Sprazzi.

di Nate__
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Lucy. ***
Capitolo 2: *** Edmund. ***
Capitolo 3: *** Susan. ***
Capitolo 4: *** Peter. ***



Capitolo 1
*** Lucy. ***


                                                                                                                                                                            Lucy.


 Caro Diario,           
 
oggi è successa una cosa davvero, davvero strana!  Con Peter, Susan e Edmund stavamo giocando a nascondino, sono entrata in un armadio per nascondermi, e aldilà di esso, vi era un Paese magico!!  Aveva appena finito di nevicare, i pini erano così belli!
Ho incontrato un fauno là: il Signor Tumnus. Era così gentile. Mi ha portato a casa sua a bere del the, e a mangiare dei dolcetti. Poi mi ha fatto addormentare, usando uno strano strumento. Inizialmente, lui mi aveva invitato per consegnarmi alla Strega Bianca, colei che governa il Regno. Poi però, mi ha lasciato fuggire: in fondo il Signor Tumnus è molto, molto buono.
La Strega Bianca a quanto pare no. Tutti vorrebbero ribellarsi ma nessuno ne ha il coraggio.
Un po’ come qua, insomma.
A Narnia ci sono animali che parlano, streghe, driadi, ninfe, nani e tante creature magiche!
Quando sono tornata, ho detto tutto a Peter, Susan e Edmund.
Non volevano credermi! Nessuno dei tre ha voluto ascoltarmi per bene. Perché credono che abbia detto una bugia? Dico sempre la verità. Sempre. Eppure, nessuno mi crede mai.
Ma glielo dimostrerò, lo giuro!
Lo giuro su di te Diario, glielo dimostrerò a tutti e tre! E dovranno credermi per forza.
Vado a dormire, ho molto sonno.
Buonanotte.
Ps:  il posto magico si chiama Narnia. E là il tempo trascorre più velocemente che sulla terra. Direi molto più velocemente.

 

 
Caro Diario,
 

ne è passato di tempo eh? Il fatto è che dopo tutto quello che era successo, mi ero dimenticata di scriverti le ultime novità.
La Strega Bianca è stata sconfitta, e i fratelli Pevensie sono stati nominati re e regine di Cair Paravel, da re Aslan. Egli è un leone, e si può dire che fosse la figura celestiale più alta che gli abitanti di Narnia potessero avere.
Mi manca.
E’ tutto così strano: eravamo  cresciuti a Narnia, quindi dopo tanto tempo ci eravamo dimenticati dell’armadio: siamo entrati in esso, e appena abbiamo aperto la porta di esso, ne siamo usciti con l’età che avevamo quando siamo entrati.
Era come se il tempo si fosse fermato, sulla terra.
Non ho nemmeno detto Arrivederci a Tumnus. Gli volevo così bene. Chissà che fine ha fatto. Insieme alla famiglia dei castori, naturalmente: ero così affezionata a loro. E Cair Paravel? Chi regnerà su Narnia?? Sono sicura che Aslan, manterrà l’ordine.
Per ora so solo che devo andare in una stupida scuola privata per studiare insieme a Susan, Peter e Ed. E per andarci dobbiamo prendere la metropolitana. Quanto la odio.
Spero che un giorno potremo tornare in quel posto così meraviglioso e stupefacente.
E anche se Su fa la sostenuta, so che lo vuole anche lei.
Ti lascio con queste parole.
Lucy.


 
Caro Diario,

 
siamo nel bel mezzo di una guerra contro gli abitanti di Telmar. Il principe che dovrebbe regnare su Narnia si è unito a noi. Suo padre infatti è morto, e gli è rimasto solo lo zio su cui contare; o almeno gli era rimasto. Perché egli, che si chiama Miraz, ha tentato di ucciderlo, tentando di dare a suo figlio il diritto di legittimità. Sarebbe stato lui l’unico erede.
Il principe in questione si chiama Caspian e inizialmente non andava molto d’accordo con Peter, ma poco a poco hanno imparato a comprendersi.
Ti scrivo perché sono l’unica che non sta partecipando alla battaglia, che non sta facendo l’attentato.
Sono la più piccola, e in quanto più piccola devo restare al sicuro.
E così, eccomi qui.
Avrai certamente capito che siamo a Narnia. Praticamente a Caspian è stato dato il corno di Susan, un corno magico in grado di fornirti aiuto; lui l’ha suonato ed eccoci qui.
Sono felice di essere finalmente riuscita a tornare a Narnia. Qualche giorno fa vidi Aslan, ma nessuno mi credette. O meglio, nessuno eccetto Ed. Lui stesso ha detto:
<< L’ultima volta che non ho creduto a Lucy, ho finito per fare la figura dello stupido. >>
O qualcosa di simile. E’ bello vedere, che qualcuno dalla tua parte c’è.
Sono passati secoli dall’ultima volta che siamo stati in questo posto surreale e fantastico. Intendo secoli per davvero: di Cair Paravel sono rimaste solo rovine, a dominare Narnia vi sono i Telmarini e di Tumnus e dei castori non c’è traccia.
Chissà come sta andando la battaglia. Sono molto in pensiero per i miei fratelli, per CPA  e per Ripicì.
CPA sta per caro piccolo amico, ed è un nano piuttosto scorbutico ma con un cuore d’oro. Gli voglio molto bene. Ripicì invece è uno dei pochi animali parlanti rimasti: è un topo davvero molto buffo e gentile, e sembra la reincarnazione  di uno dei tre moschettieri.
Per oggi basta.
Buonanotte Diario.

Lucy Pevensie.

 

Caro Diario

 
E’ ormai passato parecchio tempo dall’ultima volta che ti ho aperto; ed ora eccomi qui. Sono davvero triste, perché Aslan ha detto a me e Ed che non potremo più tornare a Narnia.
No, non è come pensi tu: non siamo stati propriamente a Narnia, ma su una nave. La nave di Caspian.
Ho dimenticato di dirti l’esito della battaglia contro i Telmarini! Peter ha sfidato Miraz. E ha vinto il primo, così che Caspian potesse regnare indisturbato su tutto il regno di Narnia.
Ritornando alla nave; Caspian fu molto sorpreso quando mi vide spuntare dal nulla su di essa. Non c’erano Susan e Peter, loro ormai erano troppo grandi.
C’era anche Eustachio. Proprio così: anche nostro cugino è stato trascinato in quella nave, perché quando siamo stati catapultati sulla nave eravamo a casa sua: dovevamo trascorrere da lui le vacanze estive. All’inizio era insopportabile; come sempre del resto. Ma credo che l’avventura l’abbia cambiato; non andava molto d’accordo con Ripicì, ( sì, c’era anche lui sulla nave di Caspian), ma dopo che Eustachio si trasformò in un drago, a causa di gioielli magici, strinsero molto, e il suo carattere mutò; certo non del tutto, non completamente, ma mutò.
E’ stata un’avventura diversa da quelle che ho vissuto precedentemente, e altrettanto bella.
Mi duole il cuore al solo pensiero, di non poter più tornare a Narnia, di non poter più abbracciare CPA e Ripicì e di non poter più rivedere Caspian. Ma si sa, tutte le cose belle hanno una fine.
Il luogo dove sono cresciuta, il luogo che ho sempre amato; Perduto.
Eustachio, invece, potrà tornare. Chissà quali avventure lo aspettano.
Chissà quali bizzarre creature incontrerà. In questo ultimo viaggio che abbiamo fatto ne abbiamo incontrate davvero di strane, ma non sto qui a raccontarti di esse perché sono molto stanca.
Addio Narnia.


La Regina Lucy, la Valorosa.
 



Nate scrive:
Che ne pensate? Vi prego di recensire, per farmi sapere se è tutto corretto, perché è davvero da molto tempo che non leggo il libro delle cronache e non vedo i film.
Un tasto non nuoce alla salute, quindi premete quel razza di mouse su “ preferite” o “ ricordate” se vi è piaciuta particolarmente.
Una recensione aiuta l’autore a capire se c’è qualcosa di sbagliato in quello che ha scritto, o se è semplicemente brutta la storia.
O perché no, una recensione può far rallegrare un autore, nel caso essa sia positiva.
Quindi in sintesi, vi prego di surclassare questa fan fiction di recensioni, belle o brutte che siano.
Pi esse: ricordate che nel primo “ sfogo” lucy ha otto anni, quindi non può usare un linguaggio forbito! Se ho sbagliato negli altri tre, chiedo umilmente perdono.

