Qualcosa per cui lottare

di SailorDisney
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Vecchie conoscenze ***
Capitolo 2: *** Divergenze ***
Capitolo 3: *** Rivelazioni ***
Capitolo 4: *** Il rapimento ***
Capitolo 5: *** Il salvataggio ***
Capitolo 6: *** Il trio di Baker Street ***



Capitolo 1
*** Vecchie conoscenze ***


1.

Erano passati parecchi anni da quando Rattigan aveva cercato di prendere il controllo sulla società dei topi di Londra, il mitico investigatore Basil era riuscito a sventare il suo diabolico piano ed ora si trovava nella sua casa, a Baker Street, insieme al fidato Topson.

Basil era bivaccato sulla sua poltrona vicino al caminetto e guardava fisso un punto.

“Basil? Hey, Basil? Tutto bene?” chiese l’amico topo panciuto.

“Hmm…..”  Basil emise uno strano verso.

“Basil?! Insomma, mi vuoi rispondere, è tutto il pomeriggio che te ne stai seduto lì!” sbottò Topson.

Basil si voltò a guardarlo come per rispondere, ma poi cambiò idea a tornò a guardare fisso il suo punto.

“Oh! Non ti posso vedere così! Inizialmente, la sconfitta di Rattigan ti aveva caricato, ma adesso che non ci sono casi da risolvere da diversi anni, sei troppo demoralizzato!” disse Topson alzandosi in piedi di scatto.

“Topson… cosa vuoi che ti dica? Almeno prima avevo qualcosa per cui lottare..ora invece mi sento solo vecchio, vecchio e inutile..” dicendo questo prese a guardare le forme del fuoco nel camino.

“Oh..” disse Topson appoggiando una mano sulla sua spalla. “Basil, ti sbagli di grosso, tu non sei…”

BUM!BUM!BUM!

Tre forti colpi alla porta.

“Hey! Basil, bussano, sarà qualche cliente!” disse entusiasta Topson.

Basil non si degnò di rispondere ma con la coda dell’occhio aspettò di scoprire chi era che bussava a quell’ora tarda, dato che non aspettavano nessuna visita.

BUM!BUM!BUM!

“Arrivo, arrivo!” disse il topo grassottello in pantofole. E aprì la porta.

Inzuppata, sull’uscio, vi era una graziosa topina, alta, affascinante e con dei lunghi capelli biondi che le scendevano sulle spalle. Indossava un impermeabile rosso e sorrise al topo sulla porta.

“Chi è lei? Oh, ma prego, si accomodi, o si prenderà un malanno!” disse educatamente Topson.

“Eheh… davvero non mi riconosci?” ridacchiò la topina accomodandosi in casa.

“Dovrei? Ci siamo conosciuti in qualche precedente occasione?” chiese il topo levandole il soprabito e porgendole un asciugamani.

“..Sono Olivia, Olivia Flaversham…” rispose lei sorridendo mentre si strofinava i lunghi boccoli biondi.

Basil si voltò di scatto e rimase estasiato. La piccola Olivia? No.. non poteva essere. Davanti a lui c’era una delle topoline più affascinanti che avesse mai visto..

Basil si alzò dalla poltrona e si diresse verso di lei a passo spedito.

“Beh.. se lei è davvero la signorina Flasharan.. saprà benissimo il nome del perfido gatto del suo rapitore..” disse lui mettendola alla prova.

“Ti riferisci a Lucrezia? Quella gatta snob e ingombrante?? Ah.. chissà che fine avrà fatto! E comunque io, mi chiamo FLAVERSHAM!” rispose lei prontamente.

Basil sussultò. “Sei…sei davvero Olivia, la piccola Olivia.” Disse a bocca aperta. Poi tornò in sé, si voltò e tornò sulla sua poltrona.

“Non è cambiato per niente..eh, Topson? Esattamente come me lo ricordavo.. nonostante siano passati tutti questi anni, non è cambiato di una virgola!” disse guardandolo sorridendo.

