Different stories and the same feeling

di Ragazzacupa
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** The last inning [ShikaIno] ***
Capitolo 2: *** Distance [KakaIru] ***
Capitolo 3: *** Right words [SasoSaku] ***
Capitolo 4: *** I have a double dream [LeeTen] ***
Capitolo 5: *** Immortal Love [AsuKure] ***
Capitolo 6: *** Almost dead Rose [SasuIno] ***
Capitolo 7: *** Questioni di sguardi [NaruHina] ***
Capitolo 8: *** Un inizio naturale [ShinoHina] ***
Capitolo 9: *** (In)Dependent Feeling [ShikaTema] ***
Capitolo 10: *** Tears [KibaHana] ***
Capitolo 11: *** Una famiglia poco normale [SuiKa] ***
Capitolo 12: *** Perchè? [KakaAnko] ***
Capitolo 13: *** Doggy Scores [KibaHina] ***



Capitolo 1
*** The last inning [ShikaIno] ***


The last Inning

 

Quando sei in una situazione difficile e gli altri possono poi giudicarti per un errore e insultarti per come affronti qualcosa di getto, c'è sempre qualcuno che ti darà due cose fondamentali: Coraggio e Amore.
 


Shikamaru si stava concentrando. Era l'ultimo inning della partita e di quella stagione e lui, come capitano e ragazzo più intelligente della squadra, doveva restare calmo e captare le azioni del suo avversario, un tizio molto ben piazzato dagli inconsueti capelli argento.
Era agitato, ma non lo dava a vedere agli altri: il sorriso beffardo e quasi malvagio del suo avversario lo metteva alle strette: sarebbe stato un attimo e lui avrebbe lanciato la pallina bianca verso il giovane Nara, senza fin troppi complimenti.
Impugnò la mazza, il pubblico già modesto era col fiato sul collo per quell'azione decisiva: o la gloria o la disfatta, sapeva che non c'era altra opportunità; perchè la sua scuola funzionava così in quanto a psicologia di gentaglia.

Che seccatura.

"Shikamaru! Vedi di colpire bene e di regalarci un home run!"

Un urlo femminile squarciò quell'aria quasi rarefatta. Un urlo amico, di una ragazza che da poco tempo a quella parte era diventata sempre più importante.
Lei, che era quasi esplosa nell'incoraggiare il Nara, la Yamanaka vivacizzò quell'atmosfera in maniera quasi infantile.

Che seccatura. Di nuovo.

Il viso del giovane moro si fece determinato, sorrise appena per il coraggio avvertito dentro se, perchè lui doveva farcela davvero.
Ma sapeva benissimo che anche se avesse fallito miseramente, Ino sarebbe stata lì e sarebbe stata l'unica per lui, la ragazza che aveva ormai superato ogni pregiudizio e riponeva fiducia e amore in lui.
Il lanciatore sferrò il suo colpo, il battitore colpì al momento giusto: e la pallina oltrepassò le recinzioni di metallo.
Un boato successivo da parte dei tifosi, con la bionda dagli occhi del cielo che saltava la ringhiera per andare ad abbracciare il suo Shikamaru, il suo campione.

Yamanaka Ino, la sua bella e strana seccatura.

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Capitolo 2
*** Distance [KakaIru] ***


Distance

 

Ogni notte aspetto sempre il tuo ritorno, perchè non vorrei mai tu morissi. E nonostante tu mi getti quasi nella tristezza più grande, il mio amore non lo rinnegherò mai.


