Favole e riflessi

di CaskaLangley
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** #43; Tactician (RoyEd) ***
Capitolo 2: *** #41; Falling of cherry blosson [ScarMei] ***
Capitolo 3: *** 46; Homecoming [RoyHavoc] ***
Capitolo 4: *** #60; A silence [RoyEd] ***
Capitolo 5: *** #88; Clock [ScarMei] ***
Capitolo 6: *** #39; Playing House [EdAlWin] ***
Capitolo 7: *** #09; King [RoyEdAl] ***
Capitolo 8: *** #19; Rest one's head on a person's lap [HeidEd] ***
Capitolo 9: *** #48; Ruggedness [Guest Star: i baffi di Roy] ***
Capitolo 10: *** #54; Miracle [Roy, Ed, Al] ***
Capitolo 11: *** #23; Castle in the sky [Winry e Mei] ***
Capitolo 12: *** #11; Trouble Maker [Scar/Mei] ***
Capitolo 13: *** #17; The duty of siblings [Elricest] ***
Capitolo 14: *** #77; Trick [RoyEdAl] ***
Capitolo 15: *** #senza numero; Sweetest thing a man has ever said to me. [Maes/Roy] ***



Capitolo 1
*** #43; Tactician (RoyEd) ***


Note preliminari: questa è una raccolta di flashfics (o ficlets, che è più pucci u_u) tutta dedicata ai miei lettori, a cui voglio tanto bene :3 Originariamente dovevano essere drabbles, ma che dire, è evidente che sono irrefrenabile XD" quindi in realtà saranno tutte cosine di massimo cinquecento parole (o poco più, al limite). Spero che questo le renda ancora più gradite u_u
Buona lettura e continuate a proporre <3

#43; Tactician
[Roy/Ed] richiesta da Giallofluorescente e lightblack in "L'alto costo della vita"

Edward era andato nel suo ufficio per chiedergli di firmare un foglio –un inutile permesso in occasione del compleanno di Al, come se fossero ancora bambini, e per di più lungo una settimana. Questo dopo che gli aveva assegnato una missione per quei giorni meno di quarantotto ore fa, ovviamente.
La questione, comunque, era velocemente caduta e il foglio se ne stava dimenticato sotto la schiena di Edward, adesso che era preso a sfregarsi il naso contro il collo e miagolare piano: “Mmmh, Colonnello…”
Roy rise contro la sua spalla e gliela morse. Il tessuto della divisa era duro e irritante, specialmente mentre se ne stavano a strusciarsi sulla scrivania come adolescenti in calore.
Edward voleva fare l’ometto grande e Roy gli lasciava credere che ci riuscisse, ma in realtà era ancora ingenuo e lui sapeva che doveva andarci piano se non voleva spaventarlo o peggio ancora, causargli una di quelle crisi isteriche che gli avrebbero ricordato come mai lo avrebbe preferito zitto buono e con la bocca piena.
Edward gli aveva allacciato le gambe attorno ai fianchi e ora se lo stringeva addosso, mentre gli andava incontro col bacino. Roy sospirò nella sua bocca e gli morse piano la lingua. Solo in quel momento lui si ritrasse appena, senza smettere di muoversi, e appoggiando la fronte alla sua spalla fece una specie di sbuffo. Roy gli chiese cosa non andasse.
“Niente, non dovrei dirglielo, ma avevo pensato…” sbuffò di nuovo e scosse le spalle. Roy insistette e lui continuò: “Beh, avevo pensato di invitarla al compleanno di Al, veramente, e avrebbe potuto fermarsi un paio di giorni. Credo che alla zia piacerebbe salutarla, e poi…” gli passò le dita tra i capelli, mentre con l’altra mano andò ad accarezzargli la cintura. A Roy mancò il fiato per un momento. “…e poi sia io che Al gliene saremmo grati.” – uno sguardo che lo agganciò come un pesce all’amo- “Intendo…davvero grati.”  
Roy rimase a fissarlo e per poco non si strozzò con la saliva. Chiese a voce bassa, come se temesse di farsi sentire: “…tutti e due?” Edward annuì, mentre continuava a giocare con la fibbia.
“Ma…” si schiarì la voce “…contemporaneamente o in due momenti diversi…?”
Edward accennò una risata un po’ speculativa e gli mordicchiò la mascella. A quel punto, in meno di un secondo, Roy recuperò il foglio e lo firmò. Edward, che lo stava osservando, indicò un punto e disse “anche qui” e poi “Anche la data.” Quando ebbe finito se lo tolse praticamente di dosso, diede un’ultima occhiata al foglio e saltò giù dalla scrivania. Roy aggrottò la fronte e lo prese per i fianchi, ma Edward – scandalizzato- guizzò via ammonendolo: “Giù le mani dalla torta!” Roy era talmente interdetto che gli diede retta. Ovviamente gli bastò un secondo di lucidità per realizzare cos’era successo, ma Edward se n’era già andato. Lo trovò in corridoio con suo fratello e stava dicendo “La prossima volta ti prendi le tue responsabilità e ci vai tu, che questa è la--”
Fu Alphonse ad accorgersi di lui e a indicarlo. Un attimo dopo cominciarono a correre, con Edward che diceva “Via via VIA!” mentre Roy gridava che quella era coercizione e non dovevano azzardarsi a presentare quel foglio, “Avete capito?! Ve lo faccio mangiare, se lo rivedo!”
Dietro di lui, ad occupare il corridoio, c’era un gruppo di giovani reclute fortemente perplesse.

*

Note incoerenti dell'autrice
Lol, perdonatemi XD
Dunque, in realtà questa non è la prima delle ficlet richieste che scrivo (è la quarta) ma ci tenevo a dedicare la prima a giallofluorescente perché è stata una delle prime ad accogliermi in questo fandom e mi segue sempre con affetto dicendomi cose molto carine, quindi spero di averla fatta contenta scrivendole una RoyEd, anche se è mia e c'era il tranello u_u XDD Beh, dai, finché i tranelli son questi son ben accetti, no?
Questa, comunque, va anche per lightblack, che invece mi ha recensita per la prima volta e che incoraggio a continuare u_u
A entrambe ho scritto qualcosa anche sulla vostra seconda richiesta. E poi ditemi che non sono un amore.
Ecco la lista delle ficlet che mi avete chiesto!

nacchan - Scar/Mei (già pronta!)
lightblack - EdAlWinry (già pronta!)
Giallofluorescente - RoyHavoc (già pronta!)
Stateira - KimblyEnvy (ti voglio del male XD)
Melchan - RoyEdAl
Iceriel - RoyAi
Mery_Wolf - EdMei

Per chi ne volesse una (anche ripetendo personaggi già scelti, ovviamente!), basta lasciarmelo detto nei commenti ad una qualsiasi delle mie fics (sarebbe meglio non a questa perché sennò mi si perde parte del gioco ;_; ...non che sia una scusa per non commentarmi qui e_e XD) che trovate comodamente nel mio profilo. Potete richiederne all'infinito, anzi, vi invito a farlo perché mi diverto proprio e voglio vedere se riesco ad arrivare in fondo a sti benedetti cento temi *A* solo che sarebbe meglio una sola richiesta a recensione sennò mi intaso XD e poi voglio vedere di fare qualcosa per tutti, quindi rispettate la fila u_u xD
Spero che mi seguirete tutti in questo giochetto (suicida) assurdo xD e grazie ancora tanto, ma davvero davvero tanto, per il vostro supporto. E andate a leggere L'alto costo della vita, se non l'avete ancora fatto u_u
...ah, sì, scusami Neil Gaiman, è la seconda volta che ti derubo per il titolo XD Ma in effetti lui è amico di Tori, quindi lei l'avrà già messo in guardia.

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Capitolo 2
*** #41; Falling of cherry blosson [ScarMei] ***


#41; The falling of cherry blossom
[Scar/Mei] richiesta da Nacchan in "L'alto costo della vita"

Scar si guardava intorno quasi con timore, anche se non capiva di che cosa avesse paura; degli alberi carichi di fiori, forse, che fitti e soffici com’erano sembravano precariamente appuntati al cielo.
Li avrebbero schiacciati? Ma soprattutto: sarebbe riuscito a proteggere Mei?
Lei camminava qualche passo davanti a lui, impacciata negli abiti principeschi; l’aveva vista bambina e adesso la vedeva ragazza, poi l’avrebbe vista donna e niente avrebbe scosso questo inalterabile corso degli eventi, così com’era vero che anche lui sarebbe invecchiato e quei fiori sarebbero continuati a sbocciare e morire ogni anno.
“Allora, le piacciono?”
Glielo aveva chiesto con soddisfazione, quasi li avesse dipinti lei stessa. Scar annuì, un po’ incerto, però lei s’imbronciò: “A me non piacciono, invece.”
“E perché?”
“Perché vivono così poco eppure si mostrano a tutti, come se non fossero speciali. E’ una falsità, non crede?” E si girò, in quel momento, sorridendogli con quel suo viso adolescente e gli occhi ancora da bambina che brillavano: “Invece c’è una sola persona per cui io voglio sbocciare.”
Scar aggrottò la fronte. Poi abbassò lo sguardo, come un maledetto ragazzino. Sentì Mei ridere, e poi il rumore dei suoi passi mentre trotterellava lontano.
Un petalo di ciliegio si posò sulla sua spalla. Scar lo scacciò.
Tutto sommato, forse sapeva di cosa aveva paura.

