La vera storia di un amore pericoloso.

di Madam_Serpeverde
(/viewuser.php?uid=146464)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Kristal ***
Capitolo 2: *** IL LUMACLUB ***
Capitolo 3: *** LO SCOGLIO SUL LAGO NERO ***
Capitolo 4: *** Il FUOCO E LE FIAMME ***
Capitolo 5: *** IL TERZO ANNO ***
Capitolo 6: *** LA PRIMA LEZIONE ***
Capitolo 7: *** LA LETTERA DI NATALE ***
Capitolo 8: *** LA CAMERA DEI SECRETI ***



Capitolo 1
*** Kristal ***


salve...
Se qualcuno sta leggendo questa storia, significa che, Ai me… sono morta.
Al momento mi trovo nello studio del professor Albus Silente, in un freddo venerdì di novembre.
Sto scrivendo per raccontare la mia storia e quella del mio amato.
La storia di un amore forte e oscuro...la storia di un tradimento. E forse la storia di come morirò.
Ma prima lasciata che mi presenti:


Il mio nome è Kristal Erzèbet Larsen.
Discendente di una potente famiglia purosangue norvegese, ma che ormai stanzia a Londra da due generazioni,ovvero da quando scapparono dell’Europa dopo che Grindelwald perse il potere.
La mia famiglia era molto potente, è coltivava da molte generazioni “l’arte della magia mentale”.
Fin da piccola fui istruita a leggere il pensiero, manipolare menti e sogni e ben altro ancora.
Io rispecchio in pieno i tratti delle donne della mia famiglia:
non ero molto alta, forse neanche un metro e sessanta…ma molto magra e proporzionata.
Il mio visto magro e col mento leggermente a punta, le labbra rosee e sottili.
Creavano un perfetto contrasto con la mia palle bianco cadaverica.
Il mio naso andava leggermente all’in su, e i miei occhio sono grandi e azzurri come il giaccio (da cui il mio nome).
Il tutto era incorniciato da bei fluenti boccoli biondo platino.
Avevo il vizio di vestirmi solo di bianco, infatti fu, inizialmente, abbastanza traumatico indossare la divisa scolastica.
A 12 anni inizia a frequentare la scuola mi magia e stregoneria di Hogwarts.
La mia casa era Serpeverde.
Inizia con un anno di ritardi per volere dei miei genitori, non erano d’accordo inizialmente che io frequentassi una scuola “normale” avrebbero preferito studiassi a casa.
Come membro della famiglia Larsen mi impegnai costantemente per essere la miglior studentessa.
Eccellevo in quasi tutte le materie…tranne cura delle creature magiche.
Ero molto ammirata dai professori per la costanze nello studio e per la mia buona (e rigida) educazione.
Fin da piccola mi fu fatto imparare a memoria il galateo, e anche a scuola, mi imponevo di usarlo.
Non parlavo quasi mai, solo se interpellata…e anche in quel caso le mie risposte era centellinate, mai una parola di troppo, e sempre a voce relativamente bassa.
Credo di essere una ragazza timida.
Non avevo ne fratelli ne sorella, quindi per tutta la mia infanzia ero stata sola con mia madre e mia nonna…quindi trovavo difficile rapportarmi con le altre ragazze.
Diciamo che mi vergognavo…
Non cerano argomenti in comune, non leggevamo le stesse come, non ascoltavamo la stessa musica e io non ero interessata hai ragazzi.
Anzi io non mi interessavo a nessuno, non mi piacevano troppo le persone.
Per non parlare di quando al secondo anno inizia a crescermi il seno e inizia a vergognarmi anche del mio corpo.
Pero da qual momento inizia a essere notata…piu che altro dall’altro sesso.
Un esponente in particolare…un ragazzo del 4 anno, un serpeverde…un bellissimo serpeverde.
Un giovane ambizioso e brillante, sapeva parlare…parlava bene anche del nulla.
Soprattutto mi colpa la sua singolare capacità di parlare il serventese, la lingua del serpenti.
Fu la sia particolare intelligenza che mi colpi…oltre al suo bell’aspetto, alto, slanciato,pella chiara e riccioli scuri…
Il nome con cui lo conobbi io era Tom Riddle.
E da quel momento inizio la mia storia:

