…: Fughe, scontri e biblioteche :…

di sayuri_88
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** …: Fughe, scontri e biblioteche :… ***
Capitolo 2: *** ...: Siamo felici :... ***
Capitolo 3: *** …: Cosa sai di una certa Isabella? :… ***
Capitolo 4: *** …: È una pazza! :… ***
Capitolo 5: *** …: Classica, appunto :… ***
Capitolo 6: *** …: Chi è Jake? :… ***
Capitolo 7: *** …: L’amore :… ***
Capitolo 8: *** …: La mia vita :… ***
Capitolo 9: *** …: Hai impegni per sabato sera? :… ***
Capitolo 10: *** …: Sapevo che mi avresti chiamato :… ***
Capitolo 11: *** …: Deliri di un pazzo innamorato :... ***
Capitolo 12: *** …: Risposte :… ***
Capitolo 13: *** …: Stupida, stupida Rosalie! :… ***
Capitolo 14: *** …: Che tutte le donne mi stiano lontane :… ***
Capitolo 15: *** …: Dolcetto o scherzetto? :… ***
Capitolo 16: *** …: Buon Compleanno :… ***
Capitolo 17: *** …: Ballo e malintesi :… ***
Capitolo 18: *** …: Quella chiacchierata :… ***
Capitolo 19: *** …: Donna avvisata, mezza salvata :… ***



Capitolo 1
*** …: Fughe, scontri e biblioteche :… ***


 

Okay, dopo lo sclero di poche ore fa, la drabble " La Bella Italia"sempre in questa sezione, passo a qualcosa di più serio, spero^^
Spero vi piaccia e che magari mi lasciate un piccolo segno del vostro passaggio. 
Buona lettura!
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…: Fughe, scontri e biblioteche :…







 
Accelero il passo cercando di evitare i corridoi più affollati e intanto di arrivare il  più in fretta possibile al mio armadietto. E finalmente lo raggiungo senza essere intercettato.
- EDWARD! - oh mio Dio! Ti prego se esisti, aiutami!
Non mi giro neanche a vedere chi mi chiama, quella voce stridula e piuttosto fastidiosa può appartenere solo a una persona.
- Oh ma guarda com’è tardi! Arriverò tardi a lezione - esclamo guardando fintamente scioccato l’orologio al mio polso. Chiudo con un colpo secco l’armadietto e inizio a correre nella direzione opposto a quella della ragazza che fastidiosamente continua a urlarmi di fermarmi.
Svolto l’angolo e così preso dalla fuga, vado a sbattere contro qualcosa.
- AHIO! - o qualcuno. - MA TU NON GUARDI DOVE VAI? - esclama una voce arrabbiata.
- Scusami, scusami, mi dispiace… - dico tirandomi a sedere e raccogliendo, il più in fretta possibile, i miei e suoi libri che sono caduti nell’impatto. Quello che vedo dell’altro sono solo le scarpe, un paio di All Stars blu.  E solo quando alzo lo sguardo, per guardare l’altra persona, mi scontro con due occhi marroni. Caldi, intensi come il cioccolato e molto, molto arrabbiati…
E’ una ragazza. Ha i capelli castani sciolti sulle spalle, nessuna lacca o forcina assassina a tenerli imprigionati. Indossa degli jeans scuri tagliati in alcuni punti, probabilmente li ha fatti lei, una maglietta a maniche lunghe a strisce bianche e blu.
- Edward! Aspetta ti devo parlare - ancora quell’oca. Impreco sottovoce e mi alzo in fretta. Devo trovare un nascondiglio e il prima possibile. Sì, ma dove?
- Ehi con calma! Io sto benissimo! - protesta la ragazza con voce irritata. Abbasso lo sguardo e mi scontro ancora una volta con quei due occhi color cioccolato. La guardo interrogativo e solo dopo un paio di secondi realizzo che è ancora a terra. Lei sbuffa e puntando i piedi si alza. Ignora completamente la mia mano protesa per aiutarla.
- Ti sei svegliato un po' tardi bell’addormentato - dice prendendo in malo modo i suoi libri che avevo lasciato impilati per terra.
- Scusami è che… - ma non faccio in tempo a spiegare che la voce della mia persecutrice si fa sentire. E’ molto vicina!
- Ti prego nascondimi - la supplico, sarebbe meglio dire imploro. Lei mi guarda stralunata.
- Scusa? -
- Quella assatanata non mi da tregua! Ti prego aiutami… - continuo sottovoce per non farmi sentire da persone indesiderate. - Farò tutto quello che vuoi - giuro sperando di non aver davanti l’ennesima infoiata.
- Edward! Dove sei? - la ragazza senza nome mi sorpassa, armeggia con la sua tracolla, tirando fuori uno specchieto, come quello che Alice tiene sempre nella sua borsa e lo usa per sbirciare il corridoio. La guardo interrogativo e anche spazientito. Sto perdendo tempo prezioso per nascondermi!
Ma appena inquadra il soggetto delle mie paure sbuffa infastidita.
- Seguimi - sbotta chiudendo lo specchietto e buttandolo senza tatto nella tracolla.
- Dove? -
- Zitto e seguimi. Se no stai pure qui che tra due minuti arriva la tua spasimante. - dice lanciandomi un’occhiata divertita per poi avvicinarsi a una porta e aprirla. La tiene aspettando che entri prima di lei. Uno sguardo dietro di me, il mio nome chiamato ancora da quella voce gracchiante ed entro di corsa.
Subito vengo assalito da silenzio più assoluto. Sospiro felice e in pace con me stesso. La stanza è piena di scaffali, riempiti con libri di ogni dimensione. Sulla sinistra, una scrivania dove un signore sulla settantina legge tranquillamente un giornale.
La ragazza si avvicina al bancone e dopo aver salutato il signore firma un quaderno. Dalla targhetta scopro che si chiama Mr. Carter e che è il bibliotecario. Siamo nella Biblioteca.
La imito e la seguo mentre s’infila sicura nei corridoi deserti. Lei sembra non fare caso a me e anche quando raggiungiamo una saletta con un tavolo circolare si siede, prende un libro dalla tracolla ed inizia a leggere. Ignorandomi.
- Grazie - dico rompendo il silenzio che era calato. Senza muovere la testa, gira gli occhi per guardarmi. È solo un secondo, poi riporta l’attenzione sul libro.
- Di nulla - finisce la pagina e la gira, iniziandone una nuova. Io non so che fare. Mi siedo? Potrei studiare con calma poi sono invaso dall’irritazione, per colpa dell’oca non posso andare a lezione. Sono qui solo da due giorni e già salto le lezioni. Fantastico.
- La Stanley non entrerà mai qui. Ti puoi anche rilassare - sobbalzo sentendola parlare. Pensavo che non mi avrebbe più calcolato.
 - Non sa neanche che cosa sia una Biblioteca, quindi puoi tranquillamente sederti - tutto questo lo dice senza alzare gli occhi a guardarmi e la cosa m’infastidisce non poco. Okay che mi ha aiutato ma questa è maleducazione. Sbuffo per l’ennesima volta e la ragazza mi lancia uno sguardo infastidito, questa volta alzando anche il volto. Wow…facciamo passi avanti. Sorrido per scusarmi e lascio cadere il mio zaino e mi siedo sfogliando distrattamente il libro di letteratura. La lezione che avrei dovuto seguire ora.
 
Sono qui da due giorni e tutte mi sono addosso. Ma che hanno le ragazze di questa scuola?! Sembrano non aver mai visto un ragazzo. So di essere carino, me l’hanno sempre detto ed io stesso non posso negarlo, madre natura è stata indulgente con me, ma non sono certo un fotomodello. Sono un normale ragazzo a cui piace studiare, uscire con gli amici e divertirsi e magari trovare una ragazza di cui innamorarmi.
- Ma che avete voi ragazze di qui? - chiedo infine dando voce ai miei pensieri. Magari lei saprà darmi una risposta visto che è della città. Lei contrariamente a quello che m’immaginavo, non m’intima di stare zitto ma sorride. Il primo sorriso che le vedo fare. Non posso non pensare che quando sorride è davvero bella.
- Beh sei la novità e sei anche carino. Hai destato il loro interesse - accompagnando la frase con una scrollata di spalle - ma se sei fortunato l’effetto novità finirà presto -
- sono carino? - incalzo con un sorriso strafottente sul volto, ignorando il resto. 
A differenza delle altre, mi piace che lei lo pensi. Forse perché è la prima tipa normale che incontro in questa scuola o forse è perché la voglio mettere in imbarazzo, e vedere quanto è dura la sua corazza. La ragazza alza gli occhi al cielo e mi regala un altro sorriso.


- Sei un bel ragazzo e se ti sei dato un’occhiata in giro potrai notare quel’è il livello di questa scuola. Sei la novità e decisamente sopra la media. Ma non montarti la testa per il complimento -
- ma anche alla mia vecchia scuola ma nessuna mi ha mai assalito -
- Di dove sei? - è la prima domanda personale che mi fa.
- Chicago -
- Beh lì come minimo ci saranno, quanti? Tremila studenti? Non so se ti sei accorto di quanti ce ne sono qui… - ridacchio divertito. Effettivamente a Chicago eravamo in molti e si riusciva a passare inosservati.
- E tu? Perché non mi corri dietro come più o meno tutto il corpo studentesco femminile della Forks High School? -
- Perché non mi faccio abbagliare da un bel corpo e un bel faccino - vorrei chiederle perché è così chiusa e fredda verso di me e probabilmente verso chiunque gli capiti a tiro. Ho visto qualcosa quando mi ha sorriso, è come se celasse una parte di se dietro a un muro spesso e resistente per proteggersi. Ma probabilmente se aprissi la bocca per chiederglielo mi manderebbe gentilmente a quel paese.
La campanella suona annunciando la fine delle lezioni.
- Bene! Un’altra giornata finita - esclama felice. Si alza, raccoglie le sue cose e si mette la tracolla in spalla.
- Buona fortuna con le tue spasimanti - mi dice sarcastica. A quanto pare le piace ridere delle disgrazie altrui.
- Ci si vede - saluta quando ormai ha imboccato il corridoio.
- Aspetta! - quasi urlo per attirare la sua attenzione. Lei si ferma e si gira, guardandomi curiosa. Raccolgo le mie cose e mi metto davanti a lei porgendole la mano.
- Io sono Edward - guarda la mia mano con un sopracciglio alzato e poi la stringe. Una presa forte e sicura. Lo avevo capito che ha un bel caratterino.
- Isabella, forse in futuro ti darò il permesso di chiamarmi Bella - scioglie l'intreccio delle nostre mani e ritorna a darmi le spalle. La affianco, seguendola in silenzio. Non mi sfuggono le occhiate che mi lancia e ogni volta le riservo un sorriso smagliante a cui lei risponde alzando un angolo della bocca. Arrivati al banco, firma ancora il quaderno per segnare l’ora di uscita e senza aspettarmi si dirige verso la porta. Io ho il tempo di firmare e guardarla aprire la porta e salutarmi mentre esce.
- Ciao Cullen -
Un momento. Come fa a conoscere il mio cognome?



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C'è ancora qualcuno? siete riusciti ad arrivare fino a qui? Spero di sì. Non faceva così schifo, o forse si?
Alla prossima^^Secondo voi merita un seguito? 






Shade-Tolerant 
CONCORSO ONE SHOT DELL'ESTATE
Ho pensato a come deve essere passare le vacanze estive per una persona che non può, per cause di forza maggiore, passare una giornata sotto il sole come fanno tutti ed è uscito questo...spero vi piaccia^^
Dal capitolo:
Sognavo che un giorno avrei potuto correre sotto il sole, andare alla spiaggia a nuotare e poi asciugarmi sulla sabbia, pranzare in un parco mentre i raggi del sole sfioravano la mia pelle come delle carezze. Un sole che mi era amico insomma. Ma la realtà era ben diversa.

La mia piccola fifona 
- Oddio!oddio! Edward ho paura - mormorai avvinghiandomi al braccio del mio ragazzo.
Mi aveva convinto a entrare in quell’edificio che sembrava aver scritto a caratteri cubitali “abbandonate ogni speranza voi che entrate” ma che il mio adorato ragazzo, a quanto pare, non aveva visto. Dovrò suggerirgli una visita dall’oculista mi appuntai mentalmente una volta che saremmo usciti da quell’inferno.

La Bella Italia 
E se qualcosa non va come la Meyer ha deciso? E se Edward, dopo aver salvato Bella e dopo averla convinta a cenare alla "Bella Italia" incontrasse qualcuno che cambia le carte in tavola?


Red Fairytale -
C’era una volta una bambina tanto vivace quanto sbadata, correva sempre anche per andare da una stanza all’altra, i genitori non sapevano come farla stare ferma soprattutto perché aveva la tendenza a sbattere contro oggetti fermi e inciampare sui suoi stessi piedini ed erano preoccupati che potesse farsi molto male, ma la amavano tanto e quando la vedevano a terra a piangere per l’ennesima caduta la rassicuravano e le davano un bacino sulla bua per fargliela passare e la piccolina rassicurata tornava felice a saltellare per la casa o il giardino mentre i genitori amorevoli, aspettavano la successiva caduta.
In un girono di fine giugno correva nei campi col suo fratellone, quando….

 

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Capitolo 2
*** ...: Siamo felici :... ***



Eccomi! la storia sembra interessare molti e quindi ho pensato a un seguito. Non succede molto qui ma si introducono alcuni personaggi. Sarà una storia breve, non tanti capitoli e non troppo impegnativa. Non so quando aggiornerò ancora ma aspettatemi^^
Ringrazio le sei magnifiche ragazze che hanno recensito il primo capitolo e tutti quelli che hanno inserito tra le preferite, ricordate e seguite la storia. Grazie davvero tanto per la vostra fiducia : )
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...: Siamo felici :...




Quando esco da scuola, non c’è nessuno. I professori devono aver tardato con le ultime raccomandazioni.
Vado verso il parcheggio cercando con lo sguardo la testa castana di Isabella ma non la vedo e sconsolato mi avvio alla mia macchina in attesa di Alice.
Quando sto per aprire la portiera, il rombo di una macchina attira la mia attenzione. Alzo lo sguardo e nello stesso momento una decapottabile rossa con tettuccio bianco mi passa davanti. Alla guida, Isabella.

 
Non posso fare altro che seguirla con lo sguardo mentre imbocca l’uscita del parcheggio e scompare dietro l’angolo.
Sbuffo passandomi una mano tra i capelli. Volevo chiedere come facesse a sapere il mio cognome, parlare e iniziare a fare amicizia. Nonostante la scuola sia piccola, non l’ho mai vista in giro, e fino ad ora non abbiamo avuto nessuna lezione in comune. Forse.
Nella mente cerco di individuare il suo viso in mezzo a quello dei miei compagni ma no, lei non c’è. Una così non passa inosservata.
- Ed? che guardi? - la voce curiosa di mia sorella mi prende in contropiede, non l’ho sentita arrivare. Mi guarda curiosa in attesa di una mia risposta.
- Nulla. Dov’è Jasper? - chiedo stranito dal fatto di non vederlo gironzolare attorno a mia sorella e dal fatto che non si stiano sbaciucchiando il più possibile per recuperare le ore che passeranno separati. Lei entra in macchina subito imitata da me.
- L’ho già salutato. Ti abbiamo raggiunto da dieci minuti ma tu non ti sei accorto di noi - mi risponde Alice appena mi siedo sul sedile e accendo la macchina per partire. Quanto sono stato a fissare il nulla?

Arriviamo a casa in poco tempo. C’è ancora il via vai dell’ultimo camion del trasloco con le nostre cose da Chicago.

 


- Mamma! Siamo a casa! - urla Alice sorpassando, forse sarebbe meglio dire quasi investendo, un operatore che tiene in mano il vaso preferito di mamma. Grazie al cielo non gli è successo nulla, altrimenti chi la sentiva.
- Tesoro sono in cucina! - urla di rimando mamma. Poggio le chiavi sul comodino all’entrata, lancio un sorriso di circostanza al povero trasfocatore malcapitato, e raggiungo le donne di casa. Con calma.
Alice, ha già preso posto al tavolo e le sta raccontando la giornata  scolastica.
- Ciao mamma - dico prima di darle un bacio sulla guancia, mentre questa sistema dei tramezzini sul tavolo. Possono pure dire che sono un mammone, ma io amo mia madre.
- Ciao tesoro. Alice mi stava giusto dicendo della giornata e di come sia stata alquanto stressante per te - fulmino con lo sguardo quella che dovrebbe essere mia sorella e che se la sta ridendo come una matta.
- Sì, è stata abbastanza stressante ma anche interessante - o almeno l’ultima ora è stata interessante. - Dov’è Emmet? - chiedo a mamma per cambiare discorso.
- Oh sta dormendo, questa mattina era così elettrizzato che non è stato fermo un secondo -.
Emmet è il mio fratello, ha un anno in più di me, anche se dalla corporazione che si ritrova sembra più un ragazzo di venticinque anni e non un diciannovenne.
- Okay allora andrò dopo a salutarlo - e addento il tramezzino con tacchina e lattuga che gusto con calma. Finalmente del cibo vero per la gioia del mio stomaco.
Rimango con mamma e Alice in cucina per ancora un’oretta fino a quando dal walky talky arrivano i lamenti di Emmet. Si è svegliato.
 
Busso leggermente alla porta della sua camera.
- Emmet? Siamo noi. Edward e Alice - dico mentre entriamo. Emmet è seduto sul bordo del letto e si strofina gli occhi con entrambe le mani, come i bambini. Ed infondo, in un certo senso lo è. Si dondola avanti e indietro, ci riserva un caloroso sorriso quando ci vede.
- Bellissima casa, avete visto? Avete visto? - la testa reclinata di lato lo sguardo perso nel vuoto.
- Già bellissima - dico sedendomi alla sua destra mentre Alice, prende posto alla sua sinistra.
- Che cosa hai fatto oggi? - gli domanda nostra sorella accarezzandogli i capelli con amore. Emmet rialza la testa e sventola le mani in aria. - Mamma ha… - ma non finisce la frase che Emmet la interrompe.
- Mamma mi ha preso, mi ha preso una tastiera - e si alza forse per andare alla ricerca del regalo. Lo trova poggiato sul comò di fronte al letto. La prende e inizia a schiacciare tasti a caso. La melodia è stridente e disorganica ma né io né Alice ci facciamo caso. Siamo abituati e abbiamo imparato a convivere col il suo autismo.
- Così posso suonare con Edward - esclama entusiasta. Poggia la tastiera ancora sul comò, per poi riprenderla subito e ricominciare a suonare.
- Certo che suoneremo - prometto accondiscendente.
- Suonerò il piano, anche. Suonerò il piano. Sarò meglio di Edward. Sì, meglio - e va a sedersi sulla poltrona vicino alla finestra. Guarda all’esterno dondolandosi col corpo e muovendo la testa a destra e sinistra. Canticchia o forse emette semplicemente dei suoni sconnessi.
 
Il rumore di un motore che si avvia ci avvisa che quelli del trasloco se ne sono appena andati.
- RAGAZZI! HO BISOGNO DI UNA MANO - salutiamo Emmet e scendiamo a vedere cosa vuole mamma. Non lo avessimo mai fatto, passiamo le successive due ore a pulire il casino che gli operai hanno lasciato. Puntualmente quando abbiamo finito di pulire, torna nostro padre dall’ospedale e tutti insieme ci sediamo a tavola per cenare. Una sera tranquilla, passata tra risate e chiacchiere, quello che ci voleva dopo una giornata come questa.
Non mi è dispiaciuto andarmene da Chicago, sicuramente non ad Alice che ha potuto raggiungere il suo ragazzo che a causa della distanza non vedeva quasi mai.
Certo, ho lasciato gli amici e tutti i luoghi che mi hanno visto crescere ma sono sempre stato dell’idea che casa è dove ci sono le persone che ti amano e che attendono il tuo ritorno. E qui ho tutto questo.
 
Alle dieci e trenta sono già nel mio letto, la camera piena di cartoni, non sono ancora riuscito a sistemare. Lo farò domani adesso sono troppo stanco.
- Toc…Toc… - un mormorio, seguito da un leggero colpo alla porta, già aperta. Alice è placidamente appoggiata sull’uscio della porta gli occhi accesi di morbosa curiosità. Deglutisco a vuoto, quello sguardo non porta mai nulla di buono, almeno per me.
- Dimmi - le dico con tono rassegnato, quello che vuole sapere lo viene a sapere sempre, anche se la cacciassi. Felice saltella fino al mio letto e si sdraia di fianco a me.
- Dove sei stato all’ultima ora? Ti ho aspettato davanti all’aula ma tu non c’eri - aspiro forte per poi espirare rumorosamente tutta l’aria. Il ricordo è ancora vivo, quella Stanley è insopportabile.
- Avevo voglia di rimanere solo - mormoro omettendo una buona, o meglio tutta, parte della storia. Ma Alice capisce lo stesso e ridacchia rannicchiandosi addosso a me. La avvolgo in un abbraccio caloroso, non sono isolati questi episodi di affetto, spesso e volentieri Alice viene da me la notte per dormire, come quando era piccola e aveva paura dei tuoni. Per lei ero il cavaliere senza macchia e senza paura che la difendeva dall’uomo nero.
- Confessa ti stavi nascondendo - beccato.
- Ebbene sì. Mi ha scoperto Sceriffo Cullen - dico col sorriso sulle labbra.
Subito fa capolino nella mia mente, l’immagine di due occhi marroni che mi guardano irritati. Ridacchio al ricordo del nostro… scontro.
- Fai ridere anche me - mi chiede sorridendo mia sorella che ha alzato il capo dal mio petto per guardarmi in viso.
- Nulla. Stavo pensando a un’incontro che ho fatto oggi - Alice è mia sorella e le ho sempre detto tutto, come lei con me. E forse, questa cosa non sarà così importante, magari domani non la rivedrò e lei si dimenticherà di me o m’ignorerà e io mi sarò fatto tanti castelli in aria su una cosa da nulla.
- Ho conosciuto una ragazza - lei mi guarda interrogativa. Posso immaginare quello che pensa.
- Non è come quelle che mi hanno rincorso in questi giorni. Mi ha aiutato a nascondermi - cerco di giustificarla. Mi ha aiutato e non voglio che Alice si faccia idee sbagliate su di lei.
- E com’è? Deve essere interessante per aver attirato la tua attenzione - interessante? Io direi di più.
- Sì, si chiama Isabella. Ha detto che forse in futuro mi darà il permesso di chiamarla Bella - dico ridacchiando per il grande onore che mi ha concesso.
- Sembra simpatica. Potremmo andare d’accordo - dice con tono pensieroso.
- Ha un bel caratterino. Secondo me ti terrebbe testa - le dico stringendola ancora di più a me. Lei ride, una risata leggera, come tante campanelle, che ho sempre adorato in lei. Jasper è un ragazzo fortunato.
Parliamo ancora per un po', stretti l’uno all’altro fino a che non arriva un terzo ospite, che ci schiaccia col suo dolce peso, ridendo.
- EMMET! - urliamo contemporaneamente io e Alice. Ma presto siamo contagiati dalla sua risata goliardica.
- Felici! Siamo felici - esclama sistemandosi in mezzo a me e Alice.
Ed è così che cado in un sonno profondo e senza sogni.
Si siamo felici.



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Ci credete che ho aggiornato? Io no... e forse ho fatto una schifezza^^
Abbiamo conosciuto anche alcuni membri della famiglia Cullen, tra cui Emmet che aiuterà molto i nostri protagonisti, e la piccola Alice.
Spero vi piaccia e che magari me lo facciate sapere attraverso un commento : ) Grazie di aver letto.

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La Bella Italia 
E se qualcosa non va come la Meyer ha deciso? E se Edward, dopo aver salvato Bella e dopo averla convinta a cenare alla "Bella Italia" incontrasse qualcuno che cambia le carte in tavola?
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Verde ] [ Genere: Generale ] [ Capitoli: 1 ] [ Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Sorpresa ] 
[ Pubblicata: 22/08/11 ] [ Aggiornata: 22/08/11 ] [ Note: Drabble ] [ Completa ]
[ Categoria: Libri > Twilight ] [ Contesto: Twilight ] [ Leggi le 2 recensioni ]

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Dal capitolo:
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Dalla storia:
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Extra dalla mia storia "Beastly". Daniel è un vampiro da molti secoli condannato a una vita di tenebre contro la sua volontà. E' una bestia. Tutto cambia quando, lungo il suo cammino incontra Isabel, giovane matricola della Dartmouth.
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    La mia piccola fifona 
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[ Pubblicata: 02/07/11 ] [ Aggiornata: 02/07/11 ] [ Note: One-shot ] [ Completa ]
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Ispirato alla Bella e la Bestia.... Isabel sta per partire per l'università dove farà nuove conoscenze, nuove amicizie e qualcosa di più.... ma non tutto è come sembra.
Dal capitolo:
Isabel s’imbarcò sull’aereo con sentimenti contrastanti. 
Gioia, per l’inizio di una nuova esperienza. Tristezza, per dover salutare suo padre e i luoghi dove era cresciuta e che l’avevano fatta sentire al sicuro. Timore, perché aveva come il presentimento che qualcosa sarebbe successo e che questo le avrebbe sconvolto l’esistenza, in bene o in male ancora non lo sapeva.
AGGIUNTO EXTRA
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Arancione ] [ Genere: Mistero, Romantico ] [ Capitoli: 4 ]   
[ Pubblicata: 05/06/11 ] [ Aggiornata: 08/06/11 ] [ Note: Nessuna ] [ Completa ]
[ Categoria: Storie originali > Soprannaturale ] [ Leggi le 3 recensioni ]

    Red Fairytale - Ultimo capitolo
C’era una volta una bambina tanto vivace quanto sbadata, correva sempre anche per andare da una stanza all’altra, i genitori non sapevano come farla stare ferma soprattutto perché aveva la tendenza a sbattere contro oggetti fermi e inciampare sui suoi stessi piedini ed erano preoccupati che potesse farsi molto male, ma la amavano tanto e quando la vedevano a terra a piangere per l’ennesima caduta la rassicuravano e le davano un bacino sulla bua per fargliela passare e la piccolina rassicurata tornava felice a saltellare per la casa o il giardino mentre i genitori amorevoli, aspettavano la successiva caduta.
In un girono di fine giugno correva nei campi col suo fratellone, quando….
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Verde ] [ Genere: Generale ] [ Capitoli: 3 ] [ Personaggi: Bella/Edward, Un po' tutti ] 
[ Pubblicata: 30/04/11 ] [ Aggiornata: 03/05/11 ] [ Note: Nessuna ] [ Completa ]
[ Categoria: Libri > Twilight ] [ Contesto: Nessun libro/film ] [ Leggi le 16 recensioni ]

    Chi l'ha vista? 
“Ennesima tragedia! " così ha esordito questa mattina Emilio Fede al TG4.
Non vuole essere offensiva o altro è solo una cavolata scritta dopo aver visto "una notte al museo 2" dove i doppiatori italiani hanno modificato alcune battute
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Verde ] [ Genere: Demenziale ] [ Capitoli: 1 ]   
[ Pubblicata: 24/04/11 ] [ Aggiornata: 24/04/11 ] [ Note: One-shot ] [ Completa ]
[ Categoria: Storie originali > Comico ] [ Leggi le 4 recensioni ]

    La ragazza che viaggia nel tempo - Ultimo capitolo
Non ha mai rischiato tanto, ma è la prima volta che si trova in una situazione simile e ha come il presentimento che qualcosa debba accadere e così rimane a guardare.
Sa chi è quella ragazza, poco più grande di lei, vestita secondo la moda della metà dell’ottocento, oh si…lo sapeva bene.
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Arancione ] [ Genere: Azione ] [ Capitoli: 4 ]   
[ Pubblicata: 28/03/11 ] [ Aggiornata: 16/04/11 ] [ Note: Nessuna ] [ In corso ]
[ Categoria: Storie originali > Fantasy ] [ Leggi le 1 recensioni ]

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Capitolo 3
*** …: Cosa sai di una certa Isabella? :… ***


Ecco il terzo capitolo. E' venuto così di getto, spero vi piaccia^^Ringrazio le sei persone che hanno recensito lo scorso capitolo e tutti quelli che hanno aggiunto la storia tra le preferite, seguite e ricordate. GRAZIE 1000!
__________________________________________________________________________________
 



 

…: Cosa sai di una certa Isabella? :…










Piove.
Il ticchettio insistente della pioggia mi ha rapito dallo stato onirico in cui ero, anche questa mattina. A fatica apro gli occhi e guardo la sveglia. Sono le sette.
Di fianco a me Emmet dorme tranquillo, lo sguardo sereno, di chi è ancora nel mondo dei sogni, le mani sotto il cuscino, il mio cuscino. Ora capisco il mal di collo.
Dalla camera di Alice provengono diversi rumori, un’anta che si apre, una porta che si chiude, lo scroscio dell’acqua. Nonostante la scuola inizia tra un’ora lei è già sveglia un’ora prima perché si deve preparare e per apparire decentemente c’è bisogno di tempo. A detta sua, perché io in un quarto d’ora sono pulito e profumato ed il risultato non è male.
Il ticchettio della pioggia, prima lento e cadenzato, diventa più insistente e fastidioso.
Sbuffo e mi giro dalla parte opposta, rannicchiandomi completamente sotto le coperte. Non mi si fraintenda, mi piace Forks, così immersa nella natura, l’aria pulita ma c’è tanta, troppa pioggia. In tutti i giorni che siamo venuti qua per vedere il procedere dei lavori e da quando ci siamo trasferiti, ormai da una settimana, non ho mai visto un raggio di sole. Nemmeno per sbaglio! Sembra non esistere, coperto da uno spesso strato di nuvole grigie.
A un certo punto parte una musica da pianoforte, lenta e dolce. Claire de Lune.
Scosto le coperte e mi alzo cercando di non svegliare Emmet. Dopo una doccia calda e rilassante e una colazione abbondate, “dei campioni” come la chiama Emmet, sono pronto a iniziare una nuova giornata.
 
- ALICE! MUOVITI! - o almeno lo sarei se mia sorella si decidesse ad arrivare. Sono seduto in macchina, nella mia Volvo C30, il motore già acceso ad aspettare che la signorina finisca di prepararsi. Non riesco a capire come faccia a fare tardi nonostante si alzi mezz’ora prima di me. Volevo arrivare presto con la speranza di vedere Isabella ma se mia sorella tarda ancora non la potrò vedere.
Dopo dieci minuti che l’aspetto finalmente mi raggiunge e tranquillamente entra in macchina allacciandosi la cintura.

 


- Cavolo Alice ma ti alzi all’alba come fai a fare sempre tardi? Arriveremo in ritardo - protesto ingranando la prima e sgommando verso la scuola. Mancano cinque minuti alle otto, cinque minuti dal suono della campanella.
- Rilassati Edward! Arriveremo in tempo, come sempre - risponde per nulla preoccupata - dobbiamo essere in classe per le otto e dieci - certo ma noi ci impieghiamo quasi dieci minuti per arrivare e questo perché supero leggermente i limiti di velocità. Per fortuna non mi hanno mai fermato.
Il suono di una sirena mi fa imprecare con poca grazia. Quando si dice “le ultime parole famose”. Infastidito, arrabbiato e scocciato accosto la macchina sul ciglio della strada. Alice ride divertita ma si zittisce appena la fulmino con lo sguardo.
- Patente e libretto - un uomo in divisa mi affianca e con gesti rapidi gli porgo quello che chiede.

 


E’ un uomo non molto vecchio, deve avere l’età di mio padre. Sul petto una spilla e sotto il cognome, Swan. E’ lo sceriffo.
- Dove correvi così veloce ragazzo? - mi chiede con tono severo mentre controlla la mia patente.
- A scuola. Mia sorella ha fatto tardi e siamo in ritardo per la prima ora - lo sceriffo mi guarda di sottecchi, cercando di capire se è vero quello che ho detto. Alice gli fa vedere le borse e sfoggia un sorriso di scuse.
- Ha ragione mio fratello. E’ colpa mia sono sempre in ritardo e lui è così fissato col non saltare neanche un’ora di scuola - voce dispiaciuta e occhi da Bambi che ha appena visto sua madre morire. Una grandissima attrice.
Lo sceriffo scuote la testa e mi restituisce tutto con un sorriso.
- Per questa volta passi. Tuo fratello ha ragione, la scuola è importante - commenta rivolgendosi ad Alice, ma subito torna serio e mi guarda severo. - ma è pericolo guidare con questa pioggia a velocità sostenuta quindi la prossima volta non sarò così indulgente -
- Grazie sceriffo. Lo prometto rispetterò i limiti - e si allontana per tornare alla macchina e lo sento borbottare: “Tutto l’opposto di…” ma è già alla macchina e la pioggia copre le ultime parole. Felice di essermela scampata, riparto.
- Visto che l’abbiamo scampata? - mi dice sorniona Alice quando siamo in strada.
- Piantala, se tu non avessi fatto tardi io non avrei dovuto correre e non ci avrebbe fermato nessuno - asserisco usando un tono duro. Lei sbuffa e osserva il paesaggio sfrecciare dal finestrino senza più proferire parola.
 
Arriviamo alla Forks High School che sono le otto e un quarto. Alice sfreccia nell’istituto dopo avermi lasciato un veloce bacio sulla guancia e augurato una buona giornata.
Mi guardo in giro alla ricerca di una decappottabile rossa e la vedo, poche macchine più avanti. Almeno lei c’è, forse ho una speranza di trovarla per i corridoi.
 
La mattinata, passa tranquilla, tra una lezione e l’altra. Avendo seguito i corsi avanzati a Chicago sono molto più avanti di loro e durante le lezioni, ho riempito il quaderno di scarabocchi e qualche frase isolata, qua e la, giusto per non farmi beccare con le mani in mano.
Finalmente sono arrivato all’ultima ora, prima del pranzo, e passo il tempo a guardare i miei compagni, pochi stanno effettivamente seguendo la lezione, molti ascoltano della musica con il loro IPod, altri copiano dei compiti, forse per la lezione successiva, e delle ragazze si stanno rifacendo le unghie. Devo dire che il professore sa come catturare l’attenzione dei suoi studenti.
- Ben - mormoro cercando di non farmi sentire dal professore. Ben Cheney un ragazzo simpatico e riservato, dai tratti asiatici.


Non è mai stato oppressivo, a differenza di Mike che da quando sono arrivato non mi molla neanche un secondo. Il primo giorno mi è stato molto utile per ambientarmi e trovare le aule.
Lui alza la testa e mi guarda interrogativo.
- Cosa sai di una certa Isabella? - continuo bisbigliando.
- Dovrai essere un po' più preciso - e che gli dico? Il nome è l’unica cosa che so.
- È minuta, capelli e occhi castani, con un bel caratterino,… - Ben aggrotta la fronte cercando di mettere a fuoco la persona che gli sto descrivendo, ad un certo punto spalanca gli occhi.
- Stai parlando della Swan? - dice con un tono troppo alto che attira l’attenzione del professore.
- Signor Cheney? Ha qualcosa da dire? - Ben arrossisce dalla testa ai piedi, in pieno imbarazzo e china la testa sotto il peso delle risatine dei nostri compagni e lo sguardo contrariato del professore.
- Colpa mia professore. Gli ho chiesto un chiarimento e mi ha aiutato - intervengo per difenderlo. Se è in quel pasticcio, è colpa mia.
- Signor Cullen la prossima volta chieda a me. Non disturbi un suo compagno - asserisce con tono severo per poi tornare a darci le spalle e continuare a scrivere sulla lavagna. Ben mi sorride grato, scrollo le spalle e torniamo a “seguire la lezione”.  
 
E così si chiama Swan di cognome. Swan, Swan, ...Perché mi è familiare?
Dopo un quarto d’ora finalmente la campanella suona e mentre esco, vengo affiancato da Ben.
- Ma perché mi chiedevi della Swan prima? -
- Ci ho parlato ieri… - lo sguardo di Ben si fa scettico - … perché mi guardi così? - chiedo incuriosito dalla reazione. Che ha fatto questa ragazza?
Ben si gratta la testa e fa una smorfia strana.
- Beh è strano - sbotta alzando le mani a mezz’aria - non è una che parla molto con la gente - un ghigno divertito si forma sulle mie labbra. Chissà perché me lo immaginavo…
In corridoio trovo Jasper ad aspettarmi, è poggiato contro un armadietto e appena mi vede mi raggiunge.

 


- Allora com’è andata la mattinata? La mia è stata molto tranquilla - Jasper mi osserva con un sorriso di scherno sulle labbra. Ben ride della mia faccia lugubre. Alla prima ora ho dovuto avere a che fare con Lauren che si è impossessata del banco vicino al mio. Alla seconda ora e quella dopo ho dovuto avere a che fare con Mike ed Eric che vogliono fare amicizia con me a tutti i costi allo scopo di farsi notare.
- Sei divertente Jasper, davvero divertente -
- Edward! - sbianco. Posso essere paragonato a un vampiro tanto sono cadaverico.  
Jasper scoppia a ridere, non riuscendo più a trattenere le risa, lo stesso Ben. Che Begli amici che ho.
Jessica si sta dirigendo verso di noi e i tentativi di fuga sono inutili, visto che in poco tempo me la ritrovo davanti. Non posso fare finta di non averla vista.
Felice che non sono scappato, fa per aprire bocca e parlare, ma l’arrivo di una quarta persona la blocca sul nascere.
- Stanley! Ti ho trovata finalmente. C’è Mike che ti cerca dice che è davvero importante - la voce di Alice fa capolino dalle mie spalle. Va verso Jazz che la accoglie tra le sue braccia lasciandole un leggero bacio sul capo.
- Beh prima parlo con Edward - nel pronunciare il mio nome ammicca vistosamente verso il sottoscritto. Inizio a sudare freddo, mi sembra di essere in quei film dell’orrore dove il protagonista, ignaro, sta per essere ucciso da mostro.
- Ha detto che è importante. Riguarda domani sera - interviene Alice, le strizza un occhio e Jessica sembra trasformarsi in un semaforo rosso.
- O…Okay allora vado subito - e ci sorpassa. Non posso credere di essermela scampata.
- Lo sai che ti voglio un mondo di bene sorellina? -
- Certo, certo ma ricorda che mi devi un favore - e ti pareva se non lo faceva per un suo tornaconto. Ma non importa, conta solo che l’abbia scampata.
 
Insieme ci dirigiamo verso la mensa, ormai gremita di studenti. Cerco Isabella ma non la trovo, è persa in mezzo a tutti quegli studenti scapestrati.
Amareggiato faccio la fila, non prendo nulla da mangiare, lo stomaco sembra essere chiuso.
- Ed, prendi solo una soda? - mi chiede stupita Alice, conoscendo quanto può essere profondo il mio stomaco durante il pranzo, la colazione, la merenda, la cena, lo spuntino di mezzanotte.
- Sì, non ho fame - mormoro pagando la mia bibita. Ben ci saluta e si allontana per sedersi al fianco di Angela Webber, la sua ragazza.
Io, Alice e Jasper, ci sediamo in un tavolo vicino alle finestre e mangiamo, parlando del più e del meno. Con lo sguardo percorro più e più volte la mensa ma lei non c’è. Eppure la macchina è nel parcheggio.
- Sai oggi ho conosciuto Isabella - annuncia tranquillamente Alice mentre addenta alcune foglie di insalata e io per poco non mi strozzo con un sorso di soda.
- Dove? Quando? - chiedo di getto.
- A letteratura. Non è che ci abbia parlato molto, il professore insisteva che seguissi la lezione -.
- Isabella? Ti riferisci alla Swan? - interviene Jasper. Lo guardo con gli occhi spalancati.
- La conosci? -.
- Sì, abbiamo avuto molti corsi in comune l’anno scorso e lavoravamo insieme durante i progetti. Nessuno voleva stare con lei - rivela con tono dispiaciuto nell’ultima parte.
- Perché? - chiedo stranito. Ha un bel caratterino ma arrivare al punto di isolarla mi sembra troppo.
- Beh circolano tante voci. Stupidaggini a cui non bisogna dare peso. Ma la maggior parte dei ragazzi e ragazze sono idioti da queste parti -.
- A me sembra simpatica. Dovevate vedere come ha sistemato la Stanley alla seconda ora - dice sghignazzando, poi il volto si adombra - Alla fine della lezione volevo avvicinarla ma è sgusciata via - mugugna triste - ma domani mi rifarò - promette ritrovando il sorriso.
 
Jasper e Alice iniziano a parlare della loro uscita serale ed io mi posso perdere nei miei pensieri, la cui unica protagonista è Isabella. Perché tutti la isolano? E il suo atteggiamento scostante?
Il suono della campanella mi coglie impreparato. Scatto come una molla, facendo sghignazzare mia sorelle e Jasper. Li accompagno a svuotare i vassoi e proprio mentre ci stiamo incamminando verso l’uscita della mensa scorgo il corpo minuto della mia fissa superare dei ragazzi e uscire. Isabella era in mensa. Come cavolo è possibile? Ho guardato ogni singolo studente che entrava o che era già seduto!
Inizio a pensare che quella ragazza abbia strani poteri.
- Adesso abbiamo biologia insieme, vero Ed? - mi chiede Alice dopo aver salutato Jasper che deve corre in palestra.
- Sì. Ho sentito dire che il professor Banner sia uno simpatico - dico ricordando i commenti di alcuni ragazzi.
Quando entriamo, la classe è ancora deserta, sono pochi gli studenti che per spirito d’interesse si sono affrettati ad arrivare il classe. Io e Alice ci accomodiamo nella seconda fila, sul tavolo vicino alla finestra. Almeno avrò una distrazione se dovessi annoiarmi troppo.
Piano, piano la classe si riempie. L’unico posto libero è quello a due banchi di distanza dal mio, dove è seduto un ragazzo mingherlino e brufoloso, che porta un paio di occhiali rotondi e spessi, alla Harry Potter per intenderci. La testa china dentro il libro di chimica, ignorava tutto il resto.
Osservo gli studenti entrare uno a uno, chi ridendo, chi con la faccia da funerale, chi annoiato. Ognuno pensa ai fatti suoi. Poi, arriva il professore, un uomo dai tratti ispanici, capelli e occhi neri. Sta per entrare quando si blocca. Volge lo sguardo a qualcosa nel corridoio.
- Signorina Swan si brighi la campanella è già suonata - scatto sull’attenti. Isabella farà lezione con me?
Inizio a raccogliere le cose di Alice, sotto il suo sguardo stralunato.
- Hey! Edward che diamine stai facendo? - e intanto cerca di trattenere il suo quaderno che avevo già afferrato.
- Ti devi spostare -
- Perché? - protesta senza capire la mia smania di cacciarla dal banco. C’è solo un altro posto libero e deve essere occupato prima che Isabella entri.
- Fallo e basta. Non fai questo piacere al tuo fratello preferito?solo per questa volta - Alice assottiglia lo sguardo fa per rispondermi ma una voce attira la sua attenzione. Isabella è sulla porta a parlare con il professore. Sbuffa e finalmente prende le sue cose e si alza.
- Mi devi un altro favore Edward - e si sposta vicino al ragazzo brufoloso che per la prima volta alza lo sguardo verso il suo nuovo compagno. La guarda come se fosse una Dea scesa in terra.
Felice della riuscita del mio piano, sistemo i libri per permettere alla mia compagna di banco di avere tutto lo spazio che le serve.

 


Isabella si ferma alla ricerca di un posto vuoto, quando arriva a me, alzo una mano per salutarla. Lei non risponde ma s’incammina nella mia direzione. Lascia cadere la tracolla per terra e poggia con poca grazia il quaderno e il libro sul tavolo.
- Ciao Isabella - la accolgo con un sorriso smagliante.
I capelli castani, ricadono sulla spalle incorniciando il suo viso a cuore. Gli occhi grandi e marroni sembrano scintillare quando incontrano la mia figura, ma subito li scosta e non posso accertarmi che sia vero. Le labbra, sono un po' troppo piene per i suoi lineamenti ma quella lieve asimmetria, tra il labbro superiore e inferiore, le rende bellissime.
Lei mi guarda con la coda dell’occhio, come se non si aspettasse quella mia reazione. Rimane per qualche secondo in silenzio e inizio a pensare che m’ignorerà quando finalmente mi risponde.
- Ciao Edward di Chicago -.
Non aggiunge altro, la lezione inizia, ma ho due ore di tempo per scoprire qualcosa su di lei.




_____________________________________________________________________________________________________
 Bene, abbiamo conosciuto un certo Sceriffo, poi Ben, si è accennato ad alcuni personaggi e in fine Edward scopre che Isabella fa Swan di cognome. Chissà perchè gli è familiare il cognome...^^
Spero che vi sia piaciuto e che mi lasciate qualche commento da leggere, mi piace tantissimo sentire i vostri pareri sulle storie.




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La donna giusta - Ultimo capitolo
Ancora prima di formulare un pensiero, il mio corpo scatta e il cervello da ordine ai piedi di muoversi e con l'ombrello copro la sua esile figura. Il suo profumo mi colpisce come un pugno in faccia, mi beo di quel momento.
Il mio corpo freme di desiderio, ne vuole di più, sempre di più, desidera un contatto più profondo, desidera prenderla e portarla in un posto solo per noi, dove lei é solo mia, dove io sono solo suo, dove lei suona solo per me.
- bisogno di aiuto signorina? - dico con voce resa roca dal turbinio di emozioni che sono in atto dentro di me.
Passione. Desiderio. Bramosia. Dolcezza. Tenerezza. Senso di protezione. Possesso. Devozione.
I suoi occhi, blu come un cielo d'estate, incatenano i miei e non posso impedire alla mia mente di ritornare al primo giorno che la vidi.
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Rosso ] [ Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale ] [ Capitoli: 5 ]   
[ Pubblicata: 11/05/11 ] [ Aggiornata: 25/08/11 ] [ Note: Nessuna ] [ In corso ]
[ Categoria: Storie originali > Romantico ] [ Leggi le 5 recensioni ]

    La Bella Italia 
E se qualcosa non va come la Meyer ha deciso? E se Edward, dopo aver salvato Bella e dopo averla convinta a cenare alla "Bella Italia" incontrasse qualcuno che cambia le carte in tavola?
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Verde ] [ Genere: Generale ] [ Capitoli: 1 ] [ Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Sorpresa ] 
[ Pubblicata: 22/08/11 ] [ Aggiornata: 22/08/11 ] [ Note: Drabble ] [ Completa ]
[ Categoria: Libri > Twilight ] [ Contesto: Twilight ] [ Leggi le 2 recensioni ]

    Buttare via tutto, e di nuovo ricominciare Ultimo capitolo
lei era il bersaglio degli scherzi di lui, lei una bimba timida e ciocciottella che vedeva in lui il suo peggiore incubo. Che succede se lei se ne va, per tornare solo otto anni dopo? è tutto come prima o per una qualche ragione nascerà qualcosa di bello?
Dal capitolo:
Lei che stava porgendo la mano si blocca come fulminata- I-Ian?- la guardo interrogativo non capendo il suo cambiamento repentino, che le è preso? 
Si schiarisce la gola - Ian…Knight?- a quanto pare le hanno già parlato di me. Sorrido strafottente.
-il solo ed unico- sbianca completamente.
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Arancione ] [ Genere: Romantico ] [ Capitoli: 11 ]   
[ Pubblicata: 27/03/11 ] [ Aggiornata: 21/08/11 ] [ Note: Nessuna ] [ In corso ]
[ Categoria: Storie originali > Romantico ] [ Leggi le 12 recensioni ]

    In barca a vela controvento 
- ONE SHOT DELL'ESTATE -
Un viaggio in solitaria che porterà una ragazza alla scoperta di un mondo che neanche immaginava. Quello che pensava fosse solo una favola per bambini è in realtà un mondo nascosto, ai più. Un'avventura che la porterà a conoscere qualcuno che le mostrerà questo misterioso nuovo mondo.
Dalla storia:
Giocherellai con la piccola collana che portavo al collo. Era molto semplice, fatta con frammenti di corallo rosso da cui pendeva una metà di conchiglia, simile al nautilus, ma più piccola, e al centro una bellissima perla. Non so com’era possibile, ma questa cambiava colore in continuazione, col tempo avevo associato la cosa all’influenza dell’umore, come quegli anelli che vedono lungo le spiagge o nei negozi di souvenir. Ogni volta che provavo forti emozioni, il suo colore cambiava.
Come ne ero venuta in possesso? Beh, questa è una bella storia.
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Arancione ] [ Genere: Avventura, Fantasy, Romantico ] [ Capitoli: 1 ]   
[ Pubblicata: 19/08/11 ] [ Aggiornata: 19/08/11 ] [ Note: One-shot ] [ Completa ]
[ Categoria: Storie originali > Soprannaturale ] [ Leggi le 1 recensioni ]

    La promessa di una bestia 
Extra dalla mia storia "Beastly". Daniel è un vampiro da molti secoli condannato a una vita di tenebre contro la sua volontà. E' una bestia. Tutto cambia quando, lungo il suo cammino incontra Isabel, giovane matricola della Dartmouth.
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Giallo ] [ Genere: Romantico, Sentimentale, Sovrannaturale ] [ Capitoli: 1 ]   
[ Pubblicata: 14/08/11 ] [ Aggiornata: 14/08/11 ] [ Note: Missing Moments ] [ Completa ]
[ Categoria: Storie originali > Soprannaturale > Vampiri ] [ Leggi le 1 recensioni ]

    Shade-Tolerant 
CONCORSO ONE SHOT DELL'ESTATE
Ho pensato a come deve essere passare le vacanze estive per una persona che non può, per cause di forza maggiore, passare una giornata sotto il sole come fanno tutti ed è uscito questo...spero vi piaccia^^
Dal capitolo:
Sognavo che un giorno avrei potuto correre sotto il sole, andare alla spiaggia a nuotare e poi asciugarmi sulla sabbia, pranzare in un parco mentre i raggi del sole sfioravano la mia pelle come delle carezze. Un sole che mi era amico insomma. Ma la realtà era ben diversa.
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Giallo ] [ Genere: Generale, Sentimentale ] [ Capitoli: 1 ] [ Personaggi: Bella/Edward ] 
[ Pubblicata: 25/07/11 ] [ Aggiornata: 25/07/11 ] [ Note: One-shot ] [ Completa ]
[ Categoria: Libri > Twilight ] [ Contesto: Nessun libro/film ] [ Leggi le 5 recensioni ]

    La mia piccola fifona 
- Oddio!oddio! Edward ho paura - mormorai avvinghiandomi al braccio del mio ragazzo.
Mi aveva convinto a entrare in quell’edificio che sembrava aver scritto a caratteri cubitali “abbandonate ogni speranza voi che entrate” ma che il mio adorato ragazzo, a quanto pare, non aveva visto. Dovrò suggerirgli una visita dall’oculista mi appuntai mentalmente una volta che saremmo usciti da quell’inferno.
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Verde ] [ Genere: Commedia ] [ Capitoli: 1 ] [ Personaggi: Bella/Edward ] 
[ Pubblicata: 02/07/11 ] [ Aggiornata: 02/07/11 ] [ Note: One-shot ] [ Completa ]
[ Categoria: Libri > Twilight ] [ Contesto: Nessun libro/film ] [ Leggi le 3 recensioni ]

    Beastly - Ultimo capitolo
Ispirato alla Bella e la Bestia.... Isabel sta per partire per l'università dove farà nuove conoscenze, nuove amicizie e qualcosa di più.... ma non tutto è come sembra.
Dal capitolo:
Isabel s’imbarcò sull’aereo con sentimenti contrastanti. 
Gioia, per l’inizio di una nuova esperienza. Tristezza, per dover salutare suo padre e i luoghi dove era cresciuta e che l’avevano fatta sentire al sicuro. Timore, perché aveva come il presentimento che qualcosa sarebbe successo e che questo le avrebbe sconvolto l’esistenza, in bene o in male ancora non lo sapeva.
AGGIUNTO EXTRA
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Arancione ] [ Genere: Mistero, Romantico ] [ Capitoli: 4 ]   
[ Pubblicata: 05/06/11 ] [ Aggiornata: 08/06/11 ] [ Note: Nessuna ] [ Completa ]
[ Categoria: Storie originali > Soprannaturale ] [ Leggi le 3 recensioni ]

    Red Fairytale - Ultimo capitolo
C’era una volta una bambina tanto vivace quanto sbadata, correva sempre anche per andare da una stanza all’altra, i genitori non sapevano come farla stare ferma soprattutto perché aveva la tendenza a sbattere contro oggetti fermi e inciampare sui suoi stessi piedini ed erano preoccupati che potesse farsi molto male, ma la amavano tanto e quando la vedevano a terra a piangere per l’ennesima caduta la rassicuravano e le davano un bacino sulla bua per fargliela passare e la piccolina rassicurata tornava felice a saltellare per la casa o il giardino mentre i genitori amorevoli, aspettavano la successiva caduta.
In un girono di fine giugno correva nei campi col suo fratellone, quando….
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Verde ] [ Genere: Generale ] [ Capitoli: 3 ] [ Personaggi: Bella/Edward, Un po' tutti ] 
[ Pubblicata: 30/04/11 ] [ Aggiornata: 03/05/11 ] [ Note: Nessuna ] [ Completa ]
[ Categoria: Libri > Twilight ] [ Contesto: Nessun libro/film ] [ Leggi le 16 recensioni ]

    Chi l'ha vista? 
“Ennesima tragedia! " così ha esordito questa mattina Emilio Fede al TG4.
Non vuole essere offensiva o altro è solo una cavolata scritta dopo aver visto "una notte al museo 2" dove i doppiatori italiani hanno modificato alcune battute
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Verde ] [ Genere: Demenziale ] [ Capitoli: 1 ]   
[ Pubblicata: 24/04/11 ] [ Aggiornata: 24/04/11 ] [ Note: One-shot ] [ Completa ]
[ Categoria: Storie originali > Comico ] [ Leggi le 4 recensioni ]

    La ragazza che viaggia nel tempo - Ultimo capitolo
Non ha mai rischiato tanto, ma è la prima volta che si trova in una situazione simile e ha come il presentimento che qualcosa debba accadere e così rimane a guardare.
Sa chi è quella ragazza, poco più grande di lei, vestita secondo la moda della metà dell’ottocento, oh si…lo sapeva bene.
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Arancione ] [ Genere: Azione ] [ Capitoli: 4 ]   
[ Pubblicata: 28/03/11 ] [ Aggiornata: 16/04/11 ] [ Note: Nessuna ] [ In corso ]
[ Categoria: Storie originali > Fantasy ] [ Leggi le 1 recensioni ]

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Capitolo 4
*** …: È una pazza! :… ***


 

Altro capitolo! Caspita se sono rapida^^ non mi è mai capitato di aggiornare con questa cadenza regolare.... ma non iniziate a prenderci l'abitudine : )
Allora, lezione di Biologia. Che succederà? leggete!!! 
Ringrazio le 5 ragazze gentilissime che hanno recensito lo scorso capitolo. GRAZIE 1000

p.s: ragazze siete in 45 a seguire la storia fatevi sentire! in qualsiasi caso non sono qui con un fucile in mano puntato su ognuna di voi... noooooo. Ecco lo avete sentito questo rumore? L'ho caricato ^^
No scherzo non è vero. Va beh, se vi va ditemi che ne pensate.
___________________________________________________________________________






…: È una pazza! :…






Niente. Niente.
Non ne ho ricavato un ragno dal buco.
Isabella mi ha ignorato per tutta la prima ora con la scusa di seguire la lezione. Perché è così scostante? Quel pomeriggio nella biblioteca mi era parso di vedere qualcosa dietro quello sguardo algido e sostenuto.
 
La lezione sta per finire ed io non ho ottenuto nulla. Poggio il gomito sul banco, la testa sulla mano e la guardo. La fronte corrugata, gli occhi ridotti a due fessure e il labbro inferiore intrappolato tra i suoi denti. È un gesto che fa spesso, senza pensarci.
China la testa e una massa di capelli le copre il viso, celando il suo volto alla mia vista. Il desiderio di alzare la mano e spostarle quella ciocca di capelli è forte, ma la trattengo. Sarebbe capace di infilzarmi con la matita con cui sta scrivendo e tornare tranquillamente a seguire la lezione e lasciarmi ad agonizzare sul tavolo.
 
Piantala
 
Così c’è scritto su un pezzetto di carta che mi ha passato. La calligrafia è grezza e le lettere si confondono tra di loro, le “l” che sembrano “t”, le “a” che sembrano “o”, ho impiegato qualche momento per decifrare la sua scrittura. Questa ragazza scrive davvero male!
Ma sono felice, mi ha rivolto la parola, certo non come avrei voluto, ma è pur sempre qualcosa.

Di seguire la lezione?

Di fissarmi.

E anche qui, altri minuti a tradurre i suoi geroglifici.

Non te lo l’ha mai detto nessuno che hai manie di protagonismo?

Sghignazzo quando mi riserva uno sguardo di fuoco che avrebbe il potere di incendiare me e tutto l’edificio. È adorabile con quella smorfia infastidita sul viso.
 
Tu non stai seguendo la lezione. È da quasi un’ora che mi fissi.

— Allora sei tu che fissi me — mormoro vicino al suo orecchio. Presa alla sprovvista volta il capo e mi fissa con occhi spalancati, la bocca semi aperta dallo stupore e posso vedere le sue gote diventare sempre più rosse. Isabella imbarazzata, è uno spettacolo unico.
Ridacchiando, prendo il foglio che testimonia la nostra prima chiacchierata, nascondendola tra le pagine del quaderno, e chino il capo sui miei appunti, iniziando a scrivere quello che il professore dice. Posso sentire il suo sguardo che ancora tentenna su di me poi la sensazione scompare. La sbircio con la coda dell’occhio. Sul suo viso si alternano diverse emozioni. Fastidio, sorpresa e quello che più mi lascia sorpreso: rabbia. Una rabbia che non mi so spiegare.
 
Il suo della campanella mi fa sobbalzare. Isabella si alza e inizia ad armeggiare con le sue cose, lanciandole disordinatamente nella tracolla. Ha fretta. Vuole allontanarsi da me?
— Okay ragazzi un’ultima cosa prima che andiate. Il vostro compagno di banco, sarà anche il vostro compagno di lavoro per tutto l’anno. E non accetto richieste di cambio. Sul mio viso si forma un sorriso che va da un orecchio all’altro e mentalmente ringrazio il professor Banner per la sua geniale idea.
Lo sbuffo di Isabella mi fa girare verso di lei. È indispettita. Ma perché? Che le ho fatto?
Mi lancia uno sguardo veloce ed esce. Io che fino a quel momento sono rimasto fermo come un palo, prendo penna e quaderno e la seguo.
— Ci vediamo alla macchina Alice — dico senza aspettare una risposta da mia sorella.
— Ehi! Isabella! — ma lei non mi ascolta, accelera il passo e al posto di andare verso l’uscita s’infila nel corridoio che porta alla palestra. I ragazzi mi passano a fianco, qualcuno mi saluta, ma non ci faccio caso. Questa volta non mi faccio lasciare indietro.
La raggiungo in poco tempo e le afferro il braccio, obbligandola a voltarsi verso di me. Il mio corpo è attraversato da una strana sensazione.
— Che vuoi? — tuona con tono duro e freddo. Lascio la presa come scottato.
— Voglio solo parlare… — mormoro con tono sommesso. Il suo atteggiamento mi ha letteralmente spiazzato.
— Beh io no.
— Perché? — glielo chiedo con il sorriso sulle labbra. Ho capito che non le piace interagire con le persone, ma sono sicuro che in fondo lo voglia, che aspetti qualcuno che la tiri fuori dal suo guscio. Voglio essere io quel qualcuno. Ma il sorriso mi muore sulle labbra, mano a mano che lei parla.
— Edward se cerci qualcuna per divertirti non hai che da scegliere! Hai la fila! Quindi lasciami in pace. Cos’è ti stuzzica il fatto che io non ti corra dietro? Lo trovi più eccitante?! — esclama infervorata. Le guance rosse, questa volta non dall’imbarazzo ma dalla rabbia, le spalle che si alzano e si abbassano a ritmo del suo respiro spezzato.
— Isabella ma che stai blaterando? — ribatto stordito da quell’attacco inatteso.
Ma che diavolo le è preso? Perché tutte queste accuse? Dovrebbe aver capito che non sono quel tipo di ragazzo, non le avrei chiesto di aiutarmi a nascondermi altrimenti.
— Io non blatero! Siete tutti uguali. Sapete di essere belli e ne approfittate. Ma non sono una gonza!
Rimango inebetito a guardarla per un tempo che sembra infinito. Non la comprendo!
Poi ripenso a quello che mi hanno detto Ben e Jasper, che lei non parla con nessuno, le voci che girano su di lei. “Saranno stupidaggini da ragazzi” mi sono ripetuto fino ad ora ma forse c’è un fondo di verità. Una rabbia che non mi appartiene s’impossessa di me e mi fa scoppiare come una bomba.
— Sai che ti dico Isabella? Non me ne frega un cazzo di te! Va bene? Volevo solo fare amicizia, Mi sembravi simpatica nonostante il tuo caratterino. Ma sei solo una pazza! Una pazza isterica!
Gli urlo in faccia tutto quello che penso e dopo aver osservato la sua espressione scioccata e ferita, giro i tacchi e me ne vado.
Non mi guardo indietro neanche una volta. L’ho ferita? Non m’interessa, lei non si è risparmiata con me.
Mi era dispiaciuto sapere che era isolata, che non aveva nessun amico ma ora no. Lei e il suo caratteraccio e il suo modo di trattare la gente, ci credo che nessuno la vuole vicino. Chi vorrebbe una zitella acida come amica.
 
Esco dalla scuola spingendo con forza la porta che va a sbattere contro il muro, ma non mi preoccupo di vedere se ci sono danni. Voglio solo andarmene a casa, sdraiarmi sul mio letto e dimenticare questa pessima giornata. Da adesso in poi niente più Isabella Swan.
Arrivo alla macchina ma di Alice nessuna traccia. La cerco nel parcheggio pensandola di trovare vicino alla macchina di Jasper ma non la vedo, né Alice, né Jasper, né la macchina del mio amico. Il parcheggio è deserto. E se fosse successo qualcosa?
Agitato e con la testa piena di mille e più scenari, prendo il cellulare e compongo il numero di mia sorella che, subito dopo due squilli risponde.
— Alice dove sei?
Edward, te l’ho detto oggi a pranzo che non tornavo a casa perché andavo subito da Jasper per studiare. Lo sapevo che non mi stavi ascoltando.
Emetto un sospiro di sollievo. Stanno bene. E solo in quel momento ricordo un frammento della loro discussione in mensa. Me lo aveva detto, sono stato io, così preso dai miei pensieri che non l’ho sentita.
— Okay allora ci vediamo a casa.
— Certo! E salutami Isabella! — mi dice prima di riattaccare. Stringo con forza il cellulare prima di infilarlo in tasca. Salutargli Isabella? Sarà meglio dirgli di stare alla larga da lei.
Dei passi attirano la mia attenzione ma quando mi giro incrocio gli occhi castani e spenti di Isabella. Ma è solo un secondo perché questa volta sono io a distogliere lo sguardo e salire in macchina. Dallo specchietto retrovisore la posso vedere ancora ferma nella stessa posizione di prima, la vedo chinare la testa e poi dirigersi verso la sua auto. Come se mi fossi liberato da un peso che mi opprimeva il petto, poggio la testa sul volante emettendo un lungo sospiro.
 
Perché sono così dispiaciuto per quello che è successo? Perché nonostante tutto quello che mi ha detto, mi pento delle parole che gli ho rivolto. Non è da me esplodere in quel modo, ma quella ragazza ha lo strano potere di scombussolarmi come nessun altro sa fare.
Scaccio dalla mente tutte quelle assurde idee, sui sensi di colpa e sullo strano mondo di Isabella, e accendo la macchina. Ci provo, perché dopo tre tentativi ancora non parte.
— Dannazione! ­— impreco contro la macchina, che a quanto pare, ha deciso anche lei di contribuire a rovinarmi la giornata.
Scendo e sbatto lo sportello con forza e mi maledico perché l’ho sempre trattata con i guanti e certamente quando sbollirò la rabbia, mi verrà voglia di prendermi a cazzotti da solo.
Senza altre possibilità, m’incammino verso casa a passo sostenuto, preparandomi psicologicamente per l’ora di camminata che mi aspetta. A Chicago ci sono bus a ogni angolo e metropolitane dirette in ogni quartiere della città. Praticamente non cammina nessuno.
Il suo di un clacson e il rumore di una macchina che rallenta mi fanno fermare dopo pochi metri.
La decappottabile rossa di Isabella è ferma sul ciglio della strada. Il finestrino del posto del passeggero si abbassa e la testa di Isabella entra nel mio campo visivo.
— Sali Edward, ti do un passaggio — dice con tono calmo. Sul viso un’espressione gentile, tutto l’opposto della smorfia di rabbia che mi ha rivolto a scuola. Io mi sento punto nel vivo, come fa ad essere un minuto prima, una bisbetica impazzita e quello dopo un agnellino?
— No grazie. Preferisco andare a piedi — e ricomincio a camminare. Sento la macchina ripartire e affiancarmi ancora, seguendomi a passo d’uomo. A quanto pare non si vuole arrendere. Perchè le ragazze devono soffrire di sindrome pre, durante e post mestruale? Ti fanno andare in tilt il cervello.
Perché lo fa? Giusto dieci minuti fa mi ha urlato contro di lasciarla in pace.
­— Edward non fare il bambino — questa volta la voce ha un tono lamentoso. Alla sua affermazione rispondo con uno sguardo indignato. Cosa vuole? Ha detto di ignorarla ed io sto facendo proprio quello.
— Edward tra poco inizierà a piovere. Prenderai un malanno, — insiste, nonostante, io continui a fare finta di nulla, — ti prego.
La sua preghiera mi blocca. Volto il capo nella sua direzione e il suo viso è un misto di preoccupazione, imbarazzo e timore.
Qualcosa mi bagna il viso, una goccia, poi un’altra. Alla fine il diluvio.
 
