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di Morgan Snape
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** capitolo I ***
Capitolo 3: *** capitolo II ***
Capitolo 4: *** capitolo III ***
Capitolo 5: *** capitolo IV ***
Capitolo 6: *** capitolo V ***
Capitolo 7: *** capitolo VI ***
Capitolo 8: *** capitolo VII ***
Capitolo 9: *** capitolo VIII ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Era un caldo pomeriggio di giugno e a Grimmauld Place regnava la calma, del resto la guerra era finita e Lord Voldemort era st

N.d.A: Ciao a tutti! Questa fanfic non segue gli eventi degli ultimi due libri, in pratica è basata su una fine alternativa alla saga di Harry Potter che vi verrà spiegata nei primi paragrafi della storia.

Buona lettura!

 

 

PROLOGO

 

 

 

Era un caldo pomeriggio di Giugno ed a Grimmauld Place regnava la calma, del resto la guerra era finita e Lord Voldemort era stato sconfitto da Harry Potter.

 

Il ragazzo era riuscito ad eliminare il suo avversario non senza l’aiuto di terzi: l’Ordine della Fenice, la protezione di sua madre generata dal suo estremo sacrificio e…l’intervento essenziale di Severus Piton.

 

Il professore non era mai stato dalla parte del Signore Oscuro, ma aveva recitato la parte del Mangiamorte fedele, mentre segretamente aveva mantenuto i contatti con l’Ordine a cui segnalava regolarmente gli spostamenti e gli obiettivi di Voldemort.

 

Alla fine del conflitto l’organizzazione fondata da Silente non si era sciolta, ma era rimasta attiva affinché tutti i Mangiamorte in libertà venissero catturati ed assicurati alla giustizia magica; alcuni erano fuggiti, si erano creati nuove identità e si erano trasferiti lontano dall’Inghilterra, ma altri, i più convinti sostenitori delle ideologie del loro defunto leader avevano deciso di continuare la loro guerra.

 

Per questo Severus Piton, come tutti gli altri componenti dell’Ordine, partecipava attivamente alla cattura dei suoi ex “colleghi”, i quali erano molto ansiosi di fargliela pagare.

 

Harry, Ron e Hermione erano entrati a far parte dell’Ordine della Fenice insieme a Neville, Ginny e Luna, ma con la condizione che a Settembre sarebbero dovuti tornare tutti ad Hogwarts per finire gli studi.

 

Proprio per questo motivo i ragazzi stavano giusto ripassando le materie del sesto anno seduti attorno al grande tavolo della cucina di Grimmauld Place, quando il patronus di Arthur Weasley interruppe la loro concentrazione.

 

Anche gli altri membri dell’Ordine presenti a Grimmauld Place si erano resi conto dell’intrusione ed erano accorsi ad ascoltare il messaggio.

 

Il patronus del signor Weasley, cioè una donnola, annunciò che proprio in quel momento si stava svolgendo un attacco ad Hogsmeade di portata tale che era necessaria la squadra al completo, così tutti si prepararono rapidamente per far fronte alla battaglia.

 

-Remus, manda il tuo patronus ad avvisare Severus dell’attacco- disse svelta Molly.

 

-Già fatto Molly. Ho convocato tutti quanti. Alberforth è già lì ovviamente-

 

-Benissimo, allora il ritrovo è alla Testa di Porco-

 

-Pronti?- Disse Hermione guardando intensamente gli amici, i quali annuirono decisi e si smaterializzarono.

 

Poteva essere uno shock passare dal silenzio di Grimmauld Place alla cacofonia della battaglia, ma i giovani maghi ormai erano abituati e come da protocollo si divisero in due gruppi per tenere meglio sotto controllo la situazione.

 

Grazie anche all’intervento degli Auror la battaglia si rivelò presto sfavorevole per i Mangiamorte, ma…

 

“Qualcosa non quadra…” pensò Harry.

 

Il ragazzo si guardò attentamente intorno e si rese conto che tra i maghi oscuri presenti mancavano all’appello Lestrange, Dolohov e Malfoy… eppure gli aveva visti prima!

 

Ad Harry si gelò il sangue nelle vene quando vide che a qualche metro di distanza da dove si trovava i tre maghi stavano combattendo contro Piton e lo avevano circondato.

I Mangiamorte stavano combattendo tre contro uno e per quanto Piton fosse un abile duellante, gli ex seguaci di Voldemort stavano combattendo slealmente, infatti il professore non si era accorto che Lucius si era smaterializzato alle sue spalle e stava per lanciargli l’anatema mortale.

 

-NO!-

 

Harry, resosi conto della situazione scattò in direzione del suo ex insegnante e si frappose tra Piton e il fascio di luce verde dell’anatema da cui venne colpito.

 

Tutta l’azione era avvenuta così improvvisamente che Piton non fece in tempo a scrollarsi di dosso le braccia di Harry che il suo sguardo intercettò l’inconfondibile luce verde dell’incantesimo mortale, ma ormai era troppo tardi per schivarlo, così Harry ne venne inevitabilmente investito.

 

All’impatto con il fascio di luce verde Harry e Piton caddero a terra, ma l’anatema fu come assorbito dal giovane che ora si agitava convulsamente. Ne seguì un silenzio carico di tensione sotto gli occhi sgranati dei presenti che non sapevano cosa aspettarsi da quel fenomeno.

 

-Potter! Potter mi senti? Potter!- Piton cercava di far rinsavire il ragazzo che durante le convulsioni aveva chiuso fortemente gli occhi e non rispondeva ai richiami del professore.

 

-Per la barba di Merlino Potter! Non capisco come intervenire se non la smetti di agitarti! Potter! …Harry!-

 

In quel momento il ragazzo aprì gli occhi e come se avesse avuto dell’esplosivo babbano addosso scagliò attorno a sé l’energia dell’incantesimo che lo aveva colpito e che investì la persona che gli era più vicina in quell’istante: il professore.

 

Tutto ciò che poterono vedere gli altri presenti fu una luce accecante che avvolse i due maghi a terra e quando il bagliore si esaurì, la scena che si presentò davanti a loro fu sorprendente: Harry era immobile perché aveva perso i sensi, ma Piton…

 

-Severus…ma…che ti è successo?!- Esclamò Lupin allarmato e con voce più acuta del normale.

 

-Non preoccuparti per me, Lupin! Io sto bene, piuttosto prenditi cura di questo sconsiderato! E’ sopravvissuto a Voldemort per mettersi in pericolo costante per il resto dei suoi…ma che avete da guardare tutti quanti?-

 

I Mangiamorte, accortisi che avevano perso nuovamente l’occasione di eliminare il traditore, si erano smaterializzati e sul campo di battaglia erano rimasti i membri dell’Ordine della Fenice e gli Auror.

 

Nessuno riusciva a proferir parola, tutti si lanciavano sguardi esterrefatti, troppo scossi dallo svolgersi degli eventi.

Solo Luna, che come sempre non si sorprendeva mai di niente, fu l’unica a rispondere a Piton battendo le mani dall’entusiasmo.

 

-Oh ma non è magnifico professore? E’ tornato ragazzo!-

 

 

 

To be continued!!

 

Fatemi sapere cosa ne pensate e se vale la pena continuarla!

E…visto che ci sono vi invito spudoratamente a leggere le altre mie storie più recenti per sapere come sto andando e poter migliorare. Thanks!

 

Morgan

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Capitolo 2
*** capitolo I ***


Ciao a tutti

Ciao a tutti! Grazie per le recensioni positive, davvero, mi avete resa felicissima! J
Questo capitolo è incentrato quasi esclusivamente su Severus, d’altronde non capita tutti i giorni di tornare giovani e quindi mi sembrava giusto dare spazio al suo stato d’animo. Buona lettura!

 

 

CAPITOLO I

 

 

 

“No…nonono…”

 

* crash *

 

“questa poi…non è possibile!”

 

Severus Piton si aggirava agitato per la sua stanza ad Hogwarts, urtando i suoi libri accatastati di fianco al letto su cui fino a poco prima era appoggiata una boccetta di pozione soporifera, ora in frantumi sul pavimento di pietra.

Di tanto in tanto lanciava uno sguardo allo specchio ma poi si allontanava immediatamente, come scottato dalla visione del suo nuovo riflesso. 

 

“Oh insomma, per la barba…devo calmarmi e ritrovare la razionalità” Severus si fermò davanti allo specchio senza alzare lo sguardo, prese un respiro profondo, si portò il pollice e l’indice della mano destra ai lati del naso e chiuse gli occhi per alcuni secondi.

Quando li riaprì si fissò finalmente allo specchio e osservò i particolari del suo viso.

 

“Dovrei essere…poco più che ventenne”

 

Spostò le dita che ancora avvolgevano il naso e le passò sulla guancia destra, dove non c’era più la sottile cicatrice provocata dalla ferita inflittagli da Fierobecco, curata troppo tardi perché aveva dato priorità al ragazzo, Draco, ancora scosso per quello che era successo quell’anno.

Sfiorò l’attaccatura dei capelli, dal colore più scuro ora che non erano resi opachi dai primi fili grigi, poi scese sulle labbra, più morbide e non più sottili e segnate dalle piccole rughe d’espressione.

 

Si studiò con la stessa intensità che riservava alle pozioni e agli antichi volumi su cui amava apprendere nuove nozioni, forse perché si era reso conto che in quel momento anche lui, con il suo nuovo aspetto era diventato come quei volumi, solo che non era più consumato dal tempo, ma le pagine erano di nuovo bianche.

 

Da riscrivere.

 

“Ma non ho nessuna intenzione di rimanere così…il passato non si cancella” Pensò amaramente.

 

Intanto Harry si era svegliato, ma la signora Weasley non gli permetteva di uscire dal letto perché voleva essere certa che si fosse completamente ripreso.

Harry aveva saputo dagli altri ragazzi quello che era successo ed era molto curioso di vedere il professore e di capire come aveva preso la novità.

 

“Perfetto, ora le sue minacce di usarmi come ingrediente per le pozioni diverranno realtà” pensò cupamente.

 

 

 

 

-Severus, posso entrare?- Chiese Lupin  dopo aver bussato alla porta del professore.

 

-Vattene Lupin-

 

-…sai, la tua voce da ragazzo è meno profonda e lugubre di quella del Severus quarantenne…non fa lo stesso effetto perciò no, non me ne vado. Posso entrare allora?-

 

-Sai Lupin, forse dovresti farti vedere da un medimago, ma da uno bravo perché le tue orecchie da lupo devono avere qualche problema se sei ancora lì dietro ad insistere per entrare!-

 

-Andiamo Severus, non fare l’adolesce-

 

* zap * Un incantesimo era passato attraverso lo spiraglio della porta creato da Lupin.

 

-…-

 

Piton subito dopo si avvicinò rapidamente all’entrata e l’aprì con forza.

 

-Lupin, se vuoi riprendere l’uso della parola ti consiglio di lasciarmi lavorare sulla pozione invecchiante perché se commetto un errore per colpa tua ti puoi scordare la pozione alla prossima luna piena, è chiaro?- disse Severus tagliente.

 

Lupin lanciò lo sguardo al cielo esasperato dai modi dell’ex collega, annuì e ritornò in Sala Grande, dove il direttivo dell’Ordine si era dato appuntamento per la riunione straordinaria in seguito agli eventi inaspettati di quella giornata.

 

-Ah Lupin sei tornato…la scomparsa della tua bocca mi fa dedurre che Severus è indisposto al momento?- Chiese Shacklebolt divertito.

 

-Mmmh…Oh grazie Tonks! Sì a momento è impegnato con la pozione invecchiante…non capisco perché ci tenga tanto a tornare quarantenne!-

 

 

 

 

 

Dopo due ore di preparazione la pozione era pronta.

Con trepidazione Severus versò l’intruglio nel bicchiere e preso un respiro profondo lo bevve tutto d’un fiato.

Attese la reazione prevista premendo gli occhi chiusi, come se si attendesse una fitta di dolore, attese e attese ma…non succedeva niente!

Con un ringhio di frustrazione lanciò il bicchiere che si infranse contro una delle pareti e si lasciò cadere sul letto.

 

In quel momento stava tornando Lupin per sapere come procedevano i lavori con la pozione e grazie alle sue orecchie da mannaro –che sì, funzionavano perfettamente- sentì a distanza lo schianto del bicchiere.

 

-Severus? Non ha funzionato?-

 

-Lupin ma allora sei masochista! Vattene!-

 

-Andiamo, posso entrare questa volta?-

 

-E va bene, entra così la smetterai di tormentarmi l’anima-

 

Quando Lupin  vide Piton riverso sul letto con un’espressione sconfitta che non gli aveva mai visto in volto, si sentì in colpa per come lo aveva stuzzicato qualche ora prima.

