Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
Nella sala comune di Grifondoro nessuno passava tanto tempo sui libri quanto
quella ragazzina. Fred l’aveva vista qualche volta parlare con Ron, con
Harry, con Neville Paciock, più raramente con
gli altri del loro anno – ma, il più delle volte, HermioneGranger se ne stava
tutta sola e concentrata su un qualche voluminoso tomo preso in prestito dalla
biblioteca. A esser franchi, cominciava a incuriosirlo.
« Ehi, Ron. »
« Mm? »
Chino sulla scacchiera di fronte a Harry, Ron non alzò neppure lo
sguardo. « Che cosa vuoi? »
Fred si
stiracchiò nella poltrona. Accennò con la mano alla parete opposta
della sala circolare. « Mi chiedevo, la tua amica... »
« Non è mia amica »
negò Ron con energia, notando il suo gesto e scuotendo la testa dinanzi
all’assurdità delle sue parole. « Io amico di quella lì? Scordatelo. Non succederà
neanche tra dieci anni. »
« Sì, ok,
come vuoi. » Fred lasciò correre, ignorando anche l’occhiata
incuriosita di George; era la prima volta che non gli confidava una propria
impressione su qualcuno, il che contribuiva a rendere ancor più interessante tutta quella faccenda. Al
suo tavolo solitario, HermioneGranger
leggeva con una scrupolosità a dir poco aliena il mattone di Storia
della Magia. « Mi chiedevo soltanto... Ma studia sempre? »
« Ahh, Harry, non dovevi proprio! Regina in E5! »
Era chiaro che il suo
fratellino dalla concentrazione limitata era di nuovo troppo preso dalla
partita per dargli ascolto. Fred sbuffò e guardò altrove: gli
scacchi erano decisamente un gioco troppo noioso per lui.
In quel momento, HermioneGranger sollevò
il viso dal librone, in cerca di piuma e pergamena. Lanciò
un’occhiata davanti a sé. Intercettò lo sguardo di Fred
fisso su di lei, e lo ricambiò perplessa. Ma fu solo un attimo: subito dopo
tornò al suo studio e prese a scrivere fitto fitto.
Contemporaneamente, Ron
si ricordò di aver appena piantato in asso una conversazione e parve
recuperare un briciolo di civiltà.
« Perché
t’interessa? »
Fred si scosse. Si
accorse di avere un mezzo sorriso in volto. « A me? No, era così per dire. »
Ostentò un
improvviso interesse per la partita, ma per un bel pezzo continuò a
rimuginare sugli occhi bruni di HermioneGranger.
Perché non mi dispiacerebbe riuscire a guardarla in
viso, qualche volta.
[ 365 parole ]
Spazio dell’autrice
È ufficiale: il Fred/Hermione
è diventato il mio OTP anticanon.
Checché se ne dica, per me funziona (funziona?! Sono dolcissimamente
esilaranti!♥), e comunque, al di là della discussione se sia vero o meno
che la Rowling volesse farli finire insieme, lo trovo molto più
credibile di altri pairing crack come ad esempio il Draco/Hermione – parlo con tutto
il rispetto, naturalmente: non disprezzo affatto il Draco/Hermione, ma il modo in cui spesso li si fa finire OOC sì. Ma non siamo qui per parlare
di questo.
Quando ho trovato i prompt dei 10_glances ho subito pensato di
scrivere una raccolta Severus/Lily (il mio OTP canon, per inciso): il tema degli ‘sguardi’
sarebbe stato perfetto per loro. Ma sarebbe stato anche un po’ scontato. Perciò
vi ritrovate adesso di fronte al prologo della mia prima raccolta Fred/Hermione. Siete avvisati, non so di preciso dove
andrò a finire, e siete liberi di cruciarmi se
il risultato non sarà dei migliori. Il fatto è che non ho
resistito... Li adoro, li adoro davvero.♥
I dieci capitoli balzeranno da un anno scolastico all’altro,
ma saranno in ordine cronologico. Questo primo è ambientato in un
momento precedente alla nascita dell’amicizia tra Harry, Ron e Hermione: mi piace pensare che Fred sia stato il primo ad
accorgersi che, dietro i suoi libri, Hermione era
molto sola. Il fatto che sia così poco ciarliero è volutissimo, perché dopotutto si è appena reso conto di provare curiosità nei confronti di una secchiona undicenne...
Sperando di non ricevere troppe maledizioni ^^’, vi aspetto
qui, se vorrete seguirmi!
Pioveva, ma
l’allenamento procedeva meglio che mai. Harry sfrecciava sulla sua Nimbus Duemila da un punto all’altro dello stadio,
all’inseguimento della palla da golf incantata che Baston
aveva deciso di usare al posto del Boccino, riuscendo ad afferrarla a
intervalli di poco più che dieci minuti. Hermione
non l’avrebbe mai ammesso – il Quidditch
non faceva proprio per lei – ma era ammirata: Harry era davvero nato Cercatore.
« Sto morendo di
freddo » borbottava Ron di tanto in tanto. « Perché non
torniamo al castello? Non lo lasciamo mica solo... »
« Ma non
può che fargli piacere saperci qui » obiettò lei, seguendo
con lo sguardo il volo dell’amico.
Com’era già
capitato più volte, in tal modo finì per soffermarsi sui gemelli Weasley. Neanche questo
avrebbe mai ammesso – quei due erano così infantili – ma la
divertivano i loro continui scherzi, il loro prendere l’allenamento così
sul ridere, quando gente come Oliver Baston faceva di
tutto per farlo sembrare una missione di vita. Persino Harry ci
s’intestardiva più che sui
compiti, e la cosa di per sé era inconcepibile; ma per fortuna Fred
e George ricordavano alla squadra che quello non era altro che un gioco. Si
rincorrevano, mimavano colpi di mazza alle spalle del capitano, fingevano di
cadere dalle scope e schizzavano di nuovo in alto ridendo. Qualche volta
arrivavano fino alle tribune e volavano così vicini a Ron da farlo trasalire.
