Promessa sposa

di STRAWBERRY
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo primo ***
Capitolo 2: *** Capitolo secondo ***
Capitolo 3: *** capitolo terzo ***
Capitolo 4: *** Capitolo quarto ***
Capitolo 5: *** Capitolo quinto ***



Capitolo 1
*** Capitolo primo ***


Sono Tornata con una nuova storia, aggiungo il link dell’immagine fatta da me. Inserisci, nella barra d'indirizzo questo Link: http://img291.imageshack.us/img291/492/0000lo1ys7.jpg per

Capitolo uno: Prologo

Draco Malfoy sedeva stancamente sul divano del salotto di Malfoy Manor. L’estate giunta ormai era al termine e presto sarebbe tornato a Hogwarts. Quell’estate era veramente volata: gli sembrava che fosse ieri il giorno in cui era tornato a casa. Sbadigliò stancamente, per quale dannato motivo suo padre lo aveva chiamato? Lucius Malfoy entrò in quel momento seguito da sua madre e Lucas Muller con la moglie. La famiglia Muller era una delle più ricche insieme ai Malfoy: purosangue di discendenza, non c’era nessun antenato dei Muller che si fosse mescolato alla razza babbana. Portare quel cognome era qualcosa che segnava, qualcosa che non ti lasciava scelta, quando nascevi Muller avevi un solo ed unico destino: quello di un mangiamorte. I Muller avevano sempre servito bene il signore oscuro. C‘era solo una persona che i Muller avevano ripudiato, c’era stato solo un unico tradimento nella loro razza. Veniva raccontato che solamente una persona del casato Muller fosse stata in grado di sfuggire a quel destino già segnato, tuttavia di lei si parlava poco, era un disonore per una famiglia simile. Il signor Muller si accomodò di fronte a Draco, che appena lo vide si ricompose.

-Salve giovane Draco- Lo salutò educatamente la signora Muller. Helena Eris Muller era una donna dalle mille virtù. Draco l’aveva sempre considerata una bellissima donna: aveva dei lunghissimi capelli castani e gli occhi di un azzurro intenso. Il signor Muller era decisamente un uomo fortunato. Helena aveva solo un unico difetto: il suo passato da Grifondoro.

-Giovane Malfoy io e tuo padre abbiamo raggiunto un accordo- S’interruppe un attimo aspettando che Draco fosse completamente attento -Abbiamo deciso che il giorno del diciottesimo compleanno di mia figlia, tu diverrai suo marito.-

Draco sentì il suo cuore fermarsi. Conosceva la figlia del signor Muller da quando era nato: era stata la sua migliore amica, la custode dei suoi segreti. Poi un giorno per un motivo che Draco non

ricordava, avevano litigato e da allora non si erano più parlati. Elektra aveva sedici anni, ed era molto simile alla madre sia nei modi di fare che fisicamente, nonostante la differenza di età; solo in una cosa differivano: gli occhi. Quelli della ragazza erano cerulei e cangianti, tanto che Draco non era mai riuscito a capirne bene il colore.

-Elektra quest’anno frequenterà il sesto anno a Hogwarts con te, per i suoi genitori è un gran dispiacere poiché torneranno nelle Americhe- Spiegò Narcissa comprensiva al figlio. Draco inghiottì a vuoto.

-Mia figlia è ancora una bambina! Anche se ha sedici anni, Draco, devi starci molto attento! Capito?- A modo suo il signor Muller gli aveva detto di tenere le mani lontane dalla propria figlia. Draco non aveva mai pensato ad Elektra in “quel senso”. La trovava molto bella, ma era soprattutto sempre stata la sua migliore amica. Ripensò ad Elektra: ormai non si vedevano da tempo. Chissà che colpo doveva essere stato per lei sapere una cosa simile. Draco la ricordava appena, anzi non possedeva un ricordo nitido di lei: tutto quello che ricordava era troppo confuso.

-Entra pure, cara...- Draco se la ritrovò davanti dopo tanto tempo, la ragazza indossava un vestito si seta azzurra. Draco constatò che il suo fisico era perfetto, aveva tutto al punto giusto: il suo seno che era messo in bella mostra dallo scollo dell’abito si rivelava piuttosto sodo, ma con quel vestito non poteva vedere altro. Un fidanzamento con lei forse non si sarebbe rivelato tanto male. La ragazza si guardò intorno un pò preoccupata, “eccolo lì...”, pensò. Lui, il diavolo: Draco Malfoy, il bambino con cui giocava, magari fosse stato semplice come una volta “giocare con lui”.

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Capitolo 2
*** Capitolo secondo ***


capitolo due: Verso Hogwarts

 

Draco Malfoy sedeva nell’ultimo scompartimento del treno, osservando annoiato il paesaggio fuori dal finestrino e ascoltando distrattamente Tiger e Goyle che parevano “l’anello mancante tra l‘uomo e la scimmia”. Guardò dapprima Blaise intento a leggere un libro e successivamente posò lo sguardo sulla ragazza che gli sedeva davanti: non aveva detto una sola parola da quando era salita sul treno. Elektra era la sua “promessa sposa”. Suonava così strano sentirlo, Draco non aveva mai saputo definire quali sentimenti contorti nutriva nei suoi confronti. Amicizia? Sì c’era stata, ma forse il problema basilare si trovava in lui: un serpeverde sino al midollo provava sentimenti? Non l’aveva mai saputo dire con certezza assoluta. Non si era mai sentito legato a qualcuno tanto da non poterne fare a meno. I Malfoy erano una razza a parte: aveva sempre pensato che fossero stati ben pochi i

sentimenti che li accomunavano agli esseri umani. L’amore... non doveva essere uno di quei sentimenti concessogli. La ragazza dagli occhi cerulei sentendosi osservata portò gli occhi su Draco che, quasi infastidito, inarcò un sopraciglio. Solamente allora notò che gli occhi della ragazza in quel momento erano molto simili al cielo d’estate. Occhi negli occhi, quelli plumbei di lui e quelli cielo di lei imprigionati in un perfetto gioco di sguardi; cosa li accomunava in fondo? Niente. In quel momento il filo dei suoi pensieri fu interrotto: qualcosa o meglio qualcuno aveva fatto irruzione nello scompartimento. Eccola lì: Pansy Parkinson. Neri capelli corti ed un’eterna ossessione per Draco Malfoy, un’ossessione evidentemente che non aveva avuto fine in quell‘estate.

