Jack

di yolima90
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** tre mesi prima ***
Capitolo 3: *** Jack Thompson ***
Capitolo 4: *** Festa e passi nel buio ***
Capitolo 5: *** è qui... ***
Capitolo 6: *** Festa e bacio ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Non ci sarei mai entrata se l’avessi saputo…
Non sarei mai entrata in quella casa con lo spavento disegnato nei occhi se non che l’unica mia salvezza era nascondermi lì..perchè un folle mi stava dando la caccia come sì dà la caccia a un’animale privilegiato.
Non avrei mai e poi mai saputo che potesse finire così…e ora che mi ritrovavo sdraiata su quel freddo tavolo in acciaio pensai a Lui che in un certo senso mi aveva amato e rispettato, mi chiesi dov’era mentre il mio carnefice mi si avvicinò con un ghigno da far venire la pelle d’oca anche all’uomo più coraggioso su questa terra.

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Capitolo 2
*** tre mesi prima ***


 
Tre mesi prima :
Erano le tre del mattino quando mi ritrovai a viaggiare senza sosta lungo una strada in campagna, portando in braccio una bambina bionda persa nei sogni di sei anni.
Io e  Licia viaggiavammo ormai da quattro  giorni, senza fermarsi…facendo delle brevissime soste, non potevamo avere il lusso di sostare troppo lungo da qualche parte o lui ci avrebbe trovati sicuramente e ..mangiato.
Il mio corpo era distrutto, non mi sentivo più i piedi e ormai le mie braccia pian piano stavano lasciando andare la presa , avevo fame e un sonno pazzesco che mi viaggiava tutto il corpo ormai. Non mi potevo fermare,dovevo continuare ad andare avanti senza mai voltarmi indietro , l’idea che ci potesse trovare mi faceva crescere dentro di me una paura folle senza limiti provocandomi dei lunghi pianti come accadeva ormai da una settimana.  Non avevo mai pianto come quel lunedì sera quando la mia sorellina si era addormentata tra le mie braccia, quando sabato notte trovai i miei genitori uccisi come bestie nei loro letti . Dovunque mi girassi vedevo sangue ,e  la cosa che mi aveva fatto correre in bagno e vomitare l’anima era che qualcuno si era divertito ad aprire lo stomaco di mia madre e aveva portato tutto via che vi poteva esserci dentro a uno stomaco di un’umano insieme a polmoni e cuore.  Per fortuna Licia non era lì..era da un’amica..
A volte quando scende la notte mi risogno quella stanza e quei occhi spalancati di mio padre , sguardo pieno di paura..paura folle. Ma non era finita lì l’incubo,  lui mi aveva visto e anche molto bene. Lui quella notte era in casa ,  e io ovviamente  non mi ero accorta di nulla e sicuramente se io non avessi tirato quell’urlo e uscita di corsa in strada per chiamare aiuto forse ..forse lui avrebbe ucciso anche me. 
Non mi aveva ucciso quella notte?No problem..mi avrebbe ucciso più avanti..si sarebbe divertito darmi la caccia fino alla fine dei miei giorni .  
Superai un cartello con il segno di uno distributore, Licia non si mosse, e io mi fermai un’attimo stanca morta , la maglia di Superman era tutta sporca di sudore e altro che è meglio non riportare qui per non provocare altro vomito, avevo i jeans appicicati alle gambe e le scarpe sporche di fango , alcune macchine ci superarono senza fermarsi,meglio così pensai..anche se una parte di me avrebbe desiderato che una di quelle macchine si fosse fermata e ci avesse dato un passaggio e portato verso la salvezza che mi sembrava ogni giorno che passava sempre più lontana. Con uno sbadiglio ripresi a trascinarmi lungo la strada  umida e piena di fango. 
 