« Sono davvero
bravi, i tuoi fratelli » non poté fare a meno di commentare,
osservando Fred scendere in picchiata in un testa a testa con Angelina Johnson per impedire a un Bolide di disarcionarla.
Ron
s’incupì e prese di nuovo a borbottare. Hermione
si morse la lingua; ormai aveva capito quanto il suo amico si sentisse
continuamente messo in ombra da parte dei gemelli, ma era stato più
forte di lei. Fred volava così
bene, quasi quanto Harry... Fred e George, cioè. Fred e George volavano così
bene.
Fred colpì il
Bolide e sterzò abilmente, sollevandosi fino all’altezza della
loro fila di posti. Quando passò poco sopra le loro teste, a Hermione parve di sentirlo cantare. Cercò con gli
occhi il suo viso e, a sorpresa, si vide ricambiare da uno sguardo luminoso,
incorniciato da gocce di pioggia e capelli zuppi.
Stranamente, si
ritrovò a sperare che i piedi di Ron fossero abbastanza freddi da
tenerlo distratto.
[ 382 parole ]
Spazio dell’autrice
Dopo le prime impressioni di Fred non potevano mancare le prime
impressioni di Hermione. Le quali arrivano un po’
in ritardo, sì, ma considerate che Hermione ha
passato i primi mesi dopo Halloween a consolidare la sua amicizia con Harry e
Ron: adesso inizia a guardare anche più in là, e si accorge che
Fred continua a guardarla come quel primo giorno in sala comune. Beata lei.
Chiedo scusa se questi capitoli introduttivi non si focalizzano sul pairing in sé, ma sono necessari per spiegare che i
prossimi non saranno campati per aria – e poi, beh, mi piace tanto usare
anche gli altri personaggi! Adoro questa saga anche per l’altissimo
numero di personaggi simpatici. Mi sono
proprio divertita a immaginare l’allenamento a Quidditch
di tutta la squadra di Grifondoro, e non potevo non citare il fanatismo di Oliver xD
Vi ringrazio di cuore per avere accolto favorevolmente questa
raccolta, e spero solo che continui a piacervi!
Possiamo avere
tutti i mezzi di comunicazione del mondo,
ma niente,
assolutamente niente, sostituisce lo sguardo dell’essere umano.
- Paulo Coelho -
gennaio 1993
Quando Madama Chips le aveva detto che c’erano visite per lei,
naturalmente aveva pensato a Harry e Ron. Venivano a trovarla tutte le sere, le
raccontavano le novità a proposito della Camera, del diario e di Malfoy, e le portavano i compiti. Subito si era sollevata a
sedere contro il cuscino: si sentiva pericolosamente indietro in
Trasfigurazione – la professoressa McGranitt
non ne sarebbe stata contenta.
Ma quando la porta si
aprì di nuovo, sulla soglia c’era qualcuno che non era né
Harry né Ron.
Hermione sobbalzò.
« E tu cosa ci fai qui?! »
Fred rimase immobile,
con un’espressione un po’ divertita e un po’ accigliata.
« Accidenti, che accoglienza. Se hai intenzione di soffocarmi col tuo
entusiasmo posso tornare quando dormi... »
Hermione si sentì
arrossire. D’istinto si toccò con cautela le guance, quasi ad assicurarsi
che fossero di nuovo le sue, anche se sapeva bene che i peli erano già
spariti da un pezzo e che l’unica cosa che le restasse del gatto di MillicentBulstrode erano le
orecchie a punta, che facevano capolino tra i capelli.
« Scusami, non
volevo sembrarti scortese. È solo... Be’... Non mi aspettavo che
fossi tu. »
« Devo dedurre di essere
una spiacevole sorpresa? »
« No! Ma che dici,
non sei affatto una spiace... » Si sentì arrossire ancora di
più, ma Fred le venne in aiuto, sorridendo con fare conciliante.
« Hermione, stavo scherzando. Non prendermi così alla
lettera quando parlo. » Finalmente si avvicinò, e soltanto allora
lei si rese conto del mazzo di roselline che aveva in mano. « Ron mi ha
raccontato della tua disavventura. Sono lieto di constatare che anche
l’irreprensibile HermioneGranger
è in grado di combinare guai... Ho pensato di portarti delle sardine, ma
temo che Madama Chips non avrebbe colto la
sottigliezza. »
Suo malgrado, Hermione scoppiò a ridere. Accettò con gioia
i fiori che le porgeva.
« Grazie, Fred,
davvero. Sono bellissime. E il pesca è il mio colore preferito, come
facevi a sapere...? »
Lui la guardava
sbalordito. « Tu come facevi a
sapere che sono Fred? »
Hermione pensò di aver
raggiunto ormai la stessa tonalità dei capelli di lui.
Non poteva dirglielo.
Non poteva osare dire ad alta voce
che il sorriso di Fred Weasley era inconfondibile.
Ma ancora una volta, la
pena di andare avanti le fu risparmiata: lui aveva appena notato le sue
orecchie.
« Ehi, sai che ti
donano? Dovresti lasciarle così, forse Gazza scoprirà di avere un
debole per te... »
Hermione rise ancora, pur
imbarazzata, nascondendosi appena dietro le rose. Avevano un buon profumo. Fece
un gran sorriso a Fred quando si sedette sul letto ai suoi piedi.
Era davvero felice che fosse venuto a trovarla; quasi quasi valeva persino la pena di restare indietro in
Trasfigurazione.
[ 444 parole ]
Spazio dell’autrice
Mio Dio, trasportatemi in una realtà alternativa in cui questi
due s’innamorano. Non riesco quasi a credere a quanto mi piacciano
insieme.♥
Suppongo sia perfettamente comprensibile che siamo passati
direttamente al secondo anno di scuola di Hermione:
Fred ha saputo che è in infermeria dopo il disastro della Pozione Polisucco ed è andato a trovarla dopo aver strappato
delle roselline color pesca (sì, anche il colore ha un perché) da
qualche parte a Hogsmeade. Il fatto che sia solo – senza George – denota
già una certa intesa tra lui e Hermione,
perché, anche se non lo dico a chiare lettere, quei primi sguardi sono bastati per farli
diventare amici in un modo un po’ esclusivo. Non è un legame forte
quanto quello che lega la ragazza a Harry e Ron, ma è anche diverso dall’ordinaria
conoscenza che intercorre tra lei e gli altri membri della famiglia Weasley. Sì, so che avrei potuto fornire maggiori
particolari, ma i capitoli non possono superare i dieci ed è già
abbastanza difficile tentare di sfruttare tutte le idee che ho avuto ^^’
E, ohh, ma sono l’unica a
trovare fluffosissima l’immagine di Hermione con le orecchie da gatto? xD
Gli occhi
stanchi di pianto sono i più degni di riposarsi nella contemplazione del
cielo.
