Il tuo Angelo Custode

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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo - Sono un Angelo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 - Diventerò manager? ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 - L'allenamento della squadra ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 -Tu fai parte della squadra! ***
Capitolo 5: *** Un disastro in cucina ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 - Un avviso dall'Angelo Supremo ***
Capitolo 7: *** Il primo bacio ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7 - Una visita inaspettata ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8 - Spiegazione in arrivo ***
Capitolo 10: *** Capitolo 9 - Solamente incomprensioni ***
Capitolo 11: *** Capitolo 10 - La fine ***



Capitolo 1
*** Prologo - Sono un Angelo ***


Mi chiamo Alessia. Sono morta quando avevo quattordici anni a causa di un incidente stradale. Ma il destino mi ha concesso un’opportunità più unica che rara: diventare un angelo.
Il compito degli angeli è far sì che gli umani non compiano delle assurdità. Sulle nuvole, siamo in molti gli angeli che custodiscono la Terra. Non ci possiamo permettere di sbagliare. Era da pochissimo tempo che io ero lì, pochi mesi. Però avevo già capito come funzionavano le cose. Mi ero già fatta dei nuovi amici. Da lassù potevo controllare tutti. I miei genitori, i miei vecchi amici… Stavano tutti benissimo, anche se erano tristi per la mia morte. Ma credevo che fosse normale, dopotutto. Ma mia mamma si era ripresa, così come mio papà. Nel frattempo mia mamma aveva avuto un altro figlio. Sarei diventata sorella… Però lì in Paradiso erano tutti gentilissimi con me! Mi trovavo benissimo! L’Angelo Supremo era colui che ci affidava i compiti e noi li portavamo a termine. Purtroppo, a me non me ne avevano ancora affidato nessuno. Forse perché ero troppo piccola, oppure perché non ero da molto tempo lì. Non sapevo proprio il perché. Speravo me ne affidassero uno al più presto…
-Alessia… L’Angelo Supremo vuole vederti!- era la voce della mia amica, Giorgia.
-Davvero? Vado subito!- dissi io. Era come se l’Angelo Supremo avesse ascoltato le mie speranze.
Mi diressi verso la sua camera. Ero emozionata… Non sapevo cosa mi aspettava…

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 - Diventerò manager? ***


Rieccomi! Scusate se i capitoli sono un po' corti ^^" Spero che comunque la storia vi piaccia ^^
A prestooooooooooooo!

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-Buongiorno, Angelo Supremo! Voleva vedermi?
-Oh, ciao Alessia! Sì, ho deciso che è arrivato il momento di affidarti il tuo primissimo compito!
-Davvero? Di cosa si tratta?
-Abbiamo saputo che alla Raimon Junior High è stata formata una nuova squadra di calcio
-Bello!
-Il tuo compito è quello di controllare i membri di questa squadra. Sono sicuro che sei l’Angelo più indicato per questo compito
-Farò del mio meglio!
-Brava! Così si parla! Ricorda: non dovrai rivelare la tua vera identità!
-Non lo farò! Grazie della fiducia!- uscii dalla stanza e andai da Giorgia.
-Giorgia!!! L’Angelo Supremo mi ha appena affidato il mio primo compito!!!
-Davvero?? Ne sono felice! Cosa devi fare?
-Controllare i membri di una squadra di calcio alla Raimon Junior High
-Uh, ragazzi, eh? E sono pure calciatori… Ti aspettano un sacco di bei ragazzi!
-Il mio compito è solo quello di controllarli… Non devo pensare ad altro!
-Sì, in effetti hai ragione… Beh, allora buona fortuna, Alessia!
-Grazie!
Così scesi sulla Terra. Dovete sapere che noi Angeli abbiamo diversi metodi per confonderci tra le persone normali. Possiamo diventare invisibili agli occhi degli umani o vestirci come loro, per nascondere la nostra identità. Io preferii la seconda opzione. Schioccai le dita e mi vestii come di solito fanno gli umani, cioè una maglietta a maniche corte e una gonna. Per fortuna nessuno mi vide.
-Fiuu… Per ora tutto bene… Adesso, il problema è: dove si trova la Raimon Junior High?
-Mh? Ho sentito bene? Cerchi la Raimon Junior High?
Mi girai. C’era un ragazzo con i capelli castani, gli occhi dello stesso colore e una fascia arancione appena sopra la fronte. All’inizio mi allarmai. Mi aveva vista?? Però successivamente capii che non era successo.
-In verità sì… Tu per caso sai dove si trovi?
-Certamente! Io frequento quella scuola! Vieni, ti ci accompagno!- detto questo, mi invitò a seguirlo.
-Io mi chiamo Mark
-Io Alessia! Piacere di conoscerti!
Cominciammo così una lunga chiacchierata nella quale io potei scoprire molte cose. Mark era il capitano della squadra della Raimon, quella che avrei dovuto sorvegliare. Lui frequentava da molto la Raimon, e adorava il calcio. Dato che, nella scuola, non c’erano club di questo sport, aveva deciso di fondarlo lui.
-Davvero una bellissima iniziativa!- commentai io, sinceramente colpita dal comportamento del ragazzo.
-Lo credo anche io! È da pochissimi giorni che è stato creato, ma ci sono già moltissimi giocatori che sono entrati a far parte della squadra! E ne sono contentissimo! Il mio sogno si realizza
-Di quale sogno parli?
-Quello di partecipare al Football Frontier! Ogni anno si disputa questo torneo per decidere la squadra migliore del Paese, e, finalmente, la nostra scuola potrà parteciparvi!
-Capisco… Dimmi, come sono questi giocatori?
-Mh? In che senso?
-Come si comportano?
-Beh, la maggior parte di loro sono gentilissimi e bravissimi nel calcio! Altri sono un po’ misteriosi e scontrosi, ma sono delle brave persone!
-Ah, ok! Sono sicura che mi troverò benissimo!
-Posso chiederti perché cerchi la Raimon?
“Mai rivelare la propria identità”, ecco la regola numero uno degli Angeli.
-Oh, beh, io… Vorrei… Diventare la manager della squadra, ecco!
-Davvero?! Ne saremmo tutti felicissimi!
Io sorrisi. Non avrei dovuto dirgli una bugia… Ma ormai l’avevo detta e sarei dovuta essere la manager di quella squadra. In quel momento però capii che sarebbe stato meglio così. Avrei potuto tenere d’occhio i giocatori meglio del previsto. Arrivammo alla Raimon, più precisamente al campo di calcio. C’erano tutti i ragazzi. Mark cominciò a presentarci:
-Min’na! Vorrei presentarvi Alessia! Ha detto che vorrebbe diventare una nostra manager!
-P-Piacere di conoscervi!
-Allora, loro sono Nathan, Jack, Harley, Tod, Scott, Archer, Kaleb, Shawn, Axel, Austin, Thor, Jordan, Jude, David, Kevin, Xavier e Darren.
Li aveva elencati in ordine, in base al numero sulla loro maglia. Mark era l’uno.
-Bene, e, ora che ci siamo presentati, direi che è ora di allenar…
In quel momento una voce interruppe quella di Mark. Guardammo tutti l’uomo che aveva appena parlato.
-Lei chi è?- chiese l'uomo.
Era alto, con capelli e barba viola e occhi neri.
-B-Buongiorno! Io mi chiamo Alessia. Vorrei diventare la nuova manager della squadra!- questa bugia mi stava davvero portando a diventare una manager. Chissà se l’Angelo Supremo sarebbe stato contento… Speravo non fosse proibito dire bugie. Ma dovevo nascondere la mia identità, no?
-Mh…
-La prego, mister!- lo implorò Mark.
-Beh, va bene…
Così, diventai la nuova manager della Raimon.