­— Mi dispiace per prima — mormora interrompendo il silenzio che regna nell’abitacolo. Alla fine ho accettato il passaggio ma, testardo come sono, non le ho rivolto la parola e lei non ha detto nulla, ha ingranato la marcia ed è partita.
Io ho passato il tempo osservando le gocce di pioggia che scivolano sulla superficie del vetro seguendone il percorso e scommettendo su quale sarebbe arrivata prima alla fine. Da piccolo lo facevo sempre, scommettevo anche delle caramelle con papà.
— Davvero — insiste non ricevendo nessuna risposta da parte mia. Mi volto per la prima volta a guardarla cercando di non far trasparire nessuna emozione. Isabella guarda concentrata la strada.
— Perché quella cosa alla scuola. Che ti ho fatto? — alla fine mi decido a parlare, lei sembra disposta a un dialogo e il desiderio di comprenderla è tornato prepotente in me. Isabella si morde il labbro inferiore e mi lancia rapide occhiate. Dopo un respiro profondo inizia a parlare.
— Non hai fatto nulla, quelle cose non le pensavo. Non ti conosco ma non sembri un ragazzo stronzo.
La sua confessione mi fa battere forte il cuore, sono felice che non lo pensasse veramente.
— Allora perché?
— Non sono brava a interagire con le persone in generale e quando una cerca di avvicinarsi troppo reagisco d’istinto e mi comporto da pazza — e ridacchiamo entrambi per il nomignolo con cui l’ho chiamata durante la nostra litigata.
Nel frattempo siamo arrivati sotto casa mia. Parcheggiata fuori dal garage c’è la macchina di mamma, segno che è tornata prima dal lavoro. Affianco un’altra macchina che non riconosco. Non sapevo che avremmo avuto visite.
Apro la portiera, pronto a uscire, ma prima mi giro verso di lei che mi guarda con la testa leggermente inclinata e un’espressione interrogativa. Accosto la portiera per non bagnarmi e le chiedo quello che mi freme di più sapere.  
— La traduzione di tutto questo è che ora siamo amici? — non le chiedo a cosa è dovuto questo atteggiamento difensivo, non è il momento e sono certo che non mi risponderebbe o peggio si allontanerebbe. Isabella esita per un momento, ponderando la mia proposta. Io attendo in pieno fermento.
— Possiamo provarci — acconsente con un sorriso accennato. Io, sorrido come un ebete ma non m’importa. Ha abbassato armi e scudo. La saluto strappandole la promessa di pranzare con me, Alice e Jasper, ma quando riapro la portiera lei mi blocca, poggiando la sua mano sul mio avambraccio.
 — Come verrai a scuola domani? — e solo in quel momento mi ricordo che la macchina è al parcheggio della scuola e non funziona.
— Se vuoi… — tentenna e lascia la presa sul mio avambraccio per portarsi le mani in grembo e giocarci nervosamente.
La guardo interrogativo, in attesa che continui. Per lei deve essere difficile cercare di interagire senza iniziare a comportarsi come suo solito. L’acqua mi sta bagnando tutto il braccio ma non m’importa, sta facendo un tentativo verso di me e il resto può aspettare.
— Se vuoi, posso venirti a prendere io domani. Cioè, te e tua sorella. Posso passarvi a prendere io. Così mi faccio perdonare per il mio comportamento.
Il corpo teso come una corda di violino, il viso che cercava di trasmettere uno stato d’animo tranquillo, ma i guizzi della mandibola tradivano la sua perfetta mascherata.
— Allora ti aspettiamo.
Anche se avrei voluto dire “ti aspetto” mi sono dovuto mordere la lingua per non dirlo. Isabella annuisce e il suo corpo si rilassa, le spalle non sono rigidamente tirate indietro e anche i suoi lineamenti tesi sono tornati ad addolcirsi.
Scendo dalla macchina, la pioggia è già diminuita e il cappuccio della giacca basta per proteggermi. Mi piego in avanti e bussai al finestrino. Isabella si sporge verso la portiera per girare la manopola. Appena lo spazio lo permette v’infilo dentro la testa. Lei indietreggia leggermente, sorpresa dalla nostra vicinanza ma le sorrido rassicurante.
— Buona serata. E grazie del passaggio — e senza aspettare la sua risposta m’incammino lungo il vialetto di casa. Sono alla porta quando sento ancora la voce di Isabella che pronuncia il mio nome. Mi volto curioso di sapere cosa vuole. Isabella si sporge per permettermi di vederla mentre sorride divertita.
— Ti avviso da subito che potrò non essere una buona amica.
— T’insegnerò io!
E con questo promessa la vedo allontanarsi e solo quando lo scricchiolio della ghiaia, provocato dal passaggio delle ruote, scompare, mi decido a entrare. Alzo la mano per impugnare la maniglia ma questa si abbassa prima che possa prenderla.
 
La porta si apre e davanti a me si staglia la figura longilinea, di una giovane donna, molto bella. È alta, indossa un paio di jeans scuri ed è coperta da un cappotto abbastanza lungo, grigio. La pelle è chiara e senza imperfezioni, un viso dai lineamenti slanciati e raffinati è incorniciato da una folta chioma bionda.
— Ciao, tu devi essere Edward, giusto? — domanda esibendosi in un sorriso smagliante che avrebbe fatto invidia alla migliore delle pubblicità di dentifrici.
— Sì, e tu sei? — chiedo stranio. Non risponde perché proprio in quel momento, siamo interrotti dalla voce di mia madre che ci raggiunge all’ingresso.
— Edward, ben tornato. Ti presento Rosalie Hale. È una delle volontarie dell’ospedale e studia per laurearsi in psicologia, l’hanno mandata per aiutarmi con Emmet.
 
 
 
 _____________________________________________
 Bene per quelli che sono arrivati fino a qui e decidono di continuare: Vi piace l'idea di un POV. Bella per il prossimo?
 Grazie per aver letto^^

p.s: vi va di fare un salto in questa storia? In barca a vela contro vento è originale, e vorrei continuarla ma prima vorrei sapere se è decente^^ e anche Shade- Toerant che è in questa sezione
 
 
 Spazio pubblicità:
 
 

La donna giusta - Ultimo capitolo
Ancora prima di formulare un pensiero, il mio corpo scatta e il cervello da ordine ai piedi di muoversi e con l'ombrello copro la sua esile figura. Il suo profumo mi colpisce come un pugno in faccia, mi beo di quel momento.
Il mio corpo freme di desiderio, ne vuole di più, sempre di più, desidera un contatto più profondo, desidera prenderla e portarla in un posto solo per noi, dove lei é solo mia, dove io sono solo suo, dove lei suona solo per me.
- bisogno di aiuto signorina? - dico con voce resa roca dal turbinio di emozioni che sono in atto dentro di me.
Passione. Desiderio. Bramosia. Dolcezza. Tenerezza. Senso di protezione. Possesso. Devozione.
I suoi occhi, blu come un cielo d'estate, incatenano i miei e non posso impedire alla mia mente di ritornare al primo giorno che la vidi.
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Rosso ] [ Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale ] [ Capitoli: 5 ]   
[ Pubblicata: 11/05/11 ] [ Aggiornata: 25/08/11 ] [ Note: Nessuna ] [ In corso ]
[ Categoria: Storie originali > Romantico ] [ Leggi le 6 recensioni ]

    La Bella Italia 
E se qualcosa non va come la Meyer ha deciso? E se Edward, dopo aver salvato Bella e dopo averla convinta a cenare alla "Bella Italia" incontrasse qualcuno che cambia le carte in tavola?
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Verde ] [ Genere: Generale ] [ Capitoli: 1 ] [ Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Sorpresa ] 
[ Pubblicata: 22/08/11 ] [ Aggiornata: 22/08/11 ] [ Note: Drabble ] [ Completa ]
[ Categoria: Libri > Twilight ] [ Contesto: Twilight ] [ Leggi le 2 recensioni ]

    Buttare via tutto, e di nuovo ricominciare Ultimo capitolo
lei era il bersaglio degli scherzi di lui, lei una bimba timida e ciocciottella che vedeva in lui il suo peggiore incubo. Che succede se lei se ne va, per tornare solo otto anni dopo? è tutto come prima o per una qualche ragione nascerà qualcosa di bello?
Dal capitolo:
Lei che stava porgendo la mano si blocca come fulminata- I-Ian?- la guardo interrogativo non capendo il suo cambiamento repentino, che le è preso? 
Si schiarisce la gola - Ian…Knight?- a quanto pare le hanno già parlato di me. Sorrido strafottente.
-il solo ed unico- sbianca completamente.
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Arancione ] [ Genere: Romantico ] [ Capitoli: 11 ]   
[ Pubblicata: 27/03/11 ] [ Aggiornata: 21/08/11 ] [ Note: Nessuna ] [ In corso ]
[ Categoria: Storie originali > Romantico ] [ Leggi le 12 recensioni ]

    In barca a vela controvento 
- ONE SHOT DELL'ESTATE -
Un viaggio in solitaria che porterà una ragazza alla scoperta di un mondo che neanche immaginava. Quello che pensava fosse solo una favola per bambini è in realtà un mondo nascosto, ai più. Un'avventura che la porterà a conoscere qualcuno che le mostrerà questo misterioso nuovo mondo.
Dalla storia:
Giocherellai con la piccola collana che portavo al collo. Era molto semplice, fatta con frammenti di corallo rosso da cui pendeva una metà di conchiglia, simile al nautilus, ma più piccola, e al centro una bellissima perla. Non so com’era possibile, ma questa cambiava colore in continuazione, col tempo avevo associato la cosa all’influenza dell’umore, come quegli anelli che vedono lungo le spiagge o nei negozi di souvenir. Ogni volta che provavo forti emozioni, il suo colore cambiava.
Come ne ero venuta in possesso? Beh, questa è una bella storia.
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Arancione ] [ Genere: Avventura, Fantasy, Romantico ] [ Capitoli: 1 ]   
[ Pubblicata: 19/08/11 ] [ Aggiornata: 19/08/11 ] [ Note: One-shot ] [ Completa ]
[ Categoria: Storie originali > Soprannaturale ] [ Leggi le 1 recensioni ]

    La promessa di una bestia 
Extra dalla mia storia "Beastly". Daniel è un vampiro da molti secoli condannato a una vita di tenebre contro la sua volontà. E' una bestia. Tutto cambia quando, lungo il suo cammino incontra Isabel, giovane matricola della Dartmouth.
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Giallo ] [ Genere: Romantico, Sentimentale, Sovrannaturale ] [ Capitoli: 1 ]   
[ Pubblicata: 14/08/11 ] [ Aggiornata: 14/08/11 ] [ Note: Missing Moments ] [ Completa ]
[ Categoria: Storie originali > Soprannaturale > Vampiri ] [ Leggi le 1 recensioni ]

    Shade-Tolerant 
CONCORSO ONE SHOT DELL'ESTATE
Ho pensato a come deve essere passare le vacanze estive per una persona che non può, per cause di forza maggiore, passare una giornata sotto il sole come fanno tutti ed è uscito questo...spero vi piaccia^^
Dal capitolo:
Sognavo che un giorno avrei potuto correre sotto il sole, andare alla spiaggia a nuotare e poi asciugarmi sulla sabbia, pranzare in un parco mentre i raggi del sole sfioravano la mia pelle come delle carezze. Un sole che mi era amico insomma. Ma la realtà era ben diversa.
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Giallo ] [ Genere: Generale, Sentimentale ] [ Capitoli: 1 ] [ Personaggi: Bella/Edward ] 
[ Pubblicata: 25/07/11 ] [ Aggiornata: 25/07/11 ] [ Note: One-shot ] [ Completa ]
[ Categoria: Libri > Twilight ] [ Contesto: Nessun libro/film ] [ Leggi le 6 recensioni ]

    La mia piccola fifona 
- Oddio!oddio! Edward ho paura - mormorai avvinghiandomi al braccio del mio ragazzo.
Mi aveva convinto a entrare in quell’edificio che sembrava aver scritto a caratteri cubitali “abbandonate ogni speranza voi che entrate” ma che il mio adorato ragazzo, a quanto pare, non aveva visto. Dovrò suggerirgli una visita dall’oculista mi appuntai mentalmente una volta che saremmo usciti da quell’inferno.
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Verde ] [ Genere: Commedia ] [ Capitoli: 1 ] [ Personaggi: Bella/Edward ] 
[ Pubblicata: 02/07/11 ] [ Aggiornata: 02/07/11 ] [ Note: One-shot ] [ Completa ]
[ Categoria: Libri > Twilight ] [ Contesto: Nessun libro/film ] [ Leggi le 3 recensioni ]

    Beastly - Ultimo capitolo
Ispirato alla Bella e la Bestia.... Isabel sta per partire per l'università dove farà nuove conoscenze, nuove amicizie e qualcosa di più.... ma non tutto è come sembra.
Dal capitolo:
Isabel s’imbarcò sull’aereo con sentimenti contrastanti. 
Gioia, per l’inizio di una nuova esperienza. Tristezza, per dover salutare suo padre e i luoghi dove era cresciuta e che l’avevano fatta sentire al sicuro. Timore, perché aveva come il presentimento che qualcosa sarebbe successo e che questo le avrebbe sconvolto l’esistenza, in bene o in male ancora non lo sapeva.
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Arancione ] [ Genere: Mistero, Romantico ] [ Capitoli: 4 ]   
[ Pubblicata: 05/06/11 ] [ Aggiornata: 08/06/11 ] [ Note: Nessuna ] [ Completa ]
[ Categoria: Storie originali > Soprannaturale > Vampiri ] [ Leggi le 3 recensioni ]

    Red Fairytale - Ultimo capitolo
C’era una volta una bambina tanto vivace quanto sbadata, correva sempre anche per andare da una stanza all’altra, i genitori non sapevano come farla stare ferma soprattutto perché aveva la tendenza a sbattere contro oggetti fermi e inciampare sui suoi stessi piedini ed erano preoccupati che potesse farsi molto male, ma la amavano tanto e quando la vedevano a terra a piangere per l’ennesima caduta la rassicuravano e le davano un bacino sulla bua per fargliela passare e la piccolina rassicurata tornava felice a saltellare per la casa o il giardino mentre i genitori amorevoli, aspettavano la successiva caduta.
In un girono di fine giugno correva nei campi col suo fratellone, quando….
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Verde ] [ Genere: Generale ] [ Capitoli: 3 ] [ Personaggi: Bella/Edward, Un po' tutti ] 
[ Pubblicata: 30/04/11 ] [ Aggiornata: 03/05/11 ] [ Note: Nessuna ] [ Completa ]
[ Categoria: Libri > Twilight ] [ Contesto: Nessun libro/film ] [ Leggi le 16 recensioni ]

    Chi l'ha vista? 
“Ennesima tragedia! " così ha esordito questa mattina Emilio Fede al TG4.
Non vuole essere offensiva o altro è solo una cavolata scritta dopo aver visto "una notte al museo 2" dove i doppiatori italiani hanno modificato alcune battute
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Verde ] [ Genere: Demenziale ] [ Capitoli: 1 ]   
[ Pubblicata: 24/04/11 ] [ Aggiornata: 24/04/11 ] [ Note: One-shot ] [ Completa ]
[ Categoria: Storie originali > Comico ] [ Leggi le 4 recensioni ]

    La ragazza che viaggia nel tempo - Ultimo capitolo
Non ha mai rischiato tanto, ma è la prima volta che si trova in una situazione simile e ha come il presentimento che qualcosa debba accadere e così rimane a guardare.
Sa chi è quella ragazza, poco più grande di lei, vestita secondo la moda della metà dell’ottocento, oh si…lo sapeva bene.
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Arancione ] [ Genere: Azione ] [ Capitoli: 4 ]   
[ Pubblicata: 28/03/11 ] [ Aggiornata: 16/04/11 ] [ Note: Nessuna ] [ In corso ]
[ Categoria: Storie originali > Fantasy ] [ Leggi le 1 recensioni ]
 

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Capitolo 5
*** …: Classica, appunto :… ***







 

Ed ecco qui un piccolo viaggio nel mondo di Bella. Spero di non aver fatto una cavolata. E mi accomando recensite!! io non mordo, davvero^^
Ringrazio tutti quelli che hanno messo la storia tra le preferite-ricordate-seguite ma soprattutto le cinque favolose ragazze che hanno recensito lo scorso capitolo. GRAZIE 1000
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…: Classica, appunto :…

 
 
Classica villetta americana a due piani.
Classico portichetto con il classico dondolo.
Classico giardino ben tenuto.
Classico vialetto.

 

 
Parcheggio la macchina lungo il viale e velocemente corro dentro casa. Pochi metri ma sono bagnata come un pulcino. Poggio le chiavi sul mobiletto all’ingresso e tolgo il giaccone grondante d’acqua. Nella casa regna il silenzio più assoluto. L’unico rumore è il ticchettio della lancetta dei secondi dell’orologio in cucina.
Tolgo le scarpe e le sistemo a lato del corridoio, affianco agli scarponi di quattro misure più grandi delle mie. A fianco uno spazio vuoto. Sempre vuoto, perché era il suo.
Scacciando i pensieri che stanno riemergendo dalla mia memoria, mi dirigo in cucina per mangiare qualcosa.
Classica cucina.
Sul tavolo un foglietto, scritto in una calligrafia minuta e disordinata. Come la mia.
 

Ciao Bella sono andato al lavoro, questa sera torno tardi non aspettarmi. Ti voglio bene.

Charlie.

 
E’ bello vivere con lui, è come se vivessi da sola in questa piccola villetta. Una preparazione al College.
Apro il frigorifero e prendo del latte, lo verso in una ciotola e poi vado alla ricerca dei cereali. Ogni giorno cambio posto e mi dimentico dove li ho messi.
Prendo posto su una delle tre sedie del tavolo e inizio a sgranocchiare la mia cena. Inevitabilmente ripenso a questi primi giorni di scuola, specialmente su quello che è successo oggi.
L’anno è iniziato come al solito, se non per una novità. La famiglia Cullen.
 
Ancora prima del loro arrivo la gente parlava di loro, spettegolava, faceva supposizioni sul perché un dottore tanto bravo come il dottor Cullen, avesse accettato un incarico in uno sperduto paesino nello stato di Washington.
Quando poi scoprirono che avevano anche dei figli beh le pettegole del paese sono andate in brodo di giuggiole. Drogati, criminali, gravidanza indesiderata e chi ne ha più ne metta.
Non mi sono mai interessata a loro fino a che qualcuno, non ha deciso di scontrarsi con me. Edward Cullen, gemello di Alice Cullen, e figlio del Dottor Cullen e signora.
L’avevo intravisto nei corridoi e a mensa il primo giorno, seduto con sua sorella e Jasper Whitlock. Tutti ne parlavano, tutti lo additavano e avevano già iniziato a raccontare cose su di lui. Quante fossero vere non saprei.
Un bel ragazzo. Bel corpo, bel viso, begli occhi, bel sorriso che fa sciogliere ogni ragazza... Ma perché l’ho aiutato? Io ho sempre odiato quelli come lui, consapevoli di essere belli e cui non frega nulla di rovinare altre vite.
Mi ha fregato con quella faccia terrorizzata e quegli occhi verdi cosi espressivi, tanto espressivi.
Non voleva quelle attenzioni. Le rifuggiva come se fossero peste.
E ho fatto il primo errore: l’ho aiutato e l’ho lasciato avvicinare. Mi sono esposta.
Mi ero fatta un’idea del ragazzo: bello, spocchioso, arrogante, bastardo,… invece si è rivelato gentile, simpatico e un bravo ragazzo.
Ma il legarsi porta a soffrire, a essere traditi e abbandonati come rifiuti.
 
Finisco i cereali e metto la ciotola nel lavandino. La laverò dopo.
Vado in salotto. Classico salotto, da catalogo Ikea, semplice, di nessuna pretesa. Mi stravacco sul divano che ormai ha la mia stessa età e sistemo il bracciolo che cigola sotto il mio peso. A dieci anni io e Jake abbiamo avuto la brillante idea di usarlo come trampolino di lancio, non avevamo calcolato che potesse rompersi sotto il nostro peso.
Accendo la televisione e inizio a cambiare canali ma presto mi arrendo. La televisione è piena di stupidi programmi sulla scia del grande fratello o soap opera ancora peggio di Beautiful. Sconfitta, spengo il televisore e la casa torna ripiomba nel silenzio più assoluto. Prima non era così.
 
Dopo tutto quello che è successo ho allontanato tutti, vedevo la sofferenza sui loro volti, erano spaesati dal mio comportamento, il giorno prima ridevamo e scherzavamo, quello dopo li ignoravo ed evitavo, e li odiavo perché vedevo nei loro gesti e nei loro atteggiamenti delle menzogne. Prima o poi ti abbandonano tutti, io ho tagliato quei fili prima che loro ferissero me.
Ho iniziato a dividere le cose, o è tutto bianco o è tutto nero, ho rinnegato le mezze misure iniziando a vedere il mondo in modo diverso, a vedere le persone in modo diverso.
Poi è arrivato Edward, per la prima volta mi sono sentita attratta verso una persona. Ho lasciato la porta leggermente aperta, senza neanche volerlo, in modo che potesse dare una sbirciatina. Ho provata tante di quelle sensazioni che contrastavano tra di loro
Ma come l’ho aperta, l’ho chiusa, gli ho impedito di vedere altro. Con mio stupido passo falso gli avevo dato la possibilità di ferirmi e ho avuto paura. E oggi ho fatto quello che ho sempre fatto, da cinque anni a questa parte.
 
Non so perché gli ho detto quelle cose, se una persona si avvicinava troppo, lo allontanavo con le mie solite frecciatine o col mio atteggiamento sprezzante, ma non gli ho mai urlato contro come ho fatto oggi con Edward. Mi sono comportata da perfetta stronza acida e pazza.
Il suo sguardo ferito è stato un colpo al cuore. Ho letto tutta la delusione per quello che gli avevo detto e mi sono sentita uno schifo.
Sicuramente lo avevano detto chissà che cosa sul mio conto eppure non gliene è importato, mi ha voluto conoscere. Ed io gli ho gettato addosso tutto il mio rancore, la mia rabbia e dolore.
E lui è scoppiato, giustamente, e se n’è andato lasciandomi in mezzo al corridoio come una stupida a guardarlo andare via.
“Ho ottenuto quello che volevo” mi sono detta quando la sua figura è scomparsa dietro l’angolo. E allora perché mi sono sentita una merda? Mi sono comportata così per anni e non ho mai avuto rimpianti, dicendomi, convincendomi, che era giusto che mi sarei risparmiata inutili cicatrici, però Edward mi ha fatto sentire così sbagliata, così… non riesco neanche a trovare le parole per esprimermi.
Poi, quando mi ha rivolto quello sguardo di fuoco nel parcheggio, è stato tremendo. L’ho seguito con lo sguardo mentre entrava nella sua macchina. Qualcosa dentro di me mi diceva di fermarlo, di scusarmi ma non potevo farlo, soprattutto non dovevo. Mi avrebbe ferito anche lui prima o poi e quella cosa che sento quando c’è lui nei paraggi non è nulla.
Poi la sua macchina che non parte, sentivo il rumore del motore che non partiva e ho agito d’istinto, facendo riemergere un po' della vecchia Bella. È tutta colpa sua!
 
Amici… da quanto qualcuno mi chiama amica, non me lo ricordo, certo c’è Jake ma con lui è diverso, il nostro è un rapporto speciale, mi è sempre stato vicino, è il fratello che ho sempre desiderato, ma che non ho mai avuto.
Cosa succederà domani? Gli ho promesso che ci avrei provato, ma perché ho fatto questa promessa?
Chiudo gli occhi cercando di salvarmi dal mare di pensieri che mi stanno annegando e perdo la cognizione del tempo.
 
Il telefono di casa inizia a suonare con insistenza. Guardo l’orologio del registratore che segna le otto e trenta. Devo essermi addormentata…
— Pronto?
— Bella sono papà — la voce di Charlie risuona allegra dall’altra parte dell’apparecchio.
— Ma ciao! Ecco il mio papà preferito — dico con tono canzonatorio.
— Lo so, sono il migliore, — dice pavoneggiandosi — Tutto bene lì?
— Certo! Ho solo fatto andare a fuoco la cucina. Ah no! — e mi batto una mano sulla fronte — Quello sei tu! — esclamo con tono canzonatorio.
— Èsuccesso solo una volta, — borbotta pensando di non essere sentito, — seriamente, va tutto bene?
— Certo! Tra poco arriveranno gli invitati alla mia mega festa. Non mi sentirò sola.
— Bells — dice con tono di rimprovero. Sbuffo per l’incapacità di mio padre di scherzare quando sa che sono a casa tutta sola. Poi chi viene a rubare nella case qui a Forks? Il rischio maggiore in questo paesino è che la gente muoia di noia.
— Okay, okay è tutto a posto. Porte e finestre sono sbarrate, ho mangiato, ho studiato e adesso me ne vado a letto a leggere e crollare dopo dieci minuti in coma profondo.
— Ecco questo programma mi piace. Buona notte Bells.
— Notte sceriffo — sono così orgogliosa di lui. È andato avanti e da semplice poliziotto è finalmente stato nominato sceriffo. Papà merita di essere felice.
— Ti voglio bene — mi dice con tono dolce, mi sembra di averlo affianco e che mi stia abbracciando.
Ma che... “mi sembra di averlo affianco e che mi sembra che mi stia abbracciando?”... Da quando sono così sdolcinata?!
— Anch’io.
Siamo solo io e lui ma va benissimo così. Stiamo bene.
Pulisco la cucina e preparo la colazione per domani a papà. Finito, a mano a mano spengo tutte le luci del piano terra e dopo un’ultima occhiata al salotto vuoto salgo in camera.
 
Una classica camera da adolescente americana. Un armadio a due ante, un letto da una piazza e mezza, una scrivania vicino al letto con il mio fidato Mac e a fianco una libreria piena di libri che spaziano dal classico al moderno, di tutti i generi.
Rabbrividisco a causa dell’aria fredda della sera che entra dalla finestra mezza aperta. La chiudo e il mio occhio cade sulla lavagna in sughero a fianco di essa. C’è la mia vita su quel quadrato. Io, io e Jake, Forks, La Push, il vecchio Croy; un bellissimo pastore tedesco che mi avevano regalato quando avevo otto anni; Billy, io con Rachel e Rebecca, io e papà; alcune sono piegate a metà . Al centro spicca la foto, dove siamo ritratti io e papà in una domenica di pesca. Io sono seduta sulle sue gambe, avevo circa cinque anni quando è stata scattata, l’enorme sorriso mostra il buco lasciato dal dente che mi era caduto il giorno prima. A destra, a fianco di papà, è seduto Jake, che sorride alla telecamera. Ero così felice perché quel giorno lo avremmo passato tutti insieme. Poi il mio sguardo si posa su un braccio che è proteso verso il piccolo fuocherello nel mezzo del gruppo, lo seguo fino a che non s’interrompe. La foto è piegata in modo da nascondere tutta la parte sinistra. È doloroso ricordare, e nessuno sa quanto lo vorrei, una volta ho anche pensato di pestarmi la testa con qualcosa di tanto pesante da provocarmi un colpo tanto forte da farmi dimenticare tutto.
 
Rilascio un lungo sospiro e decido di andare a dormire. Una volta sotto le coperte spengo la piccola abat-jour poggiata sul comodino e mi nascondo sotto le coperte.
Le mie giornate sono più o meno sempre uguali. Una classica vita americana.
Classica, appunto.
 
Troppo classica per qualcuno.
 
 
 
___________________________________________________________________ 
Se siete arrivate fino a qui e decidete di continuare grazie^^E' possibile che dietro l'episodio del divano ci sia un esperienza diretta dell'autrice, che per evitare una ramanzina è corsa in bagno col suo amico a bagnarsi il viso per far credere di aver pianto...ma dico forse : )
Spero di leggere qualche vostro parere sulla storia o su questa Bella e il suo contorto mondo. Che idea vi siete fatte di lei? L'avete compresa almeno un po o ho fatto solo un pasticcio?


 

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La donna giusta - Ultimo capitolo
Ancora prima di formulare un pensiero, il mio corpo scatta e il cervello da ordine ai piedi di muoversi e con l'ombrello copro la sua esile figura. Il suo profumo mi colpisce come un pugno in faccia, mi beo di quel momento.
Il mio corpo freme di desiderio, ne vuole di più, sempre di più, desidera un contatto più profondo, desidera prenderla e portarla in un posto solo per noi, dove lei é solo mia, dove io sono solo suo, dove lei suona solo per me.
- bisogno di aiuto signorina? - dico con voce resa roca dal turbinio di emozioni che sono in atto dentro di me.
Passione. Desiderio. Bramosia. Dolcezza. Tenerezza. Senso di protezione. Possesso. Devozione.
I suoi occhi, blu come un cielo d'estate, incatenano i miei e non posso impedire alla mia mente di ritornare al primo giorno che la vidi.
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Rosso ] [ Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale ] [ Capitoli: 5 ]   
[ Pubblicata: 11/05/11 ] [ Aggiornata: 25/08/11 ] [ Note: Nessuna ] [ In corso ]
[ Categoria: Storie originali > Romantico ] [ Leggi le 6 recensioni ]

    La Bella Italia 
E se qualcosa non va come la Meyer ha deciso? E se Edward, dopo aver salvato Bella e dopo averla convinta a cenare alla "Bella Italia" incontrasse qualcuno che cambia le carte in tavola?
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Verde ] [ Genere: Generale ] [ Capitoli: 1 ] [ Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Sorpresa ] 
[ Pubblicata: 22/08/11 ] [ Aggiornata: 22/08/11 ] [ Note: Drabble ] [ Completa ]
[ Categoria: Libri > Twilight ] [ Contesto: Twilight ] [ Leggi le 2 recensioni ]

    Buttare via tutto, e di nuovo ricominciare Ultimo capitolo
lei era il bersaglio degli scherzi di lui, lei una bimba timida e ciocciottella che vedeva in lui il suo peggiore incubo. Che succede se lei se ne va, per tornare solo otto anni dopo? è tutto come prima o per una qualche ragione nascerà qualcosa di bello?
Dal capitolo:
Lei che stava porgendo la mano si blocca come fulminata- I-Ian?- la guardo interrogativo non capendo il suo cambiamento repentino, che le è preso? 
Si schiarisce la gola - Ian…Knight?- a quanto pare le hanno già parlato di me. Sorrido strafottente.
-il solo ed unico- sbianca completamente.
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Arancione ] [ Genere: Romantico ] [ Capitoli: 11 ]   
[ Pubblicata: 27/03/11 ] [ Aggiornata: 21/08/11 ] [ Note: Nessuna ] [ In corso ]
[ Categoria: Storie originali > Romantico ] [ Leggi le 12 recensioni ]

    In barca a vela controvento 
- ONE SHOT DELL'ESTATE -
Un viaggio in solitaria che porterà una ragazza alla scoperta di un mondo che neanche immaginava. Quello che pensava fosse solo una favola per bambini è in realtà un mondo nascosto, ai più. Un'avventura che la porterà a conoscere qualcuno che le mostrerà questo misterioso nuovo mondo.
Dalla storia:
Giocherellai con la piccola collana che portavo al collo. Era molto semplice, fatta con frammenti di corallo rosso da cui pendeva una metà di conchiglia, simile al nautilus, ma più piccola, e al centro una bellissima perla. Non so com’era possibile, ma questa cambiava colore in continuazione, col tempo avevo associato la cosa all’influenza dell’umore, come quegli anelli che vedono lungo le spiagge o nei negozi di souvenir. Ogni volta che provavo forti emozioni, il suo colore cambiava.
Come ne ero venuta in possesso? Beh, questa è una bella storia.
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Arancione ] [ Genere: Avventura, Fantasy, Romantico ] [ Capitoli: 1 ]   
[ Pubblicata: 19/08/11 ] [ Aggiornata: 19/08/11 ] [ Note: One-shot ] [ Completa ]
[ Categoria: Storie originali > Soprannaturale ] [ Leggi le 1 recensioni ]

    La promessa di una bestia 
Extra dalla mia storia "Beastly". Daniel è un vampiro da molti secoli condannato a una vita di tenebre contro la sua volontà. E' una bestia. Tutto cambia quando, lungo il suo cammino incontra Isabel, giovane matricola della Dartmouth.
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Giallo ] [ Genere: Romantico, Sentimentale, Sovrannaturale ] [ Capitoli: 1 ]   
[ Pubblicata: 14/08/11 ] [ Aggiornata: 14/08/11 ] [ Note: Missing Moments ] [ Completa ]
[ Categoria: Storie originali > Soprannaturale > Vampiri ] [ Leggi le 1 recensioni ]

    Shade-Tolerant 
CONCORSO ONE SHOT DELL'ESTATE
Ho pensato a come deve essere passare le vacanze estive per una persona che non può, per cause di forza maggiore, passare una giornata sotto il sole come fanno tutti ed è uscito questo...spero vi piaccia^^
Dal capitolo:
Sognavo che un giorno avrei potuto correre sotto il sole, andare alla spiaggia a nuotare e poi asciugarmi sulla sabbia, pranzare in un parco mentre i raggi del sole sfioravano la mia pelle come delle carezze. Un sole che mi era amico insomma. Ma la realtà era ben diversa.
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Giallo ] [ Genere: Generale, Sentimentale ] [ Capitoli: 1 ] [ Personaggi: Bella/Edward ] 
[ Pubblicata: 25/07/11 ] [ Aggiornata: 25/07/11 ] [ Note: One-shot ] [ Completa ]
[ Categoria: Libri > Twilight ] [ Contesto: Nessun libro/film ] [ Leggi le 6 recensioni ]

    La mia piccola fifona 
- Oddio!oddio! Edward ho paura - mormorai avvinghiandomi al braccio del mio ragazzo.
Mi aveva convinto a entrare in quell’edificio che sembrava aver scritto a caratteri cubitali “abbandonate ogni speranza voi che entrate” ma che il mio adorato ragazzo, a quanto pare, non aveva visto. Dovrò suggerirgli una visita dall’oculista mi appuntai mentalmente una volta che saremmo usciti da quell’inferno.
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Verde ] [ Genere: Commedia ] [ Capitoli: 1 ] [ Personaggi: Bella/Edward ] 
[ Pubblicata: 02/07/11 ] [ Aggiornata: 02/07/11 ] [ Note: One-shot ] [ Completa ]
[ Categoria: Libri > Twilight ] [ Contesto: Nessun libro/film ] [ Leggi le 3 recensioni ]

    Beastly - Ultimo capitolo
Ispirato alla Bella e la Bestia.... Isabel sta per partire per l'università dove farà nuove conoscenze, nuove amicizie e qualcosa di più.... ma non tutto è come sembra.
Dal capitolo:
Isabel s’imbarcò sull’aereo con sentimenti contrastanti. 
Gioia, per l’inizio di una nuova esperienza. Tristezza, per dover salutare suo padre e i luoghi dove era cresciuta e che l’avevano fatta sentire al sicuro. Timore, perché aveva come il presentimento che qualcosa sarebbe successo e che questo le avrebbe sconvolto l’esistenza, in bene o in male ancora non lo sapeva.
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Arancione ] [ Genere: Mistero, Romantico ] [ Capitoli: 4 ]   
[ Pubblicata: 05/06/11 ] [ Aggiornata: 08/06/11 ] [ Note: Nessuna ] [ Completa ]
[ Categoria: Storie originali > Soprannaturale > Vampiri ] [ Leggi le 3 recensioni ]

    Red Fairytale - Ultimo capitolo
C’era una volta una bambina tanto vivace quanto sbadata, correva sempre anche per andare da una stanza all’altra, i genitori non sapevano come farla stare ferma soprattutto perché aveva la tendenza a sbattere contro oggetti fermi e inciampare sui suoi stessi piedini ed erano preoccupati che potesse farsi molto male, ma la amavano tanto e quando la vedevano a terra a piangere per l’ennesima caduta la rassicuravano e le davano un bacino sulla bua per fargliela passare e la piccolina rassicurata tornava felice a saltellare per la casa o il giardino mentre i genitori amorevoli, aspettavano la successiva caduta.
In un girono di fine giugno correva nei campi col suo fratellone, quando….
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Verde ] [ Genere: Generale ] [ Capitoli: 3 ] [ Personaggi: Bella/Edward, Un po' tutti ] 
[ Pubblicata: 30/04/11 ] [ Aggiornata: 03/05/11 ] [ Note: Nessuna ] [ Completa ]
[ Categoria: Libri > Twilight ] [ Contesto: Nessun libro/film ] [ Leggi le 16 recensioni ]

    Chi l'ha vista? 
“Ennesima tragedia! " così ha esordito questa mattina Emilio Fede al TG4.
Non vuole essere offensiva o altro è solo una cavolata scritta dopo aver visto "una notte al museo 2" dove i doppiatori italiani hanno modificato alcune battute
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Verde ] [ Genere: Demenziale ] [ Capitoli: 1 ]   
[ Pubblicata: 24/04/11 ] [ Aggiornata: 24/04/11 ] [ Note: One-shot ] [ Completa ]
[ Categoria: Storie originali > Comico ] [ Leggi le 4 recensioni ]

    La ragazza che viaggia nel tempo - Ultimo capitolo
Non ha mai rischiato tanto, ma è la prima volta che si trova in una situazione simile e ha come il presentimento che qualcosa debba accadere e così rimane a guardare.
Sa chi è quella ragazza, poco più grande di lei, vestita secondo la moda della metà dell’ottocento, oh si…lo sapeva bene.
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Arancione ] [ Genere: Azione ] [ Capitoli: 4 ]   
[ Pubblicata: 28/03/11 ] [ Aggiornata: 16/04/11 ] [ Note: Nessuna ] [ In corso ]
[ Categoria: Storie originali > Fantasy ] [ Leggi le 1 recensioni ]

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Capitolo 6
*** …: Chi è Jake? :… ***


Ciao a tutti!! Come va? eccomi con un nuovo capitolo. Nell'ultimo abbiamo dato una sbirciatina nella mente de Bella con questo torniamo al nostro Edward e "il giorno dopo". Sono troppo stanca per dire altro quindi vi lascio alla lettura del capitolo e spero di leggere qualche vostro pensiero. RAGAZZE SIENTE TANTE COMMENTATE! non mordo nessuno o se volete chiamo Robert e lo fa lui per me^^
Graize 1000 alle 5 favolose ragazze che hanno recensito lo scorso capitolo.

p.s: a chi interessa ho iniziato la stesura per un secondo capitolo di shade-tolerant, dove mi porterà non lo so nemmeno io ma oggi è arrivata un po di ispirazione inaspettata e mi sono messa a scrivere... sperando di non fare danni : )
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…: Chi è Jake? :…

 
 
Sette e quarantacinque.
Sette e cinquanta.
Sette e cinquantacinque.
 
Ma dove diavolo è finita quella ragazza! Ha detto che passava lei.
— Edward? Sicuro che ti ha detto di passare? — stranamente Alice è già pronta. Quando le ho detto che Isabella sarebbe passata a prenderci ha fatto i salti di gioia ma ora la sua espressione è dubbiosa e triste.
— Non sono stupido Alice! È lei che si è proposta — sbotto sistemandomi meglio sulla poltrona del salotto. La stiamo aspettando da un quarto d’ora buono. Rosalie è già passata a prendere Emmet per portarlo al centro dell’ospedale in cui aiuteranno mio fratello a migliorare la sua condizione. In questi anni ha fatto enormi progressi ma è da più di un anno che la situazione è in stallo e in certi casi sembra degenerare.
— Ragazzi io devo andare, — mamma fa la sua comparsa in salotto, sotto braccio diversi rotoli e una ventiquattro ore in mano in cui sta cercando qualcosa, — sicuri di non volere un passaggio? Forse la vostra amica è stata male e non ha potuto avvisarvi.
La mia mente inizia, però, ad andare in tutt’altra direzione. Forse si è dimenticata o ancora ci ha ripensato e non vuole avere niente a che fare con me ma, appena finisco di formulare questi pensieri, sento una macchina fermarsi davanti a vialetto e suonare il clacson ripetutamente. Adesso è lei quella che ha fretta?
— È arrivata! — dico felice che i miei sospetti siano infondati. Velocemente salutiamo mamma e raggiungiamo Isabella che nel frattempo ha già girato la macchina per uscire.
Il sedile del passeggero è piegato in avanti, così quando apro la porta Alice può fiondarsi subito dietro e tempestarla con la sua esuberanza.
— Ciao Isabella! Non abbiamo ancora avuto il piacere di presentarci — dice fulminandomi con lo sguardo quando salgo in macchina. Che ho fatto?
— Io sono Alice, è un piacere conoscerti finalmente. Siamo nella stessa classe di matematica, ginnastica, storia e biologia — perché Alice ha tute queste lezioni in comune con lei ed io solo l’ultima?
Isabella la guarda stordita dallo specchietto revisore, forse non ha capito neanche una parola di quello che ha detto. Alice tende a parlare a macchinetta quando è eccitata per qualcosa.
— Piacere di conoscerti Alice — mormora prima di ripartire.
— Ciao Isabella — la saluto per palesarle la mia presenza. Lei sposta lo sguardo su di me riservandomi un sorriso appena accennato.
Ha i capelli legati in una coda alta, che ha l’effetto di allungare il suo viso che porta ancora i segni del sonno. Nemmeno un filo di trucco a coprire la sua pelle, già bella di suo. Mi sono sempre piaciute le ragazze acqua e sapone.
— Come fa a essere così attiva a quest’ora del mattino? — mi domanda sconcertata.
Mi limito a un’alzata di spalle. Alice è Alice, spero solo che Isabella non si penta di tutto a causa dell’esuberanza di mia sorella…
 
La macchina scivola sull’asfalto delle strade senza trovare intoppi ma continua a guardare l’orologio, sono le otto e cinque e noi siamo a metà strada.
— Arriveremo in tempo Edward, conosco una scorciatoia — mi dice Isabella avendo notato il mio continuo tener sotto controllo l’orologio.
— Eddy ha l’ossessione di arrivare puntuale — esclama Alice sistemando la testa in mezzo tra me e Isabella. La fulmino con lo sguardo appena pronuncia quello stupido nomignolo. Quando era piccola e faceva fatica a pronunciare le lettere mi aveva iniziato a chiamarmi così e, se all’inizio potevo accettarlo ora proprio no.
— Non pensavo fossi così secchione Eddy —  incalza Isabella con un sorriso divertito sulle labbra. E ti pareva se non ne approfittava.
— Non sono un secchione. Semplicemente amo essere puntuale in tutto quello che faccio. E semettetela di chiamarmi Eddy — protesto imbronciandomi. Alice e Isabella si guardano dallo specchietto retrovisore prima di iniziare a ridere. Che c’è di male a rispettare gli orari?
Dopo alcuni metri imbocca una stradina sulla destra.
— Isabella non puoi entrare è a senso unico — le dico allarmato dopo aver visto il cartello di divieto.
— Rilassati, qui non passa mai nessuno e poi sono pochi metri. Ti permette di tagliare tutta la strada e arrivare in metà del tempo.
E infatti è così, alle otto e dieci siamo nel parcheggio del liceo e la campanella non è ancora suonata.
— Visto? — esclama soddisfatta di se.
— Confetto che non avrei mai pensato di arrivare in tempo con una macchina come questa — le dico impressionato. Lei mi guarda accigliata.
— Questa non è una macchina. Questa è LA macchina — dice accarezzando materna il volante. Solo ora mi soffermo sulla sua macchina. Non ci ho mai capito molto in effetti, ma questa deve essere molto vecchia, l’interno è come quei modelli di macchine degli anni sessanta o settanta e anche la linea è molto vecchia.
Isabella scende, subito imitata da me che abbassando il sedile davanti, aiuto Alice a scendere.
— Ci vediamo a lezione Isabella — la saluta prima di raggiungere Jasper che la attende all’ingresso dell’edificio.
— Non vedo l’ora — mormora quando ormai Alice è lontana.
— E che macinino sarebbe questa? — le chiedo sghignazzando.
— Questa — enfatizza accarezzando la carrozzeria — è una Mustang Convertible del 1973. Era un rottame quando l’ho presa e ora è un gioiello! — mi rimbecca orgogliosa del suo mezzo di trasporto.
 

 
— E l’hai sistemata tu? — le chiedo mentre ci incamminiamo verso l’ingresso. È raro trovare delle ragazza a cui piacciono le macchine e ne parlano con tanto entusiasmo.
— Con l’aiuto di un mio amico — risponde concisa.
— Allora hai degli amici! — dico ridacchiando, anche se un senso di fastidio m’invade nel sapere che un ragazzo l’ha aiutata.
— Sorprendente vero?
 
Appena suona la campanella della pausa pranzo schizzo fuori dalla classe senza ascoltare gli ultimi avvisi della professoressa.
Mi piazzo davanti all’ingresso della mensa ad aspettare le ragazze e non devo attendere molto perché la chioma nera e sbarazzina di Alice compare all’orizzonte, seguita da quella bionda e leonina di Jasper.
Mi apro in un enorme sorriso in trepida attesa di scorgerla ma piano, piano, il sorriso scompare con la consapevolezza che lei non c’è.
— Edward! Ma Isabella non è con te? — mi chiede Alice guardandosi in giro con aria interrogativa.
— Alice, avevate lezione insieme. Come fa a essere con me? — le chiedo iniziando a preoccuparmi.
— Strano… L’ho vista uscire di corsa e pensavo stesse correndo tra le tue braccia — dice con fare malizioso. Io avvampo per l’imbarazzo.
Nella mia mente si forma l’immagine di Isabella che corre verso di me, tutto si svolge a rallentatore, come in quei film sdolcinati che ti fanno venire il diabete al solo pensarci, il sorriso che le increspa le labbra, i capelli che fluttuano attorno al suo viso arrossato. Il suo petto che si alza e si abbassa. No! Basta!
Scuoto la testa con forza per scacciare tutti quei pensieri assurdi.
— Okay, allora vado un attimo in biblioteca a portare un libro e vi raggiungo — dico sconsolato mentre attraverso controcorrente il mare di ragazzi che si riversano nella mensa.
 
Come solito, la biblioteca è deserta. Consegno il libro a Mr. Carter, che non perde neanche tempo ad alzare  la testa per vedere chi gli abbia consegnato il libro e mi infilo nel corridoio di storia, alla ricerca di un libro per la ricerca su Cesare.
Cammino tranquillamente tra gli scaffali leggendo i dorsi di libri, quando inciampo su qualcosa e finisco rovinosamente a terra.
— Cavolo Eddy! Sembri la Stanley quando le si rompe un’unghia! — esordisce una voce alquanto familiare.
— Isabella!
Lei è placidamente seduta per terra le gambe distese che bloccano il corridoio e mi guarda accigliata. Sono io quello che dovrebbe avere da ridire!
— Avrei potuto ammazzarmi! — bisbiglio per non disturbare le persone che stanno frequentando la biblioteca. Anche se dubito fortemente che ci sia qualcuno oltre a noi.
— Sei tu che non stai attento a dove vai — cosa?! — come Talete che osservava gli astri tenendo lo sguardo sempre rivolto al cielo e mai alla terra e per questo cadde in un pozzo.
— Beh grazie per questa breve lezione di filosofia… — dico sistemandomi al suo fianco — ma che fai qui? Ti aspettavo a mensa.
— Mi sto nascondendo dalla principessina — borbotta ritornando a leggere il libro. Cime tempestose.
— Chi?
— Tua sorella! Non mi ha lasciato in pace neanche un momento! È peggio del coniglio della Duracel! — scoppio a ridere per il paragone. Alice con le orecchie rosa che saltella in giro. Forse è meglio che non lo venga a sapere, si potrebbe offendere.
— Pensa che io l’ho in casa tutti i giorni — dico dopo che mi sono ripreso. La vedo accennare un sorriso di compatimento.
Passammo diversi minuti in religioso silenzio, non sapevo che dire mentre lei sembra essersi dimenticata di me tanto è presa dal libro.
— Senti…
— Per la macchina…
Abbiamo iniziato a parlare entrambi nello stesso momento e per l’assurdità della situazione ridiamo entrambi. Purtroppo questa volta le nostre risa attirano l’attenzione di Mr. Carter che ci raggiunge e ci intima di lasciare la stanza. Allora quell’uomo non è attaccato alla sedia… avevo iniziato a pensare che fossero un tutt’uno.
 
I corridoi sono deserti, Isabella mi guida in silenzio, non so dove stiamo andando ma la lascio fare senza fare domande. Arriviamo alla fine di un corridoio su cui si affacciano due porte. Su una, c’è un cartello che indica “ripostiglio”, l’altra, è una porta di legno con un’apertura, coperta da un vetro opaco, nel mezzo. Isabella armeggia con la sua tracolla e ne estrae un portachiavi da cui pende un mazzo di chiavi poco voluminoso. Infila una chiave e la serratura scatta.
— Non voglio sapere come tu sia entrata in possesso di questa chiave — dico con tono sommesso per non rischiare di farmi sentire da qualche bidello. Isabella rotea gli occhi in un gesto plateale e mi incita a seguirla, dopo due rampe di scale arriviamo in un grande terrazzo pieno di piante e fiori. E chi lo sapeva che la Forks High School, avesse una mini serra sul tetto.
Isabella sembra essere a suo agio, come se ci venisse spesso, poggia la borsa su un tavolo e sicura si dirige verso quello che sembra un frigorifero. C’era dentro di tutto: prosciutto, formaggio a fette, coca, frutta,…
— Perché noi mangiamo quelle schifezze e qui c’è tutto questo ben di Dio? — chiedo retorico mentre mi metto dietro di lei per osservarla armeggiare con i cibi.
— Sono tutti per il corpo insegnanti. I bidelli tengono qui le cose per loro o i professori. Le schifezze le lasciano a noi.
— Sei una ladra — scherzo mentre vado alla ricerca di un coltello e dei tovaglioli.
Isabella, tira fuori dell’affettato e del formaggio, li appoggia sul tavolo, apre un’anta e ne tira fuori del pane per i tramezzini e torna al tavolo.
— Non è vero. — dice indignata — Semplicemente, mi prendo quello che mi spetta. E ora dammi una mano — e ridendo l’aiuto.
Cinque minuti dopo, stiamo mangiando tranquillamente seduti per terra.
— Prima che volevi dirmi? — le chiedo ricordandomi di quello che è successo alla biblioteca.
— Oh sì, per la macchina se vuoi, Jake potrebbe venire a controllarla alla fine delle lezioni — dice girandosi per osservarmi in viso. Io sono bloccato col tramezzino sospeso a mezz’aria e la bocca spalancata per addentarne un pezzo.
— Allora? — mi chiede interrogativa. Sul suo viso si alternano dubbio e imbarazzo.
— Io non so… insomma… — balbetto intanto che il mio cervello sta realizzando che Isabella si sia appena preoccupata per me. Un momento ma chi è Jake?
— Chi è Jake? — domando estraniando i miei pensieri. 
— È l’amico che mi sopporta, — dice alludendo alla conversazione di questa mattina, — non dovresti pagare nulla…ti posso assicurare che è bravo come meccanico. Ma se non vuoi, è un'altra cosa.
— No certo che va bene. Grazie.
— Invece tu? Che volevi chiedermi? — cosa volevo dirle? Non me lo ricordavo, volevo solo rompere quel silenzio che stava iniziando a essere stretto.
— Nulla d’importante — dico scuotendo la testa e ricominciando a mangiare il panino. Mangiamo chiacchierando del più e del meno, professori, compagni di classe.
 
— Sai… — dico imboccando l’ultimo pezzo di panino e finendo la coca cola —Dovresti sentire cosa dice la gente su di te — questa mattina Ben e Tyler mi hanno affiancato a educazione fisica e mi hanno gentilmente aggiornato sulle voci che circola su di lei. Tutte delle stupidaggini, dette da gente troppo stupida per essere tenuta in conto.
­— Beh allora cosa stai facendo seduto qua?
 
— Tu mi hai detto di seguirti.
— E tu potevi dire di no.

— E perdermi questo posto e questo tavolo — dico indicandolo, —è un bel tavolo. Di cosa pensi sia fatto? Plastica ricavata dalle patate e mais, secondo la politica ecologista della scuola?
Isabella mi guarda di sottecchi prima di scuotere la testa divertita dalla mia scenetta. 
— Allora, — incalzo, sitemandomi meglio sulla sedia e incrociando le braccia sul tavolo, — il polizziotto ucciso?
— Una falsità. Si è trasferito in Ohio — dice imitando la mia postura e sporgendosi verso di me. Pochi centimetri dividono i nostri volti.
— La macchina di Eric?
— Per favore. Avevo le chiavi in mano e accidentalmente le ho sfrisate su tutta l’intelaiatura della macchina. È stato un incidente! — la guardo sbigottito per un paio di secondi. Questa ragazza è incredibile.
— Okay, e le palle di Mike Newton? — quando Ben me l’ha detto ho riso per un ora intera. Se è vero, gli farò una statua gigante.
— Oh, quello è vero. Ma se lo meritava, ha allungato troppo le mani — esibendosi in un broncio infastidito. Il mio viso si tende in uno sguardo severo e rabbioso.
— Hai fatto bene — dico infine con tono neutro. Inizio a giocherellare con il tappo della bottiglia. Al solo pensiero di quel verme che le mette le mani addosso mi prudono le mani e non sono mai stato una persona violenta.
 
— In giro si dice che tu ti sia trasferito qui perché a Chicago hai girato un film porno e i tuoi hanno deciso di cambiare città per le troppe voci — dichiara di punto in bianco.
— COSA! — lo urlo, la voce più alta di otto ottave. Ma che diavolo passa per la testa di questa gente?
— Oh sì, dicono che sei molto dotato... e forse è anche per questo che hai avuto tutto questo successo.
— Ma non è vero — protesto indignato e imbarazzato, molto imbarazzato.
— Cosa? Il film porno? — la cosa che più mi lascia basito è che lo dice con una tale serietà che mi lascia senza parole. La fulmino con lo sguardo.
— Neanche che sei dotato? — mi chiede maliziosa.
— Quindi non è vero? Dannazione — sibila, schioccando le dita — Ti ho avvicinato per nulla…
Isabella fa una faccia scioccata e delusa, 
inutilmente cerco di incendiarla con lo sguardo. Al diavolo chi dice che uno sguardo può uccidere.
— Isabella!
È stata una pessima uscita, ma questo non sembra toccarla, anzi, se possibile aumenta la sua ilarità.
Come siamo arrivati a parlare dei miei gioielli di famiglia?

 
— Allora è arrivato? — le chiedo per l’ennesima volta e per l’ennesima volta lei m’intima di stare zitto e aspettare. Stiamo aspettando questo Jake da più di un quarto d’ora e il parcheggio ormai è deserto.
— Va a scuola a La Push dagli il tempo di arrivare.
In quel momento sentiamo un rombo e una moto fare il suo ingresso nel parcheggio. Davanti a me si staglia un ragazzo alto più di un metro e novanta, muscoloso e dalla pelle dalla tonalità color ruggine. Indossa un paio di Jeans malridotti e degli stivali marroni ai piedi. appena toglie il casco posso esaminarne il viso. Ha lineamenti regolai e zigomi sporgenti e con il mento un po' arrotondato, gli occhi neri come i capelli, lunghi e lucidi raccolti in una coda di cavallo. Ha l’aria simpatica ma, non so perché, mi da fastidio la sua vicinanza, il suo modo di sorridere a Isabella, il modo in cui la guarda e di come la abbraccia. Abbraccia? No, non va bene! quando l’ha raggiunto?
— Allora Bella, dov’è la paziente? — sconsolato realizzo che lui ha il permesso di chiamarla Bella e da come si comportano devono essere molto legati, Isabella non ha quell’aria distaccata e indifferente che spesso ha con me. Quella che ho avanti in questo momento, quella che sta spiegando al suo amico i problemi della mia macchina, è un’altra persona. Allegra, solare, incredibilmente gentile e affettuosa. È quella la vera te, Isabella?
— Ecco fatto amico. La tua macchina è come nuova. Non era un problema grave ma sicuramente da un meccanico avresti pagato un bel po' di soldi — esclama soddisfatto chiudendo il cofano.
— Sei stato fatastico Jake! Grazie del tuo aiuto — “sei stato fantastico Jake…”, “sei incredibile Jake…”, “grazie del tuo aiuto Jake…”, “figurati Bella faccio tutto se me lo chiedi…” e bla,bla,bla,… Sarei capace anche io di fare quelle cose se solo ci capissi qualcosa di auto, penso imbronciato mentre li osservo ridere e scherzare. Ma con comodo, fate come se non esistessi!
 
— Siete molto legati — borbotto quando questo il soggetto sotto inteso si è allontanato rombando sulla suo moto rossa fiammante.
— Siamo spiriti affini — risponde con noncuranza dopo essersi voltata nella mia direzione. Finalmente oserei dire.
— State insieme? — incalzo interrogativo.
— Oh no…ci scanneremmo. Non dureremmo neanche tre giorni — risponde sghignazzando. La sua confessione mi alleggerisce il peso sul cuore.
— Ma sembrate molto legati? — insisto.
— È come un fratello per me — confessa con una nota di dolcezza nella voce. Poi come riscossasi dal torpore, mi guarda stralunata e la maschera di distacco torna al suo posto. Riuscirai a mostrarmi quel sorriso che hai riservato a Jake.
— Bene. ora vado, ci vediamo domani — e si allontana rapida verso la sua macchina.
— Mi dai il tuo numero? — urlo per fermarla. Lei si blocca e si gira lentamente verso di me.
— Perché?
— Beh se ho bisogno di qualcuno che mi salvi so chi chiamare — rispondo ammiccando. Mi guarda sospettosa prima di riservarmi un sorriso velato da una lieve ironia.
— D’accordo principessina. Se avrai bisogno il tuo prode cavaliere arriverà in tuo soccorso — dice punzecchiandomi. Sorrido felice mentre le porgo il mio cellulare per farle scrivere il mio numero. Lei, mi osserva per un attivo imbambolata, per poi abbassare lo sguardo sul telefonino e scrivere il suo numero. Posso giurare di aver visto del rosso colorare le sue guance.
 
 
 
 
 
 
 
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 Toc....Toc... c'è nessuno? Spero di si comunque grazie per aver letto^^
Alla prossima!
 
 

 
 SPAZIO PUBBLICITARIO:



La donna giusta - Ultimo capitolo
Ancora prima di formulare un pensiero, il mio corpo scatta e il cervello da ordine ai piedi di muoversi e con l'ombrello copro la sua esile figura. Il suo profumo mi colpisce come un pugno in faccia, mi beo di quel momento.
Il mio corpo freme di desiderio, ne vuole di più, sempre di più, desidera un contatto più profondo, desidera prenderla e portarla in un posto solo per noi, dove lei é solo mia, dove io sono solo suo, dove lei suona solo per me.
- bisogno di aiuto signorina? - dico con voce resa roca dal turbinio di emozioni che sono in atto dentro di me.
Passione. Desiderio. Bramosia. Dolcezza. Tenerezza. Senso di protezione. Possesso. Devozione.
I suoi occhi, blu come un cielo d'estate, incatenano i miei e non posso impedire alla mia mente di ritornare al primo giorno che la vidi.
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Rosso ] [ Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale ] [ Capitoli: 5 ]   
[ Pubblicata: 11/05/11 ] [ Aggiornata: 25/08/11 ] [ Note: Nessuna ] [ In corso ]
[ Categoria: Storie originali > Romantico ] [ Leggi le 7 recensioni ]

    La Bella Italia 
E se qualcosa non va come la Meyer ha deciso? E se Edward, dopo aver salvato Bella e dopo averla convinta a cenare alla "Bella Italia" incontrasse qualcuno che cambia le carte in tavola?
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Verde ] [ Genere: Generale ] [ Capitoli: 1 ] [ Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Sorpresa ] 
[ Pubblicata: 22/08/11 ] [ Aggiornata: 22/08/11 ] [ Note: Drabble ] [ Completa ]
[ Categoria: Libri > Twilight ] [ Contesto: Twilight ] [ Leggi le 2 recensioni ]

    Buttare via tutto, e di nuovo ricominciare Ultimo capitolo
lei era il bersaglio degli scherzi di lui, lei una bimba timida e ciocciottella che vedeva in lui il suo peggiore incubo. Che succede se lei se ne va, per tornare solo otto anni dopo? è tutto come prima o per una qualche ragione nascerà qualcosa di bello?
Dal capitolo:
Lei che stava porgendo la mano si blocca come fulminata- I-Ian?- la guardo interrogativo non capendo il suo cambiamento repentino, che le è preso? 
Si schiarisce la gola - Ian…Knight?- a quanto pare le hanno già parlato di me. Sorrido strafottente.
-il solo ed unico- sbianca completamente.
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Arancione ] [ Genere: Romantico ] [ Capitoli: 11 ]   
[ Pubblicata: 27/03/11 ] [ Aggiornata: 21/08/11 ] [ Note: Nessuna ] [ In corso ]
[ Categoria: Storie originali > Romantico ] [ Leggi le 12 recensioni ]

    In barca a vela controvento 
- ONE SHOT DELL'ESTATE -
Un viaggio in solitaria che porterà una ragazza alla scoperta di un mondo che neanche immaginava. Quello che pensava fosse solo una favola per bambini è in realtà un mondo nascosto, ai più. Un'avventura che la porterà a conoscere qualcuno che le mostrerà questo misterioso nuovo mondo.
Dalla storia:
Giocherellai con la piccola collana che portavo al collo. Era molto semplice, fatta con frammenti di corallo rosso da cui pendeva una metà di conchiglia, simile al nautilus, ma più piccola, e al centro una bellissima perla. Non so com’era possibile, ma questa cambiava colore in continuazione, col tempo avevo associato la cosa all’influenza dell’umore, come quegli anelli che vedono lungo le spiagge o nei negozi di souvenir. Ogni volta che provavo forti emozioni, il suo colore cambiava.
Come ne ero venuta in possesso? Beh, questa è una bella storia.
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Arancione ] [ Genere: Avventura, Fantasy, Romantico ] [ Capitoli: 1 ]   
[ Pubblicata: 19/08/11 ] [ Aggiornata: 19/08/11 ] [ Note: One-shot ] [ Completa ]
[ Categoria: Storie originali > Soprannaturale ] [ Leggi le 1 recensioni ]

    La promessa di una bestia 
Extra dalla mia storia "Beastly". Daniel è un vampiro da molti secoli condannato a una vita di tenebre contro la sua volontà. E' una bestia. Tutto cambia quando, lungo il suo cammino incontra Isabel, giovane matricola della Dartmouth.
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Giallo ] [ Genere: Romantico, Sentimentale, Sovrannaturale ] [ Capitoli: 1 ]   
[ Pubblicata: 14/08/11 ] [ Aggiornata: 14/08/11 ] [ Note: Missing Moments ] [ Completa ]
[ Categoria: Storie originali > Soprannaturale > Vampiri ] [ Leggi le 1 recensioni ]

    Shade-Tolerant 
CONCORSO ONE SHOT DELL'ESTATE
Ho pensato a come deve essere passare le vacanze estive per una persona che non può, per cause di forza maggiore, passare una giornata sotto il sole come fanno tutti ed è uscito questo...spero vi piaccia^^
Dal capitolo:
Sognavo che un giorno avrei potuto correre sotto il sole, andare alla spiaggia a nuotare e poi asciugarmi sulla sabbia, pranzare in un parco mentre i raggi del sole sfioravano la mia pelle come delle carezze. Un sole che mi era amico insomma. Ma la realtà era ben diversa.
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Giallo ] [ Genere: Generale, Sentimentale ] [ Capitoli: 1 ] [ Personaggi: Bella/Edward ] 
[ Pubblicata: 25/07/11 ] [ Aggiornata: 25/07/11 ] [ Note: One-shot ] [ Completa ]
[ Categoria: Libri > Twilight ] [ Contesto: Nessun libro/film ] [ Leggi le 6 recensioni ]

    La mia piccola fifona 
- Oddio!oddio! Edward ho paura - mormorai avvinghiandomi al braccio del mio ragazzo.
Mi aveva convinto a entrare in quell’edificio che sembrava aver scritto a caratteri cubitali “abbandonate ogni speranza voi che entrate” ma che il mio adorato ragazzo, a quanto pare, non aveva visto. Dovrò suggerirgli una visita dall’oculista mi appuntai mentalmente una volta che saremmo usciti da quell’inferno.
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Verde ] [ Genere: Commedia ] [ Capitoli: 1 ] [ Personaggi: Bella/Edward ] 
[ Pubblicata: 02/07/11 ] [ Aggiornata: 02/07/11 ] [ Note: One-shot ] [ Completa ]
[ Categoria: Libri > Twilight ] [ Contesto: Nessun libro/film ] [ Leggi le 3 recensioni ]

    Beastly - Ultimo capitolo
Ispirato alla Bella e la Bestia.... Isabel sta per partire per l'università dove farà nuove conoscenze, nuove amicizie e qualcosa di più.... ma non tutto è come sembra.
Dal capitolo:
Isabel s’imbarcò sull’aereo con sentimenti contrastanti. 
Gioia, per l’inizio di una nuova esperienza. Tristezza, per dover salutare suo padre e i luoghi dove era cresciuta e che l’avevano fatta sentire al sicuro. Timore, perché aveva come il presentimento che qualcosa sarebbe successo e che questo le avrebbe sconvolto l’esistenza, in bene o in male ancora non lo sapeva.
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Arancione ] [ Genere: Mistero, Romantico ] [ Capitoli: 4 ]   
[ Pubblicata: 05/06/11 ] [ Aggiornata: 08/06/11 ] [ Note: Nessuna ] [ Completa ]
[ Categoria: Storie originali > Soprannaturale > Vampiri ] [ Leggi le 3 recensioni ]

    Red Fairytale - Ultimo capitolo
C’era una volta una bambina tanto vivace quanto sbadata, correva sempre anche per andare da una stanza all’altra, i genitori non sapevano come farla stare ferma soprattutto perché aveva la tendenza a sbattere contro oggetti fermi e inciampare sui suoi stessi piedini ed erano preoccupati che potesse farsi molto male, ma la amavano tanto e quando la vedevano a terra a piangere per l’ennesima caduta la rassicuravano e le davano un bacino sulla bua per fargliela passare e la piccolina rassicurata tornava felice a saltellare per la casa o il giardino mentre i genitori amorevoli, aspettavano la successiva caduta.
In un girono di fine giugno correva nei campi col suo fratellone, quando….
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Verde ] [ Genere: Generale ] [ Capitoli: 3 ] [ Personaggi: Bella/Edward, Un po' tutti ] 
[ Pubblicata: 30/04/11 ] [ Aggiornata: 03/05/11 ] [ Note: Nessuna ] [ Completa ]
[ Categoria: Libri > Twilight ] [ Contesto: Nessun libro/film ] [ Leggi le 16 recensioni ]

    Chi l'ha vista? 
“Ennesima tragedia! " così ha esordito questa mattina Emilio Fede al TG4.
Non vuole essere offensiva o altro è solo una cavolata scritta dopo aver visto "una notte al museo 2" dove i doppiatori italiani hanno modificato alcune battute
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Verde ] [ Genere: Demenziale ] [ Capitoli: 1 ]   
[ Pubblicata: 24/04/11 ] [ Aggiornata: 24/04/11 ] [ Note: One-shot ] [ Completa ]
[ Categoria: Storie originali > Comico ] [ Leggi le 4 recensioni ]

    La ragazza che viaggia nel tempo - Ultimo capitolo
Non ha mai rischiato tanto, ma è la prima volta che si trova in una situazione simile e ha come il presentimento che qualcosa debba accadere e così rimane a guardare.
Sa chi è quella ragazza, poco più grande di lei, vestita secondo la moda della metà dell’ottocento, oh si…lo sapeva bene.
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Arancione ] [ Genere: Azione ] [ Capitoli: 4 ]   
[ Pubblicata: 28/03/11 ] [ Aggiornata: 16/04/11 ] [ Note: Nessuna ] [ In corso ]
[ Categoria: Storie originali > Fantasy ] [ Leggi le 1 recensioni ]
 

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Capitolo 7
*** …: L’amore :… ***



L'ho detto e l'ho fatto, nello scorso capitolo ho detto che le ragazze che avrebbero recensito sarebbero state morse da Rob... e ho mantenuto la promessa^^ andate in fondo e lo scoprirete^^
A chi può interessare ho iniziato una piccola ff, due o tre capitoli "Isabella and the Half-vampire" fateci un salto se vi va!


Spero di leggere qualche vostro commento^^

Ora vi lascio al capitolo



…: L’amore :…

 

Le settimane si susseguono veloci, da tre, sono in questa scuola e come aveva predetto Isabella gli agguati da parte di Jessica e la sua combriccola sono nettamente diminuiti, mentre il rapporto tra di noi sembra crescere. Isabella si lascia andare più spesso rendendomi partecipe di un lato che nasconde agli altri gelosamente, anche ad Alice, nonostante abbiamo legato molto, mantiene sempre un’aria strafottente e anche se mi dispiace per la mia sorellina, sono felice che lo faccia solo con me. Sono sempre piccole cose ma che per me hanno un enorme valore, vogliono dire che si fida.
 