*

Note incoerenti dell'autrice: ammettiamolo pubblicamente, lo Scar/Mei è un mio OTP...xD" Il che non significa che spero di vederli sposarsi e avere mille bambini alla fine della serie (anche perché sarebbe quantomeno creepy...e giusto un tantino illegale), però vabbé, mi piace paciugarci, ecco ;_;" (e la Nari ne approfitta, dannata!) Aspettatevi abbastanza presto una shot su di loro, volenti o dolenti.
Ringrazio tantissimo chi ha recensito la prima storiella, siete Il Pucci, e mi scuso di nuovo e ufficialmente con Roy: ti ho già scritto una cosa bella angst pesa in cui fai una figura migliore, quindi fatti coraggio (anche se Stat ha ragione, in effetti forse era più angst quella). E chiedo scusa anche alla povera Giallofluorescente, a cui ho sbagliato nome per colpa delle beghe di linguaggio regionali (da noi in effetti si usa dire 'fosforescente' per 'fluorescente' xD). Mi farò perdonare con la sua RoyHavoc, spero u_u
Solita lista delle richieste!

lightblack - EdAlWinry (già pronta!)
Giallofluorescente - RoyHavoc (già pronta!)
Stateira - KimblyEnvy
Melchan - RoyEdAl
Iceriel - RoyAi
Mery_Wolf - EdMei
Hicchan - GreedLing
Bonus scritto di mia iniziativa per Stateira u_u - RoyEd (già pronta!)
Zeroschiuma - RoyEdAl

Se ne volete anche voi, potete farlo nei commenti a qualsiasi mia storia <3

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Capitolo 3
*** 46; Homecoming [RoyHavoc] ***


#46; Homecoming
[RoyHavoc] - richiesta da giallofluorescente in "L'alto costo della vita"

Non era più orario di visite, ma non importava. Nascosto dietro la tenda, Roy ascoltava Jean provarci inutilmente con l’infermiera e rideva tra sé e sé. La ragazza era giovane e carina, molto gentile – forse fin troppo per tenere a bada uno come Jean. Se ne andò salutando divertita “Buona serata, Colonnello Mustang.” Roy, colto in fragrante, uscì da dietro la tenda e rispose con un sorriso solo leggermente colpevole: “Grazie, anche a lei.”
Jean lo derise, mentre si accendeva un’altra sigaretta. Diceva che la fine del mondo era davvero vicina, se un Colonnello non sa neanche più nascondersi. “Comunque” continuò bonariamente, dopo una lunga tirata “A tua discolpa posso dire che ormai lo sanno tutti, dove trovarti. Sai, sia tu che Riza dovreste farvi una vita, non ne posso più di avervi sempre tra le scatole.”
“Che razza di ingrato, da quando in qua far visita a un amico invalido è diventato un crimine?”
“Prima di tutto l’invalido sarai tu, e in più di un senso. Secondo, c’è del male se mi usate come scusa. Devo dire che lo trovo fastidioso.”
Roy lo guardò accigliandosi: “Cosa vorresti dire?”
“Lo sai benissimo che voglio dire, che mi usate come scusa per non vivere la vostra vita. C’è il lavoro, poi ci sono io, e poi chissà che altro. Tutto per non starvene da soli con voi stessi. Mi chiedo se vi piacerà, quando succederà.” Roy non rispose, continuò a guardarlo dove il lenzuolo sottolineava il desolante vuoto sotto i moncherini delle cosce. “E poi, Roy, da quanto tempo è che non ti fai una scopata? ”
Lui rise con una specie di sbuffo. Supponeva che fosse una risposta sufficiente, perché Jean scoppiò a ridere. Infine chiuse gli occhi, come se fosse improvvisamente stanco: “Sai a che cosa penso? Che abbiate molta paura. Specialmente tu. Quando questo paese sarà in pace che farai, cosa racconterai a te stesso?” Tirò un sorriso un po’ sardonico: “Verrai a rompermi le palle tutto il giorno?”
“Sì, può darsi. Anzi, quasi quasi mi faccio preparare il letto qui di fianco.”
“Cristo” rise passandosi una mano tra i capelli “Sono rovinato.”
Roy gli sorrise, con una tenerezza tanto limpida che fu ben lieto di sapere che lui non se n’era accorto. Poi guardò fuori dalla finestra, senza alzarsi, e disse: “Sai, però ti sbagli, non paura. Sono terrorizzato.” Scosse la testa. “Cerca di non dirlo a nessuno.”
Jean tenne la sigaretta in bocca e divertito gli fece il saluto militare: “Agli ordini, Colonnello.”
Poi rimasero in silenzio mentre un’altra ora passava.

Note incoerenti dell'autrice
E tre! Anche questa per giallofluorescente, visto che l'altra se l'è dovuta dividere con lightblack u_u xD Non l'ho riletta e al momento sono a Roma a darmi al cazzeggio libero, quindi non mi va di rileggerla adesso xD" spero non ci siano troppe porcate *_*;;
Ringrazio tantissimo che ha recensito/favvato/seguito >.< Saluto in particolare Stars_Daughter che è molto carina (e sì, scrivo troppo e me ne rendo conto, mea culpa xD) e HikaRygaKa che non vedevo da un po'. Grazie per aver apprezzato la ScarMei, mi sarei aspettata reazioni più concitatamente contrarie XDDD (vabbé che dopo la Hohenheim/Ed/Al sul mio archivio, sono alla frutta) (a mia discolpa: l'ho scritta per un'amica) <3"

lightblack - EdAlWinry (già pronta!)
Stateira - KimblyEnvy
Melchan - RoyEdAl
Iceriel - RoyAi
Mery_Wolf - EdMei
Hicchan - GreedLing
Bonus scritto di mia iniziativa per Stateira u_u - RoyEd (già pronta!)
Zeroschiuma - RoyEdAl
Vale90 - RoyEd

Come al solito se ne volete una basta chiederlo in una recensione ad una qualsiasi delle mie storie :3

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Capitolo 4
*** #60; A silence [RoyEd] ***


#60; A silence
Un ultimo sguardo, prima di andarsene; Edward e Alphonse dormono allacciati come gemelli in un utero di lenzuola, candidi come non si direbbe a vederli da svegli. Un attimo prima Roy era lì, riesce ancora a vedere la forma che ha lasciato il suo corpo come se adesso fosse occupata da un fantasma.
Sta già indossando il soprabito quando sente la porta scricchiolare – riconoscerebbe quell’ombra tra un milione di ombre.
“Se ne va?”
Roy non si gira, se lo facesse non riuscirebbe a mettere la mano su quella maniglia. Tira un sorriso stanco – forse per l’ora, si dice. “Sì, vado a dormire nel mio letto. Lì c’è più spazio.”
Edward tace. Gli sembra di vederlo mordersi le labbra, anche se è un gesto che non compirebbe se lui lo stesse guardando. Borbotta aspro, dopo un po’: “E’ stato lei a dire che era una specie di sogno erotico universale, no?”
“Lo è, ma un sogno è tale proprio perché dura una notte. Non fraintendermi, non…” – non finisce la frase- “E’ che il pacchetto completo alla lunga diventa difficile da gestire. Voi siete…quello che siete, Edward. E non credo che ci sia spazio per qualcun altro.”
“Mi pare che ci sia stato, invece, e diverse volte.”
“Sai che non intendo in quel senso.”
Una lunga pausa. Alla fine Edward mormora, stranamente mesto – spaventato, forse? “Non so cosa mi sta chiedendo, Colonnello…”
Finalmente lui si gira e lo guarda. E’ nudo e coi capelli sciolti, si copre col cuscino. Roy distoglie lo sguardo.
“Non ti sto chiedendo niente. Neanche tu l’hai mai fatto, anche se ci speravo.”
“…lui è mio fratello, non…”
“Lui non è soltanto tuo fratello, quindi non tirare fuori questa scusa. Se c’è una cosa che apprezzo di te è la tua onestà, anche se a volte è irritante.”
Edward continua a guardarlo. Non è da lui ritrarsi, abbassare lo sguardo, neanche in una situazione del genere.
“E’ vero, non è solo mio fratello. Ho dato un braccio per lui, l’ho tenuto qui con un sigillo fatto col mio sangue. Non è solo mio fratello, è una parte di me. L’unica parte che…” si ferma. Roy sa che non continuerà. Non se lo aspetta, però, quando lui gli dice: “Rimanga.”
“No” risponde senza attendere un secondo. Poi sorride: “Ma grazie per avermelo chiesto.”
Edward sta zitto – il suo bel viso immobile nella dolorosa ostinazione di un bambino. Roy non sa perché l’ha detto, se ci crede o se sperava che lui insistesse, ma tutto sommato quel silenzio è più adatto a loro. Gli sorride e si mette il cappello. Vuole immaginare che lui sia un po’ triste, mentre se ne va, ma non rimane per vederlo.