“Eh già Olivia, sono stati anni duri per tutti ma lui mantiene sempre la sua scorza. Ma.. parliamo di te.. cosa ci fai qui? E nel bel mezzo della notte?” chiese Topson.

“Oh già! Beh, io..sono venuta a chiedere una cosa al signor Basil. E a lei, ovviamente, signor Topson.” Rispose lei.

“Olivia, cara, accomodati sul sofà e parla pure.” Disse educatamente Topson.

Lei si sedette sul divano. Basil le dava le spalle, prese il suo affezionato violino e cominciò a suonare una struggente melodia.

“Beh..sarò breve. Quando tutto tornò alla normalità, come ben sapete io e mio padre ci trasferimmo in Irlanda dove cominciammo una nuova vita. In tutti questi anni sono cresciuta con i racconti di quella grande avventura e adesso desidero ardentemente diventare un detective.. esattamente come voi. Ed ho pensato che l’unico modo per farlo sia.. apprendere da voi. Chi altro potrebbe insegnarmi questo mestiere se non il più grande detective di Londra e il suo fido assistente?” disse lei abbozzando un sorriso.

Il violino stridette come un gessetto sulla lavagna.

“Ho…ho detto qualcosa che non va?” chiese lei.

Basil scattò in piedi. “Non se ne parla! Come ti è saltata in mente un’idea così stramba? Non posso mica fare da baby sitter ai mocciosetti!” poi la guardò meglio. Tutto sembrava meno che una mocciosetta.

Lei si alzò in piedi furiosa. “Io non sono una mocciosetta! So cavarmela da sola, voglio solo imparare il minimo indispensabile e poi me ne andrò per la mia strada!” gridò decisa.

Topson si mise in mezzo mentre i due, furiosi, si guardavano negli occhi.

“Ehm… forse è meglio darsi una calmata, che ne dite di parlarne davanti a una buona tazza di thè?” disse Topson docile come sempre.
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 2
*** Divergenze ***


2.

Basil sorseggiava la tazza di thè guardando fissa Olivia all’altro capo del tavolo, lei lo vide e lui distolse subito lo sguardo.

“Allora.. Olivia, sei davvero sicura di quello che hai detto?” chiese Topson versando altro thè nella sua tazza.

“Sono sicurissima! Io.. non pretendo che vi occupiate di me, semplicemente vorrei seguire le vostre indagini e studiare le vostre metodologie..” rispose lei.

Basil sbuffò.

“Bene cara ti annuncio che non c’è molto lavoro per ora.. ma è deciso! Ti fermerai qui da noi e ti condurremo sulla via dell’investigazione!” disse Topson entusiasta.

“Co-co..che cosa?!?!” Basil alzò la testa.

“Evviva! Grazie, grazie, grazie!” Olivia esultò abbracciando forte il topo grassottello, poi presa dall’entusiasmo abbracciò anche Basil, che diventò tutto rosso.

“Ehm…” si spazzolò la vestaglia bordeaux. “Sappi che si tratterà di poco..! Non abbiamo tempo da perdere! Mi hai capito bene?!” e detto questo tornò in salone al suo violino.

Olivia sorrise. Topson  le mise una mano sulla spalla:

“Non so come hai avuto il coraggio di tornare qui, conoscendo il suo caratteraccio! Buona fortuna piccola Olivia!” e le strizzò l’occhio.
 


 
La mattina dopo Basil si svegliò con la testa dolorante, non era riuscito a chiudere occhio. C’era un pensiero che lo tormentava, una sensazione dentro lo stomaco che non riusciva a farlo dormire. Si mise la sua vestaglia sopra il pigiama e si diresse in cucina a prendere il suo caffè come ogni mattina, quando avvertì un dolce profumino.

Basil entrò in cucina e trovò il tavolo della colazione imbandito di leccornie.

“Oh, buongiorno Signor Basil! Spero che le piaccia quello che ho preparato!” disse Olivia con il grembiule in vita.

“Io… prenderò solamente il caffè.” Rispose secco, mentre allungava la mano per prendere una fetta di torta al limone.

