No Dark Shame

di Lilith of The Thirsty
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Questa storia ha partecipato al contest "Not strong enough - Rinunciare all'amore" indetto da visbs88, classificandosi al quarto posto vincendo il premio Originalità.
 
 
Titolo: No Dark Shame

Autore: Lilith of The Thirsty

Frase:  8 - And with your presence my heart knows no shame. (E in tua presenza il mio cuore non conosce vergogna.)

Introduzione:  Lucia crede di essere una ragazza normale. Un giorno viene rapita da chi lei riteneva essere sua amica e le verrà rivelata una mostruosa verità sulla sua esistenza e su colui che ama. E’ perverso amare il tuo negativo, il tuo opposto, colui che può distruggerti ma che può farti anche risorgere.
Eppure amore significa morte e morte significa amore.

 Rating: Giallo.

Generi: Introspettivo, Sovrannaturale, Romantico, Drammatico.

Avvertimenti: long-fic.
 

No Dark Shame


 
 
 

Capitolo  1

 
Aprii lentamente gli occhi, tossii forte per l’odore acre di muffa che sentivo intono a me. Una nausea spaventosa si impadronì del mio stomaco facendomi sussultare.
Il capo mi doleva, tutto era sfocato e poco nitido.
Qualcosa stava colando dalla mia fronte ma non potevo toccarmi: mani e piedi erano legati. Doveva essere sangue, ricordavo che qualcuno mi aveva colpito forte alla testa.
Un conato mi fece dolere il ventre mentre la ferita sulla fronte pulsava in maniera frenetica e brutale.
Mi lamentai più volte ma sembrava che non ci fosse nessuno.
I miei occhi si abituarono all’oscurità e cominciai a fissarmi intorno.
Il pavimento era pieno di polvere e sudiciume, sopra di me alcune lampade gettavano una luce sinistra nella stanza.
Cercai di regolare il respiro ma l’ansia e la paura presero il sopravvento causandomi ancora più sofferenza.
“Michael?” chiamai con voce roca e supplicante.
Non arrivò nessuna risposta come mi aspettavo, volevo mettermi a urlare e a piangere.
“Hai ancora il coraggio di pronunciare il suo nome?” chiese una voce femminile.
Alzai piano la testa e vidi una figura di donna in fondo alla camera appoggiata al muro, avanzò verso di me con occhi grigi pieni di odio e disprezzo.
Una tuta nera le fasciava il corpo perfetto mentre un’aura spaventosa l’avvolgeva e si riversava fuori dal suo possente fisico.
I capelli biondi scendevano aggraziati fino alle spalle, brillavano ad ogni mossa della donna.
“S-Sophie! Grazie al cielo!” esclamai sollevata quando si inginocchiò di fronte a me.
Sollevò una mano guantata e vibrò un sonoro schiaffo al mio viso.
La guancia andò in fiamme mentre la testa pulsò più forte. Le parole non uscivano, il mio corpo era troppo debole e affaticato. Perché mi aveva schiaffeggiata? Eravamo amiche da sempre, non riuscivo a comprendere il motivo di tanto odio. L’avevo offesa?
Tutta la mia energia era sparita, risucchiata dal gesto ostile di quella che credevo essere mia amica.
“Non provare a ridire il nome del signore del fuoco con quella tua sudicia bocca, demone!” sussurrò tra i denti Sophie.
I miei occhi si aprirono sgomenti: come mi aveva chiamata? Non riuscivo a risponderle nulla, la mia lingua sembrava un pezzo inerte di carta.
Demone? Perché, cosa le avevo fatto?
Senza rendermene conto stavo piangendo, lacrime salate di sofferenza scivolavano sulle guance lentamente.
“Ma fammi il piacere!” sbottò la mia amica irata “Se pensi di commuovermi con la tua commediola stai sbagliando persona! Non sono buona come Michael!”.
“Ma…”
“Vuoi vedere il motivo di tutto? Vuoi sapere perché ti tratto così? Sai, lui non voleva che tu lo scoprissi ma io non mi faccio scrupoli. Sperava di poterti salvare ma come si può recuperare qualcuno della tua razza? Impossibile! Lascia che ti mostri cosa sei, razza di feccia!”.
Sophie mi girò violentemente e strappò un pezzo della mia maglietta blu dalla schiena. Posizionò uno specchio dietro di me e uno di fronte, abbassai gli occhi e fissai il pavimento; avevo paura della risposta.
“Guarda cosa sei! Guarda a chi appartieni!” mi disse con la voce intrisa di disprezzo e gli occhi grigi irati.
Quando incrociai lo sguardo sullo specchio mi si mozzò il respiro. Cominciai a tremare mentre i miei occhi azzurri si riempivano ancora di lacrime.
Non potevo nascondere ciò che avevo sul dorso nemmeno con la nebbia e la nausea che mi provocava la ferita alla testa.
Al centro della mia schiena si stagliava un simbolo marchiato a fuoco.
Era nero come la pece e scavava un buco sinistro nel mio incarnato chiaro e freddo. Non potevo e non volevo crederci.
Una croce rovesciata era spezzata a metà, stillava sangue e alimentava le fauci di un demone. Misi incredula le mani legate davanti alla bocca: non poteva essere reale.
“Sconvolta piccola Lucia? Quanto mi dispiace, sono stata troppo diretta? O forse dovrei chiamarti con il tuo vero nome… Lilith, figlia del diavolo!” gridò Sophie nelle mie orecchie.
Avrei tanto voluto che non fosse vero ma la consapevolezza mi schiacciava ogni parte del corpo, e continuavo a chiedermi  perché fossi finita sulla Terra.
“Tu sei la causa delle più atroci e sanguinose guerre della storia! Vuoi vedere?” ghignò Sophie mentre mi tirava per i capelli scuri.
Una luce dorata avvolse i nostri corpi: era tanto forte che chiusi gli occhi e non parlai più.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Capitolo 2
 