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 - L'allenamento della squadra ***


Bene, ecco un nuovo capitolo! Anche questo è corto -.-" Scusate, ma io sono fatta così, non scrivo mai dei poemi come capitoli ^^" Vedo che la storia sta piacendo! Vi prego, recensite e dite se vale la pena di continuare questa storia! Ve ne sarei immensamente grata...
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Cosa avrebbe dovuto fare una manager?? Mentre me lo chiedevo, mi diressi verso la panchina e vidi tre ragazze sedute. Mi avvicinai.
-Ciao! Sei nuova? – mi chiese una ragazza dai capelli verde scuro.
-Ciao! Sì, mi chiamo Alessia e sono appena diventata la manager della squadra!
-Anche noi siamo manager. Io mi chiamo Silvia, mentre loro sono Camelia e Celya
-Piacere!- dissero in coro le altre due.
-Non so se lo sai già, ma il nome della squadra è Inazuma Japan!- continuò Silvia
-Piacere mio! Grazie dell’informazione! Non lo sapevo! Scusate se ve lo chiedo ma… Come si comportano i membri di questa squadra?
Questa volta non fu Silvia a parlare, ma Camelia.
-Beh, bene… In verità, è da pochissimo che si conoscono. Sono stati convocati solo due giorni fa…
-Quindi non abbiamo idea del rapporto che esista tra loro. Quello di oggi è il loro primo allenamento- intervenne Celya.
-Ah…- ero perplessa. Una squadra formata da giocatori che non si conoscono nemmeno e che, per giunta, dovranno allenarsi insieme per la prima volta. Non credevo fosse possibile e nemmeno logico…
Il fischio dell’arbitro che annunciava l’inizio dell’allenamento mi svegliò da questi pensieri. Vidi due ragazzi correre dalla metà del campo. Erano i numeri nove e dieci.
-Quelli sono Shawn Frost e Axel Blaze. Sono gli attaccanti migliori della squadra!- mi disse Silvia.
-Ah davvero? Scommetto che Shawn Frost è quello con i capelli grigi!
-E’ giusto! Come hai fatto ad indovinare??
Noi angeli sappiamo tutto di tutti. Ero a conoscenza fin da subito che quello era Shawn Frost. Ma non potevo rivelarlo a Silvia…
-Beh, Mark mi ha parlato dei membri della squadra…
-Ah, ora ho capito
-Stanno per tirare!- gridò Celya.
-Faranno sicuramente goal!- disse Camelia. Fino ad allora non aveva parlato molto. Infatti era una ragazza molto timida, lo sapevo bene. Mentre Celya e Silvia erano due ragazze diverse, erano più schiette e parlavano di più. All’improvviso vidi che Shawn stava per tirare.
Tirò fuori la sua tecnica micidiale, il Richiamo del Lupo, e fece un bellissimo goal sconfiggendo il Pugno di Giustizia di Mark, che era il portiere. Axel, l’altro attaccante, era servito solo come un diversivo per Jude, l’abile registra della squadra, numero quattordici, che, in realtà, la voleva passare a Shawn, illudendo gli avversari. Tutti esultarono dopo la rete siglata dal ragazzo.
-Come avrai notato, Shawn è molto veloce e forte- mi fece notare Celya.
-Sì, l’avevo intuito…- dissi, senza staccare gli occhi dal numero nove.
-Perché ancora non hai visto il tiro di Axel, il numero dieci!- si intromise Silvia.
-Spero di vederlo presto… Voglio avere più informazioni possibili su di loro…- tutte mi guardarono storto.
-S-Solo per il mio lavoro! Devo conoscere bene i ragazzi della squadra di cui sono la manager, no?- mentii. Volevo avere informazioni su quei ragazzi per avvertire l’Angelo Supremo dei loro comportamenti, ma mica potevo dir loro questo! Certo che mentire non era per niente facile… Ma mi sembrò che tutte e tre le ragazze mi credettero.
L’allenamento continuò. Attraverso l’uso di vari passaggi, dribbling e tecniche speciali, la Inazuma Japan si rivelò ai mei occhi una grande squadra. Finché non arrivò quel momento…
-Ehi Stonewall! Perché non l’hai passata ad Harley??- chiese arrabbiato Jude Sharp al numero otto, Kaleb Stonewall (NdAutrice: scusate, ma non sapevo se scrivere Kaleb o Caleb, e ho preferito usare il nome con la K). Quest’ultimo si era rifiutato di passare il pallone ad Harley Kane, numero quattro. E Jude, che era follemente arrabbiato con Kaleb per un fatto successo pochi mesi prima, si era infuriato con il centrocampista.
-Non scaldarti tanto. Kane è solo un difensore, e deve stare in difesa. Non può pretendere di andare all’attacco quando gli pare…- rispose indifferente Kaleb, infilando le mani nelle tasche.
Jude si limitò a fare un verso di rabbia, poiché Harley gli posò una mano sulla spalla e gli disse:
-Fratello, non preoccuparti. Ha ragione lui, rilassati.
Harley Kane era il solito tipo sociale che fa amicizia con tutti. Capelli rosa, pelle abbronzata, insomma, un vero uomo di mare.
Mark uscii dalla porta e si avvicinò al compagno visibilmente arrabbiato.
-Jude, tutto bene?
-Certo, Mark… La solita buffonata di Stonewall… Scusate, ragazzi
-Non ti devi scusare!- lo rassicurò il portiere.
-Tsk… Fermare l’allenamento per una baggianata del genere… Non ti sembra un tantino esagerato, Sharp?
-Grr…- Jude non aggiunse altro. Gliene avrebbe volute proprio dire quattro e forse anche cinque, ma non poteva. Non voleva essere squalificato.
-Ehi, ma cosa vi prende?- chiese l’allenatore, l’uomo con barba e capelli viola che aveva accettato che io fossi manager. –Continuate l’allenamento!
-Certo, mister! Min’na! Diamoci dentro durante gli ultimi minuti!- urlò il capitano all’intera squadra.
“Mmh… Mark Evans… Non so molto di lui. È un individuo piuttosto interessante…” pensai io.
I ragazzi giocarono gli ultimi minuti della partita di allenamento, e poi corsero tutti agli spogliatoi.

