Vampire's Heart

di rosewhite
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** 4 ***
Capitolo 5: *** chap. 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Fine ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


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Salve! Come prima cosa vorrei dirvi che questa è la seconda FF su Twilight che faccio. Questa volevo farla seria ma una piccola battutina ogni tanto scappa xD Hem… spero vi piaccia! Godetevi il Capitolo!!

Era solo il primo giorno di un nuovo, per così dire, stupidissimo anno di superiori, in questa noiosissima cittadina chiamata Forks.

Ero comodamente nel parcheggio della scuola con tutta la mia famiglia quando Edward, mio fratello ci guardò e ci disse.  

- Ragazzi oggi arrivano altre tre persone, due ragazze ed un ragazzo – Già Edward… Lui era il più vecchio tra noi fratelli anche se sembrava un diciasettenne. Vicino alla sua Jeep c’era Emmett con Rosalie, la sua ragazza, anzi in realtà sua moglie, tra le braccia, poggiato vicino alla Volvo con Bella, sua moglie, c’era Edward, vicino a quest’ultimi c’erano Alice e Jasper e alla fine, vicino la moto di lui, c’era la coppia speciale di casa Cullen: Renesmee e Jacob. Già, il muta-forma per amore di Renesmee era divenuto a tutti gli effetti un Cullen.

Ed infine c’ero io. Signori e signore mi presento. Il mio nome è Stefan e sono l’ultimo acquisto della famiglia.

Comodamente seduto sulla mia moto rossa fiammante sentì alle mie spalle un rumore di gomme. Mi voltai e vidi arrivare nel parcheggio una Jaguar nera seguita a ruota da una moto nera che si fermò in diagonale. Dalla macchina scese, dalla parte del guidatore, un ragazzo moro, alto, con la pelle diafana e gli occhi di un color miele sciolto che con movimenti sciolti e disinvolti andò ad aprire la porta alla ragazza che scese dalla parte del passeggero. Era una ragazza con i capelli lunghi un po’ più giù delle spalle neri ed occhi e pelle dello stesso colore del ragazzo.

Guardai istintivamente i miei fratelli e sorelle che stavano osservando la stessa scena. Si trattava sicuramente di vampiri. La ragazza sulla moto doveva ancora togliersi il casco nero, intonato alla moto, che aveva in testa. Ero davvero curioso di vedere com’era fatta la terza vampira.

Appena lo tolse scosse la testa per far ricadere bene i lunghi capelli castani perfettamente lisci lunghi fino a metà schiena. Si voltò verso gli altri due vampiri, aveva lineamenti delicati e gli occhi di un oro fuso, pelle chiarissima ed era veramente bella. Come tutti i vampiri d’altronde.

Nel frattempo tutti gli esseri umani che si trovavano nel parcheggio rimasero a bocca aperta di fronte alla bellezza dei nuovi arrivati. Scossi la testa per quella reazione.

- Come ci comportiamo? – chiese Emmett che stringeva ancora tra le braccia Rosalie.

- Normalmente – rispose pacato Edward.

- Hanno anche loro una dieta vegetariana, quindi non dobbiamo preoccuparci del fatto che portano guai – disse Alice

- Lo sapete che vi odio vero? – disse la mora con voce soave vicino agli altri due che si tenevano per mano.

- Si sorellina anche noi ti vogliamo bene. Dai cerca di divertirti – disse la vampira con i capelli corvini.

- Se volevate farmi divertire dovevate portarmi in discoteca non in una maledetta scuola – parlavano a bassa voce, ma grazie al nostro udito finissimo li sentivamo anche ad una distanza notevole.

- Su Nicole andiamo in segreteria – disse il ragazzo tirando gentilmente la vampira con i capelli neri. La mora si fermò, mentre gli altri due fecero pochi passi per poi voltarsi.

- E tu non vieni? – chiese sempre il ragazzo.

- C’è un modo per andarmene? – chiese la mora.

- No. Quindi o vieni con le buone o ti ci porto di peso – La ragazza sorrise, mostrando la dentatura perfetta dotata di canini affilati.

- Oh e sentiamo, come faresti? – lo provocava

- Non sfidarmi sorellina la mia pazienza non è infinita – sibilò per non farsi sentire dagli umani.

- Jason ti fa male al cuore arrabbiarti il primo giorno di scuola! – disse mettendosi una mano davanti alla bocca con finta aria scandalizzata. Nicole rise e a lei fecero coro le risatine di Alice, Bella e la profonda risata di Emmett, mentre tutti gli altri, compreso me, sorridevano semplicemente. Alla fine anche il ragazzo di nome Jason rise. Ora l’unica vampira di cui non sapevamo il nome era lei. La mora passò velocemente, se pur a passo umano, davanti agli altri due vampiri che ancora ridacchiavano un po’ e si avviò verso la segreteria.

- Già adoro quella ragazza – disse un Emmett che sorrideva ancora.

- Mi sa che stanno incominciando le lezioni e che ci conviene andare – dissi pacatamente mentre scendevo dalla moto. Ci salutammo ed ci avviammo verso le nostre lezioni. Alla prima ora ero solo e c’era Algebra, mi accomodai al mio solito posto quando entrò la ragazza mora. Perfetto, almeno avrei saputo il suo nome.

Si avvicinò al professore e gli porse un foglio, nonostante fossero passati diversi anni le vecchie abitudini di questa scuola duravano. Il professore lo firmò e la presentò ai suoi nuovi compagni dove, guarda caso, c’ero anche io.

- Ragazzi lei è Rose Blake. Comportatevi bene – annunciò. Guardò uno per uno i banchi e alla fine riposizionò la sua attenzione su Rose.

- Miss Blake l’unico posto libero è vicino a Cullen, all’ultimo banco. Se si vuole accomodare possiamo anche iniziare la lezione –  in tutta risposta lei gli fece un sorriso che fece aumentare il ritmo del cuore del povero professore.

- Non si preoccupi professore, all’ultimo banco andrà benissimo – disse prima di incamminarsi verso di me. Per la prima volta guardai com’era vestita. Aveva un jeans nero, un top con una camicia sopra e degli stivaletti, tutto nero. Bè diciamo che il nero è il colore che si abbina di più con la nostra pelle diafana.

- Posso? – chiese guardandomi negli occhi dello stesso colore dei suoi. Oro colato.

- Certo accomodati – dissi facendole spazio sul banco interno.

- Grazie – disse accomodandosi.

- Piacere, io sono Stefan Cullen –

- Bè penso sia inutile presentarmi no? – chiese prendendo il libro di Algebra dallo zainetto a tracolla che aveva.

- Si, mi sembra inutile – dissi concentrandomi poi sulla lezione, non che ne avessi bisogno. Mi voltai solo una volta in direzione di Rose, subito dopo che il professore aveva scritto alla lavagna il testo dell’esercizio, che lei naturalmente aveva già finito. Sembrava semplicemente annoiata, come se le costasse molto stare lì in quel momento. Passò così la prima ora. Quando uscimmo trovammo Nicole ed Alice a parlare del più e del meno. Ci avvicinammo, e le sentì parlare di moda. Ah! Ecco svelato il motivo di tanto affiatamento.

- Rose lei è Alice, Alice lei è mia sorella Rose – disse Nicole presentandole. Alice fece la stessa cosa con me e così avevo conosciuto due membri della nuova famiglia di vampiri arrivata in città. Grandioso!

Vidi Jason avvicinarsi silenziosamente, anche più di un vampiro normale, alle spalle di Rose. Mi fece segno di non dire niente.

- Idiota – disse Rose spostandosi un secondo prima che lui potesse sorprenderla alle spalle.

- Rose lo sai che ti odio?- disse imbronciato.

- Anch’io ti voglio bene Jason – disse imitando la sorella un’ora prima nel parcheggio. Nicole scosse la testa rassegnata.

- Non cresceranno mai – commentò. Alla fine arrivò la mia famiglia al gran completo e così ora tutti conoscevano tutti. E gli umani erano sempre più confusi!

 

† P.V. ROSE

 

- Muoviti a prepararti, altrimenti facciamo tardi il primo giorno di scuola – mi canzonava Jason.

- Per quel che m’importa…- sussurrai tra me e me. Mi preparai normalmente. Non volevo far colpo su nessuno. Scesi e presi le chiavi della moto, una meravigliosa Ducati nera, e il mio giubbotto di pelle, anch’esso rigorosamente nero.

Sulla soglia della porta comparve Mark che dimostrava circa 28 anni, ma che ne aveva almeno 100 in più. Lo guardai imbronciata. Per me era come un fratello.

- Perché non posso andare anche io a lavorare invece di far finta di essere una studentessa liceale? – gli domandai ancora con il broncio.

- Perché più ci trasferiamo giovani più tempo possiamo rimanere in una città. Rose lo sai cosa me lo chiedi a fare? –

- MI SCOCCIO DI RIFARE LE SUPERIORI! – urlai. Al fianco di Mark comparve Selene, sua moglie. Loro due erano i nostri tutori legali.  Li guardai un attimo, lui con i capelli neri, pelle diafana e occhi color miele e lei, capelli biondi acconciati in una coda alta che ricadeva fino al centro della schiena,  leggermente più corti dei miei che arrivavano un po’ più giù della metà, erano davvero una bella coppia. Lui da oggi avrebbe lavorato nell’ospedale di quella dannata cittadina di nome Forks mentre lei sarebbe andata a lavorare alla stazione di polizia. Dal piano superiore scesero anche Nicole e Jason i miei fratelli. Ed eccola lì la mia famiglia, la mia dolce e vampiresca famiglia! Presi le chiavi e ancora imbronciata mi misi il casco, non che ne avessi bisogno, ma era meglio evitare guai finché si poteva no?