- Ambrogio Bazzero -
febbraio 1994
In tutta onestà,
Fred e George avevano già sprecato fin troppi anni a cercare di far ragionare
Ronald. Ormai potevano decretare con una certa sicurezza quando una causa era
persa in partenza: e questa era sicuramente una di quelle volte. Non se ne
capacitavano, ovvio – nessuno
se ne capacitava! – ma se quell’idiota aveva deciso di portar
rancore a un gatto per il resto della
vita, soltanto perché aveva fatto un favore a un misero topo con almeno
due zampe già nella fossa, be’, che
trascinasse il suo brutto broncio lontano da loro, grazie. Loro erano artisti, mica guaritori.
Così, quando Fred
entrò per primo dal ritratto della Signora Grassa e intravide un esausto
Harry Potter seriamente impegnato nel consolare un’inconsolabile Hermione, subito diede di gomito al fratello con
un’occhiata significativa. George capì al volo.
« Ehi, Harry.
»
Harry alzò lo
sguardo. Vide il cenno di George e, premuroso, strinse un’ultima volta la
spalla di Hermione prima di alzarsi e raggiungerli.
« Cosa
c’è? Avete parlato con Ron? »
« Sì, e
come previsto abbiamo convenuto che sarebbe molto più facile tentare di addottrinare
un troll sulle rivolte dei folletti » ribatté George. «
Perché non ci provi tu? Magari a te darà ascolto. Sai
com’è... Harry-Potter-il-Bambino-Tre-Volte-Sopravvissuto
e via dicendo suona meglio dei Fratelli-Gemelli-Che-Vede-Tutti-I-Giorni.
»
« Oh, piantatela
» sospirò Harry, ma parve considerare l’idea. Lanciò
un’occhiata incerta a Hermione. Fred, che
guardava dalla stessa parte, se ne accorse.
« Stiamo noi con
lei » lo rassicurò. « Abbiamo il fondato sospetto che sia
molto più ragionevole di Ronnie. »
Harry tentò un sorriso,
quindi corse via verso il ritratto all’ingresso della sala.
Fred marciò
spedito verso Hermione, un passo davanti a George.
Più si avvicinava, più vedeva arrossarsi gli occhi della ragazzina,
chini come sempre sull’immancabile tonnellata di libri. Per un attimo
provò l’impulso di girare sui tacchi e fiondarsi di nuovo da Ron a
mollargli quattro bei ceffoni.
George si lasciò
cadere nella poltrona di fronte a lei, ma Fred occupò la sedia lasciata
vuota da Harry.
« Hermione, vuoi vedere un giochetto con le carte? Sono una
nostra invenzione, superano di molto le AutorimestantiBumBum. »
« Oh... » Hermione si stropicciò le palpebre. Evidentemente
cercava di mascherare le lacrime da stanchezza, ma Fred era abbastanza vicino
da non lasciarsi ingannare. « No, grazie, George. Non posso distrarmi. Ho
tanti compiti, sai. »
« Oh, come
preferisci. Ti va una Cioccorana? È
l’ultima, ma te la cedo volentieri. »
« Grazie, George,
no. »
« E dai, Hermione!
Cerca di non prendertela tanto! Ron è un caso perso. Sono tredici anni
che cerchiamo di farlo capire alla mamma, ma lei non ci ascolta. Almeno tu, che
sei intelligente, accetta la cosa e convivici! »
Fred l’aveva
lasciato parlare per concedersi il tempo di osservare con attenzione ogni
particolare del viso di Hermione – ok, non era
il momento giusto, però quella
bocca all’ingiù era davvero adorabile – ma, quando vide
le labbra di lei tremare al nome di Ron, si voltò a fissarlo con
commiserazione.
« Fai pena. Non
è così che si consola una ragazza. Guarda e impara. »
D’impulso
attirò con uno strattone la sedia di Hermione,
che lanciò un debole strillo mentre i libri le sfuggivano di mano; un
attimo dopo l’avvolse tra le braccia come faceva con Ginny.
Va bene, forse in modo un tantino
diverso.
« Vero che va
meglio? » sorrise, avvertendo il calore della sua fronte sulla guancia.
« Altro che Cioccorane e giochi a carte.
»
George non disse nulla;
Fred era certo che si stesse sforzando con tutto se stesso di non ridere.
Neanche Hermione parlò, ma il suo era
più probabilmente imbarazzo.
Fred esitò
soltanto un istante prima di precisare: « E comunque, il signor
Delicatezza qui ha ragione. Lascialo perdere. Perché non diventi amica
nostra, invece? »
Da qualche parte sotto
il colletto della sua uniforme, Hermione
ridacchiò incerta. « Lo dici solo perché quest’anno
hai i G.U.F.O.. »
« Uh, forse.
» Quasi senza accorgersene, la strinse un po’ più forte.
« Ma almeno ti ho fatto sorridere. »
Lei si liberò
dall’abbraccio e tornò ai suoi libri, rasserenata, ma ancora molto
rossa in viso. Fred era pronto a scommettere che stavolta il pianto non
c’entrasse niente.
[ 670 parole ]
Spazio dell’autrice
Forte pericolo di carie! Spero non siate intolleranti al fluff xD
Siamo ne Il prigioniero di Azkaban e Ron ha appena scoperto i peli di Grattastinchi là dove Crosta è sparito. Nel libro
vediamo che, dopo il litigio, Harry è quasi sempre con lui, così
ho pensato che i gemelli – che invece saranno più che stufi di
tentare di far ragionare il fratellino – intimamente non incolpino Hermione proprio di nulla. E non credo sia solo una mia impressione,
perché Fred e George fanno notare con parole molto chiare a Ron che
Crosta, se è davvero morto, sta molto meglio adesso.
