Il viaggio più triste

di giu840
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** In partenza ***
Capitolo 2: *** L'atteso incontro ***
Capitolo 3: *** Io e te ***
Capitolo 4: *** "La tortura" di Mamoru ***
Capitolo 5: *** La fine del sogno ***
Capitolo 6: *** La vita senza te ***
Capitolo 7: *** Lasciarsi andare ***
Capitolo 8: *** Insieme per sempre ***



Capitolo 1
*** In partenza ***


Finalmente era tutto pronto… Non ci poteva credere: ancora una notte e poi avrebbe potuto riabbracciare il suo dolcissimo Mamo

1.

Finalmente era tutto pronto… Non ci poteva credere: ancora una notte e poi avrebbe potuto riabbracciare il suo dolcissimo Mamoru. Usagi ripensò a sette mesi prima, quando era partito nuovamente per gli Stati uniti; questa volta era arrivato sano e salvo, nessuno aveva impedito che il suo viaggio andasse a termine. Aveva sofferto moltissimo perché, dopo la sconfitta di Galaxia, pensava che non sarebbe più partito; invece pochi giorni dopo le aveva annunciato che sarebbe andato di nuovo via e lei non potè fare altro che accettare.

Scacciò una lacrima. Non doveva piangere, ormai l’attesa era quasi finita!

Il telefono squillò.

“ Ciao, allora sei pronta?” Era Seya

“ Sì, prontissima! Chissà solo se riuscirò a chiudere occhio questa notte!!” replicò lei.

Ma si, stai tranquilla! E poi ci siamo noi con te!”

Già, perché sarebbero partiti tutti con lei, una specie di vacanza di gruppo. Makoto, Minako, Rei, Ami, Seya, Taiki e Yaten: tutti si erano aggregati in quello che pensavano sarebbe stato di gran lunga il viaggio più divertente della loro vita.

“ Lo so che ci siete voi però un po’ d’ansia mi rimane lo stesso!! Magari ha molto da studiare e lo disturbiamo. “

“ Non ci giurerei, vedrai che sarà una sorpresa bellissima, non crederà ai suoi occhi quando ti vedrà!! Comunque, parliamo di cose serie: domani ci vediamo alle 7 esatte in aeroporto, il volo è alle 9 ma è meglio essere prudenti e arrivarci con abbondante anticipo, ok?”

“Sì, certo, va benissimo. Grazie per esservi uniti a me, non credo che me la sarei mai cavata da sola a New York! Anzi, a dire il vero non so proprio come faremo a fargli una sorpresa, dove lo trovo in una città così gigante?! “

“ Non ti preoccupare, io la conosco abbastanza bene, abbiamo fatto molti concerti anche lì. E poi quando saremo là qualche cosa mi verrà in mente! Ora dormi però, se no domani ti dobbiamo trascinare sull’aereo!!

Ok, ok, ora dormo! Buonanotte Seya!”

“ Buonanotte Usa.”

Controllò di aver messo la sveglia e si sistemò sotto le coperte; stava per spegnere il cellulare quando un suono stridulo le annunciò l’arrivo di un sms. “ Mi manchi piccola, non so quanto resisterò ancora senza averti vicino. Ti amo da morire! Mamoru”. Sorrise... Era tentata di rivelargli che da lì a poco sarebbe stata là con lui ma riuscì a trattenersi. “ Anche tu mi manchi amore, non vedo l’ora di poterti riabbracciare. Magari domani ti chiamo e mi racconti un po’ come va!! Ti amo!”. Era stata bravissima; in questo modo l’indomani l’avrebbe chiamato e in qualche modo si sarebbe fatta rivelare dove si trovava.

Chiuse gli occhi e cominciò a immaginare il loro incontro. Chissà se si sorprenderà, pensò. Era molto cambiata: aveva tagliato i suoi lunghissimi capelli e ora li portava quasi sempre raccolti; aveva cambiato look, indossava spesso minigonne e stivali o scarpe con il tacco e top aderenti che mettevano in mostra il suo bellissimo fisico che ultimamente aveva migliorato grazie alle lezioni di ballo che prendeva ogni settimana. “ Oddio, e se non gli piacessi più? Magari mi troverà volgare o gli dispiacerà non vedere più i miei codini! Però ormai sono cresciuta, devo mostrarmi come un donna,non più come una ragazzina… Ma sì, gli piacerò di sicuro!!”. Con mille pensieri per la testa e una grande attesa per il giorno seguente finalmente Usagi riuscì ad addormentarsi.

2.

La sveglia suonò per pochi secondi. Erano le 6 e Usagi aveva aperto gli occhi un’ora prima e non era più riuscita a prendere sonno. Andò in bagno, si sciacquò il viso, e cominciò a prepararsi.

TOC TOC.

Usagi, si può?” Mamma Ikuko era già sveglia.

Certo mamma vieni pure!”

“ Io sono già pronta, quando hai finito di prepararti vieni giù con le valigie così le carichiamo in macchina e partiamo.

“ Va bene, grazie.”

Uscì dal bagno e indossò i jeans e la maglietta che aveva tirato fuori la sera precedente per la partenza. Si specchiò: Anche degli abiti così semplici riuscivano a sottolineare quanto era bella. “ Speriamo solo che lo pensi anche lui”. Mormorò a stessa.

Raggiunse Ikuko che ormai era già dalla macchina, caricò le due ingombranti valigie e si sedette vicino a sua madre.

“ non vuoi guidare tu tesoro? “

“ Oh, no grazie. Preferisco che lo faccia tu. “

“ Un mese è molto lungo sai, mi mancherai davvero! “

“ Anche tu mamma, ma almeno avrai una pasticciona in meno che gira per casa!!

“ Ah, quello è vero!!” – Sorrise – “ Però c’è una cosa che ti devo dire: sei sicura che le ragazze non possono fermarsi con te per tutta la vacanza? “

“ Mamma ti prego, anche se loro non ci saranno io sarò con Mamoru, perché ti preoccupi? “. Non doveva ricominciare proprio ora con la predica!! Usagi aveva deciso di trascorrere negli States un mese intero ma le ragazze non potevano permettersi di fermarsi con lei per così tanto tempo, così avrebbero trascorso insieme due settimane e dopo lei avrebbe cercato una sistemazione, magari direttamente con il suo ragazzo che, da quanto le aveva detto, aveva preso un appartamentino in affitto.

Ma sì, ormai sei una donna, e poi mi fido di te. Ora andiamo o faremo tardi!!

L’aeroporto era davvero enorme. L’appuntamento era davanti all’entrata a nord e, anche se non fu proprio semplice, riuscì comunque a trovare il gruppetto di amici. Salutò sua madre, prese le valigie e si diresse con passo spedito verso i ragazzi che stavano parlando tra di loro.

“ Ciao a tutti!!! Allora siamo pronti?! “

“ Usa, ma come fai a essere così energica? Siamo tutti in piedi dalle sei e quasi non riusciamo a tenere gli occhi aperti!! disse Seya scuotendo la testa.

“ Caro mio, è l’amore che fa quest’effetto! “ replicò Minako

“ Sarà, ma io non so cosa darei per tornare a letto!!

Dai su, non fate così. E’ la nostra prima vacanza tutti insieme, dobbiamo essere attivi e prepararci a fare casino e a dormire il meno possibile!! “ Usagi era veramente elettrizzata, non vedeva l’ora di salire sull’aereo.

Si incamminarono tutti e otto verso l’entrata e si prepararono a fare il ceck-in con in mano carta d’identità e biglietto aereo; fatto questo, dopo essersi tolti di dosso qualsiasi cosa potesse far suonare il metal detector, poterono entrare nell’area terminal.

Minako trascinò Rei e Usagi per tutti i negozi di moda, strillando come una pazza quando vedeva qualcosa di suo gradimento. Ami si sedette su una poltrona e si preparò ad ingannare l’attesa con un enorme volume di nozioni matematiche.

Ami ma siamo in piena estate, in partenza per una vacanza e tu studi?! Ma come stai?” esclamò Makoto a dir poco allibita.

“ Beh, vedi, a me questo tipo di libri piace parecchio, non riesco a leggere altro!! Mi serve per passare il tempo!”

“ Mah, tu sei tutta matta!!

Seya nel frattempo osservava Usagi dalla sua poltrona: anche se Minako la tirava da una parte all’altra come se fosse un sacco sembrava davvero felice e certo lui non poteva darle torto; stava per riabbracciare l’unico uomo che amava. Già l’unico. Ormai si era davvero rassegnato perché aveva capito che quei due erano fatti l’uno per l’altra e che il loro amore era qualcosa che nessuno avrebbe mai potuto spezzare.

Chiamarono il loro volo. Uno dopo l’altro consegnarono i biglietti e si apprestarono a salire sull’aereo.

Usagi aveva un dolcissimo sorriso sulle labbra, era fuori di sé dalla gioia. Ancora qualche ora e avrebbe rivisto il suo Mamoru, lo avrebbe stretto tra le braccia e baciato dopo sette mesi. “ Sarà magico” immaginò.

Quello che non poteva immaginare è che alla fine di quella vacanza avrebbe trovato anche qualcosa che di magico aveva ben poco e che l’avrebbe portata alla disperazione più totale.

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Capitolo 2
*** L'atteso incontro ***



Grazie!! Grazie a chi mi ha recensito! Sono contenta che questa fanfic piaccia. Spero di aggiornare sempre in fretta, lavoro permettendo!! Ed ora buon divertimento!!

 

 

 

 

 

Cap. 2 – L’atteso incontro-

 

1.

 

“ Non ci posso credere… New York city!!Usagi allargò le braccia e cominciò a girare su sé stessa. Il suo sorriso diceva molto più di mille parole; era felice, come non lo era da molto tempo.

Erano ormai usciti dall’aeroporto. Seya, °Taiki e Yaten si stavano occupando del noleggio di un mini pulmino che li avrebbe scarrozzati per la città mentre le ragazze, emozionate, si guardavano intorno con curiosità.

Per uno strano gioco di fusi orari si erano ritrovati a New York esattamente alle nove del mattino; avendo pranzato e cenato sull’aereo i ragazzi erano sazi; il problema era reggere quel tour de force rimanendo svegli. Ora a casa loro erano le 22.00, quindi, in teoria, quasi ora di andare a nanna. Per fortuna erano tutti troppo contenti ed eccitati per pensare di dormire.

Finalmente arrivarono i ragazzi con il pulmino e, caricati i bagagli il gruppo partì alla volta dell’hotel.

“Allora Usa come te lo aspetti il tuo Mamoru?” chiese Makoto

“Beh non lo so, anche se ti sembrerà strano, visto che sono passati solo mesi, lo immagino più maturo, più uomo.

“ in fondo ormai è quasi un dottore!” intervenne Ami.

“ Già è quello che si spera! Sempre se non si è perso dietro qualche bella infermierina…! Disse Minako provocando subito un’occhiataccia del gruppo e la gelosia dell’amica.

“ Spero proprio di no, Mina. Sempre se vuole restare in vita” Replico seccata.

“ Dai Minako perché devi sempre essere così cattiva? Lo sai che Mamoru ha occhi solo per la sua testolina buffa!!” fu il commento di Rei.

“Uffa ma in questo gruppo non si può più scherzare?!” Detto questo Minako si mise a tacre e altrettanto fecero tutti quanti, troppo intenti a osservare quel luogo così nuovo. Tutti tranne una.

“ Finalmente sono qui, ma ora come faccio a trovarti, amore mio? Non sopporto più l’attesa, ora che ti sono così vicina il tempo sembra trascorrere più lentamente del normale. “ Usagi era agitatat, non riusciva a stare ferma, le emozioni erano più forti di lei.

“ Signore e signori eccoci qua: benvenuti all’hotel Paradise!! “ disse Taiki

“ Carino!!” esclamarono le ragazze all’unisono.

Essendo la più esperta del gruppo, Ami andò direttamente alla reception per sfoderare il suo inglese e per avere tutte le informazioni di cui aveva bisogno. Gli altri nel frattempo caricarono le valigie e raggiunsero la hall dell’albergo, che sembrava essere davvero molto pulito e curato. Lì li attendeva Ami.

“ Benissimo: Seya, Taiki e Yaten avete la camera 12.; io e Rei la 13 e voi tre la 14. “ disse indicando Usagi, Minako e Makoto.

“ Tanto io e Mako rimarremo presto sole… Figurati se Mamoru non si tiene per sé il suo amore!!” Disse Minako

Vedremo, vedremo. E ora tutti in camera, ci vediamo qui sotto tra un’oretta. Spero vi basti per sistemarvi un po’. A dopo!!” E detto questo si separarono.

 

2.

 

“Ecco come al solito Usagi è in ritardo!” Esclamò Rei. Era passata un’ora e un quarto ed erano tutti nella hall in attesa della principessa.

“ Dai Rei, lasciale un po’……” Seya non finì la frase. Era una visione: lei scendeva le scale appoggiata allo corrimano; indossava una minigonna bianca e un paio di stivali; un top nero a fascia lasciava scoperti l’ombelico e le spalle. Sulla schiena, in alto, aveva una bellissima rosa tatuata… Mamoru ancora non lo sapeva. Chissa cos’avrebbe detto!!

Più di un uomo si girò verso di lei: era davvero stupenda, un sogno; aveva raccolto i capelli, si era leggermente truccata e portava dei grossi orecchini ad anello.

