si esercitò per trovare il Fa naturale che gli avrebbe permesso di vincere la sfida contro Rachel Berry per cantare Defying Gravity . La vittoria era sua se non fosse stato per una telefonata alquanto indecente che il padre aveva ricevuto.
**
“Mamma siamo a casa!” Isabelle entrò allegra dopo essere passata a prendere il suo fratellino a scuola
“Bentornati, Blaine come è andata a scuola?” Blaine abbassò lo sguardo ma sapeva che era inutile mentire tanto prima o poi l’avrebbe scoperto
“Ho preso una F in geometria” deglutì aspettando la risposta
“Come è potuto succedere Blaine?” la madre era sconcertata ma tentava di mantenere un tono stabile.
“Semplice mamma non ho studiato…però ho pensato ad una cosa!” la madre portò le braccia al petto incrociandole “sentiamo”
“C’è un amico…cioè un ragazzo nel mio corso di geometria che è molto bravo. Potrei chiedere un aiuto a lui” la donna sospirò chiudendo gli occhi per poi riaprirli e indicare con un dito minaccioso il figlio
“Bene sarà meglio per te, a tuo padre non piacerà questa storia” in un modo un po’ teatrale, secondo Blaine, la madre si avviò in cucina borbottando sotto voce.
“Sono sicura che le ragazze del tuo liceo ti frullano il cervello, l’ho viste tutte quelle cheerleader”  Blaine storse il naso senza proferire parola mentre la sorella lo guardava con un’aria di superiorità
“Non credere che io non sappia fratellino.” A quel punto il cuore di Blaine cessò di battere per qualche istante per il timore di quella frase. “Che vuoi dire?” per fortuna riuscì a mantenere il suono della voce calmo anche se un po’ tremante. Isabelle non rispose ma si limitò a sorridere e andare via.
Nella sua stanza dopo cena per fortuna Blaine poteva dedicarsi alla lettura; sistemò le scarpe nel ripostiglio,si infilò il pigiama e spense la luce lasciando solo la lampada accesa che gli permetteva di leggere ma subito venne interrotto dalla madre.
“Blaine ti ho portato i vestiti puliti li ho appena stirati” il ragazzo chiuse di colpo il libro gettando il lenzuolo sopra “Grazie mamma” si sistemò subito accuratamente gli abiti nel suo cassetto mentre la mamma era lì che lo fissava.
“E’ strano vedere come sei così ordinato, tuo fratello mi ha fatto sempre penare e anche tua sorella se dobbiamo essere sinceri, invece tu sei sempre così impeccabile..”
“Mamma mi piace l’ordine okay?” la voce di Blaine si alzò di qualche tono sorprendendo la madre. Il ragazzo pentito scosse la testa
“E’ stata una giornata lunga…vorrei solo riposare” entrambi sospirarono e la madre gli diede un bacio sulla fronte “buonanotte”
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“Che hai Kurt?”  Tina, Kurt e Artie stavano vicino ai loro armadietti per prendere i libri
“Niente, ieri è successo una cosa che ha messo di cattivo umore me e mio padre”
“Possiamo aiutarti?” si offrì Artie
“No grazie è una cosa che devo vedermela da solo.” Sconsolato Kurt si avviò per l’aula di francese ricordandosi però di aver dimenticato gli spartiti nell’aula di musica così pensò di arrivarci un istante per poi andare a lezione
“Che ci fai qui?” al suono della voce di Kurt, Blaine scattò dalla seggiola del pianoforte dove era seduto
“Io?Niente…stavo solo…niente scusami”  Kurt lo fissò con aria curiosa ma decise di non prolungare il discorso così prese i suoi spartiti e se ne uscì.
**
Appena finiti gli allenamenti Blaine fuggì di corsa per andare a prendere in classe il suo libro di geometria, no quella materia non voleva assolutamente entrargli in testa. Recuperato il relitto si stava avviando verso l’uscita mentre venne attratto da una voce soave, piacevole. La canzone poi era favolosa sembrava scritta apposta per quella voce. Ma lui conosceva bene quella canzone era di uno dei suoi Musical preferiti. Lentamente guardandosi intorno nella speranza che non ci fosse nessuno a fissarlo, Blaine si avvicinò alla porta dell’aula di musica e rimase ancora più sorpreso nel vedere a chi appartenesse quella voce cristallina. I suoi occhi si incantarono e la sua bocca si schiuse leggermente mentre le sue orecchie si estasiavano della voce di Kurt che cantava sulle note di Defying Gravity. Purtroppo però la magia finì proprio quando Kurt stonò su uno dei più importanti pezzi della canzone. I ragazzi del Glee Club applaudirono mentre il professore si complimentava con lui ma Kurt prese la sua cartella e si avviò fuori sbattendo la porta non notando che Blaine fosse li vicino.
“Kurt!” Lo chiamò il moro facendolo bloccare di colpo. Kurt si girò lentamente mentre si passava una mano sugli occhi umidi. Blaine evitò di chiedergli come si sentiva, non erano amici quindi non aveva diritto
“Scusami volevo chiederti un favore”
Blaine notò come lo sguardo di Kurt da triste divenne interessato e curioso e anche un po’ sbalordito
“Dici a me?”
“Dico a te” Blaine sorrise
“Vorrei chiederti un aiuto in geometria, sai all’ultimo compito non sono andato molto bene…” fece il vago
“Hai preso una F” rispose scontatamente Kurt. Ma Blaine non si offese anzi fece un altro dei suoi sorrisi migliori
“Quindi…credi che tu potresti darmi una mano?” Gli occhi di Kurt indugiarono per qualche istante a fissare Blaine dalla testa ai piedi
“Come ci organizziamo?” concluse Kurt
“Puoi…puoi venire a casa mia, staremo tranquilli”  Kurt non rispose ma aprì la borsa e estrasse un foglietto di carta e una penna
“Dammi il tuo indirizzo”
Blaine prese la penna tra le mani di Kurt notando quanto fosse soffice la sua pelle. Scrisse l’indirizzo e poi gli riconsegnò il foglio.
Quando Kurt uscì dalla scuola non era più tanto triste. La canzone l’aveva sbagliata di proposito per il bene di suo padre ma aveva un motivo per sorridere perché sotto all’indirizzo di casa Anderson, Blaine gli aveva lasciato il suo numero di telefono.
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Note: nel secondo capitolo quando vi ho detto che gli eventi della prima e seconda stagione li avrei combinati tra di loro, intendevo con la canzone Defying Gravity che avviene nella prima stagione mentre nella seconda si forma la famiglia Hummel-Hudson. Mi serviva per far avvicinare di più i nostri ragazzi!

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Tornato a casa, Kurt si fiondò in camera sua con ancora il foglietto tra le mani; il numero lo aveva già memorizzato nella sua testa mentre la via era piuttosto sconosciuta. Si mise a studiare con un sorriso da ebete sulle labbra però poi qualcosa lo fece rattristire. Era da stupidi non sapeva nemmeno se Blaine era interessato ai ragazzi o no, inoltre faceva parte di una squadra di football e se quindi gli stava preparando uno scherzetto con i ragazzi della sua squadra?Kurt scosse la testa afferrando una penna per poi iniziare a fare i compiti. Blaine non era così, si era sempre comportato bene e gli aveva anche raccolto i libri da terra quando gli erano caduti. A Kurt però venne un altro dubbio, cosa ci faceva nell’aula di musica?Lo aveva visto vicino al pianoforte. Che volesse unirsi al Glee Club?
“Kurt vieni ad aiutarmi per favore?”
“Arrivo Carole”
Il ragazzo corse per le scale e si affrettò ad arrivare in cucina dove Carole preparava il pranzo e subito si mise a lavoro per aiutarla. Burt rincasò insieme a Finn che chiacchieravano di una partita che doveva essere trasmessa in tv la sera
“Papà!” Kurt lo chiamò eccitato, forse un po’ troppo da attirare l’attenzione di tutta la famiglia su di lui
“Posso andare a studiare da un amico?Cioè è un ragazzo che mi ha chiesto di aiutarlo in geometria,  non è molto bravo e quindi mi ha chiesto aiuto”
Burt fissò il figlio mentre si toglieva il cappello che usava in officina, conosceva le regole: mai mangiare con un capello in testa a tavola.
“Chi è questo ragazzo Kurt? Burt sembrava come se lo stesse ammonendo
“E’ un ragazzo papà, gioca con Finn nella squadra di Football” Kurt indicò il fratello colto in fragrante mentre rubava dei pezzi di cibo dal piatto che non era ancora stato servito a tavola.
“Chi?” chiese l’omone con la bocca piena. Kurt fece prima un verso di disgusto per la visione che il fratello gli stava dando e poi sorrise “Blaine Anderson”
“Blaine non va bene in geometria?” Finn sembrava sorpreso
“Ha preso una F nel suo ultimo compito” Kurt fece un tono scoraggiante cercando un po’ di pietà nel padre nei confronti del ragazzo sfortunato
“E’ questo Blaine è un tipo….” Il figlio capì dove volesse arrivare il padre
“Non pervenuto”
“E’ etero Kurt” esortò Finn mentre il più piccolo(ma solo d’altezza) incrociava le braccia al petto irritato
“Beh…allora puoi andare ma stai attento e sii educato!”
“Puoi portare un dolce che ne dici?” si intromise Carole che per tutto quel tempo era stata zitta ad ascoltare i suoi uomini discutere. Kurt batté le mani per poi dare un bacio sulla guancia prima a lei poi a suo padre e stava per avvicinarsi a Finn ma essendo troppo alto ci rinunciò.
Dopo pranzo Kurt prese il suo cellulare per comporre un messaggio:
 
I miei mi hanno dato il permesso a che ora ci vediamo?
 
Poi però lo cancellò, sembrava troppo confidenziale
 
La geometria è importante e noi siamo pronti giusto?Pronto ad affrontare i cerchi e i quadrati?
 
Cancellò anche il secondo, faceva intendere il troppo eccitamento di Kurt nell’incontrarsi. Alla fine però ne mandò uno chiaro e deciso.
 
Quando vuoi che io ti aiuti fammelo sapere sono libero!
 
Fu impressionante per Kurt come la risposta gli arrivò in pochi istanti dopo, come se Blaine stesse con il cellulare lì ad aspettare
 
Hai impegni per oggi?Io ti aspetto qui!
Sul viso di Kurt si formò un sorriso, uno di quelli grandi da farti venire il male alle guancie. Chiuse il cellulare e si avviò verso l’armadio cercando i vestiti da indossare per la giornata di studio.
**
Sto arrivando!
 
Blaine chiuse il cellulare con un sorriso enorme sul volto dopo aver letto l’ultimo sms che Kurt gli aveva inviato. Stava aspettando quel messaggio da tutto il giorno infatti non si era staccato dall’aggeggio neanche un minuto e spesso e volentieri era stato fregato dalle vibrazioni immaginarie del suo cellulare.
Quando uscì dalla sua stanza vide la madre che indossava un cappotto
“Dove vai mamma?”
“Oh Blaine io e tuo padre usciamo, Alec è da Alyssa e tua sorella mi pare sia andata al centro commerciale” Blaine si infilò le mani in tasca
“Mamma ma oggi viene quel mio amico per studiare geometria non è carino non farvi trovare qui”
La donna si portò la mano alla fronte facendo suonare i suoi bracciali che le pendevano dal braccio
“Mi sono completamente dimenticata figliolo, mi dispiace così tanto” nonostante il dispiacere la donna non parve però rinunciare all’appuntamento
“Facciamo così invitalo di nuovo la prossima volta così lo facciamo rimanere a cena.” Diede un bacio al figlio e lo scompigliò i capelli per poi uscire.
Rimasto solo in casa, Blaine si mise in bagno per darsi una sistemata poi aprì i mobili della cucina per cercare qualche stuzzichino da mangiare durante l’ora di studio. Sistemò accuratamente tutto sul tavolo nel salone. Stando da soli in casa il salone era ottimo per studiare: una buona luce, un tavolo grande e tanto spazio intorno a loro. Rimase a fissare l’orologio con le mani sudate aspettando l’arrivo di Kurt e quando il campanello bussò sobbalzò e si avviò troppo velocemente alla porta spalancandola e facendo sorprendere l’invitato.
“Ciao!” Entrambi gli occhi dei ragazzi sorridevano più di quando volevano dimostrare
“Ciao, che velocità ad aprire la porta” Blaine smorzò un sorriso
“Ero qui vicino”
“Hai un bel giardino le begonie e i gerani sono un ottimo abbinamento per questo tipo di vivaio.”
“Grazie…in realtà non so che tipo di fiori hai nominato ma sicuramente stanno qui in mezzo” imbarazzato il bruno indicò il giardino dietro alle spalle di Kurt.
“Beh non mi fai entrare?” chiese quest’ultimo
“Che sbadato scusami”
Ed ecco, pensò Blaine, la prima figuraccia era fatta. Mentre camminavano Kurt continuava a fissare l’arredamento della casa e quanto fosse grande
“Hai una casa enorme. Tua madre è una designer o cose del genere? Chiese Kurt mentre gli occhi tergiversavano da una parte e l’altra della casa
“No niente di tutto questo. Si occupa di vendere gingilli vari provenienti dalla Francia” Kurt fissò stupito Blaine “Francia? Meravigliosa. Paris la ville de l’amour” Kurt fece un tono da voce sognante e Blaine scoppiò a ridere. Per un attimo si guardarono negli occhi non sapendo cosa dirsi, dopotutto non erano ‘molto amici’ anzi quasi per niente.
“Vieni, sediamoci qui nel salone così possiamo studiare”
Solo allora Kurt notò che in casa non ci fosse nessuno “Siamo soli?” chiese sedendosi su una sedia e iniziando a prendere i libri dalla borsa
“I miei genitori non ci sono e i miei fratelli sono in giro, si scusano e ti hanno già riservato un prossimo invito qui a cena a casa nostra” si giustifico Blaine.
Kurt non sapeva che dire rimase piuttosto spiazzato “Oh…grazie” si guardò intorno notando come Blaine avesse imbandito la tavola dimenticandosi la cosa più fondamentale
“Ehm…Blaine senti apprezzo i biscotti e il thè sulla tavola ma non saranno questi a risolvere i problemi di geometria”
“Che vuoi dire?” chiese confuso il moro mentre Kurt si lasciò andare in una risata
“Blaine. I libri dove sono?”
Entrambi scoppiarono a ridere e il suono delle due risate mescolate insieme  sembravano una perfetta composizione musicale.
“Vado a prenderli subito”
In pochi minuti si misero a lavoro Kurt cercò di capire le lacune di Blaine ma più che lacune il ragazzo aveva delle vere e proprie voragini.
“Non capisco perché non apprendi nulla di geometria!Le altre materie che voti hai?”
Blaine si mise una matita sull’orecchio accasciandosi sulla sedia
“Ho tutti voti piuttosto alti ma questi cerchi, numeri e circonferenze non vogliono entrare nel mio cervello. L’unica circonferenza che potrei calcolare è quella del pallone da Football.”
Kurt ridacchiò “Bene allora inizieremo dalle cose basi…ma posso chiederti una cosa?” purtroppo la curiosità di Kurt non aveva mai limiti
“Dimmi” Blaine iniziò a dubitare sulla domanda quando fissò gli occhi desiderosi di sapere di Kurt
“Cosa ci facevi nell’aula di musica stamattina?”
Oh ecco…era stato spiazzato dalla domanda. “guardavo il pianoforte. Io ne ho uno simile”
“Tu..tu suoni il pianoforte?” Kurt schiuse la bocca
“Qualche volta. Ora posso farti io una domanda?” chiese Blaine visto che stavano entrando in confidenza
“Ci sei rimasto male vero quando hai stonato sulle note di Defying Gravity?”
“Come fai a conoscere quella canzone?”
“Non hai risposto alla mia domanda”
Kurt si morse il labbro inferiore e poi tornò a fissare gli occhi caramello di Blaine.
“Era una sfida che provavo con la mia amica Rachel, sarebbe servita per quando il glee si sarebbe esibito alle provinciali. Il problema e che la canzone è cantata da una donna ma io l’adoro. Volevo fare di tutto per ottenere quell’assolo” sia il tono di Kurt che lo sguardo si rattristirono
“Ma poi mio padre in officina ha ricevuto una chiamata dove gli dicevano che suo figlio era un ‘finocchio’ lo so è poco originale, me lo dicono sempre ma a mio padre no!” Kurt sospirò
“Quindi niente più canzone”
A quella storia Blaine si rattristì di colpo. Ecco la vita a Lima per uno come Kurt…uno come lui, non era affatto semplice. Gli allungò una mano e la poggiò su quella di Kurt
“Mi dispiace Kurt, nessuno dovrebbe permettersi di trattarti in questo modo” Kurt abbassò e alzò lo sguardo ripetutamente fissando la mano sua e quella di Blaine l’una sull’altro. Il contatto della loro pelle sembrava un contatto piacevole seppur caldo. Kurt sperava che quella mano non si togliesse mai di li
“Beh ormai è fatta. Ci sono abituato quindi…riprendiamo?” La geometria era di certo un argomento buono per distrarre Kurt da quei brutti pensieri.
**
“Sono esausto!”
Kurt alzò un sopracciglio guardando Blaine stendersi con la testa sul tavolo lanciando via i libri dalla parte opposta
“Da quando tempo stiamo studiando?” chiese il riccioluto
“Vuoi sapere dall’ultima volta che me lo hai chiesto o ti interessa sapere in generale?”
Blaine non alzò la testa dal tavolo “non ho capito una parola ma…come vuoi” Kurt sospirò
“Blaine stiamo studiando da quindici minuti e l’ultima volta che me lo hai chiesto è stato due minuti e mezzo fa”
Blaine alzò la testa con un fare allegro “Bene allora facciamo una pausa!”
Kurt corrugò le sopracciglia “Con tutto il rispetto Blaine ma di questo passo non riusciremo a concludere nulla in una sola giornata”
“E chi ti ha detto che voglio passare una sola giornata con te?”
Con quella frase Kurt batté le palpebre con aria interdetta e Blaine capì di essersi espresso non nel modo giusto
“Voglio dire, di certo una sola lezione non mi farà recuperare tutto quindi ti propongo di fare più lezioni insieme. Posso…posso pagarti se vuoi”
Kurt fece mente locale su tutto quello che stava dicendo Blaine
“Quindi a te andrebbe a genio passare più tempo con…me?” Kurt parlò quasi sottovoce
“Ovviamente!”
Questa volta ad abbandonarsi sulla sedia fu Kurt
“Qualche problema?”
“E che è strano…nessun ragazzo vuole passare del tempo con me, più che altro pensano a spintonarmi” Blaine deglutì
“Io… sono diverso” Kurt alzò lo sguardo per perdersi di nuovo negli occhi color caramello di Blaine
“In che senso?”
Il petto di Blaine continuava a gonfiarsi per il troppo fiato che teneva in corpo, voleva tirare tutto fuori. In fin dei conti in un modo o nell’altro voleva uscire allo scoperto no? Stava per parlare ma venne interrotto dal suono del suo cellulare: Isabelle.
“Scusami un attimo” si alzò e si allontanò per parlare con la sorella.
Kurt rimase un attimo stordito da quella situazione, così decise di andare in bagno per darsi una rinfrescata. Bene. Il bagno. Dove diamine era? Vide Blaine troppo impegnato nella conversazione così decise di andarlo a cercare da solo vagando da camera a camera. Alla fine dopo aver aperto il ripostiglio, una porta che con delle scale probabilmente portava in garage, si ritrovò in un altro salone dalle dimensioni più piccole di quello dove stavano studiando e notò nell’angolo il pianoforte che Blaine gli aveva accennato. Si sentì una mano sulla spalla e sobbalzò
“Blaine…mi hai spaventato” deglutì per lo spavento appena preso
“Scusa” sogghignò Blaine
“Cercavo il bagno.” Si voltò per fissare Blaine che teneva ancora la mano sulla sua spalla. Il moro fece scivolare quest’ultima lentamente percorrendo tutto il suo braccio come una carezza fino al polso e lo tirò con se giusto due porte dopo
“Ecco il bagno!”  gli aprì educatamente la porta
“Vado a risolvere l’area del trapezio isoscele” tutti e due si sorrisero e Blaine tornò nel salone.
**
Kurt passò le seguenti due ore a spiegare base maggiore, lati obliqui e somma degli angoli interni e quando Blaine provò a fare un paio d’esercizi da solo il risultato fu piuttosto discreto
“Blaine mi sa che dovremmo lavorare ancora un bel po’….” Il ragazzo non poté far a meno di sorridere
“Questo non mi dispiace affatto”
Kurt tornò a guardarlo con quello sguardo da cosa diamine vuoi dirmi?
“Sai…così la professoressa si sorprenderà dei miei miglioramenti e magari festeggerà cambiandosi la giacca”
“L’hai notata anche tu? Fa così anni sessanta!” Kurt scoppiò seguito da Blaine. Era incredibile come entrambi avessero trovato subito l’affinità
“Ora però devo andare è venerdì sera e a casa mia si cucina il pollo, mio padre non permette ritardi!” entrambi si alzarono dalle sedie e Blaine lo accompagnò verso la porta d’ingresso
“Ogni venerdì mangiate pollo?” chiese curioso
“Tradizione di famiglia” Kurt gli sorrise ed uscì fuori dalla porta
“Quindi immagino che ci rivediamo tra i corridoi della scuola”
Blaine annuì
“Per quanto riguarda…il pagamento diciamo…come la mettiamo?” Kurt tirò indietro con la testa corrugando la fronte
“Non ti azzardare nemmeno a cacciare un solo centesimo!” Blaine sorrise
“Grazie Kurt”
“Ciao Blaine”
**
Quando Kurt se ne andò Blaine da dietro la porta fece un sospiro di sollievo e allo stesso tempo di sconfitta. Avrebbe voluto dire a Kurt com’era lui realmente che erano molto simili ma forse doveva avere qualche approccio un po’ più ravvicinato con lui.
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Note: Salve! Capitolo breve ma di passaggio mi serviva per far avvcinare di più i due ragazzi e perchè non iniziare proprio con la loro prima lezione insieme? (Che poi non capisco perchè ho scelto geometria che è una materia che ho sempre odiato) Detto questo sono ancora le 22.00 quindi posso augurarvi Buon ferragosto e divertitevi mentre io sono chiusa in casa con un piede fasciato -.-... Bye