Spero che questo potenziale missing
moment paia plausibile. *si crogiola al pensiero di
Fred che abbraccia Hermione*
Gli unici occhi
belli sono quelli che vi guardano con tenerezza.
- Coco Chanel -
marzo 1995
Le dita le si
indolenzivano e gonfiavano ogni secondo di più. Hermione
sfrecciava verso l’infermeria, le lacrime agli occhi, senza guardarsi
né a destra né a sinistra; perciò tutto sommato non rimase
neppure tanto sorpresa quando investì in pieno qualcuno che svoltava un
angolo. Stava già per filare via senza scusarsi, quando il qualcuno la bloccò
sul posto con un secco: « Ma cos... Hermione? »
Alzò gli occhi.
« Fred! »
Lui l’allontanò
un poco, con aria sorpresa. « Sei proprio tu! Si può sapere dove te
ne vai così di corsa? Perché non sei a colazione? »
« Potrei farti la
stessa domanda » rimbeccò, un po’ irritata, sorreggendosi le
mani l’una nell’altra.
Fred sollevò un
braccio. « Polso slogato. Sono scivolato scendendo dal dormitorio. Non
sembra grave, ma devo farlo sistemare... Per il Quidditch,
sai. Aspetta un attimo » soggiunse, perché ormai doveva essersi accorto delle sue smorfie di dolore; « sei
sicura di stare bene? »
Hermione tirò su col naso
e lo fulminò con lo sguardo. « Com’è possibile che
salti fuori sempre nei momenti peggiori? »
« Leggi della
fisica, credo... Ma la Cooman ti direbbe che è
destino » rispose lui senza sorridere. Con estrema cautela le prese una
mano dolorante nella sua – quella non slogata. « Queste sono piaghe
da pus di Bobotubero, Hermione.
Come hai...? Oh, no, lasciami indovinare » si rispose da solo,
guardandola di sottecchi. « Lettrici di Rita Skeeter,
giusto? »
Hermione si limitò ad
annuire tristemente. Fred non rise neppure stavolta; lei gliene fu grata oltre
ogni dire.
Ci fu una breve pausa.
« Tu non stai con Harry, vero? »
Dapprincipio la domanda
inaspettata la spiazzò, ma un istante dopo la mandò su tutte le
furie.
« Non posso
crederci! Anche tu! Quante volte
dovrò ripeterlo a tutto il mondo
che Harry e io siamo soltanto buoni amici? Quell’arpia s’inventa
storie su storie soltanto per... Ahi!
» dovette interrompersi, perché la mano che aveva stretto a pugno
era stata percorsa da un’altra fitta di dolore.
Fred – con
un’espressione di colpo più allegra – catturò anche
quella, con i denti sfilò dal taschino un paio di fazzoletti e
borbottò un incantesimo perché si stringessero attorno alle dita
di Hermione. Il fresco delicato del tessuto fu un
sollievo immediato.
« Be’, possiamo
andare in infermeria insieme. Lo prenderò come un piacevole diversivo. »
Hermione si studiò le
fasciature improvvisate, poi guardò lui. Si era aspettata che la
prendesse in giro, o peggio, che ricorresse a qualche stupido consiglio sul
lasciar perdere la Skeeter – perché, oh,
lei gliel’avrebbe fatta pagare,
alla Skeeter. Invece, quel sorriso imprevisto la disorientava.
Avrebbe voluto
ringraziarlo, ma le parole le si persero da qualche parte in gola, e non
riuscì a fare altro che arrossire.
Fred rise e
l’affiancò lungo il corridoio verso l’infermeria, dondolando
appena la mano slogata. Come se il dolore fosse scomparso...
Pus di Bobotubero a parte, anche lei avrebbe potuto considerarlo
un piacevolediversivo.
[ 467 parole ]
Spazio dell’autrice
Penso che sarebbe stato più che banale utilizzare il Ballo
del Ceppo come missing moment da Il Calice di Fuoco, soprattutto perché viene usato molto
spesso. Allora mi è venuto in mente l’attentato epistolario da pus
di Bobotubero che Hermione
subisce dopo l’articolo di Rita Skeeter sul “triangolo
Harry-Hermione-Krum”. Ah, sì, per quanto
riguarda l’incantesimo borbottato da Fred: lo so che per lanciare un incantesimo bisogna necessariamente avere in mano una bacchetta, ma passatemela, ok? Mi
esaltava troppo immaginarmelo con le mani di Hermione
nelle sue mentre i fazzoletti facevano tutto da soli. *rolls*
MonDieu, di già a metà raccolta? Potrei anche rallentare un
po’ xD
L’occhio
non vede cose ma figure di cose che significano altre cose.
- Italo Calvino -
agosto 1995
Il Quartier Generale
dell’Ordine della Fenice non era il posto eccitante che ci si sarebbe potuti
aspettare dal nome che lo introduceva. L’oscura casa di Sirius offriva ben poche occasioni di svolgere
attività interessanti e, se ciò si sommava all’infallibile
fiuto della signora Weasley, pochissime di fare qualcosa di davvero utile. Naturalmente questo
valeva per i ragazzi, certo. Be’, Hermione non
poteva non comprendere l’apprensione di mamma Weasley
– e tuttavia la vita al numero dodici di GrimmauldPlace si era fatta incredibilmente noiosa. Se non
altro, l’indomani sarebbe arrivato Harry...
Era immersa in queste
cupe riflessioni e scarabocchiava distrattamente su un vecchio diario, quando
la voce che le risuonò appena dietro l’orecchio – un respiro
al profumo di menta piperita – la fece trasalire.
« Non è
possibile. Non puoi studiare persino adesso!
