After I met you...

di Misuzu
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1: Binario 9 e ¾, dove tutto è iniziato ***
Capitolo 2: *** Smistamento e nuovi amici ***
Capitolo 3: *** Un piccolo angolo pacifico...e uno scherzo a dir poco geniale! ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4: Partita di Quiddich! ***
Capitolo 5: *** Natale! ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6: Duello ***
Capitolo 7: *** Ritorno... alla tana? ***
Capitolo 8: *** Doppia dichiarazione ***
Capitolo 9: *** Ricordi dal passato ***
Capitolo 10: *** Ritorno ad Hogwarts ***
Capitolo 11: *** Una vista indesiderata ***
Capitolo 12: *** Ma che sta succedendo? ***
Capitolo 13: *** La verità sulla maledizione ***
Capitolo 14: *** Il Quiddich e il Natale ***
Capitolo 15: *** Promessa e tradimento ***
Capitolo 16: *** Anche il secondo anno è finito ***
Capitolo 17: *** Una nuova estate alla Tana! ***
Capitolo 18: *** Sorpresa dal preside ***
Capitolo 19: *** Che anno, che estate! ***
Capitolo 20: *** In viaggio verso il 4° anno ***
Capitolo 21: *** Terrore ad Hogwarts ***
Capitolo 22: *** La coppa del mondo di Quiddich ***
Capitolo 23: *** Le sorprese del quinto anno ***
Capitolo 24: *** Il ballo del ceppo ***
Capitolo 25: *** Attentato! La rinascita di Voldemort ***
Capitolo 26: *** La nuova estate ***
Capitolo 27: *** Percy la nuova (inconsapevole) spia ***
Capitolo 28: *** Il secondo Ordine della Fenice ***
Capitolo 29: *** La partita di Quiddich contro Serpeverde ***
Capitolo 30: *** La nascita dell’Esercito di Silente , Natale ***
Capitolo 31: *** Rottura ***
Capitolo 32: *** Addio,Sirius...? ***
Capitolo 33: *** Tana dolce tana ***
Capitolo 34: *** Ultimo anno ***
Capitolo 35: *** Il primo vero fallimento ***
Capitolo 36: *** L'ultima estate ***
Capitolo 37: *** A prendere Harry ***
Capitolo 38: *** Un anno di guerra ***
Capitolo 39: *** La fine della guerra ***
Capitolo 40: *** Futuro ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1: Binario 9 e ¾, dove tutto è iniziato ***


Era un classico pomeriggio si settembre a Londra e la sua stazione era pullula di gente che, frettolosamente, si avviava verso diversi binari, magari per non perdere il treno per tornare a casa oppure per non tardare al lavoro. Caotica come sempre, semplicemente. E mentre un cielo azzurro allietava quello spettacolo, una ragazzina si guardava attorno spaesata, con i suoi occhi di un azzurro intenso che cercavano di esaminare ogni minima indicazione, ogni minimo dettaglio per trovare la sua meta: il binario 9 e ¾. Chiunque l’avesse vista così l’avrebbe presa per una persona decisamente strana, dato anche che i suoi bagagli, abbastanza grandi e in grandi quantità, facevano presupporre un viaggio molto lungo. Ma ad un certo punto le sue orecchie iniziarono a sentire la parola “babbano” e il suo cuore si rasserenò. Intravide fra la folla una famiglia che si contraddistingueva per il colore dei suoi capelli, un rosso molto intenso, e vi erano un sacco di ragazzini: due di questi non avevano le valigie con loro e, presumibilmente, non dovevano andare nello stesso luogo dove doveva dirigersi lei.  Iniziando dal marito al figlio più grande, tutti iniziarono ad andare contro il muro svanendo, stranamente senza essere accorti dai babbani. Fra le varie persone della famiglia furono i due gemelli che attrassero la sua attenzione, così pieni di vita e spensierati a differenza sua. Appena il primo passò oltre il muro, si avvicinò alla donna, una signora paciocca che abbracciava la sua unica figlia femmina, o almeno così pareva da quanto aveva visto.

- Mi scusi, da qui si va verso il binario 9 e ¾? - chiese timida; lo era sempre stata di natura, ma da quando uno dei due gemelli, quello che non era passato, si era fermato ad osservarla incuriosito, sentiva l’imbarazzo alle stelle. Le guance erano divenute leggermente rosse e facevano risaltare in particolar modo i suoi occhi azzurri; i capelli, biondi e lisci, scendevano delicatamente fino a poco sotto le spalle e non vi era nessun trucco sul viso della ragazza. Il suo fisico era magro e alquanto delicato, ma nonostante avesse appena 11 anni era già ben formato.
 

- Sì, certo cara; basta che vai dritto contro quel muro e ti troverai sul binario. -
A quell’affermazione la ragazza rimase un po’ stupita, nonostante l’avesse già visto, e un po’ intimorita, dato che aveva paura di fare una figuraccia davanti a tutti, anche se era una cosa a cui era abituata. Ma prese un pizzico di coraggio e chiudendo gli occhi oltrepassò il muro e si ritrovò sul binario, gremito di ragazzi come lei o poco più grandi e, a fianco, i loro parenti, che salutavano quelli già saliti o quelli che stavano per salire. Appena sistemate le valigie, Paige entrò nel treno e, trovando una cabina vuota, si sedette lì, in uno dei posti vicino al finestrino. Poco dopo due voci in coro chiesero – Possiamo? - e Paige si voltò rispondendo – Certo -, ma rimanendo basita di vedere proprio quei gemelli.
-Eh? Ma tu sei la ragazza che ha chiesto informazioni prima!- disse uno dei due –Perché la conosci?- chiese l’altro e, dopo un breve scambio di battute dei due, fu “chiarita” la situazione.
- Devi essere del primo giusto?- chiesero in coro –  S-sì, e voi come fate a saperlo? - Chiese incuriosita. - Semplice!- dissero insieme e poi iniziarono ad alternarsi dicendo – sei spaesata, non sapevi dove fosse il binario e sulla tua valigie non c’è alcuno stemma di una delle 4 case -. Paige rimase semplicemente basita dallo spirito di osservazione di quei due, che, accorti della sua espressione decisero di presentarsi – Io sono Fred – e io sono George- e stiamo frequentando il secondo anno -
- I-Io mi chiamo Paige-  disse allora la ragazza, un po’ timida. Nel mondo dei babbani, chiunque avesse un potere o qualche abilità diversa era malvisto da tutti e ora, dopo tanto tempo, qualcuno le chiedeva come si chiamasse.
- Crediamo proprio che diventeremo ottimi amici- dissero i due e la ragazza sorrise in un modo solare, cosa che aveva fatto un tempo e che aveva fatto impazzire tutti i compagni della sua classe. Durante il lungo, lunghissimo viaggio i due la intrattennero iniziando a parlare della scuola, delle case, degli insegnanti e dei non pochi scherzi che avevano combinato, causando non pochi grattacapi al loro fratello maggiore che ricopriva il ruolo di prefetto. Finalmente quell’interminabile viaggio fra ponti e infinite distese finì e tutti i ragazzi scesero dal treno con addosso le loro uniformi e, per chi doveva essere ancora collocato, le uniformi erano senza i colori delle case. 

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Capitolo 2
*** Smistamento e nuovi amici ***


I due gemelli salutarono la loro nuova amica e decisero di incamminarsi verso la scuola, dato che quelli del primo anno avrebbero dovuto fare un percorso diverso. Appena arrivati all’immenso portone della scuola, i ragazzi dovettero seguire la professoressa MCGranit , vestita con il suo classico abito lungo scuro e un cappello da strega del medesimo colore. Dopo che ella spiegò le cose fondamentali da sapere, le 4 case e come avveniva lo smistamento, la grande porta che dava accesso alla sala grande fu aperta, mostrando il magico tetto e 4 lunghissimi tavoli dove erano seduti tutti gli studenti e ad ogni tavolo vi era un colore diverso, in base alla casa. Arrivati di fronte al tavolo degli insegnanti, la professoressa iniziò a chiamarli ad uno ad uno ed ognuno di loro si sedeva su uno sgabello e sopra vi posizionavano un cappello, che analizzava tutte le loro caratteristiche e li collocava nella loro casa; alla fine arrivò anche il suo turno e la professoressa pronunciò il suo nome – Paige Worren- e la ragazza salì timidamente sulle scale e si sedette.

-Ah... a quanto vedo hai coraggio da vendere...- iniziò a dire il cappello –un animo molto forte... non ci sono dubbi sulla tua collocazione, sei un Grifondoro!- E allora un boato si alzò dalla tavolata dei Grifoni mentre, dall’altra parte della stanza, alcuni che sembravano avere delle facce maligne iniziarono a mandarle occhiatacce. Ma in quel momento a lei non importava: non era mai successo un evento simile nella sua vita. Iniziò subito a fare conoscenza con dei ragazzi seduti lì vicino a lei: solo un paio erano del primo anno, ma quelli che erano più grandi di lei non sembravano essere arroganti o simili, semplicemente dei ragazzi che volevano fare amicizia. In particolare strinse amicizia con Evelyn, una ragazza dai lunghi capelli nocciola e dagli occhi verdi, il cui fisico non era ancora formato ma la sua simpatia era a dir poco contagiosa.  E poco lontano da dove era lei vide i due gemelli, che non le avevano detto la loro casa, ma che la salutarono sorridendo. In quella cena d’apertura molti mangiarono fino a scoppiare, ma Paige non era mai stata abituata in quel modo e mangiò davvero poche cose. Alla fine della cena, il prefetto Percyl, fratello dei due gemelli combina guai, accompagnò tutti nella sala comune di Grifondoro, mostrò la direzione del dormitorio e che le valigie erano state posizionate da sole. Appena salite, per loro fortuna, Paige ed Evelyn scoprirono di essere anche vicine di letto e chiacchierando sottovoce, alla fine si addormentarono. 

Note dell'autrice: questo è il 2 capitolo della mia fan fiction su un OC e sui gemelli Weasley. Spero di essere stata più veritiera possibile. Sono ben accetti critiche e commenti, in modo tale da poter migliorare anche la storia. Grazie!
 

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Capitolo 3
*** Un piccolo angolo pacifico...e uno scherzo a dir poco geniale! ***


Questo è il 3° capitolo della mia fan fiction su Harry Potter, con riguardo particolare verso i gemelli Weasly. Mi piacerebbe che lasciaste un commento, dato che nei precedenti due capitoli non ne ho avuto nemmeno uno *sigh* comunque ringrazio chiunque abbia la buona volontà di leggerla!




Il primo giorno di scuola fu movimentato, forse anche troppo. Incantesimi sin dal primo mattino non è che fosse il massimo, per non parlare di pozioni dato che il professor Piton si comportava in una maniera odiosa con tutti, in particolar modo con i grifoni, poi c’era stata l’estenuante lezione di volo con la scopa e, nonostante non se la fosse cavata per nulla male, doveva sempre stare vicino alla sua amica Evelyn che, al contrario, sbandava da una parte all’altra e toccava a Paige doverla prendere. E infine giunse l’ora di pranzo, finalmente un po’ di pace da quel caotico andare sopra, sotto, scale che cambiano, ritratti... Subito dopo pranzo Paige decise di cercarsi un bel luogo pacifico, magari che avrebbe conosciuto solo lei. Sapendo che nel castello questo era impossibile, decise di andare nella foresta. Di giorno era molto meno spaventosa di quella descritta nei racconti di quelli che venivano puniti e mandati lì. Appena arrivata iniziò a camminare per qualche decina di metri e alla fine giunse in una zona dove l’erba era rigogliosa nonostante l’autunno fosse alle porte e, attraverso i rami degli alberi si poteva intravedere la fioca luce del sole, in quel momento oscurato da una nuvola di passaggio, che rendeva quel posto estremamente calmo e silenzioso. Paige, essendo cresciuta per un po’ come un maschiaccio, decise di arrampicarsi su un albero, ma non molto in alto, e si sedette su un ramo abbastanza grosso da poter sostenere il suo peso. Appena alzò gli occhi riuscì a intravedere il castello di Hogwarts in tutta la sua grandezza, il ponte che collegava una parte del castello a un cerchio di enormi massi dalla quale poi, salendo, si andava alla gufaia. E il tutto accompagnato dal silenzio... o almeno fino a che non sentì una voce chiamarla e, intravedendo al di sotto del suo albero vide una testa rossa e un oggetto nella mano – Fred – disse Paige riconoscendolo e scendendo agilmente dall’albero. Appena arrivata a terra Fred le chiese –Che ci facevi la?-; la foresta era sempre un luogo deserto per via delle storie che circolavano su di essa, ma comunque un luogo perfetto per testare nuove invenzioni oppure per elaborare qualche piano per degli scherzi perfetti. – Ammiravo il panorama... è bellissimo da lassù!- disse estasiata – E da quando le ragazze si arrampicano sugli alberi... e poi come hai fatto a capire che sono Fred e non George? Siamo praticamente identici!- disse insospettendosi su quel punto. In effetti nemmeno lei lo sapeva, come aveva fatto? E fece scena muta, prima di domandare – E tu che ci fai qui?- - Semplice -rispose- elaboro un piano per fare uno scherzo a Gaza che se lo ricorderà per tutta la vita- e così facendo le mostrò il suo più grande manufatto, la mappa del malandrino presa proprio l’anno precedente e dal quale si potevano vedere gli spostamenti di tutti nel castello. La ragazza, che era cresciuta in un modo babbano, rimase a bocca aperta e Fred, fiero di sé, decise di spiegarle il piano: nascondere delle cacca bombe in varie zone del castello e farle esplodere nel momento in cui Gaza fosse passato. Il piano era geniale: i gemelli avrebbero utilizzato un incantesimo per nascondere gli oggetti agli occhi di tutti e avrebbero pedinato Gaza verso il tardo pomeriggio, sapendo il suo classico percorso e dato che a quell’ora non c’era ancora il coprifuoco. Però qualcosa non quadrava, secondo Paige, ed infatti era così:  il corridoio del 5 piano, una delle mete prescelte per il posizionamento della pericolosa arma, era percorso da un sacco di ragazzi a quell’ora dato che era un corridoio per accedere alle scale principali dopo la fine delle lezioni. Il problema sarebbe stato colpire qualcuno, in particolar modo un fastidioso serpeverde che si sarebbe vendicato sui gemelli riconoscendoli come autori di tale atto (essendo anche gli unici che lo avrebbero potuto fare)  iniziando a lanciare diverse maledizioni contro. Propose allora a Fred di metterlo nel magazzino delle scope; la cosa poteva sembrare assurda, ma non era per nulla male come idea dato che lì vi erano vari strofinacci che Gaza avrebbe usato per pulirsi. Anche Fred la trovò un’idea per nulla male e decise di consultarsi prima con il fratello gemello per vedere il suo pensiero e poco dopo decise di andarsene, promettendo che avrebbe fatto sapere come sarebbe andata a finire la storia; Paige, che voleva tornare dalla sua amica, decise di seguirlo mentre iniziò a parlare di come sarebbe potuta andare e cos’era successo quando gli avevano fatto l’ultimo scherzo, ovvero dei pasticcini con un potente purgante e la pozione polisucco contenente i peli della sua gatta, qualcosa di cui la scuola parlò per tutto l’anno. Si separarono nel cortile centrale, dato che Fred doveva andare a pozioni passando dal cortile di pietra mentre Paige doveva andare in biblioteca dove aveva un appuntamento con Evelyn. Arrivata la ragazza iniziò a farle svariate domande sul dove fosse stata, ma Paige decise di non risponderle facendola tirare a indovinare e iniziarono a studiare babbanologia (cosa in cui Paige non poteva che avere il massimo dei voti, essendo stata una babbana). Arrivò la sera e, dopo cena, Evelyn e Paige decisero di rimanere nella sala comune dei Grifondoro dove la prima raccontò di alcuni modi violenti di una Serpeverde nei confronti di un ragazzo Corvonero. Ma non riuscì a finire il racconto che i gemelli trascinarono Paige in un angolo della sala alquanto nascosto e dove non c’era nessuno, dicendo ad Evelyn e, rigorosamente in coro, – Te la rubiamo per qualche minuto-. Accertatisi che nessun orecchio indiscreto potesse ascoltarli, iniziarono a dire –Ti arruoliamo! - -Cosa?- disse la ragazza non capendo a cosa si potessero riferire – Sei a dir poco geniale! Lo scherzo è andato molto più che a gonfie vele ed è stato esattamente come avevi previsto!- iniziò a dire Fred –Esatto! Con te al nostro fianco i nostri scherzi sarebbero a dir poco impeccabili!- -Non posso!- disse Paige altamente contrariata; lei aveva dato dei consigli a Fred ma non lo aveva fatto esattamente per aiutarli, ma piuttosto come osservazione personale – Ti prego!- iniziarono a dire i gemelli in coro –E va bene! Ma solo se sarete davvero in guai seri!- I gemelli esultarono felici per la loro vittoria e se ne andarono, magari iniziando già a escogitare qualche piano per qualche altro scherzo, mentre Paige tornò da Evelyn quasi incuriosita da loro. 

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Capitolo 4
*** Capitolo 4: Partita di Quiddich! ***


Angolo dell'autrice: tengo a ringraziare in particolar modo FrancyWeasley, l'unica perssona che ha commentato i 3 capitoli precedenti. E ringrazio anche chiunque legga o metta fra seguite/preferite la mia storia. Spero che questo nuovo capitolo vi piaccia!




I giorni iniziarono a passare velocemente e in ognuno di questi si scoprivano cose nuove sulla magia, sulle pozioni, sigli incantesimi e anche sulle creature che popolavano il mondo e di cui i babbani non ne sapevano nulla. Paige, di solito, era sempre con Evelyn in giro per la scuola o alle lezioni, trovando sempre il tempo per studiare; inoltre, ogni tanto, i gemelli andavano da lei per chiederle una mano per perfezionare i loro piani. Tutto procedeva tranquillo fino a quando, una mattina di inizio Novembre, nella scuola si sentì parlare del Quiddich. Paige non capiva e, in fondo, non poteva capire dato la sua vita da babbana, così decise di chiedere informazioni ai due gemelli. –E’ lo sport più sensazionale ed emozionante del mondo magico!- iniziarono i due, poi iniziarono a dire le regole, le squadre per cui tifano, i giocatori che adoravano e finirono il discorso con –E noi siamo nella squadra di Grifondoro!- -Davvero?- chiese Paige estasiata; da come lo avevano descritto era uno sport grandioso e che fra tante persone loro fossero in quella squadra era davvero fantastico. –La prossima partita sarà fra una settimana contro i Corvonero, tu verrai a vederla, vero?- chiese Fred -Certo!- disse estasiata. Ma di punto in bianco George interruppe la conversazione –Paige, come si chiamavano i tuoi genitori? Ora che ci penso non ce lo hai mai detto e tu sai tutto della nostra famiglia- disse; Paige rifletté un poco –Allora il mio papà si chiamava Victor Worren mentre mia madre Prudence Kathleen, erano dei Grifondoro, o almeno è quello che so- -Aspetta... erano?- la interruppe George –Sì, sono morti quando ero molto piccola; mio padre morì durante il crollo di un edificio e mia madre in un incidente aereo... o almeno questo è quello che mi hanno raccontato- disse senza mostrare un volto triste. I due gemelli si guardarono negli occhi, probabilmente avevano un piano che la ragazza non riuscì a concepire e, dopo averla salutata, si dileguarono nel nulla. Quella stessa sera la chiamarono in disparte nella sala comune e le diedero una foto che si muoveva, con due ragazzi di circa 18 anni sorridenti e con il loro diploma in mano –Ma questi...- -Sono i tuoi genitori- risposero in coro –O almeno una foto che abbiamo trovato in giro..-prendila come un nostro ringraziamento per averci aiutato a perfezionare i nostri scherzi- Paige continuò a fissare la foto per diverso tempo, poi ringraziò i due gemelli dandogli un bacio sulla guancia a ciascuno; i due arrossirono leggermente mentre Paige non sembrò accorgersene: per lei non c’era nulla di strano in ciò dato che non sapeva cosa potesse significare. I due si guardarono in modo furtivo e dissero –facciamo così: se vinceremo la prossima partita di Quiddich tu ce ne darai un altro, va bene?- dissero in tono scherzoso e Paige, allora in preda alla gioia della foto, annuì. Quella settimana passò in fretta e giunse anche il giorno della partita. Evelyn e Paige erano sedute su uno degli spalti di Grifondoro, coperte dato che quel giorno non c’era il sole, oscurato da diverse nuvole grigie, e il vento gelido non rendeva di certo piacevole quella situazione. Sin dall’inizio, Paige non perse una singola mossa della sua squadra e in particolar modo dei due gemelli, che erano molto più agili di quanto potesse immaginare. A commentare la partita vi era un abile cronista, probabilmente svolgeva quel lavoro da anni dato anche che si trovava all’ultimo anno scolastico. Per fortuna non ci furono scorrettezze fra le due squadre e a vincere fu proprio quella dei Grifondoro grazie alla presa del boccino del cercatore. Dagli spalti immensi boati iniziarono a riempire il campo e molti iniziarono a saltare di gioia per la vittoria. Poco dopo gli spalti iniziarono a svuotarsi e Paige ed Evelyn decisero di ritornare nella sala comune non avendo altro da fare –E’ stata una partita fantastica!- iniziò Evelyn descrivendo per filo e per segno i momenti che aveva considerato emozionanti – E poi hai visto Eric? Era davvero fantastico!- Eric era un giocatore del 3° anno e aveva un bellissimo aspetto: era alto, biondo, occhi verdi, molto intelligente e da molte ragazze era considerato un vero e proprio principe, tanto da avere ammiratrici in tutte le Case. Si capiva lontano un miglio che Evelyn avesse preso una cotta per lui e Paige adorava stuzzicarla. Appena arrivate si accorsero di essere le uniche dato che molti avevano approfittato di quel giorno libero per fare compere a Hogsmade o per andare a complimentarsi con i giocatori direttamente all’uscita degli spogliatoi. Decisero quindi di riscaldarsi al fuoco avendo le mani congelate, ma la loro “solitudine” non durò molto in quanto nella sala arrivarono anche i due gemelli ed Eric. Potete immaginare il rossore si Evelyn a quella vista per lei “paradisiaca” e Paige che riusciva a trattenersi a stento dal ridere. –Siete stati bravissimi- riuscì a esordire Paige sorridendo e avvicinandosi ai tre ragazzi mentre Evelyn decise di seguirla ma di rimanere dietro di lei –Ovvio, con noi in campo la partita non può essere persa- dissero i gemelli facendo i vanagloriosi vantandosi delle loro azioni mentre il ragazzo dietro di loro si limitava a sorridere. –E’ ora della nostra ricompensa non credi?- dissero e Paige diede loro un bacio sulla guancia come promesso –Che peccato, avrei preferito anche io prendere parte alla scommessa- disse allora Eric con un tono strano suscitando chissà quale meccanismo nei gemelli, che iniziarono a pensare cose come “Te lo scordi!”; che iniziassero a essere gelosi? Paige invece non capì e rimase a fissarlo per un po’; -Ah noi dobbiamo andare, sta per iniziare la nostra festa e non vorremmo fare tardi, dissero i due portando via anche Eric e scomparendo dietro il quadro. Evelyn aveva ancora un’espressione beata in volto e rimase così fino a quando Paige non la scrollò facendola ritornare in sé – Com’è bello!- disse con voce vana –Io vado sopra... domani abbiamo pozioni e devo ancora studiare “come può essere neutralizzato il veleno di uno schiopodo”, quindi se mi cerchi sai dove trovarmi- disse salendo. Sul suo comodino vide la foto dei suoi genitori e sorrise... non ne aveva mai viste o almeno non per quel che ricordasse, anche se i volti erano esattamente come li aveva lasciati 6 anni prima. Si mise sul letto e iniziò a studiare la sua lezione sperando di riuscire a memorizzare qualcosa. 

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Capitolo 5
*** Natale! ***


Angolo dell'autrice: Ringrazio vivamente FrancyWeasley per i suoi commenti, ma anche tutti gli utenti che hanno letto e messo fra i prederiti questa mia storia. Grazie infinite a tutti!




I giorni passarono in fretta e le vacanze Natalizie sembravano avvicinarsi in un batter d’occhio. Era uno fra i periodi più atteso da tutti in quanto era l’unico durante tutto l’anno in cui si aveva la possibilità di ritornare a casa dai propri cari. Anche i gemelli ed Evelyn avrebbero fatto la stessa cosa, peccato che Paige non potesse in quanto non aveva una famiglia, o meglio l’aveva ma non vedeva l’ora di sbarazzarsi di lei, quindi non era certo opportuno ritornare. Pochi erano quelli che sarebbero rimasti a scuola e tra questi Eric, cosa che creò non poche preoccupazioni ai gemelli: infatti in realtà egli non era proprio un principe, ma un arrogante ragazzo che prendeva tutto quello che voleva anche ricorrendo alla forza, anche se era capitato nei Grifondoro per via di altre doti come il coraggio che di certo non gli mancava, e quella battutina di quel giorno dopo la partita non fece altro che aumentare le loro preoccupazioni. Poco prima di partire per ritornare a casa, i due cercarono di essere più sereni possibile e raccomandarono alla ragazza di stare attenta e non dare confidenza agli sconosciuti, anche se ragazzi della sua stessa casa. Anche Evelyn la salutò anche se si sentiva triste a dover lasciare la sua migliore amica al castello. Il fischio del treno fu un avviso che li fece salire in carrozza; poco dopo esso si iniziò a muovere sparendo oltre le colline dalle quali, pochi mesi prima, era arrivato. Paige fece per allontanarsi da quella zona, diretta in biblioteca per leggere qualche libro ma una voce la fermò –Buon pomeriggio, ci rincontriamo- e girandosi Paige vide Eric –Ah sì! Tu sei quel ragazzo che gioca nella squadra di Quiddich!- disse ricordandosi di lui –Esatto, mi fa piacere che te ne ricordi- e dicendo ciò mostrò uno splendido sorriso –Sai, i miei amici della squadra di Quiddich se ne sono andati tutti a casa e sono rimasto solo... dato che vivi la mia stessa situazione ti andrebbe di trascorrere un po’ di tempo con me?- I suoi modi di fare sembravano gentili, ma la ragazza riuscì a notare un non so che di malizioso nella tonalità della sua voce e nel suo modo di fare, tanto da rimanerne un po’ impaurita –Ecco, a dir la verità ho molto sonno... la scorsa notte l’ho trascorsa a parlare con la mia amica e ora vorrei andare a dormire- inventò la ragazza –Certo, ti capisco... allora lascia almeno che ti scorti fino alla sala comune-; a questo punto Paige fu solo costretta ad accettare e si avviarono insieme verso il castello. Durante il tragitto Eric cercò di farla parlare, anche se lei non ne voleva sapere e spiccicava solo qualche parola come “Sì” o “no”; il percorso, per fortuna non fu molto lungo e la sala dei Grifondoro, seppur al settimo pian, sembrò arrivare in fretta –Grazie di tutto, io vado- gli disse sorridendo e salutandolo, pronta a salire su per le scale del dormitorio femminile se una mano non l’avesse tirata dall’altra parte bloccandole il viso con l’altra mano e guardandola negli occhi- è inutile che scappi, molto presto tu sarai mia- le disse il ragazzo, iniziando ad avvicinarsi al suo viso, ma Paige, intimorita, gli tirò uno schiaffo e corse nel dormitorio –Non male la ragazzina- pensò fra sé il ragazzo. Dopo essere salita con il cuore a 1000, la ragazza si sedette sul suo letto, le gambe troppo deboli per reggere il suo peso. Cosa gli era preso a quello lì? Perché lo aveva fatto? Mille domanda iniziarono ad assalire la mente della ragazza che, troppo terrorizzata, decise di non muoversi più dall’ultimo rifugio che le era rimasto, quel dormitorio. Così fece e riuscì a resistere per 3 giorni, poi fu troppo anche per lei e si recò in Sala Grande. Nel suo tragitto non vide Eric e si tranquillizzò; andò in biblioteca e rimase a leggere un libro che parlava di duelli e incantesimi, ma poco dopo notò la Gazzetta del Profeta che annunciava che era il giorno 24 Dicembre, la vigilia di Natale, era già passato tanto da quando aveva iniziato la scuola? Comunque continuò a  leggere, andò a cena nella Sala Grande, e ritornò in camera sua. Il giorno dopo arrivò in fretta e, vicino al suo letto, vide una lettera, quella di Evelyn, che si apprestò a leggere. L’amica le raccontava cosa stava facendo in quei giorni e le augurava un buon natale; sempre nella busta trovò un regalo per lei, un braccialetto argentato molto semplice ma che le piacque un sacco e che si mise subito al polso. Però i gemelli non le avevano scritto nulla, ed era un vero peccato; avrebbe voluto raccontare loro cosa stesse accadendo, anche solo per sfogarsi dato che non voleva interrompere i sogni della sua amica sulla “vera identità” della sua prima cotta, ma decise comunque di non farlo, non era giusto rovinargli le vacanze per cose in cui non c’entravano.

***************
Intanto, alla Tana
-Hey Fred -Dimmi George - Senti anche tu questa strana sensazione?- Intendi quella che sento che stia per accadere qualcosa di brutto?- Esatto, e tu sai anche a chi- Già- Hey, ha detto che non ha una famiglia, la potremmo invitare a casa nostra per trascorrere le vacanze estive, che ne dici?- Avremmo dovuto almeno mandarle gli auguri, non pensi George?- Glieli daremo di persona, ma ora andiamo a chiedere alla mamma per le vacanze estive- Detto questo, scesero dal letto dove si erano appena sdraiati e andarono giù per le scale, giungendo fino in cucina dove si trovava la signora della casa –Hey mamma!- disse in coro mostrandosi esattamente come sempre –Hey voi due, avreste anche potuto evitare di filarvela in camera, specialmente dato che oggi è natale!- -Possiamo chiederti un favore?- -Certo, purché non si tratti di provare le vostre invenzioni- - Quest’estate potremmo ospitare una nostra amica a casa? Lei non ha una famiglia e ora è rimasta a scuola da sola, cioè non proprio sola, ma tutti i suoi amici se ne sono andati e così... è quella ragazza che ti ha chiesto informazioni alla stazione!- -Oh davvero cari? E come si chiama?- chiese incuriosita –Prudence Worren- a quel nome la donna sembrò essere stata colpita da un Pietrificus Totalus e iniziò a dire –Ma non so se le convenga venire qui, forse sarebbe meglio se...- -Ti prego, mamma- dissero i due in coro e non potette che dire di sì.
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Anche le vacanze passarono in fretta e, arrivato il giorno del ritorno, Paige corse verso la stazione aspettando l’arrivo del treno. Quei pochi giorni di vacanza l’avevano traumatizzata specialmente ora che era nella preoccupazione di rivedere quell’essere, quell’individuo di cui non riusciva a capire lo scopo. Appena scese corse ad abbracciare Evelyn, ringraziandola per il suo regalo e per la lettera. Decise di aiutarla a portare i bagagli e si avviarono insieme verso il castello. Purtroppo, però, il timore di rivederlo si avverò ed Eric le si parò sulla strada –Ma che bella sorpresa rivederti, Paige, e anche a te, devi essere la sua migliore amica, Evelyn giusto?- nel dire queste parole Evelyn arrossì mentre Paige si pietrificò: da quando aveva saputo il suo nome e da quando sapeva anche quello della sua amica? –Lasciami in pace- disse con un briciolo di coraggio, quel briciolo che le rimase, almeno –Oh? Adesso dai anche ordini? Suvvia lo so che non resisterai ancora a lungo... ti si legge in faccia!- Come lo sapeva? No adesso era troppo: non bastava sapere il suo nome, quello della sua migliore amica? Ora anche le sue sensazioni e i suoi pensieri?- Evelyn si riprese –Cosa? Resistere a che?- chiese all’amica che lo guardava terrorizzata –Buon dì- dissero i gemelli in coro e apparendo da dietro le due ragazze –Oh? Sono arrivati i rinforzi? Va bene, per ora mi ritiro, ma stanne certa che ritornerò e allora sai già come andrà a finire- disse andandosene –Tutto bene?- chiesero i due a Paige- -Si, certo- disse riprendendosi e tornando la solita sé stessa; comunque quella situazione non piacque ai due che decisero di fare ulteriori approfondimenti. 

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Capitolo 6
*** Capitolo 6: Duello ***


Angolo dell'autrice: Questa volta nessuno ha recensito il capitolo precedente *sigh* va in un angolino. Ringrazio comunque chiunque legga la fan ficiton. Per favore, un commentino lo potreste lasciare? Non vi costa nulla!
Comunque grazie a chiunque abbia aggiunnto la fan fiction fra i preferiti o le seguite.
(Me: Hey tu, lo so che non è obbligatorio commentare, ma evita di puntarmi quella bacchetta dietro la schiena! Cosa? Se continuo mi fai fuori? Scordatelo!
  Altra persona: Avada...
  Me: vi saluto alla prossima *corre talmente veloce da battere il record mondiale di velocità)




I gemelli avevano intuito qualcosa che non andava, e non avevano per nulla torto: erano diversi giorni che Paige sembrava molto più intimorita, si spaventava se cercavano di farle una “sorpresa” da dietro e tutto ciò dopo che erano trascorse le vacanze e dopo quello sgradevole incontro. Adesso era troppo e decisero di andare a parlare con la diretta responsabile della faccenda, Paige. Quel giorno la trovarono in sala comune con la sua amica intenta a finire la relazione su “Antidoti ai veleni rari” ovviamente del professor Piton. La presero dicendo che le dovevano dire qualcosa e la portarono in un angolo della stanza –Ora ci devi dire che cosa sta succedendo, ne abbiamo tutto il diritto- -Cosa? Che cosa intendete dire voi due?- chiese allora facendo finta di non aver capito –Lo sai benissimo, che cosa ti ha fatto Eric?- chiese direttamente Fred; nei suoi occhi si leggeva sia la preoccupazione, sia la rabbia che provava in quel momento –Assolutamente nulla- rispose allora risoluta la ragazza; cercarono di farla parlare in diversi modi, ma conoscendo la sua cocciutaggine e il fatto che l’unico modo per farla parlare sarebbe stato il veritaserum (pozione alquanto rara e difficile da recuperare anche nell’ufficio di Piton), decisero di parlare con il loro compagno di squadra Eric. Uscirono dalla sala comune della loro Casa e andarono verso la Sala Grande, dove era probabile che stesse, ma lo incontrarono sulle scale fra il 3° e il 4° piano. Lo fermarono sembrando sempre con la loro aria solare, e poi lo spinsero verso il muro del corridoio –Dicci, che cosa hai fatto a Paige-  disse  minaccioso George –Suvvia, non mi direte che solo per aver tentato di baciarla se l’è presa a male!- disse come se nulla fosse –Cosa?- disse Fred iniziando quindi a capire la storia –Non osare mai più nemmeno avvicinarti a lei, intesi? Oppure il castello saprà di che pasta è realmente una delle persone più ammirate- disse George cercando di essere minaccioso –Ah, davvero? Starà a lei decidere se cedere o no... comunque che avreste intenzione di fare sentiamo?-  I due si allontanarono furiosi e spaventati: sapevano, avevano saputo cosa aveva fatto ad alcune ragazze e non volevano che la storia si ripetesse di nuovo. Fred, in particolare, seguì il fratello George ma ad un certo punto si voltò di scatto, scese i pochi gradini che lo separavano da quel mostro e gli tirò un pugno che lo fece cadere giù per le scale con il naso sanguinante –Sei stato grande fratellino- disse George assistendo alla scena –Oh, era d’obbligo- gli rispose l’altro mentre salirono su per le scale ritornando in sala comune, dove le due ragazze erano ancora lì a studiare. –Sempre a studiare voi due?- chiese sarcastico George tornando il solito se stesso, specialmente dopo che si era tolto un peso dallo stomaco –Eh? Ma questo compito è di Piton, sapete anche voi cosa succede se non si fanno i suoi compiti, no?- disse Evelyn mentre Paige rimase troppo impegnata a leggere l’argomento, talmente tanto da non accorgersi della presenza dei due fratelli. Fred, vedendola, non resistette proprio e decise di afferrarla ai fianchi e dirle “BU!” nell’orecchio. Paige si spaventò talmente tanto che cadde dalla sedia trascinando con sé Fred che non l’aveva ancora lasciata. Risultato? I gemelli ed Evelyn scoppiarono a ridere mentre Paige rimase attonita per un po’, fino a quando non realizzò il tutto e tirò un pugno in modo scherzoso a Fred –Non devi farlo mai più! Mi hai fatto venire un colpo- -Avresti dovuto vedere la tua faccia!- disse il ragazzo che non riusciva a smettere di ridere, tanto da non riuscire nemmeno a rialzarsi dal pavimento, cosa che faceva anche suo fratello ma seduto ad una sedia del tavolo. Paige non riuscì a resistere molto con il muso e scoppiò anche lei a ridere... quei due di certo sapevano come tirare su il morale delle persone. Ma la gioia durò poco dato che Eric entrò nella sala- Voi, maledetti! Come avete osato tirarmi quel pugno? Me la pagherete cara!- Paige guardò con aria interrogativa prima Fred e poi George che fecero finta di non sapere nulla mentre l’altro, infuriato, disse –Bene! Allora vi sfido a duello! Se vincerete vi lascerò in pace ma se perderete sapete già cosa succederà a lei!- disse indicando Paige che rimase a fissarlo – Accet – stavano per dire i due gemelli quando Paige li fermò –Non pensi che sia meglio che sia io a combattere dato che sono in palio?- i due la guardarono preoccupati: il ragazzo era un campione anche nel duello e per lei, che era solo una primina, batterlo non sarebbe stato poi così facile –Oh? Mi vuoi semplificare la vittoria? Va bene, accetto. Incontriamoci fra 3 giorni a pranzo nel cortile di Pietra, così a quell’ora nessuno vedrà la tua figuraccia!-  Detto ciò se ne andò –Ma sei impazzita?- iniziarono a dire i gemelli- è un campione nel duello e tu che sei una novellina pensi di poterlo battere?- Evelyn rimase a bocca aperta nel vedere quell’aspetto del suo “principe”, tanto da ricredersi su di lui –Non so cosa fare, ma per quel giorno m’inventerò qualcosa, va bene?- disse Paige, per la prima volta agitata. Aveva letto diverse informazioni sui duelli, ma non ne aveva mai visto o fatto uno di persona, cosa che di certo le dava un netto svantaggio. Ma come poteva far combattere i due gemelli, che d’altronde non c’entravano nulla in tutta quella faccenda, al posto suo? Da quel momento i minuti iniziarono a trascorrere in un modo veloce, così anche le ore e anche i giorni, arrivando a quel fatidico giorno. Quel momento tutta la scuola era a pranzare e nel cortile non vi erano altro che Eric e Paige, pronti al duello. Anche qualcun altro era nascosto ad assistere alla scena, ma non si mostrò. –Bene, complimenti. Hai avuto davvero tanto coraggio a venire qui; e pensare che tu sei solo una novellina... in fondo mi dispiace doverti battere...- disse Eric come se avesse la vittoria in pugno –Credo che prima dovresti duellare e poi parlare- disse semplicemente risoluta Paige; lei non era così certa della vittoria, ma  doveva vincere a tutti i costi e ciò le bastava per darle più che un valido motivo. Eric sorrise a quell’affermazione e disse- Bene, allora iniziamo- e lanciò il primo incantesimo contro la ragazza, che seppe proteggersi. Iniziò poi a lanciare una sfilza di incantesimi, alcuni tenti a disarmare la sua avversaria e altri con lo scopo di farle del male, ma Paige seppe evitarli. Poi fu un attimo, il ragazzo lasciò una parte del suo corpo scoperta e quello determinò l’esito del duello – Expelliarmus! – pensò Paige lanciando l’incantesimo, che sbalzò il ragazzo a diversi metri di distanza disarmandolo.  –Devi aver imbrogliato, è impossibile che tu mi abbia battuto, io sono un Campione!- -E allora? Sei comunque umano e hai commesso un errore. Ora mantieni la tua promessa e lasciami in pace una volta per tutte- disse andandosene. Ad aspettarla al di fuori c’erano i due gemelli con lo sguardo allibito –Dove hai imparato a fare quello che hai fatto?- chiesero basiti –A dir la verità ho letto un libro, ma non avrei mai immaginato che sarebbe stato così facile eseguire gli incantesimi dal vero. – I due continuarono a rimanere basiti, poi si diressero nella Sala Grande,cercando di prendere qualcosa, sempre se quei bufali dei loro compagni non avessero già mangiato tutto. 

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Capitolo 7
*** Ritorno... alla tana? ***


Angolo dell'autrice: ringrazio Otta_Weasley per aver recesito lo scorso capitolo e ringrazio tutti coloro che hanno letto gli scorsi capitoli, il primo ha raggiunto quota 141 *commossa*. Spero che chi legga trova di gradimento questo nuovo capitolo, anche se è un pò più lungo degli altri. Per chi vuole, un commento o una critica sono sempre graditi!
Alla prossima! <3




Da quel momento in poi la vita passò in modo allegro e spensierato; i due gemelli continuavano a fare scherzi, Paige tentava di farli smettere, ma senza soluzione (dato che alla fine anche lei dava una mano) ed Evelyn iniziò a frequentare un ragazzo di un anno più grande di lei, insomma, tutto stava andando a gonfie vele e dopo gli esami le vacanze estive non si fecero attendere. Poco prima della fine della scuola, i due gemelli chiesero a Paige –Hey, dato che non hai una tua famiglia (o almeno vera e propria) che ne diresti di venire a trascorrere le vacanze a casa nostra?- -C-cosa? Ecco io non vorrei creare problemi e poi- -Lo abbiamo già chiesto a nostra madre e lei ha detto che puoi venire, per tutta l’estate... e poi ci deve aiutare ad escogitare qualche piano per dare fastidio a Percy... a casa è insopportabile!- disse Fred col consenso del fratello: in effetti fra tutti lui era il più monotono e “perfettino” tanto che a volte i suoi stessi fratelli (i gemelli) escogitavano piani per dargli fastidio. –Questa non è una buona motivazione- disse la ragazza –E se non vieni noi ti ci portiamo con la forza- disse George... era incredibile quanti metodi potessero trovare quei due pur di arrivare al loro obiettivo –Va bene... me se faccio qualcosa di sbagliato voi dovete correggermi, va bene?- disse lei –Certo, fidati di noi- dissero i due, cosa che era assolutamente impossibile, in verità. Alla fine la scuola finì e i 4 ragazzi riuscirono a trovare una cabina vuota, perfetta per loro. Il viaggio, questa volta, fa davvero troppo breve ed Evelyn e Paige si dovettero salutare promettendosi che si sarebbero scritte. Uscite dalla barriera i gemelli fecero strada alla ragazza e la condussero dalla loro famiglia: rispetto a diversi mesi prima non era cambiato nulla in quella famiglia, solo l’aspetto dei due bambini più piccoli era leggermente variato.  –Oh miei cari!- disse la signora Weasley abbracciando i due gemelli appena li vide; Percy era già arrivato quindi se la stessa scena si fosse ripetuta anche con l’altro ragazzo, questo era ignoto. Appena la signora vide Paige le sorrise dolcemente –E tu devi essere Paige, vieni cara, ho saputo che la tua famiglia non è molto amorevole con te- disse in modo dolce. Si avviarono tutti alla macchina volante e Paige si sorprese per quanto spazio ci fosse grazie ad un semplice incantesimo. Arrivati alla Tana i gemelli fecero strada alla ragazza, iniziando a mostrare loro la casa e tutti gli oggetti magici, dall’orologio ai maglioni che si facevano da soli alle pentole che si lavavano da sole. Il salone, la cucina, le scale, il giardino... tutto era come se lo ricordava. –Aspetta un attimo?! Ricordare?! Possibile che io sia già stata qui?- pensò fra sé la ragazza mentre seguiva i due gemelli –Hey tutto bene?- le chiese Fred notandola un po’ spaesata –dai, non devi sentirti imbarazzata, lo sappiamo che sei stupita da tutta questa magia, ma in fondo sei appena stata a Hogwarts - -Già avete ragione- disse lei sorridendo e seguendoli. L’ora di pranzo arrivò in fretta e, seppur non fosse vistoso come quello della scuola, era comunque una prelibatezza; subito dopo pranzo i gemelli la trascinarono in camera loro, segno evidente che avevano bisogno di una mano per escogitare qualcosa e, come volevasi dimostrare, si sedettero sul letto pronti ad escogitare un brillante piano per il loro “amato” fratellino maggiore; -Allora noi gli faremo mangiare delle queste caramelle! –disse mostrando le caramelle alla sua amica –Eh? No scusate ma questa volta non voglio proprio prendere parte al piano- disse lei risoluta.  Da sotto si sentì la signora Weasley chiamare uno dei gemelli, George, che dovette scendere anche se di malavoglia, facendo rimanere in camera Fred e Paige – Dai... Percy non lo sopportiamo!- - Non posso aiutarvi a fare del male a vostro fratello!-  disse lei risoluta: andava bene farlo a un serpe verde, ma un fratello prefetto e per di più Grifondoro non era proprio ideale. Fred provò a convincerla in diversi modi, ma senza riuscirci e alla fine si arrese: era davvero una delle poche persone che era stata in grado di far arrendere uno dei gemelli. Fred fece per alzarsi, ma non riuscì a vedere uno scherzo che il fratello George aveva lasciato cadere involontariamente a terra e scivolò proprio sulla ragazza che in quel momento, sentendo il peso del ragazzo su di se non poté far altro che cadere sul morbido letto. Fred era su Paige e poteva sentire il petto della ragazza alzarsi mentre respirava; i loro visi erano davvero vicini e le loro labbra si sfioravano appena – Fred sei pesante- disse Paige ironizzando la situazione, anche se era visibilmente rossa. Per la prima volta in un anno, anche Fred era imbarazzato e le sue gote si tingevano di un rosso molto simile a quello dei suoi capelli. –Dai alzati! Sei pesante!- disse Paige; il ragazzo portò il suo peso sulle gambe e su una mano, che poggiava proprio vicino il viso della ragazza; con l’altra, invece, andò a sfiorare il fianco sinistro di Paige –Ferma- tentò di dire mentre il suo viso aveva preso un colore simile a quello di un pomodoro maturo, poi le due labbra si toccarono e fu ammutolita da quel dolce contatto. Poi iniziò a sentire dei passi salire frettolosamente le scale, doveva essere George, che cosa avrebbe fatto se li avesse visti così? Interruppe immediatamente il bacio e scivolò da sotto il ragazzo, uscendo dalla stanza e incrociando l’altro gemello che la guardò interrogativo. Appena entrato in stanza questi vide il fratello seduto con lo sguardo perso nel vuoto e il volto ancora rosso –Che è successo?- esordì dire al fratello –Eh? Nulla... piuttosto continuiamo con il nostro piano- disse ritornando il solito sé stesso. Paige, invece, corse giù per le scale, con il cuore a 1000. Già un’altra volta le era capitato di sentirsi così, ma questa volta era tutto davvero piacevole. –Tutto bene cara?- disse la signora Weasley svegliandola dai suoi pensieri –Sì certo... potrei chiederle una cosa?- disse in modo molto cordiale – Certo, dimmi pure cara- -Sono già stata qui? Appena sono entrata mi è sembrato di essere già venuta qui e poi...-  -Te ne sei accorta, eh? Anche da piccola era una bambina sveglia, ma sei sicura di voler sapere tutta la storia? Potresti pentirtene...- disse con un tono triste. –Sì!- disse lei determinata. E fu così che la signora Weasley iniziò a raccontare la storia, incosciente che altre 4 orecchie la stessero a sentire seduti sulle scale –Io e mio marito eravamo molto amici con i tuoi genitori, Victor e Prudence; loro erano parte dell’Ordine della Fenice e avevamo combattuto insieme contro Colui-che-non-deve-essere-nominato. Dopo la scomparsa di questi, io e mio marito iniziammo a dedicare più tempo ai nostri figli, specialmente ai gemelli che erano i più pestiferi fra i loro fratelli, essendo anche i più piccoli. Spesso ci ritrovavamo qui e mangiavamo insieme; tu adoravi stare con quei due ed eri anche l’unica che riusciva a distinguerli. Un giorno, però, quando tu avevi due anni, alcuni mangia morte che non volevano credere alla scomparsa del loro padrone attaccarono il ministero della magia e tuo padre, che lavorava al ministero con mio marito, per salvare la vita dei suoi colleghi decise di dare la propria. Prudence fu davvero addolorata per ciò, e per un periodo ti lasciava ogni giorno qui a giocare con Fred e George, poi si riprese e iniziò a lasciarti sempre di meno, finché un giorno... --e qui fece una pausa cercando di schiarirsi la voce che stava per essere rotta dalle lacrime- un aereo iniziò a precipitare in una contea non molto distante da qui. Tua madre, che aveva grandi poteri sia di preveggenza che di guarigione, diede la sua vita in cambio delle 200 vite che erano a bordo dell’aereo e così tu sei rimasta sola. Fosti affidata alla tua zia che rifiutò ogni amicizia magica che avevano i tuoi genitori e così nemmeno tu sei più venuta qui. Hai capito adesso? Non mi stupisco se tu sia arrabbiata con noi...- -No assolutamente, anzi grazie signora Weasley per avermi raccontato la verità! Sapevo che quello che diceva la zia non poteva essere vero... e poi non potrei mai essere arrabbiata con lei, anzi la dovrei ringraziare per avermi fatto trascorrere dei bellissimi momenti qui a casa sua anche se aveva altri bambini a cui badare.- disse mostrando un dolce sorriso; la signora, vedendola, sorrise dolcemente –Sei identica a tua madre; hai il suo stesso viso e il suo stesso carattere, per certi aspetti; lei ha reagito nello stesso modo in cui hai reagito tu ora- disse ricordando i vecchi tempi –Ah quindi era lei quella che era in grado di riconoscerci- disse George spuntando dalle scale e mettendo il braccio attorno al collo di Paige - In effetti mi ricordavo di quella bambina, ma non immaginavo che l’avrei rincontrata un giorno... certo che ti sei fatta davvero bella ti andrebbe di- ma non finì la frase che gli arrivò uno strofinaccio umido da parte della madre –Non giocare con lei, lo sai che non sopporto che tu ti comporti così!- -Ma stavo solo scherzando, mamma!- disse George per discolparsi mentre Paige cercò di intercettare lo sguardo di Fred, che la stava osservando da lontano con il viso ancora rosso, ma spostò immediatamente lo sguardo imbarazzata –Bene, credo che sia giusto che Paige ricordi qualche giorno che ha passato qui, insieme a noi- disse allegro. –Giusto!... devo darti una cosa!- disse la signora Weasley salendo frettolosamente in camera e scendendo poco dopo con un diario in mano- Questo era di tua madre... mi ha detto di dartelo quando ne avrei avuta la possibilità!- disse porgendolo alla ragazza che lo prese dolcemente. Poi i tre salirono nella stanza dei gemelli e George iniziò a raccontare quando cadde da un albero mentre stava facendo una gara con Fred e fu proprio Paige a guarirgli la sbucciatura oppure quando si prendeva la colpa degli scherzi che combinavano i gemelli per non far prendere loro delle punizioni (cosa che però accadeva saltuariamente). Anche Fred aveva quei ricordi, anche per lui era diventati preziosi dato che adorava quei momenti di spensieratezza con l’unica persona che fosse mai riuscita a distinguerli –Sai, noi adoravamo il fatto che tu non piangessi mai, eri davvero coraggiosa- disse allora Fred –sia il giorno del funerale di tu o padre che quello di tua madre avevi uno sguardo triste, ma non hai pianto... perché ce lo avevi promesso- -E’ vero!- disse George –sei sempre stata tu che ci hai tirato su di morale, eri l’unica che ci capiva... è stato davvero divertente giocare con te, ma anche adesso lo è quando ci aiuti con i nostri piani!- disse allegro sorridendo –Ma che ci sarà in quel diario?- disse notando un foglio sporgente che prese –eh? Non ci posso credere- -Cosa?- dissero in coro Paige e Fred incuriositi e George girò il foglio, rivelatosi una foto di loro tre mentre dormivano –Io non pensavo che ci avessero fatto una foto!- disse fra l’offeso e il divertito –Che carini! Quant’eravate piccoli!- disse Paige guardando le due sagome dei fratelli –Perché ora non siamo carini?- disse George facendo finta di essere offeso –Eh? Certo che lo siete! Siete bellissimi!- disse lei per farsi perdonare; George la prese ridendo mentre Fred divenne rosso –Tutto bene fratellino?- chiese George notandolo –Sì, tranquillo- disse lui ripensando a cosa aveva fatto poco prima –Ah, lo sai, avevo una cotta per te da piccolo- disse George alla ragazza –Eh? Davvero?- chiese stupita –Sì, e lo stesso era anche per Fred – disse indicando il fratello accanto che aveva messo la testa nei cuscini per non far notare l’imbarazzo, ma a quell’affermazione si riprese ricordando uno scherzo e ritornò il classico Fred - ah sì, è vero! Volevamo fare pure una gara per vedere chi avresti preferito fra noi due-  -E, a parte gli scherzi- -Chi avresti preferito?- dissero in coro i due gemelli ritornando i soliti –Eh?- disse Paige rossa –ma che domande sono? Nessuno dei due perché vi ho sempre adorati entrambi!- -Davvero?- chiesero i due prima che la ragazza si rendesse conto di quello che aveva detto –Già- disse lei divenendo rossa- ora sarebbe meglio se iniziaste ad escogitare il vostro piano, no?- disse lei pronta ad andarsene –Ma tu rimani con noi!- disse George cingendola per la vita –E ci aiuterai, ovviamente- ribadì Fred. E Paige era stata incastrata un’altra volta dai gemelli. 
 

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Capitolo 8
*** Doppia dichiarazione ***


Ringrazio Otta_Weasley per il suo commento e chiunque legga la fan fiction. Per via della scuola penso che pubblicherò al massimo una volta a settimana... ma per ora che ho scritto già diversi capitoli potrebbe essere di più!

Quel giorno lo scherzo a Percy fu un vero successo, ma non perché Paige avesse dato una mano a quei due, ma perché avevano fatto tutto totalmente da soli. Il povero malcapitato non poté far altro che cadere a terra dolorante, o almeno fino a quando i due gemelli non li diedero l’antidoto che annullò ogni effetto della “caramella”. Presto, però, arrivo la sera e con ciò si avvicinava l’ora di cena e il momento in cui il cielo si oscurava lasciando spazio alle stelle e ad una leggera brezza che rendeva piacevole il clima, fino a poco prima arido e soffocante. Paige decise di andare in giardino, a godersi le stelle: dove aveva vissuto la luce dei lampioni era troppo forte per far godere a pieno lo spettacolo. La ragazza si sedette su una panchina vicino la casa e si mise ad ammirare il cielo; non molto dopo sentì la porta aprirsi di nuovo e una testa rossa sbucò fuori; quella persona era Fred che si avvicinò alla ragazza, senza sedersi sulla panchina –è davvero bello qui, non trovi?- -Già... nella zona dove ho vissuto io il cielo non si vedeva mai di notte per via delle luci... qui è semplicemente magnifico- disse continuando ad osservarlo –senti... per quello che è successo oggi pomeriggio... ecco io volevo fare quello che ho fatto, e non ne sono minimamente pentito- a quell’affermazione il volto di Paige avvampò letteralmente e in quel momento ringraziò l’oscurità che permetteva di non mostrare quel suo stato –ed... ecco... io vorrei... vorresti essere la mia fidanzata?- disse tutto d’un fiato, anche lui rosso, forse anche di più di quel pomeriggio –Ecco... io... non saprei proprio risponderti ora...- disse stringendo forte la giacca- ti considero come un fratello e... vorresti continuare ad essere come un fratello? Almeno fino a quando non farò chiarezza su quel che provo, per favore- disse lei cercando di intravederlo nell’oscurità. Sicuramente era triste, doveva esserlo, ma non lo dimostrò e le scompigliò i capelli in modo scherzoso –Aspetterò anche tutta la vita, se è necessario- disse sorridendo allegro. –Grazie- disse Paige prima che la signora Weasley  li chiamasse per la cena. Dopo cena Paige aiutò, per sdebitarsi, la signora nelle poche, pochissime pulizie che doveva fare (dato che la maggior parte venivano eseguiti dalla magia) e poi andò a letto; quella era stata proprio una giornata strana. Decise però di iniziare a leggere il diario della madre; notò che ad ogni pagina di questo vi era una foto della sua infanzia, ogni giorno vi erano scritte le emozioni, cosa avesse fatto, cosa avesse provato... ad un certo punto sentì bussare alla porta della sua stanza ed entrò George –Posso?- disse in un modo un po’ troppo educato per George Weasley, il re degli scherzi insieme a suo fratello –Certo!- disse la ragazza rimettendo a posto il diario e sedendosi sul letto –Prego, siediti pure- disse vedendolo (stranamente) un po’ imbranato –Senti Paige, vorrei dirti una cosa... ecco... ricordi quando questo pomeriggio ti ho detto che da piccolo avevo una cotta per te?- -Certo e allora?- -Tu mi piaci anche adesso- disse imbarazzato con il volto rosso –e poi- si avvicinò fulmineo con le sue labbra a quelle della ragazza, baciandola dolcemente e staccandosi poco dopo –vorresti essere la mia ragazza?- chiese con il volto rosso anche se Paige doveva ancora capire cosa fosse accaduto in quel momento. Perché proprio loro due le si dovevano confessare fra tutti quelli che vi erano sula faccia della terra? A dir la verità non che le dispiacesse, ma sapere che due fratelli per di più gemelli le si erano confessati e che questi erano fra le persone più importanti della sua vita... era ufficialmente in Tilt. –Ecco, io s-sono molto c-confusa e credimi...- disse tutta rossa; sapeva che se doveva accontentare uno l’altro doveva essere inevitabilmente ferito –voglio solo che tutto rimanga com’è ora- disse a fil di voce con aria triste; George la guardò, sapeva cosa stava pensando, sapeva cosa stava provando, lui riusciva a comprenderla davvero bene e non era la prima volta che accadeva –Anche Fred si è confessato, vero?- Disse sorprendendo la ragazza che lo guardò chiedendogli  con lo sguardo “Ma come lo hai capito?”; George sbuffò, guardando fuori dalla finestra –Hai paura che litighiamo adesso, dopo ciò?- Appena vide l’annuire della ragazza sorrise divertito –Certo che non sei cambiata minimamente. Avevi la stessa paura quando eravamo piccoli- disse sorprendendola; questo proprio non lo ricordava –Ma noi facemmo la promessa che non avremmo mai litigato. Dopo quello che accadde al ministero decidemmo di non farti mai pensare a quello che avresti dovuto passare e cercavamo sempre di farti sorridere... Una volta abbiamo persino fatto uno scherzo a Charlie che ci riempì di botte- disse ricordando il bel- emh orribile momento che dovette passare quel giorno. Paige iniziò a ridere a quelle parole- Certo che ne avete combinate davvero di tutti i colori!- i due avevano definito il loro fratello maggiore una specie di mostro e per avergli fatto uno scherzo certo che avevano avuto un bel po’ di coraggio. George sorrise vedendola finalmente felice e si alzò dicendo –Bene, allora buonanotte. E per la risposta e tutto il resto, non preoccuparti per ora, d’accordo?- -Sì!- disse Paige guardandolo uscire oltre la porta e richiuderla dietro di sé. Dopo di che si addormentò, ma quella notte non fu per nulla una “buona notte”. 

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Capitolo 9
*** Ricordi dal passato ***


Ringrazio infinitamente Otta_Weasley che come sempre ha commentato i nuovi capitoli; per ora ho scritto circa 20 capitoli e sembra che la storia andrà avanti ancora fino alla guerra magica [Piccolo spoiler anche se in verità questo è il mio intento ^-*]; spero che a chi legga la storia piaccia e, se qualcuno vuole, può lasciare un commentino... mi farebbe molto piacere! Grazie nuovamente!


