Overboard

di GiveMeAPen_
(/viewuser.php?uid=107073)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Temporale ***
Capitolo 2: *** La vigilia di Natale ***
Capitolo 3: *** Una canzone nel bel mezzo della notte ***
Capitolo 4: *** Gamba rotta ***
Capitolo 5: *** Quando sono con te ***
Capitolo 6: *** Oh my Bieber... ***
Capitolo 7: *** I miei due eroi ***
Capitolo 8: *** Paparazzi ***
Capitolo 9: *** Overboard ***
Capitolo 10: *** I hate your father ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Happy ***
Capitolo 13: *** Don't cry! ***
Capitolo 14: *** Quella scatola parlante che i giovani chiamano ***
Capitolo 15: *** Our first kiss ***
Capitolo 16: *** La partenza ***
Capitolo 17: *** Our Song ***



Capitolo 1
*** Temporale ***


Temporale

Ero al cellulare,come era mio solito quando trovavo un po' di tempo libero. Il tempo,fuori dall'auto,era pessimo. Pioveva a catinelle e il cielo continuava ad illuminarsi ogni cinque secondi. Stranamente,però,tutto ciò non mi dava fastidio. Anzi,mi rilassava. Era come se il tempo si fosse fermato. Tutta quell' "oscurità" mi faceva sentire al sicuro,in qualche strano modo. Era come se "Justin Bieber",il cantante famoso,se ne fosse andato ed avesse lasciato spazio solo a me. Ero semplicemente Justin in quel momento ed adoravo starmene tranquillo e riposarmi per un po'. In fondo,sono un essere umano anch'io,no? Proprio mentre stavo pensando a questo,udii un tonfo. L'auto di botto si fermò,facendomi sbattere contro il sedile davanti,dove era seduto Kenny.
"Che succede?" chiesi,preoccupato.
"Dev'esserci qualche problema. Resta dentro,vado a controllare" disse lui,uscendo.
Cosa sarebbe successo se fossimo rimasti bloccati in mezzo alla strada? Ci trovavamo in un paesino sperduto chissà dove,in un posto talmente sconosciuto,da non essere nemmeno sulle cartine geografiche. L'unico problema era che Usher e gli altri mi aspettavano per registrare a chilometri e chilometri di distanza ed io ero fermo lì,impotente di fare qualcosa. Dopo qualche minuto Kenny rientrò.
"Siamo bloccati. Dobbiamo scendere e chiedere aiuto a qualcuno,se non vogliamo rimanere qui fino alla fine della nostra vita".
Io sospirai e scesi. Mi infilai il cappuccio della felpa e mi osservai intorno:non c'erano bar,negozi o qualsiasi altro posto dove poter chiedere aiuto. L'unica cosa che vidi fu una casetta,in lontananza,dispersa in mezzo alla nebbia.
"Kenny,guarda là" dissi,indicando un punto preciso.
"Andiamo" disse lui,correndo verso la casa. Io lo seguii,anche se era difficile camminare in mezzo alle pozzanghere e diciamo che quel giorno non mi sentivo esattamente "atletico". Quando arrivammo davanti alla porta,Kenny bussò con forza,ma non venne ad aprire nessuno. Allora ritentò e questa volta la porta fu aperta da una signora sui settant'anni,con i capelli bianchi,le occhiaie ed un viso simpatico. Ci accolse con un sorriso.
-Oh,entrate subito! Piove a dirotto!-.
Così ci fece strada fino al salotto,dove ci sedemmo sul divano. Poi ci portò due tazze di cioccolata calda fumante. Cominciai a sorseggiarla:era davvero buona!
"Grazie mille per l'ospitalità. Sa per caso dove possiamo far riparare la macchina?" disse Kenny.
Lei si mise a pensare,sedendosi accanto a noi.
"Non ci sono meccanici...nemmeno benzinai,nelle vicinanze. In questo paese ci accontentiamo di poco" disse.
"Come fate a spostarvi in macchina?" chiesi io,sorpreso.
"Camminiamo. O utilizziamo la bicicletta. Però so che c'è un meccanico,a cinque chilometri da qui. Potreste provare ad andarci".
"L'auto non funziona! Come dovremmo fare?!" quasi urlò Kenny,appogiando la tazza sul travolino di fronte.
"Non so...potreste rimanere qui per stanotte,non mi farebbe male un po' di compagnia. Poi,domani,verranno mio figlio con la sua famiglia per la cena di Natale...potrebbero accompagnarvi fino al meccanico con la loro auto" propose la vecchietta. Ero talemente impegnato,che mi ero qusi dimenticato che fosse la vigilia di Natale.
"D'accordo" accettò Kenny,senza nemmeno chiedere il mio parere. Non feci nemmeno in tempo a parlare,che la tizia aveva già portato la mia guardia del corpo a vedere la stanza in cui avremmo dovuto dormire.
"Da non credere " mi dissi. Poi pensai che avrei dovuto avvisare mamma. Conoscendola,adesso si stava sicuramente strappando i capelli,dato che eravamo in un ritardo pazzesco.
Tuuu. Tuuu. Tuuu.
"Justin,dove sei? Vieni subito! Dovevi essere qui mezz'ora fa! Avete avuto dei problemi?". Fece queste domande a raffica,una dopo l'altra.
"Calma,calma! Eravamo in auto,quando...ci siamo bloccati in mezzo alla strada".
"Un incidente? Non ci credo! Stai bene,amore?". Odiavo quando mi chiamava amore.
"No,no! Nessun incidente! L'automobile si è fermata! Non potevamo restare sotto la pioggia,così adesso siamo in casa di una vecchia signora!".
"Lo sapevo:dovevi venire con noi! Invece no! Invece dovevi fare le interviste! Ed adesso eccoti nei pasticci!".
"Non ti arrabbiare! Non è certo colpa mia!".
"Io ti avevo detto di venire con noi,invece in questo modo hai costretto Kenny a rimanere ad aspettarti per ore e quando finalmente stavate arrivando in studio,dove tu DOVRESTI essere ora,l'auto si è fermata! Tutto questo perchè?".
"Ehm...perchè?".
"Tutto questo perchè quei giornalisti strampalati avevano bisogno di foto per i loro schifosissimi giornali di falsi gossip!". Per un momento avevo penasto che ce l'avesse con me. Mi era andata bene. Comunque,se l'auto aveva dei problemi non era certo colpa dei giornalisti. Però non potevamo incolpare noi stessi. Ahah.
"Dove vi trovate esattamente?".
"A poca distanza da dove ci trovavamo prima per il concerto gratis. Credo che questo sia un paese sconosciuto".
"Spiega meglio!".
"Okay!". Sospirai. Quando stavo per riprendere la comunicazione,mi accorsi che la telefonata era terminata. 
"Batteria scarica?!". Gettai il cellulare sul divano,dove poi mi sedetti io. Ero finito. Totalmente. Poi però mi ricordai di avere il carica-cellulare(se così si chiama. Non sono di certo un esperto di grammatica)nel borsellino che avevo lasciato in auto. Perfetto:l'auto era lontanissima dalla casa. Doveva essere spostata immediatamente,o avrebbe bloccato il traffico. Anche se di traffico,in quel luogo,non ce ne sarebbe stato mai molto.
Annoiato,salii le scale e raggiunsi gli altri due. Li trovai in una stanza spaziosa,somigliante a qualcosa di simile ad una stanza degli ospiti. I letti erano due e spaziosi,mentre gli altri mobili erano di un particolare verde acqua. Le pareti erano dello stesso colore e il pavimento era perfettamente lucidato. Guardai meglio il comodino a destra del letto che poi sarebbe stato il mio e vidi un foto. Ritraeva due ragazze,una più piccola e l'altra più grande. Quella maggiore era carina e sembrava avere più o meno la mia età. Aveva dei lunghi capelli castani e mossi e nella foto indossava una bellissima maglietta viola. Quella più piccola,invece,aveva i capelli più chiari e gli occhi incredibilmente azzurri. Era vestita di blu ed abbracciava l'altra ragazza.
La vecchietta si accorse del mio interesse per la foto e mi disse,orgogliosa:
"Sono le mie nipotine,Clarissa e Rose. Sono così belle,non è vero?".
Io arrossii,senza saperne con esattezza il perchè ed annuii.
"Che ne pensi della stanza?" mi chiese la donna.
"E' perfetta,signora...".
"Puoi chiamarmi Signora Scarlett o più sempliemente Violet".
"E' perfetta,Violet" mi corressi.
"Sei così carino!" mi disse,stropicciandomi le guance. Hey,non ero mica un pupazzetto!
Mi limitai a sorridere forzatamente,ma dentro di me avrei voluto tirarle quel cellulare che avevo in mano sulla sua bella testolina. Poi mi resi conto che  i miei pensieri erano troppo malefici e cercai di pensare ad altro. Guardai l'armadio. Su uno dei cassetti in basso erano incise due lettere:C&R...come Clarissa e Rose! Sorrisi,ma questa volta spontaneamente. 
"Che ne dite se scendiamo?" propose Violet.
"Okay" dissi io,ancora nel mondo dei sogni. Come ci ero arrivato? Tutto per due lettere. Certe volte non mi capisco. 
Quando arrivammo di sotto ci chiese se volevamo aiutarla a preparare l'albero di Natale,che non aveva ancora preparato. L'aveva solamente messo in un vaso in un angolo del salotto. Ora mancavano le decorazioni. Prendemmo da una grossa scatola palline,stelle,striscie di vari colori ed altro per abbellire l'albero. In un certo senso mi sentii ancora una persona comune. Era una bella sensazione. Dissi a Kenny della chiamata a mia madre e mi disse che l'avrebbe telefonata lui il giorno dopo.
Proprio mentre stavo per mettere la stella sulla cima dell'albero,il telefono di casa cominciò a squillare.
Violet rispose. Fece una faccia meravigliata e quando riagganciò,ci annunciò,contenta:
"Arriveranno tra meno di un'ora!".

Spazio autrice

Ciao a tutti!

Bene,se siete arriavti qui,vuol dire che avete letto tutta "questa roba" fino alla fine XD

E' da un po' di tempo che avevo in mente l'idea di Juss o comunque di una persona famosa che bucava la gomma o una cosa simile ed era costretto a rimanere in una casa *.* Comunque sia,ecco quello che è uscito!

Spero solo di riuscire a continuare presto,possibilmente entro una settimana ;)

PER FAVORE,recensite,ho bisogno di sapere se vi piace oppure no!

Ringrazio in anticipo chi leggerà e,se ci sarà,chi lascerà una recensione.