“Sei uno schianto Usa!!

“ Grazie Seya, sei un tesoro” gli regalò un sorriso.

“ Allora adesso che si fa?” chiese Ami.

Andiamo da quei divani, mi sembra un posto tranquillo. Voi state in silenzio, io chiamo Mamoru e cerco di capire dove possiamo trovarlo.

Li precedette e si accomodò. Prese il cellulare, compose il numero e li guardò uno a uno per intimargli di non fiatare.

Mamo-chan, amore! Come stai? Io bene, grazie. Sono al tempio, da Rei, organizziamo qualcosa per il pomeriggio e tu che fai? Ah, capito, sei al parco dell’università con i tuoi amici!” -ontinuò a farlo parlare, non poteva però essere troppo insistente, , non voleva rovinare tutto- “ anche tu mi manchi piccolo, non vedo l’ora di riabbracciarti! Sì, ora vado anche io. Ti amo, a presto!”

Ok Seya, è nel parco della sua università. Stanno per giocare una partita di calcio, quindi direi che se ci sbrighiamo arriviamo in tempo. Sai dove si trova?”

“ Io lo so!! – esclamò Taiki- “ beh, ecco… ho conosciuto un’universitaria durante un nostro concerto e… lasciamo perdere. Andiamo!!!”

Salirono tutti sul pulmino e cominciarono a ridere e scherzare. Come al solito solo Usagi stava al di fuori dei discorsi, troppo occupata a pensare che il suo desiderio stava per avverarsi.

“Ci siamo, ci siamo!!Minako era contenta, sapeva quanto ci tenesse la sua amica. Era passata un’ora abbondante e, anche se nessuno osava dirlo, tutti temevano che ormai fosse troppo tardi e che lui avesse già lasciato l’università.

Camminarono per un quarto d’ora verso quello che sembrava un campo da calcio; Makoto fu la prima a vederlo. “Eccolo!!”.

Si fermarono tutti: Usagi guardò dove indicava l’amica. Il cuore cominciò a batterle sempre più forte: era proprio lui, anche se era lontano non faticava a riconoscerlo. –Tirò un profondo respiro e si incamminò verso l’uomo che amava. “ Avanti, andiamo!”

 

3.

 

“Si stato grande Mamoru, davvero!!

“ Grazie Mike, ma anche Tom non è stato da meno” Disse Mamoru che era sdraiato sull’erba vicino al campo, sfinito per la partita appena terminata.

“Sì, magari avessi la tua velocità!! Disse un ragazzo tutto sudato che sedeva vicino al moro. “ Tu sei fortissimo!! Ehi, ma guardate laggiù che gruppo di ragazze!! Sono una più bella dell’altra!! Peccato per quei tre tipi con loro… certo che la biondina con la minigonna è proprio uno spettacolo!!!

Anche Mamoru la vide in quell’istante: la sua principessa, la sua bellissima Usagi erà lì, a pochi metri da lui. La vide correre, si alzò e le andò incontro.

Incontrò il suo sguardo e poi l’abbracciò. Stettero uniti per qualche minuto, i loro cuori sembravano battere insieme. Quando non potè più farne a meno la attirò a se e la baciò con immensa passione.

“ Piccola non ci posso credere” Aveva gli occhi lucidi per la gioia.

“ Oh, Mamoru, devi crederci!! Sono qui per te, solo per te!!

“ I tuoi capelli, i tuoi vestiti, sei diversa!” Era senza parole.

Lui vide che ra imbarazzata e lesse nei suoi occhi la paura di non piacergli.

“ Sei bellissima cucciola, sei un sogno!!” E la baciò di nuovo.

Non riusciva a staccarsi da lei ma, ad un tratto, si rese conto dei 14 occhi che lo osservavano.

“ Ragazzi anche voi qui!! Che meraviglia!!

Abbracciò le ragazze e strinse le mani ai giovani. Poi fece le presentazioni.

Tom questo spettacolo è la mia fidanzata, Usagi!”

“ Piacere” fece l’americano, che si accorse della gaffe che aveva fatto qualche minuto prima.

Quando tutti si furono presentati Rei si mise al centro dell’attenzione e disse: “ Bene bene, ora direi che noi andiamo a farci un bel riposino mentre i due piccioncinise ne stanno un po’ per conto loro, ok? Forza, in marcia!!” e si allontanarono.

Nessuno osò contraddirla anche perché era giusto che loro due potessero stare insieme dopo quei lunghi mesi. Decisero che si sarebbero sentiti per uscire la sera; le ragazze videro il sorriso di Usagi: era davvero felice, continuava a guardare il suo Mamoru come se avesse paura che da un momento all’altro potesse scappare dalle sue braccia. Tutti erano contenti per lei. Solo Seya, pur provando sensi di colpa, soffrì per quello spettacolo così dolce.

Perché non puoi essere mia? Perché non guardi me con quegli occhi sognanti? In fondo anche io ti amo!”

“ Avanti Seya, muoviti,a che stai pensando lì impalato?”

“ Niente Taiki, scusate tutti! Pensavo a quanto è bello essere innamorati.” E con profonda tristezza si diresse al pulmino che li avrebbe ricondotti verso l’albergo.

 

 

 

 

Anche questo capitolo è finito, non vedo l’ora di trovare un po’ di tempo per proseguire… solo un’anticipazione. Ci sarà un’esibizione di Seya e Usagi che farà ingelosire non poco il bel Mamoru… ma questo non nel prossimo capitolo!

In ogni modo, devo ringraziare questo sito perché mi ha fatto ricordare quando, a 13 anni, giravo per tutta Genova in cerca dei  volumi del Manga di Sailor Moon. Ci ho messo un po’ di tempo ma l’ho completato tutto qualche anno dopo! Bei tempi davvero!!

Alla prossima, ciao a tutti!!!

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Capitolo 3
*** Io e te ***


Ringrazio tutti per le recensioni e spero di continuare a piacere con questo capitolo

Sono molto contenta per tutte le recensioni che ho ricevuto!!

Tra tutti vorrei ringraziare in particolare Lore perché la sua recensione mi ha colpito moltissimo e mi ha fatto veramente piacere. Ora però lascio spazio alla mia storia. Questo è un capitolo senza particolari colpi di scena, ma credo possa piacere, soprattutto visti i protagonisti!!

 

 

 

Cap. 3 – Io e te –

 

 

1.

 

Usagi e Mamoru lasciarono Tom e Mike e si diressero verso l’appartamento del ragazzo. A quanto aveva detto, si trovava vicino all’ateneo, quindi decisero di andarci a piedi. Si tenevano per mano, stretti stretti, come se, dopo essersi ritrovati, avessero paura che qualcosa li separasse di nuovo.

Mamoru era stranamente zitto, gli occhi puntati sotto le sue spalle, e così Usagi si decise a rivolgergli la parola.

“Come mai questo silenzio?”

“ Beh, sto pensando che non vedo l’ora di baciare la tua rosa tatuata…”

“ Allora ti piace!!”

“Certo, è bellissima, e poi è senz’altro significativa! Anche se non pensavo fosse possibile, sei ancora più bella di quando sono partito; non riesco a staccarti gli occhi di dosso piccola, sei veramente un incanto. E il tuo corpo, poi, è perfetto. Non vorrai dirmi che ti sei data all’attività fisica, pigrona come sei?!”

“ Ebbene sì mio caro, prendo lezioni di ballo ogni settimana! Strano, vero?”

“ Più che strano direi quasi impossibile!! Dai, sto scherzando, hai fatto proprio bene a deciderti!!”

“ E tu, che mi dici di te?”

“ Io sto continuando il tirocinio all’ospedale universitario e nel tempo libero studio per perfezionarmi.”.

“ Sì, certo, ma a chi la racconti? Vuoi dirmi che non esci mai?”

“ Sicuro, a volte sì ma in genere preferisco stare a casa tranquillo. Ho partecipato a qualche festa ma niente di più.”.

“ Quindi posso stare tranquilla? “ Scrutò il suo volto: per un attimo le sembrò che la domanda avesse avuto un qualche effetto su di lui perché era ammutolito.

“ Ma cosa dici, piccola? Certo che puoi stare tranquilla! E poi tu, che mi dici di Seya? “

“ Per favore, Seya è solo un amico, niente di più! “

“ Per te, forse, ma ho visto come ti guardava al parco. Era come se ti stesse mangiando con gli occhi. “

“ Ma smettila scemino! Può darsi che abbia ancora una mezza cotta per me ma non me ne frega proprio niente, per me è solo un amico, anche se gli voglio un mondo di bene. “

“ Sarà, sarà! “ - e Mamoru mise su il broncio; ma non resistette molto e subito sfoderò un meraviglioso sorriso solo per lei – “ Principessa, siamo arrivati nel mio castello, pronta a visitarlo?”

Lo seguì tenendogli sempre la mano. Sapeva cosa sarebbe successo una volta entrata e… non vedeva l’ora! Lo desiderava tantissimo, voleva di nuovo essere una cosa sola con lui dopo tanto tempo; ma contemporaneamente non voleva essere precipitosa, temeva che lui avrebbe pensato male. Per questo, quando lui si offrì di farle un caffè, lei accettò di buon grado, anche perché desiderava comunque sapere e fargli sapere ciò che era successo quando erano lontani.

“ Come stanno Luna e Artemis?” Chiese mentre le versava il caffè fumante.

“ Oh, stanno bene, adesso saranno a farsi coccolare da mamma Ikuko. A proposito, mi hanno detto tutti e tre di salutarti, e anche mio padre!! “

“ Che onore!” Rise e Usagi pensò che era bellissimo quando mostrava la sua felicità. Glielo disse.

“ Usa, io sono felice solo quando sono con te, lo sai.”.

“ Allora quel sorriso stupendo lo tieni da parte solo per me.”.

“ Tutta la mia vita è solo per te amore. “

Si avvicinò e la baciò con passione, tanto che lei intuì che anche lui provava lo stesso desiderio di contatto.

“ Che dici se andiamo un po’ di là a sdraiarci? Sarai stravolta dopo il tuo lungo viaggio! “

“ Si va bene. “

Attraversarono un corridoio e poi entrarono in camera. La vide subito e le si illuminò il viso: sul comodino, in bella vista, c’era la foto che avevano fatto l’estate precedente al mare. Poco prima dello scatto si stavano rincorrendo e la foto li aveva immortalati con lui che la stringeva da dietro. L’espressione dei loro visi illuminati dal sole era perfettamente identica: chiunque, in quegli occhi avrebbe potuto leggere il loro amore reciproco, vero e puro, rinforzato con gli anni attraverso le sofferenze e le gioie della loro vita da combattenti.

Mamoru la vide osservare quella cornice.  “ L’adoro, sei così carina lì! E poi hai ancora i codini, sei la mia testolina buffa!!”

“ Già. Ma se devo dichiararti la verità, preferisco il mio look attuale!! “

“ Sono d’accordissimo, sei così sensuale… “

La baciò con trasporto, poi la prese in braccio e la posò con dolcezza sul letto. Si mise sopra di lei e le sussurrò: - “ Ti desidero molto piccola, credo di non poter più resistere.”.

“ Credevo che non l’avresti mai detto amore mio.”.

E detto questo, i due poterono finalmente essere di nuovo una cosa sola.

 

2.

 

E’ stato bellissimo Usa, non potevo aspettarmi di meglio! “.

“ Anche per me è stato lo stesso, mi mancavi così tanto!”.

Erano abbracciati, ancora svestiti, sotto le coperte. Come promesso , lui le baciò la rosa tatuata e a lei tornarono i brividi.

Lui se ne accorse e smise. Voleva parlarle, sapere come aveva vissuto in quei mesi senza di lui..

“ Come sta nostra figlia? “

“ Mamoru, mi sembrava strano che non me l’avessi ancora chiesto! Comunque sta bene, a quanto pare è riuscita a rivedere il suo Helios. Mi scrive ogni tanto e devo dire che il suo carattere è migliorato, mi ha scritto persino che le manco!!”

“ Bene, sono contento per lei! E le ragazze?

“ Ami come sempre pensa solo allo studio, Rei, Makoto e Minako sono ancora alla ricerca del grande amore. Diciamo che da quando sei partito non è cambiato niente!! “

“ Già, a quanto pare no! “

“ Io però dovrei andare in albergo a prendere qualcosa per cambiarmi se stasera usciamo! “

Cosa?! Non penserai mica di stare in albergo e di lasciarmi qua tutto solo? Non se ne parla neanche, ti voglio insieme a me per tutto il tempo delle tue vacanze!! “.

“ Beh, in effetti, ci avevo pensato, infatti per me avevamo solo fatto aggiungere un lettino in una camera doppia. Vorrà dire che mi farò portare le valigie dalle ragazze quando ci vedremo.”

  Sarà meglio per te Tsukino… Ormai sei tutta mia!!