Olivia alzò il sopracciglio e sorrise.

“Ehm..comunque puoi chiamarmi Basil, non..non sei più una bambina d’altronde.” Disse sorseggiando la tazzina.

“Beh..si..infatti…allora,  Basil!” rispose lei sentendo il cuore che le batteva forte. “Sai, io..”

CRASH!!! – un rumore violento venne dal salone-

“COS’è STATO?!” chiese lei.

Basil scattò in piedi e corse nel soggiorno. Il vetro era stato frantumato da una pietra alla quale era legato un foglio. Olivia fremeva di emozione, ma sapeva di doversi contenere.

Basil andò alla finestra ma non c’era nessuno, solo il panettiere con il suo carretto. Poi si avvicinò alla pietra, slegò il foglietto e lo lesse.

Caro Basil di Baker Street,
Mio fratello Rattigan non ha vissuto tanto a lungo per vedere la tua morte,
sono costretto a chiederti di venire nel mio covo, nella fogna sotto il primo ponte lungo il Tamigi, per
saldare i conti in sospeso.. ti conviene venire se non vuoi vedere la mia forza scatenarsi..
con affetto,

Lord Topangus


Basil accartocciò il foglietto e lo gettò nella spazzatura.

“Hey…ma..ma cosa fai Basil? Quella è una prova! E tu la getti così?!” chiese Olivia a bocca aperta.   
                 
“Una prova di cosa? Non è successo niente.. sarà l’ennesimo malvivente senza nulla da fare.. la cosa non mi tange..” disse indifferente tornando al suo caffè.

“Ma-ma! Basil! Non hai letto? E’ il fratello di Rattigan! Potrebbe essere pericoloso.. io.. ho un brutto presentimento, non credo sia saggio ignorarlo..” disse lei timorosa.

“Hmm… bisognerà riparare la finestra.” Rispose lui distratto.

“Basil! Mi vuoi ascoltare?! Non mi piace per niente questo biglietto, dobbiamo indagare!” gridò lei.

“Sentimi bene, decido io cosa fare delle mie indagini! E questo storia non mi interessa, affatto! Cosa ne vuoi sapere tu?!” disse alzando anche lui il tono della voce.

“Hey..ma si può sapere che succede?” disse Topson entrando in cucina stropicciandosi gli occhi.

Entrambi erano a braccia conserte ai lati della cucina.

Topson li guardò stranito.

“Bah...” e si sedette al tavolo a leggere il giornale.
 
 
 
 

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Capitolo 3
*** Rivelazioni ***


3.
 
La giornata trascorse silenziosa, mentre Olivia si dava da fare in casa per ricambiare l’ospitalità, dato che la governante non c’era più, nella casa regnava il disordine.

“Hmm… la casa brilla, Olivia non era necessario che… ma-ma dove stai andando?” chiese Basil mentre lei indossava il suo impermeabile.

“Ho intenzione di scoprire chi ha lanciato quel messaggio, farò un giro del circondario e interrogherò qualche testimone.. Ehm, potresti aiutarmi con i capelli?” chiese lei.

Basil si avvicinò in leggero imbarazzo e le tirò fuori  i boccoli lucenti dall’impermeabile.

“Io.. non credo che dovresti…bah! Verrò con te, non posso permettere che tu vada da sola! Che situazione assurda..” sbuffò lui. Prese il suo soprabito e uscì dalla porta.

Lei sorrise e lo seguì fuori.

“Forse Ugo potrebbe aiutarci, dov’è adesso?” chiese lei mentre camminava lungo Baker Street.

“Ugo.. il mio segugio? Beh.. sono parecchi anni che ha perso il suo fiuto, sai da quando sei andata via è molto triste!” rivelò Basil.

“Davvero? Oh.. quanto vorrei rivederlo, ci ero così affezionata!” disse lei.

“Beh, allora, un giorno di questi ti porterò da lui, andremo a fargli visita, d’accordo?” disse lui sorridendo.

“Oh, sarebbe meraviglioso! Grazie, Basil!” disse lei entusiasta.