*

Note incoerenti dell'autrice
E quattro! Questa in realtà è nata di mia iniziativa per Stateira in attesa di cose Kiss-related u_u Sì, mi piace il RoyEdAl. Vi svelerò anche il motivo: SONO SEXY. Ammettetelo, vi sentirete meglio. In realtà non sono molto convinta del Roy che figura spesso nelle RoyEd, si cerca di tenerlo ic ma mi sembra fondamentalmente succube...comunque posso anche capire che Edward non sia uno con cui è molto facile fare il gradasso, quindi vabbé. Però in una situazione così me lo vedo molto sopraffatto, e poi dai, chiunque sarebbe sopraffatto da quei due u_u quindi io ho deciso che va bene e così sia (sì, mi stavo giustificando con me stessa).
Uff, ultimamente ho un po' battuto la fiacca, ma adesso che mi rimane una sola shottina pronta mi metto anche sulle altre!
Intanto grazie a tutte per le recensioni <3 Vedo che Jean nella scorsa fic vi ha sconvolte XD Beh, mi secca un po' quando un lato di un eprsonaggio viene abusato fino a stereotiparlo, quindi non penso che siccome lui fa un po' il marpione cazzone sia effettivamente solo un marpione cazzone...anche se, beh, è un marpione cazzone. Mi sono spiegata? Mmmh...
Dai, giallofluorescente, la prossima volta te la faccio spinta XD


lightblack - EdAlWinry (già pronta!)
Stateira - KimblyEnvy
Melchan - RoyEdAl
Iceriel - RoyAi
Mery_Wolf - EdMei
Hicchan - GreedLing
Zeroschiuma - RoyEdAl
Vale90 - RoyEd
Effe_95 - LingEdAl

Come al solito se ne volete una basta chiederlo in una recensione ad una qualsiasi delle mie storie, anche se me ne avete già chiesta una :3

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Capitolo 5
*** #88; Clock [ScarMei] ***


#88; Clock
In un certo senso, Scar portava l’orologio.
L’aveva sentito ticchettare per la prima volta quando l’aveva lasciata là dove la sabbia del deserto cedeva finalmente il passo alla terra battuta; lui aveva dovuto chiederle “siamo arrivati?” perché lei facesse una specie di smorfia: “sì, siamo arrivati”. Xiao, sulla sua spalla, sembrava chiedersi il perché del suo cattivo umore.

La seconda volta l’aveva sentito quando l’aveva rivista; suo viso s’era assottigliato tanto da farlo pensare a una menomazione, un torto a cui la natura aveva scelto di sottoporla mandandola incontro allo stesso destino di tutti. Una parte di lui s’era convinta che Mei sarebbe stata sempre una bambina con le guance tonde, quella che va in giro con lo strano gatto e s’innamora dell’idea delle persone, non delle persone.
“Sono tanto felice di vederla, signor Scar”.
Cosa vuol dire tanto?

La terza volta era iniziato con quella domanda: “Ti sposi?”
Lei scosse le spalle, che erano minuscole. Gli sembrava di poterle stringere con una sola mano. Aveva dodici anni, adesso, forme ancora acerbe e sempre lo stesso modo scomposto di sedersi.
“Mh. Non adesso, è ovvio. Papà dice che si può aspettare ancora un po’.”
“E quanto?”
Mei s’era sfregata la terra dagli occhi – stava disegnando con un legnetto- e sbattendoli chiese: “Perché?”
“…perché sei ancora una bambina, tutto qui.”
“Sì, è quello che dico anch’io. Sa, le altre ragazze hanno fretta di crescere, ma io no. E di certo non voglio sposarmi.” Strappò un ciuffo d’erba e alzandosi sulle ginocchia glielo soffiò in faccia. “Almeno finché non trovo l’uomo giusto, è chiaro”.
Tic toc. Si rese conto che quell’orologio aveva la sua voce.

*

Note incoerenti dell'autrice
Dire che è scritta di volata è dire poco, e sono pure le due XD Ma ho appena scoperto che una mia lettrice affezionatissima (mi segue da anni con una costanza pressoché inspiegabile) compie gli anni domani (cioè, oggi) e mi ha buttato un po' di coppie alla rinfusa per una ficlet; tra le coppie c'erano anche questi due e non potevo ignorarli ;w;
Quindi, auguri Youffie \*__*/ Sei la pucciness. E comunque sto pensando ad altre due cosine che mi hai chiesto, ma non ce la faccio adesso, perdonami XD Infatti vado a morire senza la lista del work to do. E ricordatevi che lo Scar/Mei domina.

Ah, messaggio promozionale! Su Normal Again trovate del porno RoyEdAl fresco fresco, ossì (anche su Fire&Blade, in realtà, ma ora non ho la forza di cercar eil link, raggiungetelo dla mio profilo al limite...XD) . Andate a leggerlo, lo so che lo volete (anche se è di un trash difficilmente imitabile).

 

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Capitolo 6
*** #39; Playing House [EdAlWin] ***


#39; Playing house
Quand’erano bambini non avevano ben chiaro che a una mamma dovrebbe corrispondere un solo papà, così giocavano senza pensieri, fantasticando sullo sposarsi a vicenda senza nemmeno sapere cosa volesse dire, sposarsi, e donandosi anelli nuziali fatti coi gambi dei fiori.
Adesso che aveva quasi vent’anni, però, Winry sapeva che cosa vuol dire sposarsi, e fin troppo bene.
La cosa dell’essere solo in due, però, ancora non era chiara. Non ai fratelli Elric, almeno.
Le dormivano accanto, in quel momento, Alphonse accoccolato contro il petto di Edward come se non avessero mai fatto niente di male. E chissà, forse non lo facevano davvero. Era un dubbio che Winry aveva scelto di conservare, perché nel dubbio anche una sola carezza è meglio di niente, e riesce a farti sentire amata. Per dieci minuti.
Adesso è seduta, nuda e pudicamente avvolta in una coperta, ma sa che non dovrebbe più atteggiarsi da verginella. Li guarda e poi guarda l’anulare della mano sinistra, a cui forse non ci sarà mai nessun anello.
Sospira e continua a guardarli – Ed soprattutto, coi capelli che gli si attaccano al collo sudato, alla mascella virile, e si mischiano a quelli di Al sul cuscino. Annodati come sono si chiede: riuscirà mai a scioglierli?
Sospira di nuovo, poi si avvolge meglio nella coperta e va a prepararsi qualcosa di caldo, lasciandoli soli.

*

Note incoerenti dell'autrice
Sei! In effetti mi pareva strano non aver ancora scritto una EdAlWinry xD Meno male che lightblack ha pensato a farmi colmare il vuoto u_u
Bwah, non ne ho più di pronte °A°ma non è grave, è solo che sto cercando di finire il dannato capitolo di Boxes e pure di scrivere un altro porno RoyEdAl per il challenge della settimana su fiffy. Sopravviverò? Ai posteri l'ardua sentenza.

Stateira - KimblyEnvy
Melchan - RoyEdAl
Iceriel - RoyAi
Mery_Wolf - EdMei
Hicchan - GreedLing
Zeroschiuma - RoyEdAl
Vale90 - RoyEd
Effe_95 - LingEdAl

Come al solito se ne volete una basta chiederlo in una recensione ad una qualsiasi delle mie storie, anche se me ne avete già chiesta una :3

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Capitolo 7
*** #09; King [RoyEdAl] ***


Attenzione: in questa storia non c'è esplicitamente incesto, ma in compenso viene esplicitamente suggerito XD, quindi leggete con prudenza u_u Ovviamente i personaggi sono maggiorenni perché il tutto è ambientato post-manga. Inoltre questa piccina è un po' più spinta delle altre, tenetelo presente. E così ci siamo parati bene il culo, eh :D*?

#09; King
Quando le aveva chiesto se non volesse sedersi, almeno per provare come ci si sente, il Generale Armstrong gli aveva risposto: “Lo so già come ci si sente, un uomo d’ufficio. Una sedia più comoda per firmare più carte.” Roy era scoppiato a ridere: “Spero che tu abbia ragione, e spero di firmare un’infinità di carte, da oggi in poi, solo ed esclusivamente carte.” Il Generale aveva sorriso, allontanandosi e facendogli spazio. “Chi l’avrebbe detto? Tutto sommato, sembra che il Colonnello Mustang fosse un uomo semplice da accontentare.”
Una cosa doveva ammetterla, se la immaginava più comoda. Tanto per cominciare avrebbe gradito uno schienale reclinabile. Sospirò, abbandonandosi all’imbottitura che ricordava rosso rubino, forse un po’ opacizzato dal tempo, e scivolò in avanti.
Certo, c’erano cose che compensavano ampiamente i piccoli difetti della poltrona.

