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Era un caldo pomeriggio di giugno e a Grimmauld Place regnava la calma,
del resto la guerra era finita e Lord Voldemort era st
N.d.A: Ciao a tutti! Questa
fanfic non segue gli eventi degli ultimi due libri, in pratica è basata su una
fine alternativa alla saga di Harry Potter che vi verrà spiegata nei primi
paragrafi della storia.
Buona lettura!
PROLOGO
Era
un caldo pomeriggio di Giugno ed a Grimmauld Place regnava la calma, del resto
la guerra era finita e Lord Voldemort era stato sconfitto da Harry Potter.
Il ragazzo era riuscito ad eliminare il suo
avversario non senza l’aiuto di terzi: l’Ordine della Fenice, la protezione di
sua madre generata dal suo estremo sacrificio e…l’intervento essenziale di
Severus Piton.
Il professore non era mai stato dalla parte del
Signore Oscuro, ma aveva recitato la parte del Mangiamorte fedele, mentre
segretamente aveva mantenuto i contatti con l’Ordine a cui segnalava
regolarmente gli spostamenti e gli obiettivi di Voldemort.
Alla fine del conflitto l’organizzazione fondata da
Silente non si era sciolta, ma era rimasta attiva affinché tutti i Mangiamorte
in libertà venissero catturati ed assicurati alla giustizia magica; alcuni
erano fuggiti, si erano creati nuove identità e si erano trasferiti lontano
dall’Inghilterra, ma altri, i più convinti sostenitori delle ideologie del loro
defunto leader avevano deciso di continuare la loro guerra.
Per questo Severus Piton, come tutti gli altri
componenti dell’Ordine, partecipava attivamente alla cattura dei suoi ex
“colleghi”, i quali erano molto ansiosi di fargliela pagare.
Harry, Ron e Hermione erano entrati a far parte
dell’Ordine della Fenice insieme a Neville, Ginny e Luna, ma con la condizione
che a Settembre sarebbero dovuti tornare tutti ad Hogwarts per finire gli
studi.
Proprio per questo motivo i ragazzi stavano giusto
ripassando le materie del sesto anno seduti attorno al grande tavolo della
cucina di Grimmauld Place, quando il patronus di Arthur Weasley interruppe la
loro concentrazione.
Anche gli altri membri dell’Ordine presenti a
Grimmauld Place si erano resi conto dell’intrusione ed erano accorsi ad
ascoltare il messaggio.
Il patronus del signor Weasley, cioè una donnola,
annunciò che proprio in quel momento si stava svolgendo un attacco ad Hogsmeade
di portata tale che era necessaria la squadra al completo, così tutti si
prepararono rapidamente per far fronte alla battaglia.
-Remus, manda il tuo patronus ad avvisare Severus
dell’attacco- disse svelta Molly.
-Già fatto Molly. Ho convocato tutti quanti.
Alberforth è già lì ovviamente-
-Benissimo, allora il ritrovo è alla Testa di Porco-
-Pronti?- Disse Hermione guardando intensamente gli
amici, i quali annuirono decisi e si smaterializzarono.
Poteva essere uno shock passare dal silenzio di
Grimmauld Place alla cacofonia della battaglia, ma i giovani maghi ormai erano
abituati e come da protocollo si divisero in due gruppi per tenere meglio sotto
controllo la situazione.
Grazie anche all’intervento degli Auror la battaglia
si rivelò presto sfavorevole per i Mangiamorte, ma…
“Qualcosa non quadra…” pensò Harry.
Il ragazzo si guardò attentamente intorno e si rese
conto che tra i maghi oscuri presenti mancavano all’appello Lestrange, Dolohov
e Malfoy… eppure gli aveva visti prima!
Ad Harry si gelò il sangue nelle vene quando vide
che a qualche metro di distanza da dove si trovava i tre maghi stavano
combattendo contro Piton e lo avevano circondato.
I Mangiamorte stavano combattendo tre contro uno e
per quanto Piton fosse un abile duellante, gli ex seguaci di Voldemort stavano
combattendo slealmente, infatti il professore non si era accorto che Lucius si
era smaterializzato alle sue spalle e stava per lanciargli l’anatema mortale.
-NO!-
Harry, resosi conto della situazione scattò in
direzione del suo ex insegnante e si frappose tra Piton e il fascio di luce
verde dell’anatema da cui venne colpito.
Tutta l’azione era avvenuta così improvvisamente che
Piton non fece in tempo a scrollarsi di dosso le braccia di Harry che il suo
sguardo intercettò l’inconfondibile luce verde dell’incantesimo mortale, ma
ormai era troppo tardi per schivarlo, così Harry ne venne inevitabilmente
investito.
All’impatto con il fascio di luce verde Harry e
Piton caddero a terra, ma l’anatema fu come assorbito dal giovane che ora si
agitava convulsamente. Ne seguì un silenzio carico di tensione sotto gli occhi
sgranati dei presenti che non sapevano cosa aspettarsi da quel fenomeno.
-Potter! Potter mi senti? Potter!- Piton cercava di
far rinsavire il ragazzo che durante le convulsioni aveva chiuso fortemente gli
occhi e non rispondeva ai richiami del professore.
-Per la barba di Merlino Potter! Non capisco come intervenire
se non la smetti di agitarti! Potter! …Harry!-
In quel momento il ragazzo aprì gli occhi e come se
avesse avuto dell’esplosivo babbano addosso scagliò attorno a sé l’energia
dell’incantesimo che lo aveva colpito e che investì la persona che gli era più
vicina in quell’istante: il professore.
Tutto ciò che poterono vedere gli altri presenti fu
una luce accecante che avvolse i due maghi a terra e quando il bagliore si
esaurì, la scena che si presentò davanti a loro fu sorprendente: Harry era
immobile perché aveva perso i sensi, ma Piton…
-Severus…ma…che ti è successo?!- Esclamò Lupin
allarmato e con voce più acuta del normale.
-Non preoccuparti per me, Lupin! Io sto bene,
piuttosto prenditi cura di questo sconsiderato! E’ sopravvissuto a Voldemort
per mettersi in pericolo costante per il resto dei suoi…ma che avete da
guardare tutti quanti?-
I Mangiamorte, accortisi che avevano perso
nuovamente l’occasione di eliminare il traditore, si erano smaterializzati e
sul campo di battaglia erano rimasti i membri dell’Ordine della Fenice e gli
Auror.
Nessuno riusciva a proferir parola, tutti si
lanciavano sguardi esterrefatti, troppo scossi dallo svolgersi degli eventi.
Solo Luna, che come sempre non si sorprendeva mai di
niente, fu l’unica a rispondere a Piton battendo le mani dall’entusiasmo.
-Oh ma non è magnifico professore? E’ tornato
ragazzo!-
To
be continued!!
Fatemi sapere cosa ne pensate e se vale la pena
continuarla!
E…visto che ci sono vi invito spudoratamente a
leggere le altre mie storie più recenti per sapere come sto andando e poter
migliorare. Thanks!
Ciao a tutti! Grazie per le recensioni positive,
davvero, mi avete resa felicissima! J
Questo capitolo è incentrato quasi esclusivamente su Severus, d’altronde non
capita tutti i giorni di tornare giovani e quindi mi sembrava giusto dare
spazio al suo stato d’animo. Buona lettura!
CAPITOLO I
“No…nonono…”
* crash *
“questa poi…non è possibile!”
Severus Piton si aggirava agitato per la sua stanza
ad Hogwarts, urtando i suoi libri accatastati di fianco al letto su cui fino a
poco prima era appoggiata una boccetta di pozione soporifera, ora in frantumi
sul pavimento di pietra.
Di tanto in tanto lanciava uno sguardo allo specchio
ma poi si allontanava immediatamente, come scottato dalla visione del suo nuovo
riflesso.
“Oh insomma, per la barba…devo calmarmi e ritrovare
la razionalità” Severus si fermò davanti allo specchio senza alzare lo sguardo,
prese un respiro profondo, si portò il pollice e l’indice della mano destra ai
lati del naso e chiuse gli occhi per alcuni secondi.
Quando li riaprì si fissò finalmente allo specchio e
osservò i particolari del suo viso.
“Dovrei essere…poco più che ventenne”
Spostò le dita che ancora avvolgevano il naso e le
passò sulla guancia destra, dove non c’era più la sottile cicatrice provocata
dalla ferita inflittagli da Fierobecco, curata troppo tardi perché aveva dato
priorità al ragazzo, Draco, ancora scosso per quello che era successo
quell’anno.
Sfiorò l’attaccatura dei capelli, dal colore più
scuro ora che non erano resi opachi dai primi fili grigi, poi scese sulle
labbra, più morbide e non più sottili e segnate dalle piccole rughe
d’espressione.
Si studiò con la stessa intensità che riservava alle
pozioni e agli antichi volumi su cui amava apprendere nuove nozioni, forse
perché si era reso conto che in quel momento anche lui, con il suo nuovo
aspetto era diventato come quei volumi, solo che non era più consumato dal
tempo, ma le pagine erano di nuovo bianche.
Da riscrivere.
“Ma non ho nessuna intenzione di rimanere così…il
passato non si cancella” Pensò amaramente.
Intanto Harry si era svegliato, ma la signora
Weasley non gli permetteva di uscire dal letto perché voleva essere certa che
si fosse completamente ripreso.
Harry aveva saputo dagli altri ragazzi quello che
era successo ed era molto curioso di vedere il professore e di capire come
aveva preso la novità.
“Perfetto, ora le sue minacce di usarmi come
ingrediente per le pozioni diverranno realtà” pensò cupamente.
-Severus, posso entrare?- Chiese Lupindopo aver bussato alla porta del professore.
-Vattene Lupin-
-…sai, la tua voce da ragazzo è meno profonda e
lugubre di quella del Severus quarantenne…non fa lo stesso effetto perciò no,
non me ne vado. Posso entrare allora?-
-Sai Lupin, forse dovresti farti vedere da un
medimago, ma da uno bravo perché le tue orecchie da lupo devono avere qualche
problema se sei ancora lì dietro ad insistere per entrare!-
-Andiamo Severus, non fare l’adolesce-
* zap * Un incantesimo era passato attraverso lo
spiraglio della porta creato da Lupin.
-…-
Piton subito dopo si avvicinò rapidamente
all’entrata e l’aprì con forza.
-Lupin, se vuoi riprendere l’uso della parola ti
consiglio di lasciarmi lavorare sulla pozione invecchiante perché se commetto
un errore per colpa tua ti puoi scordare la pozione alla prossima luna piena, è
chiaro?- disse Severus tagliente.
Lupin lanciò lo sguardo al cielo esasperato dai modi
dell’ex collega, annuì e ritornò in Sala Grande, dove il direttivo dell’Ordine
si era dato appuntamento per la riunione straordinaria in seguito agli eventi
inaspettati di quella giornata.
-Ah
Lupin sei tornato…la scomparsa della tua bocca mi fa dedurre che Severus è
indisposto al momento?- Chiese Shacklebolt divertito.
-Mmmh…Oh grazie Tonks! Sì a momento è impegnato con
la pozione invecchiante…non capisco perché ci tenga tanto a tornare
quarantenne!-
Dopo due ore di preparazione la pozione era pronta.
Con trepidazione Severus versò l’intruglio nel
bicchiere e preso un respiro profondo lo bevve tutto d’un fiato.
Attese la reazione prevista premendo gli occhi
chiusi, come se si attendesse una fitta di dolore, attese e attese ma…non
succedeva niente!
Con un ringhio di frustrazione lanciò il bicchiere
che si infranse contro una delle pareti e si lasciò cadere sul letto.
In quel momento stava tornando Lupin per sapere come
procedevano i lavori con la pozione e grazie alle sue orecchie da mannaro –che
sì, funzionavano perfettamente- sentì a distanza lo schianto del bicchiere.
-Severus? Non ha funzionato?-
-Lupin ma allora sei masochista! Vattene!-
-Andiamo, posso entrare questa volta?-
-E va bene, entra così la smetterai di tormentarmi
l’anima-
Quando Lupinvide Piton riverso sul letto con un’espressione sconfitta che non gli
aveva mai visto in volto, si sentì in colpa per come lo aveva stuzzicato
qualche ora prima.
-Non preoccuparti Severus, troveremo una soluzione
al più presto, probabilmente è solo un effetto momentaneo, anche se non capisco
perché ci tieni tanto a tornare più vecchio…-
- Non devo preoccuparmi? Lupin ho già avuto una
giovinezza e sai bene come è andata, perché dovrei volerla rivivere? Preferisco
lasciarmi tutto alle spalle!-
-Lasciare il passato alle tue spalle? Tu? Andiamo,
lo sappiamo entrambi che non lo hai mai abbandonato! Tu vivi nel passato
Severus! Sì, sei sempre pronto a combattere, insegni, ti dedichi alle pozioni,
ma sei presente solo fisicamente, mentre non hai mai smesso di ripensare agli
eventi vissuti all’età che dimostri ora-
-Cosa ne vuoi sapere tu di me, Lupin! E poi cos’è
questa improvvisa preoccupazione per il mio stato d’animo? Perché non ti sei
posto il problema prima, quando assecondavi Potter e Black nei loro scherzi
idioti?-
-Ecco: ti ascolti quando parli? Porti ancora rancore
per qualcosa che è avvenuto oltre vent’anni fa con la stessa intensità che avresti
se i fatti fossero accaduti ieri! Ora ti lascio solo, ma lo sai che ho
ragione…-
-Non mi interessa quello che pensi e non sono affari
tuoi…ora vattene! Anzi me ne vado io!-
Severus si alzò impettito e si mise il mantello, il
suo capo d’abbigliamento preferito con cui intimoriva i suoi studenti e che
–anche se non lo avrebbe mai ammesso- gli dava un senso di protezione, come una
corazza, ma notò che, con il suo fisico da ragazzo, che prima di raggiungere la
trentina d’anni era ancora stato magro e dinoccolato, non otteneva più
l’effetto desiderato.