-Dracuccio!-

Pansy buttò le braccia al collo del ragazzo, che non gradì l’effusione. Quella fu un’azione che non fece scomporre minimamente Elektra, che era rimasta con espressione immutata a fissare il suo “ragazzo” che si abbracciava con un‘altra. Sapeva in parte da cosa erano stati legati Pansy e Draco: nessun sentimento degno di essere nominato, a parer suo. Quale ragazza si sarebbe mai abbassata a stare con un ragazzo solo per sesso? Qualcuna c’era, è vero! Però lei mai ne sarebbe stata capace, al contrario di Pansy Parkinson. Lei era una di quelle, forse della peggior specie. Draco l’aveva sempre usata per ogni suo capriccio, e lei? Non aveva mai reagito. Elektra però di una cosa era sicura: non si sarebbe mai abbassata a fare una cosa simile. Promessa sposa si, ma amore mai! Amare un Malfoy avrebbe significato sprecare Energie: se c’era una cosa che aveva imparato conoscendo Draco era che l’amore per un Malfoy non poteva esserci mai. Potevano ardere di tutta la passione possibile, ma parlare d’amore con quel ragazzo era come parlare di pace ad un soldato. Quando gli occhi neri di Pansy incontrarono quelli color cielo di lei, fu guerra. La serpeverde la fissò con aria sdegnata e dal canto suo la promessa sposa di Draco riuscì a sorreggere quello sguardo facilmente. Quando impari a sorreggere quello di un Malfoy impari a sorreggere anche lo sguardo del diavolo in persona. E poi, lei odiava le persone come la Parkinson.

- Questa chi è?- chiese con fare tra lo sdegnato e l’innervosito.

-“Questa”, come l’hai chiamata tu, Pansy...- Iniziò Blaise piuttosto

divertito -…è Elektra Muller, la promessa sposa del non più tuo Dracuccio!-

Quelle parole arrivarono dritte a Pansy come una doccia fredda. Com’era possibile che Draco, il suo Draco, il compagno che aveva colmato tante notti di solitudine fosse ora fidanzato? Era sbalordita, o forse solo stupita da quella notizia così inverosimile. Draco Malfoy con una fidanzata? Questa era bella! Certo, era l’amante perfetto: nessun legame, nessun sentimento, nemmeno un briciolo d’umanità nei suoi gesti, niente di niente. Ma come fidanzato era impossibile! Non gli sarebbe mai bastata una ragazza sola. Casanova non era mai stato domato... o forse si?

- Muller... ho sentito parlare di te. Sei l’unica erede del tuo casato, vero?-

Elektra si limitò ad osservarla. Non aveva voglia di parlare con la Parkinson: discutere con quella ragazza sarebbe significato cadere in basso. Non avrebbe discusso con la Parkinson, perlomeno non per Draco, che sarebbe diventato quasi sicuramente l’unico scopo della discussione. Respirò a fondo. L’aria stava diventando irrespirabile. Decise di alzarsi.

-Scusate... vado a prendere una boccata d’aria.- Disse come se dovesse servire come spiegazione al “suo ragazzo”.

-Allora parli! Sai, cominciavo a preoccuparmi che fossi muta…-.

La Parkinson aveva attaccato: evidentemente non aveva capito con chi aveva a che fare. Elektra sorrise, sapevo che certa gente non si smentisce mai. La fissò.

-Parkinson al contrario di TE il fiato non lo spreco!-

Lasciò lo scompartimento senza dire altro. Draco notò che era pressoché strana: solitamente era una ragazza dai grandi discorsi, le piaceva ridere, scherzare e via dicendo, cosa le accadeva ora? Per quale dannato motivo si comportava in quel modo? Non l’avrebbe mai capita, o almeno per il momento. Draco si sentiva strano: cosa avrebbe fatto a Hogwarts? Una storia fra di loro suonava veramente buffo... lui, Draco Malfoy, probabilmente in un’altra vita Casanova, con una ragazza? Con Elektra, poi? Non aveva mia avuto una ragazza vera, di compagne di una sola notte tante ma di fidanzate assolutamente nessuna. Avere una ragazza per lui sarebbe stato almeno strano, avere Elektra sicuramente difficile. Lui, Draco, sarebbe stato mai capace di pensare a qualcun altro oltre che a se stesso?

Elektra camminava per il corridoio del treno. Quella Parkinson nemmeno la conosceva e già fremeva dalla voglia di ucciderla. Pansy era la classica ragazza che le aveva sempre fatto rabbia, forse perché non riusciva a fregarsene del suo orgoglio come facevano altre, forse perché non era mai riuscita a mutare i sentimenti che provava per Draco in qualcosa di così superficiale. Elektra era cresciuta con il giovane Malfoy: avevano giocato insieme e lo aveva usato come “unica scappatoia” alla vita. Un qualcosa che la tenesse lontano dalla sua campana di vetro. Avevano iniziato giocando insieme a quidditch e poi un’estate si era infatuata di lui: la cosa peggiore che potesse fare era provare qualcosa di profondo per un Malfoy. Draco non sarebbe mai stato capace di ricambiare. Soprappensiero, cadde all’indietro. Solamente quando notò una ragazza per terra, si rese conto di essere andata a sbattere contro di lei e di essere quindi la causa della sua caduta.

-Scusami...ero soprappensiero- disse Elektra aiutando la ragazza ad

alzarsi. La guardò: portava la divisa della scuola e la spilla da prefetto, con affianco lo stemma dei grifondoro e pensò che investire un prefetto, non era esattamente un bel modo per cominciare ad integrarsi.

-Non ti preoccupare, è colpa mia: avevo troppi libri.- la ragazza si chinò a raccoglierli.

-In ogni modo io sono Hermione... Hermione Granger!- disse porgendole la mano.

-Piacere, Elektra Muller- Hermione strinse forte la mano bianca della ragazza.

-Hermione!-

Era stato un urlo. Elektra intravide da lontano due ragazzi. Il più alto aveva i capelli di un rosso intenso e il viso disseminato da centinaia di lentiggini, il secondo, poco più basso del primo, aveva una faccia che ad Elektra ricordava qualcosa, o meglio qualcuno. Il sangue le si gelò nelle vene. Harry Potter camminava verso di lei.