Subito dopo essersi addormentata, Paige si ritrovò in una specie di mare, ma non quello che siamo abituati a vedere costituito da acqua, ma era un mare argentato... un mare fatto solo di ricordi. Ad un punto quelle onde bianche presero forma e la ragazza si ritrovò in un luogo che ora le sembrava molto più grande di quello che aveva visto –Sono alla Tana!- pensò fra sé. Ad un certo punto sentì delle mani afferrarla –Finalmente sei arrivata!- dissero due voci in coro che Paige riconobbe come quelle dei gemelli, ma vedendoli erano totalmente diversi, ora erano molto, molto più piccoli; la signora Weasley era seduta su un tavolo posto al di fuori con un fagottino in braccio; quel fagottino era un bambino con i capelli rossi, come ogni membro della famiglia, e a fianco a lei vi era il marito; di fronte a loro vi erano due persone, dall’aspetto molto giovanile che Paige riconobbe come i suoi genitori –Hey, non essere imbarazzata Paige; tu queste persone le conosci già, solo che eri piccola l’ultima volta che siamo venuti e non te lo ricordi; sono Fred e George - disse sorridendo la madre –Vai a giocare con loro- disse una voce maschile che la ragazza non sentiva da tanto, era quella di suo padre. I due gemellini la portarono con loro nella loro stanza –Hey guarda che abbiamo fatto!- disse uno dei due porgendogli una sua piccola invenzione fiero di se –Che cos’è?- chiese la bambina incuriosita dallo strano oggetto; Paige era come se osservasse l’intera scena dall’interno del suo corpo incapace di fare una qualsiasi azione –è una cosa che fa tale male chi la manta, ma la utiamo tolo tu Pelcy!- disse Fred –Lui fa semple il cattivo con noi e non gioca mai... legge sempe quelli tupidi libi anche te non ta lettere- disse George indispettito. Ma ad un certo punto entrò in camera un altro ragazzo dai capelli rossi –Che state facendo voi due?- disse ai suoi fratellini guardandoli; sapeva che ogni volta che erano in camera loro combinavano qualcosa –Noi? Nette!- dissero i due gemellini –E lei chi sarebbe?- chiese “l’intruso” indicando Paige –Lei è la fillia di quei tignori la fuori- dissero i due –ti chiama Paite- disse Fred –Oh davvero? Piacere, io mi chiamo Bill - disse il ragazzo mettendosi sulle ginocchia e avvicinandosi alla bambina, che però si allontanava impaurita –Sono il fratello maggiore di quelle due pesti- disse indicando i fratelli che risposero –Noi non tiamo petti!-. A quella scena la bambina non poté far altro che sorridere iniziando ad avere meno paura –Bene, allora io vado di la e se avete bisogno di qualcosa potrete chiamarmi in qualsiasi momento- disse uscendo –Quello è notto fatello Bill, lui è i più gande di tutti! Poi te talli (Charlie) ma lui ota è fuoti a fae una cota!- dissero i due alla bambina che rimase stupita da quante persone ci fossero in quella casa –Vuoi ettele notta amita? Mamma dite che è peicoso utile pettè te una pettona cattiva fuoi!- dissero mentre la bimba annuiva. Dentro si sé la vera Paige pensò –Ma che senso ha rivedere tutto questo? È il primo incontro con loro due ma perché dovrei vederlo proprio ora?-. Ad un certo punto una donna entrò nella stanza dove stavano i bambini e disse –Paige è ora di andare!- -Ma non può timanele con noi un atto poco?- La donna vide intenerita i due bambini e poi disse- Se volete, la porterò anche domani e tutte le volte che vorrete- disse mentre i due bambini sorridevano felici e la bimba andò fra le sue braccia addormentandosi. Fu proprio in quel momento che Paige si accorse di non essere più nel suo corpo e seguì la madre che la portò nell’orto dove vi erano anche i Weasley e suo padre –Dobbiamo cercare in tutti i modi di rallentare Tu-Sai-Chi! Ora sono le nostre famiglie che saranno in pericolo e piuttosto preferisco affrontarlo di persona che vedere tutti i morti che miete!- - Victor, sai anche tu che l’unica persona che può davvero scalfirlo e colui che viene nominato nella profezia! Ora è ancora un bambino, non sappiamo quanto ancora la situazione rimarrà così- -Solo altri 4 mesi- disse Prudence –Cara? Hai usato i tuoi poteri per vedere quando finirà tutto questo?- disse la signora Weasley senza più il suo fagottino, messo nella culla -Già... il problema è che sarà fermato solo per un breve periodo di tempo, non più di 20anni, per poi ricomparire più forte che mai- disse la donna. All’improvviso tutto ricominciò a scomparire per poi materializzarsi in un altro ricordo; la situazione era cambiata, anche i vestiti. Era notte fonda o, almeno, così sembrava, e Victor, il padre di Paige, portava delle fasciature intorno all’occhio sinistro e al braccio destro. I due gemelli erano su un divano nella stanza e in mezzo a loro c’era Paige, alla quale stringevano la mano –Non preoccuparti- le disse Fred; non sembrava fosse passato molto, eppure come parlata erano migliorati quei due –Charlie, porta i bambini a letto- disse la signora Weasley e il ragazzo portò i tre nella stanza dei gemellini, li fece mettere sul letto e li rimboccò le coperte, poi spense la luce e chiuse la porta –Non devi avere paura, Paige – disse George alla bambina che era in mezzo ai due e che stava piangendo – M-ma papà ti è patto mae- disse con un fil di voce –Ma è stato bravo e ha battuto tutte le persone cattive! Dovresti esserne fiera- disse Fred cercando di tranquillizzarla –E te le atte pettone cattie venittelo qui?- chiese la bimba –Se così fosse, allora noi ti proteggeremo, vero George?- -Verissimo Fred!- rispose l’altro. La bimba si tranquillizzò e si addormentò, seguita poco dopo dai due; la vera Paige decise di scendere in cucina... non aveva bisogno di aprire le porte dato che le attraversava come se fosse stata un fantasma –Attaccare persino degli auror... è terribile cosa è capace di fare quell’essere- Già... per fortuna non c’è stato nessun morto, ma abbassarsi perfino ad attaccare una scuola di bambini babbani... è abominevole- disse Victor stringendo il pugno della mano buona –Mancano solo altri due mesi, dobbiamo resistere fino ad allora e poi tutto sarà finito- disse Prudence mentre il marito replicava –E quante altre persone moriranno?- Molly era preoccupata e guardava i figli maggiori Charlie e Bill che erano seduti ad ascoltare la loro conversazione; erano abbastanza grandi da poter capire certe cose. –Non credo manchi molto prima che attacchino persino il ministero della magia!- disse alla fine Victor facendo sussultare i signori Weasley –Già, lo sappiamo... per questi ci stiamo preparando ad ogni evenienza- disse il signor Weasley in modo serio –Credo sia ora di dirglielo, Victor – disse Prudence mettendo una mano sulla spalla del marito –Dirci cosa?- Prudence sospirò e disse –Noi non vivremo ancora molto a lungo-; a quell’affermazione i signori Weasley rimasero basiti per poi iniziare a balbettare – I-in che s-senso?-  --La nostra vita finirà a breve e dopo ciò... non sappiamo cosa accadrà alla nostra bambina- -Vogliamo che viva una vita felice lontana da tutti questi pericoli, per questo dobbiamo farlo.- Sentendo queste parole dagli occhi della ragazza iniziarono ad uscire delle lacrime. Se lo sapevano allora perché l’avevano lasciata così? –Dopo la nostra morte lei dimenticherà tutto, e solo quando inizierà Hogwarts potrà ritornare nel mondo magico...- -E i suoi ricordi?- chiese Molly preoccupata... i suoi figli si erano molto affezionati alla bambina e dirgli che avrebbero dovuta lasciarla andare per rivederla chissà quando non era giusto –Ricorderà a tempo debito... anche se dovrà portare con sé non solo il peso dei ricordi, ma anche la maledizione- dette queste parole i ricordi iniziarono a sbiadirsi e Paige ritornò alla sua realtà –Hey, svegliati!- le disse un ragazzo che riconobbe subito come Fred. Paige si alzò e si sentì come se non avesse dormito per tutta la notte –Stavi piangendo?- le chiese il ragazzo vedendo le sue lacrime; Paige, che non se ne era ancora resa conto, si toccò la guancia e notò che era umida –No, non credo proprio- ma prima che potesse asciugarsi le lacrime la mano calda di Fred gliele asciugò –Non mi dirai che tra poco verrai meno alla nostra promessa!- -Quale promessa?- chiese intontita –Quella che non avresti mai pianto!- disse il ragazzo sorridendo in modo allegro. –Su cambiati! Ci devi aiutare con il nostro piano!- -A quest’ora? Ma non saranno che le 7!- disse Paige stropicciandosi gli occhi –Appunto! Allora ti cambi da sola o ti do una mano?- chiese il ragazzo ammiccando –Faccio da sola, grazie- disse lei mandandolo fuori dalla stanza ed iniziando a cambiarsi. Mentre lo faceva pensava ancora a quello che aveva sognato, poi guardò il diario –Sei stato tu, vero?- disse fra sé e il diario –Qual è per davvero il tuo scopo?- chiese senza ricevere una risposta. Ripose l’oggetto nella sua valigia e uscì dalla stanza. Sentì un odorino invitante e da dietro George le disse –La mamma sta preparando la colazione... lo fa tutte le mattine a quest’ora-. La ragazza si girò e vide i due ragazzi: George con la schiena poggiata al muro e Fred che invece aveva solo la mano poggiata al muro con la quale sosteneva il suo peso –Era ora che ti svegliassi!- dissero insieme –Hai già dimenticato le abitudini di Hogwarts?- dissero i due a mo’ di rimprovero –Non è colpa mia... ieri avevo davvero sonno e così ho dormito di più del previsto!- si giustificò lei mentre i gemelli la “rimproveravano”. Alla fine scesero insieme le scale e arrivarono in cucina, dove solo Percy e la signora Weasley erano svegli. –Buon giorno cari! Prego accomodatevi la colazione è pronta!- disse la signora pimpante mentre i tre si sedevano –Devi spiegarmi perché stavi piangendo- sussurrò impercettibilmente Fred superando Paige e sedendosi al suo posto. La ragazza rimase interdetta per un po’, poi rispose –Nulla di importante- e si sedette anche lei. Quell’estate a casa Weasley sarebbe stata davvero strana. 

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Capitolo 10
*** Ritorno ad Hogwarts ***


Angolo dell'Autrice: Ringrazio immensamente Otta_Weasley per i suoi commenti e perchè segue la mia storia! *-* Ringrazio anche chiunque la legga, il primo capitolo ha superato le 200 visite! *commossa*



Iniziarono così a passare i giorni e nella casa c’era sempre un’aria allegra: la signora Weasley che cucina piatti deliziosi, Percy che si spremeva le meningi pensando a qualcosa per far acquietare gli irrequieti animi dei fratelli minori, questi ultimi che invece cercavano in tutti i modi di infastidire il fratello maggiore e facevano scherzi terribili al fratello minore e Paige, invece, giocava con la più piccola e l’unica ragazza della famiglia (oltre la signora Weasley), Jinny,  e ogni tanto scriveva lettere alla sua amica Evelyn che gliene inviava una ogni 3 giorni. Dopo quella notte non ci furono più sogni come quello che aveva avuto e l’estate trascorse tranquilla. Ogni sera, prima di andare a letto, leggeva una pagina del diario della madre e scoprì che la famiglia aveva un conto alla Gringott, la banca dei maghi; sapendo delle difficoltà economiche della famiglia Weasley decise di andare alla banca il giorno in cui sarebbero andati a Diagon Alley per prendere i libri. Una delle classiche scene quotidiane a cui la ragazza assisteva era quella del gufo della famiglia quando si schiantava contro la finestra mentre stava portando la posta, per lo più lettere del signor Weasley da parte del ministero per il quale lavorava. Dopo la loro confessione, Fred e George continuavano a comportarsi esattamente come sempre, anche se a volte Paige veniva coinvolta in situazioni alquanto imbarazzanti da ambedue e spesso contemporaneamente. Tutto sommato, l’estate passò in un clima allegro e giocoso; un giorno di metà agosto il professor Silente, come ogni anno, mandò una lettera a tutti i membri della famiglia Weasley, fra cui anche Ron che avrebbe dovuto iniziare il primo anno e Paige, che non capiva come facesse a sapere che era nella casa Weasley. Quello stesso giorno tutti andarono a Diagon Alley grazie alla polvere volante e Paige andò immediatamente alla Gringott. Era la prima volta che vedeva i folletti ed essendo andata da sola era un po’ intimorita; alla fine, però, un elfo la riconobbe e la ragazza andò con lui nella sua camera blindata, che trovò piena zeppa d’oro; ne prese una manciata (o almeno quanto bastava per lei e i 4 figli della signora Weasley) e ritornò dal gruppo. Prima di entrare da Olivander, la ragazza prese in disparte la signora Weasley e le diede un sacchetto con dentro le monete; a quella vista la signora iniziò a dire – M-ma cara, non c’è bisogno che lo fai- -Lo prenda come il mio modo per ringraziarla di tutto quello che ha fatto- disse andando poi da Fred e George che la stavano chiamando. –Hey, noi andiamo a fare rifornimento per i nostri scherzi, ti va di venire con noi? Però ti avvisiamo: il luogo in cui stiamo per andare è infestato da fantasmi che adorano fare scherzi ai visitatori...- -No grazie. Preferisco andare da Jinny - -Va bene, allora ci vediamo dopo!- dissero salutandola e andando in un negozio. Paige sentì toccarsi la spalla e girando vide Evelyn che l’abbracciò contenta –Mi sei mancata!-  -Anche tu!-. Paige chiese il permesso alla signora Weasley di poter passare la giornata con Evelyn e questa acconsentì. La ragazza conobbe i genitori di Evelyn e dopo iniziarono a raccontarsi cosa avevano fatto durante l’estate; Paige omise, però, la confessione dei due gemelli. La giornata passò in fretta ed entrambe tornarono a casa propria. Non molti giorni dopo si rincontrarono alla stazione e, come l’anno precedente, riuscirono a prendere una cabina per loro (Paige, Evelyn, Fred e George). Fred si mise al lato di Paige mentre George si mise subito dopo Fred. Il viaggio sembrò trascorrere in un batter d’occhio e questa volta, dopo essere scesi dal treno, Fred e George le fecero strada verso le carrozze che si trascinavano da sole. Subito dopo essere arrivati a scuola i ragazzi si sedettero sulla panca della loro casa; vicino a Paige si sedette Evelyn mentre di fronte c’erano i due gemelli e al cui fianco c’era anche Angelina Jonson, membro della squadra di Quiddich di Grifondoro. Poco dopo entrarono i ragazzi che dovevano essere smistati e molti di loro rimasero a bocca aperta vedendo il tetto incantato del castello e l’immensità della sua sala. La professoressa Mc.Granit iniziò a pronunciare la lunga lista di nomi e fra questi pronunciò Harry Potter; “il bambino della profezia!” pensò Paige, senza nemmeno comprendere lei stessa cosa avesse detto. Alla fine dello smistamento ci fu la cena e subito dopo di essa i ragazzi andarono nei propri dormitori. Ormai Paige aveva letto tutto il diario di sua madre, che si interrompeva a poco prima che lei nascesse, ma non poteva pensare cosa stava per succedere di lì a poco. 

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Capitolo 11
*** Una vista indesiderata ***


Angolo dell'autrice: Ringrazio infinitamente Otta_Weasley per aver recensito i precedenti capitoli! <3 Grazie! *-* e chiunque abbia letto dato che i primi 3 capitoli hanno di gran lunga superato le 100 visite!


Quella notte la visione dei ricordi si ripeté nuovamente e la ragazza si trovava sempre alla tana mentre sua madre era da sola a parlare con Arthur e Molly –Cosa pensi di fare ora? Hanno ucciso Victor e il Signore Oscuro non è ancora caduto... continuerai ad essere in grave pericolo!- disse Molly –Sono pur sempre un auror, saprò come difendermi ma, per favore, vorrei chiedervi solo una cosa: potete tenere voi Paige finché non giungerà il momento di separarci? - -Certo, non ci sono problemi, ma perché le hai addossato il peso di quella maledizione? Non è che una bambina e mentre crescerà dovrà sopportarlo da sola... sei davvero sicura di volerlo fare?- chiese Molly preoccupata –E’ l’unico modo Molly, capirai anche tu quando sarà giunto il momento, tranquilla- disse in modo pacato Prudence; anche se la sua voce era calma era evidente quanto avesse e quanto stesse soffrendo per la perdita del marito. Poi tutto si dissolse e Paige si ritrovò in un luogo che non aveva mai visto, cupo, nel quale vi erano un sacco di camini dal quale uscivano persone.  Si voltò e quel luogo era affollato di maghi e aeroplanini di carta che fungevano da promemoria. Ad un certo punto quello che sembrò un’immensa folla che camminava in modo ordinato  si sconvolse completamente; un lampo di luce verde aveva rotto una parete e molti iniziarono a correre a destra e a manca, terrorizzati da un uomo incappucciato appena apparso. Altri lampi di luce verde squarciarono l’aria e alcune persone caddero cadaveri sul gelido pavimento. Il signor Weasley stava per essere colpito da un lampo verde quando il padre di Paige li si parò davanti proteggendolo e iniziando un accanito duello con il mangia morte, il quale dava un grande filo da torcere persino ad un auror di tale livello; alla fine il duello si con la vittoria di Victor, il quale fu colpito dallo stesso lampo verde che aveva squarciato poco prima l’aria e cadde anche lui a terra immobile, con gli occhi che fissavano qualcosa che non era più in grado di vedere. Il signor Weasley riuscì a proteggere il corpo del suo amico e riuscì a sconfiggere il mangia morte, prima di iniziare a piangere disperatamente. Paige rimase attonita, a fissare quello scontro impotente di cambiare le sorti, piangendo per quello che era successo, terrorizzata da come fosse facile spegnere una vita e alla fine tutto iniziò a sparire e una voce le sussurrò: “la situazione non si deve più ripetere... mai più”. Paige si risvegliò sul suo letto di Hogwarts tremante e con le guancie umide, nuovamente bagnate dalle lacrime che non aveva mai versato. Fuori il sole stava appena sorgendo e la ragazza cercò di asciugarsi le lacrime con le maniche del pigiama, prima di capire che le sue braccia stavano tremando in una maniera vistosa. Cercò di calmarsi anche se le ci volle molto tempo e alla fine riuscì  nel suo intento. Dato che da lì a poco anche Evelyn si sarebbe svegliata, decise di mettersi la divisa, cosa che le riuscì un po’ più complicata in quanto le sue mani sembravano aver perso la forza di prendere persino una piuma. Appena finì Evelyn si svegliò e Paige cercò di sembrare il più normale possibile, non doveva far capire cosa stesse provando in quel momento. Per fortuna riuscì a mascherarsi davanti a lei, ma appena scese le scale del dormitorio vide i due gemelli che, stranamente, erano già svegli. Fred chiese a Paige se avesse dormito bene, forse vedendola un po’ scossa, ma prima che la ragazza potesse rispondere qualcosa al gruppo si avvicinò una ragazza di colore, molto carina che prese in disparte Fred in modo confidenziale e lo trascinò in un angolo della sala. Quest’ultimo intimò al gemello e alle due ragazze di andare in Sala Grande e che poi li avrebbe raggiunti. I tre allora scesero giù per le scale e raggiunsero la Sala Grande, dove la colazione era già pronta; Paige, ancora troppo scossa dall’accaduto, non mangiò nulla e, con una scusa, uscì dalla Sala Grande diretta nella sala comune dei Grifondoro, che allora doveva essere vuota. Purtroppo per lei non fu affatto così e vide proprio quello che non avrebbe dovuto, anzi voluto vedere. Fred che si baciava con Angelina, in modo davvero passionale, lei poggiata al muro della sala mentre lui che si reggeva con le mano mentre la baciava. Paige, scossa, corse via e andò nel suo rifugio nella foresta; fermatasi all’ombra di un albero si accorse di non riuscire a prendere fiato, per quanto ci provasse, il cuore aveva un battito molto più accelerato rispetto al normale e le gambe erano talmente deboli che dovette mettersi in ginocchio pur di riuscire a mantenere in qualche modo una posizione eretta. Una morse le strinse lo stomaco, tanto da farla sentire ancora più debole, più strana: perché proprio in quel momento stava provando quelle sensazioni? I suoi pensieri furono interrotti dallo scricchiolio delle foglie secche che solo una camminata poteva procurare. Girandosi la ragazza vide un essere che aveva il corpo simile a quello di un cavallo e il busto e il volto umani; egli le si avvicinò in modo cauto iniziando a dire –Non dovresti essere qui, ragazzina- ; Paige, che non aveva mai visto quel tipo di creatura se non nei film babbani o sui suoi libri, rimase basita vedendolo –Che cosa sei venuta a fare qui? La foresta sta divenendo un luogo pericolo, è incauto da parte tua presentarti qui.- -Io... ecco... vede... non so nemmeno io perché sono qui- esordì alla fine; mentre pronunciava queste parole i suoi occhi si soffermavano ad osservare il corpo della creatura, notando una ferita abbastanza profonda sul braccio destro; -Allora puoi anche andare- disse la creatura prima di sentirsi afferrata da delle mani morbide e calde –Aspetta, devo prima fare una cosa-; nemmeno Paige capì per quale motivo stesse facendo quello che stava facendo, ma una luce chiara uscì dalla sua mano e riuscì a guarire la ferita della creatura. Egli rimase a dir poco basito da quello che stava accadendo in quel momento, e guardò la ragazza che si allontanò subito dopo aver guarito la ferita chiedendogli scusa –Sei sua figlia, la figlia di Prudence!- disse allora la creatura, la cui supposizione fu confermata dall’annuire della ragazza –Io sono Fiorenzo... tua madre ha fatto molto per noi quando era ancora qui, sai? In quei periodi il ministero non voleva ammettere la nostra esistenza, il fatto che fossimo quasi umani e fu così che iniziammo una guerra. Tua madre era l’unica che era a nostro favore, ci ha sempre aiutati guarendoci e affrontando persino il Ministro della Magia; era davvero una ragazza coraggiosa; noi le dobbiamo molto e se tu avessi bisogno di qualcosa, non esitare a contattarci in qualsiasi modo, va bene?- disse allora in modo cordiale –Perché la foresta è diventato un luogo pericolo?- chiese Paige –Molti unicorni stanno iniziando a morire, assassinati barbaramente da un essere che cerca il loro sangue; le creature pure sono molto richieste da tutta la comunità e anche tu... dovresti stare attenta... sei pur sempre una creatura semipura e da ora in poi potresti iniziare a vivere in un grave pericolo, Paige - -Ma come fai a conoscere il mio nome? E cosa vorresti dire con creatura semipura?- chiese non riuscendo a capire nulla –Allora... tua madre diceva sempre che se avesse avuto una figlia l’avrebbe chiamata Paige, quindi ho presupposto che quello fosse il tuo nome; per quanto riguarda la creatura semipura, dovrai capirlo tu con le tue forze. Troverai la risposta se sai dove cercarla; ti conviene andare, credo che fra poco inizino le lezioni e se sei un tipo scrupoloso come tua madre non dovresti essere mai in ritardo; spero di poterti rivedere presto- e detto ciò galoppò via. Paige si accorse di avere ancora molto tempo a disposizione prima dell’inizio della lezione e tornò di corsa al castello, dove Evelyn e Paige erano appena usciti dalla Sala Grande dopo aver fatto colazione –Dove sei stata?- chiese Evelyn alla sua amica, scomparsa misteriosamente poco prima –Ecco...- ma non fece in tempo a rispondere che ripensò immediatamente a quello che aveva visto nella sala comune e si ammutolì. Purtroppo per lei ora dovevano salire e andare proprio nella sala per prendere i libri per le prime lezioni; nella testa di Paige i pensieri non facevano altro che girare vorticosamente come un tornado: poco prima pensava a quello che aveva visto nella foresta e poco dopo si ritrovava a pensare a Fred, poi di nuovo al significato delle parole che aveva pronunciato Fiorenzo. Fra tutti questi pensieri non badava proprio alla strada e se non fosse stato per la sua amica che le faceva accorgere dell’errore, sarebbe potuta anche finire nella torre di astronomia.  Arrivati nella sala, per fortuna non vide di nuovo Angelina, ma vide Fred, che cercò in tutti i modi di evitare... l’estate prima le si confessava e poco dopo se la faceva con un’altra? Capiamo il consolarsi in fretta, ma questo era a dir poco esagerato. Paige fece finta di nulla e salì nel dormitorio per prendere i libri; ad un tratto sentì come se qualcosa stesse salendo dal suo stomaco e andò nel bagno del dormitorio, dove iniziò a tossire convulsamente e si mise la mano davanti. Appena ciò finì andò per togliere la mano da vicino la sua bocca prima di accorgersi che questa fosse sporca di sangue. La sciacquò sotto il lavandino mentre guardava impressionata l’acqua rossiccia scendere giù. Aveva sempre odiato il sangue e dopo quei ricordi che aveva visto iniziava a capirne il motivo; a proposito di ricordi, pensò subito alla maledizione che svariate volte era stata citata in quei ricordi, poi disse fra sé e sé che quello doveva essere assolutamente impossibile e tornò nella sala comune portando con sé i libri di pozioni e trasfigurazioni, quelli che le servivano per le lezioni di quella mattina; nella sala c’erano solo i due gemelli che la stavano aspettando; lei li salutò con un gesto della mano apprestandosi ad uscire da quella sala, ma una mano calda la bloccò –Che sta succedendo?- chiese la voce di Fred ; la ragazza si voltò e cercò di liberarsi dalla stretta del ragazzo –Lasciami!- disse mentre anche George la stava fissando, lui capiva perfettamente che le cose non andavano come la ragazza voleva mostrare. Aspettando troppo Evelyn decise di entrare dal quadro della signora grassa e vedendo la scena non riuscì a capire. Fred, spaventato dato che era entrato qualcuno, allentò la sua presa abbastanza che la mano di Paige scivolò via e questa corse fuori dalla sala comune di Grifondoro, portando con se la sua amica Evelyn. –Forse non avresti dovuto fare in quel modo, Fred - disse George quando furono totalmente da soli –E poi con Angelina... sei sicuro di voler attuare quel piano?- -Sto solo giocando con Angelina, nulla di più. Sai perfettamente per chi provo realmente qualcosa, no?- disse mentre prendeva dei libri dal tavolo della sala comune. 

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Capitolo 12
*** Ma che sta succedendo? ***


Angolo dell'autrice: Ringrazio FrancyWeasley e Otta_Weasley per aver commentato la mia storia facendo così battere il mio record personale *commossa*



Da quel giorno Paige iniziò ad essere molto più distaccata nei confronti dei gemelli; si consultava solo ed esclusivamente con la sua amica Evelyn, che era diventata indispensabile anche se, ovviamente, non le poteva dire tutto, dato che l’avrebbe fatta solo preoccupare; inoltre non voleva esserle d’intralcio dato che ora aveva un ragazzo, quindi era giusto che passasse in “secondo piano”. Per sua sfortuna, in particolar modo quand’era da sola, le capitava spesso di vedere Angelina e Fred insieme e, ogni volta, faceva finta di nulla anche se sentiva qualcosa dentro di se che le impediva di stare bene; iniziò a mangiare sempre di meno e quando aveva tempo libero e restava da sola, ovvero quasi sempre dopo le lezioni, finiva prima i suoi compiti e poi si recava all’entrata della foresta, dove saliva come sempre su un albero e rimaneva ad osservare il castello, cercando di dimenticare il più possibile, cosa che non accadeva mai. Un giorno, diverse settimane dopo l’inizio della scuola e all’ora di pranzo, la  ragazza iniziò a non sentirsi molto bene e, inventandosi una scusa qualsiasi, andò in bagno e si sciacquò il viso. Dopo aver chiuso l’acqua sentì una voce sussurragli “Non deve mai più accadere, mai”. Paige si girò di scatto ma non vide nessuno; quella voce, quella frase, l’aveva sentita in quel ricordo e aveva rimuginato su per giorni e in tutte le notti insonni che aveva avuto in quel periodo. Rimase a fissare una goccia che scendeva da un rubinetto chiuso male fino a che non sentì la voce di una ragazza che parlava fra sé e che aprì la porta; Paige si girò per vederla e la vista non fu proprio celestiale, in quanto vide proprio Angelina Jonson, che rimase a guardarle per un po’, per poi entrare; Paige fece per uscire ma la voce della ragazza la bloccò “Hey ragazzina, dovresti smetterla di dare fastidio a Fred”; a quelle parole dette con tanto di quell’astio, Paige non poté far altro che girarsi e chiedere “Come scusa?”. Angelina, alquanto seccata le rispose “Hai capito bene! Devi stargli lontana! Non sopporto più il fatto che mentre stiamo insieme debba lasciarmi per venire da te e dai tuoi stupidi problemi!”; a quelle parole Paige rimase più che basita: ma se erano settimane che non gli parlava? Prese tutta la sua pazienza e rispose in modo molto educato “Senti, io non so cosa lui ti dica o cosa lui faccia, ma stanne certa che sono settimane che non parlo con lui e, se proprio ti do così tanto fastidio puoi dire tranquillamente al tuo ragazzo di lasciare il suo naso fuori dai miei affari e di godersi la sua fidanzata. Ora scusami, ma devo studiare trasfigurazione e non ho tempo da perdere in queste stupide chiacchiere.” Detto questo, uscì dal bagno e andò sulla scalinata principale, dove vide Fred e George chiacchierare allegramente; fece finta di nulla e cercò di non farsi notare, tentativo che, però, risultò totalmente vano e i due la trascinarono fino alla sala comune di Grifondoro. –Allora, devi dirci cosa ti sta succedendo- dissero i due in coro dopo essere stati certi che nella sala non ci fosse nessuno –Niente, e ora lasciatemi stare, per favore, ho trasfigurazione da studiare- disse alquanto seccata e cercando di andare nel dormitorio, ma i due la bloccarono –Paige Worren, è un nostro ordine, devi dirci che cosa ti sta succedendo!- la ragazza, che non aveva la ben che minima intenzione di dirgli niente,  riuscì a scappare nel dormitorio e, avendo lì i libri e pensando che i due se ne sarebbero andati, iniziò a studiare. La lezione non era molto complicata e ci mise poco più di mezzora, dopo di che uscì dal dormitorio, e vide che i gemelli erano ancora lì ad aspettarla, magari escogitando qualche scherzo da fare al primo malcapitato. Scese le scale ormai rassegnata a doverli incontrare e decise di raccontare una scusa che le sarebbe venuta in quel momento; ma per fortuna (o sfortuna non ci è dato saperlo) arrivò Angelina che iniziò a fare una scenata di gelosia  con Fred distraendo anche George e Paige colse l’occasione per scappare dalla sala, sentendo prima una frase pronunciata da Angelina “la faccio fuori io”, ma non vi diede molto peso e corse in biblioteca. Nelle settimane precedenti non aveva avuto l’occasione di andarci per via di numerosi contrattempi, ma ora che la maggior parte delle lezioni pomeridiane era stata interrotta per via del Quiddich, non poteva esserci un’occasione migliore. Su uno degli scaffali vide un libro intitolato “La classificazione delle creature” e, pensandolo utile per il suo obiettivo, decise di leggerlo. Su questo libro vi erano molte immagini e una didascalia spiegava “Le creature pure sono tutte quelle creature che hanno poteri in grado di fare cose che un comune mago non può. Un esempio è l’unicorno, il cui sangue è talmente puro da poter allungare la vita di chi è in punto di morte” dopo questa frase ci fu un lungo elenco di creature pure e poi una continua “Nella mitologia si pensa che fra le creature pure possano esserci anche gli angeli, esseri dall’aspetto umano che hanno poteri guaritivi miracolosi. A differenza delle altre creature, possono usare i loro poteri da vivi. Si narra anche che per diventare degli angeli bisogna essere stati delle persone particolarmente buone durante il corso della propria vita e che se un umano dovesse rimanere incinta di un angelo o viceversa, la creatura venga definita semipura e che abbia gli stessi poteri di un angelo e di un mago. Così se la nuova creatura dovesse anch’ella riprodursi, tutte le generazioni future discendenti da lei sarebbero semipure. Tutt’ora, però, non ci sono prove dell’esistenza di queste creature.” A questo punto Paige ripose il libro nello stesso scaffale dove l’aveva trovato e decise di andare nella foresta, magari Fiorenzo avrebbe potuto chiarire i suoi dubbi, e iniziò a percorrere il tragitto senza badare a chi le si parasse davanti. Proprio all’uscita del castello, si scontrò con una persona che si accorse essere George –Scusami tanto!- disse mentre il ragazzo sorrise divertito –Ah, prima scappavi e ora sei tu a cercarmi?- Paige lo guardò incuriosita, inizialmente non capendo cosa volesse dire, poi chiese “Non sei con Fred?”; in effetti, non vedeva l’altra testa rossa uguale a lui, che rispose –No, lui è con Angelina ora... sai prima ha fatto una scenata di gelosia...- -In effetti ho visto solo una parte di quella, ma devo dire che è stata utilissima per scappare- confesso facendo ridere George –finalmente sei ritornata la solita tè stessa... mi sei mancata, sai?-. E fu allora che Paige capì il significato della domanda che le avevano posto prima... tutta quella storia dei ricordi e cose simili l’aveva davvero cambiata –Dove stavi andando?- chiese allora George alla ragazza –Nella foresta, ho qualcosa da chiedere ad un mio amico... tu non hai gli allenamenti?- -No- rispose secco l’altro –oggi tocca a Tassorosso... ti dispiace se vengo con te?- -No, puoi venire tranquillamente!- disse lei e si avviarono verso la foresta. –Posso sapere una cosa: perché eri così strana ultimamente?- Paige lo guardò negli occhi; sapeva perfettamente che mentire con lui era impossibile e decise di dirgli la verità –Se te lo dico, giuri di non dirlo a tuo fratello?- non voleva che, magari, Fred lo dicesse involontariamente anche ad Angelina e così da una persona all’altra lo avrebbe saputo tutta la scuola; George rimase un po’ esterrefatto dalla richiesta, ma annuì e fu così che iniziò a raccontare –Da diverso tempo sto iniziando a ricordare un sacco di cose, specialmente mentre dormo... per esempio alcuni giorni che abbiamo passato insieme quando eravamo piccoli...- disse lei mentre George voleva sapere incuriosito quali –Allora posso dirti il primo giorno, la notte dopo che i mangiamorte attaccarono mio padre e il giorno dopo in cui morì... e anche la scena della sua morte- disse mentre le ultime parole facevano spegnere il sorriso sul volto di George –Mi dispiace- disse mentre Paige disse –Tranquillo ormai sono solo ricordi no? Ma fra tutti c’è una cosa che non riesco a capire, per quanto m’impegni... nei miei ricordi mia madre parla in continuazione di una maledizione ma non riesco proprio a capire quale sia; nei ricordi ne parlava spesso con tua madre che era preoccupata per lei, e oltre al fatto che sia stata mia madre a sigillare i miei ricordi non so più nulla.- e così dicendo in parte mentì -E perché ora stai andando nella foresta?- chiese allora George non capendo la connessione fra i ricordi e la foresta e pensando che la maledizione non sarebbe stata riguardo la ragazza –Ecco... un amico della mamma che vive nella foresta mi ha detto che ora potrei trovarmi in difficoltà... forse ho capito cosa intendesse, ma  vorrei chiedergli una conferma.- Detto ciò, arrivarono nella foresta, ma non videro nessuno. Decisero di inoltrarsi un poco, ma lo spettacolo a cui assistettero fu orribile: un unicorno era a terra mentre un essere tutto incappucciato stava bevendo il suo sangue. Al sentire i rumore dei passi dei ragazzi questi si girò e andò verso di loro, ma Fiorenzo riuscì a cacciarlo; -Ti avevo detto che questa foresta era diventata un luogo pericoloso, dovresti imparare a prestare ascolto alle mie parole.-; ma Paige, la cui priorità era quella dell’unicorno, si avvicinò alla creatura e cerco di utilizzare il suo potere, riuscendolo a salvare; la creatura fece quasi una specie d’inchino e poi galoppò via. –E’ dall’inizio dell’anno che quell’essere uccide unicorni, per bere il loro sangue. Non vorrete che ritorni, presto andate via!- . I ragazzi decisero di andarsene dalla foresta, e in meno di 5 minuti furono al castello –Ma cos’era quello?- Chiese George con l’affanno per via della corsa “Mi dispiace, ma nemmeno io lo so” disse riprendendosi anche lei dalla corsa. Dopo essersi ripresi, andarono in sala comune dove videro Fred e Angelina, ma stranamente questa volta la cosa non diede fastidio a Paige, forse perché non vi diede molto caso oppure perché stava pensando a ben altro. La sera arrivò in fretta e, forse per la prima volta, i gemelli erano separati: George stava con Paige a chiacchierare mentre Fred era con Angelina dall’altra parte. Dopo aver trascorso l’intera serata a chiacchierare. E quella notte accadde qualcos’altro di davvero strabiliante. 

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Capitolo 13
*** La verità sulla maledizione ***


Angolo dell'autrice: Ringrazio immensamente Francy Weasley per aver recensito lo scorso capitolo!




Dopo tanto tempo anche quella notte Paige riuscì a vedere un ricordo, ma non uno qualsiasi, bensì quello che riuscì a chiarire la situazione. Dapprima il mare si materializzò in una zona dove non c’era nulla, o almeno così sembrava. Voltandosi Paige vide la madre combattere con maestria contro 3 mangiamorte, sullo sfondo vide un aereo che stava precipitando e poi fu un attimo: la madre lanciò un incantesimo che non fece schiantare l’aereo, ma un mangiamorte la colpì con un incantesimo e sbalzò il suo corpo diversi metri dietro; fra le mani stringeva una pietra da una strana forma e dall’aereo iniziarono a sentirsi diverse voci; i mangiamorte si smaterializzarono e, poco dopo, anche la pietra scomparve. Poi tutto si smaterializzò e tornò indietro ad un ricordo che aveva già visto, anche se incompleto: la sera in cui Prudence parlò per  la prima volta della maledizione ai  signori Weasley. “Dovrà portare anche una maledizione con se?” chiese la signora Weasley incredula alle parole che le stava dicendo l’amica: ella aveva fatto molti sacrifici per gli altri ma non poteva credere che ora avrebbe sacrificato persino la vita della sua bambina “Sì, lo devo fare... Paige non arriverà mai a compiere 20 anni, morirà certamente prima” disse allora facendo rimanere di stucco tutti i presenti nella scena, Paige inclusa “C-cosa? Sei impazzita Prudence? E’ troppo presto per lei, non è giusto!”. A quelle parole Prudence sorrise “Sono felice che tu le voglia bene”, disse per poi continuare “Inoltre... non potrà mai usare i suoi veri poteri senza stare male... anche se non è totalmente umana, da quando avrà la maledizione il suo corpo non sarà in grado di sopportare tale sforzo e potrebbe accaderle davvero di tutto e ogni volta la storia peggiorerà...”  Molly cercò di replicare, ma Prudence la fermò “Molly, ti prenderai cura tu di Paige quando giungerà il momento? Ti chiedo solo questo, ti prego”; la sua voce era calma, era più che consapevole di qualcosa che Paige ancora non poteva capire. La donna non poté far altro che annuire e i ricordi iniziarono di nuovo a sbiadire; Paige si svegliò in piena notte e andò in bagno, poi qualcosa le salì su per lo stomaco e dalla bocca uscirono diverse chiazze di sangue. “Era questo che intendeva allora?” disse fra se la ragazza tornando a letto e cercando di non far rumore; poco dopo si addormentò inconsapevole di quello che stava per accadere. Mentre dormiva, una mano afferrò il suo collo e iniziò a stringerlo; aprendo gli occhi vide una figura femminile alquanto familiare: era Angelina. Il suo aspetto, però, non era il solito, in particolar modo gli occhi, erano divenuto bianchi e inespressivi, come se qualcosa la stesse comandando. Le unghie della ragazza sprofondarono nelle pelle del collo di Paige facendola sanguinare  in diversi punti; poi afferrò la bacchetta e formulò un incantesimo; fu allora che il corpo di Paige fu come se prendesse fuoco dall’interno e un dolore disumano la paralizzò completamente; non aveva la forza di gridare dato che il fiato che aveva le serviva appena per respirare, fin quando non sentì una voce e il dolore cessò. Poco dopo era totalmente buio per lei.
Quella voce era quella di Evelyn, che riuscì a lanciare uno schiantesimo contro la ragazza, che sbatté malamente contro un baule vicino ad un letto e svenne. Evelyn, terrorizzata, andò a chiamare le uniche persone che pensava avrebbero potuto aiutarla, Fred e George. Non si sa per quale ragione del destino i due in quel momento fossero scesi nella sala comune, ma questo risparmiò alla ragazza una bella figuraccia al dormitorio maschile. Scese di corsa le scale e cercò di formulare una frase compiuta, ma riuscì solo a farfugliare delle parole fra le quali “Aiutate Paige”; i due salirono nel dormitorio e videro la scena: Angelina incosciente da una parte e il corpo di Paige dall’altra. Entrambi avrebbero voluto capire cosa stesse succedendo in quel momento, ma non ne ebbero il tempo e George prese Paige in braccio e la portò in infermeria, mentre Fred prese Angelina e fece lo stesso percorso del fratello; anche Evelyn li avrebbe voluti seguire, ma ad un certo punto il sonno prese prepotentemente il sopravvento; inizialmente non capiva quello che stesse succedendo, ma vide che nessuno nella stanza si era svegliato nonostante tutto il rumore creato, poi crollò anche lei. Nel tragitto George stringeva la sua amica, forse non è giusto nemmeno definirla tale in quanto lui non la considerava semplicemente un’amica; abbassò appena lo sguardo per vedere il suo viso, quando sul corpo della ragazza vide chiazze scarlatte che iniziavano a dilatarsi. In quel momento fu totalmente preso dal panico: cosa avrebbe fatto senza di lei? Corse a più non posso verso l’infermeria, chi se ne importava che la casa perdesse punti quando a essere in pericolo era la vita di una delle persone più care?  Arrivato lì Madama Chips non capì cosa stesse accadendo, ma appena vide il sangue disse al ragazzo di poggiare la sua amica su un letto, poi chiese di uscire dall’infermeria. Nel frattempo Fred era arrivato e, su ordine dell’infermiera, poggiò Angelina su un altro letto e uscì anche lui. George stava tremando di paura e di rabbia, quando il fratello cercò di consolarlo. Non molto dopo arrivò la professoressa MC.Granit che chiese spiegazioni ai due, che non sapevano un bel niente. Dopo un’ora Madama Chips uscì, dicendo “Siete stati bravissimi voi due... se non fosse stato per voi è probabile che quella ragazza sarebbe morta”; la professoressa allora chiese spiegazioni, e l’infermiera risposa che era stata colpita da magia oscura di altissimo livello e che, con ogni probabilità, Angelina Jonson era stata usata dalla maledizione Imperio. Per precauzione la professoressa intimò ai due di non parlare con nessuno di quella storia e di andare a letto; anche se svogliatamente i due eseguirono gli ordini. La mattina seguente George si svegliò molto presto e per prima cosa andò in infermeria da Paige; la vide distesa sul letto, diverse fasciature si notavano nelle zone non coperte dal pigiama, ma le macchie scarlatte che fino la sera prima avevano macchiato l’indumento ora erano scomparse e il volto non mostrava segni di sofferenza. George ripensò alle parole dette la sera prima: chi aveva potuto farle ciò? Visto che non c’era nessuno e la ragazza era incosciente, le diede un dolcissimo bacio sulle labbra. In quel momento Paige riaprì gli occhi e riuscì solo a chiedere, a fil di voce, cosa fosse successo e cercò di rimettersi in piedi, anche se non senza sforzi. George la guardò sorpreso e l’abbracciò “Non farmi mai più prendere uno spavento simile, capito?” disse mentre la ragazza continuava a non capire. Non ricordando, le spiegò quello che Madama Chips aveva presupposto, facendola rimanere semplicemente di stucco. Chissà chi aveva il proposito di eliminare una ragazza del secondo anno... non molto dopo entrò Madama Chips che rimase stupita di rivederla già in piedi, ma che le consigliò di rimanere a letto per una settimana. Paige non si sarebbe mai persa un’intera settimana di lezioni e fu così che iniziò a chiedere alla donna se potesse uscire prima; fra un tira e molla delle due alla fine Paige riuscì a farsi promettere che sarebbe uscita entro un paio di giorni. Purtroppo giunse l’ora della colazione e delle lezione e George, a malincuore, dovette andarsene.
Non molto dopo anche Angelina si svegliò e vedendo la ragazza di fronte a sé e ricordando solo che era stata lei a ridurla in quel modo, iniziò a chiederle scusa, ma la ragazza rispose che non doveva preoccuparsi dato che in realtà non era in lei. Alla fine Paige riuscì a riprendersi entro quella sera stessa e ritornò nella Sala Comune, senza nemmeno aver cenato non avendone voglia. 

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Capitolo 14
*** Il Quiddich e il Natale ***


Il giorno dopo, quando George scese con il fratello e vide Paige in piedi a parlare con Evelyn, non ci credeva ancora, ma quando si rese conto che quella persona era proprio lei, non resistette a correrla e abbracciarla. Anche Fred fece la stessa cosa poco dopo il fratello, anche se lei non ne capiva realmente il motivo: George non le aveva detto, infatti, che lei aveva rischiato la vita. Felici, si avviarono tutti e 4 insieme in Sala Grande per fare colazione; questa volta Paige non vide Angelina e le sembrò strano: Madama Chips doveva averla già dimessa dato che non aveva nulla di grave. Passò il tempo e i 4 si divisero per andare a lezione e si rincontrarono solamente all’ora di pranzo; anche quel pomeriggio le lezioni erano sospese e toccava ai Grifondoro allenarsi.  Evelyn era stata chiamata dal suo ragazzo subito dopo aver finito il pranzo e Paige non aveva compiti, fare niente tutto il giorno sarebbe stato una noia terribile così chiese ai due gemelli “Posso venire a vedere i vostri allenamenti?”. I due si guardarono l’un l’altro in modo contrario: era appena uscita dall’infermeria dopo essere stata colpita da una potentissima maledizione, andare al freddo per lei non doveva essere proprio il massimo; ma dato che per quello che la conoscevano (e la conoscevano bene) lei sarebbe andata lo stesso, decisero di dirle di sì , facendole però un sacco di premunizioni, come quella di coprirsi bene e di non sforzarsi troppo. George in particolar modo era preoccupato, ma cercò di non darlo a vedere. Quel pomeriggio, mentre scendeva le scale che l’avrebbero portata al campo di Quiddich, incontrò Angelina Jonson, molto cupa in viso tanto da sembrare di non aver dormito la notte. Appena vide la ragazza a cui aveva fatto del male, anche se non era lei in realtà, si paralizzò e iniziò a farfugliare cose del tipo “S-senti i-io non volevo ep-poi io n-“; Paige, vedendola, le si avvicino e rimase con il suo classico sorriso dicendole “Non preoccuparti, so che non era tua intenzione e poi non eri tu... non devi sentirti in colpa”; l’altra ragazza sembrò stare meglio anche se non tanto e iniziò ad andare verso il campo, prima che Paige la fermasse dicendole “Angelina dai il massimo! Alla partita farò il tifo per te!”; a quelle parole la mora accennò un sorriso e se ne andò nel campo mentre Paige andava verso gli spalti, dove c’erano solo poche ragazze che facevano il tifo per i loro giocatori preferiti. Il clima non era molto freddo anche se erano già arrivati a Dicembre e durante l’allenamento tutti i giocatori davano il massimo, come se fossero stati ad una partita vera. All’uscita i due gemelli, vedendo Paige da sola, le si avvicinarono e fecero il tragitto insieme, parlando delle varie strategie di gioco che avrebbero adottato il giorno dopo contro serpe verde. Arrivati in sala comune rimasero lì a chiacchierare per ore mentre Fred annunciò di essersi lasciato con Angelina definendola “non il suo tipo” e che avrebbe trovato qualcun’altra con cui giocare; a quell’affermazione Paige si sentì molto più rasserenata, anche se non ne capì il motivo; scese passarono tutto il giorno insieme. La partita di Quiddich sembrò arrivare in un lampo e fu allora che Paige assistette per la prima volta ad una partita piena di scorrettezze: Angelina era stata fatta cadere con un metodo davvero crudele e il portiere della squadra dei grifoni era stato abbattuto con un bolide; inoltre sulla scopa del cercatore, Harry Potter, era stato gettato il  malocchio. Ma alla fine la partita fu vinta da Grifondoro anche se in un modo alquanto originale e molti andarono a congratularsi con i giocatori. Paige, per evitare accalcamenti che sicuramente molte ragazze avrebbero fatto, decise di andare in sala comune: a lei interessava congratularsi con Fred e George e, perché no, anche Angelina. Nemmeno ebbe finito di pensare che i due la sorpresero da dietro “Che ci fai qui? Non vieni a congratularti con noi?” dissero in coro. A quelle parole Paige sussultò non aspettandoseli e iniziò a farfugliare “Ecco... vorrei prima trovare Evelyn... comunque dato che vi trovo qui... Siete stati grandi! I migliori in campo, senza dubbio!” disse come se stesse commentando i giocatori di calcio, sport molto comune nel mondo babbano quanto il Quiddich in quello dei maghi.  I due sembrarono davvero molto fieri dato che le parole venivano pronunciate da lei e, non avendo voglia di stare con gli altri, decisero di andare nella sala comune. Essendo ormai inverno i gemelli iniziarono a dire che per quell’anno non sarebbero andati a casa dato che i loro genitori sarebbero andati da uno dei figli maggiori in Romania, e che quindi avrebbero passato il Natale insieme. Paige fu felicissima della notizia, specialmente dato che quest’anno nessuno le aveva rotto le scatole come aveva fatto l’anno prima Eric e dato che non si sarebbe ritrovata sola. Passarono i giorni e nel frattempo Fred si era trovato un’altra ragazza, con la quale aveva un atteggiamento molto più pacato, ovvero solo baci e cose simili e non come faceva con Angelina in una maniera a dir poco spudorata. In quel clima allegro il Natale arrivò presto; quella mattina Fred e George erano in sala comune, vedendo i regali della loro mamma, ovvero il classico maglione fatto a mano con le loro lettere iniziali cucite su di esso. Paige scese non molto dopo il loro risveglio, che appena la videro le augurarono buon Natale. Andando sotto l’albero Paige vide un pacco indirizzato a lei e quando lo aprì vide che era un maglione della signora Weasley rosso con la lettera P dorata; rimase davvero stupita dato che era la prima volta che riceveva un regalo per Natale. Essendo ora di colazione Fred decise di andare nella sala grande, la sua nuova ragazza era di Corvonero . Paige invece andò a mettere il suo maglione a posto e dopo di che scese nella sala comune dove George la stava aspettando. Prima di iniziare ad avviarsi, George decise che era ora di dirle una cosa davvero molto, molto importante. “Paige?” la chiamò e la ragazza si fermò sulla soglia della sala comune guardandolo incuriosita. “Dopo quella notte ho capito che... che tu sei davvero importante per me... ti prego, vorresti essere la mia fidanzata?” disse avvicinandosi a lei e guardandola negli occhi. Paige, in realtà, aveva iniziato a provare qualcosa nei confronti si entrambi, qualcosa di davvero molto simile fra i due ma che non capiva se potesse essere amore fraterno o no; ma guardandolo non poté fare a meno di arrossire e bisbigliò semplicemente “sì”. George sgranò gli occhi... non poteva proprio credere che la persona più importante della sua vita gli avesse detto sì... in preda alla gioia baciò la ragazza con tanta di quella foga che questa dovette staccarsi a fatica per riprendere un po’ di fiato. Era strano, però era incredibile come si sentisse felice in quel momento e fu allora che fu proprio lei a prendere l’iniziativa e, prendendo di sorpresa anche George, lo baciò. “Non volevi essere l’unico a prendermi di sorpresa, o sbaglio?” disse sorridendo, esattamente come faceva sempre. George sorrise compiaciuto “Adesso andiamo a fare colazione”; ora era diventato molto più dolce nei confronti della ragazza e si diressero insieme  nella Sala Grande. Al loro ritorno Paige salì un attimo nel dormitorio femminile mentre George l’aspettò sotto. Nel frattempo nella sala arrivò Fred, che trovando il fratello più felice del solito gli chiese “Ma che ti è successo?” “Mi sono confessato a Paige... e lei mi ha detto di sì!” disse troppo felice per trattenere l’entusiasmo mentre Fred rimase male; perché anche lui l’aveva fatto eppure era stato rifiutato? “Fred... avresti dovuto evitare di metterti con la prima persona che ti capitava davanti” disse il fratello a mo’ di rimprovero “Lei è legata veramente a noi due e tu lo sai bene, siamo noi la sua vera famiglia e se te la fai con la prima che capita non riuscirai mai a farle capire davvero quel che provi. Se vuoi sapere la verità, quel giorno nell’infermeria ho davvero temuto il peggio e, onestamente, avrei preferito essere al posto suo. Non so se tu abbia provato le stesse cose, ma...” “Va bene così!” disse Fred con tono sereno e viso sorridente “Preferisco che stia tu con lei che un estraneo qualsiasi... però sta attento, dato che proverò a rubartela” disse facendo l’occhiolino “Provaci!” e così iniziarono una lotta con i cuscini; quando Paige scese e vide la scena riuscì a stento a trattenersi dalle risate; i due, accortasi di lei e di quella cosa imbarazzante che stavano facendo, ritrassero le loro armi e si giustificarono imbarazzati “Noi stavamo... ecco...” “Testando la resistenza dei cuscini?” chiese la ragazza scoppiando a ridere. “E’ così, eh?” dissero i due iniziando a lanciarle dei cuscini e quel pomeriggio lo passarono divertendosi tutti e 3 insieme. 
 

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Capitolo 15
*** Promessa e tradimento ***


Ecco qui un nuovo capitolo della mia ff... chiedo scusa per l'immenso ritardo ma non ho proprio avuto tempo se non per lo studio!
Perfavore, se qualcuno la legge, la potrebbe anche commentare?


I giorni iniziarono a passare in fretta e la relazione fra Paige e George andava sempre meglio: ogni mattina George le dava il bacio del buon giorno e stavano sempre insieme a pranzo e dopo le lezioni; anche la relazione di Fred non stava andando per nulla male o, almeno, era quello che voleva far sembrare. I momenti trascorsi con George erano tanto dolci da aver fatto dimenticare a Paige la sua stessa maledizione  e anche Gazza ringraziava la situazione in quanto, negli ultimi periodi , non era stato preso di mira dagli scherzi che i gemelli erano soliti fargli.  Una sera di inizio Febbraio Paige non si sentì molto bene e decise di evitare di scendere a mangiare rimanendo a riscaldarsi vicino al fuoco della sala comune. Era strano vedere la sala completamente vuota in un periodo di studio; non molto dopo il ritratto della signora grassa si aprì e dal quadro spuntò la testa rossa di George “Come mai sei qui?” chiese in modo dolce sedendosi accanto alla ragazza “Nulla... è solo che...” “Tranquilla” disse il ragazzo abbracciandola “Tu non vai a mangiare?” chiese allora Paige sentendosi rispondere che aveva già mangiato. “George... cosa faresti se io morissi?” chiese allora Paige lasciando basito il ragazzo che rispose “Probabilmente... non riuscirei più a vivere senza di te, o almeno non ridendo e scherzando come faccio adesso... e tu, invece?” chiese incuriosito dal discorso “Cercherei di essere esattamente come sono adesso... credo che tu saresti più sereno a vedermi così che disperandomi per te, no?” disse sorridendo “Sono passati già 10 anni da allora... eppure sono sicura che non manchi molto prima che il Signore Oscuro ritorni. George, facciamo una promessa?” “Quale?” chiese il ragazzo incuriosito “Qualunque cosa ci accada, noi rimarremmo esattamente come siamo ora, va bene?” disse sorridendo in modo dolce; il ragazzo, anche se non ne capiva il motivo, decise di accettare a promessa. Passò ancora qualche giorno da quella sera e il giorno di San Valentino Paige si svegliò e scendendo nella sala comune con Evelyn non vide George. In quel momento non ci fece molto caso e pensò che stesse architettando chissà quale scherzo con suo fratello, dato che non vedeva nemmeno Fred e che era davvero da tanto tempo che non commettevano qualcosa alla Weasley. Avendo come prima lezione pozioni, le due scesero la scale per andare nel sotterraneo quando videro George. Le due ragazze fecero per avvicinarsi, ma si bloccarono vedendolo che si baciava con una serpe verde. Paige rimase attonita a fissarlo per un po’, poi insieme alla sua amica scapparono via e raggiunsero l’aula. Era davvero troppo scossa per riuscire a formulare un pensiero compiuto e che sia potuto a servire qualcosa, ma cercò comunque di essere sé stessa e non lo diede a vedere.  Nell’ora di pranzo, appena tornata nella sala comune, si sedette vicino al camino tremando vistosamente e trattenendo a stento le lacrime: era proprio uno stupido, l’aveva tradita dicendole poco più di una settimana prima che non sarebbe stato più in lui se lei fosse morta... e poi perché le aveva fatto quella stupidissima domanda di punto in bianco? Poi tutto le venne in mente, non era un caso... quella notte, 10 anni prima, suo padre morì nel tentativo di proteggere il ministero e Prudence era a casa della signora Weasley per chiedere di tenerla con sé... poi quella pietra vista poco dopo nel ricordo della morte di sua madre... “Ma perché mi lasciò sempre meno tempo con loro?”  questa fu la domanda che prese rilievo fra tutte quelle che le stavano circolando in testa. Essendo stata babbana fino a poco tempo prima cercò di ragionare con la logica e fu così che le balzò in testa una risposta “I ricordi... quelli a casa Weasley sono quelli che ha bloccato per ultimi, perché se fossi andata da loro non ricordandomi di loro, alla fine tutta la magia sarebbe potuta saltare in aria e poi c’era troppo poco tempo...” così pensando sentì improvvisamente una terribile sensazione e fu allora che connesse molte cose “Nella foresta, la frase che ho detto poco prima... ma certo! Tu-Sai-Chi è già penetrato nel castello ma non con il suo vero corpo!” Inizialmente voleva capire di chi si trattasse nella scuola, ma pensando che se si fosse impadronito del corpo sarebbe stato duro trovarlo, decise di andare in biblioteca, magari cercando qualche altra informazione sulla storia del Signore Oscuro. Ma fece per uscire che si trovò davanti Fred e George, proprio le persone che avrebbe preferito non incontrare in quel momento; era strano ma sembrava che gli occhi di George fossero... diversi, che lui non fosse il solito lui. Mentre stava per uscire sentì dirsi “Ti lascio. Questa è la mia decisione”. Fred rimase basito a quelle parole, aveva fatto tanto per conquistarla e ora la lasciava senza un ma o un perché, senza nessun litigio, così senza motivo “L’avevo capito, l’importante è che tu sia felice. Spero che possiamo continuare ad essere amici” disse Paige andandosene in biblioteca, mentre Fred rimproverava il fratello che sembrava sotto l’effetto di un filtro d’amore. Avendo fra le mani l’antidoto, glielo somministrò ma non sembrò che la situazione cambiasse molto. Non era lui, questo era certo, ma Fred non poteva fare molto, o almeno non fino alla mattina seguente.  Nel frattempo Paige era in biblioteca e stava leggendo cose “inutili” in un certo senso; decise quindi di cercare qualche notizia su come si possedeva il corpo di un’altra persona, ma si accorse che era troppo tardi e aveva lezione di difesa contro le arti oscure. Lasciò tutti i suoi pensieri e iniziò con le lezioni pomeridiane; nell’ora di cena decise di non andare nella sala grande e rimanere nel dormitorio femminile, addormentandosi piuttosto presto. E fu così che iniziò di nuovo a rivivere i ricordi della madre, ma questa volta erano diversi, erano ricordi che risalivano ai giorni in cui Prudence, ancora ragazza, si esercitava con incantesimi durante la lezione. “Allora, chi sa dirmi che cos’è un Incanto Patronus?” iniziò il professore, qualcuno che Paige non aveva mai conosciuto. Solo Prudence alzò la mano e disse “L’Incanto Patronus è un incantesimo di altissimo livello, nel quale un ricordo particolarmente felice viene mostrato tramite della luce. Per i maghi altamente potenti, l’incantesimo assume la forma di un animale ed è in grado di fronteggiare contemporaneamente anche oltre 1000 dissenatori” “Complimenti, bene è ora che anche voi impariate ad utilizzare un Patronus nel modo più corretto... potreste sempre trovarvi in pericolo” poi il ricordo si smaterializzò e Paige si trovò in una radura ampia e verde, dove non c’era nessuno: vicino a lei il professore disse “Bene, adesso vediamo se hai imparato correttamente l’incantesimo... ricorda che devi pensare al ricordo più felice che hai” “Chi io?” chiese Paige “Si, chi altri altrimenti?” rispose il professore... era la prima volta che Paige era davvero parte del ricordo e si ritrovò una bacchetta in mano “Expecto Patronum” disse pensando ad un ricordo felice, ma ciò non fu abbastanza potente da creare un incanto completo “no, non ci siamo proprio... ti sei davvero concentrata su un ricordo felice? Ti ricordo che ne serve uno particolarmente felice per riuscire a fare un Incanto Patronus completo... allora vuole riprovare?” Paige pensò attentamente “Un ricordo felice?” cercò di scavare fra i suoi ricordi, non quelli che aveva visto, ma quelli che non vedeva da tanto, poi pronunciò l’incantesimo ed una cerva uscì dalla bacchetta; era semplicemente bellissima ed abbagliante “Perfetto, complimenti signorina, diventerà una grande strega ma... sbaglio o quello del signorino Worren è un cervo?” disse mentre Paige era uscita dal corpo dopo l’incantesimo mentre Prudence arrossì “è solo una coincidenza!”. Poi Paige si svegliò; il sole era alto nel cielo e nell’aria si respirava un qualcosa che stava ad indicare che la primavera non avrebbe fatto attendere ancora molto prima di mostrarsi in tutta la sua bellezza anche nella magica Hogwarts.

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Capitolo 16
*** Anche il secondo anno è finito ***


Angolo dell'autrice: Ringrazio immensamente FrancyWeasley, CheccaWeasley e Otta_Weasley per aver commentato la mia storia fecendo battere il mio record personale! *commossa*. Il capitolo che ho appena postato è più corto degli altri, ma se va tutto bene aggiornerò la fan fiction a metà settimana (compiti in classe e interrogazioni permettendo). Ringrazio anche chiunque legga la storia senza commentare e chi l'ha aggiunta fra le seguite/preferite.