Si mise a coccolarla e in pochi minuti lei si addormentò; il viaggio e le emozioni l’avevano sfinita, ora doveva riposare. Mamoru si soffermò a guardarla: la ragazza con i buffi codini che tanto amava adesso era lì davanti a lui, stretta tra le sue braccia. Aveva avuto tanta paura quando era partito: lei sarebbe rimasta sola, senza di lui, con Seya. Non che lui non gli piacesse ma sapeva benissimo quali fossero i suoi sentimenti, temeva che lei, in un momento di sconforto potesse cercare rifugio tra le sue braccia. Si era sentito tante volte in colpa per questi pensieri perché sapeva che la sua Usagi non lo avrebbe mai tradito, ma dopotutto era umano ed era normale che ogni tanto lo assalisse qualche dubbio. Si alzò e andò a prendersi da bere. Non voleva dormire per non perdersi quel momento, ma gli sembrava giusto che almeno lei riposasse per essere fresca la sera. Chiamò Mike e gli raccontò tutto, felice come un bambino. I suoi amici lo avevano sentito parlare mille volte della sua ragazza e quindi immaginavano quanto potesse essere emozionato. Si dissero che magari si sarebbero visti la sera con tutti gli altri e poi Mamoru mise giù. Tornò dalla sua piccola, si infilò sotto le coperte cercando di non far rumore e si appisolò.

 

DRIIIN… DRIIN…

 

I due furono svegliati di soprassalto dal suono del cellulare di Usagi; sul display lampeggiava il nome di Seya.

“ Bene – pensò Mamoru – poi non devo fare brutti pensieri…”.

“ Pronto Seya, dimmi pure!”

“ Avevamo pensato di vederci tutti insieme più tardi, magari dopo cena. Chiedi a Mamoru se c’è qualche posto carino, anzi passamelo! “

“ Vuole te! “ e gli passò il telefono

“ Dimmi Seya.”

“ Dove ci porti questa sera? “

Mmm, c’è un locale con musica e pista da ballo vicino a casa mia, ci vado ogni tanto con i miei amici. Si chiama “ Rouge” e non è niente male!!

“ Lo conosco! Allora ci vediamo alle 22.00 lì davanti. “

Ok. Ah, Seya, Usagi ha bisogno delle sue valigie per cambiarsi. Non riuscite a passare prima di cena? “

“ Sì, quando avrò raccattato tutti ve le porteremo. Lei si ferma da te? “

“ Certo!. “ Non avrebbe dovuto, ma Mamoru era contento di averglielo detto così a bruciapelo, voleva dimostrare che lei era solo sua.

Ok a dopo. “ Seya chiuse la comunicazione se impose di non essere troppo geloso.

 

3.

 

I ragazzi avevano portato tutte le cose di Usagi e poi erano corsi a cenare.

Mentre la sua ragazza si faceva la doccia, Mamori preparò qualcosa da mangiare. Anche se non aveva un granchè nel frigo, era riuscito comunque a cucinare un bel risotto. Spense il fuoco e si mise a riempire i piatti; aveva appena finito quando lei entrò nella stanza. I capelli sciolti, leggermente mossi, le arrivavano sotto le spalle; questa volta indossava un paio di jeans aderenti cosparsi di brillantini, scarpe con il tacco e un top nero incrociato dietro il collo che spuntava da un’elegante camicia color avorio.

Scusi, ci conosciamo? “ disse Mamoru sorpreso da questa mise

 “ Quanto sei scemo!! “

Si sedettero a tavola e parlarono del più e del meno, ridendo spesso per gli aneddoti che accadevano al ragazzo durante il suo tirocinio. Lei gli parlò della scuola, di come andava e di cosa le piaceva o meno. Sembrava che non si fossero mai lasciati, era come se stessero finendo un discorso iniziato sette mesi prima.

Cosa farai da grande, Usa? “

“ Bella domanda… Non lo so. Quando penso al futuro, io lo immaginò con te al mio fianco. Vedo la nostra famiglia, i nostri bambini che nasceranno. Sì, il mio desiderio è di essere una madre e una moglie perfetta!!

“ Ci riuscirai amore mio, ne sono certo!!

Si alzarono da tavola; Usagi insistette per ripulire la cucina e lavare i piatti. Era davvero cambiata, prima non lo avrebbe mai fatto, ma ora era diversa, era tutto ciò che Mamoru desiderava per il suo futuro, tutto quello per cui aveva lottato negli ultimi anni. Quel discorso sulla famiglia lo aveva riempito di gioia: era rimasto orfano all’età di sei anni e, anche a causa di un’amnesia, non si ricordava cosa volesse dire vivere in mezzo all’amore dei propri cari.

Usagi vide che era pensieroso, cosi gli si avvicinò e lo strinse a sé.

Che c’è piccolo, ti sei spaventato per quello che ti ho detto? “

“ Spaventato?! Ma sei matta?! Stavo solo pensando a come sarai bella con l’abito da sposa!! “

“ Mai quanto te!! Immagino solo la faccia di mio padre quando mi condurrà all’altare: ti guarderà con uno sguardo minaccioso! “

“ Vorrà dire che mi preparerò psicologicamente!!

“ Oh no! Sono quasi le dieci, dobbiamo andare o arriveremo in ritardo! “

In ascensore, mentre scendevano, lui cominciò a baciarle il collo e a coccolarla. “ Dobbiamo proprio andare Usa? “

“ Certo ormai abbiamo detto di sì!! E poi abbiamo un mese a disposizione, avremo altre occasioni per stare insieme!!

“ Vi fermate un mese? “

“ No, io mi fermo, gli altri vanno via tra due settimane. “

“ Ah, capito. Volevo dirtelo in un altro momento ma ormai devo farlo. Ho quasi finito il mio tirocinio… tra un mese e mezzo anche io tornerò a casa! “

Cosa?! Ma è stupendo, staremo solo due settimane senza vederci allora! “ Gli buttò le braccia al collo e lo strinse forte. Questa sì che era una bella notizia. Ancora qualche tempo e sarebbe stato di nuovo tutto come prima.

Uscirono dal palazzo e, girato l’angolo videro i loro amici che li attendevano davanti al locale. Mamoru non potè fare a meno di notare come Seya osservava la sua ragazza; non sapeva quanto ancora lo avrebbe sopportato, ma per non mettere in difficoltà Usagi sarebbe stato il più gentile possibile.

“ Ehi Mamoru, adesso non saluti più? “ una ragazza carina, accompagnata da Tom e Mike gli andò vicino e gli sfiorò un braccio. Usagi cercò di trattenersi, non poteva subito farsi riconoscere.

“ Scusa Melissa, non vi avevo visto. “ e si staccò subito andando ad abbracciare Usagi. Fece le presentazioni e si sentì quasi male quando Minako, per fargli un favore, invitò i suoi tre amici a passare la serata con loro.

“ Oddio, speriamo che non succeda niente! “ Pensò temendo che durante la sera venissero affrontati argomenti che dovevano rimanere il più segreti possibile.

Usagi odiò subito Melissa, non le piaceva per niente e sembrava che si prendesse un po’ troppe libertà con Mamoru; lui, dal canto suo sembrava imbarazzato per la sua presenza: insomma non riusciva a capire i loro comportamenti. La ragazza avrebbe visto da sola cosa nascondeva quell’imbarazzo, ma per sua fortuna (o sfortuna) mancava ancora un mese alla scoperta della verità.

 

 

 

 

Sono riuscita a finire anche questo capitolo. Mi dispiace che siano tutti un po’ corti  ma purtroppo il tempo che ho a mia disposizione è molto scarso!! Spero che anche questo capitolo sia apprezzato da chi lo leggerà!! A presto!! Ciao a tutti!!!

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Capitolo 4
*** "La tortura" di Mamoru ***


Ringrazio tutti per le recensioni e spero di continuare a piacere con questo capitolo

Siamo giunti finalmente all’esibizione che avevo anticipato nel secondo capitolo. Spero di essere riuscita a rendere bene l’idea… Chiedo scusa per gli eventuali errori e sviste ma l’ho terminato ieri notte ad un ora indecente!!

 

 

Cap. 4 – “ La tortura “ di Mamoru –

 

 

1.

 

Entrarono al “ Rouge”:  era molto grande, il banco era proprio di fronte alla porta. Ai lati della sala erano sistemati i tavolini con sedie e divani mentre tutto il resto dello spazio poteva essere utilizzato per ballare. I ragazzi si sedettero: la bella Melissa si accomodò davanti a Mamoru e cominciò a fissarlo con insistenza. Usagi lo strinse a se per mostrarle in modo abbastanza esplicito che era meglio starne alla larga.

Arrivò il cameriere per le ordinazioni.

“ Per me una bionda media, grazie. “ disse Usagi. Mamoru restò di stucco: non l’aveva mai vista bere qualcosa di più alcolico di un succo alla pesca; decise però di non dire nulla per evitare che lei pensasse che la trattava da ragazzina.

“ Così tu e Mamoru state insieme da molti anni? “ le chiese Melissa

“ Sì ormai sono quasi sei! “

“ Mi chiedo come mai allora lui non ti abbia mai chiesto di sposarlo. “

“ C’è tempo, siamo ancora giovani. E poi siamo destinati a stare insieme tutta la vita. “ replicò lei prendendo la mano del suo ragazzo.

“ Oh, ma come sei dolce “ esclamò con mal velato sarcasmo “ credi ancora nelle favole tesoro? “

“ Non sto parlando di una favola ma della mia, anzi della nostra vita. Ma non penso che tu sia in grado di capire.

“ Se permetti sono un po’ più grande di te, di conseguenza penso di avere anche un po’ di esperienza in più”.

Ma cosa pensi di sapere? “ pensò Usagi tra sé e sé. “ Se solo avessi passato un terzo di quello che abbiamo passato noi negli ultimi anni da guerriere, probabilmente non saresti nemmeno più in questo mondo. Davanti al più sfigato dei nemici te la saresti data a gambe in mezzo secondo! “.

“ ehi Makoto! Guarda che bel juke-box, andiamo a vedere che canzoni ci sono! “ Minako urlò quasi per cercare di interrompere quella discussione e di portare l’attenzione su qualcos’altro.

“ Oddio che meraviglia!! C’è quella che ci piace da matti!! “ disse Makoto indicando il titolo di un brano.

“ Ma è “ La Tortura “ di Shakera, che bella!!!Minako sembrava impazzita.

Usagi guardò Seya spaventata e lui sembrò rispondere al suo sguardo. “ Ti prego, ti prego, fa che non ce lo chiedano “ pensò lei.

“ Usagi!! Seya!! Dovete proprio ballarla questa qua, siete così bravi, mi piacciono da matti le mosse che fate!! “ Makoto sembrò averle letto nel pensiero.

“ Ehm, no, non mi sembra proprio il caso, perché invece non stiamo un po’ qui tutti insieme a parlare? “

“ Dai Usa, piantala, perché non fai vedere al tuo Mamo-chan come sei brava, non ti ha mai visto ballare! “

“ Se è per questo non sapevo nemmeno che prendesse lezioni con Seya! “ Pensò seccato. Ma decise di fare buon viso a cattivo gioco e disse: “ Dai, fammi vedere, sono proprio curioso!

Usagi non sapeva come fare. Quella canzone era una specie di reggaeton, il loro maestro di danza gli aveva insegnato a farlo molto bene, erano i più bravi del corso nell’interpretarla. C’era solo un piccolissimo problema: era un ballo molto molto sensuale, con dei passi particolari, non pensava che Mamoru avrebbe apprezzato.

Seya cercò di aiutarla: “ Dai Mina, per favore, qua davanti a tutti non ci riusciamo, è imbarazzantissimo! “

“ Oh, Mamoru, sembra che la tua bella fidanzata abbia un bel paio di orecchie da coniglio. Se ha così paura sarà perché non è in grado. “.

Usagi non era tipo da rifiutare una sfida, avrebbe dimostrato a quella specie di bambola di cosa era capace. Comunque ora ne era veramente certa: quella tipa era veramente odiosa, si divertiva a stuzzicarla provocando anche il suo fidanzato. Non si sarebbe mai fatta prendere in giro da una così: sembrava quasi uscita da un film a luci rossi con quella minigonna cortissima, reggiseno ben in vista e trucco pesante. Anche i suoi gesti dimostravano che faceva di tutto pur di attirare l’attenzione di Mamoru che, per fortuna, era troppo impegnato a pensare a cosa avrebbero fatto di lì a poco la sua ragazza e Seya.

Ok Minako, tieniti pronta a far partire la musica al mio via. E tu Seya vieni qui così ci mettiamo in posizione”.

I due ballerini si portarono al centro del locale, uno di fronte all’altro e presero a fissarsi.

“ Lo sai vero che dopo quest’esibizione si scatenerà un inferno? “ gli sussurrò all’orecchio.

“ Si Usa ma sei tu che hai detto di sì. Tutta colpa del tuo orgoglio, ma è possibile che tu debba sempre accettare le sfide?!

“ Sono fatta così. Ora tieniti pronto, si comincia! “ Alzò la mano senza staccare gli occhi dal viso del cantante e l’amica, davanti al juke-box selezionò la canzone.

Le prime note si diffusero e i due iniziarono a ballare. I loro movimenti erano perfettamente coordinati, sembravano quasi professionisti tanto erano seri e concentrati. Il corpo sinuoso di Usagi e quello di Seya si muovevano all’unisono, quasi a comporre un’unica figura. Il ballo era davvero sensuale, a tratti nuno dei due faceva alcuni passi sul posto mentre l’altro, in modo provocante, gli ballava intorno quasi sfiorandolo.

“ Ragazzi, sono fantastici! “ disse Makoto elettrizzata.

“ Guardate i loro occhi!! “ intervenne Minako contagiata dal ritmo della canzone.

“ … è puro sesso!!...gli fece eco Tom, che in quanto a brutte figure non era secondo a nessuno.

