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di LaMappadelMalandrino
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Hogwarts ***
Capitolo 2: *** L'Ordine della Fenice ***



Capitolo 1
*** Hogwarts ***







 

 

Sirius Black non aveva mai avuto una vita facile. Ma non poteva ci poteva essere altra via, se sei diverso. Lui era sempre stato così e ne aveva preso coscienza dal momento in cui era finito a Grifondoro. La sua famiglia era la tipica generazione tutta Serpeverde, di quelle che predicavano il sangue puro, di quelle i cui membri sono destinati a diventare Mangiamorte al servizio dell'Oscuro Signore.

Lui aveva incontrato James Potter. Il suo migliore amico, il suo compagno di malandrinate, un confidente, un fratello. E, nonostante avesse anche Remus e Peter, non c'era nessuno come Ramoso. Una persona che riuscisse a comprenderlo nel profondo e che l'apprezzasse per quello che era veramente e non per il suo sangue.  - Ehi, Sirius! -, strillò una voce dal letto accanto al suo. Appena aprì gli occhi si ritrovò disperatamente a cercare di non farsi accecare dalla luce del sole. Quella giornata era bella come poche. Effettivamente, Hogwarts riusciva a rendere speciale ogni giorno anche dopo cinque anni. Era sempre una sorpresa quel posto incantato. - Cazzo, Felpato, se arriviamo di nuovo in ritardo giuro che ti ammazzo! -, una figura occhialuta lo scrutava con aria furiosa. Però un sorriso complice illuminava il suo giovane volto. - E da quando in qua noi arriviamo puntuali, razza di quadrupede cornuto? -, disse Sirius, rivolgendo a James uno dei suoi sorrisi più malandrini.

Nel pomeriggio si dedicarono alla solita passeggiata nei pressi del Lago Nero. Sirius e James ridevano allegramente ricordando quanto fossero unti i capelli di Mocciosus. Remus leggeva tranquillamente un libro mentre Peter se ne stava sdraiato sull'erba dormendo pesantemente. Ramoso, come al solito, tentava in tutti i modi di farsi notare da Lily Evans con scarsi risultati. Sirius rideva di gusto osservando l'amico che si arruffava i capelli in continuazione. E poi la vide. Una ragazza dai lunghi capelli corvini passò di fianco a Lily, salutandola con un sorriso. La sua uniforme intonava i colori del blu, doveva essere una Corvonero. Anche se non erano poi così vicini si potevano chiaramente vedere i suoi occhi come lapislazzuli risaltare sul suo volto candido e dai lineamenti perfetti. - E' bella vero? -, Peter si era risvegliato e, notando la faccia sbalordita dell'amico, aveva proferito parola. - Sì, la Evans è proprio uno schianto. -, disse James, guardando con aria sognante la rossa che chiacchierava allegramente con alcune sue amiche. Codaliscia scosse la testa, esasperato. - La conosci? -, chiese Sirius, non riuscendo a staccarle gli occhi di dosso. Non gli era mai successa una cosa simile. Lui stesso era rinomato come donnaiolo, quello di una notte e via. Ma quella ragazza... Come aveva potuto non notarla prima? - Beh, so solo che si chiama Fanny e qualche cosa... Il cognome non lo ricordo. E' del nostro stesso anno. E' una ragazza abbastanza riservata, non parla praticamente con nessuno purtroppo. -, disse, sospirando. - Però ho sentito dire che è una tosta. -, concluse, tornando a sdraiarsi sbadigliando. Sirius la guardò rapito fin che la sua figura non sparì dietro agli alberi al limitare della Foresta.

-
Ti vedo distratto Felpato. Non è da te. - Una voce richiamò alla realtà Sirius Black che da qualche decina di minuti si era perso nei meandri della fantasia. Non riusciva a smettere di pensare a quella ragazza e ai suoi occhi magnetici. No, doveva smetterla, stava diventando una mania. - Ah... Pensavo a quel tema di cinquanta centimetri per Erbologia... -, disse con fare distratto. - E da quando in qua tu ti preoccupi dei compiti? -, questa volta era stato Remus a parlare. - Lunastorta... -, iniziò, ma una fitta alla testa lo bloccò. - Ah, oggi ho un mal di testa terribile, credo che andrò in Sala Comune, ci vediamo dopo, okay? -, chiese, mentre già si allontanava. Poteva percepire su di se gli sguardi perplessi degli amici.