Lupin considerava quello che gli era successo come
un dono, una seconda possibilità, ma a Severus sembrava di aver perso tutto.
Amareggiato e pieno di rancore, con passo svelto
raggiunse i confini di Hogwarts per poi smaterializzarsi. Destinazione:
Godric’s Hollow.
Ecco il primo capitolo! Il secondo arriverà
all’inizio della prossima settimana perché finalmente vado tre giorni in
vacanza! :p
Grazie a chi ha commentato, cioè Heloissa, Piccola Vero,
marpy e Eden
Garden, e grazie alle dieci persone che seguono questa storia!
Un aiuto verrà sempre dato
ad Hogwarts a chi se lo merita.
***
Si
dice che il tempo guarisca molte ferite e Godric’s Hollow, cittadina con oltre
mille anni di storia alle spalle, era stata ferita nel profondo quando la
famiglia Potter era morta in quello che per i babbani era stato un tragico
incidente. Ma da quel giorno erano passati vent’anni, perciò il tempo aveva
fatto il suo dovere e ormai questa zona abitata era tranquilla, con le aiuole
curate, il pub pieno di persone in festa e nemmeno un’abitazione diroccata,
eccetto casa Potter che nessuno aveva osato toccare in segno di rispetto e di
testimonianza per quell’evento così significativo che aveva determinato la
caduta di Lord Voldemort.
Severus si era smaterializzato direttamente davanti
alla dimora dei Potter.
Alla vista della casa le memorie non tardarono a
riaffiorare nitide: ricordava bene l’ultima volta che era stato in quel
posto…quando percorreva con passi lenti e leggeri quelle scale che portavano al
secondo piano, come se camminasse su un vecchio cornicciolo, pronto a
sfagliarsi sotto i suoi piedi, con l’angoscia di scoprire se il Signore Oscuro
aveva mantenuto la promessa.
I sensi di colpa lo attanagliavano ancora a distanza
di anni perché ricordava bene come quella notte, prima di scoprire quanto era
accaduto, aveva quasi sperato -dalla disperazione- di trovare Lily accasciata a
terra, piangente con in braccio il suo bambino morto perché una profezia lo
voleva come il solo in grado di sconfiggere l’Oscuro Signore. Lui l’avrebbe stretta
a sé, l’avrebbe portata via da quel posto maledetto e l’avrebbe protetta per
sempre.
Ma Severus e Lord Voldemort avevano sbagliato i
conti, perché Lily prima di essere un’amica, la donna amata di Severus e di
James, era una madre e l’amore di una madre è qualcosa di assoluto che nemmeno
l’odio aveva potuto sconfiggere.
Severus non si era reso conto che supplicando il
Signore Oscuro di risparmiare Lily, le aveva concesso di fare una scelta che
aveva suggellato con le parole e con i fatti il suo amore per il figlio
attraverso l’estremo sacrificio.
L’amore: un potere che va oltre qualsiasi magia.
Severus si perse nei ricordi, ma la voce di Lupin si
fece strada nella sua mente:
Tu vivi nel
passato…
Infastidito
dal suo stesso pensiero, sul suo viso comparve un’espressione di fastidio e
stizzito si voltò verso la via che conduceva al cimitero dietro la chiesetta in
stile tardomedievale.
Si
fece strada tra le lapidi con il passo sicuro di chi conosce bene il percorso e
giunse alla tomba di Lily e James.
Ignorò
totalmente le lettere incise nella pietra che formavano il nome del suo rivale
e si concentrò esclusivamente sul nome della donna.
Fissò
a lungo quelle lettere, poi, come se gli fossero mancate le forze si prostrò a
terra, in ginocchio.
-Lily…quando
potrò finalmente trovare la pace? Per quanto ancora dovrò aspettare prima di
rivederti? Ci sono ancora gli ultimi Mangiamorte da catturare, ma la guerra è
finita e tuo figlio è salvo…per quanto ancora dovrò combattere?-
Con
il viso contorto in una smorfia di dolore e rabbia, si alzò la manica che
copriva l’avambraccio sinistro, dove il marchio si stagliava come una macchia
scura sulla sua pelle diafana.
-lo
vedi? Nemmeno la magia strampalata di tuo figlio è riuscita a cancellare il
segno della mia vergogna…ed ora se non trovo una soluzione al suo incantesimo
dovrò rimanere giovane e portare il marchio con me per altri vent’anni!-
Sospirò
pesantemente e si guardò intorno, come se la soluzione si potesse nascondere
tra le lapidi, oppure tra le foglie degli alberi che segnavano da secoli i
confini del cimitero.
Dopo
qualche minuto di raccoglimento Severus si alzò, ma invece di tornare ad
Hogwarts si diresse a passi pesanti verso la casa in cui aveva vissuto la sua
infanzia. Attraversati i due isolati che lo separavano da Spinner s’ End entrò
nella sua abitazione e senza indugi si diresse nella sua stanza e si distese
sul suo letto, incurante della polvere e dell’aria che odorava di stantio.
Ancora
vestito si avvolse nel mantello usandolo come coperta e si addormentò
immediatamente.
Si
rese conto che probabilmente stava sognando perché altrimenti non sarebbe stato
in grado di spiegare come poteva essere tornato il sé stesso quarantenne e allo
stesso tempo osservarsi da ragazzo, seduto sotto l’albero dove era solito
trascorrere le ore libere dalle lezioni, ad Hogwarts.
Notò
anche che il sogno doveva essere condizionato dai ricordi perché rammentava
bene quel giorno: era coperto di lividi dato che era appena stato vittima degli
scherzi dei Malandrini, ma non era minimamente turbato dalla questione perché
sapeva che il giorno dopo avrebbe preso il marchio e le cose per lui sarebbero
cambiate. Finalmente l’avrebbe fatta pagare a Potter e alla sua compagnia.
Il
giovane Severus perse la sua espressione beffarda quando vide passare Lily, la
quale gli lanciò uno sguardo di sottecchi, ma non si avvicinò. A quel tempo
Severus aveva già commesso il grave errore di chiamarla Mezzosangue e lei non
lo aveva perdonato.
Il
Severus adulto osservò quella scena e si maledisse per l’ennesima volta per
quello che aveva detto.
Improvvisamente
trasalì quando sentì una mano appoggiarsi sulla spalla e giratosi di scatto
rimase come pietrificato dallo shock: Lily, quella adulta, si trovava dinnanzi
a lui.
Severus
era troppo sconvolto per proferire parola, ma fu Lily a parlare per prima:
-Severus,
sono passati così tanti anni da quella volta…non ti devi preoccupare, non sono
più arrabbiata con te da molto tempo ormai-
L’uomo
boccheggiò e per alcuni secondi non riuscì a formulare una frase, ma poi trovò
la forza e parlò con voce roca:
-Lily
io…mi dispiace…mi dispiace così tanto! Come ho potuto farti allontanare così!?
Ho rovinato tutto!-
-Le
tue scelte sono state determinanti per molte cose, nel bene e nel male, ma non
devi più preoccuparti del passato, ora hai un nuovo futuro davanti a te!-
-E’
stata la tua magia ad avermi fatto tornare ragazzo?-
-Non
proprio…Harry è molto più simile a me di quanto tu voglia credere: la sua magia
è molto affine alla mia; è istintiva e trova la sua forza nell’amore per le
persone a cui teniamo. Quando Harry si è frapposto tra te e l’anatema non
sapeva se sarebbe sopravvissuto, ma aveva una certezza: non voleva che ti
venisse fatto del male e così la sua magia ha risposto spontaneamente
all’intensità dei suoi sentimenti. In verità… credo di aver contribuito
all’incantesimo perché da quando Harry si è liberato dell’Horcrux che si era
addentrato in lui, il nostro legame di madre e figlio si è come potenziato:
potevo sentirlo molto più distintamente e quando ho percepito la sua paura per
te, il suo desiderio di salvarti si è unito al mio…di concederti una seconda
possibilità e di farti riprendere da dove avevi interrotto: dalla tua
giovinezza a cui avevi rinunciato per seguire il buio sentiero tracciato per te
da Voldemort-
-Ma…Lily
non posso…non posso rimanere così perché…-
-perché
hai paura di essere felice e pensi che sia ancora necessario pagare per i tuoi
errori? Tutti abbiamo fatto sbagli Severus, anche io quando non ti ho permesso
di avvicinarti ulteriormente a me perché ero stata troppo sciocca per riuscire
a non preoccuparmi dell’opinione delle altre persone. Solo ora capisco quanto
fossi stata debole a lasciarmi abbindolare dai giudizi degli altri! Eravamo
amici e sapevo quanto tu desiderassi che diventassimo qualcosa di più…ma ero
troppo debole, troppo giovane per rendermi conto che le scelte che stavo
compiendo erano dettate dalle aspettative di chi credeva di sapere cosa era
meglio per me…Non ho mai smesso di amare James, ma mi rendo conto che il destino
non è che il risultato di una scelta tra più vie…e io avevo preso la mia
decisione. Una volta scelto un percorso è difficile tornare indietro, ma non ha
senso vivere nei ricordi…è il tuo momento Severus! Per una volta nella tua vita
concediti di essere felice!-
Detto
questo Lily non diede tempo a Severus di risponderle che gli diede un bacio
leggero all’angolo destro della bocca ed il mago si risvegliò nel suo letto
impolverato.
Scosso
dall’accaduto si alzò di scatto, tanto che per un attimo barcollò per ritrovare
l’equilibrio, poi si diresse rapido verso l’uscita di casa per smaterializzarsi
e raggiungere il luogo dove sapeva che avrebbe trovato rifugio dal turbinio di
pensieri: Hogwarts, ma resosi conto che non era in sé per poterlo fare in
sicurezza cambiò idea e presa la polvere volante la lanciò nel camino del
soggiorno per raggiungere la sua destinazione, più precisamente lo studio del
preside.
La
stanza circolare era semibuia, illuminata solo lievemente dai riflessi della
luna sui vari oggetti magici d’ argento e altri materiali luccicanti.
Il
silenzio era disturbato dal russare dei presidi del passato, addormentati
all’interno dei loro dipinti.
Solo
uno di loro aveva sentito Severus arrivare: era Albus Silente.
-Severus,
ragazzo mio…sono stupito! La fine del conflitto deve averti fatto bene, sembri
ringiovanito!- disse scherzosamente.
-Albus
non è il momento…so che sei al corrente dell’accaduto!-
-Ah…sì
Minerva mi ha raccontato…ma so davvero tutto Severus?-
-No…non
tutto…- e Severus gli raccontò del sogno e dell’incontro con Lily.
-Severus,
penso che tu debba dare ascolto a Lily e vivere questo momento, non possiamo
ancora sapere se sarà una condizione permanente o meno, ma vuoi veramente
sacrificare questo dono così prezioso che ti ha fatto la donna che non hai mai
smesso di amare?-
-E
tutti i tuoi discorsi sulla giustizia, Albus? Non eri tu a dirmi che si deve
scegliere tra ciò che è giusto e ciò che è facile? Non sarebbe facile godere di
questa chance e ingiusto nei confronti di chi ha sofferto per causa mia?-
-Alcune
persone hanno sofferto come conseguenza delle tue decisioni, ma anche tu hai
sofferto e poi hai passato tutta la tua vita a fare ammenda cercando di salvare
più persone possibili dagli attacchi dei Mangiamorte, non hai fatto abbastanza?
La tua vita è stata tutta un’avventura, dolorosa, questo è certo, ma hai
dimostrato di avere il coraggio di un eroe, perché non tuffarti in questa nuova
esperienza?-
Severus
scosse la testa, per nulla convinto.
Si
avvicinò alla finestra e scrutando fuori notò un gufo in avvicinamento che
portava con sé una lettera.
Mentre
faceva entrare il volatile e si appropriava della missiva diretta a lui,
Severus non aveva smesso di riflettere sulle parole di Silente, ma soprattutto
su quelle di Lily.
Poi
strinse la lettera accartocciandola.
-Albus?
Ho preso una decisione-
-Dimmi
Severus-
Il
giovane Severus alzò lo sguardo dalla mano che stringeva la lettera e si voltò
risoluto verso il preside.
-Va
bene, onorerò la volontà di Lily accettando questa nuova sfida-
Albus
si limitò a sorridere e a guardare Severus con i suoi occhi brillanti di
soddisfazione e orgoglio per il giovane mago.