“ Non credo proprio.” Mamoru era veramente seccato: lo spettacolo era terribile, la sua fidanzata era tra le braccia di un ragazzo che non aveva mai nascosto il suo interesse per lei. Ma come osavano fare una cosa del genere? Chissà quando erano a lezione cosa succedeva: probabilmente si strusciavano per tutto il tempo!

Che c’è Mamoru, sei geloso? “

“ Certo Melissa, fai un po’ tu! “

Ma dai, è solo un ballo. Forse esageratamente spinto ma si vede che va fatto così. “

“ Beh, a me non piace. E tu potevi anche evitare di provocarla, così ci saremmo evitati questa prestazione.

La giovane si risentì e tornò a guardare la pista: certo, la donna di Mamoru era carina, ma lei era più spigliata; era lei il tipo giusto per quel ragazzo, possibile che non lo capisse?

Intanto il ballo continuava. Usagi, accaldata, si tolse la camicia e la gettò a Minako; il bacino, ora scoperto, ondeggiava in modo sciolto, in perfetta armonia con la musica. La canzone finì con Seya che teneva le mani sul viso della sua ballerina, troppo vicino, quasi come se stessero per baciarsi.

Dal tavolo partì un boato da parte di tutti i presenti tranne che di Melissa e Mamoru. Lei se ne accrse ma sperò di sbagliarsi.

“ Siete stati bravissimi! Il pezzo in cui tu balli sopra di lui sdraiato è sempre il mio preferito!! “

“ Grazie Mina. E tu che ne pensi amore mio?

Bello bravi. “ rispose secco.

“ Beh, non ti è piaciuto? “

“ Non mi è piaciuto? Cazzo Usagi, tra poco vi mettevate a fare sesso lì in mezzo e mi chiedi anche se mi è piaciuto? “

“ Ehi, stai calmo. È solo l’interpretazione, ci è stato insegnato a farlo così!”

E ti hanno insegnato anche a fare quegli occhi da arrapata? “

“ Tu stai uscendo di testa. Non riesco a credere a quello che stai dicendo. Era solo uno stupido ballo. “

“ Beh, potevi proprio evitare! “

“ Sei solo uno stronzo! “

Ormai prossima alle lacrime Usagi corse fuori dalRouge”. L’aveva trattata come una scema davanti a tutti, soprattutto a quella Melissa che per di più aveva anche goduto per il loro litigio.

“ Adesso scappi? Cos’è, la verità fa male Usagi? “

“ No, mi dispiace ma sei tu dalla parte del torto. Come ti ho già detto era uno stupidissimo ballo e niente più. “

“ Non riesco a credere come tu possa aver deciso di prendere lezioni con Seya! “.

“ Hai ragione amore, scusa. Quando sei partito avrei dovuto chiudermi in casa a soffrire per la tua lontananza, a strapparmi i capelli per la disperazione. Domani magari andiamo a nche a comprare un bel vero nero e una tunica lunga fino ai piedi così poi nessuno mi può più guardare. “

“ Questo sarcasmo non ti si addice. Comunque non dicevo questo. Ma tra tutti i mille sport che esistono non potevi sceglierne uno un po’ più tranquillo?!

“ Che stupida, perché non ho pensato al ramino con mia nonna?!

“ Senti, non posso parlare con te se mi prendi in giro! “

Cosa vuoi che ti dica Mamoru, mi hai trattato come una donnaccia! “ Non resistette e scoppiò a piangere. “ Io ero orgogliosa di farti vedere quanto sono diventata brava e invece tu hai pensato malissimo di me.

Mamoru si sentì un verme: Usagi non aveva mai brillato in nessuna attività e ora che aveva trovato una cosa che le piaceva e le riusciva bene, lui non aveva fatto altro che darle contro e umiliarla davanti a tutti.

“ Mi dispiace piccola, hai ragione, sono davvero uno stronzo. Ma devi capire che sono molto geloso di Seya, da quando sono partito non faccio che pensare a voi due, ho paura che lui ti porti via da me.”

Ma perché non ti fidi? Io ti amo da morire, non ti tradirei mai per nessun motivo al mondo. Volevo impegnare il tempo senza di te in qualche modo e la scuola di ballo mi sembrava un’idea carina. Poi, quando ho iniziato, mi sono resa conto di essere molto portata e ho capito che attraverso la danza riesco a trasmettere emozioni e così mi sono innamorata di questa disciplina. Mi dispiace che tu te la sia presa così tanto. “

“ No, è a me che deve dispiacere, un ballo non vuol dire proprio niente. Scusami piccola, non mi permetterò mai più di farti una scenata del genere. Ti amo Usa… “

“ Anche io amore!! Ora entriamo però, se no penseranno che ci stiamo scannando!! “

come furono dentro si accorsero che l’atmosfera era tesa: nessuno fiatava, erano troppo imbarazzati per ciò che era accaduto. Solo Melissa sembrava essere completamente indifferente, si torturava una ciocca dei suoi capelli rossi e intanto continuava a guardare di nascosto Mamoru.

“ Ragazzi, devo chiedervi scusa, credo di aver esagerato. Scusa anche tu Seya, purtroppo sono molto geloso di usagi e vedervi ballare così mi ha mandato in paranoia. “

“ Non ti preoccupare, ti posso capire. Vorrei solo che comprendessi che era tutto una finta, niente di più. Comunque se lo desideri smetterò di ballare con lei. “ non credeva nemmeno lui di averlo detto.

“ No, figurati, non sarebbe affatto giusto! Ma ora basta con questi discorsi, raccontatemi un po’ cosa mi sto perdendo a casa!! “.

Le espressioni di tutti si distesero e una ad una le ragazze raccontarono al loro “ Principe” cosa avevano combinato negli ultimi tempi.

Usagi non perdeva d’occhio Melissa,: aveva notato la sua delusione quando lei e Mamoru erano rientrati mano nella mano; cominciò quasi ad aver paura di lei perché nel suo sguardo leggeva una freddezza disarmante. Certo che anche Mamo-chan l’aveva sorpresa!! Non l’aveva mai visto così appassionato e, sebbene l’avesse offesa, non poteva certo dire che non le facesse piacere quel suo lato così geloso. Le dispiaceva che lui non avesse pensato a quanto lo amava prima di attaccarla con quelle cattiverie. Forse questo tirocinio a New York non gli stava facendo poi così bene; arrivò anche a pensare che questa sua metamorfosi fosse dovuta alla cattiva influenza di Melissa. Ad ogni modo sperava che non ci fossero più discussioni di quel genere perché erano troppo difficili da gestire.

“ Pronto Usagi, ci sei? “ Mamoru le stava parlando ma era talmente assorta nei suoi pensieri che non l’aveva sentito.

“ Sì, scusami. Dicevi? “

“ Le ragazze mi hanno detto che sei migliorata molto a scuola! “

“ Già, sai non c’è più quel ragazzo carino con cui trascorrevo tutti i miei pomeriggi e così occupo il tempo studiando! “

“ Allora vorrà dire che quando tornerò non uscirò più con te dopo pranzo!! “

“ Eh no, questo mai!!

“ Scherzavo tranquilla!! Comunque una volta tornato dovrò andare a lavorare in ospedale quindi non sarò più presente come prima… “

“ Non importa, basta che mi dedichi un po’ del tuo tempo libero quando puoi! “

“ E’ il minimo piccola! “ Finalmente un sorriso.

Che coppietta carina… “ intervenne Melissa “ mi sembrate appena usciti da un film strappalacrime! ”

“ Cercherò di prenderlo come un complimento anche se non mi è sembrato esserlo. “ Usagi era visibilmente irritata.

“ Beh, vedi, io non amo molto le storie melense e sdolcinate. Ma per fortuna non siamo tutti uguali, no?

“ Già, per fortuna! “ tagliò corto cercando di respingere la tentazione di ucciderla.

“ Ragazzi si è fatto tardi, che ne dite se andiamo a dormire? “ chiese Mamoru che intuiva che la situazione tra le due avrebbe potuto degenerare. Si mostrarono tutti d’accordo e il gruppo si sciolse, sollevato per la fine di quell’imbarazzante serata.

 

2.

Anche se penso che la cosa sia reciproca, sappi che Melissa non mi piace per niente! “

“ Non so perché ma lo immaginavo Usa! “

Stavano camminando abbracciati verso casa di Mamoru, desiderosi di ritrovarsi ancora una volta stretti stretti sotto le coperte.

“ Non so se rendo l’idea ma mi sembra viscida. E poi ti guarda di continuo e a me tira certe occhiatacce…!!

“ Credo di piacerle parecchio. Ma stai tranquilla, non provo nessun tipo di interesse per lei.

Perché non mi dici qualcosa di lei? Mi incuriosisce. “

Il ragazzo le raccontò che Melissa aveva la sua età, svolgevano il tirocinio insieme da quando lei era arrivata a New York da Londra quattro mesi prima. Non era poi così cattiva ma, essendo molto sola, si era attaccata a lui perché era stata la prima persona che aveva incontrato. Subito l’aveva trovata gradevole ma poi si era reso conto che lei si stava prendendo una cotta e cominciava a diventare pesante. Il suo carattere bonario e un po’ timido gli impediva di mandarla a quel paese e allora si limitava a cercare di ignorarla il più possibile, anche per evitare di illuderla che tra loro potesse nascere qualcosa.

“ Tom è cotto di lei ma a quanto pare Melissa non è interessata alla merce.. “

“ Lo credo bene, le piaci tu! Dimostra sicuramente un buon gusto ma sarà meglio per lei che si tenga a distanza di sicurezza. “

Perché, se non cosa le fai? “ la stuzzicò lui.

“ La faccio tornare in Inghilterra a calci nel sedere! “

“ Quanto mi piaci quando fai la rude!! “

Era quasi l’una e finalmente erano arrivati a destinazione: una volta saliti Usagi lasciò che Mamoru si preparasse per la notte e poi prese possesso del bagno. Si struccò e indossò una bellissima sottoveste in seta bianca che la faceva sembrare un angelo.

“ Sei bellissima! “ le disse mentre entrava in camera.

“ Lo sarai anche tu se hai mantenuto le vecchie abitudini! “ Usagi ricordava che dormiva con indosso solo un paio di boxer. Lui rise e lei ne ebbe la conferma.

Usagi si sdraiò al suo fianco e subito rabbrividì per il piacere che le procurava il contatto con il corpo del ragazzo; lo abbracciò e cominciò a dargli dei baci leggeri sul viso, baci che diventavano sempre più passionali man mano che scendevano verso il collo.

Aspetta piccola, prima devo dirti una cosa. Io domani lavoro dalle 9.00 alle 17.00, quindi non potrò stare con te fino al tardo pomeriggio. “

“ Non importa, starò con i ragazzi e poi ti preparerò una bella cenetta!!

Ok! Domani mattina però ti lascio dormire, con la storia dei fusi orari credo che non possa farti che bene. “

“ Come vuoi tu cucciolo! “

“ Benissimo. E ora che ne dici di dedicare a me quello sguardo così sensuale che avevi mentre ballavi?

“ Non chiedo di meglio!!

Fecero l’amore per la seconda volta in quella giornata ma fu più bello perché rappresentava la pace tra di loro dopo quella serata di gelosie.

 


Rendere l’idea del ballo è molto complicato perché è facile immaginarlo ma non lo è renderlo a parole. Questo è stato il massimo che sono riuscita a fare!!

A presto!!

Giulia

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Capitolo 5
*** La fine del sogno ***


Ringrazio tutti per le recensioni e spero di continuare a piacere con questo capitolo

Come già detto in un commento, ho deciso di tagliare il capitolo con la descrizione delle vacanze di Usagi a New York perché non lo ritengo importante ai fini della storia.

Ecco a voi, quindi, il colpo di scena!

 

 

Cap. 5 – La fine del sogno –

 

 

 

Le vacanze volarono. Nelle prime due settimane i giorni si susseguirono con uno schema fisso: Usagi si svegliava senza il suo Mamoru, che andava a lavorare presto, e poi si faceva raggiungere dagli amici. Insieme andavano a fare colazione, ogni giorno in un posto diverso e poi giravano per negozi o andavano a vedere le attrazioni della città.

Dopo la sera dell’esibizione Usagi aveva incontrato Melissa durante la festa di laurea di Mike: fortunatamente l’inglese se ne era stata abbastanza in disparte e non li aveva disturbati con la sua saccente parlantina.

Solo una cosa l’aveva lasciata un po’ stranita. Durante il party a un certo punto Usagi era dovuta correre in bagno; tornata tra gli altri aveva cercato Mamoru che sembrava sparito. Dopo qualche minuto l’amara sorpresa: lui e Melissa erano sul terrazzo della villa di Mike e, a quanto pareva, stavano litigando animatamente. Lei, soprattutto, sembrava essere molto arrabbiata, mentre Mamoru continuava a guardarsi intorno. La bionda si era avvicinata ma alla sua vista glia ltri due si erano zittiti di colpo. Purtroppo lei non era riuscita a capire di cosa stessero parlando, aveva solo intercettato una frase della ragazza : “ se anche lo viene a sapere non sono affari miei. “ La rossa aveva detto proprio così, ma poteva essere riferito a chiunque.

Aveva fatto finta di niente per non creare problemi e non disturbare la gioia del neo-laureato con una scenata di gelosia, ma si ripromise di parlare con il suo fidanzato non appena usciti di lì.