“Ehm… beh, si si ok, adesso muoviamoci..” e accelerò il passo.

 
Olivia cominciò col fermare qualche passante, i commercianti vicini, poi prendeva appunti sul suo notes, faceva domande per avere informazioni e raccogliere indizi importanti per capire chi avesse lanciato quel dannato sasso.

Basil era ammirato, si comportava proprio come una professionista, sapeva il fatto suo e lui non le stava insegnando nulla, era come se fosse nata solo per indagare.. una perfetta detective.

“Io.. sono colpito. Avrei fatto esattamente le stesse cose…” confessò lui mentre tornavano verso casa.

Olivia arrossì. “Beh..io, ho avuto un grande maestro. E un’esperienza sul campo a dir poco notevole! Non è da tutte le bambine essere rapite da un cospiratore della corona ed essere salvate da un eroico detective..” rispose lei.

Basil scoppiò a ridere. “Io? Eroico detective? Non esageriamo, adesso! Magari un tempo, ma adesso..” disse lui con lo sguardo triste.

“Beh, per me non sei cambiato di una virgola, ti guardavo con ammirazione quando ero una bambina e ancora adesso quel sentimento non è cambiato.” Disse lei convinta.

Basil sussultò, poi si schiarì la voce. “Sai, magari non è stata una brutta idea quella di venire qui a Londra..”

Lei rispose con un sorriso.

 Arrivarono a casa mentre ridevano di gusto, Topson li aspettava sull’uscio.

“Oh bene, vedo che avete chiarito le vostre divergenze! Ma si può sapere dove eravate andati a finire? Uscire così, senza preavviso! Mi sono davvero preoccupato!” disse concitato.

“Eh… siamo andati un po’ in giro a fare qualche domanda, scusa hai ragione! Non lo faremo mai più!” si giustificò la graziosa topina.

“Perdonata ma.. che ne diresti di preparare un’altra delle tue magnifiche torte? Ho un certo languorino..” disse lui.

“Detto fatto! Mi metto subito al lavoro, tra un po’ sarà tutto in tavola!” rispose lei sorridente.
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 4
*** Il rapimento ***


4.
I giorni passarono, Basil e Olivia si avvicinarono ancora di più. Scoprirono di avere molte cose in comune, come la passione per i romanzi di Arthur Conan Doyle o l’amore per la musica classica ed inoltre Basil aveva un debole per la cucina di Olivia, che si rivelò una perfetta donna di casa e non perdeva occasione di preparare manicaretti per i suoi due amici.

Una sera, Topson ricevette un invito a cena da una vecchia collega universitaria.

“Ho-ho preso tutto?” domandò sull’uscio della porta il topo mentre si infilava l’impermeabile.

“Si.. sta tranquillo. Stai benissimo! Farai sicuramente colpo..” rispose Olivia aiutandolo.

“Gr-grazie Olivia, ma è solo una cena tra vecchi amici, niente di che!” disse lui imbarazzato.

“Si..certo, come no. Sbrigati o la farai aspettare! E noi topoline non amiamo attendere…” disse spingendolo verso la porta.

“Beh, allora a dopo! Buona serata!” disse infine.

Olivia si chiuse la porta alle spalle, sentì Basil che suonava malinconicamente il suo violino e lo raggiunse in salone.

“Hey.. ti va di mangiare? È quasi pronto..” disse lei.

“Topson è andato via?” chiese lui continuando a suonare.

“Si.. è appena uscito, sai era proprio emozionato dell’appuntamen..”

“Ti va di ballare?” la interruppe lui.

“…nto. E.. come?”  chiese lei temendo di non aver sentito bene.

“Ti andrebbe di ballare?” chiese lui mentre avviava il giradischi. Una lenta e struggente melodia invase la stanza illuminata solamente dal fuoco del camino.

“Beh..io..” farfugliò lei timidamente.

Basil le prese la mano e la trascinò vicino a sé, la prese in vita e cominciarono a ballare su quelle romantiche note.