 

-Non preoccuparti Severus, troveremo una soluzione al più presto, probabilmente è solo un effetto momentaneo, anche se non capisco perché ci tieni tanto a tornare più vecchio…-

 

- Non devo preoccuparmi? Lupin ho già avuto una giovinezza e sai bene come è andata, perché dovrei volerla rivivere? Preferisco lasciarmi tutto alle spalle!-

 

-Lasciare il passato alle tue spalle? Tu? Andiamo, lo sappiamo entrambi che non lo hai mai abbandonato! Tu vivi nel passato Severus! Sì, sei sempre pronto a combattere, insegni, ti dedichi alle pozioni, ma sei presente solo fisicamente, mentre non hai mai smesso di ripensare agli eventi vissuti all’età che dimostri ora-

 

-Cosa ne vuoi sapere tu di me, Lupin! E poi cos’è questa improvvisa preoccupazione per il mio stato d’animo? Perché non ti sei posto il problema prima, quando assecondavi Potter e Black nei loro scherzi idioti?-

 

-Ecco: ti ascolti quando parli? Porti ancora rancore per qualcosa che è avvenuto oltre vent’anni fa con la stessa intensità che avresti se i fatti fossero accaduti ieri! Ora ti lascio solo, ma lo sai che ho ragione…-

 

-Non mi interessa quello che pensi e non sono affari tuoi…ora vattene! Anzi me ne vado io!-

 

Severus si alzò impettito e si mise il mantello, il suo capo d’abbigliamento preferito con cui intimoriva i suoi studenti e che –anche se non lo avrebbe mai ammesso- gli dava un senso di protezione, come una corazza, ma notò che, con il suo fisico da ragazzo, che prima di raggiungere la trentina d’anni era ancora stato magro e dinoccolato, non otteneva più l’effetto desiderato. 

 

Lupin considerava quello che gli era successo come un dono, una seconda possibilità, ma a Severus sembrava di aver perso tutto.

 

Amareggiato e pieno di rancore, con passo svelto raggiunse i confini di Hogwarts per poi smaterializzarsi. Destinazione: Godric’s Hollow.

 

 

 

 

Ecco il primo capitolo! Il secondo arriverà all’inizio della prossima settimana perché finalmente vado tre giorni in vacanza! :p

 

Grazie a chi ha commentato, cioè Heloissa, Piccola Vero, marpy e Eden Garden, e grazie alle dieci persone che seguono questa storia!

 

Un abbraccio,

 

Morgan

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Capitolo 3
*** capitolo II ***


Godric’s Hollow er

 

 

Un aiuto verrà sempre dato ad Hogwarts a chi se lo merita.

 

 

 

***

 

 

 

Si dice che il tempo guarisca molte ferite e Godric’s Hollow, cittadina con oltre mille anni di storia alle spalle, era stata ferita nel profondo quando la famiglia Potter era morta in quello che per i babbani era stato un tragico incidente. Ma da quel giorno erano passati vent’anni, perciò il tempo aveva fatto il suo dovere e ormai questa zona abitata era tranquilla, con le aiuole curate, il pub pieno di persone in festa e nemmeno un’abitazione diroccata, eccetto casa Potter che nessuno aveva osato toccare in segno di rispetto e di testimonianza per quell’evento così significativo che aveva determinato la caduta di Lord Voldemort.

 

Severus si era smaterializzato direttamente davanti alla dimora dei Potter.

Alla vista della casa le memorie non tardarono a riaffiorare nitide: ricordava bene l’ultima volta che era stato in quel posto…quando percorreva con passi lenti e leggeri quelle scale che portavano al secondo piano, come se camminasse su un vecchio cornicciolo, pronto a sfagliarsi sotto i suoi piedi, con l’angoscia di scoprire se il Signore Oscuro aveva mantenuto la promessa.

I sensi di colpa lo attanagliavano ancora a distanza di anni perché ricordava bene come quella notte, prima di scoprire quanto era accaduto, aveva quasi sperato -dalla disperazione- di trovare Lily accasciata a terra, piangente con in braccio il suo bambino morto perché una profezia lo voleva come il solo in grado di sconfiggere l’Oscuro Signore. Lui l’avrebbe stretta a sé, l’avrebbe portata via da quel posto maledetto e l’avrebbe protetta per sempre.

 

Ma Severus e Lord Voldemort avevano sbagliato i conti, perché Lily prima di essere un’amica, la donna amata di Severus e di James, era una madre e l’amore di una madre è qualcosa di assoluto che nemmeno l’odio aveva potuto sconfiggere.

Severus non si era reso conto che supplicando il Signore Oscuro di risparmiare Lily, le aveva concesso di fare una scelta che aveva suggellato con le parole e con i fatti il suo amore per il figlio attraverso l’estremo sacrificio.

L’amore: un potere che va oltre qualsiasi magia.

 

Severus si perse nei ricordi, ma la voce di Lupin si fece strada nella sua mente:

 

Tu vivi nel passato…

 

Infastidito dal suo stesso pensiero, sul suo viso comparve un’espressione di fastidio e stizzito si voltò verso la via che conduceva al cimitero dietro la chiesetta in stile tardomedievale.

Si fece strada tra le lapidi con il passo sicuro di chi conosce bene il percorso e giunse alla tomba di Lily e James.

Ignorò totalmente le lettere incise nella pietra che formavano il nome del suo rivale e si concentrò esclusivamente sul nome della donna.

Fissò a lungo quelle lettere, poi, come se gli fossero mancate le forze si prostrò a terra, in ginocchio.

-Lily…quando potrò finalmente trovare la pace? Per quanto ancora dovrò aspettare prima di rivederti? Ci sono ancora gli ultimi Mangiamorte da catturare, ma la guerra è finita e tuo figlio è salvo…per quanto ancora dovrò combattere?-

Con il viso contorto in una smorfia di dolore e rabbia, si alzò la manica che copriva l’avambraccio sinistro, dove il marchio si stagliava come una macchia scura sulla sua pelle diafana.

 

-lo vedi? Nemmeno la magia strampalata di tuo figlio è riuscita a cancellare il segno della mia vergogna…ed ora se non trovo una soluzione al suo incantesimo dovrò rimanere giovane e portare il marchio con me per altri vent’anni!-

Sospirò pesantemente e si guardò intorno, come se la soluzione si potesse nascondere tra le lapidi, oppure tra le foglie degli alberi che segnavano da secoli i confini del cimitero.

 

Dopo qualche minuto di raccoglimento Severus si alzò, ma invece di tornare ad Hogwarts si diresse a passi pesanti verso la casa in cui aveva vissuto la sua infanzia. Attraversati i due isolati che lo separavano da Spinner s’ End entrò nella sua abitazione e senza indugi si diresse nella sua stanza e si distese sul suo letto, incurante della polvere e dell’aria che odorava di stantio.

Ancora vestito si avvolse nel mantello usandolo come coperta e si addormentò immediatamente.

 

Si rese conto che probabilmente stava sognando perché altrimenti non sarebbe stato in grado di spiegare come poteva essere tornato il sé stesso quarantenne e allo stesso tempo osservarsi da ragazzo, seduto sotto l’albero dove era solito trascorrere le ore libere dalle lezioni, ad Hogwarts.

 

Notò anche che il sogno doveva essere condizionato dai ricordi perché rammentava bene quel giorno: era coperto di lividi dato che era appena stato vittima degli scherzi dei Malandrini, ma non era minimamente turbato dalla questione perché sapeva che il giorno dopo avrebbe preso il marchio e le cose per lui sarebbero cambiate. Finalmente l’avrebbe fatta pagare a Potter e alla sua compagnia.

 

Il giovane Severus perse la sua espressione beffarda quando vide passare Lily, la quale gli lanciò uno sguardo di sottecchi, ma non si avvicinò. A quel tempo Severus aveva già commesso il grave errore di chiamarla Mezzosangue e lei non lo aveva perdonato.

Il Severus adulto osservò quella scena e si maledisse per l’ennesima volta per quello che aveva detto.

Improvvisamente trasalì quando sentì una mano appoggiarsi sulla spalla e giratosi di scatto rimase come pietrificato dallo shock: Lily, quella adulta, si trovava dinnanzi a lui.

 

Severus era troppo sconvolto per proferire parola, ma fu Lily a parlare per prima:

 

-Severus, sono passati così tanti anni da quella volta…non ti devi preoccupare, non sono più arrabbiata con te da molto tempo ormai-

 

L’uomo boccheggiò e per alcuni secondi non riuscì a formulare una frase, ma poi trovò la forza e parlò con voce roca:

 

-Lily io…mi dispiace…mi dispiace così tanto! Come ho potuto farti allontanare così!? Ho rovinato tutto!-

 

-Le tue scelte sono state determinanti per molte cose, nel bene e nel male, ma non devi più preoccuparti del passato, ora hai un nuovo futuro davanti a te!-

 

-E’ stata la tua magia ad avermi fatto tornare ragazzo?-

 

-Non proprio…Harry è molto più simile a me di quanto tu voglia credere: la sua magia è molto affine alla mia; è istintiva e trova la sua forza nell’amore per le persone a cui teniamo. Quando Harry si è frapposto tra te e l’anatema non sapeva se sarebbe sopravvissuto, ma aveva una certezza: non voleva che ti venisse fatto del male e così la sua magia ha risposto spontaneamente all’intensità dei suoi sentimenti. In verità… credo di aver contribuito all’incantesimo perché da quando Harry si è liberato dell’Horcrux che si era addentrato in lui, il nostro legame di madre e figlio si è come potenziato: potevo sentirlo molto più distintamente e quando ho percepito la sua paura per te, il suo desiderio di salvarti si è unito al mio…di concederti una seconda possibilità e di farti riprendere da dove avevi interrotto: dalla tua giovinezza a cui avevi rinunciato per seguire il buio sentiero tracciato per te da Voldemort-

 

-Ma…Lily non posso…non posso rimanere così perché…-

 

-perché hai paura di essere felice e pensi che sia ancora necessario pagare per i tuoi errori? Tutti abbiamo fatto sbagli Severus, anche io quando non ti ho permesso di avvicinarti ulteriormente a me perché ero stata troppo sciocca per riuscire a non preoccuparmi dell’opinione delle altre persone. Solo ora capisco quanto fossi stata debole a lasciarmi abbindolare dai giudizi degli altri! Eravamo amici e sapevo quanto tu desiderassi che diventassimo qualcosa di più…ma ero troppo debole, troppo giovane per rendermi conto che le scelte che stavo compiendo erano dettate dalle aspettative di chi credeva di sapere cosa era meglio per me…Non ho mai smesso di amare James, ma mi rendo conto che il destino non è che il risultato di una scelta tra più vie…e io avevo preso la mia decisione. Una volta scelto un percorso è difficile tornare indietro, ma non ha senso vivere nei ricordi…è il tuo momento Severus! Per una volta nella tua vita concediti di essere felice!-

 

Detto questo Lily non diede tempo a Severus di risponderle che gli diede un bacio leggero all’angolo destro della bocca ed il mago si risvegliò nel suo letto impolverato.

Scosso dall’accaduto si alzò di scatto, tanto che per un attimo barcollò per ritrovare l’equilibrio, poi si diresse rapido verso l’uscita di casa per smaterializzarsi e raggiungere il luogo dove sapeva che avrebbe trovato rifugio dal turbinio di pensieri: Hogwarts, ma resosi conto che non era in sé per poterlo fare in sicurezza cambiò idea e presa la polvere volante la lanciò nel camino del soggiorno per raggiungere la sua destinazione, più precisamente lo studio del preside.

 

 

 

 

La stanza circolare era semibuia, illuminata solo lievemente dai riflessi della luna sui vari oggetti magici d’ argento e altri materiali luccicanti.

Il silenzio era disturbato dal russare dei presidi del passato, addormentati all’interno dei loro dipinti.

Solo uno di loro aveva sentito Severus arrivare: era Albus Silente.

 

-Severus, ragazzo mio…sono stupito! La fine del conflitto deve averti fatto bene, sembri ringiovanito!- disse scherzosamente.

 

-Albus non è il momento…so che sei al corrente dell’accaduto!-

 

-Ah…sì Minerva mi ha raccontato…ma so davvero tutto Severus?-

 

-No…non tutto…- e Severus gli raccontò del sogno e dell’incontro con Lily.

 

-Severus, penso che tu debba dare ascolto a Lily e vivere questo momento, non possiamo ancora sapere se sarà una condizione permanente o meno, ma vuoi veramente sacrificare questo dono così prezioso che ti ha fatto la donna che non hai mai smesso di amare?-

 

-E tutti i tuoi discorsi sulla giustizia, Albus? Non eri tu a dirmi che si deve scegliere tra ciò che è giusto e ciò che è facile? Non sarebbe facile godere di questa chance e ingiusto nei confronti di chi ha sofferto per causa mia?-

 

-Alcune persone hanno sofferto come conseguenza delle tue decisioni, ma anche tu hai sofferto e poi hai passato tutta la tua vita a fare ammenda cercando di salvare più persone possibili dagli attacchi dei Mangiamorte, non hai fatto abbastanza? La tua vita è stata tutta un’avventura, dolorosa, questo è certo, ma hai dimostrato di avere il coraggio di un eroe, perché non tuffarti in questa nuova esperienza?-

 

Severus scosse la testa, per nulla convinto.

 

Si avvicinò alla finestra e scrutando fuori notò un gufo in avvicinamento che portava con sé una lettera.

Mentre faceva entrare il volatile e si appropriava della missiva diretta a lui, Severus non aveva smesso di riflettere sulle parole di Silente, ma soprattutto su quelle di Lily.

 

Poi strinse la lettera accartocciandola.

 

-Albus? Ho preso una decisione-

 

-Dimmi Severus-

 

Il giovane Severus alzò lo sguardo dalla mano che stringeva la lettera e si voltò risoluto verso il preside.

 

-Va bene, onorerò la volontà di Lily accettando questa nuova sfida-

 

Albus si limitò a sorridere e a guardare Severus con i suoi occhi brillanti di soddisfazione e orgoglio per il giovane mago.

Severus si concesse di rispondere con un mezzo sorriso e piegò la lettera.

