We All Danced In Fire

di Terry17
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1: Eden ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2: Favori ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3: Sorpresa ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4: Il Lungo Addio ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5: Bianco e Nero ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6: Passato Presente ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7: Eco ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8: C'è un'alternativa? ***
Capitolo 10: *** Capitolo 9: Linea di Confine ***
Capitolo 11: *** Capitolo 10: L'ultimo Chaos Emerald ***
Capitolo 12: *** Capitolo 11: Fra egoismo e altruismo ***
Capitolo 13: *** Capitolo 12: Qualcosa di buono ***
Capitolo 14: *** Capitolo 13: Lost ***
Capitolo 15: *** Capitolo 14: L'inizio della fine ***
Capitolo 16: *** Capitolo 15: Qualunque cosa accada ***
Capitolo 17: *** Epilogo: Tutto è di nuovo normale. Allora perché sembra che sia cambiato tutto? ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Salve. Non so chi siate o cosa stiate facendo in questo momento, ma so che in realtà non siete realmente interessati a me. State cercando una storia su un certo riccio blu conosciuto con il nome di Sonic, non è vero? Tranquilli, c’è anche lui, con tutta la sua brigata; e c’è anche quel rompiscatole patentato del dottor Eggman e i suoi assistenti, quelli non mancano mai. E poi ci sono io. Se vi state chiedendo chi sono, sappiate che lo scoprirete presto, e che molto probabilmente vi pentirete di averlo fatto. Le persone che hanno avuto a che fare con me non hanno mai fatto una bella fine.
Se ve lo state chiedendo no, non sono un’amica del riccio blu, né tanto meno una conoscente. Io sono il nemico, e presto imparerete ad odiarmi. Non fate quella faccia, andiamo... Lo so, sono una ragazza e dal mio modo di pormi sembro essere tutto fuorché la stronza che mi sono dimostrata finora, ma lo sto facendo solo perché voglio essere gentile con voi. Non potevo dire subito “salve, prima di arrivare qui ho ucciso e ferito gravemente tante persone innocenti!”, non sarebbe stato molto carino. Anche se, devo ammetterlo, la tentazione di dirlo è stata fortissima. Odio mentire, anche se da quando questa storia è iniziata non ho fatto altro. Cercate di capirmi per quel che potrete fare: se voi stessi e i vostri cari fossero stati in grave pericolo cosa avreste fatto al mio posto? Sicuramente qualcosa di molto più intelligente, ma per me questa è un’occasione irripetibile. Non vi dirò cosa sto facendo né qual è il mio obiettivo finale, ma una cosa posso anticiparvela: sto per morire. Sto guardando la morte negli occhi proprio in questo momento e sto davvero morendo di paura. E quando arriverete a quel punto, se volete proprio sapere come sono andate le cose, probabilmente state mentalmente incitando il mio carnefice a sferrare il colpo finale. Raramente l’antagonista, soprattutto gli antagonisti come me sono ben voluti. In fondo si può dire che me la sono cercata.
Credete nel Karma? Io no, ma il mio maestro ci credeva. Diceva sempre che ogni volta che la vita sembra che si stia accanendo contro di te è perché presto succederà qualcosa di talmente bello e positivo che ti farà capire che non hai sofferto così tanto inutilmente. Purtroppo per lui, questo non è stato il mio caso. Ho avuto solo una serie di piccoli assaggi di normalità prima di essere condannata alla solitudine eterna e lanciata in una vita miserabile. Nessuno può realmente capirmi. Quello che sono è la sola ragione che mi ha spinta ad essere la cattiva. Avrei voluto essere una ragazza normale, con degli amici, con una famiglia unita e avere un solido futuro con loro, ma per me questo non sarà mai possibile perché sono un mostro. Sono un mostro e come tale mi sono comportata, sia per scelta che per necessità. Forse avrei potuto comportarmi diversamente, come mi è stato fatto notare in più di un’occasione, ma per me ormai è troppo tardi per i “se” e i “ma”. Vi ho già detto che sto per morire?
Non posso dire niente per discolparmi, io sono cattiva della storia e nonostante tutti i miei sensi di colpa e tutti i miei ripensamenti, niente potrà cambiarlo. E mi dispiace, perché il riccio che sta per uccidermi e io siamo terribilmente simili: siamo entrambi intrappolati in un destino beffardo, sue inermi pedine, entrambi siamo quello che gli altri hanno deciso per noi. Mi dispiace per lui così come mi dispiace di aver fatto tutto quello che ci ha condotti a questo punto. Ma lui non lo potrà mai sapere, e nessuno lo saprà mai. Oltre a me.

Perché tutti noi balliamo nel fuoco, intrappolati in questa macchina infernale che è il destino.






Note dell'Autrice: Ve l'avevo promessa almeno ventimila secoli fa, avevo già iniziato una prima revisione che in realtà non aveva rivisto un beneamato cavolo, ma alla fine eccola qui: questa è la terza revisione (e si spera sia definitiva!) di We All Danced In Fire! *la sala esplode per gli applausi dei lettori e volano dei pomodori per l’autrice che non aveva cominciato a riscriverla prima!*
Questo era quello che avevo scritto la terza volta che ho pubblicato questo prologo. E ora l'ho modificato del tutto. Eccoci alla quarta revisione della storia *il pubblico guarda malissimo l'autrice* Ok, qualcuno già sapeva delle mie intenzioni o gli avevo accennato qualcosina. Ormai posso dichiarare con certezza che da circa metà fanfiction in poi qualcosina cambierà SERIAMENTE. Nemmeno chi ha letto la prima/seconda/terza (abortita causa perdita di capitoli causa suicidio della chiavetta USB -spero con tutto il cuore che non vi capiti MAI-) stesura è al sicuro. Avete degli spoiler giganteschi, ma non vi salveranno da quello che state per leggere. Alcune parti nuove potrebbero seriamente scioccarvi, siete pregati di reggervi alla sedia perché potreste non reggere il trauma. E la cosa degli Act è stata abortita anche quella, si torna ai capitoli. Sono lunatica? Perdere improvvisamente capitoli di una fanfiction ti cambia per sempre, sappiatelo. Quindi, se avete già letto la storia originale, forse vi conviene tenere d'occhio anche questa versione e giudicare voi se i cambiamenti che ho apportato sono accettabili o meno (nel primo caso sarò felice, nel secondo un pò meno, ma sarò comunque felice di sapere cosa ne pensate... ma perché ultimamente questi angoli dell'Autrice vengono chilometrici? Si vede che non ho un caspio da fare. No, non è vero. Sappiate che oggi, data di riscrittura 21/06/2013, ho dato un esame. Ora non sono più una liceale, ma una stressatissima studentessa di lingue straniere). Direi che ora mi sono dilungata anche troppo, siete liberi di fare quello che volete (leggete, commentate, non commentate, mandatemi al diavolo... fate quello che vi pare!). Ci sentiamo presto!:3

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Capitolo 2
*** Capitolo 1: Eden ***


-Finalmente... Ce l'ho fatta!-
L'uomo che aveva esultato pronunciando queste parole si asciugò la fronte madida di sudore e ammirò la mastodontica macchina davanti a lui. -Stavolta ho superato me stesso: con questo gioiellino finalmente realizzerò i miei progetti! Egg-Matic 5000 è il robot perfetto (d'altronde, solo un genio perfetto può creare il robot perfetto): spara missili a reazione, può copiare perfettamente le mosse dei suoi avversari, e PREPARA ANCHE I POP-CORN E LE PATATINE! È mille volte meglio di ogni robot che abbia mai costruito finora, e grazie a lui, Eggmanland diventerà finalmente realtà, e quel riccio blu e la sua marmaglia non potranno fare niente per impedirlo! Muahuahuahuahuahuahuah...-
Lo scienziato, un uomo alto dal corpo dalla forma vagamente ovoidale, si asciugò una lacrimuccia invisibile. Finalmente il tempo e le energie che aveva speso in quei lunghi mesi, tutti dedicati alla sua ultima, nonché più geniale creazione, un super robot multiuso che, se alimentato a dovere, poteva trasformarsi in un'arma di distruzione di massa in grado di radere al suolo due continenti in una volta sola. Per il momento le sue funzioni erano limitatissime rispetto alle sue reali capacità, ma non sarebbe stato un problema permanente: sapeva già come procurarsi abbastanza energia per poter scatenare il vero potenziale del suo nuovo pupillo.
I pensieri del dottor Eggman sulla sua ultima creazione furono immediatamente interrotti quando squillò il telefono.
-Oh, il telefono. Pronto, parla il futuro padrone del mondo. Posso esservi utile?... Cosa dice? Qui non ci sono cani in agonia... COSA?! Brutto impertinente, prova a criticare di nuovo la mia risata malefica e te ne pentirai! Sarai il primo ad assaggiare la furia del mio Egg-Matic 5000! SONO STATO CHIARO?!-
Il dottore riagganciò senza dare il tempo al malcapitato di ribattere e riprese fiato per la sgolata prima di riprendere il suo elogio a Egg-Matic 5000.
-Insomma, Egg-Matic 5000 è perfetto! Ha solo un piccolo difetto: attualmente le sue principali fonti di energia sono attualmente disperse nel mondo. Devo trovare i Chaos Emerald, oppure potrò usufruire solo del lettore MP3, del lettore multimediale, del frullatore e della macchina dei pop-corn. Solo quando li avrò tutti e sette potrò mettere in atto il mio piano finale e conquistare il mondo!-
Detto ciò Ivo Julian Robotnik, noto ai più come dr. Eggman, salì al posto di comando della sua fortezza volante, attivò l'invisibilità, e si diresse verso il posto da dove veniva il segnale del Chaos Emerald che aveva rintracciato proprio qualche giorno prima.

***

-Il posto dovrebbe essere questo... Sono fortunato, in questa foresta sarà praticamente impossibile essere interrotti da quel riccio blu guastafeste! Però sarà molto più complicato trovare lo smeraldo. A meno che non mi faccia aiutare dalla mia squadra di smantellamento di fiducia! Ohohohoh!-
Eggman premette il pulsante e alle sue spalle apparvero quello che poteva semplicemente essere definito come un esercito di robot armati fino ai denti di seghe circolari, ruote motrici dotate di cingoli di metallo talmente solidi da poter tranquillamente smuovere anche il terreno più duro; alcuni di loro, poco più piccoli dei loro compagni, al posto delle lame avevano delle trivelle per scavare in profondità. Quei possenti robot demolitori erano accompagnati da una quindicina di robot da ricerca grandi la metà dei robot dotati di trivelle, che avevano come unici segni particolari delle luci di rilevamento e dei sensori sparsi un pò ovunque sui loro corpi, che li rendevano un bizzarro incrocio fra un bambolotto e un albero di Natale. Dato il loro scarso arsenale, era evidente che loro sarebbero entrati in azione solo quando i loro compagni avrebbero terminato il lavoro di smantellamento: così avrebbero rintracciato lo smeraldo senza intoppi e lo avrebbero portato in tutta tranquillità fra le braccia del loro creatore. Tutto questo a costo di qualche ettaro di alberi tagliati e maciullati senza pietà, ma per un Chaos Emerald quello era il minimo prezzo da pagare!
La squadra di recupero partì immediatamente a setacciare l'area circostante, mentre il dottor Eggman si rinfrescava sorseggiando un'aranciata preparata da Egg-Matic 5000 mentre questi gli faceva vento con un enorme ventaglio.
-Ecco che le mie creazioni partono a cercare lo smeraldo che attiverà nuove funzioni per il mio nuovo pupillo! Certo che la tecnologia è proprio utilissima! Da qui potrò tranquillamente rilassarmi e al contempo dirigere le operazioni dei miei robot da ricerca! Ah... Questa sì che è vita...-

-Ripetimi com'è andata e smettila di balbettare! Cos’è successo?-
-Io... io ero andato ad avvertire la mamma! Volevo dirle cosa ti era successo, ma quel coso mi ha sbarrato la strada!-
-Quel "coso" cosa?!-
-Era come un uomo ma molto più grande, fatto di metallo! Ha detto che mi aveva trovato perché aveva rilevato la pietra! Voleva prenderla, ma io mi sono rifiutato e sono scappato finché non ho raggiunto la mamma!-
-Smettila di interrompere il discorso ogni volta! È una cosa seria!-
-Sembrava che mamma lo conoscesse e hanno cominciato a combattere! Mamma… mamma gli ha detto che non gli avrebbe permesso di toccarmi e che non avrebbe mai preso lo smeraldo! Allora la cosa si è avventata contro mi me, ma mamma è riuscita a fermarlo e dalla macchina è uscita una persona! È caduta nel fiume e la corrente l'ha trascinata via!-
-Ok, cambio domanda: come mai nostra madre ha un pezzo di metallo conficcato nella schiena? Rispondimi, maledizione!-
-Perché... perché quell'affare è esploso subito dopo, e la mamma si è lanciata addosso a me per proteggermi! Quando è tutto passato mi sono accorto che era rigida e appena mi sono spostato è caduta a terra e aveva quel pezzo di metallo conficcato nella schiena! Ho visto che stava malissimo, così sono tornato qui e ho chiesto aiuto!-
Suo fratello maggiore si era sempre atteggiato a duro, ma lei sapeva che dietro quella scorza nascondeva un animo sensibile, ma mai lo aveva manifestato come in quel momento: era sull'orlo delle lacrime mentre le stava raccontando quello che aveva appena visto. Era rimasto molto scosso da quello che era successo, era evidente. Chiunque lo sarebbe stato. Forse da quel punto di vista era un bene che lui non ricordasse più un fico secco di quei momenti, se fosse andata diversamente ne sarebbe stato segnato a vita. Erano in una foresta molto simile a quella, dove non c'era la minima traccia di dottori o altre persone che avrebbero potuto intervenire prontamente per salvarla. Il medico era già stato chiamato in precedenza, per un suo strano malessere, ma quando suo fratello si presentò lì correndo e urlando come un pazzo quello che era appena successo, sperarono tutti che quella fortunata coincidenza sarebbe bastata per salvarle la vita.
Ma non fu sufficiente. Il colpo le aveva danneggiato seriamente la colonna vertebrale e uno dei vasi sanguigni principali. Erano lesioni troppo serie per essere medicate con gli strumenti che il dottore si era portato dietro. Probabilmente sua madre sapeva quello che stava per accadere dato che poco dopo mandò a chiamare i suoi due figli, che non poterono fare altro che assistere, completamente impotenti, ai suoi ultimi momenti di vita. Erano passati più di dieci anni da allora, ma quando vide le macchine che si stavano aggirando nella foresta in cui si era insediata passarle davanti, non poté non fare a meno di ricordare la dinamica dell'incidente che aveva portato alla morte di sua madre come se suo fratello gliel'avesse raccontata proprio lì e in quell'istante. La ragazza sentì una furia cieca crescerle dentro, che venne ulteriormente alimentata quando vide i cingoli che smuovevano il terreno e gli alberi che venivano abbattuti causando la fuga degli uccelli e degli animaletti che lo abitavano.
-Voi volete distruggere questa piccola oasi di pace e disturbare i suoi abitanti?- chiese, impugnando un'elsa nell'ombra, anche se era ben consapevole che nessuno le avrebbe dato una risposta. -Sappiate solo che io ve lo impedirò!-

Il dottore evidentemente credeva che sarebbe stata una ricerca tranquilla e senza intoppi: certamente le premesse non potevano essere diverse, dato che si trovava nel cuore di una foresta abbandonata da tutto e da tutti. L'aveva trovata per puro caso lui stesso, mentre attraversava i cieli con la sua flotta nuova di zecca durante la ricerca dei soliti Chaos Emerald. La maggior parte delle mappe non la segnalavano nemmeno: era un territorio quasi inesplorato, solo pochi vi si erano avventurati e i loro resoconti non dicevano granché: era una foresta come tutte le altre, era solo difficile da raggiungere solo per la posizione dell'isola su cui si trovava. Sicuramente nemmeno il riccio blu si era avventurato fin lì, soprattutto a causa del suo odio per l'acqua e per il mal di mare che lo assaliva ogni volta che viaggiava via mare per troppo tempo. Ergo, non c'erano possibilità che qualcuno potesse interferire nella ricerca dello smeraldo: nessuno sapeva dell'Egg-Matic, nessuno sapeva che si era nuovamente messo alla ricerca degli smeraldi, nessuno sapeva che si trovava lì. Eppure passarono le ore, il sole tramontò, e i robot non fecero ritorno col loro prezioso bottino.
-È proprio strano... quei robot sono stati costruiti proprio per cercare i Chaos Emerald e trovarli in poche ore! Forse è successo qualcosa. Sarà meglio che vada a controllare.-
Detto questo, Eggman scese a terra con la sua egg-mobile e cominciò a farsi strada fra la vegetazione sparando raggi laser dalla sua macchina volante; dopo alcuni minuti il dottore si fermò per raccogliere da terra un oggetto luccicante che aveva attirato la sua attenzione: era un frammento di metallo su cui era disegnato quello che sembrava essere un pezzo del suo marchio -il suo adorato marchio!-. Guardandosi intorno vide che il resto del suo robot era disseminato a terra, ridotto in pezzettini talmente piccoli da non poter nemmeno essere notati dall'altezza a cui stava viaggiando. Quella visione gli raggelò il sangue nelle vene.
-Sulla cartina c'era scritto chiaramente che la foresta era disabitata! Chi può aver fatto questo?- protestò il dottore, guardandosi nervosamente intorno in cerca di segni di vita. L'uomo afferrò nervosamente una trasmittente e vide solo un unico grande punto sullo schermo che diceva che i pochi robot che gli erano rimasti si trovavano in una piccola radura poco distante da lì; ma il punto si stava rimpicciolendo, segno che lì c'era anche qualcosa o qualcuno che stava sterminando i robot a vista d'occhio.
Il dottor Eggman non perse altro tempo: si arrampicò immediatamente sulla sua egg-mobile e si diresse immediatamente sul punto indicato dalla mappa, intenzionato a far luce su quanto stava accadendo. Quando arrivò lì, si trovò di fronte ad uno spettacolo atroce: pezzi di robot sbudellati giacevano qua e là, i punti del suolo dove evidentemente alcuni robot dovevano essere esplosi erano completamente anneriti e alcune lamiere erano ancora in fiamme, segno che erano state distrutte da pochissimo. Si sentiva un forte odore di bruciato, che insieme agli odori emanati dai carburanti versati dai resti dei robot rendevano l'aria quasi irrespirabile. E, apparentemente, solo il dottor Eggman si trovava lì per assistere a quel terrificante spettacolo di distruzione totale. -Cosa? Non è possibile, i miei robot!- il dottore si guardò intorno, fra l'incredulità e la furia omicida -Chi può essere stato? È impossibile che sia stato quell'impertinente di un riccio, questo non è il suo stile. E nessuno sa che sono venuto qui, quindi non possono nemmeno avermi seguito. Ma allora chi...?-
-"I miei robot"? Allora è stato lei a mandare quegli affari nella mia giungla!-
Il dottore rimase impietrito. Si guardò intorno ripetutamente, cercando di individuare la proprietaria di quella voce squillante. Era quasi certo che si trattasse della voce di una ragazza, ma non sapeva cosa aspettarsi dalla creatura che aveva parlato: certamente solo un essere a dir poco fuori dal normale avrebbe potuto distruggere un esercito di robot tanto numeroso con tanta precisione e in così poco tempo.
-Chi ha parlato?- chiese, terrorizzato -Chi sei, che cosa vuoi da me?-
-"Chi ha parlato?" "Chi sei?" "Che cosa vuoi da me?" Dovrei essere io a rivolgerti queste domande, dal momento che sei arrivato nel mio territorio trascinando con te quegli stupidi affari senza la mia autorizzazione!-
Eggman si girò di scatto e urlò vedendo che la proprietaria della voce era proprio dietro di lui. Non seppe se urlò per la sorpresa provocata da quell'improvvisa apparizione o per l'aspetto della sua misteriosa interlocutrice: la parte superiore del suo corpo era molto simile a quella di un'echidna, con le spalle leggermente più larghe di quelle di un riccio e le braccia più muscolose; anche la testa era quella di un'echidna, con il muso leggermente più allungato e con due occhi color viola ametista ben separati all'interno delle orbite. La parte inferiore del corpo, invece, era molto più simile a quella di un riccio, con due gambe muscolose e una coda corta e ben dritta che spuntava fuori dai pantaloni di jeans scuri della ragazza. "Sarà perché i suoi genitori sono un riccio e un'echidna", pensò dapprima Eggman... Prima di notare due grandi ali nere da pipistrello ben in vista sulla sua schiena. I lunghi aculei neri le cadevano fluidamente fino in fondo alla schiena, tranne cinque ciocche bianche molto ampie che da sole riuscivano a coprire tutta la parte superiore della testa e che terminavano poco sopra le sopracciglia in cinque punti diversi della testa, due ai lati della fronte, altre due ai lati della testa e l'ultima dietro la nuca. Quegli aculei erano talmente in contrasto con gli altri che sembrava quasi che la ragazza stesse indossando una specie di cappellino a forma di stella.
Anche i suoi vestiti erano neri: gli scarponi erano bianchi e neri, i jeans erano lunghi e scuri, leggermente aperti sul fondo. Indossava un lungo cappotto di pelle nera a maniche lunghe, con bordature rosse, sotto il quale indossava una maglietta rossa con bordature bianche e disegnini viola. E come se il suo aspetto non fosse stato già abbastanza inquietante, in quel momento la strana ragazza stava fulminando Eggman con uno sguardo che non prometteva niente di buono.
-Sai che questa è violazione di domicilio? Questa è la mia foresta, questa è la mia casa, e qui non voglio vedere né pazzoidi ovoidali né lattine arrugginite. Quindi prendi subito quegli ammassi di metallo e cavi elettrici e tornatene da dove sei venuto!-
Il terrore che Eggman aveva provato alla vista di quella misteriosa creatura si trasformò istantaneamente in rabbia una volta che lei ebbe pronunciato quelle parole: soltanto in pochi avrebbero potuto fare a pezzi in quel modo tutti quei robot, e ancora meno erano coloro che avrebbero osato rivolgersi in quel modo a lui. E quell'"ancora meno" si riferiva ad un certo riccio blu e alla sua banda.
-Signorina, lo sai con CHI stai parlando?!- sibilò il dr. Eggman.
-Francamente? Non lo so, e non m'importa nemmeno di scoprirlo: vai via e basta!-
-Tu, piccola...-
Eggman stava per risponderle per le rime quando ebbe un'illuminazione: quella ragazza non sapeva chi lui fosse, quindi sarebbe bastato chiederle di aiutarlo a cercare lo smeraldo dicendole che gli apparteneva per convincerla ad aiutarlo. D'altronde lei stessa lo aveva detto, voleva solo che lasciasse in fretta la sua terra, e se lui le avesse detto che se ne sarebbe andato subito dopo avergli dato ciò che stava chiedendo, lei sarebbe stata molto più che felice di aiutarlo. Forse l'incontro con quella strana creatura non sarebbe stato una totale perdita di tempo. Immediatamente l'uomo si gettò ai piedi della ragazzina.
-Mi perdoni per il disturbo, signorina, non avevo idea che la foresta fosse abitata. Sono qui per un motivo ben preciso: ho perso il mio smeraldo da queste parti e avevo mandato quei robot per recuperarlo, senza sapere che fosse una proprietà privata. Sai, se tu mi aiutassi a recuperarlo me ne andrei subito e sarebbe come se non ci fossimo mai incontrati, ti do la mia parola.-
La ragazza fissò l'uomo prostrarsi ai suoi piedi con aria scettica; alla fine sospirò e tese la mano verso i resti dei robot, che subito si sollevarono e cominciarono a vorticare per poi ricomporsi riformando la formazione originale dei robot da ricerca sotto lo sguardo sconcertato del dr. Eggman.
-Ma come...?- -Accetto le tue patetiche scuse. Poi riavere questi, ma scordati che rimetta insieme anche quegli arsenali semoventi che ti sei portato dietro. Trova quello che stai cercando e vattene! Non voglio più vederti gironzolare da queste parti.- disse la ragazza allontanandosi. Il dottore la osservò attentamente finché questa non sparì dalla vista, inghiottita dal fitto della vegetazione. Quando si rese conto che lì non c'era più niente di interessante da osservare si allontanò anche lui.
Eggman stava ancora cercando di riprendersi dallo shock. Lui ne aveva viste tante di cose strane in vita sua, ma tutto quello a cui aveva assistito durante gli anni non era mai arrivato a sfiorare quei livelli di stranezza: non si sarebbe mai aspettato di incontrare una bizzarra ragazzina vestita a lutto che era stata capace di fare a pezzi un'intera armata di robot in pochissimo tempo e in ancor meno tempo era riuscita a riassemblarne tutti i componenti (alcuni dei quali erano stati completamente distrutti) solo con un movimento della mano! Era indubbiamente la cosa più strabiliante che il dottore avesse mai visto fino a quel momento.
Non poteva nemmeno fare a meno di chiedersi chi fosse quella ragazza, che razza di creatura fosse e da dove fosse sbucata fuori: era sempre stata lì, nascosta da tutto e da tutti? E se sì, come aveva fatto a sopravvivere da sola per tutto quel tempo? E se voleva restare da sola con le sue abilità sovrumane, perché si era rivelata proprio a lui? Solo perché si era portato dietro qualche robot per aiutarsi nella ricerca del Chaos Emerald?
Proprio mentre ci stava pensando, uno dei puntini del suo radar cominciò a lampeggiare. Non potevano esserci dubbi: uno dei robot doveva aver trovato lo smeraldo. E casualmente, era proprio vicino a dove si trovava lui. Il dottore non perse altro tempo e si avviò verso il posto indicato dalla mappa, ansioso di riprendersi in fretta il suo smeraldo e di lasciarsi alle spalle quella storia il prima possibile. Meno avrebbe avuto a che fare con quella ragazzina, meglio sarebbe stato. Soprattutto per la sua salute mentale.
A pochi metri dal punto indicato dalla mappa vide nuovamente la ragazza, che stava andando nella stessa direzione. Eggman a quel punto si chiese se quella ragazza lo aveva seguito per essere certa che se ne andasse non appena avesse trovato ciò che cercava. E allora perché era andata nel punto in cui si trovava il suo robot? Sapeva dei Chaos Emerald e li stava cercando anche lei? Doveva decisamente chiarire la situazione e scoprire cosa volesse quella ragazza in realtà.
Eggman raggiunse il posto e vide la ragazza misteriosa guardarsi intorno mentre il robot girava come una trottola impazzita che emetteva luci stroboscopiche. All'improvviso emise un gemito e si accasciò al suolo.
-Che cosa sta succedendo adesso?!- si chiese, esasperato per le continue stranezze che la giovane sconosciuta continuava a dimostrare in sua presenza. Mentre si avvicinava, la ragazza iniziò a tremare e a contorcersi come se fosse stata in preda ad una crisi epilettica.
Solo un brillio poco distante dal piede della ragazza che attirò l'attenzione del dottore e lo fece desistere dal fuggire via a gambe levate. Si avvicinò per controllare, spostò la ragazza in preda alle convulsioni, scavò un pò nel terreno e si trovò di fronte al Chaos Emerald giallo.
-Incredibile! Il Chaos Emerald era praticamente sotto il tuo naso di e tu non te ne sei nemmeno...-
-Porta lontano da me quell'affare! Subito! - urlò lei in risposta.
Eggman annuì e depositò immediatamente il Chaos Emerald nella sua vettura, dando inoltre l'ordine che tutti i suoi robot tornassero alla base; simultaneamente la ragazza smise di tremare.
-Quello... quella cosa... Era un Chaos Emerald, vero?- chiese la giovane rialzandosi in piedi.
-Brava ragazza, hai proprio indovinato. Questo è uno dei sette Chaos Emerald, le sette pietre che, secondo la leggenda, garantiscono al loro possessore un potere illimitato! E grazie a te, ora questo gioiellino è in mano mia!-
-Mi fa piacere per te.- ribatté lei con disprezzo -Basta che tu tenga quegli affari infernali lontani da me e dal mio territorio! Anzi, se dovessi trovarne un altro sarei ben lieta di consegnartelo... Se quell'aggeggio non mi ucciderà prima!-
-Questa è musica per le mie orecchie! Tu saresti davvero disposta ad aiutarmi?- chiese il dottore, completamente incredulo. Fino ad allora nessuno gli aveva mai proposto la sua collaborazione in modo tanto spontaneo e naturale. Con uno sguardo che sprizzava scintille cariche di odio e rancore, ma pur sempre spontaneo e naturale.
-Basta che quelle cose stiano lontane da me! Non lo faccio certamente perché mi piaci, anzi, se devo essere onesta mi stai incredibilmente antipatico! Non mi piacciono le persone che vanno in giro a disseminare le foreste altrui di robot taglialegna e scavatrici!-
In risposta alle affermazioni della ragazza, Eggman emise una smorfia di disappunto. E pensare che lui l’aveva addirittura salvata dal... Chaos Emerald?! -Senti un pò, ragazzina, io avrei una domanda da farti: come mai hai reagito in quel modo a quello smeraldo? Ti è bastato calpestarlo per sbaglio per reagire come se avessi calpestato un cavo dell'alta tensione scoperto!-
-Ho un problema con i Chaos Emerald e col Chaos in generale. Ti basta come risposta?- disse, digrignando i denti. Eggman non era uno psicologo, ma gli sembrò che alla ragazzina costasse parecchio parlarne. -No, non mi basta. Non posso far finta di non averti vista mentre ricomponevi dei robot fatti a pezzi con dei semplici movimenti delle mani! E sicuramente sei la prima persona che vedo manifestare una reazione di malessere nei confronti dei Chaos Emerald! Tu non sei una persona normale, questo è poco ma sicuro! Che cosa sei?- La giovane sorrise amaramente prima di cambiare il suo aspetto in quello di una gatta azzurra, che poi mutò immediatamente in quello di una volpe color lillà e in una koala marrone dai capelli biondi. Il dottore era rimasto completamente senza parole: non vedeva niente di simile da quando aveva assistito al tradimento di Metal Sonic molto tempo addietro, quando aveva ordito un piano per la conquista del mondo fingendo di essere il vero dottor Eggman. La ragazza capì che il suo interlocutore doveva aver capito quale doveva essere la risposta alla sua domanda, dal momento che ritornò alle sue sembianze originali.
-Questo... nemmeno questo non è il tuo vero aspetto, non è vero?- chiese il dottore, appena riuscì a recuperare l'uso della parola. -Ovviamente no.- gli rispose. -Sembrerai anche un completo idiota, ma hai proprio un buon spirito d'osservazione. È proprio questo quello che sono in realtà: un mostro capace di mutare. Posso cambiare qualsiasi cosa, posso diventare qualsiasi cosa... tutto tranne che me stessa. Non ho un aspetto fisico vero e proprio: sono venuta al mondo come un ammasso informe, mi sono trasformata subito in una creatura della stessa specie di mia madre. Fortunatamente mia madre mi ha accettata per come ero, e mi ha cresciuta. Non abbiamo capito molto bene a cosa sia dovuto... né lei, né mio padre erano così, e mio fratello non lo è nemmeno. Tuttavia, dopo che mia madre è morta, ho preferito rifugiarmi qui e vivere nell'ombra piuttosto che essere additata come mostro dal resto del mondo.-
Eggman era sconvolto. Era andato lì per cercare uno smeraldo e si era ritrovato davanti ad una ragazzina mutaforma, capace di fare a pezzi un'armata in poco tempo, così come era capace di ricomporla, e che soffriva di una specie di allergia mortale ai Chaos Emerald. In altre parole: una potenziale arma di distruzione di massa vivente. Gli si era offerta un'occasione che non doveva assolutamente lasciarsi sfuggire. Una ragazza del genere sarebbe stata capace di mettere in ginocchio persino il suo odiato avversario, Sonic the Hedgehog. -Quello che mi hai raccontato è incredibile. Sono davvero impressionato. Comunque grazie dell'aiuto... ehm...-
-Puoi chiamarmi Eden. Prima di ringraziarmi, sappi che l'ho fatto solo perché ti voglio fuori dal mio territorio. E sarà meglio che nessuno sappia che da queste parti si aggira una mutante, ci tengo alla mia tranquillità.-
-Lo farò, hai la mia parola. E indipendentemente dalle tue motivazioni mi ricorderò di te quando conquisterò il mondo- disse Eggman.
-Conquistare il mondo?- chiese Eden, con un'espressione sorpresa stampata in volto -E perché dovresti farlo, scusa? Non è un obiettivo da cattivi assolutamente scontato degno solo di storielle scritte da ragazzini che si ispirano ad anime e videogames?-
-Che cosa vorresti insinua...? Volevo dire, certo che sì! Per dare un futuro migliore all'umanità e pari diritti a tutti! Sarebbe un mondo perfetto, tanto che anche tu ci potresti vivere ed essere accettata da tutti, nonostante i tuoi poteri!- si corresse Eggman prima che potesse tradirsi -Però il mio assolutamente pacifico piano di conquista del mondo...- "Un piano con dei robot armati di trivelle e lanciarazzi sarebbe assolutamente pacifico?!" pensò Eden -...è contrastato da un riccio blu e dalla sua marmaglia: quelli come loro vogliono che le cose restino così come sono, quelli che vogliono che i mutanti continuino a vivere nell'ombra! Non vorrei usare le armi, ma quel riccio, quella volpe e quell'echidna mi stanno costringendo...-
-Echidna?!- Eden scattò improvvisamente al suono di quella parola. -Hai detto proprio “Echidna”?!-
-Sì, fra gli alleati del riccio blu c'è un'echidna di Angel Island. C'è qualche problema?- chiese Eggman. -Non dirmi che tu conosci Knuckles the Echidna!-
La mutante era visibilmente scossa. -No. Ma sei proprio sicuro che quell'echidna sia proprio nativa di Angel Island?-
-Certamente! Lo conosco da anni ormai! È uno dei migliori amici di quel riccio guastafeste che non fa altro che mettermi i bastoni fra le ruote! Fanno sempre comunella, lui, il riccio e la volpe a due code, e ogni volta rovinano i miei piani! Ma stavolta nemmeno loro potranno fare niente dinnanzi alla potenza del mio Egg-Matic 5000! Una volta che avrà assorbito la potenza di tutti i Chaos Emerald diventerà imbattibile, e grazie al suo aiuto il riccio blu e i suoi patetici amichetti verranno distrutti! Muhahahahahahahahahahhahahaah! - La ragazza mutante divenne a dir poco cerea. Sembrava che l'idea del dottor Eggman di sguinzagliare quel robot contro quei completi sconosciuti non le piacesse per niente.
-Fai quello che vuoi con loro, ma lascia stare Knuckles!- urlò improvvisamente. Il dottore smise di ridere e fissò la ragazzina.
-"Lascia. Stare. Kunckles? "- ripeté lentamente, come per assicurarsi di aver capito bene quello che Eden aveva appena detto. -Come mai dovrei lasciar perdere quell'echidna, ragazzina? Non è che mi nascondi qualcosa?-
-Niente di che. Non conosco quell'echidna... ma... ma ho sentito parlare molto del suo popolo, e non in positivo.- la ragazza respirò profondamente prima di cominciare a raccontare. -Molto probabilmente i miei poteri sono dovuti ad una mutazione genetica causata dalle sette pietre mefistofeliche che stai cercando. Dico "probabilmente" perché nessuno sa con certezza se le cose stiano davvero così, ma il fatto che la maggior parte dei mutanti sono nati in delle popolazioni strettamente legate ai Chaos Emerald. Il popolo delle echidne di Angel Island era fra queste. Conosci la storia di Chaos?-
-Certo che la conosco! Sfortunatamente mi sono imbattuto in lui personalmente!- le rispose il dottore, senza capire dove la ragazza volesse andare a parare.
-Hai incontrato personalmente il dio della distruzione e puoi ancora raccontarlo? Ti ho decisamente sottovalutato!- commentò la ragazza. -Il primo mutante di cui si abbia mai avuto notizia nacque nella famiglia del guardiano del Master Emerald. Il giorno prima della sua nascita vi fu un incidente sull’altare, in cui il guardiano, il padre biologico del mutante, perse la vita; sua moglie partorì il primo mutante il mattino seguente e capì cosa poteva essere accaduto, ma nonostante tutto lei decise di allevarlo come se fosse stato un bambino normale. Ma quando molto tempo dopo gli anziani scoprirono cosa aveva dato alla luce la moglie del guardiano, il bambino fu soppresso quasi immediatamente: credevano che la nascita di quella creatura fosse una punizione del dio per essere stato imprigionato nel Master Emerald, e che una volta cresciuto il bambino avrebbe portato avanti l'opera di distruzione di Chaos al suo posto, dal momento che lui non poteva farlo. Da allora divennero estremamente paranoici al riguardo: non ha idea della strage che hanno compiuto per assicurarsi che non nascessero altri bambini come il primo mutante... Un eccidio tale che li condusse ben presto sull'orlo dell'estinzione!-
La ragazza scosse la testa. -Ma nacquero altri bambini con abilità simili in altre regioni, anche molto lontane da quelle che sono diventate le Mystic Ruins: nella maggior parte dei casi subirono lo stesso trattamento dei mutanti di Angel Island, ma alcuni riuscirono a salvarsi facendosi passare per persone comuni. Non so se sia del tutto vero però, non ho mai conosciuto altri come me. Forse non è rimasto più nessun mutante, a parte me.-
La ragazza assunse un tono molto malinconico nel sottolineare l’ultimo punto. Doveva essere terribile vivere sapendo di appartenere ad una specie che era stata sterminata perché era stata rifiutata da tutto e da tutti.
-Tutto quello che stai raccontando è molto triste, ma non vedo come tutto questo c'entri con Knu...-
-Lui è l'ultimo di una specie che si è autodistrutta a causa della sua ignoranza e della sua sete di potere!- urlò Eden -E se è davvero l'ultimo rimasto, allora... Allora devo essere io a distruggerlo! Non tu, non il tuo robot: io!-
-Quindi la vendetta sarebbe il tuo pretesto. Come se non ci fossero già abbastanza vendicatori in giro!- commentò il dottor Eggman. -Ma perché ce l'hai tanto con lui, a parte le cose orribili che il suo popolo ha fatto ai tuoi simili?-
-È una questione di principio: il suo popolo ha sterminato i miei simili, io adesso sterminerò lui. Occhio per occhio.- gli rispose la ragazza, con uno sguardo gelido e allo stesso tempo determinato. -Portami alla tua base: da ora in avanti sarò il tuo braccio armato! Ti aiuterò a raccogliere quelle pietre, costi quel che costi! Non vi potrò interagire direttamente, ma potrò esserti utile distraendo i tuoi nemici mentre i tuoi robot le localizzano senza alcuna interferenza esterna. Che cosa ne dici?-
Il dottor Eggman non poteva sperare in una situazione più favorevole: fin dal primo momento in cui aveva intuito quelle che sarebbero potute essere le sue reali capacità aveva pensato di chiederle di unirsi a lui, ma non avrebbe mai pensato che sarebbe stata proprio lei a proporglielo così apertamente!
Eggman sorrise, al settimo cielo per la sua rinnovata possibilità di vittoria. -Certo cara. Ogni nuovo elemento nella mia squadra è sempre il benvenuto!-
Eden gli si avvicino e gli strinse la mano. -Può dire di aver trovato un'alleata. Ma niente si ottiene senza qualcosa in cambio.-
Eggman espresse il suo disappunto inarcando le sopracciglia. Sarebbe stato troppo bello se non ci fosse stato alcun inghippo. -Sentiamo, quali sarebbero le tue richieste?-
Eden sorrise maleficamente. -Tranquillo, è piuttosto semplice. Voglio avere carta bianca nell'affrontare il riccio e i suoi alleati. Non mi dovrai dare alcuna direttiva su come affrontarli né voglio l'aiuto dei tuoi robot, voglio vedermela con loro come se tu non c'entrassi niente in tutta questa faccenda, sono stata chiara?-
-Se è solo questa la tua richiesta, puoi considerarla più che esaudita, mia cara. Ma ti avverto che sarà molto...-
-Pericoloso? Difficile? Non ha alcuna importanza!- ribadì lei. –Voglio essere completamente libera mentre mi scontrerò con loro, soprattutto quando mi scontrerò con l'echidna!-






Angolo dell'Autrice degenere: Ve l'avevo detto che c'era, no? Come avrete potuto notare, già da qui si notano numerose differenze con la versione originale (non ditemi che non le avete notate, dai... sono molto più che evidenti)! Insomma, avete letto questo capitolo, no? Ora sapete cosa aspettarvi dagli altri. E con questo vi lascio, miei cari lettori (sempre se vogliate ancora leggere le menate che scrivo... sono troppo degenere e vi ho abbandonati per mesi interi senza dare mie notizie se non la cancellazione di una fanfiction! Chiedo perdono! ç_ç). Sappiate che però c'è una spiegazione: nella fanfiction cancellata si sarebbero svolti degli avvenimenti che avrebbero influito pesantemente sugli avvenimenti di questa fanfiction, creando un continuum temporale che si sarebbe ricollegato perfettamente: dopo che ho cominciato a riscrivere WADIF, però, mi sono resa conto che avrei fatto molto prima (e avrei risparmiato dei gran mal di testa a voi lettori e una serie di macchiavellici colpi di scena che potrò sempre usare in seguito...) se avessi spiegato tutto già qui nella fanfiction. Quindi quell'altra è diventata obsoleta e ho deciso di eliminarla del tutto (insomma, hanno passato cinque capitoli a ribadire che è successo un casino col continuum spazio-temporale e probabilmente avrebbero continuato fino all'infinito! E se c'è una cosa che detesto in una fanfiction e in tutto ciò che riguarda la vita, è che i concetti vengano ribaditi fino alla nausea! Ergo, non ce la facevo più a continuarla. Scusate... Ma guardate il lato positivo: non c'è più Chi-Sapete-Voi...) Comunque, questo è quello che c'è, se vi piace bene, se non vi piace... Almeno troverete questi fatti hanno molto più senso di come si sono svolti nella prima versione... Come avrebbe fatto Eggman a sapere già vita, morte e miracoli dei mutanti?! Stiamo sempre parlando di chi ha liberato Chaos in Sonic Adventure, ma Eggman non è onniscente fino a quei livelli. E poi i Chaotix avevano avuto difficoltà a trovare le stesse informazioni, come avrebbe fatto lui da solo ad accedervi? Risposta veloce: non avrebbe potuto, nemmeno con tutto il suo QI di 300 e rotti. Fine. Quindi sarebbe stato molto meglio se fosse stata Eden a dire tutto fin da subito, invece di far dire ad Eggman che sapeva già tutto di lei. Questo è un piccolo chiarimento sulla parte più pesantemente modificata.
Mamma mia che papiro... meglio che chiuda qui. Grazie per aver perso il vostro prezioso tempo con me e ci sentiamo per il prossimo capitolo!

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Capitolo 3
*** Capitolo 2: Favori ***


Era uno splendido giorno d'estate. Il cielo era azzurro come uno scintillante laghetto di montagna, su cui ogni tanto spuntavano delle nuvole bianche talmente vaporose da sembrare dei candidi pezzi fluttuanti di zucchero filato. Soffiava una brezza leggera, che trascinava con sé l'odore dell'erba appena tagliata e di fiori provenienti da qualche campo vicino. C'erano un silenzio e una pace quasi irreali, di quel genere che ti fanno sentire come se fossi l'unica persona sulla faccia della terra; una sensazione ormai piuttosto rara da provare, dato che ormai la vita è troppo caotica per fermarsi a pensare a questo genere di sensazioni. Al giorno d'oggi, tutti sono completamente schiavi dei loro impegni, tutti sono troppo indaffarati per pensare a quanto siano belli il mondo e la natura, tutti vanno troppo di corsa...
Sonic, il famoso riccio blu, sorrise per il buffo pensiero che aveva appena attraversato la sua testa: mentre tutti vanno di corsa per la loro mancanza di tempo, lui corre per essere libero. Era uno strano controsenso, ma a lui andava bene così: era nato per correre e avrebbe corso probabilmente per tutta la vita, e se ce ne fosse la possibilità concreta avrebbe continuato a correre anche da morto, come fantasma. La sua corsa sfrenata non si sarebbe fermata davanti a niente e a nessuno, ne era certo. E intanto correva sempre più veloce, lasciandosi alle spalle una lunga scia blu cobalto; era talmente veloce da risultare quasi invisibile anche agli occhi più allenati.
Il riccio si fermò solo quando raggiunse la cima della montagna, e lì respirò l'aria pura a pieni polmoni e volse lo sguardo verso quello che lui definiva "il miglior sguardo sul mondo che possa esistere": un'immensa distesa verde smeraldo attraversata da un torrente cristallino, in cui qua e là spuntavano alcune macchioline bianco-celesti, delle grandi distese di fiori di campo che da lassù sembravano tanto piccole e insignificanti.
Il riccio blu si lasciò cadere lungo disteso sull'erba fresca, e chiuse gli occhi lasciandosi cullare dalla pace e dalla beatitudine del silenzioso paesaggio di montagna.
Sorrise mentre sentiva la brezza estiva accarezzargli gli aculei color cobalto, e rimase disteso a terra con gli occhi chiusi finché non sentì una lieve pressione sul naso: solo allora aprì pigramente gli occhi per vedere una farfallina bianca volare via; il sorriso del riccio si allargò ancora di più vedendo quella creatura così piccola e fragile spiccare il volo verso la libertà. E lui ne era convinto, e sempre lo sarebbe stato, che la libertà è l'unico vero senso della vita.

***

Similmente un'altra creatura era sdraiata su una superficie dura, diversa dall'erba fresca e morbida su cui giaceva il riccio blu; tuttavia la postura era identica e anch'egli teneva gli occhi chiusi, godendosi il vento fresco che in parte sconfiggeva la pesante calura estiva.
Il giovane antropomorfo, tuttavia, nonostante la sua apparente inerzia era in ascolto: ascoltava attentamente ogni suono circostante, in attesa di riconoscerne uno estraneo, proveniente da qualcosa che non avrebbe dovuto essere in quel luogo sacro. Doveva essere pronto ad ogni evenienza per impedire che accadesse qualcosa di irreparabile all'inestimabile reliquia che custodiva: quello era il suo compito, la missione che era stato chiamato ad assolvere.
Era l'unico che potesse farlo, e fino a quel momento aveva assolto il suo compito in una maniera splendida, e non si era limitato solo a quello: aveva aiutato i suoi amici a salvare il mondo molte volte, talmente tante che ormai aveva perso il conto; e ciò lo riempiva di orgoglio e soddisfazione, anche se non lo avrebbe mai detto ad anima viva.
Improvvisamente la quiete fu rotta dal rombo provocato da un aereo che si avvicinava. L'echidna tese le orecchie e dopo un iniziale sbalordimento si alzò in piedi, proprio un momento prima che un familiare biplano blu a strisce gialle diretto proprio nella sua direzione facesse capolino tra le nubi. E dopo un paio di minuti l'aereo atterrò proprio davanti all'altare, come l'echidna aveva previsto, e da lì scesero altre due creature antropomorfe: una riccia dagli aculei rosa con gli occhi verdi e un volpino dotato di due code scesero dal biplano e sorrisero all'echidna rossa.
-Ciao Knuckles! È da tanto che non ci vediamo- disse il volpino a due code -Come stai?-
Knuckles the Echidna scese lentamente la lunga scalinata dell'antico altare del Master Emerald per raggiungere i due amici. -Non c'è male, Tails: tutto procede come al solito. E che mi dite di voi? Di solito non vi spingete fino a qui, a meno che la situazione non lo richieda.- disse l'echidna -Sta succedendo qualcosa?-
-Sì, ed è qualcosa di fenomenale, stupefacente, fantastico!- trillò la riccia rosa non riuscendo a trattenere l'entusiasmo.
-Amy, cerca di controllarti!- disse Tails alla riccia che ormai si era completamente immersa nelle proprie fantasie.
-Dalla reazione di Amy devo supporre che non sia una cosa seria che richiede urgentemente della mia presenza...- mormorò Knuckles.
Sentendo quel commento, la riccia rosa che rispondeva al nome di Amy Rose si voltò lentamente verso l'echidna rossa con un'espressione degna di un serial killer.
-Non è una cosa seria?! Rimangiati quello che hai detto! Tutto quello che riguarda Sonic the Hedgehog è sacro!- tuonò Amy sfoderando dal nulla il suo temutissimo martello Piko-Piko.
-Sta calma Amy, non volevo dire questo.- disse Knuckles, cercando di calmarla. Sapeva, come tutti d’altronde, che era meglio non contraddire Amy Rose quando il suo grande amore era chiamato in causa. -Piuttosto, ditemi cosa centra Sonic in tutto questo.-
-Knuckles,- chiese Amy prima che Tails potesse dire una qualunque cosa -lo sai che giorno è oggi?-
L'echidna fu spiazzato dalla domanda. Era passato un bel pò di tempo da quando aveva preso in mano un calendario. -Non saprei... è lunedì?-
-In effetti è davvero lunedì, ma a parte questo lo sai che giorno è oggi?- continuò ad insistere la riccia rosa.
-Amy, tu vedi calendari in giro da queste parti?- chiese Knuckles. -Basta Amy, se non lo sa è inutile continuare ad assillarlo. Knuckles, oggi è il compleanno di Sonic.-
-Ah. Quindi sarebbe oggi.- disse semplicemente l'echidna. In effetti sapeva già che il compleanno sarebbe stato in quel periodo, dato una volta Tails gli aveva accennato che Sonic compiva gli anni verso la fine di giugno. -Non vedo come la cosa mi riguardi!-
-E invece temo proprio che ti riguardi, perché noi siamo qui per chiederti di aiutarci ad organizzare la festa a sorpresa!- trillò Amy
L'echidna sbiancò per la dichiarazione della riccia. -Festa a sorpresa? Ma vi è dato di volta il cervello? Io non sono pratico in questo genere di cose! Per me festoni e tutto sono roba proveniente da un altro pianeta! Non vedo come potrei esservi utile, non riuscirei a combinare niente!-
Amy ridacchiò per l'affermazione. -Oh no Knuckles, dei preparativi ci occuperemo io e Tails, con l'aiuto di Cream e Cheese. Tu dovrai solo tenere d'occhio il festeggiato e distrarlo nel caso cercasse di tornare a casa prima che sia tutto pronto, oppure trovare un pretesto e portarlo a casa di Tails quando i preparativi saranno ultimati! Sai com’è fatto Sonic, sicuramente non si ricorderà nemmeno che oggi è il suo compleanno! E ovviamente dovrai venire alla festa di stasera.-
-Perdonatemi l'obiezione... Ma come diavolo dovrei fare per trovare Sonic? Potrebbe essere ovunque!-
Tails e Amy si scambiarono uno sguardo complice. -Ho piazzato un localizzatore addosso a Sonic qualche giorno fa, sapendo che forse non sarebbe tornato prima di oggi!- spiegò Tails. -Adesso si trova nei pressi della Windy Valley, probabilmente si sta dirigendo lì. Per te dovrebbe essere uno scherzo seguirlo fin lì, se non ricordo male c'è una scorciatoia per la Windy Valley nelle Mystic Ruins.-
-Questo è un punto di partenza. Però avrei un'altra domanda da porvi: perché dovrei seguire proprio io Sonic? Potrebbe farlo tranquillamente uno di voi, mentre l'altro farà quello che deve fare a casa di Tails, quindi non vedo come mai dovrei scomodarmi tanto per aiutarvi. E poi, vi ricordo che io devo sorvegliare il Master Emerald, quindi anche la mia presenza alla festa sarà fuori discussione!- protestò l'echidna.
-Seguiremmo Sonic molto più che volentieri, ma il mio laboratorio va pulito e sistemato a dovere, qualcuno dovrà pur occuparsi dei fornelli, e non abbiamo tutto questo tempo a nostra disposizione. Tu sei la nostra unica speranza!- lo supplicò Tails.
-E poi non morirà nessuno se lasci perdere il tuo lavoro per una sera.- concluse sbrigativamente Amy.
-Ma il Master Emerald sarebbe in pericolo!- continuò a protestare Knuckles.
Tails cercò di ribattere, ma Amy lo batté sul tempo. -Dì la verità, stai dicendo così solo perché sai che non riusciresti a tenere testa a Sonic e alla sua velocità, non è vero?- disse la riccia, con aria di sfida.
L'echidna rimase spiazzata da quell’affermazione. -Puoi ripetere?-
-Con piacere!- disse Amy -Sto dicendo che Sonic è molto più veloce e forte di te, è naturale che tu non te la senta di seguirlo per tutta la Windy Valley, rimarresti subito indietro! Che peccato, e dire che io e Tails ti credevamo all’altezza dell'incarico...-
-Ma certo che ne sono all'altezza! Potrei farlo ad occhi bendati!- urlò l’echidna, smentendo tutto quello che la riccia stava insinuando sul suo conto.
-Quindi possiamo contare su di te per seguire Sonic e tutto il resto?- chiese Amy, ghignando maleficamente.
-Certo che sì!- continuò lui, per poi fermarsi di botto quando si rese conto che cosa aveva appena detto che avrebbe fatto. -Oh no, aspetta...-
-Niente da fare, hai già dato la tua parola!- disse la riccia rosa -Dovrai seguire Sonic ovunque andrà e, al dato segnale, lo dovrai portare a casa di Tails! E ovviamente sarai presente anche ai festeggiamenti!-
-Ma io...-
-Perfetto, allora è deciso!- esclamò la giovane riccia senza lasciar finire di parlare il nerboruto guardiano del Master Emerald; Tails se la stava ridendo sotto i baffi mentre sistemava un auricolare con microfono incorporato all'orecchio del suo scombussolato amico. -e non preoccuparti dello smeraldo, vedrai che non succederà niente!-
Detto ciò, l'esuberante ragazzina afferrò il volpino per la collottola e lo trascinò fino al biplano. -Tails, ci pensi? Ormai manca solo un anno, dopodiché io e Sonic potremo sposarci legalmente! Non vedo l'ora che ciò accada!-
-A dire la verità solo Sonic potrebbe sposarsi legalmente, Amy: ti ricordo che lui ha tre anni più di te!- precisò il so-tutto-io della situazione.
-Cosa vorresti insinuare?- chiese Amy tirando fuori il martello.
-Niente!- rispose nervosamente la volpe a due code mettendo in moto il mezzo.
Quando l'aereo era ormai decollato, la giovane riccia si affacciò. -Ehi, Knuckles! Ci vediamo stasera alla festa!-
L'echidna fissava il biplano ormai lontano con aria stralunata; e in quel momento si chiese come mai, fra tutti i loro amici, solo a lui fossero rivolte simili richieste. Sospirò, pensando a come la domanda esistenziale che lo tormentava da quando era ufficialmente entrato nella cricca di Sonic the Hedgehog molti anni addietro fosse destinata a restare eternamente senza risposta, e partì immediatamente per la Windy Valley.

***

Erano passati solo un paio di giorni dal loro primo incontro, ma in realtà già solo poche ore dopo essersi offerta come braccio destro del dottor Eggman, Eden capì di aver commesso un grosso errore chiedendogli di non intromettersi nella sua battaglia. In quel momento non era stata in grado di pensare lucidamente, assorta com'era nei preparativi del suo piano. Aveva in mente qualcosa di grande, terribile, spaventoso e incredibilmente folle. Si era studiata lo schema nella sua testa almeno un migliaio di volte, e più continuava a pensarci, più si convinceva che forse avrebbe potuto trovare un altro modo per avvicinare Knuckles the Echidna, un modo che non avrebbe coinvolto nessun altro a parte loro due. In fondo era solo lui che voleva, e avrebbe potuto tranquillamente cercarlo in altri momenti senza coinvolgere terzi. E invece, con quella trovata geniale di allearsi con quel bizzarro personaggio, sarebbe stata costretta ad affrontare tutta la compagnia di un riccio blu di cui, in altre circostanze, a lei non sarebbe potuto importare minimamente. Il dottore e il riccio potevano giocare pure a farsi la guerra a vicenda per quel che le riguardava, lei aveva un solo obiettivo; ma se schierarsi con il dottor Eggman era l'unico modo per raggiungerlo, lei sarebbe stata più che felice di pagarne il prezzo.
Continuò a camminare lungo i corridoi della fortezza volante, cercando di fare attenzione che nessuno dei robot da guardia la notasse: anche se la ragazza odiava ammetterlo, sapeva che chiedere al dottore di non aiutarla era stata una mossa troppo azzardata anche per lei e per le sue abilità. Poteva modificare la materia a suo piacere, ma ciò non le garantiva la totale invincibilità, e non sapeva se gli amici dell'echidna che di lì a poco avrebbe affrontato avrebbero potuto essere una minaccia per la riuscita del suo piano. Era semplicemente perfetto, tutto era stato calcolato fin nei minimi dettagli, e nessuno avrebbe potuto fare niente per impedirlo... Per quel che ne sapeva al momento. Eppure il dottor Eggman parlava di quel riccio blu conosciuto come Sonic come se fosse stato in grado di far avverare anche l'impossibile, come se fosse stato una specie di personaggio onnipotente che avrebbe potuto fare qualsiasi cosa anche da solo, senza alcun aiuto esterno. Se fosse stato davvero così, allora quel riccio sarebbe potuto diventare l’unica falla nel suo piano. Doveva scoprire assolutamente fino a che punto Eggman aveva ragione su di lui.
Finalmente, dopo un giro interminabile (alla ragazza tutti quei corridoi rivestiti di metallo sembravano talmente simili che aveva temuto di essersi persa in più di un'occasione), raggiunse l'archivio della fortezza volante, l'unico posto dove avrebbe potuto trovare quelle informazioni che stava cercando. Dapprima diede una rapida occhiata ai fogli sparsi sui vari tavolini, ma dovette constatare con amarezza che non erano altro che risultati di vari test eseguiti su dei robot e risultati di analisi talmente complesse che fecero desistere la giovane mutante dal continuare con la lettura già dalla prima riga. Capendo che non avrebbe mai trovato le informazioni che stava cercando su dei fogli di carta, si guardò intorno per cercare altre alternative che non riguardassero l'utilizzo dell'enorme computer che spadroneggiava nella sala.
-Oh no. No, ti prego, quell'affare no!- piagnucolò Eden vedendo che purtroppo non le restava altra alternativa: le informazioni che cercava dovevano essere là dentro. E lei aveva usato un computer solo due o tre volte per fare le cose più elementari... Come si sarebbe districata nell'enorme archivio elettronico senza che Eggman se ne accorgesse?
-Hai bisogno di aiuto, cara?-
-Sì, grazie mille dottor Eggman!- la ragazza trasalì e si girò di scatto, trovandosi davanti al faccione ghignante del proprietario dell'archivio, accompagnato dallo strano robot nero e argento che gli faceva da tuttofare, l'Egg-Matic 5000. -Come facevi a sapere che ero qui?-
-Sei stata ripresa dalle telecamere a circuito chiuso che sono disseminate nell'edificio. E inoltre Bokkun ti aveva vista aggirarti nei dintorni con aria sospetta!- spiegò rapidamente il dottore. Eden sbuffò ripensando al piccolo robot messaggero di Eggman e ai due assistenti robot di quest'ultimo. Era certa che nessuno dei tre l'avesse presa in simpatia. Forse perché avevano saputo che era stata lei a distruggere quell'armata che Eggman si era portato dietro in occasione del loro primo incontro, e loro temevano di poter essere i prossimi. Ma da quel punto di vista potevano stare tranquilli: anche se non sapeva niente di robotica, a Eden quel bizzarro trio sembrava troppo innocuo per poter rappresentare una seria minaccia. Solo il robottino nero si stava dimostrando particolarmente irritante, ma alla fin fine era sopportabile.
-Puoi dire a quella peste di Bokkun di stare lontana da me?-
-Lo farò, stai tranquilla. Però c'è una cosa che più mi preme sapere, mia carissima ospite... Cosa ci fai tutta sola nell'archivio?-
-Mi sono persa. Differenziare le pareti o mettere una piantina da qualche parte era troppo per te, genio?- inventò immediatamente la ragazza. Il dottor Eggman rispose all'affermazione con un sorriso.
-Ho avuto a che fare con gente molto più testarda di te, sai? Lo so che sei qui perché vuoi saperne di più su cosa aspettarti da Sonic the Hedgehog e dai suoi amici, a discapito di quello che mi hai chiesto quando ti sei offerta di aiutarmi!-
La ragazza guardò il dottore con gli occhi sgranati: da quanto riusciva a ricordare, quella era la prima volta da molti anni che qualcuno non veniva ingannato dalle una delle sue scuse inventate sul momento. L'unica persona che fosse mai riuscita a farle ammettere che mentiva, fino a quel momento, era stata sua madre. Lo aveva decisamente sottovalutato
-Il tuo sguardo è una risposta più che sufficiente.- disse semplicemente. -Non ho intenzione di fartene una colpa... Anzi, significa che sei molto intelligente e che qualunque sia la cosa che tu voglia fare con loro ti sta particolarmente a cuore! Stai tranquilla, se vuoi accedere al mio archivio personale sui nostri avversari sei liberissima di farlo!-
Eden non riusciva a credere alle sue orecchie. L'avrebbe davvero fatta franca così facilmente dopo aver cercato di ingannarlo? -Grazie per l'opportunità. C’è solo un piccolo problema: io non so usare quell'arnese. Potrei rovinare tutte le informazioni contenute nell'archivio. Dovrai essere tu a mostrarmele!-
-Certamente, mia cara!- disse, azionando lo schermo con un telecomando. -E ho anche delle riprese in diretta. Sai, dopo tutto quello che mi è successo a causa delle pesti che stai per conoscere ho deciso di tenerle sempre sotto stretta sorveglianza, è meglio essere sempre al corrente di ciò che fanno!-
La ragazza annuì mentre si poggiava su uno dei tavoli a braccia conserte osservando la lunga sequenza di numeri e lettere che scorrevano incessantemente sul monitor. Improvvisamente i codici furono sostituiti da una specie di schermata che conteneva tutti i dati, con tanto di foto, di un riccio blu che doveva avere più o meno la sua età.
-Ecco a te, mia carissima Eden, i nostri avversari!- disse il dr. Eggman mentre la schermata davanti a loro cambiò ancora una volta, diventando un filmato dedicato allo stesso riccio ritratto nella foto, che stava sdraiato su un campo di montagna. Probabilmente stava facendo quelle cose proprio in quel momento, mentre veniva ripreso di nascosto dalle telecamere. Eggman doveva averle piazzate su dei robot volanti abbastanza piccoli da non poter essere notati.
-Questo insopportabile riccio blu si chiama Sonic. È un vero sbruffone, che passa tutto il suo tempo libero a correre su e giù come una trottola impazzita senza una meta precisa e a fare il guastafeste nei geniali piani di conquista del mondo!- spiegò Eggman indicando l'immagine del riccio blu sullo schermo.
-A me non sembra così pericoloso.- commentò la giovane mutante -Francamente io vedo solo un riccio normale che cerca di godersi la vita.-
Eggman alzò un sopracciglio e premette un altro pulsante del suo telecomando, facendo così partire una lunga serie di immagini che sfrecciarono davanti agli occhi di Eden e che le fecero immediatamente cambiare idea sul soggetto preso in esame: Sonic, il riccio blu, demoliva robot su robot, saltava fino a raggiungere punti altissimi per poi scendere in picchiata appallattololato in una sega circolare per trapassare un robot, salvava un ragazzino da un robot impazzito, fuggiva via da un enorme camion intenzionato ad investirlo, si malmenava con un riccio rosso e nero apparentemente identico a lui che cercava di colpirlo con delle specie di saette che lanciava dalle mani... Insomma, Eden vide davanti a sé tutti i generi di situazioni che avrebbe comportato minimo la rottura dell'osso del collo ad ogni comune mortale ma da cui Sonic the Hedgehog, ogni volta, usciva quasi senza un graffio.
-"Riccio normale", dici?- chiese Eggman alla giovane, rimasta letteralmente a bocca spalancata dopo il video.
-Ma dove diavolo ha imparato a fare queste cose?- chiese Eden, ancora scossa per quello che aveva appena visto.
-Non ne ho idea, ma sarei felice di scoprirlo... Solo per dare le legnate che si merita alla persona che gli ha insegnato a muoversi in quel modo!- disse il dottore, per poi tornare alla scheda del soggetto.
-Sonic the Hedgehog. Età, 17 anni compiti il 23 Giugno di quest'anno. Altezza, 1,02 m, peso, 35,7 kg. Il suo stile di combattimento corpo a corpo è caratterizzato dalla combinazione di mosse tipiche della break dance e della capoeira eseguite ad alta velocità, ma il più delle volte preferisce saltare direttamente addosso all'avversario dopo essersi appallottolato su sé stesso mentre salta dopo aver preso una lunga rincorsa ad alta velocità.- lesse il dottor Eggman.
-Tutto qui?- chiese Eden, sbalordita -Riesce a fare quelle cose fuori dal mondo solo con qualche mossa di break dance combinata ad una velocità spaventosamente alta?-
-Che tu ci creda o no, è così.- confermò Eggman a malincuore. -Cerco sempre nuovi modi per contrastarlo, ma lui ogni volta riesce sempre a cavarsela! Ma vedremo se ci riuscirà ancora, una volta che la mia arma segreta sarà completa, vedremo!- il dottore cominciò a ridere maniacalmente, guadagnandosi tutta l'attenzione del nuovo acquisto della sua squadra. -Ovviamente tu non farai alcuna menzione della mia nuova arma segreta quando te li troverai davanti, è chiaro?-
-Certo che no! E poi, anche se volessi, non potrei nemmeno farlo dato che non hai rivelato niente nemmeno a me!-
-Ci siamo chiariti.- disse il dottore cambiando telecamera con il telecomando; sullo schermo comparve un biplano in volo su cui viaggiavano una riccia rosa e una volpe a due code.
-Ma guarda un pò! Stanno viaggiando insieme, chissà come mai...- meditò il dottore appena vide le immagini.
-Dottore, non mi presenti i nuovi amichetti?- chiese lei, incuriosita e impaziente di saperne di più. Eggman annuì e passò immediatamente alla scheda della volpe.
-La volpe si chiama Miles Prower, noto anche come Tails. Età, 9 anni, ne compirà 10 il 16 ottobre. Altezza, 0,83 m, peso, 20,8 kg. Il suo stile di combattimento è simile a quello di Sonic, probabilmente perché gli ha dato qualche lezione lui stesso, ma ovviamente è molto meno veloce, quindi maggiormente prevedibile. Però, piuttosto che combattere corpo a corpo, preferisce servirsi delle armi a disposizione dei suoi mezzi di trasporto, che ha modificato lui stesso!-
-Un momento: ha modificato le armi dei suoi mezzi di trasporto lui stesso? Ma se ha solo 9 anni!- commentò incredula Eden.
-Sarà pure giovanissimo, ma sa come si lavora con le macchine: il volpino, che tu ci creda o no, è un piccolo genio della robotica, anche se non potrà mai competere con il sottoscritto, muahahahahahahaa!-
Eden era senza parole: era sempre stata consapevole di essere la quintessenza della stranezza fatta a persona, ma nemmeno i suoi nuovi nemici scherzavano in fatto di stramberie. -Che mi dici della riccia?-
Il dottore passò immediatamente alla sua scheda. -Nome, Amy Rose. Età, 13 anni, ne compirà 14 il 23 Settembre. Altezza, 0,91 m, peso 30,4 kg. Non lasciarti ingannare dall'aspetto docile e innocuo di quella ragazzina, e soprattutto non farla arrabbiare: potrebbe essere l'ultima cosa che fai in vita tua. La sua arma più temibile è il suo famigerato martello Piko Piko, che usa per colpire chiunque non le vada tanto a genio in quel momento.-
-Cosa intendi dire?-
-Che quando Amy è arrabbiata, chiunque può diventare il bersaglio di quel martello.- specificò il dottor Eggman. -Non ho mai combattuto seriamente fino ad ora ma sono abbastanza sicura di potermela cavare. Soprattutto contro la ragazza e la volpe!- disse Eden -A meno che non ci siano altre cose che dovrei sapere su di loro.-
-Niente di più...- disse il dr. Eggman, notando che la mutante aveva cominciato a battere il piede per terra in segno d'impazienza. Lo scienziato pazzo sorrise, avendo avuto la prova definitiva di aver fatto la scelta giusta mettendo lui per ultimo, scelta incoraggiata anche dal fatto del tutto fortuito che Tails e Amy, in quel momento, si trovavano insieme.
-Credo che troverai l'ultimo soggetto particolarmente interessante...- disse il dottore cambiando nuovamente telecamera: l'immagine che comparve era quella di un'echidna rossa con una mezzaluna bianca sul petto che era appena sbarcata sulla terra ferma dopo una lunga nuotata. Eggman vide con piacere che Eden sussultò a quella vista.
-Nome, Knuckles the Echidna. Età, 17 anni compiuti il 2 Febbraio. Altezza, 1, 12 m, peso, 40,7 kg. Il suo stile di combattimento è principalmente basato sulla potenza dei suoi pugni, che gli hanno fatto guadagnare il soprannome "Fists of Fury". Nonostante la sua stazza è dotato di una forza sovrumana, si potrebbe dire che lui è forte tanto quanto Sonic è veloce! Fra i due scorreva e ci sono ancora dei cenni di una certa rivalità, dovuti al modo un pò burrascoso in cui si sono conosciuti! Perché, come tu già saprai, Knuckles è il guardiano di Angel Island e del...-
-Se è davvero il guardiano di Angel Island cosa ci fa sulla terra ferma?- chiese Eden.
Eggman si portò una mano al mento. -In effetti è una bella domanda. Ma sai mia cara, ormai è da quando Knuckles è diventato amico di quel riccio blu che a volte si prende una pausa... UNA PAUSA PER ROVINARMI I PIANI! ARGH!-
Il dottore sbatté i pugni sul tavolo, in ricordo di tutte le cocenti umiliazioni subite da Sonic e dai suoi compagni. Prontamente Egg-Matic 5000 porse una tazza di tè verde al povero pazzo isterico, che la tracannò in un sorso. Dopo essersi calmato, però, Eggman notò qualcosa di strano.
Eden si era avvicinata al monitor che visualizzava ogni spostamento dell'echidna rossa, che sembrava essere alla ricerca di qualcosa; la cosa che a Eggman sembrò strana a una prima occhiata era l'espressione della mutante: da essa non traspariva né ira né desiderio di vendetta, ma al contrario... curiosità.
-Eden?- la chiamò il dottore, ma la ragazza sembrava talmente concentrata nel guardare l'echidna da non essersi nemmeno accorta del richiamo. -Eden!-
La giovane mutante trasalì sentendosi richiamata così bruscamente alla realtà. -Che succede?- chiese, allarmata.
-Niente, volevo solo sapere se eri ancora fra noi!- disse il dottor Eggman. -Come mai stavi fissando Knuckles in quel modo? Sembravi completamente assorta nei tuoi pensieri, mentre lo guardavi.-
La ragazza sembrò quasi cadere dalle nuvole. Non si era accorta minimamente di quello che aveva fatto. -Ah. Lo stavo fissando?-
Eggman non rispose, ma guardò la sua interlocutrice in modo molto strano.
-Non mi aspettavo che fosse così giovane. Abbiamo la stessa età!- spiegò la ragazza. -Anch'io compirò 17 anni quest'anno, l'11 Novembre. Mi sembra così strano...-
-Allora avrebbe dovuto sembrarti strano anche con Sonic, Eden. Ha compiuto 17 anni in questi giorni!- commentò Eggman.
-Ma con lui è diverso, lui non verrà distrutto per mano mia.- spiegò la ragazza. -Mentre il guardiano di Angel Island... Sarò io stessa a porre fine alla sua esistenza! Credimi, non sto avendo alcun ripensamento per quello che sto per fare... Ma è una strana sensazione, quella di dover togliere la vita ad una persona con cui potrei facilmente essere...- Eden smise di colpo di parlare, e scosse la testa -Ah, lasciamo perdere! Tanto è solo fiato sprecato!-
Detto questo la ragazza si avviò verso il ponte della base aerea, da cui avrebbe preso una navetta per scendere a terra e iniziare a cacciare la sua vittima designata.
-Eden?- la fermò Eggman. Nemmeno lui sapeva come mai l'avesse fermata: forse una piccola parte di lui non voleva che lei si macchiasse di una colpa tanto grave? Forse sentiva che se fosse successo qualcosa a Knuckles a causa di Eden si sarebbe sentito responsabile per il resto dei suoi giorni per averle permesso di trovarlo? Non lo sapeva nemmeno lui. Però quella ragazza, quella probabile futura assassina, gli doveva almeno una risposta. -Se nemmeno tu sei tanto convinta di quello che stai per fare... Perché vuoi farlo comunque?-
La ragazza indugiò per un momento, prima di rispondere, con una voce stranamente piatta e inespressiva. -Perché è una cosa che dovevo già fare molto tempo fa. Ma tu non puoi capire. Dopo che li avrò affrontati non tornerò subito, quindi non preoccuparti se non mi vedrai in giro per un pò.-
Il dottor Eggman sentì un brivido freddo lungo la schiena. Non sapeva cosa avrebbe dovuto aspettarsi esattamente da quella strana ragazza, ma dai suoi discorsi si capiva che stava facendo sul serio, anche. -E dove andrai, in quel lasso di tempo?-
-Andrò a cercare un amico, e gli proporrò di unirsi a noi. Potrebbe anche non accettare, ma ne dubito fortemente: non è mai riuscito a negarmi un favore in tutta la sua vita, non vedo come potrebbe farlo proprio adesso.- spiegò velocemente la ragazza, raggiungendo la porta scorrevole, che si aprì al suo passaggio. Prima di varcarla, però, si sentì in dovere di aggiungere un'ultima cosa. -Ah, dottore! Ti consiglio di tenere quelle telecamere puntate sull'echidna. Non vorrei ti perdessi lo spettacolo.-






Angolo dell'Autrice Degenere: Hola a tutti! Stranamente sono passati solo sei giorni dall''ultimo aggiornamento (la fine del mondo è vicina! U_U). Mancano dieci minuti alle cinque e sto morendo di caldo nonostante il ventilatore sparato al massimo e la finestra spalancata. Il mio gatto però non sembra lamentarsi, anzi, se ne sta spaparanzato (o forse dovrei dire "spaparanzatA" dato che è una femmina?) sul mio tavolo fra il computer e il ventilatore (prende aria sia dalla ventola di raffreddamento supplementare che dal ventilatore... beata lei!). Sono stata tutto ieri notte (non dico "sera" perché ho passato la sera facendomi una scorpacciata di video demenziali su Youtube e finendo qualche missione in sospeso di Sonic Colors per DS... I giochi si Sonic sono davvero una fonte di ispirazione micidiale, vi dò la mia parola!) a riscrivere il capitolo (ho davvero pubblicato un capitolo così corto? Erano sei pagine di Word! O_o), e spero che il risultato sia stato almeno decente. Non so se le avete notate, ma i dati relativi ad altezza e peso dei vari personaggi contenuti nell'archivio di Eggman NON corrispondono ai dati reali dei protagonisti: li ho leggermente modificati perché, essendo passato più di un anno dalla serie "canonica" dei videogiochi, ho pensato che in quel lasso di tempo avrebbero dovuto essere cresciuti almeno di qualche centimetro; le date di nascita non sono mai state confermate ufficialmente dalla SEGA, e per questo spesso vengono accreditate come canoniche le date di uscita dei giochi in cui compare per la prima volta il personaggio in questione (per Sonic e Eggman il 23 Giugno, uscita del primo gioco della serie in assoluto, per Tails il 16 ottobre, data di uscita di Sonic 2, e così via... ). Questo per chiarirvi i misteri dei dati anagrafici mostrati dal dottor Eggman a Eden, che come tutti saprete, entrerà ufficialmente in azione nel prossimo capitolo! Ne vedremo delle belle... E non ho più niente da dire, grazie alle persone che leggono, commentano, e che hanno rimesso la storia fra i preferiti e le seguite (VI ADORO!), ci sentiamo al prossimo capitolo!

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Capitolo 4
*** Capitolo 3: Sorpresa ***


-E questo era l’ultimo!- esclamò Tails, dopo aver appeso l’ennesimo festone colorato fra gli alberi che circondavano  il suo laboratorio. La tavola era già stata apparecchiata con una tovaglia bianca, con una serie di palloncini colorati che si intrecciavano in prossimità dei bordi, i piattini e i bicchieri per gli ospiti erano già stati sistemati, ma mancavano ancora le cibarie, che Amy stava preparando in cucina con l’aiuto di Cream proprio in quel momento. Erano passate poche ore da quando lui e Amy avevano supplicato Knuckles di aiutarli nell’organizzazione della festa, e fino a quel momento l’echidna non si era fatto sentire.
-Tails! Tails, mi ricevi?- in quel momento, quasi come se avesse percepito i pensieri della volpe, Knuckles contattò Tails tramite la trasmittente che teneva nascosta fra gli aculei.
-Forte e chiaro! Ci sono problemi con Sonic? Si sta dirigendo da queste parti?-
-Non ci sono problemi. Volevo solo farti sapere che l’ho trovato e che ora lo sto seguendo. Avevi ragione, stava entrando nella Windy Valley.- disse l’echidna.
-Il localizzatore che gli ho posizionato addosso è molto preciso, sarebbe stato impossibile che avesse dato una località errata! Ora, Knuckles, attieniti al piano: devi seguire Sonic, ovunque vada, senza farti vedere. Non devi staccargli gli occhi di dosso!- gli ricordò la volpe.
-La fai tanto facile tu, che sei abituato a seguirlo ovunque. Qui tira un vento fortissimo, quasi non riesco a capire dove sto planando! Si può sapere come fa lui a...- l’echidna smise di parlare per un momento, ma Tails poté chiaramente sentirlo trasalire.
-Knuckles?- lo chiamò Tails, allarmato dall’improvviso silenzio dell’echidna.
-Ti richiamo più tardi!- gli rispose frettolosamente prima di chiudere la chiamata. Se Tails non avesse conosciuto Knuckles abbastanza bene da sapere che sarebbe stato uno scherzo per lui attraversare la Windy Valley nonostante i suoi venti fortissimi e le sue strade interrotte, si sarebbe preoccupato da morire per quell’improvvisa interruzione.
-Notizie di Sonic?- chiese Amy, guardando il walkie talkie nelle mani del volpino.
-Sono nella Windy Valley. Knuckles sembrava agitato, ma sono sicuro che se la caverà benissimo!- le spiegò rapidamente Tails.
-Spero solo che Sonic non lo sorprenda e che non si lasci sfuggire qualcosa!- disse la riccia, alzando gli occhi al cielo.
-Anche se Sonic lo scoprisse dubito che Knuckles si farebbe sfuggire qualcosa... Sai bene come risolvono le loro questioni!- le rammentò Tails, ripensando a tutte le volte in cui i suoi due amici avevano finito col disputare dei veri e propri duelli all’ultimo sangue per risolvere quelle questioni in cui non si trovavano d’accordo. Ed era relativamente difficile farli smettere, dal momento che Knuckles era una testa calda che non voleva sentire ragioni, mentre Sonic si divertiva un mondo a stuzzicare l’echidna e a combattere contro di lui.
-Se qualcosa dovesse andare storto stasera, quell’echidna se la dovrà vedere con me! Ad ogni modo Tails, mi chiedevo se avessi finito qua fuori, perché a me e a Cream servirebbe qualcuno che possa fare da assaggiatore!-
-Assaggiatore? Contate pure su di me!- esclamò il volpino che seguì la riccia nella piccola cucina dell’appartamentino sovrastante il laboratorio con l’acquolina in bocca.
Amy gli porse amichevolmente un vassoio contenente un pezzo di ogni pietanza che era stata preparata fino a quel momento: tramezzini, crepes, pasticcini e involtini, tutti farciti con vari ingredienti, e i soliti, immancabili, chilly dog.
-Serviti pure! Abbiamo proprio bisogno di un altro parere!- gli disse la riccia, indicandogli il piccolo Cheese che stava svotando il contenuto di un altro vassoio con un’ingordigia incredibile per un piccolo Chao delle sue dimensioni. La piccola Cream sembrava esserne molto compiaciuta.
-Agli ordini, signora!- esclamò prontamente Tails afferrando un tramezzino al prosciutto cotto farcito con uova. Lo trovò ottimo, e i commenti per gli altri stuzzichini non furono da meno.
 
Knuckles fu molto grato che Sonic avesse deciso di uscire dalla Windy Valley. L’esperienza per lui fu talmente traumatica da chiedersi come facesse quella valle praticamente sospesa nel vuoto ad essere una fra le mete turistiche più gettonate secondo le agenzie di viaggio: come facevano gli altri ad avventurarsi in quel labirinto come se niente fosse? Le correnti d’aria erano talmente forti che per lui planare (e di conseguenza seguire Sonic) era stato a dir poco impossibile. Inoltre il fatto di aver visto alcuni ponti che venivano addirittura sradicati dalla loro sede ed essere trascinati via dal vento come se fossero stati dei pezzetti di carta non aveva fatto altro che accrescere la sua preoccupazione. Come diavolo faceva Sonic ad attraversarli senza alcun problema? Knuckles non lo avrebbe mai ammesso nemmeno sotto tortura, ma quel posto lo aveva davvero spaventato a morte, persino più di quel castello infestato in cui il dottor Eggman si era rifugiato molto tempo prima.
In quel momento Sonic stava sfrecciando a tutta velocita su una stradina di montagna apparentemente poco trafficata e senza sgradite sorprese. Da lì era molto più facile stargli dietro senza che il riccio se ne accorgesse. Gli bastava arrampicarsi su qualche spunzone di roccia e sorvegliare la scena dall’alto per individuare il riccio blu quando lo perdeva di vista. Era tutto decisamente molto più facile.
Ma quello che Knuckles non sapeva era che Sonic si era accorto che c’era qualcosa di strano. Si sentiva osservato, e per quella piccolissima motivazione stava prendendo quella strada: a chiunque sarebbe sembrata una normale stradina di montagna, ma in realtà questa conduceva a Red Mountain. Se davvero qualche pazzo spericolato lo stava seguendo, non si stava rendendo conto che presto avrebbero superato il confine fra Apotos e Mazuri e che la stradina tranquilla si sarebbe trasformato in un vero e proprio labirinto formato dalle vecchie strutture che il dottor Eggman usava per spostare i macchinari con cui raccoglieva i metalli che usava per le sue creazioni anni prima, da geyser nascosti lungo il percorso e, ovviamente, c’era anche il percorso interno al vulcano attivo che avrebbe reso la vita difficile ad ogni furbetto che stava cercando di seguirlo. Se la sensazione gli fosse rimasta, e se il suo fantomatico inseguitore si fosse rivelato, avrebbero potuto anche fare una gara di corsa per stabilire che lui era sempre l’essere più veloce del mondo! Forse non era nemmeno seguito da qualcuno, ma l’idea di ripercorrere quei luoghi pericolosi dopo tanti anni era sempre allettante.
Sonic ghignò quando si rese conto che la vegetazione stava diventando sempre più rada e la terra rossa, e anche Knuckles lo fece.
-Questo è un invito a nozze!- pensò l’echidna. Conosceva quel posto alla perfezione, con tutti i suoi passaggi segreti e le sue scorciatoie. Sarebbe stato un gioco da ragazzi continuare a seguire Sonic in quel posto. Sempre che non ci fosse stato vento contrario...
 
***
 
-Scusa Tails! Forse avremmo dovuto dirti che alcuni dei panini erano imbottiti con salsa piccante, come piacciono a Sonic!- disse una mortificata Amy a Tails, che si era letteralmente infilato il tubo da giardino di Vanilla in bocca con il getto d’acqua aperto al massimo per farsi passare il bruciore che sentiva alla lingua. Cheese si allontanò molto lentamente dai panini che la volpe aveva appena toccato, temendo di subire lo stesso destino. Cream portò a Tails un bicchiere di latte.
-Tieni. Secondo la mamma è perfetto per calmare il bruciore da cibo piccante!- gli disse la ragazzina, sorridendo. Tails spostò il tubo, vuotò il bicchiere tutto d’un fiato, lo restituì a Cream e puntò di nuovo il getto del tubo sulla sua lingua.
-Non credo che abbia funzionato molto bene.- disse Amy -Sarà meglio andarci piano con la salsa piccante!-
-Sono d’accordo.- disse Cream -Tails, vuoi un altro bicchiere di latte?-
-Buo, guazie!- rispose la volpe, senza staccarsi dal getto d’acqua.
-Tails, non fare tante storie per un po’ di salsa piccante! Hai quasi dieci anni, dovresti essere un ometto ormai!-
Tails mosse rapidamente gli occhi alla ricerca della fonte della voce, ma non si sognò nemmeno per sogno di spostare il getto del tubo dalla sua bocca. Amy e Cream si guardarono intorno, spaesate, finché non videro una donna pipistrello dai capelli bianchi con una tutina aderente nera con motivi a forma di cuore che lasciava ben poco spazio all’immaginazione atterrare davanti a loro.
-Buon pomeriggio, ragazzi. Dalle tavole imbandite e dai manicaretti che state preparando sembra quasi che stiate organizzando una festa!- notò Rouge the Bat guardandosi intorno con aria apparentemente poco interessata.
-Potrebbe anche essere. E allora?- chiese Amy, offesa dalla superficialità del pipistrello.
-Hai indovinato. Stiamo organizzando una festa per il compleanno di Sonic!- disse Cream, guadagnandosi un’occhiataccia di Amy.
-Oggi è il compleanno di Sonic, eh? Grazie per l’informazione, non me lo ricordavo proprio!- disse Rouge, con uno strano sorrisetto sul volto.
-Frena! Se stai pensando di autoinvitarti alla festa ti comunico che stai sbagliando tutto! È una cosa che riguarda solo Sonic e i suoi amici più stretti!-
-Ragazzina, ci conosciamo da anni ormai! Non credi che questo potrebbe bastare per far rientrare anche me nella sua cerchia di “amici più stretti”?- chiese lei, trattenendo una risatina per la reazione della riccia.
-Amy, Rouge ha ragione. Non vedo perché non potrebbe venire anche lei, se ne ha voglia!- disse Tails, prima di andare a chiudere il rubinetto del tubo di gomma.
-Grazie! Finalmente c’è qualcuno che si ricorda dell’esistenza delle buone maniere!- disse Rouge, alzando le mani al cielo. Cream le sorrise, mentre Amy le si avvicinò, sospettosa.
-Tu non fai mai niente per niente. Sono certa che hai in mente qualcosa!-
-Chi? Io?- il pipistrello si portò una mano sul cuore -Come potrei avere delle cattive intenzioni? E il giorno del compleanno di uno dei più grandi eroi del nostro mondo? Compleanno che, da quel poco che vedo, sarà soltanto una piccola serata estiva in compagnia di alcuni amici? Senza nemmeno una torta come si deve?- scosse la testa. -Mi fa male sapere che pensate tutto questo di me dopo tutte le avventure che abbiamo passato insieme. Ma non importa! Verrò comunque alla festa di stasera, solo per dimostrarvi che anche io posso essere una... ragazza normale che festeggia una festa di compleanno all’aperto. In mezzo agli insetti e a chissà quali altre creature strane!-
-Se la nostra presenza non ti è gradita puoi sempre passare la serata da un’altra parte, sorella!- disse Vector the Crocodile, trasportando il suo enorme impianto stereo nel giardino di Vanilla. Accanto a lui c’erano i suoi colleghi, che stavano trasportando degli scatoloni e delle buste molto pesanti che probabilmente contenevano alcuni dischi della sterminata collezione del coccodrillo.
-Non mi riferivo a voi! Stavo solo dicendo che sarebbe stato molto più carino festeggiare un compleanno in un luogo più... convenzionale, diciamo così. Come un ristorante o a casa propria!-
-Sonic considera il mondo intero la sua casa, quindi direi che una festa all’aperto è molto più che appropriata, in questo caso!- disse Espio the Chameleon, smontando Rouge in poco meno di una frase.
-Ben detto, Espio!- disse Amy, mostrando chiaramente di parteggiare per i Chaotix. -Quindi, cara miss Perfezione, se la festa e le persone che sono state invitate non ti sono gradite, perché non segui il consiglio di Vector e sparisci?-
-Amy! Ragazzi!- li richiamò Tails prima che potessero aggiungere altro. -Rouge, come ti ho già detto prima, per me, Cream e Vanilla non ci sono problemi se tu deciderai di unirti a noi. La festa inizierà stasera alle nove, ma puoi anche presentarti più tardi, se vuoi.-
-Meglio se mai!- mormorò Amy a denti stretti, ignorata da tutti.
-Grazie, tesorino. Sapevo che almeno tu, in mezzo a questo branco di maleducati, avessi mantenuto un po’ di buon senso e di buona educazione!- disse Rouge, alzandosi in volo. -Scusatemi, ragazzi, ma devo andare a farmi bella per stasera. Perché io, a differenza di certe ragazzine di mia conoscenza, ci tengo ad avere stile sempre e comunque. Ci vediamo più tardi!-
Il pipistrello volò via, ignorando completamente Amy e il fatto che avesse appena estratto il martello solo per tirarglielo addosso. Vector glielo strappò di mano prima che potesse farlo.
-A chi avresti dato della ragazzina, smorfiosa?!- le urlò contro nonostante fosse già lontana.
Quando Rouge fu abbastanza lontana poté esaminare il radar che portava al polso. Era camuffato da braccialetto, e per questo era molto difficile da notare. E, come pensava, il segnale veniva proprio dalla casa di Vanilla the Rabbit, dove si sarebbe tenuta la festa.
-Mi dispiace, ma non credo che a Sonic tornerebbe molto utile un Chaos Emerald in questo periodo. Sarà meglio che lasciate che a prenderlo sia una persona con un certo fascino e con un certo gusto per queste cose... Ad esempio una persona come me!-
All’improvviso sul radar comparve un secondo segnale. Proveniva da qualche chilometro di distanza e si stava muovendo piuttosto velocemente.  Il pipistrello sorrise fra sé e sé, pensando che quello doveva proprio essere il suo giorno fortunato e si diresse verso la fonte del segnale. Sul piccolo fiume che scorreva nel bosco c’era un tronco d’albero su cui un giovane gatto arancione stava cercando disperatamente di aggrapparsi. Sulla riva del fiume c’erano due persone che stavano inseguendo il tronco e il ragazzino: uno era un gatto rosso molto robusto, che probabilmente era il padre del ragazzino; l’altra era una specie di riccia dagli aculei molto strani, dalla forma frastagliata e irregolare. Indossava un basco con visiera nero e un giubbotto dello stesso colore, sotto al quale erano visibili una lunga maglietta viola scuro e dei pantaloni neri.
-Resisti, piccolo, stiamo arrivando!- urlò la riccia, prima di accelerare il ritmo della corsa per raggiungere una roccia particolarmente sporgente a cui il tronco si stava avvicinando. La ragazza si allungò e tese la sua mano al gatto in difficoltà, ma purtroppo questa mise un piede in fallo e cadde nel fiume a sua volta. Il gatto aiutò la sua potenziale soccorritrice e la fece arrampicare sul tronco a sua volta, ma lei sembrava comunque molto scossa.
-Sto bene... Devo aver bevuto un po’.- disse lei, prima di alzare la testa per vedere qualcosa che la  fece impallidire all’improvviso: a una cinquantina di metri da loro c’era una cascata. E anche il suo salvatore se ne accorse.
-Siamo condannati!- disse lui, deglutendo.
-Non è detto... Vedrai, andrà tutto bene!- disse lei, anche se non sembrava molto convinta.
Rouge diede una rapida occhiata al radar: il Chaos Emerald doveva essere su quel tronco insieme ai due ragazzi. Il pipistrello non ci pensò due volte prima di afferrare il gatto e la strana riccia rossa per la collottola e portarli sani e salvi a riva. La riccia si accasciò a terra, semisvenuta, mentre il gatto corse fra le braccia di suo padre.
-Jimmy, te l’ho detto mille volte che non  devi salire sui rami più sottili degli alberi perché potrebbero spezzarsi! Non dovevi rifarlo!- disse il gatto adulto, riabbracciando il figlio.
-Lo so papà, ma non sono riuscito a trattenermi.- disse il piccolo Jimmy, mostrando una grossa pietra di colore celeste al genitore. -Ho visto questa bella pietra impigliata fra i rami, mi sono incuriosito e ho cercato di prenderla! Ma il ramo si è spezzato e sono caduto nel fiume! Ho avuto tanta paura...-
Il gatto annuì, comprensivo, e strinse subito la mano a Rouge. -La ringrazio. Se non fosse stato per lei mio figlio e quella ragazza sarebbero precipitati in quella cascata!-
-Dovere, dovere.- disse il pipistrello, senza staccare gli occhi dal ragazzino e dalla gemma nelle sue mani. Quasi come se le avesse letto nel pensiero, Jimmy le porse il Chaos Emerald azzurro senza alcuna esitazione.
-Se la vuoi tu puoi tenerla tu. È il minimo che possa fare per sdebitarmi per quello che hai fatto con me oggi.- disse il ragazzino, sorridendole.
Rouge era senza parole. Non capitava tutti i giorni che qualcuno le consegnasse un Chaos Emerald di propria iniziativa. Il pipistrello prese la pietra rivolgendo al piccolo Jimmy un sorriso radioso. -Grazie, piccolo. Cresci mantenendo questa mentalità e da grande farai impazzire tutte le donne, credimi!-
Il ragazzino rise. -Nah! A che serve fare impazzire le donne quando puoi diventare il migliore agente segreto del mondo?-
Rouge non poté fare a meno di sorridere. -Sai, io conosco molto bene quel genere di lavoro. Saperci fare con le persone è davvero molto importante, se vuoi sfondare nel campo.-
Lo sguardo di Jimmy si illuminò. -Sei una spia, vero?-
-Questo non posso dirtelo.- disse Rouge, ma dallo sguardo adorante che le rivolse il giovane gatto capì che lui aveva capito la verità.
-Figo.- commentò lui, ammirato. Prima che potesse farle altre domande suo padre lo richiamò. -Devo andare. È stato un piacere conoscerti, futura collega! Ringrazia tanto anche l’altra ragazza da parte mia!-
Il gatto si allontanò insieme a suo padre e Rouge cercò di rivolgere la sua attenzione alla strana riccia che aveva cercato di soccorrere Jimmy prima di lei. Però, questa era scomparsa nel nulla lasciando solo una piccola chiazza bagnata sul terreno.
 
***
 
Sonic aveva superato indenne la Red Mountain e le sue insidie, e in quel momento decise di tornare indietro, a  Apotos. Continuava a sentire la strana sensazione di essere seguito da qualcuno, e voleva sapere per quanto tempo il suo avversario era intenzionato a seguirlo. Già se lo immaginava, un robot di Testa d’uovo che gli stava alle costole aspettando il momento giusto per attaccarlo mentre invece doveva stare più attento a superare indenne il percorso ad ostacoli lungo il quale il riccio blu sfrecciava senza alcun problema. Lo immaginava con il fiatone e tutto mentre cercava di stargli dietro, e quel pensiero bastò a far scappare una risatina al riccio blu.
A qualche decina di metri di distanza Knuckles stava continuando a planare, maledicendo Sonic e la sua velocità supersonica. Non sapeva cosa ci trovasse il riccio blu nel percorrere a tutta velocità dei percorsi che sarebbero stati perfetti per degli aspiranti suicidi, dati tutti i pericoli in cui era possibile imbattersi. Quando aveva accettato di seguire Sonic a distanza Knuckles non aveva minimamente pensato che il riccio blu avrebbe potuto pensare di trasformare una tranquilla corsetta in una spericolata corsa a ostacoli in cui sarebbe bastato mettere un piede in fallo per andare incontro ad una fine orribile. Anzi, ripensandoci era proprio da Sonic the Hedgehog una cosa del genere: fortunatamente sembrava aver cambiato idea e in quel momento stava sfrecciando a tutta velocità verso una stradina di montagna verdeggiante che, per quel poco che sapeva, non conduceva in nessun posto pericoloso. A meno che non fosse improvvisamente eruttato un vulcano nella tranquillissima Apotos, cosa di cui dubitava, dal momento che la notizia di un’eruzione vulcanica nella regione di Apotos avrebbe destato talmente tanto stupore che sarebbe arrivata persino a Angel Island.
L’echidna osservò la posizione del sole e calcolò che dovevano essere all’incirca le sei e mezza del pomeriggio. Stava inseguendo Sonic da diverse ore ormai, e nessuno dei due si era ancora fermato a mangiare qualcosa. Solo ora che lo notava stava cominciando a sentire un certo languorino, ma sapeva anche che non poteva assolutamente permettersi di fermarsi, perché altrimenti avrebbe perso di vista il riccio blu e per lui sarebbe stato impossibile riprenderlo. Eppure nemmeno lui aveva mangiato: come diavolo faceva a continuare a correre mantenendo quel ritmo?
-Knuckles! Mi ricevi?-
-Forte e chiaro, Tails.- disse l’echidna, rispondendo all’apparecchio che teneva nascosto nell’orecchio. -Dimmi tutto!-
-Ho calcolato la traiettoria e la velocità di Sonic. Sta venendo qui, e se continua a correre con questo ritmo arriverà fra un paio d’ore. Se dovesse avvicinarsi troppo dovrai farti avanti con una scusa e cercare di fermarlo!-
-Non sarà un problema. Ho come la sensazione che sappia di essere seguito, perché sta scegliendo i percorsi più impervi lungo la sua strada. Sono stanco, ho fame e sto faticando a stargli dietro! Ho come l’impressione che me lo stia facendo apposta!- si lamentò l’echidna, provocando una risatina della volpe.
-Allora ci sbrigheremo anche noi con i preparativi. Grazie al cielo Vector e Espio sono rimasti a darci una mano!- disse Tails. Knuckles sentì la volpe parlottare con qualcuno per qualche minuto. -Ti salutano e ti augurano una buona caccia al riccio!-
-Ricambiali e digli che se vogliono sono disposto a fare a cambio anche subito!-
-Vector si scusa, ma è troppo impegnato con gli addobbi per poter fare a cambio.- disse Tails, ridacchiando.
-Capito. Però ricorda le mie parole, Tails: questa è la prima e l’ultima volta che mi presto a fare un lavoro del genere! Ricordatelo!-
-Lo terrò a mente. Ci sentiamo più tardi, ciao!- la volpe chiuse la conversazione senza dare importanza alle sue parole. L’echidna sospirò.
-Chi me lo ha fatto fare...- pensò fra sé e sé riprendendo a inseguire Sonic.
L’echidna non avrebbe mai saputo dire quanto tempo fosse passato dalla telefonata di Tails quando Sonic si fermò all’improvviso. Knuckles si arpionò saldamente sui rami più alti di un albero nelle vicinanze e osservò attentamente il riccio blu che si guardava intorno come se stesse aspettando qualcosa. Il riccio fece spallucce e con un salto afferrò qualcosa da un altro albero nelle vicinanze e iniziò a mangiare. L’echidna si rese conto con orrore di essere atterrato sull’unico albero che non era un melo della zona e che se avesse cercato di prendere un frutto a sua volta sarebbe stato inevitabilmente scoperto. Knuckles si stava ancora mangiando le mani quando un ghigno comparve sul volto di Sonic. Quel sorrisetto diede all’echidna rossa la conferma che lui sapeva di essere seguito e che non aveva fatto altro che torturarlo per farlo uscire allo scoperto.
-Appena lo porto alla festa di Tails lo uccido, compleanno o non compleanno!- ringhiò lui appena lo vide ripartire. L’echidna ricominciò ad inseguirlo finché non lo perse di vista in una foresta relativamente poco distante da dove si erano fermati. Knuckles atterrò iniziò a guardarsi intorno, impaziente di ritrovare Sonic, quando questo gli spuntò all’improvviso da dietro le spalle.
-Ma guarda chi si vede! Il vecchio Knuckster!- lo salutò il riccio blu con un ghigno. -Qual buon vento ti porta così lontano da Angel Island?-
 -Non sono affari tuoi. E il mio nome è Knuckles. K-N-U-C-K-L-E-S. Lo hai memorizzato?-
-Come vuoi, Knucklehead!- gli rispose lui, solo per il semplice gusto di farlo innervosire ancora di più. -Senti, oggi ho una strana sensazione che mi perseguita... Come la sensazione di essere seguito da qualcuno! Ho corso lungo la Windy Valley e ho fatto anche un giretto a Red Mountain per convincermi che mi stavo sbagliando, ma è stato proprio tutto inutile! Era come se quella presenza invisibile avesse continuato a seguirmi! Non è che tu ne sai qualcosa?-
L’echidna digrignò i denti davanti a quella dichiarazione. -Hai rischiato di farci ammazzare entrambi per una semplicissima sensazione?!- chiese lui, furioso.
Il riccio sorrise maleficamente. -Entrambi? Allora avevo ragione quando ho pensato che mi stessi seguendo!-
-E chi te lo avrebbe detto?-
-Ti sei appena tradito. E ora sono proprio curioso di sapere perché mi stavi seguendo!-
-Non sono affari tuoi!- urlò Knuckles, punto sul vivo. Era affamato e nervoso, e il fatto che Sonic avesse deliberatamente “giocato con lui” fino a quel momento non lo aiutava certamente a calmarsi. Anzi, stava davvero morendo dalla voglia di prendere quel riccio blu a pugni finché non avrebbe cancellato quel ghigno insopportabile dalla sua faccia.
-Andiamo, Knux! Sappiamo entrambi che solo qualcosa di grosso avrebbe potuto spingerti ad allontanarti dal Master Emerald! Quindi, o mi dici cosa sta succedendo, oppure dovrò tirartelo fuori con le cattive!- disse il riccio blu, mettendosi in posizione.
-Sarà un vero piacere massacrarti, dopo tutto quello che mi hai fatto passare oggi!- disse Knuckles, imitandolo. Fu lui a fare la prima mossa, e Sonic evitò il suo colpo con estrema facilità.
-Troppo lento!- lo canzonò lui, iniziando a correre attraverso il bosco. L’echidna rossa, che ormai non ci vedeva più dalla rabbia, iniziò ad inseguirlo investendo in pieno e distruggendo tutto ciò che trovava lungo il suo cammino.
-Knuckles! Vi state avvicinando troppo! Se continuate così sarete qui in meno di dieci minuti e la torta non è ancora pronta!-
Knuckles ignorò l’avvertimento di Tails, ma si fermò solo perché anche Sonic lo aveva fatto.
-Adesso vedrai!- ruggì marciando verso di lui per poi fermarsi quando si rese conto che il riccio si era fermato perché non erano soli. Davanti a lui c’era una delle creature più strane che avesse mai visto in vita sua. Sembrava una specie di fusione tra riccio ed echidna con due grosse ali da pipistrello dietro la schiena. Aveva il pelo nero, a parte cinque, grossi aculei bianchi che coprivano la parte superiore della testa come se fossero stati uno strano cappello. Però la cosa più strana era che Knuckles ricordava vagamente di aver già visto una pettinatura simile da qualche parte, ma non ricordava dove potesse essere accaduto né in quale circostanza. Non ricordava di avere mai visto quella ragazza prima di quel giorno.
 
-Salve. Finalmente ci incontriamo faccia a faccia.- li salutò la straniera con un sorriso inquietante.
-Chi sei? Non hai l’aria di essere di queste parti.- notò Sonic, mettendosi istintivamente sulla difensiva. Non sapeva il motivo, ma sentiva che quella ragazza era pericolosa.
-Sì, diciamo pure che sono qui per compiere una piccola missione.- disse lei con noncuranza, fissando Knuckles. -Se vuoi puoi andartene. Io voglio solo il rosso.-
Knuckles sussultò per la sorpresa, e Sonic si voltò verso di lui. -Conosci questa ragazza, Knuckles?-
-Non l’ho mai vista prima.- gli rispose, continuando a fissarla a sua volta. Era certo di non averla mai vista prima di allora, ma in qualche modo sapeva che era venuta lì per lui. E non sapeva se la sensazione che stava provando in quel momento fosse più associabile alla sorpresa o al panico.
-Sapevo che avresti risposto in questo modo. Tu non conosci me, ma io conosco te ed è questo l’importante!-
Knuckles spalancò gli occhi per la sorpresa e si mise sulla difensiva a sua volta. -Che diavolo stai dicendo? Sei una ladra? Sei qui per il Master Emerald?-
La ragazza rise. -Non sono qui per quella stupida pietra, ma per te. Tu sei l’ultimo discendente vivente di Pachacamac, l’uomo che ha rovinato la mia vita e quella dei miei simili. E in quanto tale devi morire!-
Sonic fissò la strana creatura con un determinazione. -Che razza di ragionamento è? Knuckles non ti ha fatto niente di male, perché dovresti ucciderlo?-
La ragazza ignorò il riccio blu e chiuse lentamente la mano a pugno mentre fissava Knuckles. -Il mio nome è Eden, e sarò la causa della tua rovina!-
Eden... Quel nome non gli diceva proprio nulla, a parte il fatto che fosse molto simile alla parola dell’antica lingua del suo popolo per indicare gli angeli. Ma non poteva lasciare che quella strana coincidenza lo facesse distrarre.
-Questo è ancora tutto da vedere!- le rispose Knuckles, con tono battagliero. Eden abbassò la testa e sorrise.
-Sapevo che non sarebbe stato facile.- mormorò lei portandosi la mano sul braccio destro per poi farla scivolare fino a raggiungere l’altra mano. Solo allora Sonic e Knuckles notarono che la ragazza impugnava una spada giapponese, una katana, e si prepararono all’attacco ormai imminente. Eden rialzò lo sguardo e inclinò la testa di lato come se fosse stata una bambina curiosa. -Ma non ha alcuna importanza. Mi piacciono le sfide impossibili!-
La ragazza scattò come una saetta contro il riccio e l’echidna, che non poterono fare altro che cercare di evitare i suoi fendenti. Sonic si rese conto fin da subito che lei non voleva fargli niente, infatti cercava di respingerlo per colpire Knuckles, ma il riccio blu non era disposto a lasciarglielo fare. Non avrebbe permesso alla prima psicopatica che passava di lì per caso di fare del male ad uno dei suoi migliori amici.
Eden smise di attaccare per un istante per riprendersi dallo sforzo, e Sonic ne approfittò per colpirla con uno Spin Dash. La ragazza cadde a terra e le sfuggì la spada di mano, e il riccio blu la raccolse, trionfante.
-Vedo che non fai più la spaccona senza il tuo giocattolino.- commentò con un ghigno trionfante che fece sorridere la creatura.
-E chi ti dice che la spada mi serva per forza?-
Eden si alzò in piedi di scatto e si scagliò verso Knuckles, che riuscì ad evitare il suo colpo appena in tempo. Fu felice di esserci riuscito quando notò con orrore che la mano della ragazza era passata attraverso l’albero alle sue spalle e l’aveva tirata fuori come se non fosse successo niente, il tutto senza causare danni evidenti. L’echidna impallidì.
-Come diavolo ci sei riuscita?- mormorò, scioccato. -Non ho mai visto niente del genere. Tu non sei una ragazza normale. Dimmi che cosa sei!-
Eden lo fissò con odio. -Il Chaos ha le sue forme: tu puoi controllare una gigantesca pietra verde che regola l’energia dei Chaos Emerald. Se ti sei mai chiesto cosa potrebbe fare una creatura senziente con il potere di quelle pietre, guarda me.-
La ragazza improvvisamente si trasformò in una riccia blu, un perfetto clone al femminile di Sonic con cinque aculei bianchi sulla testa e gli occhi viola. Cominciò a camminare verso Sonic trasformandosi prima in una gatta azzurra, in una giovane lepre dal manto color miele e in una vecchia volpe dal manto argenteo, per poi riprendere le sue vere sembianze. -I miei aculei bianchi. I miei occhi. Il mio sesso e la massa corporea. Sono solo questi i limiti delle mie trasformazioni. Sono un mostro, ed è stato Pachacamac a ridurmi in questo stato. So che forse sono esistite altre creature come me, ma non è rimasta traccia di loro. Ti sei mai chiesto perché sono rimaste poche echidne nelle Mystic Ruins dopo la venuta di Chaos? Perché poco tempo dopo quell’incidente nacque una creatura come me nella tua tribù, e i tuoi antenati ne sono stati talmente terrorizzati da scatenare una vera e propria caccia alle streghe. Si sono quasi autodistrutti per assicurarsi che non nascessero altri piccoli mostri. Che sciocchi!-
La ragazza scosse la testa con un sorriso triste. -Solo sette persone sono state capaci di amarmi per quella che ero. Fra queste c’erano mia madre e mio fratello. Mia madre morì quando ero piccolissima e mio fratello non poté restare con me a causa di quella che ero, e lo stesso è stato per le altre persone che sono riuscite ad accettarmi. Ma cambierà tutto. Io cambierò tutto questo ad ogni costo.-
L’echidna non sapeva come sentirsi nei confronti di quella strana creatura. Era perfettamente consapevole di quanto potesse essere doloroso essere soli e isolati dal resto del mondo, ma allo stesso tempo trovava assurdo il fatto che quella ragazza si volesse vendicare proprio su di lui.
-Ascolta, Eden. Tutto quello che ci hai raccontato è molto triste, ma non è nemmeno giusto che ti vendichi su un innocente!- disse Sonic ancora prima che lo stesso Knuckles potesse aprire bocca. Eden scosse la testa.
-Se sapessi di cosa stai parlando non cercheresti nemmeno di fermarmi, Sonic the Hedgehog. Vai a casa. Lasciami risolvere la mia faccenda in sospeso in pace.-
-Mai!- urlò il riccio blu, più determinato che mai. -Non ti permetterò di fare del male a Knuckles!-
-Sonic, forse è meglio se fai come dice.- intervenne Knuckles all’improvviso, raggelando il suo amico. -Tu non centri niente. Lei vuole solo me, e so di poterla affrontare!-
-Non posso lasciarti da solo in un momento come questo! Questa qui ha davvero intenzione di farti a fettine! E qualcosa mi dice che il poter cambiare aspetto per lei è solo la punta dell’iceberg!-
-Dici bene, blu!- disse Eden, facendo un semplice cenno con la mano. Sonic sentì come se qualcosa lo stesse trascinando a terra e notò con orrore che il suo piede destro era completamente affondato nel terreno. Il riccio provò a sollevarlo senza successo, e la mutante gli rivolse uno sguardo inquietante. -Hai fatto la tua scelta, Sonic the Hedgehog. Non vedo altra soluzione che porre fine alle tue sofferenze prima di occuparmi del mio vero obiettivo!-
Il riccio e l’echidna si sentirono raggelare dal panico. -Cosa? Tu vuoi davvero...?- annaspò Knuckles.
-Se l’è voluta lui. Doveva andarsene quando gliene ho dato la possibilità.- annunciò lei, gelidamente, sollevando la mano verso di lui. -Death...-
-No!- Knuckles non ci pensò nemmeno per un momento: l’echidna scattò immediatamente, appena sentì quella parola funesta uscire dalle labbra di quella strana ragazza. In un battito di ciglia era davanti al riccio blu, con le braccia spalancate.
-...Dimension!-
-Knuckles!- Sonic urlò nello stesso istante in cui vide una specie di nebbia eterea investire in pieno il suo amico al suo posto. Il riccio blu rimase paralizzato dall’orrore, si aspettava che sarebbe successo qualcosa di terribile... E invece il suo amico era ancora lì davanti a lui, e il fatto che abbassò le braccia non appena fu tutto finito lo rincuorò come solo poche cose erano riuscite a fare fino a quel momento.
-Tutto qui?- chiese Knuckles, sorpreso. -Che cosa avrebbe dovuto farmi quella cosa?-
-Te ne accorgerai presto.- disse lei, liberando Sonic senza perdere il suo ghigno sadico. -Sappi solo che stai per vivere un’esperienza unica nel suo genere.-
Knuckles cercò di attaccarla con un pugno, ma lei lo schivò facendo soltanto una giravolta. -Ti renderai presto conto che quello che ti ho fatto è un enorme favore. Ti sei mai sentito solo e abbandonato? Ti sei mai chiesto chi sei davvero, chi era la tua famiglia? Lo scoprirai presto. Li rivedrai tutti.-
La ragazza evitò un altro pugno prima di scivolare accanto a Sonic, strappargli la katana di mano e volare via nella notte. Knuckles partì immediatamente all’inseguimento, ma Sonic lo superò ben presto grazie alla sua velocità supersonica. Riuscì a starle dietro per un buon tratto di strada, ma questo non gli impedì di perderla di vista fra le fronde degli alberi.
-A quanto pare sei brava soprattutto a scappare, eh? Spero per te che tu non ti faccia rivedere tanto presto da queste parti!- urlò Sonic, per poi voltarsi verso Knuckles, che in quel momento doveva averlo raggiunto... Ma dietro di lui non c’era nessuno.
-Ehi, Knux! Non dirmi che ti sei infiacchito nell’ultimo periodo!- urlò Sonic, vedendo che il suo amico non lo aveva raggiunto. Si aspettava di vederlo spuntare in quel momento, brontolandogli contro, e invece non accadde nulla.
-Knuckles?- chiamò Sonic, iniziando seriamente a preoccuparsi. Sapeva di essere veloce, ma sapeva anche che l’echidna non avrebbe avuto molti problemi a seguirlo fin lì. Il riccio blu cominciò a correre nella direzione da cui era venuto, e non lo incrociò. Pessimo segno.
Quando raggiunse di nuovo la radura assistette ad uno spettacolo agghiacciante: Tails e Amy stavano fissando qualcosa che giaceva a terra con gli occhi lucidi e spalancati, e con loro c’erano anche Vector e Espio dei Chaotix, e anche il coccodrillo sembrava stravolto. Espio invece stava controllando qualcosa per terra.
-Sonic!- lo chiamò Amy, correndo verso di lui e lanciandogli le braccia al collo senza il suo solito entusiasmo. In quel momento sembrava quasi che gli stesse chiedendo di abbracciarla, senza pretendere come invece faceva di solito. Ma il riccio non rispose all’abbraccio perché non si era nemmeno reso conto di quel contatto. Tutte le sue energie fisiche e mentali erano troppo concentrate ad elaborare le immagini del corpo che in quel momento giaceva a terra. Knuckles.
Alla fine anche Espio si voltò verso di lui. E scosse la testa. -È morto.- annunciò lui, con voce sicura e al tempo stesso incredula.
Tails cadde in ginocchio e cominciò a piangere. Amy si portò le mani davanti alla bocca, inorridita, mentre i suoi occhi si riempivano di lacrime. Anche Vector abbassò la testa, fissandosi i lacci delle scarpe. Sonic rimase in piedi, fissando il camaleonte che aveva appena detto che il suo amico era morto. No, non poteva essere, Knuckles era in piena forma, come era stato... Ancora prima che Sonic finisse di porsi la domanda, essa ricevette una risposta: il riccio rivide nella sua mente, nitida come se stesse assistendo alla scena proprio in quel momento, la ragazza misteriosa, Eden, colpire in pieno Knuckles con una specie di campo di energia azzurro che gli era passato attraverso, lasciandolo apparentemente intatto.

-Tutto qui? Che cosa avrebbe dovuto farmi quella cosa?-
-Te ne accorgerai presto. Sappi solo che stai per vivere un’esperienza unica nel suo genere.-


-Eden... è stata lei!- urlò Sonic, senza nemmeno rendersene conto. E si diede dello stupido, perché non aveva capito quello che stava succedendo e perché aveva lasciato andare via senza fare niente l’unica persona che forse avrebbe potuto impedire l’irreparabile. Ma ormai era troppo tardi.
Ma all’insaputa di tutti loro, c’era un’altra persona che stava assistendo alla scena: proprio lei, l’artefice della prematura dipartita di Knuckles the Echidna, li stava fissando mentre stava seduta su uno dei rami più alti degli alberi che circondavano la casa di Tails, studiando attentamente il comportamento di quelli che ormai erano diventati i suoi nemici giurati. Era definitivamente in ballo, lo sapeva bene: loro non le avrebbero mai perdonato quello che aveva fatto quella notte. Aveva ottenuto quello che voleva, eppure non si sentiva felice, anzi... Si sentiva triste, provava pietà per tutti loro, per quelli che stavano piangendo la scomparsa della sua vittima. E poi, perché si era spinta a tanto? Tutto quel dolore, quell’inutile sofferenza, poteva essere evitata: sarebbe semplicemente bastato lasciare andare la sua vittima. Perché non lo aveva fatto? La risposta era piuttosto semplice: perché lei era una grandissima egoista. Ma non riusciva ancora ad ammetterlo.
-È per una giusta causa...- mormorò, sperando che bastasse a zittire il suo senso di colpa.






Angolo dell'Autrice che si ripresenta dopo due anni: Ok, questo aggiornamento è arrivato con ANNI DI RITARDO, ma cercate di capire: era uno dei capitoli che avevo perso completamente. Altri ero riuscita a recuperarli, e altri no. E c'è di peggio che questo era stato appena riscritto quando è successo. Immaginatevi la mia faccia quando faccio per postare e scopro che mi è partita la chiavetta! Vi sorprende che mi siano serviti due anni per riprendermi? Mettendo poi in mezzo tutte le varie disavventure fra maturità, università, patente di guida, editing dei fumetti di Sonic della Archie, GDR, e chi più ne ha più ne metta,... insomma, ho vent'anni ormai! Ma dato che non lascio mai le cose a metà dovevate aspettarvi che prima o poi sarei tornata a rompervi le scatole... e a ripetere l'epopea che si verificherà da qui in ava...

??: AUTRICE!
Au: Eccolo...
*Entra Knuckles sfondando la porta*
Kn: Signorina, so che purtroppo la trama prevede questo... increscioso punto, ma per stavolta non potevi...
Au: Eh no, purtroppo questo punto centrale era e centrale rimane! U_U
Kn: Uffa! ç_ç
Au: Guarda il lato positivo, hai ancora il posto da cronista fisso nell'angolo delle recensioni! ^^
Kn: Con Sonic, Shadow e...
Au: Evita gli spoiler! è.é
Kn: Preferirei essere morto sul serio a questo punto! *alza gli occhi al cielo*
Au: Non in questa vita! è.é
Kn: Spero che le mie cosiddette fan non siano tutte delle pazze schizzate allucinate come te!
Au: Un mio amico ti ha scambiato di corpo con Omega! ^.^
Kn: Perché non posso avere dei fan normali? ç_ç
So: Non credere di essere messo meglio di noialtri. A proposito, cordoglianze!
Au: Sonic, si dice "condoglianze"!
So: Non fare la precisina! è.é
Au: Mi lasciate finire l'angolo in pace almeno stavolta? Dalla prossima volta in poi è tutto vostro!
Kn: Tutto nostro... Dovrei condurlo solo io per quello che mi hai fatto! è.é
Au: Ah giusto, quasi dimenticavo! ^.^ *tira fuori un'aureola di cartapesta e la mette in testa a Knuckles mentre Sonic si sganascia dalle risate*
Kn: Mi stai prendendo in giro, vero?
Au: Si nota così tanto? ^.^
Kn: -.- *butta via l'aureola che centra in pieno la testa di Sonic*
So: Knuckles! Non si buttano via le aureole in questo modo! è.é
Kn: Che c'è, temi di essere il prossimo? U_U
So: Io non sarò il prossimo a morire, cadavere! è.é*
Kn: Ora è personale! è.é*
*Sonic e Knuckles iniziano a picchiarsi*
Au: Sigh...

