Come vecchie foto.

di Roxanne Potter
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I bambini che giocano col fuoco si bruciano le dita. ***
Capitolo 2: *** Le fiabe di Beda il Bardo. ***
Capitolo 3: *** 26 agosto 1899. ***
Capitolo 4: *** Distanti miglia. ***



Capitolo 1
*** I bambini che giocano col fuoco si bruciano le dita. ***


Se avesse dovuto descriverli, Gellert avrebbe detto che i capelli di Albus erano di una bellissima sfumatura rosso fuoco.
E lui ci aveva giocato, con quel fuoco.
Quante volte aveva passato le dita nei capelli di Albus, giocherellato con quelle ciocche, mentre entrambi erano distesi nei loro letti? Aveva spesso accarezzato quella chioma, a volte, quando Albus cadeva addormentato.
Erano capelli morbidi e simili a una fiamma. Un fuoco che rispecchiava anche la sua personalità. Un fuoco che non bruciava.
Ma si sa, i bambini che giocano col fuoco si bruciano le dita. Sempre.
Lo capì solo alla fine, quando Ariana cadde sotto il suo incantesimo. Incrociando lo sguardo di Albus, nei suoi occhi aveva letto l'orrore e la pura disperazione.
Comprese che si era spinto troppo avanti.
Aveva giocato con lui, l'aveva ingannato, mettendo a tacere il suo sentimento e ripetendosi che Albus era solo una persona da sfruttare per raggiungere i suoi scopi, nonostante nel profondo sentisse che non era così.
Niente di più, niente di meno.
Ma era finita, adesso. Non l'avrebbe mai perdonato. Tutto si era infranto. Aveva giocato troppo, le due dita s'erano bruciate.
Non poteva fare altro che fuggire, senza avere il coraggio di guardare Albus negli occhi per l'ultima volta.
Era finita.
Il fuoco avrebbe continuato a tormentarlo per sempre. Le fiamme vivide e scoppiettanti che correvano lungo le sue vesti avrebbero, per anni, popolato i suoi incubi.

*

Torno con una nuova raccolta per la Challenge "Ten phrases, ten prompts, ten images, ten song." indetta sul forum di Efp da bla bla bla... il giorno bla bla bla... insomma, si è capito.
Naturalmente è Grindeldore. Come poteva non essere Grindeldore? Io amo le Grindeldore, il mio cuore e la mia anima sono Grindeldore.** (Ok, lasciamo perdere i miei vaneggiamenti da shippers.)
Sono quattro flash e questa è, naturalmente, ispirata alla frase "I bambini che giocano col fuoco si bruciano le dita."
Una recensione fa sempre piacere... e, se volete criticare, fate pure. Alla prossima Flash! (Oh, vi state chiedendo il perché del titolo? "Come vecchie foto." perché... è come se i personaggi stessero sfogliando un album di foto, dato che le flash fic riguardano dei ricordi. Ringrazio la mia amica Marta\Lilith, che senza di lei starei ancora a fissare lo schermo con aria ebete alla ricerca del titolo giusto.ç_ç)

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Capitolo 2
*** Le fiabe di Beda il Bardo. ***