Jason e Nicole partirono prima di me con la Jaguar nera, ma io li raggiunsi in pochi secondi e così sfrecciammo quasi fianco a fianco per la lunga autostrada che portava a quella dannata scuola. Quando arrivammo Jason parcheggiò normalmente mentre io mi fermavo in diagonale. Ancora con il casco stavo pensando ai modi per andarmene di lì. Dannata scuola, dannata città e dannata me. Dannata dannazzione in pratica. Mi tolsi il casco e in un gesto automatico scossi la testa per far aggiustare da soli i miei capelli castani.

- Lo sapete che vi odio vero? – dissi voltandomi verso i miei fratelli che si tenevano mano nella mano, hum… forse mi sono scordata di dirvi che stanno insieme

- Si sorellina anche noi ti vogliamo bene. Dai cerca di divertirti – Mi disse Nicole. Divertirmi? DIVERTIRMI?

- Se volevate farmi divertire dovevate portarmi in discoteca non in una maledetta scuola – in una bella discoteca come una volta, non che mi piacesse la musica house, ma sarebbe stato semplicemente liberatorio.

- Su Nicole andiamo in segreteria – disse Jason tirandosela per mano, mentre io mi fermavo. Furono costretti a voltarsi dopo pochi passi, e si girarono a guardarmi. 

- E tu non vieni? – chiese Jason. Avrei voluto rispondergli di no, di andarsene al diavolo e che mi ero rotta di ripetere sempre le stesse cose, ma invece contai mentalmente fino a 10 per ripristinare la calma che si era andata a far benedire la sera precedente.

- C’è un modo per andarmene? – chiesi sconfitta

- No. Quindi o vieni con le buone o ti ci porto di peso – Mi ci portava di peso? E come? Sorrisi beffandomi di lui che già aveva raggiunto un buon limite di pazienza. Sorrisi, perché non potevo trattenermi.

- Oh e sentiamo, come faresti? – lo provocai

- Non sfidarmi sorellina la mia pazienza non è infinita – sibilò sia per non farsi sentire dagli umani sia per incutermi paura, povero illuso.

- Jason ti fa male al cuore arrabbiarti il primo giorno di scuola! – Dissi portandomi una mano alla bocca con un gesto teatrale, facendo finta di essere scandalizzata . Nicole rise e a lei fecero coro altre risate a cui però non badai molto. Bè i vampiri non avevano cuore, e se l’avevano di certo non batteva. Alla fine si arrese anche Jason che cominciò a ridere.

Mi avviai velocemente in segreteria, e dopo aver preso 1000 foglii diversi, ma tutti ugualmente inutili, ci dividemmo per andare alle nostre lezioni.

io alla prima ora avevo algebra, e quando entrai nell'aula il professore era già lì. Mi guardò ed io gli consegnai un foglio che lui firmò, mi presentò alla classe e poi mi indicò un posto libero all'ultimo banco.

Bè, almeno quello... gli sorrisi ed il suo cuore accellerò, adoravo fare certi scherzetti agli umani.

- Non si preoccupi professore, all'ultimo banco andrà benissimo -.mi recai al posto indicatomi dal professore e sorpresa sorpresa, il mio vicino di banco era un vampiro! bè almeno non eravamo gli unici.

- Posso? - chiesi guardandolo. Aveva gli occhi del mio stesso colore, quindi anche lui seguiva la nostra dieta.

- Certo accomodati - disse togliendo i suoi libri dal banco vicino al muro.

- Grazie -. mi accomodai al mio banco ed iniziai a cercare nello zaino lo stramaledettissimo libro di Algebra.

- Piacere io sono Stefan Cullen - si presentò

- Penso sia inutile presentarmi no? - dissi un po’ scocciata.

- Si, penso sia inutile - disse concentrandosi sulla lezione. Se l'era presa? vabbè non è che me ne importava tanto, già era troppo se stavo in quella dannata classe.

L'ora di Algebra passò normalmente e quando uscii trovai Nicole intenta a parlare con una folletta. Mi avvicinai e le sentii parlare di moda!

Nicole è sempre stata fissata con la moda!

Mi presentò Alice e poi da dietro sentì dei lievissimi passi. Sapevo già a chi appartenevano.

- Idiota! - dissi un secondo prima di spostarmi. Jason rimase interdetto.

- Rose lo sai che ti odio? - disse mettendo il broncio.

- Anch'io ti voglio bene Jason - dissi imitandoli.

- Non cresceranno mai!- disse Niky scotendo la testa sconsolata. Alice ci presentò tutti i membri della sua famiglia.

 

- Alla prossima ora ho Biologia - dissi sbuffando.

- Sorelliiiiinaaaa - mi chiamò Jason mostrandomi il suo foglio dell'orario ed indicandomi cosa aveva alla seconda ora. Biologia.

- Perfetto oserei dire - dissi sbuffando.

- Anche io e Rosalie abbiamo Biologia ora - disse Jasper sorridendomi.

- Vedi Jason come sei fortunato? C'è qualcuno che ti eviterà la morte - dissi salutando gli altri ed incamminandomi verso il laboratorio di Biologia.

- Perchè mi devi uccidere questa volta? - mi chiese raggiungendomi.

- Per quello ce hai fatto ieri notte, bastardo -

- Ma dai non l'ho fatto apposta -

- Posso sapere di cosa si tratta? - chiese Jasper.

- Mi ha soffiato la preda e per poco non mangiavo lui - dissi guardandolo, lui sorrise.

- Puro fato! Dai non prendertela! – Mi diede una leggera pacca dietro la schiena. Sbuffai, di nuovo.

La giornata passò piatta e quando ce ne stavamo per andare Alice disse:

- Ci vediamo questa sera - sorridendoci. Questa sera? Ero confusa. Mi misi il casco e ritornammo a casa. quando arrivammo Mark ci disse che in ospedale aveva conosciuto un certo Carlisle, e che ci avrebbe fatto visita con tutta la famiglia quella sera.

E che ne sapeva Alice?

Ragazze dopo due o tre anni da quando ho scritto questa FF torno per correggerla e chissà... forse un giorno per continuarla.. So che tanto nessuno di voi leggerà questo primo capitolo però voglio scriverla.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


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P.V. ROSE

 

Da quanto tempo stavo lì? Rimanevo ferma, seduta sul mio letto senza respirare. completamente immobile. l'unica cosa in movimento era la mia mente.

Stavo pensando ormai da circa due ore. Pensavo a molte cose, ad Erik, l'unica persone che mi conosceva realmente. Ricordavo, come se fosse ieri, i primi momenti dopo la trasformazione. quando lui era lì.

Non fraintendetemi, non era stato lui a mordermi, ma era stato lui ad accudirmi in quei tre giorni, ad insegnarmi tutto e ha farmi seguire questa dieta "vegetariana".

Pensavo all'Italia, e a quello alla quale avevo rinunciato per seguire la mia nuova famiglia.

Pensavo a quanto ero sola.

Pensavo agli ultimi 25 anni, quelli in compagnia di Nicole, Jason, Mark e Selene.

Pensavo ai Volturi e a Jane che interpretava solo la parte della dura, quando in realtà, fuori era ancora solo una bambina e dentro era dolce, bisognava capirla. Lei era una delle poche persone che mi avevano accolto da subito, anche se alla fine avevo deciso di non restare con i Volturi.

Diciamo che in poco tempo ero riuscita a formulare i pensieri che un umano poteva fare, solo superficialmente, in 6 ore.

Sentii dei rumori fuori, precisamente 3 macchine e due moto. Dovevano essere i Cullen, ma in questo momento non avevo voglia d'alzarmi altri 5 minuti. Sentii il rumore della porta che si chiudeva e delle voci.

Mark si presentò ai Cullen e loro si presentarono uno per volta. riuscii a sentire anche due cuori con i loro battiti, se pur veloci, regolari.

Tutta la mia famiglia si presentò, mentre io rimanevo lì ferma, incapace di muovermi.

- Mi sembra ci manchi un membro della vostra famiglia...- osservò qualcuno.

- Si, ci manca Rose. Forse sarà uscita perché non la sento - spiegò Mark. sorrisi, lui non mi sentiva perché non causavo alcun rumore.

- No, è in camera sua - disse Nicole. Ma grazie Nicole! Rinunciai a quegl'altri due minuti di solitudine.

- Sto scendendo - dissi come se fossimo nella stessa stanza, presi un gran respiro e poi mi mossi. il rumore del tessuto era quasi fastidioso. Ricominciai a respirare sentendo molti profumi diversi.

Scesi lentamente, quasi contro voglia, le scale. Mentre andavo di scalino in scalino avevo tutti gli occhi puntati adesso.

- Scusatemi - dissi affiancandomi a Selene.

- Io sono Rose, piacere - mi presentai.

