Your eyes are the doors for the heaven...

di sadako yamamura
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Momento di riflessione.... ***
Capitolo 2: *** All begins here... ***



Capitolo 1
*** Momento di riflessione.... ***


Non avrei mai creduto di ritrovarmi in una situazione del genere.Mentre l'erba umida bacia la mia pelle,respiro piano per
poter udire i rumori della notte.E' la prima volta che vedo la Piana della Bonaccia.Dal vivo intedo.Ho fatto talmente tante
partite in questa piana vasta ed incontaminata che appena arrivata,sentivo come un'aria familiare,mi sentivo a casa.E
stavo bene.Nonostante lo shock,l'esasperazione,lo stupore di trovarmi in un mondo,che fino a qualche giorno fa,avevo
visto sempre e solo tramite una televisione,non mi aveva fatto molto effetto sinceramente.No.Non è per questo che ho
delle fitte al petto e sto male.Sono agitata,per il semplice fatto che ti ho incontrato.Sono rimasta sveglia giorni e notti,
cercando di portare a termine quella missione apparentemente impossibile,ma che con molta determinazione sono
riuscita a concludere.Ma ora era diverso.Non ti comandavo più con un joystick.Tu mi parlavi.Mi sorridevi.Mi guardavi
con quegli occhi profondi,che sembravano nascondere dentro di sé tutti i segreti del mondo.Scherzavamo anche.Proprio
come facevi due anni fa con lei.Ma era proprio questo il motivo per cui ho iniziato con te questo viaggio.Dovevamo cercare
la tua invocatrice.La tua Yuna.Qella per cui hai rischiato la vita.E l'hai persa.Ma ora gli intercessori hanno voluto farti un
regalo:ti hanno riportato in vita,non come un sogno questa volta,ma maledettamente reale.E sei finito sulla mia terra,senza
una meta precisa dove andare.Finchè non hai incontrato me.Io sapevo già tutto della tua storia.Ti Ricordi?Mi scambiasti
per Yuna.Forse era stato per gli occhi.Verde ed azzurro.Rimembro ancora il tuo volto:disorientato sì,ma maledettamente
bello ed espressivo.E quando fu tutto chiarito mi implorai di aiutarti nella ricerca della tua Yuna.Io accettai entusiata.
Non desideravo altro che rivedervi insieme.Il solo pensiero che Yuna avrebbe potuto riabbracciarti mi faceva una gran
gioia. Ma ora non ne sono più tanto sicura...
Chiudo gli occhi e respiro....riaprendoli,guardo la tua tenda.Vedo la tua ombra disegnata dal riflesso lunare e dalla
lanterna che illuminava leggermente la tua sagoma.Richiudo gli occhi.Adesso basta.Smetto di pensare.Sento dei passi...


Ascoltate la mia storia....forse è l'ultima occasione......

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Capitolo 2
*** All begins here... ***