Siamo in vacanza, Hermione! D’accordo, qui non
sarà un albergo a cinque stelle con vista sul mare ma... »
Hermione si ritrasse contro il
tavolo, chinandosi sul diario con fare protettivo. « Non sto studiando,
Fred... E comunque potresti anche smetterla di sbucarmi alle spalle così
all’improvviso! »
« Ah, no? E allora
cos’è che fai? » le domandò, come se non avesse
sentito nient’altro, e prima che lei potesse impedirglielo le
sfilò di sotto le braccia il diario pieno di righe su righe di...
« ‘I dodici usi del sangue di drago’?
»
Fred alzò gli
occhi, stupefatto. Hermione scrollò le spalle.
« Scrivevo
sovrappensiero, mi... mi è venuto quello. »
Lui scosse la testa,
costernato, restituendole il diario senza indugi. « Soltanto tu potresti
stilare gli usi del sangue di drago
quando sei sovrappensiero, Hermione. Deve essere una delle cose che ti rendono unica.
» Rise. « Vieni? La riunione è finita e la cucina non
è più zona vietata al traffico di minorenni e appena-maggiorenni.
Il capo ci vuole schierati per la cena. »
Hermione abbozzò un
sorriso, sperando di non sembrare troppo imbarazzata. « Certo, arrivo
subito. »
Rimase per un po’
a guardare Fred che usciva dalla sala fischiettando. Persino nel modo di
camminare Hermione riusciva oramai a distinguerlo da George.
Il passo di Fred era più sciolto, quasi saltellante... Il diario e la
piuma le tremarono appena tra le dita.
Abbassò gli occhi
e scorse le pagine fitte di un unico nome ripetuto all’infinito.
... Fred Weasley
Fred Weasley Fred Weasley
Fred Weasley Fred Weasley
Fred Weasley Fred Weasley
...
Dentro di sé
ringraziò di cuore Tonks per la Piuma
Camuffante che le aveva regalato solo un paio di giorni prima.
[ 400 parole ]
Spazio dell’autrice
E con questo potremmo stabilire che Hermione
è cotta a puntino. xD Sì, be’, siamo passati di colpo al più sfrenato anticanon – dal ‘dubbio’ del precedente
capitolo ci ritroviamo davanti a una ‘cotta’ vera e propria –
ma il prompt mi suggeriva questa situazione. Alzi la
mano chi di voi non si è mai ritrovato/a a scarabocchiare il nome di un
generico ma speciale Qualcuno su un
pezzo di carta u__ù
La Piuma Camuffante è un’altra delle mie –
immancabili – licenze poetiche. Mi sarebbe piaciuto usarla come regalo di
compleanno da parte di Tonks, per darle più senso, ma cronologicamente non era
possibile (il compleanno di Hermione è il 19
settembre); non mi andava di rinunciare all’ambientazione di GrimmauldPlace in favore della
desueta sala comune di Grifondoro.
In sintesi, spero che la flash non vi abbia delusi. Vi assicuro
che la prossima è molto più verosimile!
Harry era un bravo
insegnante; ma, come tutti i bravi insegnanti, ogni tanto perdeva la pazienza.
« Penso che stiate
approfittando un po’ troppo del vantaggio di conoscere il vostro avversario. Michael, è evidente che non
vuoi fare male a Ginny, e per questo non ti impegni
abbastanza, mentre lei è libera di scagliarti addosso qualunque fattura
voglia. » Risatine dalle ragazze. « Calì,
Padma, conoscete troppo bene il punto debole
dell’altra, il che può essere un limite: non sarà tra di
voi che combatterete fuori di qui. Lo stesso vale per voi due » e
così dicendo, camminando tra le file, indicava Fred e George.
« Non ha tutti i
torti » osservò Fred, strizzando l’occhio al gemello.
« Continuiamo a colpirci nello stesso momento invece di schivare i
reciprochi attacchi. »
« Effetti
collaterali del pensare allo stesso modo » annuì George compunto.
« Sì,
è proprio questo che intendevo » riprese Harry, evidentemente
sollevato di esser riuscito a spiegarsi tanto in fretta; « dovreste
provare gli incantesimi con più avversari possibili se volete essere
davvero certi di padroneggiarli. Proviamo a mescolare le coppie,
d’accordo? »
« Sei tu il capo.
»
Ci fu un tramestio
generale. Harry si aggirò ancora un po’ nella Stanza per
assicurarsi che le nuove coppie di duellanti fossero formate da poco più
che estranei; due che si affrettò a separare furono Ernie Macmillan e Hannah Abbott.
« Hannah, che ne dici di provare con Neville? Ernie... Ah,
perfetto. Vieni qui, George! »
George fece una mezza
smorfia che Harry non notò; Fred lo guardò allontanarsi a braccia
incrociate e aspettò che Harry venisse a trovare un nuovo compagno anche
a lui.
Provò una strana
quanto familiare stretta allo stomaco quando lo vide soffiare Hermione a Ron e poi condurla con sé.
« Trattala bene,
ok? » lo ammonì. Alle sue spalle Hermione
tentò un sorriso che Fred ricambiò con sessantaquattro denti.
Perché Harry
avesse deciso di farli esercitare insieme anche se – decisamente –
erano ben più che estranei fu
chiaro quando lui si diresse verso ChoChang, l’unica rimasta senza un compagno. Fred risucchiò
nel naso una risata e preferì inchinarsi cerimoniosamente
all’indirizzo di Hermione.
« Onoratissimo,
signorina Granger » ammiccò; lei rise.
« Tutti pronti?
» fece Harry con gli occhi fissi sulla Chang.
« Non darti tante
arie, Weasley, e preparati. »
Fred le sorrise ancora. Adorava quando Hermione
partecipava ai suoi scherzi. Non sapeva spiegarselo, o forse sì, ma
c’era un che di esaltante nel riuscire a far ridere lei piuttosto che una
qualunque altra persona.
« Bene, al tre.
Uno... »
« Tremo di paura! Pfft. Come se avessi qualche speranza contro di me. »
« Oh? E, sentiamo,
cosa ti fa pensare di potermi battere? »
Harry alzò la
voce. « Due... »
Fred abbassò la
sua, gli occhi sempre puntati su Hermione, più
fermi della bacchetta. Esibì la sua migliore faccia tosta.