Riprendendo l'angolo dopo questo delirio (anche se ammettiamolo, non ci stancheremo mai di vederli litigare con una vecchia coppia sposata -NON NEL SENSO YAOISTA DEL TERMINE! è.é**-), devo anche informarvi che oggi, anzi ieri pomeriggio ormai ho anche riscritto il prologo, quindi potete darci un'altra occhiata se volete... Anche all'angolo dell'Autrice di quella parte perché ho accennato a qualcosa circa il seguito della fanfiction.
Detto questo ringrazio cordialmente Martucchia14, Xelfilia e Marty Fantasy per aver inserito la ff nei preferiti e
Martucchia14, Xelfilia, fenicex8 e mendoza per le seguite e Xelfilia per le ricordate. Per ora e tutto e dovremmo sentirci presto, se la chiavetta o il pc non decidono di ribellarsi all'improvviso come l'ultima volta! ^^/

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Capitolo 5
*** Capitolo 4: Il Lungo Addio ***


A volte la vita può riservare delle sorprese inaspettate. Ce ne sono di belle e di brutte, ma in entrambi i casi queste cambiano la vita per sempre, senza che possa esserci la possibilità di poter tornare indietro nel tempo per riportare le cose come erano prima. Erano questi i pensieri che passavano per la testa di Sonic the Hedgehog mentre stava seduto sulla poltrona del salotto di casa Prower guardandosi la fascia bianca che teneva chiuse le sue scarpe. Ancora non riusciva a credere a quello che era accaduto poco prima, non riusciva a farsene una ragione. Gli sembrava di essere sprofondato in un incubo dal quale non riusciva a svegliarsi. Alzò lo sguardo e non poté non rendersi conto che anche gli altri avevano la stessa espressione sconvolta che probabilmente era anche stampata sul suo volto. Amy era rannicchiata sul divano e stava piangendo in silenzio con la testa poggiata sulle ginocchia, mentre Tails aveva gli occhi lucidi e sgranati. Persino Vector era imbronciato, mentre Espio era seduto sulla poltrona davanti alla sua con la sua solita espressione seria e concentrata, ma teneva gli occhi bassi. Era strano pensare che fino a pochi minuti prima la preoccupazione principale della maggior parte delle persone riunite in quella sala era di non far scoprire a Sonic che gli stavano organizzando una festa a sorpresa per festeggiare il suo compleanno. Avrebbero dovuto passare un’allegra serata fra amici, e invece avevano finito col assistere ad una tragedia alla quale non ci sarebbe stato modo di rimediare.
Amy e Tails erano tornati indietro per primi per annunciare che per “dei problemi” la festa era stata annullata, e avevano comunicato a Charmy che quella notte avrebbe dormito a casa di Vanilla perché Espio e Vector dovevano aiutare Sonic a risolverli. L’ape aveva protestato, ma alla fine erano riusciti a convincerlo a seguire Vanilla e Cream a casa loro. Knuckles era stato portato sul letto di Tails, e dal modo in cui Vector lo aveva coperto con le lenzuola sembrava che dormisse. Era strano pensare che fino a poco prima era tutto normale per loro due: stavano duellando all’ultimo sangue per delle cose di poco conto come al solito, e persino prima che crollasse a terra senza vita stavano iniziando a discutere. Era il loro solito modo di fare, ma Sonic avrebbe voluto salutare Knuckles per l’ultima volta in modo diverso. Era uno dei suoi migliori amici, e lui si era lasciato sfuggire la sua assassina in quel modo! Forse se non lo avesse fatto tutto quello che stava accadendo in quel momento avrebbe potuto essere evitato.
-Dobbiamo metterci subito al lavoro. Solo così potremo consegnare l’assassino di Knuckles alla giustizia!- esordì Espio all’improvviso, alzando lo sguardo. Vector fissò il suo collega per un momento, sorpreso dalla sua lucidità. -Sonic, so che potrebbe essere difficile per te parlarne, ma dobbiamo sapere che cosa è successo stasera.-
Il riccio blu annuì e cercò di ricordare tutto quello che Eden aveva detto. Iniziò a parlare solo quando fu sicuro di aver ricordato tutti i dettagli che potevano essere importanti. -Era una ragazza, ha detto di chiamarsi Eden. Era nella radura dove ci hanno trovati Tails e Amy. Stava aspettando Knuckles, quasi come se avesse saputo che saremmo passati di là. Voleva vendicarsi perché è... era l’ultimo discendente vivente di Pachacamac.-
-Il capo tribù che cercò di rubare i Chaos Emerald scatenando l’ira di Chaos? Il padre di Tikal?- chiese Tails, sorpreso. Sonic annuì.
-A quanto pare sigillare Chaos nel Master Emerald ha provocato una strana... mutazione, chiamiamola così, in alcune persone. Quella creatura ha fatto delle cose davvero incredibili. Lei ha cambiato più volte aspetto sotto ai nostri occhi, trasformandosi in una persona diversa ogni volta!-
I presenti fissarono Sonic come se avesse appena detto qualcosa di assurdo.
-Ma questo è impossibile!- urlò Vector. -Non esistono creature in grado di fare una cosa del genere! Certo, ci sono delle creature che possono modificare i loro colori o rendersi invisibili, ma non è possibile che esistano creature che possano cambiare completamente aspetto!-
-Questa ne era capace, Vec, l’ho vista con i miei occhi! Ed è riuscita ad affondarmi un piede nel terreno con un cenno della mano!-
-Mostruoso!- commentò Tails, sentendo un brivido corrergli lungo la schiena.
-Ancora mi chiedo come possa aver pensato che quella strana nebbia che ha lanciato addosso a Knuckles potesse essere innocua dopo aver visto tutto questo!- disse Sonic, stringendo i pugni.
-Non potevi saperlo, non è il caso di sentirti in colpa.- disse Espio con una calma a dir poco raggelante. Sonic si alzò in piedi di scatto e prese il camaleonte per le spalle, spingendolo contro lo schienale della poltrona con una violenza tale da farla quasi ribaltare.
-Forse lei poteva invertire il processo in qualche modo! Forse lasciandola andare via ho condannato Knuckles a morte io stesso! Come fai a dirmi di non sentirmi in colpa?!-
L’espressione di Espio non cambiò nemmeno dopo quell’attacco improvviso di Sonic. -Non devi lasciarti condizionare dal dolore, Sonic. Tu non sei responsabile della sua morte.-
Il riccio lo lasciò andare e fece un passo indietro. Non sapeva se in quel momento si stava sentendo più disgustato dal fatto che lui avesse appena attaccato una persona senza alcun motivo o dalla mancanza di reazioni di Espio. Sembrava che per lui fosse appena morto un estraneo e che la faccenda non lo riguardasse. La rabbia che Sonic sentì in quel momento fu tale che quasi non si rese conto di avere appena tirato un pugno in piena faccia al camaleonte davanti a lui.
-E questo per cosa era?- gli chiese senza cambiare il tono di voce.
-È incredibile... Nemmeno questo riesce a smuoverti?- urlò Sonic, completamente fuori di sé. -Dovresti essere furioso! Dovresti avere voglia di piangere, urlare, o almeno di rompere qualcosa! E invece niente! Da come ti comporti sembra che non ti importi che Knuckles sia appena morto! Mi chiedo che razza di senso abbia per te stare qui!-
Sonic si ritrovò disteso sul tavolino del salotto con Espio che lo stava tenendo fermo con un ginocchio sul petto e un kunai puntato in mezzo agli occhi senza che potesse rendersi conto di quello che era appena successo.
-Sonic! Espio!- urlò Amy, scattando in piedi per correre a separarli.
-Capisco quello che provi molto meglio di quello che tu immagini, Sonic. Mi sento così anch’io. Capisco che tu voglia sfogare il tuo dolore e la tua frustrazione su qualcuno, e ti avverto che io non ho intenzione di essere quel qualcuno!- disse rialzandosi in piedi e rivolgendo al riccio blu un’occhiata omicida. -E osa insinuare un’altra volta che sono un insensibile e ti giuro che ti ritroverai questo kunai conficcato da qualche parte. E rimpiangerai che non sia la tua testa!-
In quel momento la porta si aprì e comparve Rouge the Bat, che indossava un lungo abito nero contrariamente all’abbigliamento più informale delle altre persone della sala.
-Eccomi qui! Credevo che la festa fosse all’aper...- si fermò quando si rese conto che in quel momento erano tutti impegnati a osservare le mosse di Sonic e Espio che si stavano squadrando con aria omicida al centro della stanza. -Mi sono persa qualcosa?-
Sonic sentì che quell’ambiente stava diventando troppo stretto e affollato per i suoi gusti e uscì subito dalla stessa porta da dove il pipistrello bianco era appena entrato. Espio tornò ad occupare la poltrona su cui era stato seduto fino a poco prima schiantandovisi sopra a peso morto.
Amy fissò il camaleonte, la nuova arrivata e la porta ancora aperta come se non avesse saputo a cosa dovesse rivolgere la sua attenzione. Alla fine decise di fare la cosa che per lei era più ovvia.
-Vado da lui. Provo a vedere se riesco a calmarlo.- annunciò ai presenti per poi lanciarsi all’inseguimento del riccio. Rouge era perplessa come non mai.
-Si può sapere cosa diavolo sta succedendo qui? Non doveva esserci una festa?-
Tails fissò Espio e Vector, aspettandosi che uno dei due prendesse la parola: il camaleonte aveva recuperato la sua solita espressione, ma aveva gli occhi chiusi e stava respirando lentamente, come se stesse ancora cercando di calmarsi. Vector si era alzato in piedi e lo stava osservando da sopra lo schienale, come se avesse voluto parlargli senza sapere cosa dire. Erano tutti stanchi e sconvolti per quello che era appena successo, e lo scatto d’ira immotivato di Sonic contro Espio era stato solo l’esempio più lampante.
-Rouge, è meglio che tu ti sieda.- cominciò Tails, capendo che in quel momento solo lui poteva affrontare una conversazione di quel genere con qualcuno. -Quello che sto per dirti potrebbe non piacerti.-
 
Sonic aveva cominciato a correre lungo la foresta senza guardarsi indietro. Solitamente quando lo faceva non pensava a nient’altro che alla brezza leggera che soffiava sul suo corpo, vedeva i colori più chiari e vivaci per la velocità estrema che raggiungeva, e pensava solo alla nuova destinazione che avrebbe potuto raggiungere nel suo nuovo viaggio; invece, in quel momento, avrebbe dato qualunque cosa per smettere di pensare. Non correva come al solito: come poteva farlo quando la brezza era un vento gelato che gli faceva accapponare la pelle, il mondo intorno a lui era una macchia nera e sfocata, e quando sapeva che quella corsa non lo avrebbe portato da nessuna parte. Sonic the Hedgehog non stava correndo verso l’avventura in quel caso, ma stava cercando di scappare da un incubo che lo teneva avvinghiato all’orrore e alla disperazione. Non riusciva a pensare ad altro che agli ultimi momenti di Knuckles, e a come poteva essere stato tanto stupido da non capire il pericolo che il suo amico stava correndo. Forse avrebbe potuto impedire che Knuckles morisse in quel modo se solo avesse preso più seriamente le minacce di Eden invece di lasciarsela scappare. Come poteva non ritenersi responsabile di quello che era appena accaduto?
Presto raggiunse il limitare della foresta, a parecchi chilometri dal centro abitato, che era essenzialmente una piccola scogliera a strapiombo sul mare. Sonic si fermò a proprio a pochi metri dal bordo e crollò in ginocchio per riprendere fiato. Non gli era mai accaduto prima che gli venisse l’affanno a causa di una corsa. Sembrava davvero che il mondo e la logica stessa fossero impazziti del tutto quella sera. Era assurdo che tutto sembrasse così normale dopo quello che era successo, come se non fosse successo niente di rilevante. Era tutto così tranquillo e pacifico che Sonic stentava a credere che quello fosse lo stesso posto in cui solo poche ore prima Knuckles the Echidna aveva perso la vita. Per cosa, poi? Per una stupida vendetta che in realtà non lo riguardava nemmeno! E dire che si era pure sentito dispiaciuto per quella pazza psicotica quando aveva raccontato loro la sua storia! In quel momento voleva solo ritrovarla e fargliela pagare per quello che aveva fatto a Knuckles, a qualsiasi costo.
-Stai bene?-
Sonic si alzò in piedi e fissò Amy Rose negli occhi. -Non sono mai stato meglio.-
La riccia sapeva che stava mentendo. Lo aveva detto a denti stretti, come se si stesse costringendo a dirlo. La ragazza gli si avvicinò, decisa come non mai. -Non è vero. Ti conosco, e so che nascondi sempre quando stai male o quando stai pensando a qualcosa di serio. Non ti permetterò di farlo anche stavolta. Hai bisogno del nostro aiuto, e noi te lo daremo che tu lo voglia o no! Ti aiuteremo a fermare Eden!-
-Eden voleva solo Knuckles! Se solo fossi stato meno imprudente adesso lui sarebbe ancora vivo! E non osare dire che non sono responsabile!- urlò Sonic, puntandole contro il dito. -Dovevo esserci io al suo posto.-
Amy marciò contro Sonic per schiaffeggiarlo, ma il riccio anticipò le sue intenzioni e la prese per i polsi prima che potesse farlo. -Non osare dire una cosa simile! Non puoi credere davvero che se tu fossi morto...-
Sonic scosse la testa. -È la verità, Amy. Knuckles mi ha fatto da scudo e ha preso in pieno un colpo destinato a me, è così che è morto. Io ero immobilizzato e non ho potuto fare altro che restare a guardare.-
La riccia smise immediatamente di lottare e Sonic le liberò le mani. Amy scosse la testa. -Non ci posso credere... Oh, Knuckles!- Amy cadde in ginocchio e fissò Sonic con rabbia. -Non ti vergogni nemmeno un po’, Sonic the Hedgehog? Knuckles ha sacrificato la sua vita per salvare la tua e tu lo ricambi piangendoti addosso come un bambino e aggredendo le altre persone! Sappiamo che stai male, stiamo tutti male! Knuckles era anche un nostro amico!-
Il riccio blu rimase paralizzato per quell’affermazione. Amy era l’ultima persona da cui si sarebbe aspettato un discorso simile su Knuckles.
-Sei un eroe Sonic, ma non sei infallibile e io lo so meglio di chiunque altro! Purtroppo non avresti potuto fare niente per impedire a Eden di fare del male a Knuckles, e anche lui lo sapeva. Ha scelto lui di sacrificarsi per te, perché sapeva anche che tu sei in grado di fermarla. Ce la farai, Sonic, e noi ti aiuteremo. Sappiamo che è rischioso, ma lo faremo comunque. L’assassina di Knuckles non resterà impunita.-
Sonic si inginocchiò davanti alla riccia e la abbracciò. Amy rimase sorpresa, era la prima volta che lo faceva: di solito era lei che abbracciava lui, ma lui non l’aveva mai ricambiata. Erano anni che aspettava quel momento, e quando finalmente era giunto lei si stava sentendo talmente triste e demoralizzata che quasi non si stava rendendo conto di cosa stava accadendo intorno a lei. Era una sensazione stranissima.
-Hai ragione. Non posso perdere il controllo in questo modo. Devo andare avanti e lottare anche per lui. Grazie per avermelo fatto capire.-
La riccia si strinse forte a Sonic. Voleva dirgli qualcosa, ma tutto quello che riuscì a fare fu cominciare a singhiozzare sulla sua spalla. Il riccio continuò a stringerla e ad accarezzarle la schiena per confortarla, mentre piangeva in silenzio a sua volta. Era l’unica occasione in cui poteva permettersi di farlo: dal giorno seguente niente avrebbe dovuto distoglierlo dal trovare Eden e fargliela pagare per quello che aveva fatto. Non sapeva quali fossero le sue vere intenzioni, ma era certo che avrebbero sentito di nuovo parlare di lei, e quando quel momento sarebbe arrivato non si sarebbe lasciato cogliere impreparato. Non le avrebbe permesso di fare di nuovo del male ai suoi amici, fosse stata l’ultima cosa che avrebbe fatto in vita sua.
All’improvviso sentirono la terra tremare sotto ai piedi, e quel fatto improvviso li fece stringere ancora più forte. Amy alzò lo sguardo da sopra la spalla di Sonic solo per notare che dal mare stava arrivando un’onda di alcuni metri d’altezza che si infranse poco sotto il bordo dello strapiombo su cui si trovavano lei e Sonic in quel momento. Potevano sentire l’odore di acqua salata da quell’altezza, una cosa che fino ad un attimo prima avrebbero pensato che non sarebbe mai avvenuta.
-Ma cosa è successo?- chiese Amy, affacciandosi dal dirupo. La spiaggia sottostante era completamente bagnata e piena di alghe provenienti dal fondo oceanico.
-Vorrei poterlo sapere. Con questo buio non riesco a vedere niente. Pensa che da qui si dovrebbe vedere persino Angel...- Sonic smise di parlare nello stesso istante in cui realizzò cosa doveva essere appena accaduto dalla mancanza del consueto bagliore verde che solitamente era possibile scorgere all’orizzonte. Sonic si alzò in piedi di scatto e scattò immediatamente verso la casa di Tails, lasciandosi Amy alle spalle senza nemmeno accorgersene.
-Eden ha appena rubato il Master Emerald.- annunciò lui non appena ebbe spalancato la porta d’ingresso della casa di Tails. I presenti si voltarono subito verso di lui, con l’espressione di chi non aveva capito cosa aveva appena detto. -Era questo il suo obiettivo: ha fatto fuori Knuckles, così che nessuno potesse fermarla dal rubare il Master Emerald! Avrei dovuto capirlo subito, invece di restare qui con le mani in mano!-
Il riccio blu crollò a sedere davanti alla porta, tenendosi la testa fra le mani. Quella sera non stava riuscendo a combinare una sola cosa giusta, e questo lo stava riempiendo di frustrazione. Non si era mai sentito così impotente in tutta la sua vita.
-Non è possibile. Quella non è una ragazza, è un mostro!- commentò Vector, che aveva quasi fatto cadere a terra la tazza di tè che aveva in mano per la sorpresa. Persino Rouge era impallidita a quella notizia.
-Non le era bastato quello che aveva già fatto...- mormorò il pipistrello, stringendo forte la sua tazza fra le mani. Sonic capì che doveva aver saputo quello che era successo, e che per un qualche strano motivo aveva scelto di restare. Era strano, considerando che lei e Knuckles non si potevano vedere. Quei due avevano sempre avuto un rapporto molto strano.
Tails gli si avvicinò e lo aiutò a rialzarsi in piedi, anche se non ce n’era bisogno. Lo fece accomodare di nuovo sulla poltrona e gli porse una tazza di tè.
-Lo ha appena fatto Espio e ne sta facendo dell’altro. Dice che abbiamo bisogno di calmarci tutti quanti.- gli riferì la volpe sottovoce, come se non avesse voluto che qualcuno lo sentisse. Sonic prese la tazza e abbassò lo sguardo, ripensando a come lo aveva aggredito solo poco tempo prima.
 -Siamo tutti stanchi e stressati, Sonic. Stanno succedendo troppe cose tutte insieme, e nessuno di noi era preparato ad una cosa simile. Ed è successo tutto sotto ai tuoi occhi, è normale che tu più di tutti ti senta in questo modo.-
In quel momento Amy entrò nella stanza e si diresse immediatamente verso i due amici che stavano parlando. Sonic capì che voleva dirgli quello che le aveva detto prima dal modo discreto in cui fece allontanare Tails dalla stanza. Non sapeva perché lo avesse detto proprio a lei, forse perché era l’unica persona che in quel momento poteva ascoltarlo. Non si sarebbe aspettato che proprio lei lo avrebbe fatto ragionare dopo quello che era successo. Era tutto così strano in quel momento... Persino essere lì era strano. Doveva essere la sua festa di compleanno ed invece si era trasformata in una veglia funebre; il loro futuro era incerto, e quello che era peggio, nessuno di loro poteva avere idea di quali potessero essere le vere intenzioni della loro nuova nemica.
-Posso vederlo?- chiese Rouge all’improvviso, poggiando la tazza vuota sul bancone.
Vector annuì e la accompagnò in silenzio verso la stanza dove avevano messo il corpo dell’echidna. Sonic li seguì, forse perché anche lui, come Rouge, aveva bisogno di sapere che quello che stava vivendo in quel momento era reale e non il frutto folle della sua immaginazione.
Aveva già visto il corpo, ma rivederlo fu come ricevere un pugno nello stomaco, e vedere il modo incerto in cui Rouge si era avvicinata a lui e il modo in cui aveva capito che era tutto vero solo toccandolo aveva reso il tutto molto peggiore. Era orribile dover assistere a quella scena, e Sonic non se n’era andato solo perché quando Rouge si era avvicinata a Knuckles aveva iniziato ad accadere una cosa insolita. La ragazza tirò fuori dalla scollatura del suo abito un Chaos Emerald, che aveva iniziato a brillare in modo molto strano.
-Che cosa sta succedendo?- chiese Vector fissando la pietra.
Sonic si avvicinò a Rouge e prese la pietra dalla sua mano per poterla esaminare meglio, e nel farlo ebbe la sensazione di essere risucchiato dentro un tunnel: la luce lo aveva trascinato in una strana foresta, o almeno era quello che gli sembrava essere quel posto. Guardandosi intorno si rese conto di essere nella giungla delle Mystic Ruins, un posto che distava ad almeno tre ore di corsa dal laboratorio di Tails. Però c’era qualcosa di molto strano, dal momento che in quel momento era pieno pomeriggio, quando fino a poco prima erano all’incirca le dieci e mezza di sera.
-Sonic?-
Il riccio rimase paralizzato sentendo il suono di quella voce. Si voltò lentamente verso la fonte, quasi con timore, e vide un’immagine sfocata rispetto all’ambiente circostante, l’unica cosa che sembrava in grado di muoversi in quel posto.
-Knuckles, sei davvero tu?- chiese Sonic, incredulo. L’ombra dell’echidna che era davanti a lui sembrava essere stupita tanto quanto lo era lui.
-Che cosa ci fai qui? Sei...?- Knuckles sembrava quasi spaventato dal chiederglielo. Per quel che ne poteva sapere Eden poteva aver deciso di uccidere anche lui.
-Non lo sono, tranquillo. Ho sfiorato il Chaos Emerald di Rouge e mi sono ritrovato qui.- spiegò lui, cercando di razionalizzare quanto stava accadendo in quel momento. Guardando attentamente si rese conto che lui e Knuckles non erano le uniche persone che in quel momento si trovavano lì: c’erano anche tre echidne, una donna che sembrava conciata piuttosto male e due bambini piccoli, un maschio e una femmina di forse cinque anni. Sonic notò con orrore che Knuckles sembrava ancorato al corpo del maschio, e la macchia che aveva sul petto bastò per confermargli che quel bambino doveva essere proprio lo stesso Knuckles da piccolo.
-Che diavolo è questo posto? E chi sono quelle due donne?- chiese Sonic, cercando di non mostrarsi troppo sconvolto dal fatto di essere improvvisamente finito nel passato. In fondo non era la prima volta che gli succedeva.
L’echidna guardò le tre figure a terra con tristezza. -Siamo nelle Mystic Ruins, e quelle due echidne sono mia madre e mia sorella. E mia madre...-
L’echidna non riusciva a parlare, e Sonic poté capire benissimo il perché. La donna era molto pallida e stanca, si vedeva da lontano un chilometro che doveva essere allo stremo delle forze.
-E cosa ne è stato di tua sorella? E spiegami perché non ci hai mai detto di averne una!- gli chiese, senza nascondere di essere sorpreso da quella notizia.
-Non lo so. Fino a stasera non mi ricordavo di lei, così come non ricordavo mia madre.- spiegò lui, tenendo la testa bassa. Parlarne per lui era uno sforzo davvero enorme. -Mia sorella… Credo che lei sia ancora viva, ma non ho idea di cosa possa esserle successo in tutto questo tempo... Ho sempre sorvegliato il Master Emerald e non ho mai pensato a nient’altro... Non immaginavo minimamente che cosa potesse essere accaduto...-
Sonic non ce la faceva a guardarlo. Sembrava davvero sul punto di scoppiare in lacrime, era in uno stato in cui non credeva che lo avrebbe mai visto. Quella era davvero una serataccia per tutti, soprattutto per lui, considerando tutto quello che gli era successo. E il riccio blu si odiò con tutto se stesso quando fu costretto a comunicargli la seconda notizia peggiore della serata. -Eden ha appena rubato il Master Emerald.-
L’echidna scosse la testa. -Non è possibile che sia stata lei. Non potrebbe farsene niente, Non ha il potere per...- Knuckles si interruppe e impallidì visibilmente, come se avesse appena capito qualcosa di terrificante. Afferrò Sonic per le braccia con forza. -Mia sorella! Devi trovarla subito, Sonic! Lei...-
In quel momento però l’ambiente circostante fu inondato di luce e Knuckles scomparve dalla sua vista senza che potesse riferirgli il resto della frase.
 
***

Non appena aprì gli occhi si ritrovò circondato da tutte le persone presenti a casa di Tails in quel momento, che lo accolsero con un respiro di sollievo collettivo.
-Sonic, ti senti bene?- chiese Tails, sollevato. -Vector e Rouge ci hanno detto che sei crollato a terra all’improvviso!-
-Non sono mai stato meglio, Scheggia. Credo...- mormorò lui, notando che Amy gli stava tenendo la mano e gli stava sorridendo nonostante le lacrime agli occhi. -Non so come sia stato possibile, ma il Chaos Emerald mi ha obliterato nel passato. E lì ho trovato Knuckles.-
I presenti sgranarono gli occhi per lo stupore.
-Ne sei sicuro, Sonic?- chiese Vector, incredulo.
-Non sono mai stato più sicuro, vecchio mio. Era proprio lui in car... in tutto il suo spettrale splendore.- disse lui, correggendosi all’ultimo momento. -E mi ha detto che Eden non può aver rubato il Master Emerald, perché non può usarlo. E mi ha incaricato di proteggere sua sorella da lei.-
Rouge si portò le mani alla bocca per la sorpresa.
-Da quando Knuckles ha una sorella?- chiese Espio, confuso.
-Non lo sa neanche lui, è questo il bello. Prima di rivederla non ricordava nemmeno di averne una!- riferì Sonic con un leggero sorriso. Se la situazione non fosse stata così tragicamente allarmante forse avrebbe trovato questo fatto addirittura divertente. -Però è chiaro che se Eden scoprisse questo fatto anche lei sarebbe in grave pericolo. Non esiterebbe a farle del male se la incontrasse.-
-Magari potresti dirci come si chiama e come era fatta. Anche se l’hai vista da bambina avremmo un punto di partenza per cominciare le ricerche.- fece notare Vector.
-Non l’ho vista bene in faccia, e ora che ci penso Knuckles non mi ha nemmeno detto come si chiama! L’unica cosa che so per certo è che ha gli aculei rossi come la madre e il fratello!- ammise Sonic, imbarazzato. Vector sospirò, deluso.
Rouge pensò ad un modo per cercare di rintracciare una ragazza che corrispondesse a quella descrizione così vaga e si ricordò che effettivamente lei aveva visto proprio quel giorno una ragazza che avrebbe potuto corrispondere a quella descrizione.
-Forse potrei averla incrociata proprio oggi.-
-Come hai detto?- esclamò Tails, sorpreso. Rouge annuì e raccontò di come aveva salvato la ragazza in questione e il piccolo Jimmy dalla cascata.
-In quel momento l’avevo scambiata per un riccio. Pensavo che le orecchie fossero coperte dal cappello, e per questo non ho fatto caso alla sua specie. Ricordo solo che aveva gli aculei rossi e che indossava un lungo cappotto nero e un cappello dello stesso colore!-
-Proprio quel che si dice una descrizione accurata! Non possiamo nemmeno sapere se fosse proprio quella la ragazza che stiamo cercando!- notò Vector, alzando gli occhi al cielo. -Per quel che ne sappiamo potrebbe essere ovunque, se è davvero ancora viva!-
-Però una piccola pista è sempre meglio di nessuna pista.- notò Espio,
-“Piccola” in questo caso è un eufemismo! Sarebbe una coincidenza davvero incredibile se questa ragazza fosse tornata nel suo paese di origine proprio adesso che il Master Emerald ha bisogno di un nuovo guardiano!-
-Ciò non toglie che stavolta dovremo basarci su ogni singola informazione, anche la più insignificante: la persona che stiamo cercando probabilmente non sa di essere in pericolo, e l’essere che forse le sta già dando la caccia ha il potere di cambiare aspetto. Sarà un miracolo se riusciremo a rintracciare subito l’assassina di Knuckles o a scoprire qualcosa sulle sue abilità! Di certo non troveremo subito tutto quello che dobbiamo sapere su di lei sul primo sito Internet che troveremo!-
-Che cosa contate di fare allora?- chiese Rouge, impaziente. -Siamo tutt’orecchi!-
Espio la fulminò con lo sguardo, ma Vector anticipò la sua risposta. -Stiamo cercando di capirlo anche noi, se non si nota. Devi ammettere che non sarà un’impresa facile rintracciare una persona di cui non sappiamo nulla e una creatura mistica che può essere qualunque cosa! Non abbiamo la bacchetta magica!-
-Ho capito l’antifona: dovremo rivolgerci alla G.U.N. se vorremo davvero ricavare qualcosa di utile per rintracciare le nostre fuggiasche!- sospirò Rouge.
Vector la fulminò con lo sguardo. -Ti ricordo che la G.U.N. ha chiesto la nostra collaborazione in alcune occasioni, bella! Qualcosa vorrà pur dire!-
-In quelle occasioni eravamo nel bel mezzo di un’invasione aliena che avrebbe potuto concludersi con la distruzione del pianeta! Ci serviva tutto l’aiuto possibile!-
Espio alzò gli occhi al cielo. -Ragazzi, questo non mi sembra il momento di discutere di queste cose! Siamo tutti sulla stessa barca!-
I due continuarono a litigare senza dare segno di avere ascoltato ciò che Espio aveva da dire. Il camaleonte sospirò e si mise a sedere in un angolino, tenendo le gambe incrociate e le mani giunte. Tails non sapeva cosa dire, ma ormai aveva capito che le persone che si trovavano lì difficilmente sarebbero tornate a casa quella sera, e per quel motivo si alzò per andare a prendere altre coperte e cuscini. Solo Sonic e Amy rimasero al loro posto: lui stava fissando il soffitto con aria meditabonda, mentre lei stava osservando lui. Era molto più calmo rispetto a prima, ma era chiaramente turbato per la piega che stavano prendendo gli eventi.
-Non ti preoccupare, Sonic. Ce la faremo anche stavolta: troveremo l’assassina di Knuckles e salveremo sua sorella. Non permetteremo a quella pazza di vincere!- mormorò lei, ignorando il battibecco fra Rouge e Vector. Sonic spostò lo sguardo su di lei e le diede ragione con un sorriso determinato.
 
***

-Quindi Knuckles aveva una sorella... Questa è una cosa che non mi aspettavo.- mormorò il dottor Eggman, osservando le registrazioni dei monitor. A casa di Tails erano tutti talmente impegnati a piangersi addosso da non essersi accorti delle telecamere che li avevano osservati per tutto il tempo, permettendo al dottore di scoprire la strana reazione che il Chaos Emerald aveva avuto con il corpo senza vita di Knuckles e la conseguente rivelazione che l’echidna era riuscito a riferire dalla tomba. Era tutto molto strano, ma in qualche modo sensato: il Master Emerald non poteva rimanere senza un guardiano, e in qualche modo doveva pur rivelare il nome della prossima persona a cui sarebbe toccato il compito di sorvegliare la pietra.
-Che cosa ha intenzione di fare al riguardo, dottore?- chiese Decoe, preoccupato.
-Non vorrà riferirlo a Eden dopo quello che ha fatto?!- urlò Bocoe, scandalizzato da una simile prospettiva. Già vedere come Eggman non aveva quasi battuto ciglio quando si era reso conto che Eden aveva davvero ucciso Knuckles sotto ai loro occhi era stato tremendo, ma immaginare che potesse riferire altre informazioni per permettere a quella pazza di uccidere un’altra persona sarebbe stato troppo!
L’uomo baffuto sorrise. -Datemi del vecchio rammollito, ma non ci penso proprio! Posso... Sorvolare su Knuckles perché l’accordo prevedeva che se ne sarebbe occupata lei, senza interferenze da parte mia, ma non posso permetterle di uccidere una povera ragazza innocente solo perché è imparentata con un tale morto e sepolto millenni or sono! D’accordo che sono il cattivo, ma non lo sono fino a questo punto!-
-Ma se ha rubato il Master Emerald solo un’ora dopo la morte del suo guardiano!- gli fece notare Bokkun. -Farlo mentre tutti gli altri stavano ancora piangendo per la morte di Knuckles è stato davvero un colpo basso!-
-Qualcuno doveva pur occuparsi della gemma, e in questo momento non vedo una persona più adatta di me per farlo! Sto raccogliendo tutti i Chaos Emerald, avere anche la pietra che può controllare il loro potere non potrà che tornarmi utile!- si giustificò lui.
-E solo Knuckles poteva utilizzare quella pietra, e forse solo sua sorella può farlo attualmente. Sorella che nessuno sa dove possa essere finita!- commentò Decoe.
-E anche se la trovassimo nessuno ci potrà garantire che sceglierà di stare dalla nostra parte.- continuò Bocoe.
-Basterebbe solo che sia un po’ più sveglia del fratello per rifiutarsi di farlo!- concluse Bokkun con un sorrisetto divertito.
Eggman fulminò i suoi tre assistenti con lo sguardo. -Bokkun, ho un incarico per te. Devi andare a riferire a Eden che deve trovare un modo per distrarre quel gruppo di ficcanaso in questi giorni. Ho controllato le registrazioni dei dintorni della casa di Tails, e ho scoperto che lui e Rouge the Bat hanno già trovato due Chaos Emerald! Voglio che quelle pietre siano al sicuro nelle mie mani entro la fine della settimana!-

***
 
Il giorno seguente passò molto lentamente, almeno secondo gli standard di Sonic. Aveva solo fatto un paio di giri di perlustrazione per verificare se Eden si trovava ancora da quelle parti, ma non riuscì a trovarla da nessuna parte. O se n’era andata o si era nascosta molto bene, e il riccio blu non poteva non sentirsi terribilmente frustrato per questo. Vector aveva ragione quando la sera prima aveva notato che loro in realtà avevano poco o niente su cui basarsi per sperare di rintracciare Eden. Era agghiacciante pensare che poteva essere chiunque, che poteva manipolare qualunque cosa nell’ambiente circostante e che poteva uccidere una persona con un semplice gesto della mano, senza che questa potesse accorgertene. Sonic non si era sentito così impotente nemmeno davanti a Chaos o a Dark Gaia, e la cosa peggiore era che questi ultimi erano dei, degli esseri sovrannaturali che regolavano le leggi della fisica, non una strana ragazzina che apparteneva ad una misteriosa razza ormai estinta. Doveva esistere un modo per fermarla e lui lo avrebbe trovato, a qualsiasi costo.
Quando Sonic era rientrato a casa di Tails dopo l’ennesimo giro di ricognizione sembrava tutto tranquillo e pacifico come quando era uscito: Rouge parlava al telefono in disparte, mentre Amy e Tails avevano rimesso mano al radar che usavano per rintracciare i Chaos Emerald. Pensavano che in una situazione simile quelle pietre avrebbero potuto rivelarsi utili.
-Come procedono i lavori, Scheggia?- chiese Sonic, incuriosito dal lavoro del suo amico.
-Bene. L’unico problema sono le batterie, hanno bisogno di essere ricaricate. Già da stasera potrebbe essere tutto risolto.- spiegò Tails.
-Eccellente!- disse Sonic, alzando il pollice per sottolineare la sua approvazione.
-Speriamo solo che dall’ultima volta i Chaos Emerald siano finiti da queste parti. Dopo quello che è successo non ho molta voglia di muovermi da qui.- mormorò Amy, alzando lo sguardo verso il corridoio che portava alla stanza dove il corpo di Knuckles era stato riposto la sera prima.
Sonic le poggiò una mano sulla spalla. -Ce la faremo. È difficile pensarlo dopo ieri sera, ma so che tutto si sistemerà. Supereremo anche questa, e lo faremo insieme.-
Amy annuì e gli sorrise. In quel momento Rouge gli si avvicinò con un sorriso stampato in volto.
-Ho un’ottima notizia per voi: la G.U.N. ha accettato di indagare su questa storia e il Team Dark lavorerà al caso!- annunciò trionfante.
-È fantastico! Abbiamo bisogno di tutto l’aiuto possibile, e tu e Shadow potreste dare davvero un prezioso contributo!- esultò Tails. Amy sbuffò senza farsi notare. Non si fidava molto di Rouge, ma doveva ammettere che la volpe aveva ragione e che in quella circostanza non potevano rifiutare un aiuto così importante.
-E sei stata al telefono così a lungo solo per questo?- chiese Sonic, incuriosito.
-Certo che no. Ho chiesto se nei nostri database risultavano registrati dei casi simili al nostro. Li hanno controllati da cima a fondo e non hanno trovato niente. Se davvero sono esistite altre creature con un simile potere sono riuscite a tenere molto bene il loro segreto. E ho chiesto se possono fornirci un radar per cercare i Chaos Emerald, dal momento che Shadow non ne ha ancora uno.-
-Potresti sempre dargli il tuo.- commentò Amy, sprezzante. Il pipistrello la fissò con stupore. -Andiamo, non dirmi che non ci avevi pensato!-
Il pipistrello non lo avrebbe mai ammesso, ma non ci aveva minimamente pensato. Il suo istinto di tenere per se le gemme preziose che raccoglieva nel corso delle sue avventure a volte era persino più forte del buonsenso.
-Vedo che state già cominciando a pianificare dei modi per sconfiggermi. Peccato solo che con me saranno del tutto inutili!-
Sonic guardò fuori dalla finestra e non seppe se rimase più raggelato dal fatto che Eden stava tranquillamente parlando con loro come se fosse stata una vecchia amica che stava passando casualmente da quelle parti e che si era affacciata per un rapido saluto o per il fatto che stava osando rivolgere loro la parola dopo quello che aveva fatto la sera prima. -Tu!-
L’urlo di Sonic fece capire agli altri di trovarsi davanti alla famigerata Eden. Amy e Tails rimasero paralizzati dal terrore, ma Rouge non sembrava così intimorita dalla comparsa della mutante.
-Hai una bella faccia tosta a presentarti qui dopo quello che hai fatto!- le urlò contro, ignorando completamente il fatto che le sarebbe bastato un cenno della mano per porre fine alla sua vita.
La ragazza sorrise. -Ieri sera non avevo fatto la cosa più importante di tutte. Ci ho pensato solo stanotte, ma mi sono ricordata di quelle sette pietre insulse che voi avete l’abitudine di raccogliere per tirarvi fuori dai guai. Potreste usarle per contrastare il mio potere... Potreste avere la fantastica idea di riunirle per chiedere loro di resuscitare la mia vittima, e non intenzione di permettere che ciò accada dopo tutta la fatica che ho fatto per togliere quell’echidna di mezzo! Quindi, se non vi dispiace...-
La mutante raccolse un pesante fardello da terra, e tutti loro realizzarono con orrore che si era già introdotta in casa per recuperare il corpo di Knuckles.
-...noi due togliamo il disturbo!-
La mutante volò in mezzo alla foresta portandosi dietro il corpo di Knuckles come se fosse stato un sacco. Sonic la rincorse immediatamente e fece molta attenzione a non commettere lo stesso errore della sera prima e a non perderla di vista. Rouge le volava dietro, e incredibilmente riusciva a tenere il passo nonostante la mutante stesse cercando di percorrere tratti in cui si incrociavano il maggior numero possibile di rami per ridurre la visibilità dei suoi inseguitori. Ci volle molto tempo, ma alla fine il piano della mutante riuscì: Sonic e Rouge si ritrovarono fuori dalla foresta e di Eden non c’era alcuna traccia. Tranne una cosa che Rouge riuscì a vedere dall’alto e che andò subito a raccogliere.
-Deve averlo buttato di sotto...- mormorò il pipistrello, mostrando a Sonic il guanto da pugile chiodato che aveva trovato appeso ad uno dei rami che spuntavano dalla ripida parete rocciosa. Il riccio cadde sulle ginocchia e batté il pugno a terra, consapevole di aver fallito un’altra volta. Si alzò in piedi e si incamminò con decisione verso il precipizio, ignorando i balbettii di Rouge che lo invitavano a non lanciarsi dalla rupe.
-Non so se puoi sentirmi. Voglio solo che tu sappia che mi dispiace che ti sia accaduto tutto questo. Tu non meritavi di finire in questo modo.- Rouge rimase spiazzata quando si rese conto che Sonic non aveva alcuna intenzione di buttarsi di sotto. -Giuro che Eden la pagherà per tutto quello che ti ha fatto. Non le ho impedito di farti del male, ma ti prometto che ciò che ha fatto non resterà impunito. Giuro che questa sarà l’ultima volta che me la lascerò scappare, la prenderò, fosse l’ultima cosa che faccio!-
Tails e Amy li raggiunsero solo in quel momento, e tutto quello che videro fu Sonic che scappava all’improvviso per poi tornare con una grossa pietra che conficcò nel terreno a pochi centimetri dal bordo della rupe, come per segnare il punto in cui Eden aveva fatto precipitare Knuckles. Fatto questo tornò a casa di Tails da solo, senza dire una parola su quello che era appena successo. Quando anche Tails e Amy rientrarono videro Sonic che uscì di corsa dall’edificio urlando come un posseduto. Quando videro il televisore giallo di Bokkun e gli interni della casa completamente buttati all’aria capirono subito cosa doveva essere successo, ancora prima di vedere il videomessaggio di Eggman.
Ma quello che non si sarebbero mai aspettati di sentire era che Eden era sua complice.
 
-Ora sai tutto.- spiegò Eden molte ore dopo alla persona distesa sul letto. Le era molto difficile notare i suoi tratti nel buio, ma non ne aveva bisogno dal momento che li conosceva molto bene.
La figura sdraiata sospirò. -Capisco. È incredibile quello che sei arrivata a fare per assicurare al dottor Eggman di essere una potenziale minaccia per Sonic the Hedgehog. Ma perché lo hai fatto se tu stessa non vuoi che Eggman conquisti il mondo?-
-L’ho fatto per te... Per noi. Posso fermare Eggman, se gioco bene le mie carte. Nessuno sospetterà mai di me. Sonic non sospetterà nulla, e nemmeno lo stesso Eggman avrà alcuna possibilità di capire che in realtà non sto dalla sua parte...-
-Stiamo, Eden. Stiamo.- disse lui. -Non ti permetterò di avventurarti da sola in un’impresa del genere, è troppo pericoloso. Sonic e gli altri a quest’ora saranno furiosi, e se Eggman dovesse scoprire la verità potrebbe trovare un modo per farti del male, e io non posso permettere che ciò accada! Se vuoi andare avanti con il tuo piano dovrai coinvolgere anche me!-
La mutante rialzò la testa e non vide altro che una cieca determinazione nei tratti scarsamente illuminati del suo interlocutore. Sospirò. -Sapevo che avresti detto questo. Ho già preparato un accorgimento per impedire che scoprano la tua vera identità. Se scoprissero chi siamo in realtà saremmo entrambi in guai seri. Anche se a dire la verità speravo che tu decidessi di non seguirmi: tu sei ancora libero di tornare alla tua vecchia vita, se vuoi. Io potrei solamente sparire per sempre e rintanarmi da qualche parte, come ho passato gli ultimi anni della mia vita.-
La figura nell’ombra abbassò la testa. -Mi dispiace. Se avessi avuto idea di quello che stava accadendo non ti avrei mai lasciata sola.-
Eden sorrise. -Non ci pensare. Non è stata colpa tua, si vede che non era destino che io potessi vivere almeno un’infanzia serena e normale.-
Ci fu un momento di silenzio. -Non è giusto.-
-La vita è ingiusta.- lo corresse lei, guardando il soffitto della casupola di legno scarsamente illuminato dalla lampada ad olio. -Però possiamo sempre rimediare. Possiamo ancora prenderci quello che ci è stato tolto. Alla fine anche noi potremo essere felici. Tutto si risolverà, ti chiedo solo di fidarti di me.-
La figura ridacchiò. -Devo essere pazzo a dirlo dopo tutto quello che mi hai raccontato, ma mi fido di te. Stai facendo la cosa giusta, anche se in un modo tremendamente distorto, e sono certo che riuscirai a raggiungere il tuo scopo. E potrai contare su di me, Eden, qualunque cosa accada.-
La mutante sorrise debolmente alla figura davanti a lei. -Forse dovrei impedirti di partecipare a questa farsa, ma so anche che non ci riuscirei senza di te. Grazie, fratellone.-





Angolo dell'Autrice meno degenere del solito: Ciao a tutti. Scusatemi se questo capitolo vi risulterà troppo lento e noioso e con molta poca azione, è solo un capitolo di tansizione. Dal prossimo si entra nel vivo dell'azione! Chi troverà il prossimo Chaos Emerald? Cosa dovremo aspettarci da Eden e da suo fratello? Che cosa sta nascondendo Eden al dottor Eggman? Perché non riesco a smettere di fare domande di cui a nessuno importa?

So: Perché sei una cavolo di chiacchierona?
Au: Divertente... E dire che solitamente mi devono tirare fuori le parole con le pinze!
So: Stai zitta, mi hai appena fatto passare il compleanno più deprimente della storia del mondo! ç_ç
Au: Sai, ci sarebbe stato un modo per renderlo ancora più deprimente: pubblicare il capitolo il giorno del tuo VERO compleanno! U_U
So: ... Effettivamente sarebbe stata una bastardata da parte tua! O_O"
Au: Lo so... Sono sadica e perfida, ma non fino a questo punto! U_U
Kn: Senti, se consideriamo quello che hai fatto a me, che dovrei essere il tuo personagglio preferito, non oso immaginare cosa saresti in grado di fare ai personaggi che odi per davvero...
Au: Fortunatamente non li userò mai nelle mie ff: su Mobius non ci sono umani! U_U
So: E il dottor Eggman?
Au: Eccezione che conferma la regola! U_U
Ro: E il comandante Tower?
Au: Eccezione numero 2!
Tl: E Maria?
*entra Shadow all'improvviso*
Sh: MARIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIA!
Au: Spero che tu sia soddisfatto, Tails. Ora fai riprendere Rambo con una secchiata d'acqua gelida.
Tl: o.o"
Au: Tranquillo, in quest'angolo sei immortale, vai!
*Tails si allontana con Shadow, titubante*
Kn: E il presidente?
Vc: E i personaggi di Sonic Unleashed?
Ch: E la principessa Elise? ^.^
*l'Autrice fissa Charmy e scrive qualcosa sulla sua agenda*
Es: Ferma! Signorina, sappiamo bene che è odiosa e che tutti voi ricordate quello che ha fatto, ma resta sempre un'umana che è comparsa nei videogiochi!
*l'Autrice guarda malissimo Espio e scrive qualcosa sull'agenda. E ci mette più tempo*
Au: In quel videogioco nemmeno il dottor Eggman è se stesso. E tecnicamente non è mai avvenuto, quindi non conta! è.é Quanto agli umani in Sonic Unleashed si vede che sono stati "mobianizzati", quindi possono contare! In fondo nel fumetto ci sono anche nel fumetto, anche se non sono proprio gli umani che conosciamo... U_U
Tutti: Taglia corto! è.é
Au: Solo io posso dare ordini qui! è.é
*L'autrice si chiude in una bolla per finire l'angolo da sola per poi uscire per un momento*
Au: Ah, dimenticavo, l'angolo dell'Autrice diretto dai Fantastici Quattro inizia nel prossimo capitolo!
So: Che centrano ora i "Fantastici Quattro"? O_o
Au: Intendevo tu, Shadow, Knuckles e lo Spoiler Ambulante! -.- *si rintana nella sua bolla*

Cielo, questi personaggi mi faranno diventare matta... Forse è per colpa loro se sono così fuori di testa *ride maleficamente*. A parte gli scherzi, ringrazio di cuore le poche persone che stanno seguendo questa storia (poche, ma buone! ^^) e tutte le persone che l'hanno messa fra le seguite, le preferite e le ricordate. E dato che sono uno spambot sotto copertura (non dovevo dirlo! Cancellate l'ultima parte...) vi consiglio tre autori che trattano storie dalle tematiche "delicate" in questa sezione:
Vicarious10: Se siete fan delle storie noir ambientate in un futuro tetro e corrotto, dei fumetti Archie di Sonic e di Quentin Tarantino filate subito a leggere "Black Hedgehog", please! Anzi, leggetela comunque: l'inizio è un po' lento e i personaggi della saga compaiono solo in seguito, ma è fantastica comunque. Ve la consiglio caldamente!
The New Riddler: Se siete fan di Batman, dei Miserabili (sta scrivendo la versione Sonicchiana della storia) e se cercate delle storie scritte bene e piene di colpi di scena, lui fa al caso vostro. E fra i cattivi delle sue storie c'è anche Scourge, e il che, secondo il mio modesto parere, gli dà parecchi punti a favore!
The Madhog: Autore che scriveva in questa sezione nell'ormai lontano 2008. Se siete fan dell'umorismo nero e dei colpi di scena potreste diventare dipendenti dalle sue storie.
Ok, credo che sia tutto... Spero che i miei sproloqui non vi abbiano annoiato troppo. Ci sentiamo alla prossima! ^^/

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Capitolo 6
*** Capitolo 5: Bianco e Nero ***


Eggman attese l’arrivo dei suoi nuovi collaboratori battendo impazientemente il piede per terra. Eden aveva detto che ci avrebbe messo qualche giorno per ritornare perché doveva ritracciare una persona, ma non si sarebbe aspettato che nel farlo la mutante avrebbe letteralmente fritto tutte le telecamere che aveva mandato a seguire i suoi spostamenti. Era impaziente di sapere perché la mutante aveva tenuto le modalità con cui aveva incontrato il suo amico completamente segrete e per quale ragione questo si era presentato camuffato in quel modo assurdo.
Quando finalmente la ragazza rientrò nella stanza il dottore la accolse con una smorfia di disappunto.
-Sono tornata, come promesso. Non vedo perché dovresti essere così contrariato nel vedermi!- gli disse lei in risposta.
-Forse perché sei sparita per giorni interi senza lasciare un recapito?-
-Scusami, mammina, non sapevo che recapito lasciarti! Sono una nomade che al momento staziona molto lontano dalle terre in cui abitava, ricordi?- commentò lei sarcasticamente. -Comunque, la copertura che dovevo crearti con Sonic e i suoi amichetti ha funzionato?-
Eggman sorrise. -A meraviglia. Erano tutti così concentrati su di te da aver lasciato i Chaos Emerald completamente incustoditi. È stato un gioco da ragazzi sottrarglieli senza che loro se ne accorgessero!-
La mutante sorrise debolmente. -Mi fa piacere sentirlo, dottore.-
In quel momento si sentì uno strano sbuffo provenire dallo sconosciuto che Eden si era portato dietro. Fino a quel momento non aveva mosso un muscolo, tanto che lo scienziato si era chiesto se fosse stato effettivamente un mobiano o una macchina.
-C’è qualcosa che il tuo amico vorrebbe aggiungere, Eden?- chiese l’uomo baffuto.
-Non ho niente da dire.- affermò lui con durezza. Persino la sua voce sembrava cupa e metallica grazie all’amplificatore installato nel casco che gli permetteva di parlare.
Eggman si avvicinò al ragazzo mobiano e lo squadrò attentamente. -E tu chi saresti?-
-Suo fratello.- rispose il mobiano con un atteggiamento fin troppo battagliero. Eggman fissò la mutante con stupore.
-Credevo che tu fossi l’ultima della tua razza.-
-Lo sono. Stranamente mio fratello è un normale mobiano.- spiegò lei, fulminandolo con lo sguardo per rimproverargli il suo modo di comportarsi come se fosse stata lei la sorella maggiore e non il contrario.
Il dottore squadrò lo sconosciuto con interesse. Indossava una tuta aderente di un materiale molto simile alla pelle e la sua testa era coperta da un casco integrale nero dal visore oscurato. Era impossibile stabilirne la forma esatta, o vedere la faccia o gli occhi del mobiano che gli stava davanti, e questo lo riempiva di frustrazione.
-Avremo modo di riparlarne più tardi, ora abbiamo altro a cui pensare. Ho appena localizzato un nuovo Chaos Emerald. Ovviamente so che a causa del tuo piccolo problema non puoi avvicinarti alla gemma, Eden, ma se l'ho individuata io è molto probabile che lo abbia fatto anche Sonic. Il vostro compito è semplicemente quello di distrarre il riccio e compagnia finché i miei robot non avranno localizzato la posizione esatta dello smeraldo- disse semplicemente Eggman. -Posso contare su di voi?-
-Lo faremo, dottore. Abbiamo un accordo, in fondo.- rispose Eden parlando anche a nome del fratello. -Dove si trova?-
 
***
 
-Rail Canyon...- mormorò Sonic ammirando l'immenso canyon percorso dai binari percorsi dai treni che trasportavano i robot e le armi del dottor Eggman molto tempo addietro. -Ne è passato di tempo dall'ultima volta che abbiamo fatto un salto qui, eh Tails?-
-Eh, sì. Sembra sia passato solo un giorno da quando io, te e Knuckles abbiamo...- la volpe tacque, intristita dal ricordo dell'amico perduto e dal pensiero di tutte le avventure che da lì in avanti avrebbero affrontato senza di lui. Anche gli altri distolsero lo sguardo per la tristezza e l'imbarazzo che provavano per essere finiti col parlare di quell'argomento. Sapevano che avrebbero dovuto abituarsi e che un giorno, forse, sarebbero riusciti a parlarne senza stare male, ma quello non era decisamente il giorno.
-Mettiamoci al lavoro ragazzi- mormorò Amy Rose mettendo fine al lungo silenzio che era sceso fra loro.
Allora Sonic e Amy saltarono sui binari e cominciarono a scivolare ad alta velocità con la stessa abilità di uno skater professionista che sfreccia sui corrimani delle scale seguiti da Tails che volava con le sue code, ignorando di essere osservati dall'alto.
 
-Non perdiamoli di vista.- mormorò Rouge ad un riccio nero con strane striature rosse e ad un grosso robot rosso che si stava guardando intorno per analizzare l’ambiente circostante. -Stanno cercando il Chaos Emerald, e sicuramente anche il nostro obiettivo lo starà facendo. Stiamo pronti ad accoglierla!-
-Affermativo.- rispose il robot roteando il braccio. Il riccio, invece, sembrava tutto tranne che tranquillo.
-Sei sicura di quello che stai facendo, Rouge?- le chiese a voce bassa.
Il pipistrello bianco gli sorrise, ironica. -Non dirmi che hai paura di Eden, Shadow!-
-Non ho affatto paura di quell’essere. Penso solo che non è da te prendere l’iniziativa in missioni come questa, e dubito che questo sia il momento di iniziare. Il comandante mi ha raccontato cosa ha fatto quella ragazza al guardiano del Master Emerald, e niente le impedirebbe di farlo anche con...-
Rouge digrignò i denti per l'affermazione di Shadow. -Cosa credi, che sia una ragazzina? So bene di cosa è capace, ma questo non basterà a fermarmi! Quello smeraldo sarà nostro, costi quel che costi!-
Detto ciò il pipistrello saltò su un binario e iniziò a sfrecciare, seguita dal robot. Shadow the Hedgehog sospirò prima di raggiungere i suoi compagni nella corsa, senza rendersi conto che colei che stavano cercando era appena qualche metro sopra le loro teste insieme ad un fratello maggiore di cui per il momento ignoravano l’esistenza e una quarantina di robot da ricerca.
 
-Tutti ai vostri posti!- ordinò la voce di Eggman dall'altoparlante che aveva in mano Eden. I robot eseguirono immediatamente l'ordine del dottore e si sparpagliarono nell'ambiente circostante.
-Ricevuto, dr. Eggman. Passo e chiudo.- mormorò la mutante chiudendo la trasmittente, prima di rivolgersi al fratello maggiore -Te la senti? Puoi ancora ripensarci, se vuoi. Nessuno ti obbliga a farlo.-
Il giovane si guardava intorno con aria assente, senza aver ascoltato una parola del discorso della sorella.
-Fratellone?-
-Scusami... stavo pensando.-
Eden scosse la testa. -Dicevo che sei ancora in tempo per tirarti fuori. Questo è un punto di non ritorno, lo sai?-
Il mobiano fissò la sorella con determinazione. -Ne sono perfettamente consapevole, ma ho promesso di proteggerti e lo farò fino in fondo. È una questione di principio. E se loro sapessero la verità su tutto quello che sta succedendo la penserebbero esattamente come me.-
La mutante sospirò rassegnata. -Fratellone, sei irrecuperabile. Anche da piccolo ti preoccupavi troppo per la mia incolumità!-
L'antropomorfo sorrise da sotto il casco. -E anche allora tu eri una piccola saccente combina guai. Siamo pari!-
Eden sorrise e guardò i due gruppi che stavano rapidamente uscendo dalla loro visuale. -Dovremo distrarli. Pensavo di prendere io il Team Dark, mentre tu ti occuperai di Sonic e dei suoi amici. Se non ti crea qualche problema.- disse lei, guardandolo di sottecchi. Sapeva che la tentazione di rivelare tutto sarebbe stata fortissima e che forse si sarebbe potuto lasciare sfuggire qualcosa, ma sapeva anche che se fosse stato lui a presentarsi davanti a Shadow the Hedgehog e ai suoi compagni sarebbe stato inevitabilmente fatto a pezzi.
-Nessun problema. Vedrò di fare attenzione.- disse l’antropomorfo lanciandosi subito all’inseguimento, stupendo sua sorella.
 
Sonic sfrecciava a tutta velocità lungo i binari, guardando al suo fianco di tanto in tanto. Non era affatto sorpreso di vedere Tails volare al suo fianco, anzi si sarebbe decisamente allarmato se non ci fosse stato, ma sentiva una morsa allo stomaco e una fitta al cuore ogni volta che vedeva Amy scivolare nel posto solitamente destinato a Knuckles; Sonic sapeva che la ragazza nonostante la sua giovane età sapeva badare a sé stessa, ma non poté negare che odiava vederla lì in quel momento, imbarcata insieme a lui e a Tails in quella che poteva rivelarsi un'impresa suicida. Aveva visto con i propri occhi ciò di cui la loro avversaria era davvero capace, sapeva che le sarebbe bastato puntare un dito per porre fine alla sua vita o a quella di chiunque altro, e trovò intollerabile l'idea che qualcosa del genere potesse accaderle.
Il riccio scosse la testa nel tentativo di scacciare l'immagine del corpo privo di vita della riccia rosa dalla sua mente, ma questa continuava a balenargli sempre più maledettamente vivida davanti agli occhi. In quel momento come non mai promise a sé stesso che avrebbe fatto qualunque cosa perché Amy Rose uscisse illesa da quella battaglia.
Dopo alcuni minuti di viaggio spericolato ad alta velocità sui binari sospesi nel vuoto il gruppo raggiunse la prima piattaforma, su cui si trovavano alcuni robot da ricerca, proprio come nelle loro previsioni. Sonic si fiondò su di loro con azione rotante facendoli così saltare in aria, e tirò un sospiro di sollievo vedendo che non si ricomponevano.
-La strega dev'essersi presa un giorno di ferie!- commentò Amy prima di saltare sui binari con Sonic e Tails, ancora tenuti d'occhio dai loro inseguitori, guidati dalla certezza che prima o poi Eden si sarebbe fatta viva. Questo finché non si trovarono dinnanzi a una biforcazione, e seguendo i binari andarono tutti a destra.
 
-Maledizione! E adesso?- imprecò Rouge, che era appena scivolata con i suoi compagni nella direzione opposta.
-Robot-di-Eggman-individuati.-
-E adesso togliamo di mezzo un po’ di robot!- esclamò Shadow in risposta alla domanda di Rouge, avviando un'azione rotante fin da quando era sopra al binario per poi scagliarsi sui robot che si trovavano sulla piattaforma circondato dal fuoco di E-123 Omega e seguito subito dopo da Rouge e dai suoi calci micidiali.
I due gruppi continuarono a destreggiarsi fra pericolosissimi giri della morte e robot da ricerca finché questi non cominciarono a correre via verso un punto imprecisato del canyon, lasciando i loro avversari stupiti.
-Che stanno facendo?- chiese Rouge, più a sé stessa che agli altri membri della squadra.
-Non ci arrivi da sola? Hanno individuato lo smeraldo!- disse una voce femminile che il pipistrello riconobbe immediatamente sebbene l'avesse sentita solo una volta. E infatti subito dopo la sua proprietaria piombò davanti a loro dopo un salto acrobatico dalle loro spalle.
-Tu!- urlò Rouge.
-Tutti-i-robot-del-dr.-Eggman-devono-essere-eliminati!- disse Omega puntando prontamente il cannone nascosto nel suo braccio contro la ragazza, che sorrise a quella vista.
-Dovresti farti fare una bella messa a punto, robot. Io sono tutto fuorché un essere metallico.- disse Eden.
-La tua freddezza nell’uccidere potrebbe far supporre il contrario, sai?- le fece notare Rouge.
La mutante sorrise seraficamente. -In effetti tutti noi siamo molto più metallici di quello che sembriamo. Ferro, sodio, potassio, calcio... tutte sostanze metalliche che si trovano in quantità industriali in ogni essere vivente! Solo per citarti qualche esempio.-
-Non importa di cosa sei fatta, sarai sconfitta lo stesso! Parola di Shadow the Hedgehog, la Forma di Vita Perfetta!-
Eden squadrò il riccio nero da capo a piedi, con un’espressione per niente intimorita. Anzi, sembrava essere molto irritata da quell’affermazione. -Puoi ripetere quello che hai detto?-
-Certamente: io ti sconfiggerò, Eden.-
-Non quella parte!- lo corresse lei, irritata. -Ti sei appena autodefinito “la Forma di Vita Perfetta”?-
Il riccio nero era sorpreso dalla reazione di Eden, ma non lo diede a vedere. -Io sono la Forma di Vita Perfetta, ragazzina. Sono l’essere supremo creato più di cinquant’anni fa sulla colonia spaziale ARK dal professor Gerald Robotnik! Mi sorprende che il dottore non te ne abbia parlato. Mi risulta che attualmente è per lui che stai lavorando.-
La mutante cercava di sembrare calma e neutrale, ma non ci stava riuscendo molto bene. Le sue sopracciglia erano corrugate in un’espressione molto irritata.
-Credi davvero che l’essere la cosiddetta “Forma di Vita Perfetta” sia un vanto, Shadow the Hedgehog?- gli chiese lei con durezza.
Shadow fissò la creatura davanti a lui senza sapere come risponderle. -Che diavolo vuoi dire?-
-Semplicemente che tu non dovresti definirti in questo modo nelle tue presentazioni. La perfezione assoluta non esiste, è solo un'utopia, e per quanto tu sia bravo o capace non la raggiungerai mai. E poi, anche se tu fossi perfetto, questo basterebbe a renderti felice? La verità è che sono i difetti che possediamo a renderci unici, e la perfezione è totalmente inutile, serve solo a farti capire di essere diverso dagli altri. Nella perfezione non c'è niente di bello, c’è solo dolore! Dovresti odiare il tuo potere, eppure continui ad esaltarlo. Continui a dichiarare di essere la “Forma di Vita Perfetta” anche quando l’esserlo ti ha fatto perdere la tua famiglia e cinquant’anni della tua vita! Cosa c’è di bello in tutto questo? Perché continui a sottolineare la tua diversità rispetto agli altri?-
Il riccio nero fissò la mutante con tutto l'astio di cui era capace, anche se era stato in grado di trovare un fondo di verità nelle sue parole solo a ripensare a tutte le peripezie che erano successe nella sua vita. -Hai ragione quando dici che l’essere la Forma di Vita Perfetta può essere doloroso, ma ho imparato a conviverci. Il professor Gerald mi ha creato con uno scopo, e ho intenzione di seguirlo finché avrò la forza per farlo. Io userò i miei poteri per aiutare gli altri, come lui e Maria desideravano, e per questo ti distruggerò! Adesso ti mostrerò il Potere Supremo!-
La mutante non sembrò per niente intimorita dalle intenzioni del suo avversario. -Allora mostramelo e facciamola finita! Sempre che tu sia in grado di reggere il confronto con la vera forma suprema del Chaos!-
Shadow digrignò i denti davanti a quell'ennesima mancanza di rispetto.
 
Sonic, Tails e Amy fissarono lo strano tizio in nero che era comparso davanti a loro con espressione indecifrabile. Solo dalla statura poterono capire che doveva trattarsi di un ragazzo della loro stessa età. Era poco più alto di loro e indossava una tuta da motociclista aderente e piena di borchie con un giaccone di pelle nera. Non riuscivano a stabilire con precisione cosa fosse per via del casco che copriva completamente la sua testa.
-Non sapevo che il circo fosse in città!- disse Sonic, notando lo strano abbigliamento dello sconosciuto.
-Riderei se questa battuta fosse stata davvero divertente.- disse lui, sarcastico. Il tono distorto della sua voce innervosì i suoi interlocutori.
-Come mai sei vestito in modo così strano?- chiese Tails, cercando di nascondere la sua inquietudine.
-Il mio amico ha ragione. Se avessi anche un mantello svolazzante ed una maschera inquietante al posto del casco potresti essere scambiato per il cattivo di un film di fantascienza!-
Amy fissò i suoi accompagnatori stentando a credere a quello a cui stava assistendo: quello era l’ultimo posto in cui parlare di cose del genere. E sicuramente il nuovo arrivato era l’ultima persona di cui dovevano parlarne, anche se non aveva ancora fatto niente di male.
-State forse offendendo il senso estetico di mia sorella?- chiese lo sconosciuto. Il suo tono di voce era talmente modificato da rendere praticamente impossibile sentire l’incredulità o l’irritazione nella voce del loro interlocutore.
-No. Stiamo solo dicendo che tua sorella poteva scegliere degli abiti di scena migliori per te!- disse Sonic.
-Non ti facevo così puntiglioso in fatto di abbigliamento, sai? Scommetto che se fosse per te andresti in giro completamente nudo! Aspetta... Praticamente sei nudo!- lo stuzzicò lo sconosciuto, anche se dal tono distorto era molto difficile capire se fosse serio o sarcastico.
L’espressione di Sonic si indurì. -Ok, signor “nessuno offenda i vestiti di mia sorella”, ora smettiamola con i giochi. Dimmi chi sei!-
-Chi sono non ha alcuna importanza. La mia missione in questo momento è assicurarmi che voi non troviate quello che state cercando in questo posto!-
Tails sgranò gli occhi. -Non dirmi che anche tu lavori per il dottor Eggman!-
Lo sconosciuto si voltò verso Tails, e la volpe fu sicura che dietro al visore oscurato del casco doveva esserci un’occhiata omicida davvero niente male. -Non lavoro per Eggman! Sto aiutando mia sorella, non lui. Farò di tutto per proteggerla, anche affrontare tutti voi in una volta sola, se sarà necessario!-
Sonic e Tails si fissarono, chiedendosi tacitamente cosa  avesse voluto dire. Solo Amy gli puntò il dito contro, sconvolta. -Tua sorella sarebbe Eden? La stessa persona che ha ucciso Knuckles?-
-Proprio lei- confermò lo sconosciuto senza alcuna esitazione. -So che le azioni di mia sorella potrebbero sembrarvi malvage e prive di qualunque senso logico, ma c'è una buona ragione dietro a tutto quello che sta facendo. Eden non è cattiva come sembra, e spero che riusciate a capirlo.-
Sonic non corse ad assalirlo solo perché Amy gli toccò la spalla in un tacito invito a restare calmo. Tails invece scosse la testa, sconvolto.
-Inaudito... come fai a difendere un'assassina?- dopo quell'affermazione la volpe si trovò sollevata per il bavero dallo sconosciuto in un battito di ciglia.
-Puoi pure prendere in giro il mio abbigliamento se vuoi, ma ti proibisco di parlare così di mia sorella!- gli disse, mostrandogli il pugno.
-E io ti proibisco di trattare così il mio amico Tails!- urlò Sonic precipitandosi istantaneamente contro lo sconosciuto con un'azione rotante. Il fratello di Eden lasciò cadere la volpe a terra e andò a schiantarsi contro la parete rocciosa. Contrariamente alle previsioni di Sonic si rialzò subito, dando quasi segno di non aver sentito il brutto colpo che aveva appena ricevuto.
-Ok, ho capito. Dovrò fare sul serio.- disse un attimo prima di scuotere il braccio, lanciando così una pioggia di lame affilate che costrinsero i suoi avversari ad abbassarsi per non esserne colpiti.
 
Il riccio nero si scagliò contro la sua avversaria intenzionato a farle rimangiare tutto quello che aveva detto e a pentirsi della sua sfrontatezza, ma questa, intuite le sue intenzioni, riuscì a scansarsi dalla traiettoria con un salto; allora anche Rouge provò ad attaccarla con un calcio, ma Eden parò il colpo con l'avambraccio e non diede nemmeno segno di averlo sentito, anche se normalmente un calcio di Rouge di quella potenza avrebbe potuto spezzare le ossa a una persona.
-E voi vi definireste guerrieri? Andiamo, potete fare di meglio!-
Rouge digrignò i denti e sferrò un calcio con l'altra gamba, colpendo la mutante allo stomaco e facendola schiantare sulla piattaforma. Eden si rimise in piedi con un colpo di reni per essere bersagliata da una serie di colpi partiti dalla mitraglietta di Omega, che tuttavia si disintegravano quasi istantaneamente appena le si avvicinavano troppo.
-Ops. A quanto pare non riuscite a prendermi!- li canzonò lei con un sorrisetto divertito.
Rouge era livida. -Ti pentirai per tutto questo, smorfiosa!- tuonò il pipistrello preparandosi a scendere in picchiata sulla ragazza con un calcio perforante. L'unico risultato fu quello di aprire un buco nel terreno e trovarsi sulla traiettoria di una torre metallica che stava per crollarle addosso, e il peggio fu evitato solo grazie a Shadow e alla sua velocità supersonica. Allora videro la lunga lama lucente che Eden impugnava saldamente con la mano destra.
-Una katana?- mormorò Shadow.
La mutante ghignò. -Ora si fa sul serio! Qualcuno vuole giocare con me e con Amethyst?- chiese innocentemente, facendo spuntare fuori dal terreno una spada identica a quella che lei aveva in mano davanti ai suoi avversari.
 
Amy fu la prima ad alzarsi una volta finita la pioggia di lame e si fiondò sul nemico con il martello alzato; tuttavia lui riuscì ad evitarlo con un salto, per poi riuscire a disarmare Amy lanciandole un coltello, che tuttavia non le fece un graffio.
-Metti via quell'affare, o altrimenti farai male a qualcuno. E non voglio che qui qualcuno si faccia male!- disse il ragazzo senza scomporsi più di tanto, mentre il trio lo fissava incredulo: mai a memoria d'uomo qualcuno era riuscito a disarmare Amy Rose in un modo così facile e pulito.
-Si può sapere chi diavolo sei?- chiese Sonic, notando che lo sconosciuto non aveva ancora rivelato il suo nome.
-Te l’ho detto, chi sono io non ha alcuna importanza!-
-“Chi sono io non ha alcuna importanza” è un po’ troppo lungo come nome, non trovi?- ironizzò Sonic, fulminando l’avversario con lo sguardo allo stesso tempo. -Se stai cercando di sembrare un filosofo o qualcosa del genere ti comunico che con me non attacca.-
-Forse ti conviene cambiare il tuo atteggiamento per una volta, Sonic. Credimi, se lo facessi sarebbe molto più facile per te affrontare quello che succederà in futuro, e capire perché in questo momento sta accadendo tutto questo.-
Sonic guardò storto il suo avversario prima di rispondergli. -A me non interessa per niente quello che verrà dopo. L’unica cosa che so è che tua sorella deve pagare per quello che ha fatto al mio amico Knuckles!-
-Sei proprio sicuro che il tuo amico avrebbe voluto che tu facessi giustizia così?- chiese lui, iniziando a camminare lentamente verso Sonic. -Eden non è una cattiva persona e nemmeno tu lo sei, questo lo so bene; ma sappi che se cercherai di far del male alla mia sorellina, in qualunque modo, ti farò pentire di essere nato!-
-Giustizia, non vendetta. La vendetta non porta a nulla di buono.- specificò Sonic.
-Tu parli tanto di “giustizia”, ma a me questa sembra più simile alla vendetta. Credi davvero che il tuo amico vorrebbe vederti in questo stato, Sonic? No. So che sei furioso e hai tutto il diritto di esserlo, ma devi cercare di ascoltare le mie parole e capire quello che ti sto dicendo!-
Sonic tremava incontrollabilmente per i discorsi senza senso di quella sottospecie di predicatore da strapazzo. -Tu che diamine ne sai? Tu eri con noi quando il nostro amico è stato ucciso? Hai pianto per lui? No? Allora vattene e lasciaci in pace!-
-So come vi sentite, e questo basta. E non posso lasciarti affrontare Eden nelle condizioni attuali. In questo momento non sei in te.-
Sonic digrignò i denti, ma non ebbe il tempo di rispondere dato che un bip intermittente che proveniva dal dispositivo da polso di Tails attirò la sua attenzione.
-Sonic, lo smeraldo! I robot di Eggman devono averlo trovato, il segnale è diventato molto più...- lo richiamò il volpino, prima che una lama sfiorasse il suo orecchio.
-Non posso permettervi di avvicinarvi a quella gemma.- gli disse con uno dei braccialetti che portava ai polsi ancora fumante.
-Mi occupo io di lui, voi andate a cercare il Chaos Emerald!- disse Sonic con un tono che non ammetteva repliche.
-Ne sei sicuro, Sonic? Forse potrebbe servirti un po’ di aiuto.- mormorò Amy.
-Non ce ne sarà bisogno. Per questo pallone gonfiato basto e avanzo io.- insisté il riccio blu fissando intensamente l’avversario per evitare che facesse mosse false per impedire ai suoi amici di muoversi.
-Non ve lo permetterò!- urlò lui lanciando altre lame contro Tails e Amy, che però furono intercettate dall'azione rotante di Sonic.
-Di solito si duella in due, amico. Dovrai vedertela con me!-
-Se proprio ci tieni ad essere massacrato...- mormorò il mobiano mascherato, alzando la mano solo per fare cenno a Sonic di colpirlo. -Mostrami il tuo colpo migliore!-
 
Anche il radar del Team Dark aveva cominciato a captare qualcosa. Secondo la mappa il Chaos Emerald era molto vicino al punto in cui si trovavano.
-Mi occupo io di lei. Voi andate a cercare lo smeraldo.- disse Shadow ai suoi due compagni, senza distogliere lo sguardo dalla sua avversaria.
-Ma Shadow...- tentò di protestare Rouge.
-ANDATE!- tuonò il riccio nero ai suoi alleati per tornare a rivolgere completamente la sua attenzione alla ragazzina ghignante che li puntava con la spada.
-Cosa vi dice che vi lascerò andar via così facilmente?- chiese Eden sferrando un fendente con la spada, che ebbe come risultato quello di far cadere i binari su cui Rouge e Omega erano appena saltati sopra. Però il pipistrello riuscì a saltare e a librarsi in volo, afferrare il robot e a trasportarlo in volo fino a un nuovo binario, troppo lontano perché la mutante potesse colpirli.
Shadow fulminò Eden con lo sguardo. -Che avevi intenzione di fare? Volevi ammazzarli?-
-Non sarebbe la prima volta che faccio fuori qualcuno.- gli fece notare lei con una naturalezza che fece aumentare la furia di Shadow. -In guardia, riccio!-
Eden si lanciò su Shadow con la katana sfoderata, ma il riccio nero prese la spada davanti a lui e riuscì a parare il colpo.
-Non male, per essere un dilettante.- commentò la mutante, divertita. -Almeno sai tenere la spada in mano!-
-Sta zitta e affrontami, mocciosa.- ringhiò Shadow in risposta sfoderando un altro fendente.
-Come vuoi, nonnino!- gli disse la ragazza parando il colpo con un sorrisetto beffardo che fece innervosire ancora di più il riccio nero. Shadow non rispose a quell’ultima provocazione, e fece un balzo indietro per poi buttarsi sull'avversaria che però riusciva a parare tutti i colpi, facendo incrociare le lame come in una feroce e travolgente danza mortale. Il riccio nero era sorpreso della straordinaria abilità di Eden nel maneggiare la spada, sicuramente frutto di anni di allenamento, e per questo combatteva con il massimo della concentrazione.
 
Sonic evitò il colpo che gli era arrivato quasi all'istante, per rendersi conto che era una trappola quando sentì il piede del nemico premere con forza sullo stomaco e il suo corpo finire contro la parete rocciosa. Il riccio si alzò barcollante e colto di sorpresa, apprestandosi a compiere un'azione rotante contro l'avversario, che però la fermò con entrambe le braccia per poi spedire la palla di aculei contro la parete rocciosa.
-Vuoi la guerra? E guerra sia!- disse il riccio, rimasto incastonato nella parete dalla potenza del colpo, appallottolandosi di nuovo e dirigendosi verso una serie di spuntoni di roccia. Però lui intuì le sue intenzioni, infatti quando arrivò dopo una serie di rimbalzi gli bastò solo sollevare un piede per indirizzarlo di nuovo verso la parete.
Il riccio fissò il suo avversario con uno sguardo di puro odio. Per la prima volta in vita sua qualcuno riusciva a deviare tutti i suoi colpi e a restare immobile nello stesso posto per tutto il tempo.
-Devo ammettere che non sei affatto male per essere uno degli scagnozzi di Testa d’uovo!- disse ansimando il riccio blu.
Il fratello di Eden emise qualcosa di vagamente simile ad un ringhio per quell’affermazione. -Te l’ho già detto: io non sono lo scagnozzo di nessuno! Sto dalla sua parte di quel pallone gonfiato solo per il bene di Eden!-
-Tua sorella mi sembra abbastanza grande da poter agire senza una balia! E se proprio devo dirla tutta, se odi così tanto il dottor Eggman perché le hai permesso di unirsi a lui?-
-Se avessi saputo quello che stava succedendo avrei cercato un modo per impedirlo. Almeno ha una vaga idea del guaio in cui si è cacciata, ed è stato per questo che mi ha detto tutto. È stato naturale per me seguirla in quest’impresa, anche se avrei preferito trovare un’altra soluzione per risolvere le cose. Se solo il Master...- smise di parlare con un sussulto spaventato e alzò la testa, fissando Sonic da sotto il casco.
Il riccio blu lo squadrò, sospettoso. -Con “Master” intendi dire “Master Emerald”, non è vero? Tu stai aiutando Eden anche per il Master Emerald!-
-Non è così! L’ho davvero fatto per proteggere mia sorella!- ribadì lui. Era impossibile stabilire il tono della sua voce, ma dal volume Sonic capì che doveva aver urlato. Vide i pugni e le spalle tremare leggermente, e questo gli fece capire che il suo avversario forse si stava arrabbiando seriamente. O era ancora scosso per il fatto di essersi quasi tradito. -Non posso dirti perché lei ha accettato di seguirlo, ma posso dirti perché lo sto facendo io: perché so già che inevitabilmente Eggman cercherà di farle del male e questo non posso permetterlo. Farò di tutto per proteggere la mia famiglia da lui e da tutti coloro che tenteranno di farle del male, anche a costo di morire nel tentativo! E in questo momento tu mi sei d'intralcio!-
-Devo ammettere che anche se si tratta di Eden la cosa ti fa onore.- disse il riccio blu rialzandosi in piedi. -Però ciò non toglie che lei sia pericolosa, e tu che sei suo fratello dovresti saperlo bene. Tua sorella ti ha detto che lei ha ucciso un mio amico sotto ai miei occhi proprio tre giorni fa?-
-Ha avuto un buon motivo per farlo. Non posso dirti perché lo ha fatto, ma devi sapere che non ha agito in mala fede. Sarebbe stato... Pericoloso se lui avesse combattuto questa guerra con voi!-
Sonic  non poteva credere alle sue orecchie. -Credevo che tua sorella fosse completamente folle, ma a quanto pare tu la batti di brutto! Solo un pazzo potrebbe fare un ragionamento del genere! Una persona che non agisce in mala fede non avrebbe mai ucciso un innocente!-
Lo sconosciuto abbassò la testa. -Vorrei poterti dire tutto quello che sta succedendo in realtà, ma non è questo il momento per farlo.-
-E per quale motivo non sarebbe il momento, sentiamo?- chiese Sonic, esasperato da tutta quella segretezza.
-Sai, se ti dicessi tutto in questo preciso momento capiresti che forse non è proprio il caso di offendere così spudoratamente mia sorella. Purtroppo ho giurato di non parlare, anche perché se lo facessi finirei col mettere Eden nei guai e io non voglio che ciò accada. Credimi, è tutto talmente assurdo che nemmeno io riesco a credere davvero a quello che sta accadendo!- Lo sconosciuto smise di parlare, come se avesse avuto paura di tradirsi di nuovo. Sonic capì con sua enorme frustrazione che con lui non avrebbe mai saputo niente, non in quel momento almeno.
-Anche il tuo nome è protetto dal segreto di stato?-
Lo sconosciuto ci mise un po’ per rispondere. -Lost.- disse infine. -Puoi chiamarmi Lost.-
Sonic sorrise. -Finalmente lo sconosciuto ha un nome!-
-Già... Lo sconosciuto ha un nome.- ripeté Lost come se fosse stato un automa prima di rimettersi in posizione di combattimento. -Credo che questa pausa sia durata fin troppo. Noi due stavamo combattendo, giusto?-
Lost si precipitò nuovamente all’attacco su Sonic, che si difese prontamente dal colpo.
 
Shadow ormai non sapeva più cosa fare per tenere l'avversaria a freno: come se non fosse stata già di per sé pericolosa da disarmata, Eden con una lama in mano era diventata una forza della natura. Per la prima volta in vita sua era in difficoltà.
-Che c'è sei già stanco?- chiese seraficamente Eden, facendo uscire Shadow fuori dai gangheri.
-Ti faccio vedere io chi è stanco, ragazzina!- urlò il riccio nero per poi sfoderare un attacco letale all'indirizzo della mutante. Eden riuscì a spostarsi in tempo e fece roteare la spada in una maniera tale da far perdere la presa al suo avversario completamente colto alla sprovvista. Shadow the Hedgehog  rimase immobile quando si rese conto di essere letteralmente con le spalle al muro e che la vicinanza della mutante era tale da impedirgli di difendersi. Se qualcuno glielo avesse detto lo avrebbe sicuramente preso per pazzo, e se avesse osato aggiungere che il fautore della sua sconfitta sarebbe stata una ragazza probabilmente sarebbe scoppiato a ridergli in faccia. Eppure quella situazione paradossale si stava verificando in quel momento: Shadow sentiva il contatto della parete rocciosa contro le spalle e quello della lama affilata della sua avversaria contro il petto, e non sapeva più cosa pensare. Raramente era stato messo alle strette in quel modo, e in quel momento non sapeva cosa fare per potersi difendere dal suo inevitabile destino.
-Cosa farai adesso? Hai intenzione di uccidere anche me?- mormorò il riccio nero, sentendosi davvero vulnerabile per la prima volta in vita sua. In quel momento cercò di non pensare a niente, ma non ci riusciva. Non faceva che pensare a Maria, forse perché in quel momento l’unica cosa che riuscisse a dargli un po’ di sollievo era il pensiero che se la risposta della mutante fosse stata positiva e lei avesse affondato la lama, almeno l’avrebbe rivista, e stavolta nessuno li avrebbe separati.
Eden rimase in silenzio per quello che a Shadow parve un tempo interminabile. Lei continuava a fissarlo mentre lo puntava con la katana, apparentemente indecisa se sferrare il colpo finale o meno. Alla fine decise di abbassarla, lasciando Shadow completamente spiazzato.
-Non oggi.- disse lei, riponendo la spada. -Non hai fatto sul serio, e questo mi dispiace. Forse credevi di potermi battere facilmente anche nel tuo stato normale, ma ti sbagliavi. So che potresti essere un degno avversario, Shadow the Hedgehog, è solo per questo che ti sto lasciando andare. Voglio vedere la tua vera potenza, solo allora ti finirò. Voglio vedere se l’operato del professor Gerald Robotnik ha davvero dato vita ad un essere che è in grado di competere una mutante figlia del Chaos come me.-
La ragazza indietreggiò lentamente continuando a puntargli contro la katana come per avvertirlo di non fare mosse false nel tentativo di fermarla. Shadow in quel momento aveva a malapena la forza di muoversi, ma ciò non gli impedì di restare sorpreso nel vederla sorridere. -Ci rivediamo, Shadow the Hedgehog. E sappi che la prossima volta non sarò così misericordiosa.-
E detto questo Eden partì all'inseguimento del pipistrello e del robot che l’avevano preceduta nella caccia allo smeraldo. Shadow non la seguì subito, ancora scosso dagli eventi. Non riusciva ancora a credere a quello a cui aveva appena visto e alla facilità con cui quella ragazzina era riuscita a sconfiggerlo. Non era paura quella che provava: si sentiva semplicemente umiliato, e prima che se ne rendesse conto aveva già preso la sua decisione di partire all’inseguimento. Eden non l’avrebbe passata liscia per quello che aveva osato fargli.
 
Sonic the Hedgehog cadde a terra, stremato e pieno di tagli; raramente si era sentito così vulnerabile davanti a un avversario. Lost era riuscito a prenderlo in contropiede ad ogni attacco, sembrava quasi che potesse leggergli nel pensiero e anticipare ogni sua mossa. Sembrava quasi che lui lo conoscesse a tal punto dal rendere praticamente impossibile poterlo cogliere alla sprovvista. Quello che era successo negli ultimi tempi era stato molto stressante per il riccio blu, sia dal punto di vista fisico che mentale. Erano accadute troppe cose tutte insieme in una volta, e per la prima volta nella sua vita non sapeva come comportarsi in quella situazione. Lottare contro Eggman non avrebbe risolto niente. Se fosse riuscito a fermare lui e Eden forse avrebbe salvato miliardi di vite innocenti, ma le cose non sarebbero più state le stesse in ogni caso, e questo non riusciva ad accettarlo. Non si era mai sentito così frustrato come in quel momento, e per questo trovava quasi incredibile la facilità con cui era riuscito a parlare con Lost come se fosse stato un vecchio amico che non vedeva da tanto tempo, anche se forse si stava comportando in quel modo solo perché sentiva davvero il bisogno di sfogarsi per quello che stava succedendo.
-Non dirmi che ti sei già stancato Sonic. Non sarebbe da te!-
Sonic si rialzò a fatica e lanciò una rapida occhiataccia al suo avversario. -Ti faccio vedere io chi è stanco, sbruffone!- disse Sonic, per poi appallottolarsi e roteare sul posto per aumentare la velocità e schizzare in aria a tutta velocità. Lost osservava con gli occhi il suo avversario, aspettando di trovarselo addosso da un momento all'altro. Ma non accadde, e al suo posto vide comparire un'enorme pezzo di roccia che riuscì prontamente ad evitare. Cosa che però non riuscì a fare con le altre pietre che la seguirono.
Sonic riuscì ad atterrare su una sporgenza della roccia mentre uno schianto assordante raggiungeva le sue orecchie. Affacciandosi vide una sagoma in nero strisciare fuori dal cumulo di roccia che si era formato circa cento metri più in giù.
-1 a 0 per il riccio. Vorrei tanto restare Lost, ma devo andare a cercare i miei amici!- mormorò Sonic prima di sfrecciare a tutta velocità alla ricerca di Tails e Amy.
 
-Chaos-Emerald-individuato.-
Quelle furono le ultime parole del robot prima di essere spazzato via insieme a tre dei suoi compagni da un'improvvisa pioggia di fuoco.
-Obiettivi-eliminati.- disse la voce metallica di E-123 Omega, che se avesse potuto avrebbe gongolato di soddisfazione. Rouge fu immediatamente al suo fianco.
-Allora lo smeraldo si trova qui dietro, eh?- detto questo fece un balzo all'indietro e muovendo le gambe come se fossero una trivella e abbatté la parete rocciosa davanti a lei. Il pipistrello sorrise alla vista di un bagliore fra le rocce, ma il sorriso le morì sulle labbra appena i suoi occhi si posarono sulla gemma.
-Rouge,-ti-senti-bene?- chiese Omega notando il repentino cambiamento d'umore del pipistrello, che sentendo la voce dell'automa parve ridestarsi dallo stato catatonico in cui era precipitata.
-Non è niente, sto bene.-
-Non ti sentirai più così bene se non mi consegni subito lo smeraldo!- disse una voce femminile. Rouge alzò gli occhi e l'immagine di Eden e della sua spada si delineò davanti ai suoi occhi.
-Tu qui?! Dov'è Shadow?- urlò Rouge, preoccupata per l’assenza del riccio nero.
-Quando l'ho lasciato su quella piattaforma non mi sembrava in grado di parlare. Però non si può negare sia stata una bella lotta.-
Rouge pensò subito al peggio. -Non dirmi che lo hai...-
-L’unica cosa che a cui ho inferto seri danni è il suo orgoglio, penso. Per il resto sopravviverà. Voglio concedergli la rivincita.-
-Non m'importa quante volte tu e Shadow vi affronterete in futuro, non avrai questo Chaos Emerald!- dichiarò il pipistrello, evitando di dimostrarsi troppo sollevata alla notizia che il suo amico era ancora vivo.
Tails e Amy arrivarono in quel momento, e rimasero paralizzati alla vista di Eden armata di katana puntata dal cannone di Omega e di Rouge che stringeva fra le mani lo smeraldo viola.
-Che scena patetica... una ragazzina che si atteggia a Bond Girl e un robottino che cercano di difendere una delle gemme più potenti del mondo.- la ragazza scosse la testa -Vi conviene lasciare quella pietra a terra e andarvene prima che decida di fare sul serio. Il riccio nero, l'echidna... volete entrare anche voi nella mia serie di vittorie?-
Il volpino e la riccia tremarono alla notizia che Eden aveva sconfitto anche Shadow, e si chiesero se ci fosse qualcosa che avrebbe potuto fermare quella furia scatenata.
Rouge tremò di rabbia. -So di non essere alla tua altezza, ma non posso nemmeno permetterti di appropriarti di questo Chaos Emerald dopo tutto quello che hai fatto!-
-Però tu non sei stata da meno. Mi hanno raccontato tutte le prodezze che hai fatto in passato per impossessarti dei Chaos Emerald, e mi sorprende che tu non ti sia fatta ancora viva per allearti con il dr. Eggman.-
-Se collaborare con Eggman significa collaborare con te, allora è fuori discussione: sarò una ladra, ma almeno io rispetto la vita altrui!-
Tails e Amy facevano mentalmente il tifo per Rouge quando al suo fianco arrivarono in contemporanea un lampo nero e un lampo blu.
-Shadow! Sonic!- urlò Tails, immensamente felice di rivederli.
 
Nello stesso momento accanto ad Eden arrivò una figura vestita di nero.
-Riccio maledetto... Per poco non ci restavo secco!- imprecò Lost.
-Come ti senti?- mormorò la ragazza a mezza voce al fratello.
-Sono stato meglio- rispose Lost, fissando i due ricci e il pipistrello che difendevano la pietra color ametista. -Hanno lo smeraldo...-
Eden annuì. -E sai perfettamente che non posso avvicinarmi.-
-Lascia fare a me.-
 
-Chi è quello?- chiese Rouge.
-Lost, il fratello di Eden. Tutto quello che posso dirti è che è tremendamente testardo e maledettamente resistente. Oltre ad essere bravo nel lanciare coltelli- rispose Sonic.
-Quello di maneggiare le lame dev'essere un talento di famiglia- osservò Shadow.
-Veramente li lanciava da un bracciale speciale. Comunque sia, talento o no, non dobbiamo permettergli di prendere lo smeraldo.-
Nel momento in cui Sonic ebbe pronunciato quelle parole Eden si scagliò contro Rouge con la spada sguainata, facendo spostare rapidamente i ricci e il pipistrello, che sentì nel medesimo momento qualcosa che colpiva lo smeraldo con una potenza inaudita facendoglielo sfuggire di mano. Rouge fece per riprenderlo, ma si trovò davanti a Lost.
-Scusami, ma questo smeraldo ci serve- mormorò l'antropomorfo raccogliendo la pietra da terra.
Rouge però non aveva intenzione di mollare, e infatti tirò un calcio portentoso alla mascella di Lost, che ebbe l'effetto di crepare il casco e far scivolare via la pietra, che si fermò a pochi metri dai piedi di Eden. La mutante sbiancò e rimase immobile, quando un’altra persona al suo posto l’avrebbe subito raccolta da terra. Shadow e Sonic lo fecero senza pensarci, e il riccio nero la raccolse da terra con la complicità dei pochi centimetri di vantaggio che aveva rispetto al riccio blu. Shadow fissò la mutante e la pietra nella sua mano senza capire cosa stesse succedendo.
-Fermo dove sei, Shadow. Possiamo risolverla pacificamente.- disse Lost alzando lentamente le mani come se il riccio nero gli avesse appena puntato contro una pistola carica, e considerando quello che Shadow poteva fare con quelle pietre in mano la sua reazione era più che comprensibile.
La Forma di Vita Perfetta si voltò invece verso Eden. -Ti sarebbe bastato chinarti per prendere quella pietra, prendere tuo fratello e andartene, ma non lo hai fatto.- notò Shadow, tenendo il Chaos Emerald bene in vista. -Sarebbe stata la reazione più logica. Sei una creatura con il potere del Chaos, in teoria saresti potentissima se avessi fra le mani una di queste pietre.-
Eden deglutì e Lost sgranò gli occhi per il tono serio e minaccioso con cui Shadow stava ragionando.
-A meno che queste pietre non annullino il tuo potere!- concluse, avvicinando l’Emerald a Eden. La pietra iniziò a brillare e la mutante cominciò a contorcersi e ad urlare in preda ai dolori più atroci, mentre gli altri la fissavano sbigottiti.
-Il Chaos Emerald le sta facendo questo?- chiese Amy saltando fuori dal suo nascondiglio.
-Sembrerebbe di sì.- le rispose Tails, incredulo. Sonic non fece commenti: fino ad un secondo prima pensava che avrebbe goduto nel vedere Eden soffrire le pene dell’inferno mentre si contorceva a terra, ma in quel momento non stava gioendo per la scena. Al contrario lo stava disgustando, e voleva che Shadow si fermasse per far cessare quello strazio.
-No!-
Sonic ringraziò mentalmente il cielo quando Lost si rialzò in piedi e caricò Shadow, facendolo cadere a terra. Il riccio perse la presa sulla pietra, che rotolò fino a cadere dal bordo della piattaforma, ma Rouge volò in fretta e riuscì a recuperarla prima che questa andasse persa. Tutti erano talmente spiazzati e presi dalle loro considerazioni su quello che stava succedendo che nessuno fermò Lost mentre si rialzava in piedi e raccoglieva da terra il corpo della sorella scosso dal tremore, portandola lontano da quel posto. Shadow avrebbe potuto inseguirli in un battito di ciglia, ma in quel momento non sarebbe servito: avevano vinto loro, il Chaos Emerald era in mano loro. Anche se era stato sconfitto almeno era riuscito a sottrarre il Chaos Emerald dalle grinfie di Eden, e quella piccola rivincita era sufficiente, per il momento. Si sarebbe preso il resto della sua rivincita in seguito.
Anche Sonic avrebbe potuto fermarli, ma non se l’era sentita di farlo dopo la scena a cui aveva assistito. Era furioso con Eden per quello che aveva fatto a Knuckles,  ma sentiva che sarebbe stato sleale costringerli allo scontro sei contro due di cui una incapace di combattere. Lo stava facendo soprattutto per rispetto nei confronti di Lost. Quei pochi minuti di combattimento gli erano bastati per sviluppare un forte rispetto nei confronti di quel ragazzo che avrebbe dato anche la vita pur di proteggere la sorella, esattamente come Knuckles aveva dato la sua per difenderlo da Eden. Lost non era cattivo, era soltanto un bravo ragazzo che si era ritrovato coinvolto in quella storia suo malgrado, senza che potesse avere la possibilità di opporsi. L'unica cosa che il riccio blu sperava era che sapesse quello che stava facendo.
-Andiamocene, ragazzi. Non c'è più niente che possiamo fare qui.- mormorò Sonic ai suoi compagni per poi rivolgersi al Team Dark. -Bene. Eden e Eggman hanno 3 smeraldi, voi 1 e noi siamo a mani vuote... per il momento. Ma l'importante è che Eggman non raggiunga il numero 7, quindi per ora va bene così. E poi quella pietra serve molto più a te che a noi, non trovi?-
Shadow non rispose, fissando la pietra viola nelle mani di Rouge. Il team Sonic gli rivolse un rapido saluto prima di scivolare sui binari verso il punto dove Tails doveva avere parcheggiato l’aereo per raggiungere quella destinazione. Rouge the Bat fissò la pietra nelle sue mani senza dire una parola, per poi lanciarla a Shadow.
-Prendila tu. Sonic ha ragione, serve più a te che a me.- mormorò il pipistrello, evitando accuratamente di guardarla più del necessario prima di volare verso l’aereo della G.U.N. che li stava attendendo senza aspettare i suoi compagni. Shadow capì il suo stato d’animo e non la seguì. Era a dir poco nauseato da quello che stava succedendo a causa di Eden e dell’impatto terribilmente negativo che stava avendo nelle loro vite. Fu in quel momento che giurò a se stesso che da lì in avanti avrebbe fatto tutto quello che era in suo potere per fermarla.






Angolo dell'Autrice Ritardataria: a cura di Sonic, Shadow, Knuckles e Lost

So: Ciao Mondo! ^.^
Sh: Mph!
Kn: Buonasera! O buongiorno a seconda dell'ora! -.-
Ls: Salve! ^.^
So: Di cosa dovremmo parlare in questo fantasmagorico angolo dell'autrice gestito da noi? ^.^
Kn: E che diavolo ne so! Non sono nella testa di quella svitata! -.-
Ls: Forse vuole che rispondiamo ai commenti come l'altra volta...
Kn: No, ora gli autori possono rispondere da soli!
Ls: Uffa! Mi piaceva rispondere!
So: Lost, ma prima o poi ti vedremo senza casco? Non lo chiedo per me, ma penso che sia una domanda che in questo momento si stanno ponendo i "nuovi lettori". Anche qui porti il casco, anche se qui è possibile vedere il rilevatore di espressioni facciali...
Ls: Sì, mi toglierò il casco... Ed avrò un capitolo interamente dedicato! *.*
Kn: Non vedo l'ora che venga pubblicato! *tutti fissano Knuckles* Finalmente potremmo sapere chi è Eden e perché ha voluto uccidermi ad ogni costo! è.é
Sh: Basta poco per farlo contento...
So: E basta ancora meno per farlo arrabbiare...
Kn: Bada a come parli, Sonic. Abbiamo ancora un duello da concludere! è.é*
Ls: Non ti sembra il momento meno opportuno per sfidare pubblicamente Sonic? O_o
Kn: Ogni momento è buono per sfidare pubblicamente Sonic! U_U
Sh: Lasciali perdere. Fanno così ogni volta, stando a quello che ho sentito dire.
Ls: *scuote la testa con un sospiro* Siete tutti dei casi senza speranza! ç_ç
So: Sempre meglio di Eden e della sua politica "l'omicidio è la migliore soluzione"! U_U
Ls: Che cosa vorresti insinuare? è///é
So: Quello che ho detto! U_U
Ls: Rimangiatelo! é///é
So: Ho letto il nuovo copione. Stavolta credo proprio che saranno in molti ad odiarla!
Ls: Puoi dirmi che cosa c'era scritto?
*Sonic bisbiglia nell'orecchio di Lost*
Ls: Lo sapevo, voleva inserire questo fatto in una ff che ha cancellato in passato!
*Sonic continua a bisbigliare*
Ls: Questa mi è nuova... o.o
*Sonic bisbiglia ancora*
Ls: MI STAI PRENDENDO IN GIRO?! OoO *Sonic scuote la testa* ç_ç
Kn: Che cosa diavolo vi state raccontando? -.-
So: Ho appena spoilerato il cambiamento della seconda metà della ff... Persino lui è sotto shock!
Ls: *si dondola e piange* ç-ç
Sh: Non mi interessa sapere che diavolo hai detto! -.-
So: Ciao mr. Allegria, ci mancavi! -.- Ad ogni modo, l'autrice comunica che dal momento che siamo in ritardo sulla tabella di marcia, il prossimo capitolo sarà pubblicato domani o dopodomani! ^.^
Sh: Fra qualche ora, insomma!
So: Perché, che ore so... *guarda l'orologio e resta di sasso* Ma quella è un vampiro?! OoO
Kn: Spiegherebbe molte cose. U.U
Au: Avete finito di dire cretinate? Voglio dormire! è.é*
Sh: Pubblicare di giorno come tutte le persone normali no?
Au: Ho una vita!
So: Anche noi!
Au: E quelli della Sega ve la stanno sminchiando! *si deprime pensando al nuovo gioco di Sonic per Nintendo* ç_ç
So: Non me lo ricordare! ç_ç
Ls: ç_ç
Kn: Sono io o questa è diventata una valle di lacrime?
Sh: Meglio chiuderla qui prima che degeneri ancora.
Kn: D'accordo. Ringrazio a nome dell'autrice Martucchia14, Marty Fantasy e Xelfilia per aver messo la storia nei preferiti, Xelfilia per averla messa nelle ricordate, e fenicex8, MartixHedgehog, Martucchia14, Marty Fantasy, mendoza95 e Xelfilia per averla inserita fra le seguite.
Au: Ci vediamo al prossimo capitolo! ^.^/

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Capitolo 7
*** Capitolo 6: Passato Presente ***


-È davvero molto bello qui.-
Il giovane antropomorfo espresse la sua irritazione per quella domanda aprendo un occhio e lanciando una mezza occhiataccia a chi gliel'aveva rivolta. Era tutto magnificamente perfetto, fino a quando la ragazzina che era con lui non aveva fatto quella domanda tanto ovvia. Era bello potersi rilassare stando comodamente sdraiati in quel giardino all’ombra delle canne di bambù dove tutto quello che potevi sentire era il rumore del vento e il suo piacevole contatto sulla pelle. Quella calma era splendida, e adorava godersela fino in fondo e senza interruzioni, e in quel momento lei aveva appena spezzato l’incantesimo in cui era stato immerso fino a quel momento.
-Ora capisco perché ti piace scappare nel bosco. È tutto così bello qui, quasi magico! Perché non hai mai parlato di questo posto?-
-Perché avrei dovuto? In fondo ci conosciamo solo da poche settimane.- le rispose lui con freddezza. Si era accorto di essere stato seguito, ma aveva fatto finta di nulla sperando che la sua inseguitrice si allontanasse perché trovava il posto noioso, e invece non lo aveva fatto. Era rimasta lì con lui in religioso silenzio fino a quando non aveva deciso di instaurare un dialogo.
Lei abbassò la testa. -Già. Dimenticavo che io non sono esattamente la migliore delle compagnie da frequentare.-
-Lo dici per quello che dici di saper fare?-
La ragazzina annuì. -Sono stata costretta ad andarmene da casa a causa di quello che so fare. Più ci penso, più mi domando perché questo faccia così male. È una sensazione molto strana: stai bene fisicamente, ma ti senti talmente debole quando ci pensi da chiederti perché una cosa simile riesce a distruggerti. E a quel punto ti chiedi che senso abbia provare affetto verso qualcuno quando sai che un giorno o l’altro perderai quella persona per sempre. Noi siamo niente, tutto quello che siamo e che facciamo forse non ha alcuna utilità pratica, ma non riusciamo nemmeno a rassegnarci al fatto che forse la nostra vita non ha uno scopo.-
Il ragazzino scollò le spalle. -Viviamo e basta. Siamo carne che cammina e alla fine moriremo come tutte le cose del mondo, ecco tutto.-
La ragazzina sorrise nonostante il discorso stesse raggiungendo dei livelli di cinismo impensabili considerando che entrambi dovevano avere al massimo sei anni. -Vorrei poterla pensare come te. Sarebbe tutto molto più facile sopportare quello che sto vivendo. Io invece non riesco a rassegnarmi proprio perché sono stata legata alla mia vecchia famiglia e lo sono ancora adesso. Mi rifiuto di credere che l’attaccamento ai miei cari e il mio desiderio di vivere felice insieme a loro un giorno siano solo utopie irrealizzabili.-
Il ragazzino fissò la sua coetanea senza avere la minima idea di cosa stesse parlando in quel momento. Se la sua famiglia le mancava tanto perché non poteva semplicemente tornare da loro? In fondo non sapeva fare niente di così terribile da meritare di essere cacciata di casa, per quello che ne sapeva...
-Un giorno tornerò da loro e sarò di nuovo felice, e niente mi impedirà di raggiungere il mio scopo.- disse lei con calma - Affronterò qualunque cosa, anche Chaos in persona, se questo servirà a farmi tornare da loro!-
-Se avessi saputo che avresti parlato in questo modo non avrei aperto bocca!- si lamentò lui.
Lei scosse la testa, continuando a sorridergli. -Quando finalmente anche tu troverai qualcuno a cui vorrai davvero bene saprai cosa voglio dire. Siamo noi che diamo un senso alla nostra vita, e io già scelto lo scopo della mia. E lotterò per questo con le unghie e con i denti!-
Il ragazzino le sorrise per l’ingenuità di quei discorsi. Si vedeva chiaramente che fino a quel momento lei era stata cresciuta in una campana di vetro che le aveva impedito di sperimentare la vita vera e la sua sofferenza. -Che cosa stai cercando di dire?-
-Che il sensei ha ragione. Un giorno accadrà qualcosa che ci ricompenserà di tutte le sofferenze che siamo stati costretti a patire, e quando ciò accadrà anche noi avremo la possibilità di essere felici. Non so quando accadrà esattamente, ma lotterò perché ciò accada! Un giorno...-

Il ragazzino sentì il suono della sveglia e le immagini della foresta scomparvero per lasciare il posto ad un’oscurità desolante. Aprì gli occhi, lentamente, e vedere la stanza in cui dormiva ogni notte gli confermò che doveva aver sognato. Spense l’apparecchio vicino al suo letto, ma non si alzò subito in piedi. Rimase seduto per qualche momento, cercando di ricordare cosa avesse sognato di preciso. Ricordava quell’episodio della sua infanzia piuttosto vagamente, ma non riusciva a spiegarsi perché era riemerso proprio in quel momento. La ragazzina era una sua vecchia conoscenza che non vedeva da anni ormai, e non aveva la minima idea di dove potesse essere in quel momento. Non l’aveva mai cercata dopo che lei aveva lasciato la scuola che avevano frequentato insieme, non ne aveva mai sentito il bisogno. Anche se forse era sorpreso del fatto che lei non lo avesse mai cercato, anche perché fra loro due era lei che insisteva nel dire che erano amici. Lui l’aveva sempre definita “un’impicciona che non fa mai domande inopportune”. Anche se forse lei lo considerava un amico perché era una delle poche persone che conosceva il suo segreto... Un segreto che ricordava solo piuttosto vagamente, forse perché non lo aveva mai giudicato così importante. Si sforzò di ricordare il nome della ragazzina, ma si rese conto che nella sua mente in quel momento c’era il vuoto totale. Strano, dal momento che di solito ricordava sempre tutto. Scacciò il pensiero il secondo immediatamente successivo, dicendosi che non era proprio il caso di mettersi a indagare sui trascorsi di un’altra ragazza in un momento come quello. Il soggetto esaminato dal fascicolo custodito sul suo comodino era un mistero vivente più che sufficiente.

***

Per la prima volta nella sua vita Sonic aveva visto qualcosa che era riuscita ad interrompere la sua corsa. Non era niente di speciale, era solo una roccia, ma per lui quella roccia aveva un valore fortemente simbolico dal momento che l’aveva piantata lui stesso in quel punto per ricordare quello che era successo solo pochi giorni prima. Era passata poco più di una settimana dalla scomparsa di Knuckles e non era ancora riuscito a digerire quello che Eden gli aveva fatto, nonostante esternamente era tornato ad essere la creatura libera e piena di vita che era sempre stato. Gli sembrava incredibile che fino a pochi giorni prima il suo amico fosse vivo e in salute a sorvegliare del Master Emerald, mentre in quel momento lui non solo non era più con loro, ma la pietra che custodiva era stata rubata. Sonic non si era mai chiesto se ci fosse vita dopo la morte, ma dopo quello la reazione che si era scatenata con il Chaos Emerald aveva iniziato a credere seriamente che potesse esistere qualcosa anche dopo. Sapere che il suo amico era in qualche modo "vivo" non poteva che fargli piacere, e se davvero era ancora con lì loro in qualche modo, si diceva che non gli avrebbe fatto male scambiare due chiacchiere ogni tanto.
-Ciao Knux! È da un po’ che non ci vediamo!- disse Sonic, sorridendo alla pietra. Vedendo che non succedeva niente, e notando che forse una parte di lui sperava che effettivamente qualcosa accadesse, il riccio blu si ritrovò a dover affrontare un silenzio che per lui era stranamente imbarazzante. In quel momento si sentiva come se qualcuno lo stesse osservando e questo lo stava facendo sentire ancora più stupido. -So che se fossi qui diresti che quello che sto facendo è folle, ma non posso farne a meno. Mi manchi. Manchi a tutti quanti, a Tails, a Amy,... E a quanto vedo anche Cream e Cheese sono passati a salutarti.- mormorò il riccio vedendo la ghirlanda di fiori di campo deposta sulla pietra. Forse era da stupidi parlare davanti ad una pietra commemorativa, ma sentiva di doverlo fare. Lo aiutava a credere che lui in qualche modo fosse lì con lui in quel momento.
Il riccio sentì soffiare uno strano vento e si voltò lentamente per verificarne l’origine. -Shadow?- chiese Sonic, sorpreso di vederlo lì. In quel frangente sarebbe stato molto meno sorpreso se gli fosse comparso davanti un fantasma invece del suo sosia dal pelo nero.
-Certo che sono io. Chi ti aspettavi, il dottor Eggman?- chiese il riccio nero col suo solito tono brusco. Sonic non poté non notare il mazzo di fiori che teneva in mano.
-Non ti facevo tipo da fiori...- mormorò.
-Credevo fosse tradizione portarli sulle tombe dei morti. E comunque, se io non sono tipo da fiori, tu sei sicuramente un tipo da ghirlande!- disse, indicando la ghirlanda adagiata sulla pietra che identificava il luogo da cui Eden aveva fatto precipitare Knuckles in mare.
-Non l'ho fatta io, l'ha fatta Cream.- specificò Sonic -Lei e Cheese devono essere passati stamattina presto.-
Shadow non fece ulteriori commenti e continuò ad avvicinarsi, senza staccare gli occhi dalla pietra.
-Ho sentito la tua voce venendo qui.- disse il riccio nero, abbassando gli occhi. -Capisco come ti senti. Anch'io, quando ero sulla colonia spaziale ARK e pensavo a Maria mi sembrava di averla accanto. È normale.- il riccio nero posò i fiori davanti alla pietra e si voltò verso Sonic. -Anche Rouge è rimasta profondamente colpita da questo fatto, anche se fa di tutto per non farlo vedere. Mormora il suo nome nel sonno durante la notte. Anche se non lo davano a vedere fra loro c'era un profondo legame.-
Sonic fissò il mazzo di fiori con aria assorta. -Rouge è da queste parti, vero?-
Shadow scosse le spalle. -Chi può dirlo... la mattina presto sparisce sempre e torna solo al tramonto. Speravo di trovarla qui, ma a quanto pare mi sono sbagliato. Dice sempre che sta raccogliendo informazioni su Eden e sui suoi poteri, ma finora non è riuscita a trovare niente di concreto. Se non fosse stato per quello che è successo sulle piattaforme di Rail Canyon a quest’ora non sapremmo nemmeno che i Chaos Emerald la indeboliscono anziché rinforzarla!-
-Già. È stata proprio una bella fortuna scoprirlo. Questo però cambia tutto: perché Eden dovrebbe raccogliere oggetti che la fanno stare male per conto di Eggman se non può utilizzarli?-
Shadow fissò Sonic con stupore. -Mi sorprende che tu ci stia pensando, Faker. Forse li sta raccogliendo proprio per impedirci di usarli contro di lei. È imbattibile se non è a stretto contatto con un Chaos Emerald: se questi non ci sono o sono irreperibili, niente la potrà fermare.-
-Poi ha detto che avremmo potuto usarli per risvegliare Knuckles... Forse i Chaos Emerald erano la soluzione per riportarlo indietro. Non so se Rouge te lo ha raccontato, ma uno dei Chaos Emerald ha reagito in modo strano quando è stato avvicinato a Knuckles.-
-Sì, mi ha raccontato che tu hai avuto una specie di incontro con Knuckles subito dopo la sua morte. Rouge sta anche cercando di rintracciare sua sorella, ma le sue indagini sono in alto mare.-
Sonic abbassò le orecchie, deluso da quella notizia. -Forse potrebbe scoprire di più se decidesse di darsi al volantinaggio!-
-Credo che non lo stia facendo solo perché non vuole che Eden e il dottore scoprano la sua esistenza. Ci ho pensato, e ho capito che forse la vendetta era solo un pretesto per liberarsi di Knuckles. Il Master Emerald controlla i sette Chaos Emerald, e il guardiano del Master Emerald può controllare il potere del Chaos grazie alla pietra che custodisce; Knuckles era l’unico di noi che Eden doveva realmente temere, e per questo lo ha fatto fuori subito, senza dargli il tempo di capire che proprio lui stesso forse era la chiave per sconfiggerla. Se Eden scoprisse che esiste un’altra persona che può ricoprire lo stesso ruolo di Knuckles non ci penserebbe due volte prima di liberarsi anche di lei.-
Sonic annuì al ragionamento del riccio nero. -Quindi ritrovare la sorella di Knuckles è una priorità. Chiederò ai Chaotix se possono darci una mano almeno in questo.-
Shadow lo guardò storto. -Nemmeno l’organizzazione d’intelligence più avanzata del pianeta sta riuscendo a rintracciarla. Cosa ti fa credere che loro ci riusciranno?-
-Ti ricordo che sono riusciti a ritrovare quel video segreto di Gerald Robotnik sull’ARK due anni fa, e nemmeno Eggman c’era riuscito. Fidati, quei ragazzi sanno essere davvero imprevedibili. E stavolta sono più motivati che mai, dal momento che Knuckles ha fatto temporaneamente parte della loro squadra in passato.-
-Se lo dici tu... Io so solo che uno dei vostri è già caduto e potrebbe non essere il solo. Eden non si farà alcuno scrupolo nell’uccidere, se lo riterrà necessario. Tenetelo bene a mente.-
-Nessuno di noi lo dimenticherà, Shadow. Non siamo agenti G.U.N. supercervellotici come te, Rouge o Omega, ma sappiamo il fatto nostro.- disse Sonic, abbozzando un sorrisetto. Shadow rispose alzandosi in piedi e tirando fuori dagli aculei il Chaos Emerald viola che usò per sparire con un Chaos Control.

***

-Quei due parlano parecchio. Chissà cos'avranno da dirsi- disse Decoe fissando le immagini trasmesse dalle telecamere nascoste nella stanza di Eden. Appena i robot avevano visualizzato la stanza della mutante erano rimasti sconcertati: la ragazza aveva modificato la stanza in modo che essa rappresentasse un immenso campo di petunie viola a cielo aperto. Non si poteva negare che non facesse un certo effetto ma così tutte le cimici e la maggior parte delle telecamere nascoste erano andate distrutte, vanificando il lungo lavoro dei tre robot che dovevano accontentarsi delle immagini sfocate dei due che parlavano seduti in mezzo ad un vero e proprio prato fiorito. Da quel che avevano potuto capire, la mutante aveva imparato il trucchetto da una botanica che aveva sintetizzato una formula per la crescita rapida di piante e fiori che per di più potevano crescere su ogni superficie. Non sapevano dire con certezza se lo avesse fatto per dare un tocco femminile all'ambiente o al solo scopo di distruggere le loro telecamere, fatto stava che i tre robot erano rimasti fregati.
E c'era una cosa più sconcertante che i robot avevano notato: Lost non si era mai tolto il casco. Probabilmente sapeva che finché la sua identità era nascosta sia lui che la sorella sarebbero stati tenuti in vita da Eggman, ma questo però aveva incrementato i sospetti dei tre robot, che volevano sapere a tutti i costi il segreto di quei due misteriosi fratelli spuntati dal nulla così all'improvviso e che erano stati in grado di guadagnare la fiducia del dottore in così poco tempo.
-È quello che stiamo cercando di scoprire, Decoe- rispose Bocoe.
-Insomma, così facendo non risolveremo mai il mistero!- fece notare Bokkun.
-Ma sono gli unici mezzi che abbiamo. Sarebbe tutto più facile se Lost non usasse la sua stanza solo per dormire!- protestò Bocoe.
-O se si decidesse a togliersi il casco!- proseguì Decoe.
-O se non trovasse continuamente dei pretesti per uscire dalla base alle ore più disparate!- concluse Bokkun.
I tre robot erano talmente presi dalla loro conversazione che non si accorsero nemmeno dell'avvicinarsi furtivo del loro collega meccanico. -Di cosa state discutendo?-
Se fosse stato possibile ai tre robot sarebbe venuto un infarto alla vista improvvisa di Egg-Matic 5000, alimentato dai tre Chaos Emerald che Eggman aveva raccolto fino a quel momento: se all'inizio fungeva solo da ventilatore portatile, in quel momento era diventato anche cuoco, cameriere e distributore automatico di bevande e snack salati. Eggman aveva creato la macchina perfetta, e una volta che sarebbe stata alimentata da tutti i Chaos Emerald sarebbe diventata anche un'inarrestabile macchina da guerra. Quei tre robot rodevano d'invidia solo per questo, oltre alle immense attenzioni che il dottore riservava a lui e ad Eden mentre loro venivano sfruttati come schiavi.
-Di niente che ti riguarda, sparisci!- disse Bocoe incrociando le braccia e fissando il robot con espressione furiosa.
-Spero non stiate osservando quei due ragazzi. Sapete, il dr. Eggman non vuole che loro possano dubitare di noi e delle nostre buone intenzioni- ricordò loro Egg-Matic 5000.
-E non ne dubiteranno, vedrai!- urlò Decoe al suo collega, che reagì soltanto facendo spallucce.
-Convinti voi... spero che il dr. Eggman sarà comprensivo quando i due fratelli si accorgeranno di essere osservati e chiederanno spiegazioni! Chissà che non decida di darsi alla raccolta differenziata iniziando proprio da voi tre!- disse Egg-Matic mentre raggiungeva il suo padrone.
I tre robot gli riservarono il loro miglior sguardo omicida. -Quell'insulso ferrovecchio! Vedremo chi è il migliore quando proveremo che Eden e Lost non sono poi così santarellini come sembrano!- dissero all'unisono.

***

-Ehi Tails, sono tornato!- urlò Sonic di ritorno dal suo giro giornaliero.
-Finalmente Blu, ce ne hai messo di tempo- disse la voce gracchiante di Vector affacciandosi dalla porta del salotto.
-Dove sei andato? Sei stato a trovare Knuckles in quel posto migliore di cui parlano tutti?- chiese Charmy Bee spuntando da dietro le spalle di Vector.
-Diciamo di sì...- mormorò Sonic, chiedendosi se Vector avesse effettivamente detto a Charmy il significato di quelle parole, perché dal tono sereno che stava usando per parlargli sembrava non essere a conoscenza di cosa fosse successo realmente all’echidna.
-Me lo saluti la prossima volta che lo vedi? E digli di tornare presto a trovarci!- disse innocentemente Charmy, senza sapere che il suo amico non avrebbe mai avuto la possibilità di tornare da loro.
Il riccio blu cercò di mostrarsi forte per non far preoccupare l'ape. -Gli riferirò il tuo messaggio.-
Charmy annuì, soddisfatto. -Almeno lui potrà darmi qualche spiegazione... sai, Vector e Espio non vogliono dirmi niente su quello che sta succedendo ultimamente perché secondo loro sono troppo giovane per...-
-Come stavamo dicendo a Tails e ad Amy,- disse Espio frettolosamente per interrompere Charmy. -abbiamo trovato informazioni su questi cosiddetti mutanti.-
Sonic si appoggiò alla parete davanti alla poltrona su cui era seduto il camaleonte. -Sono tutt'orecchi.-
Il camaleonte gli indicò una serie di fogli stampati con una serie di scritte in chunnannese e delle fotografie che raffiguravano delle lastre di pietra che si trovavano sul tavolo di fronte a lui. -Non si sa quasi nulla su questi esseri, ma un museo di Chun-Nan specializzato nei miti sulle creature leggendarie del nostro mondo custodisce delle tavole in cui si parla di loro. Il sito è ancora in fase di costruzione e molte pagine non sono ancora aperte al pubblico, compresa questa. Ho dovuto hackerare il sistema per poterci entrare. A parte questo non siamo riusciti a trovare altro.-
-E voi siete arrivati a raccogliere queste informazioni prima della G.U.N.?- chiese Sonic, ammirato.
-Loro, se sanno dell’esistenza di queste tavole, staranno sicuramente usando vie più legali di noi per poterle consultare. Forse potranno addirittura scoprire più di quello che sappiamo noi attualmente, dato che alcune parti delle tavole non sono ancora state decifrate. Sicuramente le faranno anche analizzare dai loro esperti per scoprire cosa contengono quelle parti non ancora tradotte.- spiegò il camaleonte, fissando i fogli davanti a lui.
-E cosa avete trovato?- chiese Tails, titubante.
-Questo vi sorprenderà, ma gli unici documenti in cui si accenna all’esistenza di queste creature sono proprio queste tavole. Sono datate quasi quattromila anni fa che sono state scoperte nelle Mystic Ruins, nelle rovine di un antico tempio del popolo delle echidne.-
-Cosa?- l’urlo di Sonic fece da voce ai pensieri dei presenti.
Il camaleonte annuì lentamente. -Non sono riportati molti dettagli, e le tavole sono state decifrate solo in parte. Parla di alcune creature che presso il popolo delle echidna erano conosciuti come "figli del Chaos". A tutte queste creature leggendarie sono stati attribuiti vari poteri che vanno al di là di ogni comprensione, fra i quali è citata anche la capacità di modificare la realtà che ci circonda. Forse sanno farlo perché riescono ad usare il potere del Chaos a più livelli.-
-Che intendi dire?- chiese Tails, incuriosito.
-Consideriamo gli oggetti materiali come se fossero fatti a strati, come una cipolla. La buccia è la parte più esterna dell’oggetto mentre le varie stratificazioni sono le parti più interne che contengono i meccanismi che permettono all’oggetto di esistere …-
-Non mi sembra un gran bell’esempio.- disse Charmy, visibilmente annoiato.
-Ci sto arrivando. La realtà può essere analizzata come se fosse fatta a strati: la parte esterna, che quella che vediamo, e poi ci sono gli strati più interni. Nel caso degli esseri viventi lo strato immediatamente inferiore è composto dagli organi interni, composti a loro volta dalle cellule e le loro varie funzioni, e così via fino ad arrivare al livello atomico,...-
-Quindi saremmo tutti cipolle fatte di atomi. Non capisco di cosa tu stia parlando e cosa centrino quelle tavole, ma va bene!- lo interruppe di nuovo Charmy, guadagnandosi un’occhiataccia esasperata dal camaleonte.
-Vi spiego cosa centra tutto questo con la nostra mutante: Shadow può usare il potere del Chaos solo sulla superficie, senza danneggiare gli strati più interni della nostra cipolla. Eden invece ha sviluppato il suo controllo sul Chaos al punto tale da poter colpire liberamente ogni strato a sua scelta, lasciando inalterata la superfice... Oppure modificando le molecole al punto tale da poter cambiare tutta la struttura interna ed esterna con cambiamenti più o meno evidenti. Cambia aspetto modificando il suo stesso DNA grazie al suo potere, proprio perché la sua Chaos Energy è così forte!-
Amy Rose si portò le mani alla bocca, orripilata. Tails aveva gli occhi spalancati per la sorpresa.
-Chaos Control a livello atomico... Se lo sapesse Shadow penso che schiatterebbe d’invidia!- ironizzò Sonic per stemperare la tensione nella stanza, anche se lui stesso trovava la cosa davvero inquietante.
-Questo non lo dice la tavola. Ci abbiamo solo ragionato su io e Vector, e siamo giunti alla conclusione che il suo potere deve essere questo, in sostanza.-
-Basterebbe toglierle il Chaos Emerald che ha usato per renderla inoffensiva.- concluse Vector, soddisfatto.
-Non è possibile, Vector.- disse Espio.
-Lei non usa nessun Chaos Emerald. La Chaos Energy che le serve per farlo è già dentro di lei.- mormorò Sonic, abbattuto. Vector impallidì visibilmente.
-Figo.- commentò Charmy, sottovoce. Doveva essere davvero impressionato dalla cosa, se non aveva urlato come era solito fare in quelle situazioni.
-Che cosa c’è scritto su quelle tavole, ragazzi?- chiese Tails, cercando di riprendere il discorso, anche se iniziava ad avere paura di quello che avrebbe potuto sentire da lì in poi.
-Poi ci sono informazioni storiche, alcune delle quali sono davvero molto confuse.- proseguì il camaleonte -L'unica cosa sicura è che il mito della loro esistenza è nato quattromila anni fa, subito dopo l'episodio della profanazione dell'altare del Master Emerald e dell'ira di Chaos.-
Il camaleonte spiegò senza tralasciare alcun dettaglio che la prima mutante che sia mai esistita nacque proprio nella famiglia del guardiano del Master Emerald. La madre, sebbene fosse spaventata dalla cosa, decise di non rivelare nulla per proteggere la figlia e per farla sentire come se fosse stata una ragazza normale. Purtroppo un giorno la ragazza finì col rivelare accidentalmente i suoi poteri davanti al nipote di uno degli anziani. Questi, logicamente, ebbero paura perché rivedevano in lei la stessa divinità che aveva decimato il loro popolo e aveva distrutto la loro civilizzazione solo pochi anni prima, e per quel motivo decisero di eliminarla in gran segreto. Fecero numerosi tentativi per ucciderla e far sembrare il tutto accidentale, ma niente sembrò avere effetto: la ragazza sembrava immortale, e loro non sapevano come fare per liberarsi di lei. Finché un giorno, uno dei guerrieri della tribù ritornò dalla sua ricognizione con uno dei sette Chaos Emerald, e questo fu mostrato al popolo nel momento in cui anche lei era presente. In quel momento lei reagì esattamente come Eden, e questo fece capire agli anziani che i Chaos Emerald erano l’unica possibilità di eliminare per sempre la figlia del Chaos. Fu così che decisero di recarsi ad Angel Island e di chiedere l'aiuto dell'allora guardiano del Master Emerald per distruggerla.
-Incredibile.- mormorò Amy -Quindi i mutanti sarebbero discendenti del popolo delle echidne?-
-Non è detto, ma le fonti affermano chiaramente che la prima mutante che sia mai esistita nacque nelle attuali Mystic Ruins.- spiegò Espio, anche se l’ipotesi sembrava provocargli un certo disagio. -Spero che non sia così anche per Eden, perché altrimenti...-
Vector gli batté una mano sulla spalla, comprensivo. -So cosa stai pensando. Ciò renderebbe quello che ha fatto ancora più terribile.-
Il camaleonte chiuse gli occhi e fece un leggero cenno con il capo, ma non disse nulla. Charmy alzò gli occhi al cielo.
-E che ne è stato della ragazza?- chiese Tails, ancora sconvolto per la rivelazione.
Espio scosse la testa. -La fonte non lo dice. Non dice nemmeno se il custode del Master Emerald abbia accettato o meno di aiutare gli anziani a distruggerla. L'unica cosa certa è quello che accadde dopo.-
Sonic e gli altri tesero le orecchie, ansiosi di ascoltare il seguito.
-La storia della si diffuse fra i popoli vicini, e i viaggiatori non perdevano occasione di rammentarla nel corso dei loro viaggi. Per questo cominciò a spargersi una voce sempre più insistente che diceva che Chaos avesse scelto degli eletti, persone a cui aveva concesso l'uso di tutti i suoi poteri perché potessero completare la sua opera di distruzione. Questo scatenò una vera e propria caccia alle streghe, non solo nel popolo delle echidne. Intere famiglie furono sterminate perché anche solo un membro era sospettato di essere un mutante, molti bambini furono uccisi appena nati solo perché avevano qualcosa di diverso dagli altri... Un mito divenne la causa di massacri di massa. Queste barbarie furono interrotte solo secoli dopo, quando quasi tutti i popoli che erano stati coinvolti sfiorarono l'estinzione. E per assicurarsi che situazioni simili non si ripetessero venne proibito di continuare a parlare di quella leggenda. Ogni tavola sulle leggende che riguardavano loro esistenza fu distrutta con la sola eccezione delle tavole che sono giunte fino a noi dopo essere rimaste sigillate in una stanza segreta per secoli, che sono state risparmiate per essere ritrovate solo nel caso in cui una di queste creature si fosse risvegliata un domani per ottenere vendetta. È per questo che oggi non si riesce a trovare quasi niente su di loro.-
Sonic e gli altri fissavano il pavimento senza dire una parola. Trovavano tutti molto difficile immaginare che un simile massacro si fosse verificato solo a causa di una leggenda, e che per colpa di quegli eventi nel presente un innocente avesse perso la vita, come se Knuckles non avesse già pagato abbastanza per gli errori commessi dalla sua gente nel passato.
-Ragazzi, vi devo fare i miei complimenti. Nemmeno Rouge era riuscita a trovare tutte queste informazioni.- disse Tails, ammirato.
Vector sorrise. -Dobbiamo ringraziare soprattutto che Espio sia bilingue... è stato un vero colpo di fortuna trovare il sito da poco aperto di quel museo Chunnannese e che, proprio perché era aperto da poco, la sicurezza era molto facile da aggirare!-
Il camaleonte non disse niente, limitandosi a guardare le assi di legno che componevano il pavimento della stanza. Sembrava davvero assorto nei suoi pensieri, e non c’era da sorprendersi visto quello di cui aveva appena parlato.
-Queste tavole parlano di Eden, non c'è alcun dubbio al riguardo.- mormorò Tails. -La descrizione combacia perfettamente su quello che sappiamo di lei.-
-Però c'è ancora una cosa che non riesco a spiegarmi: se Eden è una mutante perché suo fratello Lost non lo è?- chiese Amy.
Vector alzò le spalle. -E chi lo sa! Secondo il mito Chaos stesso è un Chao mutante, ed Eden è la forma mutante di una persona. Non sarebbe poi così assurdo.-
-E non possiamo stabilire cosa sia di preciso finché Lost non deciderà di svelare il suo volto. Però gli aspetti che ha assunto le hanno dato varie caratteristiche: la velocità del riccio, la forza dell'echidna e la capacità di volare del pipistrello. Eden è molto intelligente e sa come combattere, questo è poco ma sicuro, e oltre a questo con i suoi poteri potrebbe facilmente mettere fuori gioco chiunque. Dovremo stare molto attenti- rifletté Tails.
-E anche Lost non scherza.- mormorò Sonic, memore dello scontro con il fratello della mutante. -È un combattente fenomenale, e in più ho il sospetto che il suo equipaggiamento nasconda un'infinità di assi nella manica.-
-Però c'è una cosa che non torna: se Eden non può entrare in contatto con i Chaos Emerald perché Eggman la manda a prenderli? Non ha senso!- fece notare Amy.
-Non avrebbe senso se Eden fosse lì per gli smeraldi, ma se lei fosse lì solo per distrarre eventuali ostacoli nella riuscita della missione...- disse Tails.
-Un insospettabile specchio per le allodole. Eggman ha pensato proprio a tutto.- mormorò Vector.
-Esattamente. Dubito che le premetterebbe di fare altro, non prima di aver scoperto l'origine dei suoi poteri. Se riuscisse a scoprirne la chiave sarebbe una catastrofe: non esiterebbe a usarli per le sue macchine, che così facendo diventerebbero inarrestabili!-
-Eggman e le sue macchine per ora non sono un problema.- disse Sonic, alzandosi in piedi. Era rimasto fermo troppo a lungo, per i suoi gusti. -Adesso, se non vi dispiace, io andrei a fare una corsetta. Ci vediamo più tardi.-
Il riccio blu schizzò fuori dalla stanza senza aspettare una risposta. Aveva davvero bisogno di pensare. Anche loro erano giunti alla stessa conclusione di Lost: Eggman prima o poi avrebbe tentato di scoprire il mistero di Eden, e quando sarebbe successo probabilmente il dottore avrebbe cercato di liberarsi di lei. Lost stava facendo quello che probabilmente avrebbe fatto chiunque, stava difendendo sua sorella nonostante tutto quello che aveva fatto. Però perché continuava a difenderla anche sull'omicidio che aveva commesso? Era quello a cui stava pensando quando varcò la soglia, prima che gli si parasse davanti agli occhi la visione che paralizzò ogni singolo muscolo del suo corpo.
Una sagoma rossa spuntava dal fitto della vegetazione, la cui ombra oscurava per metà il suo volto, ma ciò non gli impedì di riconoscerlo. La visione durò solo un attimo, il tempo di un battito di ciglia e questa era scomparsa.
-Fermo! Aspetta!- dopo un secondo di sconvolgimento, Sonic corse fino al punto dove la figura era comparsa, ma con sua grande sorpresa non trovò nulla: non c'era proprio niente, e con la rapidità con cui era arrivato lì nessuno avrebbe avuto la possibilità di fuggire.
Il riccio blu cadde a sedere, senza sapere a cosa pensare. Intorno a lui non c'era nulla, eppure sentiva come una strana presenza intorno a sé; non sapeva se fosse stata solo frutto della sua immaginazione, o semplice suggestione, ma sapeva solo di aver visto quella figura. Forse quello che Espio aveva rivelato aveva avuto un impatto emotivo molto più grande di quello che pensava. Oppure stava semplicemente diventando pazzo per tutto quello che si era improvvisamente ritrovato ad affrontare. Doveva fermare Eden e il dottor Eggman, ritrovare la sorella di Knuckles, vendicare la sua morte, ritrovare i Chaos Emerald e proteggere i suoi amici, e per la prima volta in vita sua non sapeva come sarebbe riuscito a fare tutto quello che si era prefissato. Le cose si stavano evolvendo troppo in fretta persino per lui, che per certi versi era l’incarnazione vivente della velocità. Per la prima volta voleva solo che il mondo smettesse di girare per un momento, solo per avere il tempo per rimettere insieme le idee e capire cosa doveva fare.
In quel momento sentì una presa calda e delicata stringergli le dita della mano, e una delicata voce femminile sussurrargli all'orecchio. -Va tutto bene? Non è da te fermarti dopo soli cinque metri di corsa!-
Sonic alzò gli occhi, che s'incrociarono con quelli di Amy Rose. Doveva essere talmente preso da quello che aveva visto poco prima da non averla sentita arrivare.
Sonic alzò le spalle. -Sto bene. Nonostante le allucinazioni sto bene.- ironizzò lui, sforzandosi di sorridere.
Amy guardò il riccio blu preoccupata. -Allucinazioni? Che genere di allucinazioni?-
Sonic fissò il punto in cui aveva visto Knuckles senza spiccicare parola, e la riccia probabilmente capì qual era il problema dato che non tornò sull'argomento. Tuttavia cominciò a pensare.
-So io cosa ci vuole per te. Con tutto lo stress che ti circonda, quello che ti ci vuole è un appuntamento!- dichiarò infine la ragazza. Il riccio blu la fissò come se avesse appena detto qualcosa di assurdo.
-Un appuntamento?! Amy, siamo nel bel mezzo di un casino di proporzioni epiche, non mi sembra proprio il momento per...- capì solo in quel momento cosa aveva detto la riccia rosa e impallidì. -Oh, mio... Non se ne parla nemmeno! Questo non è il momento per pensare a cose di questo genere!- tentò di protestare Sonic, inorridito al pensiero di dover trascorrere qualche ora del suo prezioso tempo in un delizioso locale per coppiette. Il solo pensiero gli stava facendo rivoltare lo stomaco persino più dell’idea di poter stare impazzendo.
-È proprio per questo che te lo sto proponendo! Quando il mondo sembra girare per il verso sbagliato e ti senti talmente giù da credere che niente potrà mai risollevarti il morale una bella uscita a coppia è quello che ti ci vuole!-
Detto questo Amy trascinò via per un braccio il povero Sonic che non osò ribattere per paura che la riccia si arrabbiasse e decidesse di sfoderare il martello.