Non serviva vederli per sapere che erano bellissimi. Dalla prima volta, dal primo momento che li aveva toccati in quel modo, percependo sotto le mani il loro desiderio e la loro paura, aveva saputo con certezza che erano bellissimi. Poi il tempo era passato, la paura s’era dissipata, loro erano un po’ cresciuti e adesso si agitavano per tutto il tempo, vitali e rumorosi, come cuccioli giocherelloni.
Erano appoggiati un po’ alla poltrona, un po’ alle sue gambe. A Roy piaceva affondare le mani nei loro capelli e mischiarli, stringere quello che immaginava come un morbido gomitolo biondo e tirare, tirare, finché uno dei due non si lamentava. Il Fullmetal, di solito. Anche in quel momento stava borbottando qualcosa – le labbra umide ancora attaccate al suo sesso, quasi fosse un compito a cui non poteva sottrarsi- e un attimo dopo Al cacciò un urlo.
“Ahia!” pigolò “Mi hai morso!”
Edward non gli rispose e continuò a leccare, facendo finta di niente. Un attimo dopo fu lui a gridare: “Tu mi hai tirato i capelli!” Al, approfittando della distrazione, aveva occupato anche il suo spazio, riempiendosi la bocca e succhiando come per fargli un dispetto. Di certo non lo era per lui, che gemette con forza, sussultando e spingendosi un po’ più a fondo, sforzandosi di non esagerare. Accarezzò la testa di Edward, riavvicinandolo. “Dai” soffiò debolmente, roco “Ce n’è per tutti”. L’idea di poter dire una cosa del genere lo faceva impazzire. Quel falso servilismo, quella falsa innocenza, tutto lo faceva impazzire. Non gli importava neanche se dopo gliel’avrebbero fatta pagare, probabilmente chiedendogli qualcosa di assurdo che non gli sarebbe riuscito di rifiutare. E un attimo dopo gli importava ancora meno, perché le loro lingue avevano ricominciato ad intrecciarsi languide attorno la punta, come nella loro versione di un bacio rappacificatore tra fratellini. Roy sospirò di nuovo, stringendosi alla poltrona per andar loro incontro col bacino, e pensò confusamente che fosse così che dovevano sentirsi i Re.
Tutto sommato, il Comandante Roy Mustang non era affatto un uomo semplice da accontentare.

 

*

Wah, questo succede quando il raffreddore non mi fa scrivere da quattro giorni (leggasi: la Caska comincia a star male e a vederci doppio) e deve del porno a una neodiciottenne (che in effetti potrebbe cominciare a leggerlo soltanto adesso, il porno, vergogna!). Per la raccolta mi aveva chiesto del RoyEdAl, quindi ho pensato di offrirle questo anticipo u_u Quindi, auguri in ritardo, zeroschiuma :D (non volermi troppo male, stavo litigando col capitolo su Ed di Boxes ed ero sconfortata XD) Tra parentesi, me ne state chiedendo diverse di RoyEdAl, mi piace vedere che questa cosa sta giustamente conquistando il mondo u_u Sono sicura che Roy approverebbe pesantemente. Mi spiace solo che qui devo andarci leggera ;_; iscrivetevi al mio archivio per vedere l'artiglieria pesante ;D (quanto mi faccio schifo certe volte non ne avete idea) (...ma neanche tanto, via)
Ah, una cosa! ***************!!!!!SPOILER!!!!*****************Roy è cieco, qui (sono stata sul vago per non spoilerare), ma siccome avevo già in mente di scrivere una cosa più angst su loro tre, sempre con Roy cieco, ho pensato che per una volta potevo anche non farlo deprimere orribilmente. Supponiamo che abbia già passato la fase di sconforto, il successivo rodaggio, e che ora possa ejoiare tutti i rapporti a tre che vuole anche se non ci vede, ok :D*? Sono sicura che un sacco di cieci trombano a mina, tipo Dare Devil ('trombano a mina' è la cosa più fine che ho detto negli ultimi tre giorni)*******/SPOILER*****.
Ora vi lascio, la prossima volta aggiorno l'elenco ma sta volta non ce la faccio, sono davanti al monitor da dieci minuti e già sto lacrimando che neanche durante il discorso sulla libertà di mel Gibson in Braveheart. Come al solito ringrazio tutti gli amori di mamma che hanno recensito, quelli che recensiranno, quelli che hanno recensito Boxes (siete sempre di più *_*/ e io vi amo sempre di più, ammesso che sia possibile), quelli che devono ancora andare a leggere il cut su Riza (andateci!!) eeee...non lo so, quelli che tengono la destra sulle scale mobili. Li adoro. E adoro anche le richieste, quindi continuate a farmene!

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Capitolo 8
*** #19; Rest one's head on a person's lap [HeidEd] ***


019: Rest one's head on a person's lap
[Alfons/Edward - richiesta da Elos nel terzo capitolo di "Little Boxes"]

Era scoppiato un temporale fortissimo, ed Edward era tornato a casa sporco e bagnato, come un pulcino caduto in una pozzanghera. Quando l’aveva visto entrare, coi progetti nascosti sotto il cappotto perché la pioggia non li rovinasse, anziché andare ad aiutarlo Alfons era stato colpito da una sorta di tenerezza che l’aveva tenuto immobile lì, con un sorriso troppo in ombra perché lui potesse accorgersene.
La luce mancava da un pezzo, ormai i suoi occhi si stavano abituando al buio. Edward invece insisteva per accendere un'altra candela, e procedeva a tentoni cercandola, mentre Alfons contava i fiammiferi più per passatempo che necessità. Edward glieli prese e ne accese uno, sfregandolo forte. Il suo viso nell’ampolla di luce apparve come un’emanazione.
Nel buio, gli aveva toccato un braccio.
Anziché calmarsi il temporale peggiorava. I tuoni facevano vibrare le finestre e tutta la casa -che era abituato a considerare sì spartana, ma solida- sembrava costruita con tre ramoscelli. Continuava a leggere, sforzandosi la vista alla luce insufficiente della candela, ma doveva ammettere di essere inquieto. Edward, invece, sembrava assolutamente a suo agio, e lui si chiese se non fosse perché aveva la convinzione di essere più forte di tutto, anche di un disastro naturale. Era quel tipo di persona.
“Ti spiace se mi appoggio a te?”
Nella luce arancione, che gli ricordava quella delle chiese, questa domanda aveva qualcosa di sacro.
“…scusa?”
“Se mi appoggio” ripeté Edward “Ti dispiace?”
“No, no…fai pure.”
Lui sorrise soddisfatto e si avvicinò gattonando. Poi, tranquillamente, si sdraiò sul pavimento e appoggiò la testa sulle sue gambe.
Edward sapeva essere affettuoso, rigorosamente per sbaglio. A volte gli scompigliava i capelli, o gli si appoggiava sopra le spalle per consultare il suo stesso progetto, e restava lì un po’ prima di ritrarsi, forse temendo di dargli fastidio. Alfons non avrebbe saputo come dirgli che non gliene dava affatto.
“Scusa” gli disse “Ho i capelli bagnati. Ti dà fastidio?”
“Non, non…non importa. Piove, ma non fa freddo.”
“Una volta papà mi ha tenuto così. Me lo ricordo bene. Era in una notte come questa. Sai, non era una cosa che succedeva spesso…anzi, penso che sia successo solo quella volta. Eppure ci penso spesso, come se fosse stato un fatto quotidiano…Io stavo così su papà. E Al, di fronte a me, stava così sulla mamma. E ci guardavamo…avevamo un linguaggio segreto. Ci capivamo perfettamente, senza parlare. Una specie di telepatia. I bambini sono incredibili, no?” Parlava a voce bassa, assorta, ma anche precisa, come se stesse raccontando un sogno solo per ricordarselo. Non importava che ci fosse Alfons o chiunque altro ad ascoltarlo, era intercambiabile. Probabilmente invisibile. Per Edward, lui non era più reale dell’ombra tremula proiettata dalla candela sul muro.
“Sai…” riprese, forse sentendo il suo disagio “…ci sono molti motivi per cui vorrei tornare a casa.”
“Lo immagino” rispose, girando pagina. Edward, alzando una mano, allontanò il libro e lo guardò negli occhi. “Ne ho anche uno per restare.”
Alfons non rispose. Non c’era niente da dire. In quell’attimo immobile, dolce, il viso di Edward assorbiva la luce e la restituiva.

 

*

Note incoerenti dell'autrice: e poi limonarono duro. Non potevo chiuderla così, ma è palese u_u (come distruggere il mood grazie a un asterisco.) No, beh, in realtà avrei voluto che si baciassero, ma poi boh, sono arrivata lì e ho capito che era finita così, quindi accontentatevi. Pensate che c'è chi sta peggio di voi. Tipo Heide. Ma quanto voglio bene a questo ragazzo? *strizza le guance* Comunque xD questa è per Elos, che mi ha chiesto una cosa allegra su Edward e Alfons. Ok, poteva essere anche più allegra xD; ma boh, mi è venuta in mente sta cosina puccia. Tanto ne devo altre due a due amiche, mi rifarò lì u_u però vorrei ricordarvi che quei due si amavano. E' inequivocabile. Ecco, no, tanto per.
Poi xD mamma mia, ne ho da scrivere ancora tantissime! Brave, brave, chiedete, così mentre i nuovi capitoli di Little Boxes mi fanno sclerare posso distrarmi <3 (anche perché vorrei evitare di impergolarmi in shots lunghe finché non avrò finito quello su Ed, ma figuriamoci se ce la faccio.) Ecco la listina aggiornata:

mery_wolf - EdMei
Stateira - KimblyEnvy
Iciriel - RoyRiza (che dovrebbe essere la prossima!)
RoyEdAl - zeroschiuma
RoyEdAl - Stars_Daughter
RoyEdAl - giallofluorescente
RoyEdAl - melchan
RoyEd - Flame
RoyEd - Vale90
HeidEd - Lucifer
HeidEd - Mika
LingEdAl - Effe_95
GreedLing - Hicchan
EdWin/AlMei - Keiko93

Ringrazio come al solito chi legge e recensisce, siete taterrimi ;w; Sia gli affezionati che i nuovi (Keiko, come vedi ti ho aggiunta :3 Spero di riuscire a farti una cosa carina) <3

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Capitolo 9
*** #48; Ruggedness [Guest Star: i baffi di Roy] ***


