Hogwarts, 1989-1994

di _lu
(/viewuser.php?uid=144434)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Preparativi e buoni propositi ***
Capitolo 2: *** Colossale burla sull'espresso ***
Capitolo 3: *** Compagne di dormitorio e piccoli dissapori ***
Capitolo 4: *** Posta indesiderata e professori inquietanti ***
Capitolo 5: *** Nuove alleanze e una pergamena dell'anteguerra magica ***
Capitolo 6: *** Aria di Natale e gufi storditi ***
Capitolo 7: *** La risoluzione di un mistero ***
Capitolo 8: *** Feste sulla spiaggia e paranoie dementi ***
Capitolo 9: *** EPILOGO ***



Capitolo 1
*** Preparativi e buoni propositi ***


Preparativi e buoni propositi

Selene Felicity de Vrie, undici anni compiuti lo scorso sette maggio, lunghi boccoli neri e grandi occhi di un verde stupefacente, sbuffava rumorosamente cercando di chiudere un grosso baule di cuoio posto esattamente al centro della sua grande camera da letto.
< Zia Pauline, non ci sta niente in questo coso! Non riesco a chiuderlo! > urlò la ragazzina scocciata
< Toglici un po' di vestiti allora! Oppure mettili in modo più ordinato, non fare un guazzabuglio come al solito...Ah, se fossi come tua sorella Tiffany, lei non ha nessun problema a fare il baule per la scuola! >
< Per forza > sussurrò di rimando la giovane Selene per non farsi sentire dalla zia < nel suo baule hai appena applicato un incantesimo estensivo irriconoscibile! Potrebbe svuotarci l'armadio là dentro... Ma io sarei ancora TROPPO PICCOLA, e quindi dovrei lasciare a casa tre quarti delle mie cose...uff... >
Alcuni minuti dopo, non senza sforzo, Selene riuscì finalmente a chiudere il baule. I suoi occhi cominciarono a vagare per la stanza, soffermandosi con affetto su un enorme stereo messo in bella vista in un angolo della camera vicino alla grande finestra. Lo aveva acquistato un paio d'anni prima nella Londra babbana, quando aveva dovuto accompagnare la sorella Tif a cercare dei nuovi vestiti, perchè a quanto pareva quelli delle boutique di Diagon Alley proprio non le andavano...la solita delicatina... Comunque, quel giorno era riuscita a filarsela abbandonando Tif dentro ad un camerino, e si era nascosta dentro quel grande negozio di elec-tronica in fondo alla strada. Lì era rimasta subito affascinata da quel grosso coso che emanava suoni meravigliosi. Dopo un po' che lo osservava,cercando di capire come avevano potuto i babbani costruire una meraviglia simile senza l'aiuto della magia, un commesso le si avvicinò chiedendole se era interessata ad acquistarlo. Lei non ne era sicura, ma dopo che il commesso le ebbe spiegato comu funzionava l'arnese ( a dire la verità non senza un'espressione sconcertata, avendo capito che la ragazzina davvero non aveva la più pallida idea di cosa esso fosse), Selene decise che doveva assolutamente averlo. Così sborsò al commesso i soldi risparmiati dalle paghette di anni e anni (opportunamente cambiati in sterline babbane) per uscire dal negozio con tra le braccia quel coso enorme e un mucchio di "CD" consigliateli gentilmente del commesso. Tiffany era infuriata per la sua fuga, ma la sua reazione fu niente in confronto a quella di zia Pauline: per poco non le venne un colpo al cuore! Le fece una sfuriata che si sarebbe ricordata per tutta la vita, ma Selene non si pentì mai del suo acquisto: il suo stereo le era diventato irrinunciabile in quei due anni, adorava la musica e adorava ballare, e davvero non sapeva come avrebbe fatto a privarsene per l'intero anno scolastico...Se solo la zia Pauline avesse incantato anche il suo baule come quello do Tif! Era una vera ingiustizia, ma d'altra parte sua zia aveva sempre avuto le sue preferenze per sua sorella, e un astio particolare nei confronti di Selene, che non ne capiva davvero il motivo... Ok, forse era disordinata e confusionaria, esattamente il contrario di Tif, e forse aveva il suo bel caratterino, non esattamente buono e gentile come quello della dolcissima sorellina Charlotte, ma era una ragazza simpatica e sveglia, e sapeva come farsi voler bene da tutti quelli che le stavano attorno, eccetto naturalmente la zia Pauline.
In quel momento, comunque, le dispiaceva particolarmente non essere la preferita della zia: grazie al famoso incantesimo nel suo baule, avrebbe potuto portare a scuola non solo lo stereo,ma anche il grande ritratto ad olio di sua madre che stava appeso nella parete della sua camera. Le dispiaceva davvero lasciarlo lì, perchè quella specie di "surrogato di mamma" le stava molto a cuore, sebbene fosse un ritratto babbano e non magico,e quindi non poteva comunicare con lei, le infondeva sempre coraggio e fiducia, anche nei momenti più bui.
Perchè poi Selene non potesse fare affidamento sulla sua vera madre, Elora Danae, era una storia molto triste. quando Selene aveva tre anni,un freddo pomeriggio di novembre, poco dopo che l'Oscuro Signore era stato sconfitto dal piccolo Harry Potter, un maledetto giovedì 11 novembre per la precisione, si trovava sola in casa con i suoi genitori, mentre le sue sorelle erano dalla nonna materna. Non ricordava davvero il motivo per cui non fosse anche lei dalla nonna, ma comunque era lì che giocava con sua madre vicino al laghetto nel grande giardino della tenuta dei de Vrie, mentre suo padre Daniel passeggiava nervosamente avanti e indietro per il vialetto d'ingresso, quando LEI arrivò. 
Una visita davvero inaspettata quella di Bellatrix Black in Lestrange, che lasciò i suoi genitori di stucco; se così non fosse stato forse avrebbero fatto a tempo a prendere la bacchetta e a difendersi, ma meno di dieci secondi dopo che la Mangiamorte aveva messo piede nella tenuta suo padre giaceva immobile nel vialetto, colpito al petto da un fiotto di luce verde.
Bellatrix rideva e gridava, Selene non ricordava cosa dicesse, ma i momenti segenti rimasero impressi nella sua mente in maniera indelebile.
La strega si rivolse verso sua madre, disarmata, e dopo che le due donne ebbero scambiato poche parole (ancora una volta Selene non sapeva dire che cosa si fossero dette), la uccise di fronte agli occhi della piccola. Ricordava precisamente il corpo di sua madre che si afflosciava al suo fianco e i suoi occhi color cioccolato che la fissavano senza più vederla. Ora, se Bellatrix non avesse avuto quella vena sadica e psicopatica e folle, selene avrebbe fotto la fine dei suoi genitori. Invece Bellatrix era quella che era, e volle torturare la bambina prima di finirla. Ma non raggiunse mai il suo scopo perchè QUALCUNO la salvò. Non ricordava chi fosse, anni dopo le avevano raccontato che l'elfa domestica di famiglia aveva avvisato un gruppo di maghi buoni noti come Ordine della Fenice, me Selene non era sicura di questo. Non lo aveva mai raccontato a nessuno, ma nei suoi sogni riviveva spesso la scena: un giovane uomo che combatteva con Bellatrix, la Mangiamorte che fuggiva lasciando la bambina sconvolta ma a prima vista illesa, lo stesso giovane che poi la cullava e la faceva addormentere. Solo quando si era svegliata aveva visto i maghi dell'Ordine, ma del giovane uomo nemmeno l'ombra. Era solo un ricordo che dopo quel pomeriggio continuava a tormentarla, un altro doloroso ricordo che Bellatrix le aveva lasciato, insieme alla cicatrice bianca a forma di mezza luna sul polso sinistro.
Da quel giorno la vita delle tre bambine de Vrie cambiò: si trasferirono dalla nonna materna, ma dopo qualche mese quella morì di crepacuore, e le ragazze tornarono a vivere nella tenuta dei de Vrie accudite, come sappiamo, dalla zia del loro defuno padre, Pauline.
Incubi su quel tragico evento tormentarono le notti di Selene per molti anni, incubi in cui si mischiavano la risata folle di Bellatrix, fiotti di luce verde e rossa, il volto immobile di sua madre, dolore e freddo, e poi l'uomo misterioso naturalmente.
Ora però, che quasi otto anni erano passati dal tragico evento, la ragazzina era riuscita in qualche modo a controllare i suoi sogni, a superarli, e si prepareva piena di aspettative ad affrontare il suo primo anno alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts.
Mentre quella sera andava a dormire, per quella che sarebbe stata l'ultima volta nel suo letto per molto tempo, Selene pensava che a scuola la sua vita sarebbe cambiata. Niente più zia Pauline che la rimproverava per qualsiasi cosa facesse, niente più gente che la paragonava alla sua perfetta sorella maggiore. Anzi, a pensarci bene avrebbe anche potuto prendere un po' la distanze da Tif: dopo tutto sua sorella andava al terzo anno e lei al primo e poi avevano dei caratteri completamente diversi. Almeno così Tiffany non avrebbe potuto starle sempre addosso come un segugio, sgridarla e poi raccontare tutte le sue malefatte a zia Pauline, sempre ammesso che non riuscisse a stroncarle sul nascere... No, si sarebbe trovate degli amici fantastici e sarebbe riuscita a scatenare la sua indole confusionaria e vivace che a casa doveva sempre tenere sotto controllo.
Con un ultimo sorriso e questi rassicuranti pensieri che ancora le frullavano per la testa, Selene si addormentò, pronta per la sua avventura.



NOTA: Questo è il primo capitolo della storia, in cui già compaiono i primi grandi enigmi della vita di Selene: perchè quel giorno non si trovava dalla nonna? perchè Bellatrix ha attaccato i suoi genitori? perchè sua zia Pauline la tratta così freddamente? e soprattutto, CHI è il misterioso umom che l'ha salvata?
Nel corso del racconto tutte queste domande troveranno risposta, nel frattempo nel prossimo capitolo ci sarà la grande comparsa in scena degli adorabili gemelli Weasley! Credo che riuscirò a pubblicarlo solo tra due settimane perchè domani parto per il mare, intanto fatemi sapere cosa ne pensate della storia e di questo primo capitolo!!!

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Colossale burla sull'espresso ***


COLOSSALE BURLA SULL’ESPRESSO

 

Se Selene la notte prima si era ripromessa di mantenere una distanza dalla sorella perfettina, qualcun altro la mattina del primo settembre, in una casa sghemba nei pressi del villaggio di Ottery St.Catchpole stava architettando una burla colossale ai danni di un ignaro fratello maggiore.

Un ragazzo dai capelli rossi stava infilando con una per lui insolita delicatezza un misterioso pacchetto informe nel suo baule, mentre un ragazzino a lui identico lo osservava con un enorme ghigno dipinto sul volto.

< Ecco fatto Fred! > esclamò il primo ragazzo < La fase preliminare del piano anti-Percy è completata >

< Ottimo George! Finalmente quella specie di gufo allampanato la pagherà per aver spifferato a mamma che siamo stati noi a dare fuoco alla bambola di Ginny >

< Che poi a dirla tutta mica è stata del tutto colpa nostra! Voglio dire, quella bamboletta era abbandonata sulla poltrona… >

< …sola soletta, che ci guardava… >

< Sembrava stesse dicendo: ‘avanti George, muoio dalla voglia di essere la cavia di uno dei vostri fantastici esperimenti’ >

< Già. Insomma, chiunque capirebbe che noi c’entriamo pochissimo con quello che è successo poi: quella bambola aveva tendenze suicide! >

< Ben detto Fred! Alla fine noi abbiamo solamente esaudito i suoi desideri! >

< Sì, e poi proprio sul più bello che eravamo riusciti a convincere la mamma che era stato la spettro in soffitta che aveva sequestrato la bambola… >

< salta fuori Perce con i suoi resti bruciacchiati che dice di aver trovato in camera nostra! >

< E poi chi l’ha sentita più mamma Molly! >

< Hai ragione fratello. Una sgridata da paura quella… Ecco perché… > cominciò George ghignando

<Perce merita assolutamente di essere punito per la sua cattiva condotta! > concluse Fred stirando le labbra in un ghigno cospiratore identico in tutto e per tutto a quello del fratello.

< Fred! George! Venite giù immediatamente! E sbrigatevi a caricare i bauli o perderete il treno! >

All’ urlo minaccioso della madre, i gemelli risposerò all’unisono un < Arriviamo mamma! >, e cominciarono a trascinare i loro bauli giù per la scale, mentre un sorriso innocente compariva nei loro volti sostituendo il ghigno malizioso di poco prima, che ormai tutti i membri della famiglia avevano imparato ad interpretare come ‘segnale di pericolo imminente’.

 

< Lenny mi mancherai tantissimo mentre sarai a scuola! >

< Ma dai Charlie, vedrai che un anno passerà in frettissima. E poi con me lontana che non ti coinvolgo nei miei ‘piani malefici’ zia Pauline non avrà proprio nessun motivo per rimproverarti. Te la spasserai a far la figlia unica! >

< Ma che dici Lenny, mi annoierò a morte! Solo io e zia Pauline…davvero, voglio bene anche a lei, come ne voglio a Tif, ma non è come con te… >

Selene sorrise tra sé e sé. Anche se la piccola Charlie era totalmente incapace di dire qualcosa di cattivo o di pensar male di qualcuno, capiva benissimo quello che la sua sorellina voleva dirle. Lei, che la superava in età di tre anni, era per Charlotte un incrocio tra una sorella maggiore, una mamma ed una migliore amica. Non erano mai state separate così a lungo, ed era sicura che la sua dolcissima sorella minore le sarebbe mancata moltissimo. Era l’unico membro vivente della sua famiglia a cui fosse legata così profondamente.

< Non ti preoccupare Charlie. > rassicurò la sorellina interrompendo le proprie riflessioni < Ti scriverò ogni santissimo giorno e ti racconterò ogni minimo particolare della mia vita scolastica. Ti annoierò talmente tanto con le mie lettere che non avrai proprio il tempo di sentire la mia mancanza! >

< Tu non potresti mai annoiarmi Lenny > ribattè l’altra convinta < ma non vedo proprio come farai a scrivermi così spesso se non hai neanche un gufo tutto tuo! >

< Ah, questo non è un problema. Ruberò a Tif il suo…ehm, voglio dire prenderò a prestito! > aggiunse rapidamente cogliendo l’occhiataccia della sorellina.