Da quel giorno Paige passò il tempo che gli studenti impiegavano per mangiare in biblioteca o per studiare, mentre la notte si esercitava negli incantesimi grazie ai ricordi di sua madre... era stupefacente di come potesse imparare tanto in fretta quello che, forse, nemmeno gli studenti dell’ultimo anno erano in grado di fare. Però questo gravò in particolar modo sulla sua salute. Dopo il giorno di San Valentino George si era ripreso, anche se non capiva proprio come avesse potuto lasciare Paige e baciare una serpe verde. Due giorni dopo aver lasciato la ragazza George andò da lei chiedendole scusa per quello che aveva fatto, anche se Paige era tornata ad essere serena e quindi non diede peso a quello che era successo quel giorno. ma qualcosa accadde 7 giorni dopo San Valentino. Quel giorno, come sempre, Paige ed Evelyn si recarono nella torre di astronomia,avendola come lezione. Essendo arrivate prima la professoressa Cooman le prese di sorpresa entrambe “Buon giorno, ragazze” disse apparendo dal nulla “Buon giorno!” dissero le ragazze che andarono a prendere posto, ma la professoressa fermò Paige dicendole “Fra poco tempo terribili cose accadranno nuovamente per opera di Tu-Sai-Chi... cose che nessuno potrà fermare ma che possono essere cancellate ad un altissimo prezzo *coff coff* Tutto bene, cara?” disse la professoressa ritornando sé stessa e vedendo lo sguardo impaurito di Paige che annuì e andò dall’amica. Dopo astronomia le due si recarono nell’aula del cortile di trasfigurazione, dato che la professoressa era Mc.Granit avrebbe tenuto la lezione successiva e dopo ciò le due si recarono in Sala Grande per il pranzo. A dir la verità Paige non voleva andarci dato che adesso voleva anche svelare il mistero della profezia della professoressa Cooman, ma dato che Evelyn le confidò di avere dei problemi con il suo ragazzo, preferì andare con lei, anche se non mangiò nulla. Proprio lì Fred e George si avvicinarono e chiesero a Paige di aiutarli in un loro piano, piuttosto per essere consigliati su cosa sarebbe stato meglio. Alla fine del pranzo decisero di andare nella sala comune ma, salendole scale, accadde qualcosa “Allora noi rifileremo a Gazza dei cioccolati dall’aspetto delizioso di nostra invenzione... fanno venire certi brufoli pieni di pus grandissimi” disse George “Sì, glieli faremo trovare in una deliziosa scatola a forma di cuore con su scritto “Ti adoro... prendi questo piccolo regalo come dono del mio amore”” disse allora Fred; “Niente male!” rispose Evelyn ai due mentre Paige sembrava strana, non lei “Tutto bene?” chiesero i due gemelli in coro “Cer” rispose la ragazza prima che il suo corpo si accasciasse a terra. Evelyn entrò nel panico mentre Fred la prese e la portò in infermeria. Al suo risveglio era pomeriggio inoltrato e Madama Chips le si avvicinò “Come ti senti, cara?” chiese per poi dire “Avresti dovuto evitare di non mangiare per così tanto tempo...ma volevi suicidarti o cosa? E poi scommetto che non hai neppure dormito... soffri per caso si mal d’amore?” chiese allora l’infermiera mentre guardava la ragazza che non capiva di cosa stesse parlando “No... assolutamente” “Bene allora facciamo così... io ti dimetto a patto che tu mangi e dormi regolarmente... non voglio più vederti in infermeria né questo né i prossimi anni, va bene? E poi i signorini Weasley erano davvero molto preoccupati per te”. A quelle parole Paige si fermò un attimo... era davvero stata una stupida a farli preoccupare senza un effettivo motivo, così decise di promettere a Madama Chips di mantenere un’alimentazione sana e andò in sala comune. Appena arrivata i vide seduti su una poltrona a ridere come mai avevano fatto. Paige si avvicinò e appena la videro le chiesero un sacco di cose quali come stesse, cosa avesse avuto e se poteva riprendere le attività senza avere ulteriori problemi; dopo aver sentito la risposta della ragazza i due iniziarono a parlare del loro scherzo a Gazza “Avresti dovuto vederlo!” “Ha creduto davvero che ci fosse una ragazza innamorata di lui e dopo che ha mangiato i dolci... la sua faccia era un campo di brufoli stracolmi di pus!” e iniziarono a raccontare tutti i minimi particolari del loro scherzo che classificarono come  il più divertente fra tutti quelli che avevano fatto durante la loro carriera scolastica e non. Dopo che ebbero finito di raccontare iniziarono a parlare degli esami che si stavano avvicinando e che, in particolar modo, quello che li spaventava di più era quello di difesa contro le arti oscure: il professor Raptor, infatti, non era propriamente il professore in grado di insegnare adeguatamente una materia importante come quella, specialmente data la minaccia incombente di cui nessuno sa niente, almeno per i prossimi 3 anni. Paige allora si propose di aiutarli a imparare qualche incantesimo, qualcuno di quelli che avrebbero dovuto imparare il terzo anno; il problema era però uno: trovare un luogo adatto per esercitarsi all’interno del perimetro scolastico e senza che nessuno sapesse di quello che stavano facendo. Nonostante i gemelli, anche grazie alla Mappa del Malandrino, conoscessero Hogwarts meglio delle loro tasche, a trovare l’idea perfetta fu Paige che propose la zona in cui nei ricordi di sua madre era solita allenarsi: era un luogo solare, isolato, all’interno del perimetro scolastico e del tutto legale in quanto non faceva parte della foresta proibita. Per via della partita Corvonero contro Serpeverde, le lezioni di quel giorno furono sospese e quella fu un occasione perfetta. I tre andarono in quella zona cercando di non dare molto nell’occhio e appena arrivati iniziarono ad esercitarsi con incantesimi, delle quali avevano tutte le conoscenze teoriche non perché fossero stati attenti alle lezioni, ma perché il professore aveva spiegato per un intero trimestre solo ed esclusivamente quelli. Alla fine della giornata, prima che il coprifuoco avesse inizio, i tre ritornarono al castello e cenarono. Da quel giorno si recarono diverse volte in quel luogo quando avevano tempo libero e alla fine dell’anno riuscirono a superare l’esame di incantesimi con “Oltre ogni previsione”, mentre la maggior parte delle materie furono superate con “Accettabile”. Forse il giorno più bello fu proprio l’ultimo: alla grande festa parteciparono non solo tutti gli studenti, ma anche i fantasmi e al tavolo degli insegnanti mancava una persona, Raptor, rivelatosi parte del Signore Oscuro ed eliminato coraggiosamente da Harry Potter; nonostante i molti punti persi, il Professor Silente diede ben 170 punti alla casa di Grifondoro che da ultima passò a prima e vinse la coppa delle case. Fu praticamente una giornata a dir poco perfetta. Il giorno dopo tutti gli studenti presero il treno per tornare alle rispettive case e anche quell’anno Paige andò alla Tana; anche quell’estate si sarebbe rivelata un’estate fuori dal comune.

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Capitolo 17
*** Una nuova estate alla Tana! ***


Ringrazio infinitamente Otta_Weasley e FrancyWeasley per aver commentato il mio scorso capitolo! #commossa# Spero che anche questo capitolo piaccia!

 


Dopo essere arrivati la signora Weasley fece andare a cambiare tutti i figli fermando prima Paige dicendole di doverle dare una cosa. Appena salita la signora diede una strana scatola a Paige, senza biglietto, senza fiocco... era semplicemente una scatola e disse di indossare quello che era contenuto dentro. La ragazza allora andò in camera a cambiarsi, dimenticandosi però di chiudere a chiave la porta, cosa che causò un episodio alquanto imbarazzante. Infatti, dato che il signor Weasley era dovuto andare al ministero per una commissione urgente da sbrigare,Molly aveva deciso di pranzare per la prima volta dopo quasi un anno con la famiglia riunita; chiamò i figli dalle scale e chiese ai gemelli di chiamare anche Paige; questi bussarono ma, non sentendo alcuna risposta dall’altra parte dato che la ragazza stava “lottando” con la maglia con il collo troppo stretto che  non le permetteva di tirare fuori la testa, i due aprirono la porta e la videro in biancheria intima per la prima volta... con la divisa scolastica non sembrava, ma aveva molte più forme di quanto avesse mostrato prima e i due richiusero imbarazzatissimi la porta, per la prima volta entrambi rossi molto più dei loro capelli; la ragazza, invece, essendo cresciuta nel mondo dei babbani e, dato che prima molti la vedevano in costume, non ebbe problemi e non fu imbarazzata come i gemelli. Percy, vedendo che i fratelli erano lì, si avvicinò a loro chiedendo “Ma cosa state combinando?”; a quella domanda i due iniziarono a balbettare non togliendosi dalla testa l’immagine che avevano visto precedentemente, quando la porta si aprì e Paige uscì con addosso un vestito, molto semplice rosa e che faceva risaltare in particolar modo il seno, già prosperoso per una ragazzina di nemmeno 13 anni. Percy disse che dovevano scendere sotto e lui si avviò; i due si alzarono ancora rossi e non riuscivano a guardare la ragazza in faccia o almeno fino a quando questa cercò di tranquillizzarli. Dopo pranzo salirono tutti e tre e andarono, come l’anno precedente, nella stanza dei gemelli “Bene Fred, credo che sarebbe un bene mostrare a Paige la nostra nuova invenzione” “Sai George, non penso che la tua idea sia malvagia” e così facendo mostrarono a Paige la loro nuova invenzione “Questa non nuoce a nessuno” “Ma è ottima per fare piccoli spettacoli... fa certe acrobazie!” e così dicendo iniziarono a farle vedere un po’ quello che faceva. “Siete semplicemente dei geni!” Disse rimanendo basita da quello che i gemelli riuscissero a fare. Qualche giorno dopo Paige fece un incubo, un incubo davvero terribile: era a Hogwarts che non sembrava più la stessa, dato che era completamente distrutta: il cortile, le scale, i quadri, tutto era scomparso e al posto loro era apparso solo un enorme cumulo di macerie. Dalle finestre della sala comune si intravedeva il buio della notte, poi nella sala tante lenzuola, alcuni ragazzi, gli unici a essere in piedi, avevano facce terribilmente tristi ed erano sporchi di polvere poi... un tuono squarciò l’aria e Paige si svegliò; controllando l’orario si accorse che non era passata nemmeno un’ora da quando Molly li aveva mandati a dormire. Una cosa rimase impressa nella ragazza, quella terribile sensazione che non riusciva ancora a spiegarsi. Era strano, ma sapeva che se fosse rimasta da sola non sarebbe più riuscita ad addormentarsi quella notte e così decise di andare nella camera di Fred e George e si stupì di trovarli ancora svegli. “Come mai sei qui?” chiese Fred inizialmente non capendo il motivo di quella visita notturna “Ecco... io... ho avuto un incubo e non riuscivo a dormire...” “Vuoi dormire con noi?” chiese allora George che, come il fratello, aveva capito le intenzioni della ragazza e sapeva che lei avrebbe mai chiesto quello. Paige annuì e i due le fecero spazio al centro del letto; si ritrovarono esattamente come quando erano bambini, come quella notte quando i dissenatori attaccarono, ma questa volta  non c’era stato nessun ferito, anche se quel sogno sembrava reale, troppo reale per essere solo un sogno. Ma in quel momento non importava né a lei né a nessun altro, voleva semplicemente godersi quell’amicizia con coloro che l’avevano sempre aiutata. Poco dopo, tutti e 3 si addormentarono.
Il mattino seguente la signora Weasley decise di andare a svegliare personalmente i suoi figli, iniziando innanzi tutto dai gemelli, dato che erano sempre i più tardi a riprendersi dal trauma del risveglio; ma appena aprì la porta e vide la scena che le si presentò davanti, decise di non svegliarli e richiuse la porta. Fu proprio quest’ultima a svegliarli dato che cigolava in una maniera terribile e i tre, anche se di malavoglia, si alzarono e, dopo essersi cambiati, scesero al piano inferiore dove la signora Weasley aveva preparato una deliziosa colazione. Da quel giorno tutto sembrava calmo e tranquillo, i giorni passavano sereni e, anche se altre volte quello stesso sogno di ripresentava e si interrompeva esattamente nello stesso punto del primo sogno, alla fine sembrava semplicemente un sogno e così Paige non diede molto peso.  Un giorno, poco prima dell’inizio della scuola, Ron, Fred e George  decisero di andare a salvare Harry (sì sì Harry Potter) i cui zii lo avevano letteralmente segregato in casa e tutto ciò in segreto, ovvero prendendo la macchina volante di nascosto e andando ad aiutare il povero ragazzo. Paige sarebbe dovuta rimanere a casa e cercare di non far accorgere alla madre la bravata dei ragazzi, cosa che si rivelò assolutamente impossibile. Infatti la signora Weasley si accorse immediatamente della loro assenza e appena tornarono fece loro una sceneggiata terribile, ovviamente escludendo Harry che non ne sapeva niente. Appena scesa Paige si presentò al nuovo arrivato e poco dopo arrivò il signor Weasley; la moglie lo informò del fatto che i ragazzi avessero usato la sua macchina volante e lui, anziché rimproverarli, chiese “Ah davvero? E come è andata?”; gli altri stavano per rispondere “Una meraviglia”, ma quando la moglie lo spronò cl braccio lui si riprese e disse “Avete fatto molto male, ragazzi!”. Come ogni mattina il gufo di casa andò a sbattere contro il vetro della finestra portando con sé le lettere di Hogwarts; quella di Paige era l’unica che differiva dalle altre per un semplice motivo, al di sotto vi era scritto, in piccolo, di “Presentarsi nell’ufficio del preside dopo il banchetto pronunciando “Sorbetto al limone””.  La cosa le parve alquanto strana, ma decise comunque di tentare; quello stesso giorno la famiglia Weasley andò a Diagon Alley con la polvere volante, anche se il viaggio non fu proprio dei migliori dato che arrivarono alla loro destinazione sporchi di cenere; Harry sbagliò meta e andò a Diagonally, che vendeva oggetti di magia oscura. Paige andò prima a prendere i soldi che diede poi alla Signora Weasley per prendere i libri per tutti, dato anche che questa volta erano ben 5 i ragazzi che sarebbero andati ad Hogwarts. Harry ed Hermione, entrambi amici di Ron, raggiunsero la libreria dove in quel momento vi era un uomo molto avvenente che continuava a farsi fotografare mentre tutte le streghe lo guardavano incantate “Chi è quello?” chiese Paige ai gemelli che erano vicini a lei “Quello lì è uno scrittore di libri molto famoso e dice di aver fatto tutto quello che ha scritto... come puoi vedere è molto ammirato dalle streghe ma per noi è...” “Solo un pallone gonfiato” disse Paige notando l’atteggiamento. “Ragazza... sei sicura di poterti definire tale?” chiesero allora i due “Non dovresti stare in mezzo a quella folla a sbavare per lui?” “Durante la mia vita babbana ne ho visti fin troppi di palloni gonfiati e onestamente non ho la minima intenzione di seguirlo” disse scocciata vedendo che l’uomo aveva appena preso Harry e iniziava a vantarsi di dare la raccolta delle sue opere gratuitamente. Fred, nel frattempo, aveva preso un libro e lo stava leggendo  “E da quando in qua leggi?” chiese Paige incuriosita dall’atteggiamento del ragazzo “Mi devo informare delle reazioni che si hanno quando si mischiano vari ingredienti, no? Altrimenti i nostri prodotti non sarebbero così geniali” disse con aria da sapientone continuando a leggere; tutto procedeva in modo tranquillo fino a quando Malfoy non interruppe ciò in una scenata di gelosia verso Harry. Sentendo la sua odiosa voce, tutti i Weasley andarono sull’allerta e Fred chiuse il libro che stava leggendo; Malfoy iniziò ad insultare Harry e Ginny che ce5rcava di difenderlo, quando fu interrotto dal padre Lucius che si presentò ad Harry e vide la sua cicatrice. Sentendo pronunciare la parole “Voldemort” Lucius definì il ragazzo “Molto coraggioso o molto sciocco”;  Hermione intervenne quando Lucius le parlò con voce arrogante “So tutto su di te e sui tuoi genitori... Babbani” poi vide Ron e dal suo aspetto e vedendo il libro nel calderone non proprio logoro come se lo immaginava disse “Ah... quindi il lavoro di tuo padre è retribuito molto più di quello che mi aspettassi... tanto da potersi permettere di acquistare dei libri nuovi” e mentre nessuno guardava mise anche un altro libro nel calderone; il signor Weasley, vedendolo, cercò di uscire con i ragazzi fuori dalla libreria ma Lucius lo fermò dicendo “A che le serve disonorare il nome stesso di mago se poi la non paga no bene”, la frase venne fuori dal fatto che Arthur stesse parlando con i genitori di Hermione, che erano dei babbani; Lucius, essendo come si definiva un “purosangue” pensava che anche il solo fatto di parlare con dei babbani fosse un insulto al nome di mago “Abbiamo idee molto diverse su come disonorare il nome di mago” rispose pacatamente il signor Weasley “Frequentare babbani... credevo che la sua famiglia non potesse cadere più in basso” “Invece la sua è in continua discesa, giusto signor Malfoy?” disse Paige parlando per la prima volta; non sopportava che qualcuno potesse prendere in giro un membro qualsiasi della famiglia Weasley solo perché parlava con persone normali “Vediamo... Draco onestamente non mi ha mai parlato di te, ma essendo la fotocopia di Prudence credo di dover presupporre che tu sia la figlia... ah è un vero peccato della tragica fine che hanno fatto i tuoi genitori...tua madre era davvero brava per essere una nata da una famiglia con parenti babbani” “Tanto brava da sconfiggere anche un misero servitore di Voldemort come te, o sbaglio?” “A quanto vedo hai l’aspetto di tua madre ma l’arroganza di tuo padre” disse più fra il disgustato che il compiaciuto “Sai, è davvero splendido togliere di mezzo le persone come te” disse cercando di farla infastidire “Credo di poter dire la stessa cosa nei suoi confronti” disse in modo alquanto pacato facendo infastidire l’uomo che, con voce seccata disse ad Arthur “Ci vediamo al lavoro” e se ne andò con a seguito il figlio “Wow! Non mi sarei mai aspettato che potessi parlare così contro Lucius Malfoy” Disse Fred compiaciuto e sorpreso da quel lato che la ragazza non aveva mai mostrato o, meglio, che aveva mostrato ma in un modo molto meno accentuato rispetto a quell’occasione “Semplicemente non ho mai sopportato la gente arrogante come lui” rispose lei alquanto soddisfatta del suo operato. Il giorno dopo la famiglia arrivò alle 11.58 alla stazione e i primi a passare furono Fred, George, Percy e Paige, poi Ginny e la signora e il signor Weasley; i bagagli si sistemarono da soli e i ragazzi salirono sul treno e, per loro immensa fortuna, riuscirono a trovare una cabina libera. Ginny rimase con Paige e i suoi fratelli mentre Percy andò nella cabina dei prefetti. Durante il viaggio nessuno si mosse dalla cabina e Paige non riuscì a trovare Evelyn; durante il viaggio i due gemelli fecero un pisolino in quanto avevano passato gran parte della nottata a progettare nuovi piani per Gazza mentre Ginny e Paige rimasero in cabina: la prima molto emozionata essendo il suo primo anno mentre l’altra speranzosa che appena arrivata trovasse la sua amica. 

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Capitolo 18
*** Sorpresa dal preside ***


Angolo dell'autrice: Ringrazio FrancyWeasley e Otta_Weasley per aver commentato il precedente capitolo. Spero che anche questo sia di gradimento per chiunque lo legga.

Quella sera Paige riuscì a trovare la sua amica Evelyn vicino alle carrozze; Ginny, come tutti gli studenti del primo anno, aveva preso una strada diversa. Evelyn iniziò a raccontare di essere arrivata poco prima la partenza e che, per via dei troppi ragazzi che in quel momento erano nei vari vagoni, aveva trovato un solo posto libero in un cabina dove c’erano diversi Corvonero che avevano iniziato a parlare di studi e ricerche... insomma per tutto il viaggio aveva dovuto sopportare quei ragazzi monotoni. Poco dopo decisero di salire in carrozza e avviarsi verso la scuola e durante il tragitto iniziarono a chiacchierare dicendosi cosa avevano fatto durante le vacanze e i gemelli, come sempre, iniziarono ad illustrare alle ragazze i loro progetti per commettere dei nuovi e terribili scherzi a Gazza in particolar modo; era strano ma da un po’ di tempo i due avevano iniziato a far “entrare” nelle loro idee anche Evelyn che, seppur era  la migliore amica di Paige, era come tutti gli altri ragazzi in quella scuola, estranei a loro in un certo senso. Per Paige era strano vedere tutta quella situazione e in quel momento una morsa allo stomaco l’avvolse... che fosse gelosa? Possibile che fosse davvero gelosa della sua migliore amica, colei che l’aveva supportata quando ne aveva bisogno, colei che ora stava condividendo altre cose oltre che alla faccende personali? “Che pensiero stupido!” disse fra sé la ragazza; eppure succedeva sempre così, sempre; l’ultima volta che si era affezionata a qualcuno, non voleva che questi potesse prendere rapporti con altre persone che già non lo conoscessero... era stato così per i suoi genitori o, almeno, quel che ricordava di quei momenti, provava gelosia a volta del fatto che qualcuno si avvicinasse alla madre e al padre, ma ciò non accadeva con i Signori Weasley e non accadeva quando stava con i gemelli, già con loro, quelle due pesti che un tempo l’avevano fatta sorridere, l’avevano tirata su di morale, l’avevano protetta e le avevano voluto bene come solo i genitori avevano fatto in quel tempo eppure i suoi genitori se ne erano andati, andati via per sempre, e un giorno forse i due avrebbero trovato una ragazza che non avrebbe voluto tenessero un rapporto con una come lei o forse il destino glieli avrebbe portati via, come aveva fatto con i suoi genitori. Tutti  questi terribili pensieri furono interrotti di nuovo da quella voce, da quella voce che aveva detto “Non deve mai più accadere, mai!”. Sussultò e in quel momento attirò l’attenzione dei 3 che erano in carrozza con lei, straniti per la sua strana reazione e della quale non riuscivano a comprendere il motivo; lei, d’altro canto, non poteva di certo dire loro cosa stesse accadendo nella sua testa in quel momento e disse di aver avuto un colpo di sonno. Scusa babbanamente banale, ma che funzionò alla grande dato che lei non aveva dormito molto nelle notti precedenti e che a differenza dei gemelli non aveva fato un pisolino nel treno. Arrivarono a scuola e questa volta al tavolo degli insegnanti mancavano il professor Silente, il professor Piton e la professoressa Mc.Granit e non solo: anche Harry e Ron in quel momento erano del tutto assenti alla tavola dei grifoni, e il che non era alquanto normale sapendo che Ron era il primo che coglieva l’occasione per abbuffarsi. Dopo lo smistamento la cena iniziò e alla fine Paige si congedò dal suo gruppo dicendo che doveva fare una cosa davvero urgente; ciò ovviamente non fece altro che attirare l’attenzione dei gemelli dalla quale lei riuscì comunque a congedarsi e poi si avviò verso il gargoile di pietra a forma d’aquila che dava accesso alla sala del preside; era strano però per quante colte ci fosse passata davanti non aveva mai fatto caso alla sua forma. Giunta dinanzi pronunciò le parole scritte nella lettera e, con sua enorme sorpresa, le scale iniziarono ad alzarsi ruotando e lei si mise circa al 4 gradino; in pochi secondo fu nell’ufficio del preside. Esso era molto diverso da come se lo immaginava: c’erano enormi scaffali pieni zeppi di libri magici e babbani, le parti spoglie delle pareti erano ricoperte di quadri con i volti dei diversi predecessori di Silente e al di sopra degli scaffali vi erano vari oggetti. Vicino le scale che portavano alla cattedra, vi era una bellissima fenice; l’osservazione di quella stanza che, in tutta la sua semplicità aveva qualcosa di magico, fu interrotta dalla voce del preside che disse “Sono lieto che ti piaccia. Sai tua madre ha fatto la stessa espressione quando è entrata per la prima volta nel mio ufficio” “Lei conosceva mia madre?” chiese rimanendo basita; era naturale che l’avesse avuta come sua studentessa, ma non lo era altrettanto il fatto che lui se ne ricordasse “Oh certo, certo signorina Halliwell. Sua madre è stata una delle migliori studentesse della scuola e inoltre possiamo dire di esserci visti anche oltre il campo scolastico. E lo stesso potrei dire di suo padre e dei signori Weasley, so che lei tiene molto a loro”; in quel momento un solo aggettivo balenò in testa a Paige e quello fu “Impressionante”, esatto; sapeva tutto di lei, una studentessa che conosceva solo per vista e con la quale non aveva mai scambiato la parola “Non devi stupirti, sei semplicemente identica a tua madre; a quanto vedo hai preso solo una cosa da tuo padre, l’impulsività e la risposta pronta... ah allora sono due” disse ridendo e toccandosi la barba “Credo che ti chiederai il motivo per cui ti ho convocata qui, e te lo spiegherò senza giri di parole quali sono solito fare. Tu sai meglio di chiunque altro che non manca molto tempo prima che Lord Voldemort ritorni con i suoi pieni poteri e l’anno scorso ne hai avuta la conferma. Ora vorrei chiederti, cos’altro hai visto nei ricordi di tua madre?” “Poco, come per esempio quando sono morti e quando ha parlato della maledizione... e poi ci sono stati dei ricordi diversi, nei quali io ero io, cioè io ero mia madre e” “Un incantesimo davvero potente è stato utilizzato da tua madre per sigillare i tuoi ricordi e un altro altrettanto potente è stato usato per modificarli, per istruirti alla difesa contro le arti oscure; tua madre sapeva che prima o poi il momento di usare gli incantesimi sarebbe giunto e ha fatto in modo che nel momento in cui il pericolo sarebbe stato avvertito esso ti facesse rivivere dei ricordi nei quali tu ti saresti potuta allenare... sai, non sapeva quando tutto ciò sarebbe accaduto e se fosse successo prima che arrivassi ad Hogwarts sarebbe stato un vero dramma proteggerti, ecco perché l’ha fatto. Comunque ritengo più opportuno istruirti io personalmente alla difesa delle arti oscure; se hai le stesse abilità dei tuoi genitori allora vorrà dire che riuscirai ad imparare gli incantesimi senza problemi. Un ultima cosa, ti vorrei dire solo un’ultima cosa prima che tu torni nella tua stanza, ma deve essere un segreto, d’accordo?” Paige annuì semplicemente; quello cose l’avevano sconvolta e non era ancora riuscita a riordinare i suoi pensieri, eppure era pronta a sentire qualsiasi cosa avrebbe detto, era pronta, vero? “Bene, allora ti dirò che all’inizio, mentre i mangia morte erano i fedeli servitori del Signore Oscuro alcuni maghi e streghe decisero di fondare un ordine, l’Ordine della Fenice, totalmente opposto ai mangia morte e che ha combattuto contro Voldemort fino alla sua scomparsa; ti sembrerà una stupidaggine, ma il nome fu scelto perché, proprio come una fenice, un giorno sarebbe rinato e quel giorno si sta avvicinando sempre di più. Ma guarda che ore sono! è meglio che lei vada, signorina, se non vorrà iniziare ad essere rimproverata dai prefetti” e così facendo Paige uscì dall’ufficio diretta verso il dormitorio. Ripensando a quello che era successo prima che lei si allontanasse dal gruppo, ovvero vedere Fred, George ed Evelyn allontanarsi insieme le venne nuovamente una stretta allo stomaco, ma poi pensò alle cose che aveva pronunciato poco tempo prima “la maledizione” e si bloccò sulle scale, le gambe troppo pesanti per compiere un ulteriore passo. “Anche se qualcuno me li portasse via in potrei mai soffrire più di tanto, non riuscirò nemmeno a fare 20 anni e, a calcoli fatti, me ne restano meno di 7... sì meno di 7 spero solo di poter finire la scuola!” disse ricominciando a camminare, un triste sorriso stampato sul suo volto, eppure non era ancora determinata, non voleva che quello che aveva detto la madre accadesse “sei stata ingiusta” riuscì solo a pensare; chissà, forse glielo avrebbe voluto dire, ma non poteva, non avrebbe mai potuto... forse lo avrebbe fatto quando sarebbe morta, ma allora sarebbero stati i gemelli a mancarle, con la loro allegria, con i loro scherzi e in quel momento magari avrebbe voluto essere viva; è questo che accade quando uno si trova in bilico fra vita e morte, fra due mondi totalmente diversi, fra due mondi uniti indissolubilmente e consapevole di dover abbandonare le cose a lei più care. Arrivata in sala comune vide Fred vicino al fuoco che osservava scoppiettare, quasi fosse qualcosa di totalmente estraneo a lui, al suo mondo. Quando la vide, un immenso sorriso gli si stampò in faccia e iniziò a farle domande su domande chiedendole di tutto, cosa fosse successo, il motivo della sua convocazione, semplicemente tutto. Sorrise vedendolo lì, era rimasto in piedi solo per farle quelle domande? Che ragazzo ingenuo, che ragazzo strano, quel ragazzo che aveva sempre adorato. Rispondendo in modo evasivo entrò nel dormitorio e gli augurò una buona notte.
 

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Capitolo 19
*** Che anno, che estate! ***


Angolo dell'autrice: Ringrazio Otta_Weasley e FrancyWeasley per aver commentato il precedente capitolo.

Da quel giorno iniziarono a succedere un sacco di cose, strane o normali, dipende dal punto di vista e dal periodo della narrazione.  Da quel giorno Paige ed Evelyn iniziarono a frequentare normalmente le lezioni e ogni tanto, nel momento della posta, arrivava qualche gufo che portava una lettera a Paige con su scritto l’ora dell’incontro e il luogo dello stesso; il professor Silente pensava proprio a tutto! Ogni volta che riceveva la lettera (ovvero sempre quando toccava alla lezione di difesa contro le arti oscure, il cui professore era un vero e proprio incompetente) e ogni volta il professor Silente le insegnava un incantesimo davvero fuori dall’ordinario per una ragazzina che stava frequentando semplicemente il terzo anno. Molti incantesimi erano sulla difesa, molti altri sull’attacco; quando aveva tempo libero la ragazza andava in un luogo al di fuori del castello ma non lontano da esso per esercitarsi e, quando non poteva, lo faceva (volontariamente o non) nei suoi sogni, pardon, i ricordi di sua madre. Dopo la scuola trovava comunque il tempo di tenersi stretta la sua amicizia con Evelyn, con la quale si confidava anche se, ovviamente, non su tutto. Chissà come l’avrebbe presa la ragazza se Paige le avesse detto “Sai, morirò prima di avere 20 anni, nel frattempo mi fai compagnia?”. Di certo non era mica uno dei migliori modi per dirlo e anche se le avesse detto solo la prima parte, non voleva alla fine rischiare di essere considerata in una maniera “diversa” rispetto al solito; inoltre, chi le diceva che la maledizione era vera? Nessuno, anche se a dir la verità lei lo sapeva meglio di chiunque altro che quella era la verità, se lo sentiva dentro. Generalmente quando era in compagnia della ragazza non aveva mai quei pensieri e, con quella ragazza, passava la maggior parte della giornata; ma quando anche il solo pensiero si affacciava alla finestra della sua mente, allora apparivano sempre i gemelli che magari la facevano spaventare in uno dei loro più bizzarri modi per farlo. Loro erano gli unici che le facevano dimenticare per davvero la sua maledizione, ciò che fosse e ciò che alla fine le sarebbe accaduto. Così iniziarono a passare i giorni, alcuni erano davvero frenetici (in particolar modo quelli in cui vi era pozioni, che sommergeva sempre di compiti). Durante la metà dell’anno, quindi intorno alle vacanze natalizie, Evelyn ruppe con il suo fidanzato. I primi giorni dopo la rottura non sembrava più lei, sempre cupa senza la minima ombra di un sorriso sul suo volto. Paige le stava sempre vicino, cercava di tirarle su il morale in tutti i modi e con lei  gemelli; le ci volle una settimana intera prima di iniziare a ritornare la classica Evelyn. Da allora Evelyn iniziò a legarsi molto di più con i gemelli che erano con le ragazze ogni qualvolta avessero delle pause, come la pausa pranzo o il ritrovo nella sala comune, anche per il solo cambio dei libri. Inoltre i due erano soliti accompagnare le ragazze a lezione, magari partendo un po’ prima dalla sala comune e per evitare di arrivare loro in ritardo (cosa che a dir la verità non gli interessava minimamente). E quando c’era lezione contro le arti oscure Evelyn e i due gemelli rimanevano da soli, continuando spesso a chiacchierare allegramente dopo aver salutato la ragazza che si dirigeva da tutt’altra parte. Ogni volta la scena non faceva altro che causarle una fitta allo stomaco, spesso le veniva voglia di piangere forse perché si sentiva sola eppure... non le importava gran che, non le doveva importare. Col passare del tempo quella scena iniziò a non causarle più alcun sentimento, anzi, ogni volta che pensava che lei se ne sarebbe dovuta andare precocemente era lieta di vederli così e sperava che la loro amicizia continuasse così. Durante le sue lezioni contro le arti oscure, imparò un sacco di incantesimi potenti con una velocità impressionante, tanto che persino il Professor Silente rimase impressionato (e per farlo impressionare vi assicuro che ci volesse molto più di poco!) . Passarono le vacanze di natale e un giorno, intorno a San Valentino, Evelyn iniziò a parlare con Paige riguardo al fatto che fosse brutto essere sole in quel periodo “Uff, quanto vorrei avere un ragazzo” iniziò Evelyn “Ce lo avevi” rispose l’amica “Ma non era il tipo giusto per me... è anche vero però che avrò un sacco di tempo per trovare la persona giusta per me!” disse allegra “Sai, forse questa che ti sto per raccontare è una stupidaggine, ma si dice che quando due persone sono destinate a stare insieme per tutta la vita, siano in realtà legate da un filo rosso indissolubile e che questo ci venga attaccato quando nasciamo” “Affascinante” fu il commento di Evelyn “Paige, trovo che la cultura babbana sia davvero fantastica... lo sai, un po’ t’invidio dato che io ho vissuto sempre nel mondo magico” “E io non m’invidio affatto... onestamente avrei preferito trascorrere la vita sapendo quella che ero e non come una persona qualunque che ha dovuto sopportare le terribili torture dei suoi cugini. Spero proprio di non ritornarci più!” Disse tornando a fare qualcosa su un foglio bianco. A quel punto Evelyn, incuriosita, vide il foglio “Ma è bellissimo!” disse guardando il disegno; era la sala comune dei grifoni, ma era praticamente identica a quella in cui vi erano le due ragazze. “E’ l’unica cosa che ho sempre saputo fare bene, mi piace disegnare anche se non credo sia una cosa propriamente da maghi” “Sei fantastica, davvero!” continuò a dire la ragazza. L’anno passò in un batter d’occhio anche se molte cose accaddero, come per esempio il fatto che delle persone venissero pietrificate nella scuola e che essa rischiasse di essere chiusa, ma non è molto influente sulla nostra storia.

Quell’anno, a differenza dei due precedenti, Paige non andò a casa dei signori Weasley, bensì ritorno per sua sfortuna nella casa che non avrebbe mai più voluto rivedere. Non perché avesse voluto, sia ben chiaro, ma perché lo zio inviò una lettera dicendo che lei sarebbe dovuta tornare quell’anno. I gemelli, quando lo seppero, furono molto più che infuriati; proprio quell’anno che sarebbero dovuti andare in Egitto e magari fare una vacanza insieme lei non ci sarebbe stata. Quando arrivò alla stazione non c’era nessuno ad aspettarla e, in fondo, se lo immaginava. La stazione non distava molto da casa sua, circa una decina di minuti a piedi; pensando a ciò si era sempre domandata come avesse fatto a non accorgersi mai che il mondo magico era così vicino a lei. Presa tutta la sua pazienza, si diresse verso quella terribile prigione che l’avrebbe rinchiusa per 3 mesi; arrivata suonò e la porta le fu aperta. Nulla era cambiato in quel luogo, tutto era nello stesso posto in cui se lo ricordava. I suoi zii erano seduti su un divano del salotto e il fatto che la loro nipote fosse tornata dopo tre anni di assenza non era importante, anzi quasi un fastidio per loro. –Perché mi avete fatta venire?- chiese Paige vedendo di non essere importante, ma almeno per avere un chiarimento: sapeva di essersi condannata a 3 mesi di prigionia, ma sapeva anche che almeno per quell’anno non sarebbe stata un peso per la famiglia Wesley. “Volevamo una domestica per le faccende quest’estate, ma non ne abbiamo trovata nessuna; poi ci siamo ricordati che tu non facevi nulla e così ti abbiamo chiamata. Tu farai i servizi e noi ti daremo vitto e alloggio, che ne pensi?” “Va bene” disse la ragazza, pensando in realtà ad una situazione molto peggiore. E così, giorno dopo giorno, faceva le pulizie in casa (che per fortuna non era molto grande) fino a che non arrivò la lettera di Hogwarts e ricominciò un nuovo anno.

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Capitolo 20
*** In viaggio verso il 4° anno ***


Come ogni anno, Paige prese il treno questa volta arrivando molto prima rispetto a quando arrivava con la famiglia Weasley. Nonostante fossero solo le 10.30 la stazione iniziava a pullulare di ragazzi e di genitori che li salutavano. Paige era un po’ gelosa di vedere quelle scene, sapendo che lei non le avrebbe mai vissute in prima persona non avendo una famiglia. Passava il tempo e non riuscì a vedere né Evelyn né i gemelli (impossibile non vederli persino fra la folla enorme che vi era) e decise di entrare nel treno. Vi erano moltissime cabine libere dato che gran parte degli studenti stesse fuori salutando i loro familiari. Si sedette in una delle tante cabine vuote e aspettò, sperando che presto i gemelli entrassero; il suo desiderio si realizzò ma solo poco prima della partenza del treno. “Hey come va?” dissero entrando; rispetto all’anno precedente si erano fatti crescere i capelli  ed erano diventati terribilmente irresistibili. “Bene” disse la ragazza sorridendo cercando di non mostrare il suo terribile imbarazzo in loro presenza. Era in piena fase ormonale e solo ora se ne stava accorgendo, bè meglio tardi che mai!

Volendo stare entrambi seduti vicino alla ragazza, fecero finta di iniziare a litigare e fecero così mettere la ragazza al centro; iniziarono a raccontare cosa avevano fatto, com’era l’Egitto e a quali scherzi aveva dato spunto quella terra. Nel frattempo, un terribile temporale si stava abbattendo lungo il tragitto “Che tempaccio! È strano ma non è mai stato così cattivo il tempo mentre andavamo a scuola” disse George notando le striature che l’acqua lasciava sul vetro del treno. All’improvviso a Paige venne sonno e poggiò la testa sulla spalla di Fred; nemmeno lei sapeva cosa stava succedendo né tantomeno perché si fosse poggiata proprio si Fred. Sta di fatto che dormì per una mezzoretta buona fino a quando un tuono non la fece svegliare “Buon dì!” disse Fred appena vide gli occhi della ragazza aprirsi “Mh? Ma che è successo?” chiese mentre si stropicciava gli occhi cercando di mettere a fuoco il viso del ragazzo “Ti sei addormentata all’improvviso e ora ti sei svegliata... non sarà passata più di mezz’ora” disse il ragazzo mentre l’acqua continuava a picchiettare prepotentemente contro i vetri del treno. “Scusa allora se ti ho usato come cuscino... ma eri davvero comodo!” esclamò la ragazza “Bene... vorrà dire che la prossima volta mi addormenterò su di te... credo che anche tu sia davvero comoda” disse seguito dall’annuire della ragazza “E George dov’è?” “E’ andato a prendere una cosa dal carrello” disse il fratello tranquillo. Improvvisamente il treno si fermò e un sobbalzò fece finire Fred, che aveva tentato di alzarsi per vedere cose stesse succedendo,su Paige. Involontariamente le loro labbra si unirono ma Fred non si staccò subito anzi, colta l’occasione inserì la lingua fra le labbra della ragazza dandole così forse il vero primo bacio; Paige, dal canto proprio, forse perché era ancora troppo debole o forse perché non le dispiaceva, rimase immobile ricambiando il bacio e forse non capendo neppure lei cosa stesse facendo. Fred si staccò per riprendere fiato e in quel momento se ne andò via la luce; non capendo il motivo guardò fuori dalla finestra  e non gli piacque molto quello che vide. Si alzò ma una nuova scossa lo costrinse seduto mentre improvvisamene la temperatura si abbassava “Ma che sta succedendo?”; poi fu un istante: Paige vide una mani scheletrica dietro la porte e riconobbe quella di un dissenatore. Forse impaurita afferrò la bacchetta e quando questi aprì la porta riuscì ad emettere un Expecto Patronum che lo scacciò. “Ma come hai fatto?” chiese Fred stupito prima che le luci tornassero “Difesa contro le arti oscure” disse lei semplicemente sedendosi nuovamente accanto a lui “Sai, baci davvero bene!” le sussurrò Fred facendola avvampare poco prima che George entrasse “Avete visto anche voi? È stato terribile! I dissenatori sono saliti persino sul treno!” disse George entrando nella cabina “Hey? Tutto bene? Non è che ti è salita la febbre?” chiese a Paige sfiorandole la fronte “No, no, sto bene!” disse la ragazza divenendo ancora più rossa “Hai combinato qualcosa fratellino?” chiese al gemello “Assolutamente nulla” mentì l’altro facendo come se nulla fosse stato. Da allora il viaggio passò in modo allegro, senza nient’altro che accadde dopo. Poco prima del loro arrivo, Paige chiese “George... hai per caso visto Evelyn?”  “No, mi dispiace” disse il ragazzo che in fondo non sembrava così dispiaciuto. Era strano ma anche Paige non si sentiva così dispiaciuta come forse cercava di dimostrare, forse per lei stare con i gemelli era tutto quello di cui aveva bisogno. Ma non finì di pensare a questo che di nuovo quella parola, quella cosa le venne in mente “Maledizione”e subito si incupì; non vi aveva pensato a quella per 3 mesi, aveva sempre pensato alla sua scuola, alla sua vita, ai suoi amici... eppure quella cosa le veniva sempre in mente. Ironia della sorte si ritrovò a pensare al bacio di poco prima, che per la prima volta provava delle emozioni tanto forti che, forse, nemmeno con George aveva provato: ma era anche vero che allora era solo una bambina, non riusciva a distinguere l’amore fraterno da quello che solitamente uno prova nei confronti di un’altra persone che non gli è parente. Si ritrovò a pensare a quanto in fretta sarebbe dovuta crescere, forse invidiava non solo il vedere tutti quei ragazzi con le loro famiglie, ma il fatto che loro avrebbero avuto tutto il tempo per crescere. Magari avrebbero iniziato dopo i G.U.F.O. o i M.A.G.O., ma lei non avrebbe potuto. Poi si soffermò a pensare se per i gemelli provasse le stesse sensazioni e si accorse che non era così. Per loro avrebbe voluto sempre il meglio, qualsiasi cosa fosse, anche se ciò li avrebbe fatti dimenticare di lei: mancavano al massimo 6 anni, eppure voleva che i suoi più cari amici, le persone per cui lei voleva ancora vivere, fossero sempre felici, sempre... e se la sua morte avesse causato tanto dolore, tanto valeva dimenticarsi di lei, di tutti quei momenti che lei non avrebbe dimenticato mai. E fu in quel momento che un brivido le attraversò la schiena e una fitta allo stomaco la fece risvegliare dalla sua piccola trance “Tutto bene?” chiese George vedendola stranita “Sì, ma credo sia il momento di andarmi a cambiare” disse la ragazza andando nell’apposita cabina “Devo smetterla di pensare ciò! Voglio vivere la mia vita come fanno tutti, non voglio essere diversa!” e così facendo si cambiò e ritornò nella cabina dove vide Angelina Jonson seduta vicino a Fred che chiacchierava come se nulla fosse. George, vedendo Paige, l’afferrò e la trascinò nella cabina a fianco, anche quella stranamente vuota “Ma che sta succedendo?” chiese la ragazza appena George si fu seduto accanto a lei “Angelina è entrata dicendo di voler parlare con Fred e io sono uscito... ecco tutto. Però mi fa strano!” “E io ho dimenticato la cravatta in cabina... posso andare a prenderla secondo te?” chiese la ragazza  che, ignorata dallo sguardo riflessivo di George, decise di andare. Ma non avrebbe mai voluto vedere quello che aveva visto: Angelina si baciava con Fred in una maniera che avrebbe fatto intendere ben altro. Insomma, proprio quello che Paige non avrebbe mai dovuto vedere; rientrò immediatamente nella cabina dove si trovava con George, che appena la vide chiese cosa fosse successo. La ragazza rispose ma scoppiò in lacrime subito dopo: che si fosse presa una cotta per Fred? George, non capendo la situazione, stranamente la baciò; quando si fu tolto vide che le lacrime avevano smesso di scendere dal volto della ragazza e che ciò era stato sostituito da un colorito molto roseo “Ma perché lo hai fatto!?” chiese interrogativa vedendo il ragazzo seduto come se nulla fosse successo “La promessa! Come non la ricordi? Nel caso in cui tu avessi rotto la promessa davanti a me o mio fratello ti avremmo dato un bacio. Possibile che non ricordi cose tanto importanti! Hai davvero una pessima memoria!”  disse il ragazzo facendo finta di fare l’offeso “Lo so che è già successo una volta, ma ti andrebbe di essere nuovamente la mia ragazza?” chiese mentre gli occhi nocciola incontravano quelli azzurri della ragazza “Ecco... io...” Perché in quel momento non le usciva no? Che ci voleva erano solo due lettere, la N e la O doveva semplicemente dirle... che le costava? Ma vedere George triste non le andava proprio bene, e poi perché fino a 5 secondi prima stava piangendo per il gemello e ora doveva dirgli di si? “Ecco... io n” “Ti avverto: i no non sono ammessi!” disse il ragazzo con il suo solito sorriso “Io non voglio vederti triste” riuscì appena a dire sottovoce “Cosa?” “No. Non voglio” disse alzandosi poi all’improvviso e andandosene dalla cabina, rimanendo nel corridoio freddo per via del recente passaggio dei dissenatori e vuoto dato che gli studenti, impauriti, rimasero tutti nelle loro cabine. Quest’anno non si profilava un anno sereno.

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Capitolo 21
*** Terrore ad Hogwarts ***


Nel corridoio del treno Paige pensò ad un incantesimo per riprendersi la cravatta e non le venne altro che accio che, per sua fortuna, funzionò magnificamente. Era strano a quante cose avesse pensato in quei momenti, era strano come si sentisse ed era ancora più strano il fatto che lei stesse lì, da sola... pensò ad una frase “Cerca di non essere mai sola”: forse era un ricordo o forse qualcosa di quei telefilm babbani che sua zia aveva visto in continuazione durante l’estate, fatto sta che quella frase lei non la stava rispettando. Dentro di sé aveva due voglie totalmente opposte: la prima era quella di rimanere sola, completamente da sola e fare in modo che quel nodo al petto non si sciogliesse la seconda era quella di andare da qualcuno, da qualcuno con il quale si confidava e dirgli tutto, smettere di tenere quel peso per se ed essere più serena con tanti amici. Ma pensò di essere destinata a rimanere sola; il treno si fermò poco dopo e lei colse l’occasione per scendere, incurante della pioggia che aveva reso fangoso il terreno e delle lacrime che finalmente stavano uscendo senza essere notate dato che si confondevano con la pioggia. Paige salì ormai zuppa sulla carrozza che l’avrebbe portata ad Hogwarts, sedendosi con dei ragazzi che nemmeno conosceva e che, dal canto loro, non si accorsero nemmeno dell’entrata della ragazza. Con un incantesimo si asciugò e appena entrata nella Sala Grande prese posto alla tavola dei Grifoni; era strano di come si fosse improvvisamente spenta... esatto, spenta. Il suo volto non pareva trapelare alcune emozione , alcuna voglia di continuare. Evelyn, per fortuna, la riconobbe e si sedette vicino a lei; conoscendola da diversi anni capì che nella ragazza c’era qualcosa che non andava e decise di rimanere accanto alla ragazza per tutto il tempo necessario. Il preside della scuola diede una cattiva notizia al banchetto d’inizio: i dissenatori avrebbero presidiato la scuola fino alla cattura di Sirius Black, prigioniero fuggito dalla prigione di massima sicurezza dei maghi. Si può dire che il clima che lasciavano fuori i dissenatori fosse lo stesso che era dentro di Paige in quel momento, il vuoto o quel che vi era sembrava appassito. Evelyn cercò di farla parlare, tentò in qualche modo di farla ritornare in sé ma nulla fu valido e lo sguardo vuoto della ragazza rimasse a fissare un punto qualsiasi in quell’immensa sala; oltre ad Evelyn, altre due persone si accorsero di qualcosa che non andava nella ragazza, i gemelli, che, appena finito il banchetto, andarono dalle due ragazze iniziando a parlare dei loro piani di scherzi. Ma tutto fu vano e la ragazza sembrò non subire cambiamenti. La situazione rimase statica per le prime due settimane, finché il clima non iniziò a farsi fresco, tipico preludio dell’autunno. Quel giorno Fred e George erano divisi: il primo era in sala comune e il secondo era in una zona della parte inferiore del castello, intento a discutere con una persona fingendosi il fratello. Anche Paige, come Fred, era nella sala comune dei grifoni, che in quel momento era vuota,intenta a leggere un enorme tomo, gli occhi vuoti ancora sempre fissi sul tomo. “Allora, per quanto ancora vuoi rimanere così, me lo vuoi spiegare?” disse Fred rivolgendosi alla ragazza dopo essersi seduto di fronte a lei, anche se questa non lo degnò di uno sguardo “Mi vuoi ascoltare? Da quando sei diventata così strana?” chiese senza ricevere ancora una risposta. Allora, preso da un impeto di rabbia, buttò a terra il volume che la ragazza stava leggendo con una violenza tale che avrebbe fatto spaventare chiunque, anche se senza che lei ebbe alcuna reazione e si alzò a prendere il libro “Ma insomma! Tu non sei più la ragazza che conoscevo, la bambina a cui ho voluto bene e perché tutto questo? Insomma che paura hai? Che cosa ti ha fatto perdere te stessa?!” urlò il ragazzo mentre Paige si era piegata a prendere il libro “Sai... credo che il cappello parlante abbia sbagliato a collocarmi in questa casa” disse a fil di voce ma il suono riuscì ad essere ascoltato perfettamente nel silenzio della sala comune vuota “Eh? Cosa intendi?” disse il rosso dopo essersi calmato “Non sono affatto coraggiosa, non lo sono affatto! Ho paura Fred! Ho davvero tanta paura!” disse voltandosi in lacrime verso il ragazzo che fu sorpreso di tale radicale cambiamento davanti ai suoi occhi e che, spinto da chissà quale forza, l’abbracciò “Sfogati con me, ci sarò sempre per te” “Davvero? Ci sarai per sempre?” chiese ingenuamente la ragazza a fil di voce senza guardarlo in faccia e con il viso poggiato nell’incavo del collo “Sì, è una promessa, ma ora tu sfogati” “No, non saresti più lo stesso se te lo dicessi, ma... ora mi sento molto meglio”  disse asciugandosi le lacrime e ritornando di nuovo sorridente come era stata sempre prima dell’inizio di tutta quella storia “Potrai venire sempre fra le mie braccia quando sarai in difficoltà” disse il ragazzo facendole l’occhiolino e sollevato dal rivederla normale, finalmente in grado di esprimere dei sentimenti. Quello di cui aveva bisogno Paige in quel momento non era sfogarsi, bensì  sapere che in qualunque momento ci sarebbe stato qualcuno per lei, ovunque si fosse trovata. Ma non sapeva che il destino glielo avrebbe portato via ben prima che potesse immaginare, ma questa è un'altra parte della storia che riprenderemo più avanti.
Da quel giorno ogni cosa ricominciò a passare tranquillamente con una sola novità: tutti gli studenti poterono cambiarsi d’abito e non indossare più solo la divisa ma anche gli abiti di comune utilizzo, ovviamente c’erano delle regole: gli abiti non dovevano essere troppo appariscenti o lasciare scoperte  alcune parti del corpo inopportune. E tutti, ovviamente, seguivano rigidamente questa regola.
Un giorno alle idi di Dicembre la Signora Grassa, la custode per così dire del passaggio che conduceva alla sala dei Grifondoro, scomparve e fu rinvenuta qualche               quadro più in là a mungere mucche e a dire che a mandarla la fosse stato Sirius Black, il famigerato assassino fuggito da Azkaban. Il terrore fu enorme fra i vari ragazzi e persino il preside, che non voleva mostrarlo, dovette far stare tutti i ragazzi Grifondoro nella Sala Grande. Per l’occasione i ragazzi dormirono in un sacco a pelo e vennero divisi in due alee, quella maschile e quella femminile. Seppur tutti provassero a stare calmi troppo intimoriti dal famigerato assassino, nessuno si premuniva a cercare la verità in quella storia assurda e senza fondamento. Fu proprio quella notte che Paige ritornò nuovamente a vivere i ricordi di sua madre, ricordi che non aveva mai visto e nei quali, probabilmente, lei non era ancora nata. Il suo dubbio fu confermato dal fatto di vedere la madre, quanto mai bella, con un bel pancione e i gemellini così piccoli da non riuscire ancora a camminare che stavano nel box con tanti giocattoli in un paio di stanze accanto a quella dov’erano i suoi genitori, intenti  a contendersi un pupazzetto a forma di elfo. Nella scena erano presenti diverse persone, che lei non aveva mai conosciuto, e altrettante che invece conosceva fin troppo bene “Questa riunione dell’ordine della fenice può iniziare”: a pronunciare questa frase fu la voce di Albus Silente che, con il suo classico modo, azzittì tutti. Coloro che erano in piedi si sedettero e la riunione iniziò:  guardandosi dettagliatamente intorno Paige vide che solo sua madre in quel periodo era incinta e che il padre le era accanto tenendole la mano, preoccupato per quelle parole che Silente stava dicendo riguardo all’espansione del potere di Voldemort e alla sua lista sempre più lunga di morti e cose del genere. Paige anziché essere attratta dall’argomento sul quale, a sua detta, ne sapeva fin troppo, fu attratta invece dai singoli volti dei componenti dell’ordine.  Si soffermò su una persona che sembrava essere interessante, molto simile a Sirius Black e infatti era proprio lui: a differenza di come l’aveva visto il suo visto mostrava una giovinezza trascorsa ma non dimenticata, i suoi occhi sinceri avrebbero convinto tutti della sua innocenza se solo lo avessero visto; poi per Paige fu un lampo: vide cosa accadde realmente durante la sua lotta contro Voldemort, vide quanto avesse e quanto stesse ancora soffrendo  nel presente per la perdita del suo caro amico,  rinchiuso in una stanza dentro il platano picchiatore... ecco perché nessuno quella notte lo aveva trovato ad Hogwarts. Poi vide un ragazzo amorfo, orribile a dagli occhi viscidi e come per Sirius vide come aveva venduto i suoi amici solo per salvarsi la vita, la classica persona che sta dalla parte del miglior offerente. Poi vide ancora i genitori di Harry Potter, il loro sacrificio, e tantissime altre persone che avevano pagato con la vita e la ragione l’insana follia di Voldemort. Poi tutto scomparve nuovamente e quando gli occhi di Paige si aprirono era nel suo letto, mentre la neve stava cadendo placidamente giungendo fino al suolo, dove si depositava. Tutti gli studenti della sala erano stati riportati nel dormitorio con un potentissimo incantesimo del preside stesso che ne aveva assicurato l’incolumità.  Tutto tornò normale e sembrò che nessuno, tantomeno la signora Grassa, si ricordasse che cos’era successo la sera prima. Paige non fece in tempo ad aprire gli occhi che subito le fu chiesto di andare dal preside tramite un bigliettino che si trovava sul comodino. Prima che tutte le sue compagne si svegliassero, lei si recò silenziosamente nell’ufficio del preside che, appena la vide, iniziò a discutere con lei del sogno che aveva avuto quella notte. Era strano di come lui sapesse ogni volta che la ragazza viveva un sogno, ma era ancor più strano che un mago potente come lui non sapesse il tipo di sogno che la ragazza viveva. Paige, attimo dopo attimo, fu costretta a suo dire a raccontare la verità, non dimenticandosi di mettere anche il particolare di quelle specie di ricordi che erano riaffiorati in un attimo ogni volta che guardava un volto. Ma non disse nulla di Sirius Black, lei lo sapeva fin troppo bene che persino il preside sapeva la verità sulla sua storia e su dove si trovasse. Da allora ogni giorno passò sempre più tranquillo e gli scherzi dei gemelli Weasley stavano diventando davvero popolari in quel periodo, tanto per la loro efficacia quanto per il loro ingegno. Quei due erano semplicemente dei geni in fatto di scherzi e quello non faceva altro che sorprendere ogni giorno di più la ragazza. Giorno dopo giorno la vita passava in modo tranquillo o almeno fino ai primi di Marzo, quando Paige rivide dopo tanto tempo quel sogno spaventoso che aveva fatto anni prima, nel quale la scuola era distrutta, piena di polvere e detriti mentre attorno quelli vivi erano in piedi con il viso sofferente mentre gli altri erano in un sacco coperti totalmente. In fondo a quel che rimaneva della sala Grande, c’era un ammasso di teste rosse ma Paige non vide più niente dato che si svegliò. Voleva capire che razza di ricordo fosse quello che vedeva ma non ebbe alcuna risposta nei suoi sogni futuri. La fine dell’anno arrivò in fretta e fu allora che anche lei partì con i gemelli per ritornare alla Tana, quell’anno però con una piccola sorpresa.

