My Sunshine

di lupacchiotta89
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Ritorno a La Push ***
Capitolo 3: *** Vecchi amici ***
Capitolo 4: *** Riflessioni ***
Capitolo 5: *** Paura e triangolo. Che bell'affare ***
Capitolo 6: *** Lavoro ***
Capitolo 7: *** Il cuore esplode su di noi ***
Capitolo 8: *** il risveglio dopo il calore ***
Capitolo 9: *** Se l'inferno è caldo, La Push è rovente ***
Capitolo 10: *** Fuori uno, avanti l'altro ***
Capitolo 11: *** Sorpresa ***
Capitolo 12: *** Sai mantenere un segreto? ***
Capitolo 13: *** Sai mantenere un segreto? II parte ***
Capitolo 14: *** Imprinting ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Salve a tutti :D, Questa è la seconda fic che pubblico, quindi spero di non combinare un disastro totale. Fatemi sapere cosa ne pensate,se vi piace, se ci sono errori di cui non mi sono accorta o anche se non vi piace e perchè! (le critiche educate servono sempre XD) Baci a presto!
 
 
Prologo
 
 
 
Mi trovavo in una stanza buia, non avevo idea di dove fossi, sentivo a malapena il rumore delle gocce infrangersi sul metallo...Tubature.
Cominciai a camminare alla cieca, conscia che sarei potuta cadere e rompermi qualcosa, ma non mi importava, dovevo uscire da lì e al più presto...
Stavo percorrendo un corridoio, ma continuavo  a  non capire dove fossi.
Mi sentivo osservata, violata, una sensazione orribile che si era insinuata in me fin dal primo passo che avevo mosso.
Camminavo un pò più velocemente e ascoltando bene , si udivano dei passi dietro di me.
Adesso non camminavo più, correvo.
Ma la luce ancora non si vedeva, un lieve chiarore si era soltanto espanso nel lungo corridoio.
Mi girai e poi li vidi. Due occhi rossi, che brillavano al buio.
Due occhi che mettevano paura ad un solo sguardo.
Gli occhi di un vampiro. 

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Capitolo 2
*** Ritorno a La Push ***


Buonasera! Ho deciso di postare il primo capitolo visto che era già pronto anche se è corto :S, beh Helen sta tornando a casa finalmente! Baci a presto spero vi piaccia :)



Ritorno a La Push


Mi ero appena svegliata e una luce fortissima colpì i miei occhi
<< Buongiorno bella addormentata! >>
Il mio amico Chet, un ragazzo piuttosto massiccio, con i capelli neri perennemente davanti agli occhi, di un verde brillante, teneva in mano una lampadina a dinamo puntata sul mio viso
<< Ehi! togli quella cosa dai miei occhi, mi stai accecando! >> dissi infastidita dalla potenza della luce
<< Helen, ho dovuto farlo, è da mezz'ora che provo a svegliarti ma tu non volevi proprio saperne. Farai tardi all'aeroporto! >> rispose stendendosi nuovamente a letto
<< oh cavolo! me ne ero dimenticata! che ore sono? >> chiesi in preda al terrore di perdere l'aereo.
In risposta Chet mi tirò l'orologio da polso in faccia.
<< Oh no, no no no! Manca un'ora alla partenza e io sono ancora qui! >> così dicendo mi alzai subito dal letto e andai a sciacquarmi il viso. La valigia era quasi pronta mancava solo lo spazzolino da denti.Afferrai tutto con foga e mi diressi verso la porta di casa
<< Ciao Chet, ci sentiamo appena arrivo! >> urlai. In risposta ebbi un grugnito e un " ciao " biascicato.
Chet era il mio migliore amico, avevamo una casa in affitto insieme a Josie, la mia compagna di classe, e JD, il suo ragazzo.
Il fatto che non venissero a salutarmi non mi disturbava, visto che la sera precedente mi avevano organizzato una festa d'addio e mi avevano portata in aeroporto fingendo di salutarmi come le vecchiette in lacrime. Tutti avevano trovato un lavoro partime o erano iscritti a qualche college prestigioso, mentre io, stavo tornando nel posto in cui ero nata, la mia adorata riserva di La Push, a fare cosa non lo sapevo ancora.
Mi ero trasferita a New York, perchè volevo provare esperienze nuove, volevo respirare l'aria della grande mela e mi era piaciuto così tanto che ero rimasta lì per continuare i miei studi e perchè non volevo lasciare le amicizie trovate. La riserva però mi mancava, quindi avevo deciso di tornare a casa, rivedere la mia famiglia e magari ritrovare qualche vecchio amico perduto.
Il volo fu poco stressante, nonostante odiassi gli aerei e a prendermi venne mio cugino Embry, con la sua auto nuova.
<< Helen! da quanto tempo! >> mi abbracciò forte e mi diede un bacio sul capo, quanto mi erano mancati i suoi abbracci da orso
<< Embry! mi stai stritolando - dissi ridendo - lasciami o a casa tornerò come spezzatino di carne! >>
Mi mise giù e mi squadrò dalla testa ai piedi << Sei cresciuta tantissimo, ti ricordo quando eri ancora un metro e tanta voglia di crescere! >>
<< Non è che sia poi così alta, ma qualche centrimetro l'ho preso anche io. Tu piuttosto! Guardati sei un gigante! >>
Era altissimo, avevo dimenticato quanto i ragazzi della riserva diventassero enormi.
Dopo i vari saluti e le classiche domande, finalmente salimmo in auto, pronti a partire verso La Push. La musica allo stereo era alta ed Embry cantava, mentre io mi godevo il paesaggio che mi era tanto mancato. Alberi, distese verdi infinite, la pioggia e le nuvole, il familiare freddo, tutte cose che avevo lasciato per la caotica New York.
Mandai un sms a Chet avvisandolo del mio arrivo, come promesso, e lui rispose scrivendo che già gli mancavo. Povero Chet, aveva una cotta per me da quando ci eravamo conosciuti, peccato che, per quanto stessi bene in sua compagnia, non era scattato nulla.
Arrivammo a La Push più in fretta di quanto mi aspettassi. Rivedere la mia vecchia casa mi mise addosso una certa malinconia che continuò a perseguitarmi per il resto della giornata.
Embry mi aveva invitata ad una serata con vecchi amici, ma prima dovevo sistemare almeno un pò le mie cose, riprendere fiato e soprattutto stare con i miei genitori che non vedevo da un anno. Spesso erano venuti a trovarmi a New York, perchè io avevo paura che tornando a casa sarei voluta rimanere e non volevo cedere alla nostalgia. Quindi entrai dalla porta sul retro, la chiave era sempre sotto lo zerbino, mi mossi quatta quatta per fare una sorpresa alla mia famiglia.
<< Sono tornata! >> urlai dalla cucina
Sentii dei movimenti e delle voci dal salotto << Tesoro sei qui? >>
mia madre venne ad abbracciarmi subito e mio padre mi diede un bacio sulla guancia, felice che la sua bambina fosse tornata a casa
<< Quanto pensi di rimanere tesoro? >> chiese mia madre afferrando una tazza di tè
Sorrisi, loro non sapevano nulla della mia decisione << Ma.. non saprei...penso che ...rimarrò per molto tempo >>
<< Non tornerai a New York? >> disse mio padre con un sorriso enorme stampato sul viso
<< No! >> risposi e lo abbracciai << Ora vado a sistemare un pò di cose e poi.. ecco Embry mi ha invitata ad uscire con i vecchi amici, posso andare o preferite che rimanga? >>
<< Certo che puoi tesoro, non preoccuparti, vai e divertiti >> disse mia madre sorseggiando il tè.
Il ritorno a casa, fin ora, era stato un grande successo, sicuramente la scelta giusta.

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Capitolo 3
*** Vecchi amici ***


Buonasera a tutti, ecco il secondo capitolo, diciamo che l'inizio non sembra chissà che XD ma tutto verrà a tempo debito! muahahah.
Ringrazio:
Mafe e Miri, per aver aggiunto la storia ai preferiti :)
 tamakisskiss che l'ha inserita tra le seguite :)
e anche chi legge senza commentare :D, spero che qualcuno mi dica cosa ne pensa anche se il giudizio dovesse essere negativo.
Adesso non vi annoio più vi lascio al capitolo! baci a presto!




 Vecchi amici


Dopo una doccia calda e rilassante, mi gettai sul letto a pancia in su e cominciai a scrutare il soffitto bianco.
Una leggera brezza fredda, venne a stuzzicare le mie braccia scoperte dalla maglietta a mezze maniche
e ricordai di non essere più a New York.
A La Push c'era freddo e anche tanto, per cui aprii la valigia e afferrai un maglioncino blu scuro per coprirmi meglio.
Quando guardai l'orologio e notai che ero in ritardo nella mia tabella di marcia, mi alzai di botto.
Purtroppo per Embry, ero lenta a prepararmi e avrebbe dovuto aspettare.
Poco dopo sentii infatti suonare il campanello di casa, era arrivato.
Decisi che per non perdere tempo avrei tenuto il maglioncino blu, avrei indossato i pantaloni neri che avevo posato sulla sedia appena arrivata e avrei messo gli anfibi, ricordando quanto alcune zone potessero essere fangose dopo la pioggia.
<< Tesoro? Embry è arrivato! >> chiamò mia madre dal salotto
<< Ehm si, un attimo >> urlai. Dovevo ancora truccarmi.
Cercai di fare il più in fretta possibile, ma i miei capelli erano intrattabili, tutti annodati, con ciuffi che uscivano da ogni lato. Dopo essermi resa presentabile mi guardai allo specchio e vidi l'immagine riflessa di una ragazza
con i capelli lisci, di un nero splendente, gli occhi neri, truccati abbastanza bene da farli risaltare, e le labbra piene con un velo di lucidalabbra.
Tutto sommato ero a posto, quindi afferrai la borsa e scesi in fretta e furia le scale.
<< Helen, sei sempre la solita! >> mi schernì Embry
Arrossii << Scusa, solo che i miei capelli erano terribili, ho dovuto faticare per sciogliere tutti i nodi >>
<< Dai andiamo, gli altri ci stanno aspettando >>
Salutai mamma e papà e mi diressi con Embry verso la spiaggia.
<< Chi ci sarà ad accogliermi? >> ridacchiai
Si guardò attorno con aria innocente << Sorpresa >>
<< Come mai tutto questo mistero? >> chiesi curiosa.
Non rispose e la cosa mi rendeva ansiosa, chi poteva esserci di così tanto importante? non mi veniva in mente nessuno.
Arrivammo in spiaggia e notai subito un enorme falò che troneggiava al centro di un angolo con tante tovaglie attorno.
Mi sentii subito meglio, quell'aria mi era così familiare...
<< Ragazzi! Helen è tornata! >> gridò Embry
Vidi arrivare dei ragazzoni altissimi e poi Leah Clearwater con un sorriso raggiante avvicinarsi a me
<< Ehi!!! Come va la vita Newyorkese!? >> disse abbracciandomi
<< Benissimo Leah, grazie. Ma quanto sei diventata alta! >> possibile che tutti nella riserva crescessero a dismisura?
<< Ehi Helly! Da quanto tempo, quasi non ti riconosco >> Jacob Black, il mio compagno di avventure, venne a salutarmi con un bacio sulla fronte.
Era cresciuto così tanto..Eppure era più piccolo di me.
Poi arrivò Quil Ateara << Ehilà! Bentornata! >>
lo abbracciai forte, in quel momento mi sentivo felice, tutti i miei amici erano lì e io non chiedevo di meglio.
Embry mi presentò Jared e la sua ragazza Kim.Poi arrivò il turno di Emily e Sam.
Tutti gli stavano attorno come se fosse il capo del gruppo, questa cosa mi irritò leggermente.
<< Purtroppo manca Paul, non so dove sia, lo conoscerai in un'altra occasione >> disse mio cugino, guardando Sam e ricevendo uno sguardo d'intesa.
Che fastidio!
<< Bene allora che ne direste di rivangare il passato? E' da troppo che non parliamo sediamoci davanti al fuoco >> disse Jacob avviandosi verso il falò.
Che cosa terribile, troppi episodi imbarazzanti da ricordare, solo dopo capii perchè Embry era stato così vago nel dirmi con chi ci saremmo visti
<< Ricordi quando venivi da me e giocavamo a nascondino insieme? E quando abbiamo fatto la gara a chi mangiava più velocemente la pizza e dopo tu hai vomitato? >>
Jacob stava ricordando troppo, mi vergognavo da morire, perchè lui era il mio migliore amico, quindi la maggior parte del tempo la passavo con lui e con Leah.
Lei sapeva ciò che io avevo rivelato a Jake solo il giorno prima di partire.
Io avevo avuto una cotta per lui e mi vergognavo da morire nel guardalo.
Passai tutta la sera a ridere, arrossire, mangiare marshmallows e a raccontare la vita di New York.
Poi quando crollai dal sonno sulla tovaglia Jacob mi prese in braccio e mi portò a casa insieme ad Embry.
Ricordavo solo di aver aperto gli occhi un istante, e di aver visto il sorriso luminoso di Jacob.

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Capitolo 4
*** Riflessioni ***


Beh, buon sabato pomeriggio! cosa farete oggi di bello? io dovrei avere una festa di compleanno XD.  Ho avuto qualche problemino con questo capitolo, mi scuso se è un pò corto, in realtà non mi piace granchè, si può dire che la storia stia cominciando adesso e che in realtà non è come sembra. Muahahahah bhe smetto di rompervi le scatole e vi lascio al capitolo. Mi piacerebbe che qualcuno mi dicesse cosa ne pensa, ne sarei molto felice, baci a presto!
 