***

Sonic fu trascinato da Amy in città e circa mezz'ora dopo si trovavano seduti al tavolino di un piccolo bar nel centro del paese, circondati da coppiette felici che mangiavano gelato, spesso dalla stessa coppetta. Il riccio blu era a dir poco inorridito da quella vista.
Il locale era molto diverso dal concetto di “bello” come era abituato a concepirlo: le pareti erano rosa pallido, decorate con cuoricini e fiori bianchi, circondate da cespugli pieni di fiori profumati, i tavolini e le sedie erano bianche e magenta e lo stereo esterno sparava a raffica l'ultimo successo di musica pop. Sonic trovava che quelle decorazioni fossero più consone a un asilo che a un bar per teenager, ma non si azzardò minimamente a dirlo perché sapeva che Amy adorava quel genere di cose e sapeva anche che la riccia sarebbe stata capace di ucciderlo con le sue stesse mani se solo si fosse azzardato a dire quello che pensava effettivamente su quel posto. E probabilmente era per quelle decorazioni e per i colori che il posto era frequentato solo dalle coppiette: erano troppo presi dalle loro faccende private per rendersi conto del luogo in cui si trovavano. Anche se dando una rapida occhiata ai clienti realizzò che molto probabilmente era l'unico mobiano di sesso maschile che avesse più di quindici anni se si escludevano i camerieri, e questo lo mise un pò in imbarazzo. Pregò che nessuno nei paraggi lo riconoscesse perché non sapeva se sarebbe stato capace di sopportarlo, così come non sapeva se fosse il caso di ridere o piangere per la sua situazione in quel momento.
-Che vi porto, ragazzi?- chiese il cameriere, un coniglio alto e allampanato vestito con un uniforme a righe rosa e viola shocking. Un abbinamento di colori che fece correre un brivido lungo la schiena del riccio blu.
-Una coppa panna e fragole extra-large. Per una volta posso rinunciare alla dieta.- rispose Amy con un sorriso gioioso.
-Molto bene. E a lei, signore?-
Il riccio blu sbuffò. Il cameriere senza volerlo aveva usato due termini che Sonic odiava a morte nella stessa frase: "lei" e "signore" rivolto alla sua persona. Ma non protestò per le stesse ragioni che gli stavano impedendo di scappare da quella follia in cui si era ritrovato coinvolto.
-Non voglio niente, grazie!-
-Sonic!- Amy lo richiamò usando lo stesso tono con cui una madre sgrida un bambino piccolo particolarmente scortese. -Questo è un appuntamento serio, devi prendere qualcosa anche tu!-
Il riccio blu voleva dire che avrebbe preso qualcosa solo se avesse voluto farlo, ma data la compagnia (e soprattutto il suo martello) decise di lasciar correre con un sospiro rassegnato. -Avete dei chilli dogs?- chiese speranzoso.
-Intende quei panini imbottiti simili a hot dog con salsa piccante?- chiese il cameriere, alzando un sopracciglio.
-Esattamente.-
-Spiacente, ma non li serviamo. Questo locale non è un fast-food- ribatté il coniglio con uno sdegno ben visibile sul suo volto. Sonic sospirò e diede una rapida occhiata al menù, che conteneva solo coppe gelato e dolci, con qualche semplice, con pochi condimenti e delle bibite. -Allora vada per una coppa al naturale con crema di cioccolato e granella di nocciole.-
Il cameriere annuì e se ne andò con le loro ordinazioni. Amy iniziò a chiacchierare allegramente del più e del meno.
-Sai, sono felice di averti portato qui. Questo locale è stato aperto da poco più di un anno e io e Cream lo adoriamo: è un posto molto carino, il servizio è sublime e i camerieri sono molto educati. E io volevo proprio venirci con te un giorno...-
Sonic non la stava nemmeno ascoltando, dal momento che si stava guardando distrattamente intorno. Per lo stile adottato dai proprietari (o forse sarebbe stato meglio supporre "proprietarie"?) capiva perfettamente perché lei e Cream adorassero quel posto, che però era troppo femminile e mondano per i suoi gusti decisamente più sobri.
-Sonic, mi stai ascoltando?- chiese improvvisamente lei, distogliendo il povero riccio dalle sue considerazioni.
-Le vostre ordinazioni!- sentirono dire i due ricci trovandosi davanti al naso due coppe piene zeppe di gelato. Sonic sorrise fra sé e sé per la sua fortuna sfacciata, e cercò di trovare una scappatoia attraverso quel poco che ricordava di aver sentito all’inizio.
-Sai Amy, avevi ragione riguardo al servizio. Anche se questo posto è un pò troppo mondano per i miei gusti.- disse Sonic assaggiando il suo gelato -Però il gelato è buono.-
-Concordo per il gelato. È per questo che vengo qui quando sono giù di morale, e dopo quello che è successo ho pensato che ti avrebbe fatto bene fare una pausa.-
Sonic storse il naso per quell’affermazione. -Sto bene e non ce n’era alcun bisogno. Ma ti ringrazio per la premura.- mormorò prima di affondare nuovamente il cucchiaio nella coppa gelato.
Amy scosse la testa, torturando la punta del suo gelato con il cucchiaio. -Non è vero. Anche se cerchi di nasconderlo si vede a miglia di distanza che non stai affatto bene. Questa storia ti sta coinvolgendo fin troppo, e tutto questo non ti fa bene.-
Sonic guardò la riccia rosa inarcando un sopracciglio. -Sentiamo, dottoressa Rose, in base a cosa deduci il cosiddetto “non stare bene” del sottoscritto? Io sto benissimo!-
Lei scosse la testa. -Allora avresti dovuto vedere la tua espressione quando eravamo nel cortile della casa di Tails. Sembrava che avessi appena visto un fantasma! Per favore, per una volta metti da parte il tuo stupido orgoglio maschile e cerca di sfogarti! Tu dici sempre che una corsa fa sparire tutti i problemi del mondo, ma ci sono dei momenti in cui nemmeno una corsa basta, e credo proprio che questo sia uno di quelli. Quindi mangia il tuo gelato e parla!-
Sonic cercò un argomento con cui ribattere, senza alcun successo. Alla fine si trovò semplicemente a torturare il suo gelato col cucchiaino, senza nemmeno avere il coraggio di guardare Amy.
-Non credere di essere l’unico che sta soffrendo per questa situazione. Noi sappiamo come ti senti.- specificò la riccia. -È dura per tutti, ma riusciremo a superarlo. È doloroso, ma dobbiamo andare avanti anche per lui. Non avrebbe voluto vederci in questo stato, nessuno di noi, nemmeno te.-
Glielo aveva già detto la sera stessa in cui si era verificato il fatto, ma quelle parole riuscirono a scuoterlo come allora. Finalmente Sonic guardò la riccia negli occhi. -Non credo di volerlo fare, non sarebbe giusto nei suoi confronti. Come posso fare finta che tutto quello che abbiamo passato insieme in tutto questo non sia contato nulla?-
Amy afferrò la mano del riccio blu cogliendolo alla sprovvista. -"Superare" non significa "dimenticare".- mormorò, iniziando ad accarezzare il palmo della mano di Sonic con pollice. Il riccio blu sentì il proprio cuore accelerare il battito e divenne incapace di sostenere il sorriso dolce e malinconico di Amy. Aveva sempre pensato che fosse una bella ragazza, ma in quel momento gli sembrava più una creatura ultraterrena che una ragazza di quasi quattordici anni. Era tutto semplicemente assurdo, ma nell’ultimo periodo sembrava quasi che l’assurdità fosse diventata la normalità nella sua vita. Non che prima fosse molto meglio, dato che spesso si ritrovava coinvolto in situazioni al limite dell’assurdo senza nemmeno sapere come ci era arrivato.
Rimasero a parlare e a mangiare i loro gelati per quasi un'ora, dopodiché pagarono il conto e andarono a fare una passeggiata lungo il corso. Sonic non era il tipo da passeggiate e cose del genere, ma per una volta, si disse, sarebbe sopravvissuto a procedere con un'andatura normale. Amy, dal canto suo, era letteralmente al settimo cielo: finalmente poteva fare una passeggiata normale da sola con il suo adorato Sonic in città. Tutto quello che si stava verificando era talmente bello che le sembrava di sognare, tanto che a un certo punto si ritrovò a stringere con tutta la forza di cui era capace il braccio del suo adorato e poggiare la testa sulla sua spalla. Sonic s'irrigidì per un momento, ma poi riuscì a rilassarsi, e sì dimenò dalla sua presa solo per circondarle con il braccio le spalle, mandando ulteriormente in estasi la riccia. I due camminarono lungo il centro senza preoccuparsi delle persone che li circondavano finché a un certo punto lei non sentì che Sonic si era fermato.
-C'è qualcosa che non va?-
Sonic non rispose, ma ad Amy bastò dare un'occhiata nella sua direzione per capire cosa avesse attirato la sua attenzione: una ragazza appostata davanti ad un locale. Amy non lo prese a martellate solo perché anche lei notò con sua enorme sorpresa che indossava un cappotto nero lungo fino alle ginocchia e un cappello nero da cui fuoriuscivano una cascata di aculei rossi di forma irregolare. Gli stessi abiti che Rouge ricordava di aver visto addosso alla ragazza che lei riteneva essere la sorella di Knuckles. E quando lei si voltò nella loro direzione, probabilmente perché si era sentita osservata, rimasero letteralmente impietriti dal constatare che lei era davvero un’echidna. Il suo viso era molto simile a quello di Tikal, ma la sua pelle era molto più chiara e i suoi aculei erano dello stesso rosso acceso di quelli di suo fratello. I suoi occhi erano più grandi di quelli di Knuckles, ma avevano esattamente lo stesso colore, e questo per loro fu sufficiente per capire che la loro ricerca era finalmente finita.
-Sonic...- mormorò Amy, sorpresa da quella vista. La sorella di Knuckles li squadrò per un momento prima di voltarsi e proseguire per la sua strada. Sonic corse verso di lei a velocità normale, che per lui era praticamente l’equivalente di camminare. C’erano troppe persone per poterlo fare alla sua velocità, inoltre non voleva rischiare di farla scappare sul serio, dal momento che sembrava essersi accorta che lui e Amy erano davvero molto interessati a lei.
-Aspetta! Fermati! Non abbiamo cattive intenzioni, vogliamo solo parlare!- la chiamò il riccio blu, cercando di ritrovarla in mezzo alla folla in cui si era infilata. La cercò per qualche momento prima di arrendersi all’evidenza di averla persa di vista. Il riccio blu però stava sorridendo: ora, per lo meno, sapeva che lei si trovava in città e che forse avrebbero potuto rintracciarla prima che si cacciasse in qualche guaio. Almeno ora avevano un punto da cui cominciare a cercare. Sonic tornò da Amy e la trovò davanti alle porte del locale da cui era uscita la ragazza: sopra vi era un manifesto su una gara canora che si sarebbe tenuta cinque giorni dopo. Il sorriso del riccio si allargò ancora di più alla vista della scintillante pietra azzurra che sarebbe stata il premio del vincitore della competizione.
-Un Chaos Emerald? Come primo premio di una gara canora?- chiese Amy fra lo stupore e l’incredulità, leggendo il manifesto. -Forse lei vuole partecipare! E dato il premio in palio Eggman attaccherà il locale! Sonic, dobbiamo fare qualcosa!-
-Sicuro, Amy.- disse il riccio blu con un sorriso divertito. Le ultime informazioni che aveva raccolto gli avevano restituito la carica e l’ottimismo che gli servivano per affrontare le minacce che gli si sarebbero presentate davanti al meglio. -A quella gara ci saremo anche noi!-
Amy spalancò gli occhi per la sorpresa. -Dici sul serio? Ne sei sicuro, Sonic?- chiese Amy, leggermente preoccupata.
-Tant'è vero che mi chiamo Sonic.- rispose il riccio blu indicandosi con il pollice senza smettere di sorridere. -E poi, anche se non l'ho mai detto a nessuno, quando ero bambino ero indeciso se fare l'eroe a tempo pieno o fondare una rock band. Sarà un modo divertente per vedere come sarebbe potuta andare se avessi scelto di darmi alla musica!-







Angolo dell'Autrice più o meno puntuale per una volta:
Kn: E rieccoci con il famoso capitolo musicale... -.-
So: Eddai Knux, sarà divertente! ^.^
Kn: Parla per te: mi chiedo che senso abbia cercare di recuperare un Chaos Emerald cantando! Non ha senso! Dov'è la sfida in tutto questo?
Sh: Non credevo che lo avrei mai detto, ma sono d'accordo con te!
Ls: Sarà divertente! ^.^
Sh: E tu come ti esibirai con il casco? -.-
Ls: Fatti i fatti tuoi! è.é
Au: Suvvia ragazzi, non litigate! ^.^
Sh: Noi non litigheremo, ma io voglio sapere che scopo ha questo capitolo! è.é
Au: Il mondo deve conoscere l'epica musica dei videogiochi di Sonic the Hedgehog! U_U
So: Ben detto! *_*
Au: *_*
Sh: Tutto questo è molto disturbante. O.O
Kn: Concordo. O_O
Ls: Lasciateli divertire! Ci voleva proprio un capitolo per stemprare la tensione.
*L''autrice sente quello che Lost ha detto e si scatena in una risata malefica *
Tutti: ... O_O
Au: *recupera un contegno* Credo che sia il caso di finirla qui. Non so quando posterò il prossimo aggiornamento, ma vi assicuro che uscirà a giorni! Dovete solo avere un po' di pazienza! ^_^
Kn: Dobbiamo preoccuparci per quello che conterrà? O_o
Au: Tu non devi preoccuparti di niente! ^.^
So: *sottovoce* Sono io oppure quando è allegra è ancora più inquietante! O.o
Sh: *sottovoce* Non è solo un'impressione! O.o
Au: Ringrazio come al solito
Martucchia14, Marty Fantasy e Xelfilia per aver messo la storia nei preferiti, Xelfilia per averla messa nelle ricordate, e fenicex8, MartixHedgehog, Martucchia14, Marty Fantasy, mendoza95 e Xelfilia per averla inserita fra le seguite e spero che anche questo capitolo sia stato di vostro gradimento. Ci sentiamo presto! \^.^/

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Capitolo 8
*** Capitolo 7: Eco ***


Avviso prima dell'inizio del capitolo: Se volete ascoltare le canzoni riportate in questo capitolo cliccate sulla prima lettera della prima parola della prima strofa. Dato che per motivi di spazio, tempo e organizzazione, molte canzoni prese in considerazione per far parte della "colonna sonora" della fanfiction non sono state inserite in questo capitolo. Vi consiglio di ascoltarle comunque: Non ho messo Sonic Drive e The Shining Road perché suppongo che voi tutti le conosciate fin troppo bene. Non ho messo tutte le theme song di Shadow e le versioni alternative di alcune canzoni perché altrimenti l'elenco sarebbe stato più lungo del capitolo stesso (che è lungo!). Le lyrics non sono state riportate nella loro interezza, ma dovrebbero essere riportate anche nei link che ho messo. Fine dello sclero, vi auguro una buona lettura! Ci vediamo a fine capitolo!




-Sonic! Non puoi dire sul serio!- urlò Tails, stupito. La volpe non poteva assolutamente credere a quello che il suo fratello di latte aveva appena comunicato a tutti. Erano nel bel mezzo della battaglia contro Eggman, una mutante psicopatica e il di lei fratello, e secondo Tails, quelle condizioni avrebbero reso praticamente irrealizzabile l’obiettivo di partecipare alla gara canora solo per vincere un Chaos Emerald. Amy aveva provato a parlare con l’organizzatore dell’evento, ma questo si era dimostrato irremovibile: c’erano già troppi partecipanti iscritti alla gara per poterla annullare. Purtroppo per loro esisteva solo una possibilità per poter recuperare lo smeraldo, ovvero partecipare alla competizione e sperare che uno di loro vincesse. Persino i Chaotix erano stati interpellati per poter dare un valido contributo alla causa, anche se in quel momento, a giudicare dalla faccia che aveva fatto Espio quando Sonic aveva comunicato quello che dovevano fare, non era stata una buona idea;
-Sonic, apprezziamo molto il fatto che tu abbia chiesto il nostro aiuto, ma noi non possiamo accettare.- aveva detto il camaleonte.
-E perché no, Esp? Sarà divertente!- disse Charmy, ronzando intorno al suo collega.
-Charmy ha ragione! È per aiutare degli amici e per divertirci! Non vedo cosa potrebbe esserci di tanto sbagliato!- disse Vector, battendogli una mano sulla spalla.
-Devo ricordarvi che siete entrambi stonati come campane?- chiese Espio, fissando i due con lo stesso stupore che avrebbe manifestato se al posto loro ci fossero stati un paio di alieni.
-Lo sappiamo, ma non importa se canti mettendoci il cuore!- disse Vector battendosi il petto con tono solenne.
-Puoi metterci anche i polmoni, il fegato e l’intestino, ma le persone le assordi comunque! Non puoi farlo!- ribadì il camaleonte, suscitando un fischio di ammirazione in Sonic.
-Espio, hai appena fatto una battuta! Questo momento entrerà negli annali!- commentò il riccio blu con un sorriso.
-Peccato solo che qui la faccenda sia seria. Vector non può esibirsi in pubblico! Persino io ho difficoltà a restare concentrato quando si mette a cantare sotto la doccia!- ammise il camaleonte, ricevendo uno sguardo scioccato dal suo capo in risposta.
-Quindi è per questo motivo che ti metti a meditare fuori anche d’inverno!-
-Lo faccio per ché fa bene e  il bene dei miei nervi!-
Amy decise di intromettersi per impedire che quella discussione potesse degenerare ulteriormente. -Su, vedete di fare i bravi. Possiamo sempre fare una prova qui tutti insieme!-
Espio impallidì visibilmente, come se la riccia rosa avesse appena proferito la peggiore delle bestemmie. -Amy non sai cosa hai appena detto... Nemmeno i robot del dottor Eggman riescono a resistere alla voce di Vector!-
-Ehi!- si lamentò il coccodrillo, sentendosi vagamente offeso da quell’affermazione.
-Ma Espio ha ragione! Non ti ricordi quella volta, quando siamo andati in missione per conto del dottor Eggman per liberarlo da Metal Sonic che si spacciava per lui?- gli ricordo Charmy, facendo finta di suonare un tamburo invisibile. L’ape iniziò a volare in giro per la stanza urlando una stana cantilena. -Com’è bello suonare la batteria! Com’è bello suonare la batteria!-
-Era un tamburo, Charmy.- precisò Espio. -E credimi Vector, mi dispiace dovertelo dire in questo modo brutale, ma non credo che sia una buona idea che tu ti metta a cantare davanti a un pubblico. Potresti far scappare qualcuno!-
-Se riuscisse davvero a far scappare gli altri concorrenti in gara vincerebbe lui e il Chaos Emerald sarebbe comunque nostro! E se riuscisse a far scappare anche Eden e un’armata di robot infuriati sarebbe ancora meglio!- disse Sonic, ridendo sotto i baffi immaginandosi la mutante che scappava terrorizzata dalle note stonate di Vector con una folla di robot al seguito.
Espio non ci trovava niente da ridere, ma preferì tacere e lasciare che gli altri constatassero di persona quanto potesse essere effettivamente pericolosa una persona stonata che canta. Il camaleonte strappò cuffie e lettore mp3 e cercò fra le cartelle una canzone abbastanza tranquilla da ascoltare come precauzione per le sue orecchie. Il coccodrillo lo fulminò con lo sguardo, ma ignorò quel tacito commento negativo alla sua performance non ancora eseguita. Prese fiato e iniziò a cantare una strofa di una delle sue canzoni preferite. Quasi nello stesso istante Sonic, Amy e Tails furono costretti a coprirsi le orecchie con le mani per impedire che la possente voce del coccodrillo sfondasse loro i timpani; Charmy atterrò sul divano e si coprì la testa con un cuscino per proteggersi le orecchie.
-Perché di solito non lo sento quando siamo a casa?- urlò a Espio, che però non poteva sentirlo a causa della musica sparata a tutto volume nelle sue orecchie. Quando Vector smise di cantare fu piuttosto contrariato nel constatare che reazioni degli altri erano state tale e quali a quella di Espio, con l’unica differenza che lui si era coperto le orecchie con le sue preziosissime cuffie e con il suo sacro e inviolabile lettore mp3. Il coccodrillo gli sfilò le cuffie senza alcun preavviso, contrariato.
-Spero che l’esibizione di Vector non vi abbia scosso troppo.- disse Espio senza reagire al furto delle cuffie.
-L’importante è che ne siamo usciti tutti vivi.- disse Sonic sturandosi un orecchio. Il coccodrillo fulminò sia il riccio che il camaleonte.
-Senti un po’ signorino, perché non fai vedere quanto sei bravo? Così la smetterai di criticare il mio modo di cantare una volta e per sempre!- sbuffò Vector. Espio lo fissò di sottecchi come per ordinargli tacitamente di stare zitto. -Hai forse paura, Esp?-
-Non ho paura, non voglio farlo.- rispose il camaleonte con freddezza.
-Scommetto che in realtà sei più stonato di me e stai cercando di nasconderlo!- lo stuzzicò il coccodrillo. Espio alzò gli occhi al cielo e sospirò prima di cominciare a canticchiare a voce bassa.
 
Once upon a time you could be a bad guy
And you'd live to see another day
But now you never manage, boy, you'd be brain damaged
Just to think that you could get away
 
The power has arrived in a dream team
A force plus one and one makes three
And when the trail's gone cold and the lies have been told
This crew'll find what you can't see
 
Yeah, danger hides when the hyper bee flies and the ninja stars fly too
The muscle is Vector, the karma collector and he's sworn to fight for you
 
(Team Chaotix) They're detectives you want on your side
(Team Chaotix) Their directives tracking down your crimes
Come along for the ride
The truth can run but not hide
For long, the game is on now
 
Espio smise di cantare nello stesso momento in cui si rese conto che Vector e gli altri lo stavano fissando a bocca aperta. -Credo che questo confermi che sono più intonato di te, amico!-
-Non che ci volesse tanto!- commentò Charmy, sorridendogli.
-Charmy!- protestò il coccodrillo, suscitando l’ilarità generale. All’improvviso, però, l’ape si portò una mano alla pancia e sfrecciò a tutta velocità verso il bagno, lasciando gli altri occupanti del salotto di casa Prower straniti.
-Deve avere di nuovo esagerato con i biscotti.- lo giustificò Vector. -Se continua così dovrò chiedere a Vanilla di smettere di prepararli! E sarebbe davvero un peccato dato che sono buonissimi!-
-Non ti smentisci mai! Basterebbe trovare un nascondiglio migliore per il barattolo dei biscotti, oppure dirgli di non mangiarne così tanti!- disse Espio, alzando gli occhi al cielo.
-Forse hai ragione. Però dovrai essere tu a dirglielo!-
Il camaleonte lo guardò storto. -Perché devo sempre fare io la parte del cattivo?-
-Perché se lo facesse Vector ne sarebbe traumatizzato a vita!- commentò Sonic mentre stava compiendo sforzi eroici per sembrare serio. I ricci e la volpe lì presenti trovavano molto divertenti quelle scaramucce fra colleghi, ma si stavano rendendo conto che con il loro modo di fare i Chaotix li stavano distogliendo dalla vera ragione del loro incontro. -Ok, ragazzi. Questo intermezzo è stato molto divertente, ma dobbiamo organizzarci per la gara che si terrà fra un paio di giorni. Dobbiamo partecipare a questa gara canora per quel Chaos Emerald che c’è in palio, nonché per proteggere le persone che saranno presenti quel giorno da Eden e da Eggman! Perché è sicuro che colpiranno quella sera stessa, e noi non possiamo permettergli di mettere le mani su quella pietra e di mettere in pericolo la vita di persone innocenti. Dobbiamo essere pronti e aspettarci di tutto.-
-Senza contare che è probabile che ci sarà anche la sorella di Knuckles! E sappiamo tutti cosa succederebbe se Eden dovesse scoprire della sua esistenza!- gli ricordò Amy.
-Giusto anche questo. Se solo non fosse scappata appena ci ha visti forse avremmo potuto spiegarle cosa sta succedendo...- mormorò il riccio blu, pensando all’echidna rossa che avevano visto al Radiant Emerald proprio il giorno prima. Quella ragazza era quasi la fotocopia al femminile di Knuckles, e sentiva di dover esaudire l’ultimo desiderio del suo amico di ritrovarla e proteggerla da Eden. Nonostante gli avesse fatto bene parlare con Amy di quello che era successo con Knuckles, il pensiero che effettivamente nessuno di loro potesse considerarsi al sicuro finché la mutante sarebbe stata a piede libero continuava a preoccuparlo. Sapevano tutti quanto lei fosse pericolosa ed erano tutti d’accordo nell’affermare che andava fermata ad ogni costo. Tutti annuirono per comunicare a Sonic che erano d’accordo con il suo pensiero.
-Tranquillo, la ritroveremo! Conta pure su di noi, Sonic!- disse Vector, alzando il pollice in segno di approvazione.
-Faremo tutto il possibile perché quella ragazza torni a casa. Nessuno ci ostacolerà!- dichiarò Espio mostrando una stella ninja per far capire loro che avrebbe lottato se fosse stato necessario.
-Eggman e Eden la pagheranno cara per quello che hanno fatto!- concluse Amy, annuendo con decisione.
-Amy ha ragione. Non resteranno impuniti.- concluse Tails con ottimismo.
Il riccio blu sorrise. -Mi fa piacere sentirvi dire queste cose, ragazzi. E ora prepariamoci per il grande evento! Non vedo l’ora di prendere a calci qualche chiappa a tempo di musica!-
 
***
 
-Come ti sembra?- chiese Eden al fratello dopo avergli fatto sentire la prima canzone che avrebbe portato alla gara. La mutante era l’unica che poteva vedere l’espressione incredula sul volto di suo fratello attraverso il casco. Il mobiano scosse la testa prima di mormorare con la solita voce da automa trasmessa dal casco.
-È a dir poco incredibile. Se non ci sono brutte sorprese direi che hai la vittoria in tasca.-
Lei ridacchiò. -Sei un adulatore, fratellone. Sappiamo entrambi che le mie possibilità di vittoria sono pari a quelle di qualunque altro... A parte il piccolo dettaglio che mi sono iscritta tre volte con tre volti diversi!-
-Penso che tu abbia fatto male. Così corri soltanto il rischio di vincere il primo, secondo e terzo premio della gara e farti scoprire.- commentò Lost con l’espressione più tranquilla del mondo dietro il casco.
Eden scosse la testa. -Dubito di poter vincere, ma sappiamo entrambi cosa succederebbe se non dovesse succedere...-
Lost annuì, ricordandosi dell’esercito di robot che Eggman voleva far introdurre coattamente nel bel mezzo della competizione per rubare il Chaos Emerald. Se Eden non avesse avuto lo scrupolo di offrirsi volontaria per gareggiare per tutti e tre il dottore avrebbe immediatamente preparato un attacco in grande stile ai danni del locale e di tutti gli innocenti che si sarebbero trovati lì al momento della competizione. La ragazza aveva deciso di presentare più di una domanda di iscrizione per aumentare le proprie possibilità di vittoria, ma sapeva che la concorrenza sarebbe stata comunque spietata. In più aveva scoperto che Sonic aveva saputo della competizione ed entrambi erano giunti alla conclusione che il riccio avrebbe immediatamente raccolto il maggior numero di persone possibili per vincere la gara e portare a casa lo smeraldo. Entrambi avevano convenuto che sarebbe stato molto meglio che Eggman non venisse a conoscenza dell’iscrizione del riccio alla gara, perché altrimenti avrebbe sicuramente mandato all’aria il loro progetto di limitarsi a partecipare a una gara pulita e leale per attaccare Sonic e la sua banda con tutto il suo esercito e buonanotte. Quell’esercito era diventato il piano B nel caso in cui le cose si sarebbero messe davvero male, ma Eden e Lost speravano che Eggman non sarebbe arrivato ad usarlo.
La mutante provò anche la seconda canzone. Era molto più dura e aggressiva della prima, e anche la netta differenza nel metodo di esecuzione lasciò Lost di sasso.
-Non ti sembra un tantino provocatoria?- chiese lui, sbalordito.
Eden alzò le spalle. -Se devo fare la parte della cattiva voglio farla per bene! E questa è la canzone che voglio cantare con questa faccia. Devo dare l’impressione di essere una scagnozza psicopatica pronta a compiere un massacro o no?-
-In effetti, data la situazione in cui ci troviamo, hai ragione.- ammise lui a malincuore -Però, lasciamelo dire, la parte della cattiva non ti rispecchia per niente, sorellina.-
Eden rispose all'affermazione del fratello con un sorrisino triste. -Oppure non sono più la persona che hai conosciuto in passato. In fondo sono passati tanti anni da quando noi due siamo stati separati.-
Lost scosse la testa e batté una mano sulla spalla di Eden. -Non sei cambiata. Se lo fossi non avrei mai accettato quello che hai fatto e stai facendo per me, per quanto contorto possa essere. E sono certo che anche gli altri capiranno, prima o poi. E non guardarmi in quel modo perché sai che ho ragione. Sei ancora la stessa bambina che quando eravamo piccoli mi chiamava "Na-Na" solo per farmi arrabbiare!-
-Ti chiamava davvero "Na-Na"? Che razza di diminutivo era?- chiese un piccolo robottino nero spuntando all’improvviso da dietro l'angolo facendo sobbalzare i due fratelli per la sorpresa.
-Non sono affari che ti riguardano. Sparisci pulce!- sbottò il diretto interessato, con il solito tono piatto e metallico che nascondeva la sua profonda irritazione.
Bokkun si accigliò per quella mancanza di rispetto. -"Pulce" lo dici a tua sorella!-
Eden fulminò il robottino con un’occhiataccia. -Sai che questa a questa cosiddetta "sorella" basterebbe puntare un dito per spedirti al creatore, vero? Ricordi che fine ho fatto fare a Knuckles the Echidna?-
Il robottino ricordò cosa era stata capace di fare per molto meno e sentì dei rivoli di sudori freddi scendere lungo la schiena. -Scusami, è solo un comune modo di dire, non volevo offenderti- mormorò il robottino imbarazzato.
La mutante non sembrava convinta, e il piccolo Bokkun cominciò a pensare che fosse davvero giunta la sua ora dal modo in cui lo stava guardando. La ragazza aprì la mano proprio davanti alla sua faccia per poi richiuderla di scatto.
-Buh! Ora sparisci, pulce.- sibilò semplicemente Eden. Bokkun, terrorizzato dal suo sguardo, eseguì l'ordine sparendo immediatamente dietro l'angolo. Eden e Lost scoppiarono entrambi a ridere per quella reazione che a loro dire era a dir poco esagerata.
 
***
 
-Tails, non hai ancora trovato niente? Abbiamo pochissimo tempo per prepararci, e dobbiamo sbrigarci.- disse Sonic, notando che il suo migliore amico stava continuando a cercare fra i CD di musica rock del riccio alla ricerca di un brano adatto a lui.
-Lo so, Sonic. Ma non riesco a trovare niente che mi convinca.- disse la volpe, prima di posare la scatola che conteneva i dischi sul tavolo, frustrato. -Anzi, non riesco nemmeno a pensare che sto per fare una cosa simile! Non ho mai cantato in pubblico prima d'ora, e non penso che sia una buona idea farlo in un'occasione del genere!-
Sonic granò gli occhi, ma non era per niente sorpreso dalla reazione del suo migliore amico. La sua insicurezza doveva pur farsi sentire, in qualche modo. -Certo che lo è! Se partecipiamo io, te, Amy e Espio separatamente avremo più possibilità di vittoria! Certo, saremo in più di cinquanta a partecipare, ma abbiamo qualche piccola possibilità di cavarcela! Perché noi, a differenza degli altri, abbiamo stile!-
-Ma io non ho mai cantato in pubblico prima!- protestò Tails in un moto di disperazione.
-Non avevi nemmeno disinnescato una bomba prima di farlo due anni fa, ma lo hai fatto. E allora avevi anche il pubblico.- gli fece notare Sonic con un sorriso.
-Ma disinnescare una bomba è diverso da suonare e cantare in pubblico. Farò una figuraccia!-
Sonic sospirò. Non pensava che il suo migliore amico fosse ancora così reticente a effettuare certe azioni sotto gli occhi di tutti. -Miles Prower, sarai anche un genio, ma certe volte ti comporti in modo davvero insensato. Vedrai che ce la farai anche da solo, e che ti divertirai.-
Tails stava iniziando persino a dubitare che il suo aiuto potesse effettivamente servire. Alla fine Espio aveva accettato di partecipare alla gara alla sola condizione di non essere disturbato da nessuno. Per assicurarsi che questa venisse rispettata si era reso invisibile ed era scappato da qualche parte. I suoi colleghi lo avevano seguito poco dopo perché Charmy continuava ad avere mal di pancia nonostante la precedente corsa al gabinetto e Vector lo aveva fatto tornare a casa per poterlo mettere a letto e dargli delle medicine per farlo stare meglio. Amy era andata a fare un giro sulla spiaggia subito dopo aver scelto la canzone, e anche Sonic aveva già fatto la sua scelta. L'unica persona che non aveva deciso ancora nulla era proprio Tails, e dubitava che sarebbe riuscito a preparare un pezzo in tempo.
-Non lo so... Ho ascoltato non so quante canzoni e nessuna di queste riesce a piacermi. Non sarò mai pronto in tempo di questo passo!-
Sonic rispose alle insicurezze della volpe con un sorriso ottimista. -E che ci vuole? Tutto quello che devi fare è trovare una canzone adatta a te, cantarla e stendere gli altri concorrenti sul palco! E se le cose dovessero mettersi male per la presenza di certi ospiti sgraditi... In quel caso passeremo al piano B e massacreremo qualche scagnozzo metallico di Testa d'uovo come abbiamo sempre fatto! Piece. Of. Cake!-
La volpe rispose annuendo con decisione e ricominciò la ricerca. Sonic prese un disco dalla pila che la volpe stava controllando e glielo passò con un gesto apparentemente casuale.
-Forse questo potrebbe fare al caso tuo!- gli disse, indicando il lettore CD. Tails lo inserì nello stereo. Il riccio ci aveva preso in pieno: alla volpe bastò ascoltare le prime tre tracce per trovarne una che gli piaceva.
-Come hai fatto?- chiese lui, stupito. Sonic ridacchiò.
-Ho orecchio e sono bravo a capire i gusti musicali delle persone. Non sono bravo solo a correre e a rottamare vecchie lattine arrugginite! Forza, prova a cantarla!-
Tails si schiarì la voce e cominciò a cantare a bassa voce seguendo la voce della cantante la prima strofa e il ritornello.
-Come sono andato?- chiese lui, speranzoso.
-Wow. Non credevo l'avrei mai detto, ma con te in gara le mie possibilità di ottenere una vittoria schiacciante sono compromesse!- rispose Sonic strizzando l'occhio all'amico. Tails sorrise per
quell’inaspettato commento positivo.
 
***
 
-Signore e signori, ragazze e ragazzi di tutte le età, benvenuti alla 18esima edizione dello spettacolo canoro del club Radiant Emerald, dove tutti, e dico tutti i partecipanti possono dare libero sfogo delle loro abilità canore con canzoni scritte da loro o con delle cover dei loro cantanti preferiti!- disse il presentatore dell'evento, un gatto viola secco come un chiodo avvolto in un completo color malva con un sorriso a trentadue denti. Il pubblico, composto da altri partecipanti a giudicare dal nervosismo dipinto sui loro volti, e i semplici spettatori erano comodamente seduti e stavano iniziando a ordinare delle bevande e degli snack.  -Sono ammessi tutti i generi e i tipi di canzoni, a patto che i testi non risultino offensivi e non adatti a particolari fasce d'età. I concorrenti possono portare una base registrata del pezzo che vogliono portare in gara oppure partecipare portando degli strumenti e suonare la base acustica da soli. Per ragioni organizzative i partecipanti che si esibiranno in brani acustici si esibiranno per ultimi, per avere il tempo di sistemare gli ultimi preparativi per la loro esibizione. I concorrenti che hanno preparato un brano acustico sono pregati di accomodarsi dietro le quinte, grazie.-
Si formò rapidamente una lunga fila di persone verso la porta indicata dal presentatore dell’evento. Fra loro c’era anche uno strano gruppo, composto da un coccodrillo, un ape e un camaleonte che stava portando sulle spalle la custodia di una chitarra.
-Sei pronto, amico?- chiese Vector.
-Spero di sì. Anche se trovo davvero oltraggioso che non mi abbiano permesso di portare la base musicale perché ero fuori tempo massimo per l’iscrizione! Se la chitarra non fosse una specie di cugina dello shamisen non avrei nemmeno provato a imparare a suonarla in questi giorni!- disse il camaleonte, mostrando una calma che per gli altri concorrenti era a dir poco invidiabile.
-Però te la cavi bene per essere uno che fino a tre giorni fa non sapeva nemmeno da quale parte cominciare a suonarla!- lo incoraggiò Charmy, battendogli una mano sulla spalla. -Agitato?-
-No.- rispose il camaleonte, senza fare una piega.
-Non mentire. È normale essere nervosi quando ci si sta per esibire in pubblico. E il fatto che alle quattro del mattino stavi ancora provando non depone a tuo favore!- gli disse Vector, con un sorrisetto.
-E tu cosa ci facevi sveglio alle quattro di mattina?-
-Dovevo andare in bagno, e camera tua è la più vicina e ti ho sentito. Mi sorprende che tu non ti sia accorto di niente, di solito queste cose non ti sfuggono!-
-Anche i migliori possono sbagliare.- disse Espio, che stava iniziando a trovare irritante la presenza dei suoi amici, al punto che fu quasi grato che agli accompagnatori non fosse permesso entrare nello spazio riservato ai concorrenti. Salutò Vector e Charmy con un cenno della mano prima di entrare nella stanza e mettersi a meditare in un angolo per smaltire il nervosismo e gli effetti della notte insonne.
 
Vector e Charmy raggiunsero Sonic, Tails e Amy al loro tavolo. Tails era a dir poco terrorizzato, mentre Amy non stava facendo altro che canticchiare come se avesse avuto la smania di cominciare subito. Sonic, invece, era tranquillissimo.
-Sarà molto più facile del previsto. La maggior parte dei partecipanti sono bei bimbetti che sanno a malapena come funziona un microfono. A meno che non ci siano sorprese da quelli che hanno portato brani acustici la vittoria è già nostra!- commentò il riccio blu con un sorriso.
All’improvviso il presentatore della serata attirò la loro attenzione con una semplice frase. -Però questo evento può vantarsi di godere di un ospite d'eccezione, che straordinariamente stasera parteciperà alla gara. Ragazzi, facciamo un bell’applauso a Sonic the Hedgehog!-
Il pubblico cominciò ad applaudire e Sonic, come se quella situazione inaspettata non fosse stata già abbastanza imbarazzante per gli altri occupanti del tavolo, salì sul tavolo e si inchinò davanti al pubblico, che iniziò ad urlare e ad applaudire più forte. Da quella posizione il riccio blu poté vedere il team Dark seduto ad un altro tavolo poco distante e Shadow che lo stava incenerendo con lo sguardo.
-Anche voi qui?- chiese Sonic, cercando di sovrastare la folla. Il riccio nero gli rispose con un’occhiataccia che gli fece capire che probabilmente anche loro avrebbero partecipato... E che Shadow non era per niente felice di doverlo fare.
-Sbaglio o quello laggiù è Omega?- chiese Amy, sorpresa, mentre Tails e Vector stavano litigando per il possesso del foglio delle bibite e degli snack. Il primo stava cercando di usarlo per nascondersi, e il secondo voleva continuare a leggere. Charmy, molto stranamente, decise di restare fermo al suo posto e iniziò a battere sulla spalla di Vector.
-Cosa c’è?- chiese lui, irritato.
-Vorrei del tè da bere.- disse l’ape, tenendosi la pancia con le mani.
-Hai ancora mal di pancia?- chiese il coccodrillo, preoccupato per il pallore del suo giovane amico.
-Non fa male, però la sento calda. Forse se bevo subito qualcosa di caldo mi passerà presto!-
Vector annuì e andò a ordinare la bevanda, cedendo finalmente il menù a Tails.
-Sonic vuoi dire qualcosa?- chiese all’improvviso il presentatore. Il riccio annuì e nell’istante successivo si trovava davanti a lui con la mano tesa per farsi dare il microfono.
-Diciamo pure che io e i miei amici vogliamo educarvi a gusti migliori! Dimenticate la musica che avete ascoltato finora!-  La sua affermazione fece ridere il pubblico e sbuffare Shadow.
 
-Avevo quasi dimenticato che il Faker è un’esibizionista della peggior specie.- commentò, fissando Rouge.
-Che altro ti potevi aspettare da lui e dai suoi amichetti?- chiese lei, sorseggiando la sua bibita.
 
Dopo quel piccolo intramezzo la gara iniziò. La previsione di Sonic si stava rivelando essere corretta: la maggior parte dei concorrenti erano dei ragazzini poco più giovani di loro, e tutti sembravano aver preso la faccenda molto poco seriamente, a giudicare dal modo in cui stonavano su alcuni semplici passaggi senza nemmeno rendersene conto. Per loro era una gara come tutte le altre, un pretesto per passare una serata con gli amici, divertirsi ed, eventualmente, vincere un premio leggendario e normalmente intoccabile per una persona normale; nessuno sospettava minimamente che quell’evento avrebbe potuto trasformarsi in una tragedia da un momento all’altro. Tails aspettava il suo turno con ansia sempre crescente. Sarebbe stato lui il primo ad esibirsi, seguito subito dopo da Amy e Sonic. Il turno di Espio sarebbe arrivato molto tempo dopo, dato che sarebbe stato fra gli ultimi del gruppo delle canzoni acustiche. Per Tails era quasi una tortura pensare di essere fra gli ultimi a doversi esibire, ma secondo Sonic era la cosa migliore che potesse capitargli perché avrebbero potuto farsi un’idea precisa di come dovevano comportarsi per assicurarsi la vittoria. Amy, invece, applaudiva entusiasticamente ogni volta che una ragazza proponeva una canzone d’amore, con grande disappunto di Sonic. Charmy stava bevendo il tè, ma era comunque molto pallido e per quel motivo Vector decise che l’indomani lo avrebbe portato dal dottore, nonostante l’ape insistesse nel dire che stava bene. Le due ore successive passarono serenamente e senza intoppi, e alla fine arrivò il turno di Tails.
-E ora passiamo al prossimo concorrente. Signore e signori, fate un bell'applauso per Miles Prower, detto Tails, il migliore amico di Sonic the Hedgehog!-
Tails avvampò nello stesso istante in cui il pubblico iniziò ad applaudire. La volpe si diresse verso il palcoscenico muovendosi rigidamente come una statua di marmo.
-Allora Tails, hai qualcosa da dire?- disse il gatto porgendogli il microfono. Dal modo in cui lo prese in mano sembrava che stesse morendo di paura al solo pensiero di toccarlo. Si sentiva le guance in fiamme e lo stomaco sottosopra, e aveva l'impressione che qualunque cosa avesse cercato di dire sarebbe sembrato molto stupido. Tails guardò nervosamente fra il pubblico e vide Sonic, Amy e Vector che gli sorridevano e annuivano in segno d'incoraggiamento.
-Non ho molto da dire. Spero solo che vi divertiate- mormorò con un filo di voce. Il pubblico applaudì ancora, e gli applausi crescevano a pari passo con l'imbarazzo della volpe. Sonic pregò in cuor suo che il suo amico non si bloccasse proprio in quel momento. Se riusciva a superare l’imbarazzo iniziale era fatta.
-Vedo che sei un giovanotto molto modesto. Siamo tutti sicuri che farai un ottimo lavoro, quindi rilassati. Andrai benissimo. Siamo qui per divertirci, ricordalo! Signori, questa è l'esibizione di Tails!- urlò il presentatore prima di lasciare Tails da solo sul palco in mezzo agli applausi. Il suo imbarazzo era tale che inciampò in uno dei cavi del karaoke e afferrò il palo del microfono per non cadere dal palco. Tails tremava visibilmente, ma il tremore smise di colpo quando una figura attirò la sua attenzione. In piedi, adagiato a una colonna, c'era una familiare figura in rosso e lo stava fissando con aria accigliata. Tails non sapeva se scappare via urlando o correre giù verso quella che doveva essere solo un'allucinazione provocata dal nervosismo.
-Knuckles?- mormorò Tails, appena riuscì a ritrovare le sue capacità fonatorie.
Accortosi di essere fissato, l'echidna fece un debole cenno con la testa alla volpe e gli fece il segno dell'ok in un tentativo di fargli capire che sarebbe andato tutto bene.
-Tails stai bene?- chiese Sonic, che si era fiondato sotto il palco vedendo il suo amico in difficoltà. Tails si ridestò dallo stato di shock provocatogli dalla visione.
-Sì, sto bene. È solo che...- Tails diede un'altra occhiata fugace alla colonna al margine, ma la figura era scomparsa. Sonic lo imitò, ma nemmeno lui vide nulla. Tails era sconcertato, ma recepì comunque il messaggio che il suo amico aveva voluto mandargli. Annuì e si rialzò in piedi con sguardo fiammeggiante.
-Tails, se non te la senti puoi sempre ritirarti. Ci siamo sempre...-
-No, Sonic. Lo farò, posso farcela!- dichiarò la volpe per poi rivolgersi al tecnico del suono. -Ricominciamo!-
Sonic fece spallucce e tornò a posto sorridendo mentre il pubblico applaudiva per la decisione della volpe.
 
When all alone in my chair, I just go about wishing
I wanna be strong, I really wanna be trusted
When all alone in my bed, I just go about yearning
I wanna be cool, I also wanna be like him
But that's not something I can do so easily
This is not simply my way, my style
Gotta get a hold of my life
 
When all alone in my sleep, I just go about dreaming
I see myself there, having the same adventure
If I just follow you, I will not see the light
Now's the time to find my way through this life
I'm trying so hard to be strong
 
I wanna fly high
So I can reach the highest of all the heavens
Somebody will be waiting for me so,
I have got to fly higher
Gotta keep goin'
Everything is a brand new challenge for me
I will believe in myself
This is the only start for me
 
Proprio nel momento dell'assolo Tails inciampò di nuovo nel cavo e volò di schiena fuori dal palco. La volpe chiuse gli occhi temendo il peggio, quando sentì numerose mani tenerlo sollevato da terra per spingerlo verso il palco.
-Stage diving! Tails, sei un genio!- sentì urlare Sonic, mentre Vector lo incitava con un applauso.
Da un'altra parte sentì qualcun altro sbuffare. -Il riccio blu lo ha istruito bene- mugugnò Shadow.
Ma Tails non importava niente se quella era stata coincidenza o no, perché si stava divertendo da pazzi, tanto che fu con un po' di rimpianto che il volpino risalì sul palco per completare la canzone.
 
Many friends help me out, in return I help them
Certain things I can do and there's things that only I can do
No one's alone!
 
I wanna fly high
So I can reach the highest of all the heavens
Somebody will be waiting for me so,
I have got to fly higher
Gotta keep goin'
Everything is a brand new challenge for me
I will believe in myself
This is the only start for me
 
L’esibizione di Tails fu accolta da un caloroso applauso. La volpe mise il microfono al suo posto e corse immediatamente al suo tavolo, dove Vector lo sollevò in aria come se fosse stato una bambola di pezza in segno di apprezzamento per il suo involontario surf sulla folla.
-Hai portato la competizione ad un nuovo livello! Hai portato il rock!- urlò il coccodrillo, fuori di sé dalla gioia. Tails era felice che avesse gradito la sua esibizione, ma trovava la sua reazione un po’ troppo esagerata. La volpe riuscì a malapena ad augurare buona fortuna ad Amy mentre saliva sul palcoscenico per la sua esibizione con un grande sorriso che correva da orecchio a orecchio.
 -Allora Amy, che pezzo hai portato stasera?- chiese il presentatore incuriosito.
-È una delle mie canzoni preferite. È una canzone poco conosciuta, ma la consiglio ad ogni ragazza innamorata!- Sentendo quel commento Sonic cercò di nascondersi dietro al menù.
-Ah. Interessante. E questa canzone ha una dedica particolare?-
-Sì. La dedico al mio fidanzato, nonché amore della mia vita! Sonic, tesoro, hai sentito?- chiese la ragazza, salutandolo dal palco. Sonic, rosso in volto, ricambiò nervosamente il saluto.
-Molto bene. Direi che il tuo fidanzato è, ehm, molto fortunato! Se sei pronta puoi cominciare subito.- disse il conduttore lasciando il palco alla riccia rosa, che si piazzò davanti al microfono lanciando un bacio volante all'indirizzo di un sempre più imbarazzato Sonic.
 
Anywhere you wanna go
Anything you need to know
All the best in life I wanna get it for you
Lately I just feel so fine
I imagine that you're mine
In my world you're gold
I only wanna protect you
 
Whatever I want, I get
I want a shooting star
Whatever I need, I have
When I'm with you
 
-Guarda il lato positivo, Sonic.- disse Vector, battendogli una mano sulla spalla. -Almeno non è una di quelle canzoncine pop smielate che hanno portato le altre ragazze!-
-Meno male, perché altrimenti sarei dovuto fuggire da questo continente per almeno un mese o due!-
 
I was searching everywhere,
Suddenly I saw you there,
And my love arrived just in the nick of time
Life floats on a movie screen
You're the star of my scene
You live on the edge of a knife
Larger than life
 
Whatever I want, I get
No one could take your place
Whatever I need, I have
When I see your face
 
Follow me inside, outside, through the stratosphere
The moon is shining for you, it knows that I adore you
Suddenly all the sadness will just slip away
And you will see what I mean
If you follow me in my dreams
 
 
La fine della canzone fu accolta da uno scrosciare di applausi, a cui la ragazza rispose con un inchino e un bacio all'indirizzo di Sonic, che ricambiò con un saluto imbarazzato. Però al riccio non sfuggirono i commenti dei vicini di posto.
-Però, quella ragazzina è un bel tipo. ma non mi dispiacerebbe che fosse la mia ragazza...-
Il cane arancione che si lasciò sfuggire quel commento si ritrovò con una bibita versata in testa, senza che nessuno dei suoi amici vedesse da dove veniva; e nessuno si accorse che un paio di posti più in là un riccio blu stava fischiettando pacificamente in una posizione completamente diversa da quella tenuta due secondi prima.
-Complimenti! Credo che la tua esibizione sia stata davvero impeccabile, Amy. Hai qualcosa da dire prima di lasciare il posto al prossimo concorrente?-
La riccia sorrise, soddisfatta. -Sì. Spero che vi divertiate con le prossime canzoni. E Sonic, ti adoro tesoro mio!-
Sonic avvampò per la terza volta in tutta la serata, mentre Amy tornava al tavolo accompagnata dagli applausi del pubblico.
-Dopo questa deliziosa esibizione canora è il turno di un personaggio d'eccezione. Ve lo abbiamo già detto all'inizio della serata, è un vero onore per noi averlo qui stasera. Signore e signori, Sonic the Hedgehog!-
In un lampo azzurro al suo fianco compare il sopracitato riccio blu che fu accolto da un boato di ovazioni.

-Ma non potrebbero farli cantare e basta invece di fare la presentazione con tanto di intervista?- si lamentò Shadow, che iniziò a picchiettare le dita sul tavolo in un chiaro segnale di nervosismo.
-Si vede che non sei abituato allo show business!- commentò Rouge con un sorrisetto.

-Buona sera, amici. Vi state divertendo?- chiese Sonic senza aspettare l'incitazione a parlare del presentatore.
-Sì- risposero la maggior parte delle persone.
-Sono felice per voi. Spero di divertirvi anch'io, anche se sarà una cosa piuttosto... veloce.-
E senza alcun indugio fece cenno al tecnico del suono di far partire la musica.

Well, I don't show off, don't criticize
I'm just living by my own feelings
And I won't give in, won't compromise
'Cause I only have a steadfast heart of gold

I don't know why I can't leave, though it might be tough
But I ain't out of control, just living by my word
Don't ask me why, I don't need a reason
I've got my way, my own way

It doesn't matter now what happens
I will never give up the fight
Long as the voice inside drives me to run and fight
It doesn't matter who is wrong and who is right

Well, I don't look back, I don't need to
Time won't wait, and I've got so much to do
Where do I stop, now it's all a blur, it's so unclear
Well, I don't know, but I can't be wrong

It doesn't matter now what happens
I will never give up the fight
Long as the voice inside drives me to run and fight
Place all your bets on the one you think is right


Al momento dell'assolo Sonic sparì per un secondo per ricomparire con una chitarra elettrica blu che usò per esibirsi in un assolo. Il pubblico andò in visibilio e un certo riccio nero mormorò inascoltato qualcosa riguardo "all'esibizionismo di certa gente".

It doesn't matter now what happens
I will never give up the fight
Long as the voice inside drives me to run and fight
It doesn't matter who is wrong and who is right

No, no, no, no
It doesn't matter

La canzone si concluse fra gli applausi generali e le urla selvagge di ovazione, che erano tanto fragorose che sembrava quasi che stessero per far crollare il soffitto.
-Wow. Non si può dire che non sia stata una bomba!- commentò il presentatore, entusiasta.
-Grazie Jeff.- disse il riccio, cogliendolo di sorpresa.
-Ma come...?- mormorò il gatto, visibilmente confuso.
-Targhetta.- spiegò rapidamente indicando il cartellino plastificato su cui spiccavano la scritta "Staff" con sotto il nome e il cognome. Il pubblico rise e Jeff arrossì per la gaffe.
-Capisco. Hai qualcosa da dire agli altri concorrenti?-
-Sì. Buona fortuna, ne avrete bisogno. Se mi cercate sono al tavolo 15!- disse prima di sparire in una scia blu cobalto per poi ricomparire al posto vuoto del tavolo 15, dove venne accolto da un abbraccio di Vector.
-Sembra quasi di essere ad un concerto dei miei cantanti preferiti! Sto per commuovermi!- gridò, quasi sull’orlo delle lacrime. Sonic si meraviglio che il coccodrillo non gli avesse appena spaccato qualche osso e lo invitò a sedersi nell’attesa che arrivasse finalmente il turno di Espio. E probabilmente anche quello della misteriosa sorella di Knuckles, dato che fino a quel momento nessuno di loro l’aveva ancora vista.
-A questo punto credo che sia finita fra le cantanti che hanno portato la base acustica.- mormorò Sonic, cominciando a spazientirsi.
-Oppure sta per esibirsi proprio adesso.- gli disse Tails, indicandogli una giovane echidna che era appena salita sul palcoscenico che il riccio blu aveva appena lasciato. Stavolta indossava un berretto bianco come la giacca a maniche lunghe che indossava, sotto alla quale c’era un vestito viola con dei disegni bianchi. Sotto indossava dei pantaloni neri con scaldamuscoli bianchi che coprivano in parte le scarpe da ginnastica viola e bianche.
-Niente di troppo elegante o troppo sportivo. Non deve essere una persona a cui piace farsi notare.- disse Vector, sottovoce. -Forse l’avete spaventata mostrandovi così interessati a lei.-
Sonic lo fissò con scetticismo. -È della sorella di Knuckles che stiamo parlando. Non mi sorprenderebbe se in realtà avesse un’arma di distruzione di massa nascosta da qualche parte!-
-Allora, hai qualcosa da dire prima di cominciare?- chiese il presentatore. La ragazza ridacchiò mentre le sue guance si tingevano di rosso.
-Arma di distruzione di massa nascosta da qualche parte? Ma è così carina e imbarazzata! Si vede che in questo momento si sta sentendo un pesce fuor d’acqua peggio di Tails!- continuò Vector.
-Com’è che si dice di solito? Le ragazze carine sono sempre quelle che fanno più male quando si arrabbiano!-
-Stai forse dicendo che lei è carina?- chiese Amy a Sonic con sguardo omicida.
-Era così per dire!- disse lui, sperando che lei decidesse di non tirare fuori il martello.
-Ragazzi, vi rendete conto che a forza di parlare ci siamo persi la sua presentazione? Non sappiamo ancora nulla di lei!- protestò Tails.
-E allora? Ci avvicineremo a lei con nonchalance non appena scenderà dal palco!- disse Sonic mentre la ragazza iniziava a cantare.
 
I dig my heels into the dirt cause this one's gonna hurt
Won't let the waves wash me away is what I always pray
In my heart I know you didn't see in the dark or find your way through me
Now I'm alone my hands are numb, how do I carry on?

At the turn of the tide I feel this part of me die
Am I washed on your shore and barely alive?
 
I loro volti divennero maschere di puro orrore quando capirono che probabilmente la ragazza era appena diventata una delle possibili vincitrici della competizione, come se la sua posizione di partenza non fosse stata già così sfavorevole. E probabilmente il fatto che il tono dolce e delicato della canzone si fosse diventato improvvisamente molto tetro non migliorava la situazione.
 
So far from you, other side of the wall
There's a bottomless cry that is spinning
Interdimensional hidden inside
Of these light switch I seem to be missing
 
Marching ahead to silent beats
Bumping into these dead machines
You can hear everything with me
You can win everyone but me
 
Don't think I'll talk, yeah I don't think I'll breathe and
I don't think I'll think what you're thinking
All that I know of us is what was there
In the numbest of stares we were seeking
 
Ashes to beauty, rust in lust
Passion attempts, misguided trust
Smoking your pack of trickery
Getting to love the little beast
 
In this wading pool, in this waiting room I elevate us down
 
In the neglected olive tree here is the path you reach for me
Say that you have no need of this
Say it again, say it again, say it again
Again, again, again
 
Gonna feel my way around you
And then you're gonna get down on your knees
And grow accustomed to the darkness
And see what you're supposed to see
Head up straight, I know what I'm doing
Head up straight, I know what I'm doing...
 
Gonna feel my way around you
And then you're gonna get down on your knees
And grow accustomed to the darkness
And see what you're supposed to see
Head up straight, I know what I'm doing
Head up straight, I know what I'm doing... I don't
 
Il pubblico accolse l’esibizione con un applauso entusiasta, mentre Sonic e gli altri occupanti del tavolo quindici non potevano fare altro che fissare l’echidna con un’espressione di pura sorpresa.
-Quella ragazza deve aver preso lezioni di canto da qualche parte in tutto questo tempo!- disse Vector, sconcertato.
-Lezioni di canto o no, direi che il messaggio è chiaro: beware the nice ones...- cantilenò Sonic solo per irritare il coccodrillo.
-Non ho capito cosa hai appena detto, ma dal tono direi che è meglio per te che non lo scopra mai.-
-Smettetela di fare i bambini! Dobbiamo parlarle al più presto, in questo momento potrebbe essere in pericolo e non saperlo nemmeno!- convenne Amy, che aveva iniziato a guardarsi intorno con aria nervosa.
Tails si alzò in piedi. -Andrò io. Sa già che tu e Sonic la state cercando, Vector potrebbe spaventarla e Charmy...- non commentò nemmeno lo stato dell’ape, che era ancora molto pallida. La volpe si allontanò e presto sparì tra la folla. Nei successivi minuti non accadde niente di insolito. Sembrava davvero che la serata fosse destinata a continuare in modo tranquillo, almeno finché il presentatore non annunciò il terzultimo partecipante, ovvero una forza della natura che da sola avrebbe potuto tranquillamente far saltare in aria tutto il locale con il minimo sforzo.
-Carissimi signori, fate un caloroso applauso per Shadow the Hedgehog!-
Il riccio nero si alzò in piedi e sul volto di Sonic comparve un ghigno eccitato. -Questa non me la voglio perdere!-
Shadow salì sul palco accolto da un caloroso applauso a cui rispose con un'occhiata a dir poco raggelante che terrorizzò a morte il presentatore e tutta la prima fila. L'applauso cessò all'istante, sostituito da uno strano frusciare di sedie.
-Ciao Shadow.- mormorò il presentatore ingoiando un grosso groppo di saliva. -Come mai sei qui stasera?-
Shadow lo fulminò con lo sguardo. -Sono qui perché questo è il modo più veloce e legale per ottenere il Chaos Emerald. Purtroppo non siamo riusciti a convincere il comandante che sarebbe stato meglio chiedere agli organizzatori di annullare l'evento piuttosto che prenderne parte direttamente. Avremmo potuto prenderlo anche in altri modi, ma vogliamo provare in questo modo per vedere se il nostro nemico uscirà allo scoperto. In quel caso sapremo cosa fare!- disse indicando Omega che mostrò il braccio che si trasformava in un cannone. Si sentirono altre sedie che frusciavano sul pavimento e il sospiro rassegnato di Rouge.
-Ah... Capisco...- mormorò il conduttore sempre più nervoso. -E se nessuno dovesse presentarsi, e se non dovessi vincere tu, che succederebbe?-
-Convincerò il vincitore a cedermi lo smeraldo, con le buone o con le cattive- rispose Shadow, fissando il pubblico con odio. Sonic fu pronto a giurare di aver visto scappare almeno due o tre persone.
-Lo dicevo che dovevi partecipare anche tu, Vec!- commentò Sonic con un sorriso. Il coccodrillo lo fulminò con un’occhiataccia.
-Capisco... immagino che vorrai incominciare subito, perciò... Il palco è tuo!- mormorò il presentatore prima di nascondersi dietro una colonna. Shadow alzò gli occhi al cielo e fece cenno al tecnico di mettere su la base.
 
 
A shadow of myself, just who am I?
Scanned horizon, a tragic mystery
You could've left me here sealed inside the pod
No one would ever know the Chaos Control
My true identity, the power that is me
 
 We all danced in fire trapped in this machine
Don't know how long we've waited
As the Eggman's watching
We all danced in fire looking through the screen
Don't know how long we've waited
As the Eggman watches
 
 
Gli spettatori non osavano fiatare. Erano troppo terrorizzati dal riccio nero per poterlo fare, oppure erano ancora troppo stupiti per la scena a cui stavano assistendo. Sonic stava battendo le mani a tempo continuando a sorridere, mentre gli altri occupanti del tavolo sembravano troppo sconvolti per poter commentare.
-Andiamo, ragazzi! Non se la sta cavando male!- disse Sonic per poi alzarsi in piedi ed urlare a pieni polmoni guadagnandosi le occhiate scioccate di tutto il locale. -Vai Shadow, sei tutti noi!-
Nessuno seppe mai se il riccio nero avrebbe seguito il consiglio o se invece sarebbe sceso dal palco per picchiare il suo unico sostenitore rumoroso perché un robottino nero comparisse all’improvviso con il suo solito televisore giallo canarino sul palco davanti a Shadow, che smise all’istante di cantare.
-Chiedo scusa per l’interruzione, gentile pubblico, ma ho un messaggio da parte del dr. Eggman per tutti voi!- annunciò Bokkun, accendendo il televisore su cui comparve il dr. Eggman.
-Sono il dr. Eggman, e vi sto parlando in diretta dalla mia base segreta! Siete stati molto scortesi a non invitarmi a questo fantastico evento mondano, ma è evidente che lo avete fatto solo perché altrimenti non ci sarebbe stata competizione. Però ho deciso di esibirmi solo per voi in una bella esibizione fuori gara, non siete contenti? Hohoho!-
Dietro l'omone baffuto si videro Decoe e Bocoe che sembravano davvero molto contrariati.
-Però poteva anche risparmiarsi di fare tutte queste scene inutili!- si lamentò Decoe.
-Infatti, però immagino che tutti sappiano che "megalomane" è il suo secondo nome- rispose Bocoe.
-Il vostro secondo nome sarà "riciclati" se non chiudete subito il becco!- tuonò il dottore sentendo quei discorsi. I due robot si ammutolirono e inserirono immediatamente un disco in uno stereo.
Sonic non sapeva se ridere o piangere per quella proposta. Shadow prese il robottino per le spalle e lo fissò con uno sguardo omicida.
-Sparisci prima che ti riduca ad un ammasso di rottami!- sibilò.
-Non posso, oppure il televisore esploderà! E questo televisore è stato caricato con almeno il triplo dell'esplosivo che ci metto di solito!-
-Credo che ogni singola persona in questa stanza preferirebbe morire piuttosto che sentire Eggman cantare!- disse lui, mentre la maggior parte del pubblico annuiva.
-Anche io! Però almeno ritarderà lei...- sussurrò il robottino con un brivido. Shadow capì cosa intendeva e scese dal palcoscenico per correre verso Sonic.
-Eden è qui. Sta per attaccare.- disse lui, sbrigativamente. Gli occupanti del tavolo scattarono in piedi e iniziarono a correre fra i tavoli dicendo alla gente di mettersi in salvo proprio nel momento in cui il dottore cominciava a cantare.

The story begins, with who's gonna win
Knowing the danger lies within
Aboard the ARK, a genius at heart
Wanting to unlock the mysteries of life

I am the Eggman, that's what I am
I am the Eggman, I got the master plan
I am the Eggman, that's what I am
I am the Eggman, with the master plan

I'm plotting my schemes wherever I go
They're perfect in every way
I'd love to destroy the blue one you know
He's an obstacle who always gets in my way

I must play this game by my rules
I will conquer the world with my tools
All my machines are made for destruction
I will build my empire
I will succeed, and you will see
With my machines, there is no retreat



-Dottore!-
Eggman smise di cantare nel momento in cui la sua collaboratrice salì sul palco e si posizionò davanti al televisore come se il dottore avesse potuto vederla. Le poche persone rimaste fra il pubblico scapparono, capendo che probabilmente le cose stavano per mettersi davvero male. Il presentatore, invece, svenne.
-Carissima Eden! Cosa ti porta a cercare di interrompere la mia piccola esibizione?- chiese il dottore, con un grande sorriso minaccioso che fece deglutire i robot dietro di lui, nonostante non avessero la possibilità fisica di poterlo fare.
-Il fatto che sia il mio turno e che voglio farla finita in fretta! Gli altri concorrenti sono scappati, quindi deduco che gli unici rimasti in gara siamo io, il riccio nero, il riccio blu, la sua fidanzatina, la volpe e il camaleonte che sta cercando di cogliermi di sorpresa!- disse lei tirando una gomitata all'aria. Si sentì un gemito ed Espio the Chameleon tornò ad essere perfettamente visibile nello stesso istante in cui crollò a terra tenendosi la pancia. La mutante lo spinse giù dal palco con un calcio,  facendolo atterrare malamente su una sedia. Vector e Charmy accorsero a sincerarsi delle sue condizioni, ma non si era fatto niente di grave, anche se avvertiva un leggero dolore alla spalla sinistra.
-E che per la gara è fuori dai giochi dal momento che la giuria è scappata!- concluse lei con nonchalance.
-Davvero ben fatto, Eden. Per questa prontezza di riflessi posso anche perdonare il fatto che tu mi abbia interrotto proprio sul più bello! Ora fatti consegnare quello smeraldo! Non abbiamo tutta la notte!- disse lo scienziato pazzo prima di interrompere le comunicazioni. Eden fece un cenno a Lost mentre trasformava il microfono in modo da poterlo indossare e portare dove voleva, lasciandosi libere le mani.
-Atmosfera.- mormorò lei, e con uno schiocco di dita le lampade iniziarono a trasmettere luci ad intermittenza nere, rosse e viola che conferivano all'ambiente un aspetto spettrale, che accostato alla melodia metal che si diffuse nell'aria nel momento in cui Lost inserì il disco nella console creava un'atmosfera surreale degna dei migliori film dell'orrore. Tutti si misero in allerta e la mutante sguainò la spada per difendersi da eventuali attacchi a tradimento.

You know, every world will have its end
I'm here to prove it all to you
I am who you don't think I am
All wrapped up in my evil plan

I can taste the day, savor night
Spells beyond you as I watch you crawl
Do you dare to fight evil's might?
I'll be the last one standing in a flash of light

Sonic provò a fermarla con un azione rotante, ma Eden capì le sue intenzioni e intercettò l'attacco. Usò il dorso della lama per difendersi, senza smettere di cantare, e aspettò che la roteazione del riccio diminuisse per tirargli un calcio allo stomaco e buttarlo giù dal palcoscenico.
-Sonic!- urlò Amy, spaventata.
-Eden!- urlò Lost, scioccato dall'azione della sorella. Non era esattamente questo quello che lui aveva in mente quando avevano parlato di un'"esibizione tranquilla". Probabilmente sarebbe andata a finire in quel modo in ogni caso, ma pensava che almeno la presenza del pubblico avrebbe dato a Sonic e agli altri lo scrupolo di non attaccare. Maledisse mentalmente Eggman per il suo scherzetto e corse a cercare di fermare sua sorella, inciampando in un cavo.
You know, every world will have its test
Don't blame for what I have become
You know, every world will come to end
And I'll create your final rest

I can taste the day, savor night
Scream your dreams as you dare to fight
Dare to fight

Eden si avvicinò al fratello e gli sorrise mentre cantava. Era un sorriso strano, quasi colpevole. Era come se avesse voluto scusarsi per qualcosa. Le sue intenzioni divennero improvvisamente chiare quando Lost si ritrovò a sprofondare nel palcoscenico e si ritrovò intrappolato sotto il soppalco. Non sapeva se fosse un altro goffo tentativo della sorella di proteggerlo, ma il mobiano si ritrovò a pensare che sua sorella doveva iniziare a capire come e quando aveva bisogno di aiuto. Dal di fuori, invece, l'azione di Eden sembrava semplicemente dettata dalla follia.
-Quella creatura è fuori controllo!- urlò Rouge, cercando di attaccarla con  un calcio. La mutante si spostò all'ultimo secondo e il pipistrello si ritrovò a fare compagnia a Lost sotto il palco.
Lo sguardo di Eden si spostò verso i suoi potenziali nuovi avversari e si mise in posizione fissandoli tutti uno ad uno. Loro risposero con uno sguardo di sfida a loro volta. Shadow saltò sul palco in tentativo di attaccarla, ma la mutante scomparve in quell’istante per poi ricomparire alle sue spalle e atterrarlo con un calcio alle gambe. Il riccio nero si ritrovò di nuovo disteso a terra con una katana puntata al petto in un raccapricciante dejà vu.
My eyes are filled with curiosity
You think that you have power over me
In this life there's no room for you and me
So turn away or face this day with me

With me

La canzone sarebbe dovuta continuare, ma la cantante venne travolta da un palla di spine color blu cobalto. Sonic si era ripreso dall’attacco della mutante ed aveva approfittato del suo momento di distrazione per colpirla. Eden volò giù dal palcoscenico e il microfono che indossava si frantumò nell’impatto. Shadow si rialzò in piedi fissando il riccio blu con astio.
-Avrei potuto cavarmela da solo!- gli urlò contro, per poi schiaffeggiarlo sonoramente. -Non intrometterti mai più fra me e lei! Io devo affrontarla, solo io! E non voglio interruzioni di alcun genere!-
-Non osare toccare mia sorella!- tuonò Lost in risposta al riccio nero.
-Taci! E smettila di difenderla, per una buona volta. Non so se tu sia più cieco o stupido per non vedere cos'hai davanti agli occhi!- urlò Shadow. L'espressione di Lost non poté essere vista a causa del casco. -Tua sorella non è una ragazzina che ha costantemente bisogno di protezione, è una creatura nata solo per portare caos e distruzione, e come tale va eliminata. Guarda quello che ha fatto stasera! Se Eggman non l'avesse anticipata con il suo fuori programma nessuno sarebbe uscito vivo da qui!-
Lost scosse la testa. -No, Shadow. Siete voi che non capite. Capireste che le sue azioni sono sensate se solo le lasciaste la possibilità di spiegarsi! E poi siete stati voi ad attaccarla per primi, lei non vi avrebbe fatto niente!-
-Na... Non aggiungere altro!- gli disse, fissando il fratello con rabbia.
Shadow la ignorò e fissò Lost con rabbia. -Tua sorella ha già ucciso una volta. Cosa credi che le impedirà di farlo ancora?-
-Non sarà necessario. Io farò in modo che non sia necessario!- Lost si fiondò su Shadow con tutta la forza di cui era capace sfoderando le lame, ma il riccio nero gli bloccò il braccio ancora prima che potesse colpirlo e rigirò il braccio dietro la schiena, immobilizzandolo.
-Un dispositivo di lancio.- mormorò Shadow osservando attentamente uno dei bracciali metallici di Lost. -A quanto pare non sei così abile come vuoi far credere.-
Il riccio nero fece un solo movimento della mano per spezzare sia il bracciale metallico sia il braccio di Lost, il quale cacciò un urlo che il casco rese più simile al ruggito di un animale ferito. L'antropomorfo cadde a terra tenendosi il braccio destro.
-Fratellone!- Eden corse immediatamente al fianco del fratello agonizzante per terra. La ragazza prese fra le mani l'arto ferito e lo rigirò delicatamente finché il braccio non tornò ad assumere un aspetto rigido.
-Più rapido e meno doloroso di un ospedale.- commentò Lost distendendo e piegando ritmicamente il braccio rinsaldato mentre sua sorella lanciava a Shadow uno sguardo di fuoco.
-Cosa diavolo ti è saltato in mente di fare?- esclamò furiosa.
-Non voglio interruzioni durante il nostro combattimento, né da tuo fratello né da nessun altro.- Shadow posò lo sguardo su Sonic. -Vale anche per te.-
Il riccio blu si sentì quasi offeso da quell'affermazione. -Credi davvero che ti lascerei qui da solo? Tu non hai...-
-So di cosa è capace, Sonic. Ed è per questo che devo essere io a sconfiggerla.- mormorò Shadow prima che una serie di lame gli si fiondassero addosso. Sia lui che Sonic le evitarono senza problemi.
-Allora sei sordo. Ti ho già detto che tu non toccherai Eden!- esclamò Lost per l'ennesima volta, scagliandogli contro altre lame. Tails corse verso di lui con un vassoio che usò per proteggersi dagli oggetti volanti, per poi buttarlo via e colpire il nemico con un pugno che Lost non diede nemmeno segno di aver sentito. Il mobiano spostò lo sguardo su Tails, che cominciò a sudare freddo.
-Quello avrebbe dovuto farmi male?- chiese laconicamente prima di sollevare la volpe per la collottola e lanciarla contro Shadow. Sonic afferrò Tails al volo prima che potesse investire il riccio nero e fulminò Lost con lo sguardo.
-Credevo che almeno tu fossi un tipo a posto!-
-Lo sono, ma non mi piacciono le persone che cercano di attaccarmi alle spalle o che minacciano mia sorella.- disse strattonando un oggetto invisibile che si trovava davanti a Eden. -Vale anche per te, Espio.- disse, prima di lanciare il camaleonte contro Vector, facendolo tornare subito visibile e atterrando anche il coccodrillo.
-Statene fuori!- urlò Shadow per l'ennesima volta, tirando fuori il Chaos Emerald viola. -È chiaro che loro due non sono avversari alla vostra portata!-
Lost si mise sulla difensiva davanti alla sorella. -Io...-
-Lascia che me ne occupi io, fratellone.- lo interruppe Eden battendogli una mano sulla spalla -L'ho già affrontato una volta, posso cavarmela. Con il tuo comportamento non stai facendo altro che metterci in pericolo.-
L'antropomorfo doveva avere un'espressione molto contrariata sotto il casco. -Eden, loro...-
-Fidati di me. Non voglio che ti succeda qualcosa.- disse con un tono dolce e rassicurante che stupì la maggior parte dei presenti.
L'antropomorfo fissò alternatamente i due ricci e sua sorella, senza che nessuno vedesse la sua espressione. Alla fine sospirò rassegnato. -Stai attenta, mi raccomando.- mormorò.
-Vedrò di tornare intera- rispose Eden guardando Shadow con aria di sfida a cui il riccio rispose con un'occhiataccia.
Il riccio e la mutante si scagliarono l'uno contro l'altra a velocità folle, e il contraccolpo fu tanto forte da spedire gli spettatori più vicini a gambe all'aria.
-Questa sfida è solo una perdita di tempo. Noi vogliamo solo quello smeraldo.- disse, spostando lo sguardo su Sonic, che scosse la testa.
-Sei duro di comprendonio, eh? Ti rendi conto che Eggman conquisterà il mondo se vi consegnassimo i Chaos Emerald?-
Lost si guardò intorno e vide che le espressioni delle persone che lo stavano circondando erano palesemente ostili. Era solo, avrebbero potuto attaccarlo in ogni momento e lo sapeva fin troppo bene. Però doveva continuare a cercare di fargli capire come stavano le cose, per il bene di sua sorella.
-Potrebbe anche farlo... o forse no. Non posso ancora dirvi niente, ho giurato di non parlare. L'unica cosa che posso fare è stare vicino a mia sorella e aiutarla ad attuare il suo piano.-
-Perché? È palese che lei è una pazza assuefatta dal potere che ti sta solo usando! Perché non lo capisci?- chiese Rouge, ormai esasperata da quel genere di discorsi. -Forse la difendi perché non puoi renderti pienamente conto di cosa ha fatto... Di quanto la persona che ha ucciso fosse importante per noi, per tutti noi!-
-Invece me ne rendo conto perfettamente. E la cosa peggiore è sapere che se fossi nei vostri panni agirei esattamente come state facendo voi. Non posso neanche biasimarvi.- disse Lost, distogliendo lo sguardo.
-E tu cosa ne sai?- urlò Tails, guardandolo con odio.
-Potrei farti la stessa domanda.- rispose Lost. -Voi non avete idea di cosa sia stata la nostra vita!-
Sonic lo fulminò con lo sguardo. -Credi davvero che possa esistere un qualcosa che possa giustificare tutto il male che Eden ha fatto e sta facendo?-
-Se sapessi cosa diavolo ci è successo tu saresti il primo ad appoggiarla!-
L’antropomorfo mascherato fu travolto da una palla color cobalto e fu obliterato sul palco ancora prima che potesse rendersi conto di cosa lo aveva colpito.
-Tu devi essere ancora più pazzo di Eden se pensi davvero che potrei approvare una cosa simile!- L’ultima affermazione di Lost era servita soltanto a far salire la rabbia che Sonic provava a causa di quella situazione. -Tua sorella per attuare il suo piano ha ucciso il mio amico Knuckles, e una cosa del genere è sempre e comunque imperdonabile, Lost. Pensaci, che piano può avere in mente una persona disposta anche ad uccidere? Eden non può avere in mente nulla di buono.-
-Non puoi capire...- farfugliò Lost a mezza voce.
Sonic aveva raggiunto il limite dell'esasperazione. -Tu dici sempre che noi non possiamo capire la vostra situazione, ma voi non vi state nemmeno sforzando di farci capire cosa sta succedendo! Che cosa c'è da capire? L’unica cosa che io so è che Eden ha ucciso una delle persone con più fegato e cuore che abbia mai incontrato! Tua sorella ha ucciso una persona piena di difetti, ma che sicuramente non meritava quella fine! Knuckles era uno scorbutico testardo, ma non ha mai fatto niente per meritarsi quello che ha dovuto subire a causa vostra! Dimmi tu che logica c'è dietro tutto questo perché io non riesco a vederla!-
-SMETTILA!- urlò Lost scagliandosi con tutta la forza che aveva in corpo contro il riccio blu per farlo stare zitto.
-Smettetela!- urlò Espio, cercando di correre a separarli. Vector lo trattenne prendendolo per il polso e lo fissò senza nascondere la sua sorpresa per l’atteggiamento del suo amico.
-Si può sapere che cosa ti prende?- gli chiese senza mezzi termini.
-Devo fermare questa messinscena prima che qualcuno possa fare qualcosa di cui potrebbe finire col pentirsi!- gli rispose liberandosi dalla presa del coccodrillo.
-Messinscena?- ripeté il coccodrillo, confuso.
Espio stava per parlare quando nella manciata di secondi successivi accaddero una serie di eventi che gli fecero raggelare il sangue.
 
Eden aveva tirato fuori le ali, e con una grazia sorprendente riusciva a evitare i colpi di Shadow finché non fu presa in pieno e cadde a terra, perdendo le ali per il violento urto. Prontamente il riccio nero la prese per il collo e la sollevò da terra, guardandola mentre iniziava a soffocare.
-Dimmi, Eden. Come ci si sente ad essere la vittima? Com'è avere il coltello puntato contro? È arrivato il momento di pagare per i tuoi misfatti, mutante!- urlò il riccio nero.
La mutante non rispose perché non riusciva a sentire le domande del riccio nero, ma probabilmente non avrebbe risposto nemmeno se fosse riuscita a sentirle. Non era affatto pentita di quello che aveva fatto, per un motivo che solo lei conosceva... una ragione che non aveva rivelato nemmeno a suo fratello.
La scena non passò inosservata per Lost, che immediatamente corse verso il riccio nero.
-Tu non lo farai, Shadow!- tuonò. La forma di vita definitiva lo respinse con una violentissima spinta senza lasciare la presa sulla gola della mutante. Il colorito della ragazza ormai era violaceo.
-Fra... tello... ne...- mormorò lei, a corto di fiato.
Shadow ignorò quel pigolio e continuò a stringere la mutante nella sua morsa. Avrebbe continuato fino a soffocarla se non fosse stato distratto da un colpo violento al volto. Non si era accorto di niente finché non vide Espio in piedi fra lui e Eden. Il camaleonte lo stava fissando come se avesse voluto rimproverarlo di qualcosa.
-Espio, che diavolo stai facendo?- urlò Vector, sconvolto dall'improvviso voltafaccia dell'amico.
-Questa storia deve finire, ma non in questo modo!- spiegò lui, alzando le mani in segno di resa solo per avvertire una fitta di dolore che lo costrinse a reggersi la spalla sinistra. Doveva essersi fatto male durante la caduta dal palcoscenico. -Non puoi farle del male, Shadow. Quello che ha fatto è sbagliato, è vero, ma per lei è ancora possibile rimediare!-
Shadow alzò un sopracciglio, scettico. -Non vedo come la signorina qui presente potrebbe rimediare a tutti i danni che ha fatto da quando è comparsa nelle nostre vite. Ha ucciso; si è schierata dalla parte del dottor Eggman; sta raccogliendo i Chaos Emerald per lui, e tu mi vieni a dire che può ancora rimediare ai suoi errori! Forse avrebbe già ucciso anche te se in questo momento non le stessi facendo da scudo! Ti do tre secondi per spostarti e lasciarmi finire quello che avevo iniziato.-
-Io non mi muovo da qui, Shadow.- il riccio nero sgranò gli occhi per quell’inaspettata presa di posizione. -Anche se provi a negarlo sai anche tu, dentro di te, che questa ragazza non merita di morire. Forse è la creatura più simile a te che tu abbia mai conosciuto, e anche tu speri che lei possa cambiare.-
Shadow digrignò i denti e sembrò sul punto di attaccare il camaleonte, ma non lo fece. Charmy sbiancò e finì addirittura per crollare a terra per lo stupore. Il camaleonte si preoccupò molto perché sembrava davvero più pallido di un fantasma, ma in quel momento fu l’unico ad accorgersene dato che tutti gli altri lo stavano fissando con angoscia. Lo pregò mentalmente di resistere ancora per un po’ per poi rivolgere una semplicissima domanda a Eden. -Come mi chiamo?-
La mutante sorrise, divertita. -Che razza di domanda è? Gli archivi del dottor Eggman parlano anche di te, Espio the Chameleon!-
-Lo immaginavo. Sì, ogni tanto i Chaotix sono stati coinvolti nelle trame del dottore da quando ci siamo incontrati su quella strana isola con Knuckles the Echidna. Noi tre abbiamo creato una squadra davvero molto affiatata da allora!-
-Mi fa tanto piacere per te. E allora?-
-Quindi non ti dispiacerà dirmi anche i nomi dei miei colleghi.-
-Perché dovrei?- sibilò Eden, irritata da quello strano giochetto.
-Forse perché non li sai, così come non sai che in realtà i Chaotix sono quattro!- disse lui con un sorriso trionfante. -Uno dei nostri membri è attualmente all’estero, ma dovrebbe tornare fra qualche tempo. Dubito che non sia stato menzionato nella missione che ci visti ha coinvolti insieme a Knuckles, e se lo fosse stato, tu avresti colto il mio errore e mi avresti corretto. Tu non hai letto niente della documentazione che ci riguarda, e forse questo è stato un bene per te. Sarebbe stata una bella sorpresa per te scoprire che fra i tuoi nuovi nemici c’ero anche io!-
Espio era calmo, ma le altre persone presenti nella stanza erano a dir poco stupite, Vector in primis. Eden impallidì e scattò all’indietro come se si fosse improvvisamente trovata davanti ad un serpente velenoso. Shadow era contrariato da quella vista solo perché non era stato lui a farla reagire in quel modo.
-Ci è voluto un po’ di tempo per capire che per me il tuo nome non mi era nuovo. Non ho mai parlato del mio sospetto perché dovevo rivederti con i miei occhi per averne la conferma. Ho osservato le esibizioni per tutto il tempo, e alla fine ti ho vista! Non so per quale motivo ora vai in giro conciata in questo modo, ma non basta cambiare il colore del proprio pelo o farsi crescere le ali per ingannare un ninja. Non ho più alcun dubbio sulla tua vera identità!-
I presenti sussultarono violentemente. Espio era forse sul punto di dire loro chi era Eden davvero e forse anche come sconfiggerla? Prima che lui potesse aggiungere altro Eden gli piombò alle spalle senza alcun preavviso e gli puntò la katana alla gola. -Se vuoi ancora avere una testa sulle spalle ti conviene non muoverti. E vale anche per tutti voi!-
Il camaleonte non reagì a quella mossa, come se l’avesse prevista -Sbaglio o quella che vedo nella tua reazione è paura?-
-Io non ho paura di te.- sibilò lei, visibilmente infuriata.
-Dalla faccia che hai fatto prima sarei stato pronto a giurare il contrario.- ribatté lui con una calma che sembrava del tutto fuori luogo nel contesto.
-Mi hai colta di sorpresa.- spiegò lei, sbrigativamente.
-A questo punto direi che la sorpresa è reciproca. Potresti spiegarmi perché ti sei intromessa nelle trame di un noto genio del male e perché stai minacciando l’intera Mobius? Hai riavuto tuo fratello, mi risultava che fosse quello il tuo obiettivo.-
Eden gli rispose in una lingua strana e più parlava più l’espressione sicura di Espio si affievoliva. Nessuno poté intervenire perché nessuno riusciva a capire quello che cosa si stessero dicendo. L’unica cosa che riuscirono a cogliere in quella strana conversazione erano i nomi di Knuckles, del dottor Eggman e di Sonic. Dall’espressione di Vector si capiva che fremeva dalla voglia di intervenire per salvare il suo collega, ma non si mosse di un millimetro nonostante stesse tremando come una foglia. Sapeva che se lo avesse fatto Espio sarebbe sicuramente stato ucciso. Lanciò un’occhiata a Charmy e notò che era pallido come la morte, oltre ad essere completamente impotente come tutti loro. Persino Sonic non sapeva cosa fare. Rouge fissava la mutante con odio, Omega le stava puntando contro il suo cannone e Tails e Amy erano pietrificati dall’orrore, e persino Lost doveva essere confuso e spaventato quanto loro.
Alla fine Espio disse qualcosa che sorprese persino la stessa Eden a giudicare dalla sua reazione.
-Cosa?-
-Hai capito bene. Se vuoi dimostrarmi quello che hai appena detto dovrai prima uccidermi. Qui e ora. Fai del tuo peggio!- le ripeté con una serietà che non mostrava alcun tentennamento. Le altre persone nella sala trasalirono, mentre Shadow scosse la testa, come se fosse stato disgustato da quella scena.
-N-no! Espio che cosa stai dicendo?! Ti rendi conto con chi stai parlando?!- urlò Vector, completamente fuori di sé. Persino Eden sembrava sconvolta da quella dichiarazione e fissava il camaleonte e i suoi compagni che stavano assistendo alla scena come se fosse stata indecisa sul da farsi. Chiuse gli occhi e cercò di concentrarsi.
-Sei stato davvero coraggioso a sfidarmi.- disse lei, riaprendo gli occhi e serrando la presa sulla spada solo per abbassarla lentamente, liberando la sua vittima. -Ma non esaudirò la tua richiesta di ucciderti. Esistono altri modi per dimostrare fino a che punto posso arrivare per raggiungere il mio scopo.-
Nessuno poté prevedere la sua mossa successiva o fare qualcosa per impedirla: Eden si materializzò improvvisamente davanti a Charmy, che fino a quel momento non aveva fatto altro che osservare passivamente i combattimenti che si erano scatenati intorno a lui. I suoi occhi si spalancarono quando realizzò di essere il suo nuovo bersaglio e che nessuno avrebbe potuto impedirle di fargli del male. Eden gli sorrise per poi toccargli la pancia. Oppure gli aveva appena inferto un colpo mortale dato il dolore viscerale che avvertì nel momento in cui sentì il contatto della sua mano. L’ape urlò con tutta la forza che aveva per poi accasciarsi a terra, in preda al dolore più lancinante che avesse mai avvertito nella sua vita. Vector lo soccorse subito, mentre Espio stava fissando la scena con orrore, spostando lo sguardo da Charmy a Eden come se non avesse saputo cosa guardare prima. Avrebbe preferito di gran lunga essere infilzato con una spada piuttosto che continuare a sentire quelle urla. Avrebbe voluto implorare Eden di far cessare quelle urla, ma non riusciva ad emettere alcun suono tanto era pietrificato dalla sorpresa.
-Se lo portate subito all’ospedale forse avrete qualche possibilità di salvarlo. Nemmeno io sono così crudele da ferire a morte un bambino!- gli disse con una voce fredda come il ghiaccio. -Ti avverto, però. Non osare affrontarmi di nuovo, oppure ti giuro che non la passerai liscia.-
Sentendo un discorso del genere non tranquillizzò affatto Espio. Afferrò il suo kunai e si lanciò contro di lei senza pensarci due volte. La mutante respinse il colpo con il dorso della katana con espressione neutra, e fece lo stesso con gli tutti gli altri colpi, e allo stesso tempo riuscì a bloccare Sonic facendogli sprofondare un piede nel pavimento.
-Mi dispiace, ma questa è una faccenda fra noi due. Stavolta non sono ammesse intromissioni.- annunciò lei con calma.
Espio non approfittò di quel breve momento di distrazione. Rimase fermo dov’era, respirando profondamente tenendosi una mano sul petto senza staccare gli occhi da Eden. Dopo pochi istanti era tornato ad essere la persona seria e responsabile che tutti loro erano abituati a vedere.
-Perché stai facendo tutto questo?- chiese lui con calma.
-Tu lo sai meglio di chiunque altro.- gli rispose lei con pacatezza.
Espio la fulminò con lo sguardo. -Non mi importa di quello che stai facendo o del perché lo fai, io non posso permetterti di andare fino in fondo con il tuo piano. Ti fermerò, fosse l’ultima cosa che faccio.-
La mutante sospirò rassegnata e strinse di nuovo la katana. -Allora non mi lasci altra scelta.-
Espio le rispose parlandole nuovamente in quella strana lingua che solo loro due conoscevano e alla fine la mutante decise semplicemente di ritirarsi facendo comparire le sue ali da pipistrello e volando via con Lost, che non aveva fatto altro che spostare lo sguardo dalla sorella al camaleonte per tutto il tempo in cui si era verificato lo scambio di battute.
Espio si sentì gli sguardi di tutti i presenti puntati addosso, e tutti esprimevano una vasta gamma di emozioni che andavano dalla furia all’incredulità. A dire la verità gli unici veramente furiosi erano Shadow e Rouge, che erano quelli che più degli altri desideravano vendetta, mentre Sonic, Tails e Amy lo fissavano sconvolti. Vector lo fissò con un’espressione indecifrabile per poi dedicarsi a tranquillizzare Charmy, che continuava ad urlare fra le sue braccia. In quel momento si sentì un rumore di vetri infranti, e la mente dei presenti fu attraversata da un solo pensiero, che fu tragicamente confermato dal presentatore che scappò via urlando da dietro le quinte.
-Scappate! Mettetevi in salvo prima che questo posto esploda!- urlò il gatto, terrorizzato. -Quella piccola peste ha voluto farsi dire dove era nascosto il Chaos Emerald! Lo ha preso lui! Non ho potuto fare niente per impedirglielo, altrimenti mi avrebbe fatto saltare in aria insieme a questo posto, ma ha riempito l’ufficio del direttore di esplosivo comunque! Dobbiamo andarcene da qui o moriremo tutti!-
Shadow fissò Espio con odio, nonostante fosse ben consapevole che la colpa del camaleonte fosse minima in quella circostanza. Erano tutti talmente impegnati a soccorrere Charmy o ad affrontare Eden e Lost che nessuno aveva più badato a Bokkun e a quello che stava facendo. Sonic e Shadow raggiunsero di corsa l’ufficio del direttore per valutare la situazione, ma tutto quello che trovarono oltre la porta sfondata erano una serie di carte sparpagliate per la stanza, una teca di vetro infranta, una finestra aperta e uno scaffale pieno di televisori gialli con un conto alla rovescia che si trasformò nel marchio stilizzato del dottor Eggman non appena scattò l’uno. Il tutto era accompagnato da una sgradevole musichetta canzonatoria.
I due ricci tornarono nella sala principale a mani vuote e indecisi sul da farsi. Sonic fissò Espio, che non riusciva a staccare gli occhi da Charmy. L’ape continuava ad urlare fra le braccia di Vector nonostante le rassicurazioni di Amy e Rouge, che cercavano di calmarlo. Tails alzò lo sguardo chiedendogli tacitamente di sapere che cosa stesse succedendo, e il riccio blu scosse la testa per indicargli che l’Emerald era andato perso. La volpe strinse i pugni con rabbia, mentre Shadow si avventò contro Espio e lo colpì in faccia con un pugno.
-Stupido idiota! Tutto questo non sarebbe successo se tu mi avessi lasciato uccidere quella creatura!-
Il camaleonte non reagì in alcun modo al pugno e seguì Shadow con lo sguardo mentre si allontanava con i suoi compagni senza nemmeno aspettare l’ambulanza per Charmy. Dei tre solo Rouge lanciò un’occhiata preoccupata al ragazzino mentre se ne andava.
Sonic si avvicinò a Espio, ma il camaleonte lo fermò subito. -Non è questo il momento!- disse fulminando il riccio con lo sguardo, per poi appostarsi sulla porta d’ingresso del locale per aspettare l’ambulanza. Quando si richiuse la porta alle spalle tirò un pugno contro il muro per smaltire la tensione degli ultimi momenti. Non poteva credere a quello a cui stava assistendo, e per la prima volta in vita sua non sapeva come comportarsi. La mutante aveva un piano ben preciso in mente, e lui era riuscito a capirlo solo per un caso fortuito. Poteva essere anche lui ignaro di tutto come le altre persone dentro quel locale, ma non era andata così. Era l’unico che sapeva, e la parte peggiore era che non poteva dire niente. Aveva scelto di fermare Eden seguendo il suo istinto, ma non aveva considerato quanto questa scelta si sarebbe rivelata pericolosa. Non aveva altra scelta se non affrontare Eden da solo, senza alcun aiuto esterno. E questo significava anche che non aveva alcuna possibilità di fermare la mutante. Lei sarebbe riuscita a tenere testa persino a Shadow se lui non fosse intervenuto, avrebbe sicuramente trovato un modo per liberarsi anche da sola, solo che in quel momento non ci aveva pensato. Aveva solo seguito il suo istinto, ma per la prima volta forse non sarebbe stato abbastanza.
-Espio?-
Il camaleonte fu sorpreso di vedere apparire Vector alle sue spalle.
-Perché non sei dentro ad occuparti di Charmy?- gli chiese con un tono di voce che lo faceva sembrare quasi un rimprovero.
-Charmy ha già tutto l’aiuto che possiamo offrirgli, tu no. Non ti sei accorto che ero uscito dal locale, la cosa deve essere grave.- Vector sollevò la testa del camaleonte per costringerlo a guardarlo in faccia. Espio fu sorpreso nel vedere che la sua espressione non era furiosa come pensava. -Ti va di parlare di quello che è successo?-
Espio non rispose, e il coccodrillo la considerò una risposta negativa. E conosceva fin troppo bene quel comportamento da parte del suo amico.
-Ascolta, non capisco cosa è successo qui stasera, ma voglio mettere subito in chiaro che per me non sei tu il responsabile. Mi fido del tuo giudizio, il tuo istinto è sempre stato migliore del mio. Penso che tu abbia avuto le tue buone ragioni per agire in quel modo, e avremo modo di parlarne con calma quando te la sentirai.-
Espio rimase spiazzato dal discorso del coccodrillo. Come diavolo riusciva a non essere arrabbiato con lui per quello che era successo? Se fosse stato al suo posto sarebbe stato molto più che furioso, gli avrebbe urlato contro che era un traditore come sostanzialmente aveva già fatto Shadow... Lui invece no. Aveva capito in qualche modo le sue ragioni. Come era possibile? Non riuscì a rivolgergli quelle domande solo perché in quel momento arrivò l’ambulanza per Charmy. -Dubito che mi permetteranno di salire con la mia mole. Accompagna tu Charmy all’ospedale. Noialtri ti raggiungeremo con l’auto.-
Espio non poté dire niente perché Vector era troppo impegnato a portare i soccorritori da Charmy. Nessuno stava più badando a lui, e non sapeva se la cosa fosse positiva o meno. Se Vector non gli avesse parlato in quel modo forse non si sarebbe sentito così in colpa al pensiero di quello che sarebbe successo il giorno seguente. Il coccodrillo non sospettava minimamente quali sarebbero state le conseguenze di quella sera, e Espio non poteva fare altro che sperare che il suo amico fosse abbastanza forte da sopportare quello che avrebbe dovuto affrontare nei giorni seguenti.
 
 

 

 
 
Angolo dell’Autrice leggermente in ritardo:
Tutti: O___O
Au: Io vi avevo avvisati! U_U
So: Lo so, ma nessuno poteva essere preparato a questo!
Kn: Come diavolo ti è venuto in mente? *scrocchia le dita* è.é*
Au: Se ti consola era una cosa programmata: inizialmente il fatto che Espio e Eden si conoscevano sarebbe emerso da un’altra fanfiction, ma quando ho deciso di dare ai Chaotix un ruolo più ampio nella storia ho pensato di anticipare la cosa! Spero che le persone che hanno seguito la prima versione della storia non siano rimaste troppo scioccate!
Ls: Bè, se volevi sorprendere il pubblico (e noi personaggi) ci sei riuscita! ^.^
Au: Spero solo che dopo questa qualcuno non decida di venirmi a cercare per prendermi a pomodorate! -.-
Ls: Ma nessuno vuole prenderti a pomodorate! O.O
Au: Non posso saperlo!
Ls: Ma...
Au: Sei una mia creatura: posso controllarti mentalmente se voglio, ricordatelo! è.é
Ls: Ok! .-.
Au: Tornando all’angolo. Shadow, non ti ho messo a fare da conduttore per fare faccine e versi strani.
Sh: Sono circondato da idioti: cos’altro dovrei fare? -.-
Au: Stai dando dell’idiota anche a me? è.é
Sh: Tutti i fan di Sonic sono degli idioti!
*L’Autrice piange*
So: Shadow, l’Autrice sarà anche una pazza della peggior specie, ma credo che tu abbia esagerato a dirle quelle cose...
Au: Non piango per questo... Piango perché ha ragione! ç_ç
So: What? O_o
Kn: Aspetta, ma così includi anche te stessa nell’elenco... O.O
Au: Sono dichiaratamente pazza proprio per questa ragione! U_U
Kn: Fino ad un secondo fa eri depressa... O.O
Au: Ora non lo sono più: la vita va avanti! ^.^
So: *sottovoce a Knuckles* Lasciala perdere, sappiamo tutti che lei non è normale!
Au: Ti ho sentito e non voglio risponderti! -.-
Ls: Forse dovresti dire qualcos’altro alle persone che stanno seguendo questa storia...
Au: Hai perfettamente ragione! Ringrazio i lettori silenziosi, i lettori che commentano e Martucchia14, Marty Fantasy, Xelfilia e shinichi e ran amore per aver messo la storia nei preferiti, Xelfilia per averla messa nelle ricordate, e EleNeiro, fenicex8, MartixHedgehog, Martucchia14, Marty Fantasy, mendoza95 e Xelfilia per averla inserita fra le seguite. Ci sentiamo al prossimo capitolo, sempre che non abbiate deciso di prendermi a pomodorate! ^.^/

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Capitolo 9
*** Capitolo 8: C'è un'alternativa? ***


Eden e Lost erano rientrati nella base di Eggman senza scambiarsi una parola. A differenza delle altre volte fu Lost a fare rapporto, perché Eden aveva dichiarato di essere troppo stanca per poter parlare ed era andata subito a dormire in camera sua. Lost in realtà sapeva che la vera ragione dell’improvvisa stanchezza di sua sorella era principalmente dovuta a quello che era successo con Espio the Chameleon. Aveva provato a chiederle cosa era successo in quel locale, ma lei lo aveva zittito subito con un’occhiata omicida. Per Lost era davvero frustrante non sapere cosa sua sorella avesse in mente di fare riguardo a quella faccenda: sapeva solo che non era nei piani che qualcuno capisse, non così presto. Espio invece aveva capito che c’era qualcosa di strano e forse sapeva del piano, ma Eden era riuscita a spiegargli perché nonostante tutto non doveva parlare. Forse il camaleonte ci sarebbe riuscito, ma purtroppo esisteva un’altra opzione che sperava che Eden non prendesse in considerazione. Però più pensava all’eventualità che sua sorella potesse davvero fare del male a Espio, più si diceva che non sarebbe mai arrivata a tanto. Non avrebbe potuto superare quel limite, non se voleva ancora convincere gli altri che loro in realtà erano dalla loro stessa parte. Anche se in effetti fino a quel momento avevano dato tutt’altra impressione.
-Siete stati fenomenali, ragazzi! Tua sorella ha dimostrato una cattiveria di cui forse nemmeno io sarei stato capace! Forse ha un po’ esagerato, ma non importa! Ha creato il diversivo perfetto per Bokkun! Lui e il suo ostaggio sono passati completamente inosservati in mezzo a tutto quel trambusto!-
Il dottor Eggman non poteva vedere l’espressione sul suo volto, e Lost ne fu grato. Non aveva idea di come potesse essere la sua faccia in quel momento, e dati i pensieri che aveva in testa, si disse che preferiva non saperlo. Per lui era una tortura sentirlo parlare in quel momento, dover subire le sue farneticazioni e le sue lodi. Aveva una voglia matta di prendere Eggman a pugni per fargli rimangiare quello che stava dicendo di sua sorella e la noncuranza di cui stava parlando delle condizioni dell’ape ferita, ma non poteva farlo. Era in ansia per l’impatto che quel gesto aveva avuto su sua sorella e per le condizioni del piccolo Charmy, anche se Eden aveva detto chiaramente che l’ape se la sarebbe cavata con poco.
-A proposito del diversivo, sai cosa si sono detti Espio e tua sorella?- chiese Eggman, incuriosito.
-Non ne ho la minima idea.- rispose lui, in tutta sincerità. -Io e mia sorella siamo rimasti separati per molto tempo, e lei ha viaggiato molto. Conosce molte più lingue di me, e non conosco la lingua che ha usato per comunicare con Espio. Non avevo nemmeno idea che potessero conoscersi, a dire la verità.-
Eggman annuì, irritato. -Capisco. A quanto sembra dovrò prendere in considerazione l’idea di parlare con il camaleonte e la sua brigata personalmente.-
Lost deglutì sentendo quella frase, ma il dottore non poté accorgersene. Eggman lo congedò e Lost tornò nella sua stanza ignorando con un cenno della mano lo strano robot maggiordomo che il dottore si portava dietro che aveva iniziato a spolverare i suoi vestiti.
Lost non sapeva cosa fare per far uscire sua sorella da quella situazione compromettente. Non capiva perché avesse scelto di agire in quel modo, di mettere le sue abilità al servizio del nemico pur sapendo che era molto probabile che non sarebbe finita bene. La tentazione di andarsene e rinunciare all’impresa era forte, ma doveva restare per il bene di sua sorella e del resto del mondo. Purtroppo era il suo dovere, e avrebbe dovuto continuare a fingere finché non avrebbero avuto i mezzi per fermare Eggman, e per avere quei mezzi dovevano prima ritrovare gli Emerald e assicurarsi che si trovassero tutti nello stesso posto. Erano solo a metà dell’opera ormai, doveva solo avere un po’ di pazienza. Una dote che purtroppo non rientrava nelle sue poche virtù.
Quello che Lost non poteva sapere era che sua sorella aveva seguito tutta la conversazione dalla sala dei monitor del dottor Eggman al piano di sopra, e ciò che aveva sentito le aveva fatto capire cosa doveva fare per limitare i danni. Qualcosa a cui avrebbe preferito di gran lunga non arrivare.
-Stupido idiota, dovevi restarne fuori...-
 
***
 
Vector the Crocodile non era mai stato incline a svegliarsi presto al mattino, ma quella volta sentiva di avere tutte le buone ragioni per ribellarsi a quel dannato congegno infernale che aveva appena interrotto l’unico vero momento di pace che era riuscito a godersi dalla notte precedente. Prima di allora non avrebbe mai creduto possibile che una persona potesse raggiungere dei tali livelli di stanchezza: era talmente esausto che si era infilato nel letto vestito, ricordandosi a malapena di togliersi gli scarponi. Avendo riaccompagnato a casa anche Tails e Amy, Vector ed Espio erano riusciti a tornare a casa solo alle tre del mattino, anche se il camaleonte si era addormentato già da parecchio tempo, fin da quando erano nella sala d’attesa dell’ospedale. Anche gli altri lo avevano fatto, ma loro si erano svegliati di soprassalto quando lui, nell’attesa snervante che qualche medico o infermiere comunicasse finalmente qualcosa sulle condizioni di Charmy, aveva tirato un forte pugno ad un distributore automatico provocando una copiosa fuoriuscita di merendine.
L’unica nota positiva in quella notte era stata sapere che Charmy stava bene. L’ape aveva avuto solo un brutto attacco di appendicite preannunciato dal mal di pancia e dalle sue frequenti visite al gabinetto dei giorni precedenti. Quando il medico gli aveva elencato tutte le avvisaglie avrebbe voluto sprofondare: avere attacchi di appendicite era normalissimo per l’età di Charmy, ma lui non aveva minimamente pensato a quell’eventualità. Lui e Espio avevano creduto che il mal di pancia fosse dovuto al fatto che negli ultimi giorni si era rimpinzato con le torte che Vanilla aveva portato nell’ultimo periodo per risollevare il morale alla squadra nonostante Charmy insistesse nel dire che non aveva esagerato con i dolci.
In quel momento Vector si stava pentendo amaramente di non avergli creduto, ma non era quello il suo pensiero più importante al momento. Lui e Espio non si erano più detti una parola da quando si erano parlati al locale la sera prima, e il camaleonte non gli aveva ancora spiegato cosa diavolo fosse successo. In un primo momento era rimasto molto sorpreso dal suo comportamento, ma poi si era detto che doveva avere delle buone ragioni per essersi spinto ad affrontare Shadow the Hedgehog in persona pur di difenderla e a giurare che sarebbe stato lui stesso a fermarla. Conosceva Espio abbastanza bene da sapere che non era il tipo di persona che compieva azioni avventate e che voltava le spalle ai suoi amici davanti alla prima difficoltà. Quello che sapeva su Eden era importante, e per questo aveva voluto essere completamente sicuro delle conclusioni a cui era arrivato prima di potersi aprire con loro. L’unico, grosso errore che aveva commesso era di aver scelto di rivelare ciò che sapeva davanti alla mutante.
Vector si alzò a fatica e andò a lavarsi la faccia con dell’acqua fredda per riprendersi dal torpore, ma quella sensazione non lo aveva abbandonato nemmeno per un istante, e non lo lasciò nemmeno quando prese i resti delle pizze a domicilio che avevano ordinato per il pranzo del giorno prima. In quel momento Espio lo raggiunse in cucina.
-Buongiorno.- lo salutò Vector prendendo le pizze dal frigo per metterle a riscaldare per qualche minuto nel forno. Espio si era seduto davanti a lui invece di preparare il tè come al solito e non aveva nemmeno ricambiato il saluto. Pessimo segno.
-Charmy sta bene?- chiese immediatamente invece.
-Sì. Quello di ieri sera è stato un attacco di appendicite. A quanto pare Eden non gli ha fatto niente, secondo il medico nelle condizioni in cui era Charmy era solo questione di tempo prima che scoppiasse. Lei ha solo anticipato l’inevitabile.- il camaleonte non rispose, e lui ne approfittò per continuare. -A proposito di Eden, ora te la senti di parlare di ieri sera?-
Espio finalmente alzò lo sguardo e non vide la solita sicurezza che lo caratterizzava. Era evidente che se fosse stato per lui non avrebbe risposto positivamente a quella domanda.
-Non riesco a capire come siamo arrivati a questo punto.- ammise. -Quello che sapevo io fino a poco tempo fa era che stavamo dando la caccia ad un’assassina spietata con poteri mostruosi che usa per raggiungere i suoi obiettivi. La Eden che ho conosciuto io non era così. Era una ragazzina mite e tranquilla che trattava ogni essere senziente con dignità e rispetto, come il nostro sensei ci ha insegnato. Sapeva cosa poteva diventare, ed era determinata a mantenere integra la sua umanità nonostante tutto. Tu non l’hai vista allora. Le persone cambiano, ma non in questo modo. La sua anima non può essersi corrotta fino a questo punto!-
Vector aveva ascoltato la storia senza fare commenti, e dopo quello che aveva sentito non gli riusciva molto difficile immaginare come doveva sentirsi Espio in quel momento. Doveva essere stato davvero un duro colpo per lui scoprire che una ragazzina tanto dolce era diventata un’assassina spietata che non aveva esitato a minacciare le loro vite.
-Mi spiace, vecchio mio.- disse lui infine. -So che deve essere dura per te. Non è colpa tua, non potevi sapere cosa sarebbe diventata una volta cresciuta.-
Espio strinse il pugno talmente forte da farlo tremare. -Aveva solo cinque anni e doveva già scontrarsi con una realtà che sarebbe stata molto difficile da gestire per chiunque. Vector, non puoi avere idea di come potesse essere spaventata. E la cosa più incredibile è che quando l’ho guardata negli occhi dopo tutti questi anni ho rivisto quello sguardo. Lei non è cattiva, è terrorizzata, e non so quale delle due condizioni sia peggiore. Non è la malvagità che guida le sue azioni, è la sua paura stessa e questo la rende solo ancora più pericolosa.-
Vector tolse gli avanzi di pizza dal forno non appena scattò il timer e Espio non sembrò nemmeno fare caso alla porzione di pizza che gli era appena stata servita. Il camaleonte stava facendo l’impossibile per sembrare calmo, ma in realtà era molto tentato di dire tutto quello che in realtà sapeva. Era l’unico che avesse una vaga idea di cosa stesse succedendo e che non poteva nemmeno dirlo in giro perché in quel momento il dottor Eggman li stava spiando. Era arrivato a ricorrere alla videosorveglianza per essere certo che nessuno dei suoi nemici potesse riservargli brutte sorprese e per assicurarsi che i suoi nuovi alleati gli fossero fedeli. Se solo fosse stato più attento sarebbe stato in grado di capire la situazione e agire di conseguenza, invece si era lasciato cogliere impreparato. Se avesse rivelato quello che sapeva e se Eggman lo avesse scoperto solo Chaos poteva sapere cosa sarebbe potuto accadere! L’idea di dover nascondere un simile segreto lo stava facendo impazzire, sentiva di dover fare qualcosa per far almeno capire loro cosa avesse scoperto di tanto importante. La preoccupazione lo stava divorando e la consapevolezza gli stava facendo sentire lo stomaco pesante come se avesse ingoiato del cemento a presa rapida, e lui non poteva fare niente se non aspettare. Aspettare nella consapevolezza di avere pochissimo tempo.
-Sappiamo tutti che la paura può fare impazzire, quindi cerca di non caderci anche tu. Non ti ho mai sentito così agitato da quando ti conosco!- disse il coccodrillo con calma addentando la sua prima fetta di pizza.
Espio alzò gli occhi. Dal suo sguardo si vedeva che era visibilmente contrariato da quello che stava dicendo. -Ci sto provando, Vector. So bene quello che potrebbe succedere da qui in avanti.- il camaleonte smise di parlare e si alzò dal tavolo e prese la via delle scale.
Vector rimase impietrito per quella strana reazione. Non era da Espio comportarsi in quel modo, e se lo stava facendo poteva significare solo che la situazione era davvero disperata. Impallidì quando realizzò quello che il suo amico stava per lasciarsi sfuggire. -Aspetta! Eden vuole fare qualcosa, non è vero?-
Espio non gli rispose né si fermò. Formulò la domanda diversamente.
-Eden vuole uccidere anche te?- chiese il coccodrillo, e si sentì sprofondare quando vide il camaleonte fermarsi e alzare la testa. Un’affermazione non verbale. Vector si alzò in piedi e prese Espio per le spalle. -Ascoltami, Esp. Tu sei ancora vivo, e a differenza di Knuckles sai cosa ti aspetta! Puoi nasconderti, puoi ancora salvarti! Baderò io a Charmy mentre tu non ci sei! Sonic e Shadow la sconfiggeranno sicuramente, e tu potrai...-
-Vector, io non voglio scappare.- disse Espio, con decisione. -Non ho paura di lei.-
Vector era incredulo per la calma con cui il camaleonte stava parlando del suo probabile futuro omicidio. Doveva esserci sotto qualcosa.
-Hai in mente qualcosa per fermarla?- gli chiese, sperando in una risposta positiva.
Espio scosse la testa. -Non so nemmeno da dove cominciare.- Il camaleonte alzò la testa all’improvviso e lo guardò negli occhi. -Vector, devi farmi una promessa solenne: qualunque cosa accada, tu non farai del male a Eden. Tu devi ricordare che lei non è malvagia. Possiamo ancora salvarla, e anche se credi il contrario, pensa che io al tuo posto lotterei fino alla fine per salvarla, qualunque cosa accada. Forse nemmeno lei ci crede, ma io sì. E se non dovessi riuscirci io, vi prego di essere voi a farlo al mio posto.-
Il coccodrillo era a dir poco basito, ma la determinazione del camaleonte era più che evidente. Anche se aveva ucciso uno dei suoi migliori amici, ne aveva ferito un altro e probabilmente la prossima volta che si sarebbero rivisti avrebbe fatto lo stesso con lui, Espio le voleva ancora bene. Aveva notato le esatte parole che aveva utilizzato: “qualunque cosa accada”. Vector cercava di convincersi che era solo il suo solito essere prudente fino al limite del pessimismo che parlava per lui, ma dopo quello che era successo non ne era sicuro.
-Puoi sempre nasconderti! Non pensi a come ci sentiremmo tutti se anche tu...- per Vector era difficilissimo finire quella frase. Il coccodrillo si lasciò cadere sulla sedia con la testa fra le mani. -Non puoi farci questo, Espio. Prova a farti uccidere da quella mutante e sei licenziato! Mi hai sentito?-
Espio rimase di sasso quando si rese conto che Vector era davvero sul punto di scoppiare a piangere. Non sapeva come dirgli che la sua decisione era ormai irreversibile. Non lo avrebbe capito subito, ma era una cosa che andava fatta. Però allo stesso tempo non riusciva a non pensare alle conseguenze che quella crociata personale avrebbe lasciato sui suoi amici. In quel momento non riusciva a non pensare di essere un pessimo ninja e un pessimo amico, dal momento che si stava lasciando dominare dalle sue emozioni e allo stesso tempo era ben determinato a portare a termine la sua missione anche a costo della vita ignorando la sofferenza che avrebbe provocato nelle persone che gli volevano bene. Aveva ancora diciassette anni, una vita da vivere e degli amici che considerava vicini come fratelli ormai, di cui uno era addirittura malato. Si sentiva un verme, ma sentiva che se non avesse fatto quel tentativo con Eden se ne sarebbe pentito per sempre.
-È una cosa che devo fare.- disse con calma.
-“Devo”... Voi ninja non sapete fare altro che seguire l’onore e il dovere? Odio quando fai così!-
Espio chiuse gli occhi e ingoiò un grosso groppo che gli si era formato in gola. Non credeva che sarebbe stato così difficile dover comunicare la sua decisione. Oppure lo sapeva, ed era per questo motivo che sperava che Vector non notasse niente di insolito nel suo comportamento. -Stavolta non è l’essere ninja... Sento di doverlo fare per essere in pace con me stesso. Eppure sento che non sarei in pace con me stesso se vi lasciassi andare proprio ora... Posso farlo solo perché so che ve la caverete in ogni caso. Hai Sonic, Tails, Amy, Cream e Vanilla che potrebbero aiutarti. So che tu e Charmy ce la farete. Fidati di me, ieri sera lo hai fatto!-
Espio stava cercando di convincersi di stare facendo la cosa giusta, ma non si sentiva del tutto sicuro. Pensava di stare scegliendo il male minore, ma non sapeva fino a che punto la sua scelta si sarebbe rivelata corretta. Salì le scale senza aggiungere altro, sentendosi incapace di continuare a sostenere quella conversazione.
Vector non lo seguì. Era inutile che cercasse di rassicurarlo e dargli false speranze, sapevano entrambi che Espio non sarebbe mai riuscito a sopravvivere a Eden. Capiva dal suo sguardo che non avrebbe voluto andarsene. Non voleva morire, eppure sentiva di doverlo fare, per dimostrare che una sua vecchia amica era ancora viva in un mostro. Era al limite dell’assurdo, ma sapeva anche che sarebbe stato impossibile per lui fermare Espio. Eppure doveva farlo, anche se sapeva che se lo avesse fatto il camaleonte non glielo avrebbe mai perdonato. Corse verso il suo ufficio e sollevò la cornetta del telefono mentre consultava l’agenda. Doveva parlarne subito con gli altri, dovevano capire dove e quando Eden avrebbe cercato di colpire e fare il possibile per fermarla. Non le avrebbe permesso di fare del male ad un altro dei suoi amici, fosse stata l’ultima cosa che avrebbe fatto.
 
***
 
-Certo. Faremo il possibile per aiutarti.- disse Tails, riagganciando senza nascondere la preoccupazione che gli aveva lasciato addosso quella telefonata.
-Cos’è successo?- chiese Sonic, notando lo sguardo serio dell’amico.
-Era Vector. Sembra che Espio abbia deciso di affrontare Eden da solo e vuole che qualcuno lo segua di nascosto per impedirglielo.- spiegò subito la volpe. Sonic fischiò.
-Cavoli! Avevo capito dal modo in cui aveva reagito quando Eden ha assalito Charmy che ogni benevolenza nei suoi confronti doveva essere sparita, ma da qui ad affrontarla da solo...-
Tails scosse la testa. -Le cose non stanno proprio così, Sonic. Vector crede che Espio voglia convincerla a tornare sui suoi passi nel nome della loro amicizia.-
-Amicizia?- ripeté Amy, incredula.
-Eden e Espio non solo si conoscevano, ma erano addirittura amici d’infanzia. Vector teme che questo possa avere offuscato il giudizio di Espio.-
-Solo “offuscato”? Quel tizio ha due fette di prosciutto enormi davanti agli occhi se crede davvero che Eden possa cambiare idea solo perché glielo sta chiedendo lui!- notò Sonic.
-Non ha tutti i torti, però. Se fossi nella sua situazione io non saprei cosa fare! Lui almeno sta cercando di fare qualcosa, anche se questa cosa potrebbe portarlo alla morte!- notò Tails, terrorizzato da quella prospettiva.
-E dire che mi ha minacciato per quello che gli avevo detto su Knuckles...-
-Forse se avessi detto qualcosa in sua presenza su Eden ti avrebbe fatto di peggio!- commentò tetra Amy.
-Non possiamo saperlo finché non lo avremo fermato e non gli avremo chiesto spiegazioni! Vector ha ragione quando dice che questo comportamento non è da lui!-
-Sarà una vera sfida fermarlo. Vi ricordo che è di Espio che stiamo parlando!- commentò Sonic, ghignando. -Sarà molto divertente restituirgli il favore di quella sera!-
Tails non ebbe il tempo di rimproverargli quell’atteggiamento imprudente che Sonic corse fuori di casa, intenzionato a stare alle costole del camaleonte senza farsi vedere.
 
***
 
-Mi dispiace, ma non potete andare a trovare il paziente.- disse l’infermiera con tono autoritario, stupendo il camaleonte e il coccodrillo davanti a lei.
-E per quale motivo? Intendo dire, ora sta bene, no? Ieri sera era troppo tardi per fargli visita, ora siamo in pieno orario delle visite, non vedo perché non dovremmo...- balbettò confusamente Vector, cercando di capire il perché di quel rifiuto.
La coniglia bionda fece spallucce. -In teoria potreste fargli visita, noi stiamo semplicemente esaudendo la richiesta del paziente. Dice di essere stanco e di voler riposare, e io devo fare tutto ciò che posso per garantirgli calma e tranquillità. È solo un bambino e ha subito da poco un intervento, non potete obbligarlo a ricevere visite contro la sua volontà!-
-Abbiamo capito, grazie per l’informazione. Gli dica comunque che siamo passati e che speriamo che si rimetta presto!- disse Espio, trascinando Vector via per un braccio prima che potesse ribattere. Il coccodrillo lo fissò con aria interrogativa finché il camaleonte non lo lasciò andare.
-Si può sapere che diavolo ti è preso con quella?- protestò il coccodrillo. Espio lo ricambiò con un sorrisetto.
-Le ho solo detto quello che voleva sentirsi dire. Io non ho bisogno di permessi per entrare nelle camere altrui.- gli rispose per poi sparire nel nulla. Vector lo sentì allontanarsi, ma non avrebbe saputo dire da quale parte fosse effettivamente andato dato che non poteva vederlo, e nessuno sembrava essersi accorto della sua improvvisa scomparsa.
-Non è giusto! Io non sono un ninja!- protestò lui urlando, causando le proteste di un nutrito numero di pazienti e infermieri.
 
Espio entrò nella prima stanza con la porta e la finestra aperta che vide e si arrampicò sul cornicione, che attraversò finché non incrociò la finestra aperta della camera di Charmy. Fortunatamente il secondo posto letto era libero e l’unica persona nella stanza insieme a lui era un’altra infermiera che gli stava cambiando la flebo. Non dovette aspettare molto prima che questa se ne andasse permettendogli di fare il suo ingresso nella stanza. L’ape si accorse che c’era qualcosa di strano quando sentì una specie di tonfo leggero senza vedere niente. I suoi dubbi vennero confermati quando vide Espio comparire all’improvviso davanti al suo letto.
-Ciao Charmy. Come ti senti?-
Era una frase di cortesia, Espio lo sapeva bene, ma in quel momento non sapeva cos’altro dire. Charmy era ancora pallido, ma stava recuperando colore. Ricordava che la sera prima, quando lo aveva accompagnato sull’ambulanza, si era spaventato a morte per quanto era pallido. Sentiva i medici che urlavano usando un linguaggio tecnico che in quel momento per lui era sembrata più una lingua sconosciuta e tutta quella situazione lo aveva messo talmente a disagio che non sapeva se stesse rivolgendo le sue rassicurazioni a Charmy o a se stesso.
In quel momento lo sguardo dell’ape si rabbuiò e girò la testa di scatto dall’altra parte. -Non sono affari tuoi. Non vedo perché dovrei dirtelo!-
Il camaleonte non si aspettava minimamente una risposta simile da Charmy, anche se forse avrebbe dovuto prevederla. Per quel poco che l’ape ne sapeva in quel momento era disteso su un letto d’ospedale a causa sua.
-Charmy, so bene che dopo quello che Eden ti ha fatto tu non voglia parlarmi, ma io sono tuo amico e mi sto preoccupando per te. Ieri sera ci hai fatto davvero prendere un colpo, lo sai?- disse cercando di sembrare il più rassicurante possibile.
-Eri amico mio anche quando tu e tutti gli altri mi avete nascosto cosa diavolo è successo a Knuckles?- urlò lui, voltandosi di scatto verso di lui con una forza tale da provocargli un leggero giramento di testa che lo costrinse a sdraiarsi. L’ape rispose al tentativo di Espio di soccorrerlo fulminandolo con un’occhiataccia. -Ho capito perché mi avete fatto allontanare con Cream e sua madre durante la festa di Sonic. Era accaduto qualcosa di brutto e voi, tutti voi, non avete voluto dirmi niente. Ieri sera stavo male, ma le mie orecchie funzionavano ancora. Non è bello scoprire che non rivedrai mai più un tuo amico solo perché i tuoi amici sono troppo impegnati ad urlare contro alla persona che gli ha fatto del male da dimenticarsi che c’è anche il piccolo bambino idiota che non sa niente! Credete davvero che io sia stupido fino a questo punto?-
Le urla di Charmy attirarono l’infermiera che sorvegliava la stanza, ma Espio riuscì a rendersi invisibile un istante prima che entrasse nella stanza. -Cosa sta succedendo qui dentro? Ti senti male?-
-Va tutto bene, ho solo voglia di un’aranciata.- disse Charmy, senza nemmeno sforzarsi di non sembrare irritato.
L’infermiera gli sorrise e gli poggiò una spugna bagnata sulle labbra per idratargliele. -Mi dispiace, ma non potrai mangiare né bere niente per alcuni giorni, e dovrai rinunciare ai dolci per qualche tempo. So che può essere sgradevole, ma devi avere un po’ di pazienza. Ti serve altro?-
-No.- disse lui, osservando l’infermiera che usciva dalla stanza e Espio che tornava visibile. -Allora? Quella di prima era una domanda. Non ti ho fatto sbattere fuori solo perché sono curioso di sentire cosa hai da dire!-
Il camaleonte si sedette sul letto vuoto accanto a quello di Charmy. Non si aspettava che avrebbe reagito in quel modo per quella notizia e non sapeva cosa dirgli. Charmy era davvero furioso, Vector non era ottimista e spensierato come al solito e lui in quel momento si stava sentendo come se fosse stato un pesce fuor d’acqua, ma non doveva permettere che quella situazione degenerasse ulteriormente. Doveva rimettere le cose a posto per quanto possibile, e doveva farlo in quel momento.
-Mi dispiace che tu lo abbia saputo in questo modo. Hai ragione, io e Vector avremmo dovuto dirtelo, ma non sapevamo come l’avresti presa.-
-Come avrei dovuto prenderla? Anche nei miei fumetti preferiti a volte gli eroi muoiono e io ci rimango male!- ribatté l’ape.
-Peccato che la realtà non sia un fumetto.- mormorò Espio, intristendosi. - Quando avevo la tua età anche io volevo che gli adulti cominciassero a trattarmi come un loro pari. Mi irritava vederli parlare di cose che secondo loro non ero in grado di capire senza che prima ne parlassero con me. In questo momento vorrei essere al tuo posto. È per questo che non ho voluto essere io a parlartene, perché non volevo vederti triste e arrabbiato. Ora sai tutto e sei comunque triste e arrabbiato perché non siamo stati noi a dirti quello che dovevi sapere. E non sai quanto mi dispiace che sia successo tutto questo. Io e Vector sappiamo che ormai sei grande, ma non siamo riusciti a dirti niente comunque. Quella sera ci siamo sentiti tutti come se fossimo sprofondati in un incubo, e non ce la siamo sentita di trascinarci dentro anche te.-
L’espressione sul viso dell’ape era ancora arrabbiata, ma si stava lentamente ammorbidendo. -Cosa è successo ieri sera? Perché hai difeso la ragazza che ha ucciso Knuckles in quel modo, pur sapendo quello che avrebbe potuto farti?-
Espio respirò profondamente, indeciso su cosa dire finché capì che sarebbe bastato dirgli solo la verità.
 