Baci,Sofy<333

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** La vigilia di Natale ***


La vigilia di Natale

Mi sentivo agitato. Più di quanto lo fossi mai stato. Ero curioso di vedere la famiglia di quelle due ragazze,che avevo visto di sfuggita,in quella fotografia in camera nostra.
Non so nemmeno io perchè mi fossi sentito così in ansia,in fondo era solo una ragazza. Sapevo solo che si chiamava Rose ed era bellissima.
Violet mi afferrò per il braccio e mi porto davanti ad una serie di scaffali.
"Prendi piatti,forchette,coltelli ed apparecchia perfettamente la tavola".
Apparecchiare la tavola? Ehm...non ero molto esperto,ma ci provai lo stesso.
Così,dopo essermi quasi tagliato un dito con il coltello e infilzato l'occhio destro con una forchetta,completai la mia "opera".
"Sì,può andare" commentò lei,mentre portava piatti e pitanze sulla tavola. Intanto Kenny stava spolverando di qua e di là,come una vera e propria cameriera, Non l'avevo mai visto così e mi misi a ridere.
"Siediti e se vuoi guarda quell'aggeggio che voi giovani chiamate televisione" mi disse Violet,indaffarata a scegliere il vino migliore.
"Veramente tutti la chiamano così" le dissi io,divertito.
"Non importa".
Accesi quell'aggeggio che la gente chiama televisione e mi fermai su MTV. Trasmettevano un'intervista. Ero io la persona intervistata.
Per fortuna che adesso mi stavo rilassando. Certo,nella casa di una vecchietta (molto) strana,ma pur sempre rilassando.
Ad un tratto il campanello suonò ed il mio cuore prese a battere. Istantaneamente mi alzai in piedi e Violet mi disse di andare ad aprire.
Camminai velocemente verso la porta e mi ritrovai davanti due ragazze,con un uomo alto a destra ed una donna a sinistra. Erano tutti vestiti molto bee,a partire dal padre,in giacca e cravatta. La madre aveva un vestito lungo ed azzurro,nuovo di zecca. Le due ragazze erano forse quelle vestite più semplicemente,con dei maglioni di lana per il freddo e dei blue-jeans.
Rimasi fermo a fissarli per qualche secondo. Incrociai lo sguardo di Rose,che mi guardava sorpresa. Mi aveva riconosciuto,ne ero certo.
Non li feci rimanere al freddo e al gelo per altro tempo. Mi spostai e loro entrarono.
"Ti ho già visto da qualche parte..." disse l'uomo,esaminandomi dalla testa ai piedi.
"Anch'io!" esclamò la donna,portandosi una mano alla bocca,quasi come se avesse appena viso un alieno.
"Tu sei..." non lasciai finire la ragazza più piccola e completai la frase per lei. "Justin Bieber".
"OH SANTO CIELO!" sillabò Rose(la quale non mi rivolse la parola per tutta la serata...),sgranando gli occhi.
"Avete visto chi c'è? Gli si era fermata la macchina,così l'ho fatto entrare!" Violet mi prese per l'ennesima volta le "guanciotte" e mi guardò con tenerezza. Sembro così tanto un orsacchiotto di peluche?!
"Ehm..." non sapevo che dire,ero imbarazzato.
"A tavola!". La nonna (ormai mi sembra il caso di chiamarla così,dato che mi tratta come se fossi il suo nipotino sperduto) andò nel salone e si sedette.
Mi disse di mettermi vicino a lei e io lo feci. Gli altri ocuuparono le sedie rimanenti,così Rose,per mia fortuna,non ebbe altra scelta che mettersi vicino a me.
La cena cominciò con del pollo e del tacchino,seguiti da dolci,bevande alla frutta,tramezzini,pasticcini e cibi vari.
"Com'è essere famosi?" mi chiese la donna in azzurro,che da quanto avevo capito dalle conversazoni a tavola,si chiamava Elisabeth.
"Bellissimo. A volte,però,ho bisogno di riposo...".
"Capisco" disse,ingoiando un dolcetto al limone.
"Direi che è ora dei regali!" disse Violet,guardando l'orologio,che segnava mezzanotte.
Nella loro famiglia,mi aveva raccontato Elisabeth,c'era sempre stata l'abitudine di aprire i regali la notte della vigilia.
Rose ricevette un maglione rosa da sua nonna ed un cellulare nuovo viola da parte dei suoi genitori.
La sorella,invece,ebbe in regalo un cd natalizio da Violet e delle Nike nuove da Elisabeth e il marito.
Io mi sentivo un po' di troppo. Isomma,ero arrivato all'improvviso,la vigilia di Natale...non volevo dargli fastidio,ecco.
"I regali non sono finiti qui". Vidi Violet andare di sopra e tornare dopo qualche secondo,con una grande scatola rosa.
"Scusa per il colore,so che è da femmine".
La scartai e dentro trovai tutte le cose che avevo lasciato dentro la mia auto:il mio marsupio,la valigieta delle mìemergenze,ma soprattutto una cosa che mi rallegrò l'anima:il carica-batterie! Poi vidi un bigliettino "Sono uscita al freddo e al gelo solo per te,perciò ti potrò "stropicciare" tutte le volte che voglio!".
Sorrisi.
"Si può fare".
In quel momento mi ricordai dell'auto rimasta bloccata in mezzo alla strada e chiesi alla "nonna": "A proposito del passaggio...?".
"Ah,giusto! Paul,dovresti accompagnare...come ti chiami,ragazzo?".
"Justin".
"Dovresti accompagnare Justin...dove ti deve accompagnare?".
"Sarei dovuto essere nello studio di registrazione ore fa...ma ti chiedo se mi puoi accompagnare a casa".
"D'accordo,ma noi rimarremo qui una settimana intera".
"Una settimana?! Non potresti accompagnarmi e poi tornare qui?".
"Temo non sia possibile. Poi credo che il tempo non sia adatto,sai,con tutta questa neve è difficile muoversi".
"Neve?!". Andai alla finestra e guardai fuori:tutto era ricoperto di bianoìco. Tutto era avvolto in un'enorme coperta di neve.
Ero in un mare di guai. Cosa avrebbero pensato i miei fan non vedendomi e non sentend parlare di me? Certo,avrei potuto chiamare mia madre con il cellulare,ma nessuno sarebbe riuscito a trovare facilmente quel luogo e soprattutto a trovare la casa in mezzo a tutta quella neve.
Mi sentivo perso. Totalmente fuori bordo.
"Non ti preoccupare" mi rassicurò Kenny. "Sette giorni passano in fretta".
"Okay...ho solo una domanda:se non si può nè entrare nè uscire,come faremo ad avere abbastanza cibo per sopravvivere una settimana?". Mi sembrava di essere in uno di quei reality show in cui devi sopravvivere in mezzo alla savana.
Violet,cioè la nonna,aprì il frigorifero.
"Okay,il cibo è a posto" dissi io.
"Nonna..." cominciò Rose. Era la prima volta che parlava quella sera. "Dove dormiremo noi se loro occupano già la camera degli ospiti?".
"Ho già sistemato tutto:dormirete nella sala musica".

 Spazio autrice

Ciao!
Eccomi con il secondo capitolo,spero vi piaccia!
Non mi aspettavo di ricevere due recensioni al primo capitolo!(Per me è moltissimo)
Veramente questo capitolo non mi convince poi molto...comunque il prossimo sarà migliore,lo prometto XD
Justin e Rose non si sono parlati per TUTTA la serata...wow...ma si sa che Jus non si arrende XD Perciò...berh,aspettate e lo scoprirete ù.ù


Grazie a regina95 che ha messo la storia nelle preferite :)
Grazie a MisBieber che ha messo la storia tra le ricordate :)
Grazie a SkySper e a V a n n y che hanno messo la storia nelle seguite :)

E ora rispondo alle recensioni...


clary14:
grazie per la recensione,sono contenta che la ff ti piaccia. Dimmi cosa pensi di questo capitolo. ;) Baci,Sofy<333
MoonlightRedRoses:ahah sì,ce la vedo anch'io la Scarlett fare il karaoke XD Magari se entri nella sua stanza è pieno di poster di Justin. Grazie per la recensione,fammi sapere se ti piace questo capitolo! Sofy<333 PS:a proposito della tua fic:è stupenda *O* <3

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Una canzone nel bel mezzo della notte ***


Una canzone nel bel mezzo della notte

Erano le due di notte e io non riuscivo a dormire. Ero bloccato in una casetta in mezzo al nulla,con una vecchietta decisamente diversa da tutte le altre e con una ragazza bellissima,che però sembrava non fare nemmeno caso alla mia presenza. In più mi sentivo sotto pressione:cosa stavano pensando i miei fan di me? Erano preoccupati? Cosa stava accadendo là fuori? Ero finito nei guai? Mi girava la testa... Sarei dovuto rimanere lì ancora per molto?
Stavo quasi per chiudere gli occhi,quando udii una dolce melodia. Era stranamente familiare... l'avevo già sentita,ne ero certo. Però ero troppo assonnato per riconoscerla da così lontano. Allora mi alzai ed uscii dalla stanza,stanchissimo. Quando fui nel corridoio capii di quale canzone si trattava. Qualcuno la stava suonando al pianoforte ed anche molto bene.
Seguii quel suono come un bambino di tre anni che segue una lucciola luminosa e mi ritrovai davanti ad una porta con un cartello sul quale si leggeva la scritta "Sala musica",incisa malamente con un coltellino.
Posai l'orecchio alla superficie di legno,per poter sentire meglio... ora ne ero certo,quella canzone era Overboard,il mio duetto con Jessica Jarrell. Non riuscivo a muovermi e nemmeno a decidere se rimanere lì fermo come una statuetta di cera o se entrare,così rischiando di interrompere chi stava suonando.
Scelsi la seconda opzione,avrei sempre potuto chiedere scusa.
Girai lentamente la maniglia,con la massima calma. Guardai all'interno della stanza,dove vidi Rose che stava suonando il piano. Un pianoforte di colore nero,lucido ed immenso. La guardai stupito,cercando di non fare rumore. Stava arrivando la fine della canzone ed io,lentamente,chiusi la porta.
Sentii dei passi avvicinarsi a me,da dentro la stanza. Non feci nemmeno in tempo a voltare l'angolo,che la ragazza mi chiamò per nome:
"Justin!".
"Ehm...ciao Rose. Stavi suonando?" chiesi.
"Sì...hai sentito?".
"Era Overboard,giusto?". Che domanda stupida,era ovvio che fosse quella.
"Beh,se non riconosci nemmeno le tue canzoni,sei proprio messo male,Justin" mi disse lei,incrociando le braccia.
"Ehy!",mi finsi offeso. "Stai parlando con Justin Bieber!"  dissi io,ironico.
Lei mi diede una spinta. "Sì e tu con Rose Griffin!" mi disse,ironica.
Mi guardai i vestiti:pigiama con le paperelle...grazie mille Violet!
"Perchè non mi hai detto nemmeno una parola prima?".
"Scusa...ma quando non ho niente da dire,non parlo".
"Logico" dissi. In effetti,una logica c'era.
"Io vado...".
"Dove?".
"A prendere un bicchiere d'acqua,poi vado dormire".
"Vengo anch'io,ho sete" dissi.
"Okay".
Scendemmo le scale e quando mi sedetti al tavolo,lei mi porse un bicchiere,che poi riempì.
"Suoni davvero bene".
Lei arrossì,poi bevve,senza dire niente.
"Potremmo provare a fare la canzone insieme" le proposi.
"Sì,sarebbe bello".
"Che ne dici di...adesso?
"Adesso?".
"Sì! Tu potresti fare la parte di Jessica e suonare il piano ed io faccio la mia".
"Se vuoi...okay".
"Sì!" esclamai.
Salimmo le scale,per andare nella sua stanza,dove sua sorella dormiva. Aveva dormito anche mentre Rose aveva suonato. Notai che c'erano dei miei poster sulle paereti,cosa che prima non avevo visto.
Mi sedetti e lei fece lo stesso. Mi sembrava emozionata. In fondo ero solo un normale ragazzino come tutti gli altri,ma per lei sicuramente significavo uno dei suoi cantanti preferiti. Dovevo fare del mio meglio. Cominciò a suonare. Poi iniziò a cantare ed io fecilo stesso quando era il mio turno.

"It feels like we've been out at sea
So Back and forth thats how it seems
And when I wanna talk u say to me
That if its meant to be it will be

So crazy is this thing we call love
And now that we've got it we just can't give up
I'm reaching out for you
Got you out here in the water and I

I'm overboard
And I need your love to pull me up
I can't swim on my own
It's too much
Feels like I'm drownin without your love
So throw yourself out to me
My life saver
My life saver
My life saver

I never understood you when you say
Wanted me to meet you half way
I felt like I was doing my part
You kept thinkin you were cummin up short
It's funny how things change how I feel

So crazy is this thing we call love
And now that we've got it we just can't give up
I'm reaching out for you
Got you out here in the water and I

I'm overboard
And I need your love to pull me up
I can't swim on my own
It's too much
Feels like im drownin without your love
So throw yourself out to me
My life saver

It's supposed to be give and take I know
But you're only takin and not giving anymore
So what do I do
'Cause I still love you
And you're the only one who can save me

Woooahhhhhh
Woooahhhhhh
Woooahhhhhh

I'm overboard
And I need your love to pull me up
I can't swim on my own
It's too much
Feels like I'm drownin without your love
So throw yourself out to me
My life saver
My Life saver
My Life saver".

Proprio quando finì la canzone,qualcuno sfondò la porta (letteralmente) e cominciò ad urlare: "Chi è? Che succede?!". Era Violet. Chi se non lei?
"Nonna,stai bene?" le chiese Rose,spaventata. Io non ne capivo il motivo,si sapeva che Violet fosse pazza.
"Eravate voi? Voglio dire...a fare quella roba con le note?" ci chiese,prima di emettere un sonoro sbadiglio.
"Sì,signora Scarlett" dissi io.
"Ti ho detto di chiamarmi Violet e comunque vi sembra il caso? Nel bel mezzo della notte? Potevate svegliare i vicini!". Sapevo che il suo udito non fosse a posto e quindi poteva anche credere che i vicini avessero sentito,ma il fatto era che...di vicini loro non ne avevano!
"Non abbiamo vicini" disse Rose,ridendo. Almeno una persona intelligente!
"E' lo stesso...". A quel punto la povera nonnina cadde a terra per il sonno.
"Portiamola nel suo letto" disse la nipote,prendendola per le braccia. Io la aiutai e le afferrai le gambe.
Cercammo di arrivare alla stanza di Violet senza provocare alcun danno alla nonna,il quale corpo era pesantissimo da trasportare. Sbattemmo all'incirca due volte contro il muro,ma chi vuoi che lo venga a sapere?
La poggiammo delicatamente sul suo letto e con tutte le nostre forze provammo ad infilarla sotto le coperte. Dopo un quarto d'ora ci riuscimmo.
"Siamo una bella squadra" commentai io,contento.
"Sì,direi di sì" disse lei. "Forse è meglio se adesso andiamo a dormire".
"Sì,è piuttosto tardi".
La accompagnai fino alla sua stanza.
"Rose!" la chiamai un'ultima volta,prima di andare.
"Sì?" mi chiese,voltandosi verso di me.
"Potremmo canatare insieme anche qualche altra volta" dissi io,sorridendo. "Oh e se casomai capitasse che tua nonna cadesse per l'ennesima volta a terra uccisa dal sonno,sappi che non ti aiuterò a riportarla in camera sua,mi fa male la schiena".
"D'accordo. Buona notte". Mi sorrise ancora e chiuse la porta,sulla quale vidi le lettere "C&R"... così ben incise,in una maniera ordinata e così carina... in quel momento pensai che suonasse molto meglio "R&C",ma
forse non
interessa a nessuno. Meglio lasciar perdere.