“ cos’avevate di tanto importante da dirvi tu e Melissa? Anzi forse farei meglio a dire da gridarvi. “ Usagi affrontò Mamoru non appena le porte della villa si chiusero dietro di loro.

Ma niente Usa. Che ti prende?

“ Vi ho visto fuori, sulla terrazza. “

“ Stavamo solo parlando. “ Era in difficoltà e lei non faticò a capirlo.

“ Ti ripeto che vi ho visto. E il tono non era quello di due persone che stanno solo parlando. Posso sapere cos’avevate da litigare? E soprattutto perché quando vi ho raggiunto siete ammutoliti?

“ Piccola, ti stai sbagliando. E vero, stavamo discutendo, ma non abbiamo smesso di parlare quando sei arrivata tu. Semplicemente avevamo finito il discorso. “

“ Questa faccenda non mi piace. “

“ Te lo assicuro, non è successo niente di grave. Stavamo parlando di Tom e del fatto che lui le muore dietro e lei lo reputa un idiota. A me da fastidio che lo tratti così, ma non penso che abbia intenzione di cambiare il suo comportamento. “

“ Non lo so, tutto ciò non mi piace. “

“ Dai, non pensare a quella. Domani a che ora dobbiamo  andare a salutare i ragazzi all’aeroporto?” Cambiò discorso e lei ci cascò.

“ L’aereo parte alle 11.00, quindi dovremmo essere là per le dieci. “

L’indomani Mamoru aveva la giornata libera e, dopo aver dato l’arrivederci ai suoi amici, pensava di dedicare tutto il tempo alla sua “bimba”. Lei ne era stata felice, ma ora? Quella scena non riusciva ad andarsene dalla sua mente, era come se le avesse acceso un campanello d’allarme. Aveva dei brutti presentimenti e il fatto che il giorno dopo non avrebbe avuto più vicino le ragazze peggiorava la situazione.

Loro cinque avevano passato un sacco di tempo a parlare di Melissa. Il giudizio era unanime: la compagna di tirocinio di Mamoru era arrogante, antipatica, volgare e non la raccontava giusta. Non piaceva a nessuno, nemmeno ai tre cantanti. Seiya aveva osato dire che forse poteva essere successo qualcosa tra lei e il ragazzo di Usagi, ma si era subito pentito visto che ciò aveva scatenato gli insulti di tutti. La sua testolina buffa addirittura non gli aveva rivolto parola per due giorni.

Comunque arrivò il giorno della partenza dei ragazzi. Usagi li salutò e promise loro di mandare ogni tanto un sms per dire come stava. Chiese a Minako di andare da sua madre per raccontarle come erano andate le due settimane in modo che si tranquillizzasse un po’.

 

Gli ultimi quindici giorni furono duri per usagi. Mamoru lavorava tutto il giorno e lei passava la maggior parte del tempo a casa perchè non sapeva dove andare o con chi parlare. Usciva solo con lui, la sera, come quando erano a Tokyo: andavano al cinema, al ristorante, ma la maggior parte delle volte affittavano dei film e li guardavano abbracciati sul divano.

Non poteva dire di non essere felice, ma c’era sempre quel tarlo che non la lasciava tranquilla: Mamoru e Melissa avevano un segreto, ma non riusciva a capire quale fosse. Seiya le aveva insinuato quel dubbio, ma lei non voleva, non poteva crederci, il suo ragazzo non l’avrebbe mai tradita.

Se l’avesse fatto se ne sarebbe accorta, lui sarebbe stato diverso, invece era sempre dolce e premuroso, lo stesso che aveva lasciato sette mesi prima. Mamoru, dal canto suo, aveva notato che Usagi era strana, sembrava sempre pensierosa e un po’ triste, ma credeva che fosse dovuto al fatto che i giorni della sua vacanza stavano finendo: insomma, pensava che lei stesse male perché si sarebbero allontanati di nuovo.

 

Il giorno della partenza, poiché era domenica e Mamoru non doveva lavorare, i due avevano deciso di stare a letto fino a tardi e poi di andare direttamente all’aeroporto. Il volo era alle 13.00 e contavano di partire da casa un paio d’ore prima per essere là con largo anticipo.

Usagi si svegliò alle 9.00 e sfiorò le labbra di Mamoru con le sue per destarlo dolcemente.

Ciao piccola. “

“ Ciao amore. Ci siamo… “

“ No, ti prego, non dirmelo. Non posso pensare che te vai. “

Va beh, dai. Hai detto che il tuo tirocinio durerà ancora due settimane! “

“ Lo so, però ormai mi sono abituato a stare con te tutte le notti e mi mancherai! “

“ Su, stai tranquillo, passerà presto! “

“ Ti amo piccolina, non dimenticarlo mai! “

Lei lo baciò appassionatamente e disse:

“ Abbiamo tempo per un ultimo incontro ravvicinato?!

“ Certo, per quello c’è sempre tempo! “

 

“ Come farò senza il tuo splendido corpo per ben due settimane? “

“ Oh, sopravviverai! “

avevano appena finito di fare l’amore ed erano sdraiati e rilassati.

“ Amore vado a fare la doccia e poi partiamo, ok ?

“ Va bene Mamo.chan, ma sbrigati o rischiamo di arrivare in ritardo! “

E’ già tutto pronto, dobbiamo solo prendere le valigie! “

“ Sì ma tu spicciati! “

Usagi si alzò dal letto e si rivesti, poi se ne accorse: aveva dimenticato l’anello!! Quello che lui le aveva regalato la prima volta che era partito per New York. Fece per prenderlo dal comodino ma le cadde nel cassetto che era semi-aperto. Stava per prenderlo quando vide un foglio: lo avrebbe ignorato se non fosse stato per quel nome. Non era un genio nella traduzione dell’inglese, ma riuscì a comprendere perfettamente quelle parole. La data indicava che era stata scritta un mese e mezzo prima.

 

“ Carissimo Mamoru,

so che sei impegnato ma non

voglio che finisca tutto così.

Ti prego, pensaci, io voglio stare con te!

 

Tua Melissa. “

 

“ Puttana! “ pensò Usagi e scoppiò a piangere. Lanciò anello e lettera sul letto, raccolse velocemente le sue cose e si precipitò giù dalle scale; giunta in strada fermò un taxi e si fece portare all’aeroporto. Non voleva più vedere Mamoru, l’aveva tradita davvero e lei c’era cascata, aveva anche insultato il povero Seiya. Perché, perché a lei? Come si poteva passare dall’amare una persona all’odiarla profondamente? Ora lei detestava Mamoru, l’aveva presa in giro, aveva fatto l’amore con lei dopo averlo fatto con quella cosa schifosa. La gelosia immotivata per quel ballo le sembrava ora ancora più ridicola.

 In un attimo di lucidità pensò che all’aeroporto di Tokyo l’aspettavano i suoi amici: non ce l’avrebbe fatta ad affrontarli  in quelle condizioni, per cui mandò un sms a Seiya dicendogli che l’aereo aveva un ritardo imprecisato e che si sarebbero visti l’indomani. Poi, presa dallo sconforto, scoppiò in lacrime.

 

Mamoru uscì dalla doccia.

“ Piccola come sei silenziosa… ehi, ma dove ti sei cacciata? “

Il suo sguardo si posò sul letto, sull’anello e poi sulla lettera.

Merda, no! Non può essere! Usagi! “

Ancora con l’asciugamano addosso prese il telefono e compose quel numero che aveva fatto altri milioni di volte.

“ Usa, dove sei? “

Sei uno stronzo, lasciami stare! “

“ No, aspetta, ti posso spiegare, ti prego. “

“ Vaffanculo! “ e mise giù.

Lui riprovò a chiamare. Spento, doveva immaginarlo.

Lo sapeva che sarebbe successo, avrebbe dovuto capirlo. Quella sera di un mese e mezzo prima era stato davvero un idiota. Tom aveva dato una festa nella sua mega villa con piscina. Mamoru aveva ecceduto con gli alcolici, si era ubriacato come mai in vita sua e non ricordava più nulla tranne che al mattino si era svegliato e nel suo letto c’era Melissa. Si era sentito subito un verme e aveva promesso a stesso che lo avrebbe raccontato a Usagi. Ma quando l’aveva vista lì a New York, così felice per la sorpresa che gli aveva fatto, non se l’era sentita di rischiare tutto. L’avrebbe persa, lo sapeva, ma avrebbe fatto di tutto per far sì che ciò non accadesse.

Corse in strada, prese un taxi e si diresse all’aeroporto, sperando di riuscire a intercettare usagi prima che partisse. Troppo immenso a pensare a cosa le avrebbe detto, non si accorse di essere arrivato a destinazione. Pagò e si precipitò a cercare il cancello del volo della sua ragazza. Ormai non aveva più fiato, era distrutto e con le lacrime agli occhi. La vide mentre dava il biglietto e i documenti alla hostess.

“ Usagi, ti prego! “

Lei, sentendosi chiamare si voltò, con un rossore in viso e gli occhi gonfi di pianto; lo fissò un istante, poi si girò e se ne andò verso la scaletta che l’avrebbe portata sulla pista.

 

Non fu un viaggio facile. Ma non per i vuoti d’aria, di cui Usagi quasi non si accorse. Era completamente apatica, lo sguardo perso nel vuoto, assente.

Aveva sempre visto la sua vita come uno di quei castelli che si provano a costruire con le carte da gioco: la sua famiglia, le amiche, il suo Mamoru. Tutto era crollato, pezzo dopo pezzo.

Aveva sognato infinite volte il suo matrimonio, la gioia di dare un figlio all’unico uomo che amava e che avrebbe amato per sempre. E ora? Cosa restava? Non lo avrebbe perdonato, mai. Non c’erano scuse, non c’era perdono per lui. Sarebbe riuscita ad andare avanti per la sua strada, le serviva solo un po’ di tempo per incassare il colpo. No, non ce l’avrebbe fatta. Non riusciva nemmeno a pensare di svegliarsi senza averlo accanto, sapendo che dopo sei anni era di nuovo sola.

Lui la conosceva meglio di chiunque altro, sapeva tutto di lei e l’aveva sempre accettata, anche se non era il massimo della finezza e un po’ infantile. No, non poteva essere. Era tutto un brutto sogno. Presto si sarebbe svegliata.

 

Mamoru girava come un pazzo per il suo appartamento, non sapeva più dove sbattere la testa. Adesso lei era in volo, irraggiungibile, e lui non si rassegnava all’idea di non poterle spiegare quanto era stato idiota quella sera. Aveva preso una decisione: avrebbe mollato tutto lì a New York, sarebbe tornato a casa e avrebbe fatto il possibile per contattarla e parlarle.

La sua testolina buffa… scoppiò a piangere: lei aveva messo la sua vita nelle mani del suo “ Milord “ e lui l’aveva gettata al vento per una notte di sesso che non riusciva nemmeno a ricordare da quanto era ubriaco.

Usagi era stata intelligente e furba, come al suo solito: aveva capito subito che Melissa nascondeva qualcosa, ma lui era stato tanto vile da non dirle la verità. Se le avesse parlato, amgari avrebbe capito e apprezzato la sua onestà. Invece la dura realtà le era stata sbattuta in faccia da una lettera che lui aveva completamente rimosso dal suo cervello.

Il desiderio di Usagi era di essere una buona moglie e una madre felice… ma non la sua perché l’aveva fatta troppo grossa. Chibiusa, la sua bambina… la loro bambina!

Cosa succederà ora? “ Si chiese al limite della disperazione. Poi si decise e uscì diretto all’ospedale.

 

 

 

 

Penso che non fosse poi così difficile capire cosa sarebbe successo…

Grazie a tutti per le recensioni!

A presto!!

Giulia

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Capitolo 6
*** La vita senza te ***


Ringrazio tutti per le recensioni e spero di continuare a piacere con questo capitolo

 

 

 

 

Cap. 6 – La vita senza te

 

 

 

“ Sono lieta di annunciarvi il mio ritorno

tra voi previsto per la giornata di domani.

Per l’occasione siete tutti invitati al bar di

Furu alle 21.00. Baci!

 

Chibiusa

 

 

Mamoru ricevette la lettera un mese esatto dopo il suo ritorno da New York. Grazie al suo ottimo profitto gli era stato concesso di non terminare il tirocinio e così era riuscito a prendere l’aereo due giorni dopo la partenza di Usagi.

Aveva passato un mese intero a cercarla, ma il risultato era sempre stato lo stesso: a casa faceva dire di non esserci, all’uscita da scuola si dileguava non appena finito l’orario delle lezioni e in giro non ce n’era l’ombra.

Era riuscito a parlare solo con le ragazze che però, subito, l’avevano trattato in malo modo, vomitandogli addosso ogni tipo di insulto possibile. Solo quando lo avevano visto in lacrime, veramente pentito avevano deciso di ascoltarlo.

Ok, Mamoru, sei pentito. Ma come pensi di fare a mettere le cose a posto? “ gli chiese Minako durante uno dei loro incontri nel tempio di Rei.

“ Non lo so proprio. Non riesco a mettermi in contatto con lei, mi sfugge. Pensavo che forse voi avreste potuto aiutarmi in qualche modo… “

“ Beh, vedi, noi la vediamo solo a scuola, non esce più neanche con noi. L’unico con cui si frequenta ancora è Seiya, ma solo per via delle lezioni di ballo. “ gli disse Rei dolcemente.