Severus
si concesse di rispondere con un mezzo sorriso e piegò la lettera.
-Sarà
meglio che vada a cambiarmi, presto sarà l’alba e a quanto pare Molly Weasley
mi ha invitato per la colazione. Sarà meglio che mi presenti perché temo che il
suo istinto materno le abbia annebbiato la mente e ora mi scambia per uno di
quei suoi marmocchi…-
-Allora
sarà meglio che ti sbrighi ragazzo mio! Non vorrai veramente subire la furia di
mamma Weasley! Buona fortuna!-
Severus
annuì e fece un cenno di saluto con il capo. Sapeva bene che l’augurio di
Silente non si riferiva soltanto alla colazione e alla conseguente irritazione
di Molly se Severus non si fosse presentato, ma anche alla nuova, grande
avventura che lo aspettava da quel giorno fino a quando…già, per quanto tempo
sarebbe rimasto giovane? Non sapeva rispondere, ma avrebbe fatto di tutto per
vivere al meglio ogni momento che gli era stato donato in quel corpo da
ragazzo.
Ciao
a tutti!
Grazie
per le recensioni positive! Siete troppo gentili!
Approfitto
di questo spazio per dare un chiarimento: come avrete notato è presente il tema
dell’amore materno e ho tentato di sottolinearlo in più aspetti; prima nel
discorso di Lily, in seguito con Molly e non è un caso che la decisione di
Severus avvenga dopo aver ricevuto la lettera di mamma Weasley. Penso che Molly
sia stata colei che ha fatto scattare quella molla nel cuore di Severus per
compiere la sua scelta. Molly non è assolutamente tenuta a preoccuparsi per
lui, eppure dispensa il suo amore a tutti quanti, perfino ad un ex Mangiamorte
come Severus. Penso che lei, Lily e la McGranitt siano le uniche donne che
siano riuscite a superare la corazza di Severus, perciò volevo darle un ruolo
piccolo ma determinante. Fatemi sapere cosa ne pensate! Visto che adesso
Severus ha finalmente deciso di darsi una seconda possibilità, dal prossimo
capitolo inizia ad esserci più movimento.
*Angolo off topic*
Per
scrivere questo capitolo avevo come colonna Sonora Earth Song di Michael
Jackson…non ve ne fregherà niente, ma mi andava di scriverlo…in fondo è la mia
fanfiction questa e posso scriverci quello che voglio! :D
Un
abbraccio e ancora grazie per la vostra disponibilità a commentare!
Voleva essere fermato, portato indietro, a casa...
Ma era a casa. Hogwarts era la prima e la migliore casa che avesse conosciuto.
Lui e Voldemort e Piton, i ragazzi abbandonati, avevano trovato tutti una casa
lì!
H.P. E i Doni della Morte
***
- Harry, sei già in piedi. Come stai oggi?-
- Sto bene Hermione, nessun problema -
Da quando si era ripreso, Harry si era chiuso in sé
stesso ed era molto pensieroso. Aveva saputo che il professor Piton non aveva
preso bene la notizia di essere tornato ragazzo, inoltre Harry si chiedeva cosa
lo aveva spinto a prendere l’Avada Kedavra per salvare l’ex Mangiamorte.
Se da un lato era vero che Piton era sempre stato
dalla loro parte, era anche vero che l’uomo lo aveva sempre trattato con astio.
Da quando aveva scoperto che Piton aveva amato sua madre, Harry si era sentito
a disagio in presenza del professore perché sapeva che ogni volta che i loro
sguardi si incrociavano, l’uomo ricordava la donna amata e allo stesso tempo il
mago che disprezzava di più, James Potter.
Eppure Harry era attratto, come con una calamita, da
ciò che rappresentava il professore in seguito alle recenti rivelazioni: in
fondo era l’unico che aveva conosciuto bene sua madre ed era l’unico, oltre a
Remus, ad aver vissuto con i suoi genitori, dei quali Harry sapeva così poco.
Si
trovava nella camera che condivideva con Ron e stava appoggiato con la fronte
alla finestra fredda e umida per la brina mattutina, osservando i campi
sterminati che circondavano casa Weasley. Hermione si affiancò a lui e lo
fissò.
-Stai pensando a lui?-
-Lui chi?-Harry fece finta di non capire.
Hermione sospirò e spostò lo sguardo fuori dalla
finestra, lontano. Aprì bocca per cercare di convincere Harry a confidarsi, ma
si bloccò e sgranò gli occhi. Sulla strada sterrata che portava a casa Weasley
si era appena smaterializzato Piton.
-Lui!- disse Hermione.
Harry non rispose, era sorpreso di vedere il
professore, e poi vederlo così giovane!
Appoggiò i palmi sulla finestra e si premette
maggiormente sul vetro, come per accorciare la distanza che li separava e per
studiare meglio quel volto nuovo, senza rughe.
Piton si accorse di essere osservato e individuò
Harry alla finestra. Gli lanciò uno sguardo cupo.
“Potter” pensò con sdegno.
Harry, imbarazzato per essersi fatto scoprire si
allontanò immediatamente dalla finestra, come se si fosse scottato.
-Sarà meglio scendere- disse con voce tremolante ad
Hermione, che sorrise per rassicurare Harry.
-Andrà tutto bene- gli sussurrò. Harry la guardò con
affetto: come sempre Hermione riusciva a leggerlo come se fosse uno dei suoi
amati libri.
Mentre scendevano le scale sentirono Molly
accogliere in casa Severus.
All’entrata del professore, il cicaleccio che
regnava perennemente in casa Weasley si spense, lasciando il posto ad un
silenzio imbarazzato. Non durò a lungo grazie all’intervento di Molly.
-Severus, benvenuto caro!-
Piton alzò un sopraciglio.
“Sono ringiovanito ma sono sempre un docente dei
tuoi figli…non uno di loro!”
Nonostante
ciò, rispose garbatamente.
-grazie per l’invito, signora Weasley-
-oh cos’è tutta questa formalità? Vieni pure dentro
e prendi posto a tavola! Ho fatto i muffin!-
L’imbarazzo generale fu presto sostituito dal
chiacchiericcio e l’atmosfera della stanza tornò ad essere quella calda ed accogliente
di sempre: risate, spensieratezza e profumo di dolci riempirono l’aria.
Severus si rese conto che non aveva mai vissuto
un’esperienza del genere: l’affetto e l’unione della famiglia Weasley
traspirava nell’aria della stanza e, quasi con la paura di interromperla se ne
stette seduto in silenzio, mangiando lentamente il suo dolce, guardando tutte
quelle persone felici, mentre inconsapevolmente sul suo viso si dipingeva un
sorriso.
Anche Harry, nonostante fosse stato seduto al tavolo
dei Weasley più volte nel corso degli anni, ogni volta assaporava
quell’atmosfera con la stessa reverenza che aveva per le pietanze di Molly.
Così, quando gli sguardi di Piton e Harry si
incontrarono, sui loro visi regnava la stessa espressione di compiacimento e
subito si voltarono da un'altra parte.
-
…Allora sarai dei nostri questo pomeriggio, Severus?- chiese il signor Weasley.
Piton non era stato attento al discorso, perciò fu
colto impreparato.
-…Come dice Signor Weasley?-
-Questo pomeriggio! I ragazzi devono fare acquisti
per il loro ultimo anno ad Hogwarts.-
-No, non credo che sia…-
-certo che verrà Arthur! Non è vero Severus?- disse
Molly tirando una gomitata ad Arthur, come per ammonirlo.
-Io…non…-
-Oh non essere imbarazzato caro, sei più che il
benvenuto!-
-…-
I gemelli gli lanciarono un’occhiata significativa:
sembrava voler dire “nessuno osa contraddire mamma Weasley!”
Severus li guardò malamente e strinse le labbra.
“A quanto pare mi aspetta una gita ad
Hogsmeade…quale gioia!” pensò sarcastico.
- e di questo cosa ne pensi Hermione?-
-non mi convince molto come colore, è così opaco!-
-mmm…hai ragione!-
Severus se ne stava seduto in una delle poltroncine
con un’espressione simile a quella dei condannati a morte.
Dopo
aver fatto le spese per la scuola, i ragazzi si erano divisi in due gruppi per
passare il resto della giornata per conto loro.
Piton, pur di non trovarsi nello stesso gruppo dei
ragazzi Weasley e soprattutto di Potter, aveva preferito accompagnare le
ragazze a fare shopping.
“Lucius…trovami e uccidimi…ora!” pensò
amaramente.
Mentre le ragazze discutevano su che colore stava
meglio con i capelli rossi, Severus guardava fuori dalla finestra del negozio.
La sua espressione apatica diventò attenta quando
vide Potter separarsi dal gruppo che fissava le vetrine del negozio di
Quidditch e seguire Luna Lovegood in direzione…della scuola?!
Si alzò in piedi e appoggiando le borse che gli
avevano affidato le ragazze si rivolse a loro:
-Ah…io vado a prendere un po’ d’aria…-
E appena fuori dal negozio assunse un passo rapido
in direzione dei due ragazzi.
“chissà cosa hanno in mente di fare…andare a
scuola adesso che è chiusa? Sicuramente per combinare qualche disastro!”
Ma invece di prendere il sentiero che portava al
castello, si diressero verso la Foresta Proibita.
Severus si fermò di colpo.
“Perché diavolo stanno andando da soli nella
foresta? Cosa nascondono? Potter, se ti sei messo nei guai di nuovo…”
Li seguì a debita distanza per non farsi scoprire.
Dopo aver camminato per circa cinque minuti, si
fermarono in mezzo alla boscaglia.
-ecco, è qui!- disse Luna con la solita aria
sognante.
Harry si accucciò a terra, ai piedi di una grande
pietra inverdita dal muschio e cominciò a sibilare.
A Severus si gelò il sangue nelle vene: quella
lingua! Ogni volta gli ricordava Voldemort!
Harry aveva parlato in serpentese e il professore
non fu sorpreso di vedere un serpente sgusciare fuori dalla base della roccia.
Ma quello non era un serpente comune: aveva due
zampine corte sul davanti e delle ali membranose sulla schiena.
-Ma quello è un…-
-Aspidiolante, professore!- Rispose Luna.
Sia
Harry che il professore trasalirono. Piton dalla sorpresa di vedere quella
particolare specie di animale non si era reso conto che aveva parlato a voce
alta.
-Lovegood, da quanto…-
-sapevo che era dietro di noi? Da Hogsmeade! Sapevo
che non avrebbe resistito a lungo con le altre a fare le spese e immaginavo che
la sua curiosità avrebbe avuto la meglio-
“Corvonero…” pensò Severus, come se la parola
fosse un insulto.
-Ma perché siete venuti fin qui? Non è il caso di
addentrarsi da soli nella foresta di questi tempi!-
-Infatti c’è lei a proteggerci, no? Ed il perché…-
Luna indicò l’Aspidiolante.
Severus notò che il rettile aveva un ala piegata in
un modo innaturale.
-è
stato ferito da un rapace notturno che lo ha afferrato per l’ala ma poi
l’Aspidiolante ha morso il volatile e lo ha lasciato cadere da molti metri
d’altezza. Così ora è confuso e ferito- spiegò Harry.
-poverino!- intervenne Luna.
Piton stava per chiedere a Potter come diavolo
faceva a saperlo ma poi si rese conto della stupidità della domanda: glielo
aveva raccontato il serpente, era ovvio!
Per Severus era molto strano ascoltare Potter
parlare in serpentese, perché mentre le parole del Signore Oscuro erano sibili
carichi di astio e malizia, quelli del ragazzo erano sussurrati gentilmente e
rassicuranti, infatti l’animale si stava facendo curare senza proteste.
Non aveva mai visto Potter così attento e rilassato,
come se in quel momento si trovasse nel suo elemento. Tutti volevano che il
ragazzo, una volta finiti gli studi, diventasse un Auror; anche Severus pensava
lo stesso: cosa mai avrebbe potuto fare quel moccioso, se non seguire le
impronte del padre? Ma ora, vedendolo così felice con quell’Aspidiolante, non
poté fare a meno di ricordare quando, insieme a Lily, aveva salvato dei piccoli
ricci nei pressi di Spinner’s End e la felicità della ragazza nel realizzare
che non sarebbero morti di inedie.
A cure ultimate, Severus dovette ammettere che il
ragazzo ci sapeva fare con gli animali.
“Altro che Auror…Potter dovrebbe dedicarsi a cura
delle creature magiche!”
-Professore, noi stiamo andando a trovare Hagrid,
vuole venire con noi?- Chiese Luna.
-No, credo proprio che tor…-
-THOR!-
urlò Luna. Proprio
in quel momento arrivò il grosso cane di Hagrid, e dietro di lui c’era il mezzo
gigante.
-Harry!
Luna! Oh…Professore! Anche lei qui! Venite venite, ho preparato the e biscotti!-
Harry guardò la faccia avvilita del professore e gli
lanciò un’occhiata simpatetica.
-E’ inutile che mi guardi così, Potter! Aspetta che
torno adulto e soprattutto tuo professore, vedremo se avrai ancora voglia di
inoltrarti nella foresta!…e non sbuffare!- e lo spintonò leggermente.