Aprii piano le palpebre e quello che vidi mi lasciò di stucco. Persone diverse ci sfrecciavano davanti vestite con pepli e fiori, donne e uomini che non potevano vederci.
Una mano mi strattonò per i capelli e la voce di quella che era la mia amica mi disse di osservare la stanza con attenzione.
Il mio sguardo vagò per la sala, non sapevo che cosa cercare finché non la vidi.
Finché non vidi me stessa.
Ero alta e bellissima, i capelli d’oro mi incorniciavano il viso mentre i miei occhi azzurri fissavano i presenti che si avvicinavano con rispetto.
“Sai chi sei?” mi chiese Sophie in tono ironico.
Non risposi, l’avevo capito da sola.
“Elena di Troia! La prima donna per la quale si sia scatenata una guerra!” esclamò indignata.
Vidi un giovane muscoloso e affascinante che si faceva largo tra la folla e sussurrava qualcosa alla mia me del passato.
Doveva essere Paride.
“Lilith, prova a guardare se distingui qualche altra persona qui dentro…” sogghignò Sophie.
Stavo per risponderle che non riconoscevo nessuno quando il respiro si bloccò.
Capelli rossi corti e occhi verdi come smeraldi trapassavano il corpo di Elena senza che lei se ne accorgesse.
“M-Michael?” domandai sorpresa a Sophie.
Lei fece una smorfia ma annuì.
Era bellissimo vestito da soldato semplice, tutta la luce si condensava sul suo corpo. Non c’era donna che non lo fissasse ma lui continuava a osservare me, solo e soltanto Elena.
Quindi mi aveva sempre tenuta d’occhio? Poteva vedere quello che causavo alla gente.
Distolsi lo sguardo provando un enorme senso di colpa, eppure dentro il mio cuore non c’era vergogna. Non provavo imbarazzo per quello che ero perché sapevo che quel semplice angelo mi conosceva da sempre ed era consapevole di cosa si annidasse dentro di me. Ciononostante era lì.
Un vento leggero si insinuò nelle mie orecchie sussurrandomi “Non vergognarti…”.
Senza preavviso la scena cambiò e mi ritrovai in un nuovo ambiente.
Lastre di marmo ricoprivano il pavimento, sontuosi arazzi scendevano dalle pareti mentre una donna era seduta su un trono d’oro massiccio.
Aveva capelli neri abbastanza lunghi e occhi azzurro ghiaccio.
Un vestito di lino le copriva le forme generose mentre una corona regale le ornava il capo.
“Vostra maestà, Cleopatra signora d’Egitto vi porto cattive notizie!” disse un messo che entrava di corsa nella sala.
La mia me fece un cenno ed egli cominciò a raccontare che la guerra contro i romani stava volgendo a loro favore e che gli egiziani erano stremati.
Cleopatra lo congedò con un gesto cortese e chiamò un solo nome “Majid”.
Per la seconda volta il respiro si fermò e le lacrime cominciarono a scendere ancora.
Un uomo con i capelli rossi lunghi e gli occhi verdi si avvicinò alla regina d’Egitto e si inchinò. I due cominciarono a parlare ma non riuscii a seguire il discorso.
Notai come la mia me arrossisse e sembrasse insicura mentre discuteva con Michael ( Majid in quell’epoca), gli occhi erano lucidi e carichi di passione mentre le labbra tremavano esitanti.
Il mio cuore fece un salto di gioia quando mi resi conto che lui c’era sempre stato per me: aveva vissuto al mio fianco sempre, sapendo chi fossi e che cosa comportasse. Adesso ero sicura che l’avrei visto sempre in tutte le vite in cui Sophie mi avesse fatto guardare.