Una missione di livello A, un'ennesima prova della nostra distanza che impedisce al nostro amore di sbocciare nel sole più luminoso.
E cosa riaffiorano, se non le paure di una fine ingiusta di noi due?
So che mi ami anche tu, Kakashi-san.
Il nostro amore possiede un enorme registro di sfacettature e questo ti piace, perchè mi apprezzi come sono.
E nonostante la vita ci abbia portato via le persone più importanti della nostra esistenza, ci siamo conosciuti, consolati e amati.
La mattina giunge impetuosa con le prime luci dell'alba e io apro gli occhi confuso e leggermente timoroso: guardo dall'altra parte del lettone, tu non ci sei più.
'Merda. - impreco quasi sibilando.'
Gli occhi mi si stanno bagnando, ma lotto con la mia testa per evitare che calde e dolorose lacrime escano dai miei occhi scuri.
Non so se resisterò un'altra volta, forse la paura mi consumerà per sempre.
Vedo un'ombra raggiungermi, vedo sfocato e ancora non benissimo per il fatto che mi sono appena svegliato.
'Non potevo andare senza prima salutarti per bene.'
Questa è la sua voce, profonda quanto suadente che mi ha sempre colpito ed emozionato.
Ci scambiamo un bacio, un bacio da innamorati e da chi riesce a donarti un momento paradisiaco quasi immortale, godendomi quel momento dolce e romantico.
Le nostre labbre sono già calde ma si staccano ponendo fine a quel magico momento.
Ma Kakashi-san non se ne va e non mi abbandona subito, si siede morbidamente sulle mie ginocchia e si unisce a me in un abbraccio, cingendomi il collo con un suo caldo gesto.
'Sono felice che tu sia qui, Iruka.'
Una lacrima capricciosa riga veloce sul mio volto, preso e catturato da una giostra di emozioni che giravano ininterrottamente nel mio cuore.
'Ti amo, Kakashi-san. - replico fermo e romantico'.
'Anche io, non dimenticarlo.'

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Capitolo 3
*** Right words [SasoSaku] ***


Right words

Una parola tagliente può far male, ma se ti accorgi che sei nel peccato quella può farti crescere.

 

Sakura era la ragazza più in gamba della scuola. E per 'in gamba' non si intendeva di certo quella più bella, affascinante o popolare dell'intero istituto Narasora; era semplicemente la più brava studentessa della regione di Shibuya.
A dire il vero era la cosidetta saputella rompiscatole della situazione, sempre pronta a correggere gli errori altrui, a criticare saccentemente le idiozie dei suoi compagni e a parlare di cose futili e noiose.
Sorrideva sempre e non mollava o perdeva di vista i suoi obiettivi scolastici e sportivi; inoltre era scioccamente fiera di ciò, nonostante doveva avere a che fare con la solitudine nera ma cocente ogni giorno della sua vita.
Per carità, aveva un sacco di amiche, ma buone e non di certo care.
Sapeva che veniva criticata per le sue forme da ragazzina degli anni '60 (così come diceva Amy, una bambolina tutta forme e poco cervello) e per il suo carattere all'apparenza difficile ed egoista che nessuno aveva mai osato vedere per come fosse realmente.
Era sempre così e lei piangeva ogni notte nelle calde coperte del suo futon, assomigliava molto a una sorta di diamante: bello, perfetto e fragile. E Sakura Haruno questo la sapeva da tempo.
Quel pomeriggio primaverile aveva come incarico impartito dal sensei Sarutobi di pulire la classe: dovere di rappresentante di classe e d'alunna.
Aveva chiuso la porta scorrevole della sua sezione e aperto le finestre della stanza, perchè a lei piaceva sentire il vento nei suoi corti capelli rosa: per altro per lei era sempre un piacere osservare i ciliegi in fiore, simbolo di amore e rinascita.
Già, per lei era dura ammettere che era innamorata di un ragazzo maleducato, dai modi sgarbati e freddo, al contrario della sua città di origine, Suna.
Perchè ne era innamorata? Per lei l'amore era come un'emozione che non si poteva spiegare, nemmeno con papiri di carta o con un singolo bacio perchè possedeva tante visioni e ogni emozione era diversa.
O semplicemente negli opposti si cerca qualcosa di nostro per sempre, a discapito di questa frase obrobiosa che, se fosse stata udita da qualcuno, sarebbe stata lo zimbello di tutti quanti.
'Pensi che con quel panno riuscirai a finire perfettamente tutto il lavoro? Mi deludi, Haruno.'
Fare superiore, voce inespressiva ma con tono ironico e canzonatorio: era lui.
'Akasuna, che vuoi? Non dovresti essere a zonzo sai? - disse la rosa con maniera atona nascondendo certo nervosismo.'
'Spiacente per te, ma stiamo finendo il saggio di marionette e quella vecchia inutile di Chiyo-san ci dava delle nozioni per lo spettacolo. L'ho sempre detto: voi donne siete inutili.'
E lì rise beatamente, in maniera cupa, da Sasori Akasuna insomma.
Sakura aveva i nervi a fior di pelle, odiava i suoi modi maschilisti, pungenti e per altro esteriormente non era il suo tipo.
Odiava sentir parlare della sua insegnante così, perchè era una donna forte e che commetteva i suoi errori, una sorta di Sakura senior.
Quasi con fare felino si avvinghiò verso il ragazzo e gli mollò un ceffone che sorprese mentalmente il rosso, cadendo a terra d'improvviso. Alla Haruno spuntò un ghigno beffardo che scomparve nel rimproverarlo aspramente.
'Non osare, bastardo. Cos'è... cos'è per te la vita e lo stare con gli altri, eh? - urlò la ragazzina, in preda all'ennesima crisi di nervi.'
Sasori si rialzò come se nulla fosse e la guardò profondamente negli occhi piccoli ma verdi senza rispondere alla domanda.
Sakura lo prese per il colletto nero della giacca perchè voleva sentire una risposta forse insensata per prenderlo a ceffoni volentieri.
'RISPONDI! - urlò in maniera provocatoria e diretta.'
Per tutta risposta, le sue labbra furono zittite da un contatto inizialmente casto, ma che poi si fece sempre più sensuale e romantico, scoprendo un valore inedito del suo compagno.
Staccandosi poi dalle delicate labbra non ancora sbocciate a pieno della ragazza, sorrise e disse, quasi suadente:
'Prima di parlarne, questa domanda deve trovare risposta nella tua testa: la mia è una lunga storia, inutile quasi quanto te adesso.'
Detto questo, la lasciò a terra con i suoi pensieri. Abbassò il capo, in attesa del suo ritorno e nel mentre capiva che di Sasori si era sbagliata, come la maggior parte delle persone, ma in un'ottica apparentemente negativa.
Aveva compreso quanto, sotto quegli occhi inespressivi, la sua visuale della sua persona era corretta.
Doveva ancora crescere e Sasori con quei modi seppur sfacciati e taglienti, gliel'aveva fatto capire. E lo avrebbe fatto a partire da domani, sicuro.