 
Riflessioni 
 
Mi svegliai con la luce del sole che proveniva dalla finestra che avevo sbadatamente lasciato aperta.
Cosa? Sole? C'era veramente il sole a La Push? Rimasi sorpresa da quell'avvenimento, pochissimi giorni all'anno, c'erano delle belle giornate, che fortuna, sarei potuta andare in giro con vestiti più leggeri.
Dovevo assolutamente andare  a fare shopping, praticamente il mio armadio era pieno di magliettine leggere e due o tre maglioncini, non sarei sopravvissuta con quell'abbigliamento.
Scesi a fare colazione e poi mi preparai per uscire. Avrei chiesto a Leah di venire con me a Seattle.
Le mandai un sms, aveva bisogno di mezz'oretta per prepararsi, quindi andai da lei e mi sedetti sulla panchina fuori casa sua ad aspettarla.
Cominciai a pensare alla serata precedente. Dovevo analizzare un pò di cose.
Da piccola ero cotta di Jake, ma mi era passata...forse. Ok, rivederlo avera risvegliato in me qualcosa, mi piaceva per il suo modo di scherzare, per come ogni volta che ero triste veniva a consolarmi, per come mi guardava ogni volta che mi arrabbiavo, ma era passato troppo tempo e il giorno in cui gli rivelai i miei sentimenti non mi dette risposta in un certo senso.
Lo ricordo ancora, fu una delle esperienze più brutte della mia vita
<< Ehi Jake >> lo chiamai torturadomi le mani 
<< Dimmi Helly >> disse lui sedendosi accanto a me. 
Mi vergognavo da morire e Leah che sapeva cosa avrei combinato di li a poco mi guardò incoraggiante
<< Ti va di fare una passeggiata? >>  chiesi titubante, non ero sicura di riuscire a confessargli i miei sentimenti
<< Certo >> 
Passeggiammo a lungo e per tutto il tragitto non feci altro che arrossire e biascicare parole senza senso fino a quando, mi prese il volto tra le mani e avvicinò il suo viso al mio
<< Cosa c'è che ti turba? Sai che puoi fidarti di me >> disse con quegli occhi terribilmente profondi, appoggiando la testa sulla mia.
Non potevo farcela. Ma dovevo farlo..
<< Beh, ecco.. io >> balbettai << io... >>
Chiusi gli occhi col viso in fiamme << Io ti amo Jake >> 
Pietoso, visto che dopo avergli detto che lo amavo ero scappata come un coniglio, lasciandolo lì con una faccia stupita.
Le settimane successive, le prime a New York, le passai ripetendo a me stessa quanto fossi stata stupida, nel rivelarglielo scappando subito dopo, nel farlo la sera prima della mia partenza e non essendomi fatta più sentire. 
Ciò che mi rendeva più nervosa era il fatto che lui sicuramente ricordava tutto e il fatto che per la mia festa di "bentornata" non avesse dato segno di disprezzo nei miei confronti mi irritava. Che avesse dimenticato? non era possibile o forse si.
Che in realtà non si fosse mai arrabbiato con me? possibile anche questo.
La testa mi girava per tutti quei pensieri che mi tormentavano e fortunatamente poco dopo uscì Leah dalla porta d'ingresso e venne a salutarmi
<< Ehi Helly sei pronta? >> mi chiese. Qualcosa nella mia espressione le fece capire che non ero molto allegra.
<< C'è qualcosa che non va? >> domandò piegando la testa verso di me
<< In realtà stavo pensando a Jake >> 
<< Non mi dire che sei ancora innamorata di lui!?! >> mi guardò sgranando gli occhi
<< Non proprio >> risposi biascicando << Beh forse >> confessai
Leah si sbattè una mano sulla fronte << Ma cosa devo fare con te? su vieni parleremo al centro commericale >>
Non ci fu molto di cui parlare, anzi volevo evitare di parlarne.
Jake era storia vecchia ed io dovevo farmene una ragione, visto e considerato che a lui piaceva un'altra ragazza.
Una certa Isabella Swan.   
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 5
*** Paura e triangolo. Che bell'affare ***


Buon pomeriggio!! Ecco qui il quarto capitolo. Spero tanto che vi piaccia!
Ringrazio
mony_voltura
tamakisskiss
VINCI84 
per aver inserito la storia tra le seguite :)
Mafe e Miri per averla messa tra i preferiti
e Sweet Honey : grazie per il commento, sono felice che la storia ti interessi e che ti piaccia il mio modo di scrivere. Spero che continuerai a seguire la storia baci <3
 
Buona lettura baci a presto
Marty



Paura e triangolo. Che bell'affare
 
 
Tornata a casa, dopo il proficuo shopping con Leah, decisi di farmi una doccia calda, per lavare via i brutti pensieri e la delusione che si era fatta strada nel mio cuore.
Era ovvio che Jake fosse andato avanti, era ovvio che dopo il mio comportamento non avrei potuto mai interessargli.Mi diedi per l'ennesima volta della stupida.
L'acqua calda sciolse i miei nervi e mi ritrovai ad essere più rilassata. Mi sedetti sul letto con i capelli bagnati e cominciai a pensare a cosa dovevo fare, perchè qualcosa dovevo pur farla. 
Prima di tutto dovevo trovare un lavoro, che fosse a La Push,a Forks o a Seattle. 
Seconda cosa, dovevo togliermi dalla testa Jake, ero arrivata solo da un giorno con chissà quale pretesa e non era di certo una cosa positiva.
Terza cosa dovevo immediatamente asciugarmi i capelli o mi sarei presa l'influenza.
Dopo aver sistemato i vestiti ed aver bevuto una cioccolata calda Embry venne a farmi visita
<< Helly, cosa fai stasera? >> mi domandò
<< Niente di particolare, cosa hai in mente? >> 
Si sedette accanto a me << Si pensava di andare a vedere un film >>
Valutai la proposta, soffermandomi sulla possibile presenza di Jacob.
Io e lui al buio in un cinema, io col cuore a mille e lui completamente per i fatti suoi. 
<< Ci sarà Leah? >> speravo ardentemente in un si.
<< No, saremo io, Quil, Jacob e Bella, una sua amica >> 
No. Io, Jake ed Isabella? certo certo, il destino voleva farsi beffa di me?
Avevo forse una grande insegna luminosa, lampeggiante sulla fronte che diceva " Sono stupida" ? 
<< Non so che dirti, in realtà domani mattina volevo andare un pò in giro per cercare un lavoro, non vorrei stare fuori fino a tardi >> modalità scusa on.
<< Non preoccuparti, torneremo presto! >> 
Quanto entusiasmo per uno stupido film.
Quanto entusiasmo per portare a spasso Jacob e Bella.
Perchè non facevo altro che cacciarmi nei guai? Potevo rifiutare con un cugino così insistente? ovviamente no. 
<< Ok, vado a prepararmi >> mi arresi.
Cercai di vedere il lato positivo della cosa. Non ne trovai nemmeno uno. 
Con aria sconfitta e affranta mi avviai verso casa di Jake. Saremmo andati a Seattle con la sua auto.
Che bell'affare. 
<< Su Helly sorridi un pò! Cosa c'è che non va? >> mi chiese Embry con aria preoccupata
<< Niente niente, solo qualche pensiero di troppo >> 
Arrivati a casa di Jacob l'atmosfera diventò ancora più cupa, almeno da parte mia.
<< Forza ragazzi, andiamo a prendere Bella e poi dritti a Seattle! >> disse Jake tutto euforico. 
La gelosia mi stava avvelenando il sangue, non potevo ridurmi così per un... un amico.
Non ci volle molto per arrivare a Forks e notai subito la macchina della polizia posteggiata nel vialetto.
<< Ciao a tutti >> disse Isabella entrando in macchina nel posto accanto al guidatore.
<< Ciao sono Helen Call. piacere >> le strinsi la mano cercando di mostrare entusiasmo. 
<< Oh tu sei la cugina di Embry? >>
<< Già >> dissi voltando la testa verso il finestrino.
Così partimmo alla volta del grande cinema di Seattle, a vedere non so cosa.
A fine del primo tempo non ce la feci più e uscii dalla sala. Jacob mi seguì ridendo
<< Helen! dai, non fa così paura, non scappare torna qui >> mi rincorse fino al marciapiede
<< Io non entro nemmeno se dovessi trascinarmi per i capelli! >> urlai.
Odiavo gli horror, mi mettevano troppa paura addosso e la notte non riuscivo a dormire.
Avrei passatto sicuramente una nottataccia 
<< Dai Hel, se entri ti tengo la mano tutto il tempo e quando c'è qualche scena che non ti piace puoi abbracciarmi! >> mi implorò continuando a ridere
Ci pensai. Quale occasione migliore di questa?
Annuii con la faccia spaventata e lo presi per mano. Era bollente.
<< Jake ma non è che hai la febbre? >> gli chiesi preoccupata
<< No, sto benone, stai tranquilla, ora andiamo o ci perderemo il meglio >>
A quella frase il mio cuore perse un battito e feci fatica a deglutire. Sarei morta di paura, lo sapevo già.

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Capitolo 6
*** Lavoro ***


Buongiorno a tutti! ecco il quinto capitolo. La nostra cara Helly si immerge nella ricerca di un lavoro, lo troverà? 
Vi lascio alla lettura del capitolo, visto che anche io sto cercando un lavoro disperatamente XD speriamo bene.  Un grazie enorme a tutti quelli che mi seguono e che hanno inserito la storia alle preferite. E' una gioia vedere che a qualcuno piace, visto che inizialmente, pensavo che non gliene fregasse niente a nessuno
 
Un bacio enorme a Jake love che ha commentato i capitoli della storia  rendedomi la ragazza più felice del pianeta :)  Spero ti piaccia anche questo capitolo. Sto provvedendo, per prossimi chap, a renderli un pò più lunghi perchè mi sono accorta anche io che alcuni sono veramente corti.  Ho già scritto il sesto e spero che la sorpresa ti piacerà :D 


Ora smetto di rompere le scatole, baci a tutti e se qualcuno vuole dirmi cosa ne pensa sono ben accette anche critiche costruttive ed educate! 
baci al prossimo chappy

Marty




 Lavoro
 
 
Dopo una serata ricca di suspence, strilli e pianti stupidi, mi ritrovai in macchina, accanto ad Embry con il finestrino aperto e l'aria gelida che mi scompigliava i capelli. 
Tutto sommato non era stato poi così terribile, la seconda parte del film ovviamente.
Ero rimasta tutto il tempo abbracciata a Jake, stringendogli la mano con il cuore a mille. 
Bella era ancora in macchina con noi e non aveva spiccicato parola. Si guardava intorno come se qualcosa la perseguitasse e scambiava sguardi d'intesa con Jacob. 
Quando arrivammo davanti casa sua notai una volvo argentata, posteggiata accanto all'auto della polizia, e un ragazzo pallido, con i capelli ramati seduto sulle scalinate dell'ingresso.
<< Beh ciao Bells, fai attenzione >> disse Jacob salutandola. 
<< Ciao >> dissimo in coro io, Embry e Quil. 
Non appena ci fummo allontanati, le mie domande partirono come un fiume in piena.
<< Chi era quel cadavere che aspettava Bella? >> chiesi
<< Il suo ragazzo, Edward Cullen >> 
Fu l'unica risposta che ricevetti e neanche molto garbata. Forse avevo ancora qualche possibilità anche se si vedeva lontano un miglio che Jacob gli avrebbe staccato la testa volentieri.
<< Ma non vi sembra strano che sia così pallido? Sembra un vampiro, un morto o non so che altro >> 
Tutti nell'abitacolo si irrigidirono
<< Ma cosa vai blaterando! >> ridacchiò Embry per smorzare la tenzione
<< I vampiri non esistono, probabilmente sarà mezzo albino o che so io, magari a qualche malattia alla pelle >> continuò Quil. 
Da Jacob il silenzio più assoluto.
<< Sarà, ma mette paura, non mi ci avvicinerei nemmeno di un passo, anche se è un bellissimo ragazzo >> insistetti
<< Possiamo smettere di parlare di quel succh... di Cullen? >> disse Jake visibilmente irritato.
<< Succh che? >> 
<< Niente niente >>
Jacob sembrava sempre più irritato, quindi smisi di provocarlo. 
Bella era fidanzata, con un ragazzo strano ma bellissimo. Avevo più che una possibilità.
Mi rallegrai all'istante e chiusi gli occhi stanca della serata con un sorriso sulle labbra.
 
Mi rigirai su qualcosa di troppo morbido, per credere di essere ancora in macchina, infatti ero sul mio letto.
Possibile che in tutte e due le uscite con Jake, mi fossi addormentata? che stupida!
Balzai giù dal letto come una furia non appena vidi che erano le undici del mattino.Dovevo assolutamente sbrigarmi, cercare un possibile lavoro e andare da Leah.
Le avevo promesso che le avrei raccontato tutto. 
Girai un pò Forks, perchè mi ero resa conto che Seattle era un pò troppo distante per i miei gusti, anche se avrei avuto sicuramente più possibilità. 
Fortunatamente in uno dei miei giri disperati, scorsi un grazioso negozietto di arte.
Era ciò che faceva al caso mio, avendo studiato arte a New York.
Entrai un pò titubante e lo scampanellio della porta mi fece sobbalzare
<< C'è nessuno? >> chiesi.
Non ebbi risposta. 
Esaminai i vari quadri, alcuni anche molto famosi. I piccoli oggetti in vetro soffiato, brillavano colpiti dalla luce e le porcellane erano liscissime al tatto.
Tutto sommato il negozio mi piaceva molto. 
Perciò chiesi nuovamente << C'è nessuno? >> 
Questa volta uscì una donna anziana dal magazzino con un sorriso luminoso
<< Salve, mi chiamo Helen Call >> le strinsi la mano
<< Oh salve, ma che bella signorina. Posso aiutarla? >> chiese dolcemente
<< Beh ecco. Il suo negozio mi piace molto e stavo cercando un lavoro. Ho studiato arte a New York e mi piacerebbe molto se lei mi assumesse >> 
A dire il vero mi vergognavo un pò ad essere così sfacciata da presentarmi all'improvviso e chiedere di essere assunta, ma era l'unico modo.
<< Ah, allora ho davanti una persona che se ne intende. Dimmi cara, hai la passione per l'arte? >> strizzò gli occhi e cominciò ad armeggiare sotto il bancone
<< Beh si. L'idea di lavoro che mi ero fatta c'entrava con l'arte per cui mi ritengo fortunata ad aver trovato questo negozio >>
<< Capisco, allora facciamo così. Voglio fidarmi perchè mi sembri una brava ragazza. Vieni in negozio domani pomeriggio alle quattro e ti dirò cosa fare >> sorrise
<< Grazie mille! Lei è veramente gentile! >>
<< Oh figurati, dammi del tu e chimami pure Elizabeth, cara. A domani >> mi salutò
<< A domani Elizabeth, grazie ancora! >> 
 Così uscii con un enorme sorriso sulle labbra diretta verso La Push.