Non seppi come feci , so solo che le mie forze mi abbandonarono completamente e nulla più resse il mio corpo che cadde stremato dalle forze , lasciai andare mia sorella e fu il buio più completo .
Quando mi risvegliai ero su un letto morbido , ero avvolta in delle coperte pesanti che mi tenevano al caldo, mi voltai e vidi accanto a me Licia che continuava a dormire, avevo un mal di testa allucinante e i muscoli che mi dolevano per tutto il corpo. Provai ad alzarmi ma il mio corpo si rifiutò e così caddi indietro , mi guardai intorno , alla mia destra c’era uno specchio ovale ,alla mia sinistra c’era un commodino del settecento ,sopra di me c’era la copia di un affresco di qualche grande opera di qualche pittore italiano, con una spinta della spalla mi tirai su e questa volta non caddi. La camera era grande e luminosa, il sole passava tra quelle tende bianche con disegnato sopra dei gigli , scivolai via dal letto e senza far rumore mi avvicinai alla finestra . Davanti a me si presentava un bellissimo giardino tenuto con cura pieno di fiori coloratissimi , c’erano due cani che si rincorrevano e un gatto distesso sotto una rosa che prendeva il sole.
C’era anche una piscina, a sinistra di tutto ciò..con delle sdraio e dei ombrelloni. Vi era un’uomo disteso lungo la sdraio ,portava gli occhiali da sole e tra le mani aveva il Times. Era giovane ed era bello.
<< Buongiorno >> una voce dietro di me parlò facendomi sobbalzare di colpo , mi voltai di scatto e mi trovai a guardare un altro uomo. Quest’ultimo aveva i capelli biondi tenuti all’indietro ,occhi intelligenti e maliziosi,  le labbra sottili e una barba ispida  , era magro e non era molto alto. Alla mano portava un’anello d’oro e nell’altra mano teneva saldamente una sigaretta.  Il suo sguardo passò da me a  Licia e poi ritornò a me.
<< Dormito bene? >> domandò con cortesia
<< Si >> mormorai io , lui mi fece un breve sorriso e poi si sedette sul letto guardando Licia che dormiva tranquillamente
<< Rispondi a questa domanda : Cosa facevano una ragazzina e una bambina in  giro a quell’ora di notte? Per fortuna che vi ho trovato io >> fece un altro breve sorriso , ma questa volta non mi piacque per niente e mi venne la voglia di scappare e di urlare aiuto.
<< Non lo so >> dissi mordendomi il labbro inferiore , lui mi guardò e dovette distogliere lo sguardo da quanto era penetrante il suo
<< Bugiarda , secondo me …stavi scappando da qualcuno >>
sentii una stretta allo stomaco , lui si alzò e mi mise le mani sulle spalle  
<< Hai fame? >> cambiò discorso e io per ora mi salvai.
Seguii lo sconosciuto giù per le scale ,  mi condusse in cucina, era una cucina non molto grande ma assai graziosa arredata con i mobili dell’ottocento escluso il frigo che era stato preso dall’Ikea .  L’uomo aprii il frigo e tirò fuori alcune cose che quando il profumo raggiunse lo stomaco fece una capriola felice . Da quanto tempo che non mettevo qualcosa sotto i denti? Troppo…
Mi porse un piatto con del dolce dentro, dolce al cioccolato , il mio stomaco brontolò forte e io diventai rossa mentre borbottavo un “scusi” ma lui non mi prestò molta attenzione.
<< Prima di mangiare però >> mi disse << Devi farti una doccia, troverai dei vestiti in bagno>>
e dicendo con questo mi prese per mano e mi condusse in bagno per poi lasciarmi da sola.
Lasciai cadere i vestiti sporchi ed entrai dentro mentre l’acqua scorreva lungo il mio corpo , pensai all killer che ci stava dando la caccia, chissà dov’era ora..che sapesse che avevamo trovato un rifuggio e stava solo aspettando il momento di attaccare? Se era così..dovevo avvisare il padrone di quella lussosa villa , ero stufa di gente morta,  e stufa di sognare sangue ogni volta che chiudevo gli occhi per un attimo.
Mi sedetti per terra lasciando che l’acqua facesse il suo lavoro, mi sentivo così stanca come non mai ,  provai a chiudere gli occhi ma subito la camera dei miei genitori mi raggiunse e io dovetti immediatamente riaprire gli occhi se non volevo lanciare un urlo spaventato  .  Per tutta la notte ero stata invasa da incubi tremendi che non mi avevano lasciato neanche per un’attimo.  Qualcuno bussò alla mia porta ma non risposi ,sentii anche un urlo lontano ma pensai che fosse la mia immaginazione che in quei giorni viaggiava come un folle.

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Capitolo 3
*** Jack Thompson ***


 
<< Eva? Posso avere un’altra fetta ?>> domandò Licia, eravamo seduti intorno al tavolo e pian piano stavamo facendo fuori quella meravigliosa torta al cioccolato mentre la radio faceva uscire la voce di Paolo nutini che cantava la famosa “Bang Bang my baby shout me down” di Nancy Sinatra , mia sorella si dondolava a tempo di musica sulla sedia mentre io tagliavo altre due fette di torta insieme a dell’uva buonissima . Per un’attimo ci sentimmo felici prima che arrivasse il padrone di casa e vedere come ce la stavamo cavando.
<< Ciao Licia >> disse a lui
<<  Ciao! >> esclamò lei facendogli un sorriso a trentasei denti, si sedette con noi
<<  Tua sorella mi ha rivelato il tuo nome…Eva.>> mi guardò mentre io lentamente addentavo la mia torta << Non vuoi sapere come mi chiamo io? >>
<<  No, volevo ringraziarla per tutto questo..ma sarà meglio che ora ci rimettiamo in cammino.  >> dissi pulendomi la bocca , quell’uomo mi metteva paura quando incontravo quello sguardo , non volevo rimanere in quella casa con lui .
<< Licia mi ha detto anche dell’altro >> continuò lui tranquillamente facendosi girare tra le mani una mela rossa come il colore del sangue che mi appariva nei miei incubi giornalieri, guardai mia sorella che non mi dava attenzione . Con lo sguardo la rimproverai, quella bimba chiacchierava un po’ troppo
<< E..cosa le ha detto? >> domandai sapendo già la risposta, lui avvicinò il suo viso al mio
<< Indovina. Secondo te cosa mi può aver detto la tua dolce sorellina? >>
<<  Licia vieni, ce ne dobbiamo andare  >> feci il giro del tavolo e la presi per mano <<  Come ho detto, grazie ancora di tutto  >>
mi avviai verso l’uscita ma lui bloccò la strada mettendo davanti a noi la sua presenza fisica , un brivido mi percorse lungo la schiena e seppi che le cose si stavano mettendo male, mi incavolai con me stessa e con la  stanchezza che aveva vinto quella notte lasciandomi cadere davanti alla sua villa.
<< Dobbiamo andare >> scandi bene le parole stringendo forte la mano di mia sorella che finiva di mangiare la sua torta ignara di tutto quello che stava succedendo in quella benedetta cucina.
<< No. >> disse lui freddo << Non potete lasciare questa casa , se ho capito bene siete in pericolo e lui non ci metterà tanto a trovarvi. >> si chinò su di me  mentre io feci due passi indietro, quell’uomo non mi piaceva per niente, mi metteva una paura folle . Poi con grande mia sorpresa mi tese la mano e disse
<< Piacere io sono Jack . Jack Thompson >> 
passò alcuni minuti prima che io ricambiai la stretta di mano
<< Molto bene >> lasciò andare la presa e fece un sorriso a mia sorella che aveva finito di mangiare e ora ci stava guardando
<< Licia tua sorella ha appena deciso di rimanere,  non sei contenta? >>
<<  Si! >>