 

-Sarà meglio che vada a cambiarmi, presto sarà l’alba e a quanto pare Molly Weasley mi ha invitato per la colazione. Sarà meglio che mi presenti perché temo che il suo istinto materno le abbia annebbiato la mente e ora mi scambia per uno di quei suoi marmocchi…-

 

-Allora sarà meglio che ti sbrighi ragazzo mio! Non vorrai veramente subire la furia di mamma Weasley! Buona fortuna!-

 

Severus annuì e fece un cenno di saluto con il capo. Sapeva bene che l’augurio di Silente non si riferiva soltanto alla colazione e alla conseguente irritazione di Molly se Severus non si fosse presentato, ma anche alla nuova, grande avventura che lo aspettava da quel giorno fino a quando…già, per quanto tempo sarebbe rimasto giovane? Non sapeva rispondere, ma avrebbe fatto di tutto per vivere al meglio ogni momento che gli era stato donato in quel corpo da ragazzo.

 

 

Ciao a tutti!

 

Grazie per le recensioni positive! Siete troppo gentili!

 

Approfitto di questo spazio per dare un chiarimento: come avrete notato è presente il tema dell’amore materno e ho tentato di sottolinearlo in più aspetti; prima nel discorso di Lily, in seguito con Molly e non è un caso che la decisione di Severus avvenga dopo aver ricevuto la lettera di mamma Weasley. Penso che Molly sia stata colei che ha fatto scattare quella molla nel cuore di Severus per compiere la sua scelta. Molly non è assolutamente tenuta a preoccuparsi per lui, eppure dispensa il suo amore a tutti quanti, perfino ad un ex Mangiamorte come Severus. Penso che lei, Lily e la McGranitt siano le uniche donne che siano riuscite a superare la corazza di Severus, perciò volevo darle un ruolo piccolo ma determinante. Fatemi sapere cosa ne pensate! Visto che adesso Severus ha finalmente deciso di darsi una seconda possibilità, dal prossimo capitolo inizia ad esserci più movimento.

 

*Angolo off topic*

 

Per scrivere questo capitolo avevo come colonna Sonora Earth Song di Michael Jackson…non ve ne fregherà niente, ma mi andava di scriverlo…in fondo è la mia fanfiction questa e posso scriverci quello che voglio! :D

 

Un abbraccio e ancora grazie per la vostra disponibilità a commentare!

 

Morgan

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Capitolo 4
*** capitolo III ***


- Harry, sei già in piedi

 

Voleva essere fermato, portato indietro, a casa...
Ma era a casa. Hogwarts era la prima e la migliore casa che avesse conosciuto. Lui e Voldemort e Piton, i ragazzi abbandonati, avevano trovato tutti una casa lì!

H.P. E i Doni della Morte

 

***

 

 

 

- Harry, sei già in piedi. Come stai oggi?-

 

- Sto bene Hermione, nessun problema -

 

Da quando si era ripreso, Harry si era chiuso in sé stesso ed era molto pensieroso. Aveva saputo che il professor Piton non aveva preso bene la notizia di essere tornato ragazzo, inoltre Harry si chiedeva cosa lo aveva spinto a prendere l’Avada Kedavra per salvare l’ex Mangiamorte.

Se da un lato era vero che Piton era sempre stato dalla loro parte, era anche vero che l’uomo lo aveva sempre trattato con astio. Da quando aveva scoperto che Piton aveva amato sua madre, Harry si era sentito a disagio in presenza del professore perché sapeva che ogni volta che i loro sguardi si incrociavano, l’uomo ricordava la donna amata e allo stesso tempo il mago che disprezzava di più, James Potter.

Eppure Harry era attratto, come con una calamita, da ciò che rappresentava il professore in seguito alle recenti rivelazioni: in fondo era l’unico che aveva conosciuto bene sua madre ed era l’unico, oltre a Remus, ad aver vissuto con i suoi genitori, dei quali Harry sapeva così poco.

 

Si trovava nella camera che condivideva con Ron e stava appoggiato con la fronte alla finestra fredda e umida per la brina mattutina, osservando i campi sterminati che circondavano casa Weasley. Hermione si affiancò a lui e lo fissò.

 

-Stai pensando a lui?-

 

-Lui chi?-  Harry fece finta di non capire.

 

Hermione sospirò e spostò lo sguardo fuori dalla finestra, lontano. Aprì bocca per cercare di convincere Harry a confidarsi, ma si bloccò e sgranò gli occhi. Sulla strada sterrata che portava a casa Weasley si era appena smaterializzato Piton.

 

-Lui!- disse Hermione.

 

Harry non rispose, era sorpreso di vedere il professore, e poi vederlo così giovane!

 

Appoggiò i palmi sulla finestra e si premette maggiormente sul vetro, come per accorciare la distanza che li separava e per studiare meglio quel volto nuovo, senza rughe.

 

Piton si accorse di essere osservato e individuò Harry alla finestra. Gli lanciò uno sguardo cupo.

 

Potter” pensò con sdegno.

 

Harry, imbarazzato per essersi fatto scoprire si allontanò immediatamente dalla finestra, come se si fosse scottato.

 

-Sarà meglio scendere- disse con voce tremolante ad Hermione, che sorrise per rassicurare Harry.

 

-Andrà tutto bene- gli sussurrò. Harry la guardò con affetto: come sempre Hermione riusciva a leggerlo come se fosse uno dei suoi amati libri.

 

Mentre scendevano le scale sentirono Molly accogliere in casa Severus.

 

All’entrata del professore, il cicaleccio che regnava perennemente in casa Weasley si spense, lasciando il posto ad un silenzio imbarazzato. Non durò a lungo grazie all’intervento di Molly.

 

-Severus, benvenuto caro!-

 

Piton alzò un sopraciglio.

 

Sono ringiovanito ma sono sempre un docente dei tuoi figli…non uno di loro!”

 

Nonostante ciò, rispose garbatamente.

 

-grazie per l’invito, signora Weasley-

 

-oh cos’è tutta questa formalità? Vieni pure dentro e prendi posto a tavola! Ho fatto i muffin!-

 

L’imbarazzo generale fu presto sostituito dal chiacchiericcio e l’atmosfera della stanza tornò ad essere quella calda ed accogliente di sempre: risate, spensieratezza e profumo di dolci riempirono l’aria.

 

Severus si rese conto che non aveva mai vissuto un’esperienza del genere: l’affetto e l’unione della famiglia Weasley traspirava nell’aria della stanza e, quasi con la paura di interromperla se ne stette seduto in silenzio, mangiando lentamente il suo dolce, guardando tutte quelle persone felici, mentre inconsapevolmente sul suo viso si dipingeva un sorriso.

 

Anche Harry, nonostante fosse stato seduto al tavolo dei Weasley più volte nel corso degli anni, ogni volta assaporava quell’atmosfera con la stessa reverenza che aveva per le pietanze di Molly.

Così, quando gli sguardi di Piton e Harry si incontrarono, sui loro visi regnava la stessa espressione di compiacimento e subito si voltarono da un'altra parte.

 

- …Allora sarai dei nostri questo pomeriggio, Severus?- chiese il signor Weasley.

 

Piton non era stato attento al discorso, perciò fu colto impreparato.

 

-…Come dice Signor Weasley?-

 

-Questo pomeriggio! I ragazzi devono fare acquisti per il loro ultimo anno ad Hogwarts.-

 

-No, non credo che sia…-

 

-certo che verrà Arthur! Non è vero Severus?- disse Molly tirando una gomitata ad Arthur, come per ammonirlo.

 

-Io…non…-

 

-Oh non essere imbarazzato caro, sei più che il benvenuto!-

 

-…-

 

I gemelli gli lanciarono un’occhiata significativa: sembrava voler dire “nessuno osa contraddire mamma Weasley!”

 

Severus li guardò malamente e strinse le labbra.

 

A quanto pare mi aspetta una gita ad Hogsmeade…quale gioia!” pensò sarcastico.

 

 

 

 

- e di questo cosa ne pensi Hermione?-

 

-non mi convince molto come colore, è così opaco!-

 

-mmm…hai ragione!-

 

Severus se ne stava seduto in una delle poltroncine con un’espressione simile a quella dei condannati a morte.

 

Dopo aver fatto le spese per la scuola, i ragazzi si erano divisi in due gruppi per passare il resto della giornata per conto loro.

Piton, pur di non trovarsi nello stesso gruppo dei ragazzi Weasley e soprattutto di Potter, aveva preferito accompagnare le ragazze a fare shopping.

 

Lucius…trovami e uccidimi…ora!” pensò amaramente.

 

Mentre le ragazze discutevano su che colore stava meglio con i capelli rossi, Severus guardava fuori dalla finestra del negozio.

La sua espressione apatica diventò attenta quando vide Potter separarsi dal gruppo che fissava le vetrine del negozio di Quidditch e seguire Luna Lovegood in direzione…della scuola?!

 

Si alzò in piedi e appoggiando le borse che gli avevano affidato le ragazze si rivolse a loro:

 

-Ah…io vado a prendere un po’ d’aria…-

 

E appena fuori dal negozio assunse un passo rapido in direzione dei due ragazzi.

 

chissà cosa hanno in mente di fare…andare a scuola adesso che è chiusa? Sicuramente per combinare qualche disastro!”

 

Ma invece di prendere il sentiero che portava al castello, si diressero verso la Foresta Proibita.

 

Severus si fermò di colpo.

 

Perché diavolo stanno andando da soli nella foresta? Cosa nascondono? Potter, se ti sei messo nei guai di nuovo…”

 

Li seguì a debita distanza per non farsi scoprire.

 

Dopo aver camminato per circa cinque minuti, si fermarono in mezzo alla boscaglia.

 

-ecco, è qui!- disse Luna con la solita aria sognante.

 

Harry si accucciò a terra, ai piedi di una grande pietra inverdita dal muschio e cominciò a sibilare.

 

A Severus si gelò il sangue nelle vene: quella lingua! Ogni volta gli ricordava Voldemort!

 

Harry aveva parlato in serpentese e il professore non fu sorpreso di vedere un serpente sgusciare fuori dalla base della roccia.

 

Ma quello non era un serpente comune: aveva due zampine corte sul davanti e delle ali membranose sulla schiena.

 

-Ma quello è un…-

 

-Aspidiolante, professore!- Rispose Luna.

 

Sia Harry che il professore trasalirono. Piton dalla sorpresa di vedere quella particolare specie di animale non si era reso conto che aveva parlato a voce alta.

 

-Lovegood, da quanto…-

 

-sapevo che era dietro di noi? Da Hogsmeade! Sapevo che non avrebbe resistito a lungo con le altre a fare le spese e immaginavo che la sua curiosità avrebbe avuto la meglio-

 

Corvonero…” pensò Severus, come se la parola fosse un insulto.

 

-Ma perché siete venuti fin qui? Non è il caso di addentrarsi da soli nella foresta di questi tempi!-

 

-Infatti c’è lei a proteggerci, no? Ed il perché…- Luna indicò l’Aspidiolante.

 

Severus notò che il rettile aveva un ala piegata in un modo innaturale.

 

-è stato ferito da un rapace notturno che lo ha afferrato per l’ala ma poi l’Aspidiolante ha morso il volatile e lo ha lasciato cadere da molti metri d’altezza. Così ora è confuso e ferito- spiegò Harry.

 

-poverino!- intervenne Luna.

 

Piton stava per chiedere a Potter come diavolo faceva a saperlo ma poi si rese conto della stupidità della domanda: glielo aveva raccontato il serpente, era ovvio!

 

Per Severus era molto strano ascoltare Potter parlare in serpentese, perché mentre le parole del Signore Oscuro erano sibili carichi di astio e malizia, quelli del ragazzo erano sussurrati gentilmente e rassicuranti, infatti l’animale si stava facendo curare senza proteste.

 

Non aveva mai visto Potter così attento e rilassato, come se in quel momento si trovasse nel suo elemento. Tutti volevano che il ragazzo, una volta finiti gli studi, diventasse un Auror; anche Severus pensava lo stesso: cosa mai avrebbe potuto fare quel moccioso, se non seguire le impronte del padre? Ma ora, vedendolo così felice con quell’Aspidiolante, non poté fare a meno di ricordare quando, insieme a Lily, aveva salvato dei piccoli ricci nei pressi di Spinner’s End e la felicità della ragazza nel realizzare che non sarebbero morti di inedie.

 

A cure ultimate, Severus dovette ammettere che il ragazzo ci sapeva fare con gli animali.

 

Altro che Auror…Potter dovrebbe dedicarsi a cura delle creature magiche!”

 

-Professore, noi stiamo andando a trovare Hagrid, vuole venire con noi?- Chiese Luna.

 

-No, credo proprio che tor…-

 

-THOR!- urlò Luna. Proprio in quel momento arrivò il grosso cane di Hagrid, e dietro di lui c’era il mezzo gigante.

 

-Harry! Luna! Oh…Professore! Anche lei qui! Venite venite, ho preparato the e biscotti!-

 

Harry guardò la faccia avvilita del professore e gli lanciò un’occhiata simpatetica.

 

-E’ inutile che mi guardi così, Potter! Aspetta che torno adulto e soprattutto tuo professore, vedremo se avrai ancora voglia di inoltrarti nella foresta!…e non sbuffare!- e lo spintonò leggermente.

 

Harry dopo un attimo di sorpresa rispose con un’altra spinta, così Piton fece un finto scatto, come a volerlo prendere e Potter corse in avanti verso la casa di Hagrid, ridendo sommessamente.

 

Piton si fermò bruscamente:

 

Ho appena…scherzato con Potter? Ma che diavolo!?”