Quanto poi al fatto che sua sorella avesse un gufo tutto suo e lei no, era stata una scelta sua. Sua zia si era offerta di regalargliene uno per il suo compleanno, così che lo potesse portare a scuola, ma a lei quegli uccelli notturni e quieti non piacevano granchè. Tif allora le aveva proposto un gatto, ma niente da fare: Selene odiava quegli animali solitari e troppo alteri. Così alla fine si era deciso per un cane. Per la precisione un'adorabile cucciola di Pastore Bernese di nome Maya, che ora dormiva tranquilla nella sua cesta sopra al carrello che Selene spingeva attraverso la stazione affollata. Sì, perché nonostante la lettera d’ammissione dicesse che gli studenti potevano portare solamente ‘o un gufo o un gatto o un rospo’, lei si era categoricamente rifiutata di separarsi dal suo cucciolo. Zia Pauline aveva dovuto scrivere a Silente, il preside in persona, per ottenerle il permesso di portarselo appresso. Forse l’aveva fatto solo per non doversi occupare personalmente del cucciolo (odiava i cani almeno quanto la nipote odiava i gatti), ma comunque Selene aveva ottenuto ciò che voleva: il preside infatti aveva risposto che se il cane era ben educato e se la ragazzina si fosse assicurata che non vagasse per il castello fuori controllo, non c’era nessun problema se lei lo portava ad Hogwarts.

Nuovamente persa nei suoi pensieri, per poco Selene non andò a sbattere addosso alla zia, che si era arrestata improvvisamente a ridosso della barriera tra i binari nove e dieci. Giusto, ora dovevano aspettare che i babbani non le vedessero per attraversare la barriera e raggiungere il binario nove e tre quarti. Passati alcuni minuti, Selene e Charlie seguirono la zia e Tif attraverso la barriera incantata. Nessuna delle due ebbe particolari problemi nel farlo, dopotutto era già il terzo anno che raggiungevano il binario in quel modo, da quanto Tiffany aveva cominciato ad andare a scuola. Arrivate dall’altra parte della barriera videro la sorella maggiore intrattenersi con un ragazzo allampanato dai capelli rossi che portava un paio di occhiali cerchiati di corno in bilico sul naso.

< Oh Percy, questa è mia sorella Selene, comincia scuola quest’anno >

< Molto piacere Selene, sono Percy, Percy Weasley > si presentò pomposamente il rosso tendendole la mano < a tua disposizione per qualsiasi cosa dovessi aver bisogno ad Hogwarts >

< Ehm, me ne ricorderò grazie > rispose Selene appuntandosi mentalmente di tenersi alla larga da quella copia di Tif in versione maschile.

< Qualsiasi cosa per le sorelle de Vrie. Ora scusatemi, vado a cercare uno scompartimento libero. Ci vediamo sul treno Tiffany! >

< Certamente Percy! >

Nel frattempo le due piccole della famiglia de Vrie si guardavano di sottecchi trattenendo a stento le risate alle parole altisonanti del rosso.

< Forza ragazze, meglio che saliate sul treno anche voi >

Selene strinse la sorellina in un forte abbraccio sussurrandole < Anche tu mi mancherai Charlie. Ti voglio bene >. Un bacio frettoloso e già zia Pauline che la rimbrottava dicendole di sbrigarsi, così si affrettò a caricare il baule e a seguire la sorella sul treno. Riuscì a parlare con Charlie per altri pochi minuti attraverso le porte aperte, poi il treno cominciò a muoversi e la zia le chiuse energicamente. Selene guardò attraverso il vetro sua sorella sbracciarsi per salutarla fino a che la piccola figurina scomparve dietro ad una curva.

Quindi si girò verso il corridoio e Tiffany, che per tutto il tempo era rimasta dietro di lei, le chiese con un tono poco convinto se volesse che si trovassero uno scompartimento assieme. < Per carità > pensò Selene fra sé e sé, e le disse di andare pure a cercare i suoi amici, che lei si sarebbe trovata un posto da sola. Così imboccò la direzione opposta del corridoio da quella in cui aveva visto sparire la sorella e cominciò a guardarsi attorno alla ricerca di uno scompartimento libero, che non riuscì a trovare, e alla fine aprì le porte di uno dove una ragazza dai corti capelli castani e la pelle ambrata leggeva assorta una rivista.

< Scusa, mi posso sedere? >

< Certo fa pure! > rispose l’altra sollevando gli occhi e arrossendo lievemente.

< Comunque io sono Selene, e vado al primo anno >

< Oh, vado al primo anno anche io… Mi chiamo Bethany >

< Piacere Bethany.E in quale Casa pensi di finire? >

< Non saprei…i miei genitori erano entrambi Tassorosso, quindi probabilmente verrò smistata lì anche io. Tu invece? >

< , mio padre era un Corvonero, come la mia sorella maggiore, Tiffany. Ma io spero proprio di non finire nella sua stessa Casa, anzi vorrei essere una Grifondoro, come mia madre. >

< Ah, hai una sorella maggiore? >

< Sì, fa il terzo anno, ma non andiamo molto d’accordo. Ho anche una sorella di otto anni, Charlotte, a cui voglio davvero molto bene. Tu invece hai fratelli dentro o fuori Hogwarts? >

< No, io sono figlia unica >

< Oh… > fece Selene non sapendo bene che altro dire.

Ben presto il silenzio che si era creato nello scompartimento cominciò ad inquietarla: al contrario di Bethany, che sembrava completamente a proprio agio senza parlare, lei aveva assolutamente bisogno di un po’ di rumore, così le chiese che cosa stesse leggendo di tanto interessante.

< Ehm, niente di speciale in realtà > fece l’altra arrossendo nuovamente < è solo un inserto della Gazzetta del Profeta  di qualche giorno fa. Praticamente descrive le caratteristiche della persona in base a quelle della sua bacchetta >

< Forte! E quali sono i tuoi risultati? >

< Oh allora, la piuma di fenice indica una grande forza morale, la buona elasticità una personalità amabile a dispetto delle apparenze, l’acero un grande attaccamento alle persone care >

< Wow! Sei una persona speciale, Bethany > affermò Selene in tono serio. L’altra arrossì ancora più di prima.

< No, credo sia solo la mia bacchetta ad esserlo… Vuoi che ti dica che cosa indica la tua? >

L’altra rimase decisamente stupita: era la prima volta dopo ore che stavano assieme che le rivolgeva spontaneamente una domanda così diretta.

< Sì certo > si affrettò comunque a risponderle, perché il rossore sul suo viso si andava intensificando < allora la mia bacchetta è d’ebano, piuttosto rigida e l’anima è di crine di unicorno > aggiunse riportando pari pari le parole che Olivander aveva usato per descriverla circa una settimana prima.

< Allora… sì, crine di unicorno: purezza interiore, mentre piuttosto rigida indica un certo attaccamento alle proprie idee e un bisogno d'indipendenza e l’ebano… > sfogliò a lungo la rivista alla ricerca del significato del legno < eccolo qui! ‘L’ebano è proprio delle persone dal cuore e l’animo nobile’… direi che anche tu sei una personcina niente male > concluse sorridendo la sua analisi.

In quel momento la porta scorrevole dello scompartimento si aprì con uno scatto e due ragazzi dai capelli rossi, identici fino all’ultima lentiggine, seguiti a ruota da un ragazzo dalla pelle color cioccolato e un testone pieno di ricci castani vi si fiondarono dentro.

< Scusate l’intrusione ragazze > esordì uno dei ragazzi dai capelli rossi < volevamo solo avvertirvi di rimanere nel vostro scompartimento e di non uscire in corridoio per, diciamo, un’oretta perché, ehm, io e il mio gemello qui abbiamo una missione da compiere e non vorremmo che qualcun altro ne fosse coinvolto. >

Selene si voltò sbalordita verso la sua compagna di viaggio, ma quella si era di nuovo sepolta nella sua rivista. Sospirò e sbottò rivolta al ragazzo che aveva parlato: < Prima di dire alla gente che cosa deve o non deve fare io mi presenterei se fossi in te e poi > alzò lievemente la voce per interrompere il ragazzo già pronto a ribattere < che cosa diamine vorreste combinare in corridoio? >

Il rosso sembrava basito dalla schiettezza della ragazza,ma comunque si riprese in fretta perché rispose: < Io sono George Weasley, lui è il mio amico Lee Jordan > indicò il ragazzo alle sue spalle < e lui è… >

< la sua copia sputata, ma più bella, intelligente >

< e incredibilmente più vanitosa e bugiarda! Vi presento il mio gemello Fred >

< Bene George, Fred, Lee io sono Selene e lei è Bethany > disse sorridendo la ragazza < ora vorreste dirmi quale sarebbe la vostra ‘missione’? >

< Ehm… diciamo che > cominciò Fred

< si tratta di una spedizione punitiva…> lo interruppe George

< ai danni di nostro fratello maggiore >

< per fargli capire che ad Hogwarts sarà tutta un’altra storia > concluse George.

Quei due ragazzi erano davvero incredibili: gemelli o meno non aveva mai sentito nessuno parlare a quel modo, sembrava si leggessero nel pensiero! Poi Selene ebbe un lampo d’illuminazione: < Mmm… non è che vostro fratello si chiama Percy? >

< Sì perché? > risposero i due gemelli decisamente stupiti

< Oh niente, perché se vostro fratello è Percy avrei una richiesta da farvi >

I due si fissarono rabbuiati, poi con un cenno la invitarono a proseguire.

Selene non ce l’aveva con Percy, sicuramente era un po’troppo pomposo, ma non le aveva fatto niente di male. Però era amico di Tif, e probabilmente lei sarebbe stata in sua compagnia, quindi…

< Non è che vi serve una mano per realizzare il vostro scherzo? >

I gemelli si guardarono negli occhi sbalorditi.

 

Un’ora dopo i tre ragazzi più Selene correvano a rotta di collo per il corridoio inseguiti da un urlante Percy e da un’alquanto irata Tiffany. Finalmente raggiunsero lo scompartimento dove Bethany, che si era categoricamente rifiutata di seguirli, li aspettava.

< Allora, è riuscito lo scherzo? > chiese loro.

< Ci puoi giurare! > le rispose Selene, che sorrideva soddisfatta. I gemelli erano rimasti di stucco vedendo con quanta facilità e in che modo insospettabile la ragazzina era riuscita a distrarre Percy, mentre loro alle sue spalle lanciavano una cassa intera di Favolosi Fuochi d’artificio del dottor Filibuster con innesco ad acqua, ricevuta in regalo per il loro compleanno. L’occhialuto Percy era lanciato in una discussione sulle sue materie scolastiche preferite quando tutti quei fuochi d’artificio erano esplosi all’improvviso, e per lo spavento aveva fatto un salto così alto da battere la testa sul soffitto (cosa piuttosto insolita per un tipo poco atletico come lui) e si era anche preso una gran botta, prima di scomparire in una marea di girandole e stelle colorate. Naturalmente i fuochi magici erano freddi, quindi Percy non si era fatto male, ma metà dei ragazzi nell’espresso, attratti dal rumore, erano usciti dai loro scompartimento ed erano tutti scoppiati a ridere vedendo il ragazzo saltellare e correre cercando di liberarsi da tutti quei fuochi. I quattro complici stavano ancora ridendo della grossa quando era comparsa Tiffany, che con un incantesimo aveva liberato Percy dai fuochi e così i quattro avevano dovuto darsi alla fuga, con due fratelli maggiori decisamente furiosi alle calcagna.

< Ma non avete paura di finire in punizione? > chiese ancora Bethany. Cavoli, Selene non ci aveva proprio pensato: davvero non voleva essere messa in castigo già il suo primo giorno!

Ma Fred la rassicurò dicendo: < Niente paura, prima di architettare lo scherzo abbiamo consultato nostro fratello Charlie, che ci ha assicurato che, come si dice, ‘quello che succede sull’espresso resta sull’espresso’ >

< In poche parole nessunissima punizione > concluse George.

< Ma come, avete anche un altro fratello maggiore allora? > chiese loro Selene

< Oh sì. ci sono Charlie che è al settimo anno e Bill che si è diplomato due anni fa e ora lavora alla Gringott. E oltre al caro Perce ci sono anche Ron e Ginny, che sono ancora a casa però, sono più piccoli di noi > le confermò George.

< Comunque ragazzi, prima è passato un prefetto che ha detto che manca poco per arrivare e che è meglio se ci mettiamo le divise > li informò Bethany.

I tre ragazzi tornarono quindi al loro scompartimento, mentre le due ragazze si scambiarono una breve occhiata nervosa prima di cambiarsi.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Compagne di dormitorio e piccoli dissapori ***


COMPAGNE DI DORMITORIO E PICCOLI DISSAPORI

 

Selene e Bethany erano appena scese dal treno e cominciavano a guardarsi attorno nell’oscurità quando udirono una forte voce chiamare a sé tutti i ragazzi del primo anno. Seguendola, si ritrovarono di fronte ad un omone enorme, il più grosso che entrambe avessero mai visto, che reggeva una lanterna e faceva loro segno di avvicinarsi. Quando anche gli ultimi ritardatari avevano raggiunto l’omone, quello disse loro di seguirlo: avrebbero raggiunto la scuola in barca, facendo un giro panoramico. Infatti, una dozzina di barchette erano ferme sulla riva del grande lago che costeggiava il castello, che i ragazzini ebbero così modo di vedere per la prima volta, tutti meravigliati da tanta imponenza. Le due ragazze presero posto su una delle piccole barche insieme ad una moretta occhialuta e a Lee Jordan, che i gemelli Weasley avevano abbandonato per andarsi a sedere di fronte all’omone, con il quale già scherzavano allegramente, chiamandolo Hagrid.

La traversata non fu esattamente tranquilla: si scoprì che la ragazza con gli occhiali soffriva il mal di mare, e sebbene il clima fosse assolutamente sereno e il lago calmo e piatto come una tavola, ben presto si ritrovò a vomitare sul fianco della barchetta. Lee, che le era seduto accanto, si ritrasse con una velocità tale e un’espressione tanto schifata da far scoppiare a ridere le altre due ragazze, che si guadagnarono così un’occhiataccia furente dalla sfortunata compagna.

Fortunatamente, in breve erano arrivati al castello, dove appena entrati vennero accolti dalla vicepreside, la professoressa McGranitt. Li avvisò che avrebbero dovuto attendere ancora qualche minuto lì nella Sala d’Ingresso, poi lei li avrebbe accompagnati in Sala Grande, dove si sarebbe potuta tenere la cerimonia dello smistamento.

Selene prese a guardarsi attorno per ingannare l’attesa, ma nulla di ciò che vide potè distrarla a lungo, la Sala era decisamente maestosa, ma l’ansia per ciò che l’attendeva una volta oltrepassata quella porta era preponderante. Insomma, anche se pensava fosse abbastanza probabile che finisse tra i Grifondoro, la Casa che tra le quattro le andava più a genio, c’era sempre la possibilità (orribile a dirsi!) di venire smistata a Corvonero, sotto la perenne sorveglianza di Tif, che dopo l’episodio del treno sarebbe stata ancora più zelante.

Aaah, inutile fasciarsi la testa prima di romperla! Se la sarebbe cavata, sempre e comunque: se anche fosse stata una Corvonero, la cosa non avrebbe cambiato affatto le prospettive che aveva per i sette anni futuri.

Finalmente la vicepreside giunse ad interrompere quelle riflessioni, e tutti i primini la seguirono nella Sala Grande.