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


“Quelle ragazze ti stanno fissando” Isabelle accompagnò Blaine a scuola prima di andarsene all’università.
“Beh forse guardano la tua auto” certo una Chevrolet Captiva non passava in osservato nella piccola Lima.
La sorella gli sorrise compiaciuta del complimento ricevuto per la sua auto “Non ci hai detto come è andata la tua prima lezione di geometria”
“Bene” si affrettò a dire Blaine. Temeva che la sorella avesse capito tutto.
“Okay non vuoi parlarmene, ora esci che sono in ritardo”  Si salutarono e Blaine si volatilizzò.
Quel giorno non aveva geometria per sua fortuna o sfortuna visto che a Kurt lo avrebbe incontrato solo nei corridoi ma la sfortuna fu ancora più assidua che non lo vide nemmeno lì.
**
“Evans a destra…a destra” La coach Bestie stava urlando come al solito durante gli allenamenti
“Perché non seguite mai i miei schemi Hudson tu che sei il quoterback  vedi di dare una svegliata ai tuoi compagni.”
Durante tutta l’ora degli allenamenti Blaine pensò continuamente a Kurt facendosi placcare più di una volta dai compagni
“Anderson svegliati per favore!” gli urlò la coach.
“Basta, andate tutti via muovetevi”
Blaine affannato prese la sua borsa e si mise un asciugamano intorno al collo e mentre si avviava negli spogliatoi sotto gli spalti vide un volto conosciuto
“Hey Kurt” si avvicinò a lui con un sorriso enorme sulle labbra
“Ciao” Kurt continuava a guardarsi furtivamente intorno
“Senti volevo dirti una cosa riguardo alle lezioni di geometria. La mia auto si è rotta mio padre la sta riparando e Finn oggi deve uscire con Rachel o Quinn beh in realtà non lo sa nemmeno lui con chi uscire. Il punto e che non posso venire ma posso invitarti a casa mia conosci già la strada.” Gli occhi di Kurt erano speranzosi e vennero ricambiati a dovere
“Okay nessun problema posso venire io!” Kurt squittì battendo le mani
“Perfetto…e comunque ti sta molto bene la divisa da Titans”
Blaine venne preso in contropiede da questo complimento
“Oh…ehm…grazie!” Kurt scosse la testa
“Scusa, non avrei dovuto dirlo mi dispiace” Blaine si sentì in colpa perché a lui quel complimento era piaciuto “Oh no…io…”
“Anderson che stai facendo con la signorina qui?” I due ragazzi si voltarono e dietro alle spalle di Blaine videro spuntare Karofsky e Azimio
“Fatina ci stai spiando?” Kurt stava per rispondere ma Blaine si intromise
“Ragazzi lasciatelo stare” i due ragazzi risero
“Anderson che fai lo difendi?Sei diventato suo amico adesso?” Blaine sospirò stava per replicare ma Kurt intervenne
“Non vi stavo spiando e Blaine non è mio amico, io sto andando via” Quando Blaine sentì quella frase rimase piuttosto deluso. Allora non dovevano considerarsi amici?Quindi non c’era nessuna possibilità che Blaine potesse dichiarare il suo vero essere a lui. Mentre pensava a tutto questo, Kurt era già andato via e i due ragazzi diedero una spintonata leggera a Blaine facendo segno di andare negli spogliatoi.
**
Blaine tornò a casa deluso tanto che non volle nemmeno pranzare, così si chiuse in camera sua pensando che forse andare a casa di Kurt non era una grande idea. Si addormentò per circa un’ora e venne risvegliato dal suono insistente del suo cellulare. Due messaggi e quattro chiamate perse: Kurt.
Strabuzzò gli occhi e lesse il primo sms
 
Oggi devi fare ripetizione?
 
Poi aprì anche il secondo:
 
Forse ti ho disturbato. Fammi sapere quando hai intenzione di riprendere le ripetizioni.
 
Blaine sospirò
 
Mi dispiace. Ma non vorrei approfittarmi di te visto che noi due non siamo amici.
 
Non voleva sembrare troppo offeso ma in fin dei conti lo era.
 
Scusa? Non ho capito che intendi dire….
 
Un altro sospiro
 
Ti va se ci vediamo a Lima Bean tra mezz’ora?
 
La risposta non tardò ad arrivare
 
Ok.
**
“Non capisco cosa intendevi dire nei tuoi messaggi Blaine.” Kurt soffiò sul suo caffè bollente che reggeva con due mani
“E solo che stamane quando hai detto ad Azimio e Karofsky che noi non siamo amici, ho pensato che a questo punto mi stessi approfittando della tua disponibilità” Kurt scosse la testa facendo roteare gli occhi
“Blaine…non l’ho pensato davvero. L’ho fatto così quei due ti lasciano in pace. Se diventi amico mio automaticamente diventi il loro bersaglio preferito. Guarda Finn, Artie e gli altri, sono in squadra con te e ogni giorno una granita non gliela nega nessuno.” Blaine con quelle parole sembrava più sereno
“Quindi possiamo considerarci amici?” Questa volta fu Kurt ad allungare una mano e poggiarla su quella di Blaine ferma sul tavolo
“Assolutamente! Ma ora andiamo a casa che dobbiamo studiare”
**
“Quindi per calcolare le diagonali ricavo il lato del quadrato facendo la radice dell’area e moltiplicando il lato”
“Esattamente Blaine!” Kurt batté le mani per complimentarsi con l’amico
“E con il perimetro come la mattiamo?” chiese speranzoso il ‘professore’
“Sottraggo i due lati obliqui” Kurt alla risposta fece un sorriso enorme
“Oddio ti sto trasformando in uno studente modello già dalla seconda lezione” Blaine
arrossì leggermente
“Per premiarti, visto che studiamo da un bel po’ ti permetto di fare una pausa.” Kurt si alzò e si avvicinò al frigo per poi riempire due bicchieri con del succo d’arancia. Quando tornò nel piccolo salottino notò Blaine che fissava dei quadri appesi alle pareti
“Questo sei tu?” indicò un bambino con la faccia paffutella e le lentiggini
“Esattamente” Kurt posò i bicchieri sul tavolo e si avvicinò a lui
“Sei così…carino” si lasciò sfuggire Blaine con un tono aggraziato. Kurt sorrise mentre lo fissava concentrandoci sui lineamenti dolci del ragazzo.
“Questa donna chi è?” indicò un’altra foto
“Lei è mia madre!E’ morta quando avevo sette anni” Il tono di Kurt non era dolente era un cosa successa tempo fa, certo gli faceva male ma ormai aveva imparato a rispondere sempre a questa domanda a tutti quelli che l’avevano sempre chiesto.
“Oh..mi dispiace sono stato inopportuno” Blaine si voltò per fissare Kurt ma si sollevò vedendolo con un sorriso sul volto. Kurt gli mise una mano sulla spalla per rassicurarlo
“Va tutto bene, ora comunque mio padre, Carole e Finn.” Non finì di pronunciare nemmeno l’ultimo nome che questo apparve sulla soglia della porta
“Hey ragazzi che fate?” Blaine si voltò per salutare il suo amico
“Finn ciao. Kurt mi sta aiutando in geometria ma ora stiamo facendo una pausa”
Finn guardò il fratellastro mentre poggiava sul tavolo una ciotola con delle patatine e un bicchiere di latte in mano
“Kurt non lo starai mica martellando vero?” Kurt portò le braccia al petto
“Finn a differenza tua, Blaine apprende più velocemente” Kurt si voltò a fissare Blaine
“Sai una volta quanto tempo ci ho messo a spiegargli che non deve asciugare le scarpe sul tostapane? E’ già il secondo che abbiamo buttato a causa sua!” il ragazzo quasi ringhiava contro Finn, mentre Blaine rideva “Sul serio Finn?”
“E ora guardarlo…” proseguì Kurt
“Sta mangiando patatine e beve latte contemporaneamente. Non voglio essere pignolo Finn ma io ci tengo alla salute della mia famiglia!” Finn roteò gli occhi
“Va bene..stai calmo. Bevo solo il latte non voglio ritrovarmi tofu per cena. E’ orribile!” Finn mise da parte la patatine e si distese sul divano
“Blaine ho una proposta!” il nominato si voltò per fissarlo
“Sabato sera c’è una festa da Puck, vuoi venire? Sicuramente te lo dirà anche lui domani ma quella testa bacata sicuramente si dimenticherà”
“Senti da che pulpito…” bisbigliò sottovoce Kurt facendo udire solo Blaine
“Oh beh sinceramente io non lo so…”
“Kurt tu ci vieni?” il fratellastro si morse il labbro inferiore e si mise a sedere prendendo un libro tra le mani
“E’ inutile che me lo chiedi Finn, alle vostre feste non ci verrò e poi sabato vado al cinema, c’è un nuovo film con Kate Wislet e non voglio perdermelo!”
“Con chi ci andrai?” ribadì Finn
“Nessuno. Mercedes va in chiesa per non so cosa e Rachel è all’anniversario dei suoi papà!”
Mentre i due fratelli discutevano Blaine vide che si era fatto piuttosto tardi
“Scusate se vi interrompo ma ora devo andare. Ti prometto Kurt che proverò da solo gli esercizi così magari quando vorrai me li correggerai.” Kurt sorrise
“Bravo il mio studente.”
**
“Qui il mondo sembra quasi ribaltarsi, maschi con maschi, femmine con femmine ed ora a New York hanno legalizzato anche il matrimonio gay” A casa Anderson stavano cenando ascoltando il telegiornale
“Non capisco cosa non va in loro” proseguì il padre come se stesse parlando con se stesso o con la tv.
“Cosa c’è di strano papà?” si azzardò a dire Blaine cercando di non fissarlo in volto
“Assolutamente nulla, non è un problema mio quindi ma di certo è anormale” Blaine finì di bere la sua acqua e sospirò “non ti sembra di esagerare usando il termine anormale? Che male c’è a voler amare qualcuno dello stesso sesso? Non è sempre amore?”
Il padre di Blaine non stava nemmeno dando importanza alle parole del figlio “Ripeto che non è un problema nostro…amore dove sono le patate?”
Blaine tenne gli occhi fissi sul piatto. Odiava sentir parlare il padre in questo modo perché lui non sapeva che in realtà il problema era il loro! Quando alzò lo sguardo vide che la sorella lo stava fissando.
“Che c’è?” l’aggredì il più piccolo
“Niente…ho visto che non stavi toccando cibo, rilassati Blaine”
“Mi infastidisce se mi guardi così”
“Così come Blaine?” chiese irritata la sorella
“Ah…lascia perdere” Blaine fece un segno con la mano come se volesse scacciarla e poi riprese di nuovo a mangiare
“Blaine come va in geometria?Tua madre mi ha detto che hai preso un brutto voto”
“Lo so e mi dispiace, io sto recuperando. Al prossimo compito andrò bene anche perché se non sarà così la professoressa dirà alla Coach Bestie di togliermi dalla squadra” il padre gli diede una pacca sulla spalla per incoraggiarlo “Sei un bravo ragazzo ti riprenderai perché noi sappiamo che tu non ci deluderai mai Blaine” per quanto potessero sembrare di conforto quelle parole a Blaine pesavano come un grosso macigno sullo stomaco perché sapeva benissimo che prima o poi avrebbe deluso la sua famiglia perché lui aveva intenzione di uscire allo scoperto. Non voleva nascondere dietro stupide giustificazioni del perché non avesse una ragazza nonostante molte ragazze si erano fatte avanti. Certo il football era una buona scusa per deviarli ma era comunque uno sport che lui amava.  Ne era convinto, presto si sarebbe dichiarato ma l’avrebbe dovuto fare prima con Kurt perché sicuramente quel ragazzo con quel naso all’insù così grazioso, quegli occhi enormi celesti che ti disorientavano e quelle labbra rosse e gonfie che più di una volta Blaine si era soffermato a sognarci sopra su quanto potevano essere morbide e soprattutto soffermarsi sul loro sapore, lo stava attirando in ogni modo possibile.
“Non ho più fame posso andarmene in camera mia?” la madre smise di mangiare fissando il figlio
“Blaine nemmeno a pranzo hai mangiato nulla, non farmi preoccupare c’è qualcosa che non va?” il ragazzo scosse la testa
“Forse ho l’influenza..:” finse per trovare la scusante di filare via.
“Allora domani resti a casa tesoro, un giorno d’assenza non ti boccerà di certo”
“No” quasi urlò Blaine “Cioè voglio dire, ho gli allenamenti e poi domani c’è geometria non voglio perdermi la lezione. Voglio solo andare a dormire” Si alzò da tavola senza aspettare la risposta dei genitori e si rifilò in camera. Due minuti dopo la sorella venne a bussargli e quando Blaine l’aprì la fece rimanere sulla soglia della porta “Sto combattendo contro al mio istinto di ucciderti solo perché sei più grande  e perché purtroppo abbiamo un legame familiare che ci lega” Isabelle lo interruppe
“Blaine, sono tua sorella. Non vuoi parlare con me?Capisco che magari parlare con mamma e papà di qualche problema sia difficile ma io sono tua sorella puoi confidarti.” Blaine scosse la testa
“Non ho nessun problema. Buonanotte” chiuse la porta senza aspettare risposta neanche da lei e si gettò sul letto. Prese il cellulare per mandare un sms a Kurt, sicuramente soltanto leggere le sue parole attraverso un sms lo avrebbe fatto sentire meglio.
 
Sono felice che siamo amici Kurt, io credo che tu sia un ragazzo fantastico. Sono sincero. Buonanotte.
 
La risposta gli arrivò dopo circa una decina di minuti.
 
Sinceramente sono ancora sorpreso di questa nostra amicizia, tutto è così strano ma e un bene! Grazie Blaine. Buonanotte.
 
Un dolce sorriso gli apparve sul volto tanto che gli bastò per farlo crollare nel mondo dei sogni e dall’altra parte dell’Ohio, precisamente a Lima, l’altro ragazzo aveva lo stesso identico sorriso.
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Note: Altro capitolo di passaggio, nel prossimo vedremo Blaine confidarsi con Kurt!

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


La settimana volò in fretta e venne il sabato. Blaine decise di defilare l’invito di Puckerman alla festa giustificandosi che doveva andare dalla nonna malata. Il ragazzo dalla strana cresta gli aveva creduto perché sapeva quanto Blaine fosse legato alla sua famiglia.
Aveva appena finito di pranzare e si era messo al computer per controllare la sua e.mail ma c’era qualcosa che in realtà lo stava tormentando. Ricordava che Kurt aveva detto a suo fratello che il sabato sarebbe andato al cinema. Blaine adorava il cinema e per un attimo gli era anche passato in testa di chiedere a Kurt di andarci insieme ma poi non aveva avuto il coraggio. Ma ora aveva una voglia matta di incontrarlo. Deciso alla fine si mise su internet a cercare gli orari del cinema di Lima, sapeva a quale cinema sarebbe andato anche perché era l’unico visto che in quella cittadina c’era uno di tutto: un centro commerciale, un ristorante, una sola caffetteria. Certo era strano ma per il momento era meglio così, almeno non avrebbe dovuto girare tutta la città per trovarlo. Vide gli orari e il film con l’attrice citata da Kurt e c’era uno per ogni ora. Punto a suo sfavore, ma Blaine non si fece abbattere si infilò in bagno dandosi una sistemata e prese la sua giacca
“Mamma esco” stava già uscendo ma la donna lo bloccò
“Blaine aspetta!” il ragazzo alzò gli occhi al cielo e poi controllò l’orologio; aveva deciso di andare alla prima apertura del cinema così da passare tutto il giorno lì e aspettare l’arrivo di Kurt
“Mamma ho da fare”
“Blaine ascoltami. Tu hai un problema ed io voglio aiutarti, fino a poco tempo fa eri così tranquillo che ti sta succedendo?” il figlio sbruffò
“Mamma se mi lasciassi respirare…”
“No Blaine sono stanca che devi ogni discorso con: sono stanco, fammi respirare o ho una finta influenza.” Blaine ascoltò attentamente quello che disse la madre ma decise di deviare ancora una volta il discorso “Mamma, sono in ritardo!”
**
Erano passate già due ore dal momento in cui Blaine si era piazzato fuori al cinema. L’aria cominciava a raffreddarsi e il sole lentamente spariva per lasciar spazio alla sera e Blaine era lì davanti alla cassa esterna del cinema che camminava avanti e indietro. Dopo essersi guardato un po’ intorno si arrese. Probabilmente Kurt aveva deciso di cambiare i suoi programmi quindi Blaine decise di andar via.
“Blaine!”
Appena si sentì chiamare il suo cuore ebbe un fremito e poteva giurare che le sue gambe tremassero. Si voltò lentamente e si ritrovò davanti Kurt in tutta il suo incanto: indossava un paio di pantaloni scuri con sopra una camicia grigio chiaro con il colletto bianco, un papillon d’epoca acrilico e un cardigan a mantello grigio e nero. Blaine riuscì a soffermarsi anche sui suoi capelli ricoperti di lacca con il ciuffo accuratamente gettato all’indietro, era semplicemente perfetto davanti ai suoi occhi. Boccheggiò prima di risponde “Ciao Kurt…che…che coincidenza” Blaine si sentiva le guancie arrossare e si sentiva ridicolo per come si era vestito rispetto a quello che indossava Kurt.
“Cosa ci fai qui?Finn mi ha detto che tua nonna stava male, volevo anche mandarti un messaggio” disse Kurt con un tono di sincera preoccupazione.
“Mia nonna?...Oh si lei…lei sta…come dire bene. Cioè no che sta bene, bene è malata ma…” il balbettare di Blaine fece sogghignare Kurt e la sua voce echeggiò come musica nelle orecchie di Blaine “Tranquillo dirò che  non ti ho visto, possono essere noiose certe feste”  A Blaine bastò un sorriso per ringraziarlo, quel ragazzo lo metteva tremendamente a disagio.
“Beh io sto andando a vedere un film e se vieni con me possiamo scolarci una coca-cola grande e un enorme pozione di pop-corn, ma lo faccio solo per te altrimenti mi limiterei ad un succo di frutta” Kurt iniziò a prendere il portafogli dalla borsa
“Beh se la metti su questo piano non posso di certo rinunciare all’enorme porzione di pop-corn” rispose Blaine avvicinandosi alla cassa e pagando lui i due biglietti per il film. Quando si voltò notò il volto di Kurt con tanto di sopracciglio alzato “Come facevi a sapere che film volevo vedere?”
Ecco, sgamato di nuovo. Blaine fece un respiro profondo
“Scusami, mi sono ricordato che ne parlasti con Finn quindi…” Kurt non rispose si limitò a sorridere per poi entrare nella sala.
**
Per tutta la durata del film Kurt faceva scorrere i suoi occhi dallo schermo a Blaine. Era difficile soffermarsi sul film con quel ragazzo tremendamente carino accanto a lui. Prima si mise a fissare il suo abbigliamento, ma purtroppo la sala era scura non poteva vedere molto, ma la giacca che indossava, che aveva visto quando si erano incontrarti all’uscita del cinema, era molto graziosa. Poi cominciò a soffermarsi sulla chioma di capelli ricci neri, facevano venire una voglia matta di toccarli e massaggiarli, per non parlare poi dei zigomi con quell’accenno invisibile di barba che lo rendeva ancora più attraente e poi Blaine aveva un odore particolare: poteva sentire benissimo quella freschezza angelica che emanava il suo corpo. Quando il film finì i due ragazzi si diressero fuori
“Il film mi è piaciuto anche se avrei da criticare alcune cose riguardo le acconciature e i vestiti che secondo me non erano adatti” disse Kurt mentre si sistemava velocemente il ciuffo con uno specchietto che aveva con se nella borsa.
“Se hai ancora tanto da criticare possiamo farlo davanti ad un piatto servito dal Breadstix”
Blaine si mise le mani in tasca aspettando una risposta che dopo un attimo di esitamento fu positiva per il ragazzo.
**
“Quindi Finn è immischiato in tutto questo casino con Rachel Berry e Quinn Febray? Oddio con tutti questi pettegolezzi che mi hai detto mi sembra di far parte di un’altra scuola.”
 
