Feelings

di Papillon_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il bacio di Zero ***
Capitolo 2: *** Ricordi di una notte con te ***
Capitolo 3: *** A cominciare da te, amore mio, che mi stai succhiando via l'anima. ***
Capitolo 4: *** Quando fa male anche solo respirare ***



Capitolo 1
*** Il bacio di Zero ***


 

Piccola premessa per voi che cominciate questo viaggio :)

Sono ZeR0_NeL_cUoRe_, amo ballare e leggere. Da troppo poco tempo, credetemi, ho scoperto di amare anche la scrittura e per me è stata un'emozione unica. Adoro il rumore dei tasti del computer, la fluidità della penna che scorre sulla pagina...

Poi, qualche tempo fa, mi sono imbattuta in questo sito, e da quel giorno la mia vita è cambiata. Ho scoperto quanto è bello recensire, e quanto si fa felici gli autori quando lo si fa.

Sono partita con l'idea di farmi due belle spalle come recensore, ma non ho saputo resistere e ora eccomi qui, a pubblicare la mia prima storia.

Se lo faccio, è grazie alla mia cara amica Lilith of The Thirsty, che ringrazio con tutta me stessa. Mi ha convinto a fare questo passo e se fosse qui, la riempirei di baci.

Cara Lilith, ho ascoltato il mio cuore.

Un'altro grande ringraziamento va' a Karmilla, autore e persona che stimo moltissimo. Cara, è grazie a te che ho scoperto questo mondo e non potrò mai esserti grata abbastanza. Spero di risentirti al più presto.

Questa storia è dedicata in particolare a voi, carissime. Seguitemi se avrete voglia di farlo, non sapete nemmeno lontanamente quanto mi fareste felice.

Per ultime ma non meno importanti, vengono Jakefan e MartyKy, che io adoro con tutto il cuore. Cara J., non so se capiterai mai in questa pagina ma sappi che un pezzetto del mio cuore è con te.

Marty, sto imparando a conoscerti, ma credimi...sei già speciale per me.

Ora basta parlare, vi lascio alla mia storia.

Recensitela, vi prego. E' l'unico modo che ho per capire se vi piace e se invece è meglio che sparisca e che non mi faccia più vedere.

Ringrazio in anticipo tutte le persone che hanno già pazientato e letto fin qui.

E ora, cominciamo a viaggiare. Non vedevo l'ora.

 

 

"Feelings”

di ZER0_NEL_CUORE_

 

  • Forse non era destino.

  • Il destino non esiste; esistono le conseguenze.

    Tatiana Minelli

 

Yuuki

 

Capitolo 1 – Il bacio di Zero

 

Vedo il mio Kaname che si allontana. No, vorrei dirgli, fermati, verrò con te. Verrò dovunque tu vorrai. Te lo giuro, verrò. Ma tu rimani.

Invece lo vedo andare via. Mi lascia con fredde parole, mi dice: “Yuuki, tu sai qual'è il tuo posto”. Certo che lo so, fratello mio, il mio posto è accanto a te.

Sento un peso straziante nel cuore. Pesa, brucia, è lì, e non vuole andare via, sembra quasi mi stia consumando. Certo, il mio posto è accanto a lui, Kaname Kuran, mio salvatore, mio amante, mio fratello. Colui che amo dal primo istante della mia vita.

Ma...mi sento male. Sento che c'è qualcosa che devo fare prima di raggiungerlo, prima di passare il resto dell'eternità con lui.

 

Mi giro. Lo vedo. Rimane immobile a terra, sa che probabilmente io lo sto guardando, così vado verso di lui. Lo chiamo, preoccupata.

Zero!”.

Un nome, un universo. Sì, Zero, un vampiro, un hunter, un uomo coraggioso, ma dalla mente tremendamente impenetrabile. Un amico? Un nemico?

Io non so cosa sono per te, Yuuki”.

In questo momento vorrei tanto saperlo anche io. Perché lo vedo soffrire, lo sento soffrire mentre la bloody rose gli succhia il sangue.

E mi sento persa all'idea di perderlo.

Gli tolgo la pistola dalle mani. Idiota, penso, vuoi farti uccidere? Probabilmente sì.

Forse sono riuscito a sopravvivere fino a questo punto solo perché c'eri tu, Yuuki”.

A cercare di immaginarlo mentre mi dice quelle parole rabbrividisco. E' normale? Mi fa un effetto strano. Quella Yuuki, quella che era la ragione di vita di Zero, ora non è più la stessa.

Io sono Yuuki Kuran. Yuuki Cross è...svanita, è sepolta in me.

Ecco, ora la bloody rose non c'è più. Sono convinta di averlo fatto arrabbiare, lo conosco troppo bene.

Scusami, Zero”, gli sussurro proprio mentre le nostre dita si sfiorano casualmente.

E lui mi guarda. Mi guarda e mi trafigge con uno sguardo assassino. E in questo momento lo temo da morire.

Penso che il mio lavoro sia finito. Sento di aver bisogno di Kaname, sento di aver bisogno di piangere fra le sue braccia. Sanno essere così calde e accoglienti con me...

Zero distoglie lo sguardo. Svelta, gli dico: “bene, se è tutto ok, io...”.

Ma non faccio in tempo a finire la frase. Non posso, perché mi prende per un braccio e mi attira a sé, avvolgendomi in un abbraccio che mi travolge, che mi scalda, che mi fa sentire la Yuuki umana che ero un tempo.

Lì, immersa tra le sue braccia, comincio a pensare. E mi accorgo che mai Zero mi aveva abbracciata così. Rimango positivamente stupita, spalanco gli occhi mentre lui fa salire una mano al livello dei miei capelli. Mi stringe dolcemente e io ispiro quel tanto che basta del suo profumo, al livello della spalla.

E' così strano. Strano ma vero. Zero, il mio amico antipatico e musone di sempre, che mi stringe e mi fa sentire protetta. Mi fa sentire...bene.

La Yuuki che conosco...è ancora dentro di te?”, mi chiede lui.

E queste sue parole mi spiazzano anche più del suo abbraccio. Certo che c'è, sciocco, non è ancora sparita. Forse per te, Zero, non andrà mai via, vorrei dirgli, ma non ne ho il coraggio. Così mi limito a riferirgli quello che so per certo, e cioè che prima o poi la mia anima vampira cancellerà totalmente quella umana.

Kaname ha risvegliato la vampira che è sempre stata in me, Zero, gli devo la vita, la mia eterna esistenza. Lui avrà il mio sangue, io avrò il suo. Io voglio solo il suo di sangue, Zero...non lo capisci?

Lo sento avvicinare il viso al mio collo. Sembra quasi non abbia capito le mie parole, sembra non curarsi del fatto che io voglia solo il mio nobile Kaname.

Mi sposta i capelli e io trattengo un brivido. No, Zero, ti prego...

Yuuki, io voglio solo il tuo sangue...”, mi dice. E io, come al solito, non ho paura. Anche quando mi sussurra, da predatore qual'è diventato, che per sentirsi soddisfatto dovrebbe bere quasi tutto il sangue che ho in corpo.

Questa è la creatura nella quale mi sono trasformato, d'altronde”, si giustifica.

Lo sento appoggiare le labbra al mio collo. Prendi il mio sangue, Zero, forza.

E quando percepisco i canini nella mia carne gemo. Fa male perché questo è un addio, fa male perché non so se ti rivedrò, Zero. Questo morso...fa male in ogni sua sfaccettatura.

Eppure non gli dico di fermarsi, lui continua, io chiudo gli occhi, mi lascio trasportare. Continua finché la sete non si è placata, poi si stacca da me, e mi guarda.

Mi guarda con quelle sue iridi viola chiaro, iridi che dicono e non dicono, che nascondono un passato orribile, un presente difficile e un futuro incerto.

Eppure io mi sento parte di quegli occhi. Così tanto che non riesco a staccare i miei dai suoi, anzi, mi trovo a pensare a quanto sarebbe bello immergermi dentro a quei due cerchi che ormai fanno parte della mia vita e del mio cuore.

E in un attimo cedo nella loro infinita bellezza, senza pensare né ribattere.

E in un attimo vedo che anche qualcosa in Zero è crollato. La sua certezza nella ribellione? Il suo istinto predatore? Non lo so, ma non me ne preoccupo.

E in un attimo, le sue labbra sono sulle mie, le avvolgono, le baciano, le fanno temporaneamente sue. Socchiudo gli occhi e non penso a niente. Nella mia testa non c'è nulla, c'è solo lui, c'è solo Zero, il ragazzino che per tanto tempo ho cercato di proteggere e che ora sta togliendo la purezza dalle sue labbra, le sporca con le mie, con un bacio tanto dolce quanto infinito.

