Le*Storie*Di*Una*Vita*

di Ella_Sella_Lella
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** I'm Gwendolyn Levin Tennyson. And i've a Son. Daviel Levin. ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Benjamin Tennyson ... ***
Capitolo 5: *** capitolo 3 ***
Capitolo 6: *** My huseband Kevin Ethan Levin ***
Capitolo 7: *** capitolo 4 ***
Capitolo 8: *** Gwen's Decision ... ***
Capitolo 9: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 10: *** Magic's Lesson ***
Capitolo 11: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 12: *** My nephew Ken and my son Davlin are infatued with my son's best friend (The Mike's Daughter) ***
Capitolo 13: *** Avviso ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


mY LifE

Bene questa è la prima FF che scrivo di Ben10 AF ... Anche se è ambientata nel tempo dei 10 Eroi Per Ken.  Alcuni capitoli saranno brevi .... Quelli del passto, come il seguente ...

Altri saranno sufficentemente lunghi.

Non so come gestirò questa storia ...

Felice Capodanno.

La Vostra

EsL

*

(Il Pezzo In Corsivo, sono i pensieri futuristici Rispetto a quelli del tempo della storia)

Le*Storie*Di*Una*Vita*

Vuoi sposarmi?” fu una domanda schietta, che non mi aspettavo. “Ora?” chiesi davvero 

confusa, guardando il suo volto, così immensamente speranzoso , “Si! Ora! Scappiamo a Las 

Vegas e  sposiamoci ora!  mi rispose lui, prendendo le  mie fini mani, nelle sue, così  grandi 

 rispetto alle mie; Io  rimasi incredula qualche istante. Lui mi stava chiedendo di sposarlo? 

Mentre lo fissavo allungai lo  sguardo verso il comodino, guardando quel Test, che lui non mi 

aveva neanche dato il tempo di vedere.

Ma in cuor mio sapevo cosa c’era scritto. “Ho 18 anni. Potrei essere incinta. Ma non per forza 

dobbiamo scappare a sposarci a Las Vegas!” risposi obbiettiva, quel piano era una follia

guardandolo nei suoi profondi e scuri occhi. Quel piano era un’autentica follia … E io non avevo 

calcolato quanto lui fosse folle. “Voglio sposarti perché ti amo. Nient’altro!  dichiarò lui, 

baciandomi,  io inarcai la bocca in un sorriso, con il pollice gli accarezzai il dorso della mano 

ferma, poi per accontentarlo risposi: “Potremmo … la mia voce era stato un sussurrò, lì morto 

nell’aria, unico modo per dargli una speranza … Vana.  Lui mi diede un altro bacio, poi si  

avvicino…

Quant’era suadente la sua voce. Ricordo che mi mormorò con una dolcezza unica, nell’orecchio.

Sembrava un soffio. “Ti prego amore … Sposami!

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Capitolo 2
*** I'm Gwendolyn Levin Tennyson. And i've a Son. Daviel Levin. ***


mY LifE

Bene questa è la prima FF che scrivo di Ben10 AF ... Anche se è ambientata nel tempo dei 10 Eroi Per Ken.  Alcuni capitoli saranno brevi .... Quelli del passto, come il seguente ...

Sono contenta che almeno una persona abbia commentato
Quindi tutti i miei ringraziamenti a

Sherry
:
Io su Ben10 ogni tanto ho letto ... Ma ritengo a sottolinerare che questa è su Alien Force.
Allora mi devi dire i nomi di uno di questi siti ...
Io ci provo a scrivere bene ... Ma spesso faccio frasi sconesse e mi perdo negli errori grammaticali.
Spero comunque di non deluderti.
Baci

EsL

*

(Il Pezzo In Corsivo, sono i pensieri futuristici Rispetto a quelli del tempo della storia)

Le*Storie*Di*Una*Vita*

12 anni e 6 mesi dopo.

 

Quella mattina, mi svegliai decisamente nervosa e stanca, avevo dormito malissimo. Incubi, su incubi. Sentì due tre colpi provenienti dalla porta. Mi alzai ed andai ad aprire la porta di legno scuro, “Buon giorno. Sorellina!” sentì scandire Ken*, mentre si passava una mano sui suoi capelli rosso fuoco, “KEN!” gli urlai , buttandomi addosso a lui, facendo attenzione a non cadere nel corridoio del mio condominio, ma grazie agli attenti riflessi di mio fratello, non cademmo, “Che ci fai qui? A parte venire a salutare la tua sorellina risolutrice appena tornata da una battaglia interplanetaria nella costellazione di Galax71?” gi chiesi, con il sorriso sulle labbra, Ken ridacchiò poi mi rispose: “Be, pensavo volessi fare colazione. Oppure andare a vedere se ti andava di andar a trovare Nonno Max, Ben e Ken!” era fierissimo di quell’ultimo nome, li dava un immensa gioia che nostro cugino Ben, avesse dato al suo unico figlio il suo nome. “Certo Ken!” gli urlai, abbracciandola presa dalla gioia, Ken mi sorrise, poi spostandomi lievemente mi disse: “Be c’è anche un’altra novità …” aveva usato un tono dolcissimo, “Illuminami ti prego!” lo pregai, come facevo da bambina ogni volta che doveva dirmi qualcosa ma titubava nel farlo; Ma non quella volta, era venuto esclusivamente per dirmi questo, mi abbracciò forte e guardandomi dritto negli occhi mi rivelò: “Gwen! Mi sposo!” il suo volto era luminoso, ed anche il mio. Mio fratello si sarebbe sposato, non mi importava se questo avrebbe portato Kai Green** a diventare mia cognata e a prendere il sacrosanto cognome della mia famiglia, Tennyson, “Che bello! Fratellino! Sono felice per te!” gli urlai abbracciandolo ancora, mentre saltellavamo sulla soglia della porta.

Dai su andiamo a trovare Ben! Ci scommetto che tutti moriranno dalla voglia di rivederti!” mi urlò mio fratello! Gli accordai quel permesso e presi, la giacca, una borsa, delle monetine, il telefono e del mascara,  infilai tutto nella borsetta, mentre contemporaneamente cercavo di infilare le maniche della giacca porpora, anche se era umanamente impossibile fare ambedue le cose, assieme ,  Ken mi richiamò: “Gwen! Le chiavi!” lanciandomi dell’appartamento, che presi al volò buttandole poi nella borsetta che  chiusi e lanciai a mio fratello, che prontamente la riprese al volo, poi con calma mi infilai la giacca, porpora, ultimo modello, regalo di compleanno da parte di  Julie, la moglie di mio cugino e la mia migliore amica, io stessa le avevo detto che una giacca tanto carina non si addiceva ad una risolutrice, ma fermare Julie Tennyson Yamoto era possibile quanto placare una valanga, “Quella giacca è splendida! Lo sai sorellina?” mi fece notare Ken, mentre faceva oscillare la mia borsetta, lo guardai e li regalai un grande sorriso, poi tranquillamente risposi: “Be Ken. Juls ha sempre avuto un ottimo gusto estetico. Non te lo ricordi?”, Ken ridacchiò, poi rilanciandomi la borsetta, con tranquillità e leggera ironia mi disse: “E' vero, l’unica 15enne, che giocava a Tennis con la gonna bianca, stretta e corta ed il maglioncino rosa!”, “Era una felpa!” precisai, mettendomi la borsa a tracolla e cacciandolo fuori dall’appartamento e poi lo segui chiudendo con un gran tonfo la porta,  “Saranno tutti contenti di rivederti!” mi fece notare, cingendomi le spalle, con un grande sorriso, sembrava così fiero di me e l’idea di sposarsi lo rendeva così gioioso, poi mi guardò, per un attimo pensai avesse uno sguardo torvo, ma non era così, era tornato allegro subito, poi mi aveva chiesto: “ E tu Gwen? Quando ti sposerai e metterai su famiglia? Io ho aspettato tanto, ma sai volevo divertirmi! Ben invece non ha perso tempo. E tu? Quando andrai avanti?” l’ultima delle domande, fu solo un sussurrò,  quasi nella speranza che io non lo sentissi, forse probabilmente non voleva neanche chiedermelo, ma come bravo fratello maggiore era suo compito; Dopo un forte colpo al cuore, decisi di accontentarlo, facendo finta di non aver sentito quella domanda o forse feci finta di con aver capito il senso, non capì nemmeno io cosa riuscì a far credere, poi con la mia solita tranquillità risposi: “Spero presto. Non voglio diventare una vecchia zitella, con i gatti! Insomma se si è sposato Ben! Ora ti approssimi pure tu al matrimonio. Non perdo le speranze sono sicura che ci sarà una persona tanto folle da voler darmi il suo cognome!  inevitabilmente passai la mano destra sul dito sinistro, toccandomi l’anulare, vuoto.

*

Non impiegammo molto ad arrivare da Ben, specialmente con la macchina ultimo modello di mio fratello, una splendida macchina sportiva a gravita(Senza ruote) accuratamente modificata con sfarzi di vernice colorata e strane immagini, sotto l’aspetto del decorare le cose, Ken non era mai cresciuto, diceva sempre che doveva rendere la sua auto sempre “Spasso Mobile!” era una delle cose che faceva ridere di più Kai; Mio fratello l’aveva conquistata per le risate che riusciva a farle fare, ed io un po’ la invidiavo, erano anni che un ragazzo non si impegnava per farmi ridere o farmi stare in pace con il mondo. La macchina era turbo, una velocità unica, capace di farti drizzare tutti i capelli e a me non dispiaceva a fatto, ero abituata a viaggiare sulle navicelle, mezzi ancora più veloci. La casa di Ben, si riconosceva a distanza, la casa più alta della città, situata all’ultimo piano del quartier generale dei Risolutori, per maggiore comodità, non abbandonare mai la sua famiglia e contemporaneamente il suo lavoro, visto che senza di lui, il mondo sarebbe finito, tanto tempo prima. Appena mio fratello parcheggiò la macchina davanti alla vetrata principale dell’edificio, “Amore li potrebbe dar fastidio?” fece notare, una voce, che apparteneva ad una splendida ragazza, dai capelli neri e delle origini native americane, indosso aveva un vestito variopinto, Kai Green, mi guardo un attimo leggermente stranita, mi salutò dandomi il ben tornato, la sua voce era titubante, non sapeva esattamente come comportarsi, doveva essere stranita dal matrimonio, probabilmente era dovuto al fatto che non fossimo mai andate d’accordo e la situazione non era migliorata con la relazione di mio fratello, quindi non sapeva esattamente come comportarsi, sapere che accettavo la loro unione o semplicemente se sapevo del matrimonio. “Congratulazioni!” le urlai, abbracciandola, per quanto non reggessi quella ragazza, se lei era la felicità di Ken, bene allora anche io le avrei voluto bene; E poi l’amore era amore ed io chi ero per giudicare?

Sei contenta?” domandò Kai, completamente esterrefatta, io li regalai un sorriso sincero, poi con un tono placido  le disse: “Certo … Kai ti sposi e sarai membro della mia famiglia!”, lei mi sorrise, abbracciandomi calorosa, come non aveva mai fatto, quello era il nostro modo di scusarci di tutti i torti, i cattivi sguardi e le velenose parole che ci eravamo scambiate da quando avevamo 10 anni, mio fratello ci raggiunse dopo aver fatto atterrare la macchina, proprio davanti l’ingresso sulle strisce, poi aveva attaccato qualcosa sul parabrezza, “Te la ritirano lì!” li fece notare Kai, con un tono totalmente scherzoso, nessuno avrebbe osato togliere la macchina ad un Tennyson, specialmente se era prossimo al matrimonio con una Green, mio fratello fece un cenno con la mano, prima di chinarsi leggermente e baciare la sua ragazza, poi le prese la mano sinistra, mostrandomi l’enorme anello d’oro bianco con un enorme diamante, che alla luce del sole risplendeva, “Guarda … Più di tre mesi del mio stipendio!” mi rivelò mio fratello, Kai arrossì, ed io ne rimasi incantata, ero certa che Ken si sarebbe impegnato per guadagnare e comprare un suo personale anello alla sua donna, non avrebbe mai usato l’anello della nonna, non era il suo stile. “Su entriamo! C’è una novità  …” mi fece notare mio fratello, ma non mi disse nulla, continuava a premere sulle mie scapole per spingermi all’interno e io mi feci trascinare senza troppi complessi, mentre Kei ci seguiva a ruota. Il pavimento era freddo e di un blu ceruleo, le mie scarpe con il tacco, continuavano a ticchettare su quel pavimento, mentre mio fratello impertinente mi spingeva dentro l’ascensore con la sua adorata consorte, “Allora quali novità? Oltre il matrimonio e la novità di cui non so nulla. Chi coinvolge?”, chiesi, sperando in un piccolo indizio, Kei mi guardò, ma non disse nulla, mio fratello lasciandomi le scapole, decise di rispondermi: “Coinvolge la famiglia Tennyson … Il ramo di Ben!” ne rimasi veramente stupita, mi sembrava strano che ne Ben, ne Julie, ne Ken, mi avevano detto qualcosa, mi sorprendeva che anche nonno Max, non lo avesse fatto, “Vedrai!” mormorò Kei, guardando i numeri dell’ascensore crescere, io cominciai impaziente a fissarli. Non ricordavo questo nervosismo ed impazienza da una vita,  era raro che mi prendesse, l’avevo avuta mentre aspettavo la prima chiamata dei risolutori, alla nascita di Ken, mentre mio cugino mi stritolava la mano ed in altre occasione di cui io stessa non volevo ricordare, occasioni bellissimi, che ora facevano troppo male.