Harry dopo un attimo di sorpresa rispose con
un’altra spinta, così Piton fece un finto scatto, come a volerlo prendere e
Potter corse in avanti verso la casa di Hagrid, ridendo sommessamente.
Piton si fermò bruscamente:
“Ho appena…scherzato con Potter? Ma che diavolo!?”
-Professore? Ci è perso? Il the si raffredda!- Lo
chiamò Hagrid.
Severus scosse la testa, come a voler cacciare il
pensiero e si avviò con passi pesanti verso la casa del mezzo gigante.
Il the era troppo zuccherato e i biscotti erano
della consistenza del cemento armato. Il cane, Thor, stava sbavando sul
pavimento e quel tavolo era troppo stretto per tutti e quattro, ma nessuno dei
presenti dava peso a questi disagi.
Severus si rese conto che tutto ciò che importava ai
presenti era la gioia che si trasmettevano l’un l’altro. Si sentiva un estraneo
perché era evidente che quella situazione non era nuova per i ragazzi e per
Hagrid.
Pensò alle persone sedute affianco a lui: Hagrid, un
mezzogigante abbandonato dalla madre e divenuto orfano di padre quando era solo
un ragazzino, poi espulso da Hogwarts per un crimine mai commesso; Luna
Lovegood, la cui madre era morta davanti ai suoi occhi di bambina ed era derisa
dai compagni per la sua stravaganza; infine Harry Potter, la cui storia era
conosciuta da tutti.
Eppure,
nonostante un tale passato, erano lì, davanti a lui a ridere e scherzare,
spensierati, mentre lui, Severus Piton, si era rinchiuso in un guscio di
rancore, malinconia e rimorso, rifiutandosi di trovare quella felicità che
queste persone erano riuscite a trovare.
Severus prese un respiro profondo: non aveva senso
provare quella fitta al cuore che stava sentendo in quel momento perché, come
aveva detto Lily, ora disponeva di una seconda possibilità: un nuovo capitolo
nella sua vita disastrata.
“Questa volta non sbaglierò!” pensò risoluto.
Si intromise con una battuta nel discorso dei tre
amici che stavano parlando del ministero della magia e i tre dopo una breve
pausa di sorpresa si misero a ridere.
Severus a sua volta sorrise ed a quel punto lo
stupore ebbe la meglio su Harry e Hagrid che si guardarono straniti.
Solo Luna non si era stupita di nulla: come sempre
era un passo davanti agli altri.
- Posso chiamarti Severus? -
-Luna…!- disse Harry scandalizzato.
Piton guardò prima l’uno poi l’altra e prese una
decisione.
-Va bene, ma solo quando siamo qui!-
-Ah quindi tornerà a trovarmi professore? Ben fatta!
Si è scelto un’ottima compagnia, vero ragazzi?- disse Hagrid stritolando in un
abbraccio Harry e Luna.
Sulla strada del ritorno Luna, Severus ed Harry
camminarono fianco a fianco, in silenzio, interrotto solamente dal motivetto
che Luna stava cantando sottovoce.
La mancanza di dialogo però non dipendeva
dall’imbarazzo o dalla tensione; la camminata stava avvenendo nella calma
e…complicità? Severus non osava pensarlo.
Ma per la prima volta, dopo tanto tempo…
“Da
quando, insieme a Lily scrutavamo il cielo attraverso i rami degli alberi,
mentre le foglie venivano spinte lontano dal vento…”
…si sentiva a casa.
Ecco un altro capitolo. J
La musica di oggi è: Meadow di Alexander Desplat
(colonna sonora di Twilight)
Sono davvero meravigliata dal seguito che sta avendo
questa storia! Grazie, grazie, grazie!!
Una cosa che mi ha particolarmente colpito è che
alcune commentatrici sono entusiaste per il fatto che Severus possa avere una
seconda possibilità e mi chiedono se troverà l’amore…di solito non mi piace
autopubblicizzarmi, né nel mondo delle fanfiction né in quello… “reale”, ma
penso che una serie che ho scritto tempo fa, intitolata “In ritardo” possa
piacere a più di una di voi mie care commentatrici! La serie è composta da tre
fanfictions a cui sono particolarmente affezionata, se vi va fate un giretto
nel mia pagina e cercatele, ma non sentitevi obbligate! ^_^
-palloncini Ron…i parloncini
sono degli esserini che vivono nelle barbabietole e…-
-Luna non è importante ora,
dobbiamo ancora riempire quasi una dozzina di gavettoni se vogliamo giocare
come si deve!-
Severus sentì i loro discorsi
attutiti dalla porta chiusa del bagno di casa Weasley. Era il compleanno di
Harry e i ragazzi avevano organizzato una festa di compleanno con i giochi
d’acqua.
Il giovane professore
ovviamente non aveva nessuna voglia di partecipare, ma era stato invitato alla
festa, perciò avrebbe aspettato un po’ nel piccolo salotto e poi se ne sarebbe
andato.
Passò in cucina dove, seduta al
tavolo c’era Hermione intenta a studiare con ben tre volumi diversi aperti
davanti a lei.
Piton notò che la ragazza aveva
uno sguardo perplesso e le mani intrecciate tra i capelli.
Severus, al momento di passarle
accanto per raggiungere il salotto rallentò considerevolmente e quando notò che
si trattava del programma di pozioni avanzate decise che avrebbe preso un
bicchiere d’acqua per prendere tempo e carpire meglio in che cosa si trovasse
in difficoltà la ragazza.
Tornando indietro dal
lavandino, infatti, si fermò dietro la sua schiena e si sporse in avanti per
vedere meglio la pagina su cui si era fermata. Quando capì di quale pozione si
trattava, non trattenne un ghigno divertito.
-Ah, vedo che sta studiando la
pozione Legilimante…curiosa …e facile!-
-Facile? Non mi sembra proprio!
Ha ingredienti simili al Veritaserum, ma…-
-non capisce perché c’è la
saliva di toro, vero?-
-proprio così!-
-Ma…perché non è fuori a
festeggiare il Prescelto?- disse lui con tono derisorio.
-Oh la smetta, con me non attacca…lo
sa che può smettere di fingere di odiarlo? Non è più una spia!-
Piton la fulminò con lo sguardo
e seccato si diresse verso il salotto, ma Hermione lo fermò.
-No aspetti…aspetti un attimo,
mi dispiace, io…non avrei dovuto rivolgermi a lei in questo modo è solo che…-
-Sembro così giovane?- disse
lui. Severus non aveva ancora superato la “perdita” del suo aspetto che
intimoriva i suoi studenti.
-Beh…sì. Allora…mi potrebbe
dare una mano con la pozione?-
Piton la guardò per un attimo,
poi sbuffò e tornato in cucina spostò rumorosamente una delle sedie e ci si
sedette sgraziatamente.
- La pozione legilimante, come
avrà capito, serve a sostituire l’incantesimo Legilimens, ma il suo effetto è
molto soggettivo e…-
Il professore si buttò a
capofitto nella spiegazione, gesticolando animatamente e mimando i gesti che
avrebbe fatto se avesse avuto un calderone davanti a sé.
Hermione lo ascoltava
attentamente, ma ad un certo punto aveva iniziato a perdere il filo del
discorso perché si era resa conto di…
“quanto sono espressivi i suoi occhi neri! È così preso
dall’entusiasmo che brillano pieni di vita! E le sue mani…”
-Granger…Hermione! Mi sta
ascoltando?-
-Come? Ah…ma sì certo!-
-mmm…- Piton non era molto
convinto. Si sporse in avanti appoggiando le mani sotto il mento, come a
volerle leggerela verità sul volto.
Hermione riuscì ad evitare di
essere sottoposta sotto quell’osservazione grazie ai gemelli.
-Hey voi due! Cosa ci fate in
casa con una bella giornata come questa? Basta fare i secchioni, è tempo di
divertirsi!-
-Weasley vi sembra il modo di
rivolgervi a me? –
-Oh andiamo Piton, almeno vieni
a fare il tifo per noi! Stiamo vincendo contro Harry, Ron e Luna!-
-sì…entusiasmante…- rispose
sarcastico, ma vedendo che Hermione si stava dirigendo verso di loro, decise di
seguirli all’esterno.
Si sedette ai piedi dell’alto
acero che segnava il confine tra il prato e la strada sterrata e da lì osservò
annoiato il gioco.
Invece Hermione fu trascinata
dai Weasley che la obbligarono a giocare.
Ad un certo punto Severus
guardò in alto tra i rami dell’albero ed improvvisamente non sentì più le urla
e le risate dei giovani perchè nella sua testa calò il silenzio: quelle fronde
gli avevano riportato alla mente i ricordi di quando, insieme a Lily si
distendevano a terra e parlavano del loro futuro ad Hogwarts.
Era ad occhi chiusi quando
bruscamente fu riportato alla realtà.
*splash*
-Oh oh Harry…l’ hai combinata grossa!-
-Io…scusi professore…stavo
puntando Fred ma si è abbassato e…perché sta sfoderando la bacchetta?-
Severus, con i capelli bagnati
per metà dal palloncino che lo aveva colpito al lato della testa, si era
avvicinato lentamente con sguardo torvo e senza dire una parola puntò la
bacchetta in mezzo agli occhi di Potter.
-Aguamenti!-
Harry si ritrovò bagnato dalla
testa ai piedi, mentre l’atmosfera era diventata tesissima.
-Beh? Che avete da guardare
tutti quanti? Se l’è cercato! Ed ora Ronald Weasley…passami quel palloncino per
favore!-
Ron, come inebetito lo passò al
mago che prese la mira verso Fred, il quale, avendo capito a che gioco stava
giocando il suo ex professore, gli lanciò uno sguardo di sfida e cominciò a
scappare, ma Piton anticipò la sua mossa e lo prese sulla schiena.
-Visto come si fa, Potter?-
Senza aspettare che i presenti
si riprendessero dallo shock, i gemelli gridarono:
-Questa è guerraaa!- e così
tutti i ragazzi –e sì, anche Severus- ricominciarono a giocare fino a quando,
giunto il tramonto, Molly Weasley non li fece rientrare per mangiare la torta.
-La torta è in tavola!-
I ragazzi si precipitarono
dentro, ma Severus, entrato per ultimo, non si unì al coro di Buon Compleanno e
dopo essere rimasto per un attimo in disparte contro la parete della cucina, si
diresse silenziosamente verso il piano di sopra nella camera vuota di Bill e
Charley.
-Suvvia Severus, devi proprio
restare da solo in quei sotterranei? –
Aveva detto Molly Weasley.
“Donna insopportabile…anche da ringiovanito non sono poi
così piccolo da non poter starmene solo!”
Così aveva dovuto cedere e quella
notte sarebbe rimasto alla Tana.
Erano tutti seduti a tavola con
la loro bella fetta di torta alla crema pasticcera e fragole, quando Harry notò
che Piton mancava all’appello.
Molly se n’era accorta da un
po’, ma appena incrociò lo sguardo di Harry, capì che non era stata la sola a
rendersene conto. Sorrise al giovane e tagliò un'altra fetta di torta e senza
proferir parola la passò al ragazzo.
Harry uscì dalla cucina col
piattino contenente la fetta di torta appena tagliata e lentamente salì le
scale.
Bussò alla porta della stanza
di Piton.
-Avanti-
Severus era seduto sul letto
con un libro tra le mani, le gambe incrociate e con la schiena appoggiata al
muro dietro di lui.
“come è strano vederlo in una posa così umana, ma perché
mi ostino a stupirmi? Sono cambiate così tante cose!” Pensò Harry.
-Le ho portato una fetta di
torta… perché non è rimasto con noi in cucina? Se è ancora per il palloncino di
prima le assicuro che…-
-Potter perché pensi sempre che
ci sia sempre tu dietro le mie motivazioni? Il mondo non gira intorno a te!-
sbottò il professore.
Harry sembrò ferito dalle sue
parole e si fece scuro in volto.
-Ha ragione mi scusi…allora
appoggio la torta sulla scrivania e la lascio solo. -
-No, aspetta…non avrei
dovutoparlare così, è solo che…non è
facile abituarmi a questa situazione-
-Ti capis…la capisco
professore, non ti pre…non si preocc…-
-Pot…Harry ti ho detto che puoi
darmi del tu quando siamo soli, giusto?-
-Eh…sì, sì… lo avevi detto! –
rispose Harry imbarazzato.
-Caspita, fa davvero strano
vederla…vederti! Vederti… così giovane!-
Poi aggiunse:
- Però…sì insomma…puoi contare
su di me, su Ron, Hermione, gli altri… quello che voglio dire è che se anche la
tua…condizione durasse per qualche giorno, mese o anno, noi saremmo comunque…
contenti di averti tra noi-
Piton lo fissò attentamente.
“Caspita! L’ ho detto
veramente!” pensò Harry.
-Già proprio così…sarà il
coraggio del Prescelto!- rispose inaspettatamente Severus.