-Devi sapere che Albus ha ottenuto il Premio Barnabus Finkley per Incantamenti Eccezionali e una medaglia...
L'espressione del ragazzo, Gellert, era decisamente annoiata. Fissava Albus come se, da un momento all'altro, fosse sul punto di sbadigliare o cadere addormentato. Sembrava dirgli: sai cosa me ne importa, dei tuoi riconoscimenti.
-Oh, ma adesso è ora di andare.- si interruppe Bathilda, dopo aver lanciato un'occhiata all'orologio a pendolo del salotto. -Avanti, Gellert, abbiamo alcune cose da fare. Magari potrete incontrarvi un'altra volta, che ne dite?
-Ne sarei lieto, signora Bath.- rispose Albus con un sorriso cortese, e si alzò per accompagnarli all'ingresso.
Beh, dall'espressione di Gellert, non avrebbe detto che il ragazzo sarebbe stato altrettanto entusiasta all'idea.
-Vi accompagno.- disse. Ma, prima che potesse dirigersi verso la porta del salotto, lo sguardo di Gellert si accese. I suoi occhi azzurri, puntati su qualcosa in fondo alla stanza, si colmarono d'interesse.
-Oh, quello cos'è?
Albus si voltò. Gellert stava indicando un lungo cassettone di legno chiaro, sul quale erano impilati alcuni libri e altri piccoli oggetti. C'era un volume che spiccava tra gli altri, essendo quello più vicino al bordo, e con la copertina di un azzurro sgargiante.
-Le Fiabe di Beda il Bardo.- disse Albus, dopo aver letto il titolo vergato in oro. -Un libro di racconti per bambini, quand'ero piccolo mi ero fissato con la storia dei Tre Fratelli...
Tornò a guardare Gellert, che adesso lo fissava con un interesse nuovo, vivo e acceso.
Chissà a cosa era dovuto. Sicuramente non poteva avere a che fare con quel vecchio libro di fiabe.
E sorrideva. C'era qualcosa di strano nel suo sorriso, malizioso e con una punta di... brama?
No, probabilmente era la sua impressione.
-Anche io sarei lieto di incontrarti nuovamente, Albus.

*

Secondo capitolo, ispirato al prompt "Libro."
Spero vi sia piaciuta questa seconda flash, una recensione è sempre gradita.;)

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Capitolo 3
*** 26 agosto 1899. ***


Era il suo compleanno.
Ma cosa contavano i suoi diciotto anni, quando i tredici di sua sorella erano stati congelati da una maledizione, appena una settimana prima?
Cosa contavano, quando sapeva che poteva essere stato lui a troncare quella vita appena sbocciata?
Non contavano nulla.
Si lasciò ricadere sul letto, fissando i vetri impolverati di quella finestra alla quale il gufo di Gellert aveva picchettato così tante volte.
Se fosse stato lì... no, era tutto finito. Non poteva essere lì.
Ricordò quello che era successo otto giorni prima.

-Quand'è il tuo compleanno, Al?
-Il ventisei agosto. Perché?
-Beh, perché penso che dovrei farti un regalo... magari te lo lascerò sotto casa.
-Ma no, non voglio niente...
Il loro ultimo giorno prima della tragedia.

Si alzò. Che speranza vana, così azzardata, così stupida!
Eppure attraversò rapido la stanza, per poi spalancare la finestra, affacciarsi sulla stradina e puntare lo sguardo al terreno.
Si sentì sprofondare.

-Andiamo. Possibile che tu sia così modesto da non volere regali al compleanno?
-Penso di essere un tipo che si accontenta. D'altronde, mi basti tu.
Le loro labbra si sfiorarono.
Il loro ultimo bacio prima della tragedia.

C'era qualcosa che assomigliava a un pacchetto, lì, avvolto in un nastro rosso o rosa scuro. Era un po' coperto dall'erba del giardino, addossato al muro della casa.
Si disse che non voleva affatto essere precipitoso. La sua era solo curiosità.
Eppure, quando uscì dalla stanza e attraversò la casa con passi scattanti, fino a raggiungere il giardino, aveva un groppo in gola che nessuna curiosità avrebbe mai potuto provocargli.
Si avvicinò all'oggetto e si chinò: sì, un pacco bianco, ma non era accompagnato da nessun biglietto. Lo raccolse e sciolse lentamente il nastro di un rosa scuro, quasi rosso.
Aprì anche la scatola. Dentro c'era solo una bambolina. Una bambolina spezzata, bionda, i minuscoli occhi ridenti, avvolta in un abitino bianco.
Ariana.
Una bambola di Ariana.
Ricordò tutto con amarezza: era stata sua sorella a preparare quel pacco, otto giorni prima. S'era messa lì, in un angolo del salotto, a lavorare con la carta e la bambolina, e lui non ci aveva quasi fatto caso.
Doveva aver giocato con il pacco, la mattina della tragedia, forse l'aveva lasciato cadere quando si era accorta del litigio scoppiato tra i ragazzi.
La delusione gli bruciò in gola, gli fece spuntare negli occhi delle lacrime che immediatamente respinse.
Ironia della sorte?
Ma doveva accettare, ormai, che fosse tutto finito. Continuare ad illudersi sarebbe stato sciocco, inutile.
Lasciò ricadere la bambola e la scatola al suolo, prima di alzarsi per tornare in casa.
Doveva andare avanti.
Ci avrebbe provato e, si ripromise, ce l'avrebbe fatta.