Sinceramente non amavo molto viaggiare.Non mi piaceva rimanere lontana dalla mia abitazione.Si,forse questi son solo dei capricci da bambina,ma in quel periodo non avevo proprio voglia di partire per una crociera nel Pacifico. Ma i miei ci tenevano così tanto...e non potevo deluderli proprio adesso,che per il mio diciassettesimo compleanno ricevetti da loro il regalo che sognavo da una vita:una playstation 2 color rosa perlato ed in più il primo capitolo per PS2 della saga più famosa creata dalla Squaresoft:Final Fantasy X.Si,forse è da quel giorno che è iniziata la mia dipendenza per quel gioco.Inizialmente non ero molto presa,ma quando la storia cominciava a prendere un percorso lineare e si faceva sempre più avvinciente,la mia mente fu completamente travolta da quella trama,così intricata e complessa e,per me esistevano solo il joystick ed il televisore.A volte fingevo di sentirmi male,mi facevo venire i rigurgiti e usavo spessissimo il trucco del termometro sul termosifone e,con una buona dose di recitazione riuscivo a convinciere mia madre a farmi restare a casa e non mandarmi a scuola.Quando poi lei,era ormai uscita per lavoro,io uscivo fuori dal letto come un razzo ed in men che non si dica,mi ritrovavo a giocare,a volte anche 24ore su 24.Ed intanto era arrivato giugno.Le vacanze si avvicinavano ed io ero elettrizzata.Perchè avevo appena finito il gioco,e visto il triste finale non potevo che sperare in un seguito.Quello in cui Yuna e Tidus si sarebbero riabbracciati.Si,era quello lo scopo per cui giocavo.Ci passavo giornate intere,marinavo la scuola e giocavo tutto il giorno.Finalmente conclusi il gioco.Avevo la mente sgombra da ogni tipo di pensiero:solo uno occupava la mia testa:li suo sequel.Sapevo che ci sarebbe statoe, non volevo assolutamente perdermelo.Ma intanto il giorno del viaggio si avvicinava.Non era poi la fine del mondo,anzi sarei dovuta essere super felice.Ma io avevo in mente solo ed esclusivamente quel pensiero;lo so,potrei passare per l'ennesima drogata di videogiochi,ma la mia storia è diversa da tutte le altre.Incomincierei con le presentazioni:Evangeline Karewada,17 anni appena compiuti e nutro passione per la play e le arti marziali.Segni particolari?Sono meticcia,padre australiano e madre giapponese e........Avete tutti presente Yuna, vero?Ecco,se non fosse per i capelli rossi scarlatti,sarei la sua fotocopia.Sopratutto per il taglio scalato dei capelli ed il colore degli occhi.Verde e azzurro.Come vi avevo già preanunciato tutto cominciò quando dovetti partire per la crociera. Preparati i bagagli e tutto,lasciammo,io e la mia famiglia,un po' a malincuore,quella che era la nostra abitazione e ci dirigemmo verso il porto.Non c'era niente da dire:la nave era super lussuosa;doveva appartenere ad una di quelle società di gran-turismo specializzate in vacanze da crociera.Mi guardavo intorno:quelle che mi circondavano erano tutte persone di un certo criterio: sapevo già che sarebbe stato un viaggio noiosissimo e tra bon-ton e buone maniere,non c'era molto da divertirsi.Fortunata- mente però,avevo una cabina vista mare tutta per me:la consideravo un po' il mio covo,il mio luogo di riparo dagli occhi inde- siderati in cui poter sprigionare senza paura i miei pensieri.Però c'era da dire che stare chiusa in cabina per tutta la durata del viaggio non era il massimo per trascorrere una crociera.Allora il secondo giorno mi feci forza(e per me ce ne voleva...)e decisi di fare una passeggiata sul ponte principale della nave.Uscii dalla mia cabina e,che ci crediate o no,impiegai un quarto d'ora per uscire da quelli che erano i lunghi ed intricosi corridoi della nave,tutti ornati con decorazioni d'oro e lustrini d'argento per ac- cogliere tutti gli ospiti con grande stile.Ma io,sembravo essere passiva alla cosa...non me ne poteva fregare di meno.Sembravo un fantasma che vagava per un mondo che non poteva essere il suo.Finalmente,eccomi arrivare nell'ultimo corridoio,quello che conduceva al ponte principale della nave.Ma questo era diverso dagli altri.Lo so,è strano mettersi a riflettere sull'archi- tettura dei corridoi,ma è difficile non farlo quando tutti gli altri sono di un cemento solidissimo mentre quest'ultimo era interamente fatto di cristallo il quale, faceva riflettere i raggi solari contro di esso creando così dei bellissimi effetti arcobaleno su tutta l'arcata della finestra.Essa dicevo,non aveva ne porte ne finestre,pertanto si poteva benissimo vedere quel che succedeva sul ponte della nave.Credevo mi avrebbe acciecato chissà quale gran luce solare di fine Giugno ed,invece mi trovai davanti un tramonto scarlatto che risaltava le acque dell'oceano eternamente calmo,il Pacifico,e anche la parte rossastra dei miei capelli...Strizzai per un momento gli occhi.A causa del colore dell'iride sinistra,che tendeva a colorarsi di un verde acqua chiaro rispetto all'azzurro-cyan dell'iride destra,i miei occhi non potevano reggere una fonte di luce diretta ambedue nello stesso momento, quindi dovetti chiuderli per farli riposare qualche istante.Pochi secondi e li riaprii.Non c'era nessuno sul ponte.Era strano.Credevo fosse molto affollato.Credevo che con la folla mi sarei mescola- ta meglio in un atmosfera festiva di cui non mi sentivo partecipe fin dall'inizio.Ma mi sbagliavo evidentemente.Varcai la soglia del corridoio di cristallo e giunsi sul ponte.Ma a poco a poco che avanzavo mi rendevo conto che i miei occhi avevano commesso un errore:si,perchè li davanti a me,c'era qualcuno che non avrei mai e poi mai dovuto scoprire. Avrei fatto meglio a voltarmi e a pensare"Vabbè,verrò un altra volta..."ma forse tutto questo è stato voluto dal destino, o peggio ancora, da me stessa.

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