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Capitolo 22
*** La coppa del mondo di Quiddich ***


Appena tornati a casa la Signora Weasley riabbracciò Paige che non vedeva da quasi due anni e organizzò una grandissima festa per il diploma con il massimo dei voti del figlio maggiore Percy. Quella sera sulla tavola erano presenti le pietanze più deliziose che la ragazza avesse mai assaggiato. La mattina seguente il Signor Weasley diede la notizia più bella che avrebbe mai potuto dare alla sua famiglia: il presidente Cornelius Caramel aveva concesso a tutti i suoi dipendenti di andare a vedere la partita della finale di coppa del mondo di Quiddich. I posti erano stati dati in base all’importanza del ruolo che ogni dipendente aveva e quindi al signor Weasley furono assegnati i posti negli spalti più alti dello stadio. Ma questo non importò molto nemmeno ai gemelli che intanto stavano fantasticando sul fatto che avrebbero potuto vedere i loro giocatori preferiti all’opera, a pochi metri di distanza da loro. Il loro entusiasmo era talmente tanto da risultare persino contagioso per tutti i membri della famiglia. Alla fine persino Paige che non sapeva nulla di Quiddich aveva imparato a memoria i nomi dei giocatori, i loro volti e persino la loro storia; anche la stessa storia del Quiddich, a furia di sentirla nominare, le entrò in testa. Giorno dopo giorno la partita si avvicinava sempre di più  e per l’occasione arrivarono anche Harry Potter e Hermione Granger, due grandi amici di Ron ma che Paige conosceva: Harry perché era il “bambino sopravvissuto” mentre Hermione perché quando si recava in biblioteca la vedeva spesso lì, specialmente il secondo anno, e le aveva spesso consigliato quali libri prendere che trattassero dell’argomento che lei desiderava. Verso la fine di Agosto, la mattina precedente alla partita si diressero tutti lungo un bosco vicino la Tana. Della famiglia Weasley non parteciparono né la signora Weasley, né i figli maggiori di Fred e George. Dopo essere arrivati sotto un grande albero, il grande gruppo si incontrò con altre due persone, Almos Diggory e sua figlio Cedric, che piombò giù dall’albero come se nulla fosse. Hermione e Ginny si scambiarono un’occhiata di intesa, in fondo Cedric era un bel ragazzo, ma non sembrava avere quel qualcosa di speciale che aveva attratto Paige il primo giorno che incontrò i gemelli: era semplicemente ordinario. Dopo diversi minuti di cammino arrivarono tutti attorno ad uno stivale,a apparentemente vecchio e logoro, che risultò essere una passaporta che li condusse tutti vicino alla zona dove avrebbero alloggiato, non dopo una rovinosa caduto sull’erba bagnata dalla prima rugiada mattutina.  In lontananza un ronzio di voci faceva solo immaginare della moltitudine di gente che era presente quel giorno. Quando tutti si furono alzati si diressero in prossimità del campo e quello che videro fu davvero spettacolare: migliaia e migliaia di maghi e streghe provenienti da tutto il mondo erano in quella zona e le tende mostravano una bandiera in dipendenza da dove provenissero i suoi alloggia tori. Inoltre giocolieri magici si divertivano a mostrare i loro più grandi spettacoli a tutti, lasciando incantati persino i maghi stessi che alla magia ci erano abituati. “Incredibile, non trovi?” sussurrò George a Paige che era rimasta estasiata da tutto  quello che stava vedendo “E’ semplicemente fantastico... adoro il mondo magico” disse lei entusiasta mentre con occhio vigile osservava tutto ciò che le passava vicino. Ad un certo punto i due gruppi si dovettero separare e il signor Weasley condusse i ragazzi ad una tenda, apparentemente talmente piccola che non ci sarebbe stato nessuno dentro ma che dimostrò essere molto più grande di quel che si vedeva. Tutti iniziarono a prendere posto e a sistemare le loro cose, in attesa della partita, momento che arrivò presto. Quella sera migliaia di persone si erano recate allo stadio e i giocatori di Quiddic arrivarono sulle loro scope estasiando il pubblico con le loro acrobazie. Alla fine della partita il boccino fu preso dai bulgari grazie al loro cercatore Vicktor Krum, secondo molti il più abile al mondo. I gemelli festeggiarono nella tenda intonando una bellissima canzone per il loro fratello Ron il quale stava a dir poco adorando Vicktor per la sua partita. Ma a interrompere i festeggiamenti furono dapprima alcuni rumori molto forti che provenivano da fuori la tenda e poi la triste notizia dal parte del signor Weasley che loro dovessero abbandonare immediatamente la tenda. La scena era a dir poco terrificante: gente che correva ovunque terrorizzata urlando che ci fossero i mangiamorte in lontananza alcune tende che stavano prendendo fuoco. Il signor Weasley divise i ragazzi in due gruppi: i gemelli, Paige e Ginny e l’altro formato da Harry, Ron e Hermione. I primi 4 cercarono di prendere la stessa strada, ma li spintoni della gente e l’immensa folla li divisero. Era difficile comprendere la situazione dato che sembrava come se il tempo stesse passando troppo in fretta: quello che seppe Paige fu solo che qualcosa stesse per colpire Ginny e lei le fece da scudo, non pensando minimamente alle conseguenze che questo suo gesto avrebbe potuto portare. Le due ragazze furono scaraventate diversi metri più in la, non colpendo stranamente nessuno, ma in quel momento non ci fece molto caso. Quando la caduta finì Paige si assicurò che Ginny non fosse ferita e poi proseguirono verso la loro passaporta: ora erano molto più vicini a quella e la folla che si stava diradando mostrava in lontananza un gruppo di persone incappucciate e mascherate che appiccavano il fuoco: ma in quel momento non doveva soffermarsi sui particolari e così entrambe corsero verso la passaporta. In quel momento non vi era nessuno lì, probabilmente Fred e George dovevano essere già passati e così la usarono anche loro. La caduta come prima fu davvero rovinosa, con il solo cambiamento che per Paige fu davvero molto più dolorosa: cadendo si accorse di avere una vistosa ferita al braccio sinistro, che le impediva di muoverlo. Il sangue aveva già macchiato gran parte della felpa che Paige stava indossando e il chiarore della luna lo faceva sembrare ancora più scuro di quel che fosse; nonostante tutto la ragazza si avvicinò a Ginny chiedendole come stesse: fortunatamente ne era uscita incolume e i mangiamorte non erano riusciti a sfiorarla. Ma la situazione fu interrotta dall’arrivo di Fred e George “Ma dov’eravate finite?” chiesero notandole “E tu... ma che ti è successo al braccio?” chiese George avvicinandosi di più alla ragazza e notando la vistosa macchia. Ma lei non fece in tempo a formulare la risposta che la Signora Weasley andò da loro, abbracciando prima la figlia e poi Paige, per poi notare la macchia “Ma cara, che ti è successo?” chiese visibilmente preoccupata “Se non fosse stato per lei forse non sarei qui” rispose Ginny in modo tale da chiarire la situazione. La signora portò quindi dentro Paige e, dopo averla portata nella stanza in cui era solita stare la medicò. “Ti ringrazio” disse mentre le medicava la ferita “Non ho fatto nulla di speciale... ho solo seguito il mio istinto” rispose Paige spontaneamente, causando un’ironica risata da parte della signora Weasley “Hai usato le stesse parole di tuo padre... quando una volta riuscì a proteggere mio marito da un gruppo di mangiamorte che lo stavano attaccando rimanendone ferito... sai anche se non li ha mai conosciuti sei davvero il frutto del loro amore e si vede in tutti i sensi...” disse mentre iniziava a fasciare la ferita “Inizio a ricordare sempre di più su loro e sul loro passato, ma credo che non ho ancora ricordato tutto quello che dovevo ricordare” disse mentre la signora Weasley finì  di medicare “Grazie” disse Paige rimettendosi la giacca che la signora, grazie ad un incantesimo, era riuscita a ripulire. “Spero che non ti dispiaccia se oggi dormirai con Fred e George... con l’arrivo di Hermione non saprei dove sistemarvi tutti” “Non si preoccupi, spero solo che anche a loro vada bene” “Accettiamo volentieri!” dissero in coro mentre la porta veniva aperta “Sapete che non bisogna origliare, vero?” li rimproverò la madre, mentre loro ovviamente non stavano ascoltando.

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Capitolo 23
*** Le sorprese del quinto anno ***


“Ti fa male?”chiese George mentre andava nel letto e continuava a guardare il braccio fasciato della ragazza, dato che le si sedeva accanto “Sto bene! Non è nulla!” rispose la povera Paige che non ne poteva più. Era solo stata colpita da una maledizione, nulla di più. “Le ragazze approfitterebbero della situazione per avere la nostra attenzione e tu invece? Ci rifiuti! Sei crudele!”si lamentò Fred sedendosi al lato del braccio sano. “E’ solo la quindicesima volta che me lo chiedete... ora vorreste smetterla?” chiese la ragazza al limite della sopportazione “No”risposero in coro i due gemelli, facendole completamente perdere la speranza di una notte tranquilla. “Buona notte” disse sdraiandosi e facendo l’indifferente, prima di sentire un formicolio un po’ dappertutto e scoppiare a ridere “Il solletico no!”disse ridendo, mentre i due continuavano “E va bene! Mi arrendo! Ma smettetela!” disse arrendendosi. “E’ la tua punizione per non esserti comportata come avresti dovuto!” . “Ragazzi! Forza a dormire!” Urlò Molly da sotto e persino i gemelli ubbidirono. Qualche giorno dopo si ritrovarono tutti alla stazione a prendere il treno per arrivare al loro nuovo anno, incuranti di quello che li avrebbe aspettati oltre il confine.
Paige salì sul treno e , con una strana sensazione nel cuore, si sedette vicino al finestrino, continuando a guardare al di fuori. Persino il finto litigio che i fratelli inscenarono, come l’anno precedente, per sedersi accanto a lei non diede alcun effetto. “Che succede?” chiese Fred sedendosi accanto, mentre George si sedette di fronte a lei. “Non mi piace questa sensazione... succederà qualcosa fra non molto” disse continuando a guardare fuori “Non essere così tragica, Paige!” disse George mentre la guardava, anche se sapeva che raramente sbagliava. “Ehi... sta tranquilla! Ci siamo noi qui, non hai nulla di cui preoccuparti!” disse Fred cercando di rassicurarla mentre lei li ringraziò.
Dopo il viaggio e, dopo essere arrivati a scuola, entrarono nella sala grande, assistettero allo smistamento e il preside rivelò loro quello che sarebbe stato il nuovo anno scolastico; la convivenza per il torneo tre maghi. Presentò la scuola di Beauxbatons, composta da bellissime ragazza. E, ovviamente, appena i due gemelli le videro, iniziarono a fare commenti sulla bellezza delle sue componenti, cercando inutilmente di far ingelosire una Paige che stava badando a tutt’altro. Poi toccò alla scuola di Viktor Krum, il grande giocatore del Quiddich, e alla sua scuola, Durmstrang . Infine spiegò diverse cose riguardo il torneo, suscitando il disappunto di molti in quanto non era possibile partecipare se non essendo dell’ultimo anno.
La situazione calma fu interrotta improvvisamente dall’entrata di un uomo il cui nome è Alastor Moody. Persino il cielo di Hogwarts fu turbato dal suo arrivo, ma forse era abbastanza intelligente da capire la verità. Paige iniziò a stringere la mano di George, il gemello più vicino a lei, il quale la guardò in modo strano. Si voltò interrogativo verso la ragazza, incrociando le dite con le sue. “Che succede?” chiese mentre stringeva le dita, ma non tanto da farle male. “C’è qualcosa che non va in lui...” disse sottovoce, in modo da non poter essere ascoltata da nessun’altro. “Non sarà mica gelosia nei nostri confronti, vero?” chiese George, cercando di sdrammatizzare la situazione, a vedendo un lembo del suo mantello stretto dall’altra mano della ragazza. In tanti anni, non l’aveva mai vista così impaurita. “Dovremmo provare a partecipare anche noi!” disse Fred a George mentre tornavano nella loro sala “Sì, hai ragione! Dovremmo trovare qualcosa che funzioni... tu che ne dici Paige?” chiese ad una ragazza la cui testa era totalmente fra le nuvole “Paige?” chiese Fred fermandosi e voltandosi verso di lei “Mh?” chiese la ragazza svegliandosi “Ti stavo chiedendo se quella ragazza di Beauxbatons fosse abbastanza sexy per me... ma secondo te? Possibile che non ci conosci ancora abbastanza per capire i nostri piano riguardo al torneo tre maghi?” chiese Fred spazientito “Non ce la farete a partecipare... è solo per maggiorenni” rispose la ragazza, tornando in sé e continuando la sua camminata verso la sala comune “Malfidata!” le dissero i due, offesi.
Il giorno dopo la ragazza si diresse a lezione, come era solita fare; ma incontrò tre ragazze della scuola di Beauxbatons smarrite che la fermarono, anche se, apparentemente, intimorite “Scuse moi, ci potresti aiutare a trovare la strada per il cortile principale?” chiesero molto cortesemente. “Per andare a lezione devo passare di lì, se volete vi accompagno.” Disse Paige alle ragazze, in maniera molto cortese “Ci faresti una grande cortesia!” risposero queste, con il classico accento francese. Strada facendo le ragazza si dimostrarono molto più socievoli di quel che ci si aspettasse da delle ragazze eleganti come loro “Abbiamo chiesto informazioni ad un’altra ragazza, prima, ma ci ha mandate via in malo modo” disse una delle tre ragazze, la più alta e l’unica dai capelli ricci “Immagino fosse di Serpeverde... è l’unica casata che oserebbe comportarsi in questo modo verso delle ospiti” rispose allora Paige. “E tu a che casa appartieni?” chiese una ragazza di statura media, mentre chiacchierava “Grifondoro” rispose Paige con una punta di orgoglio nella voce. “Bene... siamo arrivate. Per la vostra carrozza basta che proseguiate sempre dritto da quella parte” disse, per poi congedarsi e dirigersi a trasfigurazione. La prima lezione dell’anno passò in maniera tranquilla, con un ripasso di quello che avevano fatto l’anno precedente. Il problema fu quando, all’ora successiva, toccò a lezione di difesa contro le arti oscure. Paige si avviò in aula con fare tranquillo, come era solita fare per ogni lezione; aprì la porta dell’aula e vide alcuni di quelli del corso già seduti e il professore che, in piedi vicino alla cattedra, scrutava con il suo occhio buono quelli che aveva davanti. Ma bastò che lo sguardo dell’uomo si incrociasse con quello della ragazza, che quest’ultima ebbe come una crisi.
Corse fuori dall’aula a tutta velocità e andò nel suo dormitorio, prendendo uno dei passaggi segreti grazie ai quali sapeva che non avrebbe incrociato nessuno, e andò nella sala comune dei grifoni, allora vuota. Si sedette sul divano per non crollare a terra e si asciugò che le lacrime che iniziarono ad uscire. “Che succede?” si chiese iniziando a riflettere. Prese una decisione abbastanza severa e che, forse, non sarebbe nemmeno stata accettata dal preside, ma era l’unica, almeno finché non avesse capito cosa le stava accadendo. Lasciò i libri sul suo letto, essendo l’ultima lezione mattutina, e percorse tutta la strada fino all’ufficio del preside, giungendo davanti e ricordandosi di non sapere la parola d’ordine, che cambiava ogni anno. “Cosa fa ancora qui, signorina Worren? Non dovrebbe essere già giunta a lezione?” chiese la MC.Granit, presentandosi dietro la ragazza. “Mi scusi, professoressa, ma in questo momento ho urgente necessità di parlare con il preside.” Rispose la ragazza “Ma sei stata convocata? Il professor Silente è particolarmente impegnato in questo periodo, quindi...” “Quindi, la prego, mi faccia parlare! O giuro che mi metto qui ad aspettare fino a quando non parlerò con lui!” si impuntò la ragazza, troppo impaurita, ancora. La professoressa, allora, non potendo fare altro che assecondare, per una volta, una delle sue migliori studentesse, attivò il passaggio segreto. Ringraziò l’insegnante e si ritrovò nell’ufficio del preside.
“Mi dica, signorina Worren” chiese Silente, appena la vide entrare nel suo ufficio e non aspettando alcuna visita. “Ecco... lo so che la mia richiesta può essere assurda, ma non mi faccia frequentare le lezioni di Difesa contro le arti oscure!”spiegò la ragazza, ricevendo uno sguardo interrogativo “E perché mai, signorina? Lei dovrebbe essere un’ottima studentessa e non avere problemi...” “E’ per via del professore Moody. Non riesco proprio a stare in classe con lui... non mi chieda il motivo! Non ho nulla di personale contro di lui, ma il mio corpo pare reagire diversamente.” Disse la ragazza al professore “Preferisco rimetterci di sonno piuttosto che stare nella sua stessa aula!” spiegò, facendo intuire quanto fosse disperata “Non preoccuparti... il programma del quinto anno tu lo hai già svolto... quindi parlerò io con il professore. Se vuoi, posso insegnarti qualche altro incantesimo quando ho tempo libero” disse Silente, vedendo annuire la ragazza, che se ne andò calma dalla stanza.
Tornata al dormitorio, per la sua ora di buca, iniziò a fissare il fuoco e rivisse, come in un flash, il momento in cui il padre veniva ucciso e vide il volto del suo assassino, colui che lanciò l’incantesimo e si smaterializzò subito dopo. Rivide un ragazzo il cui sguardo pazzo non faceva intravedere nulla di buono, ma non capì chi fosse e qual’era il collegamento che aveva con la sua paura verso Moody, dato che non avevano nulla in comune. “Mariniamo la lezione oggi?” chiese una voce che la fece riprendere dalla sua trance “Diciamo di sì” rispose lei, guardando George senza il gemello “Allora stai davvero male!” rispose lui sarcastico, ricevendo una linguaccia da parte della ragazza e sorridendo “Lezione di difesa contro le arti oscure?” chiese il ragazzo “Esatto” rispose Paige, prima di vederlo sedersi accanto e guardarla fisso negli occhi “Cosa ti sta succedendo? Spiegami” le disse serio “Nulla... di importante.” Rispose lei distogliendo lo sguardo, per essere poi avvolta dalle braccia del ragazzo “Per quanto ancora vorrai tenerti tutto dentro? Eh?” le sussurrò coccolandola “Fino a quando non avrò la certezza che la nostra amicizia non possa mai cambiare, per nulla al mondo” “Ma è già così! Cosa vuoi come ulteriore prova?” chiese il ragazzo. Lei lo guardò negli occhi e sorrise, per poi scompigliarli i capelli “Sei davvero ingenuo, George” gli disse.
Questa volta, però, l’ingenuo ragazzo non se la tenne e, data la totale assenza di studenti, fece poggiare le spalle della ragazza sul manico della poltrona, prese le mani e le bloccò poco sopra la testa, mentre lui si mise su di lei, con una gamba fra le gambe della ragazza “Per quanto ancora pensi che rimanga piccolo?” le chiese mentre la ragazza continuava a guardarlo, cercando di capire fin dove si sarebbe spinto per farla confessare. “Dimmi la verità, Paige... che sta succedendo? L’anno scorso non ci hai parlato per un sacco di tempo senza nemmeno farci capire il motivo di tale cambiamento, ora invece sei sempre giù di morale. Dimmi... hai per caso scoperto qualcosa di quella maledizione che mi dicesti il primo anno? In questi anni non ci ho mai pensato, ma ora...” disse, vedendo incupire lo sguardo della ragazza. Aveva fatto centro. “Dimmelo o giuro che non mi fermo... e alla fine dell’ora manca più di mezzora!” disse, iniziando a far scorrere la sua mano, quella libera, sulla gamba della ragazza, salendo “Non posso dirtelo... mi dispiace” gli rispose, vedendo che il ragazzo non mollava, anzi, aumentava la velocità “S- smettila!” iniziò a dirgli la ragazza, mano a mano che si avvicinava alla “zona  proibita” “Di che parla la maledizione?” chiese, rallentando “Non posso...” disse lei cercando di divincolarsi, ma senza successo. Arrivato praticamente in prossimità, vide le lacrime della ragazza, ma decise comunque di non fermarsi. La ragazza, che non riusciva più a resistere, cedette “Morirò...” iniziò a dire, vedendolo fermarsi improvvisamente, pronto ad ascoltare ogni singola parola “...prima dei vent’anni” concluse, vedendo un George sconvolto, che l’abbracciò d’istinto. “Me l’avresti dovuto dire!” disse lui, lasciando che la ragazza si sfogasse. “Quando l’hai scoperto?” chiese qualche minuto dopo, rimettendosi in piedi. “Il secondo anno... poco dopo avertelo detto” rispose. “Mi dispiace... non avrei dovuto metterti in mezzo...” gli disse, mentre lui la coccolava “Avresti dovuto, invece!” rispose lui “Ma ora che ci penso...” iniziò a dire George “I miei continui sbalzi d’umore erano dovuti al fatto che pensassi continuamente alla maledizione. Cercavo di allontanarmi da voi per non farvi soffrire quando sarebbe giunto il momento e, al contempo, non volevo rimanere sola... L’anno scorso ero gelosa di Fred quando lo vidi con Angelina e, contemporaneamente, pensavo fosse normale, dato che non sarei durata a lungo. Poi tu mi hai rifatto quella proposta ed io non sapevo più che fare! Se avessi detto no, avresti sofferto, ma al contempo te ne saresti fatto una ragione, se avessi detto sì, avrei rischiato di ferirti inutilmente. Ho sempre voluto vivere la mia vita alla giornata, ma con quella cosa non riuscivo a stare tranquilla se non con voi due. E, alla fine, riuscì a sfogarmi un po’ con Fred... ma nulla di più!  Bene o male, cercavo di fare finta che fosse una bugia... anche se so che non lo è” disse “E non possiamo romperla?” chiede George “Non sono nemmeno umana... non pretendere l’impossibile!” gli disse, vedendolo stranito “Ah giusto... ho scoperto che mia madre aveva dei poteri che la differenziavano dalle altre streghe e, a quanto pare, li ho ereditati anche io. Ma non lo sapevo nemmeno... pensa che differenze microscopiche” disse la ragazza, tagliando corto. “Paige... anche se tu ci avessi trattato malissimo e non ci avresti calcolato, se tu fosse successo qualcosa pensi che non avremmo provato nessun sentimento? Come credi siamo stati quando sei scomparsa dieci anni fa? Eppure allora eri viva, solo non eri da noi.” Le disse George “Ma voi sareste cambiati se ve lo avessi detto... anche se, a dir la verità, non volevo farvi preoccupare, non prima del tempo” spiegò, venendo continuamente coccolata da George “Lo dirai anche a Fred?” chiese lui, gentilmente “Voglio lasciarlo in pace il più possibile... almeno il torneo se lo deve godere, no? Può rimanere solo un segreto fra noi due?” “Certo! Non glielo dirò... promesso!” le disse.
Da quel giorno ne iniziarono a passare molti altri. George era davvero bravo a fingere, sembrava che nulla gli fosse stato detto, tanto che provò persino a partecipare al torneo, con scarsissimi risultati dato che ai due gemelli crebbe una bella barba. Dopo lo scandalo Potter e dopo la prima prova, le acque si acquietarono. O, almeno, fino a quando, la Mc.Granit non diede loro la “bella” notizia del ballo del ceppo.  E da li ricominciarono i guai...




Angolod dell'autrice: Salve a tutti! Sono tornata dopo quasi un anno con il nuovo capitolo della mia fan fiction!
Allora, chiedo scusa ma l'ispirazione se ne era completamente andata e non ho potuto fare gran che! *sigh* (nb. non che interessi a qualcuno nb me. fatti gli affari tuoi >_<)
Comunque ho intenzione di completare questa fan fiction il prima possibile! E mi sono messa d'impegno!
Scrivo i capitoli che mi vengono in mente e poi scrivo quelli per allacciare la storia, mi esce più facile! ^-*
Ringrazio comunque Dream96 e Otta_Weasley per la loro recensione precedente e ringrazio anche tutti coloro che hanno letto la fan fiction e che vogliono continuare a leggerla.
A presto!

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Capitolo 24
*** Il ballo del ceppo ***


“Uff! Le giornate mi sembrano sempre più lente... ma era proprio necessario questo ballo?” chiese Paige sedendosi sulla poltrona, poggiando i libri accanto a lei “Se c’è, ci sarà anche un motivo!” disse George lanciando una delle sue classiche perle di saggezza “Ma che hai da lamentarti tu? Non devi invitare, ma solo accettare! Quindi a che stress sei sottoposta?” chiese Fred, poggiando i libri nella sala allora vuota. Tutti erano a pranzo o, almeno, quasi tutti. “Ma, a quanto pare, la nostra piccola Paige riceve più richieste di quante noi immaginiamo..” disse George inviando uno sguardo ambiguo a Fred “Oh... poverina! E sarai molto stressata, scommetto!” iniziò a prendere in giro Fred. “Se non la smetti giuro che ti lancio addosso il libro di pozioni!” rispose lei imbronciata.
La vita andava bene dato che la lezione di difesa contro le arti oscure veniva completamente saltata e gli incubi e i ricordi del suo passato non riaffioravano da un sacco di tempo. Tuttavia, erano molti che le avevano chiesto di andare con lei al ballo, ma lei aveva preferito rifiutare dato che molti non li conosceva e dato che era sempre stata una vera e propria schiappa con il ballo. Per non parlare del vestito: non ne aveva uno ed era già pronta a usare quella scusa per non andarci “Sai... Ron non ha una damigella. Che ne dici di andare tu? Ti levi subito dagli impicci” propose Fred “Forse non hai capito che non voglio proprio parteciparci! Non potresti trovare una soluzione alternativa?! Sono pure disposta a provare le vostre invenzioni pur di non andarci!” ammise in un totale stato di disperazione.
“Sei messa davvero male, allora” disse George guardando prima lei e poi il fratello “Peccato che non abbiamo niente da provare” rispose Fred di rimando “Ma ora è tardi! Vado a pranzo prima che finisca tutto... magari riesco a trovare anche una soluzione al tuo problema!” disse Fred, sparendo dietro l’entrata della sala comune “ Non ho speranze, vero?” chiese al fratello rimasto “Volendo una ne hai...” disse George avvicinandosi alla ragazza e mettendosi davanti a lei, piegandosi sulle gambe  per trovarsi faccia a faccia “E quale sarebbe?” chiese lei, sapendo che lui non avrebbe mai rivelato l’arcano mistero se non dopo una richiesta “Vieni al ballo con me! Sono una persona che conosci e io so tutto di te, non dovrebbero esserci problemi. Se sanno che sei già impegnata con me, nessuno ti inviterà più e, volendo, non dovrai nemmeno parteciparci” disse George, vedendo sulla ragazza un volto stupito. “No... te lo scordi che ti rovini una festa solo per un mio capriccio!” rispose la ragazza, che sembrava molto più vogliosa di andarci con qualcuno che conosceva  che con un estraneo “E allora vieni” incalzò George “E il vestito? Come faccio senza?” chiese lei, sperando di trovare un valido capro espiatorio “Tu non preoccupartene... fai conto di avercelo già il vestito” disse il ragazzo, lasciando sconcertata la povera Paige “Gatta ci cova... tu sai qualcosa che io non so e riguarda il ballo o il vestito, vero?” chiese con sguardo di chi ha capito tutto della vita “Non... esattamente.” “Giuro che se è qualcosa di imbarazzante, tu non la passi liscia” lo minacciò mentre lui, con sguardo furtivo, annuì semplicemente prima di lasciare la stanza, insieme alla ragazza che iniziò a riempirlo di domande.
Tre giorni prima del ballo, Paige si ritrovò sul letto uno strano pacco con su scritto “Lo indossò tua madre al suo primo ballo. Mi confessò che avrebbe voluto che tu lo indossassi quando ce ne sarebbe stata l’occasione, quindi ho pensato di dartelo ora. Dovrebbe andarti bene”. La calligrafia, inconfondibile, era quella della signora Weasley e, dopo aver aperto la scatola, lo vide: era un bellissimo abito lungo fino ai piedi, leggermente ampio al di sotto e arricciato ai lati. La gonna era composta da strisce di stoffa che, cucite assieme, erano quasi parallele e si univano in un punto mentre sul busto vi era una decorazione abbastanza semplice. L’abito era inoltre retto da due bretelle sottili ed era di un blu chiaro.
Era senz’altro bellissimo, tuttavia “Non è per me” pensò la ragazza, rimettendolo nella scatola. Ora non aveva più scuse per non partecipare, anche se prevedeva l’immenso imbarazzo nell’indossare quell’abito.
“Bello scherzo” disse a George appena, scendendo nella sala grande, lo trovò nella sala a scrivere qualcosa su un quaderno con il fratello. “Mh...cosa?” chiese lui guardandola “Lascia perdere” esclamò la ragazza, in fondo era inutile torturarlo su qualcosa per la quale lui non aveva colpa, o quasi “Visto il vestito?” le sussurrò pochi secondi dopo, lasciando che lei lo squadrasse per bene “Lo sapevi!” esclamò intuendo, ma non poté che rassegnarsi vedendolo. “Mi farai morire d’imbarazzo” gli disse, vedendolo d’un tratto incupirsi “Potresti evitare quella parola? Sai, mi fa un certo effetto” disse il rosso, facendo intuire l’evidente tristezza nell’associazione di quella parola. “E va bene... schiatterò! Mi sembrerà di essere colpita da un Avada Kedavra oppure da un proiettile di una pistola babbana dritto in testa oppure di essere sbranata da Fuffi, l’adorabile cane a tre teste d Hagrid e grande almeno 100 volte un cane normale oppure...” “Ho capito! Puoi dire quella parola senza problemi!”disse il ragazzo, lasciando un ghigno soddisfatto sulla sua amica. “Hey George... meno chiacchiere e più lavoro! Dobbiamo fare una bella impressione per il primo dell’anno! Allora... che abbiamo detto riguardo la pozione scaccia brufoli?” “Che è un ottimo intruglio da inserire con le saette saettanti e la polvere di saliva di gnomo” rispose George facendo sparire dalla ragazza la preoccupazione che si era dipinta sul suo volto; non stavano studiando, ma preparando i loro scherzi. Forse, l’unica cosa bella di quel periodo era il fatto che le lezioni erano state totalmente sospese e nessuno sembrava voler perdere un solo attimo di quelle vacanze completamente da gustare.
Passarono i giorni e, finalmente, giunse Natale. Quella mattina, come in ogni Natale, Paige trovò come regalo la maglietta della signora Weasley con una P dorata cucita su uno sfondo rosso. “Non ha molta fantasia” disse Fred prendendo la sua, verde con una F dorata “Come se mi dimenticassi ogni anno di chiamarmi Forge!” disse prendendola, ma mettendola nel bagaglio. Anche Paige dovette fare lo stesso dato che era stato imposto a tutti gli studenti l’uso della divisa scolastica, almeno fino alla sera. Nella sala si poteva palpare la frenesia: tutti non vedevano l’ora che il ballo arrivasse, i ragazzi per rimorchiare, le ragazze per vivere una serata da favola. Tutte le sdolcinatezze che alla ragazza facevano venire il diabete. “Ho sbagliato proprio a nascere sotto questo sesso” si disse, ripensando agli atteggiamenti da maschiaccio. “Dai! Prendila con più ironia! Potrebbe essere la serata più bella della tua vita” disse George, intuendo gli infausti pensieri della ragazza e apparendo da dietro di lei “Sai... la cosa bella della vita è che persino un imprevisto può diventare qualcosa di bello...e poi, non dovresti mai e poi mai sottovalutare George Weasley!” le disse mentre si sedeva alla tavola della Sala Grande, seguito dal fratello gemello, ancora assonnato. “Se lo dici tu!” rispose la ragazza, bevendo il suo succo di zucca e dirigendosi verso la foresta, pronta a risalire sugli alberi  e osservare il castello da lontano. Ma, mentre s’avviava, una visita inaspettata la folgorò quasi sulle scale principali: era Angelina Jonson. “Ciao!” disse questa, vedendo la ragazza che non si era nemmeno accorta di lei per via del viso basso, e che lo alzò alquanto sorpresa “Ciao”, disse fermandosi e sapendo di rischiare di cadere in un momento davvero imbarazzante. Con Angelina, seppur fosse di Grifondoro, non ci aveva quasi mai rivolto la parola, ma non per antipatia (forse un pochettino sì) ma perché si incontravano raramente. Inoltre la ragazza aveva avuto ben altro a cui pensare che incontrare allievi della sua Casa. Probabilmente, non ne incontrava nemmeno il 10% in tutto l’anno.
“Emh... ecco... come va?” chiese Angelina cercando, probabilmente, di attaccare bottone con la ragazza “Bene” rispose Paige, anche se con la testa fra le nuvole ed uno sguardo fra il depresso e l’ansioso “Effetto ballo, eh?” chiese la mora, vedendo annuire l’altra. “Che ne dici se andiamo a sederci lì e ne parliamo con calma? Magari posso darti una mano!” Disse Angelina, facendo stupire l’altra.
Iniziarono, seppur stranamente, a parlare del ballo e di quello che si accingevano a fare “Non è adatto a me! Fino a due anni fa mi arrampicavo sugli alberi come una scimmia e ora devo fare la prima dama? Giuro che non lo sopporto!” confessò alla ragazza “Immagino!” rispose lei, ridendo al pensiero di un cambiamento così radicale. “Tanto sarà solo per una notte!” disse a Paige, cercando di farla calmare “Ma sono un pericolo ambulante! Rischio di schiacciare i piedi a tutti quelli della sala! E poi hai sentito che ha detto la Mc.Granit? “Non vi consentirò di macchiare l’onore della nostra casa comportandovi come una Balbettante Bambocciosa Banda di Babbuini!”” rispose la bionda, ripetendo quel che ricordava di quella conversazione. “Ma dai! Non essere così rigida! Basta che tu ti faccia guidare dal tuo cavaliere... aspetta: chi sarebbe?” chiese la mora “George... e credimi, conoscendolo, potrebbe pure farmi schiacciare i piedi a tutti se inizia a prenderci gusto” rispose Paige che sembrava essere più abbattuta che mai “Dai... se vuoi ti posso accompagnare fino in Sala... in fondo io sono con Fred questa sera” disse per poi correggersi “Emh... scusa, cioè...”. “Non c’è bisogno che mi spieghi nulla Angelina... non pensare che io lo ami o che ci sia una sorta di triangolo amoroso!”, rispose la bionda intuendo i pensieri che affliggevano la povera ragazza e basati su voci che vedevano un triangolo amoroso fra i tre, dato che erano spesso insieme “Io voglio bene a Fred e a George nella stessa maniera... per me loro sono e saranno come dei fratelli maggiori” spiegò, vedendo un Angelina sollevata. “Bene! Mancano solo tre ore al ballo... che ne dici se andiamo a prepararci?” chiese Angelina, sembrando quasi entusiasta e, trascinando con sé una Paige che aveva l’umore opposto.
Arrivati nella sala comune si accorsero che non erano le uniche e, in fondo, non si aspettavano l’opposto. Molte ragazze erano già pronte a mettersi in ghingheri, tutte emozionate pensando a chissà quanti balli avrebbero fatto con il loro cavaliere. “Dimmi la verità... ti senti ancora in colpa per quello che è successo tre anni fa, non è vero? Guarda che non importa! Non è successo nulla...”. In effetti, tre anni prima Angelina, sotto il controllo di una maledizione, aveva cercato di ucciderla, attentato sventato grazie alla presenza di Fred e George, oltre che a Evelyn. Quest’ultima era l’amica del cuore di Paige, ma in quell’anno non le aveva nemmeno rivolto la parola; per quale motivo, Paige non lo sapeva ancora, tuttavia non le importava. Con lei condivideva i corsi, ma ora nemmeno quello, quindi era diventata una totale estranea nella sua vita. E non le dispiaceva minimamente se pensava al suo futuro. “No... non è per quello! E che sia Fred che George mi hanno detto che sei una persona davvero in gamba e... io mi fido dei due battitori della mia squadra!” esclamò, continuando a lasciarla sempre più stupita. “Emh... credo ora che non posso darti una mano a cambiarti...” “Tranquilla... faccio da sola. Piuttosto... preparati a lanciarmi una qualche maledizione appena esco... mi sa che è la cosa migliore da fare!” disse Paige mentre entrava nella sua stanza, vedendo un’Angelina sorridente “Certo, certo!” rispose la mora. Quando la porta fu chiusa, Paige si trovò da sola con sé stessa.  Andò a prendere quella scatola che aveva lasciato nel suo baule, aprì il vestito e andò nella tende che era stata messa a fianco ad ogni letto affinché le ragazze potessero cambiarsi. Ovviamente, erano state internamente ingrandite con la magia. Paige si cambiò e, dopo quasi mezz’ora, uscì dalla spogliatoio, trovando la sala ancora vuota, o forse già vuota.  Il tempo impiegato, in effetti, era molto dato che era spesso molto indecisa se metterlo o no. Si toglieva un indumento e rimaneva a fissare l’abito, non sapendo nemmeno lei dove andare a sbattere la testa. Infine, si era decisa ad indossarlo, lottando poi per una decina di minuti con la cerniera, la quale sembrava opporsi con tutte le sue forze ad essere nuovamente chiusa.  Vedendosi allo specchio, presa la sua bacchetta e, puntandola ai capelli, pensò a come acconciarli. Ma sapeva che era inutile, quindi prese due nastri dal baule dello stesso colore del vestito e li legò ai capelli, prendendo solo le prime ciocche davanti e lasciando che i nastri scendessero lungo i capelli. “Ora che ci penso... non ho detto quando mi sarei dovuta incontrare con Angelina...”. Nonostante ciò uscì dalla sua stanza, vedendo una marea di ragazze vestite in vari e colorati abiti da sera. Per fortuna, nessuna si accorse di lei, a parte Angelina, che era con i capelli sciolti e indossava un bellissimo abito di seta color porpora. Sembrava una dama da compagnia di una qualche principessa magica. “Stai benissimo!” Le disse, vedendola “Tu stai decisamente meglio” rispose la bionda. “Dato che i nostri cavalieri ci attenderanno sulle scale, vieni con me nel dormitorio... nella cabina ti insegnerò a fare qualche passo...” disse la mora lasciandola di stucco “Emh... no, grazie, non voglio dare disturbo...” “Nessun disturbo... e poi me lo ha chiesto Fred.” Rispose Angelina, trascinandola nel dormitorio del sesto anno. Per due ore, quasi, la ragazza la fece ballare i classici balli babbani, quali il valzer, per esempio, e le disse cosa fare o non fare. Infine, iniziarono a scendere le scale.
La sala comune dei Grifondoro era quasi deserta e le due si avviarono verso la Sala Grande. Erano tantissimi i ragazzi e le ragazze sulle scale, vestiti di tutt’appunto e che chiacchieravano come se nulla fosse “Sta tranquilla! Sai, sai ballare molto meglio di come dici!” le disse Angelina mentre scendevano “Sei in tempo a lanciarmi una fattura! Buttami pure giù dalle scale, tanto non ci sono problemi per me!” disse la ragazza in un ultimo tentativo di sopravvivenza.
Arrivarono sull’ultima rampa, al di sotto della quale vi erano i gemelli tutti in ghingheri (probabilmente, per la prima volta nella loro vita), e che rimasero a bocca aperta vedendo le loro damigelle. “Molto meglio di quello che mi aspettasi, Paige” sussurrò George porgendole una mano come un vero cavaliere.  “Smettila ti prego!” lo supplicò Paige sottovoce, cercando di contenere il rossore delle sue guancie che rischiava di estendersi fino alle orecchie “Non ho nemmeno iniziato.” Rispose lui, portandola nella sala, dove tutti attendevano l’arrivo dei campioni. Quando essi arrivarono, iniziò il ballo e, ad una ad una, tutte le coppie iniziarono ad andare nella pista. “Mi concede questo ballo, signorina?” chiese  George porgendo nuovamente la mano alla sua accompagnatrice, la quale accettò. A dirla tutta, il ballo fu davvero molto più divertente di quello che la ragazza avesse mai immaginato, ma non per l’attività in sé, ma per il fatto che George faceva un sacco di battute su tutti quelli che erano in sala, facendole completamente dimenticare dove si trovasse. E quando la musica si fece più ritmata, la Sala Grande sembrava una discoteca.  Era quasi mezzanotte quando George e Paige uscirono dalla Sala Grande, dirigendosi verso la Sala Comune di Grifondoro.  “E’ stata davvero una splendida serata! Grazie mille George!” disse la ragazza, non riuscendo a smettere di ridere  “Visto... con Weasley la serata è garantita! Comunque c’è ancora qualcosa che potrebbe renderla migliore” rispose lui, fermandosi su una rampa di scale poco prima della Sala Comune “E cosa?” chiese la ragazza prima di essere baciata da George. Quello era forse il più bel bacio che avesse mai ricevuto. “Allora... è migliorata come serata?” chiese George, aspettandosi la stessa reazione negativa dell’anno precedente, ma venendo sorpreso da un bacio partito questa volta dalla ragazza “Tu che ne dici?” chiese lei, prima di entrare nella Sala Comune.



Angolo dell'autrice: ringrazio tutti coloro che hanno letto il capitolo precedente e, soprattutto, chi lo ha recensito, ovvero Dream96 e FannieBlack. Grazie mille!
Allora... anche questo capitolo è leggermente disordinato :D Comunque, per il vestito, vi posto l'immagine alla quale mi sono ispirata, ovvero questa:
Inoltre... ora sto scrivendo il prossimo capitolo, che probabilmente comprenderà sia fine del 5° anno che estate in mezzo, quindi penso che nell'arco di una settimana riesca a finirla. Inoltre vi anticipo che tornerà Evelyn, l'ex amica del cuore di Paige, ma non vi dico cosa succederà! (vi assicuro nulla di buono). Non pensate alla solita commediola fra ragazzi, perchè non sarà affatto tale.
Ringrazio ancora chiunque abbia letto e spero che qualcun'altro voglia recensire!
A presto!

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Capitolo 25
*** Attentato! La rinascita di Voldemort ***


Dopo quella sera George e Paige erano diventati una coppia ufficiale. Anche se la ragazza aveva espressamente richiesto di evitare scene imbarazzanti come baciarsi in pubblico o cose del genere. E George lo capiva perfettamente: in fondo, per chi aveva cercato tanto amore e poi aveva cercato di cancellarlo, iniziare una relazione doveva essere qualcosa di difficile. Per questo quasi nessuno lo sapeva, a parte Fred e Angelina. Generalmente, quando George voleva baciarla o cose del genere, si nascondeva negli sgabuzzini dei vari piani e la trascinava dentro appena passava. Conosceva fin troppo bene le abitudini della ragazza e per lui non era così difficile prevederla. Inutile dire che si faceva spesso aiutare dalle sue invenzioni, per non sbagliare, oppure dava dei bigliettini alla ragazza in modo tale da non doverle fare prendere un colpo ogni volta.
Anche fra Fred e Angelina il rapporto sembrava andare bene, e l’anno, fino all’arrivo dell’ultima prova, passò in modo tranquillo. Le scuole avevano rafforzato i loro legami e ora, indistintamente, erano sedute sugli spalti, tifando il rappresentante della loro scuola. Nel caso di Hogwarts, invece, la scuola era in un certo senso divisa dato che, essendoci due campioni, alcuni tifavano per Harry Potter e altri per Cedric Diggory.
La sfida era ormai iniziata da poco e tutti attendevano con impazienza l’arrivo del vincitore, che sarebbe stato condotto dalla passaporta davanti a tutti. Un lampo rosso fu il segnale che qualcuno aveva definitivamente abbandonato il torneo “Chissà chi è” bisbigliò George all’orecchio della sua ragazza, che guardava con il cuore in gola lo spiazzale. Aveva detto a Silente che qualcosa non andava, ma questo non sembrava averle dato retta. E, ormai, era inutile rimuginarci sopra: la prova sarebbe finita presto.
Nel frattempo, una mano stranamente gelida si posò sulla spalla di Paige: la ragazza si voltò di scatto prima di vedere il volto di colui o colei che stava cercando la sua attenzione: era Evelyn. Ma sembrava aver passato un momento davvero difficile, specialmente dal fatto che la sua pelle sembrava scolorita e gli occhi erano contornati da profonde occhiaie. La ragazza quasi si spaventò vedendola, ma cercò di non darlo a vedere. “Hey Evelyn... tutto bene? Non ti sei fatta sentire per tutto l’anno... hai anche cambiato stanza e le lezioni...” “Verresti con me? Vorrei dirti una cosa” disse l’altra ragazza in tono piatto. Paige guardò per un attimo George, sembrava incerta di quello che stava per fare, poi distolse lo sguardo dal ragazzo e, con un piccolo sbuffo rispose “Va bene”. Prima di andare disse al gruppo di ragazzi con cui stava “Devo andare un attimo con Evelyn, torno subito”. L’altra ragazza bisbigliò qualcosa sottovoce, ma allo sguardo interrogativo non sembrò rispondere. Iniziò così a camminare. Mentre la prova si stava svolgendo ai confini della foresta, dov’era stato allestito il labirinto, la ragazza stava andando verso la gufaia, che si trovava dalla parte quasi opposta, essendo molto in alto: si trovava di gran lunga sopra la capanna di Hagrid, al di là del cerchio di pietre e del ponte che collegava il cortile della torre dell’orologio con la foresta. Giunti, praticamente, in prossimità delle scale della gufaia, Evelyn si fermò e si voltò verso l’amica. “Lo sai... hai dei poteri interessanti” iniziò a dire, facendo sgranare gli occhi a Paige: era impossibile che qualcuno avesse potuto saperlo... insomma, lo sapeva appena George, figuriamoci una ragazza totalmente estranea “Ma che stai dicendo... insomma... che poteri dovrei avere? Intendi forse passare con voti alti gli esami... ma quello non è nulla... insomma tutti riuscirebbero a farcela studiando...” “Non intendo quello... Paige”. A questo punto la voce della ragazza si era fatta più cupa, quasi gelida come può essere il bacio di un dissennatore “Sono sicura che potrebbero interessare a qualcuno... qualcuno di grosso” iniziò a dire prendendo la bacchetta dalla tasca del suo mantello “Sì... sono sicura che il mio signore, il Signore Oscuro sarà più che lieto che riceverli...” disse puntando la bacchetta contro una alquanto sbalordita Paige “Crucio!”  disse. La ragazza bionda si sentì martoriata da migliaia e migliaia di aghi che, instancabilmente, colpivano ogni piccola parte di carne, trapassandola e arrivando fino alla sua anima. Fu più forte di lei: tirò un urlo che cercò di contenere il più possibile perché sapeva a che cosa aveva portato quell’urlo e sapeva che usare una delle tre maledizioni senza perdono l’avrebbe portata ad Azkaban. Dopo un periodo che fu interminabile, la tortura sembrò cessare per qualche momento: il suo corpo era intatto ed Evelyn sembrava guardarla con occhi omicidi, gli stessi occhi di una persona che avrebbe voluto fare del suo corpo quello che voleva ma che non poteva “Anche in preda al dolore sei bella... bellissima. Credo che sia ora di iniziare a deturpare quel tuo bel corpicino...” disse. Seguirono parole che Paige non riuscì a seguire, poi un enorme bruciore alla gamba sinistra iniziò a inondarla e la costrinse a stringere l’erba pur di non farla gridare “Oh... nemmeno un urlo... audace, Paige Worren, davvero. Ma, mi domando, quanto riuscirai a sopravvivere dopo che il Signore Oscuro ti avrà prelevato i poteri?” chiese con voce sadica, prendendo il mento della ragazza e sollevandolo abbastanza da poterla vedere negli occhi “Meglio morire piuttosto che cedere una parte di me a Voldemort” disse Paige che, nonostante il sangue e il dolore, non si era lasciata sopraffare dalla paura e stava continuando eroicamente a combattere “Molto bene. Finirai come l’altro ragazzo di questa inutile scuola...sai, lui ha avuto l’onore di essere ucciso dal Signore Oscuro... anzi dal servo più fedele e su un suo ordine personale...” disse la ragazza puntando la bacchetta contro colei che le era stata amica. “Avada...” iniziò a dire per essere fermata da un ramo secco che si spezzava e l’arrivo di una testa rossa “Hey Paige... ma quanto ci metti! E aspetta... ma che succede?” chiese George appena giunto sul luogo e notando la scena “Stupeficium”, disse Evelyn e, in un attimo, il ragazzo si ritrovò accasciato a terra, dopo aver sbattuto violentemente contro un grosso masso che si trovava lì  vicino “Fermati! Te la devi prendere con me! Sono i miei poteri che vuoi o no? Allora prendili pure! Ma lascialo stare!” disse vedendo apparire una risata malvagia sul volto della ragazza “Che scena commovente, sacrificarti per quello che ami... non male. Ma credo che così la cosa si faccia più interessante.” A quelle parole Evelyn puntò la bacchetta contro un inerme George e gridò “Crucio!”. Peccato per lei che qualcosa andò storto: improvvisamente, in un turbinio di polvere bianca e azzurra, si ritrovò al posto di George e si beccò lei stessa la maledizione che aveva lanciato.  Col risultato che cadde a terra, come in preda alle convulsioni, mentre la bacchetta le scivolò di mano. “George!” disse Paige cercando di alzarsi, vanamente, e strisciando verso il ragazzo che era riverso a terra. Si mise nella posizione più eretta possibile e iniziò a scuoterlo. “E’ già giorno?” chiese lui, che, alzando il volto, vide la sua ragazza piangere. “Hey ma che è successo... giusto Evelyn che ti stava facendo?!” Ma non fece in tempo a trovare una risposta che fu baciato e abbracciato dalla ragazza. Subito dopo arrivarono Fred e Angelina che, vedendo il sangue scorrere dalla gamba della ragazza, corse da Madama Chips. Nel frattempo, li spasmi convulsi di Evelyn sembravano finiti. “Non riuscirete a sopravvivere... non ora che il Signore Oscuro è tornato! Chi di voi sarà il primo a morire?” chiese con voce roca, poco prima di perdere i sensi. “Ma che...?!” chiese Fred fra lo stupito e lo spaventato. “Fred... cos’è successo al torneo?” chiese Paige appena fu abbastanza in sé da iniziare ad orientare le parole di Evelyn. “Ha vinto Harry, ma...” “Non ti interrompere!” lo rimproverò Paige, col cuore a mille “Ma Cedric non ce l’ha fatta. Harry ha riportato il suo corpo e ha detto che è stato Voldemort ad ucciderlo...” rispose, lasciandola di stucco. Nonostante la gamba ancora sanguinante, Paige si rialzò in piedi e iniziò a tenerla, affinché il dolore non le impedisse di camminare “Dobbiamo dirlo a Silente... anche se...” e poi guardò colei che le era stata amica. George fu abbastanza veloce a capire cosa lei stesse pensando e andò sull’esile corpo della ragazza bruna e scoprì il braccio sinistro. “Paige... non possiamo aiutarla ora che è un mangiamorte!” disse George mostrando il braccio della ragazza col marchio nero. La bionda abbassò lo sguardo, stringendo il pugno della mano vuota. Non poteva crederci... sapeva che tutte le case avevamo fatto uscire dei maghi oscuri, ma sapere che una ragazza che era stata smistata in Grifondoro e che era tale fino all’anno prima potesse comportarsi come un Serpeverde da un momento all’altro era assurdo. Ma Madama Chips arrivò, seguita da un’Angelina ancora terrorizzata dal sangue visto in precedenza. “Hey... ma cosa è successo? E... e la sua gamba? Signorina Worren... credo che mi debba spiegare diverse cose.” Disse la donna prima di vedere l’altra ragazza che era a terra “Oh... ma quella! Sì! È la signorina Romy! Ma che è successo qui...?” disse ad un certo punto Madama Chips. “Devo parlare con il professor Silente... è urgente!” disse Paige, facendo passare il dolore in secondo piano “Signorina... prima di tutto la condurrò in infermeria. Signorina Jonson, lei può anche rimanere mentre i signori Weasley faranno bene a chiamare il preside, se le preme tanto” disse l’anziana donna, capendo che si celava qualcosa di grosso sotto quella richiesta. Poi fece apparire due barelle e fece salire le ragazze ferite, nonostante  Paige avesse cercato più volte di dire che ci sarebbe salita con le sue gambe nell’infermeria. Fatto sta che, dopo aver attraversato il castello ed essere arrivati in infermeria, nella stanza entrarono il professor Silente seguito dal ministro della magia, seguiti da Fred e George.
“Ho sentito cosa ha detto il signor Potter... e sono venuto a verificare se qualcuno avesse usato una maledizione senza perdono... i dissennatori sembrano aver recepito la notizia e stavano cercando di liberarsi pur di venire qui... ma mi dica, cos’è successo?” iniziò il ministro. A quella domanda Paige sembrava incerta sul rispondere, ma sapeva che la traccia avrebbe ben presto individuato il fautore dell’atto... bastava controllare “Non so cosa sia successo... penso che quella ragazza sia sotto una qualche maledizione che la controlli... ecco... io la conosco, è una Grifondoro e non avrebbe mai usato una maledizione senza perdono incautamente” rispose la ragazza, quasi con un tremolio nella voce “Dovrò constatare... per ora prenderò quella ragazza e la metterò sotto custodia”. Così facendo prese Evelyn con tutta la barella e la trascinò di nuovo sotto, nonostante le insistenze di Madama Chips sul darle un’occhiata prima di portarla via. “Professore... sapeva dei miei poteri. Non so come sia potuto accadere... e ha detto qualcosa sul darli a Voldemort...” iniziò a dire la ragazza sottovoce, affinché solo Silente la potesse sentire. “Davvero? Ma per caso lo ha detto a qualcuno, signorina Worren?” chiese il preside in modo calmo “Mh...a George, George Weasley. Tuttavia gli ho chiesto di non dirlo a nessuno... E, per quel che ne sappia, Fred non sa nulla” rispose lei, sempre sottovoce.
Vedendo gli altri tre ragazzi Silente chiese cortesemente ad Angelina di andare nel dormitorio, poi si fece spiegare per filo e per segno che cosa era accaduto a Evelyn. Paige gli rispose che per tutto l’anno non l’aveva nemmeno incontrata o, se era capitato, non ci aveva fatto molto caso. Poi disse che quella sera l’aveva portata vicino alla gufaia, dove le aveva scagliato la maledizione Crucio, poi quella che le aveva ferito la gamba e infine che stava cercando di fare del male a George quando, all’improvviso, si era spostata. “Immaginavo che prima o poi avresti completato la manifestazione dei tuoi poteri” disse Silente, osservandola, stranamente, in modo serio “E devi imparare a controllarli. Sono qualcosa che nemmeno la traccia può trovare oltre che essere estremamente utili. Non mi stupisco che Voldemort in persona li voglia... per quel che ne sappiamo sei l’ultima discendente vivente con tali facoltà. Inoltre, se li prendesse, sarebbe in grado di rigenerarsi molto più velocemente del normale. Mi spiace ammetterlo, signorina Worren, ma penso che se la signorina Romy abbia agito per conto suo. In tal caso lei è in pericolo quanto lo è il signor Potter” ammise con un tono amaro nella voce.
“Capisco... allora rimarrò qui a Hogwarts... è l’unico posto sicuro che...” iniziò a dire Paige, prima di essere stranamente interrotta da Silente stesso “Mi dispiace, signorina Worren, ma per quel che ho capito lei è salva per un pelo, oggi. Non possiamo sapere se Voldemort abbia altre persone insidiate qui... Moody in realtà non era lui, lo abbiamo appena scoperto. Invierò una lettera ai signori Weasley, chiedendo se loro ti possano ospitare per l’estate di quest’anno... con loro sarai più al sicuro.” Disse Silente. A quella affermazione Paige e i gemelli risposero contemporaneamente “Mi rifiuto” “Non ci sono problemi”.La ragazza guardò prima i gemelli, poi il preside contrariata “Se davvero Voldemort mi sta cercando... se andassi a casa loro li metterei in serio pericolo! Non è la prima estate, ma non penso che sia giusto rischiare” “Ma signorina, lei non andrà a casa dei signori Weasley. Andrà coi signori Weasley nel luogo dove potrà essere al sicuro.” Disse calmo. “Ora... credo di dover andare prima che Madama Chips debba ricorrere a metodi non proprio cortesi per mandarmi via di qui... buona notte” disse Silente, andandosene. In quel momento, Fred chiese alla ragazza maggiori informazioni su quello che silente le aveva detto e lei gli raccontò tutta la verità che aveva già rivelato a George. “Ma perché a lui sì e a me no? Insomma!” disse Fred quasi geloso “Perché lui me lo ha chiesto” rispose Paige, facendolo rimanere di sasso. “Comunque... fra qualche giorno prenderemo il treno per casa... non ti lasceremo sola un attimo” disse George, prima che un’infuriata Madama Chips iniziasse a mandarli via. “Aspetti! Ho dimenticato una cosa!” disse George andando un attimo da Paige e dandole un bacio “Buona notte” le disse correndo poi fuori dalla porta.
La nottata fu davvero turbolenta per la ragazza: oltre al dolore alla gamba, vi erano mille pensieri che vorticavano. Chissà cosa stava facendo il ministro ad Evelyn in quel momento e chissà se fossero riusciti a scoprire la verità. Magari in quel momento stavano usando una qualche pozione su di lei per vedere che cosa aveva che non andava oppure era sotto la sua stessa maledizione.
Dopo quelle ore di buio, giunse finalmente il giorno. Aveva sentito Madama Chips, durante la notte, parlare di un evento che ricordasse Cedric. Erano all’incirca le nove quando Paige si alzò dal letto, la gamba ancora fasciata e Madama Chips che la rimproverava. “Signorina! Lei deve rimanere a letto! La maledizione che l’ha colpita era davvero potente e penso che le rimanga la cicatrice... deve stare a riposo.” Iniziò a dire “Grazie del pensiero, tuttavia non posso mancare, non oggi.” Disse la ragazza, indossando le scarpe, non senza problemi, e camminando verso la torre di Grifondoro. Appena giunta lì vide alcuni ragazzi, vestiti con la loro classica divisa e con sguardo cupo, ancora scossi dalla visione della sera precedente. Paige salì in camera, anche questa vuota, probabilmente per via della colazione in Sala Grande. Prese la sua divisa e la indossò, facendo molta attenzione alla ferita che ancora bruciava anche oltre le bende ben strette. Dopo averla indossata, scese sotto dove vide due teste rosse con una ragazza più bassa che discutevano “Prima voglio andare a trovarla... anche se non credo che verrà” disse George “Chi è che non dovrebbe venire?” disse Paige apparendo da dietro al piccolo gruppo; George in particolar modo, apparì stupito. “Dovresti rimanere in infermeria!” la rimproverò “Deve partecipare tutta la scuola. Questo è l’ordine... non mi faccio fermare da un graffio, e poi, più mi muovo e meglio è, no?” rispose lei. Insieme andarono nella sala e la videro sorprendentemente cupa: gli stendardi, che di solito aleggiavano con il simbolo del vincitore, erano nere in simbolo di lutto e avevano la H di Hogwarts. Il cielo era ormai vuoto e si vedeva il tetto di Hogwarts come se fosse un normale castello. I tavoli non esistevano ed erano stati sostituiti da panche lunghe, dove, su alcune, si erano già seduti degli studenti delle diverse scuole. Ginny era già seduta e, vedendo i fratelli e Paige, fece segno di andare a sedersi mentre Angelina andò vicino ad Alicia. In pochi minuti la sala fu piena e Silente, dopo che anche tutti gli insegnanti si accomodarono, iniziò il suo elogio funebre di Cedric.
Quello stesso giorno le due scuole ospiti partirono. Alcune ragazze di Beauxbatons promisero a Paige di scriverle durante l’estate in modo tale che non perdessero i contatti e, fra queste, c’era anche Fleur Delacour, con la quale aveva scambiato volentieri parole durante l’anno.
Il giorno dopo, prima di partire, Paige andò da Silente, preoccupata per la sorte di Evelyn e chiese a lui informazioni. “Ecco, signorina, la situazione è molto più complicata di quello che sembra...” iniziò a dire il preside, guardando la ragazza dagli occhiali a mezzaluna “Il ministro ha interrogato la signorina Romy... in effetti lei è un mangiamorte, ma lo è diventata per motivi diversi da quelli che si possono immaginare. Da quello che hanno scoperto, l’estate scorsa i suoi genitori sono stati brutalmente assassinati. Tornando a casa ha trovato i loro corpi e, quando dei mangiamorte si sono presentati davanti a lei promettendole che l’avrebbero aiutata a vendicarsi, non ha rifiutato. Tuttavia ha agito di sua spontanea volontà su ordine di Voldemort, quindi...” disse interrompendosi “Verrà condotta ad Azkaban?” chiese la ragazza con voce tremante “No, andrà in un istituto che riuscirà a correggerla, tuttavia dovrà abbandonare Hogwarts” rispose in tono serio. “Capisco... grazie di tutto, allora” disse Paige abbandonando lo studio, da una parte consolata dal fatto che Evelyn non sarebbe finita ad Azkaban, ma preoccupata per quello che le sarebbe potuto accadere nella nuova scuola.
Poche ore dopo, tutti gli studenti di Hogwarts erano sul treno, con i bagagli fatti e pronti a tornare a casa. Essendo stati fra i primi ad arrivare, Ginny, Angelina, George, Fred e Paige riuscirono a trovare uno scompartimento per loro. Per ammazzare il tempo, giocarono a spara schiocco tutto il tempo e non parlarono di quello che era accaduto due sere prima. Quando il viaggio fu finito, Angelina si separò dal gruppo. “Cara, ho saputo tutto da Silente... come stai?” chiese la signora Weasley appena li vide, avvicinandosi alla ragazza e abbracciandola “Bene... grazie” rispose lei un po’ imbarazzata, essendo stata la prima (anche se, a dire il vero, non è che Ronald fosse pienamente entusiasta del classico abbraccio che riceveva dalla madre). Dopo aver accolto i suoi figli calorosamente, la signora accompagnò li accompagnò nella nuova auto magica che il marito aveva modificato e, insieme, non tornarono alla Tana, ma si diressero in ben altro luogo.




Angolo dell'autrice: Innanzi tutto, ringrazio i due utenti che hanno recensito lo scorso capitolo, ovvero Dream96 e _LenadAvena_. Mi ha fatto molto piacere!
Inoltre ringrazio anche tutti coloro che hanno letto il capitolo anche se non l'hanno recensito.
Allora... iniziamo col dire che credo di essere stata un pò crudele con Evelyn... ma non lo ritengo un personaggio fondamentale per il buon andamento diq uesta fan fiction anzi... a dire il vero ho pensato che fosse ora di farla "sparire" e questo è stato il modo migliore... meglio che mandarla ad Azkaban o farla rimanere uccisa dalla sua stessa maledizione e poi... mai dire mai! Potrebbe sempre tornare in capitolo futuri... ma davvero molto futuri! XD
Comunque spero che questo capitolo vi sia piaciuto e ringrazio chiunque voglia leggerlo. A presto!

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Capitolo 26
*** La nuova estate ***


La famiglia Weasley atterrò in una campagna ben distante dalla Tana e iniziò a percorrete strade babbane come una normale autovettura o, almeno, fino a quando non giunse nei pressi di Grimmauld Place. L’abitazione sembrava totalmente babbana,  fino a quando il signor Weasley non fece una piccola magia e la casa iniziò a spostarsi. I ragazzi rimasero col fiato sospeso mentre assistevano a ciò, e quando l’abitazione fu accessibile, la signora Weasley entrò per prima, seguita dai ragazzi. Alla vista, in cucina, di Sirius Black, i gemelli alzarono immediatamente la bacchetta “Fermi, fermi! Non è un nemico!” disse la signora Weasley, cercando di far abbassare le armi ai due “Ha ragione! Lui è stato solo un innocente messo ad Azkaban!” disse Paige ricevendo gli sguardi interrogativi di tutti coloro che non erano al corrente delle verità “E tu come lo sai?” chiese Fred “Te l’ho già detto che rivivo i ricordi di mia madre! Ho visto che lui non ha tradito Lily e James, ma fu Peter Minus, il topo che voi avevate ribattezzato Crosta, e che ora ha fatto rinascere Voldemort. Ma... pensavo che voi lo sapeste...” disse, l’ultima frase con tono stupito “Sai com’è... non abbiamo visto nessun ricordo noi...” “...Quindi pensavamo che fosse un criminale” dissero alternandosi “Ron... ma tu non l’avevi aiutato l’anno scorso? Non gli hai detto niente?” chiese Paige, indicando i gemelli “Miseriaccia... come lo fai a sapere?” chiese lui di rimando “Ahaha! Tale e quale a tua madre!” disse Sirius, interrompendo la discussione “Comunque sì, non sono il criminale che tutti credevano. Allora vediamo se indovino i vostri nomi...” disse iniziando dalla più piccola “Tu sei Jinny, poi tu sei Ron, voi due... so che vi chiamate Fred e George ma non credo che riuscirò a distinguervi per un po’ e tu...” disse indicando Paige “Tu sei Paige... da quel che ho sentito hai l’aspetto di tua madre e il caratteraccio di tuo padre”commentò.