« Il fatto che tu
mi trovi adorabile. »
« TRE! »
« Expelliarmus! » gridarono almeno venti voci.
Fred sogghignò.
Come previsto, il Sortilegio Scudo di Hermione era
stato troppo debole, e la bacchetta le era volata via. Si prese il tempo di
contemplare la sua espressione furiosamente
sconcertata e seppe di aver vinto sul nascere una tacita scommessa.
[ 505 parole ]
Spazio dell’autrice
Avete notato questa cosa? Voglio dire, è così scontato da parte della Rowling far
esercitare Ron e Hermione insieme, così come Ginny e Michael Corner, così come Cho e MariettaEdgecombe – e far immancabilmente restare Neville da
solo -.- – durante le prime riunioni dell’ES. Al posto di Harry, io
mi sarei incavolata parecchio. Ma come si aspettavano di imparare se conoscevano il proprio avversario abbastanza bene da
poter definire il suo punto debole o comunque trovare il modo di distrarlo? Se
si fossero trovati davanti a un Mangiamorte non
avrebbero certo potuto dire “va bene, adesso io Disarmo te e poi te
Disarmi me così siamo pari da bravi compagni di banco”.
E poi, Fred che Disarma Hermione
è un sogno, un autentico sogno.
Due persone che
si guardano negli occhi non vedono i loro occhi, ma i loro sguardi.
- Robert Bresson -
aprile 1996
Se c’era una cosa
che la irritava più del non essere riuscita a far desistere i gemelli
dallo spaccio di Merendine Marinare – per quanto utili si fossero poi
rivelate ai fini dell’ES, era pur sempre di lezioni saltate che si parlava – era il fatto di ritrovarseli
persino lì, in biblioteca, dove mai
a memoria d’uomo erano stati visti.
Era rimasta talmente
scioccata che sul momento non si era neppure chiesta come mai George non ci
fosse.
« Pensavo che
l’avessimo chiarito mesi fa, Fred: togliete
di mezzo questa roba una volta per tutte. Immaginati le conseguenze, se la Umbridge trovasse un pacco di Pasticche Vomitose
o... o di Fondenti Febbricitanti... o di qualunque altra dannata cosa di vostra
creazione! Voglio dire, ormai tutta la scuola sa che ci siete dietro voi, e a
lei manca soltanto un pretesto per togliervi ben più che il Quidditch! »
« Hermione » Fred sfoderò il suo tono più
paziente – quello che la faceva sentire, ai suoi occhi, una bambina un
po’ ottusa – facendola infuriare. « Nessuno studente di Hogwarts che abbia il cervello a posto andrebbe a mostrare
un pacco di Pasticche Vomitose o di Fondenti
Febbricitanti alla Umbridge; sarebbero troppo
occupati a divorarne il contenuto al suo ingresso in classe. Ammettilo, tu ce
l’hai con noi perché non sei riuscita a trovare nessuna regola che
ce ne proibisse il commercio. »
Era appoggiato a uno
scaffale, tranquillissimo, e non sembrava neppure curarsi di questa nuova
confisca. In effetti – ora che ci pensava – oggi non aveva il
solito aspetto sbruffone. Al di là del sorriso condiscendente,
c’era un che di grigio nei suoi occhi sempre così luminosi.
Be’, qualunque
problema avesse non aveva alcun diritto
di punzecchiarla così.
« Non è
escluso che non possa ancora decidere di scrivere a vostra madre, sai! »
« L’avresti
già fatto. »
Eccolo là, il tipico
lampo di beffa. Ma dopo un secondo gli occhi di Fred erano tornati a schermarsi
appena, come se le sorridessero dall’altra parte di un vetro appannato.
Si era scosso solo quel tanto necessario a ribadire che non gliel’avrebbe
data vinta.
Hermione sospirò. La
conosceva meglio di quanto lei immaginasse.
« Ti odio quando
fai così. »
« Oh. » Fred
parve concentrarsi su un pensiero improvviso; si picchiettò un dito
sulla bocca come per riflettere, e per la prima volta da quando lei gli aveva
strappato il pacchetto tornò il solito Fred. « Sì, ecco,
questo mi riporta a ciò che avevo intenzione di dirti. Molto curioso. Le
ultime parole che mi sentirò rivolgere da te sono un’aperta
dichiarazione di malevolenza, eppure non hai idea di quanto mi rendano tutto
più semplice. »
Hermione lo guardò
smarrita. Aveva perso il filo; le sfuggiva qualcosa. Cosa voleva dire,
esattamente, con ‘ultime parole’?
« George ed io ci
pensiamo da un po’. Abbiamo deciso di lasciare Hogwarts.
»
Hermione aprì la bocca. E
la richiuse senza sapere bene il perché. Poi la riaprì, e solo
allora Fred si scostò dallo scaffale e alzò una mano per
impedirle di parlare, come se sapesse che prima
non ci sarebbe riuscita.
« No, non provarci
nemmeno. È vero, abbiamo i M.A.G.O. e la mamma
non si merita un altro dispiacere e in un certo senso la Umbridge
non ne ricaverebbe che soddisfazione. Abbiamo già ponderato tutti questi
elementi e siamo giunti a un’unica conclusione: non ce ne importa un
tubo. Hogwarts non è più Hogwarts, di certo lo sai anche tu... E non si tratta di
scope requisite o di professori licenziati, giusto? » S’interruppe,
il sorriso sempre sicuro. Si era avvicinato tanto che Hermione
dovette sollevare il volto per continuare a guardarlo negli occhi. « No,
a essere sincero ci sono poche cose che mi mancheranno di questo posto. Una
delle quali si trova in questa stanza e mi ha appena rubato un po’ di
innocue Tuttigusti+1. »
HermioneGranger
non era mai stata a corto di parole in vita sua; ne aveva sempre avuto bisogno
come di punti fermi per tenersi stretta la terra sotto i piedi e, spesso, per
impedire agli altri di compiere
qualche stupidaggine. Ma quella volta non provò neppure il desiderio di
parlare, di fare domande inutili. Sentirsi sfiorare dalle labbra di Fred le
bastò per mettere a posto i pezzi.