- Io sono Carlisle Cullen e lei è mia moglie Esme - disse un uomo sulla trentina con i capelli biondi e gli occhi color miele, al suo fianco c'era una donna, anche lei sulla trentina con i capelli di un castano miele e anche lei con gli occhi color oro. Almeno tutti seguivano una dieta vegetariana.

Ci accomodammo nel salone, troppo grande per i miei gusti. Nicole sulle ginocchia di Jason e Selene seduta alla destra di Mark, e alla fine c'ero io, vicino al bracciolo con alla mia sinistra Jason.

Di fronte a me c'era Stefan, l'osservai meglio. Aveva i capelli di un biondo acceso, non troppo intenso ma neanche troppo cupo, fisico e lineamenti perfetti e gli occhi di un color miele che faceva venire il diabete solo a guardarli.

Parlarono per un pò del più e del meno, quando iniziai a collegare un pò di cose.

- Aspettate un' attimo! Nessie hai 30 anni? - domandai improvvisamente

- Hem... si - disse sorpresa dalla domanda che le avevo fatto.

- Quindi, Edward, tu sei suo padre e Bella è la madre. Capisco... quindi siete voi quelli di cui si parlava a Volterra! Che dote hai Nessie? -

- Riesco a trasmettere immagini - disse

- E' l'unica nella vostra famiglia con doti speciali? - chiese Nicole.

- No. Io riesco a leggere nel pensiero, Bella può creare uno scudo contro gli attacchi di tipo mentale, Jasper riesce a vedere e a cambiare gli stati d’animo,Alice vede il futuro e Stefan...- spiegò Edward

- Ed io riesco a creare illusioni - finì la frase del fratello.

- Una famiglia molto dotata! - commentò Jason.

- E nella vostra famiglia c'è qualcuno di... speciale?- chiese Renesmee.

- Io sono l'unica - dissi

- Il mio potere consiste nella telecinesi, riesco a spostare oggetti solo con la forza del pensiero -

- Bel potere anche questo - disse Emmett

- Non devi alzarti dal divano per prendere il telecomando, o per rispondere al telefono - commentò Jacob

- Si, sono punti di vista - risposi sorridendo.

Passò altro tempo, sinceramente non so quanto, non me ne curai e squillò il cellulare di Nicole. Senza che me lo chiedesse usai il mio “dono” per darglielo. Vedere un cellulare che fluttua per la casa non è cosa da tutti i giorni per i Cullen, per noi Blake si! Guardò un attimo il display e poi rispose.

- Pronto? –

- Hey Niky c’è Rose? – Erik? Perché non aveva chiamato sul mio?

- Si aspetta che te la passo Erik – disse Niky porgendomi il telefono

- Grazie – rispose. Sapevo che parlare a cellulare davanti ad ospiti era mal’educazione. Quindi chiesi il permesso di uscire e andai a parlare fuori.

- Hey Erik ma sai che ore sono? – dissi

- Oh scusa stavi dormendo? – disse ridendo.

- Ma quanto sei scemo? –

- Quanto te! Comunque perché hai staccato il telefono? –

- Forse si è scaricato. Come mai hai chiamato? – dissi alzando un sopracciglio.

- Ti dispiace? –

- No affatto, ma di solito sei troppo impegnato per chiamare – calcai un po’ troppo impegnato. Lui rise

- Scusami cara ma io so che tu ora vai a scuola…-

- Potresti NON ricordarmelo? – rise ancora più forte

- Ti odio – sussurrai. In sottofondo sentii una voce femminile.

- Chi è Rose? Erik passamela subito! – ora riconoscevo la voce.

- Rose? –

- JANEEEEEE – urlai

- Hey mi servono ancora le orecchie! Come stai cara? – mi chiese dolce

- Si scusa hai ragione! Tutto bene a te? –

- Solite cosuccie, uffa quando vieni in Italia? Ci manchiiiiiii –

- Ho già il biglietto pronto! Verrò a Natale –

- Wa e io devo aspettare tutto questo tempo? –

- Si cara mi sa che ti tocca. Scusami Jane ma ora devo andare. Ho ospiti. Vi voglio bene! Manda un bacio ad Erik da parte mia! –

- Ciaooo Rose, ti chiamo io senza questa nana in giro – disse Erik dall’altra parte. Poi lo sentì fare un gemito di dolore.

- Jane, questo ti sembra un bacio? –

- Ma mi sfotte! –

- Uccidetevi fra voi io ora devo andare. Ciaooo –

- Ciao!- staccai la telefonata. Mi mancavano un casino tutti quanti! Ritornai dentro e trovai ancora tutti ai propri posti che chiacchieravano. Ripresi posto e porsi il cellulare a Nicole, dopo esattamente un secondo, e dico uno, si alzò di scatto.

- Mi è venuta una GRANDE idea! – annunciò.

- E fattela passare – le dissi. Di solito le sue grandi idee implicavano sempre lo shopping e andare a fare shopping con lei voleva dire entrare in tutti i negozi e comprare 1000 cose che non ti saresti mai messa e che non ti piacevano. Da evitare! Mi lanciò un occhiata orribile. Si alzò anche Alice.

- Io ci sto e scommetto che anche Rosalie sarà d’accordo ad andare a fare shopping sabato – disse tutta eccitata. Nascosi la faccia tra le mani. Cosa vi avevo detto? Shopping. Edward rise, mi ero già dimenticata del suo potere.

- Naturalmente anche Rose, Bella e Renesmee sono dei nostri. – dissero.

Le guardammo tutte e tre spaventate.

- No io sabato devo andare a caccia – provai a scansarmi.

- Ci vai Venerdì – disse astuta Nicole. Guardai Bella che scosse la testa.

- Facciamo una cosa, sabato ci andate voi tre a fare shopping e sabato prossimo ci andiamo noi tre – dissi.

- Io sono d’accordo – disse subito Bella seguita a ruota da Renesmee. Ci guardarono male.

- O così o vi blocco qui tutte e tre sabato – dissi con un aria minacciosa. Nicole si irrigidì, sapeva che ne ero capace.

- Ok, mi hai convinto facciamo così…- disse Nicole. Bella e Nessie mi sorrisero, Bella mi sussurrò un grazie ed Edward mi guardò male.

- Che c’è? – gli chiesi.

- Non sono MAI riuscito a dissuadere Alice da trascinarmi in un pomeriggio di shopping ed ora, tu che la conosci da meno di un giorno, già ci sei riuscita? Come hai fatto? – mi chiese.

- Diciamo solo che sono pericolosa e che Nicole lo sa- dissi con non curanza.

- Pericolosa eh?... è un avvertimento? – chiese

- No è solo la verità – Già… la verità. Quando se ne andarono erano le cinque e noi dovevamo prepararci per andare a scuola, maledetto Carlo Magno che non poteva farsi i fatti suoi!! Mi preparai semplicemente, come sempre, con una maglietta blu scuro e un jeans anch’esso blu. Gli unici colori che c’erano nel mio armadio erano bianco, nero, viola, rosso e un po’ di blu scuro. Mi aggiustai i capelli in una coda di cavallo alta che scendeva fino a quasi metà schiena. Mark e Selene erano già andati a lavoro e Jason aspettava Nicole in macchina.

- Come mai non andate con la tua Ferrari? – gli chiesi. Mi guardò come avessi detto la bestemmia più grande del mondo.

- Se si graffia la Ferrari mi uccido e faccio una strage, ti basta come spiegazione? – disse acido.

- Scusa Jason non lo dirò mai più! – dissi facendo un passo indietro e salendo sulla moto.

- Io inizio ad andare, ci vediamo lì – annunciai salendo sulla moto, questa volta senza casco, e sfrecciando verso la scuola. Mettersi il casco con la coda alta è impossibile! Arrivata a scuola parcheggiai tra un’altra moto rossa e una nera con dei simboli rossi sulla “coda”.

- Hey per poco non le prendevi entrambi – disse una voce mentre scendevo dalla moto, mi voltai verso la voce. C’erano i Cullen a gran completo e a parlare era stato Jacob che mi guardava terrorizzato.

- Sono abituata a certe manovre – risposi avvicinandomi.

- E questo è perché Selene è nella polizia eh? – disse Emmett. Annuii e da dietro sentii la macchina di Nicole, che scese dal posto di guida mentre Jason smontò dalla parte del passeggero.

- Come mai oggi questo cambio? – domandai quando anche loro si erano avvicinati.

- Avevo voglia di guidare io e Jason non si è opposto - spiegò Nicole e suonò la campanella.

Un altro giorno di una vita eterna a fingere di essere chi in realtà non sono da tanto, troppo tempo.

 

 

 

SCUSATEMI SE NON VI RIGRAZIO 1 X 1 MA DEVO POSTARE VELOCEMENTE!!

GRZ CM1 ALLE 3 PERSONE KE HANNO RECENSITO E ALLE 5 KE L’HANNO MEXA TRA I PREFERITI! GIURO KE NEL PROXIMO CAP. VI RING 1 AD 1! SMAKKK

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


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Capitolo 3

 

P.V. ROSE

 

Noia. Immortale e fedele noia che mi segue dappertutto. Non ce la facevo più a sopportare quella vita da “studentessa modello”. Avevo ripetuto come minimo 5 volte le superiori.  Resistevo ormai da circa due settimane senza andare a caccia, i miei occhi erano due pozzi di petrolio e il dolce profumo del sangue umano mi stava diventando pericolosamente irresistibile, la sete ardeva in gola come fuoco.