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** IL LUMACLUB ***


Mancava poco alla fine del mio 2 anno quando io e lui ci presentammo ufficialmente.
Avevamo sempre sentito parlare l’uno dell’altro, ed essendo due studenti straordinariamente dotati ci eravamo spesso incrociati al Lumaclub, di cui entrambi facevamo parte.
Non mi aveva mai rivolto piu di un “Buonasera Lady” a cui io regolarmente rispondevo con un piccolo inchino e un sorrisetto.
(la prima volta che lo fece lo trovai uno straordinario esempio di galanteria, cosa che ad Hogwarts mancava completamente)
Qualche volta durante i dibattiti della cena, c’eravamo scambiati qualche opinione, il che aveva fatto si che io iniziassi a stimarlo (leggermente).
Lo trovavamo molto simile a me…mai una parola piu del dovuto.
Sapeva parlare senza dire nulla, mai nulla di se. Inizia a supporre venisse da una famiglia nobilissima, e mi chiesi come mai non l’avessi mai incontrato ai ricevimenti dei miei genitori.
Forse i suoi erano degli eremiti.
Ci incontrammo anche qualche volta nella sala comune dei serpeverde, e anche li mi salutava appena con una lieve cenno del capo.
Avevo notato durante il corso dell’anno ch era l’unica studentessa a cui rivolgesse questo onore.
Tom era molto ben voluto tra le ragazze della casa, che trovavano molto attraente la sua aria da bel tenebroso. Senti piu di una volta qualche ochetta parlare di lui nel dormitorio.
Passava il suo tempo della sala comune a leggere o a studiare…un po come facevo io.
Era come se studiassimo insieme inconsapevolmente.
Ma quella sera di maggio, uscita dal lumaclub dope una delle solite cene, mi rivolse la parola direttamente.
In genere facevamo la stessa strada verso il dormitorio ma senza parlare l’un l’altro.
Ma quella sera strada facendo di avvicino a me e disse
-credo sia l’ora di presentarci…piacere, io sono Tom Riddle-
e poi prose la sua mano verso di me.
-Piacere mio, io sono Kristal Larsen-
Feci per stringere la sua mano, ma lui invece che afferrarla la strinse appena e si chino per baciare l’anello.
Al momento ne presi nota, in maniera estremamente positiva, ma ora col senno del poi credo che fosse tutta scena, aveva capito quando forte fosse il mio lato nobile e quanto tenessi a queste frivolezze.
Oh si…lui sapeva davvero leggere le persone.
Rimasi per un secondo a fissarlo, e devo ammettere, illuminato solo dal fuoco delle lanterne era davvero tenebroso.
-Ero ansioso di fare conoscenza con la seconda mente piu brillante di Hogwats…-
Se non l’avesse detto ridacchiando mi sarei quasi offesa.
-Ah e la prima saresti tu?-
Risposi con ironia.
-Bhe io sono piu vecchio…quindi il primato è mio-
Ribatté col sorriso.
Sorrisi compiaciuta a mia volta.
-Mi concedi di fare la strada con te?-
Esitai un po e poi risposi
-Ma certo..infondo andiamo dalla stessa parte-
Lungo la strada mi chiese se la mia famiglia fosse straniera, dato il mio cognome, e discutemmo delle nostre origini.
Con piacere appresi che avevo di fronte a me l’erede di Serpeverde.
E questo, pensai, spiegava le sue buone maniere.
Ma non parlammo dei suoi genitori.
Quando arrivammo nella sala comune non ero affatto stanca, anzi sarei volentieri rimasta a chiacchierare con lui se l’ora non fosse stata davvero tarda.
Cosi a malincuore mi congedai e andai a letto.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** LO SCOGLIO SUL LAGO NERO ***