Spazio autrice
Okay,avevo risposto già alla recensione,ma per sbaglio ho cancellato lo spazio autrice (pasticciona xD). Ringrazio comunque ancora chi ha recensito.
Grazie ai preferiti,alle seguite,alle ricordate,a chiunque segua la ff! :)
Al prossimo capitolo;

Sofy<333

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Gamba rotta ***


Gamba rotta

Il mattino seguente mi sentivo tremendamente stanco,ma nello stesso tempo vitale ed energico. Non riuscivo a togliermi dalla testa Rose. Quel sorriso,quei capelli,quegli occhi... Ritornai sulla terra solo quando vidi Violet mettere in tavola un piatto di frittelle. Indossava uno dei suoi soliti grembiuli a fiori ed aveva come sempre i capelli corti. Portava delle buffe pantofole marroni e pelose,che producevano uno strano squittio ad ogni suo passo.
"Ciao cucciolotto,ti sei già svegliato?" mi chiese,correndomi goffamente contro ed avvolgendomi in uno strano abbraccio. Teneva la pentola in mano e sembrava stesse per rovesciarmisi addosso.
"Buongiorno. Dov'è Rose?". Non vedevo l'ora che scendesse.
"E' in bagno,tra poco verrà anche lei a fare colazione" mi disse la donna,lavandosi svogliatamente le mani con l'acqua del lavandino. Io mi sedetti e bevvi un po' di latte caldo.
Quella notte Kenny non si era accorto che mi ero alzato,nonostante avessimo dormito nella stessa stanza. Anche se se ne fosse accorto,non capisco perchè si sarebbe dovuto preoccupare,in fondo è normale per una persona svegliarsi di notte per la sete,per la fame o per altro. Avevo dormito un'ora circa quella notte. Non ero riuscito a riposarmi molto e tutto questo per lei. Quella lei che avevo visto per la prima volta il giorno prima. La mia mente era affolata di pensieri ed avevo passato il tempo a pensare se anche la sua lo fosse. Se anche lei non avesse chiuso occhio praticamente tutta la notte.
Sentii una persona scendere dalle scale,ma con mia delusione era Carlotta. La ragazzina di dodici anni indossava un pigiama con la mia faccia stampata sopra,delle pantofole con la scritta "JB" e stava ascoltando della musica dal suo cellulare,ovviamente con una mia foto attaccata sul retro.
In un certo senso mi faceva paura,avrebbe potuto saltarmi al collo da un momento all'altro. La sera prima non mi aveva chioesto nè un autografo,nè di fare una foto,ma si vedeva lontano un miglio che era mia fan. Speravo solo che non fosse una di quelle ossessionate,altrimenti la mai permanenza lì sarebbe stata un inferno.
"Nevica ancora?" chiesi,preoccupato. Innamorato o non sapevo che dovevo uscire di lì.
"Non lo so,fai a controllare.
Andai alla finestra e vidi uno spettacolo orrendo:la neve era aumentata talmente tanto da aver raggiunto metà finestra e sicuramente da aver bloccato la porta d'ingresso. Mi rassegnai. Ero comunque contento e penso vi immaginiate il perchè.
"Capperini!" esclamò la Signora Scarlett,facendo cadere un piatto sul pavimento tanto rumorosamente,da far allarmare Rose,che scese troppo velocemente le scale e cadde dolorosamente rotolando fino al pavimento. Io spalancai gli occhi e corsi insieme allaa nonna e alla sorella in suo soccorso,mentre Kenny veniva a vedere che cosa fosse successo. Questa volta fu esclusivamente Kenny a sollevarla e a metterla a riposo sul sofà rosso del salotto.
Mi sedetti vicino a lei,sulla poltrona.
"Tutto bene?" le chiesi,anche se era ovvio che stesse male.
"Mi fa male la gamba!" gridò lei,stringendo gli occhi con forza per il dolore. Violet le portò del ghiaccio e Rose si sentì un po' meglio. Kenny le esaminò la gamba,per vedere se fosse rotta.
"Per il momento devi rimanere solo a riposo. Cerca di non muoverti e vedrai che entro qualche giorno starai meglio".
"E' tutta colpa mia" disse Violet. "Se non avessi fatto cadere quel piatto tutto questo non sarebbe successo. Ero solo rimasta stupita da tutta la neve che c'è là fuori!".
A quel punto Rose guardò la finestra e vide quello che avevo visto io poco prima. Era incredibile. In casa faceva freddissimo,così dissi a Violet di alzare la temperatura.
Poco dopo in sala rimanemmo solo io,Carlotta e Rose. La prima continuava a fissarmi e questo mi spaventava,mentre la seconda stava mangiando le frittelle che le avevo appena portato. In realtà erano le mie,ma non avevo fame.
"Ti fa male?" le chiese Carlotta.
"Sì,ma non ti preoccupare".
"Almeno non è rotta. A me è capitato di rompermi una gamba e tu sei fortunata che non ti sia successo. Ti rimetterai molto pretso" la rassicurai,cercando di usare il tono più dolce possibile.
"Lo spero" disse lei.
Squillò il mio cellulare,mi scusai ed andai in bagno,dove risposi alla chiamata.
"Pronto?".
"Justin! Sono Ryan!".
"Ciao Ryan! Come va?".
"Tu mi chiedi come va?! Dove cavolo sei,Justin?! Qui tutti parlano di te:vado al computer e si parla di te,cammino per le strade e si parla di te,accendo la televisione e si parla di te...".
"Cammini per le strade? Allora da voi non nevica?".
"Sì che nevica,ma non da impedirti di uscire di casa! Comunque,perchè non hai richiamato tua madre? Si  molto arrabbiata ed preoccupatissima. Avresti dovuto farlo,lei non poteva perchè aveva finito i soldi,così l'ha fatto fare a me".
"Qui non si può uscire,ci sarà come minimo un metro di neve".
"Cosa?! Ascoltami,Usher è impazzito,Scooter è nel panico e le tue fan si sono radunate intorno a casa per protestare".
"Oh no...".
"Invece sì!".
"Sei da solo?" gli chiesi.
"No,qui c'è Chaz. Te lo passo".
"Hey Justin dove sei?".
"Ciao Chaz, Non so dove sono,ma di certo sembra di essere al Polo Nord".
"Torna presto!".
"Lo spero...mi passi mia madre?".
Ecco finalmente la voce della donna che mi ha donato la vita. "Justin Drew Bieber vieni subito qui!". Ti voglio bene mamy!
"Ehm...lo farei volentieri,ma sai com'è...".
"Lo so,lo so,ho sentito. Fai solo in modo di tornare dalla tua mamma,prima o poi. Mi manchi".
"Certo mamma. Ora vado,sai sono in bagno. Dì ai miei fan che in qualche modo tornerò da loro e di non preoccuparsi. Ciao!".
Uscii dal bagno e quando tornai in sala vdi che le ragazze stavano guardando la televisione. A quanto pare si parlava di me.
"Signore e signori,ora si parlerà della notizia del momento:la scomparsa di Justin Bieber. Il ragazzo,nato a Stratford,in Canada,poi diventato una star mondiale,sembra adesso scomparso letteralmente  e trovarsi in un paese che potrebbe essere Lotport o qualche zona lì vicino. Il ragazzo ha per ora scambiato una sola telefonata con la madre e forse qulache altra con i suoi amici,ma ancora non si è fatto rivedere dal pubblico. Molte ragazze hanno fondato dei gruppi di ricerca ed altre dei gruppi per sostenere Justin,il quale in questo momento,è il vero e proprio protagonista del gossip. Vi faremo sapere se ci saranno novità o aggiornamenti nel corso della giornata".
 Rimasi fermo,a fissare lo schermo piatto del televisore. Tutto questo non poteva stare succedendo veramente. Mamma,papà,Jaxon,Jazmine,Usher,Scooter,Ryan,Chaz,Caitlin,Christian...era come se li avessi abbandonati tutti,in una sola volta. Tutto per quella stupida neve e per quella stupida automobile. Però sapevo che non mi dovevo scoraggiare,perchè,come dico sempre io,MAI DIRE MAI.

 
Spazio autrice
Purtroppo non ci sono state recensioni per lo scorso capitolo.
Ringrazio comunque chi legge e segue la ff. Alla prossima!

Sofy<333

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Quando sono con te ***


Quando sono con te

Il giorno dopo,appena aprii gli occhi,sentii un rumore provenire dalla porta. Mi alzai,infilandomi velocemente le pantofole. Erano azzurre e pelose,con un cuore rosso sopra. Un "bellissimo" regalo da parte di Violet.
"Carlotta!" chiamai la ragazza,mentre camminava a buon passo verso il bagno.
"Justin...come va?!". Sorrise forzatamente,nascondendo qualcosa dietro la schiena.
"Che cos'hai lì dietro?" le chiesi,sospettoso.
"Niente! Che cosa dovrei nasconderti?".
"Non lo so...qualcosa!".
"Dubiti forse di me? Tu non sai chi io sia realmente!".
"Questo mi spaventa" affermai,scocciato.
"Intendevo dire questo:tu non mi conosci davvero quindi non puoi credere che io sia una ladra".
"Io non ti ho accusato di questo:beccata!".
Lei sbuffò,lasciando ricadere le braccia sui fianchi,prima di ridarm ciò che mi apparteneva.
"D'accordo...tieni" mi disse,porgendomi il mio cellulare. Era una mia fan,dovevo aspettarnelo. Che cosa sperava di trovare di tanto interessante nel mio cellulare?! Non era una domanda così difficile:il suo scopo era di leggere i messaggi,scoprire segreti,andare in rubrica per trovare i numeri di telefono delle celebrità...ed ovviamente vedere ciò che scrivevo.
Assunsi un'espressione seria,che,di prima mattina,mi rendeva un po' buffo,con quel largo pigiama con gli orsacchiotti addosso,regalo di Violet anche quello. Non chiedetemi dove e perchè mi comprasse tutte quelle cose,perchè non vi saprei rispondere.
"Non provarci mai più!" dissi.
"Scusa...è stato più forte di me...l'ho visto lì,sul comodino e...".
"Ok,non ti preoccupare. Non vale la pena arrabbiarsi. Come sta Rose?". Ero ansioso di rivederla. Ero ansioso di sapere come stava.
"E' in camera nostra-o meglio,nella sala musica-e si è appena svegliata" mi rispose Carlotta,scrutandomi attentamente,come se volesse leggermi nel pensiero.
La lasciai lì,da sola,e procedetti lungo il corridoio. Appena arrivai davanti alla porta,bussai on decisione. Qualcuno mi diede il permesso,girai la maniglia ed entrai nella stanza. C'era un odore buonissimo,che non avevo mai sentito. Sembrava quasi di trovarsi in un posto magico,con una splendida atmosfera.
"Ciao" mi salutò Rose,con un sorriso sulle labbra.
Mi sedetti sull'estremità del letto e vidi che stava mangiando una fetta pane integrale. Mi sentii un tantino a disagio,senza sapere neanche esattamente il perchè. Era tutto diverso quando stavo con lei. Appena le stavo vicino,sentivo qualcosa di diverso in me,mi sentivo meglio,ma nello stesso momento provavo anche una strana sensazione di disagio. Non timidezza,non insicurezza...ma qualcosa nello stomaco che mi provocava fastidio.
"Tua sorella prima mi ha rubato il cellulare" le dissi,con un accenno di risata.
"Sul serio?" mi chiese,quasi incredula.
"Sì,ma per fortuna sono riuscito a riprendermelo. E' normale che succedano certe cose quando si ha a che fare con delle fan".
Lei bevve del latte,poi sistemò il cuscino e vi appogiò la testa sopra.
"Sono stanca..." disse,con uno sbadiglio.
"Vuoi che me ne vada?".
"No,rimani qui,non voglio rimanere da sola e poi non ho voglia di dormire". Si voltò a guardare il soffito,poi domandò: "Nevica ancora?".
"Fammi controllare". Guardai dalla finestra e vidi che la neve era diminuita di altezza. Adesso si poteva uscire! Uscire...questo voleva forse dire che me ne sarei dovuto andare? No...non ora. Non ora che stavo cominciando ad avvicinarmi a Rose!
"Ora non più".
"Davvero?!". Sembrò illuminarsi di gioia,ma poi si incupì anche lei. "Quindi presto te ne dovrai andare?".
"Penso di sì,ma forse riesco a rimanere ancora per qualche giorno". Dopo tutto il duro lavoro,l'impegno,la fatica degli ultimi tempi,avevo bisogno di una lunga pausa. Una pausa fuori dal mondo nel quale ero entrato con una chiave chiamata "popolarità". Un mondo che avrebbe potuto fare a meno di me per un po'. Insomma,mi importava dei miei fan e di tutti gli altri,però avrei sempre potuto comunicare con loro tramite mia madre e su Twitter,con il cellulare. Sarei presto tornato da loro.
Quella casa cominciava proprio a piacermi. Iniziavo ad ambientarmi:ora sapevo le posizioni di tutte le stanze,conoscevo chi ci abitava e soprattutto,sapevo che avevo la possibilità di uscire. Essere rinchiusi dentro una casa e sapere che non ci sono vie d'uscita è come sentirsi intrappolati in un labirinto infinito,privo di qualsiasi possibilità di salvezza. Invece ora,potevo andarmene se solo avessi voluto e questo mi sollevava.
Mi sedetti ancora sul bordo del letto.
"Potremmo uscire,ora che la neve si è sciolta un po'" proposi io. Stavo incrociando le dita davanti ai suoi occhi in attesa di una risposta affermativa.
"Non lo so Justin..." disse,poi guardandomi negli occhi,continuò:"D'accordo!".
"Sì! Sì!" urlai,come mio padre fa di solito guardando le partite di hockey.
 Rose mi guardò quasi spaventata,cominciando a ridere.
Mi fermai ad osservarla,per qualche secondo.
"Che c'è?" mi chiese.
"Sei bella quando ridi,sai?" dissi.
Lei arrossì. Diventò rossa come un pomodoro,sembrava stesse per incendiarsi.
"Oh,scusa,ti ho messa in imbarazzo?".
"No,no,non ti preoccupare...allora a che ora usciamo?" cambiò discorso.
"Non lo so,io pensavo appena dopo pranzo" risposi.
"D'accordo".
Dopo averla salutata con un "Ci vediamo a tavola",uscii dalla stanza.