“Questa è la mia casa... dubito che Molly o Arthur vi abbiano spiegato qualcosa, quindi penso che ogni cosa debba essere detta a tempo debito. Per il momento, potete portare i vostri bagagli al secondo piano... sistematevi dove volete, ci sono abbastanza camere da letto per tutti!” disse.
I bagagli si portarono di sopra per magia e i gemelli costrinsero Paige a sedersi con loro e raccontarli tutto “Allora Black non è un criminale... ma siamo sicuri? Hai visto che faccia...” iniziarono a dire “A me sta simpatico” rispose Paige “In fondo hai il caratteraccio di tuo padre!” rispose Fred, imitato leggermente la voce e prima di ritrovarsi con un cuscino in faccia. Paige avrebbe dormito con i gemelli solo per ragioni logistiche: aveva detto che ben presto sarebbero arrivate altre persone da ospitare e, per non creare scompiglio con i bagagli, era meglio cercare di stare più stretti possibili. E, in fondo, per ciò Fred e George avevano unito il loro letto da una piazza e mezza l’uno creando un letto perfetto per tre persone.
“Paige... vieni a fare il bagno con me?” chiese Ginny alla ragazza, che accettò senza molte scuse. Il bagno era forse la stanza più grande: c’era un enorme vasca dove sarebbero potute entrare una decina di persone e una doccia per chiunque volesse fare qualcosa di più veloce. L’acqua era già pronta e, dopo essersi assicurati di aver chiuso la porta a chiave, entrarono. Anche se, a dirla tutta, non erano totalmente al sicuro in quanto qualcuno avrebbe potuto materializzarsi in qualsiasi momento. “Sai... stavo sentendo mamma parlare. Sono proprio curiosa di sapere chi saranno le nuove visite che ha detto che arriveranno” disse Ginny godendosi l’acqua calda. “Già... sono curiosa anche io!” rispose Paige giocando con la schiuma e dimenticandosi della ferita alla gamba, che le faceva ancora male “Ha detto che i primi arriveranno stasera...” iniziò a dire. Le due rimasero più di un quarto d’ora nell’acqua, per poi uscirne e, dopo un altro quarto d’ora, erano fuori dal bagno come nuove.
“Bene! Che ne direste di aiutarmi per il pranzo? Dobbiamo apparecchiare per... vediamo... undici persone” disse allegra. “Undici?” chiesero contemporaneamente Ginny e Paige... in quella casa erano nove, fino a prova contraria. “Mamma... ma siamo nove!” ribatté, appunto, Ginny “O cara... hai ragione! I primi due ospiti arriveranno fra qualche minuto” disse Molly entusiasta, non facendo ben capire alle due ragazze. Chi mai poteva essere così importante da rendere la donna così felice?



La risposta arrivò non appena le due ebbero sistemato i piatti e le posate. Nell’altra stanza, due piccoli pop di sentirono a distanza di pochi decimi di secondo l’uno dall’altro e si udì solo la signora Weasley che li dava un caloroso benvenuto. Le ragazze, incuriosite, si affacciarono e, a quanto pare, non erano le uniche: Fred e George si erano appena materializzati alla base delle scale, che confinavano con la porta sulla quale stavano le due, e Ron era rimasto poco più in alto.  “Bill! Charlie!” esclamò Ginny saltando addosso ai due ragazzi. In effetti erano entrambi delle teste rosse: uno dei due era alto, con dei capelli lunghi e le lentiggini; Paige pensò che fosse Bill in quanto l’altro ragazzo aveva una corporatura simile a quella di Bill, solo con evidenti scottature su una parte del petto scoperto. E, dato che uno dei due allevava i draghi, a rigor di logica doveva essere lui. “Ma guarda! Le due piccole pesti della casa!” disse Bill vedendo i gemelli, e fu allora che Paige non ebbe più dubbi sulla sua identità “Non siamo pesti!” sbraitò George “Siamo solo persone la cui inventiva è troppo avanti per essere compresa” aggiunse Fred, con fare di chi la sa lunga.
“Ah... e qui c’è una nuova arrivata?” chiese vedendo Paige “In realtà sono molto più vecchia di quel che tu possa immaginare” rispose lei, guardandolo e sapendo che non l’avrebbe riconosciuta. E, invece, l’abbracciò “Cavolo! Sei davvero cambiata, Paige!” le rispose divertito. “A quanto pare qualcuno ha una buona memoria. Vero, Fred e George?” chiese lei ammiccando ai fratelli che non si erano ricordati di lei fino a quando Molly non glielo aveva detto “Ragazza, non possiamo ricordare tutte le persone che fanno affari con noi” disse George “Appunto” ribadì Fred “E poi, nemmeno tu ti sei ricordata di noi, o sbagliamo?” chiesero in coro “Se qualcuno non mi avesse bloccato i ricordi mi sarei ricordata di voi” ribadì lei, in tono scherzoso, mentre Sirius invitava tutti in cucina e Charlie la salutava.
Dopo un pranzo squisito della signora Weasley che sembrava aver dato il meglio di se, i ragazzi salirono e si fecero raccontare cosa facevano. Nonostante fosse tutto in famiglia, Paige non si sentiva “di troppo” e nessuno la faceva sentire tale. Passarono così diverse ore fino a quando la signora Weasley chiamò i suoi due figli più grandi e Paige.  Il che le sembrò strano, ma non vi diede retta.



Scese le scale e giunta in cucina, vide che la sala da pranzo conteneva, oltre ai signori Weasley e Sirius, anche il professor Lupin, Malocchio Moody e una strega che sembrava abbastanza giovane. Si sedettero al tavolo e, nonostante Malocchio e la nuova strega la guardavano in modo strano, iniziarono la discussione.
“Bene, come ben sapete Voldemort è tornato” iniziò Sirius, mentre nessuno sembrò far vedere la sua apprensione nel sentire quel nome “E, dato che rischiamo di tornare agli anni che abbiamo già passato, siamo qui per riaprire nuovamente l’Ordine della Fenice” disse. Ovviamente Paige, che non ne sapeva nulla, guardò con sguardo interrogativo Bill che le era seduto accanto e che le rispose, sottovoce, “Era l’ordine che combatteva Tu-Sai-Chi quando era ancora al potere”. “Come potete vedere, gli altri membri non sono potuti venire oggi, ma almeno possiamo iniziare a discutere sul da farsi” continuò Sirius “E quella ragazzina partecipa?” chiese la strega indicando Paige “Sirius, Thonks ha ragione. Paige è ancora troppo piccola” rispose la signora Weasley, preoccupata come suo solito “Ma io voglio partecipare!” ribatté Paige mentre Molly la guardava con fare affettuoso. Prima che qualcun altro potesse controbattere, la ragazza, forse perdendo la pazienza o forse pensando a quello che aveva appena passato, disse: “Per chi ancora non lo dovesse sapere, non vivrò nemmeno fino ai vent’anni, e qualche giorno fa ci sono andata vicino. Morta per morta, tanto vale combattere!”. Poco dopo aver pronunciato quelle parole, si era resa conto di una parte del suo carattere che aveva sempre preferito tenere nascosto sia a sé stessa che agli altri. Aveva spiattellato senza problemi il suo segreto che aveva appena detto a Fred e George. E, in effetti, il ché attirò davanti a sé la faccia stupita di Bill e Charlie e della signora Weasley, che parve sorpresa dal fatto che lei sapesse. “Ha un bel caratterino... una tipetta così ci sarà certamente utile” disse Moody, con lo sguardo fisso su di lei; Thonks, alle parole del suo maestro, parve ricredersi su quello che aveva detto mentre Lupin disse “Per quel che mi riguarda, era una delle migliori studentesse nel corso di difesa contro le arti oscure. Saprebbe cavarsela perfettamente da sola in qualsiasi situazione! E poi, persino Silente in persona le ha dato delle lezioni private... non potremmo avere membro migliore”.
Poi Sirius prese la bacchetta in mano e, puntandola contro la ragazza, disse qualche parola e una specie di lampo si staccò dalla sua bacchetta e si diresse sull’avversaria prescelta. La ragazza, colta di sorpresa e non potendo prendere la sua, chiuse immediatamente gli occhi e, senza che si muovesse, il lampo la mancò. “Visto? Ha anche gli stessi poteri di sua madre!” disse Sirius contento della sua scoperta “La prossima volta evita di tentare di uccidermi, d’accordo?” disse Paige subito dopo, mentre una parete attrezzata crollava mandando in frantumi tutto quello che era contenuto al suo interno. Bastò un colpo di bacchetta di Bill per rimettere tutto a posto.
“Comunque... inizio a dubitare della sicurezza di Hogwarts... un mangiamorte si è infiltrato nella scuola come insegnante al mio posto... è assurdo!” disse Malocchio “E un altro come uno studente... e per di più non della casa di Serpeverde” rispose Paige. “Ah davvero? E chi sarebbe?” chiese Lupin “Romy Evelyn. Una mia coetanea di Grifondoro e quella che è quasi riuscita a farmi fuori due giorni prima della fine della scuola” rispose come se la cosa non le appartenesse minimamente o come se fosse successo secoli prima. Il che, secondo Moody che l’analizzava mentalmente anche grazie al suo occhio magico, non era per nulla male. Far rientrare dei sentimenti era come perdere in partenza, perché nella lotta quelli potevano solo distrarre. “Cosa? Quella ragazza un mangiamorte? Mi stupisce il fatto che lei sia riuscita ad entrare ad Hogwarts sotto il naso di Silente, ma persino attaccare...” iniziò a dire Lupin “In effetti anche io la pensavo così, tuttavia il professor Silente mi ha spiegato che ha ritrovato la sua famiglia uccisa e i mangiamorte le hanno promesso di trovare i colpevoli... il che davvero preoccupante. Potrebbe non essere l’unica ad avere una storia simile e ciò vuol dire che potrebbero esserci tanti mangiamorte ad Hogwarts quanti sono gli studenti...” rispose la ragazza, in una prospettiva che poco le piaceva. Se fosse stato davvero così avrebbe dovuto stare molto attenta alle persone che incontrava e persino a quelle che conosceva o sperava di conoscere. “Hai ancora due anni da affrontare, no? Allora potresti essere la nostra spia fino quando non finisci la scuola... ci passi informazioni nel caso in cui senti qualcosa” disse Sirius con la seria disapprovazione di Molly “Ma non pensi al suo studio? Secondo te potrebbe davvero cavarsela se scorazzasse per la scuola tralasciandolo?”. La risposta venne qualche secondo dopo, quando Sirius aprì bocca e sembrarono uscirne due pop quasi contemporanei. Erano i gemelli che stringevano in mano una lettera “Ma insomma!? Quante volte vi ho detto che non dovete materializzarvi in continuazione solo perché ora siete liberi di usare la vostra magia, ah?!” disse la signora Weasley perdendo la pazienza “E’ appena arrivata questa da Hogwarts... è per Paige” disse George porgendo la lettera alla madre mentre guardava con una faccia stupita la ragazza che era seduta al tavolo accanto a Bill e che non capiva come avesse fatto. “Q- quindici GUFO? E tutti superati con il massimo dei voti?” chiese Molly guardando incredula la lettera “E per di più molti dei corsi in cui ha preso i GUFO non li ha frequentati! Non sei stata sui libri tutto il tempo come Hermione l’anno scorso e non avevi neppure un gira tempo! Ma come hai fatto?!” chiese Fred, incredulo. Persino Percy aveva rischiato l’esaurimento nervoso a furia di studiare! “Leggevo qualche libro la sera... Aritmanzia, Babbanologia e Antiche rune sono materie molto simili a quelle babbane che ho già studiato, per Divinazione basta predire la morte di qualcuno mentre sulle altre ho solo letto qualche libro... ho chiesto alla Mc.Granit se avessi potuto provare a fare test di materie che non ho frequentato solo per provare” disse come se fosse normale “Ma hai preso 120 su 100! In una materia che non sapevi nemmeno esistesse all’inizio dell’anno!” disse George continuando a guardarla “Sarò stata fortunata” rispose lei calma “E anche con il problema studio siamo apposto. Il problema sarà la libertà certamente limitata... ma per quello c’è sempre tempo!” disse Sirius calmo, mentre Molly mandava in camera i due ragazzi “E per oggi credo che non ci sia più nulla da dire” concluse Sirius, alzandosi e così fecero tutti i membri.  Thonks, Lupin e Malocchio si smaterializzarono all’istante mentre Molly mandò i suoi figli e Paige di sopra. “Bel caratterino” disse Bill alla ragazza mentre salivano e sicuro che nessuno lo stesse ascoltando “Generalmente non sono così... non so cosa mi sia preso!” rispose le cercando di rimanere calma “Quindici GUFO... scommetto che Percy schiatterà d’invidia ora che sotto il suo stesso tetto c’è una persona più intelligente di lui” commentò Charlie allegro, cambiando discorso. “Sì hai ragione! Io già me lo immagino tutto impettito mentre dice “E’ stata solo agevolata dai suoi studi babbani!” oppure “Credo che qualche insegnante l’abbia solo presa in simpatia...”. Non lo accetterà mai!” rispose allegro Bill, mentre la ragazza li guardava alquanto incuriosita. Non avrebbe mai detto che complottassero in segreto contro Percy... ma probabilmente Fred e George non erano gli un unici che non riuscivano a sopportarlo.



Nemmeno dopo essere salita, la signora Weasley chiamò le due ragazze per apparecchiare, aggiungendo un’altra persona. Nel frattempo, nel piano superiore... cinque dei sette fratelli avevano accolto la notizia come un più che lieto evento e stavano organizzando un discorsetto per il nuovo invitato.
Giunta la sera, il nuovo ospite misterioso si presentò alle sette in punto, ovvero l’ora di cena, ma questa volta solo la signora Weasley and ad accoglierlo. Era Percy, più impettito che mai dato l’importanza che credeva avesse il suo nuovo lavoro e che, dopo essersi seduto a tavola, iniziò a parlare delle monotone cose che faceva durante la giornata. Come da piano, Fred e George iniziarono “Ehi Percy... ci ricorderesti quanti GUFO hai preso?” chiese George con aria innocente “Perché mai dovrebbe interessarvi?” rispose allora Percy, cercando di non far notare quella nota di compiacimento che sembrava aver dimostrato ad una domanda che riguardasse la sua carriera scolastica “Ecco... ci siamo resi conto di aver davvero sbagliato... insomma, abbiamo un fratello come te e non ci siamo impegnati. Dato che quest’anno ci toccano i MAGO, vorremo almeno cercare di equiparare i tuoi GUFO” rispose Fred, mentre Bill e Charlie riuscivano a stento a trattenere le risate, sapendo che se mai i loro fratelli minori avessero detto quella frase, avrebbe voluto dire che una catastrofe immane stava per abbattersi. “Ecco... ho preso dodici GUFO. E, non per vantarmi, ma erano tutti con una valutazione pari o superiore a cento” disse compiaciuto. “Wow! Complimenti! Questo sì che è il numero più alto in questa casa...” disse Charlie “...o, almeno, lo era fino a questa mattina.” Concluse Bill “Cosa vorresti dire?!” chiese Percy, con una nota di fastidio in quella antipatica rivelazione che gli era stata appena fatta “Ecco... diciamo che sotto questo tetto c’è una persona che ha preso più GUFO di te” disse Ron, che fino a quel momento era stato muto mentre si ingozzava. “E chi sarebbe?” chiese Percy visibilmente irritato “Ce l’hai davanti” risposero i gemelli, la cui soddisfazione non aveva mai raggiunto tali apici, nemmeno con lo scherzo più terribile che gli avessero mai fatto. A sentire quelle parole a Paige venne la netta voglia di infilare giù per la trachea dei complotta tori il primo oggetto che gli capitava in mano: la stavano  praticamente condannando ad un interrogatorio da parte del ragazzo sul come, dove e quando fosse riuscita a prendere tutti quegli esami. “Ah... e quanti ne avrebbe presi?” chiese Percy visibilmente irritato “Quindici, e tutti con una valutazione maggiore di cento” dissero i gemelli in coro. E fu così che Percy inizio a parlare senza sosta, facendo spesso domande alla ragazza. Dopo dieci minuti di tortura, la ragazza vide una mela e desiderò ardentemente che quella gli si conficcasse in bocca. E, come per magia, quella fece esattamente le volontà della ragazza, mettendosi in bocca a Percy e incastrandosi in un modo abbastanza efficace. Alla vista di un Percy in quelle condizioni, tutti i figli di Molly non riuscivano davvero più a trattenere le risate e, con la scusa di essere sazi, salirono tutti sopra. “Mi scusi, signora... il fatto è che non riesco a controllare i miei poteri...” disse la ragazza, cercando di essere convincente. Li controllava, anche se poco, ancora. Tolse la mela dalla bocca del ragazzo così come gliela aveva messa e gli spiegò di aver ereditato alcuno poteri particolari dalla madre. Sentendo quelle parole, lui disse che capiva come era possibile che lei avesse preso più gufi di lui e lei  fu alquanto tentata di far finire la mela più in fondo alla gola del ragazzo, anche se per rispetto a Molly non lo fece. “Tranquilla cara... non oso immaginare cosa tu stia passando in questo momento... il tradimento della tua amica, sai il professor Lupin mi ha detto di quanto voi eravate legate, oppure quella maledizione... sta tranquilla! Sali sopra e riposati!” le disse, quasi come un ordine. La ragazza salì e si trovò immersa da teste rosse che si complimentavano con lei per la mossa astuta, oltre che per aver dato loro la possibilità di insultare Percy. “Fantastico!” “Quella mela era perfetta! Nemmeno io quale battitore sarei riuscita a indirizzarla meglio!” iniziarono a dire i gemelli “Non ci sono dubbi che questo cuocerà per un bel po’ all’orgoglio del nostro Percy” commentò Bill compiaciuto “Hai davvero ragione” gli rispose Charlie “Credo proprio che dovresti insegnarci quel trucco, Paige! Insomma, è fantastico!” disse Ron mentre Ginny si complimentava con la ragazza per la splendida mira.

Rimasero a parlare per diverso tempo, fino a quando Molly non li mandò tutti a letto.



Angolo dell'autrice: Salve a tutti! Ringrazio chiunque abbia letto il precedente capitolo!
Allora in questo capitolo appare la famiglia Weasley al gran completo... a dirla tutta sto rileggendo i libri e mi piacciono un sacco Bill e Charlie... ho iniziato il 5° libro, quindi penso di andare abbastanza speditamente e spero di riuscire a finirli tutti prima del 13, giorno in cui ricomincerò la scuola... ahimè! Anche in tal caso continuerei, anche se con un ritmo più lento... ma non spostiamoci in queste frivolezze :D
Ho cercato di fare un capitolo comico, per quel che si possa definire tale... insomma, in netto contrasto con quello precedente, dato che fra poco le cose rischiano di farsi estremamente serie e tristi...
Spero che questo capitolo possa essere di vostro gradimento! Ricordo a tutti che critiche e consigli sono ben accetti in qualsiasi momento! :D

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Capitolo 27
*** Percy la nuova (inconsapevole) spia ***


Era passata ormai una settimana da quando le vacanze estive erano iniziate e a Grimmauld Place il clima era relativamente sereno, anche se, ovviamente, la paura aleggiava come un’ombra costante. Tutto sembrava tranquillo, o almeno, fino alla prima sera, quando, dopo cena, si scatenò una lite furiosa.
Quella sera non erano molti gli ospiti, solo Percy a dire il vero, e la serata era passata tranquilla, anche se in particolare Fred e George non perdevano mai l’occasione  di punzecchiare il loro fratello maggiore Percy sul fatto che lui avesse preso meno GUFO di Paige.
Dopo cena, Sirius iniziò il suo discorso che si era già accordato di fare con Molly e Arthur su Percy, cercando di invitarlo ad aiutare l’Ordine della Fenice ora che Voldemort era nuovamente rinato e ora che il Ministero non avrebbe mai accettato questa notizia, facendo credere che era qualcosa che uno svitato aveva messo in giro solo ed esclusivamente per scatenare il panico.
Percy, con la sorpresa dei suoi genitori, rifiutò il compito di passare informazioni sottobanco, specialmente ora che aveva un nuovo lavoro importante, o così lo definiva lui. “Importante.. Tsè!  È giù tanto se il suo amato ministro si ricorda il suo nome!” disse George urtato da quell’aria di supremazia che il ragazzo aveva mostrato “Il ministro Caramell di fida di me!” ribatté Percy sentendo la battuta del fratello “Come si fida di Silente” rispose Fred, non tollerando più la sua aria superba “Intanto il mio lavoro è migliore di quello di papà!” sbottò lui, e persino la signora Weasley ora parve irritata da tale atteggiamento “Intanto tuo padre ti ha consentito di andare a scuola e ottenere la roba migliore!” rispose lei, con le gote rosse dalla rabbia “Ehi Percy... senti, lo so che è una cosa davvero difficile da accettare, questa notizia, il fatto che il Ministero non voglia sentir ragioni, ma cerca di ragionare! Insomma...” iniziò a dire Paige cercando di rimanere calma, anche se la sua voglia di assalirlo con un qualche incantesimo potente era alle stelle e bastava ancora qualche goccia per far traboccare il vaso, occasione che non si fece attendere “E’ inutile che continui a farmi la predica, solo perché hai avuto qualche GUFO in più! Lo sai, so tutto di te... non sei nemmeno completamente umana e la cosa divertente è che nemmeno tu sai cosa sei! Anche vantandoti è inutile, sei una mezzosangue e la situazione non potrà mai cambiare a riguardo!”. A quella frase uno moto di disapprovazione si mosse e sia Fred che George si fiondarono contro il loro fratello maggiore, ma si bloccarono appena videro che qualcuno era stato più veloce di loro. Bacchetta tesa contro il collo del ragazzo e sguardo assassino, Paige sembrava non essere nemmeno riconoscibile. Percy, seppur fosse rimasto apparentemente calmo, tramava dalla testa ai piedi e la guardava con lo stesso sguardo con il quale, probabilmente, avrebbe guardato la persona che lo avrebbe ucciso da un momento all’altro “N- non puoi usare la magia al di fuori della scuola... s- sei minorenne e r-rischi...” iniziò a dire, mentre la paura iniziava a impadronirsi di lui “Oh... ma non lo sai? Su di me la traccia non esiste e per il ministero è come se non esistessi... ma come, non lo sai e lavori al ministero?” chiese con una voce più fredda di quella che avrebbe potuto avere Voldemort, o almeno, così pensavano “M...ma i...io...” “Come hai osato usare quell’insulto su di me? Se solo non fosse per il rispetto che provo verso i tuoi genitori e tuoi fratelli, tu ti ritroveresti già morto!” disse lei, sempre con tono freddo e velato di rabbia “S...scusa... è c...che” cercò di rispondere lui, venendo nuovamente zittito dalla ragazza “Ti metterò alla prova... se non sarai in grado di sostenerla i tuoi ricordi riguardo l’ordine verranno cancellati, altrimenti diverrai membro a pieno tutolo. Se il giudizio dovesse rimanere, invece, a metà, la memoria non ti sarà toccata ma l’ordine deciderà a tempo debito.” . Così dicendo pronunciò una parola e Percy parve paralizzato. Davanti si ritrovò immagini di Caramell che prima diceva che Silente ed Harry Potter stavano mentendo,poi che dava le dimissioni. Poi, uno ad uno, i membri della famiglia Weasley morivano... Charlie veniva ucciso da un mangiamorte che cavalcava un drago, Bill da Caramell e alcuni dei suoi seguaci con la scusa che quest’ultimo dovesse impadronirsi dell’oro dei folletti della Gringott, Fred e George uccisi mentre combattevano, il corpo di Ron a terra sanguinante e persino Ginny riversa in una pozza di sangue. La signora e il signor Weasley, distrutti dal dolore, che morivano sperando di andare nello stesso luogo in cui vi erano i figli. Percy era l’unico sopravvissuto della famiglia e sapeva che l’aveva sacrificata solo per il suo interesse... per cosa poi? Anelare a diventare il futuro ministro della magia? E cosa c’era da amministrare se tutto veniva distrutta da Voldemort?
Quando si riprese non sembravano essere passati molti secondi da quella che per lui fu un eternità. Si accorse che le sue gambe non lo reggevano più, tanto che dovette mettersi seduto a terra. Tutti lo guardavano preoccupati mentre la sua espressione di puro terrore lo faceva sembrare come se fosse stato appena baciato da un dissenatore. “E’ questo che vuoi?” chiese Paige, la cui voce sembrava essere molto meno fredda di quella che aveva mostrato in precedenza “E’ il futuro? E’ q- quello c-che succederà?” chiese Percy sconvolto al solo pensiero di una famiglia rovinata in meno di un secondo “In parte... fino a Caramell che si dimette. Onestamente non so quando questo accadrà, ma stanne certo che sarà così. E quello che ti ho mostrato potrebbe diventare realtà... non capisci ancora, Percy? Da quando Voldemort” e qui ignorò i mormorii e le espressioni di stupore dei presenti, tranne Sirius, “E’ tornato nessuno è più al sicuro! Siamo tutti in preda ai suoi capricci, alla sua voglia di uccidere e alla paura di essere assaliti! E forse nessuno è abbastanza forte da contrastarlo, se non Silente... ma quanto credi possa pesare tutto questo sulle spalle di una sola persona? Abbiamo bisogno di più aiuto possibile, e non importa se da purosangue, mezzosangue, elfi, folletti o fate!” disse con una tale enfasi che quasi aveva coinvolto i presenti “Non ti costringerò a darmi una risposta subito... tuttavia evita di venire qui fino a quando, e se, la tua risposta sarà afferma, per comunicare puoi sempre parlare con tuo padre e cerca di mantenere una atteggiamento distaccato anche in ufficio, in modo tale che pensino abbiate litigato... e per ora non possiamo fare nient’altro” disse sconfortata mentre Percy si rialzava e, sotto lo sguardo di tutti, si sistemava con mani tremanti la giacca e usciva dalla casa senza proferire parola. Quando se ne fu andato, la ragazza fece finta di nulla e, dopo aver fatto materializzare con un colpo di bacchetta un diario di pelle nera, lo colpì nuovamente, probabilmente pronunciando una qualche parola che nessuno percepì, e apparve, con lettere argentate, il nome Percy Weasley.  Paige prese il diario e, dopo averlo aperto, sorrise con fare soddisfatto “Non è molto sveglio Percy” disse chiudendolo e mettendolo sul tavolo. “Che gli hai fatto? Era sconvolto!” disse Charlie guardandola, così come tutto il resto della casa “Gli ho fatto vivere un’illusione, realistica ma pure sempre un illusione. Ha creduto di vedere il ministro che si dimetteva, e penso che accadrà fra non molto, e la sua famiglia morta... per chi non ha vissuto nel periodo di terrore capire quello che si prova in certe situazioni è possibile solo tramite questi trucchetti, e vorrei vedere se per lui è più importante la sua famiglia oppure il suo lavoro... però, almeno, anche se non dovesse accettare di far parte dell’ordine, potrebbe potremmo pur sempre avere una mano da lui.” E detto ciò indicò il diario con nome del ragazzo. Molti lo guardarono come se fosse un oggetto di magia scura, mentre lei riponeva la bacchetta nella tasca; un coraggioso Bill prese il diario e lo aprì, notando che iniziava proprio da quando Percy se ne era andato. “Sette Luglio, ore 20. Percy esce da Private Street, in Londra, per materializzarsi al ministero. Nella strada lungo il suo ufficio incontra un certo Gray, membro del dipartimento per le sparizioni magiche, che gli chiede “Potresti darmi i moduli per la relazione? Sono ore che cerco qualcuno, ma non sembra esserci nessuno”. Quindi va nel suo ufficio, prende le carte, leggendo l’intestazione “Uso e Abuso della magia” e, alle 20.07 le consegna a Gray, il quale dice “Grazie”. Si dirige poi nel suo ufficio e comincia a scrivere la sua relazione riguardo i pentoloni stregati denunciati la mattina prima”. Ma... dice per filo e per segno cosa fa!” disse Bill, sorpreso “Sì... è l’unico modo che abbiamo per spiare il ministro senza che nessuno se ne accorga... è una magia che va ben oltre le conoscenze di Caramell e di tutti i maghi che ha a disposizione, perché è irrivelabile a qualsiasi detector o analisi e sparisce solo con la morte di chi l’ha lanciata o con lo scioglimento da parte dello stesso. Ho preferito stregarlo in modo tale che possa essere letto solo qui dentro o, all’esterno, solo dai membri dell’ordine e, se malauguratamente riuscissero a rompere tutte le protezioni, non scoprirebbero mai la base” rispose Paige “M...ma sei minorenne, cara... o...ora il ministero saprà...” disse Molly temendo il peggio “Non saprà nulla! Mia madre fece in modo di non impormi la traccia facendomi passare per ben altra creatura e se Silente mi ha preso ad Hogwarts è solo perché glielo ha chiesto mia madre... il libro che indica le persone magiche non mi avrebbe riportato” rispose la ragazza, sorprendendo la signora Weasley. “Ma cara... come...” “Ho letto il suo diario... dice molto più di quello che sembrerebbe. Se non ho usato la magia è solo per attenermi alla legge magica, ma questa era un’occasione imperdibile” rispose la ragazza “Non male come incantesimo” commentò Sirius “Volevo provarlo su qualcuno... tuttavia non ne ho mai avuta la possibilità, non fino ad oggi.” Commentò divertita “Forte!” “Ce lo insegni?” chiesero i gemelli “Scordatevelo! Voi lo lancereste sulla prima persona che capita solo per puro gusto di sapere i fatti degli altri!” disse la signora Weasley  “Ma mamma...” cercarono di ribattere “A letto! Tutti quanti!” disse, mandandoli tutti nelle proprie camere. Bill e Charlie avevano una stanza unica, Ginny si era messa in quella più piccola e Ron aveva momentaneamente un paio di letti liberi. Quando i gemelli furono in camera loro con Paige, iniziarono a discutere dei loro piano fino a quando non si sentì un rumore e qualcuno entrare dalla porta principale “Vado sotto!” disse Fred, smaterializzandosi al piano inferiore, con uno scricchiolio rumoroso. “Tutto bene?” chiese George ora che erano rimasti soli e dato che lei continuava a sfregarsi gli occhi “Sì... solo che mi è venuto sonno all’improvviso” commentò, poggiando la testa sulla spalla di George il quale, vedendola, alzò il mento per baciarla. “Dai... mettiti il pigiama e vai a dormire... io e Fred rimaniamo svegli un altro po’ mentre prepariamo i nostri scherzi.” Le disse, mentre lei sembrava non avere più forze per alzarsi. Vedendola, prese la bacchetta e con una formula scambiò gli abiti col pigiama. “Posso dormire dalla tua parte oggi? Così avete più spazio” disse lei, infilandosi nel letto “Certo... ma non farci l’abitudine” le rispose “Lo sai George... mi piace un sacco il tuo profumo” disse Paige mentre si voltava dalla parte di George, cercando di guardarlo anche se le palpebre erano troppo pesanti per restare aperte. Lui la guardò in modo dolce e disse “E a me piace tutto di te”. Iniziò ad accarezzarle i capelli, anche se lei, oramai, non poteva più sentirlo essendo caduta fra le braccia di Morfeo.



Forse come conseguenza della sua illusione, Paige riebbe quello strano sogno che aveva già avuto una volta, quello dove Hogwarts sembrava più deprimente che mai, con molti teli bianchi che ricoprivano quel che rimaneva della Sala Grande. Lei vide delle teste rosse in fondo e iniziò a correre per raggiungerle, per vedere che cosa era successo, ma più lei cercava di avvicinarsi, più loro si allontanavano fino a quando non si accorse di essere immersa in un mare grigio, simile a quello che precedeva i ricordi di sua madre.



Ma, questa volta, non furono delle immagini confuse a materializzarsi, ma fu una persona vera e propria. Era una bellissima donna dai capelli color rame, che indossava una maglia bianca le cui maniche erano ricamate con dei fiori e dei jeans chiari: un abbigliamento molto babbano. “Non avrei mai immaginato che questo giorno sarebbe arrivato così presto!” disse la donna, abbracciandola. “M...mamma?!” esclamò Paige stupita mentre la donna, sorridendo, si staccava “Sì certo amore!” rispose lei mentre erano in piedi da una parte di quello che le avvolgeva “Ma tu...” “Lo so che forse non avrei dovuto... ma volevo spiegarti delle cose quando non avresti più potuto imparare da quello che ti ho dato... e quando Voldemort sarebbe tornato” disse la donna, con voce seria ma calma “Mi dispiace averti fatto soffrire affidandoti a quella famiglia di babbani...” disse, essendo subito interrotta “Cosa? Non sono i miei zii?!” chiese Paige basita “No... sono babbani che avrebbero dovuto custodirti fino a quando non fossi andata ad Hogwarts, e allora ci avrebbe pensato Molly a te... tu, a differenza di Harry Potter non potevi avere la stessa sorveglianza e ho cercato di proteggerti facendo in modo che non risalissero a te” disse Prudence, per poi continuare “Tesoro... quello che hai sentito, quello che hai provato... mi dispiace, ma non posso cancellarlo” disse la donna, riferendosi evidentemente alla maledizione “Posso modificarla un po’...” disse mentre il mare diventava quasi accecante, per poi tornare normale “Ho fatto in modo che tu non possa più soffrire mentre usi i tuoi poteri... ora ne sei cosciente, e saranno di grande aiuto a te e agli altri” disse guardandola serena “E per usarli devi solo concentrarti... e affidarti ai pensieri positivi, come fai per evocare un Patronus. E... o cielo, sei bellissima!” disse, abbracciandola nuovamente. “Posso farti qualche domanda?” chiese Paige e da allora, per tutta la durata del sogno, parlarono di quello che avrebbero dovuto fare in una vita. Poi, il corpo di Prudence iniziò a diventare trasparente “Cavolo... la mia magia si sta esaurendo... mi dispiace Paige, ma non penso potremmo più rivederci” disse lei sorridendo “Grazie di tutto, mamma...” disse lei, abbracciandola “Sia io che tuo padre siamo fieri di te” “E io di voi!” rispose lei, prima di risvegliarsi in un’assolata mattinata. 





Angolo dell'autrice: Salve a tutti! Ringrazio chiunque abbia letto gli scorsi capitoli della storia :)
Allora, per questo nuovo capitolo mi sono basata molto sul libro, in quanto il litigio fra Percy e la sua famiglia nel film non è riportato. Per la seconda parte, quando Paige incontra, se così si può dire, sua madre, mi sono invece ispirata a Naruto, nel quale sia Kushina che Minato lasciano una parte del loro chakra nel figlio, affinchè lo possano aiutare , quando viene il momento.
Diciamo che è un fax simile!
Dato che non ho molto specificato: Paige riesce ad avere qualche visione riguardo al futuro, ma come per la professoressa Cooman non sono a comando. Generalmente vede un pericolo più o meno imminente durante il sonno e come un sogno. Per la modifica della maledizione, invece, la madre riesce a fare in modo che la ragazza non stia male quando usa i suoi poteri... il che tornerà, molto probabilmente, utile durante le battaglie.
Bene! Per questo capitolo è tutto!
Alla prossima!

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Capitolo 28
*** Il secondo Ordine della Fenice ***


Dopo essersi svegliata, si ritrovò assalita da Fred e George. “Come stai?” chiesero in coro vedendola. “Mh? Bene... a parte il mal di testa” disse alzandosi e notando di avere una piccola striscia di stoffa umida sulla testa “Non muoverti!” disse George, quasi spaventandola, per prendere la benda e bagnarla in una piccola ciotola di acqua fredda “Aspettate voi! Ma che sta succedendo?!” chiese la ragazza, non riuscendo a capire la situazione. Non sembrava che fossero sotto attacco nemico. “Hai avuto la febbre alta per tutta la notte” rispose Fred, mentre la guardava con fare preoccupato “Ce ne siamo accorti ieri mentre parlavamo dei nostri scherzi” continuò George “Ti sei girata e, nonostante la coperta, tremavi tutta e avevi il volto rosso” “Siamo andati dalla mamma che ci ha detto che erano finite le medicine a abbiamo dovuto ricorrere a questi metodi babbani”, risposero loro, alternandosi. “Ah ecco... ma... siete stati svegli tutta la notte per me?” chiese vedendoli annuire. D’impulso li abbracciò entrambi “Grazie!” disse felice. Poi raccontò loro del sogno che aveva fatto, per filo e per segno, descrivendo la Hogwarts che aveva visto lei, e poi raccontò, tutta entusiasta, di aver incontrato sua madre, di averle parlato e che le aveva detto che da ora avrebbe potuto usare i suoi poteri in piena libertà.  “Wow!” risposero in coro “Sì, lo so...” disse lei con un sorriso a trentadue denti, per poi tornare a cose più serie “Il diario ha detto per caso nulla riguardo Percy?” chiese “No... nulla di importante” rispose Fred “Ma non si fa più sentire e tratta papà con freddezza” disse George abbattuto “Glielo abbiamo detto noi... e poi ci va di mezzo anche il suo orgoglio... non ammetterebbe mai di avere torto” disse Paige cercando di confortarli. Immediatamente si alzò e, dopo essersi cambiata, andò a dare una mano alla signora Weasley. L’estate passò in maniera tranquilla, o almeno lo fu fra turni di sorveglianza e false notizie che arrivavano dalla Gazzetta del Profeta che davano Harry per bugiardo in cerca di attenzioni e Silente che assecondava i suoi capricci essendo lui un personaggio famoso in quanto era sopravvissuto a Voldemort. “Che razza di assurdità!” dichiarava ogni volta Sirius, con moti di rabbia appena vedeva le notizie. Erano molte le persone che andavano a venivano da quella casa e, in particolar modo una faceva sempre raggelare il sangue nelle vene a Paige: Piton; ogni volta l’uomo la guardava con rabbia o odio e lei non riusciva a capirne il perché. Silente, seppur più freddo del solito, sembrava sempre sorridente “Oh... signora Worren! Ho saputo, con immenso piacere, che lei è stata promossa con quindici GUFO e tutti eccezionali... devo ammetterlo, non mi sarei mai aspettato un tale risultato” le disse allegro “Grazie professore” rispose lei in preda a ben altri pensieri quali, ad esempio, i suoi voti “E’ bello avere giovani così  volenterosi dalla nostra parte” disse mentre se ne andava dalla casa, dopo una riunione dell’Ordine. Verso la metà di agosto, arrivò persino Hermione che, come al suo solito, cercò di convincere Paige all’adesione del CREPA, alla quale la ragazza non aderì in quanto troppo impegnata con l’Ordine e ringraziando il cielo di avere a disposizione quella scusa. Alla notizia che Harry era stato espulso da Hogwarts, subito si scatenò un putiferio e quando il ragazzo arrivò si trovo sommerso di domande. E, quasi infine, arrivarono le lettere di Hogwarts. Con grande sorpresa Ron fu nominato prefetto di Grifondoro insieme ad Hermione; entrambi erano molto felici di ciò; nella casa ci fu un’altra persona ad avere un ruolo importante: Paige, che fu promossa niente di meno che come Caposcuola; tuttavia lei,a  differenza degli altri due, fu altamente scocciata da ciò.




Quella mattinata erano tutti a casa quando i gufi arrivarono ed erano tutti molto impazienti dato il loro ritardo: o almeno, non tutti. Fred e George, per esempio, non avevano nessuna voglia di andare a scuola e, se lo facevano, era per provare le loro nuove invenzioni, come le merendine marinare, che erano quasi concluse. “Paige... c’è anche la lettera per te!” disse George, portandogliela. Lei era seduta sul letto mentre leggeva un libro molto interessante di un viaggio di una strega in giro per l’Irlanda alla ricerca delle strane creature che si dicevano pullulassero la zona. Ma nemmeno aprì la sua lettere per vedere i libri, che Hermione entrò in camera e le saltò addosso. “Sono prefetto! Sono prefetto!” disse in preda all’euforia, mentre le mostrava la spilla “Ah! Ottimo Hermione! Sono davvero felice per te... Silente non avrebbe potuto affidare Grifondoro in mani migliori!” disse lei, contenta. Ma quando andò per aprire la sua di lettera e vedere i libri, si ritrovò un’amara sorpresa. Caduta sul libro che aveva fra poggiato sulle gambe, del colore oro e rosso, la spilla di Caposcuola con i colori di Grifondoro fu presa da Hermione che, in preda ad una nuova ondata di euforia, disse “Congratulazioni anche a te! Nuovo caposcuola!” e, mentre lo faceva, l’abbracciava in modo tanto forte da strangolarla, quasi. Per Paige non fu affatto una bella sorpresa: la prese e, con volto lugubre, scese al piano di sotto e andò a parlarne con Sirius. “Sai... credo sia solo un bel modo per farmi andare in giro a qualsiasi ora senza essere disturbata” disse lei abbattuto, con la voglia matta di buttare quella spilla nel cestino. “Credo anche io, ma devi ammettere che è davvero una bella idea! Insomma... sarai totalmente libera senza far incorrere in rischi inutili quelli della tua Casa” spiegò, per poi continuare “Ma puoi stare tranquilla... non penso che George ti lascerà solo per quello”; a quella frase Paige lo guardò in modo stupito “Ma chi ha parlato di George?! E poi, che potrebbe interessarmi di lui?” chiese, arrossendo leggermente “Me lo ha detto che siete fidanzati... e poi non ci vuole una scienza per capirlo! Dovresti vedere come ti guarda...” disse sottovoce, mentre Molly si avvicinava e facendo diventare, se possibile, il viso di Paige uguale al colore dei capelli della signora Weasley. Tuttavia, dopo quella chiacchierata, Sirius divenne per Paige un nuovo punto di riferimento: ma non solo perché a conoscenza del loro piccolo segreto, ma perché era diventato molto più divertente mentre chiacchierava allegramente con lei e facendo, spesso, allusioni che la mettevano in un terribile imbarazzo.




L’estate si concluse, quindi, in modo movimentato. Finalmente, quando giunse il momento di tornare ad Hogwarts, tutti furono più che felici: meglio che stare in quella grossa topaia con quadri che urlavano appena si faceva rumore (come, ad esempio, il quadro della madre di Sirius quando Thonks buttava a terra il portaombrelli a forma di piede di Troll), esseri che non si riuscivano a sterminare e nascosti dappertutto e un elfo vecchio e scorbutico che insultava tutti. Fred, George e Paige riuscirono a trovare uno scompartimento pieno praticamente in coda al treno e, nemmeno si sedette, che la spilla le cadde sul sedile. “E’ vero... il vagone!” disse in modo atono e volendo sprofondare nel soffice sedile “Dai non prenderla così male...” “Avere un’alleata ai piani alti per noi è davvero una grande cosa!” iniziarono a dire i due, cercando di risollevarle il morale che diventava nero ogni volta che entrava (o si entrava) nell’argomento. A dir la verità all’inizio avrebbero voluto insultarla come avevano fatto con Percy, ma vedendo che l’umore sarebbe stato identico a quello loro se fosse toccata quella sorte sciagurata, decisero di fare il contrario dei loro piani originali. Dato che iniziò ad avviarsi, lasciò loro diversi Galeoni e li disse che avrebbero potuto prendere quello che volevano, tanto lei non aveva fame.
La ragazza s’avvio e incontrò Malfoy a metà strada. “Hey, Worren? Dove vai quest’ora? Sai... non dovrei fartelo sapere ma io sono diventato prefetto... quindi non ti conviene disobbedirmi, o vuoi per caso che ti punisca mandandoti dal professor Piton...” iniziò a dire prima di ritrovarsi steso da un pugno della ragazza che, stanca del suo chiacchiericcio, avrebbe voluto farlo tacere, ma non le venne in mente nessun incantesimo. “Hey! Sono prefetto e quando arriveremo ad Hogwarts...” iniziò a dire prima di ammutolirsi: la ragazza, che si era girata solo per tirargli il pugno, adesso si era girata nuovamente e lo guardava con sguardo di sfida “Ah davvero?” chiese, mettendo la mano in tasca. Da terra dove si trovava, Malfoy cercò di arretrare in modo da non essere colpito dall’attacco che pensava sarebbe partito dalla ragazza che stava (secondo lui) prendendo la bacchetta. Ma questa gli mostrò semplicemente la sua spilla “Si da il caso che io sia caposcuola e, come tale, tu sei un grado inferiore a me. Quindi, se non vuoi trovarti nei guai, tornatene in cabina e rimanici fino a quando non sarà l’ora di andare nel primo vagone. Oppure vuoi essere punito, Malfoy?” chiese per poi girarsi con un’aria soddisfatta in volto... ora valeva la pena cercare di sbrigarsi: avrebbe potuto raccontare ai gemelli quello che era successo. Andata al vagone, un ragazzo che era caposcuola prima di lei la informò delle cose che era necessario sapere, di come comportarsi con gli altri prefetti e sotto quali criteri dover togliere punti agli studenti che si comportavano male. Nonostante la sua “lezione” fosse finita presto, dovette spiegare tutto nuovamente ai prefetti, e fu quasi l’ultima a lasciare il vagone, due ore più tardi. Strada facendo vide Malfoy che infastidiva Harry, che si trovava in una cabina piena insieme a Neville, Hermione, Ginny, Ron ed una ragazza che stava leggendo il Cavillo, che pensò fosse la famosa Lunatica Lovegood. “O potrei punirti...” gli sentì dire “Ah davvero? Se non erro punire una persona solo per antipatia va contro il regolamento... quindi, se dovessi accorgermi di atteggiamenti non proprio corretti nei confronti di gente che non è della tua casa, giuro che l’unico ad andare in punizione sarai tu, intesi?” disse, vedendo girarsi un Malfoy altamente sorpreso e leggermente spaventato “Vattene nella tua cabina o te la faccio pagare” gli disse in modo gelido. “Ma non è contro il...” iniziò a ribattere Malfoy con voce saccente, prima di ritrovarsi la bacchetta puntata al collo “Hai iniziato tu. Quindi, o tu togli subito di torno oppure ti ci faccio ritornare io, ma non ti assicuro che ci ritorni con tutte le ossa a posto” disse lei gelida, vedendo Malfoy andarsene seguito dai suoi due compari Tiger e Goyle. “Sapete... inizio a pensare che essere caposcuola non è poi così male” disse, rivolta ai ragazzi all’interno della cabina “Sì... se sono queste le soddisfazioni nessun lavoro sarebbe male!” disse Ron, mentre Hermione lo guardava accigliata “Quello è il nuovo numero del Cavillo?” chiese Paige a Luna, che sembrava lo stesse leggendo al contrario “Sì esatto... ne sei una lettrice anche tu? Mio padre è il direttore” disse la ragazza “Emh... se stai leggendo le rune” rispose Paige “Ti conviene non metterle al contrario ma in obliquo... così dovresti riuscire a leggerle” disse e subito Luna parve ascoltare il consiglio della ragazza. “Per ora vi lascio qui... male che vada ci vediamo in Sala Grande, d’accordo?” disse salutandoli per poi attraversare tutto il resto del treno, giungendo finalmente nella cabina dove sarebbe dovuta stare. Appena giunta lì, vide che la gente era aumentata, in quanto si era aggiunto anche Lee Jordan, amico dei gemelli Weasley e che sembravano trafficare con qualcosa “Interrompo qualcosa di illegale?” chiese, prima che Lee si voltasse spaventato “Noi veramente...” “Sto scherzando Lee!” disse, sedendosi su uno dei sedili vuoti vicino la porta e rimanendo lì  senza fare nulla per diversi minuti, almeno fino a quando Lee non se ne andò. “E’ davvero un amico!” disse Fred, sistemando la merce “Hai ragione” rispose George “Allora... come è andata, Caposcuola?” chiese George rivolto a Paige “Non male... la solita solfa” rispose lei, iniziando a cambiarsi. Arrivati ad Hogwarts dovette dare una mano a raduna i ragazzi del primo anno, ma dopo poté prendere la carrozza e fu fortunata a trovarsi proprio con Fred, George e Angelina.



“Congratulazioni per la tua promozione a Caposcuola!” disse quest’ultima, probabilmente avendo avuto la notizia dai gemelli “Emh... grazie. E congratulazioni anche a te per essere diventato nuoco capitano della squadra di Quiddich di Grifondoro” rispose, lei mentre si sedeva accanto a George e venendo a sua volta ringraziata dalla ragazza “Ho una fame!” disse George mentre si avviavano “Sì... anche se abbiamo mangiato, l’aria di Hogwarts ci mette sempre fame!” rispose George allegro.
Arrivati a scuola, ebbero la spiacevole notizia che la professoressa di Difesa contro le arti oscure era una sottoposta del ministro, il vicesegretario Dolores Jane Umbridge, che sin da subito fu antipatica a molti, ma non per cattiveria, ma per il semplice fatto che sembrava considerarli come dei bambini.
Dopo l’inizio delle lezioni del giorno dopo, la ragazza notò con piacevole sorpresa che la donna era di poche parole in quanto dava da leggere un capitolo alla volta ai ragazzi e poi non parlava più. Fu una cosa positiva, in quanto almeno non avrebbe dovuto sopportare quella vocina stridula che si ritrovava. Ma, alla fine del primo giorno di scuola, Harry ricevette una punizione dalla donna. Quando tornò alla sala Comune erano rimasti in pochi e, vedendolo rientrare, Paige gli chiesa quale punizione avesse avuto “Mi fa scrivere su un foglio non devo dire bugie... solo che si ripercuote sulla pelle! Guarda!” le disse mostrandolo la mano arrossata “Mh... forse posso fare qualcosa...” rispose la ragazza correndo nel dormitorio femminile e andando a prendere quello che sembrava un normale braccialetto della fortuna babbano e mettendolo al polso del ragazzo, che si sentì subito sollevato e il rossore sparì. “Grazie!” disse lui entusiasta, aprendo e chiudendo il pugno della mano, incredulo “Hai rinchiuso della magia lì dentro?” chiese Hermione vedendo annuire Paige “Dovrebbe durare abbastanza a lungo da non fargli sentire dolore e dare alla Umbridge del filo da torcere.” Rispose lei calma, per ricevere una strana occhiata da Hermione “Senti Hermione, so che ti sembra strano, ma le punizioni corporali sono severamente vietate dal regolamento scolastico, se ne lamenta in continuazione anche Gazza, no? Lui ha detto solo la verità e non è l’unico a pensarla così... quindi quella vecchiaccia imparerà a sue spese che Hogwarts non va toccata”le disse “Ben detto” inculcò Ron “Oh cavolo! Ora che ci penso non ho finito il mio tema di Pozioni per domani!” disse Harry abbattuto, per poi ricevere un’occhiata terribile anche da Ron “E’ vero...nemmeno io!” rispose quest’ultimo; Hermione stava per aprire bocca quando Paige la fermò “Se volete posso provare a darvi una mano... Piton mi ha messo stranamente Eccezionale al GUFO dell’anno scorso... e infatti è da allora che mi guarda male... ma non dovrebbero esserci problemi se vi do una mano! A patto” disse, fermando di nuovo Hermione che stava per riprendere a parlare “Che voi facciate i compiti tutti i giorni... con la scusa degli esami non faranno altro che sommergervi di compiti”  disse, con espressione felice di Hermione che aveva trovato comunque una base d’appoggio in lei. Il braccialetto funzionò, con immenso dispiacere della Umbridge che non capiva perché il messaggio non penetrasse. E tutto proseguì più o meno tranquillo, almeno fino a quando non giunse la prima partita di Quiddich.




Angolo dell'autrice; Salve a tutti :D
Allora, innanzi tutti ringrazio coloro che hanno letto i precedenti capitoli (o l'intera storia, anche se non hanno recensito).
Poi: nel prossimo capitolo ci sarà una piccola scenetta >/-/< diciamo, quindi farò un appunto appena lo inserirò.
Ovviamnete, se qualcuno sarà incuriosito, potete tranquillamente chiedermi di fare un capitolo a parte del quale poi potrei mettere i link (non voglio cambiare l'intero raiting di questa storia per un solo capitolo! >_<).
Ricordo che chiunque abbia voglia di recensire o criticare la storia può farlo senza problemi, mi farà soltano piacere oltre che aiutarmi (probabilmente) a migliorare.
E con questo chiudo! Spero di pubblicare i prossimi capitoli il più in fretta possibile (specialmente data la scuola)
A presto!

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Capitolo 29
*** La partita di Quiddich contro Serpeverde ***


ATTENZIONE: Questo capitolo potrebbe contenere contenuti che disturbano il lettore. C'è un pezzo che è a raiting giallo/ arancione, ma dato che questo sarà l'unico pezzo in tutta la storia (o spero l'unico) è inutile cambiare il raiting a tutta la storia. Chiunque lo legga, quindi, è avvisato



La prima partita fu, come da qualche anno a quella parte, Grifondoro contro Serpeverde ed era particolarmente importante in quanto si presentavano squadre che cambiavano radicalmente sotto molti punti di vista: Grifondoro era rinnovata in quanto aveva come nuovo portiere Ron Weasley che sostituiva Oliver Baston che aveva appena concluso la sua vita a Hogwarts e vedeva Angelina come nuovo capitano, non da meno rispetto al precedente. La partita iniziò, come al solito, fra le scorrettezze dei giocatori di Serpeverde che cercavano di dirottare i Bolidi verso gli avversari che, magari, erano impegnati a procedere verso le porte avversarie. Per Fred e George era dura mantenerli a debita distanza, ma facevano il loro lavoro piuttosto bene. Qualche minuto prima che Harry prendesse il boccino, Paige scese dagli spalti e corse verso il campo, fermandosi in modo tale da riuscire a vederlo ma non essere vista... era una grave infrazione giungere in campo mentre una partita era in corso, tuttavia non si poteva dire lo stesso se la partita era finita. E, infatti, fece appena in tempo a scendere che la partita era appena conclusa e Harry fu catapultato giù dalla scopa da un bolide dirottato di Tiger. Madama Bumb andò immediatamente a rimproverarlo mentre Harry si rialzava dolorante; con la scusa di vedere come stava entrò in campo, e subito dopo scesero dalle loro scope anche gli altri membri della squadra di Quiddich, entusiasti per la vittoria
“Ottimo lavoro!” disse lei felice, mentre Malfoy, acido per aver perso per un pelo, non perse l’occasione per insultare Harry e i Weasley
“Hai salvato il tuo caro amico Weasley e, Potter? Sai, a dire il vero volevamo aggiungere altre due strofe per citare i suoi genitori, ma non abbiamo trovato dei sinonimi per fallito, rivolto a suo padre, e grassa e brutta, rivolto a sua madre” a quelle parole sia Fred che George si irrigidirono e mentre il primo veniva fermato da Angelina che cercava di calmarlo, il secondo veniva fermato da Paige che gli prese la mano e lo tirò leggermente a sé
“Sta calmo” gli sussurrò
“Oh ma guarda! Anche la fidanzatina! Sei venuta a punirmi? Ho sentito dire che hai trascorso l’estate insieme a quei due... come sei riuscita a sopravvivere alla puzza immonda della loro casa?” chiese in tono di scherno, mentre George gli sarebbe saltato addosso pur di strangolarlo e Fred a stento avrebbe retto a lungo
“Sai Malfoy... credo proprio che la loro casa sia molto più pulita della tua... a dire il vero non oso immaginare la puzza della tua casa dato che tuo padre è uno sporco mangiamorte e che, con le voci che circolano... sicuramente se l’è fatta addosso un sacco di volte” disse lei facendo brillare di un sano odio gli occhi di Malfoy
“Taci, lurida mezzosangue! Ti ricordo che è stato mio padre ad uccidere tua madre anni fa.” Rispose lui mentre metteva le mani nella tasca interna della sua giacca
“E ti ricordo che mia madre, in quel momento, stava combattendo contro più di un mangiamorte... e, ti ricordo, anche, che tuo padre è stato sconfitto diverse volte da mia madre, che ha avuto la bontà di lasciarlo vivere...”
“Sei solo una lurida mezzosangue!” disse Malfoy con tanto odio da far quasi venir voglia a George di farlo tacere. Anche Fred era dello stesso parere, anche se sembrava più calmo
“Sarò anche una mezzosangue, ma meglio tale che essere un lurido mangiamorte codardo come tuo padre!”. A quelle parole prese la bacchetta e gridò
“Avada Kedavra!” un fascio di luce verde percorse l’aria, puntando contro la ragazza. Se George non avesse avuto i riflessi pronti, quel giorno la scuola avrebbe avuto due ragazzi in meno: la vittima e l’assassino. Per fortuna la tirò a sé e, con il braccio, la strinse, venendo però colpito, seppur di striscio, dalla maledizione che gli causò un taglio sulla mano sinistra.  Dagli spalti ci fu un silenzio totale e subito dopo Madama Bumb lo fece schiantare poco lontano mentre la Mc.Granit era corsa dalla sua squadra e, preso Malfoy per il colletto della divisa, lo trascinò verso il castello, seguita poco dopo da Piton.
“Stai bene?” chiese George alla ragazza, che era rimasta quasi pietrificata dalla scena. Durante un duello l’avrebbe anche potuto comprendere ma lanciare una delle maledizioni senza perdono solo perché aveva ricevuto insulti, che lui aveva iniziato, non aveva senso.
“George, la tua mano” disse Angelina, facendogli notare il taglio
“Non è nulla, non preoccuparti” disse lui, vedendo Paige terrorizzata che gli disse
“Io posso guarirlo... se vuoi...” e mentre si apprestava a prendere la mano per curarla, George l’abbracciò e le sussurrò
“Non fare pazzie... i tuoi poteri devono rimanere segreti, ricordi? Cosa accadrebbe se proprio ora il ministero scoprisse che non hai la traccia?” le chiese, stringendola forte
“Ma tu...”; Paige, però, non riuscì a finire la frase in quanto George la baciò, infischiandosene se gli altri lo guardavano o se era in mezzo al campo di Quiddich.



Mezz’ora dopo Paige era fuori dagli spogliatoi, aspettando che finissero tutti per andare al castello insieme: i ragazzi sugli spalti erano stati costretti a rientrarci mentre Madama Chips era arrivata e aveva già medicato la ferita di George, facendola rimarginare completamente.
“Non è successo nulla... non preoccuparti” le disse Harry uscendo ed essendo il primo.
“Ha quasi rischiato di essere ucciso per causa mia!” rispose lei. In fondo Harry sapeva cosa voleva dire essere il colpevole della fine della vita di un’altra persona.
“Non mi sorprenderei se la signora Weasley mi impedisse di vedere i suoi figli” sentenziò poi in tono cupo, mentre nella tenda tutti si stavano cambiando chiacchierando e non prestando attenzione a chi vi era fuori
“No... vedrai che non succederà nulla... la signora Weasley è davvero una brava persona e capirà che tu non centri nulla su quello che è accaduto, anzi! Sarebbe potuto accadere peggio se tu non fossi scesa in campo e non lo avessi fermato... sai, non so quando Madama Bumb riesca a sopportare una rissa, ma quel vecchio rospo non avrebbe fatto altro che espellerci, magari a vita!” disse Harry, mentre, finalmente, tutti uscivano dalla tenda e si diressero al castello. Nel tragitto tutti commentavano la partita e nessuno parve ricordarsi di quello che era successo alla fine. O almeno, non fino a quando non arrivarono al ponte sospeso, dato che le altre entrate del castello erano state bloccate in modo tale che gli studenti non sporcassero ulteriormente quella zona. Hermione e Ginny corsero in contro alla squadra e dissero
“Non oserete mai immaginare cosa è successo”. Inizialmente rimasero tutti straniti: cosa poteva essere successo di tanto eclatante e che aveva messo di buon umore le ragazze?
“Serpeverde... la clessidra di Serpeverde è sparita dalla sala Grande!” esclamò Ginny, ancora con l’affanno
“Cosa?!” chiesero gli altri in coro
“Abbiamo sentito la Mc.Granit che rimproverava Malfoy in quanto vice preside e c’era pure Piton... lei ha detto qualcosa del genere “E’ inammissibile che un ragazzo usi una delle tre maledizioni senza perdono, e la più terribile per giunta! Nel mio ruolo non sta a me espellerti, ma converrai che ci vuole una punizione esemplare: da oggi Serpeverde non potrà più accumulare punti e la squadra è squalificata fino al nuovo anno. E’ d’accordo con me, professore Piton?”. Quanto avrei voluto vedere la faccia di Piton mentre riceveva quella notizia, ma lo abbiamo solo sentito dire “Ovviamente” e poi la clessidra è scomparsa. Secondo di Nick Quasi Senza Testa non era mai accaduto un evento del genere, ovvero che una casa non potesse partecipare all’annuale coppa delle case, ma è anche vero che Malfoy si sarebbe meritato la sospensione per aver quasi ucciso una persona!” disse Hermione, quasi tutta d’un fiato. Tutti rimasero a bocca aperta ed esultarono dalla gioia alla notizia di avere l’avversario più temibile sconfitto. La cosa certa era che, almeno, la coppa si sarebbe disputata fra case che si sapeva avrebbero giocato lealmente . Per quanto lieta potesse essere la notizia, Paige non aveva ancora dimenticato che ci era mancato poco che la maledizione colpisse George e non riusciva ancora a sopportare quel pensiero: era stata tutta colpa sua quel rischio, e non lo avrebbe potuto né cambiare né cancellare.  A quanto pareva George capì cosa stava passando per la testa di Paige e le disse
“Stasera, alle nove, vieni al settimo piano.” E poi se ne andò insieme alla squadra.