Mi sento inutile, perché Zero non mi merita. Merita una persona che lo ami, lo ami davvero, io invece sono un'eterna indecisa e una stupida illusionista.

E, per un folle istante, penso che in fondo quella persona che lo può rendere felice, che lo può rendere uomo, potrei essere io.

Zero tiene la mia testa con le sue mani, quelle mani che per tanto tempo mi sono sembrate quelle di un amico, e che poi sono diventate quelle di un vampiro.

E ora in che cosa si tramuteranno?

Non lo so, so solo che si sta tanto bene fra le sue braccia e, per una volta, vorrei che questo momento di pace assoluta non finisse mai.

Ma è sbagliato. E' tremendamente sbagliato. Lo so io, ma in fondo lo sa anche Zero.

Infatti mi lascia andare, le nostre fronti si toccano per un po', e poi mi castiga nelle sue braccia forti, dove posso sentirmi sporca nuovamente.

Mi chiede se ora che sono diventata una vampira mi sento meglio, se ho risolto i problemi che avevo, e io gli dico di sì, pensando al mio nobile Kaname, che ora mi sta aspettando.

Mi ribatte che anche lui sta meglio, e che ora che non mi sarà più vicino potrà focalizzarsi meglio sul suo obbiettivo.

Qual'è il tuo obbiettivo, Zero? Sterminare tutti i vampiri, a cominciare dal mio principe e da me, che sono la sua principessa?

Non voglio fare di te un assassino, Zero.

Vai, Yuuki”, mi sussurra. “Vai e rimani vicino all'uomo che può renderti felice per l'eternità”.

Mi sento morire dentro. Vorrei urlargli di stare zitto, di non dire quelle cose, ma lo lascio parlare perché in fondo me lo merito.

Ma...sappi che la prossima volta che ti vedrò ti ucciderò, Yuuki”, mi dice in tono freddo, distaccato, come se fossimo diventati nemici.

In fondo, forse lo siamo sempre stati.

Stavolta incasso il colpo più docilmente, non mi arrabbio, né mi spavento. Anzi, sono contenta: se Zero continuerà a cercarmi, avrà una ragione per continuare a vivere, mi dico.

Mi dà le spalle, ma non dopo avermi guardato intensamente.

Zero, ti prego. Vivi, vivi per me. E se non vuoi farlo per me, fallo per ciò che ero. Perché in fin dei conti ciò che ero ti appartiene.

Allora continuerò a scappare da te, Zero. Così avrai una ragione per vivere”, gli dico.

Lo vedo voltarsi e guardarmi per l'ultima volta. E adesso comprendo veramente ciò che siamo diventati: due nemici.

Gli do le spalle a mia volta e comincio a incamminarmi lontano da lui, nella speranza di trovare il nobile Kaname al più presto. Ma non lo vedo. E mi sento persa, ho paura, ne ho davvero.

Afferro saldamente un faro e mi sfioro le labbra. Sono morbide, candide...e me le immagino socchiuse, un po' sporche del mio sangue a causa del bacio di Zero.

Il bacio di Zero.

Guardo il pavimento. E' strano, sembra che si muova, oppure sono io ad avere le allucinazioni? Ad un tratto sento freddo, e ascolto. E' la voce di Zero che mi prende in giro, la riconoscerei tra mille...

Lui era fatto così, mi stuzzicava, si divertiva ad irritarmi. Eppure, avrei dato qualsiasi cosa per rivedere il suo sorriso appena accennato, quando io mi arrabbiavo come una furia...

Mi sento lo stomaco a pezzi. Ci metto una mano sopra, come a proteggerlo. Mi fa male la gola. Così, provo a pronunciare una parola che mi spaventa, ma che sento il bisogno di dire.

Zero...”.

E scoppio in lacrime, ripensando a lui, alla sua tenerezza nell'abbracciarmi, alla sua ingenuità mentre prende le mie labbra e le desidera.

Io non voglio essere una sua nemica. Non lo voglio per niente, ma questo, a quanto pare, è il mio destino.

Ma devo credere al destino? O devo solo credere alle conseguenze a cui questo porta?

Crollo a terra, ormai sfinita. Porto una mano alla bocca, voglio placare queste lacrime che fanno male, ma non si fermano, dannazione, continuano a scendere inesorabilmente...

Cosa c'è, lo stai tradendo?

No”.

Certo, lo stai facendo, lo posso vedere.

Basta!”, urlo, ma la voce nella mia testa si fa ancora più intensa e grida, facendomi male ai timpani.

Lui ti ha salvata e purificata, ma tu sei solo capace di deluderlo. E' solo, ma tu a questo non ci pensi...

Ti sbagli”, rispondo al vampiro che c'è in me e che mi sta parlando. “Io amo Kaname e rimarrò con lui per sempre”.

Bugiarda.

Lasciami, lasciami!”, grido, mi dimeno, sento che prima o poi scoppio, ma dopo qualcosa, anzi qualcuno, mi afferra saldamente i polsi e mi blocca.

Alzo lo sguardo, e pian piano metto a fuoco una persona famigliare che si è inginocchiata di fronte a me. La persona per la quale il mio cuore batte, per la quale farei di tutto.

Kaname.

Non riesco a fermare il flusso di lacrime che ora scende dai miei occhi, ancora più bruciante di prima.

Ka...Kaname...”, sussurrò, e mi getto tra le sue braccia, consapevole che sono le uniche che voglio.

Sono le uniche che devo desiderare, mi ripeto.

Ma...non posso fare a meno di pensare che, meno di poco prima, ero tra le braccia di Zero. Così calde e accoglienti...ma soprattutto, straordinariamente protettive.

Stringo forte la camicia di Kaname, e mi sfogo. Sento il profumo del suo sangue mescolato al suo, tipicamente maschile, e penso che, diamine, ho sete.

Kaname finalmente mi avvolge e mi stringe a sé.

Piccola Yuuki...te ne stai facendo una colpa, vero?”, mi sussurra all'orecchio.

Io...Dio, hai visto tutto, Kaname?”, chiedo.

Sì”, risponde con voce piatta, veloce.

Non so misurare le parole. “Mi dispiace, Kaname, io...ti giuro che...”.

Ma non riesco a finire, Kaname mi prende il viso tra le mani e mi bacia. Mi bacia con passione, quasi come mi dovesse perdere, e io mi lascio trasportare, compiaciuta da questo suo strano ma alquanto particolare comportamento.

Il mio principe sposta poi la testa verso il morso di Zero, lo assaggia, lo lecca. E io mi sento perduta.

Dolce Yuuki, non sono arrabbiato. Né Stupito. Era destino, io ho sempre saputo che sarebbe successo”.

Mi stacco da lui e lo guardo negli occhi. Quei suoi maledetti bellissimi occhi cremisi che appartengono solo a me.

Come puoi perdonarmi?”, gli domando.

Perchè io ti amo, dolce Yuuki. Ti ho amata sempre e sempre ti amerò. E...anche se forse tu ora non mi ami abbastanza, sappi che per me è sufficiente quello che stai facendo per me”.

Quasi rido istericamente. “Cosa sto facendo per te, Kaname? Dio...ti faccio soffrire in continuazione!”

Tu stai per venire via insieme a me...ai miei occhi, mia dolce principessa, hai già fatto la tua scelta”.

Prendo il suo viso tra le mani. Desidero con tutta me stessa dirgli che lo amo, ma non ci riesco. Non dopo quello che ho fatto, non dopo aver scoperto...quel lato di Zero.

Non dopo aver assaggiato le sue labbra pure.

Kaname”, lo chiamo. “Ho baciato Zero”.

Lui chiude gli occhi.

Lo so”.

E non vuoi...punirmi?”.

Apre gli occhi di scatto, sono di un colore rosso sangue, mi spaventano. Con le mani afferra i miei fianchi e mi costringe a distendermi, io sono sotto, lui è a carponi sopra di me.

Kaname...”.

Il suo viso cerca disperato il mio collo, lo lecca diverse volte, inizia un gioco che sinceramente mi spaventa e mi piace allo stesso tempo.

Io desidero il tuo sangue, Yuuki, lo voglio, appartiene a me...”, mi dice, e io sento la pressione del suo corpo sul mio.

I canini perforano la mia carne, ed io, estasiata ed eccitata dall'odore del sangue, sospiro rompendo il silenzio che ci circonda.

 

Improvvisamente mi ricordo quello che Zero mi diceva sempre.

Avresti preferito che fosse Kuran a bere il tuo sangue, non è così?”.

Ora lui è qui, Zero, e sta bevendo il mio sangue.

E vuoi sapere una cosa?

Non sento niente. Sento la sua sete, sento il mio sangue che vibra, sento la carne della mia gola che si ribella, ma, nel mio cuore, non sento niente.

E mi chiedo, Zero...perché proprio adesso, mi ritrovo a pensare a te?