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Capitolo 7
*** Il cuore esplode su di noi ***


Buon salve!!!! sono tornata dal mio minuscolo viaggetto, che non si può chiamare proprio viaggetto, a Mazzara XD Sono stata senza computer e con una voglia incredibile di pubblicare questo capitolo :D.
Ringrazio chi ha inserito la storia tra i preferiti e tra le seguite
e un grande bacio a Jake love e Helen Cullen per le recensioni. 
Questo capitolo è dedicato a Jake love, visto che ama  Jacob XD 
Beh spero che vi piaccia e che si notino i cambiamenti che volevo fare
fatemi sapere cosa ne pensate! Bacissimi a presto!



Il cuore esplode su di noi


 
Parlare con Leah mi aveva fatta sentire meglio. Una sana chiacchierata tra amiche era quello che ci voleva per smuovermi un pò.
<< Grazie Leah. Sei grande >> l'abbracciai
<< Figurati Helly, sai che puoi contare su di me per qualsiasi cosa >> 
<< Adesso però passiamo alle cose allegre! Ho un lavoro! >> annunciai con entusiasmo
<< Cosa? Ma quando..? >> boccheggiò
<< Stamattina, sono andata a Forks e ho trovato un negozio molto carino di arte e.. beh Elizabeth mi ha assunta subito! >>
Leah mi abbracciò saltellando << Dobbiamo festeggiare! >>
<< Cioccolata calda? >>  chiesi
<< E cioccolata sia! >> rispose.
Poco dopo sentimmo un ululato squarciare il sereno di quel momento
<< Ma cosa? Ci sono lupi anche di giorno? >> chiesi allarmata.
<< No beh, cioè si. Scusami, devo andare Hel, ci sentiamo più tardi >> disse Leah e mi diede un bacio rapido sulla guancia, per poi scappare a velocità supersonica. 
Non ebbi nemmeno il tempo di provare a fermarla. Ma cosa voleva fare? Non aveva sentito l'ululato? 
Uscii da casa di Leah e tornai da me. Provai a chiamare Jacob, ma non rispose, Embry, Quil, ma non ebbi risposta neanche da loro. 
Stavo cominciando a preoccuparmi e per una buona mezz'ora percorsi il perimetro della mia stanza avanti e indietro.
Calciai qualche vestito verso il tappeto nero accanto al letto.
Presi il mio pupazzo antistress ma niente, l'angoscia mi tormentava. 
Scesi le scale velocemente, uscii fuori con tutta la convinzione che possedevo, ma rientrai poco dopo sconfitta dalla paura.
Non era vero che i lupi non attaccavano gli umani, come avevano detto i miei genitori prima di uscire di casa, ne ero io una testimonianza e ancor di più le cicatrici sulla mia schiena.
Quattro enormi graffi troneggiavano imponenti sul lato destro della mia colonna vertebrale.
Fortunatamente le ferite non erano profonde, soltanto perchè Jake era riuscito a salvarmi in tempo.
Stavamo giocando a nascondino, vicino al sentiero del bosco. Fui così stupida da nascondermi dentro una piccola grotta. 
Non pensavo di trovare qualcosa ma mi sbagliai e finii sotto le zampe di un lupo grigio affamato.
Soltanto le mie urla disperate riusciro a guidare Jake da me.
Scossi la testa per scacciare via i ricordi e andai in cucina a prendere un bicchiere d'acqua.
Se Leah era scappata in quel modo c'era un motivo, dovevo soltanto fidarmi di lei.
Mi addormentai sul divano di pelle nera comprendomi con il vecchio plaid arancione che mi era stato regalato molti anni prima da mia zia, la mamma di Embry.
Qualche ora dopo sentii bussare alla porta di casa.
Mi alzai di soprassalto, sperando che Leah fosse tornata invece mi ritrovai Jacob completamente zuppo sulla soglia di casa e con l'aria tormentata
<< Jake ma che ti è succ... >> non riuscii nemmeno a finire la frase che subito mi strinse a se e scoppiò in lacrime sulla mia spalla.
<< Jake non preoccuparti, sediamoci dimmi cosa ti è successo >> dissi io guidandolo verso camera mia
<< Scusa Hel, non volevo farti preoccupare, è passato ora sto meglio >> disse sedendosi sul letto troppo piccolo per uno della sua stazza
<< Vuoi parlarne? siamo amici no? >> lo incoraggiai. Mi faceva male fisicamente vederlo in quello stato, avrei fatto di tutto pur di farlo sorridere
<< Devi perdonarmi... >> mi disse coprendosi gli occhi
<< Ma di cosa Jake? Tu non hai fatto niente! >> non capivo, perchè si stava scusando?
<< Esattamente. Io non ho fatto niente, per fermarti quel giorno >>
Cominciai ad intuire a cosa si riferisse e un lieve rossore imporporò le mie guancie
<< No, non preoccuparti non devi chiederm.. >>
Mi interruppe << Invece si >> si alzò dal letto e venne verso di me
<< Sono stato un idiota, avrei dovuto seguire il mio istinto e fermarti quel giorno. Ma non l'ho fatto perchè ero pietrificato. Sono rimasto nel bosco per almeno un'ora e quando sono tornato, Leah mi ha dato un pugno sulla spalla e mi ha detto che eri andata a casa >>
<< Aspetta un attimo. Mi stai dicendo che.. >>
<< Si >> rispose senza sentire la domanda ovvia che gli avevo appena posto
<< Quindi, tu adesso..io ti piaccio? >> tentennai.
Il cuore mi batteva a mille cercando di uscire dal petto. Non potevo crederci.
Erano passati anni da quell'episodio e lui ancora ci pensava. Come poteva tormentarsi per una cosa successa troppo tempo prima? Perchè tutto ad un tratto si era pentito ed era venuto a bussare alla mia porta in lacrime? 
<< Ecco... Diciamo che rivederti non mi ha lasciato del tutto indifferente. Parlarti, starti vicino in questi due giorni, mi ha fatto sentire strano >> disse aggrottando le sopracciglia
<< Non vorrei sembrarti una ficcanaso ma... Bella? Non sei innamorato di lei? >> chiesi col cuore in gola e uno svenimento pronto a farmi capitolare sul pavimento.
Isabella Swan, la sua pupilla a detta di Leah, dimenticata in così poco tempo?
Una smorfia attraversò il suo viso. Abbassò lo sguardo.
<< Lei, non c'entra. Lei non è chi credevo che fosse. Mentre tu, tu sei sempre te stessa. Solare, divertente, timida, sei come ti ricordavo anzi, sei migliorata ancora. Sono stato uno stupido a non vedere ciò che sapevo già >>
Non seppi che dire. Da un lato il mio cervello urlava " sei la ruota di scorta " e dall'altro invece mi diceva che dovevo cogliere l'occasione al volo.
 Jacob si era dichiarato, mi aveva chiesto scusa, lo vedevo dagli occhi che mi chiedeva di amarlo. 
Ma io lo amavo già. Mi avvicinai lentamente sorridendo e appoggiai la testa sulla sua, diminuendo la distanza tra i nostri visi.
Mi sarei presa ciò che sarebbe venuto, mi sarei goduta la nostra storia, pur sapendo che il suo cuore, infondo, apparteneva ad un' altra.
<< Certo che ti perdono Jake. Sai, dopo quello che è successo anni fa, non ho mai avuto un ragazzo, ci ho provato, ma un angolo della mia testa mi ripeteva il tuo nome costantemente. Credevo di essere riuscita a mettere da parte i miei sentimenti per te, ma rivederti è stato come accendere una miccia, prima o poi il mio cuore sarebbe esploso. Poi ho visto Bella, come la guardavi e mi sono sentita morire. Ma adesso, non so come esprimere ciò che sto provando >> arrossii sempre di più ad ogni parola pronunciata, mi stavo aprendo a lui come un tempo e niente mi rendeva più felice di così.
Lo vidi sorridere e guardarmi con quei suoi occhi profondi. Dopo di che azzerò le distanze tra le nostre labbra
Fu il bacio più dolce, caldo e morbido che abbia mai ricevuto.
Le sue labbra si muovevano sinuose, mi mordicchiò un pò con tormento, ma subito dopo ripresero a danzare con così tanta attenzione,che mi sentii quasi come se fossi fatta di cristallo.
Mi parve che il cuore stesse per esplodere sul serio. Un calore improvviso riscaldò tutto il mio corpo.
Era Jacob. Eravamo noi.

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Capitolo 8
*** il risveglio dopo il calore ***


Scusate se questo capitolo è corto e sinceramente mi fa anche un pò tanto schifo, però mi sono bloccata per un attimo perchè ho avuto dei ripensamenti. Poi ho deciso di lasciare perdere visto che capita che qualche capitolo non piaccia all'autore. In qualunque caso spero che non sia poi così vomitevole. Ho già scritto il prossimo ed è più lungo e soprattutto si comincia a vedere un certo personaggio che ho volutamente tagliato dalla storia per iniziare XD vero Jakelove? XD ma cmq baci al prossimo!
ringrazio tutti , chi legge, chi commenta e chi l'ha messa tra seguite e preferite :D
soprattutto Helen Cullen che mi fa sorridere con le sue recensioni chilomentriche
baci!



Il risveglio dopo il calore



La mattina seguente mi svegliai ancora vestita. Avevo sognato?
Jake era stato davvero in casa mia e mi aveva detto quelle cose?
No, non era stato un sogno. Io e Jake ci eravamo davvero baciati.
Le sue labbra avevano, per davvero, sfiorato le mie.
Ed io mi ero addormentata, dopo aver passato una serata tra coccole e baci, con una serenità che, presto, sarebbe tornata da dove era venuta.
Scesi per fare colazione, trovai mia madre intenta a preparare delle frittelle
<< Buongiorno tesoro, hai fame? >> chiese
<< Si, grazie mamma >> risposi. Poi ricordai di non averle annunciato ancora la novità. Sarebbe stato difficile, ma era ciò che sentivo di fare e la mia mamma, era sempre stata abbastanza comprensiva riguardo al mio futuro.
<< Mamma, ecco ieri, sono andata a Forks e ho trovato un lavoro in un negozio di arte >> dissi
<< Oh ma è splendido tesoro! Quando cominci? >> disse impiattando le frittelle per poi posarle sul tavolo accanto allo sciroppo d'acero
<< Oggi alle quattro. Ma ecco.. volevo dirti anche che, stavo pensando di cambiare casa >> pronunciai le ultime parole con più calma, cercando di non essere troppo euforica nel darle la notizia, nel frattempo presi un piatto di frittelle dal tavolo
<< Ma tesoro, non c'è bisogno di andare a vivere da un'altra parte, puoi rimanere qui >> obiettò, inclinando la testa di lato e sgranando gli occhi
<< Lo so - dissi divorando le frittelle quasi per intero -  è solo che avevo già messo in conto di prendere una casa per me, prima di partire da New York. Ho messo i soldi da parte e proprio ieri ho visto una casetta a Forks, molto carina che posso permettermi >>  misi il piatto sporco nel lavandino e mi avvicinai a lei
<< Scusa se non te l'ho detto, ma non volevo intristirti, verrò spesso a trovarvi anche ogni giorno. Ma non arrabbiarti per favore. Ho bisogno di camminare con le mie gambe, non con le stampelle >> dissi.
L'abbracciai forte, sapevo che anche se non mi avrebbe mai detto un "no" categorico, ci stava male per la mia lontananza
<< Va bene tesoro, ne parlerò io con papà. Ma sappi che se dovessi cambiare idea, la tua stanza è sempre qui, pronta per accoglierti >> mi baciò sulla fronte ed io uscii per recarmi da Leah.
Arrivata, bussai alla porta tre volte, venne ad aprirmi Seth facendo un fracasso infernale
<< Ehi Helen! cerchi Leah? >> chiese
Lo abbracciai e risposi << Si, è in casa? >>
<< Sta ancora dormendo, ma se vuoi la sveglio! >> disse avviandosi verso le scale
<< No, lascia perdere passo più tardi >> feci per andarmene quando sentii dei passi scendere le scale
<< Ehi Seth! cos'è tutto questo casino? Sto cercando di dormire, Sam non mi ha lasciato un attimo di tregua ieri >> Leah aveva appena fatto la sua comparsa
<< Oh ma sei tu Helly, entra pure! - disse afferrandomi per il braccio - e tu cretino di un fratello! perchè non mi hai svegliata subito?!? >>
<< Ma se diventi una furia quando ci provo e poi ti sei anche alzata da sola! >> ribattee Seth indignato
<< Su basta ragazzi, non litigate per me! >> dissi fermando il battibecco
<< Okok. Dimmi, come mai qui a quest'ora? >> chiese Leah sedendosi sul divano
Tentennai. Chissà come l'avrebbe presa.
<< Beh, dovevo dirti una cosa importante e ... >> mi bloccai
<< Smamma Seth! dobbiamo parlare >> sbraitò Leah al fratello
<< Okok! voi donne siete proprio strane, chi vi capisce è bravo. Ciao Helen >> mi sorrise
<< A dopo strega! >> disse rivolgendosi a Leah e facendole una linguaccia.
Mi sentii improvvisamente strana. Mi era balenata un'idea in testa, ma probabilmente era solo una pazzia. E se avessi chiesto a Leah di venire con me? Andai a prendermi dell'acqua e poi finalmente, mi preparai ad annunciare la grande notizia
<< Devo dirti due cose, una forse non ti piacerà, l'altra invece si >> dissi
<< Prima quella cattiva >> disse Leah
<< Ok. Andrò a vivere a Forks -  sputai tutto d'un fiato - e volevo chiederti se ti andrebbe di venire con me >>
La vidi interdetta per un attimo, l'avevo, ovviamente, colta alla sprovvista
<< Mi piacerebbe tanto Hel...ma non posso >> disse affranta. Beh, non è che mi aspettassi proprio una risposta positiva, ma almeno ci avevo provato
<< Beh, fa niente.. Vorrà dire che verrò a trovarti spesso >> sorrisi.
<< Mi dispiace davvero tanto Hel, vorrei ma proprio non posso lasciare mamma dopo quello che è successo >> continuò lei ancora più dispiaciuta
<< Dai, davvero, non preoccuparti. Adesso invece ti do la grande notizia! >> dissi allegra
<< Io e Jake, ci siamo baciati ieri sera! >>
Lei rise << Finalmente! si è deciso quella testa vuota! Non faceva altro che tormentare tutti quanti >>
Rimasi a bocca aperta << Ma come!?! Lo sapevate tutti quanti? >>
Rise ancora di più << Come potremmo non saperlo, non faceva altro che pensare a cosa fare con te in ogni momento, da quando sei arrivata >>
<< A pensare? >> chiesi disorientata.
Leah sgranò gli occhi e ridacchiò agitata << Beh, ce l'ha detto ovviamente, mica gli leggo nel pensiero! >>
<< Certo certo, che stupida che sono >> dissi ridendo.
Passammo un'oretta a discutere del fatto che però mi sentivo una specie di ruota di scorta e probabilmente era così, ma che avevo intenzione di godermi il tempo che Jacob mi stava gentilmente concedendo.
Ovviamente Leah non fece altro che ridere e dirmi di non trattarmi da sola come uno zerbino e di chiarire subito la situazione con lui. Non era una cattiva idea, ma la paura che potessi rovinare tutto era troppa per provarci.
Dopo aver preso un gelato insieme la salutai, dovevo ancora dire al mio ragazzo che sarei andata ad abitare altrove.
 Mi aspettava l'inferno, me lo sentivo.