Mi trovavo a mensa con la mia famiglia quando mi si avvicinò un certo Jade. Il suo dolce profumo mi indusse a smettere di respirare, per evitare di saltargli, letteralmente, al collo. Non respirare non mi costava nulla, si certo era fastidioso non poter contare sull’olfatto, ma non necessitavo di respirare per vivere.

- Hey ciao Rose, mi stavo chiedendo…- incominciò sedendosi al nostro tavolo, mi costrinsi a guardarlo e trasalì leggermente incontrando i miei occhi neri. Ingoiò un po’ di saliva, era evidentemente in agitazione. Inevitabilmente il mio sguardo cadde sulla vena del collo, che pulsava velocemente.

- Hem… mi stavo chiedendo se … se domani sera … vorresti … hem… uscire con me! – chiese abbassando lo sguardo, patetico!

- No mi spiace, per domani sera sono già impegnata – mi stava finendo la riserva d’aria.

- Ah, hem… e con chi? – chiese cercando di capire se stessi mentendo. Dalle sue spalle comparve Stefan.

- Con me! – disse deciso a Jade. Il ragazzo rimase visibilmente sconvolto tutto si aspettava purché che io uscissi con un Cullen.

- Ah va bene allora, ci si vede ok? – disse alzandosi. Appena si fu allontanato abbastanza presi un gran respiro.

- Grazie! – dissi guardandolo.

- Grazie di che? –

- Di aver mentito poco prima per tirarmi fuori da quel casino –

- Non ho mai detto di mentire. –

- Ah no? Mi sembrava sott’inteso – sapevo come tirarmi fuori da certe situazioni.

- No! domani ti porto a Port Angels – in quel momento suonò la campanella, salva per un pelo. Seguii le ultime due ore concentrandomi al massimo per non fare una strage, per mia fortuna ad ed. fisica c’era Jason e a Spagnolo c’era Nicole.

Stavo superando davvero ogni limite, due settimane intere senza cacciare era troppo anche per me.

Tornai a casa giusto il tempo di posare la moto e poi andai a caccia…

 

P.V. STEFAN

 

Vidi Rose in seria difficoltà a controllarsi a mensa, e decisi d’intervenire. Dal mio tavolo naturalmente sentii tutta la conversazione.

- Hem… mi stavo chiedendo se … se domani sera … vorresti … hem… uscire con me! – chiese Jade, un ragazzo del penultimo anno visibilmente a disagio.

- No mi spiace, per domani sera sono già impegnata – gli rispose Rose senza far notare il fatto che non respirasse, cioè si muoveva come se lo facesse, ma io vedevo chiaramente che non era così.

- Ah, hem… e con chi? – chiese testardo. Ecco quello era il mio momento.

- Con me! – dissi avvicinandomi al tavolo dalle spalle del mal capitato ragazzo. Rimase sorpreso, naturalmente non si aspettava che uscivo con l’unica Blake libera.

- Ah va bene allora, ci si vede ok? – disse alzandosi ed allontanandosi sconsolato, la vampira di fronte a me prese un gran respiro, sapevo com’era fastidioso smettere di respirare.

- Grazie! – disse guardandomi con i suoi grandi occhi neri, si certo erano meglio quand’erano di un color ambra ma, erano carini lo stesso

- Grazie di che? – domandai

- Di aver mentito poco prima per tirarmi fuori da quel casino – ok dovevo prendere la palla al balzo.

- Non ho mai detto di mentire. – mi guardò sorpresa. 1-0 per me

- Ah no? Mi sembrava sott’inteso – disse acuta, sapeva come tirarsi fuori da certe situazioni, ma io avevo deciso, e niente cambia le decisioni di Stefan Cullen

- No! domani ti porto a Port Angels – le dissi un nano secondo prima che suonasse la campanella. Salvo per un pelo Stefan. Quel pomeriggio andai a caccia, anche io ero leggermente a secco, e la sete si faceva sentire. Sulla via del ritorno incontrai Rose seduta su un albero, non uno sradicato, deliziosamente seduta su uno dei più alti rami. M’arrampicai sul tronco e mi fermai vicino al suo ramo. Mi guardò con uno sguardo indecifrabile. I suoi occhi ora erano di nuovo ambrati come i miei.

- Ciao – mi salutò

- Ciao –

- Allora cosa ne pensi della mia idea di portarti a Port Angels? - chiesi per capire se mi volesse dar buca.

- Un po’ di svago non mi dispiace - disse guardando da un'altra parte. Mi cadde la mascella a terra, 1-1 Rose complimenti! Dopo un po’ mi venne spontanea una domanda anche se probabilmente avrei perso quel punto.

- Rose, ma come mai sei sempre così solitaria? - mi guardò negl’occhi con un intensità ipnotizzante.

- E a causa della trasformazione? - domandai visto che non dava segno di voler rispondere.

- No. Sono sempre stata così, anche da umana - rispose con voce flebile.

- Come sei diventata…?-

- Un mostro? Vuoi davvero saperlo? - chiese con una nuova scintilla nello sguardo. Annuii

- Ok allora. Era la sera del mio compleanno, precisamente del mio diciottesimo compleanno, avevo litigato con la mia famiglia ed ero infuriata. Uscii di casa sbattendo la porta e me ne andai, da sola,  in un posto isolato. Non sono mai stata ingenua e sapevo che stavo facendo una stupidaggine…- mentre raccontava Rose aveva lo sguardo perso nel vuoto, come se stesse rivivendo tutto. Rimasi in silenzio per non deconcentrarla.

- Non lo sentii arrivare alla mie spalle, fu solo un attimo. Mi prese da dietro e mi spostò i capelli dal collo per mordermi. Poi caddi. Ricordo solo quel dolore lancinante e la voce di Erik che mi diceva che presto sarebbe finito. Non urlai neanche una volta, ed ogni volta che mi muovevo in preda ad una fitta più lancinante c’era Erik vicino a me che mi accarezzava per farmi capire che lui era lì - incrociò di nuovo il mio sguardo.

- Ecco come sono diventata una vampira-

- Ed Erik chi è? Il tuo… ragazzo? - le chiesi. Rise, una candida risata.

- No! Erik è il mio migliore amico. È stato lui ad insegnarmi tutto su questa non-vita - poi improvvisamente si fece più seria.

- Ed ora invece racconta tu la tua trasformazione - mi disse.

- Oh la mia trasformazione non è eclatante come la tua, semplicemente circa 25 anni fa ho fatto un incidente con la macchina, stavo per morire quando Carlisle mi morse per salvarmi la vita. - raccontai come se non mi toccasse affatto.

- Sei fortunato - mi disse guardandomi.

- Si! Sono capitato in una buona famiglia -

- Hai mai ucciso un essere umano? - mi chiese riportando su di me la sua attenzione.

- No mai. Tu? -

- Si! E sinceramente non me ne pento. Sono quel che sono, un mostro -

- E perché allora segui la dieta vegetariana? -

- A quel tempo lo feci per Erik, perché lui seguiva questa dieta ed io, per ringraziarlo, feci altrettanto. Ma un giorno volli provare il sangue umano e feci una fatica non indifferente per smettere…-

Rimanemmo su quel ramo fino a sera a parlare, o anche solo a stare in silenzio.

Era piacevole stare con lei, era diversa da tutte le altre. A volte vorrei avere lo stesso potere di Edward per sapere cosa le passa per la testa.

1 ad 1 Rose, siamo pari. Ma ce la metterò tutta per stupirti ancora ed accumulare altri punti Baby.

ANGOLO DELL'AUTRICE Raga commentate plase! Posto sl se ho minimo 2 recensioni u.u

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Capitolo 4
*** 4 ***


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Capitolo 4

 

P.V. ROSE

 

La serata non era stata male, certo non eravamo andati a cena fuori, e quanto meno a mangiarci un gelato, ma tutto sommato la serata era andata davvero bene. Eravamo andati a fare una passeggiata in centro e poi nel bosco. Con Stefan mi trovavo stranamente bene, ero sempre stata un lupo solitario, e per me era strano star bene in compagnia di qualcuno che non fosse né Erik né Jane. A fine serata mi riportò a casa con la sua moto, la mia era rimasta qui blindata nel garage per evitare che qualcuno la prendesse. Possessiva? Io? Si ma solo con la mia moto! Scese anche lui dalla sua moto rossa e mi accompagnò fin sotto il portico di casa, come si faceva in tempi ormai passati. Si avvicinò lentamente a me. Che cavolo stava facendo? Ma soprattutto perché io non mi spostavo? Le nostre labbra si incontrarono in un casto bacio che durò poco perché io mi scostai.

- Non correre piccolo! – dissi ad un centimetro dalle sue labbra, mi voltai e mentre aprivo la porta lo salutai senza nemmeno girarmi. Appena entrai in casa trovai Nicole e Jason sul divano.

- Allora com’è andato l’appuntamento? – mi chiese Nicole voltandosi.