Il professore inizia a parlare della corrente romantica inglese e quasi nessuno lo sta ascoltando. Prima ora e già tutti fanno i fatti loro.
Dopo dieci minuti che la lezione è iniziata, qualcuno bussa alla porta. Colpi secchi e scocciati precedono l’entrata di Isabella. Mi sistemo meglio sulla sedia guardandola interrogativo. Perché non è alla sua lezione di letteratura?
— Signorina Swan come mai nella mia classe? — le chiedeil professore visibilmente stupito.
— Sono stata spostata nella sua classe — e gli consegna un foglio — lo deve firmare perché devo riconsegnarlo alla segreteria.
— Bene allora si sieda vicino al Signor Cullen e lei Signorina Mallory venga davanti così magari presterà attenzione alla mia lezione.
La mia compagna di banco scocciata obbedisce all’ordine del professore mentre un sorriso che va da un orecchio all’altro mi si stampa sul viso.
Isabella lascia cadere le sue cose a terra e si accomoda di fianco a me sorridendomi. L’ho già detto che è bellissima con quel sorriso?
— Si può sapere che ci fai qui? — sussurro tentando di non farmi sentire dal professor Goldberg.
— Incomprensioni con la professoressa Marconi — dice tranquilla scrollando le spalle.
L’ora finisce troppo presto per i miei gusti e siamo costretti a separarci, io ho matematica lei spagnolo con Jasper ma prima di congedarci il professore ci assegna una nuova ricerca.
— Avete due settimane di tempo per preparare una ricerca sull’amore nelle diverse correnti letterarie. Il vostro compagno di lavoro sarà il vostro vicino.
— Allora quando iniziamo? — le chiedo mentre usciamo dall’aula.
— Senti ne discutiamo a mensa, ora ho un compito in classe.
— Okay, allora ci vediamo a mensa. Ti tengo il posto! — urlo per farmi sentire da lei che ormai è quasi alla fine del corridoio. Diverse persone si girano a guardarmi storto ma le ignoro.
La campanella suona una seconda volta per dare inizio all’ora successiva, conscio del fatto che il Signor Blonde è capacissimo di farci fare una verifica se anche solo uno studente entra dopo di lui, mi affretto verso la lezione successiva. Mancano tre ore all’ora di pranzo.
 
— Allora mi spieghi che è successo con la professoressa Marconi? — chiedo curioso di sapere che ha combinato per farsi trasferire in un’altra classe.
Isabella addenta un pezzo di quella che le donne della mensa hanno fatto passare per carne, nonostante non ne abbia l’aspetto, ma la sulla sua faccia si forma una smorfia di disgusto e subito le vedo bere una generosa dose di coca cola.
— Semplici divergenze di giudizio — il mio sguardo interrogativo e anche curioso la convince a continuare.
— Diciamo che non è una mossa molto intelligente dare del pervertito fiorentino a Dante quando la tua professoressa è di Firenze ed anche fan sfegatata del pervertito — pervertito fiorentino… a Dante?!
Senza riuscire a trattenermi, scoppio in una grossa risata, sinceramente non faccio neanche un tentativo per trattenermi.
— Hai finito? — mi chiede fulminandomi con lo sguardo dopo cinque minuti che continuo a ridere. Io scuoto la testa, vorrei smettere ma non ci riesco è troppo divertente!
— Scusa Bella ma è troppo divertente — dico tra una risata e l’altra mentre cerci di ridarmi un certo contegno — come fai a dare del pervertito a Dante?
Lei mi guarda stupita, la forchetta a mezz’aria e la bocca semi aperta.
— Isabella che c’è? — chiedo seriamente preoccupato, l’ilarità di prima ha lasciato il posto all’inquietudine. Lei sbatte diverse volte le palpebre come se si fosse risvegliata da un sogno.
— N… nulla, lascia stare. E comunque se leggessi le sue opere attentamente concorderesti con me — dice cambiando discorso. Mi sembra di leggere dell’ansia e dell’imbarazzo nella sua voce ma non posso insistere perché un tornado dai capelli corvini sbuca alle sue spalle facendola spaventare.
— Ciao Bella! Come è andata la mattinata? — e con grazia si siede al suo fianco mentre uno sconsolato Jasper prende posto accanto a me.
— Giuro ti attaccherò una campanella al collo, come ai gatti, così saprò quando devo darmela a gambe — nel dirlo guarda Alice di sottecchi ma come me anche lei ormai ha capito che il caratterino di Isabella è solo una maschera e che infondo le fanno piacere le sue attenzioni.
— Perché la sopporti? Insomma io sono suo fratello e non ho scelta…ma tu ti sei buttato di proposito! — domando a Jazz che guarda come me la scena, divertito.
— Per lo stesso motivo per cui tu sopporti il caratterino di Isabella. L’amore — l’ultima parola la dice al mio orecchio per non farsi sentire dalle due. Mi scosto, quanto basta per guardarlo negli occhi scioccato. Io non sono innamorato di Isabella!
Passo il resto della pausa pranzo perso nei miei pensieri, a volte vedevo Isabella lanciarmi sguardi strani ma subito distoglie lo distoglie quando incontra il mio. Distratto dalle mie riflessioni non mi accorgo che la campanella è già suonata e che sono l’unico ancora seduto al tavolo.
— Oggi sei tra le nuvole Eddy? — mi domanda divertita Isabella.
— Basta con questo Eddy, lo odio. Quando mai Alice te l’ha detto — borbotto mentre butto il pranzo nella pattumiera. Lei come risposta sghignazza.
 
Insieme ci avviamo verso la palestra.
— Perché state venendo anche voi in palestra? — chiedo realizzando solo in questo momento che Alice e Isabella dovrebbero avere matematica.
— Il professore non c’è e quindi facciamo con voi educazione fisica — spiega mia sorella felicissima.
— Alice perché tutto questo entusiasmo? Tu odi ginnastica —dice sempre che il sudore le rovina l’acconciatura.
— Sì, ma così posso vedere il mio Jazz in tuta, tutto sudato — dice maliziosa mentre vedo Jazz andare a fuoco per l’imbarazzo.
— Pensa che il tuo Jazz, lo vedranno tutto sudato e in pantaloncini, anche tutte le altre ragazze — intervenite Isabella con tono sarcastico.
Alice s’infiamma e prende a braccetto, diciamo che lo arpiona, il mio amico che scuote la testa divertito.
— Ci devono solo provare ad alzare le mani su di lui e se la dovranno vedere con Alice Marie Cullen — dice quasi ringhiando. È sempre stata una persona gelosa.
— Okay ma ora lasciagli il braccio che lo stai stritolando — dico intervenendo in soccorso del mio amico.Alice allena la presa e dopo un bacio a stampo corre negli spogliatoi femminili trainandosi dietro una poco entusiasta Isabella.
 
Sto correndo lungo la pista di atletica con Jasper, ogni tanto bullo l’occhio su Isabella e Alice le vedo parlottare e anche ridere. Isabella sembra tranquilla  e a suo agio.
 — Sai… — esordisce Jasper seguendo il mio sguardo, — Isabella si è aperta molto da quando ci sei tu.
— Cosa? Beh… Aveva solo bisogno di una spinta — dico con nonchalance, anche se dentro sto gongolando dalla gioia, è vero, non so perché ma si è fidata di me e si è lasciata andare e questo mi rende immensamente felice.
— Ti piace vero? Si vede — afferma sicuro di se.
— No Jazz… è simpatica e divertente, ma da qui a dire che mi piace… — insomma è carina, sto bene e mi sento molto legato a lei, ma posso dire di essere innamorato?
— Vedremo — mormora di rimando, prima di accelerare e lasciarmi da solo con i miei pensieri.
 
— Sono stanchissima — sbotta lasciandosi cadere sul materasso che le ragazze hanno usato per il salto in alto.
— Ma se non hai fatto nulla! — ed è vero! Ha passato l’ora seduta con Alice a guardare noi che ci allenavamo.
— Ehi, non fare nulla richiede impegno — protesta imbronciata e alzando la testa per guardarmi. Io rido e mi sdraio di fianco a lei. La palestra si è svuotata, siamo rimasti solo noi due a sistemare le palle che sono state usate per la lezione.
— Domani vieni da me per iniziare il compito? — le chiedo girando il capo per guardarla. Isabella ha gli occhi chiusi e posso ammirare il suo profilo, la fronte liscia, il piccolo naso all’insù, le labbra piene piegate in un leggero sorriso.
— Okay, per le tre va bene?
— Nessun problema. Ma ora alzati che mi devi dare una mano — le dico alzandomi e porgendole la mano per aiutarla ad alzarsi. Isabella emette uno sbuffo e afferra la mia mano.
Inizio a raccogliere le palle ma da Isabella non arriva nessun rumore, incuriosito mi giro a guardarla e la becco a guardarmi.
— Mi stai guardando il sedere? — le chiedo sinceramente divertito. Lei apre la bocca a vuoto non sapendo come comportarsi, essendo stata beccata il flagrante.
— Beh… hai un bel sedere. — risponde stizzita, — È colpa tua.
Isabella inizia a muoversi per la palestra e recuperare le palle mentre io la seguo con lo sguardo, basito.
 
— E dovevi vederla! Era così sicura di essere nel giusto — dico tra una risata e l’altra. Le risate di mamma, papà e Alice si uniscono alla mia mentre Emmet, chiuso nel suo mondo sta sezionando le verdure nel suo piatto.
— O mio Dio. Quella ragazza ha dato davvero del pervertito fiorentino a Dante?! — papà forse è il più incredulo di tutti, lui che è sempre stato serio e composto ora se potesse si rotolerebbe a terra dalle risate. — quella ragazza è incredibile, mi piacerebbe conoscerla.
— Viene domani — dico dopo essermi ripreso  — dobbiamo fare un compito per letteratura.
— Domani! Allora devo sistemare casa! È un disastro — interviene mamma entrando nel panico. È leggermente fissata con l’ordine e la precisione.
— Mamma rilassati non ci farà caso — dice Alice per rassicurarla — e poi è più che in ordine.
— Emmet ma che stai facendo?
Alice guarda incuriosita il piatto di nostro fratello. La carne è ancora intatta mentre le verdure sono divise in base al colore.
— Non erano in ordine, erano mischiate. Ora, vedi? Quelle verdi tutte insieme, le arancioni e le bianche. Sono in ordine. Verdi, arancioni e bianche. Sono separate — dice accompagnando le parole con i gesti.
— Ha senso — dico per poi rubandogli una carota non senza le sue proteste.
— Ehi! Mi hai rubato una carota! Ridammela… ridammela. È mia, non devi rubarmele dal piatto!
Rido divertito, anche se devo smettere subito dopo le occhiate dei miei genitori.
— Okay scusa Emmet. Non ti ruberò più nulla — prometto ritornando a mangiare dal mio piatto.
— Bene. Rubare è sbagliato. Lo dice sempre anche la mamma.
 
“Fai bei sogni, Isabella.
 Notte.
Ed”
Gli ho mandato questo messaggio da cinque minuti, dopo aver passato quasi mezz’ora a pensare a cosa scrivergli e se scrivergli, alla fine gli ho mandato questo stupido messaggio, è inutile e… e stupido. Probabilmente riderà di me quando lo leggerà, penserà che l’abbia scambiata per una bambina.
Il cellulare vibra nella mia mano spaventandomi. Con timore guardo il display, dove la busta dei messaggi è affiancata dal nome di Isabella.

“Notte, Eddy.
Ma chiamami Bella”

Ed è col sorriso sulle labbra che mi addormento. E per la prima volta i miei sogni non sono pieni di verde e umido, ma sono caldi e marroni come il cioccolato.
 




________________________________________________________________
Premetto che quella del pedofilo fiorentino non è mia ma del mio professore universitario di letteratura, sottolineo il fatto che è uno studioso di Dante. Immaginatevi la sottoscritta che arriva a lezione già iniziata e appena entra il professore pronuncia queste parole. Io sono rimasta così: O_o 

Ed ecco i morsetti..... sono o non sono la vostra preferita?





 


Isabella and the half-vampire 
Bella è una normale ragazza che vive a Forks da sola e un giorno d'estate scopre che il mondo in cui è vissuta fino ad ora era solo una piccola parte di quello che è realmente...
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Arancione ] [ Genere: Commedia, Romantico ] [ Capitoli: 1 ] [ Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Un po' tutti ] 
[ Pubblicata: 01/09/11 ] [ Aggiornata: 01/09/11 ] [ Note: AU, What if? ] [ In corso ]
[ Categoria: Libri > Twilight ] [ Contesto: Nessun libro/film ] [ Leggi le 5 recensioni ]

    La donna giusta - Ultimo capitolo
Ancora prima di formulare un pensiero, il mio corpo scatta e il cervello da ordine ai piedi di muoversi e con l'ombrello copro la sua esile figura. Il suo profumo mi colpisce come un pugno in faccia, mi beo di quel momento.
Il mio corpo freme di desiderio, ne vuole di più, sempre di più, desidera un contatto più profondo, desidera prenderla e portarla in un posto solo per noi, dove lei é solo mia, dove io sono solo suo, dove lei suona solo per me.
- bisogno di aiuto signorina? - dico con voce resa roca dal turbinio di emozioni che sono in atto dentro di me.
Passione. Desiderio. Bramosia. Dolcezza. Tenerezza. Senso di protezione. Possesso. Devozione.
I suoi occhi, blu come un cielo d'estate, incatenano i miei e non posso impedire alla mia mente di ritornare al primo giorno che la vidi.
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Rosso ] [ Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale ] [ Capitoli: 5 ]   
[ Pubblicata: 11/05/11 ] [ Aggiornata: 25/08/11 ] [ Note: Nessuna ] [ In corso ]
[ Categoria: Storie originali > Romantico ] [ Leggi le 8 recensioni ]

    La Bella Italia 
E se qualcosa non va come la Meyer ha deciso? E se Edward, dopo aver salvato Bella e dopo averla convinta a cenare alla "Bella Italia" incontrasse qualcuno che cambia le carte in tavola?
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Verde ] [ Genere: Generale ] [ Capitoli: 1 ] [ Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Sorpresa ] 
[ Pubblicata: 22/08/11 ] [ Aggiornata: 22/08/11 ] [ Note: Drabble ] [ Completa ]
[ Categoria: Libri > Twilight ] [ Contesto: Twilight ] [ Leggi le 2 recensioni ]

    Buttare via tutto, e di nuovo ricominciare Ultimo capitolo
lei era il bersaglio degli scherzi di lui, lei una bimba timida e ciocciottella che vedeva in lui il suo peggiore incubo. Che succede se lei se ne va, per tornare solo otto anni dopo? è tutto come prima o per una qualche ragione nascerà qualcosa di bello?
Dal capitolo:
Lei che stava porgendo la mano si blocca come fulminata- I-Ian?- la guardo interrogativo non capendo il suo cambiamento repentino, che le è preso? 
Si schiarisce la gola - Ian…Knight?- a quanto pare le hanno già parlato di me. Sorrido strafottente.
-il solo ed unico- sbianca completamente.
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Arancione ] [ Genere: Romantico ] [ Capitoli: 11 ]   
[ Pubblicata: 27/03/11 ] [ Aggiornata: 21/08/11 ] [ Note: Nessuna ] [ In corso ]
[ Categoria: Storie originali > Romantico ] [ Leggi le 12 recensioni ]

    In barca a vela controvento 
- ONE SHOT DELL'ESTATE -
Un viaggio in solitaria che porterà una ragazza alla scoperta di un mondo che neanche immaginava. Quello che pensava fosse solo una favola per bambini è in realtà un mondo nascosto, ai più. Un'avventura che la porterà a conoscere qualcuno che le mostrerà questo misterioso nuovo mondo.
Dalla storia:
Giocherellai con la piccola collana che portavo al collo. Era molto semplice, fatta con frammenti di corallo rosso da cui pendeva una metà di conchiglia, simile al nautilus, ma più piccola, e al centro una bellissima perla. Non so com’era possibile, ma questa cambiava colore in continuazione, col tempo avevo associato la cosa all’influenza dell’umore, come quegli anelli che vedono lungo le spiagge o nei negozi di souvenir. Ogni volta che provavo forti emozioni, il suo colore cambiava.
Come ne ero venuta in possesso? Beh, questa è una bella storia.
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Arancione ] [ Genere: Avventura, Fantasy, Romantico ] [ Capitoli: 1 ]   
[ Pubblicata: 19/08/11 ] [ Aggiornata: 19/08/11 ] [ Note: One-shot ] [ Completa ]
[ Categoria: Storie originali > Soprannaturale ] [ Leggi le 1 recensioni ]

    La promessa di una bestia 
Extra dalla mia storia "Beastly". Daniel è un vampiro da molti secoli condannato a una vita di tenebre contro la sua volontà. E' una bestia. Tutto cambia quando, lungo il suo cammino incontra Isabel, giovane matricola della Dartmouth.
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Giallo ] [ Genere: Romantico, Sentimentale, Sovrannaturale ] [ Capitoli: 1 ]   
[ Pubblicata: 14/08/11 ] [ Aggiornata: 14/08/11 ] [ Note: Missing Moments ] [ Completa ]
[ Categoria: Storie originali > Soprannaturale > Vampiri ] [ Leggi le 1 recensioni ]

    Shade-Tolerant 
CONCORSO ONE SHOT DELL'ESTATE
Ho pensato a come deve essere passare le vacanze estive per una persona che non può, per cause di forza maggiore, passare una giornata sotto il sole come fanno tutti ed è uscito questo...spero vi piaccia^^
Dal capitolo:
Sognavo che un giorno avrei potuto correre sotto il sole, andare alla spiaggia a nuotare e poi asciugarmi sulla sabbia, pranzare in un parco mentre i raggi del sole sfioravano la mia pelle come delle carezze. Un sole che mi era amico insomma. Ma la realtà era ben diversa.
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Giallo ] [ Genere: Generale, Sentimentale ] [ Capitoli: 1 ] [ Personaggi: Bella/Edward ] 
[ Pubblicata: 25/07/11 ] [ Aggiornata: 25/07/11 ] [ Note: One-shot ] [ Completa ]
[ Categoria: Libri > Twilight ] [ Contesto: Nessun libro/film ] [ Leggi le 6 recensioni ]

    La mia piccola fifona 
- Oddio!oddio! Edward ho paura - mormorai avvinghiandomi al braccio del mio ragazzo.
Mi aveva convinto a entrare in quell’edificio che sembrava aver scritto a caratteri cubitali “abbandonate ogni speranza voi che entrate” ma che il mio adorato ragazzo, a quanto pare, non aveva visto. Dovrò suggerirgli una visita dall’oculista mi appuntai mentalmente una volta che saremmo usciti da quell’inferno.
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Verde ] [ Genere: Commedia ] [ Capitoli: 1 ] [ Personaggi: Bella/Edward ] 
[ Pubblicata: 02/07/11 ] [ Aggiornata: 02/07/11 ] [ Note: One-shot ] [ Completa ]
[ Categoria: Libri > Twilight ] [ Contesto: Nessun libro/film ] [ Leggi le 3 recensioni ]

    Beastly - Ultimo capitolo
Ispirato alla Bella e la Bestia.... Isabel sta per partire per l'università dove farà nuove conoscenze, nuove amicizie e qualcosa di più.... ma non tutto è come sembra.
Dal capitolo:
Isabel s’imbarcò sull’aereo con sentimenti contrastanti. 
Gioia, per l’inizio di una nuova esperienza. Tristezza, per dover salutare suo padre e i luoghi dove era cresciuta e che l’avevano fatta sentire al sicuro. Timore, perché aveva come il presentimento che qualcosa sarebbe successo e che questo le avrebbe sconvolto l’esistenza, in bene o in male ancora non lo sapeva.
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Arancione ] [ Genere: Mistero, Romantico ] [ Capitoli: 4 ]   
[ Pubblicata: 05/06/11 ] [ Aggiornata: 08/06/11 ] [ Note: Nessuna ] [ Completa ]
[ Categoria: Storie originali > Soprannaturale > Vampiri ] [ Leggi le 3 recensioni ]

    Red Fairytale - Ultimo capitolo
C’era una volta una bambina tanto vivace quanto sbadata, correva sempre anche per andare da una stanza all’altra, i genitori non sapevano come farla stare ferma soprattutto perché aveva la tendenza a sbattere contro oggetti fermi e inciampare sui suoi stessi piedini ed erano preoccupati che potesse farsi molto male, ma la amavano tanto e quando la vedevano a terra a piangere per l’ennesima caduta la rassicuravano e le davano un bacino sulla bua per fargliela passare e la piccolina rassicurata tornava felice a saltellare per la casa o il giardino mentre i genitori amorevoli, aspettavano la successiva caduta.
In un girono di fine giugno correva nei campi col suo fratellone, quando….
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Verde ] [ Genere: Generale ] [ Capitoli: 3 ] [ Personaggi: Bella/Edward, Un po' tutti ] 
[ Pubblicata: 30/04/11 ] [ Aggiornata: 03/05/11 ] [ Note: Nessuna ] [ Completa ]
[ Categoria: Libri > Twilight ] [ Contesto: Nessun libro/film ] [ Leggi le 16 recensioni ]

    Chi l'ha vista? 
“Ennesima tragedia! " così ha esordito questa mattina Emilio Fede al TG4.
Non vuole essere offensiva o altro è solo una cavolata scritta dopo aver visto "una notte al museo 2" dove i doppiatori italiani hanno modificato alcune battute
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Verde ] [ Genere: Demenziale ] [ Capitoli: 1 ]   
[ Pubblicata: 24/04/11 ] [ Aggiornata: 24/04/11 ] [ Note: One-shot ] [ Completa ]
[ Categoria: Storie originali > Comico ] [ Leggi le 4 recensioni ]

    La ragazza che viaggia nel tempo - Ultimo capitolo
Non ha mai rischiato tanto, ma è la prima volta che si trova in una situazione simile e ha come il presentimento che qualcosa debba accadere e così rimane a guardare.
Sa chi è quella ragazza, poco più grande di lei, vestita secondo la moda della metà dell’ottocento, oh si…lo sapeva bene.
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Arancione ] [ Genere: Azione ] [ Capitoli: 4 ]   
[ Pubblicata: 28/03/11 ] [ Aggiornata: 16/04/11 ] [ Note: Nessuna ] [ In corso ]
[ Categoria: Storie originali > Fantasy ] [ Leggi le 1 recensioni ]

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Capitolo 8
*** …: La mia vita :… ***


Hola! leggermente in ritardo ma ci sono ancora! (lettrici : ebbè?/ io : T_T ) ringrazio tutte quelle ragazze che hanno aggiunto la storia tra le preferite,ricordate e seguite ma soprattutto le 8 ragazze che hanno recensito lo scorso capitolo!
VI ADORO TUTTE!!!
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…: La mia vita :…



— Bella prima di entrare devo dirti una cosa — dico quando siamo davanti alla porta di casa. Avrei voluto dirglielo a scuola ma c’erano troppe orecchie in ascolto.
Bella mi guarda interrogativa. — Dimmi.
— Ecco vedi… sai che ho un altro fratello, Emmet, no?
— Sì — lo dice come se fosse una domanda, logico, sembra che mi stiano tirando fuori le parole con le pinze.
— Bene… lui è — ma non faccio in tempo a finire la frase che la porta si spalanca e il soggetto del mio discorso si palesa davanti a noi.
— Perché non entri? Tu sei Bella? — chiede lanciando rapide occhiate alla mia amica. Negli ultimi tempi è migliorato molto, ora riesce a guardare le persone in faccia per più di cinque minuti.
— Sì, e tu devi essere Emmet — gli risponde Bella con un sorriso dolce e divertito.
— Fa freddo. Mamma vi guardava dalla finestra. “Ha detto che carini, sono una bella coppia. Ma fuori fa freddo”, così vi ho chiamato. Fuori fa freddo.
Mi sporgo all’indietro e posso chiaramente vedere la figura di mia madre attraverso il piccolo spazio tra le tendine della finestra che mi saluta con la mano. Sbuffo sconsolato. Perché sono nato in una famiglia di matti?
Emmet senza aspettare alcuna risposta rientra in casa per poi tornare con un giaccone e sedersi sui gradini.
— Emmet, aspettala dentro. Così prenderai freddo — gli dico preoccupato che possa prendersi un malanno. Emmet scuote la testa con insistenza e alza il braccio sinistro, dove tiene l’orologio. — Mancano due minuti, due minuti e arriva. Vedi? — e picchietta con l’indice sul quadrante.
— Chi deve arrivare? — la voce di Bella mi coglie alla sprovvista. Bella… è bello poterla chiamare così.
— La volontaria dell’ospedale che si occupa di Emmet. Forza entriamo, tanto da qui non si schioda — e con un  gesto della mano le faccio segno di precedermi.
— Qualcuno a fatto colpo? — dice Bella, ammiccando verso mio fratello che accenna un sorriso timido.
Ridacchio mentre la accompagno in cucina — Decisamente, non fa che parlare di lei.
— Ciao tesoro! Già di ritorno — mamma sembra sinceramente stupita di vedermi. Si è fatta trovare indaffarata a pulire il lavandino. Se non l’avessi vista, crederei che sia davvero impegnata in quello che sta facendo. — Com’è andata la scuola?
Mi avvicino e le lascio un bacio sulla guancia e la saluto ma, quando mi giro verso Bella per presentarla lei ha uno sguardo ferito e triste.
— Bella? — la richiamo, e lei come svegliatasi da un sogno sorride e porge la mano a mia madre per presentarsi.
— Piacere signora Cullen, sono Isabella Swan.
Anche a mamma, non è sfuggito il tono un po' roco di Bella e il suo atteggiamento.
— Non chiamarmi signora Cullen. Chiamami pure Esme. È un piacere conoscerti. La tua fama ti precede, Edward ci ha parlato molto di te — le confessa gettando me nel più completo imbarazzo. Lo sguardo di Bella saetta nel mio, la situazione la diverte, e molto.
— Non dia retta a quello che dice suo figlio. Non sono tanto matta — esclama facendo ridere mia madre.
— Bene, ora vi lascio lavorare e torno al mio di lavoro — dice pulendosi le mani nello strofinaccio vicino al lavabo.
Sta salendo le scale quando il rumore di una macchina che rallenta la blocca. 
— È arrivata Rose! — trilla felice, ridiscendendo le scale e andare ad aprire.
— Rose? Rose è la ragazza che si occupa di Emmet? — chiede scioccata, la guardo interrogativo non capendo la sua reazione.
— Isabella! — la voce squillante di Rose annuncia il suo ingresso in cucina.
— Ciao Rose — dice con voce acuta — Ti trovo bene.
— Oh sì, grazie. Ora che non sono più in Ospedale non ci vediamo molto — le dice con tono dispiaciuto. Come fanno queste due a conoscersi?
— Vi conoscete? — chiede sinceramente curiosa mamma. Le due ragazze annuiscono, solo che una sorride felice, l’altra come se l’avessero colta in flagranza di reato.
— Certo! Isabella passa tutti i giorni in Ospedale per leggere ai piccoli del reparto di pediatria.
La guardo positivamente colpito, non me ne ha mai parlato. Ci saranno altre cose di cui non mi ha reso partecipe, ed è così che realizzo che l’ignorare aspetti della sua vita mi fa sentire male. Vorreisapere tutto di lei, condividere ogni cosa.
— Davvero Bella? È ammirevole in una giovane ragazza come te — asserisce mamma, piena di ammirazione per Bella. Se prima la incuriosiva, per le storielle che raccontavo su di lei, ora la ama letteralmente.
— Sì,manon è nulla di speciale — borbotta toccandosi nervosamente i capelli e mordendosi il labbro inferiore. È in imbarazzo.
— Bene. Noi dovremmo iniziare — dico per toglierla dalla situazione e cosi finalmente rimaniamo soli. Mamma si chiude nel suo ufficio e Rose esce seguendo un Emmet felice di poterle mostrare la piccola serra dove coltiva i fiori.
Io e Bella ci spostiamo in salotto, dove prendiamo possesso del grande tavolo ovale vicino alla vetrata. Appoggio la borsa e vado a recuperare alcuni libri dagli scaffali — Beh… accomodati.
Lei si siede dando le spalle alla vetrata.
— Tu fai la volontaria all’ospedale? — le chiedo stupito, anche se faccio fatica a immaginarla circondata dai bambini.
Lei alza le spalle e tira fuori un block notes. Sorrido del suo tentativo di dare poco peso alla cosa.
— Allora c’è qualcosa oltre quel cuore di ghiaccio! Perché non me lo hai mai detto?
— Danneggerebbe la mia reputazione a scuola — mi risponde beffarda per poi sbuffare sotto il mio sguardo inquisitore — Okay, non te l’ho detto perché, non c’è un perché, sono fatti miei, non avevo motivo di dirtelo — sbotta esasperata. La guardo dispiaciuto, quelle parole mi hanno ferito molto.
— Sì, scusa hai ragione, non sono fatti miei — rispondo atono e mi siedo dalla parte opposta alla sua e recupero i libri che ci possono servire — Forza iniziamo.
 
— Non pensavo t’interessasse — mormora dopo qualche minuto di silenzio. Alzo lo sguardo aggrottando le sopracciglia, in attesa.
— Da qualche anno alla sera passo dal reparto di pediatria dove ci sono i bambini con gravi malattie e gli leggo qualcosa. Classici per lo più, amano molto Joule Vern.
— Anche a me piace — le dico sorridendo, felice che si sia aperta. — e perché hai iniziato?
— Non lo so. Ero in ospedale per un prelievo e li ho visti, erano tutti mogi e sciupati. Così mi sono messa a leggergli qualcosa e loro erano così felici — uno scintillio negli occhi al ricordo. Poi torna seria e mi guarda con compassione.
— Prima volevi dirmi che Emmet è autistico? — io involontariamente indurisco la mascella, non so perché, ma la compassione che leggo nei suoi occhi non mi piace, non la voglio perché non c’è nulla da compatire.
— Sì, ma ti prego non voglio la tua compassione — le dico serio e lei mi guarda senza capire. Tutte le persone che guardano Emmet vedono in lui solo una serie di problemi e complicazioni e ci compatiscono per la disgrazia, per come dicono loro, di avere una persona autistica in famiglia.
— L’ultima cosa che provo è la compassione, credimi.
Da fuori giungono le risate di Rose ed Emmet ed entrambi ci giriamo verso la vetrata, dove li vediamo camminare fianco a fianco mentre mio fratello gesticola vistosamente.
— Semmai ammirazione — dice tornando a guardarmi.
— Ammirazione?
— All’ospedale ho visto molte famiglie distrutte a causa dell’autismo di un figlio. Alcuni genitori non riescono a sopportare il peso delle responsabilità, — dice con tono triste e anche arrabbiato. Ed io provo lo stesso. — ma voi siete uniti, vi sostenete a vicenda — dice tornando a guardare la coppietta. Sospiro pesantemente, sotto il peso dei ricordi.
— All’inizio non era così. C’erano urla, pianti e litigate. Era una situazione stressante. — le confesso tornando a ricordare quei momenti bui — Emmet non è nato così, l’autismo si è presentato verso gli otto anni. Iniziava a distogliere lo sguardo, a rimanere in silenzio e col tempo è diventato evidente cosa avesse — avevo tanta paura, non riuscivo a capire cosa stesse succedendo a mio fratello e i miei genitori non volevano parlare con me e Alice, continuavano a ripetere “ va tutto bene”, “ non sta tanto bene, ma passerà”. Ma non è mai passato.
— Sai, quando ero piccolo avevo paura dell’uomo nero  — le dico ridacchiando e anche lei sorride — e per farmi addormentare, Emmet entrava in camera mia e mi cantava una canzone. Aveva l’effetto di calmarmi di farmi sentire al sicuro — l’ha sempre fatto, prima e dopo, mi cantava una filastrocca che gli aveva insegnato mamma.
— Avete un bel legame. Tutti — lo dice sorridendo ma quel sorriso non contagia gli occhi che, al contrario sono spenti. Perché?
Io le ho raccontato molto di me ma lei si è sempre dimostrata restia verso certi argomenti, da parte mia ho sempre rispettato i suoi silenzi, anche se la curiosità è sempre stata forte.
— Iniziamo? — chiede con voce tesa, recuperando uno dei libri poggiati sul tavolo.
 
— Okay di questo passo non concluderemo nulla, — borbotto dopo la sua ennesima battuta sull’amore, — perché sei così disillusa dall’amore? — da un’ora continua a ridicolizzare tutti gli autori che celebrano l’amore e lo considerano il sentimento più alto che possa provare l’uomo.
— Ed, dai ma cosa pensi che ne sapessero dei ragazzini dell’amore? Romeo e Giulietta s’incontrano una sera e lui rinnega la “donna” — dice facendo le virgolette in aria — che fino a quel momento aveva detto essere la ragione della sua vita! Romeo è solo uno che non sa decidersi e Giulietta la bambinetta che vive nel mondo delle favole e pensa di aver trovato il principe azzurro. Che poi anche quello è una fregatura — io la ascolto a bocca aperta mentre con cinismo distrugge tutte le coppie che rappresentano le migliori rappresentazioni dell’amore.
— Insomma non credi nell’amore? — le chiedo iniziandomi ad agitare sul posto. Non so perché ma la cosa mi rende ansioso.
— Perché tu si? Ormai i ragazzi pensano solo al sesso e a nient’altro. Trovami un ragazzo che non abbia fatto ancora sesso perché aspetta la persona giusta e l’amore di cui tanto parli — dice con tono di sfida.
— Beh, lo hai davanti — affermo deciso, per poi imbarazzarmi all’inverosimile per una confessione tanto intima. Come abbiamo fatto ad arrivare a parlare di sesso?
— tu sei vergine? — chiede tra lo stupito e l’incredulo.
— Sì, che c’è di male? — dico ostentando una sicurezza che non mi appartiene. Certo non mi vergogno, per me è un passo importante e non mi pento di aver aspettato. — Come dici tu, sto aspettando quella giusta.
— Nulla, è solo che siete una specie rara da proteggere — il tono è tranquillo e non sembra nascondere frasi non dette. Anzi sembra quasi compiaciuta.
— Comunque non hai ancora risposto alla mia domanda. Non credi nell’amore?
Bella non ha il tempo di rispondere perché mio fratello fa il suo ingresso in salotto e inizia ad armeggiare con il televisore.
— Emmet! Stiamo studiando vai di là — sbotto infastidito dalla sua intrusione. Voglio sapere la risposta di Bella. Emmet non sembra minimamente toccato da quello che gli ho detto. Si avvicina al tavolo e guarda i fogli sparsici sopra.
— Amore, Rose — esclama felice.
— Ti piace Rose? — interviene Bella maliziosa.
— Rose è gentile e bella. Molto bella — borbotta in risposta, ma si azzittisce subito quando il soggetto dei suoi pensieri entra nella sala.
— Emmet? Tutto bene?
— Sì, ma ora inizia A-Team — e torna ad armeggiare con la televisione seguito da una Rose leggermente preoccupata.
— Emmet! Aspetta. Faccio io — e sotto le sue direttive accende la televisione, impostandola sul canale dell’ABC.
— Emh… noi staremmo facendo una ricerca — dico quando vedo Emmet sedersi sul divano e iniziare a raccontare a Rose l’episodio del giorno prima.
— Sono le cinque, tra poco inizia l’episodio. Zitto! — ordina lanciandomi uno sguardo infastidito. Rimango a guardarlo sconcertato mentre Bella e Rose iniziano a ridere.
— Giusto Edward zitto. L’A-Team è da vedere assolutamente — mi canzona Bella, alzandosi e sedendosi sulla poltrona vicino al divano. 
— Sai Emmet. a me è sempre piaciuto Murdock. Era il mio amico immaginario, da piccola apparecchiavo anche la tavola per lui, ero convinta che mangiasse come me.
— Io preferisco Sberla — interviene Rose.
— È meglio Baracus. Mamma dice che gli assomiglio — dice Emmet gongolante.
— Effettivamente c’è della somiglianza — ribatte Rose stando al suo gioco.
Scuoto la testa diverto e prendo posto nella poltrona libera, senza dire nulla guardo la televisione da cui arrivano le prime note della sigla.
— Per la cronaca è Hannibal il migliore — esclamo giusto per dire anche il mio parere.
 
Passiamo l’ora successiva a ridere e scherzare e continue frecciatine e sguardi tra me e Bella. Il discorso sull’amore è stato abbandonato ma ho capito molte cose, dai suoi sguardi, dalle sue reazioni. Qualcosa l’ha ferita e fatta chiudere a riccio verso tutti, forse una pena d’amore? Mi sembra però troppo, insomma per averla fatta reagire così deve essere qualcosa di più grave.
Alle sei l’episodio finisce e Bella deve tornare a casa.
— Ciao Emmet, mi sono davvero divertita — e dopo essersi chinata verso mio fratello gli lascia un bacio sulla guancia.
— Ehi! A me non hai mai dato un bacio sulla guancia! — protesto con un finto broncio. Cerco di metterla sul ridere ma la cosa mi da davvero fastidio. Bella sorride maliziosa.
— Che ti devo dire, tuo fratello ha fascino. — dice con un’alzata di spalle. Emmet ride divertito e più che pronto a darle man forte.
— Ho più fascino di te! Sono più cool — esclama facendo ridere Rose e Bella e anche me dopo il primo momento di smarrimento.
Rose è appena uscita e Bella sta andando a recuperare il suo giaccone all’appendiabiti ma la precedo. Con gesto di vecchia cavalleria l’aiuto a indossare il cappotto.
— Tu gli piaci. Piaci a mio fratello — cosa?!
Non mi sono accorto che Emmet ci aveva seguito e ora lo trovo alle mie spalle che ci guarda con un sorriso.
— Emmet! Ma cosa dici… — esclamo con una risata nervosa, quasi isterica — Zitto — aggiungo a denti stretti per non farmi sentire da Bella.
— E’ un giocherellone non dargli retta — dico tornando a rivolgermi a lei che guarda la scena divertita.
— È vero invece sei tu… — continua mio fratello ma questa volta agisco prontamente e dopo averlo raggiunto gli tappo la bocca con una mano.
— Quindi non ti piaccio? — domanda Bella con una strana luce negli occhi.
— No… No, è che… insomma… — diamine perché non riesco a fare un discorso sensato?!
— Peccato. Tu iniziavi a piacermi — con tono imbronciato. Sbarro gli occhi dallo stupore lasciando la presa su mio fratello. Sicuramente ho una faccia scioccata e la mascella che tocca terra. Bella ride allegra per poi chiudermi la bocca con una mano.
— Ciao Edward — e se ne va chiudendo delicatamente la porta alle sue spalle.
Qualcuno mi dica che questo me lo sono solo immaginato.
— Tesoro, ma Bella e Rose? — la voce di mamma arriva acuta dalle scale.
— Sono andate via adesso — le risponde Emmet — Ah! Edward è innamorato di Bella — dichiara prima di trotterellare sulle scale e chiudersi in camera sua.
— Tesoro ma è fantastico!oh ma lo sapevo! — mamma nel frattempo è scesa dalle scale e mi ha abbacchiato da dietro, schioccandomi un sonoro bacio sulla guancia. — Quando torna Carl devo dirglielo assolutamente!
— Mamma! — urlo riprendendo coscienza di me stesso, ma lei ormai è già fuggita in cucina ad armeggiare con le pentole, canticchiando qualche strana canzone dei suoi tempi.
Io rimango nel mezzo dell’ingresso a guardare la porta da cui è appena uscita Bella.
Tu gli piaci. Piaci a mio fratello… piaci a mio fratello…
L’affermazione di Emmet mi continua a ronzare in testa senza darmi tregua e piano, piano, realizzo che è vero. Senza accorgermene mi sono irrimediabilmente innamorato di lei.
La porta si apre ancora una volta ma non è Bella quella che entra ma mia sorella Alice.
— Eddy? Che ci fai fermo davanti alla porta con sguardo da pesce lesso? — mi chiede preoccupata. Senza rispondere salgo le scale e mi chiodo nella mia camera.
Ho realizzato quello che Jazz, Emmet e mamma, forse anche Alice, avevano capito già da tempo. La cosa mi fa toccare il cielo con un dito ma allo stesso tempo mi fa sprofondare nelle viscere della terra.
Come faccio a conquistare una ragazza che non crede nell’amore?
 
 
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Okay non ho molto da dire anche perchè sono di fretta, quindi lascio a voi l'ardua sentenza. Che ve ne pare? a me non convince molto... 

 

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Capitolo 9
*** …: Hai impegni per sabato sera? :… ***


Eccomi! Vi sono mancata? Ci ho messo un pò per questo capitolo perchè serve a introdurre il CAPITOLO^^ - no non sarà il prossimo perchè avremo un'altra panoramica del mondo di Bella.
Bando alle ciance... vi lascio al capitolo e ringrazio tutte quelle che hanno aggiunto la storia tra le preferite,
ricordate, seguite e un grazie speciale a chi ha recensito lo scorso capitolo. GRAZIE 1000
______________________________________________




…: Hai impegni per sabato sera? :…

 
 
Ho passato la notte a rimuginare su quello che ho scoperto ieri e per quanto vorrei andare da lei e confessare tutto so benissimo di non poterlo fare per svariati motivi, ma il principale è che Bella non crede nell’amore. Sbuffo, perché mi sono andato a innamorare di una ragazza così complicata.
Con lo sguardo vago in mezzo alla mensa, alla ricerca di Jazz e mia sorella. Oggi Bella non ci sarà, si è svegliata con quaranta di febbre, le avevo detto di coprirsi perché faceva freddo, ma no! Lei testona non mi ha dato retta.
— Ciao Edward — la voce fastidiosa e troppo vicina di Lauren mi fa accapponare la pelle.
— Lauren — rispondo atono senza smettere di cercare i miei amici.
— Oggi non c’è quella sfigata della Swan con te? Hai deciso di smettere di interpretare il buon samaritano? — dice sghignazzando. Il mio sguardo rabbioso saetta nel suo e posso chiaramente vedere lo spavento attraversare il suo viso. On si deve permettere di dire certe cose.
— Non osare offenderla è chiaro. Tu non vali neanche l’unghia del dito mignolo del piede di Bella e se devi rivolgerti a me per offenderla, vattene — ringhio verso quella stupida arpia che ha osato offenderla.
Lauren sembra capire che non scherzo e se ne va con la coda tra le gambe.
Con il nervosismo alle stelle intercetto la figura solitaria di Jazz. Velocemente lo raggiungo e mi siedo al suo tavolo sotto il suo sguardo incuriosito.
— Che è successo?
Gli lancio uno sguardo in tralice e lancio uno sguardo al tavolo di Mike e la sua combricola.
— Sono solo degli idioti — dice dopo aver seguito il mio sguardo e io non posso che concordare ma quanta rabbia mi sale al pensiero di quello che pensano di lei. Non se lo merita. Rimaniamo in silenzio per qualche tempo, io a rimuginare sugli ultimi avvenimenti e lui... Forse in attesa che io parli.
— Jazz. Avevi ragione — dico con tono quasi solenne, Jazz potrebbe aiutarmi.
— Io ho sempre ragione. — esclama con tono baldanzoso — Ma a cosa ti riferisci di preciso?
— Mi sono innamorato di Isabella Swan —confesso per la prima volta ad alta voce e a qualcuno che non è me.
— Alleluia! — è il suo commento divertito — ce ne hai messo di tempo. Io e Alice abbiamo anche scommesso su quando te ne saresti reso conto e ti devo ringraziare perchè mi hai risparmiato un mese di shopping. Lei credeva che te ne saresti accorto non prima di altri due mesi.
Io sono scioccato della sua rivelazione, mia sorella, sangue del mio stesso sangue, e il mio miglior amico hanno giocato alle mie spalle!
— Beh...felice di esserti stato di aiuto.
— Non credo perchè ci andrai tu al mio posto. Non avevo il cuore per negarle un mese di shopping — risponde sornione mentre io, appena metabolizzato quello che ha detto sbianco completamente.
—  Ciao Jazz! — trilla felice mia sorella ma quando sta salutando si blocca per tornare a guardare il suo ragazzo. — Che ha mio fratello? —
Jasper alza le spalle e gli riserva un sorriso complice. — Gli ho appena detto della nostra scommessa.
Alice ridacchiò divertita, — Sei mio per un intero mese fratellone — questa frase suona come una minaccia. Rabbrividisco ma il pensiero di passare un mese con Alice a fare shopping passa momentaneamente il secondo piano.
— Sì, ma ora come faccio? — domando sconsolato, in questo momento vedo tutto nero.
— Se parti cosi non otterrai nulla —  mi riprese bonariamente Alice — Bella non è propriamente quella che si definisce una ragazza romantica —  decisamente no.
— ma è pur sempre una ragazza. Invitala a uscire, per una colazione, poi un pranzo e alla fine una cena... Fai le cose con calma — ascolto mia sorella come se fosse il guru degli appuntamenti e col cellulare registro tutto quello che dice. Che siano benedetti i telefonini di ultima generazione.
 
Le ultime ore passano lentamente senza di lei, non mi sono mai reso conto di quanto agognassi passare del tempo con lei, la mia mente non lo aveva ancora capito ma il mio cuore mi portava a cercarla sempre. Accolgo con gioia il suono della campanella, mi precipito fuori e sono il primo a uscire dal parcheggio.
 
Okay, niente panico. Non sta succedendo niente di male. Sto solo andando a casa della ragazza che mi piace, con la scusa di portarle gli appunti del giorno, e ci sarà anche suo padre. E se non gli piaccio? Se obbliga Bella a ignorarmi? Devo assolutamente fare bella figura.
Parcheggio la Volvo davanti alla villetta e dopo un respiro profondo, per infondermi coraggio, prendo i quaderni e m’incammino verso la porta ma non ho il tempo di suonare che questa si apre rivelando un uomo sulla cinquantina, dai capelli neri, un paio di baffi leggermente striati e dallo sguardo severo. Indossa una divisa da poliziotto e subito nella mia mente torna il ricordo di una mattina di qualche tempo fa, quando venni fermato dallo sceriffo, quel giorno avevo guardato la targhetta sotto la stella che riportava il nome: C. Swan.
Bella è la figlia dello sceriffo! Come ho fatto a non collegare le due cose! Mi do mentalmente dello stupido e prego in tutte le lingue del mondo che lui non si ricordi di me.
— Salve — dico facendo uscire la voce a singhiozzo.
— Ci conosciamo? — non saluta, indossa subito i panni dello sceriffo di Forks. Cavolo!
Deglutisco rumorosamente — Ehm no — ho la gola secca.
— Sicuro? Non ti ho mai arrestato? — io scuoto la testa in senso di diniego. Lui annuisce pensieroso.
— Sono venuto per portare gli appunti a Bella — dico dopo essermi schiarito la gola.
— Bella?! — domanda sinceramente stupito.
— Sì, Isabella. Abita qui giusto?
— Certo ma… — sembra stia per dire qualcosa ma poi ci ripensa — lascia stare. Comunque è di sopra, te la chiamo.
Lo sceriffo mi da le spalle e si sporge verso le scale. — Bella! Ci sono visite per te!
Dal piano di sopra arrivano rumori vari, libri che sbatono, una sedia che viene trascinata sul pavimento una porta che si apre, dei passi pesanti percorrere il corridoio e finalmente la figura di Bella compare il cima alle scale.
— Edward che ci fai qui? — mi chiede stupita.
— Ti ho portato gli appunti della mattinata — e le mostro il plico di fogli che tengo in mano.
— Bene, io devo andare in centrale. Bella rimanete al piano terra, non andate insieme di sopra, intesi? — e mi lancia uno sguardo assassino, e non sto esagerando. Posa un bacio sulla fronte della figlia e se ne va ma quando sta scendendo i pochi gradini del portico, si blocca e si gira verso di me.
— Ah, guida piano Cullen! Le strade bagnate sono ricche d’insidie.
— Ehm certo sceriffo — o cavolo mi ha riconosciuto. Il Capo Swan mi lancia un’ultima occhiata e se ne va.
— Che fai? Entri o rimani lì? — dice Bella con tono divertito. Per tutto il tempo io sono rimasto fermo sulla soglia della casa, senza il coraggio di fare neanche un passo.
Passo una mano tra i capelli imbarazzato ed entro. Bella chiude la porta e mi invita a bere qualcosa.
— Sono a posto — dico in pieno imbarazzo. Siamo in casa da soli e il padre mi ha appena lanciato una minaccia velata di tenere le mani a posto. Ma come faccio? Ora che ho capito quello che provo, vorrei fare tutto l’opposto.
— Vieni, saliamo — dice iniziando a salire le scale.
— Cosa! No tuo padre ha detto di rimanere qui — farfuglio impaurito. Se lo scopre sono nei guai, mi potrebbe sparare a vista o vietarmi di venire ancora qui o di emettere un mandato di restrizione nei miei confronti. Bella alza un sopracciglio in un gesto d’incredulità.
— Eddy piantala. Papà non tornerà prima delle sette, puoi stare tranquillo — la fa facile lei, è sua figlia non la toccherebbe neanche con un fiore! Per me è un’altra storia.
— Forza! — m’incita quando ormai è arrivata in cima alle scale. Forza Edward non dovete fare chissà che, devi solo darle gli appunti e convincerla ad uscire con te. Una passeggiata.
Seguo Bella per lo stretto corridoio fino a entrare in una piccola stanza, molto spartana, un letto singolo, un armadio, una scrivania con un computer abbastanza vecchio e una libreria stracolma di libri di ogni genere. La cosa che m’incuriosisce di più è una grande lavagna in sughero, a fianco della finestra, piena di foto: lei con suo padre, con quel Jake e altri signori, in tutte le foto è sorridente, spensierata. Alcune sono piegate e soprattutto m’incuriosisce: è posizionata al centro e rappresenta una piccola Bella a cui manca un dente, seduta sulle gambe del padre e sulla destra un piccolo Jake sorridente. La pare sinistra è piegata e mostra un braccio di donna sospeso a mezz’aria.
— Ha spiegato molto il professore? — chiede Bella facendomi voltare di scatto.
— Non molto ma ha detto che saranno cose trattate nell’esame di settimana prossima — e le porgo il plico di biologia — mentre Alice mi ha dato gli appunti di matematica e spagnolo — porgendogli anche l’ultimo plico.
Bella si sedette alla scrivania e inizia a curiosare i vari fogli e io tornai a prestare la mi attenzione alla stanza. Tutto era impregnato della sua presenza, ogni oggetto sapeva di lei, soprattutto la lavagna su cui è rappresentata la sua vita. Lentamente mi avvicino senza distogliere lo sguardo dalla foto di poco prima, la curiosità di sapere cosa c’è nella parte nascosta mi fa alzare la mano.
— Edward! — un ringhio quello che mi fa girare atterrito, Bella mi guarda rabbiosa ed io non posso che abbassare la mano colpevole. Non so cosa l’abbia fatta scattare così.
— È meglio che tu vada. Grazie per gli appunti — dice con voce fredda e distante.
— Bella mi spiace, non ho nessun diritto di curiosare tra le tue cose — le dico dispiaciuto sperando che accetti le mie scuse. Il suo sguardo si rilassa e mi affianca riservando uno sguardo triste alla foto che ha scatenato la sua collera.
— Scusami tu, solo che non mi piace che la gente ficcanasi tra me mie cose.
— Anche a me non piace e ti chiedo ancora scusa — insisto. Rimaniamo per un in silenzio fino a che mi decido a parlare. Forse non è il momento adatto, visto il piccolo pasticcio fatto, ma so che se non lo faccio ora non lo farò più.
— Bella? Posso chiederti una cosa?
— Certo — e il suo tono è tornato tranquillo, il che mi fa ben sperare.
Okay Ed ricorda quello che ha detto Alice. Colazione, pranzo e solo alla fine la cena. Sì, le chiederò di fare colazione insieme sabato o domenica.
— Sabato sera ti va di accompagnarmi a una cena di beneficenza dell’ospedale — ecco come non detto. Che diavolo ho in testa? Passo subito all’ultima base.
È da una settimana che mamma parla di questa serata di beneficenza per il reparto di pediatria, un modo per raccogliere fondi per allargare e migliorare le condizioni dei piccoli ospiti e ho pensato di chiederglielo quando ho realizzato i miei sentimenti ma, dopo la lezione di Alice ho dovuto accantonare l’idea. Ed ora invece è tornata prepotente e non mi resta che aspettare il verdetto.
— La cena di beneficenza? — mi chiede incredula e leggermente imbarazzata.
— Devi venire ci saranno vecchi che parlano di medicina sarà una cosa noiosa da morire — si così ti dice proprio di si.
— Uaoh! Bel modo di invogliarmi, tu si che sai come prendere la gente. Hai mai preso in considerazione una carriera nella pubblicità? — disse con sarcasmo.
— Mamma dice sempre che so come invogliare la gente — rispondo ammiccando.
— E se ti dicessi di no? — ribatte avvicinandosi a me. posso sentire il calore del suo corpo e il suo profumo avvolgermi.
— Beh un uomo saggio una volta disse che un "No" è come un "Sì", tranne che con lettere diverse e messe in un diverso ordine e pronunciate diversamente— alla mia risposta Bella scoppiò in una risata genuina.
— Okay dopo di questa non posso che venire alla cena — promette dopo essersi ripresa dalle risate. Io sorrido felice, una cosa che faccio spesso quando sono con lei.
Veniamo interrotti dal telefono di casa che inizia a suonare.
— Aspetta un secondo — dice prima di defilarsi giù per le scale. Rimasto solo osservo distrattamente in giro e l’occhio mi cade ancora una volta sulla foto. Guardingo osservo la porta, non arriva nessuno, la voce di Bella arriva ovattata dal piano inferiore.
Torno alla foto e con esitazione rialzo il lato piegato rivelando una donna che guarda sorridente a Bella e Charlie, al suo fianco un uomo molto più giovane che rivolge la sua attenzione alla fotocamera. La donna somiglia molto a Bella e il dubbio che sia la madre è forte. I passi affrettati di Bella mi avvisano che il tempo è scaduto e velocemente risistemo la foto. Quando rientra nella stanza, io mi faccio trovare mentre sfoglio un libro preso a caso dalla libreria. Mi sento un verme per averla ingannata, lei si è fidata quando mi sono scusato e io ne ho approfittato, a disagio risistemo il libro.
— Bella, ora devo andare. Ci sentiamo per sabato sera? — le chiedo mentre mi avvio a scendere le scale.
— Certo — borbotta interdetta dal mio comportamento — ma è tutto okay Edward?
— Sì, mi sono solo ricordato di un impegno. Una commissione per mia madre, da fare il prima possibile — dico la prima scusa che mi è passata per la mente.
— Va bene, salutamela — urla mentre io m’infilo nella porta e corro verso la macchina, la accendo e parto. Dallo specchietto retrovisore posso vedere la figura di Bella ancora ferma sotto il portico ma appena giro l’angolo sparisce e solo così mi rilasso. In qualche modo mi farò perdonare per il mio gesto ma la curiosità e il desiderio di scoprire qualcosa su di lei erano troppe, non ho resistito.
Un sorriso nacque spontaneo sul mio viso al ricordo della promessa di accompagnarmi alla cena. Sarà il momento perfetto per farmi perdonare.
 



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E' stato di vostro gradimento? spero di leggere qualche vostro parere, positivo o negativo.



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Isabella and the half-vampire 
Bella è una normale ragazza che vive a Forks da sola e un giorno d'estate scopre che il mondo in cui è vissuta fino ad ora era solo una piccola parte di quello che è realmente...
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Arancione ] [ Genere: Commedia, Romantico ] [ Capitoli: 1 ] [ Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Un po' tutti ] 
[ Pubblicata: 01/09/11 ] [ Aggiornata: 01/09/11 ] [ Note: AU, What if? ] [ In corso ]
[ Categoria: Libri > Twilight ] [ Contesto: Nessun libro/film ] [ Leggi le 6 recensioni ]

    La donna giusta - Ultimo capitolo
Ancora prima di formulare un pensiero, il mio corpo scatta e il cervello da ordine ai piedi di muoversi e con l'ombrello copro la sua esile figura. Il suo profumo mi colpisce come un pugno in faccia, mi beo di quel momento.
Il mio corpo freme di desiderio, ne vuole di più, sempre di più, desidera un contatto più profondo, desidera prenderla e portarla in un posto solo per noi, dove lei é solo mia, dove io sono solo suo, dove lei suona solo per me.
- bisogno di aiuto signorina? - dico con voce resa roca dal turbinio di emozioni che sono in atto dentro di me.
Passione. Desiderio. Bramosia. Dolcezza. Tenerezza. Senso di protezione. Possesso. Devozione.
I suoi occhi, blu come un cielo d'estate, incatenano i miei e non posso impedire alla mia mente di ritornare al primo giorno che la vidi.
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Rosso ] [ Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale ] [ Capitoli: 5 ]   
[ Pubblicata: 11/05/11 ] [ Aggiornata: 25/08/11 ] [ Note: Nessuna ] [ In corso ]
[ Categoria: Storie originali > Romantico ] [ Leggi le 8 recensioni ]

    La Bella Italia 
E se qualcosa non va come la Meyer ha deciso? E se Edward, dopo aver salvato Bella e dopo averla convinta a cenare alla "Bella Italia" incontrasse qualcuno che cambia le carte in tavola?
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Verde ] [ Genere: Generale ] [ Capitoli: 1 ] [ Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Sorpresa ] 
[ Pubblicata: 22/08/11 ] [ Aggiornata: 22/08/11 ] [ Note: Drabble ] [ Completa ]
[ Categoria: Libri > Twilight ] [ Contesto: Twilight ] [ Leggi le 2 recensioni ]

    Buttare via tutto, e di nuovo ricominciare Ultimo capitolo
lei era il bersaglio degli scherzi di lui, lei una bimba timida e ciocciottella che vedeva in lui il suo peggiore incubo. Che succede se lei se ne va, per tornare solo otto anni dopo? è tutto come prima o per una qualche ragione nascerà qualcosa di bello?
Dal capitolo:
Lei che stava porgendo la mano si blocca come fulminata- I-Ian?- la guardo interrogativo non capendo il suo cambiamento repentino, che le è preso? 
Si schiarisce la gola - Ian…Knight?- a quanto pare le hanno già parlato di me. Sorrido strafottente.
-il solo ed unico- sbianca completamente.
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Arancione ] [ Genere: Romantico ] [ Capitoli: 11 ]   
[ Pubblicata: 27/03/11 ] [ Aggiornata: 21/08/11 ] [ Note: Nessuna ] [ In corso ]
[ Categoria: Storie originali > Romantico ] [ Leggi le 12 recensioni ]

    In barca a vela controvento 
- ONE SHOT DELL'ESTATE -
Un viaggio in solitaria che porterà una ragazza alla scoperta di un mondo che neanche immaginava. Quello che pensava fosse solo una favola per bambini è in realtà un mondo nascosto, ai più. Un'avventura che la porterà a conoscere qualcuno che le mostrerà questo misterioso nuovo mondo.
Dalla storia:
Giocherellai con la piccola collana che portavo al collo. Era molto semplice, fatta con frammenti di corallo rosso da cui pendeva una metà di conchiglia, simile al nautilus, ma più piccola, e al centro una bellissima perla. Non so com’era possibile, ma questa cambiava colore in continuazione, col tempo avevo associato la cosa all’influenza dell’umore, come quegli anelli che vedono lungo le spiagge o nei negozi di souvenir. Ogni volta che provavo forti emozioni, il suo colore cambiava.
Come ne ero venuta in possesso? Beh, questa è una bella storia.
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Arancione ] [ Genere: Avventura, Fantasy, Romantico ] [ Capitoli: 1 ]   
[ Pubblicata: 19/08/11 ] [ Aggiornata: 19/08/11 ] [ Note: One-shot ] [ Completa ]
[ Categoria: Storie originali > Soprannaturale ] [ Leggi le 1 recensioni ]

    La promessa di una bestia 
Extra dalla mia storia "Beastly". Daniel è un vampiro da molti secoli condannato a una vita di tenebre contro la sua volontà. E' una bestia. Tutto cambia quando, lungo il suo cammino incontra Isabel, giovane matricola della Dartmouth.
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Giallo ] [ Genere: Romantico, Sentimentale, Sovrannaturale ] [ Capitoli: 1 ]   
[ Pubblicata: 14/08/11 ] [ Aggiornata: 14/08/11 ] [ Note: Missing Moments ] [ Completa ]
[ Categoria: Storie originali > Soprannaturale > Vampiri ] [ Leggi le 1 recensioni ]

    Shade-Tolerant 
CONCORSO ONE SHOT DELL'ESTATE
Ho pensato a come deve essere passare le vacanze estive per una persona che non può, per cause di forza maggiore, passare una giornata sotto il sole come fanno tutti ed è uscito questo...spero vi piaccia^^
Dal capitolo:
Sognavo che un giorno avrei potuto correre sotto il sole, andare alla spiaggia a nuotare e poi asciugarmi sulla sabbia, pranzare in un parco mentre i raggi del sole sfioravano la mia pelle come delle carezze. Un sole che mi era amico insomma. Ma la realtà era ben diversa.
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Giallo ] [ Genere: Generale, Sentimentale ] [ Capitoli: 1 ] [ Personaggi: Bella/Edward ] 
[ Pubblicata: 25/07/11 ] [ Aggiornata: 25/07/11 ] [ Note: One-shot ] [ Completa ]
[ Categoria: Libri > Twilight ] [ Contesto: Nessun libro/film ] [ Leggi le 6 recensioni ]

    La mia piccola fifona 
- Oddio!oddio! Edward ho paura - mormorai avvinghiandomi al braccio del mio ragazzo.
Mi aveva convinto a entrare in quell’edificio che sembrava aver scritto a caratteri cubitali “abbandonate ogni speranza voi che entrate” ma che il mio adorato ragazzo, a quanto pare, non aveva visto. Dovrò suggerirgli una visita dall’oculista mi appuntai mentalmente una volta che saremmo usciti da quell’inferno.
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Verde ] [ Genere: Commedia ] [ Capitoli: 1 ] [ Personaggi: Bella/Edward ] 
[ Pubblicata: 02/07/11 ] [ Aggiornata: 02/07/11 ] [ Note: One-shot ] [ Completa ]
[ Categoria: Libri > Twilight ] [ Contesto: Nessun libro/film ] [ Leggi le 3 recensioni ]

    Beastly - Ultimo capitolo
Ispirato alla Bella e la Bestia.... Isabel sta per partire per l'università dove farà nuove conoscenze, nuove amicizie e qualcosa di più.... ma non tutto è come sembra.
Dal capitolo:
Isabel s’imbarcò sull’aereo con sentimenti contrastanti. 
Gioia, per l’inizio di una nuova esperienza. Tristezza, per dover salutare suo padre e i luoghi dove era cresciuta e che l’avevano fatta sentire al sicuro. Timore, perché aveva come il presentimento che qualcosa sarebbe successo e che questo le avrebbe sconvolto l’esistenza, in bene o in male ancora non lo sapeva.
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Arancione ] [ Genere: Mistero, Romantico ] [ Capitoli: 4 ]   
[ Pubblicata: 05/06/11 ] [ Aggiornata: 08/06/11 ] [ Note: Nessuna ] [ Completa ]
[ Categoria: Storie originali > Soprannaturale > Vampiri ] [ Leggi le 3 recensioni ]

    Red Fairytale - Ultimo capitolo
C’era una volta una bambina tanto vivace quanto sbadata, correva sempre anche per andare da una stanza all’altra, i genitori non sapevano come farla stare ferma soprattutto perché aveva la tendenza a sbattere contro oggetti fermi e inciampare sui suoi stessi piedini ed erano preoccupati che potesse farsi molto male, ma la amavano tanto e quando la vedevano a terra a piangere per l’ennesima caduta la rassicuravano e le davano un bacino sulla bua per fargliela passare e la piccolina rassicurata tornava felice a saltellare per la casa o il giardino mentre i genitori amorevoli, aspettavano la successiva caduta.
In un girono di fine giugno correva nei campi col suo fratellone, quando….
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Verde ] [ Genere: Generale ] [ Capitoli: 3 ] [ Personaggi: Bella/Edward, Un po' tutti ] 
[ Pubblicata: 30/04/11 ] [ Aggiornata: 03/05/11 ] [ Note: Nessuna ] [ Completa ]
[ Categoria: Libri > Twilight ] [ Contesto: Nessun libro/film ] [ Leggi le 16 recensioni ]

    Chi l'ha vista? 
“Ennesima tragedia! " così ha esordito questa mattina Emilio Fede al TG4.
Non vuole essere offensiva o altro è solo una cavolata scritta dopo aver visto "una notte al museo 2" dove i doppiatori italiani hanno modificato alcune battute
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Verde ] [ Genere: Demenziale ] [ Capitoli: 1 ]   
[ Pubblicata: 24/04/11 ] [ Aggiornata: 24/04/11 ] [ Note: One-shot ] [ Completa ]
[ Categoria: Storie originali > Comico ] [ Leggi le 4 recensioni ]

    La ragazza che viaggia nel tempo - Ultimo capitolo
Non ha mai rischiato tanto, ma è la prima volta che si trova in una situazione simile e ha come il presentimento che qualcosa debba accadere e così rimane a guardare.
Sa chi è quella ragazza, poco più grande di lei, vestita secondo la moda della metà dell’ottocento, oh si…lo sapeva bene.
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Arancione ] [ Genere: Azione ] [ Capitoli: 4 ]   
[ Pubblicata: 28/03/11 ] [ Aggiornata: 16/04/11 ] [ Note: Nessuna ] [ In corso ]
[ Categoria: Storie originali > Fantasy ] [ Leggi le 1 recensioni ]

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Capitolo 10
*** …: Sapevo che mi avresti chiamato :… ***


 

Sera a tutti/e! Eccomi ancora a rompere, leggermente in ritardo ma ci sono. A mia difesa la colpa è del "Corsaro Nero" film anni '70 - lo avete mai visto? - con l'attore indiano che faceva Sandokan e che mi ha ispirato un originale sui pirati e ho perso un po di tempo a scrivere i primi capitoli^^

Comunque... ringrazio  le fantastiche 9 ragazze che hanno recensito - O_O  mai avute 9 recensioni per un capitolo! GRAZIE! - e tutte quelle che hanno messo la storia tra le preferite, seguite e ricordate.
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…: Sapevo che mi avresti chiamato:…

 
 
Ripenso a quanto abbia stravolto la mia vita, lui e quella pazza della sorella.
Alice è un concentrato di energia inesauribile, sempre col sorriso sulle labbra e se si supera il primo impatto, si sta bene in sua compagnia, certo Alice è da somministrare a piccole dosi o rischi il collasso ma ti mette allegria in ogni momento. Edward è un bravissimo ragazzo senza grandi pretese che ama la vita e la sua famiglia e non riesco a capire che cosa abbia trovato d’interessante in me.
— Bella? Ci sei?
— Cosa? — così persa nei miei pensieri mi sono persa tutto l’entusiasmate racconto della giornata in centrale di mio padre.
— Ti ho appena raccontato di Hoyt e del suo tentativo di catturare il gatto scappato alla Signora Morgan e tu non ha detto nulla. Che cos’hai? È da quando sono tornato che sei tra le nuvole.
— Niente… — borbotto inforcando un altro pezzo di lasagna e mangiandolo.
— Non è che c’entra un certo pel di carota dagli occhi verdi, alto un metro e ottanta, corporatura muscolosa e come segni particolari una cicatrice sopra il sopracciglio che questo pomeriggio si è presentato alla mia porta tremando dalla testa ai piedi per portarti gli appunti? — sembra che abbia appena descritto uno dei sui ricercati.
— Cosa? Certo che no! — dico con voce stridula e cercando di nascondere l’imbarazzo di essere stata beccata con le mani nella marmellata.
Papà sorride divertito, ha sempre detto che per lui sono un libro aperto.
— Ti ha chiamato Bella sai? — continua scrollando le spalle — non hai mai permesso a nessun estraneo di chiamarti così.
Alzo le spalle in un gesto d’indifferenza — non è nulla di che, è solo un soprannome — dico sempre tenendo un profilo basso e disinteressato. Intanto mi alzo e raccolgo i piatti sporchi e li sistemo nel lavandino. 
— È un bravo ragazzo — lo sento dire. È come se acconsentisse al questa nuova amicizia.
— Cos’è hai già chiamato la polizia di Chicago per avere il suo fascicolo e scoprire se avesse egli scheletri nell’armadio? — gli chiedo divertita, continuando a dargli le spalle, lo sento sghignazzare.
— Ebbene mi ha scoperto sceriffo Bella — risponde ironico, anche se credo ne sarebbe capace…
La sedia striscia sul pavimento e passi lenti e pesanti mi avvisano che si sta dirigendo in salotto per vedere i resoconti delle partite. 
— Prima che mi dimentichi, domani sera siamo invitati da Billy a cena, sarai felice di sapere che non mangeremo qualcosa di pre cotto — i miei occhi probabilmente stavano brillando di luce propria, andare da Billy voleva dire mangiare la prelibata cucina di Sue, la moglie di Harry Clearwater il terzo membro del “magnifico trio di vecchietti” come chiamavo io il gruppo di papà, Billy e Harry.
Sue conoscendo bene le mie pessime capacità culinarie ci manda spesso qualcosa da mangiare, se non fosse per lei, vivremmo di quattro salti in padella e McDonald’s. Santa Sue.
 