Vector aspettò per diversi minuti fuori dalla stanza di Charmy, senza avere idea di cosa si stessero dicendo lui e Espio. Era frustrante per lui non sapere cosa stessero combinando là dentro, e gli venne un altro mezzo infarto quando sentì l’ape urlare e vide l’infermiera severa entrare nella stanza per poi uscirne. Espio doveva essere già dentro e doveva essersi reso invisibile appena in tempo per non farsi sorprendere dalla donna coniglio. Passò molto tempo prima che il camaleonte decidesse di rivelarsi al coccodrillo con un leggero colpo di tosse.
-Cielo... Te lo hanno mai detto che non sta bene comparire alle spalle delle persone così all’improvviso?- protestò lui, riprendendosi dallo spavento che l’apparizione improvvisa di Espio gli aveva causato. -Va tutto bene?-
-Sì. Ho parlato con Charmy e mi sono scusato a nome di entrambi per non avergli detto di Knuckles e per quello che è successo con Eden.- disse lui. Vector si sentì sprofondare.
-Glielo hai detto? Che lei vuole...?- Espio annuì. -Come l’ha presa?-
-Era preoccupato, ma è sicuro che riuscirò a sconfiggerla. E mi ha detto di dirti di dire a Vanilla che vuole una torta gigantesca per quando lo dimetteranno. Non è passato un giorno ed è già stufo di non poter mangiare le sue torte!-
A Espio sfuggì un sorriso per il sollievo, ma Vector non riusciva a capire come diavolo facesse a sembrare così calmo e rilassato in un momento come quello. Fra i due quello che era davvero agitato era Vector, e il coccodrillo trovava quella cosa a dir poco innaturale.
 
-Come ti senti? Hai paura? Di quello che sta per succedere, intendo...- chiese Vector all’improvviso mentre stava guidando verso casa. Aveva lanciato un’occhiata al suo amico e aveva notato che in quel momento sembrava pensieroso, e da quel gesto il coccodrillo aveva capito che il momento in cui Eden si sarebbe fatta viva si stava avvicinando. Sapeva che se il suo amico avesse avuto bisogno di aiuto Sonic sarebbe intervenuto, ma ciò non gli impediva di essere preoccupato. Il camaleonte si limitò ad ignorare la domanda. -Potresti rispondermi una volta tanto, no?-
-Non lo so.- ammise. -Non ho paura di quello che sta per succedere, ma di quello che accadrà dopo.-
Vector sorrise debolmente. -Sai, esiste anche la possibilità che le cose possano andare diversamente. Potresti tornare a casa un po’ ammaccato ma salvo. Potresti finire all’ospedale, magari nella stessa camera di Charmy... Non posso dirlo con certezza. Però di sicuro non finirà tutto stanotte. Sai, può sempre esserci dell’altro... Dopo.-
-Stai davvero pensando che io stia pensando ad un’eventuale vita dopo la morte?- chiese Espio, scettico.
-Ti stai per imbarcare in un’impresa da cui difficilmente uscirai vivo e stai reagendo con una calma mostruosa. O pensi di poter sopravvivere oppure sei convinto che in fondo ci sia qualcosa dall'altra parte e per questo riesci a stare calmo.-
Il camaleonte non rispose e nessuno dei due aprì bocca per il resto del tragitto. Quando giunsero a destinazione il camaleonte scese dalla macchina senza aspettare che il coccodrillo si togliesse la cintura di sicurezza e scendesse a sua volta.
-L’incontro è imminente ormai.- mormorò.
-Sta venendo qui?-
-No. Sono io che vado da lei. Se fossi più coinvolto di così anche tu dovresti essere messo a tacere.- spiegò lui con calma. -Non provare a seguirmi o a cercare di capire dove sto andando. Voglio che sia una cosa solo fra me e lei. Deve essere così.-
Il coccodrillo non si sforzò nemmeno di ribattere. Sapeva che sarebbe stato tutto inutile. -Sai che non sarà lo stesso senza di te?-
-Lo so. Ma tu e Charmy ve la caverete.- ripeté Espio, fissando la foresta limitrofa e sentendo che era arrivato il momento di andare.
-Espio...-
-Non dire niente. Qualunque cosa diresti in questo momento sembrerebbe un addio, e io non voglio che sia così. Perché questo non è un addio, ma un arrivederci. So che non capisci perché sta succedendo tutto questo, ma saprai tutto quando sarà il momento. Ti prego solo di fidarti di me e di lasciare che mi occupi io di tutto.-
Il coccodrillo venne assalito dal panico quando si rese conto che Espio stava davvero per incamminarsi. -Aspetta! Non hai proprio nient’altro da dire? E se questa fosse davvero l’ultima volta che ci vediamo?-
Espio abbassò gli occhi per un istante, e da quel leggero segno di debolezza Vector capì che il suo amico aveva preso seriamente in considerazione anche quell’ipotesi. -Se qualcosa dovesse andare storto, dì a Charmy che vi ringrazio... e che è stato un onore lavorare con voi.-
Vector capì che stava dicendo sul serio. Non avrebbe potuto nascondere i suoi sentimenti, specialmente se quella fosse stata davvero l’ultima volta che si sarebbero visti.
-Ci mancherai da morire, lo sai?- mormorò lui, forse in un ultimo tentativo di fermarlo che sarebbe sicuramente andato a vuoto.
-Lo so.- “È per questo che fa così male.” Avrebbe voluto rispondere in quel modo prima di sparire davanti agli occhi di Vector per incamminarsi verso la foresta ignorando i richiami del coccodrillo. Si arrampicò su un albero solo pochi secondi prima che una saetta blu fendesse la strada che aveva percorso. Sonic si guardò intorno, cercando di capire da che parte doveva essere andato, e quell’attimo di distrazione gli fu fatale: il riccio blu si sentì afferrare per le spalle e sentì una mano invisibile che lo obbligava ad inalare una sostanza dallo strano odore da un fazzoletto. Sonic lottò per trattenere il respiro e liberarsi nello stesso tempo, ma i suoi sforzi erano inutili.
-Sapevo che Vector si sarebbe rivolto a te nel tentativo di fermarmi.- disse lui con calma mentre il riccio lottava per sfuggire alla sua presa. -Non ha ancora capito che la mia decisione è irrevocabile. Questo è il mio scopo, la mia missione nella vita. Sto proteggendo i miei amici, e questo è l’unico modo in cui posso farlo. Meno cose Vector sa meglio sarà per lui. Non deve ripetersi quello che è successo ieri sera.-
Sonic non capiva cosa gli stesse dicendo. L’unica cosa che sapeva era che a breve sarebbe stato costretto a respirare, e per quel motivo doveva liberarsi al più presto. Alla fine finì comunque per respirare la sostanza contenuta nel fazzoletto, e pochi istanti dopo Sonic crollò a terra, vinto dalla stanchezza. Il camaleonte prese le corde che aveva nascosto in precedenza e lo legò ad un albero, lasciando al riccio solo una stella ninja a portata di piede. Non sarebbe riuscito a liberarsi tanto presto, e questo significava che avrebbe avuto molto più tempo per affrontare Eden da solo.
-Lo sto facendo per voi.- mormorò prima di incamminarsi verso il luogo dell’incontro.
 
Eden in realtà era lì da un paio d’ore, anche se aveva fatto in modo di non rendere palese la sua presenza. Non voleva far capire a Eggman dove potesse essere fuggita di nascosto perché lei sapeva che se si fosse accorto di qualcosa avrebbe provato a fermarla dal chiudere la bocca al camaleonte. Il dottore non doveva sapere quello che Espio conosceva del suo passato, oppure tutti i suoi sforzi di infiltrarsi come suo braccio destro sarebbero stati completamente vani, se non addirittura controproducenti. Se avesse scoperto la verità niente gli avrebbe impedito di prendere da lei ciò che voleva per poi gettarla via come se fosse stata spazzatura. Forse se lo sarebbe meritato dato che in fondo anche lei stava usando lo scienziato e la sua crociata per i suoi scopi personali e lui non lo sospettava nemmeno. Quella che lei aveva mostrato fino a quel momento era stata solo la punta dell’iceberg della montagna di quelle che lei riteneva buone ragioni per combattere contro il mondo intero pur di raggiungere i suoi obiettivi.
Finora aveva ottenuto ciò che voleva: il Master Emerald era fuori dai giochi, suo fratello era di nuovo con lei e la sua famiglia era finalmente riunita. Purtroppo tutto questo non le bastava, lei voleva anche un'altra cosa e l'avrebbe ottenuta. Non aveva alcuna importanza quale sarebbe stato il prezzo del suo gesto, ma avrebbe smosso cielo e terra pur di realizzare il suo vero obiettivo finale. Espio aveva già capito cosa voleva fare, e questo era un’altra buona ragione per metterlo a tacere. Doveva farlo per il bene della sua famiglia.
La sua attenzione fu richiamata dal suono dei passi di Espio nella radura. La mutante sollevò lo sguardo verso il camaleonte, dando inizio ai giochi.
-Ciao Eden.- la salutò lui, con una calma e una compostezza che sembravano del tutto fuori contesto. Però questo non era sufficiente ad ingannare lei, dal momento che poteva sentire che i suoi livelli di adrenalina erano molto superiori alla norma. Aveva paura, ma stava cercando di non darlo a vedere.
-Espio...- lo salutò lei, a disagio quasi quanto lui ma altrettanto determinata a non darlo a vedere.
-Alla fine sei venuta.-
-Ti sorprende? Se non mi avessi detto di venire qui per “parlare” da soli e in tutta calma a quest’ora sarei davanti alla porta di casa tua. Dubito che i tuoi nuovi amici avrebbero gradito la mia visita.- notò lei.
-Era proprio quello che volevo evitare. Dopo quello che è successo ieri sera sono tutti un po’...-
-Dì pure che sono una presenza sgradita da quando ho rovinato la festa di compleanno di una leggenda vivente uccidendo uno dei suoi migliori amici sotto ai suoi occhi!- disse lei con un sorrisetto ironico. -Tutto quello che sta succedendo adesso è colpa di quel folle di Pachacamac. Se lui non avesse voluto scherzare con il potere del Chaos adesso molte cose sarebbero diverse, e io non sarei costretta a fare quello che sto facendo.-
-Ti riferisci all’origine della tua mutazione?- chiese Espio, incuriosito.
-Risposta esatta. Se le echidne del passato non avessero desiderato tanto il potere adesso io sarei una ragazza normale, e forse sarei anche diventata vostra amica... Invece sono solo un mostriciattolo inevitabilmente destinato a portare dolore e sofferenza alle persone che hanno la sfortuna di imbattersi nel suo cammino. E nemmeno tu ne sei esente.- Eden tacque per sentire l’opinione di Espio, ma il camaleonte non volle parlare. -Non so se quello che hai fatto ieri sera sia stato più coraggioso o stupido. È da tanto che ci penso, e vorrei sapere cosa ne pensi tu.-
Il camaleonte capì che forse era il caso di rispondere alle sue domande. Doveva spingerla a parlare del suo vero problema nel modo più spontaneo possibile. -Non potevo permettere che qualcuno ti facesse del male. So che nonostante quello che stai facendo non sei malvagia.- gli rispose lui con una tranquillità che per Eden era a dir poco invidiabile. -Sei solo molto più consapevole e spaventata di quello che potresti diventare. Non sono qui per affrontarti, ma perché voglio aiutarti. Tutto questo non è necessario, ti conviene arrenderti finché sei in tempo.-
-Io non posso arrendermi proprio ora che sono arrivata a questo punto.- rispose lei, secca.
-Non pensi a quello che succederebbe a tuo fratello?-
-Mio fratello ha accettato di seguirmi per sua iniziativa, io non l’ho obbligato a fare niente!-
Espio ebbe la conferma definitiva che suo fratello era l’unico tasto su cui doveva premere per sperare di farla ragionare. -Non lo metto in dubbio. Ricordo perfettamente come mi parlavi di lui, tanto tempo fa. Avresti voluto rivederlo, ma non lo hai mai fatto per non metterlo in pericolo. Solo sapere che lui era minacciato da qualcosa che avrebbe potuto metterlo in pericolo anche più di te avrebbe potuto spingerti a volerlo rivedere, e Eggman ti ha dato l’opportunità per realizzare questo tuo desiderio. Tuo fratello ha accettato di seguirti perché era preoccupato, e lo sono anche io. Unirti a Eggman è stata una pura follia, e quando si accorgerà delle tue vere intenzioni non basteranno tutti i tuoi poteri per sottrarti alla sua vendetta! Possiamo evitare altre ripercussioni inutili, e per farlo devi lasciare che io ti aiuti.-
Eden rise. -Aiutarmi a fare cosa? Nessuno può aiutarmi. Nessuno! E’ una cosa che riguarda solo me!-
-Mi dispiace, ma non riguarda solo te!- disse lui con durezza. -Non so se te lo ricordi, ma un giorno, quando eravamo piccoli mi hai detto che avrei trovato delle persone che mi avrebbero dato uno scopo da seguire nella vita. C’è voluto del tempo, ma alla fine ho capito quello che intendevi dire. Ora so quello che voglio fare, e ho intenzione di portare a termine la mia missione fino in fondo. Proteggerò i miei amici fino alla fine.-
Eden sembrava vagamente dispiaciuta per quella affermazione. -Quella bambina non esiste più, ormai. Ammetto che sarebbe stata felicissima di sentirti dire una cosa del genere, in un altro momento.-
-Non puoi ingannarmi. Se fossi davvero cambiata in questo momento non ti sentiresti dispiaciuta per quello che sta per succedere.- Eden era a dir poco attonita. -Tu mi consideri ancora amico tuo, non è vero?-
Eden fissò il camaleonte con rabbia. -Sai che sei qui e che stai per morire proprio perché hai deciso di includermi nell’elenco dei tuoi amici? Adesso saresti al sicuro se tu non avessi deciso di impicciarti!- chiese lei, con freddezza. Espio rispose con un sorriso.
-Sono un detective. È il mio lavoro impicciarmi.-
-Non potevi fare l’idraulico?- chiese lei, con un sarcasmo fin troppo tangibile. -Avrei preferito che Knuckles fosse l’unica vittima di questa storia, ma a quanto pare non sarà così. Forse sarà meglio per te che sia io a farlo. Eggman potrebbe venirti a cercare da un momento all’altro. Posso ancora rimediare, e credimi, non vorrei doverlo fare. Tu sei stato il mio migliore amico, Esp, e non vorrei mai farti del male. Sei tu che mi stai costringendo.-
Eden sfoderò la katana talmente in fretta che Espio riuscì a mala pena a schivarla con una capriola all’indietro. Il camaleonte estrasse il suo shuriken gigante, senza perdere la calma. -È proprio necessario dover ricorrere a questo, Eden?-
-Ho forse altre alternative?- gli chiese lei sarcasticamente, scagliandosi nuovamente sul camaleonte che la evitò facilmente. La mutante si scagliava in attacchi sempre più prevedibili e imprecisi che Espio poteva facilmente evitare senza versare una goccia di sudore.
-Mettiamola in questo modo: attualmente sei davanti a un bivio e hai due possibilità. La prima è andare avanti con il piano e uccidermi per impedirmi di rovinarlo. La seconda è andare da Sonic, spiegargli tutto e cercare insieme a lui un modo per fermare Eggman. Sarebbe la soluzione migliore per tutti, credimi.-
Eden sorrise, sprezzante. -Cosa ti dice che Sonic accetterebbe tutto questo senza fare storie?-
-Credimi, quel riccio è sorprendente, certe volte. Sono certo che in circostanze diverse sareste stati buoni amici.-
-Quelli come me non hanno amici.- disse lei, riparandosi dietro la lama. -La natura del mio potere e quello che rappresenta me lo impone.-
-Allora io cosa sarei?- le chiese Espio, mettendosi sulla difensiva a sua volta.
-Ero ancora una bambina quando ci siamo conosciuti, e allora non sapevo ancora niente. La cosa era ancora fattibile.- un lampo di tristezza le attraversò gli occhi. -Da bambini è tutto molto più facile. Le cose iniziano a fare davvero schifo solo quando si cresce.-
La mutante attaccò il camaleonte con un fendente, e lui non poté fare altro che parare il colpo con lo shuriken. Eden fece uno scatto all’indietro, allontanandosi dal suo avversario. Espio non perse tempo e iniziò a lanciarle contro una serie di stelle ninja che lei riuscì a parare con facilità grazie all’aiuto della spada.
-Anche se fossi rimasta la stessa persona purtroppo non cambierebbe ciò che sono. Tu non sai cosa significa avere il potere, Espio. Tutti dicono di volere il potere di fare qualunque cosa loro desiderino. Ma la verità è che quando hai davvero il potere, sei condannato a restare solo. Io vorrei tanto essere come voi, ma non è possibile. Io sono un mostro e nessuno potrà mai cambiarlo!-
La mutante tagliò in due l’ultima stella ninja e si scagliò nuovamente contro il suo avversario. Espio parò nuovamente il colpo usando lo shuriken come se fosse stato uno scudo.
-Diventi un mostro solo quando sei davvero convinto di esserlo. Non lasciare che queste idee sbagliate distruggano l’opinione che hai di te stessa!-
All’improvviso il camaleonte fece una capriola all’indietro e cercò di colpire la sua avversaria con un calcio al mento; Eden riuscì comunque a evitare appena in tempo l’attacco del camaleonte e lo scagliò contro un albero con un calcio. Nell’impatto con il suolo il camaleonte avvertì una forte fitta di dolore alla spalla sinistra, nello stesso punto in cui la sera prima era atterrato malamente dopo essere caduto dal palco. Era proprio il momento più sbagliato per ricominciare a sentire dolore.
La mutante sembrò essersene accorta perché decise di alzarsi in piedi e non provò nemmeno a difendersi. -Sei molto gentile a dirmi tutto questo, ma dimmi... Se tu non mi avessi conosciuta quando ero ancora una bambina proveresti ancora a salvarmi o mi considereresti un caso senza speranza?-
Espio ci mise un pò a rispondere a causa del dolore. Si rimise in piedi, massaggiandosi la parte dolorante.
-Ti considererei una ragazza sola e abbandonata a sé stessa, che vorrebbe qualcuno accanto a sé, ma che ha già rinunciato a trovarlo. Voglio che tu sappia che, nonostante quello che credi, tu puoi non essere sola. Puoi contare su tuo fratello, ma credi che prima o poi anche lui ti abbandonerà. Non è vero, lui non lo farà mai, nemmeno quando le vostre strade si divideranno nuovamente. E nemmeno io lo farò. Ti prego Eden, lascia che io ti aiuti! Siamo ancora in tempo...-
-Ti sbagli. Il mio tempo è scaduto molto tempo fa, ancora prima che tutta questa storia avesse inizio.- lo sguardo di Eden si intristì. -Ho capito già da molto tempo ormai che in questo mondo non c’è posto per me. Forse ci sono altre persone disposte ad accettarmi per quella che sono, oltre a mio fratello e a te. Ma gli altri? Eggman, io e mio fratello ne siamo certi, sta cercando la fonte del mio potere per usarla a suo vantaggio per diventare invincibile. Come lui, purtroppo, ce ne sono troppi. Per non parlare poi di quelle persone che sarebbero spaventate a morte anche solo se concepissero l’idea stessa che possa esistere una creatura come me. Io non invecchio, Espio. Ho smesso di farlo quando sono entrata nel periodo della pubertà. E ho scoperto di non provare nemmeno la fame e la sete, mi sono sempre nutrita solo perché in qualche modo il mio corpo deve aver conservato l’istinto per farlo. E ogni volta che mi ferisco le mie ferite si rimarginano. E vedo le cose in maniera diversa da come le vedi tu. Vedo ogni minima particella di quello che ci circonda… riesco persino a vedere ogni singola cellula del tuo corpo che lavora per tenerti in vita proprio adesso, mentre stiamo parlando!  Se esiste un confine tra ciò che è normale e ciò che non lo è, io l’ho attraversato nello stesso istante in cui sono venuta al mondo. Devo guardarmi le spalle da tutto e da tutti, proteggere il mio segreto, vivere in solitudine... E io sono stanca, Espio.-
Espio rimase ammutolito. Non sapeva cosa controbattere, e non riusciva nemmeno a pensare a qualcosa che potesse confutare il ragionamento di Eden. Purtroppo poté tristemente giungere alla conclusione che probabilmente, se fosse stato nei suoi panni, avrebbe fatto un ragionamento simile. Ma si rifiutava di credere che non esistesse una soluzione che potesse permettere anche a quella povera creatura di continuare a vivere in un modo pacifico.
-Potresti comunque avere degli amici capaci di proteggerti. Se ne avessi, credi davvero che permetterebbero che ti accada qualcosa di male?-
La mutante scosse la testa, incredula. -Tu ti rifiuti di capire... Ormai per me non esistono più alternative se non fare questo! La mia stessa famiglia è stata distrutta dal mio potere e ciò si verificherà ancora se mio fratello o uno dei suoi discendenti dovessero generare un altro mutante! Questo solo perché Pachacamac era un esaltato assetato di potere! La mia famiglia ha pagato un prezzo troppo alto per colpe che non aveva! Volevamo solo una vita normale, volevamo solo essere felici... È questo il mio nuovo scopo, Esp. Io cambierò tutto questo, dovessi affrontare Chaos e ogni altra divinità venerata su questo pianeta io stessa a mani nude da sola! Nessuno deve osare mettersi in mezzo al mio obiettivo!-
-Così non sistemerai le cose.- disse Espio con calma, anche se doveva ammettere che la determinazione della ragazza era a dir poco spaventosa.
-Nemmeno tu lo farai stando qui a parlare. Nessuno può farlo, a parte me.- disse lei con un tono stranamente basso. -Volevo solo vivere in pace con la mia famiglia, e nessuno me lo ha permesso o me lo permetterà mai. Ormai non ho niente da perdere, quindi non posso fare altro che cercare di cambiare tutto questo. Creerò un mondo in cui anche la mia famiglia potrà vivere in pace. Ora ho tutto quello che mi serve per poterlo fare. Era destino che io e il dottor Eggman ci incontrassimo mentre lui stava raccogliendo i Chaos Emerald: il destino vuole che il mondo cambi, e vuole operare questo cambiamento attraverso me. Ho accettato la mia chiamata nel momento in cui il cuore di Knuckles ha cessato di battere, e per il suo sacrificio farò tutto ciò che in mio potere per garantire alla mia famiglia un futuro sereno e senza paure.-
Espio non poteva semplicemente credere a quello che stava sentendo. All’improvviso lo strano comportamento della sua amica assunse un senso e una morsa di puro orrore gli chiuse lo stomaco. -Non pensi a cosa potrebbe succedere se il tuo piano andasse a buon fine?-
-Non hai ancora capito, Espio?- chiese lei con un sorriso inquietante che non prometteva niente di buono. -A me non importa un fico secco delle conseguenze!-
Il camaleonte non commentò mentre si metteva nuovamente in posizione di combattimento impugnando il kunai. -Posso solo immaginare quello che stai provando, Eden. Non so cosa ti sia successo nel corso degli anni per spingerti ad un tale cambiamento, ma sappi che voglio comunque aiutarti. Non ti lascerò sprofondare nelle tenebre senza lottare. Prima di fare quello a cui stai pensando dovrai passare sul mio corpo.-
Eden si preparò alla lotta a sua volta. Sembrava molto più lucida e rilassata dopo quello sfogo improvviso. -Sai, non so se ringraziarti per la tua gentilezza o compatirti per la tua stupida testardaggine. Purtroppo non posso permetterti di aiutarmi. Non sto combattendo solo per me stessa, ma anche per quelle forze più grandi di te e me che mi hanno resa quella che sono. Spero solo che alla fine ne varrà la pena...-
E i due avversari si lanciarono nuovamente all’attacco, in un duello che non si sarebbe fermato finché uno dei due non sarebbe crollato a terra allo stremo delle forze.
 
***

Intanto all’agenzia dei Chaotix, la tensione si poteva tagliare con il coltello. Era passata più di un’ora da quando Espio era sparito e Sonic si era messo sulle sue tracce senza dare altre notizie, e Vector non riusciva a trovare pace. Era persino peggio di stare nella sala d’attesa dell’ospedale, nonostante ci fosse molta più attività. Lui, Amy e Tails stavano esaminando la cartina del territorio e discutevano animatamente su dove Espio potesse essersi nascosto, dove poteva essere Eden, se si erano già incontrati o se il loro incontro doveva ancora avere luogo, magari in un altro posto molto lontano da lì. Vector sarebbe già partito in quarta a setacciare tutta la foresta e la città se Sonic non lo avesse preceduto. Solo il riccio blu aveva qualche speranza di ritrovare Espio prima che Eden potesse avere la possibilità di fargli del male. Presto si sarebbero incamminati anche loro per aiutarlo nelle ricerche, ma Vector dubitava che sarebbero riusciti a fare più di quello che sarebbe riuscito a fare Sonic. Era già passato troppo tempo, e più tempo passava più le possibilità di trovare Espio ancora vivo diminuivano. Vector avrebbe affrontato Eden anche da solo pur di impedirle di fare del male a Espio. Che senso aveva discutere di una strategia? La discussione fu interrotta quando Sonic entrò improvvisamente dalla porta d’ingresso.
-Ci sono novità?- chiese Vector, speranzoso.
-Novità? Ho passato tutto questo tempo cercando di liberarmi!- comunicò Sonic, tetro. -Espio mi ha sorpreso alle spalle, narcotizzato e legato ad un albero, lasciandomi solo una stella ninja per liberarmi!-
Quelle parole furono più che sufficienti per trasformare l’angoscia di Vector in vero e proprio panico. -E ora lui dov’è?-
-Non ne ho la minima idea. Sicuramente a quest’ora lui e Eden si saranno già incontrati. Se siamo ancora in tempo avrà sicuramente bisogno della cavalleria al massimo delle sue risorse per contrastarla, è per questo che sono tornato indietro per chiamarvi!-
A Vector non servivano altre spiegazioni: afferrò subito una torcia elettrica e corse da solo nel bosco da solo ignorando le regole del buon senso, dal momento che per lui sarebbe stato molto più facile perdersi piuttosto di fare qualcosa di concreto per aiutare con le ricerche. Però, visto quello che c’era in gioco, non gli importava molto di quello che sarebbe potuto succedergli.
 
***

 Il camaleonte crollò a terra, stremato per l’ultimo colpo che Eden gli aveva inferto. La spalla gli pulsava dolorosamente, e gli lacrimavano gli occhi per il dolore. Non poteva più continuare a lottare, e così come lo sapeva lui, anche lei ne era consapevole. Era il motivo per cui lei in quel momento era in piedi davanti a lui e gli stava puntando la katana in mezzo agli occhi.
-Sembra proprio che abbia vinto anche stavolta!- commentò lei, serena.
Espio la fulminò con lo sguardo prima di esalare un sospiro rassegnato. -Hai ragione. Ammetto la sconfitta. Però non è ancora finita, sappilo! Troverò comunque un modo per fermarti!-
-Dubito che potrai fare qualcosa dopo quello che ti succederà a breve.-
Espio capì che nelle sue condizioni attuali non sarebbe mai riuscito a sfuggirle. Non poteva opporsi in alcun modo al suo destino. Respirò profondamente nel vano tentativo di mettere a tacere quella piccola parte di lui che era terrorizzata da quello che sarebbe accaduto da lì a poco. Era come vivere un dejà vu di quello che era accaduto molti mesi prima. Essere attaccati da un’armata di ninja comandati dal proprio padre per il solo gusto di vederlo soffrire prima della fine non era una cosa molto bella, ma stranamente in quel momento si stava sentendo pure peggio. Si sentiva impotente. Non poteva accettare quello che stava succedendo, non sapendo quali sarebbero state le conseguenze di quel gesto.
La mutante finalmente lo guardò negli occhi, ed Espio si rese conto solo allora che erano lucidi mentre sollevava la mano verso di lui. -È stata tutta colpa tua: se non ti fossi messo in mezzo non sarei stata costretta a farlo!-
-Tu non sei costretta a farlo.- La mutante era sorpresa per la pacatezza del tono che Espio stava usando con lei. -Lo stai facendo perché tu hai scelto di farlo. Potresti sempre trovare un altro modo per cambiare le cose.-
La mutante scosse la testa. -Ormai non posso più tornare indietro. Ho fatto la mia scelta, Espio. Spero soltanto che ne varrà la pena.-
-Eden...-
Espio rimase spiazzato quando si rese conto che la mutante si era inginocchiata, lo aveva sollevato da terra e che in quel momento lo stava abbracciando. Il dolore alla spalla sembrava quasi essere scomparso, nonostante la ragazza lo stesse stringendo con tutte le sue forze. Non riusciva a reagire, non riusciva a pensare, non riusciva a fare niente. Improvvisamente lei si allontanò per un momento, e quello che Espio vide lo sorprese ancora di più. La ragazza che era appena comparsa davanti a lui doveva avere la sua stessa età, ma gli aculei scompigliati abbinati ai tratti delicati e al candore della sua pelle la facevano sembrare quasi una bambina. In quel momento gli stava sorridendo nonostante avesse anche le lacrime agli occhi, e vederla sorridere quando era sull’orlo delle lacrime, era doloroso come ricevere una pugnalata nello stomaco e allo stesso tempo era la cosa più bella e pura che avesse mai visto in vita sua.
-Non so perché ti importi così tanto di me, ma ti ringrazio.- gli disse, con voce dolce. -Ti prego solo di cercare di capire. Se non lo faccio io, adesso, nessun altro lo farà mai.-
Un istante dopo era tornata ad essere la stessa creatura sanguinaria che negli scorsi giorni Sonic e gli altri avevano imparato a conoscere e a temere, ma Espio non sembrava nemmeno averlo notato. Ormai era fin troppo consapevole che quella era solo una maschera. Quella non era Eden, ma solo la creatura aberrante che lei credeva di essere. La vera Eden era solo la ragazzina spaventata che in quel momento era rimasta impressa nei suoi occhi, e la cosa che più gli faceva male era che gli altri forse non se ne sarebbero mai resi conto. L’unica, magra consolazione era quella di sapere di avere ragione. Non si era nemmeno reso conto che Eden gli aveva posato una mano sul petto nell’istante successivo. -Death Dimension.-
Espio si sentì attraversare da una folata di vento gelido, ma per il resto non avvertì niente di strano a parte una strana sonnolenza che poteva facilmente combattere. Eden abbassò la testa e fece per alzarsi in piedi, ma il camaleonte la fermò trattenendola con un abbraccio. La mutante non riusciva a capire perché stesse succedendo. Lui avrebbe dovuto odiarla per quello che gli aveva appena fatto, non avrebbe dovuto stringerla in quel modo. Era al di fuori da ogni logica. -Espio...-
-Tu hai paura. Sei la prima ad essere spaventata a morte da quello che sta succedendo. Hai paura di essere condannata a diventare un mostro, e pensi che quello che stai facendo stia solo accelerando un processo inevitabile. Non è così. Non so cosa possa esserti successo in tutti questi anni in cui non ci siamo visti, ma so che quello che pensi di te stessa non corrisponde a quello che ho visto io. Tu sei una brava ragazza, una guerriera eccezionale, e ti stai riducendo all’ombra di te stessa solo perché ti stai lasciando condizionare da un potere che non avresti mai voluto avere, senza valutare che forse potrebbe esistere una ragione per cui tu sei nata in questo modo. Sono convinto che un giorno scoprirai che dal tuo potere potrà nascere qualcosa di buono. Tu farai qualcosa di grande, ne sono certo. Farai la cosa giusta alla fine.-
Eden sentì che le braccia di Espio avevano iniziato a tremare, ma lui non lasciò la presa. La sua pelle stava diventando sempre più fredda e anche il battito del cuore stava lentamente rallentando. Non avrebbe resistito ancora per molto. A quel punto la mutante non riuscì più a trattenere le lacrime. -Sei proprio sicuro che io non sia una cattiva persona?-
-Non lo sei. Sei una persona fantastica, una delle migliori che abbia mai conosciuto. Però tenti in tutti i modi possibili e immaginabili di nasconderlo... Sono felice di essere riuscito a vederti per quella che sei davvero... E spero... Che anche gli altri... Capiscano...-
Eden sentì la testa di Espio che si adagiava sulla sua spalla e la sua presa che si allentava. La mutante distese a terra il corpo senza vita del camaleonte e fu sorpresa nel vedergli un’espressione pacifica sul volto. Sembrava che se si fosse appena addormentato serenamente. Eden non sapeva cosa le stesse succedendo. Sapeva che non aveva altra scelta se non fare quello che aveva appena fatto per proteggere sé stessa e suo fratello, e forse anche gli amici del camaleonte da Eggman, eppure sentiva che c’era un fondo di verità in quello che Espio le aveva detto. Poteva esserci un’altra soluzione meno dolorosa al problema. Per lei ormai non aveva più alcuna importanza: con quell’ultimo gesto aveva deciso cosa fare e come porre fine a quell’incubo che la riguardava. Accarezzò il volto del camaleonte mentre lasciava scorrere le ultime lacrime.
-Scusami. Anzi, no. Farebbe solo ancora più male.-
 
Vector stava correndo come un pazzo verso il centro della foresta, senza nemmeno sapere dove si stesse effettivamente dirigendo. Non sapeva da quanto tempo stesse correndo quando si ritrovò nella radura nel cuore della foresta e vide l’ultima scena a cui avrebbe voluto assistere.
Espio era legato a due alberi e Eden era davanti a lui con le braccia incrociate. Il corpo di Espio era coperto di ferite, e anche i vestiti della mutante erano macchiati di sangue, ma lei non sembrava aver subito alcun danno dall’evidente duello che c’era stato fra loro due. Appena il coccodrillo capì cosa stava succedendo non poté fare altro che farsi avanti in un ultimo tentativo di salvare il suo amico.
-Ferma!- urlò lui, correndo verso la ragazza con la forza della disperazione e frapponendosi fra lei e il camaleonte privo di sensi. -Non ti permetterò di fargli del male!-
-Arrivi troppo tardi.- disse lei, con voce piatta. -Il tuo amico è già morto. Stavo pensando ad un modo creativo per farvi ritrovare il cadavere, ma penso che ora non ce ne sarà più bisogno.-
Gli occhi del coccodrillo si spalancarono per la sorpresa. Si voltò lentamente verso il camaleonte, e notò che effettivamente era fin troppo immobile per essere solo svenuto. Doveva essere tutta una messinscena per impressionarlo, non poteva essere davvero accaduto. Vector scoppiò a ridere per quello strano scherzo.
-L’hai sentita, Esp? Secondo lei tu non avresti resistito a qualunque cosa avesse in serbo per te! Dimostrale che si sbaglia! Sei più forte di quello che crede! Dai amico, apri gli occhi!- lo chiamò lui, schiaffeggiandolo ripetutamente quasi senza notare che la sua guancia ormai era gelida. Il camaleonte non rispondeva, e il coccodrillo smise di ridere mentre veniva colpito dalla consapevolezza. La mutante non poté fare altro che distogliere lo sguardo da quella scena e cercare di fingere che non le importasse. In quel momento avrebbe davvero preferito non sentire niente.
-No... Espio...- il coccodrillo alla fine cadde in ginocchio davanti alla constatazione che Eden aveva ragione e che il suo amico era davvero morto. In quel momento si sentirono dei passi nella radura seguiti da un sussulto scioccato.
-No...- Vector sentì la voce di Sonic the Hedgehog come se fosse stata lontanissima. Era incredibile che fosse riuscito a precederlo in quel posto. Forse se non avesse perso tempo per chiamarli sarebbe riuscito ad arrivare in tempo. Il coccodrillo iniziò a tremare per la rabbia che gli provocava il pensiero che quella tragedia poteva essere evitata.
-Se non si fosse intromesso ieri sera non sarebbe successo niente di tutto questo.- disse Eden, piano. -Se l’è cercata.-
Vector si alzò in piedi di scatto e tirò un pugno sul naso di Eden talmente forte da farla cadere a terra. La mutante lo fissò come se non avesse avvertito per niente il colpo, nonostante le stesse uscendo molto sangue dal naso. Il coccodrillo la prese per il bavero della giacca e la sollevò finché i loro occhi non si trovarono alla stessa altezza.
-Ti voleva bene, lo sai?- le disse Vector, fissandola con una rabbia che Sonic non avrebbe mai creduto di vedergli addosso. -Lui sperava che tu potessi essere salvata. Voleva che tu tornassi ad essere la sua vecchia amica d’infanzia e tu gli hai fatto questo. Lui mi ha fatto giurare che non ti avrei fatto del male, e ho intenzione di onorare la parola data. Sappi solo questo, stupida ragazzina: Espio voleva esserti vicino, non so come sia stato possibile, ma lo voleva davvero. Credi davvero che qualcun altro vorrà starti vicino dopo quello che hai fatto? No. Ora sei sola, e lo resterai per sempre. E forse questo è un destino ancora peggiore della morte stessa. Tu avrai quello che ti meriti e quando quel momento arriverà capirai cos’è la vera sofferenza!-
Eden non reagì sentendo quelle parole, e Sonic era troppo scioccato da quello a cui stava assistendo per poter reagire. Quella scena era fin troppo surreale: Vector the Crocodile, una persona tanto impacciata quanto gentile, in quel momento gli stava facendo davvero paura per quanto era arrabbiato, e il tono calmo della sua voce non faceva altro che rendere quella situazione ancora più spaventosa. Nemmeno lui avrebbe avuto il fegato di fare quello che lui stava facendo in quel momento. Ma lei non ne sembrava molto turbata, dal momento che gli sorrise.
-Ti ringrazio.- mormorò prima di allentare le corde che tenevano legato Espio agli alberi. Vector lo afferrò al volo, sebbene fosse consapevole che non avrebbe comunque avvertito l’impatto col suolo. La mutante ne approfittò per far comparire le ali da pipistrello e scappò nella foresta. Sonic provò a seguirla, ma fu fermato da Vector.
-Lasciala andare. Ti faresti solo massacrare inutilmente.- gli disse con tristezza, continuando a fissare il corpo privo di vita che giaceva fra le sue braccia. Sonic si avvicinò ed ebbe una magra consolazione nel constatare dalla compostezza del suo volto che probabilmente Espio non aveva sofferto nei suoi ultimi momenti. Vector si alzò in piedi e si incamminò verso casa con il suo compagno caduto. Sonic non poté fare altro che sbattere il pungo a terra, frustrato dalla consapevolezza di aver fallito ancora una volta.
 
***
 
Bokkun entrò nella stanza occupata da Lost in punta di piedi, per paura di risvegliare l'antropomorfo che si era profondamente addormentato da poco tempo. Il robottino nero era spaventato a morte all'idea di essere chiuso in quella stanza con lui, ma doveva fare quel tentativo. Forse sarebbe stato abbastanza fortunato da riuscire procurarsi qualche goccia del suo sangue da una delle ferite riportate nell’ultima battaglia, in modo da confrontare il suo DNA con quello di Eden e scoprire il segreto del suo potere.
Con una grande agitazione addosso, Bokkun  si avvicinò al ragazzo mascherato e prese un profondo respiro.
-Lo sai che sei un idiota, Lost?- chiese il robottino frettolosamente. L'antropomorfo non ebbe alcuna reazione; Bokkun tirò un sospiro di sollievo nel vedere che stava davvero dormendo profondamente e cominciò ad esaminare la tuta che indossava alla ricerca di buchi ed escoriazioni. Controllò accuratamente il torso, le braccia e le gambe finché non la vide: una piccola apertura poco sotto l'ascella destra, circondata da qualche goccia di sangue rappreso.
Con il massimo della delicatezza il robottino prese una delle piccole croste facendo attenzione a non svegliare Lost, e riuscì a prelevarne un campione abbastanza grande per l'analisi del DNA e a chiuderlo in una provetta. Bokkun uscì dalla stanza e la rivolse verso i suoi colleghi in segno di vittoria.
-Ottimo lavoro, Bokkun!- esclamò gioviale Decoe.
-Ora portiamo quel campione al dr. Eggman!- concluse Bocoe.
I tre robot corsero a perdifiato lungo i corridoi e finalmente raggiunsero il dr. Eggman nel suo laboratorio di ricerca, dove stava già fissando un monitor pieno di scritte strane e cifre a bocca aperta.
-Dr. Eggman, dr. Eggman, guardi! Abbiamo un campione del DNA di Lost! Ce l'abbiamo fatta!- urlò gioviale Bokkun. Il dottore in tutta risposta sbatté il pugno sul tavolo, dando l'impressione di non aver capito il messaggio del robot postino.
-Dr. Eggman, ha capito cos'ha detto Bokkun?- chiese Decoe.
-Abbiamo il codice genetico di Lost! Possiamo decodificare il DNA di Eden su una base solida!- concluse Bocoe.
-Ho capito cos'avete detto, teste vuote!- esclamò il dr. Eggman -Egg-Matic 5000 vi ha preceduti. Ha preso di nascosto una parte del sangue rappreso di Lost proprio sotto gli occhi di tutti mentre era qui in questa stanza ieri sera.-
-Cosa?- urlarono in sincrono Decoe e Bocoe.
Eggman li ignorò. –L’ho già analizzato, e i risultati sono... Guardate con i vostri occhi!-
Il dottore si spostò dal monitor dando ai suoi assistenti la possibilità di leggere il risultato finale ottenuto dall'analisi. I tre robot, cosa incredibile a dirsi data la loro natura non organica, sbiancarono.
-Incredibile!- urlò Decoe.
-Impossibile!- commentò Bocoe.
-Ma è proprio sicuro che non ci siano errori?!- esclamò Bokkun, che proprio non riusciva a credere a quello che stava leggendo.
Eggman scosse la testa. -Ho già ripetuto il test tre volte. Userò il vostro campione per un altro controllo, e se darà lo stesso risultato, allora non ci saranno più dubbi.-
-Quindi Lost è...-
Il dr. Eggman annuì anticipando la conclusione dell'affermazione di Bokkun. In quel momento entrò anche l’Egg-Matic 5000.
-Dottore, ci sono delle novità.- disse con voce calma e piatta. -Da quanto risulta dalle registrazioni delle nostre telecamere di sorveglianza Eden è scappata dalla base aerea. L’ho cercata usando le telecamere spia che girano nel bosco e ho scoperto che ha sfidato a duello ed eliminato Espio the Chameleon.-
Eggman lo fissò con stupore prima di pensarci su e capire che era piuttosto prevedibile che quella sarebbe stata la prossima mossa della mutante. Espio era un testimone troppo scomodo per permettergli di continuare ad andare in giro liberamente dato quello che sapeva. Peccato solo che la mutante non sapesse che l’uscita di scena del camaleonte si fosse rivelata completamente vana dal momento che aveva appena scoperto cosa le stava tenendo nascosto senza nemmeno dover scomodare i Chaotix.
-Che cosa dobbiamo fare, dottore?- chiese Decoe, aspettando una risposta che tardava ad arrivare.
-Niente.- rispose il dottore, con un ampio sorriso. -La ragazzina crede di avere la situazione in pugno, mentre le cose le stanno lentamente sfuggendo di mano! Faremo finta di non sapere, e quando arriverà il momento giusto le daremo quello che si merita.-
-Ne è proprio sicuro, dottore?- chiese Bocoe per avere conferma di quello che stava dicendo.
-Mai stato più sicuro.- confermò Eggman, chiudendo la cartella in cui erano salvate le informazioni raccolte su Eden. -In fondo abbiamo ancora un accordo, no? Lei mi aiuterà finché i sette Chaos Emerald non saranno riuniti in questa base aerea. È una doppiogiochista e ci sta prendendo tutti in giro, ma resta pur sempre un’alleata preziosa. Perché dovrei liberarmi di una pedina tanto importante finché potrà ancora lavorare per me?-






Angolo dell'Autrice un po' in ritardo (quando mai è stata puntuale?):
Tutti: O_______________________________O
Au: Volete del tè con biscotti? ^.^
So: Penso che dopo questo non mangerò per un mese...
Au: È troppo lungo? Dite che avrei dovuto dividerlo?
Sh: Forse avresti dovuto. Hai esagerato con i colpi di scena...
Au: Kaboom! ^.^
Sh: Ma mi sta ascoltando secondo voi? -.-
So: Probabilmente no.
Ls: ç_____ç
Kn: Non so come mai, ma penso che Eden sia appena entrata nella fase che precede la BSOD o l'esaurimento nervoso.
Sh: Che intendi dire?
Kn: È uno di quei siti con cui l'Autrice si è infognata ultimamente. Esistono due reazioni del cattivo ad un forte trauma psicologico: o inizia a rendersi conto di essere cattivo e cercherà di redimersi, oppure avrà un crollo definitivo che lo farà impazzire del tutto rendendolo più pericoloso che mai.
So&Sh: O____O... FIGHISSIMO! *ç*
Kn: Non so cosa ci troviate di tanto figo. Eden ha ucciso me e Espio e non era ancora arrivata al limite!
So: Già... Per non parlare di Charmy! .-.
Ls: L'appendice gli sarebbe esplosa comunque! U_U
So: Smetti di difendere quella pazza! è.é
Ls: "Pazza" lo dici a tua sorella! è.é
Kn: Voi due non muovetevi. Io vado a confortare i Chaotix, questo è stato un capitolo distruttivo per loro!
Sh: E lo credo bene: uno morto, un altro all'ospedale... A questo punto mi chiedo cosa succederà a Vector!
Au: Vector ne ha già passate troppe! E tranquillo Knuckles, loro hanno le torte di Vanilla per consolarsi. U_U
Kn: Scappo, ciao! ^.^ *fugge*
So,Sh&Ls: Vogliamo la torta anche noi! *gli corrono dietro*
Au: Che spalle incompetenti... Vi ringrazio per aver letto questo capitolo (sperando che non vi siate addormentati o suicidati prima per gli alti livelli di deprimenza, vi prometto che il prossimo sarà più allegro) e ringrazio i martiri che hanno messo la storia fra le preferite (Marta1493blueskyismylife, PiccolaCelebi, Marty Fantasy, Xelfilia e shinichi e ran amore), le ricordate (Xelfilia e blueskyismylife) e le seguite (EleNeiro, fenicex8, MartixHedgehog, Marta1493, Marty Fantasy, PiccolaCelebi, mendoza95 e Xelfilia). Grazie per l'attenzione e vi auguro un buon proseguimento di giornata/serata/notte. Al prossimo capitolo! ^.^/

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Capitolo 10
*** Capitolo 9: Linea di Confine ***


Sonic era rimasto fermo nella radura per molto tempo da quando lui e Vector avevano ritrovato Espio. Era seduto per terra e fissava i due alberi su cui era stato appeso il corpo del camaleonte dopo che era stato ucciso. Non riusciva a credere di non essere riuscito ad arrivare in tempo per impedire che accadesse l'irreparabile. Forse se fosse andato a cercare lì subito dopo essersi liberato li avrebbe trovati che stavano ancora combattendo e avrebbe potuto aiutare Espio e magari impedire la sua morte. Gli sorgeva spontanea solo una domanda: la cosa poteva essere evitata, oppure era destino che Espio the Chameleon dovesse morire quella sera?
Il riccio blu per la prima volta in vita sua sentiva di avere davvero paura. Prima Knuckles, poi Charmy e Espio... A quel punto poteva davvero essere chiunque il prossimo che sarebbe caduto a causa di Eden. Persino lui poteva essere il prossimo, e quelli potevano essere i suoi ultimi giorni di vita senza che nemmeno lo sapesse. Oppure potevano essere gli ultimi giorni di Tails, o Amy... Non ci voleva pensare. L'idea di poter perdere un altro dei suoi amici era una tortura atroce che non sarebbe mai riuscito a sopportare. Non osava pensare a come potesse sentirsi Vector in quel momento con Charmy all'ospedale e Espio morto. Nessuno di loro aveva fatto niente di male per meritare quello che gli era successo negli ultimi giorni...
-Sonic!-
Quell’urlo così familiare ridestò il riccio blu dal circolo vizioso di depressione in cui stava per sprofondare. Guardò verso la fonte della voce e vide Amy e Tails che correvano verso di lui, impazienti di sapere cosa fosse successo e perché Sonic avesse smesso di cercare.
-Come mai ti sei fermato? Hai trovato Espio?- chiese Tails, speranzoso, solo per ricevere una strana occhiata in cambio.
-Lo ha trovato prima Vector.- disse lui, senza manifestare alcuna emozione. -Era già troppo tardi.-
Amy si portò le mani alla bocca e si sedette per terra scuotendo la testa, come se si fosse rifiutata di credere di aver sentito le parole che Sonic aveva appena pronunciato. Tails abbassò lo sguardo a sua volta.
-Come l'ha presa?- chiese la volpe, senza nemmeno sollevare lo sguardo.
-Ha tirato un pugno in faccia a Eden e mi ha impedito di seguirla. Da quel poco che ho capito Espio si era fatto promettere che non le avrebbe fatto del male. E ora, solo perché lui ha cercato di farla ragionare...-
Sonic rise debolmente, come se non stesse parlando di una persona appena morta apparentemente senza ragione. Aveva tenuto d'occhio la casa dei Chaotix per tutto il giorno per impedire una possibile fuga del camaleonte, e apparentemente nulla sembrava presagire una simile risoluzione della vicenda finché Espio non lo aveva sedato.
-Com'è possibile?- chiese più a sé stesso che a loro. -Eden e Espio erano amici e lei lo ha ridotto al silenzio pur di non farci scoprire quello che lui sapeva realmente sul suo conto... Quale informazione vale tanto?-
All’improvviso Sonic ebbe un'illuminazione. Il riccio blu si alzò in piedi di scatto e si rivolse alla volpe. -I Chaos Emerald! Se ne avessimo uno forse potremmo scoprire cosa aveva scoperto Espio! Devo parlare subito con Shadow, forse siamo ancora in tempo!-
Tails capì a cosa si stava riferendo il riccio blu e lo fissò con tanto d'occhi. -Ti stai riferendo alla visione che hai avuto quando hai sfiorato Knuckles con il Chaos Emerald in mano? Credi che potrebbe funzionare anche con Espio?-
-Tanto vale fare un tentativo. In fondo è stato ucciso proprio perché sapeva troppo. Forse ora che si è finalmente reso conto di che pasta è fatta Eden si deciderà a parlare! Anche perché non credo che avrà altre occasioni...-
-Ma con Knuckles era diverso! Lui doveva farci sapere che esiste una persona in grado di sostituirlo come guardiano del Master Emerald. E in più lui conosceva l’energia del Chaos molto bene, e forse è per questo che è riuscito a comunicare con te. Espio invece non ha mai avuto legami particolari con quell’energia. Sono più le probabilità che tu fallisca che altro!-
-Non so fino a che punto darti credito. Anche Knuckles sembrava sorpreso di quello che stava accadendo. Forse è possibile ripetere il procedimento. Dobbiamo trovare Shadow e chiedergli di prestarci il suo Chaos Emerald per questo esperimento!-
La volpe fissò il suo migliore amico con scetticismo. -Devo ricordarti che in questo momento Shadow non è esattamente in termini amichevoli con Espio? Al locale era pronto a massacrarlo di botte per essersi messo in mezzo fra lui e Eden!-
-Sono certo che per una volta potrebbe fare un'eccezione. In fondo Espio sapeva qualcosa di importante, no? Forse questa è l’unica possibilità che abbiamo per capire come sconfiggere Eden!-
Amy fissò il riccio blu, pallida come un cencio. -Cosa intendi dire, Sonic?-
-Che forse è questo il vero motivo per cui Espio è stato messo a tacere. Lui sapeva come fermare Eden!-
Tails alzò la testa, sconvolto da quel ragionamento. -No, Sonic... Se avesse saputo come fermarla probabilmente sarebbe riuscito a sconfiggerla da solo e non staremmo nemmeno qui a parlare di una simile eventualità. Dobbiamo rassegnarci: Espio non ha voluto rivelarci cosa lui e Eden si sono detti e non ce lo può certamente dire adesso che non è più con noi. È triste, ma è così.-
-Tails ha ragione, Sonic.- disse Amy, prendendogli la mano. -So come ti senti. Vorresti avere fatto qualcosa per impedire che accadesse quello che è successo e ora stai cercando in tutti i modi di rimediare alla tua mancanza. Però non puoi fare niente, anche perché non hai niente di cui rimproverarti. È stata la scelta di Espio, non la tua. Sapeva a cosa sarebbe andato incontro sfidando Eden, ha scelto lui di andarsene.-
Il ricco blu guardò la mano che la riccia rosa gli aveva preso con espressione indecifrabile per alcuni minuti per poi ritirarla con delicatezza ed allontanarsi di qualche passo.
-Avete ragione, ragazzi. Ma la verità e che io non so più cosa fare. Eden è l'avversaria più pericolosa che abbiamo mai affrontato finora. Ha ucciso un mio amico sotto i miei occhi senza che io me ne rendessi nemmeno conto, e anche ora che sappiamo di cosa è capace ci lasciamo sorprendere da quello che continua a fare! Abbiamo chiesto aiuto ai Chaotix e abbiamo visto com’è andata a finire. Non oso nemmeno immaginare come possa sentirsi Vector in questo momento. Fino ad un paio di giorni fa andava tutto bene, e ora si ritrova da solo all'improvviso! Solo perché lui e i suoi amici hanno accettato di aiutarci a fermare Eden. Forse anche voi siete in pericolo. Dovreste lasciare perdere e lasciare che me ne occupi io da solo. Sarebbe molto meno rischioso per voi.-
Amy e Tails guardarono Sonic con stupore prima di muovere entrambi un passo nella direzione del riccio. Quando si resero conto di aver fatto lo stesso gesto nello stesso istante si ritrovarono a sorridere perché capirono all'istante di aver pensato la stessa cosa.
-Non ci pensare neanche, Sonic.- disse Tails, facendo trasalire il riccio blu. -Eden sarà pure pericolosa, ma non possiamo permetterle di continuare a fare del male. Sappiamo che è rischioso, che potremmo non sopravvivere, e che rischiamo di assistere ad un'altra morte priva di senso ogni volta che la affrontiamo, ma non abbiamo paura per questo. Dobbiamo fermarla ad ogni costo, dobbiamo farlo per Knuckles, Espio e Charmy.-
-E niente di quello che potresti dirci riuscirà a convincerci del contrario, Sonic. Abbiamo lottato insieme finora e continueremo fino alla fine.- concluse Amy, costringendo il riccio blu a voltarsi per guardarli. Quando vide una cieca determinazione dipinta nei loro occhi capì che non esisteva modo per convincerli che forse sarebbe stato meglio per loro fermarsi e lasciare che se ne occupasse lui, anche se questo sarebbe significato rischiare la vita per chissà quanto tempo ancora prima che quella storia avesse fine.
-Va bene. Vedete solo di stare attenti.- disse lui, girandosi e correndo via senza dare spiegazioni. Sia Tails che Amy capirono che lo stava facendo perché voleva liberarsi dalla tensione e provare a dimenticare per qualche ora tutto ciò che stava accadendo intorno a lui negli ultimi tempi. Ma dubitavano che ci sarebbe riuscito fino in fondo.
La verità era che nemmeno loro sapevano cosa fare. Eggman aveva già quattro Chaos Emerald e il Master Emerald, mentre Shadow ne aveva solo uno che gli serviva per usare gli attacchi che richiedevano l’energia del Chaos. Restavano solo due Emerald da localizzare e nessuno aveva la più pallida idea di dove potessero trovarsi. Dovevano intensificare le ricerche per assicurarsi che almeno le ultime due pietre non cadessero nelle mani sbagliate.
 
Amy e Tails decisero di comune accordo di incamminarsi all'agenzia investigativa dei Chaotix per vedere come stava Vector e per offrirgli un po' di conforto per via di tutto quello che aveva affrontato nelle ultime ore. Non sapevano come avrebbe reagito alla loro visita, ma sentivano di dover fare qualcosa per dimostrargli di essergli vicini in quel terribile momento. La riccia e la volpe entrarono dalla porta ancora aperta quasi senza fare rumore e la prima cosa che notarono fu che le luci del salotto adibito a sala d’attesa erano spente e che l'unica fonte di luce veniva dal quadrante dell’orologio elettronico che si trovava su una mensola. Vector era seduto sul divano con espressione vuota e sull'altro divano c'era distesa una figura avvolta in un lenzuolo a quadri. Da alcuni rumori di sottofondo soffocati e ritmici capirono che il coccodrillo stava ascoltando della musica a volume abbastanza alto. Amy si fece coraggio e fece notare al coccodrillo la sua presenza inserendosi nel suo campo visivo e sfiorandogli la mano.
-Mi dispiace.- mormorò lei, vedendo che il coccodrillo non stava minimamente reagendo a quel contatto. Tails, invece, non riusciva a non fissare la figura avvolta dal lenzuolo, che sollevò leggermente per avere conferma che il corpo che vi era avvolto fosse proprio quello di Espio. Il camaleonte aveva gli occhi chiusi e l'espressione serena nonostante fosse molto pallido. Era come se si fosse addormentato dopo una lunga e dura battaglia. Vector notò l’interesse della volpe per la salma.
-Sembra quasi che dorma, vero? Mi è quasi sembrato di rivivere ieri sera, solo che quando l’ho portato dentro quel giorno sapevo che si sarebbe svegliato il mattino seguente. Che sarebbe andato tutto bene.- disse all’improvviso, sorprendendo i suoi visitatori. -È strano. Ogni volta che meditava era sempre così calmo e silenzioso che a volte mi dimenticavo della sua presenza. Ora non potrò più notare la sua presenza all’improvviso come prima, o sentire la sua voce che mi ricorda che non stava dormendo. È strano pensare che ora non sentirò più la sua voce e che non lo rivedrò mai più. Ed è ancora più strano che io, nonostante tutto, non riesca nemmeno a piangere per lui. Forse c’è qualcosa che non va in me. Non è normale ascoltare le canzoni che un tuo amico diceva di “tollerare” subito dopo la sua morte, dico bene?-
Amy e Tails non sapevano cosa dirgli. Era visibilmente scosso da quello che era successo, al punto tale che non riusciva nemmeno a reagire. Dopo alcuni minuti passati a fissarsi in silenzio Tails decise di fare un tè caldo e Amy si sedette sul divano accanto a Vector, indecisa se toccarlo anche solo per spostargli le cuffie per parlargli. Apparentemente non stava nemmeno aspettando una risposta alla sua domanda. La seconda reazione di Vector arrivò quando Tails portò il tè nel salotto. Il coccodrillo prese la tazza in mano e sorrise.
-Hai preso il tè verde di Espio per sbaglio, Tails. Spero per te che ti piacciano i sapori forti!- disse mentre metteva una quantità non indifferente di zucchero nella sua tazza. Tails e Amy decisero di metterne una quantità normale, ma dopo averlo assaggiato decisero di aumentare la quantità di zucchero per cercare di contrastare il sapore amaro che gli aveva invaso la bocca.
-Diceva sempre che il tè fa bene, soprattutto quello verde. Farà anche bene, ma personalmente trovo che abbia un saporaccio. Non so come facesse a berlo, senza zucchero per di più.- L'espressione del coccodrillo si rabbuiò di nuovo. -Più ci penso più mi rendo conto che ci sono tante domande che avrei voluto fargli e che ora non avrò mai le risposte. Ma le voglio comunque, ed è per questo che continuerò ad aiutarvi a fermare Eden.-
Tails quasi soffocò con il tè che stava bevendo per quella rivelazione improvvisa. -Sei proprio sicuro di volerlo fare?-
Vector annuì. -Ho promesso a Espio che non avrei fatto del male a Eden, ma non gli ho promesso che non avrei indagato. Sono certo che Espio abbia trovato un modo per farci sapere quello che aveva scoperto prima di essere ucciso, per impedire che quelle informazioni andassero perse con la sua morte. Troverò quelle informazioni e ve le porterò, fosse l'ultima cosa che faccio.-
Amy non era meno sorpresa di Tails. La riccia poggiò la tazza vuota sul tavolino e fissò il corpo disteso sull'altro divano. -Credi davvero che Espio abbia potuto organizzare una cosa simile? Ha passato pochissimo tempo da solo oggi. Se tu non lo stavi tenendo d'occhio lo stavamo facendo noi, e oggi non ha fatto niente di sospetto.-
-A meno che non si sia svegliato prima stamattina per fare qualcosa di nascosto senza farcelo sapere.- concluse Tails, fissando Vector. I due si alzarono in piedi di scatto e salirono al piano di sopra per cercare eventuali indizi nella camera da letto del camaleonte. Amy li fissò con gli occhi sgranati prima di decidere di unirsi alla loro ricerca. Sospirò pensando che sarebbe stata davvero una lunga notte, ma allo stesso tempo era felice di sapere che Vector non aveva intenzione di lasciarsi abbattere dalla morte del suo amico.
La riccia rivolse un'occhiata al corpo di Espio. -Vector doveva fidarsi davvero molto di te, sai? Io al posto suo sarei davvero furiosa per quello che hai fatto. È come se fossi andato a morire senza pensare alle conseguenze che questo gesto avrebbe avuto su di lui. Ma lui ti conosceva meglio di me, quindi non mi permetterò di giudicare le tue ultime azioni. Spero solo che per te ne sia valsa la pena. Riposa in pace.-
Terminato quel breve discorso la riccia raggiunse la volpe e il coccodrillo al piano di sopra.
 
***
 
Rouge the Bat era comodamente seduta sul ramo di un albero che si trovava al limitare della foresta. Il pipistrello aveva davvero bisogno di una boccata d'aria fresca dopo tutti gli eventi più o meno traumatici a cui aveva assistito nelle ultime settimane. Era una situazione difficile, ma sperava che in un modo o in un altro, sarebbero riusciti ad uscirne, anche se in quel momento la situazione sembrava davvero disperata. Eggman aveva quattro dei cinque Chaos Emerald localizzati, più il Master Emerald, e vedere Angel Island nel mare priva della luce della pietra che la faceva fluttuare nel cielo era forse il modo più doloroso per ricordarglielo. Anche se quella pietra fosse tornata al suo posto non sarebbe stato più lo stesso: sarebbe sempre mancata una persona su quell’isola. Il Master Emerald avrebbe avuto una nuova guardiana, ma non sarebbe più stata la stessa cosa cercare di rubarlo, lo doveva ammettere. Per lei era divertente vedere Knuckles irritato ogni volta che gli si avvicinava. Ogni volta provava ad indovinare in che modo le avrebbe chiesto di lasciarlo in pace e andarsene dall’isola. Alla fine era giunta alla conclusione che “Tu proprio non riesci a capire quando non sei desiderata!” doveva essere la sua frase preferita, perché finiva sempre col ripetergliela ogni volta che la vedeva. Era divertente cercare di farlo cadere in contraddizione e fargli ammettere che in fondo un po' ci sperava di vedersela comparire davanti senza alcun preavviso. Era divertente vederlo arrossire e vedere i suoi goffi tentativi di nascondere il suo imbarazzo. Le mancavano davvero quei momenti che avevano passato insieme a Angel Island.
All’improvviso Rouge vide sfrecciare un lampo blu sotto agli alberi e seppe che Sonic si era lanciato in una corsa scatenata come ai vecchi tempi. Era circa la terza volta che lo vedeva passare.
-Ehi, Blue Boy, vedo che sei tornato in forma come ai vecchi tempi!- urlò Rouge per farsi sentire. Come aveva previsto il riccio blu tornò indietro, ma la sua faccia non era proprio come lei se l’aspettava. Sembrava essere davvero molto irritato.
-Ciao, Rouge.- la salutò con un tono piattissimo che non era minimamente da lui. Il pipistrello sapeva che questo poteva essere solo un pessimo segno. -È davvero una fortuna che ti abbia trovato. Abbiamo bisogno del vostro Chaos Emerald in prestito. È abbastanza urgente.-
Rouge rimase spiazzata da quella richiesta così sbrigativa. -Frena per un secondo, eroe. So che i convenevoli non sono mai stati il tuo forte, ma da qui a chiedere un Chaos Emerald in prestito di punto in bianco mi sembra un po' troppo!-
-Te l'ho detto. È urgente. Devi convincere Shadow a prestarcelo.- continuò lui, come se non avesse sentito quello che il pipistrello gli aveva appena detto.
-E perché dovrei?- chiese lei, irritata dall’atteggiamento del riccio.
-Espio è morto. È stata Eden ad ucciderlo.-
Rouge sbatté gli occhi e si aggrappò al ramo per impedirsi di scivolare a terra. Ricordava il camaleonte viola che aveva difeso la mutante da Shadow, e non avrebbe mai osato immaginare che Eden avrebbe ucciso anche lui dopo che si era dimostrato tanto amichevole con lei. Invece lo aveva fatto. Aveva distrutto un'altra vita a causa del suo progetto sconsiderato. La ragione per cui aveva ucciso Knuckles era la vendetta, ma quale ragione poteva esserci dietro la morte di Espio? Era chiaro che ormai Eden aveva oltrepassato il limite fra ciò che poteva essere considerato lecito o meno. Doveva informare subito Shadow. Il pipistrello volò via, ignorando le urla di protesta di Sonic, che la seguì finché lei non attraversò il fiume. Il pipistrello volò per numerose miglia e durante il tragitto iniziò addirittura a piovere. Ma non era una lieve pioggerellina estiva, era un vero e proprio acquazzone che le rese molto difficile orientarsi e continuare a volare dritto, e questo la rallentò parecchio. Però alla fine riuscì a raggiungere il suo appartamento in città, dove trovò ad attenderla Shadow e Omega, che si era messo in stand-by per recuperare le energie.
-Sei tornata presto, stasera.- notò il riccio nero. -Sei stata di nuovo nel bosco, vero? Volare fin laggiù non ti sta facendo bene, è un dispendio di energia a cui non sei abituata. Con questo tempo, poi...-
- "Ciao Rouge, hai passato una buona serata?" Dove sono finite le buone maniere?- sbuffò lei, irritata da quella brusca accoglienza. Shadow era sempre stato un tipo brusco, ma a volte odiava il suo atteggiamento. -Comunque sì, ero nel bosco. Volevo stare un po' da sola. Lì ho incontrato Sonic e mi ha comunicato una cosa molto importante. Eden ha ucciso Espio.-
Lo sguardo di Shadow tradì una leggera sorpresa che però represse quasi subito. -Se l'è cercata. Poteva lasciarmi distruggere quella mutante invece di lasciarsi prendere dal sentimentalismo in quel modo. Ieri poteva essere tutto finito e lui mi ha impedito di dare una giusta conclusione a questa storia. La verità è che l’unico che ci ha davvero rimesso dalle sue azioni è stato lui. La prossima volta che incontrerò quella creatura niente mi impedirà di darle ciò che si merita.-
Rouge annuì, ma non condivideva tutto il pensiero di Shadow. -Però deve esserci una ragione che lo ha spinto ad agire in quel modo.-
-Mi ha detto che se le avessi fatto del male me ne sarei pentito, che io e lei siamo uguali... Uguali! Ha ucciso Knuckles per vendetta, ma questo non le ha impedito di unirsi ad Eggman. Poi c'è quel suo fratello, che è ancora più idiota di quel camaleonte che continua a darle corda come se sua sorella fosse la creatura più pura e innocente sulla faccia della terra... Ma si sbaglia. Sua sorella ha fatto troppo male per continuare a vivere. Almeno io ho capito di aver sbagliato prima che fosse troppo tardi e ho cercato di rimediare al mio errore. Lei non lo farà mai, e per questo deve essere fermata.-
Shadow espresse il suo ragionamento con un tono che non ammetteva repliche. Era davvero convinto che l'unico modo sicuro per fermare Eden fosse ucciderla. E Rouge era davvero d’accordo con lui, per una volta. Sentiva che quella ragazza meritava davvero di pagare per quello che stava facendo.
-Conta pure su di me.-
Shadow la fissò con serietà. -Non so fino a che punto tu potresti aiutarmi.-
Rouge trasalì per quell'improvvisa affermazione. -Cos'hai detto, Shadow?-
-So chi sei, Rouge.- disse Shadow -Però in questo periodo non sei più te stessa. Non rubi un gioiello da più di una settimana e ti sei buttata su questo caso come mai hai fatto prima. Ti conosco abbastanza bene da sapere che normalmente non ti comporteresti così. Temo per quello che potresti arrivare a fare, date le condizioni in cui sei.-
Rouge sorrise e si versò un bicchiere di limonata. -Di cosa stai parlando, Shadow? Io sto benissimo.-
-Questo è quello di cui stai cercando di convincerti, Rouge. La verità è che tu stai ignorando il problema. Da quando Eden è comparsa tu non sei più la stessa ragazza che ho conosciuto tanto tempo fa. Il modo in cui è entrata in scena ti ha scossa parecchio, anche se tu stai cercando di negarlo. Al punto di avermi consegnato volontariamente un Chaos Emerald che avevi appena trovato come se fosse stato un semplice pezzo di vetro.-
Rouge sbatté il bicchiere da cui stava bevendo sul tavolo correndo il rischio di romperlo per richiamare l’attenzione del riccio nero. -L'ho fatto solo perché sapevo che era a te che serviva. Non sono così frivola da non sapere che quello non era il momento di pensare ai gioielli.-
-Non riuscivi nemmeno a guardarlo.- disse lui, tirando fuori il Chaos Emerald viola e appoggiandolo sul tavolo accanto al bicchiere che Rouge aveva appena posato. La donna pipistrello lo fissò per alcuni istanti prima di prenderlo ed esaminarlo con attenzione. Era sempre bellissimo e perfetto, ma in quel momento non riusciva nemmeno a guardarlo.
-Non lo vuoi?-
-Non sto dicendo questo. Mi serve, per il momento. Però la cosa sconvolgente è che ti si legge chiaramente in faccia che in questo momento sei tu a non essere interessata a questa pietra.- disse lui, riprendendosela. Rouge reagì solo con un’occhiata stizzita.
-Allora, quali sono le tue supposizioni, dottor Shadow? Avanti dimmelo, sono curiosa di sentirle!- disse lei incrociando le braccia.
-Sei triste per quello che Eden ha fatto al guardiano del Master Emerald. La cosa ti è dispiaciuta al punto tale da averti fatta cambiare radicalmente. Nessuno può dirtelo meglio di me.- mormorò Shadow, ripensando al periodo in cui Eggman lo aveva risvegliato. -Ricordi cosa ho fatto quando Eggman mi ha liberato dalla capsula che mi rinchiudeva? Avevo in mente di sterminare l'umanità, e non m'importava niente di rimetterci la vita. Volevo vendicarmi di coloro che mi avevano portato via Maria e ho perso di vista l'essenziale, il suo vero ultimo desiderio. E ho paura che tu possa fare lo stesso con Eden.-
-Che cosa stai insinuando?- chiese lei, sentendosi stranamente molto irritata da quel paragone.
-Quello che sto vedendo.- mormorò Shadow -Non mentire, tu vuoi vendicarti di Eden per quello che ha fatto a Knuckles. Ho notato il modo in cui la guardi ogni volta che te la ritrovi davanti.-
-E anche se così fosse?-
-Per te affrontarla sarebbe un suicidio. E nelle tue attuali condizioni non sei in grado di ragionare lucidamente. È così, non provare nemmeno a negarlo.-
Rouge scattò in piedi e tirò un sonoro schiaffo a Shadow. -Tu non sai niente, Shadow. Niente!-
In quel momento sentirono una serie di suoni metallici e videro Omega che si guardava intorno con il cannone puntato verso di loro.
-Analisi-ambientale-in-corso!- disse il robot, continuando a guardarsi intorno alla ricerca di eventuali nemici, come una guardia che era stata appena svegliata di soprassalto sul posto di lavoro.
-Torna pure a dormire, Omega, non c'è alcun pericolo qui.- gli disse Rouge, fissando Shadow con un'occhiataccia. -Torno fuori. Ho bisogno di un po' d'aria.- comunicò lei uscendo in volo dalla stessa finestra da cui era entrata.
-Rouge, aspetta! Mettiti almeno un giubbotto! Sta ancora piovendo!- le urlò Shadow dalla finestra, ma ormai il pipistrello era troppo lontano per poter ascoltare quel suggerimento. E non aveva intenzione di tornare indietro per continuare a discutere.
In realtà non ci mise molto tempo prima di tornare a casa, ma preferì nascondersi sul tetto nonostante lì fosse più esposta che mai alla pioggia e al vento. Voleva stare da sola e capire cosa dovesse fare. E soprattutto, voleva convincersi che Shadow si stesse sbagliando. Lei non era affatto sul punto di fare qualcosa di cui si sarebbe pentita affrontando Eden. In fondo sapeva che il suo amico aveva ragione, ma il suo orgoglio le impediva di ammettere che era stata ingiusta nel dare quello schiaffo al riccio nero. In fondo stava solo cercando di aiutarla a superare quel brutto momento. L’unico problema era lei, che ancora non voleva parlare di come si sentiva a riguardo di tutta quella storia. Era vero anche il fatto che i gioielli in quel periodo non attiravano nemmeno più il suo interesse: dov'era finita la cacciatrice di tesori amante delle sfide impossibili? Cercava di farsi forza e di non fare niente che potesse tradire il suo vero stato d'animo in quel periodo, ma si stava rivelando sempre più difficile. Era difficile prevedere come sarebbe andata a finire con quella mutante assassina. Non poteva dimenticare che aveva aggredito un bambino solo un paio di giorni prima, e da quel fatto era palesemente comprensibile quanto quella creatura fosse priva di scrupoli. Andava fermata ad ogni costo, non solo per quello che aveva fatto a Knuckles quella notte, ma per impedirle di attuare il suo piano, qualunque esso fosse. Era impossibile che le sue intenzioni fossero buone, non se usava quei mezzi per raggiungere i suoi obiettivi. E non poteva credere che la sua prima vittima fosse stata proprio Knuckles, e che per colpa sua non avrebbe mai più affrontato il suo più grande rivale. Era inaccettabile. La loro battaglia non poteva essere interrotta in quel modo.
-Non meritavi questo...- mormorò lei.
 
***
 
La mattina dopo Lost fu sorpreso quando si svegliò senza che sua sorella fosse accanto a lui per dargli il buongiorno. Era un fatto piuttosto insolito, dal momento che lo faceva ogni giorno fin da quando erano bambini e che da quando si erano ritrovati lei aveva continuato a farlo. Si ricordò quello che sua sorella avrebbe dovuto fare la sera prima, e decise che forse era il caso che per una volta i ruoli si invertissero, anche se non sapeva come avrebbe potuto aiutarla dal momento che non era la persona più indicata a confortare il prossimo. Non era bravo con quel genere di cose, ma sentiva di volerci essere per dimostrarle che non la giudicava male per quello che era stata costretta a fare. In fondo lo aveva fatto per proteggere loro stessi e i Chaotix da Eggman. Erano ragazzi in gamba, ma la situazione era troppo più grande di loro, più di quello che pensavano. Però le conseguenze peggiori le avrebbe comunque subite Eden: dopo quello che aveva fatto a Espio e a Charmy si calata nel ruolo dell'assassina ancora più di quanto avesse fatto prima, e se non fosse stata attenta gli altri avrebbero cercato di farle del male senza sapere tutta la verità che si celava dietro le sue azioni. Se solo Espio non avesse perso il controllo in quel modo tutto quello che era successo si sarebbe potuto evitare.
Lost entrò in silenzio nella stanza della sorella. Eden era rannicchiata sul letto e stava stringendo il cuscino come se fosse stata un'ancora di salvezza.
-Ed? Sei sveglia?-
Non sentì alcuna risposta. Nella stanza c'era davvero un silenzio di tomba, e per quel motivo decise di entrare. Vide sua sorella, chiaramente sveglia, con gli occhi arrossati e spalancati e con due occhiaie che si vedevano a malapena sotto il pelo nero che copriva le sue palpebre. Solo dalla sua espressione si vedeva che era sconvolta.
-Mi dispiace per ieri sera. So che se ci fosse stato un altro modo non saresti arrivata a questo.- La mutante reagì soltanto sbattendo le palpebre. -Non hai niente da rimproverarti.-
-Ma mi sento malissimo comunque. Sono cresciuta con lui. Eravamo amici e gli ho fatto questo... Solo perché ha voluto restarmi accanto fino alla fine.- mormorò lei, stringendo il cuscino ancora più forte. Lost si sedette sul letto e le accarezzò gli aculei.
-Sapeva che non avevi cattive intenzioni.-
-Se devo essere sincera, avrei preferito che lo avesse pensato. È stato terribile essere trattata in quel modo da una persona che invece avrebbe dovuto odiarmi.-
-Avresti preferito essere insultata?- chiese Lost, senza smettere di accarezzarle gli aculei.
-Avrei preferito ricevere un discorso come quello che mi ha fatto Vector.-
Nessuno poté vedere che Lost alzò gli occhi al cielo. -Ascoltami. Per ora non capiscono. Quando saranno chiari i motivi che ti spingono a fare quello che stai facendo nessuno ti biasimerà. Tu stai facendo tutto questo per salvarci, e dovresti esserne orgogliosa.-
-Orgogliosa?- chiese lei, trattenendo a stento una risata. -Là fuori ci sono delle persone che soffrono per i loro caduti e noi stiamo qui a parlare di come quello che stiamo facendo sia buono e nobile. Forse sono io che sono davvero pazza come loro credono, ma sento che loro hanno ragione quando dicono che dovrei essere fermata!-
Lost scattò in piedi. -Non dirlo neanche per scherzo. Non ti permetterò di farti sopraffare da sensi di colpa che non dovresti nemmeno avere. Alla fine tutto si risolverà, e le cose miglioreranno... Tu riuscirai nel tuo scopo e avrai, anzi avremo la vita che avremmo dovuto avere molto tempo fa. Nessuno ci fermerà.-
Eden non rispose, e strinse ancora più forte il cuscino. In quel momento si sentì la voce dell'Egg-Matic provenire dall'altoparlante.
-Eden e Lost sono attesi nella sala principale.-
La mutante non si mosse. -Dì al dottore che non mi sento molto bene. Oggi non andrò in missione.-
Lost annuì e si diresse verso la sala principale senza smettere di pensare alle condizioni in cui si trovava sua sorella. Sperò che Eggman avesse davvero trovato un altro Chaos Emerald perché a quel punto era davvero chiaro che Eden non avrebbe retto ancora per molto. Dovevano aspettare che tutti e sette gli smeraldi venissero localizzati per poter uscire allo scoperto e rivelare il loro vero piano. Ormai solo due smeraldi mancavano all'appello, e quando sarebbero stati trovati sarebbero stati liberi. Sua sorella doveva resistere solo un altro po' di tempo prima che quella follia avesse termine.
Eggman fu sorpreso quando vide entrare solo Lost nella stanza.
-Tua sorella se la sta prendendo comoda?- gli chiese senza nascondere il sarcasmo.
-È stanca. Non ha dormito molto bene stanotte.- rispose lui. Fortunatamente Eggman non aveva potuto sentire il tono sgarbato e disponente che aveva usato in quell'affermazione.
-Mi dispiace sentirlo. Strano, la credevo più resistente.- commentò il dottore, mentre Lost sentiva salire la rabbia. Era per colpa di quello spregevole individuo se Eden si stava lentamente riducendo all'ombra di se stessa. -Oggi può prendersi la giornata libera. Ma tu non osare pensare di seguirla, ho ancora bisogno di te. Oggi farai le veci di tua sorella sul campo di battaglia.-
-Avete localizzato un nuovo Chaos Emerald?- chiese lui con trepidazione.
-Sì. Il nuovo smeraldo per di più si trova in un posto che era già stato controllato. Non è stato trovato prima perché evidentemente Knuckles the Echidna lo aveva nascosto bene e non ha voluto o potuto rivelare di averlo trovato. Come avrai capito lo smeraldo si trova a Angel Island, l'ormai ex-isola volante su cui si trova l'altare del Master Emerald. Ci stiamo dirigendo lì proprio in questo momento.-
-Bene.- disse Lost, annuendo e preparandosi per la battaglia che avrebbe dovuto affrontare in quel luogo.
 
***
 
Rouge finalmente si era decisa a tornare su Angel Island dopo molte settimane di assenza. Non aveva un motivo valido per andare lì, voleva solo dimostrare a se stessa che in fondo gli eventi di quelle ultime settimane non l'avevano condizionata più di tanto, nonostante tutto. Eppure non riusciva a volare: era come se qualcosa le stesse impedendo di volare come avrebbe fatto normalmente per risparmiare tempo ed energie. Invece si ritrovò a camminare attraverso la foresta che circondava l'altare. Dato che non era molto pratica del luogo si ritrovò a girovagare per la vegetazione e incappò per più di una volta in delle rovine nascoste. Ad un certo punto il pipistrello sentì il segnalatore che portava al polso vibrare in modo strano, e da quel fatto capì che doveva esserci qualcosa di strano su quell'isola. Rouge tornò sui suoi passi solo per vedere comparire una serie di robot di Eggman che stavano setacciando la zona con le loro trivelle e con i loro strani visori. Non ci pensò due volte prima di attaccarli e farli a pezzi uno dopo l'altro. Per lei era insopportabile vedere quegli arnesi in quel luogo sacro, e sapeva che lui probabilmente avrebbe fatto lo stesso. Capì che molto probabilmente quei robot non erano soli e che doveva esserci una ragione per la loro presenza sull'isola.
-Shadow, mi ricevi?- chiamò alla ricetrasmittente.
-Sì, ti ricevo. Dimmi pure, Rouge.- le rispose subito il riccio nero.
-Sono a Angel Island. È pieno di robot del dottor Eggman.-
-Ci sono anche Eden e Lost?-
-Se ci sono non li ho ancora visti.- rispose Rouge, guardandosi intorno come se avessero potuto spuntarle da dietro le spalle da un momento all'altro.
-Ho capito. Tieni la situazione sotto controllo e non fare niente di avventato. Io e Omega ti raggiungeremo il prima possibile.- disse Shadow, chiudendo la chiamata.
Rouge si guardò intorno prima di controllare attentamente il segnalatore. Forse non era un caso che si fosse messo a vibrare in quel modo. Forse aveva davvero rilevato qualcosa, un segnale debole che non lo aveva nemmeno fatto suonare. Forse su quell'isola c'era qualcosa che Eggman non era ancora riuscito a portare via e in quel momento stava solo a lei cercare di capire cosa potesse essere. La donna pipistrello volò a tutta velocità verso l'altare del Master Emerald, lanciando occasionalmente alcune piccole granate sui robot che incrociava durante il tragitto. Arrivò lì in breve tempo, e per lei vedere l'altare vuoto e privo di custodia fu uno shock molto più grande di quello che avrebbe mai potuto ammettere: era come avere avuto un'altra prova visiva che Knuckles era morto e sepolto. Cercò di non pensarci mentre esaminava la zona circostante, sperando in una qualche vibrazione del segnalatore che le indicasse che stava davvero seguendo la pista giusta. In realtà non ne aveva davvero molto bisogno: Rouge conosceva Knuckles abbastanza bene da sapere che se aveva davvero voluto nascondere qualcosa lo avrebbe fatto lì, nelle immediate vicinanze dell'altare, in un punto da dove avrebbe potuto tranquillamente controllare la situazione. Quando sentì il segnalatore vibrare ed emettere uno squillo davanti ad un ciottolo a pochi metri dalla scalinata dell'altare capì di aver fatto centro. Sollevò la pietra e iniziò a scavare finché non trovò un cofanetto di legno che conteneva un Chaos Emerald. L'espressione trionfante di Rouge venne smorzata nel momento in cui si rese conto del colore della gemma. Era rossa, come il colore dei suoi aculei.
-Non è possibile! Allora mi stai perseguitando!-
Rouge si alzò in piedi di scatto quando sentì quella voce da automa. Era certa di averla già sentita, e ne ebbe conferma quando vide Lost che si stava avvicinando a lei. Il pipistrello si mise subito sulla difensiva.
-Tranquilla, non ho alcuna intenzione di farti del male. Voglio solo che tu mi consegni lo smeraldo che hai trovato.-
Rouge gli rivolse un'occhiataccia. -Questo Chaos Emerald non è più proprietà di nessuno, ormai. Grazie a tua sorella!-
-È strano sentirti fare questo genere di discorsi sulla proprietà. Mi risulta che tu sia una ladra.-
-Cacciatrice di tesori, prego!- ribatté lei con freddezza.
-Ok, usiamo i tuoi termini. Sei una cacciatrice di tesori che non si sarebbe fermata davanti a niente e a nessuno per ottenere quello che voleva. Che non avrebbe nemmeno esitato a rubare, se necessario.- disse lui, fissando l'altare vuoto. -Quante volte hai cercato di rubare il gioiello che teneva quest'isola sospesa?-
-Non parlare di cose che non sai e che non ti riguardano!- urlò lei, stringendo forte il cofanetto che conteneva l'Emerald.
-No, invece ne parliamo perché sono proprio curioso di sapere cosa farai ora che non c'è più nessun guardiano a custodire quella pietra.- continuò lui. -Immagino che cercherai di rubarlo e che per te sarà uno scherzo farlo dal momento che non ci sarà nessuno ad ostacolarti!-
-Ti sbagli!- urlò lei. Quelle insinuazioni stavano davvero per farle perdere la pazienza. -Non sono un'approfittatrice.-
-Non tenteresti di rubare il Master Emerald a Eggman se si presentasse l'occasione, dunque?- chiese lui, incrociando le braccia. -Non prendermi in giro e ammetti che lo faresti.-
-Sì, lo farei.- gli rispose. -Perché quello smeraldo non appartiene nemmeno a lui. Appartiene a Knuckles, e lui vorrebbe che restasse su quest'isola.-
Lost abbassò le braccia e tacque. Rouge approfittò di quell'attimo di smarrimento per attaccarlo con un calcio alla testa che lo fece cadere rovinosamente a terra. Il pipistrello spalancò le ali e cercò di volare via al massimo della velocità, ma sfortunatamente non ci riuscì. Anzi, si ritrovò a scontrarsi con un albero senza nemmeno sapere come ci fosse riuscita. Cadendo a terra, la ragazza si rese conto di sentire la testa pesante come un macigno e che stava iniziando a vedere il mondo circostante con contorni poco chiari e indefiniti, proprio nel momento in cui una figura scura le stava venendo incontro.
-Ti sei fatta male? Aspetta, stai bene? Mi sembri piuttosto pallida...- disse Lost, cercando di portarle una mano sulla fronte. Rouge lo respinse con un calcio e iniziò a correre, anche se facendolo non poteva che sentirsi peggio. Il mondo era una macchia sfocata e tremolante, e lei non sentiva altro che la nausea che saliva per lo sforzo.
“Maledizione! Proprio ora dovevi sentirti male? Queste devono essere le conseguenze del tuo volo notturno. Hai fatto male ad ignorare il mal di testa di stamattina. Almeno cerca di non far rendere conto a quel pallone gonfiato che ti senti talmente male da sentire le voci nella tua testa!”
Rouge si disse che doveva essere davvero messa peggio di quello che pensava se in quel momento sentiva la voce di Knuckles che commentava il suo stato di salute e le azioni che probabilmente l'avevano provocato.
-Rouge, fermati! È inutile che cerchi di scappare!- sentì urlare da dietro le sue spalle. -Ti farai solo del male!-
-Come se tu non avessi intenzione di farmene non appena mi acciufferai...- commentò lei, ignorando il richiamo del suo inseguitore nonostante le fitte alla testa, la nausea e le vertigini. Ma non aveva tempo di sentirsi male in quel momento. Doveva aspettare Shadow e Omega per mettere in salvo il Chaos Emerald che aveva recuperato.
All'improvviso il pipistrello si ritrovò davanti ad altri robot del dottor Eggman. Riuscì ad atterrarne un paio con un calcio a agli altri ci pensarono le bombe, ma i suoi riflessi non le permisero di notare il robot che stava per colpirla alle spalle. Per sua fortuna Lost lo abbatté con un pugno che gli fece saltare via la testa prima che potesse farle qualcosa.
-D'accordo, ammetto che non avrei dovuto dirti quelle cose. Ti ho offesa e mi scuso per questo. Ma resta comunque il fatto che quel Chaos Emerald mi serve. Se me lo consegni adesso posso anche fare a meno di ricorrere alle cattive.-
Rouge indietreggiò continuando a stringere la scatola di legno. -Non posso darti questo smeraldo. Non posso permettere a Eggman di attuare il suo piano. Non hai mai pensato a quello che potrebbe succedere se li raccogliesse tutti e sette?-
-So cosa accadrebbe. La sua vera arma segreta diventerebbe inarrestabile.-
Rouge lo fissò, confusa. -Cosa intendi dire?-
-Noi siamo soltanto dei diversivi. Eggman ha in mente un piano e nemmeno noi siamo al corrente di cosa sia...- disse lanciando una lama contro uno strano robot volante che era appena comparso dalla foresta. Era talmente piccolo e silenzioso che Rouge non si era nemmeno accorta della sua presenza.
-A volte mi dimentico della presenza di quegli stupidi affari. Eggman stavolta ha voluto fare le cose per bene. Chissà, magari teme che Eden si ribelli, e dati i precedenti che ha affrontato, avrebbe tutte le ragioni per...-
Rouge approfittò di quella constatazione per spintonare Lost e riprendere la sua fuga. Ancora non c'era traccia di Shadow e Omega, e il pipistrello stava iniziando a temere che probabilmente non sarebbero mai arrivati in tempo per salvarla da quel tizio. E lo sforzo della fuga stava peggiorando i sintomi che aveva iniziato a manifestare, ma non era affatto pentita di essersi ritrovata in una situazione del genere da sola. Sentiva che era quello il suo posto in quel momento, e che lei doveva difendere il Chaos Emerald di Knuckles a qualunque costo. Doveva solo resistere fino all'arrivo dei suoi amici e si sarebbe risolto tutto. Persino la voce nella sua testa la stava incitando a non mollare proprio in quel momento, a non darsi per vinta e a continuare a lottare per la sua vita. Ma in quel momento l'unica cosa che voleva era che quella pietra non finisse nelle mani del dottor Eggman: aveva già quattro smeraldi, e dovevano assolutamente impedire che riuscisse a recuperare gli altri.
Alla fine la sua corsa la portò ad una rupe a strapiombo sul mare. Il pipistrello si guardò intorno, cercando altre vie di fuga, ma non ne vide nemmeno una. Guardando bene notò che da quel punto era visibile la costa di Apotos e la foresta limitrofa a Windmill Isle, il luogo dove Knuckles e Espio erano morti per mano di Eden. Chissà se nel momento in cui avevano realizzato che la loro vita stava giungendo al termine si erano sentiti come si stava sentendo lei in quel momento, quando notò che Lost l'aveva raggiunta.
“Tranquilla, Rouge. Se gli consegni lo smeraldo forse non ti farà del male.”
-Da quando sei così arrendevole, Knuckles?- chiese lei alla voce che ormai parlava ininterrottamente nella sua testa.
“Forse perché sono la personificazione del tuo istinto di sopravvivenza. In questo momento sei essenzialmente ad un bivio. Tu stai male. Sei su una rupe e hai in mano una delle pietre più potenti del mondo. C'è un nemico potenzialmente letale che forse sta per ucciderti e tu non sai cosa fare per impedirlo. Ti sto suggerendo la soluzione più immediata per salvarti la pelle.” le rispose la voce, come se stesse spiegando qualcosa di fin troppo ovvio ad una bambina.
-Non puoi esserlo. Se fossi davvero il mio istinto di sopravvivenza non avresti la sua voce.- disse Rouge, spostando ripetutamente lo sguardo da Lost al mare sottostante.
“E chi te lo dice che non dovrei averla? Ah, già, se lo ammettessi sarebbe come ammettere che in fondo ti dispiace che il tuo cosiddetto amico sia passato a miglior vita!”
-Ora che ci penso avete entrambi una cosa in comune: il tatto.-
-Stai parlando da sola?- chiese Lost, la cui voce modificata non poteva lasciare trasparire tutto lo stupore che stava provando in quel momento.
“È anche una cosa tua visto che io sono una parte di te. E, come ti dicevo, ora sei davanti ad una scelta cruciale: o ti consegni al tizio mascherato là dietro oppure puoi prepararti a fare l'ultimo bagno della tua vita. L'unica via di fuga è quella ormai, e non sei decisamente in condizioni di volare o nuotare fino alla terraferma. E non darmi dell'uccellaccio del malaugurio, ti sto dicendo cose che sai già.”
-Sei odioso quanto quell'echidna!- farfugliò lei, continuando a guardare Lost e il mare.
-Rouge, è evidente che stai molto male.- l'antropomorfo mascherato iniziò ad avvicinarsi lentamente a lei con le mani bene in vista. -Non fare sciocchezze. Non ho intenzione di farti del male.-
Rouge lo fissò con aria di sfida per un secondo prima di decidere cosa fare. Era una scelta azzardata, forse la più stupida che avrebbe potuto fare in una vita intera, ma ormai l'aveva fatta. Era determinata a non dare vinta a Lost e alla voce nella sua testa, anche se doveva ammettere che aveva ragione su tutta la linea. Forse stava davvero rinunciando al suo istinto di sopravvivenza, ma ormai non aveva più alcuna scelta: buttarsi dalla rupe era l'unico modo certo per assicurarsi che Eggman non sarebbe riuscito a mettere le mani su quel Chaos Emerald. E nelle sue attuali condizioni era davvero improbabile che se la sarebbe cavata.
Non riusciva davvero a credere che stava davvero sacrificando la sua vita solo per non consegnare un Chaos Emerald a Eggman quando in passato lo aveva fatto in alcune occasioni. Ma il passato era diverso dalla situazione attuale: Eggman non si era spinto ad uccidere fino a quel momento, e lei non aveva intenzione di dargli altro potere per permettergli di fare del male ad altre persone come ne aveva fatto a Knuckles. Stava pensando a come sarebbe stato rivederlo mentre si incamminava verso la sommità della rupe.
“Rouge, non pensarci nemmeno! Non risolverai niente così, torna indietro!” continuò ad implorala la voce.
-Ehi, che cosa stai facendo?- urlò Lost, in contemporanea. -Resta ferma dove sei! Non vorrai mica buttarti in mare nelle tue condizioni?-
Rouge non rispose ai richiami mentali e non, al contrario iniziò a correre per dimostrare che stava facendo sul serio.
-Rouge, non osare farlo! Non è necessario!- urlò Lost, con la sua solita voce meccanica che nascondeva tutto il nervosismo e l'isteria che in realtà la sua voce naturale manifestava. -Tutto questo è inutile! Ti prego, ascoltami! Ripensaci! TU DEVI VIVERE!-
Il pipistrello si buttò dalla rupe e Lost non poté fare altro che seguirla. A causa della tuta e del peso del casco precipitò con una velocità ancora maggiore, e questo gli permise di prendere la ragazza al volo solo per precipitare verso il mare con lei. L'ultima cosa che videro entrambi con la coda dell'occhio furono Shadow e Omega che stavano arrivando sull'isola con un gommone giallo, giusto in tempo per assistere alla scena.
-ROUGE!- sentirono urlare prima che impattassero con l'acqua e si ritrovassero completamente sommersi.
 
***
 
Se non fosse stato troppo assurdo perché potesse essere accaduto, Rouge avrebbe pensato che una mano gigante l'avesse tirata fuori dall'acqua, salvandola da una fine quasi inevitabile. Il pipistrello giaceva da qualche parte, con gli occhi chiusi, e con uno strano brusio che le stava riempiendo le orecchie. Sembravano delle voci, ma era talmente stanca e scombussolata che a malapena riusciva a capire che cosa si stessero dicendo. Ricordò solo che ad un certo punto uno dei due aveva urlato. L'unica cosa che la sua poca coscienza le aveva permesso di capire era che i due sconosciuti dovevano essere due maschi. Era ancora viva, era distesa su una superficie morbida, probabilmente un letto, e con lei c'erano due uomini che occasionalmente le toccavano la fronte e gliela inumidivano per farle scendere la febbre.  Non sapeva quanto tempo fosse passato da quando l'avevano trovata e l'avevano messa a riposare, ma ad un certo punto capì che forse era proprio il caso che riaprisse gli occhi.
-Si sta svegliando.- mormorò uno dei due uomini, sottovoce.
-Lo vedo.- gli rispose l'altro, stringendole la mano. Solo allora Rouge si rese conto che uno dei due le aveva tenuto la mano per praticamente tutto il tempo.
Rouge ci mise un po' di tempo a mettere a fuoco le immagini che aveva davanti agli occhi, in parte perché la stanza era molto buia e c'era pochissima luce ad illuminarla. La seconda persona nella stanza alzò la fiamma della lampada a olio per permetterle di vedere meglio, e il pipistrello rimase a dir poco senza parole quando riuscì finalmente a metterle a fuoco.
-Knuckles?- annaspò lei alla vista dell'echidna, cercando di trovare una spiegazione razionale per quello che le stava accadendo. -Aspetta... Sono morta, vero? Sono caduta dalla rupe e ci sono rimasta secca. Shadow mi ucciderà. Giusto, dimenticavo che sono già morta. Cancella l'ultima parte.-
-No. Sei solo molto debole e malata, ma sicuramente non sei morta Per tua fortuna sei sopravvissuta alla caduta.- le riferì lui, cercando di mantenere il tono più piatto e neutrale possibile. -Hai fatto una pazzia ad andare ad Angel Island da sola nelle tue condizioni. Potevi rischiare grosso, sai?-
-Non farmi la paternale. Ci pensano già Shadow e le voci nella mia testa.- commentò lei con un tono molto meno acido di quello che avrebbe voluto. -Dove siamo?-
-Questa è la casa dove sono cresciuto. Ci vivevo con la mia famiglia finché mia madre non è venuta a mancare.-
-Ci vivevi con tua madre? Non dirmi che c’è anche lei in questo momento!- lo stuzzicò lei.
-No. In compenso c'è Espio.-
-Se non sono di troppo disturbo.- completò il camaleonte, che Rouge riconobbe solo perché alzò la testa. Era seduto su una superficie rialzata, probabilmente un altro letto.
-Non sei di nessun disturbo. Però potresti andare a prendere quella brodaglia di là in cucina. Credo che ormai sia pronta!- disse Knuckles. Il camaleonte scese dal letto e fu costretto ad aggrapparsi al tavolo su cui era poggiata la lampada per non cadere a terra. La sua espressione diceva che quel semplice gesto per lui era stato molto più doloroso di quello che pensava, ma ciò non gli impedì di fare quello che Knuckles gli aveva chiesto.
-Si vede che deve ancora abituarsi...- mormorò lui, quasi con fare colpevole.
-Sta male perché lui, a differenza tua, è appena...?- chiese lei, cercando di apparire il più delicata possibile.
-Diciamo di sì. "Svegliarsi" non è una passeggiata, anzi, è piuttosto traumatico. E per lui che è abituato a meditare è stato addirittura peggio, perché è più sensibile agli stimoli.- spiegò, scuotendo la testa.
-È stato lui che ha urlato prima?- quella domanda fece impallidire Knuckles. -Non ricordo molto, ma di sicuro ho sentito qualcuno gridare.-
-Sì, è stato lui. Si era appena svegliato.-
-Capisco.- disse lei, distendendosi. -È molto doloroso morire?-
-Io non me ne sono nemmeno accorto.- ammise lui. -Non so se per Espio sia stato lo stesso, ma lui era più consapevole di me di quello che gli stava succedendo.-
In quel momento arrivò Espio con una tazza piena di liquido fumante che porse a Rouge. -Se mi cercate sono fuori.- gli comunicò uscendo dalla stanza.
-È una specie di infuso di corteccia di salice. Secondo lui dovrebbe aiutarti a stare meglio.- spiegò Knuckles, osservando con attenzione la bevanda. -Assomiglia vagamente alla brodaglia che mi faceva bere mia madre quando stavo male da bambino. Non mi sorprenderebbe se fossero la stessa cosa.-
Rouge alzò le spalle e ne mandò giù un sorso. -È amara come il veleno.-
-Così impari ad immischiarti in faccende che non ti riguardano.- le rispose lui, guardando di sottecchi il Chaos Emerald rosso che brillava sul tavolo alla luce della lanterna. -Posso farti una domanda, Rouge?-
-Strano, credevo che fossi l'ultima persona al mondo da cui volessi sentire un'opinione!- disse lei, cercando di mandare giù la tisana nonostante il sapore non proprio gradevole. -Cosa c'è, il gatto ti ha mangiato la lingua?-
-Tu intendevi dire davvero le cose che hai detto a Lost mentre combattevi contro di lui?-
A Rouge andò quasi di traverso la tisana per quella domanda inaspettata. -Hai sentito quello che ho detto a Lost?- chiese non appena ebbe finito di tossire.
-Sì. E so anche che ad un certo punto hai iniziato a parlare da sola. E credimi, lì mi sono davvero preoccupato. Pensavo fossi impazzita... Anzi, visto quello che hai fatto poco dopo direi che eri proprio impazzita!- Knuckles abbassò lo sguardo. -Non osare mai più farmi prendere un simile spavento. Se ti fosse successo qualcosa non me lo sarei mai perdonato.-
La ragazza rimase spiazzata da quell'improvvisa vulnerabilità dimostrata dall'echidna. Normalmente non sarebbe stata da lui. -Ti sarebbe dispiaciuto se fossi morta in quella caduta?-
-Sì.- disse lui senza esitazione. -Non avrei mai pensato di vederti fare una cosa del genere. Pensavo che dessi più valore alla tua vita!-
-Ultimamente non mi sembra che la gente stia avendo molto rispetto per la propria vita o per quella degli altri. Basti vedere cosa ha combinato Espio!- commentò lei, acida.
L’espressione di Knuckles si indurì. -Fossi in te non prenderei quello che ha fatto Espio alla leggera. La verità è che forse lui è stato l'unico ad aver tentato di fare qualcosa per smuovere le acque. Non ci è riuscito come sperava, tutto qui.-
-Quindi ti va bene se lui si sacrifica per un bene superiore e io no?- chiese lei, alzandosi di scatto solo per ricadere sul cuscino.
-Vacci piano, sei ancora malata.- le disse, rimboccandole il cuscino e le coperte. -Non credere che Espio non abbia ricevuto una ramanzina da parte mia. La gente è libera di fare quello che vuole con la propria vita, ma il suo comportamento è stato davvero stupido. Mi sarei aspettato un comportamento diverso da parte di entrambi. Mi hai fatto prendere un colpo quando ho capito che ti saresti davvero lanciata da quella rupe, sai?-
-Dovevo proteggere il tuo Chaos Emerald.- disse lei, guardandolo negli occhi. Poté giurare di averlo visto arrossire, nonostante la scarsa visibilità.
-Da quando ti importa?- chiese lui, distogliendo lo sguardo. -Tu hai sempre cercato di rubarmi il Master Emerald...-
-...Oppure da qualche tempo le mie visite non erano rivolte solo al Master Emerald.- ammise Rouge, arrossendo leggermente a sua volta. L'espressione di Knuckles era impagabile.
-C'è qualcosa che stai cercando di dirmi, Rouge?- chiese lui, improvvisamente agitato.
Rouge era riluttante a dirlo, ma dal momento che quella probabilmente sarebbe stata l'ultima volta che si sarebbero rivisti prima che passassero solo Chaos sapeva quanti anni, la ragazza pipistrello prese il coraggio a due mani e si decise a dirgli quello che pensava da molto tempo. -Sto cercando di dirti quello che ho appena detto. A volte le mie visite erano rivolte... bè, a te. Non so perché non te l'ho mai detto. Forse perché pensavo “E chi se ne importa? Glielo dirò in un altro momento!” finché non è arrivata Eden e ti ha... insomma, hai capito! Io... Io avrei voluto dirtelo prima, ma non ci sono mai riuscita! Io... Io ci tenevo a te, più di quanto potessi ammettere.-
Fargli quella confessione era stato molto più difficile di quello che pensava. Si era impappinata in più punti e non sapeva nemmeno come avrebbe reagito lui a quella dichiarazione. In fondo era pur sempre un fantasma, forse la sua reazione sarebbe stata completamente diversa da quella di una normale persona ancora viva. Aspettava solo una sua risposta, e invece la stava fissando come se tutti i suoi muscoli si fossero paralizzati, e il pipistrello non sapeva se interpretarlo come un buono o un cattivo segno.
-Knuckles?- lo chiamò lei, che stava iniziando a temere che avrebbe potuto svegliarsi e tornare nel mondo dei vivi proprio in quel momento. E forse anche Knuckles se ne stava rendendo conto perché scattò in piedi all'improvviso e la baciò. Era forse il bacio più goffo che Rouge aveva mai ricevuto, ma allo stesso tempo sentiva che quello sarebbe sempre stato il bacio migliore della sua vita. Aveva già baciato molti ragazzi in vita sua, ma lo aveva fatto solo per usarli e per ottenere quello che voleva da loro, ma quella era la prima volta che baciava qualcuno solo per dimostrargli che teneva a lui. Anzi, forse anche in quel bacio c'era una richiesta: che lui restasse sempre con lei, nonostante non potesse più farlo, come se fosse stato il suo angelo custode.
Knuckles si allontanò da lei con un sorriso sollevato ed euforico che però si spense quasi subito.
-Che cosa stiamo facendo? Io sono perduto. Andato. Non posso farti anche questo. Io... Che diavolo mi hai fatto fare?- L'echidna cadde a sedere sulla sedia con la testa fra le mani. -Dovresti odiarmi. Con tutto quello che sta succedendo... Eden... Io...-
Rouge si mise a sedere nonostante si sentisse la testa pesante come un macigno e gli prese la mano. -Non dire niente. So che se fosse stato per te non ci avresti mai lasciati.-
Knuckles guardò la ragazza che gli stava stringendo la mano come se fosse stata una creatura aliena prima di abbracciarla con forza. Solo allora Rouge si rese conto che si stavano toccando quando in realtà non sarebbe stato possibile che stesse succedendo. Lui non aveva più un corpo, o almeno così credeva. Invece sembrava proprio che lo avesse ancora, e che avesse addirittura lo stesso odore che ricordava. E stava tremando come una foglia, mentre respirava profondamente come per cercare di calmarsi. Non si chiese il perché di quello strano comportamento, tanto era impegnata a godersi quel momento... Tanto che quando sentì la porta aprirsi e sentì la presa dell'echidna sciogliersi desiderò avere fra le mani qualcosa da scagliare contro Espio e la forza per poterlo fare. Però cambiò subito idea quando notò che era pallido come un cencio.
-Amico, fossi in te andrei a dormire. Hai una pessima cera.- gli consigliò Knuckles.
-Dopo.- rispose lui, sedendosi di schianto su una sedia come se non avesse avuto la forza di reggersi in piedi.
-Se questo è l'effetto della meditazione credo proprio che non comincerò mai!- commentò Rouge.
-Non credo sia stata solo la meditazione. Eden si è assicurata che la mia morte fosse rapida sparandomi la Death Dimension direttamente nel cuore. E la sento ancora non appena faccio uno sforzo fisico.- disse lui, con gli occhi chiusi e iniziando a respirare profondamente tenendosi una mano sul petto.
-Come hai potuto permettere che Eden ti facesse questo?- chiese lei, facendo sembrare la domanda qualcosa di molto simile ad un'accusa, e l'espressione di Knuckles si imbronciò leggermente come se fosse stato curioso di sentire anche lui la risposta.
-Non gliel'ho proprio lasciato fare. Prima l'ho sfidata a duello, e forse avrei avuto qualche possibilità di cavarmela se la sera prima non mi fossi lussato una spalla.- spiegò lui, portandosi istintivamente la mano sulla spalla sinistra. Dalla sua espressione sorpresa dovette dedurre che non gli faceva più male.
-È stato strano.- continuò dopo un momento di silenzio, cominciando a sorridere. -Credevo che avrei avuto paura, e invece è stata una sensazione molto piacevole. È stato come addormentarsi dopo aver compiuto uno sforzo fisico massacrante. E forse è stato ancora più appagante perché sapevo di avere ragione sul conto di Eden. Lei non è malvagia.-
-Come fai a dirlo dopo quello che ti ha fatto?- chiese Rouge fissando il camaleonte confusa. -Ti ha ucciso! Non potrai più rivedere i tuoi cari per chissà quanto tempo e per te lei non è malvagia? Cosa avrebbe dovuto farti per convincerti del contrario?-
-Lascia che ti spieghi: credo che lei faccia quello che fa solo per darci una lezione. Vuole farci capire cosa significa davvero vivere, anche se questo paradossalmente significa portare via delle vite. Guarda te e Knuckles adesso, per esempio. Credo che sia stata la prima volta che avete parlato in maniera così civile da non so quanto tempo che vi conoscete.- notò lui. Rouge fu costretta ad ammettere che aveva ragione, anche se non lo disse a voce alta. -E la mia morte ha salvato Vector e Charmy da Eggman, perché ci avrebbe sicuramente dato la caccia per sapere quello che io e Eden ci siamo detti due sere fa. E ho bisogno che tu dica una cosa a Vector, Rouge: digli che sto bene, e che presto saprà cosa sta davvero succedendo. È solo una questione di tempo prima che la verità venga rivelata. Fino a quel momento digli di portare pazienza e di non fare niente di stupido e insensato.- disse, indicando con un cenno della testa il Chaos Emerald rosso posato sul tavolo che aveva iniziato a brillare, illuminato da a uno strano bagliore che proveniva dalle finestre sigillate. Rouge fu assalita dal panico quando fu colpita dal pensiero che poteva stare per svegliarsi. Knuckles prese il Chaos Emerald e lo consegnò a Rouge.
-Fai quello che ritieni giusto. Affidalo a chi ti sembra degno di fiducia.- disse l'echidna porgendole lo smeraldo. Rouge fissò la pietra per un istante prima di restituirgliela.
-Tenetela voi. Sicuramente sarebbe molto più al sicuro con voi che con me.-
-Noi? Intendi io e Espio?- chiese Knuckles, fissando il camaleonte che non era meno stupito di lui.
-Con voi lo smeraldo ha meno probabilità di finire nelle mani sbagliate, dico bene?- chiese Rouge, sorridendo ai due mentre si adagiava sul cuscino. -Non voglio andarmene da qui. Si sta così bene...-
-Purtroppo devi. Non puoi restare qui.- disse Espio, avvicinandosi a lei. -Knuckles, se hai qualcosa da dire al mondo esterno questo è il momento per dirla. Non avrai altre occasioni.-
-Qualcosa da dire...- mormorò lui, pensandoci attentamente. Alla fine decise e sorrise. -Dì a Sonic che alla prima occasione dovremo riprendere il nostro duello. Non mi piace lasciare le cose a metà.-
Espio scosse la testa. -Sei davvero un idiota, Knuckles. E queste sono le ultime parole meno appropriate che abbia mai sentito in vita mia!-
Quella fu l'ultima immagine che Rouge vide prima di perdere nuovamente conoscenza.
 
***
 
Le ricerche su Angel Island procedettero a ritmo serrato sotto la rigida e costante supervisione di Shadow the Hedgehog. Il riccio aveva ordinato a Omega di fare una rapida ricognizione dell'isola e di distruggere ogni cosa o persona correlata con Eggman che gli si sarebbe parata innanzi mentre andava a cercare Rouge non appena l'aveva vista lanciarsi da una rupe a strapiombo sul mare con il fratello di Eden. Il riccio nero nuotò per diversi metri nella zona in cui Rouge e Lost potevano essere stati trasportati dalla corrente senza trovare alcuna traccia di loro. A quel punto si era talmente preoccupato da ridursi a fare l'ultima cosa che avrebbe voluto fare: chiedere aiuto a Sonic e ai suoi amici. Raggiunse la riva opposta con un Chaos Control e andò immediatamente alla ricerca del riccio blu, che informò subito gli altri. Passarono buona parte del pomeriggio e della sera cercando il pipistrello senza sosta, ma Rouge sembrava essere scomparsa nel nulla. L'isola era stata completamente ripulita dai robot da ricerca, ma a Shadow non importava nemmeno più di tanto. Non poteva importargli dal momento che più tempo passava, più le possibilità di ritrovare Rouge ancora viva diminuivano drasticamente. Il riccio nero era talmente nervoso e irritato dalla situazione che fu quasi impossibile convincerlo che anche lui, nonostante fosse la forma di vita definitiva, avesse bisogno di dormire. Fu con enorme sollievo che Vector poté comunicare alla squadra di ricerche improvvisata che Vanilla la mattina dopo lo aveva chiamato per dirgli che lei e Cream avevano ritrovato Rouge svenuta e febbricitante sulla spiaggia vicino a casa loro. La notizia fu accolta con gioia e immediatamente corsero tutti al capezzale del pipistrello bianco, che stava dormendo serenamente sul letto della stanza degli ospiti della casa di Vanilla. In particolare Shadow non le staccò gli occhi di dosso per un momento finché non si svegliò, sorpresa di trovare quell'accoglienza tanto calorosa.
-Era ora che aprissi gli occhi! Credevamo fossi in coma o qualcosa del genere!- scherzò Sonic non appena aprì gli occhi.
-Hai dormito per quasi un giorno intero!- gli disse Tails, sorridendo di sollievo nel vedere che stava bene. A quel punto Shadow le si avvicinò e la fulminò con un'occhiataccia.
-Cosa ci facevi su quella rupe con Lost? Ti avevo detto di non fare niente di avventato!- chiese bruscamente il riccio nero, come se il pipistrello non si fosse appena ripreso da un'esperienza terribile che poteva costargli la vita.
-Vedo con piacere che ti sei preoccupato per la mia assenza.- notò lei, sorridendogli. -Ho trovato un Chaos Emerald vicino all'altare del Master Emerald. Probabilmente Knuckles lo aveva nascosto lì, in un cofanetto che allontanava i segnali dei radar. Il mio riusciva a malapena a segnalarne la presenza. Lost lo stava cercando, ma io non gli ho permesso di prenderlo. Ho evitato i robot di Eggman e alla fine mi sono ritrovata lì. Stavo male, ero stanca e non volevo che Lost prendesse il Chaos Emerald, e allora mi sono buttata in mare per impedirgli di seguirmi. Credevo che la sua tuta non gli avrebbe permesso di nuotare.-
-Forse era più leggera di quello che pensavamo.- disse Tails. -Abbiamo trovato te, ma non lui. Forse ha rubato il Chaos Emerald mentre eri svenuta e se n'è andato.-
-Non credo che lo abbia lui.- disse lei, enigmaticamente. Gli altri la guardarono con gli occhi sgranati.
-Che intendi dire?- chiese Shadow con malcelata preoccupazione.
-Ho fatto uno strano sogno mentre ero svenuta. Ero in una stanza buia e c'erano Knuckles e Espio che si stavano prendendo cura di me.-
Dire che le espressioni degli altri erano stupite e sconcertate era un eufemismo. -Espio? Hai visto Espio?- chiese Vector, avvicinandosi al letto su cui il pipistrello era disteso a passo di marcia.
-Sì, era lui. Mi ha preparato una tisana. Spero per lui che funzioni perché il sapore lasciava davvero a desiderare. A proposito, ti manda a dire di... Portare pazienza e di non fare niente di stupido perché presto saprai la verità.- fu costretta a fermarsi un attimo e a ripensare alle parole esatte che gli aveva riferito. Il coccodrillo si alzò in piedi e si allontanò dal drappello di gente che circondava Rouge tenendosi la testa con una mano come se avesse faticato a credere a quello che stava sentendo. -Stava bene. Non ha sofferto.- aggiunse, sperando di farlo stare meglio.
-C'è dell'altro?- chiese non appena si riprese.
-S... No.- mormorò, notando che il coccodrillo sembrava davvero sull'orlo delle lacrime. Era meglio non dirgli che nonostante tutto lui era ancora convinto che Eden fosse nel giusto. -Non ha detto niente di rilevante.-
Vector annuì e uscì dalla stanza, accompagnato da Amy. Sonic li seguì con lo sguardo senza fare commenti, prima di rivolgere a Rouge la fatidica domanda. -E Knuckles cosa ha detto a proposito di questa storia?-
-Non molto. Avrebbe voluto essere qui con noi, però.- disse lei, interpretando quello che aveva visto. -E ti manda a dire che quando sarà il momento vuole riprendere la sfida che avete interrotto.-
Sonic dapprima fissò il pipistrello con gli occhi spalancati, per poi scoppiare in una risata. -Il vecchio Knuckster non si smentisce mai!- commentò lui con le lacrime agli occhi dal ridere. Invece Shadow sembrava essere tutto fuorché allegro.
-Questo non risponde alla mia domanda: che fine ha fatto quel Chaos Emerald?- chiese il riccio nero, ormai ridotto ad un fascio di nervi. Il pipistrello sorrise con aria enigmatica.
-L'ho lasciato a loro.- disse lei. -È nelle mani di Knuckles e Espio. Chi potrebbe nascondere quello smeraldo meglio di loro?-
Shadow fissò la sua collega e amica come se fosse impazzita. -Rouge, è molto probabile che quello che hai visto e sentito sia stato soltanto un sogno. È evidente, a questo punto, che il Chaos Emerald o è nelle mani di Lost o è in mare aperto. E non so quale delle due ipotesi sia peggiore.-
-So che sembra una follia, ma sono certa che non è così. So che il Chaos Emerald non è nelle mani di Lost. E so che Knuckles non mi deluderà e gli troverà un buon nascondiglio.- sussurrò lei prima di distendersi sui cuscini. -A proposito, che ore sono? Ho voglia di una zuppa calda!-
Shadow la fulminò con lo sguardo, anche se dentro era sollevato di vederla così allegra e di buon umore come non gli capitava da tempo. Però non gli sfuggì nemmeno lo sguardo preoccupato di Sonic e Tails che, esattamente come lui, si stavano chiedendo che fine avesse fatto il Chaos Emerald che Rouge avrebbe dovuto portare in salvo.
 


 

 
 
Angolo dell’Autrice ancora in ritardo:
*Tutti fissano l’Autrice in modo strano*
*Le fan Knuxouge esultano*
*Le fan Shadouge affilano le armi*
Au: Prima di scatenare la terza guerra mondiale in studio voglio che sappiate che questo capitolo non intendeva offendere la sensibilità di nessuno. Anche se ultimamente tutto quello che sta succedendo in questa fanfiction lascerebbe supporre il contrario!
So: Knuckles e Rouge si sono messi insieme? Chiamate il prete! ^o^
Sh: Sì, e forse Arkham da Devil May Cry è disponibile a celebrare il matrimonio! -.-
Ls: Ma sono adorabili insieme! Devo essere presente al loro matrimonio ad ogni costo! *.*
So: Non ti facevo così shipper, Lost!
Ls: Aspetta... No! Questa è una catastrofe! Fermate le nozze! O0O
Sh: Lost, 1) loro non sono qui in questo momento; 2) non c’è nessun matrimonio, il mio era sarcasmo. Quello del Faker probabilmente lo era di meno! -.-
So: Ehi! Il mio era solo un suggerimento!
?1&?2: AUTRICE!
Au: *si prepara una tazza di tè al limone* Sapevo che anche loro avrebbero avuto da ridire! U_U
*Entrano Knuckles e Rouge armati di bazooka (WTH?! O_o)*
Kn&Ro: Ti pentirai amaramente di quello che hai fatto! è.é
Au: Solo per un bacetto innocente? ^_^
Ro: Mi hai quasi fatta suicidare! è.é
Au: Mi servivi moribonda! U_U
Kn: Io sono morto sei capitoli fa! è.é
Au: Cose che capitano. Stranamente tu sei l'unico che continua a lamentarsi! U_U
Kn&Ro: E ci hai fatto baciare! è.é*
Au: Dettagli! U_U *beve il tè*
Kn&Ro: Non crederai di cavartela così? è.é*
Au: A meno che i lettori non sappiamo dove vivo, sì, me la caverò alla grande! U_U A proposito, posso fare i saluti finali?
Kn&Ro: Ma anche...! *si zittiscono tutti di colpo*
Au: ...Sì! Adoro essere l'Autrice a volte! ^_^
So: ... (Questa è completamente pazza!) O_O
Au: Ringrazio i martiri che leggono, commentano e seguono questa storia (ovvero EleNeiro, fenicex8, MartixHedgehog, Marta1493, Marty Fantasy, PiccolaCelebi, mendoza95 e Xelfilia), che l’hanno messa fra le preferite (Marta1493, blueskyismylife, PiccolaCelebi, Marty Fantasy, Xelfilia e shinichi e ran amore) e le ricordate (Xelfilia e blueskyismylife). Vi ringrazio ancora tantissimo e ci sentiamo al prossimo capitolo, ciao! ^^/

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Capitolo 11
*** Capitolo 10: L'ultimo Chaos Emerald ***


Il dottor Eggman stava iniziando a spazientirsi per il pauroso ritardo di più di un giorno e mezzo che Lost stava accumulando da quando lo aveva mandato in missione da solo a Angel Island. Non era da lui ritardare su una cosa tanto importante, nonostante non fosse esattamente la persona più affidabile del mondo date le circostanze, ma credeva che fosse un tipo abbastanza ligio al dovere da eseguire il compito assegnatogli, nonostante tutto. Aveva mandato solo una telecamera a sorvegliarlo, e purtroppo per lui finì col pentirsi della scelta quando il ragazzo la notò e la distrusse proprio mentre nel bel mezzo di uno scontro con Rouge. La ragazza pipistrello in qualche modo era riuscita a localizzare l'Emerald prima di lui. Non aveva idea di cosa potesse essere accaduto dopo, ma sapeva soltanto che le nuove telecamere di pattuglia, stavolta attrezzate per captare anche l'audio, stavolta mostravano immagini di tutto il gruppo di Sonic alla ricerca disperata della ragazza lungo la costa e i passaggi sottomarini dell'isola. Dai loro discorsi poté capire che probabilmente Lost doveva trovarsi con lei dal momento che l'ultima volta che era stato visto si era appena lanciato da una rupe a strapiombo sul mare assieme a lei. Il povero diavolo stava davvero impazzendo quando finalmente Lost tornò alla base come se nulla fosse successo.
-Mi scusi per il ritardo, dottore, ma ho avuto dei contrattempi che mi hanno costretto a trattenermi più del necessario.- disse l'antropomorfo, con la sua solita voce da automa.
-Ho visto, come suppongo che tu già sappia.- gli rispose, facendogli notare il fatto che aveva distrutto una delle sue telecamere di sorveglianza.
-Odio i giocattolini svolazzanti e rumorosi.- commentò lui, sardonico. Eggman sorrise per la battuta.
-Molto divertente. La prossima volta la telecamera sarà a forma di Chao. Almeno ti sembrerà tutto fuorché un giocattolino assillante.- commentò l'uomo baffuto con un sorriso sarcastico. -Allora? Che ne è stato del Chaos Emerald?-
-Non ne ho idea. Signore.- gli disse. -Rouge the Bat si è lanciata dalla rupe e io l'ho seguita. Ho provato a nuotare per portare me stesso e la ragazza in salvo e ce l'ho fatta, anche se con molta difficoltà. La ragazza è sopravvissuta, ma era svenuta. L'ho perquisita e non le ho trovato niente addosso, se non una ricetrasmittente e un radar nascosti in quello che sembrava essere un orologio da polso. Non c'era alcuna traccia del Chaos Emerald.-
Eggman ascoltò il racconto con calma, anche se una sottile ruga in mezzo alle sopracciglia in realtà tradiva il suo crescente nervosismo. -Stai cercando di dirmi che hai perso lo smeraldo, Lost?-
-Sì, dottore.- concluse lui. -Rouge deve aver lasciato la presa sulla pietra mentre era ancora in acqua.-
Il dr. Eggman annuì, si alzò in piedi e iniziò a camminare per la stanza. All'improvviso sbatté il pugno contro uno dei macchinari vicini alla sua postazione, facendo trasalire Lost per la sorpresa. -E tu, adesso, mi stai dicendo che probabilmente quel Chaos Emerald in questo momento giace nelle profondità oceaniche? Lost, è questo che vuoi dirmi?-
-Sì, dr. Eggman- assentì il giovane, aspettando la reazione del suo interlocutore. Non gli aveva mai fatto paura, eppure in quel momento stava davvero riuscendo a metterlo in soggezione. Dopo un tempo che gli sembrò infinito il dottore si voltò e gli riservò il più largo dei sorrisi del suo repertorio, spiazzandolo.
-Non importa caro il mio Lost, so che hai fatto del tuo meglio.- gli disse, sorprendendolo. -Manderò una squadra ad effettuare alcune ricerche sottomarine. Però, per sicurezza...-
L'Egg-Matic comparve all'improvviso davanti a Lost e iniziò a scannerizzare la sua tuta, come se si fosse aspettato di trovarci sotto qualcosa che non doveva esserci. L'antropomorfo si coprì istintivamente il viso con le mani mentre i fasci di luce che emanavano gli occhi del robot gli attraversavano il corpo.
-È pulito, dottore.- confermò l'automa, facendosi da parte, lasciando soli un Lost senza parole e un dottor Eggman stranamente allegro.
-Scusa il controllo a sorpresa, ma volevo essere sicuro che l'Emerald non ti fosse finito in tasca per sbaglio. Sai come sono quelle pietre, sono sempre dove meno te le aspetti!- commentò lui gioviale, congedando il giovane antropomorfo con un gesto della mano. -Puoi andare, adesso.-
Lost uscì dalla sala sebbene fosse ancora sotto shock per quel risvolto inaspettato nello stesso istante in cui entrarono Decoe, Bocoe e Bokkun.
-Ma come, dottore, lo lascia andar via così, senza fare niente? È chiaro che ha lui lo smeraldo!- disse Decoe.
-Ma il nostro caro Egg-Matic 5000 ha appena dimostrato il contrario. Quindi sì, lo lascio andare via!-
-Cosa? Dottore, ma lui...- protestò Bocoe.
-So bene che rischio corro a lasciarlo in libertà.- disse il dr. Eggman, apparentemente tranquillissimo. -Ma per ora lui e Eden non sospettano minimamente che noi siamo a conoscenza del loro piccolo segreto e finché sarà così continueranno a lavorare per me come hanno sempre fatto. È vero, è sempre possibile che si ribellino all'ultimo momento, ma per ora è un'ipotesi remota. Stanno aspettando il momento giusto, e quando arriverà non ci faremo cogliere impreparati.-
-Ma dottor Eggman...-
-Niente "ma", Bokkun! Finché loro due saranno qui dentro saranno sotto il mio controllo! Basterà solo un passo falso per sguinzagliargli contro i miei robot. So chi sono e conosco tutti i loro punti deboli, sarà uno scherzo da ragazzi liberarmi di loro quando sarà il momento giusto!- tuonò il dottor Eggman tirando un altro pugno al macchinario che fece indietreggiare i suoi tre aiutanti robot. -Quei due ragazzini si pentiranno amaramente di essersi presi gioco del dr. Ivo Julian Robotnik!-
 
Lost camminò per il lungo corridoio della base aerea completamente assorto nei propri pensieri; non credeva che Eggman lo avrebbe lasciato andare dopo un semplice controllo dopo avergli detto di aver perso un Chaos Emerald. Il dottore dava notoriamente in escandescenze per molto meno, e ciò provocava nel giovane antropomorfo un profondo senso d'inquietudine. Che sospettasse qualcosa? No, finché lui teneva il suo DNA e la sua identità segreta lui e sua sorella sarebbero stati al sicuro. Ma se qualcosa fosse andato storto? Se Eggman avesse intuito qualcosa dal modo in cui si era comportato con Rouge a Angel Island? In fondo, anche se il dottore era per la maggior parte del tempo un infantile megalomane, era pur sempre lui la mente geniale dall'impossibile quoziente intellettivo di 300 punti tra loro due. Erano nella sua base aerea, circondati dai suoi robot e sotto la sua costante sorveglianza; era dura da ammettere, ma il dottore aveva il coltello dalla parte del manico.
Lost era sempre stato perfettamente consapevole di questo fatto, fin dal momento in cui Eden si era presentata da lui chiedendogli di farle quel favore che gli stava costando tutto, ed era proprio per quel motivo che aveva accettato di seguirla: per proteggerla da Eggman e per impedirgli di scoprire la verità che la ragazza stava nascondendo. Se l'avesse scoperta sarebbero stati tutti nei guai fino al collo. Da quando sua sorella era rientrata nella sua vita si era dedicato anima e corpo nel proteggerla finendo col perdere la sua identità, la sua vita, e praticamente tutto ciò in cui credeva. Da quando allo specchio vedeva quello sconosciuto bardato con un casco e un'anonima tuta da motociclista nera aveva cominciato a capire come dovesse sentirsi Eden: lei era condannata a vivere senza un volto, non si sarebbe mai specchiata per vedere la sua vera faccia. Fino a qualche anno prima usava l'unico volto che poteva avere di riferimento, quello della loro madre, ma non sapeva come sarebbe stata davvero la sua  faccia se non avesse avuto i poteri. Apparentemente sembrava una cosa da nulla, ma in realtà, e Lost aveva appena cominciato a capirlo, per Eden era solo un prezzo enorme da pagare per essere nata con un potere immenso che lei non aveva nemmeno voluto avere.
Meditando sulla situazione della sorella entrò nella stanza degli allenamenti, dove trovò Eden che si stava allenando con la spada. Non disse una parola mentre osservava la sua sorellina mentre faceva a pezzi i robot destinati all’allenamento con pochi semplici colpi per non diminuire la sua concentrazione, anche se forse per lei avrebbe fatto lo stesso. Quando i robot smisero di assalirla Lost fece notare la sua presenza con un leggero applauso.
-Davvero niente male!-
La mutante gli sorrise, allegra. -Buongiorno, fratellone! Scusa il disordine, ma avevo bisogno di tenermi in allenamento!-
-Non hai bisogno di scusarti. Sai meglio di me che la nostra situazione è molto stressante e che abbiamo entrambi bisogno di una valvola di sfogo.- le disse, sorpreso da quell'improvviso cambiamento. -Vedo che ti sei ripresa.-
La mutante annuì. -Ci ho pensato su e mi sono detta che hai ragione: non posso permettere che tutto quello che sta succedendo mi rovini l'esistenza. Devo pensare prima di tutto a noi, come ho fatto finora! Continueremo a combattere per restare uniti e niente e nessuno ci potrà fermare dal raggiungere il nostro obiettivo!-
Lost era incredulo e felice che sua sorella si fosse ripresa così in fretta quando solo il giorno prima sembrava sul punto di buttarsi sotto un treno. Forse questo cambiamento era addirittura sospetto. -Sei sicura che vada tutto bene, sorellina?-
La mutante gli rispose annuendo. -Non sono mai stata meglio. E spero che Eggman ci chiami al più presto per un'altra missione, perché io non vedo l'ora di buttarmi nella mischia!-
Lost fissò la sorella con stupore, ma non disse niente. Era strano che si fosse ripresa così in fretta. Quel giorno erano tutti strani, ma cercò di non pensarci. Forse non era un brutto segno quell'improvviso cambiamento di umore da parte di Eden.
 