- Appuntamento è una parola grossa, uscita vorrai dire –

- Vabbè quello che è, comunque com’è andata? –

- È andata – risposi alzando le spalle. Nicole lanciò un gridolino.

- Ma dai Rose avete come minimo 60 anni di differenza – disse Jason.

- Si ma me li porto bene – dissi con faccia impassibile.

- Si per un vampiro millenario – disse lui ridendo. Gli saltai addosso facendolo cadere a terra sotto di me che me ne stavo inginocchiata sul suo torace.

- Scusa ma forse ho capito male. Cos’hai detto? – gli chiesi accostando la mia bocca al suo collo.

- Io? E chi ha parlato? – disse in un misto di paura e divertimento. Ridemmo tutti e tre ed io scesi dal torace di Jason che si rialzò velocemente. Però Jason aveva ragione, sembravo una pedofila, anche se fisicamente sembravamo entrambi dei diciottenni, io ero di 65 anni più vecchia di lui. Ma in fin dei conti, se andava bene a lui stare con una vecchietta, vecchietta poi, con una vampira di quasi 90 anni... e quei 90 anni li sfioravo vertiginosamente, meno di 24 ore e sarei diventata realmente una nonnina novantenne, se pur bloccata nella sua eterna bellezza da diciottenne.

Passai la notte a suonare il piano, era da quando ero arrivata a Forks che non lo toccavo, povero pianoforte. Smisi di suonare quando dei lievissimi raggi di sole colpirono il mio braccio, facendolo così risplendere in polvere di Diamanti. Decisi di andare a sgranchire un po’ le gambe avventurandomi nel bosco quando, cammina cammina, mi ritrovai nei pressi di casa Cullen. Era strano come le nostre due case erano separate solo da quel bosco.

Nel giardino c’erano solo tre Cullen. Bella intenta a guardare il paesaggio, Esme che innaffiava con cura i fiori e Stefan che leggeva un libro. Quest’ultimo alzò di poco lo sguardo appena sentì i miei passi e mi sorrise abbassando il libro.

- Ciao – salutai tutti.

- Ciao Rose come mai da questa parti? – mi chiese Bella voltandosi verso di me.

- In realtà stavo passeggiando nel bosco e sono spuntata qui – dissi accennando ad un sorriso. Parlammo un po’ quando sentii dei passi rapidi sempre più vicino. Da vicino ad Esme sbucarono Edward, Jasper, Emmett e Carlisle. I ragazzi si avvicinarono a noi mentre Carlisle si fermò vicino alla sua dolce metà. Ci salutammo e dalla stradina che portava alla casa sentii il rumore delle ruote che strisciavano sulla ghiaia e il motore della Volvo avvicinarsi, come volevasi dimostrare la macchina parcheggiò perfettamente al suo posto. Dalla macchina uscirono Alice, Rosalie e Renesmee con in mano 100 buste, sgranai gli occhi, ma almeno loro sembravano essersi divertite.

Passai con i Cullen altre due ore quando Alice ci disse che stava arrivando qualcuno. Tutti si voltarono nella direzione in qui stava guardando. Vidi una sagoma avvicinarsi e rimasi sconvolta quando capì a chi apparteneva. Capelli corti biondi, lineamenti abbastanza marcati, ma non da uomo, più da giovanotto, come lo definivo io, occhi di un dorato un po’ spento e fisico spettacolare, naturalmente pallidissimo.

- Erik! – urlai abbracciandolo di peso. Lo presi alla sprovvista e lui barcollò ma non cadde per nostra fortuna.

- Hu non mi aspettavo un accoglienza così! – disse sorridendomi mentre mi spostavo. Poi sentii un altro aroma.

- Come mai sento l’odore di Jane? – dissi sicura che Aro non l’avrebbe mai fatta uscire dalla fortezza a Volterra. Vidi con la coda dell’occhio i Cullen irrigidirsi.

- Rose non è possibile che non ti si può nascondere niente! – disse una voce di bambina fin troppo familiare. Alzai lo sguardo e la vidi su uno dei rami più alti di un pino. Scese con un salto e si mise alla destra di Erik.

- Ok ora fatemi riprendere un attimo dallo shock! Come siete riusciti a convincerli a farti uscire? – chiesi ad una Jane sorridente. Aveva i lunghi capelli biondi ( anche se so che nel libro li ha neri) gli occhi di un rosso cremisi un po’ oscurato, viso e corpo da bambina.

- Semplicemente gli abbiamo detto il motivo della nostra visita e mi hanno detto di dirti che io sono il tuo regalo e che, naturalmente, se cambi idea sei sempre la benvenuta! – spiegò brevemente la ragazzina che mi stava di fronte.

- Sogno o son desta? – dissi non potendo credere a ciò che mi aveva detto.

- Visto che sei una vampira e non puoi dormire, e di conseguenza sognare, mi sa che sei sveglia. E ti ricordo che non mi hai ancora salutata – disse guardandomi in modo offeso. L’abbracciai, mi era mancata! Poi lei guardò Bella con sguardo atroce, mi spostai avanti a lei.

- Jane ti prego, allora come mai siete qui? – ridomandai per distrarre la baby vampira.

- Ma come Rose non ti ricordi che oggi è… - iniziò Erik, ma mi ci fiondai addosso, avevo capito cosa voleva dire, e me ne ero scordata. Oggi era il mio compleanno. Jane rise come non faceva da tempo. Una risata cristallina!

- Parla ed io ti giuro che ti uccido – sussurrai al mio migliore amico. Andammo a casa mia, la mia nuova famiglia doveva sapere che Erik e Jane erano venuti a Forks, con noi vennero anche i Cullen.

- E pensare che fino a poco tempo fa ero io l’unica tua famiglia – disse Erik pensieroso seduto sul divano nero con il gomito poggiato allo schienale e la guancia sul palmo della mano, la caviglia sinistra sulla gamba destra in una posizione, anche se probabilmente non se ne accorgeva, molto attraente, anche se comunque per me era come un fratello.

- Questa sera andiamo in discoteca, dobbiamo festeggiare – disse Jane.

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Capitolo 5
*** chap. 5 ***


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Capitolo 5

 

P.V. ROSE

- In discoteca? – chiese Bella sorpresa.

- Io ci sto! E tanto che non ci vado… - constatai.

- Ci sono anche io – disse Jason, e pian piano si aggregarono tutti.

- Andiamo a prepararci ragazze dobbiamo essere perfette – disse Alice. Ci mettemmo d’accordo su come organizzarci.

- Nicole, io e Rose ci prepariamo in camera sua – disse indicandomi Jane

- mentre i ragazzi si preparano in camera di Jason –

- Nel frattempo noi ci andiamo a preparare a casa nostra e poi vi raggiungiamo qui – disse Renesmee.

- Voi due dovete andare a caccia – dissi guardando Eric e Jane.

- Io posso pensarci questa sera –disse Janer, guardai prima lei e poi Eric.

- e se invece vai con Eric? –

- Scherzi? Io non bevo sangue d’animale – disse la baby vampira incrociando le braccia. La guardai.

- e se ti accompagno io? – chiesi speranzosa.

- Ma nemmeno se mi paghi! –

- Ok, allora ti nutrirai questa sera e , in più, devi portarti le lentine – le dissi con tono che non ammetteva repliche.

- Ma io odio le lentine! – piagnucolò lei. La convinsi dopo 20 minuti e poi ci andammo a preparare. Nicole indossò un vestitino verde che arrivava un po’ più su del ginocchio, semplice con un lieve scollatura, il tutto ornato da dei meravigliosi decoltè con un generoso tacco a spillo, i capelli in una coda laterale che lasciava scoperta tutta la parte sinistra del collo.

Jane indossò un jeans nero ed una maglietta nera con i bordi color oro, che riprendevano il foular anch’esso orato, delle ballerine dello stesso colore di quest‘ultimo , con i capelli raccolti in una coda alta.

Io, invece, indossai un vestitino nero che arrivava fino a metà coscia, con una scollatura a V ed un foular nero legato con un nodo a destra, delle scarpe, anch’esse nere, che si intrecciavano lungo la caviglia, con un lieve tacco. Lasciai i lunghi capelli castani liberi, portandomi solo le prime due ciocche ad incorniciare il volto. Un po’ di trucco e poi via. Quando scendemmo ricevemmo dei fischi d’approvazione dai ragazzi. Erano entrambi fantastici. Jason aveva un pantalone bianco ed una camicia di una o due tonalità più chire, con su una giacca nera. Eric, invece, aveva un pantalone nero, sopra una camicia anch’essa nera con i primi due bottoni aperti, poi piegò un po’ la testa a destra.

- Non ti sembra di essere, come si dice? Un po’ troppo scoperta? – commentò

- No, non lo penso affatto. Siamo nel ventunesimo secolo, tutti si vestono così – gli risposi con un sorriso. Anche i Cullen erano tutti meravigliosi.

- Opera di Alice – mormorò Edward.

- Hey state benissimo – commentò Nicole.

- Si, lo so, sono un genio della moda! – affermò Alice. Scoppiammo tutti a ridere. Per colpa del vestito non riuscii a guidare la moto, e quindi mi accompagnò Stefan con la Mercedes di Carlisle.