Quando le porte dell’ascensore si aprirono con un sonoro Din, noi non eravamo ancora arrivati al nostro piano, due figure basse si infilarono nell’ascensore due bambini, uno era Ken Jr, che appena mi vide, si buttò dritto su di me, appendendosi come una scimmia al mio collo, quasi al farmi cadere per l’eccessivo aumento di peso, “Zia Gwen. Sei tornata!” abbassai lo sguardo sul suo volto, era così gioioso che non prestai attenzione al fatto che stavo per cadere, mi chinai lievemente e lo abbracciai forte, anche lui mi stringeva forte, mi era mancato tanto, adoravo i bambini ed adoravo lui, per me era come un figlio, pensare quella parola mi portò ad avere una fitta all’altezza del petto, quando mi staccai, Ken scappò per sistemarsi accanto all’altro ragazzino, che ora stava ciarlando con mio fratello di qualcosa, ed anche Kai, sembrava immersa in quella conversazione, Ken si buttò sul ragazzino, quasi travolgendolo, io li guardai. Ken aveva i capelli castani come il padre, gli occhi neri e leggermente allungati come quelli di sua madre  e la pelle bronzea, come il padre di sua madre, l’unica persona nella nostra famiglia ad avere la pelle tanto scura, l’altro ragazzo aveva il volto pallido, capelli nerissimi tirati in una coda alta e degli occhi brillanti, aveva un aspetto famigliare, guardandolo fui presa da una crisi di nostalgia, “Giorno signora Tennyson. Io sono un amico di Ken!” mi  disse il ragazzo, evitando di guardarmi negli occhi, quasi imbarazzato, poi mio nipote prima di darli tempo di aggiungere altro, premette il pulsante per il piani successivo ed appena raggiungemmo il piano successivo le porte si aprirono e come due razzi i ragazzini si defilarono, anche se Ken, mi guardò con i suoi occhi da cucciolo bastonato, perfetta imitazione di suo padre, e mi chiese, ci chiese, ma era  certo che io l’avrei appoggiato, “Se qualcuno chiede se Ci avete visto! Voi non ci avete visto! Vero? Vi prego aiutateci!” poi erano scappati, io guardai mio fratello e Kai, sperando mi dessero qualche indizio, ma decisero di non illuminare la mia mente, probabilmente riguardava la famosa Novità, di cui nessuno voleva dirmi nulla.

Gwendolyn!!!” urlò Julie, quando mi vide apparire davanti alla porta spalancata del suo gigantesco appartamento, solo lei dopo sei mesi che non mi vedeva poteva chiamarmi in quell’odiosissimo modo, continuava a farlo, sottolineando che nella crisi dei miei 22 anni, volevo farmi chiamare così. “Julie!” le risposi abbracciandola veramente felice, staccandosi un attimo da  me, vide la giacca che indossavo,  riconoscendo che era quella che lei mi aveva regalato, “Ecco finalmente, indossi un abito più da donna!” aveva un grande sorriso, sembrava rinvigorita da una luce nuova, anche se poi incrociando il mio sguardo sembrò rattristarsi, “Cosa c’è Juls?” le chiesi leggermente titubante, le sua sopraciglia si aggrottarono, poi con una voce preoccupata, mi rispose: “Sei distrutta! Sei mesi in guerra non sono semplici, lo so! Ma sei proprio morta! Pregerò Ben, ti darti delle ferie pagate di tre mesi!  sottolineo quelle cose abbracciandomi, nonostante tutto, la tristezza in quei suoi splendidi occhi neri, nascondevano altro. “Lo sai che Gwen non si opporrà al matrimonio!” sottolineò Kai, abbracciando Julie, che ricambiò,  mi chiesi come fosse possibile che andassero così d’accordo, infondo Julie era la moglie di Ben e Kai era la sua prima cotta, ma forse la situazione non era così problematica, la cotta di Ben risaliva a 10 anni, mentre con Julie c’era tutta una vita davanti; E poi la nativa era pronta al matrimonio con mio cugino, “Restate a cena?” chiese cortese Julie, mentre un enorme mostro veniva verso di me, il regalo di compleanno per mio nipote, mi chinai leggermente per accarezzarli il capo, “Certo Julie! Figurati se mi perdo una cena da te!” rispose mio fratello Ken, abbracciandola, tra di loro si era formato un legame al quanto affine, lei sbuffò e li spettinò i capelli, poi guardandomi, chiese in generale: “Avete visto  quelle due piccole pesti? Sono due giorni che scappano dicendo di non farsi vedere da me!” il suo volto sembrava teso, Kai forzò un sorriso e poi cercò di dare una spiegazione: “Be Ken, non vuole che il suo amico vada via e neanche lui vuole andarsene!” sembrava triste, non misi molto a connettere che stavano parlando dell’amico di Ken, negli occhi di Julie c’era uno sguardo velato di tristezza, “Kai, Ken. Perché non andate a chiamare Ben, nonno Max, il signor Green, ed anche quelle due pesti, per dire che il pranzo è quasi pronto!” chiese cortese Julie, dirigendosi verso la cucina, mentre raccoglieva le giacche, voleva assolutamente rimanere sola con me, non ci misi molto a capirlo, e come me, Kai e Ken, che quindi con estrema cordialità accettarono uscendo, Julie, andò prima nella sua camera matrimoniale e posò le giacche sul letto perfettamente ordinato, mi sembrava impossibile pensare che quella casa che era uno specchio fosse abitata da Ken e Ben Tennyson.

{ Chiedo scusa da come esce fuori il testo da ora, oppure se ora vi va bene e prima male. Ma odio il NVU}

Andiamo in cucina Gwen!” mi pregò, io annui ed a braccetto come da ragazze ci dirigemmo verso la cucina, lei moriva dalla voglia di 

dirmi qualcosa, ma cominciai io, decisa a togliermi quel dubbio, “Ken e Kai mi hanno detto che c’è una novità, che vi riguarda. 

Quale?”, lei accennò un sorriso, poi prendendomi la mano sinistra, rispose: “Quel ragazzino che era con mio figlio, vive con noi … Ecco 

la novità…” i suoi occhi erano tristi ed a nominare quel ragazzo gli occhi di Julie erano lucidi, quasi volesse piangere, io la guardai 

accigliata, “Cos’hai Juls?” domandai, i suoi occhi si strinsero tantissimo, i suoi tentativi di bloccare le lacrime, mi abbracciò stretta quasi 

non volesse farmi respirare, poi si staccò e cominciò, sussurrava, “Avrei dovuto scriverti … Dirtelo … In qualche modo … Ma era una 

notizia che andava detta faccia a faccia. Quel ragazzo è Davil Levin … Il figlio di Kevin!” le mie gambe quasi cedettero, Julie mi 

riprese saldamente per le braccia, evitandomi di cadere, ma ormai io ero altrove, in un tempo passato, dove speravo davvero di essere 

felice. “Ju-uli-ie, q-quel raga-azzo è-è m-mio f-figlio?” fu tutto quello che riuscì a dire, mentre mi accasciavo sul pavimento, la mia 

migliore amica, l’unica a sapere la verità, mi guardava, si chinò leggermente per sollevarmi da terra, “Vieni andiamo a preparare la 

tavola!”i suoi occhi, imploravano pietà, ma io non avrei mai potuto portarle rancore, c’era solo una persona a cui indirizzavo tutti il mio 

rancore Kevin Ethan Levin, l’uomo della mia vita, il padre di mio figlio, che me l’aveva portato via, Kevin l’unico uomo che avessi mai 

amato, mio marito. Si anche se l’ultima cosa era anche più segreta del fatto che avessimo un figlio, che quando io avevo 18 anni e lui 19 

eravamo scappati a Las Vegas per sposarci, restammo a vivere lì, per quasi tutta la mia gravidanza, solo Julie sapeva e nessun’altro, poi 

Kevin era tornato quello di prima, era diventato cattivo e dopo esserci spostato in gran segreto, mi aveva strappato via mio figlio. Io 

l’odiavo ma continuavo ad amarlo.  Ancora oggi, in gran segreto, chiudendomi in bagno e guardandomi l’anulare vuoto, mi chinavo 

scostando la difettosa mattonella, tiravo fuori la custodia porpora, che conteneva la mia fede e la indossavo, mi agghindavo e con gli occhi 

fissi sullo specchio recitavo: “Io sono Gwendolyn Levin Tennyson!” sognando di esserlo.

(*)

* Ken Tennyson: E' il fratello di Gwen più grande di lei, di forse 5 o 6 anni, perchè quando lei aveva 15 anni lui era al college.
Dan non confondere con il figlio di Ben che è comunque Citato Sopra.

** Kei Green: E' una ragazza nativa americana , di cui Ben si era innamorata (Nipote di una risolutore); Lei e Gwen non andrannò mai daccordo.

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


mY LifE

Bene questa è la prima FF che scrivo di Ben10 AF ... Anche se è ambientata nel tempo dei 10 Eroi Per Ken(Con alcune imprecisioni).  Alcuni capitoli saranno brevi .... Quelli del passto, come il seguente ...

Sono contenta che almeno una persona abbia commentato
Quindi tutti i miei ringraziamenti a

Sherry
:
Lasciamo Perdere il NVU. Il link dammelo lo stesso.
Il mio contatto è sunny-moon@hotmail.it
Sono contenta che la storia ti piaccia, io mi ci sono impegnata
con tutte le coppie.
Ci sarà un capitolo che ti piacerà molto.
Dove Kevin compare veramente e non solo dei Flash Passati(Come il seguente)
o come penserio.
(Riguardo al motivo, devi aspettare .... Parecchio ...
Pensa che ancora non riesco a metterlo scritto)

EsL

*

(Il Pezzo In Corsivo, sono i pensieri futuristici Rispetto a quelli del tempo della storia)

Le*Storie*Di*Una*Vita*


12 anni e 3 mesi prima.

Tu Kevin Ethan Levin, vuoi prendere questa donna come tua sposa? Amarla? Onorarla? Nella buona e nella cattiva sorte? In salute ed in malattia? Finché morte non vi separi?” chiese il giudice di pace, di quella piccola cappella di Las Vegas, con le luci al Neon, che mi, anzi ci avevano attirato subito; Io mi voltai verso il mio futuro marito, sembrava rilassato, come se l’idea di diventare marito e moglie non lo spaventasse, invece io ero spaventatissimo, li ci erano voluti tre mesi per convincermi a sposarmi e a tenere il bambino, per ora non lo sapeva nessuno, tranne Julie, io e lui avevamo deciso di trasferirci a Las Vegas, sposarci in gran segreto, avere un figlio, poi saremmo tornati nella nostra città e poi avremmo vissuto tutta la nostra vita insieme. E si a quei tempi ero solo un’illusa. “Si. Lo voglio!” rispose schietto il mio futuro marito, voltandosi leggermente verso di me, accennandomi un sorriso, poi il giudice si voltò vero si me ed enunciò: “Tu Gwendolyn Tennyson, vuoi prendere questo uomo come tuo sposo? Amarlo? Onorarlo? Nella buona e nella cattiva sorte? In salute ed in malattia? Finché morte non vi separi?” io inarcai la bocca in un sorriso, tremai, ero certa che se Kevin avesse potuto mi avrebbe stretto la mano, calmai il mio cuore e con falsa tranquillità risposi: “Si. Lo voglio!”, “Vi dichiarò Marito e Moglie!” aggiunse alla fine il giudice, guardandoci, la fortuna dei matrimoni lampo a Las Vegas, molto più corti e soprattutto senza la parte che prevedeva < < Se qualcuno a qualcosa in contrario parli ora o taccia per sempre > > allora lo ritenei una fortuna, con il tempo imparai a desiderare che qualcuno mi  avesse salvate.  Io e mio marito ci fissavamo, il giudice di pace, con semplici parole dichiarò: “Ora può baciare la sposa!” non servirono neanche quelle parole, lui aveva già premuto le sue labbra su di me. Mai più un emozione così. Tutte le altre coppiette fischiarono, mentre ad applaudire ci pensarono i nostri testimoni d’occasione, una certa Heather Grufh, una gruppi del casinò a cui apparteneva la parrocchia, ed un certo Caleb Kelson, figlio di un imprenditore della California. Kevin mi prese in braccio, sollevandomi da terra con le gambe nude oscillanti, visto che il mio vestito da sposa improvvisato era davvero corto, le scarpe bianche con il tacco alto, quasi mi cadevano, “Attento! Amore!” gli urlai, mentre lui, cominciava a camminare per la navata, mentre davo qualche sguardo al basso? Mi venivano le vertigini, Kevin era altissimo! Ma ero sicura, nelle sue braccia lo ero sempre. Il calore che mi dava era unico. “Ovvio amore mio!” mi rispose, dandomi un altro bacio, nel quale quasi cademmo, ma una sua ripresa al volo lo impedì. Lo amavo e lo avrei fatto per sempre.

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Capitolo 4
*** Benjamin Tennyson ... ***


mY LifE

Bene questa è la prima FF che scrivo di Ben10 AF ... Anche se è ambientata nel tempo dei 10 Eroi Per Ken(Con alcune imprecisioni).  Alcuni capitoli saranno brevi .... Quelli del passto, come il seguente ...

Sono contenta di questa FF.
Grazie a:

Sherry
:
Grazie.
Io ho letto le tue: Molto belle. Hai sentito che vogliono fare una 3 serie di Ben10 (Evolution)
Spero di piaccia anche questo capitolo, anche se al prossimo (Quello del presente) compare finalmente Kevin.
Ludoangel:
Dici?( Il problema è che ho confuso un po' le ere. Per esempio ho fatto in modo che 10 eroi per Ken,
Ricadessero sullo stesso periodo dell'80 compleanno di Nonno Max,
20anni avanti a Ben10. E tra le due epoche dovrebbero esserci almeno 10nni, ma non badiamo a questi Cavilli)

Già, anch'io ne ho trovate poche, per esemio tra i miei commenti c'è un sito su di loro (Scritte da Sherry) ;
Riguardo all'aggiornare, perdonami, ma era un piccola mancanza di fiducia in me.

Baci
EsL

EsL

*

Le*Storie*Di*Una*Vita*

12 anni e 4 mesi dopo.