La mattina seguente mi svegliai di buon ora come al solito, per spazzolarmi capelli e vestirmi.
Fortunatamente era domenica, la cosa mi rendeva particolarmente allegre, visto che avrei potuto concedere piu tempo alla poesia e al disegno…le due pratiche che amavo di più.
Scesi nella sala grande per fare colazione, e notai con piacere che era quasi vuota.
Saremmo stati una dozzina in tutto,e fortunatamente solo 2 serpeverde.
Una era una ragazzina del primo anno paffutella e l’altro uno del settimo anno.
Con passi veloci e sguardo basso andai a sedermi nel posto piu infondo.
Mia nonna me l’aveva sempre rimproverato…”tieni alta quella testa, sei una Larsen!” ma io non ci riuscivo, mai.
Ci misi quasi un ora a fare colazione, non perche mi stessi abbuffando, ma perche quella domenica mi sentivo estremamente pigra, e me la presi comoda.
Poi mi alzai e usci nel giardino, diretta alla scogliera, con tutta l’intenzione di passare li la mia mattinata.
Leggevo le mie poesie d’amore preferite mentre il vento mi accarezzava i capelli, io non desideravo l’amore in alcun modo, ma mi piaceva sognarlo, un amore all’Antonio e Cleopatra.
-Buongiorno…gia sveglia quest’ora?-
Sentii esclamare da una voce alle mie spalle.
Mi girai di scatto e lo vidi, con una camicia nera e dei pantaloni (anch’essi neri) che parevano fatto su misura.
-Non sono una che ama dormire-
-Lo immaginavo…ti sembrerei inopportuno se ti chiedessi il permesso di sedermi qui?-
-No figurati, accomodati, questo scoglio e di tutti-
In realtà avrei preferito la solitudine ma io cercavo di essere sempre gentile con tutti, e poi supponevo avremmo potuto avere un qualche dialogo interessare.
-che cosa leggi?- mi domandò
-Poesie… “Le storie dell’amore morto”-
-Tragico…-
-Mi piace il dolore…e un sentimento forte-
-Infliggere dolore è potere…-
-è un interessante punto di vista-
Potere…sul momento non pensai alle sue parole…solo nel corso degli anni successivi, capii a pieno la sua ossessione per il potere.
-Sai, ho scoperto che la tua famiglia è davvero molto famosa…-
-Bhe direi di si…-
-Soprattutto per il vostro, talento speciale, diciamo…-
-Parli dei poteri psichici?...non è un talento, è un dono che la mia famiglia esercita da molti secoli ormai-
-Tu…saresti in grado di insegnarmelo?-
-Ah ora capisco tutta questa tua smania di conoscermi…-
-No assolutamente, ne sono venuto a conoscenza ieri sera…me l’hanno detto nel dormitorio-
Mentii…mentiva e io non me ne resi conto…solo ora, dopo anni, lo capisco.
Lui l’aveva sempre saputo, sapevo cosa potevo fare…sapeva tutto e io facevo solo parte del suo piano.
Se il nostro e mai stato amore, è arrivato dopo.
-Non lo so…Io, non ho mai insegnato niente a nessuno, e non so se ne saresti capace-
-Sono un ottimo allievo Kristal…posso giuratelo-
-Ci voglio anni, e ci vuole determinazione, posso insegnarti qualcosa a partire dall’anno prossimo-
-Sara perfetto…Io ho grandi progetti Kristal, grandi progetti per il fututo….-
Non aveva capito quella frase.
Allora, era solo una ragazzina tanto sola, che era finita nella fauci di un lupo.
Aveva gli occhi di che era cattivo, ma mi sorrideva come un angelo.
Mi ingannò come un demonio…
Mi concessi a lui come un arma, preparandolo a diventare cio che ora tutti chiamano

“oscuro signore”