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Capitolo 4
*** Festa e passi nel buio ***


Passò una settimana, fu una settimana tranquilla.
Licia passava interi pomeriggi a fare il bagno in piscina sotto il mio sguardo vigile,  il proprietario della villa Jack Thompson si faceva vedere raramente, di solito ci lasciava in balia a noi stessi scomparendo per tutto il giorno e rientrando solo di notte o rientrando dopo due giorni senza rivolgergi la parola andava e si rinchiudeva nella sua camera. Non ci considerava, era come se  per lui fossimo dei fantasmi .
Era poco andato sotto il sole quando lui arrivò con quella moto nera come la sua giacca di pelle e i suoi pantaloni stretti, scese con eleganza da quella bellezza che cavalcava e venne verso me che ero seduta sugli scalini della villa che stavo accarezzando Orazio, uno dei suoi cani. Alzai lo sguardo verso di lui e provai a buttare fuori un sorriso che non venne così gli feci ciao con la mano
<<  Tua sorella? >>
<<  in camera sua a leggere >> dissi io indifferente continuando con la mano destra a grattare dietro le orecchie il cane che teneva gli occhi socchiusi compiaciuto
<< Non è rischioso per te rimanere fuori…sai qualcuno ti potrebbe vedere >>  disse lui, pesando le ultime parole con tono grave ma allo stesso tempo sadico , così capirono le mie orecchie da fanciulla innocente.  Io allora mi fermai , Orazio vedendo che non gli facevo le coccole spalancò gli occhi scuri e mi guardò domandandomi perché? Perché non lo accarezzavo più? C he avesse fatto qualcosa di male ? Ma io non avevo tempo per rispondere a tutte queste domande così gli diedi un’altra accarezza forte sulla pancia e mi alzai ,affrontai il suo padrone che non lo aveva degnato di uno sguardo anche se lui vedendolo ritornare aveva scodinzolato per alcuni minuti.
<< è la prima volta che dici una cosa del genere..>> dissi io << Hai visto qualcuno? >> domandai portandomi le mani sui fianchi , lui sorrise e  scosse la testa, il casco della moto gli picchiò con dolcezza contro la coscia
<< Eva,eva >> si passò una mano fra i capelli << Lo sai che voglio solo che tu e tua sorella stiate bene >>
aveva un tono così dannatamente falso, gli avrei voluto tirare un pugno sulla faccia se non fosse stato per Licia che adorava quel posto e anche perchè il pensiero di rimettermi in viaggio e tutte le conseguenze che portava mi veniva male solo a pensarci. 
<< Comunque stasera abbiamo gente a cena, lavati e fatti bella. >> mi superò bloccandosi sulla soglia << Hai così un bel visino. Dillo anche a tua sorella. >> e dicendo così sparì in casa lasciandomi con i miei dubbi .
Come avevo detto il sole era andato giù a riscaldare altri paesi, la luce non c’era più..se ne era andata lasciando il posto alle tenebre. E Jack Thompson era le tenebre, aveva qualcosa che metteva i brividi a solo guardarlo ma allo stesso tempo aveva anche qualcosa di affascinante che ti faceva pensare di poterti fidare di lui..ciecamente.  Guardai di nuovo il cielo e poi rientrai anch’io..avevamo gente quella sera.
 