La mattinata successiva, passa tranquillamente a parte per la lezione di educazione fisica dove il professore mi ha costretto a salire su quella corda infame, ancora mi chiedo che funzione abbia l’arrampicarsi su una corda e poi scendere rischiando di spezzarsi l’osso del collo…
Siamo nel parcheggio vicino alla macchina di Edward quando Alice mi chiede: — Bella questa sera ti va di dormire da me? — da quando ha scoperto che Edward mi chiama Bella, mi ha tartassato così tanto che mi ha preso per esasperazione, non ho resistito più di tre ore con la sua voce trillante che mi chiedeva il permesso per chiamarmi così anche lei. — Abbiamo tanto di cui parlare per la cena di sabato!
— Alt! Che cosa ci sarebbe da discutere per sabato sera? — chiedo stranita.
— Beh, sabato è dopo domani e c’è da scegliere il vestito, fare le prove per il trucco, scegliere gli accessori, decidere l’acconciatura — a ogni cosa da fare alza un dito laccato di rosso e presto si ritrova con tutte le dita alzate ma ancora non ha finito di elencare tutte le operazioni per la “cena perfetta”. La sto già immaginando che cerca di alzare le dita dei piedi quando Edward la interrompe.
— Alice smettila. Così la spaventi e non verrà più — dice guardando storto la sorella che come risposta si esibisce in una linguaccia degna di una bambina delle elementari. Quando il folletto viene interrotto durante uno dei suoi importanti discorsi sulla moda o il gossip regredisce allo stadio di bambina dispettosa di cinque anni.
Edward alza gli occhi esasperato e si passa una mano sul viso, ridacchio per la piccola scenetta a cui ho assistito, onestamente sono all’ordine del giorno ed è bello assistere a questo piccolo scorcio di vita familiare, ho sempre desiderato un fratello ma Reneé non ne ha mai voluti altri e solo cinque anni fa ho compreso il motivo. Scaccio quei brutti pensieri dalla testa, non è il momento per lasciarsi andare, e ritorno alla realtà dove Alice e suo fratello stanno continuando il loro piccolo battibecco dai toni scherzosi e come ogni volta quella piccola fossette che si forma quando sorride sghembo fa bella mostra di se sulla guancia, il sorriso è stata la cosa che mi ha colpito subito di lui: bello e genuino.
 

 
Edward come se lo avessi chiamato si gira verso di me e mi fa l’occhiolino, si sta divertendo come un bambino nel stuzzicare la sorella, e non posso che sorridere. Gli occhi verde giada sono illuminati dal riso e da soli potrebbero illuminare come il Sole , sbuffo piano per non farmi sentire, da un po' di tempo a questa parte sono diventata molto smielata nei miei pensieri e non riesco a capire perché.
Edward torna a prestare attenzione alla sorella che nel frattempo ha continuato imperterrita a sproloquiare gesticolando come una matta e difendendo l’importanza di una buona conoscenza dello stile e del portamento.
— E comunque è Bella quella a cui l’ho chiesto quindi è lei che deve rispondere — sbotta ponendo fine al battibecco, con un po' di immaginazione posso vedere il fumo uscire dalle sue orecchie.
— Mi spiace Alice ma questa sera sono a cena da amici di famiglia — e mentalmente ringrazio il tempismo di Billy nell’organizzare la cena, non sarei mai sopravvissuta a quel pigiama party intensivo. Alice si rabbuia di colpo e cerca di convincermi ma sono irremovibile, per questa giornata ho già avuto la mia dose di Alice.
— Diglielo anche tu Edawrd — dico rivolgendomi al diretto interessato, ma questo è assorto nei suoi pensieri e fissa un punto indefinito della mensa, un’ombra scura copre il suo viso di solito sempre solare e aperto.
— Ha ragione Bella. Ha già preso un impegno sarebbe maleducazione rifiutare all’ultimo — risponde dopo essersi ripreso dallo stato catatonico. La sorella sconsolata deve concordare col fratello e accantonato il progetto “Bella: Barbie vesti e trucca” inizia a tartassare Jasper che fino a quel momento è stato in silenzio ridendo a crepa pelle per il botta e risposta dei fratelli Cullen.
— Con chi ceni di bello? — mi chiede Edward passandosi una mano tra i capelli irrigidendo la postura.
— A cena da Billy e Jake — qualcosa lampeggia nei suoi occhi ma è solo un momento. Tanto che credo di essermelo immaginato.
— E sarete solo voi?
— No, ci saranno anche i Clearwater, non sarò l’unica donna fortunatamente — il suo sguardo sembra rilassarsi, almeno in parte.
Si gira verso di me, poggiando il braccio sul tettuccio della macchina, iniziando a picchiettare con le dita su di esso, e infilando l'altra nella tasca dei pantaloni.
— Bella allora sabato ti passo a prendere alle otto, va bene?
— Sì, va bene. Ho anche il tempo di preparare da mangiare a Charlie — e con preparare intendo togliere il piatto pronto dal frizer e metterlo nel microonde.
— Cucini? — mi chiede curioso, al che io faccio una smorfia.
— Meglio di no o due lavande gastriche al giorno non le toglierebbe nessuno a Charlie — dico ridacchiando nell'immaginare la scena e presto vengo seguita da lui.
— Allora me ne ricorderò.
— Ed, dobbiamo andare — lo chiama Alice che nel frattempo è salita in macchina e ci guarda  dal finestrino.
— Ci vediamo domani allora. Buona giornata — lo saluto raggiungendo la mia macchina.
 
 
— Bella! Quanto tempo, come stai cara? — Sue corre verso di me appena scendo dalla macchina, mi abbraccia con forza e io non posso che non ricambiare con altrettanto entusiasmo. C'è sempre stata quando ne ho avuto bisogno, per tutte quelle faccende da donne che Chalie non sapeva come affrontare.
— Non ti sembra di esagerare Sue? Non è passata nemmeno una settimana.
— Appunto troppo tempo che non vedo la mia figlioccia — dice allontanandosi ed esibendosi in uno sguardo imbronciato.
— Ehi, Sue, non strapazzarmela troppo! — tuona la voce allegra di papà.
— Ciao Charlie ti trovo bene, forse un po’ sciupato, Bella devi assolutamente imparare a cucinare qualcosa oltre le uova e i cibi surgelati.
— Così tu non ci prepari i tuoi manicaretti — protesto divertita.
— Bene, entriamo? Ho una fame da lupi — chiede Charlie strofinando la pancia con un amano.
— Charlie! Hai portato le birre, vero? — neanche il tempo di entrare che Billy si piazza, con la sua sedia a rotelle, davanti all’ingresso.
— Certo che si — risponde orgoglioso alzando il cartone di birra come se fosse un trofeo. Il medico di Billy gli ha tassativamente vietato di bere birra e Jake ha eseguito l’ordine con dovizia. Nessuna birra entra in casa Black se non quando ci sono queste cene di gruppo.
— Bells! — la voce profonda di Jake mi fa girare di scatto verso la sua direzione ma non ho tempo di dire nulla che le sue forti braccia mi circondano e mi fanno girare in aria, come quando Charlie mi faceva fare l’areoplanino all’età di cinque anni.
— Ciao Jake — riesco a dire quando mi rimette a terra, anche se non mollo la presa sul mio amico per almeno altri cinque minuti, le gambe non reggerebbero il mio peso.
— Alleluia, siete arrivati! Qui c’è gente che muore di fame — esclama la voce esuberante di Seth che compare dalla porta della cucina.
La cena proseguì tranquilla, riesco anche a ridere quando papà e i due suoi amici ripercorrono il “viale dei ricordi” della loro ormai lontana gioventù.
 
— E con quell’Edward come va? — la cena è finita ed io e Jake siamo andati a buttare la spazzatura nel cassonetto collocato all’inizio della sua via. È stato zitto per tutto il tragitto, duecento metri, e solo quando abbiamo fatto il nostro dovere, ha iniziato a parlare, prima del più e del meno poi è saltato fuori con questa domanda che mi ha lasciato interdetta.
— Bene. — dico con tono noncurante — Come mai mi chiedi di lui?
— Beh lo nomini molto spesso nei nostri discorsi — lo nomino spesso?
— N…non è vero — rispondo stralunata. O almeno credo, non ci ho mai fatto caso insomma a Jake ho sempre raccontato le mie giornate e delle volte l’ho dovuto citare per forza ma non ne parlo sempre. Assolutamente no.
— Oh si credimi tra un po' mi convincerò anch’io di essermi preso una cotta per lui.
— Io non ho una cotta per Edward! — lo urlo.
— Bells non è una brutta cosa, sai? È bello e ti meriti di essere felice. Ti sei già punita inutilmente — conclude amaramente.
— Non voglio parlarne Jake — dura e fredda — e poi non c’è neanche nulla da dire perché non me ne sono innamorata. Io e l’amore siamo su due binari paralleli.
— Invece siete lo stesso binario devi solo lasciarti andare… — ma non conclude la frase poiché il mio cellulare inizia a suonare. Aggrotto la fronte quando leggo il mittente.
— Edward? Che c’è? — quando pronuncio il nome Jake che era intento a osservarsi attorno, porta l’attenzione su di me sfoggiando un sorriso malizioso. Io lo ammonisco con lo sguardo, non voglio che faccia qualche battuta delle sue e mi metta in imbarazzo.
— Ciao, ti disturbo?— la sua voce risuona ovattata ma riesco a percepire quella sfumatura dolce e rilassante che è la caratteristica della sua voce
— No, sono appena andata a buttare la pattumiera.
Da sola! — esclama allarmato, ridacchio per la sua preoccupazione — è pericoloso! La Push è circondata dai boschi! — alzo gli occhi al cielo, sembra di sentire mio padre.
— Sono uscita con Jake.
Ah… — la sua risposta è un monosillabo e sembra triste come se sapere che sono con Jake gli dia fastidio, si rabbuia sempre quandoviene nominato il mio amico.
— Ciao amico, te la proteggo io la tua Bella… Ahio! — non lo lascio finire la frase che lo colpisco sul braccio con tutta la forza che ho. — Bella sei manesca! — dice massaggiandosi la parte offesa.
Bella? Che hai fatto a Jacob? — chiede Edward ridacchiando. Dio se esisti fa che non abbia sentito la stupidata del mio, ormai, ex migliore amico.
— Niente, ha detto una delle sue solite cavolate… che volevi dirmi? — dico per spostare la sua attenzione su altro.
Sì, ecco, so che è la cosa più scortese del mondo ma potremmo vederci direttamente all'Hotel? — domanda esitante e senza lasciarmi il tempo di rispondere si affretta a giustificare la sua richiesta. — Mia madre mi ha chiesto se posso passare a prendere alcuni invitati, dei finanziatori importanti e non ho potuto dirle di no
— Certo, nessun problema — lo rassicuro subito — io ho la macchina, non ci sono problemi.
Lo sento tirare un sospiro di sollievo — Grazie, anche se avrei preferito passare il viaggio di andata con te — confessa facendomi diventare di tutte le tonalità del rosso.— Ti lascio alla tua cena allora. Ci vediamo domani.
— Okay buona serata anche a te e salutami i tuoi ed Emmet.
Certo. Sogni d’oro Bella — mormora con tono dolce.
— Notte, Eddy — dico con tono scherzoso, lo sento ridere e dopo un ultimo saluto riaggancia. Avrei voluto dirgli qualcosa di più carino ma non ne ho avuto il coraggio.
— Sei cotta Isabella Swa… Ahio! Ma basta! — sbotta massaggiandosi la testa — prega che non mi venga un bernoccolo Bells o sei finita.
— E tu smettila di dire stupidaggini — non voglio rovinare nulla.
 
— E io che mi metto domani? — domando all’armadio aperto. Appena tornata da scuola sono andata ai grandi magazzini per prendere un vestito ma non ho trovato nulla! Erano tutti troppo colorati e fru-fru, rabbrividisco al solo ricordo. Sarebbero andati bene per le oche della scuola ma di certo non a me.
esasperata mi butto a peso morto sul letto, nascondendo il volto sotto il cuscino. Certamente saranno presenti tutti signori e signore ben vestite e sofisticate e anche Edward sarà tutto agghindato a festa e io non voglio fargli fare brutta figura e soprattutto io non voglio farla.
Piano, piano realizzo che c’è un'unica soluzione possibile, me ne pentirò appena avrò premuto il tasto di chiamata ma non ci sono altre alternative. Mi siedo in mezzo al letto e faccio scorrere la rubrica del cellulare fino al nome “ Folletto esasperante” e con lo stesso stato d’animo di una condannata che va verso il patibolo, premo il tasto.
Risponde dopo pochi squilli.
— Sapevo che mi avresti chiamato — la voce ha un non so che di sadica gioia, il carnefice che pregusta le torture cui sottoporrà il malcapitato. Prendo un respiro profondo e mi ripeto nella mente il perché stia facendo tutto questo:
Per i piccoli dell’ospedale.
Per non fare una pessima figura.
Per non far fare una figuraccia ai Cullen.
Per… Edward.
 
— Ciao Alice. 





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Allora piaciuto? Fatemelo sapere in un commentino... ino... ino : )


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Isabella and the half-vampire - Ultimo capitolo
Bella è una normale ragazza che vive a Forks da sola e un giorno d'estate scopre che il mondo in cui è vissuta fino ad ora era solo una piccola parte di quello che è realmente...
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Arancione ] [ Genere: Commedia, Romantico ] [ Capitoli: 2 ] [ Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Un po' tutti ] 
[ Pubblicata: 01/09/11 ] [ Aggiornata: 11/09/11 ] [ Note: AU, What if? ] [ In corso ]
[ Categoria: Libri > Twilight ] [ Contesto: Nessun libro/film ] [ Leggi le 9 recensioni ]

    La donna giusta - Ultimo capitolo
Ancora prima di formulare un pensiero, il mio corpo scatta e il cervello da ordine ai piedi di muoversi e con l'ombrello copro la sua esile figura. Il suo profumo mi colpisce come un pugno in faccia, mi beo di quel momento.
Il mio corpo freme di desiderio, ne vuole di più, sempre di più, desidera un contatto più profondo, desidera prenderla e portarla in un posto solo per noi, dove lei é solo mia, dove io sono solo suo, dove lei suona solo per me.
- bisogno di aiuto signorina? - dico con voce resa roca dal turbinio di emozioni che sono in atto dentro di me.
Passione. Desiderio. Bramosia. Dolcezza. Tenerezza. Senso di protezione. Possesso. Devozione.
I suoi occhi, blu come un cielo d'estate, incatenano i miei e non posso impedire alla mia mente di ritornare al primo giorno che la vidi.
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Rosso ] [ Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale ] [ Capitoli: 5 ]   
[ Pubblicata: 11/05/11 ] [ Aggiornata: 25/08/11 ] [ Note: Nessuna ] [ In corso ]
[ Categoria: Storie originali > Romantico ] [ Leggi le 8 recensioni ]

    La Bella Italia 
E se qualcosa non va come la Meyer ha deciso? E se Edward, dopo aver salvato Bella e dopo averla convinta a cenare alla "Bella Italia" incontrasse qualcuno che cambia le carte in tavola?
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Verde ] [ Genere: Generale ] [ Capitoli: 1 ] [ Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Sorpresa ] 
[ Pubblicata: 22/08/11 ] [ Aggiornata: 22/08/11 ] [ Note: Drabble ] [ Completa ]
[ Categoria: Libri > Twilight ] [ Contesto: Twilight ] [ Leggi le 1 recensioni ]

    Buttare via tutto, e di nuovo ricominciare Ultimo capitolo
lei era il bersaglio degli scherzi di lui, lei una bimba timida e ciocciottella che vedeva in lui il suo peggiore incubo. Che succede se lei se ne va, per tornare solo otto anni dopo? è tutto come prima o per una qualche ragione nascerà qualcosa di bello?
Dal capitolo:
Lei che stava porgendo la mano si blocca come fulminata- I-Ian?- la guardo interrogativo non capendo il suo cambiamento repentino, che le è preso? 
Si schiarisce la gola - Ian…Knight?- a quanto pare le hanno già parlato di me. Sorrido strafottente.
-il solo ed unico- sbianca completamente.
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Arancione ] [ Genere: Romantico ] [ Capitoli: 11 ]   
[ Pubblicata: 27/03/11 ] [ Aggiornata: 21/08/11 ] [ Note: Nessuna ] [ In corso ]
[ Categoria: Storie originali > Romantico ] [ Leggi le 12 recensioni ]

    In barca a vela controvento 
- ONE SHOT DELL'ESTATE -
Un viaggio in solitaria che porterà una ragazza alla scoperta di un mondo che neanche immaginava. Quello che pensava fosse solo una favola per bambini è in realtà un mondo nascosto, ai più. Un'avventura che la porterà a conoscere qualcuno che le mostrerà questo misterioso nuovo mondo.
Dalla storia:
Giocherellai con la piccola collana che portavo al collo. Era molto semplice, fatta con frammenti di corallo rosso da cui pendeva una metà di conchiglia, simile al nautilus, ma più piccola, e al centro una bellissima perla. Non so com’era possibile, ma questa cambiava colore in continuazione, col tempo avevo associato la cosa all’influenza dell’umore, come quegli anelli che vedono lungo le spiagge o nei negozi di souvenir. Ogni volta che provavo forti emozioni, il suo colore cambiava.
Come ne ero venuta in possesso? Beh, questa è una bella storia.
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Arancione ] [ Genere: Avventura, Fantasy, Romantico ] [ Capitoli: 1 ]   
[ Pubblicata: 19/08/11 ] [ Aggiornata: 19/08/11 ] [ Note: One-shot ] [ Completa ]
[ Categoria: Storie originali > Soprannaturale ] [ Leggi le 1 recensioni ]

    La promessa di una bestia 
Extra dalla mia storia "Beastly". Daniel è un vampiro da molti secoli condannato a una vita di tenebre contro la sua volontà. E' una bestia. Tutto cambia quando, lungo il suo cammino incontra Isabel, giovane matricola della Dartmouth.
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Giallo ] [ Genere: Romantico, Sentimentale, Sovrannaturale ] [ Capitoli: 1 ]   
[ Pubblicata: 14/08/11 ] [ Aggiornata: 14/08/11 ] [ Note: Missing Moments ] [ Completa ]
[ Categoria: Storie originali > Soprannaturale > Vampiri ] [ Leggi le 2 recensioni ]

    Shade-Tolerant 
CONCORSO ONE SHOT DELL'ESTATE
Se su una spiaggia mentre osservi il tramonto facessi un incontro speciale?
Ho pensato a come deve essere passare le vacanze estive per una persona che non può, per cause di forza maggiore, passare una giornata sotto il sole come fanno tutti ed è uscito questo...spero vi piaccia^^
Dal capitolo:
Sognavo che un giorno avrei potuto correre sotto il sole, andare alla spiaggia a nuotare e poi asciugarmi sulla sabbia, pranzare in un parco mentre i raggi del sole sfioravano la mia pelle come delle carezze. Un sole che mi era amico insomma. Ma la realtà era ben diversa.
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Giallo ] [ Genere: Generale, Sentimentale ] [ Capitoli: 1 ] [ Personaggi: Bella/Edward ] 
[ Pubblicata: 25/07/11 ] [ Aggiornata: 25/07/11 ] [ Note: One-shot ] [ Completa ]
[ Categoria: Libri > Twilight ] [ Contesto: Nessun libro/film ] [ Leggi le 7 recensioni ]

    La mia piccola fifona 
- Oddio!oddio! Edward ho paura - mormorai avvinghiandomi al braccio del mio ragazzo.
Mi aveva convinto a entrare in quell’edificio che sembrava aver scritto a caratteri cubitali “abbandonate ogni speranza voi che entrate” ma che il mio adorato ragazzo, a quanto pare, non aveva visto. Dovrò suggerirgli una visita dall’oculista mi appuntai mentalmente una volta che saremmo usciti da quell’inferno.
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Verde ] [ Genere: Commedia ] [ Capitoli: 1 ] [ Personaggi: Bella/Edward ] 
[ Pubblicata: 02/07/11 ] [ Aggiornata: 02/07/11 ] [ Note: One-shot ] [ Completa ]
[ Categoria: Libri > Twilight ] [ Contesto: Nessun libro/film ] [ Leggi le 3 recensioni ]

    Beastly - Ultimo capitolo
Ispirato alla Bella e la Bestia.... Isabel sta per partire per l'università dove farà nuove conoscenze, nuove amicizie e qualcosa di più.... ma non tutto è come sembra.
Dal capitolo:
Isabel s’imbarcò sull’aereo con sentimenti contrastanti. 
Gioia, per l’inizio di una nuova esperienza. Tristezza, per dover salutare suo padre e i luoghi dove era cresciuta e che l’avevano fatta sentire al sicuro. Timore, perché aveva come il presentimento che qualcosa sarebbe successo e che questo le avrebbe sconvolto l’esistenza, in bene o in male ancora non lo sapeva.
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Arancione ] [ Genere: Mistero, Romantico ] [ Capitoli: 4 ]   
[ Pubblicata: 05/06/11 ] [ Aggiornata: 08/06/11 ] [ Note: Nessuna ] [ Completa ]
[ Categoria: Storie originali > Soprannaturale > Vampiri ] [ Leggi le 4 recensioni ]

    Red Fairytale - Ultimo capitolo
C’era una volta una bambina tanto vivace quanto sbadata, correva sempre anche per andare da una stanza all’altra, i genitori non sapevano come farla stare ferma soprattutto perché aveva la tendenza a sbattere contro oggetti fermi e inciampare sui suoi stessi piedini ed erano preoccupati che potesse farsi molto male, ma la amavano tanto e quando la vedevano a terra a piangere per l’ennesima caduta la rassicuravano e le davano un bacino sulla bua per fargliela passare e la piccolina rassicurata tornava felice a saltellare per la casa o il giardino mentre i genitori amorevoli, aspettavano la successiva caduta.
In un girono di fine giugno correva nei campi col suo fratellone, quando….
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Verde ] [ Genere: Generale ] [ Capitoli: 3 ] [ Personaggi: Bella/Edward, Un po' tutti ] 
[ Pubblicata: 30/04/11 ] [ Aggiornata: 03/05/11 ] [ Note: Nessuna ] [ Completa ]
[ Categoria: Libri > Twilight ] [ Contesto: Nessun libro/film ] [ Leggi le 16 recensioni ]

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Capitolo 11
*** …: Deliri di un pazzo innamorato :... ***


Hola gente! come è andata la scuola? Spero che non sia stato troppo traumatico l'inizio... e pensate che poi c'è l'università! yuppi!!!! ma ora passiamo al capitolo:

Siccome il capitolo si prospetta lungo, ho fatto 10 pagine e ancora non è finito lo divido in due così non dovete aspettare molto e non vi do un papiro da leggere...
Quindi grazie a tutti quelli che seguono la storia, che l'hanno messa  tra le preferite, ricordate e seguite e le splendide sette ragazze che hanno commentato lo scorso capitolo.

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…: Deliri di un pazzo innamorato :…

 
 

 

 

— Nulla di che... shopping — dice accompagnando il tutto con un’alzata di spalle — forse alla fine della serata mi ringrazierai — continua con uno strano tono di voce. E perché dovrei ringraziarla?

Alzo un sopracciglio per palesarle il mio scetticismo ma lei non sembra notarlo. Dopo l’ennesimo tentativo riesco a sistemare lo stupido “coso” che mamma mi ha obbligato a mettere e mi volto verso la mia personale esperta di moda.

— Figo o sfiato?

 

— Un po' di tutte e due — è la sentenza di mia sorella mentre mi raggiunge per sistemarmi il “coso” che lei chiama papillon. Sbuffo sonoramente, perché mi sono lasciato convincere a mettere quest’arnese?

Sono nervoso all'inverosimile, le mani sono sudate e mi manca l'aria. Forse ho stretto troppo. Passo un dito per allargare ma la sensazione non cambia.

So benissimo a cosa è dovuta tutta questa agitazione, o meglio a chi è dovuta. Come dice Emmet sono bruciato come la torta al cioccolato che mamma aveva dimenticato nel forno alla “festa” d’inaugurazione della casa.

— Ed, rilassati, stai benissimo e Bella non ti resisterà. Alla fine della serata sarà ai tuoi piedi — predice con tono malizioso. Sarebbe bello... la immagino che mi rivolge occhi a cuoricino come in quei cartoni giapponesi, immagino noi che camminiamo mano nella mano o noi coinvolti in uno di quei baci che ti lasciano senza fiato.

Scaccio mal volentieri quei pensieri con un profondo respiro. Alice intuendo i miei pensieri mi accarezza una guancia e mi dedica un sorriso amorevole.

— Vedrai che tutto andrà benone — sussurra.

— Hai ragione — rispondo determinato, con questo spirito pessimista non otterrò nulla, sono sempre stato ottimista e lo devo essere anche ora e subito il sorriso torna sul mio viso al pensiero che tra un’ora la vedrò.

— Tesoro ti conviene andare, i Signori Masen ti aspettano per le sette e un quarto — la testa di mamma fa capolino nella porta, lo sguardo acceso e ansioso.

— Mamma, rilassati c'è tempo, sono solo le sei e mezzo — quando ci sono questi eventi, si fa prendere dall'agitazione. È una perfezionista proprio come Alice ma si sa: tale madre, tale figlia. Borbottando frasi che hanno senso solo per lei, scompare dietro la porta dopo essersi esibita in un piccolo broncio.

— Okay, io vado. Ci vediamo all’Hotel — dico recuperando le chiavi della Volvo e uscendo.

 

— Caro, — la voce bassa e calma della signora Masen chiede la mia attenzione, — non saresti così gentile da andare a prendere qualcosa da bere per questa vecchia signora?

— Certo, Elisabeth, vado subito — acconsento alzandomi dalla sedia e raggiungendo uno dei camerieri nelle loro divise bianche e nere, che indaffarati si muovono tra i tavoli dell'aperitivo.

Recupero un calice e ritorno al tavolo, dove, dopo quattro chiacchiere mi congedo dalla coppia.

Mi muovo ai limiti della sala e devo ammettere che abbiano fatto un ottimo lavoro. I tavoli sono disposti in modo da lasciare un ampio spiazzo nel mezzo della sala mentre, sulla parete di fondo, un palco ospita una piccola orchestra e un leggio. Il rosso e il panna fanno da padroni, sui tavoli, sulle sedie e anche le tende mentre i grandi ...  diffondono una luce calda e accogliente. Gli inviarti sono agghindati al loro meglio, sembra una sfilata di moda e alla maggior parte credo non interessi il vero motivo per cui sono qui. Semplicemente vogliono farsi notare, mi dico superando una donna in abito rosso fuoco e ricoperta di gioielli, ma per ottenere dei finanziamenti devi puntare a un certo target.

 

Rigiro nella mano il fiore che ho preso dal fioraio prima di passare dai signori Masen. Un piccolo mazzo di margherite, fiori semplici per una ragazza senza fronzoli.

Sono le nove passate e Bella non è ancora arrivata, da Forks a Port Angeles s’impiega poco più di un’ora e lei ci sta mettendo più di un'ora e mezza. 

— È arrivata? — mi chiede Jasper comparendo al mio fianco. Io scuoto la testa sempre più preoccupato.

E se è successo qualcosa? E se avesse cambiato idea e non venisse?

— Magari ha solo trovato un po’ di traffico — azzarda Alice che ci ha raggiunto insieme a Jazz ed Emmet, felice di essere a una festa.

— E quei fiori? — continua curiosa.

— Sono per Bella — dico con un sorriso che va da un orecchio all’altro.

— E perché gli regali dei fiori? — Jasper non è mai stato un ragazzo romantico, ha sempre avuto bisogno di una spinta in queste cose.

— Perché i fiori implicano molte cose — interviene Alice con tono da professoressa.

— Che cosa implicano i fiori? — chiede Emmet, — I fiori hanno delle implicazioni? — continua a rivolgendosi a me ma non posso rispondere perche Jasper si rivolge con tono interrogativo alla sua ragazza: — Stai implicando che dovrei comprare dei fiori?

— No, almeno se vuoi — si affretta ad aggiungere mia sorella sorride.
— Fiori — sussurro a Jasper, divertito.

— Sì, l’ho capito — annuisce Jazz. Il ragazzo è sempre stato intuitivo.

— Io ho regalato dei fiori a Rosalie — interviene Emmet sorridendo pestando ulteriormente il morale del mio amico.

— Grazie Emmet... — borbotta sconsolato ma ormai non lo ascolto più. Il mio fiore preferito ha appena varcato la soglia del grande salone guardandosi attorno come una bambina davanti a un giocattolo nuovo.

— Credo che ti ringrazierò prima della fine della serata — dico in un sussurro a mia sorella, capendo solo ora la sua frase di prima.

 

 

È bellissima...

— Già, è davvero bella — e solo dopo l’affermazione di Alice capisco di non averlo solo pensato.

Il vestito bianco e blu accarezza le sue forme esaltandole, i capelli cadono liberi sulle sue spalle, poco trucco ma nonostante la semplicità risalta più di tutte le altre.

Appena mi vede accenna un timido sorriso e lentamente mi raggiunge salutando tutti.

— Sono per te — dico porgendole il piccolo mazzo di fiori. Scruto il suo viso per scorgere le sue emozioni, immagino già di vedere il senso di sorpresa subito susseguito dall’imbarazzo, visto che non è abituata a certi trattamenti,  ma quello che vedo va contro ogni mia supposizione e il sorriso che mi muore piano, piano sulle labbra: un lampo di paura attraversa i suoi occhi ma è così veloce a nasconderlo dietro a un sorriso tirato che se non fossi stato meno attento non lo avrei visto. Anche io accenno un sorriso anche se meno entusiasta del primo.

— Grazie, ma non dovevi spendere soldi per me — per lei spenderei anche una barca di soldi se servisse a farla felice. Troppo sdolcinato? L’amore rincitrullisce, è risaputo.

— Non ho speso nulla, li ho presi dalla serra di Emmet — al che lei sorride e guardando verso mio fratello dice: — Emmet, stai benissimo! Questa sera Rose non ti resisterà — mio fratello si apre in un enorme sorriso. Ha passato tutto il pomeriggio con Alice che gli toglieva i vestiti dall’armadio e li poggiava sul letto per farglieli scegliere, scatenando il suo fastidio perché gli metteva in disordine la stanza, ma allo stesso tempo insisteva per trovare un vestito, obbligando la povera Alice a fare i salti mortali per accontentarlo per poi, alla fine, comprarne uno nuovo.

— Ho una giacca nuova — gongola Emmet lisciando pieghe immaginarie su di essa.

— Bella giacca — concorda Bella con ritrovato sorriso.

— E’ nuova. Toccala. — e sotto le insistenze di mio fratello accarezza anche lei il tessuto.

— Sicuramente Rose sarà ai tuoi piedi. Guarda è laggiù — tutti ci voltiamo e troviamo una Rose in abito grigio con una particolare texture. È davvero bella.

Al suo fianco un ragazzo alto e biondo le cinge la vita con fare possessivo e mi rabbuio, la cosa non preannuncia nulla di buono per mio fratello che guarda il ragazzo come se volesse incenerirlo con lo sguardo.

— Emmet… — ma non posso finire la frase che raggiunge la coppietta a passo di carica. Mamma mia, spero che non succeda nulla di grave.

— Vedrai che andrà bene. Emmet non farà niente di male — afferma la voce calma di Bella che guarda divertita la scenetta di Emmet che strappa dalle mani del pompato la dolce Rose. — Certo non sarebbe male ravvivare la serata con una bella lotta… io tifo per Emmet nel caso — dice guardandomi con fare cospiratorio — scommettiamo?

Scoppio a ridere per la battuta e scuotendo la testa la accompagno al nostro tavolo. La cosa positiva della cena è che saremo seduti vicini e devo solo ringraziare mamma.

— Sai pensavo che non arrivassi più. Madame — le dico scostandole la sedia con fare teatrale. Ride nervosa per la mia galanteria.

— Sono arrivata tardi per un contrattempo. A quanto pare tutta la contea ha deciso di venire qui a Port Angeles questa sera… —  ed ecco svelato l’arcano mistero.

— Cara sei arrivata! Qualcuno era in trepida attesa — le dice ammiccante mia madre mentre io le lancio un occhiataccia.

— Ah, si? Effettivamente Alice non mi ha dato tregua tra ieri e oggi — dice nervosa, tutti e due, e forse anche Bella, sappiamo che non è Alice quella cui si riferiva mamma.

— Mamma ci sono delle persone laggiù che ti cercano — mi affretto a dire, inventando la prima scusa per allontanarla.

— Scusala a volte parla troppo.

 

La serata passa velocemente per fortuna né Emmet né il biondino - che abbiamo scoperto, essere Royce King, fidanzato storico di Rose - hanno fatto o detto nulla di grave. Il fatto che la bionda volontaria sia fidanzata non sembra aver fermato Emmet che persistente continua a mettersi in mezzo alla coppia e lo sguardo divertito ma dolce di lei mi fa ben sperare, non è infastidita come il fidanzato. Ho notato che Rose guarda il suo ragazzo non con gli occhi da innamorata, non le brillano gli occhi e il sorriso non alberga sul suo viso ogni volta che gli è a fianco. No, tutto questo succede quando ha al suo fianco Emmet ma avrà il coraggio di fare una scelta? Stare con uno come Emmet richiede tutto il tempo che hai a disposizione e non solo quelle ore stabilite con l’ospedale.

Rido divertito del fatto che ci ho messo così poco per capire i sentimenti di Rose mentre per capire i miei ci ho messo un sacco di tempo. Giro la testa per osservare la ragione del mio battito accelerato.

Bella parla allegramente con tutti ma sembra essere tesa e nervosa, più di una volta l’ho vista passarsi una mano tra i capelli e il labbro inferiore è completamente torturato dai denti. Forse non essendo abituata a queste ceni in pompa magna si sente a disagio, penso quando l’ennesimo dottore parla alla sala riguardo lo sviluppo dell’ospedale e i servizi che potrebbe offrire con il ricavato della beneficenza.

Mangiamo tanto da scoppiare e finalmente all’alba delle undici di sera, manca solo il dolce. Dopo che il cameriere ha portato via il mio piatto, vedo Emmet sedersi al mio fianco con espressione imbronciata. Ogni volta che gli è possibile raggiunge Rosalie che lo accoglie con un caloroso sorriso, mentre il resto della tavolata, composta dai genitori di lei e tutta la famiglia King, lo osservano chi cordiale, chi con pietà e chi con disgusto. Soprattutto i King non sembrano apprezzare la sua presenza.

— È un pallone gonfiato. Non mi piace non va bene per Rose. Non va bene per niente.

— Mentre tu sì, Emmet? — gli chiedo divertito dalla sua gelosia anche se ad essere sinceri neanche a me piace quel ragazzo.

— Io sono perfetto per lei — esclama sicuro di quello che dice — Perfetto.

Giro la testa di lato per guardare Bella che è obbligata a parlare con una signora dalla puzza sotto il naso e non è particolarmente entusiasta. Ed io? Sono perfetto per Bella? Il mio cuore urla sì, sì e ancora sì.

Deliri di un pazzo innamorato.

 

 

 

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Ecco la prima parte spero vi piaccia^^ Presto anche la seconda promesso!
Troppo tenero Emmet geloso vero?

 



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Buttare via tutto, e di nuovo ricominciare Ultimo capitolo
lei era il bersaglio degli scherzi di lui, lei una bimba timida e ciocciottella che vedeva in lui il suo peggiore incubo. Che succede se lei se ne va, per tornare solo otto anni dopo? è tutto come prima o per una qualche ragione nascerà qualcosa di bello?
Dal capitolo:
Lei che stava porgendo la mano si blocca come fulminata- I-Ian?- la guardo interrogativo non capendo il suo cambiamento repentino, che le è preso? 
Si schiarisce la gola - Ian…Knight?- a quanto pare le hanno già parlato di me. Sorrido strafottente.
-il solo ed unico- sbianca completamente.
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Arancione ] [ Genere: Romantico ] [ Capitoli: 12 ]   
[ Pubblicata: 27/03/11 ] [ Aggiornata: 26/09/11 ] [ Note: Nessuna ] [ In corso ]
[ Categoria: Storie originali > Romantico ] [ Leggi le 14 recensioni ]

    Isabella and the half-vampire - Ultimo capitolo
Bella è una normale ragazza che vive a Forks da sola e un giorno d'estate scopre che il mondo in cui è vissuta fino ad ora era solo una piccola parte di quello che è realmente...
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Arancione ] [ Genere: Commedia, Romantico ] [ Capitoli: 2 ] [ Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Un po' tutti ] 
[ Pubblicata: 01/09/11 ] [ Aggiornata: 11/09/11 ] [ Note: AU, What if? ] [ In corso ]
[ Categoria: Libri > Twilight ] [ Contesto: Nessun libro/film ] [ Leggi le 9 recensioni ]

    La donna giusta - Ultimo capitolo
Ancora prima di formulare un pensiero, il mio corpo scatta e il cervello da ordine ai piedi di muoversi e con l'ombrello copro la sua esile figura. Il suo profumo mi colpisce come un pugno in faccia, mi beo di quel momento.
Il mio corpo freme di desiderio, ne vuole di più, sempre di più, desidera un contatto più profondo, desidera prenderla e portarla in un posto solo per noi, dove lei é solo mia, dove io sono solo suo, dove lei suona solo per me.
- bisogno di aiuto signorina? - dico con voce resa roca dal turbinio di emozioni che sono in atto dentro di me.
Passione. Desiderio. Bramosia. Dolcezza. Tenerezza. Senso di protezione. Possesso. Devozione.
I suoi occhi, blu come un cielo d'estate, incatenano i miei e non posso impedire alla mia mente di ritornare al primo giorno che la vidi.
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Rosso ] [ Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale ] [ Capitoli: 5 ]   
[ Pubblicata: 11/05/11 ] [ Aggiornata: 25/08/11 ] [ Note: Nessuna ] [ In corso ]
[ Categoria: Storie originali > Romantico ] [ Leggi le 8 recensioni ]

    La Bella Italia 
E se qualcosa non va come la Meyer ha deciso? E se Edward, dopo aver salvato Bella e dopo averla convinta a cenare alla "Bella Italia" incontrasse qualcuno che cambia le carte in tavola?
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Verde ] [ Genere: Generale ] [ Capitoli: 1 ] [ Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Sorpresa ] 
[ Pubblicata: 22/08/11 ] [ Aggiornata: 22/08/11 ] [ Note: Drabble ] [ Completa ]
[ Categoria: Libri > Twilight ] [ Contesto: Twilight ] [ Leggi le 1 recensioni ]

    In barca a vela controvento 
- ONE SHOT DELL'ESTATE -
Un viaggio in solitaria che porterà una ragazza alla scoperta di un mondo che neanche immaginava. Quello che pensava fosse solo una favola per bambini è in realtà un mondo nascosto, ai più. Un'avventura che la porterà a conoscere qualcuno che le mostrerà questo misterioso nuovo mondo.
Dalla storia:
Giocherellai con la piccola collana che portavo al collo. Era molto semplice, fatta con frammenti di corallo rosso da cui pendeva una metà di conchiglia, simile al nautilus, ma più piccola, e al centro una bellissima perla. Non so com’era possibile, ma questa cambiava colore in continuazione, col tempo avevo associato la cosa all’influenza dell’umore, come quegli anelli che vedono lungo le spiagge o nei negozi di souvenir. Ogni volta che provavo forti emozioni, il suo colore cambiava.
Come ne ero venuta in possesso? Beh, questa è una bella storia.
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Arancione ] [ Genere: Avventura, Fantasy, Romantico ] [ Capitoli: 1 ]   
[ Pubblicata: 19/08/11 ] [ Aggiornata: 19/08/11 ] [ Note: One-shot ] [ Completa ]
[ Categoria: Storie originali > Soprannaturale ] [ Leggi le 1 recensioni ]

    La promessa di una bestia 
Extra dalla mia storia "Beastly". Daniel è un vampiro da molti secoli condannato a una vita di tenebre contro la sua volontà. E' una bestia. Tutto cambia quando, lungo il suo cammino incontra Isabel, giovane matricola della Dartmouth.
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Giallo ] [ Genere: Romantico, Sentimentale, Sovrannaturale ] [ Capitoli: 1 ]   
[ Pubblicata: 14/08/11 ] [ Aggiornata: 14/08/11 ] [ Note: Missing Moments ] [ Completa ]
[ Categoria: Storie originali > Soprannaturale > Vampiri ] [ Leggi le 2 recensioni ]

    Shade-Tolerant 
CONCORSO ONE SHOT DELL'ESTATE
Se su una spiaggia mentre osservi il tramonto facessi un incontro speciale?
Ho pensato a come deve essere passare le vacanze estive per una persona che non può, per cause di forza maggiore, passare una giornata sotto il sole come fanno tutti ed è uscito questo...spero vi piaccia^^
Dal capitolo:
Sognavo che un giorno avrei potuto correre sotto il sole, andare alla spiaggia a nuotare e poi asciugarmi sulla sabbia, pranzare in un parco mentre i raggi del sole sfioravano la mia pelle come delle carezze. Un sole che mi era amico insomma. Ma la realtà era ben diversa.
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Giallo ] [ Genere: Generale, Sentimentale ] [ Capitoli: 1 ] [ Personaggi: Bella/Edward ] 
[ Pubblicata: 25/07/11 ] [ Aggiornata: 25/07/11 ] [ Note: One-shot ] [ Completa ]
[ Categoria: Libri > Twilight ] [ Contesto: Nessun libro/film ] [ Leggi le 7 recensioni ]

    La mia piccola fifona 
- Oddio!oddio! Edward ho paura - mormorai avvinghiandomi al braccio del mio ragazzo.
Mi aveva convinto a entrare in quell’edificio che sembrava aver scritto a caratteri cubitali “abbandonate ogni speranza voi che entrate” ma che il mio adorato ragazzo, a quanto pare, non aveva visto. Dovrò suggerirgli una visita dall’oculista mi appuntai mentalmente una volta che saremmo usciti da quell’inferno.
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Verde ] [ Genere: Commedia ] [ Capitoli: 1 ] [ Personaggi: Bella/Edward ] 
[ Pubblicata: 02/07/11 ] [ Aggiornata: 02/07/11 ] [ Note: One-shot ] [ Completa ]
[ Categoria: Libri > Twilight ] [ Contesto: Nessun libro/film ] [ Leggi le 3 recensioni ]

    Beastly - Ultimo capitolo
Ispirato alla Bella e la Bestia.... Isabel sta per partire per l'università dove farà nuove conoscenze, nuove amicizie e qualcosa di più.... ma non tutto è come sembra.
Dal capitolo:
Isabel s’imbarcò sull’aereo con sentimenti contrastanti. 
Gioia, per l’inizio di una nuova esperienza. Tristezza, per dover salutare suo padre e i luoghi dove era cresciuta e che l’avevano fatta sentire al sicuro. Timore, perché aveva come il presentimento che qualcosa sarebbe successo e che questo le avrebbe sconvolto l’esistenza, in bene o in male ancora non lo sapeva.
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Arancione ] [ Genere: Mistero, Romantico ] [ Capitoli: 4 ]   
[ Pubblicata: 05/06/11 ] [ Aggiornata: 08/06/11 ] [ Note: Nessuna ] [ Completa ]
[ Categoria: Storie originali > Soprannaturale > Vampiri ] [ Leggi le 4 recensioni ]

    Red Fairytale - Ultimo capitolo
C’era una volta una bambina tanto vivace quanto sbadata, correva sempre anche per andare da una stanza all’altra, i genitori non sapevano come farla stare ferma soprattutto perché aveva la tendenza a sbattere contro oggetti fermi e inciampare sui suoi stessi piedini ed erano preoccupati che potesse farsi molto male, ma la amavano tanto e quando la vedevano a terra a piangere per l’ennesima caduta la rassicuravano e le davano un bacino sulla bua per fargliela passare e la piccolina rassicurata tornava felice a saltellare per la casa o il giardino mentre i genitori amorevoli, aspettavano la successiva caduta.
In un girono di fine giugno correva nei campi col suo fratellone, quando….
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Verde ] [ Genere: Generale ] [ Capitoli: 3 ] [ Personaggi: Bella/Edward, Un po' tutti ] 
[ Pubblicata: 30/04/11 ] [ Aggiornata: 03/05/11 ] [ Note: Nessuna ] [ Completa ]
[ Categoria: Libri > Twilight ] [ Contesto: Nessun libro/film ] [ Leggi le 16 recensioni ]

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Capitolo 12
*** …: Risposte :… ***


Hola! eccomi con la seconda parte dove scoprirete perchè Bella è così disillusa dall'amore. 
Ringrazio di tutto cuore le 9 adorabili ragazze che hanno recensito e che dedicano qualche minuto del loro tempo per lasciarmi un loro piccolo pensiero quindi grazie significa molto per me. Inoltre ringrazio anche tutti quelli che hanno inserito la storia tra preferite/seguite e ricordate , siete più di 100 --------> O_O la mia faccia quando me ne sono resa conto.
* - * invece quando casualmente sono finita nella sezione "sei negli autori preferiti di"  non ci ho mai guardato perchè mi dico "chi è tanto pazzo di mettermi tra i preferiti?" bene ringrazio:
1 - ary94
2 - Francesca_90
3 - Karima 
4 - meringa47  
5 - paperacullen  
6 - stellinacullen  
per essere tanto pazze da averlo fatto : ) un megabacio a tutte!

Okay ora vi lascio alla storia e spero di leggere qualche vostro parere!
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…: Risposte :…









Con la coda dell’occhio vedo la pista al centro della sala che piano, piano si sta affollando di coppie che ballano, tra di loro i miei genitori che si guardano con occhi sognanti. Velocemente mi alzo e affianco Bella che sollevata sposta lo sguardo su di me e sembra urlarmi di salvarla da questa situazione.
— Mi concederesti un ballo? — il suo sguardo si trasforma in una smorfia di puro terrore ma nonostante tutto accetta e posa la sua mano nella mia che attende impaziente un contatto con la sua pelle. Bella odia ballare, o meglio non è capace e quindi ha deciso che lo odia. Egoisticamente voglio ballare con lei, tenera stretta me, proprio come papà sta facendo con mamma mentre la guarda con tutto l’amore che prova.
— Accetto solo perché quella mi stava facendo impazzire, altrimenti l’avresti vista brutta — bisbiglia mentre ci allontaniamo. Sghignazzo divertito rafforzando la presa sulla sua mano, m’importa solo di averla qui con me e mentalmente ringrazio la signora per avermi concesso inconsciamente questa possibilità.
La musica dell’orchestra è lenta e soffusa, Bella è completamente abbandonata a me, dopo i primi goffi tentativi si è lasciata guidare, forse è stupido ma è come se mi stesse dicendo "mi fido di te".
— Il resoconto della serata? — le sussurro all'orecchio. Bella s’irrigidisce per poi rilassarsi ma allontanarsi leggermente e ne sento la mancanza. Il suo peso, il suo calore, la sua morbidezza.
— Direi che il bilancio è abbastanza positivo. L'importante è che i pezzi grossi decidano di investire.
— Secondo mia madre molti hanno già staccato qualche assegno — dico orgoglioso del lavoro che hanno fatto.
— Sono davvero contenta.
Si guarda attorno con un leggero sorriso sulle labbra, le gote leggermente arrossate.
— E ti stai divertendo? — forse si annoia ed è per questo che è un po’ tesa.
— È strano, ma sì, mi sto divertendo.
— Sicura? A volte ti ho visto un po’ disorientata e all’inizio eri un po' nervosa — dico volendo esporre i miei dubbi, Bella parla se le si da una spinta.
— No, è che non sono mai stata a una cena simile e qui sono tutti vestiti bene, mentre io ho un vestito preso in un centro commerciale. Uno solo degli anelli che queste signore portano al dito è pari a quello che mio padre ha guadagnato fino ad ora o forse anche più.
— Sei bellissima, molto più bella di tutte quelle tizie ingioiellate — ammetto guardandola dritta negli occhi. Lei imbarazzata distoglie lo sguardo.
— Sono una coppia affiatata — dice per cambiare discorso. Volto lo sguardo e posso vedere i miei genitori che ancora ballano, ridono e si scambiano effusioni come due adolescenti. È bello come il loro amore sia rimasto solido e immutato nel tempo.
— Già, si amano molto — quanto vorrei che io e Bella ci comportassimo allo stesso modo e che creassimo un futuro come il loro. Inconsciamente rafforzo la presa su di lei e, contro ogni logica che mi dice di andare piano e non pigiare l’acceleratore a tavoletta, decido di confessarle quello che sento. Voglio almeno che lo sappia perché lei sembra provare qualcosa per me ma appena abbassa lo scudo e accorgendosi della falda lo rialza.
— Perché non credi nell’amore? — lei riporta il suo sguardo nel mio, è spaurita e so che quello è l’ultimo dei discorsi che vorrebbe affrontare. — Perché non ci credi Bella? — le ripeto deciso ad avere una risposta.
— Semplicemente non esiste. L’amore è una cosa da stupidi — mormora prima che le sue gote si tingano di rosso e i suoi occhi trasmettono tutta la rabbia chiusa dentro — Ti giurano amore eterno, ti promettono mari e monti. E poi al primo bel faccino piantano marito e figlia per scappare in Florida! — io rimango senza fiato, bloccanto sul posto. Appena si rende conto di quello che ha detto spalanca gli occhi scioccata dalla sua rivelazione. — L’amore è una balla…L’amore non esiste! E tu sei uno sciocco a crederci. Finirai solo ferito, disilluso e solo come un cane — mormora senza voce.
Si libera dalla mia presa e guadagna l’uscita a passo sostenuto. Dopo il primo momento di smarrimento la seguo cercando di non dare nell’occhio.
— Bella! Aspetta! — urlo appena uscito dalla porta. La seguo lungo il corridoio poco illuminato, la vedo entrare in una stanza e chiudersi con forza la porta alle spalle.
 
Rimango a fissare la porta chiusa per qualche minuto prima di fare un profondo respiro e abbassare la maniglia. È uno di quei momenti in cui si decide tutto e niente, entrambi dobbiamo mostrare le nostre carte e chiudere questa partita. La porta cigola piano, la stanza è completamente avvolta nel buio, solo le luci che provengono da fuori mi permettono di delineare i contorni dell’arredo. Faccio scorrere lo sguardo lungo tutta la piccola stanza e mi blocco quando vedo Bella ferma davanti alla finestra, con le mani poggiate sul vetro e la testa china in avanti. Mi avvicino lentamente fino a trovarmi a meno di mezzo metro da lei, so che mi ha sentito ma fa finta di nulla. La finestra rimanda il riflesso di un viso contratto dal dolore e dalla rabbia, le palpebre abbassate m’impediscono di vedere in quel mare scuro che sono i suoi occhi. Quello che disse che “gli occhi sono lo specchio dell’anima” deve aver pensato a lei… perché ora senza quei pozzi che mi anno impazzire non riesco a leggere niente.
— L’amore vorrà dire anche sofferenze ma ti da tante gioie. Insomma… se la gente ha perso tempo a parlarne e l’ha elogiarlo ci sarà un motivo — e ripenso ai momenti con la mia famiglia, con gli amici, le prime ragazze, certo con loro non era amore ma gli volevo bene, e lei, che nonostante non crede nell’amore è riuscita a farmi innamorare.
— Sono balle, tutte falsità. Tutti ti tradiscono alla fine — afferma continuando a sostenere la sua tesi e quello che più mi fa rabbrividire è il tono con cui lo dice, sicuro, non un’esitazione come se avesse provato sulla sua stessa pelle quello che dice.
— Riguarda la donna nella foto?
Finalmente si gira verso di me riservandomi uno sguardo rabbioso ma anche ferito. Gli occhi sono lucidi, cerca di trattenere le lacrime, cerca di mostrarsi forte e invulnerabile. L’ha sempre fatto ma non può continuare, non reggerà il peso da sola ancora per molto.
— E tu come sai di lei? — inveisce imbufalita.
La guardo mortificato, non la prederà bene.
— Ho guardato la foto… scusami so che non dovevo farlo ma… — non mi lascia finire che ricomincia a inveire contro di me.
— Certo che non dovevi farlo. Perché hai guardato? Avevi promesso!
— Perché volevo sapere qualcosa di te e del tuo passato! Sei sempre così restia a parlarne mentre io muoio dalla voglia di conoscere ogni più piccola sfaccettatura. So di aver sbagliato e ti chiedo scusa—ma so che lo rifarei, penso.
— Forse c'è un motivo se non ne parlo! Perché sei così fissato su di me?
Basta Edward! Metti le carte in tavola e chiudi il gioco.
— Bella, io sono innamorato di te — confesso sotto il suo sguardo allibito. Apre e chiude la bocca senza emettere alcun suono.
— No, non è vero! — dice scuotendo la testa incredula.
— Allora spiegami quello che sento! — sbotto affilando lo sguardo — Se non è amore o comunque qualcosa che gli si avvicina. Che cos’è!?
— Non lo so —urla. — Non lo so — continua con voce fievole.Mi avvicino annullando l'ultima distanza tra di noi, sfioro le sue braccia fino alle sue mani per poi prendermele nelle mie e indietreggiando l’accompagno verso il divano. Sembra una di quelle scene da film, dove i due protagonisti recitano la scena clou del film e tutto li va liscio, senza intoppi, senza andare a sbattere contro nulla ma questa è la realtà, così nel tragitto pesto il polpaccio contro lo spigolo del tavolino di vetro.
— Aioh!Caz... — impreco piegandomi per massaggiare la parte offesa. Bella a tentoni raggiunge una lampada posta vicino al divano e la accende, a luce tremolò un poco prima di illuminare finalmente la stanza. Io mi siedo sul divano con una smorfia di dolore in viso e continuando a massaggiarmi il polpaccio. Non avrei mai pensato che potesse fare così male...
— Ti sei fatto male? — mi chiede Bella con un sorriso divertito sulle labbra.
— Sto benissimo — borbotto quando il dolore inizia a decrescere. La guardo in viso, sembra triste, e lei non ama farsi vedere debole e infatti nemmeno un minuto che lei china il capo fissando le mani poggiate sul ventre.
— Reneé non ha mai amato Forks. Lei amava il caldo, il Sole, la vitalità delle grandi città… — mi sembrò di notare un sorriso amaro nel ricordare quei particolari. — Ma diceva di amarci e questo per lei bastava, il resto passava in secondo piano — mormora con voce strozzata mentre il suo corpo trema.
— Reneé è tua madre? — non ha mai parlato di lei. Lei annuisce mesta.
— Aveva diciannove anni quando rimase incinta di me, lei e Charlie si sposarono subito e… lei era… insomma… — inizia a gesticolare nervosamente con le mani e a spostare lo sguardo ovunque, tranne che verso di me. Le prendo le mani e le stringo per trasmetterle il mio calore. Lei finalmente mi guarda e non riesco a reggere il suo sguardo. Tanto dolore ed è colpa mia e della mia smania di sapere, sono io ad abbassare lo sguardo ora. Dovevo aspettare i suoi tempi, mi avrebbe detto tutto di sua spontanea volontà. Ma lei mi sorprende ancora una volta: le sue esili braccia mi circondano il busto e nasconde il suo viso nell’incavo del mio collo mentre i singhiozzi le scuotevano le membra. Come posso essere stato così stupido!
— Basta Bella, non devi dirmi nulla. Se lo vorrai e quando lo vorrai, io ci sarò — le mormoro ricambiando la stretta e affondando il viso nei suoi capelli. Ma lei non ascolta, dopo essersi calmata, quel tanto che gli permette di parlare fluidamente, riprende il suo racconto.
— Io e lei passavamo le vacanze a Jacksonville, in Florida. Papà rimaneva solo per pochi giorni, s’impegnava per una promozione voleva migliorare la nostra vita, per poterci concedere qualche sfizio — sorride ricordando quelle estati.— Io ero felice anche così ma papà voleva di più, per me, per Reneé,… — la ascolto in silenzio archiviando tutte le informazioni con l’ansia che cresceva sempre di più. Lo avevo capito: non era previsto un “vissero felici e contenti” in questa storia.
— Ma né io né papà avevamo capito quello che realmente stava succedendo — una risata amara esce dalle sue labbra, subito si spegne sopraffatta da un altro singhiozzo.— Era sempre così felice di andare in Florida. Li, durante l’estate della prima media, avevamo conosciuto Phyl, era bello e avvenente e sapeva di esserlo… — e ora posso capire il perché del suo atteggiamento il giorno che provai a parlarle — anche lui passava le vacanze a Jacksonville e avevano legato molto con me era sempre gentile. Era venuto a trovarci anche due o tre volte qui a Forks, sai? La foto che hai visto era di una di quelle visite — e subito il viso del giovane uomo, seduto vicino a quella che, ormai, avevo capito essere la madre di Bella, riaffiorò nella mia memoria. — poi un giorno, non ricordo perché, stavo curiosando nel cassetto dell’intimo di mamma… — ride, di una risata amara e scuote la testa — sembra uno di quei film di terz’ordine, dove la protagonista nasconde le cose tra reggiseni e mutandine perché è il posto dove nessuno guarderebbe… comunque… trovai diverse lettere e mail di loro due. Sai cosa vuol dire scoprire che tu madre tradisce tuo padre da tre anni e scoprire che tutto quello che ti ha detto è una bugia? “Ti amo, Charlie” “Ti amo Bella” — dice con voce alterata, forse per imitare il tono della madre — poi nelle mail e nelle lettere dice che non ci sopporta, che odia papà e soprattutto me perché le ho rovinato la vita — singhiozza —  ha dovuto crescere una figlia quando a diciannove anni una vuole solo divertirsi. Ci ha usato per non rimanere sola — stringo gli occhi e digrigno i denti cercando di non esplodere e inveire contro una donna del genere. Come può aver fatto una cosa del genere a sua figlia e suo marito? Bella aveva solo tredici anni, aveva bisogno di una madre di affetto…
— Spesso mi sono chiesta in cosa ho sbagliato. Forse sono stata una pessima figlia… avrei dovuto farla arrabbiare di meno o Charlie avrebbe dovuto dimostrare di più il suo amore o essere più presente…
— Cosa! No, Bella — esclamo allontanandola per poterla guardare negli occhi — tu o tuo padre non avete fatto proprio nulla. Non è colpa vostra! — certo lo sceriffo sembra essere un uomo burbero, e chissà forse quell’atteggiamento è conseguenza del comportamento della moglie. Il capo Swan adora sua figlia, lo si legge chiaramente nello sguardo. La tiene la figlia su un palmo di mano. Lei accenna un sorriso, tirato non di quelli ampi e luminosi.
Rimaniamo in religioso silenzio per un tempo che sembra interminabile. I suoni della festa ci giungono ovatti, sembriamo essere chiusi in un mondo tutto nostro. Che avrei fatto io se mamma su fosse comportata allo stesso modo?
La osservo cercando di non perdere nemmeno un’espressione mentre lei china il capo impedendomi di guardarla negli occhi.
Poi riprende a parlare: — Ho passato i primi tempi a incolpare papà e a incolparmi... a odiarmi pensando che fosse colpa nostra ma poi è arrivata la rabbia verso di lei — lo sguardo si assottiglia e la rabbia è palpabile. — Lei ci ha solo preso in giro mentre decantava il suo amore per noi — le sue mani rafforzarono la presa sulla mia giacca. Io maledico le persone che l’avevano fatta soffrire così tanto. — E così ho smesso di affezionarmi alla gente a credere nell’amore. Perché sprecare energie per qualcuno che ti mente e poi ti tradisce? Che ti prende in giro, che ti illude e poi ti abbandona? — domanderetoriche, non si aspetta una mia risposta, mache nascondono tutto il suo dolore, tutte le sue paure di essere ferita ancora, di dover fare i conti con un’altra ferita profonda e sanguinante. Ma l’ultima cosa che farei è riservarle lo stesso trattamento.
— Anche di me pensi questo? Che ti prendo in giro? — le chiedo incapace di trattenere il tarlo che si è insinuato nella mia mente. Davvero pensa che la stia solo prendendo in giro?
Bella mi guarda a bocca aperta, è spaesata. — Lo pensi davvero — voleva essere una domanda ma mi esce come un’affermazione.
Sbuffo sconsolato, se provo a mettermi nei suoi panni anch’io avrei perso ogni fiducia nell’amore vedendolo come un sentimento falso e avrei trovato del marcio anche dove non c’è, per evitare la delusione di realizzare che è tutta una presa in giro.
— Non tutti sono così — dico rompendo il silenzio. — Non tutti giocano con i sentimenti della gente. Quello che ti ha fatto tua madre è stato orribile, al tuo posto anche io avrei perso ogni fiducia ma io non potrei mai farti una cosa simile. Mi piaci quando fai le tue battutine pungenti, quando mi stuzzichi, quando mi spiazzi con le tue parole, quando sorridi e quella gioia si trasmette anche agli occhi che sembrano brillare. Mi piace quando seduta in mensa parli con Alice e Jasper, mi piaci quando metti al loro posto quelli che vogliono prenderti in giro, mi piaci quando difendi a spada tratta le tue idee. Mi piaci in tutto quello che fai e non potrei mai prenderti in giro e capisco che per te sia difficile credermi ma sono sincero e se me ne darai la possibilità io non la sprecherò — affermai con enfasi, cercando di infondere in ogni singola lettera quello che sentivo — ti dimostrerò che l’amore vero esiste e che ti da tante gioie e soddisfazioni, certo non mancheranno le sofferenze ma quelle affrontandole insieme… — non finì la mia arringa perché le sue labbra si posarono sulle mie. Io rimango immobile con gli occhi sbarrati dalla sorpresa anche se ormai dovrei essere abituato ai suoi contropiedi. Si muove impacciata e lenta, aspetta forse una mia reazione che stenta ad arrivare tanta è la sorpresa ma quando sento che si sta per allontanare le prendo il viso tra le mani e la avvicino maggiormente. Non è il bacio perfetto dove si va in sincrono, le labbra non si muovono sciolte e a ritmo come si vede nei film. Il nostro è un bacio impacciato e scoordinato, fatto di denti che si scontrano e labbra morse, ma perfetto proprio nella sua imperfezione. Per migliorare c’è tempo, basta solo della pratica ed io sarò più che felice di immolarmi alla causa se me ne darà la possibilità.
Non so dire quanto dura, secondi, minuti, ore,… per tutto il tempo mi sono dedicato solo ad assaporare ogni attimo a godere del suo tocco, delle sue mani arpionate alla mia camicia, della morbidezza delle sue labbra e per quel che mi riguarda, ci stacchiamo troppo presto.
— Posso sperare che questo sia un via libera per dimostrarti che sono sincero? — le chiedo con il sorriso sulle labbra, ancora ubriaco delle emozioni che ho provato. La guardo negli occhi, lucidi e luminosi, le gote sono tinte di un rosso acceso che le fa assomigliare a due ciliegie.
— Voglio provarci, Edward, dimostrami che esiste davvero — è una preghiera. Anche lei è stanca di questo, anche lei vuole vivere e amare e il mio cuore non può che sprizzare di gioia. Sono conscio del fatto che sarà un cammino lungo e il suo passato sarà come una spada di Damocle sopra le nostre teste, ma la aiuterò, le dimostrerò che l’amore non è una trappola ma il più bello dei sentimenti che l’uomo può provare.
— Mi piaci Edward, davvero, ma io non riesco… ho paura di ricadere nella stessa trappola e finire come mio padre a chiedersi “perché”, “come ha potuto farci questo”… — le tappo la bocca con un dito, non ha bisogno di darmi giustificazioni.
— Shhh… ti dimostrerò che c’è davvero l’amore fedele e che il mio è sincero. Io mi sono innamorato di te e lotterò per te — affermo deciso. Voglio che legga la determinazione nel mio sguardo, la sincerità nelle mie parole. Lei abbozza un sorriso, è ancora incerta ma presto, quel sorriso, sarà solo un ricordo.— Ora andiamo o gli altri si chiederanno che fine abbiamo fatto — le sussurro aiutandola ad alzarsi. Lei annuisce e si passa velocemente il dorso della mano sotto gli occhi per scacciare le piccole gocce sfuggite al suo controllo.
— Per fortuna ho usato il trucco resistente all’acqua — borbotta per alleggerire la tensione, io sorrido e prendendole la mano, l’accompagno fuori.  Camminiamo in silenzio, io tranquillo e felice per la piega che hanno preso gli eventi mentre Bella è un po’ tesa e la sua mano è leggermente sudata.
 