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Il FUOCO E LE FIAMME ***


L’ultimo mese di scuola passo in fretta, e inizia davvero a fare amicizia con Tom.
E con la fine della scuola iniziarono anche le vacanze estive, vacanze che in genere passava facendo avanti e indietro tra le feste a Londra e la casa di famiglia in campagna.
Quell’anno pero andavo piu spesso a Londra, anche da sola, perche mia nonna ormai si era convinta a cercami un buon futuro marito presentandomi tutti i giovani di buona famiglia di Londra e dintorni.
E fu proprio durante una di queste serate che successo la prima tragedia che segno la mia vita…
Era una tiepida sera di luglio, ed io ero andata a un parti a casa della famiglia Black con mia nonna per fare “conoscenza”.
I miei genitori, decisi a godersi le vacanze estive, avevano scelto di rimanere a casa da soli piu che volentieri.
Io avrei passato la notte da mia nonna e sarei tornata la mattina seguente…ma non ci fu una mattina seguente.
Mentre io mi trovavo alla festa, ignara di ogni cosa, nei pressi della casa in campagna stava per scoppiare un incendio causato da babbani (a quanto disse il ministero).
L’estate era stata arida e i prati intorno alla casa presero fuoco facilmente, giungendo alla dimora in brevissimo tempo.
I miei genitori si trovavano gia nei loro letti, addormentati, e non si resero neanche conto del fuoco che devastava la casa.
Morirono intossicati dal fumo poco prima che il fuoco bruciasse i loro corpi fino a farne polvere.
Nella tarda serata, quando tornammo a casa io e mia nonna, trovammo un gufo del ministero ad aspettarci con una lettere che ci avvisava della triste notizia.
All’improvviso tutto divenne opaco e distante…mia nonna era a fianco a me in lacrime che mi stringeva ma io non la sentivo…ne il rumore dei suoi singhiozzi ne il tocco su di me.
Ero sola…davvero.
Non quel senso di solitudine che mi pervadeva costantemente a scuola, ma sola fisicamente.
L’indomani non sai riapparsa nel camino di Villa Rosa, e non ci sarebbe stata mia madre felice ad accogliermi per farsi raccontare le pazzie di mia nonna.
Mio padre non sarebbe stato sulla poltrona in pelle di drago a leggere la gazzetta sorseggiando te francese.
Non sarebbero stati piu e basta…erano semplicemente spariti.
Caddi sulle ginocchia, rompendomi le calze perlate, ma non sentii niente…niente il dolore dei graffi che mi provoco il legno.
Sentivo solo un buco nel petto…sentivo la rabbia e la disperazione.
Rabbia…cosi tanta rabbia…rabbia da uccidere!
Uccidere ogni babbano…
Poi divenne buio, credo di essere svenuta, perche la mattina seguente mi risvegliai nel letto.
Sul comodino cera una lettere, sopra quella del ministero, una lettera da Tom.
Non mi aveva mia scritto durante l’estate.
E un po mi fece sentire meglio.
La lettera non diceva niente di che, un po di condoglianze, un po delle solite frasi di consolazione e poi…e poi le parole che volevo sentire

“Colpa dei babbani, sarebbero loro a dover bruciare”


Bruciare..anche io bruciavo, bruciavo di rabbia, una rabbia animale.
Una rabbia mai provata, perche effettivamente, non era mai stata davvero arrabbiata.
La lettera proseguiva, parlava di un ideale, i babbani come servi, babbani uccisi, parlava di vendetta e di trionfo della magia.
Parlava di un piano.
Parlava di me.
Parlava di potere.
E io lo bramavo, lo bramavo davvero in quel momento.
Era mio di diritto e lo volevo.
Volevo vendetta, e sapevo che non l’avrei ottenuta dal ministero.
Ma forse da Tom…o con Tom.
Lui era come me (o ero io che stavo diventando come lui?) Io non lo sapevo…io avevo gia appoggiato la sua causa e non lo sapevo.
Dal quel giorno inizio la mia trasformazione, una donna diversa.
Risalii sul treno per Hogwarts senza sapere che io era diventata la prima Mangiamorte