 

La dedico ad Hikari93, che non conosco ma è affezionata a recensire le mie one-shot penose!
Grazie, spero ti piaccia ^^

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Capitolo 4
*** I have a double dream [LeeTen] ***


I have a double dream

I sogni non muiono mai e la vita te lo dice in continuazione: se non sogni, non sei niente.
 

 Era tutto finito da un paio di giorni, nel mondo ninja si respirava e avvertita un'aria rarefatta e quasi inusuale: c'era aria di cambiamento e di novità; la guerra mondiale ninja volgeva al termine.
Lei, una kunoichi in continuo allenamento e alla continua ricerca di essere riconosciuta da chi contasse davvero: la sua squadra.
Non aveva famiglia, ma era una ragazzina così intraprendente che se l'era sempre cavata da solo, fino dai primi anni innocenti dell'adolescenza.
Ma perchè adesso si sentiva così sola e.. inutile davvero?
Tutti sapevano quanto Tenten fosse testarda e nonostante i richiami e le frecciatine dei suoi nemici si era rialzata durante i combattimenti, fatto la sua parte con un'uscita dignitosamente a testa alta.
Ma non era quello che stava facendo in quel momento, trattenendo la rabbia a stento: e tutto questo per il suo compagno di squadra Lee.
Tsunade l'aveva avvertita: il suo compagno di team era in uno stato quasi vegetativo, inutile sarebbe stato un pronto soccorso da parte sua che era sempre la migliore in questo delicato campo.
I suoi occhi brillavano di una luce cupa quasi impercettibile che erano catapultati su un'altra dimensione: corpo vicino al letto d'ospedale della 'giovane bestia verde', mente ai ricordi più dolci.
Ripensò alla fatidica domanda che fece il loro sensei, Gai Maito, un jonin da strapazzo brutto ma dalla fama pulita e seria.
'Voglio diventare una kunoichi forte come Tsunade - aveva detto Tenten fiera e convinta con lo sguardo.'
'Sensei! - sbotto improvvisamente Lee - Quello che desidererei io è diventare un ninja capace senza usare ninjutsu e genjutsu!'
Tenten fu colpita anche lì dalla sua tenacia, ed anche se innumerevoli volte spronava il moro a non sfidare Neji in allenamento, lei lo faceva per una preoccupazione che aumentò col passare degli anni.
Fino a quel dannato giorno dove Lee si mise in mezzo da un repentino attacco di Kimimaro Kaguya, resuscitato da Kabuto con il micidiale Edo Tensei: non potè usare alla perfezione il ventaglio Bishonen che la velocità dell'allievo prediletto dal sensei la sorprese. Di nuovo.
E poi fu sangue, rabbia e l'aiuto di Gai e Sakura per evitare il peggio.
Lei non era innamorata completamente di lui, non si erano mai detti niente a proposito dei loro sentimenti, e poi lei comprendeva che la cotta per Sakura persisteva seppur debolmente: eppure perchè aveva protetto proprio lei? Compagna di squadra, amicizia?
Troppe domande, risposte che non potevano essere risolte.
Non avrebbe mai voluto essere causa di una distruzione del suo sogno, ma Tenten credeva nel suo cuore che lui fosse un ninja capace già da tempo, non era come quando glielo disse Gai in stato d'incoscienza, quasi come per consolarlo: no, lei lo pensava esplicitamente.
Peccato solamente che le parole erano sempre rimaste imprigionate nell'insicurezza inconsueta della giovane.
Meno affranta del solito, si rialzò dalla sedia che stava accanto al capezzale e alzò la testa: si rese conto che tutto non poteva finire così, non era giusto.
Si chinò leggermente verso la testa piccola di Lee e gli diede un piccolo bacio sulla fronte: segno di rispetto totale e disinteressato.
Uscì dalla stanza smettendo con quella valanga utile di pensieri, più sollevata: Tenten aveva un obiettivo da raggiungere e di conseguenza realizzare con estrema prontezza.

