How I Met Your Mom

di Lollo
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Toglietemi Tutto, Ma Non Il Mio Cibo ***
Capitolo 2: *** Capitolo Primo - Vocazioni Spiritistiche ***
Capitolo 3: *** Tic Tic 2 - La Vendetta ***
Capitolo 4: *** Angeli e Demoni ***



Capitolo 1
*** Toglietemi Tutto, Ma Non Il Mio Cibo ***


How I Met Your Mom

 

How I met your Mom

 

 

Prologo – Toglietemi Tutto, Ma Non Il Mio Cibo

 

 

22 Aprile, ore 9.32

 

Ron si girò sonnacchiosamente nel letto matrimoniale, sbadigliando, infastidito dalla luce che filtrava dalle tende della camera. Sbadigliando, rivolse lo sguardo al soffitto, per poi richiudere gli occhi ancora abituati al buio, infastidito; si passò una mano sul viso, poi, sorridendo, l’allungo verso l’altro lato del letto.

 

-          Hermione... – sussurrò assonnato, accarezzandole i capelli. Da sotto la sua mano provenne un leggero ‘Prrrh’. Spalancò gli occhi, confuso.

 

-          Hermione?! –

 

Si girò verso il rumore: Grattastinchi, spaparanzato sul letto, faceva le fusa beato. Ron si accigliò, ritirando immediatamente la mano. Prese il gatto per la collottola e lo sbatacchiò sul pavimento senza troppi riguardi, sbuffando uno ‘schifoso stupido gatto’.

 

Si passò una mano si capelli arruffati, mentre Grattastinchi usciva indignato dalla stanza. Si guardò un secondo intorno, come aspettandosi di trovare Hermione nascosta da qualche parte.

 

Perplesso, uscì dalla stanza. – Herm, dove sei? – chiamò, mentre scendeva le scale. Nessuna risposta.

 

-          Hermione? – si avvicinò verso la cucina, e si accorse che da lì proveniva un leggero ‘tic-tic-tic’. Si immobilizzò. Prese la bacchetta, e si avvicinò più silenziosamente che poteva alla porta.

 

Il rumore era adesso più forte. Col cuore che batteva a mille, spalancò la porta di botto, puntando la bacchetta diritto davanti a se, urlando: - Fermo là! –

 

Hermione alzò lentamente lo sguardo dalla macchina da scrivere, con un sopracciglio alzato.

 

-          Non mi muovo – rispose, con una voce piatta. Ritornò subito con lo sguardo rivolto alla macchina, appoggiata sul tavolo della cucina adesso ricoperto di carte appallottolate e stracciate, confezioni di biscotti e una vaschetta di gelato mezza vuota da una parte, e alcuni fogli ordinatamente ordinati l’uno sull’altro da un’altra.

 

Aveva l’aspetto di chi si è alzato in tutta fretta, senza aver dormito un granchè: i capelli erano tutti scompigliati, aveva indosso una camicia di Ron che le ricadeva larga fino quasi alle ginocchia, e aveva gli occhi cerchiati.

 

-          Scrivi? – disse Ron, sorpreso. Lei annuì assente. – Ispirazione tornata – disse semplicemente, bevendo del caffè da una tazza che sembrava più una pentola da quanto era grande.

 

Ron sorrise entusiasta: - Fantastico! – si avvicinò a Hermione, allungando una mano verso il primo dei fogli che gli capitava a tiro. Lei gli tirò uno schiaffetto sulla mano, senza però alzare gli occhi dalla macchina. Ron la ritirò, massaggiandola. – Ahi... – protestò. Hermione non lo degnò d’uno sguardo. Lui s’accigliò. – Vabbè – disse, - mi vado a preparare.. guarda che dopo il lavoro faccio un salto da Ginny e poi ho gli allenamenti... –

 

Uscì, senza che lei dicesse una parola.