Perché, proprio ora, desidero con tutta me stessa sentire la tua voce?  

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Capitolo 2
*** Ricordi di una notte con te ***


 

Rieccomi carissimi lettori :)

Da dove cominciare? Ringrazio dal profondo del cuore tutti quelli che hanno letto la mia storia. Ringrazio anche quelli che l'hanno fatta senza commentare e anche chi, magari, ha rinunciato a continuarla! Per me è già tanto essere arrivata fin qui, credetemi se vi dico che è un passo importantissimo.

Dire un semplice GRAZIE a tutte coloro che hanno recensito è troppo poco. Ogni parola che mi avete lasciato è stata una lacrima di gioia.

Ricordo che questa storia è solo una revisione di quello che abbiamo comunque già visto nel manga. Ho semplicemente provato a calarmi in Yuuki e a diventare lei; MartyKy, nella meravigliosa recensione che mi ha lasciato, mi ha detto che ne sono stata capace, e questo mi stordisce ancora, credetemi!

Un ringraziamento speciale va anche a Karmilla e alla dolce Lilith, che mi seguono e che mi hanno detto che per me ci saranno sempre. Le adoro, e penso di non meritarmi tutto questo affetto.

Ora vi lascio al secondo capitolo. Recensitelo, vi prego: anche con qualche parola mi rendereste felice. Anche per tirarmi le orecchie sareste più che benvenute! D'altronde sono qui per imparare.

Un bacione,

Vostra Je

 

Capitolo 2 – Ricordi di una notte con te


 

“…Quando viaggi non è importante quello che vedi quanto come lo vivi…”

Nicholas Sparks

 

Il mio desiderio di te si fa liquido e raggiunge tutte le membra del mio fragile corpo. Mi sento quasi bene al pensiero di soffrire per te, per la tua sete, per il tuo semplice volere.

D'altronde sono viva grazie a te, che una notte, tanto tempo fa, mi hai salvata.

I tuoi occhi erano spazientiti: come poteva esserci una creatura capace di farmi del male? Forse fu in quel momento che giurasti di proteggermi a tutti costi. A costo della tua stessa vita.

Non so cosa hai giurato tu, Kuran Kaname, ma in ogni caso, so cosa ho giurato io.

Ho giurato di fidarmi di te, di amare te, di seguire te.

Tutto per me ha avuto inizio quella notte.

Ma...

Ma per qualcuno quella notte non ha significati. Per lui, quella notte, poteva essere paragonata a una pallottola direttamente sparata in petto. Sì. Forse per Zero sarebbe stato meglio che io non fossi mai esistita.

E così, mentre il mio nobile principe succhia il mio sangue, io mi ritrovo a ricordare quella notte, quando tu sei arrivato da me. Dio, eri così spaventato, piccolo Zero.

Figlio di cacciatori di vampiri, reso dannato da una sangue puro.

Anche io, ora, sono una sangue puro.

Canini che perforano la carne e che bevono avidamente.

Anche io, ora, bevo sangue umano.

Ma Zero non voleva essere un vampiro.

Io invece una volta l'ho desiderato, con tutta me stessa.

Ma adesso sono qui e penso a Zero, il ragazzino che quattro anni fa è piombato nella mia vita e che ha lasciato un segno indelebile in essa. E mi ricordo la prima volta che abbiamo litigato a causa del mio nobile fratello.

Il ricordo defluisce lentamente in me, lasciandomi quasi senza fiato. Sono consapevole del fatto che se riporto alla mia mente quelle immagini anche Kaname le vedrà, ma non ho paura. Ha il diritto di sapere.

Così, comincia il mio viaggio attraverso quei giorni incantati, quando tu, Zero, eri fermamente convinto della mia innocenza, ed io ero legata a te, il ragazzo dagli occhi impenetrabili e lo sguardo spaventato.

 

Ero seduta sul divano. Un particolare che non potevo dimenticare, visto che ero solita aspettare il preside – cioè, papà – seduta sul suo divano preferito. Amavo canticchiare allegramente canzoni che ogni tanto sentivo gridare dal mio incredibile tutore, che allora pensavo fosse matto. Sì, doveva per forza mancargli qualche rotella.

Come ero solita fare, pensavo intensamente al nobile Kaname. I miei sentimenti per lui erano vividi già da allora; certo, ero una bambina, ma se davvero l'amore significava far battere il cuore per una persona, allora sì, io già amavo il dolce Kaname.

Bussarono alla porta e i miei pensieri furono bruscamente interrotti.

Strano, papà non bussava mai. Forse...forse era davvero il nobile Kaname!

Mi precipitai verso la porta, sperando di vedere due fantastici occhi cremisi specchiarsi lentamente nei miei, facendomi sciogliere...invece, quello che vidi mi fece rabbrividire.

Mio padre sorreggeva un ragazzo, che non doveva avere più di due anni rispetto a me, che sembrava un fantasma. Un fantasma arrabbiato.

Yuuki, piccola mia, per fortuna sei sveglia...vedi, questo ragazzo è Zero Kiryu. La sua famiglia è stata sterminata dai vampiri”.

Mi soffermai a guardarlo. Non ebbi il tempo di rispondere, perché mio padre aggiunse, in tutta fretta: “D'ora in poi vivrà con noi, e ci prenderemo cura di lui”.

Non avevo mai sentito Kayen Cross più serio di così. Aveva preso una decisione, ed era sua intenzione mantenerla.

Yuuki, avresti voglia di prenderti cura di lui? Avrà bisogno di un bagno, io devo scappare, ho delle faccende da sbrigare all'associazione...”.

Associazione. Una parola che sentivo nominare spesso, ma di cui non sapevo il significato.

Così papà se ne andò, lasciandomi sola con quel ragazzo.

Aveva...un' espressione strana. Se cinque minuti prima avevo giurato che quel ragazzo fosse arrabbiato, ora pensavo che fosse inferocito. C'era qualcosa, nei suoi splendidi occhi viola, che avrebbe fatto rabbrividire qualsiasi persona avesse provato a osservarli.

Il suo era odio puro, un odio che consumava ogni cosa.

Ehm...”. Non fu facile iniziare una conversazione con lui. Non sapevo cosa dire, di cosa parlare. In ogni caso, lui – questo Zero – era coperto solo dal giubbotto di mio padre, e si dà il caso che fuori, dove ci trovavamo noi, nevicava. C'era un gran freddo.

Puoi venire dentro, se vuoi”, proposi lentamente.

Non rispose, ma piano piano avanzò. Non mi guardò mai negli occhi.

Chiusi la porta alle sue spalle e tornai davanti a lui. Continuava a fissare il pavimento.

Io...”, cominciai, decisamente intimorita. Ma non trovavo le parole, era inutile. Ogni suono, secondo me, sarebbe stato in grado di distruggere quel fragile corpo scosso da lievi tremori di odio.

Il bagno è da quella parte”, gli indicai. Ma non si mosse. Anzi, no, spostò lievemente la testa verso la direzione giusta, ma non fece nulla per raggiungerla.

Mi avvicinai a lui.

Vampiri. La famiglia di quel ragazzo era stata uccisa da loro. Dio, era così giovane...

Ero così in pena per lui. Anche se non lo conoscevo, non potevo fare altro che sentirmi molto protettiva nei suoi confronti.

Non mi era mai successo.

Posso...toccarti?”, chiesi con non so quale coraggio.

E quella fu la prima volta che mi guardò. Fu uno sguardo veloce, timido nel suo piccolo, ma io lo vidi come un sì.

Strinsi le mie manine attorno alle sue spalle e cominciai a camminare insieme a lui. Fui molto attenta e non strinsi troppo la presa; avevo davvero paura che quel ragazzo si potesse rompere.

Raggiungemmo il bagno. La vasca era già pronta; papà era solito lasciarla calda prima di andare via, la sera. Lo faceva per me; infatti, prima di lasciarmi, mi dava sempre un buffetto sulla guancia, dicendomi: “Il tuo papà ora deve andare; se vuoi, principessa, puoi farti un bel bagno caldo, ho lasciato l'acqua già pronta...”.

Ma io non andavo mai a farmi il bagno, non se lui non era ancora tornato. Era...per via degli incubi, credo.

L'acqua è già calda...”, bofonchiai.

Ma era tornato nel suo buio mondo.

Posso...toglierti i vestiti?”, sussurrai. Dio, cosa stavo facendo? In un lampo, gli stavo già togliendo il giubbotto di mio padre. Strano, non provavo vergogna...

Ma quello che scoprii al di sotto ebbe la forza di lacerarmi nel profondo. Zero era completamente sporco di sangue in tutta la parte del collo e metà della spalla. Sperai con tutta me stessa che quel sangue non fosse il suo.