-Hermione... eccoti! E tu chi sei?- disse il rosso avvicinandosi insieme

all’amico.

-Ragazzi... questa è Elektra Muller. Elektra, loro sono Harry e Ron!- spiegò Hermione

-Non mi pare di averti mai vista a Hogwarts- disse poco cortesemente

Ron.

-Ron, non essere sgarbato!- Lo richiamò Hermione.

-Infatti, sono nuova- spiegò lei.

-A che casa sei stata assegnata?- Chiese questa volta Harry.

-Non lo so ancora: sarò smistata con gli studenti del primo anno-

-Elektra!- Il richiamo di quella voce, le ricordò che Draco odiava Potter e la sua compagnia.

-Sarà meglio che vada, il mio fidanzato potrebbe preoccuparsi.- disse lei per giustificarsi. Fortunatamente nessuno aveva riconosciuto quella voce, libera dall’odio dei grifondoro almeno per un altro pò. Li salutò con un cenno della mano, tornandosene da dove era venuta.

-Ha un suo carisma, non c’è che dire- esclamò Harry mentre la guardava scomparire.

-Guarda che lo dico a Ginny!- Lo rimproverò Ron scherzosamente.

 

Note finali:

Giunge così al termine il secondo capitolo e vi pongo quattro domandine vediamo chi ci azzecca:

- Come vedete Elektra? Un personaggio piuttosto particolare vero?

- Cosa ne pensate del rapporto che la lega a Draco?

- Secondo voi in che casa finirà?

- Come ve lo immaginate il seguito?

Sono appena tornata dal mare dove purtroppo non avevo internet e temo di essermi persa qualcosa -_- Cos’ è successo nel frattempo? Mi è stato riferito che qualcuno ha polemizzato sul fatto che abbia cancellato delle mie fanfiction e qualcosa sul mio Ego ma ora non ricordo... Comunque chiarendo questo punto: le mie fiction sono state cancellate da me, poiché ho intenzione di rivedere le trame e riscriverle nuovamente; seguendo i consigli che mi hanno dato i beta Bene lettori di questo capitolo cosa ne pensate?Voglio tanti commentini ok? rispondete. Dai usate tutta la vostra immaginazione!ma ora passiamo alle risposte:

Herm85: Grazie per aver recensito, mi fa piacere che ti piaccia e continua a recensirmi e magari dimmi cosa ne pensi del nuovo capitolo.

Poli: Grazie anche a te per essere d’accordo con Herm85. In effetti, inizialmente non ero tanto sicura su questa fiction anche perché io e i nuovi personaggi non andiamo molto d’accordo-_- che dire? Si fa quel che si può... anche perché adesso diventa complicato gestire i sentimenti di Draco verso questo nuovo personaggio. Come si dice? ho voluto la bicicletta? adesso pedalo! eheh (che idiota che sono). Continua a seguirmi e recensisci.

_Chan_: Non so se hai letto la mia recensione ma io ho letto le tue ficcy e mi piacciono ^^tanto. Inizialmente come ho già detto a Poli, mi sembrava un’idea bizzarra associare a Draco una promessa sposa non molto contenta di stargli accanto. Solitamente nelle altre fiction troviamo ragazze che non sono ben felici di trovarselo come marito (te lo credo con un’esemplare stile Draco) qui c’è Elektra che tanto felice non lo è ma come noti prova una sorta di sentimenti piuttosto contorti verso Draco. Grazie per aver recensito e continua a seguirmi. Tvb. kiss strawberry

Un Ringraziemento particolare al mio beta momentaneo AlyssFleur12 anche se prima ero stata aiutata da Strega91 -_-, purtroppo per questa ficcy non avrò tempo per correggerla io stessa... lascio fare l lavoro "sporco" a AlyssFleur12 che ringrazio ancora.

Fragolina92:Cara Fragolina92 grazie per il commento... come hai detto tu: continua a leggere e a recensirmi... Aspetterò con ansia il tuo commento.

Kida: Grazie per aver notato i miei orrori cara! Pensavo di aver riletto il capitolo quando l’ho postato ed invece no! lo avevo scritto in precedenza di getto senza rileggere e lo avevo salvato. Pardon rivedrò il capitolo. FERMATI A LASCIATMI UN COMMENTINO SE TI Va ciao.

Alla prossima KISS KISS Strawberry

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Capitolo 3
*** capitolo terzo ***


Elektra si guardava intorno. Appena scesa dal treno già respirava una nuova aria. Sorrise, mentre camminava al fianco di Draco silenziosamente: il ragazzo non le aveva ancora rivolto la parola. Non che tra di loro ci fossero grandi discorsi, non parlavano mai troppo e quando parlavano, Draco si esprimeva a monosillabi: non ricordava nemmeno l’ultima volta che Draco le aveva diretto una frase “completa”. Elektra notò che al passare di Draco molti giovani si spostavano, alcune ragazze arrossivano e alcuni sussurravano con fare maligno. Pensò che se avrebbe potuto cambiare qualcosa di Malfoy, sicuramente sarebbe stato il suo modo di fare e di porsi.