“Tranquillo sono io che sono aggiornato sempre su tutto, sai  la sera porto del latte caldo a Finn sperando in una chiacchierata tra fratelli (*) e non vado via fin quando non mi dice tutto, a volte lo ricatto leggendo la sua cronologia.” Kurt poggiò le labbra sulla cannuccia per poi bere la sua coca-cola con ghiaccio
“Latte caldo?” chiese Blaine curioso e sorridendo all’amico
“E’ delizioso” rispose l’altro
“Beh comunque spero che Finn chiarisca con queste due ragazze, sono entrambe molto belle ma di certo non basta la bellezza”
Kurt fece bordeggiare la forchetta nel piatto mordendosi un labbro pensando alla prossima domanda da fare che avrebbe messo in chiaro alcune delle sue incertezze. Prima di parlare fece un respiro profondo riempiendo i polmoni
“Beh tu Blaine invece…sei impegnato con qualcuno?”
Nel sentire quella domanda Blaine smise di mangiare. Era arrivato il momento?Poteva confessargli di essere gay?Beh probabilmente si, era stanco di tenere tutto dentro…ma proprio nel momento in cui voleva dirlo le parole non gli uscivano erano come incarcerate dentro di se. Forse era il luogo o forse non voleva rompere quell’atmosfera fatto sta che gli uscì un sonoro “No” senza aggiungere altro. Finita la serata Blaine si offrì di accompagnare Kurt con la sua auto a casa, visto che il ragazzo era andato al cinema a piedi per godersi le varie vetrine della strada. Prima di lasciar andare via Kurt, Blaine tentò di nuovo di parlargli ma la musica alla radio e Kurt che cantava rallegrato non glielo permisero.
**
Il lunedì mattina Blaine arrivò con qualche minuto d’anticipo a scuola, per strada non aveva trovato traffico e inoltre uscire il prima possibile di casa era la soluzione giusta. Mentre prendeva i suoi libri dall’armadietto venne chiamato da due voci che lo irritavano particolarmente.
“Anderson amico mio, ma che ci combini” Blaine chiuse l’armadietto e infilò il libro di storia nella borsa
“Che intendi dire Azimio?” il moro notò che tra le mani del ragazzo di colore e del suo amico Karofsky avevano due bicchieri stracolmi di granite
“Sabato sera sono passato davanti al Breadstix e ho visto te e la fatina cenare insieme. Amico questa cosa a noi non piace!” Blaine abbassò un attimo lo sguardo e poi iniziò a boccheggiare
“Andiamo ragazzi è ridicola questa cosa, Hummel è un bravo ragazzo non capisco perché io non possa andare…”
“A spargere polverina fatata con lui?” lo interruppe Karofsky
“Smettetela di prenderlo in giro. E’ di cattivo gusto. Kurt è un ragazzo come tutti noi e non avete il diritto di…” non terminò la frase che si sentì la faccia gelare. Pezzi di ghiaccio al sapore di fragola li colavano sul volto e sul collo. Aveva ricevuto la sua prima granita in faccia e di certo non era stato piacevole.
**
Kurt camminava lungo il corridoio per raggiungere l’aula di Francese quando sentii provenire dal bagno una voce conosciuta che si lamentava
“Maledizione brucia” sentì urlare al di là della porta.
Quando entrò vide Blaine con dei fazzoletti sugli occhi e tutto ricoperto di granita alla fragola
“Blaine ma cosa ti è successo?” il moro si sforzò di aprire gli occhi appiccicosi
“Kurt, diamine è…è orribile” Kurt scosse la testa e lo prese per mano
“Vieni con me”
Uscirono dal bagno dei maschi e si infilarono in quello delle femmine
“Non preoccuparti le ragazze sono comprensive in questo genere di cose.”
Aprì la fontana e fece mettere sotto la testa a Blaine mentre prendeva un rotolo di  carta igienica e dalla borsa un asciugamano. Si avvicinò a Blaine e lo aiutò a sciacquarsi. Si odiò per un momento quando mise le mani nei capelli di Blaine per lavarli e li trovò dannatamente piacevoli nonostante la situazione. Chiusa la fontana, Blaine prese l’asciugamano e la strofinò sul volto
“Non devi fare così dammi a me” gli prese la salvietta dalle mani e cominciò a tamponare sugli occhi chiusi del moro
“Ti hanno combinato per bene, ma che è successo” Blaine sospirò
“Niente di importante” Kurt continuava a tamponare accuratamente sul volto di Blaine fermandosi ad ogni angolo della sua faccia.
“Andiamo, dimmelo” lo pregò il ragazzo. Blaine sospirò
“Azimio ci ha visti al ristorante sabato e dice che non dovrei frequentarti…” Kurt si bloccò abbassando l’asciugamano che ora era sul collo di Blaine
“Oh…mi dispiace. Io te l’ho detto che non era una bella idea frequentarmi”
“No Kurt” quasi urlò Blaine facendo sobbalzare l’amico
“Non è giusto che facciano questo non hanno nessun diritto di decidere per le persone altrui. Sono stanco di vederli prendersi gioco di te e degli altri ragazzi e sono stanco di subire pressione dalla mia famiglia, sono stanco di fuggire e soprattutto fingere….” Kurt fissò sconcertato Blaine sfogarsi, capì che il gesto dei due bulli era stata solo la goccia che aveva fatto traboccare il vaso.
“Blaine che stai cercando di dirmi?” il moro fece un sospiro enorme mentre fissava gli occhi di Kurt
“Kurt io sono gay”
Kurt memorizzò in un secondo la frase per poi spezzare subito quel silenzio imbarazzante.
“L’ho immaginavo Blaine.” obiettò Kurt “Però sai non ero tanto sicuro. Nessun altro lo sa?” Blaine fece un respiro profondo per poi accasciarsi sul pavimento del bagno.
“No, nessuno. Sei stato la prima persona a cui ho voluto dirlo” Kurt si piegò verso di lui ma senza sedersi per evitare di sporcarsi.
“Perché sono l’unico gay dichiarato?” Blaine annuì
“Anche perché quando ti vedo nei corridoi ti invidio, perché nonostante tutto quello che ti fanno tu cammini sempre a testa alta. Anche io voglio essere così. Voglio andare lì fuori e dire a tutti che sono omosessuale e che non possono giudicarmi perché non hanno nessun diritto.” Blaine parlava velocemente gettando tutto quello che aveva in corpo.
“Ferma, Blaine aspetta. Io sono il primo che non rinnega il proprio essere ma tu devi fare le cose con calma”
“No Kurt…” ribatté Blaine “Non possono farmi del male solo perché amo essere me stesso” Kurt sorrise per un attimo si sentì fiero di vedere quando Blaine nonostante non si fosse mai dichiarato era comunque determinato. Con la salvietta tornò a tamponagli il volto
“Blaine, fai un passo alla volta. Devi parlare prima con la tua famiglia e poi qui a scuola. Credimi se fai così in fretta rimpiangerai le granite quando ti serviranno i pugni.”
Blaine si voltò a fissare con i suoi occhi grandi, quelli competenti di Kurt
“E’ così difficile Kurt?” l’altro annuì “Non ti nego che spesso sono stato chiuso nella mia camera a piangere per i dolori subiti da quelle teste bacate. Però io voglio che tu ti dichiari Blaine ma un passo alla volta okay?”
Kurt accarezzò il volto di Blaine con il palmo della mano. Blaine fece lo stesso con il volto di Kurt e poi si alzò mentre Kurt lo fissava con uno sguardo di comprensione e orgoglioso allo stesso tempo.
“Mi aiuterai?”
“Non chiedermelo nemmeno Blaine”
**
“Karofsky tu di lato, Anderson vai sulla prima linea difensiva” I Titans si stavano allenando duramente per la partita di domenica e la coach come al solito urlava imperterrita le regole da seguire.
“Evans muovi quelle gambe ADESSO!” la coach scosse la testa delusa dai suoi ragazzi, si voltò per prendere una bottiglia d’acqua quanto sentì un tonfo venire dal centro campo. Quando si voltò vide uno dei suoi giocatori a terra e Hudson che stava per calciarsi con Azimio
“Ma cosa diamine hai combinato sei impazzito?”
“Sono le regole del gioco, tutto è lecito”
Blaine era disteso a terra mentre Mike Chang gli toglieva il casco
“Amico stai bene?” il moro annuì cercando di alzarsi
“Azimio cosa diamine ti prende?” disse Blaine mentre si puliva i pantaloni
“Amico sei tu quello che si sta rammollendo dietro ad Hummel”
“Hey non nominare mio fratello hai capito?” Finn si riavvicinò a lui
“Adesso smettetela cosa sta succedendo qui?” La coach si mise al centro della lite
“Non è colpa mia Coach se Anderson sta perdendo le forze perché si sta trasformando in una femminuccia”  Blaine lo guardò minaccioso prima di corrergli contro ma la coach lo fermò all’istante
“Adesso smettetela tutti negli spogliatori” i ragazzi della squadra che girano intorno ad Azimio ridacchiano insieme a lui mentre si avviano alle docce e Blaine furioso arrivò per ultimo trovando il suo armadietto aperto e tutto quello che aveva all’interno, riversato a terra. Non disse nulla si avvicinò alle sue cose per poi metterle nella borsa ed uscire via sbattendo la porta.
Quando venne l’ora di pranzare alla mensa per lui fu un trauma: Kurt non c’era e nemmeno i Titans che facevano parte del Glee Club, probabilmente erano occupati a fare qualche prova. Trovò un tavolo vuoto e si sedette poggiando il vassoio sopra. Aprì il suo succo e iniziò a mangiare sotto gli occhi dei Titans seduti al tavolo di fronte a lui. Tutti i ragazzi si alzarono e lo circondarono
“Allora Blaine ci dici si o no la verità?”
“Quale verità?” chiese Blaine senza alzare lo sguardo dal piatto
“Che te la fai con Hummel” lo accusò Karofsky. Blaine stava per ribattere ma poi ripensò alla frase di Kurt che lo consigliava di fare le cose con calma.
“Kurt è un amico come lo è Finn, Sam e Noah e fino a poco fa credevo che lo foste anche voi.”
Azimio sorrise e lo cinse le spalle. Era incredibile come quei ragazzi cambiassero umore in un batter d’occhio.
“Amico, noi lo facciamo per te. Frequentare i tipi come Hummel non porta a nulla di buono”
“Kurt mi aiuta in geometria. Ho preso una F e se non recupero non farò più parte dei Titans” sbottò Blaine
“Allora questo cambia tutto! Potevi dircelo prima. Ma perché cenare insieme?” Blaine sospirò
“Perché è comunque un amico e vorrei che voi portaste un po’ di rispetto per lui.”
“Non si porta rispetto per i tipi come lui” disse John un altro ragazzo dei Titans
“Tipi come lui? Ma la vogliamo smettere di etichettare?”
“Anderson, le checche come Hummel bisogna evitarle. Come bisogna evitare il Glee Club.”
“Un po’ come la peste”
Blaine si alzò infuriato
“Mi..mi fate venire il voltastomaco” lasciò tutto com’era e poi se ne andò via.
**
Kurt aveva riparato la sua auto e quindi aveva detto a Blaine che sarebbe andato a casa sua per studiare. Quando bussò al citofono nessuno risposte ma trovò il cancello aperto così decise di entrare ugualmente. Non gli venne data risposta nemmeno al suono del campanello ma la porta era socchiusa. Kurt esitò qualche istante prima di entrare, ma pochi minuti prima si era sentito con Blaine che gli aveva confermato di stare lì ad aspettarlo.
“Blaine sei in casa?” echeggiò la voce di Kurt nei corridoi di casa Anderson.
Kurt capì che Blaine era lì solo quando dal piccolo salone sentì la musica del pianoforte intonare qualcosa di veramente piacevole. La musica era accompagnata da una voce soave e leggiadra ma non conosceva il testo di quelle parole.
I've been alone
Surrounded by darkness
I've seen how heartless
The world can be

Per la prima volta Kurt sentì Blaine cantare ed era semplicemente…semplicemente formidabile.
I've seen you crying
You felt like it's hopeless
I'll always do my best
To make you see

 
Poteva innamorarsi di una persona solo nel sentirlo cantare? Forse si, stava accadendo. O semplicemente Kurt aveva tenuto quel sentimento chiuso dentro di se per tanto tempo credendolo solo un impulso da non poter colmare. Ma ora aveva la conferma che Blaine era come lui e forse poteva esserci una minima possibilità che il ragazzo in qualche modo lo ricambiasse. Ora il cuore gli batteva a mille quasi fino a scoppiare e gli occhi si velarono di lacrime.
 
Baby, you're not alone
Cause you're here with me
And nothing's ever gonna bring us down
Cause nothing can keep me from lovin' you
And you know it's true
It don't matter what'll come to be
Our love is all we need to make it through



Dalla soglia della porta non riusciva a vedere le dita che si muovevano leggiadre sul piano ma poteva vedere Blaine muoversi lentamente mentre cantava con la sua voce misurata e utopistica.
“Adoro quando canta questa canzone”
Troppo preso dall’emozione di sentir Blaine cantare, Kurt non notò la persona accanto a lui
“Sono Isabelle sua sorella” la ragazza allungò la mano e Kurt la strinse
“Kurt”
“E’ triste ora. Nonostante adoro quando la canta…lui è triste” A Kurt sentì stringersi il cuore, poteva benissimo immaginare la sofferenza di Blaine che la scaricava in tutta quella canzone.
“Beh…” Kurt sospirò sorridendo per fissarlo mentre suonava sulle ultime note
“…lui non è da solo”
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Note: Quando Kurt dice “freschezza angelica” si riferisce ad un olio essenziale estratto dai semi e radici di una pianta medievale.
Ho cambiato la versione tra “chiacchierata tra amiche” a “chiacchierata tra fratelli” la prima battuta la vedo più adatta per il telefilm che per questa storia.


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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Blaine era disteso sul letto a pancia in su con le mani poggiate sullo stomaco. Fissava il vuoto ricordando attentamente le parole che Kurt gli aveva detto nel pomeriggio. Parlare con la sua famiglia era il primo passo per dichiararsi. Gli aveva consigliato di farlo in un momento di pura tranquillità e Blaine pensò che farlo durante la cena fosse il momento perfetto. Per fortuna quella sera Alyssa la ragazza di suo fratello non c’era, almeno si risparmiava una figuraccia per la reazione negativa che sicuramente il padre avrebbe avuto. Quando la madre urlò dal piano di sotto che la cena era pronta per Blaine sembrasse dover andare al patibolo. Stupidamente si era anche preparato un discorso da fare ma sapeva che avrebbe dimenticato tutto all’istante.
Quando si sedette a tavola la madre servì i piatti: pasta al forno. Ottimo, il padre adorava questo piatto anche se probabilmente a pochi minuti da lì gli sarebbe andato di traverso.
Il fratello iniziò a raccontare cosa gli era accaduto durante la scuola e cosa aveva in programma per il compleanno della fidanzata poi la madre iniziò a raccontare una cosa buffa che gli era successa nel negozio ma che Blaine non riusciva a capire troppo preso dal panico. Dopo l’ennesimo respiro Blaine decise di parlare
“Mamma, papà dovrei dirvi una cosa” tra il sospirare e il deglutire le parole si potevano udire appena.
“Blaine, stai sudando è tutto okay?” la madre portò una mano sulla fronte bagnata del figlio. A Blaine iniziarono a pizzicare gli occhi, forse qualche lacrima prepotente stava tentando di uscire.
“Questa cosa forse non vi piacerà. Ma io…io non posso continuare a tenermi questa cosa dentro di me. Io sto perdendo il controllo.” Sentendo quella frase il padre si voltò preoccupato verso il figlio
“Blaine che ti è successo?Qualcosa che ha a che fare con la scuola?”
“No, papà è una cosa che riguarda me stesso” entrambi i genitori si guardarono confusi.
“Blaine non farlo!”
Blaine si voltò sorpreso nel sentire le parole della sorella che imperterrita continuava a negare con la testa. Lei lo aveva sempre saputo, voleva solo che Blaine glielo dicesse e lui l’aveva sempre respinta.
“Isabelle lasciami parlare”
“Blaine…” Isabelle provò a replicare ma il padre la interruppe
“Lascia parlare tuo fratello”
Blaine chiuse gli occhi riempì di nuovo i polmoni credendo che da un momento all’altro potessero esplodere poi fissò il padre
“Papà io so quanto tu sia felice di come mi comporto, dei miei voti a scuola e del fatto che faccio parte di una squadra di football. Però spesso anche scherzosamente ti sei lamentato dicendomi che dovevo trovarmi una ragazza ma ho sempre usato la scusa che non avendo tempo non potevo dedicarle troppe attenzioni.” Fece una piccola pausa. “Su questo ti ho mentito…perché non ho mai pensato a cercarmi una ragazza solo perché non sono mai stato interessato a loro”
Nel seguire il discorso il padre di Blaine schiuse la bocca
“Blaine…” la sorella provò ad ammonirlo di nuovo
“Io sono gay papà!” buttò fuori Blaine in un solo colpo. La madre di Blaine si portò istintivamente le mani alla bocca indugiando lo sguardo su suo marito che non batteva ciglio. Il silenzio che seguì fu piuttosto imbarazzante così Blaine decise di continuare.
“So che per te sembrerà strano papà. Ma io sono sempre il solito ragazzo che ama il football e le auto semplicemente e che…che sono attratto dai ragazzi”
“Non aggiungere altro” disse il padre con tono serio e nervoso
“Papà devi capire che non c’è nulla di sbagliato…”
“Ti ho detto di non parlare okay?” i toni del padre si alzarono di qualche decimo
“Sei ridicolo Blaine, stai dicendo delle enorme assurdità” il ragazzo si alzò dalla sedia scuotendo la testa.
“No papà è vero e se solo tu provassi a capirmi vedresti che è una cosa assolutamente normale”
“Normale?” sbottò il padre alzandosi furiosamente anche lui dalla sua sedia
“Mio figlio mi dice che è gay e che gli piacciono i ragazzi ed io devo credere che questa è una cosa normale? Blaine dimmi solo che è una tua crisi adolescenziale” Blaine si avvicinò a lui
“No papà, io me ne sono accorto da prima che cominciassi le superiori perché non proviamo a capirci?
“Papà ascoltalo” pregò Isabelle
“Stai zitta tu” la rimproverò il padre indicandola con un dito. Gli occhi di Blaine erano ormai arrossati
“Papà…” ormai la voce era rotta da un leggero pianto “Io non credo che questo possa cambiare il voler bene ad un figlio non credi? So che non puoi accettarlo, ma magari con il tempo capirai…dammi…diamoci un po’ di tempo!” il padre scosse la testa
“Stai zitto, zitto. Tutto quello che stai dicendo sono solo stronzate Blaine. Mi stai deludendo parecchio!” Blaine spalancò gli occhi “Ti sto deludendo perché mi piacciono gli uomini? Se avessi commesso un omicidio forse non te la prenderesti così tanto”
Il padre diede un pugno sul tavolo facendo sobbalzare tutta la famiglia
“Ti rendi conto di quello che dici?Dovrai startene chiuso in casa perché ti prenderanno in giro” Blaine rise nervosamente “E perché dovrei farlo? Io posso affrontare chiunque e non ho paura come non ho paura per dirti che riesco a provare sentimenti per persone come me.” A questo punto anche la madre di Blaine si alzò per poi poggiare le mani sulle spalle del figlio
“Blaine forse è meglio che vai in camera, domani con più lucidità possiamo parlare di questa storia”
“No non c’è più niente da dire Karine! Non posso accettare che Blaine sia in questo modo”
“Bene!” proruppe Blaine avvicinandosi al mobiletto per prendere le chiavi dell’auto
“Blaine fermati” lo chiamò la madre
“Lascialo andare, ore vedermelo davanti agli occhi mi fa solo innervosire” concluse il padre.
**
“Finn ti prego!”
“Kurt non ti farò mai da modello per i tuoi capi che vuoi inventare, ed io non indosserò mai uno di questi” Finn indicò un pezzo di stoffa gettato sul letto di Kurt
“Però il papillon potrebbe starti bene. Finn così farai colpo su Rachel o Quinn…con chi stai uscendo questo mese?”
“Fai poco lo spiritoso Kurt potrei distruggere i tuoi giornali”
“Ed io ricattarti con la cronologia” I due ragazzi stavano avendo le solite discussioni del dopo cena quando Kurt venne chiamato dal padre
“Kurt puoi scendere un minuto per favore”
“Arrivo papà” accigliò Finn “tu…non toccarmi le riviste” il ragazzo scese di corsa le scale sentendo Finn chiudersi in camera a chiave per paura di dover provare un’altra sua creazione.
“Che succede?” Burt guardò serio il figlio
“Alla porta, ti cercano!” Le sopracciglia di Kurt si aggrottarono e incuriosito si avvicinò alla porta esterna socchiusa
“Blaine” quasi urlò il suo nome quando lo vide sulla soglia di casa senza neanche la giacca addosso
“L’ ho fatto. Io glielo detto ed è stato un casino” Il moro iniziò a camminare avanti e indietro sul pianerottolo di casa Hummel.
“Dice che l’ho deluso e non vuole sentire ragioni. Sono stato tranquillo, chiaro, ho ascoltato i tuoi consigli ma ci è mancato poco che mi schiaffeggiasse” Blaine si passò prima le mani sul volto, per eliminare le tracce delle lacrime che aveva cacciato in macchina, e poi tra i capelli. Infine il suo sguardo incrociò quello dispiaciuto e dolente di Kurt.
“Kurt, dimmi che andrà bene ti prego” l’altro non rispose si avvicinò e lo strinse in un forte abbraccio. Blaine si aggrappò a Kurt come se fosse il suo salvagente in mezzo alla tempesta, la sua unica ancora di salvezza. Lui era tutto quello di cui Blaine aveva bisogno adesso.
**
“Papà ti chiedo di comprendermi, lascialo qui solo per stanotte”
“Posso capire almeno questo ragazzo che problema ha?” Padre e figlio parlavano sottovoce mentre Blaine era chiuso in bagno. “Non posso parlartene ora, ma tu ti fidi di me giusto?Non darà alcun fastidio” Kurt prese la tazza e versò il latte caldo che aveva appena preparato
“Perché non posso parlargli io?Sono un suo amico, stiamo nella stessa squadra di football”
“Finn se tu fossi suo amico, ti saresti accorto che aveva un problema ma sei troppo impegnato per ricordarti a chi devi portare a cena il venerdì sera” Finn sbruffò portandosi le mani al petto
“Quindi non puoi dirci nulla?” Kurt roteò gli occhi “Ti ho detto di no. Papà lo lascio dormire nella mia stanza, io resto sul divano. Finn dammi un tuo pigiama e per favore che sia pulito e senza cowboy  disegnati sopra” Kurt salì le scale e si chiuse in camera sorpreso di vedere Blaine seduto sul suo letto con un libro tra le mani
“Questo c’è l’ho anche io” alzò la biografia di Patty LuPone per farla vedere a Kurt che intanto poggiava la tazza sulla mano libera di Blaine.
“Ho detto a mio padre di farti restare qui questa notte. Finn tra poco ti porterà un pigiama pulito.” Blaine prese un sorso del suo latte
“Lui…sa?” Kurt scosse la testa
“Io non dico niente a nessuno, sarai sempre tu a parlare Blaine, ogni volta che te lo sentirai.” Il moro fece un altro sorso e poi posò la tazza sul comodino accanto al letto.
“Sarà tutto così difficile”
Kurt provò a sorridere “Vieni, vieni qua. Per il momento rilassati, se vuoi piangi pure, sfogati” tirò Blaine a se facendogli poggiare la testa sulle sue gambe e facendo stendere il corpo su tutto il resto del letto. Kurt iniziò ad accarezzare i ricci di Blaine e sfiorargli ogni tanto la guancia. Blaine si stava beando, come Kurt, di quel momento così intimo.
“Per ora non posso dirti che andrà tutto bene, mentirei…Ma con il tempo Blaine le cose cambieranno.” Blaine chiuse gli occhi “Non smettere Kurt, non smettere di starmi vicino…”
 