Dato che era rimasta leggermente indietro con i compiti, Paige scrisse i 50 centimetri di per Pozioni e i 30 per trasfigurazione. E, passato il pranzo e la cena, mentre la sala si stava ripopolando, mise tutto il materiale a posto e andò al settimo piano, vicino alla torre di Grifondoro. Nonostante fosse in anticipo George era già lì e le fece cenno di seguirlo; lei obbedì e si ritrovò in una stanza oramai in disuso, specialmente data la porta tutta sgangherata: ma quando vi entrò, scoprì di starsi sbagliando totalmente: l’aula era talmente pulita e in ordine che sembrava essere appena stata pulita. George chiuse a chiave la porta, per essere sicuro di non essere disturbato, poi si sedette su un banco e guardò Paige
“Allora... di cosa vogliamo parlare?” disse calmo, poggiando il volto sulla mano. La ragazza si trovò leggermente spiazzata, e, anche se cercava di aprire bocca, non riusciva a far uscire un suono
“Quello che ho fatto, è stata una mia volontà” disse lui, subito
“Ma...”
“Avrei picchiato Malfoy immediatamente, ma tu me lo hai impedito! Se sono qui è per il Quiddich e se posso giocare ancora a Quiddich è grazie a te” rispose lui, sorridendo.
"Però...”
“Però c’è una cosa che puoi fare per me” disse lui.
“Cosa?” chiese lei con una voce appena udibile. Poi George iniziò a baciarla, ma non solo; le tolse il maglioncino sopra la camicia e iniziò a toccare sotto la gonna. Solo quando Paige sobbalzò si fermò per qualche istante “Vuoi che continui?” chiese delicato alla ragazza, che annuì semplicemente e sorrise ai suoi tentativi di togliergli la cravatta, cosa che non le riuscì se non con l’aiuto del ragazzo.
“Credo che questo ti farà male... sicura di esserne pronta?” quando si apprestava oramai a fare quel passo dal quale sarebbe stato impossibile tornare indietro. La ragazza annuì semplicemente, anche se il suo volto era rosso. George continuò a baciarla e lei si strinse forte a lui, soprattutto quando un dolore la pervase, un dolore che ben presto si trasformò in piacere.
Per via dell’agitazione seppe solo che, la mattina seguente, si ritrovava in camera sua. Si preparò e scese nella sala Grande pronta a fare colazione, ma appena vide George fu più forte di lei e ritornò nella sala Comune, con il cuore che batteva all’impazzata e non ne riusciva a capire il motivo. Decise di non fare colazione e prese i libri per le lezioni successive e si diresse alla prima che aveva, pozioni, a suo malincuore, e scese fino a giungere nel sotterraneo. Trascorse le due ore previste dall’orario e poi, data l’ora di buca prima di pranzo, risalì nella sala comune, come era solita fare ogni mercoledì. Purtroppo si dimenticò che, di solito, anche Fred e George si trovavano lì a quell’ora. E, infatti, appena la videro la salutarono e la costrinsero a darle una mano con le merendine marinare; non valse nessuna scusa, nemmeno quella che aveva una marea di compiti da finire.
“Ci stiamo provando da un po’, ma non riusciamo, probabilmente, ad usare la giusta quantità di ingredienti” disse Fred, amareggiato
“Sei l’unica che ci può aiutare. Magari usando quella materia che hai detto di aver studiato...  si chiama... chimoca, forse?” chiese George, continuando
“Intendi la chimica?” chiese lei, cercando di non mostrarsi troppo imbarazzata
“Sì, quella!” disse lui allegro.
“E va bene... datemi la lista degli ingredienti e le quantità” disse, prendendo poi il foglietto che gli porgeva George e arrossendo improvvisamente appena gli sfiorò la mano, cosa che cercò di nascondere mettendosi subito al lavoro, china su una pergamena. Qualche minuto dopo, alzò lo sguardo con fare soddisfatto
“Finito!” esclamò contenta
“Già?” chiesero in coro, vedendo quello che per loro sembrava arabo: calcoli, diagrammi, proporzioni e cose che non avrebbero mi studiato in tutta la loro vita.
“Usavate troppo estratto di pus... questa dovrebbe essere la giusta quantità, anche se non posso garantirlo... sai com’è, qui gli ingredienti hanno una chimica molto più complessa dei normali elementi della tavola periodica o cose del genere” disse, scrivendo accanto all’ingrediente indicato da Fred la quantità che pensava fosse giusta. “Grazie, ti adoro!” le disse George, abbracciandola per poi portare il biglietto nel dormitorio maschile e lasciandola con il volto quasi letteralmente in fiamme
“Che ti succede?” chiese Fred notandola
“N-niente” balbettò lei confusa. Fred, ovviamente colse la palla al balzo e le sussurrò
“So cosa avete fatto ieri sera tu e lui... al settimo piano...” bastarono quelle parole che il viso della ragazza divenne ancor più rosso, se possibile, di quello che già non fosse. Ma Fred scoppiò in una risata, che cercò di trattenere notando che i pochi presenti nella stanza, principalmente ragazzi del sesto e del settimo anno, lo guardavano male.  “Mi ha raccontato tutto...” disse asciugandosi le lacrime “Io e Angelina non siamo ancora arrivati a quel punto” bisbigliò, vedendola sempre più rossa “E dai! Non sarà mica andata così male... George mi sembrava davvero soddisfatto... o sarà stato lui a fare cilecca?” chiese malizioso, vedendo la testa della ragazza scuotersi energicamente, con un rossore che aveva ormai raggiunto quello dei capelli della famiglia Weasley “O avresti voluto farlo con me?” chiese Fred, vedendo di nuovo scuotere la testa della ragazza “Oh... ma così mi offendi!” disse in tono melodrammatico, mentre George arrivava a salvare la situazione. Contemporaneamente a lui, entrò nella sala anche Hermione che si avvicinò al tavolo in cui erano seduti i tre
“Alla Testa del Porco, dopodomani alle undici. Capito?” chiese ai tre, che dapprima non capirono, ma annuirono per buona educazione.
In effetti, nessuno sapeva cosa Hermione aveva intenzione di comunicare il giorno dopo.



Angolo dell'autrice: Buon pomeriggio e buona domenica a tutti!
Dopo ben sei mesi sono tornata a pubblicare la continua di questa mia ff, che ho assolutamente intenzione di portare a termine. Per informazione (cosa che non so a chi potrebbe interessare) sono a un ottimo punto: ho scritto i successivi 5 capitoli e il sesto è in ultimazione. Per quel che mi riguarda, non prevedo poco più di una decina di capitoli per la conclusione. E come, al solito, ringrazio chiunque voglia leggere questa fan fiction!
Allora, questo capitolo è una cosa che nel film non viene trattata e parla dell'espulsione di Fred, Harry e George dal campo di Quiddich. Io ho preferito trattarla in questo modo, dato che solo nelle fan fiction si può cambiare il corso originale delle storie! XD
Non penso ci siano punti oscuri, o almeno credo. In emergenza, potrete sempre chiedere!
Che altro dire... spero che questo capitolo vi piaccia!
Buona domenica (ancora), a tutti!

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Capitolo 30
*** La nascita dell’Esercito di Silente , Natale ***


In effetti, il giorno dopo arrivò subito. I ragazzi uscirono e si diressero ad Hogsmade, controllati da Gazza affinché nessuno sfuggisse, specialmente in quel periodo in cui si diceva che l’intero mondo magico fosse in pericolo. Fred e George furono talmente gentili da invitarla ad uscire con loro, ma lei rifiutò. Sapeva che andavano spesso da Zonko con Lee e non voleva disturbarli... in fondo sarebbe stato il loro ultimo anno!
Era diretta ai tre manici di scopa quando quel pensiero la bloccò: non aveva mai immaginato un anno senza Fred e George: loro erano stati con lei dall’inizio, sin dal primo viaggio verso Hogwarts e immaginarsi senza di loro non era delle aspettative più rosee.
A sollevarla da quegli angusti pensieri fu Hermione che, vedendola, la trascinò letteralmente con sé alla locanda che era stata scelta come luogo dell’incontro.
Lì, un Harry alquanto agitato, era seduto su una lurida poltrona nell’angolo della stanza e agitava la gamba silenziosamente “Hermione! Ah... ciao Paige” disse sottovoce, temendo che qualcuno dei tipi che erano nella locanda potesse smascherarli
“Quanti verranno?” chiese irritato, evidentemente temendo di essere preso per pazzo. Non era l’unico: tutti quelli che affermavano qualcosa del tipo che Voldemort era tornato venivano considerati pazzi.
“Solo un paio, tranquillo” disse lei in tono incoraggiante, anche se non parevano esserci troppe speranze. Arrivò l’orario stabilito e passò anche quello ed Harry, evidentemente, non era calmo. Dopo un paio di minuti una trentina di persone entrarono nel lurido bar, alcuni schifati dall’ambiente, altri elettrizzati, come Colin Canon e suo fratello. Fu quando tutti si furono accomodati che Hermione iniziò il suo discorso; un certo Zacharias Smith sembrava alquanto incredulo mentre ascoltava la notizia, ma sia Fred che George lo fece tacere in un istante, in fondo lui non doveva nemmeno starci lì!
Dopo quella prima e breve riunione fu stabilito che il gruppo di ragazzi che vi avevano partecipato si sarebbero chiamati Esercito di Silente e che, appena trovato un luogo, sarebbero tutti stati informati della prima riunione.


Poi si diressero al castello.
“A me sembra interessante!” commentò George mentre camminavano su per una ripida salita
“Di sicuro impareremo qualcosa in più di quello che il ministero vuole rifilarci” aggiunse Fred.
“Già, ci sarà da imparare qualcosa” rispose Paige che ascoltava appena la chiacchierata, troppo concentrata sui suoi compiti. Ben presto la stanza fu trovata e le lezioni di Harry iniziarono: in effetti erano molti coloro che non sapevano fare il ben che minimo incantesimo di disarmo ma, prima di Natale, tutti furono abbastanza istruiti,almeno sulle cose base.
Erano alla vigilia della fine delle lezioni e la serata sembrava tranquilla. Dopo una settimana abbondante Paige aveva smesso di arrossire appena vedeva George, anche se non riusciva a contenersi se l’abbracciava o la baciava. Quella sera la ragazza stava cercando di sconfiggere Fred in una battaglia a scacchi magici; lui aveva già sconfitto il fratello, quindi, in base a quella sfida, sarebbe potuto uscire vincitore del minitorneo che aveva organizzato oppure attendere un ulteriore partita fra la sua avversaria e il suo gemello.
“Il mio cavallo ha appena mangiato il tuo pedone! Ora come ribatti?” chiese Fred, nell’euforia della partita
“Scacco matto” disse la ragazza e la regina nera cacciò il re bianco dalla scacchiera
“Per stasera basta... io vado a dormire! E anche voi cercate di andare presto a dormire che domani dobbiamo prendere il treno!” disse lei allegra, baciando George che era seduto sul divanetto e salendo nel suo dormitorio. Spesso vedeva il letto vuoto di Evelyn e, in effetti, le mancava un sacco non essere riuscita a legare con nessun’altra come con lei. Hermione era certamente una bravissima ragazza, ma non propriamente il suo tipo di amica. Dopo essersi cambiata e, com’era solita fare andò a letto.


Tuttavia, una strana sensazione, uno strano nodo allo stomaco non le faceva godere quel tanto agognato riposo. La sua intuizione, purtroppo, si rivelò ben presto vera. Non era passata nemmeno un’oretta che la professoressa Mc.Granit salì nel suo dormitorio, chiamandola e dicendo di alzarsi in quanto era successo qualcosa di grave al signor Weasley. Quando scese giù vide Ginny, avvolta in una vestaglia come la sua che copriva parte del pigiama e che si intonava perfettamente ai suoi capelli.
“La professoressa è andata a chiamare Fred e George... non so cosa sia successo!” disse agitata mentre Paige cercava di tranquillizzarla. Quando, un paio di minuti dopo, anche i gemelli furono scesi, i quattro andarono nell’ufficio di Silente, il quale gli spiegò brevemente che il signor Weasley era stato aggredito.
“Professore... io potrei...” iniziò Paige prima di essere interrotta
“Signorina Worren, mi dispiace ma lei non può. La prego, in questo momento, di evitare di usare i suoi poteri, se non strettamente necessario o in un luogo ben protetto” disse, per poi vederlo scomparire dietro l’apertura della passaporta e ritrovandosi a Grimmauld Place. Sirius parve subito felice di rivederli e cercò di tranquillizzarli offrendo loro una burro birra. Ovviamente, la calma non sarebbe mai potuta esserci in quanto non si avevano notizie, se non un bigliettino della signora Weasley che diceva che avrebbe fatto sapere qualcosa appena i medici avrebbero finito il loro intervanto, ma che, tuttavia, il marito era vivo e non molto grave. Ginny si sedette sul divano della cucina e Paige le rimase accanto, mettendole un braccio dietro la schiena; in fondo era stata felice che Silente l’avesse considerata parte di quella famiglia.
“Non preoccuparti... andrà tutto bene. Altrimenti mi precipito io al San Mungo e gli guarisco le ferite in un batter d’occhio e poi, quel che vuole fare il ministero facesse!” le diceva di tanto in tanto, vedendole comparire un flebile sorriso che si spegneva ben presto. Poi, dopo un paio d’ore, la signora Weasley arrivò nel palazzo, dicendo che suo marito era totalmente fuori pericolo e che, appena arrivati i vestiti, sarebbero andati a trovarlo. Così facendo mandò tutti nelle stanze che avevano occupato l’estate precedente, anche se Paige andò nella stanza occupata da Ginny, che era quasi vuota.
“Se riusciamo ad addormentarci il tempo dovrebbe passare più in fretta” disse Paige poco dopo essersi messa a letto, sicura che Ginny non stesse dormendo
“Mi è un po’ difficile” rispose la ragazza dalla testa rossa
“Allora parliamo un po’?” chiese Paige ricevendo un
“Mh” di risposta
“Come va con il tuo fidanzato?” chiese Paige, non essendoci altro argomento che potesse essere utile: insomma chiedere delle lezioni le sembrava inutile dato che si incontravano ogni giorni nella sala comune
“Bene... normale direi. Anche se a volte ci troviamo in disaccordo. Fra te e George invece? Ho sentito che avete già fatto una tappa importante...”
“Davvero? E quale?” chiese Paige cercando di rimanere indifferente
“Bhe, lo sai... quello...” disse Ginny, senza ricevere risposta, per poi scattare come una molla e dire, con una certa euforia
“Ma allora è vero?”.
“Emh... come l’hai saputo?” chiese lei, con il volto rosso, fortunatamente nascosto nell’ombra della stanza
“Stavo per lanciare una fattura orco volante a George perché gli chiedevo il motivo della sua felicità e lui mi diceva che ero troppo piccola per capire e alla fine me l’ha detto. Tranquilla, non l’ho detto a nessuno” aggiunse poi, sicura che la ragazza stesse avvampando
“Sai... mi domando se sia giusto che rimanga qui, con voi intendi...” disse Paige, ad un certo punto
“Perché?” chiese Ginny
“Bhe... George ha rischiato di essere colpito dalla maledizione senza perdono e io non potevo fare nulla”
“Anche io ho rischiato di essere colpita, ma sei stata tu a salvarmi e non hai voluto nulla in cambio, no? E poi, da quel che mi ha raccontato mia madre, fu tuo padre a salvare il mio e non ha pensato due volte a dare la sua vita... la prossima volta ti rifarai, vedrai!” disse Ginny allegra. Poi sentirono un grosso boato e, alzandosi tutte e due, notarono che i loro bauli erano appena arrivati. Immediatamente, Ginny scese chiedendo alla madre se ora potevano avviarsi, ma lei rispose che per Harry era necessario aspettare la scorta. E così risalirono in camera.
La mattinata seguente, qualche ora dopo, a dire il vero, fecero un’abbondante colazione che la signora Weasley aveva gentilmente preparato e andarono all’ospedale di San Mungo, insieme a Lupin, Moody e Tonks. Il signor Weasley parve subito felice di vederli e, ovviamente, ringraziò Harry, dato che era stato lui a farlo ritrovare. Dato che alcuni membri dell’Ordine dovevano parlare di cose private, mandarono i ragazzi a prendere un the nell’apposita sala allestita al 5° piano. George e Fred dissero che gli avrebbero raggiunti e rimasero a confabulare dietro la porta chiusa mentre gli altri salirono. Strada facendo furono fermati da un sorridente Allock, che gli invitò nella sua stanza e fece loro degli autografi.
Ben presto un altro ragazzo si presentò, accompagnato da un’anziana signora vestita in un modo alquanto bislacco. Quando tutti si voltarono, rimasero a bocca aperta
“Neville! Che cosa ci fai qui?” chiese Hermione sorpresa
“Ma quelli sono dei tuoi amici?” disse presentandosi ad uno ad uno e riconoscendoli nonostante non li avesse mai visti
“O... tu devi essere Ron! Neville mi dice sempre che sei un gran ragazzo, e tu Ginny, la ragazzina che ha invitato al ballo del ceppo e tu Harry, ovvio, sei inconfondibile con quella cicatrice e i giornali che  hanno spesso parlato male di te, ma io penso che tu dica la verità. E tu sei Paige! Sei infondibile anche tu! Mi sembra di vedere la ragazza che andava in classe con il mio caro Frank! Ma come... non glielo hai detto, Neville?” chiese, vedendo le facce stupite di quasi tutti i ragazzi “Non c’è nulla di male ad avere i genitori al San Mungo, specialmente dato che hanno sacrificato la loro salute mentale per te!” disse la nonna di Neville, lasciando gli inconsapevoli di stucco. Poi una donna molto magra si alzò e portò a Neville una carta di caramelle vuota
“Grazie Alice... sei davvero gentile!” disse l’anziana vedendo la nuora andare al suo letto “Neville, puoi anche buttarla, con tutte quelle che ti ha dato potresti tappezzare la stanza” disse la nonna. Paige rimase lì a guardare i genitori di Neville. Li aveva visti in un sogno, ma non immaginava fossero i suoi genitori!
“Bene, noi andiamo” disse la nonna di Neville
“Emh... mi scusi! Potrebbe prestarmi Neville per qualche secondo? So di essere scortese, ma dovrei dargli una cosa prima di Natale e...”
“Ma certo, fai pure cara! Neville, ti aspetto a piano terra. Raggiungimi appena hai finito” disse la donna tranquilla e uscì dalla stanza. Tutti guardarono Paige basita, non capendone cosa fosse accaduto: insomma, non è che con Neville avesse mai avuto un rapporto stretto o ci avesse rivolto più di una decina di parole in tutti gli anni che aveva passato ad Hogwarts. “Ho finito!” disse Allock contento
“Io vi raggiungo dopo, non preoccupatevi!” disse Paige con un sorriso che sembrò convincerli ad andarsene e così fecero. Quando nella sala, di visitatori, rimasero solo Neville e Paige, lui disse
“Ma che cosa...?” non fece nemmeno in tempo a finire la frase che si ritrovò, trascinato dalla ragazza, davanti al letto di Alice.
“Ti ricordi quando ho rifiutato il tuo invito per il ballo del Ceppo?” “E allora?” chiese Neville. Le cui orecchie divennero rosse
“E ora di farmi perdonare... e, perché no, darti il mio regalo di Natale, anche se in anticipo”. Poi, si rivolse ad Alice
“Piacere, mi chiamo Paige e sono un’amica di Neville... potresti chiudere gli occhi per qualche istante? C’è una sorpresa che voglio darti!” disse lei allegra, come se stesse parlando con una bambina, la quale sembrò contenta e chiuse gli occhi. Paige gli mise la mano sulla fronte come per controllarle la febbre, poi una forte luce si propagò da una mano e, come se fosse stata colpita da una pistola babbana, Alice cadde sul letto, priva di sensi.
“Ma che cosa hai fatto?” chiese Neville terrorizzato dal fatto che potesse essere accaduto il peggio, ma la ragazza fece finta di non ascoltarlo e fece lo stesso per Frank, anche se lui era già sdraiato e non ebbe lo stesso effetto che sembrò avere su Alice. Alla fine disse “Buon Natale” e uscì dalla stanza, salendo su per le scale.
La paura di Neville scomparve quando vide Alice aprire gli occhi
“Meno male, mamma sta bene” disse, sorridendo.
“Neville!” disse Alice saltando addosso al figlio, che quasi non cadde all’indietro per lo spavento
“Ma- Mamma?!” chiese lui stupito mentre la donna lo stringeva
“Scusami per quello che ti ho fatto passare! Ma aspetta... e tua nonna?” chiese mentre anche Frank si svegliava
“Buon giorno, Neville!” disse radioso, alzandosi e andando ad abbracciarlo. Il ragazzo quasi non riuscì a trattenere tutte le emozioni che stava provando in quel momento. Quello che seppe è che, dopo essersi assicurato che non fosse tutta un’illusione, si fece quattro piani a piedi, andò a chiamare la nonna che risalì a fatica, non immaginandosi un tale entusiasmo dal nipote, e quando vide il figlio e la nuora in piedi, sembrò anche lei tornata una bambina, con gli occhi che le rigarono le lacrime per la felicità. Quando i medici e le infermiere accorsero, non capirono il motivo di quello che potevano definire miracolo. E Neville non disse nulla. Voleva tornare a casa con i suoi genitori, ma gli fu impossibile dato che i medici volevano fare tutti gli accertamenti, cercando di scoprire il motivo della loro guarigione improvvisa e volendo essere certi che non vi ricadessero. Solo quando furono fuori dall’ospedale Neville raccontò alla nonna che cosa era realmente successo.
“Quella ragazza... che ne dici se andiamo a trovarla appena Frank e Alice escono dall’ospedale?” disse la nonna giuliva
“Sì, ma non so dove sta. So che è con i Weasley, tuttavia credo che loro non siano nella solita casa... o almeno così mi è sembrato di sentire da Fred e George”. “Lascia fare a me!” disse l’anziana, che, appena tornata a casa, si mise a scrivere una lettera indirizzata a Silente con la quale chiedeva dove potesse trovare Paige e il motivo di tale informazione, ovviamente ben codificato e che inviò con una passaporta al preside.
Il giorno di Natale la ragazza avrebbe fatto carte false pur di aiutare il signor Weasley, che sarebbe dovuto rimanere fino al giorno successivo in ospedale, tentando più volte di convincere la signora Weasley a consentirle di usare i suoi poteri, cosa che lei rifiutava categoricamente in quanto Silente le aveva inviato una lettera, molto probabilmente pensando che la sua tentazione fosse maggiore dell’ascoltare parole di un vecchio strambo quale si definiva. Quella mattina, ai piedi del suo letto, trovò il classico maglione della signora Weasley che, insieme agli altri, fu costretta a indossare per pranzo (cosa che non le dispiacque) insieme ad altri regali di Hermione, che le regalò uno splendido libro sulle rune antiche, Fred e George delle loro invenzioni già sperimentate, da Ginny ebbe una scatola di zuccotti di zucca e da Ron una di Ciocorane, infine Harry un manuale sul Quiddich, che le piacque parecchio. Anche lei aveva fatto dei regali: a Hermione comprò il libro che desiderava da secoli, a Ron delle nuove ginocchiere dato che le sue erano abbastanza logore, a Ginny regalò un bellissimo vestito che aveva visto a Hogsmade e che adorava (infatti le saltò addosso per la felicità appena lo vide), poi alcuni scherzi di Zonko per Fred e George (che parvero gradire dato che, nella loro stanza, iniziarono a sentirsi strani rumori) e da Harry ebbe una foto dei suoi genitori che Paige si era ritrovata nel diario; era di sua madre, quindi era un ricordo, tuttavia per Harry avrebbe avuto tutt’altro significato. Sirius, invece, le fece il regalo più bello che avrebbe potuto mai ricevere (oltre che un abbraccio della signora Weasley): il bracciale con incise sopra le lettere P e V, con una grafia molto elegante. Allegato vi era il biglietto di Sirius, che diceva che era il regalo di fidanzamento e che entrambi ne avevano uno; purtroppo, però, l’altro era andato perso, ma che i genitori gli avevano detto che la loro figlia avrebbe saputo certamente un modo migliore per usarlo. Quando scese nel salone la prima cosa che fece fu ringraziare Sirius dandogli un bacio sulla guancia; per fortuna non c’era George, che probabilmente si sarebbe ingelosito “Sono felice che ti sia piaciuto” disse Sirius sorridendo; era molto più solare in quel periodo. Dopo aver fatto colazione, andarono dal signor Weasley e, per pranzo, ospitarono Bill; con loro immensa sorpresa arrivò anche qualcun altro: all’ora di pranzo varcarono la soglia i Paciok, madre, padre, figlio e nonna. Quest’ultima, particolarmente entusiasta, strinse così forte la povera Paige da soffocarla, quasi. Per ringraziarla e, prendendo spunto da Alice, le diede talmente tanti dolci di Mielandia che, quando se ne fu andata, nonostante li avesse divisi equamente fra tutte le persone che erano presenti (contando anche Mundungus che aveva l’acquolina appena li vide) ne avrebbe potuto avere una scorta per mesi! Durante la breve visita dei Paciok, si scoprì che i genitori di Neville erano molto più simpatici di chiunque avesse mai potuto immaginare, specialmente dopo quello che avevano passato.
“Oh ma guarda! Prudence, certo che sembri rimpicciolita!” disse Alice avvicinandosi a Paige e iniziando a darle pacche sulla testa e tirarle le guancie
“Non fono Prudence! Fono Paige!” disse la ragazza quando la sua sopportazione fu arrivata quasi al limite
“Cavoli... sembri lei!” disse Alice finalmente lasciandola in pace
“Ti consiglio di stare attenta! Ha lo stesso caratteraccio del padre” disse Sirius prima di ritrovarsi ad afferrare un piatto che volò improvvisamente dalla credenza
“Visto?” disse per conferma e mantenendo l’oggetto tondo nella sua mano. Il giorno successivo il signor Weasley tornò a casa e le vacanze passarono tranquille. Tuttavia, il loro rientro a scuola, sarebbe stato l’esatto opposto.




Angolo dell'autrice: Salve a tutti! Allora vi annuncio che ho finalmente finito la stesura di questa storia! Allora vi avviso che i capitoli sono in totale 39, più un capitolo extra.
Per ora, spero che la storia vi piaccia!
Ho trattato un capitolo che nel libro mi ha molto colpita ma che, purtroppo, nel film non è stato trattato: l'incontro tra Harry e la nonna e i genitori di Neville. Era giusto che quel poveretto di Neville avesse un po' di fortuna anche lui!
Mi piace molto la parte in cui Alice pensa che Paige sia in realtà Proudence. Non conosco questo personaggio (per ovvi motivi) ma mi piace caratterizzarla così! Spero che continuiate a seguire questa storia e sero, soprattutto, che vi piaccia!
A presto!

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Capitolo 31
*** Rottura ***


I ragazzi presero il treno per tornare ad Hogwarts, il che era molto più lento, ma anche molto più divertente: nei vagoni non c’era nessuno che osasse disturbarli e il treno era mezzo vuoto, quindi fu facile trovare spazio. Data la comodità i sei si divisero in due carrozze: come sempre, Paige e i gemelli andarono in una carrozza, Ginny, Ron e Harry nell’altra.
“Che tristezza... questo è il nostro penultimo viaggio insieme!” disse Paige guardando fuori dalla finestra la neve cadere
“Già... in effetti mi sembra quasi impossibile che sono passati sei anni da quando ti abbiamo rivista sul treno che portava ad Hogwarts” disse Fred, riflettendo (ecco perché nevicava). George, invece, sembrava molto più calmo
“Se vuoi mi faccio bocciare per te” disse prima di ricevere una borsata in testa dalla ragazza “Ahi... e io che volevo essere gentile!” si lamentò lui
“Prova a farlo e voglio vedere quanto tua madre sarà gentile con me! E poi, pensate studiare che agli altri!” disse, ricordando che avevano i MAGO.
“Non farci la predica anche tu!” disse Fred, abbattuto.



Al loro rientro videro molti studenti guardare la bacheca e agitarsi
“Ma che cosa?” chiese Paige, curiosa
“Esami di materializzazione...se fai diciassette anni prima del trentun Luglio iscriviti e potrai avere lezioni per materializzarti” lesse George
“Noi lo abbiamo passato con il massimo dei voti quell’esame, l’anno scorso”spiegò Fred. Ma la ragazza non ebbe il tempo di rispondere che una bambina del primo anno le si avvicinò e le diede un messaggio di Silente.
“Signorina Worren, spero che lei possa giungere al più presto nel mio ufficio. Professor Silente. PS. Pigna, pizzicotto, manicotto, tigre!”; queste erano le parole del biglietto
“Ma che cosa vorrà?” chiese George incuriosito
“Ho idea di cosa vuole...e non penso sarà bella... vi racconto tutto al ritorno!” disse scendendo le scale di corsa. Sul terzo piano incontrò Pix che disse
“Non ti faccio passare, perché una cosa devi fare!”
“Pix... facciamo così... io ti do un bello scherzetto e tu mi fai passare, sia all’andata che al ritorno!” disse Paige e la cosa parve interessarlo. Diede lui una scatoletta con i fuochi modificati da Fred e George, che punzecchiavano il sedere di chiunque fosse preso di mira per oltre quindici minuti, e gli disse anche dove mettersi per trovare la Umbridge e provarli
“Ma ricorda, deve rimanere un segreto” gli disse mentre lui, con ghigno beffardo, li andò a provare. Così poté continuare la sua discesa e, giunta davanti al Gargoile che portava da Silente, e disse
“Pigna, pizzicotto, manicotto, tigre!”. Questo si mosse e la ragazza, dopo aver bussato entrò; Silente si trovava dietro la sua scrivania, e scrutava la nuova arrivata in modo neutro.
“Buonasera, signorina Worren. Si sieda” disse facendola accomodare per poi continuare “Credo che lei sappia per quale motivo l’ho richiamata questa sera, non è vero?” chiese lui calmo. La ragazza, dal canto proprio, sapeva che quello che era fatto era fatto
“Sì signore. So perfettamente il motivo: ho disubbidito ai suoi ordini usando la mia magia in un luogo non protetto e in un caso che potrebbe non essere propriamente necessario” disse la ragazza con tono calmo
“Molto bene, molto bene. Allora, cosa ha da dire in sua discolpa?” chiese lui calmo
“Non potevo sopportare di vedere un ragazzo che, a differenza mia, avesse i genitori ma che non poteva viverli come una persona normale” rispose
“Tuttavia, questa cosa non mi convince del tutto... non è che ha qualcos’altro da dire?” chiese Silente
“Sì signore! Innanzi tutto volevo chiedere scusa per averlo... emh... bidonato al ballo del ceppo”
“Ciò spiega molte cose” disse l’anziano preside, massaggiandosi la barba
“Ma, soprattutto “ e qui persino Silente rimase stupito” avevo dimenticato il suo regalo di Natale” disse lei, continuando a fissare l’alta figura del preside.
“Capisco quindi la sua scelta, signorina. Penso che questa volta possiamo chiudere un occhio” rispose lui, sorridendo e alzandosi dalla sua poltrona.
“Emh...professore, io avrei una domanda da farle” disse la ragazza e subito lui si voltò per guardarla
“Mi dica...”
“Saprebbe, per caso il giorno della mia nascita? In bacheca c’è l’esame di materializzazione e...”
“Bene, bene! Siamo giunti ad un bel punto... Mi dispiace informarla, signorina, che lei non potrà sostenere l’esame” a quelle parole Paige rimase basita, ma lo fu ancora più nell’ascoltare il seguito “Perché lei ha ereditato gli stessi poteri di sua madre, quindi lei non può materializzarsi, ma può orbitare. Deve sapere che sono molto simili, tuttavia non sentirà quello strappo allo stomaco che è solito nel materializzarsi, né dovrà concentrarsi per spostarsi... basterà solo desiderarlo; le insegnerò io qualcosa... mercoledì prossimo, va bene? Comunque... il giorno del suo compleanno è lo stesso del fidanzamento dei suoi genitori e dell’inizio di una nuova stagione... la primavera. Quindi lei è nata il 21 Marzo” disse, per poi lasciarsi salutare e vedere la ragazza scattare come un fulmine fuori dal suo ufficio.


Lei risalì i piani e, al terzo, rivide Pix con un’espressione soddisfatta e che la fece passare, ciò voleva dire (per sua immensa gioia) che aveva tormentato la Umbridge in modo eccellente. Quando salì  nella sala comune, la trovò deserta per via dell’orario della cena, a parte Fred e George
“Allora?” chiesero in coro, speranzosi di avere delle notizie; lei spiegò quello che le aveva detto Silente
“Peccato... ci saresti rientrata dato che sei nata il 21 Marzo” disse Fred.
“Cosa? Sapevi il giorno del mio compleanno?” chiese lei, stupita
“Sì, perché, tu no?” chiese George, rimanendo basito dalla risposta della ragazza, che si giustificò con “Me l’ero dimenticato!”. La sera passò tranquilla, così come Gennaio. La prima settimana di Febbraio, però, ci fu qualcosa che turbò, in modo negativo, la tranquillità di Paige.
Lei e Fred erano in sala comune a giocare a scacchi magici quando lui, di punto in bianco, le chiese
“Io ti piaccio?”; ovviamente la ragazza rimase stranita, ma lui le disse
“Nel senso di persona, sì insomma...” iniziò a dire “Sì, mi piaci” gli rispose lei sorridendo, mentre faceva scacco matto. Era leggermente difficile odiare o non farsi piacere un singolo membro della famiglia Weasley. Ma, proprio in quel momento, nella sala entrò George che, sentendo la frase, prese la ragazza  per un braccio e, molto rudemente, la portò nel suo dormitorio
“Allora mi molleresti per lui?!” disse con rabbia spingendola sul letto talmente forte che la fece quasi cadere
“EH? Ma cosa...? Io non ho mai detto...”
“Non mentire! Quindi non ti importa se stiamo insieme da più di un anno e tutto quello che abbiamo fatto... mi lasceresti per lui?!” chiese con rabbia, per poi cacciarla. Paige rimase impietrita a quell’atteggiamento e non ne capì il motivo; forse George aveva visto qualcosa che lei non era riuscita a vedere. Fatto sta che Fred e George non si parlarono per una settimana, nella quale Paige imparò ad orbitare. Il giorno di San Valentino Fred e George si riconciliarono, ma nessuno dei due, da quel momento, rivolse più una sola parola alla ragazza, la quale non pareva soffrirne. Tuttavia, quel che si mostra fuori non è sempre quello che c’è all’interno, e, anche se non sembrava, dieci maledizioni Crucio in contemporanea avrebbero fatto meno male. Poi, il mese successivo, qualcosa fu interrotto bruscamente.



I trenta membri dell’Esercito di Silente furono catturati nella stanza delle necessità.

La colpevole di ciò fu Cho che, tradendo l’Esercito, si ritrovò con la scritta Spia in faccia. I membri furono portati al cospetto di Silente, la carta con le loro firme in mano alla Umbridge e il ministro che era già arrivato.
“Allora, questa, signor Cornelius, è la prova che stanno organizzando una attacco contro il Ministero della magia!” disse la Umbridge sventolando il foglio con su scritto “Esercito di Silente”. “Voglio sapere, chi ha organizzato tutto questo!” disse la Umbridge e, prima che Harry o che persino Silente potessero dire qualcosa, una persona parlò.
“Sono stata io” disse, facendo un passo avanti; Paige sembrava calma mentre parlava, sapendo che le sarebbe potuto accadere di tutto. Agli altri membri sembrava essersi asciutta la bocca, perché non riuscirono a fiatare
“L- lei, signorina Worren?” chiese con un sorrisetto compiaciuto la Umbridge
“Sì signora”.
“E mi dica, quali erano i piani? Quali erano le sue intenzioni?” chiese lei calma
“Volevo infrangere un po’ di regole... sa, dopo quello che è successo al campo di Quiddich, mi sono resa conto di quello che non avrei potuto fare se fosse accaduto il peggio, così ho deciso di fondare una combriccola. Minacciavo loro che, se non si fossero uniti a me, avrei mandato Voldemort -e qui, come al solito, ignorò i sussurri- a casa loro, o che sarei riuscita a far perdere il lavoro ai loro genitori. Non tutti hanno accettato, così a quelli che hanno rifiutato ho cancellato la memoria... un incantesimo semplice ma utile. Poi ho messo il nome di quel vecchio rimbambito del preside chiamandolo Esercito di Silente, in modo tale che nessuno potesse capire cosa raccontavo realmente, e poi... bè il gioco era semplice! Facevo in modo che succedessero fatti strani e che a quelli di Serpeverde fosse attribuita la colpa, anche se mi sorprende che non sia mai accaduto nulla, e se fosse successo qualcosa avrei sacrificato uno di questi sempliciotti qui e ne sarei uscita con le mani pulite. Non immaginavo che sarei stata presa con loro e, dato che vorrei diventare Auror, so quando è il momento di lasciare cadere la bacchetta e arrendersi al proprio avversario. E questo è il momento” disse calma, mentre si torturava le mani pur di farsela pagare per tutti gli insulti che aveva dato a persone innocue, eppure nessuno sembrava averle ascoltate; tutti erano sconcertati per quello che stava facendo
“Cornelius, io ritengo che il preside debba abbandonare Hogwarts dato che non può più gestire la situazione!”. Nei dieci minuti che seguirono, Silente scomparve con Fanny la fenice e la Umbridge divenne direttore di Hogwarts. Da allora, i ventinove membri dell’ES fu liberato e l’unica a rimanere fu Paige, che andò in punizione nell’ufficio della Umbridge.




Come era accaduto a molti altri prima di lei, dovette scrivere per 3000 volte (100 volte per ogni persona che era scritta sull’elenco, inclusa se stessa), “Non devo complottare contro il ministero”. La penna era particolarmente affilata e, a differenza di Harry, sin dalla prima volta il segno rimase. Dopo la decima volta, Paige disse “Mi scusi, prof... preside, non vorrei macchiare il centrino. Ha un fazzoletto o è sua intenzione ripulirlo con la magia in seguito?”;  la Umbridge la fissò con un sorrisetto orribile e disse
“Non si preoccupi signorina. Lei continui a scrivere”; e così fece.
Per sua fortuna appariva, ogni volta un numero che le diceva quante volte aveva scritto, perché lei avrebbe perso il conto a 127. Erano ormai sette ore che scriveva e, giunta la mezzanotte, concluse la sua stesura, poggiò la penna e, dopo aver augurato la buona notte alla preside, in segno di totale sconfitta, consegnò la spilla da Caposcuola e uscì dall’ufficio. Aveva perso talmente tanto sangue da non riuscire a vedere più bene e di poggiava al muro pur di non cadere. La ferita era talmente tanto profonda che avrebbe potuto persino trovarsi dall’altra parte della mano, e il fazzoletto immacolato che aveva preso, divenne ben presto di un colorito scarlatto. Giunta, con molta fatica, alla porta della sala dei Grifoni, vide una signora Grassa sconvolta per come era stata ridotta, ma lei non vi diede peso. Pulì il fazzoletto con della magia e, con le sue poche forze, lo strinse alla mano, che mise in tasca, poi bisbigliò la parola d’ordine ed entrò, pensando di non trovare nessuno. Purtroppo per lei, tutti i membri dell’esercito di Silente di Grifondoro erano in piedi, attendendo il suo arrivo; e, quando la videro, sembravano spaventati; il che le fece pensare di essere messa davvero male. Iniziò a cercare, con lo sguardo, Fred e George che, seppur presenti, sembravano interessati ad altro. Si concentrò sugli altri e, dopo aver fatto un piccolo sbuffo, disse
“Mi dispiace avervi offesi, ma dovevo...”
“Chi se ne importa di quello che hai detto?!” disse Ron, interrompendola
“Non avresti dovuto prenderti la colpa di tutto!” disse Angelina, con Hermione che le dava pienamente ragione
“E cosa avreste concluso se fosse stati puniti tutti? E poi ero caposcuola... in un certo senso era anche il mio dovere...”
“Scrivere 3000 volte sulla tua pelle non è tuo dovere! Dovresti andare da Madama Chips!” le disse Hermione
“Non è nulla... piuttosto, come lo sai? Vabbè, lasciamo stare. Comunque, d’ora in poi, credo dovreste cercare di evitarmi, altrimenti la versione che ho dato non regge!” disse, oramai al limite delle forze, mentre parole incomprensibili si alzavano dagli studenti; decise quindi di salire le scale che l’avrebbero portata al dormitorio e, dopo essersi cambiata con la magia andò a riposare. Almeno quella notte l’avrebbe trascorsa in modo tranquillo, dato che il giorno dopo era sabato.
E, infatti, il giorno dopo si svegliò molto tardi e, anche se non si sentiva molto meglio, scese a fare colazione, sedendosi in un angolo mentre tutti la evitavano. Passò così una settimana, e si giunse al 21 Marzo. Per Paige quello era un giorno particolare, perché avrebbe fatto diciassette anni, la maggiore età nel mondo dei maghi. Ma sapeva, anche, che per lei sarebbe dovuta essere una normale giornata. Eppure, quando si alzò vide un insieme di pacchi. Il primo era della signora Weasley, che le diede uno splendido orologio con allegata una lettera nella quale diceva che era tradizione regalare orologi al compimento del diciassettesimo anno; poi le disse che era davvero preoccupata per lei dopo quel suo atto e le chiedeva di non commettere più nulla di grave. Poi ebbe un sacco di cartoline di auguri da tutti i membri dell’Ordine, dell’ES e dalla maggior parte dei membri di Grifondoro (anche se non capì come facevano a sapere del suo compleanno quando lei non lo sapeva). Raccolse tutti i biglietti e li mise in valigia, poi, essendo sabato, scese pronta a fare colazione e a studiare; la mano le bruciava ancora, ma almeno non sanguinava. Giunta nella sala comune, nonostante l’ora abbastanza tarda, non vide nessuno. Sobbalzò quando delle voci da dietro le urlarono “Sorpresa!”; voltandosi, in effetti, vide la sorpresa più bella che potesse mai vedere: Fred e George. Lei li guardò attonita, non capendo se era un sogno oppure la realtà.
“Buon compleanno... diciassette anni si fanno solo una volta!” le disse George sorridendo, prima si ritrovarsi quasi strangolato da Paige
“Hey... dai basta!”
“Volevamo darti i nostri primi regali” le disse, porgendole un pacco avvolto in una carta dorata
“Io non... posso...”
“Andiamo! Tu ci hai fatto un regalo molto più grande!” disse Fred porgendo il suo regalo, avvolto nella stessa carta, ma con una forma diversa
“Ma io non ho fatto niente per i vostri diciassette anni!” disse lei imbarazzata.
“Non è vero... Harry ce lo ha detto... tu hai aggiunto 500 galeoni ai mille che ci aveva dato per aprire il negozio, e i nostri regali non valgono nemmeno un centesimo di quello che hai fatto tu per noi... comunque aprili!” disse Fred. Togliendo delicatamente la carta, Paige ebbe da George una meravigliosa collana, da Fred un orologio molto simile a quello della signora Weasley, che indicava in che stato erano Fred e George.
“Questa è una parte del nostro regalo! Indossando quella collana sapremo perfettamente come stai” spiegò Fred
“Mentre, con quell’orologio, saprai tu dove stiamo” continuò George “Comunque... la seconda parte del nostro regalo inizierà a mezzogiorno, fatti trovare nella sala Grande fino ad allora” disse Fred
“E... c’è un biglietto nella busta... aprilo solo dopo aver visto la nostra sorpresa” concluse George, poi andarono via.
Paige fece colazione e, a mezzogiorno, si ritrovò nella sala Grande dove Fred e George iniziarono il loro spettacolo pirotecnico e, soprattutto contro la Umbridge. Migliaia di fuochi esplosero e più cercavano di spegnerli, più quelli si moltiplicarono. Poi andarono via da Hogwarts, indicando il loro indirizzo a Diagon Alley. Fu allora che Paige aprì la lettera e lesse quello che le avevano scritto.
“Ciao Paige, se stai leggendo questa lettera vuol dire che la nostra carriera scolastica è definitivamente finita. L’unico rimpianto sarà non fare l’ultimo nostro viaggio da Hogwarts verso casa, ma crediamo che capirai. Speriamo che avergliela fatta pagare in quel modo ti sia piaciuto! Domani ti invieremo la nostra prima lettera... a presto!
PS. Ancora buon compleanno!”.
Da quel giorno si scrissero sempre, Paige continuando la sua carriera scolastica, loro la loro carriera lavorativa.




Angolo dell'autrice: Buon pomeriggio a tutti! Allora, in questo capitolo abbiamo la rottura con George! Eh eh... George è stato troppo possessivo e ora se l'è lasciata scappare! Vabbè... passiamo ad altro.
In realta la storia della scritta "spia" sta solo nel libro ed è un'amica di Cho a tradire... in questo caso ho fatto un mix fra film e libro: Cho tradisce e si ritrova la scritta in faccia. Vabbè! Non mi sembra che ci siano cose in cui bisogna soffermarsi... quindi, spero che abbiate gradito questo capitolo!

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Capitolo 32
*** Addio,Sirius...? ***


Passarono due mesi da allora e la vita trascorse in modo tranquillo, o quasi. Hagrid fu cacciato da Hogwarts e i suoi nemici attaccarono lo attaccarono in un gruppo di quattro. Quella stessa sera la professoressa Mc.Granit fu mandata al tappeto da quattro schiantesimi e finì al San Mungo per malattie e ferite magiche. La scuola era sempre più agitata e le notizie che venivano da fuori non erano delle migliori: molte persone venivano attaccate e la scusa era semplicemente il fatto che provassero a inventare nuovi incantesimi. Tuttavia, nonostante quelle bugie che il profeta raccontava, nessuna fu molto convincente.


Era ormai la fine di Maggio e le lezioni di Harry di Occlumanzia erano finite in quanto aveva visto un ricordo non proprio piacevole del professore Piton. Però, quello era nulla in confronto a quello che aveva visto quando si era appisolato durante il suo GUFO: Sirius che veniva torturato da Voldemort nella stanza misteri. Gli esami erano quasi finiti e Harry voleva assolutamente andare a salvare il suo padrino, ma Hermione gli consigliò di verificare che quello che aveva visto fosse vero, usando il camino della Umbridge. Il piano era ben fatto e vi parteciparono sia i tre che Luna, Neville, Ginny e Paige, che, in fondo, era preoccupata per Sirius almeno quanto Harry. Nonostante il piano quasi perfetto, la Umbridge riuscì a beccarli, ma almeno Hermione si fece venire un idea e, mentre la squadra di inquisizione rimaneva a sorvegliare i cinque rimasti.



“Che fame! Senti... tu che mi stai stringendo i polsi, che mi prendi i dolci che ho in tasca? Almeno metto qualcosa sotto i denti!” disse Paige mentre il serpeverde che la teneva ferma presa sì la roba, ma non gliela diede.
“Che delizia... ragazzi ne volete un po’?” chiese questo, mentre iniziava a dividere i dolci che aveva appena preso. Li mangiarono contemporaneamente, sperando di usare l’ingordigia sugli altri, ma furono fregati dalla loro stessa arma. Immediatamente iniziarono a vomitare o del sangue uscì dai loro nasi, il che consentì ai ragazzi di riprendersi le bacchette e correre in soccorso di Hermione ed Harry.



Giunti al limitare della foresta concordarono che tutti sarebbero andati a salvare Sirius e salirono su dei thestral. Arrivarono all’ufficio misteri e si trovarono in mezzo a tante porte. Harry ne aprì una a caso, ma non fu quella giusta. Al contrario, al centro vi erano un enorme arco di pietra coperto da un velo nero, che sembrava quasi trasparente; all’interno, diverse voci dicevano cose incomprensibili.
Ben presto, però, uscirono e si trovarono in una stanza con una grossa vasca, nella quale vi erano immersi centinaia di cervelli. Orripilati dalla vista, uscirono e presero una nuova porta, che si rivelò essere quella giusta. Andarono dove Harry li guidava, sino a giungere davanti alla profezia che aveva il suo nome e che lui prese in mano. Purtroppo, non ebbe il tempo di ascoltarla in quanto Lucius, in veste di mangiamorte, la pretese. Insieme a lui arrivarono altri sei mangiamorte che circondarono i ragazzi; fu solo grazie ad un’enorme quantità di coraggio e fortuna che i ragazzi scagliarono l’incantesimo Stupeficium quasi dappertutto, disorientando i nemici e lasciando libera una sola via. Da li scapparono a più non posso, mentre migliaia di profezie cadevano infrangendosi, fino a giungere ad una porta, dalla quale uscirono.
Probabilmente cambiava anche la disposizione interna delle camere in quanto caddero di sotto, per una ventina di metri fino ad arrivare a pochi centimetri dal pavimento, sospesi per poi cadere e ritrovarsi nuovamente nella stanza dell’arco.


Non riuscirono nemmeno a capacitarsi di quello che era appena accaduto che tutti, tranne Harry, erano in balia di un mangiamorte.
“Sembri appetitosa...” disse quello alle spalle di Paige, che le aveva bloccato le braccia, non resistendo quasi all’impulso di assaggiarla per poi passare all’attacco. Il suo fiato era sul collo della ragazza, fetido e lei  non riusciva a riprendere la bacchetta che aveva infilato in tasca. La situazione era a dir poco terribile, oltre che sembrava avessero preso una strada senza uscita.
All’improvviso, però, alcuni membri dell’Ordine si materializzarono: a quel punto, Paige usò un vecchio metodo di difesa babbano e, usando le gambe, calciò via il lupo mannaro (non trasformato) che la tratteneva, poi tirò fuori la bacchetta e, molto più velocemente rispetto a lui, gridò “Stupeficium”.
Il lupo fu schiantato a diversi metri di distanza, poi iniziò un duello contro il mangiamorte che aveva appena schiantato Tonks, facendole perdere i sensi. Aveva appena evitato una maledizione senza perdono, quando una voce le urlò nella testa “NO” e lei si dimenticò per un attimo contro chi stava combattendo: vide Sirius che stava per attraversare l’arco, e desiderò con tutto il cuore che quello si smaterializzasse o che deviasse la sua traiettoria purché lui non ci passasse in mezzo. Ma tutto sembrò essere vano, perché Sirius scomparve all’improvviso, sconfitto dalla cugina Bellatrix. Nel frattempo, il mangiamorte lanciò Sectumsempra contro Paige, facendola sbalzare di qualche metro completamente coperta di sangue. Rimase cosciente abbastanza da vedere la fine della battaglia, poi, con le sue poche forze si avvicinò trascinandosi a Tonks e la curò: anche lei era piena di sangue e per un attimo aveva temuto il peggio. Ma poi la vide risvegliarsi dicendo “Ma che ore sono?”.
 I mangiamorte erano tenuti in scacco dagli Auror e Paige continuò a guardare l’arco... aveva qualcosa che non andava, perché le sussurrò un qualcosa simile a “Grazie”, per poi disintegrarsi. Subito dopo vide Sirius rialzarsi, molto sotto rispetto a dove si trovava l’arco
“Ragazza, dovresti imparare a controllarli” le disse arrivandole vicino, prima di ritrovarsi abbracciato da Paige, in una maniera tanto forte da fargli perdere il fiato
“Impari a farla spaventare Sirius... ricorda che Vicktor ti avrebbe tirato un pugno” disse scherzando Lupin. Il momento di gioia si trasformò in terrore quando Paige crollò a terra.



Si risvegliò solo la mattina seguente all’infermeria della scuola, totalmente bendata e con davanti Hermione, che la salutò allegra. Non era sola: lì c’erano anche Neville, Ginny, Ron ed Harry, quest’ultimo con l’aria funerea in volto.
“Harry... che succede?” chiese Paige vedendolo
“Vi ho messo in pericolo, inutilmente, e Sirius... lui è scomparso per sempre a causa mia!” disse con un tono di colpa e furioso con sé stesso
“Mi dispiace...” disse Paige, venendo interrotta da Harry che le disse
“Non preoccuparti”.
“No, non hai capito Harry! Mi dispiace dirti che quello che ti hanno detto è falso” e qui tutti si voltarono a guardarla, stupiti “Sirius è vivo... non è mai morto -o almeno  credo- ! Prima che perdessi i sensi era vivo, l’ho persino abbracciato... e allora voi eravate svenuti e tu non c’eri” disse, vedendolo incredulo.
“Ma Silente non mi ha detto...”
“Non ricordo di Silente. Lui non c’era quando ho perso i sensi e forse ha solo creato la passaporta per l’infermeria e ci ha fatti accompagnare da quelli dell’Ordine. Sì... mi sembra strano che... ma come ci siamo arrivati qui?” chiese Paige, che, in effetti, stava facendolo solo supposizione.
“Passaporta... comunque c’è mancato poco che non finissi al San Mungo... eri totalmente coperta di sangue e Madama Chips sembrava terrorizzata, poi Silente ha pronunciato qualcosa e le ferite si sono richiuse e lei ti ha medicato affinché non rimanessero cicatrici... ma per il resto non so nemmeno io”.



E, nemmeno a farlo apposta, poco dopo Sirius entrò con un sorriso smagliante e salutò tutti, prima di essere strangolato da Harry. Guardando il suo orologio, temendo fosse rotto dopo tutto quello che era successo, Paige vide che le due lancette, insieme come sempre, erano posizionate su un luogo che prendeva tutta la circonferenza dell’orologio: scuola. Alla vista pensò fosse difettoso, ma sentendo Madama Chips urlare contro due che facevano pressione per entrare, capì che non si era rovinato.
“Non potete! Non è l’orario di visite... aspettare qui fino ad allora...”
“No! Lì dentro ci sono nostro fratello, nostra sorella e la nostra migliore amica - nonché mia ex fidanzata, specificò George- e siamo venuti da Diagon Alley per loro! Non può farci attendere!” disse Fred.
“Le regole sono regole” ribadì Madama Chips, mentre i due le urlavano contro perché Sirius era entrato
“Aveva un ordine speciale del preside” disse lei schietta mentre da dentro le risate si erano alzate.
“Vado a parlare col professore di incantesimi, dato che avrei dovuto consegnare il tema oggi” disse Paige alzandosi e mettendo le scarpe, per poi uscire. Appena la videro Fred e George si zittirono, mentre Madama Chips la rimproverò sonoramente
“Signorina! Ieri c’è mancato poco che lei trapassasse in maniera definitiva e oggi deve riposare! È una fortuna immensa che Silente sia stato qui ieri e che l’abbia aiutata, altrimenti lei...”
“Non è colpa mia se lei è un’infermiera molto più che capace nel suo ruolo” disse Paige cercando di abbindolarla
“Grazie, tuttavia non cambia il fatto che lei...”
“Dovevo consegnare un tema al professor Vitius, ma non ho potuto. Almeno posso chiedere a loro di andare ad avvisarlo... in fondo sarebbero ancora alunni di questa scuola, se non avessero fatto quello che tutti avremmo voluto fa...”
“E va bene! Ma non più di cinque minuti!” disse l’infermiera, per poi rientrare in infermeria.


Appena la porta si fu chiusa, fu strattonata da quattro braccia, che la lasciarono appena sentirono il piccolo gemito di dolore che Paige si fece sfuggire: in quel momento il suo corpo era tutto un dolore.
“Coma mai siete qui?” chiese quando si fu ripresa leggermente
“Ecco noi stavamo guardando l’orologio, quando abbiamo visto che la tua lancetta era su viaggio. Abbiamo pensato che anche tu avessi abbandonato la scuola come avevamo fatto noi, ma poi si è modificato in Ministero. Inizialmente non abbiamo capito cosa stava succedendo, e abbiamo aspettato che si aggiustasse” iniziò a dire George
“Poi ci è arrivata la lettera di Silente nella quale ci diceva che saremmo dovuti rimanere dove eravamo, qualsiasi cosa fosse successa. Inizialmente non abbiamo capito, ma poi la schermo è cambiato di nuovo e si è diviso in pericolo, pericolo mortale e morte. La tua lancetta era su pericolo e, qualche secondo dopo, su pericolo mortale. La cosa che ci ha spaventati è che si avvicinava sempre più su morte, e ci è giunto davvero vicino!” continuò a raccontare Fred.
“Poi è scomparso e si è sostituito con scuola, allora ci siamo materializzati ad Hogsmade dove abbiamo incontrato Lupin, Sirius e Malocchio che ci hanno spiegato cos’era successo” concluse George.
“Grazie del pensiero!” disse la ragazza vedendoli... non le sembrava vero che si scrivessero ogni giorno e che l’ultima lettera l’avesse ricevuta solo due giorni prima... Poi madama Chips interruppe tutti i suoi pensieri e disse che doveva rientrare
“Ha ragione... ma vado un attimo dal professor Vitius e quando torno io e mio fratello ce ne andiamo, promesso!” disse George allontanandosi mentre Madama Chips imprecava sottovoce, rientrando in infermeria.


“Fra poco ci dobbiamo salutare...” disse Fred a Paige poggiandosi sul muro, guardandola
“Ma, in fondo, è meno di un mese! Sì, insomma, prima Hermione ne stava parlando, forse faranno ritornare gli studenti a casa prima data la notizia...” disse Paige, leggermente malinconica , all’idea che fuori si sarebbe scatenato ben presto il finimondo
“Voglio dirti una cosa e voglio farlo ora” disse Fred facendola sedere su una panchina che era fuori dall’infermeria, ma abbastanza distante affinché nessuno potesse sentire.
“Lo so che è improvviso e che non dovrei chiedertelo così su due piedi, ma, ecco...” seguì un piccolo momento di silenzio dopo il quale Fred disse, talmente veloce da non far quasi capire “Mi vuoi sposare?”.
In un attimo il vuoto riempì la testa di Paige, quasi impedendole di ragionare come una persona normale “C- cosa?” disse cercando di trattenersi, sapendo che se avesse urlato Madama Chips avrebbe cacciato Fred dall’infermeria e, contemporaneamente, sapeva che un dolore lancinante l’avrebbe colpita.
“Vuoi sposarmi?” ripeté Fred vedendo il volto incredulo della ragazza “Lo so, non siamo stati insieme nemmeno una volta e questo sarebbe come, sì insomma, cercare di fare una merendina marinara senza gli ingredienti principali, solo che, insomma... quando ho immaginato il peggio, mi sono detto: “Magari sarà la maledizione” ho cercato di convincermi pur di non agitarmi eppure, più il tempo passava più mi agitavo vedendo quella lancetta... mi sono sentito uno stupido a pensare che, pur non avendo litigato con te, non ti ho parlato per un mese intero... mi sono ricordato quando al quinto anno hai pianto per via della nostra insofferenza, perché ci siamo sempre e solo limitati a interpellarti quando ne avevamo bisogno mentre tu c’eri sempre, ti sei sacrificata per noi anche se siamo stati crudeli e... non riesco a immaginare la mia vita senza di te o con te che te ne vai da casa nostra, magari con la persona sbagliata” disse Fred, non smettendo di guardarla negli occhi
“Fred... grazie. Ma io credo che tu mi tratti più come una sorella... insomma abbiamo passati a Hogwarts un sacco di anni insieme e le estati...” ma fu interrotta. Fred la baciò tanto alla sprovvista che rimaste ben presto senza fiato. Quando si staccò non si allontanò, ma rimase con la fronte poggiata contro quella della ragazza
“Credi che sia questo che provo per mia sorella o per una persona che considero tale?” chiese, mentre la ragazza arrossiva. “Vuoi che ti accompagni in infermeria?” chiese, rimettendosi in piedi
“N- no, grazie... riesco a camminare” disse avviandosi, quando George fu di ritorno
“Il professore ha detto che non devi preoccuparti, anzi che non c’è bisogno che lo consegni dato che il tema sugli incantesimo auto-rigeneranti lo hai inserito insieme a quelli la cui durata è limitata... o qualcosa del genere, se non erro... comunque, devi venire a Hogsmade! Da Mielandia ci sono nuovi dolci!” disse George mentre Madama Chips uscì per l’ennesima volta, dicendo che ora Paige doveva assolutamente riposare “Voglio una risposta, la prossima volta che ci incontriamo” disse Fred, andandosene seguito da George, mentre lei rientrava in infermeria. Fu così che i giorni iniziarono a passare rapidi e, dopo una degenza di tre giorni, Paige poté ritornare a studiare. Dato il pericolo ormai rivelato, tutti gli esami di fine anno si tennero con un anticipo di tre settimane e, verso le idi di Giugno, tutti rientrarono a casa.