Lei appoggiò la testa sulla sua spalla e chiuse gli occhi mentre continuavano a volteggiare lentamente.

“Non..non avevo mai ballato così con nessuno..” disse lei mentre le batteva il cuore.

“Questo perché sei ancora una bambina.” Rispose lui sorridendo.

“Non sono una bambina! Ci scambiamo solo una decina d’anni, in fondo!” disse lei nervosa.

Lui si fermò e la guardò negli occhi. Lei ricambiò lo sguardo.

SLAM! La porta si aprì di botto.

“Ho dimenticato l’ombrello!” Topson alzò lo sguardo. “Oh..scusate. Forse ho interrotto qualcosa..”

I due si distanziarono di colpo.

“Ehm..vado a vedere a che punto è la cena..” Olivia corse in cucina.

Topson guardò Basil torvo, poi chiuse la porta e andò via.

 
Quella sera, nessuno dei due menzionò l’accaduto ed entrambi sorseggiarono del vino e scherzarono fino a tardi.

“Beh..io ora vado a dormire. Buonanotte..Basil.” disse lei sorridente dirigendosi nella sua camera.

“Buonanotte Olivia..” disse lui ricambiando il sorriso.

“Sai.. non avevo, mai conosciuto questo tuo aspetto, sembri così..così burbero. In realtà..beh, non sei come sembri, tutto qui.” Poi uscì dalla stanza.

Basil continuò a sorridere, anche mentre lei era già andata via. Ma sapeva che non avrebbe sorriso ancora tanto a lungo..

Più tardi, Topson entrò dalla porta. Basil lo aspettava sveglio seduto sulla poltrona davanti al caminetto.

“Ti sei divertito, amico mio?” chiese Basil.

“Si ma.. sai benissimo che io e tu dobbiamo parlare.” Rispose serio Topson.

“So cosa vuoi dirmi ma è necessario che tu sappia che tengo molto ad Olivia..” disse Basil continuando a guardare il fuoco.

“Basil, è una ragazzina! Per quanto possa essere affascinante, la differenza tra voi è troppa!” disse concitato Topson.

“Io..lo so. So benissimo che gli anni passano per tutti. Ma so anche che in tutta la vita non avevo mai provato niente di simile. Topson, quando c’è lei, tutto cambia per me.” Basil si voltò verso il suo amico.

“Riconosco anche io che da quando lei è qui tu sei cambiato, sei finalmente felice, esattamente come successe quando lei era una bambina. Ma.. non vedo come le cose possano funzionare..”

“Io…”

“Buonanotte Basil..” Topson voltò le spalle e si ritirò nella sua stanza.

Basil rimase a guardare il caminetto pensieroso, finchè non si spense, poi chiuse gli occhi lasciandosi andare al sonno.

CRASH! TUM TUM TUM!!

Un vetro si frantumò. Passi pesanti si mossero nel buio.

Basil si alzò di scatto, e distinse nel buio una figura che si muoveva.

“CHI SEI?! COSA VUOI?!” urlò Basil.

“Mhuahahah….” Si udì una diabolica risata. CRASH!!! Un altro vetro si frantumò. Poi, il silenzio.

Le luci si accesero.

“Basil..ma cosa…?” Topson strofinandosi gli occhi uscì dalla sua camera.

“Dov’è Olivia?!” chiese Basil preoccupato. Si fiondò nella sua stanza. Vuota.

Basil corse in strada, disperato, guardandosi intorno. Le strade erano deserte. Basil strinse i pugni mentre una pioggia violenta cominciò a battere su di lui.

Da quella notte, Basil smise di dormire. Passava le sue giornate a raccogliere indizi, prove, che potessero portarlo a identificare il rapitore. La notte non riusciva a chiudere occhio, pensava solo ed esclusivamente a come riavere indietro Olivia.

Poi, capì che c’era solo una cosa da fare. Trovare Lord Topangus. Era lui il perfido mandante del rapimento, e aveva trovato l’unico punto debole di Basil: Olivia.
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 5
*** Il salvataggio ***


5.
Basil si infilò l’impermeabile.

“B-b-b-Basil, dove stai andando?!” chiese Topson preoccupato.