SPAZIO AUTRICE

Ciao!!
Allora,lo so,ci ho messo molto ad aggiornare,ma sono stata davvero impegnatissima! E poi sì,lo ammetto...non ne avevo voglia,ahah. xD
Ringrazio chi ha messo la ff nelle preferite:
.SheSmokes
.Yellow Daffodil
._GoodnightMoon
Chi ha messo la ff nelle seguite:
.Nicole_Alice
.Skysper
.Sweet Me
.V a n n y
Chi ha messo la ff in quelle da ricordare:
.MissBieber
Ringrazio anche Lils Evans che ha recensito!

Lasciate qualche recensione,sarò ben contenta di leggerla! :)
Grazie anche a chi legge solamente! Al prossimo capitolo!
Sofy<333

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Oh my Bieber... ***


Oh my Bieber
Il pranzo passò tranquillamente. Violet aveva preparato della pasta,reputandosi di essere una magnifica cuoca,avendo dei parenti italiani. In effetti non era niente male! 
Quello era il mio terzo giorno nella casa. Sarei voluto rimanere lì almeno ancora per tre giorni. Avevo telefonato a mia madre e fortunatamente ero riuscito a convincerla,con la scusa di meritarmi una pausa.
Quando finimmo di mangiare,Kenny aiutò la Signora Scarlett a lavare i piatti e Rose andò a prepararsi per uscire. Sinceramente non sapevo dove portarla,anche perchè quel paese era realmente minuscolo. Io non mi preoccupavo tanto dei vestiti,indossai un paio di jeans ed una felpa grigia. 
Di fuori nevicava ancora,ma almeno si riusciva a camminare. Non volevo rinunciare al mio appuntamento. Al nostro appuntamento. 
Sentii dei passi avvicinarsi. Mi voltai verso le scale e la vidi,in tutto il suo splendore. Indossava un paio di jeans rosa ed una maglia dello stesso colore,coperta da una giacca viola. Era vestita in un modo semplice,ma sembrava stupenda. 
"Io sono pronta" disse.
"Anch'io". 
Uscimmo di casa. I fiocchi di neve scendevano lentamente e si posavano sul marciapiede con la grazia di una ballerina classica. Il cielo era grigio,con delle soffici nuvole bianche. 
Camminavamo l'uno al fianco dell'altra. 
"Dove andiamo?" le chiesi.
"Non saprei...qui vicino c'è una gelateria,ma con questo freddo non penso tu abbia voglia di un gelato" rispose Rose.
"In effetti...c'è un parco?".
"Sì,c'è un parco non troppo lontano da qui".
"Potremmo andarci".
"D'accordo...".
Il tragitto proseguì nel silenzio più assoluto,ogni tanto interroto da qualche mia battuta o da qualche suo "Attento! Stai per sbattere contro un palo della luce!". Credetemi,con quella nebbia era facile farsi male. Soprattutto per me,ahah.
Quando arrivammo al parco "Green Garden",ci sedemmo su una panchina di legno per riposarci un po'.
"Justin! Justin Bieber!". Oh no,non poteva star succedendo per davvero. Mi girai,e vidi un gruppo di ragazze con delle magliette con la mia faccia  stampata sopra.
"J...J...Justin" disse quella con i capelli ricci. Portava gli occhiali ed aveva la carnagione chiara.
"Potresti firmare questo?" chiese un'altra,porgendomi un quaderno con la copertina blu. Io accettai,in fondo era solo per merito dei miei fan se ero riuscito ad ottenere il successo. 
Si trattava di un gruppo di quattro ragazze,provenienti dall'Italia. Avevano deciso di andare a Loport per le vacanze di Natale,dopo aver scoperto che mi trovavo lì. Mi rassicurarono dicendomi che non mi avrebbero infastidito e si presentarono. 
Quella riccia si chiamava Sara,la seconda che aveva parlato si chiamava Aries,mentre le altre erano Eleonora e Silvia. 
Presentai loro Rose,che si doveva esser sentita messa in disparte.
Feci qualche foto insieme a loro e quando se ne furono andate dissi a Rose:
"Scusa. Non immaginavo che accadesse anche qui".
"Non ti preoccupare,non è colpa tua".
"Ovviamente non potevo ignorarle o mandarle via...insomma,io adoro i miei fan".
"E' tutto a posto. Non ti preoccupare davvero,sono contenta che tu sia così gentile con loro" disse,sorridendomi.
"Sembravano simpatiche. Non voglio pensare che cosa succederebbe se arrivasse un gruppo di cento fan...sarebbe un disastro. Urla,flash,autografi,senza nemmeno un attimo di tregua...".
"E' così difficile?".
"Cosa?".
"Intendo,è così difficile essere famoso?".
"Sì,non immagini quanto. Però mi piace la mia vita" dissi.
Ci alzammo,la neve stava ancora scendendo dal cielo.
Vidi in lontananza un clown,con un carretto pieno di palloncini. 
"Aspettami qui" dissi a Rose,poi andai dal pagliaccio e comprai un palloncino rosso.
Lo diedi a Rose,che sembrava davveroi contentissima. 
"Grazie Justin" mi disse. 
"Ne prendo uno anche per me". Ne comprai un altro,poi presi un pennarello nero dalla mia tasca e gli disegnai la faccia. Due baffi giganteschi,gli occhi a forma di stella ed una bocca grandecon dei denti appuntiti.
"Sembra un mostro" commentò la ragazza.
"Ti fa paura?". Le chiesi. Lei rispose di sì,allora incominciai ad inseguirla,con il palloncino in mano,fino a quando lei non cadde ed il suo volò via.
"La gamba..." si lamentò. "Mi fa male...".
"Forse non  avresti dovuto correre,dopo quello che è successo ieri" commentai io. 
"Ma io stavo benissimo prima!" disse Rose. "Il mio palloncino è volato via". 
Guardai in alto,riuscivo ancora a vederlo. Si allontanava sempre di più ed alla fine divenne soltanto un puntino rosso.
"Grazie mille!" esclamò Rose,rubando il mio palloncino.
"Sei furba!" dissi io,assumendo l'espressione di un killer che l'avrebbe uccisa in meno di cinque secondi se non avesse riavuto indietro ciò che gli apparteneva.
"Ahah,sì!".
"La gamba?".
"Dolore passeggero".
"Guarda! Un dinosauro!".
"Non ci credo,i dinosauri si sono istinti".
"Ehm...guarda! C'è Nick Jonas!".
Non so se ci credette davvero o no,comunque lei si voltò ed io,nel goffo tentativo di riprendermi il palloncino,lo feci volare via.
"No! Larry!".
"Larry?".
"Sì,Larry è il palloncino. Era il palloncino". Mi piace dare nomi alle cose.
"Per colpa tua".
"Per colpa tua" affermai,puntandole il dito contro.
"Oh my Bieber..." disse lei,per poi scoppiare a ridere. 
"Sono così buffo?". 

"Ad essere sincera...sì,moltissimo!"

Spazio autrice
Ok,sinceramente credo che questo capitolo faccia SCHIFO. xD Però ditemi cosa ne pensate...
Ci ho messo tanto tempo ad aggiornare,lo so e mi dispiace. ma finalmente ce l'ho fatta. xD Scusate per eventuali errori!
Sarei molto contenta se lasciaste una recensione. Sarei davvero contenta di ricevere un vostro commento...
Comunque grazie a chi ha messo la FF in seguite,preferite,da ricordare e a chi ha recensito(poi vi risponderò ;D).
Sofy<333
Al prossimo capitolo!

PS:Hai visto Ele che vi ho inserite? ù.ù Buahaha.



Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** I miei due eroi ***


I miei due eroi

Dopo ci fermammo in un bar.

Lei ordinò una pasta alla crema, io una al cioccolato.

Era da cinque secondi che non parlavamo e mi sembrava il caso di iniziare a farmi un po’ gli affari suoi.

“Qual è la cosa che ami più fare al mondo?” le chiesi,ingoiando un boccone.

Lei si mise a fissare un punto non ben preciso davanti a sé,poi rispose:

“Cantare,di sicuro”.

A quel punto mi si illuminò una lampadina in testa,tale era brillante la mia idea.

“Ho un’idea! Potremmo cantare una canzone insieme per il mio prossimo album! Che ne dici?”.

“Cantare insieme? Non lo so…”.

“Solo una canzone…non dovremo scriverne una nuova,pensavo di cantare Overboard”.

“Dici sul serio? Io…cantare una canzone per il tuo nuovo album? Insieme a te?!”. Sembrava incredula,aveva gli occhi sbarrati ed una faccia stupita.

“Sì,che ne pensi?”.

“Penso…penso che canterò la canzone con te!”.

“Sì,sarà grandioso!”. Lei mi guardò in modo strano. Forse il mio entusiasmo era un po’ esagerato. Ma come potevo nascondere che stavo esplodendo di gioia? Lei continuava a fissarmi,sorridente.

“Posso prendere questa sedia?” mi chiese un uomo anziano,indicando la sedia fatta di metallo accanto a me. Io lo sentii,ma ero troppo immerso nei miei pensieri per decifrare la frase.

“Posso prendere questa sedia?” mi chiese nuovamente.

Questa volta gli risposi,risvegliandomi dal mondo dei sogni.

“Sì,la prenda pure”.

Improvvisamente vidi Rose assumere un’espressione ancora più incredula di prima.

“Justin…guarda dietro di te!”.

Mi voltai. Alla televisione trasmettevano uno di quei soliti stupidi talk show che guardano solo i vecchietti. Questa volta però,la conduttrice stava parlando di un argomento diverso.

“Pare proprio che il cantante Justin Bieber sia stato rapito” diceva. Proseguì informando il pubblico che probabilmente la persona che mi aveva rapito era un uomo alto e robusto,dalla carnagione chiara. Rimasi a bocca aperta.

“Sto lontano dalle telecamere per qualche giorno e la gente subito se ne approfitta per  farsi pubblicità…” dissi,amareggiato.

“Purtroppo le persone non sono capaci ad arricchirsi senza sfruttare la fama degli altri” disse Rose,col tono di chi voleva tirarmi su di morale. “Credo che continueranno a raccontare questo tipo di storie fino a quando tu non smentirai tutto davanti ai giornalisti”.

Cercai di cambiare discorso.

“Allora,riguardo alla canzone,sei sicura?” le chiesi.

“Sì,è sempre stato il mio sogno cantare in uno studio di registrazione”.

“Allora reallizzarai”.

Quando uscimmo dal bar, vidi due ragazzi correre verso di noi. All’inizio non li riconobbi,ma poi vidi che erano Ryan e Chaz.

“Justin!” mi gridò Chaz, prima di abbracciarmi.

“Ciao amico…” dissi.

“Ti abbiamo raggiunto,perché volevamo sapere come te la cavavi. Sai,con tutte le storie che si sentono in giro…ti abbiamo cercato e alla fine ti abbiamo trovato” spiegò Ryan.

“Oh,dimenticavo,lei è Rose,un’amica” dissi.

Ryan non esitò a stringerle la mano e nemmeno Chaz.

“Dove dormirete?” gli chiesi.

“Veramente…” cominciò Chaz. “Non lo sappiamo”.

Chiesi a Rose se per caso potevano restare a casa di sua nonna Violet e lei mi disse che avrebbero potuto mettere altri due letti nella mia e di Kenny.

All’ improvviso squillò il suo cellulare;si allontanò per parlare.

“Allora Justin…raccontami di questa Rose” cominciò Chaz.

“Cosa ti dovrei dire? Non è la mia fidanzata…” dissi.

“Qualcosa mi dice che ti piace”. Ryan mi guardò,con l’aria di una persona che sapeva tutto di tutti.

“Okay,d’accordo!”.

I miei due amici si strinsero la mano,contenti di aver avuto il giusto presentimento.

“Prima dovevo rimanere qui perché nessuno ha automobili e gli unici a possederne una sono i famigliari di Rose. Non posso nemmeno riparare la mia,perciò,con la neve o senza,resterò qui ancora. Ma…voi come ci siete arrivati?”.