Quel nome! Mamoru era ancora geloso di lui, ora ancor di più perché lei era libero. E tutto ciò lo doveva solo alla sua idiozia.

“ Io devo vederla ragazze, devo! Non posso credere che sia finita così, dopo sei anni. Lei è la mia vita, non posso andare avanti senza averla accanto. “

“ Hai sbagliato ed è bello che tu non lo nasconda. Penso di parlare a nome di tutte dicendo che abbiamo capito che ti sei pentito e che vogliamo aiutarti. Il vostro amore non è destinato a finire, faremo ciò che è nelle nostre possibilità per venirti incontro. Ma tu non ti abbattere, ok?! “ fece Makoto.

Mamoru si rimise a pensare alla lettera di Chibiusa e soprattutto all’invito. Sicuramente al bar avrebbe incontrato Usagi; sapeva che lei non avrebbe rinunciato a salutare la loro figlia neanche sapendo che ci sarebbe stato anche lui. Pensò a come si sarebbe dovuto comportare: l’indifferenza non gli avrebbe giovato, ma se le fosse subito corso incontro l’avrebbe spaventata e addio discorsi. Prese la macchina e decise di andare a fare un giro per schiarirsi le idee. Era inutile prepararsi prima: avrebbe lasciato tutto al caso.

 

Per Usagi la lettera fu un vero colpo basso. Non poteva non andare a salutare Chibiusa, lei non gliel’avrebbe mai perdonato. Ma non poteva nemmeno vedere Mamoru, non ancora. Non era pronta a sentirlo parlare, anzi non ne aveva nemmeno voglia. E poi c’era la gara di ballo, quella per cui si era allenata duramente nell’ultimo mese: quattro allenamenti a settimana che l’avevano distrutta ma nello stesso tempo l’avevano aiutata a non pensare. A non pensare al suo ex ragazzo, a tutto quello che avevano fatto insieme, i pomeriggi abbracciati nel suo lettone, le risate con le amiche al bar… basta! Non doveva pensarci, ormai era tutto finito! Ora c’era solo lei, nessun altro con cui dividere la sua vita. Aveva scansato anche le amiche: sebbene sapesse che non era una cosa giusta, non se la sentiva di ridere e scherzare con loro come una volta. E poi sapeva che sarebbe entrato nei discorsi Mamoru e no, proprio non se la sentiva. Dopo mesi accese il suo telefonino e chiamo Seiya, l’unico con cui aveva mantenuto i contatti. Era stato davvero carino, non aveva approfittato della situazione, anzi aveva cercato di convincerla a parlare con Mamoru. Il cantante rispose dopo pochi squilli.

“ Ciao Usa, che succede? “

“ Abbiamo un problema enorme! “

“ Spara! “

“ Domani torna Chibiusa. “

Ma è bellissimo! Perché lo definisci un problema?”

“ Darà una specie di festa per il suo ritorno domani sera. “

“ Ah. E tu temi che ci sia Mamoru, giusto?

“ Esatto. E in più domani alle 20.00 abbiamo la gara!

“ Cavolo, hai ragione. Beh, potresti andare dopo, per le dieci dovremmo essere fuori.

“ Sì, quello è vero. Ma con l’altro problemino come la mettiamo?

“ Senti usa, prima o poi lo devi affrontare. Vorrà dire che lo farai domani sera. “

“ Non se ne parla nemmeno. Io con lui ho chiuso, capito?!

Seiya intuì che stava per mettersi a piangere, cosa assai frequente negli ultimi tempi, e così cercò di andarle incontro.

“ Allora facciamo così. Ti accompagnerò io cosi starai un po’ più tranquilla. Ok? “

“ Va bene. Ma non so come finirà la serata. Comunque domani passo a prenderti con la mia macchina alle sette e mezza. Vieni già vestito, così là possiamo subito cominciare a ripassare i passi.”

Ok, ma per una volta vieni in orario! “

“ Promesso! A domani. “

Usagi posò il telefono sul, si sdraiò sul letto e cominciò a fissare il soffitto. Perché doveva andare domani? Cos’avrebbe detto a Chibiusa? Lei adorava Mamoru, probabilmente non avrebbe mai creduto a quello che aveva fatto o più semplicemente l’avrebbe difeso a spada tratta. Troppo immersa nei suoi pensieri non si accorse subito che il suo telefono stava squillando. Nessun numero: sicuramente Seiya!

“ Dimmi Seiya che ti sei dimenticato stavolta? “

“ Ti amo! “

Ma… Mamoru? “

“ Sì, sono io. Per favore non riattaccare, devo parlarti. “

“ No, ho da fare. “

“ Ti prego, non posso stare senza di te. “

“ Dovevi pensarci prima di andare a letto con Melissa. “ Spense il telefono e lo lanciò contro il muro mandandolo in mille pezzi. Poi si vestì e uscì per schiarirsi le idee.

 

Arrivò la sera della festa. Mamoru entrò al bar e cominciò subito a guardarsi intorno in cerca di Usagi ma non la vide. Si diresse allora verso le ragazze e andò a parlare con Minako.

“ Ancora non si è vista? “

“ No, ma ieri l’ho chiamata per vedere come stava e mi ha detto che sarebbe venuta stasera. Solo che adesso sta facendo una gara di ballo e quindi arriverà più tardi.

Ok. “ disse lui mentre si torturava una ciocca di capelli.

“ Mamoru, stai tranquillo. Noi siamo con te! “

“ Grazie Mina, ho proprio bisogno di voi adesso! “

All’improvviso la porta del locale sbattè.

“ Salve a tutti!!

Chibiusa!! “ urlarono tutti in coro.

Era cambiata, cresciuta. Aveva i capelli più lunghi, era più alta e il suo viso si era trasformato, non era più quello di una bambina. Ora sembrava quasi una donna. Salutò tutti poi si parò davanti a Mamoru.

“ Ciao Mamo-chan. Non sai quanto mi sei mancato! “

Anche tu piccolina! “

Si abbracciarono e restarono così per cinque minuti. Poi la ragazzina perplessa si guardò intorno, come alla ricerca di qualcosa.

“ Ehi, ma Usagi non sarà mica in ritardo anche questa volta? Mamoru dov’è finita? “

“ Ecco, io non lo so, vedi… “

“ Non lo sai?! Ma è la tua ragazza, devi saperlo.

“ Credo che sia ad una gara di ballo con Seiya, dovrebbe arrivare più tardi. “

Ma tu sei tutto matto. Lasci andare la tua fidanzata ad una gara di ballo con uno che le muore dietro? Ma ti sei bevuto il cervello?!

Vedi, Usagi non è più la mia fidanzata… “

COSA?! “

Lui le raccontò com’era andata, davanti a tutti, per la prima volta senza freni; svuotò la sua coscienza e gli servì, anche se terminò il discorso con il magone e le lacrime agli occhi.

Chibiusa rimase paralizzata dallo stupore; subito lo insultò come avevano fatto tutti, poi cercò di pensare a mente fredda a come rimediare a quel gran casino.

“ Non posso credere che tu l’abbia fatto. Però ti voglio aiutare anche perché se no ho paura che ne vada anche della mia esistenza.

“ Ti prego aiutami, non so più cosa fare, sto diventando matto. Non vuole parlarmi, mi evita e non credo abbia la minima intenzione di perdonarmi.”

“ Cercherò di parlarle ma non so quanto possa funzionare. Sai benissimo che è testarda ed è difficile da smuovere quando ha in mente qualcosa! “

“ Sì, lo so. Ma tu metticela tutta, ok?

Ok ma tu non ti buttare giù. Siete destinati ad amarvi per sempre, non può finire così! Ma perché l’hai fatto? Perché?!

Lui non riuscì a risponderle: il suo sguardo era puntato sulla porta che si stava aprendo. Entrarono Usagi e Seiya, bellissimi con i loro abiti di scena. Il ballerino aveva un completo nero con dei ricami rossi sulla giacca e calzava scarpe lucide con i tacchi.

Usagi era fantastica. Indossava un corpetto nero con disegni argentati e una gonna sempre nera che terminava con delle punte di diversa lunghezza tutte al di sotto delle ginocchia. Le sue scarpe avevano un tacco vertiginoso; al polso sinistro era visibile un grosso bracciale di pelle nera. Era leggermente truccata e aveva raccolto i capelli lasciando libere delle ciocche sbarazzine. In mano entrambi avevano una coppa enorme: avevano vinto!

“ Usagi ma cosa ci fai combinata così?! “ le chiese Chibiusa correndo ad abbracciarla.

“ Ho partecipato ad una gara di ballo con Seiya e abbiamo vinto! “ la accolse tra le sue braccia e la tenne strettissima, quasi come se avesse paura che potesse volare via. Chibiusa se ne accorse e provò un po’ di pena per lei, ripensando a ciò che le aveva fatto Mamoru.

Sei bellissima Usagi, non ti ho mai visto così! – le disse staccandosi.

Grazie piccola, anche tu sei diventata una splendida adolescente. “

Chibiusa era rimasta davvero sbalordita dalla nuova immagine della ragazza. Era sì bellissima, ma il suo sguardo non aveva più niente a che fare con quello che aveva visto l’ultima volta che era stata sulla terra. Non c’era allegria nei suoi occhi, solo dolore e sofferenza, solitudine forse. Le veniva da piangere a vederla ridotta così ma si trattenne per non peggiorare le cose.

Mamoru nel frattempo era come inebetito. Lei era lì al suo fianco e lui non riusciva a proferire parola. La guardò mentre si andava a sedere ad un tavolo accompagnata dal fido Seiya. Le sue movenze erano ancora più belle e quel vestito rendeva onore al suo fisico mozzafiato. Però era dimagrita, troppo in quell’ultimo mese; non stava bene, si vedeva dal suo viso, pallido sebbene truccato. Prese il coraggio a due mani e si avvicinò al tavolo, dove nel frattempo si erano aggiunte tutte le ragazze.

Lei lo vide arrivare e si rese conto che non ce l’avrebbe fatta. Si alzò di scatto e disse.

“ Scusate ragazze, ora devo scappare, sono molto stanca. “

“ No, Usagi, aspetta. Non puoi farmi questo, dobbiamo festeggiare! “

“ Mi dispiace Chibiusa, ma proprio mi sento stanca. Ci saranno altri giorni per stare insieme. “

Mamoru le si parò davanti.

Se tra i due c’è uno che se ne deve andare, quello sono io. “

“ No, tolgo io il disturbo. “ Abbassò gli occhi per non far vedere le lacrime e scappò fuori dal locale. Lui la seguì, ma la ragazza non lo degnò di uno sguardo e salì in macchina. Accese il motore e partì sgommando.

 

I giorni seguenti furono durissimi per tutti.

Mamoru si trascinava al lavoro ogni mattina spinto solo dalla consapevolezza che, essendo dottore, aveva dei doveri verso i malati. Se non fosse stato per quel motivo probabilmente avrebbe passato le sue giornate a piangersi addosso. Il resto della giornata lo occupava stando con Chibiusa e le ragazze, che ancora non riuscivano a rompere la barricata che Usagi aveva creato intorno a sé.

“ Mi dispiace Mamoru, non sono ancora riuscita a farci due chiacchiere, mi sfugge. Probabilmente immagina che voglia parlarle di te. “ gli disse un pomeriggio Chibiusa davanti ad una tazza di te nel bar di Furu.

“ E’ furba, come sempre. Tanto ormai mi sono arreso, è finita. “

Piantala, non dirlo nemmeno per scherzo. Prima o poi mi dovrà ascoltare. Vedrai che le farò cambiare idea. “

“ Non so se ce la farai ma apprezzo il gesto. “

“ Fidati di me! “

La giovane cercava di dedicare più tempo possibile al ragazzo perché aveva paura che si buttasse troppo giù. Anche Usagi probabilmente aveva bisogno di avere qualcuno vicino, ma per la prima volta da quando la conosceva si comportava in modo strano, la evitava sempre e si faceva vedere raramente in casa, giusto per mangiare, pochissimo, e dormire.

Anche se era poco più che una bambina comprendeva benissimo che la sua “ mamma “ fosse adirata per il tradimento ma, nello stesso tempo, non riusciva a capire perché non voleva perdonarlo dal momento che lo amava ancora moltissimo.

Usagi al contrario dell’ex fidanzato, cercava di occupare le sue giornate con qualsiasi attività pur di non stare a casa a pensare a lui. Aveva iniziato mille corsi a scuola, cucina, giardinaggio, canto. Tutto pur di non rimanere sola con stessa. La sua famiglia si era resa conto che c’era qualcosa che non andava, ma lei a ogni domanda un po’ più intima rispondeva sempre che andava tutto bene. Solo a mamma Ikuko, in un momento di disperazione, aveva raccontato tutto. Lei era stata molto comprensiva, l’aveva abbracciata e le aveva detto che la ferita si sarebbe presto chiusa. Usagi sapeva che non sarebbe stato così, ma la ringraziò comunque per la comprensione. La cosa più difficile per lei, in quel momento, era riuscire a sfuggire a Chibiusa: era convinta che lei le volesse parlare di Mamoru, sapeva che tanto la ragazzina si sarebbe schierata con lui come tutte le altre volte. Non voleva litigarci e allora cercava di non cominciare neanche il discorso.