Si guardò intorno di nuovo: guardavano anche lei, ed era sicura da lì a poco strane voci sul suo conto sarebbero circolate. Hogwarts era veramente bella: un castello enorme dagli ampi corridoi, ma nonostante questo, si sentiva... come dire? Fuori posto. Era un posto meraviglioso ma non era casa sua. Sentì la mano di Draco afferrarle il polso, lei lo lasciò fare, quasi come se si fosse persa e sapesse che non avrebbe ritrovato la strada facilmente. Era strano ma bello, sentire quel “contatto” tra loro. Guardò Pansy: probabilmente l’avrebbe uccisa volentieri in quel momento, chissà come doveva essere non avere più la piena attenzione di Draco. Sorrise dentro di sé: un pò le faceva piacere sapere che avesse messo da parte la Parkinson. Elektra tuttavia non poteva fare a meno di chiedersi se un giorno si sarebbe abituata a tutte quelle cose. Negli ultimi tempi la sua vita aveva subito dei cambiamenti radicali: il fidanzamento, Hogwarts... vedendo i corridoi strapieni di gente, si sentiva un pochettino smarrita. Quel posto non le apparteneva, il ragazzo che stava accanto a lei non le apparteneva... avrebbe voluto piangere. Scivolò con la mano in quella di Draco: fu lei a sentire il bisogno d’incrociare le loro dita. Era un movimento “naturale”, dopotutto quel ragazzo la faceva sentire protetta, anche se a modo suo. Strinse la sua mano in quella d lui, che la guardò dapprima un po’ cupo, ma poi comprensivo. Lo ringraziò mentalmente... finalmente entrarono nella Sala Grande dove c’era, se possibile, ancor più baccano. Portò i suoi occhi luminosi verso il tavolo dei Grifondoro, vide allora i ragazzi conosciuti quel pomeriggio. Hermione sedeva di fianco a Ron e, davanti a lui c’era Harry. Il ragazzo non era solo: infatti sulle gambe teneva una ragazza dai lunghi capelli rossi e gli occhi blu. Pensò che dovesse essere la sua ragazza... Harry Potter aveva decisamente dei bei gusti in fatto di donne. Quella deliziosa creatura non aveva nulla d’invidiare a tutte le bellezze in stile Corvonero, troppo complicate a parer suo. Elektra guardò davanti a se e si accorse che Draco non c’era più. Chissà da quanto tempo aveva lasciato la presa dalla mano del ragazzo senza accorgersene. Si guardò intorno spiazzata... Possibile che i guai erano sempre dalla sua parte? Sospirò rassegnata, disperarsi non l’avrebbe aiutata. Cercò Draco con lo sguardo. Vide quello che proprio non voleva vedere, Draco seduto al tavolo dei Serpeverde, con Pansy seduta sopra di lui. Si sentì un’emerita cretina: chissà perché Draco si sarebbe dovuto disperare della sua presenza, probabilmente non aspettava altro che Elektra se ne andasse per “spassarsela” con Pansy. Aveva voglia di piangere. Non per Draco, per quanto poteva importargli, il ragazzo rimaneva ancora un estraneo. Voleva piangere perché casa sua era lontana, perché in fondo le mancava anche la sua istitutrice e, perché no, Anche la sua famiglia. Poteva anche sembrare strano, ma in quel momento adorava i suoi parenti.

- Elektra Muller! - La chiamò la McGrannitt. In quel momento tornò al presente: si era completamente dimenticata dello smistamento. In quel momento dovette fare appello a tutto il suo sangue freddo e al buon senso. Camminò piano sino al cappello e agitata come non mai, si accomodò sulla sedia.

- Muller... un cognome, una leggenda. Dico bene? Un gran dono... che per te equivale ad una maledizione immagino, grandi doti che non vorresti possedere ma che tuttavia fanno parte di te. Non temere cara, imparerai con il tempo a dominarli. E’ un dono prezioso che imparerai a domare solamente a Grifondoro... – il Cappello Parlante urlò l’ultima parola del discorso, in modo che tutti la potessero sentire. Ad Elektra si gelò il sangue nelle vene: non tanto per lei, ma per Draco... era morta. Si riprese da quel pensiero, dirigendosi verso il tavolo dei Grifoni. Ogni passo verso di loro era un passo lontano da Draco, dalle sue idee di purosangue e quelle della sua famiglia. Sospirò sedendosi al tavolo dove l’accorsero i suoi nuovi compagni di casa

- Ciao! Ci rivede, eh? - Disse Hermione facendola accomodare di fianco a lei.

- Già.. - Rispose lei un pò agitata. Guardò la ragazza rossa di poco prima. Le sorrise e le porse anche la mano.

- Io sono Ginny Weasley - Si presentò con un sorriso.

- Piacere... Elektra Muller- Afferrò la mano della ragazza e... Hogwarts non c’era più. Era da sola in un posto buio. Poi la vide nel buio... stava correndo dietro a qualcosa, o meglio qualcuno. Harry. Correva e correva ma tuttavia non riusciva a raggiungerlo. Elektra ritornò al presente sotto uno sguardo di una Ginny che la guardava strana.

-stai bene?-

Elektra annuì con il volto, non tanto convinta.

- S-Si... Scusatemi, non so cosa mi sia preso...- Si giustificò.

-Non ti preoccupare... se vuoi ti faccio vedere i dormitori, visto che condivideremo la stanza...- Disse Ginny. Hermione subito si offrì di accompagnarle, seguita da Harry e Ron, che dissero scherzosamente che le avrebbero scortate. Elektra seguì i ragazzi senza osare guardare Draco. Sarebbe stato troppo per il momento: doveva essere veramente arrabbiato. Guardò il dipinto davanti a lei, rappresentava una donna obesa, vestita con abiti eleganti. Harry rivolse la parola al quadro che subito si aprì dopo aver sentito la parola d’ordine. La sala comune dei grifondoro era veramente elegante, decorata da tappeti color oro e tende rosse: colori così caldi ed accoglienti! Anche la stanza non era male. L’avrebbe condivisa con Ginny e una ragazza di nome Samantha. Tutto apparentemente perfetto...

I cinque tornarono verso la sala grande.

- Harry, Serpeverde ad ore dodici. -

Davanti a lei, Draco Malfoy camminava con i suoi scagnozzi e Pansy Parkinson attaccata al braccio sinistro: andavano verso di loro. Elektra avrebbe voluto impazzire in quel momento. Cosa le avrebbe detto?

Si fermarono davanti a loro.

- Il super trio! E pure la fidanzata dello sfregiato- Draco li guardò malignamente. Lo sguardo degno di un Malfoy, pensò Elektra. Eppure, non le aveva ancora rivolto la parola.

- Malfoy! l’estate ti ha reso ancora più stronzo o hai fatto un corso apposta prima di Hogwarts?- Disse di rimando Harry. Draco ghignò rivolgendo lo sguardo alla sua fidanzata.

-Come puoi notare da sola, Elektra, non puoi passare il tuo tempo con gente simile... semplicemente POCO degna- Sottolineò quel poco osservando Hermione.