La prima impressione che ne ebbe Selene, vedendo il cielo notturno sopra di sé, fu quella di trovarsi in un enorme gazebo. Tuttavia, si rese subito conto che un gazebo non poteva certo avere quelle spessissime pareti, dotate di finestre per giunta, inoltre non potevano assolutamente trovarsi all’aperto: l’atmosfera era calda e accogliente, mentre fuori nel lago il clima quasi autunnale l’aveva costretta ad imbacuccarsi ben bene nel mantello. Doveva trattarsi quindi di una qualche illusione o incantesimo.

Ancora presa a guardare il soffitto, Selene si trovò ben presto davanti all’ultima delle cinque grandi tavole che erano disposte nella Sala, quella su cui erano seduti gli insegnanti. Tutti gli studenti, già seduti alle rispettive tavolate, guardavano i nuovi arrivati, ma la loro attenzione venne quasi immediatamente catturata dal cappello che la professoressa McGranitt aveva appena appoggiato sullo sgabello lì vicino.

Il vecchio cappello ebbe come uno spasimo e poi, ebbene sì, prese a canticchiare. Selene sobbalzò: mannaggia a Tiffany che non le aveva mai voluto rivelare come avveniva lo smistamento! Ora, stando a quello che diceva il cappello, avrebbe dovuto semplicemente indossarlo e quello l’avrebbe spedita nella Casa che più le si addiceva. La cosa non le andava particolarmente a genio: non le piaceva che il suo futuro venisse determinato da un pezzo di stoffa lacero. Stava per comunicare le sue incertezze a Bethany quando ci fu un attimo di silenzio, seguito da un fragoroso applauso: il cappello aveva smesso di cantare, lo smistamento cominciava.

< Anderson Jack! > declamò la professoressa McGranitt.

Un ragazzo pallido con lunghi capelli neri si staccò dal gruppo e si calcò il cappello sulla testa, il quale dopo alcuni secondi di silenzio gridò < CORVONERO! >. Il ragazzo raggiunse il secondo tavolo sulla sinistra, dove i suoi nuovi compagni lo attendevano festanti.

< Brinch Olivia! >, la ragazza che aveva fatto compagnia a Selene, Bethany e Lee durante la traversata al lago, ancora pallidina in viso, raggiunse il cappello. Questa volta passarono diversi minuti prima che l’urlo < GRIFONDORO! > spezzasse il silenzio nella Sala. Mentre la ragazzina si dirigeva verso il tavolo all’estrema sinistra (dove a dire la verità non tutte le facce erano festanti e soddisfatte), Selene scambiò un’occhiata eloquente con Lee, che commentò: < Se quella è ‘coraggiosa di cuore’… >

Ma venne interrotto dal grido del cappello: Courtney Mark aveva appena raggiunto Olivia al tavolo dei Grifondoro. Successivamente, Crawford Scott si era unito al tavolo dei Tassorosso sulla destra, mentre Dalbot Dorian fu il primo Serpeverde della serata.

< De Vrie Selene Felicity >

La ragazzina percorse la breve distanza che la separava dallo sgabello cercando di mostrare più sicurezza di quanta in realtà non ne provasse, forse senza riuscirci completamente.

< Mmm… che cosa abbiamo qui? > le sussurrò il cappello all’orecchio < una testolina interessante questa: vedo un buon cervello, anche se una certa scostanza… tuttavia l’intuito di cui sei dotata è ben apprezzato tra i Corvonero, ma vediamo, vediamo… hai del fegato ragazzina! Sì, coraggio e audacia, uniti ad una certa testardaggine, se posso dirlo, e infine, oh sì, costante ricerca di libertà e indipendenza… no, Corvonero non fa per te… sì ho deciso… GRIFONDORO! >

Selene tirò un sospiro di sollievo e si unì al tavolo festante dei rosso oro. Sopraffatta dalle attenzioni dei compagni, seguì poco lo smistamento, ma si voltò nuovamente verso il cappello quando la McGranitt annunciò il nome di

< Gardiner Bethany! >

Seguì una breve pausa, poi il cappello prese la sua decisione: Bethany era una Grifondoro! Bene, si disse Selene mentre la compagna prendeva posto alla sua sinistra, quella era una ragazza tutta da scoprire.

Anche Lee, seguito da Angelina Johnson e Jacob Lovett, raggiunse il tavolo dei Grifondoro, mentre dopo di loro Kain Montague fu smistato a Serpeverde.

Selene perse completamente di vista la cerimonia dopo che Montague raggiunse i suoi compagni e si limitò a festeggiare con gli altri quando anche Alicia Spinnet si unì ai rosso oro.

Finalmente, quando i gemelli Weasley vennero assegnati entrambi, manco a dirlo, a Grifondoro, lo smistamento si concluse e dopo un conciso benvenuto del preside i vassoi, fino a quel momento vuoti,si riempirono di cibo delizioso e il banchetto ebbe inizio.

< Allora Felicity > esordì George, seduto alla sua destra, calcando sul suo secondo nome e facendola sbuffare sonoramente: non lo aveva mai sopportato < mi hai appena fatto guadagnare un galeone! >

< Non provare mai più a chiamarmi così, George Weasley, se non vuoi che ti aizzi il cane contro > era una minaccia assolutamente a vuoto: il massimo che Maya avrebbe potuto fargli era leccargli la faccia, ma il gemello non lo sapeva.

< Cosa ti avrei fatto guadagnare comunque? >

< Un galeone! Io e Fred avevamo scommesso sulla Casa in cui saresti stata smistata. Io gli avevo detto che era impossibile, ma lui era convinto che saresti potuta benissimo essere una Serpeverde, vista la tua perfidia…. Insomma, ingannare il povero Perce così, non ti senti in colpa? > le spiegò ghignando, mentre si serviva di pasticcio di rognone.

< Assolutamente no, e cos’hai detto scusa? Serpeverde, io?! Ricordami di strozzare il tuo gemello appena mi capita a tiro! >

< Ah non credo di poterlo fare > ribattè l’altro dopo aver inghiottito un grosso boccone di pasticcio < prima di tutto perché rischieresti di scambiarmi per lui, e ci tengo alla pelle io… e poi senza Fred a casa sarebbe un disastro: darebbero a me la colpa per tutte le malefatte, e non ho proprio voglia di prendermi a carico tutte le punizioni vacanti della famiglia Weasley! >

< Pfff… Comunque, a proposito di Percy, pensi che tuo fratello mi odierà per tutta la vita? >

< Ma figurati! Farà l’offeso per qualche giorno, ma poi tutto come prima. Se proprio ci tieni chiedigli scusa, ma sono circa dieci anni che io e Fred gli facciamo dispetti di ogni genere, e ancora non siamo riusciti a farci odiare >

< Bene. Mi dispiacerebbe che restasse arrabbiato con me, siamo anche compagni di Casa adesso >

< Già. Ma sta attenta: ora che ha capito con chi ha a che fare sarà sempre pronto a sospettare di te, come fa con me e Fred >

< Me ne ricorderò > rispose Selene, servendosi nuovamente di tagliata sanguinolenta (il suo piatto preferito) e tornando a concentrarsi sul cibo. Poco dopo, i vassoi sul tavolo si svuotarono e si riempirono di dolci di ogni tipo.

Dopo che tutti si furono rimpinzati per bene e che i vassoi erano tornati di nuovo vuoti, il preside tenne il vero discorso di inizio anno: presentò il nuovo insegnante di Difesa contro le Arti Oscure, il professor Gray (un tipo alto, dai lineamenti severi, che a Selene ricordò vagamente l’illustrazione di un vampiro che aveva visto su uno dei libri della zia), fece una breve sintesi dei prodotti che il signor Gazza, il custode, aveva bandito dalla scuola, e ricordò che l’accesso alla Foresta Proibita nel parco del castello era vietato a tutti gli studenti. Infine diede loro la buonanotte e invitò ciascuno a raggiungere il proprio dormitorio.

Selene seguì Bethany nella fila dei Grifondoro del primo anno che venivano guidati da un prefetto verso la sala comune. Percorsero innumerevoli scale e passaggi nascosti, poi finalmente si trovarono davanti ad un grande ritratto raffigurante una signora davvero molto grassa vestita di rosa.

< Parola d’ordine? > fece quella

< Acromantula > rispose il prefetto sicuro, e tutti i primini lo seguirono attraverso l’apertura circolare che si era rivelata dietro al ritratto. Sbucarono in una stanza circolare anch’essa, con soffici poltrone e un camino dove il fuoco scoppiettava allegro.

La stanchezza cominciava a farsi sentire, e Selene stava per raggiungere la porta del dormitorio femminile quando una mano le si posò sulla spalla.

< Troppo stanca per quattro chiacchere in compagnia? Vieni, c’è qualcuno che ti vuole conoscere > si girò e si trovò di fronte uno dei gemelli Weasley. L’altro rideva in compagnia di un ragazzotto muscoloso dai capelli rossi. Li raggiunsero e quest’ultimo fece < Allora, tu sei la ragazza che ha reso possibile lo scherzo a Percy! I miei complimenti! Non vedevo un dispetto più riuscito da un sacco di tempo, e considera che vivo sotto lo stesso tetto di questi due > affermò indicando i gemelli.

< Grazie, ehm… >

< Charlie > rispose il ragazzo allo sguardo interrogativo di Selene < sono il fratello maggiore di questi scavezzacolli qui, come avrai capito >

< Oh sì, mi avevano parlato di te. Però adesso scusatemi, sono davvero stanca e domani cominciano le lezioni, quindi buonanotte a tutti! >

Si congedò e raggiunse la porta del dormitorio, salì una scala a chiocciola e finalmente trovò la sua camera: dentro c’erano cinque letti a baldacchino dall’aria decisamente comoda. Bethany, Angelina, Alicia e Olivia avevano già sistemato le loro cose e si stavano preparando per andare a dormire. Sospirando, Selene aprì il suo baule: avrebbe sistemato i vestiti l’indomani, ma c’era una cosa che doveva assolutamente fare quella sera. Aprì il libro di Pozioni e prese le due foto che ci aveva inserito dentro, per non rovinarle. Una raffigurava lei, appena nata, in braccio a sua madre, l’altra era stata scattata l’estate precedente: c’erano lei e Charlotte sedute sulla scogliera, con i piedi che dondolavano sull’acqua, abbracciate e sorridenti. Le appiccicò con il magiscotch dietro al suo letto, che si trovava tra quello di Bethany e quello di Angelina. Soddisfatta del risultato, si accucciò vicino alla cesta e liberò il cane. Maya le leccò festante le mani, felice di vederla, poi cominciò a zampettare in giro con la sua camminata buffa e sbilenca.

< Tieni lontano quell’orribile cosa da me! > strillò Olivia vedendola.

< Scusa? > le rispose Selene gelida. Il suo adorato cucciolo un’orribile cosa? Quella ragazza stava esagerando, e il suo tono non le piaceva per niente.

< Hai capito benissimo! Non capisco proprio come tu abbia potuto pensare di portarla qui! Io ho… >

< Fammi indovinare, una terribile paura dei cani? >

< Bè… sì! > ribattè l’altra irata < E comunque non dovrebbe stare qui, la lettera diceva… >

< So benissimo che cosa diceva la lettera! Si da il caso che mia zia abbia scritto a Silente, e che lui in persona mi abbia dato il permesso di portarla. Maya ha il diritto di stare qui quanto te! > concluse seccata. Decisamente Olivia non le piaceva: Selene riconosceva di essere piuttosto permalosa, non sopportava che si toccassero le cose che le erano care; forse quella era una scaramuccia da niente, ma il tono saputello e pedante della compagna le aveva fatto saltare i nervi.

< Non mi interessa a chi ha scritto tua zia, io qui il tuo cane non lo voglio! >

< Senti un po’, razza di idiota fifona… >

< Ragazze… > intervenne Bethany cercando di calmarle: il tono di Selene non prometteva niente di buono.

< Ragazze un bel niente! Ma a voi non da fastidio? Non dovrebbe essere permesso, insomma! >

< No > questa volta fu Angelina a parlare < se Selene ha avuto il permesso di portare il cane per me non c’è problema. E poi è proprio carina! > concluse sorridendo, mentre Alicia annuiva vigorosamente.

< Dovrai adattarti, Olivia. Ma comunque io l’ho vista Maya, sul treno, è stata tranquilla per tutto il viaggio, e poi non vedi, non fa del male ad una mosca! >

< Oh d’accordo! Quand’è così, io me ne vado a letto! > fece l’altra stizzita, tirando con uno scatto le tende rosse.

< Ma guarda un po’ che tipa… >

< Ah lascia stare Selene. Ha paura anche della sua ombra quella! > le disse Angelina.

< Sì, prima quando per sbaglio ho sbattuto la porta del bagno ha fatto un salto alto così > rincarò la dose Alicia < però è proprio una pesante eh…. Incavolarsi in questo modo per un cucciolo! >

< Sì Selene hanno ragione le ragazze: lasciala perdere, non è il caso di mettersi nei guai per una così! >

Confortata dal sostegno delle compagne, ma ancora piuttosto stizzita con Olivia, Selene augurò loro la buonanotte e s’infilò a letto. Ma non doveva assolutamente lasciarsi prendere dal rancore prima di addormentarsi, la nonna le aveva spiegato che cosa sarebbe successo… Si tranquillizzò pensando al suo cucciolo, e quella notte dormì sogni sereni.

 

 

Ecco finalmente il capitolo! Diciamo che è un po’ di passaggio, cose da chiarire non mi sembra ce ne siano… Ah il nome di Montague l’ho trovato cercando un po’, c’erano tre possibilità quindi è probabile che in altri racconti venga chiamato con altri nomi (Graham o Craig teoricamente). Comunque è il Montague che Fred e George al loro ultimo anno ficcano nell’armadio svanitore, per intenderci J

Fatemi sapere cosa ne pensate del capitolo e della storia!

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Posta indesiderata e professori inquietanti ***


POSTA INDESIDERATA E PROFESSORI INQUIETANTI

POSTA INDESIDERATA E PROFESSORI INQUIETANTI

 

< Selene… Selene! >

< Inutile Bethany, non la sveglieremo mai così >

< Ahia! >

La giovane De Vrie si tirò su di scatto sedendosi sul letto, incrociando lo sguardo esasperato della Gardiner e quello divertito della Johnson, che ancora aveva un grosso cuscino tra le mani.

< Accidenti a te Angelina, una sveglia meno traumatica no? >

< Chiedo scusa, miss Dormigliona 1989! Per inciso, io mi sbrigherei fossi in te, non credo che la colazione resti al tavolo in eterno, e se per prepararti impieghi lo stesso tempo che hai usato per svegliarti… >

< Ho capito, ho capito! >

Selene sbuffò, pensando che dopo tutto quello che aveva mangiato la sera prima avrebbe anche potuto fare a meno della colazione e dormire ancora un po’. A quanto pareva però il suo cervello e il suo stomaco non si trovavano molto d’accordo, così si alzò controvoglia e cominciò ad indossare la divisa. Capì che avrebbe potuto fare con molta più calma quando si rese conto che il bagno era occupato da almeno mezz’ora da (perché la cosa non la stupiva?) la Brinch. Dopo che l’odiosa ragazzina ebbe terminato la sua irrinunciabile lunghissima toilette e Selene potè finalmente usare il gabinetto a sua volta, scese le scale del dormitorio e seguì le altre alla volta della Sala Grande.