 

'Io voglio diventare una ninja capace, come Tsunade.'

Si, lei lo avrebbe fatto, avrebbe rifatto vivere il sogno di Rock Lee in se stessa, in attesa di un futuro roseo e che le avrebbe fatto capire molte più cose: perchè se c'era una cosa che Lee le aveva donato era la forza nel coraggio e di andare avanti nonostante chi noi siamo. 

 

Ok, oggi è il mio compleanno (anche se non ve ne può fregar di meno).. beh, ho deciso di festeggiare con questa one-shot che io trovo dal sapore agrodolce ma adatta alla mia personalità ^^
E poi il LeeTen insegna molto, i due sono tosti anche singolarmente.. e pensate a tutte le buone cose che insegnerebbero dal punto di vista degli ideali ^^
Saluti :)

  

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Capitolo 5
*** Immortal Love [AsuKure] ***


Immortal Love

Il nostro amore è come una camelia rossa: ha un profumo apparentemente inesistente, ma è profondo a due cuori vicini. O meglio, a tre.

 

Stanza dell'ospedale di Konoha.

Sto proprio qua, dopo aver partorito dopo nove lunghi mesi dove ho vissuto nel terrore di una donna che, nelle mie condizioni, è stata inutile come kunoichi.
Tutti gli abitanti restanti nel villaggio mi hanno aiutata o almeno ci hanno provato: io sono rimasta la solita donna testarda e quasi indipendente di un tempo.
Già, perchè anche se sei morto da tempo, io sono andata avanti portandomi nei miei ricordi più belli: e queste camelie rosse sono come il nostro amore, apparentemente senza un profumo preciso ma pungente agli occhi di chi ama.
La guerra ha portato molte perdite che hanno cercato ancora di spezzare il mio cuore apparentemente solitario e nel mio team trovo conferma in quel che dico.
Kiba era morto con il nemico in un'azzardata mossa suicida per distruggere definitivamente l'ondata di Zetsu bianchi e neri presenti e Akamaru era andato insieme a lui per dargli una mano, un evidente segno che la loro amicizia era immortale.
Shino era riuscito a sconfiggere decine di nemici grazie alla sua strategia, ma da quanto ho saputo ora è ancora in stato di incoscienza.
E la piccola Hinata.. già, non è più piccola, anzi è cresciuta davvero e come quella volta nell'esame Chuunin io sono fiera di lei.
Ha mostrato una resistenza pari ad un ninja forte di Konoha, ha protetto chi doveva proteggere e nonostante le continue botte ricevute, è sopravvissuta.
Lei adesso ha trovato l'amore di Naruto dopo tempo, Naruto ha avuto la maniera di stare con lei durante la battaglia e di portarla alla vittoria: lei è felice, dopo tutta quella sofferenza provata nella sua vita. Come lo sono anche io, dopo che una parte di me è finalmente nata.
Una figura paffuta e che passa non di certo inosservata, possiede degli occhi rosso fuoco ed è già una persona forte, parola dei medici sorridenti e felici.
Shikamaru entra nella stanza dove sono ricoverata: ha rischiato anch'egli per proteggere i suoi compagni durante la guerra Ninja e per sua fortuna la gamba sinistra ha ripreso le funzionalità più comuni, la sua volontà ardente gli ha in un certo modo di crederci e non mollare.
'Congratulazioni per la nascita del vostro bambino, Kurenai-sensei - mi dice il ragazzo quasi atono, anche se è possibile avvertire un velo di felicità nella sua voce.'
Io sorrido senza replicare niente. Lui continua a parlare.
'Come promesso a lei tempo fa, mi prenderò cura del piccolo e se lui vorrà, gli insegnerò le tecniche che lo faranno diventare un ninja.'
Quasi trattengo una risata pura e cristallina, poi dico molto semplicemente:
'Ti stai sbagliando, Shikamaru.'
Lui mi guarda, quasi contrariato e sorpreso della mia affermazione per lui senza senso. Poi mi guarda più attentamente e li capisce.
Non dice niente ed abbandona la stanza quasi a testa bassa, quasi depresso, chiudendo la porta con stranissima delicatezza.
Sento i suoi passi; si sta dirigendo verso i medici per vedere meglio la piccola creatura che dovrà allenare in futuro.
Giuro di averlo sentire gridare, dicendo 'Mendokouse'. Io rido quasi divertita.