In verità, non aveva nessuna voglia di andarsene a letto. Decise quindi di andare in biblioteca a perfezionare la Mappa del Malandrino, c'erano ancora alcuni libri che mancavano di controllare. Sospirando, entrò dalla porta. Con la scusa che fosse l'ora di cena la biblioteca era completamente deserta, fatta eccezione per... Lei. Era la, seduta in uno scaffale appartato, immersa nella lettura, con un ciuffo di capelli color pece che le ricadeva delicatamente sul volto. Era così bella da far male. Sirius le si avvicinò. - Posso sedermi? -, chiese con gentilezza. Lei alzò lo sguardo, fulminandolo con quegli occhi più blu del mare in tempesta. Probabilmente aveva notato che la biblioteca era vuota e che il ragazzo che aveva osato rivolgerle la parola avrebbe potuto sedersi ovunque avesse voluto. Sospirando abbassò lo sguardo, ignorando il suo sorriso. - Fai come ti pare. -, disse secca, ritornando a leggere il suo libro. Sirius si sedette sconsolato, non era mai successo che una ragazza lo rifiutasse in quel modo. Alla fine lasciò perdere la Mappa e afferrò Erbologia, cercando di farsi venire qualche idea per il tema prima di finire in punizione per l'ennesima volta.

C'era un silenzio tombale, nessuno dei due parlava, lei continuava a leggere, come se lui non fosse mai arrivato. - Io sono Sirius Black. -, si scoprì a dire. Lei alzò nuovamente lo sguardo, seccata. - Lo so chi sei, non hai una bella reputazione in giro Black. -, disse secca. Peter aveva ragione, era una tipa tosta. - Questo mi fa piacere. Potrei avere la grazia di sapere il tuo nome? -, le disse, sorridendole amabilmente. Lei parve arrossire. Ma quell'illusione sparì in qualche secondo. - Non vedo perchè ti dovrebbe interessare il mio nome. Comunque sia, sono Fanny Smith. -, disse, alzandosi. - Dove vai? -, chiese Sirius, allarmato. Lei lo ignorò, sparendo nel giro di qualche secondo. Beh, almeno adesso sapeva come si chiamava. Si voltò a guardare la sedia su cui era seduta e notò che aveva lasciato la sua copia di Pozioni Avanzate sul tavolo. La afferrò e cose fuori dalla biblioteca, cercando di raggiungerla. Corse a perdifiato quasi fino alla Torre di Corvonero e poi finalmente la trovò. - Aspetta! -, urlò un Sirius sfiancato dalla corsa. Lei si voltò di scatto. - Cosa vuoi?! Ti metti a seguirmi adesso?! Io non sono come tutte quelle oche che cadono ai tuoi piedi, stammi lontano Black! -, disse lei, con rabbia. Lui la guardò stupefatto. Non riusciva a trattenersi. - Ma che problema hai ragazzina?! Nemmeno mi conosci e ti permetti queste confidenze con me. Tieniti il tuo libro. -, disse irato, lanciandoglielo. - Oh... -, mormorò la ragazza, arrossendo improvvisamente. Sirius si era già incamminato e non dava segno di essersi calmato. Lei si strinse il libro al petto. - Aspetta Black! -, urlò. Lui non si volò. S'incamminò fino a raggiungerlo. - Black, Black, aspetta... Io... SIRIUS! -, disse infine, fermandosi. Lui si bloccò di colpo, voltandosi nella sua direzione e alzando un sopracciglio. Più la guardava più si accorgeva di quanto fosse bella. - Io... Mi dispiace, non volevo trattarti così... E grazie, per il libro. -, disse, evidentemente mortificata. Sirius le si avvicinò. - E va bene, ti perdono a patto che tu accetti di uscire con me qualche volta. -, disse, da vero malandrino. La vide arrossire violentemente. - Io... Sei un idiota! -, disse, pronta ad andarsene. Prima che lei potesse voltarsi Sirius l'afferrò per un gomito e fu come se una scossa elettrica avesse attraversato l'aria. Quando si fu ripreso, tornò a parlare. - Dai, stavo scherzando... -, le disse dolcemente. Lei parve addolcirsi. - Devo andare. Grazie ancora. -, disse, sciogliendosi dalla stretta e incamminandosi verso la Sala Comune di Corvonero. Sirius la guardava rapito, come al Lago. La vide voltarsi e sorridergli. Prima che lui pensasse di esserselo immaginato la sentì parlare. - Magari sì. -, disse, correndo via. Non ebbe bisogno di pensare a cosa si riferisse che già un largo sorriso illuminava il bel viso del giovane.