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 -Tu fai parte della squadra! ***


Avevo guardato l’allenamento da cima a fondo senza perdermi nemmeno un’azione e avevo fatto le mie considerazioni. La squadra era abbastanza unita, ma c’erano degli intoppi. Questi erano Jude e Kaleb. Si detestavano. E io sapevo il perché. Pochi mesi prima, c’era un uomo malvagio: Ray Dark. Quest’ultimo era il tutore di Jude, per così dire, e gli aveva insegnato, esperto di calcio com’era, diversi trucchi per vincere tutte le partite, se pur barando. Il ragazzo aveva successivamente capito le vere intenzioni di Dark, cioè distruggere il calcio, e lo abbandonò, ma Kaleb continuò a seguirlo, restando ai suoi ordini, e creò una squadra, l’Absolute Royal Academy, formata dagli amici di Jude e che derivava dalla Royal Academy, capitanata da quest’ultimo e comandata da Dark. Nell’Absolute Royal Academy giocavano anche David e Joe, due cari amici di Jude. Kaleb li aveva costretti ad utilizzare due tecniche proibite, il Pinguino Imperatore n.1 e il Morso della Belva, ferendoli per la loro pericolosità. Dark era stato scoperto e arrestato, ma Jude, guardando Kaleb, non riusciva a non vedere quell’uomo crudele. Pensai che dopotutto la sua rabbia era motivata da ragioni logiche, e lo capivo. Ma i problemi non erano finiti. Silvia, Celya e Camelia mi invitarono a restare con loro quella sera per cena.
-Dopotutto sei la manager della squadra!- insistette Celya.
-Giusto!- l’appoggiò Silvia.
-… E va bene- cedetti io. Avrei voluto tornare a casa mia, in Paradiso, per comunicare all’Angelo Supremo le informazioni che avevo raccolto e i miei piani per trasformare l’Inazuma Japan in una squadra unita e compatta. Ma non potei resistere alle richieste delle tre ragazze.
Fui portata alla sede del club, un edificio molto grande nella quale la squadra affrontava il ritiro per il torneo. Erano le sei e trenta, e Silvia e Celya si recarono in cucina per preparare la cena. Camelia mi disse:
-Io ti porto nella tua stanza!
-Cosa? M-Ma io non resterò qui a dormire!
-Perché ti ostini ad andartene? Adesso sei… parte della squadra!
Quella frase mi aveva colpita. Ero… parte della squadra… Sì, non avrei dovuto abbandonarli!
-D’accordo, resterò. Andiamo!- e così mi accompagnò nella mia camera. Mi piaceva molto. Era spaziosa e confortevole. Il letto, posto vicino alla parete, era comodo e sarebbe stato bellissimo dormirci sopra. Mi sedetti sul letto e notai che da quel punto si poteva comodamente vedere fuori dalla finestra senza nemmeno sporgersi. Era la camera perfetta per me.
-Ti piace?- chiese Camelia.
-Certamente. È stupenda…
-Sono felice che ti piaccia! Spero che ti troverai bene qui da noi! Adesso vado ad aiutare Silvia e Celya a preparare la cena. Tu fa’ come se fossi a casa tua- detto questo scese al piano di sotto, dove c’era la cucina. Io rimasi un po’ seduta a guardare fuori dalla finestra, finché non sentii bussare alla porta della camera.
-Avanti!
Nella stanza entrò un ragazzo con i capelli grigi. Era Shawn.
-Ciao!- lo salutai io.
-Ciao anche te! Io sono…
-Shawn Frost?
-Veramente sì… Silvia, Celya e Camelia ti hanno parlato di noi?
-Esatto! E anche Mark!
-Wow, siamo così bravi che il capitano parla di noi ad una ragazza appena conosciuta! Comunque, io sono qui perché tutti ritengono che sia il ragazzo più adatto per dare il benvenuto…
-Davvero?- lo sapevo. Mark è troppo vivace, Nathan starà aiutando a preparare per la cena, Jack… Beh, da come è fatto si capisce che non è la persona più adatta, Harley è fin troppo socievole, Tod senza Jack non andava da nessuna parte, Scott era sicuramente a progettare degli scherzi, Archer era troppo… ehm… ombroso, Kaleb troppo scontroso, Axel era con Austin ad allenarsi, Thor stava guardando gli allenamenti, Jordan era con Xavier a parlare a tavola, Jude stava parlando con David riguardo a Kaleb, Kevin si stava allenando con le sue tecniche speciali e Darren era sicuramente con Harley.
Beh, si poteva dire che conoscevo piuttosto bene i membri di quella squadra.
-Sì… In effetti sembra che tutti abbiano qualcosa da fare tranne me, quindi… eccomi qui! Come ti stai trovando?
-Benissimo! La camera è perfetta. Vi siete allenati molto oggi!
-Eh già!- si sedette vicino a me.
-Ascolta… Tu da dove vieni?- ahia. Quella domanda non doveva farmela. Adesso dovevo inventarmi qualcosa…
-Beh, io vengo da… mh… Otaru, Hokkaido.
-Davvero? Anche io vengo da Hokkaido, ma io abito a Sapporo.
-Fantastico!- wow, proprio Hokkaido dovevo scegliere…
-Siamo tutti felici di avere una nuova manager, sai?- era leggermente arrossito.
-Mh? Dici sul serio?
-Certamente! In più è meglio se è una ragazza carina come t… ehm… volevo dire… L-Lasciamo stare…
Io sorrisi.
-Beh, grazie del complimento! Sei molto dolce- come se non lo sapessi… A dire il vero ero sempre stata attratta da quel ragazzo. Non ne conoscevo il motivo, ma era come se… Non lo so… Non sapevo spiegare come mi sentivo guardandolo.
Lui, appena dissi quelle parole, arrossì. Era un tipo timido.
-G-Grazie… F-Forse è meglio andare di sotto…
-Sì, è vero! Andiamo!- mi sembrava assurdo. Non sapevo cosa mi stesse succedendo. Ero arrossita, ma sentivo che dovevo fare qualcosa. Quindi gli presi la mano e scendemmo al piano di sotto, dove era tutto pronto per la cena. Tutti i giocatori erano seduti al tavolo, apparecchiato a dovere, e Silvia, Celya e Camelia, con un grembiule bianco legato alla vita, stavano per servire il cibo.
Shawn si sedette e io mi offrii di aiutare le tre ragazze.