-Hey! Questo è imbrogliare! Non
ti ho dato il permesso di leggermi nella mente!-
-Oh andiamo Pott…Harry! Quante
volte te lo devo dire che non si tratta di leggere? La mente non è un libro e
se così fosse il tuo sarebbe pieno di scarabocchi!-
-questo è un colpo basso,
Severus! E comunque usa i verbi che preferisci, tanto non ci capirò mai
niente!-
-Mmm non saprei… forse ho
sbagliato il metodo-
-Un momento! Stai dicendo che
hai sbagliato metodo? Tu, Severus Piton…il Signor
“Posso-imbottigliare-la-fama…”-
-Chiudi il becco Grifondoro!-
Harry rise di gusto.
-Non sei divertente, Potter!
Non vuoi sapere in cosa consiste il metodo che ho in mente? O adesso che è
morto Tu Sai Chi non ti importa più di imparare la Legilimanzia?-
-Beh…da quando ho scoperto che
esiste questa branca della magia ho sempre pensato che potrebbe essere utile
nei duelli, che cosa hai in mente?-
Severus si alzò dal letto e si
avvicinò al comodino di Bill Weasley. Lo aprì e ne estrasse una scatolina.
-Ma! Severus! Non è corretto
sbirciare nei cassetti altrui!-
-Nessuno mi ha visto sbirciare
nel cassetto, giusto Harry?-
Harry borbottò qualcosa che
suonava molto simile a “Serpeverde”, ma non si espresse oltre e si sedette ai
piedi del letto.
Piton gli mostrò l’oggetto che
aveva trovato.
-Queste sono carte da gioco
magiche! Mi ricordo di averle provate una volta, proprio qui…cambiano colore e
se non stai attento fanno la spia all’avversario, vero?-
Piton sorrise furbescamente.
-Harry…cosa ne sai del Poker?-
Ecco un altro capitolo!
Mi sono fatta attendere
rispetto agli altri aggiornamenti, ma dovevo affrontare l’esame più difficile
di tutta la mia carriera universitaria e adesso che l’ ho superato (benone!) mi
manca un solo esame alla laurea! Wohooo!!!:D
Sarò ripetitiva, ma sono
davvero contenta che questa storia stia avendo tanto audience! (Si può dire
audience? Mmm vabbè! XD)
Come avete potuto leggere, la trama si sta intricando e non è solo Piton a
dover fare i conti con la sua nuova vita, ma anche chi lo circonda e
interagisce con lui.
Cosa ne pensate del Poker? Sto
osando troppo di fantasia? Quella del Poker è un’idea che mi frullava in testa
da un po’, perciò sapevo che prima o poi l’avrei inserita in qualche
fanfiction! J
Off topic –ma neanche tanto-
Martedì prossimo sarò
sottoposta ad un’operazione maxillo facciale (detto in parole povere: mi
tagliano un pezzo di mandibola per aggiustarmi il morso che mi crea dolori e
problemi di masticazione e creerebbe un sacco di problemi futuri che suonano
come “artrosi” ed “emicrania”, perciò…via l’osso via il dolore!
Il lato positivo di questo
intervento (oltre a quelli salutistici) è che avrò un sacco di tempo per
scrivere dato che per almeno una ventina di giorni sarò gonfia come un’anguria
e non uscirò di casa! Perciò…auguratemi buona fortuna e ci sentiamo
prestissimo!
Un bacio,
Morgan
Ps: se volete mi trovate su
faccialibro con il nickname Morgan Snape Efp.
Harry Potter e Severus Piton si
squadrano attentamente, i loro occhi sono socchiusi in una linea sottile, il
volto parzialmente coperto dal mazzo di carte che tengono in mano.
Harry aumenta la quota di
gioco.
Severus lo fissa, i loro
sguardi rimangono incastonati, ma ad un certo punto l’ex professore alza un
sopraciglio e anche se la bocca è coperta dalle carte, è possibile immaginarne
il ghigno.
Chi vince la mano? Ovviamente
Piton.
Harry sbuffò e lasciò che le
due carte cadessero dalle sue mani.
-Dannazione! Stavolta ero
sicuro di averle mostrato delle carte alte!-
-Sì Harry, ma il tuo pensiero
era “speriamo che ci caschi!”…- rispose Piton con tono canzonatorio.
-Ti ho scoperto subito…e poi
eri tutto fremente sul posto! Te lo ripeto: per chiudere la mente devi…-
-devo aprirla ad un’immagine
costruita per nascondere la verità!- continuò Harry con tono meccanico, dato
che non era la prima volta che sentiva la lezione quella mattina.
-Esatto, ma devi imparare ad
associare i pensieri alle immagini, altrimenti entro stasera il tuo conto alla
Gringott sarà prosciugato dal sottoscritto!- disse Severus beffardo.
Harry assunse un espressione
truce mentre rimetteva insieme le carte.
-che c’è Potter? Ti arrendi di
già?- disse Piton con falso tono angelico.
-Certo che no…ancora un’ultima
volta!-
-Va bene, ma stavolta voglio
vedere dei progressi-
Harry chiuse gli occhi e si
concentrò: tentò di trattenere la sensazione di frustrazione della sconfitta
appena subita e poi passò a lavorare sull’immagine. Dipinse nella sua mente una
coppia di carte “deboli” con cui non avrebbe potuto ottenere la vittoria.
Severus assunse un’aria
pensierosa, fissò Harry ancora qualche istante e puntò.
-Vedo- disse Harry. Voleva
vedere quali altre carte sarebbero uscite dal mazzo.
-Io alzo ancora- rispose
Severus che aggiunse un bel gruzzoletto nel mucchio di falci e galeoni con cui
stavano giocando. Sembrava molto sicuro di sé.
Harry non poteva farsi
distrarre dall’emozione: stava bluffando e il professore stava puntando, sicuro
dell’ennesima vittoria.
Alla fine dei conti si
mostrarono le carte ed Harry scattò subito in piedi urlando:
-Ho vin…perso!?-
-Sì Harry, ho vinto con colore,
vedi? Comunque ci siamo, sei riuscito a mantenere l’immagine inventata e non mi
sono reso conto di che carte avessi effettivamente in mano. Questo è quello che
chiamo progresso!-
Harry si limitò a rispondere
con un mezzo sorriso. Aveva ricevuto un complimento nemmeno troppo velato da Piton
e stava imparando l’Occlumanzia…ma aveva pur sempre perso 20 Galeoni!
-bene, direi che la mattinata
sta procedendo in modo ottimale…-
-ah per te sicuramente, chissà
quali strani ingredienti ti comprerai a Nottu…- lo interruppe Harry.
-…ma vediamo di concluderla in
bellezza: perché non provi ad entrare qui dentro?- continuò Piton come se non
fosse stato interrotto e indicando con l’indice la sua tempia destra.
- vuole che lanci su di lei
l’incantesimo Legilimens?- disse Harry con occhi sgranati.
-Proprio così. Beh, che
aspetti? Un invito scritto? Comincia su!-
-E va bene- rispose Harry con
tono di sfida mentre impugnava la sua bacchetta.
-Legilimens!-
-…sei riuscito a farmi il
solletico, se ti consola…-
-Umpf! Legilimens!-
La mattinata finì, e fu seguita
dal pomeriggio; un pomeriggio stancante per Harry che non riuscì a leggere
nemmeno un pensiero del professore, il quale, mentre si avviavano insieme verso
le scale per giungere al piano di sotto, sfoderava un’espressione compiaciuta,
da vero Serpeverde. Appena Harry lo notò non poté fare a meno di roteare gli
occhi verso il cielo, ma con il sorriso sulle labbra.
“Il caro vecchio Piton!” pensò.
Giunti al primo piano Piton si
voltò verso Harry.
-Riprenderemo il nostro gio…lezione
alla prossima occasione-
-perché non domani? Prima della
riunione dell’Ordine, magari-
Severus strinse le labbra e
puntò lo sguardo a terra, pensieroso.
-Harry…non so, se l’Ordine
vedesse…se notasse che io…-
-Hey aspetta: Severus Piton che
non trova le parole?-
-è una cosa seria, Harry.
L’Ordine non può vedermi…giocare con te, perderei credibilità, io
sono ancora un tuo professore!-
-infatti mi sta insegnando!-
Severus scosse la testa.
-Loro
vedranno solamente Piton che si è bruciato il cervello e ora gioca a carte!-
finì con tono amareggiato.
-Ma…e se rimanesse così per
sempre? Che cosa farebbe?-
-io…penso che me ne andrei-
-Dove?-
-non saprei, ma di certo se
volessi davvero ricominciare, dovrei lasciarmi tutto alle spalle suppongo…-
-non sono d’accordo…in poche
parole: se resta, recita una parte come ha fatto fino ad oggi…altrimenti
scappa?- disse il ragazzo arrabbiato.
Piton si colorì in volto.
-non ti permettere di parlarmi
così, Potter! Adesso credi pure di conoscermi?-
-no, certo che no, ma…-
-niente ma, ragazzo! Se rimarrò
così per sempre, cosa che non mi auguro proprio, non dovrai certo preoccuparti
di avermi tra i piedi, dubito che ti mancherei!-
Harry arrossì, abbassò lo
sguardo e non rispose.
Piton notò con faccia stranita
quella reazione imprevista di Potter e riuscì a calmarsi. Chiuse gli occhi,
prese un respiro profondo e posò le dita ai lati del naso, poi parlò con voce
stanca.
-Buonanotte Potter-
-Buonanotte…Piton- ad Harry non
era sfuggito il ritorno al cognome.
Si voltarono di schiena, ognuno
verso la propria direzione: Harry verso il piano di sopra, Severus verso
l’uscita.
Severus giunse al piano terra,
ma rallentò quando giunse agli ultimi gradini. La sua attenzione era stata
attirata dallo spicchio di luce che proveniva dalla porta vicino alla cucina e
dall’odore…famigliare.
Si avvicinò piano alla porta
che non era chiusa a chiave e abbassando lentamente la maniglia spinse la porta
in avanti.
Dentro alla stanza, dall’aria
viziata e ricca di umidità c’era Hermione Granger intenta a preparare la
pozione…
-Legilimante- disse Piton
facendo sobbalzare Hermione, la quale rischiò di versare l’intera boccetta di
saliva di toro nel calderone.
Piton si avvicinò di scatto e
le prese il polso ruotandolo in modo che la boccetta tornasse in posizione
verticale prima di versare il suo contenuto.
-Stai attenta, ragazzina! Se
non riesci a controllarti allora non preparare le pozioni!-
Lei sgranò gli occhi e i suoi
capelli crespi parvero gonfiarsi insieme alla sua irritazione.
-Primo: non ero distratta ma è
stato lei a spaventarmi entrando così di soppiatto; secondo, non sono più una
ragazzina da quando ho iniziato a fare la mia parte in questa guerra contro
Voldemort e i suoi seguaci! E terzo…non credo serva che le ricordi che anche
lei, adesso, potrebbe essere considerato poco più che un ragazzino!-
“Che… linguaccia!” fu
l’unica cosa che riuscì a pensare Severus dopo il discorsetto della giovane.
Lui la fissò. Gli occhi di lei
ardevano di irritazione e…qualcos’altro? Poi si accorse che le stava ancora
tenendo il polso tra le sue lunghe dita bianche, così la lasciò di scatto, come
bruciato.
-Mi rendo conto che la mia
entrata deve essere stata un po’…furtiva- rispose lui lievemente imbarazzato.
Lei non rispose: la situazione
era così strana che nemmeno lei riusciva a trovare il modo di reagire e di
uscire dall’imbarazzo.
Dopo interminabili secondi di
silenzio, Piton si schiarì la gola e parlò.
-noto che eri ancora agli stadi
iniziali…attenta al calore-
-Al…al calore?- rispose
Hermione con voce strozzata mentre diventava terribilmente rossa.
-Sì…della fiamma…se la lasci
troppo alta rischi un’esplosione quando arriverai al terzo stadio di
preparazione-
-Ah! Ah, sì ovvio…- concluse
con una risatina nervosa.
Severus inarcò un sopraciglio e
si guardò intorno…ovunque pur di non guardare la ragazza visibilmente
imbarazzata.
-Dunque…credo che andrò. Mi
raccomando Granger, stia molto attenta con questa pozione-
-Va bene- rispose lei
flebilmente.
Era arrivato alla porta quando…
-Aspetti un momento!- pronunciò
lei improvvisamente. Lui si voltò.
-Si?- rispose esasperato.
Hermione lanciò un incantesimo
di stasi alla pozione e si allontanò dal calderone. Iniziò a giocare
nervosamente con una ciocca di capelli particolarmente ribelle.
-Volevo dirle…insomma…lei…dovrebbe
uscire un po’…svagarsi!-
Se non fosse stato un tale
maestro di controllo, a Piton sarebbe caduto il mento a terra dalla sorpresa.
-Come scusi?-
Hermione era così rossa che si
intonava perfettamente con le pareti della stanza color porpora.
-Perché non uscire insieme?-
disse veloce.
“No…è uno scherzo? Lo ha detto
veramente?!”
A quel punto non ci fu più
niente e nessuno che poté fermare Severus dall’usare la Legilimanzia sulla
ragazza.
-Ah…capisco-
rispose lui.
-Capisce? Capisce cosa?-
rispose lei spiazzata.
Severus ridacchiò e poi scosse
la testa incredulo, borbottando “adolescenti”.
-Granger…hai litigato con
Weasley ed ora cerchi di…vendicarti…ma sei sicura di essere una Grifondoro?