Ero seduta sulla panchina del parco, mentre guardavo mio nipote Ken e mio figlio Davil, giocare a skateboard nel parco, davo ogni tanto una veloce lettura al giornale, che parlava di chi sa quale traguardo dei risolutori o di Ben Tennyson, io li davo un importanza minima, continuavo a guardarli divertire. “Ti diverti a guardarli?” mi chiese Ben, catturando la mia attenzione, inevitabilmente tutti gli occhi si focalizzarono su di noi, Ken fece un cenno al padre e continuò a giocare con il suo migliore amico-cugino, anche se l’ultima parte non era risaputa, “Molto … Sai che amo i bambini!” gli risposi, speravo che Ben, non cogliesse l’innaturale felicità presente nella mia voce, non era colpa mia,  ma da un mese, da quando Julie mi aveva ridato, figurativamente, mio figlio,  la mia vita, sembrava aver ripreso una piega molto più allegra, ero più felici, anche se la gente sembrava non farci caso, eccetto Ben, che non mi diceva niente, questo mi dava la conferma che aveva notato la diversità. “Ti trovo abbastanza in affinità con Davil” mi fece notare, istintivamente mi voltai verso di lui allarmata, forzando un sorriso, “Forse!” sibilai,  lui si sedette accanto a me, ridacchiando, brutto segno, quando lo faceva da bambino intuivo che aveva del materiale per ricattarmi, solo che ora non eravamo più bambini ed un materiale da ricatto diventava una faccenda seria di cui non li avevo parlato, “Cosa c’è Ben?” li domandai, tanto valeva, togliermi il pensiero, lui si fece improvvisamente serio, un altro brutto segno,  e vago cominciò: “Sai Gwen in matematica sono migliorato dai tempi del liceo!”, stavo per ribattere un accurato < < Buon Per Te > > ma inevitabilmente compresi ciò che cercava di dirmi, si era fatto due conti, Ben continuò: “Davil ha 11 anni, quindi all’incirca 12 anni fa è stato concepito … Verso quel periodo Kevin era scappato tipo a Las Vegas, e tu eri andata con lui e se non ricordo male, tu sei stata l’unica ragazza della vita di Kevin, eccetto la brevissima storia con Caroline o come si era fatta chiamare l’Incantatrice …”  Ben era eccezionale, non potevo negarlo, lo avevo sempre riconosciuto, anzi avevo cominciato ad ammetterlo da quando avevo 15 anni, poi mormorai: “Bravo Ben! Ci hai messo solo un mese?”, speravo di risultare sarcastica, ma fallì, Ben alzando leggermente le spalle rispose: “L’ho capito da pochi giorni che era a casa mia. Non sapeva nulla di sua madre e Julie era nervosa, non misi molto a pensare che sapesse e che la vostra complice amicizia vi impediva di parlare – Tranquilla non gli è l’ho fatto pesare. E poi un giorno Davil, per errore sfoderò il potere e ti assicuro  non c’entrava nulla con il potere dell’incantatrice … Poi ho fatto qualche conto e ci sono arrivato!” mi abbracciò stretta, sapeva che stavo soffrendo, ne era a conoscenza,   Ben mi sorrise, poi con tranquillità mi sussurrò: “All’inizio volevo chiamare il padre di Kevin. Ma poi mi sono fermato, lui aveva abbandonato Kevin che come lui era nato particolare, figuriamoci Davil che aveva delle discendenze aliene. Non potevo permettere che lo abbandonasse, così mentre pensavo di chiamarlo – Avendo trovato il numero nell’archivio dei risolutori – non l’ho fatto. In compenso ho avvertito la mamma di Kevin.” Fece un attimo di pausa, mentre io cercavo di trattenere le lacrime, non sapevo neanche perché impetuose le lacrime scendevano, Ben continuò: “Dovessi vedere come lo trattava da principino, comunque non se l’è portato via, ha detto che era troppo vecchia per prendersi cura di un figlio; Quindi è rimasto a me, lei lo viene a trovare e lui va da lei. Io me ne prendo cura, ma pensavo … Che forse … Ora … tu potresti … Tenerlo” quelle ultime parole furono un sussurrò, quelle furono le più belle parole che potessi mai sentire, anche più belle dei < < Ti Amo > >  di Kevin o del suo < < Si. Lo voglio > > più belle delle prime parole che mio figlio mi aveva detto, nell’ascensore, più belle delle parole di Julie quando mi aveva detto di Davil. Le più belle del mondo. “Ben … Ben …” mormorai stringendomi ancora più forte a lui, mentre le lacrime imperiose continuavano a scendere dai miei occhi come fiumi in piena, ma erano lacrime di gioia, avrei tenuto mio figlio? Lo avrei abbracciato? Lo avrei coccolato? L’avrei visto alzarsi la mattina? Lo avrei tenuto vicini? Era, forse, la cosa che desideravo di più al mondo.

“Si! Si! Si!” esclamai, mentre tentavo di controllare l’euforia, mio cugino era contento quasi quanto me, Ben mi accarezzò i capelli rossi; Ancora una volta dimostrava di conoscermi meglio di tutti, nonostante molto della nostra vita lo avevamo passato bisticciando, Benjamin Tennyson, con il quale ormai da tempo condividevo più di un compleanno, sapeva comprendermi, mosse le spalle con la sua solita nonchalance, che lo aveva reso irresistibile agli occhi di Julie, “Sarà solo complicato spiegarglielo! Davil ne ha passate tante. Ha trascorso quasi tutta la sua infanzia nel vuoto totale con Kevin, appena fuori si è dovuto mettere all’opera per tirare fuori il padre. Poi ha capito che Kevin non teneva a lui, ma voleva solo la sua vendetta. Ha trovato degli amici ed una famiglia, ha una doppia specie di poteri. Ha conosciuto sua nonna. Ed ora è in pace … Quando saprà che sei sua madre … Dovrà saperlo delicatamente!” aveva un tono, molto paterno, si vedeva quanto tenesse a lui, probabilmente quasi alla pari di Ken, ne fui commossa, mio cugino si era preso cura di mio figlio, regalandoli una perduta felicità, “Ovviamente!” mormorai, cosciente che mai avrei potuto far soffrire il mio Davil, avrei preferito la morte, che farlo soffrire. Ben distese ancora le labbra in un sorriso da bambino, ormai impregnato in un volto maturo, tutta la gente del parco continuava a fissarci, il grande Ben Tennyson e sua cugina Gwen Tennyson … Anche se in verità ero Levin; Colpo al cuore. “Ben … Devo dirti una cosa di estreme importanza!” mormorai quelle parole, quasi nella speranza che lui non mi sentisse, così da non dover entrare nel vivo di quella conversazione, “Dimmi cuginetta!” mi rispose, apparentemente tranquillo, ma non lo era assolutamente, lo riconoscevo da quando fosse rigido e teso, li poggia un mano sulla spalle per rilassarlo e con un forzato tono dolce, da risultare il contrario, li rivelai: “Io … Tecnicamente … Sono … SPOSATA. Con Kevin da 12 anni o giù di lì!”  la sua espressione fu indecifrabile, aveva la bocca semi aperte, gli occhi sbarrati che parevano di un pesce lesso ed era più bianco di un lenzuolo, per sdrammatizzare aggiunsi: “Sai … Cose tipiche … Che si fanno … A Las Vegas!” il volto di Ben, con cambiò di una virgola, anzi oserei dire, che forse, impallidì di più; Giuro che se non fossi stata così in crisi con me stessa, mi sarei fatta tante di quelle risate, “Congratulazioni … In ritardo” biascicò alla fine, probabilmente non aveva pensato nulla di più intelligente da dire, ma infondo lo riconobbi, era una notizia che spiazzava, “Di che parlate?” domandò Ken, abbracciandosi al padre, che tanto ammirava, Davil si avvicinò a noi, restando in un totale silenzio, io lo guardai e tentai di essere il più possibile disinvolta e delicata, poi risposi: “Di tua madre!”  fissando Davil, lui per un secondo si tese, Ken strinse ancora più forte Ben, che li accarezzò i capelli, mio figlio socchiuse gli occhi, tentando di rimanere lucido, poi ci chiese, anzi guardandomi dritto nei miei occhi smeraldi, “Cosa avete scoperto?” vedevo una luce nei suoi occhi, lo conoscevo da appena un mese - togliendo quando l’avevo visto da piccolo - ed avevo notato che non possedeva quella scintilla, che non poté non ricordarmi Kevin e la luce di incondizionata speranza nei suoi occhi scuri; Avrei voluto dirli che ero io, ma mi zittì, scossi il capo, lasciandoli intendere che non sapevamo niente, dolce menzogna, la luce scomparve in un lampo, ritornando al suo solito stato, solo che non distese le labbra in un sincero sorriso, ne provò a farne uno forzato, rimase impassibile, questa caratteristica era sua, non l’aveva ereditata ne da me ne da Kevin,  visto che io ero brava nei sorrisi forzati e Kevin trovava in qualunque circostanza qualcosa per cui sorridere, solo che spesso i suoi sorrisi erano maligni e leggermente raccapriccianti. Si non ricordavo male, fu quella la prima impressione che mi diede, non provai nulla di buono per lui e quella sensazione mi accompagno per tutta l’estate …  Per 5 anni, non lo calcolai di pensiero e poi mi fu anche solo impossibile pensare di starli lontana. La mia vita era ingiusta …

“Su torniamo a casa … Julie starà già preparando il pranzo!” enunciò  Ben, mentre arruffava i capelli a Ken ed inseguito a Davil, che sorrise dolce; Probabilmente desiderava più di ogni altra cosa, un padre come Ben, si vedeva li piaceva stare con mio cugino, in quel momento, mi chiesi se lui sarebbe venuto via con me? Dopo aver trovato una famiglia tanto bella e sicura, venire via con me, una ragazza che viveva sola, senza un uomo e che spesso partiva per missioni suicida, forse se Devil sarebbe venuto a vivere con me, avrei chiesto di spostarmi ed occuparmi con Ben del quadrante Terra e dei prigionieri del vuoto totale; “Si andiamo! Ho famissima!” urlò, Ken, ricordandomi terribilmente suo padre, mentre alzava le braccia al cielo e l’omnitrix sul suo polso luccicò per il riflesso del sole, che picchiava tranquillo, lui era la creatura più unica che avessi visto, un incrocio tra Ben e il suo coraggio e Julie e la sua spontaneità, Devil mi guardò e cortese chiese: “Vuole pranzare con noi, signorina Tennyson?” me lo chiedeva ogni giorno ed io mi emozionavo sempre, “Ma tranquillo Davil … Gwen è ospite fisso!” lo rassicurò Ben abbracciandomi, adoravo questo rapporto con mio cugino, poi mi ricomposi e guardando mio figlio li dissi: “Devil ci conosciamo da un mese. Puoi darmi del tuo e chiamarmi Gwen!” ne sono certa, con il tono di voce che adoperai risultai estremamente dolce, lui non sapeva che dire, poi dopo aver deglutito, mi guardò e mi concesse la richiesta, “Come vuol … Vuoi. Signorina … Tenny … Gwen. Si come vuoi signorina Gwen!” non riuscì a toglierli quel signorina prima del nome, ma infondo avevo notato che lo metteva davanti a tutte le donne e signore davanti a tutti gli uomini, che li chiamasse per cognome o nome; Mi spostai appena per starli accanto ed allungai le braccia per stringerlo forte al mio petto, nel più affettuoso o caloroso degli abbracci, che non li davo da più di 11, visto che ormai andava verso i 12, lui contraccambiò l’abraccio, non divenne rosso od impacciato, come lo vedevo ogni volta che abbracciavo Ken e lo guardavo chiedendomi che fare, era stato un processo naturale, proprio come madre e figlio, mio cugino Ben, per assicurarsi di non rovinare quel momento perfetto di riconciliazione - se almeno mio figlio avesse saputo che lo era - strinse suo figlio in un abraccio stritolatore, sollevandolo appena da terra.

“Ragazzi. Lo sapete che ho dovuto accompagnare Ken ha provare 206 smoking?” esclamò nonno Max esausto, buttandosi sul divano di casa Tennyson, Julie ridacchiò, mentre portava un enorme pentolone verso la tavola, eccola sembrava una perfetta casalinga, aveva un pullover verde brillante, accompagnato da una gonna dello stesso colore della mezza coscia, un paio di tacchi a spillo bianchi, il grembiulino da forno e i capelli neri raccolti in un chignon, era esilarante guardarla così, visto che appena lasciava la casa e diventava una risolutrice, con Nave sempre dietro, o semplicemente quando uscivamo o quando giocava a Tennis, una belva che nessuno riusciva a contenere. Ora invece era la perfetta mogliettina con Nave ed il mio ragazzo per Ken alle caviglie, che chiedevano cibo, “Normale Nonno. Ricordi con me? 375 vestiti diversi!” li ricordò Ben, sedendosi tranquillamente sul divano accanto a lui, Ken e Devil scapparono in camera di Ken, che condividevano, “Come va Gwen?”  mi chiese a gran voce Julie, evidentemente moriva dalla voglia di sapere come si mettevano le cose, evitando che gli altri ci capissero, anche se Ben, sapeva, Julie non ne era a conoscenza, mentre nonno Max, probabilmente neanche ci pensava, capì al violo la mia migliore amica e mimi avvicinai subito a lei.  Sentì borbottare nonno Max, si stava ancora lamentando dei vestiti che aveva dovuto vedere indosso al nipote e Ben ridacchiava divertita, “Quali novità?” mi chiese, con gli occhi lucidi, sperava davvero che c’è ne fossero, arricciai il naso,  poi rilassai il volto e con un tono pacato risposi: “ Ben sa tutto. Ha capito tutto! Sapeva che tu ne eri a conoscenza … Comunque mi ha offerto ti tenerlo …” ne ero certa, non potevo vedermi ma ero certa che i miei occhi fossero luccicanti, Julie posò la pentola su tavolo, poi si mise sulla punta della sa scarpe, che erano autentici trampoli e si buttò su di me, le buttai un braccio attorno alla schiena, mentre con l’altra mi aggrappai da qualche parte, così da evitare di cadere … Julie mi urlò nell’orecchio qualcosa sull’immensa gioia che dovevo provare; Ed in effetti aveva ragione, avevo più gioia in cuore di chiunque altro a questo mondo. Sentimmo un campanello suonare, non prestammo attenzione a chi fosse, impegnate com’eravamo nella conversazione, poi ci distraemmo nell’istante in cui, l’acuta voce di nonna Verdona ci raggiunse: “La mia nipotina dov’è?” ed eccola comparire sulla soglia della sala, con un grande sorriso, Julie per circa due secondi ebbe un aria stupefatta, poi riprese la solita compostezza da casalinga e con un enorme sorriso, diede il benvenuto alla nonna, io dal canto mio, saltai addosso alla nonna, era così tanto che non la vedevo … E mi era mancata tanto, la mia dolce nonna Anodite, da quando scoprì la sua natura ed anche la mia, cominciai a chiedermi, perché mio nonno si fosse innamorato di un’aliena ma dai ricordi che avevo, era la sua natura innamorasi di aliene ed era anche il destino di molti risolutori, solitamente però si sposavano gli alleati ed a volte, anche i nemici, quando c’era la scintilla.