Presi un panno, lo sciacquai velocemente con l'acqua della vasca e cominciai a pulire il sangue, ormai secco. Non mi ero mai comportata così con nessuno, ma con quel ragazzo era diverso. Mi sentivo così protettiva nei suoi confronti...

Quando finalmente il sangue era scomparso definitivamente, notai con infinita gioia che quel ragazzo non era stato morso. O almeno, mi parve così, all'inizio.

Ma ora sanno tutti che in realtà, quella mia speranza non era altro che una bugia.

Ecco, ora sei pulito”, dissi. Ma mi pentii subito, quella frase mi era sembrata così banale...

Lo guardai. Lì, a petto nudo davanti a me, un ragazzo al quale avevano appena tolto la famiglia. Chissà in quale modo.

Io... devo andare”, annunciai, più a me stessa che a lui.

Mi diressi verso la porta, ma qualcosa di incredibilmente gelido mi agganciò il polso. Mi girai di scatto. Era la mano di Zero.

Ti prego, non andare lontano...resta con me”.

La sua voce mi parve venire da un mondo sconosciuto, un mondo di cui non conoscevo né origine né vita. Era estremamente dolce, ma segnata da qualcosa che era più grande di lui.

La morte? Quel ragazzino aveva visto in faccia...la morte?

Nessuno dei due sapeva che circa quattro anni dopo, avremmo rivissuto la stessa scena, ma capovolta.

Non trovai altro che la forza di sorridergli. “Io rimarrò sempre con te”, gli dissi. Certo, ora quel ragazzo avrebbe abitato sotto il mio stesso tetto. Saremmo diventati, come dire, fratellastri. A quel pensiero, mi sentii molto bene. Quasi...protetta.

E' questo quello che siamo sempre stati, Zero. Ci siamo protetti a vicenda sperando di poter evitare stupidi errori, io con la mia ostinazione e tu con il tuo dolce mutismo. Guardaci ora, e dimmi se anche un barlume di quello che eravamo è rimasto in noi, diamine.

La sua improvvisa paura si spense e mi lasciò andare il polso.

Il mio nome è Yuuki Cross, comunque”, gli dissi.

Zero mi sorrise. Fu bello vederlo così, sereno, almeno per pochi istanti. Quel sorriso era solo mio, mio soltanto.

E avrei fatto bene a tenermelo stretto, in verità. Perché negli anni successivi, Zero sorrise molto meno spesso...

 

Mi ritrovai per la seconda volta sul divano ad aspettare. Stavolta, non aspettavo mio padre, solo Zero. Il piccolo, fragile Zero.

Oh, Kaname, se ora fossi qui, ti parlerei di lui, vedi, è così spaventato...

Sentii la porta del bagno sbattere. Zero era uscito! Dio, e ora? Cosa dovevo fare?

Me lo ritrovai davanti a breve. E mio padre non era ancora tornato.

Hai fame?”, chiesi. Beh, dopo un bel bagno, presumevo avesse voglia di riempirsi lo stomaco, ma...visto che non lo conoscevo, desiderai subito ritirare le mie parole.

Zero mi fissò, paonazzo. Credetti dovesse vomitare. Aveva gli occhi immersi in una tristezza immensa; pensai quasi volesse piangere.

Dio, mi spiace! Ecco non volevo, pensavo fossi affamato...”, ma come avevo potuto pensare che fosse affamato dopo aver visto morire i suoi genitori? Ero pazza?

E proprio mentre ero assalita dai mille sensi di colpa, il mio stomaco ebbe pure la brillante idea di brontolare. Ero da denuncia.

Hm”.

Hmm”.

Zero emetteva dei suoni strani che non riuscivo a capire. Cosa stava facendo?

Ahahah”, rise sonoramente.

E fui costretta a sorridere anche io. Era così bello quando rideva, così giovane e puro...

Sono incredibile”, mi lamentai.

Io non ho fame, grazie. Ma tu a quanto pare sì...”.

Abbastanza...”, ammisi.

Ma sai cucinare?”, chiese Zero, tornato serio.

No”, risposi ancora più seria.

Allora ti cucinerò qualcosa io...”.

Cinque minuti dopo, lo osservavo macchinare ai fornelli. Era a petto nudo, ma portava un asciugamano sulla spalla sinistra; infine indossava i pantaloni con cui era arrivato.

Ebbi voglia di scaldarlo quel poco che bastava per non farlo sentire solo.

Io ero seduta sulla sedia che apparteneva al tavolo della cucina. Mi dondolavo avanti e indietro, probabilmente per il nervosismo.

Poi, inspiegabilmente, trovai la forza di domandargli una cosa.

Hai visto...i tuoi genitori morire, stasera?”.

Il braccio con cui stava mescolando la minestra si fermò di colpo. Non potendo vedere i suoi occhi, mi limitai a fissare la sua schiena. Immaginai di affondare il mio viso in essa, solo per sentire se era fredda proprio come le sue mani.

Sì, ero presente. Li ha uccisi davanti ai miei occhi”.

Mi sentii piccola e indifesa in un mondo troppo pericoloso e troppo grande.

Mi dispiace...”, mi ritrovai a dire, rendendomi conto che in ogni caso non bastava. Non bastava per niente.

Lascia stare”, mi disse lui, in tono distaccato. “Forse non mi potrai mai capire...”.

Ma non era vero. In un certo senso anche io sapevo come ci si sentiva, ad aver perso i genitori.

Zero, credimi, so per certo di poter capire. Anche io non ho genitori...mi hanno abbandonata, credo. O forse, sono stati uccisi anche loro”.

Era la prima volta che ne parlavo con qualcuno, che non fosse mio padre o Kaname, ovviamente. Mi accorsi che era semplice rivelare quelle parole che per tanto tempo erano rimaste sigillate nel mio cuore. O almeno, fu facile raccontarle a lui.

Tempo fa sono stata portata da Kayen, mi è stato detto che si sarebbe preso cura di me e io da allora abito qui come sua figlia legittima. Ma la verità è che non ho la più pallida idea di chi fossero i miei veri genitori...”.

Zero si era ormai seduto vicino a me e mi aveva sporto la minestra. Mi alzai per prendere un cucchiaio, e cominciai a mangiare, lentamente.

Una volta finito tutto, andai a lavare le posate.

Scusami, Yuuki”, disse Zero.

Perché?”, chiesi mentre lavavo il cucchiaio, girata di spalle.

Ti ho accusato subito di non poter capirmi, quando in realtà hai sofferto quanto me...”.

Mi girai e gli sorrisi dolcemente. “Non importa, Zero. Anzi, sono contenta di aver trovato una persona che mi capisce, che in un certo senso condivide il mio passato...”.

Anche se in effetti, il mio passato lo condividi da davvero poco. E in cuor mio, so che è difficile.

E in breve, Zero mi raggiunse e mi strinse a se. Fu...difficile capire come mi sentivo.

Stupore. Ammirazione, protezione.

Posso stringerti solo un po'?”, mi chiese.

Non trovai necessario rispondergli. Mi limitai a ad abbracciarlo a mia volta, mentre una lacrima amara attraversava il mio giovane volto.

 

Mi sembra di sentire le sue mani ovunque. Mani esperte, mani di vampiro. Le mani del mio principe, che si adagiano sul mio corpo per riuscire a trovare il giusto appiglio. E lo struggente calore dei suoi morsi, che implacabili lacerano la mia pelle. Candida, rosea, profumata.

Dunque è così che ti sei sentita, quando lo hai incontrato...”, sussurra Kaname, a pochi millimetri dal mio collo, sensualmente.

Ti prego, Kaname, non fermarti”. E mi vergogno, mi vergogno di desiderare come una bambina viziata che lui assapori il mio sangue. Ma...è come se avessi il bisogno di sentire i suoi denti perforare la mia carne.

Mi stai facendo impazzire, Yuuki...il tuo sangue è così strano, così infedele...”.

Infedele? Perché, infedele?

Zero...

Dillo, Yuuki...voglio sentire che pronunci il suo nome mentre succhio il tuo sangue”.

No, ti supplico, nobile Kaname. Non ne sono in grado, non voglio. Davvero.

No...”, e cerco di dimenarmi. Il mio principe si fida di me, perché dovrebbe sentirsi tradito? Dio, Kaname, non farmi del male, ti prego...

Fallo, dolce Yuuki...fallo per me”, mi chiede con voce sicura, cancellando ogni mio dubbio.

Kaname non mi avrebbe mai fatto del male. Mai.

E sento di nuovo due denti esperti segnare quel mio collo tanto desiderato.

Ze..ro”, riesco a dire.

Zero!”.

E in un attimo, mi ritrovo a quella sera. Quando ormai Zero era arrivato da tempo.

La sera in cui Zero incontrò per la prima volta il mio nobile fratello.

 

 

Con questo mio capitolo, spero di avervi emozionato anche solo un quarto di quanto mi sono emozionata io scrivendolo.