*

Terza Flash Fic, ispirata alla fotografia numero 9. (Non posso inserire il link perché il mio odioso pc Babbano non mi fa aprire la pagina, sappiate che raffigurava un pacco regalo bianco con un nastro rosa scuro.xD)
Per me è una delle più tristi, insieme alla quarta, forse. Beh, voi ditemi pure cosa ne pensate. Alla prossima flash!^^ (E ultima.)

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Capitolo 4
*** Distanti miglia. ***


                                                                                                                                        It is the distance that makes life a little hard.

Era la distanza, sempre la distanza, a rendergli tutto così difficile
Possibile che, dopo anni, i suoi pensieri finissero così spesso per concentrarsi su Gellert Grindelwald?
Era passato, ormai, passato. Un errore di gioventù che s'era tramutato in qualcosa di più grande.
Eppure... se avesse potuto rivederlo. Anche solo per un giorno, per parlargli qualche minuto, per rievocare i ricordi.

                                                                                                            Two minds that once were close now so many miles apart.

Avrebbe rievocato quelle remote giornate estive.
Gli sembrava così assurdo che, una volta, le loro giovani menti fossero state così vicine, tanto in intimità.
A quei tempi, gli era sembrato che Gellert lo completasse, che il suo amore fosse ciò che aveva sempre atteso per sentirsi libero e appagato, che loro fossero due facce della stessa medaglia.
Era la prova che anche le illusioni più forti e felici possono miseramente andare in frantumi.
Era stato un sogno, che poi s'era tramutato in incubo.
A volte non riusciva a capire come potesse sopportare che quello splendido amore si fosse ridotto a questo: due menti geniali e affini, ormai distanti miglia.
Lui a Hogwarts, a guidare la sua scuola e tenere sott'occhio i movimenti del mondo magico.
E Gellert... Gellert era rinchiuso nella sua cella di Nurmengard.
Distanti miglia.
Il pensiero lo faceva soffrire.
Due persone, un tempo così unite, adesso completamente separate. Era finita così. Era la prova che anche i migliori rapporti possono avere queste drastiche conclusioni.
E ci provava davvero, a non pensarci più, a impedire che il dolore per quella lontananza lo potesse riassalire.
Ci riusciva, in parte.
Adesso era a Hogwarts, la sua vita era cambiata.
Tentava di non pensare mai a Gellert, il che gli capitava sempre meno di frequente. Ma mai e poi mai l'avrebbe dimenticato. Perché Gellert Grindelwald era stato parte di lui, era stato il suo singolo amore, il sentimento che era la forza dell'animo umano.
Il sentimento che riaccendeva la vitalità nelle persone e che poteva vincere persino la maledizione della morte.
Quindi... era questo il mio potere contro di lui? L'amore?
Sì, Harry. L'amore.

*

Ultima flash, ispirata ai versi di quella canzone... eh, non mi ricordo il titolo. Poi controllo.ù.ù
Mi dispiace aver terminato questa raccolta su uno dei miei pairing preferiti, spero che a voi sia piaciuta. In tal caso, lasciate pure un commento... accetto anche le critiche.;)
Saluti e alla prossima raccolta! (Devo scriverne ancora otto per completare la Challenge. Sì, infesterò Efp con le mie raccolte ancora per molto, moltissimo tempo.)

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