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Capitolo 2
*** Edmund. ***


                                                                                                                                      Edmund.
 
 
Il ragazzo si distese sul letto, stanco, a causa della giornata pesante. Come tutte del resto.
Guardò il soffitto cercando, invano, di prendere sonno. Passarono cinque, dieci, quindici minuti: niente.
Strano: solitamente riusciva ad addormentarsi velocemente, rapidamente, come se nulla fosse. Forse l’insonnia, era dovuta alla tensione che vi era in quel corpo stanco; l’indomani avrebbe dovuto sostenere un esame. Si era già diplomato, e stava tentando di laurearsi; si era iscritto alla facoltà di giurisprudenza. Materia pesante, direte voi; materia perfetta sosteneva lui.

<<  Dicono che se una persona è agitata, dovrebbe pensare a ricordi felici, o tantomeno piacevoli.  >> sussurrò.
Inevitabilmente, di scatto, si alzò, e si diresse verso l’armadio della casa in cui viveva temporaneamente; ( era stata presa in affitto.) era davvero grande, gli ricordava quello di Narnia. Le increspature, le decorazioni così ottocentesche, il legno liscio e ruvido allo stesso tempo. Ma non era ovviamente lui, non era sicuramente quel pezzo d’antiquariato, grande e grosso che aveva tanto amato. Era grazie a quel mobile che i quattro fratelli Pevensie avevano scoperto quel mondo così magico, così fantastico, così surreale, e meraviglioso. E tutto grazie alla sorella minore; tutto grazie a Lucy.
Edmund sfiorò l’armadio che vi era nella stanza, pensando a quello che li aveva fatti sognare, che li aveva fatti riunire e compattare.
<< E’ passato così tanto tempo..  >> pensò. Nella mente del giovane riaffiorarono centinaia di ricordi, ma lui colse solo i più importanti.
La prima volta che posò piede su Narnia. Era entrato in quell’armadio per gioco, per fare spaventare Lucy; << Ero davvero così stronzo? >> si lasciò sfuggire il ragazzo, trattenendo a stento un sorriso. << Ricordo perfettamente il luogo: sembrava una di quelle palle con la neve dentro; era bellissimo, era stupendo; ma lasciarmi andare non era proprio da me. I pini erano alti, robusti e innevati. Però c’era qualcosa, o qualcuno che rendeva insolita l’aria che veniva respirata; era strana, pesante, carica di tensione. Triste. E senza saperlo, in quello stesso giorno incontrai la persona che faceva diventare quell’aria ancora più fredda di quanto fosse già; la Strega Bianca.
La prima volta che la guardai ne rimasi incantato: aveva la pelle pallida come la neve;  il vestito era interamente bianco, ed ornato con pietre preziose e ghirigori.
Innocentemente mi lasciai ingannare da quella donna, che sembrava tanto buona e cara; indubbiamente mi aveva stregato, ma ovviamente c’era anche del contributo da parte mia; ammetto di essere stato uno sciocco, un egoista e di essere stato un pallone gonfiato.
Ella infatti mi aveva promesso il diritto di legittimità; sarei stato io il re del regno. In cambio, però, avrei dovuto portare a Narnia i miei tre fratelli.
Ammetto di essere stato anche abbastanza superbo.  Quel mostro mi stava ingannando; quando mi presentai dinnanzi a lei, senza Peter, Susan e Lucy, mi fece rinchiudere nelle prigioni del  suo castello.
A Narnia, tutte le persone che si ribellavano alla strega bianca, venivano trasformate in statue di ghiaccio. Ormai per loro, non c’era quasi più speranza. Come per me, d'altronde. Giorni freddi e bui mi aspettavano. Fortunatamente,  i miei fratelli mi liberarono. Sono e sarò per sempre grato a quei tre. In seguito incontrai Aslan; il punto di riferimento degli abitanti di Narnia, il loro Dio.
Successe, però, che Jadis  ci raggiunse, e disse che voleva rivendicare il mio tradimento. Aslan però, la invitò in una tenda, e là raggiunsero un accordo: il leone si sarebbe sacrificato al mio posto.
Rimanemmo tutti a bocca aperta, stupiti. Quanto voglio bene a quella creatura così fantastica e magica.
La sera stessa fu immolato, ma successe una cosa inaspettata: Aslan resuscitò. Lo scoprirono Susan e Lucy, quando si recarono alla Tavola di Pietra.
Nel frattempo noi eravamo molto impegnati. Stavamo combattendo; la Battaglia di Beruna.
L’esercito della strega bianca, contro i ribelli. Uno scempio; a terra creature morte, fauni giovani, che non sarebbero mai tornati a casa; che non avrebbero mai rivisto la loro famiglia. Centauri sanguinanti che nonostante le ferite evidenti e massicce, continuavano a combattere come se nulla fosse;
Una vera e propria strage.
Tutto  sembrava perduto; Peter non riusciva a sovrastare Jadis.  Ma proprio quando mio fratello stava per cedere,  Aslan comparse, e uccise la strega.  La battaglia era finalmente finita. Ci recammo a Cair Paravel; là Aslan ci nominò re e regine di Narnia: Peter il Magnifico, Susan la Dolce, Edmund il Giusto e Lucy la Valorosa. Ricordo benissimo quel giorno: il sole illuminava il castello in una maniera spettacolare. Trascorsero gli anni, e casualmente riattraversammo il portale: stavamo portando al termine una battuta di caccia quando adocchiammo un lampione: ‘ cosa ci faceva là, in mezzo al verde della foresta?’ In meno di cinque secondi ci ritrovammo là, spaesati, in quella stanza del primo piano, nella casa del professore. Istintivamente  ci guardammo tutti e quattro, e capimmo quello che era appena successo. In quello stesso istante entrò nella camera l'anziano signore, chiedendoci dove eravamo stati. Fatto sta, che quel giorno raccontammo l’intera avventura ad egli.
Ma essa non finì lì. Aspettammo circa un anno, prima di ritornare a Narnia.
L’anno più lungo della mia vita.
Quel giorno due ragazzi avevano attaccato briga con Peter; quando giunsi alla stazione, si stavano già picchiando. Come potevo non difendere mio fratello? Spostai tutti quelli che erano davanti a me, cercando di raggiungerlo: quando riuscii a farmi spazio tra la folla che vi era davanti a me, presi coraggio e iniziai a picchiare uno dei due che lo stava sovrastando. Giunsero però degli uomini, che fecero placare gli animi di tutti.
Ci sedemmo in una panchina della stazione. Ero piuttosto incazzato, per quello che era successo un attimo prima. Cominciammo a parlare di quello che era successo, ed indirettamente cominciammo a discutere del fatto che indubbiamente ci mancava Narnia. Non si sa come, non si sa quando , ci ritrovammo su una spiaggia, completamente deserta. Senza riflettere andammo subito a bagnarci; ma quando osservai meglio il paesaggio notai delle rovine: non potevamo essere di nuovo a Narnia.
E invece eravamo di nuovo là. Cair Paravel era stata abbattuta. Ma quanto tempo era passato?? Indubbiamente più di 1000 anni; ormai tutto era cambiato, il mondo girava verso un’altra direzione.
Ci recammo nella stanza in cui avevamo lasciato i doni che Aslan ci aveva dato; fu un emozione rientrare in essa, ed aprire il mio baule, contente le mie armature, e il resto.
Ci accorgemmo, però, che del corno di Susan non vi era traccia. Chissà che fine aveva fatto? Sicuramente era andato perduto. Risalimmo la collina, e con stupore notammo due uomini, che stavano per affogare un nano. Rapidamente Susan scoccò una freccia, e la creatura cadde in acqua. Peter corse a prenderlo, mentre io mi occupai della barca dei due uomini. Il nano era imbavagliato, e le sue mani erano legate: Lucy si affrettò a liberarlo, e qualche secondo dopo egli replicò la maniera nella quale l’avevamo salvato. Ma cosa pretendeva?? Che fossimo arrivati in sella a maestosi cavalli bianchi e ci battemmo con quegli uomini, per poi salvarlo e portarlo a terra? Fatto sta che in poco tempo riuscì a riconoscerci; tuttavia volle una prova della nostra autenticità di Re e Regine. Peter, allora, lo invitò a confrontarsi con me. Inizialmente mi diede parecchio filo da torcere: nonostante l’aspetto minuto e fragile, era davvero un bravo duellante: utilizzava una tecnica impressionante. Dopo un po’, però, presi le redini del duello, e lo vinsi, disarmandolo. Non lo davo a vedere ma ero pienamente soddisfatto, e dentro di me stavo esultando; sentivo coretti paragonabili solo a quelli di vari stadi. Attraversammo, fiumi e colline: CPA voleva portarci dal principe che avrebbe dovuto governare il regno, ma impossibilitato dallo zio. ( CPA è il soprannome che abbiamo dato a quel nano, stava per caro piccolo amico..) Mentre stavamo per recarci alla tavola di pietra, Lucy ci fermò, dicendoci di aver visto Aslan. Le credetti. Come posso non crederle? Insomma, ha sempre avuto ragione. Sempre. Fui l’unico a credere alle sue parole. Il giorno dopo, arrivammo nel luogo stabilito: dopo una non-piacevole incomprensione tra Peter e il Principe Caspian, progettammo  un agguato al Castello dello zio di Caspian, Miraz. Ricordo benissimo, quella battaglia: abitanti di Narnia, contro Telmarini. Venne sparso, in quel campo di battaglia, nuovamente, un enorme mantello di sangue; molto di noi morirono; non riuscimmo a sovrastare il nemico.
Vi era anche un’altra creatura magica, a cui sono rimasto particolarmente legato: Ripicì il topo parlante. Era molto valoroso e sincero; dava la vita per difendere i suoi amici più cari.
In un momento di debolezza, Caspian in seguito, chiese aiuto alle strega bianca, imprigionata in una lastra di ghiaccio. Anche Peter, stava per perdere il controllo della situazione, ma io riuscii a spezzare il ghiaccio, e a risolvere il tutto. Mi aspettavo almeno un ‘grazie Ed, ci hai salvato!’ ma non importa. I Telmarini, qualche giorno dopo attaccarono la Tavola di Pietra; Peter mandò allora Lucy a cercare Aslan, e temporeggiò scrivendo una lettera indirizzata a Miraz, che fu recapitata da me, la quale conteneva una sfida da parte di Peter. Un duello insomma.
Lo zio di Caspian accettò, e Peter, sebbene coperto di sangue e ferite, riuscì a battere Miraz. Non volle ucciderlo lui, però; quando arrivò il momento di farlo passò la spada a Caspian, il quale non lo trapassò. Quel ragazzo era davvero fin troppo buono.
L’ex Re, allora, fu ucciso da uno dei suoi, che usò come pretesto ciò, per dichiarare guerra ai Narniani. Sopraffatti dalla dichiarazione, all’inizio le creature non sapevano come comportarsi; ma qualche secondo dopo gli alberi, furono rievocati: capii subito, che Aslan, era davvero tornato. I Telmarini cercarono riparo in un fiume, ma ovviamente non lo trovarono; il fiume li travolse. Tutta opera di Aslan, ovviamente, che osservava il tutto con Lucy.
Avevamo vinto. Finalmente eravamo riusciti a trionfare. Il leone chiese agli abitanti di Telmar, se preferivano restare o andarsene; la risposta fu ovvia: quasi tutti lasciarono Narnia.
Era ormai arrivato il tempo dei saluti; Aslan comunicò a Peter e Susan che non sarebbero più tornati; o meglio: non avrebbero potuto. Erano ormai troppo grandi, e quello che c’era da imparare, l’avevano appreso. Io e Lucy, invece, saremmo potuti tornare; infatti qualche tempo dopo ci ritrovammo sulla nave del Principe Caspian, con nostro cugino Eustachio. All’inizio era davvero martellante, non gli si poteva dire una cosa che subito si arrabbiava e scriveva qualcosa su un suo blocco note; probabilmente imprecazioni su di noi, o semplicemente: ‘ voglio andarmene da qui, qualcuno chiami la mamma!’ era davvero odioso, tanto che si era guadagnato l’antipatia di Ripicì. Si, c’era anche lui sulla nave, fortunatamente.
Caspian era in cerca dei sette lord esiliati da Miraz, prima che fosse sconfitto. Inizialmente il veliero sbarcò su un’isola apparentemente disabitata, ma solo dopo, ci rendemmo conto che brulicava di mercanti di schiavi. Venimmo catturati dopo aver opposto una enorme resistenza. In prigione incontrai Lord Bern; sembrava che il fato ci volesse dare una mano enorme. Una volta liberi, sbarcammo su un’altra isola, nella quale Lucy fu rapita da esseri invisibili; essi erano sotto incantesimo: divennero di nuovo visibili quando Lucy pronunciò una formula magica; essa si trovava nel libro di stregoneria del mago dell’isola.
Eustachio cambiò. Certo, Narnia cambia tutti, ha cambiato me compreso. Questo Paese ha qualcosa di strano.