Perchè Akira sarà una delle nuove luci di questo villaggio debole.
Una delle Kunoichi più forti e audaci di cui io e Asuma saremo fieri per sempre. 
 

 

 

 


 

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Capitolo 6
*** Almost dead Rose [SasuIno] ***


Almost Dead Rose




Le rose viola, che colore affascinante, che fiori stupendi.

Eppure per me quel colore non simboleggia sempre la malizia e la bellezza sopraffina della mia figura ma comunica un messaggio di dolore nascosto nel mio cuore.

E io sono come questa rosa che sfiorisce e dentro sta quasi morendo dal dolore forte che mi porto da anni.
Perchè una rosa, qualunque sia il suo colore e il messaggio implicito, non può vivere sempre senza attenzione, non può vivere con la notte maledetta.
E a poco servono le mie lacrime solitarie che verso ogni notte, perchè io continuo a stare peggio.

Qualunque cosa io faccia, non riesco proprio a scordarti del tutto, Sasuke-kun. 

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Capitolo 7
*** Questioni di sguardi [NaruHina] ***


Questione di sguardi

Quando compi grandi gesti, devi cambiare in onore della persona che condivide il tuo amore.

 

Naruto-kun è affiancato da un ragazzo di colore, biondino e abbastanza muscoloso, da un uomo con gli occhiali da sole, presumibilmente del clan di Shino-kun e il maestro Gai, che sembra raggiante di affrontare questa nuova avventura con il gruppo che lo accompagna.
Mi rannicchio lestamente sulla panchina di legno sulla quale sono seduta e Kiba e Akamaru mi fanno compagnia, in quella giornata soleggiata con nuvole bianche appena accennate nel cielo limpido.
I miei occhi vorrebbero traspirare una tristezza un po' amara, ma il sguardo apparentemente vitreo si illumina nel vedere lui.
Lui, che non ha ancora parlato con me dopo che ero riuscita a confessarmi apertamente a lui.
Ma che dopotutto, cercavo ancora di capire per le missioni  e gli impegni che doveva ancora affrontare, come questa missione di livello S data dall'Hokage.
Lo vidi camminare sulla sabbia bianca, apparentemente carico e pronto a partire, perchè lui era così ed era questo che mi aveva fatto innamorare di lui.
E lui mi aveva semplicemente fatto crescere e cambiare in una persona migliore senza dimenticare le mie qualità migliori.
Improvvisamente Akamaru attirò la mia attenzione, rincorso da Kiba che gli intimava di restituirgli il coprifonte, tra l'adirato e il divertito.
Io risi appena e pensavo a quanto la loro amicizia fosse profonda e quanto ammirassi loro due per il loro valore, nella battaglia e nella vita.
Un pensiero che appariva stupido, ma che mi faceva riflettere, in maniera incondizionata, al fatto di andare avanti nel corso della vita.
Cosa era il rapporto tra me e Naruto-kun?
Cos'erano quelle cose ancora non dette, voglia di prendersi tempo per capire o semplicemente un'illusione che continuava ad esistere?
Non ero triste, ma pensarci era inevitabile.
Riposi di nuovo i miei occhi quasi lunari all'angolo della spiaggia, ma ci sono tutti tranne che lui.
Non lo vedo fare il buffone, non lo vedo rilassato sulla barca con la quale devono partire, non lo vedo da nessuna parte.
All'improvviso però il mio candore incontra la forza e l'energia di quegli occhi che ho sempre amato, sempre ambito.
Mi osserva, mi scruta come mai ha fatto, ma all'improvviso si sorprende della mia reazione: mi limito a sorridergli sinceramente, con un lieve accenno di felicità.
Non arrosisco, perchè mi rendo conto che l'andare avanti per me è semplicemente superare gli ostacoli senza dimenticare le persone con i quali li ho affrontati: perchè io sono così, supero gli ostacoli, ma per qualunque ragione al mondo non 'supero' i sentimenti che mi legano a determinate persone, quei sentimenti buoni.
'Torna presto, Naruto-kun - è quello che riesco a dirgli semplicemente, con un mare di emozioni che nel mentre mi perfadevano.'
Lui mi sorrise apertamente dopo un attimo di stupore, uno di quei sorrisi che non avevo mai visto prima d'ora.
Si avvicinò a me in maniera svelta e mi diede un leggero e casto bacio sulla fronte, un segno che per me si caricò di enorme rispetto nei miei confronti per quello che ero e avevo fatto. Arrossì lievemente per questo.
'Hinata, ti spiegherò tutto al mio ritorno, questa è una promessa! Non mollare mai, sei..'
'Aspetterei anche cent'anni pur di parlare di noi - dissi seria ma finalmente sorridente'.
Lui sgranò gli occhi, ma mi fece uno di quei sorrisi gentili che mi rivolse come quella volta prima dello scontri con Neji nii-san.
Lo vidi allontanarsi, correndo verso i jonin del nostro villaggio, più sereno e carico come non mai.
E io ero sempre pronta a conservare un dolce ricordo come quel bacio nel mio cuore ancora pieno d'amore per lui, Naruto-kun, l'uomo della mia vita.
 