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** IL TERZO ANNO ***


Fui entusiasta di rivedere Tom l’anno successivo.
Anzi, ne ero ansiosa, da quando mi era giunta quella lettera, e la notizia del suo piano, altro non aspettavo che rivederlo.
Credo fosse questo sentimento a colmare i lunghi giorni vuoti con mia nonna dopo la morte dei miei genitori.
Si sedette accanto a me per la cena, non parlammo molto, ma ci scambiammo sguardi intensi.
Credo fummo i prima ad andarcene della sala grande, per dirigersi verso la sala comune.
Avevamo bisogno di tranquillità per parlare.
-Immagino sia dura per te…-
Mi sussurrò lui seduti sul divano, mentre mi sfiorò una mano ed io quasi sobbalzai (non ero abituata a contatti fisici con chi non fosse un membro della mia famiglia).
-Abbastanza…ma sara meno dura quando il mondo avra pagato-
Il mondo..ormai la mia rabbia non faceva che stendersi.
-Mia piace questo spirito…ascoltami, io ho un piano…ma devi aiutarmi-
-certo!!-
-Ho fatto delle ricerche, qui ad Hogwarts, Salazar serpeverde ha sigillato un mostro…una creatura che solo i suoi eredi posso controllare-
-E’ sarebbe?-
-Un Basilisco-
-Bhe…ovvio per un rettilofono, dove si trova?-
-Ancora non lo so-
-cosa ti serve?-
-Leggimanzia, Oclumanzia e controlla della mente-
-Posso farlo…ma ci vorrà del tempo, come minimo tutto l’anno-
-Non ce fretta mia cara, devo essere pronto -
Dicendolo mi passo una mano tra i capelli, come ad accarezzare i miei pensieri di distruzione.
-Tu hai le fiamme nel cuore Kristal…sara perfetto-
-Per cosa intendi usarlo?-
-Serpeverde aveva costruto questa camera per allontanare i mezzo sangue dalla scuola, prima li cacceremo da qui…la nostra conquista del potere iniziara cosi-
-E un buon inizio…-
-E dopo di chè…il mondo vedra Kristal, vedra il posto dei babbani -
Sembrava una promessa, era una promessa.
E mentre la sussurrava mi sposto una ciocca di capelli dal visto.
“la nostra conquista del potere iniziara cosi”
Nostra…
Poco dopo aver discusso alcuni dettagli, come luigi e orari delle lezioni, io andai nel mio dormitorio a disfare la valigia.
Una settimana prima del ritorno a scuola era tornata a Villa Rosa, e li sulle ceneri della mia vita passata, avevo bruciato ogni mio abito bianco.
Mai piu, mai piu nella del genere, non ero piu quella ragazza.
Avevo sostituto ogni singolo indumento con capi neri, neri come la notte.
Non era piu gli abiti da nobile bambola che avevo sempre sfoggiato, avevo reti, spacci, scollature, erano aderenti.
Essere catapultata nella amarezza della perdita e condividere la proprio vita con una donna, che un poco tempo era diventata l’ombra di se se stessa, mi aveva fatto giungere una nuova consapevolezza di me stessa.
Io era forte, intelligente e bella.
Non dovevo vergognarmi.
Il mio visto candido e innocente unito al mio corpo procace mi rendevano un sogno pericoloso per ogni uomo, e come mia madre mi aveva sempre detto:

“chi possiede i sogni ha un grande potere”.

Io volevo il sangue, il sangue di chi mi aveva portato via tutto ormai.

Quella notte, guardandomi allo specchio, io stavo rinunciando a me stessa per la vendetta, rinunciavo al mio nome per accettare quello di.