Purtroppo però non ci riuscì. Un mese dopo l’arrivo della ragazzina, tutta la famiglia Tsukino era stata invitata ad una festa di amici. Lei, con la scusa degli allenamenti aveva declinato la proposta, ma non aveva fatto i conti con la sua piccola peste.

Cosa?! Non vieni?! E per quale diavolo di motivo, scusa?!Chibiusa era già pronta e stava andando a chiamare Usagi convinta che si unisse a loro.

Ho gli allenamenti, non posso. Mi dispiace. “

“ Senti, non prendermi in giro. Gli allenamenti sono una scusa, avresti potuto benissimo saltarli per una volta. Mi stai evitando e non so perché. “

Ma no, ti sbagli! “

“ No, non mi sbaglio. Ma non ti vedi? Sei in uno stato pietoso, sei magrissima, non mangi quasi più. Il tuo sguardo è vuoto, non ti ho mai visto sorridere da quando sono qua. Ma perché ti butti via così?

“ Io sto bene, devo solo riprendermi da questa cosa. “

“ Non ti devi riprendere, Usagi. Devi solo parlare con Mamoru, lui ti può spiegare tante… “

“ Smettila!!! Non lo voglio nemmeno sentire nominare, mi hai capito? Sapevo che ti saresti schierata con lui, non avevo dubbi. Ora vattene o farai tardi. “

“ Va bene, mandami pure via se ti fa stare meglio. Sappi solo che io non sono dalla parte di Mamoru. Ma almeno lui si lascia avvicinare dagli altri e si confida, a differenza tua. “ uscì dalla stanza e cominciò a scendere le scale con le lacrime agli occhi. Poi si voltò verso la camera di Usagi e quasi gridando le disse: “ Nasconditi, Usagi, continua così. Voglio proprio vedere dove ti porterà questo comportamento. “

Usagi tremendamente arrabbiata sbattè la porta della sua camera e scese al piano di sotto; guardò la sua famiglia andare via e si trovò sola in casa.

Non le sembrava di chiedere molto. Voleva solo essere lasciata in pace. Per sempre…

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Capitolo 7
*** Lasciarsi andare ***


Cap

 

 

 

 

Cap. 7 – Lasciarsi andare… –

 

 

 

 

Mamoru era in perfetto orario per l’inizio del suo turno notturno al pronto soccorso. Erano quasi le dieci, e poco prima aveva sentito Chibiusa per telefono. La ragazza aveva appena finito di litigare con Usagi; purtroppo non era andata bene, non era riuscita a farla ragionare.

Il giovane parcheggiò la sua auto sportiva nei pressi dell’edificio dove avrebbe dovuto lavorare; si sentiva strano, aveva dei bruttissimi presentimenti, anche se non riusciva a capire di che genere e a chi fossero riferiti.

Entrando nell’ospedale si rese subito conto che qualcosa non andava: in lontananza, nella sala d’attesa, rannicchiato su una sedia e con le lacrime agli occhi vide Seiya. Gli corse incontrò:

“ Che succede? “ Aveva paura, troppa.

“ U.. Usagi. “

“ Cosa Seiya, parla per favore. “

“ Lei… lei è… “ Era tremendamente agitato, forse sotto choc.

“ Ti prego Seiya, dimmi cosa diavolo sta succedendo.” Lo scosse per cercare di farlo rispondere “ Per favore, parla. Cos’ha Usagi? “

Il cantante si calmò e gli raccontò tutto. Doveva andare a lezione di ballo con lei, ma visto che non era andata a prenderlo come al solito lui si era preoccupato e l’aveva chiamata. Dal momento che non rispondeva nemmeno al telefono si era recato a casa sua.

“ Ho suonato alla porta, ma non è venuto nessuno. Allora mi sono affacciato alla finestra e l’ho vista stesa a terra. Ho battuto sul vetro, ma lei non ha avuto nessuna reazione. Così ho sfondato tutto e sono entrato. Era lì, svenuta, con la bava alla bocca. Ho chiamato un’ambulanza e ora sono qui. Non mi dice niente nessuno e io ho paura. “ Scoppiò in lacrime al ricordo di quello che aveva visto. Mamoru corse dall’infermiera di turno ma lei gli disse che non sapevano nulla perché la signorina Tsukino era ancora sottoposta a visita.

Nel frattempo arrivarono i genitori di usagi con Shingo e Chibiusa. Quest’ultima corse verso il ragazzo e gli chiese notizie.

Mamoru andò poi verso la sua ex suocera.

“ Ikuko… “

“ Mamoru, cos’ha la mia bambina? “

“ Io non lo so, ho chiesto ma non hanno ancora finito con le visite. Mi dispiace, io non so cosa fare, mi sento inutile. “

“ Non è colpa tua se lei sta male. “

“ Sì invece, è tutta colpa mia. Io ho fatto delle cose… “. Lei non lo lasciò finire.

“ So tutto, caro. Ora stai tranquillo, la cosa importante è che lei stia bene. Dovremo parlare anche di quello, ma lo faremo dopo. “ La donna si mise a piangere, spaventata. Sapeva che sua figlia si stava lasciando andare da quando era tornata; non aveva più interessi, mangiava tanto abbastanza da poter reggersi in piedi, niente di più. Non le importava più di vivere.

“ Signori Tsukino? “

“ Sì “ Risposero in coro i genitori di Usagi vedendo il medico che gli stava parlando.

“ Abbiamo finito gli esami di vostra figlia. “

“ Come sta? Oddio, la prego, mi dica che va tutto bene. “ disse Ikuko in lacrime.

“ Ora sta bene, ma il problema è un altro. “

“ Che cos’ha avuto? “ si intromise Mamoru.

“ Mamoru, tu conosci la paziente? “

“ Sì, molto bene. E ora ci puoi dire qualcosa per favore? “

“ Beh, la ragazza ha ingerito forti quantitativi di un potente sonnifero. Non so come dirvelo: lei ha cercato di suicidarsi. “

Calò il gelo nella sala d’attesa. Cominciarono tutti a piangere e Mamoru, sconvolto, cominciò a torturarsi dandosi la colpa di tutto.

Parlò per prima Chibiusa.

“ Possiamo vederla? ”

“ Adesso è ancora di là, è molto provata. È meglio che aspettiate ancora un po’. Ma tu Mamoru, vieni con me, ho bisogno di un consulto. “ il ragazzo lo seguì e si spostarono in una stanza vuota.

“ Dimmi pure, che ti serve? “

“ Veramente non volevo, niente. È la tua ragazza? “

“ No, la mia ex. “

“ Vuoi vederla? “

“ Lo vorrei moltissimo, ma non credo che lei la pensi come me. “

“ In questo momento sta riposando, non ha ancora ripreso del tutto coscienza. Vai, è nella stanza 16. “

Mamoru si fiondò nella stanza. Usagi era pallidissima; la osservò per qualche minuto, poi le prese la mano e le parlò, anche se sapeva che non avrebbe potuto sentirlo.

“ Piccola, cosa ti ho fatto. È tutta colpa mia se sei in questo letto di ospedale. Mi dispiace per tutto quello che è successo, non avrei mai voluto farti del male perché tu sei la cosa più importante che io abbia mai avuto in vita mia. Ora ti lascio, vado a lavorare. Spero di poterti abbracciare presto. Ti amo Usa. Quanto vorrei che tu potessi sentirmi, quanto mi manca sentirti dire che anche tu sei innamorata di me. “

La lasciò e andò a lavorare, con il cuore gonfio di sensi di colpa e preoccupazione.

 

Usagi era nella sua stanza del pronto soccorso; era lì ormai da due giorni, perché negli altri reparti non c’era posto. Non si era pentita di quello che aveva fatto, anzi. Tutti erano andati a trovarla, le ragazze, i suoi parenti, Seiya e gli altri, ma lei si sentiva sempre più sola. Uno dei medici che la curavano era Mamoru. Nemmeno quello le interessava più, non lo considerava, si limitava a rispondergli con monosillabi e cercava di non guardarlo mai negli occhi.

Sentì bussare alla porta.

“ Avanti. “

“ Ciao piccola mia, come stai oggi? “

“ Ciao mamma. Sto bene, grazie. Voglio solo andarmene di qui. “

“ Sii paziente, devono tenerti ancora un po’ sotto controllo. “

“ Cos’è, hanno paura che lo faccia di nuovo? “

“ Ma no, tesoro. “ Sua madre era in difficoltà a parlare del suo tentato suicidio, non riusciva ad accettare che la sua unica figlia avesse cercato di togliersi la vita. “ Vuoi che ti porti qualcosa da fare? Non so, un libro, un lettore cd. “

“ No mamma, grazie. Tanto ho intenzione di firmare il foglio di dimissioni. “

“ Scordatelo, tu rimani qui tutto il tempo necessario. “

“ Sono maggiorenne e se decido di andarmene sono libera di farlo. “

“ Può darsi Usagi, ma nelle tue condizioni è meglio se stai qui ancora qualche giorno. “ Mamoru era entrato nella stanza per controllare le condizioni della paziente. “ Come ti senti? “

“ Sto bene, voglio solo esclusivamente andarmene da questo posto. “ Gli disse con lo sguardo basso.

“ Perché non la pianti di fare la bambina? “

“ Mamma, non sto facendo la bambina. “

“ Sì, invece. Starai qua il tempo necessario, poi torneremo a casa e dimenticheremo tutta questa brutta storia. “

“ Cosa devo dimenticare eh? Che ho cercato di morire? Io non lo dimenticherò mai, mi hai capito? Anzi, sarò sempre dispiaciuta per non essere riuscita a farla finita veramente! “

Uno schiaffo fortissimo la colpì in pieno viso. Lei si toccò la guancia che le bruciava e poi guardò Mamoru che imbarazzato compilava alcuni fogli.

“ Usagi adesso basta! Sono stufa di vederti così. Sei giovane e bella, devi finirla di dire che vuoi morire. La vita è meravigliosa, tu devi andare avanti e cercare di raggiungere i tuoi obiettivi. “ Ikuko quasi gridò, piangendo per quella sua figlia così fragile.

“ Io non ho più nessun sogno, mamma. Non c’è più niente per me per cui valga la pena di vivere. Tutti i miei sogni sono morti e io voglio seguirli. “

“ Per favore, smettila di dire certe cose alla tua età. Sei giovane, hai un eternità davanti a te. Crescerai, troverai la tua strada, ti sposerai e avrai dei figli. “

“ Io non amerò più nessuno, perché non c’è persona al mondo che meriti di essere amata. L’amore è solo una presa in giro. “

Per Mamoru fu peggio di una coltellata. Lui era il suo sogno e per lei adesso era morto. Prese le sue cose e uscì dalla stanza, lasciando le due ancora a discutere. No, non era possibile; sapeva benissimo che lei era ancora innamorata di lui, stava soffrendo e aveva fatto quel gesto così forte proprio perché ci teneva ancora. Era tutta una questione di orgoglio, lei non si voleva piegare. Aveva sbagliato, certo, ma lei non aveva nemmeno provato a perdonare, si era subito staccata da lui, senza nemmeno dargli la possibilità di spiegarsi. Adesso basta. Avrebbe atteso ancora qualche giorno e poi l’avrebbe affrontata: se per lei era davvero finita avrebbe dovuto dirglielo in faccia.

Usagi dopo la litigata con sua madre era ancora più sconvolta. Innanzitutto l’aveva infastidita quello schiaffo perché l’aveva fatta sentire una bambina davanti a Mamoru; e poi non capiva perché non avesse evitato il discorso sogni in sua presenza. Certo lei aveva calcato la mano apposta perché sapeva che avrebbe ferito il suo ex ragazzo. Si era sentita un po’ in colpa per quelle parole, ma in fondo era solo la sacrosanta verità: da quando aveva lasciato Mamoru viveva quasi per inerzia, non c’era niente che le interessasse a parte, forse, il ballo. Aveva persino vinto la gara con Seiya! Che bello sarebbe stato poterne gioire con Mamoru, dimostrargli almeno per una volta che poteva essere prima in qualche cosa. Invece nessuno, tranne il cantante, aveva festeggiato con lei questa vittoria.

Si assopì per un’oretta e quando si risvegliò vide che nella stanza con lei c’era Seiya.

“ Ehi, partner! Come stai? “

“ Mi sento come se un treno mi fosse passato sopra! “

“ Sei una testona, lo sai vero? “

“ Non credere che io mi sia pentita. “

“ Piantala Usagi, non dire certe cose. Hai un sacco di persone che ti vogliono bene e che sono pronte a dare la vita per te. Nel mondo ci sono persone che non hanno tutto quello che possiedi tu. Dovresti essere riconoscente per la tua esistenza, non gettarla via così. “

“ Hai ragione, ma io mi sento male, non riesco più a ridere, non c’è più niente che mi entusiasmi, vedo solo nero. “

“ Perché non gli parli? “

“ Piantala Seiya! “

“ No, tu piantala. Perché dovete essere tutti e due infelici quando basterebbe solo chiarirsi per far tornare tutto come prima? “

“ Scordatelo. Lui mi ha tradito e io non ho nessuna intenzione di perdonarlo. “

“ Sta soffrendo Usagi, senza di te non riesce a vivere. Non vedi i suoi occhi? Io sì e da quando vi siete lasciati non riesco a vederci altro che tristezza e disperazione. Perché tu, con il tuo cuore grande non riesci a dargli un’altra possibilità? Dopo tutto quello che avete passato! Voi siete destinati ad amarvi per sempre. “

“ Basta Seiya! Non me ne frega niente del destino, ho deciso così. “

“ Senti, a me certo non fa comodo se vi rimettete insieme, ma preferisco vederti felice che come sei adesso. Parlagli e dagli il beneficio del dubbio. Il vostro amore non deve morire così. “

“ Quale amore, eh? Non c’è amore tra di noi, non più. “

“ Piantala Usa. Non venirmi a dire che non lo ami più perché è solo una sporca bugia e tu lo sai benissimo. “

“ No, Seiya, ti sbagli. Io non amo Mamoru, io per lui provo solo odio. “ Usagi, troppo impegnata nella conversazione non si accorse della figura che stava entrando nella stanza e che le disse piangendo:

 

“ Se lo pensi davvero, dimmelo guardandomi negli occhi. Allora io ti crederò. “

 

 

Ho avuto il piacere di vedere il live action di Sailor Moon. Per quanto possa essere strano vi posso assicurare che è speciale e molto emozionante!