Gli aveva detto che lo odiava, e per lui sarebbe stato
più semplice lasciarla.
« Partiamo domani
» le sorrise ancora una volta, sulla bocca.
Rimase a guardarlo
allontanarsi per secondi che sembrarono ore, consapevole che domani l’avrebbe odiato ancora di
più.
[ 730 parole ]
Spazio dell’autrice
La partenza dei gemelli Weasley da Hogwarts è uno dei passaggi che mi danno più soddisfazione in tutta la saga. Naturalmente,
in questo contesto, non potevo non mostrare un momento in cui Fred va a confessare
a Hermione che non si vedranno più entro i
confini della scuola. E a quel punto
sì che si fa odiare da lei.
Mancano due soli capitoli; mi sento già commossa all’idea
di chiudere questa raccolta ;_;
La lingua
può nascondere la verità, ma gli occhi mai.
- Michail Bulgakov -
agosto 1996
I tacchi di Verity si erano allontanati verso la cassa e Fred non aveva
potuto fare a meno di sogghignare, osservando il modo in cui lo sguardo di
George ne seguiva lo scintillio. Gli aveva sfilato di mano il nuovo scatolone
che si sarebbe dovuto trovare già
nel retro, non fosse stato per l’improvvisa negligenza del fratello.
« Da’ qua,
ci penso io. E sbrigati ad andarle dietro. Ho notato un tipo grosso il doppio
di te che la guarda con la tua stessa faccia da ebete. »
George gli aveva
affidato volentieri la scatola, accompagnando il gesto a un sorriso enorme.
« Non so che farei se non ci fossi tu. »
« Prega che non
succeda mai » e, ridendo, Fred si era voltato per andare a sistemare le
nuove scorte di Cappelli Scudo.
Ci aveva messo un
po’ ad accorgersi dei passi esitanti che l’avevano seguito.
Quando riemerse dal
pacco e si guardò alle spalle, non fu un’eccessiva sorpresa
ritrovarsi a ricambiare lo sguardo serio di Hermione.
« Ah, eccoti qui!
» le sorrise – come se niente fosse mai successo, e loro si
stessero ancora punzecchiando nella sala comune di Grifondoro.
« Dov’eravate finiti, voi tre? La mamma ha avuto una crisi
isterica, continuava a blaterare stupidaggini su Tu-Sai-Chi
appostato in DiagonAlley
per farvi fuori... »
Hermione arrossì. Fred si
scoprì immensamente felice di ricordare alla perfezione quella sfumatura
di rosso – anche se questa era
una cosa da dimenticare. L’aveva giurato a se stesso. E soprattutto a un
fratello che magari quella sfumatura non l’aveva mai neppure notata.
« Eravamo qui,
come ha detto Harry... »
« Sì,
certo. » Fred si appoggiò ai ripiani ingombri di confezioni di
Detonatori Ambulanti. Assunse un tono di ostentata complicità. «
Andiamo, Hermione, è con me che stai parlando!
E poi – senza offesa – non sei proprio capace di mentire. Siete
sgattaiolati via dal negozio, vero? A me puoi dirlo. Sappi che trovo
encomiabile una fuga in piena regola proprio sotto il naso di Molly Weasley. »
Il rossore di Hermione era così intenso da emanare quasi calore.
Li dividevano pochi passi, ma sembrarono molti di più quando
all’improvviso lei parlò e gli dimostrò che il suo
imbarazzo non aveva niente a che vedere con quel discorso.
« Perché
l’hai fatto? Quel giorno, in biblioteca... Non... Non riesco a smettere
di pensare... » La voce le si perse in un bisbiglio. « Perché? »
Continuare a sorridere
si rivelò più difficile del previsto. Fred non si voltò,
non abbassò gli occhi, non giocherellò neppure con i Detonatori
che gli sfioravano le dita; smettere di guardarla sarebbe stato come mancare di
rispetto al crollo della sottile barriera che HermioneGranger aveva sempre eretto di fronte a sé,
oltre le copertine dei suoi libri.
« Perché
era giusto. Era giusto che lo facessi ed era ancora più giusto che non
succedesse mai più. »
Lei
s’incupì. Per un attimo – e Fred si sentì sciogliere
in un sorriso molto più sincero a quella vista – un po’
della sua aria da precisina tornò a farla
irrigidire in un’inconfondibile posa alla Percy.
« E questa ti sembra una risposta? »
« Questa è la mia risposta. Non farla
sembrare più complicata di quanto non sia. Avevo voglia di baciarti e
l’ho fatto. »
Hermione lo guardò a
lungo, il viso acceso e gli occhi lucidi. Non gli chiese nulla di più, e
Fred di colpo fu certo che avesse
capito, che l’avesse sempre saputo, e che, forse, se solo lui
gliel’avesse detto in tempo lei
non lo avrebbe guardato come lo guardava ora. Ma davvero preferiva non parlare,
non infliggerle quel colpo – preferiva che Hermione
convivesse in silenzio con la sua incapacità di essere alla sua altezza,
di calare la maschera come aveva fatto lei.
Ti ho baciata perché volevo baciarti fin da quando Ron
ti ha fatto piangere. Ti ho lasciata perché sono troppo pazzo di te per
non capire di non essere quello giusto.
Fu Hermione
a muoversi per prima, senza rompere il silenzio che Fred le offriva in cambio
di un’illusione infranta; e lui sapeva, sapeva che avrebbe dovuto muoversi, ritrarsi, uscire di lì,
ma ancora una volta non riuscì a distogliere lo sguardo quando lei gli
fu vicinissima e si sollevò sulle punte dei piedi.
« Su una cosa ti
sei sbagliato » gli mormorò. « Hai pensato che a me sarebbe stato bene se non fosse
successo mai più. »
Lo baciò, e
stavolta non fu il lieve sfiorarsi di labbra della biblioteca; stavolta era
davvero l’ultima volta, e lo sapevano entrambi il perché.