A presto... 

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Capitolo 3
*** A cominciare da te, amore mio, che mi stai succhiando via l'anima. ***


 

Dunque rieccomi qui, carissimi e carissime! :)

Inutile dirvi che le vostre recensioni mi sono state molto utili e mi hanno aiutata tantissimo. Vorrei ringraziare, in particolare, Jakefan, che mi ha aiutata a trovare diversi errori, per i quali vi chiedo scusa. Mi ha fatto bene la sua tirata d'orecchi; spero con tutta me stessa di migliorare per commetterne sempre meno in futuro.

Un ringraziamento speciale va' ovviamente a chi mi recensisce con costanza ogni volta. Karmilla, MartyKy, Lilith e xXJessicaaaaX, credetemi, siete davvero speciali per me. Il prossimo capitolo lo dedico a queste cinque autrici (sì, J., anche a te, anche se mi hai detto che sei molto emotiva!), che mi sopportano e chi mi aiutano molto.

Anticipo che questo sarà un capitolo di transizione. E' molto introspettivo come il precedente, dove ho lasciato del mio; in un certo senso fa da “ponte” per arrivare, poi, al finale tanto atteso.

Vi lascio e come al solito vi chiedo di recensire. Non sapete quanto ogni vostra parola serva per costruire qualcosa di nuovo.

Un bacione,

Vostra Je

 

Capitolo 3 – A cominciare da te, amore mio, che mi stai succhiando via l'anima .

 

"Non è vero che i giorni di pioggia sono i più brutti.

Sono i più belli, perché puoi camminare

a testa alta anche se stai piangendo.”

 

 

Ballavo leggera e felice nella cucina di casa mia. Casualmente, Zero ogni tanto mi guardava e, casualmente, di tanto in tanto sorrideva, forse perché sembravo ridicola.

Non potevo essere più soddisfatta.

In quel periodo tutto, ma davvero tutto, andava bene. Zero si era ripreso, ormai era arrivato da più di due settimane. A differenza mia, lui non aveva voluto essere adottato da Kayen, che più di tanto non aveva insistito.

Rispetto i tuoi genitori, Zero. E' come se vivessero ancora”, aveva detto mio padre.

Kayen Cross non era mai stato più raggiante. Due nuove vite ora gli tenevano compagnia, ognuna di loro in modo diverso. La dolce bambina gli riscaldava il cuore con la semplice parola papà; il ragazzino lo ringraziava almeno almeno cinquanta volte al giorno. A volte, solo perché doveva andare a letto.

Vado a dormire”, annunciava Zero.

Buona notte, ragazzo mio”, rispondeva il mio tutore.

Grazie...di tutto”, diceva il ragazzo dalla chioma argentea, e poi spariva.

Ma non solo gli uomini della casa avevano conquistato la loro parte di felicità: anche quella bambina, Yuuki, finalmente, si era immersa in un angolino di serenità tutto suo.

 

Sai papà”, dissi mentre finivo una giravolta, “ormai non faccio più incubi da due settimane”.

Che bella notizia, tesoro mio. Si vede che sei più tranquilla”.

Già...era ora”. E poi presi il mio posto accanto a Zero, che come sempre, mi diede un baffetto sul naso.

Beh, ragazzi, ormai è ora che vi dica una cosa importante”.

Ti sposi”, risi io con voce innocente, facendo scappare un risolino anche a Zero.

Ehm, no, cari; spiacente di avervi deluso”.

Ma io e Zero continuammo a ridacchiare. Niente ci spaventava, in quel momento.

In verità, a breve inaugurerò una scuola un po' speciale. Un collegio, che, a tutti gli effetti, ospiterà sia umani, che vampiri”.

Smisi immediatamente di ridere. Spalancai gli occhi e vidi Zero alzarsi dalla sedia. Imprecò. Ma non oso ripetere cosa disse.

Allacciò le sue piccole mani alla camicia di mio padre, per dare lui violenti scossoni.

Sta scherzando! Non può essere, sta scherzando!”.

In due settimane, non avevo mai visto Zero così sconvolto e deluso.

Mi dica che mi sta prendendo in giro...”, disse Zero abbassando lo sguardo.

Piccolo mio, è solo un modo per permettere a due mondi così diversi di convivere. E' un esperimento...una prova molto importante, credimi”.

Ma come possono umani e vampiri convivere? Me lo dica! Mi dia le ragioni! Lei è pazzo!”.

Stavo per scoppiare a piangere. Mi sentivo vuota e stordita...

Povero Zero. Perché papà si ostinava a creare un mondo dove lui non voleva vivere?

Ad un tratto, bussarono alla porta.

Continueremo dopo il nostro discorso. Yuuki, andresti ad aprire?”.

Certo”, dissi, ancora un po' sconvolta.

Percorsi il corridoio e davanti alla porta esitai non poco. Cosa si stavano dicendo Zero e mio padre? Stavano litigando di nuovo?

Aprii, e la figura che mi ritrovai di fronte ebbe la capacità di scacciare tutti i miei languidi pensieri.

Buonasera, dolce Yuuki”.

Nobile Kaname!”. Mi gettai senza pensare tra le braccia del mio Nobile fratello, che tranquillamente mi strinse a sua volta facendomi sentire viva.

Oh, nobile fratello, non ti vedo da così tanto! Ti prego, entra!”.

La gioia di rivederlo trapelava da tutti i pori. Lo amavo, lo amavo con tutto il cuore, e anche se allora forse non potevo saperlo, avrei dato volentieri la mia vita per lui.

Lo presi per mano e lo trascinai verso la cucina, continuando a ripetere quanto lo stimavo, quanto gli volevo bene e quanto mi fosse mancato.

Il mio principe annuiva allegro, con gli occhi semichiusi e con un sorriso mozzafiato.

 

Kaname si stacca da me, di nuovo. Stavolta non lo guardo, non oso incontrare i suoi occhi, ma so per certo che lui li brama.

Amore mio, sì, ti amavo già da allora”, mi dice.

E io verso una lacrima di pura gioia.

E lui ricomincia il suo gioco sadico, che mi piace da impazzire e mi fa sentire donna, una volta tanto.

 

Vieni, nobile Kaname, devo farti conoscere una persona, ti prego!”. Urlavo di gioia. Finalmente potevo rivedere la creatura più importante della mia vita, potevo stringerla e farla sentire a casa davvero.

Sì, nobile Kaname, la mia è anche casa tua e tu lo sai. Lo hai sempre saputo.

Vengo, dolce Yuuki, vengo”, mi rispose Kaname stringendomi la manina. “Come sei allegra oggi”.

E' perché posso rivederti, nobile fratello”.

Anche io sono felice di rivederti, piccola...”.

E in quel momento entrammo nella stanza, mano nella mano. Zero era ancora in piedi, di fronte a mio padre, ma non lo supplicava più. No. Ora, semplicemente, osservava me, Kaname, e le nostre mani intrecciate in un gesto puro come la neve.

Il mio amico dalle iridi violette non emetteva suono.

Il mio amico dalle iridi violette era sconvolto.

Il mio amico dagli impenetrabili occhi viola mi stava odiando, in quel momento.

Ha lo stesso odore di quella donna!”, lo sentii urlare.

Quale donna?

Sporco purosangue! Ti uccido, ti uccido!”.

E accadde tutto molto in fretta.

Zero si scagliò contro Kaname con un coltello in mano, e cercò di ferirlo.

Dannazione, fermo, Zero, fermo! “Nobile Kaname, no!”, mi ritrovai a urlare.

Ma nessuno dei due sembrò essersi ferito. Anzi, Kaname era sereno, anche se un tantino irritato.

Tu devi essere Zero Kiryu...beh, devo ammettere che la tua accoglienza è stata molto scarsa, hai cercato di uccidermi...Ma”.

E a quel punto, con un gesto veloce e deciso, Kaname spazzò via il pugnale dalla mano di Zero, scoprendo una ferita che si era fatto al livello del braccio.

Il mio nobile Kaname non soffriva. Non gemeva, eppure era stato ferito.

Nobile Kaname”, sussurrai.

Ma non ho nessuna intenzione di farmi uccidere da te, adesso”, rimproverò il ragazzino di fronte a lui.

Zero sembrava perduto. I suoi occhi erano tornati allo stato in cui io li avevo cercati per la prima volta: selvaggiamente disumani e arrabbiati. Il ricordo di quella donna – di cui allora non sapevo ancora nulla – avevano risvegliato l'odio e l'impazienza. La vendetta.

Hai sbagliato persona con la quale cercare la tua vendetta, Zero”, disse mio padre, appoggiando una mano sulla spalla del suo figlioccio.

Ma Zero sfuggì alla presa e andò via dalla stanza, non prima di avermi lanciato un'occhiata di ghiaccio che avrebbe rabbrividito anche un uomo che non conosceva la paura.