Stiamo per entrare nella sala quando sentiamo dei rumori molesti provenire da una stanza vicina, come se qualcuno stesse discutendo animatamente. La porta è semi aperta e quello che vedo quando mi avvicino mi lascia esterrefatto.
— Tu devi stare lontano da Rosalie chiaro? O te la faccio pagare stupido ritardato — sibila Royce King dopo aver spinto Emmet contro la parete. Il suo sguardo è minaccioso e trasuda arroganza. Bella trattiene a stento un’imprecazione mentre io inizio a vedere rosso.
— Lasciami, non mi toccare. Non mi piace che mi tocchino — grida Emmet dimenandosi con le braccia. Non ha la concezione della paura ma è agitato e se non sarei intervenuto presto, sarebbe scoppiato com’è già successo a Chicago e avrebbe fatto male a se stesso e agli altri. Anche se di Royce non m’importava molto…
— Ehi! Lascia mio fratello! — urlopalesando la mia presenza e li raggiungo a passo sostenuto. Royce vedendo di non essere più solo si allontana da mio fratello e si apre in un sorriso, lo avrei volentieri preso a schiaffi.
Bella si affretta a raggiungere Emmet e cerca si calmarlo parlandogli con voce calma e accarezzandogli la testa con gesti lenti. Royce, punta i suoi occhi prima su Bella e poi su di me. Sono lucidi, segno che il damerino ha alzato un po’ troppo il gomito e un moto di disgusto mi assale.
— Meno male, tuo fratello stava dando di matto. Ho tentato di trattenerlo ma si è messo a parlare a vanvera a urlare — che faccia tosta questo tipo, chi dice la prima impressione non è sempre quella giusto non ha mai conosciuto questo  tizio: crede che con i soldi sia intoccabile, che quelli gli permettono di fare ciò che vuole e avere chi vuole, come Rose, non la ama, per lui è solo un qualcosa da mostrare agli altri per il proprio vanto.
— No! — urla Emmet — lui mi ha detto che voleva parlare e mi ha portato qui. Mi ha aggredito. Mi ha spinto… — continua Emmet ma viene calmato da Bella.
— Nessuno ti da colpe Emmet.
— Poche stronzate, King! Ho visto come l’hai messo al muro, bastardo! È bello prendersela con qualcuno che non può difendersi, vero? — lui indurisce lo sguardo e la vena sulla fronte pulsa forsennata.
— Modera i termini ragazzino. Non sai con chi hai a che fare — e si erge in tutta la sua statura col chiaro intento di intimorirmi. Ma ha fatto male i suoi conti. Nessuno si deve azzardare a toccare la mia famiglia.
— Tu modera i termini. Potrai avere tutti soldi che vuoi, ma non ti permetto di maltrattare Emmet — gli occhi di Royce lampeggiano d'ira e alza un pugno pronto a colpirmi quando Rose ed Esme fanno il loro ingresso nella stanza.
— Che sta succedendo qui? — tuona con voce dura mamma. Non l'avevo mai vista così, è sempre stata pacata e cordiale, è la prima volta che la sento rivolgersi a qualcuno con quel tono.
— Emmet! — urla Rose appena lo vede. È accasciato a terra tra le braccia di Bella che lo rassicura. In un altro momento mi sarei fatto prendere dalla gelosia. Mio fratello appena sente la sua voce scioglie l'abbraccio e le sorride raggiante mentre la bionda accorre per chiuderlo tra le sue braccia, o almeno ci prova visto la stazza di Emmet. Bella si allontana e mi raggiunge posando una mano sulla mia spalla che ha l'effetto di calmarmi.
— Rosalie, allontanati subito da lui — tuona il suo fidanzato con tono imperioso. Rosalie non sembra esserne scalfita anche se il suo stupore è palpabile. Forse ha appena conosciuto un lato del suo fidanzato che non conosceva.
— Non rivolgerti così alla mia Rose, brutto bacarozzo! — la voce di Emmet è ferma e per la prima volta fissa negli occhi qualcuno senza esitazioni. Non posso che sorridere della dimostrazione di forza di Emmet. Royce sta per aprire bocca infuriato quando mia madre interviene mettendosi davanti a Emmet e Rose.
— Signor King, le chiedo gentilmente di andarsene.
— E perché dovrei? È suo figlio quello che ha problemi — gli risponde beffardo.
— Royce, vattene non fare più danni di quelli che hai già fatto — Rose è sera e dalla smorfia sul suo viso si può leggere tutta la sua rabbia.
— Ehi, che state facendo qui? — anche mio padre si unisce all'allegra combriccola ma la sua espressione felice, scompare dopo aver notato le nostre facce scure. — Che è successo?
— Niente Signor Cullen. Solo uno scambio di discussioni. Rosalie, vieni, torniamo a casa— nel suo tono velate minacce.
— No, tu vai. Io resto qui e non aspettarmi, vado a dormire dai miei — afferma alzando il mento. Royce vorrebbe controbattere e forse fare altro ma non osa. Non è poi tanto stupido.
— Va bene — dice sprezzante. Si sistema il colletto della giacca ed esce senza guardare nessuno.
— Rose tutto bene? — domanda Bella abbandonando il mio fianco per avvicinarsi alla ragazza le cui guance erano rigate da piccoli solchi di acqua salata. La bionda non aveva battuto ciglio alle occhiate di Royce e solo ora sta mostrando quanto il comportamento del fidanzato l’abbia ferita.
— Sto bene... Sto bene, non preoccupatevi — mormora con voce roca. Si asciuga le guance dalle lacrime e rassetta il vestito.
— Rose te la senti di tornare alla festa? — le chiede mamma apprensiva.
— Sì, non preoccuparti Esme e poi manca poco alla fine — la rassicura, — ed Emmet mi ha promesso un ultimo ballo — l'interessato si apre in un grande sorriso e le porge il braccio.
— Sono un bravo ballerino, vero? Mamma ha insegnato a me e Edward — ridacchio al ricordo delle lezioni che ci aveva impartito. I medici dicevano che era un ottimo stimolo per le persone autistiche e cosi lei si era imputata di insegnargli a ballare, coinvolgendo anche me e Alice.
— Sono più bravo di Edward — dice mentre la spinge verso l'uscita iniziando a raccontarle aneddoti di noi e il ballo.
— Che è successo Esme? — chiede papà una volta che la coppia fu uscita. Mamma scuoce la testa e punta lo sguardo su di me.
— Stavamo tornando in sala quando abbiamo sentito dei rumori e quando sono entrato, ho visto Royce che metteva al muro Emmet e lo minacciava di stare lontano da Rosalie — racconto mentre lo sguardo dei miei genitori si fa sempre più scioccato. — Quando gli ho intimato di lasciarlo ha detto che era stato Emmet a dare di matto.
— Povera Rose vive insieme a quel bruto — mormora scossa mia madre.
— Non credo ancora per molto — interviene Bella e non posso che concordare. E tutti speriamo che sia davvero così.
— Ora se n’è andato, tornate di là e gotetevi la serata. — ci ordina mio padre spingendoci verso l’ingresso del salone.
Tornammo alla festa ma la tensione provocata dall'episodio di Royce ed Emmet non mi abbandona nemmeno un attimo e la gioia del traguardo che avevo raggiunto con Bella, è surclassata dalla preoccupazione per Emmet e la rabbia verso i King. Royce se n’è andato ma i suoi genitori, che sono rimasti, lanciano occhiate di fuoco a Emmet. Non posso certo stupirmi di come sia venuto su il figlio, quei due sembrano avere perennemente la puzza sotto il naso.
— Scusa per come è finita la festa — dico una volta che siamo usciti dall'hotel, la serata è finita e recuperati i cappotti siamo usciti nel freddo della notte. Bella consegna il suo cartellino al primo parcheggiatore libero per recuperare la sua macchina.
— A parte l'intermezzo di sua figaggine reale… è finita bene — dice ridacchiando. — Ma non rimuginarci troppo Edward, Rose sa badare a se stessa — nel frattempo il posteggiatore ha recuperato la macchia di Bella. Alzo un angolo della bocca a mo di sorriso e mi passo una mano tra i capelli, pensavo di essere stato bravo a nascondere la mia preoccupazione ma a quanto pare Bella è stata molto attenta.
— Signorina, la sua macchina — il ragazzo le porge le chiavi con un sorriso che ai miei occhi appare pieno di malizia, lei le prende e lo ringrazia. L'irritazione torna prepotente e la mia mano prende vita. Cingo la vita di Bella e la accompagno dalla parte del guidatore. Con la coda dell'occhio vedo il ragazzo perdere il sorriso mentre il mio si allarga e quando abbasso lo sguardo vedo Bella guardarmi di sottecchi e scuotere la testa divertita, forse non gli è sfuggito niente ma faccio il finto tonto e le auguro buona notte.
— Notte anche a te. Ci vediamo lunedì — e alzandosi in punta di piedi mi lascia un bacio all'angolo della bocca. Chiudo gli occhi travolto dallo svolazzare delle ali di mille farfalle nel mio stomaco. Quando si allontana, sulle mie labbra si forma un sorriso che va da un orecchio all'altro. Una ciocca le cade lungo il viso e con la scusa di sistemandoglielo sfioro la sua guancia che si tinge di rosso.
— Ci vediamo lunedì — mormoro e con sforzo sovrumano mi allontano permettergli di salire sulla macchina e partire.
 




_________________________________________________________________
Che ve ne pare? Anche voi coem Bella avreste avuto la stessa reazione al comportamento di un vostro genitore? Personalmente sì.
Ringrazio Greta ( anche se non legge la ringrazio lo stesso), futura spicologa, per avermi dato il suo parere.

Tenete conto che è stata la madre a "tradire" la fiducia di Bella quindi lei è aperta alle parole di Edward, al contrario se fosse stato il padre a tradire lei avrebbe avuto maggiori difficoltà a credere. Ora lei ha paura di fare la fine di Charlie, uomo innamorato per davvero della moglie. Non so se ho spiegato bene il concetto... era solo per dire che la reazione non è forzata per fare il lieto fine.

Per parlare degli altri personaggi... anche voi volete Royce morto? Chissà se questo porterà a una decisione la nostra Rose.

Mi nascondo in attesa dei vostri commenti, mi accontento di uno anche piccolino, piccolino...ino...ino...ino.




 

 

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Buttare via tutto, e di nuovo ricominciare Ultimo capitolo
lei era il bersaglio degli scherzi di lui, lei una bimba timida e ciocciottella che vedeva in lui il suo peggiore incubo. Che succede se lei se ne va, per tornare solo otto anni dopo? è tutto come prima o per una qualche ragione nascerà qualcosa di bello?
Dal capitolo:
Lei che stava porgendo la mano si blocca come fulminata- I-Ian?- la guardo interrogativo non capendo il suo cambiamento repentino, che le è preso? 
Si schiarisce la gola - Ian…Knight?- a quanto pare le hanno già parlato di me. Sorrido strafottente.
-il solo ed unico- sbianca completamente.
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Arancione ] [ Genere: Romantico ] [ Capitoli: 12 ]   
[ Pubblicata: 27/03/11 ] [ Aggiornata: 26/09/11 ] [ Note: Nessuna ] [ In corso ]
[ Categoria: Storie originali > Romantico ] [ Leggi le 14 recensioni ]

 

    Isabella and the half-vampire - Ultimo capitolo
Bella è una normale ragazza che vive a Forks da sola e un giorno d'estate scopre che il mondo in cui è vissuta fino ad ora era solo una piccola parte di quello che è realmente...
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Arancione ] [ Genere: Commedia, Romantico ] [ Capitoli: 2 ] [ Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Un po' tutti ] 
[ Pubblicata: 01/09/11 ] [ Aggiornata: 11/09/11 ] [ Note: AU, What if? ] [ In corso ]
[ Categoria: Libri > Twilight ] [ Contesto: Nessun libro/film ] [ Leggi le 9 recensioni ]

 

    La donna giusta - Ultimo capitolo
Ancora prima di formulare un pensiero, il mio corpo scatta e il cervello da ordine ai piedi di muoversi e con l'ombrello copro la sua esile figura. Il suo profumo mi colpisce come un pugno in faccia, mi beo di quel momento.
Il mio corpo freme di desiderio, ne vuole di più, sempre di più, desidera un contatto più profondo, desidera prenderla e portarla in un posto solo per noi, dove lei é solo mia, dove io sono solo suo, dove lei suona solo per me.
- bisogno di aiuto signorina? - dico con voce resa roca dal turbinio di emozioni che sono in atto dentro di me.
Passione. Desiderio. Bramosia. Dolcezza. Tenerezza. Senso di protezione. Possesso. Devozione.
I suoi occhi, blu come un cielo d'estate, incatenano i miei e non posso impedire alla mia mente di ritornare al primo giorno che la vidi.
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Rosso ] [ Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale ] [ Capitoli: 5 ]   
[ Pubblicata: 11/05/11 ] [ Aggiornata: 25/08/11 ] [ Note: Nessuna ] [ In corso ]
[ Categoria: Storie originali > Romantico ] [ Leggi le 8 recensioni ]

 

    La Bella Italia 
E se qualcosa non va come la Meyer ha deciso? E se Edward, dopo aver salvato Bella e dopo averla convinta a cenare alla "Bella Italia" incontrasse qualcuno che cambia le carte in tavola?
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Verde ] [ Genere: Generale ] [ Capitoli: 1 ] [ Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Sorpresa ] 
[ Pubblicata: 22/08/11 ] [ Aggiornata: 22/08/11 ] [ Note: Drabble ] [ Completa ]
[ Categoria: Libri > Twilight ] [ Contesto: Twilight ] [ Leggi le 1 recensioni ]

 

    In barca a vela controvento 
- ONE SHOT DELL'ESTATE -
Un viaggio in solitaria che porterà una ragazza alla scoperta di un mondo che neanche immaginava. Quello che pensava fosse solo una favola per bambini è in realtà un mondo nascosto, ai più. Un'avventura che la porterà a conoscere qualcuno che le mostrerà questo misterioso nuovo mondo.
Dalla storia:
Giocherellai con la piccola collana che portavo al collo. Era molto semplice, fatta con frammenti di corallo rosso da cui pendeva una metà di conchiglia, simile al nautilus, ma più piccola, e al centro una bellissima perla. Non so com’era possibile, ma questa cambiava colore in continuazione, col tempo avevo associato la cosa all’influenza dell’umore, come quegli anelli che vedono lungo le spiagge o nei negozi di souvenir. Ogni volta che provavo forti emozioni, il suo colore cambiava.
Come ne ero venuta in possesso? Beh, questa è una bella storia.
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Arancione ] [ Genere: Avventura, Fantasy, Romantico ] [ Capitoli: 1 ]   
[ Pubblicata: 19/08/11 ] [ Aggiornata: 19/08/11 ] [ Note: One-shot ] [ Completa ]
[ Categoria: Storie originali > Soprannaturale ] [ Leggi le 1 recensioni ]

 

    La promessa di una bestia 
Extra dalla mia storia "Beastly". Daniel è un vampiro da molti secoli condannato a una vita di tenebre contro la sua volontà. E' una bestia. Tutto cambia quando, lungo il suo cammino incontra Isabel, giovane matricola della Dartmouth.
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Giallo ] [ Genere: Romantico, Sentimentale, Sovrannaturale ] [ Capitoli: 1 ]   
[ Pubblicata: 14/08/11 ] [ Aggiornata: 14/08/11 ] [ Note: Missing Moments ] [ Completa ]
[ Categoria: Storie originali > Soprannaturale > Vampiri ] [ Leggi le 2 recensioni ]

 

    Shade-Tolerant 
CONCORSO ONE SHOT DELL'ESTATE
Se su una spiaggia mentre osservi il tramonto facessi un incontro speciale?
Ho pensato a come deve essere passare le vacanze estive per una persona che non può, per cause di forza maggiore, passare una giornata sotto il sole come fanno tutti ed è uscito questo...spero vi piaccia^^
Dal capitolo:
Sognavo che un giorno avrei potuto correre sotto il sole, andare alla spiaggia a nuotare e poi asciugarmi sulla sabbia, pranzare in un parco mentre i raggi del sole sfioravano la mia pelle come delle carezze. Un sole che mi era amico insomma. Ma la realtà era ben diversa.
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Giallo ] [ Genere: Generale, Sentimentale ] [ Capitoli: 1 ] [ Personaggi: Bella/Edward ] 
[ Pubblicata: 25/07/11 ] [ Aggiornata: 25/07/11 ] [ Note: One-shot ] [ Completa ]
[ Categoria: Libri > Twilight ] [ Contesto: Nessun libro/film ] [ Leggi le 7 recensioni ]

 

    La mia piccola fifona 
- Oddio!oddio! Edward ho paura - mormorai avvinghiandomi al braccio del mio ragazzo.
Mi aveva convinto a entrare in quell’edificio che sembrava aver scritto a caratteri cubitali “abbandonate ogni speranza voi che entrate” ma che il mio adorato ragazzo, a quanto pare, non aveva visto. Dovrò suggerirgli una visita dall’oculista mi appuntai mentalmente una volta che saremmo usciti da quell’inferno.
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Verde ] [ Genere: Commedia ] [ Capitoli: 1 ] [ Personaggi: Bella/Edward ] 
[ Pubblicata: 02/07/11 ] [ Aggiornata: 02/07/11 ] [ Note: One-shot ] [ Completa ]
[ Categoria: Libri > Twilight ] [ Contesto: Nessun libro/film ] [ Leggi le 3 recensioni ]

 

    Beastly - Ultimo capitolo
Ispirato alla Bella e la Bestia.... Isabel sta per partire per l'università dove farà nuove conoscenze, nuove amicizie e qualcosa di più.... ma non tutto è come sembra.
Dal capitolo:
Isabel s’imbarcò sull’aereo con sentimenti contrastanti. 
Gioia, per l’inizio di una nuova esperienza. Tristezza, per dover salutare suo padre e i luoghi dove era cresciuta e che l’avevano fatta sentire al sicuro. Timore, perché aveva come il presentimento che qualcosa sarebbe successo e che questo le avrebbe sconvolto l’esistenza, in bene o in male ancora non lo sapeva.
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Arancione ] [ Genere: Mistero, Romantico ] [ Capitoli: 4 ]   
[ Pubblicata: 05/06/11 ] [ Aggiornata: 08/06/11 ] [ Note: Nessuna ] [ Completa ]
[ Categoria: Storie originali > Soprannaturale > Vampiri ] [ Leggi le 4 recensioni ]

 

    Red Fairytale - Ultimo capitolo
C’era una volta una bambina tanto vivace quanto sbadata, correva sempre anche per andare da una stanza all’altra, i genitori non sapevano come farla stare ferma soprattutto perché aveva la tendenza a sbattere contro oggetti fermi e inciampare sui suoi stessi piedini ed erano preoccupati che potesse farsi molto male, ma la amavano tanto e quando la vedevano a terra a piangere per l’ennesima caduta la rassicuravano e le davano un bacino sulla bua per fargliela passare e la piccolina rassicurata tornava felice a saltellare per la casa o il giardino mentre i genitori amorevoli, aspettavano la successiva caduta.
In un girono di fine giugno correva nei campi col suo fratellone, quando….
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Verde ] [ Genere: Generale ] [ Capitoli: 3 ] [ Personaggi: Bella/Edward, Un po' tutti ] 
[ Pubblicata: 30/04/11 ] [ Aggiornata: 03/05/11 ] [ Note: Nessuna ] [ Completa ]
[ Categoria: Libri > Twilight ] [ Contesto: Nessun libro/film ] [ Leggi le 16 recensioni ]

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Capitolo 13
*** …: Stupida, stupida Rosalie! :… ***



 

Ciao a tutti! Perodnate la mia assenza ma sto lavorando alla tesi, finalemente la mia relatrice si è fatta viva e sono presissima. Per questo le storie subiranno un rallentamento negli aggiornamenti, siate pazienti. 
Questo capitolo era pronto da tempo ma non sapevo come finirlo, se continuare o finire qui e dopo due giorni ho deciso : )
Ringrazio tutti quelli che hanno aggiunto la storia tra le preferite, ricordate e seguite e le sette stupende persone che hanno commentato lo scorso capitolo. Questo è incentrato su Rose e Emmet, più sulla prima ma ci sarà anche il nostro Emmet *_*


Okay basta le note sono più lunghe del capitolo, solo ringrazio:
 IcE ChRiSpS
TwiFallVampireDark

per avermi inserito negli autori preferiti^^ altre pazze nel gruppo yeahhhhhhh!

Buona lettura! E fatevi sentire gente!!!!!!!! 




…: Stupida, stupida Rosalie!:…

 
 
 
Emmet Cullen ha letteralmente sconvolto la mia vita dal primo giorno che l’ho incontrato. Quando l’ospedale mi diede l’incarico di occuparmi di lui ero al settimo cielo, mi ero già trovata a lavorare con ragazzi con problemi come i suoi anche se questi erano in uno stadio più compromesso, non parlavano, non ti guardavano in viso ed erano sempre chiusi nel loro mondo virtuale e pensavo che avrei faticato molto con Emmet.
Ricordo come se fosse ieri la prima volta che l’ho visto, era arrossito come un peperone e si era messo a sproloquiare. Mi era parso così tenero e indifeso che aveva acceso il mio istinto di protezione.
E siamo diventati amici, mi sono affezionata a lui, e lui a me, e da quando lo conosco senza accorgermene ho iniziato a paragonare il mio fidanzato a lui. E ho realizzato una cosa che mi ha lasciato letteralmente sconvolta.
Mi ero resa conto che il legame che mi legava a Emmet era molto più forte di quello che pensavo e non era professionale, così ogni volta m’impuntavo di essere più distaccata più professionale, ma puntualmente ogni volta il suo sorriso mi disarmava e non facevo nulla per cambiare le cose.
Il continuo avvicinamento a Emmet è stato direttamente proporzionale all’allontanamento da Royce.
Ho cominciato a vedere il mio fidanzato sotto una luce differente, iniziando ad analizzare, sezionare, studiare ogni suo atteggiamento, scoprendo molti difetti che fino a quel momento erano stati adombrati dalla luce luminosa del suo carismae dei suoi modi raffinati. Perché è sempre stato così, sicuro di se e molto carismatico, sa quello che vuole e lo prende. E l’ho sempre ammirato, forse perché anch’io sono così, ho sempre messo il mio futuro davanti a tutto: laurearmi con un ottimo voto, trovare un buon posto di lavoro e fare carriera poi sposarmi, avere un bambino.
Ma l’episodio della cena di beneficenza mi ha aperto gli occhi, facendomi finalmente capire che molte cose sono cambiate.
Il giorno dopo, quando gli ho chiesto spiegazioni, era così mortificato per il suo comportamento che aveva anche chiamato i Cullen, con me presente, e si era scusato. Aveva detto di aver bevuto troppo, di aver esagerato e che si era trattato di uno spiacevole episodio isolato.
Come potevo buttare all’aria cinque anni di relazione così? Certo nell’ultimo mese ho scoperto molti aspetti del suo carattere che non ero stata in grado di vedere ma si è sempre comportato, a parte quella sera, come un perfetto gentiluomo.
Non avevo digerito il suo comportamento e lui ha cercato in tutti i modi di farsi perdonare. La prima settimana mi ha portato sempre fuori a cena, a passeggiare nel parco, a Teatro e in tutti i posti che mi piacciono. Ma contrariamente a quello che era il suo intento, la cosa mi ha fatto preoccupare e forse la colpa è di tutti i film e serie televisive che mi ostino a vedere, in cui, quando un uomo riempie di attenzioni la propria fidanzata è perché nasconde qualcosa e vuole distrarla, circuirla, dalle sue reali intenzioni.
Ed ecco perché ora sono qui, nella mia macchina, ferma in un parcheggio, indecisa se entrare o meno a vedere cosa stia combinando il mio, per ora, fidanzato. È uscito di casa con la scusa di andare in ufficio per sistemare alcune faccende, nonostante fosse il suo giorno libero. Ho sempre ammirato questa sua dedizione e non mi sono mai posta il problema se andasse veramente lì o altrove,almeno fino ad oggi. Per questo, quando è uscito, l’ho seguito e contro tutte le mie flebili speranze non è l’ufficio che raggiunge ma l’Hotel Royal frequentato da tutta la sua famiglia. Più che un hotel sembra uno di quei Club riservati a soli soci, muniti di campi da tennis, piscina interna ed esterna, sauna, campo da golf e che ti fanno pagare una barca di soldi.
 
Entro… Non entro… Entro… Non entro…
— Basta Rosalie, sei arrivata fino a qui non puoi tornartene indietro. Solo un’occhiata e saprai la verità — dico a me stessa per convincermi a scendere da questa macchina. Ma non funziona, le mani sono ancora strette al volante e le gambe sono ben piantate a terra.
Poi un viso, con un paio di occhi scuri e due fossette adorabili, fa capolino nella mia mentee mi danno il coraggio di scendere.
I nostri rapporti si sono gelati, nei suoi occhi non c'è più quel calore che mi rivolgeva ogni volta che arrivavo. Più di tutti è quello rimasto più colpito dalla mia scelta, è ancora vivida nella mia mente la scenata che ha fatto quando è venuto a sapere che non lasciavo Royce. Sono stata così male ma non potevo buttare all’aria cinque anni come niente, dovevo prima chiarire dentro di me e poi prendere una decisione. Ma ad ogni passo che sto facendo su questo marciapiede ben curato e su cui si affacciano fronde colorate dalle tinte dell’autunno, mi pento sempre più della mia scelta.
Supero il cancello di ferro battuto in stile liberty e cerco di ricordare l’unica volta che ci sono stata, neanche un’ora avevo già capito che questo non era il mio posto. Troppo lussuoso, ricco.
Percorro il viale acciottolato osservandomi attorno e constato che non è cambiato molto, tutto qui trasuda ricchezza e prestigio questo posto è in grado di farri sentire piccola e insignificante.
Entro nell'atrio e raggiungo la reception, dove una giovane donna sorridente mi chiede cosa desidero. Chiedo, dove si trova il bar e mi dice che è dopo i campi da tennis, la ringrazio e mi incammino verso le mie risposte.
 
Il bar è un edificio in mattoni grigi a vista e legno munito di una grande terrazza che si affaccia sul mare e sulla sinistra è possibile vedere la città e di notte riserva uno spettacolo molto suggestivo. La miglior vista di Port Angeles.
E lo vedo proprio su uno dei divanetti vicino alla ringhiera placidamente profondato nei cuscini con una rossa, tutta curve, che gli sorride maliziosa e che, con movimenti calcolati, non perde occasione di mostrare i suoi "accessori" ma la cosa che mi fa più infuriare è che Royce gli da corda elargendogli occhiate di apprezzamento. Guardo la scena con occhi sbarrati, non posso credere che lui mi abbia rigirato come voleva.
Cerco un posto abbastanza coperto ma che mi permette di non perdere nemmeno un attimo. È umiliante per me, non posso credere che mi abbia mentito e che stia facendo il don Giovanni con quella. Mi dico di andarmene e di dimenticare ma non posso. Volevi delle risposte Rose? Bene, eccole.
— Desidera? — un giovane cameriere mi affianca, indossa un paio di pantaloni neri con una camicia bianca e un papillon, gli presto poca attenzione, troppo intenta a vedere i due avvicinarsi sempre di più.
— Qualcosa di forte — mormoro senza guardarlo.
Passano una decina di minuto e li vedo alzarsi, Royce la prende sotto braccio mentre lei cinge la sua vita arpionandolo con quelle sue finte unghie smaltate e si dirigono fuori dal locale, mi passano di fianco ma non mi vedono. Aspetto un paio di minuti e li seguo trovandoli davanti all’ascensore, il mio ormai ex-fidanzato, perché di sicuro non salgono nelle stanze per parlare di affari o meglio di certi “affari”, in mano tiene una tessera magnetica e ne riesco a leggere il numero: 345.
Mi nascondo dietro a una pianta, alla maniera di Jessica Fletcher de la “Signora in Gallo”, in attesa che le loro figure spariscono dietro le porte.
 
La moquette soffoca il ticchettio dei miei tacchi, sto sudando freddo e stringo con forza il manico della mia borsa. Arrivo davanti alla stanza e alzo la mano per bussare ma non ne ho il coraggio. Molte cose sono cambiate ma non posso credere che mi stia facendo questo, mi aspettavo almeno un certo rispetto.
— Signorina tutto bene? Si sente bene? — una voce mi fa sobbalzare, una dipendente dell’hotel, una signora sulla cinquantina, mora e dal viso pulito, nel suo camice viola su cui spicca una targhetta dorata: Vivien, è ferma al mio fianco, e il carrello delle pulizie abbandonato in mezzo al corridoio.
La guardo interrogativa, non capendo perché mi chiede se sto bene.
— Sta piangendo — mormora e a quella rivelazione mi porto le mani sulle guance e le scopro bagnate. Piango davvero e non me ne sono nemmeno accorta.  
— Io… — e alterno lo sguardo tra lei e la porta. La donna non capendo mi guardava spaesata. — Nulla, non si preoccupi — mormoro asciugandomi le lacrime. Dubbiosa se ne va lanciandomi alcune occhiate mentre si allontana. Quando svolta l’angolo mi avvicino alla porta e vi poggio l’orecchio e la rabbia cresce in  me. Ansimi e sospiri arrivavano ovattati dall’altra parte della porta.
Come ho fatto a essere così cieca? Cinque anni di fidanzamento di cui due vissuti in convivenza. Come ho fatto a non vedere nulla? Da quanto va avanti tutto questo?
Ora so cosa fare e Isabella aveva ragione. Sono stata una stupida.
Stupida, stupida Rosalie!
Rimango una decina di minuti fuori prima di prendere il cellulare dalla borsa e comporre il suo numero. Mi allontano per non farmi sentire da loro.
Pronto, amore che c’è? — risponde con una voce ancora leggermente roca e stringo con forza il telefono. Ha anche il coraggio di chiamami amore?
— Ciao, Royce, hai ancora per molto in ufficio? — ingoio a forza il fiume di parole che vorrei dirgli e cerco di fare una voce da fidanzata preoccupata, sperando che non si noti la sfumatura di rabbia.
Ah… Sì, ne ho ancora per un po'. Mi spiace.
— Bene — e questa volta non nascondo il tono freddo. Riaggancio e a passo di carica ritorno davanti alla porta e busso con decisione. Ad aprirmi quello che giusto poco un minuto prima mi aveva detto di essere in ufficio, con addosso solo un accappatoio bianco mentre dall’interno arriva il rumore dello scrosciare dell’acqua della doccia.
— R… Rosalie? — è visibilmente scioccato di avermi ritrovato davanti a questa porta.  — Che…
Non può finire la frase che gli stampo la mia mano sulla guancia mettendoci tutta la forza che ho.
— Manderò qualcuno a prendere le mie cose nell’appartamento. Non voglio più vederti — telegrafia. Senza aggiungere altro m’incammino verso l’ascensore e riesco a schiacciare il pulsante di chiamata prima che lui mi strattoni per un braccio.
— Tu non mi pianti in asso Rosalie! — tuona imperioso. Il mio sguardo s’indurisce e cerco di divincolarmi dalla sua presa che si fa sempre più ferrea, fa male ma non voglio mostrargli che può provocarmi del dolore.
— Strano perché l’ho appena fatto. — sibilo con tutta la rabbia di una donna presa in giro. — Abbiamo chiuso Royce.
— Come ti permetti? Tu non sei nulla senza di me! — risponde arrogante. Davvero come ho fatto a stare con uno come lui?
— No, Royce. Io non ho bisogno di te per diventare qualcuno e quando sarò uscita da qui, continuerò a vivere felice la mia vita. Con o senza di te.
Fa per replicare ma lo scatto di una porta lo blocca, alla nostra sinistra compare la dipendente di prima. Cogliendo al volo l’occasione mi libero dalla sua presa con uno strattone e proprio in quel momento le porte dell’ascensore si aprono, scivolo al suo interno e l’ultima cosa che vedo è lo sguardo rabbioso di Royce e le sue labbra che sputano la sua minaccia:
— Non finisce qui Rosalie. Te ne pentirai.
 
Parcheggio davanti al garage e scendo, non so se ho fatto bene a venire da loro ma non sapevo dove altro andare e qui ho sempre trovato pace e tranquillità.
Suono il campanello e dopo poco tempo sento qualcuno scendere le scale e aprire la porta è Esme. Nonostante sia in casa è sempre impeccabile, l’ho sempre ammirata per la sua forza e la sua innata eleganza. Vorrei anch’io essere come lei.
— Ciao, Esme — mormoro con voce rotta. Non voglio piangere, non ne vale la pena per uno come Royce ma non posso impedire a qualche goccia di sfuggire al mio controllo. Mi ha preso in giro quando si era preso un impegno, per una donna come me è così umiliante.
— Oh, tesoro, vieni entra — dice agitata mentre mi cinge le spalle con un braccio mentre con l’altra mano mi strofina l’altro. È preoccupata, si starà chiedendo che cosa mi sia successo.
Appena entro in casa un forte odore di cioccolato mi colpisce e sorrido pensando che nonostante sia una donna molto impegnata, trova il tempo per essere una buona casalinga.
— Scusami, Esme, ma i miei abitano a Seattle e non sapevo dove altro andare — e intanto mi guardo attorno, non voglio che uno dei figli di Esme mi veda così, soprattutto uno.
— Non dire nulla sei di famiglia ormai — dice con tono materno. Mi accompagna in cucina e mi fa sedere su una delle sedie mentre lei armeggia con il bollitore. Sì, forse un po' di tea è quello che ci vuole.
L’odore di cioccolato qui è più forte e quando l’occhio mi cade sul forno la luce accesa disegna i contorni di una forma per torte da cui spunta l’impasto gonfio e marrone di una torta al cioccolato dall’aspetto invitante.
 
Rimaniamo in silenzio, Esme mi lancia alcune veloci occhiate mentre recupera l’occorrente per il tea, è una donna riservata non mi chiederà cosa è successo fino a che non sarò io a fare il primo passo. È una psicologa mancata.  
Di sottofondo solo il rumore di un aspirapolvere che proviene dal piano di sopra.
— Non sapevo avessi una domestica — non ce la faccio a stare in silenzio devo pensare a qualcosa, fare qualcosa per distrarmi.
— Oh, no, è Emmet. Sta pulendo la sua camera — e sorride, come solo una madre orgogliosa e innamorata di suo figlio può fare.
— Ha fatto molti progressi — se ripenso ai primi tempi che ero qui, non mi guardava ed era sempre molto silenzioso poi ha iniziato ad aprirsi a fidarsi di me ed io agognavo ogni giorno di passare più tempo con lui. Mi fa sentire bene, in pace con tutto e tutti.
— Già e dobbiamo ringraziare soprattutto te. Emmet è sempre così felice quando ci sei e anche lui fa molto bene a te… Oh è pronto — esclama quando il bollitore inizia a fischiare.
Io la guardo accigliata, che voleva dire che Emmet faceva bene anche a me? Ma poi sorrido, non ha tutti i torti in fondo. Emmet mi è entrato dentro e ha portato con sé una ventata di aria fresca che ha spazzato via molte nuvole che si affollavano nella mia mente.
Ignara dei miei pensieri Esme versa il contenuto in due tazzine e subito si diffonde nella cucina il profumo della salvia e altre spezie.
— Ecco cara. Bevi un po' — e me lo mette davanti mentre lei prende posto davanti a me — l’anno scorso dei colleghi di Carl sono andati in Giordania e ci hanno portato queste spezie da mischiare con il te nero. È buonissimo — e dopo averci soffiato sopra ne beve un sorso. Io la imito e non posso che concordare col suo verdetto. È davvero ottimo.
 
— Allora, è successo qualcosa con il giovane King? — azzarda dopo alcuni minuti di silenzio. Sorrido amaramente e penso che davvero sia una psicologa mancata.
Poggio la tazza sul tavolo e incrocio le braccia al petto.
— Ho seguito Royce oggi. — confesso di getto. Esme spalanca gli occhi per la sorpresa che viene sostituita dalla preoccupazione, dal tono funebre che ho usato ha capito che non è successo qualcosa di bello. — Aveva detto che doveva andare in ufficio ma è andato in un hotel, dove si è visto con una donna.
Esme stringe maggiormente la tazza, tanto che le nocche le diventano bianche ma non dice nulla e mentalmente la ringrazio, se mi avesse bloccato io non sarei più riuscita ad andare avanti. — Sono saliti alle stanze e… Beh te lo puoi immaginare quello che è successo — concludo ridacchiano isterica.
La voce s’incrina mentre finisco di parlare, tiro su col naso con forza e mi porto le mani al viso per sfregarlo. Fortunatamente non mi sono truccata prima di uscire e non mi devo preoccupare di sembrare un panda.
— Il bello è che non m’importa — dico tornando a poggiare le braccia sul tavolo e sfregando le mani tra loro — insomma dopo quello che  è successo alla cena le cose si erano incrinate, a dire il vero anche prima, era come se avessi aperto gli occhi su un nuovo mondo ma… Dio! Da quanto mi prendeva in giro? — le chiedo retoricamente, o forse lo sto chiedendo a me stessa, — sono stata così cieca! Ho sprecato cinque anni della mia vita dietro a un figlio di… — ma mi blocco portando una mano chiusa a pugno alla bocca. Non sono mai stata una donna volgare, ma cavolo quante cose avrei voluto urlargli contro sfogando tutta la mia frustrazione.
Esme prende la mano ancora poggiata sul tavolo e la strige nelle sue, un gesto materno che scioglie tutta la rabbia che ho dentro.
— Eri innamorata e l’amore lima ogni difetto.
Nei suoi occhi non c’è commiserazione ma la comprensione di una donna che sa quello che sto passando.
— Sai Carl non è stato il mio primo amore, come tutti ho avuto le mie “storielle”, come dite voi giovani — sogghigna, poi si sofferma a osservare un punto della parete alle mie spalle, gli occhi persi mentre rivivevano momenti passati. — C’era un ragazzo. Dave. Ne ero innamorata pazza — dice scuotendo la testa divertita. — Stavamo insieme da due anni e tutti parlavano già di matrimonio, ero appena ventenne ma ai miei tempi ci si sposava molto presto.
Sposarsi a vent’anni è un suicidio per una donna e se poi arrivano anche i figli, le possibilità di carriera sono molto limitate, penso mentre immagino una giovane Esme che cammina verso l’altare vestita di bianco.
— Ovviamente non c’è stato nessun matrimonio o altro e beh… per farla breve mentre mi frequentava, si vedeva con un'altra, non ho mai voluto sapere chi fosse. Li vidi un giorno che parlavano della loro storia, lui voleva troncare perché i suoi premevano per il matrimonio con me. Tornai a casa e annunciai la nostra rottura. Piansi per giorni ma poi tornai quella di sempre avevo capito che per quelli come lui non vale la pena piangere.
— Mi dispiace, Esme — forse lei ha sofferto più di me. Io cercavo di tenere in piedi qualcosa che era già a pezzi mentre lei ha visto crollare tutto come dei castelli di carta.
— E perché? Ho tre figli magnifici e un marito che amo follemente nonostante lo sopporto da anni. Alla faccia di chi dice che il matrimonio raffredda i rapporti — dice con un sorriso giocoso sul viso. — Con Carl ho scoperto il vero amore e nonostante la batosta di Dave io sono felicissima.
 
Il rumore di una macchina che parcheggia davanti alla casa mi fa girare la testa verso la finestra. Esme si alza con entusiasmo — Ah! Questi devono essere i ragazzi — controlla dalla finestra e poi si volta sorridente verso di me.
— Cara, vai a chiamare Emmet, così mangiamo insieme la torta. — dice mentre va verso il forno e, prese un paio di patine, toglie la torta.
— Okay.
Velocemente salgo le scale, i rumori che provengono dalla stanza di Emmet continuano. Arrivata davanti alla porta della sua camera, busso due volte ed entro.
Quello che vedo mi lascia a bocca aperta senza sapere cosa dire.
Emmet è in piedi sul letto e sta passando l’aspirapolvere sul copriletto muovendosi a ritmo di musica.
— Emmet! — esclamo ma lui non sente così mi avvicino al letto e lo chiamo ancora. Lui si gira di scatto verso di me, spalanca gli occhi e per la sorpresa lascia cadere sul materasso l’aspirapolvere.
— Ciao, Emmet — ripeto accennando un sorriso. Per colpa di Royce, o meglio della mia stupidità, il nostro rapporto si è raffreddato e infatti lui non risponde, riprende l’aspirapolvere, lo spegne e con un balzo scende dal letto.
— Tua madre sa che pulisci il letto con l’aspirapolvere? — tento una conversazione, sperando che lui mi dia un qualche accenno di vita ma non è così, si allontana da me a testa bassa.
— Esme ha fatto la torta al cioccolato e ti aspetta giù con Edward e Alice — tento ancora certa che non ignorerà suo fratello e sua sorella. Come previsto al nominarli si volta completamente verso di me ed io non reggo più. Scoppio a piangere nascondendo il viso tra le mani.
— Rose! — lo sento urlare poi dei passi veloci e ovattati e infine le sue braccia attorno alle mie. — Che è successo? Ti fa male qualcosa? Stai poco bene? Chiamo mamma…
Emmet mi riempie di domande, agitato, e il fatto che io non rispondo, ma mi limito a scuotere la testa non lo aiuta di certo.
Il mio cuore batte forte e trabocca di gioia per la sua vicinanza. Da quanto non si avvicina così tanto? Solo ora mi rendo conto di quanto, davvero, mi sia mancato.
Poggio le mani sul suo petto e con una leggera pressione mi allontano leggermente.
— No, sto bene. Scusami.
— Non si dicono le bugie Rose — mi riprese mentre con le mani asciugava le mie lacrime.
— Vero — concordo con un sorriso tirato. Emmet mi prende per mano e mi sospinge verso il letto dove ci sediamo.
— Che è successo?
Emisi un sospiro — Avevi ragione.
— Io ho sempre ragione! — gongola sornione stemperando la tensione che mi bloccava la gola.Ridacchio mentre a stento trattengo l’ennesimo singhiozzo.
Questo ragazzo è incredibile, sa sempre cosa fare per tirarti su il morale, ogni volta che sono triste o stanca lui sa sempre come risollevarmi.
 
Molte persone pensavo che quelli come Emmet siano solo una spina nel fianco non sanno quello che dicono, sono persone così innocenti e semplici che nonostante le difficoltà vivono la vita al meglio e riescono anche a rendere la tua vita migliore, riescono a farti rallentare e godere veramente quello che hai attorno. Sono sempre stata felice di aiutarli, di togliere un po' di peso sulle famiglie che magari non riescono a esserci al cento per cento e ho sempre ricevuto qualcosa di bello in cambio ma con Emmet è diverso, mi ha preso subito con il suo entusiasmo, il suo sorriso…
Spinta da questi pensieri, faccio la prima cosa che mi viene in mente e lo abbraccio, nascondendo il viso nell’incavo del suo collo. Dopo un primo tentennamento lui mi stringe a sé.
— Che ha fatto Royce? — mormora colpendo in pieno il bersaglio.
— L’ho lasciato — e non ho il tempo di finire la frase che Emmet mi allontana dal suo petto e mi guarda con occhi sbarrati.
— Davvero?!
— Davvero.
— Davvero? Davvero? — la sua incredulità è adorabile. Sorrido e annuisco con forza e lui mi abbaglia con uno dei suoi sorrisi e penso che sia il ragazzo più attraente che abbia mai visto. Con i suoi sorrisi le sue fossette infantili è riuscito a scaldarmi il cuore. Così dolce e ingenuo nei suoi gesti e nelle sue parole.
Poi si rabbuia ed io lo guardo interrogativa totalmente ignara di quello che ha provocato il cambiamento.
— Perché piangevi allora?
— Perché mi sono sentita una stupida. Mi ha preso in giro per non so quanto tempo e mi sembra di aver sprecato tempo e per colpa sua abbiamo litigato e il vederti così distante mi fa stare male e i tuoi sguardi d’odio…
— Io non ti odio! — protesta interrompendomi. Inizia a gesticolare con le mani e si siede sul letto a peso morto.
— Royce è una brutta persona. C’è una parola più adatta ma mamma dice che le parolacce non si dicono quindi non la dico. Ma la penso — dice picchiettandosi la testa — la penso qui.
— E perché eri distante?
— Perché mi piaci… tanto — aggiunge dopo un momento di silenzio — e mi dava fastidio che nonostante lui ti avesse trattato male quella sera e guardasse tutte le cameriere di bell’aspetto, tutte le guardava ho controllato… — e annuisce con la testa per dare enfasi alla sua affermazione — tu sia rimasta con lui.
Lo guardo incredula per quello che ha appena detto e non mi riferisco al fatto che Royce abbia guardato le cameriere, alla luce di quello che ho visto oggi non mi stupisco di nulla, ma al fatto che gli piaccio.
— Mi piaci di più quando sorridi così — esclama con le gote arrossate. Alza lentamente una mano e con le dita accarezza le mie labbra. — Sei più bella. Una bellissima rosa.
E senza preavviso mi da un bacio, un semplice sfioramento di labbra ma il mio cuore parte al galoppo, non ha mai battuto così con Royce.
Emmet si allontana e mi guarda sorridente poi mi prende per mano e si avvia alla porta. Non è per nulla imbarazzato di quello che è appena successo, io sento le guance andare a fuoco tanto sono imbarazzata e… felice.
— Andiamo! Bisogna festeggiare! Il pallone gonfiato se n’è andato e d’ora in poi starai sempre con me.
 
 

_____________________________________________________________
Che bello il nostro Emmet!!! : ) Se son rose fioriranno, dico sempre.
Ah!! ho aperto un blog! L'angolo dei perditempo 
se vi va fateci un salto, metterò spiler e avvisi e voi potrete chiedermi quello che volete. Volevo fare anche una pagina facebook ma non sono capace : ) sono leggermente adicappata in queste cose ma se qualcuno me lo sa spiegare lo ascolto. Così come se sapeve il funzionamento di NVU, come cavolo si pubblica da lì?????

Me lo lasciate un commentino piccino picciò?



 
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La promessa di una bestia - Ultimo capitolo
Extra dalla mia storia "Beastly". Daniel è un vampiro da molti secoli condannato a una vita di tenebre contro la sua volontà. E' una bestia. Tutto cambia quando, lungo il suo cammino incontra Isabel, giovane matricola della Dartmouth.
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Giallo ] [ Genere: Romantico, Sentimentale, Sovrannaturale ] [ Capitoli: 2 ]   
[ Pubblicata: 14/08/11 ] [ Aggiornata: 07/10/11 ] [ Note: Missing Moments ] [ Completa ]
[ Categoria: Storie originali > Soprannaturale > Vampiri ] [ Leggi le 4 recensioni ]

    Buttare via tutto, e di nuovo ricominciare Ultimo capitolo
lei era il bersaglio degli scherzi di lui, lei una bimba timida e ciocciottella che vedeva in lui il suo peggiore incubo. Che succede se lei se ne va, per tornare solo otto anni dopo? è tutto come prima o per una qualche ragione nascerà qualcosa di bello?
Dal capitolo:
Lei che stava porgendo la mano si blocca come fulminata- I-Ian?- la guardo interrogativo non capendo il suo cambiamento repentino, che le è preso? 
Si schiarisce la gola - Ian…Knight?- a quanto pare le hanno già parlato di me. Sorrido strafottente.
-il solo ed unico- sbianca completamente.
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Arancione ] [ Genere: Romantico ] [ Capitoli: 12 ]   
[ Pubblicata: 27/03/11 ] [ Aggiornata: 26/09/11 ] [ Note: Nessuna ] [ In corso ]
[ Categoria: Storie originali > Romantico ] [ Leggi le 14 recensioni ]

    Isabella and the half-vampire - Ultimo capitolo
Bella è una normale ragazza che vive a Forks da sola e un giorno d'estate scopre che il mondo in cui è vissuta fino ad ora era solo una piccola parte di quello che è realmente...
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Arancione ] [ Genere: Commedia, Romantico ] [ Capitoli: 2 ] [ Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Un po' tutti ] 
[ Pubblicata: 01/09/11 ] [ Aggiornata: 11/09/11 ] [ Note: AU, What if? ] [ In corso ]
[ Categoria: Libri > Twilight ] [ Contesto: Nessun libro/film ] [ Leggi le 9 recensioni ]

    La donna giusta - Ultimo capitolo
Ancora prima di formulare un pensiero, il mio corpo scatta e il cervello da ordine ai piedi di muoversi e con l'ombrello copro la sua esile figura. Il suo profumo mi colpisce come un pugno in faccia, mi beo di quel momento.
Il mio corpo freme di desiderio, ne vuole di più, sempre di più, desidera un contatto più profondo, desidera prenderla e portarla in un posto solo per noi, dove lei é solo mia, dove io sono solo suo, dove lei suona solo per me.
- bisogno di aiuto signorina? - dico con voce resa roca dal turbinio di emozioni che sono in atto dentro di me.
Passione. Desiderio. Bramosia. Dolcezza. Tenerezza. Senso di protezione. Possesso. Devozione.
I suoi occhi, blu come un cielo d'estate, incatenano i miei e non posso impedire alla mia mente di ritornare al primo giorno che la vidi.
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Rosso ] [ Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale ] [ Capitoli: 5 ]   
[ Pubblicata: 11/05/11 ] [ Aggiornata: 25/08/11 ] [ Note: Nessuna ] [ In corso ]
[ Categoria: Storie originali > Romantico ] [ Leggi le 8 recensioni ]

    In barca a vela controvento 
- ONE SHOT DELL'ESTATE -
Un viaggio in solitaria che porterà una ragazza alla scoperta di un mondo che neanche immaginava. Quello che pensava fosse solo una favola per bambini è in realtà un mondo nascosto, ai più. Un'avventura che la porterà a conoscere qualcuno che le mostrerà questo misterioso nuovo mondo.
Dalla storia:
Giocherellai con la piccola collana che portavo al collo. Era molto semplice, fatta con frammenti di corallo rosso da cui pendeva una metà di conchiglia, simile al nautilus, ma più piccola, e al centro una bellissima perla. Non so com’era possibile, ma questa cambiava colore in continuazione, col tempo avevo associato la cosa all’influenza dell’umore, come quegli anelli che vedono lungo le spiagge o nei negozi di souvenir. Ogni volta che provavo forti emozioni, il suo colore cambiava.
Come ne ero venuta in possesso? Beh, questa è una bella storia.
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Arancione ] [ Genere: Avventura, Fantasy, Romantico ] [ Capitoli: 1 ]   
[ Pubblicata: 19/08/11 ] [ Aggiornata: 19/08/11 ] [ Note: One-shot ] [ Completa ]
[ Categoria: Storie originali > Soprannaturale ] [ Leggi le 1 recensioni ]

    Shade-Tolerant 
CONCORSO ONE SHOT DELL'ESTATE
Se su una spiaggia mentre osservi il tramonto facessi un incontro speciale?
Ho pensato a come deve essere passare le vacanze estive per una persona che non può, per cause di forza maggiore, passare una giornata sotto il sole come fanno tutti ed è uscito questo...spero vi piaccia^^
Dal capitolo:
Sognavo che un giorno avrei potuto correre sotto il sole, andare alla spiaggia a nuotare e poi asciugarmi sulla sabbia, pranzare in un parco mentre i raggi del sole sfioravano la mia pelle come delle carezze. Un sole che mi era amico insomma. Ma la realtà era ben diversa.
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Giallo ] [ Genere: Generale, Sentimentale ] [ Capitoli: 1 ] [ Personaggi: Bella/Edward ] 
[ Pubblicata: 25/07/11 ] [ Aggiornata: 25/07/11 ] [ Note: One-shot ] [ Completa ]
[ Categoria: Libri > Twilight ] [ Contesto: Nessun libro/film ] [ Leggi le 7 recensioni ]

    La mia piccola fifona 
- Oddio!oddio! Edward ho paura - mormorai avvinghiandomi al braccio del mio ragazzo.
Mi aveva convinto a entrare in quell’edificio che sembrava aver scritto a caratteri cubitali “abbandonate ogni speranza voi che entrate” ma che il mio adorato ragazzo, a quanto pare, non aveva visto. Dovrò suggerirgli una visita dall’oculista mi appuntai mentalmente una volta che saremmo usciti da quell’inferno.
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Verde ] [ Genere: Commedia ] [ Capitoli: 1 ] [ Personaggi: Bella/Edward ] 
[ Pubblicata: 02/07/11 ] [ Aggiornata: 02/07/11 ] [ Note: One-shot ] [ Completa ]
[ Categoria: Libri > Twilight ] [ Contesto: Nessun libro/film ] [ Leggi le 3 recensioni ]

    Beastly - Ultimo capitolo
Ispirato alla Bella e la Bestia.... Isabel sta per partire per l'università dove farà nuove conoscenze, nuove amicizie e qualcosa di più.... ma non tutto è come sembra.
Dal capitolo:
Isabel s’imbarcò sull’aereo con sentimenti contrastanti. 
Gioia, per l’inizio di una nuova esperienza. Tristezza, per dover salutare suo padre e i luoghi dove era cresciuta e che l’avevano fatta sentire al sicuro. Timore, perché aveva come il presentimento che qualcosa sarebbe successo e che questo le avrebbe sconvolto l’esistenza, in bene o in male ancora non lo sapeva.
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Arancione ] [ Genere: Mistero, Romantico ] [ Capitoli: 4 ]   
[ Pubblicata: 05/06/11 ] [ Aggiornata: 08/06/11 ] [ Note: Nessuna ] [ Completa ]
[ Categoria: Storie originali > Soprannaturale > Vampiri ] [ Leggi le 4 recensioni ]

    Red Fairytale - Ultimo capitolo
C’era una volta una bambina tanto vivace quanto sbadata, correva sempre anche per andare da una stanza all’altra, i genitori non sapevano come farla stare ferma soprattutto perché aveva la tendenza a sbattere contro oggetti fermi e inciampare sui suoi stessi piedini ed erano preoccupati che potesse farsi molto male, ma la amavano tanto e quando la vedevano a terra a piangere per l’ennesima caduta la rassicuravano e le davano un bacino sulla bua per fargliela passare e la piccolina rassicurata tornava felice a saltellare per la casa o il giardino mentre i genitori amorevoli, aspettavano la successiva caduta.
In un girono di fine giugno correva nei campi col suo fratellone, quando….
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Verde ] [ Genere: Generale ] [ Capitoli: 3 ] [ Personaggi: Bella/Edward, Un po' tutti ] 
[ Pubblicata: 30/04/11 ] [ Aggiornata: 03/05/11 ] [ Note: Nessuna ] [ Completa ]
[ Categoria: Libri > Twilight ] [ Contesto: Nessun libro/film ] [ Leggi le 16 recensioni ]
  
 
 

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Capitolo 14
*** …: Che tutte le donne mi stiano lontane :… ***


 

Eccomi con il nuovo capitolo! Non mi convince molto ma lo posto lo stesso, il tempo per rivederlo non ce l'ho quindi a posto di farmi aspettare per non so quanto tempo eccomi qui! (coro di lettrici: buuuuuuuuuu..., Io: T.T). Voglio ringraziare le magnifiche 10 ragazze che hanno recensito lo scorso capito: nuovo record!!! XD e anche tutti quelli che hanno inserito la storia tra le seguite, preferite e ricordate e tutti i lettori silenziosi. Non siate timidi fatevi sentire, non mordo.
Vi lascio al capitolo e spero che qualcuno di voi decida di lasciare un piccolo segno del suo passaggio, in positivo o in negativo. 

Ah! Ho scritto una nuova storia " Tre all'improvviso - Lei, lui e ..." se volete farci un salto a me farebbe. piacere^^
Ancora una cosa: ho aperto un blog L'angolo dei perditempo, dove metto spoiler, avvisi o se volete chiedermi qualcosa. Adesso è in corso un piccolo sondaggio, ho in mente alcune storie che vorrei scrivere una volta terminate quelle in corso e se andate sul blog potete votarle. Nel mentre ve le lascio qui sotto così se vi interessa votate.

1. Storia di pirati: Agli inizi del 700 una nave spagnola viene assalita dai pirati. La storia di Isabella e Edward. Tra pirati, compagnia delle Indie e un vecchio amore vivranno molte avventure. ORIGINALE


2. Il beduino inglese: Giordania agli esordi della rivolta araba vedrà la nascita di una storia tra un inglese che sin da bambino ha vissuto con i beduini del deserto e una missionaria inglese. ORIGINALE


3. Becoming Elizabeth: Tutte vorrebbero vivere la storia d'amore tra Darcy e Elizabeth e se questo fosse possibile? JANE AUSTEN 
(se una cosa simile vi interessa potete guardare Lost in Austen , su youtube lo trovate. Breve serie inglese che nonostante i buoni spunti non è stata in grado di sfruttarli a pieno, parere personale,... - Darcy però è interpretato benissimo^^ - ma è guardabile, un Orgoglio e pregiudizio un po’ alternativo). 
E ho anche fatto una pagina facebook e ringrazio TwiFallVampireDrak per le informazioni^^. Se andate nella mia pagina di Efp trovate il link se siete interessate.

Ora ho veramente finito, giuro. Buona lettura!

 





…: Che tutte le donne mi stiano lontane :…

 
 
 
Sono passate due settimane e le cose sono ancora immutate. La scuola riempie ogni nostro momento libero, i professori ci riempiono di compiti, progetti e verifiche. Se sul fronte della possibile coppia non ho fatto molti progressi non posso dire lo stesso su quello dell’apertura di Isabella verso il mondo. Certo voglio con tutto me stesso che ci sia qualcosa per noi, ma prima di tutto Bella deve tornare ad aprirsi agli altri e non chiudersi a riccio, tornare a fidarsi e piano piano ci sta riuscendo.
Sotto la mia iniziale insistenza ha riallacciato i rapporti con Angela, la gentile fidanzata di Ben, che prima del suo isolamento avevo scoperto essere una sua stretta amica. I primi approcci devo ammettere erano imbarazzanti e spesso dopo un “ciao” non diceva più nulla, ora, invece, la vedo spesso fermarsi a parlare con Angela, ridono scherzano e vedo Bella sorridere più spesso e questo basta a scaldarmi il cuore e a ripagarmi dell’attesa.
— Allora, andiamo? — Bella si poggiò all’armadietto di fianco al mio e mi guardava sorridente. Le labbra carnose sollevate agli angoli mostrano una fila di denti bianchissimi, una fossetta sul mento a punta e gli occhi gli si illuminavano, quasi ardevano.
— Certo — chiudo l’armadietto e ci avviamo insieme verso l’aula di letteratura, ridendo delle ultime gaffe del professore di educazione fisica.
 
Sospiro di sollievo al suono della campanella dell’ultima ora, anche questa giornata è finita. Raggruppo la mia roba e quando mi sto per alzare, sento qualcuno chiamarmi. Una ragazza alta, bionda, con gli occhi azzurri si fa largo verso il mio banco.
— Edward, scusa se ti disturbo ma hai qualche minuto per me? Avrei bisogno del tuo aiuto.
— Certo, dimmi — e si mette a parlare di alcuni esercizi fatti durante la lezione e alcuni argomenti trattati in precedenza. Shallyèuna ragazzasimpatica ma la matematica non è propriamente il suo forte, così mi ha tenuto più di un quarto d’ora in aula per spiegarle quello che non ha capito.
In sostanza: tutto.
 
All’uscita trovo Alice seduta sul cofano della macchina che si guarda attorno annoiata. Automaticamente con lo sguardo cerco la mustang rossa di Bella, ma questa non c’è e il mio umore va sotto terra, al venerdì non abbiamo nessuna lezione in comune e in mensa mi aveva promesso che mi avrebbe aspettato…
— Alleluia! Ma che è successo? — esordisce Alice scendendo con un balzo dalla mia macchina.
— Alice, potresti evitare di usare la mia macchina come sedia? Rischi di lasciarmi un’ammaccatura prima o poi — borbottocontrollando che realmente non ce ne sia nessuna.
— La tua macchina è in ottimo stato — e posso essere certo che ha anche alzato gli occhi esasperata. Non sono un fissato con le macchine ma mi piace vederlasempre tirata a lucido e senza un graffio.
Mi rialzo e picchietto sulla carrozzeria.
— Bella, dov’è? — chiedo mentre torno a guardarmi attorno.
— È andata. A proposito che è successo? — non capendo la guardo interrogativo e così lei continua — èentrata a vedere dove fossi finito, poi è uscita dopo cinque minuti tutta di fretta dicendo che si era dimenticata di avere una commissione da fare per il padre e di salutarti quando avresti finito di fare i fatti tuoi.
— Io non lo so… non l’ho vista — dico estraendo il cellulare dalla tasta e pigiando il tasto di chiamata rapida. Il suo numero è in cima alla lista, ancora prima del 911.
Uno squillo, due squilli, tre squilli e passa alla segretaria.
Riprovo.
Uno squillo, due squilli, tre squilli e passa alla segretaria.
Sconfitto, riattacco il telefono e le mando un messaggio.
“Dove sei? È successo qualcosa?
Edward.”
Non so davvero che cosa pensare, forse aveva davvero qualcosa da fare per il padre ed io mi sto preoccupando per nulla… ma c’è un tarlo nella mia testa che mi dice che qualcosa non va.
— Andiamo?
La voce di Alice che arriva dall’interno della macchina mi risveglia dai miei pensieri.
Salgo in macchina e sperando in una sua risposta guido verso casa mentre Alice mi aggiorna sulle ultime notizie della Forks High School.
 
— Ciao, mamma — urlo appena entro in casa. Poggio le chiavi sul tavolino e il cappotto lo sistemo nell’armadio all’ingresso. Nell’aria aleggia un intenso profumo di cioccolato che risveglia il mio stomaco desideroso di digerire il mio cibo preferito.
— Ciao, mamma — anche Alice la saluta appena fionda in casa.
— Ciao, ragazzi! Venite in cucina che c’è la torta al cioccolato. Rose è andata a chiamare vostro fratello.
Rose? Oggi non è il suo turno, penso mentre entro in cucina. Due tazzine sono sistemate una davanti all’altra, sul piano vicino ai fornelli c’è il contenitore con le spezie portate dai colleghi  di papà dopo un viaggio in Giordania, segno che mamma ha fatto il suo “tè speciale”.
— Com’è andata a scuola? E Bella? — sogghigno sapendo che mamma voleva chiedermi di lei da subito. Stravede per quella ragazza.
— Bene solite cose, il compito di matematica credo sia andato bene…
— Piantala di fare il modesto, sei il secchione della scuola. Mal che vada hai preso “A” invece che “A più” — borbotta Alice sedendosi a tavola — io mi dovrei preoccupare! La matematica e la sottoscritta sono due linee parallele che non s’incontreranno mai.
— Suvvia tesoro, non essere così melodrammatica. Grazie a Jasper sei migliorata molto — le dice accarezzandole la testa.
— Oh sì, Jasper è un ottimo insegnate — dice con un tono che alle mie orecchie ha una forte sfumatura maliziosa. Scuoto la testa inorridito, non posso e non voglio immaginare mia sorella in certi atteggiamenti!
— E invece Bella? Come sta? È da molto che non viene a casa — lo chiede a me sorridendomi maliziosamente — sai Edward se dovete fare certe cose insomma non sarebbe meglio farle in casa? Certo sarebbe meglio quando io e tuo padre non siamo a casa…
— Mamma!
— Che c’è? Sei grande ed è normale fare certe esperienze con la propria ragazza. Tu e Alice siete grandi ed è normale… —
— Primo: Bella non è la mia ragazza,— non ancora, appunto mentalmente, — secondo: sei mia madre! Non dovresti essere come tutte le altre che reputano certi argomenti tabù? 
— Tesoro so che va il mondo e non parlarne non risolve il problema, è naturale e preferirei che foste in luoghi consoni per certe cose…
— Okay, okay basta! Non parliamone più — mi affretto a dire tappandomi le orecchie con le mani. Ma perché non ho una madre normale?
— Festeggiamo! festeggiamo — la voce esultante di Emmet mi fa voltare verso la porta della cucina da cui si intravedono le scale e mio fratello che a mano con Rose scende le scale a passo di carica.
— Emmet, vai piano! Rischiamo di cadere — Rose ha in viso deformato da una maschera di terrore mentre con la mano destra libera si aggrappa al corrimano per non cadere rovinosamente dall’alto dei suoi tacchi.
— Emmet per l’amor del cielo non correre così. È pericoloso — urla mamma raggiungendo la base delle scale. Emmet al richiamo si blocca sul penultimo gradino, Rose impreparata cerca di fermarsi ma perde l’equilibrio e ho il tempo si raggiungere le scale e afferrarla per la vita prima che cada a terra.
— Rose! — urlano in contemporanea i miei fratelli e mia madre. Rose è completamente poggiata a me, un piede sul pavimento e l’altro sul primo gradino, mentre con la mano sinistra stringe ancora quella di Emmet.
— Tutto bene Rose? — chiedo, aiutandola a recuperare l’equilibrio. — Ti fa male la caviglia o qualcosa?
— Tutto a posto. Grazie, Edwrad — mi ringrazia staccandosi da me e sistemandosi l’abito.
— Rose! Scusa, scusa,… — Emmet è nel panico e Rose deve faticare molto per rassicurarlo.
— Carlisle dovrebbe rientrare tra un’oretta, appena arriva, gli dico di darti un controllata — dice mamma che guarda apprensiva la nostra ospite.
— No, Esme davvero non ce n’è bisogno.
— Ti prego. Sarò più sicura — la implora mamma e Rose non può che acconsentire.
— Grazie, allora stenditi sul divano che mangeremo la torta in salotto, tutti insieme. Appoggiati a Emmet — dice prima di sparire in cucina. Purtroppo Emmet non ha ben capito il concetto di aggrapparsi che subito si china sotto i nostri sguardi curiosi e la prende in braccio.
— Emmet! Cosa fai? — urla Rose aggrappandosi però al collo di mio fratello rossa come un peperone. E nonostante tenti con tutte le mie forze di rimanere serio, un solo sguardo a mia sorella, che si trova nella mia stessa situazione e scoppio in una sonora risata seguito a ruota da lei.
— Oddio, che è successo ancora! — esclama trafelata mamma comparendo sull’uscio della stanza ma dopo un attimo di tentennamento scoppia anche lei a ridere alla scena di Emmet che come un cavaliere porta in salvo la dama in pericolo.
 
— Allora che c’è da festeggiare? — chiedo una volta che prendo posto sulla poltrona, Alice si accomoda sull’altra mentre la coppietta ha già preso posto sul divano dove un’imbarazzata Rose ha le gambe distese su quelle di Emmet che preoccupato le tasta una caviglia per volta per vedere se sente dolore. Mio fratello si rianima e con un sorriso che va da un orecchio all’altro, mi risponde.
— Rose ha lasciato il bacarozzo! — esclama esultante come se gli avessero detto che ha vinto la lotteria. Guardo la bionda che senza togliere gli occhi di dosso a Emmet sorride anche lei, gli occhi pieni di dolcezza.
Sorrido anch’io felice che le cose per loro abbiano preso il verso giusto anche se di problemi ne avranno molti.
Veniamo raggiunti da mia madre che con i piattini sistemati su un vassoio distribuisce a ognuno la sua fetta di torta.
— Ecco caro, questa è la più grande — mi dice mamma porgendomi effettivamente una bella fetta di torta accompagnata da un po' di panna montata. Pancia mia, fatti capanna.
— Mamma, sei la migliore — sentenzio mentre infilzo la forchetta dell’impasto soffice.
 
— Bella non ti ha ancora risposto? — la voce di Alice mi fa alzare lo sguardo dal cellulare che per l’ennesima volta ho estratto dai pantaloni nella speranza di vederlo lampeggiare per una chiamata o un messaggio.
— No — sono costretto ad ammettere riponendolo ancora nella tasca.
— Che è successo? — mamma… curiosa come sempre.
— Non lo so… — biascico mentre mastico un pezzo della seconda fetta di torta.
— Non si parla con la bocca piena — mi riprende Emmet puntandomi la forchetta contro. Alzo gli occhi al cielo ma ingoio il pezzo di torta quasi intero, rischiando oltretutto di strozzarmi, e riprendo a parlare.
— Non lo so, Alice ha detto che era fuori con lei ad aspettarmi ma io sono stato trattenuto da una mia compagna e Bella è… — e non finisco la frase, nella mia mente realizzo quello che è successo. Stupido! Perché non ci ho pensato prima?
— Devo andare — sbotto poggiando il piatto sul tavolino e guadagnando l’uscita. Rapidamente indosso la giacca e recupero le chiavi della macchina.
— Edward? Tutto bene? — posso capire la domanda mia madre, mi potrebbero scambiare per un matto.
— L’ho sempre detto che non ha tutte le rotelle a posto — sento dire da mia sorella mentre la porta si chiude alle mie spalle. Piccolo folletto malefico!
 