Alla prossima!

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Capitolo 8
*** Insieme per sempre ***


Cap

 

 

 

 

Cap. 8 – Insieme per sempre –

 

 

 

“ Se lo pensi davvero, dimmelo guardandomi negli occhi. Allora io ti crederò. “

 

Come aveva potuto non sentirlo entrare? Era lì e aveva ascoltato i loro discorsi, le sue parole dure e orgogliose. Usagi era tremendamente imbarazzata ma finalmente non aveva più voglia di scappare.

Seiya si alzò dalla sedia e senza proferire parola si allontanò dalla stanza. Nel corridoio iniziò a pregare da solo affinchè tutto si risolvesse e lei potesse tornare a splendere come una stella, poi uscì dall'ospedale e andò in cerca delle amiche.

 

" Sto aspettando. " disse Mamoru con un aria distrutta.

" Anche io sto aspettando. Sto aspettando di sapere perchè. Perchè sei andato con un'altra? Cos'è, non sono abbastanza attraente? O forse cercavi qualcuno della tua età perché sono una ragazzina per te? Dimmi per quale cazzo di motivo sei dovuto andare a letto con un'altra!! Dimmelo! " Ecco, avrebbe dovuto immaginarlo. Anche se ce l'aveva messa tutta per trattenersi si stava per mettere a piangere.

" Nessuno dei motivi che hai detto. Ero ad una festa, mi sono ubriacato e il giorno dopo mi sono svegliato con quella nel letto. Io... Io non mi ricordo assolutamente niente di quella notte tanto ero pieno di alcool. Non avrei mai voluto farlo, ti giuro. E' stata solo una grandissima cazzata. Però l'ho fatta e purtroppo non posso tornare indietro nel tempo e cancellarla. "

" Mi dispiace ma nessuno ti ha costretto a farla questa gran scemata. Ora io cosa dovrei fare secondo te? "

" Io non lo so. Vorrei che mi perdonassi ma capisco benissimo che non è facile. Però pensa alla nostra vita, agli ultimi sei anni che abbiamo passato insieme. Io ti amo, sei la cosa più bella che io abbia mai avuto, la più preziosa. Non posso vivere senza di te, lo capisci questo? "

" Io... Non so che dire, sono confusa. Non so se riesco a perdonarti. Anche se tornassi con te, so cosa succederebbe. Mi conosco, mi torturerei comunque pensando a  lei che ti tocca, che ti bacia. Come pretendi che io possa sopportare una cosa simile? "

" Cerca di ricordare invece quando io e te ci baciamo, quando facciamo l'amore. Non c'è niente di più bello e intenso. Io ho bisogno di te. Sto impazzendo dal desiderio di stare di nuovo con te, di poter diventare di nuovo una sola cosa insieme. Tu non lo provi? "

Mamoru la guardò. La sua piccola stringeva un lembo del lenzuolo e lo contorceva in modo nervoso. Non lo guardava mai, il suo sguardo era sempre basso. Lui allungò una mano e le sollevo il mento, incrociando i suoi dolcissimi occhi color oceano.

" Ti prego, posa il tuo sguardo sul mio Usa. Con quello puoi dirmi più di mille parole, lo conosco come se appartenesse a me. Io so tutto di te, potrei recitare a memoria ciò che ti piace e ciò che detesti, il tuo film preferito, la tua migliore amica delle medie, proprio tutto. Conosco il tuo corpo centimetro per centimetro, potrei dipingerlo a occhi chiusi. Non voglio gettare via tutto questo perchè ho sbagliato. Ti prego..."

" Non lo so.. Non so che fare con te. "

Mamoru sapeva cosa doveva fare. Le prese il viso con entrambe le mani e la baciò. Dopo un primo istante di smarrimento lei si unì a quel bacio. Mai però era stato così intenso; entrambi si stringevano come se avessero paura di potersi perdere di nuovo. Il ragazzo scese e cominciò a sfiorarle il collo con le labbra, bruciante di desiderio. Lei si alzò a sedere e cominciò ad accarezzarlo sotto la maglietta. Poi lo fissò negli occhi.

" Ti desidero, voglio fare l'amore con te. "

" Anche io piccola. Mi sei mancata così tanto... "

" Purtroppo penso che questo non sia il luogo più adatto, non mi sembra il caso! " E gli sorrise. Lui la vide così felice dopo tanto tempo e si emozionò.

" Bentornata Usagi! Questo è il sorriso che conosco! "

" Già. Ho davvero bisogno di essere felice. L'ultimo periodo è stato davvero tremendo! "

" Beh, direi che abbiamo archiviato il nostro incontro passionale. Che ne diresti se ti portassi un pò fuori a prendere una boccata d'aria? "

" Non so se posso uscire da qui."

" Sono o non sono il tuo medico? "

" Va bene dottor Chiba. Per me puoi anche portarmi in capo al mondo! "

Usagi indossò una vestaglia sopra alla camicia da notte e seguì il suo ragazzo verso l'uscita del pronto soccorso. Il suo cuore era preda di mille emozioni: si sentiva felice e leggera, come non lo era ormai da tempo immemore. Sperava di aver fatto la scelta giusta; e se lui l'avesse fatto di nuovo? Se l'avesse tradita un'altra volta? Si bloccò e lasciò la mano di Mamore.

" Che c'è piccola? "

" Ho paura. "

" Di cosa? Io sono qui con te! "

" No. E se incontri un'altra Melissa? Io ho troppo timore. "

" Te lo giuro amore mio, non succederà più niente. "

Erano nel parco dell'ospedale, circondati da alberi in fiore; Usagi si strinse nella vestaglia a causa del vento che le faceva sentire freddo. Guardò Mamoru per un attimo, gli occhi lucidi per quei brutti pensieri che sembravano non lasciarla stare.

" Mi dispiace, io temo di non riuscire più a fidarmi di te, anche se lo vorrei. Sono combattutta. "

" Ti supplico, non dire così. Credi in me, te lo chiedo per favore."

Il ragazzo si inginocchiò sopra al selciato del parco e tirò fuori dalla tasca del camice una scatolina e la aprì verso Usagi.

" Ti prego, dammi la possibilità di amarti fino alla fine dei miei giorni. Sposami Usagi. "

La ragazza, immobile, fissava incredula il contenuto della scatolina. Era l'anello più bello che avesse mai visto in vita sua, in oro bianco con una miriade di piccoli brillantini. Provò a parlare ma si rese conto che non riusciva a proferir parola.

" Usagi, amore. Mi vuoi sposare? " Era spaventato. E se non avesse accettato? Come avrebbe fatto a sopportarlo? La guardò con l'ansia dipinta in volto e lei gli sorrise, con un sorriso caldo e dolcissimo.

" Sì... Sì!! " Gridò lei e lo abbracciò. " Lo voglio cucciolo! Io voglio stare con te per sempre. Voglio fidarmi di te, devo farlo. Perchè non posso andare avanti senza saperti vicino. Ora dobbiamo cancellare tutto questo e ricominciare a vivere! "

" Ti amo Usa. "

" Anche io. Prometto che ti amerò per sempre. "

Mamoru le infilò l'anello all'anulare sinistro. Quello che lei aveva lanciato sul letto a New York lo aveva gettato, aveva preferito prenderne un altro per scaramanzia. La baciò come a suggellare quella promessa così dolce, poi la prese per mano e la riportò nella sua stanza. La aiutò a sistemarsi nel letto, le baciò la fronte e andò verso la porta.

" Ora devo andare a lavorare. Tu riposati per bene: quando sarai di nuovo in sesto ti toccheranno i preparativi per il matrimonio. "

" Ma Mamoru, dobbiamo ancora decidere la data... "

" Questo lo dici tu. "

" Che cosa? Cosa stai dicendo? "

" Ora devo proprio scappare. ti dirò tutto a tempo debito. Tu tieniti pronta. " E uscì.

Era sempre il solito, pensò Usagi. Non stava più nella pelle: le aveva chiesto di sposarla! Cominciò a pensare mentalmente a tutte le cose che avrebbe dovuto fare e si addormentò sognando il suo arrivo all'altare.

 

Usagi era seduta in aula, contornata da tutte le amiche, contente di riaverla di nuovo tra loro dopo il suo terribile gesto. Erano passati tre giorni dalla proposta di matrimonio di Mamoru e finalmente aveva saputo la data decisa dal suo futuro marito.

"Allora biondina, tutto ok? "

" Ciao Seiya!! " Lo abbracciò stringendolo.

" Ehi, lasciami intero, ti prego. "

" Scusa, hai ragione. Ero solo contenta di vederti. "

" Beh, dal tuo anulare direi che va tutto bene. Allora, racconta! "

" Ci sposiamo. Tra poco più di un mese. "

" Cosa?! " Seiya era sbalordito. Ma contento: si era reso conto che solo Mamoru poteva rendere Usagi veramente felice e quindi, dopotutto, era felicissimo che i due convolassero a nozze.

" Eh, già caro. Il 3 agosto diventerò la signora Chiba. "

" Sono contento, davvero!! "

" Anche io. Non sarà difficile dimenticare, ma ci devo riuscire. Non esiste la mia vita senza di lui. "

" Ok, ho capito. Mi devo scordare le lezioni di ballo allora! "

" Ma neanche per sogno. Quelle le continuiamo! Siamo diventati dei campioncini! "

In quel momento entrò l'insegnante e Usagi si preparò a seguire la lezione, anche sapeva già che non l'avrebbe seguita più di tanto a causa di tutti i pensieri che aveva per la testa.

" Ah, Usagi, a proposito... " Le sussurrò Seiya.

" Dimmi "

" Buon compleanno tesoro! "

La ragazza gli sorrise: non ci poteva credere: si era completamente dimenticata che quel giorno, 30 giugno, era il suo compleanno!

" Grazie! "

" Te n'eri scordata, vero? "

" Ehm... In effetti sì. "

Seiya scosse la testa divertito e si mise a seguire la lezione, subito imitato da Usagi, che però si distrasse subito e si mise a guardare fuori dalla finestra dell'aula,verso il giardino dell'ateneo,  cullandosi nei suoi pensieri.

Dopo mezz'ora si sentì bussare alla porta.

" Avanti. " Disse l'insegnante.

" Devo consegnare questo alla signorina Tsukino "- disse un ragazzo mostrando un meraviglioso nonchè enrome mazzo di rose rosse.

Usagi, paonazza, si alzò e prese i fiori dal fattorino; lo ringraziò e si avviò di nuovo verso il suo posto accompagnata dagli sguardi inebetiti di alcuni compagni e dal bisbigliare di altri.

Aprì la bustina a lei indirizzata e lesse il bigliettino.

 

"Auguri signora Chiba.

 Ti amo.

 Mamoru "

 

Sorrise. Ogni volta che la chiamava così sentiva il suo cuore battere all'impazzata. Con sguardo sognante si voltò di nuovo verso la finestra e lo vide, seduto su una panchina. Lui le mandò un bacio e lei non capì più nulla.

" Seiya, io me ne vado! "

" Ma usagi, la lezione non è finita! "

" E chi se ne frega?! C'è Mamoru qua sotto! "

" Sei incorreggibile! "

" Ciao stellina!! Prendi appunti anche per me! "

Uscì dalla classe come un razzo, volò giù per le scale e, giunta in giardino, con le rose in mano, si lanciò verso il suo ragazzo.

" Grazie amore!! Non dovevi! " Gli disse gettandogli le braccia al collo.

" Invece sì. Per la mia principessa, questo e altro. "

" Sai, non credo di resistere fino al 3 agosto! "

" E invece devi. Sarà il mio regalo di compleanno. "

" Uffa! "

" Dai, non fare la bambina. Arriverà prestissimo, te lo assicuro. Ora, sei pronta? Oggi dedicherò la mia giornata a te: faremo tutto ciò che tu desideri. "

" Io ho già tutto ciò che desidero, è qui accanto a me. "

Lo baciò e lo prese per mano.

Ne era certa: Sarebbero stati insieme per sempre.

 

 

 

 

La mia prima ff è terminata. Spero di non aver deluso nessuno con questo finale. Ringrazio tutti coloro che mi hanno recensito e commentato!

Ho già in mente un'altra fanfic ma non so esattamente quando la riuscirò a scrivere!!

Ancora grazie a tutti!

Giulia

 

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