“Gwen ti trovo meravigliosamente!” mi rivelò, la nonna, fissandomi negli occhi, prima di stritolarmi ancora nel suo abbraccio, io le sorrisi radiosa, poi avvicinandomi le sussurrai, qualcosa che riguardava il mio potere di Anodite, che ormai avevo imparato a controllare perfettamente, ma ogni volta che raggiungevo un livello superiore dovevo rivelarlo alla  nonna, tranquillamente mia nonna mi strinse forte e poi con dolcezza mi disse: “Perfetto Tesoro … Poi potremo testarlo!” in seguito si volto verso di Julie, allontanandosi da me, per dare due baci a Julie, la nipote acquisita migliore del mondo, “Che ora ho fame … Il cibo sembra avere un odore delizioso!”  ispirando il forte profumo, in effetti Julie era un eccezionale cuoca, controindicazione del essere diventata mamma e moglie perfetta, sotto questo aspetto non era più la Julie con cui ero cresciuta. “Bene tutti a tavola!” allora chiamò la mia pazza amica, la nonna si sedé, mio nonno venne con Ben, mentre discutevano ancora di vestiti da sposo, anche Ken e Davil entrarono in sala, correndo come pazzi, quasi ci travolsero, ma non ci badai, vedere mio figlio felice era l’unica cosa che per me contasse qualcosa.


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Capitolo 5
*** capitolo 3 ***


mY LifE

Bene questa è la prima FF che scrivo di Ben10 AF ... Anche se è ambientata nel tempo dei 10 Eroi Per Ken(Con alcune imprecisioni).  Alcuni capitoli saranno brevi .... Quelli del passto, come il seguente ...

Sono contenta di questa FF.
Grazie a:


Ludoangel:
Grazie ci proverò!
Comunque io sono la prima persona a pensare
Che Ben non sa fare 2 + 2. Ma già quando ha 15anni comincia ad utilizzare
la testa. E in ambe due le versioni futuristiche Ben è arguto e calcolatore( Anche molto Protettivo)
Già povera Gwen, gli scheletri degli armadi sono sempre fastidiosi.
Devo aver letto male e quindi scritto male. Si Davlin è assurdo come nome.
Tipico di Kevin ma anche dell'Anodite della sua ragazza.
(Comunque posso prendermi la battuta della macchina, penso la tirerò fuori al momento del nome ...
Posso?)
Baci. Penso che questo Cap, ti piaccia molto!

SakuSasu92:
Grazie. Sei la prima persona che mi dice una frase del genere.
Spero ti piaccia questo Cap.
Baci. EsL

*
Grazie a chi ha solo letto o messo la storia nelle seguite o nelle preferite.
Baci
EsL
*
Dedico questo capitolo a: Waludy. * Che momentaneamente è malata. *

Non è un capitolo d'amicizia. Ma d'amore.
Volevo dedicarglielo:
Perchè penso che tra tutte le persone che esistono sulla faccia della terra ...
Ha avuto la sfortuna di ritrovarsi me
Come Amica.

*

Le*Storie*Di*Una*Vita*

12 anni prima

Vuoi vedere qualcosa di unico?  urlai, nel momento in cui lui solcò la porta di casa, “Si!” mi 

rispose, aveva il sorriso più splendido del mondo, mai incontrai di meglio, io li corsi incontro, con 

una mano posato sul ventre gonfio, porgendoli delle piccole foto, l’ecografie, “Cos’è?” mi chiese, 

confuso, guardandomi negli occhi, “Tuo figlio!  esclamai baciandolo di soprassalto, poi continuai 

a premerli le foto sul petto, ma non ci mise molto a dimenticarsi di me, afferrò l’ecografie e si 

bloccò, con gli occhi luccicanti, brillavano di una speranza tutta sua.  Mio figlio?” aveva un 

tono incredulo, ma non riusciva a staccare gli occhi dalle foto, io posai le mie mani sulle sue, 

sperando che si distogliesse dall’ecografie  per guardarmi, ma sapevo che non l’avrebbe fatto, “Si 

tuo figlio. Avremo un maschietto!” esclamai gioiosa, accarezzando le sua mani, “Che bello che 

è!” mormorò lui, continuando a guardare le sue foto, “Meraviglioso!” risposi io, abbracciandolo 

stretto ed al nostro contato il piccolo si mosse, come a volerci ricordare che non solo era lì, ma che 

era importante e che era il frutto del nostro amore. Aveva ragione era meraviglioso. “Gwen …” 

cominciò lui con gli occhi luccicanti, “Dimmi Kevin” li risposi, lui liberò una mano dalle foto e 

le portò sul mio ventre, “Me lo sento” cominciò, io lo guardai, poi continuò: “Saremo felici!” , 

Ne sono certa!” aggiunsi accoccolandomi sul suo petto, mio, anzi nostro figlio scalcio, allora lo 

pensai veramente, ero convinta che saremmo stati felici; Non ho mai smesso di sperarlo.

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Capitolo 6
*** My huseband Kevin Ethan Levin ***


le storie di una vita

Bene questa è la prima FF che scrivo di Ben10 AF ... Anche se è ambientata nel tempo dei 10 Eroi Per Ken(Con alcune imprecisioni).  Alcuni capitoli saranno brevi .... Quelli del passto, come il seguente ...

Sono contenta di questa FF.
Grazie a:
*
Ludoangel:
Scusami se non ho rispettato la mia solita cadenza.
Ma ho avuto da fare ... (Che cosa? Mistero)
Spero vivamente che questo capitolo ti piaccia. Visto che c'è Kevin.
Comunque il motivo per cui lui si è comportato così viene spiegato nell'ultimo capitolo.
Ancora scritto.
Baci


Sakusasu92:
Gwen non rivela niente a Davlin ne in questo capitolo ne nel prossimo.
Anche se nel prossimo ne è intenzionata. Ma lo farà ...
Riguardo a Kevin ... Devi aspettare.
Spero ti piaccia..
Baci



Sherry:
Io ho perennemente il Blocco!
Comunque le tue storie sono splendide.
E sono felice che ti piaccia la mia.
Baci.
*
Grazie a chi ha solo letto o messo la storia nelle seguite o nelle preferite.
Baci
EsL

*

Le*Storie*Di*Una*Vita*

11 anni e 10 mesi dopo.

“Bene Gwen” mormorò Elena Validus*, dopo avermi agganciato alla cintura, “Dovrei assicurarti su tutte le norme che corri essendo qui sotto le spoglie di una civile … Ma visto che sei una Risolutrice tralascio!” si spiegò, prima di scuotere i gonfi capelli neri, mi piaceva abbastanza quella ragazza, la conoscevo da quando avevo 13 anni e l’unico problema era che tra lei e Julie non c’era un buon rapporto essendo stata innamorata di Ben quasi nello stesso tempo di Julie. “Vai Gwen!” aggiunse prima di premere il grande bottone rosso, che azionò il proiettore, un varco tra il mio mondo ed il vuoto totale si aprì, le sorrisi e mi ci buttai dentro con un salto; Ecco l’ultima mia follia, avevo deciso di andare nel vuoto totale non come risolutrice, con la scusa di essere una civile che voleva incontrare un carcerato per fini non lavorativi, quindi io  mi ritrovai in quella specie di  universo parallelo popolato da contadini e malfamati, in cerca dell’unico uomo della mia vita.

“Dove va … Signorina?” mi chiese qualcuno alle spalle, riconobbi la voce subito, eccolo che si erigeva nel suo magro fisico i capelli castani e pieno di aculei, “Pierce!” esclamai abbracciandolo, “Come mai nel vuoto totale senza l’uniforme da Risolutrice?” mi chiese dolce, più lo guardavo e più mi ricordava mio cugino Ben, “Affari da civile!” risposi schietta, non avevo affatto voglia di parlare del perché ero lì e probabilmente Pierce lo comprese perché non mi fece domande a riguardo, si limito ad: “Non ti serve la guida sai come muoverti …” poi allargò le labbra in un sorriso e mi chiese: “Coma sta Chiave Inglese **? Il resto della tua famiglia? Tuo cugino ha ancora il bambino in affidamento?Insomma tuo fratello è nervoso, ho sentito che si sposa!”,  sembrava entusiasta, sapevo che il lavoro nella Vuoto totale, era il peggiore, anche prima delle guerre interspaziali, risposi tranquilla: “Nonno Max si lamenta dei troppi vestiti che è costretto a vedere quanto accompagna Ken! Che tra parentesi è felicissimo. Poi gli altri stanno tutti bene … E si Ben ha ancora il ragazzino in affidamento …”  avrei voluto restare a parlare ancora con Pierce, l’adoravo, ma avevo una cosa importante da fare, ma non ci servì dirgli nulla, visto che come un pazzo Manny in tutta la sua rossa figura prese a chiamarlo da un asteroide dicendo che avevano dei problemi con due detenuti, così Pierce dopo un veloce abbracciò scappò via, mi ero offerta di aiutarli, ma alla fine mi aveva impedito di aiutarli, ero una civile ed era il mio giorno libero.

Così dopo una tranquilla passeggiata tra contadini che aravano i campi, criminali che cercavano di non uccidermi e  mostri svolazzanti sulla mia testa, avevo raggiunto il luogo che cercavo, una piccola casetta fatta interamente di legno; Bussai con forza con decisione sulla porta, ero nervosa come non lo ero mai stata in vita mia, non udì alcuna risposta, ma la porta si aprì di scatto, lasciandomi senza alcuna forza nel guardare quell’uomo, muscoloso, alto, dai capelli neri e splendido, le mie ginocchia tremavano, quanti anni erano passati dall’ultima volta che lo avevo visto? Quasi 12 anni. Ed era esattamente come l’ultima volta. Il mio Kevin. “Come posso aiutarti?” mi chiese ferreo, con la sua solita voce scortese, i suoi occhi non trasparivano emozioni, che non mi avesse riconosciuto? Era possibile? No! Assolutamente no! Stavo per urlargli contro, mi ero preparata quel discorso, nei minimi dettagli, ma ora la voce era morta, la gola vuota ed io tremavo. “Allora cosa vuoi?” mi chiese severo, con quel suo tipico tono sgarbato, mi aveva sempre infastidito, ma avevo imparato ad amarlo; Lui continuava  a non riconoscermi, mostrai i denti in un ringhio, probabilmente nei miei occhi si potevano vedere i fuochi  dell’inferno divampare. Kevin … Mi hai sul serio dimenticato … Ecco gli unici pensieri che saettavano nella mia testa, infilai la mano nella tasca dei pantaloni violacei e tirai fuori quello che c’era dentro; Un semplice anello, che veniva da Las Vegas, che passava ogni sua giornata in una scatolina nascosta sotto una mattonella del bagno, Kevin mi guardava, “Mi hai dimenticato, Kevin?” riuscì a mormorare, avevo una vocina così piccola e fine, che non sembrava quasi la mia,  io ne percepì la preoccupazione ed il timore, figuriamoci lui, “No … Non potrei mai … Gwen!” il suo tono era serio,  ma avvertivo la sincerità, ormai avevo capito quando mentiva o quando era sincero, eppure allora mi lascai incantare dalle sue belle parole.

Chi sa cosa speravo andando nel vuoto totale … Speravo forse di riuscire ad affrontarlo? Di chiedergli perché mi aveva distrutto la vita? Speravo di urlargli contro che mi sarei ripreso mio figlio e la mia vita? Speravo davvero di essere cos forte? Ma non lo ero. Mi limitai a stare li, dritta sull’uscio della porta, con quell’anello in mano a fissarlo … E lui? Non era da meno. Mi fissava e basta, con quei suoi splendidi occhi che mi avevano fatto innamorare. “Vuoi entrare?” riuscì a balbettare, scostandosi appena, per lasciarmi intravedere l’interno della  casetta, riuscì a balbettare un: “No … Non so neanche perché sono venuta!” strinsi l’anello, continuando a fissarlo negli occhi, poi schiusi la mano, lasciando che l’anello scivolasse via, per saltellare per terra, “Volevi rivedermi Gwen … Dopo quasi 12 anni di totale odio, ti ero mancato!” mi disse scherzoso, ma pareva triste, non badò all’anello che ormai era fermo per terra, non guardava i miei occhi ma la mia mano aperta avanti a lui, tristemente mi resi conto che aveva ragione, per quanto lo avessi odiato e lo odiavo, dovevo ammettere che mi era mancato, con gli occhi bassi risposi: “Forse” da quando avevo gli occhi bassi per un uomo? Da quando tenevo gli occhi bassi per lui?

Di scatto li rialzai, muovendo la mano verso la sua faccia e sfilandoli la maschera, che cadde a terra assieme a l’anello. Kevin era davanti a me nella sua vera forma ed ai miei occhi era sempre meraviglioso, se non fosse stata per i miei principi avrei pianto, lui non mi scollava gli occhi di dosso e muovendo appena le spalle, amalgami di energia e forme, mi rivelò: “A me sei mancata … Ma non implorerò il tuo perdono!” sottolineò molto le ultime frasi, cos per mettere in chiaro la situazione, ma io prestai attenzione solo alle prime quattro parole. Io gli ero mancata. Non era una mai supposizione che mi aveva tormentato di notte, era concreto, lui aveva sofferto la mia assenza, “Non importa … Non sono qui per questo!” risposi schietta, con la tentazione di chinarmi e raccogliere l’anello e la sua maschera, ma finì nel poggiare nuovamente la mano sul suo freddo volto ed accarezzarlo; Resto zitto a guardarmi, come faceva quando eravamo ragazzi, come se quel decennio(Arrotondiamo) non fosse mai passato. “Kevin … Io ho intenzione di riprendermi mio figlio!” riuscì finalmente a mormorare e lo feci, guardandolo nei suoi grandi occhi scuri, oltre mio figlio avevo tutta l’intenzione di riprendermi anche la mia vita, lui mosse le labbra e con la sua tipica nonchalance di totale menefreghismo e mi rispose: “Prego fai … Era la mia arma per uscire da qui … Ha fallito il suo compito … Non mi riguarda più!” mentiva, Julie mi aveva raccontato quella storia e dallo strano luccichio nei suoi occhi capivo, Kevin non voleva fuggire ma così avrebbe permesso a Davil di farlo, lasciandolo a me, gli avrebbe assicurato un ottimo futuro, ma perché non concederglielo fin dal principio? Questo era uno dei tanti interrogativi che non avrei mai capito di Kevin Ethan Levin, mio marito.