non smettere di far battere il mio cuore. Pensò Blaine.
Dopo circa un’oretta Kurt propose di guardare un film, magari una commedia avrebbe fatto comodo. Blaine aveva indossato una t-shirt larga che Finn gli aveva prestato con dei pantaloni blu che Kurt gli aveva dato visto che quelli di Finn erano troppo lunghi. Nessuno dei due rideva alle battute del film e no perché non fossero divertenti ma infondo nessuno dei due era concentrato. Quando anche ormai le luci della camera erano spente e c’era solo il riflesso della luce della televisione ad illuminarli; Blaine allungò la sua mano fino a trovare quella di Kurt e la strinse. La strinse forte e venne ricambiato allo stesso modo. Nessuno dei due si guardò in faccia bastava quel contatto con le loro mani a farli stare bene. Blaine poteva sentire il calore di quella mano morbida e sottile e sentire le dita intrecciate con le sue era qualcosa di unico.
Kurt passò quasi tutta la notte a fissare Blaine dormire, spesso aveva fatto dei movimenti piuttosto bruschi, forse stava facendo qualche brutto incubo e subito Kurt gli si avvicinava per abbracciarlo. Il mattino quando si svegliò si alzò di colpo dal letto. Aveva detto al padre che avrebbe dormito sul divano invece era stato nel letto con Blaine. Si fissò allo specchio per qualche istante e poi uscì fuori trovando già in cucina il padre versarsi del caffè.
“Mi avevi detto che avresti dormito sul divano” Il padre quando pronunciò la frase non si era neanche voltato per guarda il figlio, sapeva benissimo che era lui.
“Scusami papà. Blaine aveva bisogno di parlare”
“Kurt, quel ragazzo è gay vero?”
Kurt si guardò intorno nella speranza che non sbucasse Finn.
“Se vuoi sapere se stiamo insieme la risposta è, No. Ieri ha detto ai suoi genitori di essere gay e il padre non l’ha presa molto bene.”
Burt fece un’abbondante sorso del suo caffè “Okay. Se vuoi restate pure a casa oggi.” Il padre si avvicinò a Kurt e lo abbraccio “Sono così fiero di te.” Kurt sorrise, era così fortunato ad avere un padre così.
**
Quando Blaine si svegliò era solo in camera. Vide l’orario sulla piccola sveglia posta sul comodino che segnava le 10.27 troppo tardi ormai per andare a scuola. Si guardò intorno e si rese conto di trovarsi nella camera di Kurt. Lentamente mise i piedi a terra poggiandoli sul pavimento freddo, la testa gli faceva un po’ male a causa di tutto quello che era successo la sera precedente. Si guardò intorno e notò alcuni vestiti di Kurt poggiati sulla scrivania così si avvicinò e prese un suo maglione tra le mani e se lo portò al volto ispirando il suo odore. Inaspettatamente sorrise beandosi di quel buon odore, poi decise di uscire fuori e arrivò in cucina dove c’era un Kurt con tanto di grembiule e guanti da cucina intento a preparare la colazione.
“Ciao” Kurt stava canticchiando quindi non aveva sentito la sua voce allora Blaine gli si avvicinò fino a poggiare le mani sui quei fianchi sinuosi di Kurt fino a farlo sobbalzare
“Oddio Blaine…mi hai spaventato”
“Scusa” Blaine gli fece la linguaccia per poi sedersi su uno sgabello vicino all’isola della cucina mentre Kurt gli serviva un’abbondante colazione fatta da lui. Iniziarono a mangiare silenziosamente, Kurt poteva ancora vedere gli occhi tristi di Blaine così gli venne un’idea
“Credo che tu dovresti entrare nel nostro Glee Club!” disse adagiando le posate sul piatto.
“Nel Glee Club?”
“Certamente, Blaine hai una voce fantastica non ho mai sentito nessuno cantare te. Ovviamente dopo di me e Barbra Streisand senza offesa.” Blaine ghignò
“Beh…Kurt non lo so.  Almeno non adesso non sono dell’umore giusto!” Kurt si alzò dalla sedia per poi andargli vicino e abbracciarlo per le spalle.
“Un passo alla volta faremo tutto. Visto che però oggi siamo rimasti a casa che ne dici se facciamo una ripetizione di geometria?”
Blaine accettò e in pochi minuti Kurt gli procurò un quaderno e una penna per esercitarsi. Gli assegnò alcuni problemi mentre lui rimaneva seduto a sfogliare Vogue.
“Oh Dei, questo è fantastico” Kurt parlava da solo con il giornalino indicando a se stesso abiti che avrebbe potuto comprare o perché no, cucirli lui stesso.
“Questo deve essere assolutamente mio”
Intanto Blaine che cerca di risolvere il problema ma veniva continuamente distratto dal ragazzo.
“Per tutti i Dior..questo è…”
“Kurt!” lo ammonì Blaine mentre il ragazzo stava già saltando sulla sedia per l’emozione
“Io ci sto provando a studiare..ma…”
“Ma questo è Prada Blaine, guarda tu stesso” Kurt mise il giornale sotto il naso di Blaine mostrandogli un foulard nero con il marchio disegnato sopra
“E’ carino ma di certo non mi farà prendere una A in geometria” Kurt ritirò il giornale stringendolo a se come un bebè “Oh e menomale che non ti piaceva la geometria, ora non vuoi staccarti più”
“Beh mi piace studiarla insieme a te. E’ tutto molto più piacevole quando ci sei tu”
Kurt fissò Blaine ascoltandolo attentamente poi lo ricambiò con un sorriso.
“Quando…quando te ne sei accorto di essere gay, Blaine?” il moro si grattò la testa
“Alle medie. Anche lì facevo football e ogni volta che andavamo negli spogliatoi mi vergognavo, anzi mi facevo schifo se devo ammetterlo, in tutta sincerità. Indugiavo a fissare i miei amici più del dovuto. Ecco perché ora a scuola preferisco stare da solo e filare via il prima possibile”
Kurt poté vedere facilmente le guancie arrossate di Blaine.
“Poi c’era un mio amico che mi dava sempre fin troppe attenzioni. Non era gay ma a me piaceva fissarmi a guardare il suo profilo, i suoi occhi, il naso…un po’ come faccio ora con te…” Ora le cose erano cambiate era Kurt che era arrossato fino alle orecchie. Blaine interruppe il suo racconto quando sentì il suo cellulare vibrare.
“E’ Isabelle…vuole che torni a casa”

Note: chiedo scusa se c'è stato qualche errore di troppo, ma non ho avuto tempo di rileggerlo.Ora scappo ^_^

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


Quando Blaine aprì la porta di casa non sapeva esattamente cosa aspettarsi. Gli tremavano le mani e il pomello sembrava scivolargli dalle dita. Entrò silenziosamente ma l’appoggiare le chiavi sul comodino fecero eco alla madre che dalla cucina corse verso l’entrata abbracciando il figlio. Blaine non si aspettava di certo una reazione del genere fatto sta che non riuscì a ricambiare l’abbraccio.
“Dove sei stato?”
Gli chiese preoccupata la madre dopo aver sciolto l’abbraccio.
“Da…da un amico. E prima che tu ti faccia problemi inutili, non è il mio ragazzo. Non ho relazioni con nessuno se questo ti preoccupa” la donna si passò una mano tra i capelli scompigliandoli, sembrava tremendamente frustrata.
“Vai…vai in garage. Tuo padre è lì” Blaine la guardò in modo strano ma decise di non chiederle altro e si avviò verso le scale che lo conducevano nel garage di casa Anderson. Quando arrivò vide il padre con la testa dentro al cofano di una vecchia Chevrolet del ’70.
“Papà?” la voce di Blaine tremava, ma parve rilassarsi quando vide suo padre tirar fuori la testa sorridendo e pulendosi con uno strofinaccio le mani sporche d’olio.
“Blaine…ti piace?” il tono del padre sembrava pacato come se il giorno precedente non fosse successo nulla.
“Questo catorcio papà?Dove lo hai preso?” Blaine si avvicinò all’auto passandoci un dito sopra per poi ritrovarselo nero per la polvere. Il padre invece mostrava un aria sicura e soddisfatta mentre teneva le mani sui fianchi e mostrava il suo gingillo “Ricordi Frank il mio collega?Venne a cena da noi il mese scorso. Beh voleva rottamarla ed io ho pensato: visto che a te piacciono le auto sarebbe carino poterla riparare insieme” Blaine sembrava sconcertato
“Papà non capisco perché dovrei fare una cosa del genere quando guido una Volvo C30”  il padre sospirò “Per passare del tempo insieme!” Blaine abbassò lo sguardo ancora indeciso. Il giorno prima quasi lo aveva schiaffeggiato ed ora voleva fare l’amico. D’altro canto di certo non poteva permettersi di fare lo scontroso o il prepotente. Già era difficile accettare la situazione.
“Okay, infondo che male c’è. Iniziamo?”
**
“Kurt ci sei?”
“Entra pure papà” Kurt era impegnato nei suoi rituali d’idratazione quando Burt entrò in camera sua per poi sedersi sul suo letto con le mani giunte. “Il tuo amico è andato via?” cercò di essere il più vago possibile. Kurt lo guardava dal riflesso dello specchio; era palesemente preoccupato “Papà vieni al dunque. Inutile girarci intorno. Mi dispiace essermi addormentato con Blaine ma lui aveva così tanto bisogno…non potevo non stargli lontano e ora so che comincerai con il solito di-….”
“No Kurt” Burt lo interruppe. “Non sono preoccupato per questo. Io e te abbiamo già avuto un discorso abbastanza ampio sulla tua vita adolescenziale e su come dovrai comportarti quando…quando lo sai no?” il padre si spostò il cappellino per grattarsi la fronte.
“Sono in pensiero per il tuo amico. Capisco benissimo che per lui non è facile quindi c’è un modo in cui possiamo aiutarlo?”
Kurt gettò la salvietta nel cesto accanto a lui, si alzò dalla sedia e si avvicinò al padre abbracciandolo
“Sono così…così fortunato ad averti papà!”
Il padre ricambiò l’abbraccio stringendolo forte. Era fiero di suo figlio perché nonostante l’inizio burrascoso nell’accettare che il suo piccolo non avrebbe mai portato una donna a casa e che l’essere gay  avrebbe reso la sua vita più difficile, il piccolo Hummel aveva dimostrato di poter essere tutto: una cheerleader, il Kiker nella squadra di football, un bravo ballerino e un ottimo cantante. E nonostante veniva infastidito a scuola, quelle sofferenze anche se lo facevano per un momento crollare, poi lo rendevano più forte perché affrontava tutto da solo.
“Per il momento credo che non possiamo fare nulla. Sto aspettando un suo sms, la sorella gli ha detto di tornare a casa e questo mi preoccupa molto. Burt accarezzò la schiena di suo figlio.
“Se c’è bisogno non esitate a chiamarmi.” Kurt annuì
“Ti voglio bene papà”
“Te ne voglio anche io figliolo.” Burt ebbe un attimo di esitazione nel continuare il discorso o meno.
“Che altro papà?” Kurt sorrise capendo la difficoltà di suo padre.
“A…te…quel Blaine piace?” Kurt si sentì le guancie avvampare e notò anche nel volto di suo padre un leggero rossore “Oh no papà, perché queste cose. Non chiedermelo!”
“Ma io con Finn gli chiedo di Rachel la biondina e Quinn la ragazza mora” Kurt lo guardò sconcertato
“Prima di tutto stai confondendo le ragazze e poi Finn…è diverso papà”
“No Kurt!Ammettilo andiamo” Kurt abbassò lo sguardo fissandosi le mani.
“Si…” pronunciò sottovoce. Il padre si allargò il colletto della camicia che era diventato tremendamente stretto.
“Sai se lui…può ricambiarti in un certo modo?” il figlio scosse la testa.
“Ora ha altri problemi, con me se ne aggiungerebbe un altro” il tono di Kurt era sconsolato.
“Io credo che invece tu gli faccia solo bene!” Burt si guardò intorno
“Preparo dei toast, li vuoi?” Kurt annuì “senza burro per favore”.
**
“Quindi avete passato tutto il tempo a riparare l’auto?” Kurt e Blaine erano nei corridoi vicino i loro armadietti a chiacchierare.
“Si. E’ stato così strano. Sembrava normale. Dici che ha già accettato la cosa in un solo giorno?”
“Blaine io non voglio scoraggiarti, ma non credo sia possibile”
Blaine prese i suoi libri e chiuse l’armadietto “Magari lui e mia madre hanno parlato tutta la notte e ha capito. Anche durante la cena mi parlava dell’auto e della partita di domenica” i due si avviarono all’armadietto di Kurt
“Domenica c’è la partita giusto!”
“Tu ci verrai vero?” Blaine gli chiese speranzoso guardandolo negli occhi.
“Beh…il football non è che mi interessi parecchio.” Blaine si portò una mano sotto al mento pensieroso
“Ma potresti venire a fare il tifo per me. Indossare un enorme capello e una delle tue sciarpe preferite. Poi quando vincerò la partita. Perché vinceremo. Possiamo andare a festeggiare in un luogo a tua scelta.”
Kurt sorrise ascoltando tutte quelle parole meravigliose che Blaine gli stava dicendo, e poi sospirò.
“Mi avevi già convinto quando hai detto di fare il tifo. Ma come mai tutta questa insistenza? No che non l’apprezzi sia chiaro…”
Blaine tamburellò le dita sull’armadietto prima di parlare.
“Perché mi piace passare il tempo con te Kurt. Posso essere me stesso e perché tu mi…mi piac-“ Blaine si bloccò all’ultimo momento quando vide che Azimio aveva gettato una granita sul volto di Kurt facendolo immobilizzare di colpo.
“Anderson io te l’ho detto. Ci vediamo agli allenamenti” proferì l’omone prima di sparire di corsa.
Blaine  con la bocca spalancata tornò a fissare il volto imbrattato di granita di Kurt. Gli passò un dito sulle labbra e poi se lo portò alla bocca.
“Mirtillo. E’ buono! Devo chiedergli dove l’ha presa”
La battuta per fortuna fece ridere fragorosamente Kurt che si infilò nel bagno e in pochi minuti si cambiò. Quando uscì dal bagno delle ragazze era tornato raggiante come prima.
“Kurt, riguardo all’entrare nel Glee Club…beh io ci avrei ripensato” con quella frase, Blaine poté vedere gli occhi di Kurt illuminarsi più di quanto non lo fossero già e si mise a saltellare sul posto.
“Perfetto, porta una bella canzone allegra e ballata li farai divertire tutti. Il professor Shuester sarà così felice!”
Detto questo Kurt si lasciò andare in un abbraccio che venne accolto calorosamente da Blaine e poi imbarazzato si dileguò.
**
“Allora ragazzi pronti per iniziare la lezione di oggi?”
“Professore permette?” Kurt alzò la mano formulando la sua classica frase di quando aveva avuto un’idea geniale o doveva criticare i gilet del professore.
“Certo Kurt dimmi pure” il ragazzo si alzò dalla sedia portandosi le mani ai fianchi, scese gli scalini con il volto rigorosamente alzato portando il naso all’insù per poi poggiarsi al pianoforte e voltarsi a guardare i suoi amici.
“Ragazzi volevo dirvi che oggi avremo un ospite con noi.”
“Barbra?” urlò Rachel Berry eccitata
“spero sia il dentista fidanzato della Pilsbury” ribadì Santana
“Secondo me sono le Winx” disse con nonchalance Brittany mentre tutti la guardavano sconcertata.
“No ragazzi…”Fece un sospirone “Un nuovo membro per il nostro Glee Club!” disse a voce alta  e colmo di soddisfazione Kurt.
Le ragazze applaudirono estasiate e i ragazzi sembravano piuttosto incuriositi
“Chi è?” chiese Puck. Kurt guardò verso l’uscita “Doveva essere già qui…” si avvicinò alla porta e trovò Blaine vicino al suo armadietto
“Blaine ma che fai..i ragazzi ti stanno aspettando” Blaine si voltò e lo sorrise
“Arrivo”. Quando entrò tutti rimasero perplessi. Casa ci faceva Blaine Anderson in un Glee Club,
“Hey amico…ma è fantastico!” enunciò Finn che sembrava l’unico vero entusiasmato dalla situazione.
“Ragazze non guardatelo così”
“Diamine è proprio carino” bisbigliò Tina a Mercedes che annuiva fissandolo
“Appena lo sentirete cantare….” Kurt si spostò per dargli spazio mentre Blaine esitò un attimo imbarazzato. Pensò di dire qualche parola prima di cantare ma non gli veniva in mente nulla di razionale così decise di iniziare. Una musica ritmica e movimentata echeggiò nell’aula e Blaine senza timore iniziò a muoversi nella stanza.(http://www.youtube.com/watch?v=6Ww-8jvxT5Q):
Ahh yes 

Well looky here looky here 
Ah what do we have? 

Another pretty thang ready for me to grab 
But little does she know 
That I'm a wolf in sheeps clothing 
'Cause at the end of the night 
It is her I'll be holding
 
 
Fece una piccola piroetta su se stesso portando il suo volto vicino a quello di Kurt
 
I love you so 
That's what you'll say 
You'll tell me 
Baby baby please don't go away 
But when I play, I never stay 



Kurt spalancò gli occhi quando Blaine lo prese per una mano e lo fece volteggiare.
 
To every girl that I meet here this is what I say: 
 
Blaine salì sui gradini dove c’erano seduti gli altri ragazzi che ballavano a ritmo della sua voce
 
Run run run away, run away baby 
Before I put my spell on you 
You better get get get away get away darling 
'Cause everything you heard is true 
Your poor little heart will end up alone 
'Cause lord knows I'm a rolling stone 
So you better run run run away run away baby 

 
Le ragazze cominciarono a ballare intorno a lui al centro dell’aula, Finn si gettò alla batteria e Puck prese la chitarra accompagnando il loro amico.
 