 

-Professore? Ci è perso? Il the si raffredda!- Lo chiamò Hagrid.

 

Severus scosse la testa, come a voler cacciare il pensiero e si avviò con passi pesanti verso la casa del mezzo gigante.

 

Il the era troppo zuccherato e i biscotti erano della consistenza del cemento armato. Il cane, Thor, stava sbavando sul pavimento e quel tavolo era troppo stretto per tutti e quattro, ma nessuno dei presenti dava peso a questi disagi.

 

Severus si rese conto che tutto ciò che importava ai presenti era la gioia che si trasmettevano l’un l’altro. Si sentiva un estraneo perché era evidente che quella situazione non era nuova per i ragazzi e per Hagrid.

 

Pensò alle persone sedute affianco a lui: Hagrid, un mezzogigante abbandonato dalla madre e divenuto orfano di padre quando era solo un ragazzino, poi espulso da Hogwarts per un crimine mai commesso; Luna Lovegood, la cui madre era morta davanti ai suoi occhi di bambina ed era derisa dai compagni per la sua stravaganza; infine Harry Potter, la cui storia era conosciuta da tutti.

 

Eppure, nonostante un tale passato, erano lì, davanti a lui a ridere e scherzare, spensierati, mentre lui, Severus Piton, si era rinchiuso in un guscio di rancore, malinconia e rimorso, rifiutandosi di trovare quella felicità che queste persone erano riuscite a trovare.

 

Severus prese un respiro profondo: non aveva senso provare quella fitta al cuore che stava sentendo in quel momento perché, come aveva detto Lily, ora disponeva di una seconda possibilità: un nuovo capitolo nella sua vita disastrata.

 

Questa volta non sbaglierò!” pensò risoluto.

 

Si intromise con una battuta nel discorso dei tre amici che stavano parlando del ministero della magia e i tre dopo una breve pausa di sorpresa si misero a ridere.

Severus a sua volta sorrise ed a quel punto lo stupore ebbe la meglio su Harry e Hagrid che si guardarono straniti.

 

Solo Luna non si era stupita di nulla: come sempre era un passo davanti agli altri.

 

- Posso chiamarti Severus? -

 

-Luna…!- disse Harry scandalizzato.

 

Piton guardò prima l’uno poi l’altra e prese una decisione.

 

-Va bene, ma solo quando siamo qui!-

 

-Ah quindi tornerà a trovarmi professore? Ben fatta! Si è scelto un’ottima compagnia, vero ragazzi?- disse Hagrid stritolando in un abbraccio Harry e Luna.

 

Sulla strada del ritorno Luna, Severus ed Harry camminarono fianco a fianco, in silenzio, interrotto solamente dal motivetto che Luna stava cantando sottovoce.

La mancanza di dialogo però non dipendeva dall’imbarazzo o dalla tensione; la camminata stava avvenendo nella calma e…complicità? Severus non osava pensarlo.

 

Ma per la prima volta, dopo tanto tempo…

 

“Da quando, insieme a Lily scrutavamo il cielo attraverso i rami degli alberi, mentre le foglie venivano spinte lontano dal vento…”

 

…si sentiva a casa.

 

 

 

Ecco un altro capitolo. J

 

La musica di oggi è: Meadow di Alexander Desplat (colonna sonora di Twilight)

 

Sono davvero meravigliata dal seguito che sta avendo questa storia! Grazie, grazie, grazie!!

Una cosa che mi ha particolarmente colpito è che alcune commentatrici sono entusiaste per il fatto che Severus possa avere una seconda possibilità e mi chiedono se troverà l’amore…di solito non mi piace autopubblicizzarmi, né nel mondo delle fanfiction né in quello… “reale”, ma penso che una serie che ho scritto tempo fa, intitolata “In ritardo” possa piacere a più di una di voi mie care commentatrici! La serie è composta da tre fanfictions a cui sono particolarmente affezionata, se vi va fate un giretto nel mia pagina e cercatele, ma non sentitevi obbligate! ^_^

 

Un abbraccio!

 

Morgan

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 5
*** capitolo IV ***


*SPLASH*

CAPITOLO IV

 

 

 

 

*SPLASH*

 

-Oh troll! Si è rotto!-

 

-Ron ti ho detto di stare attento…- disse Harry.

 

-questi cosi babbani…parloncini del cavolo!-

 

-palloncini Ron…i parloncini sono degli esserini che vivono nelle barbabietole e…-

 

-Luna non è importante ora, dobbiamo ancora riempire quasi una dozzina di gavettoni se vogliamo giocare come si deve!-

 

 

Severus sentì i loro discorsi attutiti dalla porta chiusa del bagno di casa Weasley. Era il compleanno di Harry e i ragazzi avevano organizzato una festa di compleanno con i giochi d’acqua.

 

Il giovane professore ovviamente non aveva nessuna voglia di partecipare, ma era stato invitato alla festa, perciò avrebbe aspettato un po’ nel piccolo salotto e poi se ne sarebbe andato.

 

Passò in cucina dove, seduta al tavolo c’era Hermione intenta a studiare con ben tre volumi diversi aperti davanti a lei.

Piton notò che la ragazza aveva uno sguardo perplesso e le mani intrecciate tra i capelli.

 

Severus, al momento di passarle accanto per raggiungere il salotto rallentò considerevolmente e quando notò che si trattava del programma di pozioni avanzate decise che avrebbe preso un bicchiere d’acqua per prendere tempo e carpire meglio in che cosa si trovasse in difficoltà la ragazza.

 

Tornando indietro dal lavandino, infatti, si fermò dietro la sua schiena e si sporse in avanti per vedere meglio la pagina su cui si era fermata. Quando capì di quale pozione si trattava, non trattenne un ghigno divertito.

 

-Ah, vedo che sta studiando la pozione Legilimante…curiosa …e facile!-

 

-Facile? Non mi sembra proprio! Ha ingredienti simili al Veritaserum, ma…-

 

-non capisce perché c’è la saliva di toro, vero?-

 

-proprio così!-

 

-Ma…perché non è fuori a festeggiare il Prescelto?- disse lui con tono derisorio.

 

-Oh la smetta, con me non attacca…lo sa che può smettere di fingere di odiarlo? Non è più una spia!-

 

Piton la fulminò con lo sguardo e seccato si diresse verso il salotto, ma Hermione lo fermò.

 

-No aspetti…aspetti un attimo, mi dispiace, io…non avrei dovuto rivolgermi a lei in questo modo è solo che…-

 

-Sembro così giovane?- disse lui. Severus non aveva ancora superato la “perdita” del suo aspetto che intimoriva i suoi studenti.

 

-Beh…sì. Allora…mi potrebbe dare una mano con la pozione?-

 

Piton la guardò per un attimo, poi sbuffò e tornato in cucina spostò rumorosamente una delle sedie e ci si sedette sgraziatamente.

 

- La pozione legilimante, come avrà capito, serve a sostituire l’incantesimo Legilimens, ma il suo effetto è molto soggettivo e…-

 

Il professore si buttò a capofitto nella spiegazione, gesticolando animatamente e mimando i gesti che avrebbe fatto se avesse avuto un calderone davanti a sé.

 

Hermione lo ascoltava attentamente, ma ad un certo punto aveva iniziato a perdere il filo del discorso perché si era resa conto di…

 

“quanto sono espressivi i suoi occhi neri! È così preso dall’entusiasmo che brillano pieni di vita! E le sue mani…”

 

-Granger…Hermione! Mi sta ascoltando?-

 

-Come? Ah…ma sì certo!-

 

-mmm…- Piton non era molto convinto. Si sporse in avanti appoggiando le mani sotto il mento, come a volerle leggere  la verità sul volto.

 

Hermione riuscì ad evitare di essere sottoposta sotto quell’osservazione grazie ai gemelli.

 

-Hey voi due! Cosa ci fate in casa con una bella giornata come questa? Basta fare i secchioni, è tempo di divertirsi!-

 

-Weasley vi sembra il modo di rivolgervi a me? –

 

-Oh andiamo Piton, almeno vieni a fare il tifo per noi! Stiamo vincendo contro Harry, Ron e Luna!-

 

-sì…entusiasmante…- rispose sarcastico, ma vedendo che Hermione si stava dirigendo verso di loro, decise di seguirli all’esterno.

 

Si sedette ai piedi dell’alto acero che segnava il confine tra il prato e la strada sterrata e da lì osservò annoiato il gioco.

Invece Hermione fu trascinata dai Weasley che la obbligarono a giocare.

 

Ad un certo punto Severus guardò in alto tra i rami dell’albero ed improvvisamente non sentì più le urla e le risate dei giovani perchè nella sua testa calò il silenzio: quelle fronde gli avevano riportato alla mente i ricordi di quando, insieme a Lily si distendevano a terra e parlavano del loro futuro ad Hogwarts.

Era ad occhi chiusi quando bruscamente fu riportato alla realtà.

 

*splash* 

-Oh oh Harry…l’ hai combinata grossa!-

 

-Io…scusi professore…stavo puntando Fred ma si è abbassato e…perché sta sfoderando la bacchetta?-

 

Severus, con i capelli bagnati per metà dal palloncino che lo aveva colpito al lato della testa, si era avvicinato lentamente con sguardo torvo e senza dire una parola puntò la bacchetta in mezzo agli occhi di Potter.

 

-Aguamenti!-

 

Harry si ritrovò bagnato dalla testa ai piedi, mentre l’atmosfera era diventata tesissima.

 

-Beh? Che avete da guardare tutti quanti? Se l’è cercato! Ed ora Ronald Weasley…passami quel palloncino per favore!-

 

Ron, come inebetito lo passò al mago che prese la mira verso Fred, il quale, avendo capito a che gioco stava giocando il suo ex professore, gli lanciò uno sguardo di sfida e cominciò a scappare, ma Piton anticipò la sua mossa e lo prese sulla schiena.

 

-Visto come si fa, Potter?-

 

Senza aspettare che i presenti si riprendessero dallo shock, i gemelli gridarono:

 

-Questa è guerraaa!- e così tutti i ragazzi –e sì, anche Severus- ricominciarono a giocare fino a quando, giunto il tramonto, Molly Weasley non li fece rientrare per mangiare la torta.

 

-La torta è in tavola!-

 

I ragazzi si precipitarono dentro, ma Severus, entrato per ultimo, non si unì al coro di Buon Compleanno e dopo essere rimasto per un attimo in disparte contro la parete della cucina, si diresse silenziosamente verso il piano di sopra nella camera vuota di Bill e Charley.

 

-Suvvia Severus, devi proprio restare da solo in quei sotterranei? –

 

Aveva detto Molly Weasley.

 

“Donna insopportabile…anche da ringiovanito non sono poi così piccolo da non poter starmene solo!”

 

Così aveva dovuto cedere e quella notte sarebbe rimasto alla Tana.

 

Erano tutti seduti a tavola con la loro bella fetta di torta alla crema pasticcera e fragole, quando Harry notò che Piton mancava all’appello.

Molly se n’era accorta da un po’, ma appena incrociò lo sguardo di Harry, capì che non era stata la sola a rendersene conto. Sorrise al giovane e tagliò un'altra fetta di torta e senza proferir parola la passò al ragazzo.

 

Harry uscì dalla cucina col piattino contenente la fetta di torta appena tagliata e lentamente salì le scale.

 

Bussò alla porta della stanza di Piton.

 

-Avanti-

 

Severus era seduto sul letto con un libro tra le mani, le gambe incrociate e con la schiena appoggiata al muro dietro di lui.

 

“come è strano vederlo in una posa così umana, ma perché mi ostino a stupirmi? Sono cambiate così tante cose!” Pensò Harry.

 

-Le ho portato una fetta di torta… perché non è rimasto con noi in cucina? Se è ancora per il palloncino di prima le assicuro che…-

 

-Potter perché pensi sempre che ci sia sempre tu dietro le mie motivazioni? Il mondo non gira intorno a te!- sbottò il professore.

 

Harry sembrò ferito dalle sue parole e si fece scuro in volto.

 

-Ha ragione mi scusi…allora appoggio la torta sulla scrivania e la lascio solo. -

 

-No, aspetta…non avrei dovuto  parlare così, è solo che…non è facile abituarmi a questa situazione-

 

-Ti capis…la capisco professore, non ti pre…non si preocc…-

 

-Pot…Harry ti ho detto che puoi darmi del tu quando siamo soli, giusto?-

 

-Eh…sì, sì… lo avevi detto! – rispose Harry imbarazzato.

 

-Caspita, fa davvero strano vederla…vederti! Vederti… così giovane!-

 

Poi aggiunse:

 

- Però…sì insomma…puoi contare su di me, su Ron, Hermione, gli altri… quello che voglio dire è che se anche la tua…condizione durasse per qualche giorno, mese o anno, noi saremmo comunque… contenti di averti tra noi-

 

Piton lo fissò attentamente.

 

“Caspita! L’ ho detto veramente!” pensò Harry.

 

-Già proprio così…sarà il coraggio del Prescelto!- rispose inaspettatamente Severus.

 

-Hey! Questo è imbrogliare! Non ti ho dato il permesso di leggermi nella mente!-

 

-Oh andiamo Pott…Harry! Quante volte te lo devo dire che non si tratta di leggere? La mente non è un libro e se così fosse il tuo sarebbe pieno di scarabocchi!-

 

-questo è un colpo basso, Severus! E comunque usa i verbi che preferisci, tanto non ci capirò mai niente!-

 

-Mmm non saprei… forse ho sbagliato il metodo-

 

-Un momento! Stai dicendo che hai sbagliato metodo? Tu, Severus Piton…il Signor “Posso-imbottigliare-la-fama…”-

 

-Chiudi il becco Grifondoro!-

 

Harry rise di gusto.