Mossi il capo, assicurandomi che la alta coda rossa, oscillasse lungo la schiena,  ritirai la mano che era piantata dal suo volto e con la parte magnetica dei miei poteri tirai su l’anello, lasciando a terra la maschera che rendeva l’aspetto di Kevin umano, anche se per me lui era sempre umano, qualunque fosse il suo aspetto, per me era sempre bellissimo ed andava sempre bene e fui felice di sprecare molto del mio fiato nel ricordarglielo sempre. Infila l’anello in tasca, “Lo conservi ancora? Io l’avrei buttato!”  mi chiese, ed era confuso, sorrisi, a volte era davvero stupido, poi con tranquillità, la mia fondamentale caratteristica, risposi: “Certo … Immagino  … Infatti hai ancora la tua fede al dito!” gli afferrai la mano sinistra e sfregai l’anulare dove c’era la fede,  emise uno strano verso, una risata soffocata. “Addio Kevin …” mormorai lasciandoli la mano, “Addio Gwen!” si porse leggermente in avanti e chinandosi mi bacio sulla fronte poi rispose: “Addio piccola Gwendolyn!” sapeva che quella sarebbe stata l’ultima volta che mi avrebbe visto,  non li avrei neanche portato le carte del divorzio tanto ora non importava. Li diedi le spalle e cominciai a camminare spedita lungo i campi dei contadini, “Gwen perché non mi odi?” mi chiese quando fui abbastanza lontana da lui, stava urlando, mi voltai e probabilmente con gli occhi lucidi, risposi  con uno smielato: “Non lo so” mi rigirai tranquilla, poi infilai la mano nella tasca ne estrassi l’anello nuziale e lo infilai al mio anulare. Ecco ero pronta … Ero pronta ad essere Gwendolyn Levin Tennyson, ero pronta ad essere la madre di mio figlio ed ero pronta ad essere nuovamente felice; Solo una cosa non ero pronta a fare, lasciar andare Kevin … Quello non l’avrei mai potuto fare.

Tirai la fune, attaccata alla mia cinta, per tre volte e come presa da una calamita, fui trascinata ad una velocità altissima, attraversai in un lampo il buco dimensionale e mi ritrovai nella bianca stanza d’aspetto, dove Elena riavvolgeva il filo, sembrava insolitamente felice, molto di più di quanto lo era prima, o forse dopo essermi tolta quel peso, tutto mi sembrava più roseo. “Sai Gwen … Mike Morn … Insomma  Dark Star e l’Incantatrice, hanno provato a fare una rivolta ma Pierce e la sua squadra li hanno rimessi in riga …” cominciò con naturalezza Elena, mentre toglieva il gancio dalla mia cintura, annui, poi con finto interesse li dissi: “Interessante … Sono bravi davvero!” Elena sistemò bene il gancio nel apposito luogo, poi si sistemo bene i gonfi capelli scuri e si riassettò la giacca rossa, quando  la giovane Vitus si sistema così, significava solo che aveva grandi novità, infatti non tardò molto con la sua rivelazione: “Insomma poi Pierce e passato a prendere dei bollini rossi, per quei due e mi ha detto che la settimana prossima aveva le ferie e che ritornava sulla terra e mi ha chiesto se sabato volevamo andare a cena insieme!” praticamente saltellava, proprio come quando Ben a 13 anni era riuscito a farla entrare nella squadra maschile, quando era tornata una risolutrice e quando Ben l’aveva baciata cornificando la povera Julie; Vedere Elena contenta era un piacere ed in un certo senso Pierce era molto simile a lei,  quindi geneticamente perfetto per lei, “Sono contenta per te!”  le urlai abbracciandola.

Tornai a casa, contenta e rilassata; Mi sembrava che il mondo intero mi sorrideva, quella mattina avevo preso l’autobus per venire, ma sta volta avevo deciso che avrei camminato, farlo mi rallegrava, ormai era divenuto palese che ritornando a vivere nel trambusto della città mi serviva assolutamente una macchina, magari una bella e veloce, ma per ora, mi limitava a muovere le mie gambe, camminando per un marciapiede, tutto addobbato a festa, chi sa che festa si avvicinava, non ne ricordavo nessuna. Guardai la mia mano, dove l’anello regnava aggraziato, “Guarda un po’ chi c’è qui … La bella Gwen Tennyson … Avevo sentito che eri tornata!” era una chiara e forte voce alle mie spalle, non misi troppo a riconoscerla, era la limpida e dolce voce di  Cooper***, mi voltai, non era cambiato dall’ultima volta, sempre altro tre metri, muscoloso, pallidino e con i capelli biondi, anche se ogni volta che lo guardavo, non potevo non pensarlo com’era diverso quando era ragazzino; Lo abbracciai, il mio amico Cooper, telecinetico e intelligentissimo, come potevo non adorarlo, poi li dissi: “Si Biondino Pallidino … Sono tornata!” feci una faccia buffa, che lo fece ridacchiare, mi passò una mano sui capelli con totale delicatezza, la stessa che usava quando assemblava armi o tecnologie, “Come sta la mia principessa guerriera?” mi chiese sussurrante, abbozzai un sorriso, poi tranquilla e con voce chiara, risposi: “Bene Cooper!”  infilai la mano con l’anello in tasca, Cooper era il meccanico prediletto di Kevin, ma non erano in buoni rapporti da quando entrambi avevano scoperto una cosa comune, un infatuazione per la sottoscritta, ma per quanto volessi bene al biondino, nessuno avrebbe mai superato l’affetto che provavo per Kevin, mio marito. “Allora Gwen … Oggi fai qualcosa?” mi chiese, leggermente rosso in volto, accennai ad un sorriso, stava per chiedermi di uscire, “Ora volevo andare a pranzo … Vieni con me?” lo anticipa, vidi i suoi occhi brillare, poi muovendo la testa mi rispose con un infinità di < < Si > > lo presi a braccetto, con la mia mano destra, mentre quella con l’anello, bella e sigillata nella tasca,  ci avviammo verso un luogo dove avremmo potuto mangiare, visto che morivo di fame, “Offro io!” esclamò Cooper sicuro di se,  impossibile contraddirlo quando faceva così.

Eravamo seduti ad un tavolo per due di quei ristoranti d’alta classe, da cui sempre ci eravamo 

tenuti alla larga, una cameriera dal bel sorriso, fasullo, dai suoi occhi grigi si intuiva che 

voleva essere ovunque tranne che lì, portò ai due le loro ordinazione, pollo in Fricassea; 

“Allora Gwen quanto tempo resterai qui, sulla terra?” mi chiese Cooper, con una forchettata 

di pollo a mezz’aria, mi pulì la bocca e dolcemente risposi: “Altri 2 mesi, poi andrò sul mondo 

dei Supremi Reiny ha un problema con il pianeta vicino, Verga10, farò da interlocutore!” 

pensando a quanto quei due mondi fossero lontani dalla Terra, quindi dalla mia famiglia, da 

mio figlio; Sarei voluta restare di più, forse l’avrei fatto, ma avrei dovuto rivelare il legame 

tra me e Davil, non mi importava del parere di nessuno se non quello di Davil. Come 

l’avrebbe preso? “Io invece Gwen, parto fra un mese! Asmuth ha bisogno di me!” mi disse a 

gran voce e fiero, prima di mandare giù un pezzo di carne, lavorare per  l’inventore 

dell’Omnitrix doveva essere una grande soddisfazione, gli dissi: “Bravo!” fiero del roseo 

futuro che si apriva a Cooper.  “Comunque è vero che Kai e Ken si sposano?” mi chiese Cooper,  

mentre la sua forchetta ticchettava sul piatto, mi versai un po’ di champagne, tanto ero a 

piedi e assolutamente tranquilla risposi: “Si … Vuoi anche un altro scoop?”, si mise sugli 

attenti, come se aspettasse la notizia più importante della sua vita, annui come un forsennato, 

così girando la forchetta tra le dita finì: “Pierce ha chiesto ad Elena di uscire!” , “WOW! C’è li 

vedo insieme!” subito esclamò Cooper, capendo perfettamente i miei pensieri,  guardai 

l’espressione di Cooper non importa quando cambiasse fisicamente, ma dentro i suoi occhi 

c’era sempre una scintilla di stupore per ogni novità appresa, ridacchiai; Meno male che 

c’erano persone che non cambiavano mai.

*

*Elena Validus: Risolutrice, di cui Ben si innamora a 13 e mi pare che avrà una relazione con lui. Suo padre è stato cacciato dai risolutori, per un malinteso, e loro due sono rimasti per la strada 2-3 anni. Lei  e Gwen erano amiche, ma ogni tanto non vanno d'accordo.  Max affida il capo dei risolutori del settore ..(??) a suo  padre. Sarà un personaggio presente in Ben 10: Evolution. , compare per la prima volta in  Ben 10: Alien Swarm. Ho immaginato che non avesse una buona relazione con  Julie.  Elena fisicamente è alta, formosa ed  ha i capelli neri. Kevin la chiama sempre Bambola.

**Chiave Inglese: Max Tennyson, è il nome in codice che prende quando comincia ad addestrare Pierce, Elle, Manny e gli altri risolutori nel vuoto totale. Nessuno di loro conosceva la sua vera identità fino all'arrivo di Ben che lo chiama Nonno. 

***Cooper: Telecinetico biondo pallidino. Da sempre innamorato di Gwen, Kevin lo eticchetta sempre come il suo ex ragazzo. Da ragazzino è un po' bruttino, da uomo lo immaginato bello. Xdxd

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Capitolo 7
*** capitolo 4 ***


le storie di una vita

Bene questa è la prima FF che scrivo di Ben10 AF ... Anche se è ambientata nel tempo dei 10 Eroi Per Ken(Con alcune imprecisioni).  Alcuni capitoli saranno brevi .... Quelli del passto, come il seguente ...

Sono contenta di questa FF.
Grazie a:
*
Ludoangel:
Scusa!!! Impiego sempre troppo.
Tranquilla è normale andare matti per Kevin.
Pensa io era matta per lui anche quando era un ragazzino schizzo frenico
con problemi comportamentali (L'origonale Kevin 11)
In verità io non odio Cooper, ma Gwen è solo di Kevin.
Ma ho pensato che forse solo lui avrebbe potuto rivestire il suolo che gli ho dato.
(Tranquilla, qualcosa mi inventerò)
Riguardo a Pierce ed Elena ho pensato che potessero andare d'accordo
Visto che Pierce è come Ben
Baci


Sakusasu92:
In verità gli avrei voluti far baciare anch'io.
Ma poi sarebbe stato davvero troppo dolce.
Si Gwen ha fegato. Uno dei motivi per cui Kevin si  è innamorato.
La conversazione con Cooper è stata curata.
E' la parte in cui ho impiegato più tempo.
Baci




*
Grazie a chi ha solo letto o messo la storia nelle seguite o nelle preferite.
Baci
EsL

*

Attenzione: In questo capitolo è presente una battuta prestatami da Ludoangel ... (Tu sai sicuro quale), 

che dirà Gwen ad un certo punto.

*

Le*Storie*Di*Una*Vita*

11 anni e 7 mesi prima.

Ufficialmente sono una mongolfiera! Indosso abitini Premaman ed il MANA mi esplode  nel corpo, 

lo sento, sento tutto l’universo che girà come una trottola dentro la mia testa, mi viene molto 

complicato anche solo alzarmi dal letto, fatica immane. “La colazione Gioia Mia!” esclamò 

Kevin, entrando in camera con un vassoio in mano, che aveva un odore unico, “Grazie amore … 

Muoio di fame!” esclami, sollevando la schiena dal letto, faceva malissimo, “Ancora tre mesi e 

saremo genitori!” disse Kevin sognante mentre mi passava il vassoio, quanta luce ei suoi occhi, il 

suo volto pallido era solare, eppure ci hai distrutto la vita, Perché mi chiedo?Non saprei 

immaginarti come padre premuroso!” gli dissi, scherzosa, mi prese la mano lasciandomi sfuggire 

il biscotto che tenevo in mano, baciò il dorso con una dolcezza sublime, “Mi impegnerò per essere

il migliore!”,  sussurrò, enorme stupidaggine, ma non potei fare a meno di crederli baciando 

ancora la mia mano, a causa della maschera era freddo ma per me non era un problema e non lo 

sarebbe mai stato. “Pensiamo al nome?” chiesi con immensa euforia, prima di mangiare un 

biscotto immerso nel latte,  lui si stese di fianco a me, posò una mano sul mio ventre e rispose, ma 

non a me, parlava al piccolo, “Tranquillo cascasse il mondo non  ti chiamerai Ben!” ridacchiai, 

ma li tirai un buffetto, poi più convinta mangiando un dolcetto, dissi: “Sono seria, amore. Come lo 

chiamiamo?”, alzò la mano dal mio ventre, e fece un tre con le dita e con il tono da infante mi 

rispose: “Tre mesi Gwen! Tra tre mesi! Appena sarà fuori da te, comunque sia ridotto, il 

primo nome che ci verrà in mente sarà quello!   riportò la mano sul mio ventre, dovevo 

aspettarmelo, esattamente  come aveva fatto sua madre, “Va bene … Il primo nome!” esclamai, 

poi divertita aggiunsi: “Anche se tu saresti capace di chiamarlo Yasholface e chiamare la tua 

macchina Jack!” lui si sollevò appena, giusto in tempo per arrivare alle mie labbra, un semplice 

bacio, che fece sussultare mio figlio, sent l’universo parlarmi ed il mana che bruciava nelle mie 

vene. “Ti amo” mormorò, fiato sprecato, “Anch’io!” risposi, quello era sincero; È una verità 

ancora attuale … Ti Amo.

*


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Capitolo 8
*** Gwen's Decision ... ***



Be. Non ho più il NVU, quindi devo utilizzare altri sistemi. Be prima di tutto facciamo due o tre ringraziamenti.


Gwen_Kevin: Probabilmente se non mi avessi inviato quel messaggio, avrei definitivamente buttato questa storia nel dimenticatoio. Spero ti piaccia questo capitolo. Adesso concedimi il tempo di ritrovare l’ispirazione. Comunque mi diverto a fare Kevin Premuroso. 

Ludoangel: Mi spiace ma qui non c’è Kevin, effettivamente nella storia reale e non nel passato non ho idea di quanto tornerà … Comunque qui ci sono Elena e Pierce vagamente accennati, ma c’è Alan. Io adoro Alan è semplicemente ... Sono sfornita di un aggettivo … 

Vorrei ringraziare anche: Chibime88, rika_zoe ; ladywolf e Allen_Anne_Black … Che hanno (Oltre a Ludoangel e Gwen_Kevin) questa storia tra le seguite/preferite/ricordate.