 

*

 

22 Aprile, ore 19.17

 

La testa bagnata di Ron sbucò dalla porta della cucina. I fogli ordinati sul tavolo erano aumentati da quella mattina, ma mai quanto quelli appallottolati, che occupavano gran parte del tavolo ormai.

 

-          Come va? – chiese allegramente ad Hermione frizionandosi i capelli con un’asciugamani.

-          Mmh – rispose lei, continuando a scrivere freneticamente.

 

Lui continuò ad asciugarsi i capelli, fin quando lei non si girò con sguardo assassino, sibilando: - Mi bagni tutto! Non puoi farlo in bagno come tutte le persone normali?! –

 

Ron la fissò sbalordito. – Oh, okay, scusa... – disse, smettendo subito di passarsi l’asciugamani sui capelli e raggiungendo lentamente e poco convinto la porta.

 

*

 

22 Aprile, ore 23.57

 

-          Vieni a letto..? –

-          Un attimino, finisco qui... –

 

Ron sbuffò un po’ irritato; salì le scale e raggiunse la camera. Si infilò sotto le coperte e si girò dalla parte della finestra, dando le spalle alla porta. Dopo un po’, si rigirò dall’altra parte. Poi di nuovo dall’altra. Ancora, e ancora, con quel maledetto ‘tic-tic-tic’ che l’accompagnava di sottofondo.

 

Allungò la mano ed afferrò la sveglia: mezzanotte e dieci.

 

Scivolò fuori dal letto e piano piano raggiunse di nuovo la cucina: Hermione sembrava non essersi mossa d’un millimetro da quando lui le aveva chiesto se veniva a dormire.

Si avvicinò e le cinse la vita con un braccio, appoggiandole il mento su una spalla.

 

-          Allora, vieni? – chiese, quasi implorante.

-         Sì, un attimo, finisco qui... – rispose lei, divincolandosi.

 

Ron uscì dalla cucina sapendo che l’indomani mattina si sarebbe di nuovo ritrovato ad accarezzare Grattastinchi invece che Hermione.

 

*

 

23 Aprile, ore 9.46

 

Ron scese in cucina sbadigliando, con in braccio il gatto. Hermione si era addormentata sul tavolo.

 

-          Tesoro, svegliati... – chiamò Ron, aprendo il frigo con lo stomaco che brontolava.

 

E quello che vide gli fece gelare le vene.

 

Niente. dentro il frigorifero non c’era assolutamente, inequivocabilmente niente a parte un limone, una bottiglia d’acqua e un barattolo di maionese mezzo vuoto.

 

Gli occhi gli vagarono in preda al panico in mezzo al bianco immacolato del firgorifero.

 

Perchè Ronald Weasley potevi non salutarlo la mattina, potevi rivolgerti a lui scontrosamente senza motivo apparente, potevi addirittura togliergli il sesso per una notte – una, però – ma mai, per nessunissimo motivo, potevi togliergli il cibo.

 

-          Non c’è niente – disse, debolmente, quasi non ci credesse.

 

Hermione si stiracchiò, massaggiandosi il collo. – Di che stai parlando..? – chiese, sbadigliando.

 

-          Non hai fatto la spesa ieri – disse Ron con tono accusatorio.

-          Bè, ci potevi pensare tu, no? – rispose lei irritata.

-          Ma io ho lavorato, e sono stato occupato tutta la giornata! –

-          E io no?! – rispose lei, inviperita.

-          Ma sei stata a casa ad ogni modo! –

 

Lei si alzò, guardandolo indignata.

 

-          Per me è molto importante scrivere, che tu ci creda o no non è uno stupido passatempo! –

 

Lui aprì la bocca per protestare, ma non trovò nulla da ribattere; poi, disse, anche se non c’entrava apparentemente nulla: - Ieri sei stata tutto il giorno irritabile, e suppongo anche oggi, senza un minimo motivo! –

 

-          Bè, allora smettila di starmi attorno! – gridò lei; Ron non se lo fece ripetere una volta, ed uscì velocemente di casa.