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Capitolo 8
*** Un inizio naturale [ShinoHina] ***


Un inizio naturale

 

A volte un inizio ci sembra casuale e anche strano, per ogni cosa, ambiente, parole e situazioni che si affrontano.


 

Vedeva sempre il suo compagno di squadra timido e silenzioso stare al contatto con la natura e gli insetti.
Rimaneva sempre da solo con un'espressiva priva di ogni singola emozione, apparentemente.
Hinata sapeva quanto invece lui fosse felice di restare lì a captare ogni più flebile e blando segnale, perchè erano poche cose, le più immense, a renderlo quello che era.
Lei sapeva quanto venisse etichettato in malo modo, pure da Kiba, che non l'aveva voluto mai conoscere e riconoscere come amico fidato: ma la kunoichi voleva sempre e soltanto andare oltre ad una vitrea apparenza.
Anche in quella giornata soleggiata lo aveva visto seduto sull'erba che tendeva le mani verso piccoli insetti rossi con punti neri, graziosi e che a Hinata piacevano: le coccinelle.
Voleva dirgli ciò che pensava su di lui, niente più niente meno.
Si avviò silenziosamente verso il compagno di team che però non si accorse della sua presenza quasi inesistente.
Si sedette e proferì stranamente parola dopo un paio di secondi:
"S-Shino-kun, io.. - provò a dire con fare dolce."
Lui non si girò ma fece notare alla Hyuuga di averla vista.
"Io ti rispetto così come sei! - disse la kunoichi tutto d'un fiato."
Shino non rispose ma avvertì forte e chiaro quel messaggio e si girò guardando negli occhi piccoli e belli di Hinata, sistemandosi gli occhiali da sole.
Sembrava un ragazzo complicato, ma dentro di se sentì una bellissima emozione che avrebbe voluto condividere con lei, piano piano.
"Ti piacerebbe stare con me tutto il pomeriggio?
Accennò ad un sorriso dietro a quell'impermeabile turchese e Hinata lo percepì, annuendo contenta.
Era solo l'inizio di un rapporto di fiducia all'insegna della natura.
E chissà che quelle coccinelle avrebbero poi portato fortuna a loro due.. 
 

 

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Capitolo 9
*** (In)Dependent Feeling [ShikaTema] ***


(In)Dependent Feeling

A volte si pensa che una persona sia troppo indipendente; ma c'è sempre qualcosa a cui questa non potrà mai fare a meno.