Sfortunatamente, nessuna delle quattro la sera prima aveva prestato granchè attenzione al percorso che avevano seguito per raggiungere la Sala Comune, un po’ per leggerezza, un po’ perché erano davvero stanche, così percorrerlo a ritroso fu un’ impresa tutt’altro che semplice. Fu solo grazie alla provvidenziale comparsa di un gruppo di Tassorosso che si affrettarono a seguire, se dopo tutto quel tempo perso tra scale rotanti e corridoi ciechi riuscirono a raggiungere le Sala.

< Dannatissime scale! Già questa scuola è enorme e labirintica di suo, pure quelle devono mettersi a complicare la situazione… non riuscirò mai ad orientarmi in questo castello! >

Selene si stava ancora lamentando quando le quattro giovani Grifondoro giunsero al loro tavolo, e si sedette sulla panchina con mal grazia.

< Mattinata difficile? > le chiese George (o Fred, di prima mattina e a stomaco vuoto abbandonò completamente il tentativo di distinguerli). Lui sedeva rilassato di fronte a lei, vicino all’inseparabile gemello e all’immancabile Lee. Tutti e tre sorridevano soddisfatti di fronte ai loro piatti vuoti: evidentemente avevano appena terminato una colazione gustosa ed abbondante.

< Lascia stare, gemello numero uno, io ed il mio pessimo senso dell’orientamento ti saremmo grati se evitassi di sfottere >

< Aha! Hai sentito Fred? Gemello numero uno! Quindi tu sei il numero due, ovvero uno scalino sotto al sottoscritto, come dovrebbe giustamente essere! >

Quello che evidentemente doveva essere George sghignazzava dando di gomito al gemello, che invece sembrava piuttosto contrariato.

< Aaaah zitto George! E poi io mi guarderei bene dall’esaltarmi per i complimenti di una che si perde per trovare la Sala Grande… e che nei prossimi giorni dovrà anticipare di parecchio la propria sveglia se vorrà frequentare le lezioni… non che riuscire a fare una colazione decente >

A quel punto entrambi i gemelli e Lee ghignavano rivolti verso la ragazza, che si era appena vista scomparire sotto il naso la caraffa di succo di zucca che stava per afferrare, insieme a tutte le altre pietanze presenti sulla tavola, ad eccezione del misero toast che teneva in mano.

< Perfidi > pensò Selene < infierire così su una povera ragazza affamata, e assonnata per giunta! Oltretutto non hanno tutti i torti, è probabile che domani dovrò davvero alzarmi all’alba se voglio riuscire a mangiare qualcosa, a meno che… >

< A meno che voi tre baldi giovani non mi facciate da guida per tutto il castello fina a quando non avrò imparato ad orientarmi da sola > concluse la ragazza ad alta voce, sorridendo.

I tre non fecero in tempo a ribattere che un frullo d’ali annunciò l’arrivo dei gufi con la posta mattutina. Tutte le teste presenti nella Sala si alzarono contemporaneamente scrutando il soffitto (quel giorno nuvoloso e grigio), ciascuna cercando un pennuto familiare in mezzo a quella masnada. I gemelli Weasley avevano un’ espressione allarmata, che si vedeva raramente sui loro volti identici. Seguendo i loro sguardi, Selene notò un gufo che svolazzava frastornato, apparentemente non del tutto in grado di consegnare la grossa busta rossa che trasportava.

< Non, non può essere… > cominciò George, incerto

< E’ mattina presto, Perce non può già... >

< ...ma no, è il primo giorno, mamma non farebbe mai... >

< ...una cosa simile > concluse Fred, quando finalmente il gufo atterrò scompostamente sul suo piatto. Ora i due gemelli erano decisamente tesi, e ne avevano un buon motivo, infatti...

< Voi due incoscienti, farabutti, disastri ambulanti! Nemmeno con i miei più grandi timori avrei potuto immaginare che vi sareste cacciati nei guai già sul treno! Il povero Percy si è spaventato a morte, avreste potuto fargli male seriamente... >

La voce di quella che doveva essere la madre di Fred e George si diffondeva a volume altissimo dalla Strillettera, e proseguì su questi toni in una di quelle tirate che Selene aveva sentito fare da sua zia Pauline solo in rarissime occasioni, e si concluse qualche minuto dopo, lasciando i gemelli attoniti e Percy evidentemente soddisfatto.

Le reazioni alla lettera, che naturalmente tutti i presenti nella Sala avevano sentito, furono svariate: i Serpeverde presero a sghignazzare, lieti di avere un buon motivo per sbeffeggiare qualche Grifondoro, alcuni prefetti e caposcuola scuotevano la testa, indignati, ma più in generale le reazioni furono contenute, soprattutto perchè due ragazzi del primo anno che erano riusciti a farsi spedire una Strillettera (evento già raro di per se) appena al loro primo giorno, meritavano una minima parte del rispetto della maggior parte degli studenti.

I due gemelli comunque, dopo un attimo di smarrimento, cominciarono a ridere in sincrono.

< Questa volta mamma ha superato se stessa >

< “Farabutti! Mentecatti! Incoscienti! “ oh Merlino >

< Una cosa mai sentita >

I due se ridevano a tal punto da riuscire a stento a parlare.

< Mi dispiace interrompere questa esplosione d’ilarità, ma tra poco comincia la prima lezione,ed io non voglio arrivare in ritardo, quindi alzate le vostre chiappe e fate strada! >

< Ehi, su questo punto non eravamo esattamente d’accordo! >

< Oh, per me vale la regola “chi tace acconsente”, e nessuno di voi ha fiatato, ergo avete accettato la mia proposta. >

Non potendo controbattere, i tre si alzarono e Selene, ammiccando, fece un cenno alle altre ragazze invitandole a seguire le loro nuove guide.

Quella mattinata seguirono le lezioni di Incantesimi, Pozioni e Trasfigurazione, materia che andò subito a genio a Selene, specialmente quando riuscì a trasformare, senza particolari difficoltà, il suo fiammifero in un ago dopo solamente due tentativi.

Anche nelle altre due materie se la cavò piuttosto bene, e così era pervasa da allegria ed ottimismo quando, naturalmente seguendo le tre guide già ben collaudate la mattina, si avviava verso l’aula di Difesa contro le Arti Oscure.

Tuttavia ne uscì assolutamente contrariata. Gray (o meglio quell’odioso pallone gonfiato dalle sopracciglia troppo appuntite) li aveva fatti sgobbare come elfi domestici, aveva dato più compiti di Vitious, Piton e la McGranitt messi assieme, e trattava tutti malissimo, per poco con la sua scortesia congenita non aveva fatto piangere una timida ragazza di Tassorosso.

Cosa che risultava ancora più antipatica alle ragazze Grifondoro, l’unica a non essere maltrattata era la Brinch, di più, in pochi minuti sembrava essere diventata la cocca del professore , le sorrideva sempre, condiscendente, la adulava in maniera inaccettabile. Già al momento dell’appello, quando i freddi occhi neri del professore avevano incontrato il volto scialbo di Olivia, il rigido insegnante aveva a stento celato un’espressione sbalordita, soffermandosi a squadrarla a lungo prima di passare al nome successivo.

Quello che più infastidiva Selene era il fatto che, se tutti i membri della classe dovevano penare per ottenere l’attenzione dell’insegnante, per poi ottenere solo di essere bistrattati e umiliati, la Brinch ci riusciva tranquillamente, e si prendeva tutte le lodi senza fare assolutamente niente.

E comunque il professore non la convinceva. Non le piaceva come aveva squadrato Olivia, almeno quanto non le piaceva il modo in cui la trattava, che peraltro riteneva alquanto sospetto.

Anche se a quanto pareva i gemelli, ai quali stava trasmettendo i propri dubbi (le ragazze, che evidentemente avevano un senso dell’orientamento migliore del suo, erano già dirette in Sala Comune, mentre loro stavano andando in guferia: Selene aveva una promessa da mantenere) non li condividevano del tutto.

< Ma dai Len... >

< A proposito possiamo chiamarti Len? >

< Selene è piuttosto scomodo... >

La ragazza annuì impaziente.

< Comunque ammetto che Gray non è la migliore persona del mondo >

< anzi direi che è un inguaribile cinico incapace di ridere >

< anche se in realtà non è che Piton si comporti molto meglio con la maggior parte degli studenti >

< ovvero tutti i non Serpeverde che non se la cavano bene come te in Pozioni, che per questo non puoi essere rimproverata >

< Secondo me più che altro ti brucia il fatto che sia l’unico professore a cui non sei piaciuta fin dall’inizio > fece Fred ghignando.

< Ma no, che dici. E’, non so, come una sensazione che ho dentro capisci? Quel tipo mi inquieta, sento che devo starci attenta... >

< Ma dai, è solo la prima impressione... Vedrai che cambierai presto idea >.

Selene avrebbe voluto ribattere, ma erano arrivati in guferia così, mentre i gemelli la aspettavano fuori, cominciò a scrivere una lunga lettera per Charlotte.

Stava appunto cercando il barbagianni grigio di Tiffany (non si era presa il disturbo di chiederle il permesso di usarlo, dopo il piccolo incidente del treno le avrebbe sicuramente detto di no, quindi tanto valeva arrangiarsi), quando il grosso gufo reale di casa De Vrie planò elegantemente sul davanzale.

Selene fece appena a tempo a chiedersi che cosa ci faceva lì quando la lettera rossa che il gufo aveva appena lasciato cadere esplose e le urla di zia Pauline le invasero le orecchie. Sentendo le grida attraverso la porta, i due gemelli si fiondarono nella guferia, preoccupati, ma quando videro la grossa busta rossa e l’espressione a metà tra lo sbalordito e il divertito di Selene, cominciarono a rotolarsi dalle risate. Fortunatamente, la lettera della zia non era nemmeno lontanamente lunga come quella della signora Weasley, e ben presto nella guferia tornò il consueto silenzio, disturbato dai due gemelli che ancore ridevano fragorosamente.

< Oh , almeno zia Pauline ha avuto la grazia di non mandare la lettera con la posta mattutina...o forse è solo Tiffany che non è stata abbastanza rapida a spiattellare tutto >.

Aggiunse due righe alla lettera per Charlie e poi richiamò il gufo

< Avanti Aspian, visto che a casa ci devi andare comunque, tanto vale che ti porti dietro quella. >

Quindi spedì il pennuto fuori dalla finestra con mal grazia e si diresse a cena, scortata da Fred e George che ancora ridevano, evidentemente immensamente divertiti dalla connessione telepatica che sembrava esserci tra la loro madre e la zia di Selene.

 

La mattina seguente Charlotte de Vrie rileggeva divertita la lettera della sorella. Era sicura che se la sarebbe cavata alla grande, e non potè trattenere un sorriso leggendo le sue parole entusiaste che descrivevano lo scherzo che aveva fatto a Percy. Aveva aggiunto poi due righe alla fine della lettera in cui le chiedeva di abbracciare la zia da parte sua per l’illuminante lettera che le aveva spedito, ringraziandola anche per la sua presenza di spirito nell’averla spedita solo la sera, non alla mattina quando tutti avrebbero potuto ascoltarla.

Sua sorella poteva fare dell’ironia quanto voleva, ma avrebbe probabilmente scherzato molto meno se zia Pauline non avesse dovuto occuparsi della più giovane delle nipoti, bloccata a letto da una terribile emicrania, non riuscendo così a spedire la lettera quando voleva...

 

 

Chiedo umilmente perdono per il ritardo con cui pubblico questo capitolo, ma nelle ultime settimane ho dovuto fare tutti i compiti che non avevo fatto queste vacanze u.u

Comunque in futuro spero di riuscire a postare una volta alla settimana circa.

Poi, dovrei spiegare la storia del professor Gray... dunque, visto che Voldemort aveva maledetto la cattedra di Difesa, e che Silente dice che nessun professore da allora è mai rimasto per più di un anno, ho immaginato che Raptor fosse stato appena assunto al primo anno di Harry, e quindi ho inventato questo personaggio.

Infine, ringrazio di cuore le persona che hanno messo questa storia tra le preferite e tra le seguite e tutti quelli che ci hanno dato una letta... Però mi fareste ancora più felice se mi lasciaste una recensioncina piccolina piccolina e se mi diceste che ne pensate ;)

Grazie e a presto

Lu

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Nuove alleanze e una pergamena dell'anteguerra magica ***


NUOVE ALLEANZE E UNA PERGAMENA DELL’ANTEGUERRA MAGICA

NUOVE ALLEANZE E UNA PERGAMENA DELL’ANTEGUERRA MAGICA

 

Le giornate scorrevano veloci ad Hogwarts: i colori caldi e la fresca brezza autunnale si erano tramutati in venti taglienti e nebbioni compatti, fino a quando una mattina di fine novembre tutti gli abitanti del castello guardando fuori dalle finestre riuscirono a vedere solo uno sfavillante candore.

Selene e Bethany, quando non erano impegnate dalle lezioni o dalle lunghe battaglie a palle di neve che i gemelli erano soliti organizzare coinvolgendo tutto il loro anno, solevano appartarsi nel caldo confortante della Sala Comune per lanciarsi in animate discussioni fatte di bisbigli, salvo interrompersi bruscamente se qualcuno si avvicinava.

Il loro rapporto aveva subito una brusca svolta qualche tempo prima, quando, una sera come tante altre, stavano per infilarsi sotto le coperte dei loro letti accoglienti. Quel pomeriggio Selene era stata tartassata dal professor Gray, il quale dopo aver corretto il suo compito aveva cominciato a sproloquiare davanti a tutta la classe su quanto esso fosse impreciso ed inesaustivo, concludendo il suo bel discorso definendolo “una porcheria”, fissando la diretta interessata con un sorriso maligno, per poi farle strappare in mille pezzettini il rotolo di pergamena, frutto del suo intenso lavoro. Sarebbe stato meno umiliante se la ragazza non avesse trascorso più di un pomeriggio in biblioteca e letto diversi libri per preparare al meglio quel compito; aveva perfino chiesto a Tiffany di correggerglielo e la sorella (che certamente non si sperticava in lodi nei suoi confronti) le aveva detto che aveva fatto un buon lavoro. Il senso di ingiustizia che sentiva aumentò ancora quando Olivia, che, sfruttando la sintonia che c’era tra lei e il professore, non aveva svolto i compito nemmeno quel giorno, riuscì a passarla liscia con un sorrisone.

Selene aveva trascorso il resto del pomeriggio quasi senza parlare, lo sguardo spesso perso nel vuoto, e nemmeno le parole consolatorie degli amici riuscirono a far sparire quella nube di malinconia che l’aveva accompagnata da quando era uscita dall’aula di difesa, prima a cena e poi in dormitorio.