Kaname pensavo non conoscesse la paura. Invece ora, che lo sento bramare il mio sangue, sento che in fondo, tanto diverso da un umano non è. E' estremamente fragile e dolce. E io lo amo per questo.

Mi spiace, Kaname, non pensavo reagisse così...”, si scusò mio padre.

Mi creda, non c'è nulla di cui scusarsi. Lo capisco”, disse il Nobile sedendosi sulla sedia che poco prima era occupata da Zero.

Immagino che tu sia venuto per parlarmi dell'accademia, Kaname...”.

Si, ha indovinato”, rispose lui, accavallando le sue lunghe gambe.

Nel vederlo così, il mio cuore sussultò parecchie volte, prima di riprendere il regolare battito.

Mi resi conto che ero rimasta in piedi sulla soglia della porta. Decisi che forse era meglio togliere il disturbo.

Papà, io andrei volentieri in salotto...vi lascio soli”.

Non ce n'è bisogno, dolce Yuuki”, mi ammonì Kaname.

Un po' arrossii. “No, no, vi capisco, dovete parlare di cose importanti...vado via”.

Mi girai – non prima di aver guardato gli occhi cremisi della mia ragione di vita – e percorsi il corridoio che portava al salotto. Qui, mi distesi sul divano e chiusi gli occhi.

Ero stanca. Non perché non avevo dormito – ultimamente dormivo benissimo, davvero – ma perché quella era stata una giornata lunga, soprattutto nella sua ultima parte. Vedere Zero e Kaname che si ferivano, l'un con l'altro, era stato per me un fulmine a ciel sereno.

Sarebbe stata la prima di una serie di infinite volte. Ma io non lo potevo sapere.

Mio malgrado, le voci di Kaname e di Kaien Cross arrivavano forti e chiare fin da me. Potevo decifrare ogni loro parola.

Per cui, sarebbe perfetto creare due classi, quella del giorno e quella della notte”, diceva mio padre.

Non solo due classi; sarebbe più prudente creare anche due dormitori separati per vampiri e umani. Il dormitorio Sole e il dormitorio Luna, che a loro volta si separeranno in dormitorio maschile e femminile”.

Non ci avevo pensato, Kaname, ma a questo punto è meglio, davvero. I ritmi di vita di un vampiro sono diversi da quelli di un umano, costringere questi due mondi a convivere anche nelle abitudini sarebbe una pazzia”.

Il nobile Kaname stava aiutando il mio papà con il progetto della scuola? Quella scuola... speciale?

Avevo sempre sospettato che Kaname fosse un vampiro, ma non avevo mai avuto il coraggio di confessarlo a nessuno. Facevo fatica ad ammetterlo persino a me stessa.

Sai che Yuuki e Zero dovranno cominciare a breve le superiori, non è vero, Kaname?”.

E lei sa che per me sarebbe un vero onore ammetterli in questo nostro progetto. Anche se, mi sono chiesto più volte, in che classe dovrà andare...”

Smettila. Davvero, Kaname, smettila”, lo interruppe Kayen.

Il tono di mio padre si era improvvisamente fatto serio e pacato. Sembrava stesse difendendo qualcuno a costo della vita.

Mi perdoni, ho detto una cosa assolutamente inopportuna. Mi fido di lei, e questo basta”.

Lo spero, Kaname. Ed io mi fido di lui, con tutto me stesso”.

Lui chi?

Sa che però prima o poi la situazione cambierà. Prima o poi, non sarà più umano. Lo sa; so che lo sa”.

Nessuna risposta.

E a quel punto la fiducia che lei, signor Cross, ripone in lui, non servirà più e niente”.

Mio padre annuì.

Kaname?”.

Sì?”.

Mi basta solo una cosa, detta da te”, annunciò secco mio padre.

Cioè?”.

Dimmi che ti fiderai di lui”.

Non mi chieda questo”, disse il mio principe.

Kaname, ti prego”.

...non posso”.

Fallo per lei. Fallo per Yuuki”.

Incredibile, stavo già sognando. Sì, perché era impossibile che mio padre e Kaname stessero parlando di me. Le voci erano sempre chiare, nella mia testa, ma era un sogno, solo un sogno.

Doveva essere solo un sogno.

La prego...no...”, supplicava Kaname. Ma poi ringhiò.

Va bene”, disse in fine. “Io, Kaname Kuran, giuro che mi fiderò di Ze...”

E sprofondai nelle calorose braccia di Morfeo, che mi punivano per aver ascoltato troppo, forse.

***

 

Yuuki?”, chiamava mio padre. “Guardala”, continuò, “dorme come un angioletto”.

Sentivo la tenerezza nelle sue parole, ma non aprii gli occhi. Fui egoista e desiderai essere coccolata ancora un po'.

Da quando non fa più incubi?”, chiese il nobile Kaname. Dio, era ancora lì!

A dir la verità, non lo so. Ma aspetta, adesso che mi ci fai pensare...è da quando è arrivato Zero!”, disse mio padre con entusiasmo.

Era vero, ma anche io me ne resi conto solo allora. I miei incubi erano finiti solo da quando era arrivato Zero a casa mia. Forse perché pensavo che mi capisse, forse, perché pensavo che in fondo anche lui aveva sofferto quanto me a causa di un vampiro.

Grazie, Zero.

Dolce Yuuki”, mi sussurrò Kaname.

Aprii gli occhi giusto in tempo per vedere Kaname che mi accarezzava, dolcemente, la guancia destra, quella non appoggiata al divano.

Avvampai.

Shh, non svegliarti, dormi, piccola”.

Trovai il coraggio di sorridergli.

Arrivederci, signor Cross. Ciao, Yuuki. Salutatemi Zero, per favore”.

Non ebbi la forza di salutarlo a mia volta. Ero troppo sconvolta – positivamente – dal suo gesto così naturale di accarezzarmi anche quando dormivo beata. Quelle sue ultime parole sarebbero state solo mie, per sempre.

La porta si chiuse e io mi alzai a sedere.

Papà, credo che andrò a dormire”, dissi sbadigliando.

Buonanotte, Yuuki”.

Buonanotte, papà”.

Così salii le scale che portavano al piano di sopra; cercai di essere molto cauta e leggera, per non svegliare Zero.

Invece, quando passai davanti alla sua camera, la trovai aperta. La luce non c'era, ma la porta era comunque spalancata.

Entrai, e Zero era seduto sul letto, con le spalle al muro. Non mi guardò, ma probabilmente mi sentì.

Zero...”.

Non parlare.

Va tutto bene?”.

Tanto sbaglieresti, ancora.

Mi guardò con un intensità tale da spaventarmi. Voleva dire “no”.

Salii sul letto e gli toccai la guancia, come per accarezzarlo.

E' sbagliato, è tutto tremendamente sbagliato e lo sappiamo tutti e due, ma non importa: siamo nati per soffrire e siamo cresciuti per farlo insieme. Fa schifo, lo so, ma il bisogno di toccarti è così forte che per un momento mi dimentico persino chi sono, da dove vengo, qual'è il mio nome.

Zero scacciò via la mia mano con uno schiaffo e io rimasi lì, con il braccio a penzoloni, a sorbirmi la sua ramanzina.

Non toccarmi con le mani con cui hai toccato lui”.

La rabbia della tua voce è veleno per le mie orecchie che la sorbiscono, e che velocemente la fanno andare verso il cuore. Il cuore pompa il sangue, mi fa andare avanti: ma dimmi, Zero, se il mio cuore pompa sangue avvelenato, posso continuare a vivere?

Mi scese una lacrima. Sentii il bruciore della gola farsi sempre più pesante e chiedermi di essere liberato. Avevo bisogno di piangere.

Mi dispiace, Zero, avrei dovuto parlarti prima di lui”.

Non mi servono le tue scuse. Vattene via”.

Proprio non vuoi capire”, dissi con la voce spezzata dal pianto.

Lui non parlò.

Kaname mi ha salvato la vita, tempo fa. Se lui non lo avesse fatto, io di certo non sarei qui”. Le mie intenzioni erano nobili. Stavo difendendo il mio amato, e questo doveva bastare, a Zero.

La mia manina cominciò a salire sul petto di Zero, e al livello del cuore strinse forte il maglione. Con lo sguardo abbassato, sussurrai: “Zero...tu sei importante per me. Non chiedermi di scegliere tra te e Kaname, perché credimi, non vorrei. Non potrei”.

La sua mano strinse la mia. Quando ci toccavamo, mi sembrava tutto più semplice. Mi sembrava che la distanza fra di noi, improvvisamente, si azzerasse, o addirittura scomparisse.

Zero...è solo da quando sei arrivato tu che riesco a dormire la notte, lo sai? Mi infonde calma e sicurezza, il fatto che tu sia vicino a me. Ed è bellissimo...”.