<< Oh Jack non sapevo che fosse un bravvissimo intrattenitore ! >> esclamò la sigonora Truffaut mostrando dei denti giallastri e orrendi , spinsi verso di me un vassoio con delle patatine al forno , era la quarta volta che osavo prendere un’altra porzione, ma erano colpa delle patatine….erano troppo buone, bastarde, pensai quando ne addentai una . Diedi un’occhiata a mia sorella Licia che era accanto al padrone di casa: Jack., quei due andavano d’amore e d’accordo, mia sorella l’adorava , era come se quell viscido verme potesse sostituire nostro padre in pochi minuti, ma si sbagliava …nessuno avrebbe sostituito nostro padre, ma Licia era una bambina piccola e si affezionava subito a chi le sorrideva e la trattava come un’adulta. E Jack era stato molto bravo in queste due cose..oh si..molto bravo.
Sorrisi al signore Buscemi che mi aveva appena chiesto gentilmente di versargli quel dolce vino nel suo bicchiere per la centesima volta, mentre sua moglie Carla non lo guardava ,occupata a scambiare pareri sull’Economia del paese con altri due signore che cinquettavano allegramente..
<< Non vedo perché tassare i ricchi >> disse una donna dai capelli biondi e dal volto grasso
<< Che tassino gli insegnanti e altra gente >> disse un’altra mentre le sue vicine annuivano
<< Signore!Signore!>> Jack si era avvicinato a loro tenendo in mano un bicchiere di birra scura << Niente lamentele stasera , sappiamo tutti com’è questo governo >> diede un sorso alla birra << Vi ricordo signore mie che c’è sempre l’evasione >> scoppiarono tutti a ridere  escluso lui che mi guardò prima che io ritornai a pensare a cosa mettere nel mio piatto e scoprii tristemente che le mie amate patatite al forno erano terminate.  
La cena si concluse e tutti gli ospiti furono invitati a seguire il  padrone di casa nel bellissimo giardino dietro a casa dove vi era un tavolo con sopra una torta gigantesca e bellissima, mentre due camerieri aspettavano l’ordine per tagliarla e iniziare a servire gli invitati. Due uomini arrivarono portando barrili in legno, Jack si voltò verso la folla e con le braccia spalacante annunciò
<< Miei dolci ospiti, sono così felice che stasera siete tutti qui! E per ringraziarvi vi offro la migliore birra di tutta la Germania!>>
La gente sorrise e applaudì, qualcuno disse qualcosa e ci furono altre risate , poi la birra iniziò a scorrere lungo i boccali e la gente iniziò a divertirsi ballando sul bordo piscina, ormai ubriachi persi. Presi un boccale di birra scura, la stessa che aveva preso lui, non avevo mai bevuto prima d’ora e quando me la stavo per mandare giù qualcuno mi sfilò via dalle mani la mia birra
<< Non sei giovane per bere? >> domandò Thompson
<< Ho diciasette anni!>> esclamai arrabbiata , rivolevo il mio boccale come tutti.
<< Infatti, sei ancora piccola per queste cose. E io non ho voglia di passare la notte a tenere la testa di una bimba mentre vomita perché ha bevuto un po’ troppo >>
Strinsi i denti  e senza chiedermi il permesso mi versò per terra la birra e poi se ne andò . Guardai la birra che bagnava il giardino, arresa mi avviai a prendere una fetta di torta, almeno quella le bambine la potevano mangiare senza rimettere.
Vidi mia sorellina che chiacchierava con una donna che annuiva e le sorrideva dolcemente, mi avvicinai per sentire cosa le raccontava quella lingua lunga
<< Eva! >> mi prese per mano << lei è mia sorella >>
mi presentò alla signora , era una donna graziosa, aveva il volto a forma di cuore e  labbra sottili, i capelli erano legati, alle orecchie ricaddevano degli orecchini d’oro , ai polsi portava dei bracciali in oro bianco e per finire indossava un vestito carino ma semplice
<< Piacere >> dissi io
<< Tua sorella mi ha raccontato tante cose >>
la guardai e lo stomaco si strinse , sentii odore di pericolo
<< Ah davvero?>> sorrisi, era un sorriso così falso << Licia è una chiacchierona>> continuai << vieni ,dobbiamo andare >> presi mia sorella e la trascinai via, solo quando fui abbastanza lontana mi fermai
<< Cosa le hai raccontato?>>
Licia mi guardò con i suoi grandi occhi di bambina di sei anni
<< Licia..>> le dissi << Lo sai che quella cosa non  la devi raccontare a tutti >> mi inginocchiai e misi le mani sulle sue piccole e sottili spalle << Lo so che tu ami chiacchierare, ma..non possiamo fidarci di tutti, hai capito? Ora..dimmi che le hai detto a quella signora >>
<< ..Niente.Le ho detto che anch’io guardo i Simpson come i suoi bambini >> disse guardandosi le ballerine ,era sincera  , l’abbracciai forte per poi darle un bacio sui capelli come faceva sempre la mamma prima di andare a letto.
Licia era stata brava, questa volta si era comportata bene..non aveva rivelato a nessuno la nostra vera identità e cosa ci era capitato. Guardandola capii che mi potevo fidare di mia sorella che ora mi guardava leggermente intimorita da me, per rassicurarla le sorrisi e me la presi in braccio ritornando alla festa con il sorriso sulle labbra e con la voglia di divertirmi quella notte.
 