 

 

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Lo so, come inizio non è granchè e non c'entra una beneamata mazza col titolo - ma andando avanti prenderà una piega diversa, e dovrebbe piacere di più... spero! .__.

Ah, ho sempre immaginato Hermione come una scrittrice non riuscirei mai a vedermela in un Ufficio del Ministero o una cosa simile... forse perchè lei mi piace così tanto e fare la scrittrice è il mio sogno XD comunque, fatemi sapere! ^__^

 

Lollo

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Capitolo 2
*** Capitolo Primo - Vocazioni Spiritistiche ***


How I Met Your Mom

Capitolo primo - Vocazioni Spiritistiche

 

23 Aprile, ore 10.21

Ron diede un calcio ad un sasso prima di sedersi pesantemente su di una panchina del parco, accanto ad una signora di mezz'età, curata, dai capelli ricci. Sbuffò, sconsolato; aveva quasi sperato che lei corresse fuori per fermarlo o una cosa del genere, ma non l'aveva fatto: probabilmente era ancora dietro a quello stupido stupido stupido... (eccetera)... stupido libro. Ne aveva scritti almeno un centinaio - vabbè, libro più libro meno, s'intende - non le bastavano?! Certo, era contento che scrivesse... ma ogni volta si scordava come diventava lei in quelle occasioni. Sbuffò di nuovo e si passò una mano sugli occhi, tristemente.

- Non faccia così, caro. Non ne vale la pena, per una ragazza. - La signora seduta accanto a lui gli aveva posato la mano sulla spalla.

Ron la fissò, un po' sconcertato: - Come fa a sapere che sto male per una ragazza? -

La signora non ritrasse la mano, e lo guardò con uno sguardo scettico.

- No, davvero! - ribadì lui, - non è per quello! -

L'altra alzò gli occhi al cielo e ritirò la mano, ritornando al libro che stava leggendo. Ron si fissò le unghie.

- Oh, okay. E' per una ragazza. -

Immediatamente la signora si voltò dalla sua parte, con un enorme sorriso comprensivo stampato in volto.

*

23 Aprile, ore 11.58

- ... e poi, quel modo che ha di fare a volte, sembra che sa... -

- Sappia. - lo corresse velocemente la signora, come se non potesse farne a meno

- ... sappia tutto lei! -

Ron sbuffò e si mise una mano nei capelli. Non riusciva a crederci: davvero aveva così tanti problemi con Hermione? E non se ne era mai reso conto? Sentì la tristezza assalirlo; doveva assolutamente fare qualcosa. Parlarle. Agire. Fare. Qualche. Dannata. Cosa.

L'amava, checcacchio!

Vide improvvisamente che la donna stava fissando l'orologio. Si fece prendere dal panico.

- Deve andare? - chiese, con fare implorante.

- Mi dispiace moltissimo, ma devo andare in studio... sono di turno, oggi. - rispose lei, e sembrava sincera.

- Ma non può! Non ho mai parlato a nessuno così a lungo, sono riuscito a tirare fuori un sacco di cose... come farò a risolverle? - disse, ormai disperato. Sapeva di sembrare un po' ridicolo, ma sentiva che quella donna era la sua salvezza. Non sapeva come mai, ma lo sentiva. Lei lo fissò, pensierosa.

- Vediamo, - disse, frugando nella borsa - Ecco! - aggiunse poi esultante, tirando fuori un cartonicino stampato e porgendolo a Ron - Il mio biglietto da visita... c'è scritto il mio numero di telefono. Ci possiamo organizzare e rincontrare... Io credo che quelli suoi e della sua ragazza non siano grandi problemi, in fondo... credo le basterebbe ogni tanto sfogarsi, parlarne con qualcuno e con lei - che è decisamente quello che dovrà fare appena tornato a casa! - disse, con un'improvvisa espressione severa sul volto.

- Lo giuro! - esclamò solennemente Ron. La donna sorrise e lo salutò con la mano mentre si avviava velocemente per il vialetto.