Well let me think let me think 
Ah what should I do? 
So many eager young bunny's 
That I'd like to pursue 
Now even now they eating out the palm of my hand 
There's only one carrot and they all gotta share it 

 
Blaine tornò di nuovo accanto a Kurt girandogli intorno e fissandolo negli occhi mentre il ragazzo divertito muoveva I fianchi.
Quando la canzone finì tutti applaudirono Blaine, ridendo insieme a lui e per la prima volta Blaine si sentì felice come non mai. Senza pensarci due volte abbracciò stretto Kurt che diventò rosso per la presenza dei suoi amici. Anche il professor Shuester applaudì soddisfatto.
“Ragazzo sei stato formidabile” gli portò una mano sulla spalla per congratularsi con lui.
“Ragazzi abbiamo un nuovo membro del Glee Club!” annunciò pieno di soddisfazione il professore mentre i due ragazzi si misero a sedere e tutti gli altri continuavano a complimentarsi con Blaine.
**
“E’ stato fantastico ero così elettrico”
“Non ti immaginavo con tutta questa foga a dire il vero. Sei stato formidabile Blaine. Le ragazze ti hanno amato…”
“Hey Blaine vieni con noi?” Finn,Puck, Sam, Mike e Artie erano in fondo al corridoio mentre si preparano per andare agli allenamenti. Il moro si voltò e gli fece un cenno “Bene ora vado” si sentiva ancora tutto elettrizzato e non riusciva a togliere il sorriso sul volto. Anche Kurt era così, vederlo raggiante lo faceva sentire bene. I ragazzi tutti insieme si diressero negli spogliatoi e il meraviglioso sorriso che Blaine teneva stampato sul volto venne eliminato dalla scritta che si ritrovò sull’armadietto.
“Chi cavolo è stato?” Urlò Finn infuriato verso la sua squadra che si stava cambiando. Blaine rimase immobile a fissare quel “finocchio” scritto in un rosso così evidente da bruciargli gli occhi.
“Azimio sei stato tu di la verità!” Puck cercò di buttarsi sul ragazzo ma Sam e Mike lo bloccarono. Artie si avvicinò all’armadietto allungando la mano per cercare di portare via la scritta.
Era difficile. Blaine lo doveva sapere. “Ti sei unito al Glee Club ora sei anche tu uno sfigato e in più te la fai con Hummel” Blaine non disse nulla si avvicinò ad Artie per poi spostarlo con la sua sedia a rotelle. Aprì l’armadietto e iniziò a prendere le sue cose sotto gli occhi degli altri ragazzi, poi fece un respiro profondo e chiuse l’armadietto sbattendolo.
“Voi non avete il diritto di fare queste cose! Voi non potete decidere chi le persone debbano amare o solo frequentare.” Blaine teneva lo sguardo rivolto verso il basso, sicuro che i suoi occhi a poco avrebbero cominciato a lacrimare.
“Visto, ve lo avevo detto io!” Azimio urlò indicando Blaine.
“Hummel gli ha fuso il cervello! Io dico di prendercela soprattutto con lui” proseguì Kevin un altro Titans che si divertiva a prendere in giro i ragazzi del Glee. Finn stava per replicare ma Blaine fece prima di lui “Lasciate in pace Kurt. Ed ora andiamo in campo ad allenarci o questa partita giuro che in un modo o nell’altro non ve la farò fare” il ragazzo non guardò nessuno e si avviò fuori con le sue cose.
**
Quando tutti tornarono nelle docce, Blaine rimase sul campo da solo per un’altra ventina di minuti sperando di restare da solo per pulire l’orrore del suo armadietto. Ma quando tornò ci trovò Kurt a pulirlo per lui.
“Che..che fai?” chiese sorpreso nonostante fosse evidente vedere Kurt con uno strofinaccio tra le mani “Ecco qui è tutto pulito” disse soddisfatto mostrando l’armadietto ormai senza più quella scrittura. Blaine ci passò una mano vicino e poi si mise a fissare Kurt negli occhi ed ancora una volta si perse in quel meraviglioso colore azzurro limpido. Kurt mostrò un meraviglioso sorriso “ Mi ha avvisato Finn ed ora io so a che stai pensando: hai voglia di urlare, piangere o picchiare qualcuno. Hai voglia di prendere a pugni l’armadietto immaginandoti la faccia di Azimio”
Blaine lo fissava quasi come se fosse incantato
“Niente affatto…ho solo…ho solo voglia di baciarti”
____________________________________________________________________________________________________________________________
Note:  Chiedo scusa per non aver risposto alle recensioni precedenti ma vi ringrazio infinitamente!!!La canzone che canta Blaine è "Runaway Baby" di Bruno Mars. Ho pensato a qualcosa di movimentato senza mettere la classica Teenage dream (che ovviamente adoro perdutamente) ma era giusto per cambiare un pò! Ascoltatela perchè è molto carina. Ce lo vedo perfettamente Blaine saltellare a ritmo di questa canzone http://www.youtube.com/watch?v=6Ww-8jvxT5Q

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


 I chiari occhi celesti di Kurt si erano dilatati quando le labbra di Blaine avevano pronunciato quella frase. Il cervello ebbe una disconnessione temporanea ma certo non poteva perdere l’occasione perché anche lui lo voleva. Lo desiderava. La sua mano si alzò lentamente fino a prendere quella di Blaine; le dita si intrecciarono mentre i loro occhi continuavano a fissarsi intanto che Blaine allungava l’altra mano libera sul volto di Kurt. Lentamente si avvicinò fino a poggiare le sue labbra morbide su quelle lisce e carnose di Kurt. Entrambi istintivamente chiusero gli occhi e Kurt poté giurare di sentirsi mancare l’aria nello stomaco mentre Blaine assaporava le sue labbra beandosi del profumo che il ragazzo emanava. Le dita ancora intrecciate si strinsero ancora di più fin quando Blaine non liberò la stretta e poggiò la sua mano sul collo di Kurt per tirarlo di più a se. Quando Blaine si distaccò per riprendersi a Kurt parve perdere l’ossigeno che subito si fiondò di nuovo sulle labbra succhiando il labbro inferiore di Blaine. Quando si staccarono definitivamente entrambi sorridevano e le loro dita tornarono ad intrecciarsi. Kurt si morse il labbro inferiore e poi scoppiò a ridere. “Che c’è?” chiese Blaine anche lui divertito. Kurt istintivamente lo abbracciò sfregando il naso sotto al collo del moro ispirando il suo profumo. “Niente…sono…felice!” Blaine gli accarezzò la schiena poi insieme decisero di uscire da scuola.
**
Quando Kurt tornò a casa tirò un sospirone chiudendo la porta alle sue spalle. Si poteva leggere chiaramente sul suo volto “Ho avuto il mio primo bacio ed è stato favoloso” quando riaprì gli occhi vide Finn con il suo classico bicchiere di latte in mano che lo fissava
“Che guardi?” chiese Kurt irritato per poi sedersi sul divano e sfogliare distrattamente una rivista. Finn si sedette accanto a lui “Che hai?”
“Niente” Kurt continuava a girare le pagine
“Hai una faccia da ebete”
“mm…” Finn capì che Kurt non lo stava più ascoltando
“Sai Rachel mi ha chiesto di uscire di nuovo. Credi che dovrei provarci?”
“Certo” rispose Kurt nonostante non avesse ascoltato la domanda
“Oh…okay. Ho distrutto tutti i tuoi capi d’abbigliamento e bruciato le tue riviste
“Bravo Finn” confutò Kurt
“E’ stasera mamma ha preparato patatine fritte!”
“Ottimo” farfugliò il fratellastro. Ormai arreso, Finn si alzò dal divano bisbigliando qualcosa per poi andarsene in cucina. Dopo cena Finn e Kurt ripulirono la cucina; i genitori gli avevano imposto di farlo nonostante fossero due ragazzi. Ovviamente chi si era lamentato di più era stato Finn che la prima volta che provò a lavare i piatti riempì il lavandino con l’acqua bollente per poi versare il detersivo per la lavatrice. Riuscì a rompere due bicchieri e far incastrare una forchetta nella lavastoviglie; così Kurt aveva preso in mano le redini: lui lavava e Finn si limitava ad asciugare e riordinare tutto negli appositi spazi. Quando finirono il più alto dei due si fiondò sul divano dove ormai si era anche fatta la forma del suo sedere, per poi mettersi a giocare uno dei suoi soliti videogame mentre Kurt si guardava soddisfatto nel vedere la sua cucina pulita a dovere. Poi il suo cellulare vibrò
Credi che dovremmo avere un primo appuntamento?
Ed eccola quella sensazione che tutti chiamavano “farfalle nello stomaco” beh le farfalle di Kurt dovevano essere carnivore perché il suo stomaco era divorato dall’emozione.
 
Beh io direi di si. Oddio Blaine io non so come funzionano queste cose.
 
Quando inviò il messaggio Kurt si sentì un perfetto idiota. Adesso davanti agli occhi di Blaine era apparso come un bambino, però si rincuorò subito leggendo la risposta
 
Nemmeno io!Ma ci proviamo insieme. Allora domani sera sarà il nostro primo appuntamento.
 
Primo appuntamento. Primo appuntamento. Primo appuntamento. Di certo Kurt la notte non avrebbe dormito: per la prima volta sarebbe uscito con un ragazzo del quale sembrava preso da lui.
“Kurt mi rispondi?” Il ragazzo scosse la testa trovandosi il padre a due dita dal naso
“Papà che c’è?” chiese confuso
“Come che c’è!Ti sto chiamando da due minuti interi. Volevo sapere com’era andata con il tuo amico e suo padre.”
In breve tempo Kurt gli raccontò tutto compreso la scritta trovata negli armadietti degli spogliatoi.
“A te non ti hanno mai fatto una cosa del genere?” chiese con tono rabbioso Burt. Kurt scosse la testa.
“Io credo che loro non sappiano che Blaine è realmente gay ma si limitano a prenderlo in giro perché sta vicino a me ed è entrato nel Glee Club.”
“Quindi Blaine è veramente gay?” padre e figlio si voltarono verso la porta dove trovarono un Finn sconcertato.
“Maledizione!” Kurt si portò la mano alla bocca mordendola
“Non ci posso credere” sospirò Finn
“Finn non devi parlarne con nessuno okay?Ti ho detto nessuno! Oddio tu parli senza pensare, uscirà sicuramente dalla tua bocca” il fratellastro sembrava spaventato dalle minacce di Kurt così cercò di tranquillizzarlo “Prometto che non dirò nulla“
“Bene…” Kurt incrociò le braccia al petto “tornatene a vedere leone il cane fifone”
“No, c’è Giustino che mi terrorizza” Kurt alzò gli occhi al cielo
“Beh vai a fare qualcosa ma lasciami solo!”
**
Dopo aver riparato per circa un’ora l’auto con il padre, Blaine credeva che realmente l’uomo avesse accettato l’essere di suo figlio. Dopo aver messaggiato con Kurt il cuore di Blaine batteva sempre più forte. Forse era successo tutto così in fretta ma il volersi dichiarare era stato utile per potersi aprire con Kurt. Non potevano di certo già dichiararsi una coppia per questo aveva proposto il loro primo appuntamento. Dopo essere rimasto solo a lucidare la carrozzeria dell’auto decise che buttarsi sotto ad una doccia era sicuramente il modo migliore per riflettere. Quando si chiuse in camera già in pigiama i due fratelli entrarono nella sua camera.
“Cosa volete?” Chiese Blaine mentre leggeva il suo libro che ormai non doveva nascondere più.
“Blaine vogliamo chiacchierare con te” Alec e Isabelle si sedettero accanto a lui sul letto. Alec sembrava imbarazzato mentre la sorella era più preoccupata.
“Quindi….sei gay” disse Alec mentre Blaine sbruffò sonoramente chiudendo il libro.
“Si”
“Quindi ti piacciono i ragazzi”
“Così sembra…Alec che vuoi?”  sbraitò il più piccolo mentre il fratello sospirò
“Wow che figata.” Blaine e Isabelle si fissarono confusi.
“Ma che dici Alec?” sostenne la sorella
“No cioè voglio dire. E’ strano ma sembra una figata.”
“Secondo te essere presi in giro in continuazione è una figata?” chiese irritato Blaine.
“Ohhh okay basta adesso parlo io!” Isabelle si alzò in piedi.
“Blaine sappiamo che per te è dura ma noi ti staremo accanto. Io ti ho mandato tante di quelle frecciatine per farti capire che io sapevo ma non hai voluto ascoltarmi!” la sorella incrociò le braccia al petto.
“Perché io invece non sapevo nulla?” chiese Alec confuso
“Perché tu sei preso troppo dai videogame e da Alyssa” ribatté Blaine.
“Quindi non ti piacciono le donne” Blaine si morse il labbro per non imprecare alzando gli occhi al cielo.
“Comunque credo che papà l’abbia presa bene non credete?Cioè dalla prima sera” domandò Blaine. Ma la sorella scosse il capo “Blaine non lo so sinceramente, ho provato a parlare con loro e nonostante io sia abbastanza grande per queste cose, non hanno voluto parlare in mia presenza.”
Blaine si accasciò sul letto “Beh stiamo riparando quel catorcio insieme e non mi pare che si sia lamentato più di questa situazione.”
“Oddio ma due ragazzi come fanno sesso?” urlò sconcertato Alec che stava ragionando da solo.
“Alec!” i due fratelli lo ammonirono.
“Oh Blaine ho avuto un’immagine orribile nella mia mente. Credo che…Assassin’s Creed mi tirerà su il morale.” E con questa frase scappò via. Isabelle si sedette di nuovo accanto a suo fratello portando un braccio dietro la schiena.
“Dovevi dirmelo Blaine, avremmo affrontato la cosa insieme.” Il moro scosse la testa
“Non riuscivo più a tenere tutto dentro. C’è stata una persona che mi ha aiutato in tutto questo”
“Il ragazzo che viene ad aiutarti in geometria vero?” chiese poco sorpresa la sorella. Blaine annuì.
“E’ un ragazzo fantastico! Mi sta facendo vivere per la prima volta.” Isabelle sorrise
“I ragazzi a scuola lo sanno?”
“No, ma credo che qualcosa hanno intuito. Ma tanto non resterò per tanto tempo all’oscuro” il ragazzo aprì di nuovo il libro “Stai attento a quello che fai Blaine. In quella scuola ci sono stata anche io e sei stato fortunato che ho trovato prima di mamma i tuoi vestiti bagnati a causa della granita” Blaine non alzò lo sguardo ma capì perfettamente cosa la sorella intendesse dire.
**
Quando la mattina Blaine arrivò a scuola, trovò Kurt seduto su una panchina mentre si sistemava il ciuffo che pareva non volesse stare su.
“Ciao” quasi urlò contro di lui, non riuscendo a trattenere l’emozione dentro di se. Kurt alzò la testa per perdersi negli occhi di Blaine “Ciao” disse con un sospiro di voce.
“Tutto bene?” il moro si sedette accanto a lui mentre Kurt scosse la testa.
“Che è successo?”
“Okay Blaine non giudicarmi, ma sono in ansia per questa sera. Lo so posso sembrare un bambino ma è il nostro primo appuntamento. Oddio primo appuntamento credo che sto per avere una crisi isterica” Kurt continuava a muovere furiosamente le braccia mordendosi il labbro e roteando gli occhi. Tutto questo fece ridere Blaine
“Sei adorabile. E’ non preoccuparti per questa sera, anche io sono ecco…emozionato…ma siamo solo noi quindi non dobbiamo preoccuparci” con quella frase Kurt parve tranquillizzarsi.
“E’ incredibile come hai acquistato fiducia in te stesso in così poco tempo” Blaine gli sfiorò leggermente le dita mano causando ad entrambi un lieve brivido “E’ grazie a te” Kurt si alzò
“Bene ora mi dileguo, o quei testoni ci beccano insieme e non voglio ricevere una granita in faccia perché stasera voglio essere impeccabile” detto questo si scomparve.
**
Dopo pranzo Kurt si chiuse in bagno ci mise circa un’ora e trenta minuti per lavarsi dovendosi passare il bagnoschiuma, lo shampo ai frutti di bosco, il balsamo e la crema per rendere i capelli lucidi. Per quanto riguardava il corpo si passò prima un’abbondante dose delle nuove linee di bagnoschiuma e doccia schiuma Aromatheray e Thermal che aveva acquistato qualche giorno prima. Li teneva nascosti accuratamente dietro ad un barattolo di crema per capelli dove Finn non avrebbe mai messo mani; prese il prodotto che donava una freschezza intensa e dinamica. La sua ricca schiuma gli detergeva piacevolmente la pelle, rendendola morbida ed elastica. Quando capì che aveva passato fin troppo tempo chiuso li dentro decise di uscire, si avvolse in un enorme accappatoio e si infilò dritto in camera.
Dopo aver passato i primi venti minuti ad asciugare i capelli( sistemarli completamente sarebbe stato l’ultimo passaggio della sua preparazione)Kurt aprì l’armadio prendendo buona parte dei suoi vestiti e poggiandoli accuratamente sul letto.
Il primo capo che prese fu una camicia arancione abbinata con un cardigan chiaro e un papillon dello stesso colore. Ma subito venne eliminato.
Passò ad un’altra camicia dalle tonalità verde “militare” Poi ci abbinò sopra un giubotto chiaro e un paio di pantaloni color Kaki. Ma anche quello venne fatto fuori. Dopo aver scartato: una camicia di Jeans abbinato con un papillon che veniva legato di traverso, i guanti di pelle nera di Alexander McQueen, la camicia larga e grigia, il papillon rosso e la pashmina a forma di cranio, alla fine si decise. Probabilmente la serata non doveva essere troppo formale, erano solo due adolescenti ecco perché lo smoking era rimasto rigorosamente chiuso nell’armadio. Kurt indossò un cardigan a righe bianche accompagnato da una camicia di  un celeste chiaro, da far risaltare i suoi occhi, con il colletto bianco abbinato ad un pantalone dal colore beige. Indossò anche una delle sue immancabili cravatte. Sospirò guardandosi allo specchio piuttosto soddisfatto. Dopo aver passato accuratamente la crema idratante sul volto venne il momento dei capelli; lacca e altri prodotti che solo Kurt riusciva a trovare nei negozi di Lima, fecero un buon lavoro sostenendo i ciuffi rigorosamente come lui li voleva. E dopo anche l’ultima specchiata si dichiarò ufficialmente pronto per il suo primo appuntamento.
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Note: Mi dispiace ma dovete patire ancora un pochino per il loro appuntamento. Mi sono soffermata di più sulla preparazione di Kurt, perchè andiamo quel ragazzo si veste in un modo eccezionale e i vestiti che ho nominato sono tutti abiti che lui ha realmente indossato nelle varie puntate. Ho deciso di farlo vestire in modo "semplice" perche infondo sono adolescenti. Anche se penso che Kurt cambierebbe vestito pure per andare a gettare la spazzatura. Comunqueee di Blaine abbiamo visto poco dei suoi abiti quindi mi limitero a citare qualcosina nel prossimo capitolo. Per la storia di "leone il cane fifone" E' stato il mio cuginetto ad ispirarmi, perchè guardava la tv davanti a me con questo cane...viola?0.o e poi ho visto quell'orribile padrone così gli ho chiesto come si chiamava ed ecco che ho pensato una frase per Finn. Alla prossima
 