Alla stazione videro la signora Weasley che li aspettava tutta contenta, insieme al marito e a Fred e George; oltre loro vi erano anche Lupin, Sirius e Malocchio che, vedendo Harry, lo accompagnarono dai signori Dursley affinché li intimorissero abbastanza da fargli passare un paio di settimane tranquille, dato che poi sarebbero andati a riprenderlo. Nel frattempo Molly aveva abbracciato con ardore i suoi figli e Paige.
“Allora?” chiese Fred nel suo nuovo giubbotto di pelle di drago, quando fu sicuro che nessuno lo sentisse.
“Sì... ma solo quando questa nuova era di Voldemort sarà finita” disse lei con le orecchie completamente rosse, vedendo apparire su Fred un magnifico sorriso.


Angolo dell’autrice: Salve a tutti!
Scusate il ritardo nel pubblicare questo capitolo, ma nelle vacanze di Pasqua ho preferito riposarmi!
In questo capitolo Fred chiede la mano di Paige! *_* che bello! >_<
Non è nulla di speciale, ma dato che ho scritto questa fan fiction con lo scopo di cambiare la storia originale, allora ho pensato che fosse bello salvare Sirius! E’ davvero un bellissimo personaggio e mi dispiace molto che sia morto, come in fondo molti altri TT.TT
Spero che questo capitolo sia di vostro gradimento!
Il prossimo lo dovrei postare la prossima settimana.
Bye bye!

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Capitolo 33
*** Tana dolce tana ***


La signora Weasley caricò i bagagli su una macchina che il signor Weasley aveva preso in prestito e partirono per tornare, dopo più di un anno, alla Tana. Tuttavia l’aria che si respirava intorno era tutt’altro che piacevole: Molly sembrava estremamente agitata.
“Mamma tutto bene?” chiese Ginny mentre la donna si girò. Nonostante dietro fossero in cinque, c’era abbastanza spazio per altre due persone
“Oh... ecco cara... a casa c’è qualcosa, o meglio qualcuno, che forse... lascio stare a te la decisione!” disse lei girandosi e rimettendosi seduta. Eppure, quando arrivarono, la Tana sembrava normalissima.
Si sentivano persino gli gnomi che dicevano parolacce mentre cercavano di saltare un muretto o procacciarsi del cibo vicino le radici degli alberi.
 
 
Quando aprirono la porta videro il solito salone, nulla cambiato anzi, era tutto perfetto come al solito, eppure la signora Weasley tentava di ignorare qualcosa che era seduto sul tavolo e che si alzò appena li vide. Era una figura alta, snella, dai lunghi capelli biondi legati in una coda e che stava leggendo la Gazzetta del Profeta.
“Oh! Bentornatì!” disse Fleur, andando a salutare la signora Weasley, che le diede un cenno di capo molto freddo, e poi tutti gli altri.
“Tu devi essere Jinnì” disse vedendo Ginny che salutò con una calorosa stretta di mano “E tu...Ron! Ma sì! Tu hai salvato la mia sorellina al torneo!” disse stringendo la mano a Ron che era diventato rosso come un peperone “Paige!” disse poi saltando addosso alla ragazza e baciandola due volte per ogni guancia “Che meraviglia rivederti! Non pensavo che tu abitassi qui!” disse lei felice mentre la ragazza la guardava leggermente sorpresa
“Diciamo che non è proprio la mia casa, ma...” e si bloccò. In fondo le sembrava imbarazzante dirle “è la casa del mio futuro marito” o “del mio ex fidanzato”. Per fortuna, non fu necessario spiegare
“Perché sei qui?” chiese George guardandola leggermente stupito.
“Oh...vostra madre non ve l’ha ancora detto?” chiese lei con un tono che non sembrava affatto deluso, dato che dare la notizia la emozionava parecchio “Io e Bill ci sposiamo!” disse con un sorriso a trentadue. A quell’affermazione tutti la guardarono stupita, ma Fred e George si misero ben presto a ridere; persino Paige non riusciva a trattenere la sua risata: immaginare Bill vestito come un damerino quando lui era stato sempre così sportivo era come immaginare Charlie in un campo di fiori con un candido vestito bianco.
“Scusa... e che ci sembra assurdo dover vedere Bill vestito come un damerino” rispose Paige all’occhiata interrogativa di Fleur
“O scerto, capisco” disse lei, facendo riapparire il suo sorriso. Poi andò a cercare di aiutare una signora Weasley alquanto scocciata, che rifiutò il suo aiuto.
“Fa così da quando è arrivata... spero che Bill arrivi presto” disse il signor Weasley, che cercava di far sentire Fleur a suo agio.
“Paige... puoi sistemarti nella stanza di Fred e George dato che è libera!” disse Molly con il classico tono amabile.
“Cosa? Ma pensavo sarebbe venuta con noi!” disse Fred, mettendo il broncio come ad un bambino al quale è stato appena tolto un giocattolo
“Scordatelo signorino!” rispose lei, iniziando ad arrabbiarsi
“Ma è maggiorenne e...”
“E finché andrà a scuola rimarrà qui per le vacanze...voi potreste disorientarla... ovviamente, non dico che tu non abbia la testa a posto, Paige cara, ma quei due sono davvero pericolosi” disse sorridendo.
 
 
Effettivamente, anche Ginny aveva assunto un’espressione supplichevole: probabilmente non voleva rimanere sola con Fleur tutta l’estate e, probabilmente, perché lei aveva criticato Hogwarts durante la sua permanenza, ma anche quell’accento francese che, a quanto pareva, a Ginny dava un terribile fastidio.
 
“Va bene, ce ne andiamo” disse un Fred sconfitto, mentre si avvicinavano alla porta; George, passandole davanti le scompigliò i capelli e le sorrise mentre Fred trasse un momenti di distrazione collettiva per baciarla e poi, anche lui, andò oltre il cortile della Tana e si smaterializzò.
 
 
Passò una settimana e la vita era alquanto tesa alla Tana: Molly quasi non rivolgeva la parola a Fleur la quale non sembrava particolarmente entusiasta della vita che stava portando avanti; quando c’era Bill era spesso sorridente, ma quando non c’era diventava più cupa. E, proprio dopo una settimana, dopo aver compiuto tutte le faccende salì per andare nella camera di Fred e George, quando sentì dei singhiozzi provenire dalla camera di Bill; la porta era socchiusa e, aprendola, vide una Fleur poggiata seduta ai piedi del letto, che si copriva il viso con le mani. Paige voleva entrare senza fare rumore, ma la porta, ovviamente, cigolò e la Veela non poté non accorgersi della presenza di Paige.
“Oh... sciao Paige... s-serve qualcosa?” chiese, cercando di asciugarsi gli occhi con la manica della giacca.
“Credo che serva qualcosa più a te che a me” rispose la ragazza, chiudendo la porta alle sue spalle e sedendosi sul letto accanto a Fleur “Che succede?” chiese nel modo più dolce che le uscì
“E’-è che... non posso fare nionte! Scerco di aiutare, di rendermi disponibile, ma nionte! Credo che non mi ascetti, ma cosa posso fare per farle capire che io amo Bill?” chiese, asciugandosi gli occhi con il fazzoletto che Paige le porse.
“Fleur... per queste cose ci vuole tempo, specialmente per la signora Weasley...” disse lei, vedendo il volto della Veela che la guardava incuriosita, nonostante diverse lacrime le stessero ancora cadendo “Sai quanti fratelli ha Bill, no? Per la signora Weasley è difficile accettare che se ne vadano man mano che crescono, figuriamoci se si sposano! Sapere che oggi sono con te e domani hanno una famiglia, è strano! Inoltre lei è davvero preoccupata per tutti... i tempi che stiamo vivendo non sono affatto molto facili e puoi quindi capire che cosa le passa per la testa, sì... è già tanto se si riesce a giungere al giorno dopo, figuriamoci progettare una vita...”
“Ma per toi è diverso!” replicò la Veela
“Sì, lo so, ma se ti spiegassi perché penso che capiresti i motivi” e, allo sguardo incuriosito della ragazza, iniziò a raccontare “Per prima cosa: la famiglia Weasley conosceva i miei genitori. Sono sempre stati amici, hanno combattuto insieme e, quindi, penso che la signora Weasley consideri naturale trattarmi come una figlia. Secondo: penso che provi compassione per me dato che mio padre è morto per salvare il signor Weasley, o così mi hanno detto. E dato che sono orfana di entrambi i genitori, penso che questo influisca non poco sulla sua valutazione.” E, mentre raccontava, vedeva la faccia di Fleur che sembrava non volersi addentrare ulteriormente, magari le avrebbe fatto scoprire cose troppo dolorose “E terzo: - qui tirò un grosso respiro, prima di continuare- credo che provino pena dato che sanno che devo morire entro i prossimi tre anni.” A quelle parole, persino Fleur rimase scioccata, come se le avessero detto la cosa più terribile che avesse mai sentito “Non fare quella faccia! Sono anni che convivo all’idea e ormai ci ho fatto l’abitudine.” Disse con un sorriso, prima di ritrovarsi abbracciata da Fleur
“Perdonami! Ti ho dato tanti problomi quando tu ne hai di più grossi!” disse, iniziando a stringere forte “Ok, ok! Ho afferrato il concetto, tu ora... se ti posso dare un consiglio, cerca di non pretendere di infilarti di colpo nella vita delle persone... insomma... fallo piano, piano e vedrai che alla fine tutti si abitueranno. Pretendere di fare ti farà accumulare solo antipatia.” Disse calma e la cosa parve rasserenarla parecchio.
 
 
Passarono pochi minuti ed entrambe scesero sotto. Strada facendo pensò ad alta voce: “Chissà come farà quando scoprirà di me e Fred...”
 “Cosa sce, Paige?” chiese la bionda Veela
“Emh... nulla, nulla!” rispose la ragazza impacciata.
“Non sottovalutare l’intoito femminil, Paige! Avanti, porla!” disse la ragazza francese
“Ecco... io...” e qui si avvicinò all’orecchio della ragazza iniziando a sussurrarle “Se ti racconto tutto, non è divertente!”. Fleur la guardò incuriosita
“Ma...”
“C’è un’intera estate davanti e non me ne andrò di qua fino al primo Settembre. Se ti dico tutto ora non c’è gusto!” disse la ragazza iniziando a scendere le scale. Andarono in cucina, dove videro Molly affaccendata a lavare la roba, già messa nella bacinella, che sarebbe dovuta essere stesa.
“Vuole una mano?” chiese Paige, vedendola.
“No, non preoccuparti mia cara!” disse la signora, ma la ragazza non la stette a sentire
 “Fleur, vieni a darmi una mano?” chiese Paige prendendo la bacinella e la bionda accettò subito, e ,anche se la signora Weasley avesse voluto controbattere, non ne ebbe modo, in quanto le due erano già sparite in giardino. Paige aveva iniziato a stendere la roba lungo un filo che era sospeso nell’aria, e lo stesso fece Fleur
“Sei brovissima senza la tua bacchetta!” disse, ammirando la velocità con la quale sistemava la roba e l’appendeva
“Undici anni di pratica babbana bastano e avanzano per certe cose” rispose la ragazza.
“Allora hai vissuto dai bobbani?” chiese Fleur
“Sì! Essendo orfana di entrambi i genitori sono stata affidata ad alcuni parenti babbani” rispose la ragazza
“E come mai non sei rimasta dalla signora Weasley?” chiese Fleur
“Desiderio di mia madre... voleva che rimanessi lontana dalla magia il più possibile... anche se non ne capisco il perché” rispose, stendendo l’ultima maglietta e riprendendo la bacinella ormai vuota.
“Tu che mi dici della Francia?” chiese Paige cercando di prendere un argomento che potesse portarla a parlare e a non sentirsi isolata dal resto della casa
“Bella, elegonte, ma come tonte altre terre” rispose la Veela. Paige andò a mettere la bacinella in bagno, poi continuò a fare domande a Fleur
“E con Bill? Com’è che vi siete conosciuti?” chiese la ragazza. In effetti, quest’argomento l’aveva parecchio incuriosita.
“Ecco... disciamo che lavoravamo nella stessa bonca. Per moi è stato amore a prima vista... così gli ho chiesto una mano per il mio inglese... e, alla fine, sci siamo fidonzati” rispose la ragazza. Nei suoi occhi si vedeva chiaramente quanto amasse Bill, e Paige ne fu più che felice: per quel poco che aveva conosciuto Fleur, sapeva che era una ragazza estremamente fedele e coraggiosa, che riesce a portare avanti qualsiasi cosa (anche se nel torneo non era stato così). E, soprattutto, la trovava perfetta per Bill... si sa, gli opposti si attraggono!
“Ah, Paige! Oggi abbiamo un ospite!” disse la signora Weasley, mentre prendeva un oggetto dallo sgabuzzino
“Ah davvero? E chi è? Charlie?” chiese la ragazza
“No, no, non è lui! E’ un’altra persona che tu conosci” disse la signora.
“E chi?” chiese la ragazza
“Lo scoprirai a tempo debito. Mi ha detto di non dirtelo!” rispose la signora Weasley, andandosene. Passarono diverse ore e, una volta passata l’ora di pranzo, tornarono sia Bill che il signor Weasley. Insieme all’ospite misterioso.
“Permesso...” disse, varcando la soglia di casa
“Sirius!” disse Paige appena lo vide, andando ad abbracciarlo
“Tutto bene? Non ti ho ancora ringraziato per quello che hai fatto per me” disse l’uomo
“Mi offrirai una burro birra la prossima volta che vieni ad Hogsmade” rispose la ragazza. Passarono quasi tutto il giorno insieme e, il giorno dopo, iniziò come una bella mattinata soleggiata.

 
 
Paige aveva già fatto colazione, mentre Fleur e Bill erano ancora a letto. In fondo, era giorno di riposo per lui; per questo, scesero che erano quasi le undici.
Buon giorno” dissero, appena furono entrati nella sala da pranzo
“Buon giorno a voi! Alla buon ora!” disse Paige, mentre finiva di leggere un libro non molto grosso, ma che era davvero ricco di informazioni
“Sempre a leggere?” chiese Bill
“Sì... se non ho altro da fare” rispose la ragazza. La calma fu rotta dalle urla della signora Weasley
“Vi ho già detto che non dovete materializzarvi nel giardino sul retro!” disse furiosa, contro qualcuno che Bill e Paige sapevano già chi fosse; infatti, bastò guardarsi negli occhi per dire
“Fred e George”. Non passò che qualche secondo che i due entrarono velocemente in casa, cercando di nascondersi dietro Bill affinché la madre non li vedesse
“Se non uscite ve la faccio vedere io” disse Bill molto amorevolmente, ma in modo talmente convincente da farli uscire tutti e due in un batter d’occhio.
“Siamo venuti per far vedere le nostre nuove invenzioni a Paige... in fondo lei ci ha sempre aiutato a perfezionarle!” disse Fred
“Non mi interessa! Fatto sta che non dovete materializzarvi sul giardino posteriore!” rispose la donna
“Va bene, va bene! Ce lo ricorderemo la prossima volta.” Disse Fred
“Ma ora, se vuoi scusarci” e portarono la ragazza fuori.
“Uffa... credo di aver perso qualcosa!” disse Fred, rientrando “Io inizio a far vedere le nostre invenzioni!” disse George, mentre iniziava a far vedere la merce portata.

 
Nel frattempo, in casa, Fred aveva detto a sua madre, che era in cucina a servire la colazione a Bill e Fleur
“Potrei parlarti in privato?”. La donna, ancora arrabbiata, rispose con un secco
“No!”.
“Ma riguarda Paige!” disse Fred
“Te l’ho già detto! Fino a quando non finisce la scuola, Paige rimane qui!” rispose la donna
“Ma non è per quello! Ti devo dire un’altra cosa, ma che la riguarda! E’ importante” disse Fred
“Se me la puoi dire in privato, mi domando perché tu non me la possa dire in pubblico” disse la donna. Fred, più cocciuto della madre allora disse
“Io e Paige ci sposiamo.”. Il tempo, alla Tana, sembrò fermarsi per qualche secondo: Bill si strozzò, quasi, con un pezzo di uovo che stava mangiando, mentre Fleur rimase letteralmente a bocca aperta
“La distoglieresti dallo studio” disse la donna
“Infatti non ci sposeremo mentre lei è ancora a scuola.” Rispose Fred, deciso.
“Tu? Con Paige?” chiese Bill tossicchiando per riprendersi
“Esatto” rispose secco Fred “Bene... e per oggi lei è nostra!” disse Fred smaterializzandosi. Nel giardino, in effetti, anche George e Paige erano spariti.

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Capitolo 34
*** Ultimo anno ***


Quel giorno Paige vedette il negozio che si erano comprati Fred e George, con tutta la loro merce
“Ti restituiremo tutto quello che ci hai dato, promesso” disse George
“Ma io non voglio nulla!” disse Paige
“Ma noi...” iniziò a dire Fred prima di essere interrotto
“Mi volete dire che cosa me ne dovrei fare dei galeoni quando sarò morta?” chiese la ragazza facendoli incupire “E’ la realtà dei fatti... è inutile che fate quella faccia funebre!” rispose la ragazza, prima che George le dicesse
“Ah! Congratulazioni!”
“Per cosa?” chiese la ragazza stranita
“Per il tuo matrimonio. Me lo ha detto Fred!” disse Paige rimanendo stupita. Non pensava che Fred lo avrebbe rivelato a qualcuno, se non dopo averne discusso
“Tanto ora lo sanno anche la mamma, Bill e Fleur” disse Fred innocentemente
“Cosa?! Glielo hai detto?!” chiese Paige completamente spiazzata
“Sì” rispose Fred
“Forza non perdiamoci in chiacchiere! Il tempo è troppo poco!” disse George entrando e, quella giornata, bastò appena per farle vedere il negozio e il loro piccolo appartamento
“Siete stati davvero in gamba a sistemare tutto in così poco tempo!” disse la ragazza
“Mai sottovalutare Fred e George Weasley” rispose Fred
“Credo che ora sia tempo di portarla a casa, Fred” disse George vedendo l’orario dell’orologio
“Allora può rimanere qui... in fondo questa è casa sua” rispose Fred
“Non è! Sarà casa sua, ma fino ad allora, hai sentito cosa ha detto mamma, no? Forza, non fare il bambino!” disse George; e Fred, purtroppo, dovette ammettere che il fratello avesse ragione.
“Buona notte, George!” disse Paige salutandolo, dato che lui non l’avrebbe riaccompagnata alla Tana. Fred si smaterializzò con lei, giungendo davanti alla Tana, anche se abbastanza distante. Lì, la baciò appassionatamente, come aveva fatto più di un mese prima vicino all’infermeria, poi la lasciò andare
“Ti accompagno fino alla porta, ma quella era la tua buona notte” disse Fred, prima di ricevere, anche lui, un dolce e appassionato bacio
“Questa era la tua, invece” rispose. L’accompagnò fino alla porta, poi si smaterializzò, mentre Paige entrò. Temeva che tutti stessero dormendo, ma, al contrario, erano tutti in cucina e sembravano attenderla impazientemente. Appena la videro, Molly, Arthur, Bill e Fleur iniziarono a farle tutte le domande che poterono, alla ricerca delle risposte che cercavano. E, Paige, rispose a tutte, iniziando a capire il motivo per cui Fred non fosse entrato.

 
 
L’estate passò in fretta e, quando andarono a Diagon Alley per comprare il materiale per la scuola, il negozio di Fred e George fu una tappa d’obbligo. Nonostante tutta la confusione, Fred riuscì a trovare un po’ di privato e passò più di mezz’ora con Paige, salutandola dato che l’indomani sarebbe partita e che non l’avrebbe potuta rivedere fino al natale, promettendole che le avrebbe scritto ogni singolo giorno e che le avrebbe inviato i suoi scherzi migliori. Il giorno dopo, Paige partì.
Come da promessa, ogni giorno si sentiva con Fred tramite gufo, e descrisse che Ron era diventato portiere e che aveva trovato la ragazza (“Allora Grifondoro non ha molte possibilità di vincere quest’anno” fu il commento di Fred quando seppe che il fratello era portiere e “Lavanda Brown?! Certo che non ha il ben che minimo gusto...” quando seppe chi era la ragazza); arrivò ben presto Natale. Silente, che stranamente era stato assente per quasi tutto l’anno, chiese alla ragazza di rimanere per le vacanze in quanto avrebbe dovuto insegnarle delle cose importanti. E, quando Fred lo seppe, ci rimase davvero malissimo, tanto da supplicarla, nelle dieci lettere successive, di scappare da Hogwarts per andare da lui. Cosa, che però, la ragazza non fece.

 
 
Silente non si era fatto sentire per tutto l’anno e ora quella richiesta, per quanto strana, doveva essere accettata. La scuola era mezza vuota quando Paige lo vide, per la prima volta, al tavolo degli insegnanti: sembrava stanco, e quella luce nei suoi occhi che lo aveva sempre contraddistinto e con la quale aveva sempre annunciato il benvenuto ai nuovi studenti, sembrava stesse spegnendosi mano a mano.

 
 
Quel pomeriggio la ragazza andò, per via del primo incontro, e Silente le spiegò molto brevemente perché l’avesse voluta far rimanere nonostante sapesse le “Insistenze del giovane Weasley”.
“Il tempo sta scarseggiando per tutti... non manca molto prima che il Signore Oscuro attacchi... e noi dobbiamo essere pronti”. Per tutte le vacanze di Natale non passò un giorno nel quale la ragazza non fosse impegnata ad imparare un incantesimo.
Dopo le vacanze, ritornò la classica routine: studio e scrivere lettere a Fred, il quale rispondeva sempre, anche se, in ogni lettera, sottolineava quanto fosse rimasto deluso del fatto di non averla potuta vedere e di dover aspettare altri sei mesi per vederla.
Tutto procedeva tranquillo, fino a quando non accadde l’inevitabile.

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Capitolo 35
*** Il primo vero fallimento ***


Quella sera una tranquilla sera di fine maggio. Silente, come suo solito, non era presente alla cena dove vi erano tutti gli altri professori, ma, come lui mancavano Piton e Hagrid. La sera arrivò calma, e molti erano andati già a letto in quanto, ben presto, ci sarebbero stati gli esami. Per questo, preferivano ripassare la mattina seguente, a mente fresca.

 
Ma, quella notte, il cielo divenne improvvisamente scuro e le nuvole iniziarono ad addensarsi sopra il cielo di Hogwarts. Intanto, nel corridoio, si sentivano le urla isteriche della signora grassa che gridava
“Aiuto! Siamo sotto attacco!”. La sua voce, per fortuna, poté essere sentita solo da coloro che erano nella sala comune, tutti alunni del settimo anno.
“Vado a vedere cosa sta succedendo” disse Paige. Era assurdo sentire la sua voce stridula anche di notte... non bastava quando si metteva a cantare all’ora che voleva lei?

 
“Che sta succedendo, signora?!” chiese Paige, uscendo, con un filo di impazienza nella voce. Da quando in qua non si poteva nemmeno leggere un libro pacificamente in sala comune?
“Siamo sotto attacco! I mangiamorte ci stanno attaccando!” disse la signora nel panico
“Cosa?! E’ impossibile!” disse Paige
“Davvero?! E come te lo spieghi il marchio nero sopra Hogwarts?” chiese la donna grassa, in preda all’agitazione
“Ora si calmi! Mi dica dove sono stati visti i mangiamorte! E lo dica sottovoce” disse la ragazza
“Alla torre di astronomia” rispose la donna, più sottovoce che poté.
“Bene. Vado a controllare. Non faccia uscire nessun altro Grifondoro prima del mio rientro!” disse Paige, la quale scese le scale a più non posso, bloccandosi prima della Sala Grande: c’erano delle voci e nessuna di questa era familiare
“Attaccare ora... che assurdità” disse una voce maschile
“Almeno a noi ci tocca la parte noiosa, controllare questa zona” disse un'altra voce, anche questa non familiare e maschile
“Petrificus Totalus” pensò la ragazza, facendo scorgere appena la bacchetta e pietrificando i due
“La signora grassa aveva ragione, accidenti!” disse correndo fuori dal cortile e prendendo tutte le scorciatoie che conosceva pur di raggiungere più in fretta possibile la torre . Ma non ebbe raggiunto che metà della strada che dovette affrontare tre mangiamorte contemporaneamente.
 
 
Dalla torre, ad un certo punto, cadde qualcosa, ma la ragazza non fece in tempo a vedere cosa fosse, per non distrarsi troppo dal duello. Alla fine, con un incantesimo non pronunciato, li fece schiantare alle colonne del cortile, poi continuò la sua corsa verso la torre.
Quando arrivò, vi era lo macello totale: i muri erano crollati a seguito delle esplosione e alcuni ragazzi, probabilmente prefetti che erano a fare il loro lavoro, erano a terra, coperti di polvere. Sapendo che non erano gravi, la ragazza continuò l sua salita, fino a quando, giunta nel corridoio, diede una mano a Tonks, Lupin e la Mc.Granit per abbattere i cinque mangiamorte contro i quali stavano combattendo.
“Che ci fate voi qui?” chiese la ragazza
“Ordini di Silente. Sai tutto, vero?” chiese Lupin
“Nulla. Ma aspettate, se ci siete voi allora anche Fred e...” disse la ragazza
“No, loro non ci sono, ma scommetto che si materializzeranno appena lo verranno a sapere. Comunque ci sono Bill e Arthur...” disse Lupin
“Dove sono?!” chiese la ragazza. Appena le fu indicata la strada, corse in quella direzione dove vide il lupo Greyback addosso a qualcuno
“Stupeficium!”  gridò, facendolo schiantare, privo di sensi, contro un muro.
“Ehi, svegliati!” disse Paige, andando verso la testa rossa, che risultò essere Bill. Portava una vistosa ferita sulla guancia
“Lui... sta attenta!” disse indicando il lupo che si era ripreso, ma che si smaterializzò poco dopo. In contemporanea, tutti i botti che si udivano ad Hogwarts cessarono.

 
 
I feriti furono portati nella seconda sala dell’infermeria; tra questi vi era Bill, col volto sfigurato, e Kingsley, che si era procurano un escoriazione al braccio sinistro dovuta ad un incantesimo. I prefetti e i feriti che appartenevano alla scuola, invece, furono messi nell’infermeria normale.
Nella seconda infermeria vi erano anche Ginny, Ron, Hermione e Luna che, a quanto pare, a differenza sua, erano stati avvisati di quello che stava succedendo.

 
 
“Silente è morto” disse Harry, che era appena arrivato. Si vedeva cosa avesse passato quella notte e lo shock per aver visto morire uno dei più grandi uomini che avesse mai conosciuto. Come tutti gli altri, anche Paige rimase basita: perché non l’aveva sentito? Perché non era riuscita a prevedere un bel niente? Aveva lasciato che Silente morisse sotto i suoi occhi... aveva capito cos’era quello che era caduto, e si sentiva davvero in colpa. Se solo l’avesse preso in tempo, magari Silente sarebbe stato vivo, magari, con i suoi poteri, sarebbe riuscito a salvarlo. “Piton ci ha traditi... lo ha ucciso” disse, amareggiato. La ragazza continuò a sentire la conversazione, provando un moto di rabbia che non era mai riuscita a provare prima. Anche se Silente era sempre stato il preside della scuola, per la ragazza era come un nonno che non era mai riuscita ad avere, dolce, comprensivo, sempre disponibile ad ascoltare i problemi dei suoi allievi e a risolverli con un sorriso. Ora, invece, tutto questo si era spento. E in meno di una notte.
La signora Weasley, anche lei giunta ad Hogwarts, era con suo marito davanti al letto di Bill, e gli stava medicando dolcemente le ferite.
“Peccato... è sempre stato un bel bambino...  stava anche per sposarsi” disse la signora Weasley, mentre medicava dolcemente le ferite del figlio
“In che senso stava  per sposarsi?” chiese Fleur ad un tratto, scattando come una molla. La signora Weasley alzò il volto stupito
“Ecco... è solo”, ma non ebbe finito la frase che subito Fleur rispose
“Crede che per colpa del lupo ora non mi voglia più? Sci vuole ben altro per impedir a Bill di amarmi!” rispose Fleur
“No, non quello...” iniziò a controbattere la signora Weasley
“Pensa che io non lo volio più?! Cosa importa del suo aspetto?! Io sono abbostonsa bella per tutti e due!” disse Fleur. A vedere quell’atteggiamento tanto irrispettoso tutti si sarebbero aspettati che la signora Weasley scoppiasse. Ma, dopo pochi istanti, le due stavano piangendo, abbracciate l’una all’altra.
“Cos’è successo, signor Weasley?” chiese Paige, notando che l’uomo stava guardando il figlio preoccupato.
“E’ stato un lupo mannaro... ora, non sappiamo cosa gli succederà. Non era una notte di luna piena, ma era comunque un lupo ad averlo morso, quindi...” disse il signor Weasley. Paige, in effetti, aveva notato un qualcosa di animalesco nell’uomo che lo stava attaccando, ma non immaginava fosse un lupo. Allora, per rendersi utile, passò le sue dita lungo le ferite del ragazzo, che scomparvero all’istante
“Dovrebbero essere annullati anche tutti gli effetti che avrebbe dato il lupo mannaro” spiegò la ragazza al signor Weasley, il quale non poté far altro che abbracciarle, non ringraziandola mai abbastanza. Anche se fu Paige a dire che non sarebbe mai riuscita a ringraziarli abbastanza per tutto quello che loro avevano fatto per lei. Poi si congedò dal signor Weasley, mentre le due donne, ancora troppo impegnate a piangere, non si erano accorte di nulla.
 
 
 
Vedendo quella scena, anche un’altra coppia aveva iniziato a discutere.
“Visto? Le vuole sposarlo anche se lui è stato morso! A lei non le importa!” disse Tonks
“Ma i casi sono completamente diversi! Lui non è un totale lupo mannaro!” rispose Lupin
“Ma anche a me non importa!” rispose Tonks, esasperata dalla terribile cocciutaggine di Lupin
“Ma io sono troppo vecchio, troppo povero e troppo pericoloso! Tu meriti qualcuno di giovane e sano al tuo fianco!” disse Lupin. Anche la signora Weasley, che stava ancora consolando Fleur, e che non si era ancora accorta della guarigione di suo figlio, come tutti gli altri nella sala eccezion fatta per il signor Weasley, disse
“La tua l’ho sempre trovata una posizione ridicola, Remus.”
“Adesso smettiamola di discutere di quest’argomento!” disse Lupin. Paige aveva assistito a tutta la scena, come tutti gli altri presenti, i quali, però, all’ordine di Lupin, avevano distratto lo sguardo e stavano discutendo di altro. In fondo, dopo quello che era accaduto, c’era molto di cui discutere.
“Loro avranno una vita, sicuramente più lunga della mia...” si disse Paige Si avvicinò, quindi, ai due, i quali stavano continuando a discutere silenziosamente, e, dopo aver fatto materializzare un ciondolo che non era nulla di speciale(Sembrava una normale medaglietta circolare con una L incisa sopra ), disse
“Lupin, scusa il disturbo, ma mi daresti un attimo la tua mano?”. Il ragazzo la guardò stranita, non capendo il senso, ma lo fece. Porse la mano alla ragazza la quale, una piccola punta, fece un graffio sul dito di Lupin e fece scivolare la goccia di sangue sul ciondolo. La L si illuminò all’istante per poi scomparire, mentre il graffio fu guarito da Paige.
“Ma che hai fatto?” chiese Lupin; era un mago estremamente abile, eppure c’erano parecchie cose a lui ignote nel mondo della magia.
“E’ in fase sperimentale, ma, con questo, non dovresti avere problemi di alcun tipo durante la luna piena” rispose la ragazza. Lui la guardò inizialmente stranito, poi chiese
“Stai scherzando, vero?”
“Affatto. Sul diario di mia madre è scritto che, prima di andarsene, avrebbe voluto fare qualcosa per aiutarti. Stava progettando un incantesimo, ma a quanto pare non ebbe gli effetti desiderati. A me è venuta l’idea di creare una specie di amuleto. In fondo, molte cose sono racchiuse in oggetti. Con questo non dovresti avere problemi durante la luna piena e non dovresti nemmeno trasformarti in lupo per il resto della tua vita, anche se rimani classificato come lupo mannaro” rispose la ragazza “Tonks, tieni. Ormai questo dovrebbe essere inutile, ma non si sa mai” disse la ragazza.
“Stai dicendo sul serio?” chiese Lupin, con la faccia di uno che stava venendo preso in giro
“Mai stata più seria... anche se è in via sperimentale e i risultati non sono garantiti al massimo, così come non garantisco che Bill si riprenda completamente” disse la ragazza.
“Mi stai prendendo in giro?” chiese Lupin e la ragazza, esasperata, gli rispose
“Sì, ti sto prendendo in giro, se questo è quello che vuoi sentire per evitare di fare domande idiote” rispose la ragazza “Dovrai aspettare la prossima luna piena, Lupin. Non posso fare altro” rispose la ragazza, consegnando il ciondolo a Tonks, la quale l’abbracciò talmente tanto forte da non farla respirare
“Grazie, grazie!” disse commuovendosi la ragazza
“Il concetto è chiaro... però ora potresti lasciarmi andare?” chiese Paige, cercando di respirare. Solo quando Tonks si accorse che stava stringendo troppo forte, la lasciò andare.

 
 
E, mentre ai due stavano, ora, discutendo della loro nuova vita “di prova”, altre braccia strinsero Paige talmente tanto forte da farle scricchiolare le costole “Grazie!”  disse la signora Weasley, con le lacrime agli occhi, mentre Bill si era già risvegliato.
Poco dopo, toccò a Fleur abbracciarla. La povera Paige, allora, decise di usufruire del primo momento di distrazione per scappare.
E così fece. In quel momento sarebbe voluta rimanere sola. Era ancora incredula a quello che aveva sentito: “Silente è morto”... non ci voleva credere. Anche se lei non sapeva nulla della sua vita, le si era affezionata: lo considerava come colui che le aveva insegnato molte più cose di quelle che avrebbe mai potuto imparare nell’arco dei sette anni di scuola. Era una persona gentile e sorprendente, che non si arrabbiava mai, nemmeno quando Paige disobbedì ai suoi ordini e fece uso dei suoi poteri al di fuori delle mura di Hogwarts, ed era sempre pronto a risolvere i problemi di tutti con un sorriso.
Mentre Paige guardava al di fuori della finestra, vedendo il lago che veniva illuminato dalla luna, tornata a splendere dopo la scomparsa del marchio nero, Paige iniziò a pensare a quante cose avrebbe potuto fare se lei l’avesse saputo prima. Se non fosse stato per la signora grassa, lei non avrebbe nemmeno lottato; era stata l’unica persona a non aver saputo nulla, quando Lupin  e gli altri erano già all’interno della scuola da un bel po’. Questo la stava facendo riflettere parecchio: perché Silente non l’aveva avvisata? Forse avrebbe potuto salvarlo. Era perché non la considerava all’altezza della missione? La risposta che le venne in mente fu no. Lui l’aveva sempre elogiata per le sue grandi abilità e l’aveva aiutata anche a dare una mano all’Ordine nominandola caposcuola. Poi pensò ad un’altra cosa: forse aveva paura che morisse. Già perché lei sarebbe dovuta morire, anche se non sapeva né quando, né dove, né per mano di chi. Magari lui sapeva qualcos’altro e aveva deciso di proteggerla.
E, anche se era solo un ipotesi, Paige gli fu grata. Cercava di ricordarsi di lui, ma le uniche cose che le venivano in mente erano le parole strane che metteva come parole d’ordine per accedere al suo ufficio.
Continuando a guardare fuori dalla finestra, Paige prese  molte decisioni: innanzi tutto, decise di lasciare la scuola. Oramai non aveva più nulla da insegnarle e sarebbe servita molto più fuori che dentro la scuola. Lì sarebbero rimasti i professori che avrebbero protetto gli allievi. Poi, decise che, se Fred avesse voluto, sarebbe andata a vivere con lui. La fine era sempre più vicina e non vivere quei pochi anni che le erano rimasti le sembrava come buttare al vento il sacrificio dei suoi genitori, che non l’avevano di certo cresciuta per farle vivere una vita come uno zombi. Infine, decise di non piangere. Era certa che fra lei e Silente vi fosse più di mezzo secolo di differenza di età, però gli si sentiva molto affine. Più volte aveva pensato alla sua morte, e tutte le volte era convinta di una cosa sola: nessuno sarebbe dovuto essere triste. Vedere le persone che soffrivano per lei le avrebbe dato sia un grande piacere, perché sarebbe stata consapevole di aver lasciato un segno della sua esistenza, sia un grande dolore, perché non avrebbe potuto consolarli, né avrebbe potuto rimarginare quella ferita che si sarebbe creata nel cuore di chi voleva bene dopo la sua perdita.

 
 
“Paige!” disse Fred, abbracciandola. Alla fine, anche lui era arrivato.
“Meno male, stai bene!” disse, iniziando a baciarla, incurante della presenza di gente, che in quel momento, per fortuna, non c’era.
“Quando ho saputo dell’attacco a Hogwarts ero così preoccupato...” disse
“E non vai da Bill... è stato quello che ha rischiato di più” disse Paige
“Voglio rimanere con te. E’ andato George da Bill e gli altri” disse Fred. A quell’affermazione la ragazza sorrise
“Sai Fred... credo che la tua proposta non sia così male...” disse la ragazza
“Quale proposta?” chiese Fred, stupito. Non ricordava di averne fatta alcuna
“Ho deciso di... lasciare la scuola e venire a vivere con te...” disse la ragazza, venendo avvinghiata da Fred
“Sì! Non vedo l’ora!” disse allegro
“Ma prima... voglio rimanere qui fino al funerale del Silente e voglio andare alla Tana... per proteggerla. Il professor Silente mi ha insegnato diversi incantesimi estremamente potenti” disse Paige
“Sì sì, tutto il tempo che vuoi!” disse Fred senza smettere di stringerla.
“Andiamo in infermeria? Vorrei salutare George e parlare con la professoressa Mc.Granit” disse la ragazza, lasciando che Fred sciogliesse l’abbraccio
“D’accordo” disse. E insieme si avviarono per l’infermeria.

 
 
Ron, Ginny ed Hermione erano andati nel dormitorio. La signora e il signor Weasley erano ad Hogsmade dove avevano affittato una stanza per la notte e di Lupin e Tonks non vi era la ben che minima traccia. Le uniche persone che erano rimaste nella seconda infermeria erano Bill, ancora disteso sul letto ma che si era ripreso abbastanza bene, Fleur che gli era accanto e George, che stava scoprendo cosa fosse accaduto.
“Sei ancora in giro, Paige? Non dovresti  dormir?” chiese Fleur vedendola. Sapeva, per merito di Bill, che la scuola aveva delle regole severissime riguardo il dormire e l’orario in cui uno studente doveva stare a letto. 
“Per oggi le regole non contano... come ti senti, Bill?” chiese vedendolo sveglio
“Bene... grazie a te.” Rispose il ragazzo
“Meno male...” rispose la ragazza, per poi voltarsi verso George “Non ci vediamo da mesi e tu non mi saluti nemmeno?” chiese, facendo intendere che stava scherzando.
“Immaginavo che non avresti sopportato un altro abbraccio, o almeno, non dopo tutti quelli che hai ricevuto” disse George
“Colpita... e affondata. Uffa non vale!” disse Paige, sconfitta, prima di ritrovarsi abbracciata da George. Dopo che George sciolse l’abbraccio chiese
“Avete visto la Mc.Granit? Dovrei parlarle”.
“E’ nella sala del preside, dove prima c’era Silente” disse Bill e, allora, Paige uscì dalla stanza e corse dalla Mc.Granit .

 
 
La trovò nell’ufficio di Silente, come era stato detto, e disse
“Buona sera, professoressa”. La professoressa la guardò stranita, incredula di vederla lì a quell’ora. Dalla postura della donna si notava chiaramente che stesse facendo uno sforzo immane per rimanere in piedi e, prima di tutto, per accettare quello che era accaduto.
“Mi dica, signorina Worren” disse la donna
“Ecco... io ci ho riflettuto attentamente e sono giunta ad una conclusione: voglio lasciare la scuola” disse calma
“E come mai?” chiese la Mc.Granit leggermente stupita. Non si aspettava una tale rivelazione, specialmente non dopo la morte di Silente
“Ecco... ci sono diversi motivi. Innanzi tutto, ora la scuola non avrebbe più nulla da insegnarmi. Poi, voglio proteggere l’Ordine e tutte le persone che posso. So che mi mancano solo gli esami, ma penso che posticipare anche di un solo giorno la mia partenza equivalga a delle vite perse” disse Paige
“Sono ben conscia di questo, e d’altronde me lo aspettavo da lei, Paige. Sono sicura che farà molto di più fuori da queste mura che all’interno, mentre per quanto riguarda i suoi esami, sia io che tutti gli altri insegnanti possiamo garantire che, anche se non li svolge, sarebbe stata promossa con più del massimo. Quindi, ora faccia quello che ritiene giusto” disse la Mc.Granit . Detto ciò la ragazza si congedò e tornò in infermeria, dove Kingsley se n’era andato.
“Fatto?” chiese Fred, e la ragazza annuì.
“Fatto cosa?” chiese George
“Lasciato la scuola... ormai non ha più senso rimanere qui, specialmente non di questi periodi” rispose Paige
“Aspetta... gli esami? Tu non sei come noi, tu ci tieni alla scuola...” disse George
“Ma tengo più alla vita dei miei amici. Rimanere qui senza sapere cosa sta succedendo al di fuori sarebbe una vera tortura per me. “ disse.
Tre giorni dopo, ci furono i funerali di Silente. Sembrava che l’intero mondo magico si fosse riunito per dare l’ultimo saluto ad uno dei maghi più in gamba che la storia avesse mai avuto. Dopo quel giorno, la scuola fu quasi del tutto svuotata: furono molti i genitori che presero con sé i loro figli e li portarono lontani dalla scuola. Anche Paige si ritirò: per le prime due settimane rimase a casa di Fred e George, lanciando diversi incantesimi di protezione che gli aveva insegnato Silente. Poi andò alla Tana.

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Capitolo 36
*** L'ultima estate ***


Alla Tana la vita continuava frenetica come al suo solito: Fleur e Molly erano affaccendate per i preparativi del matrimonio che, per quanto umile, doveva essere un giorno speciale, diverso dagli altri. Bill continuava  a lavorare ora che le acque erano ancora calme e lo stesso valeva per il signor Weasley.
Percy, invece, da quel giorno a casa di Sirius non si era più fatto sentire, tuttavia, tramite il diario, passava continuamente informazioni all’ordine e, per giunta, sembrava essersi dimenticato delle cose sull’Ordine delle quali era venuto a conoscenza. A Fred e George gli affari andavano davvero una meraviglia: era uno dei pochi negozi in tutta Diagon Alley a non essere in crisi e, ogni giorno, avevano decine di clienti che compravano galeoni e galeoni di roba. Molte invenzioni, per quanto inutili, sarebbero potuti servire in caso di emergenza estrema. Per quanto riguarda Ron e Ginny: erano tutti e due a casa, ed aiutavano quando potevano.
Estendendo le prospettive, l’Ordine continuava a tenere la situazione sotto controllo, senza farsi accorgere. Dato che erano tutti maghi abbastanza noti, gli Auror riuscirono a rimanere tranquillamente al ministero mantenendo le loro posizioni, mentre, per proteggere la popolazione civile, nelle zone che si temeva sarebbero state colpite fu mandata Paige.
Ovviamente, questo avvenne non senza proteste, specialmente da parte della signora Weasley (“Ma siete impazziti? E’ solo una ragazzina!”) e di Fred (“Ma ti rendi conto del rischio che corri?! E voi l’agevolate pure?! Non è l’unico membro dell’Ordine a starsene con le mani in mano!”). Per quanto riguarda le sedi, l’ordine ne aveva parecchie e sparse. La prima era, certamente, la casa di Sirius Black, già nascosta da un potente incantesimo, e che era la sede più grande e sicura. Aveva abbastanza stanze da poter ospitare metà dei membri dell’Ordine e riserve di cibo a lunga conservazione che sarebbero bastate per dieci anni a venti persone (ovviamente lo scantinato fu allargato per questo). Questa grossa “riserva” era collegata, tramite una parola chiave che solo un vero membro dell’Ordine avrebbe potuto utilizzare (e qui c’è lo zampino di Paige e molti dei suoi incantesimi) a tutte le altre basi, in modo tale da garantire la sopravvivenza dell’Ordine qualora molti avessero perso il lavoro (come si sarebbe prospettato se Voldemort fosse riuscito a penetrarvi, con i suoi mangiamorte). Altre sedi più piccole erano la casa di zia Muriel dei Weasley, la villa dei Paciock, la Tana (che veniva generalmente utilizzata solo per le riunioni di emergenza, dato che conteneva i membri dell’ordine più “deboli”) e la casa dei Tonks, i quali furono più che felici di accettare di dare una mano all’Ordine. Ognuna di queste basi era coperta da magie potentissime, che forse nemmeno Silente sarebbe stato in grado di spezzare facilmente. Inoltre, ogni casa consentiva a chi vi era dentro di smaterializzarsi nella base più vicina in caso di attacco da parte di mangiamorte. Episodio che sarebbe potuto essere remoto, ma in una guerra, nulla è certo.

 
 
Tralasciando per un attimo questa guerra, tutti i membri dell’Ordine si presero una breve pausa.
Quando Paige arrivò alla Tana, dopo essere stata a casa di Fred e George, vide subito Tonks e Lupin, il quale sembrava essere ringiovanito di vent’anni, come minimo. Tonks, in particolare, ringraziò Paige per tutto l’aiuto che le aveva dato, spiegando poi che quello che aveva fatto poco tempo prima all’infermeria aveva funzionato e, che durante la luna piena precedente, Lupin non si era trasformato.
Un paio di sere dopo, andò a cena alla Tana Sirius, il quale ringraziò Paige per l’ottimo lavoro che stava facendo. Per dirla tutta, dopo essere tornata nella casa dei signori Weasley, Paige divenne raggiungibile per tutti (in quanto Fred non la faceva parlare quasi con nessuno, per paura che si avviasse in qualcosa dalla quale non ne sarebbe più tornata viva); proprio quella sera l’Ordine fece una riunione lì e spiegò la necessità di qualcuno che potesse proteggere le case di babbani legate, in qualsiasi modo, con la magia. In particolare modo, avevano individuato uno schema d’attacco che i mangiamorte avrebbero potuto usare. Allora, per la prima notte Paige, scortata da alcuni membri, utilizzò degli incantesimi per proteggere le case. Erano tutti incantesimi diversi, e questo per favorire la massima protezione. Ma, il problema, giunse dopo aver protette le prime trenta case: come avrebbe fatto, ora? Aveva finito l’arsenale degli incantesimi e, se solo li avesse ripetuti, avrebbe sicuramente aumentato il rischio di morti. Quindi, occorreva crearne di nuovi. Le ultime due giornate, in pratica, le aveva passate a cercare di inventare incantesimi. Quando Sirius se ne andò, Fleur e Molly iniziarono a sparecchiare e le impedirono di dare una mano, dicendo che avrebbe dovuto riposare. Ma proprio mentre stava per salire in camera, Bill, che era sul divano prima delle scale, la trascinò a sé e la fece sedere sulle sue gambe, come avrebbe fatto per una bambina piccola
“Che c’è?” chiese Paige, vedendolo
“Ho la netta sensazione che se tu, in questo momento, salissi le scale, non ti metteresti a dormire, ma inventeresti altri incantesimi. Non sei un oggetto inanimato, Paige! Sei una persona, e  dovresti anche capire quando è il momento di fermarsi” le disse Bill
“Ma io sto bene!” ribatté la ragazza
“D’accordo... allora facciamo così! Rimani cinque minuti con me. Se in questi cinque minuti non ti addormenti, ti lascio andare sopra” disse Bill. Paige, non avendo altra scelta, accettò la proposta e, in due minuti, si ritrovò addormentata fra le braccia di Bill. Sembrava davvero una bambina, per quanto era indifesa in quel momento
“Si è addormentata?” chiese Fleur vedendo la scena. Bill la teneva in braccio e la cullava come avrebbe fatto per un bambino di un paio d’anni al massimo. Bill guardò la sua fidanza e disse
“Già... a quanto pare ho vinto io. Comunque... sei gelosa?” le chiese. La Veela scosse leggermente la testa
“Non potrei mai esserlo... è una persona fantastic e sci ha aiutato tante volte, sia ora, che quando eravamo a scuola per il torneo e dopo l’attacco di quella notte. Per me è come una sorella minore...” rispose
“Sai... potrei dirti la stessa cosa. Ricordo che la consideravo tale quando veniva qui da noi... sempre a correre dietro a Fred e George... non ho un solo ricordo nel quale siano divisi. Sono stato con lei in parecchi momenti della sua vita, quando i suoi genitori erano vivi, ed ero presente quando dissero che lei sarebbe dovuta morire presto e che, per un po’, non avremmo più potuto rivederla. Quando se ne andò Ginny non era ancora nata, e la casa sembrava essersi svuotata all’improvviso. Ora che ci penso... quello fu  l’unico periodo in cui sia Fred che George non furono i classici monelli.” Raccontava Bill, per poi abbassare la testa e vedere la ragazza che teneva in braccio “E... vedendola così, penso proprio che quello che Fred dice non sia del tutto sbagliato, insomma... forse non dovremmo farla partecipare a molte cose. Ma so anche che lei non ne sarebbe affatto felice; inoltre, è maggiorenne; non possiamo fare nulla che vada contro le sue scelte, no?” chiese Bill
“Oui, Bill. Per quanto voliamo proteggerla, non possiamo fare molto” rispose Fleur. Allora Bill salì e la portò a letto.
Il sonno fu davvero la migliore medicina che la ragazza potesse mai avere: le vennero in mente decine di nuovi incantesimi e, soprattutto, modi per riutilizzare quelli vecchi e cambiarli in base alle esigenze.

 
Più o meno in tranquillità, passò un mese: la data del matrimonio di Fleur e Bill era prevista per la fine di Luglio, ma, prima di quel momento, bisognava trasferire, con la massima sicurezza, la chiave della guerra: Harry Potter.
Il piano, che fu proposto da un certo Mundungus, amico di malaffare di Moody, prevedeva la presenza altri Harry Potter, che si sarebbero potuti creare tramite una banalissima pozione polisucco, insieme ai loro tutori. Per quanto concerne la data, preferirono spostare Harry prima del compimento del diciassettesimo anno di vita, tramite mezzi non identificabili come le scope e Thesdral. Per quella missione furono selezionate le persone più adatte e disponibili: Bill, Fleur, Arthur, Kingsley, Lupin, Tonks, Fred, George, Ron, Hermione, Paige, Sirius.
Il piano originale, a dire il vero, prevedeva Mundungus  il quale, però, conosciuto da tutti per la sua codardia, fu immediatamente escluso e, al suo posto, si propose Paige, una persona certamente molto più adatta. E, ovviamente, anche qui non potete immaginare la discussione che Fred iniziò a portare avanti, discussione che finì, però, con un secco no della ragazza “Non ho lasciato la scuola per rimanermene con le mani in mano mentre gli altri rischiano di morire”, rispose lei. E, così, in data stabilita, il folto gruppo si recò a casa di Harry Potter.

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Capitolo 37
*** A prendere Harry ***


 “Dovresti rimanere a casa!” iniziò a dire Fred, per l’ennesima volta, ad una Paige che non voleva sentire ragioni
“Mundungus non reggerebbe e se la squaglierebbe alla prima occasione! Ho certamente più carte in regola di lui!” ribatté lei.
“E smettetela di litigare! Paige ha ragione... Mundungus era solo per fare numero. Tanto vale che venga lei. E la coppietta innamorata la fate in un altro momento!” disse Moody stufo delle continue litigate dei due sull’argomento; la discussione vi era stata una settimana prima e, nonostante le sue numerose visite, Moody non aveva mai visto i due litigare su un argomento diverso alla missione.

 
Dopo essere arrivati dove Harry si trovava, e, dopo averlo salutato, Fred, George, Hermione, Ron, Fleur, Paige si trasformarono in lui tramite la pozione polisucco e vennero divisi in coppie. Paige capitò proprio con Malocchio.
“Sta attenta, almeno” le disse Fred poco prima di partire.

 
Scopa in mano, Malocchio diede il via alla partenza di tutti. L’avvio parve tranquillo, ma nemmeno dopo aver raggiunto il cielo, al dì la delle nuvole scure che promettevano tempesta, centinaia di mangiamorte stavano tendendo un agguato. I falsi Harry Potter, insieme ai loro “custodi” iniziarono a duellare contro di loro, inconsapevoli che il vero male si nascondeva proprio fra quelle fila.
Voldemort, infatti, iniziò ad attaccare subito con l’anatema che uccide, incurante di colpire i suoi uomini. Prese di mira Paige e, Malocchio, cercò di proteggerla. Nel duello, l’anatema lo sfiorò grazie ai riflessi pronti di Paige che lo fece praticamente cadere dalla scopa con l’incantesimo “Stupeficium”. Per evitargli una morte estremamente dolorosa, si buttò a picco con la scopa cercando di prenderlo; il Signore Oscuro, però, non arresosi, lanciò un’ulteriore anatema mortale, che squarciò l’aria e lasciò solo delle macerie di scope.
Nel frattempo, alla Tana, Harry era arrivato per primo, e, mano a mano, arrivarono tutti gli altri.
Fra tutti, George era l’unico a essere stato ferito in modo grave ad un orecchio; Fred, ovviamente, andò da lui, constatando che non era minimamente cambiato.
“Ehi Fred... dov’è Paige?” chiese il ragazzo non vedendo l’amica nella stanza. In effetti, nemmeno Fred ci aveva fatto caso, pensando che fosse una delle arrivate dato che si sentivano un sacco di rumori. Voltando la testa e, incrociando lo sguardo con il fratello maggiore Bill, non parve essere accaduto nulla di buono.
“Purtroppo Voldemort li ha attaccati... non ce l’hanno fatta... sono precipitati con la scopa e sono stati colpiti dall’anatema mortale” disse, facendo entrare tutti in un momento di silenzio. Tonks iniziò a piangere e persino a George, l’orecchio sembrava solo un graffio in confronto al dolore che stava provando mentre Fred non riusciva ancora a credere a quello che stava sentendo. Voleva piangere, ma le lacrime non gli uscivano al solo pensiero di sapere che non aveva nemmeno un corpo su cui farlo.

 
Ad un certo punto, però, un lampo disturbò l’aria fuori dalla casa e, nella speranza di rivederla, Fred uscì fuori. Moody era intatto e continuava a guardare la ragazza dietro di lui, col volto coperto di sangue e che si teneva il braccio sinistro con la mano destra, anche quella ferita. Fred si buttò quasi addosso, ma venne fermato dal puntare della bacchetta della ragazza
“L’ingrediente segreto dei fuochi d’artificio Weasley” disse con volto serio, tanto quasi da spaventarlo
“Cenere di ali di polvere di fata” rispose il ragazzo, vedendo la bacchetta che si abbassava. Subito l’abbracciò e la strinse tanto forte da non farle prendere fiato
“Fred! Calmati!” gli disse
“Ma voi... loro... com’è possibile?” chiese Bill uscendo dalla casa e rimanendo sorpreso dal rivederli interi
“Mi ha buttato giù dalla scopa con l’incantesimo Stupeficium! C’è mancato poco che rimanessi spiaccicato a terra!” si lamentò l’auror
“E intanto quella fra noi due che sta peggio sono io, o mi sbaglio?” controbatté la ragazza, mentre Fred le stava praticamente appiccicato come un polipo. Quando entrò in casa e vide George in quello stato, inizialmente ne rimase basita. Poi, però, sentendo la sua battuta capì che era rimasto il classico George Weasley di sempre
“Come al solito sei rumorosa” si lamentò lui
“E tu sei imprudente!” rimboccò lei, avvicinandosi a lui e iniziando ad usare i suoi poteri curativi sul suo orecchio
“Sei messa male... forse sarebbe meglio se”
“Tu chiudessi la bocca e non controbattessi alle mie decisioni come fa il tuo amato fratello gemello!” concluse lei, riportandogli l’orecchio al suo stato originario in pochi secondi
“Sicura di stare bene?” chiese George alla ragazza, che gli rispose
“A parte le ferite che vedi, non sento nulla di che...” rispose.
“Ma voi come avete fatto a sopravvivere? Insomma... vi abbiamo visto cadere per mano di Voi- sapete -chi...” iniziò Bill
“In effetti, c’è mancato poco che Malocchio rimanesse secco. L’ho fatto cadere dalla scopa e ho orbitato approfittando della luce della magia lanciata da Voldemort stesso” spiegò la ragazza
“Orbitare?!” chiese Bill vedendo la ragazza allungare la mano verso un piccolo vaso e vederlo sparire dalla sua locazione originaria e apparire nella mano della ragazza preceduto da una polverina celestina “Capito ora?” chiese rimettendo a posto l’oggetto
“Cara, vieni... sarà meglio che ti curi quelle brutte feriti o potrebbero rimanerti delle cicatrici” disse la signora Weasley, portando la ragazza in un’altra stanza
“Veniamo anche noi...”
“...dato che ti devi togliere la maglietta!” risposero i due gemelli, prima di essere colpiti da due scarpe volanti
“Mira impeccabile, signora Weasley” commento Paige
“Grazie cara” rispose lei facendole strada nella piccola stanza dove aveva gli oggetti per la medicazione e facendo sembrare quell’attacco già un ricordo lontano.
“Paige... dovresti essere più prudente!” le disse la signora, fasciando il braccio
“Posso provarci... ma in queste situazioni reagisco d’istinto” si giustificò.
“Cara... lo so che...” e Molly parve bloccarsi. Non aveva mai osato prendere quell’argomento se non era stata la ragazza a iniziarlo
“Non ho intenzione di morire pensando alla maledizione. Quando quel momento accadrà sarà solo quando io stessa sarò sicura che tutti voi stiate bene. Due anni non sono molti, ma ho intenzione di  fare il possibile fino ad allora. E ora... pensi a domani! Non capita tutti i giorni che il proprio figlio si sposi!” disse mettendo le mani sulle spalle della signora
“Cara... ma perché hai posticipato la data del tuo matrimonio? Insomma Fred...”
“Voglio che possa essere felice. Lui... no, loro due, sono la mia salvezza. Se ho continuato a lottare, sorridere e vivere è solo grazie a loro. Se Fred mi avesse già sposata... in quel momento non sarebbe stato più libero e avrebbe continuato a vivere nel rimorso. Io voglio vederlo così come lo vede lei ora, felice e sempre a scherzare con George.” Rispose lei facendo commuovere la donna
“Hey, ma avete finito qui? Insomma! Siete lentissime!” disse un Fred alquanto stanco
“Sì... andiamo a progettare quegli scherzi che mi avete detto prima! Ma non mi direte che li volete usare per domani?!” chiese la ragazza basita
“Chissà... su, su andiamo!” disse Fred prendendola per le spalle e trascinandola nella camera sua e di suo fratello.
Ma, dato che erano tutti stanchissimi, si addormentarono appena si sedettero sul letto.

 
 
Il giorno dopo fu di Molly la premura di andarli a svegliare tutti, compresi i tre, che iniziarono a prepararsi.
“Giuro che la faccio pagare a tuo fratello per avermi costretta ad indossare questo vestito” disse Paige dall’altra parte della porta che divideva la camera dei gemelli da un piccolo magazzino.
“Per noi non ci sono problemi invece” “In fondo vestiti del genere li indossiamo ogni giorno al negozio” dissero i due gemelli
“Giuro che vi strozzo... almeno le scarpe sono basse” disse indossandole
“Vuoi una mano con la zip?” chiese Fred abbottonandosi l’ultimo bottone della camicia
“Piuttosto mi slogo il gomito” rispose la ragazza, con un chiaro no.
“Vengo io?” chiese George
“ Non osare nemmeno pensarci!” gli rispose lei.

 
Quando uscì indossava un abito grigio chiaro, lungo fino alle caviglie e con un motivo floreale che lo decorava; il braccio era ancora fasciato, così come il graffio sulla testa aveva ancora un cerotto; le prime ciocche dei capelli erano legate dietro la testa da un nastro dello stesso colore che scendeva lungo i capelli sciolti.
“Wow!” dissero i gemelli vedendola, ma lei non ci diede troppo peso, andò a prendere la bacchetta che era sul comodino.
“Vado a dare una mano al signor Weasley... venite anche voi?” chiese voltandosi e vedendo i due annuire
“Sai... dovremmo obbligarti a farti mettere più spesso gli abiti che consiglia Bill, anzi, Fleur a Bill” dissero, prendendo anche loro le proprie bacchette
“Osate dirlo e ci faccio secchi” disse la ragazza con un tono per nulla rassicurante
“Ok, ok! Ci arrendiamo!” dissero abbattuti, mentre da dietro facevano dei commenti. Nel corridoio, poco prima di scendere le scale, videro Bill già vestito
“State andando a dare una mano a papà?” chiese ai fratelli minori
“Sì” risposero i due
“Ditegli che vado fra poco” disse mentre i due scendevano
“Paige... grazie” disse, quando furono soli
“Pensa alla festa piuttosto... ancora non ci credo che ti sposi! E io che ti ricordo come quel bambinetto che chiamava pesti Fred e George” disse lei, facendogli spuntare un sorriso
“E io ti ricorderò sempre come la mocciosetta piagnucolona di quindici anni fa”, disse mentre Paige si girò e gli fece una linguaccia
“Non dirlo a nessuno... ma ho come la sensazione che qualcosa andrà storto...” disse il ragazzo, incupendosi
“ Lo so... e secondo te perché sono qui? Fidati della bambina piagnucolona e vedrai che non te ne pentirai.” Gli rispose per poi scendere, lasciandolo interrogativo.