 

-Non sei divertente, Potter! Non vuoi sapere in cosa consiste il metodo che ho in mente? O adesso che è morto Tu Sai Chi non ti importa più di imparare la Legilimanzia?-

 

-Beh…da quando ho scoperto che esiste questa branca della magia ho sempre pensato che potrebbe essere utile nei duelli, che cosa hai in mente?-

 

Severus si alzò dal letto e si avvicinò al comodino di Bill Weasley. Lo aprì e ne estrasse una scatolina.

 

-Ma! Severus! Non è corretto sbirciare nei cassetti altrui!-

 

-Nessuno mi ha visto sbirciare nel cassetto, giusto Harry?-

 

Harry borbottò qualcosa che suonava molto simile a “Serpeverde”, ma non si espresse oltre e si sedette ai piedi del letto.

 

Piton gli mostrò l’oggetto che aveva trovato.

 

-Queste sono carte da gioco magiche! Mi ricordo di averle provate una volta, proprio qui…cambiano colore e se non stai attento fanno la spia all’avversario, vero?-

 

Piton sorrise furbescamente.

 

-Harry…cosa ne sai del Poker?-

 

 

 

 

Ecco un altro capitolo!

 

Mi sono fatta attendere rispetto agli altri aggiornamenti, ma dovevo affrontare l’esame più difficile di tutta la mia carriera universitaria e adesso che l’ ho superato (benone!) mi manca un solo esame alla laurea! Wohooo!!!:D

 

Sarò ripetitiva, ma sono davvero contenta che questa storia stia avendo tanto audience! (Si può dire audience? Mmm vabbè! XD)



Come avete potuto leggere, la trama si sta intricando e non è solo Piton a dover fare i conti con la sua nuova vita, ma anche chi lo circonda e interagisce con lui.

 

Cosa ne pensate del Poker? Sto osando troppo di fantasia? Quella del Poker è un’idea che mi frullava in testa da un po’, perciò sapevo che prima o poi l’avrei inserita in qualche fanfiction! J

 

Off topic –ma neanche tanto-

 

Martedì prossimo sarò sottoposta ad un’operazione maxillo facciale (detto in parole povere: mi tagliano un pezzo di mandibola per aggiustarmi il morso che mi crea dolori e problemi di masticazione e creerebbe un sacco di problemi futuri che suonano come “artrosi” ed “emicrania”, perciò…via l’osso via il dolore!

 

Il lato positivo di questo intervento (oltre a quelli salutistici) è che avrò un sacco di tempo per scrivere dato che per almeno una ventina di giorni sarò gonfia come un’anguria e non uscirò di casa! Perciò…auguratemi buona fortuna e ci sentiamo prestissimo!

 

Un bacio,

 

Morgan

 

Ps: se volete mi trovate su faccialibro con il nickname Morgan Snape Efp.

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Capitolo 6
*** capitolo V ***


CAPITOLO V

CAPITOLO V

 

 

 

 

 

Camera di Charlie Weasley.

 

 

Mattino inoltrato.

 

Harry Potter e Severus Piton si squadrano attentamente, i loro occhi sono socchiusi in una linea sottile, il volto parzialmente coperto dal mazzo di carte che tengono in mano.

 

Harry aumenta la quota di gioco.

 

Severus lo fissa, i loro sguardi rimangono incastonati, ma ad un certo punto l’ex professore alza un sopraciglio e anche se la bocca è coperta dalle carte, è possibile immaginarne il ghigno.

 

Chi vince la mano? Ovviamente Piton.

 

Harry sbuffò e lasciò che le due carte cadessero dalle sue mani.

 

-Dannazione! Stavolta ero sicuro di averle mostrato delle carte alte!-

 

-Sì Harry, ma il tuo pensiero era “speriamo che ci caschi!”…- rispose Piton con tono canzonatorio.

 

-Ti ho scoperto subito…e poi eri tutto fremente sul posto! Te lo ripeto: per chiudere la mente devi…-

 

-devo aprirla ad un’immagine costruita per nascondere la verità!- continuò Harry con tono meccanico, dato che non era la prima volta che sentiva la lezione quella mattina.

 

-Esatto, ma devi imparare ad associare i pensieri alle immagini, altrimenti entro stasera il tuo conto alla Gringott sarà prosciugato dal sottoscritto!- disse Severus beffardo.

 

Harry assunse un espressione truce mentre rimetteva insieme le carte.

 

-che c’è Potter? Ti arrendi di già?- disse Piton con falso tono angelico.

 

-Certo che no…ancora un’ultima volta!-

 

-Va bene, ma stavolta voglio vedere dei progressi-

 

Harry chiuse gli occhi e si concentrò: tentò di trattenere la sensazione di frustrazione della sconfitta appena subita e poi passò a lavorare sull’immagine. Dipinse nella sua mente una coppia di carte “deboli” con cui non avrebbe potuto ottenere la vittoria.

 

Severus assunse un’aria pensierosa, fissò Harry ancora qualche istante e puntò.

 

-Vedo- disse Harry. Voleva vedere quali altre carte sarebbero uscite dal mazzo.

 

-Io alzo ancora- rispose Severus che aggiunse un bel gruzzoletto nel mucchio di falci e galeoni con cui stavano giocando. Sembrava molto sicuro di sé.

 

Harry non poteva farsi distrarre dall’emozione: stava bluffando e il professore stava puntando, sicuro dell’ennesima vittoria.

 

Alla fine dei conti si mostrarono le carte ed Harry scattò subito in piedi urlando:

 

-Ho vin…perso!?-

 

-Sì Harry, ho vinto con colore, vedi? Comunque ci siamo, sei riuscito a mantenere l’immagine inventata e non mi sono reso conto di che carte avessi effettivamente in mano. Questo è quello che chiamo progresso!-

 

Harry si limitò a rispondere con un mezzo sorriso. Aveva ricevuto un complimento nemmeno troppo velato da Piton e stava imparando l’Occlumanzia…ma aveva pur sempre perso 20 Galeoni!

 

-bene, direi che la mattinata sta procedendo in modo ottimale…-

 

-ah per te sicuramente, chissà quali strani ingredienti ti comprerai a Nottu…- lo interruppe Harry.

 

-…ma vediamo di concluderla in bellezza: perché non provi ad entrare qui dentro?- continuò Piton come se non fosse stato interrotto e indicando con l’indice la sua tempia destra.

 

- vuole che lanci su di lei l’incantesimo Legilimens?- disse Harry con occhi sgranati.

 

-Proprio così. Beh, che aspetti? Un invito scritto? Comincia su!-

 

-E va bene- rispose Harry con tono di sfida mentre impugnava la sua bacchetta.

 

-Legilimens!-

 

-…sei riuscito a farmi il solletico, se ti consola…-

 

-Umpf! Legilimens!-

 

 

 

 

 

 

La mattinata finì, e fu seguita dal pomeriggio; un pomeriggio stancante per Harry che non riuscì a leggere nemmeno un pensiero del professore, il quale, mentre si avviavano insieme verso le scale per giungere al piano di sotto, sfoderava un’espressione compiaciuta, da vero Serpeverde. Appena Harry lo notò non poté fare a meno di roteare gli occhi verso il cielo, ma con il sorriso sulle labbra.

 

“Il caro vecchio Piton!” pensò.

 

Giunti al primo piano Piton si voltò verso Harry.

 

-Riprenderemo il nostro gio…lezione alla prossima occasione-

 

-perché non domani? Prima della riunione dell’Ordine, magari-

 

Severus strinse le labbra e puntò lo sguardo a terra, pensieroso.

 

-Harry…non so, se l’Ordine vedesse…se notasse che io…-

 

-Hey aspetta: Severus Piton che non trova le parole?-

 

-è una cosa seria, Harry. L’Ordine non può vedermi…giocare con te, perderei credibilità, io sono ancora un tuo professore!-

 

-infatti mi sta insegnando!-

 

Severus scosse la testa.

 

-Loro vedranno solamente Piton che si è bruciato il cervello e ora gioca a carte!- finì con tono amareggiato.

 

-Ma…e se rimanesse così per sempre? Che cosa farebbe?-

 

-io…penso che me ne andrei-

 

-Dove?-

 

-non saprei, ma di certo se volessi davvero ricominciare, dovrei lasciarmi tutto alle spalle suppongo…-

 

-non sono d’accordo…in poche parole: se resta, recita una parte come ha fatto fino ad oggi…altrimenti scappa?- disse il ragazzo arrabbiato.

 

Piton si colorì in volto.

 

-non ti permettere di parlarmi così, Potter! Adesso credi pure di conoscermi?-

 

-no, certo che no, ma…-

 

-niente ma, ragazzo! Se rimarrò così per sempre, cosa che non mi auguro proprio, non dovrai certo preoccuparti di avermi tra i piedi, dubito che ti mancherei!-

 

Harry arrossì, abbassò lo sguardo e non rispose.

 

Piton notò con faccia stranita quella reazione imprevista di Potter e riuscì a calmarsi. Chiuse gli occhi, prese un respiro profondo e posò le dita ai lati del naso, poi parlò con voce stanca.

 

-Buonanotte Potter-

 

-Buonanotte…Piton- ad Harry non era sfuggito il ritorno al cognome.

 

Si voltarono di schiena, ognuno verso la propria direzione: Harry verso il piano di sopra, Severus verso l’uscita.

 

Severus giunse al piano terra, ma rallentò quando giunse agli ultimi gradini. La sua attenzione era stata attirata dallo spicchio di luce che proveniva dalla porta vicino alla cucina e dall’odore…famigliare.

 

Si avvicinò piano alla porta che non era chiusa a chiave e abbassando lentamente la maniglia spinse la porta in avanti.

Dentro alla stanza, dall’aria viziata e ricca di umidità c’era Hermione Granger intenta a preparare la pozione…

 

-Legilimante- disse Piton facendo sobbalzare Hermione, la quale rischiò di versare l’intera boccetta di saliva di toro nel calderone.

 

Piton si avvicinò di scatto e le prese il polso ruotandolo in modo che la boccetta tornasse in posizione verticale prima di versare il suo contenuto.

 

-Stai attenta, ragazzina! Se non riesci a controllarti allora non preparare le pozioni!-

 

Lei sgranò gli occhi e i suoi capelli crespi parvero gonfiarsi insieme alla sua irritazione.

 

-Primo: non ero distratta ma è stato lei a spaventarmi entrando così di soppiatto; secondo, non sono più una ragazzina da quando ho iniziato a fare la mia parte in questa guerra contro Voldemort e i suoi seguaci! E terzo…non credo serva che le ricordi che anche lei, adesso, potrebbe essere considerato poco più che un ragazzino!-

 

Che… linguaccia!” fu l’unica cosa che riuscì a pensare Severus dopo il discorsetto della giovane.

 

Lui la fissò. Gli occhi di lei ardevano di irritazione e…qualcos’altro? Poi si accorse che le stava ancora tenendo il polso tra le sue lunghe dita bianche, così la lasciò di scatto, come bruciato.

 

-Mi rendo conto che la mia entrata deve essere stata un po’…furtiva- rispose lui lievemente imbarazzato.

 

Lei non rispose: la situazione era così strana che nemmeno lei riusciva a trovare il modo di reagire e di uscire dall’imbarazzo.

 

Dopo interminabili secondi di silenzio, Piton si schiarì la gola e parlò.

 

-noto che eri ancora agli stadi iniziali…attenta al calore-

 

-Al…al calore?- rispose Hermione con voce strozzata mentre diventava terribilmente rossa.

 

-Sì…della fiamma…se la lasci troppo alta rischi un’esplosione quando arriverai al terzo stadio di preparazione-

 

-Ah! Ah, sì ovvio…- concluse con una risatina nervosa.

 

Severus inarcò un sopraciglio e si guardò intorno…ovunque pur di non guardare la ragazza visibilmente imbarazzata.

 

-Dunque…credo che andrò. Mi raccomando Granger, stia molto attenta con questa pozione-

 

-Va bene- rispose lei flebilmente.

 

Era arrivato alla porta quando…

 

-Aspetti un momento!- pronunciò lei improvvisamente. Lui si voltò.

 

-Si?- rispose esasperato.

 

Hermione lanciò un incantesimo di stasi alla pozione e si allontanò dal calderone. Iniziò a giocare nervosamente con una ciocca di capelli particolarmente ribelle.

 

-Volevo dirle…insomma…lei…dovrebbe uscire un po’…svagarsi!-

 

Se non fosse stato un tale maestro di controllo, a Piton sarebbe caduto il mento a terra dalla sorpresa.

 

-Come scusi?-

 

Hermione era così rossa che si intonava perfettamente con le pareti della stanza color porpora.

 

-Perché non uscire insieme?- disse veloce.

 

“No…è uno scherzo? Lo ha detto veramente?!”

 

A quel punto non ci fu più niente e nessuno che poté fermare Severus dall’usare la Legilimanzia sulla ragazza.

 

-Ah…capisco- rispose lui.

 

-Capisce? Capisce cosa?- rispose lei spiazzata.

 

Severus ridacchiò e poi scosse la testa incredulo, borbottando “adolescenti”.