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Capitolo 9
*** Se l'inferno è caldo, La Push è rovente ***


Buonasera :D, che bello! oggi ha piovuto e sono molto contenta XD perchè amo la pioggia e l'odore che c'è appena il temporale è passato, a voi piace di più il caldo o il freddo?
Beh questo capitolo l'ho rivisto un pò di volte, perchè non ero sicura di come fosse venuto fuori, e non lo sono nemmeno adesso, ma se mi fossi fermata a riguardarlo ancora, probabilmente non l'avrei pubblicato.
Non mi sembra che questa storia piaccia a molti, ma mi sono detta, prima di cominciare a postare, che non mi sarei fatta scoraggiare troppo, quindi voglio continuare, perchè questa storia mi piace, perchè scrivere è il mio sogno, lo è sempre stato e voglio migliorare.
Quindi, se c'è qualcosa che non va, anche se non vi piace, se ho sbagliato qualcosa, se la trama è stupida o banale, le critiche educate fanno bene e posso solo cercare di aggiustare ciò che non va.
Quindi se spendeste anche solo un minutino per dirmi cosa ne pensate ve ne sarei grata. Grazie :)
  Ringrazio chi ha inserito la storia tra le seguite e chi tra le preferite.
Un bacio a presto :)




Se l'inferno è caldo, La Push è rovente



Feci un respiro profondo. Uno, due, tre. No...
Di nuovo, uno, due, tre e ... no.
La mia mano si bloccò per l'ennesima volta a mezz'aria, tra la porta di casa di Jake e me.
" Non stai andando in guerra Helen! batti tre colpi e basta " mi dissi
Ancora una volta, uno, due, tre e... la mia mano si scontrò su qualcosa di caldo, troppo caldo per essere del legno. Jake.
<< Oh scusami tanto, non ti avevo visto >> dissi arrossendo
<< Non preoccuparti, ma tu, che diavolo ci fai da mezz'ora qui fuori? Billy ti ha vista dalla finestra >> rise e mi diede un bacio leggero a fior di labbra.
<< Oh..ehm... ecco.. io >> balbettai. Ad un tratto il pavimento in legno chiaro delle scale divenne molto interessante.
<< E dai Hel! non te la prendere! Entra dentro o ti prenderai un raffreddore >> posò il braccio caldo sulla mia spalla e mi guidò verso il salotto.
Quella stanza non faceva altro che rievocare ricordi di tempi passati che, adesso, non facevano  più male.
Io e Jake sul divano giallo, ormai scolorito, a guardare i cartoni animati, io e Jake sul pavimento alla vigilia di Natale mentre ci scambiavamo i regali, o mentre mangiavamo i biscotti al cioccolato, preparati da Sue Clearwater.
Una tazza di caffè fumante, posata davanti ai miei occhi sul tavolino, mi risvegliò dal torpore dei ricordi.
<< Allora Hel, cosa vuoi fare oggi? >> mi chiese Jake allegro
<< In realtà devo parlarti.. >>
Il mio tono preoccupato lo fece allarmare, conoscevo bene quell'espressione,sembrava quasi che non avesse capito nulla ma in realtà, dagli occhi si vedeva che aveva colto il panico della mia voce.
<< Dimmi >>
Avevamo gli occhi di Billy puntati addosso e per quanto volessi bene a quell'uomo, non mi andava che stesse lì a fissarci mentre io cercavo di parlare con la velocità di un bradipo morto a suo figlio.
<< Facciamo una passeggiata ti va? >> chiesi a Jacob che nel frattempo si stava spazientendo
<< certo certo >>
Uscimmo da casa mano nella mano, ma sentivo dalla stretta forte, che Jake era agitato.
Perchè dovevo avere così paura di dirgli che mi sarei trasferita in una città a quindici minuti dalla riserva?
Cosa c'era di così sbagliato infondo? Mi feci coraggio e badando bene a non guardalo in faccia, puntai gli occhi verso la scogliera e il mare in tempesta
<< Jacob, io non voglio intristirti, ne farti arrabbiare, ma ecco... >> interruppi la mia tiritera perchè notai dei ragazzi sul margine della scogliera più alta.
<< Ma che hanno intenzione di fare? Ehi quello è Embry! >> corsi verso i ragazzi ad una velocità inaudita, forse per colpa dell'adrenalina che aveva cominciato il suo circolo nel sangue
<< Embry! >> urlai
<< EMBRY CALL! che cavolo stai facendo?!? ti sei ammattito? >> urlai nuovamente non appena lo raggiunsi
<< Helen, stai tranquilla, non voglio suicidarmi >>
<< Ah no? >> chiesi con sarcasmo, incrociando le braccia
<< No sciocchina! voglio soltanto tuffarmi, lo faccio sempre stai tranquilla >> mi rassicurò sorridendo.
Guardai Jake per riceve un minimo di appoggio, ma ovviamente anche lui rideva
<< Smettetela di prendermi in giro! mi sono spaventata sul serio! >> girai il viso dall'altra parte offesa e incrociai lo sguardo di uno dei ragazzi.
Era bassino, e tarchiato, ma tuttosommato aveva qualcosa nel viso che lo rendeva veramente bello.
Mi fissava da quando ero arrivata, me ne ero accorta subito perchè avevo sentito come una scossa sulla schiena che mi aveva procurato dei brividi.
Quando gli altri si accorsero di chi stessi guardando intervennero, interrompendo quell'intreccio di sguardi un pò ambiguo.
<< Oh scusa Hel, lui è Paul, Paul lei è Helen, mia cugina >> disse Embry indicando prima lui e poi me
Abbassai lo sgaurdo arrossendo << Ciao >> mugugnai
Non ricevetti risposta, Continuava a fissarmi con l'espressione da pesce lesso. Cominciai a chiedermi se avessi qualche residuo di cibo fra i denti.
<< Beh io e Jake dobbiamo parlare, quindi ci vediamo dopo >> dissi afferrando la mano del mio ragazzo che inaspettatamente rimase piantato dov'era a fissare Paul con aria interrogativa.
<< Jake? andiamo? >> lo chiamai sventolandogli una mano davanti al viso
<< Dai Hel siamo tutti fratelli qui, a meno che non sia qualcosa di terribilmente sdolcinato puoi anche parlarne davanti a tutti >> disse Embry che adesso passava in rassegna con lo sguardo me, poi Paul e poi Jacob.
<< Va bene tanto dovevo dirlo anche a te >> sospirai
Feci un respiro profondo e chiusi gli occhi sperando per il meglio
<< Ho un lavoro e andrò ad abitare da sola...a Forks >>  dissi tutto d'un fiato.
Successe tutto in un attimo. Jacob si girò con uno sguardo da folle che avrebbe messo paura persino ad un mostro, Embry spalancò la bocca con aria confusa e Paul.. beh Paul era letterlamente furioso
<< TU NON PUOI ANDARE A FORKS >> urlò Jacob scuotendomi come se fossi una pallina souvenire piena d'acqua
<< No, NO >> gridò Paul con sguardo spiritato
<< Ma insomma che cazzo avete tutti quanti?!? Non sto mica tornando a New york! Sto soltanto andando a vivere in un posto a quindici minuti da qui! >> urlai divincolandomi dalla presa ferrea di Jacob
<< Helen ascoltami rimani qui, non andare a Forks, cosa vuoi fare lì da sola!? >> chiese Embry con più tranquillità
Effettivamente andare lì da sola non era ciò che avevo previsto, ma purtroppo Leah non poteva allontanarsi dalla riserva ed io non conoscevo nessuno, tranne...
<< Non sono sola! A Forks ci sta Bella >> affermai sapendo in cuor mio di aver detto una stupidaggine. Non avevo di certo intenzione di andare a bussare alla porta di Isabella Swan, l'altra faccia del cuore di Jake.
<< Helen non è il caso che tu vada a Forks >> fu Paul ad interrompere il silenzio carico di tensione con voce tremante dalla rabbia
Lo guardai confusa << E perchè mai? Sono stata a New York che è cento volte più grande e pericolosa di quel buco di Forks, cosa potrebbe mai accadermi?!? Ma poi tu che vuoi!? >> riversai la rabbia su quel ragazzo appena conosciuto e me ne scappai verso casa, lasciandomi alle spalle le facce stupite di quattro ragazzoni, per recarmi subito da Elizabeth. Si era fatto tardi ed erano quasi le quattro.
Mi lasciai tutti alle spalle, infuriata com'ero avrei sicuramente detto qualcosa di brutto. Ero fatta così, una volta innescata la bomba si doveva soltanto aspettare l'esplosione.
Sulla strada verso Forks, ripensai a quello che era successo. Le lacrime scendevano a fiotti, per il nervosismo, ma dovevo calmarmi, non avevo intenzione di rovinare il mio primo giorno di lavoro in quel modo.
Sapevo che la notizia non sarebbe piaciuta a Jake, ma non pensavo che si sarebbe arrabbiato in quel modo.
Guardavo gli alberi sfrecciare via e piano piano diradarsi, per dare spazio alle stradine tortuose di Forks.
Non sapevo cosa aspettarmi realmente dal mio lavoro e da Elizabeht, ma questa nuova situazione mi rendeva pimpante ed entusiasta, facendomi smettere di pensare per un pò al caos di La Push.
Mentre posteggiavo, proprio vicino al negozio e ad un cassonetto dell'immondizia, mi venne un'idea.
" E se prendessi veramente in cosiderazione il fatto di fare amicizia con Bella? Infondo, che male c'è? E' la mia rivale, ma magari passando del tempo con lei, Jake si calmerà "
pensai. Decisi che ci avrei provato, magari in realtà Isabella era una ragazza simpatica, mai giudicare dalle apparenze!
Entrai in negozio dalla porticina in legno e vetro, finemente intagliata e decorata con aspirali in ferro battuto, e lì trovai Elizabeth ad aspettarmi
<< Buon pomeriggio cara, accomodati, ora ti dirò cosa fare >> disse venendo verso di me
<< Allora, sei brava con i conti? >> mi chiese
<< Beh si, la matematica mi piace, perchè me lo chiedi? >>
<< Oggi avrei bisogno che ti occupassi dei conti e delle spese, e se non ti dispiace vorrei dare una pulita, putroppo sono anziana e certe cose non posso farle più così facilmente >> disse passandomi un foglio ed una penna.
Passai l'intero pomeriggio tra scartoffie e stracci e quando fu l'ora di chiusura salutai e ringraziai Elizabeth e mi diressi verso casa Swan sperando di non disturbare.

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Capitolo 10
*** Fuori uno, avanti l'altro ***


Buonasera :D Oggi sono stata colpita da una specie di bufera mentre facevo colazione al bar con la mia amica. Prima di poter tornare per strada abbiamo dovuto aspettare un bel pò. Ma comunque, bando alle ciance, ecco il nono capitolo della storia di Helen. Si arrabbierà così tanto che dirà una parolaccia XD scusatela ma quando esplode diventa scurrile, per fortuna l'ho fermata in tempo U_U 
ringrazio i nuovi che mi hanno inserito tra le seguite :D e grazie a jakelove che recensisce sempre *_* muahahahaah vedrai cosa ho in serbo per la mia dolce, povera Helen XD
baci a tutti
al prossimo chap
 
P.s. Scusate in anticipo se ci sono errori, ma devo scappare assolutamente, scusatemi ancora!
 