Praticamente, gli stavo confessando quanto tenessi a lui. La mia vita, da quando era contornata dalla presenza di Zero, aveva assunto sicuramente dei colori diversi. Era meno buia, per prima cosa.

E' uno stupido sangue puro”, lo sentii sibilare.

Appoggiai il mio viso al suo petto. “per un solo secondo, Zero, non riesci a mettere via il rancore che provi nei loro confronti? Non riesci a pensare solo...a noi?”

Mi strinse a sé con l'altro braccio. Zero non dimostrava mai a parole quello che provava. Si limitava a lasciarsi trasportare dai gesti, e, in quel momento, aveva il bisogno del mio contatto. Non glielo negai, no.

Mi manca la mia mamma, Yuuki”, disse Zero affondando il viso tra i miei capelli. “e tu, a volte, sei così simile a lei...forse mi comporto male con tutti solo per quello, perché mi sento tremendamente solo”.

Sentii una morsa lacerante allo stomaco. In quel momento, Zero mi stava dicendo che, praticamente, al mondo aveva solo me.

Ci sono qui io, ora, Zero. Ti proteggo io”, promisi.

Sentii i capelli inumidirsi, e non potei fare a meno di pensare che Zero stesse piangendo. Sorrisi, tra me e me, pensando che in quell'istante, io e il dolce ragazzino dai capelli argentei eravamo un'unica persona.

Io sono te, tu sei me, Zero. Ti stupiresti se ti dicessi che ora...stai scappando?

 

Mi sento una bastarda che ha mentito e che ha tradito. Più volte, macché, non solo una. No. Mi sento come una bambina che viene picchiata in una stanza buia. Ha bisogno di urlare, ci prova, ma nessuno la sente e di conseguenza, nessuno la salva.

Mi sento morire perché l'unica cosa che sono in grado di fare è ferire le persone che mi sono accanto.

A cominciare da te, amore mio, che mi stai succhiando via l'anima.

Prendila e straziala, è tua. Fanne ciò che vuoi ma amami, ti supplico. Amami perché il tuo amore è l'unica cosa che ora, in questo istante, mi permette di andare avanti e respirare in silenzio.

Zero...”.

Kaname si stacca. Ha finito, non ha più sete. E' saturo di liquido immortale e probabilmente stufo di vedere i miei ricordi.

Basta, Yuuki, basta. Non dirlo più, il suo nome. Ho capito tutto”.

 

 

Mi scuso se alcune parti del manga sono state un po' stravolte; era necessario, credetemi. In ogni caso, prendete questo capitolo per ciò che è. Io mi sono impegnata molto!

VOLUTAMENTE non ho messo il nome di colui a cui era dedicata l'ultima parte in corsivo del capitolo. ( A cominciare da te, amore mio, che mi stai succhiando via l'anima ecc,...).

Sono davvero curiosa di sapere a chi avete pensato mentre lo leggevate.

Io so a chi ho pensato, credetemi, e sarò felice di farvelo sapere in privato.

A presto...


 

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Capitolo 4
*** Quando fa male anche solo respirare ***


 

Rieccomi carissimi lettori! :)

Prima di tutto vi chiedo scusa se ho ritardato così tanto nel postare questo nuovo chappy, ma, essendo l'ultimo, ho voluto rileggerlo fino allo spasmo. Chiedo di nuovo scusa a tutti per gli errori che ho commesso e che commetterò; sono inconsapevoli, perché sono una novellina e ne prendo atto.

Purtroppo questo viaggio è terminato. Molti di voi si chiederanno: “ma che razza di storia è questa?”, e vi capirei, se lo faceste, in quanto di nuovo io ho aggiunto poco o niente. E' una storia in cui io ci ho messo comunque tutta me stessa, dove mi sono trasformata in Yuuki e ho provato, per quattro capitoli, ad essere lei e a pensare come lei. Spero che quel “poco o niente” vi abbia emozionati almeno un po'. Sarebbe un enorme traguardo.

Potete mettermi in croce, lo accetterei!

Buona lettura, i ringraziamenti li troverete alla fine.

 

Capitolo 4 – Quando fa male anche solo respirare

 

Ricorda, che le scelte coraggiose e giuste, quando le fai sono solo coraggiose. (...)
Caro Amico, una scelta la sto per fare in questo momento; sai quando sei lì lì sul ciglio del burrone e ti devi buttare, anche se sai per certo che hai le ali, l’emozione arriva fino alla gola, il panorama ha colori più vivi e sembra più profondo, sto per buttarmi… e so, in cuor mio, che è la scelta giusta.
Ho un’emozione però, mista a paura.

Stefania Parolin, da “Lettere ad un amico”

 

Basta, Yuuki, basta. Non dirlo più, il suo nome. Ho capito tutto”, mi dice Kaname.

Lo vedi come soffre?

Ti prego”, aggiunge.

E mi scopro ancora in lacrime. Ma, ora come ora, non riesco a capire se sono dovute a il mio principe che è triste o al ricordo di Zero.

Kaname si lascia cadere all'indietro a pancia in su e osserva il cielo. Il nostro cielo; quello che adesso stiamo condividendo insieme.

Io mi alzo a sedere e non posso fare a meno di guardarlo. Colgo ogni particolare del suo viso e lo faccio mio.

La bocca semi-chiusa sporca del mio sangue, con due lunghi canini che sporgono e che lo rendono pericoloso e dannato. Due occhi cremisi che cercano il sole, che debole c'è e si fa sentire. Infatti, il Nobile porta una mano all'altezza della fronte per coprire gli occhi dalla luce: rischia di farsi male.

Ma Zero, a te fa male la luce del sole?”.

Io non sono nato vampiro”.

Tasto con la manina il punto in cui due uomini, in momenti diversi ma allo stesso modo, mi hanno morsa.

Allo stesso modo?

Il morso di Kaname è dolce, calcolatore. Cerca di prendere la vena in modo che faccia meno male per me. Succhia poco, il mio principe; e le sue labbra sono gelide al contatto della mia pelle. Mentre mi morde, sento con tutta me stessa che vorrei urlare: “Ti prego, prendine ancora. Ti prego”.

Il morso di Zero è...diverso. E' avido, impreciso. So per certo che non vuole farmi del male, anche se a volte, per caso, me lo fa. Ma io lo lascio fare. Non lo fermo perché, dannazione, io voglio che si nutra di me. Voglio che si nutra della mia linfa vitale che lo salva e non lo fa sprofondare nel livello E.

I ringhi che provengono dalla sua bocca appartengono al vampiro che c'è in lui e che lui, per primo, cerca di reprimere. Ma non mi disturbano. Così continua ancora e ancora, finché vorrei urlare: “Fermati, Zero, fermati”.

Ma lui si ferma sempre un millesimo di secondo prima che io pronunci quelle parole.

Ma è in quel millesimo di secondo che io afferro la perdizione eterna e mi lascio trasportare dalle sue braccia.

E' buffo. E' buffo perché mi ritrovo a comparare due persone, due mondi: il mio amore e il mio migliore amico. Il mio salvatore e l'uomo che con tutta me stessa ho cercato di salvare.

 

...Cos'è che hai capito, Kaname?”, gli chiedo.

E lui sorride, guardando il cielo. “Che sei innamorata di lui, amore mio. Che una parte del tuo cuore è, senza alcun dubbio, legata a Zero Kiryu”.

E in un attimo le sue parole mi sembrano provenire da un altro pianeta. Mi dico: “è impazzito”. Ma Kaname non è uno che parla a caso.

Dietro le sue parole, un fondo di verità sempre c'è.

Mi ritrovo a balbettare cose che non hanno senso. Non trovo il coraggio, scavando dentro il mio cuore impuro, di dire: “no, non è vero”. Perché direi solo una bugia. Un'altra sporca, inutile bugia.

Io...”, di nuovo, balbetto. Di nuovo, sono in grado di ferire la persona che amo di più.

Ma Kaname si è alzato, e di colpo mi appoggia un indice sulle labbra. I miei occhi sono intrappolati nei suoi; il braccio che non è alle prese con il mio viso mi ha circondato pericolosamente la vita.

Dio, Kaname, siamo davanti all'istituto e tutti, ma dico proprio tutti, in questo momento potrebbero guardarci. Ma non proviamo vergogna, no; io e il mio principe ci amiamo così e adesso, perché ci fa sentire meno soli e meno sbagliati.

Fa aderire il mio corpo al suo, il mio Kaname, e ora le nostre fronti si toccano pericolose. Mi sento debole, ma non per i due morsi: il mio corpo ha ceduto nel momento in cui lui ha detto “amore mio...”.

E forse è adesso che comincia veramente tutto. E' adesso che decido definitivamente di andare via con lui. Di passare l'eternità, con lui.