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


Ormai pronto, Kurt ricevette un sms di Blaine che gli diceva che si sarebbero visti da Lima Bean per poi spostarsi in un posto che lui conosceva così da cenare in un modo più tranquillo. Kurt cominciò a maledirsi del sudore alle mani mentre continuava a fissarsi nello specchio della sua camera, poi un tocco alla porta lo distrasse.
“Ciao Carole, ti serve qualcosa?” La donna chiuse la porta alle sue spalle e si sedette sul letto di Kurt mentre quest’ultimo la guardava incuriosito
“Piccolo, vieni qui siediti” disse la donna con un tono dolce. Kurt eseguì l’ordine fissando con un filo di preoccupazione la sua matrigna.
“Ho notato che hai passato tutto il giorno in bagno e chiuso in camera, a tavola hai detto a tuo padre che non avresti cenato con noi. C’è qualcosa che dovremmo sapere?” Kurt sospirò, voleva parlare con qualcuno ma Blaine non aveva fatto coming out e lui non poteva confessarlo a nessuno ed inoltre voleva urlare da ogni parte che aveva dato il suo primo bacio.
“Ho un appuntamento Carole” disse il ragazzo prendendo le mani della donna e stringendole.
“E’ fantastico figliolo. Perché non lo hai detto a tuo padre?”
“Carole perché voglio…voglio fare una cosa per volta. Ti prego non dirglielo!” Carole sembrava quasi più emozionata di lui “Tranquillo, per il momento non gli diremo nulla, ci teniamo questo piccolo segreto solo noi” Kurt sospirò chiudendo gli occhi “c’è dell’altro. Ho avuto il mio primo bacio”
La donna quasi squittì insieme a Kurt dalla felicità abbracciandolo. “Dimmi come è stato” quasi urlò emozionata. Kurt alzò gli occhi al cielo sognante “Non lo so..Carole…era qualcosa di indescrivibile…”
“Beh ovvio lo hai fatto con la persona che ti piace” Carole gli accarezzò il volto.
“Il mio stomaco era in subbuglio e il cuore batteva forte, credo che potrei sopravvivere solamente cibandomi dei suoi baci” Carole ridacchiò “E’ bello vederti così preso, Kurt. Però adesso che ho fatto l’amica, fammi entrare nel ruolo di madre” La donna inizio ad avere un atteggiamento più serio “Allora, questa sera hai il tuo primo appuntamento. Kurt mi raccomando le cose con calma sono fatte le migliori non affrettate i passi okay?” Kurt sorrise.
“Tranquilla Carole, papà già mi ha fatto dei discorsi e se apri il mio comodino ci sono degli opuscoli che ancora mi imbarazzano ma che non ho intenzione di utilizzare per ancora un bel po’ di tempo. Blaine anche ha bisogno di tempo, quindi andremo con i piedi di piombo!” Rassicurata Carole, Kurt si sentì’ felice di potersi confidare con lei e chiedergli consigli, cosa che non avrebbe mai potuto fare con la madre.
**
Blaine dovette lavarsi due volte i capelli per renderli presentabili; non era un tipo vanitoso o maniaco della moda, certo anche lui era appassionato di vestiti, mai quanto Kurt, ma rendere guardabili quei ricci era una vera e propria sfida. Aveva consumato il suo barattolo di gel dopo il primo lavaggio di capelli e solo poco dopo si era accorto di averne messa fin troppa. Dopo il secondo lavaggio il gel non c’era più e di certo l’acqua non bastava a tenere accuccia quella zazzera nera. Si arrese quando capì di non poter risolvere nulla e si occupò dell’abbigliamento: indossò una camicia “rosa selvatica” con sotto un paio di pantaloni scuri e scarpe lucide, accompagnato con una cravatta nera sottile. Decise di non indossare la giacca per non essere troppo formale ma di prendere un cardigan da portare con se in caso avesse freddo. Sbruffò un’ultima volta fissandosi allo specchio perché proprio non c’era riuscito a dominare quei capelli e lui avrebbe voluto una serata perfetta ma già la partenza faceva pena. Quando scese le scale per poi prendere le chiavi della sua Volvo il padre lo chiamò.
“Blaine oggi nessuna riparazione?Avevamo detto di cambiare le ruote” Blaine si infilò le chiavi in tasca “Papà ti avevo già detto che avevo da fare oggi, quindi rimandiamo a domani o che ne so ad un altro giorno” Il padre si avvicinò di più a lui “Cosa devi fare che ti sei vestito così…in questo modo?” Blaine si morse il labbro inferiore. Nonostante lui pensava che ormai il padre avesse accettato il suo modo di essere.
“Devo…devo vedermi con una persona, non cenerò neanche qui. L’ho già detto alla mamma” Il padre di Blaine incrociò le braccia al petto.
“Fai sul serio Blaine?E’…ti vedi con un uomo?” Il moro sospirò pesantemente roteando gli occhi.
“Preferisci la verità o la bugia papà? “
“Blaine sai che ti stai comportando in un modo del tutto scorretto?” il padre gli puntò il dito contro. Blaine si passò le mani tra i capelli, sapendo ormai di non poter rovinare nulla.
“Perché…perché non riesci ad essere un po’ più aperto papà! Non credere che la mia sia una perdita di tempo o una che so…confusione d’ormoni o qualcosa del genere. Io ti sto dicendo la verità papà e mi dispiace che ti faccia male.” L’uomo guardo suo figlio quasi con ribrezzo.
“Bene!” disse con tono fermo.
“Vuoi uscire con un uomo?Fallo pure…poi penseremo al seguito” Blaine voleva replicare ma di certo poi avrebbe passato la serata con un’aria angosciata e non poteva. Diamine no! Era il suo primo appuntamento, si era da poco dichiarato con un ragazzo che lo apprezzava e non poteva farsi rovinarsi la serata per questo. Tutto quello che pensò nella sua mente era: coraggio.
**
Quando arrivò a Lima Bean, Kurt era lì all’ingresso che si guardava intorno apparentemente nervoso mentre si dondolava su se stesso con le mani giunte  portate dietro la schiena. Blaine si avvicinò a lui non sapendolo esattamente come salutare così si limitarono ad un abbraccio durato più del dovuto. Blaine ispirò profondamente beandosi dell’odore che emanava Kurt mentre quest’ultimo faceva lo stesso stringendo Blaine a se poi decise di spezzare il silenzio imbarazzante che si era creato “Dove andiamo?”
“Beh ti faccio vedere…ti fidi di me?” Kurt inclinò la testa “Fa tanto di Caprio, ma se non andiamo a cena su una lussuosa nave magari chiamata Titanic. Allora si! Mi fido di te”
Blaine sghignazzò e raggiunsero insieme la sua auto.
**
Quando parcheggiarono, si diressero attraverso un giardino formato da piccoli stagni e numerose candele decoravano la strada che li conduceva all’ingresso del ristorante.
“Un ristorante indiano?” chiese Kurt sorpreso.
“Ricordo che mi hai detto che il venerdì sera cucinate sempre il pollo, quindi è una cosa che ti piace e qui servono pollo in ogni salsa. Beh ovviamente c’è tanto altro e un menù anche vegetariano.” I due ragazzi non si tenevano per mano ma camminavano uno accanto all’altro sfiorandosi raramente le spalle, mentre Blaine cercava di far apprezzare il luogo scelto a Kurt.
“E’ favoloso. Non sono mai stato in un ristorante indiano”
Blaine sorrise soddisfatto e poi si avvicinarono all’entrata.
“Buonasera e benvenuti al Shiva. Un tavolo per quattro?”
I due ragazzi confusi istintivamente si voltarono indietro, convinti di dover trovare altre due persone dietro alle loro spalle. Ma non fu così.
“Hem…beh no. Un tavolo per due”
La donna sorpresa e leggermente imbarazzata sospirò un sonoro “oh…” prese due menù dal bancone e poi lì accompagnò ad un tavolo.
“E’ possibile un tavolo…un po’ in disparte? Magari in un angolino” La donna si voltò sorridendo a Blaine e annuì; intanto Kurt continuava a guardarsi intorno affascinato dalle lampade a petrolio che rendevano la sala fatta di luci soffuse. Rimase meravigliato delle meravigliose tende e dai tavoli ricoperte con delle tovaglie di un bianco perla. Tutto sembrava decisamente romantico.
I due ragazzi si sedettero e la donna gli lasciò i menù dicendogli che presto sarebbe arrivato il cameriere per le ordinazioni.
“Spero non ti dispiaccia che ho chiesto un tavolo un po’…appartato” Kurt sorrise
“Niente affatto. E comunque questo posto è veramente bello”
Cominciarono a sfogliare i menù aspettando l’arrivo del cameriere che non tardò molto.
Kurt ordinò il Mughlai ovvero bocconcini di pollo marinati in distillato di rosa e spezie cotti in salsa di zafferano. Blaine ordinò un misto di antipasti di Potli, Samosa, e Palak tikki.
“Bene per un appuntamento che si rispetti dovremmo conoscere qualcosa dell’altro che ancora non sappiamo…non credi?”
Kurt arrossì leggermente “Beh però se scoprirai tutte le mie manie mi lascerai da solo a rimuginare nel Mughlai.”
Blaine sorrise “Beh diciamo che quello che conosco di te, mi piace…quindi…”
I due cominciarono a chiacchierare. Kurt narrò alcuni momenti della sua infanzia mentre Blaine lo ascoltava attentamente e poi fu il suo turno di raccontare un aneddoto imbarazzante che lo vedeva protagonista. Poi passarono ad argomenti casuali:Marion Cotillard era per entrambi il loro numero preferito della rivista Vogue, se Kurt amava il pollo, Blaine aveva la passione per la cucina italiana, tutti e due adoravano Patty LuPone e le canzoni dei musical (a parte per Kurt e la sua passione sproporzionata per Lady Gaga.)
“Okay colore preferito?” chiese incuriosito Blaine
“Grigio Dior. Avevo decorato così la mia stanza prima che ci trasferissimo in un nuovo appartamento. Credo che combacia perfettamente con la mia pelle nivea. Il tuo?” Blaine affondò la forchetta nella Samosa imbarazzato.
“Il colore dei tuo occhi” sussurrò senza alzare il volto. “Non so precisamente che celeste sia. Non è ne celeste cielo o come quello del mare. So solo che mi piace” Kurt sospirò solo nel sentire quelle parole, avrebbe voluto afferrare la sua mano e stringerla, sentire le sue dite affusolate che attorcigliavano il suo palmo e avrebbe voluto baciarlo per provare a sentire quel sapore meraviglioso delle sue labbra. Purtroppo non poteva fare nulla del genere visto che erano in un luogo pubblico e già aveva notato più volte che la gente li fissava per poi bisbigliare con i loro amici seduti al tavolo.
“E’ una cosa molto dolce. Ora non per ricambiarti il complimento ma adoro come hai i capelli questa sera” Blaine alzò lo sguardo più sorpreso che mai
“Sei un bugiardo” Kurt sogghignò “Non è assolutamente vero”
“Kurt questa chioma nera è orribile e non ti racconterò perché lì ho conciati così. Ho provato a sistemarli ma niente…”
“Sono perfetti, sul serio Blaine!”
Dopo un’abbondante cena e un buon dolce i due pensarono che era arrivata l’ora di andare via. Blaine volle pagare lui la cena nonostante Kurt si era lamentato più di una volta.
“Kurt ti ho invitato io e pago io. Semplice”
“Non è semplice se quelli che hanno mangiato sono in due. Poi questo ristorante è costoso!” Blaine roteò gli occhi alzandosi dalla sedia e passando il libretto con i soldi e la mancia al cameriere.
“La prossima volta paghi tu. E’ comprerò tante di quelle cose che la mia camicia dovrà perdere un bottone per come si gonfierà la pancia e tu sarai costretto a pagare vendendoti i tuoi occhiali Prada”
Nonostante il leggero spavento di vendere i suoi Prada e si, immaginare Blaine con un pancione enorme, Kurt annuì. Anche lui si alzò da tavola e si voltò a fissare un tavolo dove un gruppo di persone li avevano fissati tutta la serata piuttosto dubbiosi. Così Kurt decise di mettere fine ai loro timori e prese per mano Blaine portandolo fuori.
“E’ stata una bella serata” affermò Kurt mettendosi la cintura di sicurezza.
“Hey non credere che sia finita qui” Blaine aprì il cruscotto dell’auto che si trovava davanti a Kurt e gli mise sotto al naso due biglietti. Kurt spalancò gli occhi.
“Non ci posso credere Greg Evigan si esibisce in Rent al teatro comunale?” si voltò verso il moro
“Come hai fatto a trovarli?” Blaine accese il motore ridendo di gusto “Fortuna”
**
Quando lo spettacolo finì Kurt era su di giri per l’emozione “E’ stato tutto così magnifico” camminava sognante mentre canticchiava le canzoni del Musical mentre Blaine lo osservava divertito. Notò l’orario e vide che si era fatto più tardi del previsto.
“Kurt meglio che ti riporti a Lima, non voglio farti guidare da Lima Bean a casa tua da solo è già molto tardi. Ti accompagno a casa e poi torni a prendere l’auto?” Kurt si voltò a fissarlo
“Assolutamente no. Tu devi fare pure più strada di me, sono io quello preoccupato.”
Arrivarono nel parcheggio e Kurt si avvicinò alla portiera aspettando che Blaine con la chiave l’aprisse. Ma il ragazzo continuava a guardarsi intorno mentre Kurt lo fissava. Quando Blaine si assicurò che nessuno ci fosse nel parcheggiò si avvicinò a Kurt e lo baciò. Preso un po’ alla sprovvista in un primo momento Kurt dilatò gli occhi ma poi subito poggiò le mani sul volto di Blaine per stringerlo di più a lui. Sentire il sapore del caffè caldo, che avevano preso appena usciti dal teatro, dalle labbra di Blaine era favoloso. Baciandolo Kurt capiva che si, decisamente poteva sopravvivere solo dei suoi baci. Blaine si distaccò e si guardò intorno per un’altra controllata e poi tornò a baciarlo questa volta in un modo più vorace mentre faceva scivolare le mani sui fianchi di Kurt per colmare la distanza tra i loro corpi facendoli combaciare perfettamente. Quando si separarono entrambi sorrisero; aspettavano quel momento da quando si erano visti da Lima Bean e tutta quell’attesa non aveva fatto altro che aumentare il desiderio che adesso veniva ripagato adeguatamente.
“Andiamo su…” Blaine gli aprì la portiera
**
Arrivati a Lima Bean non c’era praticamente nessuno e loro potettero concedersi il lusso di baciarsi ancora un po’ conoscendo meglio i loro corpi. Blaine iniziò a scendere dalla mascella al collo lasciando dei leggeri baci umidi mentre Kurt poté assaporare il lobo dell’orecchio di Blaine mordendolo quasi con avidità.
“Devo andare” sussurrò Kurt provando a distaccarsi.
“Ancora uno” disse Blaine poggiando di nuovo le labbra su quelle del suo ragazzo. Oh perché cavolo adesso Kurt Hummel era il suo fidanzato!
Kurt rise sulle labbra di Blaine stampandogli un altro bacio. Poi si morse il labbro per assaporare
“Devo andare Blaine” il moro prese la mano di Kurt intrecciandola con la sua.
“Come faremo a scuola?” Kurt meditò qualche minuto. “Io credo che se ti senti pronto puoi dichiararti. Ma solo se ti senti pronto”
Blaine fece un sospiro. “Sai fino a ieri ero pronto. Volevo urlarlo ai quattro venti ma adesso ho paura che quello che sta iniziando tra di noi possa essere distrutto da quei tipi. Ed io non voglio. Non ho ancora le forse necessarie per combattere il mio coming out e la nostra storia” Kurt sorrise e lo abbracciò forte
“Non ti preoccupare. Per il momento evitiamo di parlare con chiunque anche con quelli del Glee. Meno persone lo sanno e meglio è!” Blaine annuì poco convinto.
“Mi dispiace però. Magari tu ne vuoi parlare con le tue amiche…se vuoi…”
“No Blaine. Faremo le cose insieme okay?Voglio vivermi il nostro momento ora che siamo…”
Blaine sogghignò “fidanzati?”
“Suona così strano”
“Ma è bello!”
“Assolutamente”
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Note: Ed ecco il loro primo appuntamento. Allora c'è da dire che sono leggermente impazzita per scriverlo per vari motivi: loro sono due adolescenti e quidi ho pensato di fargli fare qualcosa adatto a loro; avevo pensato al bowling (a kurt piace ma a Blaine non ce lo vedo) poi ad un ristorante lussuoso,ma infondo sono ragazzi, poi ad un pub ma non ce li vedevo nemmeno lì dentro. Quindi ristorante indiano e poi Rent mi è veuto perchè ho pensato alla puntata 2x7 che Kurt dice che Blaine ha procurato i due biglietti per Rent al teatro comunale. Ed eccolì qua! Spero che abbiate apprezzato l'appuntamento; non potevo nemmeno fargli fare cose tpo serenate ecc...perchè ora stanno uscendo e Blaine è ancora un pò insicuro!

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


Quando Blaine rincasò, poté sentire i suoi genitori discutere dalla cucina. Lentamente si avvicinò per capire l’argomento che trattavano ma i loro toni di voci abbastanza alti fece capire che il soggetto della discussione era lui. Rimase vicino alla porta socchiusa per ascoltare quello che si stavano dicendo.
“Tu non mi stai permettendo di essere una madre come si deve. Vuoi pensare a tutto tu e io me ne sto in disparte a guardare. Sono stanca lui è mio figlio e se ha un problema io devo aiutarlo!”