“Vado al covo di quel maledetto.. non ho altra scelta.” Rispose Basil.

“Ma..Basil! E’ troppo pericoloso, è sicuramente una trappola!” cercò di convincerlo Topson.

“Ti ripeto, non ho altra scelta. Olivia è la cosa a cui tengo di più, e lui me l’ha portata via. Non la passerà liscia.. sono disposto a fare di tutto per riaverla indietro.” Disse serio.

Topson sorrise. “Verrò con te. Non rimarrò qui con le mani in mano.” Disse lui.

“No! Non voglio che anche tu corra altri rischi per colpa mia. E’ meglio che tu rimanga qui.” Rispose Basil.

“Io vengo con te. Sono sempre il tuo fido assistente dopotutto, no?” disse Topson.

Basil sorrise. “Muoviamoci, adesso! Devo passare prima in un posto…” Basil lo tirò e uscirono di casa in fretta e furia.

 
 
Londra era uggiosa, le strade erano ricoperte di pozzanghere e leggere gocce di pioggia scendevano silenziosamente dal cielo. Era tardi e per le strade non c’era anima viva.

“Ecco, il covo di quel topastro è proprio sotto di noi. Sei pronto, amico?” disse Basil guardando il tombino ai loro piedi.

“Si-si ma.. forse non dovremmo accedere proprio dall’entrata princip…”

Basil aveva già aperto il tombino e si era calato nella buia fognatura.

“Come non detto..” continuò Topson passando anche lui per la stretta fessura.

I due topi proseguirono in silenzio, Basil cominciò ad avvertire una sensazione di deja-vu, ricordava di aver già percorso quella putrida fogna e di aver già visto quell’intreccio di tubi in un lontano passato. Ma si! Era proprio lo stesso cunicolo che portava al covo di Rattigan, esattamente come sospettava.

“B-Basil, io..” mormorò Topson.

“Ssh!” lo zittì Basil, e immediatamente lo spinse contro il muro.

Passarono due manigoldi che fortunatamente non li videro. Capirono di essere arrivati..

Basil si guardò intorno, il palazzo splendente che Rattigan aveva costruito in quei bassifondi non esisteva più. Al suo posto vi erano i resti di un dominio caduto, tutto era spento, lugubre, inquietante. Le tende, una volta viola e splendenti adesso non erano che brandelli e nel centro di una grande sala vi era una fontana invecchiata dal tempo e piena solo di ragnatele.

Basil vide che dentro quella fontana, c’era proprio Olivia, legata e imbavagliata che si dimenava in ogni modo.

Topson fermò Basil. “Aspetta.. non è il momento giusto..” disse sottovoce.

Improvvisamente le luci si accesero e una piccola figura nera sbucò da una vecchia scalinata.

“Cara la mia topolina! Ma che piacere rivederti! Sei pronta a dire addio a questo mondo tesoruccio? A meno che tu non voglia convincere Basil a raggiungermi qui...” disse lo strano e piccolo topo con dei lunghi baffetti e un malefico sorriso stampato sul volto. Le tolse il bavaglio.

Olivia gridò: “Scordatelo! Non lo farei mai! Sei un vile topo di fogna e Basil te la farà pagare cara!”

“Hmm..peccato.. eri proprio un bel bocconcino.” Disse prendendole il mento e avvicinandosi a lei che lo guardava in cagnesco. Basil strinse i pugni per la rabbia. “Beh, troppo tardi, Addio topolina..”
La spinse sul fondo della fontana, voltò le spalle e schioccò le dita.
In quel momento qualcuno azionò il motore della fontana che cominciò a riempirsi di acqua a gran velocità, con Olivia dentro impossibilitata a muoversi.

“NOOO!” Basil uscì dal suo nascondiglio. “Non te lo permetterò, mostro! Lasciala andare, immediatamente!!!” gridò Basil irrompendo nella grande sala.