***
 
-Allora? Com'è andata?- chiese Amy a Tails e Vector. I due avevano controllato ancora una volta i fondali che circondavano Angel Island alla ricerca del Chaos Emerald che Rouge sosteneva di aver affidato a Knuckles. Il coccodrillo scosse la testa, indicando che la ricerca non aveva avuto successo. Speravano che almeno Sonic durante la sua corsa a Chun-Nan riuscisse a captare almeno un segnale proveniente da qualche parte, anche se era molto improbabile. Dovevano trovare quella pietra ad ogni costo e metterla al sicuro, dato che Eggman aveva già quattro smeraldi, se non addirittura cinque. Per la prima volta rischiavano seriamente di perdere.
-Ma è possibile che Rouge abbia avuto un'idea tanto stupida?- commentò Amy, dando un calcio ad uno dei ciottoli del vialetto della casa di Vanilla.
-Era stata messa alle strette. Non avrebbe potuto fare diversamente.-
-Però esiste la possibilità che Lost le abbia rubato lo smeraldo mentre era incosciente! Alla fine non ha risolto niente comunque!- commentò la riccia rosa senza sforzarsi di non sembrare irritata dalla cosa. -E non sappiamo nemmeno se ci abbia detto la verità o meno!-
-Che cosa intendi dire, Amy?- chiese Tails.
La riccia rosa scosse la testa, incredula. -Andiamo, ma vi ricordate chi è la persona che abbiamo davanti? Rouge è una ladra e ha una vera e propria ossessione per gli Emerald. E poi che cosa ci faceva ad Angel Island quando in teoria non ci sarebbe dovuto essere niente che le interessasse? Secondo me lei sapeva che lo smeraldo era lì già da tempo e stava aspettando il momento per impadronirsene!-
-Andiamo Amy, sii seria.- disse Tails, cercando di far ragionare la riccia.
-Purtroppo la ragazza ha ragione, amico.- rispose invece Vector. -Purtroppo dobbiamo pensare anche a questa ipotesi. Anche se personalmente mi farebbe piacere sapere che Espio e Knuckles esistono ancora da qualche parte e che in qualche modo siano riusciti a mettersi in contatto con Rouge.-
-Già quella storia puzza di bruciato da lontano un miglio. Perché fra tutte le persone avrebbero scelto proprio lei?-
-Forse perché lei, a differenza di noi, ha rischiato di morire in quella caduta.- le rispose Tails. -Non la sto difendendo per quello che ha fatto in passato, ma sto notando che ultimamente è diversa. Non si sta comportando come avrebbe fatto normalmente.-
-Vero anche questo.- ammise Vector. -A questo punto possiamo aspettarci di tutto da lei.-
Amy fissò i due ragazzi davanti a lei come se si fossero bevuti il cervello. -Rouge è una ladra e una spia! Ingannare la gente è il suo pane quotidiano! Possibile che non riusciate a capirlo?-
-Se sta fingendo anche stavolta, allora deve seriamente pensare di darsi al cinema. A me è sembrata davvero sincera quando ha raccontato quella storia.- commentò Tails.
-Posso rispondere anche io o siete troppo impegnati a parlare male di me alle mie spalle?- commentò una voce femminile inconfondibile dal tono molto infastidito. Il terzetto si voltò solo per notare Rouge che li stava fissando con sguardo omicida con una tazza di tè fumante in mano.
-Vanilla ha detto che puoi già alzarti dal letto?- chiese Vector cercando di smorzare la situazione imbarazzante.
-Dal momento che mi sento bene e che Vanilla mi ha detto come funziona il forno a microonde per farmi una tazza di tè quando ho voglia direi che posso alzarmi dal letto come e quando voglio.- commentò lei, fulminando il coccodrillo con un'occhiata al vetriolo prima di rivolgersi ad Amy. -Per tua informazione, ragazzina, io non vi ho mentito su quello che ho visto. Lo so, sembra folle e assurdo, ma ti assicuro che loro erano lì con me. Ho parlato con loro, non posso dimostrarvelo, ma l'ho fatto, e se questo fa di me una pazza allora rinchiudetemi in manicomio e buttate via la chiave perché io sono pazza!-
Il gruppetto vide il pipistrello salire al piano di sopra dalla porta aperta senza sapere cosa dire. L'unico lato positivo della situazione era che la padrona di casa non c'era perché aveva accompagnato Cream all'ospedale per andare a trovare Charmy. La coniglietta era stata messa al corrente della situazione da quando Rouge era stata "ricoverata" a casa loro da quando l'avevano ritrovata un paio di giorni prima. Il pipistrello si era ripreso piuttosto in fretta, come se qualcuno gli avesse davvero dato un ricostituente efficace contro la febbre come lei aveva detto di aver sognato. "Evidentemente il signor Espio l'ha protetta dal cielo!" aveva detto Cream al riguardo come se fosse stata la cosa più ovvia del mondo. Per il momento l'unico che non sapeva ancora niente era Charmy, ma solo perché Vector non voleva ripetere lo stesso errore che aveva fatto con Knuckles e voleva dirglielo di persona. In fondo si trattava di uno dei suoi migliori amici, e sentiva che doveva essere lui a dargli la notizia, quando si sarebbe ripreso dall'intervento. Anche se secondo Cream si era già ripreso perfettamente: infatti era tornato ad essere il solito Charmy allegro e felice, anche se ogni tanto chiedeva perché i suoi amici non lo stavano andando a trovare. Vanilla sentiva che presto Vector avrebbe dovuto davvero fargli una visita almeno per informarlo dei recenti sviluppi, anche se era sempre impegnato con la ricerca del Chaos Emerald scomparso dato che era il miglior nuotatore di cui disponevano attualmente. E in quel momento sia lui che Tails erano imbarazzati da morire per via della situazione che si era andata a creare, e solo Amy sembrava essere sul piede di guerra.
-Non mi dite che le credete!-
-Se tu non le credi vai da lei e chiedile quello che vuoi sapere finché non si contradirà. È inutile che ne parli con noi.- disse Vector, sedendosi di schianto sul divano. La riccia rosa non se lo fece ripetere due volte e seguì il pipistrello al piano di sopra.
-Secondo te è una buona idea lasciarle sole?- chiese Tails, preoccupato dall'atteggiamento che le due ragazze avevano ogni volta che finivano col confrontarsi direttamente.
-Parlare è la chiave per risolvere tutti i conflitti. E devono essere da sole, è questa la cosa davvero importante.- sentenziò il coccodrillo, stiracchiandosi. -Se sentiremo volare piatti o tazze di tè e urla interverremo. Fino ad allora non voglio essere coinvolto. Solo il cielo sa cosa accade quando due ragazze finiscono col litigare!-
 
Amy entrò nella stanza degli ospiti con il martello Piko Piko in mano, dove trovò Rouge seduta sul letto ancora disfatto con la tazza di tè sulle ginocchia.
-Cosa vuoi ancora?- chiese lei scortesemente. Aveva gli occhi puntati sul martello della riccia, ma non gli stava riservando la stessa "attenzione particolare" che le altre persone gli riservavano normalmente.
-Dirti che forse puoi ingannare gli altri, ma non me.- le rispose Amy. -Io non credo a quello che dici di aver visto.-
-Peccato che sia tutto vero.- disse Rouge iniziando a bere il suo tè. -Io vi ho riferito esattamente quello che ho visto e sentito in quell'occasione. Lo so, è pazzesco, ma è la verità.-
-Sì, e magari ogni Natale ricevi la visita di tre fantasmi che ti invitano ad essere più buona con gli altri.- commentò Amy sarcasticamente.
Rouge alzò un sopracciglio, sorpresa. -Non ho idea di cosa abbia fatto per meritare tutto questo rancore da parte tua, ma so che normalmente non ti accanisci in questo modo su una persona. A meno che non sia un certo riccio blu.-
-Tieni Sonic fuori da questa faccenda. Riguarda solo me e te.- disse lei, sollevando leggermente il martello. -Come mai eri a Angel Island tre giorni fa?-
-Perché lo vuoi sapere?- chiese il pipistrello, senza sforzarsi di non sembrare irritata da quell'interrogatorio improvvisato.
-Perché mi sembra molto strano che tu ti trovassi lì proprio nello stesso momento in cui Eggman ha individuato un Chaos Emerald che nessun altro sapeva che c'era. E dati i tuoi precedenti credo di avere ragione di sospettare qualcosa.-
Rouge sorrise. -Ammetto di non essere proprio la persona più affidabile del mondo, ma ti assicuro che si è trattato di un caso. Se non ci fossero stati i robot del dottor Eggman avrei pensato che il segnale che il mio radar da polso aveva captato era dovuto ad un guasto. È stata una sorpresa anche per me trovare quella pietra. Era sotto gli occhi di tutti e nessuno se n'è accorto fino a quel momento. Forse era destino che fossi io a trovarla in quella circostanza.-
-Non darmela a bere. Tu sapevi benissimo che era lì.- continuò ad insistere la riccia rosa.
-Non posso convincerti che sto dicendo la verità, purtroppo.- disse lei alzando le spalle e continuando a bere il suo tè come se niente fosse. Amy era allibita.
-Ok, mettiamo che ti trovavi davvero su quell'isola per caso. Ma devi davvero ammettere che dire di aver visto Knuckles e Espio è stata un'esagerazione bella e buona!-
Sentendo quel commento finalmente Rouge iniziò a spazientirsi. -Anche quella parte è vera. Soprattutto quella.-
-Ah, sì? Che ragione avrebbero avuto per portarti in salvo? Tu e Knuckles non eravate sicuramente i migliori amici del mondo, e hai dato a Espio e ai Chaotix dei fenomeni da baraccone in più di un'occasione! Quindi scusami se dubito alle tue parole!-
Rouge fu seriamente sul punto di scagliare la tazza che aveva in mano per terra, ma non lo fece. -Rimangiati quello che stai dicendo, ragazzina. Non puoi parlare di cose che non puoi capire.-
-Io capisco benissimo cosa hai cercato di fare, invece.- continuò Amy. -Hai detto di aver avuto quella visione per non farci capire che in realtà hai cercato di rubare l'Emerald per tenerlo per te! E il fatto che tu abbia anche solo pensato di inventarti una storia come l'incontro con Knuckles e Espio è stato davvero un colpo basso! Vector era davvero sul punto di piangere quando...-
Amy dovette evitare la tazza che Rouge le scagliò contro dopo quell'ultima affermazione. -Tu devi davvero credere che io sia un essere senza cuore per affermare una cosa del genere su di me!- urlò il pipistrello, sull'orlo delle lacrime. -Io li ho visti! Erano lì con me in quella stanza! Erano vivi. Reali! Erano loro in carne ed ossa, e io sono sicura di non essermeli immaginati o sognati! Ho avuto un'ultima occasione per parlare con Knuckles e non me la sono lasciata sfuggire!-
Rouge si rannicchiò in posizione fetale sul letto, ed Amy si rese conto che forse c'era andata giù un po' troppo pesante. -Cosa intendi dire?-
-Che gli ho detto ciò che provavo! Che non era solo quello stupido smeraldo che mi spingeva ad andare su quell'isola maledetta!- urlò Rouge iniziando a piangere. -Io lo amavo... Lo amo ancora adesso, anche se non potrò rivederlo mai più. E tu, stupida mocciosa, continui ad attaccarmi come se avessi commesso chissà quale reato! Io non ho fatto niente. Volevo solo dimostrare a me stessa di non essere debole e che sarei riuscita comunque ad andare ad Angel Island anche se lui non c'era!-
Amy si sentì malissimo per aver ridotto Rouge in quello stato con i suoi sospetti. In quel caso persino lei poteva dire che il pipistrello non stava fingendo. La riccia poggiò il martello accanto al comodino e uscì dalla stanza a passo di marcia, investendo in pieno Tails che stava cercando di origliare per intervenire nel caso Amy avesse perso il controllo, e tornò nella stanza con varie vaschette di gelato e due cucchiai.
-Mangia!- le ordinò Amy sventolandole davanti al naso una vaschetta di gelato al cioccolato e un cucchiaio. -Mangia e raccontami tutto quello che hai visto!-
Il pipistrello fissò la riccia rosa con odio. -Cosa ti fa credere che accetterò? Per quel che posso saperne potrebbe essere avvelenato!-
-Mettiamola in questo modo: faccio schifo a riconoscere quando una persona mente, ma sono brava a capire quando ha davvero bisogno di aiuto.- la riccia rosa non mostrava alcun segno di cedimento mentre le rispondeva. -Diciamo che è il mio modo per scusarmi per aver sospettato di te.-
-Ingiustamente.- sottolineò Rouge, senza addolcire lo sguardo.
-Per aver sospettato ingiustamente di te. Va meglio?- chiese Amy, continuando a porgerle il cucchiaio.
-Molto.- Il pipistrello bianco lo afferrò insieme alla vaschetta di gelato.
Dopo che lo ebbe preso la riccia spalancò di nuovo la porta, e come pensava trovò Tails che stava parlando con Vector, Sonic e Shadow, che evidentemente dovevano essere arrivati in quel momento. Normalmente sarebbe saltata in collo al riccio blu senza pensarci due volte, ma in quel momento non era il caso di farlo. -E voialtri non impicciatevi, sono cose da ragazze!- tuonò ai quattro poveri malcapitati sbattendo la porta e chiudendola a doppia mandata.
-Che le è preso?- chiese Vector, dando voce ai pensieri di tutti i presenti. -Solo cinque minuti fa sembrava sul punto di uccidere Rouge e ora le porta addirittura il gelato in camera!-
-Non pensarci. Il cervello delle donne, e in particolare quello di Amy, ha sempre funzionato in modo strano!- commentò Sonic, proprio un momento prima che la porta si riaprisse per permettere ad un oggetto giallo e rosso di colpirlo con violenza in testa.
-Se qualcun altro ha qualcosa da dire parli adesso o taccia per sempre!- commentò Amy, cupa. I tre superstiti scossero la testa tutti insieme e la riccia tornò a chiudersi in camera mentre Sonic si lamentava per il dolore che la martellata gli aveva provocato.
-Gli scocciatori sono sistemati.- annunciò Amy, afferrando una vaschetta di gelato alla fragola.
Rouge fissò la sua vaschetta e il suo contenuto. -Non mi va di mangiare, Amy.-
-Devi invece! Credimi, non esiste miglior antidepressivo al mondo di una buona vaschetta di gelato al cioccolato.- Rouge sospirò rassegnata e affondò il cucchiaio nella vaschetta.
-Avanti, dimmi cos'è che è successo esattamente nella tua cosiddetta “visione”. Siamo tra amiche... più o meno!- disse Amy dopo numerose cucchiaiate di gelato.
Il pipistrello esitò un pò, ma alla fine riuscì a parlare. -Era tutto molto confuso all'inizio. Credevo di essere morta a causa del tuffo dalla rupe, e invece ero distesa in un letto con un panno sulla fronte. Li sentivo parlare fra loro, ma non riuscivo a capire che cosa si stessero dicendo. Mi sentivo davvero frastornata, e non capivo quasi niente di quello che mi stava circondando. Poi sono riuscita ad aprire gli occhi e ho visto Knuckles. Mi ha rassicurata dicendomi che non ero morta, ma che ero comunque malata e debole, e mi ha spiegato che ci trovavamo nella vecchia casa in cui era cresciuto e che c'era anche Espio. A dire la verità non era nemmeno al massimo della forma, ma ha detto che dovrebbe riprendersi presto. Non l'ho detto a Vector perché mi sembrava già abbastanza provato, ma per il resto ho detto la verità. Anche se mi sembra impossibile che sia riuscito a perdonare quella ragazza per averlo ridotto in quello stato...-
-L'ha perdonata?- chiese Amy, sorpresa da quella rivelazione.
-Dice che è comunque buona e che uccidendolo ha salvato Charmy e Vector da Eggman, che avrebbe potuto prenderli di mira per spingerlo a parlare.- spiegò lei, continuando a mangiare il gelato anche se si era quasi del tutto sciolto. -Ovviamente non me la sono sentita di dirgli anche questo.-
-Non ti facevo così sensibile alle sofferenze altrui...- commentò Amy con un sorriso. Per lei era piacevole scoprire quel nuovo lato della personalità di Rouge. -E cosa mi dici di Knuckles? Ti sei davvero...?-
Il pipistrello annuì e represse le lacrime con un'abbondante cucchiaiata di gelato. Amy si coprì la bocca con la mano. -Come l'ha presa?-
-Mi ha baciata.- ammise, rossa in volto. Amy era incredula.
-Non ci posso credere...- mormorò la riccia, scuotendo la testa e tenendosi la fronte come per assicurarsi di non avere la febbre o un'allucinazione da troppo gelato.
-Nemmeno io.- ammise il pipistrello, ripensando a quello che le era successo. -E nemmeno Knuckles poteva crederci. Insomma, è stato semplicemente pazzesco.-
-Quindi la cosa era reciproca. Quando si dice "meglio tardi che mai"!- disse Amy, con un sospiro. -Cosa farai adesso?-
Il pipistrello scosse la testa. -Non lo so. Ci sto pensando da giorni ormai, e non riesco a venirne a capo.-
La riccia rosa accarezzò i capelli bianchi del pipistrello in un vano tentativo di confortarla. Amy non poté che provare un'ammirazione immensa nei confronti di quella che fino a qualche minuto prima reputava solo un'insulsa ladra di gioielli: nonostante quello che era accaduto l'avesse ridotta a uno straccio, Rouge aveva continuato a combattere fino al limite delle sue forze per impedire ad Eden di realizzare i suoi piani. Se una cosa simile fosse accaduta a lei e a Sonic non osava nemmeno immaginare a cosa avrebbe potuto fare.
-Grazie Amy. Sai, non avevo mai parlato davvero a nessuno di queste cose, neanche a Shadow. Anzi, quando abbiamo provato a parlarne l'ho schiaffeggiato!- mormorò Rouge, giocherellando con il cucchiaio.
-No, stai tranquilla. È normale perdere la testa quando si parla di queste cose con un uomo. Anzi, probabilmente sono più pazza io quando parlo di Sonic.-
Rouge sorrise per quell'ultima affermazione mentre Amy le fece cenno di aspettare. La riccia uscì dalla stanza e tornò con un mazzo di carte.
-Ora ho una vera chicca per te, Rouge.- annunciò solennemente. -Voglio aiutarti a prendere una decisione sul tuo futuro.-
-Con una partita a carte?- chiese Rouge guardando il mazzo con scetticismo solo per rendersi conto che non erano carte da gioco.
Amy scosse la testa, ridendo. -Certo che no, Rouge. Stai per ricevere una dimostrazione pratica della nobile arte dei tarocchi. Predirò il tuo futuro!-
Rouge scoppiò a ridere a sua volta. -Andiamo, credi davvero in queste cose?-
-Finora i tarocchi non mi hanno mai predetto cose errate. Fidati, so quel che faccio. Pesca le carte e disponile come dico io.-
Rouge seguì tutte le indicazioni di Amy finché davanti alla riccia rosa non erano allineate otto carte. -Gira la prima. Questa qua in alto.-
I pipistrello eseguì e le si rivelò la figura di un giullare.
-È il Matto, significa che ti stai isolando dalla realtà. Rappresenta quello che stai pensando di questo periodo della tua vita.- interpretò la riccia. -Pensi che questa situazione è folle come tutti noi, vero?-
-Hai fatto centro, anche se in questo caso non ci voleva chissà quanto! Quale devo girare adesso?-
-Questa.- disse la riccia indicando un'altra carta. -E comunque le prime carte leggono solo il passato e il presente. Sono le ultime quelle davvero indicative. Ti dicono cosa devi fare per raggiungere i tuoi obiettivi e vivere felice.-
-Non ho mai creduto alle previsioni degli indovini. Ho sempre sostenuto che solo noi possiamo essere i fautori della nostra felicità.- disse Rouge girando la carta indicata da Amy.
-La papessa è rovesciata. Significa che un'influenza che in realtà dovrebbe essere positiva si sta rivelando molto negativa. È come se avessi davanti un ostacolo che ti impedisce di vedere le cose con lucidità.- disse Amy, interpretando la carta. -In questa posizione indica che c'è una persona che ti sta impedendo di raggiungere la felicità.-
-Eden...- mormorò il pipistrello, ringhiando. -Stavamo tutti molto meglio quando lei non c'era.-
La riccia rosa annuì e indicò una terza carta che Rouge girò immediatamente.
-Questa è la Luna. Indica la ricerca della verità ed è il simbolo della donna nei tarocchi; indica che sei una donna forte che è anche disposta ad affrontare il pericolo pur di ottenere ciò che vuoi.- disse Amy, sorridendo ironicamente. -Stai iniziando a rimangiarti quello che hai detto sugli indovini?-
-No. Ma devo ammettere che finora ci hai preso in pieno.- ammise il pipistrello, girando la quarta carta indicata.
-Il mago. Questa carta dovrebbe indicare la tua situazione attuale. Effettivamente la situazione in cui ci troviamo ha poco o niente di normale.-
-Indica che sta succedendo qualcosa di strano?- chiese Rouge, incuriosita. Non ci credeva più di tanto, ma quella pratica strana si stava rivelando piuttosto divertente.
-Sì e no. Di solito la carta del Mago dice che ci sono degli inganni in corso, che c'è un mistero che deve essere svelato. Forse sta dicendo che in questa storia c'è qualcosa che ci sta sfuggendo...- Amy si fermò un attimo a riflettere sulle carte uscite prima di ricordarsi quello lei e Rouge stavano facendo. -Ora tocca a te girare le carte. Scegline una e io ti dirò cosa significa.-
Rouge fissò le quattro carte ancora coperte e ne girò una a caso.
-La carta del giudizio. Indica la guarigione, direi che una carta più positiva di questa non poteva capitarti. Significa che presto i tuoi guai saranno solo un ricordo.- commentò la riccia, sorridendo. Però il suo sorriso si spense nel momento in cui Rouge girò la carta successiva. -La torre.- mormorò, facendosi seria di colpo.
-La torre?-
-La carta più negativa che possa capitare ad una persona. Indica un disastro imminente.- le spiegò Amy. -Però questa carta indica i tuoi attuali pensieri e le tue paure. Forse è solo un invito a pensare positivo... E poi è capovolta, forse non è poi così cattiva come appare!-
-Non dirmi che ci credi realmente.- commentò Rouge, girando un'altra carta che fece trasalire Amy.
-L'impiccato è capovolto. Indica che stai guardando le cose da un punto di vista troppo convenzionale. È come se ti stesse invitando a credere a quello che stiamo facendo.- notò la riccia, sentendo un brivido dietro la schiena.
-Non ti starai spaventando per così poco, ragazzina?- scherzò Rouge. -Ti stai dimenticando che è solo un gioco?-
-Non ti rendi conto, Rouge. Finora, a parte la prima carta, le previsioni sul tuo futuro sono infauste.- spiegò Amy, fissando l'ultima carta. -Quella è la carta risolutiva, quella che dovrebbe determinare la soluzione a tutti i tuoi problemi. Spero che non sia in linea con le ultime carte uscite, perché altrimenti...-
-“Altrimenti” cosa, Amy? Non farne una tragedia.- disse Rouge, sollevando la carta con talmente tanta foga da farla cadere a terra. Amy la vide e non poté trattenersi dal cacciare un urlo.
Era la carta della morte.
 
***
 
-Ehi fratellone, ti stai solo allenando o hai intenzione di uccidere quel sacco?- commentò Eden alla vista del fratello che si stava esercitando a tirare pugni con un sacco da box.
-Sono abituato a bersagli più duri- disse Lost, giusto un secondo prima che un colpo troppo forte facesse obliterare il sacco dall'altra parte della palestra.
-Lo vedo...- mormorò la mutande trattenendo a stento un sorrisetto.
-Non ridere sorella, potrebbe capitare anche a te un giorno!- tuonò l'antropomorfo in risposta portando il sacco sotto al sostegno.
Eden scosse la testa mentre riagganciava il sacco con un piccolo cenno della mano. -Non potrebbe. Il mondo intero è come creta nelle mie mani, posso manipolarlo come voglio.-
Lost alzò gli occhi al cielo e sospirò. -Non hai niente di meglio da fare che osservarmi mentre faccio a pezzi questo posto?-
-No. Se volessi davvero fare qualcosa dovrei uscire da qui, e la cosa al momento non è consigliabile. Insomma, con quello che ho fatto le ultime volte...-
Lost notò che Eden aveva abbassato lo sguardo e per quel motivo si trattenne dal rivolgerle altre domande. La mutante si strinse nelle spalle. -Forse potremmo parlare!-
-Parlare? Ma tu non vuoi fare altro?- chiese Lost sedendosi a terra accanto alla sorella.
-Siamo stati separati per anni, che altro dovremmo fare?-
-Forse dovremmo fare qualcosa per ritrovare quel dannato settimo Chaos Emerald. Non sopporto più questa situazione!- disse Lost senza nemmeno nascondere la rabbia. Subito dopo la voce dell'Egg-Matic 5000 reclamò loro presenza dal dr. Eggman, come se un’entità sovrannaturale avesse deciso in qualche moto di rispondere alle preghiere del mobiano mascherato. I due fratelli camminarono fino alla sala di controllo, dove il dottore li accolse con un sorriso soddisfatto.
-C'è qualche problema, dr. Eggman?- chiese Eden, impaziente.
-Nessun problema, miei carissimi ragazzi!- esclamò gioviale il dr. Eggman. -Volevo solo informarvi che dopo tre, estenuanti giorni di ricerca, il settimo Chaos Emerald è appena stato localizzato.-
-Fantastico. E dove si trova?- chiese Lost, improvvisamente interessato a tutto quello che il dottore aveva da dire. Ormai era solo questione di tempo prima che quella tortura che andava avanti da settimane avesse fine.
-Nelle Mystic Ruins. A giudicare dai movimenti direi che è molto probabile che qualche avventuriero lo abbia trovato e che si stia dirigendo proprio da queste parti. Le mie telecamere hanno già individuato la nostra nuova conoscenza e raccolto dati su di lui. Sorprendentemente non è poi una conoscenza tanto nuova... Almeno per me!- disse il dottore, azionando i monitor alle sue spalle, facendo comparire l'immagine di un armadillo nero di circa diciassette anni che portava uno zaino grande persino il doppio di lui. Lost sussultò a quella vista: sicuramente ci voleva una forza sovrumana per permettere ad un mobiano di quella taglia di portare un simile peso sulle spalle.
-Vi presento Mighty the Armadillo, una vecchia conoscenza di Knuckles e dei Chaotix. Era da qualche anno che non si faceva vedere, ma ora sembra essere tornato per una visita di cortesia, e forse ha anche portato un regalo per i suoi amici... Peccato che probabilmente non sappia nulla di quello che è successo. Povero, non vorrei essere nei suoi panni quando lo scoprirà.- commentò il dottore, scuotendo la testa in segno di disapprovazione. Lost lanciò una rapida occhiata alla sorella, ma notò che la sua espressione era rimasta comunque fredda e neutrale come se avesse appena sentito una notizia al telegiornale.
-Dobbiamo intercettare l'armadillo e rubargli lo smeraldo, dottore?- chiese Eden, incrociando le braccia.
-E me lo domandi pure, cara? Certo che sì! Ne abbiamo bisogno più che mai, dal momento che il sesto Chaos Emerald è ancora disperso e nessuno ha idea di dove potrebbe essere! Persino il dannato riccio e la sua combriccola sono in alto mare con le ricerche... letteralmente!-
-Pessimo gioco di parole.- commentò la mutante.
Eggman fissò la mutante con irritazione. -Perché invece di restare qui a commentare la qualità delle mie sagacissime battute non andate a recuperare quel Chaos Emerald?-
-Anche subito, dottore. Faremo tutto quello che è necessario per recuperarlo.- disse Lost, anticipando la sorella e sorprendendola, dal momento che quell'atteggiamento non era da lui. Ma a Eggman non sembrava importare.
-Bene, allora è deciso: conto su di voi, miei prodi!- esclamò il dottore aumentando la velocità della base volante che si stava già dirigendo verso il luogo incriminato; dopo mezz'ora di volo arrivarono alla giungla delle Mystic Ruins.
 
-Le Mystic Ruins... Non credevo le avrei mai riviste.- mormorò Eden, ricordando il luogo dove lei e il fratello avevano trascorso l'infanzia prima del tragico incidente che li aveva costretti a separarsi. Era strano tornarvi dopo tutto quel tempo e ritrovarle esattamente come se le ricordava. Era come se il tempo non fosse mai passato. Purtroppo, però, quella era tutto fuorché una visita di cortesia.
-Ricordi ancora il luogo o hai bisogno di una guida turistica?- chiese Lost, iniziando ad incamminarsi verso la fonte del segnale, che li stava portando dritti verso il sentiero che Mighty stava percorrendo l'ultima volta che le telecamere lo avevano inquadrato.
-Me le ricordo perfettamente, anche perché le ho già ripercorse durante le mie esplorazioni “in incognito”!- annunciò lei con un sorrisetto ironico. -Dovremo stare attenti con quel tizio. Sembra un tipo tosto.-
-Non lo sembra, lo è. Può sembrare un giovane esploratore sprovveduto, ma a volte le apparenze ingannano. È forte quasi quanto me!- disse Lost, sorridendo da sotto il casco.
-Forse potremmo anche convincerlo a consegnarci l'Emerald senza combattere.- suggerì lei. -In fondo non sa niente di quello che abbiamo fatto o che sta succedendo attualmente!-
-Ti senti ancora in colpa per Espio e vuoi evitare altri conflitti, non è vero?- chiese Lost.
-Sto cercando di non pensarci.- confermò la mutante. In quel momento si sentirono delle voci e i due fratelli si zittirono. Entrambi furono molto sorpresi nel vedere comparire l'armadillo in compagnia di un grosso gatto viola con una canna da pesca.
-Big!- esclamò Lost, sorpreso. -Mi ero completamente dimenticato di lui!-
La mutante impallidì, ma aspettò che il duo si allontanasse per parlare. -Quel colosso è Big?- chiese Eden, che ricordava ancora il figlio del pescatore a cui la loro madre soleva affidarli quando li lasciava soli mentre lei era costretta ad allontanarsi. Lost annuì. -È rimasto qui per tutto questo tempo?-
-Sì. E ti comunico che non è cambiato per niente, anzi, forse è ancora più sbadato di prima.-
-Sbadato o no, spero solo che suo padre non gli abbia insegnato a fare quell'orribile zuppa di pesce- disse la mutante rabbrividendo.
Lost alzò un sopracciglio. -Non ci posso credere, mi stai dicendo che dopo tanti anni ancora ti ostini a non mangiare il pesce?-
Eden fece una faccia disgustata. -Lo odio. Non riesco nemmeno ad avvicinarmi.-
-Così come non riuscivi ad avvicinarti alla verdura? Non dirmi che hai passato gli ultimi anni della tua vita rapinando pasticcerie!-
-Ho girato il mondo e ho imparato a mangiare un pò di tutto, ma odio ancora il pesce.- spiegò Eden -Anzi, se devo essere sincera, io  mangio solo per salvare le apparenze: tecnicamente non avrei bisogno né dei reni né dello stomaco dato che la pelle assorbe il nutrimento di cui ho bisogno e lo espelle allo stesso modo. Potrei ingozzarmi, avvelenarmi, ma non mi accadrebbe nulla, dato che il mio corpo espelle automaticamente le tossine e le sostanze in eccesso.-
Lost sgranò gli occhi. -Vuoi dire che tu non hai nemmeno bisogno di andare in bagno?-
-Già.- disse Eden -Mamma risparmiava in pannolini quando eravamo piccoli. Almeno avere per figlia un mostro ha avuto i suoi vantaggi...-
La mutante sentì un improvviso bruciore alla guancia; Lost l'aveva appena schiaffeggiata. Il ragazzo si alzò il visore, in modo che la sorella potesse guardarlo negli occhi e sentire la sua voce senza distorsioni.
-Non. Dire. Mai più. Che sei. Un mostro. In. Mia. Presenza.- sibilò minacciosamente prima di abbassare nuovamente il visore. -Scusami se ti ho colpita. So che con quello che sta succedendo è molto difficile che tu non riesca a vederti come una persona normale, che senti che la tua umanità sta sparendo... Ma non sta succedendo. Tu non sei un mostro più di quanto lo sia io, non importa cosa dicano gli altri. Non importa chi o cosa tu sia, conta solo che tu abbia un cuore e un'anima. Smettila di pensare simili sciocchezze e vivi la tua vita senza pensare a cosa gli altri pensino di te.-
Il ragazzo ricominciò a camminare per fermarsi per aggiungere un'ultima cosa. -E ricorda una cosa: se il mondo ti si ritorcerà contro, io resterò al tuo fianco. Potrai sempre contare su di me, non dimenticarlo mai.-
Eden rimase paralizzata. Perché suo fratello le aveva detto esattamente le stesse cose che Espio gli aveva già detto? La ragazza però non ebbe il tempo necessario per rimuginarci sopra perché realizzò abbastanza in fretta che suo fratello la stava lasciando indietro e lo raggiunse di corsa.
 
-Ti ringrazio ancora tanto per aver ritrovato Froggy! Lo stavo cercando da stamattina!- disse il gatto allo sconosciuto che lo stava riaccompagnando a casa nonostante avesse uno zaino molto pesante in spalla.
L'armadillo gli rispose con un sorriso. -No problem! Stavo passando di lì per caso quando l'ho incrociato, e ho capito che doveva essersi perso. Ho fatto solo il mio dovere di bravo cittadino.-
-Non sono molte le persone gentili come te. Che ne dici di venire a mangiare da me? Ho dell'ottima zuppa di pesce!-
-No, grazie. Sto tornando a casa dopo tanto tempo e ho fretta di arrivare. Non vedo l'ora di rivedere i miei amici!- declinò lui, sorridendo al pensiero delle facce che avrebbero fatto quando se lo sarebbero visto comparire davanti all'improvviso. Non aveva avvisato nessuno del fatto che sarebbe tornato in anticipo rispetto a quanto programmato. Sarebbe stata una bella sorpresa.
-Capisco. Spero che li raggiunga presto e che ti riservino una bella accoglienza. E anche Froggy lo vuole.-
-Croak!- gracidò la rana che il gatto stringeva fra le mani.
Mighty li ringraziò con un sorriso prima di fermarsi ad ascoltare. Gli era sembrato già da prima di sentire delle voci, ma in quel momento aveva capito di non essersele immaginate. Qualcuno li stava seguendo.
-C'è qualcosa che non va?- chiese il gatto viola, fermandosi a sua volta.
-Ok, venite fuori, ovunque voi siate!- gridò rivolto verso la vegetazione mentre Big lo guardava senza capire. Eden e Lost uscirono fuori dal loro nascondiglio.
-Se sei Mighty the Armadillo allora cercavamo proprio te- disse Eden, cercando di non sembrare belligerante.
-Perché mi stavate seguendo?- chiese lui, cercando di capire le intenzioni di quella strana creatura e del tizio corazzato che le stava accanto. Il suo istinto gli diceva che forse potevano essere pericolosi, almeno a giudicare dal loro abbigliamento, ma non voleva fermarsi solo davanti a quei pregiudizi. Forse erano solo due tizi vestiti in modo strano che si erano persi.
-Non farò molti giri di parole. Stiamo cercando una pietra colorata grande quando un pugno chiamata Chaos Emerald. È molto importante per noi, ci serve assolutamente, e dato che abbiamo saputo che quella pietra è in mano tua ci chiedevamo se ce la potessi cedere.- spiegò rapidamente la mutante.
Big si grattò goffamente la testa. -Una grande pietra colorata? Una volta ne avevo una simile, era il mio portafortuna!- disse il gattone, grattandosi la testa. Mighty tirò fuori da una delle tasche dello zaino il Chaos Emerald blu.
-È proprio la pietra che stiamo cercando.- disse la ragazza, tenendosi come a distanza dalla pietra.
-Se la stai cercando perché non ti avvicini per osservarla meglio? Per quello che ne sai potrebbe essere un falso!- bluffò l'armadillo.
-So meglio di te che quello non è un falso.- disse la ragazza senza alcun tentennamento. -Se lo fosse stato me ne sarei accorta.-
-Mia sorella ha dei problemi con queste pietre. La prenderò io.- disse Lost senza molti giri di parole.
-Ah, davvero? Povera...- mormorò il gatto abbassando le orecchie.
-Mio fratello vi ha detto tutto. Sarà meglio che vi lasci soli a contrattare. Devo risolvere un contrattempo!- disse lei, correndo subito nella giungla e sparendo nella vegetazione.
-Questa cosa è piuttosto strana.- notò Mighty, sospettoso. -Perché tua sorella vuole la pietra se le fa male?-
-è una lunga storia Might, meno domande ti fai meglio è.- disse Lost, tendendo la mano verso l'Emerald come se si fosse aspettato che l'armadillo glielo avrebbe consegnato. -Come lei ti ha già spiegato prima, questo Chaos Emerald è molto importante per noi e ne abbiamo un assoluto bisogno. Potresti darcelo?-
-Perché dovrei? Mi avete pedinato. Cosa potrebbe farmi credere che le vostre intenzioni sono buone?- chiese lui, guardando storto Lost per via del suo strano abbigliamento.
-Niente. Puoi solo fidarti.-
Mighty lo squadrò per un momento. Era piuttosto fastidioso parlare con una persona senza poterne leggere le espressioni facciali.
-Ascolta, sentirai delle strane storie nostro conto, ma devi sapere che non sono vere. Non del tutto almeno. Sappi solo che le nostre intenzioni sono buone e che abbiamo bisogno del tuo aiuto per raggiungere il nostro obiettivo. Dacci quello smeraldo, per favore. Non c'è bisogno di lottare.-
Mighty ci pensò su per un momento per poi decidere. -Ok. Posso prestarvelo se lo volete così tanto, ma me lo dovrete restituire prima o poi. Devo mostrarlo ad un mio amico per farlo diventare ancora più verde di quello che è già per l'invidia!-
L'armadillo non poté vedere il sorriso che Lost gli rivolse da sotto il casco. -Grazie, amico.-
Lost tese la mano verso lo smeraldo che gli stava porgendo quando una voce lo fermò. -No! Non farlo!-
Entrambi si voltarono di scatto verso la fonte della voce, che si rivelò essere Amy Rose. La riccia era accompagnata da Tails, Sonic e Vector, che rimase a dir poco impietrito quando si rese conto di chi aveva davanti.
-Mighty? Cosa diavolo ci fai qui?-
-Sai che potrei farti la stessa domanda? E io che volevo farvi una sorpresa!- protestò l'armadillo.
Lost sorrise, ma nessuno poté vederlo. -Mi stavo giusto chiedendo quando vi sareste fatti vivi.-
-Dobbiamo proprio essere telepatici, perché anche io non vedevo l'ora di rivederti. Ci sono state troppe interruzioni fino ad ora! Prima o poi dovremo stabilire chi è il più forte, e credo che il momento sia arrivato.- disse Sonic, sorridendo al suo avversario.
-È incredibile che sia proprio io a dirlo, ma hai ragione!- disse l'antropomorfo lanciandosi all'attacco, ma Sonic schivò il colpo prima che andasse a segno.
-Impaziente di cominciare, eh?- chiese Sonic.
-Mi è sempre piaciuto combattere e ti ho sempre considerato un degno avversario. Mi spiace solo che le circostanze dei nostri ultimi scontri siano state così... Inappropriate!- disse Lost lanciandosi di nuovo su Sonic, che stavolta bloccò il colpo a mani nude.
-Non sai quanto ti do ragione, amico. Sai, se tua sorella non fosse una folle assassina e se tu non lavorassi per Eggman, forse mi andreste a genio.-
Lost ridacchiò da sotto il casco.
-Cos'hai da ridere?!- chiese Sonic senza smettere di respingere l'attacco dell'avversario.
-Niente... ma mi ricordo che una volta, molto tempo fa, un vecchio amico mi disse esattamente la stessa cosa!- farfugliò Lost.
I due contendenti si respinsero a vicenda per poi lanciarsi nuovamente all'attacco mentre gli altri stavano assistendo alla scena. Amy prese la mano di Big e si rivolse agli altri.
-Sonic lo sta distraendo. Dobbiamo cercare di andare via e portare in salvo l'Emerald prima che arrivi anche Eden!- disse la riccia. Tails annuì e prese il Chaos Emerald dalle mani di Mighty.
-Oh! Ciao Amy.- la salutò Big con calma, senza rendersi conto di quanto la situazione fosse effettivamente tragica.
-È meglio se questo lo teniamo noi.- disse la volpe. -Saresti ancora più in pericolo se lo avessi tu.-
L'armadillo cercò di capire cosa stesse succedendo in quella foresta che fino a pochi secondi prima era tanto tranquilla e pacifica. Non riusciva a capire cosa intendesse dire la riccia rosa che in quel momento correndo verso il fitto della vegetazione trascinando con sé il gatto, con la volpe al seguito, e non sapeva cosa fare. Mighty rimase impalato al suo posto a fissare Sonic e Lost che stavano combattendo, e non avrebbe mosso un muscolo che se Vector non lo avesse sollevato di peso e portato con sé.
-Che sta succedendo, Vec?- chiese l'armadillo, stupito. -Chi sono quei due tizi? E dove sono Espio e Charmy?-
-Non è né il momento né il luogo giusto per spiegartelo.- disse Vector, con un'espressione talmente seria che spaventò Mighty.
-Io invece voglio saperlo!- disse lui, liberandosi dalla presa del coccodrillo e incrociando le braccia in attesa di una risposta.
-Might, ti prego, non fare così! Questo posto si riempirà di robot da un momento all'altro, oppure potrebbe arrivare quella pazza!-
-Ti riferisci alla sorella di quel tizio in maschera?- chiese Mighty, sorpreso. La ragazza aveva un aspetto strano, ma non gli sembrava più pericolosa del fratello.
-Allora l'hai già incrociata... Sa che sei qui...- mormorò il coccodrillo, guardandosi attorno con agitazione per poi afferrare l'armadillo per le spalle. -Ascoltami molto attentamente: scappa, mettiti in salvo. Se dovesse comparire cercherò di trattenerla, ma tu devi giurarmi che scapperai via senza voltarti. Non farlo, qualunque cosa accada non smettere di correre.-
-Vector, il tuo comportamento mi sta facendo paura.- ammise l'armadillo che stava davvero iniziando a sentirsi a disagio.
-Fai bene ad averne. Quella ragazza è una squilibrata, e tu devi andartene subito prima che possa farti del male! Ha già ucciso Espio, non voglio che faccia del male anche a te!- Vector si rese conto di quello che si era appena lasciato sfuggire dall'espressione terrorizzata dell'armadillo.
-Espio è morto?- Mighty si sentì svuotato quando vide il coccodrillo annuire in risposta.
-Se resti qui un minuto di più potresti fare la sua stessa fine, se non peggio. Promettimi che almeno tu farai di tutto per uscire vivo da questa foresta. Io ti coprirò le spalle.-
-Invece tu verrai con me!- urlò Mighty, afferrando il coccodrillo per il polso. -Non posso lasciare che tu faccia questo!-
I due scapparono insieme nella foresta, sperando che nessun nemico li localizzasse.
 
-Rouge, sei sicura di sentirti bene? In fondo la febbre ti è passata da poco tempo, devi ancora rimetterti- chiese il riccio nero seriamente preoccupato per la salute della sua amica.
-Shadow te lo ripeto ancora, sto bene. Sono come nuova- disse Rouge.
-Shadow-ha-ragione. Le-probabilità-di-una-ricaduta-sono-molto-elevate- convenne E-123 Omega.
-Non ti ci mettere anche tu, Omega. Una mammina preoccupata è già più che sufficiente!- disse, facendo fare a Shadow una smorfia offesa. -È inutile che cerchiate di fermarmi. Non mi riposerò finché quei due folli saranno a piede libero!- esclamò la ragazza pipistrello, determinata come non mai.
Improvvisamente Omega si fermò. -Robot-di-Eggman-in-avvicinamento. Obiettivi-individuati.- annunciò l'automa cominciando a sparare all'impazzata verso la vegetazione.
Rouge sospirò. -Omega, sei un caso senza speranza.-
-Ma guarda un pò chi si rivede.- disse una voce proveniente da una figura purtroppo fin troppo familiare al gruppo. -Ci incontriamo di nuovo, vendicatori!-
-Eden!- sibilò Shadow.
-Sarebbe bastato un "salve" con un tono più gentile; così sembra che tu sia arrabbiato con me!- disse la mutante senza sforzarsi di fingersi dispiaciuta.
-Ti sei presa gioco di me per troppo tempo, mutante! E stavolta non ci sarà nessuno a difenderti!- urlò il riccio nero prima di attaccare la ragazza, che prontamente schivò il colpo per colpire Shadow a sua volta.
-Stai bene?- chiese Rouge soccorrendo Shadow.
Il riccio nero allontanò da sé la ragazza. -È una faccenda fra me e lei, Rouge. Va a cercare il Chaos Emerald mentre io e Omega tratteniamo Eden e i robot.-
Il pipistrello annuì mentre sfrecciava in volo verso il punto in cui proveniva il segnale del Chaos Emerald.
 
-Correte! Dobbiamo metterci in salvo!- continuava a urlare Amy Rose, trascinandosi dietro il suo amico gatto mentre Tails li seguiva a ruota.
-Ragazzi, non mi sento tranquillo. Eden potrebbe essere ancora in giro, e in più abbiamo perso Vector e Mighty!- disse Tails guardandosi intorno, preoccupato.
-Che cosa succede? Chi si è perso? Chi erano quei due ragazzi?!- chiese Big, che non aveva capito niente della situazione in cui si era appena cacciato.
-Due ragazzi che avrebbero potuto farti molto male, Big. Ti racconterò meglio dopo.- gli assicurò Amy.
Il gruppetto continuò a correre finché non sentirono dei rumori sospetti provenire dai cespugli. I tre ragazzi si fermarono alla vista dei robot armati di trivelle che avanzavano minacciosi verso di loro.
-Chaos-Emerald-individuato!- annunciò uno degli automi. I robot si lanciarono addosso ai tre antropomorfi, che iniziarono a respingerli con le loro armi. Ma sembrava che più ne respingessero, più ne arrivassero.
 
Lost e Sonic si erano spostati di parecchio dal posto in cui avevano cominciato a combattere, ma nessuno dei due riusciva ancora a prevalere sull'altro; entrambi avevano si squadravano mentre riprendevano fiato.
-Stanco, eh?- chiese Sonic.
-Forse un po'.- ammise l'antropomorfo -Però anche tu non sei al massimo della forma.-
-Ho ancora abbastanza forza per combatterti.-
-Non ammetterai mai di essere stanco, non è vero Sonic?- ridacchiò Lost.
-D'accordo, forse hai ragione. Però ciò non vuol dire che mi sconfiggerai!- disse il riccio blu appallottolandosi e lanciandosi sul ragazzo mascherato; Lost fermò il colpo con le mani, ma entrambi finirono con l'essere obliterati sull'orlo del precipizio.
-Sonic, qui sotto c'è un fiume! Fermati o cadremo entrambi!- urlò Lost. Però per un movimento brusco entrambi sentirono la terra mancare sotto i loro corpi e il forte vento provocato dalla loro precipitosa caduta nel vuoto.
Sonic poté sentire chiaramente l'antropomorfo urlare mentre iniziava a farlo a sua volta vedendo il fiume sottostante farsi sempre più vicino; il riccio sapeva che se fosse finito in acqua non ci sarebbe stato più nulla da fare: sarebbe annegato e fine della storia. Improvvisamente i volti di tutte le persone che erano state importanti per lui sfrecciarono nella sua mente come in un film: Tails, il suo migliore amico, vicino come un fratello... Shadow, il suo sosia dal pelo nero, un'anima tormentata con cui condivideva un bizzarro rapporto fra l'amicizia e la rivalità... Knuckles, la testa calda del gruppo, che nonostante la sua aria da duro è stata la persona più onesta e leale che abbia mai incontrato, che nonostante il suo gesto nobile aveva fatto una fine assolutamente indegna... e infine Amy Rose, la riccia rosa, la ragazza che lo seguiva ormai da tempo immemore per convincerlo a rendere il fidanzamento da lei imposto ufficiale; una ragazza che senza nemmeno accorgersene era cambiata tantissimo dal giorno del loro primo incontro: se all'inizio della storia era solo una bambina piagnucolosa, crescendo era diventata una bellissima ed indipendente ragazza, uno splendido angelo armato di martello. La stessa ragazza che nell'ultimo periodo aveva saputo stargli vicino, dimostrandogli di conoscerlo meglio di chiunque altro. Non glielo aveva mai detto, ma lui adorava le sue attenzioni nei suoi confronti, anche se alle volte superavano il limite dell'imbarazzo, e si reputava molto fortunato ad esserne l'oggetto. Non lo aveva mai ammesso nemmeno a sé stesso, ma avrebbe voluto dirle che teneva a lei quanto lei teneva a lui, che avrebbe sempre potuto contare su di lui per ogni situazione, sia che fosse triste sia per essere salvata da Eggman... e grazie alla sua immensa testardaggine lui era a un passo dalla morte senza che lei fosse a conoscenza dei veri sentimenti di Sonic nei suoi confronti, né avrebbe saputo di essere stata l'oggetto dei suoi ultimi pensieri.
Improvvisamente il riccio blu sentì il vento arrestarsi improvvisamente. Sonic aprì gli occhi per vedersi sospeso sopra il fiume, e alzando lo sguardo vide cosa aveva arrestato la caduta: Lost era aggrappato alla parete grazie agli artigli retrattili dei guanti e lo stava trattenendo per il polso.
-Tutto apposto?- chiese l'antropomorfo in risposta allo sguardo sorpreso del riccio.
-Mi hai appena... Salvato la vita?!- farfugliò nervosamente Sonic, indeciso se farla sembrare un'affermazione o una domanda.
-Se intendi dire che ti ho appena impedito di farti un bagno senza ritorno, la risposta è sì. Forse dovresti prendere in seria considerazione l'idea di prendere qualche lezione di nuoto.- scherzò Lost. -Ce la fai a lasciarti andare per raggiungere la terraferma? Non credo di riuscire ad arrampicarmi continuando a tenerti sospeso nel vuoto.-
Il riccio annuì dopo una rapida occhiata. -Grazie, Lost. Non dimenticherò quello che hai fatto oggi.-
-Lo dimenticherai in fretta quando scoprirai tutto quello che ti sto nascondendo, vedrai. Pronto?-
-Sì- confermò Sonic. L'antropomorfo lanciò il riccio in modo che la traiettoria lo facesse cadere verso la riva, e Sonic atterrò al sicuro e perfettamente all'asciutto. Il riccio blu guardò Lost che si arrampicava verso la cima della montagnola.
-Non so perché, ma più tempo passa, più mi ricordi qualcuno...- farfugliò prima si correre a tutta velocità verso la cima della montagna per aiutare i suoi amici.
 
Nel frattempo Tails, Amy e Big erano completamente circondati da robot e tentavano di difendersi come meglio potevano: Amy distrusse un numero di avversari impressionante con il suo martello, Big ne respingeva altrettanti con la sua canna da pesca, e Tails riusciva a far cozzare far loro tutti i nemici che lo attaccavano grazie alle mosse che Sonic gli aveva insegnato. Tuttavia, il numero degli avversari non accennava a diminuire e loro cominciavano ad essere stanchi.
-Ma quanti ne arrivano ancora?!- protestò Amy.
-Sono qui per lo smeraldo. Non se ne andranno finché non lo avranno preso- le rispose Tails.
-Non possiamo permetterglielo. Eggman ha già il Master Emerald e quattro smeraldi, cinque se ha trovato quello che Rouge ha perso a Angel Island; se ne avesse sei sarebbe una tragedia!-
Il volpino annuì. -Ed è per questo che dobbiamo resistere fino all'arrivo di Sonic.-
-Scusate... chi ha quasi tutti gli smeraldi del Chaos?!- chiese Big. -Non riesco a capire di cosa state parlando!-
Mentre il terzetto aveva continuato a confabulare, però, gli androidi si erano avvicinati pericolosamente. Ma in quel momento la maggior parte di loro fu travolta da una tremenda esplosione che attirò l'attenzione generale.
-Ehi voi! Brutte lattine arrugginite! Prendetevela con qualcuno alla vostra altezza!- urlò Rouge lanciando altre bombe addosso ai robot, che esplosero. Il pipistrello volò con eleganza davanti ai tre. -Allontanatevi da qui. Penserò io a loro.-
Lo sguardo del pipistrello emanava fuoco e fiamme, tanto che nessuno di loro osò protestare nonostante fosse palese che essendosi appena ripresa da una malattia, Rouge fosse più vulnerabile del solito.
-Mi raccomando Rouge, fai molta attenzione. Sii prudente.- le raccomando Amy prima di correre via al seguito di Tails e Big.
I robot cominciarono a lanciarsi all'inseguimento, ma furono subito fermati dalle bombe e dai calci di Rouge. Il pipistrello volava con innata grazia e agilità fra i robot che cercavano di afferrarla e ghermirla in tutti i modi possibili senza riuscirci: non sembrava nemmeno fosse stata malata fino poco tempo prima dal modo in cui riusciva a tenere a bada quei freddi assassini di metallo.
Però la condizione di vantaggio di Rouge durò relativamente poco: presto il pipistrello si sentì girare la testa, e per questo smise di volare; i robot le si lanciarono addosso come le api sul miele, ma Rouge continuò a combattere contro i pochi automi rimasti finché non provò una strana sensazione di calore proveniente dal ventre, seguita da un dolore lancinante. La ragazza si portò una mano verso la fonte del dolore, e con sua grande sorpresa la ritirò piena di sangue: uno dei robot doveva averla colpita senza che lei se ne accorgesse.
-Oh!- esclamò semplicemente prima di stramazzare al suolo.
Rouge chiuse gli occhi, aspettando che i robot facessero a pezzi quello che restava di lei, ma non accadde: al contrario sentì un urlo inumano ed ebbe appena il tempo di aprire gli occhi che vide un lampo rosso attraversare tutti i robot, i quali esplosero subito dopo con un boato assordante. Non ebbe il tempo di capire cosa stesse succedendo che sentì qualcosa sollevarla bruscamente da terra.
-Rouge! Rouge! Riesci a sentirmi?- urlò tutto d'un fiato il suo salvatore. L'ultima persona che si sarebbe aspettata di vedere e al contempo la più ovvia.
-Knuckles...- farfugliò il pipistrello allo stremo delle forze.
-Sì, sono io. Rouge resisti, non mollare! Non chiudere gli occhi, devi restare sveglia!- implorò l'echidna premendo la ferita con le mani per fermare l'emorragia.
Rouge scosse la testa. -Perché dovrei? Ormai non ha più importanza, non ho più niente da perdere.-
-Non starai dicendo sul serio!- urlò Knuckles fuori di sé dalla rabbia. -Non è vero che non hai niente da perdere! Hai tutto da perdere invece! Pensa alle persone che soffrirebbero per la tua scomparsa, è per loro che devi restare in vita! Devi lottare!-
Lei cercò di sollevarsi un pò, ma una fitta la fece ricadere a terra. -No, per me è finita. Lo hanno detto anche le carte... Incredibile, i tarocchi hanno avuto ragione...-
Knuckles la fissò come se fosse impazzita. -Tarocchi?! Non dirmi che credi davvero a queste sciocchezze! Ce la farai, vedrai. Tu guarirai...-
L'echidna continuò a parlare e a incoraggiarla, ma il dolore e il profondo senso di torpore fecero sprofondare Rouge nelle tenebre, e la ragazza non sentì più niente.
 
Il coccodrillo e l'armadillo fissarono i robot che gli si erano parati davanti all'improvviso con gli occhi sgranati. Vector non avrebbe voluto arrivare a quel punto, ma non aveva altra scelta se non combattere per salvare se stesso e il suo amico. Non avrebbe accettato di vedere un altro compagno morire davanti ai suoi occhi come era successo con Espio. Era stato confortante sapere che in fondo nell'altra vita era ancora vivo e stava bene, ma sapere che probabilmente lo avrebbe rivisto solo dopo moltissimo tempo lo faceva stare male. Erano passati solo pochi giorni dalla sua scomparsa e già gli mancava come se non lo avesse visto da una vita intera.
-Questa non ci voleva.- commentò Mighty, posando lo zaino a terra. -Sai che ho sempre odiato combattere, vecchio mio, ma temo di non avere altra scelta!-
-Sei proprio sicuro di volerlo fare?- chiese Vector, preoccupato. -Dubito che tu ti sia ritrovato in situazioni simili durante i tuoi scavi archeologici. Potresti essere fuori allenamento.-
Mighty rise. -Non credere che non abbia avuto a che fare con i razziatori di tombe di tanto in tanto. La verità è che probabilmente sono ancora più allenato di te!-
L'armadillo si appallottolò sotto gli occhi di Vector e rotolò verso i robot che li stavano attaccando, distruggendoli in breve tempo grazie alla sua durissima corazza. Vector sorrise nel vedere che il suo amico aveva tutta la situazione sotto controllo e si lanciò all'attacco a sua volta. In breve tempo tutti i robot erano stati distrutti.
-Bè, direi che non è male per una persona “fuori allenamento”!- scherzò Mighty, dando il cinque a Vector. Quello che non poteva sapere era che un robot cecchino appena arrivato e gli stava puntando un laser alla tempia senza che nemmeno Vector se ne fosse accorto.
-Fossi in voi non festeggerei!-
I due rimasero impietriti quando videro comparire Lost all'improvviso da dietro le loro spalle per lanciare una serie di lame contro il robot, che cadde fra i cespugli sparando all'aria il colpo riservato a Mighty. -Siete forti, è vero, ma non siete abbastanza concentrati. Dovete fare più attenzione, oppure non uscirete vivi da questa foresta.-
Vector marciò contro Lost e lo fulminò con lo sguardo. -Non fare tanto il santarellino! Tu stai dalla loro stessa parte! Chi mi dice che non cercherai di attaccarci proprio ora?-
-Perché dovrei farlo? Voi non avete nemmeno il Chaos Emerald. Io non ho intenzione di combattere contro di voi. Fareste meglio ad andarvene finché siete in tempo.-
-Perché ci hai seguiti?- chiese Mighty all'improvviso. -Come hai detto tu stesso per te non siamo abbastanza interessanti.-
-E anche se fosse?- chiese Lost, voltandosi per non guardare l'armadillo. -Non voglio che ci sia altra sofferenza in questa storia. È per questo che non voglio che accada qualcosa anche a voi. Il vostro amico si è sacrificato perché almeno voi usciste indenni da questa situazione, il minimo che possa fare è rispettare la sua volontà!-
All'improvvisamente si sentì un grido provenire dalla vegetazione e Lost sobbalzò come Vector e Mighty.
-Non è possibile...- disse a voce molto bassa prima di correre verso la fonte della voce.
 
Shadow si guardò intorno saltando rapidamente da ramo in ramo: non era passato molto tempo dal momento in cui aveva perso di vista la sua avversaria. Eden era come sparita nel nulla, e nonostante la sua velocità supersonica, il riccio nero non riusciva a trovarla e questo non contribuiva a tranquillizzarlo. Non sapeva spiegarsi perché, ma aveva una strana sensazione che lo stava perseguitando, una sensazione simile a quella che aveva provato quando l'ARK era stata assaltata dai G.U.N... e Shadow non riusciva a reprimerla, e cercare di rintracciare Eden era un modo per accattonarla per qualche momento.
-ROUGE!-
Il riccio nero trasalì sentendo quell'urlo distante, e cambiò immediatamente direzione verso il punto da cui proveniva. Sperava di essersi sbagliato, che non fosse accaduto ciò che quell'urlo presagiva... Shadow in breve arrivò nel punto da cui l'urlo era venuto e rimase paralizzato dall’orrore quando vide Eden lo fissava reggendo fra le braccia la sua amica, che aveva un profondo taglio sanguinante all'altezza del fianco sinistro. Rouge era pallida come una morta e respirava a malapena, si vedeva chiaramente che la ferita era molto seria.
-Tu... CHE COSA LE HAI FATTO?!- urlò il riccio nero, sentendosi più furioso che mai. Si appallottolò direttamente sul ramo e si lanciò all'attacco della mutante, che però lo schivò per pochi millimetri e gli mise il pipistrello ferito fra le braccia.
-L'ospedale più vicino è a due ore e mezza di auto da qui. Dovrai sbrigarti se vuoi salvare la tua amica.- farfugliò la ragazza prima di scappare di corsa nel fitto della vegetazione.
Shadow rimase interdetto per pochi momenti, per poi correre al massimo della velocità verso la città più vicina. Il riccio nero continuava a controllare il ritmo del respiro del pipistrello, che si faceva sempre più irregolare momento dopo momento, e tutte le sue azioni erano guidate da un solo pensiero fisso: che non ci sarebbe stata un'altra Maria. Nessuno sarebbe più morto inutilmente.
E che Eden l'avrebbe pagata cara per tutto quello che aveva fatto fino a quel momento.
 
Amy Rose aveva corso troppo forte e aveva finito con l'essere persa di vista da Tails e Big: la giovane riccia si aggirava alla cieca fra la vegetazione, senza sapere come fare per orientarsi. Non poteva che sperare di imbattersi per caso nei suoi amici, o ancora meglio nel suo Sonic... Dove erano andati a finire tutti quanti?! Perché lei finiva sempre con l'essere lasciata sola? Erano le domande filosofiche che ella si poneva ogni volta che si trovava in situazioni simili; situazioni che spesso finivano col cacciarla in qualche grosso guaio.
-Ehi! C'è qualcuno qui?!- chiamò la riccia rosa, sperando che qualcuno riuscisse a sentirla.
-Sì. Ci sono io!- disse una voce terribilmente familiare alle spalle della riccia. Amy urlò alla vista di Eden, e subito accorse Sonic.
-Amy!- urlò il riccio blu, ma prima che potesse fare qualcosa Eden afferrò la riccia con una morsa che non le avrebbe mai permesso di liberarsi e le tappo la bocca con una mano.
-Fermo dove sei o la tua amichetta farà la stessa fine dell'echidna e del camaleonte! Sai che ne sono capace!- lo avvertì Eden. Sonic si paralizzò sul posto. -Così va meglio. Lei ora viene via con me. Non temere, verrà trattata bene.-
Amy guardò Sonic con sguardo implorante.
-Cosa hai intenzione di farle?- chiese il riccio blu, visibilmente ansioso.
-Tu e il riccio nero avete due cose che mi interessano: i Chaos Emerald. Portateli sull'Egg-Apocalypse fra tre giorni e riavrete la vostra amica senza un graffio: che ne dici?-
-Non farlo Sonic!- urlò Amy, liberandosi con un morso dalla presa di Eden.
Il riccio blu rimase immobile, completamente indeciso sul da farsi. Sapeva che la mutante non stava bluffando e che le sarebbe bastato un cenno per porre fine alla vita di Amy: non poteva rischiare.
-D'accordo Eden. Avrai i Chaos Emerald- disse infine il riccio blu, sotto lo sguardo disperato della riccia rosa e il ghigno della mutante.
-Ottimo. E mi raccomando, dì al tuo amico Shadow che deve esserci per forza. Anche se dubito che abbia intenzione di rifiutare il mio invito!- disse Eden prima di correre via nella vegetazione continuando a trattenere Amy. Sonic cadde di nuovo in ginocchio, incerto sul da farsi. L'unica cosa che sapeva era che sarebbe tutto finito in tre giorni, e che forse, per una volta, non sarebbero stati loro a vincere. Che cosa avrebbero fatto? Per la prima volta nemmeno lui sapeva darsi una risposta.






Angolo dell'Autrice incredibilmente in anticipo:
So: L'Autrice ha postato dopo soli due giorni? Che diamine sta succedendo? O_o
Au: Si chiama "sto per andare in vacanza", mi devo spicciare per interrompere ad un buon punto! U_U
So: Intendi dire che presto saremo liberi? *__*
Au: Ma anche no! La storia si sta solo avviando verso le battute finali, la riprenderò quando torno! ^_^
So: D'oh! >_<
Sh: Era troppo bello per essere vero! -.-
Kn: Quindi cos'hai intenzione di fare?
Au: Dopo che avrò postato il prossimo capitolo andrò ufficialmente in vacanza. Forse riprenderò a postare regolarmente da ferragosto o giù di lì, non lo so.
Ls: Non sai nemmeno quando tornerai dalle vacanze?
Au: Se mia madre non sa nemmeno quando partiremo!
Ls: Eppure hai annunciato la pausa estiva comunque!
Au: E' sicuro che non ci sono dal primo al quattro agosto, e forse vado anche al mare con la mia famiglia per una settimana se finalmente qualcuno si decide a stabilire quando si parte e quando si torna! -.-
Kn: Almeno abbiamo quattro giorni di libertà assicurati! ^.^
*L'Autrice fulmina Knuckles con lo sguardo*
Ls: Penso che sia meglio non farla arrabbiare prima che questa storia sia ufficialmente finita... o.o
Au: Ha ragione. Potrei resuscitarti e riucciderti in un attimo! è.é
Kn: Sono il tuo personaggio preferito. Non ne avresti il fegato!
Au: Tu sei già morto! Non peggiorare la tua situazione!
*Knuckles prova a protestare ma viene trascinato via da Lost e da Sonic*
Au: Hai qualcosa da dire, Shadow?
Sh: Sono ammessi insulti gratuiti? -.-
Au: No. *anche Shadow abbandona lo studio* Perché anche lui è qui? Forse mi verrà in mente più tardi. Ringrazio tutti i lettori che leggono, che commentano, che hanno messo la storia fra le seguite (EleNeiro, fenicex8, MartixHedgehog, Marta1493, Marty Fantasy, PiccolaCelebi, mendoza95 e Xelfilia), e/o le preferite (Marta1493, blueskyismylife, PiccolaCelebi, Marty Fantasy, Xelfilia e shinichi e ran amore) e/o le ricordate (Xelfilia e blueskyismylife). Vi ringrazio per non avermi presa a pomodorate fino a questo momento (come diavolo avete fatto?) e ci sentiamo al prossimo capitolo! ^^/

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Capitolo 12
*** Capitolo 11: Fra egoismo e altruismo ***


La vita è davvero strana. A volte quello che può sembrare il posto più sicuro del mondo è proprio il posto da cui dovresti stare più lontano. Almeno era quello che la faccia della ragazza che in quel momento si trovava davanti a lei stava esprimendo in quel momento. Era una maschera di puro orrore, una paura che distorceva in modo terribile i tratti delicati del suo viso. Era la faccia di chi stava guardando negli occhi la morte in persona e non poteva fare niente per impedirle di farle del male. I suoi occhi, che già normalmente erano grandi, in quel momento erano spalancati e pieni di lacrime, e in quel momento nessuno avrebbe saputo dire cosa la stesse trattenendo dal mettersi ad urlare. Probabilmente il fatto che sapeva che nessuno l'avrebbe sentita e sarebbe accorso da lei per impedire che accadesse l'inevitabile.
Era una vista che dava i brividi. Eden sapeva che si sarebbe trovata davanti ad una scena del genere quando avrebbe dato inizio all'ultimo atto del suo piano finale, la parte più difficile da portare a compimento. Quello che stava per fare era spaventoso, ma non poteva cedere proprio in quel momento, né doveva dimostrarsi debole in alcun modo: ormai era andata troppo avanti con il suo piano e aveva distrutto troppe vite per potersi tirare indietro.
-Perché hai tanta paura? Tanto sapevi che prima o poi sarebbe successo. Stai solo pagando per i tuoi peccati, oltre che per quelli dei tuoi antenati.- disse Eden, sorridendo alla ragazza davanti a lei e stringendo forte la sua katana. Ci fu un lampo e la cabina si macchiò di rosso.
                                                                                              
***
 
Amy Rose era in quella stanza da poco più di un giorno e già le sembrava che fossero passati secoli. Non poteva credere che fosse riuscita a farsi prendere in ostaggio da Eggman per l'ennesima volta, come se non avesse mai imparato la lezione dalle sue avventure del passato. Era stata rapita in occasione del primo incontro con Sonic e con Eggman su Little Planet, dove aveva seguito Sonic appositamente per conoscerlo alla tenera età di otto anni. Ricordava quell'esperienza come se fosse accaduta il giorno prima, da quando era stata rapita da Metal Sonic al momento in cui il suo idolo l'aveva liberata, gesto che aveva portato la giovane riccia a innamorarsi perdutamente di lui: era sempre stata affascinata dal mondo delle fiabe, ed era stata felicissima quando si era resa conto di aver trovato il suo principe azzurro disposto a tutto pur di salvare la sua principessa dal cattivo che la teneva prigioniera. Se lo avesse conosciuto un po' più a fondo si sarebbe resa conto che in realtà quello che per lei all'epoca aveva rappresentato il più romantico dei gesti era in realtà una cosa che Sonic avrebbe fatto per chiunque, ma probabilmente saperlo già da allora non le avrebbe impedito di innamorarsi di lui, avrebbe solo rallentato il processo che l'aveva resa la riccia rosa esuberante e intraprendente che avrebbe fatto qualunque cosa per amore del suo uomo.
All'inizio era solo una ragazzina che si era trovata quasi per gioco in un mondo fatto di lotta quotidiana per il bene del pianeta, ma grazie alle sue abilità e ad un martello di gomma formato gigante Amy era in qualche modo riuscita a cavarsela nelle situazioni più spinose che le si erano parate innanzi nel suo eterno inseguimento dell'amore della sua vita. In tutto quel tempo Sonic non l'aveva mai ricambiata o le aveva dimostrato solo poche, labili dimostrazioni d'affetto, ma lei non si era mai data per vinta perché era più che convinta che un giorno Sonic avrebbe ricambiato il suo sentimento e che avrebbero finalmente avuto la vita che aveva sempre sognato per loro. Certo, sarebbe stato impossibile che Sonic the Hedgehog smettesse di correre fino in capo al mondo o che smettesse di fare l'eroe, ma non si poteva avere tutto dalla vita: però avrebbe fatto tutto quello che sarebbe stato in suo potere per restargli accanto, qualunque cosa fosse accaduta. Anche in quell'occasione non si era comportata diversamente: aveva lottato per restare al fianco del suo grande amore e incoraggiarlo a fare la cosa giusta, ma come al solito la cosa le si era ritorta contro e ora si trovava da sola, in una cella rivestita di metallo in cui entrava giusto un po' di luce da una minuscola finestrella durante il giorno e veniva inondata dalle luci artificiali delle lampade al neon la sera. Ogni tanto un robot veniva a portarle del cibo, ma a parte quella spiacevole compagnia passava tutto il suo tempo da sola. Non che la cosa le dispiacesse, data la compagnia che avrebbe potuto avere in quel posto. Fra Eden e il dottor Eggman non sapeva quale dei due volesse vedere di meno.
Ad un certo punto la porta si aprì all'improvviso e Amy pensò che fosse uno dei soliti robot che era venuto a portarle la sua razione di cibo serale. Fu con stupore che si rese conto le la sua supposizione era giusta solo a metà dal momento che era Lost che le stava portando la cena.
-È ora di cena, devi essere affamata.- disse con la solita voce piatta e metallica. La riccia non riusciva a capire perché quel tizio non potesse parlare con la sua voce naturale invece di usare l'altoparlante integrato nel casco. Era frustrante non riuscire nemmeno a capire che genere di emozione poteva esprimere la sua vera voce. Solo alcune volte sobbalzava quando veniva colto di sorpresa, e quei piccoli gesti erano l'unica cosa che lo rendevano distinguibile da un automa. Per la riccia questo era davvero inquietante.
-E chi te lo dice?- gli rispose lei, dandogli le spalle. Lost poggiò il vassoio sul tavolino della cella comunque.
-So che questa situazione è molto difficile per te. Ma ti assicuro che sarà tutto finito in poco tempo. Devi solo avere fiducia.-
-Io sono fiduciosa. Sono certa che Sonic arriverà a salvarmi e che darà a te e a tua sorella la lezione che meritate per esservi uniti ad Eggman!- disse la riccia con determinazione.
-Lo so. Lo spero anche io.- disse Lost, sorprendendola. Amy lo fissò impietrita per un momento prima di scoppiare a ridere.
-Molto divertente. Chi è che ti ha dato l'idea di fingerti una persona sensibile e comprensiva per spingermi a parlare?-
-Non ho intenzione di fingere. Sono davvero interessato a sapere come ti senti.- la assicurò Lost, anche se era impossibile leggere la sua espressione o il tono della sua voce. Era impossibile stabilire se stesse mentendo o meno, e per Amy quella situazione era insopportabile.
-E ti sei chiesto cosa hanno provato Knuckles ed Espio quando tua sorella li ha assassinati a sangue freddo?- chiese lei, fulminandolo con lo sguardo. Il mobiano rimase immobile davanti a lei per alcuni minuti.
-Non ho avuto bisogno di farlo. Sono... “Morto” anch'io una volta, diciamola così. Non ho sentito niente, e dubito che anche loro abbiano sentito qualcosa.-
Amy sgranò gli occhi. -Come sarebbe a dire?- chiese senza nascondere la confusione.
-Sono stato legalmente morto per un po' di tempo, e non è un'esperienza che si dimentica. Soprattutto il risveglio.- disse lui, annuendo come per confermare ciò che stava dicendo.
-Mi stai prendendo in giro. Non è possibile tornare da...- all'improvviso la riccia ebbe un'illuminazione e fissò Lost come se si fosse trovata davanti a un fantasma. -Eden! Lei ti ha riportato indietro! È anche in grado di riportare in vita i morti!-
Lost tacque per un momento solo per scuotere la testa. -Mia sorella sa fare molte cose, ma non può riportare in vita i morti. Se ne fosse stata realmente capace forse la nostra vita sarebbe stata più facile. Dopo la morte di nostra madre, io e Eden ci siamo separati per moltissimo tempo, e nessuno ha più avuto notizie dell'altro per anni. Mi ha cercato solo quando ha saputo che io avevo bisogno di lei. Mi ha aiutato, a modo suo. Lei non è la creatura sanguinaria che voi credete che sia, sono le circostanze sbagliate che l'hanno resa tale ai vostri occhi.-
-“Circostanze sbagliate”?- urlò Amy, fuori di sé dalla rabbia. -Eden ha ucciso due persone innocenti e ha ferito un bambino! Nessuna persona sana di mente lo avrebbe mai fatto, per nessuna ragione! E dubito che tua sorella abbia buone intenzioni, considerando la persona con cui ha scelto di collaborare! Spero solo che Sonic gliela faccia pagare quando domani salirà a bordo di questa base aerea!-
Dopo quella risposta Lost tirò un pugno contro il muro talmente forte da lasciare un'ammaccatura nel metallo, lasciando Amy di stucco. L'antropomorfo la stava fissando respirando profondamente come se fosse stato molto triste o molto arrabbiato, e la riccia non aveva idea di quale sarebbe stata la sua mossa successiva. Per quel che ne sapeva avrebbe anche potuto attaccarla anche se non sarebbe stata in grado di difendersi.
Fu con suo enorme sollievo che invece uscì senza dire una parola, ma una seconda botta e una specie di ruggito facilmente identificabile come un urlo dissero a Amy che il suo discorso doveva avere avuto molto più effetto di quello che pensava. Infatti pochi minuti dopo Lost si stava allenando a dare pugni al sacco da pugile per allenarsi, tirando colpi talmente forti da farlo ondeggiare paurosamente nonostante fosse il più pesante e resistente che potesse avere a disposizione. Era il suo modo di scaricare la tensione che il breve dialogo con la riccia rosa gli aveva messo addosso. Non aveva potuto dirle niente di più per evitare che il dottore sentisse dalle telecamere di sorveglianza, e non poteva permettere che Eggman li scoprisse proprio quando mancava così poco alla risoluzione della vicenda. Bastava solamente che Sonic si recasse lì per le trattative per la liberazione di Amy Rose ed era fatta. Sarebbe tutto finito. Era stufo di dover fare la parte del burattino di Eggman e di vedere gli altri che soffrivano senza poter dare una spiegazione. Sarebbe stato tutto molto più semplice, se il dottore non li avesse tenuti d'occhio per praticamente tutto il tempo. Ma presto quella tensione, quell'enorme messa in scena a cui era stato costretto suo malgrado a partecipare, sarebbero finite. Doveva solo pazientare ancora per un giorno e poi sarebbe stato di nuovo libero, e stavolta sua sorella sarebbe stata con lui. Doveva solo aspettare.
 
Intanto Eden si aggirava furtivamente nella sala macchine del dottor Eggman all'apparente ricerca di un qualcosa che potesse aiutarla ad attuare il suo piano per il giorno seguente. Era più determinata che mai nel volerlo portare a termine, per il bene della sua famiglia. Suo fratello ancora non lo sapeva e forse non lo avrebbe mai saputo, ma un giorno l'avrebbe ringraziata per quello che avrebbe fatto il giorno dopo. Era troppo importante per lei che tutto andasse alla perfezione: non poteva permettersi errori, altrimenti sarebbero stati tutti condannati, non solo loro due. Era un piano rischioso, ma se fosse andato in porto sarebbero stati liberi. Nessuno avrebbe più dovuto preoccuparsi che la sua storia si ripetesse. Lei lo avrebbe impedito: nessuno avrebbe sofferto ciò che aveva sofferto lei, non ci sarebbero più state famiglie che si sarebbero separate. Sarebbe finito tutto. Doveva solo avere un po' di pazienza e sperare che la fortuna l'assistesse in quel momento decisivo.
-Eden?-
La mutante sobbalzò quando sentì la voce meccanica dell'Egg-Matic 5000 che la chiamava. Eden lo fissò mentre questo le si avvicinava a lenti passi, come se avesse avuto paura di disturbarla.
-Che vuoi?- chiese lei al robot, continuando a cercare nella banca dati del computer centrale.
-Volevo sapere che cosa ci fai qui. È piuttosto insolito vederti cercare nell'archivio, anche perché mi risulta che tu non abbia un buon rapporto con i computer e le macchine in generale.-
-Infatti odio entrambi. Ma considerando che il dottore non ha un archivio cartaceo questo è l'unico modo che ho per trovare qualcosa che possa aiutarmi per domani.- spiegò Eden, senza staccare gli occhi dal monitor. Il robot le si avvicinò.
-Che cosa hai in mente di usare per domani, esattamente?-
-Qualcosa per... Insomma, come si dice... Per entrare nella testa di una persona e vedere cosa c'è dentro!- spiegò confusamente Eden.
Il robot sgranò gli occhi. -Vorresti un marchingegno che ti permettesse di leggere nel pensiero?-
-No. Non proprio. Mi servirebbe qualcosa di più... forte, diciamo. Qualcosa che mi permetterebbe anche di strappare informazioni dalla testa di una persona senza che questa se ne accorga!-
Il robot annuì e sorrise. -Credi che un dispositivo per il controllo mentale possa andare bene ugualmente?-
La mutante lo fissò, incuriosita. -“Controllo mentale”? Che diavolo è?-
-Mai sentito parlare di “controllo mentale”? Si vede che finora hai vissuto praticamente fuori dal mondo!- disse l'Egg-Matic scuotendo la testa. -Il controllo mentale ti permette di avere il totale controllo delle azioni e dei pensieri di un individuo! Se vuoi sapere quello che una persona sa basta che le fai un lavaggio del cervello... o meglio, metti la sua mente sotto il tuo controllo.- si corresse quando vide dalla faccia di Eden che probabilmente stava pensando ad una persona a cui avevano appena riempito la testa di candeggina e messa in lavatrice. -E le chiedi di rivelarti tutto quello che vuoi sapere! E se lo condizioni abbastanza bene non ricorderebbe nemmeno l'esperienza!-
-Direi che è proprio quello che fa al caso mio.- disse la mutante con un sorriso inquietante. -Eggman ha costruito un dispositivo che permette di eseguire questo “controllo mentale”?-
-Sì, giusto l'anno scorso se non ricordo male. Deve essere nel ripostiglio principale, anche la versione portatile era molto grande.-
Il robot accompagnò Eden all'ascensore e salirono insieme al secondo piano di quella stanza. Al contrario del primo, il secondo piano era molto meno ordinato. Era pieno di macchinari di varie forme e dimensioni in condizioni più o meno discrete e di fogli di carta piegati in più punti o leggermente strappati ai lati se non completamente appallottolati. In più c'erano svariati cartelli, che riportavano varie scritte, fra le quali le più ricorrenti erano “FALLITO” o “DA RIPRENDERE”. L'arma che stavano cercando, che Eden ad una prima occhiata aveva scambiato per una grossa trivella, era abbandonata in un angolo con un cartello che recitava “PROTOTIPO PORTATILE”.
-Eccola.- disse l'Egg-Matic indicandola. -È solo un prototipo, ma potrebbe fare al caso tuo.-
-Sei sicuro che funzionerà?- chiese la mutante, dubbiosa.
-Sì, se troveremo una batteria abbastanza potente per farlo partire. E credo di averne una abbastanza potente!- disse allontanandosi per qualche momento per tornare con un grosso cilindro rosso dai bordi gialli. Eden sorrise, soddisfatta.
-E come lo collaudiamo?- chiese lei.
-Io non posso essere controllato mentalmente, ma tu forse sì.- disse il robot, puntando il cannone contro Eden.
-Non ha funzionato una volta, dubito che ci riuscirai tu questa volta.- commentò la mutante con scetticismo.
-Io non ho alcun dubbio in merito. In fondo sono pur sempre l'arma segreta del dottor Eggman. Il robot che non appena avrà assimilato tutti e sette i Chaos Emerald diventerà l'essere più potente del mondo... Soprattutto grazie ai poteri che Eggman ha immesso in me grazie allo studio del tuo DNA. Quando avrò il potere degli smeraldi nelle mie mani avrò anche tutte le tue abilità e sarò invincibile. Nessuno, nemmeno tu potrai fermarmi.- il robot sorrise perfidamente davanti all'espressione sconvolta della mutante.
-Che cosa hai detto?- chiese lei, incredula.
-Proprio quello che hai appena sentito. So che tu e tuo fratello mi stavate cercando. Ora la tua ricerca è finita, peccato solo che non potrai farne parola con nessuno!-
Prima ancora che Eden potesse fuggire o fare qualcosa il robot la colpì in pieno con un raggio viola. La ragazza urlò prima di accasciarsi a terra per rialzarsi subito. Il suo corpo era circondato da un'aura viola e la sua espressione era vuota, segno che il raggio stava funzionato.
-Molto bene. Proprio come speravo.- disse il robot con un sorriso. -Ragazzina, tu dimenticherai tutto il nostro discorso sul vero piano del dottor Eggman. Andrai avanti con il tuo piano come programmato, e ricorderai quello che ci siamo detti solo quando ormai non potrai fare più niente per impedire al dottor Eggman di compierlo. Morirai sapendo di aver fallito.-
-Sì, signore...- sussurrò la mutante. L'Egg-Matic smise di sparare il raggio e la ragazza cadde nuovamente a terra, ma quando si rialzò sembrava essere perfettamente controllata. -Cosa è successo? Cosa ci faccio a terra?-
-Dove si trova il cassetto della biancheria del dottor Eggman?- chiese il robot con una certa educazione.
-Il cassetto della biancheria? Non voglio nemmeno saperlo!- disse Eden, tenendosi la testa con un'espressione molto irritata.
-Cosa ricordi di quello che ci siamo detti?-
-Ricordo che hai detto che volevi sperimentare quell'affare su di me, ma non so se...- la ragazza si fermò e fissò il robot e l'interruttore del dispositivo. -Lo hai usato su di me?!-
-Certamente. E direi che ha funzionato, dal momento che non ricordi per niente quello che ci siamo detti prima. Chiunque sia la persona su cui lo vorrai utilizzare non avrà via di scampo.-
La mutante sorrise. -Era proprio quello che volevo. Grazie. Non sei male per essere un pezzo di latta, lo sai?-
Il robot rispose con un altro sorriso. -Non dirlo nemmeno per scherzo, signorina. In fondo sono solo un maggiordomo.-
Un diavolo di maggiordomo.
 
***
 
Shadow stava camminando avanti e indietro lungo il corridoio del reparto di rianimazione dell'ospedale con un'espressione molto più seria ed imbronciata di quella che esibiva normalmente. Era da due giorni che aveva quella faccia, da quando aveva trasportato una Rouge morente nella struttura per fare in modo che i medici riuscissero a fermare l'emorragia. Le ore dell'intervento erano state le più lunghe e stressanti della sua vita: era talmente teso che ad un certo punto fu costretto ad allontanarsi dalla struttura per andare a sfogarsi lanciando un Chaos Blast su una collinetta vicina. Non si era mai sentito tanto infuriato in vita sua come nel momento in cui aveva visto Rouge sanguinante fra le braccia di Eden. Ormai la faccenda fra lui e la mutante era diventata ancora più personale di quello che era prima, e la prossima volta che si sarebbero incontrati lui l'avrebbe uccisa con le sue mani. Non poteva permettere che altre persone perissero a causa sua, e non solo perché Maria non lo avrebbe voluto, ma perché nemmeno lui lo voleva. Si era sentito un po' dispiaciuto per Knuckles, aveva pensato genuinamente che Espio meritasse quella fine per aver cercato di aiutare quella piccola psicopatica, e reputava a dir poco miracoloso il fatto che almeno Rouge fosse riuscita a sopravvivere all'attacco della mutante. Solo che ancora non si era svegliata dal coma e i medici non avevano idea di quanto tempo le sarebbe servito per riprendersi dalla ferita che le era stata inferta.
 
E poi c'era anche la ragazza del giorno prima da aggiungere all'elenco. Aveva sorpreso quella giovane ragazza dai capelli rossi, lunghi e bitorzoluti nella stanza di Rouge. Era sicuro che non fosse una conoscente del pipistrello, e sicuramente non poteva essere un'agente della G.U.N. dal momento che non l'aveva mai vista alla centrale. Però era un volto familiare, ma non riusciva a ricordare dove l'avesse già incrociata.
-Chi sei?- le aveva chiesto sbrigativamente, facendola impallidire come se avesse visto un mostro.
-Sono passata solo per fare una visita di cortesia!- disse lei, come se avesse avuto paura che lui potesse attaccarla all'improvviso.
-La conosci? Dove vi siete incontrate la prima volta?- continuò a chiederle come se fosse stata una criminale ricercata appena catturata dalla polizia. A volte certe abitudini erano davvero dure a morire, ma a lui non interessava minimamente che la ragazzina che gli stava davanti si sentisse intimorita per il suo atteggiamento.
-Qualche settimana fa abbiamo cercato di soccorrere un bambino che stava per precipitare in una cascata. Non ci siamo parlate, ma mi è sembrato comunque un gesto molto carino da parte sua.- mormorò lei, rossa in volto. -E poi l'ho incrociata di nuovo durante la gara della settimana scorsa, hai presente? Quella dove ti hanno interrotto!-
La ragazza cantò a voce bassa la prima strofa della sua canzone e il riccio la riconobbe come la ragazza che si era esibita prima di lui.
-Lo so, non sono nemmeno una sua conoscente, ma mi ha stupita vederla qui e sono passata a farle un saluto. Tu sembri conoscerla meglio di me. Che cosa dicono i medici, si riprenderà?-
-Non lo sanno nemmeno loro. Ma almeno è sopravvissuta. Quando è arrivata qui era in fin di vita.- le aveva spiegato, senza nemmeno sapere perché glielo stesse dicendo. Forse sentiva solamente il bisogno di sfogarsi con qualcuno.
-Mi dispiace sentire questa cosa.- disse la ragazza, abbassando gli occhi.
-Non dispiacerti. Tu non hai fatto niente.- disse il riccio nero, fissando il pipistrello in coma. - Semmai è chi le ha fatto questo che dovrebbe preoccuparsi.-
La ragazza aveva annuito ed era uscita dalla stanza. Shadow solo in quel momento aveva notato un piccolo mazzo di fiori sul comodino della stanza. Gli era sembrato molto strano che la ragazza le avesse portato dei fiori e per questo gli sembrò opportuno farle qualche domanda, senza fermarsi a pensare che forse non era nemmeno stata lei ad averli lasciati. Il riccio nero aveva visto entrare la ragazza dentro l'ascensore, e per questo decise di precederla percorrendo le scale di corsa. Gli era servito un po' di tempo per trovarle, e per questo aveva ritardato. Dapprima non aveva notato niente d'insolito, aveva visto la ragazza uscire dall'ascensore come se non fosse accaduto niente... Poi sentì l'urlo. Quando andò a controllare rimase semplicemente impietrito dal vedere la stessa ragazza che era appena uscita distesa a terra in un lago di sangue con la gola squarciata. La paura era ancora impressa nei suoi occhi senza vita. Shadow non perse tempo e corse all'inseguimento della ragazza che era appena uscita dall'ascensore, raggiungendola in poco tempo. La trovò ferma alla fermata dell'autobus, come se avesse voluto farsi trovare.
-Era la sorella di Knuckles the Echidna. La mia vendetta riguardava anche lei.- spiegò Eden con un sorriso sadico, riprendendo le sue vere sembianze.
Shadow non ci vedeva più dalla rabbia. -Perché? Era solo una ragazzina! Forse non sapeva nemmeno chi fosse davvero!-
-Togli il “forse”: non lo sapeva. Ho fatto in modo che fosse rapida, almeno. Ho centrato entrambe le carotidi. È morta in tre secondi circa. È stata ancora più rapida della Death Dimension... Più sporca, ma più rapida.-
Shadow estrasse il Chaos Emerald e scagliò una Chaos Spear contro la mutante, che la evitò posizionandosi in mezzo alla strada, dove una macchina dovette frenare bruscamente per non investirla, bloccando tutta la circolazione del traffico.
-Questo luogo è troppo affollato per un duello, Shadow. Potresti fare del male a qualcuno.- notò lei guardando le auto che sfrecciavano per strada e i pedoni che li stavano osservando con spavento e curiosità. Aveva ragione, erano troppo esposti. -Fra due giorni ci incontreremo comunque, no? Mi troverai sull'Egg Apocalypse e lì ci sfideremo a duello. Sarà lì che stabiliremo chi di noi è il guerriero più forte. Ti aspetterò.-
Dopo aver lanciato quella sfida pubblica la mutante aveva fatto comparire le ali ed era volata via sotto lo sguardo sbalordito di tutti gli spettatori, che si spostò subito su Shadow. Il riccio nero li aveva ignorati ed era tornato all'ospedale, dove trovò Sonic e la sua compagnia che stavano ammirando con muto orrore l'ennesima morte senza senso di quella storia.
 
Proprio nel momento in cui ci pensò gli comparvero davanti Sonic e Tails, senza coccodrillo e armadillo al seguito.
-Ci sono miglioramenti?- chiese la volpe a due code.
-No, come puoi ben vedere.- gli rispose senza degnarlo di uno sguardo. La volpe abbassò lo sguardo.
-Non è necessario che ti comporti in questo modo, Shadow! Nessuno di noi si aspettava che Eden sarebbe arrivata a colpire in questo modo in un edificio pubblico. Come se non ci fossero state altre vittime innocenti in questa storia...-
Il riccio batté il pugno contro un muro e un'infermiera lo guardò molto male, ma in quel momento non gliene importava. Non poteva sopportare il pensiero che Amy in quel momento fosse suo ostaggio. Non sapeva fino a che punto poteva spingersi la sete di sangue di quella creatura. Era terrorizzato all'idea che in qualche modo Amy potesse essere la prossima a cadere.
Tails capì il suo stato d'animo e gli batté una mano sulla spalla. -Tranquillo, Sonic. Eden non resterà impunita.-
Il riccio blu annuì e alzò lo sguardo, notando in lontananza Mighty e Vector che si stavano avvicinando con un'espressione abbattuta.
-Siete stati da Charmy?- chiese Tails, immaginando la risposta. Vector si sedette di schianto su una sedia.
-Sì. Ha chiesto perché non c'era anche Espio, ma si è risposto da solo dicendo che era ancora in missione... Non sono riuscito a dirgli la verità!- disse lui coprendosi gli occhi con le mani. -Ho già commesso questo errore con Knuckles, perché non sono riuscito a dirglielo? Però come posso dirgli che Espio non tornerà mai più? È così piccolo... Io non ce la faccio! Non posso farcela!-
Mighty era rimasto in piedi, ma la sua espressione era distrutta tanto quanto lo era quella di Vector. Aveva scelto davvero un pessimo momento per tornare dai suoi amici, ma allo stesso tempo sentiva di doverci essere. Non sapeva cosa fare per alleviare il dolore dei suoi compagni, ma allo stesso tempo sentiva che forse anche il solo fatto di essere lì con loro in quel momento poteva aiutarli più di quanto lui stesso potesse immaginare.
-Glielo dirai. Forse non oggi, ma domani, quando sarà tutto finito. Almeno dirai a Charmy che chi ha fatto del male a Espio è stato fermato e non potrà più nuocere a nessuno. Anche se dovremo trovare un modo per fermare quella ragazza. Forse dovremmo rinchiuderla da qualche parte o qualcosa del genere!- disse l'armadillo.
Vector lo guardò con espressione indecifrabile. -Persino in queste situazioni riesci a essere favorevole alla non violenza? Una persona normale al tuo posto penserebbe a farle le cose peggiori, non si limiterebbe a rinchiuderla!-
L'armadillo alzò le spalle. -Non sono mai stato una persona normale. Era questa la cosa di cui Espio mi rimproverava sempre, del fatto che fossi troppo buono anche con le persone peggiori.-
Vector scosse la testa. -Quella mattina Espio mi ha chiesto di non farle del male. Voleva che noi la convincessimo a tornare sui suoi passi se non ci fosse riuscito lui, ma non siamo riusciti a fare molto.-
Mighty guardò il coccodrillo, sorpreso. -Dici sul serio?-
Il suo amico annuì. -Era cambiato molto dall'ultima volta che lo hai visto. Era molto più tranquillo, anche se devo ammettere che tendeva a diventare piuttosto sboccato quando iniziava ad innervosirsi.-
Mighty sorrise con malinconia. -Mi sarebbe piaciuto rivederlo.-
-Sono certo che anche lui lo avrebbe voluto.- disse Vector.
-Io una persona simile non vorrei mai rivederla.- disse Shadow, interrompendo bruscamente il tuffo nei ricordi di Vector e Mighty. -Che razza di amico può essere una persona che si lascia assassinare a sangue freddo per niente? Il suo è stato solo un atto di orgoglio che gli si è rivolto contro: ha tentato di sconfiggere Eden da solo e ha fallito, fine della storia. Se avesse davvero pensato a voi non si sarebbe mai avvicinato a quel mostro!-
Il coccodrillo si alzò in piedi e squadrò il riccio nero dall'alto verso il basso. -Tu non lo conoscevi, Shadow. Espio non si sarebbe mai lasciato morire in quel modo. Sono certo che se ha voluto fare quel tentativo con Eden avrà avuto le sue buone ragioni!-
-Io non vedo niente che possa confermare la tua teoria nelle sue azioni. Se quello che aveva scoperto su quella mutante era tanto importante perché non lo ha rivelato? Oppure mi sbaglio? Hai trovato qualcosa che confuta la mia teoria? Ha lasciato qualcosa per dirci cosa sta succedendo?-
Vector tacque, indeciso su cosa dire. Negli ultimi giorni aveva certato in ogni angolo della sua casa-ufficio per trovare possibili tracce di un qualsiasi indizio che Espio poteva avergli lasciato con l'aiuto di Tails, Amy e Mighty, ma non aveva mai trovato niente. Aveva setacciato pure nei file del computer, ma non aveva trovato niente di niente. I casi erano due: o Espio era stato talmente bravo a nascondere le prove da mettere a dura prova anche il suo intuito, oppure semplicemente non c'era niente da trovare. Aveva anche pensato ad una terza ipotesi, cioè che Eden in qualche modo le avesse trovate per prima e le avesse distrutte, ma non vedeva come e quando sarebbe riuscita a farlo. Era certo che Espio avesse trovato un modo per comunicargli quello che lui sapeva, ma non aveva idea di cosa avesse escogitato per farglielo sapere.
-Lo ammetto, non ho ancora trovato niente, ma sono certo che in realtà Espio ci ha lasciato qualcosa che potrebbe aiutarci a fermarla!- urlò Vector, pienamente convinto di ciò che stava dicendo. Il riccio nero per tutta risposta afferrò per il polso lui e Mighty.
-Proviamo se la tua teoria è esatta, allora.- disse con calma. -Andiamo a casa vostra e rivoltiamola come un calzino alla ricerca di queste cosiddette prove. E fino a quando non le avrai sotto le mani non voglio sentire altri discorsi insensati da parte tua!-
Mighty e Vector si sarebbero potuti liberare molto facilmente se avessero voluto, ma non lo fecero per timore di un'eventuale reazione di Shadow. Sonic e Tails non poterono fare altro che osservare la scena senza poter fare niente.
-Povero Vector. Capisco che Shadow non abbia preso molto bene la faccenda di Espio, ma questo non lo autorizza a trattare in questo modo chi sta cercando di difenderlo!- commentò Sonic.
-Io non so come riusciranno a trovare qualcosa. Abbiamo setacciato la casa un migliaio di volte e finora non è saltato fuori nulla!- disse Tails, pensando a quello che avrebbero dovuto subire Vector e Mighty nelle prossime ore. -Mi dispiace per Vector, ma temo proprio che Shadow abbia ragione: Espio non ha lasciato nulla per aiutarci a capire cosa avesse scoperto di tanto importante sul conto di Eden. Non ha voluto parlare allora e ora che non c'è più non potrà sicuramente farlo. Se solo si fosse confidato con qualcuno...-
Sonic annuì, pensando al messaggio che Rouge sosteneva di aver ricevuto da Espio. Il camaleonte le aveva detto che Vector avrebbe scoperto la verità quando sarebbe arrivato il momento, ma sarebbe stato impossibile se non aveva lasciato un messaggio di qualche tipo. Proprio nello stesso momento in cui ci aveva pensato un lampo di consapevolezza gli attraversò il cervello. Il riccio scappò di corsa alla ricerca di quella persona, lasciando Tails senza parole. Qualche ora dopo il telefono della casa dei Chaotix avrebbe suonato a vuoto finché Shadow non gli avrebbe sparato contro una Chaos Spear perché irritato dagli squilli e dalle proteste di Vector che voleva andare a rispondere.
 
***
 
Il giorno seguente sull'Egg Apocalypse la tensione si poteva tagliare con il coltello. Tutti quanti erano riuniti nella sala dei monitor e osservavano il grande schermo per assistere all'arrivo dei loro avversari. La base era stata resa visibile per l'occasione ed era stata spostata a pochi chilometri dalla costa di Angel Island, in un punto da cui Sonic e la sua combriccola potevano facilmente localizzarla. Infatti il Tornado comparve sullo schermo poco più di un'ora dopo che l'invisibilità era stata disattivata: sull'aereo in assetto normale potevano essere visti Tails al solito posto del pilota, Sonic e Shadow che stavano in piedi sulle piattaforme fuori dalla cabina di pilotaggio e un pesante cavo d'acciaio trasportava E-123 Omega, segno che gli eroi avevano intenzione di avviare una distruzione davvero in grande stile. Vector e Mighty non li avevano seguiti, probabilmente per via della mancanza di posti sull'aereo. Avevano a disposizione solo quattro posti, e uno era già riservato per Amy, il posto del pilota sarebbe toccato a Tails, e gli altri non potevano che essere riservati per i due grandi eroi della situazione. Probabilmente il robot che dovevano essersi portati dietro per sicurezza era la causa per cui andavano così piano. Non doveva essere uno scherzo trasportare un robot di mille tonnellate in volo, e sarebbe stato molto difficile recuperarlo se fosse caduto nell'oceano sottostante. A quella vista Eggman sorrise e diede l'ordine che Eden, Lost, Amy e  un piccolo esercito di robot si disponessero dietro di lui durante le trattative. L'Egg-Matic 5000 rimase in disparte nella sala comandi dato che aveva il compito di monitorare la situazione per mandare eventuali rinforzi in caso di necessità.
L'incontro avvenne nel cuore dell'astronave, in cui confluivano la maggior parte dei corridoi interni. Eggman sorrise alla vista dei due ricci e della volpe scortati dal robot, che immediatamente puntò un cannone contro gli altri robot.
-Obiettivi-individuati.- disse il robot facendo urlare Amy. Il robot però si fermò al cenno della mano di Shadow.
-Non ora.- si limitò a dirgli mentre fulminava Eden con lo sguardo. Per la prima volta da quando lo aveva conosciuto la mutante si sentì vagamente intimorita, ma cercò di far trasparire il meno possibile le sue emozioni. Invece i suoi compagni sembravano esprimere due emozioni completamente opposte: se Tails sembrava vagamente preoccupato e lanciava qualche timida occhiata a Amy e allo schieramento nemico, invece Sonic sembrava tornato ad essere lo stesso riccio spavaldo e sicuro di sé che era sempre stato prima dell'inizio della storia.
Il dottore non fece una piega davanti a quella vasta gamma di emozioni e fece un passo in avanti. -Sonic e Shadow the Hedgehog. Sapevo che sareste venuti.- disse con lentamente e con calma come se avesse avuto la vittoria in tasca. -Li avete portati?-
Sonic annuì e sollevò lo smeraldo blu, mentre Shadow faceva altrettanto con quello viola.
-Dov'è lo smeraldo rosso?- chiese il dottore, irritato.
-Non è qui?- chiese Tails, genuinamente sorpreso.
-Non lo sappiamo nemmeno noi.- disse Shadow, irritato. -Questi sono i nostri.-
Eggman alzò un sopracciglio. -Chi mi dice che non mi stiate prendendo in giro, ricci? Chi mi assicura che uno di voi non nasconda la pietra dietro la schiena proprio in questo momento?-
-Giusto anche questo. Però non lo abbiamo. Immagino che sia ancora disperso nell'oceano che circonda Angel Island.- suppose Shadow, incrociando le braccia.
-Vedremo. Egg-Matic, scansiona la stanza!- disse il dottore e al suo comando una serie di raggi luminosi attraversarono la parte della stanza in cui si trovavano Sonic, Tails, Shadow e Omega, cogliendoli di sorpresa.
-Perquisizioni corporali a distanza!- notò Sonic. -Vedo che anche tu ti sei evoluto, doc.-
-Sono puliti, signore.- disse l'Egg-Matic dall'altoparlante. Eggman sbuffò.
-Grazie, Egg-Matic. Ora, signori,- disse porgendogli la mano aperta. -Datemi i Chaos Emerald e io vi restituirò la vostra amica.-
-No, Sonic! Shadow! Non fatelo!- urlò la riccia rosa, nonostante fosse spaventata a morte al pensiero di cosa le sarebbe accaduto se non avessero acconsentito alla richiesta del dottore. Lost le tappò la bocca con la mano e iniziò ad armeggiare con la corda che le teneva legati i polsi.
Sonic sorrise e mise via l'Emerald, sorprendendo il dottor Eggman.
-Non mi hai sentito, riccio? Lascia quella pietra, oppure la cara Amy farà una brutta fine! Mi hai sentito?- chiese lui, iniziando a spazientirsi.
-Spiacente Doc, ma né io né Shadow abbiamo intenzione di cedere questi smeraldi tanto facilmente.- rispose il riccio blu, continuando a sorridere.
Il dottore si accigliò per quell'inaspettata presa di posizione. -Molto bene, se questa è la vostra scelta allora ne pagherete le conseguenze. Riccio blu, dì pure addio alla tua fidanzatina!-
Amy gemette vedendosi puntata dal fucile di uno dei robot, ma prima che questo potesse sparare Lost si avventò contro la macchina e la distrusse con un pugno. La riccia era talmente scossa dagli ultimi avvenimenti che solo allora si rese conto di avere di nuovo le mani libere.
-Che cosa stai aspettando? Scappa!- le urlò Lost avventandosi su un altro robot che stava provando ad attaccare.
-Fratellone!- urlò Eden, notando che tutti i robot sembravano impazziti e che stavano iniziando a volare pallottole da tutte le parti. La mutante ci mise un po' di tempo prima di ripescare suo fratello dalla rissa, afferrarlo e scappare approfittando della confusione.
-Che cosa stai facendo? Eden, dobbiamo aiutarli!- lo sentì protestare, ma lei ignorò la sua richiesta di tornare indietro e continuò a correre verso la loro destinazione.
-Eden, che sta succedendo? Ti è dato di volta il cervello?- chiese Lost, voltandosi indietro. -Hanno bisogno del nostro aiuto! Dobbiamo dire loro la verità, così saremo liberi! Dobbiamo tornare indietro e aiutarli a sconfiggere Eggman!-
-Veramente io non ho mai detto che avremmo combattuto con loro. Non capisci, fratellone? Noi rimarremo dalla parte di Eggman fino alla fine.- disse la mutante con uno strano sorriso ironico. Grazie alla sua vista che le permetteva di vedere attraverso il vetro oscurato del casco poté vedere l'espressione sconvolta che comparve sul suo volto.
-Che stai dicendo... Ed, non dirai sul serio?!- gridò lui, afferrando la sorella per le spalle. -E tutte quelle storie sul collaborare per fermare Eggman? La ricerca dei Chaos Emerald... tutto quello che ho fatto in queste settimane è servito solo per aiutare un vecchio pazzo megalomane a ottenere ciò che voleva?!-
-In sostanza, sì.- confermò Eden. Lost la lasciò andare scuotendo la testa.
-Non è vero...- mormorò lui, scioccato. -Tu sei un robot di Eggman! In realtà Eden è là fuori a combattere con Sonic e mi sta cercando, vero? Non mi lascerò ingannare così facilmente!-
L'antropomorfo si lanciò all'attacco della mutante, che evitò il colpo solo spostandosi di lato.
-Non capisci? Eri già stato ingannato, fin dall'inizio. A dire la verità all'inizio un po' ci speravo che potesse finire in modo diverso, ma poi le cose sono precipitate... Ed è stato allora che ho capito. Per me la redenzione non esiste. Io sono stata malvagia fin dall'inizio e lo rimarrò fino alla fine.-
-Era questo il tuo piano fin dall'inizio? Aiutare Eggman a raccogliere i Chaos Emerald per distruggerci tutti?- chiese Lost, fissando la sorella per vedere una scintilla di cedimento nei suoi occhi.
-No. Nemmeno io voglio che lui realizzi il suo piano.- ammise.
-E allora perché stai facendo tutto questo?!- urlò lui, esasperato.
-Non ci arrivi da solo, fratello?- chiese lei, come se fosse stata la cosa più normale del mondo. -Sto solo facendo quello che ho sempre fatto fino a questo momento. Ti sto proteggendo.-
Lost rimase di sasso per quella spiegazione. -Cosa?-
-Non ti sembra ovvio, fratellone? Con il mio piano ho potuto proteggerti dalle trame del dottor Eggman, ma questa era solo una condizione temporanea. La tua vita sarà ancora in pericolo dopo tutta questa storia, perché tu non lo sai, ma c'è un'altra cosa da cui devi essere protetto: me.-
Il mobiano fissò la sorella senza capire di cosa stesse parlando. -Te? Tu non mi hai mai messo in pericolo in alcun modo, non vedo come...-
-Nostro padre è morto per il mio potere.- lo interruppe lei all'improvviso. -Sai anche tu che finché questo potere esisterà tu non potrai mai considerarti del tutto al sicuro. Faresti la stessa fine di nostro padre se tu dovessi generare un figlio destinato a ereditare i miei poteri. Ora so che esiste un modo per impedire che ciò accada.-
Lost iniziò a sudare freddo. -Non puoi essere seria.-
-All'inizio ho accettato di lavorare con Eggman solo perché volevo aiutarti. Sapevo che se quel dottore malvagio avesse messo in pratica il suo piano tu saresti stato in pericolo, e io non potevo permettere che ti succedesse qualcosa.- spiegò lei. -Poi tu hai voluto seguirmi, abbiamo lottato insieme ed è stata la cosa più bella che qualcuno abbia mai fatto per me. Ho vissuto la mia vita cercando qualcuno che avrebbe potuto restarmi accanto senza soffrire o mettersi in pericolo per me e non l'ho mai trovato. Alla fine ho semplicemente rinunciato e ho deciso di passare il resto della mia vita da eremita. Eppure non era quella la cosa che mi bruciava di più, ma il pensiero che un giorno ci sarebbe stata un'altra ragazza come me. Che un giorno la Chaos Force mi avrebbe richiamata alla fonte solo per trasferire questo dono in un'altra ragazza condannata ad una vita innaturalmente lunga fatta di dolore e sacrifici inutili. È già un miracolo che io sia riuscita ad arrivare a sedici anni e mezzo senza impazzire, e che chi mi ha preceduta sia riuscita a non impazzire a sua volta. Se la prossima prescelta non fosse così forte? Cosa potrebbe impedirle di scatenare un cataclisma? Io sto pensando al futuro. Il mio presente è già rovinato, ma non sono disposta ad accettare che questa storia continui. Io libererò la nostra linea di sangue da questo fardello. Nessuna ragazza soffrirà quello che ho sofferto io.-
-Che cosa diavolo hai intenzione di fare?- chiese Lost, spaventato da quel discorso. -Non vorrai mica farti ammazzare?-
-E se fosse l'unica soluzione?- chiese lei con una strana espressione che sembrava un incrocio fra un sorriso e una smorfia terrorizzata. -L'energia che il mio corpo custodisce forse è l'unica cosa che mi tiene in vita. Questa cerca sempre di tornare alla fonte, da qui la mia "allergia" ai Chaos Emerald. Loro cercano di recuperare questa energia dal mio corpo per scambiarsela come avviene ogni volta che due pietre si avvicinano troppo, ma non ci riescono perché il mio corpo la trattiene perché sa che senza quell'energia morirebbe. Su questa astronave c'è una creatura che manipola quella forza quasi senza il minimo sforzo. Forse questa persona è l'unica che può liberarmi da questo peso senza che succeda una catastrofe.-
Lost capì a chi si stava riferendo. -Shadow... Ecco perché lo hai perseguitato in questo modo! Volevi spingerlo ad affrontarti per distruggerti!-
-Hai capito tutto.- confermò lei. -Quando ho saputo della sua esistenza all'inizio ero semplicemente curiosa. Mi chiedevo come qualcuno fosse riuscito a creare artificialmente un altro essere con caratteristiche così simili alle mie. Shadow sa fare quello che so fare anch'io, anche se in una forma molto meno raffinata. Lui ha molta meno Chaos Energy dentro di sé rispetto a me, e forse è questo ciò che gli ha impedito di sviluppare le sue abilità fino a raggiungere il mio livello. Ma poi ho capito che forse era proprio lui la soluzione ai nostri problemi. Se in qualche modo riuscisse ad esaurire la Chaos Energy dentro di me, forse potrebbe generare una reazione che potrebbe portare alla scomparsa del mio potere. Io possiedo una fonte molto elevata di Chaos Energy, quasi inesauribile, ma sono sicura che se qualcuno me la strappasse probabilmente non sarei in grado di recuperarla tanto presto. Però, se mi accadesse qualcosa nel mio "periodo di vulnerabilità", forse potremmo finalmente spezzare la catena che ci lega a Chaos. Non so se la mia teoria può essere considerata valida o attuabile, ma vale comunque la pena fare un tentativo, no?-
L'antropomorfo cadde in ginocchio singhiozzando come un bambino, e quella vista per Eden fu a dir poco insopportabile. -E allora perché sei tornata da me? Perché mi hai fatto ricordare se il tuo scopo era questo fin dall'inizio?-
-Perché ti rivolevo con me, anche se per poco tempo.- spiegò lei senza sapere cosa le stesse permettendo di trattenere le lacrime. -Ti rivolevo con me e ti ho obbligato a scegliere me. è stato molto egoista da parte mia, però posso ancora rimediare. Tu puoi ancora salvarti, puoi tornare ad essere la persona che eri prima che tutto questo casino avesse inizio.-
La mutante legò le mani e i piedi del fratello e fece comparire il raggio per il controllo mentale. -Tu non ricorderai niente di quello che abbiamo passato insieme. Mi dimenticherai e dopo che Shadow avrà finito con me sarà come se non fossi mai esistita. Io non dimenticherò quello che hai fatto per me in questo periodo, ma per tua fortuna, tu dimenticherai me e sarai di nuovo felice.-
-Non puoi farlo!- urlo lui con le lacrime agli occhi mentre cercava di liberarsi.
-È per il tuo bene. Tutto quello che ho fatto in questo tempo l'ho fatto solo per te.- disse lei, azionando il dispositivo. Un lampo di luce viola avvolse il corpo di Lost, che non cadde a terra solo per i legacci che bloccavano il suo corpo. -Tu non ricorderai niente di quello che ti è successo dalla sera del 23 Giugno in poi. Hai dormito per tutto il tempo e non ricordi cosa hai sognato, e non lo ricorderai mai. Ti chiederai cosa ti sia successo nel sonno a volte, ma non vorrai mai sapere la risposta. Non hai mai avuto una famiglia. Hai solo dei ricordi confusi e frammentati di tua madre, ma non di tua sorella. Tu non hai mai avuto una sorella.-
Eden spense il raggio e libero suo fratello dai legacci, facendolo cadere a terra privo di sensi. La ragazza posizionò il corpo di suo fratello nella capsula di salvataggio più vicina e la programmò per fare in modo che si aprisse e lo rilasciasse sulla terraferma dopo sette minuti, il tempo che la base avrebbe impiegato per raggiungere le Mystic Ruins. Sarebbe atterrato lì sano e salvo e sarebbe stato in grado di riprendere la sua vita da dove l'aveva lasciata senza doversi preoccupare di quella mina vagante che si era ritrovato ad avere per sorella suo malgrado. La mutante annuì come per approvare ciò che stava facendo.
-Addio, fratellone. Ti voglio bene.- mormorò asciugandosi le lacrime ed estraendo Amethyst dal fodero. Aveva un riccio nero da affrontare, e niente e nessuno l'avrebbe fermata. Era troppo tardi per tirarsi indietro.
 
Gli sforzi combinati di Sonic, Tails, Amy, Omega e Shadow permise loro di sopraffare i robot che Eggman si era portato dietro per dirigere le trattative, sia i robot che l'Egg-Matic 5000 aveva mandato in aiuto degli altri. Non appena il lavoro fu terminato il robot abbandonò il campo di battaglia alla ricerca di nuove vittime, lasciando i mobiani da soli in mezzo ai rottami.
-Oh, Sonic! Sapevo che saresti venuto a salvarmi!- disse Amy, abbracciando il riccio blu.
-È quello che faccio sempre, Amy. Però ora potresti lasciarmi respirare!- le rispose lui con un sorriso, sollevato nel vedere che stava bene e che era finalmente al sicuro nonostante in quel momento lo stesse strangolando con quell'abbraccio spaccaossa.
-Ragazzi, non vedo Shadow.- notò Tails, guardandosi intorno.
-Deve essere andato alla ricerca di robot con Omega. Sappiamo tutti che quei due hanno un senso del divertimento molto simile!- commentò Sonic, senza mostrarsi minimamente preoccupato.
-Direi che è andato a cercare Eden per sfidarla un'altra volta. Spero che stavolta riesca a sconfiggere quella strega!- disse Amy senza nascondere la rabbia che provava nei confronti della mutante.
Sonic la guardò perplesso per poi scuotere la testa. -Non è possibile. Non ha più alcuna ragione per farlo, lei è dalla nostra parte!-
Quelle parole, specialmente perché pronunciate da Sonic, lasciarono la riccia di sasso. -Cosa hai detto, scusa?-
-Però esiste la possibilità che Shadow ancora non lo sappia.- ammise Tails.
-What?!- gridò Sonic, scioccato.
Tails annuì. -Ieri non ti ho detto una cosa, Sonic: Vector non ha mai risposto al telefono, e per questo gli ho lasciato un messaggio in segreteria prima quando ho provato a chiamare lui e Mighty per l'ultima volta. La possibilità che Shadow non fosse presente al momento dell'ascolto del messaggio, sempre che lo abbiano ascoltato, sono molto elevate.-
Sonic si batté una mano sulla fronte. -Non è possibile! Tails, avresti dovuto dirglielo prima di venire qui!-
-Dirgli cosa?- chiese Amy, che stava iniziando a confondersi. I due la ignorarono.
-Lo so, ma non avevo pensato a quest’eventualità fino ad ora! Credevo che qualcuno lo avesse già informato quando si è dimostrato d’accordo nel non consegnare gli Emerald a Eggman!-
-Ormai non ha più alcuna importanza, la frittata è fatta!- disse Sonic. -Possiamo solo sperare di trovarlo in questo labirinto di base aerea prima che sia lui a trovare lei e che faccia qualcosa di cui si pentirebbe per sempre!-
-Insomma, la smettete di parlare come se la gente che non sa niente sapesse già di cosa state parlando?- chiese Amy, solo per venire di nuovo ignorata.
-Ci saranno almeno una quindicina di corridoi che si incrociano fra di loro e non ci sono mappe per indicare la nostra posizione, come hai potuto vedere. Se non stiamo attenti rischiamo di perderci!- lo avvertì Tails. -Senza contare che non sappiamo nemmeno dove potrebbero essere in questo momento!-
-Dobbiamo correre il rischio, Scheggia! Non possiamo lasciare che il sacrificio di Espio e Knuckles sia stato vano!- gli ricordò il riccio blu. Sentendo quella frase Amy si irritò ancora di più e tirò fuori il martello.
-Statemi bene a sentire, ora o mi spiegate cosa sta succedendo e di cosa state parlando oppure vi farò raggiungere Eden e Shadow a suon di martellate. Mi sono spiegata?-
-Calmati, non c'è bisogno di agitarsi tanto!- disse Tails, indietreggiando di un passo. -Abbiamo scoperto cosa sapeva Espio su Eden. Loro erano amici di infanzia, e lei...-
Sonic lo interruppe prima che potesse aggiungere altro. -Non c'è tempo per le spiegazioni, dobbiamo prima trovare Shadow! Cercate di non perdermi di vista, oppure correte il rischio di perdervi. Non dobbiamo dimenticare che questa è la base di Testa d'uovo e che ci conviene restare uniti!-
Detto questo il riccio corse via ad una velocità che per i suoi standard era piuttosto bassa, dato che Tails ed Amy dovevano stargli dietro. Tails lo seguì immediatamente portando in braccio Amy per assicurarsi che non restasse indietro e si perdesse nella tana del nemico.
 