“Karine tu non capisci. Ho provato la scusa della riparazione dell’auto e lui sembrava essere preso. Devi darmi ancora un po’ di tempo”
Blaine poté sentire la madre sbattere ogni porta dei mobili che apriva,probabilmente per prepararsi un caffè.
“No, io non posso. Sono stanca. Non vedi che è inutile? La scusa della riparazione non ti ha portato a nulla. Credi davvero che sporcandosi le mani con quell’aggeggio diventerà etero?Nostro figlio è gay e tu devi accettarlo come sto provando a fare io”
Blaine capì che il padre lo aveva solo preso in giro. Riparare l’auto con lui non era un segno d’affetto ma un modo per farlo essere: uomo. Ma Blaine si sentiva un uomo, lui era un uomo con la sola differenza di amare uno come lui.
“Tu sai come verrà deriso Karine?Sai cosa gli succederà a quel ragazzo?”
“Non fingerti preoccupato per questo. Tu non riesci a vederlo che potrebbe stare con un altro ragazzo. E’ sinceramente nemmeno io ma sto provando a farmene una ragione.
Blaine sentì il gas accendersi segno che si, la madre stava preparando il caffè questo voleva dire che era nervosa ed era comprensibile.
“Sono sua madre, gli parlerò io. Magari possiamo vedere che ne so uno psicologo.”
A quelle parole Blaine stava per aprire la porta e ribattere ma una mano lo bloccò.
“Non farlo. Vai a dormire” gli consigliò Alec.
“Li senti cosa dicono?Stanno superando ogni limite” Blaine poggiò la testa contro il muro
“Fratello lo so, ma non mi sembra il caso di discutere a quest’ora. Chiuditi nella stanza che è meglio!” Blaine si arrese e seguì il consiglio.
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Il mattino seguente Blaine non si svegliò nei migliori dei modi, anche perché non aveva praticamente chiuso occhio, ma solo il pensiero di vedere Kurt lo rallegrò. Ormai sapeva di potersi poggiare a lui per trovare un momento di serenità. Purtroppo non si incontrarono nei corridoi visto che Kurt era arrivato leggermente in ritardo quindi si sarebbero visti durante l’ora del Glee Club. Mentre Blaine usciva dall’aula della sua ultima lezione venne colpito da ben cinque granite. I ragazzi che lui una volta definiva “suoi amici” lo avevano colpito ancora una volta. “Ma che diamine vi prende?” urlò togliendosi il ghiaccio dagli occhi.
“Amico è per rinfrescarti le idee. Prendilo come un regalo” rispose John mentre gli altri ridevano
“Ci si vede Anderson” Blaine si passò le mani nei capelli e fissò l’orologio notando il leggero ritardo per la lezione del glee. Così non curante della granita ancora in volto si avviò nell’aula.
“Per tutti i Dior, Blaine!” Kurt corse scaraventandosi completamente su di lui sotto gli occhi scossi  dei loro amici del Glee.
“Scommetto che è stato di nuovo Azimio. Quell’idiota!” borbottò Puck. Ma Blaine era concentrato a fissare Kurt “Ciao” gli sussurrò dolcemente mentre Kurt combatteva contro se stesso per non poterlo accarezzare e baciare. Intanto Finn li osservava ancora più dubbioso. Ora sapeva che Blaine era realmente gay ma adesso stava avendo dei dubbi sulla sua relazione d’amicizia con il fratellastro.
“Blaine possiamo pensarci noi a te” Santana e Brittany si alzarono avvicinandosi al ragazzo e la biondina continuava a mangiare i pezzetti di granita che Blaine aveva sul suo maglioncino.
Kurt che voleva replicare non lo fece ma lasciò Blaine nelle mani della spartana e l’amica mentre lui tristemente tornò a sedersi. Quando Blaine tornò il professor Shuester aveva già iniziato la lezione, il moro si sedette accanto a Kurt che però non parve accennare sorrisi
“Che c’è?” gli sussurrò cercando di non far sentire gli altri.
“Niente…sono infastidito da quei ragazzi. Non possono prendersela con te solo perché mi sei vicino .Non sanno che tu sei realmente…quindi non hanno diritto!” Blaine si guardò cercando di vedere gli altri che erano intenti ad ascoltare la lezione e per un attimo strinse la mano di Kurt.
“Non ti preoccupare. Oggi posso venire da te per studiare?” Kurt annuì
“Assolutamente, dirò a Carole di preparare dei suoi biscotti, sono favolosi!” Blaine annuì sorridendo vedendo il volto di Kurt tranquillizzarsi.
**
Quando Blaine arrivò a casa di Kurt ad aprirlo si ritrovò Carole che mostrava un’enorme sorriso.
Kurt al suono del campanello si era precipitato sulle scale fermandosi un istante quando vide il padre sbucare dalla porta “Ciao Blaine sei in perfetto orario” squittì Kurt restando immobile sulle scale. Blaine annuì fissandolo poi salutò anche Burt e si avvicinò al figlio.
“Papà noi se non ti dispiace studiamo in camera mia. Tra poco Finn deve vedersi la partita qui nel salotto e Blaine non può distrarsi guardando la Tv. Tra breve ci sarà un compito e non voglio che mi si venga detto che non sia stato un bravo insegnante.” Burt roteò gli occhi, voleva proporre di farli restare nel salotto e di abbassare il volume ma sapeva che nelle partite con tutto il volume alto accompagnato dalle loro grida era il massimo.
“Okay tranquillo è buona lezione!”
“Dopo vi porto i biscotti” disse Carole trascinandosi il marito sul divano. I due ragazzi salirono e Blaine si mise a fissare la camera di Kurt mentre quest’ultimo chiudeva la porta alle sue spalle. Appena sentito il “click” della porta Blaine si voltò prendendo i fianchi di Kurt e baciandolo dolcemente facendo combaciare i loro bacini. Kurt gettò le braccia dietro al collo di Blaine beandosi di quel momento.
“Blaine ricordati che dobbiamo studiare!” il moro sbruffò allontanandosi da Kurt per aprire la sua borsa. Intanto quest’ultimo accese la musica giusto per fare da sottofondo alle ore di studio. Kurt si distese sul letto poggiando la testa e le spalle sul muro dietro mentre Blaine si distese su di lui mettendo la testa all’incirca sullo stomaco aprendo il quaderno davanti a se.
“Allora Blaine io leggo il problema e tu lo risolvi. In un rombo due angoli opposti misurano circa 60° e….”
“Hai un buon odore Kurt” lo interruppe Blaine voltandosi per fissarlo in volto. Kurt abbassò il libro che teneva alzando un sopracciglio “Blaine!” lo ammonì subito.
“..La diagonale maggiore misura 12 e la radice…” Kurt dovette bloccarsi di nuovo quando sentì la mano di Blaine solleticare lievemente i suoi fianchi. Gli spostò la mano e fece un sospiro “dicevo…la radice quadrata è di 3cm”
“Kurt facciamo una pausa ti prego” Blaine sembrava implorante.
“Blaine abbiamo appena cominciato.” Il moro si avvicinò di più al volto di Kurt “Anche la nostra storia è appena cominciata. Io propongo di passare le formule di ieri sera. Qualche bacio e poi basta promesso!” Kurt rise e prese con entrambe le mani il volto di Blaine per avvicinarlo al suo schioccandogli un rumoroso bacio.
“Eccoti accontentato. Riprendiamo?” Blaine lo fissò facendo il muso lungo e due enormi occhi a forma di cucciolo bastonato “Blaine dai…voglio che tu studi, non voglio che ti caccino dalla squadra” Blaine si alzò sedendosi sul letto “Non so nemmeno se voglio farci più parte” Kurt si mise nella stessa posizione prendendolo per mano “Non scherzare nemmeno Blaine. E’ uno sport che ami tu sei l’esempio di colui che elimina gli stereotipi non puoi arrenderti Blaine.”il ragazzo sbruffò.
“Blaine è la verità. Prendi me che invece mio padre mi ha minacciato di togliermi l’auto se continuo ad indossare maglioncini lunghi come vestitini” Blaine rise
“Ma li indossi ancora”
“Occhio non vede, cuore non duole”
 il moro lo guardò e sorrise “Hai ragione. Scusa lo sfogo” Kurt allungò la mano sulla guancia e gli diede un altro bacio. “Non ti ho chiesto cosa hanno detto i tuoi genitori, cioè come procede a casa?” Blaine assunse un’espressione che Kurt non riuscì a cogliere.
“Bene…credo che abbiano accettato la cosa” Blaine mentì sperando di non dover causare altro dolore a Kurt “Blaine sii serio per favore” il moro lo guardò negli occhi “Sono serio Kurt. Non ti preoccupare”
Il discorso venne interrotto, fortunatamente per Blaine, da Carole che bussava per portare i biscotti ai ragazzi. Finalmente Kurt riuscì a far studiare Blaine premiandolo ad ogni problema risolto con un bacio e un biscotto e il metodo sembrava funzionare visto che risolveva tutti i compiti senza fare errori.
“La tua matrigna è bravissima a fare i biscotti Kurt”
“E oggi li ha preparati perché sapeva che c’eri tu” i due ragazzi che avevano finito di studiare si erano concessi un meritato riposo stendendosi sul letto con le loro gambe intrecciate mentre chiacchieravano tra un bacio e l’altro.
“Tuo padre non è che entra e mi sbatte fuori?” Kurt rise giocando con i capelli di Blaine
“Tranquillo lui bussa sempre. In ogni caso Blaine lui lo sa che tu sei gay. Ma non sono stato io a dirglielo ma lo ha capito da solo.” Blaine gli diede un bacio prima di parlare
“Non c’è problema. E lui sa che io e te…” Kurt scosse la testa. “Carole ne è a conoscenza. Anche lei ha scoperto tutto da sola, ma credo che mio padre non ci metterà molto a capire che noi due stiamo insieme”
“Cosa te lo fa pensare?” chiese curioso Blaine cingendo Kurt per i fianchi.
“Il fatto che giro con un sorriso da ebete tutto il giorno per la casa nonostante i continui litigi con Finn. E di solito sono irascibile” Blaine rise di gusto mentre Kurt si alzava dal letto per sedersi sulla sedia di fronte allo specchio.
“Che fai?” chiese il moro curioso.
“Mi sistemo i capelli sono inguardabile” Blaine sbruffò divertito
“Smettila Kurt sei perfetto”
Una bussata di porta li interruppe di nuovo e Blaine si alzò mettendosi composto
“Kurt, io e Carole stiamo andando a fare la spesa volete venire anche voi?” Burt si voltò verso Blaine “Sai devo chiederglielo per forza perché se compro prodotti che non sono della marca che dice lui va su tutte le furie.
“Papà!” lo ammonì il figlio leggermente imbarazzato.
“Quando vai con Finn comprate solo dolciumi e prodotti che ti fanno male!” Blaine li guardò divertito “Beh Kurt andiamo allora. Tanto abbiamo finito di studiare.”
“Se vuoi puoi rimanere a cena da noi!” gli propose Burt.
“La ringrazio signor Hummel ma sono venuto con il bus è dopo le 20.00 non ne passano più per Westerville” Burt scrollò le spalle “Nessun problema, ti riaccompagno io!” Blaine sorridente annuì mentre Kurt batteva le mani felice
“Perfetto prendo i calzini puliti e le mie Prada e veniamo con voi” Burt richiuse la porta alle sue spalle urlando a Carole che i ragazzi sarebbero andati con loro.
“Sei sicuro Blaine?Non ti senti in imbarazzo?” Blaine si alzò e si avvicinò a Kurt.
“No, un po’ di vita familiare mi fa bene. Porto il piatto vuoto con i biscotti a Carole così può lavarlo”
Quella frase detta da Blaine non gli piacque. Quindi non aveva detto la verità sulla sua famiglia?
**
Arrivati nel supermercato Kurt e Blaine cominciarono a comportarsi come due bambini. Kurt si poggiò sul ferro del carrello cercando di tenersi in equilibrio e Blaine trascinava il carrello con Kurt correndo per tutto il supermercato. I due attiravano l’attenzione di tutti, Carole rideva mentre Burt li fissava un pochino imbarazzato ma sotto, sotto si stava divertendo anche lui. Era bello sentire l’eco della risata del figlio per tutto il supermercato. Finita la spesa si avviarono in auto, e mentre Carole discuteva su cosa preparare per la cena, Burt dallo specchietto retrovisore poté vedere suo figlio poggiare la testa sulla spalla di Blaine chiudendo gli occhi e stringendogli la mano. Il volto di Burt assunse un sorriso pieno di contentezza.
Durante la cena fu un divertente delirio per Blaine: Kurt continuava ad urlare Finn che cercava di rubare la cena dal suo piatto, Carole e Burt chiacchieravano raccontando gli aneddoti accaduti durante il lavoro, per Blaine sembrava tutto così naturale.
La famiglia Hummel non poteva avere magari una ricchezza eccessiva, magari non potevano permettersi le auto di lusso o scuole private per i figli ma la ricchezza si trovava rinchiusa intorno a quel tavolo, perché c’era amore, amore che lui non riusciva più a vedere nella sua famiglia dopo il suo coming out.
Dopo cena i tre ragazzi ripulirono la cucina e poi Kurt e Blaine si chiusero in camera per salutarsi mentre Burt indossava il giubbotto per riportare Blaine a casa.
“Buonanotte” gli sussurrò Blaine sulle labbra di Kurt per poi baciarlo intensamente. “Sono stato veramente bene. La tua famiglia è fantastica”
Kurt sorrise per poi ricambiarlo con un altro bacio. “Buonanotte Blaine e…grazie. Anche io sono stato benissimo” si abbracciarono per un’ultima volta e quando Blaine uscì si ritrovò Finn d’avanti alla porta. Kurt gli lanciò uno sguardo minaccioso e il grosso ragazzo si volatilizzò.
Quando ormai erano in auto da circa cinque minuti, Burt pensò di chiacchierare con Blaine.
“Allora…come vanno le lezioni con mio figlio”
“Oh sono magnifiche” esclamò con fin troppo entusiasmo da far credere qualche altra cosa a Burt.
“Cioè voglio dire che mi sto riprendendo molto, spero di prendere un bel voto. Non voglio andare via dai Titans” Burt sorrise
“Adori il football è?Credo sia il miglior sport che ci sia”
“Lo penso anche io” concordò il ragazzo. Burt tossì prima di prendere in amo un altro argomento.
“Allora Blaine la tua famiglia che dice del tuo recente….”  Blaine sospirò guardando il finestrino
“E’ dura. Ma credo di potercela fare”
“Ne sei sicuro?” Burt era riuscito a sentire il tono di insicurezza del ragazzo. Blaine sospirò pesantemente.
“No non ne sono sicuro. Ma devo trovare un modo per farglielo capire… è dura.” Burt istintivamente poggiò una mano sulla spalla di Blaine facendolo sobbalzare.
“Blaine tu sei un bravo ragazzo. Ai tuoi genitori ci vorrà un po’ di tempo ma loro se ne faranno una ragione. Io con Kurt l’ho scoperto quando aveva tre anni, ma ho sempre avuto il dubbio poi è stato lui stesso a dirmelo ma quando lo ha fatto ma ne ero già consapevole. Con te è diverso tu sei più grande ora quindi sono stati spiazzati ma se posso dirti una cosa Blaine; tu sei un ragazzo educato e vieni da uno dei migliori quartieri di Westerville e per come ti comporti la tua famiglia ha saputo educarti per bene. Quindi tu cerca solo di fargli vedere che sei sempre presente e che il fatto di amare un ragazzo non cambierà niente della tua vita. Perché voi potete fare tutto! Potete dimostrare alla gente ignorante quanto voi siete speciali Blaine.”
Blaine tornò a fissare il finestrino mordendosi il labbro e passandosi una mano sul volto per eliminare una lacrima caduta. “G…grazie” riuscì a sussurrare.
Quando arrivarono Blaine ringraziò per il passaggio Burt
“Eh Blaine…”
Il ragazzo si sporse dal finestrino “Devo ammettere che mio figlio ci sa fare. Ha trovato un bel fidanzato” la frase di Burt fece ridere Blaine che gli augurò la buonanotte e tornò in casa.
Mentre entrava sentì che la madre era in cucina così decise che forse chiacchierare con lei poteva essere un inizio.
“Ciao mamma” Blaine si sedette su uno sgabello della cucina.
“Hey…ti sei divertito?” la donna non guardava suo figlio in volto ma era intenta a sistemare alcuni prodotti nel ripostiglio.
“Molto. Ho passato una bella giornata. Ma ho anche studiato, sono sicuro che al prossimo compito andrò bene”
“E’ favoloso” farfugliò la mamma. Blaine iniziò a giocherellare con una mela che si trovava nel cesto sul tavolo “Mamma credi che domani pomeriggio possiamo andare al centro commerciale? Magari a comprare dei nuovi pantaloni..:” Karine si voltò per guardarlo per la prima volta da quando era entrato in cucina
“Blaine non sei grande abbastanza per andarli a comprare da soli?” il figlio scrollò le spalle
“Beh ma lo abbiamo sempre fatto, con te poi è divertente. Hai gusto” la donna sospirò
“Mi dispiace Blaine non posso. Domani mi arrivano nuovi oggetti per il negozio e devo rifare le vetrine.” Blaine non si arrese
“Vuoi che venga a darti una mano?”
“No” rispose fin troppo veloce la madre “Non ti preoccupare. Vedi che sul mobiletto in bagno ho lasciato i vestiti puliti” Blaine si alzò
“Mamma potevi anche metterli in camera come fai sempre.”
“La camera è un posto intimo Blaine” disse con ovvietà la donna
“Si ma ci sei sempre entrata. Non e che perché sono gay  nascondo qualcosa.”
“Blaine per favore non dirlo…” Blaine corrugò la fronte
“Cosa?Che sono gay? Ma è la verità” Karine stava combattendo contro se stessa nel mantenere un tono equilibrato.
“Lo so. Sto cercando di farmene una ragione ma tu non rinfacciarlo ogni volta”
“Ma se non ne parliamo non potrai mai fartene una ragione”
“Ora no Blaine!” urlò la madre. Il ragazzo rimise a posto la mela.
“Bene. Perché quanto sarai pronta dovrò iniziare a dirti che sto cominciando a frequentare una persona!” Blaine non volle vedere l’espressione sicuramente sbigottita della madre ma preferì andare via.
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Note: Posso pubblicizzarmi?Posso?okay lo faccio!Sto scrivendo una serie di one-shot sui Klaine mi farebbe piacere sapere un vostro parere. Anche un piccolo commento mi renderebbe veramente felice. Ora sono tutte BabyKaine ma dipende dall'ispirazione che mi viene. Alcune le avevo già pubblicate quindi ho messo solo i link mentre poi c'è una nuova http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=794697&i=1

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


Il giorno seguente con sorpresa di Kurt, Blaine passò a prenderlo a casa così da andare a scuola insieme. Si fermarono per fare colazione a Lima Bean e poi si diressero all’istituto. Dopo le prime ore di studio si trovarono nei corridoi per andare insieme nell’aula di musica dove c’erano gli altri ragazzi del Glee Club.
Quando i due ragazzi entrarono sentirono un’area piuttosto strana infatti tutto il gruppo li stava fissando; solo Finn tremava con una gamba con gli occhi fissi sul pavimento.
“Che succedere ragazzi?” chiese stranito Kurt
“Allora è vero che sei gay Blaine?” gli urlò Santana che era seduta nei posti più alti. Blaine aprì la bocca leggermente sorpreso non sapendo cosa rispondere.
“Mi dispiace Kurt” balbettò Finn mentre il fratellastro si rabbuiò all’istante.
“Finn non posso crederci a chi lo hai detto?” sbottò Kurt
“Io, parlavo con Puck…poi…”
“Io l’ho detto a Santana” proseguì il ragazzo con la cresta “Ma solo perché lei continuava ad elogiarlo” indicò con una mano Blaine.
“No aspetta..:” Blaine si voltò verso il suo ragazzo “Finn lo sapeva?” Kurt si passò una mano nei capelli
“Ha sentito me e papà parlarne una sera…mi dispiace Blaine!Finn perché lo hai detto”
“Beh anche io lo sapevo” disse impassibile Mercedes mentre si limava le unghie.
“Lo hai detto anche a lei?” chiese incredulo Blaine facendo andare nel panico Kurt.
“No..a lei no! Con lei ho fatto solo supposizioni prima ancora che noi ci frequentassimo”
“Perché ora vi frequentate pure?” si intromise Rachel quasi con un tono acido.
Blaine sembra scosso da tutte quelle attenzioni, nessuno lo stava accusando ma si sentiva in trappola con quelle parole.
“Immagino lo spettacolino che ti sei gustato negli spogliatoi eh Blaine?” il moro chiuse gli occhi e sospirò per evitare educatamente di rispondere a Santana ricordandosi le buone maniere e che lei era una ragazza.
“Santana perché devi essere così acida!” gli urlò Kurt
“Perché ciuffo carino sei geloso che il tuo ragazzo guardi il corpo degli altri negli spogliatoi?”
Santana non lo sapeva ma stava colpendo il punto debole di Blaine.
“Ragazzi smettetela siamo il Glee Club noi ci accettiamo tutti come siamo, perché stiamo facendo una storia del genere?” disse a voce alta Tina
“Nessuno sta accusando nessuno, ma sarebbe stato carino che ce lo avesse detto. Anche tu Kurt sei mio amico e ora hai un fidanzato e non mi hai detto nulla” rispose Mercedes
“Ma vi sentite mentre parlate?” li rimproverò Kurt
“Scusate ma io non capisco…Kurt è gay?” disse all’improvviso Brittany che ovviamente non aveva seguito il discorso.
“Io…io vado fuori” Blaine si voltò per andarsene riuscendo a raggiungere i giardini della scuola per sedersi su una panchina con le mani al volto. No decisamente tutta quell’attenzione non faceva per lui. Ora Santana sapeva tutto e in poco tempo nella scuola tutti avrebbero saputo. Rimase lì per tutta l’ora del Glee Club si alzò solo quando sentii la campanella suonare segno del cambio di lezione. Quando entrò nella classe di geometria vide Kurt seduto al banco accanto a lui.
“Mi dispiace Blaine” sussurrò facendo in modo che solo lui potesse sentire.
“Sto bene tranquillo non sono arrabbiato”
“Santana non lo dirà a nessuno” Blaine rise al commento del suo ragazzo.
“E’ vero”
I due ragazzi dovettero interrompere il discorso perché l’insegnante era entrata in classe e Kurt dovette tornare a sedersi accanto a Mercedes.
Oggi c’era il compito di geometria e Blaine quando ebbe il foglio davanti a se andò nel panico. Sapeva di ricordare tutte le cose studiate, aveva fatto tanti esercizi ricordava le regole, le formule ma adesso con la notizia che il Glee Club sapeva, era andato nel pallone come se non avesse mai studiato per tutto il tempo.
Dall’altro lato Kurt ogni tanto si voltava a guardarlo lo vedeva nettamente in difficoltà mentre mordicchiava la matita e si passava le mani nei capelli.
“Hummel per favore voltati in avanti” lo rimproverò l’insegnante e Kurt fu costretto a girarsi e completare il suo compito. Quando la campanella suonò il cuore di Kurt batté sempre più forte per la grande ansia che aveva per Blaine. Il moro si alzò e consegnò il suo compito e Kurt gli si avvicinò.
“Allora?Come è andata?” Blaine sbruffo sbattendo la testa contro il suo armadietto “Ho scritto tutto negli ultimi dieci minuti. Dubito che sia andato bene” Kurt gli fece una leggera carezza sul braccio perché era tutto quello che poteva permettersi nell’istituto.
“Ci vediamo dopo i tuoi allenamenti?” Blaine annuì chiudendo con forza l’armadietto.
**
Gli allenamenti finirono e Blaine aveva passato venti minuti ad aspettare Kurt che non arrivava. Aveva fatto anche un giro per le classi ma non lo aveva trovato, poi lo vide spuntare con la sua giacca in mano che tentava di pulirla.
“Che cosa è successo?”
“E’ successo che ho buttato duecento dollari. Queste macchie non andranno mai via” Blaine prese la giacca dalle mani di Kurt notando un livido sul braccio del ragazzo.
“Cosa hai fatto qui?” gli disse indicando il segno violaceo.
“Azimio e altri due mi hanno gettato nel cassonetto ecco perché la giacca è rovinata”
Blaine continuava ad accarezzare il livido
“Ti hanno fatto questo e ti freghi della giacca”
“E’ una Marc Jacobs, Blaine” disse con ovvietà il fidanzato.
“Dove vai?” gli urlò Kurt quando vide Blaine correre per poi seguirlo.
Quando arrivò dietro l’angolo dove aveva svoltato Blaine vide il ragazzo spingere Azimio, così decise di intervenire prima che gli accadesse qualcosa.
“Non toccare Kurt hai capito?”Blaine quasi ringhiava al ragazzo di colore che invece continuava a ridere divertito
“Blaine non ne vale la pena smettila”
“Ecco ascolta il tuo fidanzato Anderson, che è meglio o qui non ne esci vivo” Blaine stava per attaccarlo di nuovo ma Kurt se lo tirò a se.
“Anderson credi che tu e la tua fata siete in grado di competere con noi?”
“Loro no, ma noi si!” con quella voce i ragazzi si voltarono vedendo arrivare i ragazzi del Glee Club.
“Azimio meglio che te ne vai. Tocca di nuovo Anderson o Hummel e te lo vedrai con noi hai capito?” lo minacciò Puck. Kurt decise di prendere Blaine e portarlo via, lasciando i ragazzi da soli.