Strega Sanguinaria

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** LA PRIMA LEZIONE ***


Avevamo deciso di incontrarci 3 volte a settimana nella Stanze delle Necessità per allenarci.
Durante la settimana ci parlavamo appena, ma erano i nostri gesti a comunicare.
Ormai Tom mi guardava sempre, aveva apprezzato il mio cambiamento, sua interiore che esteriore.
Aveva anche iniziato a truccarmi un po, rossetto rosso e un po di ombretto nero, che donava ai miei occhi di ghiaccio un aspetto demoniaco.
Ero forte.
Non ero piu la eterea fanciulla praticamente invisibile degli anni passati, ben si una oscura dea.
Quel martedi, verso le 4 e 15 minuti ci fu la nostra prima lezione.
Sapevo che Tom era uno studente brillante, ma inizia comunque dalle basi (come i miei genitori fecero con me) quindi insegnandogli la concentrazione e incantesimi di protezione della mente.
Ed effettivamente brillante lo era davvero.
Un poche settimane padroneggiava questi incantesimi alla perfezione.
Mi sentivo quasi fiera di lui.
-Sai stavo pensando…ci vorrebbero dei titoli-
Esclamai una sera mentre stava tornando alla sala comune.
-Dei cosa?-
-Dei titoli…appellativi segreti…se deterremo noi il potere, non potranno semplicemente chiamarci Tom e Kristal…ci sminuisce-
-Dovresti leggere di meno sai?-
-Io parlo seriamente…li ho anche gia pensati, oggi a rune antiche-
- A si? Sentiamo dai…-
-Allora…per te, ho notato che mischiando le lettere del tuo nome per esteso viene fuori “I am Lord Voldemort"-
-che non ha senso..-
-Non è vero! Vol-de-mort in francese vuol dire “furto di morte”…e carino-
-è un po lungo da utilizzare come nome-
-Bhe la lo accorciamo in Lord Voldemort-
-Lord…Voldemort…si, mi piace…e forte, hai ragione tu…e per te?-
- Marowit…L’antica dea degli incubi-
Sorrise amaramente, poi con estrema grazia si poso davanti a me e chinandosi disse.
-Lode a te, Marowit …strega sanguinaria-
E sorridendo mi inchinai a mia volta.
-I mie ossequi Lord Voldemort…Oscuro signore-
E rialzandomi, davanti al suo sorriso, per la prima volta, da parecchi mesi, mi scappo una risata.
Per quanto grande fosse la nostra sete di potere, per quando grandi fossero le nostre intenzioni e per quanto grandi fossero i nostri piani, nessuno dei due immaginava.
Nessuno dei due poteva sapere che, quei nomi, creati quasi per gioco un giorno sarebbero stati temuti in tale maniera.
O che, addirittura, la sola pronuncia avrebbe fatto rabbrividire molti maghi e streghe.
Ci salutammo appena entrati nella sala comune e poi io andai a letto, insegnare era stancante.
Nel dormi vesta, stesa nel mio letto, potei sentile le mie compagna di stanza…
-Ma gli hai visti? Tom e Kristal…ormai girano sempre assieme…-
-Cosa ci troverà in una mocciosa del 3 anno…ma…-
-in effetti non è nulla di speciale, non capisco cosa ci vedano gli uomini..sembra una morta vivente-
- Sara il fascino della ragazza sfortunata, hai sentito cos’è successo hai suoi?-
-Si, per sua fortuna, ora il patrimonio di famiglia e tutto suo…e pare sua una bella somma!-
-Cosa intendi?-
-Per me li ha uccisi lei…dai ha la faccia da pazza, magari e per questo che piace tanto a Riddle –
-Ahahaha Mafalda ma quanto sei cattiva…ahahaha-
Riconobbi perfettamente tutte e 3 le voci…
Mafalda Stuart, Ashey Summers e Betty Nine…presi mentalmente appunto dei loro nomi.