‘Oh Ed, ma cosa vuoi che ci sia di strano in una terra dove vivono nani e animali parlanti?’
Probabilmente nulla, cervello.
‘Smettila di fare il bambino, e di ricordare le avventure che hai fatto in precedenza, e cerca di dormire. Domani hai un esame! L’hai forse dimenticato?? ’
Certamente no! Ma non riesco a dormire, stupido affare.
‘ Se lo stupido affare non ci fosse, tu non riusciresti a laurearti! Dormi.’
Non ci riesco!!!!!!
‘ Dormi!’
Merda sto litigando con me stesso. >>
 
Me:


Ok, non sapevo come chiudere quindi ho chiuso così, di colpo, come mi ha consigliato la mia mente malata, a quanto pare ._.
Grazie a soffio per avere recensito. Spero che in questo capitolo sia riuscita a trasmettere meglio D:
E voialtri.
E Cagatemi!!!

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Capitolo 3
*** Susan. ***


                                                                                                                                                    Susan.
 
Anno 1968.
<< EDIZIONE STRAORDINARIA!!! LA PIU’ CHE FAMOSA SUSAN PEVENSIE RINCHIUSA IN MANICOMIO DOPO L’USCITA DEL SUO ULTIMO LIBRO! >>
Pensi. Pensi a quello che è successo tanti, tanti anni fa: quel giorno del 1940. Cosa c’è Susan? Ora diventi nostalgica?
<< Io. Io in questo posto per.. Squilibrati. >>
Ma non lo eri forse anche tu? Non eri forse una squilibrata, che sognava Narnia con tutta se stessa?
E ora cosa sei? In cosa ti sei trasformata? Una donna frivola, senza alcuna aspirazione, diventata scrittrice quasi per gioco; per scherzo. Meglio una squilibrata, che un’oca.
I tuoi racconti sono stupidi. Solo le ragazzine, che ancora aspettano il principe azzurro comprano i tuoi libri. Hai del potenziale; ma non lo usi.

<< Odio questo posto. Non avrei mai dovuto parlare di Narnia. >>
Non ce l’hai fatta alla fine. Hai dovuto spifferare tutto, o tantomeno sfogarti; sapevi che il tuo “ fare finta di niente” avrebbe fallito, alla fine. Questo era quello che non avevi calcolato Susie. Sei una donna intelligente, ma il 90% delle volte non ragioni quando agisci; hai raccontato tutto alle persone sbagliate. Andavi da un po’ di tempo da uno psicologo: lui non era la persona adatta a cui raccontare le tue esperienze più arcane e nascoste. Sei sola. Non ti verrà a trovare nessuno, o almeno non potrà.
Sola. E questo ti infastidisce, vero?
E ora sei in un manicomio..