ATTENZIONE: questo non è esattamente spoiler, perché grazie a Dio non è il risvolto più importante del finale di FMA (anche se in effetti è il più originale), ma sì: Roy ha i baffi. Non me lo sono inventato, lo giuro! ne riparliamo nelle note XDDD

048: Ruggedness
All’inizio non ne era del tutto sicuro. Aveva continuato a baciarla, sentendo sotto le mani i suoi seni morbidi, bianchi come il latte nella penombra, ma i tremiti che supponeva essere di piacere continuarono a crescere fino a smuoverla in un sussulto violento, che lo spaventò.
“Riza…?” le chiese, un sussuro all’orecchio per non spezzare il momento. Riguardo inutile, dal momento che bastò quella domanda perché Riza scoppiasse a ridere.
“Mi dispiace!” disse allontanandosi, e cercò di trattenersi, ma tutto quello che le riuscì fu di nascondersi il viso tra le mani prima di ricominciare. “Non ce la posso fare” singhiozzava faticosamente, ritirandosi sul suo lato del letto come se lo considerasse terreno neutrale e quindi inespugnabile. Roy inizialmente fu attonito e cercò di chiederle cosa diavolo avesse, visto che un mese di matrimonio gli sembrava un po’ troppo poco per rendere i suoi approcci sessuali già oggetto di derisione, ma quando stava porgendole la domanda per la terza volta s’interuppe e gli fu tutto chiaro. “Ah, capisco, è per i baffi.” Lo disse con un fastidio accidioso. La risata di Riza, che adesso diventava isterica quasi le avesse dato il permesso, parlava da sé. Roy, offeso a morte, si mise a sedere pesantemente, così da palesare la sua umiliazione. Riza allora si mosse a compassione e cercò di calmarsi “Scusa, scusa” gli disse, prendendo fiato “Non ti arrabbiare!” Roy non si pronunciò, aveva tutta l’intenzione di fare la vittima ancora per dieci minuti, ma non ci riuscì perché Riza – dopo un tentativo riappacificatore di abbracciarlo - ricominciò a ridere. Roy, a quel punto, si alzò dal letto facendola quasi cadere. Lei era tutta rossa in faccia, e si faceva aria con una mano.
Lui si trascinò fino in bagno, dove si guardò allo specchio sopra il lavandino. Riza lo seguì e rimase sulla soglia, appoggiata allo stipite ad osservarlo in silenzio, finché non ricominciò a ridere. Lui sbuffò, guardandola nel riflesso: “Non capisco che c’è che non va, a me sembrano belli!”
“Sembra che qualcuno te li abbia appiccicati allo specchio per scherzo!”
Roy si girò di scatto e Riza, che stava singhiozzando, si accartocciò tenendosi la pancia finché non si sedette sul pavimento. Anche da lì continuò a ridere sfacciatamente, come se davanti avesse un bambino obeso e stupido, non il secondo più alto grado dell’esercito di Amestris. Roy strinse i denti, come se fosse possibile fare finta di niente, e tornò a guardarsi allo specchio. I suoi baffetti troneggiavano regali sotto il naso.
“Io li trovo virili” disse.
Riza non gli lasciò nemmeno un secondo: “Sono terribili!”
“Sono signorili!”
“Oh, sì, su questo non c’è alcun dubbio, perché non ti prendi anche una tuba e un monocolo?”
“Se non ti piacciono bastava dirlo” borbottò indispettito – un solco così profondo sulla fronte che ci si poteva mettere una moneta.
“Adesso non fare il sostenuto, sono giorni che te lo diciamo!”

Havoc aveva sbattuto gli occhi, facendo quasi cadere la sigaretta di bocca.
“Stai preparando anche una risata malvagia? Se vuoi posso procurarti un organo.”

“Ma sono veri?” aveva chiesto Rebecca, attonita, girandosi poi verso Riza “Pensavo che glieli avessi disegnati mentre dormiva!”

Il Fullmetal Alchemist si era messo in posa da combattimento, quando l’aveva visto.
“In guardia, Capitan Uncino!”

Roy sbuffò, e lanciando uno sguardo del tipo cosa non bisogna fare per le mogli prese sapone e lametta. Sperò che Riza volesse fermarlo, quando si alzò e gli si mise accanto, invece vedendo la sua esitazione lo incoraggiò: “Vai, vai.” Roy, scocciatissimo, cominciò a insaponarsi.
“Avevi promesso di amarmi finché morte non ci separi” bofonchiò prendendo la lametta.
“La morte, non i tuoi baffi” rispose lei, impietosa. Roy tagliò, e scoprì che il proprio riflesso così dimostrava cinque anni in meno. Sospirò: “Sei contenta, adesso?”
“Non finché quei cosi non saranno spariti” disse guardando nel lavandino, come se i baffi avessero il potere di ricomporsi e diventare giganteschi, o di riappiccicarsi alla sua faccia. Roy aprì il rubinetto e poi, senza sciaquarsi, le chiese: “Posso avere un bacio, almeno?” Riza sembrava assolutamente felice di daglielo, ma prima ancora che le loro labbra si toccasero ricominciò a ridere. “Scusa!” lo supplicò, e Roy sbuffò: “Va bene, dimmelo subito: questo è quel tipo di cosa che mi rinfaccerete per anni, non è così?” La risata di Riza, che si concretizzava in grosse lacrime sulle guance, fu una risposta più che eloquente.

*

Note incoerenti dell'autrice
IO NON CE LA POSSO FARE XDD
Sono tutta presa dal capitolo di Ed in Boxes e quindi sta cosa ho dovuto farla al volo in dieci minuti, ma non potevo, non potevo evitarla.
Tutto è cominciato sta mattina, quando Nacchan, guardando in diretta l'ultimo episodio di FMA: BH, ha cominciato a spammare su titter come al solito (e noi le vogliamo bene per questo). In mezzo allo spam, ovviamente, c'erano screencaps random, e io me li sono guardati, trovandomi poi in una conversazione del genere:
Caska: "Comunque bla bla io non ho voglia di guardarmelo perché tanto bla bla"
Nari: "E non hai visto la cosa migliore: i baffi di Roy!"
Caska: "Erano veri?!"
Nari: "Sì!!"
Caska: "Pensavo che glieli avessi disegnati tu!!!"
E da quel momento, tutta la giornata è stata spesa in derisione dei baffi di Roy. Sono così trucidi, ma così trucidi, che mi fa tenerezza, vi giuro, di colpo è diventato il mio personaggio preferito. Ringrazio Dio Onnipotente che non lo trovavo sexy, sennò sta mattina i miei sogni erotici si sarebbero spezzati.
(con cara pace di Stat: "Eh, appunto, io lo trovavo sexy. E ora voglio morire. Sembra Gometz Addams!")
Eccolo qui, per la gioia dei vostri occhi. Giuro che non li ho aggiunti io! Ora sfido tutti noi a scrivere ancora del lemon con quest'uomo, santo cielo XDDD

Beh, dedico questa cosa a Iceriel, che voleva una RoyAi (poi prometto che te ne faccio una seria XDDD), e ovviamente a Nacchan, a Mikael_Ace, a Hicchan e a Stateira, vale a dire le persone con cui ho condiviso questo prezioso momento e che so che desideravano qusta fic quanto me <3

[EDIT] Grazie, Mika. <

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Capitolo 10
*** #54; Miracle [Roy, Ed, Al] ***


#54; Miracle
Richiesta da Stars_Daughter

Sarebbe stata l’ultima volta, almeno per un po’. Questo gli avevano detto, ed Edward aveva quell’espressione che aveva spesso, quando ti metteva finalmente al corrente di un’idea a lungo rimescolata e cementata nella sua mente, che una volta uscita poteva essere contemplata, ma mai messa in discussione. Scoprire quella stessa espressione negli occhi di Alphonse ti colpiva, ma non ti sorprendeva. Era come averlo sempre saputo – come se, in quegli anni freddi e apparentemente senza speranza che avevano vissuto, Edward si fosse fatto carico anche del dovere di far vivere il fratello attraverso i suoi gesti.
Roy li stava riaccompagnando alla stazione. Con una scusa, ovviamente. Il sole stava calando e il cielo depositava le ultime nuvole sulla linea rossa e arancione dell’orizzonte. I capelli dei fratelli Elric assumevano anch’essi sfumature calde e incantate, così come i loro visi, e davano l’impressione di appartenere in più di un senso a quel momento, come se fossero stati loro a emanarlo.
Avevano avuto ciò che volevano. Era finita.
Perché Roy, malgrado i suoi sforzi, non riusciva a pensarlo senza un briciolo di amarezza?
Erano in silenzio da un po’, quando qualcosa attirò l’attenzione di Al. Un vecchio e piccolo parco un po’ scalcinato, in cui Roy sospettava che non si facesse vivo nessun bambino. Uno scivolo a forma di elefante, di un rosa scolorito, troneggiava su quella desolazione.
Al subito corse via. “Ci metto un attimo” disse. Ed scosse le spalle, ma stava sorridendo. Lo raggiunse.
Ed stava in piedi, Al seduto, e si godeva l’aria che gli scompigliava i capelli via via che la velocità cresceva. I loro pesi facevano cigolare le altalene arrugginite, che li portavano sempre più in alto.
Era strano, Roy non riusciva ad immaginarli così neanche adesso, che ce li aveva davanti. Eppure, a pensarci bene, avevano più l’età per le altalene che per la guerra. Si sforzavano di ridere, ma a ben vedere erano incerti sul da farsi, impacciati davanti alle proprie ombre sulla ghiaia che sembravano non riconoscere.
Avevano avuto ciò che volevano, ma dentro di loro non era ancora finita.
A Roy sembrò di capire che cosa ci avessero visto, in quel parco.