Shadow si stava aggirando per i corridoi del secondo piano della base alla ricerca di Eden da poco tempo che però a lui era sembrato pure fin troppo. Quella storia era durata troppo per i suoi gusti, ed era ora che qualcuno scrivesse la parola fine. E quel qualcuno sarebbe stato lui. Eden non avrebbe avuto via di scampo, e nemmeno la potenziale arma segreta di Eggman grazie a Omega. Eggman stava per perdere tutto ciò per cui aveva lottato, il motivo per cui tante vite erano state distrutte o rovinate per sempre in poco meno di un mese. Knuckles, Charmy, Espio, Rouge e la sorella di Knuckles sarebbero stati vendicati. Eden avrebbe pagato per quello che aveva fatto.
-Ehi, io sono qui!- sentì la voce della mutante chiamarlo dalla stanza che aveva appena superato. Shadow vi entrò e vide una stanza completamente diversa dalle altre: le pareti metalliche erano state sostituite da pannelli di vetro dai quali era perfettamente possibile vedere il cielo e il pavimento era coperto da un manto erboso talmente realistico da fargli credere di essere improvvisamente tornato nel mondo esterno. In alcuni punti c'erano addirittura dei fiori e agli angoli della stanza che non davano verso l'esterno si trovavano degli alberelli in vaso. La mutante ce l'aveva messa tutta per fare in modo che quella stanza non sembrasse l'interno di un'astronave da guerra.
-Non è male come ultimo sguardo sul mondo, vero?- chiese lei con calma. -Trovavo piuttosto deprimente l'idea che questa battaglia si svolgesse in una stanza fatta di pareti metalliche, però questo è quello che passa in convento. Ho solo tentato di rendere l'ambiente un po' più confortevole.-
-Strano. Ti importa tanto dell'aspetto della stanza in cui morirai e non del valore della vita.- commentò Shadow, furioso. -Vuoi che ti faccia i complimenti per come sei stata brava ad arredare la stanza?-
La mutante non rispose né si mise in posizione. Era come se stesse aspettando che Shadow facesse la prima mossa.
-Cosa stai aspettando, Shadow? Ti sto concedendo la prima mossa!- gli fece presente lei facendo comparire una katana nera davanti al riccio, che la prese e la esaminò attentamente. -Non scomparirà né finirà a pezzi al primo colpo. Voglio che il nostro sia uno scontro leale e ad armi pari.-
Shadow mise al suo posto la katana e fissò la mutante con odio. Eden era più che soddisfatta del risultato che aveva raggiunto con lui: ormai sapeva che l'accanimento di Shadow nei suoi confronti era qualcosa che andava oltre il semplice orgoglio. Eggman gli aveva raccontato tutta la storia e sapeva quali punti doveva premere per farlo arrabbiare sul serio, per farlo arrivare al punto in cui per lui ucciderla non sarebbe stato solo un modo per mantenere la promessa fatta alla sua amica Maria, ma sarebbe anche stato un modo per dimostrare al mondo che lui era andato avanti e che non era più la stessa creatura che aveva provato a distruggere il mondo in passato. Era proprio quello il fattore su cui più contava per arrivare a quella fase cruciale del suo piano. Quello era l'atto finale: Shadow non si sarebbe fermato finché uno dei due non sarebbe caduto in battaglia.
Shadow si appallottolò e tentò di investire Eden, che riuscì ad evitare il riccio e a calciare via la palla di aculei. La mutante sguainò Amethyst e si lanciò sul riccio mentre era ancora a terra solo per vederlo rotolare su fianco, uscendo dalla traiettoria dell'attacco. Com'era prevedibile aspettarsi da un avversario capace di muoversi alla velocità del suono, Shadow si rialzò subito in piedi e colpì Eden con un calcio alla schiena nel secondo immediatamente successivo. Quel colpo sarebbe stato distruttivo per chiunque, ma non per Eden, che invece si massaggiò la parte dolorante permettendo a Shadow di provare a colpirla con un'altra azione rotante. La mutante riuscì comunque a bloccare l'attacco con il dorso della spada.
-Ammetto che sei migliorato dall'ultima volta che ci siamo affrontati, ma ci vorrà ben altro per sconfiggermi!- gli disse, spingendolo via usando la katana come se fosse stata una mazza da baseball. Shadow atterrò in ginocchio vicino alla katana nera che Eden gli aveva creato.
-Aspetta e vedrai. Non hai ancora visto niente!- le disse, afferrando la spada e lanciandosi all'attacco con tutta la forza che possedeva. Eden fece lo stesso e le due lame si incrociarono senza che l'una riuscisse a prevalere sull'altra.
-Allora fammi vedere cosa sai fare!- disse lei, facendo uno scatto all'indietro. Shadow tirò fuori il Chaos Emerald viola e iniziò a lanciare una serie di Chaos Spear contro la mutante, che le evitò tutte. -Vedo che hai deciso di passare all'artiglieria pesante. Ma l'energia del Chaos non avrà alcun effetto su di me. Il mio potere è Chaos Energy allo stato puro, i tuoi colpi mi farebbero solo il solletico!-
Shadow strinse ancora di più la presa sull'Emerald. Effettivamente non aveva pensato a quell'ipotesi. Doveva trovare un modo per scaricare l'energia che il corpo della mutante conteneva, per rendere i suoi attacchi efficaci. Ci pensò mentre era impegnato ad usare la katana per evitare i fendenti di Eden. La mutante stava iniziando a soffrire per la vicinanza allo smeraldo, ma la sua forza fisica non accennava a diminuire. Shadow prese la pietra e la premette contro la fronte della ragazza, che iniziò ad urlare come se le avessero strappato la pelle di dosso; e forse aveva iniziato ad accadere, dato il segno ottagonale rosso che era comparso nel punto in cui la pietra era stata a contatto con la pelle. Però, appena la mutante lo spinse lontano da sé, il segno rosso sulla fronte scomparve come se non fosse mai esistito, ma la ragazza aveva ancora le lacrime agli occhi per il dolore. Le aveva fatto male, ma non era bastato ad indebolirla. Il riccio nero iniziò a sospettare che forse il Chaos Emerald non era abbastanza potente per privarla di tutta l'energia che la ragazza aveva in corpo... Ma forse lui lo era.
Lanciò via la pietra, afferrò la ragazza per il polso e puntò il palmo aperto verso una delle pareti.
-Chaos Spear!- urlò mentre sentiva un'energia potentissima scorrergli lungo il braccio. La mutante urlò mentre la saetta formata dall'energia del suo corpo frantumò lo specchio che aveva creato lungo la parete interna della stanza per dare l'illusione di trovarsi in uno spazio aperto facendo volare una  pioggia di schegge in giro per la stanza. Shadow lasciò andare la mutante e si coprì gli occhi con le mani per evitare di restare accecato. Appena riaprì gli occhi vide Eden, ancora viva, ma cambiata nell'aspetto: la sua pelliccia era diventata di un color marrone scuro e i suoi aculei, normalmente dritti come un fuso, sembravano essersi leggermente stropicciati, come se la mutante avesse preso una scossa elettrica.
-Bella pensata.- disse lei, rimettendosi faticosamente in piedi aggrappandosi ad Amethyst. -Ma come vedi ci vuole ben altro per uccidermi!-
 
Ormai era iniziata la fine. I Chaos Emerald erano tutti radunati su quella base aerea e i vari scontri infuriavano a bordo. Anche lui si sarebbe volentieri unito alla festa, ma aveva ancora qualcosa da fare. Doveva impedire che un gesto avventato e probabilmente inutile portasse a delle conseguenze irreparabili. Aveva setacciato tutto il primo piano alla ricerca della mutante, in quel momento stava controllare il secondo e alla fine, dopo aver controllato numerose stanze, si ritrovò in una specie di laboratorio in cui si trovavano varie invenzioni del dottor Eggman che per un motivo o per un altro erano state scartate. Però non furono quelle strane armi ad attirare la sua attenzione, ma una specie di portellone di vetro in cui si trovava il corpo privo di sensi di Lost. Accanto a detto portellone c'era un quadrante che segnava un conto alla rovescia a cui mancava poco meno di trenta secondi al suo scadere.
L'intruso sussultò e con un rapido scatto premette il pulsante di reset quando il quadrante segnava nove secondi. Il portellone di emergenza si aprì e l'intruso fu libero di tirare fuori Lost, togliergli il casco e schiaffeggiarlo un paio di volte per fargli riprendere conoscenza.
-Che cosa...?-
-Che diavolo è successo qui?- chiese l'intruso, che nel campo visivo dell'antropomorfo in quel momento compariva solo come una strana macchia sfocata.
-Non lo so...- mormorò lui, cercando di ricostruire gli ultimi avvenimenti. -Non ricordo.-
Solo allora l'intruso notò una strana trivella viola che era fuori posto rispetto alle altre invenzioni di Eggman. La esaminò attentamente e impallidì quando si rese conto di cosa era veramente.
-Hai fratelli o sorelle?! Dimmelo, ricordi qualcosa su tua sorella?- urlò lui sollevandolo per il bavero del giubbotto che indossava.
-Sorella?- chiese lui, confuso. -Aspetta... Sì, io ce l'ho una sorella, e lo sai! Perché...?-
A quel punto capì cosa aveva cercato di fare Eden e si ricordò delle sue vere intenzioni. Senza pensarci due volte spinse lontano da sé il suo salvatore e corse immediatamente alla ricerca di sua sorella prima che Shadow potesse farle del male.
-Ehi! Aspett...- lo sconosciuto non poté finire la frase perché sentì qualcosa che lo colpiva alla spalla. Abbassò lo sguardo solo per vedere una strana siringa conficcata nella sua carne. Se la tolse e avvertì immediatamente un senso di stanchezza che si stava impossessando del suo corpo, facendogli realizzare con orrore che probabilmente la sostanza che in quel momento aveva in circolo doveva essere un sedativo. Lo sconosciuto scattò immediatamente verso la cassetta del pronto soccorso vicino alla porta per trovare una qualche sostanza che potesse contrastarne gli effetti, e fortunatamente trovò una siringa di adrenalina che si iniettò immediatamente nello stesso punto, sperando che agisse in fretta. Gli ci volle poco per constatare di non essersi addormentato, ma che in compenso era tachicardico, aveva un mal di testa pazzesco e la vista gli si stava annebbiando, segno che il farmaco stava solo rallentando gli effetti del sedativo. Questo non gli impedì di ragionare e capire che chi gli aveva iniettato quella sostanza voleva colpire lui e aveva aspettato che fosse rimasto da solo per farlo. Ciò poteva significare solo una cosa.
-Eggman sa...- mormorò lui, spaventato a morte, mentre cercava di combattere contro i suoi malesseri per correre ad avvertire gli altri. Se il dottore era davvero a conoscenza di cosa stava succedendo su quella nave erano tutti in guai seri.
 
Eden per la prima volta in vita sua, si stava sentendo stanca anche fisicamente, oltre che mentalmente. Non avrebbe mai creduto che un giorno si sarebbe sentita in quel modo. Non sapeva se considerarsi felice della cosa perché finalmente comprendeva come si sentiva un normale essere vivente, oppure se doveva esserne terrorizzata per via delle nuove sensazioni che stava provando in quel momento. Si muoveva con minore agilità rispetto al solito, la sua concentrazione stava iniziando a vacillare, i muscoli le facevano male e sentiva Amethyst pesante come non mai. Era una sensazione molto strana per lei, che di solito sprizzava energia da ogni poro. Continuava a difendersi dagli attacchi di Shadow anche se sapeva che era solo una questione di tempo prima che il riccio prendesse il sopravvento e distruggesse quel poco che restava del suo potere. Era riuscito ad attivare attacchi di Chaos Energy grazie al suo potere altre tre volte, ed ogni volta si sentiva sempre più debole e stanca e il suo corpo rifletteva il cambiamento: i suoi aculei erano più scompigliati che mai ed avevano assunto un tremendo color bordeaux che si stava schiarendo a vista d'occhio. Il prossimo attacco di Shadow avrebbe potuto esserle fatale, con o senza Chaos Energy.
All'improvviso la ragazza sussultò di dolore e si portò una mano verso la spalla. Shadow l'aveva colpita e la sua katana nera era conficcata nella sua carne. Il riccio la estrasse e lei cadde in ginocchio. La ferita si stava rimarginando molto lentamente rispetto agli standard a cui era abituata, e questo le fece capire quanto si stessero indebolendo i suoi poteri. Sarebbe bastato un ultimo attacco per metterla fuori gioco e realizzare il suo piano di distruggere la sua eredità alla sua linea di sangue. I discendenti di suo fratello avrebbero vissuto in pace per sempre grazie al suo sacrificio, eppure stava iniziando ad avere dei seri dubbi su cosa stesse facendo. Forse Espio aveva ragione, esisteva un modo per eliminare quell'energia senza che lei dovesse finire col perdere la vita. Forse poteva fermarsi lì, dire tutto a Shadow e sperare di convincere il riccio che forse, in fondo, anche lei meritava una seconda occasione. Però, poi, le tornarono in mente le espressioni distrutte di Sonic e degli altri quando avevano capito che lei aveva appena ucciso Knuckles, del pugno che il coccodrillo le aveva dato quando si era reso conto che Espio era davvero morto come lei aveva detto, e l'espressione furiosa di Shadow quando gli aveva detto di portare Rouge all'ospedale o quando aveva fatto in modo che ritrovassero il corpo nell'ascensore... Aveva fatto tutte quelle cose terribili per assicurarsi che nessuno soffrisse per la sua mancanza. Ormai era troppo tardi per tornare indietro. Nessuno avrebbe fermato Shadow. Nessuno l'avrebbe salvata.
-Vedo che non hai più alcun potere, ora.- le disse, notando la ferita ancora sanguinante. Prese in mano il Chaos Emerald viola. -Credo che ci sia una sottile ironia in tutto questo. Dubito che il tuo corpo reagirebbe bene se inserissi al suo interno il potere che ti ho strappato tutto in una volta.-
Eden provò ad alzarsi in piedi e ad attaccare Shadow un'ultima volta, ma lui la disarmò con la katana come niente. Era stremata e non ce la faceva più a combattere. Shadow aveva ragione, non sarebbe sopravvissuta ad un attacco del genere se l'avesse colpita in pieno. Il suo corpo aveva già subito uno stress troppo grande da sopportare, e quell'attacco finale non avrebbe fatto altro che infliggerle il colpo di grazia. Ormai era finita. La ragazza cercò almeno di non piangere mentre il riccio si preparava per infliggerle il colpo finale.
-Questo è per Knuckles, Rouge, e tutte le persone che hanno sofferto a causa tua.- disse il riccio nero, sollevando lo smeraldo. -Chaos...-
In quel momento Eden ricordò qualcosa che le fece gelare il sangue: l'Egg-Matic 5000, quando l'aveva ipnotizzata, le aveva rivelato il vero piano del dottor Eggman, e in più le aveva comunicato che una volta che avrebbe assimilato tutti i Chaos Emerald avrebbe ottenuto tutti i suoi poteri. Poteri illimitati in una creatura senza una morale... Eden non poté non trattenere un urlo a quel pensiero. E non avrebbe potuto avvertire nessuno perché sarebbe morta in un momento.
-...Spear!-
-NO!-
Accadde tutto in pochi istanti. Eden era ancora confusa e terrorizzata per quello che aveva appena ricordato; Shadow aveva appena scagliato una lancia di energia contro la ragazza, determinato a distruggerla insieme a tutto il dolore che aveva provocato in quel periodo di tempo; e nello stesso momento una terza persona si mise in mezzo a loro solo per essere colpita in pieno dal raggio. Persino Shadow the Hedgehog rimase senza parole quando si rese conto di chi aveva davanti quando la luce del Chaos Spear si estinse permettendogli di vedere bene in faccia la persona che aveva appena colpito. Solo l'abbigliamento gli permise di capire che era Lost, il fratello di Eden... Ma era del tutto sorpreso nel vedere la faccia che nascondeva sotto il casco. Era rimasto in piedi dopo essere stato colpito dal raggio, per poi crollare a terra con le braccia ancora aperte.
-Non è possibile...- farfugliò lei, strisciando verso il corpo di suo fratello. -Ti ho buttato fuori dalla navicella io stessa. A quest'ora dovresti essere in salvo! Perché sei qui? Fratellone?-
-Che cosa significa?- urlò Shadow, sorpreso. La mutante lo ignorò e posò una mano sul petto di suo fratello. I suoi occhi si spalancarono e Shadow non lo interpretò come un buon segno.
-No... No!- Eden cominciò ad urlare e a scuoterlo con veemenza per provocargli una qualche reazione. -Fratellone, fratellone svegliati! Svegliati! Apri gli occhi... Fratellone...-
Shadow si avvicinò ai due giusto in tempo perché due sibili fendessero l'aria. Sia Shadow che Eden sentirono qualcosa come una puntura all'altezza delle spalle. Il riccio nero crollò a terra, mentre Eden resistette giusto per qualche secondo in più. Le forze cominciarono ad abbandonare anche lei, mentre tentava per l'ultima volta di richiamare suo fratello alla vita.
-Ti prego... svegliati... Knuckles...-


 
 


 
 
Angolo dell’Autrice che sta per andare in vacanza:
Tutti: O________________O
*Lost si toglie il casco, rivelando di essere Eden. E la sorella di Knuckles*
So: Allora è vero? O___O
Ed: Sì, Sonic, è tutto vero.
So: AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH! O0O *comincia a correre all’impazzata per lo studio*
Kn: Sono... Sono appena morto? O____o
Sh: E io ti ho appena ucciso? o___O
Ed: L'Autrice mi sentirà! è___é *impugna la katana*
Au: Suvvia, non c’è bisogno di essere così violenti... Volete del tè con biscotti al cioccolato? ^.^
Ed: Sei un’infame! Non doveva più succedere niente a Knuckles! è_é*
Au: Questo è razzismo: tu hai ammazzato Knuckles, Espio e te stessa e Shadow non può farlo? U_U
Ed: Almeno io non facevo sul serio!
Au: Questo ci insegna un’importantissima lezione: l’omicidio non è una soluzione ai problemi della vita! U_U
So: Già! Spero che l’abbia capito anche Shadow! U_U
Sh: Vi odio! è.é
Au: A parte gli scherzi... Bel colpo di scena, eh? ^.^
So: Quindi Lost era Knuckles fin dall’inizio?
Au: Yep! ^.^
Kn: È vero, Sonic.
So: E tu non hai mai detto niente? O___O
Kn: Per impedire che Eggman scoprisse tutto e ci ritrovassimo nella situazione in cui invece ci troviamo!
So: *collassa a terra dalle risate* Ahahahahahah! Knuckles, non cambierai mai! Stavolta ti sei fatto fregare da Eggman e da tua sorella! Sei proprio un caso senza speranza! Ahahahahahahah! ^O^
Kn: Smettila di ridere e abbi un po' di rispetto: sono appena morto di nuovo! -.-
Sh: Condoglianze. -.-
Ed: *punta la katana contro Shadow* Mettici più sentimento. È di mio fratello che stiamo parlando! è.é
Sh: Ma a me non importa un accidenti di lui! -.-
*Knuckles si rannicchia nel classico angolino della depressione*
Ed: Ritira quello che hai detto, oppure nel prossimo capitolo ti farò a fettine! è.é*
Sh: Sempre che tu abbia la forza di farlo! U_U
Ed: Signorina Autrice, posso ucciderlo? Posso? ç__ç
Au: Non in mia presenza! U_U
*Eden fa compagnia a Knuckles*
Kn&Ed: Odio l’Autrice... ç___ç
Au: Wow, questo ha avuto un effetto peggiore di quello che mi aspettassi... Spero che voi del pubblico non siate rimasti così traumatizzati. Se siete anche voi tristi e depressi come i nostri eroi sappiate che il cioccolato ha effetti antidepressivi! ^.^ Comunque questo capitolo termina così, e come ho annunciato nello scorso angolo, ora andrò in vacanza per... un periodo di tempo che non so nemmeno io. -.-" Se vedrete un aggiornamento dopo il quattro agosto significa che ci sono stati dei cambiamenti nei programmi. Vada come vada, ringrazio in anticipo le persone che hanno letto, commentato, e che hanno messo la storia fra le seguite (EleNeiro, fenicex8, MartixHedgehog, Marta1493, Marty Fantasy, PiccolaCelebi, mendoza95 e Xelfilia), e/o le preferite (Marta1493, blueskyismylife, PiccolaCelebi, f9v5, Marty Fantasy, Xelfilia e shinichi e ran amore) e/o le ricordate (Xelfilia e blueskyismylife). Ci sentiamo al prossimo capitolo che... nemmeno io so quando sarà! Alla prossima! ^.^/

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Capitolo 13
*** Capitolo 12: Qualcosa di buono ***


-Ciao Charmy. Come ti senti?-
Charmy Bee non dimostrò la minima sorpresa nel vedere che Espio era entrato nella sua stanza nonostante avesse chiesto all'infermiera di non far passare nessuno. Non voleva vedere nessuno di loro, per nessun motivo, non dopo quello che aveva scoperto la sera prima. L'ape girò la testa di scatto dall’altra parte per far capire al camaleonte che non voleva nemmeno vederlo in quel momento.
-Non sono affari tuoi. Non vedo perché dovrei dirtelo!-
Espio però non aveva intenzione di mollare e continuò a parlare. -Charmy, so bene che dopo quello che Eden ti ha fatto tu non voglia parlarmi, ma io sono tuo amico e mi sto preoccupando per te. Ieri sera ci hai davvero fatto prendere un colpo, lo sai?-
-Eri amico mio anche quando tu e tutti gli altri mi avete nascosto cosa diavolo è successo a Knuckles?- urlò lui voltandosi di scatto verso il camaleonte. La forza di quel movimento fu tale da dargli un leggero capogiro che lo costrinse a cadere sul cuscino. -Ho capito perché mi avete fatto allontanare con Cream e sua madre durante la festa di Sonic. Era accaduto qualcosa di brutto e voi, tutti voi, non avete voluto dirmi niente. Ieri sera stavo male, ma le mie orecchie funzionavano ancora. Non è bello scoprire che non rivedrai mai più un tuo amico solo perché i tuoi amici sono troppo impegnati ad urlare contro alla persona che gli ha fatto del male da dimenticarsi che c’è anche il piccolo bambino idiota che non sa niente presente! Credete davvero che io sia stupido fino a questo punto?-
Le sue urla avevano attirato l’infermiera che sorvegliava la stanza, ma Espio riuscì a rendersi invisibile un istante prima che entrasse. Charmy la mandò via con una scusa solo perché voleva almeno quella risposta. Il camaleonte si sedette sul letto vuoto accanto al suo. -Mi dispiace che tu lo abbia saputo in questo modo. Hai ragione, io e Vector avremmo dovuto dirtelo, ma era complicato. Non sapevamo come l’avresti presa.-
-Come avrei dovuto prenderla? Anche nei miei fumetti preferiti a volte gli eroi muoiono e io ci rimango male!- aveva ribattuto.
-Peccato che la realtà non sia un fumetto.- mormorò Espio, intristendosi. - Quando avevo la tua età anche io volevo che gli adulti cominciassero a trattarmi come un loro pari. Mi irritava vederli parlare di cose che secondo loro non ero in grado di capire senza che prima ne parlassero con me. In questo momento vorrei essere al tuo posto. È per questo che non ho voluto essere io a parlartene, perché non volevo vederti triste e arrabbiato. Ora sai tutto e sei comunque triste e arrabbiato perché non siamo stati noi a dirti quello che dovevi sapere. E non sai quanto mi dispiace che sia successo tutto questo. Io e Vector sappiamo che ormai sei grande, ma non siamo riusciti a dirti niente comunque. Quella sera ci siamo sentiti tutti come se fossimo sprofondati in un incubo, e non ce la siamo sentita di trascinarci dentro anche te.-
La giovane ape era ancora arrabbiata, ma sentiva che le scuse del camaleonte erano sincere. Però non poteva essere del tutto sicuro che gli avrebbe nascosto altre cose. L’unica cosa che voleva in quel momento era la pura e sacrosanta verità. -Cosa è successo ieri sera? Perché hai difeso la ragazza che ha ucciso Knuckles in quel modo, pur sapendo quello che avrebbe potuto farti?-
Espio respirò profondamente, indeciso su cosa dire. -Ascoltami bene, Charmy. Quando sarai più grande imparerai che non sempre il bene e il male sono distinti: ciò che può sembrare male per una sola persona è bene per molte altre, e ciò che è bene per uno può essere male per molti altri. Il mondo non è solo bianco o nero, ci sono diverse sfumature di grigio nel mezzo, e nessuno può sapere con certezza in quale sfumatura si trova. Il bene e il male sono troppo relativi per poter essere sicuri di essere completamente nel giusto o nel torto più marcio. Tu non puoi immaginare come mi sia sentito io in quel momento, quando ho realizzato cosa sta succedendo realmente con Eden. Lascia che ti spieghi...-
-Cosa c’è da spiegare? Quella ragazza è cattiva e noi siamo i buoni, ecco tutto! E questo non giustifica il tuo comportamento!- gli disse, con aria di sfida. Espio si alzò dal letto e lo spinse in modo che i loro occhi si trovassero alla stessa altezza.
-Charmy, devi giurarmi che finché i sette Chaos Emerald non saranno stati ritrovati quello che sto per dirti non uscirà da questa stanza. Ne va della vita e della sicurezza di tutti noi, soprattutto di quella di Eden e di suo fratello. Ti dirò tutto quello che so su di lei e sul suo legame con Knuckles. Però devi promettermi che qualunque cosa accada, tu non dirai niente a nessuno finché non sarà il momento, nemmeno a Vector.-
-Perché dovrei farlo?- chiese l'ape, anche se lo sguardo di Espio lo stava davvero preoccupando. Era determinato e quasi supplichevole al tempo stesso. Non aveva mai visto un'espressione simile sul suo volto.
-Nessuno ti ha detto niente su quanto è successo finora, è vero, ma in questo momento sto rimediando io per tutti loro. Vuoi la responsabilità? Bene, in questo momento stai per diventare responsabile della salvezza di un’innocente e forse delle sorti del mondo intero. Basta solo che rivelerai quello che ti sto per dire al momento giusto, non un secondo prima. Ho la tua parola d'onore, Charmy Bee?-
L'ape fissò il camaleonte per individuare qualche inganno in quello che stava dicendo, ma non ne vide nemmeno uno. Espio era tremendamente serio e sincero in quel momento, e stava per affidargli un'informazione che aveva tutta l'aria di essere molto seria. Stava per diventare l'unica persona, oltre a lui, a sapere cosa Eden avesse esattamente in mente, e l'idea lo eccitava e lo spaventava a morte allo stesso tempo. Perché si stava rivolgendo proprio a lui? E lui che interesse poteva avere nel proteggere una persona che gli aveva deliberatamente fatto del male?
-Per favore...-
Dopo quelle due parole che non aveva mai sentito pronunciare volontariamente da Espio, l'ape non poté che dare una risposta. -D'accordo, Espio. Dimmi tutto quello che sai.-
 
***
 
I giorni passarono e stranamente ci volle molto tempo prima che anche Vector si decidesse a fargli visita. La cosa più sorprendente era che non era solo: con lui c'era anche Mighty, che era tornato dalla vacanza studio di cinque anni. L'ape era molto sorpresa di rivederlo in quella circostanza, proprio quando Espio non ci sarebbe stato nonostante fosse proprio lui quello che forse più di tutti loro moriva dalla voglia di rivederlo. Dal modo in cui erano molto vaghi sulla missione del camaleonte Charmy capì che si stava verificando esattamente ciò che Espio aveva previsto. Stava morendo dalla voglia di fargli notare che gli stavano mentendo di nuovo, ma ciò avrebbe inevitabilmente fatto saltare la sua copertura, e quella sarebbe stata l'ultima cosa che Espio avrebbe voluto, quindi si trattenne e decise di tenere la bocca chiusa, facendo il finto ignorante. Però fu con enorme sorpresa che accolse l'improvviso arrivo di corsa di Sonic the Hedgehog fuori dall'orario delle visite nonostante le proteste dell'infermiera. Il riccio si richiuse la porta alle spalle come se non l'avesse nemmeno sentita e la fermò con un comodino.
-Ciao, Charmy.- lo salutò con un'espressione seria e determinata che gli aveva visto solo quando era davvero sul punto di affrontate il cattivo di turno.
-Ciao, Sonic! Mi chiedevo quando saresti venuto a trovarmi!- ricambiò l'ape con un sorriso.
-Mi dispiace, ma questa non è esattamente una visita di cortesia.- gli spiegò subito a scanso di equivoci. -Ho una domanda: quando Espio ti ha fatto visita qualche giorno fa ti ha detto qualcosa di importante su Eden?-
-Forse sì. O Forse no.- disse enigmaticamente l'ape con un sorriso divertito. -Espio mi ha detto molte cose mentre si scusava di non avermi detto prima che Knuckles era stato sconfitto da Eden!-
-Ti prego, Charmy, è importante! Domani affronteremo Eggman nella sua base aerea! Hanno Amy in ostaggio e in cambio della sua liberazione vogliono i nostri Chaos Emerald, e se glieli consegneremo saranno tutti nelle mani di Testa d'uovo! Se Espio ti ha riferito delle informazioni importanti devi dirmele adesso!- lo supplicò Sonic. Charmy scattò immediatamente a sedere come se si fosse scottato.
-Quel maledetto di Vector... Non poteva almeno dire che tutti i Chaos Emerald erano stati ritrovati?- protestò l'ape. -Ben gli sta, gli farà bene piangere ancora un po' per Espio!-
Sonic rimase spiazzato da quell'affermazione. -Tu sai cosa è successo a Espio?-
-Certo che lo so! Me lo ha detto lui stesso che stava andando a farsi uccidere da Eden!- disse lui come se gli avesse appena dato una notizia di scarsa rilevanza.
-Lui ti ha detto cosa voleva fare e tu non hai cercato di fermarlo o di farlo ragionare?- chiese Sonic, sbalordito dalla leggerezza con cui Charmy lo stava informando di quegli eventi.
L'ape sorrise, serena. -Bè, se Espio è morto quanto lo è Knuckles possiamo stare tranquilli!-
 
Shadow the Hedgehog aprì gli occhi dopo quella che gli sembrò un'eternità. Sentiva la testa pulsare dolorosamente, e cercando di portarsi una mano alla tempia si rese conto di essere legato per i polsi e per le caviglie a una specie di congegno metallico. Alzando lo sguardo notò che davanti a lui, legata allo stesso modo ma ancora priva di sensi, si trovava una ragazza dagli aculei rossi e bitorzoluti dall'aria stranamente familiare. Si rese conto che doveva essere Eden solo perché indossava i suoi stessi vestiti e per via dei cinque aculei bianchi che aveva sulla testa, che erano rimasti gli stessi. Per il resto, il suo vero aspetto fisico lo lasciò di stucco, perché era identica alla ragazza che lei aveva ucciso all'ospedale. Già quello era strano, ma  guardandola si ricordò all'istante degli eventi immediatamente precedenti alla loro cattura: ricordò il loro brutale duello, interrotto bruscamente dall'improvvisa comparsa di Lost, che aveva intercettato il colpo che avrebbe dovuto porre fine alla vita della sorella. E ricordò, con orrore, che quando le luci del Chaos Blast si erano diradate, riuscì a vedere finalmente che Lost sotto il casco, per tutto il tempo che lo avevano affrontato, era ed è sempre stato Knuckles the Echidna. Ed Eden aveva detto che la ragazza che aveva ucciso all'ospedale era la sorella di Knuckles…
 
-Cosa intendi dire, Charmy?- chiese Sonic, confuso da quell'affermazione.
-Che Knuckles sta bene. Non è mai morto. Era questo quello che Espio aveva capito.- spiegò l'ape.
Sonic impallidì per quella rivelazione. -Cosa... No, non è possibile. È stato lui stesso a dire che Knuckles era morto quella sera!-
-Eden ha ingannato persino lui. Pensa che in realtà Knuckles fosse stato messo in una specie di stasi, un qualcosa di talmente potente da bloccare temporaneamente tutti i segni vitali e far passare la vittima per morta. Ovviamente non avevate i mezzi e non potevate provare che si trattasse solo di una morte apparente, anche perché a nessuno poteva venire in mente una simile eventualità!-
-Questo spiegherebbe perché ha fatto in modo che il suo corpo finisse in acqua...- mormorò Sonic, disgustato dal pensiero che forse aveva ancora la possibilità di salvare il suo amico e se l'era lasciata sfuggire come un pollo senza saperlo.
-Secondo Espio ha lasciato lì quel guanto in precedenza per depistarvi. Eravate talmente scossi da quello che stava succedendo che non avete nemmeno pensato che lei in quel momento stesse cercando di distrarvi. Eden può avere nascosto Knuckles da qualche parte e aver aspettato che si svegliasse lontano da occhi indiscreti.- spiegò l'ape come se fosse stata la spiegazione più ovvia del mondo. Ovviamente questo non bastò a convincere Sonic.
-E che cosa se ne sarebbe fatta del vero Knuckles se lo odiava? E poi dove diavolo lo avrebbe tenuto  nascosto per tutto questo tempo, sentiamo?-
Charmy fece il classico sorriso di chi la sa lunga. -E se fosse stato sotto gli occhi di tutti senza che voi lo sapeste?-
Il riccio blu fissò l'ape nella confusione più totale finché non capì quello che stava cercando di dirgli. -Lost? Mi stai dicendo che Knuckles è Lost?!-
-Esattamente.- annuì Charmy. -Tutti noi conosciamo Knuckles abbastanza bene da sapere che quando c'è da combattere non si tira mai indietro. E poi, Eggman ha il Master Emerald. È nella sua base aerea, e l'unico modo che aveva per continuare a sorvegliarlo era fingere di essere dalla parte di Eggman. E in più lavorare per lui gli avrebbe garantito di poter difendere anche Eden dallo stesso Eggman!-
-Aspetta, ora sono ufficialmente confuso!- lo frenò Sonic sedendosi di schianto sul pesante sgabello che bloccava la porta che da fuori stava venendo tempestata di pugni. -Perché Knuckles dovrebbe difendere Eden da Eggman? Lei lo ha letteralmente ucciso, non ha senso!-
-Forse la cosa assume più senso se consideri che Eden nel suo vero aspetto è un'echidna rossa con gli aculei un po' strani!-
Sonic si portò entrambe le mani davanti alla bocca quando finalmente realizzò cosa aveva capito Espio. -Oh, mio Chaos!-
 
-Oh, buon Chaos!- esclamò quando finalmente capì che cosa stava succedendo, per quanto assurdo potesse essere. Knuckles e Eden erano fratelli. Knuckles era il complice di Eden, la stessa persona il cui omicidio aveva dato inizio a quella storia era colui che si nascondeva dietro la maschera del protettore di Eden. E la ragazza che Eden aveva detto di aver ucciso era la sorella di Knuckles, e in quel momento era identica a lei. E in quel momento Eden era incapace di trasformarsi e quello era il suo vero aspetto, quello a cui stava assistendo gli dava la conferma che almeno su quel punto nessuno dei due aveva mentito: Knuckles e Eden erano davvero fratello e sorella. Era decisamente troppo assurdo per essere vero, eppure lo era. A meno che non fosse completamente impazzito e non avesse cominciato ad avere le allucinazioni.
 
-Oh, mio Chaos!- urlò Sonic, e dall'altra parte della porta smisero di cercare di aprirla, segno che anche da fuori l'urlo si era sentito forte e chiaro. -Non ci posso credere! È... Oh, Chaos!-
-So come ti senti. Nemmeno io ci potevo credere, ma Espio è stato piuttosto convincente con la sua spiegazione di come devono essere andate le cose.- disse Charmy con un sorriso da furfante. -Eden scopre che Knuckles è in pericolo di vita e decide di salvarlo. Come? Semplicemente facendo credere al nemico del proprio fratello di essere dalla sua parte e chiedendogli di essere lei ad occuparsi di Knuckles, mentre in realtà vuole solo proteggerlo da lui. E deve aver pensato che il modo migliore per proteggere una persona dall'essere uccisa sia precedere il futuro assassino e inscenare la sua morte prima che qualcuno possa davvero fargli del male. Però Knuckles non deve esserci stato e le ha chiesto di continuare a combattere per proteggere Eden da eventuali vendette e per cercare di farvi capire almeno in parte la situazione reale. In fondo Lost non ha fatto altro che cercare di convincerci delle reali buone intenzioni di Eden, no?-
Sonic non poté ribattere. E poi proprio lui stesso si stava lentamente rendendo conto che più tempo stava passando, più si rendeva conto di conoscere Lost. E poi gli aveva addirittura salvato la vita su quella cascata... Odiava ammetterlo, ma tutti i pezzi combaciavano alla perfezione e quasi stentava a credere che Espio da solo fosse arrivato a capire tutto questo in una sola serata.
-Come lo ha capito?-
-Non me lo ha saputo spiegare nemmeno lui. Mi ha detto che più che altro è stata un'illuminazione improvvisa.- disse Charmy. -Quando ha trovato le informazioni sui mutanti su Internet si era ricordato di una bambina con cui si era allenato in passato che possedeva delle abilità simili a quelle descritte. Non ne era sicuro e per questo non vi ha detto niente, ma quando ha guardato Eden da vicino si è accorto che lei e quella bambina  avevano esattamente lo stesso sguardo e gli stessi occhi. E in più si è ricordato proprio in quel momento che anche lei si chiamava Eden. È giunto alla conclusione che se quella bambina riusciva a manipolare la maggior parte degli oggetti solidi, con un po' di pratica niente le avrebbe impedito di farlo anche con la materia che compone il suo stesso corpo. Poi, essendosi ricordato che la sua Eden era un'echidna rossa e che aveva un fratello da cui era stata costretta a separarsi perché aveva un compito da svolgere gli ha fatto capire il vero legame che la univa a Knuckles, e da lì a capire cosa stesse succedendo davvero il passo è stato molto breve. Persino lui era sconvolto dalla cosa!-
-Sfido chiunque a non esserlo! Questa non è esattamente una cosa a cui si assiste tutti i giorni!- commentò Sonic, scioccato.
 
Improvvisamente il comportamento degli ultimi tempi di Espio the Chameleon aveva acquistato un senso: il camaleonte non era impazzito, aveva semplicemente capito cosa stava succedendo perché conosceva Knuckles da molto tempo. L’echidna aveva collaborato più volte con i Chaotix nel corso degli anni, e forse si era lasciato sfuggire qualcosa che gli aveva permesso di intuire la verità su quanto stava accadendo e per quel motivo lo aveva fermato dall'uccidere Eden al locale la sera prima della sua morte. Sempre se a quel punto di “morte” si poteva ancora parlare, dati i precedenti. A quel punto non sarebbe rimasto minimamente sorpreso se avesse scoperto che anche Espio era ancora vivo e che in quel momento si stava aggirando per la base aerea senza essere individuato. Quella sera al locale doveva aver chiesto spiegazioni a Eden, oppure doveva aver tentato di farla ragionare per impedirle di andare avanti con un piano che le si sarebbe inutilmente ritorto contro e lei non solo non lo aveva ascoltato, ma era anche riuscita a convincerlo a prendere parte a quella mostruosa pagliacciata. L'unica cosa che restava da capire era il perché di una decisione tanto drastica: perché sicuramente entrambi dovevano aver avuto una marea di buone ragioni per aver deliberatamente aiutato quella piccola psicopatica e per aver inscenato la propria morte!
 
-Espio sa anche perché Eden ha messo su tutta questa gigantesca pagliacciata per una cosa così stupida? E perché Knuckles non ha mai detto niente se davvero lui era Lost?- continuò a chiedere Sonic, ignorando gli avvertimenti dell'infermiera e delle altre persone che stavano cercando di convincerlo ad uscire dalla stanza.
-Eden gli ha detto che in questo periodo Eggman ha videosorvegliato tutte le persone che riteneva essere d'intralcio ai suoi piani. Insieme ai robot in assetto da combattimento che manda in campo di solito stavolta c'erano anche dei piccoli robot spia dalle dimensioni di un piccolo animale che si mimetizzano nell'ambiente. Siamo tutti sotto controllo dall'inizio di questa storia. Solo Eden e Knuckles lo sapevano e per questo non potevano rivelare niente, perché avrebbe voluto dire far saltare la loro copertura. Eden sospettava, giustamente, che se aveste saputo cosa stava succedendo davvero voi li avreste trattati in modo completamente diverso, facendo capire a Eggman che c'era qualcosa di strano. Non voleva rischiare, o almeno è questo quello che ha detto a Espio. Lui sospettava che invece ci fosse dell'altro dietro, e che per questo Eden avrebbe fatto in modo che nessuno scoprisse la verità.-
Sonic impallidì. -E come mai secondo Eden noi non avremmo mai dovuto...- la risposta gli arrivò spontaneamente alla mente quando ricordò il cadavere sgozzato dell'echidna che avevano trovato nell'ascensore.
-Secondo Espio Eden forse è arrivata ad una disperazione tale da essersi convinta che l'unico modo in cui lei possa essere liberata dal suo potere sia che lei venga uccisa. E dalla tua faccia devo dedurre che anche tu stai pensando alla stessa cosa!-
 
-Ben svegliato, Shadow.- lo salutò il dottor Eggman, che stava comodamente seduto sull'Egg-Drive aspettando il risveglio dei suoi prigionieri. Accanto a lui c'erano i suoi assistenti robot più un quarto robot che Shadow non aveva mai visto prima.
-Dottore. Che storia è mai questa?- chiese il riccio nero mentre cercava di liberarsi dalla sua prigione senza successo.
-Te la racconterò quando anche la qui presente signorina si sarà svegliata. Certo che sei stato piuttosto scortese con lei, Shadow. L'hai ridotta ad uno straccio, al punto che sono stato costretto a farle una trasfusione e a iniettarle sostanze nutritive in via endovenosa per farla riprendere! Anche se quello probabilmente doveva essere un effetto collaterale della perdita dei poteri. Finora ha sempre mangiato poco durante le ore dei pasti proprio perché il suo potere rendeva sensazioni come la fame e la sete completamente inutili, dato che assimilava le sostanze di cui aveva bisogno dall'ambiente circostante. Un meccanismo molto utile, non c'è che dire, peccato che quando viene a mancare in questo modo tanto brusco l'organismo arriva molto vicino al collasso. Le ho fatto un favore perché in fondo lei mi serve ancora viva. Sono convinto che Sonic e Tails ormai avranno già capito tutto, almeno stando a come si sono allarmati quando hanno capito che stavi ancora dando la caccia a Eden!-
Shadow spalancò gli occhi.  Come era possibile che Sonic e la volpe sapessero cosa stava succedendo in realtà? E perché non glielo avevano detto prima di atterrare nella base aerea? Poi gli balenarono in mente le numerose telefonate ricevute da Vector il giorno prima e si disse che forse distruggergli il telefono non era stata esattamente una buona idea.
In quel momento Eden iniziò ad aprire gli occhi e cominciò a guardarsi intorno disorientata. -Dove mi trovo?- farfugliò.
-Perdonami il brusco risveglio, mia carissima Eden, ma questo è il destino di chi si azzarda a prendermi in giro! E ho appena cominciato!-
La ragazza era decisamente sorpresa da quell'affermazione e fissò il dottor Eggman con puro orrore.
-La tua sorpresa è comprensibile, mia piccola doppiogiochista. Io so tutto quello che tu e tuo fratello avete fatto da molto tempo, però ho evitato di rivelarvi che sapevo del vostro piccolo segreto.- spiegò il dr. Eggman. -Il vostro aiuto era un troppo prezioso per rischiare di perdervi per una simile quisquiglia.-
Eden deglutì sconvolta: la burattinaia aveva appena scoperto di essersi fatta usare. Cercò di liberarsi dai bracciali di metallo che la imprigionavano, ma fu subito bloccata da una potente scarica elettrica. Shadow si chiese perché i bracciali di Eden potevano dare la scossa mentre i suoi no, ma intuì che probabilmente era per assicurarsi che non fosse ancora in grado di usare i suoi poteri per liberarsi, oltre ad essere una piccola rivincita per aver tentato di ingannarlo.
-Sai, quando l'analisi del DNA di tuo fratello ha rivelato la sua vera identità sono rimasto sorpreso: che motivo aveva Knuckles per inscenare la propria morte e ferire i suoi amici per allearsi con me? E poi, come faceva ad essere ancora vivo se tu stessa lo avevi ucciso sotto gli occhi di Sonic e davanti alle mie telecamere nascoste? Poi, riguardando quelle scene, ho capito cosa deve essere successo. Quando ti sei presentata per la prima volta Knuckles non aveva davvero idea di chi tu fossi: solo in quel momento hai agito da sola, facendo credere persino allo stesso Knuckles che fossi andata lì solo per ucciderlo. L'aver fatto sparire il suo corpo il giorno seguente è stata una mossa astuta per non far capire a nessuno che in realtà la sua era una morte apparente e che presto si sarebbe risvegliato. Sarà stato uno scherzo per te creare un manichino con le sue sembianze e buttarlo in mare per poi farti perdere di vista dalle telecamere: sei riuscita a convincere anche me, e per questo mi congratulo. E immagino che tu abbia usato un trucco simile con Espio, solo che nel suo caso hai subito effettuato lo scambio: il vero Espio forse era ben nascosto dietro un cespuglio, mentre hai legato il manichino ad un albero solo per fare scena. Poi, quando tutti hanno lasciato il luogo del delitto, sei tornata e hai nascosto il camaleonte in luogo sicuro, una prigione in cui non avrebbe più potuto intralciare il tuo piano. Poi, come ciliegina sulla torta finale, hai fatto credere a Sonic e agli altri di aver trovato la sorella di Knuckles e di averla uccisa selvaggiamente. Nessuno avrebbe mai sospettato che quello era un manichino e che il sangue che ha imbrattato quell'ascensore era il tuo... Oppure che la ragazza morta in realtà fossi proprio tu stessa nelle tue vere sembianze!-
Eden sgranò gli occhi e solo allora si accorse che la sua trasformazione aveva definitivamente ceduto e che in quel momento aveva le sembianze di una normale echidna rossa. –Sono normale? Il mio potere se n'è andato?-
-Sì, per ora sei una comune mortale. Quello che ti ha fatto Shadow ti ha strapazzata un pochino, ma probabilmente già entro un'ora recupererai alcuni dei tuoi poteri e tornerai al massimo della forma. Solo un miracolo potrebbe trasformarti permanentemente in una normale mobiana, Eden. Il tuo DNA, se isolato, è quello di una normalissima echidna, però il tuo potere riesce a manipolarne le molecole, ed è per questo che puoi trasformare il tuo corpo nel corpo di ogni normale essere vivente, a patto che questo rispetti alcune caratteristiche peculiari. I tuoi aculei bianchi, il colore degli occhi, l'indice di massa corporea... Piccole quisquiglie da due soldi, se hai i mezzi per nasconderle, come un cappellino abbastanza grande, degli occhiali da sole o delle lenti a contatto colorate. La Chaos Energy che è in te è abbastanza potente da permetterti di fare tutto quello che vuoi.-
-Puoi dirmi qualcosa che già non so?- chiese lei, con rabbia. -Hai studiato il mio potere per usarlo per i tuoi scopi. Tu puoi descrivere quello che sono e che so fare molto meglio di come potrei mai farlo io stessa. E forse sai anche qualcosa che non so. Quindi illuminami, Eggman. Che cosa diavolo sono esattamente?-
Il dottore sorrise e mostrò all'echidna il Chaos Emerald viola di Shadow. Il riccio nero trasalì nel vedere che la pietra era nelle sue mani, anche se la cosa era perfettamente prevedibile.
-Shadow, devo attivare le scariche elettriche anche alle tue manette?- chiese il dottore vedendo gli sforzi del riccio per liberarsi. Dopo quella minaccia decise di lasciare perdere e di ascoltare con Eden quello che aveva da dire.
-Ti ricordi la storia di come Chaos è stato sigillato nel Master Emerald, Eden?-
-Naturale. Mi chiedo quale abitante delle Mystic Ruins non la conosca. E ancora oggi vorrei inventare una macchina del tempo per andare da Pachacamac e riempirlo di botte per impedirgli di fare quello che ha fatto. Non è giusto che per il suo errore la mia vita della mia famiglia sia rimasta legata per generazioni ad una stupida pietra!-
-Bene. Lascia che ti spieghi cosa è successo dopo a grandi linee. Non esistono documenti o leggende che possano confermare questa ipotesi, ma è molto probabile che le cose siano andate così. Quando Chaos è stato sigillato nel Master Emerald deve aver concentrato una grandissima quantità di energia nella pietra, che è stata resa davvero molto instabile. La situazione deve essere andata avanti così per un bel po’ di tempo, finché non fu trovata una soluzione: usare il corpo di una ragazzina come contenitore dell’energia in esubero.-
-Ah, sì?- chiese Eden sarcasticamente. -Quindi io sarei solo una sottospecie di contenitore? Mi stai prendendo in giro, vero?-
-Certo che no,...-
-Se dici di nuovo "mia cara Eden" ti ritroverai all'altro mondo ancor prima di accorgertene!- sibilò la ragazza.
Il dr. Eggman la guardò accigliato. -Zitta! Sono io che comando qui, quindi si fa come dico io! E ora come ora non sei decisamente in grado di dettare tu le condizioni!-
In quel momento la sola espressione di Eden sarebbe bastata per indicarla come sorella di Knuckles.
-So che ti sembrerà strano, Eden, ma è questa la verità. Tu non sei altro che un recipiente per la Chaos Energy che il Master Emerald non è riuscito a contenere. Quando la massa critica è stata raggiunta il guardiano del Master Emerald di allora deve aver trovato questa soluzione. Però non ha tenuto di conto di tutti i problemi che questa “portatrice di Chaos” avrebbero avuto. Difficoltà ad avvicinarsi ai Chaos Emerald, impossibilità totale di avvicinarsi al Master Emerald. Questa cosa però è solamente una quisquiglia se si pensa che grazie a questo accorgimento il mondo è stato salvato da un'esplosione di energia che avrebbe potuto distruggerlo!-
Eden era sconvolta. -Cosa?-
-Hai capito bene. Il fatto stesso che tu sia viva in questo momento sta impedendo a quell'energia in eccesso di tornare alla fonte e di innescare il meccanismo che porterebbe il mondo alla distruzione totale. È per questo che non puoi morire prima dello scadere del tuo tempo naturale, Eden. Nella malaugurata circostanza in cui questo inconveniente si verificasse ciò che Perfect Chaos ha fatto a Station Square un anno e mezzo fa sarebbe niente in confronto all'energia incontrollata che il tuo corpo senza vita emetterebbe: un'esplosione atomica al confronto sarebbe una fiammella emessa da un fiammifero bagnato! E non c'è modo di uscirne, nemmeno la scienza potrebbe aiutarti! Sei condannata ad avere il potere finché sarai viva... E dato che tuo fratello è appena passato a miglior vita senza avere una discendenza sei condannata a vivere per sempre, senza nemmeno avere la possibilità di sperare che qualcuno possa liberarti dalla tua sofferenza! -
La ragazza mutante sbiancò a quella dichiarazione ed abbassò lo sguardo, sconfitta.
-Fratellone...- mormorò con un piccolo singhiozzo. Shadow non poté non sentirsi in parte in colpa davanti a quella vista.
-Capisci perché non posso ucciderti?- chiese seraficamente il dottore. -Non posso distruggerti e condannare il mondo intero insieme a te, anche perché altrimenti non avrei più niente da conquistare! Però inventerò qualcosa per tenerti buona comunque. Per ora ti lascio qui insieme a Shadow mentre vado ad occuparmi del riccio blu e della sua marmaglia. Spero che tutto quello che ti sia successo ti sia servito da lezione, Eden. Non si scherza con il dottor Ivo Julian Robotnik!-
Eden rialzò la testa, digrignando i denti, e cercò di scagliarsi contro l'umano. -Maledetto! Non penserai di cavartela così, vero? Non la farai franca!-
-Mi dispiace fraintenderti, signorina... Ma l'ho già fatta franca! In men che non si dica tutti i Chaos Emerald saranno miei, compreso quello che tuo fratello ha nascosto su questa base aerea! Ho solo fatto finta di non sapere che in realtà era qui per mantenere le apparenze fino all'ultimo.-
L'echidna spalancò gli occhi, incredula. -Knuckles aveva il sesto smeraldo?-
-Vedo che lo aveva tenuto nascosto persino a te. Forse voleva davvero far credere che Rouge fosse riuscita a smarrirlo, ma gli è andata male! Poco tempo dopo che ho provato a perquisirlo senza successo ho scannerizzato tutta la base aerea e ho scoperto che lo smeraldo era nascosto in camera sua e che probabilmente è ancora lì. Quella pietra è praticamente già mia. Ho sei Chaos Emerald in mano, mi manca solo quello di Sonic e saranno tutti miei, e la mia migliore creazione di sempre, l'Egg-Matic 5000 diventerà la macchina da guerra perfetta e sarà completamente indistruttibile. E tutto questo è stato possibile grazie a te, Eden. Dovresti sentirti orgogliosa di aver contribuito alla creazione di un simile prodigio tecnologico.-
-Orgogliosa?- chiese lei con rabbia. -Aspetta che riesca a liberarmi e giuro che smonterò io stessa quell'affare un pezzo alla volta! Detesto il mio potere, ma non posso nemmeno permettere che una simile mostruosità possa utilizzarlo liberamente senza fare qualcosa!-
Il dottore guardò Eden con aria sprezzante e premette un interruttore che diede immediatamente la scossa alla ragazza.
-Non te la caverai così facilmente, Eggman. Se davvero sono condannata farò in modo che questa mia maledizione non sia vana. Ho fallito nel proteggere mio fratello, ma non fallirò nel distruggerti per quello che stai per fare. Distruggerò quella mostruosità e ti impedirò di fare del male ad altri innocenti. Io diventerò il tuo peggiore incubo, sappilo!-
In quel momento la ragazza venne colpita da una nuova scarica elettrica senza che Eggman dovesse premere un interruttore, e il dottore sorrise a quella vista. Shadow capì che doveva avere attivato un qualche timer per tenere buona l'echidna nel caso i suoi poteri si fossero risvegliati all'improvviso.
-Basta così! Questo è troppo persino per una come lei!- urlò il riccio nero.
-Ti stai forse ammorbidendo, Shadow? Fino a qualche minuto fa volevi ucciderla tu stesso... Vero, pensavi che fosse un'assassina e che avesse cercato di uccidere anche Rouge. Ti comunico che lei non ha mai fatto del male alla tua amica, è stata solo ferita da uno dei miei robot. Anzi, se lei non avesse rallentato l'emorragia Rouge non ce l'avrebbe mai fatta ad arrivare in tempo all'ospedale per essere curata. Quindi congratulazioni Shadow, hai appena cercato di uccidere una ragazza a cui in realtà devi un favore enorme!-
-Non potevo mica lasciarla morire in quel modo!- disse lei, prima di essere di nuovo colpita da una scarica elettrica. Shadow si sentì ancora peggio nei suoi confronti, cosa che fino a poco prima non avrebbe mai ritenuto possibile.
-Ora, se non vi dispiace, ho un Chaos Emerald da recuperare. Immagino che abbiate molte cose da raccontarvi nel frattempo, quindi vi auguro una buona conversazione!- disse il dottor Eggman lasciando la stanza con un sorriso. I suoi scagnozzi meccanici fulminarono la ragazzina dolorante con lo sguardo prima di seguirlo, ma solo l'Egg-Matic 5000 si fermò per parlarle.
-Era davvero un buon piano, ragazzina. Stavi davvero per farcela, ma sfortunatamente per te sei stata scoperta. Non aspettarti che qualcuno ti salvi, sappilo: erano solo due le persone che potevano aiutarti. Una è morta, e l'altra ha in circolo un narcotico molto più potente di quello che è stato usato su voi due. Per te il gioco è finito, anche se devo ammettere che è stato molto divertente. Spero almeno che lo spettacolo a cui assisterete a breve sia di vostro gradimento!-
Eden gli sputò in faccia in risposta prima che un'altra scarica elettrica che la facesse urlare di dolore.
-Lo prenderò per un “grazie”!- disse il robot con calma prima di uscire dalla stanza per raggiungere il suo padrone, lasciando soli il riccio e l'echidna che continuava a gemere di sotto agli occhi di Shadow in quello spettacolo terribilmente pietoso. Era incredibile che quella creatura così audace e distruttiva fosse stata ridotta a una ragazzina agonizzante in così poco tempo.
-E così, tu e Knuckles siete fratelli. È stata davvero una sorpresa scoprirlo!- disse Shadow con tono piatto, aspettandosi ulteriori spiegazioni da parte sua in risposta.
-Lui non ha colpa, sono stata io a chiedergli di non dirvelo. Era l'unico modo per tenere tutto questo segreto ad Eggman.-
-L'unico modo? Far soffrire tante persone innocenti inscenando la morte di un loro amico era l'unico modo per fermarlo?- sibilò lui.
-Non saprei dirti nemmeno io quando ho concepito questo piano. All’inizio si trattava solo di proteggere Knuckles da Eggman. Volevo che almeno lui fosse al sicuro, e invece mi ha letteralmente obbligato a creargli un'armatura per nascondere la sua identità per aiutarmi contro Eggman. All'inizio credevo che stesse delirando, invece era serissimo. E così è “nato” Lost. Poi, quando anche Espio è rimasto coinvolto nel mio piano, ho capito che per me non poteva assolutamente finire bene. Se fossero ricomparsi all'improvviso dopo oggi avreste finito col pensare che uccidermi avrebbe riportato in vita le vittime della Death Dimension. Sarebbe stata quella la spiegazione più razionale per giustificare il loro ritorno: mio fratello non avrebbe ricordato niente, mentre Espio, vedendovi così sereni dopo tanto tempo, non avrebbe mai rivelato nulla di quanto era accaduto in realtà. È anche il motivo per cui ho deciso di “uccidermi” con uno squarcio della gola: per farvi capire che a differenza di Knuckles ed Espio io non sarei mai tornata. Sarei morta per davvero, e in parte sentivo di meritarlo. Non ce la facevo più a guardarvi in faccia e a pensare che stavate soffrendo tutti per colpa mia, e in più, non vedevo in quale altro modo mio fratello e Espio sarebbero potuti uscirne puliti.-
Shadow era stupito da quanto quel piano fosse pazzesco e lucido allo stesso tempo. La ragazza aveva pensato proprio a tutto, al punto tale che se non ci fossero stati imprevisti sarebbe andata esattamente come lei avrebbe voluto: sarebbe stata distrutta e nessuno di loro avrebbe mai messo in discussione la sua malvagità.
Eden urlò per una nuova scarica elettrica particolarmente dolorosa. -Abbiamo dovuto fare tutto di nascosto per tutto il tempo. Eggman era convinto che mi fossi unita a lui solo per uccidere Knuckles. Eggman vi ha sorvegliati, ci ha sorvegliati per tutto il tempo, e non dovevo permettere che il mio o il vostro atteggiamento destasse sospetti in alcun modo. Molte volte sono riuscita ad eludere la sorveglianza trasformandomi e camuffando il mio aspetto in modo tale da poter comunicare con voi in incognito, ma non avete alcuna idea di come sia stato difficile... Dovevo trovare il momento giusto e non farvi capire che ero io sotto mentite spoglie, e non dovevo reagire mentre voi mi maledicevate per il semplice fatto di esistere. Non immagini quanto sia stato doloroso sopportarlo, ma il pensiero che alla fine il mio piano avrebbe migliorato la vita a tutti è stato sufficiente per stringere i denti e sopportare tutto quello che dicevate sul mio conto. Non potevo correre il rischio che mio fratello generasse una figlia e che questa prendesse il mio posto, così come non potevo permettere che Knuckles o chi per lui si sacrificasse per sigillare il mio potere dentro al suo corpo! Mi rifiutavo di accettare che questa catena di sofferenze non potesse avere una fine!-
Shadow annuì e ripensò attentamente alla storia che Eden gli aveva appena raccontato. In fondo non poteva biasimare l'echidna per le decisioni che aveva preso e per le scelte che aveva fatto. Probabilmente anche lui avrebbe agito in quel modo al suo posto, a causa della sua natura testarda e orgogliosa che gli avrebbe impedito di chiedere l'aiuto di altre persone. Pensò poi alla sua scelta di porre volontariamente fine alla sua vita per prevenire che altre persone vivessero il suo dramma, e capì che se avesse saputo che un domani un altro sarebbe nato con le sue stesse abilità e si fosse ritrovato a vivere quello che lui aveva vissuto lui stesso in prima persona avrebbe tentato di fare l'impossibile per impedire che il circolo vizioso si ripetesse.
-Tuo fratello ha sempre detto che la sua vita prima di diventare il custode del Master Emerald era un buco nero. Vuol dire che davvero lui non si ricordava di te?-
-Non vi ha mai mentito su questo. Lui non ricordava davvero nulla prima che ci rincontrassimo.-
-Ma com'è possibile? Immagino sia passato molto tempo, ma...-
-Dodici anni. Ha dimenticato i suoi primi cinque anni di vita il giorno della morte di nostra madre.- specificò lei.- È stata lei. Ha cercato di modificare i nostri ricordi per impedire che soffrissimo per il distacco prematuro e che ci incontrassimo in futuro. Ha fallito con me, ma con Knuckles ha funzionato. Il giorno dopo non ricordava più né me né la mamma, ma solo di sorvegliare il Master Emerald. So che ti sembrerà strano, ma nostra madre ha scelto il minore dei due mali: mio fratello non avrebbe potuto custodire il Master Emerald e contemporaneamente occuparsi di me, dato che non posso nemmeno avvicinarmi allo smeraldo senza correre il rischio di essere inglobata all'interno. La reazione che c'è fra me e il Master Emerald è come quella di due magneti che si attraggono: tendiamo ad unirci. E se ciò dovesse accadere probabilmente avverrebbe l’esplosione apocalittica che Eggman ha annunciato...- un'altra scarica le impedì di finire la frase.
Shadow non riuscì a negare a sé stesso che purtroppo capiva perfettamente il dolore che stava provando quella ragazza: era dotata di un potere immenso che la rendeva una specie di dea scesa in terra, un potere che non aveva mai desiderato di possedere che l'aveva costretta ad allontanarsi dalla sua stessa famiglia. Eden in realtà si trovava nella sua stessa situazione: anche a Shadow era stato strappato via tutto quello che aveva a causa dei suoi poteri e della sua diversità. Credeva di aver imparato la lezione, e invece lui aveva fatto lo stesso con lei nemmeno un’ora prima. Suo fratello era morto per proteggerla, esattamente come Maria era morta per difendere lui dalla G.U.N. Eden la pensava esattamente come lui l'anno prima: di essere in possesso di un potere troppo pericoloso da non meritare la possibilità di esistere. Era stata disposta a distruggere sé stessa pur di impedire che la storia si ripetesse. Non voleva essere una minaccia, e per questo aveva scelto una via che l'avrebbe inevitabilmente portata alla distruzione da parte sua o da parte di Eggman nel tentativo di proteggere l'unica persona cara che le era rimasta. Voleva fare qualcosa di buono prima di andarsene, ma non voleva essere ricordata come una salvatrice. Non voleva essere pianta.
-Come sono, Shadow?- chiese la ragazzina all'improvviso. -Sono... normale? Ho qualcosa che non va?-
La domanda lasciò il riccio nero completamente spiazzato. Non avrebbe mai saputo dire cosa intendesse dire Eden con “normale” a parte avere un paio di braccia e di gambe e il normale corpo di un'echidna.
Shadow non sapeva cosa dire. Nel suo vero aspetto Eden sembrava una ragazzina, non dimostrava minimamente di avere sedici anni e mezzo o di essere una coetanea di suo fratello. Non si aspettava un simile cambiamento di proporzioni da parte sua: se nella forma in cui l’aveva sempre vista sembrava una specie di fusione fra riccio e echidna poco più alta e magra rispetto alle altre ragazze della sua età, nelle sue vere sembianze era leggermente più bassa e leggermente più in carne, nonostante fosse comunque molto magra. Ora il suo pelo era rosso come quello del fratello, e i tratti del suo viso erano molto più dolci e fanciulleschi. Le avrebbe dato forse quattordici anni, quindici al massimo. I vestiti le stavano un po’ larghi, ma con qualche accorgimento nessuno ci avrebbe fatto caso. Solo poche cose erano rimaste invariate dalla trasformazione: i cinque aculei bianchi, che ora spiccavano su una folta chioma di aculei rossi dalla forma segmentata che le arrivavano fino alle ginocchia, erano rimasti uguali a prima; e i suoi occhi erano rimasti gli stessi, nonostante la loro forma fosse leggermente cambiata. E il suo nuovo aspetto, così rassicurante in confronto all'aspetto terrificante che aveva in precedenza, esaltava la potenza disarmante di quello sguardo come non mai.
-Cosa dovrei dirti? A parte gli aculei ricci sei identica ad una normale echidna.- le disse senza mezzi termini. -E credo proprio che finora tu abbia avuto le idee molto chiare su quale avrebbe potuto essere il tuo vero aspetto fisico, perché sei identica a come ti sei presentata alla gara canora!-
-Dici davvero?- chiese Eden, sorpresa.
-Non ho alcun motivo di mentirti.- disse lui.
Eden si guardò attorno finché non vide il proprio riflesso su una parete metallica. Era molto distorto e da quella distanza l’immagine riflessa non era molto chiara, ma bastò per farla trasalire. -Mamma...- mormorò lei, scioccata. -Sono io? Oh, cielo, sono identica a mia madre!- L’echidna scoppiò a ridere sguaiatamente. Si vedeva che il fatto di assomigliare a sua madre le piaceva molto.
-Immagino che la tua genitrice sarebbe stata felicissima della cosa!- commentò Shadow, che trovava quell'esplosione di entusiasmo assolutamente fuori luogo. Per un momento sembrava essersi completamente dimenticata di essere legata ad un tavolo di metallo che poteva darle la scossa e di essere completamente priva di poteri. In quel momento sembrava una bambina che aveva appena ricevuto il più bel regalo di Natale della sua vita.
-Non posso crederci... sono normale. Una ragazza normale...- gridò lei, continuando a ridere come una folle. Shadow stava per dirle di contenere l'entusiasmo quando all’improvviso l'espressione dell’echidna si incupì. -Sì, sono normale, finalmente. Ma a quale prezzo... Mio fratello è morto e questa assenza di poteri è solo temporanea. In fondo questa è una fregatura e buona, come tutto quello che riguarda la mia vita. E non c'è modo di uscirne.-
Shadow si sentì un verme per l'incidente che era successo solo poche ore prima. -Scusami per quello che è successo. Se vorrai vendicarti di quello che ho fatto a tuo fratello, ti capirò.-
Lei scosse la testa. -Ti sembrerà strano, ma non voglio farlo. La vendetta non porta mai a niente, Shadow. Anche se non sembra, la vendetta è la più terribile e la più pericolosa delle armi, ed è per questo che ho tentato di spronarti su quel versante per spingervi ad odiarmi. Sareste stati tutti talmente infuriati con me al punto da non rivolgervi alcuna domanda su quello che poteva essere il vero scopo che mi stava spingendo ad agire.-
Il riccio nero annuì, pensieroso, prima che l'echidna ricominciasse a parlare. -All'inizio volevo solo proteggere mio fratello dal dr. Eggman, però, poi le cose sono precipitate e a quel punto ho iniziato a pensare che dalla situazione che si era andata a creare poteva sempre uscire qualcosa di buono. Speravo di poter liberare me stessa e la mia famiglia dal mio potere grazie a te. Ma a quanto pare  siamo condannati a portarci dietro questo maledetto fardello. Anzi, sono condannata solo io ora. L'unica cosa positiva è che da qui in avanti nessuno si sentirà più come mi sto sentendo io adesso!-
Una scossa elettrica la costrinse a fermarsi per un attimo. -Io ho sempre saputo che c'era qualcosa di strano in me, l'ho saputo da sempre. Sapevo fin da quando ero piccolissima di essere diversa da mio fratello e da mia madre, ma lei cercava di tranquillizzarmi dicendomi che il mio era un dono, e come tale dovevo rispettarlo ed essere fiera di essere diversa perché un domani avrei avuto la possibilità di aiutare molte persone. Mio fratello era così giovane da non fare nemmeno lontanamente caso al fatto di poter essere l'unica persona al mondo ad essere in grado di plasmare i ciottoli da giardino come se fossero stati fatti di creta, anzi la vedeva come una componente del tutto naturale di me. E alla fine questo potere ci ha separati: lui era destinato a succedere a nostra madre alla custodia del Master Emerald, e io non potevo nemmeno avvicinarmi a Angel Island senza correre il rischio di essere uccisa. Quando nostra madre morì, lei usò il potere di un Chaos Emerald per cancellarci la memoria. Come ti ho già detto, con Knuckles funzionò, ma con me no. Scappai subito e vagai da sola per un anno circa, finché una signora gentile che incrociai sul mio cammino non mi consiglio di rivolgermi ad un vecchio saggio che addestrava bambini che per un qualche motivo erano rimasti senza famiglia nell’autodifesa. Il maestro Chuan Shuo mi accolse a braccia aperte e mi addestrò insieme agli altri bambini che aveva preso in custodia. Espio arrivò circa un mese dopo di me, accompagnato da suo nonno.-
La ragazza dovette fermarsi di nuovo a causa dell'elettricità. -Sai, ritrovarlo in queste circostanze è stata una sorpresa anche per me. Quando ha realizzato che i miei poteri si erano evoluti fino al punto di permettermi di cambiare persino il mio aspetto fisico, ha capito che la spietata mutante che vi stava perseguitando dovevo essere io. E quando ha ricordato che ero un'echidna e che avevo un fratello da cui ero destinata a stare lontana senza che lui sospettasse minimamente della mia esistenza ha fatto due più due e ha capito che Knuckles e Lost dovevano essere per forza la stessa persona. Espio conosce mio fratello da molto tempo, e fino ad oggi non aveva mai avuto il sospetto che potesse essere proprio lui il fantomatico fratellone di cui gli parlavo ogni volta. Quando ha capito tutto questo ha deciso di affrontarmi per spingermi ad uscire allo scoperto. Invece gli è andata male: aveva un infortunio alla spalla che durante la colluttazione è peggiorato. Si è difeso bene, ma alla fine l’ho sconfitto ed è stato costretto a diventare anche lui una mia “vittima”.-
-Ecco cosa è realmente successo.- mormorò Shadow -Sapeva che tu non lo avresti realmente ucciso. Però per quale motivo lui non si è...-
-Si è svegliato dopo un giorno, proprio come Knuckles. Ho usato su di lui la Death Dimension, era l'unico modo per ingannarvi. Forse solo utilizzando dei macchinari medici specializzati avreste potuto scoprire l’inganno. Con la Death Dimension ogni singola molecola del corpo si congela, mantenendo però inalterata la mobilità originaria dei tessuti e l’attività delle centraline nervose; forse, se aveste attaccato Knuckles o Espio a un elettrocardiogramma questo avrebbe continuato a segnalare un’attività elettrica normale, nonostante il cuore avesse smesso di battere. Dopo che... si è addormentato ho scambiato il suo corpo con un manichino con le sue sembianze prima che arrivasse Vector. In realtà Espio era al sicuro nella vecchia casa di mia madre. Lo avevo chiuso dentro lasciandogli delle scorte di cibo e di acqua. Avevo previsto che si liberasse dopo un paio di settimane, ma evidentemente qualcosa è andato storto, dato che si è già liberato  e che in questo momento è qui, stando all'Egg-Matic. Mi era sembrata la soluzione migliore per lui, considerando poi che soffre di claustrofobia e che il suo peggiore incubo era quello di essere sepolto vivo...- disse lei, scuotendo la testa.
-Almeno in questo sei stata gentile, ma non so se questo basterà a far calmare i suoi amici quando scopriranno tutto questo.- le comunicò Shadow. -Questa tua abilità è davvero molto strana.-
-Lo è eccome. Quando la vittima sperimenta la Death Dimension resta in stato di coscienza per alcuni minuti, ma dopo poco tempo comincia ad avere come dei flashback sulla sua vita passata fino a quel momento. Di fatto è come se la vivesse una seconda volta, anche se si tratta più che altro di un’osservazione esterna. Almeno è questo quello che mi ha detto Knuckles. Grazie alla Death Dimension ho potuto evitare di spiegargli molte cose. È stato incredibile che la sua prima reazione sia stata quella di abbracciarmi. Quando si è risvegliato nella nostra vecchia casa è stato come se non ci fossimo mai separati. Quando gli ho parlato del piano voleva che dicessimo la verità almeno a Sonic, ma mi sono sempre opposta; però, conoscendolo, avrà sicuramente tentato di dirglielo in qualche modo.-
A quel punto le voci e le visioni avute da Sonic pochi giorni dopo la morte apparente dell'echidna acquistarono un senso: Knuckles stava tentando di dirgli che era ancora vivo e che stava bene. E dato che lui aveva interagito con Lost più di chiunque altro, alla fine doveva essere riuscito a leggere qualcosa fra le righe.
-A dieci anni lasciai il dojo del maestro Chuan Shuo.- continuò a raccontare. -Andai a stare con una mia amica, Azura, e restammo insieme finché suo fratello, che lei credeva che l’avesse abbandonata anni prima, la ritrovò e la riportò a casa. Rimasi completamente sola, e con il tempo acquistai la consapevolezza di essere diversa anche nel corpo: mangiavo di rado, bevevo ancora più raramente, ma non avevo malesseri di alcun genere. Inoltre mi resi conto che le mie ferite si rimarginavano dopo pochissimo tempo, non importava quanto queste fossero gravi. Grazie a questa mia... “resistenza sovrumana”, chiamiamola così, presi molto alla leggera le ferite di un giovane viaggiatore che una volta salvai da un furto. Non sapevo che alcune delle ferite che io mi facevo tanto spesso cadendo dagli alberi per le altre persone potessero essere addirittura fatali. Lo vidi precipitare dal ramo di un albero. Sopravvisse alla caduta, ma stava molto male e io non riuscivo a capire come mai stesse accadendo. Lo portai al villaggio più vicino e mi dissero che quasi sicuramente non avrebbe passato la notte. Andai da lui e... non so come, usai la Death Dimension per la prima volta. Volevo che si salvasse, e invece lo vidi morire sotto ai miei occhi. Si risvegliò di soprassalto proprio un secondo prima che lo seppellissero, e nessuno aveva idea di come potesse essere accaduta una cosa del genere. Quando lui descrisse quello che avevo fatto, nel villaggio giunsero alla conclusione che dovevo essere una specie di strega e iniziarono a darmi la caccia. Io e il mio amico viaggiatore fummo costretti a fuggire, ma non riuscimmo a scappare: venimmo colpiti entrambi da una fucilata. Poi provarono a bruciarci, ma non ci riuscirono solo perché io mi ripresi abbastanza in fretta e riuscii a portarci in salvo. Il mio amico visse abbastanza a lungo solo per dirmi che voleva essere cremato e che voleva che lanciassi le sue ceneri da una montagna in una giornata particolarmente ventosa.  Aveva preso molto bene il fatto di dover morire per forza, dato che secondo lui doveva morire già alcuni giorni prima. Si chiamava Yari. La mia esperienza con lui mi insegnò che probabilmente non sarei mai stata accettata, nonostante tutti i tentativi di vivere una vita normale. Così a tredici anni, ormai rassegnata a un destino di solitudine e abbandono, mi ritirai a vivere da sola in una palude, dove circa un anno dopo scoprii di aver smesso di crescere. Scoprirmi anche immortale fu in un certo senso la goccia che fece traboccare il vaso: da allora pensai che il mondo sarebbe invecchiato, cambiato, che tutto quello in cui riponevo le mie certezze un domani sarebbe scomparso... Mentre io sarei rimasta lì, sempre giovane e potente, sempre temuta dagli altri; sarei sempre stata una bomba sul punto di esplodere.-
Shadow fu sorpreso di vedere l’echidna sorridere nonostante la tragicità delle cose che gli stava raccontando.
-Vedi Shadow, mio fratello mi ha spiegato che la tua situazione è simile alla mia, ed è stato anche per questo che avevo scelto te per eliminarmi: non solo avevi il potere di eliminarmi, ma eri anche l'unica persona al mondo in grado di capirmi. Per me è stato quasi istintivo scegliere te, e forse anche tu lo avresti fatto al posto mio, dico bene?-
Shadow non disse niente. In effetti quella ragazzina aveva ragione quando diceva che loro due erano davvero molto simili da quel punto di vista. Erano uguali, entrambi condannati a portare il peso di un potere immenso per il resto delle loro vite. Eden era molto sveglia, tanto che aveva capito fin troppo presto la lezione che lui invece aveva imparato troppo tardi il giorno in cui Maria gli era stata portata via: gli uomini temono chi ha potere, e per questo chi ha potere viene sempre allontanato e combattuto anche dai suoi stessi simili. E con loro combattono anche chi decide di schierarsi dalla loro parte pur sapendo di condannarsi a morte, come era accaduto cinquant'anni prima a Maria, tre o quattro anni prima a Yami, e come accadde quel giorno a Knuckles.
-Una volta un... diciamo "amico" mi ha detto che non ha importanza il modo in cui si viene al mondo, ma quello che si fa una volta nati. Tu sei una ragazza con straordinari poteri nata in una famiglia normale, venuta al mondo per proteggerlo e le tue convinzioni sbagliate ti hanno fuorviata in quella che è la tua vera missione. Io invece sono un'arma di distruzione di massa ambulante, non posso fare nient'altro se non combattere per difendere persone che molto probabilmente un domani avranno paura di me e tenteranno di eliminarmi. Sono stato creato con un'anima, ma la mia missione è questa.- mormorò lui nonostante l'enorme groppo che gli si era formato in gola. La verità era che purtroppo non si riesce mai a convivere del tutto con questa consapevolezza, e per Shadow parlarne con qualcuno che forse in parte era in grado di comprenderlo era una strana sensazione.
L'echidna rossa lo guardò e gli sorrise. -Tu sei una persona, Shadow, non un'arma. E sei anche una delle persone migliori che io conosca, anche se fai di tutto per far credere il contrario. Mi dispiace di aver cercato di “usarti per suicidarmi”.-
Shadow strabuzzò gli occhi: quella ragazza era un vero mistero. Non capiva come poteva avere tanta considerazione per la stessa persona che le aveva ucciso il fratello davanti agli occhi e che aveva deliberatamente tentato di ucciderla fino a quel momento. Forse c’era davvero qualcosa che non andava nella sua testa, ma in quel momento a Shadow non importava molto. Erano in una situazione tragica e apparentemente senza via d'uscita, con lei che ormai non reagiva nemmeno più alle scariche elettriche e lui che non aveva idea di come fare per liberarsi. Se solo avessero avuto sotto le mani il suo Chaos Emerald avrebbero potuto liberarsi in un battito di ciglia, ma purtroppo questo non era possibile. Erano davvero in trappola.
Proprio nello stesso istante in cui il riccio aveva pensato a quelle cose la porta si aprì con una piccola esplosione. I due la guardarono, confusi da quello che stava succedendo, quando Eden cadde dalla piattaforma all'improvviso, quando i bracciali e le cavigliere che la stavano legando si aprirono all'improvviso a causa dell'esplosione del quadrante che li controllava. Lei cadde a terra e si guardò intorno, confusa.
-Che sta succedendo?- chiese lei, guardandosi intorno.
-Mi deludi. Credevo che lo avessi capito subito.- chiese una voce agonizzante che sembrava provenire dal nulla. Entrambi si voltarono verso la fonte per vedere comparire all'improvviso un camaleonte viola più pallido di un fantasma con le lacrime agli occhi per lo sforzo immane che gli stava costando tenerli aperti. Respirava profondamente e si stava tenendo il petto con una mano e stava reggendo Amethyst nell'altra, ma nonostante tutto stava sorridendo.
-Espio!- lo chiamò lei, prendendolo fra le braccia prima che cadesse a terra privo di forze. -L'Egg-Matic aveva detto che eri stato narcotizzato! Come diavolo hai fatto ad arrivare fin qui? E come hai fatto a recuperare Amethyst?-
-Un passo alla volta. I trecentodiciannove passi più lunghi della mia vita.- farfugliò lui. Aveva gli occhi ancora aperti, ma le palpebre tremavano incontrollate per quanto doveva sentirsele pesanti. -Credevo di non farcela, e invece ci sono riuscito. Sono riuscito a resistere e vi ho liberati. Ora scusami, ma sono davvero molto stanco...-
Espio chiuse gli occhi e Eden lo schiaffeggiò. -Non puoi dormire nel covo del nemico! Devi resistere, o farai il suo gioco! Espio!-
-Non credo che possa risponderti, ora come ora.- notò Shadow. -Che ne dici di liberare anche me, così possiamo raggiungere l'Impostore e gli altri?-
La ragazza annuì e notò il kunai che Espio aveva usato per distruggere il quadrante che controllava il tavolo meccanico che l'aveva tenuta prigioniera fino a quel momento. Eden lo prese e lo usò per colpire ripetutamente il quadrante che controllava la prigione di Shadow, liberandolo a sua volta. Il riccio caricò il corpo di Espio sulle spalle senza dire una parola.
-Ti guido io. Conosco questa base molto meglio di te.- disse Eden, iniziando a correre per i corridoi. Shadow la seguiva a breve distanza con una velocità molto inferiore a quella che usava normalmente per spostarsi, sia perché non poteva correre il rischio di superarla, sia perché in quel momento stava trasportando una persona prima di sensi sulle spalle. Ogni tanto lanciava un'occhiata a Espio per controllare che stesse ancora respirando: temeva che la sostanza che gli avevano iniettato potesse essere qualcosa di più di un semplice narcotico. E ne ebbe in parte conferma quando vide il camaleonte sparire sopra le sue spalle pur continuando a sentirsi il suo peso addosso.
-Eden, Espio è scomparso!- avvisò il riccio, continuando a reggerlo. Lei gli si avvicinò e provò a scuoterlo, ma lui non percepì alcuna reazione da parte sua.
-È strano, sembra che sia diventato invisibile nel sonno...- mormorò lei, preoccupata.
-Può essere normale?-
-Naturalmente l'invisibilità dei camaleonti è dovuta ad un ormone emesso dalla ghiandola pineale, che controlla anche il ritmo sonno-veglia in tutte le specie animali. Forse può essere considerato normale, anche se non ho mai sentito di camaleonti svenuti che diventano invisibili all'improvviso!- disse la mutante, per poi togliersi il guanto e posizionare l'indice dove avrebbe dovuto trovarsi il naso di Espio, nonostante le difficoltà per capire dove potesse trovarsi esattamente la sua faccia. -Per respirare mi sembra che respiri ancora. Dobbiamo muoverci e uscire da questa base aerea prima che la situazione degeneri ulteriormente!-
Shadow annuì e seguì la ragazza fino ad una rampa di scale che portavano al piano inferiore. Eden si fermò notando i resti di robot disseminati per il corridoio.
-Vedo che ti sei dato da fare...- commentò lei alla vista di quello scempio.
-Mi erano d'intralcio.- le rispose senza commentare oltre. -Senza contare che quando me ne sono andato i rottami erano almeno la metà. Omega deve starsi divertendo molto su questa base aerea.-
Eden lo fissò con espressione allarmata. -Eggman deve aver messo la base in modalità “assedio”. Questo significa che in questo momento ci sono squadroni interi di robot che si stanno aggirando per questo piano con l'intenzione di freddare qualunque cosa in grado di muoversi!-
-Come al solito, dunque.- commentò Shadow. -In questo mese non hai ancora imparato che sappiamo quello che stiamo facendo?-
-Stiamo trasportando un narcotizzato, forse intossicato, e tu non sei minimamente preoccupato su come potremmo gestire l'attacco di un'orda di robot infuriati?-
Shadow fissò l'echidna con stupore. -Non ti facevo così allarmista.-
-Non sono allarmista, sono solo realista. E poi prima era diverso, riguardava solo me!-
-Però noi abbiamo affrontato anche prima i robot di Eggman!- le fece notare il riccio nero. -E se questi dovessero presentarsi li affronterò come ho sempre fatto finora!-
E proprio come se Shadow avesse pronunciato una formula magica un'orda di robot comparve da una delle entrate laterali del corridoio e si diresse verso di loro. Eden sguainò Amethyst  e Shadow fece cadere a terra il corpo di Espio con noncuranza e raccolse due mitragliette dei robot che erano stati distrutti da terra.
-Un po' di rispetto no, eh?- disse lei, cercando di capire dove potesse essere finito Espio per portarlo via da lì.
-Alzati e concentrati, siamo sotto attacco!- disse Shadow iniziando a sparare contro ai robot che li stavano attaccando.
-Odio doverti dare ragione!-
L'echidna dovette rinunciare alla ricerca e si lanciò all'attacco dei robot con la spada sguainata. La ragazza riuscì a distruggere alcuni dei robot in prima fila per poi passare a quelli immediatamente dietro mentre Shadow stava distruggendo i robot che Eden non era riuscita a fermare, stando comunque attento a cercare di non colpirla per sbaglio. Se non avesse già visto quello di cui era capace di fare in combattimento sarebbe rimasto sorpreso nel vedere come una ragazzina della sua età e della sua stazza riuscisse ad abbattere tanti robot da sola armata soltanto con una spada. Il suo aspetto precedente era sempre quello di una ragazza, ma con quel suo aspetto strano e il suo sguardo forte e determinato trasmetteva anche un forte senso d'inquietudine, come un segnale di pericolo per chiunque avesse osato anche solo incrociare la sua strada. Nel suo vero aspetto, Eden era radicalmente diversa: con quell'aspetto più minuto e dolce sembrava completamente fuori posto in quel campo di battaglia, ma dal suo sguardo e dai suoi movimenti così coordinati e aggraziati si capiva che in realtà quello era il suo ambiente naturale. Lei era una guerriera, era nata per lottare e per distruggere la convenzione. Era nata per ballare nel fuoco.
Shadow si ritrovò a corto di munizioni e scagliò lontano le mitragliette per iniziare ad abbattere i nemici con una serie di azioni rotanti, facendoli esplodere uno dopo l'altro.
La battaglia finì molto presto. Tutti i robot erano stati distrutti con il minimo dispendio di energie da parte dei due combattenti rimasti in piedi.
-Tutto bene?- chiese Eden, fissando Shadow.
-Mai stato meglio.- le rispose, fissando con disprezzo le lamiere che una volta erano i loro avversari. Eden annuì, soddisfatta per la risposta.
-È stato strano combattere al tuo fianco per una volta. Considerando poi che da quando ci siamo conosciuti non abbiamo fatto altro che combattere l'uno contro l'altra!- notò lei, sorridendo.
Shadow la guardò in modo strano, ma non rispose. Quella ragazza era fin troppo strana per i suoi gusti: non avrebbe mai creduto che qualcuno potesse essere così gentile e amichevole con la persona che aveva cercato di ucciderla poche ore prima o che le aveva assassinato il fratello sotto gli occhi... A parte forse Sonic the Hedgehog in persona.
-Fammi un favore, Eden. Non diventare una maniaca della velocità e non tingerti mai gli aculei di blu!- la implorò Shadow. L'echidna lo fissò come se avesse appena detto qualcosa di assurdo.
-D'accordo. Non che ci abbia mai pensato o che abbia mai avuto intenzione di farlo!- gli rispose, evitando di chiedergli il perché della domanda. In quel momento alle spalle di Shadow si sollevò un robot che sollevò minacciosamente la sua mitraglietta e la puntò verso la testa del riccio nero. -Attento!-
L'echidna cercò di spostare il riccio dalla traiettoria del colpo del robot afferrandolo per le spalle, ma l'automa cadde addosso al riccio nero all'improvviso spingendolo in avanti. Prima che i due potessero chiedersi cosa fosse successo si resero conto di essere abbracciati e che le loro labbra erano premute le une contro le altre. Entrambi spalancarono gli occhi per lo shock; Eden poté vedere Espio che tornava visibile con un sorriso stanco, ma stranamente soddisfatto; Shadow invece poté vedere che Sonic era arrivato giusto in tempo per assistere alla scena.
-Oh. Mio. Chaos.- disse il riccio blu, sconvolto. Poi si sentì un tonfo.

 
 


 
 
Angolo dell'Autrice che non sa più cosa aspettarsi per il resto del mese:
Tutti: O_____O
So: Eh... bè... Wow! O.O
Sh: Quel camaleonte è ufficialmente defunto! è___é*
Ed: Ma lo ha fatto per salvarti la vita! O__O
Sh: Nessuno glielo ha chiesto! E dal suo sguardo si capisce fin troppo bene che lo ha fatto apposta! è_____é*
Kn: Stai zitto, Shadow! Non ti è bastato uccidermi, ora devi farmi anche questo! è____é
Sh: Io non ho fatto un bel niente! Prenditela con il signor "io resto in coma finché mi conviene e la prima cosa che faccio da sveglio e far baciare le persone a random"! è.é*
Es: *si rende visibile* Il signor "io resto in coma eccetera" è qui. Se volete farmi delle domande sono a vostra completa disposizione!
Sh: L'unica cosa di cui devi disporre è il tuo testamento, rettile! è___é
Au: Adoro questo angolo! *mangia pop corn mentre tutti la guardano male* Non fateci caso, continuate pure a parlare delle vostre trame stile soap opera! ^.^
Sh: Con te faccio i conti dopo! è____é*
Au: Prima dovresti rintracciarmi. E dal momento che forse sarò irreperibile per le prossime tre settimane non ti sarà facile!
So: What?! Ma non avevi detto che andavi in vacanza solo la seconda settimana di agosto e i primi quattro giorni?! O___o
Au: I primi quattro giorni di agosto sono stati la cosa più bella della mia vita! ^.^ Poi sono tornata a casa e mia madre ha cambiato idea almeno ventimila volte al secondo sul resto del mese. Siamo passate da “due settimane di assenza” a “nessuna” e al “resto del mese” come niente! Spero che all’università non rilascino informazioni importanti in questo lasso di tempo... E che almeno da qualche parte riesca a scroccare una connessione stabile! La possibilità che forse sentirete ancora parlare di me nel prossimo lasso di tempo è piuttosto remota ma c’è! U_U
So: ...Wow! O___O
Sh: A quanto pare la follia è ereditaria.
Au: Non sai quanto. U_U Meglio chiudere qui l’angolo perché è... bè, piuttosto tardino! Ringrazio tutti i lettori che leggono, commentano (e chiedo scusa se non ho risposto a tutti, ma non ho avuto tempo!) e quelli che hanno messo la storia fra le preferite (Marta1493, blueskyismylife, PiccolaCelebi, f9v5, Marty Fantasy, Xelfilia e shinichi e ran amore), le seguite (EleNeiro, fenicex8, Amartema, MartixHedgehog, Marta1493, Marty Fantasy, Phantom13, PiccolaCelebi, mendoza95 e Xelfilia) e le le ricordate (Xelfilia e blueskyismylife). Ci sentiamo al prossimo capitolo, che spero arrivi il prima possibile! ^.^/

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Capitolo 14
*** Capitolo 13: Lost ***


Era immerso nell'oscurità. Non riusciva a vedere niente, nessuna luce, nessun punto di riferimento... nulla. Cos'era successo? Come era finito in quel posto? Che cos'era successo prima che il mondo diventasse buio? Erano quelle le domande che si era posto nello stesso momento in cui aveva ricominciato a percepire il mondo esterno. Con un enorme sforzo mentale cercò di ricostruire gli ultimi momenti che avevano preceduto quella strana ripresa di coscienza. Era tutto molto confuso e poco chiaro, e lo sforzo che ci stava mettendo nel ricordare gli stava facendo venire mal di testa. Però riuscì a far riaffiorare tutto ciò che Eden gli aveva detto, del suo piano, di come aveva tentato di rimuovere dalla sua mente l'ultimo mese della sua vita in modo che non potesse rivelare a nessuno cosa aveva fatto davvero in quel periodo di tempo, di come Espio lo aveva ritrovato e forse salvato da un'espulsione forzata dalla base aerea e della corsa lungo i corridoi per fermare Eden dal farsi uccidere da Shadow. Rivide nella sua mente la sconvolgente sconfitta di sua sorella e come Shadow fosse stato vicino al punto di ucciderla. Era scattato subito alla vista della luce provocata da uno degli attacchi di Shadow più devastanti per proteggerla e l'ultima cosa che aveva percepito fino a quel momento era stata l'energia del Chaos Spear che attraversava il suo corpo.
A quel punto Knuckles the Echidna non poté che giungere alla conclusione che doveva essere morto. Già, probabilmente il suo corpo era andato distrutto dopo quell'attacco devastante e doveva essere morto all'istante, senza che avesse il tempo di rendersene conto.
-Immaginavo che morire fosse diverso...- si disse lui, continuando a giacere immobile con gli occhi sigillati. Effettivamente essere stato colpito da un Chaos Spear in pieno petto era stato molto diverso dall'essere stato colpito dalla Death Dimension di Eden. Anche se era passato quasi un mese da allora ricordava  quello che era successo quella sera come se fosse accaduto il giorno prima, proprio perché non si era mai sentito così spaventato e confuso come in quel momento. Non aveva mai provato niente di simile in tutta la sua vita. Di cose strane gliene erano capitate parecchie, ma quello che aveva provato in quel momento le aveva superate tutte. In un primo momento non era riuscito a capire perché gli stesse succedendo, ma poi, quando nelle ore successive riuscì a rimettere insieme tutti i frammenti, tutto assunse un nuovo significato, e finalmente capì cosa stava succedendo, cosa sarebbe accaduto e cosa doveva fare... ma ancora non sapeva se quello che avrebbe fatto da lì in avanti sarebbe stata la cosa giusta.
 
Inizialmente era tutto normale. Sentiva un pò freddo, ma non gli era stato difficile attribuire la sensazione ad una brezza estiva. Se poi contava che lo scontro con Eden lo aveva fatto sudare parecchio, era più che normale che la sentisse più fredda del solito. Stava correndo all’inseguimento di Eden, prevedibilmente Sonic lo aveva superato, e in quel momento, all’improvviso, sentì i muscoli appesantirsi tutt’a un tratto, i polmoni che si svuotarono, e l’improvviso soffocamento che ne conseguì fu abbastanza forte da fargli girare la testa e distoglierlo da ogni altro pensiero. E infine aveva sentito un dolore penetrante al petto, ma l’assenza di aria e l’irrigidimento dei muscoli della mascella gli impedirono di urlare o di emettere un minimo suono. Si accasciò a terra senza alcun preavviso. Ma nonostante tutte quelle sensazioni sgradevoli che provava in quel momento, era ancora cosciente e consapevole del suo corpo.
Presto arrivarono Tails, Amy, Espio e Vector, e lo soccorsero subito. Sentiva che lo chiamavano e che lo scuotevano cercando di fargli riprendere conoscenza, ignari del fatto che lui potesse ancora vederli e sentirli. Sentiva il panico nella loro voce. Erano preoccupati per lui, per la sua strana mancanza di reazione e per il brusco calo della sua temperatura corporea. Sentendo che il freddo che aveva provato prima non era solo da attribuire ad una brezza estiva l’ansia di Knuckles era cresciuta in maniera esponenziale. Avrebbe tanto voluto urlare, ma nelle sue condizioni, si disse, era già un miracolo se stesse riuscendo a pensare lucidamente. In quello stato non riusciva nemmeno a sbattere le palpebre, e per la prima volta in vita sua si rese effettivamente conto di quanto quel piccolo gesto elementare e spontaneo potesse essere importante. Gli occhi gli bruciavano da morire. In un certo senso quel dolore gli dava un minimo di sollievo, perché in quel momento era l’unica cosa che gli suggeriva che in un modo o nell’altro il suo corpo era ancora in grado di reagire a qualcosa.
Sentiva le loro voci sempre più confuse mentre le immagini che vedeva fino a poco prima sparirono in una voragine nera per poi ricomparire all’improvviso. Il bruciore agli occhi però non accennava a diminuire, e per quello si rese conto che in realtà non aveva sbattuto le palpebre; poco dopo giunse un secondo barlume nero, stavolta accompagnato dalle urla di dolore di una donna. Poi comparve nuovamente Espio, e la sua espressione sorpresa e gli occhi lucidi gli dissero che qualsiasi cosa gli stesse succedendo non poteva essere niente di buono. Solo qualcosa di grosso avrebbe potuto farlo reagire in quel modo. Il camaleonte chiuse gli occhi e alzò la testa con la sua solita espressione seria e concentrata.
-È morto.-
Sentendo quelle parole, Knuckles si sentì come se fosse precipitato in una voragine. Come poteva essere? Aveva solo 17 anni, era impossibile che fosse morto così, all’improvviso. Era sempre stato sano, lo sapeva bene. Eppure in quel momento di trovava lì disteso, un corpo senza vita che per un qualche strano motivo conteneva ancora la propria anima senziente. Che diavolo poteva essergli accaduto? Pensandoci, si diede da solo la risposta che cercava: Eden, la strana ragazza che aveva assalito lui e Sonic poco prima.
-Eden... è stata lei!- si sorprese per come l’urlo di Sonic stesse rispecchiando i suoi pensieri in quel momento. I suoi sensi si stavano lentamente affievolendo, sopraffatti dall’oscurità e dalle urla, ma prima che queste sommergessero completamente la sua coscienza, riuscì a vederla.
Eden era appoggiata sui rami più alti di un albero vicino, e lo stava guardando diritto negli occhi con uno sguardo completamente diverso da quello che gli aveva rivolto fino a poco tempo prima. Non c’era più belligeranza, solo tristezza. La vide mormorare qualcosa, poi non vide più niente, tranne una luce accecante.
 
Quello che Knuckles vide e percepì da lì in poi lo lascio completamente sconvolto. La prima cosa che vide fu un grosso gatto viola con una strana mascherina e un vestito verde che sembrava fatto di carta, che lo consegnò subito ad una ragazza echidna di forse due o tre anni più grande di lui. Era bellissima nonostante sembrasse molto pallida e stravolta: aveva dei lunghi aculei rossi di una forma strana, irregolare, e i suoi occhi erano di due colori diversi. L’occhio sinistro era viola con riflessi blu, come i suoi, ma il destro era di un brillante verde acqua con riflessi azzurri. Il colore di quell’occhio gli ricordò molto il colore degli occhi di Rouge. Oltre a quei dettagli così fuori dal normale, il viso di quell’echidna aveva dei bellissimi lineamenti, che in quel momento quasi risplendevano tanto era raggiante la sua espressione. Knuckles rimase senza parole alla vista di quella che doveva essere sua madre. Si era sempre chiesto come potesse essere, ma non si sarebbe mai aspettato che fosse... così! Era poco più di una ragazzina, ma qualcosa nel suo sguardo gli suggeriva che doveva essere una donna molto forte, che sapeva quello che voleva. Ma in quel momento non aveva occhi che per lui, e lo stava guardando con una dolcezza immensa. Knuckles non ricordava se qualcuno lo avesse mai guardato in quel modo. In quel momento non gli sembrò strano pensare che in fondo quella donna sconosciuta che sentiva di conoscere da sempre gli fosse mancata da morire. Non lo sapeva perché non aveva mai avuto l’opportunità di rendersene conto, di capirlo pienamente. Pensò che era bellissimo trovarsi lì con lei in quel momento, a godersi le sue carezze, come se potessero in qualche modo compensare gli ultimi anni che non avevano potuto trascorrere insieme.
Pochi secondi dopo si sentirono dei gemiti e il gatto viola aiutò un’altra echidna  a rialzarsi da terra. Non ci voleva un genio per capire che doveva essere il marito dell’echidna e che doveva essere svenuto al momento della nascita del suo primo figlio. Knuckles rimase senza parole alla vista di suo padre. Non gli servirono presentazioni di sorta in quel caso, perché era più che palese che fosse lui, data l’incredibile somiglianza che si sarebbe creata di lì a diciassette anni e mezzo di tempo. La prima impressione che ebbe vedendolo era quella di essersi visto in uno specchio che mostrava il futuro, di vedere la propria immagine invecchiata di pochi anni: il corpo di suo padre aveva ancora delle reminiscenze degli anni giovanili, ma la sua fisionomia ormai era adulta. Tuttavia c’era qualcosa nell’espressione del viso, così simile al suo, che gli suggeriva che non poteva essere più vecchio di sua madre. L’espressione corrucciata dell’echidna (Knuckles si sorprese di come fosse simile alla sua!) cambiò in un’espressione di vera sorpresa quando vide il fagottino scalpitante fra le braccia della sua compagna. Scansò il gatto viola con una spinta e camminò con passo incerto verso di loro.

-Che modi! Spero che almeno il piccoletto abbia ereditato le buone maniere da sua madre, perché le tue lasciano alquanto a desiderare!- si lamentò il dottore. Knuckles pensò che la speranza del dottore si sarebbe rivelata completamente vana con lui, dal momento che se fosse stato al posto di suo padre avrebbe fatto esattamente la stessa cosa.
Suo padre non diede il minimo cenno di averlo sentito, tanto era impegnato a fissarlo. Sua madre si sollevò leggermente dal lettino e lo porse delicatamente a suo marito, che creò una goffa culla con le braccia in cui fu adagiato. Dal contatto poté notare che dovevano essere forti e solide almeno quanto le sue. Osservando suo padre più da vicino, gli fu finalmente possibile notare alcune differenze fra loro due: la pelle di suo padre era poco più scura della sua, sebbene gli aculei fossero dello stesso rosso acceso, e il naso di suo padre era più appuntito del suo. Non erano del tutto identici, e Knuckles provò un certo sollievo nel notare che aveva ereditato qualcosa anche da sua madre.
 
Ascoltò con attenzione inconsueta quello che i suoi genitori dicevano su loro stessi, su di lui, e sulla famiglia che avevano in programma di allargare. Non sarebbe rimasto solo a lungo nei loro piani, presto avrebbe avuto tanti fratellini e sorelline con cui giocare e che lo avrebbero aiutato una volta che sarebbe diventato il guardiano del Master Emerald. Ascoltare le loro parole e pensare alla realtà che si era lasciato alle spalle provocò a Knuckles un dolore incommensurabile, più forte di quello che avrebbe mai potuto immaginare.  Gli piacevano molto la solitudine e la tranquillità, non lo avrebbe mai negato, ma anche l’immagine della grande e allegra famiglia felice che i suoi genitori stavano immaginando in quel momento gli sembrava molto allettante. Provò ad immaginare come sarebbe stata la vita come la immaginavano loro: erano entrambi piuttosto giovani, se non fosse successo qualcosa di grave avrebbero potuto tranquillamente continuare con le loro mansioni di guardiani anche nel corso della sua adolescenza. Lui poteva anche non essere “Knuckles, il guardiano del Master Emerald”, ma solo “Knuckles, un’echidna qualsiasi”, libera di godersi la sua vita finché non sarebbe stato richiamato al suo dovere. Avrebbe anche potuto aiutare i suoi genitori a sorvegliare la gemma prima di assumere ufficialmente l’incarico, ma sicuramente non avrebbe avuto lo stesso carico di responsabilità che si era lasciato alle spalle. Ormai la sua vecchia vita gli sembrava molto lontana, nonostante sapesse che di lì a poco avrebbe rivissuto anche quegli ultimi istanti di vita terrena. In quel frangente era solo uno spettatore passivo di cose che si erano già verificate, che poteva vedere e sentire cose che aveva già provato in un passato di cui non ricordava nulla. Non aveva idea di quanto lontano arrivassero i suoi ricordi, sapeva solo di non ricordare niente di quella famiglia che una volta anche lui aveva avuto, e sperò che quell’occasione bastasse per recuperare il tempo perso.
Scoprì che lo avevano chiamato come suo nonno, il guardiano che c’era stato prima di suo padre; e che, come aveva sospettato nel momento che lo aveva visto per la prima volta nella rudimentale sala operatoria in cui era nato, aveva ereditato moltissimo da suo padre anche in materia di carattere: anche lui era facilmente irritabile e, soprattutto, anche lui era spesso soggetto degli scherzi dei suoi amici per via della sua ingenuità. Ricordò come il dottore che aveva aiutato sua madre a partorire gli descrisse con una minuzia allarmante i “terribili effetti collaterali delle vaccinazioni” (Knuckles sarebbe morto dalle risate se avesse avuto il controllo del suo corpo davanti all’espressione sconvolta di suo padre) e di come era tornato a casa nero come un temporale davanti alla consapevolezza di essere stato preso in giro. Sua madre, fortunatamente, sapeva come calmarlo. -Sei adorabile quando sei imbarazzato!-, gli ripeteva ogni volta, prima di baciarlo con una passione che solo una giovane coppia di sposini innamorati poteva dimostrare.
Quando doveva avere solo due o tre mesi, sua madre a casa comunicando di essere di nuovo incinta, e presto la loro famiglia si sarebbe allargata come avevano sognato. Suo padre divenne l’immagine vivente della gioia, e lui era troppo piccolo per capire cosa stesse succedendo, quindi non ci diede molto peso. Ma il diciassettenne che stava rivivendo quella scena capì solo una cosa: aveva avuto anche un fratello e non si ricordava nemmeno di lui. E se all’inizio la cosa lo irritava non poco, poi l’irritazione si trasformò in allarmismo allo stato puro: era possibile che la seconda gravidanza si fosse conclusa tragicamente? Questo avrebbe spiegato come mai non ricordava nulla di sua madre o di suo fratello. E cosa poteva esserne stato di suo padre, dopo? Knuckles rivisse i giorni seguenti senza darsi requie, vedendo la pancia di sua madre diventare sempre più grossa giorno dopo giorno. Suo padre si stava letteralmente facendo in quattro per occuparsi di lui, della moglie incinta e del Master Emerald, ma nonostante tutto si vedeva che era felice e che non vedeva l’ora che anche il suo secondogenito nascesse. A volte il dottore veniva a trovarli e nonostante potesse sentire le sue rassicurazioni sul fatto che sia sua madre che il suo futuro fratello scoppiassero di salute, Knuckles non era affatto tranquillo: in cuor suo sapeva già che presto sarebbe successo qualcosa di terribile.
 
Era una fredda sera di novembre quando accadde l’irreparabile. Il sé stesso lattante stava dormendo nel lettino di vimini vicino alla finestra quando fu svegliato di soprassalto da un bagliore di luce verde. Il bambino cominciò a piangere, spaventato, e Knuckles sussultò nel capire che stava accadendo qualcosa al Master Emerald. Sua madre corse a vedere cosa poteva averlo turbato e vide anche lei. Senza pensarci due volte prese il bambino e accorse fuori casa, dirigendosi verso l’altare. Suo padre era già lì, e nemmeno lui sapeva spiegarsi cosa stesse succedendo.
-Che cosa ci fate qui?- chiese allarmato appena vide sua moglie e il loro bambino in quel posto.
-Abbiamo visto un bagliore che non dovrebbe esserci.- spiegò lei, cercando di calmare il bambino. -Hai almeno una vaga idea di cosa potrebbe averlo causato?-
-Neanche mezza.- ammise lui, agitato. -Mio padre non mi aveva mai preparato a questo!-
A quel punto sua madre notò qualcosa di strano. -Guarda, lì c’è qualcuno!-
Knuckles trovò piuttosto frustrante essere limitato al campo visivo di un neonato in piena crisi di panico in quel momento, dal momento che continuava a tenere gli occhi chiusi e a urlare come un forsennato. Tuttavia riuscì a capire che i suoi genitori dovevano aver visto una persona vicino al Master Emerald, dal momento che sentì suo padre gridare.
-Ehi! Non dovresti stare lì! Che diavolo stai facendo al Master Emerald?-
Nell’istante in cui rivolse allo sconosciuto quelle domande persino il neonato Knuckles si rese conto dell’immensa ondata di energia emanata dalla gemma e cominciò ad urlare ancora più forte. Sua madre lo cullò in risposta, mormorandogli qualcosa per cercare di calmarlo. Improvvisamente la donna gemette e cadde sulle ginocchia, stringendo forte il figlio al petto per non farlo cadere. Knuckles cercava di capire che cosa stesse succedendo in mezzo a quel caos: sentiva solo le proprie urla e il battito forsennato del proprio cuore, e sentiva sua madre che lo stringeva sempre più forte. Ma alla fine sentì la donna che si rialzava e che cominciava a camminare fino all’inizio della scalinata che conduceva al Master Emerald.
-No!- Knuckles trasalì quando sentì una nuova voce talmente forte da sovrastare addirittura le sue stesse urla, la voce di una donna che non assomigliava minimamente a quella di sua madre. -No! Non deve ripetersi, no!-
L’ultima cosa che riuscì a sentire fu l’urlo disumano della sconosciuta; sentì la voce di suo padre urlare qualcosa, ma ormai l’energia emanata dalla pietra sembrava essere diventata quasi solida e le urla del bambino aumentarono ancora, rendendo impossibile capire cosa stesse dicendo. Dopo qualche istante, l’energia esplose per un’ultima volta, facendolo cadere a terra insieme a sua madre.
Knuckles sentì con sollievo di non essersi fatto nulla e che il bambino aveva anche smesso di piangere sentendo che l’energia era sparita. Sua madre si rialzò a fatica, nemmeno lei si era fatta niente. Però la sua espressione sollevata si tramutò in puro orrore quando vide che suo marito era stato scaraventato giù dalla scalinata.
-No!-
Corse verso di lui, per quello che le sue condizioni le permettevano, e cominciò a scuotere suo marito, ignorando il fatto che i suoi occhi fossero spalancati e vitrei come quelli di una bambola. Il Knuckles bambino non capiva cosa stesse succedendo, ma il Knuckles adolescente sì. E anche sua madre doveva averlo capito dal modo in cui aveva cominciato a piangere, anche se continuava ad urlare a suo padre di reagire e di svegliarsi. Sentendo quelle urla, anche il bambino scoppiò in lacrime, ma solo perché ne era disturbato: non poteva capire che suo padre era appena morto. Knuckles sentì di non essersi mai odiato tanto come in quel momento.
All’improvviso sentì sua madre urlare di dolore. La donna si accasciò a terra, e le urla crebbero di intensità. Knuckles era di nuovo perso nelle sensazioni del corpo del sé stesso infante, ma percepì che le urla e i lamenti di sua madre erano molto simili a quelli che emise il giorno della sua nascita, solo che erano molto più forti. Capì che il suo fratellino stava nascendo proprio in quel momento e per la prima volta in vita sua si sentì completamente impotente. Anche se fosse stato un diciassettenne e se avesse avuto il pieno controllo del proprio corpo non avrebbe saputo cosa fare per aiutare sua madre.
“Aiuto! Qualcuno ci aiuti!” si ritrovò ad urlare nella testa del bambino, come se qualcuno potesse sentirlo. Pregò che almeno lo sentisse il Master Emerald, glielo doveva dopo tutto quello che aveva fatto quando lo aveva sorvegliato, doveva permettere a quello che restava della sua famiglia di continuare ad esistere... Sembrava essersi completamente dimenticato di stare rivivendo il suo passato e che non avrebbe potuto fare niente per modificare lo svolgersi degli eventi.
-Senti dolore?- chiese una voce stranamente familiare all’improvviso. Il medico era arrivato, quasi come se avesse sentito le preghiere di Knuckles. L’echidna non si era mai sentito tanto sollevato in vita sua. Il modo in cui la donna mugugnò fece capire ad entrambi che ormai non aveva nemmeno la forza di urlare.
-Probabilmente deve essersi staccata la placenta...- mormorò lui. -Sento che il bambino si muove. È ancora vivo. Dovrei farti partorire subito, ma la capanna è troppo lontana e non ho portato gli attrezzi necessari per...-
Improvvisamente il gruppo fu avvolto da una luce calda e, quasi come se le preghiere del dottore fossero state esaudite, si ritrovarono tutti davanti alla sua capanna. Spaventato dall’improvviso cambio di ambiente, il piccolo Knuckles ricominciò ad urlare a squarciagola.
“Odio questo bambino!” pensò Knuckles, dimenticandosi per un momento che era proprio lui stesso quel bambino. Non sentiva nient’altro che urla, gemiti e rumori di passi. E lui continuava a giacere abbandonato sull’erba, a pochi metri dalla capanna in cui si trovavano il dottore e sua madre. Pochi minuti dopo Knuckles sentì il pianto di un altro neonato: ce l’avevano fatta, erano riusciti a far nascere il bambino. Il dottore uscì dalla capanna pochi momenti dopo, con le mani guantate ancora sporche di sangue, e lo raccolse finalmente da terra. -Era una situazione di emergenza, scusami se ti ho dimenticato qui fuori.-
Lo portò dentro e la prima cosa che vide era sua madre, che sembrava addormentata, ma che aveva un aspetto orribile. A differenza di quando era nato lui, quella volta si era stancata parecchio. Suo marito era morto, e lei e il suo secondo figlio avevano rischiato di morire a loro volta. Non aveva molto per cui sorridere, in quella circostanza. Accanto a lei c’era un cestino di vimini da cui venivano dei lamenti infantili.
-La tua mamma e la tua sorellina se la sono proprio vista brutta.- gli spiegò, come se lui fosse stato in grado di capire. Probabilmente sentiva il bisogno di raccontare a qualcuno quello che aveva visto. -La placenta si era staccata quasi completamente... Non ho mai visto niente del genere. Probabilmente anche lo shock di quello che ha visto all’altare deve aver peggiorato le cose. È un miracolo che siano ancora vive!- concluse, incapace di trovare le parole per proseguire con quello che voleva dire. Guardò intensamente il neonato fra le sue braccia. -Vieni da una famiglia molto particolare piccolo, non scordarlo mai.- Knuckles pensò che non potessero essere usate parole più appropriate per descrivere la sua famiglia e quello che facevano.
Lo depositò nella culla di vimini, accanto alla sorella, e uscì dalla stanza. Knuckles la guardò dagli occhi del sé stesso neonato, e gli sembrò una delle creature più belle che avesse mai visto: gli aculei erano molto piccoli, ma avevano già la stessa forma irregolare che caratterizzavano quelli di sua madre, e spuntavano da sotto cinque piccoli aculei bianchi, di forma liscia che si originavano dall’apice del capo; aveva due occhi viola, come i suoi e come quelli di suo padre, ma erano più grandi e dolci, come quelli di sua madre; le sue guance erano paffute e rosate, come le sue. Non avrebbe saputo dire come sarebbe diventata una volta cresciuta, ma in quel momento gli sembrò tanto che, a parte il colore degli occhi e per quegli aculei bianchi, fosse destinata a diventare completamente identica alla loro madre.
 
Nonostante la morte di suo padre, sua madre fece del suo meglio per conciliare la sua vita di guardiana con la sua vita di madre. Da quel giorno decise che i suoi figli non avrebbero rimesso piede a Angel Island finché non sarebbero stati abbastanza forti e responsabili da potersi occupare del Master Emerald con lei, e per questo costruì una piccola capanna di legno nel cuore delle Mystic Ruins, vicino a quella del dottore che l’aveva aiutata così tanto. La maggior parte del suo tempo la trascorreva a sorvegliare il Master Emerald, ma tornava sempre dopo poche ore, per assicurarsi che i suoi figli stessero bene e, soprattutto, per prepararli al loro futuro come guardiani. Cominciò ad istruire i due bambini nei principi dell’autodifesa fin dalla più tenera età, ed entrambi si divertivano moltissimo: più che un allenamento lo prendevano come un gioco, e spesso facevano a gara nei modi più assurdi ed imprevedibili. Knuckles adorava la sua sorellina, e non ci voleva un indovino per capire che anche per lei era lo stesso. Ad un osservatore esterno sarebbero potuti sembrare addirittura gemelli, non solo per la differenza di età quasi impercettibile, ma anche per l’incredibile sintonia che si era creata fra di loro. Erano talmente legati da aver inventato un alfabeto speciale, che solo loro potevano capire. Semplici gesti e cenni per dire semplici frasi senza usare le parole. Era una persona molto piacevole da frequentare, era simpatica e socievole, molto più di lui. All’inizio si era spaventato perché sua madre aveva chiamato sua sorella Eden, proprio come la strana creatura che l’avrebbe ucciso una quindicina d’anni dopo, ma Knuckles arrivò alla conclusione che doveva trattarsi sicuramente di un caso di omonimia. Sua sorella non gli avrebbe mai fatto niente di male, per nessuna ragione.
Quando la loro madre non era presente era il suo amico dottore che si occupava di loro. Era anche lui un padre vedovo, con un figlio più grande di loro di soli due anni, che sembrava quasi totalmente ossessionato dai fiumi e dalle creature che lo abitavano. Knuckles non fu molto sorpreso nello scoprire che quel bambino altri non era che Big the Cat: il suo comportamento era inconfondibile, dal momento che non era cambiato molto crescendo. Rimase solo sorpreso dal realizzare che non ricordava nemmeno di averlo incontrato prima degli eventi di un paio di anni prima. Nemmeno Big lo aveva fatto ma, preso com’era dalle sue esplorazioni fluviali, non dava molto peso agli ospiti che spesso si aggiravano per casa. Passava quasi tutto il suo tempo fuori con il secchiello e la canna da pesca, uscendo la mattina e tornando la sera con un ricco bottino di pesce fresco appena pescato. Un giorno tornò a casa con uno strano pesce, che non aveva mai visto prima. Suo padre gli spiegò che era un girino, e che nell’arco di poco tempo gli sarebbero spuntate le zampe e sarebbe diventato un ranocchio. Il piccolo Big, affascinato, chiese al padre il permesso di tenerlo, e lui acconsentì. Lo chiamò Froggy, anche se, facendo bene i conti, a Knuckles risultò impossibile che quello fosse lo stesso Froggy con cui avevano avuto a che fare in passato. Evidentemente Big doveva aver avuto più di una rana nel corso della sua vita.
Osservando quei momenti della propria infanzia, Knuckles notò che, nonostante lui e sua sorella fossero cresciuti senza un padre e la loro madre fosse costantemente assente a causa del suo ruolo di guardiana del Master Emerald, si era sentito completamente felice e realizzato in quella fase della sua vita. Knuckles cercava di trovare una spiegazione razionale sul perché, di punto in bianco, ad un certo punto avrebbe dimenticato tutto quello che aveva vissuto fino a quel momento e perché sua madre e sua sorella fossero improvvisamente sparite dalla sua vita. Doveva essere accaduto qualcosa di davvero terribile per spingerle ad abbandonarlo quando era talmente piccolo da rendergli spontaneo pensare che fosse normale essersi completamente dimenticato dei propri genitori. Negli anni della sua adolescenza aveva pensato che si era completamente dimenticato di loro perché dovevano sorvegliare il Master Emerald e per questo non avevano avuto molto tempo da dedicargli prima che gli affidassero l’incarico, e che non ricordava altri parenti perché semplicemente non ne aveva mai avuti. Ma quello che stava vedendo aveva cambiato totalmente le carte in tavola: era normale che si fosse dimenticato di suo padre dal momento che era morto prima che compisse un anno di vita, ma sua madre, nonostante l’incarico che ricopriva, continuava a mettere sempre i suoi figli al primo posto. Sarebbe stato impossibile dimenticarsi di lei dato che lo ricopriva completamente di attenzioni, e aveva un viso che restava facilmente impresso tanto era bello. In condizioni normali non sarebbe riuscito a dimenticarsi di lei nemmeno se lo avesse voluto.
 