— Non parlerò con nessuna — è quello che le dico appena apre la porta di casa.
— Prego? — peccato che non è Bella ad aprire la porta.
— Salve, Capo Swan — balbetto e forse sono anche arrossito ma al momento il fatto di aver fatto una pessima figura col padre di Bella passa in secondo piano — Bella è in casa?
— No, non è ancora tornata. Dovrebbe essere da Jake — risponde stranito. Il nervoso sale al saperla con lui. So che sono solo amici e che quell’indiano non ha nessun interesse per lei ma non posso impedire al mostriciattolo della gelosia di sussurrarmi piccole parole di sospetto.
— Potrebbe dirmi dove abita? Avrei urgenza di parlare con sua figlia. — incalzo mentre apro e chiudo le mani con gesti nervosi. Un fastidioso tic che salta fuori quando solo nervoso.
— Vai verso nord verso la 101 verso Division St e vai sempre dritto dopo poco tempo giri a sinistra e imbocchi La Push road, continui su Ocean Front e quando arrivi al market fai trenta metri e giri a destra entrando nel bosco. La casa di Jake è l’ultima. È rossa non puoi sbagliare.
— Okay, grazie mille Capo Swan — e mi giro per tornare di corsa alla macchina ma il padre di Bella mi ferma proprio quando sto per aprire la portiera.
— Ehi, Cullen! Qualsiasi cosa sia successa tra voi, vedete di risolverla. Mi sto abituando a riavere la vecchia Bella per casa.
Sorrido a quella richiesta, vuol dire che fino ad ora quello che ho fatto è servito a qualcosa e la voglia di vederla e parlarle aumenta.
— Glielo prometto signore. Anche a me piace molto questa Bella — urlo prima di salire e partire.
— O cavolo! Ho detto che mi piace sua figlia! — mormoro quando realizzo di aver confessato a suo padre che Bella mi piace. La prossima volta mi accoglierà col fucile a portata di mano!
No, dai Edward non è così grave, anche lui vuole che risolviate la situazione, cerca di convincermi la vocina dentro di me. Io, spero solo che abbia ragione.
 
Seguendo le indicazioni datemi dallo sceriffo in poco più di mezz’ora la tribù Qulieute mi dà il benvenuto a La Push, proprio come dice il cartello all’inizio della riserva.
 

 
Non c’ero mai stato e quasi me lo immaginavo come un villaggio fatto di capanne e tende, stile film del vecchio west e gli abitanti vestiti di pelle e piume, invece sono più che altro prefabbricati, alcuni hanno l’aspetto di essere molto vecchi, e case isolate. Da l’idea di essere un posto poco vivace, come del resto è anche Forks. Non sono mai impazzito per la vita notturna ma inizio a sentire la mancanza delle uscite serali con gli amici per Chicago.
Al supermercato giro a destra e non faccio fatica a trovare la casa di Jacob, di un rosso sbiadito con bordi rifiniti in bianco. La macchina di Bella parcheggiata di traverso davanti all’ingresso come se avesse parcheggiato di fretta e furia. Sistemo la mia macchina alla sinistra della sua e scendo rimanendo fermo vicino alla macchina non sapendo dove andare. Sono qui ma non posso bussare, insomma Jake non lo conosco, l’ho visto una volta più di un mese fa, ma sono arrivato fin qui e non posso rimanere fermo come uno stoccafisso vicino alla macchina in attesa che la soluzione mi cada dal cielo, così raggiungo la porta di casa Black, così dice la targhetta sulla cassetta della posta e sto per bussare quando una voce profonda e roca mi blocca poco prima che la mia mano tocchi il legno.
— Edward? — Jake mi fissa tra l’esultante e il divertito, anche se non capisco il motivo della prima.
— Ciao, Jacob. Bella è qui?
— Glielo avevo detto che saresti venuto — continua senza togliere quel sorriso dalle labbra. L’indiano percorre velocemente il vialetto e mi raggiunge davanti alla porta. Indossa una maglietta a maniche corte rossa piena di macchie d’olio così come le sue mani, che tenta di ripulire con uno strofinaccio già sporco.
— Quindi è qui? — cerco conferma e lui m’indica con un cenno della testa un edificio a fianco della casa, una specie di garage.Sollievo è quello che provo ma anche ansia e timore che lei possa rifiutare le mie spiegazioni.
— Vi lascio un po' da soli. E Edward? — mi chiama quando io ho già fatto qualche passo nella direzione indicata.Mi giro e lo guardo curioso.
— Si?
— Può essere la persona più testarda della Terra ma tu non darle retta. Si più testardo di lei, okay? — ed entra in casa senza aspettare una mia risposta.
 
Lentamente scosto la porta del garage, anche questo, come la casa, deve essere una vecchia costruzione, la vernice rossa è scrostata in diversi punti e la porta diffonde un fastidioso cigolio.
Le pareti interne erano nascoste da alti scaffali pieni di cianfrusaglie e attrezzi di meccanica. L’unica luce naturale veniva da due grandi finestre sui lati lunghi del fabbricato mentre al centro issata su un ponte sollevatore, che come tutto quello che lo circondava poteva tranquillamente andare in pensione, una macchina che dal simbolo sul radiatore riconobbi essere una Volkswagen.
Bella è ferma davanti a una delle finestre e armeggia con una cassetta degli attrezzi poggiata sul tavolo di legno posizionato davanti a essa. Non ha fatto caso a me, forse persa che sia Jacob e infatti inizia a parlare senza voltarsi.
— Jake, secondo te — ed estrae una chiave inglese dalla cassetta — se lo tiro in testa a Newton o alla Stanley, dici che si rompe? Quei due hanno una testa… o dovrei tirarla a quella biondina? Edward, che ci fai qui? — la sua espressione quando si volta passa dal divertito, al sorpreso e infine al stizzito. Come temevo ha frainteso tutto e per quanto la voglia di arrabbiarmi sia tanta non lo faccio. Dopo quello che ha passato con la madre posso capire la diffidenza, ha passato gli ultimi cinque anni condizionata da quell’episodio.
— Secondo me, quella povera chiave andrebbe in mille pezzi — decido di sdrammatizzare, vorrei vederla sorridere invece mi riserva un’occhiata di fuoco e deglutisco intimorito. Ho paura che me la lanci in testa, fortunatamente non sembra essere il suo piano e rimette a posto l’attrezzo.
— Che vuoi Edward? — secca e distaccata.
— La stavo aiutando con dei compiti.
— Non so di che parli — mi risponde con un’alzata di spalle ma inconsapevolmente intrappola tra i denti il labbro inferiore, tic che fa quando è nervosa o viene colta in flagrante.
— Non aveva capito la lezione e le stavo spiegando...
— Ridendo e scherzando? — sbotta prima di spalancare gli occhi sorpresa alla vista del mio sorriso di vittoria.
— Vedi che sai di cosa sto parlando.
— Va al diavolo, Edward.
Stizzita, recupera la borsa poggiata su una sedia scassata vicino al tavolo e cerca di uscire e cerco di bloccarla ma lei è peggio di un anguilla e dopo una rapida occhiata al ponte elevatore mi piego sulla ginocchia e la prendo in spalla provocando le sue urla isteriche.
— Edward, ho mandato gente in ospedale per molto meno.
Ma non le do retta, apro la portiera posteriore e la butto dentro stando attento a non farle male, schiaccio il pulsante per l'elevazione e salgo anch’io chiudendo la portiera alle mie spalle.
— Ma sei matto! — urla guardando fuori dal finestrino. È praticamente spiaccicata contro il vetro, ma  dopo nemmeno due secondi salta come un grillo all’indietro venendomi addosso e spingendomi contro la portiera alle mie spalle.
— È l’unico modo per farmi ascoltare — obbietto massaggiandomi il gomito con cui avevo colpito. Una miriade di brividi si propagarono lungo il mio braccio. Raccapricciante.
— Fammi scendere — ringhia rannicchia sul sedile centrale e con gli occhi fissi sul freno a mano.
— Non posso, il bottone è in basso — e lei ringhia, non metaforicamente parlando, ringhia proprio e inizio a preoccuparmi — Bella, tutto bene? — le chiedo poggiando una mano sulla sua spalla, lei si scosta ma appena si rende conto di essere vicina alla portiera ritorna al centro della macchina.
— No che non va bene! Soffro di vertigini.
— Oh… — la mia geniale risposta, questo non lo avevo considerato. Mi affaccio al finestrino e guardo verso il basso, siamo all’incirca a tre metri di altezza.
— Okay rilassati, non pensare che siamo a tre metri di altezza.
— Così mi ci fai pensare! Dio, che cosa ti diceva lo stupido criceto che hai in testa quando hai avuto questa fantastica idea! — Okay Edward è solo spaventata e straparla. — Jake! Jake! Jacob Black! — urla con tutto il fiato che ha nei polmoni per chiamare il suo amico.
— Jacob è in casa non ti sente. Guardami — le ordino perentorio e lei scuote la testa testarda, nascondendola nelle ginocchia. Sembra un piccolo uccellino impaurito ed è strano vederla così vulnerabile, lei che è sempre spavalda.
Le prendo il viso tra le mie mani e con forza la obbligo a guardarmi, gli occhi sono lucidi e il respiro pesante e tempo che possa anche avere un attacco di panico.
— Concentrati su di me e sulla mia voce, okay? Non pensare ad altro — lei annuisci e poggia le sue mani sui miei polsi stringendoli.
— Non volevo urlarti contro prima, solo che ero nel panico — borbotta diventando rossa ed io sorrido mentre con i pollici le carezzo le guance.
— Lo so, non me la sono presa e vedrai che Jacob tornerà presto e ci fara scendere da qui — lei trema appena le ricordo dove siamo ma dopo aver intensificato la presa sui miei polsi si rilassa e così un po' per distrarla e un po' per chiarire la situazione inizio il discorso per cui sono venuto qui.
— Quella con cui parlavo era Shally, in matematica è un disastro e voleva solo il mio aiuto per capire un esercizio.
— Ridendo e scherzando? — borbotta con una smorfia buffissima e sogghigno.
— Vai piano o potrei illudermi che tu sia gelosa — la stuzzico e lei mi lancia un’occhiataccia prima di aprire la bocca per parlare ma è interrotta dal cigolio della porta.
— Ragazzi?
— Jake! Tiraci giù da qui — urla appena sente la voce del suo amico. Dopo un secco scossone, il ponte inizia la sua lenta discesa e Bella tira un sospiro di sollievo.
— Allora, Bella, mi credi? — il mio sguardo è una supplica, devo sapere che mi crede, non potrei mai prenderla in giro.
— Sì, ti credo è solo che… — ma non finisce la frase che uno scossone ci fa sussultare. Siamo ritornati a terra.
— Che ci facevate la in alto? — ci chiede l’indiano aprendo la portiera. Bella senza curarsi di me cerca di scavalcarmi e per la troppa foga si sbilancia finendomi addosso. Bella, a cavalcioni su di me, ed io con le mani su i sui fianchi, la mia pelle brucia a contatto con la sua, e il mio viso all’altezza del suo petto.
— Ma bene, bene… vi siete dati una mossa a quanto vedo — sghignazza Jacob ma non lo guardo, sono paralizzato dalla situazione.
— Piantala, Jake! Quanto sei scemo — ringhia, con una nota d’imbarazzo nella voce, contro l’amico che come risposta scoppia a ridere.
— Scusa, Edward — pigola prima di scendere.
— Ma figurati — sussurro con gli occhi ancora fissi davanti a me.
— Dove diavolo eri finito! Ti ho chiamato prima! — sento dire da Bella e così mi risveglio dal mio torpore e volto il capo per vedere Bella di spalle con le mani sui fianchi, nello stesso punto dove tenevo le mie poco fa, che inveisce contro il ragazzo che sembra non sapere che fare. Dispiacersi o riderle in faccia.
— Scusa ma mi sono addormentato sul divano e mi sono svegliato quando ho sentito qualcuno che gridava qualcosa ma ero ancora mezzo intontito e ci ho messo un po' a riprendermi — si giustifica lui grattandosi la testa.
Con un sospiro scendo dalla macchina e chiudo la portiera.
— Sei sempre il solito — borbotta sconsolata. Jake mi lancia un’occhiata speranzosa a cui rispondo con un accenno di sorriso. Mi crede e per ora basta ma vorrei sentire quello che con l’intromissione di Jacob non mi ha detto.
— Ehi Bella, qui ho finito per oggi che ne dici se andiamo al bar sulla spiaggia. Quil ed Embry vorrebbero vederti, ormai pensano che tu sia un fantasma — scherza con ritrovato sorriso. Non mi è sfuggita la strana scintilla che ha attraversato i suoi occhi.
— Ora? — dice con sguardo scettico.
— Sì, così anche Edward li conosce e alla festa di Halloween non starà poggiato alla parete perché non conosce nessuno.
— Come? — diciamo in coro io e Bella. Lei con tono scioccato, io interrogativo. Di che festa parlano?
 
— Vedrai Edward ti divertirai da matti. Prepariamo un barbecue sulla spiaggia, con un gigantesco falò e tutti si travestono, agli anziani non piace molto questa cosa del travestirsi, dicono che le usanze dei musi bianchi contaminano le nostre sacre tradizioni ma nessuno gli da retta.
Ci stiamo dirigendo tutti a questo fantomatico bar sulla spiaggia con la mia macchina. Bella sul sedile a fianco al mio con un gomito poggiato sul bracciolo della portiera, osserva il paesaggio fuori dal finestrino mentre Jake sistematosi dietro, ha la testa infilata tra i nostri due sedili e decanta questa festa della tribù per celebrare i morti. Sembra un bambino di cinque anni a cui hanno preso un giocattolo nuovo.
— Puoi portare chi vuoi comunque. Anche se non posso garantirti che non verranno usati come vittime sacrificali per placare le ire dei morti — continua con voce lugubre.
— Beh, allora porterò la Stanlay e Newton. Sarebbe la volta buona che ce ne liberiamo — rispondo, stando al suo gioco. Jake, non vuole che lo chiami Jacob visto che lo fa sentire vecchio per i suoi diciassette anni  - eh si diciassette, ed io che credevo che ne avesse almeno ventitre -, scoppia in una grassa risata e con sollievo noto che anche Bella ha alzato un angolo della bocca.
Il viaggio non dura poco, il bello di questi piccoli paesi è che tutte le cose sono attaccate e non devi impiegare mezz’ora per raggiungere il supermercato più vicino. Il bar è una costruzione in legno che si affaccia sul mare, non è molto grande ma fa la sua bella figura.
— E quello che diavolo è? — chiedo quando passo di fianco al cartello più strambo che abbia mai visto.
 

 
— Lascia perdere — borbotta infastidito — per quello stupido film, la riserva è diventata una meta turistica per ragazzine rompiscatole che vogliono vedere i luoghi della Saga sui vampiri vegetariani. Vampiri vegetariani poi, ma da dove li hanno tirati fuori!
— Vampiri vegetariani? — chiedo cercando di ricordare dove ho già sentito questo termine. Intanto parcheggio nel primo posto libero che trovo, a pochi metri dall’ingresso.— E perché quel cartello?
— La Push, nel film, è vietata per loro e da lì l’idea di mettere quel cartello. Il padre di Quil dice che è ottimo per gli affari — risponde con un’alzata di spalle. E come un flash mi torna alla mente un discorso di Alice, in cui mi parlava di questa storia, di quanto fosse romantico l’amore dei protagonisti, la rivalità di uno dei licantropi che si era anche lui invaghito della protagonista di alcuni vampiri italiani e di mezzi vampiri.
— Oh sì, ora ricordo! Alice mi aveva fatto una testa tanta, mi ha anche obbligato a vedere il primo film con lei al cinema — e rabbrividisco al ricordo di quell’esperienza agghiacciante.
Jake fa una faccia dispiaciuta e mi da una pacca sulla spalla come a consolarmi — Mi spiace amico, deve essere stato un vero trauma.
— Non me ne parlare, per quasi due ore, mi sono gli urletti di ragazzine allupate, pensa che c’erano anche delle signore di una certa età con bambine di tredici anni una che era seduta davanti a me si è chinata sulla figlia e gli ha detto “ visto che bel ragazzo tesoro” — Jake ride tenendosi la pancia.
— E poi ci si chiede perché gli adolescenti di oggi crescono in un certo modo — borbotta Bella e non posso che concordare con lei.
— Allora ti ricordi che uno di loro s’innamora della figlia dello sceriffo e lei ricambia — e qui l’indiano ammicca verso Bella che alza gli  occhi al cielo, sbuffando spazientita.
— Io vi precedo. Non voglio sentire le tue stupidate — annuncia per poi sparire dentro l’edificio. Jake intanto riprende a raccontarmi la storia ma la mia mente sta elaborando un piccolo particolare: nuovo arrivato uguale io e figlia dello sceriffo uguale Bella. Gongolo a questa prospettiva.
— Se ti vedesse Bella… — sghignazza. Probabilmente ho stampato in faccia un sorriso ebete alquanto imbarazzante.
— Ti ha raccontato quello che è successo? — il mio tono si rabbuia mentre parlo e anche Jake torna serio.
— Sì, so che non è successo nulla ma Bella…
— Lo so, lo so, per Reneé. Mi ha raccontato tutto — confesso e Jake accenna un sorriso amaro.
— È un bel passo avanti, sei il primo a cui racconta cosa è successo davvero.
— Comunque gli ho spiegato che le stavo solo spiegando un compito lei ha detto che mi crede e stava per dire altro quando sei arrivato. Insomma, la sua reazione, un po' mi rende felice perché vuol dire che è gelosa ma voglio che si fidi di me. Le ho promesso che gli avrei dimostrato che di me può fidarsi davvero. Non voglio che si allontani — confesso. Jake è un perfetto estraneo per me ma conosce Bella meglio di me e può darmi qualche consiglio.
— Tutto si sistemerà. La perseveranza premia — sentenzia dandomi una pacca sulla spalla. — Solo trattamela bene se no ti spezzerò le ossa e ci giocherò a Shanghai — mi minaccia aprendo la porta ed entrando nel locale. Subito vengo colpito dall’aria calda del riscaldamento. Fuori ci sono poco più di dieci gradi
Jake mi precede facendomi strada verso uno dei tavoli che danno sul mare dove è seduta Bella assieme a un ragazzo. È uno del posto e ridono e scherzano come se fossero vecchi amici ed è troppo vicino per i miei gusti.
— Quil! Visto che te l’ho portata? — esclama Jake sedendosi davanti ai due. Io lo imito con sguardo scuro senza togliere gli occhi da Quil.
— Amico, ti presento Edward è un amico di Bells. Edward questo è Quil non ti devi preoccupare è tutto fumo e niente arrosto — mi dice facendomi ridere.
— Ehi! Così mi offendo, bello — gli risponde portando una mano al petto con fare teatrale. — Tante belle signorine dell’università di Seattle ti possono smentire.
Ragazze universitarie? Osservo l’indiano con più attenzione, capelli e occhi marroni, pelle scura come quella di tutti gli indigeni di La Push, il corpo massiccio, imponente, e anche se è seduto posso capire che deve essere alto, anche più di me.
Ma se va all’università non starà certo a guardare una liceale, penso mentre guardo accigliato Bella ridere e scherzare con il ragazzo fino a che non la vedo lanciarmi un’occhiata circospetta e alzare un angolo della bocca in un sorriso soddisfatto. Lo sta facendo apposta! Mi sta ripagando con la stessa moneta e io dovrei essere arrabbiato, e effettivamente un po' lo sono infondo non stavo facendo nulla di male con Shally, stavamo parlano e lei alla rimessa aveva detto che lo aveva capito.
— Scusate, esco un attimo — dico alzandomi dal tavolo sotto lo sguardo incuriosito di Quil, quello dispiaciuto di Jake, anche lui ha capito il giochetto di Bella, e quello stupito e preoccupato di Bella di cui sostengo lo sguardo cercando di non far trasparire quello che sento. — Ho bisogno d’aria.
Spalanco la porta con un colpo secco e appena sono fuori vengo colpito dall’aria fredda di fine ottobre. Alzo il colletto del cappotto e incrocio le braccia al petto per cercare più calore. Mi guardo attorno alla ricerca di un posto dove sedermi e ma oltre alberi, macchine e cespugli non c’è nulla. Così decisi di seguire le indicazioni del cartello che portava alla spiaggia. First beach è una spiaggia di ciottoli e accumulo di tronchi di ogni dimensione portati a riva dalla corrente che lo rendono un posto pittoresco.
 

 
 
In lontananza dei grandi scogli coperti dalla vegetazione, tagliavano l’orizzonte. Il cielo quasi completamente sgombro di nuvole. È la prima volta da quando sono qui che non domina il grigio scuro delle nuvole. Le nuvole al contrario sono dentro di me, non riuscivo a comprendere l’atteggiamento di Bella, perché lo aveva fatto? Mi ha creduto e quindi quale motivo aveva di fare quella sceneggiata? Che tutto quello che abbiamo costruito è stato spazzato via come neve al sole o che fosse tutto frutto della mia mente e in realtà le cose non sono cambiate?
Sono arrabbiato, ferito e deluso.
 
Raggiungo un tronco bianco vicino al bagnasciuga, accompagnato solo dal sibilo del vento e dal rumore dei miei passi sui sassi, e mi siedo puntando i talloni nello strato di sassi che copre il terreno e poggio le mani sulle ginocchia. Osservo l’orizzonte senza vederlo veramente così vago con lo sguardo sulla spiaggia. È deserta, non c’è anima viva, ora solo il rumore del mare spezza il silenzio tanto forte da nascondere qualsiasi altro suono, e così porto lo sguardo a terra, dove un piccolo sasso grigio scuro con delle striature bianche attira la mia attenzione. Lo prendo e lo soppeso rigirandomelo tra le mani: non troppo pesante, piatto e ben levigato. Mi alzai e trovata la posizione giusta lo lanciai. Rimbalza due volte prima di infrangersi contro un onda che si stava formando.
— Bel tiro — la voce di Bella mi spaventa. Mi giro di scatto e la vedo a pochi passi da me, raggomitolata nel suo giaccone con le mani nascoste nelle tasche per proteggersi dal freddo. Lo sguardo circospetto, esitante.
— Il tuo atteggiamento è alquanto infantile lo sai? — le dico senza tener conto del suo tentativo di approccio. Accenna un sorriso di scuse, ha capito benissimo a cosa mi riferisco.
— Lo so che è stato stupido… — inizia a dire ma si ferma esitante — ma quando ho visto il tuo sguardo su Quil e ho letto il fastidio nel vedere il suo atteggiamento ho agito d’impulso.
— Hai detto che mi credevi.
— E la Bella che è venuta fuori in quest’ultimo periodo ti crede… — dice accennando un sorriso più aperto di quello di prima che non posso non ricambiare ripensando a come abbiamo legato dal nostro primo incontro, — ma la vecchia Bella, quella cinica e che vede inganni ovunque no, e ha voluto, in un certo senso, ripagarti con la stessa moneta. — ammette con rammarico.
— Lo sai che stai ammettendo di essere gelosa? — dico con una punta di divertimento nella voce, anche se non toglie che sia ancora ferito. Bella china il capo a terra osservando i sassolini che muove con un piede.
— Beh… forse un po' lo sono. Sei la cosa più bella che mi è capitata da cinque anni a questa parte — ammette con un tono leggermente imbarazzato, lasciando me basito.
Si china a raccogliere un sassolino simile a quello che avevo preso io e lo lancia in mare. S’inabissa subito al che ridacchio per lo sguardo imbronciato di Bella. Tutta l’aura negativa che scoppia come una bolla di sapone e anche le nuvole dentro di me si diramano lasciando rispendere il Sole sul mio animo.
— Sei pessima — le dico mentre recupero un sasso che possa andare bene e mi avvicino a lei, prendo una mano, è ghiacciata e così la tengo imprigionata tra le mie per un po' prima di lasciarla libera e sostituire la mia mano con il sassolino.
— Il sasso deve essere liscio e piatto e lo devi impugnare tenendolo tra il pollice e indice e devi lanciarlo tenendo una traiettoria diagonale. Così — dico mentre mi posiziono dietro di lei per accompagnarla nei movimenti. Lei prima s’irrigidisce e poi si rilassa e segue i miei movimenti. Una sensazione di pace mi attraversa il corpo e mi piace credo che potrei farci l’abitudine, forse è meglio togliere il forse, ne diventerei dipendente. Così come potrei abituarmi al suo profumo.
— Prova — le dico staccandomi da lei. Bella mi lancia un’occhiata di sbieco e fa come le ho detto. Si mette in posizione, ritira il braccio per poi lanciare il sasso. Un salto, due salti, tre salti e affonda.
— Niente male.
— Già — concorda tornando a guardarmi.
— Se può farti stare meglio, sono anche disposto a non parlare con nessuna, beh a parte mia sorella… può diventare irritante quando qualcuno la ignora. — dico ridendo. — Da oggi la mia politica è “ Che tutte le donne mi stiano lontane”. Beh a parte una, ovviamente — e ammicco verso di lei.
 
Bella spalanca gli occhi stupita, le gote rosse per la mia rivelazione, e poi scuote la testa come dispiaciuta.
— Edward, non de… — inizia ma la blocco.
— Attenta, Bella! — esclamoafferrandola per un braccio e strattonandola con me lontano dalla riva. Un’onda abbastanza grande si era infranta a riva portando con sé alcuni rami.
— Ehi, ragazzi. Tutto bene? — la voce di Jake ci fece sussultare. Si avvicina trotterellando con Quil alle calcagna.
— Sì, tutto bene. Certo che sono pericolosi quei legni — dico tenendo Bella stretta a me. Non volevo separarmi e anche lei sembrava del mio stesso avviso.
— Sì, infatti è per questo che ci sono un sacco di cartelli che dicono di fare attenzione. Pensa che qualche mese fa il mare a portato a riva una quercia gigantesca. Non è lontana se vuoi ti ci porto — mi propone un Jake entusiasta.
— Meglio di no, si sta facendo tardi e mia madre inizierebbe a dare di matto — le sei sono passate da un pezzo e se non voglio trovarmi con la polizia che mi cerca per tutto il paese, mi conviene tornare a casa.
Jake, perde tutto il suo entusiasmo — peccato…
— Sarà per la prossima volta. È davvero bello qui — dico guardandomi un ultima volta attorno.
— Devi vedere la spiaggia all’alba, in quelle poche volte in cui il cielo è sgombro di nuvole. È uno spettacolo favoloso — è Bella a parlare. Chino il capo e la vedo che mi guarda sorridente.
— Magari mi ci porti tu. Che ne dici? — le propongo immaginando noi che dopo una serata passata insieme come una vera coppia ci fermiamo qui sulla spiaggia a guardare l’alba.
— Si può fare.
— Okay piccioncini, se volete un po' di privacy basta dirlo — ed è Quil a rovinare il momento. Jake gli tira una gomitata dritto nelle costole facendo piegare in due il ragazzo.
Bella si stacca da me e si stringe nel suo giubbotto mentre io fulmino con lo sguardo l’indiano. Perché non se ne torna dalle sue studentesse universitarie al posto di rompermi le uova nel paniere?
— Che c’è? — chiede con fare innocente massaggiandosi la parte lesa.
— Tu non sai proprio quando chiudere quella bocca del cavolo! — lo rimbecca Jake prima di girarsi verso di me e fare un sorriso di scuse.
 
— Vi riporto a casa? — chiedo dopo essere tornati nel parcheggio del bar.
— Io sto ancora qui. Papà è da Harry e sicuramente verranno qua a mangiare — mi risponde Jake.
— Tu, Bella? — chiedo, allora rivolgendomi a lei che era rimasta silenziosa al mio fianco.
— Anch’io dovrei andare. Charlie dovrebbe essere tornato.
— Bene, allora buona serata a tutti — dico salutando i due ragazzi con la mano.
— Ci vediamo domani, Jake! — urla lei e insieme ci incamminiamo verso la macchina.
Il tragitto fino a casa di Jake sembra più lungo di quello dell’andata forse perché prima c’era la voce dell’indiano che riempiva l’abitacolo, ora c’è solo silenzio. Io non parlo, lei non parla. Silenzio di tomba.
— Eccoci arrivati — dico parcheggiando davanti alla sua Mustang.
— Grazie — dice mentre si toglie la cintura di sicurezza, mi aspettavo che mi salutasse e scendesse, invece rimane seduta sul sedile a giocherella lare con la cerniera della sua borsa.  Una ciocca di capelli le scivola davanti al viso impedendomi di godere del suo sguardo, così alzo una mano fino a sfiorarle la guancia e la sistemo dietro il’orecchio. I suoi occhi saettano nei miei e il marrone caldo sembra essere sconvolto da un tremendo terremoto.
— Tutto bene? — le chiedo apprensivo.
— Non devi farlo per forza — esordisce dopo alcuni attimi di silenzio.
— Cosa? — chiedo interrogativo, non sapendo a cosa si riferisce.
— Quello che hai detto prima di non parlare con nessuna. Non è giusto… — sorrido e la blocco posando un dito sulla sua bocca. Soffice e calda come la ricordavo.
— Lo faccio perché ti voglio dimostrare che ci tengo a te e che ti puoi fidare di me. E ora scendi — la incito quando cerca di ribattere, — che non voglio trovarmi lo sceriffo davanti a casa con un mandato di arresto perché sua figlia non era in casa quando era tornato.
Bella ridacchia, apre la portiera e scendere. La guardo mentre raggiunge la sua macchina e solo quando entra parto.
Se per dimostrare a Bella che le altre non m’interessano sono anche disposto a ignorarle.
 














_________________________________________________________
Bene, che ne dite? Una decisione un po assurda quella di non parlare con nessuna ma magari servirà a Bella per scacciare tutti i dubbi. Che dite? Spero di leggere qualche vostro parere.
Per il cartello dei vampiri, beh... c'è veramente, pensavo fosse solo un ritocco o altro e invece no... americanata^^
Questa, invece, è la quercia - ma non si sa se è proprio una quercia - di cui parla Jake
 


Pazzesca, vero?
 
 

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Tre all’improvviso - Lei, lui e… 
Quando un compito ti cambia la vita.
Dal capitolo 1:
« Cullen, Swan! In coppia ».
Nello stesso momento due persone, un ragazzo e una ragazza, alzarono la testa di scatto e guardarono la professoressa con occhi sbarrati, come se davanti a loro avessero il demonio in persona.
La professoressa ignara della reazione provocata, camminò tranquillamente verso la ragazza mora poggiando un bambolotto sul suo tavolo. [...]
« Per le prossime due settimane sarete i genitori di questa tenera bambina » annunciò sorridente la donna continuando poi il suo giro.
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Giallo ] [ Genere: Romantico ] [ Capitoli: 1 ] [ Personaggi: Bella/Edward ] 
[ Pubblicata: 10/11/11 ] [ Aggiornata: 10/11/11 ] [ Note: AU, OOC ] [ In corso ]
[ Categoria: Libri > Twilight ] [ Contesto: Nessun libro/film ] [ Leggi le 6 recensioni ]

    La donna giusta - Ultimo capitolo
Ancora prima di formulare un pensiero, il mio corpo scatta e il cervello da ordine ai piedi di muoversi e con l'ombrello copro la sua esile figura. Il suo profumo mi colpisce come un pugno in faccia, mi beo di quel momento.
Il mio corpo freme di desiderio, ne vuole di più, sempre di più, desidera un contatto più profondo, desidera prenderla e portarla in un posto solo per noi, dove lei é solo mia, dove io sono solo suo, dove lei suona solo per me.
- bisogno di aiuto signorina? - dico con voce resa roca dal turbinio di emozioni che sono in atto dentro di me.
Passione. Desiderio. Bramosia. Dolcezza. Tenerezza. Senso di protezione. Possesso. Devozione.
I suoi occhi, blu come un cielo d'estate, incatenano i miei e non posso impedire alla mia mente di ritornare al primo giorno che la vidi.
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Rosso ] [ Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale ] [ Capitoli: 6 ]   
[ Pubblicata: 11/05/11 ] [ Aggiornata: 04/11/11 ] [ Note: Nessuna ] [ In corso ]
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    La promessa di una bestia - Ultimo capitolo
Extra dalla mia storia "Beastly". Daniel è un vampiro da molti secoli condannato a una vita di tenebre contro la sua volontà. E' una bestia. Tutto cambia quando, lungo il suo cammino incontra Isabel, giovane matricola della Dartmouth.
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Giallo ] [ Genere: Romantico, Sentimentale, Sovrannaturale ] [ Capitoli: 2 ]   
[ Pubblicata: 14/08/11 ] [ Aggiornata: 07/10/11 ] [ Note: Missing Moments ] [ Completa ]
[ Categoria: Storie originali > Soprannaturale > Vampiri ] [ Leggi le 4 recensioni ]

    Buttare via tutto, e di nuovo ricominciare Ultimo capitolo
lei era il bersaglio degli scherzi di lui, lei una bimba timida e ciocciottella che vedeva in lui il suo peggiore incubo. Che succede se lei se ne va, per tornare solo otto anni dopo? è tutto come prima o per una qualche ragione nascerà qualcosa di bello?
Dal capitolo:
Lei che stava porgendo la mano si blocca come fulminata- I-Ian?- la guardo interrogativo non capendo il suo cambiamento repentino, che le è preso? 
Si schiarisce la gola - Ian…Knight?- a quanto pare le hanno già parlato di me. Sorrido strafottente.
-il solo ed unico- sbianca completamente.
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Arancione ] [ Genere: Romantico ] [ Capitoli: 12 ]   
[ Pubblicata: 27/03/11 ] [ Aggiornata: 26/09/11 ] [ Note: Nessuna ] [ In corso ]
[ Categoria: Storie originali > Romantico ] [ Leggi le 14 recensioni ]

    Isabella and the half-vampire - Ultimo capitolo
Bella è una normale ragazza che vive a Forks da sola e un giorno d'estate scopre che il mondo in cui è vissuta fino ad ora era solo una piccola parte di quello che è realmente...
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Arancione ] [ Genere: Commedia, Romantico ] [ Capitoli: 2 ] [ Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Un po' tutti ] 
[ Pubblicata: 01/09/11 ] [ Aggiornata: 11/09/11 ] [ Note: AU, What if? ] [ In corso ]
[ Categoria: Libri > Twilight ] [ Contesto: Nessun libro/film ] [ Leggi le 9 recensioni ]

    In barca a vela controvento 
- ONE SHOT DELL'ESTATE -
Un viaggio in solitaria che porterà una ragazza alla scoperta di un mondo che neanche immaginava. Quello che pensava fosse solo una favola per bambini è in realtà un mondo nascosto, ai più. Un'avventura che la porterà a conoscere qualcuno che le mostrerà questo misterioso nuovo mondo.
Dalla storia:
Giocherellai con la piccola collana che portavo al collo. Era molto semplice, fatta con frammenti di corallo rosso da cui pendeva una metà di conchiglia, simile al nautilus, ma più piccola, e al centro una bellissima perla. Non so com’era possibile, ma questa cambiava colore in continuazione, col tempo avevo associato la cosa all’influenza dell’umore, come quegli anelli che vedono lungo le spiagge o nei negozi di souvenir. Ogni volta che provavo forti emozioni, il suo colore cambiava.
Come ne ero venuta in possesso? Beh, questa è una bella storia.
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Arancione ] [ Genere: Avventura, Fantasy, Romantico ] [ Capitoli: 1 ]   
[ Pubblicata: 19/08/11 ] [ Aggiornata: 19/08/11 ] [ Note: One-shot ] [ Completa ]
[ Categoria: Storie originali > Soprannaturale ] [ Leggi le 1 recensioni ]

    Shade-Tolerant 
CONCORSO ONE SHOT DELL'ESTATE
Se su una spiaggia mentre osservi il tramonto facessi un incontro speciale?
Ho pensato a come deve essere passare le vacanze estive per una persona che non può, per cause di forza maggiore, passare una giornata sotto il sole come fanno tutti ed è uscito questo...spero vi piaccia^^
Dal capitolo:
Sognavo che un giorno avrei potuto correre sotto il sole, andare alla spiaggia a nuotare e poi asciugarmi sulla sabbia, pranzare in un parco mentre i raggi del sole sfioravano la mia pelle come delle carezze. Un sole che mi era amico insomma. Ma la realtà era ben diversa.
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Giallo ] [ Genere: Generale, Sentimentale ] [ Capitoli: 1 ] [ Personaggi: Bella/Edward ] 
[ Pubblicata: 25/07/11 ] [ Aggiornata: 25/07/11 ] [ Note: One-shot ] [ Completa ]
[ Categoria: Libri > Twilight ] [ Contesto: Nessun libro/film ] [ Leggi le 7 recensioni ]

    La mia piccola fifona 
- Oddio!oddio! Edward ho paura - mormorai avvinghiandomi al braccio del mio ragazzo.
Mi aveva convinto a entrare in quell’edificio che sembrava aver scritto a caratteri cubitali “abbandonate ogni speranza voi che entrate” ma che il mio adorato ragazzo, a quanto pare, non aveva visto. Dovrò suggerirgli una visita dall’oculista mi appuntai mentalmente una volta che saremmo usciti da quell’inferno.
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Verde ] [ Genere: Commedia ] [ Capitoli: 1 ] [ Personaggi: Bella/Edward ] 
[ Pubblicata: 02/07/11 ] [ Aggiornata: 02/07/11 ] [ Note: One-shot ] [ Completa ]
[ Categoria: Libri > Twilight ] [ Contesto: Nessun libro/film ] [ Leggi le 3 recensioni ]

    Beastly - Ultimo capitolo
Ispirato alla Bella e la Bestia.... Isabel sta per partire per l'università dove farà nuove conoscenze, nuove amicizie e qualcosa di più.... ma non tutto è come sembra.
Dal capitolo:
Isabel s’imbarcò sull’aereo con sentimenti contrastanti. 
Gioia, per l’inizio di una nuova esperienza. Tristezza, per dover salutare suo padre e i luoghi dove era cresciuta e che l’avevano fatta sentire al sicuro. Timore, perché aveva come il presentimento che qualcosa sarebbe successo e che questo le avrebbe sconvolto l’esistenza, in bene o in male ancora non lo sapeva.
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Arancione ] [ Genere: Mistero, Romantico ] [ Capitoli: 4 ]   
[ Pubblicata: 05/06/11 ] [ Aggiornata: 08/06/11 ] [ Note: Nessuna ] [ Completa ]
[ Categoria: Storie originali > Soprannaturale > Vampiri ] [ Leggi le 4 recensioni ]

    Red Fairytale - Ultimo capitolo
C’era una volta una bambina tanto vivace quanto sbadata, correva sempre anche per andare da una stanza all’altra, i genitori non sapevano come farla stare ferma soprattutto perché aveva la tendenza a sbattere contro oggetti fermi e inciampare sui suoi stessi piedini ed erano preoccupati che potesse farsi molto male, ma la amavano tanto e quando la vedevano a terra a piangere per l’ennesima caduta la rassicuravano e le davano un bacino sulla bua per fargliela passare e la piccolina rassicurata tornava felice a saltellare per la casa o il giardino mentre i genitori amorevoli, aspettavano la successiva caduta.
In un girono di fine giugno correva nei campi col suo fratellone, quando….
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Verde ] [ Genere: Generale ] [ Capitoli: 3 ] [ Personaggi: Bella/Edward, Un po' tutti ] 
[ Pubblicata: 30/04/11 ] [ Aggiornata: 03/05/11 ] [ Note: Nessuna ] [ Completa ]
[ Categoria: Libri > Twilight ] [ Contesto: Nessun libro/film ] [ Leggi le 16 recensioni ]
 

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Capitolo 15
*** …: Dolcetto o scherzetto? :… ***


Cof, cof... si ci sono ancora^^ Bene anche se in ritardo vi auguro buone feste. Chiedo scusa per il ritardo ma ho avuto la laurea e adesso ci sono gli esami della specialistica e sono stata leggermente presa, poi è arrivato anche il Natale e ho dovuto lavorare nel negozio d famiglia... quindi cercate di capirmi ( in ginocchio chiede perdono).
Passando al capitolo... beh succede una cosa bella bella bella..... ; ) infati E(censurato). Contente?
Ringrazio tutti quelli che hanno messo la storia tra le preferite, seguite, ricordate e soprattutto le ragazze ch ehanno recensito lo scorso capitolo. 1000 grazie non sapete quanto fa piacere leggere le recensioni di chi legge e se qualcuna nuova o vecchia silenziosa lettrice decidesse di lasciare un segnino del suo passaggio ne sarei davvero felice.

Non sottovaluatte l'importanza di uan recensione, chi scrive "perde" tempo a scrivere e aggiornare permettendovi di leggere quello che fa e sarebbe carino se "perdeste" un piccolo secondo della vostra giornata per far sapere a quello o altro scrittore che ne pensate della sua storia.
Credo sia un compromesso equo, qundi quando leggete una storia, che sia mia ^^ o di qualcun altro fatevi sentire. Non ho nessun fucile puntato su nessuno sia chiaro : )  
[ Se ritenete che sia una rompiscatole per averlo detto non mi interessa lo volevo dire e l'ho detto... o meglio scritto ]



 

…: Dolcetto o scherzetto? :…

 
 
Okay, è una mia impressione o il corpo studentesco femminile si è triplicato? Sono ovunque e il mio intento di evitare le ragazze si sta rivelando più difficile del previsto.
— Che casino — mormoro nascondendo la testa tra le mani.
— Ehi, Edward, che ci fai seduto sul pavimento del bagno? — alzo la testa di scatto e trovo un Jasper con le sopracciglia aggrottate fermo davanti alla porta. È la terza ora e tutti sono in classe, tutti tranne me e il mio amico a quanto pare. — Se fossi in te, finita scuola andrei da tuo padre per alcune vaccinazioni, non so quando è stata l’ultima volta che hanno pulito questo pavimento.
— Cercavo un po' di pace — rispondo senza però alzarmi da terra. Jasper mi raggiunge e si appoggia con le mani nei pantaloni alla parete al mio fianco.
— Che è successo?
E così a grandi linee gli racconto della mia operazione “ Che tutte le donne mi stiano lontane” tenendo per me la storia di Bella. Il giorno dopo la cena di beneficienza mi ha fatto promettere di non dirlo a nessuno. 
— Ma è una cosa assurda — esclama scioccato appena finisco di parlare — Perché dovresti fare tutto questo?
— È complicato, Jazz — dico sospirando — non lo farei se non fossi sicuro che serva a qualcosa e… — dico cercando le parole per spiegarmi senza dire nulla su Bella.
— Okay, ho capito, non me ne puoi parlare — dice mentre scivola lungo la parete reggendosi sulle punte dei piedi.— Alice mi ha detto che ieri è successo qualcosa con Bella. È per questo che fai così? — continua lanciandomi un’occhiata sbieca.
— Più o meno, sì — rispondo.
— Sai che dopo l’ora di pranzo abbiamo la professoressa Dawson? Come farai con lei? O visto che è una professoressa ci puoi parlare? — quella del mio amico è una bella domanda, non voglio essere richiamato o mandato dal preside ci tengo alla mia carriera scolastica…
 
L’ora di pranzo che in quel bagno del secondo piano mi sembrava così lontana è arrivata. Avrei rivisto Bella, questa mattina non abbiamo avuto nessuna lezione in comune e già alla seconda ora avevo iniziato a sentirne la mancanza. Ho passato il tempo a chiedermi cosa pensava del professore con cui aveva lezione o dei compagni, certamente mi avrebbe fatto ridere con una delle sue battute.
— Che noia… — soffio poggiando il gomito sul banco e reggendo la testa con la mano chiusa a pugno sulla guancia.
— Signor Cullen, vuole per caso dire la sua? — mi raddrizzo al richiamo del professore e inizio a guardarmi attorno alla ricerca di non so cosa.
— Ehm… — inizio non sapendo come uscire da quella situazione ma in mio aiuto arriva la campanella. Esibisco un sorriso sornione al professore che scuote la testa sconsolato e recuperate le mie cose esco dall’aula come un fulmine.
Raggiungo il mio armadietto e vi sistemo i libri della lezione e quando chiudo l’anta del mio armadietto sobbalzo spaventato. Kate Denali, una studentessa del terzo anno, mi osserva con un sorriso a trentadue denti che ha il potere di terrorizzarmi. Non ho mai parlato con lei ma stando a quello che mi ha detto Jazz la ragazza non fa altro che guardarmi e le uniche due volte che l’ho beccata in flagrante il mio corpo è stato scosso da brividi di freddo. Ha qualcosa nello sguardo che la fa apparire come una leggermente fuori di testa.
— Ciao, Edward — mi saluta facendo seguire al mio nome un sospiro quasi estatico. Accenno un sorriso tirato e senza dire nulla mi allontano con ancora una strana sensazione sulla pelle.
— Eddy. Com’è andata la giornata? — la voce di Bella scaccia via quella strana sensazione e finalmente mi beo della sua presenza.
— Spiritosa, davvero spiritosa. Oggi sembra che tutte vogliono parlare con me — borbotto mettendo il broncio da bambino lagnoso che fa scoppiare a ridere la causa dei miei problemi.
— Okay, allora aspetta qui, vado a prendere qualcosa da mangiare e poi ti porterò in un posto, dove sarai al sicuro dai mostri cattivi — e sparisce dietro la porta antincendio della mensa.
 
Mentre l’aspetto, sfrutto il tempo guardando la bacheca degli annunci. Qualcuno vende un computer, qualcun altro una macchina fotografica o un cellulare e sto leggendo con interesse l’annuncio di un ragazzo che vede alcuni dischi in vinile di musica Jazz quando due voci richiamano la mia attenzione.
— Ehi, Cullen — Mike, con al fianco la Stanley che è avvinghiata al suo braccio stile cozza. Mi saluta con un cenno del capo a cui rispondo allo steso modo.
— Ciao, Edward — se è possibile, la ragazza si aggrappa maggiorente al biondino. Visto chi posso avere? Hai sprecato la tua occasione Edward, è quello che sembra volermi. Trattengo un sorriso, che stia pure con quell’ameba. Io ho trovato di meglio.
— Cullen — è il saluto svogliato di Lauren quando affianca i due amici. Si atteggia a superiore, dall’episodio della mensa mi guarda con sufficienza come se non valessi tanto da giustificare le sue attenzioni e quelle poche volte che lo fa, lo fa sembrare come se mi stesse facendo un favore.
— Che fai fermo davanti alla mensa da solo? — continua Mike.
— Sto aspettando uan persona — rispondo con tono piatto mentre punto lo sguardo verso la porta, sperando che il messaggio di essere lasciato in pace arrivi forte e chiaro. Ma quanto ci metti Bella?
— Senti, sabato è Halloween e Mike organizza una festa — interviene Jessica.
Per educazione torno a guardare il trio, a volte vorrei dimenticare le buone maniere.
Sembra entusiasta della cosa e certamente non vede l’ora di comportarsi come la padrona di casa. Io rispondo con un mugugno ma non sposto lo sguardo dalla porta in attesa di Bella. Che le sia successo qualcosa?
— Beh… ecco sei invitato. Vedrai ci divertiremo un mondo.
— Si Cullen, sarà la festa dell’anno — le dà man forte Mike facendomi l’occhiolino. Non voglio nemmeno pensare a cosa sottintende il gesto.
— Ovviamente bisogna essere travestiti, altrimenti che Halloween sarebbe?
Jessica sembra non voler demordere e la cosa si sta rivelando alquanto irritante. Apro la bocca per rispondere, certamente il mio tono sarà brusco ma non mi interessa magari così se ne vanno e mi lasciano in pace, ma qualcuno risponde prima di me.
— Allora tu non hai problemi, Stanley — ritorno a guardare verso la porta quando riconosco la sua voce e sorrido a trentadue denti. Finalmente me ne sarei potuto andare e stare da solo con Bella. Ma mi rabbuio subito al ricordo della promessa di non parlare con le ragazze ma lei mi sorride tranquilla e tutta la tensione scompare.
Jessica se potesse la fulminerebbe con lo sguardo e la cosa mi fa sogghignare.
— Senti chi parla. La parte della stramba ti dona — interviene Lauren con un sorriso vero quanto una banconota falsa. M’irrigidisco e la biondina sembra gioire dell’effetto che mi ha fatto.
— E quella della stronza patentata ti calza a pennello — ribatte Bella per nulla toccata dalla provocazione.
— Swan, perché non chiudi la bocca? Stiamo parlando con Edward non con te — Mike le parla come se fosse una pezza da piedi e la cosa non mi piace.
— Modera i termini Newton. Posso essere poco amichevole a volte — dico senza tentare di nascondere la minaccia dietro le mie parole. Sento Bella prendere il mio braccio e stringerlo, mi giro a guardarla stranito. Non posso stare zitto quando la offendono!
— Edward stava aspettando me e dall’espressione che aveva, non sembrava gradire la vostra compagnia — no, sicuramente non sono graditi…
— È inutile che cerchi di avvicinarti a Edward per arrivare a noi. Mettiti in testa che non saremo mai amiche. — è Jessica a parlare e Bella la guarda con un sopracciglio alzato.
— Allora smetterò di intrecciare i braccialetti dell’amicizia che volevo donarvi — dice con finto tono tragico. — Ora scusateci ma abbiamo di meglio da fare.
Mi prende sotto braccio e mi spinge lontano dalla mensa e da loro.
— Comunque per risponderti Mike. Ho altro di meglio da fare — urlo al simpatico trio fermo davanti alla mensa che ci guarda ancora sorpreso dal fatto di essere stati liquidati senza troppi preamboli dalla stramba e dal nuovo arrivato.
 
— Sai che hai dato un duro colpo alla mia virilità? — dico mentre camminiamo lungo un corridoio che mi porterà chissà dove.
— Perché?
— Perché sarei dovuto essere io quello che salvava la donzella in pericolo, non il contrario.
— Ma tu sei una principessa, non ricordi? — risponde lei lanciandomi uno sguardo canzonatorio.
— Ah…Ah… Ah… divertente — e le do un pizzicotto scatenando la sua risata.
Arrivammo davanti a una porta di legno che riconosco essere quella che sale fino alla serra, dopo quella volta di ormai due mesi fa non ci siamo più tornati. Nessuno ci va mai e avrei avuto un’ora di tempo con lei.
— Allora, ho saputo che stai scappando da tutte le ragazze della scuola.
Storco la bocca al ricordo di tutte le ragazze che ho contato questa mattina. Per fortuna che nella scuola ci sono solo trecento studenti, se mi fossi impuntato su una cosa del genere a Chicago, sarei stato spacciato.
— Ho una promessa da mantenere ma almeno mi hai salvato dalla mensa. Lì sarebbe stato un po' difficile.
— Questa mattina ho promesso che avrei fatto una buona azione e quindi eccoci qui — dice facendo un giro su se stessa con le braccia allargate come ad abbracciare tutta la stanza . Il suo tono è ironico ma quel suo giochetto non attacca più con me.
Infilo le mani nelle tasche e mi avvicino, chinandomi per guardarla in viso.
— Lo sapevo che eri come quei dolci al cioccolato, che fuori sono croccanti e dentro hanno un cuore liquido.
— Mi stai paragonando a un tortino di cioccolato? — mi domanda senza riuscire a trattenere un sorriso divertito nonostante voglia apparire offesa.
— Io amo i tortini di cioccolato — le rispondo con un’alzata di spalle per poi superarla e sedermi al tavolo. Bella, non mi raggiunge subito, rimane ferma a guardarmi a bocca aperta. Dentro di me gongolo di gioia, per la prima volta sono io ad averla spiazzata.
Bella, scuote la testa e poi accenna un sorriso imbarazzato,prende posto accanto a me e mi porge il panino che ha recuperato dalla mensa.
— Allora, pronto per domani?
—Certo, sono curioso di vedere questa festa fatta dai nativi.
—È bellissimo, fanno i loro balli tradizionali con i loro vestiti. Certo ci sono anche cose molto commerciali per attirare un po’ di turisti bianchi. Fanno anche un mercatino con oggetti intagliati a mano nel legno. Jake è bravissimo in questo.
—Tu ci vai spesso? — chiedo curioso.
—Ogni anno da quando sono piccola. Tu che facevi a Chicago? —mi chiede curiosa e sono felice che di sua volontà mi chiede qualcosa sulla mia vita.
—Nulla di speciale. Accompagnavo Emmet nel giro delle case. Sai lui adora Halloween. Vestirsi, fare dolcetto o scherzetto —confesso mentre Bella sorride divertita.
—Tu a fare dolcetto o scherzetto? Non riesco proprio a immaginarti. Da cosa ti vestivi? —faccio una smorfia al ricordo dei vestiti assurdi che mio fratello, sostenuto da mia madre e sorella traditrice, mi obbligava a indossare. 
—È un ricordo che sto cercando di rimuovere dalla mia mente. Non chiedermi nulla —la supplico, anche se il suo sguardo malandrino mi dice che ho solo buttato legna al fuoco.
—Fai venire anche Emmet domani, sono sicura che si divertirà —mi propone e non posso che accettare contento pensando alla faccia di mio fratello quando glielo dirò anche se mi preoccupa questo suo cambio di argomenti. Che cosa avrà in mente? Meglio non pensarci.
—A proposito sai che Rose ha lasciato Royce?
—Alleluia, allora non è così stupida —borbotta.
—Già non ti sembra di aver esagerato quando glielo hai detto? —la rimprovero per come l’ha trattata il giorno che Rose ci aveva detto della sua decisione.
—No, insomma l'hai visto quella sera?In vino veritas, no? Ma finalmente è rinsavita e credo che Emmet abbia toccato il cielo con un dito.
—Quello è sicuro. Non la smette di sorridere. Inizia a essere irritante —ma sono felice per lui.
—E per te Rose proverà con Emmet?
—Rose è innamorata di Emmet ma dovrà anche rendersi conto che non sarà facile. Ma credo, anzi, sono convinto che l'amore vince su tutto.
—A volte l’amore è sopravvalutato —risponde amaramente. Certo lei non ha avuto un bellissimo esempio ma non tutti sono come sua madre.
—No, io non credo —rispondo sicuro —se è vero può superare molte avversità. C’è bisogno di impegnarsi sempre e mai darlo per scontato altrimenti si che sarà rovesciato dalle avversità.
Bella mi guarda senza dire nulla, è concentrata e dal suo sguardo non riesco a capire quello che pensa.
—Sei una brava persona Eddy —mormora facendomi sghignazzare.
—Quindi posso tornare a parlare con le ragazze? —domando per cambiare discorso e alleggerire la situazione. L’aria rischiava di essere troppo pesante.
—No, dopo hai la Dawson —risponde con un gran sorriso sornione.
—Okay… —le rispondo mentre scuoto la testa, divertito. Riprendo il panino e ricomincio a mangiare.
 
Qualcuno sembra aver guardato verso di me perché appena entrato in alula, alla fine del pranzo, la professoressa Dawson non c’è, seduto al suo posto c’è il professor Morgan intento a strofinare i suoi occhiali alla Harry Potter, con tanto di scotch, e balbettando saluta ogni studente che entra in aula.
—Direi che ti è andata bene —dice Jasper dandomi una pacca sulla spalla.
—Già —rispondo mentre mi sistemo al mio posto seguito dal mio amico. —Senti, domani a La Push c’è la festa dei nativi, ti va di venire?
—No, devo uscire con tua sorella, è il nostro mesiversario e vuole qualcosa di speciale —borbotta. Jasper è davvero innamorato di Alice ma nonostante stiano assieme da due anni e ancora non si è abituato a tutte queste ricorrenze da coppia.
—Che senso ha? —mi chiede retorico —insomma ci siamo messi assieme il trentuno di giugno non di ottobre.
—Amico, certe volte è meglio non porsi certe domande —gli dico. Concordo perfettamente con il suo pensiero ma per certe coese le donne hanno un’attenzione particolare. Se poi parliamo di mia sorella…
—B… bene raga… ragazzi. In… iniziamo la… la lezion… ne —balbetta il professor Morgan alzandosi dalla sua sedia e incominciando a scrivere sulla lavagna.
 
—Tesoro ma da cosa saresti vestito? E che hanno i tuoi occhi? —mamma mi guarda accigliata appena mi vede scendere dalle scale, seguito da un Emmet che non sta più nella pelle tanto è eccitato dall’idea di andare in una riserva indiana. E lui ha un vestito normale, è un indiano, un capo indiano per l’esattezza. Io… io sono un ragazzo vestito normalmente, i capelli spettinati ad arte da mia sorella e fissati con tanto di quel gel che sembrano plastificati e un paio di lenti a contatto dorate. Ah! Non dimentichiamo i canini finti. Già… mi ha fatto vestire come il protagonista del suo film preferito. Sono un vampiro vegetariano e moderno.
—Gnuete gneti nono scatiscose —mi lagno quando anche Alice vestita di tutto punto ci raggiunge.
Ma ovviamente nessuno comprende questa mia lingua. Tolgo le finte zanne e muovo la mandibola per riprendere sensibilità dei miei muscoli. Queste cose di plastica sono dannatamente fastidiose, atroci, una tortura, un tormento.
—Queste zanne sono fastidiose —dico in inglese.
—Fa parte del personaggio. Rimettile e taci! —ordina con tono che non ammette repliche.
—Non ci penso nemmeno! —ribatto e lei di tutta risposta prende le zanne e me le ficca in bocca in malo modo.
—Gnon procrò parglare con Selsca, gnogni —mugugno indispettito. Alla faccia interrogativa di mia madre tolgo ancora quella sottospecie di dentiera. —Non potrò parlare con Bella, così. E nemmeno con qualcun altro! —aggiungo infilando le zanne in tasca. Strizzo gli occhi nel tentativo di dare sollievo agli occhi, stanchi per le lenti a contatto.
—Effettivamente se non riesce a parlare, Bella non diventerà mai mia nuora —interviene mamma facendomi diventare rosso come un peperone.
—Okay, basta —dico esasperato e subito dopo in mia salvezza arriva lo strombettio di una macchina di mia conoscenza. —Perfetto è arrivata. Emmet, muoviti.
—Caro, hai preso il sacchetto per i dolcetti? —chiede mamma premurosa a mio fratello.
—Eccola! —trilla alzando la busta in aria. —Secondo voi gli indiani mi faranno ballare attorno al falò o dite che m’insegneranno a fare i disegni con il fumo della pipa come in Peter Pan?
—Non dire stupidaggini —bofonchio recuperando la giacca e aprendo la porta per far passare mio fratello.
—Sei solo geloso perché il mio vestito è più bello —ribatte guadagnando l’uscita e precipitandosi verso la mustang di Bella.
—Ciao a tutti —saluto chiudendo la porta alle mie spalle e raggiungendo i due che stanno parlando allegramente e ridono.
—Che occhi hai? —esclamo stralunato quando, invece di scontrarmi con un paio di occhi castani come cioccolato mi scontro con un paio di occhi rossi come il sangue.
—Non fare domande —risponde burbera —tua sorella sa essere tremenda. Ma vedo che anche con te non è stata da meno.
—Già, mi voleva obbligare a mettere anche le zanne —ridacchio mostrandole la dentiera. Lei ride e come me tira fuori dalla tasca dei pantaloni un paio di zanne bianche.
—Poveri noi…
—Le zanne le dovete mettere. Alice mi ha detto di assillarvi fino a che non li mettere. Siete Marie e Anthony.
—Tua sorella è ossessionata da quello stupido film — e non posso che concordare con lei.
Raggiungiamo La Push in poco tempo, aveva insistito per essere lei a guidare, sapeva dove andare e trovare parcheggio. Okay che era una festa e attirava gente ma quante persone poteva richiamare?
Beh… devo ricredermi quando appena entriamo a La Push siamo accolti da una mandria di gente, di ogni età, e macchine parcheggiate a ogni posto libero.
—Cavolo…
—Non te lo aspettavi, eh? —ammicca Bella appena parcheggia sul retro del bar sulla spiaggia. Nell’area riservata.
—Ma puoi parcheggiare qui? —chiedo temendo di beccare una multa.
—Sì, conosco il proprietario. Forza, Jake ci aspetta all’ingresso della spiaggia.
—Ehi… ce ne avete messo di tempo! —ci saluta gioioso Jake appena ci vede. Indossa abiti normali a differenza dell’uomo più anziano seduto sulla sedia a rotelle che indossa abiti tradizionali.
—Ma da cosa siete vestiti?
—Dovremmo essere Marie e Anthony del film —risponde Bella tirando fuori le zanne dalla tasca e infilandosele in bocca, muovendo la mandibola per renderle meno fastidiose, quanto la capisco… Cerca di fare un espressione minacciosa ma quello che ne esce è solo un sibilo.
—Le zanne. Devi mettere le zanne, Edward! —inizia Emmet e mentalmente maledico Bella per averle tirate fuori.
—No, Emmet. Non le metto.
—Ah, quindi tu sei il famoso Emmet —esclama Jake dando una poderosa pacca sulla spalla a mio fratello che si allontana guardandolo agitato. O cavolo, lui odia essere toccato dagli sconosciuti.
—Non ti conosco. Non toccarmi —gli risponde bruscamente. Rivolgo uno sguardo di scuse all’indiano ma lui non sembra essersela presa.
—Hai ragione. Io sono Jacob Black —si presenta porgendogli la mano. Emmet lo squadra da testa ai piedi per poi puntare il suo sguardo duro su quello del ragazzo.
Sono già pronto a intervenire ma fortunatamente non ce n’è bisogno.
—Sei un indiano?
—Sì, lui è Billy, mio padre. È il capotribù —risponde orgoglioso. Emmet spalanca gli occhi stupito mentre alterna lo sguardo tra il giovane quileute e il vecchio capo che risponde on un cenno del capo quando viene messo in mezzo. Mio fratello si apre in un enorme sorriso prima di assumere un’espressione solenne. Alza la mano destra e dice: —Augh.
—Augh, amico —risponde Jacob dopo essersi ripreso. — Sei simpatico. Mi piaci.
—Mi spiace ma mi piace già una ragazza, Rose. Non sono interessato.
Forse è il fatto che sia così serio che ci lascia tutti spiazzati ma presto il momento è sostituito da una risata generale sotto lo sguardo interdetto di Emmet e quello paonazzo e incredulo di Jake che balbetta delle spiegazioni. A Bella cade addirittura la dentiera per le troppe risate.
—Oddio! Jake non mi avevi detto che eri di certe tendenze —lo prende in giro Bella tra una risata e l’altra. Con la sua uscita si fa guadagnare uno sguardo di fuoco dal suo amico.
—Piantala, Bella. Piuttosto rimettiti quelle zanne di plastica che così non spari cavolate. E anche tu, Edward!
—E che c’entro io ora? —protesto smettendo di ridere di colpo.
—Ti diverti alle mie spalle senza aiutarmi.
—Ma… —provo a controbattere ma Emmet interviene strattonandomi con forza un braccio.
—Zanne, zanne, zanne, zanne! —continua a gracchiare come una cantilena.
— Okay, le metto, le metto— e solo con questa promessa riesco a liberarmi dalla presa di Emmet.
— Bene, Fratello di Edward che dici di venire con me che ti mostro qualcosa di davvero fico? E lasciamo i due da soli a fare le loro zozzerie? 
—Jacob! —urliamo in coro io e Bella. Nessuno dei due ha preso bene la sua battuta e anche il padre dell’indiano scuote la testa sconsolato ormai conscio di non poter recuperare la sanità mentale del figlio.
—Io vado da Charlie e Harry e ometterò di dire a tuo padre —aggiunge Billy rivolto a Bella —quello che ha detto mio figlio. Non voglio che gli venga un infarto.
—Frascie —sono quasi sicuro che sia un grazie.
—Sbilli gnogn penscerà dagnero gne sfarnemo coshe sctongntgne? —Billy non penserà davvero che faremo cose sconce… dico una volta che siamo rimasti soli. Dico… è una parolona ma Bella sembra comprendermi.
— Sgnero di gno —spero di no—O tegsno di gnitrovi sgnegna gnioiesli gni famisglia —o se no ti ritrovi senza gioielli di famiglia. L’ultima parte, spero di averla capita male.
—Gnon sd sgugno. —Non è giusto.
—Gna. Ho scente. Nu? —Già. Ho sete. Tu?
—Ancme gno. Scarina na gnusigna. —Anch’io. Carina la musica.
—Gna —già.
 
Era dannatamente difficile parlare in modo coerente, più di una volta li avevamo sputati fuori mentre cercavamo di far intendere all’altro quello che stavamo dicendo con quei cosi di plastica in bocca e purtroppo sono accidentalmente caduti nella prima pattumiera che abbiamo incontrato. Un vero peccato.
Vagammo un po' per le bancarelle osservando e ridendo della gente che ci passava a fianco, ci eravamo liberati dei canini appena Emmet, Jake e suo padre aveva svoltato l’angolo.
Alcune persone erano vestite con abiti più assurdi e incredibili. Ridemmo e soprattutto passeggiammo vicini, mano nella mano e l’assurdo era che fu Bella la prima a fare il primo passo! E chi ero io per cacciarla in malo modo?
A un certo punto sorpassiamo una coppia di ragazzi che hanno più o meno la nostra età, il ragazzo cinge le spalle della ragazzo con un braccio e la stringe a se e hanno le mani intrecciate. Li guardo fino a che spariscono dalla mia visuale e poi mi volto a guardare Bella che persa a osservare una bancarella non li ha notati. Azzardo. Lentamente alzo il braccio e le cingo le spalle, mantengo comunque una certa distanza non volendo farla scappare con un gesto per lei troppo avventato ma mi stupisce perché, dopo uno sguardo veloce sorride e si addossa a me intrecciando le nostre mani. Proprio come la coppia che ho visto.
E la stringo ancora di più a me, tanto che sarebbe impossibile distinguere dove finisce il mio corpo e dove il suo, e continuiamo il nostro giro senza mai staccarci.
Alle undici arriviamo in spiaggia, dove è stato allestito un grande falò attorno a cui ballavano diverse persone, tutti indiani, donne e uomini, anziani e bambini. Nessuno è escluso.
—Ma quello è Emmet? —le chiedo stralunato quando la figura familiare di un ragazzo robusto e vestito da indiano che urla e ride proprio come mio fratello ballare, ai limiti della folla che circonda i ballerini, tenuto d’occhio da un Jacob molto divertito e altre due ragazze.
—Sì, è proprio lui, ci sono Rebecca e Rachel le sorelle maggiori di Jake, quindi non preoccuparti. È in buone mani —mi urla nell’orecchio Bella per sovrastare il suono dei tamburi che risuonano nell’aria.
Una delle due ragazze volge lo sguardo verso la folle e quando vede Bella inizia a sbracciarsi e in un battito di ciglia è tra le sue braccia. Per darle spazio sono sfortunatamente obbligato a lasciarla andare.
—Oddio, Bella. Come stai? Da quanto non ci vediamo? —La donna, parla a macchinetta, nei tratti mi ricorda molto Jacob.
—Ciao, Rachel. Tutto bene non sapevo che tornassi — dice ricambiando con forza l’abbraccio. Quando si staccano,la nuova arrivata mi lancia un’occhiata maliziosa a cui rispondo aggrottando le sopracciglia.
—E lui è il tuo ragazzo? Bella perché non mi dici mai queste belle notizie? —la rimprovera con tono bonario.
—Emh… ecco… —balbetto. Magari, le vorrei rispondere.
—No, non stiamo assieme —risponde Bella con un sorriso storto. L’indiana fa un’espressione sconcertata e scettica, io un’espressione da cucciolo bastonato. Quanto vorrei che avessi ragione sorella di Jacob.
—Seriamente? —è ancora scettica ma le nostre occhiate sono eloquenti. —Oh… che figuraccia.
—Rachel! Forza, vieni a ballare —un ragazzo indiano, molto robusto i capelli neri a spazzola, fa la sua comparsa, indossa sopra l’abito tradizionale una pesante pelliccia grigia che gli copre, le braccia, le gambe mentre la testa è tra le fauci di un lupo sembra come se fosse stato inghiottito dall’animale.
—Arrivo, Paul. Bella vieni anche tu?
—Cosa? —gracchia —No, no, io non ballo, va pure io sto bene qui. Poi non ho portato il mio vestito —si giustifica. Io la guardo stranito. Non erano solo gli indiani che potevano ballare attorno al falò?
—Ma se amavi ballare!
—Non obbligarla se non vuole —interviene il ragazzo indiano e con pochi preamboli la prende e la porta in mezzo agli altri.
—Scusa, ma non sono gli indiani quelli che possono ballare?
—Sì, è vero —mi conferma —ero l'unica bianca che poteva farlo. Faccio parte della tribù, sai? — dice orgogliosa.
—Come fai parte della tribù?
—Billy mi ha diciamo adottato. Io e Jake siamo fratello e sorella per i Qulieute.
—Forte!
Lei ride divertita della mia espressione e poco dopo mi unisco alla sua risata. Mi ero fatto così tanti patemi per il rapporto che c’è tra lei e il suo amico ed ora scopro invece che non mi sarei mai dovuto preoccupare di Jake perché sono fratello e sorella. Perché non me l’ha detto prima?
—Forza, andiamo alla spiaggia per cercare un bel posto da cui vedere i fuochi —mi dice prendendo la mia mano e iniziando a schivare le persone.
Nonostante manchi ancora mezz’ora, il lungo lembo di terra è già affollato. Tutti non vedono l’ora di guardare i fuochi scoppiare nel cielo. Li lanceranno dal mare e l’effetto sarà magnifico.
—Anche a Chicago li facevano sul mare? —mi chiede curiosa.
—Sì, ma con tutte le luci della città perdevano molto del loro fascino —si acciglia per la mia confessione ma poi sorrise felice e non capisco il perché.
—Allora vieni con me —e con forza mi strattona lontano dal mare e dalla spiaggia.
—Bella? Ma che fai? Dobbiamo… così ci allontaniamo —tentai di controbattere.
—Zitto e seguimi! —e così ammutolisce ogni mia protesta.
Usciamo dalla spiaggia per tornare sulla strada asfaltata, si dirige verso il bosco e s’infila in un sentiero stretto e pieno di fogliame. È buio e spesso ho rischiato di inciampare su qualche sasso piantato nel terreno o mi sono graffiato contro qualche ramo quando a un certo punto aveva deviato dal sentiero per infilarsi nella boscaglia. Che ci posso fare se non sono bravo nel trekking… migliorerò.
 