 

 - E così sei uscito con la Corvonero. -, disse Peter, mentre i Maladrini si erano radunati in Sala Comune. Erano passate quasi due settimane da quando era successo l'episodio della biblioteca e, alla fine, contro tutte le aspettative altrui, erano andati assieme ad Hogsmeade. Non era successo nulla di che e lei sembrava essere tornata fredda e distaccata. Non aveva più rivisto il suo bel sorriso di quella sera. Ma, anche se non l'avrebbe mai ammesso, questa volta provava qualche cosa di diverso. Lei era la sua ossessione adesso. Non passava giorno in cui non la pensasse, in cui non sperasse di toccare quelle labbra come ciliege. - Sì. -, rispose a Peter mentre si buttava sotto le coperte. Non riusciva a non vedere il suo viso.
 

Quella mattina aveva liquidato James con la scusa che si fosse beccato una punizione ad Erbologia per non aver consegnato il tema in tempo. Ma l'amico non disse nulla, aveva capito che a Sirius stava accadendo qualche cosa di nuovo. Felpato, infatti, era corso in biblioteca. E, come aveva ardentemente sperato, la trovò li, nel solito scaffale appartato. Era molto presto e gli studenti non sarebbero arrivati prima della fine della colazione, che si sarebbe tenuta nel giro di mezzora. Aveva tutto il tempo. Le si avvicinò. - Buongiorno. -, disse sedendosi accanto a lei. - Siamo anche mattutini adesso, Black. -, disse ridendo. Non era una risata cattiva, era ironica, spensierata. Bellissima. Come il suono di mille campane d'argento in un giorno di festa. Lui le sorrise. - Ho i miei motivi per alzarmi presto. -, disse. Lei non la prese male, anzi, si alzò dal suo libro, fissandolo intensamente. - Non... Non avevo mai visto un colore così. -, disse. Sirius la guardò con aria perplessa. - Sto parlando dei tuoi occhi, Black. Non avevo mai visto un grigio così... Perlato. -, disse, regalandogli un sorriso. - Beh, ti ringrazio, so di essere un gran figo in effetti. -, disse. Lei parve farsi seria, ignorando la sua battuta. - Mi dispiace di non essere molto amichevole. Sono sempre cresciuta in solitudine e non sono molto brava a socializzare. Sono piuttosto testarda e tendo a dare corda ai pregiudizi, anche se sbagliati. -, qui alzò lo sguardo, probabilmente si riferiva alla sua sfuriata di quella sera. - Non so nemmeno perchè sono qui a giustificarmi con te. -, disse ironicamente, spostandosi un ciuffo ribelle dal viso. - Forse perchè io non ti sono indifferente Fanny Smith. -, disse. Sirius era sempre stato una persona molto diretta. - No, credo di no. -, disse lei. Sembrava che le barriere dei giorni precedenti si fossero improvvisamente abbattute. Sirius le sorrise, avvicinandosi al suo volto. - Anche tu hai degli occhi bellissimi e sei così... Diversa. -, disse. E la baciò. La baciò come mai nessuna prima, senza pensare, un bacio casto, per nulla violento e possessivo. Un bacio dolce, gentile. Quando lei rispose non seppe se il suo cuore avesse mai battuto così velocemente come in quel momento. La strinse dolcemente a se, come un gioiello fragile e prezioso.




