Kingdom Hearts Sequel

di Davithejoker
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Solitudine ***
Capitolo 2: *** I due Maestri ***
Capitolo 3: *** Appuntamento?! ***
Capitolo 4: *** Time To Train ***



Capitolo 1
*** Solitudine ***


Capitolo1 ‘Solitudine’
 
Dopo aver finito anche gli ultimi giochi rimasti della serie di Kingdom Hearts, Birth by Sleep e Re:Coded, e aver visto i filmati segreti, sono rimasto entusiasta e ho iniziato a pensare a come potrebbe essere la storia di Kingdom Hearts futura. Senza molti indizi si può solo fantasticare, ed è così che nelle afose giornate estive ho iniziato a viaggiare con la fantasia, ritrovandomi poi davanti al pc a scrivere la mia storia di Kingdom Hearts. Spero vi piacerà!
 
 
 
Era una giornata molto calda. Quell’anno la primavera era particolarmente calda, e la gente pensava che forse l’estate avesse voluto anticipare la sua venuta. Di questo i ragazzi non erano per niente contenti, costretti nella scuola fino al pomeriggio, dove il caldo e la noia regnavano sovrani.
Tutti i ragazzi sudavano e cercavano in ogni modo di sopprimere il calore, chi soffiando aria fresca, chi facendosi aria con un libro, chi sperava in una ventata proveniente dalle finestre. Addirittura il professore quella mattina era talmente impegnato a cercare fresco che si era dimenticato di fare lezione.
Alcuni dei ragazzi erano contenti della stagione bizzarra, soprattutto perché le ragazze erano costrette a mettersi la divisa estiva, come proclamato dal preside, per venire incontro a quest’ondata di caldo.
E come dargli torto? Le divise femminili estive avevano delle corte minigonne azzurre a quadrati, una camicia bianca a maniche corte, comprensiva di una cravatta dello stesso colore e motivo della minigonna; portavano delle calze nere fino al ginocchio. Come biasimare quindi la felicità dei ragazzi, anch’essi con la camicia bianca, ma con pantaloni blu chiari lunghi?
In quella classe tutti ormai pensavano a quanto tempo mancasse alle vacanze estive. D’altronde, con il caldo che era scoppiato, tutti pensavano a come avrebbero potuto divertirsi in spiaggia, tra giochi con il pallone, bagni freschi e giochi acquatici.
Vi era un’isoletta, molto vicina all’isola principale, raggiungibile in barca, che ospitava una bella spiaggia dove divertirsi, e anche vari alberi che la rendevano anche molto ombreggiata. E c’era pure un piccolo laghetto di acqua limpida, dove poter rinfrescarsi. E c’era pure un isolotto molto piccolo attaccato all’isola tramite un ponte, dove c’era un raro albero di Paopu, frutto che se diviso con la persona che si amava garantiva di stare insieme felici, ed era molto conosciuto dagli abitanti dell’isola.
Insomma, un ottimo posto dove poter passare dei pomeriggi di vacanza!
La classe era quindi molto rumorosa, e tutti parlavano tra loro: c’era chi si era girato verso il compagno dietro, per organizzare pomeriggi all’insegna del divertimento, chi si radunava in gruppo per parlare, ovviamente divisi fra maschi e femmine.
Ma c’era una ragazza che non stava parlando con nessuno. Era seduta al suo banco, con lo sguardo fisso fuori dalla finestra, dove in quella direzione si trovava l’isoletta. Non parlava con nessuno, si limitava a guardare in quella direzione, con un’espressione sognante e triste allo stesso tempo.
Una ragazza dai capelli marroni si avvicinò a lei. Le toccò la spalla, cercando di attirare la sua attenzione. Ma niente sembrava riuscire a svegliarla da quel suo stato di trance. Allora la ragazza iniziò a spazientirsi, e inizio a chiamarla a gran voce, anche se pareva che nessuno in classe si accorgesse di questa scena.
- .... Terra chiama Kairi! Ritorna sul nostro pianeta! – disse la ragazza dai capelli marroni. - Ma quante volte ti devo chiamare per fare in modo che tu mi risponda! Sveglia!!! -
La ragazza sussultò e si girò di scatto, come svegliatasi da quel suo stato di non coscienza. I capelli color rosso scuro si mossero abbastanza velocemente mentre si girava, rivelando il suo viso e i suoi occhi, di un colore azzurro. Il sole dalla finestra le illuminava il viso, mostrandola alla ragazza di fronte a lei in tutta la sua bellezza.
- Selphie, mi hai per caso chiamato? - disse con naturalezza alla ragazza dai capelli marroni.
- Mi hai chiamato? Saranno cinque minuti che ti chiamo, ma tu ti eri persa in non so quali fantasticherie. E non è solo oggi, sono ormai troppi giorni che hai la testa fra le nuvole! - la rimproverò Selphie.
- Mi dispiace, è che ho tanti pensieri per la mente... - disse Kairi, con un alone di tristezza sul viso, girandosi verso la finestra.
- Sicura che siano tanti pensieri e non un “pensiero” preciso? - disse la ragazza, come lanciando un’esca alla compagna.
Ma prima che potesse rispondere due ragazzi si avvicinavano a loro.
Il primo era un ragazzo di statura normale, che aveva la stessa età delle due ragazze, ed era loro compagno di classe. Aveva i capelli biondi, gli occhi azzurri, ed era vestito in modo particolare: aveva tagliato il pantalone dalla parte sinistra, rendendolo così corto da un lato e lungo da un altro, cosa che fece infuriare il preside, ma lui non ci badò, affermando che “quello era il suo stile”.
Il secondo ragazzo era invece più alto e più vecchio di due anni del primo. Aveva i capelli arancioni, che teneva con una capigliatura a cresta grazie a una bandana. Teneva le maniche della camicia tirate su, perché indossava sempre maglie senza maniche.
I due arrivarono vicino alle due ragazze. Il ragazzo biondo appoggiò una mano sul banco e iniziò a parlare.
- Ehi Selphie, cosa urli a fare? Ti si sente nel corridoio. Per fortuna qua tutti hanno altri pensieri per la testa e non sentono la tua vocina stridula... -
Selphie colse al volo la provocazione del ragazzo biondo, e iniziò ad arrabbiarsi, tanto che sulla sua testa le vele uscivano a fior di pelle. Liberò la sua rabbia contro il ragazzo e il suo amico.
- Io avrei una vocina stridula, caro il mio Tidus???? Proprio tu vieni a dirlo a me, che hai una voce talmente insopportabile??? Lo fai apposta? - gli urlò Selphie in faccia, tanto che il ragazzo indietreggio di qualche passo.
Poi Tidus si girò verso il compagno: - Io avrei una voce insopportabile, Wakka? - disse al ragazzo più grande.
- Non sempre... - rispose sinceramente lui.
- Ma non dovresti essere dalla mia parte tu? - disse sconsolato il biondino.
- Dai, non preoccuparti Tidus, resti sempre l’asso del nostro Club! - gli disse Wakka.
- Hai ragione, capitano! - disse Tidus.
- Ah già, il vostro club di pallanuoto... o forse gli avevate dato un altro nome, tipo “Blazeball” o “Blitzerwolf” o qualcosa del genere... - disse Selphie, come per prenderli in giro.
- Si dice “BlitzBall”, cara la mia ignorantona, e presto diventeremo la squadra più forte dell’isola! - disse Tidus, notevolmente arrabbiato.
- Ma se siete in quattro gatti in quella squadra, e fate pure schifo! E oltretutto, siete gli unici che ci giocano! - gli urlò Selphie.
Wakka intervenne tra i due, cercando di fermarli.
- Dai ragazzi, litigare non serve a nulla! E poi miglioreremo! - disse il ragazzo.
I due decisero di smettere di litigare, per poi iniziare a parlare come se nulla fosse successo.
- Ultimamente mi sento fuori posto sull’isola... - disse Tidus, un po’ triste.
- Anche io ho questa sensazione, non so spiegarmela. - disse Wakka.
- Anche io ne ho una simile, come se questo non fosse il posto giusto, come se un giorno potrei incontrare nuove persone che mi facciano sentire a mio agio. Magari un posto in cui troverei anche un bravo ragazzo, gentile, che mi protegga e mi voglia bene. - disse Selphie, sognante.
- Se esiste un mondo del genere, non vorrò mai metterci piede. Qualcuno che ti trova attraente? Impossibile. - disse Tidus, quasi rabbrividendo per prendere in giro Selphie.
Lei di risposta gli fece una linguaccia.
- Stupido, magari esistesse un mondo simile... - disse la ragazza.
Kairi era rimasta a guardare i tre parlare. Avrebbe voluto dire qualcosa, ma preferì ascoltarli senza intromettersi.
 
 
 
Le lezioni pomeridiane finirono. Tutti i ragazzi si avviarono fuori dalle classi e dalla scuola, chi dirigendosi verso casa, chi verso posti dove svagarsi e divertirsi. Kairi decise di andare verso casa, e Selphie la accompagnò per un tratto, fino a che non dovettero prendere strade differenti. Kairi poi si incamminò verso casa. Dopo una piccola salita finalmente arrivò davanti a una villetta, che sembrava guardare dall’alto molte altre.
Kairi aprì il cancelletto, e si avviò verso la casa. Aprì la porta ed entrò. Una signora non più troppo giovane, ma neanche troppo vecchia, si trovava nell’atrio, e la accolse calorosamente.
- Kairi, bentornata. Passato una bella giornata a scuola? Ti sei divertita? - disse la signora.
- Si signora, non si preoccupi, tutto bene. - rispose Kairi, con un sorriso sul viso.
Un signore, probabilmente dell’età della signora, uscì dalla porta situata sulla destra, che portava alla cucina. Squadrò la ragazza e poi iniziò a parlare.
- Bentornata. Vai a cambiarti, che fra poco si cena. - disse il signore.
- Ovviamente, signor Sindaco. Ho proprio fame, e vedrà che ci metterò pochissimo. - disse la ragazza.
Kairi salutò i due e si diresse su dalle scale di fronte a lei, fino ad arrivare al piano di sopra. Qui, svoltando a destra, raggiunse la sua camera, dove entrò, e iniziò a cambiarsi. Si mise il suo solito vestito rosa, che amava indossare, poiché la faceva sentire a suo agio e le ricordava i bei vecchi tempi. Fatto ciò, uscì dalla camera e andò in bagno, la porta di fronte alle scale, a lavarsi le mani, per poi scendere di sotto, pronta a mangiare.
La signora aveva cucinato una bella cenetta, che Kairi mangiò con piacere. Mentre mangiava il secondo, un piatto di carne con contorno di patate, la signora parlò.
- Sei una così cara ragazza, Kairi. Abbiamo proprio fatto bene ad accoglierti qui in casa nostra. Mangi senza riserve, e mi rendi tanto felice. - disse la signora.
- Ve ne sono grata signora, sia a lei che a suo marito. Siete stati gentilissimi con me, fin da quando sono bambina, e ho cercato di procurarvi meno guai possibili... - disse Kairi.
- A parte un paio di sparizioni improvvise e insolite... - disse il sindaco.
- Ehm... - Kairi era notevolmente imbarazzata. D’altronde, come avrebbe potuto spiegare la faccenda? Divenne però subito triste, pensando al passato. La moglie del sindaco se ne accorse, e iniziò a punzecchiare il marito.
- Caro, sei sempre il solito. Non hai il minimo tatto! - gli disse, rimproverandolo. - La nostra Kairi ci ha sempre detto tutto, e se ha avuto qualche momento no, dobbiamo solo starle vicini ed aiutarla. E comunque ci ha assicurato che noi non centravamo nulla con le due sparizioni, che lei ci voleva bene e non era colpa nostra. -
Il sindaco non disse più nulla. Kairi sapeva che sua moglie sapeva come farsi rispettare e come comandare in famiglia. Decise di finire velocemente di mangiare, si alzò da tavola, ringraziò per l’ottima cena e disse che si sarebbe andata a fare una doccia.
Kairi salì al primo piano, prese il suo ricambio ed entrò nel bagno, facendosi una doccia rinfrescante, cercando di non pensare a niente.
Passò all’incirca una mezz’oretta prima che Kairi rientrasse nella sua stanza dopo la doccia.
La stanza di Kairi era molto semplice. Sulla sinistra si trovava il letto, di fronte a lei una scrivania con una finestra, e sulla destra un armadio. Le pareti erano di un color rosa, molto amato da Kairi.
Kairi si avviò alla scrivania, tirò fuori la sedia girevole, e ci si sedette sopra. Stava ripensando a quanto detto prima dal sindaco: non aveva detto come mai era scomparsa, però aveva rassicurato i due che loro non centravano nulla.
La prima volta era successo tutto per caso: lei e i suoi due migliori amici Sora e Riku avevano costruito una zattera per intraprendere un viaggio, quando per vari avvenimenti, si ritrovarono in altri mondi. Kairi rimase addormentata la maggior parte del tempo, per poi essere salvata da Sora. Ma i due si dovettero separare presto, e lei rimase un anno da sola sull’isola.
Kairi poi, fu portata da un uomo di nuovo su un altro mondo, e di nuovo Sora accorse a salvarla, e ritrovarono Riku. I tre tornarono insieme sull’isola, e rimasero insieme, fino a che non giunse quella lettera...
Sei mesi prima Sora e Riku ricevettero una lettera da Re Topolino, che li convocava perché pareva che una nuova minaccia stesse per attaccare i mondi, e i due dovettero andare ad aiutarlo. Kairi era d’accordo con la loro partenza, perché sapeva che era per il bene del loro mondo e di tutti gli altri.
Ma ora Kairi sentiva la loro mancanza. Certo, c’erano Selphie e gli altri, ma non era la stessa cosa. Loro non avevano vissuto tutte quelle avventure insieme.
Con Sora e Riku le cose erano diverse. Si intuivano al volo, e si divertivano insieme.
Kairi era diventata davvero triste. Guardò fuori dalla finestra, guardò le stelle.
- Siete da qualche parte lì sopra, vero ragazzi? - disse. - Tornate presto, mi mancate tanto. -
Senza che lei stessa se ne accorgesse, le lacrime stavano scendendo dai suoi occhi azzurri.
-... Torna presto, Sora... -
 
 
 