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Capitolo 5
*** Un disastro in cucina ***


Io, Silvia, Celya e Camelia servimmo la cena. Come temevo, sarebbe toccato a me servire Shawn. L’avevano deciso Celya e Camelia, dicendo che, secondo loro, tra noi due sarebbe sbocciato presto qualcosa. Io ero stranamente arrossita. Mi avvicinai a lui.
-Ecco qui la cena!- dissi, posando il piatto davanti a lui, che sorrise.
-Grazie!
Ricambiai il sorriso e servii anche gli altri.
Anche le altre finirono di servire e andammo in cucina.
-Ecco fatto!- esultò Camelia.
-Sì! La nostra prima cena è andata bene!
Io annuii e mi diressi verso la finestra. Appoggiai i gomiti sul davanzale e guardai il cielo. Chissà se l’Angelo Supremo mi stava guardando… Magari stava osservando i miei movimenti per controllare che io facessi tutto giusto.
-Alessia, stai bene..?
Una voce dietro di me mi fece sussultare. Mi girai e vidi Shawn con un grembiule bianco legato alla vita. Silvia, Celya e Camelia erano fuori dalla stanza e vidi che stavano salendo le scale.
-Oh, certo! Stavo soltanto guardando fuori dalla finestra… Mi piace sognare ad occhi aperti. E tu che ci fai qui in cucina?
-Devo lavare i piatti… Durante la cena si è deciso che, per sistemare la cucina, si sarebbe fatto a turni. E io mi sono offerto per fare il primo!
-Wow, sei proprio gentile! Magari tutti fossero così!
-G-Grazie del complimento…- vidi che era rosso in viso. Prese un piatto e iniziò a lavarlo.
-Ehm… Shawn, quel piatto era già pulito…- cercai di non ridere, mi avvicinai, gli presi piano il polso e gli feci notare il piatto già pulito.
-A-Ah, è v-vero… Che sbadato sono!- si portò una mano dietro la testa e rise.
Io sorrisi. Ero arrossita di nuovo… Ma perché? Trovavo quelle risate estremamente attraenti… Era stupendo poter sentire quella voce ridere!
-Vuoi che ti aiuti?- chiesi osservando il lavandino della cucina e il tavolo stracolmi di piatti sporchi.
-Beh, mi servirebbe proprio una mano. E volentieri accetterei la tua!- mi sorrise di nuovo.
-E io sarei felice di porgertela! Mettiamoci al lavoro!
Mi misi un paio di guanti da cucina e presi il primo piatto. Mi appostai vicino al lavandino e lo lavai.
-Mi passeresti quell’asciugamano?- chiesi gentilmente a Shawn, che annuì e obbedì.
-Grazie!- lo presi e asciugai il piatto bagnato. Lo posai piano nel ripiano sopra il lavandino, senza fare rumore. Lui mi guardava con occhi persi nel vuoto.
-Mh? Shawn, va tutto bene..?
-Eh? Ah, sì! È tutto a posto!
-Mi sembravi perso…
-Oh, no, non è niente. È solo che quando ti guardo mi sembri una specie di angelo…
Non sapevo se sentirmi in imbarazzo o preoccuparmi.
-C-Cosa? Dici sul serio??
-C-C-Certamente!- era arrossito.
Dovevo prenderlo come un complimento? Oppure non mi ero travestita come si deve..? Decisi di comportarmi e rispondere come se fosse inteso come un complimento.
-G-Grazie mille! A-Adesso dovremmo continuare il nostro lavoro…
-G-Giusto!
Si diresse rosso verso il tavolo e prese un paio di piatti sporchi.
-Allora… Io li lavo e tu li asciughi, ok?- gli proposi, sorridendogli.
-P-Per me va benissimo!
Cominciammo a lavorare che erano le nove e mezza. Quando finimmo erano le undici.
-Wow… Ma quanto avete mangiato??- chiesi a lavoro finito.
-Beh, puoi immaginarlo… Siamo in molti, e Jack mangia il triplo di noi…
-Nemmeno Jordan scherza!
-Anche questo è vero! E il capitano quando ha fame sarebbe capace di mangiare di tutto!
Ci mettemmo a ridere.
-Si è fatto tardi… Andiamo a dormire?- chiesi io.
-Qui sembra tutto a posto! Grazie del tuo aiuto! Se non ci fossi stata tu avrei finito anche alle due…
-E’ stato un piacere!
In quel momento, notai un piatto pulito posto accanto al lavandino, lo presi e aprii l’armadio. Vidi un qualcosa cadere e piombare nel lavandino. Non potei capire cosa potesse essere quel qualcosa, dato che chiusi gli occhi. Sentii un tonfo e guardai, curiosa. L’unica cosa che vidi dopo furono gli schizzi che, dal lavandino strapieno d’acqua, finirono sulla maglia di Shawn. Successivamente, notai la faccia scioccata del ragazzo, che rimase tale fino a quando non si mise a ridere. Poco dopo, si avvicinò e mi sussurrò:
-Grazie del lavaggio… Adesso se permetti tocca a me…- detto questo, immerse una mano nell’acqua del lavandino e mi bagnò tutta la maglia.
-Ehiii! Io non ho fatto nienteee!
-Beh, nemmeno io…- fischiettava con aria innocente e mi sorrideva.
-Se, certo!- lo bagnai anche io, ridendo.
Cominciammo così una lunga battaglia a suon di schizzi con l’acqua del lavandino, fino a quando quest’ultima non finì.
-Mh? Abbiamo finito l’acqua del lavandino…
-Ahahah! È vero! E adesso sembra che dovremmo metterci di nuovo al lavoro per ripulire tutto…- disse Shawn.
-Beh, sbrighiamoci, allora!- dissi sorridendo con una spugna in mano.
E così ci dovemmo mettere di nuovo a pulire la cucina.

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Capitolo 6
*** Capitolo 5 - Un avviso dall'Angelo Supremo ***


Non fu facile per me e Shawn mettere in ordine la cucina, ma alla fine ce la facemmo.
-Ecco fatto!- dissi io, pulendomi le mani.
-Ce l’abbiamo fatta, finalmente!
-Già!- dissi io sbadigliando.
Lui mi si avvicinò.
-Hai sonno?
Io annuì
-Molto…- senza accorgermene, chiusi gli occhi sbadigliando e mi addormentai.