Recensite per favoreeeee :D

Fuori uno, avanti l'altro
 
 
Non fu difficile trovare casa di Bella, avevo memorizzato la strada quella serata del cinema, quindi  posteggiai lì davanti e scesi dall'auto.
Percorsi il vialetto e mi ritrovai poi davanti la porta. 
"ok forse è stata una cattiva idea " mi dissi dopo aver suonato il campanello
" cavoli ormai è troppo tardi, magari le sto pure antipatica " 
Alla porta venne ad aprirmi un uomo paffutello con la divisa da poliziotto, probabilmente il padre di Bella
<< Ciao, cerchi Bella? >> mi chiese
<< Ehm si, sono Helen Call piacere di conoscerla >> dissi un pò tesa
<< Oh ma tu sei la cugina di Embry Call allora! Billy mi ha detto che sei tornata da poco da New York,sono Charlie,  entra pure, Bella sta facendo la doccia ma scenderà tra poco >> 
Entrai un pò più rilassata, a quanto pare le notizie di La Push arrivavano fino a Forks. Mi sedetti sul divano, e Charlie mi seguì accendendo il televisore sul canale sportivo
<< Dovevi uscire con Bella ed Edward? tra poco arriverà anche lui >> disse interrompendo la tiritera del presentatore in tv
<< In realtà no, volevo solo parlarle, ma se ha un impegno torno un'altra volta >> dissi e mi alzai
In quel momento vidi scendere Isabella con un paio di jeans chiari, una maglietta blu scuro e delle scarpe da tennis bianche, aveva ancora i capelli bagnati legati in una coda alta per evitare di bagnare i vestiti
<< Oh Helen, non sapevo fossi qui >> mi disse sorridente.
<< Sono arrivata poco fa, volevo parlarti ma visto che devi uscire col tuo ragazzo levo le tende >> dissi un pò in imbarazzo
<< No figurati, vieni in camera mia >> 
Salimmo le scale che portavano ad un piccolo corridoio con tre porte, quella verso sinistra era la stanza di Bella, un pò piccolina ma accogliente.
Mi sedetti sulla sedia sella scrivania e lei sul letto
<< Cosa volevi dirmi? >> mi chiese
<< Volevo soltanto scusarmi per l'altro giorno. Non sono stata molto amichevole con te, mi dispiace e volevo rimediare >> le dissi attorcigliando una ciocca di capelli
<< Non preoccuparti, ho capito che ti piace Jacob e che l'hai fatto solo per questo >> rise
<< Beh si, Leah mi ha detto che è innamorato di te e così quando ti ho vista l'umore mi è andato sotto i piedi, ma ho deciso di lasciarmi queste stupidaggini alle spalle. Sai verrò ad abitare qui a Forks da domani e quindi pensavo che magari potremmo vederci qualche volta >> la buttai lì sperando che non pensasse che mi stavo mostrando amichevole per convenienza
<< Oh, come mai qui? >>  chiese un pò stupita
<< Ho trovato un lavoro, nel negozietto di arte vicino alla pasticceria e quindi per questione di comodità, ma anche perchè avevo previsto già di voler vivere per conto mio, ho comprato una casa qui vicino >> 
<< Capisco, beh per me non c'è problema ... >>
Bella interruppe la frase non appena sentì il motore di un auto parcheggiare nel vialetto, era sicuramente il suo ragazzo.
<< Scusami un attimo, Charlie non vede di buon occhio Edward, quindi vado a salvarlo e poi torno >>  uscì dalla stanza correndo e inciampando in corridoio. Che buffa ragazza, ma simpatica, avevo colto nel segno era stata proprio una buona idea andare a chiarire con lei.
Guardai un pò la stanza, il letto era ad una piazza e mezzo le lenzuola viola e nere, molto carine. Le tendine della finestra gialline, un pò scolorite e qualche foto attaccata sul muro vicino alla scrivania di legno chiaro.
Poco dopo Bella ritornò insieme ad un ragazzo, terribilmente pallido, che mi fissava con due occhi dorati contornati da ciglia lunghe e folte.
<< Ciao, sono Edward Cullen, piacere di conoscerti >> disse con una voce così profonda e sensuale che mi fece arrossire
<< Ciao mi chiamo Helen Call, piacere mio >> risposi tornando al mio colorito normale. Non era carino arrossire davanti a Bella, ma lei se la stava ridendo.
Edward non mi porse la mano, di solito quando una persona si presenta si fa, ma lui non lo fece, rimase appoggiato al muro, distante da me e da Bella
<< Allora, io andrei, si è fatto tardi, ci vediamo presto >> dissi dando un bacio sulla guancia a Bella << Ciao Edward >> salutai, i miei pensieri vagarono verso il trasloco e al fatto che Jacob e gli altri non mi avrebbero aiutata sicuramente, forse Leah...
<< Aspetta, se domani ti serve aiuto col trasloco possiamo venire ad aiutarti, non abbiamo da fare e non sarebbe nemmeno un peso >> disse Edward prima che potessi uscire dalla porta
Storsi le labbra, come faceva a sapere che avevo bisogno di aiuto?
<< Ovviamente, me l'ha detto Bella mentre salivamo le scale >> si giustificò, notando la mia espressione confusa
<< Beh vi ringrazio molto ma siete sicuri? >> chiesi. Che gentilezza pensai.
<< Certamente, ora vai che si è fatto tardi, sicuramente Jake ti starà aspettando >> dise Bella abbracciando Edward. 
<< Certo, grazie ancora, allora domani mattina verso le 9 ci vediamo qui davanti >> detto questo, salutai Charlie ed entrai in macchina.
Tuttosommato era andata piuttosto bene. Adesso avevo due nuovi amici e sicuramente sarebbe stato più divertente abitare a Forks non essendo da sola. 
La strada del ritorno non fu pesante come all'andata. Avevo il sorriso sulle labbra e canticchiavo beata, tenendo gli occhi fissi sulla strada. Non ci volle molto per capire che qualcosa non andava, Jake non si era fatto sentire. 
Il nostro primo litigio dopo neanche ventiquattro ore che stavamo insieme.
Risi di me, non ero in vena di piagnistei e sapevo che si sarebbe sistemato tutto, tra me e Jake era sempre stato così.
 
Forse mi sbagliavo. Forse avevo esagerato.
Per Jacob, era così importante che io rimanessi a La Push? 
Arrivata a casa avevo dovuto sorbirmi le preoccupazioni e i tentativi di persuoasione di  papà, che non voleva assolutamente che la sua "dolce bambina" si allontanasse da lui. Alla fine, però aveva capito e mi aveva abbracciata forte, dicendomi che sarei potuta tornare quando volevo. 
Jacob non si era fatto vedere nè sentire. 
Cominciai ad agitarmi e dopo aver fissato intensamente lo schermo del mio cellulare, completamente graffiato, decisi che dovevo alzarmi ed andare a cercarlo.
Forse avevo esagerato.
Forse avevo sbagliato ad urlargli contro.
Dovevo assolutamente chiedergli scusa.
Presi l'impermeabile, visto che fuori si era scatenato un temporale epico, e presi l'ombrello giallo, vicino all'ingresso, che scatenò in me uno dei tanti ricordi di una giornata passata con Jake.
 
Pioveva da ore, le strade erano piene di fango ed io indossavo delle ballerine rosse, dal tessuto leggero. Mossa azzardata per una ragazzina che abitava in un posto in cui pioveva quasi tutto l'anno, ma quel giorno dovevo assolutamente essere carina.
Ero stata tutto il pomeriggio in agitazione, pronta a scattare come una molla.
Pioveva e in quel momento il fatto che fossi bagnata fradicia non mi importava, perchè dovevo vedere Jacob alla spiaggia.
Mi aveva chiamato quella mattina, dicendomi che dovevamo parlare di una cosa importante.
Beata innocenza. Ero convinta che dovesse confessarmi la sua attrazione, ero sicura che finalmente si fosse accorto di me.
Quando mi ritrovai ad aspettarlo per mezz'ora, sotto la pioggia incessante, l'agitazione era arrivata alle stelle.
Mi spaventai quando vidi una massa gialla coprirmi la visuale. Cacciai un piccolo urlo.
e Jacob ovviamente rise
<< Alla buon ora Black >> gli dissi con una punta di irritazione
<< Scusa >> fu l'unica cosa che seppe dirmi. Non pensava che mi sarei arrabbiata per il suo ritardo. Era sempre così con lui. Ma quel giorno le mie aspettative erano diverse.
<< Cosa devi dirmi? >> gli chiesi impaziente. 
Lui mi coprì con l'ombrello giallo che aveva in mano
<< Prenderai freddo, tieni >> e me lo porse
<< Jake? >> lo richiamai con un tono cantilentante. 
Era tipico di lui evadere le domande scomode e imbarazzanti, per cui, il suo comportamento alimentò la mia teoria
<< Ok Helly te lo dico >> disse spostando lo sguardo verso l'orizzonte.
Lo vidi arrossire e mi fece tenerezza
<< Avanti su >> lo incoraggiai, un pò perchè era veramente imbarazzato e un pò perchè volevo che mi dicesse subito ciò che gli moriva in gola
<< Ho una fidanzata >> sputò coprendosi il viso.
Mi sembrò di sentire i pezzi del mio cuore frantumarsi come vetro.
<< Oh >> riuscii a dire, ma poi niente. 
<< Non sei contenta per me? >> mi chiese notando la mia espressione sorpresa, ma non allegra come si aspettava
<< Certo certo >>  biascicai cercando di sorridere
 
Quanto ero ingenua. In quel periodo ero convinta che Jacob fosse tutta la mia vita, ero piccola ed innamorata.
Risi di me stessa, ma con tenerezza e uscii di casa coprendomi col suo ombrello che era rimasto in casa mia d'allora.
Percorsi il tratto di strada, che separava casa mia da quella di Jacob, correndo ed evitando le pozzanghere fangose che avrebbero rischiato di sporcarmi. 
Una leggera ansia cominciò a torturami, e cercai in tutti i modi di scacciarla via.
Quando arrivai a destinazione, qualcosa catturò la mia attenzione.
Billy Black, dalla finestra, mi indicava il garage.
Annuii sorridendo, e mi avviai per il terriccio fangoso e appiccicoso che portava al casotto accanto la casa.
Entrai in punta di piedi, cercando di non fare rumore, ma una chiave inglese posta sul pavimento, tra le macchie di olio, rese vano il mio tentativo. 
Jake uscì la testa dal finestrino dell'auto. Il suo volto però, era carico di tristezza e il sorriso che tentò di regalarmi risultò come una terribile smorfia, che non si addiceva a lui.
Il mio stomaco, automaticamente si contorse.
<< Ehi >> lo salutai poco convinta
<< Helen... >> disse lui abbassando lo sguardo
Mi avvicinai lentamente al finestrino, cercai di buttarla sulla battuta
<< Posso chiederle un passaggio? >> sorrisi
<< Certo certo >> disse lui, sfoggiando il suo solito tic
Mi posizionai sul posto del passeggero, accanto a lui e preparai mentalmente la mia arringa di scuse.
<< Helen, devo parlarti >> esordì voltandosi completamente verso di me
<< Jake io... >>
<< No, aspetta. Qualunque cosa tu voglia dirmi non cambierà le cose >> mi interruppe cambiando espressione. Diventò aspro e perse ogni minima traccia del mio Jacob.
Rimasi bloccata, in una posa così rigida da fare concorrenza ad una statua di marmo.
<< Ma che ... >> biascicai con le lacrime agli occhi.
<< Ascoltami Helen, so che può sembrare assurdo ma... >> si interruppe e mi afferrò la mano << Io e te, non possiamo stare più insieme >> 
A quelle parole, il mio cuore perse un battito, speravo scherzasse
<< Dici sul serio Jake? Solo perchè vado a Forks? >> l'irritazione cominciò ad impadronirsi di me.
<< Helen, io non posso dirti niente >> disse affranto.
<< Jake, smettila di dire cazzate e dimmi cosa ho fatto di male!! >> urlai ormai in preda alla rabbia 
<< Helen ti prego, non credere che mi piaccia farti soffrire! >> continuò lui voltandosi dall'altra parte.
Il mio cervello quasi esplose. 
Troppi pensieri, troppe lacrime che appannavano la mia vista. 
Scesi dall'auto e scappai verso casa, senza guardarmi indietro e con la testa bassa.
Non potevo crederci, non volevo sentire quella voce che per un attimo era stata mia, non volevo vedere quegli occhi che mi avevano resa terribilmente felice  e in un battito di ciglia avevano distrutto tutto.
Scappai con la gola secca, col viso bagnato dalla pioggia e dalle lacrime. Scappai per non sentire l'eco di quelle parole, taglienti come lame.
Avevo aspettato per anni un segno da parte di Jacob Black, e dopo aver lanciato il sasso, aveva ritirato la mano.
Aprii la porta di casa con foga e senza degnare di una parola, nè mia madre nè mio padre, salii chiudendo la stanza a chiave.
Aspettai con ansia che la notte passasse, aspettai e aspettai, ma il tempo non passava e alla fine chiusi gli occhi,cadendo in un piacevole tepore e nella dolcezza di un sogno perfetto.
 

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Capitolo 11
*** Sorpresa ***


Buonasera a tutti/e :D 
Scusate il ritardo, ma se l'ispirazione manca non si può fare nulla... e soprattutto sono stata impegnata per via dell'accademia XD quindi chiedo perdono, a quelli a cui importa almeno un pò di questa storia .-. vi lascio al capitolo. Spero di pubblicare il prossimo senza farvi aspettare troppo 
baci  a presto <3



Sorpresa








Svegliarmi, con la consapevolezza che non avrei passato la mattina da sola mi fece sentire meglio. 
Cominciai subito a preparare le cose che dovevo portarmi, perchè in un certo senso, non volevo disfare completamente la mia camera. Volevo lasciarla un minimo arredata. Sarei potuta tornare, se avessi voluto.
Mio padre finì di caricare le mie cose sulla macchina e a quel punto, arrivò il momento dei saluti strazianti, tra le lacrime dia mia madre, che affondava ogni cinque secondi il viso su un fazzoletto e mio padre, che continuava a ripetermi quanto mi volesse bene. 
Con mia sorpresa, vidi arrivare Leah, tutta trafelata, con il viso che faceva concorrenza a quello di un fantasma, per quanto pallida potesse risultare la pelle di una Quileoute.
<< Helly tesoro, mi mancherai tanto >> disse abbracciandomi forte
<< Anche tu Leah, ma ti verrò a trovare spesso, lo prometto, non siamo così lontante >> cercai di consolarla. 
<< Hai parlato con Jacob? >> mi chiese con delicatezza
<< No, non intendo parlargli per ora >> esordii con durezza. 
Preferivo non pensare a ciò che era accaduto la sera prima. Stavo iniziando una nuova vita e prutroppo non era con lui. Me ne sarei fatta una ragione.
Salii in auto e mi preparai a ciò che mi aspettava.
Nuova città, nuovi amici, e possibilmente niente relazioni, ne avevo avuto abbastanza.
 