“Abbiamo parlato con le persone giuste,che ci hanno raccomandato altre persone. Queste sono riuscite a capire dove fosse questo paese di nome “Loport” e ci hanno prenotato un volo. L’aeroporto è lontanissimo,perciò abbiamo camminato tantissimo per arrivare qui. Non immagini nemmeno quanto abbiamo faticato” spiegò Chaz.

“D’accordo…”. Mi sembrava di essere in un film:io ero il disperso,loro gli eroi che erano venuti a salvarmi.

Rose tornò tra noi e ci disse che a chiamarla era stata sua madre.

Dovevamo tornare a casa,perché Clarissa aveva un bisogno urgente di noi.

Conoscendo la ragazzina,non sapevo che cosa aspettarmi.

A causa dei miei amici e di Clarissa,l’appuntamento finì. Ma almeno ero riuscito a convincere Rose a cantare con me.

 

Spazio autrice

Salve gente!

Ci ho messo tantissimo ad aggiornare! D:

Aggiornerò tra circa due settimane :)

Non avevo molta ispirazione per questo capitolo ed è uscito questo... ditemi cosa ne pensate :)

Grazie a chi ha recensito,messo la FF in preferite,seguite e ricordate.

Al prossimo capitolo!

Sofy<333

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Paparazzi ***


Paparazzi

Quando arrivammo a casa,  Clarissa ci corse contro, visibilmente preoccupata.

“Cos’è successo?” le chiesi.

“Dovete vedere subito delle foto!”. Dopo aver terminato la frase, guardò i due ragazzi vicino a me e spalancò gli occhi.

“Ma voi…v-voi…” cominciò a balbettare.

“Loro sono Ryan e Chaz” li presentai io.

Quando Clarissa si riprese, ci fece salire nella “sala musica” e, attraverso il vecchissimo computer, ci fece leggere una notizia su un sito di teen stars.

Il titolo era “Bieber e la sua nuova ragazza”. Io e Rose ci scambiammo uno sguardo confuso.

Vidi diverse foto rappresentanti io e lei al parco. Non potevo credere che potessero essere già sul web. Era passata solo qualche ora! Avrei dovuto capire fin dall’inizio che i paparazzi possono essere dovunque, anche in un innocente parco del piccolo paese di Loport. Sentono l’odore di una buona storia e lo seguono fino ad arrivare a me. E così la mia vita privata,non è più così privata.

“Cosa pensi di fare?” mi chiese Ryan.

“Smentisco la voce su Twitter” risposi.

“Justin...e se io e la mia famiglia accorciassimo la vacanza e tornassimo a casa,in modo che tu possa tornare dalla tua famiglia e così smentire di persona tutti i pettegolezzi?” mi chiese Rose.

“No! Assolutamente!”.

“Calmati,amico!” disse Chaz.

“Io sono calmo”. Sospirai. “Rose, mi dispiace…”.

“Non devi scusarti. Non è colpa tua”.

“Invece è colpa mia” dissi,deciso.

“Ryan,è meglio se andiamo a presentarci a Violet” disse Chaz,trascinando l’altro mio amico  per la maglietta a scacchi azzurra.

Clarissa iniziò a leggere l’articolo e più andava avanti,più mi stupivo.

Secondo la notizia io e Rose stavamo insieme da due mesi e mezzo e ci eravamo conosciuti ad una festa. Lei era una ragazza ricca e viziata.

Mi dispiace davvero per Rose,non se l’ho meritava. Certo,mi sentivo impotente,ma non potevo costringere la sua famiglia a trascorrere meno tempo con Violet.

Dopo pochi secondi,qualcuno bussò alla porta.

“Ragazzi,venite di sotto” disse Kenny.

Scendemmo le scale e vedemmo un uomo con un impermeabile marrone seduto sul sofà del salotto. Era alto,magro,con gli occhi marroni ed un naso lungo. Sembrava un detective.

Quando mi vide,sembrò sorpreso. Si alzò e mi strinse la mano.

“Piacerti di conoscerti,Justin. Ti ammiro davvero tanto!”.

Non mi aspettavo che un tipo come lui potesse amare la mia musica. Nonostante questo,non mi stava per niente simpatico. Aveva qualcosa di strano nella sua personalità,che mi faceva sentire a disagio.

Disse che aveva bisogno di restare per qualche ora,perché doveva scrivere un libro sulla vita in famiglia e stava girando di casa in casa,di paese in paese.

Mentre chiacchieravamo,lui ci fissava. Disse che non avrebbe fatto foto,ma io continuavo a fissarlo di nascosto,sospettoso.

Quando gli chiesi il nome,cominciò ad agitarsi. Si guardò intorno,poi mi rispose:

“Simon…Miller”.

Quella risposta mi sembrò troppo indecisa.

“Simon Miller” ripetè.

“Signor Simon Miller,vorrebbe del caffè?” gli chiese Violet.

“Sì,grazie Signora Scarlett. E’ molto gentile”.

Passarono delle ore ed ormai era notte fonda. Lui,sulla porta,ci salutò uno ad uno,con un sorriso enorme stampato sul viso.

“Grazie mille per avermi accolto” disse.

“Potete avvicininarvi?” chiese a me e Rose. Facemmo un piccolo passo verso l’uomo. In quel momento sentivo che aveva qualcosa in mente. Ed avevo ragione.

Estrasse dalla tasca la fotocamera ed in un quarto di secondo riuscì a scattarci una foto. Cercai di togliergliela dalle mani e Kenny lo fermò per un braccio. Anche Ryan e Chaz si gettarono su di lui.

Finì a terra. Si dimenava,come un pesce nella rete. Poi diede un pugno a Kenny,dritto nel petto e le forze di tre ragazzini non furono sufficienti. Così scappò.

Lo vidi andarsene con la sua stupida fotocamera in mano. Correva velocemente e sembrava avere una meta precisa. Forse aveva dei complici che lo stavano aspettando per complimentarsi. Beh,aveva fatto davvero un buon lavoro.


Spazio autrice

Avrei dovuto aggiornare entro due settimane,ma purtroppo non ci sono riuscita. D: Scusate!

Mi dispiace se ci sono errori,ma non ho ricontrollato. :S

Sono abbastanza soddisfatta di questo capitolo. Ci ho messo impegno,perciò sarei davvero felice se ricevessi almeno tre recensioni. Continuerò comunque la storia,ma voglio sentire che qualcuno la sta seguendo! Perciò,PER FAVORE,se avete tempo di recensire,fatelo,perché ne ho davvero bisogno!

Grazie a chi ha recensito lo scorso capitolo ed a chi ha messp la storia in preferite,seguite e da ricordare.

Poi,avrei una domanda da farvi…cosa pensate della coppia “Jelena”? A me sinceramente non è mai piaciuta,ma l’importante è che Justin sia felice. Perché quando lui sorride,le Beliebers sorridono. =)


Bene,grazie per aver letto il capitolo!

Al prossimo!

Sofy<333

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Overboard ***


Overboard

Trascorremmo il resto della serata con ansia e preoccupazione.

Mi dispiaceva per Rose, davvero molto. Lei non si meritava ciò che stava accadendo. 

Quello che provavo per lei, non l'avevo mai provato per nessun'altra ragazza. Lei era come un dono che il cielo mi aveva mandato.

Non voglio annoiarvi parlando in maniera troppo sdolcinata, perciò non mi dilungo troppo e proseguo con la storia...

Il padre di Rose la trascinò in bagno. Aveva un'espressione talmente seria da spaventarmi.

Dal bagno provenivano grida e sembrava proprio che lui stesse sgridando Rose per qualcosa.

Quando uscirono, lei stava piangendo. Quella scena mi spezzò il cuore. 

Le chiesi che cosa fosse  successo. Lei mi rispose:

"Justin, ti devo parlare".

Il mio cuore si fermò. Il mondo incominciò a girare e la mia testa a non capirci più niente. Sì, avevo paura.

Salimmo le scale fino alla  sala musica.

"Jus...". Non riuscì a finire di dire il mio nome che iniziò a piangere.

Senza pensarci un secondo l'abbracciai. Vederla in quello stato mi spezzava il cuore.

"Rose... che succede? Dimmi...".

 Lei continuava a piangere.

Sciolsi l'abbraccio e la guardai negli occhi. 

Era triste, le lacrime scendevano senza fermarsi un istante. 

"Non potrò più parlarti, fino alla fine della settimana. Non potremo nemmeno uscire ancora insieme. Ed il duetto in programma, è stato cancellato per sempre".

"Cosa? ...Cosa?! Perchè?!".

"Sai, Justin... sono sempre stata una delle tue fan più accanite. Credevo di amarti e di conoscerti bene, come posso conoscere il mio vicino di banco. Ora ti ho conosciuto per davvero  ed ho capito che sei esattamente come ti immaginavo. Ma... mio padre è preoccupato per me. Non vuole che la stampa inizi ad inventarsi voci false su di me...".

"Io ti proteggerei, sempre e comunque. Rose... per me sei speciale. Forse credi che sia strano... ma io tengo molto a te. Ti conosco da... quanto? Tre giorni? Non importa. Sei un'amica...".

"Mi dispiace, Justin. Mio padre è molto severo ed un uomo deciso, che non cambia mai opinione. Quando prende una decisione... si può soltanto accettarla".

Io avevo gli occhi lucidi. Stavo per piangere, ma cercavo di trattenermi.

"Mi dispiace..." sussurrò. 

Uscii dalla stanza, arrabbiato. 

Non ero arrabbiato con lei. Non aveva colpa.

Non ero arrabbiato con suo padre. Era comprensibile che non volesse che sua figlia si rovinasse la vita per colpa mia.

Ero semplicemente arrabbiato. 

Arriabato...

Entrai nella mia camera, dove Chaz e Ryan stavano parlando e presi a calci tutto ciò che mi capitava a tiro.

"Hey, amico... calmati" mi disse Chaz.

"Calmarmi?! CALMARMI?!".

Uscii dalla stanza, sbattendo la porta.

Forse il mio era un comportamento da bambino immaturo, ma non sapevo che cosa fare; ero disperato.

Scesi le scale, Violet  mi vide e mi sorrise.

Io uscii di casa, con un'espressione neutra sul viso, ignorandola.

Salii sul tetto, usando una vecchia scala di legno che avevo trovato appoggiata sul terreno. Avrei voluto chiedere a Chaz e Ryan di chiamare chi li aveva portati lì, per andarmene. Ma loro non avevano nessun numero telefonico, come mi avevano detto mentre chiacchieravamo durante la strada per arrivare alla casa di Violet.

Tutto andava per il verso sbagliato. Ero fuoribordo.

Restai solo su quel tetto a pensare per tutta la notte. Ogni tanto mi svegliavo e guardavo il cielo stellato. 

L'unico mio pensiero, quando guardavo quel cielo, era il duetto.

Quella canzone... sembrava così adatta a noi due!

 Incominciò a piovere.

Mi riparai la testa con il capuccio della felpa e mi raggomitolai come un gatto su un divano caldo.

Quando riaprii gli occhi, vidi un bagliore spuntare da dietro le nuvole bianche del mattino.

Scesi dal tetto ed entrai in casa. Corsi in fretta in camera mia, dove i miei due amici erano già svegli.

Mi scusai per il mio comportamento della sera prima.

"Ti capiamo" mi dissero.

Io, invece, ero sicuro che non mi capissero affatto. 


So crazy is this thing we call love

and now that we've got it

we just can't give up...


Quel giorno non pranzai. Restai chiuso nella mia camera, negando a tutti l'accesso.

L'amore è una cosa complicata.


Spazio autrice

Ciao, Bielebers.

Faccio schifo. ç___ç

Sono passati tre mesi. TRE MESI.

Perdonatemi, per favore!! D:

Sono una grandissima ritardataria... spero che il capitolo vi piaccia, anche se vi ho fatto aspettare tantissimo tempo prima di farvelo leggere. Sono più che sicura, però, ch molte di voi abbiano abbandonato questa storia... ç__ç (e vi capisco)

Questo capitolo non mi piace molto D:

Spero comunque di ottenere almeno tre recensioni.

Al prossimo capitolo...!

Sofy<333



Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** I hate your father ***


I hate your father

Avevo passato una giornata schifosa, scrivendo tweet deprimenti e pensando alle mille cose che mi frullavano per la testa.

Quella notte, uscii di casa (la porta era aperta) e corsi, fino ad arrivare alla nostra auto. Era ancora lì.

Aprii lo sportello ed entrai. Avevo l'impressione che fosse sul punto di rompersi, ma fortunatamente rimase intatta. 

Che mi succedeva?

Vidi un piccolo quaderno sotto il sedile. Lo presi, dentro c'era una penna arancione.

Iniziai a scrivere...


Salve, signore.

E' strano per me scriverle una lettera, ma mi sembra l'unica cosa che io possa fare in questo momento.

E' straziante il fatto che io non possa più vedere sua figlia. Sarebbe impossibile non vederla, anche perchè, per il momento viviamo nella stessa casa.