***

Mi trovai in una sala gigantesca, che mi era stranamente familiare. Mi guardai intorno. Ma certo! Era la sala dell’Angelo Supremo! Ma lui… non c’era.
-Ti senti spaesata, mia cara?- questo era l’Angelo Supremo.
“Come ho fatto a non pensarci prima!” mi dissi. Mi girai. Non era come credevo. L’Angelo Supremo non era dietro di me.
-Non mi riconosci? Sono io, l’Angelo Supremo!
-S-Sì! L’ho riconosciuta! Ma… dov’è?
-Questo non importa adesso. Vedo che hai preso confidenza con Shawn Frost
-Beh, mi diverto con lui… Insomma, è un soggetto interessante
-… C’è una cosa che ho preferito non dirti a proposito di voi Angeli…
-Mh? Cosa?
-Vedi, gli Angeli comuni possono diventare degli Angeli Custodi…
-Davvero?? E come?
-E’ questo il punto. Devono avere un umano da controllare
-Da controllare..?
-Esatto. Un essere umano su cui imporre il Bene. Per non farlo andare incontro al Male
-Ah… Un umano da usare, quindi?
-No! Noi non usiamo le persone! Noi le conduciamo verso un mondo migliore
-… Sì, ha ragione!
-Brava! Adesso… Devi scegliere un umano come tuo protetto
-Io scelgo Shawn!
-Perfetto. Da questo momento, ti occuperai soltanto di seguire Shawn nei suoi comportamenti e di far sì che non cada nelle tentazioni del Male! Se riuscirai a tener testa alle cattive azioni, allora diventerai l’Angelo Custode di Shawn Frost
-D’accordo!
-Ma sta’ attenta! Non dovrai mai, e dico MAI, rivelare a quest’ultimo la tua identità da Angelo, è chiaro?
-Certo! Chiarissimo! La ringrazio!
Detto questo, tutto scomparve…

***

Aprii gli occhi. Era mattina. Una piacevole luce tenue entrava nella stanza dalle tende azzurre della finestra. Sospirai.
-Bene… Mettiamoci al lavoro…
Sarei potuta diventare l’Angelo Custode di Shawn! Però avrei dovuto stargli accanto tutto il tempo! Decisi di andare a svegliarlo, come prima cosa.
Così, mi vestii e uscii. Cercai la sua stanza in lungo e in largo, fino a quando non me lo ritrovai davanti. Mezzo addormentato, stava andando verso la mensa dell’edificio, al piano di sotto.
-Buongiorno!- dissi io sorridendogli.
-B-Buongiorno…- rispose lui arrossendo di botto.
-Allora, ti sei ripreso dalla faticaccia di ieri sera??- gli chiesi ridendo.
-Ahahah! Sì, ora sono pronto ad affrontare un’altra giornata di allenamento!
-Ne sono felice!
-Andiamo a fare colazione?
-Certamente! Però mi sa che ti dovrò trascinare io… visto che stai praticamente dormendo in piedi!
Ridendo, gli presi la mano arrossendo e lo trascinai di sotto. Tutti gli altri erano già seduti e stavano aspettando la colazione. Ovviamente, quando ci videro, mano nella mano, non poterono far altro che ridacchiare.
-Buongiorno a tutti!- esultai io trascinando Shawn al suo posto e dirigendomi in cucina, dove Silvia, Celya e Camelia stavano preparando la colazione.
-Cos’hanno tanto da ridacchiare là fuori??- mi chiese Celya.
-Oh, n-niente!
Intanto fuori dalla porta si sentivano i ragazzi che cantavano quelle tipiche canzoncine tra due innamorati, facendo il nome mio e quello di Shawn.
-Ah, ora è tutto chiaro!-disse Silvia ridendo.
-Ma non è davvero nienteee!- dissi io, agitando le mani, rossissima.
Tutte ridacchiarono e parlottavano sul fatto che io fossi rossa in viso. Poi, ci accingemmo a preparare la colazione.
Mi divertivo molto a cucinare con Silvia, Celya e Camelia. Ma continuavo a pensare alle parole dell’Angelo Supremo: “Non dovrai mai, e dico MAI, rivelare la tua identità da Angelo, è chiaro?”. Sapevo che non avrei mai dovuto farlo, ma non sapevo il perché… Nessuno me lo aveva mai detto. Chissà cosa sarebbe successo se qualche Angelo avesse rivelato la propria identità…
Pensai che fosse meglio non pensarci e servii la colazione insieme alle altre.

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Capitolo 7
*** Il primo bacio ***