Il mattino dopo Kairi si svegliò di buon ora, si vestì e andò a fare colazione in cucina, dove il sindaco era già seduto, leggendo il giornale, mentre sua moglie era ai fornelli. Si sedette a tavola, che era imbandita di fette biscottate, vari tipi di marmellata e altre prelibatezze. La signora si avvicinò a lei con un bicchiere di succo d’arancia.
- Mangia bene cara, che oggi ti aspetta un’altra giornata faticosa. Col caldo che c’è, è meglio essere in forze fin dal mattino - disse la signora.
Il marito abbassò il giornale e guardò la ragazza.
- Vedo che stamattina sei un po’ più allegra di ieri. La notte porta sempre consiglio, e felicità. Non serve pensare a vecchie cose passate. - disse. - Sappi che io e mia moglie ti vogliamo bene, e non vogliamo che tu sia triste. - concluse, e dalla sua faccia si notava che si era tolto un bel peso dallo stomaco. La moglie gli sorrise.
Kairi rimase stupita, ma alla fine sapeva che il sindaco non era così burbero come tutti credevano nell’isola. Finì di mangiare e li salutò entrambi, per poi avviarsi a scuola.
Come al solito il caldo rendeva le lezioni insopportabili, ma quel giorno sembrava passare più velocemente del solito. All’ora di pranzo andò con Selphie a mangiare nel cortile, all’ombra di un albero, ma la loro pace non durò molto, rotta dall’arrivo di Tidus e Wakka. Il biondo iniziò l’ennesima litigata con Selphie, che lo inseguì per mezzo cortile, mentre Wakka se la rideva, vedendo l’amico scappare e chiedere aiuto.
Anche le lezioni pomeridiane passarono veloci, e verso sera Kairi e Selphie uscirono da scuola insieme, dirigendosi verso la solita strada. La mora si stava vantando di come avesse dato una bella lezione a Tidus, quando in cima alla salita Kairi alzò lo sguardo e notò l’isoletta.
Rimase immobile. L’isoletta conteneva tutti i suoi ricordi felici, i ricordi di lei, Sora e Riku, insieme. Passavano la maggior parte del loro tempo lì, e ogni volta che lei la vedeva, non poteva che pensare a loro.
Ma la sensazione era diversa dalle altre volte che l’aveva vista. Si era ripromessa di non tornarci più finché i suoi due amici non fossero tornati, perché ci avrebbe rimesso piede insieme a loro, così che lì i due gli avessero raccontato le loro nuove avventure, e lei sarebbe restata ad ascoltarli ore, giorni interi. Ma in quel momento Kairi provava lo strano desiderio di volerci andare, di prendere una barca ed andare all’isola, da sola, per poter finalmente pensare e urlare la sua tristezza.
Selphie vide in volto l’amica, e capì che cosa aveva. La guardò e disse: -
Kairi, tutto bene. Vuoi che ti accompagni a casa? -
Kairi guardò l’amica. Non dovette neanche pensare a cosa risponderle, perché le parole le uscirono naturali dalla bocca.
- Selphie, io devo fare una cosa. Vai pure senza di me. - disse all’amica.
Selphie la guardò con una faccia strana, confusa. Poi le rispose.
- Ok, fai ciò che devi fare. Ci vediamo domani a scuola. - disse.
Kairi la salutò, e poi corse a casa. Si cambiò e uscì subito. Corse giù dalla discesa e in poco tempo arrivò ad un piccolo pontile, dove erano ormeggiate delle barche. Salì subito sulla più vicina, e iniziò a remare verso l’isola. In poco tempo fu lì.
L’isola era rimasta sempre uguale, come quando tutti e tre passavano il loro tempo lì: la spiaggia, il piccolo laghetto, gli alberi, l’isolotto con l’albero di Paopu.
L’albero di Paopu, loro tre si riunivano sempre lì. Sora si sedeva sull’albero, Kairi si metteva in piedi con la schiena appoggiata e Riku se ne stava in piedi in parte. Era sempre così, tutti e tre così guardavano il mare e pensavano alle nuove avventure che li avrebbero aspettati.
Si incontravano sempre, in qualsiasi stato d’animo, sia che fossero felicissimi o molto tristi.
Ma ora Kairi era da sola. Riku e Sora erano partiti per diventare maestri del Keyblade, e lei si ritrovava sola sull’isola. Le mancavano davvero tanto. Kairi cercò di trattenere le lacrime, mentre attraversava il ponte che conduceva all’isolotto.
Si sedette sull’albero di Paopu, guardando il mare. Non era la stessa cosa da sola, e lei lo sapeva. Credeva che andare all’isola quel giorno sarebbe stato diverso, ma invece no. Andare lì aveva aumentato il suo senso di solitudine e la sua tristezza. Ancora una volta le lacrime scendevano dai suoi occhi azzurri senza che lei potesse farci niente. Ma non tentò di asciugarle, perché lì era da sola, si poteva sfogare senza che nessuno le dicesse nulla.
- Non dirmi che quella è la nostra Kairi che è triste! - disse una voce, proveniente da dietro di lei. - Ah, scusa, forse dovevo dire “tua Kairi”... -
- Smettila di punzecchiarmi, non risponderò alla tua stupida provocazione. Sono maturato in questo tempo. - disse un’altra voce.
A Kairi mancò il fiato. Conosceva quelle voci. Erano in tutti i suoi pensieri. Ma non era possibile. Stava sicuramente sognando. Era solamente uno scherzo della sua mente.
- Non ci risponde? Che il tuo tesoruccio sia arrabbiato con noi? - disse la prima voce.
- Smettila, sei diventato davvero antipatico nel tuo viaggio! Kairi non sarebbe mai arrabbiata con noi! - disse la seconda voce.
Un sogno così lungo e così strano? Doveva guardare dietro di se. Forse non c’era nessuno, ma lei doveva farlo.
Si girò.
Kairi smise per un attimo di respirare.
Davanti a lei c’erano due ragazzi, uno alto con i capelli argentei e uno più basso del primo, con i capelli marroni.
Sora e Riku erano lì. Sora e Riku erano tornati.
 
 

Sora e Riku sono tornati all’isola. Come sarà stato il loro viaggio per diventare maestri? Saranno riusciti nel loro intento? Come saranno diventati?
Dopo questo primo capitolo che fa anche da prologo alla storia, che spero recensirete per farmi capire un po’ cosa ne pensate, inizio subito a scrivere il secondo. Aspetto recensioni, e al prossimo capitolo!

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Capitolo 2
*** I due Maestri ***


Cap.2 “I due Maestri”
 
Questo capitolo è stato un inferno. Avrei potuto portarvelo già alcuni giorni fa, ma sono stato vittima di una brutta esperienza che mi ha scosso molto: nella notte tra martedì 30 e mercoledì 31 agosto mi sono entrati in casa dei ladri, mentre io e la mia famiglia dormivamo, e non abbiamo sentito assolutamente nulla, probabilmente narcotizzati. Sono entrati dalla finestra della cucina, posta a 4 metri da terra, e han rubato 2 cellulari, un navigatore satellitare, 100 € dal mio portafoglio e soprattutto il mio Ds e la mia Psp, comprati con i miei soldi, guadagnati con il sudore della fronte, non regalati da altri. Oltretutto mi hanno rubato 3 giochi, e manco a farlo apposta sono: Kingdom Hearts: 358/2 Days, Kingdom Hearts: Re Coded, Kingdom Hearts: Birth by Sleep. Questi giochi erano dei regali fatti da degli amici, e devo dirvi che ci sono rimasto malissimo. Per fortuna non son riusciti a portarsi via il mio pc portatile, che han però lasciato sul divano, quindi hanno cercato di portarlo. Fino a Sabato non son riuscito a mettere mano alla fan fiction, perché ogni volta ripensavo alle cose che mi sono state portate via. Però mi son fatto forza, sono andato avanti e sono riuscito a scrivere la seconda parte. Spero che questo capitolo vi piaccia!
 
 
 
Kairi era rimasta sconvolta dal vedere davanti a lei i suoi due amici, di ritorno dal loro viaggio. Credeva che ci avrebbero messo molto di più, invece eccoli lì, dopo sei mesi, di fronte a lei, che scherzavano e battibeccavano come al solito. A stento riusciva a trattenere le lacrime.
- ...stupidi... - disse a bassa voce.
Riku e Sora sentirono quella parola, pronunciata dall’amica.
- Credo che ci abbia definito degli stupidi, se ho sentito bene. - disse Riku al compagno.
- Ma come Kairi! Siamo stati via sei mesi in viaggio e la prima cosa che ci dici è... EHI! - Sora non poté finire la frase che Kairi era corsa contro di lui, colpendolo con la testa al petto, e rimanendo attaccata ai suoi vestiti con le mani. Sora arrossì molto per questo gesto improvviso della ragazza.
- ...Siete solo due stupidi! - urlò, in preda alle lacrime. - Come credete che mi sia sentita in questi mesi, sola e triste, pensando ogni giorno a voi e sperando che non vi siate fatti niente! E voi comparite dal nulla, ridendo come se niente fosse! Vi odio! - E qui cominciò a colpire Sora con dei deboli pugni al petto, sia per la rabbia che per cercare di smettere di piangere.
Sora e Riku capirono che Kairi doveva essere stata davvero in pensiero per loro, e la lasciarono sfogare ancora per un po’, fino a che lei, dopo essersi accorta che era rimasta attaccata a Sora per almeno 3 minuti, lo spinse via, tirando su col naso e pulendosi la faccia dalle lacrime con un fazzoletto. Poi guardò i due amici e rimase abbastanza sconvolta.
Entrambi si erano alzati di qualche centimetro, anche se alla pari, dato che la differenza tra i due era rimasta la stessa: Riku era più alto di Sora.
Sora si era rinforzato un pochino. Era meno esile di prima, quindi doveva essersi allenato molto duramente e aver avuto molti scontri per essere diventato così.
Vestiva sempre con gli stessi abiti con cui era partito, e con cui aveva affrontato l’avventura precedente: scarpe nere e gialle, pantaloni neri con cinghie gialle e tasche gialle, una maglietta blu con una parte rossa all’altezza dello stomaco, con sopra una giacchetta nera a maniche corte col cappuccio, che aveva una linea bianca al contorno, che proseguiva colorando tutti gli interni; indossava inoltre dei guanti senza dita neri, e al collo teneva sempre la collana argentea con la corona.
Poi gli guardò il volto: aveva un’espressione spensierata, come al solito; gli occhi azzurri e i capelli castani. Ma Kairi si accorse di una cosa: i capelli che lei vedeva alla sua destra, e quindi dalla parte sinistra di Sora, avevano subito un taglio netto, ed erano più corti di tutti gli altri.
- Cosa hai fatto ai capelli Sora? Un tentativo maldestro di cambiare look? - disse Kairi scherzosamente, anche se con un’espressione abbastanza preoccupata.
- Niente di che Kairi, è successo in uno scontro: nel schivare un fendente i miei capelli ci sono andati di mezzo. Ma mi ci sono abituato e inizia a piacermi questa asimmetria. - disse il ragazzo, mettendosi una mano nella parte “spuntata” e sfregandosela sorridendo.
Kairi tirò un sospiro di sollievo, anche se sentendo la storia di Sora pensò che avesse rischiato davvero grosso: qualche centimetro più in là e si sarebbe ritrovato con la testa mozzata!
Kairi poi guardò Riku.
Anche Riku indossava gli stessi abiti con cui era partito per la missione: scarpe bianche con suola e parte superiore nere, lunghi jeans blu chiaro con due grandi tasche, tenuti su da una cintura nera, una maglietta nera senza maniche con cerniera chiusa, con sopra un giubbotto molto leggero bianco e giallo anch’esso senza maniche e con cerniera, però aperta. Indossava delle bende sul braccio sinistro, che gli coprivano tutto il polso e una parte della mano.
Come con Sora, guardò dopo il volto di lui: i lunghi capelli argentati fino alle spalle gliene coprivano la maggior parte. Aveva un’espressione quasi sempre seria, e aveva due occhi coloro verde acqua. Ma qui Kairi rimase davvero di sasso nel vedere un particolare sulla faccia dell’amico.
- Riku, il tuo occhio! Hai, hai..... una cicatrice! - urlò Kairi, preoccupatissima. - Come te la sei fatta? -
In effetti era difficile rendersene conto, perché i capelli la nascondevano in gran parte, ma Riku aveva una cicatrice abbastanza larga, circa un paio di centimetri, sul suo occhio sinistro: partiva da sopra il sopracciglio e finiva circa 4 centimetri sotto l’occhio. La toccò.
- Diciamo che questa cicatrice mi è stata inflitta per colpa di una mia debolezza. - disse. - Nel controllare una cosa nel regno dell’oscurità tramite un portale non ho preso le dovute precauzioni. Sono stato incauto, e questo è stato il prezzo che ho dovuto pagare. Ma non ti preoccupare, non ho avuto danni all’occhio, infatti ci vedo come prima. E poi, fa molto più figo e tenebroso così! - concluse scherzosamente il ragazzo.
Kairi era comunque preoccupata. Chissà cosa aveva potuto fargli una cicatrice di quelle dimensioni.
Ma era contenta. I suoi due migliori amici erano tornati, e finalmente non sarebbe stata più triste. Quel lungo viaggio per cui erano partiti era giunto al termine, e avrebbe potuto passare di nuovo il tempo con loro. Poi però le balenò in mente un pensiero.
- Aspettate un momento! - disse ai due agitata. - Mi stavo completamente scordando la cosa più importante da chiedervi, che è oltretutto il motivo per cui siete partiti! Siete o no diventati Maestri del Keyblade? - finì la frase la ragazza.
Sora e Riku si guardarono. Si sorrisero l’un l’altro. Poi si voltarono verso la loro amica dai capelli rossi.
- Tu cosa credi, Kairi? - disse Riku. - Ti pare che siamo stati sei mesi via per niente? Sai che non saremmo mai tornati con la coda tra le gambe... -
Il volto della ragazza si illuminò.
- Mi stai dicendo che... - disse Kairi, lasciando in sospeso la frase apposta, perché voleva che fossero i due a finirla.
- Hai davanti a te i due nuovi Maestri del Keyblade! - dissero i due all’unisono, con Sora che sorrise, mettendo le due mani dietro la nuca, mentre Riku incrociò le braccia, anch’egli sorridendo all’amica.
Kairi era felicissima. Almeno il viaggio che i due avevano intrapreso non era stato vano.
- Congratulazioni ragazzi! Allora adesso siete diventati più forti! Fatemi vedere cosa avete imparato dai! - disse la ragazza, piena di gioia e ansiosa di vedere i progressi dei suoi due amici.
Ma i due non erano entusiasti dell’idea.
- Kairi, meglio di no. Non possiamo tirare fuori i Keyblade quando ci pare... - disse Sora, in modo molto evasivo.
- E poi siamo stanchi, siamo appena tornati... - disse Riku, come se stesse evitando che l’amico continuasse a parlare.
Kairi cercò di capire le spiegazioni dei due, e pensò che in effetti non era il momento migliore per chiedere loro uno sforzo del genere. Poi le venne un’idea.
- Allora facciamo così: venite a casa mia, mangiamo insieme e poi mi raccontate delle vostre avventure nei minimi dettagli, ok? - disse Kairi, sperando ardentemente in una risposta positiva dei due.
Ma non ricevette la risposta che si aspettava.
- Kairi, no; come ti abbiamo detto siamo stanchi, ed è meglio che andiamo a riposarci ora. - disse Riku, con un tono molto serio.
La ragazza lo guardò.
- Ma da me starete comodi, e potremo passare finalmente un po’ di tempo insieme... - disse, con un’aria molto triste.
- Mi dispiace Kairi, ma abbiamo davvero bisogno di riposo. Sarà per un’altra volta. - disse Riku, senza neanche pensarci un attimo, ignorando il volto dell’amico.
Sora, dal canto suo, avrebbe voluto davvero passare la serata con Kairi e dirle tutta la sua avventura, ma diede ragione a Riku.
Kairi rimase scossa dalla serietà di Riku. Che motivo c’era per rifiutare con così tanta foga? Bastava dirlo gentilmente. Che ci fosse un motivo diverso dalla stanchezza? Decise di non insistere e di lasciarli andare a riposare.
- Ok ragazzi, ne parleremo un’altra volta, non c’è problema. Ora andiamo a casa che è tardi. - disse con un finto sorriso, per poi incamminarsi verso il porto per prendere la barca. Ma sul suo viso c’era un alone di tristezza.
Sora se ne era accorto. Ebbe un nodo alla gola, come se si sentisse in colpa. Si avvicinò a Riku, per dirgli qualcosa.
- Potevi essere meno duro con lei. Avremmo potuto raccontarle qualcosa, senza spingerci troppo oltre... - disse Sora sottovoce.
- Scordatelo, non saremmo mai riusciti a non dirle quelle cose. Ricorda cosa abbiamo promesso. - disse il ragazzo, sempre con molta serietà.
- Credo che tu abbia ragione, meglio non dire nulla. - disse Sora, arreso alle parole del compagno.
I due iniziarono a camminare dietro alla ragazza, con la testa bassa, e giunsero alla barca. I tre montarono sopra e si diressero verso l’isola, verso casa.
 