Loro sarebbero state le prima a morire…

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** LA LETTERA DI NATALE ***


La mattina seguente mi sveglia col sapore ferroso del sangue in gola e un senso di svuotamento.
Non sapevo spiegarmi questa situazione, la notte prima avevo sognato il suicidio, non so se mio…
Ma mi era sembrato cosi reale…avevo sentito ogni sentimento e ogni sensazione.
Il dolore, la paura…il sollievo, il veleno che scorreva acido lungo la gola, le palpitazione..e poi…
E poi nulla mi ero svegliata.
Una sensazione di disagio interiore pervadeva tutto il mio corpo.
Mi infilai la divisa a fatica, mi sentivo tutta informicolata, e scesi a fare colazione…
Tom ancora non cera.
Presi il mio solito te coi miei solito biscotti…era una ragazza abitudinaria.
Come al solito si scateno un fastidioso chiasso con l’arrivo della posta, io non aspettavo posta…era ormai dall’inizio della scuola che non mi scriveva mai nessuno.
In passato mia madre mi scriveva tutte le settimane..ma ormai….
Ricomincia pigramente a sorseggiare la mia tazza di te.
In lontananza un gufo nero a me famigliare inizio la sua planata per venire a posarsi proprio davanti a me.
-Oh Sigfrid…cos’hai per me?-
Era un lettera rossa formata dal Sig. Cavendish, il notaio privato di mia nonna.
La apri distrattamente masticando un biscotto, inizia a scorrere veloce le parole con gli occhi.
Parole tristi e piene di cordiglio, pensai fossero delle fastidiose condoglianze in ritardi.
Fino a che:

“e con questa lettere che a malincuore volevo annunciarle la dipartita di sua nonna, Carmilla Francis Larsen tramite suicidio, e nominarla quindi unica beneficiaria della fortuna della famiglia Larsen.
Il funerale si svolgerà questa domenica, nei pressi della cappella privata di casa Larsen, come chiesto da sua nonna nelle sue ultime volontà”


Un'altra lettere, un'altra lettere che annunciava la morte…
che razza di persone sono quelle che ti avvisano con una lettera!?
La strinsi del pugno, tremante di rabbia…o era brividi…brividi di disperazione.
Mi alzai di scatto dalla panca, rovesciando anche la tazza di te, sotto lo sguardo atterrito dei mie compagni di casa.
Camminai a testa bassa e passo veloce, verso l’uscita.
Non potevo concentrarmi alle lezioni oggi.
Correndo fuori dalla porta sbattei contro Tom, non lo saluta, non gli chiesi scusa, non gli dissi niente.
Non avevo piu nessuno, NESSUNO!
Non mi importava del nome, della casata, del lignaggio o dei soldi!
Tutti…quei babbani devono morire tutti!!
Li avrei uccisi con le mie stesse mani! Lo giuro!
Dovevano soffrire e sentirsi soli e disperati…come me…
-Non sei sola Kristal…-
La sua voce.
No tom…perche mi hai seguita.
-Non sei sola, ora ci sono io…so cosa vuol dire non aver nessuno...ti aiuterò-
Mi vennero i brividi…era vero, ormai avevo solo Tom.
Sentii i suoi passi avvicinarmi dietro di me, era alla mie spalle ormai.
Sentivo le lacrime, sentivo che avrei potuto piangere, non mi sarei mai girata verso di lui cosi.
Mi sentii afferrare, in maniera delicata, sentivo le sue braccia scivolare attorno a me.
Mi strinse a lui.
Non me lo aspettavo…non da lui.
Sentivo il suo mento poggiare sulla mia testa e il suo respiro su di me.
-Rimani con me…giuralo-
Dissi quasi come un sussurro.
Lui mise le mani sulle mie spalle e mi giro di scatto verso di se, fissandomi negli occhi.
Fu un attimo.
Sentii le sue labbra premere delicate sulle mie, erano calde…
Quel bacio, il nostro primo bacio, era la risposto…ero il suo “si lo giuro”.
Da quel momento nessun posto fu per me una casa, oltre le sue braccia.