“Oh.. che ma che sorpresa. Non mi aspettavo proprio di vederti qui oggi!” rispose il piccolo topo maligno.

“Tu..sei Lord Topangus? Cercavi me? Beh, sono qui! Lasciala andare! Spegni quell’affare!” continuò a urlare Basil mentre due topi lo tenevano fermo dalle braccia.

“Ma..non sarebbe divertente! La tua amichetta tra poco affogherà.. e tu non potrai fare niente! Hihi.. che strano il destino, vero?” disse ironico il malvagio topo.

Basil sferrò due calci potenti agli sgherri di Topangus che lo tenevano e scappò verso la fontana, l’acqua aveva appena coperto tutto il corpo della povera topina. Basil si fiondò dentro, prese subito Olivia e la portò fuori, slegandola.

“Olivia! Olivia! Mi senti?!” gridava Basil tentando di rianimarla.

“Coff! Coff!” Olivia tossì e respirò.

Lui le sorrise ma non ebbe il tempo di dire niente che subito altri due topi lo afferrarono alle spalle e lo trascinarono davanti a Topangus, nel frattempo Topson si mise accanto a Olivia accertandosi che stesse bene.

“Allora Basil.. ho l’imbarazzo della scelta.. come vorrei vederti morto?” disse malignamente il topo riflettendo. “Oh..si. Ho proprio qualcosa in mente..” disse sfregandosi le mani.

“Cosa vuoi da me?! Si può sapere?!” gridò Basil prendendo tempo.

“Vendetta! Pura e semplice vendetta! Come avrebbe voluto il mio stolto fratello! Inoltre con te fra i piedi è impossibile condurre una serena vita criminale, devi mettere sempre i bastoni fra le ruote! Eliminarti sarà un gran piacere! Ahahaha!” rispose il piccolo topo.

“Lasciami andare o farai una brutta fine! Esattamente come quel mostro di tuo fratello!” gridò Basil dimenandosi.

“Bah… legatelo e datelo in pasto a Veronika!” Disse il topo voltando le spalle.

“C-chi è Veronika?!” si chiese Basil.

Improvvisamente con un balzo felino sbucò da dietro l’angolo un grosso gatto dal pelo grigio, incredibilmente somigliante a Lucrezia, la gatta di Rattigan.

Mentre Basil cercava un modo per liberarsi, e la gatta lentamente si avvicinava leccandosi i baffi, si voltò verso Olivia vedendo che Topson l’aveva liberata e che lei fuggiva a passo svelto verso l’uscita. Se ne stava andando.. Basil si intristì.

Pochi attimi dopo avvertì come un rombo di tamburi, arrivò scalpitando e galoppando come un cavallo: era Ugo il suo fidato amico a quattro zampe! E chi stava su di lui e teneva stretto il collare era proprio Olivia! Nonostante l’età avanzata, Ugo si scaraventò contro Veronika e la cacciò via abbaiando. La gatta scappò via a zampe levate.

Olivia scese da Ugo, gli diede una carezza sul muso e corse a slegare Basil. Non ebbero nemmeno il tempo di parlare che..


“COSA?! Dov’è Veronika?! Quella gattaccia infame… ci penserò io a farlo fuori con le mie mani!” gridò Topangus scagliandosi su Basil.
Olivia si mise in mezzo fra i due. “Levati di mezzo topolina!” Il malvagio topo scaraventò via Olivia con un colpo.

Basil digrignò i denti. Si alzò di scatto cominciando una violenta colluttazione con il ratto che era deciso a gettarlo nella corrente in piena della fogna. Topangus cominciò a spingere Basil, finchè sull’orlo del baratro Basil scivolò a terra. Fu in quel momento che vide il malvagio topo essere spinto e cadere giù nell’condotto fognario e portato via dalla corrente.

Poi vide sbucare il visino di Olivia sorridente.

“Tu..tu mi hai salvato!” disse Basil sbigottito.

“Oh beh.. è stata una cosa da nulla.. mi sembravi in difficoltà..” sorrise ironica la topolina.