Baci Ella_Sella_Lella





La Decisione di Gwen




11 anni e 3 mesi dopo


Era arrivato il momento. Julie da mezzora mi massaggiava le spalle, come un allenatore al suo Pugile prediletto, ormai pronto per andare sul Ring, ed io respiravo affondo soddisfatta di me, ma tremavo come una foglia, guardavo Davil che giocava con Ken, sembravano così dannatamente felici. Mi chiesi come avrebbe reagito mio figlio scoprendo chi ero? Mi avrebbe voluto bene? Oppure mi avrebbe odiato per non averlo protetto? Nella mia testa giravano troppi pensieri ed insicurezze. “Adesso io porto Ken di là … Mi raccomando!” mormorò Julia nel mio orecchio, prima di allontanarsi e convincere Ken, con una scusa a seguirla in cucina, mentre io restavo in salotto a guardare Davil, che dolcemente mi sorrideva. Mi sollevai dal divano, con le mani sulla vita, mi avvicinai a passo spedito, ma tremavo, lui inclinò leggermente il capo, quasi a voler nascondere il suo sguardo, inevitabilmente chiesi: “Cosa c’è Davil?”, lui sollevò appena lo sguardo, gli stessi splendidi occhi del padre, poi balbettando mi rispose: “Mi vergogno un po’ … Ma signorina Tennyson le potrei chiedere un favore?” Come negarglielo? “Ovviamente Davil. Non ti vergognare e chiamami pure Gwen!” gli risposi, mi morsi il labbro al mio nome, perché non poterli dire di chiamarmi Mamma? Si prima o poi dovrò farlo, altrimenti il mio cuore si spezzerà prima. Davil portò gli occhi sui suoi piedi, e dondolandosi fece battere i talloni, poi dopo un bel respiro, mi disse: “Bene signorina Gwen … Ho sentito che lei è per un quarto Anodite. Una specie aliena simile agli umani stregoni? Ecco io so di avere dei poteri. Quando ero piccolo, nel vuoto totale, Incantatrice mi ha insegnato qualche incantesimo base di difesa ed attacco. Io vorrei apprendere altro! Lei mi insegnerebbe?” o sorriso, poi dolce gli ho risposto: “Ovviamente! Valutiamo prima le tue conoscenze e poi vediamo cosa posso insegnarti!” posai una mano sui suoi capelli neri e gli scompigliai, bensì sembrassero così simili a quelli di Kevin, erano morbidi come i miei. “Vedrà signorina Gwen! Non la deluderò!” esclamò contento Davil saltellando, prima di dirigersi con furia verso il suo amico/Cugino, io rimasi interdetta, alla fine non ero riuscita a dire a Davil che era mio figlio. Vidi riapparire Julie in sala, voleva sia rimproverarmi per non aver detto al verità e sia che poteva capirmi per non averlo fatto, le dissi: “Penso che andrò a casa!” prima di avvicinarmi e salutarla con un caloroso abbraccio, “Ok! Tesoro! Torna quando vuoi!” mi rispose con la sua dolcissima voce, annui e poi andai via dalla casa dei Tennyson e dal quartier generale dei Risolutori.

*
Per tornare a casa camminai, essendo ancora sprovvista di patente, rimpiangendo i bei tempi in cui viaggiavo sulle navicelle aliene; “Le serve un passaggio, Rossa?” mi chiese qualcuno, mentre una splendida Ferrari Rossa fiammante a gravita zero mi affiancava, riconobbi subito il proprietario, alto, bruno di pelle e di capelli ed occhi fiammeggianti ed un sorriso amico, Alan*, risposi schietta: “Volentieri Al!” lui mi sorrise e con una mano aprì lo sportello, ci salì immediatamente. “Avevo sentito da un uccellino che la nostra colombella amante della libertà era tornata!” mi disse languido con i suoi occhi fiammeggianti, inevitabilmente mi ritrovai a pensare chi potesse averglielo detto? “Chi è l’uccellino canterino?” gli domandai, mentre guardavo il panorama tranquillo, Alan premendo sul’acceleratore mi rispose, che era stata Ellen**, che l’aveva saputo da Manny che mi aveva vista nel vuoto totale a chiacchierare con Pierce; “Siete sempre i soliti Pettegoli!” li dissi scherzosa, mentre lui premeva il piede sull’acceleratore e schizzavamo come pazzi sulla strada, beccandoci chi sa quali maledizioni dalla gente. Alan mentre controllava il retro dallo specchietto, mi domandò: “Quanto tempo resti prima di volare di nuovo via?” sorrisi, poi vaga risposi: “Dovevo partire tipo una settimana fa, andare da Reiny***, solo che Ben mi ha mandato in un periodo sabatico ed ha mandato un Magister**** a fare la interlocutore! Dice che mi sono affaticata troppo!” buttai la chioma rossa sul sedile di velluto, Alan ridacchiò, poi mi disse che aveva sentito questa storia e mi aveva anche ricordato che quando Benjamin Tennyson si metteva in testa qualcosa, niente e nessuno gli avrebbe mai fatto cambiare idea , “Tu invece nessuna missione?” chiesi, guardo Alan, che con nonchalance mi rispose: “In verità si! Tra due settimane andrò da Asmuth***** e Cooper!” sorrisi sentendo il nome di Cooper, adoravo quel biondo pallidino e mi era dispiaciuto molto quando era partito, ma sembrava così euforico del suo nuovo incarico, che alla fine ero stata più contenta di lui; Voltai il capo dall’altro lato rispetto al moro, che mi rispose: “Buon per te! È un bel lavoro!”, “Già!” enunciò gioioso il ragazzo.

“Siamo arrivati, Gwen!” esclamò Alan parcheggiando la sua splendida Ferrari fiammante davanti all’ingresso del mio palazzo, “Grazie Al!” dissi cristallina, dandogli un bacio sulla guancia e scendendo dall’auto, dopo avermi salutato Alan girò la chiave e ripartì a tutta velocità, “Vai ragazzo Inferno!” gli urlai, con la stessa intensità di quand’ero ragazzina. “Giorno signorina Tennyson!” mi disse cortese il portinaio quando mi vide avvicinarsi, mosse appena il capello, io gli risposi gioiosa: “Noland!”, passandoli accanto ed entrando nella palazzo. Ero contenta, avrei passato del tempo con mio figlio per insegnarli l’arte della magia, entrai nell’ascensore e digitai il numero del mio piano ed aspettai con un enorme sorriso sulle labbra. Quando entrai nel mio apertamente che finalmente dopo tre mesi, cominciava ad avere un look meno austero, controllai la segreteria, non c’erano molto messaggi, c’è ne era uno di Elena, che mi diceva che la relazione con Pierce fioccava, uno da nonno Max che mi invitava per un pranzo cucinato a modo suo, poi ce n’era uno di Cooper che mi informava che sarebbe riuscito a tornare per il matrimonio. Mi mancava.



***

*Alan: Un mezzo-alieno con i poteri di inferno (Se non sbaglio l’aliena è la madre) che vive in un ranch ed è amico di Ben, Gwen e Kevin, partecipa alla battaglia finale. E io l’adoro, se bene non sia molto pratica di lui.

**Ellen: Una mezza-aliena, versione femminile di XLR8 (Non che sorella di Pierce, a guardarli mi chiedo quale dei genitori fosse umano, ma penso più che un nonno fosse umano) è abbastanza simile a Gwen caratterialmente ed ha un rapporto contrastante con Manny, ma credo, anzi sono convinta, che abbiano rispettivamente una cotta l’uno per l’altra. È una persona altruista e buona. Vive nel vuoto totale.

***Reiny: (Ok se adoro Alan, Reiny è il mio mito, prima o poi comparirà nella storia assolutamente) è l’imperatore supremo dei supremi, ovvero il capo assoluto e anche il primo supremo che viene contaminato di fatti ha un braccio di un altro alieno, una protesi che gli ha dovuto impiantare Ben. Il primo supremo buono ed anche mediatore alla battaglia finale.

****Magister: è un risolutore, in verità è un grado. I risolutori sono divisi in gradi, il Magister se non sbaglio è un grado abbastanza importante.

*****Asmuth: (penso che tutti sappiate chi è ma già che ci siamo) l’ideatore dell’omnitrix. Un piccolo alieno geniale (E che se la crede alla stra-grande).

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Capitolo 9
*** Capitolo 5 ***


Dunque questo è il capitolo inerente al passato, dunque poco inerente alla storia, cercherò presto di mettere quello inerente alla storia che sarà l’ultimo datato (Il prossimo), di fatti i prossimi saranno datati prima di un grande evento.

Pur troppo non ho ancora il NVU,

spero vi piaccia,
baci
(Alla recensione risponderò nel nuovo modo) Grazie infinite a tutti, chi recensisce, legge, preferisce e ricorda.

Baci baci
EsL * Le*Storie*Di*Una*Vita
11 anni e 5 mesi prima.

Pensavo che avrei odiato gli abitini Premaman invece no!” esclamai , “Li adoro!” aggiunsi, portandomi una mano sul ventre gonfio, mentre guardavo allo specchio il vestitino azzurro a fiori bianchi che mi cadeva perfettamente addosso. “Sei bellissima!” mi disse Kevin, arrossì violentemente, non ero ancora abituata a quei suoi complimenti. Ero abituata a commenti come, “Wow”; “Super” o “Mitica” oppure cose del genere, non ero ancora abituata ad un “Sei bellissima!E non lo sarei mai stata. Insomma Kevin era il ragazzone un po’ sciocco pieno di buoni propositi, che si vergognava un po’ dei suoi sentimenti. Per dirmi che ero bellissima, ci voleva qualche sfrontato riflessivo come Mike; Mentre a dirmi frasi d’effetto come “Sei la mia principessa guerriera” c’era Cooper. Ma ora non dovevo pensare a loro! Ma solo al mio adorato Kevin! “Ma ci credi che tra poco tempo saremo genitori?” gli dissi, ancora incredula; “Già saremo il padre e la madre del più bel bambino del mondo!” mi assicurò lui, abbracciandomi, anzi abbracciandoci. Kevin perché ci hai distrutto la vita?Ti amo!” mi mormorò dolce nell’orecchio, “Si …” mi voltai e li diedi un leggero bacio a timbro. Ti amo Kevin.

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Capitolo 10
*** Magic's Lesson ***



Ultimo capitolo Datato … Gli altri non lo saranno. Devo dire che è molto importante per la parte finale, dove ovviamente non vi dico nulla, ma vi infilo in un altro dubbio ed altarino famigliare della famiglia Tennyson. Prossimamente arriverà un OC spettacolare. Jean Star e sono certa che l’amerete.
Baci baci
EsL

Ringrazio tutti quelli che hanno letto-commentato-ricordato-seguito-preferito … Risponderò alle recensioni con il nuovo sistema.




Le*Storie*Di*Una*Vita


11 anni e 2 mesi dopo

“Bello!” esclamò Ellen, guardando Kai, “Nel complesso!” aggiunse Elena critica, adocchiando bene le forme, “Il corpetto è splendido!” dichiarò Julie dolce, “A me piace!” diedi per ultima il mio parere, mentre guardavamo il vestito bianco panna molto sfarzoso che avvolgeva il corpo di Kai Green; Che pareva una splendida sposa. “Si … Il corpetto tutto ricamato è splendido!” ci informò la mia futura cognata, noi con occhi buoni la guardavamo e li davamo i nostri pareri.
Era quasi il terzo vestito bianco che indossava da quella mattina ed ero certa che se ne avessimo visto un altro una di noi sarebbe esplosa; Forse Julie … Lei il suo vestito lo aveva scelto ad occhio, appena lo aveva visto aveva urlato peggio di una cornacchia: “Quello! Quello!”, magari sarebbe esplosa Elena che il suo vestito se l’era bello e disegnato da quando aveva 13 anni, lo stesso periodo in cui era entrata nella squadra di calcio maschile, o forse sarebbe esplosa Ellen che i vestiti da sposa li soffriva, aveva sempre detto che se un giorno avrebbe sposato Manny si sarebbe sposata in una tuta blu acquamarina, che metterebbe in risalto la sua pelle … Io invece , non sarei esplosa, adoravo vederla con i vestiti da sposa, specialmente perché lo facevo per mio fratello. Il mio vestito lo avevo scelto a caso: Corto e viola.

“Ok! Prendo questo!” esclamò Kai, portandosi le mani sui prominenti fianchi, resi ancora più grossi dall’abnorme sfarzo dell’abito, sorrise, ma non sembrava soddisfatta, era come se avesse acconsentito al vestito quasi per disperazione. “D’accordo, d’accordo, abbiamo capito quell’abito lo odi!” constatò Ellen con fare leggermente critico, Kai sospirò, “In effetti, vorrei sposarmi con qualcosa di diverso!” ci rivelò, scendendo dal piccolo palchetto dove le spose si mettevano per specchiarsi, “Perfetto. Con cosa?” chiese Julie, prima che ci disperdessimo per il negozio alla ricerca di un giusto abito da sposa; Le commesse ci guardavano in cagnesco ed abbastanza esasperate.
“Ho trovato l’abito per le damigelle!” urlò Kai radunandoci tutte davanti gli abiti non idonei alle spose, quando fummo tutte la, Kai esibì un abito celeste pastello, senza spalline, la fascia del seno era di paiette e da sotto un colore unico, coperto da un velo di raso trasparente, era un vestito, non dico osceno, ma senza alcun dubbio poco carino, “Vi starà benissimo!” ammise Kai guardandolo soddisfatta, “Non ne dubito!” rispose sarcastica Ellen, aiutai Kai a rimettere l’abito apposto e le chiesi se invece avesse trovato quello adatto a lei, “In verità vorrei sposarmi con un abito tradizionale!” rispose Kai, passandosi una mano sui capelli nerissimi, “Intendi della tua cultura?” chiese Julie un po’ euforica, ricordai che il suo vestito e vero l’aveva scelto a prima vista ma era stato preso in un negozio di kimoni matrimoniali, “Lo trovo corretto!” le disse Ellen, “Vorrei anche un matrimonio nativo americano …” aggiunse con gli occhi bassi, poi aggiunse: “ E che Ken facesse il classico folle gesto davanti a mio nonno, non avendo io un padre, per dimostrare di essere uomo e di potermi sposare!” gli occhi ora sognavano. “Lo faremo!” gli assicurai, infondo Ken l’avrebbe sposata con qualunque cerimonia.