 

*

Note incoerenti dell'autrice
Wah, ok, l'avevo lì da un po'. Il motivo per cui è uscita è che la fine dell'anno è vicina e tutto fa brodo per fdp :D* lol. In realtà dovevo a Stars Daughter una RoyEdAl al parco. Beh, non è molto RoyEdAl, purtroppo, ma è venuta così. Facciamo che diamo per scontato che dopo tornano a casa a tormbare :D? (ma perché le fics di questa raccolta si risolvono sempre così, dopo l'asterisco XD?) E, beh, anche sta volta salto la lista, perché devo andare a scrivere Boxes. Mi perdonate, vero?
Un abbraccio, e grazie epr le cento recensioni :* Specie per le DICIOTTO sui baffi di Roy XDDD *muore
Vi amo <3

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Capitolo 11
*** #23; Castle in the sky [Winry e Mei] ***


Note preliminari: piccoli (e solo eventuali) spoiler sulla fine del manga :3

#023; Castle in the sky

Il viso di Winry era stanco, teso in un sorriso innaturale. La prima volta che l’aveva incontrata Mei aveva pensato che doveva essere quello, il sorriso, il motivo per cui Edward l’aveva portata nel cuore in tutte le sue battaglie, in tasca come una fotografia; adesso era un sorriso opaco, lucidato con un panno, come le porcellane che Mei temeva di rovinare, la foto appuntata in bacheca con gli angoli ancora lisci.
“All’inizio non è stato facile, abbiamo dovuto fare dei compromessi. Quando l’ho sposato, sapevo benissimo che tipo fosse.” Una breve risata. “Però è inutile che lo spieghi a te, non è vero?”
Ma io non sono sposata. L’aveva pensato con uno strano sollievo, che celò dietro un sorriso discreto, posando lo sguardo sul vaso di fiori sul tavolo nell’angolo, dove la prima volta c’erano bulloni e cavi elettrici come nervi. Nessuna stanza odorava più d’olio, di grasso, lei non teneva più in mano cacciaviti, solo bicchieri. Le sue mani facevano torte di mele.
“Non ho più avuto tempo per dedicarmici. Sai, coi bambini...a volte mi manca, però non è che mi annoi. C’è sempre tanto da fare. Edward mi dà una mano, ma sai, lui è un uomo. Certe cose non sono nella sua natura. E poi lo sai com’è fatto, è così attivo…anzi, attivo è dir poco. Se lo rinchiudessi qui, tra quattro mura, lo ucciderei. Preferisco che questo sia il posto in cui vuole tornare, quando ci vuole tornare. E tutte le volte che torna, ci rende felici. Non è giusto che sia costretto, non credi?”
Mei annuì e pensò ad Edward, ad Alphonse che stava per ripartire con Edward, e pensò a Winry, lasciata a cercare la felicità tra le tazzine in ordine nella dispensa. Pensò a se stessa, che non si era ancora legata a un amore che apparteneva all’infanzia, al caos primordiale della sua stanza. Pensò a tutti i posti in cui non era ancora stata.
Winry guardava fuori dalla finestra, dove Edward e Alphonse giocavano coi bambini.
Gli uomini fuori, sotto il cielo azzurro, e le donne lì, ad aspettarli, dentro le famose quattro mura.

*

Note incoerenti dell'autrice
Oh, sì, un regurgito femminista XDDD Era dalla fine del manga che volevo scriverlo. In realtà la storia, nell'idea, era lunga, e penso proprio che prima o poi la farò, ma intanto tengo l'assaggio, così se poi dovessi perdermi in tutt'altro (*coffcoffBoxescoff*) almeno avrò detto (o accennato) la mia XD
Dio, quanto odio i giapponesi e la loro idea del cazzo della donna che aspetta a casa facendo la calza, mentre -testuali parole- "un uomo che sta sempre fermo è noioso". Brava, Winry, brava, fallo andare a fare i suoi cazzi mentre te stai in cucina a far torte di mele *__*;; Santoddio. Per un uomo che poi è pure l'unico maledetto uomo che hai incontrato in vita tua, santo cielo, ma uscire e parlare con la gente ti faceva brutto?! Che frustrazione.
Comunque, viene dato per scontato che pure Mei si sia ammogliata con Alphonse, perché mo non si può più fare una foto che uno che non è tuo marito, e vabbé. In effetti è coerente, in un universo dove, perché le cose vadano bene, pure il cane deve far figli. IL CANE! Gesù. Beh, Mei -forse sfugge a qualcuno- è piccolissima rispetto agli altri tre. A parte la speranza (evidentemente non condivisa dal resto della società) che non si sia sposata a dodici anni col suo primo amore, qui ho voluto considerarla sì in una possibile relazione, ma Dio mio, con tutta la vita davanti. Pare che a vent'anni una donna scada, e che diavolo *_*;;
...ok, vado a rantare altrove XDDD Spero vi sia piaciuta :* e che renda almeno in parte ciò che intendevo dire.

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Capitolo 12
*** #11; Trouble Maker [Scar/Mei] ***


Nota preliminare: il rating è R giusto per stare tranquilli per via dei riferimenti, che coinvolgendo un adulto e un minore potrebbero infastidire qualcuno, ma non si tratta in nessun modo di una storia erotica.

#11; Troblemaker
[Scar/Mei] richiesta da lisachan per la notte bianca <3

Non aveva nemmeno un seno, da desiderare. Solo l’accenno, di un seno, la vaga promessa di un seno – bottoncini che premevano ansiosi sotto la maglia sformata, a mala pena visibili.
L’espressione oltraggiata, però, appena accennata nella smorfia delle labbra minuscole, quella era già di una donna completa. L’unica cosa, purtroppo.
“Mei, non puoi fare così, sforzati di capirmi.”
“Non capisco un cavolo” rispose lei, e dimostrando che era vero si mise a giocare con Xiao Mei, che non ne aveva voglia e sopportava passivamente di farsi tirare le zampe. Scar sospirò, cercando di rilasciare i muscoli tesi. Credeva forse di convincerlo, così?
“E' un moralista” disse lei dopo un po’, piccatissima – era la prima volta che usava quella parola, ne era sicuro, perché aggrottava la fronte come faceva sempre in quei casi, per dimostrare sicurezza.
Un moralista?” le chiese con un leggero sorriso, sperando che si tradisse e rivelasse l’incertezza, ma non accadde. Sospirò di nuovo, eppure rimase seduto. Credeva che andarsene sarebbe stato un gesto troppo eclatante, avrebbe dato un peso a quella situazione, che già così non era leggera come l’avrebbe sperata. Tuttavia, sapeva di non potersela più cavare con una scusa. “Non sono un moralista, Mei. Accidenti, se non lo sono. Qui però non c’entra la morale, è che tu sei troppo piccola, tutto qui.”
“E’ tutto, ha detto” incalzò lei, con un sorriso che sembrava soddisfatto “Quindi è l’unico problema.”
“E’ uno dei problemi” si corresse, ma era troppo tardi, lei aveva già smesso di tormentare Xing Mei per avvicinarsi a lui. Non gli tornava comodo, essere su un letto. Ma non era neanche colpa sua se lei era comparsa lì, mentre era ferito, convinta forse di dare origine a un momento di tensione erotica che neanche lei sarebbe stata in grado di gestire. Scar si sentì un po’ frustrato. Se anche l’avesse sfiorata, di sicuro si sarebbe messa a piangere.
“Gli altri problemi quali sono, allora?” chiese lei incrociando le gambe -poco più che stecchetti, privi di forma.
“Uno alla volta, Mei, una alla volta. Ti assicuro che uno basta e avanza.”
“Guardi che ho già avuto esperienze, sai?” proclamò incrociando le braccia, rischiando di farlo ridere, ma aveva il sospetto che se l’avesse fatto le avrebbe procurato quasi tanti traumi quanti dandole ragione “Ho dato un bacio ad Alphonse, una volta. Ho preso io l’iniziativa!”
Conoscendo lei, e conoscendo Alphonse, non era difficile immaginarlo. A proposito di traumi.
“Alphonse è un ragazzino, Mei. Quello che mi chiedi è un’altra cosa.”
“Se non le piaccio me lo dica, Signor Scar. Non mi prenda in giro.”
“Mei…” si rese conto di non aver mai dovuto parlare con tanta attenzione in vita sua. Merda, non era fatto per queste cose. Era fatto per il campo di battaglia, dove poteva far esplodere la testa di un uomo solo con la mano destra. Quando si trattava di fare il contrario era inesperto tanto quanto lei. “Non è che tu non mi piaccia. Mi piaci moltissimo, invece.” Lei già si era alzata sulle ginocchia, attendendo entusiasta il resto. “E’ solo che non mi piaci in quel senso. Non ti trovo attraente, ecco tutto. Ma non pensare che sia perché non mi piaci.”
Mei, dalla quale si aspettava una reazione concitata, si rimise seduta con aria meditativa. Si guardò il petto sconfortata e tirò la stoffa del vestito. “E’ perché non ho le poppe, vero?”
Scar non poteva credere che le avesse chiamate poppe. Lei non gli diede il tempo di riprendersi. “Cresceranno!” gli disse, e rendendosi conto che questo gli dava ragione aggiunse “Ma guardi che sono più grosse di quello che sembrano. Dico davvero!”
Scar a questo punto non aveva più niente da dire, se non cose che l’avrebbero offesa. Decise di giocare la carta dell’adulto burbero, che teneva inutilizzata in tasca da un po’ – da fin troppo. “Vattene, adesso” borbottò “Sono stufo di star dietro ai tuoi capricci, devo riposare.” Detto questo si sdraiò e chiuse gli occhi, sperando di scoraggiarla.
Un attimo dopo ce l’aveva addosso.
Scar s’immobilizzò, rendendosi conto che un suo movimento poteva scaraventarla a terra o peggio ancora, attraverso la finestra. Disse qualcosa, sicuramente, ma nemmeno riuscì a sentirsi. Sentiva solo il corpo minuscolo di Mei, che si sfregava con acerba sicurezza contro il suo. Non aveva delle forme, se non vagamente accennate, e Scar quasi non si spiegava come riuscisse a sentirla. Forse era per i capelli. Le ciocche di capelli neri che erano sfuggiti dalla croccia e gli solleticavano al collo, i capelli che profumavano di fiori orientali e qualcosa di più forte, forse acqua di mare.
I suoi capelli, realizzò, erano quelli di una donna.
Le prese i fianchi, che quasi sembravano stargli in una mano, e riuscì a sollevarla e metterla a terra con la forza. Lei si lamentò, cercò di ri-arrampicarsi sul letto come uno scoiattolo, ma lui ormai aveva un vantaggio.
Che gli dei, il destino, la scienza, qualsiasi cosa, gli dicessero che non aveva un’erezione.
Non aveva un’erezione.
Non aveva mai, mai creduto di poter essere grato per una cosa del genere.
Mei, che aveva smesso di agitarsi, ora lo osservava con calma, con una strana soddisfazione, anche se celata dietro un dispiacere che non riusciva ad ammettere. Si rendeva conto di averlo messo a disagio?
“Me ne vado, Signor Scar, ma prima mi dica una cosa.”
Scar sbuffò, sprofondando nel cuscino. “Che cosa?”
“Tra qualche anno, quando avrò le poppe, allora lo vorrà fare con me?”
Lui accennò una risata, coprendosi la faccia con una mano, e poi disse: “Se sarai ancora dell’idea. E se non le chiamerai più poppe.”
Mei ridacchiò, e anche se voleva fare l’adulta si accontentò di quella piccola speranza proprio come una bambina. “Si riposi, Signor Scar, verrò a trovarla presto!” trillò, mentre Xiao Mei si arrampicava su di lei, e uscì felice come un fringuello. In quel momento, Scar fece due conti e si rese conto di che età avrebbero avuto, tra un paio d’anni. Meglio lasciar perdere e dormirci sopra.