Vorrei solo dirle alcune cose:

1) Per favore, mi creda: io non avrei mai voluto che i paparazzi ci vedessero insieme e mi dispiace che Rose si senta male per questo e che anche la sua famiglia si senta male;

2) Io e Rose siamo buoni amici. La conosco da poco, ma credo di conoscerla comunque abbastanza bene. E' una ragazza stupenda, riesce a farmi ridere, a farmi sentire felice e quando sono con lei il tempo vola inspiegabilmente. Le chiedo solo di pensarci bene, prima di cancellarmi dalla vita di sua figlia;

3) Purtroppo sono famoso. In questo momento odio esserlo. Mi chiedo perchè io non possa fare tutto quello che fanno gli altri ragazzi e poi mi rispondo in questo modo: "Io sto vivendo il mio sogno". Vorrei solo che lei capisse che non è mia intenzione comportarmi in modo tale da farvi sembrare quello che non siete attraverso i giornali e altro.

...

 Poi, c'è un'ultima cosa che devo dirle: se proprio non vuole più vedermi, vorrei che mi portasse all'aeroporto più vicino con la sua auto prima della fine della settimana. Se infastidisco, preferisco togliere il disturbo.

Grazie per avere letto,

Justin.


Rilessi la lettera tre volte, poi la piegai in due ed uscii dall'auto.

Arrivato a casa, incontrai Rose in cucina.

"Ciao" mi disse.

"Ciao" dissi, freddo.

"Justin... vorrei solo che mio padre...".

La interruppi: "Io odio tuo padre".

"Lo sta facendo per il mio bene... ma non ha ragione per niente" disse, con voce tremante.

"Aspetta un po' di tempo e tutto si sistemerà. Credimi" dissi.

Salii le scale.

"Aspetta!". Lei salì gli scalini, fino a raggiungermi. "Proverò a parlargli".

"Gli ho scritto una lettera" dissi.

"Una lettera? Sei sicuro che funzioni?".

"Non lo so, ma devo fare qualcosa... non posso restare fermo mentre lui spezza la nostra... amicizia". Amicizia? Ero più che sicuro di volere che fosse di più che una semplice amicizia.

"Fagli leggere la lettera, ma io comunque gli parlerò". Andò in camera sua, salutandomi con un "Buonanotte", anche se era ormai mattino.

Io camminai fino ad arrivare davanti alla porta della stanza dei suoi genitori. Cercando di non fare rumore, aprii lentamente la porta. Lasciai la lettera nella tasca di un giubbotto nero appeso ad un attaccapanni.

Chiusi la porta, ma mentre svolgevo l'azione, la chiave, infilata dall'altro lato della porta, caddee rumosamente. Mi diressi a passi veloci verso la mia stanza, dove Ryan, Chaz e Kenny si svegliarono contemporaneamente. 

Mi stavano forse aspettando?

"Ehm... vado a letto" dissi, cercando di cancellare dalla loro mente qualsiasi domanda che avrebbero voluto pormi.

Appena mi infilai sotto le coperte, Kenny incominciò con l'interrogatorio:

"Dove sei stato?".

Io, sbuffando, gli spiegai che ero andato nell'auto, ma non gli dissi niente a proposito della lettera per il padre di Rose.

Kenny, però aveva qualche sospetto.

"C'è qualcos'altro che mi devi dire?".

"No" risposi prontamente io.

Poi tutti, stanchi, si addormentarono, compreso me.


Spazio autrice

Ciao, Beliebers!

Oggi sono puntuale, perciò pretendo un applauso, ahahah. u.u

Scusatemi in anticipo per eventuali errori, ma purtroppo in questo momento non ho il tempo per ricontrollare.

Volevo solo ringraziare chi ha recensito lo scorso capitolo (perchè mi avete resa davvero felice :'D) e dirvi di seguirmi su Twitter. Sono @SofyLovesMusic_.

Ah, e grazie anche a chi ha messo la FF nelle storie Seguite, Ricordate e Preferite.

Al prossimo capitolo!

Sofy.❤

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


Capitolo 11

Le urla dei miei amici mi svegliarono.

Aprii gli occhi e li vidi correre, mentre ridevano come matti.

"Smettetela!". Presi un cuscino e glielo lanciai contro, arrabbiato.

"Hey, calmati Bieber!" disse Chaz, divertito. "Ieri sera eri davvero strano, raccontaci che cosa è successo".

"Scusa, ma ora non posso".

"Perchè?" mi chiese Ryan.

"Perchè...". Dovevo trovare una scusa. Non volevo raccontargli di avere scritto una lettera al padre di Rose, o mi avrebbero sicuramente detto: "Stupido! Perchè non gliel'hai chiesto personalmente?".

"So esattamente che in questo momento stai cercando disperatamente una scusa" disse il mio amico biondo.

Ryan mi conosceva bene, forse troppo.

"Devo andare". Uscii dalla stanza.

Sentii dei passi dietro di me e così capii che Ryan e Chaz mi stavano seguendo. Mi girai, sospirando.

"Lasciatemi solo".

"Oh no, amico. Tu hai un problema ed ora ci dirai quale, perchè siamo i tuoi migiori amici e ci ami tantissimo".

"Come sai che vi amo tantissimo?".

"Lo so semplicemente perchè sono un genio". Ahahah. "Parla, o dirò a Violet di venire a picchiarti". Decisi di raccontare tutto. Non perchè avevo paura di Violet (o forse sì), ma perchè ero stanco delle insistenze dei miei amici.

"Una lettera... una lettera... una  lettera?! Justin! E se non la vedrà? E se la ignorerà? Devi dirglielo di persona! Solo così potrai avere una possibilità di poter parlare ancora con Rose e di registrare quella canzone insieme!". Chaz aveva la faccia rossa come un pomodoro, stava impazzendo. Era buffissimo.

"Credi che sia facile?" dissi.

"Non è facile, ma lo devi fare".

Aveva ragione. 

Decisi di aspettare fino a mezzogiorno, così forse il padre di Rose avrebbe trovato la lettera, ma lui non disse niente a riguardo. Per tutta la durata del pranzo non mi guardò. Sua moglie, invece, era gentile con me. Mi sorrideva, ma il marito le lanciava occhiate di rimprovero. Mi disse più di una volta quanto fossi un bravo ragazzo.

Clarissa non indossava più la sua t-shirt con l'immagine di Justin Bieber e non sorrideva più. Non sembrava la Clarissa di sempre, era diversa.

Rose mangiò nella sua stanza.

Quando finimmo il pranzo, parlai con Robert. (Il padre di Rose)

"Io... Io...".

"Parla. Non voglio perdere tempo".

"Io... vorrei... Io...". Feci entrare un po' di ossigeno all'interno del mio corpo ed iniziai a dire qualcosa di sensato: "Vorrei parlare di sua figlia...".

"Mia figlia? Tu non c'entri niente con mia figlia".

"Per favore, mi lasci parlare. Io e sua figlia siamo amici. L'amicizia è un sentimento fortissimo, però io sono una star, lei è una ragazza "normale"... io la capisco perfettamente, lei vuole difendere sua figlia, ma...".

"Tu non c'entri niente con mia figlia" disse, ancora.

Questa volta esplosi.

"Io non c'entro niente con sua figlia?! Ascolti: dopo Ryan e Chaz, lei è l'unica persona che riesce a farmi sorridere, sorridere sia dentro che fuori. Lei è importante per me. Sì, è importante, anche se la conosco da poco tempo. Vorrei solo che lei riflettesse: è davvero giusto separare due amici?".

Incrociai le dita della mia mano destra dietro la schiena.

Ma lui, senza dire niente, se ne andò semplicemente.

"Devo solo aspettare che glielo dica anche Rose..." continuavo a ripetermi.

"Justin!". Violet venne ad abbracciarmi. Aveva assistito alla scena. "Ho visto tutto, ho sentito tutto. Tu sei davvero un ragazzo fantastico, ma mio figlio è davvero cocciuto".

Mi abbracciò ancora.

Anche se era un po' pazza, io adoravo quella donna.

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Happy ***


Happy


"Justin...". Sentii una delicata voce chiamarmi. Vedevo solo l'oscurità intorno a me. Stava piovendo.

In lontananza, una luce illuminava l'immagine di una persona. Non avevo paura, allora provai ad avvicinarmi. Però i miei piedi non si muovevano, erano incollati al suolo.

Gridai all'ombra: "Chi sei?", ma lei non rispose. 

Dopo qualche secondo, l'ombra cominciò a venire sempre più vicino a me. Riuscì finalmente a riconoscere il suo volto: era Robert. 

Tentò di afferrarmi, ma io mi liberai. Cominciai a correre, ma lui sembrava essere più veloce di me. Ma io continuavo a correre.

Poi però non sentii più la terra sotto i piedi: stavo volando. No... stavo cadendo. Stavo cadendo in un buco profondissimo e l'unica cosa che riuscivo a vedere era Robert che sorrideva dall'alto.

"Justin...". Sentii ancora quella voce, che mi svegliò.

Ero sul divano. Ansimavo, ancora agitato per l'incubo. Rose mi guardava preoccupata, seduta sul pavimento.

"Stai bene?" mi chiese.

"Sì...".

"Sei sicuro?".

"Ho solo avuto un incubo".

"Ti sei addormentato sul divano ieri...".

"Davvero?".

"Sì... mia nonna mi ha detto che hai parlato a mio padre... e che poi lei ti ha dato del tè... e quindi ti sei addormentato sul divano".

"Ok,  ho capito".

"Volevo solo dirti che ho parlato con mio padre... ha detto che... posso continuare a vederti".

"Davvero?". Spalancai gli occhi. Dentro di me mille uccellini cantavano sui rami di alberi magici, mentre i fiori sbocciavano. Hey, che cosa ho appena detto? Ahahah.

"Sì, davvero".

"Wow... allora... il duetto?".

"Il duetto si farà. Sono felicissima!".

"Rose..." cominciai.  "Posso abbracciarti?".

"Certo!" rispose.

E così l'abbracciai. Ora non intendo dire cose sdolcinate come: "Non dimenticherò mai il suo profumo", oppure: "Avevo le farfalle nelle stomaco". No. Dico semplicemente questo: è stato l'abbraccio più bello della mia vita.

"Rose... io ti devo dire una cosa".

"Cosa?".

"... Niente, scusa. Ignora quello quello che ho appena detto".

Le dissi gentilmente di lasciarmi solo. Che cosa stavo facendo un secondoprima? Le stavo per dire che provavo qualcosa per lei? Allora perchè mi sono ritirato? A volte non mi capisco.

Mi chiesi se Robert avesse comunque letto la mia lettera. Poco importava, ormai.

Ero felice. Finalmente le cose erano di nuovo  a posto. Beh, abbastanza a posto.

Ma almeno avevo ancora il sorriso stampato sulla faccia.


Spazio autrice

Ok, forse questo capitolo fa schifo (ed è corto... ? D:), ma almeno l'ho scritto. .__. :D

Ditemi cosa ne pensate!

Sofy.

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** Don't cry! ***


Don't cry!

Quella notte nessuno venne più a svegliarmi, così riuscii a dormire tranquillamente, sul divano. Era strano che riuscissi a dormire pur essendo spaventosamente felice, ma fortunatamente ci ero riuscito.

Facemmo tutti colazione insieme quella mattina. Io mi sedetti vicino a Robert, che stranamente mi sorrise e mi disse: "Buongiorno!". Forse iniziava ad avere una certa simpatia nei miei confronti.

Mangiammo delle buonissime ciambelle e dei biscotti al cioccolato, accompagnati con del latte.

Ad un tratto, tutti balzammo sulle nostre sedie. Un frastuono ci aveva spaventati tutti. Robert andò a controllare alla finestra e vide che era scoppiato uno spaventoso temporale. In quel paese il tempo era sempre così schifoso?!

Violet incominciò a sparecchiare, mentre Rose mi prese la mano e mi portò al piano superiore.

 "Dove mi stai portando?" le chiesi.

"In una stanza speciale" rispose lei.

Quando entrammo nella stanza, sentii subito il tipico odore che hanno le cose vecchie. Le pareti erano spoglie, c'era solo un quadro raffigurante un uomo anziano. I due grandi armadi erano marroni e sembravano essere ricoperti da strati di polvere. In un angolo, c'era un baule bianco, con due lettere incise: "C&R". Ricordavo di averle già viste nella stanza della musica, il giorno in cui ero arrivato lì.

Mi avvicinai al baule e Rose fece lo stesso.

Lo aprì e mi mostrò ciò che c'era dentro.

"Vedi? Questi sono tutti i giocattoli con i quali giocavamo io e mia sorella quando eravamo più piccole. C'è questa bambola, che io adoravo, di nome Dolly. Poi c'è l'orsacchiotto di Clarissa...".

"Perchè me li stai  mostrando?" la interruppi.

"... Per me questi sono oggetti importanti e considerando che tu sei mio ho amico, volevo farteli vedere".

"Oh, ok" dissi.

Continuò con l'elenco dei giocattoli e per ognuno aveva una storia da raccontare. Ad un certo punto, vidi una canna da pesca fatta di plastica, sul fondo del baule e la tirai fuori.

"Forte!" esclamai.

"Sì... forte" disse, quasi tristemente.

"... Qualche problema?" chiesi.

"No... no..." disse, poi cominciò a singhiozzare. Ed i singhiozzi diventarono semrpe più numerosi, così cominciò a piangere.

"Hey!" dissi. "Non piangere".

Lei si sedette sul pavimento, mentre le lacrime continuavano a cadere velocemente, bagnando il suo viso.

Mi sedetti accanto a lei e quando smise di piangere, le chiesi di raccontarmi tutto.