Sapevo che era un arcangelo al servizio di Dio ma non me ne importava nulla: lo volevo.
Ancora una volta una frase mi accompagnò prima che potessi sparire “Non vergognarti…”.
Un brusco strattone mi riportò alla realtà e la scena cambiò di nuovo. Ero dentro una foresta scura e impenetrabile insieme a Sophie.
Molti uomini correvano dispersi nei fitti alberi, alcuni avevano insegne cristiane e altri no. Non riuscii a comprendere il loro linguaggio ma dovevano essere mussulmani.
Da dietro un albero uscì una figura femminile ammantata. Aveva i capelli ramati e gli occhi blu, si guardava intorno impaurita.
“Michele?” chiamò tremante la ragazza.
“Sssssh!” sussurrò una voce alle sue spalle mentre le metteva una mano sulla bocca.
Una fitta d’invidia mi colpì lo stomaco.
Sapevo che io ero proprio quella fanciulla ma volevo per me il tocco di Michael, le sue parole e i suoi occhi.
Un cavaliere cristiano passò a pochi metri da dove erano nascosti i due ragazzi.
“Angelica, stavi per farti scoprire! Vieni, devo portarti da Medoro…”
La mia me esitò, comprendendo che il suo amore era rivolto solo ed esclusivamente a Michael.
I miei nomi potevano anche cambiare ma ciò che sentivo per quell’angelo sarebbe durato in eterno.
Ancora una volta avevo provocato inconsapevolmente una guerra tra due popoli: cristiani e mussulmani. Eppure sembrava che a Michael non importasse.
“Non vergognarti mai…”.
La visione cambiò di nuovo. Sophie mi guardava con occhi di fuoco: non mi avrebbe mai perdonato e lo capivo benissimo.
Una donna camminava attraverso il parco di un palazzo. Un corpetto blu era allacciato con nastri argentati e pizzi azzurri completavano il tutto.
La gonna era ampissima e sulla stoffa pregiata si vedevano ricami di rose e gigli.
I capelli castani erano raccolti in un severo chignon mentre le iridi azzurre fissavano le stalle.
Tremai, quando riconobbi lo stemma del re che sventolava da una bandiera di una torre.
Ero Anna Bolena.
Uno stalliere si avvicinò a me circospetto, i ricci capelli rossi e gli occhi verdi mi fissavano come avevano sempre fatto per millenni.
“Vostra maestà non dovrebbe essere qui!” esclamò disorientato.
“Michael… Voglio fuggire…” disse la mia me abbassando il viso.
Lui si liberò del carico di fieno che stava portando sulle spalle e abbracciò Anna.
Gemiti potenti scossero il corpo della regina d’Inghilterra.
“Sono stanca, non voglio più stare qui… Enrico, lui…io… ti amo!” singhiozzò disperata Anna mentre si allacciava al corpo potente di Michael.
Gli occhi verdi dell’angelo si velarono di tristezza mentre la stringeva ancora di più al suo corpo.
“Non possiamo Anna… Devi accettare il tuo destino…”
“Ciò che voglio sei tu… Posso morire così anche adesso non m’importa!”
“Anna…”
Le labbra di Michael sfiorarono quelle della mia copia, i loro respiri si fusero fino a diventare uno solo quando le loro bocche si incontrarono.
“Portami via! Basta!” supplicai Sophie mentre il petto cominciava a dolermi.
Con uno schiocco di dita ritornai al presente insieme all’angelo che mi aveva catturato.
Non vergognarti mai Lilith…