*

Note incoerenti dell'autrice
Per questa storia mi era stato chiesto del pesante underage, mh, esplicito xD" Solo che come provavo a pensarla avevo i brividi, persino durante quel delirio di follia che è stato la Notte Bianca di Maridichallenge, e se considerate che ho scritto una cosa in cui Tiziano Ferro e Ricky Martin cercano di convincere Marco mengoni a fare coming out, beh, avete una proporzione dell'evento. Quindi ho fatto questo, e alla Liz è andato bene lo stesso, quindi yay.
La storia è scritta un po' a cazzo perché, per la notte bianca, avevamo sei ore per scrivere di più prompt possibili XD questa picciotta è stata scritta tipo in dieci minuti (alle due di notte, quindi dopo otto ore di maratona xD"), e per restare fedele allo spirito della nottata l'ho ripostata tale e quale, correggendo solo qualche errore di battitura. Spero che sia comunque leggibile XD E sì, prima o poi la farò una shot lunga e seria su questi due, non vi salverete.

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Capitolo 13
*** #17; The duty of siblings [Elricest] ***


#17; The duty of siblings

Non stava dormendo, di questo era certo, anche se quello che aveva davanti assecondava fin troppo bene quella che gli altri definivano “la pacchianeria dei suoi gusti”. Se fosse stato un sogno confidava che sarebbe stato più esplicito e possibilmente meno creepy. E se c’era un motivo per cui suo fratello, vestito come una bambolina porno del settecento, non figurava nella sua lista delle dieci cose più creepy…era solo perché non ce l’aveva, una lista delle dieci cose più creepy.
“A-Al, che diavolo--” gli era uscito come uno squittio, che cercò di rimangiarsi. Le guance di Al avevano assunto una colorazione rossastra, sotto quella rosa-chicco del fard. Lui si torse un po’ le mani, incerto, e rispose con un filo di voce guardando in basso: “Volevo…volevo essere carino per te, niisan…”
Edward, in un universo in cui era ancora al sessanta per cento suo fratello, sarebbe scoppiato a ridere. Ma in quell’universo era al sessanta per cento qualcosa di molto simile al suo compagno, o almeno la persona che l’aveva visto nudo più spesso…o così sperava. Non riusciva a smettere di sbattere gli occhi, cercando se non altro di stabilizzarsi sulla reazione che intendeva raggiungere. Se avesse avuto un’idea di qual era.
“Smettila di fissarmi così” borbottò Al “Ho avuto una pessima idea, va bene, e mi prenderai in giro per tutta la vita. Ora posso andare?”
Al si alzò dal divano, su cui era rimasto seduto composto, e in quel momento Ed lo fermò e andò oltre la sorpresa per guardarlo bene. La prima cosa evidente, malgrado non fosse la più appariscente, erano i boccoli. Morbidi boccoli che gli cadevano sulle spalle, avvolte da una camicina bianca, e che gli incorniciavano il viso che così truccato sembrava ancora più piccolo. Portava un fiocco nero, tra i capelli, e nero era anche il vestito, che si stringeva in vita dandogli una forma incredibilmente graziosa, così sottile, forse per via della gonna gonfia che gli arrivava al ginocchio, riempita di tulle che frusciavano quando si muoveva. Edward provò un piacere perverso nell’infilarci sotto la mano, facendosi largo lentamente, accompagnato da quel suono malizioso, fino ad incontrare le cosce nude e caldissime, irritate dai veli ruvidi. Al non sembrava più molto convinto di quello che aveva fatto, perché era arrossito tanto che persino le sue labbra erano diventate rosse - ma dal modo in cui se le morse quando Ed fece passare la mano sotto le mutandine, lui capì che forse stava di nuovo cambiando idea.

*

Note incoerenti dell'autrice
Oh, e questa è l'altra ficlet che ho fatto per la Notte Bianca, solo che essendo stata a Lucca ancora non l'avevo postata XD L'ho scritta per Nari con il prompt "Volevo essere carino per te", e anche se il crossdressing effettivamente era fin troppo servito, ragazzi, erano le tre e mezza e scrivevo da otto ore consecutive XDD E poi la Nari è un'intenditrice, quindi sapevo che avrebbe apprezzato Al vestito da donna, era da troppo tempo che non lo facevo u_u (no, sul serio, sono riuscita a metterlo anche in Boxes, che diavolo...XD)
E ora scappo a velocità warp a vedere Hell's Kitchen e a continuare il nuovo capitolo di Boxes, che spero riuscirà a vedere la luce per il venticinque di questo mese, quando compierà un anno :3 Grazie per aver letto <3

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Capitolo 14
*** #77; Trick [RoyEdAl] ***


Note preliminari (incoerenti) dell'autrice: ebbene sì, non avrei dovuto, ma mi sono presa una pausa dai miei tir di bozze per partecipare alla Notte Bianca <3 Ho tre cosette da postare e comincio con questa, che mi ha promptato Mapi per accogliermi (la fanciulla mi conosce). Per restare fede allo spirito della Notte Bianca, ve la puccio non riletta. Spero che sia comprensibile :D* Considerate che, anche se tra loro non succede niente di troppo esplicito, la storia ha (oltre che una 3some) contenuti incest.