Dopo venti minuti arrivai a casa di Bella, la trovai insieme ad Edward e ad una ragazzina minuta, che avrebbe fatto invidia a miss universo.
Era bassina, ma madre natura aveva compensato in bellezza. Portava i capelli corti e spettinati, un taglio che non sembrava molto femminile, ma su di lei calzava a pennello. La pelle era pallidissima quanto quella di Edward, il sorriso era luminoso, quasi accecante, e gli occhi erano il pezzo forte. Un colore inusuale, come quello di Ed, ambra liquida capace di incantare qualsiasi tipo di persona. 
Scesi dall'auto e  li salutai
<< Buongiorno ragazzi >> sorrisi, pronta ad iniziare una nuova avventura. Ci avrei potuto scrivere un libro.
<< Ciao Helen! >> mi salutò con entusiasmo la ragazzina che avevo notato prima.
Rimasi interdetta per un attimo. Guardai Edward, che sospirò pesantemente e Bella che non smetteva di ridere
<< Ciao Helen, questa specie di folletto ambulante è mia sorella Alice >> disse lui con un'esperssione vagamente esasperata.
<< Oh ciao Alice, piacere di conoscerti >> 
<< Beh andiamo? >> disse il folletto, con entusiasmo
<< Vieni anche tu? ma siamo tre ragazze ed un ragazzo, finirà per trasportare tutto il povero Edward! >> dissi ridendo
<< Figurati, un pò di moto gli fa bene e poi a me non dispiace, ci sono abituata e se ti va bene, mi piacerebbe aiutarti ad arredare la casa >> disse Alice avviandosi verso la volvo grigia
<< Beh ok >> risposi.
Non ci impiegammo  molto, visto che casa mia era vicina. 
In dieci minuti, Edward era già riuscito a portare in casa metà degli scatoloni.
Cominciai subito ad aprirli, Alice e Bella vennero ad aiutarmi a sistemare tutto.
Quando spacchettai lo scatolone degli abiti, il folletto si avvicinò a passo spedito per venire a dare un'occhiata. 
<< Helen! ma non puoi veramente possedere una cosa del genere! >> urlò Alice indignata.
<< Ma di che cosa stai parlando? >> chiesi confusa
<< Ma di questa maglietta tutta bucata! e questi Jeans così consumati! Urge dello shopping da queste parti! >> disse con una strana luce negli occhi
<< Oh-oh >> esclamò Bella con espressione preoccupata
<< Domani tu verrai con me! >> esordì Alice
<< Ma... in realtà non posso spendere molto, quindi per ora non se ne parla, magari tra qualche settimana >> dissi poco convinta, non mi andava di spiattellare i miei fatti, dopo aver comprato la casa ero decisamente a corto di soldi, dovevo aspettare il mio stipendio prima di poter andare a fare compere.
<< Ma che cosa stai dicendo! ci sono io qua! a che servo altrimenti? >> 
<< Non posso accettare sul serio, facciamo un'altra volta >> cercai di bloccare quel mini tornado che avevo scatenato
<< Non transigo! e poi mi fa piacere, non so che farmene di tutti i soldi che posseggo quindi non mi pesa affatto, anzi mi renderesti davvero felice >> disse con gli occhioni dolci.
Guardai Bella, che scosse la testa in segno di resa 
<< E' inutile Helen, una volta che hai azionato mia sorella, non puoi più spegnerla >> disse Edward entrando con gli ultimi tre scatoloni
<< Oh beh... allora, grazie >> mormorai imbarazzata.
Non ci volle molto a sistemare quel poco che mi ero portata dietro. Fondamentalmente, c'era ancora un pò di arredamento da comprare, per esempio il materasso.
Lo scheletro del mio letto era già lì, solo soletto in camera mia, ma il materasso no. 
Avevo bisogno di qualcosa di comodo. 
Soffrivo spesso di mal di schiena ed un letto comodo in questi casi è una mano santa.
<< Beh ragazzi, vi ringrazio tanto, per l'aiuto che mi avete dato >> dissi un pò imbarazzata
<< Di nulla figurati, è stato divertente, ricorda che domani, alle otto sarò qui sotto ad aspettarti! >> disse Alice sorridendo felice
<< Ci sarò >> le sorrisi di rimando
<< Ciao Edward, Bella, Alice, ancora grazie >> li salutai.
<< Ciao Helen >> risposero tutti e tre in coro, prima di chiudersi la pesante porta blu di casa mia alle spalle.
In un attimo piombò il silenzio. 
Certo, era rilassante, ma non riuscii a sopportarlo, lasciava troppo spazio ai miei pensieri su Jake. 
Decisi che sarei andata a fare la spesa, afferrai le chiavi e uscii quasi sbattendo la porta. 
Come inizio, non andava affatto bene, solo tre secondi sola in quella casa e già volevo scappare. 
Mi dissi che era colpa di Jake, perchè non faceva altro che insinuarsi tra i miei pensieri, con prepotenza, continuando a ripetere sempre che non potevamo stare insieme. 
Arrivai davanti al supermercato e trovai subito parcheggio, vicino ad un piccolo casotto, che non avevo idea di quale utilità avesse.
La piccola folla di persone che aspettavano di pagare, mi fece sentire meglio. 
Forse ho sbagliato
 mi dissi mentre afferravo una confezione di piselli, dal primo scaffale del banco frigo.
Forse non fa per me stare da sola. Infondo, ho chiesto a Leah di venire con me e dopo il no, sono andata subito da Bella. 
Continuai, guardando lo scaffale più alto a cui non arrivavo, nella speranza che i pop corn scendessero da soli.
<< Signorina? >> chiamò una voce accanto a me.
 Mi voltai di scatto e vidi un ragazzo della riserva. Il suo viso mi ricordò qualcuno. 
Quei capelli cortissimi, il tatuaggio, le labbra...
e gli occhi che involontariamente mi avevano provocato dei brividi a prima vista.
Mi accorsi che lo stavo fissando da troppo tempo, senza degnarlo di risposta e poi finamente sorrisi, cercando di guadagnare tempo. 
Come un lampo, nella mia testa cominciò a martellare un nome, che mi fece assumere una faccia stupita.
Paul.
Paul.
Paul.
Avrei dovuto dire qualcosa presumo, ma non lo feci. 
Rimasi lì a fissarlo come una povera ebete, senza sapere se essere arrabbiata oppure imbarazzata.
<< Helen, ti ricordi di me vero? >> mi chiese con un ghigno che tentava di coprire la sua espressione delusa.
Finalmente parlai << Ehm si... scusa.. Paul. >> arrossii.
Lui sorrise. 
Persi un battito senza sapere perchè. Ma Paul, era felice, lo sentivo e non potei fare a meno di sorridergli.
<< Beh vuoi un aiuto? >> chiese cortese
<< No, grazie, ho praticamente finito, devo solo pagare >> dissi ancora incantata. 
Helen, svegliati, non stai sembrando normale 
mi dissi cercando di ridestarmi.
<< Scherzi? potrei mai far portare dei sacchi pesanti ad una donna graziosa come te? non sia mai! >>  continuò con un tono giocoso
<< Se proprio insisti accetto >> la spalla mi doleva già per il peso della borsa.
Pagai, con Paul al mio fianco che imbustava la roba da mangiare, afferrò tutti i sacchi e uscimmo dal supermercato.
Arrivammo alla mia auto in silenzio. Poggiò i sacchi sul sedile posteriore e si appoggiò con i fianchi allo sportello 
<< Mi ha fatto piacere incontrarti Helen, pensavo che non ti avrei rivista più >> confessò abbassando lo sguardo
<< No, sarei venuta comunque a trovarvi, il fatto che Jake mi abbia...beh non c'entra con voi. >> dissi tutto d'un fiato. 
<< Cosa farai stasera? >> mi chiese con sincera curiosità e con un espressione meno triste di poco prima
<< Pensavo di andare a noleggiare un film e mangaire pop corn >> confessai. 
Non era divertente. Cioè, vedere un film è bello, ma in compagnia, non da sola. Ma non mi andava di passare a La Push. Proprio quella sera no.
<< Ma come, da sola? >> mi chiese assumendo un espressione strana che mi dette fastidio.
<< Si, anzi, si è fatto tardi Paul, devo subito tornare a casa, posare la spesa e andare a lavoro, ciao, grazie dell'aiuto, sei stato veramente gentile >>  la tagliai lì. 
Mentre mettevo in moto, rimase a fissarmi e quando partii mi salutò squotendo la mano.
 
A lavoro mi divertii quel giorno, Elizabeth mi aveva fatto vedere alcune tecniche particolari con cui creava i suoi dipinti e mi mostrò come restaurare un mobile antico.
Non c'era molto da fare, ogni tanto entrava qualche cliente a curiosare ma nulla di più. Ebbi per un attimo la sensazione che gli affari di Elizabeth non andassero affatto bene, ciò non era buono neanche per me. 
All'ora di chiusura i piedi mi dolevano, le mani erano totalmente ghiacciate e la mia testa pulsava come un cuore impazzito.
<< A domani cara, buonaserata >> disse Elizabeth salutandomi
<< Grazie, anche a te, a domani! >> 
Percorsi la strada di casa, con la stanchezza che minacciava di farmi crollare e mi ritrovai a pensare a Paul.
Posteggiai in malo modo, davanti al vialetto di casa mia e rimasi sorpresa.
<< Cosa ci fai qui? >> chiesi col cuore in gola...
 
 

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Capitolo 12
*** Sai mantenere un segreto? ***


Buonasera ragazze/i XD ho aggiornato in fretta, perchè, beh a questo capitolo ci tenevo un pò, quindi mi è venuto di getto.
Da domani per tutta la settimana sarò occupata con l'accademia, quindi non so, effettivamente, quanto tempo libero avrò per fare tutto.
Vi annuncio ufficialmente che la prossima settimana, precisamente Sabato 5 Novembre, farò il compleanno :) non che sia così importante fare 19 anni, ma mi faceva piacere dirvelo!
Detto questo, vi lascio alla lettura del capitolo, grazie a chi mi segue, chi commenta e anche solo a chi legge! tanti baci a presto!
P.s. mi scuso se il capitolo è corto, ma lo preferisco così :)




Sai mantenere un segreto?

<< Paul! >> biascicai
<< Ciao >> mi salutò sorridendo
Uscii dall'auto e corsi verso di lui
<< Scusa se mi presento qui, così senza dirti niente >>
Rimasi imbambolata senza dire nulla. Non riuscivo a capire se la cosa mi facesse arrabbiare oppure l'opposto.
<< Helen? davvero, se vuoi vado via >> continuò lui con rammarico
<< No, no! scusami tu Paul è solo che.. ecco non me l'aspettavo >> finalmente parlai
<< Beh... Sorpresa! >> disse lui alzando le mani e scuotendo le dita.
Risi di gusto. Era davvero buffo.
<< Dai, entriamo in casa, fa freddo qui fuori >> sussurrai ancora con il sorriso.
Aprii la porta e accesi la luce. La casa era ancora un pò spoglia e me ne vergognai, chissà cosa stava pensando.
Mi avviai verso la cucina, in silenzio.
<< Helen >> sussurrò Paul al mio orecchio. Sobbalzai.
<< Scusami un attimo, vado.. ehm ecco .. a sciacquarmi, arrivo subito, tu fai come se fossi a casa tua >> dissi ancora col cuore che batteva frenetico.
Avevo bisogno di calmarmi.
Mi sentivo strana, irrequieta.
Entrai in bagno, mi guardai allo specchio.
Avevo gli occhi luminosi e le gote arrossate.
Helen, calmati, non c'è un assassino di sotto. E' soltanto Paul.
Cercai di sistemare i miei capelli, che dopo un pomeriggio di lavoro, erano tutti annodati.
Paul... Paul...Paul...
Decisi di farmi una doccia. L'acqua calda, sciolse i miei muscoli e mi fece rilassare
Paul... perchè Paul?
Scossi la testa per scacciare via il suo nome dalla mia testa.
Sentivo che qualcosa mi legava a quel ragazzo seppur l'avevo conosciuto un giorno? due giorni prima?
Eppure mi sentivo bene, ciò mi infastidii e uscii dalla doccia con una rabbia tale che scivolai e battei la testa sul bordo della vasca.
<< Helen? tutto ok? >> mi sentii chiamare
Il dolore era accecante. Sentivo la testa pulsare.
<< Si certo, arrivo >> urlai.
Non mi guardai nemmeno allo specchio, mi vestii il più in fretta possibile.
Uscendo dal bagno ebbi un capogiro
<< Ehi, sicura che va tutto bene? >> mi prese al volo Paul, prima che potessi cadere rovinosamente a terra
<< HELEN!, MA COSA HAI FATTO? >> urlò in preda al panico
<< Che c'è che non va? >> chiesi disorientata. La testa continuava a girarmi
<< C'è del sangue qui! Cosa è successo? >>
Mi toccai il capo, sul punto dolorante e lo vidi anche io. La mia mano era rossa.
Persi conoscensa così in fretta da non poter dire nemmeno "A".

Quando riaprii gli occhi vidi tutto bianco.
No, non ero di certo morta, la stanza in cui mi trovavo era bianca.
Un lettino a destra ed uno di fronte.
Ospedale.
Mi alzai di scatto, ma una mano calda mi costrinse a tornare giù.
<< Cosa stai cercando di fare? >> mi chiese una voce. La SUA voce.
<< Jake? >> domandai con la gola secca
<< Cosa hai combinato? >> mi chiese, arrabbiato.
Ah lui era arrabbiato con me?
<< Che ti importa? >> sputai con più veleno possibile
<< Helen, non essere idiota, certo che mi interessa. >>
Lo guardai in faccia. Fu un colpo al cuore, era bellissimo, come era sempre stato, ma la rabbia che gli induriva l'espressione, lo rendeva ancora più..affascinante.
<< Dov'è Paul? >> gli chiesi preoccupata
La sua espressione mi fece capire che non aveva voglia di sentir nominare il suo amico.
<< E' andato a prendere dell'acqua, per quando ti saresti ripresa. Ci hai fatto prendere un colpo. >> rispose secco.
Appoggiai la testa sul cuscino, visto che mi doleva, e smisi di guardare Jake
<< Scusami Helly, io... >> cominciò lui, ma fu interrotto da un uomo bellissimo, che sembrava essere uscito da una rivista
<< Buonasera Helen, sono il dotto Cullen, come ti senti? >>
Lo guardai per bene. Era uguale a..
<< Edward? >> biascicai confusa
<< Oh no, lui è mio figlio e ti sta aspettando qui fuori insieme a Bella e Alice >> disse sorridendo
Cercai di tirarmi su per poter parlare meglio col dottore
<< Allora, dimmi, cosa è successo? >> mi chiese
<< Beh.. ecco, stavo facendo la doccia e sono scivolata >> ammissi arrossendo.
<< E' stata una brutta caduta, ma non hai niente di grave. Ti abbiamo messo dei punti. Devi stare un pò a riposo, ma per stanotte è meglio se non dormi >>
<< ah.. beh ok, la ringrazio dottor Cullen >>
<< Di nulla, chiamami pure Carlisle >> disse dolcemente << Puoi andare se vuoi adesso >>
Jake si avvicinò per aiutarmi, avrei preferito che non mi toccasse, ma ero troppo stanca per oppormi.
Uscii fuori dalla stanza e come aveva detto Carlisle, trovai Edward, Bella ed Alice ad aspettarmi
<< Helen! ci hai fatto prendere uno spavento! >> disse Alice abbracciandomi.
Anche Bella ed Edward fecero la stessa cosa.
<< Dov'è Paul? >> chiesi nuovamente irrequieta.
Sentivo di dovermi scusare. L'ultima cosa che avevo visto prima di svenire era la sua faccia preoccupata.
<< Eccolo lì, è seduto da più di un'ora e parla da solo, sta cominciando a spaventarmi >> disse Bella indicando un punto della sala d'aspetto.
Finalmente lo vidi, il mio cuore fece una capriola, mi avvicinai a lui con passo spedito.
Quando alzò lo sguardo la sua espressione tormentata lasciò il posto ad un sorriso teso, che gli fece brillare gli occhi
<< Helen >> pronunciò il mio nome con così tanto sollievo, che mi fece tenerezza.
<< Scusami tanto Paul, non volevo di certo darti tutti questi grattacapi >> dissi sinceramente dispiaciuta.
Mi abbracciò e mi strinse a se << non dirlo neanche per scherzo, non ti devi scusare, sono felice che tu stia bene >>
<< Helen, è meglio se tu vada a casa adesso, devi riposare >> si intromise Jacob, con tono duro.
Mi venne voglia di dargli un pugno in faccia.
<< Helenina cara! visto che non puoi dormire, posso tenerti compagnia? >> mi chiese Alice con una faccia degna da cucciolo
<< Oh beh, ok, tanto avevamo qualcosa da fare io e te domani, no? >> ironizzai
<< Vuoi andarci davvero? >> disse lei battendo le mani
<< Ovvio, non è di certo una vasca da bagno che può mettermi K.O. >> risi, cercando di allegerire l'atmosfera.
Mi voltai verso Paul << Grazie veramente, non so cosa sarebbe successo se non fossi stato lì con me >>
<< Menomale.. non so cosa avrei fatto se ti fosse capitato qualcosa.. >>
Quella frase mi fece bloccare.
Che significa?
Mi guardò ancora col panico negli occhi
Cosa..?
Ci salutammo poco dopo. Dovevo riflettere, c'era qualcosa che mi sfuggiva.
Avevo tutta la notte per pensare e magari Alice mi avrebbe dato una mano.
<< Andiamo! >> disse pimpante lei, e mi feci trascinare fuori dall'ospedale da quella specie di folletto ambulante.