—Wow —è l’unica cosa che riesco a dire quando finalmente usciamo dal bosco. Bella mi ha portato su una scogliera che come una stretta e lunga penisola si estende in mezzo al mare per qualche una decina di metri.
—Bello, vero?
La voce le trema leggermente come se fosse agitata e a conferma di ciò la presa sulla mia mano triplica. Cavolo, certo che quando vuole ha una bella forza.
Mi guardo attorno cercando di capire cosa possa metterla a disagio ma non c’è nulla. Attorno a noi c’è il mare nero così come il cielo che stranamente è quasi completamente libero dalle nuvole e si possono vedere alcune stelle. Leggermente mi avvicino al bordo e guardo sotto.
—Edward, attento, non sporgerti troppo —miagola tirandomi il braccio per farmi arretrare. Io non faccio resistenza e mi lascio tirare indietro.
—Bella, se è troppo alto, torniamo giù. Anche dalla spiaggia si vedranno benissimo —le dico sapendo che soffre di vertigini e qui siamo ad almeno cinque metri sopra il mare.
—No, va bene. Solo… solo stiamo in mezzo —e accenna un sorriso per rassicurarmi che tutto va bene.
—Bella, soffri di vertigini.
—Sì, ma questo è il posto migliore per vedere i fuochi. Non c’è nemmeno una luce artificiale.
Non posso che sorridere, l’ha fatto per me perché mi gustassi meglio i fuochi.
—Sei sicura? Se no, torniamo indietro.
—Da qui non mi schiodo e se tu vuoi tornare indietro auguri. Ti perderesti —effettivamente…
 
Ci sediamo così un una bassa fossa naturale nel mezzo della sporgenza rocciosa. Io con la schiena poggiata a un masso e Bella sistemata tra le mie gambe.
“Così non rischi di cadere perché ti terrò stretta” le ho detto per giustificare la mia richiesta. Edward Cullen vince l’oscar per il peggior racconta balle del mondo. Ma non mi interessa visto che alla fine ha acconsentito, quindi mi godo il calore del suo corpo sul mio e insieme aspettiamo l’inizio dei fuochi in silenzio. Non è imbarazzante, è bello, gradevole.
In lontananza si vede il grande falò con attorno, le figure di persone, che da dove ci troviamo sembrano delle formichine e il suono dei tamburi e della musica più moderna che arriva dal mercatino, sono ovattati. Distrattamente inizio ad accarezzarle il braccio con la punta delle dita e lei si rilassa maggiormente contro di me. felice della situazione, poggio il mento sulla sua spalle e rimaniamo così a fissare il vuoto.
Bella, a un certo punto, si sistema meglio tra le mie gambe e si accoccola al mio petto. Sono quasi convinto di sentire le fusa che fa mentre strofina la guancia sul mio cappotto.
— Io non sarò mai una di quelle ragazze che ti chiameranno “amoruccio”, “ciccino” “patatino” “puci puci” o qualsiasi altro nomignolo stupido e imbarazzante che non fa altro che mostrare la stupidità della gente.
Parla tutto di un fiato come se avesse temesse di non trovare più il coraggio di parlare se solo si fosse fermata.
— Cosa? — le chiedo cercando di guardarla in viso. Non posso credere alle parole che ho sentito o meglio ci voglio credere ma temo che siano solo un’invenzione della mia mente. Ti prego, Dio, se esisti, fa che abbia capito bene quello che ha appena detto. Bella sembra capire e anche lei alza lo sguardo e ricominci a parlare, togliendomi ogni dubbio.
— Non so com’era con le tue precedenti ragazze. Ma io ti chiamerò solo Edward o Eddy non altre cavolate stupide e mielose. Certo nemmeno tu mi devi chiamare con qualche strano nome.
Ho gli occhi sbarrati e la bocca spalancata dallo stupore. Sono così felice che non riesco a parlare, mi ha letteralmente preso in contro piede, come fa sempre. Non fa mai quello che tu ti aspetti deve sempre spiazzarmi in qualche modo. Così preso nella mia bolla di felicità non mi accorgo subito dell’esitazione che ora attraverso il suo viso.
— Sempre che tu non abbia cambiato idea. Insomma… in quel caso dimentica quello che ho detto o… Cavolo di qualcosa! — sbotta tesa, come una corda di violino, ed io finalmente mi riprendo.
— Quindi non posso chiamarti, patatina? — domando aprendomi in un sorriso a trecentosessantacinque denti. Lei finalmente torna a rilassarsi e ridacchia scuotendo la testa.
— Ovvio che no. — esclama tornando ad accoccolarsi sul mio petto.
— Né cucciola?
— No — e anche se non la vedo più in viso, sono più che certo che stia sorridendo.
— E nemmeno Cicciolina?
— Vuoi chiamarmi come una pornostar? — esclama lei voltando la testa per guardarmi accigliata.
— Certo che no. — dico rendendomi conto solo ora di come l’avevo chiamata.
— Quindi ora posso parlare con le altre?
— Sì e mi spiace — aggiunge con tono rammaricato, — solo perché io sono una stupida. Non è stato giusto verso di te, ti ho chiesto di dimostrarmi che mi posso fidare ma non ti ho dato l’opportunità reagendo come una bambinetta di otto anni.
— No, non otto anni. Cinque o sei anni, massimo — la prendo in giro guadagnandomi una gomitata al fianco.
— Te la concedo, infondo non hai tutti i torti — risponde intrecciando le nostre mani.
Rimaniamo in silenzio per qualche momento poi riprendo a stuzzicarla.
— E nemmeno ti posso chiamare amorina mia?
— Assolutamente no! — protesta dandomi una poco delicata pacca sul braccio — provaci e ti lascio in tronco — continua cercando di divincolarsi dalla mia presa. Rido mentre rafforzo la presa sul suo corpo.
— Okay, scherzo. Non ci penso nemmeno a darti nomignoli strani. Bella basta — garantisco ancora ridendo.
Lei si arrende e poggia la sua schiena sul mio petto, le schiocco un bacio sulla tempia che la fa ridere e poi posso tornare a poggiare la testa sulla sua spalla giusto in tempo per l’inizio de fuochi.
 
Grazie, Bella.
 
 
 
 
 
  
 
 
Allora che ne dite? Grazie di aver letto.

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Tre all’improvviso - Lei, lui e… Ultimo capitolo
Quando un compito ti può cambiare la vita.
Dal capitolo 1:
« Cullen, Swan! In coppia ».
Nello stesso momento due persone, un ragazzo e una ragazza, alzarono la testa di scatto e guardarono la professoressa con occhi sbarrati, come se davanti a loro avessero il demonio in persona.
La professoressa ignara della reazione provocata, camminò tranquillamente verso la ragazza mora poggiando un bambolotto sul suo tavolo. [...]
« Per le prossime due settimane sarete i genitori di questa tenera bambina » annunciò sorridente la donna continuando poi il suo giro.
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Giallo ] [ Genere: Commedia, Romantico ] [ Capitoli: 4 ] [ Personaggi: Bella/Edward ] 
[ Pubblicata: 10/11/11 ] [ Aggiornata: 25/12/11 ] [ Note: AU, OOC ] [ In corso ]
[ Categoria: Libri > Twilight ] [ Contesto: Nessun libro/film ] [ Leggi le 17 recensioni ]

    Buttare via tutto, e di nuovo ricominciare Ultimo capitolo
lei era il bersaglio degli scherzi di lui, lei una bimba timida e ciocciottella che vedeva in lui il suo peggiore incubo. Che succede se lei se ne va, per tornare solo otto anni dopo? è tutto come prima o per una qualche ragione nascerà qualcosa di bello?
Dal capitolo:
Lei che stava porgendo la mano si blocca come fulminata- I-Ian?- la guardo interrogativo non capendo il suo cambiamento repentino, che le è preso? 
Si schiarisce la gola - Ian…Knight?- a quanto pare le hanno già parlato di me. Sorrido strafottente.
-il solo ed unico- sbianca completamente.
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Arancione ] [ Genere: Romantico ] [ Capitoli: 13 ]   
[ Pubblicata: 27/03/11 ] [ Aggiornata: 12/12/11 ] [ Note: Nessuna ] [ In corso ]
[ Categoria: Storie originali > Romantico ] [ Leggi le 15 recensioni ]

    Voglio essere come l’araba fenice 
Voglio essere come l’araba fenice che muore e rinasce dalle sue ceneri.
Cancellare una vita che odi e ricominciare da zero ed è quello che vuole fare Liam.
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Giallo ] [ Genere: Drammatico ] [ Capitoli: 1 ]   
[ Pubblicata: 30/11/11 ] [ Aggiornata: 30/11/11 ] [ Note: Missing Moments ] [ Completa ]
[ Categoria: Storie originali > Romantico ] [ Leggi le 4 recensioni ]

    La donna giusta - Ultimo capitolo
Ancora prima di formulare un pensiero, il mio corpo scatta e il cervello da ordine ai piedi di muoversi e con l'ombrello copro la sua esile figura. Il suo profumo mi colpisce come un pugno in faccia, mi beo di quel momento.
Il mio corpo freme di desiderio, ne vuole di più, sempre di più, desidera un contatto più profondo, desidera prenderla e portarla in un posto solo per noi, dove lei é solo mia, dove io sono solo suo, dove lei suona solo per me.
- bisogno di aiuto signorina? - dico con voce resa roca dal turbinio di emozioni che sono in atto dentro di me.
Passione. Desiderio. Bramosia. Dolcezza. Tenerezza. Senso di protezione. Possesso. Devozione.
I suoi occhi, blu come un cielo d'estate, incatenano i miei e non posso impedire alla mia mente di ritornare al primo giorno che la vidi.
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Rosso ] [ Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale ] [ Capitoli: 6 ]   
[ Pubblicata: 11/05/11 ] [ Aggiornata: 04/11/11 ] [ Note: Nessuna ] [ In corso ]
[ Categoria: Storie originali > Romantico ] [ Leggi le 12 recensioni ]

    La promessa di una bestia - Ultimo capitolo
Extra dalla mia storia "Beastly". Daniel è un vampiro da molti secoli condannato a una vita di tenebre contro la sua volontà. E' una bestia. Tutto cambia quando, lungo il suo cammino incontra Isabel, giovane matricola della Dartmouth.
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Giallo ] [ Genere: Romantico, Sentimentale, Sovrannaturale ] [ Capitoli: 2 ]   
[ Pubblicata: 14/08/11 ] [ Aggiornata: 07/10/11 ] [ Note: Missing Moments ] [ Completa ]
[ Categoria: Storie originali > Soprannaturale > Vampiri ] [ Leggi le 4 recensioni ]

    Isabella and the half-vampire - Ultimo capitolo
Bella è una normale ragazza che vive a Forks da sola e un giorno d'estate scopre che il mondo in cui è vissuta fino ad ora era solo una piccola parte di quello che è realmente...
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Arancione ] [ Genere: Commedia, Romantico ] [ Capitoli: 2 ] [ Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Un po' tutti ] 
[ Pubblicata: 01/09/11 ] [ Aggiornata: 11/09/11 ] [ Note: AU, What if? ] [ In corso ]
[ Categoria: Libri > Twilight ] [ Contesto: Nessun libro/film ] [ Leggi le 9 recensioni ]

    In barca a vela controvento 
- ONE SHOT DELL'ESTATE -
Un viaggio in solitaria che porterà una ragazza alla scoperta di un mondo che neanche immaginava. Quello che pensava fosse solo una favola per bambini è in realtà un mondo nascosto, ai più. Un'avventura che la porterà a conoscere qualcuno che le mostrerà questo misterioso nuovo mondo.
Dalla storia:
Giocherellai con la piccola collana che portavo al collo. Era molto semplice, fatta con frammenti di corallo rosso da cui pendeva una metà di conchiglia, simile al nautilus, ma più piccola, e al centro una bellissima perla. Non so com’era possibile, ma questa cambiava colore in continuazione, col tempo avevo associato la cosa all’influenza dell’umore, come quegli anelli che vedono lungo le spiagge o nei negozi di souvenir. Ogni volta che provavo forti emozioni, il suo colore cambiava.
Come ne ero venuta in possesso? Beh, questa è una bella storia.
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Arancione ] [ Genere: Avventura, Fantasy, Romantico ] [ Capitoli: 1 ]   
[ Pubblicata: 19/08/11 ] [ Aggiornata: 19/08/11 ] [ Note: One-shot ] [ Completa ]
[ Categoria: Storie originali > Soprannaturale ] [ Leggi le 1 recensioni ]

    Shade-Tolerant 
CONCORSO ONE SHOT DELL'ESTATE
Se su una spiaggia mentre osservi il tramonto facessi un incontro speciale?
Ho pensato a come deve essere passare le vacanze estive per una persona che non può, per cause di forza maggiore, passare una giornata sotto il sole come fanno tutti ed è uscito questo...spero vi piaccia^^
Dal capitolo:
Sognavo che un giorno avrei potuto correre sotto il sole, andare alla spiaggia a nuotare e poi asciugarmi sulla sabbia, pranzare in un parco mentre i raggi del sole sfioravano la mia pelle come delle carezze. Un sole che mi era amico insomma. Ma la realtà era ben diversa.
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Giallo ] [ Genere: Generale, Sentimentale ] [ Capitoli: 1 ] [ Personaggi: Bella/Edward ] 
[ Pubblicata: 25/07/11 ] [ Aggiornata: 25/07/11 ] [ Note: One-shot ] [ Completa ]
[ Categoria: Libri > Twilight ] [ Contesto: Nessun libro/film ] [ Leggi le 7 recensioni ]

    La mia piccola fifona 
- Oddio!oddio! Edward ho paura - mormorai avvinghiandomi al braccio del mio ragazzo.
Mi aveva convinto a entrare in quell’edificio che sembrava aver scritto a caratteri cubitali “abbandonate ogni speranza voi che entrate” ma che il mio adorato ragazzo, a quanto pare, non aveva visto. Dovrò suggerirgli una visita dall’oculista mi appuntai mentalmente una volta che saremmo usciti da quell’inferno.
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Verde ] [ Genere: Commedia ] [ Capitoli: 1 ] [ Personaggi: Bella/Edward ] 
[ Pubblicata: 02/07/11 ] [ Aggiornata: 02/07/11 ] [ Note: One-shot ] [ Completa ]
[ Categoria: Libri > Twilight ] [ Contesto: Nessun libro/film ] [ Leggi le 3 recensioni ]

    Beastly - Ultimo capitolo
Ispirato alla Bella e la Bestia.... Isabel sta per partire per l'università dove farà nuove conoscenze, nuove amicizie e qualcosa di più.... ma non tutto è come sembra.
Dal capitolo:
Isabel s’imbarcò sull’aereo con sentimenti contrastanti. 
Gioia, per l’inizio di una nuova esperienza. Tristezza, per dover salutare suo padre e i luoghi dove era cresciuta e che l’avevano fatta sentire al sicuro. Timore, perché aveva come il presentimento che qualcosa sarebbe successo e che questo le avrebbe sconvolto l’esistenza, in bene o in male ancora non lo sapeva.
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Arancione ] [ Genere: Mistero, Romantico ] [ Capitoli: 4 ]   
[ Pubblicata: 05/06/11 ] [ Aggiornata: 08/06/11 ] [ Note: Nessuna ] [ Completa ]
[ Categoria: Storie originali > Soprannaturale > Vampiri ] [ Leggi le 4 recensioni ]

    Red Fairytale - Ultimo capitolo
C’era una volta una bambina tanto vivace quanto sbadata, correva sempre anche per andare da una stanza all’altra, i genitori non sapevano come farla stare ferma soprattutto perché aveva la tendenza a sbattere contro oggetti fermi e inciampare sui suoi stessi piedini ed erano preoccupati che potesse farsi molto male, ma la amavano tanto e quando la vedevano a terra a piangere per l’ennesima caduta la rassicuravano e le davano un bacino sulla bua per fargliela passare e la piccolina rassicurata tornava felice a saltellare per la casa o il giardino mentre i genitori amorevoli, aspettavano la successiva caduta.
In un girono di fine giugno correva nei campi col suo fratellone, quando….
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Verde ] [ Genere: Generale ] [ Capitoli: 3 ] [ Personaggi: Bella/Edward, Un po' tutti ] 
[ Pubblicata: 30/04/11 ] [ Aggiornata: 03/05/11 ] [ Note: Nessuna ] [ Completa ]
[ Categoria: Libri > Twilight ] [ Contesto: Nessun libro/film ] [ Leggi le 16 recensioni ]

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Capitolo 16
*** …: Buon Compleanno :… ***


Eccomi! Vi sono mancata? Scusate il tremendo ritardo ma il periodo esami è finito a febbraio poi è ricominciata l'università ed è stato tremendo... nemmeno un minuto libero : ( e alcuni episodi hanno remato a mio sfavore. Spero mi perdoniate e chiedo scusa per eventuali errori.
Ringrazio le magnifiche nove ragazze che hanno recensito lo scorso capitolo e tutti quelli che hanno messo la storia tra le seguite, preferite e ricordate.
Per chi può interessare ho iniziato una storia originale " La ragazza dello chalet" se vi interessa fateci un salto!
Basta ho detto troppo, vi sentiamo sotto.
Buona lettura!




…: Buon Compleanno :…

 



 
 
 
Ora di pranzo.
Come succede da una settimana, due giorni e venti minuti, lo passiamo nella serra.
È diventato il nostro posto.
— Bella  mormoro con il fiato corto quando mi stacco da lei. Purtroppo Bella non sembra in vena di parlare perché come un falco, in picchiata, si riappropria della mia bocca e, in un primo momento, la lascio fare ma questa mattina mi sono prefissato di parlarle e lo devo fare.
— N... no, Bella. Per favore — e sbuffando alla mia supplica si allontana riservandomi uno sguardo scocciato. Anche io tornerei a fare quello che stavamo facendo, vorrei dirle. Le labbra rosse e leggermente gonfie, gli occhi lucidi. Diavolo, chi me lo fa fare di parlare. No, Edward Anthony Cullen tira fuori gli attributi. Le lascio un rapido bacio a stampo e inizio a parlare.
— Bella, non credi che sia ora di uscire allo scoperto? — lei alle mie parole sbuffa ancora.
— Ne abbiamo già parlato e si era detto di aspettare.
— No, tu hai deciso e poi subdolamente mi hai distratto — okay una bella distrazione... Ma mi ha comunque imbrogliato.
— Ma che t’importa che gli altri lo sappiano? Alice lo sa, cosi Emmet, i tuoi e papà sospetta qualcosa.
— Scusa ma non glielo hai detto? — le chiedo stralunato, lei si passa una mano tra i capelli distratta.
— Beh, a mia difesa non ho avuto l'occasione, in questo periodo è molto impegnato — forse non devo mettere il giubbotto antiproiettili quando vado da lei, almeno non ancora…
— Okay, ma insomma io vorrei prenderti per mano nel corridoio senza ricevere in cambio un'occhiataccia. — ricordando lo sguardo di fuoco del primo girono — Baciarti nel parcheggio della scuola.
— Ma lo facciamo qui.
— Perché non vuoi che altri lo sappiano? Non penso che t’imbarazzi farti vedere con te.
— Certo che no.
— Appunto, insomma non ci sarebbe nulla di male. Fregatene di quello che diranno gli altri.
— Non me ne frega nulla di quello che possono dire —  ribatte —  ma vorrei prendere del tempo per noi. Per ingranare come coppia.
Coppia... Mi piace, forse più del lecito, sa di complicità, appartenenza di…
— Giusto?
— Mh...?
— Non mi hai ascoltato, vero?
Sorrido accattivante cercando di farmi perdonare e lei alza gli occhi al cielo lasciandomi un veloce bacio sulla bocca prima di alzarsi e raggiungere l'uscita.
— Bella, non ti sarai arrabbiata?
— No, ma a quanto pare sono io la ragazza diligente ora.
— Perché? — chiedo stranito.
— Sta suonando la campanella — e apre la porta così che il suono della campanella mi riempie le orecchie e sbuffo infastidito. Anche oggi la pausa pranzo è volata come il vento.
— Okay, andiamo.
Mi alzo e svogliato la imito uscendo dalla porta. Il corridoio è vuoto ma quello in cui s’imbocca c'è già qualche studente, vi stiamo per entrare quando faccio qualcosa che forse la farà arrabbiare.
L’abbraccio e, infatti, Bella s’irrigidisce e la vedo guardarsi attorno agitata. 
— Attacco a sorpresa. Non succederà mai più. Prometto — dico prima che inizi una sfuriata e stampandomi in faccia un sorriso malandrino.
La giornata finisce in fretta e senza nemmeno accorgermene mi ritrovo davanti al mio armadietto a sistemare i libri che non mi servono.
— Ciao, Edward — Jane è la mia vicina di armadietto, una ragazza minuta, bionda e con gli occhi azzurri, se non sbaglio, frequenta il terzo anno. È timida e ogni volta che mi vede le sue gote diventano rosse come due pomodori. Ha una cotta per me, spesso arrivava a scuola con dei dolci preparati in casa da lei, per quello che mi diceva, e me ne offriva sempre uno. Non ho mai accettato, o almeno all’inizio sì ma quando ho capito il motivo di queste sue attenzioni, ho smesso, non volevo alimentare delle false speranze in lei.
Peccato, erano davvero buoni quei dolcetti.
— Ciao, Jane.
— Com’è andata la mattina? — continuò con voce bassa.
— Molto bene, grazie. La tua? — per quanto volessi salutarla subito e uscire da scuola non potevo certo essere sgarbato con lei.
— Molto bene — risponde per poi rimanere in silenzio ed io lo prendo come un assenso per andarmene ma la vedo guardarsi attorno cercando non so cosa. Poi guarda me e apre la bocca per dire qualcosa ma poi ci ripensa. Esita un paio di volte.
— Stai bene? Hai bisogno di qualcosa? — le chiedo iniziando a preoccuparmi.
— No, tutto bene. Solo… devo dirti una cosa ma non vorrei che tu la prendessi male… — parla sistemando i libri nel suo armadietto e lanciandomi occhiate timide e timorose.
— Perché dovrei prendermela?
— Beh… ecco riguarda Isabella Swan — confessa tutto di un fiato.
Mi faccio più attento e la guardo severo, temo quello che possa dirmi, qualche malevola voce come solito. Jane non è cattiva, so che non direbbe mai nulla di male contro qualcuno.
— Ecco… in quest’ultimo periodo ti vedo spesso con lei — inizia e mi rilasso, non è niente di cattivo.
Solo che Bella no sarà felice di sapere che qualcuno ha notato  la nostra vicinanza. Per quanto non mi permette di baciarla, abbracciarla, si vede che siamo più uniti. Spesso è lei che inconsapevolmente si avvicina a me, mi sfiora o semplicemente mi sta vicino più del lecito.
Forse è meglio che Bella non sappia quanto si noti il nostro legame.
— È una mia amica, è ovvio che passi molto tempo con lei.
— Beh… ma lei è così diversa da te. Non dovresti frequentarla — borbotta ed io alzo un sopracciglio con fare scettico. Sposta lo sguardo alle mie spalle prima di riprendere a parlare ma non guardo troppo concentrato a capire le parole della ragazza. Sembra anche sorridere ma non ne sono sicuro.
— Che vorresti dire? — perché davvero non so che pensare.
— Beh… lei è così introversa, fino a un mese fa non parlava con nessuno e quando lo faceva era quasi maleducata. È cattiva.
— Questo proprio no. — sbotto incapace di accettare quella cattiveria gratuita. Mai avrei pensato che Jane potesse dire certe cose. — Bella è una bellissima persona, come tutti ha i suoi problemi e forse ha reagito male ma non ti permetto di dire che è cattiva — termino con tono duro.
Jane, spalanca gli occhi stupita, non si aspettava una mia reazione così forte.
— Okay, non la conosco non posso dire certe cose. Scusami — balbetta, prende un respiro profondo e ricomincia a parlare: — Dico solo che potrebbe influenzarti negativamente. Tu sei intelligente, simpatico, bello, pronto a socializzare. Insomma il suo opposto.
— Gli opposti si attraggono, Jane. Mai sentito? — le dico aspro. La discussione e la piega che ha preso non mi piace per nulla.
— Edward, ti muovi? Mamma mi aspetta per andare al centro commerciale — la voce di Alice mi fa voltare di scatto. Lei e Bella sono ferme a mezzo metro dietro di me.
— Bene, devo andare. Buon pomeriggio, Jane — la saluto ancora arrabbiato per quello che ha detto. Le do le spalle senza attendere la sua risposta e assieme a mia sorella e a Bella lascio l’edifico.
La mia ragazza sembra tranquilla e la cosa mi rilassa. L’ultima cosa che voglio è che abbia ascoltato quello che ha detto Jane, erano solo cattiverie ma Bella come suo solito si farebbe tanti di quei castelli in aria come fa sempre quando qualcuno a cui tiene è implicato. Vuole vederli felici, forse per il fatto che la madre l’abbia rifiutata. Convinta che la causa di tutto fosse lei, cerca di non dare delusioni a quelli a cui tiene, come a cercare un’approvazione.
— Ehi, Eddy, apri la macchina o devo andare a piedi fino a casa?
— Eh? — in tanto siamo arrivati alla macchina. Alice ha la mano su uan maniglia, al suo fianco Jasper le cinge le spalle, nemmeno mi sono accorto che ci ha raggiunto. Bella invece è al mio fianco e mi guarda curiosa. — Scusate ero sovrappensiero — e faccio scattare le sicure della macchina.
— Allora, oggi vieni da me per un ripasso di letteratura? — chiedo a Bella, speranzoso.
— Non posso. Ho un impegno, mi spiace. — si giustifica rimanendo sul vago.
— E ti posso essere utile? — le chiedo accompagnando la richiesta con un paio di occhi da cucciolo bastonato. Bella mi guarda palesemente scettica
Ho voglia di passare del tempo con lei anche se dobbiamo lavorare.
— No, non ce n’è bisogno, ce la faccio benissimo da sola — è la sua risposta accompagnata da un’alzata di spalle.
La sua risposta mi toglie il sorriso, ho bisogno di stare un po' con lei, soprattutto dopo le parole di Jane. La sua presenza mi tranquillizza.
— Okay — infatti, le rispondo con tono mogio. — Allora ci vediamo domani.
— Certo. Buona continuazione. Ciao, Edward, Alice, Jasper — ci saluta e raggiunge la sua macchina ed esce dal parcheggio prendendo la direzione opposta di quella di casa sua.
Sono comodamente stravaccato sul letto ascoltando musica Jazz a tutto volume quando il materasso vibra avvisandomi di un nuovo messaggio.
 
Accetto la tua proposta di aiutarmi.
VIENI SUBITO!
 
È incredibile quanto può essere autoritaria anche quando deve chiedere una mano.
Spengo lo stereo, mi cambio per uscire e in poco meno di dieci minuti mi fermo davanti alla casa di Bella. Per evitare altre figure cerco con lo sguardo la macchina della polizia ma questa non c’è, segno che il Capo Swan è alla centrale.
Arrivo davanti alla porta d’ingresso e suono il campanello.
— È aperto! — urla Bella. La sua voce è ovattata e lontana ed è accompagnata da suoli metallici. Senza aspettare oltre, abbasso la maniglia ed entro. I rumori si fanno più forti, arrivano dalla cucina.
— Sono in cucina — infatti mi avvisa la mia ragazza.
Appena entro, il primo pensiero è di aver sbagliato casa e di essere finito in un campo di battaglia. C’è farina, uova, zucchero, latte e altre sostanze non ben identificate sul tavolo, sul pavimento e il lavandino è pieno di pentole e ciotole sporche, e infine ferma dietro al tavolo, intenta a togliere una torta dallo stampo c’è Bella con indosso un grembiule che un tempo doveva essere rosso e su cui doveva esserci disegnato qualcosa.
— Ma che hai combinato? — le chiedo palesando la mia presenza.
Bella, alza lo sguardo e mi sorride.
— Finalmente, ho bisogno del tuo aiuto. Devi assaggiare queste — e indica due torte e un piatto con dei biscotti.
— Scusa ma tu hai detto di non saper cucinare.
— Infatti, ed è per questo che entri in campo tu. Oggi è il compleanno di Charlie e Sue arriverà alle sette per portarmi il primo e il secondo mentre io ho voluto fargli il dolce. Ho dimenticato di prendergli il regalo e così mi faccio perdonare — mi spiega tutto di un fiato mentre si muove per la cucina alla ricerca di non so cosa.
— E perché entro in campo io?
— Devi assaggiarle e dirmi quale è la migliore, così la preparo — m’illumina prendendo da un armadietto un piatto e recuperando la forchetta.

— Perché devo assaggiarli io? — le chiedo cauto. Non era lei quella che ha mandato il padre all’ospedale? — Credi davvero che tuo padre sarà felice di mangiare qualcosa di tuo? L’hai detto tu che l’ultima volta è stato un disastro.
Sto perdendo tempo, sì, e allora? Ne sono innamorato ma non posso negare che ho un certo timore ad assaggiare qualcosa di suo, dopo quello che mi ha raccontato.
— Sei tu, l’esperto di dolci e ti ricordo che sei in debito con me, ricordi? Il primo giorno. Ti ho salvato dalla Stanley me lo devi — dice puntandomi il dito infarinato contro.
— Non voglio finire in ospedale — obbietto.
— Ho seguito la ricetta passo a passo. È sicuro.
— E allora provala tu — obbietto e lei si morde il labbro inferiore.
— Beh… nell’eventuale e remoto caso che abbia sbagliato qualcosa…
— Fammi capire. Mi stai usando come cavia? No, no. Ci tengo alla mia vita.
Bella, sbuffa e avvilita si lascia cadere sulla prima sedia che trova. Poggia il gomito sul piano e con la mano si regge la testa. Lo sguardo fermo, dritto davanti a se, persa nei suoi pensieri.
— Che farò quando arriverà papà… — mormora e subito il mio istinto mi mette in guardia. Sta facendo leva sul mio senso di colpa. Non può giocare così sporco. — Sarebbe stato così felice, già m’immaginavo la sua faccia. Poi avrei potuto dirgli che mi avevi aiutato e quando gli avrei detto che stiamo assieme non l’avrebbe presa poi tanto male…
— Dici che in questo modo potrebbe evitare di puntarmi la pistola contro?
— Beh, potrebbe pensare che ti sei preoccupato per la sua salute assaggiando qualcosa preparata da me.
Emetto un sospiro rassegnato e quando gli occhi di Bella si accendono, pregustando già la vittoria, gli dico di tagliare la prima fetta.
Intanto prendo un biscotto e lo giro osservandolo in ogni sua angolazione. Sembra normale, colore marroncino chiaro su cui spiccano le gocce di cioccolato scure.
Esitante lo porto alla bocca e ne stacco un pezzetto quello che basta perchè che le mie papille gustative saggino l’impasto cotto per sputarlo fuori subito.
— O Dio, Bella, ma quanto sale ci hai messo? — le chiedo sputacchiando gli ultimi pezzetti e passandomi la mano sulla bocca nel vano tentativo di togliermi quel sapore orrendo. Lei mi guarda senza capire e rapida recupera un libro poggiato su una mensola e lo sfoglia alla ricerca di una pagina.
— Un pizzico, come dice qui. Guarda — dice dopo essere arrivata alla pagina che gli interessa e avermela messa sotto il naso, segnando con il dito la riga che m’interessa.
Poi un pensiero, al ricordo di quando, all'età di cinque anni avevo convinto mamma ad aiutarla in una torta.
— Posso vedere il contenitore del sale e dello zucchero? — le chiedo.
La vedo prendere due contenitori di ceramica su cui sono disegnati dei fiori e me li mette davanti.
— Questo è lo zucchero — indicando quello a destra — e questo il sale — indicando l’atro. Prendo quello che ha indicato come zucchero e lo apro. Capisco subito che qualcosa non va.
— Bella… — la richiamo come fa un genitore con la propria figlia — questo è sale e questo è lo zucchero. Li hai invertiti.
— Cosa? No, è zucchero e quello il sale.
— No, assaggia se non ci credi — e gli porgo il vasetto con fare saccente. Sicura delle sue certezze ne prende un po' su un dito e lo assaggia esibendo una facci disgustata quando il sapore del sale le riempie la bocca.
— Oddio, è sale — biascica disgustata prima di recuperare un bicchiere, riempirlo di acqua e berne tutto di un sorso il contenuto.
— Che casino… Io che credevo di aver fatto tutto giusto — dice dopo aver poggiato il bicchiere.
— In quel caso non mi avresti chiamato — le dico mentre lei si apre in un sorriso divertito.
— Vuoi dire che ho volontariamente tentato di avvelenarti?
— Più o meno — le rispondo con un’alzata di spalle. Batto le mani sul tavolo facendola sobbalzare e recuperato un grembiule appeso a un gancetto vicino al frigorifero, lo indosso.
 — Forza, ti do io una mano e vedrai che tuo padre sarà entusiasta.
Bella mi guarda dalla testa ai piedi e si trattiene a stento dal ridere.
— Che c’è? So che è un po' strano un uomo con il grembiule ma siamo nel nuovo millennio, no?
— Non è per quello, ecco… non so se hai notato il disegno sul grembiule — dice indicando con un gesto veloce dell’indice tutta la mia figura.
Solo quando abbasso lo sguardo curioso mi accorgo che il disegno è quello di un corpo femminile in una succinta veste rossa da cui spunta il bordi di un reggiseno di pizzo e un paio di autoreggenti con reggicalze.
— Beh… nemmeno come donna starei male, guarda che fisico — dico indicando la mia figura.
Dopo la mia uscita Bella non trattiene le risate.
— Così mi offendi. Credi che non possa essere una bella donna?
— Piantala e mettiamoci al lavoro abbiamo solo due ore prima che Sue arrivi — mi richiama all’ordine e piazzandomi davanti alle ciotole e ai vari ingredienti.
 
Abbiamo preparato la torta assieme, insegnandole come montare gli albumi, preparare la crema per farcire e coprire la torta. Mi sono divertito come non mai, non sono mancati scherzi come riempirmi la faccia di cioccolato, sul naso, sulla guancia, sulla bocca - che poi ripuliva con un metodo molto piacevole.
Un’ora dopo, ricoperti di farina e impasto al cioccolato, osserviamo la nostra opera d’arte.

 
— Direi che ha un bell’aspetto, no? — mi chiede entusiasta come una bambina a cui hanno appena comprato il giocattolo nuovo.
— Beh… con me come maestro, che ti aspettavi?
— Da adesso in po' ti chiamerò Chef Modesto.
— Sempre al suo servizio mia signora — dissi simulando un goffo inchino.
— Okay, scemo, ora aiutami a pulire — e dopo un bacio stampo inizia a pulire le pentole nel lavandino.
 
Ed è quando poggio l’ultima pentola sul tavolo, pulita e asciutta che Bella inizia un argomento che non avrei mai voluto iniziare.
— Non pensi che abbia ragione?
— Di che parli?
— Di quello che ti ha detto Jane.
La sfortuna deve essermi proprio affezionata se mi gioca questi scherzetti.
— Da quando sei così insicura e ascolti quello che dicono gli altri? — le chiedo liberandomi del mio grembiule e mi avvicino a lei per abbracciarla. Bella non mi scosta anzi si appoggia a me facendo passare le sue braccia attorno alla mia vita mi stringe con forza.
— Infatti, non m’interessa quello che dice una ragazzina gelosa ma — esita un istante — se tu ti accorgessi che effettivamente c’è di meglio di una ragazza mollata dalla madre per scappare con l’amante e per di più con un pessimo - per non dire qualcosa di peggio - carattere? — non riesco dall’esimermi di liberare una leggere risata. Quelle cose non m’interessano, sono molte le cose che la rendono speciale e unica per me.
— Beh... in quel caso mi ricorderò sempre della bellissima ragazza che pur di farmi vedere i fuochi d’artificio senza luci artificiali ha sfidato la sua paura per le altezze — le dico obbligandola a guardarmi in viso. Sorride e so che questo basta a farle passare tutti i dubbi.
— Grazie. Come fai a sopportarmi, lo sai solo tu.
— Infatti, lo so solo io e questo basta — sussurro a un passo dalle sue labbra. È lei a eliminare le distanze, la sua bocca sa ancora di cioccolato e panna che mischiato al suo sapore è migliore di qualsiasi dolce preparato da mia madre. E ho detto tutto così.
Le mie mani corrono ai suoi fianchi, intrufolandosi malandrine sotto la maglietta. È calda e si riempie di pelle d'oca al mio tocco freddo.
Le sue sono ferme sulle mie spalle e lentamente circondano il mio collo avvicinandomi maggiormente a lei. Mi faccio più audace e con le mani salgo fino a sfiorare il reggiseno per poi ridiscendere accarezzandole la schiena e poi risalire ancora.
— Bell... oddio scusami! — una voce acuta e molto imbarazzata ci fa allontanare come scottati.
Quello che vedo quando mi giro, è una gonna che svolazza per poi sparire dietro lo stipite della porta.
— S…Sue? Non dovevi arrivare alle sei e trenta? — farfuglia Bella con voce bassa e arrocchiata.
— Cara, sono le sei e mezzo — dice l’interessata. La voce è vicina, probabilmente aspetta proprio dietro l’angolo.
— Beh… si è fatto tardi. Meglio che vada — dico imbarazzato.
— Sì, sì, è meglio — concorda Bella nel mio stesso stato d’animo. È rosso come un peperone e probabilmente nel suo cervello sta cercando di organizzare una scusa per spiegare a quella che considera quasi una madre perché fosso spalmata su un ragazzo.
Usciamo e proprio come immaginavo Sue è proprio di fronte a me con le borse in mano che sorride imbarazzata.
— Salve, e… buona serata, signora — la saluto muovendomi a scatti e recuperando il mio giaccone che indosso senza chiudere tanta è l’ansia.
— Anche a te, ragazzo. Chiamami Sue, la prossima volta.
Perché ci sarà una prossima volta?
— Buona serata, Bella. Fa gli auguri a tuo padre — dico quando sono alla porta. Bella la tiene aperta e cerca di non guardare né me né Sue.
— Ciao, Edward — dice mentre mi chiude la porta in faccia.
Ora che sono fuori e l’aria fredda di novembre mi entra fino alle ossa libero il respiro che ho trattenuto fino a quel momento.
A passo sostenuto mi dirigo verso la macchina e salgo sbattendo la porta con forza. Alzo lo sguardo poco prima di iniziare la retromarcia e dalla finestra della cucina vedo la donna guardarmi sorridendo, mi saluta anche ed io alzo le dita che stringono il volante e parto.
È stato il momento più imbarazzante della mia vita ma se guardo il lato positivo, non era suo padre. Lo sceriffo mi avrebbe puntato la pistola contro e non mi avrebbe fatto uscire incolume da quella casa.
 
— Gli ho detto tutto. Insomma lei non mi ha chiesto nulla ma lei fa così, è subdola, diabolica. Sguardi, sorrisini, gesti e bang… — esclama colpendo con un pugno il palmo della sua mano — ti frega e gli confessi anche il tuo più intimo segreto.
Il giorno dopo e siamo al parcheggio della scuola. Io, poggiato al cofano della mia macchina, e Bella, tranquillamente seduta sopra. Ormai mi ero rassegnato a dirgli di non farlo.
— Wow… Qualcuno che non riesci a fregare, non avrei mai creduto di vedere questo giorno — scherzo spintonandola leggermente. — E come l’ha presa, alla fine?
— Era felice, ha detto che ci ho messo un po' ma alla fine mi sono trovata uno schianto di ragazzo — confessa ridacchiando e facendomi imbarazzare, infatti, mi passo una mano tra i capelli, nervoso.
— Addirittura?
— Di solito un ragazzo si gonfia il petto di orgoglio a un commento simile — dice lei con un sorriso sornione.
— Beh… diciamo che non sono abituato ai complimenti a parte mia madre — confesso con un’alzata di spalle. Ed è vero, nella vecchia scuola c’erano ragazzi più belli di me, almeno a detta delle ragazze, non ho certe tendenze per giudicare un altro ragazzo. — Te l’ho detto, a Chicago ero uno nella norma. Erano i giocatori di football ad avere successo.
In quel momento suona la campanella e insieme ci avviamo alla nostra lezione senza che nessuno dei due riprendesse il discorso. Da parte mia non c’è nulla da aggiungere, mi basta che Bella mi abbia notato e che abbia accettato di stare con me.
Che le altre mi trovassero carino è irrilevante. 
La settimana passa tranquillamente e presto arriva il venerdì ultimo giorno di lezione prima del weekend. Bella mi ha confessato di aver detto al padre che esce con me e che questi non ha battuto ciglio. “ Ha sicuramente chiamato la polizia di Chicago per informarsi su tuoi eventuali precedenti e non ha trovato nulla” mi aveva detto con l’intento di tranquillizzarmi. Io però non mi sono sentito più tranquillo e l’ansia non ha fatto che crescere visto che ho in mente di chiedere a Bella di uscire, per un appuntamento vero, e che devo incontrare lo sceriffo per “ufficializzare”. Potrei portarla a Port Angeles, a vedere un film poi cenare da qualche parte o andare alla mostra di Klimt a Seattle, è uno dei suoi preferiti e già pensava di andarci.
— Edward? — la voce di Jenna mi ridesta dai miei pensieri. Rimetto nel mio armadietto il libro che avevo in mano, lo chiudo e mi giro a guardarla.
— Ehi, Jenna. Dimmi.
— Ecco sabato prossimo ci sarà il ballo d’inverno. Non… non lo sapevi? — mi chiede vedendo il mio disorientamento.
— Veramente no — mormoro ed è strano che Alice non me ne abbia parlato, lei va matta per i balli, i bouquette e i vestiti da cerimonia.
— Beh, c’è questo ballo e vorrei sapere se ci verresti con me.
— Non è il ragazzo che deve chiedere? — chiedo sinceramente divertito.
— No, sono le ragazze che devono chiedere ai ragazzi, è una tradizione — risponde con un’alzata di spalle.
— Mi spiace ma non posso accettare.
— Non parteciperai?
— Probabilmente no — anche perché non credo che Bella mi chiederà di partecipare. Non è il suo genere e da come parla del ballo di fine anno questo ballo d’inverno non è nemmeno sul podio delle sue priorità.
— Okay — mormora dispiaciuta. Io abbozzo un sorriso e la saluto per poi superarla.
Mi guardo attorno e sulle pareti bianche dei corridoi trovo qua e la volantini che parlano del ballo e gli studenti non sembrano parlare di altro: “Dite che accetterà?”,“credo che quella dietro di me a biologia mi chiederà di andare con lei al ballo”… Seriamente come ho fatto a non accorgermene?
Ho avuto altro per la testa, altro di più interessante e proprio mentre la penso compare alla fine del corridoio di ritorno dalla sua lezione.
— Ehi… — la saluto arrivandole a fianco.
— Ehi… che succede?
— Nulla a parte il ballo d’inverno. Sai che non ci avevo fatto caso.
— Mmm… tua sorella invece è stata molto attenta — sbuffa ed io sghignazzo. So quanto può essere stressante mia sorella.
— Lei vivrebbe per queste feste. Comunque tu non dovresti avere palestra? — le chiedo realizzando che sta andando nella direzione diametralmente opposta.
— Appunto per questo sto andando in biblioteca a leggere qualche libro. Oggi giocano a pallavolo. Tu? Non dovresti essere a lezione?
— Il professore non c’è — rispondo e un’idea mi passa per la mente — posso farti compagnia?
— Stiamo diventando una di quelle coppie — e abbassa la voce quando deve pronunciare la fatidica parola che io urlerei al mondo — che se non si vedono per tre minuti danno di matto?
Rallento il mio passo fino a fermarmi e quando si accorge di non avermi più al suo fianco si ferma a guardarmi curiosa. Non credevo che potesse darle fastidio la mia voglia di passare del tempo con lei. Solo che è stressante esserle vicino e non poterla abbracciare o fare altro e così mi aggrappo a ogni momento possibile. Anche se devo ammettere che la sua reazione mi fa male, sembra che solo io ci tenga a questo rapporto, che voglia vederlo trasformarsi in qualcosa di concreto o forse ci tengo troppo e sono così egoista da volerla strappare dalle sue abitudini, forse devo solo aspettare, lasciarla abituare all’idea che qualcuno tiene a lei.
— Scusa, allora vado in palestra da Alice. Sarà divertente vederla scappare dalla palla — dico cercando di fare un sorriso. — Ci vediamo a fine lezione — e torno sui miei passi con mille pensieri che mi affollano la mente e non mi fanno capire nulla.
— Ed! Eddy! Edward! — mi fermo quando sento Bella chiamarmi e i suoi passi dietro di me. Non deve fare molta strada visto che, nella speranza di un sono ripensamento, andavo a passo di lumaca.
— Non ero seria, stavo scherzando — e il sorriso che dovrebbe essere di scuse ma che sa tanto di una risata trattenuta mi svuota la mente. Davvero non so che pensare che fare. Arrabbiarmi o prenderla per mano e andare assieme alla biblioteca. Anche se devo ammettere che la prima opzione sembra essere in netto svantaggio.
— Scusa, non è stato proprio divertente. — si guarda circospetta in giro e continua — Mi farebbe davvero piacere passare con te — e accompagna la sua frase con una carezza sul collo. E li sono come Napoleone a Waterloo, lo sa che quello è il mio punto debole ed è diventata brava a sfruttarlo a suo vantaggio.
— Lo sai che sei una piccola diavolessa? — le dico prendendolo la sua mano nella mia, lei sorride vittoriosa e intreccia le sue dita alle sue.
— Lo prendo come un complimento e poi ti piaccio anche per questo — afferma e non posso darle torto.
 
Passiamo l’ora nella zona più appartata della biblioteca, studiamo, o meglio facciamo finta perché Bella interrompe ogni cinque minuti criticando Tizio o Caio per quello che hanno fatto o proponendo una versione alternativa delle loro gesta.
I pochi ragazzi che occupano il tavolo ci guardano male ma a Bella non sembra interessare, anzi sembra trovarci più gusto. È davvero diabolica la mia ragazza.
— Sei un secchione, lo sai? — mi dice mentre silenziosa mi segue tra gli scaffali e sfiora i dorsi dei libri, assorta. Certe volte vorrei poterle leggere nella mente, sapere quello che pensa.
— Non è vero, solo che mi piace fare bene le cose. Altrimenti è meglio non farle — le rispondo dopo aver trovato il libro che m’interessava.
— Appunto — esclama avvicinando il suo viso al mio — sei un secchione.
Si allontana e sparisce dietro uno scaffale. Incuriosito, la seguo e la trovo ferma a sfogliare una rivista di viaggi.
— Programmi la settimana bianca?
— Sì, stavo pensando di fare due settimane ad Aspen — scherza.
— Te la consiglio. Ci siamo stati l’anno scorso e ci siamo divertiti molto. Abbiamo anche conosciuto qualche attore famoso che ci ha invitato a casa loro.
— Ah sì?
— Già e ho anche avuto una breve storia con Paris Hilton — invento con il primo nome che mi passa per la mente.
— E che ci fai con una come me? — sorride mentre rimette al posto la rivista e si appoggia allo scaffale. La raggiungo lasciando il libro su un ripiano e mi piazzo davanti a lei. Una rapida occhiata attorno e mi avvicino ma le sua mano sul mio petto mi spinge indietro.
— Siamo a scuola, Edward — mi ammonisce con sguardo serio, io sorrido e recupero in libro qualsiasi dallo scaffale a cui è appoggiata.
— Sì, siamo in biblioteca, nell’ultimo corridoio, dove non c’è mai nessuno e… — mi blocco lasciando in sospeso la frase. Apro il libro a caso, non è quello che m’interessa, e lo sollevo all’altezza dei nostri visi, — stiamo leggendo un interessante libro di… — e mi blocco per vedere cosa ho preso — Gautoer “Parigi mon amour” — leggo con finta voce entusiasta che la fa ridere — così nessuno può riconoscerci nell’eventuale caso che passi qualcuno — soffio con un sorriso sornione, vicino al suo viso.
Sorride mentre i suoi occhi sono accesi di malizia e divertimento. Poggia una mano sul mio fianco e mi spinge fino a eliminare la distanza tra di noi.
 

 
Il giorno dopo, al suono della prima campanella del mattino, vengo fermato da due ragazze quando mi stavo dirigendo all’armadietto di mia sorella dove avrei trovato Bella e anche Jasper. Una ragazza minuta, capelli neri e occhi castani, dall’aria imbarazzata mi si avvicina. Dietro di lei, l’amica, alta bionda e occhi azzurri, la aspetta tra lo speranzoso e il preoccupato.
Ancora un invito al ballo.
Mi sembra di essere finito in quei cartoni giapponesi che mia sorella guardava da piccola, dove una ragazza troppo timida si faceva accompagnare dall’amica per incoraggiarla a parlare con il ragazzo che gli piaceva. E in questo caso sono il ragazzo in questione.
Dovetti rifiutare anche al sua richiesta, mi dispiaceva per lei, insomma se la ragazza che mi piace rifiutasse di accompagnarmi al ballo sarei con il morale a terra.
— Già iniziato a ricevere gli inviti? — la voce divertita di mia sorella arriva inattesa alle mie orecchie. Quando mi volto, mi ritrovo l’allegra combriccola ad attendermi. Alice, abbracciata a Jasper e Bella che con lo sguardo cerca di fulminare con lo sguardo le due ragazze che ignare se ne stando andando per la loro strada.
— Direi che è palese — borbotta Bella che non en vuole sapere di abbandonare lo sguardo truce.
— È colpa tua Bella — la richiama mia sorella per lo stupore della mia ragazza — se tu sbandierassi ai quattro venti la vostra storia, nessuna si avvicinerebbe a Edward. O meglio forse lo farebbero, ma tu avresti tutto il diritto di rispedirle a calci nel sedere da dove sono venute.
Scocca un’occhiata molto eloquente a mia sorella che in risposta alza le spalle e a braccetto di Jasper si allontana  appena suona la campanella.
— Ho sempre odiato il grillo parlante di Pinocchio — la sento mormorare.
— Sarà meglio che andiamo anche noi o il professor Goldberg ci lascerà fuori nel corridoio — dico sospingendola verso la nostra aula.
— Beh, non sarebbe male, potremmo andare nella serra — proporne con sguardo malizioso e per poco accarezzo la sua idea ma lo studente diligente che è in me si oppone con tutte le sue forze e così, due minuti dopo ci ritroviamo seduti fianco a fianco ad ascoltare la nostra lezione di letteratura inglese.
— Uff... Tutti con la storia del ballo. Ma che c'è di bello?
Sghignazzo per la sua ennesima lamentela. Il professore sta interrogando e i ragazzi non smettono di parlare del evento nemmeno durante la lezione.
—  Piacerebbe anche a te se sapessi ballare. In quel caso sono sicuro non avresti tutte queste remore.
— Nemmeno in quel caso, credimi. Tu invece? Ci vuoi andare?
Alzo le spalle con indifferenza — se qualcuno mi chiedesse di andare certo non direi di no. Mi sono sempre divertito.
— E perché hai rifiutato le proposte? Al posto tuo le avrei accettate tutte, sai che forza presentarsi con due accompagnatrici — interviene Ben seduto alla mia destra. Sia Bella che io, sobbalziamo al suo intervento. Non ci siamo accorti che ci stava ascoltando.
— Non me l’ha chiesto la ragazza giusta — rispondo lanciando un’occhiata eloquente a Bella che con indifferenza sposta lo sguardo alla parete ricoperta di carte geografiche con finto interesse. Nella fila a fianco incrocio lo sguardo di Jane e la saluto con un cenno del capo, lei arrossisce e alza la mano timida.
— La giusta compagnia è quella che conta e poi Ben, tu hai Angela, non dovresti preoccuparti delle altre.
— Lo dicevo per te che non hai nessuna. Angela basta e avanza per me — dice con sguardo trasognate. Sono proprio una bella coppia.
Il resto della lezione parliamo d'altro e giochiamo a forza quattro. Ho costatato che Bella è imbattibile in questo gioco, cosi come tris.








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Eccomi! Allora dovevo postare prima ma il cellulare mi ha fatto ben due volte lo scherzo di spegnersi e io ( visto che non aveva mai fatto una cosa del genere in quattro anni) non avevo salvato nulla nessuna delle due volte, così ho dovuti riscrivere tutto... come se volesse dirmi che non andava bene il capitolo : ( ed effettivamente nel prossimo ho cambiato un po le cose, un episodio che doveva essere una cosa tranquilla e divertente è diventata un po più complicata ma non allarmatevi, si risolve tutto subito.
Poi... ho visto un calo drastico delle letture.... sta diventando noiosa la storia? Vi avviso che mancano pochi capitolo, 4 massimo.
 

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Capitolo 17
*** …: Ballo e malintesi :… ***


Eccomi! Non vi ho fatto aspettare molto questa volta. Ci sarà un po di moviemento ma non perdete le speranze^^ Ringrazio le ragazze che hanno recensito lo scorso capitolo e tutti quelli che hanno messo la storia tra le preferite, seguite e ricordate e che hanno la pazienza di aspettare anche quando faccio ritardi imbarazzanti : )
Vi ricordo la mia pagina FB per spolier, informazioni e tutto quello che vi serve.

Buona lettura!




…: Ballo e malintesi :…








 
— Ehi, Edward — Jane mi ferma mentre con mia sorella e Bella sto uscendo dalla palestra per raggiungere la mensa. — Ciao.
Indossa ancora i pantaloncini e la felpa della tuta. Le guance sono rosse, il respiro affannato e qualche capello biondo è sfuggito alla coda dandole un’aria da bambina.
— Ciao, Jane.
— Posso parlarti un secondo?
— Certo, dimmi — poi mi giro verso Bella e mia sorella e gli faccio segno di aspettare.
— In privato... — specifica. La guardo interrogativo ma non ho tempo di dire nulla che Bella mi precede.
— Edward, vai e fa in fretta. Sono stanca morta e voglio andare a mangiare.
La ammonisco con lo sguardo per quella sua uscita sgarbata ma non se ne cura. Questa mattina è stata lunatica tutto il tempo, per non so quale motivo, e l’interrogazione di chimica, la verifica di matematica e quella a sorpresa di letteratura non le hanno migliorato la giornata.
Accenno un sorriso di scuse verso Jane e la seguo mentre ritorniamo sui nostri passi, gira l’angolo che porta al corridoio degli spogliatoi e si ferma.
— Devi scusare Bella, è stata una giornataccia per lei.
— Sì, non preoccuparti capitano a tutti delle giornate no — mi rassicura lasciandomi piacevolmente stupito. Solo il giorno prima era stata severa nel giudicare Bella e ora invece sembra una sorella maggiore che parla della sorellina.
— Come mai tutta questa segretezza? — dico riportando l’attenzione al nocciolo della questione. Tempo che Bella possa avere qualche colpo di testa se non torno da lei presto. Jane appare nervosa ed io inizio a preoccuparmi temendo che le sia successo qualcosa.
— Jenna mi ha detto che hai rifiutato il suo invito per il ballo — dice con tono esitante mentre si tortura le mani tra di loro.  La sua affermazione mi fa rilassare perché non le è successo nulla di male, ma allo stesso tempo mi lascia di stucco.
— Sì... — rispondo senza capire dove vuole andare a parare.
— Gli hai detto che non ci andrai.
— Sì, è vero — confermo guardandola sempre più dubbioso.
— È stato carino da parte tua rifiutarla gentilmente — accenno un sorriso e rimango zitto aspettando che mi spieghi il motivo per cui mi ha chiesto di parlarle — anche se ci rimarrà male quando ti vedrà al ballo con un altra — aggiunge sorridendo timida mentre gli occhi sembravano illuminati di luce propria.
— Guarda che io non ci vado davvero, non era una scusa — esita dopo le mie parole ma poi sembra prendere coraggio e mi guarda decisa.
— Mi piaci dal primo giorno che sei arrivato a scuola, credo tu lo sappia, da quando mi hai aiutato a raccogliere i libri ma non ho mai avuto il coraggio di parlartene apertamente, ma a letteratura hai detto che ci saresti andato se te lo avesse chiesto quella giusta e poi hai guardato me e questo mi ha dato la forza di farmi avanti. Quindi ti va di venirci con me al ballo? — mi chiede con un sorriso timido e le guance rosse come due ciliegie.
Spalanco gli occhi stupito. La mia mente lavora a una velocità sorprendente per ritornare a quel momento. Rivedo tutto come se fossi uno spettatore seduto su una poltrona in prima fila di un cinema.
Io che parlo mentre guardo Bella, Jane poco più in la della mia ragazza che mi guarda con un sorriso. Io mi riferivo a Bella! Sarei andato solo se me lo avesse chiesto lei.
— Jane — inizio imbarazzato per il fraintendimento, — credo ci sia stato un equivic… — inizio ma qualcosa, o meglio qualcuno, m’impedisce di completare la frase.
— Okay, adesso basta — sento dire prima di essere strattonato da Bella che prende il mio viso tra le mani e mi bacia. Davanti a tutti. Per lo stupore non chiudo nemmeno gli occhi solo quando la sento premere con la sua lingua sulle mie labbra mi lascio coinvolgere e l'abbraccio approfondendo il nostro contatto.
Sembrano passati secoli quando ci stacchiamo. Le nostre fronti si toccano dandomi un bellissimo primo piano sui suoi occhi lucidi e le guance rosse. Sorrido e lei ricambia. Ho solo il tempo di lasciarle un veloce bacio a stampo prima di staccarmi, che una serie di “Ooohhh” rompa il nostro momento magico.
Con un tempismo che solo uno svizzero può avere, i nostri compagni di classe iniziano a uscire dagli spogliatoi e quelli che erano rimasti dentro, escono al suono delle esclamazioni degli altri.
Incitamenti poco delicati, espressioni di disappunto, risate e borbottai sommessi ci circondano ma Bella non sembra dare peso a nulla, troppo intenta a guardare in cagnesco la malcapitata.
Jane è completamente sbiancata e fa passare lo sguardo dal mio viso a quello di Bella come una pallina da ping-pong.
— Come vedi lui è impegnato con me e questo vale per tutte le oche della scuola — aggiunse con tono di voce squillante allo scopo di farsi udire da tutti quelli che ci guardano. Specialmente le ragazze.
Bella sorrise maligna mentre punta i suoi occhi fiammeggianti sulla figura di Jane e un brivido freddo attraversa la mia schiena.
Jane si riprende presto dal suo stato di shock e le riserva lo stesso sguardo tanto che assomiglia a un piccolo angelo con coda rossa e forcone. Anche lei non scherza.
— No, non è vero — obbietta, — solo perché lui ti da delle attenzioni non vuol dire che automaticamente è il tuo ragazzo. Hai manie di protagonismo Isabella Swan. Edward è interessato a me.
Bella alza un sopracciglio, scettica, e le labbra s’increspano in un sorriso di scherno.
— Jane, come stavo per dirti prima, c’è stato un fraintendimento, a lezione mi riferivo a… — tento di arginare il danno ma Bella non è del mio stesso avviso e ancora una volta mi blocca. Sta diventando irritante questa sua mania.
— Forse sei tu che hai manie di protagonismo biondina che crede che tutti il mondo gira attorno a lei. Non mi sembra che mi abbia respinto quando l’ho baciato. Questo non ti suggerisce qualcosa? — la provoca facendola infiammare ancora di più.
Cerco il suo sguardo per farle capire di smetterla ma m’ignora. Si sta comportando in modo pessimo, c’è modo e modo per risolvere la faccenda. Tutti ci guardano e la scenetta che ha messo in atto Bella non mi piace per niente.
— E al ballo ci viene con me — aggiunge lasciandomi basito. La voglia di sorridere per quella piacevole notizia è subito sopraffatta dal polverone che ha alzato.
— Okay, basta. Jane scusami per l’equivoco, mi riferivo a Bella a lezione — dico interrompendo quel gioco di sguardi che si è creato tra di loro. Jane è la prima a guardarmi, sembra delusa e ferita.
— Mi spiace davvero tanto di averti dato l’impressione sbagliata. Spero accetterai le mie scuse e quelle di Bella.
— Perché dovrei scusarmi? — obbietta la mia ragazza, la fulmino con lo sguardo.
Jane lancia un ultimo sguardo a Bella e poi si dirige verso gli spogliatoi a passo di carica sotto lo sguardo divertito di Bella.
— Okay gente, lo spettacolo è finito! — interviene mia sorella disperdendo la massa di gente che si è fermata a guadarci. Qualche ragazzo probabilmente ha pensato anche a nulla lotta tra donne…
— Forza, usciamo da qui — borbotto cupo mentre guadagno l’uscita della palestra.
Sento i passi di qualcuno dietro di me, forse è Bella o Alice, una delle due comunque non mi sa seguendo.
— Edward, che ti prende?
È Bella, mi affianca anche se fa fatica a reggere il mio passo. Uno dei miei corrisponde a due dei suoi.
— Edward! Fermati, che succede? — ritenta questa volta strattonandomi per un braccio. Mi fermo e la guardo severo.
— Che succede? Sei stata pessima, lo sai? Non era così che volevo uscire allo scoperto ma soprattutto dovrai chiedere scusa a Jane prima che finisca la giornata. Ha solo frainteso un mio gesto e non meritava quella sceneggiata. L’hai messa in ridicolo davanti a metà classe.
— Se la è cercata e poi quella non la sopporto. È peggio delle altre.Sempre li a mangiarti con gli occhi e non perde occasione per offrirti un dolce, credi che non me ne sia accorta? Come se puntare sulla tua golosità ti possa portare da lei.
— Sei gelosa? — la felicità per questa confessione indiretta però è surclassata dal disappunto per il suo comportamento poco maturo.
— Sì, gelosa marcia, contento? Ho dovuto sopportare le altre che continuavano a chiederti di accompagnarle al ballo e poi arriva lei. “Mi piaci dal primo giorno”, “ Bella è una cattiva influenza per te” — dice scimmiottando la voce di Jane, — quella fa di tutto per mettermi in cattiva luce con te.
— Hai dovuto sopportare le altre? E perché ti stupisci? — sbotto alzando la voce — Sei tu che non hai voluto dire nulla a scuola, fare come se fossimo solo amici e per quanto riguarda Jane, beh… le hai appena dato conferma di quello che pensa! — termino ansante. Mi passo le mani tra i capelli tirandoli con forza. Siamo appena usciti allo scoperto e già abbiamo la nostra prima litigata ufficiale. Fortunatamente il portico è ancora vuoto e la mensa è ancora molto lontana e nessuno ha assistito.
Bella serra la mascella e dandomi le spalle corre lontana da me.
— Bella! — la richiamo ma non mi ascolta, svolta l’angolo e scompare. — Dannazione — sbotto esasperato.
Come diavolo siamo arrivati a questo? Cinque minuti prima eravamo nascosti dietro una pila di tappeti a baciarci, scherzare e ora… ora invece, io sono qui e lei chissà dove. Io incazzato con lei e lei con me.
Alice mi raggiunge ma ha la delicatezza di non chiedermi nulla, probabilmente dalla mia faccia capisce tutto. Mi avvisa che va in mensa e che inventerà una scusa per me e Bella. La ringrazio, anche se a volte è petulante, non potrei desiderare sorella migliore.
Passeggio per la scuola senza nessuna meta cercando di calmarmi e darle il tempo di calmarsi prima di raggiungerla.
 
La porta è solo accostata ed esitante la apro e compio un paio ci passi all'interno.
Bella è placidamente sdraiata sul nostro divano, le cuffie nelle orecchie e la musica di Debussy suona a tutto volume. Non ha mai apprezzato la musica classica, anzi è meglio dire che non l'aveva mai ascoltata. Aveva iniziato ad ascoltare i CD che tengo in camera mia senza mai commentare, poi un giorno mi ha chiesto di caricargli le composizioni di Debussy sul suo Ipod.
Clare de lune è la mia preferita ed è proprio quella che sta ascoltando.
Senza far rumore mi avvicino fino a inginocchiarmi al suo fianco.
—Bella... — la chiamo accarezzandole il viso. Lei, mugugna e strizza gli occhi prima di spalancarli e saltarmi letteralmente addosso.
Rotoliamo per terranonostante io abbia tentato di bilanciare il colpo.
—Mi spiace —mormora con il viso nascosto nell'incavo del mio collo. Sospiro e la avvolgo nel mio abbraccio.
—Che succede? È tutta mattina che sei strana.
—Lascia perdere, non potresti capire —borbotta sciogliendo la sua presa. Si toglie le cuffie e si risiede sul divano, chiude le braccia attorno alla pancia e si sdraia in posizione fetale.
—Stai male?
—Se non fosse stato per i test, le interrogazioni me ne sarei stata a casa poi ci si è messa quella befana della Roberts con una prova a sorpresa —si lamenta. Chiude gli occhi ed emette un sospiro stanco. —Perché solo noi donne dobbiamo soffrire… —sussurra, forse pensando che non la posso sentire.
—Oh… —mormoro quando capisco quello che ha. Vivere con due donne ha i suoi lati positivi e negativi. — Sei nel periodo.
—Già… e sono molto irritabile.
—Dovrei prenderla come una giustificazione? —le chiedo mentre intreccio una mia mano a una delle sue, ancora strette sulla pancia. Quando sarà incinta che mi combinerà?
—Lo so, non è un buon motivo.
—Quella di Jane è una cotta gli passerà…
—Si è comunque presa una cotta per il ragazzo sbagliato —m’interrompe mettendo su un broncio da bambina.
—Mi lusinga la tua gelosia, sai? —mormoro a un passo dalle sue labbra. Le schiocco un bacio leggero prima di sedermi senza starle troppo addosso.
—Prometto che chiederò scusa a Jane. Quando sarà passato tutto, o credo che ripeterò la scena della palestra.
Annuisco e sorrido. La sua promessa mi basta.
—Fammi un po' di spazio —le dico con un sorriso tranquillo e sincero. Si sposta di poco ed io mi sdraio sistemando un braccio sotto la sua testa e l’altro sul suo fianco ma è solo un momento perché poi scivola su di me, poggiando il suo capo sul mio petto.
Rimaniamo così, per tutta la pausa pranzo, in silenzio a goderci il nostro momento di pace.
—Allora… io, te e il ballo? —la stuzzico quando la campanella smette di suonare.
—Già — borbotta recuperando lo zaino. La raggiungo e le cingo i fianchi con una mano.
—Non siamo obbligati ad andarci.
—Lo so, ma ci voglio andare. Voglio gustarmi la faccia di Jane... —risponde con un sorriso diabolico in viso.
—Bella...
— Lo so, — si lagna alzando gli occhi al cielo — le chiederò scusa ma questo non vuol dire che devo diventarle amica — ed esce.
 