- Gira a largo da lei, Malfoy! - Ringhiò di rimando Harry sicuro. Malfoy da parte sua rise. Una risata maligna. Poi il ragazzo sorrise. Anche se cattivo, quel sorriso piaceva tanto ad Elektra.

- Potter mi stai dicendo di stare lontano dalla mia fidanzata?-

To be continued

Perdonate il ritardo.......... Allora ringrazio Jessire per la sua bellissima recensione e Sakura89... Che fine hanno fatto gli altri?????? Mi sa che devo andare a chi la visto!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! (Ma no dai vedrai che adesso recensiscono!!!)......Appello a: _CHAN_, Kida, Fragolina92, Poli, Hermione85... Chi l’ha visto??????? Io no @////@. RECENSITE DI PIù ! cHE CRETINA CHE SONO @///@. Grazie al mio beta AlissFleur12 perché io non ho più nemmeno il tempo di guardarmi allo specchio, e grazie alla mia lauretta che le batte al computer.... Come farei senza di voi? Kiss strawberry.

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Capitolo 4
*** Capitolo quarto ***


Capitolo quarto

Elektra quel mattino si svegliò presto, il primo giorno di lezione era arrivato. Ripensò al giorno precedente, per colpa di Draco aveva perso i suo neo-amici. Era da nemmeno due giorni in quella scuola e già era odiata dalla metà dei componenti dell’istituto. Ricordava a malincuore il momento in qui Harry, Ron, Hermione e Ginny se n’erano andati. Guardò verso il letto della rossa, stava ancora dormendo. Midnigth si stiracchiò guardandola con i suoi enormi occhi color oro, Midnigth era il suo gatto da quando era molto piccola, entrambi avevano un legame profondo, il gatto nero comunicava spesso con la sua padrona. Il loro legame, era di una grande particolarità, entrambi intendevano con grande precisione i pensieri della’atro. Poi spostò gli occhi sulla sveglia, segnava le 5.00. Troppo presto evidentemente. Poi rivolse lo sguardo oltre la finestra: un gufo nero attendeva di entrare, lo riconobbe, era Andromeda, il gufo di casa Mulller. Si alzò infreddolita dal morbido letto e lo fece entrare, togliendogli di bocca la pergamena con un marchio leggendario inciso sopra. Il gatto. Midnigth si strofinò alla pergamena. Forse anche lui nostalgico di casa.

- “Dimmi Midnigth senti l’odore di casa?”-Aprì la pergamena, lesse con attenzione quasi nostalgica le parole di quella lettera. Solo una donna aveva quella scrittura così elegante!

Mia cara Elektra,

Ho saputo che sei una Grifondoro. Tuo padre s’è messo a ridere come un matto quando l’ha saputo, ed io posso immaginarmi il putiferio di casa Malfoy… Chissà come si sarà imbestialito Draco! La casa senza te sembra quasi vuota, Anzì, è praticamente silenziosa, mi raccomando… sii te stessa, sempre, in qualsiasi situazione, buon giorno e buana giornata bimba mia…

saluti e baci

Mamma.

Elektra sorrise, e ripose la pergamena in un cassetto, la più giovane di casa Weaslay si alzò di scatto… guardandosi intorno.

-“Mi dispiace averti svegliato“- Disse Elektra, stringendosi nelle spalle mortificata. Ginevra la guardò sorridente. Scuotendo la testa .

-“Non preoccuparti, anch’io la prima settimana di scuola non sono mai riuscita a chiudere occhio“- Elektra sorrise. Ginny era una ragazza meravigliosa, incapace di portare rancore.

-“Com’è Malfoy? Il fidanzato intendo.”- chiese. Elektra la guardò stupita, non capiva il perché di quella domanda; si strinse nelle spalle, era questo il problema basilare, non lo sapeva. Non l’aveva nemmeno mai baciato, figurati se sapeva com’era Draco il fidanzato! Non si era mai comportato da fidanzato nei suoi confronti, probabilmente era troppo impegnato con Pansy Parkinson.

-Non lo so, io e lui non siamo veramente, come dire… cioè, stiamo insieme per volere delle nostre famiglie-

Ginny spalancò gli occhi.Queste cose accadevano solamente nel medioevo, ma forse, però tra le famiglie di nobili origini era una cosa piuttosto frequente. Solitamente erano matrimoni d’affari, che permettevano di mantenere la calma tra le due famiglie. Oppure per tramandare il sangue. Guardò Elektra, sicuramente era una puro sangue. Il suo portamento fiero, il suo sguardo, i suoi gesti eleganti.

-“Quindi tu sei…”-

-“...La sua promessa sposa” - Terminò Elektra senza smettere di guardarla.

 

 

 

 

 

Ginny sedeva al fianco di Harry, quella sera non aveva molto fame.Guardava persa il suo piatto ancora pieno di cibarie. Guardò verso il tavolo dei Serpeverde. Draco sedeva su una sedia e sulle sue gambe come al solito sedeva Pansy. Chissà com’era guardare il proprio ragazzo con un’altra. In quanti pezzi si sarebbe rotto il suo cuore vedendo Harry in compagnia di un’altra? Eppure Elektra rimaneva seduta lì, infondo a quel tavolo. Impassibile, con un libro davanti.

-“Pare che il nostro Malfuretto non sia del tutto fedele alla sua principessa!”-

Sussurò Ron compiaciuto osservando la scena quasi compiaciuto, a Ginny ribollì il sangue nelle vene. Ron aveva la brutta abitudine di dare fiato alla bocca, tanto per passare il tempo. Non c’era mai una volta che l’aprisse per dire cose con un minimo di significato.

-“Non sono veramente fidanzati…cioè...Elektra, lei è la sua promessa sposa”-

I ragazzi la guardarono fissi e stranulati. Harry la guardò bieco, non capiva cosa Ginny stesse cercando di spiegargli.

-“Vuoi dire che: loro un giorno si sposeranno solo per il volere delle famiglie?”- Chiese incredulo Ron. Era inutile, nessuno di loro credeva possibile una cosa simile, era fuori da ogni nuova etica morale. Era completamente fuori dal mondo.

-“Ron tra le famiglie ricche questo succede di frequente, è per mantenere e assicurarsi degli eredi di sangue puro.”- Spiegò Hermione con aria sapientina, non era cambiata di una virgola dal suo primo anno di scuola. Solo lei poteva prendere una cosa simile con filosofia.