Note: Questa è la prima fanfiction che scrivo qui. Non so se la storia possa piacere, l'ispirazione mi è venuta per caso e ho deciso di affibiare questa ragazza a Sirius. Vi posso già anticipare che non è un caso che si chiami Fanny. A presto, spero! ^____^

 

 

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Capitolo 2
*** L'Ordine della Fenice ***







 

 

Sirius Black era un ragazzo attraente, caratterizzato da movenze particolarmente aggraziate che lo rendevano come un principe agli occhi degli altri. Aveva dei capelli corvini lunghi quasi fino alle spalle, leggermente ondulati ma comunque ben tenuti. I suoi occhi erano di un grigio davvero molto particolare, quasi perlaceo. La sua reputazione nella scuola però, per quando ragazzo intelligente e brillante, non è quella di uno studente modello. Anzi, era ben noto come ribelle. Un Malandrino, per essere precisi, sempre in compagnia della sua banda composta da James Potter, suo migliore amico e Animagus in grado di trasformarsi in un cervo, Remus Lupin, un lupo mannaro e Peter Minus, un ragazzo decisamente basso e poco attraente che era capace di trasformarsi in un topo.

I signori Lunastorta, Codaliscia, Felpato e Ramoso sono orgogliosi di presentare 'La Mappa del Malandrino'.

Così recitava il loro lavoro concluso dopo mesi e mesi di lavoro costante. Una mappa di Hogwarts molto speciale, in grado di raffigurare dove ogni persona si trovasse mentre era nel castello. Ma, oltre all'orgoglio per la buona riuscita della mappa, c'erano ben altre cose che ronzavano per la testa di Felpato da un anno a questa parte. Prima di tutto, aveva una ragazza, cosa che a molti poteva sembrare normale quando non si parlava del ragazzo in questione. Sirius era sempre stato conosciuto come donnaiolo e, il fatto che finalmente si fosse trovato una ragazza fissa, aveva diffuso parecchio stupore in tutta la scuola. Seconda cosa, non si era mai sentito così bene da quando era scappato da casa per andare a vivere con James. Fanny lo rendeva pieno di vita e lo faceva sorridere serenamente. Per la prima volta aveva provato cosa volesse dire veramente innamorarsi di una persona. Il suo pensiero era sempre rivolto a lei, si premurava di sorriderle ogni volta che si scorgevano in lontananza e di sopportare l'infinita noia della biblioteca solo per rimanere con lei. - Se mi fissi in continuazione non riuscirò mai a finire il paragrafo. -, disse ad un certo punto, alzando i suoi occhi blu intenso verso il ragazzo. Lui le sorrise amabilmente, accarezzandole una guancia. - Credi che mi importi del tuo libro? -, disse ironicamente, prima di unirsi alle labbra di lei. C'erano stati solo dei baci dolci da quando si erano conosciuti, nulla di più. Sirius non le aveva mai messo alcun tipo di fretta. Solo il fatto di osservare il suo viso immacolato lo saziava da ogni bramosia che potesse spuntare nel suo cervello. - A me si, Black. -, disse, a fior di labbra. Lei iniziò nuovamente a leggere. Per quanto l'amasse, perchè era sicuro che fosse quello il sentimento che provava, non era mai riuscito a dirle chiaramente cosa provava. Lei non gli aveva mai chiesto nulla ma sapeva che ogni donna rimaneva delusa se il proprio compagno non la deliziava di parole dolci come 'Ti amo' o cose del genere. Ma Sirius non era il tipo. Forse un giorno, quando ne sarebbe stato davvero convinto, l'avrebbe potuto anche urlare al mondo. Non ora, però. - E comunque ultimamente mi trascuri troppo. Vorrei sapere cosa fai tutte quelle ore chiusa nell'aula con Silente. -, disse. Lei riportò la sua attenzione a lui. - Sei geloso per caso? -, disse, scrutando il suo volto. - Figuriamoci. -, la liquidò lui, con un gesto secco della mano. - Solo mi chiedevo che cos'altro ti stavano insegnando, mia studentessa modello. Sempre con questa magia avanzata prima del tempo. -, disse, osservandosi le unghie con fare distratto. - Sì, sei proprio geloso Black. -, disse lei ridendo, mentre chiudeva di scatto il suo libro. - Con te non si riesce a studiare. -, disse, facendo un finto broncio. - E allora usiamo il tempo in un'altra maniera... -, disse Black mentre già tornava ad avvicinarsi al suo volto. Lei scattò di lato, evitandolo. - Credo che andrò a farmi un bagno. -, disse, alzandosi dalla sedia. - Ma...-, boccheggiò Sirius. Ma lei si stava già allontanando ridendo soavemente. Lo faceva impazzire, quella ragazza. Decise quindi di andare da James che aveva decisamente bisogno d'aiuto con la Evans. E chi, meglio di Sirius Black, si intendeva di donne? Nessuno, appunto.