Sto tornando dal bagno quando il preside mi ferma poco prima di entrare nella mia classe.
— Signor Cullen, giusto lei stavo venendo a chiamare.
Lo guardo incuriosito. In tutti i miei anni di liceo non sono mai stato convocato nell’ufficio del preside e da quando sono qui è stato solo il mio primo giorno di lezione, per darmi il benvenuto.
— Aspetti qui, avviso la sua professoressa.
E dopo un colpo alla porta entra interrompendo la lezione.
Dieci minuti dopo sono seduto davanti alla scrivania del preside che in religioso silenzio sistema alcune carte. Picchietto nervoso il tallone sulla moquette. Non capisco questa convocazione, anche se deve essere qualcosa di grave se addirittura il preside è venuto a prendermi.
— Signor Cullen, — esordisce mettendo da parte i fogli — lei è un ottimo studente. Come si trova qui alla Forks High School?
— Bene — rispondo stranito dalla domanda — tutti sono stati molto disponibili.
— Mi fa davvero piacere. I professori sono molto soddisfatti di lei, dicono che è un ottimo studente.
— Mi fa piacere — dico non capendo dove vuole arrivare.
— Ma sa, spesso le cattive compagnie possono portare a perdere la retta via e lei ha un’ottima cartella che le aprirà le porte di molte e prestigiose università.
— Senta, signor Shuster, mi lusingano i suoi complimenti ma non riesco a capire il motivo della mia presenza qui.
— Dritto al punto — e sorride accondiscendente stringendo tra loro le mani sul piano di legno ed ergendosi in tutta la sua statura.
— Volevo farle alcune domande sulla Signorina Isabella Swan.
Mi drizzo sulla sedia con le orecchie ben tese. Il preside ha catturato tutta la mia attenzione.
— Che è successo?
— La signorina è sul punto di essere sospesa o peggio... — dichiara lasciando la frase in sospeso mentre il peso delle parole non dette aleggia nell'aria, tanto da essere soffocanti.
Che cosa ha fatto?
— È vero che la signorina Swan e Jane Ivanov, hanno avuto una discussione a causa sua — domanda e io mi chiedo perché la gente non si fa mai i fatti suoi.
— È stato un malinteso... — cerco di minimizzare — Ma Isabella ha detto che sarebbe andata a scusarsi. Appena è suonata la campanella, è andata a cercarla.
L’uomo sorride trionfante e per me non rappresenta un buon segno.
— Sì, si sono incontrate ma quello che mi ha appena detto non è quello che dice la Signorina Ivanov.
— Che vuol dire?
— Beh... Ha accusato Isabella di averla provocata e di averla spinta, facendola cadere dalla scalinata dalla palestra da sul giardino.
— Bella ha fatto cosa? No, è impossibile ma di che sta parlando? — sbotto scioccato e preoccupato.
Insomma sono solo tre gradini e i danni non devono essere stati cosi gravi ma non posso credere che abbia fatto una cosa simile.
— Poco prima dell’inizio delle lezioni, per quello che ha detto Jane, Isabella è andata a cercarla e l’ha schernita e poi spinta. Ora è in infermeria, nulla di grave ma non possiamo accettare certi comportamenti, abbiamo un regolamento molto severo e Isabella non è estranea ad atteggiamenti provocatori. Era solo questione di tempo — conclude con un sorriso quasi diabolico. Sembra contento di espellerla. — Quindi, lei è disposto a confermare che le due hanno avuto una discussione e che Isabella ti ha detto che avrebbe concluso la discussione più tardi?
— Cosa? No, io ho detto che lei le avrebbe chiesto scusa — controbatto scuro in viso. Odio quando le persone che mi mettono in bocca parole non dette.
— So che lei e la Signorina Swan, siete in certi rapporti ma qui c’è in gioco molto e un atteggiamento del genere non può esser ignorato. L’ho convocata qui per confermare quello che ha detto la Signorina Jane e di consigliare di scegliere meglio le sue amicizie e di interrompere la sua relazione con Isabella Sawn. Come le ho detto amicizie sbagliate portano fuori strada.
L’atteggiamento del preside mi manda il sangue al cervello e la voglia di urlargli contro è tanta ma qualcuno bussa alla porta facendomi girare di scatto.
Bella, con l’aria arrabbiata fa il suo ingresso dopo la signora di mezza età che lavora come segretaria.
— Bella! — esclamo alzandomi per raggiungerla.
Lei spalanca gli occhi, stupita di trovarmi lì e poi guarda il preside con fastidio.
 Il Signor Shuster, mi blocca, obbligandomi a riprendere il mio posto sulla poltroncina ma non tolgo gli occhi da lei per tutto il tempo che impiega a prendere il posto al mio fianco. 
— Signorina Swan, stavamo giusto parlando di lei — esordisce il preside con lo stesso sorriso di superiorità di prima.
— Immagino che lei mi abbia riempito di elogi — risponde con un sorrisino arrogante. Da parte mia la guardo scioccato. Come può comportarsi con così tanto menefreghismo in una situazione del genere?
— Correggerei il tono Signorina. Quello che ha fatto oggi non è una cosa da poco.
— Come ho detto prima, non è stata colpa mia — è la sua risposta atona come se lo avesse ripetuto così tante volte da non metterci più impegno per difendere la sua posizione. — Jane si è inventata tutto.
— Polso slogato, graffi lungo il braccio destro e il viso, non si possono inventare —  obbietta il preside e non posso non preoccuparmi per Jane. Assomiglia a una bambola di porcellana tanto sembra fragile.
— È caduta da sola, è stato un incidente — e questa volta le sfugge una nota spazientita.
— E il Signor Cullen, ha confermato che voi due, avete avuto una discussione e che lei era andata a cercarla in seguito per continuare — continua il preside senza dare retta a quello che dice Bella. Lei mi lancia uno sguardo stranito.
— Per scusarsi e non per aggredirla — ribatto indurendo lo sguardo.
— Ha fatto tutto da sola. Io l’ho raggiunta per scusarmi, come ha detto Edward, e poi me ne sono andata dopo che lei si è messa a blaterare stupidaggini a frotte — risponde piccata Bella rizzandosi sulla sedia.
 
— Signor sceriffo non può entrare.
— C’è mia figlia dentro quindi si che posso entrare.
E in questo trambusto, Charlie Swan fa il suo ingresso nello studio del preside con lo sguardo che lancia fiamme.
— Bella, che succede? Che hai fatto?
— Perché parti dal presupposto che abbia fatto qualcosa? — obbietta Bella, accigliata.
Alla risposta della figlia l'uomo sbuffa, come se fosse abituato a questi episodi.
— William, non puoi continuare a prendertela con me se ho dovuto ritirati patente e macchina.
Shuster irrigidisce lo sguardo e poi sorride in modo sinistro.
— Credo che la situazione sia più delicata. Isabella ha aggredito una sua compagna e l’ha fatta cadere dalle scale — spiega pragmatico.
— Ho già detto che non è vero! Io…
— Posso sapere perché il ragazzo è qui? — la interrompe il padre senza però togliere gli occhi da me.
— Isabella e Jane hanno discusso, Edward era con loro ed è il motivo della loro discussione.
Alla spiegazione del preside lo sceriffo mi riserva uno sguardo che non promette nulla di buono. Addio a ogni possibilità di farmi accettare dal padre come ragazzo di sua figlia. Tutti i punti guadagnati in questi mesi non conteranno nulla davanti al fatto di aver messo sua figlia nei guai.
— Ci deve essere una spiegazione — intervengo attirando tutti e tre gli sguardi — Bella non può aver fatto quello per cui l'accusa. Le credo quando nega di averla spinta.
— Tra poco sarà qui la Signorina Ivanov, vedremo... — ma non termina la frase che la ragazza, accompagnata dall'infermiera fa il suo ingresso nello studio. Il viso è coperto da alcuni graffi sul lato destro ma nulla di grave.
La paura che quello di cui è accusata Bella sia vero mi sfiora la mente e per un attimo accarezzo la possibilità che sia la verità ma subito mi do del cretino per averlo pensato. Bella non farebbe mai una cosa del genere a sangue freddo. Stavano parlando e Jane è inciampata o è scivolata su qualcosa, infondo siamo a novembre e la prima neve ha già lasciato il segno sul piccolo paesino. Ma allora perché mentire, accusando la mora di averla spinta volontariamente.
— Oh bene, eccola qui. Accomodati cara. Signor Cullen le dispiace aspettare fuori assieme al nostro caro sceriffo?
— Non ho intenzione di uscire da qui prima che qualcuno mi spieghi di cosa sia accaduto.
Mi alzo e raggiungo Jane posandole le mani sulle spalle e mi chino per guardarla negli occhi.
— Jane, di la verità — la supplico.
— L’ho detta — mi risponde lei sull’orlo delle lacrime ela paura che sia stata davvero Bella mi attraversa ancora una volta la mente.
Guardo Bella, che arrabbiata non toglie gli occhi di dosso dalla sua accusatrice.
— Quando hanno inventato il detto “le bugie hanno le gambe corte” hanno pensato a te.
Nemmeno lei sembra mentire.
— Jane stai mettendo Bella nei guai, guai seri —  specifico secco. — Di la verità — la imploro.
Esita quel poco che basta per farmi capire che non sta dicendo tutta la verità.
— Jane, bambina mia — la voce acuta e affannata precede una signora in taier che a passo di carica raggiunge la ragazza e la osserva preoccupata.
— Chi è stato? — tuona scrutando me e Bella. Mi fissa con guardo duro fino a che non lascio andare la figlia indietreggiando di qualche passo.
— Signora Ivanov, si sieda — risponde invece il preside indicando la poltroncina su cui ero seduto io, pochi attimi prima.
 
— Signor Cullen, può tornare alla sua lezione — ordina il preside. —Forza —m’incita quando non mi vede muovermi.
Un ultimo sguardo a Bella e poi esco. Allo scatto della serratura mi giro e attacco l'orecchio alla porta per cercare di captare qualche parola.
— Ragazzo, siediti — mi richiama la segretaria con sguardo arcigno. Sbuffo e di mala voglia mi siedo sulla poltroncina più vicina ma non desisto dal mio intento di origliare. Purtroppo il mio tentativo è inutile. Lancio un’occhiata alla donna che intanto ha estratto dei ferri per la lana e si è messa a lavorare a maglia una sciarpa rossa con qualche disegno geometrico.
Passano dieci minuti e la segretaria riceve una chiamata dal preside e trafelata corre fuori. Sfrutto il momento per tornare alla porta e ascoltare e solo quando sento la voce squillante della segretaria ed i suoi passi accelerati, accompagnati da un altro paio più calmi, ritorno al mio posto recuperando una rivista qualsiasi e faccio finta di leggere.
Nemmeno due minuti e la segretaria fa il suo ingresso assieme all'infermiera della scuola. Le due donne non badano a me e dopo aver bussato due volte la più anziana fa entrare l’altra e chiude la porta di scatto come prevedendo il mio intento. Infatti, mi ero sporto in avanti cercando di udire qualunque cosa. La signora mi riserva un’occhiata di disappunto e poi torna al suo tavolo per continuare la sua sciarpa.
Suoni concitati e rumore di sedie che si spostano sono gli unici rumori che sento.
— Mildred cara, ti posso offrire un po' di tè? — la professoressa Reynolds fa il suo ingresso nella piccola saletta. Alzo la testa di scatto e osservo il duo discutere.
La professoressa è una donna sull’orlo della pensione, questo è il suo ultimo anno dopo quaranta anni di onorato servizio e come tutte le signore della sua età ama spettegolare, o meglio si arroga il diritto di dare il suo parere sulla gioventù d’oggi.
— Ragazzo, starò via solo pochi minuti — mi avverte la signora.
— Oh, Mildred il Signor Cullen è un ottimo studente saprà fare buona guardia mentre siamo via, giusto?
— Certamente professoressa — rispondo con un sorriso smagliante e appena le due spariscono dalla mia visuale e le loro voci si fanno via via più fievoli, ritorno al mio intento originario. Origliare.
Non credo che… se l’avesse spinta… si calmi Signora Ivanov, dicevo che i danni sarebbero diversi… poi erano pochi scalini… — sento dire dall’infermiera. E come se mi avessero tolto un peso dal cuore, mi rilasso poggiando la fronte sulla parte fredda. Lo sapevo che Bella non aveva fatto nulla.
Mi sta dicendo che si è buttata da sola? Ma chi l’ha assunta? — è la protesta della madre di Jane.
Quella donna inizia a darmi sui nervi, lo vuole capire che Bella non ha fatto nulla! Deve cercare il colpevole in qualcun altro, perché è impossibile che Jane si sia lanciata da sola.
Jane… non credevo che potesse mentire fino a questo punto. Anche se lo stesse facendo per vendetta, dovrebbe capire che la situazione si sarebbe evoluta in un certo modo. E se avrebbero arrestato Bella? Peggio, e se suo padre fosse stato costretto ad arrestarla? No, non ci posso pensare. L’infermiera non è certa, dubita delle parole di Jane.
— Scusami — una voce giovane mi fa sobbalzare, e assumo la stessa espressione di un bambino che è appena stato beccato con le mani nella marmellata.
— Ehm…
È una ragazza bassina, capelli e occhi neri e così anche i suoi vestiti. Sembra che si appena tornata da un funerale.
— Tu sei Edward Cullen, giusto? — mi chiede la nuova arrivata.
— Sì.
— Allora sai qualcosa su Isabella Swan? Ci sono un sacco di voci…
E ti pareva se le pettegole non erano già in giro a cercare qualche notizia sconvolgente.
— Ma perché dovete essere tutti così ficcanaso? Ma vi divertite a sparlare delle sfortune altrui? — sbotto fulminandola con lo sguardo. La sconosciuta non sembra aver gradito molto la mia uscita ma quelle come lei non le ho mai sopportate e se si conta che al momento ho i nervi a fior di pelle il mio filtro delle parole è fuori uso.
— Senti un po' dell’imbusto, puoi anche essere carino ma questo non ti da il diritto di crederti superiore a me. Chiaro?
Nel parlare si è avvicinata fino ad arrivare davanti a me, lo sguardo alto, a causa della mia altezza, e le mani sui fianchi.
 — Scusami, è solo che sono nervoso — dico per giustificarmi. I bollori dopo la mia fantastica uscita si sono calmati. Dovrei ringraziarla per avermi dato l’opportunità di sfogarmi.
— E così ti sfoghi sugli altri? In ogni caso non sono qui per spettegolare, qualcuno dice che la espelleranno perché l’anno accusata di aver aggredito Jane.
— Già, è quello di cui stanno discutendo — confermo indicando con il pollice la porta alle mie spalle.
— Ma non è vero. Io l’ho visto! — afferma stranita.
— Come? — scatto stralunato.
— Avevo appena svoltato l’angolo quando ho visto Isabella allontanarsi e Jane urlandole contro indietreggiava e così non ha visto lo scalino ed è scivolata. Isabella era lontana, non è stata colpa sua.
— Devi dirlo al preside — perché non è venuta subito?  — Ora.
— Che… ehi!
Blocco sul nascere le domande della ragazza misteriosa e prendendola per un polso, spalanco la porta della presidenza interrompendo di colpo la madre di Jane che mi guarda con occhi di fuoco.
— Signor Cullen… — tuona il preside ma non ho tempo per sentire le sue parole.
— Si tratta di un malinteso. Bella non ha fatto nulla.
Lo sceriffo guarda prima me poi la ragazza e infine Jane e la madre, mentre la consapevolezza si fa largo sul suo viso. La signora Ivanov è paonazza mentre la figlia, ha una postura rigida, tiene lo sguardo basso e, nervosa, si maltratta le mani.
— E dovrei dare credito alle parole di un’amica della signorina che vuole solo proteggerla? — è la protesta del preside ma è la mia testimone a infrangere la sua teoria.
— Amica? Io la Swan non la sopporto. E la cosa è reciproca — asserisce con un sorriso sfrontato verso Bella che ricambia.
— Per favore, sono tutte sciocchezze. La ragazza qui presente certamente è stata corrotta dal ragazzo mentre era fuori.
— Credo che la segretaria possa confermare che non mi sono mosso dalla sedia.
Da lì allo smascheramento della verità passa un’ora. Dopo le proteste agguerrite della signora Ivanov e i diversi blandi tentativi di difendersi di Jane, Bella può tornare a camminare a testa alta.
Jane indietreggiando non aveva visto la scalinata ed era caduta e aveva pensato bene di accusare di quell’incidente Isabella, che avrebbe avuto agli occhi di tutti il movente della lite.
Se non fosse stato per Jennifer, la misteriosa ragazza in nero, probabilmente Bella sarebbe stata davvero sospesa e Jane l’avrebbe passata franca, anche se continuo a sperare che i sensi di colpa l’avrebbero comunque portata a confessare il prima possibile.
La madre non è stata molto contenta della cosa ma a parte delle biascicate scuse frettolose non ha fatto nulla. Se n’è andata con la figlia, impettita.
Jane da parte sua non mi ha più guardato in faccia e appena il preside ha dichiarato conclusa la storia, l’ha sospesa per una settimana, si è posizionata il più lontano possibile da me e dallo sceriffo.
 
— Tutto si è risolto per il meglio — è il commento del padre di Bella, mentre indossa il suo cappello.
— Già, meno male.
— Cullen — mi chiama con tono burbero il signor Swan — devo ringraziarti per aver quasi fatto espellere mia figlia — mi accusa portando le mani suo fianchi. Nulla di preoccupante se nel farlo non avesse accarezzato la fondina della pistola.
Un groppo in gola m’impedisce di respirare e sono sicuro di essere bianco come un cerino.
— Emh… ecco… — me la sto facendo sotto, letteralmente. Lui ha un’arma e il distintivo per farmi passare diverse notti al fresco.
— Papà smettila… — lo richiama la figlia.
— Va bene, alla fine l’hai anche tirata fuori dai guai. A quanto pare ti dovrò sopportare a lungo visto che a quanto pare frequenti mia figlia.
— Edward, non dargli retta, fa la voce grossa ma è innocuo — mi rassicura Bella. Innocuo? Io non ne sarei tanto sicuro…
— Grazie, Bells, così mi togli tutto il divertimento — protesta lui come un bambino che non può aprire i regali alla mattina di Natale. Io tiro un sospiro di sollievo, anche se ho ancora delle riserve. Penso positivo.  
— Vado, buona giornata e Bella a casa per le sei, Billy e Jake vengono a cena da noi.
— Okay.
— Edward, ti vuoi unire a noi? — la proposta del capo mi lascia piacevolmente stupito. È segno che mi accetta, no?
— Scusa ma non volevi intimidirlo? — interviene divertita Bella. No, non stuzzicarlo amore, se ci tieni a me.
— Beh, ormai mi hai rovinato l’effetto sorpresa. Allora, ragazzo?
— Sarà un piacere — accettai sorridente. Lo sceriffo dopo un ultimo saluto se ne va.
Felice la prendo per i fianchi. Bella sorride e circonda il mio collo con le mani. Sono fredde e così mi stringo nelle spalle per darle calore.
— Questa sera sarò da te, allora.
— A quanto pare… — risponde maliziosa ma quella sfumatura scompare per diventare seria — grazie per aver creduto in me.
— Sempre — mormoro prima di darle un bacio a stampo e faccio scorrere le mani prima verso il basso e poi le faccio risalire lungo la sua schiena.
— Cullen, ho detto che mi sta bene ma mantieni le distanze, ma soprattutto le mani a posto — urla lo sceriffo fermo vicino alla volante.
— Sì, signore —dico allontandomi di scatto da lei e stringendo le braccia lungo i fianchi come un perfetto soldato.
Soddisfatto, l’uomo sale in macchina e parte. Sia io che Bella seguiamo la macchina fino a che non scompare dalla nostra vista e poi in sincrono ci voltiamo a guardarci l’un l’altro.
— Fammi capire non mi toccherai più? — mi chiede sconcertata. 
— Bella, tuo padre ha una pistola... —ribatto con il sudore freddo che scende dalla fronte.
Lei insofferente ai miei timori mi prende sottobraccio e mi bacia sorridendo.




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Allora? Visto che si è risolto tutto? Al prossimo capitolo e spero di leggere qualche vostro commento XD

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Capitolo 18
*** …: Quella chiacchierata :… ***


Eccomi! Buon Natale e Buon capodanno in ritardo ma almeno per la Befana arrivo puntuale XD
Sono in ritardo, ma che dico RITARDISSIMO!!! chiedo umilmente perdono a tutte voi. 
Non vi faccio più perdere tempo e vi lascio al capito, se c'è ancora qualcuno che pazientemnete ha aspettatato questa befana. 
Buona lettura!


…: Quella chiacchierata :…

 
 

È passato un mese che aveva visto crescere e rafforzarsi del mio legame con Bella. Per tutti ora Bella è la mia ragazza e se la cosa aveva creato un certo scalpore all'inizio, ora non fa più notizia, siamo stati assorbiti dalla normalità.
È bello poterla stringere in pubblico scambiarci qualche effusione senza che lei mi scacci perché teme l’arrivo di qualcuno.
In questo lasso di tempo, erano successe un po' di cose: c’era stata la cena a casa di Bella.
Onestamente temevo di essere messo sotto interrogatorio da Charlie e dai Black, che vedevano nella mia ragazza una figlia acquisita, invece mi avevano trattato come se frequentassi quelle cene da sempre. Mi ero sentito accettato e certamente quella sarebbe stata la serata più bella della mia vita se poi non fosse arrivato il ballo. Ero così orgoglioso quando varcammo assieme la porta della palestra addobbata in stile casinò e mi sentivo il ragazzo più fortunato di tutti gli Stati Uniti.  Avevamo ballato, c’eravamo divertiti con i nostri amici e la serata era volata in allegria.
 
—Sono indecisa... —la voce di Bella mi distrae dai ricordi riportandomi alla dura realtà e sbuffo. Siamo in giro da ore, questo è il decimo negozio che passiamo in rassegna e lei non ha ancora preso nulla, o meglio di roba ne ha presa ma non quella per cui siamo venuti. Tutta colpa di Alice che l’ha condizionata con l’ossessione dello shopping.
Sono arrivato alla conclusione che Alice è un virus molto pericoloso e contagioso che potrebbe dare il via alla più tremenda epidemia che il sesso maschile abbia mai visto. Jasper potrebbe ridursi come l’uomo della pubblicità di quel sito di acquisti online che ho visto ieri, Zalando. Questo ragazzo era quasi impazzito a causa della mania della fidanzata.
—Bella, Emmet, apprezzerà tutto quello che gli regalerai.
La mia ragazza alza gli occhi al cielo, roteandoli in modo teatrale, e sbuffa.
Avremmo festeggiato il compleanno di Emmet la domenica successiva con un pranzo, dove avrebbero partecipato anche Bella, Rose e i loro genitori. Alice, grazie alla sua innata capacità persuasiva, aveva convinto Charlie a far rimanere Bella a dormire il sabato sera. Lo sceriffo non era un fesso e non si fidava a lasciare sua figlia a dormire nella stessa casa del suo ragazzo, così mi aveva riferito Bella dopo aver ascoltato i borbottii del padre, quando le aveva accennato l’idea. Poi era arrivata la mia sorellina e puff… Bella avrebbe dormito a casa nostra.
—Lo so, ma questo non vuol dire che gli devo prendere la prima cosa che mi capita sotto gli occhi. È il primo regalo che gli faccio, voglio che sia bello.
Così continuammo il giro per i vari negozi fino a che, un’ora dopo finalmente trova il regalo che considera adatto.
È incredibile come Emmet sia entrato nel cuore di Bella, si vogliono bene come fratelli e devo dire che qualche volta ne sono stato geloso. Non per Bella ma per quel legame che fino a quel momento Emmet aveva mostrato solo a me e a mia sorella. Ora c’erano Bella e Rosalie che vantavano parte di quell’affetto. Mi sento un idiota a provare questa gelosia, alla fine è quello che ho sempre voluto per lui, voglio vederlo circondato da persone che gli vogliono bene che non lo commiserano e che lo trattano come una persona normale.
Finalmente, alle sei e trenta sistemo le borse piene di vestiti di Bella nel baule assieme al sacchetto regalo. Salì in macchina al posto di guida.
— Cintura, Bella — le ricordo con un’occhiata di rimprovero.
— Sembri mio padre — borbotta per poi fare come le ho chiesto. Sarà la figlia di uno sceriffo ma il codice della strada sembra non averlo mai letto…
Ci mettemmo un’ora buona a tornare a casa, per cercare il regalo mi aveva portato fino a Port Angeles e mano a mano che ci avviciniamo a Forks il cielo da grigio diventa nero. Da quanto non vedo un tramonto o un’alba?
Non ho nessun rimpianto per essermi trasferito nello Stato di Washington ma qualche volta mi piacerebbe rivedere il cielo azzurro, il Sole e le stelle.
— Qualcosa non va? — la voce di Bella mi riporta nell’abitacolo e dopo averle lanciato una veloce occhiata fisso la strada e le luci arancioni che ci sfrecciano accanto.
— Nulla, non vedo l’ora di sdraiarmi sul divano e riprendermi dalle fatiche di questo pomeriggio. Devo farti uscire di meno con Alice…
Bella ridacchia e poggia la sua mano sopra la mia che pigramente tiene il cambio. Faccio scivolare le mie dita e racchiudo quelle di lei tra le mie. Non ci stacchiamo fino a che parcheggio davanti a casa.
— Sono a casa, famiglia — urlo, appena metto piede nell’ingresso, — Bella è con me.
— Buona sera, Esme — salutò mia madre indaffarata tra i fornelli.
— Ciao, cara. Tutto bene?
— Benissimo. Serve una mano? — le chiede. Mia madre mi lancia uno sguardo allarmato. Le avevo raccontato delle disavventure in cucina della ragazza ed era già agitata per fare in modo che tutto fosse perfetto per dover anche controllare Bella.
— No, Bella, ho tutto sotto controllo ma grazie — rifiutò il suo aiuto con gentilezza. Non voleva certo offenderla.
— Isabella è una piromane in cucina — disse il vocione di Emmet entrando in cucina, lasciandoci a bocca aperta. Mio fratello si avvicina al frigorifero, lo apre, prende il succo su cui fa bella mostra il suo nome, apre la dispensa e recupera una tazza con i puffi e vi versa dentro la bevanda e beve.
— Grazie, Emmet…
— Ringrazia, Edward, è lui che lo dice.
La saliva mi va di traverso quando la mia ragazza mi alza platealmente un sopracciglio nella mia direzione.
— Rose è già arrivata? — chiedo sperando in questo modo di spostare l’attenzione di tutti altrove.
— È in camera mia
— In camera tua? Vedo che sei già arrivato in casa base… — lo prendo in giro ricevendo in cambio un colpo sul braccio da parte di mia madre seguito da uno sguardo di ammonimento.
— Non stiamo giocando a baseball… non c’è spazio abbastanza in camera mia per giocare a baseball — mi risponde Emmet con sguardo serio. Si piazza di fianco a mamma e continua con la sua arringa facendoci piegare in due dalle risate — Mamma, mamma. Edward ha preso un colpo di sole? No, qui non c’è il sole… quindi, quindi ha preso un colpo alla testa… forte, foooorte — terminò scomparendo dietro la porta. Lo scricchiolio dei gradini ci avvisa che sta tornando in camera sua.
— Sono una piromane? — mormora mettendo su un finto broncio.
— Beh, la cucina non è proprio il tuo elemento, lo devi ammettere — affermo in mia difesa e alzando un angolo della bocca in un sorriso che so piacerle molto.
Di sottofondo la leggere risata di mia madre, cui si uniscono la mia e quella di Bella.
— E oggi non deve succedere nulla. I genitori di Rose saranno qui a minuti e non farei una bella impressione con la cucina in fiamme. Ora andate il salotto a vedere se tutto è in ordine e, Edward, chiama tua sorella che ci sta impiegando una vita a vestirsi — aggiunse mia madre spingendoci fuori dalla stanza.
— Signorsì, signora.
— No, Ed, vado io a chiamare Alice. Tu controlla il salotto — mi blocca Bella appena inizio a salire le scale.
— Mia madre mi da ordini come un generale dell’esercito, Alice pure e ora anche tu? Che ho fatto di male? — mi lagno, cercando di darmi un tono melodrammatico.
— Fila e non fare la vittima — dice sorridendo. Mi prende sotto braccio e mi obbliga ad abbassarmi e mi bacia sulle labbra. Come sempre nel mio stomaco ha luogo il solito sfarfallio che mi manda in brodo di giuggiole. Nessun ragazzo ammetterebbe mai di sentirsi come una femminuccia ma è universalmente riconosciuto che un ragazzo innamorato è proprio così che si sente. Sto bene in sua compagnia, mi fa sentire vivo e ultrafelice. Bella è intelligente, simpatica, un po' stronza ma è anche per questo che la amo. Sì, io Edward Cullen sono irrimediabilmente e incondizionatamente innamorato di Bella Swan.
La guardo salire le scale e l’occhio mi cade sul suo lato “B” e deglutisco a vuoto. Tutto di lei mi attrae, il suo sorriso, i suoi occhi, la sua bocca, il suo profumo, le sue mani,… insomma tutto. Ho l’istinto di seguirla e spingerla nella mia stanza e chiuderci dentro per tutto il giorno ma fortunatamente o sfortunatamente, il campanello suona e vado all’ingresso per aprire ma Emmet mi precede, fiondando giù dalle scale e per poco non mi viene addosso.
— Emmet, non correre! — gracchia mia madre comparendo sull’uscio della porta.
Dietro di me i passi leggeri di Rosalie mi fanno girare verso di lei. È nervosa e si tortura le mani tra di loro e dopo un sorriso esitante nella mia direzione mi superò e raggiunse mio fratello alla porta, assieme a mia madre.
Subito dopo arrivarono Alice e Bella, la seconda è divertita mentre mia sorella è imbarazzata. Lancio uno sguardo interrogativo a entrambe ma nessuna delle due sembra intenzionata a delucidare i miei dubbi. Anzi una ridacchia di più e l’altra diventa ancora più rossa.
— Non si possono portare fiori in casa. Le piante portano insetti… mamma! Dobbiamo chiamare la disinfestazione… — la voce tonante di Emmet mi ricorda degli ospiti che erano appena arrivati. Come avrebbero reagito? Rose aveva più volte espresso la sua preoccupazione a mia madre nei giorni precedenti.
Do un’occhiata veloce al salotto. Tutto sembra a posto e così raggiungo gli altri all’ingresso.
I signori Hale fanno il loro ingresso tutti impettiti. Sguardo alto, occhi freddi e distaccati, il tutto nascosto sotto a una patina di finta cortesia.
— Benvenuti, siete i primi — li saluta mia madre sinceramente felice di averli in casa. Ama Rose ed è così felice per mio fratello. Aveva pregato ogni giorno perché Emmet trovasse la persona per lui e quando è arrivata Rose, tutti i suoi sogni si sono realizzati.
— Buon giorno Signora Cullen, avete davvero una bella casa — commenta la madre di Rose guardandosi attorno, senza trascurare nemmeno un centimetro di muro.
— Molto gentile, Signora Hale ma mi chiami pure Esme — risponde, cordiale come sempre, mia madre. L’altra donna annuisce, si toglie il cappotto che è prontamente recuperato dalla figlia che coglie l’occasione per salutare i genitori con un veloce bacio sulla guancia, e non ricambia la cortesia. Già mi sta antipatica e anche Bella deve pensarla come me.
— Trovato molto traffico? — s’informa Rose.
— Non molto — commenta atono il padre, prendendo la parola per la prima volta. Serio e autoritario come la moglie. Entrambi con la puzza sotto il naso.
Quindi mi sorge spontanea una domanda: da dove diavolo è saltata fuori Rosalie?
— Mio marito sarà qui a breve.
— Oh sì, Rosalie Lillian ci ha detto che è il primario del ospedale.
— Sì, ci siamo trasferiti qui da Chicago. Prego il salotto è da quella parte accomodatevi — li invitò a seguirla con la sua solita cordialità. Emmet invece è deciso a fare come dice.
— No, mamma. Prima si devono disinfettare. Hanno portato dei fiori e i fiori, hanno portato gli insetti! Devono disinfettarsi!
Rose alterna lo sguardo tra mamma e i suoi genitori, dalla faccia posso capire che è preoccupata tanto quanto me. Noi siamo abituati a Emmet ma gli altri fanno fatica ad accettarlo, così come i genitori di Rose che nascondono dietro a un sorriso di circostanza, l’ennesimo, il loro fastidio.
— Giusto caro, vado a prendere il disinfettante.
Non so se mamma se ne è accorta, forse sì, è sempre stata molto perspicace, e va a recuperare un vasetto di Amuchina e lo porge ai signori Hale i quali rimangono basiti in un primo momento.
— Su mamma, papà. Non vogliamo che gli insetti o altro ci rovinino la festa — interviene Rose che riserva un’occhiata allegra e complice a Emmet e una supplichevolmente nervosa ai suoi.
Non sarebbe stato facile aveva detto a mia madre una sera, so che non si dovrebbe origliare ma che potevo farci? Passavo lì per caso e non ho potuto non ascoltare… certo poi ho scelto di rimanere anche quando avrei potuto andarmene ma c’è da tenere conto che parlavano di Emmet e noi siamo sempre stati molto legati. Avevo il diritto di sapere quello che gli succedeva.
La coppia accetta di pulirsi le mani e mio fratello soddisfatto trotterellò in salotto.
—Quante storie… già non li sopporto —è il commento poco positivo di Bella.
—Dai, Bella, sono appena arrivati dagli una possibilità —anche se devo ammettere che pure i faccio fatica a pensare a qualcosa di carino su di loro in questo momento.
—Sei tu quello che vede sempre il buono nelle persone, Ed, io sono quella più realista. Quelli non faranno altro che creare problemi.
Meno male che i miei e gli Hale ci hanno già preceduto in salotto, anche se, conoscendo Bella non gli mancano peli sulla lingua per dire loro in faccia quello che pensa. Sospiro e mentre cerco qualcosa da dire per cambiare discorso mi viene in mente la faccia di mia sorella quando è scesa.
—Di che parlavate tu e mia sorella? Sembrava leggermente traumatizzata —bisbiglio al suo orecchio. Siamo in salotto e mamma ci riempie le mani con un piatto ricco di prelibatezze.
In risposta ridacchia e lancia uno sguardo malizioso a mia sorella che proprio in questo momento ci sta guardando. La vedo arrossire. Arrossire! Lei non è così facile da far imbarazzare.
—Cose tra donne —la sua risposta criptica mi lascia con un enorme punto di domanda sulla testa e la curiosità alle stelle. Chi ha detto che la curiosità è donna?
 
Mamma papà, ora basta… ridicolo… no…
La voce acuta di Rose si sente al piano superiore nonostante la porta chiusa.
—Non sembra andare bene —mormora Bella per poi sorridere a qualcosa che le ha fatto vedere mio fratello sul cellulare.
Sospiro e sistemo il cuscino sotto la mia testa. Siamo in camera di Emmet e cerchiamo di far passare il tempo cercando di non ascoltare quello che succede al piano di sotto.
Fatto quasi impossibile visto i toni che hanno gli Hale e la loro figlia. Se solo potessi scenderei e darei man forte a Rose ma al posto mio ci sono i miei che cercano di mediare in questa situazione spinosa.
Come siamo arrivati a questa situazione?
Una pacca sulla spalla troppo forte.
 
La casa, poco dopo l’arrivo degli Hale, si era riempita di chiacchiere e musica piena di brio. Erano arrivati tutti gli amici dell’ospedale di mio fratello e Ben e Angela erano stati felicissimi di accettare il mio invito.
Ci stavamo divertendo, anche Bella per una volta aveva lasciato a casa il solito broncio per sorridere a destra e sinistra. Rideva anche alle battute, pure a quelle pessime, lo devo ammettere, di mio padre.
L’unica sbavatura in questo quadro di colori erano i genitori di Rose. Il signor Hale con la sua voce bari tonante non faceva che parlare di politica come se lui fosse il massimo esperto in materia e sembrava non gradire opinioni diverse dalle sue. La signora Hale invece sorrideva, ma era quel sorriso falso e superiore che mi dava sui nervi. Ma tutto filava liscio e perche rovinare una festa inutilmente visto che il festeggiato se la stava spassando alla grande?
Emmet si era avvicinato a mio padre, non so cosa gli stesse chiedendo ma il signor Hale era proprio lì di fianco e con una grassa risata aveva colpito con forza mio fratello. Una pacca sulla spalla è normale, quale ragazzo non ne ha mai ricevuta una? Emmet però è differente.
In un primo momento si era irrigidito, poi aveva iniziato a strillare e nella confusione aveva colpito il padre di Rose con un pugno.
Urlò e si dimenò. Io e mio padre ci impiegammo mezz’ora buona per calmarlo e l’intervento di Rose lo calmò definitivamente.
 
È autistico… lui è speciale… non puoi comportarti come se fosse un ragazzo normale…
 
 
Speciale… si Emmet era speciale.
—Vado un attimo in bagno — dico alzandomi dal letto. Non ce la faccio a stare qui, chiuso con le mani in mano.
Emmet mi sorride ma poi torna ad armeggiare con il cellulare di Bella. Snake l’ha proprio preso…
La mia ragazza mi guarda interrogativa, le sorrido per rassicurarla ma il mio atteggiamento non fa che insospettirla. Non sono mai stato un bravo attore…
Apro la porta ed esco, chiedendomela subito alle spalle.
 
Vi prego, calmatevi… sediamoci davanti a una buona tazza di te.
 
Mamma pensa che tutto si possa risolvere davanti a una buona tazza di te.
Cercando di non fare rumore arrivo all’inizio delle scale e per poco non mi metto a urlare quando sento qualcosa poggiarsi sulla mia spalla.
Alice è più veloce e mi tappa la bocca con una mano. Dietro di lei Jasper e al suo fianco Bella.
—Che ci fate qui? —bisbiglio.
—Dovevo andare in bagno anch’io —afferma la mia ragazza con uan scrollata di spalle.
—Io e Jasper vogliamo sentire meglio. Ora fate piano.
È una scena comica. Riderei se non fosse stato inappropriato. Tutti e quattro siamo seduti sugli scalini in assoluto silenzio a origliare. Non ci azzardiamo a scendere di più per avere una via di fuga nel caso dovessero uscire dalla cucina.
 
Rosalie, non puoi essere seria! Non puoi buttare il tuo futuro alle ortiche. Vuoi aiutare la gente? Va bene, ma ci sono tanti altri modi…
 
Non è difficile riconoscere la voce della signora Hale e quello che sentiamo subito dopo ci lascia tutti senza parole.
 
È un problema!
 
Lui non è un problema, lui è una persona!
 
Subito dopo, qualcuno esce come una furia dalla cucina e sale le scale a passo pesante.
—Via, via, via —esclama a mezza voce Alice facendoci alzare tutti e correre nelle nostre stanze.
Alice e Jasper nella stanza di mia sorella mentre io trascino Bella nella mia.
Chiudo la porta nello stesso momento in cui un’altra viene aperta.
Rose? Perché piangi?
 
—Io lo avevo detto che la Signora Hale era una str…
—Bella —sibilo bloccandola. Lei mi guarda accigliata.
—Che c’è? È vero!? Ma l’hai sentita!
Si che l’avevo sentita… mi lamentai mentalmente guardando la porta chiusa come a voler vedere al di la, fino alla camera di Emmet e poi giù dove le voci concitate dei nostri poco graditi ospiti scomparivano dietro lo sbattere energico della porta d’ingresso.
—E il marito non è da meno. Rose la devono aver adottata perché non si spiega da dove è venuta fuori.
E si sdraia sul mio letto, si gira su un fianco e accende le casse subito le note di Beethoven aleggiano nella stanza.
Mi sistemo al mio fianco e chiudo gli occhi rivivendo la giornata. Era iniziata bene per poi degenerare. Se ripenso alle parole della signora Hale mi sale una tale rabbia… ha definito Emmet un problema, lui non è un problema. È un ragazzo speciale e merita di essere amato più di quella donna e suo marito. Mio fratello certo richiede impegno da parte nostra e da chi gli sta vicino, ma con uno sguardo o una parola, riesce a darti mille volte tanto quello che gli dai.
Lui è un problema? No loro sono il problema, loro e quella falsa aria di perbenismo, quel loro credersi superiori, quasi perfetti. Loro…
—Non ne vale la pena —la voce di Bella mi arriva bassa e dolce. Giro la testa e la trovo girata verso di me, una mano sulla mia guancia. —Non vale la pena stare male per colpa di gente come quella.
Ed è incredibile come tutta la rabbia scivola via come l’acqua sulla roccia.
 
La cena è più silenziosa del solito, i discorsi rapidi e concisi non fanno altro che mostrare la tensione che ancora aleggia in casa dopo la discussione. Emmet è l’unico che parla ininterrottamente senza aspettarsi che qualcuno gli risponda.  Ed era un bene.
 
Bella è rimasta da noi per la notte, ospite di Alice ed era con lei, che si era chiusa in camera un paio di ore fa. Sarebbe bello poter passare la notte con lei. Detto così può sembrare che voglia fare qualcosa di decisamente fisico e in fondo è una cosa che non mi dispiacerebbe ma non solo quello.
Finora ci siamo limitati ai baci e carezze, stiamo assieme da quasi tre mesi ed è presto per pensare di andare un po' oltre, o no? Per queste cose non c’è una tabella. Almeno ho letto così su un articolo di Cosmopolitan, era di mia sorella e lei lo aveva lasciato aperto sul divano. Chiunque lo avrebbe potuto vedere.
Spesso mi ritrovo a pensare a come sarebbe andare oltre. Bella è quella giusta, forse non è la donna della mia vita ma in questo momento è la ragazza con cui vorrei avere la mia prima volta.
Non trovo nemmeno le parole per spiegare come mi fa sentire, può suonare patetico, da femminuccia ma ho diciassette anni ho il diritto di esserlo.
Con questa determinazione mi ero perso nelle immagini di me e Bella quando la porta della mia stanza emette un basso cigolio.
Infastidito mi alzo sui gomiti e fulmino l’ombra che entra e si richiude la porta alle spalle. Perché mi devono disturbare in certi momenti?
— Edward, sei sveglio?
Magari per questa volta non mi arrabbio.
— Bella?
Assottiglio lo sguardo e riconosco la sua figura magra avvicinarsi al letto fino a salirci sopra, scosta le coperte e s’infila al mio fianco.
— Bella, se i miei ci scoprono…
— Non stiamo facendo nulla di male e poi i tuoi sono profondamente addormentati. Non smetterò di ripeterlo ma non avrei mai detto che tua madre, tutta fine e perfettina, russasse come un ghiro.
— Mai giudicare un libro dalla copertina — dico mentre mi sdraio e prendendola tra le braccia. — Giornata particolarmente ricca di eventi, vero?
— Già — concorda, sistemandosi meglio tra le mie braccia. Poggia il capo sul mio petto e aderisce completamente al mio corpo. Mi ritrovo a deglutire e a sudare freddo. Solo due secondi prima stavo facendo certi pensieri con me e lei nel mio letto e ora mi è plasmata addosso! Non posso certo controllare le reazioni naturali del mio corpo mi devo allontanare leggermente e con disinvoltura per non darle sospetti. Purtroppo mi sono dimenticato con chi ho a che fare.
— Vuoi sapere che ci siamo dette io e Alice?
— Qualsiasi cosa metta in imbarazzo mia sorella la devo assolutamente sapere — non fanno mai male una o due frecce in più al mio arco.
— Preliminari prima del sesso.
Ammutolisco e avvampo, letteralmente, come una femminuccia. Non ero preparato a questo.
Il destino, il fato, il caso o chiunque ci sia la sopra mi sta giocando un brutto tiro, decisamente brutto. Prima mi metto a pensare a noi mentre lo facciamo e poi arriva lei, si sdraia contro di me e mi parla di preliminari. Io non ce la faccio! Il mio amico dei paesi bassi non ce la fa!
— Tu lo hai mai fatto? — mi chiede di punto in bianco.
Ed io che le dico? Sì, soprattutto nelle ultime settimane? Le apparirò come un allupato.
— E tu lo hai mai fatto? — non si dovrebbe rispondere a una domanda con un'altra…
— Sì, qualche volta — mi confessa con disinvoltura. Deglutisco a vuoto mentre immagini a luci rosse, con lei come protagonista, affollano la mia mente.
— E... E chi immaginavi? — chiedo con voce roca per l'eccitazione. Lei sorride maliziosa.
— Vedi per colpa di un certo ragazzo… la notte faccio certi sogni su di lui e mi sveglio con delle necessità... — ma non la lascio finire che le tappo la bocca con un bacio pieno di desiderio e la stringo a me per farle capire le condizioni in cui mi ha ridotto. L’ansia è sparita e ora siamo solo due ragazzi alle prime armi che si vogliono conoscere.
— Anche tu hai popolato molto i miei sogni — soffio a un palmo dalle sue labbra. Questa sera sono particolarmente invitanti e l’unica cosa che voglio fare è intrappolarle tra le mie e tenerle prigioniere fino a domani mattina, poi il discorso non aiuta a tenere i miei ormoni sotto controllo.
— E chi ti dice che sei tu? — la guardo stranito. Chi ha osato sognare?
Bella scoppia a ridere — Dovresti vedere la tua faccia! È impagabile — esclama tra una risata e l’altra. Sta a vedere che mi sta prendendo il giro.
— Tu piccola malandrina — sibilo mentre inizio a farle il solletico, ma lei mi guarda seria.
— Non soffri il solletico? — lei diniega e si stampa in faccia un sorriso sbarazzino.
— Io no, ma tu si — e senza preavviso mi salta sopra a cavalcioni iniziando a muovere le sue manine nei punti nevralgici. Mi contorco sotto il suo tocco.
— Sm… smettila — bisbiglio afferrandola per le mani. Lei stringe le labbra tra loro per contenere le risate.
— Mi piaci tanto, Bella Swan.
— Anche tu mi piaci, Edward Cullen.
 

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Il prossimo sarà l'ultimo capitolo e questa storia sarà finina :(

questo è lo spot a cui mi riferisco.

http://www.youtube.com/watch?v=p9Bu8Yccw4E

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Capitolo 19
*** …: Donna avvisata, mezza salvata :… ***


Eccomi! Avevo detto che questo sarebbe stato l'ultimo capito. Bene, non lo è. Bella si è infuriata perchè le ho dato poco spazio e Edward non è riuscito a calmarla e così eccomi qui con un capitolo tutto suo. E' piccolo piccolo ma abbiamo una visuale su quello che sente Bella. Spero vi piaccia.
Il prossimo sarà davvero l'ultimo, purtroppo.
Vi ricordo la mia pagina FB per spolier, informazioni e tutto quello che vi serve.


Buona lettura!



…: Donna avvisata, mezza salvata :…

 

 

 

Quella sera abbiamo imparammo a scoprirci. Ai primi gesti impacciati e insicuri si sostituirono quelli più consapevoli e sicuri di uan coppia che diventava sempre più complice. Era bello e ogni volta mi sento sempre più legata a lui e il nostro rapporto si è rafforzato.

 

Il giorno di Capodanno avevo letto che questo sarebbe stato l’anno più importante della mia vita e per la prima volta ci hanno azzeccato.

 

Avevo conosciuto Edward, Alice e avevo ripreso in mano la mia vita, letteralmente. Mia madre mi aveva condizionato la vita anche troppo ma senza il loro arrivo chissà quanto ci avrei messo a capirlo da sola e a uscire dal mio guscio.

 

Anche Jake è rimasto sorpreso dal mio cambiamento e anche un po' offeso, non era stato lui, l’amico di sempre, a farmi riprendere ma gli è passata presto. Era felice per me.

 

Con uno sbuffo, cambio posizione sul letto e poggio la testa sulle mani chiuse a pugno.

 

Solo ora mi rendo conto di quante cose stessi perdendo escludendo tutto e tutti dalla mia vita. Anche la rabbia se non è svanita è comunque diminuita. Certo cinque anni non si possono cancellare così con un colpo di spugna ma m’impegno e sto ricominciando a vivere davvero.

 

Prima lasciavo che fossero il risentimento, il dubbio, la paura a guidare la macchina della mia vita, ora ho messo le mani sul volante e vado dove voglio io. O almeno la maggior parte delle volte perché gli esami di fine anno mi stanno mandando fuori di testa. Come faccia Edward a stare così calmo proprio non lo so. Okay, forse lo so, lui ha studiato sempre e non è rimasto indietro come la sottoscritta.

 

— Bella! Hai visite! — urla papà dal piano terra.

 

— Alleluia — esclamo balzando giù dal materasso e precipitandomi giù per le scale. Quanto ci ha messo ad arrivare?

 

Papà è tornato alla sua partita ed Edward è fermo all’ingresso, con lo zaino su una spalla, una mano stretta a tenere la spallina e l’altra nella tasca dei pantaloni.

 

In un altro momento mi sarei soffermata su quanto sembrasse un modello con quella posa naturale ma al momento ho un problema più grosso. Edward, appena mi sente scendere le scale mi sorride raggiante e visto come si sporge credo si aspetti il solito saluto ma non c’è tempo per quello. Lo prendo per la spallina e lo spingo con me su per le scale fino in camera mia senza dare retta alle sue proteste. Una volta dentro chiudo la porta.

 

— Ciao, anche a te, Bella — borbotta una volta che mi fermo. Raggiungo il letto su cui sono sparpagliati diversi fogli e il libro di matematica.

 

— Mi devi spiegare questa cosa — dico senza dargli retta. Certe volte penso che potrebbe piantarmi in asso per come lo tratto in alcune occasioni ma poi mi dico che lui sa benissimo come sono e che sapeva i rischi che correva mettendosi con me.

 

Il mio motto è: tutto o niente.

 

Lascia cadere lo zaino a terra mentre prende il libro e mi guarda con un sopracciglio alzato e un sorriso sfrontato sulle labbra. Ricambio il suo sguardo chiedendomi cosa gli frulli per la testa.

 

Negli ultimi mesi l’Edward più timido e riservato ha fatto posto a un altro Edward più impertinente e quel sopracciglio arcuato e quel sorrisetto, che quando lo fa, mi verrebbe voglia di prenderlo a schiaffi e chiuderlo in camera con me per il resto della giornata allo stesso tempo, sono un chiaro segno che il nuovo Edward ha preso possesso di quello vecchio.

 

Alla dottor Jekyll e Mr. Hyde, per intenderci.

 

Con un dito infilato nella pagina incriminata, chiude il libro e incrocia le braccia al petto e divarica leggermente le gambe in una posa che al posto di essere minacciosa, mi suscita l’esatto opposto. Pensieri smielati, tanto che mi si è formata la carie sui denti, affollano la mia mente mentre nuvolette rosa, cuoricini rossi e arcobaleni sostituiscono il grigiore del cielo di Forks. Se potessi, mi tirerei un pugno in faccia da sola.

 

Da quando ho iniziato a essere così, così… Bleah!

 

Ma è bello e per quanto mi faccia sentire una di quelle stupide ragazzine, tutte ormoni e romanzetti rosa, non cambierei questa situazione per nulla al mondo.

 

— È così che saluti il tuo ragazzo?

 

È il solo che con una frase riesce a farmi sentire in colpa, come nemmeno mio padre c’è riuscito quando mi stava insegnando a guidare e, facendo la retromarcia, avevo preso un pieno un fungo di cemento.

 

Dispiaciuta, gli cingo il collo con le mani e lo bacio sulle labbra mentre sorride trionfante. Lo sento abbandonare la sua posa e ricambiare la mia stretta sui fianchi e non ci mette molto a rendere il bacio più profondo.

 

Quando ci stacchiamo, le mie guance sono letteralmente in fiamme, come le sue del resto. Sorride felice e quel sorriso fa felice anche me. Come ho detto, sto diventando molto smielata. 
Mi bacia la punta del naso prima di lasciarmi andare e sventolarmi il libro davanti agli occhi.

 

— Ti dirò lo stesso che ho detto a mia sorella. Se v’impegnaste un po' di più durante l’anno, non arrivereste all’ultimo momento senza riuscire a fare esercizi così semplici.

 

Tutto o niente… e così prendo anche quel lato da irritante paparino di Edward che esce in questi momenti. Sistemo la maglietta e alzo gli occhi al cielo per poi lasciarmi cadere sul letto. — Bla, bla, bla… okay, ora però spiegami l’esercizio. Per favore — aggiungo dopo la mia occhiataccia.

 

Sghignazza e si mette al mio fianco recuperano un foglio bianco e una penna.

 

— Allora, non è difficile… — e passiamo la seguente ora a cercare di farmi entrare in testa quelle stupide e inutili regole di matematica.

 

Che poi a cosa serve sapere quanto fa la radice quadra di X più uno, fratto, due per la radice quadra di X più uno, meno uno uguale a tre, nella vita vera?

 

Non andrò mai dal panettiere o da un commesso in un negozio a chiedergli il pane o un paio di pantaloni in questo modo.

 

— Bravissima, visto che non era difficile? — si congratula con me dopo essere riuscita a risolvere un esercizio senza il suo aiuto. Annuisco con enfasi, fiera di me stessa per aver sconfitto per una volta la matematica.

 

— No, sono un genio — affermo scatenando la sua risata.

 

— Certo, hai ragione, Einstein.

 

Rido con lui e butto i fogli e il libro a terra per potermi sdraiare comodamente sul materasso. Edward non si lascia pregare e si sistema al mio fianco arpionandomi i fianchi.

 

— Non mi merito un premio? — mormoro a un soffio dalle sue labbra. Cavolo quando gli sono così vicina diventano una calamita per me.

 

Lui sembra pensare la stessa cosa delle mie perché non smette di fissarle con bramosia ma prima che potesse annullare le distanze, si blocca con un’ombra a oscurargli il viso.

 

— C’è tuo padre da basso.

 

Mi faccio più vicina, adagiandomi contro di lui e sorrido sorniona.

 

— Alla tele danno la partita della sua squadra preferita. Nemmeno un terremoto lo schioderebbe dal divano.

 

Rassicurato, riprende da dove si era interrotto. Con mia grande soddisfazione.

 

È il mio principe azzurro che è arrivato nella mia vita, galoppando sul suo cavallo bianco, e mi ha salvato da me stessa e dagli errori che stavo facendo. Gli sono grata per tutto quello che fa per me, molte delle volte inconsapevolmente.

 

Se solo una ragazza prova ad avvicinarlo per provarci, avrà vita breve. Parola di Bella Swan.

 

Donna avvisata, mezza salvata.

 

La mano di Edward scende lungo i miei fianchi fino a infilarsi sotto la maglietta di cotone facendomi rabbrividire. Mi sento bene, sono in pace con il mondo. Sorrido mentre mi do della drogata. È la mia droga e ne sono assolutamente dipendente.

 

Non ho mai provato a usarla ma come degna figlia di uno sceriffo ne conosco i sintomi e le conseguenza ed Edward mi fa sentire come quelle persone che mettono la loro vita nelle mani di quella polverina bianca.

 

 

 

 

Ovviamente il momento non poteva durare molto, doveva esserci qualcuno a rovinare il momento.

 

Il rumore della porta che si apre di colpo ci fa sobbalzare ma non facciamo a tempo ad allontanarci che mio padre fa capolino all’interno.

 

— Bella, sai che non… — inizia a dire Charlie ma si blocca a vederci. Una mano di Edward è sulla mia pancia - ancora sotto alla maglietta! -, e le mie sono sul suo petto. In più le labbra rosse e il mio viso che assomiglia a un pomodoro, non lasciano dubbi su quello che stavamo facendo.

 

Papà assume la posa da capo sceriffo barra padre super-iper-protettivo barra geloso e tuona: — Allontanati lentamente dal letto e da mia figlia, Edward Cullen, e siediti alla scrivania.

 

Okay, questa volta papà ha fatto venire i brividi lungo la schiena pure a me ma mi riprendo presto e riservo al mio genitore uno sguardo truce.

 

Nonostante abbia accettato bene Edward, è pur sempre un padre e questo va bene, ma deve capire che non ho più cinque anni! Chissà che farebbe se sapesse fin dove ci siamo spinti io e il mio ragazzo.

 

L’obiettivo della sua furia fa come gli è stato ordinato e si siede rigidamente sulla poltroncina come un imputato in attesa della sentenza. Fortuna che nello stato di Washington la pena capitale è stata abolita.

 

— Avete finito di studiare? — chiede rivolto al mio ragazzo. Lui nega con il capo e farfuglia qualcosa una serie di parole sconnesse tipo: esercizi, pausa, riprendere, esami…

 

Papà annuisce e apre la porta del tutto fermandola con il fermaporta a forma di maialino che mi aveva regalato dopo un viaggio a Seattle quando avevo quindici anni.

 

— La partita è finita, io starò nella mia stanza che è questa qui a fianco — sottolinea con uno guardo eloquente fissando Edward. Lui deglutisce e annuisce.

 

— Papà non ti sembra di esagerare giusto un po'? Era solo un bacio! — m’intrometto decisa a difendere il mio assistito.

 

Ora lo sguardo assassino è rivolto a me. Mamma mia, sono tornata nell’ottocento per caso?

 

— Aveva le mani sotto la tua maglietta. Ai miei tempi non ci comportava così alla vostra età.

 

Trattenni una risata. — Infatti, stavi per diventare padre alla mia età.

 

Charlie punto in viso e in visibile imbarazzo fece un passo indietro, tornando nel corridoio e quel gesto sembra fargli riprendere tutta la sua sicurezza. — Dettagli. Mia la casa, mie le regole. Porta aperta e tu — dice additando Edward che se possibile diventa ancora più pallido — ti tengo d’occhio — conclude portando l’indice e il medio all’altezza dei suoi occhi e poi a quelli del ragazzo, imitando uno di quei wrestler alla tele, e finalmente se ne va.

 

Edward rimane a fissare la porta aperta anche dopo che mio padre se n’è andato da diversi minuti. Bocca aperta, occhi sbarrati e mani sui gioielli di famiglia.

 

Sventolo una mano davanti al suo viso e sembra ridestarsi. Sembra, perché si gira verso di me senza perdere lo sguardo terrorizzato.

 

Sbuffo e gli chiudo la bocca con un gesto secco e gli sorrido cercando di rassicurarlo.

 

Recupero la seggiola a dondolo e mi sistemo al suo fianco.

 

— È tutto fumo, niente arrosto, lo dovresti sapere. Ti reputa un bravissimo ragazzo e non permetterà che ci molliamo per paura di ritrovarsi un punk tatuato, che potrebbe avere una pessima influenza su di me, alla sua tavola.

 

La sua espressione si fa pensierosa e poi gli occhi scintillano di una nuova consapevolezza e finalmente esce dal suo stato di torpore.

 

— Non vi sento più parlare! — la voce profonda di mio padre ci fa alzare gli occhi e scoppiare a ridere.

 

Edward si rilassa sulla sedia e mi guarda con gli occhi che brillano.
Per la prima volta negli ultimi cinque anni posso dire di essere davvero felice. Lungo la strada della mia vita ci saranno sempre dei dossi che mi obbligheranno a rallentare o dei cantieri che mi obbligheranno a cambiare strada ma ora so che posso farcela, che posso schiacciare l’acceleratore e superare ogni cosa.

Grazie, Edward.









Se su una spiaggia mentre osservi il tramonto facessi un incontro speciale?
Ho pensato a come deve essere passare le vacanze estive per una persona che non può, per cause di forza maggiore, passare una giornata sotto il sole come fanno tutti ed è uscito questo...spero vi piaccia^^
Dal capitolo:
Sognavo che un giorno avrei potuto correre sotto il sole, andare alla spiaggia a nuotare e poi asciugarmi sulla sabbia, pranzare in un parco mentre i raggi del sole sfioravano la mia pelle come delle carezze. Un sole che mi era amico insomma. Ma la realtà era ben diversa.
 


Quando un compito ti può cambiare la vita.
Dal capitolo 1:
« Cullen, Swan! In coppia ».
Nello stesso momento due persone, un ragazzo e una ragazza, alzarono la testa di scatto e guardarono la professoressa con occhi sbarrati, come se davanti a loro avessero il demonio in persona.
La professoressa ignara della reazione provocata, camminò tranquillamente verso la ragazza mora poggiando un bambolotto sul suo tavolo. [...]
« Per le prossime due settimane sarete i genitori di questa tenera bambina » annunciò sorridente la donna continuando poi il suo giro.
 


« Senta… » iniziai raccogliendo tutto il coraggio « io avrei un paio di gruppi che vorrei davvero lei sentisse » ma mi bloccai quando vidi il suo sguardo esasperato mentre poggiava la tazza di caffè sul tavolo di vetro. Il rintocco che ne seguì risuonò come una marcia funebre nella mia mente.
« Ho i postumi della sbornia, sette linee telefoniche che suonano e una ragazza che non capisce che è stata solo una questione di una notte… »
«Ho afferrato il concetto » lo interruppi incassando il colpo e dandogli le spalle feci per uscire dalla stanza.
« Swan, » mi richiamò e io mi voltai speranzosa. 
Il mio capo mi squadrò da capo a piedi prima di dire « sei carina » commentò facendomi arrossire, tanto da assomigliare a un peperone, a causa del complimento inatteso e soprattutto per l’inopportunità della cosa. « Slacciati un bottone e ti faccio partecipare alla scelta mattutina dei nomi ».
Lo guardai come se fosse pazzo e sperai con tutta me stessa di aver capito male.
« Un bottone e una canzone » ripeté confermando che avevo capito bene la sua richiesta.
 


« Le tre regole d’oro delle ragazze dello chalet. Prima regola: niente amici nello chalet. Seconda regola: feste finché vuoi, basta che la colazione sia sul tavolo alle otto in punto. Se non ti svegli, fai i bagagli. Terza regola: non si va a letto con i clienti. Salvo che non siano in forma o ricchi o che ci provino ».
« In pratica, ci sono solo due regole ».
« In pratica ».
 


Ti accarezza con lo sguardo, manca così poco per toccarvi.
Lo desideri il suo tocco, lo brami.
E quasi ti senti una sciocca per volerlo.
 


lei era il bersaglio degli scherzi di lui, lei una bimba timida e ciocciottella che vedeva in lui il suo peggiore incubo. Che succede se lei se ne va, per tornare solo otto anni dopo? è tutto come prima o per una qualche ragione nascerà qualcosa di bello?
Dal capitolo:
Lei che stava porgendo la mano si blocca come fulminata- I-Ian?- la guardo interrogativo non capendo il suo cambiamento repentino, che le è preso? 
Si schiarisce la gola - Ian…Knight?- a quanto pare le hanno già parlato di me. Sorrido strafottente.
-il solo ed unico- sbianca completamente.
 


Ancora prima di formulare un pensiero, il mio corpo scatta e il cervello da ordine ai piedi di muoversi e con l'ombrello copro la sua esile figura. Il suo profumo mi colpisce come un pugno in faccia, mi beo di quel momento.
Il mio corpo freme di desiderio, ne vuole di più, sempre di più, desidera un contatto più profondo, desidera prenderla e portarla in un posto solo per noi, dove lei é solo mia, dove io sono solo suo, dove lei suona solo per me.
- bisogno di aiuto signorina? - dico con voce resa roca dal turbinio di emozioni che sono in atto dentro di me.
Passione. Desiderio. Bramosia. Dolcezza. Tenerezza. Senso di protezione. Possesso. Devozione.
I suoi occhi, blu come un cielo d'estate, incatenano i miei e non posso impedire alla mia mente di ritornare al primo giorno che la vidi.
 


Extra dalla mia storia "Beastly". Daniel è un vampiro da molti secoli condannato a una vita di tenebre contro la sua volontà. E' una bestia. Tutto cambia quando, lungo il suo cammino incontra Isabel, giovane matricola della Dartmouth.


Bella è una normale ragazza che vive a Forks da sola e un giorno d'estate scopre che il mondo in cui è vissuta fino ad ora era solo una piccola parte di quello che è realmente...
 


- ONE SHOT DELL'ESTATE -
Un viaggio in solitaria che porterà una ragazza alla scoperta di un mondo che neanche immaginava. Quello che pensava fosse solo una favola per bambini è in realtà un mondo nascosto, ai più. Un'avventura che la porterà a conoscere qualcuno che le mostrerà questo misterioso nuovo mondo.
Dalla storia:
Giocherellai con la piccola collana che portavo al collo. Era molto semplice, fatta con frammenti di corallo rosso da cui pendeva una metà di conchiglia, simile al nautilus, ma più piccola, e al centro una bellissima perla. Non so com’era possibile, ma questa cambiava colore in continuazione, col tempo avevo associato la cosa all’influenza dell’umore, come quegli anelli che vedono lungo le spiagge o nei negozi di souvenir. Ogni volta che provavo forti emozioni, il suo colore cambiava.
Come ne ero venuta in possesso? Beh, questa è una bella storia.


- Oddio!oddio! Edward ho paura - mormorai avvinghiandomi al braccio del mio ragazzo.
Mi aveva convinto a entrare in quell’edificio che sembrava aver scritto a caratteri cubitali “abbandonate ogni speranza voi che entrate” ma che il mio adorato ragazzo, a quanto pare, non aveva visto. Dovrò suggerirgli una visita dall’oculista mi appuntai mentalmente una volta che saremmo usciti da quell’inferno.


Ispirato alla Bella e la Bestia.... Isabel sta per partire per l'università dove farà nuove conoscenze, nuove amicizie e qualcosa di più.... ma non tutto è come sembra.
Dal capitolo:
Isabel s’imbarcò sull’aereo con sentimenti contrastanti. 
Gioia, per l’inizio di una nuova esperienza. Tristezza, per dover salutare suo padre e i luoghi dove era cresciuta e che l’avevano fatta sentire al sicuro. Timore, perché aveva come il presentimento che qualcosa sarebbe successo e che questo le avrebbe sconvolto l’esistenza, in bene o in male ancora non lo sapeva.


C’era una volta una bambina tanto vivace quanto sbadata, correva sempre anche per andare da una stanza all’altra, i genitori non sapevano come farla stare ferma soprattutto perché aveva la tendenza a sbattere contro oggetti fermi e inciampare sui suoi stessi piedini ed erano preoccupati che potesse farsi molto male, ma la amavano tanto e quando la vedevano a terra a piangere per l’ennesima caduta la rassicuravano e le davano un bacino sulla bua per fargliela passare e la piccolina rassicurata tornava felice a saltellare per la casa o il giardino mentre i genitori amorevoli, aspettavano la successiva caduta.
In un girono di fine giugno correva nei campi col suo fratellone, quando….


“Ennesima tragedia! " così ha esordito questa mattina Emilio Fede al TG4.
Non vuole essere offensiva o altro è solo una cavolata scritta dopo aver visto "una notte al museo 2" dove i doppiatori italiani hanno modificato alcune battute

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