Quel giorno feci un veloce pranzo, preparandomi alla prima lezione di magia con mio figlio. Quindi diedi una ripassata a qualche incantesimo base, non essendo a conoscenza del vero livello di istruzione che aveva mio figlio, ma confidavo che l’Incantatrice doveva averli dato buone basi.
“Uff!” bisbigliai, non era giusto in un certo senso, i primi incantesimi basilari, le prime parole e i primi passetti di mio figlio erano stati goduti dall’Incantatrice, magari quando Davlin era piccolo ed aveva sogni inquieti, magari era lei che lo coccolava e si prendeva cura di lui. Finì di mangiare e sparecchiai subito.
Presi due o tre libri di testo di magia e li infilai in una borsa, mi infilai la giacca, misi la borsa a tracolla ed uscì di casa. Sta volta presi l’autobus per arrivare al quartier Generale e a casa di Ben. In casa c’erano solo Julie, Ken e Davlin impaziente e nervoso per la sua prima lezione con me. “ ‘Giorno!” li salutai vedendoli, Julie rispose cordiale, trascinando Ken in un’altra stanza, io invece portai Davlin ai piani di sotto, in una stanza vuota dall’allenamento.
“Cosa ti ha insegnato l’Incantatrice?” gli chiesi mentre scendevamo le scale, lui rispose: “Emanare il mana e controllarlo in piccola parte!” era un po’ imbarazzato, gli sorrisi, scompigliandoli i capelli, “Al resto penserò io!” gli rivelai sorridendo. Giunti nella sala per gli addestramenti diedi a Davlin dei libri, “Io ho cominciato da questo!” gli rivelai, dissi al ragazzo di aprire il libro e dare un occhiata alla prima formula, “Cominceremo da quella!” precisai con uno sghembo sorriso. Davlin era portato per la magia, era riuscito a creare uno splendida sfera di mana esplosiva e una semi barriera resistente, dovevo ammettere che come tecniche l’Incantatrice era abbastanza preparata ed abile.

“Vado bene signorina Gwen?” chiese Davlin, riuscendo a creare una piccola piattaforma di mana, “Si, ci siamo … Ora vedi se riesci a salirci” aggiunsi, lui provò a mettere un piede sopra, era un po’ incerto, quando fu bel stabile, posò anche l’altro piede, solo che ora che era in piedi il mana si spezzo sia per la poca resistenza della base che la poca tecnica di concentrazione.
“Dai non è male come tentativo, alla tua età io non ero così capace” lo confortai, era anche vero che io avevo cominciato a studiare la magia quando avevo dieci anni e poi solo a quindici avevo scoperto che nelle mie vene scorreva il mana.
Io e Davlin continuammo ad esercitarsi ancora un po’, anzi lui si esercitava ed io lo studiavo, cercavo di capire da chi avesse preso cosa, era un misto perfetto tra me e Kevin, tranne per gli occhi dello stesso colore della mamma di Kevin, me l’aveva detto lui quando il nostro bambino era nato, ma la loro forma erano come quelli del mio(Ex?) marito, ma solo di uno splendido blu mare.

Quando il sole scomparve, rimandai Davlin da Julie e mentre entravo nel’ascensore, fui raggiunta da Ben. “Come va, cugino?” chiesi, mentre premevo il bottone del primo piano, Ben abbassò gli occhi ed aspettò che le porte dell’ascensore si chiudessero, poi con gli occhi verdi di una serietà inaudito mi fissò quasi ipnotico. “Gwen ho anche io il mio scheletro nell’armadio!” mi rivelò, rivolsi a mio cugino uno sguardo confuso e curioso, Ben Tennyson con uno scheletro nell’armadio? Com’era possibile? Visto che i giornali sapevano precisamente tutte le volte che respirava in un giorno. “Di che si tratta Ben?” chiesi alla fine, lui non rispose, anzi respirò rumorosamente, “Non tradirai Juls, vero?” gli chiesi allarmata, mi venne quasi spontaneo, Ben nella sua adolescenza aveva amato alla follia Julie ma non era stato sempre fedele, “No!” urlò Ben con voce offesa, “Mai … più!” aggiunse, dicendo la seconda parola in tono bassissimo.
“È qualcosa di veramente segretissimo … ” disse Ben, evitai di dirgli che sapevo esattamente cosa provava, “Qualcosa molto simile al segreto che avevi tu!” disse Ben, “Che ho ancora!” risposi a tono guardando il numero dei piani che scorrevano. Mio cugino rimase in silenzio, “Ben cos’hai? Un matrimonio segreto?” chiesi, più divertita che curiosa, “No, no!” rispose subito schietto; Restammo altri minuti in silenzio a vedere i numeri dei piani che decrescevano e i pulsanti che si illuminava a seconda del piano, “Hai un figlio segreto che non vedi da quando era un infante?” chiesi sorridendo, trovandolo davvero una cosa inverosimile e poco plausibile, mi ritrovai gli occhi verdi di Ben fissarmi intensamente, ma lui non diceva niente, ne smentiva ne confermava. Mi fissava con una nota di colpevolezza nello sguardo.
“Ben …” bisbigliai, prima di pigiare il bottone dello stop, in modo che l’ascensore si bloccasse tre due qualsiasi piani, “Gwen potremmo dare fastidio a chi desidera usarlo!” rispose Ben accennando un piccolo sorrise, io lo guardai trucida, “Non fa niente!” sibilai serissima, a Ben scomparve il sorriso. “Dimmi tutto Ben!” gli dissi.
“Ok”.

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Capitolo 11
*** Capitolo 6 ***


Luna Lovegood
Be si il nuovo capitolo, alzi la mano chi non ci sperava più? (Nessuno alza la mano, perchè ormai di questa storia se ne son dimenticati tutti ... xD)
Da questo capitolo ufficialmente non sono più datati.


Le*Storie*Di*Una*Vita

Un mese prima della nascita di Davlin. 

Kevin era sparito da due ore alla ricerca di cioccolata alla fragola, che era diventata un mio impellente desiderio, anzi voglia.  Ero 

seduta sul letto e passavo l’indice intorno al bottone dell’ombelico, avevo una pancia enorme, presto lui sarebbe arrivato, l’uomo più 

importante della mia vita, la felicità che mi scorreva nelle vene era unico, non sapevo che di lì a due mesi tutta la mia felicità 

sarebbe scomparsa. Quando squillò il telefono. 


Era Julie. “Hei, Juls. Come va?” chiese solare, passandomi una mano sul ventre, Julie era stata per tutto il tempo il mio unico 

contatto con il mondo esterno, visto che in quel momento vivevo nella mia bolla, quanto avrei dato per vivere in quella bolla per 

sempre. Sono incinta Gwen!” pianse Julie dall’altro capo del telefono, “Come? Sei incinta?” chiesi incredula, Julie pianse ancora, 

singhiozzava, “Sono incinta. Che dirà Ben? Che succederà?” miagolò dall’altro capo del telefono, rimasi in silenzio, la mia 

gravidanza io, l’avevo vissuta divinamente, non avevo avuto per niente questo momento di sconforto, non sapevo per niente come 

trattare Julie, ma certamente sapevo che mio cugino Ben non avrebbe mai abbandonato Julie ed una creatura che  era sua, avevo 

ragione a metà, Ben non abbandonò Julie e suo figlio, ma forse solo perchè apparteneva a Juls?

Traquilla Juls, respira. Andrà tutto bene, Ben di abbraccerà e non ti abbandonerà qualunque scelta tu farai” le dissi, 

convinta fino al midollo di quello, No, no” singhiozzò la ragazza, “Lui mi lascerà, ne sono certa. Lui mi lascerà … Lui non 

vuole essere padre” si abbandonò in un pianto rotto, davvero non capivo, più avanti negli anni, all’incirca poco meno di 12anni 

dopo, compresi tutto, ricevendo quell’ultimo tassello mancante, che mi permesse di capire la paure che allora aveva invaso la 

mia amica. Impiegai tutto il giorno a ripetere a Julie di restare tranquilla e che presto sarei tornata per aiutarla, che sarei stata la sua 

stampella e che ero certa che mio cugino sarebbe stata l’altra stampella, non sapevo però che al mio ritorno io sarei stata la 

persona che bisognava sorreggere. 

Gwen sono a casa” disse Kevin, aprendo la porta, trovandomi pensierosa seduta sul letto, “Cos’hai amore?” mi chiese sedendosi accanto a me ed accarezzandomi i capelli rossi, mi strinsi al suo petto e gli raccontai tutto, lui mi consolò, in un modo grossolano, ma mi consolò, meno male che c’era il mio Kevin, ma poi è andato via, portandosi dietro le cose più preziose: Il mio amore e il mio bambino.

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Capitolo 12
*** My nephew Ken and my son Davlin are infatued with my son's best friend (The Mike's Daughter) ***


Luna Lovegood
Perdonate il mio dannato vizio di scomparire ...
Bene in questo capitolo c'è finalmente un OC e vorrei sapere cosa ne pensate di lei.
Ringrazio vivamente chi
Recensisce
Segue
Ricorda
Preferisce.
Grazie veramente.


Le*Storie*Di*Una*Vita

Due settimane del matrimonio tanto atteso.

Tuo fratello Ken sa tutto …” mi disse Ben, mentre camminavamo a passo felpato lungo i corridoi, “E Julie?” chiesi cosciente che non avrei saputo assolutamente mentire alla mia amica una cosa tanto grande, “Sa, ma non sa. Cioè lei sa, ma fa finta di non sapere, aspetta che un giorno io prenda il coraggio di dirglielo” mi rivelò Ben, con gli occhi bassi, “Da quando pensi che sappia?” chiesi, decisamente a disaggio, passandomi una mano sulla coda di cavallo, “Dal principio” mi rispose Ben, con la voce di chi si sentiva colpevole o meglio di chi lo era. “Ken invece lo sa da un bel po’ è stata Kai a dirglielo, al 3 appuntamento credo” disse Ben, cercando di espiare l’argomento che ben sapeva che presto sarebbe entrato in scena, “Tu pensi di in …”, “Non lo dire” mi fermò in tronco mio cugino, che non era una di quelle persone che scappavano dalle situazioni difficili, ma da quella era scappato, era fuggito, si era rintanato in un posto lontano ed aveva chiuso a chiave il ricordo di quella vita, avendo la forza di vivere come se niente fosse successo, ma quella situazione aveva trovato la chiave ed ora era entrata con prepotenza nella vita di chi avrebbe dovuto accompagnarla dentro, non lasciare la porta aperta, ma accompagnarla dentro con dolci parole e tenendole la mano, ma non c’era stato questo riscontro da favola, non la prima volta almeno. “Si, ma devi fare qualcosa …” dissi, “Io penso a Ken” disse Ben, con un innaturale freddezza, lui pensava a suo figlio Ken? Si preoccupava di come avrebbe potuto prendere la storia? Avrebbe perso la bussola e si sarebbe abbandonato in un buio dell’anima, ma era un bambino forte, avrebbe reagito, avrebbe trovato il positivo e sarebbe stato felice e magari quando queste acque si sarebbero acquetate sarebbe potuto essere la spalla per lo sconforto di Davlin nello scoprire chi era sua madre, perché ero certa che il mio bambino non l’avrebbe presa e bene ed ero anche convinta che dare a Davlin e a Ken notizie così scioccanti contemporaneamente era veramente crudele. “Ben, ma se non si fosse formata questa situazione, tu me l’avresti mai detto?” chiesi a mio cugino a tradimento, Ben mi guardò intensamente, “Forse, tra un paio d’anni!” rispose in un sussurro, non potevo davvero credere che Ben avrebbe dimenticato, io non avevo dimenticato il mio Davlin, mi ero impegnata per cercarlo, dopo essermi ripresa, ma di Kevin e del mio bambino nulla, ma sebbene non avessi detto niente a nessuno non avevo mai dimenticato, mi ero nutrita di quei bei ricordi e di quelle emozioni. “Tu a Davlin quando dirai la verità?” chiese Ben, spostando dal tema principale da lui a me, “Presto, al momento propizio e quando prenderò coraggio!” risposi, stringendo i pugni sulla camicia da Risolutore.

Gwen, comunque oggi ti tocca un lavoro davvero divertente!” mi rivelò Ben cambiando direttamente argomento, “Cosa mi tocca?” chiesi abbastanza preoccupata, vedendo il sorriso soddisfatto che era nato sul volto di mio cugino, “Rieducazione” cantilenò lui ed io sbuffai, “Non puoi mandarmi a sturare gli intestini dei vermi Lauresiani?” chiesi con una certa speranza nella voce, “Gwen su dai, una volta amavi la rieducazione” mi disse Ben, lo guardai in malo modo, “Io vado, prima inizio, prima finisco” gli dissi, aggiunsi: “Ma ti assicuro che noi dobbiamo finire una conversazione!” e con passò svelto mi diressi alla sezione con il passaggio del vuoto totale, pronta ad un estenuante giornata di rieducazione, che l’ammetto, una volta mi piaceva davvero molto, quel lavoro richiedeva molta socialità e grande conoscenza delle regole ed io avevo entrambe le cose, solo che dopo la missione semestrale sul pianeta Kylmyys, non ci si è più abituati a stare a contatto con le menti in Rieducazione, che poi non sono altro che creature che hanno vissuto nel vuoto totale a cui viene data la libera uscita o un permesso di vacanza a lungo termine o di breve durata nel nostro mondo,dove si insegna a loro come vivere in un modo più civilizzato, non che il vuoto assoluto non lo sia, ma è un mondo molto più selvaggio, quando una persona va in visita in quel mondo è sempre sorvegliata perché non succeda nulla e viene avvisata con molte precauzioni, quando si va a vivere lì per un desiderio personale, tutto è più complicato e le persone devono seguire un corso di auto difesa, un addestramento fisico ed imparare almeno parzialmente le regole, invece quando veniva scortato un nuovo prigioniero si davano poche direttive e ci si assicurava solo che lui facesse il suo lavoro d’obbligo aiutando nei campi i contadini e cose simili.