-”Infondo al nostro furetto è andata bene, Elektra è più bella di Pansy Parkinson”-.

Effettivamente era vero, Elektra era mille volte meglio di Pansy. Si era dimostrata dolce e comprensiva. Ginny guardò in direzione di Elektra che si era alzata, e con testa alta camminava verso l’uscita della sala grande.

- “Ragazzi ci si vede dopo”- Annunciò dirigendosi verso l’uscita dalla quale era appena uscita la ragazza dagli occhi cerulei. Si guardò intorno, non la vedeva da nessuna parte. Guardò innanzi a lei. Delle ragazze di Corvonero si stavano avvicinando, guardò ancora meglio, la Chang si stava pericolosamente avvicinando. Respirò a fondo e provò a superarla senza dare nell’occhio.

- “Weasley... se non mi sbaglio, io e te abbiamo un conto in sospeso.”- Non era una delle migliori situazioni in cui potesse capitare, decisamente non lo era. Le rimaneva solo una possibilità: affrontarla. Estrasse decisa la bacchetta, chissà perché finiva sempre in situazioni simili. Ma con una abbagliò si ritrovò disarmata, era successo senza che se ne accorgesse.

- “No, no, mia cara Weasley questo set lo vinco io per uno a zero”-

La Chang era pronta a scagliarle addosso un incantesimo. Chiuse gli occhi. Non voleva vedere il sorriso trionfante di Cho quando le scagliava l’incantesimo.

- “Mangia lumache.”- Ginny aprì gli occhi, no decisamente lei non stava vomitando lumache. Guardò Cho, nemmeno lei vomitava lumache ma il timore era dipinto nei suoi occhi. Guardava oltre le sue spalle.

- “Tu! Potevi colpirmi!”- Urlò Isterica verso la figura.

- “L’intenzione era proprio quella!”- Fredda e tranquilla. Elektra si fece avanti. Bisognava ammetetre che era dotata di un tempismo eccezionale. Riprese- “Ti conviene sparire dalla mia vista entro trenta secondi...-Continuò con aria superiore.

- “Altrimenti? Mi scagli un’Avada Kedavra? Così sarai degna dei Malfoy”-

Elektra la guardò astiosa, decisamente nessuno l’aveva mai insultata così spudoratamente. Allungò la bacchetta

-“Perché hai qualcosa contro i Malfoy, Chang?”- La sua voce. Draco.

- “Oseresti negare che sei figlio di due mangiamorte?”- Ora Draco, era veramente arrabbiato. Nessuno. Solitamente nessuno osava parlare con un Malfoy in “quel” modo. Draco non ricordava cos’era successo all’ultima persona che aveva parlato a suo padre in quel modo. Probabilmente non aveva fatto una gran bella fine. Toccò la bacchetta, ma ancor prima che la sfoderasse fuori dal mantello. Un incantesimo fece fare alla Chang un bel viaggetto contro il muro. Elektra.

- “Tu!Me la pagherai!”

- “Onestamente, secondo il mio parere TU! Non sei nella condizione di fare minacce!”- La Chang li lasciò, invocando chissà quali minacce contro qualche Dio. Elektra fisso Draco. Probabilmente non doveva intromettersi, Draco se la sarebbe dovuta cavare da solo.

- “Elektra”- La chiamò. - “Non provarci mai più!”- La sgridò cattivo. Elektra lo guardò con rabbia , non lo aveva mai odiato come in quel momento. Chissà perché era così semplice odiare Draco Malfoy.

 

 

 

Un posto oscuro, Elektra si guardò intorno. Quegli occhi. Il desiderio, il dolore per non poterlo avere più. I suoi occhi così profondi come l’oceano. Li aveva mai dimenticati? Aveva mai dimenticato il suo maestro? Quei sentimenti così irraggiungibili, forse perché erano ricambiati. Quando aveva accettato di avere un nemico, come insegnante non era preparata ai sentimenti che avrebbe provato per lui. La rabbia era ormai parte di lei. L’odio verso un ragazzo che aveva come unico scopo la rabbia e il dolore di chi l’aveva creato. Lui era il vendicatore e lei la sterminatrice. Due esseri così diversi. Quando era morto, una parte di lei era morta con lui. Aveva vissuto una vita a metà, giorni sorvolati, ore non vissute. Lui era stato il primo a sottolineare il desiderio di onnipotenza dell’uomo, che aveva la necessità di diventare sempre più simile ad un Dio. Affondava nel pieno della paura umana, lui era la paura umana. L’uomo o forse, ragazzo senza timore. Anche lui temeva il buio? Elektra non lo aveva mai capito. Amato si, ma capito mai. Elektra aveva amato il suo maestro e un giorno quel sentimento gli si sarebbe rivoltato contro, ancora una volta. Uccidendola.

 

 

Sorry! Vi chiedo umilmente scusa, d’accordo forse sono un pò in ritardo, forse più di un pò ma vi chiedo ugualmente scusa. Ho un bel montaggio di Draco e di Elektra chi lo volesse vedere mi faccia sapere.Veniamo a noi ora. Ringrazio: Sana91 (Che non so che fine ha fatto), Sakura89, light Lily, Chihiro a cui faccio i complimenti per il nick l”La città incantata” è un vero capolavoro, Poli, Giuli, Fiona, Roberta90, Erin.

Grazie mille! Grazie veramente... Giuro! RECENSITE ok?

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Capitolo 5
*** Capitolo quinto ***


Un posto oscuro, Elektra si guardò intorno

Un posto oscuro, Elektra si guardò intorno. Quegli occhi. Il desiderio, il dolore per non poterlo avere più. I suoi occhi così profondi come l’oceano. Li aveva mai dimenticati? Aveva mai dimenticato il suo maestro? Quei sentimenti così irraggiungibili, forse perché erano ricambiati. Quando aveva accettato di avere un nemico, come insegnante non era preparata ai sentimenti che avrebbe provato per lui. La rabbia era ormai parte di lei. L’odio verso un ragazzo che aveva come unico scopo la rabbia e il dolore di chi l’aveva creato. Lui era il vendicatore e lei la sterminatrice. Due esseri così diversi. Quando era morto, una parte di lei era morta con lui. Aveva vissuto una vita a metà, giorni sorvolati, ore non vissute. Lui era stato il primo a sottolineare il desiderio di onnipotenza dell’uomo, che aveva la necessità di diventare sempre più simile ad un Dio. Affondava nel pieno della paura umana, lui era la paura umana. L’uomo o forse, ragazzo senza timore. Anche lui temeva il buio? Elektra non lo aveva mai capito. Amato si, ma capito mai. Elektra aveva amato il suo maestro e un giorno quel sentimento gli si sarebbe rivoltato contro, ancora una volta. Uccidendola.