Tzè! E tutto per uno stupido litigio e perché ti sei legata al dito quella
storia con la Brown…andiamo non lo hai visto Ronald?-
-Ma! Di cosa parla? E come fa a
sapere…Ah! Ha usato la Legilimanzia su di me! Non è legale!-
-Dettagli! In ogni caso la
risposta è no: la tua infatuazione per me è passeggera…ma per quanto riguarda
Weasley…-
-perché Weasley? Potrebbe aver
visto male!- rispose lei sulla difensiva.
-Già, perché?- disse
avvicinandosi e abbassando la voce, poi aggiunse:
-Perché è proprio quella
persona che si vuole, non importa quali implicazioni porti con sé? Perché non
può essere tutto più semplice? Beh Granger ti dirò una cosa che non troverai
nei tuoi preziosi libri: la vita è difficile ed è fatta di scelte difficili,
talvolta più grandi di te!-
Hermione assunse un’espressione
triste e si accasciò sulla sedia.
-E allora che devo fare?-
-…Adesso? Finire la pozione. Le
altre risposte arriveranno!-
Detto questo Severus si voltò
di nuovo verso la porta.
-Professore?-
-MMmm…Granger cosa c’è ancora?
Sei carina e intelligente ma…-
-Io volevo solo dirle grazie…lo
crede sul serio?- rispose lei imbarazzata e sorridendo in modo ebete.
-…Buonanotte Granger!-
-Buonanotte professore!-
rispose lei con la risata nella voce.
Lui chiuse la porta dietro di
sé con convinzione, come a volersi separare da chissà quale mostruosità.
“Beh, quasi…” pensò
con la sua solita ironia pungente.
“Robe da matti! La mia vita sta
diventando assurda! Prima gioco a Poker con Potter, poi subisco le avanches di
Granger, una mia allieva…mi manca solo Weasley e posso entrare a far parte del
Golden Trio honoris causa!”
Finalmente si chiuse alle
spalle la porta della Tana e…
“Indovina chi c’è?” Piton
non poteva credere alla sua sfortuna: Ron Weasley stava lanciando lontano gli
gnomi da giardino che urlavano impotenti. Sul suo volto sporco di terra
dominava un’espressione furiosa.
Eccomi tornata! Con una
mascella ed un profilo nuovo! Per ora sono gonfia perciò dovrò attendere prima
di vedere il risultato finale, ma intanto mi sembra che vada tutto bene e mi
sto riprendendo rapidamente! J
Cosa ne pensate del nuovo
capitolo? Mi sono fatta attendere, ma credetemi, l’anestesia totale e la dieta
di soli liquidi metterebbe alla prova anche il più stoico dei fanwriters!
Come avete potuto notare ho
“giocato” a far interagire Piton sia con Harry che con Hermione e…sono volate
scintille in tutti i sensi! E non è ancora finita!
Ammetto che nella mia testa c’è
un grosso punto di domanda riguardo a questa storia perché l’avevo pensata
molto più corta…non pensavo di superare i cinque capitoli, invece si sta
facendo scrivere da sola. Potrebbero rimanerne ancora due, come qualcuno in
più, non saprei! ^^”
Tra domani e dopodomani dovrei
aggiornare Next Stop: Life; se non l’avete ancora letta…andate! XD
Nel frattempo vi ringrazio di
nuovo per le recensioni e per gli “in bocca al lupo” che mi avete rivolto in
vista dell’operazione. Grazie! <3
Piton si bloccò. Voleva
andarsene al più presto, ma nessuno poteva rivolgersi così a lui!
-Problemi?-
-Problemi? Problemi? Ma certo,
cosa può avere Ronald Weasley se non dei dannati problemi!- concluse il giovane
lanciando con forza uno gnomo strillante.
Piton si limitò ad alzare un
sopraciglio.
“No, non ho nessuna
intenzione di discutere con Weasley” pensò risoluto e continuò per la sua
strada, ma fatti due passi scosse la testa, si girò e tornò indietro.
-…è per Granger, vero?-
Ron gli lanciò un’occhiataccia.
-Sì, spero che starete bene
insieme!-
Piton sgranò gli occhi.
-Weasley ma che cavolo dici?!-
-Vi ho visti…preparare insieme
la pozione…eravate così vicini e lei era tutta rossa!- il suo
viso corrucciato dalla rabbia si distese in un’espressione sconfitta e
continuò:
-Non potrò mai interessare ad Hermione in quel modo! Prima
Krum, brillante giocatore e abile mago, poi…ma perché sto dicendo tutto questo
a lei?-
“Già, perché sono ancora qui
ad ascoltare le patetiche paturnie adolescenziali di un Weasley?”
Severus sospirò.
-Senti…non credo che a Granger
interessi veramente una persona che rischia di essere in grado di
superarla, intellettualmente parlando… perciò stai tranquillo-
Ron lo guardò come se a Piton
fosse spuntata una seconda testa.
-Ah…dice sul serio?-
-sì, davvero, perciò è
probabile che, per motivi a me oscuri lei sia già cotta di te, perciò perché
non vai a farle compagnia mentre lei mette in mostra ancora una volta quanto
sarà brava anche quest’anno a pozioni?-
-Ma certo! Wow, grazie
Piton!…aspetti un momento…se Hermione non vuole un ragazzo che sia…perché mi
sembra che ci sia un insulto sottointeso in quello che mi ha detto?-
Piton simulò un’espressione
shockata.
-Oh, perspicace Weasley! Meno
male che non ti ha sentito…beh che aspetti? Vai da lei!-
Ron rinunciò a comprendere il
suo ex professore.
-Sì, sarà meglio che
vada…grazie Piton!-
-Professor Piton!- rispose lui
a denti stretti.
Weasley corse verso l’ingresso
con un enorme sorriso in volto.
-Weasley!-
Ron si voltò.
-Sì?-
-Non sei..stupido! Sei
solo…troppo distratto dal voler dimostrare di essere qualcuno che non sei…con
una famiglia così numerosa non c’è da stupirsi. Solo…sii te stesso-
-Ah…ok! Professore? Sicuro
che ha perso solo gli anni? Secondo me ha perso pure l’acidità!-
“O forse il cervello!”
si disse Severus tra sé e sé. Ma al ragazzo rispose:
-Weasley! Ma chi ti credi di
essere?-
-Me stesso! Me lo ha
consigliato lei un attimo fa!-
Piton sfoderò la bacchetta
dalla manica e lanciò una fattura pruriginosa al ragazzo ridacchiante che
riuscì a scattare dentro casa ed evitarla.
-Umpf!-
Piton con aria tranquilla, come
se non avesse appena lanciato un incantesimo, rimise la bacchetta nella sua
manica, si girò verso la strada sterrata con un’espressione cupa che durò ben
poco.
“Perfetto…anni di punizioni,
valanghe di punti tolti e battute velenose buttati nel c…pensatoio nel giro di
una sera…ho perso tutta la mia credibilità”
Guardò la luna piena e non
riuscì più a trattenersi e ridacchiò sommessamente, era tutto così surreale!
Forse fu solo la sua immaginazione, ma alle sue orecchie giunse come un eco di
una risata cristallina, così simile a quella della sua cara Lily.
Erano circondati dai
Mangiamorte. Luna, Hermione, i ragazzi Weasley e soprattutto Potter erano stati
separati dagli altri membri dell’Ordine ed ora erano accerchiati. Solo Lucius
aveva fatto un passo in avanti e aveva interrotto il cerchio.
I ragazzi continuavano a
puntare la bacchetta sui loro avversari, pronti a colpire, ma sui loro volti
c’era un’espressione preoccupata perché sapevano che i Mangiamorte erano più
numerosi e così disposti potevano colpirli da qualsiasi punto.
Severus eliminò il suo
avversario con un incantesimo e alla vista di quella scena si affrettò a
raggiungere i ragazzi, ma ogni passo sembrava sempre più pesante e faticoso.
Gli sembrava di attraversare
delle sabbie mobili ed era sempre più stanco e il suo respiro si faceva più
affannato, allora urlò il nome di Lupin affinché accorresse almeno lui a
salvare i suoi ex studenti, ma Lupin, che fino a poco prima Severus aveva visto
combattere contro Bellatrix era scomparso.
-Lupin! Ma dove diavolo sei?-
Severus si guardò intorno rapidamente e il cuore gli salì in gola quando vide
che non c’era più nessuno, solo lui, i Mangiamorte ed i ragazzi.
Lucius stava parlando ma non
riusciva a sentirlo. In effetti, non riusciva a sentire più niente, solo un
ronzio continuo, sempre più forte.
Severus si sentiva soffocare e
la sua vista si annebbiò.
Malfoy alzò la bacchetta e
anche se Severus non riusciva a sentire, lesse il labiale: il Mangiamorte stava
per uccidere il ragazzo.
Severus cercò disperatamente di
liberarsi con uno strattone da quella morsa invisibile, ma fu inutile e con le
sue ultime forze urlò.
-HARRY!-
Severus ruzzolò pesantemente
dal letto senza la possibilità di fermare la caduta con le braccia perché erano
incastrate nelle coperte nelle quali si era tutto aggrovigliato.
Più pallido del solito e con la
fronte imperlata di sudore, si liberò con rabbia dalla sua “prigione” di
coperte e senza preoccuparsi del suo abbigliamento –un pigiama grigio che ora
gli stava troppo largo sulle spalle- lanciò una manciata di metropolvere nel
camino.
-Lupin!Lupin! so che non stai
dormendo!- c’era la luna piena, perciò Lupin sarebbe stato sveglio a sopportare
i dolori che la pozione antilupo non poteva evitargli.
-Mmh…Severus, cosa c’è?- disse
l’uomo che raggiunse il camino con passi lenti e strascicati.
-Ho avuto un…sogno-
Remus lo guardò perplesso.
-Sì…quindi? Fin qui niente di
strano…-
Severus fece roteare gli occhi,
spazientito.
-Non era un semplice sogno, era
come…quelli di un tempo!-
-Oh! Come quando ti accasciavi
a Divinazione?-
-Sì…quelli!- Severus non
arrossì solo perché si sentiva molto debole.
-Ma non ti capitano più da
quando…lei…-
-Sì, da quando Lily è morta!-
“da quando l’ultima persona
a me cara non ha avuto più la possibilità di mettersi in pericolo…” pensò
amaramente.
Severus infatti aveva ereditato questo potere dalla madre
Eileen: quando una persona cara si trovava, o si sarebbe messa in pericolo in
un imminente futuro, loro due potevano sognare l’accaduto e così evitare che
succedesse qualcosa di grave a coloro a cui tenevano. Per il giovane Severus
questo tipo di potere era stato un tormento negli anni della sua giovinezza
perché continuava a vedere sua madre soffrire per mano di suo padre ed era
costretto a rimanere in un angolo, impotente o ad Hogwarts…fino alla morte di
lei.
Con non poco senso di colpa
Severus ricordava bene come, dopo l’iniziale rabbia contro suo padre, il
sentimento di rancore era stato affiancato dall’egoistico sollievo di non dover
più sognare sua madre sofferente. Tuttavia nel corso degli anni i suoi sogni
tornarono, stavolta con Lily come protagonista ed ogni volta che lei si
ammalava, o si faceva male o anche se solo rischiava di soffrire per un
litigio…lui lo vedeva nel sonno.
Severus si era perso nei suoi
pensieri e non aveva sentito Lupin parlare.
-Severus? Mi stai ascoltando?-
-Ah…stavi dicendo?- disse
impacciato.
Lupin sospirò stancamente.
-Dicevo…chi hai sognato?-
Severus divenne visibilmente
imbarazzato, strinse le labbra e ci mise qualche istante a rispondere, senza
incrociare lo sguardo del mannaro.
-Harry Potter…- sussurrò.
Remus sgranò gli occhi ed
improvvisamente sembrò molto meno stanco e più attento che mai.
Lupin deglutì rumorosamente.
-Cosa intendi fare, Severus?-
Piton, prese più volte il fiato
mentre parlava perché era molto debole, ma seppur a voce roca, rispose
risoluto:
-Domattina. Convochiamo
l’Ordine. Al completo!-
Ecco il sesto capitolo e a meno
che non abbia qualche improvvisa ispirazione ne mancano due per finire anche
questa fanfic.
Come sempre ringrazio per le
recensioni e chi ha inserito la storia tra le preferite/seguite/da ricordare.
Sto scrivendo una nuova storia,
nata –giustamente- di notte (-_-) e che non ha voluto saperne di aspettare la
mattina per essere scritta. Si intitola Arma a doppio taglio e si
prospetta una dark long fic. Se vi va di leggerla la trovate nel mio profilo!
^_^
La lunga tavolata della sala da pranzo di Grimmauld Place era tutta
occupata dai membri dell’Ordine, compresi i ragazzi
CAPITOLO VII
La lunga tavolata della sala da pranzo di Grimmauld
Place era tutta occupata dai membri dell’Ordine, compresi i ragazzi. Ad
eccezione di Lupin, tutti gli altri guardavano Piton con scetticismo.