 

***

 

Sono i primi giorni dell'Ordine della Fenice, società segreta fondata da Albus Silente a scopo di combattere le forze del Signore Oscuro. Lily e James Potter sono finalmente marito e moglie e lei è in dolce attesa. Sirius Black, invece, era ancora saldamente fedele alla sua ragazza ormai storica, Fanny Smith, anche lei unitasi all'associazione. Il matrimonio non era mai stato nemmeno accennato. Erano sempre stati una coppia strana, quei due. Lei era ancora vergine, per quanto la gente spettegolasse in giro e qualcuno sospettava addirittura che fosse in grado di creare un filtro d'amore capace di rendere Black così invaghito di lei, senza considerare che le stesse Leggi della Magia, hanno sempre negato cose di questo tipo. - Questo, ragazzi miei, è il giorno in cui l'Ordine finalmente darà prova di sé. Andremo la fuori e combatteremo. Combatteremo per noi stessi, per i vostri cari e per tutte le persone che meritano una vita in questo mondo che ormai, grazie a Lord Voldemort, sta cadendo in frantumi. Sta cambiando, il cielo limpido andrà pian piano a riempirsi di nuvole tempestose. Mentre ogni singolo uomo, mago o Babbano che sia, finirà col morire della propria paura. Ma noi siamo qui per un motivo, impedire che ciò accada. E questo vi chiedo, coraggiosi membri dell'Ordine, combattete tutti per una vita migliore da quella che il mondo adesso ci prostra. -, concluse Silente, annuendo vigorosamente col capo.

 

Lo stesso giorno, Sirius e Fanny erano partiti per un incarico a Nocturn Alley. Si diceva che da quelle parti, già poco raccomandabili, si nascondesse un covo di Mangiamorte. Il compito dei due era scoprirlo. - Qualunque cosa succeda, se uno di noi viene ferito, l'altro deve correre subito ad avvertire l'Ordine. -, disse Fanny, mentre s'incamminavano, ben incappucciati, lungo la buia via principale del quartiere. L'apparente desolazione regnava da quelle parti. Lei non si preoccupò nemmeno di controllare se Sirius stesse annuendo o meno, quando sfoderò la bacchetta. - Ho sentito un rumore. Lumos! -, esclamò, mentre la punta della sua bacchetta rifletteva un alone argenteo. Sirius fece lo stesso. - I rumori sembrano provenire da quell'abitazione. -, fece lui, indicando una casupola che sembrava abbandonata. Peccato per una flebile luce, probabilmente prodotta da una vecchia lampada ad olio, brillasse fioca da una finestra aperta. - Andiamo. -, disse lui, avviandosi verso l'abitacolo. Entrarono, guardandosi attentamente attorno, fino a salire al piano dove avevano scorto la luce. La casa era deserta e, adesso, la lampada era spenta. Sirius si girò di scatto, troppo tardi per vedere un Mangiamorte sollevare la bacchetta verso Fanny. - Stupeficium! -, gridò, mentre il nemico schivava velocemente l'incantesimo. Fanny si mise in movimento, mentre altre figure spuntavano dall'ombra. - Credo sia il caso che vi fate uccidere senza troppi problemi Auror. Siamo troppi per voi. -, disse una voce fredda e roca. Sirius guardò per un lungo ed interminabile momento la sua amante negli occhi. Sarebbero morti? Ma lei distolse lo sguardo, levando la bacchetta. - Expecto Patronum! -, urlò, scagliando il suo Patronus argenteo verso l'alto. I Mangiamorte si distrassero per un fatale secondo dove Fanny, cogliendo alla sprovvista lo stesso Sirius, alzò la bacchetta contro di lui. - Levicorpus! -, urlò, facendolo volare giù dalla finestra, inerme. Prima che potesse fare qualsiasi cosa, sentì un urlo rimbombargli nelle orecchie. - Stupida ragazzina! Avada Kedavra! -, urlò. Un bagliore verde emanò dalla finestra mentre un tonfo appariva chiaro alle orecchie di chiunque. Non potendo fare altro, Sirius si smaterializzò al Quartier Generale, mentre delle lacrime calde, che mai credeva avrebbe potuto versare, gli rigavano il viso contorto dal dolore.