Per la centesima volta risognai la camera dei miei genitori  macchiata di sangue, anche se questa volta vi erano dei fiumi color rossi porpora e  pezzi dei miei che viaggiavano mentre le loro voci mi chiamavano e mi supplicavano di aiutarli prima che io mi mettessi a urlare e caddi dal letto per ritornare alla realtà.
Era notte fonda quando mi trovai sul freddo pavimento, tutta sudata e con il volto rigato dalle lacrime, mi tirai su mettendomi seduta sul letto. La finestra della camera era spalancata e il vento di fine estate cullava dolcemente le tende blu come la notte. Misi fuori la faccia per farmi anch’io cullare il vento, l’incubo era ancora così vivo dentro di me che avevo il terrore di rimettermi a dormire, così decisi di scendere e fare una passeggiata notturna . Mi avrebbe aiutato a calmarmi e farmi ritornare la voglia di dormire.
Cercai le mie pantofole e in silenzio affrontai le scale che portavano al piano di sotto, sentivo russare mia sorella e con fatica trattenni una risata , scappai giù e mi avviai verso la cucina dove c’era ancora tutti i piatti da sistemare, la torta..quella che ne rimaneva era messa su un piatto d’argento , era così invitante che ci affondai un dito prima di farlo perdere nella mia bocca desiderosa di assaggiare nuovamente quella delizia mentre il mio cervello annuiva felice.  Avrei continuato in quel modo se non fosse stato per un rumore nella notte che mi fece sobbalzare di colpo. Mi guardai intorno, chi poteva esserci a quell’ora? Tutti stavano dormendo, tesi l’orecchio per sentire bene ma quello che sentii fu solo il silenzio, pensando di essermelo immaginato ripresi a mangiare il dolce ma non passò molto che un urlo avvolse tutta la casa, era un’urlo disperato e spaventato , un grido da film Horror che mi fece raddrizzare tutti i capelli questa volta avevo davvero paura, sentivo il mio cuore battere all’impazzata e il mio cervello che mi urlava di scappare e ritornare in camera nascondendomi tra le lenzuola e non uscire finchè il sole non era troppo alto per farsi oscurare dalle tenebre.
Ma il mio corpo era bloccato,non riuscivo a farlo muovere, neanche se gli urlavo e lo minacciavo,no…era più spaventato di me. Mi guardai intorno, sul lavandino c’era un lungo coltello , senza pensarci due volte lo presi e lo tenni saldamente in mano , il cuore batteva forte come un folle, lo sentivo per tutto il corpo il suo battito che mi faceva tremare,  mi sedetti e aspettai. Quando arrivò il secondo urlo avrei voluto mettermi a piangere e urlare anch’io, ma  era una villa lontana da tutti ..nessuno mi sarebbe venuto a salvarmi. Sentii dei passi , mi alzai veloce e strinsi più forte il coltello pronta a infilzare chiunque avesse provato a farmi del male.
I passi si fecero sempre più vicini , strinsi i denti e mi nascosi sotto il tavolo, pregai che mi stavo sbagliando, che era solo la mia stupida immaginazione, pregai e pregai ma non servii a molto perché la porta si aprii ed entrò.
Vidi le sue scarpe nere lucide e i suoi pantaloni dello stesso colore, non mi mossi , avrei voluto abbassare il volume del mio cuore che faceva un baccano pazzesco, ma non trovai la manovella per fare ciò così dovetti solo stare immobile e respirare piano.
<< Eva? >> una voce famigliare mi chiamò,dopo poca una testa sbucò ..era Jack
<< Cosa diamine stai facendo? E perché tieni un coltello in mano? >>
lo guardai spaventata
<< Dai vieni fuori >>
<< H-ho sentito delle urla poco fa…>>
lui mi guardò perprlesso
<< Urla? >> domandò
<< Si, urla di donna spaventata  >>
Scosse la testa e mi porse la mano , l’accolsi e mi fece uscire da sotto il tavolo , con delicatezza mi tolse dalle mani il coltello e lo appoggiò sul tavolo
<< Hai una bella immaginazione >> disse lui sorridendomi e mettendomi una mano sulla spalla,mi condusse fuori dalla cucina e chiuse la porta alle sue spalle prima che un altro urlo arrivasse fino a noi, feci un sobbalzo e per poco non cercavo rifugio tra le sue braccia
<< Hai sentito ? >> dissi tutta tremante, questa volta era stato più forte e più disperato. Jack mi guardò e poi guardò davanti a sé ,altri passi stavano arrivando in fondo al corridoio, dalla paura senza accorgermene cercai nel buio la sua mano e la strinsi forte con tutta la forza che avevo nel corpo,avrei voluto scappare via o urlare ma come avevo detto il mio corpo non rispondeva più ai miei ordini.
Senza aspettare mi trascinò su per le scale , era veloce nei movimenti e perfettamente silenzioso, al contrario di me che sentivo i miei piedi pestare forte il pavimento freddo del piano di sopra, mi spinse in camera sua dove a mia grande sorpresa c’era mia sorella Licia che dormiva come un’angioletto e abbracciava un peluche mai visto prima d’ora. Spalancai la bocca per parlargli ma lui mi mise un dito sulle labbra socchiuse e mi fece cenno di stare in silenzio, poi silenzioso com’era venuto sparii alla mia vista , mi sedetti sul letto e guardai Licia invidiandola della sua calma, forse se avessi avuto anch’io un peluche non avrei tremato come in quel momento, strinsi forte le lenzuola e mi ci buttai dentro senza pensarci due volte tirandomele fino sopra la testa . E Aspettai.
 