Mentre preparavo la colazione, vidi che Shawn e gli altri membri della squadra parlottavano e lui era rosso come un peperone. Chissà di cosa stavano discutendo con tanta foga!
Ero veramente curiosa. Sembrava che tutti si erano accalcati sul ragazzo dai capelli grigi e ogni tanto indicavano la cucina. A quel punto non resistessi più e mi avvicinai.
-Ehi, ragazzi! Ma di che parlate?
-Eheheh! Shawn, guarda un po’ chi è arrivata!- disse Mark.
Lui avvampò di brutto.
-E-Eddai, capitano!!!- fu l’unica cosa che uscì fuori dalla sua bocca.
-Ma cosa succede qui?- chiesi, più curiosa che mai.
A quel punto, sentii una spinta dietro di me, che mi fece finire sopra Shawn, che cadde dalla sedia. Ci ritrovammo per terra, io sopra di lui, lui sotto di me. Entrambi avvampammo.
Tutti intanto dicevano “Bacio! Bacio! Bacio!” all’infinito.
Io guardai negli occhi Shawn e lui guardò negli occhi me. Lo avrei davvero dovuto baciare..? Non sapevo cosa fare, pensare o dire. Lui, rossissimo, come lo ero io del resto, alzò una mano e mi accarezzò il viso. Che bello sentire quella sua mano sulla mia pelle… Era così morbida… Una sensazione troppo bella e piacevole…
Si stava avvicinando piano. Cosa avrei dovuto fare..?
Decisi di lasciarlo fare. E così, ci baciammo. Era davvero un’esperienza fantastica…
Tutti, intanto, stavano fischiando e urlando all’impazzata. Avrei scommesso che anche in Inghilterra li avrebbero sentiti.
Silvia, Celya e Camelia erano curiose di sapere il motivo di quelle urla, ed uscirono. Quando ci videro si misero a ridacchiare e parlottare.
Io e Shawn ci separammo dal bacio, rossi in viso. Lui si alzò.
-E-Ecco, contenti ora??
Nessuno rispose. Ci fu, poco dopo, un’unica risposta.
-SI SONO BACIATIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII!!!
Quest’urlo lo avrebbero potuto sentire tutti.
Io ero imbarazzatissima. Non sapevo come mi sarei dovuta comportare. Mi alzai.
-S-Scusa…- fu la prima cosa che Shawn mi disse.
-P-Per cosa?- lo rassicurai io sorridendogli. Lui arrossì e ricambiò il sorriso dolcemente.
Dopo pochi minuti, tutti tornarono ai rispettivi posti, mentre io, Celya, Silvia e Camelia tornammo in cucina.
-Alla fine ce l’avete fatta, eh??- mi stuzzicò Silvia.
-Mh? A fare cosa?- chiesi io.
-Non dovresti nemmeno chiedercelo! Lo sai benissimo di cosa stiamo parlando!- questa era Celya.
-B-Beh…- io arrossii.
Tutte e tre ridacchiarono.
-Era da tanto che aspettavamo questo momento!- questa era Camelia.
-Che??- io avvampai. Davvero aspettavano il bacio tra me e Shawn?
Io mi limitai ad arrossire. Loro ridacchiarono, come al solito, e servimmo la colazione.
Dopo aver mangiato, io mi diressi in camera mia e mi distesi sul letto.
Avevo davvero fatto bene a baciare Shawn?
Mi misi sdraiata su un fianco. Chissà. Forse ci era proibito di baciare gli esseri umani. Ma Shawn era così… Non lo so… Non riuscivo a spiegare come mi sentivo con lui…
Mi sentivo bene… Strana, ma bene. Lui sapeva rendermi felice come nessuno era in grado di fare. Nei miei quattordici anni di vita non avevo conosciuto nessuno buono, gentile e carino come lui. Ma non potevo descriverlo. Gli aggettivi e le qualità con i quali si poteva definire quel ragazzo erano infiniti.
E così finii immersa in questi pensieri.
Notai che ero molto stanca. Volevo addormentarmi. Ma non ci riuscivo. Chiusi gli occhi. Ero sul punto di dormire, quando qualcuno bussò alla mia porta.
-Ale! C’è una visita per te!- questo era Nathan. Avevo riconosciuto la voce, nonostante non ci fossimo mai parlati.
-Mh? Oh, arrivo!
Strano… Chi mai poteva sapere che ero qui? Di sicuro era uno degli Angeli…
Scesi dal letto e aprii la porta.
-Grazie, Nathan!
-Figurati!
Lui si allontanò e io mi diressi alla porta d’ingresso. Continuavo a chiedermi chi poteva essere. Cominciai a pensare a tutti gli Angeli che conoscevo.
Magari qualche umano aveva scoperto chi ero! Forse qualcuno aveva visto la mia trasformazione quando ero scesa dal Paradiso! Mi prese il panico. Come mi sarei dovuta comportare??
Un attimo… L’Angelo Supremo mi aveva detto di non rivelare a nessuno la mia identità, e così avrei fatto.
Avrei negato a tutte le domande e alle accuse fatte da questo misterioso ragazzo.
Ma continuavo a sentire una pressione immensa nel petto! Non sapevo cosa fare! Mi ritrovai davanti alla porta.
Feci un lungo respiro profondo e misi la mano sulla maniglia.
La girai lentamente e la aprii…
Non ci potevo credere! Era proprio…

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Capitolo 8
*** Capitolo 7 - Una visita inaspettata ***


-Ciao Ale…- era veramente Giorgia!
-G-Giorgia? Ma che ci fai qui?
-Oh, ero solo venuta per una visita, niente di più…
-Ah… Vieni, ti accompagno nella mia stanza.
La portai nella mia camera.
-Wow, hai sistemato veramente molto bene questo posto!
-Mh… Adesso mi dici che succede?
-Non te ne sei resa conto..?
-Di cosa? Non capisco!
-Di quello che hai fatto!
-Eh?
In un primo momento non capii di cosa stesse parlando. Però poi ci pensai e mi venne in mente il bacio tra me e Shawn.
-Ah…- mi limitai a dire.
-Eh… Vedo che hai afferrato il concetto… L’Angelo Supremo non è per niente contento di quello che sta succedendo tra te e Frost!
-Ma non sta succedendo niente, davvero!
-Ah no?? E quello cos’era?
-Intendi il bacio?
-Esatto.
-Beh…
-Vedi? Nemmeno tu sai dirmi come mai ve lo siete dato!
-Sì che lo so!
-E allora dimmi cos’era!
-Era solamente per accontentare gli altri. E poi cosa c’è di male?
-Cosa c’è di male?? Ma lo sai che noi Angeli non possiamo baciare gli esseri umani?!
-L-Lo avevo immaginato…
-L’Angelo Supremo mi ha mandato qui affinché ti spiegassi che non deve nascere niente tra te e Frost!
-Su questo potete stare tranquilli.
-Mh… Sei sicura?
-Certamente.
-…
-Che c’è?
-A me sembrava che voi due vi foste avvicinati… E anche molto.
-Cosa intendi dire?
-L’Angelo Supremo mi ha detto di informarti che se per puro caso Shawn venisse a chiederti di stare con lui, tu non avrai altra scelta che rifiutare.
Io rimasi in silenzio e abbassai lo sguardo.
-Hai capito, Ale..?
Annuì.
-Fai molta attenzione… Io ora devo tornare…
Mi poggiò una mano sulla spalla.
-Fatti onore…- mi disse solo e uscii, lasciando la porta aperta.
Io mi sedetti sul letto. Cosa avrei dovuto fare..? Non volevo ferire Shawn, ma tantomeno volevo disubbidire agli ordini dell’Angelo Supremo. Non avevo altra scelta… che quella di rifiutare… Ma sarebbe veramente stata la cosa migliore da fare?
A quel punto, sentii una voce.
-Ale..? Posso entrare?
Alzai lo sguardo. Shawn era sulla soglia della porta. Sembrava nascondere un qualcosa dietro la schiena, ma non vedevo cosa potesse essere.
-Oh, s-si, certo, entra pure!
Lui entrò e chiuse la porta alle sue spalle.
-Posso chiederti… Chi era quella ragazza?
-Certamente. È… una mia amica... Per la precisione, la mia migliore amica.
-Capisco…
Rimanemmo in silenzio per un attimo.
-Scusa per poco fa…- continuò lui in tono dispiaciuto.
-Mh? Scusa? Per cosa?
-Per il bacio…
-Ma non devi preoccuparti… Davvero!
Gli sorrisi. Lui sembrò rassicurarsi e si sedette vicino a me sul letto.
-Vedi… Tu hai qualcosa di diverso rispetto alle altre ragazze.
-Mh? Qualcosa di diverso?
-Già. Non so dire cos’è di preciso…
-Cosa nascondi dietro la schiena?
-Oh? N-Niente!!!
Arrossì e girò la sguardo.
-Sì che hai qualcosa…
-B-Beh…
Tirò fuori una rosa. Era davvero bellissima.
-V-Vorrei chiederti una cosa…
Oh, no! Fa’ che non sia…
-V-V-Vorresti metterti con me..?