<< Odio il fatto di trovarmi  in un ospedale psichiatrico. >>
In questo momento stanno controllando casa tua per vedere se vi sono oggetti potenzialmente pericolosi. Ne troveranno? Se riusciranno a scovare qualcosa.. Allora per te sarà davvero la fine.
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Casa di Susan Pevensie.
<< Hey, guarda qua. Dei suoi “ appunti. “ >> esclamò un uomo sulla quarantina, afferrando un blocco note, piuttosto stropicciato e rovinato, a cui mancavano diverse pagine. In esso vi era scritto:
‘La mia rinascita.’
‘ Ricordo con profondo terrore, il modo con cui siamo scappati dalla nostra casa traballante e piena di fiamme, io e i miei fratelli. Il fuoco pervadeva la casa: la rendeva un mostro grande e lugubre, che da un momento all’altro avrebbe potuto assalirci, coglierci di sorpresa e bruciarci vivi, arderci. Corremmo verso la porta di servizio della casa, insieme a nostra madre. Con assurda frenesia, cercammo quella chiavi che avrebbero potuto aprire quella miserabile porta; con la mia torcia illuminai velocemente, pezzo per pezzo l’intera stanza, finché non trovai quelle maledette chiavi. Mi fiondai verso la porta; sentivo le grida di mio fratello Peter; potevo sentire il dolore e la paura che avvolgeva e pietrificava Lucy; e percepivo l’angoscia di Edmund che assaliva l’intera stanza.
Uscimmo rapidamente, inciampando nelle scale della casa.
Dio, che giornata. Strinsi a me Lucy, cercando di rassicurarla in tutti i modi pos… ‘