La serata fu piacevole, mi divertii molto. Ballai con Eric, Emmett, Jason e Stefan. Con quest’ultimo un po’ di più ma… suvvia capitemi ragazze, era la mia festa no?

 

P.V. STEFAN

 

Ballai con Rose per circa 1 ora e mezza poi ci fermammo su un divanetto della discoteca ed incominciammo a parlare.

- Roooooseeee – la chiamò Jane buttandosi sulle sue gambe.

- Vatti a cambiare le lentine – le disse.

- Mi accompagni? – le chiese. La vampira mora mi guardò con occhi dolci.

- Vieni anche tu? –

- Nel bagno delle ragazze? – le chiesi alzando un sopracciglio.

- E che fa? Su vieni – disse prendendomi per mano e tirandomi in piedi. Mi trascinò nel bagno delle ragazze e si appoggiò alla porta mentre Jane prendeva dalla borsetta le lentine verdi.

- Odio mettermi le lentine – piagnucolò.

- Gli occhi rossi danno troppo nell’occhio e poi non si addicono neanche al tuo bel visino – disse Rose ridendo. Mi appoggiai vicino a lei.

- Io e te non dovevamo riprendere un discorso? – gli sussurrai all’orecchio.

- Non ricordo di nessun discorso lasciato in sospeso… - Jane si era messa le lentine e spostò velocemente lo sgardo da me a lei.

- Ok piccioncini, io vi lascio soli – disse facendo segno a Rose di spostarsi ed uscendo dalla porta.

- Vuoi che ti rinfreschi la memoria? – le chiesi poggiato al lavandino. Sorrise.

- Si, forse è meglio… sai com’è proprio non riesco a ricordare – mi avvicinai a lei lentamente e poi le poggiai le labbra sulle sue.

- Inizio a ricordare, ma ho ancora dei vuoti di memoria – bisbigliò. Sorrisi e le poggiai le mani sui fianchi, mentre lei intrecciava le mani dietro al mio collo. Ripresi a baciarla, con un po’ più passione.

- Ora ricordo tutto – disse facendo aderire il suo corpo al mio con un solo movimento.

- lo noto con piacere – risposi sorridendo sulle sue labbra, proprio i quel momento suonò il cellulare.

- Pronto? – risposi

- Mi dispiace interromperti, ma esci da quel bagno e ritorna qui, Emmett sta valutando seriamente l’idea di venirvi a prendere con la forza – disse Edward divertito.

- Stiamo uscendo – rispose al mio posto Rose chiudendo il telefono.

- Andiamo su, Emmett e Jason sono capaci di irrompere in questo bagno senza farsi troppi complimenti – commentò Rose dandomi un ultimo bacio ed uscendo.

A fine serata Jane le chiese.

- Allora cara, ti sei divertita? –

- E’ stato il compleanno più bello mai trascorso in vita mia – rispose Rose lanciandomi un occhiatina.

- Ci scommetto –

- Amen – commentò Emmett con le mani giunte in una posizione da angelo, ma che di angelico non aveva proprio niente. Ridemmo tutti, e si... era stata davvero una serata meravigliosa.

 

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


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CAPITOLO 6

Mi trovavo sul mio letto, stesa nell’oscurità della mia camera.
Intorno una specie di silenzio, il più assoluto da quando mi trovavo qui.
Gli unici rumori che sentivo provenivano dall’esterno..
Gocce di pioggia picchiettavano sugli alberi e sull’erba, un po’ di vento agitava le foglie che tremavano abbracciate ai propri rami e nulla più disturbava la quiete del bosco..Meraviglia..Assoluta calma e perfezione.
Me ne stavo lì, supina, con un braccio sugli occhi per impedire a quella lieve luce di disturbarmi e a godere di ogni attimo prezioso di pace.
Jane ed Erik erano partiti un paio di ore fa e tutti gli altri non c’erano, chi a fare shopping e chi a lavoro mi avevano lasciato, finalmente, da sola.
Permisi al silenzio di riempirmi la mente.. Mi concentrai sulla melodia prodotta dalle gocce. Che cosa meravigliosa la natura.
Ad un tratto sentii un altro rumore oltre le gocce, passi. Rapidi passi che si avvicinavano sempre di più.
Ecco! Momento di pace finito! Maledetti guastafeste
Tuttavia rimasi in quella posizione ad attendere.
L’olfatto mi rivelò prima della vista di chi si trattava. Un dolce profumo di fiori e cioccolata m’invase, una folata di vento fece ondeggiare le tendine blu ed il materasso si curvò sotto il peso di un corpo.
-  Dormi? - la sua voce sembrò far sparire completamente il silenzio di prima
-  Magari - risposi mettendomi a sedere ancora con gli occhi chiusi, quando li  riaprii la luce bianca che penetrava dalla finestra aperta quasi me li ferì. Lo vidi lì, seduto all’estremità del mio letto come una statua sorridente, bello come sempre e..aspettate! Mi stava gocciolando sul letto?!?
- Stefan alzati! Guarda che stai combinando! - indicai la chiazza più scura sulle lenzuola. Lui si alzò e rise
- Come farai a dormire questa notte con tutte le lenzuola bagnate?-
- Oggi sei in vena di battute eh? -
- Si - mi si avvicinò e con delicatezza mi prese il viso tra le mani - sono allegro -
- come mai? - gli sussurrai a pochi centimetri di distanza
- Boh.. Sarà che mi influenzi in modo positivo - disse colmando la distanza tra le nostre labbra, facendole sfiorare in un bacio delicato come una piuma che ti sfiora il viso.

Ok, lo so..lo so.. Sono da linciare xD non scrivo da tantissimo tempo ma.. Abbiate pietà! Spero vi piaccia questo capitolo.. Lo so che è corto ma è solo uno di transito mmm Chiedo umilmente venia xD E… Ringrazio vivamente tutte le persone che mi hanno sempre seguito e che continuano a farlo.. Sperando che lo facciano ancora xD
Grazie! <3
P.s. inizio a scrivere dopo le solite 2 recensioni u.u

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Image and video hosting by TinyPic CAPITOLO 7


Pov Nicole

Rose ultimamente si dimenticava sempre più spesso dei termini inglesi ed ogni tanto parlava in francese. Brutto segno.
Di solito succedeva quando era nervosa e quando Rose è nervosa.. I guai non mancano!

Stavamo iniziando ad avere buoni rapporti con i Cullen, che in quel momento si trovavano nel nostro salone.. Parlavamo del più e del meno..
- Le generazioni di oggi non le capisco - disse scuotendo la testa Jasper
- Tutte queste cose tecnologiche poi.. Tra un po’ non sapremmo nemmeno più aprire la porta - Jason
- A quel punto basterà buttarla giù - Emmett rise
- Oui.. Mi sento.. - Rose sembrò cercare invano una parola - mon dieu! - esclamò arrabbiata - Vieux! - La guardammo un po’ stupefatti.. Si, c’era qualcosa che non andava.
- Rose.. Sorella mia.. C’è qualcosa che ti turba? - provai a chiederglielo il più dolcemente possibile.
- Sto..- di nuovo cercò una parola - dimenticando l’inglese -
- L’abbiamo notato - Diedi un pugno a Jason. Delicato come sempre il vampiro.
Rose sospirò - Sta per succedere qualcosa.. Lo sento.. dans le sang -
- Quello di orso bevuto venerdì? -
- JASON! - gli diedi un pugno più forte che gli fece male. Mi guardò con la faccia da cucciolo e si iniziò a massaggiare il punto in cui l’avevo colpito. Rose ridacchiò.
- Probable -


Pov Rose

Dopo una settimana la situazione peggiorò. Non riuscivo più nemmeno a dire o a riconoscere una parola in inglese. Ma , perché c’è sempre un ma, una cosa positiva c’era.. Niente stramaledettissima scuola!
Avevo cercato invano il modo per eluderla ed ora la soluzione veniva da se, perfetto.
Passai quelle giornate a leggere libri in inglese non capendo assolutamente niente, era come se mi parlassero in arabo.

Provai di nuovo. Presi un libro a caso dalla libreria e iniziai a sfogliarlo. Erano solo parole senza senso per me. Dopo un quarto d’ora lo chiusi e lo scaraventai via.
Ero stanca ed era inutile applicarmi, la situazione si sarebbe sciolta da sola… o almeno lo speravo.
Mi faceva male la testa a furia di applicarmi e così corsi fuori..basta, avevo bisogno di aria..tutto intorno a me era asfissiante. Non potevo e non volevo incontrare altre persone e così andai il più lontano possibile.
Sentivo il crack delle foglie secche che si distruggevano ogni qual volta toccavo il suolo ed il sibilare del vento simile ad un respiro sulla pelle nuda.
Correvo e basta, presa da una specie d’ improvvisa voglia di libertà.
Sentii in lontananza il dolce rumore delle onde che si infrangevano e persa tra ricordi sfocati mi diressi verso quel suono familiare.
Attraversai tutto il bosco per arrivare ad una scogliera e fu li che persi il contatto con il mondo...
Ammiravo il lento movimento dell’acqua ed ogni sua più piccola sfumatura come per imprimerle a fuoco nella mente, come facevo tempo addietro passando ore intere in riva al mare provando a copiare quelle sfumature, armata di colori, su un semplicissimo foglio di carta.
Amavo passare del tempo da sola..lo trovavo estremamente rilassante..senza fretta, senza voci, senza presenze sgradite..semplicemente..da sola.
Rimasi lì, in piedi, a guardare il movimento delle onde ed ascoltandone il suono per qualche infinito istante.
Ero così presa che non mi resi conto nemmeno che qualcuno si avvicinava e quando sentii una voce maschile alle mie spalle quasi sussultai. Una puzza di cane mi arrivò al naso e mi accorsi che, presa nell’ammirare il paesaggio, mi ero dimenticata di respirare.
Mi voltai lentamente, infastidita dall’interruzione.
In quel momento di fronte a me c’erano tre lupi grandi quanto dei piccoli cavalli e quattro persone..e questo è perché volevo restare sola..
Un uomo dalla carnagione un po’ più scura del normale iniziò a parlare. Non capivo nulla.
Inclinai lievemente il capo di lato provando almeno a capire l’argomento generale ma quando uno di quei lupi iniziò a ringhiare e fece un passo in avanti capì che dovevo intervenire.
La situazione stava peggiorando velocemente, altri due lupi sbucarono dalla foresta ed avanzarono lentamente verso di me come per giocare al gatto con il topo.. ma non avevano capito che lì il gatto ero io..e che mi sarei fatta una bella scorpacciata.