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Capitolo 9
*** Capitolo 8 - Spiegazione in arrivo ***


-Vorresti metterti con me?
Shawn non poteva avermi veramente chiesto una cosa del genere.
-Shawn… Io…
-S-Sì, capisco…
-Mh? Ma io non ti ho ancora chiesto niente!
Risi.
-A-Ah, ecco!
Sorrise mettendosi una mano dietro la testa.
Io ricambiai il sorriso.
-Che ne pensi..?
Mi chiese dopo un po’.
-B-Beh… Scusa ma io non posso mettermi con te…
-Cosa?
Io abbassai lo sguardo.
-E perché..?
Sembrava veramente sconcertato.
-Non p-posso dirtelo…
-Ah…
-Mi dispiace…
-N-No, fa niente…
Mi sentivo in colpa. Era la prima volta che mi sentivo così giù.
-Beh, allora io me ne andrei…
Si alzò a testa bassa.
Non potevo vederlo così. Dovevo dirgli tutto!
-Shawn, aspetta!
-Cosa c’è?
Però… Non sapevo cosa sarebbe successo se glielo avessi detto…
-Niente…
-Mh… Ok…
E se ne andò.
Io mi distesi sul letto e affondai la faccia nel cuscino.
Perché era così difficile?? Perché non potevo dirglielo?! Ero soltanto una stupida. Shawn si fidava di me e io non potevo dirgli tutta la verità soltanto per la paura di quello che poteva accadere.
Mi alzai.
Glielo avrei detto. Adesso. Non mi importava nulla.
Uscii dalla camera e afferrai il braccio di Shawn.
-Mh? A-Ale…
-Ascoltami… Devo venire con me in un posto.
-Cosa? E perché?
-Tu vieni… Per favore…
-Ok… Verrò.
Così uscimmo e io lo portai per le varie strade della città.
-Dove mi stai portando?
-Lo scoprirai.
Arrivammo in un vicolo. Dovevo dirgli tutto quanto. Ma senza essere cisto dagli altri essere umani.
-Dove siamo..?
-In un vicolo.
-Beh, questo lo immaginavo.
Ci fermammo.
-C’è una cosa che non ti ho detto…
-Mh? Cosa?
-Vedi io…
 
“Giorgia: ti prego, fa che non glielo sta per dire…”
 
-Io sono un angelo…
-Cosa?! Mi stai dicendo la verità?
Mi limitai ad annuire.
 
“Giorgia: oh no, gliel’ha detto… Ma c’è ancora una possibilità! Se non gli fa vedere il suo aspetto originale Shawn potrebbe anche non crederci…”
 
Schioccai le dita e un cerchio di luce comparve sopra la mia testa e scese, facendomi entrare al suo centro e trasformandomi nell’angelo che ero in verità.
 
“Giorgia: Ale, sei una stupida!!!”
 
Shawn aveva un’espressione stupida e meravigliata sul suo viso.
-Non sapevo che tu…
-E’ per la mia trasformazione che non lo potevi sapere...
-Ma tu… Tu… Sei un vero angelo..! Non ci posso credere!
-Non sono un normale angelo… Sarei dovuta diventare il tuo angelo custode…
-Cosa?!
Annuii.
-Adesso ti spiego tutto con calma…

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Capitolo 10
*** Capitolo 9 - Solamente incomprensioni ***


Io e Shawn. Eravamo solo noi due in quel vicolo. In quel momento, sembrava quasi che tutto il resto del mondo si fosse dissolto. Sembravamo stati risucchiati in un buco nero, nel quale non è entrato niente se non noi due.
Presi un bel respiro profondo.
-Comincio dal principio…
Evitavo di guardarlo negli occhi mentre parlavo.
-Io sono morta a quattordici anni… Ma non sono morta “completamente”, per così dire. Infatti, il destino mi ha concesso di diventare un Angelo. Noi salvaguardiamo gli umani e impediamo loro di fare brutte azioni. Il nostro “capo” è l’Angelo Supremo, che ci comanda, e ci affida le missioni. Pochi giorno fa ero stata convocata e sono stata mandata qui per sorvegliare la Inazuma Japan, la nuova squadra che era stata formata.
Ripresi fiato. Lui ascoltava attento senza interrompermi.
-E così, per stare accanto alla squadra, sono dovuta diventare manager. Tutto andava piuttosto bene, finché l’Angelo Supremo, in sogno, non mi comunicò che potevo diventare un Angelo Custode, cioè potevo… salire di livello, ecco… Per esserlo, avrei dovuto scegliere un umano da controllare e guidare… E io ho scelto te…
-Ah… Allora stanno così le cose… E io che pensavo saresti stata diversa da tutte le altre ragazze. Io che pensavo che ci saremmo divertiti insieme… Mi sono solo illuso…
-C-Cosa intendi dire?
-Tu mi hai usato..!
-Cosa?? Ma che dici?!
-Ah, non lo capisci??
-Io non so di cosa tu stia parlando..!
-Tsk… Non far finta di non saperlo..!
Strinse i pugni.
-Io mi sono fidato di te..! E tu mi nascondi tutto questo!!! Io… Io… Me ne vado… Non voglio più ascoltarti!
-No Shawn, aspetta!!!
Troppo tardi. Shawn era già uscito da quel vicolo.
Cosa dovevo fare ora..?
E il problema non era certo soltanto Shawn!
Avevo appena rivelato ad un umano il nostro segreto… Cosa sarebbe successo ora?
Ad un certo punto, tutto diventa grigio.
Nessuno si muove più. Nessuno tranne me.
All’improvviso, sentii una voce dietro di me.
-Eh no. No. No. No. Così non va bene…
-A-Angelo Supremo..!
-Ti rendi conto di cosa hai fatto, vero??
-…
-Tsk… Credo che tu sappia cosa ti aspetta!
-L-La prego, io non ho fatto nulla di male!
-Ah! Questa è bella! Tu hai tradito tutti noi! Ti rendi conto di questo, vero??
-S-Sì…
-Bene, almeno di questo sei consapevole!
-Sì… Ma sono pentita!!!
-Tsk… Pentita… Ormai non ti resta che soffrire…
-Ma aspetti! Io non volevo!
-Ma l’hai fatto! Come ti scusi, ora??
-…
-Appunto… Proprio come pensavo…
-Io l’ho fatto per Shawn!
-E cosa hai ottenuto, eh?? Era meglio se te ne stavi zitta, e tutto questo non sarebbe successo!
Stavo per ribattere, ma mi ero accorta… che aveva ragione… Era tutta colpa mia… Soltanto colpa mia! Giorgia mi aveva pure avvisato…
E io non l’ho nemmeno voluta stare a sentire… Bella amica che sono… Adesso ho messo in pericolo tutti… E quello che è peggio, è che ho messo in pericolo anche la mia amicizia con Shawn.
Non solo! Shawn non mi avrebbe voluto più rivolgere la parola!
-Il gatto ti ha mangiato la lingua??
-No…
-Perfetto… Adesso subirai la pena più grossa che esista…
Scioccò le dita e scomparve, senza dire nient’altro.
Cosa sarebbe successo adesso..?
Mi guardai intorno. Tutto era tornato come prima. Esattamente tutto come prima.
Le macchine si muovevano, così come gli umani e tutti gli altri esseri viventi. Il vento ripartì, trapassandomi e investendomi con un gelo incredibile. Mi rannicchiai.
Avevo paura. Molta. Ma prima di pensare a tutto, dovevo almeno provare a raggiungere Shawn…
Dovevo chiarire tante cose con lui…
Mi alzai.
Shawn… Dove era andato..?
Di qua? Di là? Non me lo ricordavo!!!
Decisi di seguire il mio istinto. Ma prima, mi trasformai in un umana normale. Così come ero sotto forma di manager.
Dovevo raggiungerlo…
A qualsiasi costo…