<< Cazzo, è bagnato, non riesco a leggere più!! >> esclamò l’uomo, visibilmente irritato.
<< Però guarda, ho trovato “il seguito” .. >> disse l’altro, usando un tono più calmo e pacato.
pensai:  << Lucy si sta davvero sbagliando. Non vi è alcuna spiegazione logica  per la quale, dentro gli armadi vi sono mondi magici e/o paralleli. E’ talmente ovvio e scontato: i bambini corrono molto con la fantasia, e qualche volta esagerano raccontando baggianate fin troppo grosse. >>
Mi duole ammetterlo, ma quella che si sbagliava effettivamente ero io: quello stesso giorno, entrai a far parte di un mondo, che sicuramente non meritava nemmeno la mia presenza; nemmeno la scienza valeva la metà di Narnia. Quando misi piede in quel luogo, mi guardai intorno: gli alberi davano l’impressione di essere da molto tempo poco curati; erano notevolmente rovinati. La neve lentamente si adagiava su di essi, conferendo ai pini un aspetto magico, e surreale, sebbene fossero visibilmente non curati; il cielo era di un azzurro acceso, forte, e freddo: un vero e proprio blu ghiaccio, che contribuiva a gelare ancor più l’atmosfera; osservai ammutolita quel luogo finché tutti e quattro ( vi erano anche i miei fratelli ) non ci incamminammo.
Lucy voleva portarci dal fauno che aveva conosciuto in precedenza; ma quando giungemmo là, trovammo la dimora di egli, completamente distrutta: le tende meravigliose erano terribilmente sgualcite, assieme ai cuscini che, buttati a terra, avevano perso più della metà dell’imbottitura. Un disordine totale pervadeva la stanza; trovammo un biglietto in quella dimora, in cui vi era scritto che il fauno era stato arrestato per avere fraternizzato con il nemico. Ricordo ancora l’espressione di Lucy: era davvero scandalizzata, oltre che spaventata e dubbiosa. Uscimmo dalla casa, e poco dopo incontrammo un castoro; un castoro parlante. Non riuscivo davvero a cogliere il senso logico di tutto ciò: gli animali non possono saper parlare; non possono. Eppure davanti a me vi era un animale parlante in carne e ossa.
Egli ci invitò a seguirlo, e la sera stessa egli ci rivelò la profezia di Narnia : essa narrava di due “ figli di Adamo” e di due “ figlie di Eva”, che avrebbero riportato la pace; ci disse anche che Aslan, un leone che loro consideravano come un Dio, stava per tornare. Il castoro, quindi, ci propose di avviarci verso la Tavola di Pietra, nella quale Aslan li stava aspettando.
Peter propose quasi subito di tornare a casa, ed io stavo per scoppiare in un sì pieno, quando ci accorgemmo tutti che Edmund mancava. Era allarmante tutto ciò: un ragazzino solo, al freddo, che rischiava di essere sbranato da altri animali o di essere rapito dalla Strega.
Senza pensarci due volte ci mettemmo sulle tracce di egli rischiando più volte le nostra stessa vita.
Dopo poco tempo però, gli occhi lucidi presero il sopravvento su di me: << Edmund è un traditore, solo un traditore. >> pensai. Quello stupido vigliacco si era unito alla Regina Bianca. << Perché? Perché diamine l’ha fatto?? >>
Non riuscivo a non pensarlo. Mio fratello, un traditore. Decidemmo di andare da Aslan, per sistemare finalmente le cose e far tornare Ed da noi, senza tante storie e ripensamenti. Quella creatura.. Quel leone. Era l’animale più bello che abbia mai potuto vedere in tutta la mia vita. La criniera folta adornava il muso, e gli occhi color miele. Era davvero un leone buono e disponibile.
Giorni dopo trovammo Edmund; dei lupi avevano tentato di colpire e uccidere me e Lucy: un’ esperienza traumatica, che mi ha segnata particolarmente. Un branco di lupi che balzano addosso ad una ragazza e una bambina, che non possono fare niente perché ovviamente senza armi. Mi spaventai enormemente, e portai Lucy via, facendo intervenire Peter. Ad ogni modo, Aslan disse ai suoi di seguire i lupi, e quindi di trovare Edmund. Jadis ( questo è il nome della perfida strega), però, trovò l’accampamento del leone; dopo ore dentro la tenda dell’animale, entrambi uscirono, e tutti scoprimmo l’amaro patto che era appena stato stipulato da Aslan e la strega: il leone avrebbe donato la sua vita, avrebbe difeso ardentemente Edmund sacrificandosi al posto suo.
Istintivamente guardai Lucy, che era già in preda alla tristezza. Si era davvero affezionata ad Aslan.
Quella notte fu tremenda; io e Lucy seguimmo l’animale, e lo vedemmo torturare nel vero senso della parola. Fu una scena terribile, i seguaci della Regina Bianca non facevano che sghignazzare ed esultare.  La mia sorellina si strinse a me, bagnandomi abbondantemente il vestito che indossavo quella notte . Oh Lucy, era così difficile rassicurarti.. Le lacrime rigavano le tue guance rosee. I tuoi occhi erano tristi, infelici, piangenti. Facevi venire da piangere anche a me Lucy.. Potevo sentire il tuo cuore battere all’impazzata, velocemente, in preda al panico.
Decisi di portarti via da quello scempio. Era davvero uno spettacolo troppo forte per una bambina.
La mattina seguente ci sarebbe stata la Battaglia di Beruna: l’unica occasione che i Narniani avevano di sovrastare la Regina Bianca.
Io e Lucy però decidemmo di andare alla Tavola di Pietra, per salutare Aslan per l’ultima volta. Ci recammo là, già tristi al pensiero della sera scorsa, ma quando arrivammo notammo con profondo stupore la Tavola rotta, esattamente spezzata in due parti. Fu in quel momento che vedemmo Aslan; l’emozione che provai è indescrivibile. A Narnia accade l’inaspettato. Lucy fremeva di gioia: si gettò nervsamente su Aslan, raggiante e felice. Faceva davvero tenerezza.
Non ci pensammo su due volte; andammo velocemente, in groppa ad Aslan, a soccorrere le statue di ghiaccio nel castello di Jadis, e quando tutti furono risvegliati, ci recammo da Ed e Peter, ad aiutarli, mentre stavano arduamente combattendo.
In effetti non vi è molto da dire su quella battaglia; dopo un’ardua resistenza da parte dei nostri fratelli, Aslan intervenne
 ponendo fine all’impero della Strega Bianca.
È buffo quello che successe in seguito: crescemmo a Narnia, e quando per sbaglio rientrammo nel portale che ci conduceva dalla Terra  a dove eravamo maturati, ritornammo bambini, cadendo per terra, e non capendo subito quello che era appena successo.
Qualche secondo dopo, però, ricordammo tutto, e ci guardammo intendendoci.
L’avventura Narniana, però non finì lì.
Mi sentivo davvero stupida; dopo qualche mese sentivo ardentemente la mancanza di Narnia. La vita va’ avanti, non è fatta per i rimpianti, e sicuramente non mi avrebbe aspettata. Decisi quindi di ignorare l’accaduto, di fare finta che non sia mai successo niente; e proprio quando ero riuscita ad abituarmi all’idea di una vita senza magia ecco che di nuovo, inspiegabilmente, che alla stazione di Londra ( ci trovavamo lì perché avremmo dovuto prendere il treno per trasferirci nella nostra nuova scuola) dopo qualche secondo di totale confusione ci ritrovammo in una spiaggia, e senza pensarci due volte, corremmo felici ed esultanti verso il mare, sconfiggendo il caldo della meravigliosa Narnia.
Erano evidentemente passati secoli, da quando eravamo stati in essa: la fortezza nella quale i fratelli Pevensie erano stati nominati Re e Regine di Cair Paravel: essa era stata abbattuta da catapulte. Quella fortezza tanto cara a me e a i miei fratelli era andata distrutta.. Quella fortezza carica di ricordi, che erano ormai evidentemente andati perduti. Decidemmo allora di recarci nella stanza in cui erano custoditi i nostri beni e i nostri oggetti personali. Scesi le scale lentamente e mi posizionai di fronte al mio baule; quanti ricordi solo guardandolo e sfiorandolo. Immediatamente riaffiorò nella mia mente il ricordo della mia prima cavalcata; la mia prima battuta di caccia; il mio primo ballo.
Lo aprii e lì trovai il mio vecchio arco e le mie frecce. Li impugnai: erano parecchio impolverati ma non vedevo l’ora di usarli di nuovo. Cercai a fondo alla ricerca del mio corno magico, quello con il quale con un solo soffio si può chiedere aiuto alle creature più competenti e buone; ma di esso non vi era traccia.
<> pensai, e dissi istintivamente ai miei fratelli.
Dopo che tutti ebbero preso gli oggetti che sarebbero sicuramente serviti, salimmo una collina, e sopra di essa notammo che nel fiume che vi era c’era una barca, nella quale degli uomini stavano per affondare un nano. Sapevo esattamente cosa fare: scoccai una freccia ai due soldati che lo stavano per buttare in acqua e rapidamente Peter recuperò la creatura e Ed la barca. Appena quel nano aprì bocca mi insultò velocemente. Che maleducato, pensai istintivamente: non solo l’avevamo salvato, ma aveva pure il coraggio di controbattere sul modo in cui l’avevamo fatto, sul tempismo etc. Feci inevitabilmente una smorfia, che per fortuna nessuno notò. Ci riconobbe quasi subito, e dopo che ebbe sfidato Edmund a duello fu sicuro della nostra autenticità di Re e Regine. Allora CPA (lo soprannominammo Caro Piccolo Amico) decise di condurci dal Principe Caspian, il Principe che avrebbe dovuto regnare su Telmar, ma suo zio Miraz, sceso al trono solo perché il fratello era morto anni prima, fece di tutto per impedirgli di governare il Regno; lo avrebbe addirittura ucciso; ed era questo che avrebbe fatto se non fossimo arrivati in tempo da Caspian, alla Tavola di Pietra.
Durante il viaggio, però, Lucy avvistò Aslan; pensai subito che non poteva essere vero . Sono una persona estremamente logica e credo solo a quello che mi viene mostrato, salvo eccezioni.
Però devo ammettere che avevo dubbi sulla mia certezza riguardo all’avvistamento di Aslan; chiesi infatti a Lucy, la sera stessa, perché secondo lei non vidi il leone. Lei mi rispose:
<< Forse non lo volevi davvero. >>
Queste parole mi rimasero impresse nella mente e lo sono tuttora. Penso che non le dimenticherò mai. Lucy mi ha aiutata molto; è riuscita a farmi luce nei momenti più bui, è riuscita ad aiutarmi sempre. È buffo; dovrebbe essere stato il contrario: la più grande aiuta la più piccola. E invece no..
Quando arrivammo alla Tavola di Pietra osservai Caspian; pensai subito che era un ragazzo attraente, ma rimossi velocemente quel pensiero dalla mente.
La sera stessa vi sarebbe stato un attacco a sorpresa da parte dei Narniani: avrebbero conquistato il castello. Solo Lucy non avrebbe potuto partecipare all’attentato perché la più piccola.
Quella notte fu davvero un massacro: sangue sparso per terra come se un fiume completamente rosso avesse travolto l’intero castello; in più le cose non si mettevano bene per i Narniani: i Telmarini stavano velocemente riuscendo a prevalere, grazie anche ai mezzi più evoluti che possedevano. Quando fu data la ritirata scappai, cercando di non riosservare quell’orrore; lo ammetto sono una codarda, ma era stato davvero uno scempio, una strage. Una disfatta totale.
Tornammo tutti sconsolati e infelici; la maggior parte di noi morta o gravemente ferita. Sapevamo che non avremmo potuto fare niente con loro, ormai non avevamo quasi più la speranza.
Ne fu la prova Caspian, che evocò la Regina Bianca per riuscire a sovrastare Caspian. Osservai la scena, e anche Peter stava per essere adulato da quella strega quando Ed riuscì a salvare la situazione. Guardai sprezzante il principe e mio fratello maggiore, e me ne andai delusa da entrambi.
Il giorno seguente i soldati di Miraz attaccarono pesantemente la Tavola di Pietra. Pensavano quasi tutti che ormai non valeva più la pena combattere; erano letteralmente distrutti e non potevo dare loro torto.
Peter chiese a Lucy di andare a cercare Aslan nella foresta, facendo capire a tutti che eravamo giunti davvero all’ultima spiaggia. Andai nella foresta a cercarla; era da un po’ che non tornava. I soldati, però,  mi attaccarono trovandomi.  Ero davvero in preda al panico; non sapevo cosa fare, stavano terribilmente avanzando, e ogni attacco che io facessi era vano. Erano troppi.<< Sono spacciata. >> sussurrai quasi percettibilmente, quando d’un tratto Caspian arrivò cavalcando un cavallo e travolgendo i soldati che stavano per porre fine alla mia vita. Tornammo alla Tavola di Pietra, e con grande stupore vidi mio fratello Peter fronteggiarsi con Miraz; se la stava davvero cavando. Un duello degno di nota, il più bello che abbia mai visto. Quando Peter riuscì finalmente a sovrastare l’illegittimo Re di Telmar, lasciò il colpo di grazia al principe, che però si rifiutò di colpirlo.
Era davvero un giovane dall’animo buono e nobile, non smetterò mai di pensarlo.
Qualcuno però colpì comunque Miraz, dando così un pretesto per iniziare una vera e propria guerra. Velocemente corsi , e andai vicino ai nani arcieri che erano già pronti a colpire chiunque si fosse avvicinato.
Cominciò quindi la battaglia. Mi sentii male al solo pensiero di altro spargimento di sangue e di altre vittime innocenti, meritevoli di vivere.
Notammo, però, tutti con stupore che gli alberi avevano finalmente preso vita; com’era possibile? A tutto questo vi era una sola risposta: Aslan.
Lucy ce l’aveva fatta. Eravamo tutti più carichi: sapevamo di avere molte più possibilità con il leone dalla nostra parte. Spingemmo i Telmarini verso il fiume, ed in esso furono completamente investiti dalla forza del caro animale che finalmente ero riuscita a vedere.
Lucy aveva ragione.
Come sempre d’altronde.
Finalmente riuscimmo a sovrastare i nostri nemici, riuscendo così a conferire a Caspian la libertà di governare sereno il Regno.
Dopo i dovuti festeggiamenti, Aslan tracciò una porta nella quale vi era un altro regno completamente nuovo e diverso: chi voleva poteva trasferirsi là, conducendo una vita più serena e felice.
Quasi tutti i sudditi di Miraz, varcarono la soglia, felici grazie a quel nuovo inizio.
Quando vi fu il tempo dei saluti, notai il leone più triste del solito: doveva comunicarci una pessima notizia.
Io e Peter non avremmo più potuto nemmeno solo poggiare un piede su Narnia.
Non saremmo potuti tornare, insomma. Eravamo troppo grandi e quello che c’era da apprendere era stato appreso, almeno in parte.
Lu e Ed invece, sarebbero potuti  tornare; davvero fortunati ad essere nati per ultimi, direi.
Inoltre era giunto il tempo di tornare sulla Terra.
Non volevo crederci; non avrei rivisto più Narnia.. O Caspian.
Era tutto così surreale. I minuti, le ore, i giorni: volati, come le farfalle che volteggiano esibendo i più svariati colori che possiedono.
Bruciati, come arde il fuoco, rosso, caldo ma estremamente pericoloso.
Era giunto il momento degli addii; era finito tutto, tutto si era concluso, lasciandomi ricordi più variopinti e felici; e lasciandomene altri più tristi e gelidi.
Ma una cosa è certa: non avrei mai dimenticato Narnia; un pezzo del mio cuore sarebbe sempre appartenuto a quel Regno strano e magico; surreale e fantastico.
Caspian era lì, davanti a me.
Dunque, non avrei più rivisto Aslan, i fauni, i centauri, i nani, i minotauri, gli animali parlanti e quel ragazzo che aspettava di essere congedato.
Non avrei fatto la figura della vigliacca ancora una volta; basta, è qui, cosa aspetto??
Lo salutai imbarazzata, ( ecco, la solita patetica vigliacca )e mi girai;
un momento Susan Pevensie, abbi almeno una volta il coraggio di esternare i tuoi sentimenti a qualcuno che non sia uno dei tuoi fratelli.
Mi girai. Guardai i suoi occhi bruni, i suoi occhi così maledettamente belli, e profondi, così sinceri, così veri.
Senza pensarci due volte mi avvicinai pericolosamente a lui, e avvampai visibilmente.
<< Cavolo Susan, puoi farcela! >> pensai.
Posai le mie labbra sulle sue dimenticando che è Susan Pevensie.
Ricambiò velocemente; le sue labbra erano così calde e piacevoli. Avrei tanto voluto approfondire quel bacio, che avevo tanto sognato, ma ovviamente era ora di andarsene. Con profondo rammarico mi staccai da quella bocca che per qualche secondo era stata mia.
Dopodichè ritornai alla mia vita normale, quella di tutti i giorni, soddisfatta e felice. Una cosa era certa: non avrei di sicuro avuto rimpianti di alcun genere. Tutto quello che avrei voluto fare l’ho fatto, non pentendomi.