<< Ma cosa dici!? tu scherzi! >> urlai nel cuore della notte
<< Fidati! ascolta i consigli di zia Alice! >> disse lei alzando la testa e chiudendo gli occhi, come se fosse un eremita.
<< Ma per favore! Paul? ma dico ti sei sentita? PAUL? >> continuai ad urlare imbarazzata
<< Ma come puoi essere così cieca? Si vede lontano un miglio! >>
<< Tu sogni, mi sa che hai bisogno di una bella dormita! >> continuai imperterrita.
Mi guardò sorniona.
<< Vado a prepararti una cioccolata calda, tu intanto riflettici >> sparì nel buio della casa
Ripensai a ciò che mi aveva detto poco prima.
Come poteva pensare che Paul fosse innamorato di me?
Non era possibile.
Io non volevo che fosse possibile.
Avevo ancora delle questioni in sospeso con Jake.
Lui che era subito venuto non appena aveva saputo del mio piccolo "incidente".
Lui che guardava Paul in maniera strana, quasi con odio.
<< Rieccomi! >> annunciò Alice entrando nella stanza con una tazza fumante di cioccolata.
<< Allora che ne pensi? >>
<< Alice, vuoi smetterla di dire stupidaggini? >>
<< Helen, non c'è niente di male. Sto semplicemente dicendo che secondo me Paul ha un debole per te e che non sarebbe una cattiva idea pensarci un pò su >> disse, accarezzandomi il braccio.
<< Non lo so...io.. amo Jake. Paul è gentile, disponibile e anche bello, ma  Jake? >>
Sospirò << Mia piccola Helen, bevi la cioccolata e poi guardiamoci un film, hai bisogno di rilassarti, a Paul ci penseremo al momento giusto >>

Dopo aver bevuto la cioccolata e aver visto "Notting Hill" tanto per risvegliare la mia vena romantica, ero crollata dal sonno.
Fortunatamente, dopo tutto quel tempo, mi era concesso chiudere gli occhi per almeno qualche ora.
Feci dei sogni strani.
Ma proprio strani.
Correvo in un'enorme, stanza bianca. Non riuscivo a vedere niente se non una luce all'orizzonte che mi chiamava.
Helen...
Io urlavo, piangevo e chiedevo aiuto, ma nessuno veniva a salvarmi.
Sapevo che qualcosa stava venendo a prendermi ed ero rassegnata al mio destino.
Eppure un secondo prima che tutto finisse, il viso di Paul comparve, rigato da copiose lacrime.
Aprii gli occhi di soprassalto, Alice che era stata accanto a me per tutto il tempo, si voltò a guardarmi con preoccupazione
<< C'è qualcosa che non va? Ti senti male? >> chiese agitata
<< No, soltanto un brutto sogno, beh, buongiorno >> dissi sospirando di sollievo.
<< Buongiorno, te la senti di andare a fare shopping oppure preferisci rimanere a casa? >> domandò Alice premurosa
<< Non saprei, in questo momento sono piuttosto fiacca, ma probabilmente con un cappuccino caldo mi riprendo, vado a fare la doccia >> detto ciò mi alzai per recarmi in bagno, con passo lento ed impacciato.
Ovviamente farmi lo shampoo era fuori discussione, con i punti ancora ben visibili sulla mia tempia sinistra.
Cercai di lavarmi con cautela e dopo la faticaccia, Alice mi fece trovare un cappuccino fumante sul tavolo da pranzo
<< Grazie >> dissi
<< Figurati, mi fa piacere prendermi cura delle amiche! >> rispose lei col sorriso
<< Allora, Edward è passato da me stamattina, la mia auto è qui fuori, cosa vuoi fare? >> chiese dubbiosa. Probabilmente era molto preoccupata che svenissi o che non mi andasse più di uscire con lei
<< Port Angeles? >>
<< Affare fatto!>> rispose saltellando

La giornata fu scandita da negozi, negozi e soltanto negozi. Alice aveva veramente troppi soldi e non badava a spese nè per me nè per lei.
Mi sentivo in colpa ad accettare tutti quei regali, sarei riuscita a sdebitarmi prima o poi, in qualche modo.
Avevo deciso di non andare a lavoro, ero davvero esausta.
Chiamai Elizabeht al cellulare, che ovviamente non ci pensò due volte a darmi un giorno libero.
Il materasso che avevo comprato sarebbe arrivato nel pomeriggio, per cui ad ora di pranzo Alice si diede il cambio con Edward e Bella, che mi avrebbero tenuto compagnia.
<< Come va? tutto ok? >> mi chiese Edward con tenerezza
<< Certo! sono una roccia io! >> dissi scherzando
<< Non si può dire lo stesso di me! >> mugugnò Bella mostrandomi una fasciatura al polso
<< Cosa ti è successo? >> le chiesi stupita
<< Ginnastica >> si limitò a dire
<< Beh te l'ho sempre detto che attiri disgrazie, nemmeno la divinità più potente del mondo potrebbe evitare che tu ti facessi male! >> scherzò Edward.
Ridemmo entrambi e Bella diventò rossa come un pomodoro
<< Smettetela di prendermi in giro! >> si lamentò ridendo anche lei.
Suonarono alla porta e vidi Edward contrarre la mascella, innervosito.
Andai ad aprire la porta, con mia sorpresa, trovai Jacob, sull'uscio di casa, con l'espressione più beffarda, ma tremendamente sexy, del mondo.
<< Ciao Helen! >> rise della mia espressione, un pò tra il cagnesco e l'estasi
<< Ciao >> dissi secca
<< Non mi fai entrare? >> chiese guardando oltre me per vedere se fossi sola
<< No >> risposi semplicemente
<< Andiamo Hel, lo sai che ti voglio bene >> si lamentò
<< E invece non lo so, perciò sparisci >> dissi chiudendogli la porta in faccia.
Tornai da Edward e Bella che mi guardavano a bocca aperta come degli ebeti
<< Beh? che c'è? >> chiesi, un pò troppo acida
<< Ci sono guai in arrivo >> sussurrò Edward
<< Che vorresti dire? >> chiesi perplessa.
Un attimo dopo suonarono nuvamente alla porta. Tornai indietro, pronta con una sfuriata degna di una vecchia zitella acida. Aprii e non gli diedi il tempo di parlare
<< Senti Black! va via da casa mia, tanto non ti faccio entrare, non voglio vederti nè parlarti, perciò tornatene alla riserva, comprendi? >> urlai.
<< Non ho ancora il dono di trasformarmi in persone diverse Helen, ma se vuoi che vada via ti saluto >> ridacchiò Paul.
Arrossii dalla testa ai piedi << Oddio, scusami tanto, è che tre secondi fa è venuto Jacob, scusami! entra pure >>
<< Penso che tu adesso sia in buona compagnia >> disse Edward un pò troppo ad alta voce
<< Esatto, quindi noi leviamo le tende, ci si vede Helen! >> annunciò Bella trascinandosi dietro il suo ragazzo.
Quando la porta si chiuse, ci fu un silenzio imbarazzante.
Guardai Paul, ripensai al discorso fattomi da Alice quella notte.
<< Ehm... io... >> balbettai senza voler dire niente
<< Helen, tranquilla, sono venuto qui per parlarti e per vedere come stavi >> si avvicinò lentamente a me.
Mi fece accomodare sul divano, accanto a lui, mi mise il braccio sulla spalla.
Il mio cuore palpitava impazzito, non riuscivo a guardare i suoi occhi, così profondi e ardenti.
In quell'istante mi accorsi di quanto li desiderassi.
Di quanto volessi che guardassero me e soltanto me.
Di come quei capelli, che per me erano troppo corti, brillassero di diverse sfumature.
Di come desiderassi quelle labbra, quei petali delicati e pieni, che sicuramente avevano un sapore eccezionale.
<< Paul... >> sussurrai ad un millimentro dal suo viso, senza accorgermene
<< Helen... >> soffiò sul mio viso
Si avvicinò sempre di più ma le sue labbra non incontrarono le mie, si avvicinò con lentezza straziante al mio orecchio
<< Sai mantenere un segreto? >> sussurrò con il suo alito fresco che mi solleticò.
Rimasi in silenzio, per lo sconvolgimento che mi procuravano tutte quelle sensazioni.
Alice, aveva ragione.. ciò che non avevo compreso fino a quel momento era che io, Helen Call, ero terribilmente innamorata di Paul Lahote.

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Capitolo 13
*** Sai mantenere un segreto? II parte ***


Buongiorno a tutti! L'università mi sta prendendo completamente, quindi scusate se ci ho messo tanto.
Questo capitolo è la seconda parte del precedente. Mi dispiace se è corto, ma mi farò perdonare :) 
ringrazio tutti quelli che hanno aggiunto la storia tra le seguite, chi commenta a volte e chi legge soltanto!
Mi farebbe piacere qualche altra opinione! baci a presto!
 
 
 
 
 
Dove eravamo rimasti:
Alice, aveva ragione.. ciò che non avevo compreso fino a quel momento era che io,
Helen Call, ero terribilmente innamorata di Paul Lahote.


 
 
Sai mantenere un segreto? II parte
 
Annuii con gli occhi chiusi, con il sorriso sulle labbra.
Sentii la sua mano afferrare la mia e il suo braccio avvolgermi la vita.
Aprii gli occhi e lo vidi ad un centrimetro dal mio viso
<< Mi concede questo ballo signorina? >> disse cominciando a volteggiare
<< Certo >> dissi io appoggiando la testa sul suo petto.
Sapeva di foresta, di casa, di sole e pelle.
<< Paul >> lo chiamai sussurrando.
<< Dimmi >> disse continuando ad ondeggiare.
Le parole mi morivano in gola, mi sentivo confusa e spaccata a metà.
Da un lato, speravo ancora in una possibilità con Jake, nonostante il mio atteggiamento scostante verso i suoi confronti.
Dall'altro sentivo che Paul era ciò che mi mancava, quella cosa che mi avrebbe fatto sentire completa, la scelta più sana per me.
<< C'è qualcosa che non va Helen? Vuoi che vada via? >> mi chiese preoccupato dal mio silenzio
<< No, Paul, è che non capisco cosa mi stia succedendo >> confessai
<< Non vorrei sembrare presuntuoso, ma io credo di saperlo >> disse lui cullandomi fra se
<< E allora dimmi cosa c'è >> sussurrai
Interruppe il moto circolare, del goffo ballo che stavamo facendo, e mi prese le mano portandole sulle sue labbra
<< C'è che ti amo... >> mi afferrò i fianchi e mi baciò con dolcezza.
Le farfalle nel mio stomaco presero a volteggiare, impazzite e scombussolate da quel momento, tanto tenero.
Dopo poco si separò da me, protestai mentalmente, volevo ancora sentirlo mentre mi coccolava e mi faceva sentire amata.
<< Voglio mostrarti una cosa, un lato di me che non conosci, è importante e spero che tu capisca e non scappi via urlando >> mi afferrò la mano e la strinse, forse per infondermi coraggio
<< Non ho idea di come tu possa riuscire a farmi scappare da te, ora come ora >> dissi cercando di mascherare la preoccupazione.
Era un assassino? Uno stupratore?
No, non era possibile, non Paul.
Era una specie di Superman? Qualche strano gene mutante lo aveva colpito?
<< Seguimi >> 
Il cuore cominciò a battere all'impazzata, non avevo paura, ero soltanto agitata perchè non sapevo cosa stava per fare.
 
Fuori c'era abbastanza freddo, Paul continuava a camminare verso il bosco e l'idea non mi allettava granchè, inoltre era già buio.
<< Eccoci qua >> disse fermandosi accanto ad un tronco pieno di muschio. Mi fermai anch'io e lo osservai con attenzione, era teso, credeva davvero che sarei fuggita in preda al panico? cominciai a spaventarmi...
<< Helen, ascoltami bene, tu sei una Quileoute no? >> mi domandò
<< Si certo >> risposi senza esitazione
<< Allora ricordi le favole che ti raccontavano da bambina? >>
<< Uhm, non bene, ricordo che mia nonna raccontava sempre quella storia sui lupi >> dissi, cominciando a capire ciò che voleva dirmi
Feci un risolino << Non vorrai dirmi che ci credi!? Magari adesso chiudo gli occhi e appena li riapro trovo un lupo davanti ai miei occhi! >> risi
<< Non è stato così difficile fartelo capire, credevo che avrei dovuto faticare di più >> rise anche lui.
No. Mi ero persa qualcosa...
<< Stai dicendo che questa storia è vera? Mi prendi in giro? >> 
Non poteva, non doveva essere reale. Probabilmente stavo sognando e magari, riaprendo gli occhi mi sarei trovata ancora in ospedale. 
Oppure avevo le allucinazioni per colpa della botta in testa.
<< Non scappare Helen, sono sempre Paul >> disse dispiaciuto
<< Voglio vedere >> chiesi. Dovevo assolutamente constatare con i miei stessi occhi, che tutte quelle storie della mia infanzia non erano una bugia.
<< Sei sicura? >> 
Annuii convinta.
Lo vidi nascondersi dentro un cespuglio, se non fossimo stati in una situazione simile lo avrei preso in giro, visto che si stava spogliando con un freddo che faceva tremare le ossa.
Lo vidi, inizialmente, tremare, poi spasmi più violenti percorsero il suo corpo.
Fu come se il suo corpo fosse esploso, la pelliccia enorme e grigia di un lupo altrettanto grosso, prese il suo posto.
Ricacciai indietro l'urlo che stava nascendo dalla mia bocca. Rimasi lì a fissarlo come un'ebete, senza sapere se scappare o correre verso di lui.
Era imponente, e i suoi occhi, troppo intelligenti per appartenere ad un animale tanto istintivo, mi fecero tranquillizzare.
Nonostante tutto, era pur sempre Paul, il mio Paul.
 