Gwen! Ben arrivata!” esclamò Helena, seduta sulla sedia di guardia e sollevando appena il capo per vedermi. Elena si occupava sempre del passaggio del vuoto totale, “Che gruppo mi tocca?” chiesi abbastanza annoiata, accomodandomi sul tavolo, lei si grattò la testa e mi sorrise “Sapendo che ora stai aiutando Kai con il vestito, Ken con la prova e Davlin con le magie. Sono stata buona, ti ho affidato l’unico caso di soggiorno vacanziero di questi giorni” mi disse, con un sorriso sghembo, sospirai: “E chi è?” chiesi, legandomi in una coda alta, i capelli fluenti che quel giorno avevo lasciato sciolti, “Uh … Non ha crimini alle spalle e vive nel vuoto totale perché i suoi genitori sono criminali, di livello rosso  rispose  lei, mi arricciai i capelli con il dito. I livelli dei criminali, si sceglievano in base al colore, blu: un abnorme quantità di piccoli crimini, giallo: esilio politico, verde: banditi, arancione: potenzialmente pericolo e rosso: criminali pericolosissimi. “E perché viene?” chiesi, “I parenti che non ha mai conosciuto, forse …” ipotizzò Helena, passandosi una mano sui capelli scuri, “Quanti anni ha?” chiesi, “12 fra tre mesi. Mi pare” rispose lei, cercando di non notare la mia faccia sconvolta, una bambina di quasi 12anni che abbandonava il vuoto totale per una vacanza? Strano, molto strano. Il portale per il vuoto totale si aprì e con un passo svelto uscì fuori dall’apertura Pierce, trascinando con se una minuta ragazzina, dai capelli biondi e gli occhi di  un colore così particolari, violetti, le labbra gonfie, la pelle bronza ed il volto terribilmente famigliare, “Gwen, Helena. Posso presentarvi Jean Star?” disse Pierce con un sorriso gentile, “Ciao Jean” dissi io, guardando quella ragazzina che sorrideva sfacciata.

Salve …” ci disse, con un tono di  voce timido rispetto al sorriso sfacciato che aveva. “Bene, Jean. Posso chiamarti Jean o signorina Star? Io sono Gwen e sarò la tua guida per la rieducazione al mondo fuori in volto totale, particolarmente la Terra” dissi  con fare formale, “Si Jean va benissimo, tanto è il mio nomignolo, in verità anche Jean Star è un nomignolo” ci rivelò la ragazzina, parlottando fra se e se, “Bene, tu puoi chiamarmi Gwen” le dissi, con tono gentile, Pierce lasciò la mano della ragazzina e si diresse da Helena, si alzò dalla sua scrivania e diede al ragazzo un dolce bacio, poi si allontanarono, “Scemo mi hai punto!” urlò Helena spostando bruscamente la mano dal braccio di Pierce, si portò un dito alle labbra per pulirlo da una gocciolina di sangue, “No, cara, tu ti sei punta” disse lui come difesa, sollevando le mani per scagionarsi, lei gli regalò una pessima occhiata, poi si concentrò su la piccola Jean, “Cara vieni che ti registro” le disse Helena, risedendosi dietro la sua bella scrivania, la ragazza sorrise e da un borsellino tirò fuori i suoi documenti e si diresse da Helena per svolgere le ultime pratiche di libera uscita, la prima metà le aveva dovuto svolgere probabilmente con Manny nell’altra parte di vuoto totale. Finite tutte le pratiche in cui Jean si era rifiutata di rivelare chi era il parente da cui sarebbe stata, ritenendolo un suo diritto da futura cittadina dal certificato penale totalmente illibato, probabilmente andava da qualche parente dei genitori anch’esso ricercato, ma se i Risolutori non l’avevano mai trovato significava o che era una persona veramente irrilevante  o forse era sparito così tanto dalla circolazione che ormai non importava più nulla a nessuno. “Bene, fai la brava. Ci vediamo tra due settimane i tuoi oggetti li puoi prendere alla riconsegna di oggetti al piano di sotto!” le raccomandò Pierce, prima di aprire di infilarsi nel varco spazio temporale e mandando un bacio ad Helena che si mantenne sostenuta, ma appena il varco si richiuse mi guardò e smielata, come mai l’avevo vista, mi disse: “Non è bellissimo?”, trascinai via Jean, prima di addentrarmi in una plausibile conversazione su quanto poteva essere bello Pierce.

Io e la ragazzina ci dirigemmo al piano di sotto dove arrivavano direttamente le valigie. “Hei mia dolce Principessa Guerriera” mi disse Connor che stava appunto a quel reparto, “Biondino Pallidino quando sei tornato?” chiesi con un bel sorriso, abbracciandolo, “Questa mattina alle cinque, ma ci mancava qualcuno qui e mi sono offerto. Ma è solo temporaneo, visto che ho davvero sonno!  mi disse regalandomi un bel sorriso, Jean posò le mani sul bancone d’acciaio freddo, “Potrei avere il mio bagaglio?” chiese cortese Jean, ma sotto anche un velo di irritazione, “Certo signorina, com’è il bagaglio e com’è il tuo nome?” chiese Connor, la ragazzina disse: “È una discreta valigia rossa e ci sono incise sopra le iniziali: J M”, Connor annui, cercò tra le valige, “Ecco” le rivelò porgendogliela, “Grazie!” disse la ragazza senza vera gratitudine, posò la valigia per terra, infilò la mano dentro la borsa a tracolla e tirò fuori una serie di fogli allegati insieme, voltò in fretta le pagine si fermò ad una, strizzò gli occhi e rifilò i fogli nella sacca, con un colpo netto mosse le mani verso la valigia, dalle mani si emanò un raggiò lieve di mana di un bel amaranto, le valigie si rimpicciolirono e la ragazza le infilò dentro la borsa, “Possiamo andare” disse soddisfatta. “La tua origine?” chiese Gwen, distinguendo bene che non era un’anodite e neanche una semplice umana con la capacità di apprendere l’arte magica, ma sicuramente qualche membro della sua famiglia doveva essere alieno, “Strega da parte di madre e da parte di padre, aliena, una specie poco comune, simile agli anodite e agli osmosiani, ma il nome non lo ricordo proprio” rispose la piccola strega aliena, con un dolce sorriso, Gwean sorrise radiosa, “Noi andiamo!” disse poi all’amico, concentrandosi solamente sulla ragazzina.

Jean Star era una ragazzina svelta ad imparare, davvero molto, gli spiegavo le regole del vivere civile e lei subito le appuntava nella sua mente, era una persona troppo alacre per impiegare le sue giornate nei campi o nelle miniere del vuoto totale. “A casa tua lavori o studi?” chiesi curiosa, “Studio magia e lavoro nei campi” rispose Jean con un sorriso sincero, “Studi magia?” le domandai, abbastanza stuzzicata di avere una giovane maga davanti a me, “Mia madre mi istruisce …” rispose, prima vogliosa di esporre, ma poi il cielo azzurro ed i ragazzini che giravano sugli skateboard volanti  la distrassero, guardava, “Cosa guardi?” domandai, notando che i suoi occhi violetti erano concentrati altrove, “Non sapevo che il cielo fosse così chiaro. Mio padre me l’aveva detto che era bellissimo, ma non pensavo fosse così bello!” mi rispose con voce impregnata di meraviglia, alzai gli occhi al cielo, la terra non aveva la visione migliore del cielo, c’erano pianetti da dove il cielo era veramente una poesia, ma il cielo del vuoto totale era oscuro, si aveva le stelle, ma non  erano così belle e poi, probabilmente, Jean  non aveva mai visto un cielo azzurro, “Mio padre diceva che quando viveva sulla terra non aveva mai fatto caso al cielo, perché lo vedeva tutti i giorni. Ma nel vuoto totale è stata una delle cose che ha rimpianto di più!” mi spiegò Jean, rincollando gli occhi grandi all’azzurro. Il cielo era una cosa a cui eravamo abituati, particolarmente a quello di città, quello di campagna era molto più bello, il cielo era sempre lì, nessuno ci faceva caso, ma a sentire  le parole di quella ragazzina, mi rendevo conto di quanto era bello il cielo azzurro, o anche quando era plumbeo perché nuvoloso, “Aspetta di vederlo di sera!” le enunciai, lei annuì eccitata, “Voglio vedere il tramonto, per ora l’ho visto solo in foto, il signor Levin ha una foto del tramonto, dove c’è lui ed una ragazza dalla chioma rossa. Mamma dice sempre che quello è stato uno dei momenti più belli della vita del signor Levlin, aveva solo diciassette anni …” continuò a vaneggiare Jean, passandosi una mano sui capelli chiari, io rimasi immobile, le sue parole mi scivolavano addosso come infiniti suoni senza senso e nella mia testa rimbombavano solo determinate parole: Tramonto, signor Devlin, chioma rossa, momenti più belli. Ricordavo bene quel giorno, era impresso nella mia memoria come un altro ricordo splendido che mi portavo di Kevin, uno di quei ricordi che in un momento di sconforto e di solitudine  ti facevano compagnia, te ne nutrivi e cibavi e dopo averlo consumato ti restava l’amaro nel petto ed un dolore maggiore, questo era il brutto dei ricordi, erano immortali, erano perpetui, erano magnifici, ma erano passati. “Ero io la rossa nella foto con Kevin” mi lascia sfuggire, ricordando il tramonto, le mani di Kevin sulla mia vita ed il suo naso tra i miei capelli, Julie faceva delle smorfie per farci ridere, mentre Ben cercava di fare quella dannata foto che gli avevo chiesto, ma Kevin continuava a farmi il solletico e farmi ridere, insieme alle facce buffe di Julie.

Jean Star mi guardò con occhi grandi e vacui, sembrava che nel suo sguardo focalizzato su di me lei cercasse altro, poi lo trovò, non so cosa, ma dopo aver aggrottato le sopraciglia pallide nei suoi occhi particolari si era accesa una luce, un’illuminazione. “Era un’amica del signor Levin nel suo periodo buono” non era una domanda, era un’affermazione, vispa di chi aveva capito tutto, annui comunque, mi passai una mano sui capelli tirati nella coda, un sorriso inquietante attraversò il volto di Jean, un sorriso che mi ricordò tanto Mike Morningstar, prima di diventare un semi morto ambulante, quando era vigoroso e forte, l’attimo prima di prosciugarmi di ogni potere. Improvvisamente qualcosa mi si accese anche nelle mia testa, Jean Star, era una strega con un parente alieno, un altro flash, la valigia rossa con le iniziali JM,  lo stesso identico inquietante sorriso di Mike, il volto famigliare e gli occhi violetti, anche quelli già visti. “Cosa vedono i miei occhi!” urlò una voce, una voce gioconda, buona, che conoscevo bene, in ogni tono e sfumatura, quella di mio figlio; Alzai gli occhi per trovare Davlin sospeso in aria, che si abbassava gradualmente, sulla sua tavola da skate volante, accanto a lui su un’altra tavola c’era mio nipote Ken. I due ragazzini posarono i piedi a terra, Davlin mi salutò con cortesia, Ken mi abbracciò, prima di vedere Jean e divenire rosso come un pomodoro, esattamente come Ben alla sua età, tentato di presentarsi ma troppo impacciato per farlo, ero già pronto ad aiutarlo, presentandoli io, che Jean si era fiondata su Davlin e l’aveva stritolato in un abbraccio, “Jeanne Morningstar! Sono felicissimo di vederti!” urlò mio figlio, ricambiando la stretta, realmente contento di rivedere  quella che doveva essere la figlia di Mike. “Vi conoscete?” chiesi, posando una mano sulla spalla di Ken, che continuava a guardare i due ragazzini abbracciati, che ora si liberavano, “Siamo cresciuti insieme!” ci rivelò mio figlio, scompigliando i capelli chiari di Jean, che sorrise gioconda. “Ken  …” cominciò Davlin indicando quello che, anche se non lo sapeva, era suo cugino, “Lei è Jeanne Jean Star Morningstar” terminò mio figlio, mentre le gote di Ken erano in fiamme, mentre prendeva coraggio per allungare la mano verso la ragazza, “Jean, lui è il mio amico Kenneth Kenny Tennyson  lo presentò alla ragazza, che con uno scatto veloce gli afferrò la mano e sorriso, questa volte il suo sorriso non era inquietante ma giocondo. “Tennyson come il grande Ben?” chiese poi con occhi curiosi Jean, “È mio padre” disse imbarazzato Ken, al contrario gli occhi di Jean si fecero come due stelle luccicanti, “Deve essere fantastico avere un padre come lui!” esclamò, Davlin si intromise nel discorso, “Il signor Tennyson è  eccezionale” enunciò, poi lanciò un’occhiata a me, “Anche la signorina Gwen è eccezionale!” inclinando la testa verso di me, “Si, lei è mia zia!” mi presentò Ken aggrappandosi alla mia mano, la faccia di Jean Star  rimase come pietrificata, nella sua testa tanti piccoli puzzle erano lì che si ricomponevano, non so cosa effettivamente avesse compreso, ma alla fine doveva aver capito qualcosa. Gli tremarono le gambe e strinse la mano sul braccio di Davlin, “Cosa ti è preso Jean?” gli chiese mio figlio, sorreggendola, “Io … credo … Insomma … “ stava blaterando, cercava nei miei occhi le risposte: “Niente …” tagliò corto, mio figlio la guardò confuso, “Ho avuto un giramento d’aria, non sono abituata a tutta questa luce e all’aria così respirabile” esclamò Jean, facendo finta di respirare con fatica, Davlin sorrise, le accarezzò i capelli e le disse che si sarebbe abituata a respirare lì, Jean le regalò un sorriso dolce, fu come un flash, vedere Davlin e Jean così carini, mi ricordò i momenti dolci che avevo avuto con Kevin, certo non alla loro età, ma mi ricordarono davvero noi, pregai che quell’amore non fosse travagliato e complicato come lo era stato il nostro e con non bruciasse, lasciando alle loro spalle solo cenere dolorosa, mio figlio meritava di meglio. “Potete farle voi da guida per il resto della giornata. L’indispensabile per la convivenza  ormai l’ho detto” enunciai, scompigliando i capelli di Kenny, che annui gioioso, rivolgendo poi uno sguardo a Davlin e Jean, anche mio figlio annui giocondo, sorrisi e mi voltai, andai via.


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Capitolo 13
*** Avviso ***


Scrivero quest'avviso, anche se non avrei mai voluto farlo, ieri il mio computer è morto, sono riuscita a rianimarlo, ma pur troppo ho perso tutti i miei dati e dunque tutte le mie storie, ergo i capitoli che avevo scritto in anticipo (Due o tre ne avevo scritti, davvero non ci sarebbe mancato troppo verso la fine -.-").
Domani, o non so quando, verrà il tecnico per vedere se è possibile recuperare qualcosa o se è impossibile fare qualcosa.
Se sarà possibile recuperare qualcosa, nessun danno e fatto, altrimenti dovrò riscrivere tutto ... Fino però al verdetto del tecnico, mi concentrerò su nuove cose, avendo un computer con la memoria totalmente vuota.
Ergo potrò ancora "deliziarvi" con qualche altra storia e shot
Baci baci
La vostra infelice EsL

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