 

Elektra pensava vaga, quel sogno ormai erano trascorsi interi giorni eppure, c’era qualcosa di troppo negletto. Che fosse un segno? Che qualcosa stesse per accadere? Che lui sarebbe tornato dalla parte del male?  Cerco di levarselo dalla mente… ora non costituiva un vero e proprio problema,il suo vero problema era Draco Malfoy. Il fatto che non gli rivolgesse la parola, e che usasse solo cenni per salutarla per i corridoi la innervosiva non poco. Vide Harry seduto sulle scale, era strano trovare a quella tarda ora qualcuno che non fosse un prefetto in giro. Gli si avvicino…

 

-Ehi, Harry cosa ci fai qui?-

 

Si sedette di fianco al ragazzo che non si decideva a parlare. Lo guardo di profilo, doveva essere per Ginny.  Elektra non aveva avuto il coraggio di chiedere alla più piccola della famiglia Weasley il motivo vero di quella separazione tra lei e Harry. Ma sicuramente non era possibile che si fosse stancata di lui, da quello che si diceva in giro ci aveva messo anni per conquistarlo… Mai come prima si sentì più umana.

 

-Sai io non sapevo cosa dirle… lei è la mia Ginevra! Non può stare con un altro… però stando con me rischia grosso capisci? Ha detto di amarmi e io sono rimasto lì come un emerito idiota! L’ho persa per sempre Elektra.-

-Andiamo Harry… Tu non ti sei comportato come un idiota tu sei un idiota! Harry lascia decidere a lei se se la sente di rimanere al tuo fianco oppure lo ritiene pericoloso! Deve essere lei a scegliere! Ti ha detto che ti ama no? Allora torna da lei! Domattina…-

 

Harry si alzò, con un sorriso. Parlare con lei si rivelava sempre utile, era la classica persona che sapeva cosa dire e quando dirle. Le scompigliò i capelli come in genere si faceva con una bambina.

 

-Diavolo Elektra tu sei troppo intelligente per stare con Draco Malfoy.- Si lasciò sfuggire lasciandola ridere di puro gusto. Come poteva aver accettato una ragazza simile di sposare uno come Draco Malfoy? –Buonanotte Elektra!-

 

Elektra lo guardò andare via, camminare tranquillo,  certo che era davvero un bel ragazzo. Con quegli occhi verdi poi… Ginevra era stata una ragazza fortunata. Harry era coraggioso, gentile, premuroso, bello, attraente, un ottimo amico e soprattutto dalla parte del bene. Per certi versi invidiava Ginevra. Alcune volte.

 

Tornò in pochi secondi al presente. Quanti anni erano passati da allora? Sicuramente tanti. Sicuramente c’era ancora tanto di quella ragazza in una parte di lei. Quella ragazza che credeva nell’amore, quella ragazza con un certo senso di giustizia nonostante la famiglia alla quale apparteneva. Ora invece era una Malfoy. La signora Malfoy. Elektra Malfoy secondo alcune era l’invidia della maggior parte delle donne. Richiuse il libro che stava leggendo. Le capitava di tanto in tanto osservare la sua vita dal di fuori. Alzò il capo verso Narcissa assai intenta a lavorare qualcosa all’uncinetto.

-Qualcosa non va cara?- Domandò guardandola accigliata. –Da qualche giorno sei piuttosto strana. Sicura che non nascondi niente di niente? Sei preoccupata per Draco? Vedrai tornerà tutt’intero come sempre. – Disse infine dandole poca importanza. In quella casa si era sempre sentita un po’ sola. Alcune volte ripensava con nostalgia agli ultimi due anni passati ad Hogwarts. In quegli anni aveva davvero cominciato a vivere, nella sua dipendenza e ad affezionarsi a Draco. Fu un suono sordo proveniente dal piano di sopra. Elektra alzò il capo colta alla sprovvista.

-Devono essere tornati…- Disse senza alzare gli occhi dal suo lavoro. Come faceva a non essere mai impaziente quando il marito tornava a casa? A non preoccuparsi se era ferito o mal ridotto? Narcissa era una donna pacata, a cui importava solo di se stessa e ben poco degli altri. Almeno era quello che le dava a vedere. Le sue preoccupazioni più grandi erano quel vestito andasse più di moda in quel periodo nel mondo della magia e che decorazioni utilizzare per le feste che dava in casa. –Giusto in tempo per la festa di questa sera.- Giusto appunto per non smentirsi. I Malfoy davano molte feste al vecchio maniero. Feste elegantissime dove era d’obbligo indossare abiti stupendi e gioielli costosi, questo ad Elektra non era mai particolarmente mancato. Anche da bambina era abituata a queste grandi feste, non ricordava di amarle in modo particolare… preferiva l’avventura e i guai come quelli che combinava insieme ad Harry e i suoi amici.

-Cara, sarebbe meglio che tu iniziassi a prepararti, i tuoi lunghissimi capelli necessitano di una cura molto attenta, se vuoi mantenerli così belli e luminosi.- Concluse il discorso già avviata verso le sue stanze. Dove avrebbe impiegato sicuramente ore a prepararsi. Elektra salì di malavoglia le scale, con la testa bassa e un pochino infreddolita, camminò lenta verso la sua stanza nella speranza di vederlo. Ma Draco ogni volta che rientrava dalle missioni si rifugiava nel suo studio e non vi usciva se non per motivi importanti. Si mise un abito nero privo di maniche fatto appositamente fare per lei appositamente da Narcissa. Si lasciò legare i capelli dalla governante, a Draco non piaceva mai quando li legava, invece adorava quando erano lasciati alla loro lunghezza. Non le aveva mai permesso di tagliarli in modo eccessivo. Il tempo volava sempre alla svelta quando era in procinto una festa. Scese di sotto appena sentì il campanello suonare, Narcissa none era mai pronta ad accogliere gli ospiti puntuale. Narcissa amava farsi aspettare, e la rimproverava spesso per la sua ripetuta puntualità. Era incredibile come da famiglia a famiglia variassero gli insegnamenti erano entrambe donne dell’alta società a cui però erano state insegnate cose diverse. Puntuale come sempre dalla porta entrò Blaise Zabini e signora. La bellissima signora Zabini aveva origini norvegesi, secondo Elektra era una donna bellissima nemmeno con l’affaticarsi della gravidanza era riuscita a mantenere la sua perfetta linea. Blaise la guardò con un sorriso.