Ok, sono stata molto triste del fatto che abbia recensito una sola persona... Molto ma MOLTO triste.. Se non mi piace fatemelo sapere che smetto.
Non pubblicherò prima delle 3 recensioni. Sono MOLTO TRISTE
Ed è tutta colpa vostra che non sprecate 1 minuto della vostra vita a recensire!!!!!! =(
Al Prossimo capito, fatemi sapere cosa ne pensate. RoseWhite.

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


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Ti tengono nell'oscurità, sai che fingono tutti
ti tengono nell’oscurità e così è iniziato tutto
mandi avanti i tuoi scheletri
canti mentre le loro ossa arrivano marciando, ancora
il bisogno che hai seppellito in profondità
i segreti che mantieni sono pronti come mai prima d'ora
sei pronto?
ho finito di dire cose sensate
ho smesso di usare l’ignoranza come scusa

girando e rigirando nel profondo,
la ruota mi fa girare e non si ferma mai,
non si ferma mai
è la solita vecchia storia

e se ti dicessi che non sono come gli altri?
e se ti dicessi che non sono solo un'altra delle tue recite?
sei tu quella che finge
e se ti dicessi che non mi arrenderò mai?

col passar del tempo, o almeno così mi hanno detto
sarò soltanto un’altra anima in vendita
questa pagina è fuori commercio
non siamo permanenti, temporanei, temporanei,
è la solita vecchia storia

e se ti dicessi che non sono come gli altri?
e se ti dicessi che non sono solo un'altra delle tue recite?
sei tu quella che finge
e se ti dicessi che non mi arrenderò mai?

sono la voce nella tua testa
quella che tu rifiuti di sentire
sono il viso che devi affrontare
quello che rispecchia il tuo sguardo
sono ciò che rimane, sono ciò che è giusto,
sono il nemico, sono la mano che ti ha fatto cadere,
che ti ha messo in ginocchio

dunque, tu chi sei?
sì, chi sei? chi sei? chi sei?

ti tengono nell'oscurità, sai che fingono tutti

e se ti dicessi che non sono come gli altri?
e se ti dicessi che non sono solo un'altra delle tue recite?
sei tu quella che finge
e se ti dicessi che non mi arrenderò mai?

dunque, tu chi sei?
sì, chi sei? chi sei? chi sei?

http://www.youtube.com/watch?v=SBjQ9tuuTJQ

CAPITOLO 8

La foresta era silenziosa.. Nulla faceva presagire che a pochi Kilometri si stava per scatenare una battaglia tra entità soprannaturali. Anche la Natura taceva sottomessa dall'elettricità che si percepiva nell'aria.
Tra gli alberi sempreverdi, delle ombre si muovevano veloci senza disturbare quella quiete assoluta; i Cullen, nel frattempo, correvano allarmati dalla notizia che gli era arrivata tramite Seth. Rose era entrata nella radura ed ora i lupi di La Push erano pronti ad eliminare il succhiasangue che aveva invaso la loro terra.
Mancava circa un kilometro al confine, la corsa si fece frenetica.. correvano con i sensi concentrati al massimo su quello che stava succedendo nella radura.
Quando finalmente mancava poco, un muro di fiamme alto alcuni metri si levò dal suolo interrompendo la loro corsa. Tutto si bloccò come se fosse stato premuto un interruttore, come se quella corsa a velocità disumana fosse stata solo una lenta passeggiata.
Due ombre sfrecciarono alla loro sinistra e saltarono il muro in sincornia perfetta quasi come se quella fosse stata una coreografia ben studiata; una terza ombra stava per seguire le precedenti ma inaspettatamente si bloccò a pochi centimentri dalle fiamme .
- Non vi intromettete - Una ragazza parlò, senza nemmeno voltarsi, in tono freddo per poi sparire dall'altro lato del muro.


~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~

Pov Stefan

Lei era lì, ferma davanti ai miei occhi. Marmorea, stupenda come sempre.
La guardai dalla punta dei piedi fino al viso. Le scarpe da ginnastica bianche, il jeans stretto e il top nero, stretto anch'esso. Poi arrivato al viso mi fermai. I suoi occhi...erano disumani.
L'iride completamente nera, come assorbita dalla pupilla, più disumani di quanto potessero mai essere gli occhi di un vampiro.
Di fronte a lei alcuni lupi a terra, agonizzanti, altri pronti all'attacco, altri bloccati da qualcosa d'invisibile agli occhi.
Le tre ombre si fermarono dinanzi a lei, come a formare un trangolo. Il ragazzo al centro con i capelli castani, avanti; la ragazza che aveva parlato poco prima con i capelli rossi lievemente più indietro sulla destra ed un altro ragazzo con la carnaggione un po' più scura e i capelli biondi parallelo alla ragazza ma alla sinistra del moro.
Guardarono i lupi di fronte, li guardarono quasi con aria annoiata, come se non importasse se ci fossero o meno. Parlò il ragazzo davanti agli altri due
- Non c'importa di voi, lasciateci andare e basta. Non vi verrà fatto alcun male. Ma se provate ad intervenire non vi assicuro lo stesso risultato - usò il tono gelido che solo chi è sicuro al cento per cento di quello che sta dicendo si permette di usare.
Si guardarono ancora una volta e davanti a loro, per rendere il concetto più chiaro, comparve un muro di fuoco come quello che poco prima aveva bloccato la nostra corsa. il silenzio piombò nuovamente nella radura. Fu Sam a parlare
- Andate. Ma non voglio mai più vedere un succhiasangue nella mia terra, in caso contrario non importa quanti siate, vi stermineremo tutti - detto ciò Rose chiuse per un attimo infinito gli occhi e poi perse l'equilirio. Il ragazzo con i capelli biondi le fu subito vicino e la prese in braccio, sembrava svenuta. Corsero via. Arrivammo fuori casa Blake, tutto era silenzioso ma i nostri sensi percepivano qualcun'altro all'interno.
Da lì a poco avremmo scoperto la triste verità, triste poi... triste per me non per gli altri, perchè per gli altri era solo una semplice verità, nulla più di una verità scomoda... forse.



Grazie mille ad alerana92 e a zije600 per aver recensito =) Vi sono molto grata...mi farete sapere cosa ne pensate anche di questo???
Grazie anche alle persone che leggono solo.
Al prossimo capitolo! Continuate a seguirmi!! I colpi di scena non mancheranno p.s. so che il capitolo in se e per se è piccolo ma il prossimo cercherò di farlo il più lungo possibile e descrivendo meglio i sentimenti perchè mi sono resa conto che è un po' vuoto... Scusate. Aspetto con MOLTA ansia le vostre recensioni =)