In quello stato catartico in cui si trovava, in principio fece fatica a comprendere le parole che Olivia, appena salita in camera dopo che per tutto il pomeriggio non si era mai fatta vedere,pronunciava ad alta voce rivolgendosi a tutte le presenti, accompagnandole a risatine affettate e a sorrisini maliziosi nei suoi confronti.

< Sapete, ho passato tutto il pomeriggio con il caro professor Gray, che mi ha aiutata a scrivere il tema che avrei dovuto consegnare oggi e, non ci crederete, ho ottenuto il massimo dei voti! Ma la cosa migliore è che io non ho dovuto fare niente, tutto quello che ho scritto me l’ha dettato lui... >

Si interruppe bruscamente: la stanza era precipitata in un silenzio tombale e le reazioni più che fredde delle compagne non la incoraggiavano a proseguire nel suo cincischiare. Alicia e Angelina le rivolgevano occhiate omicide, Selene era ad un passo dal mettersi ad urlare o dallo strangolarla, una delle due. Tuttavia fu Bethany a spezzare l’atmosfera tesa che si era creata, e lo fece con un tono tagliente che nessuno aveva mai sentito provenire da quelle labbra gentili.

< Meglio se ti dai una calmata Brinch, le tue prodezze con il professor Gray non interessano a nessuno. E ricorda che lui può adularti e favorirti quanto vuole, ma non potrà mai cambiare quello che tutti pensiamo di te. Sei solo un’inutile piagnona che non vale la metà di ognuna di noi. >

Senza una parola, gli occhi spalancati, la ragazza girò sui tacchi e fuggì di corsa dal dormitorio. Le ragazze, sbalordite dall’inusuale comportamento di Bethany, ammirate si sperticavano in lodi per dimostrarle la loro stima.

Selene rimaneva zitta. Quando Alicia e Angelina finalmente chiusero le tende dei loro baldacchini, lentamente si avvicinò alla ragazza. Gli occhi le erano diventati lucidi.

< Grazie Bethany >

< Figurati. Mi ha fatto innervosire, ha davvero esagerato... >

< No veramente, dopo quello che è successo a lezione oggi... ti dico solo che stavo cercando si decidermi se inchiodarla al muro e estrarle i denti uno per uno per farla tacere o se limitarmi a saltarle addosso e strangolarla. Me ne sarei pentita... credo >

< Te l’ho detto, non ti devi preoccupare. E poi ho già in mente un modo con cui puoi sdebitarti >. Sorrideva Bethany, pronunciando quelle parole.

< Dimmi tutto >

< Mi devi aiutare a fare in modo che la Brinch sparisca. Per sempre >

Sorrideva ancora Bethany, mentre osservava i mutamenti che avvenivano sul viso dell’amica: occhi sgranati per lo stupore che piano piano tornavano a dimensioni normali mentre un lampo di comprensione li illuminava e un largo sorriso si stendeva sul suo volto.

Sorridevano entrambe, mentre sancivano il patto che dava origine alla loro amicizia.

 

Da quella fatidica serata, Olivia Brinch era stata vittima di una serie di sfortunati quanto misteriosi eventi.

Simboli celtici, annunciatori di pericolo e sventura, la perseguitavano ovunque: ne trovava sui sui libri, vergati con inchiostro scuro,una sera erano comparsi incisi sulla testata del suo letto. Quando ne aveva scorto uno anche tra i fondi del suo the mattutino, la sua abituale superstizione si trasformò in paranoia.

Lamentava continuamente la scomparsa di oggettini e cianfrusaglie di poco valore, lei di solito così ossessivamente ordinata.

Aveva dovuto interrompere strillando la sua consueta toilette mattutina perchè un mucchio di ragni grossi come piattelli erano sbucati fuori dal suo tubetto di crema per il viso.

La mattina dell’ultimo giorno di scuola prima delle vacanza natalizie scappò piangendo dal dormitorio, interamente coperta da grossi foruncoli bluastri.

Selene e Bethany, le menti che si nascondevano dietro quegli eventi funesti, confidavano che quell’ultimo scherzo si rivelasse la goccia che fa traboccare il vaso, che Olivia decidesse di lasciare la scuola per trovare riparo dall’immensa sfortuna che la perseguitava, che dopo le vacanze non si facesse più vedere. Quella sera, sedute sulle soffici poltrone della Sala Comune, si complimentavano vicendevolmente per la riuscita dello scherzo. La pozione a base di mosche della Scandinavia e sciroppo di elleboro scovata da Bethany in un grosso librone nascosto nei meandri della biblioteca aveva prodotto risultati migliori di quanto si aspettassero. Stavano discutendo sulla loro prossima mossa, ammesso che, quando avessero fatto ritorno a scuola dopo le vacanze in famiglia, la Brich fosse stata ancora lì,quando sopraggiunsero alle loro spalle i gemelli Weasley, cogliendole di sorpresa.

< Guarda chi si vede! >

< Le regine del complotto! >

< Come procede il vostro mirabolante progetto FIBOB? >

< FIBOB?? > era sempre difficile per le ragazze capire al volo tutte le stranezze che i gemelli si inventavano.

< Fa I Bagagli Olivia Brinch, naturalmente! >

< Oh, benone! A proposito l’avete vista in giro? Non la vediamo più da stamattina... >

< Oh non mi sembra. Tu che dici Fred? >

< Assolutamente no. Sono sicuro che non c’era nessunissimo ammasso bubboso blu nell’ufficio di Gazza. Ce ne saremmo accorti. >

< Nell’ufficio di Gazza??? >

Per i gemelli era sempre appagante raccontare alle amiche le loro ultime prodezze: reagivano immediatamente, era gratificante descrivere le loro imprese ad un pubblico così partecipe.

< Oh sì > esordì George con noncuranza < il vecchio Argus ci ha scoperti a lanciare caccabombe in corridoio... >

< è andato fuori dai gangheri, pensate che voleva metterci in punizione >

< assurdo, per delle innocue caccabombe >.

Selene sbuffava, non nascondendo la sua impazienza.

< Okay, ma allora che cosa ci fate già qui? >.

Chiunque conosceva l’ossessionante passione di Gazza per le punizioni più lunghe e tediose. Farti beccare a commettere quello che lui definiva un “grave reato” equivaleva a dover passare le settimane seguenti a pulire la Guferia o a lucidare tutte le coppe della Sala Trofei, nei migliori dei casi. Il custode lamentava in continuazione l’abolizione di alcune punizioni a suo dire inamovibili,come l’appendere gli studenti per i pollici o le caviglie e il rinchiuderli nei sotterranei per giorni.

Tuttavia i gemelli esibivano quel sorrisetto soddisfatto di chi ne ha appena combinata una di grandiosa.

< Lo abbiamo distratto! Mentre sproloquiava su frustate, manette e schiacciapollici abbiamo lanciato altre caccabombe e lui ci ha lasciati soli soletti nel suo ufficio. >

E poi ve la siete svignata >

< Non esattamente. A te l’onore George >

< Dunque, un’ occasione così ghiotta non ce la potevamo certo lasciar sfuggire:Gazza lontano e tutto il suo ufficio da ispezionare.A dire la verità non siamo riusciti a trovare granchè di interessante, avremmo avuto bisogno di molto più tempo. Comunque, questa siamo riusciti a recuperarla. >.

Fred estrasse lentamente dalla tasca un foglio di pergamena sgualcito, che lui e il fratello guardavano con venerazione.

< Wow. Un foglio di pergamena dell’anteguerra magica. Davvero una scoperta sensazionale. >

< Inutile far tanto del sarcasmo Felicity >

< Si dà il caso che questa pergamena dell’anteguerra magica come dici tu >

< sia stata catalogata da Gazza come estremamente pericolosa >

< quindi porta un po’ di rispetto! E poi, vivi in questa scuola da più di tre mesi e ancora non hai imparato a diffidare delle apparenze?Qui qualsiasi cosa ne nasconde un’altra. >

< Noi dobbiamo solo scoprire che cosa nasconde questa >.

Detto fatto: i due gemelli presero penna e calamaio e cominciarono a scribacchiare sulla pergamena.

22 dicembre 1989: ritrovamento della

Magica Pergamena

ad opera dei favolosi gemelli

Fred e George Weasley

Pochi secondi e le nere lettere ancora umide sparirono, mentre altre se ne formavano, come scritte da una mano invisibile

Messer Lunastorta, Codaliscia, Felpato e Ramoso

si complimentano con i gemelli Weasley

per aver recuperato il frutto del loro nobile lavoro,

e promettono solennemente di aiutarli attraverso esso

in qualsiasi malefatta o impresa che

si accingeranno ad intraprendere...

Gli occhi dei gemelli brillavano, vittoriosi

... se si dimostreranno degni di questo onore

riuscendo a scoprire il segreto

necessario a svelare la nostra opera.

Sayonara!

Con questo saluto le parole si riassorbirono nella pergamena, che tornò nuovamente bianca e immobile.

< Oh sì. Estremamente pericolosa, proprio così. Al massimo questi quattro tipi avranno scritto a Gazza di smettere di sbraitare contro gli studenti, altrimenti i suoi occhietti gli usciranno dalle orbite e diventeranno la cena di Mrs. Purr. >

Selene trovava la situazione estremamente comica, ma la sua ironia aveva punto nel vivo l’orgoglio maschile degli amici.

< Scherza pure tu. Vedrai, quando riusciremo ad usare questo gioiellino: ci mostrerà gli scherzi più perfidi del secolo, e nemmeno se ci implorerai chiedendo perdono strisciando ti daremo qualche idea per il FIBOB. >

Si misero dunque al lavoro per svelare l’arcano: scrivevano furiosamente sulla pergamena, senza il minimo risultato, essa rimaneva perennemente bianca. Lunastorta, Codaliscia, Felpato e Ramoso non avevano intenzione di lasciar trapelare il più piccolo indizio che fosse d’aiuto ai gemelli.

Dopo innumerevoli tentativi, i ragazzini si arresero, giurando che anche se la pergamena aveva vinto la battaglia, la guerra sarebbe stata tutta un’altra storia.

Alle risate di scherno delle amiche reagirono caricandosele sulle spalle a peso morto e, ignorando la tempesta di pugni sulla schiena e gli ordini di lasciarle andare, le portarono nel parco, dove le lasciarono cadere su un grosso mucchio di neve, bagnandole completamente e scatenando l’ultima grande battaglia a palle di neve dell’anno.

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Aria di Natale e gufi storditi ***


ARIA DI NATALE E GUFI STORDITI

ARIA DI NATALE E GUFI STORDITI

 

Era strano dopo tutto quel tempo tornare a casa.

Pigiati nello scompartimento dell’espresso che procedeva rapido verso Londra, tutti i Grifondoro del primo anno (ad eccezione di Olivia, chiusa in bagno ancora alle prese con il pus blu) trascorrevano assieme gli ultimi momenti prima di separarsi per trascorrere le vacanze con le rispettive famiglie.

Angelina e Alicia parlavano della partita di Quidditch che avevano scoperto sarebbero andate entrambe a vedere assieme alle loro famiglie la settimana dopo. Discutevano animatamente sull’esito finale della sfida, ovvero su chi avrebbe vinto tra le Holyhead Harpies e il Puddlemore United, ma nessuna delle due era particolarmente obiettiva: Angie era una tifosa sfegatata delle Holyhead mentre Alicia impazziva per il Puddlemore.

Jacob raccontava a chiunque volesse ascoltarlo della bellissima riserva naturale immersa nella campagna provenzale dove avrebbe trascorso le prossime settimane. Lui e la sua famiglia infatti si sarebbero trasferiti in Francia dalla nonna e le zie materne di Jake, come facevano ogni anno.

Lee, accoccolato vicino alla porta, sbuffava invidioso: lui sarebbe rimasto a casa con i suoi genitori, dove avrebbero ospitato tutti i parenti e lui si sarebbe ritrovato a dover fare da balia alle numerose pestifere cuginette. Portava ancora i segni dell’ultimo Capodanno, quando la più piccola e dispettosa delle bambine aveva cercato di acconciare i suoi ricci, con tanto di bigodini e prodotti della madre, per farlo diventare “come le principesse”, salvo poi piantargli le unghie nella guancia perchè, a suo parere, si dimenava troppo, e non le permetteva di ultimare la sua opera.

I gemelli intanto si professavano pronti a fare cambio con chiunque dei compagni, avrebbero affrontato volentieri perfino le cugine di Lee, pur di non dover trascorrere le intere vacanze con l’anziana zia Muriel. Da quando il folle zio Bilius era morto, le feste in famiglia erano diventate per loro un’autentica tortura, con l’acida zitella che sembrava ritenere sprecato ogni singolo istante che non dedicava a sgridarli per i loro modi esuberanti o a rimbrottarli per i loro “stupidi scherzi infantili”.

Mentre si agitava per ottenere un po’ di spazio, spiaccicata com’era sul vetro freddo del finestrino, Selene pensava che sarebbe stato divertente fare la baby-sitter assieme a Lee, e che le sarebbe piaciuto davvero trascorrere un Natale spensierato dai Weasley nella Tana affollata. Sperava che la zia desse a lei e a Charlie il permesso di fare qualche giretto, magari sarebbe riuscita a presentare alla sorellina i suoi nuovi amici.

Di fronte a lei Mark, che dava saggiamente le spalle coperte dal mantello al finestrino, evitando così di assiderarsi, picchiettava impaziente con la bacchetta una lunga canna di metallo che teneva tra le ginocchia, cercando di stregarla in qualche modo. Sperava così di salvarsi dalla grande passione che suo padre cercava incessantemente di trasmettergli: la pesca, sport che lui trovava estremamente noioso, così sfruttava gli ultimi momenti in cui poteva utilizzare la magia per incantare la canna e renderla inutilizzabile all’insaputa del padre. Non era mai riuscito a convincere sua madre a farlo per lui, perchè ella non voleva urtare i sentimenti del marito, babbano, diffidente verso tutti i tipi di magia.

Nel frattempo Bethany, le gambe ripiegate sotto al mento, posava gli occhi castani su ciascuno dei suoi nuovi amici, tutti allegri, chi più chi meno. Anche se le vacanze sarebbero durate solamente un paio di settimane, sentiva che le sarebbero mancati, tutti quanti loro, come le sarebbe mancato il grande castello intriso di magia che era diventato la sua casa. In tutti quei mesi trascorsi a scuola, qualcosa in lei era cambiato radicalmente. Era sempre stata una ragazza chiusa, introversa, alle chiacchiere ciarliere della gente preferiva il silenzio della sua stanza; i suoi genitori la coccolavano e la proteggevano in maniera forse troppo oppressiva, ma la cosa non l’aveva mai sfiorata, come non la disturbava il fatto che non avesse nessuno che potesse definire un suo vero amico. Quando aveva ricevuto la sua lettera d’ammissione ad Hogwarts aveva avuto paura del cambiamento che la sua quieta esistenza stava per subire, e a malincuore aveva lasciato la sua casetta tranquilla. A scuola però aveva conosciuto tutte quelle persone che ora erano con lei: Selene, che ormai poteva definire la sua migliore amica, Angelina, la ragazza forte a cui avrebbe voluto assomigliare un pochino, Alicia, che stimava anche se ancora non l’aveva ben inquadrata, i gemelli, che la facevano ridere tanto, Lee, il ragazzo-caricatura che celava un’astuzia non comune, Mark, che era sempre così gentile e Jake, che era semplicemente se stesso, e che in qualche modo sentiva così simile a lei.