Lui si fece ricadere pesantemente sulla panchina, guardando il biglietto; c'era scritto l'inidirzzo di uno studio odonto-qualcosa, un numero di telefono e poi il suo nome: Dott.ssa Jane Helen Bulter

Era il suo angelo custode. Lo sapeva. Lo sentiva. Aveva sempre avuto una vocazione spiritistica o come si dice, in fondo, l'aveva sempre sospettato.

*

23 Aprile, ore 12.11

- Ron! -

Neanche aveva varcato la porta di casa, che Hermione gli aveva gettato le braccia al collo.

- Sei qui! Oddio! Scusascusascusa! - lo guardò implorante. - Mi dispiace, davvero! Non ti avrei dovuto trattare in quella maniera. Sono stata davvero stupida... sei stato via così a lungo, oddio! - lo strinse più forte.

Ron si riscosse dalla piacevole sorpresa di ritrovarsi tra le braccia di Hermione che per una volta chiedeva scusa disperata. Parlare, doveva parlare.

- Anche io ho reagito male - ammise lui, - non avrei dovuto inveirti contro per... uhm... del cibo. Comunque, dobbiamo parlare... -

- Parliamo dopo - rispose lei con fare sbrigativo, prima di spingerlo verso il divano e iniziare a slacciargli la camicia prima che se ne rendesse conto.

Vabbè. In fondo, anche se non parlavano adesso, mica moriva qualcuno.

 

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Eccomi quiiiiiiiii oddio, penso che sta storia mi stia sfuggendo di mano già dal secondo capitolo XD ora non ho per nulla tempo, ma ringrazio tutti quelli che hanno commentato! Continuate, che se no mi deprimo, eh! *_*

Baciiii XD

Lollo

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Capitolo 3
*** Tic Tic 2 - La Vendetta ***


How I Met Your Mom

 

Tic Tic 2 – La Vendetta

 

 

 

 23 Aprile, ore 15.07

 

Ron si alzò furtivo dal letto, tentando di fare più piano possibile per non svegliare Hermione che dormiva tranquilla al suo fianco, e si diresse in bagno per farsi una doccia.

Era stato perfetto, seriamente. Adesso era sicurissimo che tutto sarebbe andato a posto: lei in fondo gliel’aveva detto, o no? Aveva sbagliato a comportarsi così con lui, l’aveva ammesso. Ed era così piacevole sentire Hermione, la stessa Hermione che sapeva tutto di tutto di tutto, dire che aveva sbagliato. Cioè. Era una specie di sogno!

Uscì dal bagno al settimo cielo, già pronto a stendersi tra le coperte con Hermione. Ma lei non era più nel letto; Ron si bloccò, con un oscuro presentimento. Scese le scale, lentamente, quasi con il terrore, per poi avvicinarsi alla cucina e socchiudere la porta lentamente e silenziosamente.

I suoi sospetti erano fondati: il ‘tic-tic’ era tornato tra loro. Chiuse la porta di scatto e ci si appoggiò contro.

Lo sapeva. Lo sapeva. L’aveva sempre saputo in fondo. Doveva parlarle, come le aveva detto la Tipa del Parco, invece di farsi vincere da... da... dai desideri carnali, ecco! Ma poteva recuperare, poteva farlo adesso: meglio tardi che mai!

Aprì la porta con determinazione.

-          Hermione, - cominciò, solenne. – io... – che poi, che doveva dirle? Cioè, che doveva smettere di scrivere? Era sicurissimo che non l’avrebbe mai fatto, conoscendola... quindi era totalmente inutile. Che si sentiva trascurato?

Immaginava già il suo sguardo da ‘ohppovero ragazzo complessato.’

Hermione lo stava fissando, in attesa, le mani sospese sui tasti. Ron incespicò un attimo, chiuse e riaprì la bocca un paio di volte e poi lasciò perdere.