 
 
Il mattino seguente Kairi si alzò presto. Si lavò e si vestì velocemente, e poi corse a mangiare in cucina, salutando il sindaco e la moglie e correndo fuori di casa.
Kairi si incamminò a passo spedito verso la scuola, con un unico pensiero che le balenava per la mente.
* Appena finita la scuola correrò all’isola e li costringerò entrambi a dirmi cosa è successo. Sono sicura che quei due nascondano qualcosa! * pensò la ragazza.
Kairi non ci mise molto ad arrivare a scuola. Entrò dal cancello principale e si avviò verso il portone; appena entrata si diresse verso le scale, salì al primo piano ed entrò nella sua classe, sedendosi al suo posto, vicino alla finestra.
Mentre aspettava la mente di Kairi continuava a pensare a cosa avessero fatto Sora e Riku durante il loro viaggio e quali prove avessero dovuto affrontare per diventare Maestri del Keyblade.
Intanto la classe si stava riempiendo di studenti. E in quel momento Kairi ricevette una borsa sulla testa. Dopo essersi massaggiata la testa si girò e vide dietro a lei una Selphie davvero infuriata.
- Perché non mi hai avvisata che venivi a scuola prima ieri??? Sai quanto ti ho aspettata??? Meno male che non vedendoti sono andata a casa tua e tua madre mi ha detto che sei andata via presto e sono corsa qui! - disse la ragazza infuriata.
- Scusa Selphie, è che mi sono persa nei miei pensieri stamattina e mi sono dimenticata... Mi dispiace che tu abbia dovuto aspettarmi, mi farò perdonare. - disse Kairi, evidentemente impaurita dall’amica nei momenti in cui la rabbia prendeva il controllo su di lei.
- Ok, ok, voglio proprio vedere come ti farai perdonare. - disse Selphie, mentre si sedeva al suo posto. - Un’altra delle tue fantasticherie, vero Kairi? Ti ho già detto mille volte di smetterla. -
- Io non fantastico così spesso! E non sono fantasticherie! - disse Kairi, sbuffando.
- Dai, non prendertela, sai che scherzo, solo che è difficile non pensarlo, ma mi fido di te. Mi piace quando mi racconti che esistono altri mondi, è una cosa che mi fa piacere sentire. Come vorrei andare io su un altro mondo come te e i tuoi due amici. Chissà dove sono... - disse Selphie, con aria sognante.
- In verità... - Kairi non potè finire la frase. Tidus era arrivato dietro Selphie e iniziò a parlare.
- Tu? Su un altro mondo? Non fai già abbastanza danni qui Selphie? Oppure vuoi rompere anche alla gente degli altri mondi? Guarda che poi ti rispediscono qua perché non riescono a sopportarti... - disse il biondo, sedendosi nel suo banco in parte a lei.
Sulla fronte di Selphie si era stretta una ruga. Poi esplose verso il ragazzo alzandosi in piedi.
- Io romperei a tutti??? Non mi sopporterebbero??? Veramente quello insopportabile su quest’isola sei tu! Quello che va in giro credendosi chi sa chi mentre invece non sei nessuno! Quante ragazze ti hanno respinto dicendoti che non sapevano neanche chi fossi? Fammici pensare.. ah! Tutte! - disse Selphie, per poi sogghignare alla fine della sua frase, e suscitando in Tidus un uguale rabbia, frenata per la maggior parte dall’imbarazzo per il fatto che tutti avessero sentito ciò che gli era capitato.
- Perché ti inventi falsità sugli altri rovinando così la loro reputazione? Sei la solita! - urlò Tidus alla ragazza.
I due stavano per azzuffarsi quando un colpo di tosse vagamente familiare li fermò: sulla porta della classe era comparsa una figura di una donna adulta che li guardava.
La donna era abbastanza alta, anche se i tacchi le davano una mano, e vestiva con una lunga gonna stretta e una camicia bianca, anch’essa stretta; portava i capelli castani stretti in una coda di cavallo, e sugli occhi aveva dei piccoli occhiali rotondi. In mano aveva dei registri, e da dietro gli occhiali fulminò con lo sguardo i due litiganti, che si sedettero immediatamente ai loro posti.
- Vedo che in classe c’è il solito casino. Il giorno che mi deciderò a dividervi sarà sempre troppo tardi... - disse la donna.
- Ci scusi professoressa... - dissero i due ragazzi, colti in flagrante.
- Bah, a me interessa solo che non vi uccidiate che se no di mezzo ci vado io, per il resto potete pure fare ciò che volete. - disse la professoressa senza mezzi termini. Nella classe tutti rimasero sconvolti da queste parole, tipiche però della donna.
Selphie chiamò Kairi toccandole la spalla. La ragazza indietreggiò verso l’amica, cercando di non farsi vedere dalla professoressa.
- Scusa per il casino, ma stavi dicendomi qualcosa prima che Tidus ci interrompesse? - disse Selphie a voce bassissima.
- Si, volevo dirti che... - ancora una volta Kairi non riuscì a finire la frase. Però stavolta venne interrotta da un gessetto volante che si frantumò contro il muro, mancandola di poco. Chi lo aveva lanciato era la professoressa.
- Se le due signorine hanno tanta voglia di parlare, potrebbero andare a farlo in presidenza. Oppure potrebbero chiudere quelle loro boccucce impertinenti e rimanere qui con noi. - disse, con una faccia sorridente che nascondeva una rabbia enorme.
Le due ragazze fecero un cenno di scuse con la testa e tirarono un sospiro di sollievo, per poi riguardare la professoressa.
- Ora, se mi lasciate parlare, devo sbrigare una piccola formalità. - disse la professoressa. - Abbiamo avuto due iscritti dell’ultimo minuto, quindi gli chiedo di farsi avanti e entrare in aula. -
Kairi quasi cadde dalla sedia a vedere i due arrivati. Sora e Riku erano davanti a lei, e per di più sarebbero stati sui compagni di classe! Selphie era strabiliata come lei e avanzò la testa vicino all’amica, sussurrandole all’orecchio: - Ecco cosa volevi dirmi... -
Riku e Sora fecero rimanere col fiato sospeso tutta la classe. Nessuno parlava, erano tutti troppo sorpresi dal vederli lì davanti a loro. Indossavano la divisa maschile della scuola, con dei jeans azzurri e una camicia bianca, che, secondo la mente di Kairi, stavano stupendamente bene indosso ai ragazzi.
Il silenzio durò ancora qualche altro secondo, e venne interrotto solamente da Tidus, che si alzò e corse verso i due.
- Sora, Riku! Siete tornati! Perché non ci avete avvisato? Volevate farci una sorpresa, vero? Fantas....OUCH! - Tidus non finì la frase perché venne colpito con un gessetto in piena fronte: la professoressa non aveva tollerato il suo atteggiamento impertinente.
- Adesso mi sono proprio stancata! Sono a conoscenza che i due alunni frequentavano l’istituto l’anno passato, ma questo non ti da il diritto di alzarti senza permesso. Ora fila subito al tuo posto! - gli urlò la professoressa, che poi riprese a parlare normalmente. - I due ragazzi si uniranno a noi oggi, purtroppo han dovuto saltare la prima parte della scuola per impegni familiari. Sareste così gentili di darci delle spiegazioni? -
Sora però non rispose. Aveva incrociato lo sguardo di Kairi, e si sentiva in colpa per non avergli detto che si erano iscritti a scuola. Era comunque colpito dalla ragazza, che era in divisa scolastica, che, nella sua mente, le stava splendidamente indosso.
Riku svegliò l’amico con una “leggera” gomitata nel fianco, per poi iniziare a spiegare.
- Siam dovuti andare via dall’isola perché un nostro parente stava poco bene e siamo andati a trovarlo e ad aiutarlo finchè non fosse stato meglio. Ci abbiamo messo un po’, ma ora finalmente pare essersi ristabilito. - disse Riku, ovviamente raccontando una bugia, ma d’altronde non poteva mica dire che erano andati a visitare altri mondi per diventare Maestri del Keyblade!
- Capisco, strano, ma posso capire. - disse la professoressa. - Ora andate pure a sedervi in ultima fila, nei due posti centrali. Ah, signorina Kairi, ho deciso di dividerla da Selphie e Tidus, quindi anche lei si sposterà indietro, in penultima fila, in parte all’altra finestra, mentre Tidus passerà in prima fila, qui davanti a me, a portata di gessetto. Ora muovetevi a cambiare posto! -
I due andarono ai loro nuovi posti, così come Kairi e Tidus. La ragazza si girò verso Sora, che la salutò con la mano; Kairi arrossì e ricambiò il saluto, anche se era ancora stupita dal fatto che i suoi due amici erano a scuola con lei. Poi però pensò al lato positivo della faccenda.
* Ora potrò chiedere loro spiegazioni prima di quanto pensassi! *
 
 
 
Durante la ricreazione Kairi provò ad avvicinarsi a Sora e Riku, solo che quasi tutta la classe li aveva accerchiati per chiedere loro notizie e parlargli insieme. Kairi capì che i due non potevano essere solo per lei, e decise di aspettare fino alla pausa pranzo. Nella pausa pranzo però i due si scusarono con lei, dicendo di dover andare a parlare col preside. Lei capì i due, ma non rimase sola, infatti Selphie la tempestò di domande sui due, fino a che Kairi non riuscì a liberarsi e andare alla finestra e guardare verso il cortile. Mentre faceva ciò pensava a come mai i due fossero così evasivi con lei, che era la loro migliore amica. Cosa volevano nasconderle? Kairi avrebbe potuto fare miliardi di ipotesi, ma solo loro potevano dirle veramente cosa succedeva.
Kairi vide però Sora e Riku nel cortile avviarsi verso il retro. Senza indugiare corse fuori dall’aula verso le scale, quasi scontrandosi con Selphie, Tidus e Wakka, per poi correre giù dalle scale.
- Cosa aveva Kairi ora? - disse Wakka.
- Non lo so, ma qualcosa mi dice di seguirla! - disse Tidus, andando nella direzione presa dalla ragazza, seguita dagli altri due, curiosi anche loro.
Intanto Kairi arrivò sul retro, e notò Sora e Riku appoggiati a un grosso albero. Si avvicinò per vedere cosa stessero facendo, e li sentì parlare. Decise di ascoltarli, e si appoggiò sul retro dell’albero.
- ... So che è difficile Sora, ma dobbiamo tenere la bocca chiusa. - disse Riku, in piedi con le spalle appoggiate all’albero.
- Ma mi dispiace per Kairi, è così entusiasta... anche se è un loro ordine, non so se ce la farò. - disse Sora, triste, seduto e anche lui con la schiena appoggiata al grande tronco.
- Gli ordini del Re e di Yen Sid non si discutono. Tanto è per pochi giorni, poi dovremo andare, solo che in questa situazione non so proprio come potremmo dirlo a Kairi... - disse Riku.
Kairi sentì come un sobbalzo al cuore. Sora e Riku dovranno andare? Senza pensarci un secondo corse fuori dal suo nascondiglio fino ad andare davanti ai due, ansimando.
- Cosa mi state tenendo nascosto voi??? - urlò Kairi, quasi piangendo. - E cos’è questa storia ch fra pochi giorni dovete andare??? Dove??? -
Sora si alzò e Riku lo guardò. Poi si rivolse all’amica.
- Kairi, stavi ascoltando la nostra conversazione? - disse il ragazzo.
- Si, vi stavo cercando e vi ho sentiti parlare! E ora voglio delle spiegazioni! Sospettavo ci fosse qualcosa sotto, ma ora ne sono certa. Voglio sapere tutto! - urlò Kairi.
- Ora ti diremo, Kairi, non urlare. - disse Sora.
- Sora, sai che non possiamo! - gli disse Riku, ma Sora lo zittì.
- Ormai ha sentito, meglio parlarle e toglierci il pensiero. - disse Sora seriamente. Poi si rivolse a Kairi. - Ora ti spiegheremo tutto, stai tranquilla, siediti e noi ti diremo. -
Kairi notò l’espressione ch aveva assunto l’amico. Era diventato molto serio, e quindi immaginava fosse qualcosa di veramente importante. SI sedette come dettole, e anche Sora si sedette dove era prima, così come Riku, che si appoggiò arreso all’albero.
- Kairi, devi sapere che noi non potremmo dirti questo, dato che ci è stato ordinato di tenere la bocca chiusa da Re Topolino e dal maestro Yen Sid. - iniziò a parlare Sora. - Ti prego di ascoltarmi fino alla fine, cercando di restare calma. - Kairi annuì.
- Devi sapere che mentre eravamo in viaggio tra i mondi per diventare Maestri del Keyblade, io e Riku ci siamo imbattuti in due avversari molto potenti, che credevamo di aver già sconfitto. Ebbene, abbiamo incontrato Ansem e Xemnas. - La ragazza a sentire i due nomi ebbe un singulto. - Credevamo fossero degli ologrammi, ma alla fine abbiamo appurato che sono veri, e quindi devono essere tornati in vita non so come. Appena tornati da Topolino e Yen Sid gli abbiamo riferito questo, e loro ci dissero che sospettavano una cosa del genere. Allora ci dissero che non c’era tempo da perdere, e che saremmo dovuti partire subito per una nuova missione: trovarli e impedire loro con qualsiasi mezzo di fare del male ai mondi. Però gli chiedemmo di poter tornare qui qualche giorno, in modo da poterti salutare prima della nostra partenza. Credevo si sarebbero opposti, mentre invece ci dissero che erano d’accordo, e che oltretutto volevano proporcelo loro, però ci dissero di non dirti nulla. Quindi siamo ritornati sull’isola, e il resto lo sai... -concluse così Sora.
Kairi si alzò in piedi. Sora e Riku provarono a vedere cosa le succedeva, e notarono che delle lacrime stavano scendendo dal suo viso. Kairi stava piangendo.
- Q-q-quindi voi d-d-due dovete di nuovo partire, s-s-stavolta per una missione pericolosa dalla quale non potreste più tornare, g-g-giusto? - disse la ragazza, singhiozzando.
Sora e Riku annuirono.
- E voi credete che io possa rimanermene calma in una situazione del genere? - urlò. - Sapete quanto ho sofferto senza di voi? Ogni giorno speravo tornaste, per fare in modo che noi potessimo stare insieme di nuovo, e ora venite a dirmi che dovete andarvene di nuovo? Non voglio! -
- Cerca di capire Kairi, è per il bene dei mondi, per la nostra stessa sopravvivenza! - disse Riku.
- Credi che non lo sappia? È solo che non voglio... - disse la ragazza, cercando di asciugarsi le lacrime. Sora le si avvicinò e le asciugò le lacrime con l’indice. Kairi arrossì di fronte a quel gesto.
- Non devi preoccuparti, non ci succederà nulla. - disse.
Kairi arrossì ancora di più. Poi pensò che doveva farsi forza, farsi coraggio, non poteva rimanere lì a piagnucolare. Doveva fare in modo di passare il tempo rimanente nel miglior modo possibile. Decise che doveva essere più risoluta, di asciugarsi le lacrime e di buttarsi.
 