  • Sconfiggere un esercito di creature oscure: Fatto.
  • Diventare un' eroina e una Regina amata: Fatto.
  • Incontrare il ragazzo dei miei sogni: Fatto.
  • Visitare un Paese magico, magnifico: Fatto.
  • Conoscere una divinità: Fatto.
  • Sconfiggere il timore di esternare le mie paure, i miei sentimenti: Fatto.
Manca qualcosa? Non credo.
Narnia mi ha aiutata.
Narnia mi ha cambiata.
Narnia, è un posto semplicemente fantastico, e tu che stai leggendo dovresti proprio visitarlo, sai?

____________________________________________________________________________________
Anno 1970.
Ore 12, 30.
Susan Pevensie muore.
Causa: arresto cardiaco.
Nel suo testamento vi era scritto:
‘ Lascio tutto ai miei parenti. Che spartiscano loro i beni rimasti.
Ho solo una richiesta da porre: vorrei che sulla mia tomba sia scritto “ Niente è impossibile. Ogni cosa può cambiare. I primi a farlo siamo noi stessi. “
 
Me:
Ok, com’era? Piaciuto? Molto più lungo dei precedenti, si è notato eh? Ok ci ho lavorato molto,  solo l’inizio è stato problematico; non sapevo proprio come iniziare il discorso.
Grazie alle tre ragazze che hanno recensito lo scorso capitolo; grazie davvero.
Ok, grazie per aver letto.
Recensite.
Ho deciso di mettere anche il bacio cinematografico, mi pare che nel libro non ci fosse.
Non sono molto sicura della part dove Lucy va' a cercare Aslan, e Susan la cerca.. Correggetemi per favore!!!!!!!!!!!!!!!
M’appalla scrivere altro perché sono fusa!
Ciao!!!

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Capitolo 4
*** Peter. ***



                                                                                                                                                      Peter.
 
Bruciava.
Il fuoco scoppiettava, ardeva: era bello guardarlo mentre consumava la legna. Paragono sempre il consumarsi della legna alla fine di un qualcosa, alla morte di qualcuno.
Era bello vedere che il verde ritorna e che si svegliano i ghiri.

<<  Nonno Peter, aiutaci a salire! >> esclamò John;
il mio primo nipotino.
Ero un nonno abbastanza giovane: cinquant’anni.
Mi sposai a ventun anni, con la donna della mia vita, Hayley. Non rimpiango la mia scelta, perché la amo davvero a lei, e se non ci fosse sarei davvero perso.

<< Certo John, arrivo >> esclamai.
<<  John mi fa i dispetti! >> piagnucolò Paul, il mio secondo, splendido, meraviglioso nipotino.
Avevo costruito una casa sull’albero per loro; speravo che almeno lassù quei due si rilassassero, e riuscissero ad andare d’accordo. Le mie speranze erano vane.
L’albero era meravigliosamente rigoglioso, e quando l’autunno veniva, si dipingeva di un arancio-rossiccio che incantava chiunque lo guardasse. Era un olmo; il mio preferito.

<< Smettetela voi due, o demolisco la casa. >> esclamai, divertito.
Dire che vederli litigare era esilarante era dire poco; John e Paul battibeccavano praticamente sempre, ma per futili motivi: trovavano da ridire anche sulle lepri che passavano di lì.

‘ << Era marroncina! >> diceva Paul.
<< Invece era bianca! Sei cieco Paulie. >> ribatteva John.
<< Parla faccia-da-talpa!!! >>
Anche se non lo davano a vedere, si volevano un gran bene; ricordo che quando John andò in campeggio Paul e la sua ilarità si spenserò per un non-breve lasso di tempo. E viceversa: quando Paul era via, John si intristiva, e non era particolarmente attivo.
Salimmo tutti e tre sull’albero, e raggiungemmo la casa. L’avevano arredata davvero molto bene, devo dire, per dei ragazzini di otto e sette anni.
Vi era un tavolino quadrato con quattro sedie per ciascun spazio vuoto, un “ quadro “ che aveva dipinto John, un piccolo vaso con dentro delle margherite decisamente rovinate, un tappeto vecchio che ormai non serviva più a Kathleen, mia figlia, e loro madre, e una chitarra. John amava strimpellarla, e anche Paul stava dimostrando amore per la musica, interessandosi all’attività del fratello.

<< Nonno, ci racconti una storia? >> domandò il primo, con fare supplichevole; faceva sempre così, quando voleva ottenere qualcosa.
<< Sì, dai Peter >> diceva Paul. Preferiva chiamarmi con il mio nome di battesimo, che ‘ nonno ‘, per una sorta di rispetto che non ho mai capito.
<< Okay, okay. Questa storia vi lascerà stupiti! >> dissi io. Avevo già in mente, cosa raccontare loro, ed effettivamente non era così difficile da indovinare.
I due bambini si sedettero a gambe incrociate, e mi guardarono impazienti, attendendo la fantastica storia che avevo loro promesso.