-          No, vabbè, niente... – disse, poco convinto.

-          E, senti, che mi dovevi dire prima? – domandò Hermione, riprendendo a digitare sui tasti velocemente.

Ron rimase interdetto per un attimo, prima di rispondere ancora: - No, non importa... –

E si diresse verso la porta; ma prima che potesse uscire, dietro di lui, sentì Hermione dire: - Senti, per favore, non è che fai un po’ le faccende, che sono occupata..? – prima che riuscisse a rispondere, lei tirò fuori una lista lunga qualche chilometro, si alzò e gliela porse. Ron la fissò sconvolto.

-          Ecco, qui c’è quello che dovresti fare. In ordine cronologico, per favore, eh. Grazie, ti amo! – e lo chiuse fuori dalla porta.

*

 

23 Aprile, ore 16.53

 

Ron fissò torvo la lista della spesa, che era allegata alla lista dei lavori della cucina, che era allegata alla lista delle faccende.

 

1-     Latte

Ok, era facile, ce la poteva fare. Latte. Bastava cercare in quel marasma di scaffali del supermercato  e l’avrebbe trovato in un batter d’occhio.

Alzò lo sguardo sulle migliaia di scaffali, chiedendosi da cosa iniziare la perlustrazione, e alla fine si inoltrò nella fila più a destra. Si ritrovò in una specie di Mondo dei Biscotti. Biscotti ovunque, di tutti i tipi e dimensioni, tutte le marche possibili inimmaginabili erano sugli scaffali di quel supermercato.

Quasi sopraffatto, riemerse velocemente fuori dal corridoio, ma andò a sbattere inavvertitamente contro una specie di fortino di frollini, che gli crollò rovinosamente in testa.

Una commessa decrepita dallo sguardo omicida puntò con occhi folli Ron circondato dalle scatole, e si avvicinò a passo di carica. Lui scattò in piedi impaurito.

-          Allora, lei! – strillò la commessa con sguardo pericoloso – lo sa, ha una benchè minima idea di quanto ci voglia a sistemare tutta questa roba in quel modo?? –

-          M... mi scusi... – Ron cominciò a raccattare le confezioni.

-          Ma cosa si scusa, a me che me ne frega delle scuse, adesso mi tocca rimettere tutto a posto... – la donna cominciò ad agitare le braccia in aria furiosa, e Ron ne approfittò per defilarsi quando si mise a sbraitare contro un bambino che aveva camminato sul pavimento appena lavato.

Sospirò di sollievo, e guardò sconsolato le altre file e file di scaffali che ancora doveva esplorare. E la commessa frustrata sembrava solo uno dei molteplici ostacoli! Non ce la poteva fare. Doveva trovare un modo.

E poi, la vide.

La Luce.

Il suo angelo custode, nonchè anche conosciuta come la Tipa del Parco, stava scrutando poco convinta un panetto di burro poco lontano da lì.

-          Ehi! – chiamò. Poi si ricompose. Insomma, stava parlando con una creatura celeste. – Mi scusi! –

La donna si girò incuriosita. – Oh! – esclamò quando lo vide, sorpresa. – Ancora tu! Che coincidenza! Come va..? – chiese, allusiva.

-          Uhm... sì... – fece un segno che significava ‘così così’ con la mano.

-          Avete parlato? –

-          No... – rispose con un sorriso gongolate – però... –

La donna inarcò le sopracciglia. – Oh! – disse alla fine.

-          Già – annuì Ron. – Cooomunque, devo fare la spesa. Solo che ho un problema. -

-          Tipo? -

-          Il latte. -

La signora indicò un punto non molto lontano da lì nel banco frigo, dove si trovava il latte. Gli si illuminarono gli occhi. Si diresse dove gli aveva indicato e, finalmente, prese una bottiglia di latte e la infilò nel carrello. Orgoglioso di sè, ritirò fuori la lista e lesse cosa veniva dopo.

