Summer Lovin'

di Mudblood26
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo. ***
Capitolo 2: *** Un sorriso di troppo. ***
Capitolo 3: *** Illusione? ***



Capitolo 1
*** Prologo. ***


Prologo


Non sono mai stata una di quelle ragazze popolari che si vedono in TV, né tantomeno una che ha alle spalle una schiera di ex fidanzati super fichi.

Mi definisco una ragazza semplice, ma dai gusti difficili. E quando parlo di gusti, mi riferisco a tutto, specialmente ai ragazzi.

Diciamo che tendo a salire oltre una certa fascia d'età: è ovvio che non mi spingo troppo in su, ma nemmeno tanto in basso...insomma, tutti quelli sotto i quindici non mi interessano.

Sarà quella cosa dello sviluppo nella fase adolescenziale: gli ormoni, si, proprio loro, gli artefici di tutto.

Insomma, è sempre stato vero che noi ragazze maturiamo molto prima dei maschi, sia fisicamente che psicologicamente. Quando scegliamo, preferiamo un ragazzo dolce e maturo (non per forza un fotomodello!) a uno che colleziona ancora le figurine dei calciatori.

Parlando di ragazzi, si comincia a parlare dell'amore...già ma quale tipo di amore?

Esiste l'amore duraturo, quello che spesso porta due persone all'altare, ma non andiamo così oltre; esiste l'amore a prima vista, quello che ti colpisce come «un fulmine a ciel sereno»; esistono gli amori estivi...quelli che quasi sempre non superano la fine di agosto.

Bé, è di questi ultimi che vorrei parlarvi, ma soltanto di uno...il mio!

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Capitolo 2
*** Un sorriso di troppo. ***


Sembra strano che siano passati già quattro anni...

 

Insomma, per me è come se fosse stato ieri il giorno del nostro incontro, quando i nostri occhi si incrociarono per la prima volta in un modo diverso, un modo che non riesco a ricordare.

Forse sto ingigantendo un po' troppo la cosa: infondo era solo una cotta così, però per me fu una cosa un po' diversa. Una cotta quanto può durare? Bé, non molto direi, tranne nel mio caso: si, perché questo ragazzo “fluttua” ancora nei miei pensieri.

Dopo 4 anni capite?! Fatto sta che in nessuno modo riesco a dimenticarlo. Ditemi voi come faccio a dimenticarlo se ogni benedetta estate lo vedo: si, perché dove vado in vacanza io vive lui.

Chiamatela ironia della sorte, chiamatelo destino o come volete voi, tanto per me non ha più nessun significato.

Ammetto che per me è ancora una tortura vederlo insieme ad un'altra: come posso essere gelosa di qualcosa che non mi appartiene?

Certe volte, mi piacerebbe essere come quelle ragazze che appena scaricato un ragazzo, subito si consolano con qualcun altro: “ammiro” molto la loro capacità di dimenticare così in fretta, una qualità che a me manca.

Sinceramente, credo che non valga davvero la pena sprecare un'estate intera inseguendo stupide illusioni, anche se la mia è stata davvero una bella illusione.

Bé, è inutile continuare a girarci intorno, perciò partirò dal principio, da quel luglio di quattro anni fa.

Ogni anno - dato che in quel mese i miei genitori lavoravano sempre – frequentavo una colonia estiva: era un posto dove i genitori scaricavano i propri figli per tutta la mattinata, chi per lavoro e chi per altro.

Verso le 9 noi del gruppo dei grandi facevamo a turno per andare in canoa, per poi dirigerci alla spiaggetta, un tratto di spiaggia incastonata tra gli scogli; verso le 10 facevamo un spuntino con cornetti, graffe, bomboli al cioccolato, e chi più ne ha più ne metta; poi alle 11 c'era il terzo bagno, e di colpo tutti si fiondavano per accaparrarsi i materassini.

Me lo ricordo bene, anche perché quello essendo l'ultimo anno per molti ragazzi, noi ragazze potevamo godere di un'ampia scelta di quattordicenni: alcuni erano bassi e cafoni, altri belli e sfacciati.
Bé, come si dice, nessuno è perfetto.

Anche se ogni giorno era sempre la stessa routine, frequentando quella colonia conobbi molte persone, e con alcune mi sento ancora tutt'oggi.

Tornando a Principe Azzurro (è così che ho deciso di chiamarlo) lo notai quasi subito: era alto per la sua età (ma anche io non scherzavo), molto abbronzato, simpatico e uno sguardo capace persino di scogliere il ghiaccio.

Qualche giorno dopo l'inizio della colonia ero in canoa con Vale, una delle mie amiche, e stavamo tornando a riva per dare il cambio ad Ale e Stefania, quando a un certo punto urtai qualcosa: in un primo momento pensai che fosse uno scoglio.

«Oddio, adesso affondiamo!» pensai, quando poi alzai lo sguardo e incrocia quello di un ragazzo, che riconobbi subito.

«Fai attenzione» mi disse continuando a sorridere, e allontanò dolcemente la mia canoa dalla sua.

Lo vidi remare in direzione della spiaggetta, e continuai a fissarlo da dietro, fino a quando Vale mi scrollò il braccio e mi allontanò dalle mie fantasticherie.

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Capitolo 3
*** Illusione? ***


Quando tornai a casa, mi buttai sul letto e a quel punto «Ciao ciao mondo!» e mi immersi nei miei pensieri più assurdi.

Ero quel tipo di ragazzina che si fa subito i film in testa, e quindi cominciai già a pensare me e Principe Azzurro fidanzati.

Non sapevo esattamente cosa mi attirava di lui: non credo sia stato solo per quello che vedevo esternamente, ma anche per quella sua aria apparentemente dolce e timida.

Possibile che il mio fosse davvero uno di quei famosi “amore a prima vista”?

Tempo fa lo avrei creduto, ma ora non ne sono più così sicura...

Bé quella notte pensai solo a lui, e credo di non aver mai dormito così bene in vita mia.
La mattina dopo mi alzai di buon'ora (non era mia abitudine, specialmente in estate) , sperando di arrivare al lido il prima possibile, non sapendo se Principe Azzurro fosse un tipo puntuale o un pigrone come me.

Arrivai che c'erano circa sette persone: erano solo le 8 e 20!
Mi andai a sedere sotto il mio ombrellone e comincia a sistemare l'asciugamano sulla sdraio, tentando di distrarmi dal pensiero di Principe Azzurro.

A poco a poco cominciarono ad arrivare anche le mie amiche, e così l'ansia sparì.

Dopo un po' lo vidi: era arrivato con il fratello e alcuni amici.

«Pigrone!» dissi fra me e me, e senza accorgermene, un sorrisetto compiaciuto mi spuntò sulle labbra.

Andammo a fare il bagno. Notai con la coda dell'occhio che ogni tanto mi fissava: ero troppo timida per girarmi e ricambiare quello sguardo.

Rimasi tutto il tempo con le mie amiche, ma appena lui distoglieva lo sguardo, non perdevo tempo e lo ammiravo in segreto.

La mattinata trascorse lenta come non mai , e verso mezzogiorno mia nonna mi venne a prendere.

Non vi nascondo la mia delusione quando lui invece di salutarmi, rimase a giocare a ping pong con i suoi amici.

Non credo gli costava tanto dire un «Ciao!» o anche un gesto con la mano.

Che tutto ciò stava succedendo solamente nella mia testa?

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