 

Lei era morta. La sua metà, la sua anima, il suo tutto se n'era andato e l'aveva lasciato solo. Non riusciva nemmeno più ad apprezzare il sapore del cibo da quando Lei era andata via. Non aveva più pianto da quella notte, si era chiuso in un guscio impenetrabile che nemmeno James era riuscito a varcare. Aveva imparato a reprimere il dolore, a spingerlo nel profondo, a farlo sprofondare nella sua memoria. Ma non poteva dimenticare che la sua Fanny gli era stata portata via per sempre. Non era nemmeno riuscito a dirle quanto l'amava e che lei era la donna della sua vita. Ma né le parole né i suoi stessi pensieri erano in grado di riportargliela adesso.

 

Caro Felpato,

sono conscio del momento difficile che stai passando ma sarei felice di averti accanto a me in questo momento importante. Ieri sera Lily ha dato alla luce il piccolo Harry, è adorabile e, per quanto mi somigli, ha gli occhi di sua madre. Naturalmente, sarei onorato che tu fossi il suo padrino. Ti aspettiamo al San Mugo, spero verrai a trovarci.

 

James gli aveva mandato quel gufo la sera precedente. Padrino. Che cosa strana. Non aveva mai immaginato di poter essere genitore, anche se solo in un certo senso. Andò a trovarli quel pomeriggio, sforzandosi di essere allegro per la lieta notizia. Prese in braccio Harry e lo strinse forte a se, come se fosse l'unica testimonianza del fatto che, nonostante tutte le morti che il mondo debba subire, la vita riesce sempre a risplendere. Dopotutto, gli aveva fatto bene un po' di compagnia. E, lui stesso si rese conto che non poteva stare a rimuginare continuamente sul passato. Doveva reagire. Il suo amore andava vendicato.

 

Silente era comparso qualche giorno dopo la morte di lei con una Fenice, creature di cui lui stesso era sempre stato fortemente affascinato e l'aveva chiamata Fanny, in suo onore. Per il suo coraggio e la sua intelligenza mantenuta anche nei momenti più critici. - Mio caro Sirius, non lasciare che il dolore di uccida, la speranza persiste anche quando sembra non esserci altra via d'uscita. -, disse, fissando intensamente l'animale dalle piume di fuoco. Sirius Black non aveva mai compreso quella frase.

 

Una nuova vita era quello che voleva.





Note: Mille grazie per le recensioni positive che ho ricevuto, mi ha fatto molto piacere leggerle. Spero che la storia piaccia, mi rendo conto che la narrazione è molto veloce ma preferirò fermarmi in alcuni punti specifici più in la nella storia. Tuttò ciò è un pò particolare, spero di postare presto un nuovo capitolo. Grazie di cuore a chi leggerà questa storia e l'apprezzerà. ^______^

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