 
 
Tidus, Wakka e Selphie intanto girovagavano per il cortile, cercando Kairi. Finalmente, dopo aver cercato in lungo e in largo, la notarono. Era nascosta dal grande albero, e decisero di avvicinarsi. Nell’avvicinarsi videro anche Sora e Riku. Senza sapere come, però, si ritrovarono nascosti dietro un altro albero, a spiarli.
- Perché li spiamo, Tidus? - disse Wakka.
- Credo che a loro non piacerebbe sapere quello che stiamo facendo... - disse Selphie, impaurita.
- Non lo so, ma credo ci nascondano qualcosa, quindi stiamo zitti e ascoltiamo. - bisbigliò il biondo.
 
 
 
Kairi si allontanò due o tre passi da Sora.
- Sora... - disse, a voce molto bassa.
Sora non capì. Stava per parlare all’amica, ma Riku lo fermò, come se aspettasse qualcosa. Kairi poi alzò la testa, e nei suoi occhi si notava una strana luce, segno del fatto che aveva effettuato la sua scelta. La ragazza guardò negli occhi Sora, e poi parlò.
- Se devi andare via, allora voglio che prima di andare tu.... Esca con me al nuovo Luna Park dell’isola! -
 
 
Kairi ha chiesto a Sora un appuntamento! Come la prenderà il ragazzo? E i tre spioni? E Riku?
 
Un capitolo che svela alcuni particolari e ci lascia con un colpo di scena.
Intendo ringraziare coloro che mi hanno lasciato una recensione:
- Master of Keyblade: ecco il secondo capitolo, aspetto un'altra tua recensione! Ti ringrazio anche per averla messa tra le Seguite!
- IxIoN96: di Sora e Kairi non mi proferisco, però ti assicuro che tra loro prima della fan fiction non è successo assolutamente nulla. Ci ho messo un po’ a postare, ma come vedi ho avuto delle ottime ragioni. Spero che anche questo capitolo ti piaccia.
- JhonSavor: non ha recensito, ma è il mio migliore amico, viviamo nella stessa città, Brescia, e la recensione me l’ha fatta al telefono, in un’oretta e mezza. Lo ringrazio molto, e spero che ora, finiti i suoi esami recensisca XD
 
Al prossimo capitolo! E aspetto nuove recensioni!

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Capitolo 3
*** Appuntamento?! ***


Cap.3 “Appuntamento?!”
 
Ecco a voi il terzo capitolo. Ve lo avrei portato anche settimana scorsa, ma la figc ha deciso che i campionati dei bambini che alleno dovessero iniziare sabato 1, e quindi in società ci sono state alcune riunioni e stavo più tempo lì che a casa. Però sono riuscito tra ieri e oggi a completarlo. Si scoprono alcune novità nel capitolo, ma bando agli indugi, iniziate a leggerlo, e spero sia di vostro gradimento!
 
 
 
Sora non capì subito cos’era successo. Era davvero la Kairi che conosceva quella davanti a lui che gli aveva appena chiesto di uscire insieme? E cosa avrebbe dovuto risponderle? Stava arrossendo, ma non voleva mostrarsi così davanti a lei.
Non era l’unico ad essere sorpreso: Riku era rimasto a bocca aperta, confuso, guardava prima Kairi, poi Sora, e sul suo volto si potevano leggere a caratteri cubitali le parole “Non ci credo”.
Oltretutto altre tre persone rimasero sconvolte da ciò: Selphie, Tidus e Wakka, anche se quest’ultimo un po’ di meno. Selphie era contentissima per il fatto che l’amica avesse finalmente trovato un po’ di coraggio, sia era sorpresa perché non si aspettava di sentire mai una cosa del genere. Tidus invece non capiva cosa avesse Sora più di lui per ricevere una richiesta per un uscita, mentre a lui nessuno aveva ancora chiesto nulla. Wakka invece si chiedeva perché era lì invece di essere ad allenarsi.
Kairi però era la più shoccata di tutti.
*Oh mio dio, cosa ho appena fatto! Ho appena chiesto a Sora di uscire! Non avrò più il coraggio di guardarlo in faccia! Devo pensare a qualcosa per poter risolvere la cosa!* pensò Kairi, diventando rossissima in viso, guardando il terreno.
- C-c-come amici ovviamente! - disse frettolosamente. - Può venire anche Riku... Voglio solo fare in modo di avere qualche ricordo, dato che non ci vedremo per molto tempo... -
Sora guardò in terra, forse deluso. Poi alzò lo sguardo e sorrise come faceva di solito, incrociando le braccia dietro la testa.
- Ovvio, lo avevo capito. Per me.... è ok. Dimmi semplicemente quando vuoi che usciamo. - disse Sora, ma era evidente a tutti che stava mentendo, ma lui non lo avrebbe mai ammesso.
- Io non accetto. -
Sora si girò verso Riku. Era stato davvero lui a dire così? Anche Kairi non credette alle sue orecchie. Selphie invece, dietro l’albero, era contenta per l’amica: senza Riku tra i piedi era da sola con Sora, e magari poteva scoccare qualcosa tra i due.
- Riku, ma perché? - disse Kairi. In cuor suo era forse un po’ contenta, ma non capiva le ragioni del no dell’amico.
- Semplicemente non sono il tipo da addii del genere. Credo che passerò un po’ di tempo da solo, riguardando l’isola per l’ultima volta. - disse Riku, allontanandosi poi dai due. - Passerete un bel pomeriggio insieme, poi mi racconterete. -
Nell’andarsene passò a fianco di Sora.
- Mi devi u favore amico. Cerca di divertirti con lei. - gli bisbigliò all’orecchio.
Sora arrossì, con la faccia china al terreno. Poi la alzò guardando Kairi in volto, e la ragazza distolse per un attimo lo sguardo.
- Quando vorresti andare allora... - disse Sora visibilmente imbarazzato.
Kairi era imbarazzata più di Sora. Guardò in cielo, per poi guardare l’amico negli occhi.
- Ti andrebbe bene domani? - disse Kairi.
- Domani? Ne sei sicura? - rispose Sora, scettico. - Non è un po’ presto? -
- No Sora, preferisco andare il più presto possibile. Poi, credo che ne saremmo entrambi felici, no? - disse Kairi, sorridendo.
- Per me va bene. Passerò io domani a casa tua. - disse Sora, deciso.
- A casa mia? Ma potremmo incontrarci da qualche parte, non credi? Sarebbe meglio... - disse Kairi, imbarazzata.
- Ti aspetterò fuori casa tua. Dobbiamo passare più tempo possibile insieme, no? - le rispose il ragazzo.
Kairi era arrossita tantissimo. Decise di accettare la proposta dell’amico, e i due si avviarono verso la classe, per le ore pomeridiane di quel venerdì. Ma dietro l’albero i tre spioni stavano parlando.
- Domani al Luna Park... - disse Wakka.
- Andremo anche noi! - disse Tidus.
- Per una volta sono d’accordo con te, voglio vedere cosa farà Kairi! - disse Selphie.
I tre si avviarono anche loro verso la classe.
Intanto dietro un albero una persona aveva ascoltato la conversazione dei tre spioni, ignari di essere spiati a loro volta.
- Mi sa che alla fine dovrò andarci anche io a quel Luna Park. - disse la figura, i cui capelli, rivelandosi al sole, risultarono argentei.
 
 
 
Il giorno seguente Kairi si alzò molto presto. In realtà non aveva dormito molto, imbarazzata come non mai per l’imminente giornata che avrebbe dovuto passare con Sora e contemporaneamente nervosa, sia perché non sapeva come comportarsi, sia come vestirsi.
Nel pieno dei suoi pensieri Kairi andò a farsi la doccia, dove continuò a chiedersi cosa avrebbe dovuto indossare. Appena finì uscì dalla doccia con il suo accappatoio indosso, dirigendosi verso la camera. Arrivata lì si sedette alla scrivania mentre si asciugava i capelli. Nel mentre diede un’occhiata fuori dalla finestra.
Sora era già lì.
Appoggiato al muro di fronte casa sua, Sora sembrava stesse farfugliando da solo. Ma Kairi era concentrata su tutt’altro: i vestiti del ragazzo.
Non avevano niente di strano. Erano i soliti vestiti, che indossava sempre.
Kairi allora capì che non importava cosa si sarebbe messa, perché Sora non era il tipo di persona che faceva caso a queste cose. Finalmente decise cosa mettersi.
Kairi scese le scale ed entrò in cucina. La moglie del sindaco sapeva che la ragazza sarebbe dovuta uscire, e guardò la ragazza, rimanendo stupita: indossava gli abiti di sempre, il suo completo rosa. Non si era messa nulla di speciale per l’occasione, ma la signora sorrise comunque.
Mentre Kairi si sedeva e iniziava a mangiare velocemente, la signora prese una delle brioches appoggiate sul tavolo e la mise in un sacchetto, che consegnò alla ragazza, che rimase allibita.
- Vedi di mangiare in fretta, che il tuo amico fuori ti aspetta. E portagli qualcosa anche a lui. Povero caro, lì fuori da almeno un’ora ad aspettarti... - disse la signora.
Kairi finì quasi per strozzarsi. Davvero Sora era da così tanto tempo lì sotto? Diede un ultimo morso alla sua brioche e si alzò dal tavolo.
- Ti aspetto per cena cara? - disse la signora.
Kairi si fermò sulla porta.
- Si, non si preoccupi, tornerò in tempo. - disse Kairi. Poi uscì velocemente di casa.
Il sindaco sbuffò sulla sua sedia.
- Non mi ha neanche salutato! - disse con aria triste e arrabbiata.
 
 
 
Sora stava guardando in basso, non curante di quanto tempo era passato da quando era lì; in fin dei conti, lui non aveva suonato per non disturbare, quindi aspettare era stata una sua scelta.
Sentì sbattere la porta. Alzò gli occhi e vide Kairi, nel so solito completino, che però quella mattina le sembrò più raggiante e bella che mai. Lei si avvicinò a lui e le porse la brioche.
- Da parte di mia madre, dice che potevi entrare invece di aspettare fuori così tanto tempo. - disse la ragazza, con una sottile punta ironica.
Sora si sentì molto in imbarazzo. Era stato visto, e sembrava che a Kairi questo avesse dato fastidio.
- Ehm... Mi dispiace, non volevo disturbare, magari davo fastidio e ho preferito restarmene in disparte... - disse Sora, con tono basso.
Kairi lo guardò dritto in faccia.
- Tu dare fastidio? Sora, mi hai salvato la vita due volte! Sarai sempre il benvenuto dove sarò io, capito? Non pensare mai più cose del genere! - disse la ragazza. - E ora andiamo! -
Sora ritrovo il sorriso, mangiò un pezzo di brioche e si incamminò con Kairi verso il Luna Park.
Intanto dalla finestra la signora stava spiandoli. Poi sorrise e tornò verso il tavolo, dicendo: - Ah, la gioventù! -
 
 
 
Sora e Kairi non ci misero molto ad arrivare al parco dei divertimenti. All’entrata Sora cercò di pagare per entrambi, ma Kairi tirò fuori due biglietti dalla tasca, ed entrarono senza problemi.
- Un regalo del Sindaco, ha detto che sapeva che ci sarebbero serviti. - disse Kairi. - Diciamo che lui mi vuole bene, ma non riesce a dimostrarmelo apertamente e allora mi fa questi piaceri. - finì, sorridendo.
- Una brava persona, anche se è sempre burbero. - disse Sora.
I due entrarono ancora più in dentro, iniziando ad unirsi alla folla. Intanto, dietro un cespuglio, 3 losche figure iniziarono a pedinarli.
- Presto voi due, o li perderemo! - disse la figura dai capelli biondi.
- Tidus, dobbiamo stare un po’ distanti, se no ci scoprono! - disse la figura dai capelli mori.
- Ssssssst! Non dire il mio vero nome! Usa il mio nome in codice! - disse il biondo.
- Mah, io non capisco, comunque ok, As degli Abes! - disse Selphie, stizzita.
- Molto bene, Nunchaku Seed! - disse Tidus.
- Io avrei una domanda... - disse la figura dai capelli arancioni.
- Dimmi, SparaPalle! - disse Tidus.
- Perché sono l’unico ad avere un nome orrendo? -
 
 
 
Kairi e Sora si divertirono molto quella mattina. Andarono su vari giochi: dapprima cominciarono con qualche bancarella dove si potevano vincere peluche o pesciolini, ma il risultato fu scarso, complici anche i furboni gestori che manovravano i giochi a loro favore; poi andarono sulle montagne russe, dove entrambi si divertirono e urlarono come matti, ma alla fine si scoprì che Sora si era spaventato parecchio, vista la loro velocità; Sora poi fece vincere a Kairi un peluche al gioco del martello. Il proprietario sfidò Sora a colpire con il martello la catapulta che avrebbe alzato un cilindro di piombo, e se fosse riuscito a spingerlo talmente in alto da colpire la campanella avrebbe vinto. Anche qui il gioco era truccato, in modo che vincesse solo chi voleva il padrone, ma Sora aveva intuito questo raggiro, e colpì con forza, finendo per vincere: mai cercare di fregare un maestro del Keyblade!
I due poi decisero di andare a mangiare. Ovviamente Kairi aveva dei permessi speciali per poter mangiare gratuitamente, e i due decisero di mangiarsi un paio di panini a testa seduti su una panchina, sorseggiando una bibita fresca.
- Stasera ringrazia tuo padre, grazie a lui ci stiamo divertendo molto. - disse Sora a Kairi.
La ragazza non sembrava di questa opinione.
- Veramente, io mi sto divertendo perché sono in tua compagnia, Sora. - disse Kairi, arrossendo leggermente. - Da sola non mi sarei per niente divertita... -
Il volto di Sora divenne gradualmente rosso, dato l’imbarazzo del ragazzo, che però ribattè subito all’amica.
- Bè, siamo amici, facciamo sempre tutto insieme! - disse Sora. - Peccato che però Riku abbia rifiutato... -
Kairi sorrise.
- Già, un vero peccato. - disse la ragazza. Ma lo pensava veramente? Neanche lei sapeva rispondere a questa domanda.
I due si alzarono e continuarono a girare per il parco. Intanto le 3 spie continuavano a seguirli, cercando di scoprirli in qualche atteggiamento strano, cosa che però i due non facevano, generando delusione sia in Tidus che in Selphie.
Passò un bel pezzo di pomeriggio, Sora e Kairi ormai avevano ormai provato ogni tipo di attrazione; non tutte però, perché ce ne era una che entrambi avevano fatto finta di dimenticare: la Ruota Panoramica.
Kairi pensava che fosse un luogo troppo solitario e romantico, e se da una parte avrebbe voluto salire lì sopra insieme a Sora per avere un po’ di intimità e vedere come si sarebbe evoluta la situazione.
Sora invece aveva paura di restare troppo da solo con Kairi: si vergognava di una cosa del genere, e aveva paura che se avesse chiesto alla ragazza di andare con lui sulla ruota, lei avrebbe rifiutato.
Ma per un motivo o per l’altro, le loro gambe li avevano portati proprio sotto la ruota panoramica. I due si diedero uno sguardo veloce, per poi distoglierlo arrossendo entrambi. Non sapevano che fare, e uno dei due avrebbe dovuto dire qualcosa, se no sarebbero rimasti lì in eterno.
Poi però Sora prese coraggio e si buttò.
- Senti Kairi - disse. -Ti andrebbe di salire lì sopra? Così potremo vedere l’isola dall’alto! - Era una scusa plausibile, e così non avrebbe dovuto vergognarsi, e oltretutto le probabilità che rifiutasse erano minime.
- Ok, va bene. - disse Kairi. Anche se solo per vedere l’isola, era contenta, perché sarebbe stata un po’ di tempo in vera solitudine con Sora.
I due si misero in fila e in poco tempo giunse il loro turno. Salirono un po’ goffi nella loro cabina, la numero 14, perché imbarazzati sempre di più ogni secondo che passava.
Intanto, nascoste tra la folla, le tre spie gongolavano, sperando che succedesse qualcosa tra i due e loro scoprissero qualcosa in anteprima.
Intanto una figura dai capelli argentei osservava la scena da lontano...
 