-Quindi…ci stai dicendo che Harry e gli altri
ragazzi verranno attaccati? Ad Hogsmeade?-
-Sì, è quello che sto cercando di dirvi…- rispose
Severus premendosi le dita alle tempie. Era ancora debole e sentiva la febbre
salire costantemente.
-Beh, basterà tenere i ragazzi a casa, al riparo-
disse Arthur Weasley.
I ragazzi, seppur a malincuore diedero ragione al
capofamiglia Weasley.
-E tenerli rinchiusi per quanto? Potrebbero essere
ore, giorni, ma anche di più! Piton non è in grado di darci un dato
cronologico, perciò non ha senso fasciarsi la testa. Basterà scortarli! E poi
chi ci dice che lui stia dicendo la verità?- disse Moody.
Molly stupì tutti sbuffando rumorosamente e
prendendo una mano di Severus nella sua.
-Insomma signori, ragazzi! Sono anni e anni che
questo ragazzo si sacrifica per la nostra causa, ancora non siete in grado di
accettarlo?- disse guardando con sfida i presenti.
I presenti guardarono sbalorditi la donna, i ragazzi
non si erano nemmeno trattenuti dal fissare la madre con la bocca spalancata.
Solo Harry, Luna ed Hermione trattennero a stento un sorriso nel vedere il
professore alle prese con la mamma chioccia Molly.
Severus era così stupito e grato che non trovò nemmeno la
forza di correggerla per essersi riferita a lui come “ragazzo”. I suoi occhi
neri, dopo aver fissato quelli calmi della donna per alcuni secondi, si
discostarono da lei e con risolutezza voltò il viso verso gli altri membri
dell’Ordine, ma il movimento era stato troppo brusco e cominciò a girargli la
testa. Tuttavia questo non gli impedì di parlare.
-Per quanto riguarda la scorta sono d’accordo, ma
sarebbe meglio che nelle prossime ore non uscissero, Potter in primis, ma il
passato ci insegna che è disposto a tutto pur di soccorrere le persone a cui
tiene, perciò direi che oggi i ragazzi passeranno una tranquilla giornata in
casa-
Harry arrossì e fissò intensamente un foro del
tavolo.
Tutti annuirono e si alzarono per porre fine alla
riunione, ma Severus aveva fatto male i conti con la sua situazione di salute e
ricomparve il sudore freddo e cominciò a non sentire più le gambe.
Sentiva qualcuno chiamarlo, ma i suoni si fecero
sempre più ovattati e anche la sua vista si annebbiò sempre più. L’ultimo
sguardo che incrociò fu quello sorpreso e preoccupato di Harry, riuscì solo a
sussurrare con voce rotta:
-Promettimelo…-
Poi il buio
lo avvolse.
Riaprì di scatto gli occhi. Si trovava disteso e
quelle pareti le riconosceva…era stato portato alla Tana e si trovava nella
camera di Charlie.
Regnava la tranquillità, ma anche il silenzio.
Troppo silenzio.
Si tolse le coperte di dosso e si mise seduto
appoggiando i piedi sul vecchi parquet graffiato.
“perfetto, la testa non mi gira più” pensò,
però la febbre c’era ancora.
Si riallacciò la camicia bianca, si rimise il gilet nero e
le scarpe.
Rimase immobile ad ascoltare se dalla casa
provenissero dei rumori, ma niente e la Tana non era mai silenziosa.
Scese le scale e dopo la prima rampa si fermò di
nuovo nella speranza di sentire o intravedere uno degli abitanti della casa,
magari si stavano riposando nelle loro stanze, ma niente.
Giunse al pian terreno e per prima cosa notò il gufo
alla finestra, poi qualcosa sul pavimento della cucina attirò la sua
attenzione. Una lettera da parte di…Alberforth?
La lesse:
Cari ragazzi, come saprete oggi c’è la festa
d’estate nel mio locale e dato che vi è stato impedito di farvi vedere in giro
ho deciso di inviarvi questa passaporta con cui potrete raggiungermi insieme
alla vostra scorta. Si attiverà alle 17.00 precise perciò state pronti!
Un saluto,
Alberforth
Severus guardò l’orologio. Erano le 17.12, perciò
dovevano essere partiti da poco.
Cercò di tranquillizzarsi, in fondo erano da
Alberforth ed erano controllati dai membri più anziani ed esperti dell’Ordine,
cosa poteva andare storto?
-Hey! C’è qualcuno in casa?-
Sentì la voce provenire dal camino nel piccolo
salotto adiacente alla cucina e il sangue gli si gelò nelle vene.
-Alberforth!- esclamò sorpreso.
-Ah, Severus! Vedo che sei in piedi, ma non hai una
bella cera! Sai dove sono i ragazzi?-
-Non sono da te?- domandò, ma dentro di sé sapeva
già la risposta.
-No! Li aspettavo una decina di minuti fa, ma forse
la cuffia da doccia non ha funzionato…-
-cuffia?! Non hai mandato una candela rotta a metà?-
Alberforth lo guardò stranito, poi un’espressione di
orrore si dipinse sul suo volto.
-Li hanno presi!- disse con voce tesa.
Severus reagì prontamente.
-Alberforth, devono essere partiti tutti perché qui
non c’è nessuno! Dobbiamo localizzarli!-
-sì, ma come? Potrebbero essere ovunque!-
Severus si morse il labbro, poi, come colpito da
un’idea i suoi occhi si illuminarono e si avvicinò a grandi passi
all’appendiabiti.
Rovistò tra i capi appesi finché non la trovò. Gli
bastò stringere tra le mani la vecchia e consunta giacca di Harry che, come dei
flash gli comparvero in mente le immagini di una visione. Emise un urlo
soffocato e cadde in ginocchio.
-Severus! Stai bene?-
-Sì, sì sto bene! Sono in una radura, ai confini con
la foresta proibita! Li raggiungo subito!-
-No! Sei pazzo? Sei malato!-
Ma Severus si era già smaterializzato prima di poter
sentire le parole dell’anziano mago.
La scena che gli si presentò davanti era la stessa
della prima visione, solo che non c’era nessun impedimento a fermare i suoi
passi, solo la stanchezza.
“Diamine Severus! Riprenditi!” pensò
stizzito.
-Piton!-
Si girò verso Potter che lo aveva chiamato con voce
sorpresa e Severus riuscì ad abbassarsi in tempo perché il ragazzo aveva
lanciato uno schiantesimo nella sua direzione. Sul momento pensò che il giovane
si fosse bevuto il cervello, invece aveva mirato dietro di lui, ad un
Mangiamorte che altrimenti lo avrebbe colpito vigliaccamente alle spalle.
Purtroppo, così facendo Harry si distrasse e Lucius
Malfoy ne approfittò per lanciargli un incantesimo che lo fece volare addosso a
Piton. I due caddero rovinosamente a terra e il ragazzo sbatté la testa e perse
i sensi.
Il peso morto del giovane e la debolezza di Severus
che diventava sempre più prepotente grazie anche alla febbre non lo aiutavano. Riuscì
a malapena a spostare Harry di dosso quando Lucius si chinò rapidamente a terra
e gli strinse le mani intorno al collo.
Malfoy rise malignamente alla debole reazione del pozionista,
il quale cercava di respirare e dimenava stancamente le gambe tentando di
calciare il suo assalitore.
-Severus, sei patetico…non meriti nemmeno di morire
da mago!-
Piton stava perdendo tutta la sua riserva d’aria, ma
quello che era sembrato un tentativo di prendere a calci il suo nemico era in
realtà una mossa voluta grazie alla sua capacità di reazione anche nelle
situazioni più difficili, così utilizzò l’ultimo fiato che aveva in corpo per
rispondere al purosangue.
-Nemmeno tu!-
Dallo stivale destro tirò fuori un pugnale
affilatissimo che usava per lavorare gli ingredienti delle sue pozioni e lo
conficcò nel collo di Lucius che con un’espressione di sorpresa mollò
immediatamente la presa dalla gola del giovane Severus. Fu questione di due,
tre secondi e Malfoy si accasciò a terra, con lo sguardo stupito ancora fisso
nei suoi occhi spalancati, mentre il sangue colava copioso sull’arida terra d’estate.
Severus chiuse per un’istante gli occhi per riprendersi e respirava
con ansimi rumorosi e affaticati.
Alzò le palpebre solo per metà e attraverso le
ciglia nere vide gli amici di Harry avvicinarsi al ragazzo per soccorrerlo, ma
erano distanti.
Si trascinò fino al fianco del giovane e ne sentì il
polso. Il cuore batteva forte e regolare.
“Bene, il ragazzo è salvo” pensò.
Il buio lo accolse di nuovo.
Ciao!
Scusate il ritardo, ma ho avuto problemi di salute
in famiglia…per fortuna niente di grave, solo un grande spavento, ma diciamo
che avevo bisogno di staccare da tutto perché non c’ero con la testa e questo
spiega perché aggiorno solo oggi.
Spero che il capitolo vi piaccia! Il prossimo è l’ultimo,
fatemi sapere cosa ne pensate!
Quando Severus riprese coscienza, si rese subito conto che non si
trovava più accasciato scompostamente, ma era disteso su di
CAPITOLO VIII
Quando
Severus riprese conoscenza, si rese subito conto che non si trovava più
accasciato scompostamente a terra, ma era disteso su di un letto dal materasso
quasi piatto, poi i suoi occhi gli diedero conferma di dove pensava di
trovarsi, poiché riconobbero il soffitto dell’infermeria di Hogwarts.
-Poppy…- mugugnò sottovoce.
Una mano tesa con un bicchiere d’acqua entrò nel suo
campo visivo, così lo afferrò e bevve una lunga sorsata. Solo quando si sporse
per riconsegnare il bicchiere si rese conto di due cose: la persona al suo
fianco non era la medimaga, ma Harry Potter e la sua mano con cui aveva bevuto e
che ora aveva passato il bicchiere al ragazzo…era diversa.
La pelle non era più quella…morbida ed elastica di
un ragazzo, ma mostrava i segni del tempo e le piccole cicatrici lucide e
rossastre dovute alle scottature di chi passa molto tempo vicino ai calderoni.
In un lampo Severus realizzò quello che doveva
essere successo, ma invece di reagire con stupore alzò le sue mani davanti ai
suoi occhi, le studiò per un attimo girandole, poi stringendo i pugni e infine
tendendo al massimo le dita, infine annuì calmo, abbassò le mani e fissò lo
sguardo sul giovane, osservandolo attentamente.
Solo allora Severus si stupì perché il giovane a sua
volta lo stava guardando così: nessun segno di sorpresa, rancore o rimpianto
per il vecchio, giovane Piton. Uno sguardo aperto e –Severus non osava nemmeno
pensarlo- di fiducia.
Piton sbatté rapidamente le palpebre, come a volersi
risvegliare da un sogno ad occhi aperti, prese un respiro e bisognoso di
conferme disse:
-Sono tornato…-
-Vecchio, sì – disse Harry abbassando lo
sguardo e a Severus parve di sentire una nota di tristezza nella voce del
giovane.
-Sembri deluso…vecchio a chi?!- disse lui.
Harry ignorò il rimprovero per aver usato quel
termine e continuò:
-No, deluso no, piuttosto…preoccupato-
-Preoccupato per cosa?-
Improvvisamente Harry alzò lo sguardo dalle sue
ginocchia e incontrò gli occhi del professore con un’espressione di sfida mista
a rabbia e testardaggine.
-Ascoltami bene Severus, sì! Severus e sì, ti sto
dando del tu! Se pensi che possa dimenticare quello che è successo in questi
ultimi tempi ti sbagli di grosso e non farò finta che nulla di ciò che abbiamo
vissuto sia stata solo finzione…-
-Harry…-
Severus cercò di interromperlo.
-No! non usare quel tono da… professore con
me! Non ora, sto cercando di dire una cosa importante e se mi tratti da
ragazzino potrei perdere il filo del discorso! So che probabilmente preferirai…-
-Harry!!-
Il ragazzo riconobbe il tono imperioso dell’uomo e
chiuse con uno scatto la bocca mentre il suo viso diventava rosso di imbarazzo.
Calò il silenzio per alcuni secondi, poi il professore
parlò:
-Nemmeno io ho intenzione di dimenticare, ma è
inevitabile che ci siano alcuni…cambiamenti-
-Avevi detto che te ne saresti andato…hai intenzione
di farlo?-
Severus osservò lo sguardo pieno di apprensione del
giovane e scosse la testa.
-No, io credo che…resterò qui…Hogwarts è la mia
casa, dopotutto-
Harry, che fino a quel momento era rimasto seduto in
tensione lasciò ricadere le spalle e si accasciò sulla sedia con un sorriso
disteso.
-La nostra casa, Severus, la nostra!- disse
felice.
Harry si era rilassato, mentre Piton si mosse fino a
mettersi più dritto con la schiena sfruttando i cuscini dietro di lui e si fece
più serio.
-C’è una cosa però che non posso ignorare-
Harry lo guardò incuriosito e di nuovo preoccupato.