#77; Trick
[Roy/Ed/Al]

Era la cosa più sexy che avesse mai visto. Quella stessa parola, sexy, dal suono così falso, ridicolizzato in migliaia di film, si riappropriava di un significato e del suo peso, davanti a quello che stava guardando: i fratelli Elric, intrecciati sul suo letto, i corpi nudi e lisci, ancora adolescenti, bagnati solo dalla luce elettrica della lampada. Si stavano baciando, ammiccando a lui, che li fissava da in piedi, a torso nudo, e con una mano che premeva in modo impaziente l’erezione sotto i pantaloni ruvidi della divisa. Edward era stato stranamente docile, quella sera, non aveva neanche finto di combattere mentre scivolava fuori dai vestiti, e aiutava il fratello ad uscire dai suoi. C’era qualcosa nel loro sguardo, come una voglia di giocare, di lasciarsi andare, un desiderio che lo faceva sentire come se avesse un chiodo incandescente ficcato in gola. Volevano lui, nessun altro. Era chiaro da come si leccavano, lentamente, perché lui li vedesse, dal modo in cui si sfregavano e sospiravano per farsi sentire.
Roy salì in ginocchio sul letto e si slacciò i pantaloni. Con quel gesto imponeva la sua autorità, li chiamava a sé. Cominciarono a baciarlo sopra i boxer, a passare prima il viso, poi la lingua, lungo l’erezione già piena, che continuava a crescere, smaniosa di incontrare le loro bocche. Vederli così, a carponi davanti a lui, lo faceva impazzire. Affondare le mani nei loro capelli, però, e tirarli, era il massimo. I fratelli gemevano, un po’ infastiditi, però non si allontanavano, non protestavano, continuavano invece a leccare e baciare, bagnando di saliva il cotone che diventava quasi trasparente. Gli abbassarono le mutande, poi – entrambi, quasi fosse un compito impegnativo, o addirittura sacro – ma riservarono solo piccoli baci al suo cazzo, prima che Edward si alzasse e cominciasse a mordicchiargli il collo.
“Chi vuole scoparsi, prima?”
Anziché rispondergli Roy se lo tirò più vicino, strizzandogli con forza il sedere, e costringendolo a un bacio brutale, pieno di morsi. Poi anche Alphonse si unì, offrendosi con un faccino invidioso, arrossato e irresistibile.
“Devo proprio scegliere?” chiese infine Roy, trovandosi col fiato corto. I fratelli si leccarono le labbra come gattini furbi, poi si scambiarono un bacio complice, umido, strofinandosi contro di lui. Le loro cosce avvolgevano la sua erezione, facendolo quasi tremare di piacere. Non riusciva a respirare. Voleva ribaltarli, adesso, fotterli uno davanti all’altro, passare dal culo durissimo di Ed a quello morbido di Al, e poi di nuovo daccapo, finché non sarebbe venuto sui loro visini gemelli. Bastò questo pensiero, lo sfregarsi sensuale dei loro tre corpi, ad accrescere il piacere, finché non divenne insopportabile. Successe in un attimo, non riuscì a trattenerlo. Loro nemmeno se ne accorsero, intenti com’erano ad adorarlo, a baciarlo e giocare con lui come non avevano mai fatto. Roy pregò che il letto si aprisse e lo inghiottisse, di diventare un verme e strisciare tra le fughe delle piastrelle. I fratelli Elric erano ancora caldi, eccitati e ansiosi tra le sue braccia. Lo baciavano e quasi gli dava fastidio. Cominciò a cercare una scusa, una qualunque, quando sentì praticamente il rumore della puntina che graffia il disco: Edward si era fermato. Guardò in basso. Lo toccò, e Roy non poté fare a meno di ritrarsi. Edward sgranò gli occhi e affrontò la situazione in modo signorile: “Cazzo, ma è venuto?!” Al si staccò da lui: “Eh?!” Roy a stento non chiuse gli occhi per la vergogna, e cercò di dire qualcosa, come che non l’aveva fatto apposta e che gli dispiaceva, ma sarebbe stato impossibile sentirlo sotto Edward che ripeteva “ma cazzo” “ma perché” e “ma perché cazzo”.
“Fratellone…” disse Al, sforzandosi di essere conciliante, ma anche lui lo guardava come fosse stato la più grande delusione sulla faccia della terra, e con quel tocco di pietà che non guastava. Oddio, voleva darsi fuoco.
“Io te l’avevo detto che era inutile” gridava Ed, isterico, indicando Roy come fosse un bambino che non lo poteva capire “Questo non rende niente, ormai è vecchio!”
Roy salì di un’ottava: “Che cosa?!”
“Beh, non mi pare che sia nelle condizioni di fare l’offeso!”
“Non mi pare neanche il caso d’infierire, pensi che sia stato divertente?!”
“Di certo più che per noi, testa di cazzo!”
“Se ti fossi mosso, anziché cazzeggiare--”
“Oh, bene, perfetto! Adesso stavo cazzeggiando!”
Al si alzò dal letto, si mise la sua camicia addosso e disse, con tono da “chiamatemi quando si tromba”, “Vado a vedere i cartoni.”
Edward gli andò dietro, continuando a imprecare contro di lui e proponendo di fare da soli, “che si fa prima, anzi no: per far prima di sicuro è meglio farlo con Mustang.”
Roy si lasciò cadere sul letto, ma nel dubbio tra tagliarsi le vene e bere la candeggina cominciò col premersi un cuscino sulla faccia.

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Capitolo 15
*** #senza numero; Sweetest thing a man has ever said to me. [Maes/Roy] ***


#senza numero; Sweetest thing a man has ever said to me.
[Maes/Roy]

Roy era sdraiato su un vecchio divano scassato, in un giorno in cui il dormitorio era stranamente deserto; Maes lo trovò con le braccia dietro la testa e i piedi sul bracciolo quasi senza imbottitura, intento a fissare il soffitto come se seguisse una crepa.
“Vedo che ti stai spaccando la schiena” commentò, entrando, ma Roy alzò un braccio per chiedergli di stare zitto, e Maes si accorse solo allora che stava ascoltando la radio; una voce maschile e incolore parlava di ragni. Roy attese che una lunga frase finisse, poi finalmente si rivolse a lui: “Non scherzarci, me la sto spaccando davvero, questo divano fa schifo. La prossima volta mi sdraio per terra, non può essere peggio.”
“Deve essere questa, la famosa vita dura dell’esercito.”
Roy tolse le gambe per fargli spazio, ma quando Maes si sedette gliele buttò addosso con aria di sufficienza, come se gli stesse facendo un piacere.
Avevano diciannove anni e uno strano rapporto, che lasciava confusi i più. Era troppo intimo, forse troppo affettuoso per due ragazzi. Maes stava per appoggiargli una mano sul ginocchio, ma si fermò all’ultimo momento.
“Cosa stai ascoltando?”
“Una specie di documentario sulla copula dei ragni.”
“…Roy, se sei così disperato puoi dirlo, cerco di trovarti una ragazza…”
Lui si mise a ridere e gli diede un calcio: “Guarda che è affascinante. Lo sai che il maschio muore, dopo?”
“Sì, lo sanno tutti, è perché la femmina se lo mangia.”
“Sì, ma questo è riduttivo, ascolta” si alzò sui gomiti, per guardarlo seriamente “In pratica, il ragno maschio ha due attrezzi…”
“Due…?”
“Due. Pensa che stress, quando si fa le seghe. Insomma, dopo averli usati il ragno muore, ma i suoi cosi rimangono dentro la femmina, così nessuno se la può più fare.”
“Cioè si suicida piuttosto che lasciarla ad un altro.”
“Una cosa del genere. Non è romantico?”
“Mi sembra un po’ morboso.”
“Non soltanto un po’.”
“E a quel punto, la femmina se lo mangia.”
“Esatto.”
“Fortuna che non siamo ragni.”
“Però posso capirlo.”
Maes si pulì gli occhiali con la tappezzeria strappata del divano, facendo attenzione a non graffiarli.
“Non è una cosa buona, se ragioni come un ragno.”
“Io lo farei, per te.”
La risata nervosa di Maes gli appannò nuovamente gli occhiali.
“Che cosa, rinunceresti al tuo pene perché non mi trovi una fidanzata?”
Roy rimase serissimo: “No, morirei. Per te, lo farei.”
Maes era tremendamente in imbarazzo, e sperò che lui non lo capisse. Gli diede una pacca sul ginocchio che negli intenti sarebbe dovuta essere scherzosa, ma che invece si trasformò in qualcos’altro, un gesto più intimo.
“E io sarei felice di mangiarti, Roy.”
Lui scoppiò a ridere – un suono che lo faceva pensare a una resa.

“Maes, questa è la cosa più dolce che un uomo mi abbia mai detto.”

*

Note incoerenti dell'autrice: wah, ce l'avevo nell'hd fin dall'ultima Notte Bianca a cui ho partecipato °A° Scritta per la Mapi, da un suo prompt <3 Ho un sacco di cosine così che non ho mai pubblicato, ma sorvoliamo. In realtà ne ho approfittato per dare una smossa all'account, in modo da non sembrare del tutto morta XD Avevo promesso presto il prossimo capitolo di Boxes e non è arrivato, quindi vi devo delle scuse ;__; Come sapete Boxes è già finita, ma va sistemata e rivista. Il fatto è che il capitolo sarebbe già pronto, se non si fossero messe in mezzo facezie varie, del tipo che ho prima dovuto finire il mio romanzo, poi lavorare per un mese al mio fumetto (tratto da un'altra mia fic, se mi leggete da tanto potete indovinare quale ;D). Proprio quando ero pronta a prendere Boxes, in mano, poi, mi hanno fatto sapere che sono stata selezionata per portare il mio romanzo al Pordenonelegge, dove ci lavorerò con gli editor di Einaudi, Rizzoli, Mondadori, Ponte alle Grazie e Minimum Fax (altri dettagli random qui). Non so bene come sia successo, non chiedetemelo. Ed essendo il festival a settembre, fino ad allora dovrò lavorare sul materiale da portare. Stringete i denti e aspettate ancora un pochino, fidatevi se vi dico che sono io quella che ci soffre di più, Boxes mi manca un casino X'D (questa piccina lo dimostra, Roy è palesemente un giovane Boxes!Roy XD) Dopo il festival sarò tutta vostra! Adesso, infatti, vi lascio e vado a scrivere. A presto, se non morirò nel frattempo :D

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