Poi gli tese una mano per aiutarlo a rialzarsi. Finalmente erano faccia a faccia.

“Adesso siamo pari, no? Tu hai salvato me, io ho salvato te!” continuò a dire.

“Pari? Hmm..non lo so. Non credo tu possa mai competere con me e con i miei metodi di salvatagg…”

Olivia baciò Basil e lo zittì. Lui rimase fermo, poi si lasciò andare e la abbracciò forte chiudendo gli occhi.

Topson arrivò in quel momento. “Ragazzi, quel topastro è…oh… Beh.. arrivo sempre nei momenti meno opportuni..” constatò il topo.

Basil e Olivia scoppiarono a ridere. Poi Basil si ricompose.
“Ehm… come sapevi che avevo portato con me Ugo?” chiese Basil curioso.

“Sai, ho cominciato a ragionare come te, è quello che avrei fatto io e poi..Basil ha sempre un asso nella manica!” disse lei sorridendo.

“Oh beh…” lui si imbarazzò. “Allora, torniamo a casa? Vorrei non vedere mai più questo posto!”

Ugo gli leccò la faccia come risposta e tutti saltarono in groppa e tornarono verso casa.
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 6
*** Il trio di Baker Street ***


6.

La mattina dopo Topson si svegliò di buon mattino notando che la casa era già in subbuglio.

“TI HO DETTO DI NO! NON E’ POSSIBILE!” gridava Olivia andando da una parte all’altra del salone.

“E INVECE TI RIPETO CHE QUI NON DAI FASTIDIO A NESSUNO!” gridava Basil.

“NON POSSO RIMANERE QUI PER SEMPRE! E’ PUR SEMPRE LA VOSTRA CASA!” ripeteva Olivia.

“MI FAI IMBESTIALIRE SIGNORINA FLAVERSHAM!!!” sbraitò Basil.

“Ehm, calma calma calma!” si mise in mezzo Topson. “Si può sapere che succede?”

Olivia si sedette sul divano sconfortata. “Sapevamo che questo giorno sarebbe arrivato.. non posso rimanere qui e stravolgere la vostra vita.” Mormorò.

“Lo hai già fatto.” Disse Basil, e si sedette accanto a lei prendendole la mano.

“Si ma…” cercò di dire lei.

“Niente ‘ma’!” disse Topson. “Olivia, tesoro, non ho mai visto Basil così felice. Finalmente crede in qualcosa.. finalmente ha capito di avere qualcosa di prezioso tra le mani. So che queste cose non le dirà mai ma lo conosco fin troppo bene  e posso affermare con certezza che lui non vorrebbe mai che tu andassi via…” disse infine.

Olivia guardo Basil. “E’..è così?” chiese lei.

Basil si girò dall’altra parte. “Ehm…credo..di si.” Mormorò imbarazzato. “Ma sia ben chiaro, non voglio impedimenti sul piano lavorativo! ..Perché invece non prepari una delle tue deliziose crostate?”

Lei sorrise felice. “Vado subito! E sarà solo una di una lunga serie..” e gli fece l’occhiolino. Lui diventò rosso e fece finta di niente.
Topson scosse la testa sorridendo.

TOC TOC TOC!

Bussarono alla porta. “Vado io!” gridò Olivia. Aprì la porta, era una giovane donna.

“Hanno rapito il mio povero figlio…” disse singhiozzando. “Dovete aiutarmi!”

“Signora, si calmi. Venga, entri a parlare con il detective..”

La signora si accomodò in casa, si guardò intorno.

“Non..non potrei parlare con lei, signorina? È anche lei un detective? Per favore, mi ispira una tale fiducia..” disse singhiozzando.

Olivia si voltò verso Basil, lui sbuffò facendole un segno di assenso con la mano. Olivia rispose con un sorriso.

“Prego signora, si accomodi e mi  racconti tutto nel minimo dettaglio…”

Basil, Olivia e Topson capirono che quello era l’inizio di una lunga collaborazione, era un  nuovo inizio.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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