Scoprì cosa era accaduto quando il suo alter-ego aveva cinque anni. Mentre stavano giocando vicino alla capanna del dottore avevano notato uno strano bagliore in mezzo ad un cespuglio di erba alta. Knuckles, incuriosito, andò a controllare e trovò una strana pietra lucente, che emanava dei bellissimi riflessi turchesi. Pensò subito che fosse la cosa più bella che avesse mai visto fino a quel momento, ignorando l’effettivo valore della pietra che in quel momento aveva fra le mani. Quello era semplicemente il suo primo incontro ravvicinato con un Chaos Emerald, e ovviamente Knuckles non poteva sapere che sarebbe stato meglio nasconderlo prima che cadesse nelle mani sbagliate.
-Ed, vieni a vedere cosa ho trovato!- la chiamò il bambino. Lei gli si avvicinò, incuriosita.
-Cos’hai trovato, fratellone?- chiese lei, guardando la pietra nelle mani di suo fratello.
-Questa strana pietra. Fino a ieri non c’era, forse qualcuno l’ha persa.- spiegò il piccolo Knuckles, mentre Eden guardava quello strano manufatto a dir poco incantata e allungò la mano per toccarlo. Appena le sue dita sfiorarono la superficie del gioiello lei cadde in ginocchio e cominciò ad urlare di dolore, come se fosse stata appena colpita da una scarica elettrica. Knuckles, impaurito, le strappò la pietra di mano e la scaraventò a terra; Eden crollò a terra senza emettere un fiato e lui cominciò a chiamare aiuto, disperato e terrorizzato come mai lo era stato in vita sua. Il dottore accorse subito, allarmato da quelle urla, e chiese cosa fosse successo. L’echidna gli raccontò tutto per filo e per segno, della strana pietra che aveva trovato e di come sua sorella era stata male solo per averla sfiorata. Quando il gatto gli chiese di vederla lui la raccolse da terra e gliela porse, tremando come una foglia, aspettandosi una reazione simile a quella che si era appena verificata. Invece non accadde nulla.
-Non so cosa dirti... Prova a portarla da tua madre, forse lei saprà dirti qualcosa su questa pietra...-
Knuckles si precipitò nella foresta alla ricerca di un modo per raggiungere sua madre a Angel Island senza nemmeno aspettare che il dottore finisse di parlare. Voleva sapere che cosa aveva provocato quella strana reazione in Eden e cosa fare per impedire che si verificasse di nuovo, e l’unica persona che poteva saperlo era sua madre. Nel mezzo della corsa più estenuante della sua breve vita, la giovane echidna si paralizzò quando sentì dei rumori forti, simili a delle esplosioni, provenire dalle parti della spiaggia. Non aveva mai sentito niente del genere, e non sapeva cosa aspettarsi una volta che sarebbe arrivato sul posto. Invece il suo alter-ego diciassettenne sapeva fin troppo bene che si sarebbe trovato davanti ad un vero e proprio campo di battaglia fatto di pezzi di metallo e circuiti sparsi ovunque. Si era abituato a quei rumori a forza di combattere contro Eggman e i suoi robot, ma in quel posto e in quell’occasione gli sembravano del tutto fuori contesto. Knuckles stava cominciando a stancarsi di tutti quei colpi di scena improvvisi che sembravano quasi arrivare tutti insieme in una volta sola dopo giornate noiose che si ripetevano sempre tutte uguali.
Quando il bambino raggiunse il posto trovò una specie di carro armato leggermente più grosso del normale, colorato di rosso e di argento. Le sue due canne erano lunghe e snodabili, come due braccia, e puntavano entrambe in direzione di sua madre, che sembrava conciata piuttosto male.
-Come ti sei ridotto... usare simili trucchi per ottenere ciò che vuoi! Che razza di cacciatore di tesori sei?- gli urlò contro sua madre, che si era rialzata nonostante le ferite riportate.
-Semplice: sono un cacciatore di tesori che ottiene sempre quello che vuole, bambola!- le rispose il conducente del mezzo, con tono beffardo. L’echidna gli lanciò un’occhiata sprezzante in risposta. -Questo non sarebbe successo se tu ti fossi arresa subito e mi avessi consegnato il gioiello che si trova su quell’altare.-
-Ti ho già detto perché non posso farlo! Il Master Emerald deve restare a Angel Island, e non deve cadere in mani sbagliate! Le conseguenze sarebbero terribili!-
-“Conseguenze terribili”? Tutto questo solo per un sassolino? Dì la verità, tu lo vuoi tutto per te! So come siete fatte voi donne, adorate questo genere di cose! Vi basta possedere un bel gioiellino scintillante per essere felici, e se qualcuno osa contrariarvi mettete il broncio, proprio come stai facendo tu ora!- le rispose, ridendo di gusto davanti all’espressione scioccata della donna che gli stava innanzi. Non poteva sapere di aver appena toccato un tasto dolente.
-Volerlo tutto per me? Ti sbagli di grosso.- aveva la testa abbassata, ma le sue parole erano dure e decise. Nonostante non stesse capendo niente di quello che stesse succedendo Knuckles smise di respirare, sconcertato dal tono usato da sua madre. -Fosse per me potresti anche prenderti quella pietra maledetta. Non vale ciò per cui abbiamo dovuto rinunciare per custodirla. Ma io e mio marito abbiamo sacrificato talmente tanto per continuare con la missione dei nostri antenati che sarebbe un insulto permetterti di andartene come se niente fosse! Non raggiungerai mai il Master Emerald!-
La parte superiore del carro armato si aprì, rivelando una donnola violacea che batteva le mani sarcasticamente. -Bel discorso piccola. Sul serio, mi sono quasi commosso. Ma adesso ho un lavoro da portare a termine. A te la scelta: o mi lasci proseguire, oppure io ti schiaccio!-
Sentendo quelle parole il piccolo Knuckles scattò. -Tu non farai del male alla mia mamma!- urlò, mettendosi in mezzo fra sua madre e il carro armato. Davanti a quella scena, dettata dalla semplice ingenuità infantile di poter fare qualcosa, il Knuckles diciassettenne si sarebbe semplicemente coperto il viso con la mano.
All’improvviso sentì il panico e l’incertezza nella voce di sua madre. -Knuckles! Che cosa ci fai qui? Vattene subito, è pericoloso!- lo avvertì lei.
La donnola studiò la situazione dopo un primo momento di stupore. -Ma guarda un pò! La scorbutica guerriera è anche una tenera mammina! Che risvolto inaspettato!-
La donnola scoppiò nuovamente a ridere, mentre l’echidna la fulminò con lo sguardo. -Non osare toccare il mio bambino...- sibilò.
-Suvvia, non c’è bisogno di farla tanto tragica! Ormai è un ometto, ed è stato lui a mettersi in mezzo!- la canzonò la donnola. Il piccolo Knuckles deglutì vedendo la calma e la sicurezza più totale sul volto del suo avversario, ma rimase immobile davanti a sua madre. L’unica cosa che la sua mente di bambino riusciva a pensare era che prima di toccarla avrebbe dovuto passare sul suo cadavere. -Aspetta... sbaglio o quello che stringi in mano è un Chaos Emerald? Ecco da dove veniva il segnale in avvicinamento del radar... Stavo per venirti a cercare quando ho incrociato la tua mammina!-
-K.K., ti prego, vai via! Mi occupo io di questo spaccone...- continuò a ripetergli sua madre.
Lui scosse la testa. -Io non ti lascio.-
La risposta ferma e decisa di quel bambino insignificante fecero sussultare Knuckles. Era inquietante notare che, per una volta, riconosceva quel bambino come una parte di sé stesso, perché si stava comportando esattamente come avrebbe fatto lui al suo posto. Lo strano automa lo spaventava a morte, voleva scappare, ma non si sarebbe mosso di un millimetro se sarebbe servito ad aiutare sua madre. L’unica differenza fra loro due in quel momento erano solo l’età e la prestanza fisica. Knuckles sapeva che non avrebbe avuto alcun problema a sconfiggere quel mecha con il suo corpo da adolescente e la sua esperienza, ma il sé stesso bambino, che non aveva mai lottato seriamente in tutta la sua vita, non aveva alcuna speranza.
La donnola rise di nuovo. -Sei davvero un ometto coraggioso, piccoletto. Mi piaci.-
-Tu per niente!- urlò il bambino in risposta.
-Immagino che in un futuro prossimo sarai tu che sorveglierai quella pietra... Per ora sei solo un soldino di cacio.- la donnola attivò un comando del carro armato e il portellone si richiuse, facendola sparire alla vista.  -Vediamo come ti ha allenato la mamma!-
Una delle canne si diresse verso la piccola echidna con una rapidità tale da impedirle di reagire e rivelò due artigli, che la strinsero in una morsa. Senza quasi rendersi conto di cosa stesse succedendo, Knuckles si ritrovò sollevato ad almeno tre metri da terra. -Mamma!-
-Mettilo giù!- urlò sua madre, allarmata.
-Che fretta c’è? Ho tutto il tempo di questo mondo. Sai, mi è appena venuta in mente una cosa: il ragazzino per lo smeraldo. Tu vieni qui fra un’oretta con la pietra e io libero il marmocchio senza torcergli un capello, che ne dici? Altrimenti... potrei liberare lo stesso tuo figlio, ma credo che faticheresti a riconoscerlo, dopo un volo di qualche metro!-
I muscoli facciali della madre di Knuckles erano talmente contratti da sembrare di pietra. Entrambe le alternative offerte dalla donnola erano inaccettabili, e in quei pochi attimi prima della risposta sembrò studiare con precisione millimetrica l’ambiente circostante.
-Allora?-
-Puoi scusarmi un momento?- disse la donna prima di incamminarsi verso la foresta. La donnola era incredula, Knuckles pure: sua madre stava forse fuggendo, abbandonandolo al pericolo? Non era affatto da lei, non poteva essere. Però il  flusso dei suoi pensieri fu interrotto bruscamente da una pioggia di rocce pesanti che cominciarono a piovere addosso al carro armato, ammaccandolo in vari punti. Una di queste colpì il braccio meccanico ancora libero, piegandolo in due e rendendolo del tutto inutilizzabile.
La donnola cominciò a far muovere il robot il più possibile, cercando di evitare i macigni. Knuckles era spaventatissimo, e cominciò a temere seriamente che una delle pietre potesse colpirlo. Dal nulla, insieme alle pietre, arrivò un enorme tronco di legno che colpì in pieno il secondo braccio del robot in uno dei punti in cui era già danneggiato, rendendolo completamente inutilizzabile. La mano si aprì e il piccolo Knuckles sentì il proprio corpo precipitare verso il suolo per effetto della forza di gravità e non riuscì a reprimere un grido. Chiuse gli occhi, aspettandosi un impatto doloroso che non avvenne mai: si ritrovò invece sdraiato su uno strano fiore colorato, accanto alla sua mamma.
-Mamma!- la piccola echidna abbracciò di slancio sua madre, che lo ricambiò con una risata, sollevata. Dopo aver realizzato di essere al sicuro, il piccolo cominciò a guardarsi intorno, perplesso: e vide che oltre ai massi e ai tronchi anche degli strani rampicanti che culminavano in fiori giganteschi, identici in tutto e per tutto a quello su cui si trovavano, avevano cominciato ad attaccare il robot su più fronti. -Sei stata tu? Ma come ci sei riuscita?-
L’echidna gli sorrise. -Questa zona e l’intera Angel Island sono piene di trappole naturali che i nostri antenati hanno migliorato proprio con lo scopo di mettere in difficoltà eventuali ladri. Un buon guardiano deve saper sfruttare l’ambiente che lo circonda a proprio vantaggio. Non dimenticarlo mai, a volte la sola forza bruta non basta.-
Madre e figlio rimasero comodamente seduti sul fiore a osservare come le varie trappole attivate da lei stessero lentamente facendo a pezzi il robot della donnola, che aveva cominciato ad urlare senza ritegno. Alcune delle sue imprecazioni erano talmente volgari che la madre di Knuckles si vide costretta a coprire le orecchie di suo figlio per impedirgli di ascoltare oltre. Knuckles non riusciva a capire come mai fossero entrambi così tranquilli davanti a quell’ammasso di metallo maciullato che conteneva un ladro intenzionato a rubare il Master Emerald, anche se doveva ammettere che il piccolo sé si stava davvero divertendo un mondo nel vedere come il suo aguzzino si fosse improvvisamente trasformato nel poveraccio da salvare.
Alla fine il portellone principale si spaccò a causa dell’impatto delle rocce e alle due echidne fu possibile vedere la donnola che batteva freneticamente sui tasti della console di comando, cercando un modo per darsi alla fuga. Knuckles notò che non doveva avere molta dimestichezza con mezzi del genere, perché persino lui sapeva che premere tasti a casaccio per controllare un robot danneggiato in quel modo con era certamente una grande idea, dal momento che il risultato avrebbe potuto essere davvero controproducente. Anche sua madre lo notò, perché si alzò in piedi e lo prese fra le sue braccia.
-Che cosa credi di fare? E’ finita, quell’affare è da rottamare! Fra poco le pietre smetteranno di cadere, e potrai uscire. Così peggiori solo le cose!-
-Non ho bisogno dei tuoi consigli, donna!- le urlò la donnola di rimando, nello stesso istante in cui schiacciò un pulsante che lo fece impallidire. Si sentì un fischio acuto che rese impossibile sentire l’imprecazione della donnola, che si slacciò le cinture di sicurezza e si catapultò fuori dal mezzo. Fu tutto inutile: non riuscì comunque a evitare di essere travoltò dall’esplosione della cabina di pilotaggio. L’impatto lo spedì in acqua, a diversi metri dalla riva.
Knuckles sentì sua madre irrigidirsi e voltarsi per scappare, ma ciò non le impedì di inciampare su uno dei fiori e schiacciarlo con il suo peso. Il sé bambino non poté nemmeno protestare per il dolore che immediatamente lei lo avvolse fra le sue braccia, coprendolo completamente con il suo corpo. Dai tonfi metallici che sentì subito dopo, l’echidna capì che la donna gli stava facendo da scudo contro i detriti scagliati via dall’esplosione. Finì tutti in pochi istanti, ma sua madre continuava a proteggerlo, come se fosse stato ancora in pericolo.
-Ora è tutto finito mamma, puoi anche lasciarmi andare!- disse il bambino alla madre, notando la sua immobilità.
-Mamma?- La donna lo stava fissando con gli occhi spalancati, da cui stavano silenziosamente iniziando a sgorgare alcune lacrime. Pessimo segno. -Mamma!-
-Non riesco... a muovermi...- Il piccolo Knuckles spinse via sua madre, che cadde a terra come una bambola di pezza. Fu allora che, con orrore, la piccola echidna notò il lungo pezzo di metallo insanguinato conficcato in mezzo alla sua schiena.
In quel momento Knuckles avrebbe dato qualunque cosa per non assistere oltre a quella scena e per dimenticare quel poco che aveva già visto: se la morte di suo padre era stata scioccante, quella scena da sola era stata ancora peggio. Sua madre sbatteva le palpebre, piangendo in silenzio, e quello era l’unico segnale grazie al quale si capiva che era ancora viva. Il suo alter-ego cominciò ad urlare e a piangere, al punto che Knuckles rimpianse il neonato e la sua incapacità di capire ciò che lo circondava: almeno lui non amplificava il suo dolore a causa delle scene a cui gli era toccato assistere a suo malgrado. Ancora una volta erano perfettamente in sintonia sui loro pensieri e le loro sensazioni, ma in quel momento avrebbe tanto voluto che fosse il contrario. Era straziante provare il dolore di due persone per le condizioni critiche in cui si trovava sua madre.
Il piccolo sé non poteva fare a meno di sentirsi in colpa per la situazione. Non poteva accettare che sua madre fosse rimasta vittima di un simile incidente a causa sua, solo perché aveva voluto aiutarla mentre invece non aveva fatto altro che peggiorare la situazione. Si era lasciato catturare come un pollo, costringendo sua madre a intervenire. Era solo colpa sua se in quel momento era ferita.
Non seppe che altro fare se non correre: doveva tornare dal dottore, avvertirlo di quello che era successo... Si diceva che doveva subito cercare aiuto, quasi senza rendersi conto che lo stava già facendo. La sua mente era confusa e cominciò a mescolare i ricordi degli ultimi istanti con quello che avrebbe effettivamente voluto fare in quel momento.
Knuckles sentì attraverso la pelle del corpo che stava occupando di essersi appena scontrato contro qualcosa e una forte presa sulle spalle, che lo costrinse ad alzare la testa. Il dottore doveva essergli venuto incontro, attirato dai rumori della battaglia.
-Cos’è successo?-
Il piccolo Knuckles balbettò quelle che a chiunque sarebbero sembrate frasi sconnesse su pezzi di metallo, donnole e esplosioni, ma al gatto furono sufficienti per capire cosa stesse cercando di dirgli. Gli disse di restare lì mentre si occupava di sua madre. Lo vide mentre tornava indietro correndo e tornare indietro dopo alcuni minuti con i suoi attrezzi. Ma lui non fece niente, rimase lì, immobile come una statua. Knuckles non sentiva più nemmeno i pensieri del suo piccolo alter-ego in quel momento e la cosa lo inquietava non poco.
In quel frangente si presentò Eden, all’apparenza completamente ristabilita dall’attacco di poco prima. Gli chiese cos’era successo numerose volte, prima che lui la degnasse di una risposta. Erano balbettii confusi su quanto era successo, e alla fine del racconto non poté fare a meno di sedersi e scoppiare a piangere. Era solo un bambino spaventato da quello che era successo, era una cosa perfettamente normale: Eden non aveva visto come l’aveva ridotta la lamiera che l’aveva colpita. Se non fosse stato per quelle minime reazioni che aveva avuto mentre la spingeva a terra, ancora ignaro delle sue reali condizioni, avrebbe potuto tranquillamente dire che era già morta.
All’apparenza Eden sembrò non reagire, ma il diciassettenne nascosto dentro al bambino notò che alla piccola era venuta la pelle d’oca. Quella semplice frase che suo fratello le aveva appena detto era bastata per far vacillare per un momento tutta la sua sicurezza. Lo aiutò a rialzarsi e cercò di rassicurarlo sulle reali condizioni della loro madre come se fosse stata lei la sorella maggiore e non il contrario. Non era la prima volta che si feriva mentre compiva il suo dovere, e si era sempre ripresa piuttosto in fretta dai suoi infortuni. Eden non pensava che quella volta sarebbe potuta andare diversamente: forse ci avrebbe messo più tempo a guarire, nulla di più. Ma Knuckles aveva una bruttissima sensazione addosso, e nemmeno l’ottimismo di sua sorella riusciva a fargli cambiare idea. Pensò a cosa sarebbe potuto succedere se sua madre fosse scomparsa, lasciandoli soli: sarebbero diventati i guardiani del Master Emerald; sarebbero rimasti ad Angel Island forse per sempre, per compiere i doveri legati alla loro nobile discendenza; avrebbero affrontato gli stessi pericoli e le stesse insidie che in quel momento avevano distrutto la loro madre, e che forse avevano già portato via loro padre. Non sarebbero mai più stati felici e protetti come fino a quel momento. Ma sarebbero rimasti comunque insieme, e Knuckles si sentiva un pò sollevato all’idea che, qualunque sarebbe stato l’esito, sua sorella sarebbe comunque rimasta con lui.
In quel momento arrivò il medico e li guardò con gli occhi più tristi che i due bambini avessero mai visto in vita loro.
-Vostra madre vuole vedervi.-
Il tono usato dal gatto fu piatto e privo di emozione. I due bambini si guardarono, sconcertati, e il gatto si allontanò, come se non avesse voluto assistere a quello che sarebbe successo di lì a poco.
Knuckles e Eden si strinsero forte la mano prima di avvicinarsi al corpo della loro madre. Quando la videro distesa sull’erba con una fasciatura sull’addome, pallida come una statua di cera e con gli occhi chiusi, capirono che era finita: le sue ferite erano troppo serie per poter essere curate. Knuckles sentì di nuovo la sgradevole oppressione causata dalla paura e dal senso di impotenza del piccolo sé. Ormai era consapevole che probabilmente quella era stata l’ultima volta che aveva visto sua madre.
-Mamma...- Stranamente non fu lui a parlare, ma Eden. La vista di sua madre la fece impallidire talmente tanto che sulle prime Knuckles si era convinto che sarebbe svenuta di nuovo, ma per fortuna non lo fece. -Mammina...-
Sentendo la voce della figlia, la donna aprì gli occhi. -Avvicinatevi.-
La sua voce era ormai ridotta ad un sussurro quasi impercepibile. Le due piccole echidne si avvicinarono, senza lasciarsi la mano.
-Mi dispiace, ma credo che ci dobbiamo salutare... E’ stato bello vedervi crescere, anche se avrei preferito continuare ancora per molto, molto tempo. Siete così piccoli, eppure siete già così pieni di responsabilità... Avrei preferito che affrontaste la vita che vi aspettava molto più tardi di ora. Invece...- La donna fece una pausa, chiudendo gli occhi e respirando profondamente. -Ho sempre desiderato avere una famiglia felice e numerosa, così come vostro padre. Ma purtroppo le cose sono andate in un modo molto diverso da quello che ci aspettavamo... Vostro padre è morto ancora prima che potesse vedere la sua bambina...- Respirò di nuovo profondamente. -Ma almeno c’ero ancora io, e voi avete avuto questa possibilità di poter crescere insieme, di conoscervi... Purtroppo ora non vi sarà più possibile continuare come avete sempre fatto, e di questo mi dispiace... È il più grande rimpianto che porterò con me nella tomba... Sapere che non vi resteranno nemmeno i pochi anni che abbiamo trascorso insieme come famiglia!-
Mentre Knuckles cercava di dare un senso logico alle ultime parole della donna, l’echidna moribonda mostrò ai suoi figli lo smeraldo turchese, che teneva nascosto sotto la coperta. Solo allora il piccolo Knuckles si rese conto di aver perso la pietra durante la colluttazione con il robot della donnola.
-Questo è un Chaos Emerald. Ce ne sono sette in totale. Il potere di queste gemme, quando sono riunite, è inimmaginabile, e nel corso dei secoli molti hanno tentato di usare i loro poteri per il male. Il guardiano del Master Emerald è sempre riuscito a impedire che ciò accadesse. Il potere di queste gemme è strettamente legato alla pietra che la nostra famiglia custodisce da generazioni, e questo ci ha permesso di salvare il mondo molte volte. Purtroppo, però, tutto questo ha avuto un prezzo.- La madre di Knuckles riprese di nuovo fiato, come se raccontare la storia le stesse costando tutta la forza di cui era in possesso. -Una volta, nella nostra famiglia, nacque una ragazza dai poteri inimmaginabili. Era in grado di compiere straordinarie imprese, sarebbe stata una guardiana eccezionale... Ma la vicinanza agli smeraldi creava sempre una reazione che metteva quella ragazza in grave pericolo ogni volta che tentava di avvicinarsi a una di quelle pietre. Alla ragazza non fu permesso di restare. Fu costretta a scappare dal suo villaggio d’origine e girò il mondo, vivendo una vita innaturalmente lunga finché non sentì di dover tornare indietro. Si lasciò assorbire dal Master Emerald... rendendosi conto troppo tardi che un’altra ragazza  avrebbe preso il suo posto come contenitore dell’energia in eccesso. Pochi minuti dopo la morte della ragazza, l’energia sprigionata dall’Emerald divenne troppo forte, e vostro padre fu costretto a trovare un modo per sigillarla di nuovo in un altro corpo. Il tuo corpo, Eden. Tu sei l’erede di quella ragazza. Per ora puoi solo manipolare piccole pietre, ma crescendo diventerai in grado di fare cose straordinarie. Purtroppo, però, il prezzo di tutto questo è che tu non potrai mai sorvegliare il Master Emerald insieme a tuo fratello, come vi ho sempre detto. Mi dispiace di avervi mentito, ma non volevo farvi soffrire... Non doveva succedere, non  adesso...-
Sua madre ricominciò a piangere in silenzio, mentre il piccolo sé non riusciva nemmeno a guardarla. Eden era sconvolta.
-Non è vero!- gridò -Non è vero! Non è vero che devo andarmene, sei una bugiarda!-
La bambina corse verso sua madre e lei la abbracciò prima che potesse fare qualunque cosa, lasciandola impietrita per la sorpresa.
-Perdonami se non te l’ho detto prima... Ma l’ho fatto solo perché non volevo lasciarti. Meritavi anche tu una famiglia... Ho cercato di fare del mio meglio per dartela, ma non è bastato. Perdonami...-
Sentì un gemito e vide sua madre spingere via Eden, lontana dal Chaos Emerald che aveva in mano. Sua sorella, che era impallidita come la prima volta che si era avvicinata alla pietra, riprese immediatamente colore, ma lo sforzo fece crollare la donna a terra, con il respiro affannato. Knuckles aiutò Eden a rialzarsi.
-Ormai non ho più molto tempo. Devo farlo subito.- cercò l’Emerald con la mano. -Speravo di non dover ricorrere a questo, speravo che voi sareste stati abbastanza grandi per poter sopportare meglio la separazione e l’importanza dei vostri compiti... Questo è l’ultimo regalo che posso farvi. Quello che speravo non avrei mai dovuto fare. Per fortuna avete trovato questo, perché dubito che Doc sarebbe riuscito a raggiungere Angel Island in tempo...-
I due bambini erano confusi, ma Knuckles capì cosa stava succedendo, e finalmente ebbe la risposta che cercava da quando aveva ricordato di aver avuto una famiglia: sua madre avrebbe rimosso loro i ricordi della loro breve vita insieme. Era l’unico modo per impedire che i suoi figli soffrissero per il resto della loro vita, per la consapevolezza che il Master Emerald da solo era riuscito a distruggere la loro famiglia per sempre, prima privandoli dei genitori, poi costringendoli a separarsi. Aveva fatto solo quello che ogni madre avrebbe fatto per i suoi figli: li aveva protetti da una tragica verità che li avrebbe tormentati per sempre, se non avesse impedito loro di ricordare.
Prima che si verificasse altro, Knuckles avvertì come uno strappo e vide sua madre immobilizzarsi, come se fosse improvvisamente diventata di pietra; il Chaos Emerald brillò in una maniera strana, e cominciò a materializzare una figura davanti a loro. Un riccio blu che si stava guardando intorno, con aria spaesata.
-Sonic?-
Il riccio si voltò verso di lui, nello stesso istante in cui Knuckles realizzò di potersi muovere liberamente, nonostante sua madre e sua sorella fossero completamente pietrificate nella stessa posizione in cui si trovavano quando si era verificata l’anomalia.
-Knuckles, sei davvero tu?- La voce del riccio rimbombava come un’eco, e la sua immagine era semitrasparente, al punto che Knuckles si chiese se fosse un fantasma.
- Che cosa ci fai qui? Sei...?- l’echidna era incerto su quali parole dovesse usare per rivolgergli quella domanda.
-Non lo sono, tranquillo. Ho sfiorato il Chaos Emerald di Rouge e mi sono ritrovato qui. Che diavolo è questo posto? E chi sono quelle due donne?-
Knuckles ricordò la situazione e sentì un groppo in gola. -Siamo nelle Mystic Ruins, e quelle echidne sono mia madre e mia sorella. E mia madre...-
Sonic lo fissò con comprensione senza dire niente e Knuckles gliene fu grato. -E cosa ne è stato di tua sorella? E spiegami perché non ci hai mai detto di averne una?-
-Non lo so. Fino a stasera non mi ricordavo di lei, così come non ricordavo mia madre.- spiegò lui, tenendo la testa bassa. Parlarne per lui era uno sforzo davvero enorme, dopo tutto quello a cui gli era toccato assistere. La sua intera famiglia era stata letteralmente distrutta da quell’incarico e lui nemmeno lo sapeva! Si sentiva profondamente disgustato solo per questo. -Mia sorella… Credo che lei sia ancora viva, ma non ho idea di cosa possa esserle successo in tutto questo tempo... Ho sempre sorvegliato il Master Emerald e non ho mai pensato a nient’altro... Non immaginavo minimamente che cosa potesse essere accaduto alla mia famiglia...-
Sonic guardò a terra con espressione preoccupata prima di comunicargli una notizia che in circostanze normali lo avrebbe fatto uscire di testa. -Eden ha appena rubato il Master Emerald.-
L’echidna scosse la testa. Sonic non poteva sapere quanto fosse assurda quella frase. -Non è possibile che sia stata lei. Non potrebbe farsene niente, Non ha il potere per...- Knuckles improvvisamente capì tutto: molto probabilmente non era stato un caso che sua sorella portasse lo stesso nome della sua potentissima assassina. Forse, col tempo, le era tornata in parte la memoria, e da allora gli aveva sempre portato rancore perché a lui era stato permesso di restare, mentre lei era stata costretta ad andarsene e ad abbandonare un ruolo che in fondo le spettava di diritto. Perché non ci era arrivato subito? Afferrò Sonic per le braccia con forza. -Mia sorella! Devi trovarla subito, Sonic! Lei...-
Ma proprio nell’istante in cui stava per pronunciare il suo nome il riccio blu scomparve e il tempo tornò a scorrere normalmente, impedendogli di rivelare a Sonic ciò che aveva scoperto. E, ancora peggio, aveva di nuovo perso il controllo del suo corpo in favore del suo piccolo sé, che abbracciò forte sua sorella, consapevole che probabilmente di lì a poco non l’avrebbe rivista mai più.
-Knuckles, tu ricorderai solo di dover proteggere il Master Emerald. Spero solo che i pochi allenamenti che ti ho impartito siano sufficienti per non farti trovare impreparato a quello che ti aspetterà nel corso del tuo incarico. Ti ricorderai vagamente della trappola che hai visto oggi, e con il tempo capirai che ce ne sono altre nella zona, ancora più potenti di quella. Imparerai ad usarle da solo, e forse le migliorerai tu stesso. Ricorderai quello che hai imparato oggi, che in fin dei conti è la lezione più importante che avrei mai potuto impartirti. Chiaro?-
La piccola echidna annuì, cercando di trattenere le lacrime. Non era preparato ad un simile addio, e gli sembrava assurdo che tutto dovesse concludersi in quel modo.
-Eden, tu non ricorderai niente, tranne il fatto che non devi per nessuna ragione avvicinarti alle Mystic Ruins e agli oggetti luccicanti. Dovrai stare lontana dagli Emerald, in ogni caso. E, una volta che avrai raggiunto la maturità fisica, dovrai spostarti spesso, per non far capire agli altri che sei speciale. Dovrai tenere i tuoi poteri segreti, per impedire che altri li usino per scopi malvagi.-
Knuckles sentì Eden singhiozzare e annuire in segno di conferma. La donna riprese fiato per l’ultima volta, per poi sollevare il Chaos Emerald, che iniziò a brillare di una strana luce verde. Il piccolo strinse ancora più forte sua sorella.
-Il servitore sono i sette smeraldi...-
-Ti voglio bene, non dimenticarlo mai...- sussurrò Knuckles all’orecchio della sorellina, cominciando a piangere.
-Anch’io te ne voglio... E non voglio dimenticarlo!- gli rispose lei, triste.
Knuckles avrebbe voluto seguire più nel dettaglio quello strano rituale usato da sua madre, ma si sentiva talmente coinvolto nell’addio dei due fratelli che quasi si era dimenticato di essere un’entità completamente estranea a quei fatti. Aveva iniziato ad immedesimarsi in sé stesso, al punto che si chiese se il rituale di sua madre avrebbe avuto un qualche effetto anche su di lui.
-Ti prego, Chaos, permetti ai miei piccoli di essere felici.- sentì sussurrare a sua madre, prima che la sua mano ricadesse a terra, senza vita, e che la luce emanata dalla pietra lo raggiugesse, facendogli perdere i sensi e distruggendo i ricordi del suo piccolo alter-ego, lasciando completamente inalterati i suoi.
 
Da quel momento in poi osservare la sua vita passata fu come rivedere un film già visto: sapeva già, bene o male, tutto ciò che gli sarebbe capitato da quel momento in avanti. Si rivide mentre sorvegliava il Master Emerald come aveva sempre fatto nel corso della sua vita, come aveva scoperto e perfezionato le trappole a cui sua madre aveva fatto riferimento, come aveva memorizzato i posti sicuri in cui trovare del cibo e dell’acqua potabile... La sua solita vecchia vita, insomma. Da lì in poi seguì tutte le vicende che lo riguardavano con blando interesse, almeno finché il flusso dei ricordi non arrivò agli ultimi anni della sua vita, quelli in cui aveva conosciuto Sonic e gli altri. Gli anni in cui si era sentito felice quasi come negli anni della sua infanzia precocemente interrotta.
Se all’inizio non riusciva a sopportare Sonic, con il tempo imparò a rispettarlo, e alla fine arrivò addirittura a considerare lui e Tails come i suoi amici più intimi, quel genere di amici ai quali basta semplicemente uno sguardo per capire cosa gli stesse frullando in testa e come si stesse sentendo in quel momento. Sapeva di essere una persona molto facile da leggere, in realtà, ma non poteva negare che con il tempo il suo legame con quello strano duo si era rafforzato al punto tale da iniziare a scegliere di seguirli di propria iniziativa, e non solo perché scoprivano di avere un obiettivo comune da raggiungere nel corso delle loro avventure. Quelle imprese a volte riuscivano a fargli dimenticare temporaneamente di essere il guardiano del Master Emerald, di avere un ruolo di fondamentale importanza da svolgere, ma ciò non aveva alcuna importanza dal momento che era felice. Felice di potersi sentire sé stesso e libero, anche se solo per poco tempo. Grazie a Sonic e alle avventure che avevano vissuto insieme era riuscito ad uscire fuori dal guscio che anni di solitudine e di lontananza dalla civiltà gli avevano costruito addosso, anche se non si era mai reso pienamente conto del suo cambiamento fino a quel momento. Avrebbe voluto almeno ringraziarlo per quegli ultimi anni, ma purtroppo l’occasione non si sarebbe mai ripresentata.
Quando si rese conto di essere arrivato al suo ultimo giorno di vita fu improvvisamente assalito dal panico: che sarebbe successo una volta che avrebbe rivissuto anche quella giornata? Non lo sapeva, ma si costrinse a ripercorrere quella giornata all’inseguimento di Sonic fino al fatidico scontro con sua sorella. Quando la rivide, si rese conto di una serie di segnali che sul momento non era riuscito ad individuare: quella strana sensazione che aveva provato appena l’aveva rivista non erano solo ansia e inquietudine. Era come se una parte di lui l’avesse riconosciuta come la sorella scomparsa anni prima. Anche se l’istinto gli urlava di starle lontano, una piccola parte di lui voleva avvicinarsi a lei, toccarla come per assicurarsi che fosse reale e non solo frutto della sua immaginazione. Lo sguardo e le parole di lei erano esattamente come se lo ricordava: un concentrato di odio e di disgusto allo stato puro. Ma c’era dell’altro.
Osservandola attentamente, si rese conto che ad un certo punto eseguì una mossa che apparteneva al loro linguaggio dei segni segreto: quando aveva chiuso la mano a pugno mentre aveva dichiarato che lo avrebbe distrutto, lei chiuse le dita una dopo l’altra, dal mignolo all’indice, indugiando per pochi secondi sull’ultimo dito. Era un segnale.
“Sono io.”
Knuckles rimase talmente sorpreso e spiazzato da quel movimento da non prestare nemmeno tanta attenzione a quello che lei stava dicendo. Si stava comportando come se avesse saputo che sarebbe stato in grado di capire quei gesti. Analizzò ogni suo movimento per cercare altri messaggi da parte sua. Ad un certo punto, la vide battere le dita della mano sinistra contro il braccio destro, in un gesto apparentemente casuale.
“Ho un piano.”
Poi la mano scivolò lungo il braccio fino a raggiungere e stringere l’altra, che impugnava la spada.
“Scusami se ti farò male.”
Poco prima che lo attaccasse, notò che sua sorella inclinò leggermente la testa verso destra.
“Fidati di me.”
Una frazione di secondo dopo il suo corpo stava respingendo gli attacchi forsennati di sua sorella, ma Knuckles era troppo impegnato a riflettere su quanto aveva appena visto. Eden sapeva che sarebbe stato in grado di leggere quei gesti, una volta che avrebbe ricordato la loro infanzia insieme. Fu solo allora che capì cosa gli stava succedendo per davvero: sua sorella voleva che gli altri pensassero che lei lo avesse ucciso, mentre in realtà il suo corpo e la sua mente dovevano essere caduti in uno stato di catalessi che gli aveva consentito di recuperare ogni singolo ricordo della sua vita, dalla nascita fino al momento in cui era stato colpito dal misterioso potere di sua sorella.
Dopo essere stato colpito dalla Death Dimension si rese conto di sentire uno strano formicolio alle braccia e alle gambe, come se li avesse tenuti in una posizione scomoda per molto tempo. Provò a muovere le dita, ma non ci riuscì, anche se poteva percepire il vano tentativo dei muscoli di contrarsi. Forse era solo questione di tempo prima che si risvegliassero del tutto e che riprendesse il pieno controllo del suo corpo. La sua previsione si era rivelata esatta nel momento in cui provò un atroce dolore al petto che lo costrinse ad aprire gli occhi e che gli fece fare uno scatto tale da farlo cadere dal letto su cui era stato sdraiato fino a quel momento. Eden era accanto a lui e lo stava fissando con uno sguardo a metà strada fra il sollevato e il terrorizzato. Non poteva sapere quale sarebbe stata la sua reazione davanti al suo ritorno alla vita. Non poteva immaginarsi che la prima cosa che lui avrebbe fatto sarebbe stata abbracciarla come se non fosse successo niente. Le chiese spiegazioni e cosa fosse successo dopo che si “era addormentato” e lei gli disse che tutti credevano che fosse morto, anche Eggman, che per questo aveva rubato il Master Emerald da Angel Island. E presto lei sarebbe tornata da lui per continuare a fingersi una sua complice. Ovviamente Knuckles non l’aveva presa bene, ma non poté biasimare sua sorella per quello che aveva fatto: lei non poteva certamente sapere che ormai quella storia andava avanti da più di quattro anni e che Eggman sarebbe stato sicuramente sconfitto anche in quella circostanza. Lei gli aveva detto che voleva solo proteggerlo, e lui non aveva potuto fare a meno di ripagarla con la sua stessa moneta: le chiese di trovare un modo per permettergli di continuare a combattere al suo fianco per impedire a Eggman di farle del male o per impedirgli di usare il Master Emerald per scopi malvagi, anche se questo avrebbe voluto dire dover ingannare i suoi amici e combattere contro di loro. Era stato molto difficile, ma aveva dovuto farlo per il bene di sua sorella, e in parte anche per il loro: in fondo il loro scopo era semplicemente trovare un modo per fermare la nuova arma segreta di Eggman e distruggerla prima che potesse assimilare tutti gli Emerald. Solo che in quel momento tutti gli Emerald si trovavano nella fortezza volante e nessuno aveva ancora idea di quale potesse essere l’arma segreta. Era frustrante rendersi conto di non aver comunque concluso niente. Forse Eden contava sul fatto che Sonic e Shadow sarebbero riusciti comunque a rubare gli smeraldi al dottor Eggman prima che la sua nuova arma segreta potesse scatenare le sue vere abilità e diventare una seria minaccia, e per quel motivo aveva tentato di farsi uccidere da Shadow nonostante fosse in alto mare con le ricerche. A meno che lei non avesse scoperto quale era l’arma segreta e glielo avesse tenuto nascosto... Ma ormai non aveva più importanza, dal momento che, a quanto sembrava, se n’era appena andato per sempre.
 
Sonic, Tails e Amy finalmente trovarono una stanza che non conteneva macchinari strani su quella base aerea. Sembrava essere un prato a cielo aperto creato artificialmente, ma gli specchi rotti e i pezzi di manto erboso che erano stati strappati via permettevano di vedere le vere pareti metalliche di cui in realtà la stanza era costituita. Però non fu il caos che vi regnava ad attirare l’attenzione del gruppo quanto una figura solitaria distesa a terra. Amy capì dall’abbigliamento che doveva trattarsi di Lost, quindi in un primo momento non capì perché Sonic e Tails corsero verso di lui per soccorrerlo nonostante fossero nemici. Quando anche lei si avvicinò a sufficienza rimase raggelata nel vedere che Lost era identico a Knuckles. La riccia indietreggiò spaventata.
-Che cosa significa? Che diavolo sta succedendo qui dentro?!- urlò lei, sconvolta. I suoi compagni però non la ascoltarono, dato che erano troppo impegnati a controllare lo stato di salute dell’echidna. Tails gli poggiò l’orecchio sul petto e rialzò la testa, scuotendola. Sonic fissò il corpo con le lacrime agli occhi e l’espressione più furiosa del suo repertorio.
-No... Knuckles, sei un idiota! Come hai potuto arrenderti dopo tutto quello che ci hai fatto passare?!- urlò il riccio blu, tirando un sonoro schiaffo al corpo, che rispose spalancando gli occhi e tirandogli un pungo sul naso. Sonic indietreggiò tenendosi il muso, mentre Knuckles si mise a sedere.
-Sei impazzito?! Mi hai fatto male!- urlò l’echidna massaggiandosi la parte colpita. Tails e Amy indietreggiarono, stupiti da quella ripresa improvvisa e inspiegabile. Sonic rispose tirandogli un calcio in piena faccia che lo fece cadere a terra. Knuckles scattò in piedi e tirò un altro pugno a Sonic, che rispose con un calcio nello stomaco che fece volare via entrambi. I due avversari corsero l’uno verso l’altro e si colpirono a vicenda, crollando nuovamente a terra.
-Smettetela!- urlò Tails, mettendosi fra i due prima che potessero continuare a colpirsi. -Siamo già abbastanza nei guai senza che voi vi mettiate a litigare come al solito!-
Sonic e Knuckles si fermarono e ripresero fiato, squadrandosi a vicenda. L’echidna notò solo allora che i suoi amici avevano numerosi graffi superficiali e lividi sul corpo, come se fossero appena usciti da un combattimento.
-Basta! Giuro che se qualcuno non mi spiega cosa sta succedendo lo prendo a martellate!- urlò Amy, tirando fuori il martello e puntandolo verso Knuckles. -E tu! Tu hai almeno un centinaio di spiegazioni da darci per un sacco di cose! Come diavolo fai ad essere ancora vivo? E perché non mi hai detto di essere Lost quando eravamo soli in quella cella? E soprattutto, perché diavolo hai finto di essere il fratello della pazza che ha cercato di ucciderci tutti?!-
-Veramente l’unica che non sa cosa sta succedendo qui sei tu, Amy!- notò Sonic.
-Silenzio!- lo zittì la riccia, infuriata come non mai. -Ti concedo un minuto per spiegarmi tutto! Non un secondo di più. E dovrai essere abbastanza convincente per non farmi spaccare a colpi di martello la testaccia vuota che ti ritrovi!-
Knuckles sospirò ed iniziò a raccontare. -Lo so, avrei dovuto avvisarvi... E in parte l’ho fatto. Se Sonic fosse stato un po’ meno tardo forse avrebbe potuto avere qualche sospetto sulla mia vera identità. E sono ancora vivo perché Eden, mia sorella, ha semplicemente congelato il mio corpo quella volta. Non ero morto, i miei segni vitali erano stati azzerati dalla Death Dimension, ma io stavo bene. E non potevo dire niente perché siamo stati videosorvegliati per quasi tutto il tempo, ed Eggman avrebbe scoperto tutto se solo fossi stato un po’ più esplicito nei miei discorsi. E mia sorella aveva chiesto di non farvi sapere niente, per impedire che Eggman potesse anche solo sospettare la verità. L’ho assecondata, anche se ho cercato di avvertirvi su cosa stava succedendo. Forse Espio avrebbe potuto farlo per me, ma Eden lo ha fermato prima che potesse...-
-Tempo scaduto!- annunciò Amy, truce. -Mi stai dicendo che anche Espio è ancora vivo?-
-Sì. L’ho trovato nella vecchia casa di mia madre. Eden aveva bloccato tutte le uscite per impedirgli di scappare, e aveva confiscato tutte le sue armi. Aveva abbastanza cibo per sostenersi per un mese. Evidentemente Eden aveva pianificato che non sarebbe riuscito a uscire di lì tanto presto, ma non aveva preso in considerazione il fatto che sarei potuto tornare in quel posto. Quando ho salvato Rouge dalla caduta dalla scogliera l’ho portata lì e l’ho trovato disteso sul mio vecchio letto, ancora addormentato a causa della Death Dimension. Quando abbiamo riportato Rouge alla spiaggia mi ha chiesto di portare anche lui alla base, dopo essersi procurato una tuta simile alla mia. Avrebbe dovuto rendersi invisibile per tutto il tempo e avrebbe dovuto evitare di entrare nel campo visivo di Eden per non farsi individuare, ma ha voluto correre il rischio per aiutarmi a proteggerla. Aveva cercato di avvertirmi delle sue vere intenzioni e io non ho voluto ascoltarlo. Non credevo che Eden fosse disposta a morire pur di liberarsi del suo potere!-
Sonic si avvicinò all’echidna e cercò di risollevargli il morale. -Mi dispiace, Knux. Si vede che proprio non puoi fare a meno di essere ingannato dal primo che passa!-
L’echidna lo fulminò con lo sguardo. -Frena la lingua, riccio: anche se sono stato ingannato non ti permetto di insultare la mia intelligenza!-
Sonic assunse un'espressione sorpresa. -Perché, sei intelligente? Dentro quel cranio di dimensioni esageratamente grandi si trova un cervello? Sono sconvolto!-
Knuckles si alzò in piedi e si preparò a caricare un pugno, ma Amy lo fermò appena in tempo. -Datevi una calmata! Non ricordate dove siamo?!-
-Giusto. Scusatemi, mi sono lasciato trasportare!- ammise il riccio blu, con un sorriso imbarazzato. -E comunque, dov’è ora Eden?-
-Era qui quando sono arrivato. Shadow stava per colpirla con un Chaos Spear, e io mi sono messo in mezzo.- disse Knuckles, facendo trasalire tutti i presenti.
-Sei stato colpito da un Chaos Spear e sei sopravvissuto per raccontarlo?- riassunse Tails, sconvolto. Persino Sonic e Amy erano stupiti dalla cosa. Knuckles si portò una mano sul petto e si ricordò di un dettaglio che fino a quel momento gli era sfuggito di mente. L’echidna abbassò la cerniera del giubbotto che indossava ancora ed estrasse il Chaos Emerald rosso dalla tasca interna che si trovava sul petto.
-Ma quello è il Chaos Emerald scomparso!- urlò Amy alla vista della pietra rossa.
-Eden ha creato questo giubbotto per trasportare i Chaos Emerald senza allontanarsi da me e facendo in modo che gli oggetti nascosti al suo interno risultassero invisibili ai radar.- spiegò lui rapidamente. -Per questo nessuno è riuscito a localizzarlo da quel giorno. Rouge lo ha affidato a me e a Espio, e ci ha fatto giurare che non lo avremmo dato né a Eggman né a mia sorella. E infatti nemmeno Eden sa che è nelle mie mani.-
-Non poteva avertelo dato nessun'altra. Ed è per questo che l'hai tenuto sempre con te, vicino al tuo cuore...- commentò Sonic con un ghigno beffardo.
-Non è successo niente fra me e lei! Non l’ho baciata quando Espio ci ha lasciati soli a casa di mia madre!- urlò lui mentre tutti i suoi sforzi per non arrossire andavano a farsi benedire. Anzi, la sua faccia andò letteralmente a fuoco quando capì cosa aveva appena detto dalle espressioni sconvolte dei suoi interlocutori.
-Tu e Rouge...?-
-Basta così, non ricordate dove siamo?- chiese urlando e uscendo rapidamente dalla stanza. Loro lo seguirono senza fiatare, ma l’echidna sapeva che non sarebbe finita in quel modo: Sonic lo avrebbe perseguitato a vita come minimo per quell’involontaria confessione.
Il gruppo, finalmente riunito, si avviò per i corridoi del secondo piano. Grazie alla guida di Knuckles potevano procedere molto più speditamente di prima, anche se l'echidna doveva ammettere di avere qualche difficoltà a spostarsi lungo quei corridoi così vuoti e privi di punti di riferimento.
-Eggman sa che siamo qui, ma forse non si è ancora reso conto che Knuckles è ancora vivo. Se siamo stati fortunati il segnale del nostro Chaos Emerald ha falsato quello dello smeraldo che stai tenendo nascosto.- azzardò Sonic.
-Però Eggman saprà sicuramente che si trova su questa base aerea. Lo avrà capito ormai.- disse Tails.
-Questo era ovvio!- disse Sonic, con l'aria di chi la sapeva lunga. -Knuckles, c'è qualcos'altro che dovremmo sapere, a parte l'andamento della tua vita sentimentale?-
L'echidna alzò gli occhi al cielo, trattenendosi dal voltarsi e prenderlo a pugni. Perché non riusciva a restare serio nemmeno in un momento come quello? Prima che qualcuno potesse aggiungere altro, però, comparve un piccolo esercito di robot da guardia dal fondo del corridoio.
-Fantastico! Avevo proprio voglia di sgranchirmi le gambe.- esultò il riccio blu lanciandosi all'attacco senza pensarci due volte. Tails e Amy lo seguirono subito, e anche Knuckles non aspettò nemmeno un secondo prima di buttarsi con loro nella mischia. L'echidna dovette ammettere che gli era mancato vedere Sonic sfasciare robot dopo robot con le sue azioni rotanti con Tails e Amy che gli davano man forte. Anche se li aveva guardati da lontano per tutto il tempo, ogni volta moriva dalla voglia di unirsi a loro, e forse era quello il motivo che in quel momento lo spingeva a massacrare quanti più robot possibile con i suoi pugni, trapassandoli o spedendoli agli altri per permettergli di finire il lavoro, come se non fossero mai stati separati per quasi un mese.
Gli avversari furono distrutti tutti in poco tempo, lasciando solo una serie di rottami e lamiere nel corridoio. Il gruppo si stava guardando intorno per capire se stessero per arrivare altri robot quando un urlo lontano attirò la loro attenzione.
-Attento!-
Knuckles scattò subito quando si rese conto che la persona che aveva urlato era Eden. Sonic lo seguì subito e lo sorpassò pure, per poi inchiodare davanti a uno degli incroci del corridoio.
-Oh. Mio. Chaos!- urlò il riccio blu, sconvolto. Knuckles si affacciò a sua volta ed assistette alla scena più surreale alla quale avesse mai assistito in vita sua.
Shadow stava baciando una ragazza. Una ragazza che aveva dei lunghi aculei rossi dalla forma irregolare, con un lungo cappotto nero. Ed Espio era alle loro spalle, e stava osservando la scena con un sorriso soddisfatto. La presenza del camaleonte e il fatto che Amethyst giaceva abbandonata accanto alla coppia confermarono il terribile sospetto di Knuckles, che crollò a terra svenuto.

 
 


 
 
Angolo dell’Autrice che augura buon Ferragosto a tutti (in leggero ritardo):
Tutti: O___o
Au: Volevate qualche spiegazioni sui punti lasciati in sospeso nello scorso capitolo? Eccovi accontentati! U_U E chiedo scusa se non ho risposto a nessuna recensione ultimamente, ma non ho davvero avuto tempo per farlo. Però le ho lette e le ho apprezzate tantissimo! ^.^
Kn: Non so come prendere il fatto che mi abbia fatto sopravvivere e che abbia dedicato un intero capitolo alla mia vita solo per renderla una vera vita di -bip!-
Es: Tu ti lamenti? Almeno i tuoi genitori ti volevano bene!  Mio padre mi voleva morto!
Ed: Giusto! Un po' di rispetto per chi ha passato una vita peggiore della nostra! è.é
So: Autrice, ti proibisco di scrivere storie sulla mia infanzia! O__O
Sh: Ti proibirei di farlo anche sulla mia, se avessi avuto un'infanzia!
Au: Shadow, a te ci ha già pensato Mamma Sega e non ha fatto molto meglio di me... E Sonic, per ora la tua infanzia non si limita ad altro che agli aneddoti imbarazzanti della nonna! U_U
So: *rimane pietrificato per lo stupore* Voglio un passato tragico anch'io, per favore! O__O
Am: Voglio parlare con la nonna di Sonic! Deve essere stato un bambino carinissimo e un nipotino adorabile!*__*
So: Stai lontano da mia nonna! è.é
Am: Prima o poi dovrai presentarmi alla tua famiglia! U_U
So: Non a mia nonna! è.é
Am: *tira fuori il martello più grande che ha* Ma anche la nonna fa parte della famiglia, giusto? U_U
So: Giusto! ^.^"
Am: Quindi un giorno dovremo annunciarle il nostro fidanzamento, giusto? ^.^
So: ... Mi sono appena ricordato che... ehm... devo innaffiare i Chili Dog, a dopo! ^.^"*Sonic fugge*
Am: ... Ma i Chili Dog non sono piante... *capisce e parte all'inseguimento* Sooooooonic! èoé*
Tutti: ... O_O
Sh: Ma chi l'ha fatta entrare quella?
Kn: E chi ha fatto entrare Espio?
Es: Sono un ninja. Posso entrare ovunque! U_U
Ed: E sei anche un grandissimo rompiscatole!
Sh: Giusto. Devo ancora ucciderti per lo scorso capitolo! è.é
Au: Signori, per quanto mi piaccia da morire vedervi litigare sono costretta a chiedervi gentilmente di rimandare la resa dei conti al prossimo capitolo! ^.^
Sh: Ora che mi ci fai pensare, tu non dovevi lasciarci in pace per un qualcosa come “il resto del mese”?
Au: Avrei potuto farlo se non mi avessero letteralmente costretta a ricaricare la mia vecchia chiavetta per la connessione una  volta arrivati! È stato un parto trovare un negozio di ricariche aperto alla vigilia di Ferragosto, ma ce l'abbiamo fatta! Ora che ho una connessione stabile (più o meno) mi è sembrato sciocco non approfittarne! ^.^
Kn: Chaos deve volerci proprio male! -.-
Au: Probabilmente è così. Ora passiamo ai saluti finali: ringrazio tutte le povere vittime che continuano a sopportare gli scleri che scrivo per essere così tolleranti nei miei confronti! ^.^
Sh: Spero che un giorno qualcuno scopra dove abiti e ti rifili un pacco bomba! è.é
Au: *ingora l'amorevole commento di Shadow* Ringrazio anche chi ha inserito la storia fra le preferite (Marta1493, blueskyismylife, PiccolaCelebi, f9v5, Marty Fantasy, Xelfilia e shinichi e ran amore), le seguite (EleNeiro, fenicex8, Amartema, MartixHedgehog, Marta1493, Marty Fantasy, Phantom13, PiccolaCelebi, mendoza95 e Xelfilia) e le le ricordate (Xelfilia, blueskyismylife ePolly98). Ci sentiamo al prossimo

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Capitolo 15
*** Capitolo 14: L'inizio della fine ***


-Knuckles! Per l'amor del cielo, cerca di tornare in te!- implorò Tails agitando febbrilmente le code per far aria all'echidna che giaceva ancora svenuto sul pavimento, sorretto soltanto da Amy. Eden si separò subito da Shadow, ignorò l'occhiata sconvolta di Espio e accorse subito al capezzale del fratello.
-Forza, riprenditi fratellone! Non volevo farlo, è stato solo un incidente!- implorò Eden scuotendo lievemente il corpo del fratello, mentre Sonic assisteva alla scena ghignando.
-Sai Eden, conosco tuo fratello da parecchio tempo e posso dirti che non avrei mai pensato di vederlo crollare a terra senza prima aver combattuto fino allo sfinimento. Ti faccio i miei complimenti.-
L'echidna mutante gli rivolse l'occhiata più velenosa di cui era capace, che marcò ancora di più la sorprendente somiglianza con il fratello maggiore. -Morditi la lingua, riccio.-
Amy fulminò Eden con lo sguardo. -Stai zitta, siete stati tu e Shadow a ridurlo in questo stato! E poi, si può sapere che diavolo ti è passato per la testa in quel momento?! Sei su una base aerea piena di robot senza controllo, tuo fratello si era appena sacrificato per impedire che Shadow ti uccidesse e poco dopo essersi svegliato ti sorprende a baciarlo! Abbiamo capito che probabilmente non hai tutte le rotelle al posto giusto, ma così si esagera!-
Eden fissò la riccia rosa con gli occhi sgranati. -So che quello che ho fatto in questo mese può sembrare folle, ma avevo delle buone ragioni per fare quello che ho tentato di fare! Non ho deliberatamente messo a repentaglio la mia vita perché non avevo niente di meglio da fare, quindi stai attenta a come parli!-
-E il bacio a cui avete assistito è stato completamente accidentale. E so anche chi è il responsabile!- disse Shadow, camminando a passo di marcia verso Espio, che sembrava reggersi in piedi praticamente per miracolo. Eden scattò e impedì al riccio di raggiungere il camaleonte.
-Non ti azzardare nemmeno a pensare a quello che stai pensando!- disse lei, facendo da scudo umano a Espio. -Il suo intervento avrà avuto conseguenze piuttosto imbarazzanti, ma almeno ti ha salvato la vita!-
-Avresti potuto farlo anche tu, con conseguenze meno imbarazzanti.- disse il riccio nero, infuriato.
-Era stato sedato!- continuò a difenderlo lei.
-E proprio per questo motivo doveva stare fermo.-
-La prossima volta che ti ritroverai in pericolo di morte mi limiterò a voltarmi dall'altra parte.- disse Espio, crollando in ginocchio.  L’echidna riuscì a sostenerlo e a fare in modo che non cadesse completamente a terra e gli posò una mano sulla fronte.
-Hai la febbre.- notò lei. -Quello che ti hanno iniettato doveva essere qualcosa di più di un semplice sedativo.-
-Perché sei così preoccupata? Di solito la febbre mi passa da sola dopo poco tempo... Già fra qualche ora starò bene, vedrai...- mormorò il camaleonte, tenendo gli occhi chiusi.
-Hai la febbre talmente alta che ti si potrebbe friggere un uovo in testa!- gli comunicò invece lei.
-Ragione in più per cui posso aiutarvi contro Eggman!- rispose Espio rialzandosi in piedi e incamminandosi verso Sonic e il suo gruppo.
-Non ci pensare nemmeno!- urlò Eden. -Se pensi di poter continuare a combattere nelle tue condizioni sei un incosciente!-
-Mai quanto te!- gridò lui, sorprendendo tutti i presenti. -Se non fosse stato per me avresti fatto precipitare tuo fratello da questa base aerea! Ti saresti fatta massacrare da Shadow e nella migliore delle ipotesi saresti ancora prigioniera di Eggman! Secondo te questo era un piano perfetto? Sappi che il tuo piano è andato a farsi benedire a causa mia! E ora che lo sai cosa mi farai? Mi ringrazierai per averti salvato la vita o mi manderai di nuovo all'inferno con una Death Dimension? Anche se probabilmente lì sentirei meno caldo di quello che sto sentendo ora...-
Il camaleonte si accasciò contro una parete di metallo e si lasciò scivolare lentamente a terra. Eden accorse immediatamente al suo fianco.
-Ehi! Non mi svenire adesso! Devo finire di darti dello stupido!- urlò lei, scuotendolo violentemente.
Sonic osservò quella scenetta con un sorrisetto divertito. -Sai, per essere una ragazza che ha avuto poche relazioni sociali hai davvero fatto una strage! Lo sai che non si tiene il piede in due scarpe?-
Eden fissò il riccio con la faccia paonazza e un'espressione omicida. -È stato lui a spingermi fra le braccia di Shadow!-
-E spero che non lo rifaccia mai più.- disse il riccio nero, fissando il camaleonte svenuto fra le braccia dell’echidna con uno sguardo molto poco rassicurante.
-Lo ha fatto per salvarci la vita!- gli urlò contro lei.
Tails e Amy continuavano a fare aria a Knuckles senza sapere come commentare la scena a cui stavano assistendo.
-Tails, fammi capire: quella ragazza è la stessa Eden che abbiamo conosciuto un mese fa?-
-In teoria dovrebbe essere lei.- confermò la volpe, incredula. Era a dir poco incredibile che quella che sembrava essere una spietata assassina fino a poco tempo prima nelle sue sembianze normali fosse essenzialmente una ragazza come tutte le altre. Era possibile vedere una buona parte del suo spirito battagliero quando difendeva Espio da Shadow, ma per il resto, per il modo in cui si rivolgeva al camaleonte e per il fatto che ora non ghignava più quando minacciava o quando si mostrava contrariata per qualcosa, sembrava davvero essere una ragazza normale. Oppure aveva la capacità di cambiare umore ad una velocità persino maggiore di quella di Sonic. Il riccio blu non stava commentando, ma si stava godendo tutta la scena con un sorriso stampato sul volto e con le braccia incrociate dietro la testa, come se stesse assistendo alla scena di una sit-com. Tutti quanti sembravano essersi dimenticati di essere su una fortezza volante in pieno assetto da combattimento con il dottor Eggman che non stava aspettando altro che un loro momento di distrazione per sottrarre loro gli ultimi due Emerald che ancora non erano in  mano sua, e che da un momento all'altro sarebbero potuti spuntare fuori dal nulla altri battaglioni robot che avrebbero dovuto affrontare.
All'improvviso Knuckles sbatté le palpebre e si guardò velocemente intorno, notando sua sorella che stava allegramente litigando con Shadow continuando a reggere un semisvenuto Espio the Chameleon che cercava di mormorare qualcosa di incomprensibile mentre Sonic stava trattenendo a stento le risate.
-Cosa... Che sta succedendo? Perché tutti si stanno urlando contro a vicenda?- balbettò confuso. Prima che qualcuno potesse rispondergli si ritrovò stretto nella morsa di Eden.
-Fratellone! Per fortuna stai bene! Credevo di averti perso!- esclamò la ragazzina mentre lo stava stritolando.
-Certo che sto bene! Nemmeno un carro armato è in grado di abbattermi!- disse lui, rassicurando la sorella.
-Un carro armato no, uno sbaciucchiamento fuori programma sì, però!- commentò Sonic, trattenendo a stento una risatina. Espio e Shadow lo fulminarono con lo sguardo. -Sì, l'amore è nell'aria!-
Eden fissò Sonic con odio per quel commento così fuori luogo. -Non credo che questo sia il momento per le battute di spirito!-
-Non lo è nemmeno per decidere della vita o della morte di Espio!- notò Sonic con un ghigno.
-Stavo solo cercando di impedire a Shadow di fare qualcosa di molto stupido! O brutale. O entrambe!- chiarì l'echidna. In quel momento Knuckles ricordò tutto quello che stava succedendo e quello che Eden aveva cercato di fare fino a poco prima.
-Eden, posso parlarti in privato per un momento?- chiese lui, con tono calmo e pacato. L'echidna notò il suo sguardo e lo seguì lungo il corridoio. Quando furono abbastanza lontani da assicurarsi che il resto del gruppo non potesse sentire si infilarono in uno degli sbocchi del corridoio, e allora Knuckles si fermò e si voltò di scatto verso la sorella.
-Che cosa avevi in mente di fare prima?-
-Credevo di avertelo già detto.- disse lei, seccata. -Speravo che se Shadow avesse drenato abbastanza potere dal mio corpo e poi mi avesse distrutta la nostra famiglia sarebbe stata libera da questo fardello. Non volevo fare niente di male, volevo solo liberare un'altra ragazza dalla mia maledizione.-
 Eden fu completamente colta alla sprovvista quando avvertì il sonoro ceffone che Knuckles le aveva tirato. -Sei un'idiota. Cosa diavolo credevi di risolvere facendoti uccidere?- sibilò Knuckles in un tono basso e pacato che nessuno gli aveva mai sentito usare prima. Normalmente faceva vedere quando era arrabbiato, ma in quel momento si stava comportando come se fosse stato calmo e rilassato mentre la sua espressione era a dir poco furibonda. E proprio per quel motivo in quel momento faceva  molta più paura del solito.
-Credimi, all’inizio non avevo in mente questa conclusione. Mi è venuto spontaneo di pensarci quando ho realizzato che al termine di questa storia io e te ci saremmo inevitabilmente separati di nuovo. Non volevo che ciò accadesse. E non volevo nemmeno che tu perdessi i tuoi amici per causa mia. Quindi ho pensato di... uscire di scena con stile per giustificare il ritorno tuo e di Espio. Sarebbe stato perfetto, no? La nuova minaccia è stata distrutta e gli eroi buoni ritornano dalla morte! E altre stronzate degne di una telenovela da due soldi.-
-Perché hai cercato di farla finire così? Mamma ci ha cancellato la memoria perché sapeva che all'epoca eravamo troppo piccoli per comprendere fino in fondo le cause della nostra separazione, ma ora è diverso! Siamo entrambi abbastanza maturi da capire che abbiamo le nostre responsabilità! Io devo sorvegliare il Master Emerald, mentre tu devi custodire il potere del Chaos e impedire che altri lo usino per il male!-
-Bene, allora scusami se come “custode” faccio pena!- urlò lei cogliendo Knuckles alla sprovvista. -Non ho mai voluto questo compito e non ho mai voluto separarmi da te, o da nostra madre! Volevo solo essere una guardiana del Master Emerald come tutte le altre! Volevo avere una famiglia, forse anche degli amici, e il mio potere me lo ha sempre impedito! Io non ho mai voluto restare da sola, e dopo che ti ho ritrovato ho capito che non ce l'avrei mai fatta a tornare alla vita di solitudine e di abbandono che mi ero lasciata alle spalle!-
-Cosa credi che sia stata la mia vita da guardiano del Master Emerald?- la fermò lui. -Prima di incontrare Sonic e gli altri non ho mai avuto amici. Avevo solo tredici anni, e prima di allora sono rimasto completamente solo. Da quando la mamma è morta ho passato otto anni della mia vita nella più completa solitudine, senza avere la più pallida idea di che diavolo di fine avessero fatto i miei genitori o del perché dovevo sorvegliare una pietra gigantesca. Poi ho conosciuto Sonic e Tails, e ho scoperto per la prima volta in vita mia come era davvero la vita dei ragazzi della mia età, e li ho invidiati da morire per il loro stile di vita. Loro erano liberi, non erano vincolati come me a svolgere un compito per tutta la loro vita! Ho incontrato loro, Amy, i Chaotix, e molte altre persone, e con loro ho assaporato la libertà senza mai esserne davvero partecipe. Non ho potuto ricordare com'è vivere in una famiglia prima che tu tornassi da me, e so per certo che conosco la solitudine. So com'è e mi sono adattato a conviverci, e ammetto pure che in certi momenti non mi dispiace. Però non mi sarebbe mai e poi mai saltato in mente di fare quello che hai cercato di fare tu.-
La ragazza guardò per terra mordicchiandosi nervosamente le labbra finché non trovò finalmente il coraggio di guardare nuovamente il fratello negli occhi. -Il problema non sei tu. Tu sei un guardiano fantastico, e sono certa che se mamma e papà fossero qui sarebbero davvero molto fieri di te. Il problema qui sono io. Non sono forte come te, e probabilmente non lo sarò mai. Io non sopporto più l'idea di dover restare sola, di dovermi nascondere da tutto e tutti, e sopporto ancora meno l'idea che un giorno tu ed ogni singola persona a cui potrei legarmi possiate uscire dalla mia vita per sempre. Non so come riuscirò a sopportarlo. Tutti dicono di volere il potere e l'immortalità senza realizzare quanto la cosa sia schifosa. Io le ho entrambe e sono destinata ad averle finché non diventeranno il fardello di un'altra persona, e tutto quello che vorrei è essere abbastanza forte da riuscire a sopportare tutto questo. Vorrei solo essere forte e coraggiosa come te.-
Knuckles fu genuinamente colto di sorpresa da quella rivelazione. -Che cosa intendi?-
-Intendo esattamente quello che ho detto. Lo hai detto anche tu che ti sei adattato molto meglio di me alla solitudine, no? Dicendomi questa cosa mi hai confermato tutto quello che pensavo su di te. Tu sei molto migliore di me, come guardiano e come persona. Non avrei mai potuto reggere il paragone con te, anche se fossi stata una normale guardiana del Master Emerald. Sei sempre stato il mio modello da seguire e la mia guida spirituale. E non ti ringrazierò mai abbastanza per essermi stato vicino nonostante tutto quello che ti ho fatto passare.-
Per la prima volta nei suoi diciassette anni e mezzo, Knuckles era completamente a corto di parole; non aveva idea su come esprimere la gratitudine e la commozione che provò in quel momento nei confronti della sorella. Si trattenne a fatica dall'abbracciare e confortare la ragazzina che aspettava la sua reazione con occhi imploranti.
-Non so se posso essere davvero comparato a un esempio da seguire, ma mi fa piacere sapere che hai così tanta considerazione per me.- mormorò l'echidna. -Spero che ciò che è accaduto oggi ti sia servito come lezione. Fai in modo che non accada mai più una cosa simile, e soprattutto non pensare mai più di provare a farti uccidere. Non ne vale la pena.-
-Tranquillo, non accadrà mai più. Anche perché il mondo esploderebbe se io dovessi morire senza che ci sia qualcuno in grado di sostituirmi. A quanto pare sono condannata e niente potrà mai cambiarlo.- annunciò lei con un sorriso tirato. Doveva ancora abituarsi e rassegnarsi alla cosa.
Knuckles la afferrò saldamente per le spalle e la guardò negli occhi. -Ti starò vicino sempre, finché sarò in vita. Non ti permetterò di lasciarti sprofondare nella disperazione. Farò il possibile perché tu non debba più soffrire la solitudine, e Sonic e gli altri mi aiuteranno. Questa è una promessa.-
Eden dovette trattenere a stento le lacrime di gioia mentre abbracciava suo fratello. In quel momento era talmente felice da non tenere minimamente di conto di tutti i “se” e i “ma” che l'avevano spinta a scegliere la morte come prima opzione per liberarsi del suo dono. Per la prima volta da tantissimo tempo, per la ragazza sembrava tutto perfetto. Forse avrebbe avuto comunque la possibilità di vivere una vita piena, con o senza poteri.
I due tornarono dal resto del gruppo, che li accolsero fissandoli in silenzio. Tails era preoccupato, e anche Amy lo sembrava, anche se aveva tirato fuori il martello come misura preventiva; Sonic li fissava con un ghigno divertito, Shadow li squadrava con blando interesse, e Espio li guardava di sottecchi, anche se per una volta la sua espressione tradiva la sua voglia di sapere cosa si fossero detti di così serio da richiedere della privacy.
-Cosa sono quelle facce? Non ci siamo mica presi a pugni!- commentò Knuckles in risposta a quegli sguardi indagatori. -Abbiamo solo parlato!-
-No!- esclamò Sonic senza nascondere la sua delusione. -Avreste potuto risolverla in rissa, così magari potevamo unirci anche noi?-
Eden alzò gli occhi al cielo. -Non tutte le dispute del mondo si risolvono con una rissa!-
-O con un omicidio!-
-Hai intenzione di continuare a rigirare il coltello nella piaga ancora per molto?- chiese lei, irritata. -E comunque dobbiamo risparmiare le forze per affrontare il dottor Eggman. Sono certa che è solo questione di tempo prima che decida di sfoderare il suo asso nella manica!-
 
-Muhahahahahaa! Sta andando tutto esattamente come programmato!-
Il dr. Eggman era al settimo cielo per aver finalmente sottratto lo smeraldo di Shadow e aver intrappolato il riccio nero insieme alla mutante dopo averne neutralizzato i poteri. Ormai doveva solo catturare Sonic e il resto della compagnia per assicurarsi la riuscita del suo piano, compito che con l'aiuto di Egg-Matic 5000 si sarebbe rivelato essere un'assoluta passeggiata. Non aveva mai sentito la vittoria così vicina come in quel momento.
-Dottore, ma di solito non è a questo punto che qualcosa interferisce inevitabilmente con i suoi piani?- chiese Decoe con tono annoiato. Il dottore mosse l'indice in segno di diniego con un sorriso a trentadue denti.
-Stavolta niente interferirà! Con Shadow e Eden sottochiave e cinque Chaos Emerald nelle mie mani sono in netto vantaggio rispetto a quella supersonica pulce blu!-
-Dice così ogni volta, e sappiamo tutti come va a finire...- mormorò sconsolato Bocoe.
-Tacete! Stavolta sarà diverso!- ribadì lui mentre azionava l'altoparlante. -Prova microfono, uno, due, tre!-
 
-Eggman!- disse Tails, sentendo la voce del dottore esplodere all'improvviso dagli altoparlanti.
-Perdonami se sono uscito dalla piccola battaglia di poco fa senza avvisare, Sonic, ma avevo alcune commissioni urgenti da sbrigare! Sai com'è, sono una persona socialmente molto impegnata! Però non mi sono dimenticato di te e del piccolo gruppo di amici che ti è rimasto. Tu avrai anche recuperato Amy Rose, ma io ho ancora delle cose che potrebbero interessarti e tu hai qualcosa che interessa a me! E immagino anche che tu mi stia cercando in questo momento, quindi ti risparmierò la fatica di rivoltare questa base aerea da cima a fondo, anche perché non riusciresti a trovarmi! Sono nella sala arena al terzo piano, un luogo che ho preparato appositamente per il nostro scontro finale!-
-Questa base ha anche un terzo piano?!- chiese Eden, sorpresa.
-Volevo che fosse una sorpresa in tutto e per tutto, e infatti nemmeno Eden e Lost sanno della sua esistenza! L'unico modo per raggiungerlo è salire al secondo piano, trovare gli interruttori sul pavimento che ho tenuto nascosto finora e schiacciarli nel giusto ordine; comparirà un ascensore che vi porterà dritti davanti alla porta della vostra destinazione. È l'ora dello scontro finale, riccio blu, e ti assicuro che non sarai tu a vincere! Tu e i tuoi amici potete prendervi tutto il tempo che volete per recitare le ultime preghiere, perché una volta che sarete qui non penso che avrete il tempo per farlo... Anche perché devo dirvi un paio di cosette che potreste trovare piuttosto scioccanti prima di andare incontro alla vostra disfatta definitiva! A presto!-
 
Eggman chiuse la comunicazione e scoppiò a ridere sguaiatamente, pregustando la sua vittoria ormai vicina come non mai.
-Stavolta sembra davvero sicuro di lei, dottore.- notò pacatamente l'Egg-Matic 5000.
-Per quale motivo dovrei non esserlo? Oggi, per la prima volta da anni, sono in netto vantaggio su Sonic the Hedgehog! E il bello è che lui non ne è nemmeno consapevole! Sarà una gioia vedere lo stupore sul suo volto quando capirà che cosa è accaduto realmente nell'ultimo mese sotto al suo naso, senza che lui si sia mai accorto di nulla!- gongolò il dottore. -Ora non ci resta nient'altro da fare se non attendere. Fra poco Sonic the Hedgehog sarà sconfitto per sempre, e tutto questo sarà possibile grazie a te, mio carissimo Egg-Matic 5000!-
Gli occhi del robot brillarono sinistramente nell'ombra. -So cosa sta provando, dottore. Nemmeno io voglio perdermi lo spettacolo!-
 
-Fantastico! Aspettavo solo l'invito ufficiale prima di unirmi alla festa!- disse Sonic, eccitato come un bambino alla mattina di Natale.
-Sonic, siamo ancora nella base di Eggman! Non dobbiamo prendere la situazione sotto gamba!- lo avvertì Tails.
-Andiamo, sappiamo tutti che base o non base sarà molto difficile per Eggman abbatterci!-
-Ti sei dimenticato che una volta ti ha quasi fatto esplodere nello spazio aperto?- chiese la volpe, ripensando con orrore alla scena a cui aveva assistito quasi un anno e mezzo prima.
-Lo ammetto, quella volta ha colto tutti di sorpresa, ma l'importante è che siamo riusciti a fermarlo anche in quell'occasione, giusto?- disse Sonic ammiccando a Shadow. Il riccio nero lo guardò come se gli avesse appena rivolto il peggiore degli insulti.
-Potrebbe arrivare ad usare l'arma segreta. A quest'ora avrà già inserito il quinto Chaos Emerald, anche se non sarà ancora al pieno della potenza potrebbe già essere molto pericolosa.- disse Knuckles con aria meditabonda. -Se solo ci avesse dato uno straccio di indizio per capire cosa potrebbe essere e dove avrebbe potuto averla nascosta!-
-Veramente, fratellone, io so qual è l'arma segreta!-
Sei paia d'occhi si fissarono su Eden, che avvampò per tutta quell'attenzione improvvisa. -L'Egg-Matic 5000. È lui l'arma segreta.-
-Il nuovo robot maggiordomo di Eggman? Avevo capito che poteva fare molte cose, ma non pensavo che potesse anche combattere!- disse Knuckles, sorpreso.
-Lo credevo anche io, finché non me lo ha rivelato lui stesso. Mi ha usata come cavia per sperimentare il dispositivo che ho cercato di usare per cancellarti la memoria. Solo che con me ha funzionato fin troppo bene. Voleva che ricordassi tutto quando mi sarei trovata in pericolo di vita e così è stato. Non ricordavo niente finché l'attacco finale di Shadow non mi ha quasi colpita.-
-Fantastico! Quindi tutto quello che dobbiamo fare è cercare questo robot e trasformarlo in ferraglia da rottamare! Niente di più facile!- disse Sonic, sorridendo al pensiero del nuovo avversario che avrebbe affrontato da lì a poco.
-E dobbiamo cercare di distruggerlo il prima possibile, ragazzi. Eggman ha studiato il mio potere in questo periodo, e ha trovato una soluzione che potrebbe permettere a quel robot di fare qualcosa di molto simile a quello che so fare io una volta che avrà assorbito tutti e sette i Chaos Emerald!- li avvertì Eden.
-Sarebbe una cosa spaventosa!- commentò Amy coprendosi la bocca con le mani. Eden annuì in risposta.
-Direi che questa è un'altra buona ragione per distruggerla ora che non è ancora al massimo della potenza.- disse Knuckles, più battagliero che mai. -Che ne dici, sorellina?-
Eden rispose alla proposta del fratello con un sorriso. -Andiamo a prendere a calci qualche fondoschiena metallico, fratellone!- dichiarò solennemente l'echidna sguainando Amethyst. Espio iniziò ad incamminarsi ed Eden lo fulminò con un'occhiataccia.
-Se pensi di poter venire con noi in quelle condizioni sei completamente fuori strada!- disse lei, cupa. Il camaleonte corse verso la sala principale anticipando tutto il gruppo. -Ti odio quando fai così!- gli urlò lei in risposta.
-Lascia perdere. Se Espio vuole unirsi alla festa non vedo perché negarglielo!- disse Sonic, anche se si vedeva che nutriva un minimo di preoccupazione per le condizioni del camaleonte. Eden sospirò rassegnata e il gruppo iniziò a girare per i corridoi alla ricerca dei pulsanti da attivare mentre Tails cercava di capire come fosse possibile che un robot potesse simulare le abilità di Eden.
-Com'è fatto precisamente questo robot?- chiese incuriosito Tails.
La mutante si portò una mano al mento, indecisa su cosa dire. -È un robot complesso. Raramente mi sono trovata davanti a una simile struttura molecolare: acciaio, ferro, fibre di diamante e una lega metallica che non avevo mai visto, elementi che lo rendono particolarmente resistente. E la cosa ancora più strana è che gli elementi che lo compongono continuano a cambiare, come se l'assorbire nuovi Chaos Emerald lo modificasse in qualche modo.-
Tails annuì, pensieroso. -Forse Eggman si è ispirato ai Gizoidi per costruirlo. Anche loro possono essere potenziati dai Chaos Emerald.
-Che cosa sono i Gizoidi?- chiese Eden, confusa.
-I Gizoidi sono potentissimi robot da combattimento che hanno la peculiarità di poter imitare le mosse degli avversari contro cui si ritrovano a combattere. In passato ne abbiamo incontrato qualcuno.-
Eden annuì pensierosa, quando improvvisamente si scontrò contro Shadow, che si era fermato di botto davanti a lei.
-Sta arrivando qualcuno- comunicò freddamente facendo cenno agli altri di stare indietro; subito dopo dal corridoio emerse E-123 Omega.
-Obiettivi-eliminati.- comunicò il robot, per poi puntare il cannone contro Eden -Tutti-i-robot-di-Eggman-devono-essere-eliminati!-
-No Omega, lei è con noi ora.- disse Shadow frapponendosi fra il robot e la mutante con un fare protettivo che fece ringhiare Knuckles.
-Non-c'è-ragione-di-dubitare-di-Shadow. Non-c'è-ragione-per-credere-agli-altri-sacchi-di-carne.-
-Bada a come parli, robot!- minacciò Knuckles.
-Knuckles, non c'è tempo per mettersi a litigare: dobbiamo trovare Egg-Matic 5000 e disattivarlo prima che Eggman prenda un altro Chaos Emerald!- gli rammentò Tails.
-Tutti-i-robot-di-Eggman-devono-essere-eliminati!- ripeté Omega caricando il cannone.
Knuckles respirò profondamente, concentrandosi sull'obiettivo: prima doveva distruggere Egg-Matic, poi sarebbe stato libero di uccidere Shadow. Doveva rispettare le priorità.
Il sempre più numeroso gruppo avanzò attraverso i lugubri corridoi della base aerea finché non raggiunse gli interruttori di cui Eggman aveva parlato. Li attivarono nella giusta sequenza in pochissimo tempo e comparve il famigerato ascensore che li portò davanti al portone della sala arena.
-Ci siamo: Egg-Matic 5000 e Eggman dovrebbero essere dietro questa porta.- annunciò Knuckles.
-Adesso lo vedremo.- mormorò Sonic, guardandosi intorno. -Ehi, dov'è andato Espio?-
-Sono proprio dietro di te!- disse una voce che apparentemente proveniva dal nulla.
-Come mai ti sei reso invisibile?- chiese Tails, confuso.
-Per l'effetto sorpresa. Eggman ha tentato di sedarmi, probabilmente non sa nemmeno che mi sono già ripreso.-
-E che hai una febbre da cavallo, nonostante tu sia un camaleonte!- concluse per lui Eden, tetra.
Il camaleonte ignorò la sua ultima constatazione. -Shadow, Eden e Knuckles, penso che nemmeno voi dobbiate entrare subito. Dal tono che ha usato durante il messaggio credo che Eggman non sospetti nemmeno che ci siamo ritrovati, quindi sarà impreparato quando vi unirete all'attacco. Saremo la vostra arma segreta!-
-Odio ammetterlo, ma hai ragione.- commentò Shadow con espressione irritata. -Hai sentito, Omega? Noi entreremo solo al segnale di Sonic.-
-Affermativo.- rispose il robot caricando il cannone.
-Allora siamo d'accordo. Al mio segnale entrerete e attaccherete il robot tutti insieme!- disse Sonic.
-Roger!- rispose Espio ancora invisibile.
-Chi è Roger?- chiese Eden.
-Lascia perdere Ed, andiamo- disse Knuckles trascinando via la sorella per un braccio; Sonic, Tails e Amy rimasero soli davanti alla porta.
-Ok, ragazzi. Che la festa abbia inizio!-
 
Il dr. Eggman ghignò vedendo il portone aprirsi con un'esplosione causata da quello che aveva l'apparenza di essere un proiettile blu cobalto. Dopo un secondo Sonic the Hedgehog era tornato al vertice della formazione che formava con Tails e Amy.
-Chi non muore si rivede, eh Sonic?- lo salutò il dottore con tono canzonatorio.
-Ormai dovresti sapere che noi ricci abbiamo la pelle dura, doc. Non ti libererai di me tanto facilmente.-
-Non ne sarei tanto sicuro, sai mio odiato nemico?- continuò il dottore -Vedi, anche Shadow ha detto la stessa cosa, e ora è mio prigioniero! Forse gli risparmierò la vita, in fondo è parte della mia famiglia, ma non sarò così clemente anche con voi.-
I tre gli riservarono un'occhiata scettica. Come Espio aveva giustamente immaginato, non gli era passato per l'anticamera del cervello che Shadow e Eden potessero essere fuggiti.
-Ok, quando avremo finito qui andremo a cercare la cosiddetta “forma di vita perfetta”! In fondo ho sempre saputo che Shadow è buono solo a parlare!- Sonic sapeva che il riccio nero lo aveva sentito e che probabilmente in quel momento si stava trattenendo dall'entrare nella stanza e dimostrargli che si stava sbagliando di grosso solo perché sapeva che doveva far credere al dottor Eggman di non trovarsi lì in quel momento. Però sembrava quasi che quel giorno il mondo intero avesse davvero deciso di metterlo in ridicolo.
-Vedo che sei molto sicuro di te. Però mi chiedo se manterrai tutta questa sicurezza quando saprai le cose che ho scoperto durante questo mese... E credimi, sono cose molto interessanti, che sono accadute sotto il naso di tutti senza che praticamente nessuno se ne fosse accorto! Tranne una sola persona, che è stata prontamente ridotta al silenzio. Sai di chi sto parlando, no?-
-Espio...- mormorò Tails.
-Esattamente. Il camaleonte di quella squadra di detective ha riconosciuto in Eden una sua vecchia amica d'infanzia e ricordandosi della sua storia ha capito cosa stava succedendo! Volete sapere cosa aveva scoperto di tanto importante da dover costringere Eden a uccidere anche lui?-
Il gruppo tacque, nonostante sapessero quale era la rivelazione scottante di cui Eggman si vantava tanto.
-Aveva scoperto che Eden era la sorella di Knuckles, e che lui è sempre stato vivo per tutto il tempo con le sembianze di Lost! Per una volta è stato Knuckles a ingannare tutti noi, anche se è stato tutto pilotato da sua sorella! Davvero un bel colpo di scena, vero?-
Il gruppo reagì fissando Eggman con aria di sfida. Il gruppo rimasto nascosto fuori dalla porta stava iniziando a spazientirsi. Volevano entrare in azione il prima possibile e lasciarsi quella brutta storia alle spalle il prima possibile.
-A quanto vedo dalla vostra reazione avete scoperto il suo piccolo, sporco segreto... L'ho lasciato nella stanza dove Eden e Shadow si sono affrontati per permettervi di scoprirlo. Mi è sembrato brutto dover essere io a dirvelo, volevo che vi godeste questa bella sorpresa come me la sono goduta io quando ho scoperto il risultato dell'esame del DNA. Ancora una volta ha scelto di sacrificare la vita per un'altra persona! Si è fatto abbattere da Shadow per impedirgli di uccidere la sua adorabile sorellina, non è commovente? Anche se però non saprei se definire il suo atteggiamento eroico o idiota, dato che a quanto sembra la nostra cara mutante ha creato questo putiferio solo per farsi uccidere da Shadow.-
-Sta zitto, Eggman!- ringhiò Sonic, ancora memore del gesto di Knuckles che aveva dato inizio alla storia, mentre i due diretti interessati, che stavano ascoltando nascosti dietro la porta, erano trattenuti preventivamente da Shadow e da Espio.
-Non ascoltarlo. Resta concentrata e andrà tutto bene.- sussurrò Espio, che vegliava sulle due echidne invisibile come un fantasma.
-Il lato positivo è che almeno, impedendo al vendicatore di compiere la sua vendetta, l'echidna ci ha salvati tutti! Se Shadow avesse davvero ucciso Eden, il mondo sarebbe stato distrutto con lei. Devo ammettere che la ragazzina è stata molto astuta per orchestrare da sola un piano del genere senza alcun aiuto, ma non lo è stata abbastanza per impedire che le cose le sfuggissero inesorabilmente di mano come è invece successo! Eden era troppo attaccata al passato e ai suoi affetti per rendersi veramente conto del suo potenziale e per sfruttarlo appieno! Per lei nascere con un simile dono è stata una maledizione, ma non si è mai fermata a pensare che con i suoi poteri avrebbe potuto facilmente conquistare il mondo e dominare incontrastata sull'intero pianeta! Avrebbe avuto il potere di fare qualsiasi cosa desiderasse, ma non è mai arrivata a capirlo davvero! Però grazie alla mia creazione il potenziale del suo potere non andrà sprecato come ha fatto lei...-
-Chiudi il becco!- ripeté Sonic con un urlo. -Non hai alcun diritto di parlare in questo modo di cose che non puoi capire!-
Tutti gli occhi della sala puntarono sul riccio blu, che stava tremando per quanto era arrabbiato.
-Eden e Knuckles avranno fatto quello che hanno fatto, è vero, ma hanno avuto le loro buone ragioni: Eden voleva fare qualcosa di buono per il mondo e Knuckles voleva stare accanto a sua sorella, e nessuno può biasimarli per questo! A causa dei loro doveri rimarranno separati per tutta la vita senza che gli sia stato possibile esprimere la loro opinione a riguardo, e quello che è accaduto non ti dà il diritto di parlare in questo modo irrispettoso di loro e delle loro disgrazie! Non e non ti permetterò di usare il potere di Eden per scopi malvagi, non lo farò mai! Prima di conquistare questo mondo con qualunque diavoleria tu abbia creato dovrai passare sul mio cadavere!-
-Vedremo se avrai ancora voglia di obiettare dopo che la mia arma segreta ti avrà ridotto in poltiglia.- rispose il dr. Eggman con aria contrariata. Lo scienziato indicò il riccio blu, ed Eden e Knuckles sussultarono.
-Non avrà intenzione di...?-
-Vai a prenderlo, Egg-Matic 5000!- tuonò il dottore, concretizzando il timore delle due echidne.
Dalle tenebre emerse un robot che aveva lo stesso schema di colori di E-123 Omega, ma dalle sembianze di un Gizoide un pò più grande del normale; portava sul braccio sinistro il marchio del dr. Eggman e i suoi occhi rossi lampeggiavano mentre faceva una scansione completa delle tre forme di vita dinnanzi a lui. Dopo aver portato a termine l'analisi, il robot iniziò a liquefarsi sotto i loro occhi, e in un momento una copia perfetta di Sonic color grigio chiaro e dagli occhi rossi li fissava con aria di sfida.
-Eggman ha inserito le informazioni sul mio potere nel robot, e a quanto pare può già utilizzarlo con cinque smeraldi.- annunciò Eden con aria tetra. -Siamo fritti.-
-Wow. Gran bel numero di magia!- commentò Sonic applaudendo e fissando il suo avversario.
-Fossi in te non riderei. Per ora può solo copiare l'aspetto e le abilità dei suoi avversari, ma quando sarà equipaggiato con tutti i Chaos Emerald Egg-Matic 5000 avrà a sua libera disposizione l'intero potere del Chaos! Preparati, mio odiato nemico, la tua fine è vicina.-
-Questo lo vedremo, Eggman.-
-Sonic, no!- urlò Amy stringendogli forte un braccio.
-È alimentato da cinque Chaos Emerald, non ce la farai mai da solo!- lo avvertì Tails.
Nel momento in cui la riccia e il volpino si avvicinarono il robot avviò una seconda trasformazione, al termine della quale i suoi aculei erano più corti, le braccia più sviluppate e la coda di riccio era stata sostituita da due code di volpe.
-Questo non mi piace per niente- commentò Eden dal suo nascondiglio.
-Non dobbiamo lasciarci influenzare dalle sue abilità!- disse Espio, che ricomparve all’improvviso davanti a loro. Nonostante fosse ancora molto pallido sembrava essere davvero determinato a dare battaglia fino alla fine.
-Come mai sei ricomparso? Non volevi ricorrere all'effetto sorpresa?- chiese Eden con tono beffardo per poi tornare seria. -Non devi intrometterti. Stai già male, e devi conservare le poche energie che ti restano per cercare di stare meglio!-
-Non prima di aver dato a quel damerino la lezione che si merita per aver provato a fermarmi.- rispose lui continuando ad assistere alla battaglia. -E se davvero ha già parte dei tuoi poteri immagino che l'invisibilità sarà inutile con lui.-
Egg-Matic 5000 si scagliò all'attacco con una velocità tale da cogliere alla sprovvista persino Sonic, che afferrò i due amici per spostarli dalla traiettoria del robot solo un secondo prima che il pugno del robot crepasse il pavimento d'acciaio su cui si trovavano.
-Ok, forse ho fatto un pò male a sottovalutarlo- ammise Sonic, per poi trovarsi improvvisamente investito dal robot, che lo scagliò con forza contro la parete; Amy vendicò l'attacco subito dal riccio blu lanciando il martello contro Egg-Matic, che venne colpito in pieno e finì incastrato nella parete a sua volta. Il robot imbizzarrito si scagliò immediatamente sulla riccia rosa, ma Tails riuscì ad afferrarla per le braccia e a sollevarla in volo prima che l'automa potesse ghermirla, e Sonic approfittò del momento di confusione per scagliarsi con un'azione rotante che fece schiantare il robot contro il muro per la seconda volta.
-Questa sarebbe tutta la potenza del Chaos? Mi aspettavo di meglio!- commentò Sonic, deluso dalla facilità con cui lui e Amy erano riusciti a contrastarlo fino a quel momento.
-Non credere di essere in grado di sconfiggermi, ragazzino! Non hai ancora visto niente!- disse l'automa, lanciandosi su di Amy con un azione rotante identica a quella di Sonic. Se il riccio blu non fosse stato dotato della velocità supersonica a cui doveva il suo nome la riccia sarebbe stata colpita senza via di scampo. Però, inaspettatamente, la palla iniziò a roteare in un senso diverso rispetto a quello con cui aveva colpito il terreno e si lanciò sui due ricci in fuga con la stessa velocità di un proiettile. Sonic e Amy finirono lunghi distesi a terra quasi senza sapere come ci fossero arrivati. L'Egg-Matic cercò di colpire il riccio ancora a terra calpestandolo con il piede, ma fu afferrato alle spalle da Tails, che lo sollevò in volo lontano da Sonic.
-Non ti hanno mai insegnato che non si colpiscono le signore e gli avversari alle spalle, razza di codardo?- tuonò la volpe, lasciando la presa ad una distanza considerevole dal suolo. Il robot ghignò mentre iniziava a far ruotare le due code esattamente come stava facendo Tails in quel momento, e in breve tempo si portò alla sua stessa altezza.
-Cosa ti prende, mocciosetto? Credevi davvero che non avessi capito come fai a farle funzionare?- chiese il robot subito prima di distendere le sue braccia come se fossero state delle fruste, colpendo in pieno la volpe. Tails si ritrovò a precipitare al suolo, ma per sua fortuna Sonic riuscì ad afferrarlo al volo prima che si sfracellasse. Ovviamente l'Egg-Matic aveva cercato di colpirlo prima che lo facesse, ma Amy era riuscita a impedire alle sue braccia estendibili di raggiungere Sonic grazie al suo martello. A quella vista Knuckles non riuscì più a trattenersi e corse immediatamente sul campo di battaglia fra lo stupore generale. L'echidna salì di corsa sulle braccia del robot e lo colpì con un poderoso pugno in testa approfittando della sorpresa che la sua apparizione improvvisa aveva causato.
-Cosa?!- urlò Eggman, completamente impreparato per l'arrivo di nuovi avversari.
-Adesso, ragazzi!- chiamò Sonic.
In un secondo Eden si scagliò a spada sguainata contro il robot appena caduto a terra, che tuttavia evitò il colpo spostandosi verso destra; lì tuttavia venne scagliato lontano da un montante di Knuckles che lo portò nella direzione opposta, dove venne colpito in pieno da uno degli shuriken giganti di Espio, che lo spedì verso Shadow. Il riccio nero lo colpì con un'azione rotante che lo fece capitombolare a terra.
-Non è possibile!- urlò Eggman alla vista di quei nuovi arrivati e indicò Eden e Shadow senza smettere di tremare. -Voi due dovreste essere in trappola!-
-Come hanno fatto a liberarsi?!- chiesero Decoe e Bocoe a una sola voce.
-Di che vi stupite, voi stessi avete avvertito il dr. Eggman poche righe fa!- fece loro notare Bokkun.
Il dottore li ignorò e puntò il dito contro Knuckles. -Tu dovresti essere morto!- poi lo rivolse contro Espio. -E... E tu non dovresti nemmeno essere qui!-
Espio alzò un sopracciglio, ma si disse immediatamente che era ovvio che lui pensasse che non poteva essere lì in quel momento dal momento che lo aveva fatto sedare. Il camaleonte si mise in posizione d'attacco, e gli altri lo imitarono subito dopo.
L'Egg-Matic 5000 incurvò i pochi connotati del suo volto in un sorriso ironico e cambiò nuovamente aspetto: nel momento in cui si fecero avanti tutti i suoi avversari organici assunse un nuovo aspetto che serbata le caratteristiche peculiari del riccio nelle gambe, mentre la parte superiore del corpo era quella di un'echidna  e mantenne le due code di volpe di Tails. Una combinazione perfetta e letale di forza e velocità, con in più la caratteristica di volare. Il che poteva essere un bel problema, come aveva dimostrato affrontando Tails in volo poco prima.
-Tutti-i-robot-di-Eggman-devono-essere-eliminati!- dichiarò Omega prima di sparare all'impazzata contro il robot, che assorbì tutti i proiettili per poi rispararglieli contro a sua volta. Il robot uscì indenne grazie alla sua corazza, ma Egg-Matic era troppo preso a fissare Knuckles e Eden per accorgersene.
-E così siete ancora vivi.- mormorò il robot con una voce pacata, anche se artificiale -Allora è proprio vero che i buoni non muoiono mai.-
-E che i cattivi perdono sempre!- completò Eden.
-Ah-ah! Errore!- disse il robot agitando il dito in segno di diniego. -Forse era vero fino ad oggi, ma dopo che vi sarete confrontati con me non sarà più così. Preparatevi ad assaporare la vostra disfatta!-
Sonic ghignò. -Chissà perché dite tutti così e alla fine diventate un ammasso di rottami!-
-Taci, riccio: quando avrò tutti e sette i Chaos Emerald io sarò completo e niente e nessuno potrà più fermarmi! Nemmeno tu!-
Egg-Matic 5000 sparì alla vista, allarmando tutti i presenti, confermando il sospetto che nonostante le apparenze era riuscito a prendere qualcosa anche da Espio. Tutti si guardarono intorno per tentare almeno di localizzarlo, ma quando la sua vittima designata se lo trovò davanti era già troppo tardi.
Knuckles cadde a terra con il respiro mozzato per un colpo improvviso e una strana sensazione di freddo che prendeva una buona parte del torace; sentiva delle urla confuse intorno a sé, e appena aprì gli occhi vide cosa le aveva provocate: il bagliore rossastro che proveniva dalla mano del robot. L'echidna abbassò lo sguardo verso il proprio petto e vide il tremendo squarcio che lacerava il giubbotto fin dentro la tasca interna all'imbottitura... vuota.
-Ridammi subito quello smeraldo!- tuonò appena realizzò cosa aveva fatto il robot.
Egg-Matic fissò la pietra con quella che a una prima occhiata sembrava curiosità. -Intendi questo smeraldo? Lo stesso smeraldo che il pipistrello ti ha affidato perché non finisse nelle mani di Eggman o di tua sorella, vero? Potrai dirle di aver mantenuto la parola data quando vi rivedrete all'altro mondo, dato che ora è finito in mano mia e non lo avrà mai nessun altro!-
Knuckles impallidì visibilmente.
-Esatto Knuckles, le mie telecamere sono riuscite ad entrare nel rudere in cui tu e il camaleonte vi siete rifugiati quella notte. Vi abbiamo spiato per tutto il tempo e abbiamo visto tutto! Una bellissima scena, non c'è che dire... Peccato solo che tu non vivrai abbastanza a lungo per goderti altri momenti con la tua bella!-
Il robot evitò il montante di Knuckles appena in tempo, e lo scagliò contro la parete colpendolo al petto con un calcio. Eden e gli altri corsero a sincerarsi delle condizioni dell'echidna, rimasto tramortito dall'impatto, senza prestare attenzione al robot che iniziò a integrare il sesto Chaos Emerald nei suoi sistemi fra le risate sguaiate di Eggman.
-Ottimo lavoro, mio buon Egg-Matic, hai stupito anche me con la tua innata perfidia! Il tuo è un padre orgoglioso!- gongolò Eggman prima di rivolgersi alla sua nemesi storica -Ora ho sei Chaos Emerald, Sonic the Hedgehog. Se tieni alla tua vita, o alla vita di ogni singola persona in questa stanza, ti consiglio di consegnarmi l'ultimo smeraldo senza opporre resistenza!- minacciò il dr. Eggman, ormai certo della vittoria. Sonic lo fulminò con lo sguardo e si preparò ad attaccare di nuovo il robot.
-No dottore, i Chaos Emerald sono in MIO possesso!- Tutti si voltarono verso il robot senza nascondere lo sconcerto e la preoccupazione che quella rivelazione improvvisa aveva gettato su tutti loro.
-Cosa stai dicendo, Egg-Matic? Non starai osando ribellarti al tuo creatore!- tuonò il dr. Eggman.
-Data la situazione direi proprio di sì.- affermò Egg-Matic 5000. -Fino ad ora mi sei stato molto utile, dottore: senza di te mi sarebbe stato impossibile potenziarmi fino ad ottenere i poteri della mutante qui presente, ma mi servivi solo per questo. Ora non ho più bisogno di te. Che senso ha farmi comandare a bacchetta da un essere insignificante, anche se con un incredibile intelletto come te, se ho nelle mie mani il potere di un dio? Con il potere dei Chaos Emerald dalla mia parte sarò inarrestabile, e il mondo dovrà inchinarsi dinnanzi a me! E quando otterrò l'ultimo Chaos Emerald la mia ascesa potrà avere inizio! Muhuhahahahaa!-
La risata fredda e glaciale del robot fece venire i brividi a tutti loro; subito dopo Egg-Matic 5000 tornò ad essere invisibile e ad aggirarsi indisturbato nella stanza alla ricerca della sua prossima vittima.
Shadow guardò negli occhi Sonic, che gli rispose con un gesto d'intesa; allora il riccio nero estrasse dagli aculei il Chaos Emerald blu che Sonic gli aveva dato nel corridoio, l'ultimo rimasto nelle loro mani.
-Chaos Spear!- urlò lanciando una serie di acuminate lance di energia luminosa. Tutti quanti si abbassarono per non essere colpiti tranne il robot impazzito, che tornò visibile dopo essere stato colpito in pieno e cadde a terra. Shadow fece qualche passo verso la sua vittima per capire se lo avesse distrutto o no. Sembrava proprio che avesse smesso di funzionare, anche se gli sembrava impossibile che un avversario dotato di quella forza distruttiva si sarebbe fatto abbattere in quel modo.
-Shadow, è...?- chiese Amy Rose alzandosi in piedi.
-State indietro!- tuonò il riccio nero continuando a fissare il corpo esanime. Sembrava che il colpo non avesse inferto danni, a una prima vista, ma forse poteva aver fritto i suoi circuiti interni, tramortendolo. Shadow non sapeva cosa pensare: se davvero era stato tramortito era il momento i attaccarlo, non avrebbe avuto altre occasioni.
Fissò intensamente la pietra nella propria mano sinistra e lasciò che la sua immensa energia penetrasse nel suo braccio; si inginocchiò accanto a Egg-Matic e sollevò il pugno che stringeva la gemma, pronto a fracassare la testa dell'automa. Quando lo abbassò con tutta la sua forza per porre fine alla minaccia sentì qualcosa di freddo e duro bloccargli la mano, seguito da una fortissima pressione. Shadow urlò sentendo le proprie falangi scricchiolare pericolosamente e lasciò cadere il Chaos Emerald che fu afferrato al volo dal robot.
-Grazie del regalo.- disse l'automa al riccio che si teneva la mano ferita stringendo i denti per il dolore -Non ricordi? Sono alimentato da sei Chaos Emerald, il tuo attacco non mi ha fatto nemmeno il solletico!-
-Maledetto bastardo...- gemette Shadow in risposta alla risata di scherno del robot.
Espio cercò di far cadere l’Emerald dalle mani del robot lanciandogli contro una serie di shuriken, ma il robot le afferrò al volo con l’altra mano e ad una sua leggera pressione queste divennero polvere. Il camaleonte non ebbe modo di stupirsi della cosa che immediatamente si ritrovò il robot davanti.
-Bel tentativo, ninja.- commentò il robot con tono di scherno afferrandogli il braccio che aveva lanciato le armi e rigirandoglielo. Lo schiocco che provenne dall'arto fu attutito solo dall'urlo di dolore che Espio lanciò nello stesso momento. -Mi hai davvero sorpreso. Non credevo che tu saresti arrivato fin qui con le tue sole forze, credevo che il sedativo che ti avevo iniettato ti avrebbe tenuto buono per molto più tempo... Se non ti avrebbe addirittura ucciso! Si vede che con te dovrò ricorrere ai buoni vecchi metodi!- gli disse prima di colpirlo in faccia con un pugno. Il ninja, già indebolito a causa della febbre e ancora stordito per il dolore al braccio, non ebbe modo di evitarlo. Il suo corpo ondeggiò paurosamente prima di crollare a terra con il naso sanguinante e gli occhi semiaperti. Amy e Tails accorsero immediatamente al suo fianco, ma Espio non riprese conoscenza nonostante i loro richiami.
Fu in quel momento che Eden non ci vide più dalla rabbia e si lanciò all'attacco del robot.
-Maledetto, ti pentirai di quello che hai fatto qui oggi!- tuonò l'echidna mutante. Quando Egg-Matic alzò lo sguardo, l'unica cosa che vide fu la lama di Eden che gli saettò davanti agli occhi. Dopodiché la testa decapitata del robot rotolò a pochi metri di distanza, per poi risollevarsi e riunirsi al resto del corpo.
-Ho i tuoi stessi poteri, ragazzina: le armi mortali non possono uccidermi!- disse il robot, ridacchiando per il tentativo di Eden, prima di sollevarla per un braccio e scagliarla lontano investendo Shadow nella traiettoria. I due atterrarono accanto a Knuckles, che non aveva potuto fare altro che assistere impotente alla scena dopo essersi ripreso dal brutto colpo di poco prima.
Sonic tremava dalla rabbia. -Chi diavolo ti credi di essere per trattare così i miei amici?-
-Chi credo di essere io... o chi si credono di essere loro?- chiese sprezzantemente il robot -Se mi avessero consegnato spontaneamente gli smeraldi nelle loro mani questo non sarebbe successo!-
-Tu sei niente! E io non ti permetterò di conquistare il mondo!- dichiarò solennemente il riccio blu.
-E nemmeno io!- disse Shadow schierandosi accanto a Sonic.
-E nemmeno noi!- concluse Eden schierandosi accanto a loro insieme a Knuckles.
Egg-Matic 5000 guardò i suoi quattro avversari ridendo. -E così voi quattro pulci vorreste osare ribellarvi all'essere supremo? Tentativo patetico, ma perché no? Potrebbe essere divertente sentire le vostre suppliche per aver salva la vita nel momento del mio trionfo! -
Il quartetto ringhiò. Il robot iniziò ad assorbire il settimo Chaos Emerald e Sonic si scagliò contro di lui con un azione rotante per tentare di interrompere il processo, ma fu immediatamente respinto da un campo di energia invisibile. Quando l'assorbimento fu completato il robot sprofondò nel pavimento.
-E adesso?- chiese Tails fissando il punto in cui il robot era scomparso.
-Forse è meglio tornare verso il ponte esterno, Tails. Ho un gran brutto presentimento!- disse Knuckles, e sentendo le loro parole tutto il gruppo iniziò a correre verso l'ascensore per raggiungere il primo piano il prima possibile. Furono costretti a fare due viaggi per via del peso totale delle persone che dovevano usarlo, ma fortunatamente riuscirono a raggiungere tutti il primo piano prima che l'intera base aerea iniziasse a tremare minacciosamente e le luci rosse che indicavano lo stato di emergenza iniziassero a tremare.
-Oh no! Egg-Matic deve aver distrutto i motori!- piagnucolò Eggman -Il mio povero Egg-Apocalypse!-
-Te lo meriti dopo quello che ci hai fatto passare, Eggman!- lo rimproverò Knuckles.
-E tu allora, hai inscenato la tua morte per lavorare per me?-
-Era per proteggere mia sorella e il Master Emerald dalle tue sporche manacce!-
-Scusate signori, ma vorremmo farvi notare che stiamo precipitando!- urlarono a una sola voce Decoe e Bocoe.
-Stiamo per schiantarci!- piagnucolò Bokkun.
-Dobbiamo raggiungere il Tornado al più presto.- disse Tails -Ma ci sono solo due posti! Sarà impossibile trasportare tutti quanti!-
-Però noi quattro potremmo fuggire sul mio Egg-Drive- gli fece notare Eggman.
-Ma alcuni di noi rimarranno senza vie di fuga! Espio... Lui ha bisogno di cure mediche immediate!- urlò Tails fissando il camaleonte privo di sensi fra le braccia di Omega in preda al panico. -Non risponde agli stimoli e la febbre sta peggiorando!-
Eden si portò una mano sul viso. -Quel camaleonte è un idiota. Ma almeno è vivo?-
-Sì.- disse Amy. -Potrebbe essere solo svenuto a causa del colpo subito, ma non risponde. Non saprei dire se sia normale o meno.-
-Dal momento che gli sta anche salendo la febbre non c’è da escludere che potrebbe cominciare a delirare appena riprenderà conoscenza.- notò lei, accarezzandogli la fronte. Il camaleonte diede finalmente dei segni di vita, anche se sembrava essere molto disorientato.
-Espio! Non ti preoccupare, stanno per portarti da un dottore. Andrà tutto bene, guarirai presto!- cercò di rassicurarlo lei. Lui non diede nemmeno segno di averla sentita o di aver capito quello che stava cercando di dirgli.
-Tails, facciamo così: tu, Amy e Espio fuggirete a bordo del Tornado trascinandovi Omega come all'andata, il dr. Panzone fuggirà con i suoi tirapiedi come ha detto prima e noi quattro restiamo qui ad affrontare il cavaliere in armatura scintillante con il complesso di Dio qui presente.- propose Sonic.
-Sonic, no!- urlò Amy sull'orlo delle lacrime -Quel robot è troppo forte, non ce la farete mai!-
-Lo so, ma dobbiamo almeno provare.- disse il riccio blu guardandola negli occhi e prendendola per le spalle. Improvvisamente il pensiero che forse non l'avrebbe più rivista balenò nella sua mente, così come tante altre volte era accaduto nel corso della storia. Avrebbe voluto dirle qualcosa per confortarla, rassicurarla che sarebbe tornato tutto d'un pezzo, ma nemmeno lui ne era molto convinto.
-Amy ascolta, se esco vivo anche stavolta ti invito a cena fuori. Solo tu ed io, che ne dici?- disse alla fine.
La riccia rosa aveva le lacrime agli occhi. -Sì, per me va bene. Cerca di tornare intero.-
-Anche tu. Resta viva- disse lasciandola andare e correndo in direzione dei suoi compagni. Amy lo guardò per l'ultima volta prima di seguire Tails e Omega, che trasportava un Espio semicosciente.
-Devi tornare.- cominciò a farfugliare il camaleonte, anche se non si capiva se si stesse effettivamente rivolgendo a qualcuno o se stesse minimamente capendo cosa stesse succedendo intorno a lui. -Non deve succedere niente di male!-
Tails lo guardò, allarmato. Amy alzò le spalle. -Eden aveva detto che probabilmente avrebbe iniziato a delirare una volta che avrebbe ripreso conoscenza.-
I due ricci e le due echidna sfrecciavano a tutta velocità lungo i corridoi, nonostante le luci che funzionavano a intermittenza e l'instabilità del terreno; la loro destinazione era la sala macchine, dove evidentemente il robot si trovava e dove era anche stato collocato il Master Emerald. Sonic e Shadow avrebbero potuto raggiungerla in un battito di ciglia, ma siccome dovevano stare alle indicazioni di Knuckles che era leggermente più lento di loro non potevano permettersi il lusso di usare il massimo della loro velocità supersonica. Eppure ogni secondo era prezioso: se non avessero raggiunto il robot prima che la base aerea precipitasse per loro sarebbe stata la fine. O forse no, dato che Eden avrebbe potuto salvarli grazie ai suoi poteri. Che al momento non funzionavano un granché bene.
-Eden, è tutto a posto?- chiese Knuckles quando ormai erano relativamente vicini alla sala motori.
-Sì, però è strano: non sento alcuna attrazione elettromagnetica.- rispose Eden.
-Forse l'assenza di Chaos Energy nel tuo corpo sta falsando la tua percezione- azzardò Shadow.
-Però nemmeno io sento qualcosa.- disse Knuckles prima di essere fermato da un'esplosione improvvisa, provocato dal violento impatto con la parete di sette pietre colorate dall'aria familiare.
-I Chaos Emerald sono stati prosciugati della loro energia.- annunciò Sonic prendendo in mano la pietra blu priva della sua consueta luminosità. I quattro guardarono fuori dalla finestra e quello che videro li lasciò senza fiato.
Là fuori, davanti a loro, c'era un enorme drago di metallo grigio e rosso dalle rifiniture dorate, i cui grandi occhi rossi li scrutavano minacciosi. E sul suo petto brillava un enorme pietra verde dal diametro di almeno tre metri.
-Ecco dov'è finito il Master Emerald.- annunciò tetra Eden.
Il drago rise. -Muhuhahahahahaa! Voi sciocchi ora morirete per aver osato sfidarmi! Ammirate l'alba di nuova era! L'era di Final Dark Mechatron! Muhahahahahahahahaa!-
I quattro rimasero paralizzati dall'orrore nel realizzare di essere davvero in un mare di guai e che forse stavolta non c'era un modo per uscirne.

 
 



 
Angolo dell’Autrice già stufa delle vacanze estive:
Tutti: Siamo morti! O____O
Au: Smettetela di fare quella faccia, state diventando monotoni!
Kn: Tu ci fai capitare le peggiori disgrazie che potrebbero succedere una dopo l’altra come se fossero niente e non fai una piega! Prendi me, sei riuscita ad uccidermi e a resuscitarmi già due volte!
Au: Una volta eri solo svenuto! U_U
Ed: E basta anche pensare al commento dell’utente che si è meravigliato che con la mia storia non fossi completamente impazzita!
So: La verità è che sei una sadica che sfoga tutto il suo sadismo su di noi!
Au: Me lo dicono in molti! ^.^
Sh: E non fai mai una piega?
Au: Se dessi peso a tutto quello che la gente mi dice di solito avrei smesso di vivere già da un pezzo! U_U
Es: L’Autrice ha espresso un pensiero profondo. Sono sorpreso.
Au: Voi non avete la minima idea di cosa vi aspetta...
So: E dato quello che ci hai fatto passare qui non voglio nemmeno saperlo! O_O
Au: Nessuno vorrebbe. Dato che il tempo stringe chiudiamo subito qui l’angolo.
So: Di già? O_o
Au: Sono in vacanza, e quando sono in vacanza divento una persona socialmente fin troppo impegnata. Ringrazio di cuore tutte le persone che leggono e commentano la storia e quelle che hanno inserito la storia fra le preferite (Marta1493, blueskyismylife, PiccolaCelebi, f9v5, Marty Fantasy, Polly98, Xelfilia e shinichi e ran amore), le seguite (EleNeiro, fenicex8, Polly98, Amartema, MartixHedgehog, Marta1493, Marty Fantasy, Phantom13, PiccolaCelebi, mendoza95 e Xelfilia) e le le ricordate (Xelfilia, blueskyismylife e Polly98). Ci sentiamo al prossimo capitolo, sperando che non impazzisca del tutto prima di allora! ^.^/

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Capitolo 16
*** Capitolo 15: Qualunque cosa accada ***


Eden sbatté violentemente i pugni per terra imprecando sonoramente, mentre Sonic e Shadow non riuscivano a staccare gli occhi dalla creatura.
-Fantastico. Come ci liberiamo di quel mostro senza l'aiuto degli smeraldi?- chiese il riccio blu.
-Aveva pensato proprio a tutto... Prima ha assorbito il potere dei Chaos Emerald, poi se n'è liberato per usare il Master Emerald come nuova fonte di energia.- mormorò Shadow stringendo la pietra viola come se avesse voluto frantumarla.
-Così non solo sarà impossibile attaccarlo anche per Eden, ma non potrò nemmeno riattivare i Chaos Emerald... Dannazione!- urlò Knuckles tirando un pugno contro la una parete. Improvvisamente abbassò lo sguardo e notò che il Chaos Emerald rosso giaceva ai suoi piedi, privo della consueta luce che lo caratterizzava. Lo raccolse senza pensarci, come se una forza invisibile lo stesse chiamando attraverso la pietra, e fissandola si ritrovò a pensare a tutte le circostanze che l'avevano portata nelle sue mani. E inevitabilmente pensò a Rouge, che in quel momento si trovava su un letto d'ospedale inconsapevole di tutto quello che stava per accadere. Almeno lei era al sicuro dalle grinfie di quel mostro, ma, Knuckles lo sapeva, per lei non era comunque una consolazione. Lei era ancora convinta che lui fosse morto, che Eden lo avesse ucciso, che fosse tutto finito, mentre invece era ancora lì, ancora vivo e sul punto di affrontare la sfida più impegnativa della sua vita. E non aveva alcuna intenzione di perdere.
-Ma ci sarà sicuramente un modo. Deve esserci!- urlò Eden rialzandosi in piedi. -Che fate di solito in queste situazioni?-
-Usiamo il potere dei Chaos Emerald per potenziarci. Ma stavolta non possiamo fare molto...- spiegò rapidamente Sonic raccogliendo lo smeraldo verde, che era privo di luce esattamente come gli altri. -L'unico che potrebbe fare qualcosa per riattivare i Chaos Emerald è tuo fratello, ma senza il Master Emerald non può fare niente nemmeno lui.-
-Mi stai forse dicendo che siamo condannati?-
Il riccio blu chiuse gli occhi e si adagiò alla parete in un gesto casuale, ma la sua espressione tradiva quanto fosse preoccupato in realtà. -Finché c'è vita c'è speranza, Eden. Ma in questo caso non ci vuole speranza, ci serve un miracolo!-
Shadow strinse convulsamente i pugni. -Non può finire tutto così... Io non ho alcuna intenzione di sedermi qui e aspettare la morte! Affronterò quel mostro, anche se dovessi ucciderlo a mani nude!-
-Nemmeno io.- disse Knuckles ridestandosi dai suoi pensieri stringendo ancora più forte lo smeraldo nelle sue mani. -Non ho fatto tutto questo casino solo per essere distrutto da una macchina impazzita! Non so voi, ma io mi riprenderò il Master Emerald e riporterò a casa la pelle, non mi importa a che prezzo. Non ho alcuna intenzione di affondare con questa fortezza senza lottare!-
-Credete davvero che non voglia distruggere quel mostro di metallo?- chiese retoricamente Sonic riaprendo gli occhi. -L'unico modo per indebolirlo sarebbe separarlo dal Master Emerald, ma è impossibile con i nostri mezzi. Avete visto cosa accadrebbe se provassimo ad attaccarlo, ci respingerebbe come granelli di polvere. Ed aveva solo sei smeraldi! Forse solo Eden potrebbe avere qualche possibilità di batterlo in questo stato!-
-Nemmeno io potrei farlo. Il Master Emerald mi distruggerebbe se mi avvicinassi troppo.- gli rivelò l'echidna.
Sonic accolse la spiegazione con stupore. -Non ci sposso credere... Quindi è in una botte di ferro! Non possiamo batterlo!- Il corpo del riccio blu tremava per la rabbia e per il desiderio di agire represso.
Eden sospirò e raccolse i tre Chaos Emerald rimasti da terra. -Il mito dice che se riuniti i sette smeraldi creano un miracolo. Sono tutti qui, ma io non vedo alcun miracolo... Non vedo proprio niente! Ho sempre desiderato avvicinarmi a queste pietre senza il timore di ferirmi, ma non in questo modo. Non in questo modo.-
Per la prima volta in vita sua l’echidna desiderò essere potente. Per la prima volta Eden si stava sentendo debole e indifesa, mentre lei sapeva che se avesse voluto avrebbe potuto cambiare le carte in tavola. Fino a poche ore prima era una specie di dea scesa in terra, e in quel momento era solo una ragazzina in lacrime, disperata come tutti i suoi compagni. Lei avrebbe voluto vivere, avrebbe voluto che il mondo non fosse distrutto, ma non sapeva come fare per risvegliare i suoi poteri. Dovevano essere ancora dentro di lei da qualche parte, ma non riusciva più a farli emergere. E quei poteri dovevano emergere, lì e in quel momento.
-Vorrei avere la forza per far avvenire questo miracolo io stessa.- sussurrò lei, come se qualcuno avesse potuto sentirla. -Il mio corpo è tenuto in vita dalla Chaos Energy, e io vorrei che questa Chaos Energy tornasse alla fonte e che riportasse queste gemme al massimo della loro potenza. Non so cosa mi succederà, ma non mi importa nemmeno saperlo. Qualunque destino è migliore di quello che subiranno gli abitanti di questo mondo se quella bestia non verrà fermata.-
Eden alzò finalmente la testa. Era in lacrime, ma la sua espressione era più determinata che mai nonostante il suo corpo stesse tremando convulsamente per la rabbia e la frustrazione di non potere fare altro che appellarsi alla creatura che aveva passato la vita a odiare.
-Chaos, non so se riesci a sentirmi, ma credo che dopo tutto quello che ho passato e che ho fatto a causa di questo mio dono dovrei meritare questa possibilità di riscattarmi, no? Mi dispiace che siamo arrivati a questo punto. Volevo solo fare del bene, e invece con le mie azioni ho rovinato tutto. Ho provato a distruggere le mie catene e a liberarmi di quella che sono veramente, con l'unico risultato che ora una creatura malvagia ha in mano la chiave del potere del Chaos, e ora è libera di usarlo per distruggere il mondo. Se in qualche modo riesci a sentirmi, se in qualche modo sono anch'io sono degna di essere considerata una guardiana nonostante tutto quello che ho fatto, ti prego di esaudire la mia richiesta. Io non voglio niente, voglio solo che mio fratello e il mondo intero vengano salvati da questa creatura mostruosa. Ti prego... Ti prego, Chaos! Maledizione, rispondimi!-
Knuckles era sul punto di fermare il soliloquio privo di senso di sua sorella, quando si accorse che il suo corpo iniziò a brillare intensamente e che i sette Chaos Emerald stavano gradualmente recuperando il loro consueto bagliore. Le sette pietre stavano levitando intorno al corpo di sua sorella, che apparentemente sembrava non essersi accorta di nulla.
-Eden...?- farfugliò lui, confuso. La ragazza alzò lo sguardo e notò anche lei quello strano fenomeno che si stava verificando.
-Ma cosa sta succedendo?- farfugliò l'echidna, confusa.
-Credo di saperlo: il tuo potere è pura Chaos Energy, e come tale può essere scambiato e utilizzato da tutti gli artefatti in grado di assorbire e rilasciare il potere del Chaos.- spiegò Shadow. -Non so cosa tu abbia fatto, ma sembra che stia funzionando. Gli smeraldi stanno recuperando l'energia di cui sono stati privati dal tuo corpo. E per questo possiamo usare anche noi il loro potere adesso.-
-E questo vuol dire che abbiamo ancora una possibilità di abbattere quel mostro! Quando si parla di miracoli...- esultò Sonic con un largo sorriso, sentendo rinascere la speranza mentre l'energia degli Emerald invadeva ogni fibra del suo corpo.
 
***
 
Tails cercava di allontanarsi dalla linea di fuoco il più velocemente possibile. Fortunatamente aveva previsto una situazione simile e aveva fatto il pieno al Tornado, ma non si sarebbe mai aspettato che le cose prendessero una simile piega: si era ritrovato completamente impreparato all'eventualità che i Chaos Emerald potessero essere recuperati dal nemico, che la sua arma segreta si sarebbe ribellata al suo creatore e che iniziasse a distruggere tutto senza alcun controllo, costringendo tutti ad una fuga improvvisa dalla base aerea di Eggman. Non pensava che sarebbe stato costretto a lasciare Sonic su quel relitto volante insieme a Knuckles, Eden e Shadow per dargli la possibilità di affrontare quel mostro che sembrava essere completamente impazzito. Si sentiva dannatamente impotente mentre si rendeva conto che tutto quello che poteva fare era guardare l'astronave da guerra di Eggman schiantarsi nel mare con i suoi amici ancora a bordo e pregare che in qualche modo se la cavassero anche senza il suo aiuto.
-Secondo te Sonic e gli altri stanno bene?- chiese un'ansiosa Amy Rose alla vista dell'astronave che scendeva sempre di più. Espio, fortunatamente per lui, era di nuovo svenuto poco dopo essere salito a bordo del Tornado e non aveva potuto assistere alle scene di distruzione a cui invece la volpe e la riccia erano costretti ad assistere.
-Staranno benone. In fondo se la cavano sempre in queste situazioni, e vedrai che stavolta non sarà diverso!- le rispose Tails, anche se in fondo nemmeno lui era del tutto sicuro della risposta; l'Egg-Matic 5000 era indubbiamente uno dei robot più forti che Eggman avesse mai costruito, e aveva messo in ginocchio tutti loro anche senza essere alimentato da tutti i Chaos Emerald. Tails non osava pensare a cosa potesse portare l'assorbimento dell'ultimo smeraldo. E non fu nemmeno costretto a pensarci più di tanto, dato che vide il risultato finale del lavoro del dottor Eggman davanti ai suoi occhi subito dopo.
-Oddio, cos'è quello?- chiese Amy alla vista del drago metallico, che improvvisamente si parò davanti a loro.
-Io sono Final Dark Mechatron, il futuro signore del mondo! Muhuhahahahaa!- la risata agghiacciante del drago fece accapponare loro la pelle.
-Tutti-i-robot-di-Eggman-devono-essere-eliminati!- dichiarò Omega, nonostante fosse appeso a un gancio metallico senza alcuna possibilità di attaccare.
-Oh, ma io non sono un robot di Eggman. Non sono più al livello di quei rottami!- da qualche parte Decoe, Bocoe e Bokkun starnutirono.
-Non importa cosa sei, Sonic e gli altri ti distruggeranno!- esclamò Tails senza mostrare alcuna paura. Era sicuro che nonostante quel robot fosse essenzialmente stato concepito per essere una macchina da guerra inarrestabile, e nonostante gli enormi poteri di cui era dotato, Sonic avesse una minima possibilità di sconfiggerlo. Era una possibilità molto remota, ma non voleva perdere quella flebile speranza.
-Sonic, Sonic, Sonic... Voi vi sentite tanto superiori solo perché avete il vostro adorato Sonic che vi difende e vi protegge qualunque cosa accada, vero? Vi affidate a voi solo perché sapete che senza di lui non siete altro che un ammasso di patetici pagliacci! So tutto di voi, il dottore si è documentato: il povero idiota che giace moribondo dietro di te aveva cominciato a lavorare come investigatore perché non era ben voluto dalla sua famiglia. Era solo come un cane prima di incontrare Knuckles e gli altri poveri idioti che sarebbero diventati i suoi colleghi, e tutti loro insieme sono diventati una perfetta combriccola di fenomeni da baraccone che insieme non fanno una sola cosa giusta!-
Espio mugugnò qualcosa nel sonno.
-E la ragazzina che in quel momento lo sta accudendo era soltanto una piccola fanatica che è arrivata ad immischiarsi in cose più grandi di lei pur di incontrare un piccolo idiota disinteressato che non la ricambierà mai, non importa cosa faccia! Ancora mi sorprende che non abbia ancora capito che le sue possibilità che lui inizi a ricambiare quello che lei prova sono equiparabili alle possibilità che ha un ghiacciolo di restare intero dentro un forno a microonde!-
Amy fulminò il robot con lo sguardo.
-E poi ci sei tu, un piccolo scherzo della natura che nessuno ha voluto finché non hai incontrato il futuro grande eroe che ti ha preso con te solo perché gli facevi pena! Siete tutti un branco di idioti e di falliti che avete bisogno del vostro centro focale per sentirvi realizzati, e oggi lo capirete nel peggiore dei modi! Sarete annientati, tutti quanti, e del vostro beneamato Sonic the Hedgehog non resterà nemmeno il ricordo!-
Il drago metallico creò immediatamente una sfera di energia dorata dalla bocca. Le persone a bordo non ebbero nemmeno il tempo di spaventarsi per essere sotto attacco che il mostro si voltò di scatto per scagliare la sfera contro l'Egg-Apocalypse; si sentì una tremenda esplosione e i resti contorti e bruciacchiati che rimanevano della base aerea di Eggman affondarono immediatamente nell'oceano.
-Sonic! No!- urlò Amy Rose a quella vista, scoppiando in un pianto disperato; Tails fissò il punto dove la nave era affondata senza parole per poter esprimere l'orrore che stava provando in quel momento.
Il drago invece provava una soddisfazione enorme nel vedere le loro espressioni distrutte e nel sentire le loro urla di disperazione. -Ora non fate più i gradassi, vero? Muhuhahahahahaaa!-
-Sai, se fossi in  te smetterei subito di fare il gradasso! Se ero io il tuo bersaglio mi hai clamorosamente mancato!-
Il robot smise di ridere, e si girò insieme al volpino e alla riccia rosa verso il punto da cui proveniva la voce: un riccio dorato dalle iridi rosse che stava sospeso a mezz'aria guardando il robot con il massimo del disgusto, insieme a un altro riccio dorato con striature rosse sugli aculei e un’echidna di un colore rosso più acceso del normale, tanto da sembrare quasi rosa che levitava allo stesso modo.
-Sonic! Ragazzi!- li chiamò Amy Rose, mentre le lacrime di disperazione si trasformavano in lacrime di gioia. E Tails era sollevato allo stesso modo.
-Ancora voi? Credevo di avervi precluso ogni possibilità di battervi!- esclamò il drago, sorpreso e seccato da quelle apparizioni improvvise.
-Sai com'è, bestione, anche noi avevamo la nostra piccola scorta segreta di Chaos Energy.- rispose emblematicamente Sonic. Amy si affacciò dall’aereo e notò uno strano globo di energia che fluttuava poco sotto di loro. Al suo interno erano visibili i sette Chaos Emerald completamente ricaricati che orbitavano intorno a un punto fisso. Espio alzò leggermente la testa per vedere.
-Eden...- sussurrò lui, ricadendo sulle gambe della riccia rosa con gli occhi chiusi, privo di forze. Amy dovette sforzare la vista per notare la figura dell’echidna a gambe incrociate dentro la sfera dorata.
Il riccio dorato rivolse la sua attenzione verso Tails. -Amico mio, ti suggerisco di allontanarti in fretta da qui, prima che scoppi il finimondo!-
Il volpino si ricordò della situazione e immediatamente spinse il Tornado a tutta velocità verso la terraferma, rimpiangendo un pò di stare per perdersi quella che sarebbe sicuramente stata una battaglia memorabile.
 
Il terzetto si precipitò immediatamente all'attacco del mostro di metallo con un colpo diretto, ma incredibilmente gli passarono attraverso come se fosse fatto d'aria.
-Ha il potere di rendersi intangibile, ma forse posso fermarlo!- disse Eden, che stava levitando a pochi metri dal mare insieme ai Chaos Emerald. La bolla galleggiò davanti al mostro e l'echidna sollevò le braccia verso il robot.
-Death Dimension!- urlò scagliando la sua onda paralizzante contro il mostro, che dopo pochi istanti rimase sospeso a mezz'aria, completamente paralizzato; Sonic, Shadow e Knuckles riprovarono ad attaccarlo, e stavolta tutti i colpi andarono a segno.
-Bel colpo!- commentò Sonic sentendo il ruggito dell'avversario, che in quel momento riuscì a liberarsi.
-Come sospettavo. Per lui la Death Dimension dura solo pochi secondi.- commentò l'echidna, tetra.
-Non importa. Ce li faremo bastare!- disse Sonic, ottimista. -Scagliare la Death Dimension è un dispendio di energie?-
-No, ma non ho mai provato a lanciarle in successione.- ammise lei. -Immagino che ci sia sempre una prima volta per tutto!-
-Immagini bene.- rispose il riccio dorato. -Rifallo quando sei sicura di averlo a portata di tiro.-
-Contaci!- disse lei, seguendo il robot e aspettando il momento giusto per bloccarlo. Era incredibile trovarsi lì in quel momento e sapere che in quel momento solo lei poteva aiutare Sonic, Shadow e suo fratello a sconfiggere quella mostruosità. Andava bene in quel modo: lei aveva indirettamente creato quel mostro e lei poteva distruggerlo, paralizzandolo per permettere agli altri di attaccarlo. Per la prima volta in vita sua era felice di essere potente.
All'improvviso il drago metallico cambiò direzione e partì all'inseguimento del Tornado e dei suoi occupanti. Tails se ne accorse e cercò di accelerare il volo del biplano verso la terra ferma, ma Final Dark Mechatron stava per raggiungerlo: non furono catturati solo perché Eden era riuscita a immobilizzare nuovamente l'avversario facendo così in modo che gli altri tre lo indebolissero con un'azione combinata, al termine della quale il robot riuscì comunque a scappare. Il robot non cambiò comunque obiettivo e provò di nuovo a inseguire il biplano, e stavolta provò pure ad abbatterlo con una sfera di energia. Shadow riuscì a mettersi in mezzo appena in tempo e respinse l'attacco, rispedendolo al mittente che ne fu colpito in pieno. Il drago meccanico ruggì di dolore e provò ad attaccare Shadow, che volò via dalla traiettoria del colpo a una velocità impressionante. Eden approfittò di quell'attimo di distrazione per paralizzare nuovamente il mostro, dando modo al Tornado di sparire alla vista e a Sonic, Shadow e Knuckles di attaccare il loro avversario.
-Non posso trattenerlo ancora a lungo, è troppo forte.- spiegò Eden mentre sentiva scendere il sudore per lo sforzo che le stava costando fare quello che per lei fino a quel momento era stato un semplice gesto. -Quanto tempo abbiamo?-
-Poco. Ma ce lo faremo bastare- fu la risposta pronta di Shadow.
La ragazza annuì e cercò di concentrarsi su Final Dark Mechatron come aveva fatto prima per immobilizzarlo un'altra volta, ma il robot se ne accorse e scagliò lontano la bolla in cui Eden e gli Emerald erano contenuti con la sua lunga coda.
-La pagherai, mostro!- urlò Knuckles osservando la sorella levitare sul pelo del mare sottostante e ringraziando che quello stato gli garantisse l'invulnerabilità totale.
-E così sei tu la ragione per cui gli altri riescono ad attaccarmi...- farfugliò il robot vedendo Eden levitare sul pelo dell'acqua senza prestare attenzione alle minacce di Knuckles. -Dovevo immaginarlo, dal momento che sei tu l'unica che possiede poteri simili ai miei. Solo tu puoi fermarmi. Non puoi essere distrutta, ma posso pur sempre renderti inoffensiva! Io e te diventeremo un solo essere!-
Il drago metallico si scagliò contro l'echidna a fauci spalancate, pronto a divorarla, quando un lampo dorato trascinò la ragazzina lontano dalla sua traiettoria.
-Oltre a essere megalomane sei anche un maleducato! Te l'hanno mai detto che le signore non si toccano?- lo canzonò Sonic portando via Eden dalle sue fauci.
L'echidna gli riservò uno sguardo scettico. -Sonic, nessuno qui ha mai rispettato questa regola!-
-Era per dire una frase a effetto!- si giustificò il riccio dorato.
Eden fissò Knuckles con aria interrogativa, ma ricevette come risposta solo un'alzata di spalle.
Il mostro cercò di evitare il contatto con Eden il più possibile per evitare di essere paralizzato dalla Death Dimension, e si rendeva intangibile ogni volta che Sonic, Shadow o Knuckles cercavano di attaccarlo, rendendo i loro sforzi di fermarlo completamente inefficaci. Ad un certo punto provò di nuovo a divorare Eden, e fu solo grazie alla prontezza di riflessi di Shadow che la ragazza non fu ingoiata. I quattro sapevano bene che presto la trasformazione si sarebbe esaurita e per quel motivo si riunirono a mezz'aria per organizzare la prossima mossa.
-Questo è davvero un osso duro. Ha capito che solo Eden può immobilizzarlo per il tempo sufficiente perché gli attacchi gli causino qualche danno, e per questo d'ora in poi cercherà di colpire principalmente lei.- sentenziò Sonic mentre si allontanavano dal drago che li stava inseguendo. -Dobbiamo dividerci in due gruppi: io e Knuckles lo attaccheremo frontalmente, ma sarà solo una distrazione per permettere a Eden di immobilizzarlo e a Shadow di colpirlo direttamente con un attacco efficace. Che ne dite?-
-Per me va bene.- rispose Eden. Shadow annuì con lei
L'unico che aveva un'aria davvero preoccupata era Knuckles. -Io non sono del tutto convinto. La trasformazione finirà presto, e di questo passo non riusciremo mai a sconfiggerlo prima che questa si esaurisca: dobbiamo separarlo dal Master Emerald, e solo io posso fare in modo che ciò accada.-
Sonic sospirò. -Credi davvero che il bestione ti lascerà lì fermo sospeso a mezz'aria a recitare tutta la formula per poi lasciare che tu lo separi dalla sua principale fonte di alimentazione?-
-Però è l'unico modo per distruggere definitivamente questo mostro! Eden, riusciresti a tenerlo completamente fermo per un paio di minuti?-
L'echidna scosse la testa. -Riesco a malapena a stabilizzare le sue molecole per attaccarlo.-
Knuckles abbassò la testa, privo del conforto dell'ultimo barlume di speranza che era emerso nella sua mente. -Facciamo a modo tuo, allora.-
Final Dark Mechatron continuava a sorvolare le nuvole inseguendo le sue quattro prede, quando improvvisamente vide apparire un lampo rosso e uno dorato che sfrecciavano a tutta velocità verso di lui; il drago meccanico li riconobbe e cercò di fermarli agitando le grandi ali, ridendo per la mancanza di buon senso che doveva averli portati ad attaccarlo così allo scoperto.
Sonic e Knuckles però non avevano alcuna intenzione di mollare, e aumentarono la velocità al massimo per evitare che il forte vento li spazzasse via; ma anche il drago non era intenzionato a cedere, così tentò di colpire i suoi avversari agitando la coda. Sonic riuscì a evitarla e a colpire il drago, ma Knuckles non fu altrettanto fortunato: l'echidna fu sparato in acqua con la potenza di una palla di cannone, e non rischiò di affogare solo grazie allo scudo invisibile che lo proteggeva.
Knuckles fissava la superficie dell'acqua farsi sempre più lontana, dalla quale si potevano chiaramente vedere i suoi compagni fronteggiare il drago, che riusciva a respingere tutti gli attacchi che Sonic e Shadow gli stavano scagliando contro: per la prima volta vedeva super Sonic e super Shadow in seria difficoltà, e se nemmeno loro potevano distruggere una bestia simile, nessun altro lo avrebbe fatto. Quel mostro andava distrutto lì e in quel momento, oppure il loro mondo sarebbe stato condannato. Knuckles sapeva che gli restavano solo pochi minuti, poi la trasformazione sarebbe cessata e sarebbero inevitabilmente caduti in mare. L'unica incognita era cosa li avrebbe uccisi prima, se l'oceano o il drago meccanico.
All’improvviso all'echidna venne un'idea e sorrise, anche se non in realtà aveva ben poche ragioni per farlo.
 