 
 
Un piccolo gruppo di maghi, per lo più membri della famiglia Weasley, iniziò a sistemare la tenda che partiva dalla casa e arrivava in un grande tendone, dove si sarebbe tenuta la festa.
L’arrivo del ministro della magia stupì non poco i presenti, ma nessuno ci fece molto caso. Ron, Fred, George e Harry dovettero dare il benvenuto a tutti gli ospiti, aspettandoli all’entrata della Tana, con una mappa per assegnare i posti
“Giuro che quando mi sposerò -e accadrà presto- io non vi farò mettere tutta sta roba... potete venire pure vestiti da babbani” disse Fred, slacciandosi il primo bottone per via del caldo e andando all’arrembaggio delle belle cugine Veela di Fleur, cercando anche di far ingelosire Paige, che però non parve particolarmente disturbata. Al contrario, il ragazzo fu disturbato dal vedere la sua ragazza chiacchierare con i particolarmente attraenti cugini della sposa, e più di una volta andò a ricordare ai ragazzi che la cerimonia stava per iniziare e che dovevano assolutamente prendere posto.
 
 
 
 La festa iniziò nel migliore dei modi: tutti ballavano allegri, incuranti del male al di fuori. Persino Paige, restia al ballo, si divertiva un mondo con i gemelli. Ma, ad un certo punto, la festa fu interrotta da una sfera magica che avvisò tutti della morte del ministro e la caduto del ministero. Appena essa scomparve, diversi mangiamorte irruppero nella festa, iniziando a rovinarla e causando la smaterializzazione di  molti degli invitati.
“State fermi!” disse Paige cogliendo tutti alla sprovvista, ma molti obbedirono. Nell’arco di un paio di minuti, i mangiamorte se ne erano completamente andati, lasciando totalmente intatta la sala, così come la Tana o chi vi era dentro
“Ma che...?!” si chiesero tutti, guardando la ragazza
“Ho solo usato qualche sacra runa qui in giro! Non era nulla di che!” rispose agli sguardi
“Sacra Runa? Intendi le antiche rune create dalle fate e che usano la magia celeste, ovvero quella che si pensa perduta da millenni, oramai?” chiese Lupin, stupito
“Sì, proprio quella! Comunque non era perduta, ma solo ben nascosta. Ho fatto in modo che quei mangiamorte fossero illusi di aver completamente distrutto la Tana e annientato la maggior parte dei maghi al suo interno, non dovrebbero tornare più e, se lo facessero, non ci sarebbero problemi in quanto la casa resterebbe esattamente come hanno pensato di lasciarla” spiegò, facendo rimanere a bocca aperta Lupin.
“Tipico di un Auror... non ci sono dubbi! Pensavo che il ministero avesse sbagliato a promuoverti a tale ruolo, ma a quanto pare ero io che mi sbagliavo!” affermò Moody lasciandola perplessa
“Eh?” chiese sentendo quelle parole
“Sei un Auror” disse Moody nel modo più semplice e coinciso possibile
“EH?! Ma non ho fatto nessun esame né la richiesta per diventarlo, è impossibile!” rispose lei vedendo scuotere la testa al mono occhio
“Silente te la fece fare dicendo che era un esercitazione per il momento in cui avresti dovuto combattere in prima linea.” Rispose l’auror, prima che i gemelli le scompigliassero i capelli
“Abbiamo un auror in famiglia”
“Finalmente, aggiungerei!”
“Alla faccia della storia del Signore Oscuro! Evvai!” iniziarono a dire i gemelli, scambiandosi spesso.
“Smettetela ora! Però... in effetti dovrei cercare di crittografare le rune in modo tale che non possono scioglierle!” si disse la ragazza, per sentirsi rispondere
“Ragazza mia...”
“...lavori troppo!”
“Prenditi una pausa ogni tanto!” ricominciarono a cantilenare i due, prima di ricevere un cazzotto a testa
“Ahi!” tuonarono in coro
“Perché lo hai fatto?!”
“Non sei per nulla delicata!” dissero alla ragazza
“E non hai visto niente! A dir la verità volevo risparmiare uno di voi, ma dato che siete gemelli, mi sembrava ingiusto.” Rispose lei, calma, prendendo un valido esempio dalla signora Weasley. Guardandosi in giro, vide che Harry e la sua combriccola erano spariti “Il tempo inizia a scorrere più velocemente ora, eh?” disse rivolta maggiormente a sé stessa che agli altri “Bene! Vado a crittografare le rune. Con permesso...” disse, congedandosi dalla gente ed entrando nella Tana. Andò, prima di tutto a cambiarsi e mettere abiti molto più consoni e comodi; poi scese sotto e, con una penna d’oca in mano,  iniziò a scrivere le rune che aveva disposto in giro, girarle e rigirarle in tutti i modi possibili e immaginabili, cercando di non usare alcun filo logico.

 
 
Quando stava per completare il tutto, delle braccia calde l’avvolsero da dietro e, un fiato delicato, iniziò a percorrerle il collo, baciandolo di tanto in tanto. Riconoscendo il fautore di tale gesto, la ragazza sfiorò le mani del ragazzo
“Fred... non dovresti dormire a quest’ora?” chiese, poggiando la penna d’oca
“Lo stesso vale per te” disse, baciandola su una guancia.
“Ho quasi finito” disse lei, e, dopo aver preso la bacchetta, la mosse leggermente sopra i simboli che aveva creato. Questi si alzarono dal foglio per poi scomparire.
“Mi fai le coccole?” chiese Fred come un bambino, appena Paige si alzò
“Fred... ma che ti prende?” chiese lei guardandolo
“Ecco... stavo pensando che... sì insomma... se non riuscissi a spezzare la maledizione, anche io potrei...” iniziò a dire, prima che Paige lo fermasse con un categorico “NO”.
“Ma...” iniziò a protestare lui, venendo fermato dalle labbra della ragazza
“Non mi fare pentire di essere nata, Fred! Tua madre... il tuo gemello e la tua famiglia come la prenderebbero? Non posso pensare ad una famiglia Weasley senza un pezzo!” disse lei guardandolo negli occhi
“Ma la mia vita senza di te...” “Sarà come dieci anni fa. Tu e George manderete avanti il negozio, e troverai sicuramente qualcuno che ti amerà. Ma non pensiamo a certe cose! Andiamo a dormire, dai! Credo che da ora in poi avrò molte più giornate libere...” disse la ragazza, andando con Fred nella loro camera.

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Capitolo 38
*** Un anno di guerra ***


Dopo quel giorno, Paige e Fred andarono a convivere insieme.  Lei li aiutava con il negozio e, quando le veniva chiesto, faceva delle piccole commissioni per l’Ordine. Anche se era stata promossa Auror, decise di non andare a lavorare al ministero, dato che si era sparsa la voce che Voldemort era entrato al ministero.
Voleva evitare di far scoprire i suoi poteri che, in effetti, a Voldemort sarebbero potuti tornare utili. E, anche se avrebbe voluto ripagare Fred e George per la loro ospitalità, i due rifiutarono.
“Accettare dei soldi da te dopo tutto quello che hai fatto per noi, sarebbe assurdo” disse George
“E poi sei la mia fidanzata, ti ho detto io di venire qui” aggiunse Fred.

 
Il negozio, per fortuna, fruttava anche nei tempi di crisi e, ogni tanto, giungeva qualche mangiamorte per fare delle “ispezioni” nel negozio, e valutare se i due stessero o no nascondendo qualcosa (o qualcuno) di inopportuno.

 
“Avete assunto del personale... a quanto vedo” disse un mangiamorte osservando Paige, durante la sua prima ispezione. Aveva sentito dire dai suoi colleghi che il negozio era gestito dai due membri gemelli della famiglia Weasley, i quali non sembrava stessero cercando del  personale.
“Sì, ci serviva una mano” rispose George, cercando di essere abbastanza schietto. Non gli erano mai piaciuti gli occhi con i quali i mangiamorte guardavano la ragazza e, anche se non era la sua fidanzata, gli dava parecchio fastidio. Era come se si sentisse in dovere di proteggerla, come se fosse un fratello maggiore.
 
 
Le aveva voluto bene, più che come un fratello, ma ora si era arreso all’idea che Paige non fosse sua: due volte erano stati fidanzati, ed entrambe le volte era stato lui a rompere.  Inoltre si era accorto che il sentimento di Fred era sempre stato molto più profondo del suo: quando la ragazza, due anni prima, era stata in terribile pericolo (e loro lo sapevano per via dell’orologio), Fred era talmente in ansia che non riusciva a stare fermo, non riusciva a sorridere e non riusciva a pensare ad altro se non a Paige. Lui, invece, si era sentito molto meno preoccupato. Si era quasi fatto una ragione del fatto che sarebbe dovuta morire molto presto, e, anche se aveva lo stomaco in subbuglio, riusciva a pensare ad altro.

 
“Avete fatto una scelta per nulla male...” disse, prendendo una ciocca di capelli della ragazza, mentre osservava con occhi desiderosi. Ma alla fine, si sentì come pietrificato e lasciò andare la ciocca
“Cosa sta succedendo al ministero?” chiese Paige, calma.
“Il Signore Oscuro manipola tutto da dietro... sta dando la caccia a Potter e i suoi amici, oltre che a tutti i mezzosangue che sono al di fuori della scuola. Tutti i membri del ministero sono stati interrogati per vedere se hanno legami con dei babbani. In tal caso vengono allontanati dalla comunità magica e portati ad Azkaban dove vengono torturati . Le famiglie babbane vengono uccise di tanto in tanto, ma si cerca di farlo senza lasciare tracce.”
 

“D’accordo... ora puoi sparire” disse Paige e l’uomo eseguì l’ordine.
“Ma che hai fatto?” chiese Fred
“Incantesimo per passare le cose all’ordine. Tranquillo... lo faccio solo per non metterti nei guai... sei talmente impulsivo, a volte, che potresti metterti seriamente nei guai!” disse Paige, prima di scrivere una lettera codificata per l’ordine, che fece orbitare immediatamente. Fu proprio vedendo quel gesto che a Fred venne una brillante idea
“Sarebbe bello... se potessimo comunicare tranquillamente con tutti i membri dell’Ordine, senza preoccupazione?” chiese Fred, all’improvviso
“Sì... ma cosa intendi di preciso?” chiese Paige, incuriosita dal ragionamento
“Se ci servissimo di un mezzo usato da tutti i maghi per sapere le novità e dare una speranza agli altri, sarebbe fantastico! E perché non facciamo una nostra stazione radio?” chiese all’improvviso
“Alla quale sarebbe possibile accedere solo tramite una parola che riguarda l’Ordine della Fenice” aggiunse George
“E che riveleremmo in ogni puntata” aggiunse Fred
“E come pensate di farcela?”  chiese la ragazza ai due
“Ecco... a quello dovrai pensarci tu” dissero i due alla ragazza.

 
 
Non si sa in quale modo, ma alla fine la missione fu compiuta e la radio andò in onda. La sede era varia, in quanto veniva allestita nel primo rifugio che si rendeva disponibile e sempre in uno diverso.
Più i giorni passavano, più la gente si rendeva nomade: ad esempio, Tonks, suo padre e Lupin. Ovviamente, erano tutti ben nascosti nelle basi dell’Ordine, e con la pozione Polisucco andavano a fare missioni. Per Tonks fu un tantino più difficile rimanere calma in quanto rimase incinta. Divenne, se possibile, ancora più sbadata di quanto non fosse e tante volte la signora Paciock l’aveva rimproverata, quando la ospitava.
Passarono così i mesi, nei quali tutti vivevano nell’agitazione che qualcosa andasse storto, ma che per fortuna non avvenne.
 
 
Arrivò la mattina del due Maggio, che pareva un giorno comune, ma che, come ben sappiamo, fu tutt’altro che comune. La sera, Albefort, fratello di Silente e in contatto con l’ordine, avvisò tutti i membri dell’Ordine i quali si precipitarono immediatamente ad Hogwarts. Quella scuola, simbolo ormai dell’ultimo forte di resistenza al signore Oscuro, sarebbe stato un punto di riferimento per le future generazioni di streghe e maghi.

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Capitolo 39
*** La fine della guerra ***


Paige guardava quella scuola, quella scuola dove aveva vissuto i momenti più belli di tutta la sua vita.
Quella scuola che ora era diventata l’ultima fortezza di chi si opponeva al dominio dell’Oscuro Signore.
Molti erano i ragazzi che erano corsi ai ripari, fuggendo dal ritratto che li portava al di fuori di Hogwarts.
Molti altri erano rimasti ed erano tutti terrorizzati: quanti di loro sarebbero morti quella notte? Doveva pensare in modo positivo, doveva farcela; ma, in fondo, doveva anche guardare in faccia la realtà e non continuare ad illudersi inutilmente. Mancava poco all’inizio della battaglia finale e alcuni maghi iniziarono ad erigere una barriera che potesse, in qualche modo, fermare gli incantesimi. Tutti iniziavano a prendere posto. Era stato deciso che Fred e George, inseparabili come sempre, sarebbero rimasti insieme a lottare. Paige sentiva che qualcosa sarebbe andato storto, ma non riusciva a capire che cosa.
“Ricordati sempre che ti amo” disse Fred dandole un bacio, forse il suo ultimo bacio, e correndo verso la sua postazione
“Anch’io” riuscì solo a dire la ragazza mentre si sentivano i bombardamenti: la guerra era iniziata.
 
 
La sua postazione era situata in alto e per questo riuscì ad attaccare molti mangiamorte senza essere vista; solo due la videro e cercarono di andare ad attaccarla personalmente, magari iniziando un duello, ma morirono per via di diversi incantesimi vaganti lanciati da chissà chi, magari dai loro stessi compagni.
 
 
Quando Voldemort dichiarò una tregua, tutti i feriti e morti vennero portati nella sala Grande. Scendendo giù per le scale, Paige non vedeva l’ora di rivedere il suo amato: voleva rivederlo vivo, magari mentre scherzava con il gemello. Ma quando entrò nella sala Grande, in parte distrutta, vide solo lenzuola bianche.
 
 
In fondo alla stanza vi erano un mucchietto di teste rosse che piangevano; era dura distinguerle da tanto lontano. Avvicinandosi un nodo allo stomaco si stringeva sempre di più: quel sogno, che tante volte aveva fatto, si era dimostrato reale: a terra, disteso, c’era il corpo di Fred. George, distrutto dal dolore, aveva perso la risata che lo aveva sempre contraddistinto in quegli anni.
Anche Paige, appena arrivata, non riuscì a trattenere le lacrime. Fra tutti, perché proprio lui? Perché non lei? Lei che, in fondo, era stata così inutile, che aveva fatto ben poco per non permettere quello che era accaduto. Fra quelle lenzuola bianche c’erano i compagni con i quali aveva diviso il dormitorio, quelli con cui aveva scherzato, aveva vissuto, quelli che aveva considerato la sua famiglia. Si voltò e vide Tonks e Lupin, che parevano stringersi le mani e dormire beatamente, ma sapeva che ci sarebbe stata un’altra persona ad avere quasi la stessa storia di Neville: cresciuto da sua nonna e con i genitori morti, Ted, il figlio che non avrebbero mai potuto conoscere. O come lei, in fondo. In lontananza vide Angelina, ferita, che piangeva avendo capito di aver perso il suo valido battitore nella squadra di Quiddich. Ma non solo quello: aveva perso un amico, qualcuno che, un tempo, aveva amato più di un amico,qualcuno di importante... E fu allora che Paige si chiese: “Magari, se non fosse mai stato con me, se non mi avesse mai conosciuta, sarebbe qui...”. Non sapeva il motivo della sua domanda, ma era come se un senso di colpa l’attanagliasse.
 
 
 
Ad un certo punto, non esisteva niente oltre che lei e il corpo di Fred: lei lo guardava rapita, come se non potesse esserci niente altro di più bello. Lui che l’aveva aiutata tante volte, lui che aveva chiesto di morire affinché potessero stare insieme. Eppure lui non c’era più. Era ormai passata mezzora ad essere rimasta lì, come un manichino, come se un dissennatore l’avesse baciata lasciandolo solo il suo corpo, incurante degli abbracci di Fleur e di Bill che le scompigliava i capelli, che le sussurrava parole dolci pur di farla riprendere.
Poi si chiese: poteva davvero finire così? No. Non poteva, non doveva ancora finire così. Ma cosa poteva fare lei? La risposta le venne data quando, mettendo una mano in tasca, sentì la presenza di un piccolo sasso. Sapeva già cosa doveva fare, perché il suo desiderio era appena stato realizzato.
 
 
 
Nonostante il gemello continuasse a piangere, Paige lo chiamò e lo fece allontanare per pochi secondi mentre tentava di asciugarsi le lacrime, lo fece abbassare e gli sussurrò “Grazie di tutto”.
Questo in quel momento non capì quello che la ragazza volesse, tantomeno quando si accorse che stava sorridendo. Come poteva sorridere? Aveva già scordato suo fratello, quello che aveva detto di amarla? Quello che l’aveva chiesta in moglie? Erano questi i pensieri mentre vide la ragazza correre al di fuori della sala Grande e dirigersi verso le scale principali. Paige, dal canto suo, iniziò a correre a più non posso verso la torre di Astronomia in quanto era l’unica che sembrava essere stata quasi immune dagli attacchi dei mangiamorte. Arrivata, cercò di prendere  fiato e, appena finito,prese la pietra in mano e si sedette su un gradino.
Mentre guardava quel piccolo oggetto lucido fra le mani, pensò a Fred, al suo sorriso, ai suoi scherzi e alla voglia di vivere che non le era mai appartenuta. Quello che stava per fare era la sua unica speranza di rivedere il sorriso di Fred e George, della famiglia che tanto l’aveva amata e di tutte le persone che le avevano voluto bene nonostante tutto.
Quando il primo timido raggio di sole entrò dalla finestra poco più sopra di lei, appoggiò la testa al muro mentre continuava a giocherellare con la pietra: quanto ci voleva ancora? La battaglia ricominciò non molto dopo e i terribili rumori che causava venivano uditi da tutta la vallata: era ormai una guerra tra Harry Potter e Voldemort, nulla di più. E mentre la battaglia infuriava, Paige rimaneva a guardare l’entrata della torre dalla quale si notava il sole entrare; e mano a mano, inesorabilmente, Paige iniziò a chiudere gli occhi. Non era mai riuscita a resistere dopo una notte insonne ed era sempre crollata alle prime ore della mattina. “E’ stato divertente” pensò prima che divenisse tutto buio.
 
 
 
Nel frattempo, Harry era riuscito a sconfiggere Voldemort e tutti avevano iniziato a fare festa, anche se, probabilmente, nessuno avrebbe avuto voglia di festeggiare dopo la morte di così tante persone.
La signora Weasley disse ai suoi figli, sopravvissuti “Bene! Ora andremo a fare una bella festa!”; sul suo volto si notavano tutte le lacrime che aveva versato e la paura che aveva avuto di perdere qualcun altro.
“Che bello, una festa! E farai anche i classici dolci che prepari?” chiese una delle tante teste rosse. La signora Weasley guardò stupefatta il figlio: non pensava che bastasse l’idea di una festa per risollevarlo dalla perdita del fratello, della sua metà
“George, ma fino a 10 minuti fa stavi piangendo come una fontana” gli disse
“Hey, io non sono George! Sono Fred!” disse questo
“Smettila di scherzare, George! Fred è morto!” disse la donna
“Mamma, io sono George!” le disse una testa rossa dietro di lei mentre guardava stupefatto la sua immagine riflessa in uno specchio, sì doveva essere uno specchio. Non c’erano altre spiegazioni.
“Fred!” Urlò il gemello andando a riabbracciare l’amato fratello... non pensava l’avrebbe mai rivisto se non in uno specchio. Delle molte lenzuola bianche, nessuna rimase ferma: da Tonks a Lupin a tutti coloro che erano morti nell’estrema difesa della loro libertà. Persino Silente, Piton e tutti gli altri che erano stati uccisi ingiustamente dai mangiamorte si erano ritrovati nella sala Grande.
“Wow!” dissero i gemelli in coro. Quella sì che era una magia. E la cosa bella era che non erano solo immagini, erano persone vere
“Mamma” disse un dei due gemelli mentre la madre lo stritolava
“Hai per caso visto Paige? Ora mi dovrebbe sposare” disse Fred mentre si guardava intorno cercandola
“Cosa?! Non c’è?” chiese George mentre iniziava a guardarsi intorno
“Vedrai che sarà qui nei dintorni, non preoccuparti” disse la madre mentre lo lasciava andare
“Fratellino, ricordi per caso qualcosa prima del tuo risveglio?” chiese George, il sorriso spentosi sul volto
“Oltre a una luce abbagliante nulla di più, perché?” chiese l’altro non capendo la situazione
“Temo che... quella maledizione...” iniziò a dire tristemente George
“Hey! Non scherzare su queste cose!” disse Fred mentre iniziava anche lui a pensare la stessa cosa
“Grazie di tutto... è quello che mi ha detto poco fa. Lei è scomparsa e poco dopo siete tutti ritornati. Come te lo spieghi?!” chiese il gemello
“Troviamola!” disse l’altro mentre iniziarono a dividersi per cercare in tutte le parti del castello che non erano state colpite. Fra queste c’era la torre di astronomia.
 
 
Quando Fred arrivò la vide: sembrava essersi addormentata sulle scale che tante volte avevano percorso per andare a lezione
“Hey, svegliati” le sussurrò in un orecchio. Ma quel corpo ancora non si muoveva; era fermo, troppo fermo.
La sollevò un poco e le cinse le spalle, la strinse a sé e la baciò diverse volte, ma nulla.
Alcune lacrime iniziarono a scendergli dagli occhi: era davvero l’unica persona a non avercela fatta. Poggiò la testa sul suo petto, piangendo la persona che aveva amato per tutta la sua vita; eppure, c’era qualcosa di incredibile.
Anche se flebilmente, il cuore batteva ancora. La prese in braccio e la portò in infermeria, da Madama Chips che era appena tornata e che non poté fare altro che dire “E’ tutto nelle sue mani”.

 
 
Nei due giorni di veglia che Fred trascorse nell’infermeria era spesso con il gemello. A volte raccontavano di momenti divertenti che avevano trascorso insieme, altre volte erano chiusi nel silenzio osservando quel corpo.
“Sai Fred...”
“Dimmi George”
“Credo che lei sia stata più Wesley di noi... sapeva che stava per giungere la fine, eppure l’ultimo ricordo che abbiamo di lei è quello della ragazza sorridente che abbiamo sempre conosciuto. Noi invece che ricordi le abbiamo lasciato? Tu morto e io frignone” constatò
“Allora ha un motivo in più per svegliarsi, non credi George?” chiese il gemello più piccolo, mentre sfiorava la mano della ragazza, la sua ragazza.
“Hey Fred...” chiese George dopo qualche secondo di silenzio
“Dimmi George”
“Ma anche quando ti sposerai... che ecco... posso stare insieme a Paige, vero?” chiese lui, innocente come un bambino
“Lei sarà per sempre la nostra Paige, anche se si sposerà con me! Inoltre... senza di te non può vivere... lo hai già dimenticato?” disse Fred divertito.

 
 
Ma, mentre parlavano, una bellissima donna entrò nell’infermeria, guardandoli rincuorata
“Sono felice che vi stia tanto a cuore la mia piccolina”, disse andandosi a mettere vicino alla ragazza e sfiorandole i capelli, sotto lo sguardo incredulo dei due gemelli.
“Prudence... ma tu?!” dissero i due stupefatti. In fondo, era appena passata qualche ora dalla fine della guerra più grande che il mondo dei maghi avesse mai conosciuto
“E’ stato merito suo, come per tutti noi altri, del resto” disse la donna, sistemando i capelli alla sua bambina
“Perché... perché le hai fatto tutto questo? Lo sai quanto ha sofferto per quello che le hai accollato?! Lo sai che sono passati anni senza che lei fosse tranquilla?! Perché proprio a lei?” chiese Fred in un scatto di rabbia, stringendo i pugni talmente tanto da rendere le nocche bianche, vedendo la donna comportarsi come se nulla fosse davanti alla figlia... sembrava che non l’avesse vista per tutta la battaglia e non che non l’avesse nemmeno cresciuta!
“Fred... era l’unico modo per impedire che Voldemort potesse ucciderla e... anche l’unico affinché foste tutti felici...” disse vedendo entrambi straniti, tuttavia Fred non poteva ancora perdonarla per avergliela tolta per così tanto tempo
“Quando le sigillai i ricordi e le lancia la maledizione, lo feci affinché lui non potesse toccarla, come Lily ha fatto con Harry, in fondo. E, per noi che siamo leggermente diversi dai maghi normali... ecco... diciamo solo che vige una regola che sapevo che lei avrebbe rispettato!” rispose la donna calma
“Spiegati meglio” disse Fred, lasciandole fare un piccolo sbuffo per poi iniziare
“Quando un innocente si sacrifica per cancellare i delitti di un colpevole, l’equilibrio si spezza e persino la morte torna sui suoi passi. Ma affinché questo avvenga devono sussistere due condizioni: la prima, l’individuo deve essere messo al corrente della maledizione, secondo,quando si sta sacrificando, non deve pensare, per un solo momento, alla maledizione che lo affligge, o la magia riesce per metà. Superato questo, la maledizione si spezza e il mago ritorna alla sua vita normale. Quando lei ha visto te, Fred, ma non solo... anche il dolore della tua famiglia e il volto delle persone che le erano care fra la fila dei morti, ha desiderato più di ogni altra annullare quel momento, portare indietro il tempo per riportarvi in vita, tutti. Voleva vedervi sorridere di nuovo, fare scherzi a tutto andare e far passare quel giorno come un brutto sogno. Ed era disposta a tutto per ciò... pensava alla vostra famiglia, ai coraggiosi caduti, ai sorrisi spenti... ed è stato in quei pensieri che ha usato tutta la sua magia. Anche se, devo ammettere, è andata oltre ogni mia aspettativa... ridare la vita a tutti coloro che erano stati uccisi anni fa da Voldemort e Mangiamorte è stata la magia più grande che la storia abbia mai visto, poco ma sicuro!” rispose con un briciolo di orgoglio nella voce
“Quindi... vuoi dire che si riprenderà?” chiese George
“Certamente! E dovete solo pazientare qualche giorno... sapete, deve recuperare gran parte della magia che ha perso se vuole svegliarsi” spiegò loro, vedendoli contenti.
“Ah Fred...” disse, quando, oramai, stava per andarsene
“Sono felice che vi sposiate, ma dovrai sopportare Victor per un po’ di tempo... ha già detto che non vuole che la sua bambina possa andare nelle mani di qualche altro uomo... Uff! che mentalità retrograda!” disse uscendo lasciando il più piccolo dei gemelli leggermente basito.
 
 
 
Passò del tempo e, dal buio vuoto, Paige iniziò a sentire delle voce, all’inizio confuse, poi sempre più chiare.
E mano a mano i suoi pensieri, seppur confusi come le voci, tornarono, così come la sensibilità del suo corpo. Quando si accorse di essere cosciente, prestò attenzione alle cose che venivano dette dall’esterno.
“Sì, dobbiamo assolutamente fare uno scherzo a Gazza! Ce ne siamo andati lasciandoli solo il pensiero di ripulire le nostre paludi!” disse una voce delusa, ma divertita
“Hai ragione, e questo dovrà essere così grande che verrà scritto su “Storia di Hogwarts”” rispose un’altra molto simile.
Elettrizzata da quell’idea, la ragazza scattò seduta sul letto come una molla tenuta in tensione per troppo termo e disse
“Che scherzo è?”. Vedendola, George cadde praticamente dalla sedia mentre Fred, dapprima basito, le saltò addosso, abbracciandola talmente forte da toglierle il fiato.
“Aspettate! Mi dovete dire che scherzo dovete fare a Gazza!” disse lei, staccando Fred.
“Alt! Ma almeno sai perché siamo qui? E non ricordi nulla di me?” le chiese Fred. In effetti, conoscendola, la prima cosa che avrebbe detto sarebbe dovuta essere “Come stai” e non chiedere di uno scherzo.
“Ecco... siamo venuti ad Hogwarts perché anche Harry è tornato, poi la battaglia è iniziata e tu... Fred... eri a terra. Non è che per caso ti eri addormentato? Se è così giuro che...”
“Stai dicendo sul serio? Davvero non ricordi nulla?” chiese George, rialzandosi e spolverandosi i vestiti
“L’ultima cosa che ricordo è il castello in rovina... lui che era a terra e nient’altro. Insomma, dovrei ricordare qualcosa?” chiese ai due che la guardarono increduli.
“Sì... ma penso che debba vederla con i tuoi occhi”. Detto questo la fecero alzare e, dato che camminava con entrambe le gambe, iniziarono a camminare lungo il corridoio del quinto piano, completamente deserto.
 
 
 
“Allora, innanzi tutto sono passati due giorni da quello che ricordi tu” iniziò Fred, vedendola annuire
“Va bene. Ma cosa è successo?”
“Harry ha sconfitto Voldemort e i suoi mangiamorte si sono finalmente dispersi. Quelli che il nuovo ministro della magia ha catturato sono stati mandati ad Azkaban senza la minima pietà” disse George.
“Quindi ora è giunto il momento di mantenere la tua promessa” avanzò Fred, vedendola arrossire “E dai... me lo avevi promesso!” disse come un bambino.
“Va bene, va bene!” disse lei, rossa, proseguendo la sua camminata. Stranamente i tre presero la strada più lunga e, invece di dirigersi verso la strada più corta per le scale principali, andarono nel corridoio che li avrebbe condotti in cucina.
 
 
 
 “Cavolo... il castello è già stato ricostruito! Che velocità!” disse notando la perfezione dell’edificio e la mancanza di crepe o cose del genere. Persino le ragnatele erano tornate al loro posto.
“E, ti assicuriamo che non hai visto ancora nulla” dissero in coro. Finalmente, la loro traversata fu fermata dalla visione di due persone, o meglio tre. Lupin e Tonks erano a parlare, quest’ultima tenendo in braccio il suo fagottino di tre mesi, che aveva imparato a cambiare colore dei capelli in base al suo umore
“Guarda chi si vede!” disse Lupin con un sorriso a trentadue denti, andandole incontro e abbracciandola. Persino il suo volto, precocemente invecchiato dalla malattia e che sembrava essersi ripreso nell’ultimo periodo, sembrava ringiovanito di vent’anni in due giorni. Tonks accorse da lei, ma non poté abbracciarla dato che aveva Teddy in braccio. Tuttavia le diede due enormi baci sulla guancia
“Ti dobbiamo molto” le disse Lupin, vedendo però un’espressione vacua nella ragazza
“Non lo sa, quindi è inutile che gliene parli. Spero solo che riesca a capirlo in fretta” disse Fred, mentre Paige sembrò essersi risvegliata da una sorta di trans
“Aspetta... ma tu e Tonks eravate nella sala Grande, le lenzuola addosso dopo la battaglia... quindi voi eravate...morti?” chiese incredula, quando Lupin annuì
“Ho capito!” rispose lei ad un tratto, vedendo un barlume di speranza negli occhi di Fred
“Hogwarts è così magica da aver riportato in vita i morti. Ma aspetta... se non ricordo nulla, allora anche io sono morta?” chiese
“Ti sbagli, in parte” rispose calmo Lupin
“Io e Tonks eravamo morti, così come molte delle persone che vedrai strada facendo, ma Hogwarts non ha fatto nulla... era un cumulo di macerie fino a ieri.”. Poi, dal muro, sbucò Ted Tonks, il padre di Ninfadora, accompagnato dalla moglie.
“Che cara ragazza!” disse vedendo Paige, e correndo ad abbracciarla.
“Grazie mille di tutto!” disse felice, mentre la poveraccia veniva strattonata senza capire
“Se non fosse stato per te la mia famiglia sarebbe distrutta e...”.
 
 
E, finalmente, a quelle parole Paige ricordò tutto: la sala Grande distrutta, centinaia di morti coperti da lenzuola bianche e Fred, anche lui fra quella schiera, poi la pietra e la sua voglia di rivederli vivi, poi il nulla. E ora, persino il suo cuore era più leggero, come se qualcosa che lo attanagliava fosse stato definitivamente rimosso.
“Signor Tonks, non...”
“Ricordo tutto invece” disse lei, mettendo la mano in tasca e riprendendo la pietra, che non sapeva come si fosse ficcata lì dentro. La rimise immediatamente a posto, poi salutò il piccolo gruppo che aveva appena incontrato e si diresse con Fred e George lungo il corridoio che portava alla torre di Divinazione.
“Davvero? Ricordi tutto?” chiese George
“Sì... mi sono seduta sulle scale qui sotto e poi non so più nulla. Cos’è successo non riesco a ricordarlo”, disse scendendo tutte le scale della torre per poi giungere all’ingresso.
“Ricordo anche la porta illuminata dal sole, nulla di più” disse lei fermandosi un attimo.
“Prima... quando ho ricordato pensavo di essere di nuovo a due giorni fa... è successo qualcosa di grosso, vero? Ma cosa, specialmente se sono stata io vorrei saperlo!” disse loro, andando verso la porta affinché potesse giungere il prima possibile nel castello e vedere cosa c’era
“Sei riuscita, non so come, a riportare in vita delle persone” rispose in modo molto elusivo Fred
“Ok, ma chi? Io pensavo a te, Tonks, Lupin... e anche Sirius. Ma Ted... e chi altro? Voglio saperlo” disse lei, girandosi e guardandoli in modo torvo
“Ecco... dovrai scoprirlo da te”
“Anche se questo vorrà dire essere abbracciata e baciata da tutti” disse Fred, melodrammatico. Finalmente, dopo essere giunti su alla porta del castello, salirono le scale diretti alla scalinata principale
“Ma come hanno fatto ad uscire dal muro?” chiese, ad un certo punto, Paige
“Ecco... Sile... sono stati creati dei dormitori per la moltitudine di persone che c’è qui. Sai com’è... ognuno si è sistemato dove voleva... ce ne sono 4 sparsi per tutto il castello, e sono tutti pieni, nonostante possano ospitare cinquecento persone l’uno.”  disse George. Ed ecco, sulle scale principali, che molte persone avanzavano avanti e indietro, la maggior parte ragazzi dagli 11 ai 17 anni. C’era qualcuno più anziano ma tutti, indistintamente, appena vedevano la ragazza, si giravano e andavano molto più velocemente nella direzione che avevano scelto.
 
 
“Ma che succede?” chiese ai due, che fecero spallucce. Dato che sapeva avrebbero tenuto la bocca cucita, salì al settimo piano e la Signora Grassa, appena la vide, disse
“Ma guarda chi si vede! Una delle due persone più acclamate della scuola e, ad entrambe, io apro i passaggi... che onore! Ne parlerò subito con Violet!” disse lei aprendosi e i tre entrarono. La stanza era vuota, eccezion fatta per delle teste rosse sedute all’angolo
“Mia cara!” disse la signora Weasley abbracciandola e baciandola in un modo dieci volte maggiore di come faceva di solito, quando la prendeva dal treno per portarla alla Tana.
“Paige!” disse Fleur, e poi fu il suo turno di abbracciarla e baciarla. E quando arrivò Bill, vedendo il suo sguardo che supplicava pietà, le scompigliò semplicemente i capelli
“Grazie mille, Paige!” disse il signor Weasley abbracciandola, ma almeno in una maniera molto più tranquilla rispetto a sua moglie.
“Ah, ecco, allora sei tu!” disse Harry scendendo le scale e, incurante del fatto che Ginny lo stava guardando, le scoccò due baci sulle guance,
“Grazie, è fantastico”.
“Sirius intendi?” chiese lei
“No, no!” rispose lui e, dal dormitorio maschile, scesero due figure: uno che somigliava talmente tanto ad Harry da poterlo scambiare come suo gemello e una donna dai lunghi capelli rossi
“Piacere, Lily” disse porgendole la mano (e venendo mentalmente ringraziata da Paige) e lo stesso fece James. Poi la ragazza mandò un’occhiata di sottecchi alla rossa della famiglia Weasley, pronta a prendersi una qualsiasi punizione da lei, ma la vide sorridere talmente tanto che fu contenta persino lei.
“Minus non c’è, ma me lo immaginavo” disse James.
“Non ha solo tradito noi, ma tutti i suoi amici e ha ucciso più volte su ordine... era logico” disse Lily.
“Buongiorno, signorina Worren” disse una voce familiare e anziana alle sue spalle
“Buongiorno a lei, professor Silente” rispose lei, vedendo, con immensa gioia, l’uomo dalla lunga barba bianca.
“Volevo venire in infermeria, ma a quanto pare si è ripresa molto più in fretta di quanto sua madre avesse previsto”
“Mia madre?” chiese lei con voce incredula. Eppure non pensava avesse previsto quel finale della guerra; poi, delle braccia la strinsero e un odore stranamente familiare l’avvolse: non lo sentiva da anni, ma non aveva dubbi. Si voltò di scatto e l’abbracciò
“Mamma...” disse in un sussurro che solo la donna poté sentire.
“Spero che lei, signorina Worren emh... oh! Anche lei, signor Potter, vogliate indossare le vostre divise anche se non dovreste fare parte della scuola” disse Silente, ricevendo occhiate strane dai due
“Signori Weasley, l’invito è esteso anche a voi e, ovviamente, a tutti gli studenti. Troverete la vostra divisa di sopra” disse l’anziano preside, svanendo oltre il buco del ritratto.
“Che vorrà?” chiese Harry “Io sono curiosa! Vado a vedere!” disse Paige, salendo per mettersi la sua divisa. Con lei, anche quelli nominati dal preside. La cosa divertente è che era stata creata una stanza con su scritto
“Ospiti di Grifondoro” e, aprendola, vide solo due letti: su uno c’era una valigia col suo nome, sull’altro quello di Angelina, che l’abbracciò forte appena la vide entrare.
“Come stai?” le chiese, incredula di rivederla lì “Bene... e tu?” chiese Paige, ricordandosela ricoperta di sangue e di ferite
“Madama Chips fa miracoli a volte...” disse la ragazza che si stava apprestando a indossare la sua divisa scolastica.
 
 
Dopo aver compiuto quell’operazione, scesero giù e videro la sala comune vuota, a parte Fred, George, Harry e Ginny.
“Chissà cosa succede” disse Ginny emozionata, varcando insieme ad Harry il buco del ritratto. Gli altri li seguirono, e, a differenza di qualche minuto prima, il silenzio regnava incontrastato nell’immenso castello.
“Dove sono andati tutti?” chiese Fred, quasi disorientato dal vuoto; intenti a scoprire quel mistero, scesero tutte le scale di tutti e sette i piani che li separavano dalla Sala Grande e tutti i quadri si inchinavano al loro passaggio
“Ragazza mia, fai uno strano effetto, credo” disse George, continuando a scendere
“Guarda che c’è pure Harry qui...” controbatté lei, sapendo che l’impresa più grande l’aveva compiuta colui che era sopravvissuto. Giunsero alla sala Grande, il portone chiuso, e lo aprirono. Quello che si trovarono dinanzi era tutt’altro che comune: la sala era stata ingrandita ed erano stati aggiunti, ai tavoli già esistenti, tavoli lunghi almeno il doppio, tutti gremiti di gente. Gli studenti, seduti avanti, indossavano tutti la divisa e gli adulti si erano sistemati in base ai loro gusti. Erano sicuramente più delle duemila persone a cui George aveva accennato. Presuppose, quindi, che molti erano andati ad Hogsmade ed avevano prenotato una stanza lì, come era già accaduto in precedenza.
I fuori corso salutavano, con un grosso sorriso, quelli che avevano appena varcato la soglia della Sala, specialmente ai due “più acclamati” come aveva detto la Signora Grassa.
“Mi sento osservato” bisbigliò Harry a Paige, dato che viveva nella sua stessa situazione. Poi, dopo che il preside si alzò, andarono a prendere posto vicino ad Hermione e Ron.
“Ho fame!” si lamentò il rosso più piccolo, toccandosi la pancia
“Taci, sta per parlare!” disse Hermione.
 
 
Ed ecco che il preside iniziò il suo discorso:
“Come ogni anno, sono lieto di essere di nuovo fra voi; mi rivolgo sia a quelli che mi hanno conosciuto, sia a quelli del primo anno che, ahimè, per via della mia assenza, non hanno potuto. Oggi è il giorno più lieto che noi maghi possiamo festeggiare, ebbene sì, perché, finalmente, Lord Voldemort è stato sconfitto!” a quelle parole, migliaia di mani iniziarono a battere le mani e Silente aspettò la fine per continuare “E, abbiamo assistito anche alla magia più grande che tutti noi potessimo immaginare: il ritorno dei nostri cari” e, nuovamente, un applauso
“Voglio congratularmi con voi affinché possiate sia ricordare che insegnare, un domani, ai vostri figli che, anche nei momenti più oscuri, c’è sempre una speranza pronta a risplendere. E ora, prima che il nostro banchetto faccia volare lontano le nostre menti, voglio mostrare a voi la Casa che ha vinto la coppa”. Batté le mani e, lungo le colonne, stendardi gialli, rossi e blu si mostrarono “Quest’anno, per la prima volta da eoni, anzi, forse per la prima volta in assoluto, sono ben tre le case che hanno vinto la coppa: tutti hanno dimostrato il coraggio di un Grifondoro, la sapienza di un Corvonero e l’abilità di un Tassorosso, indipendentemente dalle case di loro appartenenza.” E fu allora che migliaia di persone, nuovamente batterono le mani. “Per ultima, ultimissima cosa, ho due premi che mi sento in dovere di assegnare e credo, con me, siate d’accordo anche voi. Il primo va al signor Harry Potter, che ha dimostrato un eccezionale abilità nel duello, sconfiggendo il mago più oscuro, oltre che ad avere un coraggio smisurato essendo, alla fine, ben conscio di quel che l’aspettava” un applauso immenso, maggiore degli altri, “E, secondo” continuò Silente quando il silenzio fu calato “Alla signorina Paige Worren, che, incurante dei rischi che avrebbe potuto correre, ha ridato la felicità e la vita a molte più persone di quelle che si possano immaginare.” E un nuovo, immenso applauso, irruppe nella sala. Poi, i piatti si riempirono e tutti, finalmente, poterono mangiare.
 
 
Dopo pranzo, Harry e Paige furono trattenuti dalla miriade di persone che voleva congratularsi con loro. Solo la sera furono liberi e, in effetti, non videro l’ora di partire per tornare a casa.
“Un attimo di attenzione!” disse Fred quando Paige e Harry erano quasi arrivati alla porta “Vi volevo avvisare che io e Paige ci sposiamo fra un mese esatto, quindi siete tutti invitati!” disse con un sorriso smagliante e fu allora che Paige avrebbe voluto lanciargli una qualche maledizione
“Buona fortuna” disse Harry cercando di andarsene vedendo la folla accalcarsi nuovamente
“Se lo conosco bene, ti metterà in mezzo” gli sussurrò Paige e, un attimo dopo, Fred continuò
“Il nostro invitato speciale sarà, ovviamente, Harry Potter!” ma, quando la folla si voltò, i due erano spariti.
 
 
 
“Giuro... gliela faccio pagare” disse Harry, col fiato corto dopo una corsa con la quale avevano salito sette piani in tempo record
“Ha deciso tutto da solo” rispose Paige, mentre riprendeva fiato e si rilassava sulla poltrona.
“Auguri!” disse la voce della signora Weasley braccando la povera Paige
“G- grazie”  disse lei, anche se avrebbe voluto andare a letto pur di salvarsi
“Mh? Dove sono i miei genitori? E gli altri?” chiese vedendo, fortunatamente, solo la donna
“Emh... credo che tuo padre stia cercando di strangolare Fred e tua madre cerchi di fermarlo, e gli altri si staranno godendo lo spettacolo...” disse indifferente.
Come se fosse normale che qualcuno attentasse alla vita di suo figlio.
“Ah! James, Sirius e Lupin si stanno facendo una bella scorpacciata di risate.” Aggiunse, come se potesse migliorare la situazione.
Poi, dal ritratto, sbucò la testa rossa di Fred
“Giù c’è un bel po’ di caos, volete venire a godervi lo spettacolo! Sono tre quarti d’ora che Piton minaccia di togliere punti, ma una fattura ha reso la sua testa una zucca e non sa dove sia la sua bacchetta... Harry, mi sa che prenderai un altro TROLL in pozioni” disse Fred allegro, scrollandosi la polvere di dosso
“Hey... ma come mai tu sei qui? Pensavo che mio padre...oh no! Non mi dire che...”
“Sta inseguendo George... dovresti vederli! James intanto cerca di salvarlo facendo inciampare tuo padre, ma che continua a inseguirlo... tua madre si sta godendo lo spettacolo con della burro birra. Vieni forza!” disse tirandola e conducendola lungo le scale. Per la stanchezza Paige non si accorse dove la stesse portando.

 
E, difatti, la portò nella stanza delle necessità, che sembrava essersi ristrutturata nonostante il forte incendio che l’aveva colpita.
“E? Perché siamo qui?” Chiese la ragazza disorientata. Fred, però, le si inginocchiò e, aprendo una scatoletta contente un anello stupendo, chiese
“Mi vuoi sposare?”; la ragazza, in effetti, rimase stupita. Non si immaginava una tale sorpresa.
“Prima annunci il nostro matrimonio e poi mi chiedi se voglio sposarti?”chiese con la voce rotta dall’emozione.  Lui le fece spallucce prima di udire la risposta “Sì”.
 
 
 L’abbracciò e la baciò per talmente tanto tempo che, quando rientrarono in sala comune, George era steso su una poltrona, Sirius rideva a crepapelle mentre James riusciva a stento a reggersi in piedi, Angelina aveva portato al suo futuro marito un bicchiere d’acqua che accettò volentieri, prima di urlare addosso ai due
“Non eravate quelli che stava rincorrendo brandendo una frusta! Quindi non ridete!”. Ma era inutile, entrambi caddero con le mani che trattenevano una pancia che sembrava stare per scoppiare.
“Ah! Eccoti cara! Senti domani partiamo! Silente ha allungato il treno per far inserire tutti, anche se questa volta saranno parecchi i vagoni in più. O almeno, sembrerà così dall’interno...” disse lei, mentre la ragazza saliva per entrare nella stanza dove dormivano lei e Angelina, per sdraiarsi. Non immaginava che fosse tanto faticoso stare dietro alle cose più semplici, come evitare l’omicidio della persona sbagliata da parte del padre.
 
 
Passarono i giorni e tutti tornarono a casa: come aveva detto Molly il treno, seppur esternamente uguale, dentro era immenso, con centinaia di cabine in più e tutti che ne occupavano una insieme alla loro famiglia.
“Posso farti una foto” chiese Colin Canon a Paige, facendogliela senza attendere risposta. “Spero di poterti rivedere presto!” disse entusiasta correndo verso la sua cabina.
Era da notare il fatto che, quell’anno, il treno era gremito anche di genitori babbani che l’avevano preso all’andata per andare dai figli.
 
 
Da allora passarono i giorni e, mentre Paige stava nel locale dov’era Fred, insieme a George e, inaspettatamente, Angelina, con la quale aveva deciso di convivere, sentendo una strana ma reciproca attrazione, Paige e Victor erano alla Tana, la prima intenta ad aiutare Molly e Fleur che volevano rendere il matrimonio perfetto.
Passò il mese detto da Fred e la cerimonia fu molto più che grandiosa: sembrava che tutto il mondo magico si fosse riunito per quell’evento e dover indossare un abito lungo e bianco per Paige non era la cosa più bella che esistesse. Lei sì, era bella, ma, come aveva sempre ribadito, era un maschiaccio e indossare cose femminili la metteva in imbarazzo.
A sollevarla dal pensiero di essere al centro di migliaia di occhi, il padre singhiozzava esattamente come la signora Weasley aveva fatto per il matrimonio di Bill, mentre la moglie cercava di consolarlo. Molly, però, non piangeva: si era talmente tanto abituata a vivere in presenza di Paige che quel giorno era solo l’ufficializzazione del loro amore. Comunque, nell’euforia generale, passò anche quel giorno.

 
Dal matrimonio passarono altri tre mesi: George, a sua volta, aveva annunciato che si sarebbe sposato con Angelina (cosa, a detta della madre, affrettata) e Ginny con Harry (“Ma cara, devi ancora finire la scuola!”) si lamentò Molly.
 
 
Erano ormai gli ultimi giorni prima di settembre, e tutta la famiglia Weasley, al gran completo, ospitava sia i compagni dei figli, che i genitori. Charlie e Bill avevano inscenato un nuovo scontro fra tavoli volanti, i quali andarono ben presto a pezzi sotto le urla isteriche della signora Weasley. Mentre le invitate le davano una mano, sotto il sole cocente Paige si sedette ben presto, troppo affaticata per continuare.
“Non ti senti bene?” le chiese Lily, mentre Fred e George avevano ridotto il cielo della Tana a una tovaglia di fuochi d’artificio.
“Non è nulla, non preoccuparti” rispose Paige, che si rialzò.
“Magari è incinta” disse Ginny. A quelle parole Vicktor infiammò e persino l’orecchio di Fred parve aver captato qualcosa come se fosse collegato ad un paio di orecchio oblunghe. A dir la verità, da quando Molly aveva ricordato a Ginny che le mancava da finire ancora un anno di scuola, lei aveva deciso di vendicarsi rendendo la vita difficile a Paige, o , meglio dire, al fratello Fred che aveva inventato mantelli che potessero resistere alle sue fatture orco volanti.
La ragazza iniziò a contare sulle dita qualcosa che per gli altri era impossibile capire, ma che ben presto le fecero spalancare gli occhi.
“Sai Ginny... credo che tu non abbia tutti i torti”; a quelle parole tutti quelli che avevano udito si voltarono sorpresi, mentre Vicktor iniziava a correre speditamente per afferrare Fred, che a sua volta corse
“Hai messo incinta mia figlia... hai osato toccarla” disse ricorrendolo
“Cosa? E’ incinta?” chiese Fred al settimo cielo, cercando di allontanarsi per abbracciare la sua amata
“Come hai osato, toccarla” diceva Vicktor rincorrendolo
“Guardi che è stato George il primo fidanzato di Paige e, se proprio dobbiamo dirla tutta, ha avuto le sue prime volte!”. A quelle parole l’auror deviò strada e andò contro George che, memore della precedente corsa, era diventato il secondo Jusein Bolt. Poi Fred andò a baciare la sua amata, molto più che felice per la notizia.
 
 
Angolo dell’autrice: Ecco a voi l’ultimo capitolo di questa fan fiction, durata davvero un sacco di tempo! Spero che vi sia piaciuto il finale e spero che vi piacerà anche il prossimo capitolo, un piccolo extra per vedere cosa succede qualche anno dopo!
Grazie a tutti coloro che mi hanno seguita e che hanno recensito questa fan fiction, e grazie a tutti coloro che l’hanno letta!

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Capitolo 40
*** Futuro ***


Era una normale mattina d’estate, calma, pacifica. Già, era.
Sin dalle prime luci dell’alba, infatti, la tranquilla casa si stava trasformando nel caos più totale.
Angelina e Fleur erano già scese al piano terra, pronte a dare una mano a Molly per preparare la colazione, la quale, però, disse che sarebbero potute rimanere tranquille.
Nel frattempo, anche Paige era scena con in braccio Hugo, il quale aveva sicuramente preso il vizio di essere mattutino come sua madre. Eppure, sua madre, quella mattina, non si era ancora svegliata.

“Buongiorno, bello della nonna! Vuoi che ti prepari un po’ di latte?” chiese Molly vedendo annuire il bambino. E si mise subito ai fornelli.
La donna era la classica persona abituata ad avere una famiglia numerosa e unita, e quell’occasione era certamente la più adatta, e anche una fra le più rare.
Per quel giorno, infatti, la Tana, che, oramai, ospitava solamente due persone, ne ospitava circa una trentina.
Tutti i figli e nipoti della coppia che abitava quella casa; in ordine di “grandezza” dei figli vi erano: Bill con sua moglie Fleur e i suoi tre figli: Victoire, Dominique e Louis; mentre Bill ha continuato a lavorare alla Gringott dopo che essa si riprese, Fleur ha preferito rimanere con i suoi bambini.
Poi vi era Charlie che, dopo la battaglia ad Hogwarts, aveva capito che il lavoro non era tutto e si era sposato con una certa Piper Bath, una che era stata riportata in vita quel giorno, la quale era diventa tata abbastanza famosa per aver scritto diversi libri sui draghi e le loro malattie, oltre che come curarli e aveva dato l’input a Silente per trovare la cura contro il Vaiolo di Drago. Dalla loro unione erano nati due bambini: un maschio, il più grande, di nome Alexander, e una femminuccia di nome Susan; anche dopo il matrimoni Charlie non aveva perso la passione per i draghi, quindi spesso si recava in Romania; ovviamente, la moglie lo seguiva a catena ed entrambi, per la loro felicità, potevano lavorare su qualcosa che adoravano e guadagnare bene; inoltre, persino nei loro bambini era nata questa attrazione per i draghi.
Poi vi era Percy:  aveva fatto pace con la famiglia durante la battaglia di Hogwarts, accorgendosi di quanto fosse stato stupido dopo aver visto la morte del fratello sotto i suoi occhi. Si era sposato con Audrey e aveva avuto due bambine: Molly junior, che aveva chiamato come sua madre, e Lucy. Impassibile come sempre, aveva continuato a lavorare al ministero quando esso si riprese e così fece sua moglie, divenuta poi Auror. Passiamo poi a Fred e George: Fred, come ben sapete, si era sposato con Paige e, dalla loro unione, erano nati due bambini e ne stavano attualmente aspettando un terzo: Melinda e George Junior. Melinda è la primogenita della coppia, come aspetto fisico è praticamente identica a sua madre a parte per il colore dei capelli, che tendono al rosso, e per gli occhi che sono di un azzurro misto al verde. Come sua madre ha ereditato i suoi poteri. Per quanto riguarda George Junior... lasciatemi prima parlare di George e Angelina, perché la storia è davvero divertente. George e Angelina si sposarono ed ebbero due figli: Fred Junior e Roxanne. Sicuramente vi chiederete perché George e Fred abbiano chiamato i rispettivi figli come il loro gemello nonostante siano tutti e due vivi e nonostante abitino tutti nella stessa casa. La risposta, semplice e assurda, come, in fondo, sono i due gemelli, è una scommessa. Quando Paige e Angelina rimasero entrambe incinta, nonostante la notizia fosse giunta in due momenti diversi e nonostante la nascita fosse prevista per due giorni diversi, i due dissero “Se nascono lo stesso giorno, gli diamo i nostri nomi, ma invertiti.”. Per un errore ginecologico o per uno strano caso del destino, George Junior nacque con due settimane di anticipo, e i giorni coincisero. Il giorno di nascita dei due non è il primo aprile, tuttavia posso garantirvi due cose: che nell’aspetto sono identici ai loro padri e che per quanto riguarda gli scherzi, sono messi bene. Pensate che hanno già dato ai loro padri le idee per qualche bella invenzione, che è andata a ruba! Per quanto riguarda Paige e Angelina: la prima ha continuato a lavorare come Auror, andando al San Mungo quando vi era la necessità. Pensate che per la prima volta dalla sua apertura, l’ospedale non era mai stato tanto vuoto come in quei momenti! Per quanto Angelina, invece, aveva preferito lavorare con George al negozio, dato che una mano era sempre necessaria e dato che ciò le consentiva di avere orari estremamente flessibili. Anche Fred avrebbe voluto far lavorare con sé Paige, la quale, però, gli dava solo una mano occasionalmente, quando Angelina non c’era e loro avevano un vero bisogno di aiuto. Lavorare con Fred l’avrebbe fatta sentire un peso, allora andava al ministero dove, certamente, la compagnia non le mancava: c’erano Sirius, Moody, Lupin e Tonks e, ogni giorno, era un vero spasso.
Passiamo ai due più piccoli e, forse, più conosciuti figli della famiglia Weasley: Ron e Ginny. Ron aveva finalmente coronato il suo sogno d’amore e aveva sposato Hermione, dalla quale aveva avuto due figli: Rose e Hugo, il maschio più piccolo della sorella di due anni. Per quanto riguarda Ginny, si sposò con Harry Potter, il suo primo amore, del quale si era innamorata quando aveva solo undici anni, e avevano avuto tre figli: James Sirius, Albus Severus e Lily Luna. Per quanto riguarda i nomi di questa coppia... erano un tributo alle persone a cui tenevano di più; James e Sirius, il padre e il padrino di Harry, quest’ultimo sempre a fianco del figlioccio pronto a combattere con lui, Lily Luna in quanto Lily ricordava parecchio la sua nonna, mentre Luna era un tributo sia alla sua madrina, Luna Lovegood, sia al caro Lupin, il quale si sentì più che onorato, oltre che stupito. Luna era, per lui, la parola che gli ricordava l’oggetto che aveva sempre odiato in gioventù, ma che ora era diventato ricordo di una grande vittoria: quella contro la sua maledizione. Per quanto riguarda Albus Severus: il professor Silente era, certamente, l’uomo che più di tutti aveva fatto qualcosa per Harry e, anche ora, portava al ragazzo (ormai uomo), un sacco di consigli; per il secondo nome, Severus, dovete sapere che per Piton fu una grossa sorpresa scoprirlo, anche se non lo diede a vedere, mascherandolo sotto quel viso freddo che si ritrovava;  Harry decise di dare quel nome a suo figlio come tributo per colui che lo aveva aiutato a scoprire la verità quando Silente non c’era. In effetti, Piton era rimasto un grande amico della famiglia Potter, e, per quanto potesse odiare James, amava ancora Lily, con la quale era tornato amico come una volta. In fondo, anche se l’aveva chiamata Mezzosangue, come poteva Lily non perdonare colui che aveva cercato di proteggerla prima che Minus la tradisse e colui che aveva protetto suo figlio, nonostante il forte rancore di rivedere in lui James, per i sei anni di vita a Hogwarts?
Da quella mattina, passarono diverse ore e tutti, in casa, si erano svegliati e stavano apparecchiando per il pranzo, ovviamente fuori dalla Tana (dato che dentro non ci entravano) per circa una sessantina di persone. Perché le posizioni a tavola sono raddoppiate? Semplice! Per qualche ospite... ma giusto qualche!
Allora, come ospiti c’erano Remus, Tonks (la quale stava aspettando la sua secondo genita) e Teddy, insieme ai genitori di Thonks. Poi vi erano Prudence e Viktor, Lily e James, Sirius, Moody,Kingsley, la professoressa Mc.Granit, la professoressa Sprite, il professor Vitius, Lumacorno,Neville, i suoi genitori e sua nonna. i genitori di Fleur e sua sorella, Gabrielle, insieme al suo fidanzato (quasi marito). Queste quattro persone, anche se non avevano partecipato attivamente alla guerra, non potevano certo mancare quel giorno, in fondo era il compleanno della loro prima nipotina, Victoire. Avete capito di che giorno sto parlando, vero? Il 2 Maggio, l’anniversario della fine della guerra, che, da quel giorno, era diventata festa mondiale.
Il giardino della Tana era stato opportunamente disinfestato dai più piccoli della casa: lo avevano preso a gioco, inoltre Fred Junior e George Junior avevano iniziato a provare le loro invenzioni proprio sugli gnomi.

 
La giornata passò serenamente, più o meno: tutti chiacchieravano, riportando alla mente i bei vecchi tempi e quelli meno belli; Lumacorno, in particolare, si era circondato dei suoi allievi preferiti (James, Lily, Sirius e Lupin che, a dirla tutta, non ne erano particolarmente entusiasti) e raccontava loro com’erano le nuove generazioni e cosa accadeva ad Hogwarts. Essendo il più propenso a parlare, ben presto si ritrovò accerchiato da tutti i “bambini” della casa, che volevano sapere come fosse Hogwarts: Albus Severus, ad esempio, il quale l’avrebbe iniziata alla fine dell’estate successiva, così come Fred e George Junior, oltre di quelli che avrebbero dovuto aspettare ancora uno o più anni per andarci, come l’impaziente Lily Luna, Hugo, Roxanne, Dominique e Louis.
Potremmo dire che la giornata passò tranquilla, se non quel piccolo particolare per il quale circa sessanta persone si materializzarono al primo ospedale magico per far partorire Tonks. Teddy era felicissimo, in quanto avrebbe presto conosciuto sua sorella, dopo dodici anni di solitudine (anche se si era consolato con Victoire). E, prima che il sole fu tramontato, la piccola Wendy venne al mondo, per la felicità di tutti.
Dopo quel giorno, tutti ripresero la loro vita quotidiana.
Ovviamente, anche se non nello stesso momento, andavano tutti a trovare Molly e Arthur quando potevano. Si incontravano in giro per il ministero, per Diagon Alley, e alla Tana, oltre che nelle loro abitazioni o nelle piccole feste che venivano fatte in memoria dei tempi di terrore passati.
Insomma... tutto il resto della loro vita lo lascio all’immaginazione del lettore.

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