Tutti loro avevano cambiato il suo modo di vedere la vita. La sua villetta le sembrava ora solitaria e chiusa, silenziosa e apatica, mal sopportava, ora, l’idea di chiudersi là dentro a vegetare come aveva fatto fino a settembre, anche se solo per pochi giorni. E poi aveva paura. Paura di rimanere sola, paura che i suoi nuovi amici si dimenticassero di lei e la abbandonassero.

< Beth? Sei tra noi? >

Selene la stava chiamando, mentre tutti gli sguardi erano puntati su di lei. Persa nelle sue fantasie, non aveva sentito quello che l’amica doveva averle appena detto, porgendole il foglio di pergamena che aveva tra le mani.

< Ehm, scusa, io... >

< Non hai sentito una parola di quello che abbiamo detto finora, vero? >

Scosse la testa, abbassando lo sguardo, mentre l’amica sorrideva.

< Abbiamo deciso di scrivere tutti i nostri indirizzi su questa pergamena, così magari il gufo stordito di Fred e George riuscirà a recapitare i regali alle persone giuste... >

Prendendo la pergamena Bethany ricambiò il sorriso dell’amica, e mentre aggiungeva il suo indirizzo in fondo alla lista fatta dagli amici si diceva che era stata davvero stupida a dubitare di loro.

 

Ciao bellissima!

Buon Natale!

Dunque, spero tu abbia aperto la lettera dopo il pacchetto come ti ho scritto nella busta, perchè muoio dalla voglia di sapere se ti piace il  tuo ciondolo. L’ho visto ieri a Diagon Alley e ho pensato che sarebbe stato perfetto, spero che non ti dispiaccia ma me ne sono comprata uno di uguale, cioè, no, il mio ha un’ametista invece dello zaffiro ma insomma, la forma è la stessa. Mi sembrava un’idea carina, ma se non ti piace... no se non ti piace un bel niente Beth, ti ordino di portarlo comunque se non vuoi ferire terribilmente i miei sentimenti, e so che non lo faresti mai... Sto scherzando, ovviamente.

Le feste in famiglia sono stressanti, pensa: chiusa in casa tutto il giorno con Tiffany e zia Pauline, salvo poi quando qualche parente che neanche sapevo di avere arriva a farci una visita... Spero che la situazione migliori dopo Capodanno, ma per il momento conto i giorni che mancano al ritorno a scuola. Però non sento ancora la mancanza del professor Gray, quindi penso che i miei livelli di follia rientrino ancora nella norma.

Vabbè, non ti annoio ancora con i miei schizzi.

Passa una buona giornata!

Ti voglio bene

Selene

P.S. Ho appena ricevuto il regalo dei gemelli: “Fatture per affatturati”... credo che troveremo il modo di utilizzarlo, no?

 

 

Carissima signorina de Vrie,

visto che i gemelli Weasley mantengono sempre le loro promesse, e siamo particolarmente felici di comunicarle la nostra ultima impresa, la informiamo che unendo i nostri straordinari cervelli siamo riusciti a carpire il segreto della Pergamena!

Ahah, Felicity! Mai dubitare delle capacità dei Weasley! Vedrai a scuola, una cosa fantastica... ovviamente non possiamo parlarne per lettera, nel caso qualcuno la intercettasse...

Tutte scemenze, in realtà vogliamo solo tenerti sulle spine!

Ci si vede a Gennaio!

Fred & George

P.S. Le vacanze si stanno rivelando piuttosto divertenti da quando zia Muriel se n’è andata per colpa nostra... Papà giura che ci disedererà, ma a me non sembra che qualcuno senta particolarmente la sua mancanza...

George

 

 

Fred, George,

la mia sanità mentale sta letteralmente andando a Nargilli (non chiedetemi che cosa sono, una delle mie cugine continua a nominarli, e la frase mi sembrava abbastanza drastica).

Se le vacanze non passano in fretta credo che il mio cervello non tornerà mai più come prima.

Ieri Micaella mi ha fatto una testa così perchè giocassi con lei al “the della regina”, e non ha smesso fino a che non mi sono travestito da capitano delle guardie e ho mangiato i biscotti nel suo tavolino (immangiabili, inutile specificarlo).

Mmm... solo il fatto che vi sto scrivendo una cosa del genere è un chiaro segno di degenerazione cerebrale.

Comunque, nel caso non l’aveste ancora capito, questa lettera voleva essere una richiesta d’aiuto immediato, di qualsiasi tipo, da qualsiasi persona.

Bacerei Olivia Brinch se potesse liberarmi dalle piccole pesti!

No, non sono ancora così disperato. Credo.

Ma comunque, se volete fare un giro qua mi fareste un grandissimo favore. Possiamo anche vederci a Diagon Alley, mamma mi lascerà sicuramente venire se le dico che dobbiamo fare i compiti.

Vi prego vi prego vi prego

Lee

 

 

Ali,

non dico che le Holyhead siano migliori della tua innominabile squadra SOLO perchè hanno vinto una partita giocando in maniera STRAORDINARIA e INDIMENTICABILE. Però anche tu devi essere obiettiva: quando ha vinto l’ultima Coppa il Puddlemore? E le Holyhead, invece? Dai, non c’è paragone!

E poi, insomma, un po’ di orgoglio femminile, se proprio non vuoi ammettere l’EVIDENTE DIFFERENZA DI TECNICA.

Comunque, hai sentito gli altri di recente? So che Lee è disperato perchè le sue cugine lo stanno facendo impazzire (piccole grandi donne: un po’ di sano sacrificio e sottomissione non possono che fargli bene, dico io): mi ha scritto qualcosa come quindici lettere praticamente implorandomi di uscire con lui per liberarsene.

Selene e Bethany se la passano meglio, a quanto ne so, ma i gemelli non li sento da Natale! Però non mi lamento, sappiamo benissimo che quei due e la parola scritta non sono esattamente un’accoppiata vincente.

Rispondi in fretta, mi annoio se non posso discutere con nessuno.

Angelina

 

 

Ciao Len,

è un piacere anche per me sentirti. Non ho la più pallida idea di che cosa abbiano scoperto i gemelli, non me lo vogliono dire, e anche Lee ha la bocca cucita.

Quindi inutile agitarsi tanto, lo scopriremo quando arriveremo a scuola!

Ieri mi ha scritto Jake, dice che si diverte un sacco in Francia. Lo so che tu sei convinta che tutti i francesi siano solo degli snobboni, ma se lui sta così bene non può essere così male, no? Voglio dire, è uno a posto Jake...

Ah, mi sono dimenticata di scriverti che anche mamma ha completamente adorato la tua collana. Devo dire che hai buon gusto, anche se sei inquietantemente matta a volte.

Un bacio

Bethany

P.S. Non credo che tormentare i gemelli con centinaia di lettere potrebbe rivelarsi utile, piuttosto li farebbe ridere ancora di più, ma se tu sei così convinta di farlo...

 

 

Ciao Lee,

mi dispiace che le tue cugine ti stiano facendo impazzire, se vuoi la zia Marlene dice di somministrargli della polvere di euforbia, che le farebbe crollare per 48 ore, ma non sono sicuro che sia legale...

Se ti può consolare, mi ha scritto Mark la settimana scorsa, e dice che ha passato i primi tre giorni di vacanza sempre a pesca con il padre e ha preso talmente tanto freddo che ora è costretto a letto con la bronchite. Sua madre gli preparerebbe un decotto tiramisù, ma suo padre dice che certe malattie vanno smaltite “alla vecchia maniera”. Credo sia questo il motivo per cui non scrive spesso, penso sia piuttosto debole al momento.

Io qui me la sto spassando, adoro la Francia e adoro casa della nonna, ci sono così tante cose da fare... Ieri siamo stati al villaggio magico di Parigi, dovresti vederlo: così tante luci, suoni, colori... E’ pittoresco; anche se l’Inghilterra mi piace molto, in Francia mi sento veramente a casa.

Magari il prossimo Natale riesci a liberarti dai tuoi impegni di baby-sitter e a venire qui con noi. La nonna sarebbe felicissima di conoscere i miei amici.

Ci vediamo a scuola Lee, tieni duro qualche altro giorno!

Jacob

 

 

Ehi Mark!

Come stai? Angelina mi ha detto che avevi la bronchite, ma ora stai meglio vero? Cavoli, dopodomani torniamo a scuola!!

Senti, domani io sarò nei dintorni di Manchester per salutare dei parenti. La sera andiamo ad una specie di festicciola tradizionale conclusiva delle vacanze, sicuramente ne avrai sentito parlare: la fanno proprio vicino a dove abiti tu. Magari possiamo andarci insieme, che ne dici? Sempre se stai bene, ovviamente!

Aspetto la tua conferma allora!

Altrimenti, ci si vede sul treno

Alicia

 

 

Non vedo l’ora di rivedervi, ragazzi, passate tutti una dolce notte.

A presto!

Un bacione

Bethany

 

 

Eccovi il nuovo capitolo, finalmente! Dunque, ho voluto presentare un meglio un po’ tutti i personaggi, in particolare ho cercato di approfondire il punto di vista di Bethany... Fatemi sapere se vi è piaciuto, o se avete dubbi curiosità o perplessità di qualsiasi tipo, sarò ben felice di rispondervi!

Ringrazio davvero di cuore chi ha messo questa storia tra le seguite, le preferite o le ricordate, chi la legge e le buone anime che mi lasciano qualche recensione ;)

A presto

Lu

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** La risoluzione di un mistero ***


LA RISOLUZIONE DI UN MISTERO

Avviso tutti i lettori che questo capitolo ha tinte un po’ noir e non vorrei che qualcuno si offendesse o altro. Detto questo, buona lettura!

 

LA RISOLUZIONE DI UN MISTERO

L’ultimo trimestre dell’anno scolastico fu piuttosto tranquillo, se paragonato al modo in cui era iniziato. Quel primo d’Aprile infatti, i gemelli Weasley erano stati più che decisi a non far scordare a nessuno il giorno del loro compleanno, e lo fecero nella maniera a loro più congeniale: tormentando tutti gli abitanti del castello con dispetti di vario genere. I primi ad essere colpiti furono gli amici dei festeggiati: i ragazzi furono svegliati dalle urla di Mark che si era svegliato misteriosamente appeso a testa in giù intrappolato dalle tende purpuree del letto; una volta liberato l’amico, Lee constatò che durante la notte i suoi capelli si erano trasformati in piume di canarino e Jake dovette setacciare il dormitorio e la Sala Comune prima di riuscire a recuperare i propri vestiti, abilmente nascosti dai gemelli dispettosi.

Le ragazze non furono più fortunate: Selene non riuscì a proferire parola per tutta la giornata, fino a quando una divertita Madama Chips non le aveva somministrato un antidoto piccante che le sciolse la lingua. Angelina rincorse i gemelli urlando fino a quando non fecero sparire le zanne enormi che le erano spuntate, facendola assomigliare ad un vampiro; Alicia dovette penare per lavare via l’occhio nero che erano riusciti a disegnarle in faccia, mentre Bethany si ritrovò con un paio di baffoni da tricheco che Tiffany riuscì a far evanescere in fretta, mentre le compagne di dormitorio creavano una barriera umana in modo che nessuno la vedesse. Naturalmente nessuna di loro riuscì a capire come i gemelli fossero riusciti a far loro tanti dispetti durante la nottata, considerate le scale del dormitorio che si trasformavano in uno scivolo appena un piede maschile le sfiorava. Nessuno riuscì poi ad appurare cosa fosse successo ad Olivia Brinch, perchè neanche quella mattina si trovava nel suo letto quando le compagne si erano alzate. La cosa però non le preoccupava, pensavano infatti che la ragazza semplicemente anticipasse la sua sveglia per non vederle, cosa che a loro non dispiaceva per niente.

Dopo il loro compleanno, comunque, i gemelli rimasero tranquilli, forse perchè il rapimento di Mrs. Purr aveva costato loro diverse notti passate a lucidare trofei e armature sotto lo sguardo vigile dell’irascibile custode. Qualcuno sosteneva anche che gli scapestrati si stessero concentrando sullo studio in vista degli esami finali (Percy Weasley lo sperava ardentemente, anche se, come il fratello Charlie non faceva che ripetergli, la cosa era alquanto improbabile), mentre gli amici sapevano benissimo che l’idea di spendere ore e ore sui libri era totalmente estranea al loro cervello, semplicemente si stavano concentrando sullo studio della Mappa del Malandrino che avevano scovato. Avevano una conoscenza dei passaggi segreti e nascondigli della scuola che Selene non sarebbe riuscita a possedere nemmeno trascorrendovi cent’anni, eppure, a giudicare dalle ore che passavano chini sulla Mappa, questo ancora non li soddisfaceva.

I loro coetanei al contrario erano completamente presi dallo studio,chi più chi meno. Selene e Bethany impiegavano il loro tempo libero a seguire Olivia Brinch cercando di capire dove sparisse continuamente, anche se la loro ricerca non aveva condotto a molti risultati: Olivia riusciva sempre a defilarsi e le due amiche potevano solo constatare che ogni volta non si trovava né in Biblioteca, né in Sala Grande, né in Infermeria, né in Sala Comune, né in dormitorio né in alcuno degli altri luoghi dove l’avevano cercata.

Si erano tuttavia ripromesse di tenerla d’occhio durante la finale della Coppa del Quidditch che si sarebbe tenuta quel sabato pomeriggio, l’ultimo weekend che gli studenti potevano godersi prima dell’inizio degli esami. Accertatesi della sua presenza,tre file sotto di loro, mentre venivano presentate le squadre di Grifondoro e Serpeverde, si erano distratte tra le parate spettacolari di Oliver Baston e un paio di avvistamenti del Boccino di Charlie Weasley, e quando quest’ultimo chiese un time-out a Madama Bumb, si accorsero con sommo disappunto che il sedile che la compagna occupava era vuoto.

< Non è possibile! Ma come può essere scomparsa di nuovo?? >

< Sì Len me lo chiedo anche io, insomma Madama Bumb non può non essersi accorta di come i Serpeverde nascondano la Pluffa, è una cosa a dir poco scandalosa! >

< Ma che Pluffa e Pluffa Fred, io parlavo di Olivia Brinch! Sì e dileguata di nuovo e noi non riusciamo mai a seguirla per capire dove vada! >

< Mi stai dicendo > intervenne George sforzandosi visibilmente di non scoppiare a ridere < Che voi passate le vostre giornate a pedinare inutilmente Olivia Brinch? >

< Non è così divertente George, vorrei vedere te a pedinare qualcuno che sembra avere il dono di svanire nel nulla! >

< Credo che avrebbe molte più possibilità di te Len... >

< Ma davvero Fred? E dimmi, cosa ti porta a credere una cosa del genere?? > chiese Selene, gli occhi che si facevano sempre più serrati per l’irritazione

< Il fatto che noi abbiamo questa > esclamarono all’unisono i due ragazzi estraendo...