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Capitolo 3

 
“Allora hai capito che cosa hai fatto?” mi chiese sprezzante la donna bionda.
Io la guardai attonita, ero spaventata da me stessa e da quello che avevo prodotto in passato.
Le parole non uscivano.
“La tua anima nera e putrefatta corrompe gli uomini, li fai impazzire e per te scatenano guerre. Si uccidono tra di loro solo per te, solamente perché porti disperazione e lotte.
A chi credi che siano dovute le guerre mondiali? Tu con la tua esistenza maligna hai liberato le tenebre sulla terra gettando il mondo in epoche oscure portando gli esseri umani al suicidio. Per fortuna noi angeli siamo riusciti a fermare gli scempi che hai generato. Il punto è che tu non lo sai, non sei consapevole della tua esistenza malvagia.
Quando sei nata Lucifero ti ha mandato sulla terra per distruggere la progenie di Adamo con le guerre. Affinché gli angeli non ti trovassero ha rinchiuso la tua mente demoniaca e ha lasciato intatto solo l’involucro umano, così nessuno avrebbe mai sospettato di te. Ma l’arcangelo del fuoco ti ha scovata subito, sapeva che eri tu fin dall’inizio! E sai perché Michael era sempre con te?”
“Per proteggermi?” chiesi ingenuamente.
“No, per ucciderti…”.
Un conato mi salì alla gola mentre una ferita si apriva dentro il petto. Era un abisso nero di morte e desolazione che non avrei mai potuto riempire.
Il male ero io, ero io che lo portavo e che distruggevo. Tutto quello che lei aveva detto era vero.
E quindi Dio aveva mandato Michael per uccidermi, perché allora non aveva mai alzato un solo dito contro di me?
“Sai” riprese Sophie “pensavamo che lui avrebbe potuto cancellarti in un attimo e invece… Sei ancora qui dopo miliardi di anni Lilith! Solo perché Michael si è innamorato di te! Non riesce ad ucciderti perché ti ama come mai prima d’ora era successo. Tutte le reincarnazioni che hai subito non sono opera di tuo padre ma di Michael.
Lui con il suo amore sospingeva la tua anima dentro corpi di donne e così comparivi in ogni epoca. Non gli importava quante guerre tu generassi, lui ti era sempre accanto. Non ti ha mai abbandonata! Grazie alla sua aura pura non sei mai scomparsa, ti ha sempre protetta da angeli come me che desideravano solo la tua morte. Tutto solo per amore!”
Mi faceva male la testa: veramente un angelo amava una creatura come me?
Io che ero l’incarnazione del demonio, che portavo nel mondo miseria, fame e conflitti.
Ero tutto questo e niente di più.
Eppure il mio cuore anche se marcio non si vergognava. Michael aveva capito i miei difetti e mi amava per quella che ero: una sudicia anima nera.
Dentro di me, in quel muscolo pulsante, si formò la gratitudine. Lui aveva saputo guardare più in là, aveva capito che nel mio cuore c’era spazio anche per altri sentimenti.
No, non provavo vergogna.
“Pensava di poterti salvare quello stupido!” esclamò irata Sophie “Ma non può farlo. Crede che con il suo amore la tua anima verrà purificata e che così riuscirete finalmente a stare insieme! Ma che risultati ha ottenuto in tutti questi anni? Nessuno! Sai Lilith, la cosa buffa è che gli credono tutti! In realtà pochi sanno quello che sta succedendo. Il tuo spirito sta corrompendo quello lucente di Michael. Lo stai facendo scivolare verso un abisso senza ritorno, lui diventerà un demone come te! Mi fai schifo!”.
No! Non era possibile, non poteva essere vero. Non volevo trascinare quell’anima pura e gentile che mi aveva sempre aiutato nel mio dolore e nella mia disperazione.
Non lo avrei permesso! Michael non avrebbe mai smesso di cercarmi, di questo ne ero sicura.
L’amore che sentiva per me non si fermava e me lo aveva dimostrato il fatto che io fossi viva nel ventunesimo secolo.
“Ucciditi!” mi supplicò Sophie “Ucciditi e falla finita! Non portare così in basso un angelo puro come lui! Non farlo, scateneresti una guerra ancora una volta tra angeli e demoni e sarebbe la fine di tutto! Non voglio più vedere Michael soffrire quando tu perdi la tua vita da umana, fallo ritornare in cielo! Rinuncia al suo amore per lui!”.
Sophie aveva ragione, non sarei mai riuscita a liberarmi di Michael. Lo amavo troppo.
La mia amica mi aveva solo chiesto di fare una cosa semplice e scontata.
Io dovevo solo uccidermi per lui.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Capitolo 4