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** LA CAMERA DEI SECRETI ***


Non andai al funerale di mia nonna…e non tornai nemmeno a casa quel natale.
Cosa avrei dovuto festeggiare?
I mesi continuavano a passare…passo anche l’inverno e il cortile della scuola si riempi nuovamente di fiori.
Anche le lezioni continuavano, e Tom non faceva che migliorare, ormai la sua mente era uno scudo impenetrabile e sapeva quasi perfettamente leggere il pensiero.
Che fossi cascata anche io in quella trappola chiama amore, di cui tutte le mie compagne parlavano?
Sono certa mi ci avesse attirata con quel bacio…ma non so se lui vi ci era caduto con me.
Ma trovavo piacevole il suo sguardo che mi seguiva ovunque…e quel pensiero di cruciare chiunque mi rivolgesse la parola.
Non so spiegarmi perche trovassi cosi attraente quel malato senso di possesso, ma credo che sentirmi una sua proprietà colmasse la mia profonda solitudine.
-Questa sera, al solito posto…ho delle belle notizie-
Mi sussurro nel corridoio.
Annui leggermente, e mentre mi allentavo per andare a pozioni, vidi in lontananza il professor silente che chi fissava.
Non capisco…quell’uomo ha l’aria di chi sa perfettamente cosa ci passa per la testa.
Mi innervosiva parecchio.
Pensai tutta la giornata alle parole di Tom…quali belle notizie? Ero incuriosita.
Non ascoltai praticamente nulla delle lezioni, continuando a ipotizzare sulle liete notizie che mi aspettavano la sera.
Per fortuna con la testa tra le nuvole la giornata passo in fretta, e dopo essermi lavata e rivestita mi diressi verso la sala grande.
-Hey Kristal…aspetta, non andiamo a mangiare sta sera-
Mi dissi all’orecchio prendendomi per un braccio…io iniziavo a chiedermi sinceramente perche mi apparisse sempre alle spalle.
-Non darà un po troppo nell’occhio se stiamo assenti tutti e due?-
-Ci sono milioni di studenti, nessuno se ne accorgerà…dai vieni-
Mi prese la mano e mi tirò dietro di se.
-Dove mi stai portando!? E smettila di tirare in questa maniera!-
-Stiano andando nel bagno delle ragazze…-
-A fare cosa scusa!?-
-L’ho trovata Kristal! So dov’è! Si trova nel bagno delle ragazze-
Annuncio quasi entusiasta voltandosi verso di me.
-Parli della Camera? Ne sei sicuro!?-
-Praticamente certo…li si trova il passaggio…ma ora devo provare ad aprirla-
-No! Non sei ancora pronto Tom…quella creatura puo ucciderci!-
-Non libero il basilisco…voglio solo controllare la mia intuizione-
Annui e basta, ma non ero sicura…se avesse avuto ragione quella creatura ci avrebbe attaccati, e lui non era ancora abbastanza allenato.
Corremmo mano nella mano verso il bagno della ragazze, a ogni scalino mi stringeva più forte.
-e questo gira di qui-
Ci trovammo davanti alla struttura ottagonale dei lavandini. -dove sarebbe l’entrata?-
-qui da qualche parte…aiutarmi a cercarla…dovrebbe esserci inciso un serpente o una S-
Iniziammo a passare le mani sui rubinetti e sui lavandino, secondo me ci stavamo muovendo alla ceca quando.
-Hey! Hey! Lo trovato! Ce il serpente!-
-perfetto..-
Con la mano nuovamente stretta a me, ancora fremente di eccitazione, inizio a sibilare parole a me sconosciute. Il serpentese…
Con un rumore tonfo le lastre di marmo della struttura iniziarono a muoversi, disponendosi in modo da aprire un passaggio su un tunnel.
-Non scendiamo…non pensarci neanche, tu non sei ancora pronto…e io non parlo il serpentese!-
-tranquilla…rimaniamo qui...per ora-

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=800678