<< Bene. Tutto cominciò una sera del 1940. Le bombe attaccarono la casa dei nostri protagonisti, quattro fratelli; vi era un fratello maggiore, seguito da una sorella, anch’essa seguita da un maschio, seguito a sua volta da una femminuccia, la quale era la più piccola.
Scapparono dalla casa con assurda frenesia, e con una fretta che non si era mai vista prima, a quei tempi.  Andarono a vivere dal professore Digory Kirke; vi era calma e tranquillità in quella casa, prima che il quartetto vi giunse. Era una grande, grandissima casa. Vi erano tantissime, enormi stanze; i quattro si avventurarono in essa, divertendosi a frugare in tutta la casa e a scoprire corridoi nascosti, e a riconoscere oggetti mai visti prima.
Un giorno, il maggiore- che si chiamava proprio come me, Peter- si lasciò convincere dalla sorellina minore- Lucy- a giocare a nascondino. Cominciò a contare, e la cosa più strana è che quando finì, Lucy corse verso il fratello; evidentemente non aveva capito esattamente come si giocava a nascondino, pensò Peter, ma Lucy gli raccontò di aver varcato la soglia di un armadio, e di essersi trovata in un mondo magico, fantastico e innevato, nel quale aveva incontrato una speciale creatura: un fauno. >>

<< Che cos’è un fauno, nonno? >> domandò curioso John, seguito da fratello che annuiva, cercando di capire cosa fosse quella strana creatura.
<< E’ una creatura mitologica, a metà tra una capra e un umano. Il fauno possedeva le gambe di una capra, e dalla vita in su aveva l’aspetto di un umano, eccetto per le corna sopra la testa. >> spiegai dolcamente ad entrambi.
<< Ma è orribile, Peter! >> disse Paul, convinto a coprendosi gli occhi.
<< Beh, dipende dalla faccia che si ritrova il Fauno >> dissi sorridendo ad entrambi.
<< Il fratello comunque non le credette: era molto inverosimile, e la più scettica era la sorella maggiore, Susan. Il terzo, Edmund, era molto antipatico nei riguardi della sorella minore, le faceva continuamente dispetti, perciò le andò contro quasi subito.
 Peter vide la bambina cominciare a piangere; le lacrime le rigavano le guance, e così stavano per fare con lui: detestava veder soffrire così la sua piccola Lucy.
Era come se il male che provava Lucy, lo provasse anche Peter: erano legati da un legame davvero inscindibile, si volevano bene come non mai.
Dopo qualche giorno, i quattro decisero di giocare a baseball, ma accidentalmente ruppero un vetro, e, per non farsi scoprire dal Signor Kirke e dalla sua terribile governante, ( era pessima, severa e impassibile ) entrarono in casa, e si rifugiarono nella prima cosa che riuscirono a trovare: un armadio molto grande, decorato con parecchi disegni intagliati nel legno; al centro vi era un grande albero rigoglioso, e maestoso. Entrarono, e caddero: << quest’armadio non ha un fondo? >> pensò Peter; ma le sue mani erano piene di una sostanza bianca e fredda, molto granulosa: neve. Lucy parve molto contenta del fatto di trovarsi in un posto completamente desolato, e bianco, triste, malinconico: i pini innevati, l’aria pesante e pungente.
Susan, si pizzicò, sperando di svegliarsi al più presto, Edmund non sembrava così sorpreso; Lucy guardava estasiata il paesaggio.
Guardò il maggiore, e egli rispose, di rimando, allo sguardo furbo che la bambina aveva assunto.
Erano in quel posto magico che aveva accennato Lucy; Narnia. Aveva ragione: come sempre. Vi era molto freddo, dato che aveva appena nevicato: i quattro presero in prestito una delle pellicce che erano dentro l’armadio, e, convinti da Lucy, si incamminarono, verso la casa del Fauno Tumnus, era questo il suo nome. Successe però, che quando arrivarono nella dimora del fauno, trovarono tende, cuscini strappati; tavoli e sedie capovolti. Caos totale: piatti e bicchieri rotti. E appeso ad una delle colonne della casa vi era un biglietto, che diceva che l’amico di Lucy era stato arrestato per aver fraternizzato con il nemico. >>

<< Quindi quel povero fauno si trovava in prigione per avere parlato con Lucy? >> esclamò Paul, trattenendo il fiato.
<< Sì, Paulie. Purtroppo lo era >> dissi, amareggiato.
<< Nonno continua, avanti! >> disse, ansioso e impaziente John << cosa succede poi?? >>
Sorrisi. Avevo fatto centro, si erano interessati.
<< Dopo che Lucy si fosse ripresa dallo shock, uscirono dalla casa,  e con grande sorpresa dei quattro incontrarono un castoro. Ma non un castoro normale, no; per voi quale poteva essere la caratteristica speciale che possedeva l’animale? >> chiesi, curioso.
<< Potrebbe aver avuto una caratteristica nostra nonno; cioè degli umani! >> esclamò, John; aveva letto molte, moltissime storielle fantasy perciò era avvantaggiato rispetto a Paul, che non ne aveva letto nemmeno una.
<< Sì, John. Il castoro sapeva parlare! >> dissi, sorridendo.
<< Quindi sapeva dire il suo nome? E sapeva fare domande? >> John era davvero estasiato; gli piacevano molto le mie storie, perché sono sempre state avventurose, e affascinanti.
<< Sì, proprio così! E quando il castoro rivolse loro delle domande, non seppero rispondere a causa dello stupore! Non capita certo tutti i giorni di trovarsi in un mondo magico, e di incontrare un animale parlante.  Disse ai quattro di seguirlo, e dopo non pochi ripensamenti i fratelli decisero di dare ascolto al Signor Castoro: egli li portò nella sua dimora, nella quale viveva anche la Signora Castoro, molto gentile. Preparò loro la cena, e mentre mangiavano il Signor Castoro narrò ai ragazzi la profezia i Narnia. >> presi a fare gesti con le mani, dato che ai miei nipotini piaceva quando facevo così.
Mi guardarono impazienti, cercando di contenersi. Per loro l’attesa era snervante.
<< Allora? >> esclamò Paul, al limite.
<< Allora cosa? >> finsi di non sapere di che stava parlando, divertito.
<< Di che parlava la profezia! >> sbottò in contemporanea con John.
Risi.
<< Essa narrava, di due figli di Adamo, ( due maschi) e di due figlie di Eva, ( due femmine) che avrebbero riportato la pace a Narnia. La Strega Jadis aveva conquistato quel posto magico, e aveva imposto l’inverno tutto l’anno. Solo quattro ragazzi, dei quali due femmine e due maschi, potevano riportare l’ordine a Narnia, e potevano spezzare l’incantesimo della ormai Regina.
Peter però a quelle parole si spaventò; e se fossero stati loro quei paladini? Come si sarebbe comportato? Il maggiore di quattro fratelli non poteva permettere che Susan, Edmund e Lucy potessero anche solo essere sfiorati da creature potenzialmente pericolose. Propose di andare via e tornare a casa, ma si accorse qualche secondo dopo che Edmund era sparito;
‘ Perfetto. Ho perso Edmund in un posto magico e innevato, nel quale potrebbe essere aggredito da lupi, orsi e criceti parlanti. ‘ pensò Peter, esasperato.
I quattro decisero allora di cercarlo, e poi di tornare dritti a casa.
Scoprirono però che era tornato da Jadis, e probabilmente era stato imprigionato, o si era unito a lei.
Il Signor Castoro disse loro, che l’unica possibilità di salvare Edmund era andare a trovare Aslan, la creatura celestiale di quel luogo, e combattere al suo fianco. Decisero quindi di andare a trovare quella specie di Dio, per il bene e la salvezza del terzo fratello. Il viaggio non fu facile: vennero spesso aggrediti da lupi, giganti, e troll. Ma riuscirono ad arrivare a destinazione, per il sollievo di Peter, che stava già perdendo la testa; Lucy stava gelando e Susan stava per cadere nell’acqua gelata, dato che il ghiaccio non molto spesso stava per rompersi.
Aslan, che era un leone, volle parlare con Peter di come avessero raggiunto Narnia, di come avevano svolto il viaggio e se avevano trovato parecchie impervie. E soprattutto dov’era il terzo fratello.
Peter narrò il loro viaggio dall’inizio alla fine, e spiegò il motivo dell’assenza di Edmund con rammarico e tristezza.
Quando tornò alla sua tenda non poté credere ai propri occhi: Lucy e Susan stavano tentando di difendersi da un lupo: il capo della polizia della Strega Bianca. Maugrim. Lucy era aggrappata ad un albero e stava tentando di non cadere mentre Susan stava cercando di cacciare via col piede il lupo, tentando anch’essa di salire sull’albero.
Peter decise di intervenire senza pensarci due volte; fu uno scontro diretto. Inizialmente Maugrim stava avendo la meglio ma Peter approfittò delle distrazioni del lupo e riuscì a sovrastarlo e a batterlo, riuscendo ad ucciderlo. >>