 
Sophie corse via da quel luogo gettando a terra un pugnale.
Avevo capito che amava Michael come me. Lui non ricambiava i suoi sentimenti, si sentiva ferita e per questo mi odiava.
Come biasimarla, io non ero altro che un demone divoratore di cuori.
Liberai le mie mani dalle corde allentate e presi l’arma che era caduta sul pavimento.
Era un pugnale fatto interamente di pietra, l’elsa aveva quattro gemme: uno zaffiro, un rubino, uno smeraldo e un diamante.
Quella era la lama che era stata usata per uccidere il primo demone sulla terra.
Volevo che Michael arrivasse lì dentro per prendermi e portarmi via, volevo che mi dicesse che andava tutto bene e che non mi avrebbe mai lasciata.
E poi cosa? Sarei di nuovo scomparsa, lo avrei fatto soffrire e magari avrei scatenato qualche altra guerra.
Basta, nessuno più avrebbe subito tormenti a causa mia.
Non ero forte abbastanza per stargli distante, non riuscivo a scappare. Ogni volta che mi guardava negli occhi il mio orgoglio spariva e il mio cuore provava dolore e piacere.
Voleva amarmi nonostante fosse proibito.
Che cosa potevo fare? Sarei morta senza di lui.
Era così difficile scegliere anche se sapevo cosa era giusto e cosa era sbagliato.
Se provavo a vincere quella battaglia da sola avrei perso, il mio cuore si sarebbe imposto. Michael aveva stregato e incatenato la mia anima per l’eternità.
Puntai la lama verso il mio petto convinta di essere abbastanza forte per porre un freno alla mia corruzione.
A loro non importava in quanti pezzi il mio cuore si fosse spezzato, nessuno si fermava per aspettare che io lo riparassi.
Eppure solo lui aveva avuto il coraggio di prendermi e di stringermi a sé per salvarmi.
Ci voleva una vita per dimenticare tutto quello che Michael aveva avuto il coraggio di fare.
Questa notte avrei trovato la pace. Ero consapevole che il male generato da mio padre non poteva scomparire ma almeno con la mia morte avrei potuto alleviare alcune sofferenze e pene all’umanità.
Scusami Michael, non sono quella che ti aspettavi e non potrò mai esserlo.
Sono felice di averti conosciuto, di averti ascoltato e di aver riso con te in questa e nelle altre vite.
Hai visto tutto di me e, nonostante questo, i peccati e le lotte che ho generato non mi fanno vergognare.
Il mio cuore sa che conoscevi già la mia essenza e malgrado questo mi hai preso con te, non provo più imbarazzo.
Grazie per quello che hai fatto, ora vivi con Dio perché è lì il tuo posto e non con me.
Vorrei solo che ti rimanesse qualcosa quando me ne sarò andata perché non credo che ci rivedremo.
Vorrei aver avuto più tempo per dirti tutto quello che mi sono sempre tenuta dentro. Non odiarmi se mi distruggo e non disprezzare te stesso perché non mi hai salvata.
Avrei tanto desiderato che dal nostro amore fosse nata una creatura pura e incorrotta come te ma ormai non posso più sperarlo.
Grazie Dio, mi hai dato la più bella e lunga delle esistenze lasciando che Michael vivesse con me.
Grazie per tutto, anche se so che non puoi esaudire le richieste di un mostro come me.
Grazie…
“Addio Michael, rinuncio al tuo amore…” sussurrai piano chiudendo gli occhi.
Vibrai un colpo potente diritto verso il mio cuore.
La lama era fredda e pesante ma trapassò con facilità il mio involucro umano.
Non urlai, non c’era bisogno.
Estrassi il pugnale con calma e lo lanciai lontano, contro la parete alla mia destra.
Ero stanca, vidi del sangue nero che colava dalla ferita che avevo appena aperto.
Le mie orecchie percepirono delle grida fuori dalla stanza, erano maschili.
Con le poche forze che mi erano rimaste mi alzai in piedi.
L’avrei visto un’ultima volta.
La porta della camera si spalancò mentre la sua voce calda e soffice urlava il mio nome.
Vidi lo sguardo terrorizzato che si fermava nel mio.
Sentii caldo. Fiamme azzurre avevano cominciato a bruciare sotto di me ma non facevano male.
Il mio corpo si dissolveva a poco a poco mentre quel fuoco avanzava inesorabile.
“LILITH NO!” urlò Michael con disperazione e dolore nella voce.
Lacrime calde mi scesero dagli occhi, sorrisi.
“Grazie, grazie Michael. Mi hai fatto risorgere ogni volta più di quanto io potessi fare. Sei sempre stato al mio fianco e mia hai aiutata ma era tempo che anch’io facessi qualcosa per te.
Ritorna in paradiso e dimenticami.
Non incolparti di nulla, sono io che ho scelto il mio destino.
E ricordati solo una cosa, in tua presenza il mio cuore non ha mai provato vergogna…”.
Perché sapevo che eri tu a sussurrarmi gentilmente quelle parole… Grazie…
Se solo il mio amore fosse stato più puro forse avrei potuto fargli un regalo più grande.
Il mio mondo si fece tutto nero mentre l’urlo di un angelo scuoteva la terra.