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Capitolo 5
*** è qui... ***


Qualcuno mi stava tastando la faccia, si divertiva a giocare le mie guance. Solo un’unica persona poteva darmi fastidio in quel modo..Licia.
<< Smettila >> borbottai con la voce assonnata
<< Svegliati! >> esclamò lei, la sentii saltare sul letto e ridere  e la sentii anche cadere e un “ Ahi” mi arrivò alle orecchie.
<< Eva? >>
mi girai nel letto e nascosi di nuovo il volto tra le lenzuola, le sue manine veloci percorsero il mio corpo fino ad arrivare alla mia gola tastandomela, quando voleva mia sorella poteva diventare un’esserino assai fastidioso.   Qualcuno da lontano stava ridendo divertito, chi poteva mai essere?
<< Eva…>> si lamentò lei
<< Lascia stare tua sorella e vieni giù a fare colazione piccola peste >>
ecco chi era..quel Jack…ancora lui. Sospirai e cercai di ritrovare il mio sonno che si era ben nascosto spaventato da mia sorella e dal suo baccano. Che fosse sotto il cuscino? Mmm..no …se ne era andato, mi aveva abbandonato per quella mattinata. Jack prese mia sorella e se la mise sulle spalle, insieme ridendo e scherzando andarono a fare colazione lasciandomi da sola nel silenzio più assoluto.
Mi aspettava una giornata nuvolosa , spostando le tende vidi un’uomo che non avevo mai visto prima d’ora  innafiare delle piante e un altro uomo che tagliava l’erba
<< Tu non scendi ? >>
era tornato, veloce come un fulmine..ma come aveva fatto?
<< Buongiorno…Jack >>
mi salutò con un cenno di capo
<< Allora? Vuoi anche tu essere portata sulle spalle? >>
disse , scossi la testa
<< Sono vecchia per queste cose le lascio a mia sorella >> feci un breve sorriso
Jack annuii
<< Ieri sera >> mi guardò << Cos’era poi? >>
dovetti aspetare qualche minuto prima di ricevere una risposta che mi potessere rassicurare
<< Niente…niente Eva >>
non mi rassicurò , si vedeva che stava mentendo , Lie To Me mi aveva insegnato qualcosa dopo tre stagioni.  
Ma non volevo che vedesse che io dubitassi di lui, così mi strinsi nelle spalle e feci un sorrisino da idiota prima di seguirlo giù a colazione.
La tavola era tutta apparecchiata quando arrivai, Licia era impegnata a mangiare una fetta di crostata e guardava con interesse un fumetto della Marvel, mi sedetti e mi allungai per prendere il pacco dei biscotti che vi era in fondo alla tavola, Jack si versò il caffè in una tazza bianca con sopra disegnato un fiore giallo..un girasole che ti fissava in silenzio, leggermente piegato verso di te , notai che aveva una brutta ferita sulla mano come se si fosse scottato , se ne accorse
<<  Bruciato con una pentola  >>  rise tra  sé
<<  La mamma una volta si è fatta male con il ferro da stiro  >> disse immediatamente con la bocca piena mia sorella , ricordo quando nostra madre si bruciò con il ferro da stiro e ricordo anche le urla di dolore , per poco non se lo dava anche sui piedi quel coso assassino e ricordo anche come mio padre con cura l’aveva medicata come se lei fosse un’essere fragile pronto ad andare in frantumi da un momento all’altro.
<< Ahi che dolore,povera mamma ! >>
<< già >>
Jack mi guardò per un attimo, abbastanza per farmi venire i brividi lungo la schiena ,quell’uomo mi incuteva paura  come non mai.
<< Eva dopo ho bisogno di mostrarti una cosa . >> mi disse mentre finiva di bere il suo caffè.
Lo studio di Jack Thompson era uno studio ben fatto, con i libri messi in ordine e spolverati, la tavola pulita con sopra fogli di ogni genere dai fogli per la stampante ai giornali del giorno insieme a riviste di ogni tipo. Al centro del tavolo c’era una rivista aperta a metà e mostrava alcuni poliziotti della schientifica mentre svolgevano il loro lavoro senza badare ai fotografi. Jack mi mostrò la rivista
<< L’ho ricevuta stamattina >> mi disse << Forse tu non lo sai , o  ti sei scordata che c’è qualcuno che vi insegue? Ebbene questo qualcuno non è rimasto con le mani in mano. Non ha solo voi come “divertimento” . Deve pensare anche agli altri suoi giocattoli. Due giorni fa è entrato in casa e ha fatto una carneficina…anche questa volta. Ha ripreso a lavorare, è stato in pausa  per una settimana ..abbastanza per seguirvi e non perdervi d’occhio ma ora ..ha bisogno di abbandonarvi un pochino e ritornare al suo amato lavoro . Fare il macellaio. E dalle foto che vedo è davvero bravo . Ti consiglio di non girare pagina ..potresti stare male. Sono foto molto crude, i fotografi non hanno avuto pietà e hanno fotografato ogni cosa >> scosse la testa << Senza pensare che queste riviste potrebbero benissimo finire in mano di bambini dell età di Licia >>
<< Mi stai dicendo di non farla finire nelle mani di mia sorella o di guardarmi alle spalle Jack? >>
<<<< Tutte e due le cose tesoro >>
Era la prima volta che mi chiamava “tesoro” e come lo pronunciò mi diede fastidio. Il suo modo viscido vi era anche nelle sue parole.
<< Vuoi sapere cosa ha fatto questa volta alle sue vittime? Leggo curiosità nei tuoi occhi mia dolce Eva.  Io te lo dirò cosa ha fatto, c’è scritto tutto in quel articolo di due pagine, ma te lo dirò io >>  si avvicinò a me e mi riprese dalle mani la mia rivista senza togliermi gli occhi da addosso  << Ha segato le sue vittime. Erano vive quando questo è accaduto. L’ha segate no con una moto sega ..sarebbe stata una morte più rapida vero..ma no. Lui voleva vederle soffrire  e per questo ha usato una gigantesca sega a dorso. >>
Silenzio, immaginai per un’attimo la scena ma ordinai il cervello di cambiare immediatamente scena se non mi voleva vedere vomitare sul pavimento.
<< Lo so..è una cosa tremenda. L’ha appesi come prosciutti legandoli i piedi e poi ….>> non finii la frase, cosa voleva ? Vedermi veramente vomitare?
Perché continuava nella descrizione? Non vedeva che mi stava dando fastidio?
Senza dire nulla mi voltai e me ne andai via facendo sbattere la porta ,l’immagine che mi ero creata delle due vittime era ancora viva nella mia mente, corsi fuori per prendere aria.
Jack aveva detto che aveva ripreso a lavorare e questo significava solo una cosa. Ci aveva trovati. Sapeva che non ci saremmo mosse per un po’, non saremmo scappati da nessuna parte così lui poteva fare i suoi comodi e colpire quando voleva. Era tornato e nessuno l’avrebbe fermato più.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 6
*** Festa e bacio ***