-Bellissima come sempre mia carissima Elektra. Non c’è giorno in cui non mi chiedo se Draco sappia di essere così fortunato. –

-Credo che Draco ne sia più che consapevole, della bellezza della sua sposa, intendo. Altrimenti non l’avrebbe mai sposata cosa credi Blaise che Draco sia uno stupido?- Elektra si ricompose subito all’udire di quella voce, Pansy Parkinson. Quella che era stata la più grande amante di Draco Malfoy, ora era una ospite abituale di tutti i loro banchetti in genere meno solita alla puntualità come ogni prima donna che si rispettasse amava farsi attendete, non era stata educata nemmeno lei alla puntualità.

-Buona sera Elektra, state bene?-

-Io bene. E voi signora Zabini?-

-Bene grazie. Scusateci andiamo a mettere via i nostri cappotti.-

Detto questo li lasciarono sola. Draco in genere non amava partecipare a queste feste che la madre amava tanto fare settimanalmente. Infatti, ogni qualvolta aveva una scusa o anche un lavoretto minimo, preferiva svolgerlo in quelle ore. La serata passava in fretta Elektra decise che era veramente l’ora di ritirarsi nella sua stanza così, stanca si avviò verso la sua camera da letto. Notando solo allora la luce dello studio di Draco accesa. Senza bussare entrò nella stanza dove Draco sedeva di spalle. In genere amava guardare fuori dalla finestra quando aveva da pensare. Elektra si avvicinò lenta. Rimanendo in silenzio. Fu Draco a girarsi verso di lei.  La guardò bieco e torvo… era leggermente graffiato sul volto.

-Stai bene?- Chiese piano osservandolo attentamente. Annuì solamente. Tornando a scrivere qualcosa sul foglio. Elektra non accennava a muoversi.

-Hai intenzione di rimanere impalata per molto?- Chiese spazientito.

-No. Scusa vado a dormire.- Disse voltandosi di spalle pronta per andare a dormire.

-Elektra?- Si fermò pronta ad ascoltarlo. –Spogliati.- Elektra rimase ferma al risuonare di quell’imperativo. Voltandosi solo una ventina di secondi dopo a guardarlo. La guardava fisso. Elektra come un automa nelle sue mani lasciò cadere il vestito in terra. Lui non smise nemmeno un secondo di osservarla. Rimanendo solo con sottoveste congiunto al reggiseno che la copriva sino a ginocchio. Senza levarsi le scarpe si avvicinò a lui lenta. Davanti a lui senza alcuna intenzione di muoversi. Fu lui ad allungare le mani e a togliergli lo slip, lasciando il sottoveste a coprirgli la vista. –Sei freddo..- Sussurrò lei. Draco si alzò in piedi, debolmente Elektra lo tocco da sopra i pantaloni. Draco impiegava poco ad eccitarsi. Gli sbottonò piano quasi volerlo portare allo sfinimento i pantaloni, infilando una mano in essi. Toccandolo. Ma Draco in quel momento non voleva una sega. Draco odiava le seghe. Si accomodò sempre pacato sulla poltrona dove sedeva pochi istanti prima, aspettandola. Lei lo accontentò a breve. Portandosi sopra di lui. Lo guardò negli occhi. La baciò. Come faceva tutte le volte non le faceva mai mancare i baci durante il loro rapporto. E si incastrarono l’uno dentro l’altro.

-Blaise Zabini non può nemmeno lontanamente immaginare quanto tu sia bella.- Disse in un soffio sulla sua bocca. –Sei frigida…- Disse vedendola sofferente. Afferrandola per i fianchi e portandola più avanti sul suo membro. –Rilassati… sono io.- Portandola ancora più avanti. Iniziò lei a muoversi. Draco amava essere padrone della situazione ma l’aveva sempre lasciata fare. Le spinte erano deboli. Le afferrò i fianchi fermandola. –Questi parti ti sfiniscono troppo Elektra.- Disse alzandosi senza separarsi. La portò su con se. Appoggiandola alla scrivania. Stringendola di più a lui. Le gambe di Elektra intensificarono la stretta nella circonferenza del bacino di Draco. Lui cominciò  a muoversi avidamente velocemente e soprattutto violentemente. Accarezzandola con le mani il seno inturgidito. Togliendole in definiva quel sottoveste. Elektra alzò gli occhi a guardalo. Le labbra gonfie di baci. –Draco…- Lui in risposta allargò maggiormente la sua gamba destra entrando maggiormente. Ogni volta cercava di inserirsi dentro di lei completamente. Di riempirla tutta.

To be continued

immagine Elektra

http://img146.imageshack.us/img146/473/elektradracorx7.jpg

 

Essì dopo tanto tempo ho finalmente aggiornato! Dite la verità che non ve l’aspettavate? Ho voluto inserire due Elektre a confronto. Una matura e già pronta per Draco che ricorda il modo in cui ha imparato a d apprezzarlo e l’altra l’Elektra che ancora non si rassegna ad un futuro che non vuole. Siccome lavoro spesso con i ricordi ho pensato. Perché non inserirne uno anche qui? Se vi è piaciuto ne inserirò altri promesso. Però fatemelo sapere logicamente! Grazie!  Ringrazio chi mi commenta sempre grazie davvero. Recensite se vi è piaciuta ma anche se non vi è piaciuta fatemi sapere cosa ne pensate di questo Draco e di questa Elektra del tutto nuovi.Baci Strawberry.

Ringrazio tutti quelli che recensiscono alla prossima!

 

 

 

 

 

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