 

Erano conosciuti nei loro rispettivi villaggi perchè, nonostante certi comportamenti mostrati durante la vita quotidiana, sapevano cosa voleva dire la parola 'indipendenza', in tutti i sensi.
Lui, dannatamente schiavo dell'ozio, dal piacere di osservare quelle nuvole bianche e fitte nel cielo azzurro d'autunno, scacciava ogni critica e seccatura dagli abitanti di Konoha che lo riguardava insultandolo, non conoscendo il giovane chuunin a fondo.
Lei, amante delle sfide, ossessivamente vogliosa di lavoro, ambiziosa, a volte si considerava più importante lei di chiunque altro all'infuori della sua piccola famiglia; ovviamente la gente aveva sempre frainteso questo suo lato e la prendeva per una ragazzina piena di se, immatura.
Ma loro non badavano ai chiacchericci degli idioti, delle seccature.
Loro badavano a se stessi e alle persone che realmente contavano nella loro apparentemente forte esistenza; le loro vite, senza saperlo, era unite da tempo.
Da quando si erano affrontati all'esame Chuunin e avevano avvertito una mentalità che andava oltre alla battaglia.
All'intrapendenza della donna di Suna mostrato uccidendo nettamente Tayuya del Suono e alla terrificante novità di un'altra donna seccatura, per lui.
Quando lui e lei divennero gli organizzatori degli esami Chuunin alle porte ed ebbero modo di stare più accanto, capirne più dell'altro e della loro vera natura.
E con la Quarta Guerra Ninja alle porte, ironia della sorte, finirono a collaborare: lui come vice di un gruppo dell'Alleanza e lei come supporto fondamentale per la compagine specializzata con gli attacchi a distanza.
'Uff, e così sostituisco il Kazekage.. sarà un lavoraccio - proferì il Nara con tono pacato'.
'Sei stato scelto per questo compito, quindi vedi di non piangere come l'ultima volta e di non morire.. - fece la Jounin con un poco di straffotenza unita a preoccupazione evidente'.
Shikamaru inarcò il sopracciglio sinistro ma poi sorrise.
'Stai tranquilla'.
E dopo una manciata di minuti, si separarono, ognuno andando per la propria strada.
Ma se uno di loro fosse stato in pericolo, l'altro lo avrebbe avvertito sempre nessun preavviso, perchè l'uno viveva nell'anima dell'altra a prescindere, senza che questo venisse ammesso da anima viva.
Era diventati indispensabili e dipendenti l'uno l'altra. Un po'.
 

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Capitolo 10
*** Tears [KibaHana] ***


Tears

Hai mai pianto per amore? Prima o poi capita a tutti..

 

Il sangue della ragazza scendeva copioso dalla sua ferita, nel tentativo di proteggere il suo amato da quell'attacco incombente del nemico dell'Akatsuki.
Dietro a lei c'era lui, l'Inuzuka incredulo e stupito del suo gesto.
Non riusciva a proferire parola per colpa della struggenza della situazione.
La giovane Hyuuga si piegò in due per via della poca resistenza e iniziò a sputare altro sangue dalla bocca.
'Perchè..? - riuscì solo a dire Kiba con tono molto preoccupato'.
Suo padre l'aveva avvertita che la quarta guerra ninja non sarebbe stata una passeggiata e le aveva proibito di parteciparvici.
Ma se c'era una cosa che caratterizzava gli Hyuuga era la testardaggine.
'Dovevo.. volevo.. - provò a dire la ragazzina'.
Hanabi non era mai stata brava ad esprimere determinate emozioni.
'Anche se il nostro rapporto non è uno dei migliori.. io penso.. io credo di amar.. - si interruppe bruscamente cadendo sul terreno'.
Kiba era triste ed incazzato allo stesso momento.
Non riusciva a piangere, lui no, lui non aveva pianto per nessuno, se non per il suo cane Akamaru quando stava per morire.
Ma le lacrime vennero da se.
E anche lo sguardo omicida rivolto a quel bastardo.
Perché Kiba era vendicativo per chi amava.

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Capitolo 11
*** Una famiglia poco normale [SuiKa] ***


Una famiglia poco normale

I genitori non si scelgono mai.. e se sono due matti, stai sicuro che lo diverrai pure tu.

 

'Cosa hai detto, testa di pesce marcio?'.

 

 

Le mani della rossa si strinsero in due pugni stretti e vigorosi, desiderosi di prendere a colpi il volto di quel cretino.