Fred la ricambiò,
sentendosi schifosamente egoista al pensiero che la bocca di Hermione sembrava l’incastro naturale della sua. La
strinse a sé nella stupida speranza che quel momento non fosse da dimenticare. Per un attimo,
un secolo, il tempo di un bacio, lei era sua, solo sua.
Da qualche parte del
negozio, la voce allegra e inconsapevole di Ron viaggiò fino a lui e lo
distrusse.
[ 800 parole ]
Spazio dell’autrice
E anche qui ho cercato di essere il più possibile attinente
ai libri. Dopo la partenza dei gemelli da Hogwarts, Hermione ha la possibilità di rivedere Fred solo in
estate ai Tiri Vispi Weasley;
vi ricordate, no?, l’occasione in cui lei e gli altri seguono Draco in NocturnAlley, fingendo poi di essere sempre rimasti nel negozio. E
qui ho anche esposto il possibile motivo per cui il Fred/Hermione
non è mai ‘sbocciato’: Ron. Fred ha capito tutto molto prima
che capisse Ron, e da bravo fratello e da bravo innamorato ha deciso di tenersi
da parte. (Che è poi quello che potrebbe aver fatto George riguardo Fred
e Angelina.) Aww, un ragazzo così è da
sposare♥
Sto soffrendo fisicamente
all’idea di scrivere l’ultimo capitolo, che ho rimandato per secoli,
ma ormai non ho più scusanti. Devo farlo. Prenderò un bel respiro
– e un pacchetto maxi di fazzoletti – e ci proverò.
I just wanted to see you smile again / see you smile,
see your eyes again.
- Tom Cochrane,
‘Didn’t mean’ -
maggio 1998
Hermione gridava in silenzio,
perché l’esplosione le aveva scavato un vuoto nel petto, nel punto
in cui il pompare del cuore porta la voce alle corde vocali. Fu quel vuoto
– più dell’urlo di Percy,
più dell’orrore di Ron, più dello spasmo di Harry – a
farle capire che molte cose erano state risucchiate via.
Non è vero. Non può essere vero.
Come se negare servisse
a qualcosa.
Si aggrappò a
Harry con tutte le sue forze, sforzandosi di dare un senso alle mani di Percy sul corpo che giaceva col viso rivolto al cielo
squarciato dalla guerra.
Guardami... Guarda da questa parte... Sono qui.
Come se pregare servisse
a qualcosa.
Il vuoto si fece
più compatto; c’erano delle lacrime, da qualche parte, a renderlo
più doloroso – sue? Di Ron? Del mondo? Che importava? Fred non le avrebbe viste.
Non è vero. Non può essere vero. Guardami...
Guarda da questa parte... Sono qui.
Ma l’ultima risata
sul suo volto non era per lei, né ce ne sarebbe stata un’altra. Le
sarebbe bastato che si voltasse, che la guardasse, che vivesse, e niente sarebbe stato invano.
Ma gli occhi di Fred non le avrebbero più sorriso; e Hermione continuò a gridare in silenzio.
[ 200 parole ]
Spazio dell’autrice
Odio questo capitolo. Lo odio, lo odio, lo odio. E ho odiato così tanto scriverlo che non sono
riuscita a renderlo come avrei voluto, ho tagliato tantissimo e ho passato
minuti interi a fissare il foglio bianco, maledicendo interiormente la Rowling
per questo incommensurabile torto che ha fatto ai suoi lettori: Fred no.
Seriamente, Fred no. Non glielo
perdonerò mai.
Ma, a voi che siete ancora qui, io ci tengo troppo a manifestare
la mia infinita gratitudine, perché se non avessi riscontrato tutto il
vostro sostegno forse non avrei neppure portato a termine la raccolta. Grazie,
dunque:
aThank
u JK Rowling, Ray08, kio, Ortensia Malfoy,
SyranjilSarephen, merygreis, JaneJ, Meredith993, _Ultraviolet, LadyNick, ShadowEyes, SyriaWeasley, Blankette_Girl, Honeydukes, Sherezade, Chicca293, martaluna555, Kiby, SeleneLightwood, _amethyst_,
Miss Weasley_,
ZetaDreams
e AlexielFay,
per aver lasciato un segno della loro lettura con parole che mi hanno resa scandalosamente orgogliosa;
a Allice_rosalie_blak, aricch, bika95, Bilu_emo, Bridget92, calimeli,
chihiro92, CinziaCandid, Destroya, ElyTheStrange, EsthelBlackAngel,
Fell, frankiestain, GingerSo, giuly94, GMP, gowaylow,
Honeydukes,
jen_hp, Kiby, kio, korkyna, Krisma, LadyNick, Lalls, luacuof, Manuela89, martaluna555, morgana85,
Naloe, Parresia, PichuS, Ronmione, sara99, SaraR98, SaRa_93, Sayuri the Kid, SeleneLightwood,
ShadowEyes, So_Elena, sweet_twinsP, Thank u JK Rowling, thegreenlady, tykisgirl, Umbriel, YrEv, zdenise, _Ultraviolete ____Jo____,
per avermi seguita “fin proprio alla fine”;
aBlankette_Girl,
Fell, katejeangranger
e makeba,
per avere inserito questa raccolta tra le loro storie ricordate;
aAlexielFay,
AlexJimenez,
Amy_Black,
CarolineEverySmile,
Chicca293, DebDS, Fell, FrancescaBulla, GingerSO, GioiaSC8, HayleyBlack, JaneJ, keik, Kettinaaa, KikaRose, Life is beautiful, martaluna555, pretty vampire, Queen_, R e d_V a m p i r
e, Sayuri the Kid, Sharij, Sherezade, SofiZen, xZivaDavid e _Melania, per
averla aggiunta alle preferite;
nonché a tutti gli anonimi ma insostituibili lettori che
abbiano apprezzato anche un solo piccolo momento di questa mia quanto mai
pretestuosa storia.
Davvero, ragazzi... Solo a guardare un tale elenco ho le lacrime agli
occhi.
Semplicemente grazie. E alla prossima, se vorrete.♥