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


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Capitolo 9




Ci ritrovammo nel grande salone addobbato in stile classico, con le pareti bianche, di casa Blake.
Rose stava stesa sul divano beige con un braccio sugli occhi..quegli occhi che pochi minuti prima mi avevano spiazzato. Non riuscivo ancora a capire cos'era successo, il perchè e cosa aveva provocato in me, sapevo solo che era la prima volta che vedevo una cosa del genere nella mia breve vita da vampiro.
Mi guardai intorno e accorsi che c'era più gente di quel che credevo. Cinque vampiri, un umana ed altre tre persone, due ragazzi ed una ragazza, con un odore strano ma con il cuore che pulsava. Ma tra tutti una sola era al centro della mia attenzione.
La guardai di nuovo, se possibile più pallida di prima, stesa quasi esanime. Esaminai i suoi tratti del viso delicati, le labbra piene quasi a cuore e le guance che sapevo essere  vellutate. Se non fosse stato per il petto che si muoveva a ritmo del suo respiro lento non avrei mai pensato che fosse "viva", strana parola da usare per un cadavere che si muove, come me del resto.
Improvvisamente si alzò a sedere con i lunghi capelli castani che le coprivano il viso  e, portandosi una mano alle labbra, tossì, per poi guardarsela sporca di sangue.
Preoccupazione.
Una ragazza con i capelli neri lunghi fino alle spalle le diede un fazzoletto di stoffa bianco, lei si pulì stancamente la mano e ringraziò debolmente continuando a giocherellarci;  si avvicinò anche un uomo, con i capelli corti neri brizzolati sui lati,sulla cinquantina, ma Rose alzò il volto scostandosi una ciocca di capelli davanti e disse
<< Non ho bisogno di medici. Ho più lauree in medicina di lei, Monsieur. Non ho bisogno ne di analisi ne di controlli >>
<< Deduco che allora lei già sappia cos'ha  >> rispose egli
<< Oui >> Quell'angelo maledetto chiuse nuovamente gli occhi per un istante eterno << è per la dieta - sospirò - Una dieta del genere non fornisce al mio corpo le energie di cui necessita in...>> cercò una parola adatta <<.. quello stato >>  si prese la testa fra le mani << Ed ho una sete allucinante >>
Rimasi a braccia conserte poggiato con la schiena ad un mobile di ciliegio curato nei minimi dettagli, anch'esso in stile antico, come uno spettatore incapace di capire cosa gli provocasse il film che stava guardando.
<< Fate uscire gli umani e chiunque abbia un cuore che batta per cortesia >> disse a mezza voce continuando a tenersi la testa fra le mani. L'umana, la ragazza ed il ragazzo con l'odore strano, ma non pungente, uscirono dalla casa in silenzio.
Il ragazzo biondo di poco prima le si avvicinò e le porse una mano, lo guardai bene. Aveva degli occhi azzurri come il ghiaccio e dei lineamenti non troppo marcati. Rose ridacchiò << Non so quanto ti convenga >> ma lui non fece una piega, sorrise,  e rimase li con la mano a mezz'aria finchè lei non la prese ed alzandosi trabballando lo seguì fino al piano superiore.
Sentii un gemito e poi il rumore di quando una persona beve..udii un respiro soffocato e poi un grazie sussurrato nell'eco dell'ampio corridoio. Li immaginai uno di fronte all'altro magari così vicini da sfiorarsi mentre respiravano, lei che lo mordeva, beveva per poi rialzarsi con le labbra sporche di sangue ed una punta di gelosia mi invase.
<< Hai reso l'idea >> sussurrò Edward tra i denti, chinai il capo.
 Quando scesero il biondino si guardò la mano lievemente sporca di sangue, sul collo un impronta di denti che già stava sparendo. Rose scese la scalinata con passo felino e ci guardò uno per uno, aveva gli occhi di un rosso molto scuro così naturale che quel dorato di qualche giorno fa sembrava essere una nota sbagliata su quel viso perfetto.
<< Scusate >> disse risedendosi sul divano. Poi ad un tratto rise << era qualche secolo che non mi sentivo così >>
Qualche secolo? Ma non aveva detto che aveva 90 anni? Le cose non quadravano, e poi chi erano quelle persone? Esprimere i miei dubbi o tacere? Mille domande mi vorticavano nella mente. Edward sbuffò.
Un vampiro tra quelli presenti, sulla quarantina con i capelli neri e gli occhi color rubino, parlò con voce calma ma autorevole.
<< Perdonate la maleducazione, siamo entrati nel vostro territorio e non ci siamo nemmeno presentati. Io sono Balthazar >>

Mi scuso per il ritardo ma ho scritto, letto, controllato, cancellato, riscritto, ricorretto etc..etc...etc...
Sinceramente sono molto triste e delusa dalle 0 recensioni.. veramente molto triste..Al prossimo capitolo, se vorrete
P.s. Mi sono accorta di aver postato quello non corretto -.- sono un caso perso ahahhaha


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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


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Capitolo 10



<< Perdonate la maleducazione, siamo entrati nel vostro territorio e non ci siamo nemmeno presentati. Io sono Balthazar >>  lo guardai dalla testa ai piedi forse un po' maleducatamente. Portava dei pantaloni neri con la piega e sopra una camicia di seta dello stesso colore che facevano contrasto con la pelle bianchissima e che mettevano ancora più in risalto gli occhi color fuoco. Egli allargò un braccio verso un altro vampiro, quello che era intervenuto poco prima nella radura, guardai anche lui attentamente. Aveva dei corti capelli castani, occhi di un rosso sangue contornati dalla pelle diafrana tipica dei vampiri. Alto uno e ottantacinque, portava una camicia normale bianca e dei jeans stretti con sotto delle scarpe da ginnastica bianche e azzurre. Ma la cosa che rapì la mia attenzione fu un polsino di pelle doppio con al centro incastonato un rubino accerchiato da strani simboli.
Balthazar iniziò a parlare
<< Lui è...>> Il vampiro con il polsino lo interruppe
<< Grazie mille ma riesco a presetarmi da solo - sorrise cordialmente - Il mio nome è Ian è sono uno dei quattro generali dell'Ordine del Tempo >>  
Ok, ora era ufficiale. Non ci stavo capendo nulla e, guardando gli altri componenti della mia famiglia, capivo che la confusione era generale.
<< Andate a richiamare quei poveretti che stanno lì fuori >> Disse Rose e la vampira dai lunghi e lisci capelli rossi, che aveva parlato prima nella radura, uscì fuori la porta e disse << Ora potete entrare >> nel suo solito tono freddo. Entrò prima l'umana con grandi occhi verdi e capelli castani corti e poi gli altri due personaggi non identificati.
Parlò il ragazzo biondo << Continuiamo con le presentazioni. Io sono Alan >> sorrise. Lo odiavo.  Portava una maglietta aderete azzurro ghiaccio come i suoi occhi , che risaltava in maniera quasi odiosa il suo fisico scolpito e perfetto,  e sotto un jeans scuro. Cacciò da una tasca un girocollo di pizzo nero con al centro uno zaffiro di un blu stupendo inciso con alcuni simboli.
<< Questo ti appartiene >> disse rivolgendosi a Rose e sorridendole. Lei si alzò in piedi e gli voltò la schiena sollevandosi i capelli, Alan non aspettò un secondo e le mise il raffinato girocollo.
Modi per ucciderlo:
Andargli contro a velocità disumana, sollevarlo da terra per il collo e sbatterlo a tutta forza da qualche parte.
Andargli incontro lentamente e sorridendo spezzargli il collo.
Strappargli il cuore...
La lista andava avanti per un bel po' dallo sventramento alla tortura della goccia* .
Edward mi guardò di sottecchi ed io alzai le spalle.
Parlò la rossa con un lieve accento ispanico e le labbra sottili << Sono Beatriz, piacere >> . Portava un pantalone lungo bianco con su una maglietta bordeaux e delle ballerine dello stesso colore a completare il tutto.  All'anulare della mano destra portava un anello d'argento con incastonato un rubino.
La ragazza con i capelli neri, che aveva dato il fazzoletto a Rose, parlò in modo timido con gli occhi bassi. Al collo aveva una collanina con sopra un diamante.
<< Il mio nome è Yulia, piacere >> Alice fece qualche passo verso di lei ma Rose ringhiò un  << Non toccarla! >> che rimbombò per tutta la casa. Yulia fece un passo indietro ed Alice rimase stupita a guardarla. Parlò Balthazar
<< Perdonate i modi bruti di Rose - lanciò un' occhiata a quest'ultima e continuo - Yulia è una chiaroveggente tattile non ama essere toccata perchè può vedere futuro, passato o presente della persona che tocca o del proprietario dell'oggetto toccato >>  
Dopo alcune domande sul potere della chiaroveggente da parte di Alice continuarono le presentazioni.
I due ragazzi di specie sconosciuta furono presentati da Alan come Nick, un ragazzone con un viso dai lineamenti semi marcati incorniciato da capelli corti neri, occhi dello stesso colore, fisico palestrato ed alcuni tatuaggi tribali, con al centro gli occhi di un lupo, sul braccio sinistro, era alto all'incirca un metro ed ottanta. La ragazza, invece era l'esatto opposto. Si chiamava Jennifer aveva una corporatura minuta con i capelli biondi che le ricadevano sulla schiena, le labbra sottili ma delicate come il resto dei suoi lineamenti e i grandi occhi castani, alta più o meno un metro e sessanta. Vicino a Nick sembrava una bambina.
Carlisle presentò anche noi, perfetto. Ora tutti conoscevano i nomi di tutti... Ma chi erano in realtà queste persone? E cos'era l'ordine del Tempo? Troppe domande e troppe poche risposte rimasero sospese nell'aria calda della casa.
Guardai Rose per un attimo. Continuava a giocare con il fazzolettino bianco contorcendolo come fanno le persone di solito quando sono sotto pressione. Cosa occupava la sua mente?
A volte invidiavo Edward per il suo dono. Maledizione!

* la tortura della goccia consiste nel far inginocchiare una persona e fargli cadere sulla  testa una goccia d'acqua finchè non gli si sfonda il cranio, portando, dunque, l'individuo alla morte.




Perdonatemi il ritardo il fatto è che il modem ha deciso di morire una settimana fa e.... Non posterò finchè non avrò almeno una recensione. se non l'avrò entro la metà di agosto non posterò più

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Capitolo 11
*** Fine ***


Stavo scrivendo l'undicesimo capitolo ma vedo che non v'interessa. La storia è CHIUSA per mancanza di recensioni.

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