 
Per alcuni giorni tenni d’occhio i giornali, non me lo persi neanche uno, lessi tutti gli articoli su di lui con molta attenzione  e con un pizzico d’interesse , mi era sempre incuriosito queste cose…il giallo. Nella mia vecchia camera avevo una pila di libri gialli con quantità mostruose di polvere, quando ne prendevo uno rischiavo sempre di farmi venire un’asma pazzesca e lasciarci le penne. Mia madre mi ripeteva sempre di darci una pulita a quei vecchi libri ..neanche una volta che io lo abbia mai fatto.
Girai piano il giornale e mi trovai davanti delle foto davvero orribili. Erano le foto di cui parlava Jack l’ultima volta, erano foto in bianco nero ma si capiva benissimo quello che volevano mostrare. In effetti erano crude per un pubblico minorile. La mia mano stava ferma lì..pronta a girare pagina ma i miei occhi volevano ancora vedere quelle immagini tremende. Rimasi fissa su quelle immagini per dieci minuti buoni per poi voltare pagina e dedicarmi al gossip giornaliero e altre stupidate che offriva il mondo .
Jack era in cortile che  si godeva il sole di quella mattina leggermente fresca. Indossava un paio di occhiali scuri e una buffa maglietta con la scritta Pink e sotto vi era raffigurato una cagnolina rosa che camminava tenendo una sigaretta tra le zampe.
Bastò il mio respiro per farlo voltare , andai da lui avevo ancora il giornale tra le mani
<< Ti sei data alla lettura ? >> 
sapevo che mi stava guardando con quel sguardo che ti bucava l’anima
<< Senti stasera mi hanno invitato a una noiosa festa..vorresti..ti piacerebbe venire? Mi faresti da dama? >>
<< Si >> dissi in un sussurro ,solo allora lui si alzò e mise le sue mani sui miei fianchi provocandomi un brivido per tutto il corpo, sorrise
<< Mi piacerebbe vederti sorridere ..sorridi Eva, non morirai ..credimi >> mi lasciò andare e fece un passo indietro.
 
La sera arrivò  , in camera mia mi era stato messo sul letto una vestito nero lungo scollato assai elegante e dei bracciali di swaroski e per finire una crema al profumo di cocco .
Erano le nove di sera quando scesi al piano di sotto, Licia sarebbe stata con una baby sitter chiamata all’ultimo momento da Jack. Era una vecchia signora che mi ricordava le nonne buone delle favole. E a Licia non avrebbe fatto fatica a stringere amicizia con la buona vecchina, le spiegai tutto come avrebbe fatto mia madre se ci avesse lasciato a una baby sitter , una cosa che non accadeva mai. Ci portavano sempre dietro i miei genitori anche se andavano a una festa di alto lignaggio .
<< Eva? >>
mi voltai ,lui era lì in piedi vicino alle scale. Era terribilmente affascinante, l’unica parola che mi venne in mente per rendergli giustizia ma sapevo che non era abbastanza. Jack sembrava  venuto da un altro mondo. Univa sensualità e fascino in un’unica cosa..Lui.
<< Sei stupenda. >> disse mentre le mie guance prendevano fuoco e i miei occhi si abbassarono per un attimo a fissare i miei tacchi neri lucidi.
 