John e Paul che fino a pochi secondi fa stavano trattenendo il fiato lo lasciarono andare con sollievo.
<< Molti dei lupi che avevano assaltato Susan e Lucy però riuscirono a fuggire e Aslan ordinò ai suoi di seguirli così da liberare Edmund. La gioia dei fratelli era molta ma anche l’indignazione; dopo che Peter gli fece ripromettere di non abbandonare più la sua famiglia per sciocchezze, e Edmund chiese scusa festeggiarono la venuta del fratello. Non avevano calcolato, che però lui era in effetti un traditore; e Jadis voleva rivendicarlo. Aslan allora si offrì di morire al posto suo. >> spiegai, tristemente.
<< Oh ma qual leone era davvero buono, e dolce! >> disse Paul, visibilmente dispiaciuto.
<< Già! Non c’era un’altra soluzione? >> domandò John, con un espressione impagabile in faccia.
<< Purtroppo no. La sera stessa Aslan fu sacrificato sulla Tavola di Pietra, e il giorno dopo vi sarebbe stato lo scontro diretto con Jadis. Peter era dannatamente agitato, tanto che passò la notte in bianco a chiedersi il perché lui esistesse, perché esistesse quel maledetto posto, e perché si trovasse lì. Risposte ne trovò, ma voleva non darsene. Impacciato la mattina dopo si infilò l’armatura, impugnò la spada e lo scudo, e si girò verso suo fratello, cercando un segno d’assenso. La Battaglia stava per cominciare. Si posizionò insieme alle Creature di Narnia che erano con loro, e cominciarono quel massacr.. ehm, quello scontro. >>
Erano dei bambini, e non poteva usare termini come flagello, massacro fiotti si sangue e quant’altro.
<< Peter cominciò a combattere con nani e troll, per poi passare alla Strega Bianca. Aveva fatto la sua entrata non camminando ma su una specie di piccola carrozza, trascinata da orsi polari.
Il maggiore sudò freddo, e cominciò a battersi con lei; era dannatamente forte, troppo forte forse, per lui. Jadis stava quasi per sovrastarlo, ma Edmund si sporse coraggiosamente ad aiutarlo e a farsi ferire al posto suo. Aveva commesso un errore enorme, ma aveva riparato ad esso in maniera incredibile.
Nel frattempo Susan e Lucy erano andate a dare l’ultimo saluto ad Aslan, e non immaginerete mai come  sono tornate. >>

<< Come, come Peter? >> domandò Paulie.
<< Sì, Nonno andiamo non tenerci in sospeso! >> esclamò John.
<< Okay, okay. Tornarono in groppa ad Aslan. Jadis non aveva tenuto conto di una cosa: colui che si sacrifica al posto di un traditore può tornare in vita. >> esclamai sorridendo. << Proprio così; quando Aslan giunse, cambiarono molte cose; i Narniani dalla parte del Dio riuscirono a sovrastare Jadis, e vinsero non senza ferite. Peter e i suoi fratelli vennero nominati Re e Regine di Narnia: Peter il magnifico, Susan la Gentile, Edmund il Giusto e Lucy la Valorosa.
Vi fu un grande banchetto e i Re e le Regine vissero là per oltre 15 anni.
Ma successe qualcosa; un giorno, mentre i quattro stavano facendo una battuta di caccia, scorsero un lampione: entrarono accidentalmente nell’armadio, e si ritrovarono nella stanza della casa del professor Kirke, giovani e uguali e come quando erano entrati in quell’armadio. >>

John e Paul erano esterrefatti; non riuscivano a chiudere la bocca dallo stupore.
<< Ma non temete; l’avventura dei quattro fratelli non finì certo lì; tornarono a Narnia un anno dopo, mentre stavano per partire e intraprendere un viaggio in treno per le scuole che avrebbero dovuto frequentare. Questa volta però Narnia era più desolata di quando era ricoperta dalla neve, e l’aria era gelata.
Il palazzo nel quale abitavano molti anni prima era stato distrutto. E .. >>

<< John! Paul! E’ ora, dobbiamo partire! >> urlò la voce di una giovane donna, spazientita.
<< Mamma stiamo ascoltando una storia del nonno! Non possiamo! >>
<< Scendete immediatamente o salgo in quella casa sull’albero e vi faccio vedere io le storie, poi! >>

I bambini arricciarono il naso, e poi fecero una smorfia; odiavano quando le storie venivano lasciate a metà.
<< Su, bambini non fate aspettare la mamma. Vi basti sapere che Peter e Susan non poterono più tornare nel Paese magico, mentre Edmund e Lucy, sì. >>
<< Un giorno riprenderai il racconto da dove l’avevi lasciato vero nonno? >>
supplicò John; ripeto: amava le mie storie.
<< Quando vi verrò a trovare sì. >> dissi sorridente. In realtà provavo un gran dolore; i miei nipotini stavano per andare per sempre via, stavano per trasferirsi in un’altra città per sempre.
Io non avrei potuto venirli a trovare; il mio lavoro non poteva permettersi vacanze, in quanto mi ero laureato in giurisprudenza.
Speravo vivamente che venissero a trovare loro me un giorno in quanto io impossibilitato.

<< Nonno ti voglio bene. >> esclamò Johnny, baciandomi sulla guancia affettuosamente.
In risposta gli scombinai i capelli e risposi:
<< Anche io John. Immensamente. >>
Paulie mi guardò timidamente e mi disse: <<  Mi mancherai Peter. >> mi strinse la mano.
<< Anche tu mi mancherai Paul. Stai crescendo giovanotto. >> gli sussurrai chinandomi verso di lui e stringendogliela a mia volta.
Si incamminarono verso la macchina; mia figlia sistemò i bagagli, mentre i miei due splendidi nipotini si sistemarono in macchina.
Dopo qualche secondo arrivò James, il marito di Kathleen, e mi abbracciò; mi ero molto affezionato a quel ragazzo.

<< Non si preoccupi Peter, verremo a trovarla il più presto possibile. >> disse, rassicurante.
<< Ti ho detto mille volte di darmi del tu, James . >> gli rimproverai scherzosamente; andavamo molto d’accordo.
Mi sorrise, e subito dopo entrò in macchina e si sistemò nel posto di guida.
La macchina non partì; vidi Paul correre verso di me e un secondo dopo mi stava abbracciando;

<< Ti voglio bene nonno! >> concluse stringendomi sempre più a me.
<< Anche io Paulie. Non sai quanto te ne voglio, sia a te che a tuo fratello. >> dissi con dolcezza, stringendolo a mia volta.
Ci sciogliemmo dall’abbraccio, e Paul salì nuovamente in macchina. Mi rivolsero tutti dei gran sorrisi, e mi salutarono facendo cenni con la mano.
Non avrebbero dimenticato la storia di Narnia.
Sorrisi.
E chissà; magari un giorno, anche i loro figli avrebbero scoperto tramite le storie appassionanti che John e Paul avrebbero raccontato loro l’universo magico e meraviglioso di quel Paese, così fantastico.
Prima o poi, i miei nipoti avrebbero reclamato la seconda avventura dei fratelli Pevensie.
E io non esiterò a raccontare loro la mia storia, e le mie emozioni.
Dicono che rimuginare nel proprio passato non sia propriamente giusto;
ma chi se ne frega di quello che dicono gli altri?

 



Io.


Finalmente l’ultimo capitolo On-line.
Ecco, che finisce nuovamente una fanfiction.
Piccola allusione ai Beatles, questa è la mia mente malata.
Ah questa frase: “Era bello vedere che il verde ritorna e che si svegliano i ghiri. “ è dei Tre Allegri Ragazzi Morti.
Ringrazio vivamente le ragazze che hanno recensito, o chi ha solamente letto.
Comunque non passate mica inosservati. Insomma ci sono le visualizzazioni, e tu! Proprio tu che stai leggendo: io so che hai aperto la mia storia.
Spero che in quest’ultimo capitolo abbia adempiuto ai miei “ doveri “ di piccola scrittrice, per modo di dire.
Spero di non avere commesso errori d’ortografia, e se mai avessi dovuto farlo vi prego di correggermi, e di lasciare una recensione.
Voi lasciatelo comunque un giudizio, anche nel caso fosse negativo; voglio sapere cosa pensate VOI!
Grazie nuovamente a tutti.
Alla prossima.

Nate__
 
 

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