 
 
Kairi e Sora si goderono il loro giro sulla ruota. Per circa metà giro nessuno di loro proferì parola, anche perché nervosi come erano probabilmente non sarebbero riusciti a formulare neppure la più semplice delle frasi. Poi Kairi iniziò a guardare fuori, verso l’orizzonte.
- È brutto che dobbiate partire. - disse.
- Lo so Kairi, per questo guardo questo paesaggio, perché nel più brutto dei casi potrebbe essere l’ultima volta. - disse Sora, molto serio.
Kairi si girò di scatto.
- Perché devi pensare male Sora? Tu e Riku siete forti, e sono sicura che riuscirete senza problemi nella vostra missione! Io mi fido di voi! - disse la ragazza.
Sora sorrise.
- Grazie Kairi, non dimenticherò le tue parole. - disse il ragazzo.
Kairi arrossì. Per il resto del giro i due non parlarono, finchè non giunsero di nuovo a terra. Qui però li aspettava un brutto incontro.
 
 
 
Appena scesi dalla cabina, fatti alcuni passi videro davanti a loro Tidus, Selphie e Wakka.
Il biondo arrivò subito vicino ai due.
- Ehi, voi due, cosa avete fatto oggi insieme, eh? Qualche abbraccio amorevole e bacini, eh? - disse. I due ragazzi arrossirono, negando tutto.
Selphie invece si avvicinò a Kairi, prendendola per un braccio e parlandole sottovoce.
- A me puoi dirlo, sono tua amica, fino a dove siete arrivati in quella cabina? - disse sfacciatamente la mora.
- Ma cosa dici Sel! Ma sei matta! - disse Kairi, rossa come un peperone in viso.
- Ma cosa ci fate qui! - disse Sora. - Come facevate a sapere? Ci avete seguito tutto il giorno? -
- Vi abbiamo sentito ieri parlarne, per caso, e abbiamo deciso di pedinarvi. - disse Tidus.
- Come vi siete permessi! - disse Sora. Poi prese per mano Kairi. - Presto Kairi, andiamocene.
I due si divincolarono dagli amici e cercarono di allontanarsi, ma si trovarono davanti Wakka a bloccargli il passaggio.
- Spiacente, ma voi non potete passare. - disse.
Sora capì che non c’era via di scampo. Indietreggiò qualche passo, anche se non sapeva come riuscire a fuggire. Poi ad un tratto una figura dai capelli argentei si erse dietro a Wakka , alzandolo da terra di qualche centimetro.
- Ehi tu, chi sei, lasciami andare! - disse Wakka.
- Subito. - disse la figura, lanciandolo in avanti, ai piedi di Sora e Kairi. I due alzarono lo sguardo e notarono che la figura non era nient’altro che il loro amico Riku.
- Presto voi due, andate via di qui, li tengo fermi io! - disse il ragazzo.
Sora non ci pensò due volte e saltò Wakka disteso a terra e corse via con Kairi.
- Ti devo un altro favore. - disse passando vicino all’amico.
- Lo metterò in conto. - disse Riku, sorridendo, e la stessa cosa fece Sora.
I due si allontanarono, mentre Tidus cercò di superare Riku, che però lo ributtò indietro.
- Vedete di lasciarli in pace, o ve ne farò pentire amaramente. - disse l’argenteo ragazzo.
I tre, impauriti, parevano aver abbandonato il loro intento davanti a Riku.
 
 
 
Sora e Kairi corsero fin fuori dal parco, e continuarono fino a raggiungere il molo che portava all’isola. Lì si resero conto di essere ancora mano nella mano, e dopo un comune imbarazzo decisero di salire su di una barca e andarci: lì avrebbero potuto parlare con calma.
Arrivati lì, iniziarono a camminare insieme.
- Meno male che Riku ci ha salvati! - disse Kairi.
- Già, è davvero un amico. Deve averli visti ieri e avrà pensato che avrebbero voluto fare qualcosa di strano, e quindi oggi li ha seguiti. - disse Sora.
- Dovremo ringraziarlo! - disse la ragazza.
- Concordo, è un vero amico. E dire che credo sia quello che stia più male dei due... - disse Sora.
- Perché dici così Sora? Riku soffre? - disse Kairi perplessa.
- Si, credo proprio di si... -
 
 
 
Intanto Riku si era liberato delle tre pesti, e anche lui si stava dirigendo all’isola.
*Alla fine li ho aiutati. In effetti sono miei amici, e sono stato io a lasciarli soli di mia volontà. Volevo che prima che partissimo per la nostra missione passassero un po’ di tempo insieme, e che magari uno dei due tardoni guardasse un po’ a fondo nel proprio cuore e vedesse se prova qualcosa... Ma non credo capiterà, perché non è da loro.* pensò Riku, mentre remava.
*Ma cos’è questa sensazione che ho provato tutto il giorno, vedendoli insieme? Non credo sia gelosia, perché ho capito quanto Sora tenga a Kairi e mi sono fatto da parte ormai da tempo. Guardandola meglio, credo sia invidia, invidia del fatto che ognuno di loro abbia al suo fianco l’altro con cui parlare e condividere qualcosa. Che io soffra di solitudine? Lo credo impossibile per uno come me, che si è spinto quasi fino in fondo all’oscurità...*
Continuando a pensare Riku si stava sempre più avvicinando all’isola.
 
 
 
- Sei proprio sicuro che Riku stia soffrendo? Come fai a esserne così certo? - disse Kairi, molto preoccupata per l’amico.
-  King Mickey* me ne ha parlato. Mi ha detto che è stato a contatto con Riku per un po’ di tempo, e ha capito che nel suo cuore c’è un alone di tristezza e di... - disse Sora, con una voce bassa e con un tono di malinconia.
 
 
 
Riku era arrivato sull’isola, ma dal lato opposto rispetto a Sora e Kairi. Aveva notato che i due erano arrivati lì con la barca, vedendola ormeggiata al piccolo molo, e preferì non disturbarli, anche se, in un primo momento, aveva pensato di andare da loro.
* Ma cosa stavo per fare, rovino l’ultima volta in cui i miei due migliori amici possono stare insieme? Cosa mi stava passando per la mente in quel momento?* pensò Riku, mentre camminava sulla spiaggia dell’isola. * Che io sia geloso di quei due? Impossibile, ho rinunciato a Kairi da anni ormai, ho capito che volevo che loro due fossero felici, anche se il farmi da parte non li sta aiutando ad avvicinarsi, sono due timidi che per farli mettere insieme ci vorrebbe uno che gli dicesse come stanno le cose, dato che sono talmente vergognosi da non rivelarsi i propri sentimenti! Ma cosa ci vuole! Fossi io al loro posto...*
Pensato ciò Riku si fermò, e venne colpito da una sensazione di vuoto interna. Aveva capito una cosa importantissima: ciò che provava non era gelosia dei suoi due amici, quello che lui provava era la solitudine.
 
 
 
- ...solitudine. - finì la frase Sora.
- Solitudine? Riku si sente solo? Impossibile ha noi! - disse Kairi, estremamente convinta di essere nel giusto.
- Credo sia un altro tipo di solitudine... - disse Sora.
Kairi in quel momento capì: loro due alla fine rimanevano sempre da soli, e Riku rimaneva in disparte. Era colpa loro?
Sora fece per parlare, quando si rese conto di essere davanti alla caverna vicino alla cascata.
- Ehi Kairi! Guarda dove siamo! Il nostro posto segreto! - disse Sora.
Kairi notò l’entrata della caverna.
- Ultimamente la vegetazione aveva coperto tutta l’apertura e me ne ero completamente dimenticata. Come mai ora non ce ne è più? - disse Kairi, incuriosita dallo strano fatto.
Sora guardò verso l’alto e sorrise, aveva capito come la vegetazione, che fino al giorno prima c’era, ora era scomparsa: in alto, vicino alla cima della parete di roccia, c’era un pochino di vegetazione, tagliata di netto. Era stato sicuramente Riku a farlo, presupponendo che i due sarebbero andati all’isola, per poter far riaffiorare loro i ricordi degli anni precedenti alle varie avventure che avevano fatto.
- Non so come, magari è passato un giardiniere... - disse scherzosamente Sora. - Entriamo? Mi piacerebbe rivederla... -
- Si dai, magari ci potrebbero riaffiorare dei bei ricordi. - disse Kairi.
I due entrarono e attraversarono il piccolo corridoio scavato nella pietra prima di giungere alla caverna.
Mentre camminavano nel corridoio di pietra Kairi però si ricordò di una cosa che Sora non sapeva.
*Aspetta un attimo! Nel disegno che io e Sora abbiamo inciso sulla parete della caverna, ho disegnato che il mio ritratto consegnava un frutto Paopu al ritratto di Sora! Se lui crede alla leggenda dell’isola, quella potrebbe sembrargli una dichiarazione d’amore!* pensò Kairi, agitata. È vero che lei lo aveva disegnato perché aveva visto che anche il ritratto di Sora ne consegnava uno a lei, ma poteva anche essere stato uno scherzo di Riku, e lei, non essendo sicura, non voleva rischiare: doveva impedire a Sora di vedere il ritratto.
Anche Sora, nel frattempo, si ricordò di una cosa.
*Ora che ci penso.... Il disegno che abbiamo fatto da bambini! Disegnai che il mio ritratto consegnava un frutto Paopu a quello di Kairi! Se lei crede alla leggenda dell’isola, potrebbe vederla come una dichiarazione d’amore! Come potrei poi guardarla in faccia? Morirei dalla vergogna!* pensò Sora, che ora non capiva più nulla. Però era deciso a fare una cosa: doveva impedire a Kairi di vedere il ritratto.
I due entrarono nella stanza, e nello stesso momento entrambi cercarono di deviare l’attenzione dell’altro verso qualsiasi cosa tranne il ritratto; nel muovere in modo confuso le mani per indicare all’altro cosa guardare i due si scontrarono, caddero indietro e ognuno di loro guardò il ritratto per un secondo.
Una grande sorpresa prese Sora, che vide la parte di ritratto disegnata successivamente alla sua da Kairi. Poi guardò verso la ragazza, che aveva la testa china, poiché si era accorta che l’amico aveva notato il disegno.
- Kairi, non pensavo che anche tu... insomma... avessi disegnato che il tuo ritratto consegnava al mio un Paopu come feci io anni fa... - disse Sora, stupito e imbarazzato allo stesso tempo.
- Non è come pensi... cioè, visto che ce ne era disegnato uno, ho pensato l’avessi fatto tu, ero felice, ma se non sei stato tu... - disse Kairi. Ma poi si fermò. Sora aveva appena detto “come feci io anni fa”? Questo voleva dire che lo aveva disegnato lui? E forse....?
Kairi alzò lo sguardo e notò che Sora si era alzato in piedi e le tendeva la mano.
- Sono stato io a disegnarlo, prima di partire per la prima volta. - disse Sora, con voce seria, ma con un viso sorridente.
- Magari lo hai fatto per scherzo...  - disse Kairi, con un tono di voce triste.
In quel momento Sora capì tutto.
- No, ero serio. Conosco bene la leggenda dell’isola sul frutto di Paopu: se due persone si donano un frutto di Paopu, i loro destini risulteranno intrecciati per sempre. - disse Sora. Kairi era rimasta colpita. Poi andò vicino a una roccia, cercando dietro di essa qualcosa. Poi sembrò aver trovato qualcosa: un frutto di Paopu.
- È da un po’ di tempo lì, ma lo trovai prima di disegnarlo sulla roccia. Solo che non avevo il coraggio.... - Sora non finì la frase.
A Kairi tutto ciò sembrava fosse solo un sogno. Ma quello che Sora le aveva appena detto era tutto vero. Allora non era “forse”. Era sicura ormai. Sora ricambiava ciò che lei provava.
- Anche io... - disse debole Kairi, guardando verso il basso.
Sora non capì.
- Cosa hai detto? - disse.
Kairi, imbarazzata, prese dalla mano di Sora il frutto di Paopu, lo spezzò in due parti e ne rimise una nella mano di Sora, che aveva ancora il braccio disteso. Lei fece la stessa cosa.
- Anche io. - disse, stavolta con più fermezza, e guardandolo negli occhi. Sora notò delle lacrime sul volto della ragazza.
Aveva davvero capito.
Si avvicinò a lei, e la abbracciò. Kairi appena se ne rese conto iniziò a piangere.
- Perché piangi? - disse Sora, mentre ancora la abbracciava.
- Perché sono felice, e il tuo abbraccio mi fa stare bene. - disse Kairi, cercando di asciugarsi le lacrime.
L’abbraccio durò pochi secondi, ma per i due sembrò durare una vita. Poi Sora lasciò la presa, prendendo per le mani Kairi. Con il dito tolse le lacrime da sotto gli occhi della ragazza. I due si guardarono negli occhi. Non parlavano, erano i loro sguardi a parlare per loro. Ora avevano capito ognuno ciò che provava la persona che si trovavano davanti.
Kairi e Sora chiusero entrambi gli occhi. Avvicinarono pian piano le loro teste e, precisamente, le loro labbra. Ora che sapevano, niente avrebbe potuto tenerli lontani. I due volevano suggellare in quel momento la loro dichiarazione d’amore.
Le labbra si fecero sempre più vicine. I cuori battevano sempre più veloci, ma sempre all’unisono. Ormai la distanza tra loro continuava a ridursi: 20 centimetri, 15 centimetri, 10 centimetri, 5 centimetri...
 
WOOOOOOOOOOSH!
 