 

-Granger…hai litigato con Weasley ed ora cerchi di…vendicarti…ma sei sicura di essere una Grifondoro? Tzè! E tutto per uno stupido litigio e perché ti sei legata al dito quella storia con la Brown…andiamo non lo hai visto Ronald?-

 

-Ma! Di cosa parla? E come fa a sapere…Ah! Ha usato la Legilimanzia su di me! Non è legale!-

 

-Dettagli! In ogni caso la risposta è no: la tua infatuazione per me è passeggera…ma per quanto riguarda Weasley…-

 

-perché Weasley? Potrebbe aver visto male!- rispose lei sulla difensiva.

 

-Già, perché?- disse avvicinandosi e abbassando la voce, poi aggiunse:

 

-Perché è proprio quella persona che si vuole, non importa quali implicazioni porti con sé? Perché non può essere tutto più semplice? Beh Granger ti dirò una cosa che non troverai nei tuoi preziosi libri: la vita è difficile ed è fatta di scelte difficili, talvolta più grandi di te!-

 

Hermione assunse un’espressione triste e si accasciò sulla sedia.

 

-E allora che devo fare?-

 

-…Adesso? Finire la pozione. Le altre risposte arriveranno!-

 

Detto questo Severus si voltò di nuovo verso la porta.

 

-Professore?-

 

-MMmm…Granger cosa c’è ancora? Sei carina e intelligente ma…-

 

-Io volevo solo dirle grazie…lo crede sul serio?- rispose lei imbarazzata e sorridendo in modo ebete.

 

-…Buonanotte Granger!-

 

-Buonanotte professore!- rispose lei con la risata nella voce.

 

Lui chiuse la porta dietro di sé con convinzione, come a volersi separare da chissà quale mostruosità.

 

“Beh, quasi…” pensò con la sua solita ironia pungente.

 

“Robe da matti! La mia vita sta diventando assurda! Prima gioco a Poker con Potter, poi subisco le avanches di Granger, una mia allieva…mi manca solo Weasley e posso entrare a far parte del Golden Trio honoris causa!”

 

Finalmente si chiuse alle spalle la porta della Tana e…

 

 

“Indovina chi c’è?” Piton non poteva credere alla sua sfortuna: Ron Weasley stava lanciando lontano gli gnomi da giardino che urlavano impotenti. Sul suo volto sporco di terra dominava un’espressione furiosa.

 

 

 

 

 

Eccomi tornata! Con una mascella ed un profilo nuovo! Per ora sono gonfia perciò dovrò attendere prima di vedere il risultato finale, ma intanto mi sembra che vada tutto bene e mi sto riprendendo rapidamente! J

 

Cosa ne pensate del nuovo capitolo? Mi sono fatta attendere, ma credetemi, l’anestesia totale e la dieta di soli liquidi metterebbe alla prova anche il più stoico dei fanwriters!

 

Come avete potuto notare ho “giocato” a far interagire Piton sia con Harry che con Hermione e…sono volate scintille in tutti i sensi! E non è ancora finita!

 

Ammetto che nella mia testa c’è un grosso punto di domanda riguardo a questa storia perché l’avevo pensata molto più corta…non pensavo di superare i cinque capitoli, invece si sta facendo scrivere da sola. Potrebbero rimanerne ancora due, come qualcuno in più, non saprei! ^^”

 

Tra domani e dopodomani dovrei aggiornare Next Stop: Life; se non l’avete ancora letta…andate! XD

 

 

Nel frattempo vi ringrazio di nuovo per le recensioni e per gli “in bocca al lupo” che mi avete rivolto in vista dell’operazione. Grazie! <3

 

Un abbraccio,

 

Morgan

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Capitolo 7
*** capitolo VI ***


Piton affrettò il passo

CAPITOLO VI

 

 

 

Piton affrettò il passo.

 

-Buonanotte Weasley-

 

-Sì certo…- rispose seccato il giovane.

 

Piton si bloccò. Voleva andarsene al più presto, ma nessuno poteva rivolgersi così a lui!

 

-Problemi?-

 

-Problemi? Problemi? Ma certo, cosa può avere Ronald Weasley se non dei dannati problemi!- concluse il giovane lanciando con forza uno gnomo strillante.

 

Piton si limitò ad alzare un sopraciglio.

 

No, non ho nessuna intenzione di discutere con Weasley” pensò risoluto e continuò per la sua strada, ma fatti due passi scosse la testa, si girò e tornò indietro.

 

-…è per Granger, vero?-

 

Ron gli lanciò un’occhiataccia.

 

-Sì, spero che starete bene insieme!-

 

Piton sgranò gli occhi.

 

-Weasley ma che cavolo dici?!-

 

-Vi ho visti…preparare insieme la pozione…eravate così vicini e lei era tutta rossa!- il suo viso corrucciato dalla rabbia si distese in un’espressione sconfitta e continuò:

 

-Non potrò mai interessare ad Hermione in quel modo! Prima Krum, brillante giocatore e abile mago, poi…ma perché sto dicendo tutto questo a lei?-

 

Già, perché sono ancora qui ad ascoltare le patetiche paturnie adolescenziali di un Weasley?”

 

Severus sospirò.

 

-Senti…non credo che a Granger interessi veramente una persona che rischia di essere in grado di superarla, intellettualmente parlando… perciò stai tranquillo-

 

Ron lo guardò come se a Piton fosse spuntata una seconda testa.

 

-Ah…dice sul serio?-

 

-sì, davvero, perciò è probabile che, per motivi a me oscuri lei sia già cotta di te, perciò perché non vai a farle compagnia mentre lei mette in mostra ancora una volta quanto sarà brava anche quest’anno a pozioni?-

 

-Ma certo! Wow, grazie Piton!…aspetti un momento…se Hermione non vuole un ragazzo che sia…perché mi sembra che ci sia un insulto sottointeso in quello che mi ha detto?-

 

Piton simulò un’espressione shockata.

 

-Oh, perspicace Weasley! Meno male che non ti ha sentito…beh che aspetti? Vai da lei!-

 

Ron rinunciò a comprendere il suo ex professore.

 

-Sì, sarà meglio che vada…grazie Piton!-

 

-Professor Piton!- rispose lui a denti stretti.

 

Weasley corse verso l’ingresso con un enorme sorriso in volto.

 

-Weasley!-

 

Ron si voltò.

 

-Sì?-

 

-Non sei..stupido! Sei solo…troppo distratto dal voler dimostrare di essere qualcuno che non sei…con una famiglia così numerosa non c’è da stupirsi. Solo…sii te stesso-

 

-Ah…ok! Professore? Sicuro che ha perso solo gli anni? Secondo me ha perso pure l’acidità!-

 

O forse il cervello!” si disse Severus tra sé e sé. Ma al ragazzo rispose:

 

-Weasley! Ma chi ti credi di essere?-

 

-Me stesso! Me lo ha consigliato lei un attimo fa!-

 

Piton sfoderò la bacchetta dalla manica e lanciò una fattura pruriginosa al ragazzo ridacchiante che riuscì a scattare dentro casa ed evitarla.

 

-Umpf!-

 

Piton con aria tranquilla, come se non avesse appena lanciato un incantesimo, rimise la bacchetta nella sua manica, si girò verso la strada sterrata con un’espressione cupa che durò ben poco.

 

Perfetto…anni di punizioni, valanghe di punti tolti e battute velenose buttati nel c…pensatoio nel giro di una sera…ho perso tutta la mia credibilità

 

Guardò la luna piena e non riuscì più a trattenersi e ridacchiò sommessamente, era tutto così surreale! Forse fu solo la sua immaginazione, ma alle sue orecchie giunse come un eco di una risata cristallina, così simile a quella della sua cara Lily.

 

 

 

 

 

Erano circondati dai Mangiamorte. Luna, Hermione, i ragazzi Weasley e soprattutto Potter erano stati separati dagli altri membri dell’Ordine ed ora erano accerchiati. Solo Lucius aveva fatto un passo in avanti e aveva interrotto il cerchio.

I ragazzi continuavano a puntare la bacchetta sui loro avversari, pronti a colpire, ma sui loro volti c’era un’espressione preoccupata perché sapevano che i Mangiamorte erano più numerosi e così disposti potevano colpirli da qualsiasi punto.

 

Severus eliminò il suo avversario con un incantesimo e alla vista di quella scena si affrettò a raggiungere i ragazzi, ma ogni passo sembrava sempre più pesante e faticoso.

Gli sembrava di attraversare delle sabbie mobili ed era sempre più stanco e il suo respiro si faceva più affannato, allora urlò il nome di Lupin affinché accorresse almeno lui a salvare i suoi ex studenti, ma Lupin, che fino a poco prima Severus aveva visto combattere contro Bellatrix era scomparso.

 

-Lupin! Ma dove diavolo sei?- Severus si guardò intorno rapidamente e il cuore gli salì in gola quando vide che non c’era più nessuno, solo lui, i Mangiamorte ed i ragazzi.

 

Lucius stava parlando ma non riusciva a sentirlo. In effetti, non riusciva a sentire più niente, solo un ronzio continuo, sempre più forte.

Severus si sentiva soffocare e la sua vista si annebbiò.

Malfoy alzò la bacchetta e anche se Severus non riusciva a sentire, lesse il labiale: il Mangiamorte stava per uccidere il ragazzo.

Severus cercò disperatamente di liberarsi con uno strattone da quella morsa invisibile, ma fu inutile e con le sue ultime forze urlò.

 

-HARRY!-

 

Severus ruzzolò pesantemente dal letto senza la possibilità di fermare la caduta con le braccia perché erano incastrate nelle coperte nelle quali si era tutto aggrovigliato.

 

Più pallido del solito e con la fronte imperlata di sudore, si liberò con rabbia dalla sua “prigione” di coperte e senza preoccuparsi del suo abbigliamento –un pigiama grigio che ora gli stava troppo largo sulle spalle- lanciò una manciata di metropolvere nel camino.

 

-Lupin!Lupin! so che non stai dormendo!- c’era la luna piena, perciò Lupin sarebbe stato sveglio a sopportare i dolori che la pozione antilupo non poteva evitargli.

 

-Mmh…Severus, cosa c’è?- disse l’uomo che raggiunse il camino con passi lenti e strascicati.

 

-Ho avuto un…sogno-

 

Remus lo guardò perplesso.

 

-Sì…quindi? Fin qui niente di strano…-

 

Severus fece roteare gli occhi, spazientito.

 

-Non era un semplice sogno, era come…quelli di un tempo!-

 

-Oh! Come quando ti accasciavi a Divinazione?-

 

-Sì…quelli!- Severus non arrossì solo perché si sentiva molto debole.

 

-Ma non ti capitano più da quando…lei…-

 

-Sì, da quando Lily è morta!-

 

da quando l’ultima persona a me cara non ha avuto più la possibilità di mettersi in pericolo…” pensò amaramente.

 

Severus infatti aveva ereditato questo potere dalla madre Eileen: quando una persona cara si trovava, o si sarebbe messa in pericolo in un imminente futuro, loro due potevano sognare l’accaduto e così evitare che succedesse qualcosa di grave a coloro a cui tenevano. Per il giovane Severus questo tipo di potere era stato un tormento negli anni della sua giovinezza perché continuava a vedere sua madre soffrire per mano di suo padre ed era costretto a rimanere in un angolo, impotente o ad Hogwarts…fino alla morte di lei.

Con non poco senso di colpa Severus ricordava bene come, dopo l’iniziale rabbia contro suo padre, il sentimento di rancore era stato affiancato dall’egoistico sollievo di non dover più sognare sua madre sofferente. Tuttavia nel corso degli anni i suoi sogni tornarono, stavolta con Lily come protagonista ed ogni volta che lei si ammalava, o si faceva male o anche se solo rischiava di soffrire per un litigio…lui lo vedeva nel sonno.

 

Severus si era perso nei suoi pensieri e non aveva sentito Lupin parlare.

 

-Severus? Mi stai ascoltando?-

 

-Ah…stavi dicendo?- disse impacciato.

 

Lupin sospirò stancamente.

 

-Dicevo…chi hai sognato?-

 

Severus divenne visibilmente imbarazzato, strinse le labbra e ci mise qualche istante a rispondere, senza incrociare lo sguardo del mannaro.

 

-Harry Potter…- sussurrò.

 

Remus sgranò gli occhi ed improvvisamente sembrò molto meno stanco e più attento che mai.

Lupin deglutì rumorosamente.

 

-Cosa intendi fare, Severus?-

 

Piton, prese più volte il fiato mentre parlava perché era molto debole, ma seppur a voce roca, rispose risoluto:

 

-Domattina. Convochiamo l’Ordine. Al completo!-

 

 

 

Ecco il sesto capitolo e a meno che non abbia qualche improvvisa ispirazione ne mancano due per finire anche questa fanfic.

 

Come sempre ringrazio per le recensioni e chi ha inserito la storia tra le preferite/seguite/da ricordare.

Sto scrivendo una nuova storia, nata –giustamente- di notte (-_-) e che non ha voluto saperne di aspettare la mattina per essere scritta. Si intitola Arma a doppio taglio e si prospetta una dark long fic. Se vi va di leggerla la trovate nel mio profilo! ^_^

 

Un caloroso saluto,

 

Morgan

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 8
*** capitolo VII ***


La lunga tavolata della sala da pranzo di Grimmauld Place era tutta occupata dai membri dell’Ordine, compresi i ragazzi

CAPITOLO VII

 

 

 

 

La lunga tavolata della sala da pranzo di Grimmauld Place era tutta occupata dai membri dell’Ordine, compresi i ragazzi. Ad eccezione di Lupin, tutti gli altri guardavano Piton con scetticismo.