 

'Ho detto che sei diventata una botte, racchia.'

I nervi della giovane erano ormai a fior di pelle ma per una volta Karin Hozuki non aveva nessuna intenzione di cedere ai giochi del suo uomo provocatorio.
Sorride, falsamente.

'Hai ragione.'

Lo sguardo ametista di Suigetsu si fece sorpreso da quell'affermazione, poi sogghignò in maniera beffarda:

'Hai bevuto una camomilla o è l'effetto del Natale unita ad una gravidanza?'.

La rossa si fece forza e continuò a risultare contenta e 'serena'.
Si avvicinò al giovane con fare molto provocante - per quanto una pancia già definita potesse permetterlo - e cinse le sue braccia esili al collo del canuto.
Entrambi sorridevano, apparentemente complici.

'Mi stupisci, donna.'
'Non è mai abbastanza. - disse neutralmente la giovane'.

Una ginocchiata nei genitali arrivò diretta e veloce sul povero Hozuki, piegandosi per l'immediato dolore.
Un pugno sul muso poi giunse incombente, facendolo volare sul muro dell'abitazione in stile giapponese.

'Stronzo. Mai insultare troppo una donna incinta. Da parte mia e ovviamente della piccola!'

'Spero sia un bell'ometto, così ti spacchiamo quella faccia orrenda da racchia che ti ritrovi da sempre - mugugnò Suigetsu.'

'COSA?'

E considerando che mancavano tre mesi al lieto evento, il piccolo bebè - ancora dal sesso sconosciuto - avrebbe avuto una vita tutt'altro che normale.

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Capitolo 12
*** Perchè? [KakaAnko] ***


Perchè?
La vita può essere piena di perchè ma quando ti innamori i 'perchè' non devono distruggerti la mente.



Non ti avrei mai considerato, nonostante tu sia famoso in questo villaggio.
Anzi, probabilmente è questo che non mi avrebbe mai permesso di innamorarmi di te.
Io adoro i caratteri espansivi e aperti come il mio, ho avuto una certa difficoltà a capire le persone diffidenti, un po' come te.
Tu sei serio, quasi indifferente: eppure certe volte dimostra di essere benissimo il contrario.
Come quella volta che mi salvasti dal covo dell'Akatsuki, incazzato come non mai.
Nonostante fossi quasi in fin di vita, ero consapevole di quello che succedeva intorno a me, quello che facevi.. per me?
E' sciocco provare qualcosa quando qualcuno ti salva la vita: lo lessi in un libro tanto tempo fa, l'ho sempre pensato.
Eppure perchè ora che la guerra è finita, sento questa calda emozione quando il mio sguardo incrocia il tuo?
Perchè ho questa voglia di andare oltre alle apparenze?
Lo ammetto, sono sempre poco curante di queste cose ma questo lo sanno un po' tutti quelli che mi conoscono.
Forse solo con Orochimaru-sama ho cercato di essere notata per davvero, perchè lo ammiravo seriamente.
Cosa ha significato per questa quella notte di guerra sanguinosa?
Voglio provare ad andare oltre quella tua maschera, ne sono convinta.
Forse continuo a pensare perchè mi sto lentamente innamorando, per la prima volta nella mia vita. Di te, Kakashi Hatake.

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Capitolo 13
*** Doggy Scores [KibaHina] ***


Doggy scores
 

Nella vita non c'è certamente solo il sesso... ma a volte è la pura dimostrazione di amare.


 

Da sempre lui l'aveva desiderata.
Da un puro piacere di avere attenzione su di sè, Kiba aveva imparato a provare un piacere completo, legato ad ogni sensazione corporale e spirituale.
Erano giovani innamorati l'un dell'altra e sentivano il bisogno di dimostrarselo sempre, dalle cose più semplici a quelle più intime.
Ed era quello che Kiba faceva, da uomo di casa innamorato a lupo selvaggio nel sesso.
Perchè quando, nella notte cupa, loro erano nudi e abbracciati nel letto davano la migliore coronazione della loro storia d'amore: o almeno Kiba intendeva mostrare tutto questo.
Quando giocava con la lingua e le labbra delicata della sua donna, quando le toccava i grossi seni e torturava i capezzoli eccitati, quando entrava in lei con un giusto mix di violenza e dolcezza.
E quei gemiti che entrambi regalavano alle orecchio dell'altro era una melodia classica della loro storia d'amore.
La storia che Kiba, in primis, aveva sempre desiderato.

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