Un forte vento invase la caverna. Kairi si aggrappò a Sora e, quando riaprì gli occhi, notò che il ragazzo aveva uno sguardo serio, rivolto verso l’entrata della caverna.
- Presto, usciamo, sento che c’è dell’oscurità in giro! - disse.
Kairi annuì e lo seguì correndo fuori dalla caverna.
Appena arrivarono fuori i ragazzi notarono che degli Heartless erano sull’isola: molti Shadow e alcuni Soldati.
- Saranno circa venti, massimo trenta. Kairi, rimani qui. - disse Sora.
- No, non voglio, voglio anche io dare una mano. - disse Kairi, che ora come ora non voleva dividersi da Sora.
- Kairi, me la posso sbrigare benissimo da solo, ora non preoccuparti e rimani qui. - disse Sora, cercando di calmare la ragazza.
Nello stesso momento però gli Heartless aveva iniziato a muoversi: degli Shadow si erano trasformati in macchie d’ombra per avvicinarsi velocemente e di soppiatto, e i Soldati avevano iniziato a correre verso di loro; uno di questi saltò a lato di Sora, per cercare di colpirlo da un punto cieco.
- Attento! - urlò Kairi all’amico, per cercare di avvertirlo dell’imminente attacco.
Ma Sora si era mosso velocemente e con qualche attimo d’anticipo, e il Soldato che un secondo prima era in aria, ora era scomparso, e al suo posto comparve un cuore trasparente che volava verso il cielo: era stato distrutto.
Kairi guardò Sora. In mano teneva un Keyblade, simile al Keyblade che gli aveva visto in mano le altre volte. Si ricordò che Sora lo chiamava Catena Regale, ma le sembrava diverso.
Il Keyblade che teneva in mano era lungo circa un metro e mezzo; la guardia del Keyblade era d’orata, ma di un’oro opaco, non scintillante come era prima; l’elsa era di colore verde, la lama e i denti di un color argento; i denti avevano la forma della corona di Sora, così come nel primo Keyblade. Ma la cosa diversa era il Keyholder, attaccato al Keyblade tramite una catena; il Keyholder aveva la forma del simbolo di Topolino, però metà argentato e metà oro.
- Shin** Catena Regale... - disse Sora. - Questo è il nome del mio Keyblade in questa forma. -
Detto ciò partì all’attacco, e inziò a eliminare velocemente ogni Heartless; era molto veloce, e cambiava direzione in un attimo, trovandosi faccia a faccia sempre con un Heartless diverso e distruggendolo in un solo colpo. Sembrava li avesse uccisi tutti e tornò da Kairi, ma in quel momento un Soldato saltò verso di lui per attaccarlo.
Sora non fece in tempo a muovere il Keyblade, perché l’Heartless scomparve a mezz’aria: Riku era corso in suo soccorso, e lo aveva ucciso. Kairi non lo sentì arrivare, e non vide neppure con che cosa lo aveva colpito.
- Grazie Riku, ma ce l’avrei fatta benissimo da solo. - disse Sora, agitando leggermente la mano e facendo scomparire il Keyblade.
- Volevi tenerti il divertimento tutto per te? Ho sentito l’oscurità e sono corso qui. Direi che non abbiamo tempo da perdere. - disse Riku serio.
- Hai perfettamente ragione, solo che mi dispiace... - disse Sora, con voce triste.
Kairi non capiva di cosa i due stessero parlando.
- Che cosa dite ragazzi? - domandò.
- Dobbiamo partire Kairi. - disse Sora, provocando un sussulto nella ragazza. - L’oscurità ha raggiunto le Destiny Islands, e non possiamo rimanere qui con le mani in mano. -
Kairi voleva provare a ribattere, ma capì che era inutile.
- Ok... - disse, un po’ triste.
- Sora, corriamo a casa, cambiamoci e ritroviamoci qui tra massimo 10 minuti. Kairi, tu aspettaci qui. - disse Riku. Sora annuì e i due corsero verso le imbarcazioni.
 
 
 
Intanto, dall’altra parte dell’isola, 3 ragazzi da noi conosciuti, erano sbarcati...
 
 
 
Kairi rimase ad aspettare come le avevano detto i due amici. Si sedette e iniziò a ripensare agli ultimi fatti accaduti.
*Mancava pochissimo e ci saremmo baciati!!! Il cuore mi batteva a mille, e credo che il colore della mia faccia fosse più rosso di quello dei miei capelli!!! Sarà stato spinto dall’euforia del momento, visto che sarebbe dovuto ripartire? Eppure ha detto che il disegno lo ha fatto anni fa, quindi probabilmente provava qualcosa fin da allora!! Cavolo, vorrei tanto parlargli, ma ora dovrà ripartire insieme a Riku. Come vorrei andare con loro...* pensò Kairi, dapprima agitata, poi calmandosi.
Passati alcuni minuti i due ragazzi tornarono di corsa dove avevano lasciato l’amica.
I due ragazzi arrivarono davanti all’amica, ma avevano dei vestiti diversi.
Riku indossava dei jeans grigi azzurri stretti con una cintura nera, delle scarpe grigie con lacci neri e una striscia gialla sopra la suola nera, una giacca senza maniche con la cerniera, bianca davanti, gialla dietro e con i contorni neri, con un colletto alto di color nero, e con indosso di nuovo i polsini neri.
Sora invece indossava dei pantaloni lunghi fino alle ginocchia rossi larghi con il finale nero, con delle tasche dai contorni bianchi, e una linea verticale bianca al lato del pantalone, le scarpe gialle e nere, come quelle che indossava quando era più giovane; sopra aveva una maglietta senza maniche nera, con due linee bianche spesse a forma di X sul petto, e sopra questa indossava una giacca a maniche corte nera e grigia, con il finale delle maniche e il cappuccio rossi; oltretutto aveva gli immancabili guanti e la collana con la corona.
Entrambi però sulla spalla destra portavano un pezzo di armatura: Riku lo aveva nero con il cerchio centrale bianco, mentre Sora verde con il cerchio centrale rosso.
- I vostri abiti sono diversi! - disse Kairi. - E quelle cose che avete sulle spalle? A cosa servono? -
- Questi sono gli abiti che ci hanno dato per il nostro esame di maestri. - disse Riku. - E questi sono pezzi di armatura. Ci servono per viaggiare tra i mondi, o per difenderci in caso di battaglie davvero difficili. -
- Capisco... -disse Kairi, che pensò che quindi forse avrebbero dovuto affrontare battaglie pericolose. Non voleva, ma non poteva opporsi ai due amici.
 
 
 
Tidus, Wakka e Selphie stavano girovagando per l’isola, lamentandosi che il loro piano era fallito e litigando per attribuire a uno dei tre la colpa del fallimento. Mentre litigavano però videro in lontananza Sora, Riku e Kairi che parlavano, e si nascosero dietro un cespuglio per ascoltare meglio.
 
 
 
- Ora dobbiamo andare, è stato bello rivederti Kairi. - disse Riku.
- Già... ehm... grazie di tutto allora... - disse Sora visibilmente imbarazzato. Oltretutto, mentre tornava in barca con Riku, gli aveva raccontato tutto ciò che era successo, e l’amico lo aveva preso in giro per bene. L’argenteo ragazzo però si avvicinò a Sora e gli diede un colpo nella schiena, come per fargli uscire di bocca le parole.
- Torneremo presto, aspettaci! - urlò Sora, guardando la ragazza, che arrossì timidamente; stessa cosa fece il ragazzo, mentre Riku sorrideva.
- Sora, allora ti saluto. Ci vediamo in qualche mondo! - disse Riku, mentre si spostava, come per allontanarsi dai due.
- Lo saluti? - chiese Kairi un po’ stranita. - Non partite insieme? -
- No, io userò un varco oscuro. - disse, e ne evocò uno davanti a lui. - Mentre lui viaggerà con l’armatura. -
Kairi si girò verso Sora, che con il braccio sinistro colpì il cerchio al centro del pezzo di armatura, e se ne fece comparire una addosso. Era di color verde, non troppo acceso, mentre i gambali, le spalline, i bracciali e l’elmo erano rosso fuoco. L’elmo era piccolo, e aveva due punte, quella destra in diagonale verso l’alto, mentre quella sinistra verso il dietro dell’elmo. Lanciò il Keyblade, che si trasformò in un airboard, protetto ai lati.
Sora ci saltò su, e aprì l’elmo per salutare la ragazza.
- Kairi, grazie per oggi, ti prometto che tornerò presto, te lo giuro. - disse, probabilmente dopo aver raccolto molto coraggio.
La ragazza gli sorrise.
- Ti aspetterò, e ti penserò ogni giorno. - disse Kairi.
I due poi si accorsero che Riku li stava ascoltando, e finirono con l’imbarazzarsi tantissimo.
Sora salutò Riku, chiuse l’elmo e partì verso il mare, dove scomparve in un varco.
Riku salutò Kairi e camminò dentro il varco oscuro, che si richiuse alle sue spalle.
 
 
 
I 3 spioni erano rimasti di sasso. Non credevano ai loro occhi.
- Sono scomparsi nel nulla! - disse Wakka, sconvolto.
- Esistono altri mondi! - disse Tidus, ancor più sconvolto dell’amico dalla cresta arancione
- Mi piacerebbe davvero visitarne uno... - disse Selphie.
Come se qualcuno volesse accontentare la ragazza, dietro di loro si aprì un varco oscuro. I tre lo notarono, e non sapevano che fare. Poi Selphie corse verso lo stesso, con risolutezza, buttandocisi dentro. La stessa cosa fecero Tidus e Wakka.
 
 
 
Kairi stava ancora guardando l’orizzonte, dove Sora, pochi istanti prima era scomparso. Le scese qualche lacrime, che però si asciugò subito, perché sapeva che doveva essere forte.
Una figura misteriosa comparve dietro di lei.
- Ora che se ne sono andati, è giunta la tua ora, Kairi! -
 
 
 
Chi sarà mai la figura misteriosa che compare dietro a Kairi? Vorrà farle del male? E i tre spioni dove finiranno con il varco? L’unica cosa certa è che i due maestri sono partiti!
 
 
Note:
* Ho deciso che da ora in poi Topolino verrà chiamato King Mickey. In primis, suona molto più figo, oltretutto il nome originale secondo me è più azzeccato.
** Shin Catena Regale = Vera Catena Regale (shin=vera, è giapponese)
 
 
Un bel capitolo, che mi ha dato davvero molto da fare. Vengono rivelati i nuovi vestiti di Sora e Riku, che sono quelli usciti nelle immagini di KH: 3D, Dream Drop Distance. Viene anche rivelato il Keyblade di Sora.
Oltretutto il rapporto tra Sora e Kairi viene sviluppato molto, e anche la situazione di Riku. Chissà cosa succederà.
 
Intendo ringraziare in primis coloro che hanno letto i precedenti capitoli lasciando una recensione:
-  IxIoN96: spero che questo capitolo ti piaccia, e grazie per aver recensito entrambi i capitoli.
-  JhonSavor : ti ho risposto alla recensione al telefono, e spero che questo capitolo ti piaccia. Grazie anche per gli ottimi consigli, uniti alle tue solite battutine XD
- Kairi 24:finalmente ho postato, e so che il capitolo ti piacerà, ne sono certo XD
 
Ringrazio anche chi la ha messe tra le preferite:
- Kairi 24
 
E chi tra le seguite:
- JhonSavor
- Kh fan
 
Al prossimo capitolo. Recensite in molti!

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Capitolo 4
*** Time To Train ***


Cap.4 “Time to Train”
 
Chiedo immensamente perdono per il grandissimo ritardo, ma tra computer in riparazione 2 settimane, Lucca Comics, mio padre ricoverato con zii che vengono a trovarmi e non lasciano tempo per il pc, non riuscivo a trovare un attimo per mettermi a scrivere. Però ho avuto tempo per riflettere e pensare ai prossimi capitoli, quindi ora devo solo scriverli.
 
Ecco a voi il quarto capitolo. Ci eravamo lasciati con una misteriosa figura che, alle spalle di Kairi, le aveva detto che era “giunta la sua ora”. Sarà un nemico che vuole ucciderla? Oppure altro? Vediamo di chi si tratta.
 
 
 
Kairi rimase impietrita sentendo quelle parole. Proprio ora che Sora e Riku erano partiti doveva comparire qualcuno a minacciarla? Magari era rimasto nascosto apposta, aspettando che i due partissero. Ma a Kairi però quella voce sembrava familiare. E oltretutto, pensandoci meglio, non le sembrava che il tono di voce usato fosse intimidatorio. Decise di farsi coraggio e girarsi.
 
Davanti a lei c’era King Mickey.
 
- Mickey! Cosa ci fai qui! Sora e Riku sono appena partiti, sei arrivato tardi... - disse Kairi, ma venne prontamente interrotta dal Re.
- So benissimo che sono partiti poco fa, ero nascosto. Loro non dovevano vedermi. - disse King Mickey, che si tolse il cappuccio del mantello che portava.
- In che senso? - disse Kairi, confusa.
- Non sono venuto qui per loro, mia cara..... ma per te! - disse King Mickey, serio e indicando la ragazza con un dito.
- Non capisco, cosa vorresti da me Mickey? - disse Kairi, ancora più confusa dopo aver sentito le parole pronunciate dal Re.
- Kairi, ti devo portare da una persona, per questo sono qui. - disse Mickey.
Kairi ancora non capiva.
- Chi vuole vedermi? E perché? - La ragazza tempestava di domande il povero Mickey, che però non sembrava infastidito da questo.
- Kairi cara, capisco la tua voglia di sapere, ma saprai tutto a tempo debito. - disse Mickey, sorridendo. - Fidati di me, ok? -
Kairi apparve titubante, ma decise di fidarsi del Re.
- Ok Mickey, dove dobbiamo andare? E come ci andremo? - disse Kairi.
- Oh, useremo questo! - disse Mickey, estraendo il Frammento di Stella. - Ci permetterà di andare nel mondo in cui dobbiamo recarci. Ora prendi la mia mano. -
- In che mondo dobbiamo andare? - disse Kairi, eccitata all’idea, mentre prendeva per mano King Mickey.
- Andiamo alla Torre Misteriosa. - disse King Mickey. - La dimora del mio Maestro, Yen Sid! -
 
 
 