"Mio nonno mi ha regalato quella canna da pesca quando avevo 8 anni. Lui... è morto il giorno dopo... All'inizio i miei genitori e la nonna mi dissero che era semplicemente andato lontano per svolgere delle commissioni, ma quando passarono alcuni mesi ed io cominciavo ad avere dei dubbi, dovettero raccontarmi la verità: nonno era morto...". Cominciò ancora a piangere ed io l'abbracciai.

Qualche secondo dopo sciolse l'abbraccio, si asciugo le lacrime con la manica della maglia e continuò il suo racconto: "Qualcuno gli aveva sparato. Qualcuno gli aveva sparato, sì. A quei tempi vicino a casa nostra c'era un grande bosco, dove i pochi cacciatori del paese andavano per cacciare. Mio nonno era contro i cacciatori, lui era un animalista convinto... Quel giorno era andato nel bosco per raccogliere della legna... Lui raccoglieva i rami caduti, non gli piaceva dover tagliare tronchi. E così... e così un cacciatore, che mio nonno conosceva bene, credendo che fosse un animale... gli sparò. Cercò di salvarlo, ma...".

La vidi sul punto di crollare, così le dissi che poteva smettere, se non voleva più parlare.

"Okay... scusa se ti ho annoiato e fatto diventare triste" disse.

"Non ti preoccupare" dissi, tranquillamente.

L'abbracciai, sentivo che aveva bisogno di me. Ed io avevo avevo bisogno di lei.

"Grazie per avermi ascoltata... so di essere deprimente, a volte" disse.

"Hey! Se mai avrai bisogno di qualcuno con cui piangere, chiamami e verrò subito da te!" dissi. Lei rise, poi mi guardò in modo strano. Ero certo che non mi avesse mai guardato in quel modo prima.

"Che succede?" chiesi.

"Sei dolce. Grazie" rispose. "Sei davvero gentile con me".

Io non sapevo cosa dire. Qualcosa mi impediva di parlare. Tremavo.

"E tu invece sei davvero una persona speciale, Rose. Sei speciale, perchè sei una delle poche persone che abbiano raccontato qualcosa del genere a me... Io di solito non vengo considerato il tipo intelligente che sa parlare di cose serie... o almeno credo". In quel momento non sapevo se stessi dicendo parole di senso compiuto oppure no. Sapevo solo di stare parlando.

"Cosa dici?! Io ti ho quasi sempre considerato una persona intelligente!". Risi e lei rise con me.

Misi la canna da pesca, che avevo appoggiato per terra, dentro il baule. Poi seguii Rose fuori dalla stanza.

Violet, che stava portando dei vestiti da una camera all'altra, vide la nipote e le chiese se avesse pianto.

"Sì, ma ora sto bene. Non ti preoccupare nonna. Posso aiutarti con i vestiti?" disse Rose.

Lei rispose di sì e le diede una pila di magliette.

Mi offrii anch'io ad aiutarla.

Quel pomeriggio sistemammo vestiti, ma ci divertimmo tantissimo. Ridemmo come due matti ogni volta che qualcuno faceva cadere qualcosa... e quel qualcuno ero molto spesso io.

Spazio autrice

Ciao gente! :'D Cosa pensate di questo capitolo? E' abbastanza "drammatico", no? u.u Ahahah, ma alla fine i due ridono e tutto è ok. :3

Questa volta vorrei ringraziare tutti: chi ha messo la ff in seguite, ricordate o preferite, chi legge soltanto, chi recensisce. Grazie a tutti.

Tornando al capitolo, ho cercato di fare del mio meglio, perciò sarei davvero felice se lasciaste una recensione, anche una davvero minuscola, solo per dire se vi piace o no.

Okay, ora vado. Al prossimo capitolo!

Sofy.

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** Quella scatola parlante che i giovani chiamano ***


Quella scatola parlante che i giovani chiamano "televisione"


La mattina seguente mi alzai presto. Erano le cinque e tutti stavano dormendo. Tranne me

Accesi la televisione ed abbassai il volume. C'era uno di quei film con Babbo Natale che di solito trasmettono durante il periodo natalizio. Ero troppo pigro per cambiare canale, così iniziai a guardarlo.

All'improvviso, sentii qualcuno toccarmi la spalla e mi spaventai.

"Ahah, sono io. Ti ho spaventato?" disse Robert, con un sorriso, sedendosi accanto a me.

"No..." dissi, ancora scosso.

"Ho letto la lettera. Ti chiedo scusa...".

"Ok, accetto le sue scuse. Amici?". Gli porsi la mano sperando che non la respingesse.

"D'accordo" disse, stringendola.

"Allora... sei un cantante, giusto?".

Non risposi, pensando che quella fosse una domanda stupida.

"Oh, scusa per la domanda... la mattina non ragiono" disse, imbarazzato.

Risi e mi alzai. Gli dissi che dovevo andare in bagno.

Ed infatti andai in bagno, ma per chiamare mia mamma.

"Mamma...?".

"Justin! Come stai?".

"Sto... bene. Tu?".

"Bene! Kenny ti ha detto che mi chiama ogni sera?".

"No, non me l'ha detto... comunque mi manchi".

"Oh, anche tu mi manchi!". In quel momento la immaginai stritolarmi con un abbraccio. Beh, i suoi abbracci mi mancavano.

"Ma perchè sei sveglio a quest'ora?" mi chiese.

"Non riuscivo a dormire. Scusa, adesso vado! Ciao mamma!" dissi. Non avevo voglia di stare al telefono per ore. 

Uscii e tornai sul divano. 

"Ti dispiace se cambio canale?" mi chiese Robert, prendendo in mano il telecomando.

"No! Cambia canale se vuoi".

Quando però la televisione si sintonizzò sul telegiornale ebbi una brutta sorpresa. La donna con il microfono in mano iniziò a parlare:

"Salve cari telespettatori! Una nuova notizia è giunta alle nostre orecchie e riguarda Justin Bieber! Il cantante è stato fotografato insieme ad una ragazza da un paparazzo che è riuscito ad entrare nella casa del piccolo paese di Loport, in Canada. Chi è questa ragazza? La nuova fidanzata del Biebs? Seguiteci per scoprire di più!".

Rimasi scioccato. Sperai che fosse un brutto sogno, ma purtroppo non lo era.

Robert mi guardò ed io non seppi cosa dire.

Poi lui prese il giornale che era sul piccolo tavolo di legno davanti a noi ed incominciò a leggerlo con attenzione, come se non fosse successo niente. 

Mi sembrava di affogare. Avrei voluto scappare via. 

Lui mi aveva appena dato il permesso di continuare a vedere sua figlia e poco dopo la televisione parla di noi?! Ero abituato a questo tipo di cose, ma non volevo che succedessero con Rose. Lei era speciale. 

"Robert..." dissi.

Lui alzò gli occhi dal giornale. Erano gelidi, sembrava che mi penetrassero dentro il corpo e che poi uscissero trafiggendomi. Distolsi lo sguardo.

"Io non so cosa dire".

"Cosa possiamo fare? Aspettiamo che questa voce venga dimenticata da tutti..." disse lui.

Udimmo un tonfo, poi la voce di Violet. 

"Chi c'è?! Sono armata! Sono armata!" continuava ad urlare.

Aveva in mano un grosso bastone e lo agitava. Probabilmente credeva che qualcuno fosse entrato in casa per rubare qualcosa.

"Mamma! Mamma! Siamo noi!" disse Robert, divertito.

"Oh, voi! Mi avete fatto spaventare!".

Le raccontammo ciò che era successo e tutto quello che seppe dire fu:

"Oh... quella scatola parlante! "Televisione", giusto? Non mi è mai piaciuta!".

 

Spazio autrice

Okayyy, scusate se sono parecchio in ritardo, ma sono stata in montagna!

Cosa pensate di questo capitolo? Spero veramente che non faccia schifo. 

Ringrazio chi recensisce sempre, chi segue la storia, chi l'ha messa tra le preferite, seguite e da ricordare. Grazie veramente a tutti! 

Scusate in anticipo per eventuali errorri. Spero di poter aggiornare la prossima settimana con un nuovo capitolo! :)

- Sofy.


Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** Our first kiss ***


Our first kiss

Violet si sedette con noi e dopo avere parlato un po' decidemmo di raccontare tutto a Rose, quando si sarebbe svegliata.

Robert andò nella sua camera, mentre Violet rimase con me. 

"Ti piace, riesco a sentirne l'odore" disse, dopo una buffa risata.

"L'odore?".

"L'odore dell'amore... ammetilo, ti piace Rose".

Arrossii, riuscii a capirlo perchè sentivo le mie guance scottare.

"Sì, mi piace. Mi piace molto".

"Oh!" esclamò, battendo le mani. Poi però si rese conto che era notte ed abbassò il tono della voce: "Siete una splendida coppia, credimi. A Rose piaci...".

"Da-davvero?" balbettai.

"Davvero. Vorresti dubitare di me, giovanotto?".

"Oh, no. Allora...".

"Allora domani vi sposerete". Disse queste parole con un'espressione talmente seria, che pensavo davvero che non stesse scherzando! Ma poi disse: "Ahahah, stavo scherzando! Ti sei spaventato, ahahah".

"No... era ovvio che stessi scherzando".

Violet sorrise, poi, stanca, andò in camera sua.

Il mattino seguente, mi svegliai sul divano. Non riuscivo a credere che fossero già passati sei giorni. Ma adesso era meglio non pensarci.

Salii le scale e sentii la voce di Rose provenire dalla sala musica. Bussai e Clarissa venne ad aprire.

Entrai e vidi la ragazza suonare al pianoforte. Stava suonando "Overboard".

Iniziai a cantare con lei il ritornello. Le nostre voci creavano qualcosa di magico quando si univano ed ogni volta che cantavo con lei, mi sembrava di volare.

Clarissa ci guardava stupita e meravigliata e quando finimmo di cantare, iniziò ad applaudire.

"Clarissa, puoi uscire per un minuto, per favore?" le chiesi, gentilmente.

"Ok..." disse, forse offesa.

"Rose..." cominciai. "Devo dirti una cosa che per me è difficile dire...ma devo dirtela. Tu mi piaci molto e non sto scherzando. So che ci conosciamo da pochi giorni, ma credo che per me siano stati abbastanza per cpire che provo qualcosa di speciale per te ed è più di una semplice amicizia". Dissi queste parole una dopo l'altra, velocemente. "Quello che voglio sapere è se tu provi lo stesso..." continuai.

Lei rimase a bocca aperta. Era sbalordita, incredula, stupita. 

"Justin... Io... Sì, anch'io provo lo stesso" disse, sorridendo.

Non dissi niente. Cosa avrei potuto dire? 

Mi avvicinai a lei, lentamente. La guardai negli occhi: erano occhi sinceri; esprimevano esattamente ciò che Rose stava pensando e provando. Erano lucenti come diamanti e talmente belli che li avrei guardati per tutto il resto del giorno... Ma non potevo.

Dovevo fare altro.

Sì, dovevo baciarla. 

Le sfiorai la guancia: calda, liscia, perfetta. Le spostai una ciocca di capelli dietro l'orecchio ed avvicinai il mio viso al suo. Sfiorai le sue splendide labbra e mi sembrò di sentire delle urla di gioia... probabilmente era il mio cuore. Ahahah.

Lei ricambiò il bacio; mi sembrava un sogno diventato realtà.

Sì, lo era.

Avevo sempre voluto baciarla: da quando l'avevo vista fuori da quella porta. 

La notte del suo arrivo trasportammo sua nonna insieme (Vi ricordate?), poi la sentii cantare, più tardi lei mi abbracciò. 

Ed ora ci eravamo baciati.

Quando ci staccammo, non dicemmo niente.

Lei sorrise ed io sorrisi.

"Rose, ti devo dire anche un'altra cosa. Ti ricordi di quel paparazzo che si era finto una scrittore? Beh, abbiamo visto le sue foto in TV...".

"... Davvero?" disse, spalancando gli occhi.

"Sì, ma sinceramente non mi importa di lui e delle foto" dissi, prima di baciarla ancora. 


Spazio autrice

Heeey gente. :D

Eccomi qui.

Ho aggiornato, finalmente. Se il capitolo vi fa schifo, per favore, non uccidetemi. D:

Non so dirvi se il prossimo capitolo sarà l'ultimo o se invece ce ne saranno altri due. ... Poi deciderò. :D

Vorrei ringraziare tutte le persone che seguono la fan-fiction, soprattutto chi recensisce.

In questi ultimi capitoli vorrei ricevere più recensioni, perciò che ne dite di scrivere tre righe per dirmi la vostra opinione? :)


Al prossimo capitolo,

Sofia.