Angolo dell'autrice
Macciao °u° Scusate per il ritardo... Spero di riuscire ad aggiornare più in fretta la prossima volta ^^"
Grazie a tutti quelli che stanno seguendo questa schifosa fic!
Recensite, mi raccomando! *^*
Alla prossimaaaa!!!

Alessia_chan Fubuki

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Capitolo 11
*** Capitolo 10 - La fine ***


Ero sperduta in quella città che non conoscevo. Correvo, correvo senza sosta senza sapere, in realtà, dove stavo andando.
Continuavo a gridare il suo nome, ma Shawn non mi rispondeva.
-Shawn!!! Shawn, dove sei?!
Continuavo a correre. Ero stanca, ma non importava. Dovevo trovarlo!
All’improvviso, eccolo. Il segnale. Mi fermai di botto. Vedevo tutto in bianco e nero, niente si mosse più per un paio di minuti.
Dovevo sbrigarmi.
Appena tutto riprese a muoversi, ricominciai a correre più velocemente di prima, gridando più forte.
Eccolo di nuovo. Il tempo si era fermato di nuovo. Stavolta l’effetto era durato anche più di prima.
-Shawn!!!
La mia voce rimbombava e riecheggiava in quel luogo fermo, sconosciuto al tempo, al suono e al colore.
Nessuno mi rispondeva ancora.
Tutto riprese a muoversi e io ripresi nuovamente a correre. Stavo correndo senza fermarmi nemmeno un attimo. Non dovevo fermarmi. Non potevo fermarmi.
All’improvviso, ecco Shawn. Avrei riconosciuto quei ciuffi grigi dappertutto e da qualsiasi distanza.
Stava camminando poco lontano da me, a testa bassa. Stava piangendo..? No, non sembrava, ma era giù di morale. Gli corsi incontro e lo abbracciai da dietro. A quel tocco, arrossii e lo strinsi forte, affondando la faccia nella sua maglia.
-Ale..?
Sentirlo pronunciare il mio nome mi scaldava il cuore.
-Mi dispiace… Perdonami!
Di nuovo. Tutto in bianco e nero.
-Non oraaaaa!!!
Urlai.
Ma prima che potessi dire altro, chiude gli occhi scoppiando in lacrime.
***
-Dove siamo..?
La voce di Shawn mi riprese dai miei pensieri e aprii gli occhi d’istinto. Era tutto innevato. Non sapevo cosa fosse successo. Le persone erano scomparse. Rimanevamo soltanto io e Shawn.
-Ale..! Dove siamo finiti?!
-Non lo so…
-Come non lo sai..?
-Non lo so..! Ascolta, indipendentemente da dove siamo, io… voglio fare pace con te!
-Cosa?
-Hai sentito bene..! Voglio che ci lasciamo tutto alle spalle prima che… sia troppo tardi..!
-Troppo tardi? Ma che vuoi dire??
-Lascia stare!!! Non c’è tempo!!!
-Ma che vuol dire che non c’è tempo?! Ale, cosa devi dirmi??
-… Voglio scusarmi con te..! Per tutto!
-Ma tu mi hai usato, ti rendi conto?!
-… S-Sì… Hai ragione, ma l’ho fatto per
-Per cosa?! Per fare una buona impressione sugli altri Angeli? Dimmelo, perché io non ci sto capendo più nulla di questa storia!
-No, non era per quello… Io… sono stata costretta a scegliere qualcuno da proteggere per diventare un Angelo Custode!
-Allora è vero che mi hai usato!
-…
-Ammettilo! Io non voglio più avere a che fare con te!
-No, Shawn, aspetta!
Gli afferrai il braccio.
Tutto divenne scuro. Sempre di più. I suoni si facevano sempre più sfocati.
Mi inginocchiai. Sentii la sua mano posarsi sulla mia spalla e che mi scrollava mentre la sua voce chiamava il mio nome.
Tutto diventò nero. Poi rosso. Un gran male mi venne dappertutto. D’istinto mi sdraiai, o almeno, mi sembrò di sdraiarmi, sulla neve. Sentivo il freddo. Poi uno strano calore mi avvolse. Da quel momento non sentii più niente… Era arrivata la fine
 
Il ragazzo dai capelli grigi non capiva cosa stesse succedendo. L’Angelo era a terra. Non si muoveva. Aveva chiuso gli occhi e le usciva sangue dappertutto. Si mise in ginocchio accanto al suo corpo e lo prese tra le braccia. “Ecco cosa intendeva dire…” fu il suo unico pensiero. “… Dovevo ascoltarla…”
Gocce che parevano di rugiada caddero dai suoi occhi. Scorrevano sulle guance come la pioggia sui vetri e finivano sulla ragazza che pian piano perdeva il suo colorito e diventava pallida.
Non sapendo cosa fare, il ragazzo affondò il viso nella sua maglia e cominciò a rimpiangersi di quello che le aveva fatto passare. Era tutta colpa sua, si continuava a dire.
Preso dall’angoscia del momento, prese a cantare una canzone imparata tempo fa, di nome Ice Road, mentre il sangue trasformava la candida neve da bianca a rossa…
Non c’era più niente da fare…
 

Un’anima abbandonava il suo corpo ormai senza vita
Quell’anima che aveva un tempo goduto le bellezze del Paradiso,
ora avrebbe dovuto sopportare le pene dell’Inferno
lasciando dietro di sé il dolore,
l’angoscia e la disperazione
di quel ragazzo dai capelli grigi che lei
-amava-
 
Era stato il primo angelo a morire
Per amore

FINE

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