I due scomparvero e iniziarono a viaggiare a zig zag nelle vie tra i mondi, fino a giungere nel prato antistante la torre.
- Sarai un po’ scombussolata dal viaggio, ma non abbiamo tempo di fermarci. Seguimi. - disse Mickey, conducendo la ragazza all’interno della torre.
I due iniziarono a salire le scale, fino a giungere di fronte a una porta, che il Re aprì. I due si trovarono in una stanza circolare, priva di decorazioni, con al centro una scrivania con un enorme sedia, alle cui spalle vi erano 4 finestre, 3 con forma di stelle, 1 con la forma di un quarto di luna.
In piedi, davanti alla finestra a forma di luna, di spalle, vi era un uomo molto alto, vestito di una tunica blu che gli arrivava fino al pavimento, dai capelli grigi e con in testa un cappello blu a punta, decorato di simboli del cielo quali stelle e luna. L’uomo si girò, mostrando un viso molto serio, e una lunga barba.
- Grazie per aver condotto la ragazza qui, Mickey. - disse l’uomo, mentre Mickey portava Kairi di fronte alla scrivania.
- Dovere, Maestro. - rispose Mickey, facendo un mezzo inchino.
L’uomo si avvicinò alla scrivania e si sedette alla sedia. Poi guardò Kairi, che sembrava visibilmente a disagio.
* Perché King Mickey mi ha portato qui? Cosa deve dirmi il maestro Yen Sid? Spero che non debba darmi brutte notizie, anche se Sora e Riku sono appena partiti, non credo possa averne dopo così poco tempo! Forse ho fatto qualcosa e lui vuole punirmi! Forse è per ciò che mi hanno raccontato! Forse lo ha già scoperto! * pensò Kairi, andando pian piano sempre di più nel panico, cercando però di non far notare nulla al maestro.
- Kairi, noto che hai un po’ di agitazione, ma ti chiedo di non preoccuparti e di sederti. - Detto ciò, Yen Sid schioccò le dita e una poltrona comparve dietro alla ragazza, che così potè sedersi e mettersi a suo agio. - Ce ne è una anche per te, mio caro Mickey. - E ne fece comparire un’altra.
- Non avrebbe dovuto disturbarsi, Maestro. - disse il Re, che comunque si sedette.
- Kairi, come ben saprai, io sono Yen Sid, e sono un Maestro del Keyblade. Sono io che ho chiamato 6 mesi fa i tuoi due amici, Sora e Riku, per fare in modo che diventassero Maestri del Keyblade, e loro stessi ti hanno raccontato il motivo, da quanto so... - disse Yen Sid.
Kairi si sentì un po’ a disagio.
- È colpa mia se me l’hanno rivelato! Sono stata io ad insistere! Loro non c’entrano! - disse Kairi, frettolosamente, per fare in modo che loro non venissero puniti.
- Non preoccuparti Kairi. - disse Mickey. - Sapevamo che te l’avrebbero detto. -
Kairi non capì.
- Sai, era nei nostri piani che i due ti parlassero. Sapevamo che non avrebbero potuto tenerti all’oscuro. Ci tengono molto a te. - disse l’anziano maestro.
- So che Sora e Riku tengono a me! Ma perché dite che tutto era nei vostri piani? Se volevate che me lo dicessero perché invece gli avete detto di non dirmelo? Sapevate che non vi avrebbero ascoltato, tanto valeva dirgli di dirmelo! - disse Kairi.
- Kairi, non capisci! - disse King Mickey, che si intromise nella conversazione. - Riku avrebbe sospettato se avessimo fatto come hai appena detto tu! È un ragazzo sveglio, e avrebbe sospettato qualcosa. Invece così non corriamo nessun rischio! -
- Ma di cosa avrebbero potuto sospettare! Non capisco più nulla! - disse la ragazza, mettendosi le mani tra i capelli.
- Ora calmati. Ti spiegherò tutto. - disse Yen Sid, molto calmo, e facendo capire alla ragazza che di lì a poco i suoi dubbi sarebbero stati sciolti.
Mickey sorrise. Sapeva cosa il suo maestro avrebbe detto, e si sedette di nuovo sulla sua poltrona, con le mani sui braccioli.
- Kairi. - disse Yen Sid. - Ora, come i tuoi amici ti hanno spiegato, due vecchi nemici sono ritornati ancora per cercare di far sprofondare tutti i mondi nella più completa oscurità. I tuoi amici sono partiti per fermarli, e il loro allenamento per diventare maestri era atto a migliorarli per permettergli di affrontare questa minaccia. Ma io e Mickey, nei sei mesi in cui loro due erano nel viaggio d’allenamento, abbiamo scoperto un’altra minaccia, forse ancora più grave. -
Kairi in quel momento era più attenta che mai alle parole del maestro.
- Nei vari mondi si stanno aprendo dei varchi oscuri, senza sapere chi sia il responsabile di questo fatto. Per ora non avevano fatto danni, ma come volevasi dimostrare non abbiamo dovuto aspettare molto per vedere le prime vittime. Credo che vedendo questo video anche tu capirai la gravità della situazione. - detto ciò, con un gesto Yen Sid fece aprire una fessura nel soffitto da cui scese uno schermo, che, appena arrivò all’altezza della testa di Yen Sid, si fermò e si accese.
Le immagini mostravano scene di alcuni mondi, tra i quali si notarono Radiant Garden, Twilight Town, l’Olimpo, in cui comparivano dei varchi, senza però fare danni, né essere notati dalla gente. Poi però Kairi vide una scena svoltasi nelle Destiny Islands: l’entrata nel varco da parte di Tidus, Wakka e Selphie. In quel momento saltò in piedi dalla poltrona.
- Io quei 3 ragazzi li conosco, vengono a scuola con me! Sono miei amici! - disse la ragazza, sconvolta alla visione di quelle immagini.
- Lo sappiamo, e devo dirti che secondo noi non saranno l’unico caso. È probabile che altri verranno presi e trasportati in mondi diversi. - disse Yen Sid, mentre con la mano destra si accarezzava la barba.
- Dobbiamo fare qualcosa! I miei amici sono in pericolo! - disse Kairi, presa dal panico, e iniziando ad alzare la voce.
- Kairi calmati! - disse King Mickey, seriamente e senza alzarsi dalla sedia. - Sappiamo già cosa fare! -
Kairi non capì perché King Mickey fosse così calmo.
- Ma se Sora e Riku non ne sono a conoscenza, chi andrà a salvarli?! Tu devi essere pronto all’azione in ogni momento, per questo avete reso Sora e Riku Maestri, per avere due persone in giro tra i mondi in grado di fronteggiare i pericoli! E ora nessuno può andare in aiuto di queste persone che vengono risucchiate dai varchi oscuri! - disse Kairi.
- Calma! - urlò Yen Sid. In quel momento Kairi si irrigidì completamente dalla paura causatagli dall’urlo dell’anziano maestro. Dopo ciò, il maestro ricominciò a parlare come se niente fosse.
- La situazione è come l’hai vista. Come hai detto tu, Sora e Riku hanno le loro missioni, e Mickey è l’unico Maestro disponibile. Parlando con lui, però, ci siamo resi conto che c’è una soluzione plausibile che non intaccherebbe la missione del mio giovane allievo. Era molto contento di accettare questo compromesso. -
- Cosa intende dire? - disse Kairi, guardando dapprima l’anziano maestro, e poi Mickey, che sorrideva.
- Per questa missione abbiamo bisogno di un maestro... - disse Yen Sid.
- Che non sia Mickey, questo lo so. Ma allora chi? - disse Kairi.
- Non hai nessuno in mente? - domandò Yen Sid. - Dovrebbe poter utilizzare il Keyblade, essere una persona coraggiosa e vogliosa di aiutare Sora e Riku. -
- Ma chi sa usare il Keyblade a questo mondo oltre a loro due?? Io non ho incontrato molta gente, a parte Mickey... - detto ciò Kairi abbassò la testa e guardò Mickey, che la guardava sorridendo. Poi il Re fece un cenno col capo alla ragazza, nella direzione in cui si trovava Yen Sid. Kairi girò la sua testa verso l’anziano maestro.
Yen Sid la stava osservando. Kairi poi con la coda dell’occhio guardò di nuovo Mickey, che ora osservava di nuovo lei. La ragazza ripensò alle parole di Yen Sid a testa bassa. Poi ebbe un sussulto, guardando in direzione del maestro, incredula.
 
 
 
- Kairi, insieme a Mickey abbiamo deciso che tu sarai la prossima Maestra del Keyblade! -
 
 
 
Kairi cadde sulla poltrona posta dietro di lei. Non credeva a quello che gli aveva appena detto l’anziano maestro. Guardò in direzione di Mickey per avere una conferma che fosse tutto uno scherzo, che fosse tutto falso. Ma il Re la guardava sorridente.
- È tutto vero? - disse la ragazza, disperata.
King Mickey annuì, con il suo solito sorriso.
Kairi sprofondò ancora di più nella poltrona.
* Io? Una Maestra del Keyblade? È impossibile! Come posso io fare qualcosa? * pensò la ragazza.
- So che è la notizia ti ha sconvolto, cara Kairi, ma devi crederci. Tu diventerai una Maestra del Keyblade, proprio come Sora, Riku e Mickey, e potrai dare loro una mano. - disse Yen Sid.
La ragazza non sapeva cosa dire. Da una parte era felicissima di aver sentito che sarebbe stata d’aiuto ai suoi amici, ma da un’altra era incredula, ed era piena di dubbi: avrebbe dovuto combattere, viaggiare tra i mondi, avrebbe rischiato la vita. Cercava in ogni modo un appiglio per sfatare la teoria per cui lei potesse diventare una Maestra, ma non trovava niente da dire. Poi, però le venne in mente una cosa molto importante, e non sapeva perchè non ci avesse pensato prima.
- Aspettate un secondo! Dovrei poter evocare il Keyblade, ma io non lo so fare! Quello che ho usato quando Riku mi è venuto in aiuto mi è stato dato da lui, non l’ho evocato io! - disse la ragazza, alzandosi dalla sedia, e guardando prima l’anziano maestro, poi Mickey, e ripetendo questo movimento della testa in cerca di risposte che confermassero quello che aveva appena detto.
Ma Mickey abbassò la testa, e fece un cenno di disappunto col capo.
- Kairi, ti sbagli. - disse, per poi alzare la testa. - Solo i Prescelti del Keyblade possono adoperarne uno! Coloro che non lo sono, appena lo agitano lo vedono scomparire dalla loro mano. Mentre tu lo hai utilizzato, quindi devi solo imparare ad evocarlo. -
Kairi si sedette di nuovo sulla sedia. Abbassò la testa, senza mostrare il proprio volto ai due.
- Kairi, posso capire che tu sia un po’ scombussolata in questo momento, ma dovresti essere felice! Potrai aiutarci, viaggiare tra mondi bellissimi, conoscere nuove persone. Certo, ci sono anche risvolti negativi, ma... - disse Mickey, che però venne interrotto da un singhiozzo della ragazza.
- Cos’hai Kairi? - chiese Yen Sid. - Hai sempre voluto aiutare i tuoi amici, e ora che ne hai l’occasione non vuoi farlo? Forse le tue erano solo parole, perché sapevi che non sarebbe mai stato possibile, ma ora che puoi dimostrare il tutto con i fatti, ti tiri indietro; hai forse paura? Non credi che anche loro la prima volta avessero paura? Ma loro hanno un obiettivo, vanno avanti perché sanno che devono farlo per proteggere i mondi e le persone a loro care, i loro amici. La scelta, ora, deve essere tua. Se deciderai di non volerlo fare, fai pure. Ricorda però che sia io che Mickey, e credo anche i tuoi amici, vorremmo che tu decida ciò che credi meglio per te. -
Mickey non intervenne durante il discorso di Yen Sid, perché sapeva che l’anziano Maestro stava dicendo quelle cose per il bene di Kairi.
La ragazza continuava a guardare verso il basso. Passarono molti secondi, che per Mickey e Yen Sid potevano sembrare pochi, ma per Kairi probabilmente erano un’eternità; la ragazza poi avvicinò il braccio destro al viso, e lo mosse davanti ad esso come se si stesse asciugando delle lacrime.
Poi alzò il volto.
Mickey rimase stupito, mentre Yen Sid sorrise, compiaciuto.
Gli occhi della ragazza ardevano di passione, e mostravano la sua convinzione.
- Accetto di diventare Maestra del Keyblade! - disse Kairi. - Ma prima devo fare una cosa! -
 
 
 
- Kairi, ricordati che dobbiamo allenarci. Quindi cerca di non metterci troppo. - disse Mickey.
- Lo so, cercherò di essere la più veloce possibile. Voglio solo avvisarli... - disse la ragazza, voltandosi e incamminandosi verso la porta di casa sua.
 
 
 
Kairi entrò in casa. Il sindaco era come al solito seduto al tavolo con il giornale in mano, mentre la moglie stava pulendo i piatti. Kairi era sulla porta della cucina, guardando in basso; la moglie del Sindaco le venne incontro, abbracciandola, ed era contenta di vederla tutta intera.
- Cara, ma cosa ti è successo? Meno male che sembri stare bene... - disse la signora, che era stata preoccupata tutta la sera.
- Però vorrei sapere dove sei stata tutto il pomeriggio. - disse il Sindaco, abbassando il suo giornale. - Meno male che questa sparizione è stata breve, oppure devi dirci qualcosa? -
Kairi sapeva che il Sindaco capiva le cose in fretta, era una sua dote particolare. Come avrebbe potuto dirgli tutte quelle cose, senza però rilevare particolari, come aveva chiesto Yen Sid?
- In effetti, devo dirvi qualcosa. - disse Kairi. - Devo andare via per un po’ di tempo, non so quanto, ma è una cosa importante, e devo partire subito. - Era stata decisa, senza cercare di dare spiegazioni.
- Ma cosa stai dicendo, cara? Perché devi andare? Senza preavviso poi! - disse la signora, visibilmente scossa dalla notizia, e pareva non volerla lasciare andare.
- C’entra per caso con le altre due tue sparizioni? - disse il Sindaco, guardandola negli occhi.
Kairi fece un cenno di assenso con la testa.
- Si, ma... - Kairi però non riuscì a dare spiegazioni, perché la signora le prese un braccio, piangendo e implorandola a restare.
- Vedi, è stata così le due volte che sei scomparsa. Ti vede come una figlia, e non può lasciarti andare senza sapere nulla. - disse il Sindaco, ora spostandosi dal tavolo e avvicinandosi alla ragazza. - Eppure tu non ti degni, dopo 3 anni, di darci spiegazioni. Ti abbiamo accolta in casa, ti abbiamo sfamato, ma ci doni molti dispiaceri. Sia chiaro che senza spiegazioni io non ti farò uscire da questa casa. Non voglio vedere mia moglie soffrire ancora. -
Kairi capì solo in quel momento che la signora tenesse a lei ancor più di quanto lei potesse immaginare. Però il Sindaco ora la ostacolava.
- Io devo andare! Devo farlo per aiutare i miei amici e tantissime altre persone! È una missione pericolosa, ma devo farlo per tutti! Anche per voi due.... Mamma! Papà! - disse Kairi, e dai suoi occhi iniziarono a scendere delle lacrime.
In quel momento la signora lasciò il braccio di Kairi e continuò a piangere, ma ora il suo pianto era diverso, ora scendevano sul suo viso solo lacrime di gioia.
Il Sindaco si avvicinò alla ragazza.
- Puoi andare. Io e tua madre staremo qui ad aspettarti. Voglio solo dirti che dovrai tornare a tutti i costi e raccontarci per filo e per segno ciò che avrai fatto, e anche delle due sparizioni precedenti. - E si girò verso la moglie, facendola alzare.
Kairi fece un inchino per ringraziare il Sindaco e sembrava avviarsi verso l’uscita, quando però si fermò.
- Perché tutto d’un tratto questo cambio d’idea? Credevo volesse fermarmi a tutti i costi. - disse Kairi.
Il Sindaco diede le spalle a Kairi.
- In tanti anni, ci hai sempre chiamato “signore” e “signora”. Sono contento che ora ci reputi una vera famiglia. -
Kairi mise le mani davanti al volto per trattenere le lacrime.
- Grazie mille, non vi deluderò. - disse, correndo fuori dalla casa, e raggiungendo l’orecchiuto amico che l’aveva portata lì.
- Mickey, andiamo subito ad iniziare l’allenamento! - disse, con le lacrime ormai asciugate.
Mickey le prese il polso e attivò il Frammento di Stella, trasformando i due in una scia di luce che si saprò verso il cielo notturno.
 