< No! Non ancora la pergamena dell’anteguerra magica! >

< Quando ti deciderai a tributare alla Mappa il rispetto che merita, eh? >

< Quando avrò la dimostrazione che è veramente utile a qualcosa! >

< Te lo dimostreremo. Appena finisce la partita saprai dove si nasconde la cara Olly >

Storcendo il naso buffamente per il nuovo nomignolo inventato dagli amici, nonché per la loro totale dipendenza dal Quidditch, la ragazza rispose: < Dopo la partita sarebbe troppo tardi. Se sta infrangendo qualche regola il momento migliore per beccarla è questo >

I due gemelli strabuzzarono gli occhi, chiedendosi se Selene avesse all’improvviso perso la testa. Non c’era altra spiegazione per cui avrebbe proposto loro di perdersi la fine della partita decisiva di tutto l’anno.

< Avanti ragazzi, se funziona giuro che mi ricrederò su tutte le volte che non ho avuto fiducia in voi o in qualsiasi vostra idea >

< Va bene, ma facciamo presto! Avanti, andiamo dentro. Non possiamo certo usare la Mappa davanti a tutta questa gente! >

Non appena ebbero raggiunto il corridoio scuro che conduceva al campo da Quidditch Fred, puntando la bacchetta sulla Mappa, mormorò:

< “Giuro solennemente di non avere buone intenzioni”. Okay adesso datemi una mano a cercarla su, da solo ci metterò secoli>

< Eccola qui! E’... > Beth si bloccò all’istante quando comprese il luogo in cui era segnato il cartiglio di Olivia < Con il professor Gray nel suo ufficio?? Ma che... >

< Okay questo è davvero strano. Che ci fanno quei due chiusi dentro mentre tutta la scuola guarda la partita? >

< Secondo me la cosa è sospetta, ragazzi. Dovremmo andare a controllare, al massimo se vediamo che non è niente di grave ci inventeremo una scusa > affermò Beth, guardando gli amici negli occhi uno per uno.

< Penso che tu abbia ragione Beth. Comunque Lee è rimasto al campo e ci racconterà che quello ci siamo persi. Facciamo in fretta però. >

Fred si avviò sicuro verso il secondo piano, dove si trovava l’ufficio di Gray, seguito a ruota dal gemello e dalle ragazze.

Dalla fessura sottostante la massiccia porta dell’ufficio uscivano piccole volute di fumo dall’odore penetrante.

< La porta è chiusa. > constatò Selene < Qualche idea? >

< Lascia fare ai maestri > affermò con sicurezza George < Scusa ho bisogno di un piccolo aiuto >

Quindi le sfilò una forcina dai capelli e la inserì abilmente nella serratura, facendola scattare.

< Alquanto avventato da parte di Gray, per essere un insegnante di Difesa... Mamma sigilla sempre le porte con la magia quando non vuole farci entrare da qualche parte, è l’unico modo che ha trovato per impedirci di ficcanasare... >

< Grazie per la tua testimonianza George, adesso però dovremmo entrare. Lee quando ha dovuto andare dal professore per quella punizione ha detto che prima di entrare nell’ufficio c’è un piccolo ingresso, separato da delle tende. Nascondiamoci dietro di quelle e diamo un’ occhiata da lì. Cercate di non fare rumore > avvertì Selene.

Appena i ragazzi varcarono la soglia dell’ufficio l’acre odore del fumo invase le loro narici, mandando a fuoco le loro gole. Le pesanti tende viola di cui aveva parlato Lee erano tirate, cosicché l’ufficio vero e proprio risultava completamente nascosto, sebbene con tutto quel fumo e l’oscurità comunque i ragazzi non sarebbero riusciti a vedere molto.

< Ascoltate! > sussurrò Fred.

Dall’interno proveniva una voce. Sembrava quella del professore, anche se aveva un suono più aspro del normale. Mormorava parole incomprensibili. Della presenza di Olivia nessun segno, eppure la Mappa continuava a indicare la sua presenza nella stanza. Sempre più titubanti gli amici decisero silenziosamente di entrare, e Fred, il più vicino all’apertura delle tende, le scostò cautamente per far passare gli altri.

Il fumo all’interno era se possibile ancora più denso e pungente, i ragazzi poterono individuarne la fonte in un piccolo braciere al centro del pavimento, sopra cui erano poste delle strane erbe. Dovevano essere la causa dell’odore.

Non appena i loro occhi si furono abituati all’oscurità notarono le due persone che stavano cercando, sedute su due poltrone poste l’una di fronte all’altra. Olivia stava su quella di sinistra, sembrava non fosse cosciente, pensarono fosse addormentata. Il professor Gray continuava a mormorare parole che decisamente non appartenevano alla loro lingua, ma sembrava non essersi accorto della loro presenza. Selene allungò la mano tremante con cui teneva la bacchetta.

< Lumos >

Il debole fascio di pallida luce illuminò un ritratto che levitava tra i due, sopra cui Gray stendeva le mani, senza tuttavia toccarlo. Esso girava lentamente su se stesso, e non appena i ragazzi se lo trovarono di fronte capirono immediatamente di chi si trattava.

< Olivia > mormorò Selene.

Ora il dormire della compagna appariva inquietante, la testa abbandonata all’indietro sulla poltrona, gli occhiali di traverso, la bocca aperta. Gray continuava imperterrito a mormorare, e non appena il fascio di luce lo illuminò i ragazzi poterono constatare che i suoi occhi erano riversi.

< Ma che cosa... >

< No! > strillò Bethany, la voce resa acuta dall’isteria e dalla paura < Le erbe, il fumo, il ritratto, le parole incomprensibili... Dobbiamo fermarlo! >

E si precipitò a svegliare la compagna, rovesciando nella corsa il braciere, quindi cominciò a scuoterla convulsamente.

Tutto quel fracasso aveva però risvegliato il professore dalla sua trance, e guardava i nuovi arrivati sbattendo le palpebre, l’espressione attonita. Prima che potesse comprendere ciò che gli si trovava di fronte però, Selene lo colpì con l’incantesimo della pastoie total body. Quello non potè quindi far altro che ricadere rigidamente sulla poltrona, immobile.

< Fred, torna allo stadio e cerca la McGranitt, anche Silente se lo trovi e portali qui. George, tu aiutami a cercare una finestra, dobbiamo far passare un po’ d’aria in questa stanza. >

Riuscirono a trovarla, l’aria si stava purificando lentamente quando Fred tornò, seguito dalla McGranitt, Silente e Madama Chips.

< Che cosa succede qui? > esclamò agitata la professoressa, osservando il professore immobile e Bethany che schiaffeggiava Olivia, ancora incosciente.

< Ecco professoressa McGranitt, noi cercavamo Olivia perchè... > cominciò indecisa Selene

< Perchè Selene doveva chiederle aiuto per i compiti di Difesa, ma non riusciva a trovarla > inventò di sana pianta George < e quando ci siamo visti alla partita ancora non l’aveva trovata, noi invece l’avevamo vista entrare qui con il professor Gray, così ci siamo offerti di accompagnare lei e Bethany, visto che Selene è, ehm, segretamente terrorizzata dal professore. >

<< Bè, è quasi vero. >> pensò poi << Mica potevo dirle che abbiamo scassinato la porta dell’ufficio di un professore solamente perchè le ragazze sono andate in fissa con la storia del pedinamento e noi le abbiamo accontentate trovando Olivia grazie ad una mappa rubata a Gazza. Ci avrebbero espulsi sicuramente. >>

<  Sì. E quando siete arrivati che avete visto? > chiese nuovamente la professoressa.

< Bè era buio, e c’era il fumo che proveniva da quel braciere là > cominciò Selene indicando l’oggetto < e il professor Gray era come in trance, e diceva cose strane, lui... >

< Stava compiendo un rito di evocazione, professoressa > intervenne Bethany seria < E’ una cosa che fanno alcune sette di Babbani, serve a richiamare degli spiriti. Il professore cercava di richiamare la ragazza nella foto, noi subito pensavamo fosse Olivia, ma guardandola bene non... >

< Molto bene signorina > il preside intervenne per la prima volta < Grazie per la sua analisi, e grazie a tutti voi per aver trovato la vostra compagna in tempo, ora ci occuperemo noi della faccenda, potete tornare ai vostri dormitori >

Un paio di settimane dopo, Sala Comune di Grifondoro

< Len! Ancora immersa nello studio?? Eddai, gli esami sono finiti! >

< Oh ciao George. Veramente sto leggendo un libro che mi ha prestato Beth. Sai volevo saperne di più > la ragazza ridusse il tono di voce ad un sussurro < su quei riti Babbani di cui parlava... >

< Oh > fece George prendendo posto accanto all’amica < capisco. Sai mi sono chiesto spesso in questi giorni come facesse a sapere esattamente che cosa stava facendo Gray... Te ne ha parlato? >

< Mi ha spiegato solo che sua madre da piccola è caduta vittima di uno di quei riti,anche se è riuscita a fuggirne. Lei le ha dato informazioni su tutti quei tipi di stregonerie, in modo che fosse preparata ad affrontarli, in caso di bisogno >

< E così il professore era dentro fino al midollo in questa storia... Non mi stupisco che l’abbiano rinchiuso al San Mungo! >

< Sì , non è così semplice. Ho sentito la Sprite e Vitious che ne discutevano: Gray stava cercando di evocare lo spirito della sua sorellina, che aveva cacciato di casa e poi è morta in circostanza misteriose. Era suo il ritratto che quello che abbiamo visto, e aveva scelto Olivia come vittima proprio perchè le assomigliava così tanto >

< A proposito, sei stata a trovare Olivia in infermeria? >

Selene scosse la testa, seria

< No George. Voglio dire, ci siamo sempre detestate, e anche se poi ha rischiato grosso questo non giustifica i suoi comportamenti. E poi non voglio sentire le sue spiegazioni. A quanto pare i suoi genitori l’hanno ritirata da Hogwarts, quindi questa storia si chiude ora. >

< Forse è meglio così. Ehi, hai già fatto il baule? >

< Oh Merlino... Sai una cosa George? Ci vediamo stasera al banchetto finale, avrò un po’ da fare oggi pomeriggio! > e cominciò a correre alla volta del dormitorio.

< Ci vediamo stasera Felicity! >

 

 

Okay, numero uno: chiedo scusa per l’incommensurabile ritardo con cui posto questo capitolo, ho avuto una specie di “crisi d’ispirazione”, ma ora che mi sono ripresa ho cercato di rifarmi con un capitolo un po’ più lungo. Posterò gli altri a tempi più brevi, promesso!

Numero 2:breve commento sul capitolo. Il rito di cui si parla è completamente di mia invenzione, diciamo che è un po’ ispirato a quelli delle sette spiritiche e simili, come ho già detto, spero che nessuno se ne sia offeso. Avrete notato che i personaggi siano un po’ più seri del normale, come esigeva la situazione d’altra parte. Per finire, alcuni scherzi dei gemelli sono liberamente ispirati ad alcuni prodotti conosciuti dei Tiri Vispi Weasley.

Numero tre: con questo capitolo si conclude la prima parte di questa storia, ci sarà un salto temporale di due anni per l’inizio della seconda parte, che vedrà alcuni aspetti dei personaggi leggermente cambiati.

Infine, grazie di cuore a chi recensisce,legge, mette questa storia tra le preferite, seguite o ricordate, e se avete dubbi di qualsiasi tipo basta che mi scriviate una recensione o messaggio. Ditemi anche se pensate che debba cambiare rating o altro in base a questo capitolo, non ne sono sicura ;)

Un bacio

Lu

 

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Feste sulla spiaggia e paranoie dementi ***


SECONDA PARTE

SECONDA PARTE

FESTE SULLA SPIAGGIA E PARANOIE DEMENTI

Roma, estate 1992

Una Selene abbronzata e sudaticcia, provata dall’afoso clima italiano, così diverso da quello freddo e piovoso a cui era abituata, correva agitata per il sentiero sassoso che saliva la collina deserta. Dopo essersi assicurata che nessuno la stesse seguendo, attraversò decisa il grande arco di pietra, una delle tante impronte del glorioso passato della città eterna. Non appena il suo piede si staccò dal prato che ricopriva la collina, la ragazza fu catapultata in un luogo completamente differente: tanto il primo era deserto e silenzioso quanto il secondo era vivace e affollato, pieno di persone vestite in modo bizzarro che si intrattenevano allegramente per una delle vie laterali del quartiere magico Roma. Qui mamme indaffarate che completavano le ultime commissioni della giornata. Di là ragazzine ridoline che flirtavano con qualche compagno o si appostavano davanti alla vetrina della libreria, in attesa dell’uscita del nuovo affascinante assistente della proprietaria. Ovunque intellettuali distratti che, formando gruppetti eterogenei ai lati della strada, discutevano di questo o quell’altro argomento di vitale importanza per la comunità magica, senza accorgersi del furbo di turno che prontamente spillava qualche galeone dai loro borselli gonfi. C’era anche chi, dopo un’intera giornata trascorsa nel mondo dei Babbani, sbucava all’improvviso dall’arco incantato, prendendo la via di casa.

A quest’ultima categoria apparteneva appunto Selene, che si affrettava a raggiungere la pensione dove alloggiava con la sua famiglia. Poteva trascorrere liberamente le sue giornate nel quartiere magico, ma dopo settimane che percorreva le solite viette cominciava ad annoiarsi del panorama, così aveva deciso di avventurarsi nel mondo Babbano. Uno strappo alla regola che aveva dato i suoi frutti: aveva trovato un enorme negozio di dischi dove era riuscita a scovare un’edizione rarissima del primo album del suo cantante preferito, Michael Jackson. Aveva scoperto il cantante solo l’anno prima, in occasione dell’uscita dell’album “Dangerous”, e l’aveva completamente stregata. Infilò velocemente il disco nella capiente tracolla che portava sempre con sé prima di salutare con un sorriso raggiante il portiere, Marco.

< Buonasera Selene! Com’è andata la giornata? Ancora in giro per il quartiere con quel perditempo di mio fratello? > le chiese il giovane cordialmente, parlando inglese.

< No, oggi sono stata per conto mio. Mi sono alzata presto e ho fatto un giro fuori, anzi se lo vedi dì a Matteo che mi dispiace di non averlo aspettato, ma so che lui dorme fino a tardi... Devo scappare adesso, sai che mia zia vuole che ceniamo tutte insieme >

Si congedò quindi dal moro sventolando la mano, per raggiungere rapidamente il mini appartamento che divideva con Charlotte. Non si stupì di trovarlo vuota, così, dopo essersi data una rinfrescata e dopo aver indossato un colorato vestitino di cotone che aveva comperato qualche giorno prima, andò a cercare la famiglia nelle stanze di Tiffany e di zia Pauline.