“Come ti senti?” erano seduti entrambi in auto e Kurt continuava ad accarezzarlo.
“Smettila di consolarmi Kurt, sono io quello che deve consolare te per quello che ti hanno fatto”
“Sono abituato”
“Io no. Non voglio che ti facciano questo, non devono permettersi mai più” Kurt si avvicinò alle labbra di Blaine e le sfiorò con le sue. “Nessuno ci può scalfire Blaine. Nessuno!”
**
Quando Blaine tornò a casa si trovò solo con i genitori
“Dove sono Alec e Isabelle?”
“Alec e con la fidanzata, Isabelle è tornata all’università. Per favore siediti Blaine” la madre teneva un tono calmo mentre il padre se ne stava in silenzio seduto girandosi i pollici.
“Blaine io e tuo padre vorremmo parlare con te. Hai detto che dovevamo affrontare il problema ed eccoci qui:affrontiamolo”
Blaine sbruffò “Mamma ho avuto una giornata pesante”
“Siediti è parliamo Blaine” gli ordinò il padre senza guardalo in volto. Il ragazzo eseguì l’ordine.
“Cosa volete sapere” chiese ormai arreso Blaine.
“Figliolo io e tuo padre siamo convinti che tu ti trovi in una fase dell’adolescenza dove ci sono diciamo…molte confusioni mentali. Voi ragazzi al giorno d’oggi avete tante cose e vi create tanti problemi inutili. Un esempio può essere quello di non trovare una ragazza e passare per uno ragazzino, oppure…”
“Mamma ti interrompo subito. Se hai intenzione di dirmi che mi credo gay perché non trovo la ragazza giusta per me, allora sei fuori. Io mi sto sentendo per la prima volta libero dopo tanti anni. Per la prima volta riesco ad essere me stesso con le persone. Sono entrato nel Glee Club perché amo cantare e li riesco ad esprimere i miei sentimenti.”
“Il Glee cosa?” chiese confuso il padre
“Lascia perdere non capiresti. Il punto è che io sto bene sono felice nonostante il fatto che voi non vogliate accettare questa cosa. Mamma ma che male c’è ti prego dimmelo.”
“Secondo te è normale uscire con un altro uomo…fare certe cose…con un altro uomo Blaine?” il padre a differenza della madre non riusciva a tenere il tono calmo.
“l’importante non è amare?”
“Piantala Blaine non siamo nelle favole. Non devi cercare la tua principessa”
“Infatti ho trovato il mio principe papà!”
Con quella frase entrambi i genitori si ammutolirono. Poco dopo il padre riprese “Ci saranno delle regole in questa casa, regole che dovranno essere rispettate.”
“Per caso queste regole comprendono il fatto di frequentarmi con un ragazzo?”
“Se non accetti le mie regole. Puoi anche andare via.”
“Caro non puoi dire questo…” si intromise Karine.
“Ti prego tesoro…non devi essere così duro con Blaine, lui capirà!” Blaine rispose il commento della madre con una risata acida
“Perfetto, non ho problemi ad andarmene prendo le mie cose e sparisco.”
“No Blaine!” Urlò la madre alzandosi di scatto dalla sedia.
“Mamma è inutile perché tu nemmeno vuoi accettarmi, stai solo fingendo.”
**
Blaine corse in camera prendendo alcune delle sue cose per poi infilarle in uno zaino di suo fratello mentre componeva un paio di numeri al cellulare.
“Ti devo chiedere un favore…”
Dopo quasi un’ora Blaine scese le scale e trovò ancora i genitori discutere.
“Blaine tu non uscirai da questa casa, io te lo proibisco”
“Smettila mamma è inutile” si voltò verso il padre. “Tanto perché tu lo sappia, domenica i Titans giocheranno l’ultima partita della stagione. Mi avevo assicurato i posti migliori per voi due ma credo che posso cederli sicuramente a qualcun altro.”
Sentì un clacson provenire da fuori la loro casa e il ragazzo si avviò alla porta”
“Blaine da chi stai andando?”
“Mamma ti chiamo promesso,ma sinceramente non ho voglia di stare con voi”
Corse verso l’auto in moto e si infilò nei sedili posteriori mentre quelli anteriori erano occupati da altre due persone.
“Grazie” sussurrò Blaine mentre dava un’ultima occhiata alla sua casa.
**
“Carole ti prego potresti fare attenzione a questa piega?”
“Kurt io so stirare lasciamelo fare”
“Alexander McQueen non la penserebbe allo stesso modo tuo” Kurt continuava a fissare Carole che gli sistemava gli abiti.
“Perché non dai un’occhiata alle pentole sul fuoco?” la donna cercò una tattica per allontanarlo da lei.
“Già fatto, deve cuocere ancora un po’….la piega Carole!” la matrigna alzò gli occhi al cielo scuotendo la testa.
“Hai letto l’articolo su Vogue?Ci sono dei consigli utili per non far spezzare le unghie. Aspetta dov’è la mia limetta…” La porta di casa si aprì e Kurt dovette interrompere all’istante la sua ricerca.
“Finalmente avete deciso di tornare a casa dove eravate….” Mentre Kurt parlava, Finn e Burt facevano ingresso in casa seguiti da Blaine.
“Blaine!Che ci fai qui!!  Kurt gli avvicinò prendendolo per mano.
“Credo che tu e Blaine dovreste parlare, andate in camera vi chiameremo per la cena” Kurt guardò il padre mentre parlava per poi tornare a fissare Blaine che se lo tirò nella sua stanza.
Il ragazzo raccontò tutto l’accaduto con la famiglia e Kurt rimase ad ascoltarlo mentre gli stringeva forte entrambe le mani, poi iniziò silenziosamente a piangere.
“Hey Kurt no..non… aspetta non devi piangere” il moro gli asciugò subito le lacrime.
“Non..non ci posso credere Blaine, perché non mi hai detto queste cose prima? Perchè mi hai detto che andava bene a casa?”
Blaine scrollò le spalle “All’inizio sembrava andare bene. Ma mio padre fingeva di accettare la cosa”
“Ti hanno cacciato di casa Blaine!”
“Io me ne sono andato”
“Io non la vedo in questo modo. Cosa vorrebbero che ti fingessi etero per sposare qualcuno che non ami e prendere il posto di lavoro di tuo padre? Questo è assurdo!” Kurt tornò a singhiozzare e Blaine lo abbracciò forte “Non pensiamoci ora ti prego. Non immagini quanto sono stanco per tutto quello che è successo oggi. Voglio solo…poter stare con te e tenerti nelle mie braccia perché è tutto quello di cui ho bisogno ora” Kurt non se lo fece ripetere due volte e lo strinse ancora di più a se.
 
Dopo cena Carole sistemò il divano per Blaine nonostante Kurt gli avesse detto che volesse dormirci lui perché il suo ragazzo doveva riposarsi e il divano non era il miglior posto ma Blaine ovviamente si era rifiutato solo di ascoltarlo, così rimasero entrambi sul divano per un po’ a vedere un film poi Burt fece notare l’orario al figlio segno che doveva andare a dormire. Il padre gli lasciò il tempo di salutarsi così da concedersi qualche bacio che ovviamente a Blaine non bastavano mai.
“Promettimi che domani chiami tua madre.” Blaine tornò a baciarlo “Mi ha già chiamato un bel po’ di volte ma non ho voluto rispondere.” Il moro iniziò ad accarezzare i capelli di Kurt dolcemente mentre con la bocca scendeva per il mento e il collo lasciando piccoli baci.
Alla fine Kurt gli diede la buonanotte e si chiuse in camera cercando di prendere sonno nonostante fosse troppo in pensiero per il suo ragazzo. Lo stesso valeva per Blaine che passate le due della notte non riusciva a chiudere occhio e venne spaventato da un rumore che proveniva dalla cucina. Quando entrò vide Burt rovistare in un mobile.
“Sa che a Kurt questo non piacerà se lo verrà a sapere vero?” Burt si voltò di scatto sobbalzando.
“Oh…beh…vuoi?” l’uomo cercò di trovare un modo per farlo tacere ma Blaine scosse la testa.
“La ringrazio signor Hummel per essere venuto lei e Finn. Non sapevo dove andare.”
“Tranquillo ragazzo ma è una questione che devi risolvere, non puoi gironzolare per le case degli altri. No che io non ti voglia qui, affatto. Ma scappare non risolverà nessun problema” Burt prese i cereali e li versò in una tazza.
“Neanche parlare ha risolto un granché”  Blaine notò la quantità enorme dei cereali che Burt si stava versando nella ciotola e lo guardò stranito alzando un sopracciglio. Burt lo guardò e poi sbruffò.
“Facciamo così. Io adesso mi volto e fingo che tu stia dormendo sul divano, ti concedo di andare a trovare Kurt, tanto so che non…farete…mi hai capito no?Tu però taci” alzò la tazza dei cereali indicandogli il soggetto della questione. Blaine rise e sparì.
Quando entrò in camera vide Kurt avvolto dal lenzuolo con una mano sotto al cuscino e l’altra che reggeva una rivista tra le mani. Gli si avvicinò e gliela tolse per poi stendersi accanto a lui e poggiare la testa sotto al suo mento stringendolo forte a se facendolo svegliare.
“Che..che succede?” chiese il soprano con la voce impastata dal sonno.
“Shh dormi, ho il permesso di stare un po’ con te” gli sussurrò Blaine con le labbra poggiate vicino al suo collo.
“Oh…” sospirò sorpreso Kurt aprendo gli occhi per poi dare un bacio a Blaine sulle labbra. Si concessero il lusso di baciarsi per un interminato tempo finché Kurt non rise quando Blaine senza volerlo gli aveva stretto i fianchi sfiorando la pelle e solleticandolo.
“Kurt smettila o tuo padre mi riporta fuori!” Lo ammonì Blaine sogghignando.
“Scusa ma tu mi fai il solletico”
“Ti adoro Kurt” disse Blaine fissandolo negli occhi
“Anche io Blaine, ma non ti ho detto di smettere di baciarmi!”
Blaine si sentiva in pace quando era con Kurt sentiva che tutto poteva andare bene, che lui poteva stare bene. Ma avrebbe dovuto affrontare la famiglia e soprattutto i ragazzi a scuola, ora che anche quelli della sua squadra di Football sapevano che lui era gay. Ma lui continuava a fissare Kurt ad accarezzarlo a baciarlo, a sfiorargli le parti del suo corpo con una delicatezza immane e sapeva che stando con lui sicuramente sarebbe riuscito ad avere il coraggio necessario per affrontare ogni problema.
 
A casa Anderson la mattina presto suonò inaspettatamente il campanello e quando Karine piena d’ansia sperava di trovare suo figlio sulla soglia della porta, trovò tutt’altra persona.
“Cosa posso fare per lei?”
“Mi chiamo Burt Hummel e sono il padre del fidanzato di suo figlio…”

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Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***


“Blaine svegliati” Chris lo stava scuotendo cercando di svegliarlo. Il moro per tutta risposta prese un cuscino e se lo portò al volto.
“Blaine, alzati dobbiamo andare a scuola. Ho già messo la caraffa per il caffè e se non ci affrettiamo Finn ci lascerà andare con il bus.” Kurt si mise a cavalcioni sul corpo di Blaine nascosto dalle lenzuola e gli tirò con forza il cuscino dal volto.
“Signorino o ti alzi o sono costretto a solleticarti”
“Sei tu che soffri il solletico no io.” Mugugnò il ragazzo mettendosi le mani d’avanti agli occhi, infastidito dalla luce del sole del primo mattino. Così Kurt si distese su di lui abbracciandolo forte e Blaine ricambiò l’abbraccio per poi dargli un bacio sulla fronte e si arrese aprendo gli occhi per fissarlo.
“Buongiorno amore mio”
**
“Grazie per il caffè” Burt Hummel prese dalle mani di Karine la tazza che gli stava gentilmente porgendo mentre dalla porta appariva il padre di Blaine che si chiudeva il cordone della vestaglia intorno alla vita.
“Oh caro vieni, lui è Burt Hummel” l’uomo si alzò e strinse la mano “Richard” rispose il padre di Blaine sedendosi di fronte a lui e prendendo una tazza con del caffè.
“Come possiamo aiutarla?” chiese l’uomo mentre si metteva lo zucchero nel liquido scuro.
“In realtà sono io che sono venuto ad aiutarvi…o almeno a darvi un consiglio.”
“Richard lui...suo figlio e Blaine…” Burt notò la difficoltà della donna.
“Richard posso darle del tu?”
“Certamente!”
“Bene. Mio figlio Kurt, sta frequentando suo figlio” con quella frase il padre di Blaine fece un forte rumore scontrando la tazzina con il piattino che sorreggeva il caffè.
“Mi dispiace, probabilmente mio figlio sarà venuto da lei. Se vuole possiamo ripagarle il disturbo”
Burt tossì “Richard, dammi del tu. E io non sono venuto per Blaine o mio figlio, io sono venuto per voi”
“Noi stiamo bene, non abbiamo bisogno di consigli” sbottò Richard che fece per alzarsi ma la moglie lo bloccò.
“Ti prego caro. Ascoltiamolo” l’uomo fece un forte sospiro e si sedette di nuovo, facendo segno a Burt di poter continuare.
“Ho scoperto che mio figlio era gay quando aveva tre anni. Pensavo che crescendo le cose cambiassero ma a sei anni mi ha dato la conferma. Non potevo crederci, fingevo di non sapere ma mia moglie invece mi faceva sempre capire che non c’era nulla di male. Ma era difficile accettarlo.” Burt fece un sorso del suo caffè assicurandosi che i genitori di Blaine lo stessero seguendo.
“Ho perso mia moglie quando Kurt aveva sette anni. Siamo rimasti soli. Credevo che avendo un figlio maschio le cose sarebbero andate meglio. Avremmo condiviso le stesse cose, pensai, nonostante nascondevo quello che in realtà sapevo, ma poi Kurt mi disse che era gay e da lì ho capito che avrei avuto difficoltà in tutto!” fece una pausa cercando le parole giuste.
 
“Cosa ha fatto?” chiese Karine con gli occhi limpidi. “Ho abbracciato mio figlio dicendogli che lo amavo allo stesso modo perché è così. Una volta ho ricevuto una chiamata in cui mi dicevano che mio figlio era un finocchio” disse l’ultima parola con repulsione “Ne abbiamo parlato ma lui non si è mai arreso mi ha detto che non si sarebbe nascosto perché lui ama essere se stesso.” Karine ascoltando le parole di Burt automaticamente strinse la mano di suo marito.
“Poi ha conosciuto suo figlio. Lo ha aiutato. E no perché volesse un ragazzo gay come lui nella scuola visto che Kurt era l’unico dichiarato, ma perché vedeva Blaine soffrire!Cosa che voi non siete riusciti a notare. Quando Kurt mi ha detto che loro due si stavano frequentando ho capito quanto mio figlio sia maturato. Blaine è un bravo ragazzo ma si vedeva che stava male e Kurt lo ha supportato tutto il tempo.”
 
“Burt io sono felice per suo figlio ma…”
“Richard non può permettere di far scappare Blaine. E’ un ragazzo d’oro e voi lo sapete. Se solo provasse a vedere quanto si sorreggono l’un l’altro quei due ragazzi rimarreste meravigliati.”
“Ma Blaine sta bene?” chiese ansiosa la madre facendo sorridere Burt.
“Assolutamente. Ha mangiato e ha dormito in più prepara un ottimo caffè visto che la mia nuova moglie lo ha messo ai fornelli.” Burt vide spuntare sul volto della donna un sorriso.
“Richard per me è stato difficile. Ed io ero solo. Ho dovuto affrontare cose che non sapevo, mi sono dovuto informare di argomenti che mettevano in imbarazzo sia me che mio figlio perché non avevamo nessun altro. Voi siete una famiglia completa e vi amate e lo amate. Tutto quello che dovete fare e dargli un supporto e no farlo scappare via. Blaine vuole stare con voi ma dovete accettare che se loro due vogliono amarsi non c’è nulla di sbagliato. Nulla!”
“Mio figlio in questa città non vivrà mai come si deve”
“Ma se suo figlio avrà il vostro appoggio, e sa che quando ogni volta gli succederà qualcosa di brutto tornerà a casa e avrà voi…riuscirà a superare tutto e avrà il coraggio necessario che poi un giorno gli darà la forza di andare via da qui.” Ci fu un momento di silenzio nella stanza fin quando non venne spezzato da Richard.
“Cosa dovremmo fare?”
“Andiamo alla partita papà!” Alec entrò nella stanza segno che aveva origliato tutto il tempo.
“Andiamo a fare il tifo per lui, supportiamolo e facciamolo tornare a casa”
**
“Una B+ non ci posso credere una B+”
“Anderson smettila”
Blaine era seduto al banco mentre fissava il foglio con il compito corretto mentre dall’altra parte Kurt lo guardava divertito. Quando uscirono dall’aula Blaine continuava ad esultare “Non ci posso credere, grazie Kurt! Oh devo telefonare subito a….” il ragazzo non continuò la frase e si incupì
“Blaine telefonali andiamo, saranno felici.” Il moro scosse la testa.
“No, non voglio. Stasera usciamo?Voglio festeggiare e ora voglio cantare al Glee Club andiamo” prese per il polso Kurt e lo trascinò nell’aula dove mostrava felice il suo compito sotto gli occhi meravigliati dei loro amici.
“Evvai, domani ci sarai alla partita” urlò Puck abbracciandolo
“Faremo il tifo per te Blaine” gli disse Santana facendogli l’occhiolino. Blaine si sedette e Kurt gli si avvicinò poggiando la testa sulla sua spalla. “Kurt grazie…” gli sussurrò ancora una volta ma l’altro non rispose lo prese solo per mano stringendolo.
**
Domenica sera la partita era iniziata, Kurt si trovava in prima fila con Carole e Burt. Le Cheerios facevano il tifo insieme a tutti i ragazzi della scuola che si stavano scatenando dal momento in cui i Titans erano in vantaggio di due punti.
La partita proseguiva e Sam riuscì a fare un altro punto ma ben presto l’altra squadra li raggiunse formando un pareggio. Ci fu un Time Out e i ragazzi corsero per prendere qualcosa da bere mentre Blaine si avvicinava agli spalti da Kurt.
“Mi sembrava di aver visto un ragazzo carino in prima fila” disse Blaine facendo sogghignare Kurt.
“Potete vincere lo sai?E dopo festeggeremo alla grande” il moro sorrise sfiorandogli leggermente la mano.
“Blaine!” il ragazzo si voltò vedendo un viso familiare, suo fratello Alec seguito dai suoi genitori. Blaine fissò prima Kurt che guardava nella stessa direzione che poi gli fece un segno di avvicinarsi.
“Blaine scusa il ritardo è stata colpa mia” disse mortificato il fratello ma Blaine non lo rispose fissando i suoi genitori. La madre gli accarezzò i capelli ma lui si scansò dal tocco.
“Figliolo porta la vittoria a casa” fu l’unica cosa che gli disse il padre cercando di fare un sorriso che fece rimane sorpreso e felice Blaine.
Il Time Out finì e tornarono in campo. La squadra superò i Titans di due punti e Puckerman rischiò di fare a botte con uno della squadra avversaria che lo prendeva in giro. Quando Finn lanciò la palla Blaine riuscì ad afferrarla correndo più forte che poteva ma poi venne placcato e messo giù in un colpo solo. Kurt impaurito sgranò gli occhi portandosi le mani alla bocca, la stessa reazione che ebbe la madre ma entrambi tirarono un sospiro di sollievo quando videro Blaine alzarsi senza problemi. Il gioco continuò e Mike si era quasi avvicinato alla zona avversaria ma anche lui venne placcato perdendo così la palla. Il riccioluto la vide e corse a prenderla tenendola stretta al petto fino a che non segnò il punto della vittoria che venne confermato dal fischio dell’arbitro.
La scuola era in delirio i ragazzi si abbracciarono esultando per la vittoria e Blaine notò lo sguardo soddisfatto del padre in prima fila a qualche metro di distanza da Kurt.
Si avvicinò al suo ragazzo mentre si toglieva il casco e gettandolo a terra; Kurt continuava ad applaudire felice per i ragazzi quando vide Blaine avvicinarsi di nuovo a lui.
“Sei stato favoloso” gli urlò cercando di farlo sentire nonostante le urla di tutti gli altri ragazzi. Blaine gli prese entrambe le mani fissandolo negli occhi e fece intendere subito a Kurt cosa voleva fare.
“Blaine sei sicuro…non si torna più indietro” Blaine sfoggiò un enorme sorriso
“Io sono sicuro di noi due, del resto non mi importa” Kurt fece sorriso ed entrambi si avvicinarono baciandosi davanti a tutta la scuola.
I genitori di Blaine restarono a fissarli come così anche Burt e Carole e tanti altri ragazzi che si trovavano lì intorno. Quando si staccarono Kurt si gettò al collo abbracciandolo stretto mentre Blaine gli accarezzava la schiena.
“Okay però adesso fermiamoci okay?” Urlò Burt segretamente ingelosito. I due ragazzi sorrisero tenendosi per mano mentre i genitori di Blaine si avvicinarono a lui.
“Blaine torna a casa!” gli disse la madre avvicinandosi e abbracciandolo forte.
“Quindi tu sei il ragazzo di mio fratello?” Kurt si voltò per fissare Alec
“Si” disse con un tono pieno di fierezza.
“Che figata. Ti piacciono i videogiochi?” Kurt alzò un sopracciglio “Hem…non proprio ma al mio fratellastro si!”
“Lui ha una fidanzata?” Kurt annuì
“Perfetto allora dobbiamo organizzarci tutti insieme per una grande serata” Kurt scoppiò a ridere mentre il ragazzo gli dava una pacca affettuosa sulla spalla ma poi si fece serio quando vide il padre di Blaine fissare le loro mani che non si erano mai separate.
“Blaine”
Il ragazzo si voltò verso il padre. “Ci proverò….l’ho promesso e ci proverò” Blaine non si avvicinò per abbracciarlo, non era del tutto sicuro ma il cuor suo ci sperava vivamente così come anche Kurt che si voltò per fissare suo padre che lo ricambiò facendogli l’occhiolino.
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Lunedì mattina i ragazzi erano nel parcheggio della scuola.
“Vi siete parlati tu e tuo padre?” Kurt chiuse la portiera dell’auto.
“Io credo che sul serio ci proverà. Mamma ieri sera mi ha fatto un discorso che mi ha dato delle buone speranze. Ed oggi andiamo a fare shopping insieme e sei invitato anche tu visto che gli ho detto che sei il guru della moda” Kurt squittì felice del complimento e poi si avvicinò al ragazzo che lo prese per mano.
“Blaine ora tutti sanno tutta la scuola Blaine!….” Il moro annuì tenendo stretta la mano Kurt.
“Voglio che tutti sappiano, voglio camminare fiero nei corridoi tenendoti per mano e rubandoti in bacio….Finalmente ho trovato il coraggio necessario.” Kurt lo guardò fiero.
“Beh almeno speriamo che la granita che ci getteranno sarà al mirtillo visto che è il tuo gusto preferito”
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Chiedo scusa per non avervi avvisato, ma si!Questo è l'ultimo capitolo. Il mio finale fa intendere che i problemi nella scuola resteranno ma loro due saranno lì ad affrontarli insieme. Che dire spero vi sia piaciuta e ringrazio INFINITAMENTE tutte le persone che hanno recensito la mia storia e grazie anche a tutti quelli che l'hanno letta...

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