Il lupo grigio si avvicinò lentamente a me, con le orecchie abbassate e la coda tra le gambe.
Ero pazza. Totalmente pazza. Ma lo amavo lo stesso. 
<< Non avere paura Paul. E' tutto ok. >> dissi accarezzandogli il capo.
In risposta ricevetti un latrato, accompagnato da una strana smorfia, che poteva assomigliare ad un sorriso.
Risi e lo abbracciai << Questo non cambia le cose, se solo un pò strano, ma in fondo fa parte della nostra tribù, immagino, quindi non c'è da preoccuparsi >> 
Vidi Paul allontanarsi e riprendere le sue sembianze umane, per poi rivestirsi dietro al cespuglio.
<< Sapevo che ce l'avresti fatta! >> corse ad abbracciarmi
<< Non sai quanto mi hai messo paura! pensavo che volessi confessarmi di essere un assassino! O magari che mi avresti uccisa, portandomi in un posto isolato >> lo baciai sulla punta del naso.
Sì, era tutto ok, con mia sorpresa l'avevo presa abbastanza bene.
Certo, non sapevo ancora niente di quel mondo, che credevo fosse solo fantasia, ma mi avrebbe insegnato tutto Paul. 
Ero felice, il pensiero di Jacob si era volatilizzato nell'istante in cui il mio lupo, aveva posato le sue labbra sulle mie.
Ne ero certa, niente avrebbe potuto scalfirmi, niente avrebbe potuto rovinare tutto quanto...
Ancora non avevo idea di quanto mi sbagliavo.

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Capitolo 14
*** Imprinting ***


Buonasera!!!!  Mi scuso nuovamente per il ritardo ma l'università in periodo d'esami è terrificante. Senza contare che ho avuto problemi personali che mi hanno bloccata un bel pò e non sono ancora in uno stato che si può chiamare felice.
So che sono lenta, ma spero di farmi perdonare con questo capitolo. baci Marty!


Imprinting



Quando aprii gli occhi, la mattina seguente, mi accorsi di essere sudata fradicia.
Per quanto mi riguardava, a quanto pareva, era colpa di Paul, o almeno del suo essere lupo.
Sgusciai fuori dalle coperte il più silenziosamente possibile, ma non appena poggiai il piede sul pavimento freddo, sentii due braccia avvolgermi la vita
<< Dove pensi di scappare? Non ne ho avuto ancora abbastanza di te >> biascicò Paul, con la voce ancora assonnata
<< A fare una doccia, sono un bagno di sudore per colpa tua, sai? >> risposi cercando di divincolarmi, con poca convinzione
<< Non mi sembra che ti sia dispiaciuto poi così tanto ieri notte, soprattutto quando ti sei aggrappata come una scimmia e mi hai quasi ucciso con quei piedi gelidi! >>
Risi << Esagerato, per così poco! >>
<< Ah si? >> disse attirandomi a se e cominciando a solleticarmi
<< NO, dai su! il solletico no ti prego!!! >> urlai tra le risa
<< Va bene, ti do una tregua, ma solo perchè non voglio consumarti troppo! >> disse lui ridacchiando e tornando alla posizione da " sono appena caduto in un sonno profondo, guai a te se mi svegli!"
Col sorriso sulle labbra mi diressi in bagno, pronta ad affrontare un'altra giornata, resa finalmente più luminosa, dalla presenza di Paul.
Mentre il getto di acqua calda scioglieva i nervi e creava vapore, pensai che era ora di chiarire con Jacob.
Se non mi avesse lasciato, non avrei mai e poi mai preso in considerazione l'idea di stare con Paul.
Non sono mai stata una tipa che tradisce, anzi se mi intestardivo con una persona era la fine, Jake, infatti, era un esempio tangibile, almeno nel periodo in cui abitai a New York.
Fui interrotta da un "toctoc" insistente
<< Dimmi Paul >>
<< Helly, devo andare, Sam ha bisogno di me. Ci vediamo stasera? >> domandò
<< Aspetta un attimo >> mi avvolsi con l'accapatoio e aprii la porta.
I suoi occhi, che quasi brillarono nel vedermi mi fecero arrossire.
<< Certo che ci vediamo stasera, ma non dimentichi qualcosa di importante? >>
Mi guardò confuso << Ehm, no non credo >>
lo abbracciai nonostante l'accappatoio ormai fradicio e gli posai un leggero bacio a fior di labbra
<< Oh >> disse lui
<< Eh! >> lo apostrofai io.
Scoppiammo a ridere e poi mi abbracciò per baciarmi con un pò più di trasporto
<< Su, adesso vai, o il grande capo Sam si arrabbierà! >> dissi staccandomi da lui
<< Nah, non credo, sei il mio imprinting, mi capisce! >>
<< Il tuo che? >> chiesi sbigottita
<< Ti spiegherò tutto più tardi! Cose da lupi, a dopo >> e scappò via, lasciandomi confusa ma col sorriso sulle labbra.
Per tutto il resto della giornata, non feci altro che cucinare.
Cucinare, cucinare e cucinare.
La cosa strana era che non mi dispiaceva affatto, avevo preparato una quantità di cibo industriale.
Due tipi diversi di primo, tre secondi, due contorni e veramente tanti biscotti di ogni tipo.
Tutto questo lavoro, per una semplice cena tra me e Paul.

Avevo chiamato Alice, per farmi dare qualche buona ricetta e lei mi aveva aiutata con piacere.
Non avevo idea di cosa piacesse al mio lupo, per questo avevo dato libero sfogo alla mia creatività culinaria.
Cominciai a lavare le pentole e le padelle che avevo utilizzato, per non rischiare di avere troppo da pulire, dopo la cena.
Mentre ero impegnata a scrostare il grasso della salsiccia, suonò il campanello.
Il cuore cominciò a battere forte, finalmente avrei potuto riabbracciare il mio bellissimo Paul.
Asciugai le mani sul grembiule e me lo sfilai, per poi gettarlo su una sedia vicino al divano.
Quando aprii la porta, mi accorsi subito che non era Paul.
Il colore della pelle era sempre lo stesso, ma il viso, nonostante la somiglianza, era troppo diverso
<< Jake! >> dissi abbracciandolo, per poi accorgermi che ero stata troppo espansiva, visto che il giorno prima l'avevo mandato a quel paese.
<< Helen >> sussurrò lui, stupito, rispondendo al mio abbraccio.
<< Entra dentro >> mi limitai a dire, un pò rigida. Era il momento di chiarire.
Jacob, si sedette sul divano e si guardò attorno con aria triste, poi voltò lo sguardo verso di me e fece un mezzo sorriso.
<< Sei felice vero? >> mi chiese, mordicchiandosi il labbro inferiore
<< Jacob, credo che dovremmo parlare di noi >>
<< No Helen, non c'è più niente da dire, adesso stai con Paul, ed io non posso farci nulla >> rispose, con la voce rotta dal pianto.
Le lacrime avevo cominciato a scendere senza preavviso. Non sapevo cosa fare nè cosa dire. Mi dispiaceva vederlo in quel modo, ma era stato lui a lasciarmi.
<< Jake, per favore, non voglio perderti, sei il mio migliore amico >> mi avvicinai a lui, posando la mano sulla sua spalla. Gli volevo bene, non potevo lasciare che andasse via da me.
<< Helen, lo capisci che io ti amo? Non ti ho lasciato perchè non ti volevo più! Ma soltanto per permettere a Paul di farsi avanti! non potevo farlo soffrire in quel modo! io ti amo ancora... >> esplose in un pianto disperato.
<< Jake, calmati, non ne sapevo nulla. Per me è stato terribile sentirmi dire da te che era finita, dopo tutto il tempo che ho passato, sperando che tu ti accorgessi di me. E poi, non capisco, perchè mi hai lasciata per Paul? chi ti poteva assicurare che lo avrei voluto? >> mi arrabbiai.
Certo, ero felice con Paul, ma Jacob era stato stupido a lasciarmi per questo, e se io non mi fossi mai messa con Paul?
<< Lo sapeva perchè sei il mio imprinting amore >> si intromise Paul, che entrò dalla finestra, che avevo lasciato aperta per il troppo calore che emanava il forno.
<< Ma tu!? non potevi entrare dalla porta come qualsiasi persona normale? >> gli chiesi ridendo
<< Ti risulta che io sia normale? E poi, ho suonato tre volte ma non mi hai aperto >> disse lui abbracciandomi
<< Io vado... >> biascicò Jake
<< No, aspetta >>
<< Ciao Helly, ci vediamo fratello >> disse per poi uscire dalla porta di corsa.
Mi voltai verso Paul, interdetta << Mi spieghi che cos'è questo imprintig? >> chiesi
<< Intanto mangiamo, altrimenti si raffredda tutto e sono curioso di assaporare quello che hai cucinato! >>

Ci sedemmo a tavola, con grande piacere, notai che tutto ciò che avevo preparato era di suo gradimento.
<< Beh, ecco è una specie di colpo di fulmine >> cominciò Paul << Ma molto potente >>
<< Colpo di fulmine? >> risi, avevo smesso di crederci da secoli ormai
<< Non ridere, è vero, succede a noi quando incontriamo la persona della nostra vita. E' successo a Sam, con Emily, ecco perchè ha dovuto lasciare Leah >>
<< Oh, capisco... però Leah sta soffrendo ancora! >> dissi, passandogli il piatto di patatine fritte
<< Lo so, Sam si odia per questo, non avrebbe mai voluto far stare male Leah, ma non ha potuto allontanarsi da Emily >>
Mi bloccai un attimo.
Quindi io, ero la donna della sua vita?
<< Cosa c'è Helly? >> domandò Paul, accortosi del mio improvviso irrigidimento
<< Quindi... io... sarei >> non riuscii a finire.
Avrei dovuto costruire una famiglia con Paul?
<< Cosa ti succede? >> chiese nuovamente Paul, visibilmente preoccupato
<< E solo che, quindi se noi dovessimo lasciarci, tu mi ameresti per tutta la vita? >> ero agitata, non ero pronta a pensare già ad un matrimonio, a dei figli.
<< Si, ma non devi sentirti obbligata a stare con me se non è ciò che vuoi. Posso essere il tuo migliore amico se vuoi, posso essere quello che vuoi .. >> la sua espressione divenne triste e buia.
<< No, no, Paul, ti prego non voglio che tu pensi questo. E' solo che devo abituarmi all'idea. Io voglio stare con te, desidero solo te. Solo che non sono pronta per un matrimonio ed una famiglia, sono ancora giovane >> cercai di spiegarmi senza ferirlo
<< Helen, non ti sto chiedendo di sposarmi, ti sto solo dicendo che ti amo e che sei l'unica per me >> mi sorrise, quel sorriso caldo che tanto mi piaceva.
<< Dimmi di Jake...>> chiesi agitata dall'idea che potesse soffrire come Leah
<< Beh, Jacob l'ha capito subito e ne ha avuto la conferma, quando ha sentito i miei pensieri e mi ha detto che ti avrebbe lasciato a me, ma che doveva cercare il modo per farlo... >> rispose cominciando a sparecchiare
<< Aspetta, quindi è sempre una cosa da lupi? >>
<< Più o meno, non gliel'ho nemmeno chiesto, ha fatto tutto da solo, non voleva farmi soffrire >> disse abbassando lo sguardo
<< Paul, sono felice di stare con te... Ma dobbiamo trovare una soluzione per Jake, gli voglio bene e non riesco a vederlo in questo stato... >>
Lui annuì e posò gli ultimi piatti nel lavandino.
Finito di sistemare la cucina, ci sedemmo sul divano a farci un pò di coccole.
Il suo abbraccio caldo, mi faceva sentire a casa, il suo odore, i suoi occhi, le sue carezze, erano tutto ciò di cui avevo bisogno.
<< Rimani con me stanotte Paul? >> chiesi con un soffio
<< Tutto il tempo che vuoi >> mi baciò, con una dolcezza che mi fece quasi piangere.
Mi alzai e lo attirai verso di me, portandolo in camera da letto.
Lo feci stendere per poi posizionarmi sopra di lui, per continuare a baciarlo.
Lui mi avvolse con le sue braccia e mi tenne stretta a sè, volevo sentirlo mio, volevo che fossimo legati.
Forse l'idea di un "per sempre" non era così tragica. Io lo amavo, lui mi amava, cosa c'è di più bello di un amore sincero e puro come il nostro?
La sua camicia volò sul pavimento, tra una mia risatina e il suo sguardo sbigottito
<< Helen... tu vuoi... ? >> mi chiese, con la stessa espressione
<< Siamo noi. Io e te Paul. Siamo veri, io ti amo e sono qui per te, sarò il tuo sostegno quando avrai bisogno di qualcuno e sei l'unico che desidero >> lo baciai
<< Ho bisogno solo che tu mi sia vicina, il resto non conta senza di te >> disse sfilandomi il maglione
<< Ti amo Paul >> lo amavo, la veridicità di quelle parole, mi colpì in pieno.
Sarebbe stato il primo uomo.
L'unico ed il solo.
Ed ero felice così, lo sarei stata sempre.. almeno così credevo.


Angolino:

Bene, abbiamo visto che Helen si è lasciata andare, la sua prima volta! ( ho volutamente tralasciato il dopo XD) ma anche che il povero Jacob sta soffrendo nuovamente (ç_ç) , provvederò a consolarlo XD.
sono ancora indecisa sul finale della storia, devo rifletterci su, per vedere cosa devo combinare mmmh
*me sadica*
un bacio a tutti
lasciate un commentino <3
a presto (si spera ^^)
Marty




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