Trovò Charlotte sola nella camera della zia, che leggeva un libro seduta in poltrona.

< Ehilà Charlie! Ancora in lettura? >

< Aspetto che zia Pauline e Tiffany finiscano di prepararsi... >

< Sì, come se per tutto il giorno avessi fatto qualcos’altro oltre ad ammuffire su quei maledetti libri. E poi non sono neanche compiti quelli, dai, solo Tiffany ha fatto le “letture preparatorie” prima di entrare ad Hogwarts. Dovresti uscire con me ogni tanto, non seppellirti viva qui come fa qualcun altro > disse Selene scandendo bene le ultime parole.

< Dai Len, smettila. Tiffany è già abbastanza giù di morale senza che ti ci metti tu. E io sto solo cercando di farle un po’ di compagnia. >

< Compagnia? Sbaglio o sei qui da sola adesso? Sbaglio o ti ho trovato qui da sola anche ieri sera, la sera prima e ogni sera? >

Selene era sempre più agitata, mentre la più piccola sospirò, stanca.

< Ne abbiamo già parlato, Len. Dalle tempo. >

< Tempo? Quanto tempo dovrei darle? E’ dall’inizio dell’estate che aspetto e sto zitta, ma mi sembra che stia esagerando, non può pretendere che stiamo tutti qui ad aspettare i suoi comodi! >

< E a me invece non sembra affatto che tu stia qui ad aspettare me. A dire la verità non mi sembra nemmeno che tu sia qui, non ti si vede mai, sempre in giro a farti gli affari tuoi con quell’italiano... Bell’ipocrita che sei, a dare a me dell’egoista! >

Selene si girò lentamente per affrontare la sorella, fissandola con gli occhi verdi ridotti a fessure.

< Scusami tanto se non voglio rovinarmi le vacanza per te. Non sono certo venuta fino a Roma per passare le giornate a guardarti mentre ti piangi addosso perché Percy Weasley sta con un’altra! >

Girò sui tacchi e uscì dalla stanza come una furia, nemmeno l’occhiata supplichevole che Charlotte le rivolse riuscì a fermarla o a farla sentire in colpa, era troppa la rabbia che sentiva.

Aveva portato pazienza quando, dopo le vacanze di Natale, la sorella si disperava perché Percy l’aveva lasciata.

Le era stata vicina, l’aveva capita. Ma erano passati mesi, pensava che Tiffany sarebbe andata avanti, invece, quando a giugno sull’Espresso di Hogwarts aveva scoperto che il ragazzo in questione si vedeva con un’altra Corvonero, era piombata nella depressione più totale.

Zia Pauline aveva cercato di tirarla su di morale prenotando quella vacanza in Italia, ma già dal loro arrivo a Roma aveva compreso che le cose non sarebbero andate come lei desiderava. Avevano passato i primi giorni visitando i più bei monumenti babbani della città, attività che in un qualsiasi altro momento avrebbe mandato Tiffany in brodo di giuggiole; la ragazza però appariva sempre annoiata e distante, così anche la zia si era arresa all’evidenza e le aveva accordato il permesso di rimanere nella pensione. Le gite turistiche nel mondo babbano si erano arenate per tutta la famiglia: zia Pauline rimaneva sempre nella pensione con la nipote, Charlie e Selene trascorrevano le giornate nel quartiere magico. Quando però Marco aveva presentato loro il fratello minore Matteo, e questi e Selene avevano cominciato ad andare d’accordo, Charlotte aveva preferito abbandonarla per fare anche lei compagnia alla sorella maggiore.

Selene rifiutava categoricamente di rovinarsi la vacanza per colpa di Tiffany, così quando Matteo era occupato usciva da sola, come quel giorno. Non le dispiaceva la solitudine, o meglio, la preferiva allo starsene chiusa nella pensione a combattere una causa persa contro la sua depressa sorella maggiore: oltre al nervosismo provocatole dal non potersi muovere liberamente, vederla in quello stato catalettico le faceva salire una rabbia difficilmente reprimibile, quindi cercava di evitare Tiffany il più possibile.

Sopportare la sua acidità però le era riuscito impossibile quella sera: non aveva intenzione di rivederla almeno fino al giorno successivo, così i suoi piedi, guidati dalla furia, raggiunsero inconsciamente il parco silenzioso dove era solita trascorrere le ore più tranquille della giornata. Fortunatamente non c’era nessuno, così si sedette appoggiata al tronco di una quercia secolare e, respirando profondamente con gli occhi chiusi, aspettò che la rabbia sbollisse.

< Hola chica! Todo bien? >

Selene si voltò sorridendo, incontrando gli occhi castani e vivaci di Matteo. Solo lui poteva rivolgersi a qualcuno in quel modo: aveva cominciato a farlo da quando era tornato da una vacanza in Spagna. Non conosceva che poche parole di spagnolo, probabilmente nemmeno completamente corrette, ma lui si divertiva a pronunciarle, e non c’era verso di farlo smettere. Spesso Marco lo rimproverava perché diceva che gli faceva fare brutta figura con i turisti, ma Selene trovava la sua parlata piuttosto spassosa.

< Ciao Teo. Che ci fai da queste parti a quest’ora? >

< Un certo fratello apprensivo mi ha mandato a cercarti quando ti ha visto uscire dalla pensione che assomigliavi a una Banshee...Parole sue, ambasciator non porta pena! > aggiunse alzando le mani, cogliendo l’occhiata indispettita di Selene < A cosa è dovuta la tua improvvisa trasformazione? >

< Ma niente. Ho solo litigato con mia sorella, quella stupida. >

< Quella depressa che non esce mai? >

< Quella. > confermò Selene sbuffando e cominciando a strapare accanitamente alcuni ciuffi d’erba.

< Mmm... Senti, invece di tormentare il povero prato che non ti ha fatto niente, ti va di venire a sfogarti da qualche altra parte? >

< Per esempio? > chiese la ragazza, incuriosita. L’amico era già scattato in piedi, scrollandosi l’erba dai jeans.

< Per esempio alla spiaggia. Un mio amico organizza una festa. Tranquilla, è qua vicino. Prometto di riaccompagnarti in albergo appena ti sarà passata la rabbia! >

< Okay, andiamo. Così vediamo se le feste romane sono veramente migliori di quelle inglesi.!>

< Ci puoi giurare! > replicò l’altro sorridendo e afferrandole la mano per aiutarla a rialzarsi.

 

Ballando scatenata a piedi nudi sulla sabbia, Selene potè constatare che le feste italiane erano molto simili a quelle inglesi, anche se guadagnavano sicuramente un sacco di punti nell’atmosfera. Sarebbe stato impensabile organizzare una festa come quella nelle spiagge inglesi, ed era un vero peccato.

Matteo le si avvicinò e, continuando a ballare vicino a lei, le gridò qualcosa all’orecchio. Selene gli rivolse un’occhiata interrogativa, inarcando le sopracciglia: non aveva sentito assolutamente nulla. Il ragazzo rise e, inaspettatamente, la sollevò tra le braccia e cominciò a correre verso il mare. Selene vide alcune ragazze urlare, mentre venivano trascinate allo stesso modo tra le onde. Lei e Matteo continuavano a ridere. Il ragazzo la lanciò in aria sopra l’acqua scura, per poi tuffarsi subito al suo fianco. Completamente zuppi, i due ricominciarono a ridere e a schizzarsi a vicenda, fino a quando un ritmo lento, che giungeva magicamente amplificato dalla radio incantata sulla spiaggia, non li zittì. Matteo la abbracciò e cominciarono a ballare, muovendosi un po’ impacciati a causa dell’acqua che arrivava loro alla vita. Attorno a loro, le ragazze che prima urlavano danzavano sorridendo aggrappate a quelli che dovevano essere i loro fidanzati.

< Siamo circondati da coppiette! > esclamò ridendo Selene.

< Ti dà fastidio? > le chiese Matteo, fissandola con un sorriso sghembo.

< No ma è una situazione strana no? Voglio dire, mi fa ridere! >

< Allora ridi, mi piace quando ridi! > sussurrò lui. Con una mano le carezzò la guancia fradicia. Avvicinò ancora i suoi occhi a quelli di Selene e, chinandosi leggermente, sfiorò le sue labbra in un bacio salato.

Il cervello della ragazza pareva essersi momentaneamente inceppato, non riusciva a focalizzarsi sul più piccolo pensiero che avesse un briciolo di senso compiuto. Per un attimo Selene visse il momento magico tanto decantato dalle protagoniste dei romanzetti babbani di sua sorella Tiffany: baciare un bel ragazzo italiano tra le onde del mare, ballando sulle note di una canzone romantica. Bellissimo.

Ma non fa per me” si rese conto Selene non appena il suo cervello riassunse le proprie consuete facoltà. Si allontanò da Matteo, forse troppo bruscamente: il ragazzo la guardava turbato.

< Ehm è meglio se mi riaccompagni a casa adesso. Sai, credo di aver fatto arrabbiare mia zia a sufficienza. > gli disse sorridendo, prima di voltarsi e uscire dall’acqua a passo spedito.

Matteo la accompagnò alla pensione silenziosamente, guardandola appena. Quando però lei stava per raggiungere le sue stanza senza la minima spiegazione, come se non fosse successo nulla tra loro due quella sera, il ragazzo la fermò,stringendole lievemente un polso.

< Che succede? Ho fatto qualcosa che non va? > le chiese, costringendola a voltarsi lentamente.

< No figurati, è che sono stanca, io... >

< Selene > la interruppe lui alzandole il viso con due dita, in modo che lo guardasse negli occhi.

< Okay, senti. Mi sono divertita alla festa, moltissimo. Ed è stato bello ballare nell’acqua con te però... io non credo che tutto questo faccia per me... >

< Non è che sono io a non fare per te? >

< Forse. > asserì lei dopo un secondo di silenzio < Non lo so io... penso di vederti solo come un amico, Teo. >

< Okay. Non serve che mi guardi così, non mi devi chiedere scusa. Possiamo rimanere amici come siamo stati finora. > la rassicurò sorridendo. Poi le posò un lieve bacio sulla fronte, augurandole la buonanotte, girò i tacchi e sparì.

Selene raggiunse la sua stanza in silenzio. Nessuna traccia della zia o di Tiffany, e Charlotte dormiva. “ Benissimo” si disse lei “per lo meno la sgridata è rimandata a domani. Non saprei gestire anche quella stasera.”

La pelle le pizzicava per via del sale così, gettato il vestito umido in un angolo del bagno, si immerse nella grande vasca piena d’acqua calda.

Chiudendo gli occhi, cominciò a riflettere. Pensava a Teo, con i suoi ricci castani e gli occhi grandi, con le spalle larghe e il fisico asciutto. Un gran bel ragazzo, obiettivamente. Era anche molto dolce e romantico, come le aveva dimostrato durante la festa. Qualunque ragazza avrebbe desiderato baciarlo tra le onde del mare.

Ovviamente, lei non condivideva i desideri di qualunque ragazza.

Semplicemente, Teo non era il tipo di ragazzo che faceva per lei. Era dolce, con tutte le attenzioni che le rivolgeva, ma alla lunga stare in sua compagnia la faceva sentire soffocare. Charlie e Bethany erano quelle che adoravano le romanticherie, a lei serviva di più. Le piacevano certo, a piccole dosi, ma aveva bisogno anche di un briciolo di brio, di follia nella sua vita.

Lei aveva bisogno di qualcuno di abbastanza folle da poterle stare accanto. Teo non era pazzo a sufficienza.

Stare con lui sarebbe stato come accontentarsi di un fuoco d’artificio babbano quando lei adorava i magnifici Filibuster...

Che paranoie dementi che devo avere! Persino il Dottor Filibuster vado a scomodare! Che poi non c’entra niente con i miei problemi sentimentali... si disse Selene uscendo dalla vasca e mettendosi a dormire.

“Stupida ragazzina che non sono altro!”

 

Cara Len,

E così sei riuscita a combinare un altro bel casino eh?

“Teo aveva detto che gli andava bene rimanere amici, ma poi non si è più fatto vedere come prima”, scusa ma che ti aspettavi? Lui ti ha baciato nella maniera più romantica possibile e tu gli hai detto che lo vedi solo come un amico! Come ti aspettavi che reagisse??

Vuoi la mia opinione al riguardo, comunque? Bene eccola: magari non puoi stare con Matteo non perché hai bisogno di qualcun altro diverso da lui, ma perché quel qualcun altro l’hai già trovato. E tutte le tue “paranoie dementi” non sono altro che giustificazioni per non ammetterlo.

Dicevi di stupirti perché hai paragonato il tuo fantomatico “uomo ideale” ai fuochi d’artificio Filibuster? Secondo me è l’unica conclusione sensata a cui sei arrivata... Proprio non capisci da sola il perché?

Sinceramente, Len, chi è il primo ragazzo a cui pensi quando si parla di fuochi d’artificio Filibuster???

Baci e Abbracci

Beth

 

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** EPILOGO ***


Ciao a tutte.
Dopo più di un anno di silenzio mi sembrava come minimo doveroso farmi sentire. Anzi, vi chiedo scusa se lo faccio solo oggi.
Come forse avrete dedotto dal titolo del capitolo, ho intenzione di togliere questa storia da efp. I motivi sono tanti: ho perso un po' la voglia di scrivere dell'inizio, questo è innegabile, ma Selene è un personaggio che ho amato e che è cresciuto con me mentre leggevo Harry Potter, ed ora non mi rispecchia più. O meglio, non mi sembra più il caso di continuare una storia con questa sorta di alter-ego che mi ero creata da bambina, che, con il senno di poi, forse non avrei mai dovuto pubblicare.
Tuttavia non mi pento di averlo fatto, è stata la mia prima storia su efp, il mio primo tentativo di long (anche se fallito), e le vostre recensioni mi hanno scaldato il cuore in una maniera che non posso esprimere. Se ho rimandato tanto questo momento è fondamentamente perchè mi dispiaceva deludervi e abbandonarvi.
Tra un paio di settimane cancellerò la storia di efp, vi lascio il tempo di leggere questo saluto e di chiedere tutte le spiegazioni che volete.
Se qualcuno fosse interessato, posso mandargli un messaggio con il riassunto di  come sarebbe dovuta proseguire la storia di qui in avanti. Non scrivo questo riassunto qui perchè, come ho detto fin dall'inizio, era un progetto abbastanza lungo, e non mi sembrerebbe il caso di scrivere un papiro ora. Quindi chi vuole leggere alla conclusione, basta che mi contatti via messaggio privato o recensione, mi è indifferente. Sarò disponibilissima a rispondervi.
Detto questo, vi ringrazio ancora di cuore per il tempo che avete dedicato a questa storia, mi avete resa davvero felice!
Spero di ritrovare qualcuno di voi in una delle mie storie future, nel frattempo vi saluto
Baci
Lu

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=792773