 

-Quindi…ci stai dicendo che Harry e gli altri ragazzi verranno attaccati? Ad Hogsmeade?-

 

-Sì, è quello che sto cercando di dirvi…- rispose Severus premendosi le dita alle tempie. Era ancora debole e sentiva la febbre salire costantemente.

 

-Beh, basterà tenere i ragazzi a casa, al riparo- disse Arthur Weasley.

 

I ragazzi, seppur a malincuore diedero ragione al capofamiglia Weasley.

 

-E tenerli rinchiusi per quanto? Potrebbero essere ore, giorni, ma anche di più! Piton non è in grado di darci un dato cronologico, perciò non ha senso fasciarsi la testa. Basterà scortarli! E poi chi ci dice che lui stia dicendo la verità?- disse Moody.

 

Molly stupì tutti sbuffando rumorosamente e prendendo una mano di Severus nella sua.

 

-Insomma signori, ragazzi! Sono anni e anni che questo ragazzo si sacrifica per la nostra causa, ancora non siete in grado di accettarlo?- disse guardando con sfida i presenti.

 

I presenti guardarono sbalorditi la donna, i ragazzi non si erano nemmeno trattenuti dal fissare la madre con la bocca spalancata. Solo Harry, Luna ed Hermione trattennero a stento un sorriso nel vedere il professore alle prese con la mamma chioccia Molly.

 

Severus era così stupito e grato che non trovò nemmeno la forza di correggerla per essersi riferita a lui come “ragazzo”. I suoi occhi neri, dopo aver fissato quelli calmi della donna per alcuni secondi, si discostarono da lei e con risolutezza voltò il viso verso gli altri membri dell’Ordine, ma il movimento era stato troppo brusco e cominciò a girargli la testa. Tuttavia questo non gli impedì di parlare.

 

-Per quanto riguarda la scorta sono d’accordo, ma sarebbe meglio che nelle prossime ore non uscissero, Potter in primis, ma il passato ci insegna che è disposto a tutto pur di soccorrere le persone a cui tiene, perciò direi che oggi i ragazzi passeranno una tranquilla giornata in casa-

Harry arrossì e fissò intensamente un foro del tavolo.

 

Tutti annuirono e si alzarono per porre fine alla riunione, ma Severus aveva fatto male i conti con la sua situazione di salute e ricomparve il sudore freddo e cominciò a non sentire più le gambe.

 

Sentiva qualcuno chiamarlo, ma i suoni si fecero sempre più ovattati e anche la sua vista si annebbiò sempre più. L’ultimo sguardo che incrociò fu quello sorpreso e preoccupato di Harry, riuscì solo a sussurrare con voce rotta:

 

-Promettimelo…-

 

 Poi il buio lo avvolse.

 

 

 

 

Riaprì di scatto gli occhi. Si trovava disteso e quelle pareti le riconosceva…era stato portato alla Tana e si trovava nella camera di Charlie.

 

Regnava la tranquillità, ma anche il silenzio.

 

Troppo silenzio.

 

Si tolse le coperte di dosso e si mise seduto appoggiando i piedi sul vecchi parquet graffiato.

 

perfetto, la testa non mi gira più” pensò, però la febbre c’era ancora.

 

Si riallacciò la camicia bianca, si rimise il gilet nero e le scarpe.

 

Rimase immobile ad ascoltare se dalla casa provenissero dei rumori, ma niente e la Tana non era mai silenziosa.

 

Scese le scale e dopo la prima rampa si fermò di nuovo nella speranza di sentire o intravedere uno degli abitanti della casa, magari si stavano riposando nelle loro stanze, ma niente.

Giunse al pian terreno e per prima cosa notò il gufo alla finestra, poi qualcosa sul pavimento della cucina attirò la sua attenzione. Una lettera da parte di…Alberforth?

 

La lesse:

 

Cari ragazzi, come saprete oggi c’è la festa d’estate nel mio locale e dato che vi è stato impedito di farvi vedere in giro ho deciso di inviarvi questa passaporta con cui potrete raggiungermi insieme alla vostra scorta. Si attiverà alle 17.00 precise perciò state pronti!

 

Un saluto,

 

Alberforth

 

 

Severus guardò l’orologio. Erano le 17.12, perciò dovevano essere partiti da poco.

 

Cercò di tranquillizzarsi, in fondo erano da Alberforth ed erano controllati dai membri più anziani ed esperti dell’Ordine, cosa poteva andare storto?

 

-Hey! C’è qualcuno in casa?-

 

Sentì la voce provenire dal camino nel piccolo salotto adiacente alla cucina e il sangue gli si gelò nelle vene.

 

-Alberforth!- esclamò sorpreso.

 

-Ah, Severus! Vedo che sei in piedi, ma non hai una bella cera! Sai dove sono i ragazzi?-

 

-Non sono da te?- domandò, ma dentro di sé sapeva già la risposta.

 

-No! Li aspettavo una decina di minuti fa, ma forse la cuffia da doccia non ha funzionato…-

 

-cuffia?! Non hai mandato una candela rotta a metà?-

 

Alberforth lo guardò stranito, poi un’espressione di orrore si dipinse sul suo volto.

 

-Li hanno presi!- disse con voce tesa.

 

Severus reagì prontamente.

 

-Alberforth, devono essere partiti tutti perché qui non c’è nessuno! Dobbiamo localizzarli!-

 

-sì, ma come? Potrebbero essere ovunque!-

 

Severus si morse il labbro, poi, come colpito da un’idea i suoi occhi si illuminarono e si avvicinò a grandi passi all’appendiabiti.

Rovistò tra i capi appesi finché non la trovò. Gli bastò stringere tra le mani la vecchia e consunta giacca di Harry che, come dei flash gli comparvero in mente le immagini di una visione. Emise un urlo soffocato e cadde in ginocchio.

 

-Severus! Stai bene?-

 

-Sì, sì sto bene! Sono in una radura, ai confini con la foresta proibita! Li raggiungo subito!-

 

-No! Sei pazzo? Sei malato!-

 

Ma Severus si era già smaterializzato prima di poter sentire le parole dell’anziano mago.

 

La scena che gli si presentò davanti era la stessa della prima visione, solo che non c’era nessun impedimento a fermare i suoi passi, solo la stanchezza.

 

Diamine Severus! Riprenditi!” pensò stizzito.

 

-Piton!-

 

Si girò verso Potter che lo aveva chiamato con voce sorpresa e Severus riuscì ad abbassarsi in tempo perché il ragazzo aveva lanciato uno schiantesimo nella sua direzione. Sul momento pensò che il giovane si fosse bevuto il cervello, invece aveva mirato dietro di lui, ad un Mangiamorte che altrimenti lo avrebbe colpito vigliaccamente alle spalle.

 

Purtroppo, così facendo Harry si distrasse e Lucius Malfoy ne approfittò per lanciargli un incantesimo che lo fece volare addosso a Piton. I due caddero rovinosamente a terra e il ragazzo sbatté la testa e perse i sensi.

 

Il peso morto del giovane e la debolezza di Severus che diventava sempre più prepotente grazie anche alla febbre non lo aiutavano. Riuscì a malapena a spostare Harry di dosso quando Lucius si chinò rapidamente a terra e gli strinse le mani intorno al collo.

 

Malfoy rise malignamente alla debole reazione del pozionista, il quale cercava di respirare e dimenava stancamente le gambe tentando di calciare il suo assalitore.

 

-Severus, sei patetico…non meriti nemmeno di morire da mago!-

 

Piton stava perdendo tutta la sua riserva d’aria, ma quello che era sembrato un tentativo di prendere a calci il suo nemico era in realtà una mossa voluta grazie alla sua capacità di reazione anche nelle situazioni più difficili, così utilizzò l’ultimo fiato che aveva in corpo per rispondere al purosangue.

 

-Nemmeno tu!-

 

Dallo stivale destro tirò fuori un pugnale affilatissimo che usava per lavorare gli ingredienti delle sue pozioni e lo conficcò nel collo di Lucius che con un’espressione di sorpresa mollò immediatamente la presa dalla gola del giovane Severus. Fu questione di due, tre secondi e Malfoy si accasciò a terra, con lo sguardo stupito ancora fisso nei suoi occhi spalancati, mentre il sangue colava copioso sull’arida terra d’estate.

 

Severus chiuse per un’istante gli occhi per riprendersi e respirava con ansimi rumorosi e affaticati.

Alzò le palpebre solo per metà e attraverso le ciglia nere vide gli amici di Harry avvicinarsi al ragazzo per soccorrerlo, ma erano distanti.

Si trascinò fino al fianco del giovane e ne sentì il polso. Il cuore batteva forte e regolare.

 

Bene, il ragazzo è salvo” pensò.

 

Il buio lo accolse di nuovo.

 

 

 

 

 

 

Ciao!

 

Scusate il ritardo, ma ho avuto problemi di salute in famiglia…per fortuna niente di grave, solo un grande spavento, ma diciamo che avevo bisogno di staccare da tutto perché non c’ero con la testa e questo spiega perché aggiorno solo oggi.

Spero che il capitolo vi piaccia! Il prossimo è l’ultimo, fatemi sapere cosa ne pensate!

 

Un abbraccio,

 

Morgan

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Capitolo 9
*** capitolo VIII ***


Quando Severus riprese coscienza, si rese subito conto che non si trovava più accasciato scompostamente, ma era disteso su di

CAPITOLO VIII

 

 

 

 

Quando Severus riprese conoscenza, si rese subito conto che non si trovava più accasciato scompostamente a terra, ma era disteso su di un letto dal materasso quasi piatto, poi i suoi occhi gli diedero conferma di dove pensava di trovarsi, poiché riconobbero il soffitto dell’infermeria di Hogwarts.

 

-Poppy…- mugugnò sottovoce.

 

Una mano tesa con un bicchiere d’acqua entrò nel suo campo visivo, così lo afferrò e bevve una lunga sorsata. Solo quando si sporse per riconsegnare il bicchiere si rese conto di due cose: la persona al suo fianco non era la medimaga, ma Harry Potter e la sua mano con cui aveva bevuto e che ora aveva passato il bicchiere al ragazzo…era diversa.

La pelle non era più quella…morbida ed elastica di un ragazzo, ma mostrava i segni del tempo e le piccole cicatrici lucide e rossastre dovute alle scottature di chi passa molto tempo vicino ai calderoni.

In un lampo Severus realizzò quello che doveva essere successo, ma invece di reagire con stupore alzò le sue mani davanti ai suoi occhi, le studiò per un attimo girandole, poi stringendo i pugni e infine tendendo al massimo le dita, infine annuì calmo, abbassò le mani e fissò lo sguardo sul giovane, osservandolo attentamente.

Solo allora Severus si stupì perché il giovane a sua volta lo stava guardando così: nessun segno di sorpresa, rancore o rimpianto per il vecchio, giovane Piton. Uno sguardo aperto e –Severus non osava nemmeno pensarlo- di fiducia.

 

Piton sbatté rapidamente le palpebre, come a volersi risvegliare da un sogno ad occhi aperti, prese un respiro e bisognoso di conferme disse:

 

-Sono tornato…-

 

-Vecchio, sì – disse Harry abbassando lo sguardo e a Severus parve di sentire una nota di tristezza nella voce del giovane.

 

-Sembri deluso…vecchio a chi?!- disse lui.

 

Harry ignorò il rimprovero per aver usato quel termine e continuò:

 

-No, deluso no, piuttosto…preoccupato-

 

-Preoccupato per cosa?-

 

Improvvisamente Harry alzò lo sguardo dalle sue ginocchia e incontrò gli occhi del professore con un’espressione di sfida mista a rabbia e testardaggine.

 

-Ascoltami bene Severus, sì! Severus e sì, ti sto dando del tu! Se pensi che possa dimenticare quello che è successo in questi ultimi tempi ti sbagli di grosso e non farò finta che nulla di ciò che abbiamo vissuto sia stata solo finzione…-

 

-Harry…- Severus cercò di interromperlo.

 

-No! non usare quel tono da… professore con me! Non ora, sto cercando di dire una cosa importante e se mi tratti da ragazzino potrei perdere il filo del discorso! So che probabilmente preferirai…-

 

-Harry!!-

 

Il ragazzo riconobbe il tono imperioso dell’uomo e chiuse con uno scatto la bocca mentre il suo viso diventava rosso di imbarazzo.

Calò il silenzio per alcuni secondi, poi il professore parlò:

 

-Nemmeno io ho intenzione di dimenticare, ma è inevitabile che ci siano alcuni…cambiamenti-

 

-Avevi detto che te ne saresti andato…hai intenzione di farlo?-

 

Severus osservò lo sguardo pieno di apprensione del giovane e scosse la testa.

 

-No, io credo che…resterò qui…Hogwarts è la mia casa, dopotutto-

 

Harry, che fino a quel momento era rimasto seduto in tensione lasciò ricadere le spalle e si accasciò sulla sedia con un sorriso disteso.

 

-La nostra casa, Severus, la nostra!- disse felice.

 

Harry si era rilassato, mentre Piton si mosse fino a mettersi più dritto con la schiena sfruttando i cuscini dietro di lui e si fece più serio.

 

-C’è una cosa però che non posso ignorare-

 

Harry lo guardò incuriosito e di nuovo preoccupato.