-          Bene, io allora vado a pagare... ci rivediamo, forse! –

 

2-     Biscotti

Oddio.

 

-          No, aspetti! Senta, dovrei chiederle un favore... non è che sono molto pratico... – disse disperato. Si sentiva alquanto stupido a chiedere a qualcuno di accompagnarlo a fare la spesa, però, a mali estremi... non poteva correre il rischio di rincontrare la commessa.

 

La signora sorrise paziente. – Mmh, okay, ti do’ una mano. E dammi del tu, tanto...

Ron sospirò di sollievo.

 

-          Non so se qualcuno te l’ha mai detto, ma... sei proprio un angelo!

*

Hermione corse per il primo reparto a sinistra del supermercato, cercando Ron. Si sentiva davvero in colpa; straordinario quanto diventava egoista quando si trattava di scrivere. No, okay, non era egoismo, in fondo era il suo lavoro e una volta tanto Ron se la poteva anche cavare... però...

Si guardò intorno e piegò verso sinistra. Finalmente scorse la figura di Ron in fondo, e si affrettò ad avvicinarsi; mentre lo faceva, notò una donna, che lei non riusciva a vedere in faccia – era girata di spalle – che gli stava dicendo qualcosa. Istintivamente, si fermò, proprio prima di sentire la voce di Ron.

 

-          Sei proprio un angelo! –

E chi cazzo era quella??

 

 

 

 

Ehilàààà, ecco il nuovo capitolo >_- lo so, in questa fanfiction ho lo straordinario potere di far andare Hermione OOC, ma è più forte di me, non me ne

vogliate T_T

Commentucciooo? *___*

Lollo

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Capitolo 4
*** Angeli e Demoni ***


How I Met Your Mom

 

 

Angeli e Demoni

 

 

 

23 Aprile, ore 17.37

 

Hermione stava rigirando tra le mani i fogli che avrebbe dovuto inserire nella macchina da scrivere, velocemente ed ossessivamente, gli occhi spalancati.

 

Sei un angelo. Sei un angelo. Sei un angelo.

 

La frase le risuonava in testa ininterrottamente e sentiva che se avesse avuto Ron davanti si sarebbe trasformata in un demone, e più passava il tempo più desiderava non essere corsa via in preda al panico, essere rimasta lì a spedire all’inferno quel presunto angelo. E poi magari anche Ron. Anzi, quasi sicuramente. Ed era ormai decisa a farlo comunque appena sarebbe rientrato – spedire Ron all’inferno, dico – quando lui tornò, carico di spesa.

 

-          Ciao! – disse allegramente, poggiando le borse della spesa sul tavolo.

 

Hermione sentì il cuore palpitarle a mille; okay,adesso prendilo per i capelli, tramortiscilo, scava una buca e fallo soffocare lì dentro.

 

Lui le sorrise.

 

-          Come va il lavoro? – chiese, sistemando la spesa.

 

No. Non ce la poteva fare.

 

Sorrise forzatamente, rosa dalla curiosità e dalla mortificazione: - Uhm, sì, tutto bene... – lui sorrise di nuovo, poi fece per uscire dalla cucina. Hermione venne presa dal panico: un assurdo desiderio che lui, per nessun motivo, si allontanasse si era impossessato di lei.

 

-          Ron! – si ritrovò ad urlare di colpo. Lui si girò perplesso.

-          Mh? – chiese.

 

Hermione aprì la bocca a vuoto un paio di volte, senza sapere realmente cosa dire.

 

-          No, vabbè, niente... – disse a bassa voce abbassando lo sguardo. Ron si strinse nelle spalle e si rigirò diretto alla porta.

-          No, aspetta! – disse di nuovo lei.

-          Cosa?! – chiese Ron, adesso con un tono di voce un po’ preoccupato.

-          Tu... ehm... grazie per aver fatto la spesa. – sussurrò. Lui strabuzzò gli occhi.