-Se rimango, significa che non darò le dimissioni
dal mio ruolo di insegnante, perciò questa sorta di…confidenza nata in questo
recente passato deve rimanere tra noi, in privato. Al di fuori del mio ufficio…io
sono un tuo professore, non un amico e men che meno un confidente o un tuo
alleato per le tue scappatelle post coprifuoco, è chiaro?-
Harry annuì e finalmente arrivò Madama Chips a
spiegargli quello che era successo: non era ancora chiaro come il professore
fosse tornato giovane, perché non c’era stato nessun precedente del genere,
perciò era probabile che non avrebbero mai scoperto la verità, tuttavia la
febbre che aveva colpito il mago nelle ore precedenti poteva essere una
reazione dovuta al suo corpo che aveva deciso di “lottare” contro l’incantesimo,
esattamente come avviene quando si ha una comune infezione e giunge la febbre
per eliminarla. Insomma, come una comune influenza e così era tornato adulto e
a parte la debolezza il mago non presentava altri sintomi.
-Ma perché il mio corpo ha reagito così solo ora? Perché
non da subito?-
-Forse perché non eri pronto…- intervenne Luna, che
nel frattempo era sgusciata in infermeria per vedere come stava Severus.
Poco dopo Madama Chips dichiarò che l’orario delle
visite era finito e mandò via i ragazzi. Harry prima di uscire disse:
-Quindi…se mi incontrasse nei corridoi di notte,
oppure usassi il bagno dei prefetti…- disse Harry con tono scherzoso.
-Ti farei pulire i calderoni della classe del primo
anno, i più disastrati e ti manderei a pulire i bagni sotto la supervisione di
Gazza, nonché toglierei qualche centinaio di punti a Grifondoro…già proprio
così!- rispose Severus con espressione serissima, ma con gli occhi che
brillavano.
-Va bene professore, obbedirò-
-Non ti crede nessuno, Potter!- disse l’uomo con
tono fintamente acido mentre il ragazzo rideva felice.
***
I ragazzi del nuovo ottavo anno sperimentale furono
convocati ad Hogwarts una settimana prima dell’inizio delle lezioni per stabilire
il loro apposito piano di studi, così Harry si ritrovò con i suoi amici e altri
ex compagni di classe ad aspettare nella Sala Grande.
Erano passate tre settimane dall’ultima volta che
Harry aveva visto Piton e aveva parlato con lui, così Harry, invece di entrare
subito nella Sala insieme ai suoi amici, rimase in fondo alla fila e si guardò
intorno, sperando di vedere il professore comparire dalla rampa di scale che
portava ai sotterranei, invece ciò che vide gli gelò il sangue nelle vene: due
valige e una grande borsa in pelle nera erano appoggiate al pavimento, proprio
ai piedi della scala.
Harry giunse immediatamente alla conclusione che più
temeva e il sapore amaro del tradimento gli salì alla gola, così non perse
tempo e scese nei sotterranei, diretto agli alloggi del professor Piton.
La corsa per le scale e per il lungo corridoio che
portava all’ufficio lo lasciò senza fiato e senza pensarci due volte spalancò
la porta senza bussare.
All’interno della stanza c’erano Piton e il
professor Lumacorno che mostrava all’insegnante più giovane un articolo di una
rivista di pozioni. Gli sguardi dei due adulti si spostarono immediatamente sul
ragazzo ansimante e dall’aria sconvolta.
-Harry, ragazzo mio, è successo qualcosa?- disse
Lumacorno.
Tuttavia Harry non incrociò nemmeno lo sguardo del
professore e continuò a fissare Piton con un’espressione di accusa.
-Avevi promesso!-
-Potter…- Piton iniziò a parlare, ma fu interrotto bruscamente dal giovane.
-Per te non conto nulla, vero? Adesso sono tornato
ad essere solo un ragazzino per te, uno studente come un altro e non solo non
hai mantenuto la parola data, ma non ti sei neppure degnato di avvisare!-
-POTTER! Chiudi il becco questo istante o sarà
peggio per te!-
Harry si girò, pronto ad andarsene, ma il professore
con un breve movimento della mano fece chiudere la porta in faccia al giovane.
-Non ti ho dato il permesso di andartene- disse con
tono gelido.
-Ehm…Severus allora…ne riparliamo, va bene? Ti lascio…discutere
con il giovane Potter, porterò io i tuoi saluti a Madama Chips se non arrivi in
tempo per la sua partenza, va bene?-
-Sì, grazie Horace-
Harry spalancò gli occhi ed impallidì rendendosi
conto del suo errore.
-Professore io…-
-Siediti-
-Professore…Severus io non…-
-Se c’è una cosa che non hai mai imparato, Potter, è
la capacità di usare la ragione nei momenti di tensione…Hai tratto conclusioni
errate e vorrei sottolineare che non saresti giunto ad esse se ti fossi
veramente fidato di me-
Le parole del professore aggiunsero il senso di
colpa all’ondata di vergogna che Harry stava già provando.
Il ragazzo scosse la testa.
-Mi dispiace…temevo che…- Harry si bloccò e divenne
tutto rosso.
-Temevi che cosa? Madama Chips si sta solo prendendo
una settimana di vacanza prima di essere di nuovo costretta a sopportare i
malanni di voi ragazzi- disse Piton, ma Harry non incrociò lo sguardo e l’uomo
notò allarmato che gli occhi del giovane erano diventati lucidi.
-Harry…- sussurrò con tono conciliante.
Il ragazzo strizzo le palpebre e improvvisamente
sbottò:
-E’ solo che nessuno rimane, mai!-
-Che cosa intendi dire?-
Harry scosse la testa e il suo sguardo si fissò
testardamente su un punto della parete dietro il professore.
-Mia zia non è mai stata…e poi finalmente c’era
Sirius, ma poi…- La voce del ragazzo si spense sempre più fino a zittirsi
nuovamente.
Severus comprese cosa stava cercando di dire il
ragazzo. Prese un respiro profondo e disse:
-Harry…guardami…ho detto guardami!-
Harry lo guardò, ancora arrabbiato e dispiaciuto.
-Ho capito. Ho capito che…non è sfiducia nei miei
confronti, ma negli adulti in generale. Proprio per questo ora ti devo dire una
cosa: non ti prometto che ci sarò sempre, perché la vita non è semplice e non è
giusta…non ti prometto che sarò sempre comprensivo o schierato dalla tua parte,
né ti prometto che sarò sempre in grado di fare la cosa giusta per te…-
Harry a sentire quelle parole si sentì sempre più
sprofondare nella tristezza.
-…Ma ti prometto- Harry alzò lo sguardo sorpreso.
-…Ti prometto che farò tutto ciò che è in mio potere
per essere la persona di cui hai bisogno, anche se il più delle volte ci sarà
questa…cattedra a porre dei confini…necessari se voglio finalmente fare l’insegnante
in modo corretto, come non ho mai potuto fare per recitare la parte che Silente
mi aveva affidato. Ora che tu non sei più il Prescelto e io la spia, voglio che
tutto sia chiaro tra noi due e spero di essermi spiegato-
Harry aveva capito bene il discorso del professore
ed era rimasto molto toccato nel riconoscere, tra le giuste parole del
professore, l’affetto che l’uomo provava per lui, celato dietro un carattere
introverso, ma avvolgente come un caldo piumino e che non avrebbe mai più messo
in discussione.
Il ragazzo non riusciva a trovare le parole, così si
limitò a sussurrare:
-Ok…-
Severus annuì e si alzò in piedi.
-E’ il momento che tu vada in Sala Grande, sei già
in ritardo-
Il ragazzo si alzò e si avviò nella direzione della
porta.
-Ah! Potter!-
Harry si girò.
-Il tuo primo week end ad Hogwarts lo passerai con
la piacevole compagnia dei calderoni sporchi e con una pergamena su cui
scrivere “Devo pensare prima di agire”…siamo intesi?-
-Sì, signore- rispose Harry esasperato.
Piton ghignò e aggiunse.
-Bentornato Harry…-
-Bentornato professore!- rispose a tono il ragazzo e
si separarono con un sorriso.
***
-Guarda che quel calderone è ancora sporco là in
fondo…-
-A me non sembra…-
-A me sì!-
-Umpf…-
Harry si abbassò di nuovo a terra e con uno
strofinaccio raggiunse la macchia incriminata.
Dopo qualche minuto di silenzio interrotto solo
dallo strofinio, la testa del ragazzo riemerse dal bordo del calderone.
-Fatto!- disse saccentemente.
-Mmm…sì, accettabile, ora vieni a sederti davanti a
me-
-Ancora linee? Ne ho fatte ottanta!-
-e se non ne vuoi altre venti ti consiglio di stare
zitto e fare come ti dico-
Harry si morse il labbro per non sbuffare perché sapeva
che il professore non lo sopportava, così si sedette e osservò il professore
muoversi per la stanza e dirigersi verso il piccolo calderone su cui stava
lavorando da circa mezzora.
Emanava un odore famigliare, ma era mescolato nell’aria
con quello dei prodotti per pulire i calderoni, perciò Harry non era stato in
grado di riconoscere l’intruglio.
Si rese conto di cosa si trattava solo quando il
professore si sedette al suo posto e spinse una tazza verso il giovane.
-Cioccolata!?-
-Sì, la migliore, oserei dire-
-Ma…- disse il ragazzo sorpreso.
-Non la vuoi?- Piton allungò il braccio per
riprendersela.
-No no! Certo che la voglio!- Harry strinse la tazza
calda al petto.
Piton si limitò a sfoggiare il suo mezzo sorriso.
Dopo alcuni sorsi di cioccolata in un silenzio
confortevole, Harry appoggiò la tazza e disse:
-E così…la prima settimana è andata-
-Già…e pure la tua prima punizione-
-Quindi…direi che tutto è nella norma- rispose
scherzosamente il ragazzo.
-Già, ordinaria amministrazione-
-E il suo mantello ha ripreso a funzionare-
-Il mio mantello?- domando confuso il professore.
.Sì, il suo mantello…adesso che ha ripreso le sue
spalle robuste può farlo ondeggiare sinistramente di nuovo e spaventare i
bambini del primo anno!-
-Non è vero!-
-Ah ah, non le credo neanche se mi paga…-
- No, non hai capito… Sono tutte sciocchezze quelle che
dici, io non spavento i marmocchi del primo anno…soltanto!-
Harry inarcò un sopraciglio e lo guardò confuso, poi
comprese cosa intendeva dire il professore e scoppiò a ridere.
-Hai finito di bere la cioccolata che non ti ho mai
dato?- disse Piton guardando il ragazzo attentamente.
-Sì… ho finito la cioccolata che non ho mai bevuto perché
il malvagio professor Piton non fa queste cose…- disse Harry con tono piatto
per sottolineare il fatto che aveva imparato a memoria il suo copione.
-Molto bene. È ora che torni nel tuo dormitorio, a
me spettano i controlli nei corridoi questa notte, perciò vedi di startene in
camera tua-
Detto questo Harry si incamminò verso i piani alti
del castello, ma prima di girare l’angolo si nascose dietro una colonna,
lontano dalle torce e vide il professore incamminarsi verso i corridoi
limitrofi per cominciare il suo giro di osservazione.
Harry non poté fare a meno di sorridere divertito
vedendo il professore camminare in direzione opposta alla sua, mentre ad ogni
passo il lungo mantello nero ondeggiava come solo il professor Piton riusciva a
farlo.
Senza nemmeno voltarsi, il professore interruppe i
pensieri del giovane che si divertiva a sue spese:
-Sei ancora lì?-
“Ma! Non può avermi visto! Come ci riesce?” pensò il ragazzo sorpreso.
Harry rispose solo con una risata malamente
soffocata dalle mani premute sulla bocca e voltatosi di scatto salì di corsa le
rampe di scale che lo separavano dal suo dormitorio.
Mentre, disteso nel suo letto, aspettava che il
sonno lo conquistasse, Harry ripensò a tutto quello che era successo e rifletté
su ciò che lo aspettava nel futuro.
Giunse ad una conclusione, la stessa a cui era arrivato
il professore: c’erano stati grandi, grandissimi cambiamenti in pochissimo
tempo. Il passato non si poteva cancellare, ma esso non doveva sbarrare il
passo ad una nuova partenza, migliore perché nata dalle esperienze precedenti,
sia da quelle buone che da quelle brutte.
Non c’era bisogno di cancellare nulla, ma solo ripartire
da dove si era rimasti e…
-scrivere una nuova pagina…- sussurrò Harry, interrotto
da uno sbadiglio, però, come per magia o forse era solo la sua immaginazione,
gli sembrò di sentire nella sua mente la voce di Severus concludere:
“della nostra
vita.”
The End!
Scusate l’attesa ma si avvicinano le feste e per me anche
gli impegni musicali, perciò ho dovuto dedicare la maggior parte del mio tempo
nel rimettermi in carreggiata con il repertorio orchestrale visto che dopo l’operazione
ho dovuto lasciare per un po’ l’oboe nella custodia. Per non parlare dello
studio per l’università e per il conservatorio!
Comunque, ecco qua la fine di Blank page, non mi
resta che salutarvi nella speranza di rivedervi per il prossimo capitolo di
Arma a doppio taglio e per la pubblicazione di Blank Page: love story.
Grazie a tutti coloro che hanno inserito questa
storia tra le preferite, seguite, da ricordare e soprattutto chi ha recensito i
capitoli spronandomi a fare sempre del mio meglio.