 

-Se rimango, significa che non darò le dimissioni dal mio ruolo di insegnante, perciò questa sorta di…confidenza nata in questo recente passato deve rimanere tra noi, in privato. Al di fuori del mio ufficio…io sono un tuo professore, non un amico e men che meno un confidente o un tuo alleato per le tue scappatelle post coprifuoco, è chiaro?-

 

Harry annuì e finalmente arrivò Madama Chips a spiegargli quello che era successo: non era ancora chiaro come il professore fosse tornato giovane, perché non c’era stato nessun precedente del genere, perciò era probabile che non avrebbero mai scoperto la verità, tuttavia la febbre che aveva colpito il mago nelle ore precedenti poteva essere una reazione dovuta al suo corpo che aveva deciso di “lottare” contro l’incantesimo, esattamente come avviene quando si ha una comune infezione e giunge la febbre per eliminarla. Insomma, come una comune influenza e così era tornato adulto e a parte la debolezza il mago non presentava altri sintomi.

 

-Ma perché il mio corpo ha reagito così solo ora? Perché non da subito?-

 

-Forse perché non eri pronto…- intervenne Luna, che nel frattempo era sgusciata in infermeria per vedere come stava Severus.

 

Poco dopo Madama Chips dichiarò che l’orario delle visite era finito e mandò via i ragazzi. Harry prima di uscire disse:

 

-Quindi…se mi incontrasse nei corridoi di notte, oppure usassi il bagno dei prefetti…- disse Harry con tono scherzoso.

 

-Ti farei pulire i calderoni della classe del primo anno, i più disastrati e ti manderei a pulire i bagni sotto la supervisione di Gazza, nonché toglierei qualche centinaio di punti a Grifondoro…già proprio così!- rispose Severus con espressione serissima, ma con gli occhi che brillavano.

 

-Va bene professore, obbedirò-

 

-Non ti crede nessuno, Potter!- disse l’uomo con tono fintamente acido mentre il ragazzo rideva felice.

 

 

***

 

I ragazzi del nuovo ottavo anno sperimentale furono convocati ad Hogwarts una settimana prima dell’inizio delle lezioni per stabilire il loro apposito piano di studi, così Harry si ritrovò con i suoi amici e altri ex compagni di classe ad aspettare nella Sala Grande.

 

Erano passate tre settimane dall’ultima volta che Harry aveva visto Piton e aveva parlato con lui, così Harry, invece di entrare subito nella Sala insieme ai suoi amici, rimase in fondo alla fila e si guardò intorno, sperando di vedere il professore comparire dalla rampa di scale che portava ai sotterranei, invece ciò che vide gli gelò il sangue nelle vene: due valige e una grande borsa in pelle nera erano appoggiate al pavimento, proprio ai piedi della scala.

 

Harry giunse immediatamente alla conclusione che più temeva e il sapore amaro del tradimento gli salì alla gola, così non perse tempo e scese nei sotterranei, diretto agli alloggi del professor Piton.

 

La corsa per le scale e per il lungo corridoio che portava all’ufficio lo lasciò senza fiato e senza pensarci due volte spalancò la porta senza bussare.

All’interno della stanza c’erano Piton e il professor Lumacorno che mostrava all’insegnante più giovane un articolo di una rivista di pozioni. Gli sguardi dei due adulti si spostarono immediatamente sul ragazzo ansimante e dall’aria sconvolta.

 

-Harry, ragazzo mio, è successo qualcosa?- disse Lumacorno.

 

Tuttavia Harry non incrociò nemmeno lo sguardo del professore e continuò a fissare Piton con un’espressione di accusa.

 

-Avevi promesso!-

 

-Potter…-  Piton iniziò a parlare, ma fu interrotto bruscamente dal giovane.

 

-Per te non conto nulla, vero? Adesso sono tornato ad essere solo un ragazzino per te, uno studente come un altro e non solo non hai mantenuto la parola data, ma non ti sei neppure degnato di avvisare!-

 

-POTTER! Chiudi il becco questo istante o sarà peggio per te!-

 

Harry si girò, pronto ad andarsene, ma il professore con un breve movimento della mano fece chiudere la porta in faccia al giovane.

 

-Non ti ho dato il permesso di andartene- disse con tono gelido.

 

-Ehm…Severus allora…ne riparliamo, va bene? Ti lascio…discutere con il giovane Potter, porterò io i tuoi saluti a Madama Chips se non arrivi in tempo per la sua partenza, va bene?-

 

-Sì, grazie Horace-

 

Harry spalancò gli occhi ed impallidì rendendosi conto del suo errore.

 

-Professore io…-

 

-Siediti-

 

-Professore…Severus io non…-

 

-Se c’è una cosa che non hai mai imparato, Potter, è la capacità di usare la ragione nei momenti di tensione…Hai tratto conclusioni errate e vorrei sottolineare che non saresti giunto ad esse se ti fossi veramente fidato di me-

 

Le parole del professore aggiunsero il senso di colpa all’ondata di vergogna che Harry stava già provando.

 

Il ragazzo scosse la testa.

 

-Mi dispiace…temevo che…- Harry si bloccò e divenne tutto rosso.

 

-Temevi che cosa? Madama Chips si sta solo prendendo una settimana di vacanza prima di essere di nuovo costretta a sopportare i malanni di voi ragazzi- disse Piton, ma Harry non incrociò lo sguardo e l’uomo notò allarmato che gli occhi del giovane erano diventati lucidi.

 

-Harry…- sussurrò con tono conciliante.

 

Il ragazzo strizzo le palpebre e improvvisamente sbottò:

 

-E’ solo che nessuno rimane, mai!-

 

-Che cosa intendi dire?-

 

Harry scosse la testa e il suo sguardo si fissò testardamente su un punto della parete dietro il professore.

 

-Mia zia non è mai stata…e poi finalmente c’era Sirius, ma poi…- La voce del ragazzo si spense sempre più fino a zittirsi nuovamente.

 

Severus comprese cosa stava cercando di dire il ragazzo. Prese un respiro profondo e disse:

 

-Harry…guardami…ho detto guardami!-

 

Harry lo guardò, ancora arrabbiato e dispiaciuto.

 

-Ho capito. Ho capito che…non è sfiducia nei miei confronti, ma negli adulti in generale. Proprio per questo ora ti devo dire una cosa: non ti prometto che ci sarò sempre, perché la vita non è semplice e non è giusta…non ti prometto che sarò sempre comprensivo o schierato dalla tua parte, né ti prometto che sarò sempre in grado di fare la cosa giusta per te…-

 

Harry a sentire quelle parole si sentì sempre più sprofondare nella tristezza.

 

-…Ma ti prometto- Harry alzò lo sguardo sorpreso.

 

-…Ti prometto che farò tutto ciò che è in mio potere per essere la persona di cui hai bisogno, anche se il più delle volte ci sarà questa…cattedra a porre dei confini…necessari se voglio finalmente fare l’insegnante in modo corretto, come non ho mai potuto fare per recitare la parte che Silente mi aveva affidato. Ora che tu non sei più il Prescelto e io la spia, voglio che tutto sia chiaro tra noi due e spero di essermi spiegato-

 

Harry aveva capito bene il discorso del professore ed era rimasto molto toccato nel riconoscere, tra le giuste parole del professore, l’affetto che l’uomo provava per lui, celato dietro un carattere introverso, ma avvolgente come un caldo piumino e che non avrebbe mai più messo in discussione.

 

Il ragazzo non riusciva a trovare le parole, così si limitò a sussurrare:

 

 -Ok…-

 

Severus annuì e si alzò in piedi.

 

-E’ il momento che tu vada in Sala Grande, sei già in ritardo-

 

Il ragazzo si alzò e si avviò nella direzione della porta.

 

-Ah! Potter!-

 

Harry si girò.

 

-Il tuo primo week end ad Hogwarts lo passerai con la piacevole compagnia dei calderoni sporchi e con una pergamena su cui scrivere “Devo pensare prima di agire”…siamo intesi?-

 

-Sì, signore- rispose Harry esasperato.

 

Piton ghignò e aggiunse.

 

-Bentornato Harry…-

 

-Bentornato professore!- rispose a tono il ragazzo e si separarono con un sorriso.

 

 

***

 

-Guarda che quel calderone è ancora sporco là in fondo…-

 

-A me non sembra…-

 

-A me sì!-

 

-Umpf…-

 

Harry si abbassò di nuovo a terra e con uno strofinaccio raggiunse la macchia incriminata.

Dopo qualche minuto di silenzio interrotto solo dallo strofinio, la testa del ragazzo riemerse dal bordo del calderone.

 

-Fatto!- disse saccentemente.

 

-Mmm…sì, accettabile, ora vieni a sederti davanti a me-

 

-Ancora linee? Ne ho fatte ottanta!-

 

-e se non ne vuoi altre venti ti consiglio di stare zitto e fare come ti dico-

 

Harry si morse il labbro per non sbuffare perché sapeva che il professore non lo sopportava, così si sedette e osservò il professore muoversi per la stanza e dirigersi verso il piccolo calderone su cui stava lavorando da circa mezzora.

Emanava un odore famigliare, ma era mescolato nell’aria con quello dei prodotti per pulire i calderoni, perciò Harry non era stato in grado di riconoscere l’intruglio.

Si rese conto di cosa si trattava solo quando il professore si sedette al suo posto e spinse una tazza verso il giovane.

 

-Cioccolata!?-

 

-Sì, la migliore, oserei dire-

 

-Ma…- disse il ragazzo sorpreso.

 

-Non la vuoi?- Piton allungò il braccio per riprendersela.

 

-No no! Certo che la voglio!- Harry strinse la tazza calda al petto.

 

Piton si limitò a sfoggiare il suo mezzo sorriso.

 

Dopo alcuni sorsi di cioccolata in un silenzio confortevole, Harry appoggiò la tazza e disse:

 

-E così…la prima settimana è andata-

 

-Già…e pure la tua prima punizione-

 

-Quindi…direi che tutto è nella norma- rispose scherzosamente il ragazzo.

 

-Già, ordinaria amministrazione-

 

-E il suo mantello ha ripreso a funzionare-

 

-Il mio mantello?- domando confuso il professore.

 

.Sì, il suo mantello…adesso che ha ripreso le sue spalle robuste può farlo ondeggiare sinistramente di nuovo e spaventare i bambini del primo anno!-

 

-Non è vero!-

 

-Ah ah, non le credo neanche se mi paga…-

 

- No, non hai capito… Sono tutte sciocchezze quelle che dici, io non spavento i marmocchi del primo anno…soltanto!-

 

Harry inarcò un sopraciglio e lo guardò confuso, poi comprese cosa intendeva dire il professore e scoppiò a ridere.

 

-Hai finito di bere la cioccolata che non ti ho mai dato?- disse Piton guardando il ragazzo attentamente.

 

-Sì… ho finito la cioccolata che non ho mai bevuto perché il malvagio professor Piton non fa queste cose…- disse Harry con tono piatto per sottolineare il fatto che aveva imparato a memoria il suo copione.

 

-Molto bene. È ora che torni nel tuo dormitorio, a me spettano i controlli nei corridoi questa notte, perciò vedi di startene in camera tua-

 

Detto questo Harry si incamminò verso i piani alti del castello, ma prima di girare l’angolo si nascose dietro una colonna, lontano dalle torce e vide il professore incamminarsi verso i corridoi limitrofi per cominciare il suo giro di osservazione.

 

Harry non poté fare a meno di sorridere divertito vedendo il professore camminare in direzione opposta alla sua, mentre ad ogni passo il lungo mantello nero ondeggiava come solo il professor Piton riusciva a farlo.

 

Senza nemmeno voltarsi, il professore interruppe i pensieri del giovane che si divertiva a sue spese:

 

-Sei ancora lì?-

 

“Ma! Non può avermi visto! Come ci riesce?” pensò il ragazzo sorpreso.

 

Harry rispose solo con una risata malamente soffocata dalle mani premute sulla bocca e voltatosi di scatto salì di corsa le rampe di scale che lo separavano dal suo dormitorio.

Mentre, disteso nel suo letto, aspettava che il sonno lo conquistasse, Harry ripensò a tutto quello che era successo e rifletté su ciò che lo aspettava nel futuro.

 

Giunse ad una conclusione, la stessa a cui era arrivato il professore: c’erano stati grandi, grandissimi cambiamenti in pochissimo tempo. Il passato non si poteva cancellare, ma esso non doveva sbarrare il passo ad una nuova partenza, migliore perché nata dalle esperienze precedenti, sia da quelle buone che da quelle brutte.

 

Non c’era bisogno di cancellare nulla, ma solo ripartire da dove si era rimasti e…

 

 

-scrivere una nuova pagina…- sussurrò Harry, interrotto da uno sbadiglio, però, come per magia o forse era solo la sua immaginazione, gli sembrò di sentire nella sua mente la voce di Severus concludere:

 

 “della nostra vita.”

 

 

 

 

 

The End!

 

Scusate l’attesa ma si avvicinano le feste e per me anche gli impegni musicali, perciò ho dovuto dedicare la maggior parte del mio tempo nel rimettermi in carreggiata con il repertorio orchestrale visto che dopo l’operazione ho dovuto lasciare per un po’ l’oboe nella custodia. Per non parlare dello studio per l’università e per il conservatorio!

Comunque, ecco qua la fine di Blank page, non mi resta che salutarvi nella speranza di rivedervi per il prossimo capitolo di Arma a doppio taglio e per la pubblicazione di Blank Page: love story.

Grazie a tutti coloro che hanno inserito questa storia tra le preferite, seguite, da ricordare e soprattutto chi ha recensito i capitoli spronandomi a fare sempre del mio meglio.

 

Un abbraccio!

 

Morgan

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