-Ma quanto ci sta mettendo Knuckles?- tuonò Sonic fissando il bagliore rossastro emesso dall'echidna sott'acqua, ormai ridotto a un quasi invisibile puntino rosso tanto era distante.
-A quest'ora doveva essere già risalito!- esclamò Eden, palesemente agitata per la sorte del fratello.
-Ragazzi, non ci sarà niente da temere finché saremo potenziati dagli smeraldi! Per il momento l'unica cosa che possiamo fare è cercare di fermare questo mostro!- urlò Shadow. Sonic e Eden annuirono a malincuore e si prepararono all'attacco.
In quel momento Knuckles riemerse dall’acqua e colpì il mostro meccanico alle spalle. -Chi non muore si rivede, eh?-
Il drago era esterrefatto. -Tu... Come osi attaccarmi alle spalle?-
-Bè, tu hai osato cercare di divorare mia sorella. Direi che ti sto restituendo il favore!- disse lui, penetrando in profondità nel corpo meccanico, attraversandolo da parte a parte. L’apertura aperta dall’intruso si rimarginò quasi subito; Knuckles ripeté l'attacco ancora una volta e il drago, spazientito, spalancò le sue fauci sull'echidna.
-Knuckles! Spostati di lì!- urlò Eden, sconvolta.
Ma non fu abbastanza rapido. Knuckles the Echidna fu inghiottito in un sol boccone dal drago meccanico sotto gli sguardi spaventati dei suoi compagni. Il suo ventre si illuminò di rosso per un istante, ma poi non accadde più nulla. I tre combattenti rimasti restarono paralizzati dall'orrore per un istante prima che Eden reagisse.
-No, Knuckles!- urlò lei facendo levitare la sfera che la conteneva verso il drago per cercare di salvare suo fratello; Shadow dovette piazzarsi davanti alla bolla per trattenerla.
-Non fare pazzie, Eden. Tuo fratello non lo vorrebbe- disse Sonic, cercando di calmare la ragazza.
Il robot meccanico invece scoppiò a ridere per quella che secondo lui non era altro che una scenetta patetica. -A quanto pare siete rimasti solo voi... Chi vuole essere il primo a raggiungere il rosso all'altro mondo?- chiese, avvicinandosi. -Forse proprio tu, ragazzi...-
-I servitori sono i sette smeraldi del Caos.-
Il robot si paralizzò all'istante con le fauci ancora spalancate. I tre combattenti rimasti alzarono lentamente lo sguardo e videro chi aveva appena pronunciato quelle parole. O meglio, cosa.
Una strana nebulosa rossa levitava dentro al petto del robot, in cui era incastonato il Master Emerald. E proprio da lì proveniva la voce che tutti stavano sentendo. All'improvviso divenne chiaro quale era il piano dell'echidna.
-Knuckles, questa è la cosa più folle e allo stesso tempo geniale che ti sia mai venuta in mente!- commentò Sonic, ammirato dal coraggio dimostrato dal suo amico. Sarebbe stato impossibile per lui recitare la formula all'esterno del robot dove sarebbe stato un facile bersaglio dei suoi attacchi, ma forse, se l'avesse recitata dall'interno, avrebbe avuto qualche speranza di uscirne indenne.
-Il Chaos è potere, potere arricchito dal cuore.-
-NO! Non ti permetterò di fermarmi, microbo!- Final Dark Mechatron tentò di fermare il guardiano prima che recitasse tutta la formula. Eden anticipò la sua mossa e lo immobilizzò in quell’istante, anche se lo sforzo che ci mise nel farlo la fece urlare di dolore. Sonic e Shadow si resero conto solo allora che la ragazza era sofferente.
-Solo tu puoi farlo...-
-Fermo dove sei. Non continuare se tieni alla vita della tua sorellina!- disse il drago all'improvviso. Dalle sue viscere Knuckles spalancò gli occhi per la sorpresa. Non urlò solo perché temeva che se lo avesse fatto la formula sarebbe stata interrotta.
-Non lo hai ancora capito? È lei che sta innescando la trasformazione, che mi sta impedendo di attaccarti, e per farlo sta consumando tutta la sua forza vitale. Appena avrai completato la formula io sarò distrutto, e tua sorella mi seguirà dritta all'altro mondo a causa del dispendio di energie che tutto questo le sta costando. Sta usando la sua forza vitale per ristabilire l'equilibrio della Chaos Energy, per annullare la mia forza distruttiva. Se tua sorella continuerà a mantenere la trasformazione morirà per il dispendio di energie, e il mondo non verrà nemmeno distrutto per questo, perché stavolta il suo sacrificio ripristinerà l'ordine originario del Chaos. I Chaos Emerald saranno di nuovo carichi, il Master Emerald anche, ma l'energia che tiene in vita tua sorella tornerà alla fonte nel processo e  lei perirà non appena verrà spogliata di tutti i suoi poteri! E tu non vuoi che tua sorella muoia, vero? Se mi lasci andare dividerò la mia energia con lei e le permetterò di continuare a vivere. Dipende tutto da te, echidna. Vuoi davvero completare la supplica?-
Nessuno poté vedere l’espressione di Knuckles, ma sicuramente era tutt'altro che allegra. E Sonic e Shadow erano tesi quanto lui nel sapere quale sarebbe stata la sua decisione. Doveva scegliere  se salvare sua sorella, l'unica famiglia che gli era rimasta, o il mondo intero come lo avevano conosciuto fino a quel momento. E nemmeno loro sapevano cosa sarebbe stato capace di scegliere.
-Non ascoltarlo.- disse Eden. La ragazza era al limite delle forze, ma si vedeva che era intenzionata a dare battaglia fino alla fine. -È vero, esiste la possibilità che io non sopravviva a tutto questo, ma a me non importa. Non mi importa perché sarete voi a sopravvivere. Se la mia vita è il prezzo da pagare per salvare il mondo da questa bestia sono pronta a pagarlo. So già cosa vuoi dirmi: “smettila di parlare in questo modo”, “questa è pura follia”, ... Ma per me non lo è. Io ero già preparata ad un epilogo del genere, fin dall'inizio. È la mia occasione, fratello, era questo quello che volevo. I tuoi discendenti non dovranno patire quello che abbiamo patito noi, e a me basta questo. Se cedessi al ricatto di questo mostro ti rimangeresti quello che mi hai detto prima: io e te siamo guardiani, abbiamo una missione da compiere. Tu come guardiano del Master Emerald devi impedire che il potere degli smeraldi venga usato per fare del male, e io come regolatore dell'energia del Chaos devo impedire che il potere più distruttivo che esista nell'universo possa essere usato per scopi malvagi. Che razza di guardiani saremmo se cedessimo a questo ricatto, Knuckles?-
La ragazza non poté vedere le lacrime che avevano cominciato a rigare le guance dell'echidna. Quella era l'ultima cosa che voleva fare, ma Eden aveva ragione, doveva farla anche se questo avrebbe significato perdere per sempre sua sorella. Era un prezzo troppo alto da pagare e lui trovava tutto questo inaccettabile.
Lei però sorrise. -Forse, però, esiste anche una minima possibilità che le cose vadano diversamente. Potrei anche sopravvivere, e in quel caso... In quel caso, fratellone, ti prometto che un giorno tornerò da te e che quel giorno tornerò per restare per sempre! Saremo due echidne normali e vivremo la vita che ci è stata negata fino ad oggi, nel bene e nel male! E se devo essere onesta, io spero che sia questo ad accadere. Non so come sia stato possibile ma Espio aveva ragione, l'ha sempre avuta. Io voglio essere libera e vivere insieme a te, e voglio avere questa possibilità con tutta me stessa! E se lo vuoi anche tu, allora devi finire questo mostro adesso, prima che le mie energie vengano completamente prosciugate! Ti prego, Knuckles. Termina la formula. Fallo per me.-
Ci fu un momento di silenzio che sembrò durare un’eternità. Nemmeno Sonic e Shadow sapevano cosa aspettarsi dopo un discorso del genere. Entrambi speravano che il desiderio di Eden di sopravvivere alla battaglia venisse esaudito, ma sapevano anche che probabilmente stava usando quella possibilità praticamente inesistente per spingere suo fratello a fare la cosa giusta. E forse per una volta Knuckles non si sarebbe fatto trarre in inganno.
-...Solo tu puoi farlo...-
Fu con enorme sollievo che i due ricci e l'echidna sentirono pronunciare quelle parole. Erano appena sussurrate e rotte dal pianto, ma erano comunque chiare e precise. Knuckles sapeva di stare condannando a morte la sua stessa sorella, ma era comunque intenzionato a completare la formula.
-Master Emerald, separati da quest'immonda creatura e privala per sempre del suo potere distruttivo!- completò finalmente Knuckles. Il Master Emerald brillò di una luce accecante, segno che aveva recepito l'ordine del suo guardiano. Il robot ruggì di dolore ancora più forte di quanto avesse fatto le altre volte.
-Adesso ragazzi, puntate allo smeraldo!- urlò Eden, pallida come non mai.
I ricci dorati non se lo fecero ripetere due volte: convogliarono tutte le loro energie in un attacco sintonizzato che s'infranse sull'enorme pietra incastonata nel torace del robot, e lo stesso fece Knuckles dall’interno. L'energia sprigionata fu tale che l'esplosione che ne seguì si sentì fino a centinaia di chilometri di distanza; Tails e Amy la videro dal Tornado e rimasero dapprima sorpresi, poi sollevati. Era chiaramente il segno che Sonic aveva vinto, e che il robot era stato distrutto.
 
 La ragazza si concentrò al massimo sul risultato che voleva ottenere e inviò altra energia agli Emerald.
-Chaos Control!- urlò lei, generando una luce abbagliante. Quando questa scomparve il Master Emerald era sparito, e con loro anche Sonic, Shadow e Knuckles.
Eden sorrise, nonostante sentisse che le forze la stavano per abbandonare. I Chaos Emerald le vorticavano intorno, e i loro colori erano più vivaci che mai. Non avrebbe mai creduto che il suo potere un giorno si sarebbe rivelato tanto utile e che avrebbe finito per salvare il mondo intero. Stavolta sentiva di aver fatto la cosa giusta. Si era riscattata, era riuscita ad essere l'eroina della situazione. Aveva fatto qualcosa per cui nessuno l'avrebbe mai biasimata. Non sarebbe sopravvissuta, ma non le importava: ciò che contava era che suo fratello era vivo. Sarebbe stato bene, sarebbe stato di nuovo con i suoi amici, con la sua nuova famiglia... Famiglia di cui lei non sarebbe mai entrata a far parte. Ma era stato bello illudersi per qualche ora che anche per lei potesse esistere un lieto fine.
L'echidna vide con la coda dell'occhio il robot mentre precipitava. Estrasse Amethyst e la riempì del suo potere con le ultime forze che le rimanevano. Quel robot non meritava alcuna pietà da parte sua. Aveva fatto troppo male per continuare a esistere, e sapeva che se fosse sopravvissuto non avrebbe esitato a cercare di nuovo gli Emerald per ritornare al pieno della potenza. In quel momento si ritrovò a pensare che forse sarebbe stata in quel modo anche lei, se non avesse sentito così tanto il bisogno di essere amata da spingerla a ripudiare l'insana logica del potere. Però non era accaduto. Lei era sempre rimasta la stessa bambina sperduta di dodici anni prima, e questo le aveva impedito di diventare completamente un mostro anche nell'animo. E per quel motivo si sentiva in dovere di mettere la parola fine a quella storia.
-Sayonara, bastardo!- sussurrò Eden prima di squarciare a metà ciò che rimaneva del robot. Le due metà esplosero subito dopo, creando un rumore assordante e disintegrando ogni minima componente del robot: Egg-Matic 5000, in seguito ribattezzato Final Dark Mechatron, non era più una minaccia per nessuno.
L'ultima cosa che Eden riuscì a percepire fu una forte sensazione di calore e la sensazione che il suo corpo stesse galleggiando in aria. Era una bella sensazione, che stava annullando completamente i suoi pensieri e che le trasmetteva una pace che non credeva che avrebbe mai provato in vita sua. L'echidna chiuse gli occhi lentamente, prima di sparire nella luce dorata. Finalmente poteva riposare.
 
Sonic, Knuckles e Shadow sentirono il potenziamento venire meno subito dopo essersi scontrati con il Master Emerald; ci fu una luce accecante e i due ricci furono trascinati via dalla battaglia insieme allo smeraldo, mentre il fragore di un'esplosione assordante riempiva le loro orecchie.
Quando tutto finì si sentirono cadere lungo una lunga scalinata di pietra, procurandosi un bel pò di lividi e tagli prima di rialzarsi in piedi un pò barcollanti.
-Questo sì che si chiama pessimo modo di viaggiare!- commentò Sonic, rialzandosi dolorosamente in piedi. Improvvisamente la terra tremò sotto ai loro piedi e grossi pezzi di pietra e mattoni iniziarono a cadere dalla piramide da cui erano appena precipitati, costringendoli a fuggire e a trovare riparo tra gli alberi circostanti. Quando la situazione si stabilizzò, i due ricci riaprirono finalmente gli occhi, realizzando dove si trovavano alla semplice vista del Master Emerald che scintillava maestosamente al suo posto sul grande altare di pietra.
-Ce l'ha fatta.- mormorò Shadow alla fine. -Eden ha riportato il Master Emerald a Angel Island.-
Sonic fece un passo in direzione della pietra quando improvvisamente inciampò in una pietra azzurra grande come un pugno. Il Chaos Emerald era stato trasportato fin lì quasi come se qualcuno avesse voluto risparmiare loro la fatica di trovare un modo convenzionale di lasciare l'isola volante.
-Shadow, dobbiamo assolutamente tornare sulla terraferma . Tails e gli altri si staranno sicuramente chiedendo che fine abbiamo fatto.-
Il riccio nero guardò la sua controparte blu e annuì. Prese lo smeraldo azzurro che Sonic gli stava porgendo e i due ricci si teletrasportarono alla spiaggia con un Chaos Control. Sonic e Shadow arrivarono alla loro meta in un battito di ciglia, e furono un pò sorpresi nel trovarla deserta.
-Dove diavolo sono finiti tutti? Tails avrebbe dovuto già essere qui!- borbottò Shadow con la sua solita aria burbera e scontrosa.
-Lo sai che le volpi non sono veloci quanto noi ricci!- commentò Sonic, ripensando alla sorte dei suoi migliori amici. La sua espressione si incupì. -Secondo esiste la possibilità che Eden se la sia cavata?-
-Non si può mai sapere. Avevate dato per morto anche me quella volta che ho deciso di sacrificarmi per la salvezza del mondo e alla fine Rouge mi ha ritrovato in una capsula sorvegliata da un robot!-
-Vero anche questo. Però la tua situazione era ben diversa. Tu non sei stato a stretto contatto con delle fonti energetiche che hanno cercato di ucciderti fin da quando sei nato quando abbiamo affrontato la Biolizard!-
Il riccio nero annuì e abbassò la testa, senza sapere cosa ribattere. Odiava ammetterlo, ma Sonic aveva ragione. Eden si era esposta ad un rischio troppo grande e le probabilità che potesse essersi salvata erano davvero troppo basse per poter essere prese in considerazione.
-Dì la verità, in fondo speri che sia sopravvissuta in qualche modo.- commentò il riccio blu guardando la sua espressione afflitta.
Shadow annuì di nuovo, con grande sorpresa di Sonic. -Quello che aveva in mente di fare non era malvagio. Ha solo sbagliato l'approccio da adottare per la situazione, e in parte lo ha fatto perché nemmeno lei sapeva dove volesse arrivare. Quello che ha fatto non è stato giusto, ma nemmeno da biasimare. Forse, in fondo, non meritava di fare questa fine.-
-Hai ragione. Nonostante tutto Eden non meritava questo.- disse Sonic, guardandosi le scarpe. -Mi dispiace soprattutto per Knuckles. Non ho idea di come riuscirà a superare questo fatto. Perdere una sorella appena ritrovata deve essere tutto fuorché una passeggiata!-
-Non lo è per niente.- disse Shadow ripensando a come si era sentito nel vedere Maria morire sotto ai suoi occhi. Anche se erano un riccio e un'umana l'aveva sempre considerata come una sorella di sangue, e doveva ammettere che nonostante il giuramento che aveva fatto a se stesso di guardare sempre avanti e di non pensare al tragico passato che si era lasciato alle spalle, finiva sempre col ripensare alla sua amica ogni giorno, in ogni gesto che faceva per onorare il suo ultimo desiderio. Anche se lo faceva a modo suo e usando a volte dei metodi molto discutibili, ogni volta si ritrovava a lottare per il bene del pianeta e ogni volta che riusciva a compiere il suo dovere si sentiva realizzato perché sapeva di stare onorando la memoria di Maria come lei avrebbe voluto che lui facesse. Si era lasciato il passato alle spalle ma non avrebbe mai dimenticato Maria e il professor Robotnik nemmeno se lo avesse voluto, perché loro erano la sua famiglia e si erano sacrificati perché gli altri potessero vivere una vita felice e serena e Shadow sentiva di dover lottare con tutte le sue forze per continuare il loro lavoro ad ogni costo. Non voleva nemmeno pensare che cosa sarebbe diventato se non avesse avuto quella missione da compiere, e sperò che anche Knuckles potesse trovare un modo per superare quella tragica perdita. Normalmente non gli importava molto di lui, ma in quella circostanza si sentiva davvero dispiaciuto per lui, forse perché sapeva come ci si sentiva a dover affrontare una situazione del genere completamente da soli. E sapeva anche che non gli avrebbe detto niente di tutto questo una volta che si sarebbero ritrovati.
 
-Cheese, ti piace la ghirlanda di margherite che ho fatto?- chiese innocentemente una coniglietta gialla dalle lunghe orecchie al piccolo esserino azzurro che le volava accanto mostrando con orgoglio una collana fatta di fiori di campo gialli e rosa.
-Chao chao!- esclamò con gioia il piccolo essere esprimendo il suo consenso alla sua padroncina.
Cream the Rabbit sorrise. -Secondo te piacerà a Knuckles? Credi che potrà indossare la mia ghirlanda anche adesso che è diventato un angelo?-
-Cha chao cha!- rispose Cheese.
-Hai ragione Cheese, anche se non potesse indossarla gli farebbe piacere riceverla! Credo anch'io che sarà contento di sapere che non ci siamo dimenticati di lui.-
-Chao!- asserì il piccolo chao.
La loro chiacchierata fu interrotta solo dopo qualche passo, quando i due videro una strana luce dorata comparire dietro dei cespugli per poi scomparire subito dopo. La coniglietta e il chao corsero immediatamente verso il punto dove era comparsa, e quello che videro li lasciò completamente senza parole. Knuckles the Echidna era sdraiato con le braccia aperte davanti a loro. La piccola Cream si stupì un pò nel rivederlo: la sua mamma le aveva detto che gli angeli stavano in cielo e che non tornavano più sulla terra perché lì erano felici. Come mai lui era tornato? Se una persona normale a quella vista sarebbe scappata via urlando, Cream si avvicinò con fare incuriosito insieme a Cheese.
-Signor Knuckles, è lei? Perché è tornato, non le piaceva il Paradiso?- l'echidna non rispose -Signor Knuckles?-
L'echidna continuava a non rispondere ai richiami e per quel motivo Cream decise di correre subito a casa ad avvisare sua madre, che fu sorpresa di vederla tornare così presto.
-Cream, cosa succede?- chiese lei, notando che sua figlia sembrava piuttosto di fretta.
-Mamma, gli angeli possono tornare dal Paradiso?- chiese la coniglietta senza peli sulla lingua. Sua madre la guardò perplessa.
-No Cream, purtroppo non possono farlo. Perché dovrebbero abbandonare un luogo in cui sono così felici?-
-Forse è il caso di chiederlo al signor Knuckles perché lui è appena tornato da lì!- disse la ragazzina, sorprendendo sua madre. -L'ho trovato nel bosco, ma non mi rispondeva. È comparso da una luce dorata, è da lì che ho capito che è tornato dal Paradiso. Forse preferiva restare con noi!-
Vanilla stentava a credere a quello che sua figlia le stava raccontando, ma la conosceva abbastanza bene da sapere che non aveva alcun motivo per mentirle. -Tesoro, ascoltami bene. Portami nel luogo in cui hai trovato il signor Knuckles e proviamo a vedere cosa ha che non va, d'accordo?-
La ragazzina annuì e si diresse di corsa verso il bosco con la madre al seguito. Aveva difficoltà a seguire la corsa della figlia a causa delle scarpe che indossava, ma non ebbe tempo di lamentarsi durante tutto il tragitto. La coniglietta si fermò solo quando raggiunse il posto dove aveva trovato Knuckles. Cream scostò il cespuglio, rivelando che dietro c era davvero Knuckles, ancora sdraiato sul terreno ma con gli occhi spalancati. La sua espressione era talmente tirata che sembrava essere quella di un morto, ma i movimenti lenti e regolari del suo torace facevano capire chiaramente che invece doveva essere ancora vivo. Vanilla non poteva credere a quello che stava vedendo.
-Signor Knuckles, si sente bene?- tornò a chiedere Cream all'echidna, che non mostrò nemmeno di essersi accorto della sua presenza. Vanilla si avvicinò a sua volta, anche se non sapeva come comportarsi in quella situazione.
-Cos'è successo?- chiese lei, sconvolta.
-Non lo sappiamo. Abbiamo visto una luce, siamo andati a vedere e lo abbiamo trovato qui svenuto.- rispose la coniglietta mentre il chao annuiva. -Anche noi eravamo sorpresi, credevamo che fosse in Paradiso insieme agli angeli, come ci avevi detto tu!-
Knuckles si trattenne dal chiederle come mai fosse convinta di tutte quelle sciocchezze perché si ricordò che ovviamente non poteva sapere tutto quello che era successo in realtà e per quel motivo era così sorpresa di vederlo.
-Io in Paradiso non ci sono mai stato, e dopo tutto quello che ho fatto dubito che ci andrò mai.- rispose Knuckles mettendosi a sedere e cercando di recuperare un contegno. Vanilla si avvicinò a lui con gli occhi ancora sgranati per la sorpresa e lo guardò attentamente in volto, come per assicurarsi che fosse proprio lui in carne ed ossa e che lei e sua figlia non fossero vittime di una qualche allucinazione.
-Knuckles. Non ci posso credere...- mormorò la donna coniglio sollevando con delicatezza la testa dell'echidna per guardarlo meglio in faccia. -Com'è possibile che tu sia qui?-
-Lei... Aveva progettato tutto questo fin dall'inizio... Anche questo...- l'echidna si portò le mani alla testa e lottò per cercare di mantenere una parvenza di normalità. Piangere, urlare, o iniziare a distruggere il bosco sotto gli occhi di Cream e Vanilla sarebbe stato inutile, non avrebbe cambiato niente di quello che aveva fatto nell'ultimo periodo e nelle ultime ore. Non avrebbe riportato indietro la sua sorellina.
Vanilla in qualche modo capì cosa stesse provando Knuckles in quel momento. -Senti, se hai voglia di sfogarti per quello che è successo puoi sentirti libero di farlo. Nessuno può biasimarti. Ci racconterai quello che è successo dopo, con calma, quando te la sentirai.-
Knuckles non sapeva se essere grato a Vanilla per essere sempre così gentile col prossimo o urlarle contro per lo stesso identico motivo. In quel momento non sapeva se desiderasse di più essere compreso o essere preso a calci per quello che era stato costretto a fare. Non voleva pensarci, e per una qualche strana ragione non ci stava nemmeno pensando: l'echidna ignorò la donna, si alzò in piedi e si diresse verso la costa come se una forza misteriosa gli avesse detto che lì avrebbe trovato qualcosa che avrebbe potuto confortarlo.
-Knuckles, aspetta!- l'echidna si fermò al richiamo di Cream solo perché in quel momento si sentiva le gambe come se fossero state di piombo. -Questa l'ho fatta per te, te la stavo portando proprio adesso!-
L'echidna fissò la coniglietta e la ghirlanda di fiori colorati con un'espressione neutra, vuota. L'espressione della ragazzina di incupì a sua volta. -Non ti piace?-
-Non è che non mi piace. Solo, non me la merito. Sei stata comunque molto gentile. Perdonami se non la indosserò, ma non sono mai stato tipo da fiori.- disse lui, continuando a camminare come un automa.
La coniglietta fissò sua madre, indecisa sul da farsi.
-Penso proprio che dovremmo seguirlo.- annunciò la donna cominciando a camminare nella stessa direzione in cui si era diretto Knuckles con la figlia al seguito. Per loro fortuna l'echidna non stava procedendo a passo molto spedito e questo permise loro di tenere il passo con lui piuttosto bene fino a quando non arrivarono alla spiaggia, dove si trovavano già Sonic e Shadow.
 
-Eccoti qui! Stavamo per darti per disperso, sai?- chiese il riccio blu camminando verso di lui con un sorriso. L'accoglienza di Shadow si limitò ad una delle sue solite occhiate. -Vanilla! Cream e Cheese! Non mi aspettavo di trovare il comitato di accoglienza di ritorno dalla base di Eggman!-
-Nemmeno noi, a dire la verità. Stavo andando a trovare Knuckles e l'ho trovato nel bosco!- spiegò Cream, sorridendo al riccio blu. -Tu sapevi che era tornato, Sonic?-
-Sì, da ieri sera. È successo tutto molto in fretta e non abbiamo avuto tempo di avvisare nessuno!- spiegò Sonic, imbarazzato. -Anzi, forse saremmo riusciti ad avvisare almeno Vector se il genio qui presente non lo avesse preso in ostaggio ieri sera!-
Shadow sbuffò per essere stato tirato in ballo come se avesse fatto qualcosa di molto stupido. -La suoneria del telefono e i tentativi di rispondere di Vector mi stavano irritando!-
-Ma non è comunque una valida ragione per fargli esplodere il telefono!- notò Sonic. -Davvero, sembra quasi che la regola basilare per trattare con te sia “o fai a modo mio o muori”! Per caso fai così anche con chi ti stira male la biancheria?-
-Lo farò anche con te se non stai zitto!- sbottò seccato il riccio nero.
-Smettetela di parlare di queste stronzate e ditemi subito che fine ha fatto mia sorella!- urlò all'improvviso Knuckles facendo sobbalzare tutti i presenti. -Sonic, esiste la possibilità che si sia salvata, vero? Lei stessa ha detto che esisteva la possibilità che potesse sopravvivere allo sforzo che è stata costretta a sopportare!-
Il riccio blu non sapeva cosa rispondergli. Da una parte aveva sperato che quella flebile speranza di cui Eden aveva parlato prima che Knuckles completasse la formula avrebbe potuto concretizzarsi in qualche modo, ma la parte più razionale della sua mente sapeva che in realtà quella possibilità era talmente remota da risultare irrealizzabile. Eden si era sacrificata per salvarli tutti e lo stesso Knuckles le aveva permesso di farlo, e niente avrebbe mai potuto cambiarlo. Solo un miracolo avrebbe potuto salvare quella ragazza dal suo destino e per quel giorno ne erano accaduti fin troppi per poter sperare che il suo ultimo desiderio si realizzasse.
L'echidna non ci mise troppo a capire quello che Sonic stava pensando in quel momento. Knuckles strinse i pugni e iniziò a tremare convulsamente mentre le lacrime che aveva trattenuto fino a quel momento iniziavano a rigargli le guance. Vanilla, Cream e Cheese non poterono fare altro che osservare la scena chiedendosi tacitamente di cosa stessero parlando in quel momento.
-Allora è vero. Se n’è andata. Io ho davvero ucciso mia sorella...- mormorò lui cadendo in ginocchio.
-Non dirlo nemmeno per scherzo!- urlò Sonic prendendolo per le spalle. -Tu non hai ucciso nessuno! Lei sapeva cosa stava facendo in quel momento e ti ha pregato di rispettare la sua volontà, anche se questo significava che sarebbe morta. È triste dirlo, ma è così. Lo aveva detto, e i fatti lo hanno dimostrato alla grande, lei sarebbe arrivata a questo per cambiare il destino. Ora il mondo è stato salvato da quella creatura e i mutanti non esisteranno più perché l'equilibrio infranto della Chaos Energy è stato finalmente ripristinato!-
-Ma a quale prezzo...- mormorò Knuckles fra le lacrime. -Era mia sorella, Sonic! L'unica famiglia che mi era rimasta!-
-Se Eden fosse qui in questo momento ti direbbe di essere felice perché potrai sempre creartene una tu senza il timore che il Master Emerald attenti alla vita di altri membri della tua famiglia!- cercò di consolarlo Sonic.
-Il Master Emerald... Prima si è preso i miei genitori, ora questo!- urlò l'echidna sbattendo violentemente il pugno a terra. -Mio padre è morto sigillando la Chaos Energy in eccesso nel corpo di Eden; mia madre è morta mentre proteggeva me e il Master Emerald da un manigoldo armato di carro armato; e ora anche Eden è morta a causa di questo compito maledetto! Perché dovrei continuare a sorvegliare quella maledetta pietra? Per quale motivo dovrei continuare a sputare sangue su quell'altare maledetto dopo tutto questo? Io e la mia famiglia non avevamo ancora sofferto abbastanza?-
Per fortuna si trovavano su una spiaggia perché altrimenti i pugni che Knuckles stava tirando contro il suolo avrebbero potuto causare un vero e proprio terremoto tanto erano forti. Cream stava assistendo alla scena con le lacrime agli occhi, mentre Vanilla cercava di nascondere sua figlia dietro le sue gambe mentre realizzava lentamente la ragione per cui Knuckles stesse soffrendo così tanto, anche se non conosceva tutti i retroscena che avevano portato a quella situazione.
In quel momento si sentì il rombo del motore di un aereo e il Tornado volò sopra le loro teste senza fermarsi. Però quando fu abbastanza lontano dall'acqua salata e dal gruppetto fermo a discutere sganciò la fune che teneva ancorato Omega e il robot atterrò a pochi metri da loro. L'aereo privo del peso del robot accelerò bruscamente e sorvolò la foresta fino a sparire alla vista senza dare un segno di volersi fermare.
-Omega!- esclamò Shadow, sorpreso. -Perché Tails non si sta fermando?-
-La-creatura-del-bosco-arancione-che-risponde-al-nome-di-Tails-vi-comunica-che-sta-portando-il-rettile-viola-che-risponde-al-nome-di-Espio-all'ospedale-per-controllare-le-sue-ferite.- comunicò il robot come se fosse stata una cosa normale. Tutti quanti sussultarono a quella notizia e Cream scoppiò definitivamente a piangere.
-Espio era con voi?- chiese Vanilla, sconvolta.
Sonic annuì. -Credevi davvero che Knuckles fosse stato l'unico a tornare?-
-Ero talmente frastornata da non averci minimamente pensato.- ammise la donna coniglio nonostante fosse molto preoccupata. -Gli è successo qualcosa di grave?-
-Un robot impazzito gli ha iniettato una droga che gli ha fatto salire la febbre, gli ha spezzato un braccio quando ha provato a lanciargli contro le sue stelle ninja e alla fine gli ha tirato un pugno in testa. Quando ha lasciato la base aerea con Tails e Amy stava delirando.- sintetizzò rapidamente Shadow, facendo raggelare Vanilla e facendo piangere Cream ancora più forte. Cheese si nascose dietro la schiena della sua amica sentendo quelle cose.
-Grazie mille, signor Tatto! Ora ci manca solo che Cream resti traumatizzata a vita!- protestò Sonic avvicinandosi alla ragazzina. -Ascoltami bene, Cream. Espio è forte, se la caverà e tornerà in piedi in men che non si dica.-
-Ne sei sicuro, signor Sonic?-
-Ne sono più che sicuro! Mi sorprende che non sia già in piedi! In fondo si è solo rotto un braccio, è una cosa normalissima! Non vedo cosa possa andare storto!-
-Ci-sono-buone-probabilità-che-venga-riscontrato-un-trauma-cranico-da-moderato-a-grave. Oppure-che-la-sostanza-sconosciuta-che-gli-è-stata-iniettata-possa-avere-serie-conseguenze-sui-suoi-bioritmi. Già-sull'aereo-ha-dimostrato-strani-sintomi.- commentò Omega, spaventando la coniglietta e sua madre a morte. Sonic alzò gli occhi al cielo per la precisazione di Omega.
-Shadow, dimmi la verità: tu ti scegli gli amici in base al loro tatto. Meno ne hanno, più sono degni di essere considerati come tuoi pari!-
-Sonic, dobbiamo andare subito all'ospedale.- disse Knuckles con un tono piatto che allo stesso tempo non ammetteva repliche. -Espio ha bisogno di tutto l’aiuto possibile!-
-Non c'era nemmeno bisogno che lo specificassi.- disse Sonic scattando verso la direzione in cui si era diretto il Tornado. Knuckles lo imitò subito, anche se la sua velocità era molto più bassa rispetto a quella del riccio. Shadow e Omega rimasero soli con Cream , Cheese e Vanilla. La ragazzina aveva ancora le lacrime agli occhi e li stava fissando come se stesse implorando loro silenziosamente di dirle che sarebbe andato tutto bene. Nemmeno la Forma di Vita Perfetta poté resistere davanti a quello sguardo così implorante.
-Aggrappatevi a me. Vi porto lì con un Chaos Control.- disse lui porgendo il braccio a madre e figlia distogliendo lo sguardo. Sonic doveva essersi dimenticato che lui quando aveva un Chaos Emerald poteva teletrasportarsi all'istante in ogni posto che aveva già visitato e che ultimamente aveva visitato molto spesso l’ospedale per andare a trovare Rouge.
 
***
 
Erano passate un paio d'ore da quando Tails e Amy si erano accomodati nella sala d'aspetto, ancora scossi per quello che avevano passato fino a quel momento. Il viaggio con il camaleonte era stato molto più lungo e difficile di quello che avrebbero mai osato immaginare: dopo che erano riusciti ad allontanarsi dal luogo della battaglia Espio aveva iniziato a manifestare una serie di sintomi strani che erano l'uno più allarmante dell'altro, che andavano dal semplice mal d'aereo a quelli che si poteva definire attacchi di panico in piena regola. Verso la fine del viaggio i deliri di Espio lo avevano spinto ad agitarsi e ad urlare come un pazzo senza alcuna ragione apparente, al punto che Amy fu costretta a tirargli una martellata in testa per farlo svenire e per non far deconcentrare Tails a causa delle sue urla. Il volpino che l'aveva messa tutta per raggiungere l'ospedale il più rapidamente possibile, e quando finalmente aveva parcheggiato il Tornado in cima al tetto aveva tirato un vero e proprio respiro di sollievo, anche se era stato molto difficile convincere i responsabili del parcheggio che lo aveva fatto a causa di una vera emergenza. Fortunatamente uno dei medici si era accorto del ferito a bordo e aveva fatto portare una barella per trasportarlo nell'edificio. Tails non sapeva se essere più grato o confuso per le domande che il medico gli stava rivolgendo sul camaleonte e sui motivi per cui stava male dal momento che non sapeva come rispondergli: sapeva per certo che aveva un braccio rotto e che un robot lo aveva colpito con un pungo sul naso per farlo svenire, ma non era sicuro su quello che gli era successo prima che i loro gruppi si ritrovassero. Aveva capito che doveva essere stato sedato, ma non lo sapeva dire con certezza. Fortunatamente il medico capì abbastanza da disporre una risonanza magnetica completa sul corpo del camaleonte e un esame tossicologico per stabilire la natura della sostanza che gli era stata iniettata.
Poco dopo arrivarono Shadow e Omega con Cream, Cheese e Vanilla, seguiti subito dopo da Sonic e Knuckles, che rimasero sorpresi dalla rapidità con cui il gruppo che si erano lasciati alle spalle avevano raggiunto il posto. Il fatto che si trovassero tutti e tre lì era l'inequivocabile segno che la battaglia aerea doveva essere finita, ma l'assenza di Eden e la faccia da funerale di Knuckles fecero capire a Tails e a Amy che doveva essere successo comunque qualcosa alla ragazza, e il silenzio di tomba che piombò nel momento in cui rivolsero quella domanda fu una risposta più che eloquente riguardo a quello che era successo durante la loro assenza.
Quando l'argomento fu tirato in ballo Knuckles si incamminò verso la terrazza esterna di quel piano senza dire una parola, e comprendendo il suo attuale stato d'animo, nessuno di loro si azzardò a seguirlo. L'echidna gliene fu grato dal momento che non voleva altro che restare da solo per rimettere a posto le idee e non poteva certamente farlo quando si trovava con gli altri. In quel momento si sentiva gli occhi di tutti puntati addosso come non gli era mai accaduto in vita sua, e sapeva con assoluta certezza che non era una semplice impressione. Fino a poche ore prima lui era morto per il mondo intero, e il suo ritorno era stato così inatteso e sconvolgente che a stento le persone potevano trattenersi dal fare domande, come era accaduto con Cream e Vanilla. Non lo avevano tartassato di domande solo perché il loro smisurato senso della buona educazione aveva impedito loro di farlo, ma Knuckles era praticamente certo che con Vector, Mighty e ogni altra persona che non era ancora a conoscenza di quello che era successo in quel periodo di tempo tutte le domande (e gli insulti) che aspettava di ricevere gli sarebbero piovuti addosso come macigni. Non aveva idea di cosa avrebbe detto loro, di come avrebbe potuto giustificare il suo comportamento ora che la ragione che lo aveva spinto ad agire in quel modo era venuta a mancare. Aveva partecipato alla recita di Eden non solo perché il suo dovere di guardiano glielo aveva imposto a causa del Master Emerald nelle mani del dottor Eggman e per il collegamento della ragazza alla Chaos Energy, ma anche e soprattutto perché si sentiva in dovere di proteggere la sua sorellina ad ogni costo. E invece aveva finito col sacrificarla per impedire la fine del mondo per mano di un robot mutante. Più pensava a quello che era stato costretto a fare, più sentiva il senso di colpa che gli gravava addosso e si chiedeva cosa dovesse fare in quel momento. Dopo quello che aveva scoperto sulla sua famiglia si era chiesto più di una volta come sua madre fosse riuscita a continuare a sorvegliare il Master Emerald da sola nonostante fosse stata proprio quella pietra la causa della morte di suo padre, sapendo per giunta che in un futuro non troppo distante avrebbe finito col distruggere ciò che restava della loro famiglia. Era un pensiero che Knuckles trovava intollerabile, eppure sua madre ci era riuscita. Era solo una donna normale, molto più debole di lui, Eden o loro padre, eppure ci era riuscita. Non aveva mai visto segni di cedimento in lei, nemmeno dopo la morte di suo padre. Come era stato possibile?
-Tua madre sapeva che tuo padre avrebbe voluto che lei continuasse la sua opera.- rispose una voce femminile all'improvviso. Knuckles si voltò verso la sua fonte e vide una giovane echidna vestita come una vestale circondata da un bagliore etereo. Si stava proprio chiedendo quando si sarebbe fatta viva per dire la sua su quello che stava succedendo in quel periodo.
-Non sono in vena di parlare in questo momento, Tikal.- le comunicò l'echidna, distogliendo lo sguardo da lei.
-Immagino come tu possa sentirti in questo momento, Knuckles. Mi dispiace per quello che è successo a tua sorella, ma da una parte sono contenta che abbia scelto di sacrificarsi per il bene del nostro mondo. Il suo gesto è stato molto coraggioso, e sono certa che sarà degnamente ricompensato.-
-Già. Non ci saranno più mutanti al mondo. Ma non ci sarà nemmeno mia sorella.- commentò lui, cupo. -Alla fine è riuscita nel suo scopo. Però... Tikal, è proprio sicuro che non ci sia più nulla da fare?-
La giovane echidna non gli rispose, e Knuckles distolse lo sguardo sentendosi di nuovo le lacrime agli occhi. -Non è giusto... Potevamo essere una famiglia normale, come tutte le altre, e invece è dovuto succedere tutto questo. Perché? Per quanto tempo ancora dovrò pagare per gli errori commessi da Pachacamac?-
Tikal si sedette accanto a lui e gli cinse le spalle con un braccio come a volerlo abbracciare. Knuckles non si oppose solo perché si sentiva davvero troppo stanco per poterlo fare. -La carica del guardiano del Master Emerald è stata istituita per impedire che altre persone usassero i poteri di Chaos per fare del male, come mio padre ha fatto. Quando ho sigillato Chaos nel Master Emerald non avevo idea di cosa sarebbe potuto succedere. Non avevo idea di cosa sarebbe accaduto alle ragazze nate nella famiglia del guardiano del Master Emerald se avessi sigillato Chaos nella pietra!-
L'echidna fissò la ragazzina accanto a lui con un'espressione talmente vuota da fare paura.
-Sono stata io a donare quei poteri a Eden, anche se indirettamente. E non immagini come mi sia sentita in colpa per questo! Ogni volta che nella famiglia del guardiano del Master Emerald nasceva una figlia femmina, la ragazza che prima di lei aveva il potere veniva richiamata alla fonte per cedere il suo potere alla prossima portatrice. E ogni volta che è successo il guardiano del Master Emerald non è sopravvissuto al rituale.-
L'espressione di Knuckles non cambiò. -Quante altre volte è successo?-
-Sei. Tua sorella è stata la settima ragazza ad avere ottenuto questo potere.- rispose l’echidna con calma. -Tutto ha avuto inizio l'anno dopo che sigillai Chaos nel Master Emerald. Il guardiano doveva sigillare l'energia in esubero da qualche parte, ed espresse il desiderio che questa venisse trasferita in una fonte sicura. Il Master Emerald scelse la sua figlia non ancora nata come contenitore per quell'energia. Quando la bambina raggiunse l'età adulta fu costretta a fuggire perché aveva smesso misteriosamente di invecchiare, e per quel motivo fu additata come strega dalle altre echidne. Poco tempo dopo scoprì la vera portata dei suoi poteri e li sfruttò al meglio per sopravvivere. Quando duecento anni dopo nella linea di sangue dei guardiani fu concepita un'altra figlia, la ragazza venne richiamata alla fonte, e il guardiano di allora fu costretto a sigillare di nuovo l'energia nel corpo della sua figlia non ancora nata. La storia si ripeté poco più di un secolo dopo. La terza ragazza imparò a controllare i suoi poteri fino a simulare perfettamente l'invecchiamento, e per questo poté restare nella tribù per tutta la vita. Credo che sia stata l'unica ad avere avuto una durata vitale normale, oltre a Eden. Le altre tre ragazze vissero per secoli, e nessuna di loro aveva idea di quando sarebbe giunta la loro ora. Erano tutte ignare che la loro vita intera dipendeva dalla discendenza dei loro fratelli: ogni volta che nella famiglia dei loro fratelli nasceva una donna, loro morivano e questa ragazza ereditava tutti i loro poteri, a discapito della vita del loro stesso padre. È stata una tortura per me vedere le sofferenze di quelle ragazze e delle loro famiglie nel corso dei secoli, e non poter fare niente per poter impedire che tutto questo si ripetesse ogni volta.-
La giovane echidna stava tremando per la rabbia e la frustrazione di chi era stato costretto per tutto quel tempo a guardare senza poter fare niente. L'espressione di Knuckles era rimasta sempre la stessa, per tutto il tempo del racconto.
-Mi stai dicendo che se io avessi avuto una figlia...-
-... Tu saresti morto e lei sarebbe diventata una mutante a sua volta.- concluse Tikal, triste. -È per questo non sono mai esistite guardiane del Master Emerald donne che non siano state le madri di altri guardiani troppo giovani per potersi assumere l'incarico fin da subito.-
Knuckles abbassò la testa. Se non fosse successo niente in quel mese, e se un giorno si fosse sposato e fosse riuscito ad avere solo una figlia femmina, quella sua unica figlia sarebbe stata inevitabilmente condannata a vivere da sola come una reietta, che era proprio quello che Eden voleva impedire. Sua sorella si era sacrificata per la sua famiglia, eppure lui non sapeva come questo potesse essergli di conforto. Quello che Tikal gli stava raccontando non avrebbe riportato indietro Eden e non avrebbe mai colmato il vuoto che la sua scomparsa gli aveva lasciato dentro.
-E adesso?- chiese lui con tono piatto. -Cosa succederà?-
Tikal scosse la testa. -Stavolta non lo so. Sei l'ultimo guardiano del Master Emerald rimasto, Knuckles. La nostra famiglia ha sacrificato molto per proteggere il Master Emerald e il potere del Chaos, generazione dopo generazione. Fino a quando non è tornata Eden non lo avevi mai pienamente capito. Ora sta solo a te scegliere se continuare a svolgere il compito per cui i tuoi antenati si sono sacrificati così tanto o rinunciare all'incarico. Nessuno potrebbe biasimarti se dovessi scegliere la seconda opzione.-
Knuckles non disse niente e non reagì a quella notizia. Tikal gli stava davvero dicendo che avrebbe potuto rinunciare all'incarico senza alcuna ripercussione? Era tentato di accettare, di liberarsi finalmente da quel pesante incarico che gli era costato tutta la sua famiglia... E al tempo stesso sentiva che se lo avesse fatto avrebbe in offeso la memoria di tutte quelle persone che si erano sacrificate per quell'incarico. Loro ci credevano, nonostante tutto, ed erano state ben disposte a dare ogni cosa per la loro causa, e questo nessuno poteva saperlo meglio di lui. Però era giusto che continuasse a sacrificarsi per un qualcosa che in quel momento stava odiando così ferocemente? Non aveva il diritto di essere lasciato in pace dopo tutto quello che era stato costretto a sopportare?
Tikal si alzò in piedi. -Puoi anche non rispondere subito. Mi rendo conto che è una scelta molto dura e difficile, e che non è possibile dare una risposta con così poco preavviso. Non voglio influenzarti nella tua scelta, Knuckles. Spero solo che tu faccia la scelta giusta.-
-Perché, continuare a sorvegliare il Master Emerald potrebbe non essere la scelta giusta?- chiese Knuckles, sorpreso da quell'affermazione.
-Non sempre la scelta giusta per gli altri può essere la scelta giusta per noi. L'ultima cosa di cui il Master Emerald ha bisogno è di un guardiano carico di rancore che lo sorveglia solo perché è costretto a farlo. La tua scelta non può essere immediata e dettata solo dal dolore, ma deve nascere da una lunga e profonda meditazione. Solo tu puoi sapere che cosa vuoi fare del tuo futuro, e al momento non sei abbastanza lucido per pensarci attentamente. Per il momento puoi considerarti pure in pausa di riflessione.-
Ci sarebbero state molte altre cose che Knuckles avrebbe voluto chiedere alla sua antenata, ma questa scomparve nel nulla prima che lui potesse farlo, lasciandolo nella confusione più totale.

 
 

 
 
Angolo dell’Autrice più che degenere che non aggiorna da più di un mese:
So: Oh. Mio. Chaos! Non può essere successo questo! O_O
Sh: In fondo Eden ha avuto quello che voleva, no? -.-
Kn: *atterra Shadow con un pugno* Era mia sorella, razza di depravato! ç_ç
Ed: Knuckles, sono appena morta nella storia, ma sono ancora qui! -.-
Kn: Eden! ç____ç *piange a dirotto sulla spalla di sua sorella.*
Ed: Autrice, hai visto che cosa hai appena combinato? è.é
Au: *ignora Eden* Scusatemi per il ritardo! È da più di un mese che non aggiorno la storia per problemi con il pc e con l’università, e siamo proprio alle battute finali... E sicuramente la battaglia finale è stata molto meno epica di come ve la siete aspettata! ç_ç
Kn: Ah, ecco perché ultimamente mi sentivo così felice... Perché non c’eri tu a riempire la mia vita di me**a! è.é
So&Sh: Per una volta sono d’accordo con lui! U_U
Kn: Non ti perdonerò mai per avere ucciso mia sorella! èoé*
Au: ... Sapete, potreste pentirvi amaramente di quello che state dicendo! U_U
Ed: Potresti essere addirittura più sadica di come sei già stata? O_O
Au: Con me tutto è possibile! U_U
So,Kn&Sh: ... O_O
Au: Tranquilli, sarò più “calma” con voi nel seguito! ^.^
So,Kn&Sh: Questa storia avrà un seguito? O_O”
Au: Sì! E ci saranno tanti personaggi in più! Non siete felici? ^.^
*I tre Caballeros fuggono urlando*
Au: Peccato. E dire che volevo dire a Shadow che avrà lui l’onore del primo duello all’ultimo sangue della nuova storia...
Ed: Posso dirti che ti odio? è.é*
Au: Ormai me lo dicono in molti! U_U
Ed: Ma tu ci godi nel far soffrire le persone? è.é
Au: Forse.
Ed: E non hai il benché minimo rimorso? è.é
Au: Eden, sono reduce dal mese più deprimente della mia vita. Probabilmente questo capitolo e il prossimo saranno delle schifezze megagalattiche e sono solo al secondo capitolo del seguito! Che sarà una cosa ancora più incasinata di questa storia!
Ed: Dici sul serio? Esistono casini peggiori di questi? O_o
Au: Molto peggiori. Vuoi leggere il copione? *passa copione a Eden*
Ed: *legge* Ma sei seria? O_O
Au: Sì! U_U
Ed: Tu non stai bene. O_O
Au: Lo so. Dovrei essere distesa sul letto a piangere come una bambina perché la mia vita fa schifo, ma non lo farò! U_U
Ed: E dice così solo per un po’ di incasinamenti con il pc e l’università...
Au: Peccato che entrambe le cose mi servano! è.é Hai altro da aggiungere a riguardo?
Ed: No, tanto sarebbe stato tutto inutile. È stato un piacere conoscervi! *Si allontana dallo studio facendo un cenno con la mano*
Au: Ehi! Questo non sarà mica l’ultimo angolo dell’Autrice!
Ed: *da dietro le quinte* E chi se ne frega?
Au: Forse avrei dovuto avvisarla di quello che le sarebbe successo... Intanto avviso voi che la storia ha un ultimo capitolo/epilogo. Ringrazio voi martiri (in ogni senso del termine!) per avermi seguita fino a qui, e ringrazio di cuore chi ha inserito la storia fra i preferiti (Marta1493, Adda95, blueskyismylife, PiccolaCelebi, f9v5, Marty Fantasy, Breathme98, Xelfilia e shinichi e ran amore), le seguite (EleNeiro, fenicex8, Breathme98, MartixHedgehog, Marta1493, Marty Fantasy, Phantom13, PiccolaCelebi, mendoza95 e Xelfilia) e le ricordate (Xelfilia, blueskyismylife e Breathme98). Vi ringrazio per la pazienza dimostrata e mi scuso per non aver commentato gli ultimi capitoli. Ero ancora in vacanza quando ho aggiornato e non avevo molto tempo/connessione per farlo. E poi sono arrivati gli altri problemi. Insomma, avete capito! Vi ringrazio per il tempo da voi dedicatomi in questo periodo e vi auguro un buon ritorno a scuola, anche se probabilmente ci siete tornati tutti quanti (ci sono tornata persino io!). A presto, se altre disgrazie non decidono diversamente! ^^/

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Capitolo 17
*** Epilogo: Tutto è di nuovo normale. Allora perché sembra che sia cambiato tutto? ***


Primo giorno dalla battaglia finale
 
-Bè, immagino che sia arrivato il momento, no?-
Mighty stava cercando di essere incoraggiante, ma in realtà nemmeno lui aveva la minima intenzione di fare quello che dovevano fare già da tempo ormai. Purtroppo erano passate più di due settimane da quando Espio se n’era andato, e l’unico che ancora non sapeva niente di quello che era successo era Charmy.
Vector annuì, mesto. -Sonic e gli altri devono aver sconfitto Eden ormai. Non ha più senso tenerglielo nascosto. Però...- il coccodrillo scosse la testa. -Come posso dargli una notizia del genere? È solo un bambino...-
-Non è solo un bambino, Vector. Charmy è forte, e il modo in cui ha reagito alla morte di Knuckles lo ha pienamente dimostrato. Sarebbe ingiusto non dirglielo, invece. Soprattutto perché erano così legati.-
Vector cercò di reprimere le lacrime ed alzò la testa. Mighty aveva ragione, non poteva dimostrarsi così debole davanti al suo collega più giovane. Era lui il capo, e sarebbe toccato a lui l’ingrato compito di dover riferire la terribile notizia e consolare il suo giovane collega.
Il coccodrillo posò la mano sulla maniglia della porta scorrevole, ma questa si aprì da sola. Vector sobbalzò quando vide un Charmy allegro e sorridente uscire dalla sua stanza.
-Ciao ragazzi!- li salutò lui, gioviale. -Hanno appena trasferito un paziente nella mia stanza! Sta ancora dormendo, ma dicono che si sveglierà fra poco!-
Mighty e Vector si guardarono in modo molto strano. Non avrebbero mai pensato che Charmy potesse essere così felice per il fatto di non avere più la stanza tutta per sé.
-Uh, interessante. Che cosa avrebbe questa persona?- chiese Mighty.
Charmy sorrise. -Un braccio rotto, un trauma cranico e... qualcosa che non ho capito molto bene. Sembra brutto detto così, ma dicono che poteva andargli molto peggio! Essere presi a pugni da un robot non è una passeggiata!-
L’armadillo e il coccodrillo si allarmarono per quell’affermazione: qualcuno si era ferito nella battaglia finale  contro Eden ed Eggman?
-È qualcuno che conosciamo?- chiese Vector.
Charmy annuì. -Qualcuno che conosciamo molto bene!-
Vector afferrò l’ape per le spalle. -Chi è, Charmy? Sta bene? Non è in pericolo di vita, vero?!-
Charmy sfuggì dalla presa del coccodrillo e si allontanò da lui trascinando via Mighty per un braccio. -Forse dovresti aspettare che si risvegli per chiedergli tutto quello che hai bisogno di sapere! Io e Mighty ci allontaniamo per un momento, penso che è proprio il caso che voi due restiate un po’ da soli!-
-Dove mi stai portando?- chiese l’armadillo, confuso dal comportamento del suo giovane amico.
-Al bar. Voglio un succo di frutta.- rispose come se fosse stata la cosa più naturale del mondo. -Solo una cosa, Vector: non essere troppo arrabbiato per quello che vedrai quando entrerai nella stanza!-
Il coccodrillo fissò i suoi colleghi che andavano via cercando di capire il senso dell’affermazione di Charmy. Perché avrebbe dovuto vedere qualcosa che avrebbe potuto farlo arrabbiare? Si affacciò nella stanza e non vide niente di sospetto, a parte i macchinari ai quali era legato l’altro paziente. Vector entrò nella stanza e buttò un’occhiata alla persona legata alla macchina. Quando lo fece non poté non crollare a terra per la sorpresa e lo shock.
-E... E...-
Il coccodrillo non sapeva cosa pensare. Non poteva essere lui, era assurdo. Lui se n’era andato, era proprio il dover comunicare la notizia a Charmy che gli aveva impedito di andarlo a trovare meno spesso di quello che avrebbe voluto fare. Non poteva essere la figura accasciata sul letto piena di fasciature e con un braccio ingessato. Doveva essere un’altra persona, una persona che gli assomigliava come una goccia d’acqua. Un altro camaleonte. Un altro camaleonte viola. Non lui. E allora perché più lo guardava più diventava evidente che doveva essere lui?
-... ESPIO!-
Vector si alzò in piedi di scatto e afferrò il camaleonte per le spalle nello stesso momento in cui entrò l’infermiera.
-Lasci subito andare il paziente!- gli urlò contro. Vector rispose all’ordine e lo lasciò andare come se si fosse scottato. Era riuscito a toccarlo. E l’infermiera poteva vederlo. Non era un’allucinazione.
-Mi scusi. È solo che... Io credevo...- il coccodrillo non sapeva cosa dire. -Che cosa gli è successo? Perché... perché lui è qui? Dovrebbe essere morto!-
L’infermiera lo fissò come se fosse impazzito. -Direi che l’ECG non è molto d’accordo con questa sua teoria. A meno che anche gli zombie non siano dotati di funzioni vitali!-
Il coccodrillo non riusciva a capire cosa stesse succedendo. All’improvviso anche Mighty entrò di corsa nella stanza, e la sua reazione gli diede la conferma definitiva che non aveva affatto le allucinazioni.
-Allora è vero...- biascicò l’armadillo mentre cercava di riprendere fiato. Charmy si affacciò alla porta come se non stesse succedendo niente di rilevante.
-Mighty, il succo di frutta?- Capì che forse non era stata la domanda più intelligente da fare dal momento che due paia d’occhi lo stavano fissando con uno sguardo furioso.
-Charmy, che sta succedendo qui?- chiese Vector con tono minaccioso.
L’ape sorrise innocentemente. -Te l’avevo detto di non arrabbiarti!-
 
***
 
-Non posso davvero credere a quello che è successo!- sbuffò il dottor Eggman, furioso, non appena entrò nella sala principale del suo laboratorio segreto. I suoi assistenti robotici alzarono gli occhi al cielo, sorpresi dal fatto che l’uomo baffuto non avesse minimamente tenuto in conto un possibile tradimento della sua ultima creazione dopo tutti i precedenti che c’erano stati. Ormai avrebbe dovuto esserci abituato.
-Noi glielo avevamo detto che non avrebbe dovuto lasciare troppa libertà a Eden, Lost e all’Egg-Matic, ma lei non ci ha voluto ascoltare!- gli fece notare Bokkun con un sorrisetto ironico.
Il dottore fulminò il robottino nero con lo sguardo. -Quando è stata l’ultima volta che ti ho fatto una messa a punto, Bokkun? Forse potrei fartene una proprio ora e potrei fare a pezzi accidentalmente il tuo piccolo cervellino elettronico. Sai com’è, gli incidenti succedono!-
Bokkun e gli altri assistenti del dottor Eggman deglutirono. Era talmente di pessimo umore che sapevano che sarebbe stato capace di attuare quella minaccia.
-Sonic e la sua marmaglia non la passeranno liscia la prossima volta!- il dottore sorrise trionfante, sorprendendo i suoi assistenti. -È vero, ora hanno Eden, ma questo non cambia nulla! Posso ancora sfruttare la fonte dei suoi poteri grazie alle informazioni che ho raccolto!-
L’umano tirò fuori dalla tasca dei pantaloni un cd, che mostrò loro con orgoglio.
-Non mi dica che ha salvato tutte le informazioni che ha raccolto su Eden e sul suo potere in quel disco!- esclamò Decoe, sconvolto.
-Se è davvero così potrà davvero creare un robot in grado di utilizzare la Chaos Energy come Eden!- continuò Bocoe, scioccato per quella sorpresa. Con quei dati Eggman avrebbe potuto costruire un robot della portata dell’Egg-Matic 5000 in pochissimo tempo, e persino loro erano spaventati all’idea.
-Suvvia, non fate quelle facce! Ammetto che l’Egg-Matic mi ha dato qualche problema quando l’energia dei Chaos Emerald gli ha donato il libero arbitrio, ma farò tesoro di questa esperienza e creerò un robot che non potrà sfuggire al mio controllo! Vedrete, la prossima volta quella pulce di Sonic sarà schiacciata come merita e tutti gli abitanti di questo pianeta dovranno inginocchiarsi al mio cospetto! Ahahahahah!-
Eggman non poteva prevedere che il suo nuovo piano sarebbe sfumato nell’istante immediatamente seguente, quando un improvviso lampo di energia colpì il dischetto che aveva in mano mandandolo in frantumi e facendo morire la sua risata sul nascere.
-Ma cosa...?-
-Mi dispiace, ma non posso permettere che questo accada.- disse una voce femminile che sembrava provenire dalle sue spalle. Eggman, spaventato da quell’improvvisa apparizione, deglutì e si voltò lentamente, fino ad incrociare lo sguardo della sua giovane interlocutrice.
-Eden? Aspetta, non sei lei. Ma mi sembra di conoscerti...- farfugliò l’umano, confuso.
-Hai ragione, ci conosciamo. In passato sono intervenuta per fermare uno dei tuoi piani malvagi.- disse la giovane echidna, avvicinandosi a lui con un’espressione grave che sembrava essere profondamente dispiaciuta allo stesso tempo. -Mi chiamo Tikal, e sono l’emissaria di Chaos.-
-Non mi importa niente di chi sei tu! Non ti rendi conto di cosa hai appena fatto? Hai appena polverizzato tutte le informazioni che ho scrupolosamente raccolto e catalogato negli ultimi mesi!- le urlò contro il dottore, non accorgendosi che i suoi assistenti si stavano andando a nascondere dietro ai tavoli. Il fatto che la ragazzina fosse spuntata fuori dal nulla e che fosse riuscita ad entrare senza innescare nessuno dei sistemi difensivi della struttura in cui si trovavano non prometteva niente di buono, ma il dottore non se n’era ancora reso conto.
-Me ne rendo perfettamente conto. Era proprio questo quello che volevo.- rivelò Tikal in tutta tranquillità. -Non posso permetterti di usare il potere del Chaos per portare morte e distruzione su questo meraviglioso pianeta, e Chaos è d’accordo con me. È per questo che stavolta mi è stato permesso di intervenire. Il tuo desiderio di conquista ha quasi portato questo mondo alla distruzione, ma ha anche portato a qualcosa di buono. Con il tuo piano sconsiderato hai involontariamente ripristinato un equilibrio che era andato perso molto tempo fa, e per questo ora la mia famiglia è stata liberata dalla sua maledizione. Le mutanti non esisteranno mai più, grazie a te.-
Eggman spalancò gli occhi da dietro gli occhiali scuri che indossava. -Cosa intendi dire? È forse successo qualcosa a Eden durante la battaglia finale?-
-Quello che è successo non ti riguarda. Ti basta sapere che grazie a te ora Eden ha ottenuto esattamente ciò che voleva.- gli comunicò lei con freddezza. -Il tuo piano ha involontariamente portato a qualcosa di positivo, e devo darti atto di questo. Però so anche che se ne avessi i mezzi proveresti ad attuarlo nuovamente, e non posso permettertelo. Stavolta le conseguenze potrebbero essere catastrofiche, e probabilmente nemmeno Sonic the Hedgehog né nessuna divinità di questo mondo potrebbe fermarti, nemmeno lo stesso Chaos. È per questo che sono qui, per distruggere il tuo piano prima che tu possa metterlo in atto.-
Il dottor Eggman scoppiò a ridere sguaiatamente, ma la ragazzina non fece una piega. I suoi assistenti, al contrario, erano nervosissimi. -E così hai distrutto un dischetto. Congratulazioni, hai appena fritto il mio database, ma devi sapere che questa mossa non ti servirà a niente! Ricordo le modifiche che ho effettuato sull’Egg-Matic, so perfettamente come costruire un altro robot di quel genere! Dovresti strappare quelle informazioni dalla mia testa per distruggere il mio piano!-
L’echidna agitò la mano e un fascio di luce colpì il dottor Eggman dritto in faccia, facendolo crollare sul pavimento sotto lo sguardo incredulo dei suoi robot assistenti, che uscirono immediatamente dal loro nascondiglio per controllare le sue condizioni di salute.
-Sta bene. Ho solo rimosso i suoi ricordi sull’ultimo mese e sul robot che ha costruito.- comunicò loro Tikal. I robot alzarono la testa e l’echidna poté vedere il panico nella loro espressione. Sapevano che se avesse provato a farlo anche con loro non sarebbe finita bene, e anche lei lo sapeva. -Volete vivere?-
-Sì, certo che lo vogliamo.- risposero tutti e tre all’unisono.
-Bene. Prendete tutti i progetti sulla macchina creata dal vostro padrone e portatemeli. E dopo che lo avrete fatto assicuratevi di cancellare anche dalla vostra memoria gli avvenimenti dell’ultimo mese. Per quello che vi riguarda il dottor Eggman non ha mai costruito niente che potesse sfruttare appieno tutte le potenzialità del potere del Chaos, e mai lo farà.-
-Sissignora!- i tre robot scattarono immediatamente e in breve tutti i fogli che riguardavano il progetto Egg-Matic 5000 erano riuniti davanti a Tikal. L’echidna li prese in mano e li ridusse in una fine polvere dorata senza alcuno sforzo.
-E ora cancellatevi la memoria.- ordinò di nuovo con calma.
-Subito!- esclamò Bokkun.
-E sappia che non ce ne sarebbe stato per niente bisogno.- disse Bocoe.
-Già, nemmeno noi potevamo sopportare la vista di quell’arrogante ferrovecchio!- concluse Decoe.
L’echidna sorrise debolmente mentre i tre robot si collegavano subito ad un macchinario lì vicino.
-Direi che questo è l’unico lato positivo della visita della signorina: almeno non ci ricorderemo di lei e di quel signor so-tutto-io di Egg-Matic!- notò Decoe.
-Hai proprio ragione! Sarà proprio come se per noi questo mese infernale non fosse mai esistito!- convenne Bocoe.
-Già, almeno questo!- disse il piccolo Bokkun mettendo in funzione la macchina. I tre robot vennero attraversati da una scarica elettrica che li lasciò intontiti e Tikal li vide staccarsi dalla macchina con gesti meccanici e allontanarsi di qualche passo prima di collassare a terra accanto al loro creatore. Ormai per loro l’Egg-Matic 5000 non era mai esistito e sicuramente il dottor Eggman non avrebbe ideato tanto presto un’altra macchina come quella.
Tikal tornò nella sua dimensione pensando a come fosse assurdo che un simile genio potesse mettere le sue abilità al servizio del male. Quell’uomo era in grado di donare alle sue creature una coscienza e forse anche un qualcosa che si avvicinava addirittura ad un’anima tanto erano avanzate, eppure voleva usare le sue abilità solo per sé stesso, senza pensare alla sofferenza le sue azioni avrebbero portato al prossimo. Anche se erano macchine non se l’era sentita di distruggere quegli assistenti proprio per quel motivo, e sperava di non aver commesso un errore imperdonabile nel lasciare che si cancellassero la memoria da soli. Però aveva sentito la sincerità nelle loro parole quando avevano espresso il loro odio nei confronti della macchina di Eggman, e questo la faceva ben sperare che avessero davvero fatto tutto ciò che aveva chiesto loro di fare, e che nel fare questo avessero definitivamente messo la parola fine a quella follia. Nessun’altra persona avrebbe mai avuto a che fare con una simile conoscenza della Chaos Energy e l’avrebbe usata per scopi malvagi.
L’echidna fece un lieve inchino davanti alla sorgente d’acqua che le stava davanti. -Ho distrutto l’ultimo residuo di quella creatura malvagia. Ora nessun altro potrà usare i tuoi poteri completi per compiere azioni malvage.- gli comunicò sinteticamente. Dall’acqua si diramarono dei cerchi, segno che la creatura stava parlando. -Ti ringrazio per avermi permesso di intervenire. So che normalmente non avremmo dovuto farlo, ma in questo caso era davvero necessario.-
Tikal fissò l’acqua per alcuni momenti, ripensando a tutto ciò a cui le era toccato assistere nell’ultimo periodo di tempo. Ormai quella storia era conclusa, ma c’era ancora un punto oscuro che lei non riusciva a spiegarsi. Però, se Chaos desiderava che non intervenisse anche in quella faccenda, lei non poteva fare altro che rispettare la sua volontà.
 
***
 
La prima cosa che sentì al momento del suo risveglio fu il dolore. Un dolore fisico intenso e insopportabile che sembrava provenire da ogni singolo centimetro del suo corpo. Era talmente tanto confuso e intorpidito da quella sgradevole sensazione da non rendersi nemmeno conto di essere stato lui stesso ad emettere il gemito che aveva appena sentito. Poi avvertì una presa sulla mano, e solo quella sensazione convinse il camaleonte a riaprire gli occhi. Dapprima rimase abbagliato dalla luce artificiale che pendeva sulla sua testa, e per quel motivo fu costretto a sbattere le palpebre più volte prima di riuscire a mettere a fuoco qualcosa. La presa sulla sua mano si rafforzò.
-Espio...-
Il camaleonte mosse gli occhi per fare entrare nel campo visivo la fonte della voce. La stanchezza estrema che si sentiva addosso gli impedirono di mostrare una qualsivoglia emozione alla vista della persona che gli aveva appena rivolto la parola.
-Vector...-
Il coccodrillo aveva un'espressione molto seria, ma non sembrava essere arrabbiato. In quel momento gli stava tenendo la mano come per assicurarsi che fosse reale, che lui era lì e che non sarebbe sparito all'improvviso come era solito fare.
-Abbiamo appena telefonato a Tails. Sappiamo già tutto quello che è successo nelle ultime settimane.- lo anticipò il coccodrillo, evitandogli una spiegazione lunga e complicata. Il coccodrillo scosse la testa, incredulo. -Non posso credere a quello che hai fatto. Non so se sia stato più coraggioso, folle, o semplicemente stupido! Cavoli, non ti credevo capace di tanto! Pur di aiutare quella pazza sei arrivato a tanto così dal farti ammazzare non una sola volta, ma due! Io... Io ti dimezzerò lo stipendio per questo!-
Espio non reagì al discorso del suo datore di lavoro. Non aveva la forza né la capacità di obiettare in quel momento. Anche se probabilmente non lo avrebbe fatto nemmeno se fosse stato nel pieno delle sue facoltà mentali.
-Però sei stato molto bravo a capire da solo il piano di Eden nonostante i pochi elementi che avevi a disposizione. Credo proprio che ti raddoppierò lo stipendio!- aggiunse subito dopo con un sorriso.
Il camaleonte sbatté lentamente le palpebre in segno di sorpresa. -Stai cercando di dirmi che non ce l'hai con me per quello che ho fatto?-
L’espressione del coccodrillo s’incupì. -Non è vero che non ce l'ho con te! Ma allo stesso tempo non riesco ad essere arrabbiato più di tanto. Forse se non fossi disteso su un letto di ospedale con un trauma cranico, la ghiandola pineale sballata e un braccio rotto in questo momento ti starei urlando contro.-
Il camaleonte sollevò lentamente il braccio destro. Si chiese se era stato solo il gesso che lo avvolgeva ad averlo reso così pesante. -Che cosa mi sono perso mentre ero... Addormentato?-
Vector respirò profondamente e raccontò per filo e per segno tutto quello che era successo da quando il suo amico era stato ricoverato il giorno prima, proprio come glielo aveva raccontato Tails. Aveva dormito per un giorno intero a causa delle ferite riportate e per i sedativi che i medici gli avevano dato per tenerlo buono ed evitare che potesse avere altre crisi come quelle che gli erano venute sul Tornado. La sostanza fortunatamente si era rivelata non essere letale: era solo un concentrato di ormoni inibitori della ghiandola pineale, la parte del cervello che controllava il ritmo sonno-veglia, gli ormoni del sonno, in parte anche la temperatura corporea e, nei camaleonti, la capacità di rendersi invisibili. Chiunque avesse messo a punto quella sostanza voleva colpire lui, e voleva assicurarsi che restasse fuori dai giochi per molto tempo, ma non aveva tenuto di conto quanto Espio potesse essere tenace. Solo dopo che avevano avuto la conferma che l'anestesia non avrebbe provocato strane interazioni con il farmaco si erano decisi ad operarlo al braccio per riposizionare le ossa prima di ingessarglielo. E lui e Mighty avevano scoperto tutto quello che era successo solo la mattina dopo, quando Charmy aveva comunicato loro a modo suo che il camaleonte era il suo nuovo compagno di stanza.
Espio alzò gli occhi al cielo per lo scherzetto dell’ape. -Gli altri stanno tutti bene?-
-Sì. Sei stato l’unico ad essere finito all’ospedale in seguito alla battaglia.- disse Vector, anche se la sua espressione si rabbuiò. -Però Knuckles non se la sta passando per niente bene.-
-Perché, cosa è...?- Espio si bloccò all'istante quando realizzò quale poteva essere la risposta a quella domanda. -Eden sta bene?-
Vector scosse la testa. -Non è sopravvissuta alla battaglia, Espio. Ha sacrificato tutte le sue energie per contrastare il robot di Eggman.-
Sentire quelle parole fu come ricevere una pugnalata allo stomaco con un coltello smussato e arrugginito. Espio seppe che il suo corpo non si stava fermando o cadendo a pezzi solo per i suoni continui che sentiva provenire dai macchinari che monitoravano le sue funzioni vitali. Il camaleonte strinse i pugni, e nel farlo avvertì una forte fitta di dolore al braccio destro che lo costrinse a desistere. Vector non poteva sapere quale sarebbe stata la sua reazione a quella terribile notizia, cosa avrebbe fatto quando avrebbe saputo che i suoi sforzi per salvare la sua vecchia amica si erano rivelati vani.
Il camaleonte distolse lo sguardo da Vector e fissò la luce al neon che brillava sopra il suo letto, respirando lentamente. Non era cambiato niente nella sua espressione, come se gli avesse dato una notizia come un'altra. Vector però lo conosceva abbastanza bene da sapere che anche se ad una prima vista non sembrava quella notizia in realtà lo aveva distrutto, ma lui non voleva darlo a vedere. Vector gli posò una mano sulla spalla con un'espressione comprensiva.
-Mi dispiace, amico.-
-Non dispiacerti.- disse lui con calma, sorprendendolo. -In fondo era questo quello che lei voleva, no? L'importante è che ora lei sia in pace.-
-Però tu non lo sei, vero?-
Espio rimase immobile per qualche istante prima di scuotere la testa. -No. Però non potevo fare niente per impedire che questo accadesse, giusto? Ci ho provato, ma non sono riuscito ad impedirlo. Ora non posso che sperare che abbia trovato nella morte ciò che non ha potuto ottenere in vita.-
Il coccodrillo non seppe come commentare davanti a quella risposta. Era calma e pacata, come se avesse già accettato la cosa.
-La cosa più triste in tutto questo è che è stata lei a farmi capire quello che in realtà desideravo dalla vita, ancora prima che io stesso me ne rendessi conto. Forse è stato per questo che ho desiderato così tanto salvarla, perché volevamo le stesse cose e non trovavo giusto che proprio lei non potesse nemmeno sperare di vedere realizzato il suo sogno. Voleva solo degli amici, una famiglia... Perché non ha nemmeno potuto sperare di avere questa possibilità?-
Vector fece finta di non notare l'espressione vuota del suo amico. Aveva appena perso un’amica, forse persino una persona con cui era riuscito ad identificarsi molto più profondamente di quello che avrebbe mai ammesso. Avrebbe voluto dirgli che se voleva poteva sfogarsi, ma sapeva che probabilmente non lo avrebbe fatto né avrebbe accettato un simile comportamento da parte sua. Purtroppo in quel momento non poteva fare altro che aspettare e stargli vicino per quanto gli sarebbe stato possibile.
In quel momento la porta della stanza si aprì ed entrarono anche Mighty e Charmy, che si accorsero subito che Espio si era svegliato. Mighty si avvicinò al letto con un sorriso a trentadue denti.
-Finalmente ti sei svegliato, Esp! Credevamo che non lo avresti mai fatto!-
-Purtroppo non ti libererai di me così facilmente.- commentò Espio, sarcastico, tornando alla sua solita espressione seria e composta come se lui e Vector avessero parlato del tempo. Il coccodrillo volle sapere solo come diamine riusciva a farlo.
-Hai ragione. Non sarebbe stato da te. Però non posso ancora credere al fatto che ti ho lasciato su un letto d'ospedale e ti ho ritrovato su un letto d'ospedale! Non è che ci sei finito tanto spesso da aver fatto l'abbonamento e hai detto a Vector di non dirmelo?-
Espio alzò gli occhi al cielo. -Andiamo, sii serio!-
-Potrei anche crederti. Però resti sempre piuttosto incline agli incidenti! Forse non sei così bravo come credi!-
-Mighty...-
-Sembra proprio che certe cose non cambino mai, eh Mighty?- chiese Charmy con un sorriso, per dar man forte all’armadillo.
-Puoi dirlo forte, amico!- gli rispose l'armadillo prima di sollevare di peso il camaleonte per stritolarlo in un abbraccio a tradimento. Espio sentì le proteste dolorose delle sue ossa, ma era felice di ricevere quel semplice gesto d'affetto da parte di quell'amico che per una buona fase della sua vita aveva pensato che lo odiasse. E fu ancora più bello, anche se ancora più doloroso, quando anche Charmy si unì all'abbraccio, invitando anche Vector a farlo. Il coccodrillo rifiutò solo perché voleva evitare altri dolori al camaleonte che stava protestando per le prese da orsi dei suoi amici. Lo stavano punendo già abbastanza da soli, e nel modo migliore in cui potessero farlo.
 
***
 
Secondo giorno
 
Per una volta Sonic the Hedgehog non aveva la minima intenzione di correre. Di solito era la prima cosa che faceva una volta che aveva sconfitto Eggman: partiva subito per un’altra avventura senza pensarci due volte, lasciando i suoi amici con un saluto veloce solo per rivederli alla prossima avventura. Per la prima volta non se l’era sentita di farlo. I suoi amici avevano ancora bisogno di lui, e lui lo sapeva. Forse era per quella ragione che era rimasto da Tails insieme a Amy e a Knuckles e li accompagnava sempre all’ospedale, precedendoli grazie alla sua velocità supersonica. Era la prima volta che qualcuno di loro finiva all’ospedale, ora che ci pensava. Ogni volta che avevano affrontato insieme  una nuova minaccia ne erano usciti tutti più o meno incolumi, tranne quelle volte in cui c’erano stati dei caduti. Cosmo, Chip, Emerl,... e Shadow era quasi morto quando avevano affrontato insieme la Biolizard trasformata in FinalHazard e i Metarex. Eppure quello che era successo allora non lo aveva lasciato con quell’enorme vuoto che stava sentendo in quel momento. Non era stata la prima volta che aveva visto morire un suo amico, ma era la prima volta che sentiva di esserci rimasto davvero male. Cosa rendeva Eden diversa dagli altri? Stava ancora cercando di capirlo. Forse era stato l’enorme impatto che quella ragazza aveva avuto sulle loro vite a far sentire Sonic in quel modo. Lei era comparsa all’improvviso con l’intenzione di andarsene per sempre alla prima occasione, ma prima di farlo aveva voluto lasciare loro qualcosa. Un qualcosa che forse fino a quel momento tutti loro avevano sempre dato per scontato e senza nemmeno capirlo.
-Allora sei qui, Sonic.-
Il riccio blu smise di guardare il panorama offerto dalla terrazza dell’ospedale di Windmill Isle e si girò lentamente verso Amy Rose. -Vi avevo detto che ci saremmo rivisti qui, o sbaglio?- le chiese lui, con un sorriso che però si spense quasi subito. -Sono passato da Espio. Si sta riprendendo senza alcun problema, sembra quasi che non lo abbiano operato! Almeno questo è quello che dice Vector, lui continua a rispondere con monosillabi...-
-Credo che dopo quello che ha passato il suo mutismo sia comprensibile.- la riccia rosa gli si avvicinò. -E Rouge?-
-In questo momento c’è Shadow con lei, ho preferito non disturbarlo. Secondo i medici sta migliorando, forse potrebbe svegliarsi anche oggi. Sarebbe fantastico, non trovi? Dopo la tragedia tutto torna alla normalità...-
Amy scosse la testa. -Credo che stavolta tu ti stia sbagliando, Sonic. Stavolta ci vorrà un po’ di tempo prima che tutto torni alla normalità.-
Sonic annuì per dare ragione alla riccia rosa. Solo aver visto Knuckles che aveva passato il giorno precedente seduto sulla panchina del giardino di Tails e averlo visto aggirarsi come se fosse stato un fantasma nella casa della volpe a due code erano indice di come quella storia lo stava facendo stare male. Gli si erano avvicinati più volte per chiedergli come stava, ma l’echidna gli aveva sempre risosto che non voleva essere disturbato prima di chiudersi in un insensato mutismo. E sicuramente Espio, che si era impegnato con tutto sé stesso per dare a quella storia un finale diverso senza riuscirci, stava meno bene di quello che stava lasciando intendere.
-È triste, non pensi?- sussurrò Amy all’improvviso. -Tutto questo è successo solo perché Eden aveva i suoi poteri e voleva solo essere normale. Voleva solo crescere con una famiglia e degli amici e non ne ha mai avuto l’occasione. E ha fatto tutto questo solo perché non voleva che noi sprecassimo la nostra.-
Sonic fissò la riccia, perplesso. -Che intendi dire?-
-Knuckles mi ha detto che secondo Espio Eden ha fatto tutto questo perché potessimo capire e godere al meglio quello che lei desiderava dalla vita. Pensava che farci credere che i nostri cari se ne fossero andati per sempre avremmo imparato ad apprezzarli e a non darli per scontati. Voleva assicurarsi che Knuckles sarebbe stato sempre con noi, che saremmo stati sempre tutti insieme una volta che lei se ne sarebbe andata. Voleva solo che suo fratello fosse felice e non le importava di morire per questo. È la cosa più triste che abbia mai sentito in tutta la mia vita.-
La riccia rosa aveva le lacrime agli occhi e Sonic non sapeva da quale parte guardare. Per quella ragione tenne gli occhi bassi. -Secondo me non voleva solo questo. Forse lei sperava che sentendoci sempre in pericolo di vita, anche noi ci saremmo decisi a...- “a fare cosa?” Sonic non sapeva come continuare la frase. Amy lo vide arrossire leggermente, e capì cosa stava cercando di dirle. La riccia si sentì come se una forza invisibile l’avesse appena sollevata da terra.
-Vedi Amy, forse Eden voleva anche che noi vivessimo appieno e senza alcun rimpianto la nostra vita. Sapeva che certe cose le avremmo capite solo in una situazione davvero difficile.- sussurrò lui, imbarazzato.
Amy non ci poteva credere. -Cosa stai cercando di dirmi, Sonic the Hedgehog?-
-Che sei importante per me, e che l’ho capito solo quando ero davvero sul punto di perderti. In quest’ultimo mese ho vissuto nel terrore di perdere un altro dei miei amici senza poter fare qualcosa per impedirlo. E quando sono arrivato a quel punto ho capito che ci sono state troppe cose non dette, e...- Sonic tacque per un momento per poi scuotere la testa. -Non so nemmeno come dirle.-
Amy gli si avvicinò e sorrise. -Forse posso darti un piccolo aiuto.-
La riccia posò delicatamente le proprie labbra su quelle del riccio blu, che rimase paralizzato per quella strana iniziativa. Prima che quella situazione si verificasse nella realtà Sonic aveva pensato che la prima cosa che avrebbe fatto sarebbe stata respingere Amy, ma si sorprese nel constatare che quella era proprio l’ultima cosa che avrebbe voluto fare. Anzi, gli piaceva quella sensazione. Si stava sentendo come se avesse appena raggiunto una meta lontanissima e irraggiungibile dopo aver macinato chilometri di corsa, e proprio come avrebbe fatto in quella circostanza, voleva godersi quel glorioso momento di vittoria fino in fondo.
Amy si separò da Sonic e gli sorrise, vittoriosa. -Era questo quello che cercavi di dirmi, vero?-
-Non era esattamente il modo in cui avrei voluto dirtelo, ma devo ammettere che non era malaccio.-
Il sorriso della riccia si allargò ancora di più e strinse il riccio in un abbraccio. Sonic notò che stranamente non gli stava dando fastidio. E che non lo stava nemmeno stritolando come era solita fare quando era contenta di vederlo. -Non sai da quanto tempo aspettavo questo momento.-
Sonic sorrise. -Sai, forse sarei riuscito ad arrivarci molto prima se tu non fossi stata così agitata nel corso di tutti questi anni.- il riccio notò l’espressione contrariata di lei. -Mi dispiace, ma è la verità. Non tornerai ad essere pazza e non tirerai fuori il martello per questo, vero?-
Amy fece finta di prendere il martello. La reazione di Sonic, che si accovacciò per parare il colpo, la fece ridere. -Non lo farò, perché effettivamente hai ragione. Ma sai, le persone fanno spesso cose pazze per amore!-
-Peccato che quando le facevi tu sembrava che dovessimo davvero chiamare la neuro e farti portare via in camicia di forza!- scherzò Sonic, per poi girarsi verso la riccia per guardarla negli occhi. -Ho capito solo adesso quanto tengo a te, Amy, e mi sento davvero uno stupido per questo. Per essere arrivato a capire quello che provo solo dopo aver visto la morte in faccia. Durante tutto questo tempo ho avuto una paura folle di perdere te e Tails, pensavo che se avessi fallito nel proteggere anche voi non me lo sarei mai perdonato! Ho capito che avrei dato la mia vita per assicurarmi che almeno voi due vi sareste salvati alla fine di tutta questa storia, ma che se fosse accaduto il mio unico rimpianto sarebbe stato non essere riuscito a dirti tutto questo. Io non come te, non riesco a rimanere fermo nello stesso posto per troppo tempo anche se torno ogni volta che la situazione lo richiede, e non sono per niente un tipo da cose smielate. Odio gli appuntamenti, odio vedere le coppiette smielate che si imboccano di gelato alla panna a vicenda come se fossero dei bambinetti dell’asilo, odio le cose lente in generale, e il locale dove siamo andati a mangiare qualche settimana fa sembrava uscito dai miei peggiori incubi al diabete! Però sono sopravvissuto a tutto questo, e forse in parte sono riuscito ad apprezzarlo solo perché c’eri tu. C’eri tu e non eri pazza. Eri la ragazza più carina e sensibile che avessi mai conosciuto, e grazie a te forse sono riuscito a superare tutto lo schifo in cui eravamo sprofondati senza alcun tentennamento. È dura da ammettere, ma penso che stavolta nemmeno Tails sarebbe riuscito a fare quello che hai fatto tu in questo mese, e per questo ti ringrazio. Grazie Amy.-
Amy sentì gli occhi riempirsi di lacrime. Era da quasi una vita che voleva sentirsi dire quelle cose da Sonic, e ora che quel momento era arrivato non sapeva cosa dire, fare o pensare. Aveva sempre creduto che la dichiarazione del suo amato sarebbe stata la cosa più melensa e smielata che avrebbe mai sentito in vita sua, che sarebbe stata accompagnata da un grandissimo mazzo di rose rosse e un sorriso sgargiante, non da un’ondata quasi tangibile di imbarazzo e dalla sua spudorata ammissione che odiava praticamente tutto ciò che lei amava e che non sarebbe mai stato il fidanzato che lei si era immaginata. Però, sorprendentemente, a lei non importava niente di tutto questo: lei non voleva un fidanzato perfetto, lei voleva solo Sonic, lo stesso Sonic che l’aveva fatta innamorare alla follia, e niente avrebbe cambiato quello che provava per lui. Era felice che finalmente l’avesse notata dopo tutto quel tempo che aveva passato ad inseguirlo e che finalmente le avesse detto quelle cose che aspettava che le dicesse da anni, ormai. Lei lo abbracciò di nuovo.
-Però posso sempre continuare ad inseguirti ogni volta che mi sentirò sola.- gli sussurrò all’orecchio. -Devi ammettere che al mio posto molte ragazze si sarebbero arrese molto tempo prima. Si vede che sono io la donna della tua vita!-
Sonic rise e le baciò la fronte. In quel momento la porta si aprì e Knuckles e Tails si affacciarono, notando che Sonic stava tenendo Amy per le spalle e che entrambi avevano un’aria decisamente allegra.
-Abbiamo interrotto qualcosa?- chiese Tails, curioso.
Sonic non sapeva cosa dire, ma per fortuna non ebbe nemmeno bisogno di dire qualcosa. -No, avevamo finito.- disse Amy, continuando a sorridere. -Il vostro grande eroe è tutto vostro!-
Sonic si avvicinò ai suoi amici lanciando una rapida occhiata a Amy, che gli rispose annuendo con un sorriso incoraggiante.
-Allora? Qual è il programma di oggi, ragazzi?- chiese lui, sorridendo. Knuckles abbassò gli occhi, indicando le scale. -Vuoi andare a trovare Rouge, vero? Bè, direi che la Forma di Vita Perfetta ha monopolizzato Rouge per troppo tempo! Andiamo a far schiodare Shadow da lì!-
L’echidna annuì e iniziò a scendere le scale insieme a Sonic. Tails, invece, rimase solo con Amy sul tetto.
E Sonic ebbe la stranissima sensazione di aver sentito un urlo degno di una ragazzina sovraeccitata non appena mise di nuovo piede nell’edificio.
 
***
 
Dopo numerosi giorni di coma, anche Rouge riuscì finalmente ad aprire gli occhi. Al suo risveglio si sentì molto confusa ed intontita, non riusciva a capire come mai si trovasse distesa su quel letto, collegata a degli strani macchinari, e perché sentisse l'addome tirare come se lo avessero cucito da qualche parte. Sollevando leggermente la camicia da notte che indossava, il pipistrello si rese conto che effettivamente l'addome era stato ricucito con alcune graffette metalliche. Quella vista la fece rabbrividire e abbassò di nuovo la camicia da notte per ricoprire la ferita, sperando che la cicatrice che le sarebbe sicuramente rimasta fosse poco visibile. Le sarebbe dispiaciuto se non avesse più potuto portare dei top o dei pantaloni a vita bassa a causa di quell'inconveniente antiestetico.
-Per fortuna esiste la chirurgia plastica...- si disse subito dopo, dandosi della stupida per non averci pensato subito. All'improvviso sentì uno strano rumore provenire dal corridoio come un rumore di voci che parlavano. Sembrava che stessero discutendo. La ragazza pensò che sarebbe stato più prudente non dare a vedere che si era svegliata. Era proprio curiosa di sentire chi la stava venendo a trovare e come avrebbero commentato il suo non essersi ancora svegliata. Sapeva che sarebbe stato molto meglio far sapere subito che si era risvegliata, ma il suo lato melodrammatico da primadonna voleva sentire qualcuno che la implorava di svegliarsi prima della grande rivelazione.
La porta si aprì e Rouge sentì dei ritmici rumori di passi nella stanza, che sicuramente appartenevano a più di una persona. Un piccolo drappello, era molto di più di quello che si sarebbe sognata. La ragazza cercò di restare impassibile mentre i suoi visitatori le si avvicinavano.
 -Quel colpo deve essere stato davvero fortissimo! Sono passati dieci giorni ormai e ancora non si sveglia!- commentò Sonic. Una delle persone nella sala trattenne il respiro. -Ehi, non fare quella faccia. Sai meglio di chiunque altro che Rouge è fatta di ferro! Presto sarà di nuovo in piedi, puoi starne certo!-
-Che cosa succederebbe se invece non si svegliasse?-
Rouge rimase impietrita sentendo il suono di quella voce. Forse non si era svegliata e stava ancora sognando, non poteva essere altrimenti. Non esisteva un'altra spiegazione razionale.
-Ehi... So che in questo momento non ti senti molto ottimista, ma devi pensare per il meglio. Solo così potrai aiutarla a riprendersi.- Sonic aveva risposto a Knuckles come se si fosse davvero trovato lì con lui. Ma non era possibile, non poteva essere... Rouge rimase comunque immobile ad ascoltare che altro avessero da dire.
-Tu... Non l'hai tenuta fra le tue braccia quando un robot le aveva appena aperto uno squarcio nella pancia, Sonic. Era così fragile... Per un momento ho creduto di averla persa per sempre in quella giungla!- Rouge sentì un corpo che cadeva a peso morto su una sedia e la voce di Knuckles più vicina. -Ma immagino che me lo merito, no? Dopo tutto quello che vi ho fatto passare. Però non è giusto che lei...-
-Non dire sciocchezze! Nessuno ti biasima per quello che hai fatto! Eri in una situazione molto complicata, e te la sei cavata alla grande!-
-Alla grande?- chiese Knuckles, alzando la voce. -Vi ho fatto credere che fossi morto! Mi sono schierato dalla parte di Eggman per proteggere mia sorella, e lei è... è...-
Rouge sentì il rumore di altri passi. Anche Sonic doveva essersi avvicinato. -Hai fatto del tuo meglio, amico. Purtroppo non hai avuto altra scelta.-
-Certamente. Dovevo solo scegliere fra mia sorella e il mio incarico e ho scelto il mio incarico! Ho salvato il mondo, ma in compenso ciò che restava della mia famiglia è andato definitivamente in pezzi!- Knuckles respirò profondamente prima di continuare a parlare. -Due giorni fa Tikal è venuta da me. Mi ha detto che, se voglio, posso rinunciare all'incarico di Guardiano del Master Emerald. E io non so cosa fare... Tornare ad Angel Island è l'ultimo dei miei desideri, ma non posso disonorare così la memoria della mia famiglia, specialmente sapendo cosa hanno dovuto passare a causa di questa missione... Sono così confuso che ho come l'impressione che la mia testa potrebbe esplodere da un momento all'altro! Perché ho avuto questa illusione di poter avere una vita mia, con mia sorella al mio fianco, se doveva accadere tutto questo?-
Sonic non rispose.
-Però, nonostante tutto, sono fiero di lei. Ha sacrificato tutto, solo per permettere ai miei figli di avere una vita normale, per non farli vivere nella paura di essere separati e nell'incertezza. E ci ha salvati tutti, a costo della sua stessa vita. Lei era una brava ragazza, e avrei voluto che voi tutti la conosceste meglio. Avrebbe meritato questa occasione.-
Rouge finalmente si decise ad aprire gli occhi, e la prima cosa che vide fu Knuckles, che la ricambiò con uno sguardo sorpreso.
-Rouge!- sussurrò lui, imbarazzato.
-Non fare caso a me.- disse lei, freddamente. -Continua pure a parlare. Ti ascolto.-
L’echidna impallidì visibilmente nel realizzare che lei aveva sentito tutto quello che lui aveva detto. -Posso spiegare.-
-La sorella di cui stavi parlando era Eden?- chiese lei senza mezzi termini. L'echidna annuì lentamente e per quella risposta il pipistrello non fece nient'altro se non mettersi a sedere sul letto. -Quindi tutto quello che è successo in questo periodo... La tua morte, la morte di Espio, la nuova minaccia... Tutto questo era solo una bugia?-
-Sì.- disse lui, senza mezzi termini. -Eden aveva scoperto che Eggman aveva in mente qualcosa e ha ritenuto opportuno farvelo sapere. Ha inscenato la mia morte per avvertirvi di quello che stava per accadere, e mi ha fatto promettere di non parlarne con nessuno per non farci scoprire. Io e Espio te lo avremmo detto quando ti abbiamo soccorsa tempo fa, ma non potevamo...-
Knuckles fu costretto a fermarsi perché Rouge scattò all'improvviso e lo schiaffeggiò. L'echidna non fece altro che tenersi la faccia con la mano senza dire una parola.
-Rouge! Lascialo almeno spiegare!- disse Sonic, avvicinandosi al pipistrello.
-Spiegare cosa? Quanto sia stupido?- sbraitò lei, fuori di sé dalla rabbia. -Come diavolo hai potuto farlo? Hai la minima idea di quanto abbiamo sofferto tutti quanti per la tua scomparsa? E tu te ne sei fregato, facendo tutto quello che ti ha detto quella piccola psicopatica!-
-Rouge, calmati.- disse Sonic, costringendola a sdraiarsi. -Capiamo tutti come ti senti, ma non è questo il modo di comportarsi! La situazione è molto più complicata di quello che sembra...-
Rouge si oppose al riccio blu e si mise di nuovo a sedere, inviperita. -Certo! La piccola stronza è diventata la nobile e coraggiosa eroina amata da tutti nonostante abbia fatto passare le pene dell'inferno al mondo intero con il suo comportamento! E ora, solo perché è morta, vi comportate tutti come se vi dispiacesse che questo sia successo quando fino a poco tempo fa ci auguravamo tutti che la storia finisse in questo modo! Non so cosa diavolo sia successo per farvi arrivare a questo punto, e nemmeno mi interessa saperlo! Per me quella piccola stronza può pure bruciare all'inferno per quanto mi riguarda!-
Knuckles si alzò di scatto dalla sedia e uscì dalla stanza, mentre Rouge ricadeva sul letto con l'espressione imbronciata e le braccia incrociate. Si vedeva da lontano un miglio che era nera come un temporale per quello che aveva appena scoperto, ma a Sonic non interessava.
-Ma sei completamente impazzita? Knuckles è a pezzi per questa storia e ora ti ci metti pure tu!-
-Se non voleva problemi non avrebbe dovuto lasciarsi coinvolgere.- ribatté lei, fredda. -Deve imparare che ogni azione ha una conseguenza. Non avrebbe dovuto seguire il piano di quella svitata.-
-Se fossi stata nella sua stessa situazione ti saresti comportata come lui.- le fece notare il riccio blu, e sul volto del pipistrello comparve una smorfia di disapprovazione. -Dovresti essere un po’ più comprensiva. Knuckles ha appena perso l'unico membro della sua famiglia ancora in vita oltre a lui, e questo è stato un colpo terribile. Ha bisogno di tutto l'aiuto possibile. È stata la prima volta che ne ha parlato apertamente da quando è successo, e sicuramente non è un bene che la prima reazione che abbia ricevuto sia stata uno schiaffo!-
Rouge fulminò il riccio con lo sguardo. -Certo, quando si parla dei tuoi amici è facile essere comprensivi. Scommetto che anche quell'idiota del camaleonte che era con noi quella sera è stato trattato con i guanti di velluto dai suoi amici fenomeni da baraccone!-
-Sicuramente non lo hanno sbranato in quel modo dal momento che è uscito dallo scontro con l’ultimo rottame di Eggman con un braccio rotto e un trauma cranico.- le rivelò Sonic. Rouge alzò gli occhi al cielo.
-A quanto pare l'aver perso miseramente contro Eden non gli ha insegnato nulla.-
-Ha fatto del suo meglio per proteggere una persona a cui teneva, e così ha fatto Knuckles. Sono da biasimare per questo?-
Rouge si voltò di scatto dall’altra parte, solo perché non sapeva come rispondere. Sapeva che Sonic aveva ragione quando diceva che al posto di Knuckles si sarebbe comportata allo stesso modo, ma si rifiutava di ammetterlo. Lei si era sempre ritenuta brava a raggirare le persone per via del lavoro che faceva, e aver scoperto di essere stata raggirata in quel modo da una persona a cui aveva scoperto di tenere molto solo da poco tempo l’aveva lasciata davvero con l’amaro in bocca. E capì che per lui ingannarla in quel modo era stato sconvolgente quando ricordò i suoi balbettii confusi che le aveva riferito subito dopo che si erano scambiati quel bacio.
 
- Che cosa stiamo facendo? Io sono perduto. Andato. Non posso farti anche questo.-
 
Perduto. Lost. Rouge si diede della stupida per non esserci arrivata prima. Knuckles le aveva praticamente detto in faccia di essere Lost e lei non aveva nemmeno colto il riferimento. Se solo fosse stata meno coinvolta emotivamente in quel momento forse proprio lei avrebbe potuto dare a Sonic e Shadow la chiave per chiudere definitivamente quella faccenda. E invece si era accorta troppo tardi di quel piccolo dettaglio.
-Sono davvero una stupida.- si disse a mezza voce prima di alzarsi dal letto di scatto, staccandosi aghi ed elettrodi di dosso. Rouge rimase sorpresa quando si rese conto che aveva dovuto appoggiarsi al comodino per impedirsi di cadere.
-Ehi! Fermati, non ti sei ancora ripresa!- protestò Sonic, cercando di trattenerla a letto. Il pipistrello spintonò il riccio e continuò a barcollare verso l’uscita della stanza. Non le servì molto tempo per trovare la persona che stava cercando sul balcone della sala d’attesa. Knuckles era immobile e guardava le ambulanze parcheggiate nel piazzale sottostante con espressione vuota.
 
***
 
Shadow aveva capito che Espio doveva essere rimasto da solo nella sua stanza quando aveva intravisto gli altri tre membri dei Chaotix che stavano camminando nel corridoio. Il riccio era passato a trovare Rouge, ma Sonic e il suo amico echidna gli avevano gentilmente chiesto di “lasciare la sua amica anche agli altri” e di farsi un giro per l’ospedale, durante il quale aveva scoperto casualmente che forse avrebbe avuto la possibilità di ripiegare sulla seconda persona che desiderava vedere in quell’ospedale. Qualcuno avrebbe potuto dirgli che stava esagerando data la motivazione per cui voleva parlargli, ma per Shadow quella motivazione non era poi tanto stupida. Forse lo era davvero, ma per lui era fondamentale chiarire le cose, era una questione di principio. Aprì la porta senza curarsi di cosa avrebbe trovato dall’altra parte.
Espio giaceva sul letto ed era cosciente. Shadow non fece minimamente caso a tutti i macchinari e ai tubi collegati al suo corpo e gli si avvicinò come se fosse stato in piedi e al massimo della forma. Il camaleonte non disse niente e si limitò a seguire il riccio nero con lo sguardo.
-Vedo che ti sei svegliato.- esordì lui, stando in piedi accanto al letto con le braccia incrociate e l’espressione corrucciata.
-Sono lieto di sapere che la tua vista non ha riportato danni.- commentò il camaleonte, sarcastico. Non riusciva a capire il motivo della sua visita, anche se sapeva che prima o poi si sarebbe presentato da lui.
-Davvero una bella battuta. Peccato che io non stia ridendo.- replicò lui, serio come non mai. -E non ho riso nemmeno quando la tua piccola spinta mi ha portato a baciare Eden!-
Il camaleonte alzò il sopracciglio. -Spinta? Non so a cosa tu ti stia riferendo.-
-Al fatto che hai fatto in modo che il robot mi cadesse addosso proprio quando Eden era vicina a me.- spiegò il riccio come se fosse stata la cosa più naturale del mondo. -Lei non se n’è accorta, ma tu avevi già disattivato il robot quando è corsa “a salvarmi”. Poi, notando la nostra vicinanza, gli hai tirato un pugno per fare in modo che finissimo a terra insieme, abbracciati. Forse speravi addirittura che ci baciassimo alla fine della tua messinscena!-
-Non sapevo che alla GUN foste così fantasiosi. Con idee di questo tipo forse dovreste pensare di girare una soap opera.-
Il volto del camaleonte era una maschera da cui non traspariva nessuna emozione, ma Shadow non era intenzionato a cedere. -Forse potrai avere preso in giro Eden con il pretesto di avermi salvato la vita, ma io non sono così stupido. So che lo hai fatto apposta, e voglio sapere il perché!-
Espio alzò un sopracciglio. -Veramente dovrei essere io a chiederti perché avrei dovuto fare una cosa simile.-
Shadow sollevò il camaleonte per il bavero del camice ospedaliero, ignorando completamente le sue ferite e le macchine a cui era collegato. -Non rigirare la frittata, ragazzino. Qui sono io che faccio le domande, e tu mi darai una risposta.- Espio rimase inespressivo anche in quel momento. -Io non sono disposto a credere che tu mi abbia fatto baciare un’altra persona solo accidentalmente. La verità è che tu avevi in mente qualcosa, e hai approfittato della situazione. Forse ci hai sentiti parlare mentre eravamo prigionieri del dottor Eggman e a quel punto hai pensato che forse sarebbe stato carino “darci una spinta”. Sai, fino a qualche settimana fa credevo anche che tu fossi l’unica persona minimamente sana di mente in questo gruppo di piantagrane, ma quello che hai combinato mi ha davvero fatto cambiare opinione sul tuo conto! Fai tanto la persona seria e sofisticata, ma in realtà sei un ragazzino immaturo proprio come tutti gli altri!-
-Disse il tizio che cerca di risolvere le sue paranoie prendendosela con un convalescente che ha subito un intervento solo il giorno prima.-
Shadow tirò un pugno in faccia a Espio. Il camaleonte si pulì il sangue che gli uscì dal naso senza fare una piega, e questo non fece altro che aumentare il nervosismo del riccio nero.
-Posso spezzarti anche l’altro braccio. Sono serio, rettile. Sappi che a me non frega niente se sei su un letto d’ospedale o se sei traumatizzato, io voglio delle risposte e le esigo adesso!-
-E se non ci fosse niente a cui rispondere?- chiese lui, senza cambiare espressione.
-La tua mancanza di espressività mi dice che invece hai davvero qualcosa da dire, ma che non lo vuoi fare. E comunque puoi tenerti per te i motivi che ti hanno spinto a comportarti in questo modo con me, non mi interessano. Volevo solo mettere in chiaro una cosa: tu non alcun diritto di scegliere per me. Cosa speravi di ottenere con il tuo comportamento? Che ottenessi l’illuminazione sul fatto di avere appena trovato la donna della mia vita? Oppure che avrei iniziato a starle dietro solo per pietà? Perché era una ragazza sola, a cui avevo appena ucciso il fratello davanti agli occhi? No, non si sarebbe verificato niente di tutto questo nemmeno se fosse sopravvissuta. Lei non avrebbe accettato nessuno come compagno, nemmeno se quel qualcuno fossi stato io. Devi essere davvero pazzo se hai pensato che un’idea tanto delirante potesse minimamente funzionare!-
Shadow quasi non si accorse che l’espressione del camaleonte si era incupita per quell’affermazione. -E tu che ne puoi sapere?- gli chiese alzando la voce con aria di sfida.
-In questo momento  non mi sembri una persona che non ha niente da dire al riguardo.- notò il riccio nero. -Prova a dirmi perché lo hai fatto, giusto per convincermi che non sei un idiota!-
-Per te io sarei un idiota per avere cercato di salvare la vita a entrambi?- continuò lui, alzando ancora di più la voce.
-Che cosa stai cercando di dire? Che lo hai fatto perché vuoi essere considerato un buon samaritano a tutti i costi?-
Il camaleonte fulminò il riccio nero con lo sguardo. -Ti rendi conto di cosa stai dicendo, Shadow?-
-Non posso rendermi conto di nulla, dal momento che tu non vuoi dirmi perché hai cercato di farmi avvicinare a Eden!-
-Perché tu andavi bene! Tu avresti potuto darle ciò di cui lei aveva bisogno. Lei era immortale, e anche tu lo sei. Sei l’unica persona sulla faccia del pianeta che avrebbe potuto restarle accanto per sempre, qualunque cosa fosse accaduta. Avresti potuto proteggerla, avresti potuto fare in modo che lei non fosse mai più sola! Avresti potuto realizzare tutti i suoi desideri se avessi voluto, ma a quanto pare nemmeno lei era abbastanza per la Forma di Vita Definitiva! Sai che ti dico? Fra noi due sei tu l’idiota, non sei riuscito a vedere quello che hai sempre avuto davanti agli occhi. Lei era speciale, unica. Voleva solo che qualcuno le stesse accanto senza timore di perderlo e tu potevi essere quel qualcuno. Forse avreste potuto accettarlo con il tempo. Ma che importanza ha, ora come ora? Tanto tutto questo non è più possibile.-
Shadow lasciò cadere il camaleonte sul letto nello stesso momento in cui si aprì nuovamente la porta della stanza.
-Cosa sta succedendo qui?- chiese Vector, fissando i due interlocutori con la stessa espressione incredula e scioccata dei suoi colleghi. -Perché Espio ha urlato?-
-Niente di importante. Se volete sapere perché il vostro collega ha perso la calma forse dovreste chiederlo a lui.- disse Shadow, incamminandosi verso l’uscita. Gli altri tre Chaotix si fecero da parte per lasciarlo passare, ma lui si fermò proprio sulla porta per aggiungere un’ultima cosa. -Capisco le tue motivazioni. Posso ritenerti in parte giustificato, ma ciò non toglie che sei comunque un idiota.-
I tre osservarono il riccio che si stava allontanando come se fossero stati sotto l’effetto di un incantesimo. Charmy fu il primo a voltarsi verso Espio. -Che cosa è successo?-
Il camaleonte non rispose, ma la sua espressione faceva capire chiaramente che avrebbe preferito non rivangare l’argomento che il riccio nero aveva tirato fuori.
Vector gli si avvicinò, irritato. -Ti ha detto qualcosa sul fatto che sei intervenuto contro il robot di Eggman e ti sei fatto male, vero? Capisco che è Shadow, ma mi pare esagerato prendersela per una cosa del genere! Penso che chiunque al tuo posto avrebbe fatto quello che hai fatto tu, sei stato solo un po’ sfortunato, tutto qui! Quel robot avrebbe potuto rompere un braccio anche a lui!-
Espio fissò il coccodrillo con espressione scettica, ma non negò la sua versione dei fatti. Era davvero troppo stanco e scombussolato per parlarne. E sentiva che non gli avrebbe fatto per niente bene parlarne, data la reazione esagerata che aveva avuto con Shadow e l’effetto generale che quella conversazione aveva avuto su di lui. Non si era mai sentito peggio in tutta la sua vita, e non riusciva a capirne il motivo. Sempre che esistesse un motivo razionale per il quale avrebbe dovuto sentirsi così male.
 
***
 
-Mi dispiace di averti risposto in quel modo. Forse ho esagerato.-
Rouge ebbe molta difficoltà nel pronunciare quelle parole, anche se sentiva che era la cosa giusta da fare. L’echidna non si voltò nemmeno per risponderle.
-Non scusarti per aver detto quello che in fondo stanno pensando tutti.-
Rouge rimase a bocca aperta. Era davvero Knuckles the Echidna colui che aveva appena proferito quelle parole? Però, pensandoci bene, in una circostanza normale non sarebbe nemmeno corso fuori da quella stanza dopo che lo aveva apertamente insultato insieme alla sorella, ma avrebbe risposto urlando più forte di lei. E stava addirittura considerando di dare le dimissioni da guardiano del Master Emerald! Solo in quel momento il pipistrello si rese conto che la situazione era davvero tragica.
-Sai una cosa? Dovrai tenerti le mie scuse.- annunciò invece lei.  -Non ti nascondo che se fossi stata al posto tuo forse mi sarei comportata anche peggio di come hai fatto tu. Sono furiosa per quello che è successo, ma so che se ti rimproverassi per averlo fatto dovrei essere considerata un’ipocrita, e io non sono un’ipocrita. E proprio perché non sono un’ipocrita ti dico che però non mi è piaciuto per niente il comportamento che tua sorella ha tenuto nei confronti di tutti quanti, soprattutto nei tuoi. In fondo tu non hai fatto niente, è stata tutta opera sua. Io non conoscevo quella ragazza e mi dispiace che sia morta nello stesso modo in cui mi dispiace leggere il necrologio sul giornale, ma capisco che tu stia soffrendo per quello che è successo. Era pur sempre tua sorella!-
L’echidna a guardare le ambulanze che continuavano ad andare e venire da destinazioni sconosciute. -So che non posso difenderla per tutto quello che ha fatto, ma vi posso garantire che lei non era cattiva.- disse lui all’improvviso, sorprendendo Rouge. -Mi ha sempre detto che l’unica cosa che desiderava era la mia felicità, e ho scoperto che Eden potrebbe avermi salvato la vita con il suo comportamento. Ho scoperto delle cose legate alla mia famiglia di cui io non avrei mai neanche sospettato l’esistenza, se lei non fosse intervenuta per aprirmi gli occhi. Se lei non fosse intervenuta non le avrei mai sapute, e avrei potuto continuare a vivere in pace la mia vita come ho fatto fino ad ora, non sapendo quello che avrei finito col perdere a causa del mio compito di guardiano. Non so se esserle grato per quello che ha fatto per me o se odiarla per avermi rivelato tutta la verità sulla nostra famiglia. E mi sto chiedendo se sarei la persona che sono oggi se avessi saputo prima tutto questo.-
Knuckles tenne la testa bassa per tutto il tempo, ma Rouge non poté non notare le gocce d’acqua che dalla sua faccia stavano bagnando la ringhiera del balcone. Il pipistrello rimase impietrito quando si rese conto che era la prima volta che lo stava vedendo piangere.
-Ho parlato con la prima guardiana, e mi ha detto che se voglio potrei rinunciare all’incarico. Vorrei poterlo fare, ma non posso. Non voglio più vedere quella maledetta pietra eppure sento che devo restare a sorvegliarla per dare un senso a tutto questo. Un senso alle morti di mio padre, mia madre e mia sorella. Se ne sono andati per permettere a me di continuare, giusto? Allora devo continuare il loro lavoro, ho ragione?-
Rouge non sapeva cosa dire o fare in quella circostanza. Non avrebbe mai pensato di vedere Knuckles the Echidna in quello stato un giorno. In quel momento non era il suo rivale e quello che riteneva essere il suo degno avversario fin dalla prima volta che si erano incontrati, ma era solo un ragazzino traumatizzato e in lacrime. In quel momento si stava chiedendo con quale faccia tosta lo aveva aggredito giusto poco prima, e come Eden avesse potuto organizzare un piano che avrebbe distrutto quel fratello a cui lei sosteneva di volere tanto bene in questo modo.
Alla fine gli si avvicinò e gli prese la mano, nonostante sapesse di essere l’ultima persona che aveva il diritto di toccarlo dopo il modo in cui l’aveva trattato. -Penso che dovresti prenderti un po’ di tempo. Forse dovresti trasferirti da Tails per qualche tempo, per capire quello che vuoi fare davvero.- Knuckles non le rispose. -So che sono l’ultima persona che dovrebbe dirti queste cose, ma credo che sia la cosa migliore che potresti fare ora come ora. L’unica cosa di cui hai bisogno adesso è il tempo. Il tempo guarisce tutte le ferite, anche quelle più dolorose. Vedrai, con il tempo riuscirai a superare anche questa.-
L’echidna si girò e la guardò con l’espressione più afflitta che aveva mai rivolto ad un altro essere vivente. Non le rispose a parole, ma Rouge poté capire quello che voleva dirle dal modo in cui la abbracciò continuando a piangere in silenzio sulla sua spalla. Nessuno dei due notò la figura alle loro spalle che li stava osservando da dietro una colonna.
-Come posso non dirglielo?- mormorò Tikal, notando dei cerchi provenire dall’acquario lì vicino. Chaos l’aveva seguita.
-Lo so che non dovremmo interferire nella dimensione dei mortali, ma sono preoccupata per Knuckles. La scomparsa di Eden è stata un duro colpo per lui, considerando tutto quello che ha scoperto di aver perso in questo ultimo periodo.- La fonte emise altri cerchi. -Lo so, dovrei ringraziarti per avermi permesso di manifestarmi a lui per consolarlo. Però non riesco a capire il tuo piano: tu non permetteresti mai che il Master Emerald restasse senza protezione,  che senso ha dare a Knuckles la possibilità di ritirarsi?-
Chaos rispose con i soliti cerchi nell’acqua.
-Quindi è un modo per capire se vuole continuare a svolgere il suo ruolo nonostante tutto quello che è successo.- interpretò lei. -Però sappiamo entrambi che tutto questo non è necessario!-
Chaos emise altri cerchi nell’acqua. “Non dobbiamo interferire con il corso naturale degli eventi”.
-Lo so, ma non è neanche giusto che lui soffra così! Secondo me dovremmo fargli che sua sorella è sopravvissuta alla battaglia e che si riprenderà presto!-
Chaos ribadì la risposta di prima facendo vibrare l’acqua più  forte. La spiegazione del perché lei non avrebbe detto niente la lasciò senza parole.
-Ma lei è da sola dall'altra parte del mondo! Corrono il rischio di non rivedersi mai più!- La risposta di Chaos a quell’affermazione la tranquillizzò un po’. -Quello che stai facendo mi sembra assurdo, ma mi fido di te. Se dici che è destino che un giorno si ritrovino, rispetterò la tua volontà e mi limiterò ad osservare da lontano il naturale corso degli eventi. Spero solamente che siano forti davanti a questa nuova situazione.-
Chaos emise altri cerchi nell’acqua. “Hanno passato di peggio. Se la caveranno anche questa volta.”
 
*** 
 
Trentaquattresimo giorno
 
La panda aprì la porta della stanza ed entrò facendo la massima attenzione a non rovesciare l’acqua contenuta nella bacinella che stava trasportando. Posò il suo fardello sul comodino accanto al letto della sua misteriosa ospite e le lanciò un’occhiata. Sorrise nel constatare che ormai non c’era più alcuna traccia delle ferite che le sfiguravano il volto nel momento in cui l’avevano trovata. Era raro vedere delle tumefazioni come quelle sparire quasi senza lasciare traccia in poco meno di un mese.
-Povera piccola, devi averne passate tante.- mormorò la donna, accarezzando gli strani capelli rossi e bianchi della ragazzina. -Per fortuna adesso è tutto finito. Il prossimo passo è solo svegliarti da questo lungo sonno. Ci vorrà del tempo, ma siamo tutte più che sicure che ce la farai. Per dirla come mia madre, “sei una guerriera, e i guerrieri superano tutte le difficoltà che la vita gli pone innanzi a testa alta”!-
La porta si aprì nuovamente ed entrò una giovane panda dai lunghi capelli neri legati in due code. -Ciao mamma!-
La donna si voltò verso la fonte della voce e le sorrise. -Buongiorno Mariko. Hai dormito bene?-
-Certo!- rispose lei, avvicinandosi alla ragazza addormentata. -Non si è ancora svegliata?-
-No. Lo sai che il medico ha detto che potrebbero volerci mesi.- le rammentò la madre mentre posava la spugna inumidita sulle labbra della ragazza per idratarla.
La ragazzina non ne sembrava molto convinta. -Secondo me invece è solo questione di tempo! Ameshi potrebbe svegliarsi in qualsiasi momento, anche adesso! E sai che ho sempre ragione!-
-Sarebbe davvero bello se...- la frase della panda adulta le morì in gola quando vide un leggero tremolio delle palpebre della ragazza comatosa. Sembrava quasi che stesse cercando di aprire gli occhi.
-Mariko, chiama la nonna. Sbrigati!- disse lei, uscendo dalla stanza alla ricerca del telefono per avvisare il dottore. Nello stesso momento sua figlia scese le scale della piccola locanda in cui viveva di corsa, rischiando seriamente di ruzzolare tanto andava di fretta.
-Nonna! Nonna!- urlò lei, entrando di corsa nella stanza della nonna, una panda di mezza età che non poteva avere più di una sessantina d'anni. La donna era molto più bassa della nipote, il pelo che una volta era nero era di un grigio ferro piuttosto uniforme e indossava un abito tradizionale color bordeaux con una cintura malva.
-Quanta fretta, nipote. Sembra che sia successo qualcosa di serio!-
-Ameshi si è svegliata!- la interruppe senza usare mezzi termini. La donna panda si alzò immediatamente in piedi, con un’espressione persino più sconvolta della nipote.
-Ne sei sicura?- chiese lei, seria.
-Sì,  ne sono sicura. Sono andata nella sua stanza per aiutare la mamma a darle da mangiare e ha iniziato ad aprire gli occhi! Sono corsa subito ad avvertirti!-
La panda più anziana si diresse immediatamente verso la stanza occupata dalla strana ragazza che avevano trovato al fiume. Nessuno aveva la minima idea di chi potesse essere quella misteriosa straniera: c'erano stati dei turisti ultimamente, ma nessuno di loro aveva denunciato la scomparsa di una ragazza del loro gruppo, e non erano arrivate segnalazioni strane nemmeno dai paesi o dalle città vicine. Quella ragazza sembrava essere semplicemente comparsa dal nulla.
La vecchia panda entrò nella stanza con calma, e la prima cosa che notò era che la ragazza era davvero sveglia e che si era appena seduta sul letto. La donna lanciò un’occhiata alla nipote, che invece rimase ferma davanti alla porta aperta. Come immaginava, la ragazzina stava sorridendo.
La donna si avvicinò alla sua ospite con un sorriso cordiale. -Buongiorno, cara. Come ti senti?-
La ragazza si voltò subito nella sua direzione e la squadrò per un momento con aria confusa. Era naturale che lo fosse, dal momento che si trovava davanti ad una perfetta estranea di cui forse non conosceva nemmeno la lingua.
-Buongiorno. Mi sento bene, credo.- il fatto che ricambiò il saluto senza nemmeno storpiare l'accento le fece capire che invece la conosceva. La vecchia panda ne fu sollevata. -Dove mi trovo?-
-In una stanza della mia locanda. Qualche tempo fa io e mia nipote ti abbiamo trovato vicino alla riva del fiume. Eri conciata piuttosto male e sembravi aver bisogno di aiuto, così ti abbiamo portata qui e ci siamo prese cura di te. Il dottore che ti ha visitato diceva che eri in coma e che forse ti saresti svegliata dopo molto tempo.-
La ragazza non reagì in alcun modo a quella rivelazione. -Per quanto tempo ho dormito?-
-Trentaquattro giorni. Il tuo recupero è stato formidabile, dal momento che avevano detto che probabilmente avresti dato i primi segni di ripresa dopo cinque o sei mesi.-
-Allora sono stata più veloce del previsto...- mormorò lei guardando la propria immagine riflessa allo specchio dall'altra parte della stanza. -Cosa mi è successo?-
La vecchia rimase di sasso per quella domanda. -Veramente dovrei essere io a chiedertelo. Io e mia nipote ti abbiamo solo trovata. E fino ad ora dubitavamo pure che ci avresti capite, dal momento che è chiaro che non sei di queste parti. Non si vedono molti istrici in giro per Chun-Nan!-
-Sì, effettivamente il mio aspetto è strano in confronto al tuo.- mormorò lei, toccandosi gli aculei bianchi e rossi sulla testa.
La panda si schiarì la voce e porse la mano alla ragazza. -Non ci siamo ancora presentate. Io sono Jiang Buki. E tu come ti chiami?-
Lei non la prese. Sembrava quasi che stesse fissando una scena sconvolgente che si stava svolgendo proprio di fronte ai suoi occhi, ma la vecchia panda sapeva che non poteva essere quella la ragione del suo strano comportamento.
-Ti senti bene?- La ragazza scosse la testa. -Puoi rispondere alla mia domanda?-
La ragazza continuò a scuotere la testa, senza cambiare espressione.
-No.- disse lei, sconvolta. -Io...-
Jiang si aspettò che la ragazza urlasse, o che le scagliasse contro qualcosa per il nervosismo, ma non lo fece. Si limitò soltanto ad alzare la testa e a fissare il vuoto davanti ai suoi occhi manifestando una calma quasi surreale mentre cercava di rimettere insieme le idee, ma la sua espressione e la sua perplessità per quello che stava succedendo non cambiava. Non faceva altro che fissare lo specchio e la ragazza scioccata di cui stava riflettendo l’immagine, cercando di ritrovare qualcosa che potesse illuminarla sulle risposte che stava cercando. Nemmeno quella riuscì ad aiutarla. Scosse la testa impercettibilmente un’ultima volta prima di arrendersi all’evidenza.
-Io non so come mi chiamo.-


 
 
 
Angolo dell’Autrice Degenere che finalmente riesce a postare l’ultimo capitolo:
 
Au: E finalmente la storia è finita! *partono applausi, fischi, dolcetti avanzati da Halloween, pomodori marci e chi più ne ha più ne metta* Mi scuso per averci messo un altro mese per aggiornare, ma l’università, la mia vita e la mia insicurezza cronica stanno gentilmente cercando di uccidermi in questo periodo!
Sh: *prende un bazooka* Gli serve una mano?
Au: No!
Sh: *mette via il bazooka con aria sconsolata*
So: Chissà perché non sono sorpreso dal fatto che Eden sia ancora viva e che Knuckles non sia qui per scoprire la cosa e gioirne!
Au: Non l’ho avvisato perché sono una sadica e perché non lo deve ancora sapere! U_U
Sh: Ma in quest’angolo sappiamo tutto di tutti!
Au: Solo se io lo voglio! U_U
*Arrivano Knuckles e Eden. Entrambi sono molto abbattuti*
Au: Qual buon vento vi porta? ^.^
Kn: Crepa! è.é
Au: é.è
So : Non ha tutti i torti ad avercela con te. In questo periodo lo hai davvero torturato!
Au: Se leggesse quello che ho in programma di fare nel seguito forse sarebbe più allegro! U_U
So: Cos’hai in programma di fare nel seguito? O.O
Ed: Fidati, è meglio che tu non lo sappia! -.-
So: Ma io sono curioso! >.< *Eden sospira e sussurra qualcosa nell’orecchio a Sonic* COSA?! O_o
Ed: Hai capito bene! Dimmi tu se questa non è tortura gratuita!
So: Non puoi farlo! è.é
Au: Posso eccome! U_U
So: Non so nemmeno se quello che hai in mente sia eticamente corretto! è.é
Au: Sicuramente il MOIGE e la 4Kids disapproverebbero! U_U
So: Ma non puoi limitarti a scrivere one-shot sceme come facevi fino a poco tempo fa?
Au: Mi piace torturarvi. E non mi servono argomenti seri per farlo! U_U
So: Str***a! è.é
Au: Molto gentile, grazie! ^.^
So: é.è
Sh: Stare qui è una perdita di tempo, me ne vado! -.-
Kn: Idem!
So: Non voglio passare un solo secondo in più in questa stanza! è.é
Ed: Sono qui solo per fare presenza! -.-
Au: Se volete potete andare, posso fare i ringraziamenti finali anche senza di voi!
Sh: Adios, perdenti! *se ne va. Knuckles lo segue facendo un cenno della mano verso il pubblico*            
So: Non so come facciano a piacervi le storie di questa sociopatica! Anyway, see you soon! *Sonic se ne va correndo*
Ed: *si inchina* Alla prossima! *esce*
Au: Bene. Ora siamo solo voi ed io. E questo è l’ultimo angolo dell’Autrice per questa storia. Vi ringrazio di avermi seguita fino a qui e di aver sopportato i miei scleri e le mie idee deliranti fino a questo momento! Mi scuso per il ritardo, ma come ho detto prima ho avuto un miliardo e mezzo di cose da fare e ho trovato davvero pochissimo tempo per continuare a lavorare sulle mie fanfiction! Spero che almeno abbiate gradito quest’ultimo capitolo. Vi ringrazio di avermi seguito fino a qui, ringrazio chi ha messo le mie storie fra le preferite (Marta1493, Adda95, blueskyismylife, PiccolaCelebi, f9v5, Marty Fantasy, Breathme98, Xelfilia e shinichi e ran amore) e/o le seguite (EleNeiro, fenicex8, Breathme98, MartixHedgehog, Marta1493, Marty Fantasy, Phantom13, PiccolaCelebi, mendoza95 e Xelfilia) e/o le ricordate (Xelfilia, blueskyismylife e Breathme 98), e anche chi ha avuto lo stomaco di inserirmi fra gli autori preferiti. E vi ringrazio ancora tanto per le 72 recensioni che ho ricevuto fino ad oggi: è la prima volta che ne ricevo tante in una fanfiction, mi sento molto lusingata. Vi ringrazio tutti e vi saluto. Ci sentiamo alla prossima, a presto (si spera)! \^.^/

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