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** La partenza ***


 

Era ora di cena.
Quando mi sedetti al tavolo, notai che nessuno aveva voglia di parlare. Ryan e Chaz mi fissavano, Kenny guardava attentamente il cibo presente sul suo piatto, Violet beveva silenziosamente un bicchiere d'acqua, Robert e Elisabeth si scambiavano occhiate tristi e forse anche preoccupate, Clarissa giocherellava con la forchetta, mentre Rose... Rose non c'era.
"Dov'è Rose?" chiesi, rompendo il silenzio.
"Arriverà tra poco" rispose Elisabeth.
"Dopo cena dovrete fare i bagagli, tutti..." disse Violet, con voce tremante. 
Robert la guardò con tenerezza e l'abbracciò.
Non avevamo mai realmente pensato al momento in cui saremmo dovuti partire, fino a quella sera. 
Mi dispiaceva per Violet. Era davvero triste ed ormai mi ero abituato alla sua presenza.
Sapevo che avrei rivisto presto Rose, perchè avremmo dovuto incidere "Overboard" insieme. STavo anche pensando di farla venire a qualche concerto, ma doveva essere una sorpresa.
Rose arrivò e si sedette, perciò Violet cercò di asciugarsi le lacrime.
"Nonna, hai pianto?" chiese la nipote.
"Sì... ma non ti preoccupare" rispose.
Il resto della serata passò allegramente.
Kenny faceva battute e chiacchierava con Robert, mentre Violet parlava con Elisabeth.
"Ragazzi, venite fuori" disse Clarissa, quando avevamo tutti finito di mangiare.
Io, Ryan, Chaz e Rose la seguimmo e lei ci condusse fuori. Andò dietro alla casa, poi prese dei bastoncini che trovò vicino alle cortecce di un grande albero e ce ne diede uno a testa.
Rose sorrise. "Sono i bastoncini magici...".
"I che cosa?" chiese Ryan. 
"Sono bastoncini speciali. La nostra nonna, quando eravamo più piccole, ci ha raccontato una stria: un giorno una principessa venne qui, sotto quest'albero, per riposarsi e prese un un bastoncino per scrivere un messaggio sulla terra. Scrisse "Mi mancate, amici miei", perchè sentiva la mancanza dei suoi sudditi. Il suo regno era stato conquistato da un uomo malagio, perciò la principessa era scappata... La nonna dice che se regali uno di questi bastoncini ad un tuo amico che sta per partire, lo rivedrai presto" spiegò Clarissa, sorridendo.
"Wow, grazie!" esclamò Chaz, osservando il piccolo pezzo di legno.
"Non sappiamo se la storia sia vera. Probabilmente non lo è, ma è bella" disse Rose.
"Sì, è davvero bella" dissi io.  
"Ragazzi" gridò qualcuno. Era Kenny. "Venite, dovete prepararvi per domani mattina!".
Noi entrammo subito, perchè il tono della mia bodyguard faceva intendere che non avrebbe accettato obbiezioni.
Io non avevo molte cose da mettere a posto, solo i pochi oggetti che Violet mi aveva portato dalla mia macchina, che misi nella mia valigia. (Che Kenny era andato a prendere giorni prima) Ed ovviamente i vestiti.
"Mi mancherà questo posto" disse Ryan, mentre piegava una maglietta grigia.
"Anche a me, amico" dissi, tristemente.
"Non deprimetevi!" esclamò Chaz. "Non voglio vedere lacrime. Sorridete!".
Noi ridemmo. 
Ero davvero contento che loro fossero con me.
La mattina seguente, uscimmo di casa con le nostre valigie e le mettemmo nel portabagagli dell'auto di Robert.
"Siete pronti per partire?" ci chiese Rose, mentre caricava una grande borsa rossa. 
"Io sì. Almeno credo" dissi. "Ti ricordi che dobbiamo ancora registrare una canzone, vero?".
"Sì, mi ricordo" disse. "Non vedo l'ora".
"Rose! Vieni qui!" gridò Clarissa, dalla porta. 
"Scusate...".
Tornò qualche secondo dopo con una canna da pesca giocattolo in mano. 
La guardai, divertito. 
"Sai, ho deciso di portarla con me" mi disse. 

La partenza

 

Era ora di cena.

Quando mi sedetti al tavolo, notai che nessuno aveva voglia di parlare. Ryan e Chaz mi fissavano, Kenny guardava attentamente il cibo presente sul suo piatto, Violet beveva silenziosamente un bicchiere d'acqua, Robert e Elisabeth si scambiavano occhiate tristi e forse anche preoccupate, Clarissa giocherellava con la forchetta, mentre Rose... Rose non c'era.

"Dov'è Rose?" chiesi, rompendo il silenzio.

"Arriverà tra poco" rispose Elisabeth.

"Dopo cena dovrete fare i bagagli, tutti..." disse Violet, con voce tremante. 

Robert la guardò con tenerezza e l'abbracciò. Non avevamo mai realmente pensato al momento in cui saremmo dovuti partire, fino a quella sera. Mi dispiaceva per Violet. Era davvero triste ed io ormai mi ero abituato alla sua presenza.

Sapevo che avrei rivisto presto Rose, perchè avremmo dovuto incidere "Overboard" insieme. Stavo anche pensando di farla venire a qualche concerto, ma doveva essere una sorpresa.

Rose arrivò e si sedette, perciò Violet cercò di asciugarsi le lacrime.

"Nonna, hai pianto?" chiese la nipote.

"Sì... ma non ti preoccupare" rispose.

Il resto della serata passò allegramente. Kenny faceva battute e chiacchierava con Robert, mentre Violet parlava con Elisabeth.

"Ragazzi, venite fuori" disse Clarissa, quando avevamo tutti finito di mangiare.

Io, Ryan, Chaz e Rose la seguimmo e lei ci condusse fuori, dietro alla casa, poi prese dei bastoncini che trovò vicino alle cortecce di un grande albero e ce ne diede uno a testa.

Rose sorrise. "Sono i bastoncini magici...".

"I che cosa?" chiese Ryan. 

"Sono bastoncini speciali. La nostra nonna, quando eravamo più piccole, ci ha raccontato una stria: un giorno una principessa venne qui, sotto quest' albero, per riposarsi e prese un un bastoncino per scrivere un messaggio per terra. Scrisse "Mi mancate, amici miei", perchè sentiva la mancanza dei suoi sudditi. Il suo regno era stato conquistato da un uomo malvagio, perciò la principessa era scappata... La nonna dice che se regali uno di questi bastoncini ad un tuo amico che sta per partire, lo rivedrai presto" spiegò Clarissa, sorridendo.

"Wow, grazie!" esclamò Chaz, osservando il piccolo pezzo di legno.

"Non sappiamo se la storia sia vera. Probabilmente non lo è, ma è bella" disse Rose.

"Sì, è davvero bella" dissi io.  

"Ragazzi!" gridò qualcuno. Era Kenny. "Venite, dovete prepararvi per domani mattina!".

Noi entrammo subito, perchè il tono della mia bodyguard faceva intendere che non avrebbe accettato obbiezioni.

Io non avevo molte cose da mettere a posto, solo i pochi oggetti che Violet mi aveva portato dalla mia macchina come regalo di Natale, che misi nella mia valigia. (Che Kenny era andato a prendere giorni prima) Ed ovviamente i vestiti.

"Mi mancherà questo posto" disse Ryan, mentre piegava una maglietta grigia.

"Anche a me, amico" dissi, tristemente.

"Non deprimetevi!" esclamò Chaz. "Non voglio vedere lacrime. Sorridete!".

Noi ridemmo. Ero davvero contento che loro fossero con me.

 


La mattina seguente, uscimmo di casa con le nostre valigie e le mettemmo nel portabagagli dell'auto di Robert.

"Siete pronti per partire?" ci chiese Rose, mentre caricava una grande borsa rossa. 

"Io sì. Almeno credo" dissi. "Ti ricordi che dobbiamo ancora registrare una canzone, vero?".

"Sì, mi ricordo" disse. "Non vedo l'ora".

"Rose! Vieni qui!" gridò Clarissa, dalla porta. 

"Scusate...".

Tornò qualche secondo dopo con una canna da pesca giocattolo in mano. La guardai, divertito. 

"Sai, ho deciso di portarla con me" mi disse. 

"E' ora di partire" ci informò Robert, aprendo lo sportello dell'automobile.

 

Spazio autrice

Ciao ciao. :3 Questo è il penultimo capitolo della fan-fiction, che tristezza. ç--ç Questo significa che il prossimo sarà l'ultimo e che io non dormirò la notte perchè mi mancheranno troppo i personaggi. (?)
Immagino abbiate notato che ho cambiato nickname. :) Prima ero Sofyjbthebest, ora sono GiveMeAPen_. Mi piace di più. u.u

Tornando alla storia, spero che questo capitolo vi sia piaciuto! :3

Baci, Sofy.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** Our Song ***


Our Song


Grida. Lacrime.

Un palco. Un cantante, il quale, quella sera, sarebbe salito su quel palco.

Justin era agitato, anche se si era esibito già moltissime volte.

"Quando arriverà?" continuava a domandarsi.

Ripassava le parole della canzone, quella canzone che avrebbe dovuto cantare insieme a Rose, su quel palco, quella sera.

Il palco era all'aperto. Le fan erano talmente tante da bloccare la strada, così i vigili dovettero mettere dei segnali per impedire alle automobili di passare.

Justin si sedette su una sedia.

 

 

Il giorno prima era venuta in studio per registrare la nostra versione di "Overboard", ed ora, che dovevamo cantarla dal vivo, voleva darmi buca?

Mancavano 20 minuti all'inizio e quel pomeriggio non era neanche venuta alle prove. Mi aveva chiamato dicendo che era impegnata, ma che sarebbe venuta al concerto.

Io la stavo aspettando, impaziente.

Poi qualcuno mi toccò la spalla ed io trasalii. Era Rose.

"Rose!" esclamai, sorpreso, prima di abbracciarla.

 

 

Era ora di salire. Le luci si spensero e dopo circa dieci secondi, se ne accesero delle altre, viola e blu.

Clarissa venne da me per augurarmi buona fortuna e per osservare sua sorella mentre prendeva posizione su una pedana che si sarebbe dovuta alzare, mostrando Rose al pubblicò.

 

It feels like we've been out at sea...

 

Rose iniziò a cantare, con la sua voce perfetta.

Arrivò presto il mio turno.

Vedevo il pubblico battere le mani e lo sentivo esultare ogni volta che le nostre due voci si incrociavano.

Rose sembrava a casa sua, su quel palco. Cantava e sorrideva al pubblico, poi qualche volta si avvicinava a me ed io la guardavo negli occhi.

Quando finimmo di cantare la canzone, presi la mano di Rose e feci un inchino insieme a lei.

"Un applauso per Rose Scarlett!" dissi, al microfono.

"Grazie" disse, riconoscente, soltanto a me.

"Ora vorrei fare salire sul palco Violet... Violet, vieni qui!" dissi.

Mi voltai verso destra e vidi Violet che saliva le scale, lentamente. Rose andò ad aiutarla.

"Grazie, Justin" disse la donna, quando le ebbi dato il mio microfono. "E' stato bello ospitarti a casa mia, sei un bravo ragazzo".

L'abbracciai. Le volevo bene.

 

 

Dopo il concerto, festeggiammo dietro al palco. C'erano musica, cibo e le persone a cui tenevo di più al mondo.

Mia madre aveva già conosciuto Rose, ma mio padre no, così gliela presentai. Sembrava davvero felice.

"Brindiamo a Rose, che andrà per la prima volta in tour mondiale, grazie a Justin!" dise Clarissa, alzando il suo bicchiere di Coca-Cola. "E così, potrò viaggiare in tanti Paesi diversi..." aggiunse, sghignazzando. "Però voi non verrete" disse a Ryan e Chaz, tristemente.

"Ma a Natale verremo a Loport" disse Chaz, tirando fuori dalla tasca il suo legnetto.

"Hey! Il concerto è stato fantastico!" esclamò Christian, seguito da Caitlin.

"Hey, Chris! Grazie" dissi.

"Tu devi essere Rose" disse, stringendole la mano. Caitlin fece lo stesso.

Robert si aggiunse al nostro gruppo e mi mise una mano sulla spalla.

"Siete stati molto bravi" disse.

Io e Rose lo ringraziammo, poi io mi scusai con gli altri e la portai via.



Ci sedemmo su una panchina. La strada era illuminata dai lampioni, mentre il resto era avvolto dal colore nero.

Le misi un braccio intorno al collo.

"Rose, ti amo" le dissi.

"Ti amo anch'io" disse lei, baciandomi dolcemente.

Ero felice. In quel momento, su quella panchina, insieme a Rose.

Dovevo ringraziare quella maledetta auto, che si era fermata in mezzo al nulla. Sì, perchè in quel nulla, io avevo trovato lei.

"Justin..." sussurrò.

"Sì?".

"Trascorreremo il prossimo Natale a Loport, me lo prometti?" mi chiese, sorridendo. 

"Certo, te lo prometto. Mi manca quel posto, anche se è da solo una settimana che l'ho lasciato" dissi. 

Lei mi abbracciò.

"Perfetto" disse, prima di iniziare a canticchiare la nostra canzone.

 

- The End -

 


Spazio autrice

Heeey. 

Ultimo capitolo, che cosa triste. D:

Voglio ringraziare tutte le meravigliose persone che hanno recensito lo scorso capitolo:  Evelyn MalfoyItsJustAn e MartyJAX.

Grazie anche a chi ha messo la storia tra le preferite, tra le seguite e da ricordare.

Non credo che scriverò un seguito della storia, ma molto probabilmente, ne farò un'latra! ;)

Grazie a tutte le persone che hanno letto questa fan-fiction.

Sofy.

 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=580804