 
 
Il Sindaco chiuse la tenda dopo aver assistito alla scena.
- La nostra Kairi è cresciuta, vero caro? - disse la moglie.
- Si, davvero. - Dagli occhi del sindaco iniziarono a scendere delle lacrime. - Torna sana e salva, figliola! -
 
 
 
Kairi e Mickey si trovavano in una sala d’allenamento. Mickey aveva preferito far riposare Kairi, così che il giorno dopo potesse essere in forma smagliante per iniziare l’allenamento.
- La prima cosa che dobbiamo fare, e il più velocemente possibile, è evocare l’arma principale di un Keyblade Holder, il Keyblade, appunto! - disse Mickey. - Tu però non l’hai mai fatto, e quindi ti insegnerò le basi. -
- Capito. - disse Kairi. Era conscia del fatto che l’unico Keyblade che lei ha usato le era stato donato da Riku, e che non sapeva nulla di come evocarne uno vero.
- Ora, un Keyblade Holder per evocare un Keyblade la prima volta deve pensare intensamente al motivo per cui vuole evocare il Keyblade e come vorrà utilizzarlo in futuro. Deve essere un pensiero sincero, deciso, e soprattutto importante. - disse Mickey.
Kairi guardò stranita il Re.
- Ehm... potresti spiegarti meglio? - domandò Kairi. - Sinceramente... non ci ho capito un’acca! -
- È una cosa difficile da spiegare a voce. Ti farò una dimostrazione pratica. - disse Mickey.
Detto ciò, mise la mano destra davanti a se e iniziò a inspirare, chiudendo gli occhi.
- In questo momento devi concentrarti al massimo. Poi devi far confluire tutte le forze del corpo nel braccio, evocando il Keyblade! - Detto questo Mickey aprì gli occhi ed evocò il suo Keyblade: la Catena Regale D.
La lama era d’orata, e vicino alla guardia argentea la base era di colore rosso; l’elsa della spada era marrone, mentre il Keyholder era d’orato, con alla fine il simbolo del Re.
- Il tuo Keyblade è molto bello, e immagino molto forte. - disse Kairi.
Mickey lo portò davanti al viso e lo guardò. Poi lo abbassò e disse: - Sto cercando di evolverlo, ma è più difficile del previsto. -
- Evolverlo? Si può evolvere un Keyblade? Mi insegnerai anche questo? - disse Kairi, molto curiosa.
- Meglio iniziare a evocarne uno! Penseremo a questo dopo! - disse Mickey, facendo sparire il Keyblade.
- Hai ragione... - disse Kairi, sentendosi molto imbarazzata.
 
 
 
Kairi iniziò ad allenarsi, ripetendo i movimenti che aveva visto fare dal Re, solo che per quanto ci provasse, non otteneva alcun risultato. Non sentiva alcuna forza fluire in lei, e soprattutto non capiva come concentrarsi. Si lasciò cadere a terra, finendo in una posizione quasi come fosse inginocchiata.
- Mickey, è una cosa impossibile! - disse Kairi.
- Ci stai provando da solo 15 minuti, Kairi! Io ci ho messo una settimana a imparare a evocare il Keyblade a comando! - disse Mickey, sorridendo.
- Così tanto?! Devi aiutarmi! Non capisco come concentrarmi al massimo!
È difficile senza sapere cosa fare! - si lamentò Kairi, ma senza esagerare.
- Devi semplicemente concentrarti! È facile quando hai capito come fare! - le rispose il Re.
- Fammi un esempio! Così capirò meglio e non mi lagnerò più! Io mi sto impegnando perché voglio andare ad aiutare i miei amici! - urlò Kairi.
Il Re sospirò. Poi si avvicinò alla ragazza e la aiutò a rialzarsi.
- Capisco come ti senti, anche io voglio andare al più presto ad aiutare Sora e Riku a salvare i mondi, a proteggere il mio regno, ma non puoi andare allo sbaraglio. - le spiegò Mickey, che poi ritornò dove era prima.
- Per concentrarti al meglio, devi pensare al motivo per cui vuoi evocare il Keyblade. Concentra i tuoi pensieri su quello e cerca di visualizzare il Keyblade nella tua mano, senza pensare alla forma precisa. Devi solo concentrarti su cosa ti sta spingendo a intraprendere questa missione, i veri motivi che ti spingono a combattere. Devi essere decisa, il tuo cuore e la tua mente devono essere vuoti, calmi e concentrati su ciò che davvero tu vuoi. - disse Mickey.
- Grazie mille, Mickey, credo di aver capito! - disse Kairi, con un sorriso sincero stampato sul volto.
La ragazza mise la mano destra protesa davanti a se e chiuse gli occhi, iniziando a concentrarsi.
* Cosa mi spinge a combattere? È ovvio, aiutare i miei amici, Sora e Riku! Ma è davvero solo questo che mi spinge a combattere? Io voglio aiutarli, non voglio essere una palla al piede come le altre volte. Devo farcela, in modo che non si preoccupino per me. * Pensò Kairi. Ma questo sembrava non bastare, non sentiva niente, e il Keyblade non compariva.
Mickey intanto si girò.
- Ce la puoi fare, io mi allontano per un momento. - disse, e poi iniziò a incamminarsi verso le scale, poste di fronte a lui.
* Cos’è che mi ha detto prima? Lui combatte per proteggere il suo regno... probabilmente è solo frenato da me, dovrà passare tempo a osservarmi finchè non avrò evocato il Keyblade, per poi dovermi allenare. Se mi dicesse che la cosa non lo entusiasma, non gli darei torto. Lui vuole proteggere le persone a lui care, e io lo freno. Vorrei farcela in fretta per non essergli di peso... vorrei farcela per aiutarlo a proteggere il suo regno... vorrei aiutare i miei amici a proteggere tutti i mondi... vorrei diventare forte per proteggere io loro... vorrei... vorrei... vorrei farlo anche per i miei genitori adottivi, per le Destiny Islands...* In quel momento Kairi iniziò a sentire fluire dentro di lei una forza sconosciuta...
 
 
 
Mentre Mickey si avvicinava alle scale, vide da esse scendere il Maestro Yen Sid.
- Mickey, come va la tua allieva? - disse il Maestro, con le braccia conserte.
- Bè, gli ho spiegato i fondamentali, ora deve solo impegnarsi per evocare il suo Keyblade.- rispose Mickey.
- E quanto pensi ci vorrà? - chiese il Maestro.
- Bè, voglio essere sincero: secondo me ci vorranno almeno 20 giorni, se non un mese. - disse Mickey, amareggiato. - Gli ho spiegato semplicemente le cose, ma è difficile evocarlo dal nulla... -
- Ne sei davvero certo, Mickey? - disse Yen Sid sorridendo e massaggiandosi la barba con la mano, mentre guardava oltre il piccolo topo.
Mickey ebbe la sensazione di doversi voltare. Si girò di scatto e rimase stupito.
Intorno a Kairi c’era un cerchio di luce, e sembrava che ci fosse un vento sotto i piedi di Kairi, perché i suoi capelli erano mossi verso l’alto. Kairi stava facendo fluire potere dal suo corpo al suolo.
- Kairi! - urlò King Mickey.
La ragazza perse la concentrazione un secondo e ci fu un’esplosione di luce, tanto che King Mickey dovette mettersi una mano davanti agli occhi e girare la testa per non rimanere accecato. Sparita la luce guardò verso il Maestro Yen Sid, che invece pareva non aver risentito della luce, e sorrideva. Mickey allora guardò Kairi.
La ragazza era seduta, ma ora impugnava nella mano destra un Keyblade: esso aveva un manico particolare, la cui parte sinistra sembrava un’onda, mentre la parte destra era una radice che sale sulla lama arancione e rossa, che ricorda il tramonto, fino ad arrivare in cima per formare i denti del Keyblade, con alcuni fiori colorati; il Keyholder ha la forma di un frutto di Paopu, collegato all’impugnatura tramite una corda rossa.
- Ho evocato il Keyblade che mi prestò Riku l’atra volta! - disse Kairi, alzandosi in piedi, piena di felicità, e abbracciando Mickey. - È grazie ai tuoi consigli se ce l’ho fatta così presto! -
- Quel Keyblade si chiama Fatalità. - disse Yen Sid, avvicinandosi alla ragazza. - E credo sia adatto a una portatrice dell’elemento Luce. -
- Fatalità.... Elemento Luce hai detto? I portatori del Keyblade hanno degli elementi? E questo è il mio? - disse la ragazza, stupita, lasciando il Re e alzandosi in piedi, sempre impugnando la sua arma.
- Si, ma non ti dirò gli elementi degli altri, li scoprirai da sola... o te li dirà Mickey. - disse Yen Sid a Kairi. Poi guardò Mickey. - Ora puoi iniziare ad allenare la tua allieva. - E detto ciò si girò e tornò su per le scale.
- Kairi, ora inizieremo il nostro allenamento. - disse Mickey, seriamente.
- Prima posso farti una domanda? - disse la ragazza.
- Dipende. Non ti dirò gli elementi dei tuoi amici. - disse Mickey.
- Non è quello. Sora e Riku hanno iniziato due viaggi diversi. Come mai? Qual è la loro missione? - chiese la ragazza.
- Ora non posso risponderti. Però ti prometto che ti risponderò alla fine del nostro allenamento. - disse Mickey. - E ora preparati! - E detto questo evocò il suo Keyblade.
- Ok, Maestro! - disse Kairi.
 
 
- Il vestito sarà Blu! -
- Assolutamente no, sarà Verde! -
- Ho detto Rosso! -
- Decidetevi! - disse la voce del Re.
- Ha ragione! Ora facciamo il miglior vestito di sempre! - dissero le tre fate.
I due uscirono dalla stanza guardaroba di Yen Sid per presentarsi nello studio del Maestro.
Kairi aveva un nuovo vestito, sulla base di quello che indossava prima. Il colore era passato da rosa a rosso; indossava però dei copri gomiti abbastanza lunghi blu, e aveva due nuovi bracciali ai polsi, uno bianco al polso destro, e uno giallo a quello sinistro. Il cappuccio era però viola esternamente e rosa internamente. Vicino alla spalla destra aveva un pezzo rotondo di armatura.
Mickey poi passò a Kairi un mantello, e ne aveva uno anche per se.
Il modello era come quello dell’organizzazione, solo che il colore era diverso: era di un color grigio, né troppo chiaro né troppo scuro, che non risaltasse molto, con le cerniere nere.
- Ha alcuni poteri dei vecchi mantelli dell’organizzazione. - disse Mickey. - I cappucci, se indossati, ci permettono di nascondere il nostro volto cosicché gli altri non ci scoprano. Oltretutto, ci permetteranno di muoverci tra i mondi senza Gummyship, questo perchè ho fatto mettere nella stoffa un po’ di polvere procurata dal frammento di stella. -
- Bene. - disse Kairi.
Yen Sid poi si avvicinò ai due, che si erano messi i mantelli addosso e li stavano allacciando.
- Kairi, Mickey, non ho molto da dirvi. In queste due settimane di allenamento intenso avete capito quale sarà la vostra missione, che non è da meno delle missioni degli altri due maestri. Ricordatevi che loro non devono sapere che voi siete in viaggio, per questo avete i mantelli. Cercate di limitare al massimo i vostri contatti nei mondi che visiteranno anche loro. - disse Yen Sid, per poi guardare il suo ex-allievo. - Prima di andarvene però, devo dire a Mickey di procedere con l’investitura. -
Mickey fece un sobbalzo, e così anche Kairi.
- L’investitura? Io? - disse Mickey. - Perché io? Non ne sono degno... -
- Mickey, smettila. Tu sei un Maestro e puoi investire altri possessori del Keyblade del titolo di Maestro. Hai allenato tu questa ragazza, e proprio tu mi hai detto che ha fatto enormi miglioramenti in pochissimo tempo, quindi è giusto che sia tu a farlo. -
Mickey annuì e si girò verso Kairi, che era ancora sorpresa dalla notizia appena appresa dal Maestro Yen Sid.
- Mickey.... ma io... - Kairi tentò di dire qualcosa ma Mickey la interruppe.
- Inginocchiati e evoca il tuo Keyblade. - disse. E detto ciò evocò il Keyblade e lo alzò verso l’alto. Kairi obbedì e abbassò lo sguardo.
- Con l’autorità conferitami, nominò te, Kairi, Maestra del Keyblade - detto ciò toccò il Keyblade della ragazza col suo. - di elemento Luce. -
Kairi si alzò e ringraziò Mickey e il Maestro Yen Sid. Poi lei e il Re salutarono l’anziano maestro e uscirono dalla porta dello studio del Maestro, avviandosi giù per le scale.
 
 
- Mickey, ora posso sapere le missioni di Sora e Riku come ti avevo chiesto prima che iniziassimo gli allenamenti? - chiese Kairi, mentre scendevano la scalinata.
- Te lo avevo promesso, quindi te lo dirò. Ti sei allenata bene e seriamente, meriti di saperlo. - disse Mickey.
- Grazie... - disse Kairi, che rimase un attimo imbarazzata per i complimenti fatti dal Re.
- Sora deve cercare di fermare Xemnas e nel contempo girare tra i mondi per avvertire i suoi amici del nuovo pericolo. Prima di questo, però, credo passerà a salutare un paio di amici speciali.... - disse il Re, sorridendo nel finale.
- E Riku invece? Mi è parso strano... - disse Kairi, un po’ preoccupata per l’amico.
Mickey abbassò la testa.
- Riku ha una missione molto difficile, perché deve controllare dei mondi particolari... - disse il Re.
- In che senso particolari? Sono pericolosi? - la ragazza divenne ancora più preoccupata.
- Sono particolari perché... Riku è andato nel Regno dell’Oscurità. -
 
 
 
Una scoperta che fa rabbrividire. Cosa sarà andato a fare Riku nel Regno dell’Oscurità? E Sora dove sarà andato? E dove andranno Kairi e il Re?
 
 
 
Un capitolo che ho stravolto un paio di volte prima di finirlo così. Kairi diventa Maestra, ma non si sa che allenamento abbia fatto con Mickey. Ho poi voluto insinuarvi il dubbio: quale dei tre personaggi verrà preso in considerazione nel prossimo capitolo? Scrivete nelle recensioni chi credete comparirà, e anche come vi è sembrato questo capitolo!
 
Voglio ringraziare chi ha recensito questo capitolo:
-  IxIoN96: ci ho messo un po’ per alcuni problemi, ma alla fine il capitolo è arrivato. Spero ti piaccia, e cercherò di non metterci molto per il prossimo, che inizierò a scrivere già da oggi.
-  JhonSavor : ti ho tenuto sulle spine senza rivelarti nulla al telefono, e spero ti piacerà. Non c’è molta azione, ma perché è un cap di passaggio, vech! E comunque continuo a non far vedere patata a Riku, come piace a te XD
- Kairi 24:finalmente ho postato, e il prossimo spero di non metterci troppo dato che è già tutto nella mia mente. Spero ti sia piaciuto anche questo!
 
 
Ringrazio anche chi la ha messe tra le preferite:
- Kairi 24
 
E chi tra le seguite:
- JhonSavor
- Kh fan
 
Al prossimo capitolo, “stay tuned” e...Recensite!!!!

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