-          Ma no, ti pare... –

-          E grazie per sopportarmi anche quando sono così scorbutica. E quando ti trascuro. E quando ti faccio fare tutte le faccende di casa. E... lo sai che ti amo, vero? –

-          Hermione, ma che hai? – Chiese, decisamente perplesso.

-          No, è che... me lo diresti se... ehm... conoscessi un’altra ragazza e... ehm... – cominciò poco convinta, tamburellando le dita di una mano e rigirandosi una ciocca tra le dita dell’altra.

 

Ron la scrutò con una strana espressione – quasi sollevata – per poi appoggiare le mani sul tavolo e fissarla negli occhi.

 

-          Hermione, io non ti tradisco. – disse, con determinazione.

 

-          No? – chiese lei, insicura.

 

-          Assolutamente. – ribadì, scostandosi, mentre lei sospirava un ‘okay...’. Ma appena uscì, Hermione non potè far a meno di ripensare alla scena... magari era una commessa. Poteva essere chiunque, effettivamente... non c’era bisogno di essere così gelose. Si era immaginata tutto, sicuramente. Sorrise sollevata, e infilò un foglio dentro la macchina da scrivere, improvvisamente ispirata.

 

 

 

23 Aprile, ore 17.59

 

Ron andò a stendersi sul divano, ripensando a cosa era successo. Non aveva mai visto Hermione così; cioè, non capiva proprio cosa l’avesse portata a pensare che lui la tradisse, o come le fosse venuta in mente che sarebbe potuto succedere.

 

Come potevi essere così verme da tradire una persona con la quale hai passato così tanto tempo, la persona che hai visto, non so, schiarirsi i suoi baffi inesistenti con un intruglio non meglio identificato, la stessa persona che ha la mania di non pulire la spazzola dopo essersi pettinata, la stessa persona che molto spesso pur di non incolpare Grattastinchi di rovinare la tappezzeria con le unghie si inventava dei folletti immaginari che giravano per casa e graffiavano i muri... andiamo, devi per forza voler bene ad una persona che è in grado di inventarsi dei folletti graffiatappezzeria e spulciarsi tutti i libri che trova per capire se effettivamente esistono!

Soprattutto se quella persona era Hermione.

 

Sorrise perso nei suoi pensieri, per poi rendersi conto che non era arrivato al punto della questione: come mai si era messa in testa una cosa del genere? Un pensiero lo colpì: che avesse, non so, visto qualcosa tra lui e Jane? Ma era impossibile, si erano visti solo due volte e sicuramente senza di lei – era totalmente da escludere. Forse era solo una fissa, qualcosa del genere. Vabbè, tanto si era risolto tutto... ma non era lui di solito a fare le scenate di gelosia? Pensò sorridendo. Anche se la sua non era stata proprio una scenata...

 

Il suo flusso di pensieri venne interrotto da un gufo che picchiettava insistentemente alla finestra. Si alzò, lo fece entrare e gli porse una ciotolina con dell’acqua, per poi aprire la lettera.

 

Cominciò a leggerla, e un sorriso di trionfo gli si aprì sul viso.

 

-          Cos’è? – Hermione era entrata nella stanza, incuriosita dal rumore. Ron si affrettò a nascondere la lettera.

-          No, no, nulla..! – disse precipitoso. Non poteva di sicuro farsi scoprire a quel punto... ormai non poteva tornare indietro.

 

 

 

23 Aprile, ore 18.11

 

-          Cos’è? – non finì di pronunciare la frase che vide Ron nascondere precipitosamente una lettera – era sicura che lo fosse – dietro la schiena.

 

E d’improvviso tutti i buoni pensieri che aveva fatto prima si dileguarono.

 

 

 

 

Finalmente EFP è tornato *___* e finalmente, con fatica, mi sono messa a scrivere questo capitolo... ringrazio tantissimo: Clo87, funkia, _Miwako_, Evan88, babyButterfly, Xantippe, redRon, daisy05, SiJay e la VALLYYY *_*

 

 

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