Oh, Kaname, sono così sciocca ancora che immaginare l'eternità mi fa paura. Per me esiste la giovinezza, l' adolescenza, la vecchiaia, la morte. La morte, Dio mio. E dopo di questa, credimi, non c'è più niente. Sappiamo davvero che cos'è l'eternità? Ne abbiamo anche la minima idea?

Per me rimarrà sempre un concetto troppo grande.

Dolce Yuuki...ti ricordi quando, tempo fa, ti ho chiesto di rimanere così come sei, per sempre?”, mi domanda il Nobile.

Sì, Kaname”.

Tu mi hai guardata con occhi che non capivano. Occhi che non potevano capire. E, in quel momento, Yuuki, io ti ho amata tantissimo...”.

Mi bacia dolcemente, e io non posso fare a meno di rispondergli. La mia mano ora si è posata sui suoi capelli, e li stringe forte. Sento il bisogno di aggrapparmi a lui, ne ho bisogno e se non lo faccio cado, lo so. Sprofonderei nel buio, sconfitta.

Noto – con piacere - che il bacio ha preso una piega molto più intensa. Ora le nostre lingue si rincorrono, giocano, fanno una danza passionale che insieme scopriamo per la prima volta e che, insieme, incrementiamo a nostro piacimento.

Non c'è nulla di più bello dei suoi baci, mi ritrovo a pensare.

Ormai, lui è seduto con le gambe distese e io sono in ginocchio, sopra di lui. Siamo avvinghiati in un abbraccio mozzafiato che è tutt'altro che casto; ma va bene, per una volta, va bene così.

Sento che ho bisogno di riprendere fiato e perciò le mie labbra si spostano lentamente sul suo collo. Annuso il profumo del suo sangue, che sa di uomo che ora non è più triste, né solo.

Ci sono io con te, Kaname. Ci sono sempre stata e ci sarò per sempre. Verrò via con te, ho deciso, lo sai che lo farò. Non avere paura...sono tua”.

Nel dirlo metto tutta l'enfasi possibile, perché ci credo davvero. Le sue mani mi tengono stretta a lui e la sua testa si posa sul mio collo.

Siamo una cosa sola, io e te.

Sento la mia spalla bagnarsi un pochino, e rimango sorpresa.

Il mio Kaname stava piangendo.

 

Anche se senti qualcosa per lui, hai comunque detto che resterai accanto a me per l'eternità... anche se scegliere solo uno di noi ti farà soffrire per sempre.

Ed è proprio questa la prova del tuo amore per me”.

(Kaname a Yuuki)

 

 

***

 

Oggi io e il mio principe siamo in viaggio, ahimè, è giunto il momento di lasciare l'accademia. Non so dove stiamo andando, ma io mi fido di Kaname e mi lascio guidare.

Non ho paura, non ne ho avuta nemmeno quando lui mi ha detto che è stato proprio lui a uccidere Shizuka.

Per la prima volta nella mia vita, non ho paura.

 

Forse, però, mi sento solo un po' in colpa. Un pochino.

Zero, non ho intenzione di chiederti perdono, per cui non lo farò. Meriti ben altro che una parolina sputata lì così, come: “Scusami”.

Avevo promesso di donare il mio sangue solo a te. Bugia.

Odi i vampiri e io ora sono una di loro. Che razza di ipocrita.

Ma so comunque che mi cercherai. Beh, forse quando mi troverai vorrai uccidermi, ma ci penseremo quando arriverà il momento. Per adesso mi limito ad andare via da te.

Teoricamente, avrei dovuto ucciderti io, se tu fossi sprofondato al livello E. Lo vedi, Zero, come può cambiare la tua vita in un battito di ciglio?

Ti conosco da quattro anni, ormai. In così tanto tempo ho imparato a memoria ogni centimetro del tuo viso ma credimi se ti dico che non mi sono mai accorta che in te c'era qualcosa che non andava.

Dio, sai che c'è? C'è che mi dispiace da morire. Quando ti ho guardato, prima, il mondo mi è crollato addosso. Tu con i tuoi occhi stupendi, io con la consapevolezza di doverti abbandonare.

Di doverti dire addio, diamine.

Quando mi sono accorta che eri un vampiro era troppo tardi e ora mi sto allontanando da te. Ti perderò per sempre e questo mi uccide. Mi uccide. Ma forse è meglio così.

No, è meglio per noi, noi due. Davvero.

Zero...io ti voglio bene. Non è quel genere di bene che un'amica vuole ad un amico, è qualcosa di più.

E' il dolce sapore del tuo ricordo, l'agonia del desiderio di stringerti fra le braccia. L'impuro e semplice volere di stare insieme a te anche quando tutti dicono...basta.

Io sono legata a te. Lo sarò...per sempre. Perdonami, perché ancora una volta, me ne sono accorta troppo tardi.

Ma in ogni caso non sarebbe cambiato niente.

Per cui non fa così male...se lo dico, giusto? Io ci provo. Probabilmente ogni pezzetto della mia dignità andrà a farsi fottere.

Zero...io ti amo.

Non sai quanto vorrei che fosse sufficiente.

E allora cercami, Zero, e possibilmente, trovami. Perché quando guardo i tuoi occhi e tu ti rispecchi nei miei, il mio mondo comincia.

Posso dirti un ultima cosa?

Scende una lacrima, un fiocco di neve. Il ricordo di te si fa vivido e scorre in me. Il sangue pulsa, la vita va avanti. Quando fa male anche solo respirare.

Grazie, Zero. Anche solo per essere stato te stesso mentre eri con me. Anche solo per aver cercato di strapparmi dalla mia vita – quella che devo vivere in ogni caso - con un dolce bacio.

Quel bacio era tuo. Era mio. Era nostro.

Non dimenticarlo mai.

Grazie, Zero.

Ora me ne vado; mi resta solo una cosa, da dirti. La cosa più brutta ma forse più bella che abbia mai dovuto dire.

Addio.


 

...

Zero: “Prima che mi appassioni al gusto del tuo sangue, lasciami perdere. Io...”
Yuuki: “Lasciarti perdere? Che cosa orribile che hai detto. Io continuerò a mantenere la mia promessa! Ti ho detto che ti fermerò, anche se tu dirai di non volerlo. Anche se mi odierai,continuerò, ancora e ancora., fino a sedare la belva che alberga dentro di te. La tua mente non ha ceduto ancora alla follia., figurati se ti lascio morire! Odia sia i vampiri che me...almeno significa che non ti dai per vinto.”


 

Zero: “Come potrei mai odiarti?

 

 

Ringrazio...

Karmilla, che con costanza e dedizione mi ha seguita in questo mio primissimo viaggio. Se ti ho delusa in qualche modo ti chiedo scusa; sappi che, in ogni caso, sono qui grazie a te e tu lo sai. Il “mio” Kaname è anche il “tuo”; quando scrivevo di lui pensavo a te, che lo ami così tanto.

Ti voglio tanto bene, davvero.

Lilith of the Thirsty, a cui voglio un bene dell'anima e che mi ha spinta a pubblicare. Sei una ragazza splendida, che mi ha aiutata tantissimo. GRAZIE.

Jakefan, la quale, anche se non pensavo bazzicasse da queste parti, mi ha fatto una sorpresa bellissima venendo a leggere e recensire i miei capitoli. Tesoro, sei speciale, e bravissima tra l'altro. Mi hai aiutata molto!

MartyKy, la mia zerina preferita, che è dolcissima e che mi lascia sempre delle belle parole. Sei davvero speciale e sono davvero onorata di aver incontrato una Zeki convinta proprio come me.

XXJessicaaaaXx, che è una Kanamina convinta ed è anche un po' pazza, ma alla quale voglio un mondo di bene. Ti sarò sempre vicina e potrai sempre contare su di me!

Heart, un'altra dolce Kanamina! Spero non ti dispiaccia che la storia sia già terminata, ma in ogni caso mi sentirai molto presto, tranquilla!

Rossi – chan, Zerina d.o.c., che ringrazio per tutte le bellissime parole che mi ha lasciato. “EMOZIONE” ti vuole tanto bene.

SunshineInTheDarkness, che mi ha seguito con costanza.

Per ultima ma non meno importante, ringrazio Ca, che con la sua recensione mi ha aiutata parecchio. Le tirate d'orecchi servono, e a non poco. L'ho imparato da te!

 

Con questo vado via, ne avete abbastanza di me, suppongo! Siete state tutte preziose; ringrazio dal primo all'ultimo tutti coloro che hanno avuto la pazienza di arrivare fino a qui, chi è passato senza lasciare recensioni, chi ha letto e mi ha maledetto in babilonese, chi ha messo la storia nelle preferite, nelle seguite o nelle ricordate.

GRAZIE DAVVERO.

A presto, ve lo prometto.

Vostra Je 

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