<< Signora Holly non faremmo tardi semmai la chiamiamo. >>
<< Non si preoccupi. Divertitevi >>
Jack mi tese la mano la guardai un attimo prima di prenderla e avviarci fuori dove una limousine ci stava aspettando  con l’autista che teneva aperto la portiera.
Non ero mai entrata dentro a una limousine prima d’ora, Jack mi sorrise ma io non ricambiai ero troppo impegnata a guardarmi intorno e dirmi a me stessa che non stavo sognando, ero davvero dentro a una limousine e stavo andando a una festa piena di ricconi dove avrei bevuto champagne da fontane d’oro puro. La macchina sfrecciò veloce lungo la strada, per tutto il tragitto nessuno dei due parlò, indirizzai il mio sguardo fuori a vedere il cielo stellato  e la luna che timidamente usciva da una nuvola che voleva farla sua .
La limousine voltò a sinistra e volto per due volte a destra per poi rallentare e fermarsi davanti a un parco tutto illuminato affolato di gente, qualcuno venne ad aprirci la porta , le luci della festa m’illuminarono quasi aceccandomi che mi dovetti nascondere dietro a Jack il quale mi prese la mano e mi trascinò dentro alla festa. Diede l’invito a un giovane ragazzo che mi guardò prima che lui lo richiamasse all’attenzione, mi scappò un sorrisino prima di riprendere la nostra camminata verso il divertimento.
<< Guarda Eva, tutti guardano solo te perché sei la più bella >> strinse forte la mia mano esile
<< Forse guardano te. Credono che non sei di questo mondo  >>
i nostri sguardi si incrociarono per un attimo prima che lui prendesse da un vassoio un bicchiere di champagne offrendomelo mentre io mi chiedevo come mi era uscita quella cosa dalle mie labbra , questa volta non diventai rossa o forse si..ma il buio lo nascose per bene se era così.
<< Stasera puoi bere. Io non ti dirò nulla. Puoi fare tutto quello che vuoi >>
presi dalla sua mano il bicchiere e mi accorsi che le nostre mani erano ancora unite e una parte di me non aveva intenzione di lasciarlo andare.
Ci avviammo verso una signora con un neo sulla guancia, era in compagnia con altre tre signore ,quando ci videro salutarono calorosamente Jack lasciandomi fuori da tutto ciò ma anche in quel momento le nostre mani non si staccarono mentre le labbra del mio cavaliere toccavano le guance di quelle tre dame.
<< Jack Thompson! L’uomo più bello di stasera! >> esclamò la donna
<<  Troppo gentile Signora Dallison >>
le tre donne ridacchiarono mentre i loro occhi se lo mangiavano, per pochi secondi provai gelosia e il mio corpo si spostò verso Jack come se volessi far capire a loro che era il mio cavaliere quella sera e non il loro.
<< Ma chi è questa graziosa signorina che ha con lei? Sua nipote? >>
Jack rise e scosse la testa guardandomi
<< Signore vi presento la mia bellissima dama di stasera che gentilmente ha deciso di accompagnarmi e sopportarmi per tutta la festa>>
<< Piacere Eva >> dissi sorridendo alle tre arpie che mi fissarono leggermente disgustate e imbarazzate  e gelose come non mai.
<< Pensavamo che foste venuto con Lily..>> disse una
<< Si, prima l’ho incontrata..spero che vada tutto bene tra voi due ,siete una  così bella coppia >> disse un’altra
Jack sospirò
<< Mi dispiace dirvelo signore mie ma io e Lily non stiamo più insieme>>
ci fù un coro di “oooh” dispiaciuto e mani che si portarono vicino alle labbra con tono drammatico e occhi che mi lanciarono fulmini . Come osavo stare accanto a Jack quando invece quel posto aspettava alla bella Lily? Ricambiai lo sguardo ma meno minaccioso .
<< Vi dobbiamo lasciare , spero di poter rubarle un ballo nella serata signora Dallison >>
mi trascinò via da quelle streghe.
<< Sono delle arpie eh? Non le sopporto anch’io, non si fanno mai i fatti loro. Mi scuso se ti hanno fissato male, ma guardano tutti così >> si strinse nelle spalle , mi passò un piatto con una fetta di torta alla panna solo allora le nostre mani si staccarono << Mai e poi mai fare amicizie con certe signore di quel livello mia cara, ti rovinano la vita..credimi. >>
addentai il dolce ,la panna mi si sciolse in bocca e io toccai il sorriso senza avere il bisogno di un paio di ali o di morire mentre lui addentava un dolce al cioccolato fondente.
<< Ci vieni spesso a queste feste? >>
<< Non sempre..non amo questo genere di feste. Mi diverto più alle feste di popolo >> sorrise << Una volta abitavo in Toscana, vicino ad Arezzo. E lì da giugno ad agosto c’erano queste feste piena di gente allegra , si mangiava da dio e le donne erano più divertitenti delle donne che ci sono qui. >> si guardò intorno
<< Mia madre amava organizzare feste. >> appoggiai il piatto sul tavolo << mio padre un po’ di meno ma lei non l’ha mai saputo . >> sorrisi << Una volta organizzò una festa per mio padre a sorpresa, fu una bellissima festa,aveva fatto una mega torta per lui..al cioccolato fondente, come quella. Solo che mia madre non era una brava cuoca ma noi per non offenderla la mangiammo tutta fino all’ultima briciola. >>
<< Di cosa sapeva? >> domandò lui incuriosito
<< Era terribilmente disgustosa,pensa che diede anche una fetta al gatto dei vicini il quale dopo averla annusata non la mangiò e scappò via terrorizzato da quel piatto. >>
ridemmo
Passammo la serata a girovagare per la festa parlando tra di noi ridendo qualche volta lasciando fuori tutti gli invitati ,Jack non si fermò più a parlare con le tre arpie o altra gente, dedicò tutta la sua attenzione su di me, mangiammo ogni tipo di dolce fregandocene dei pareri degli invitati che ci fissavano male , assaggiai anche un piatto tipico giapponese che aveva un nome strano che mi sfuggì presto dalla mente perché mi si presentò un altro piatto di una nazione diversa questa volta : Messico che aveva un nome più interessante a quello di prima.
Mandai giù litri di birra nel mio corpo innocente, e anche qualche bicchiere di vodka, se io sembravo ormai andata Jack teneva sempre quel comportamento di uomo serio che non si ubriacava mai. Ballammo mentre la gente ci guardava , non eravamo gli unici a ballare ma era come se tutta l’attenzione degli invitati fosse finita su di noi.
Jack era un’ottimo ballerino al contrario di me che per due volte gli pestai i piedi ma era troppo cavaliere per incavolarsi e abbandonarmi lì in mezzo alla pista.  
<< Sai per un’attimo prima quando parlavi con quelle donne sono stata gelosa. >> dissi con la testa che mi girava , eravamo seduti su una panchina del parco,lui era seduto io ero distesa con la testa sulle sue ginocchia mentre lui mi accarezzava i capelli
<< Ah si? >> disse lui con un tono leggermente divertito
<< Si, tu sei il mio cavaliere ,loro non possono chiedere di averti. >> dissi seria , sentivo la birra fare la salsa nel mio stomaco e non solo.
I suoi occhi mi guardarono ,confermai il suo fascino.
<< Sei dannatamente affascinante Jack. >>
Jack si fermò
<< Stasera non guardavano me, ma guardavano te. Te lo dissi all’inizio della festa, tutti guardano te perché non sei di questo pianeta. Come fai ad essere così affascinante? Che segreto nascondi? >>
<< Perché? Dovrei nascondare un segreto?>>
<< Non lo so, hai qualcosa nello sguardo che sembra che nascondi un segreto, sei anche misterioso >>
Sorrise
<< Lo sapevo,non dovevo farti bere. Sei ubriaca mia cara >> avvicinò il viso al mio
<< Una parte di me in questo momento ti vuole baciare, un’altra parte invece vuole solo rimanere a guardarti >>
Ci fu un attimo di silenzio prima che lui prese la parola
<< Sei ubriaca . >>
Due ragazzi passarono senza badare molto a noi che eravamo al buio,lì le luci della festa non arrivavano.
Jack si avvicinò così vicino che le punta dei nostri nasi si toccarono, sentivo il suo respiro sul mio e l’ultima cosa che mi ricordo fu “ Che Dio mi perdoni “ e poi il nulla più profondo che potesse esistere su questa terra.

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