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Capitolo 5
*** Epilogo ***


Epilogo

 
Ormai era da tre anni che vagavo sulla terra. Non volevo ritornare in Paradiso e venire accolto come colui che aveva estirpato il male.
Loro non capivano cosa significasse perdere qualcosa di prezioso, anche se marcio.
Lilith non era mai stata crudele e solo io me ne ero accorto.
Anche se era stata generata dal male stesso, lei aveva una luce brillante che mai mi sarei aspettato. Squarciava le tenebre che si annidavano nel mio cuore e i dubbi che avevo.
Quella notte mi era scivolata via dalle dita senza che io potessi fare nulla.
L’avrei amata fino alla fine dei tempi, questo era l’unica cosa di cui ero certo.
Migliaia di perone mi passavano vicino e mi urtavano come se io non esistessi ma non mi importava.
Senza di lei l’eternità era insopportabile.
L’amore è un distillato di rose che profuma di morte.
Deviai verso un piccolo parco dove l’avevo incontrata per la prima volta in quell’epoca, il ricordo era doloroso.
Forse avrei potuto averla con me adesso, stringerla tra le mie braccia senza preoccupazioni ma non era così.
Le guerre sarebbero arrivate lo stesso, tutto per colpa della crudele maledizione di Lucifero.
Era solo nata nel posto sbagliato e aveva rinunciato a tutto per salvare me. Io che cominciavo a dubitare persino di Dio ero stato salvato da qualcuno che non ci credeva nemmeno e che non poteva mai raggiungerlo.
Ero patetico e sbagliato, la morte non poteva arrivare per creature senza fine come la mia.
Lilith…
Perdonami, non sono riuscito a fare nulla. 
Hai rinunciato al mio amore con coraggio anche se sapevi che ti teneva in vita, hai rinunciato al mio cuore per proteggerlo.
Non so quando tu mi sia piaciuta, forse da sempre ma darei ogni istante della mia esistenza per riaverti indietro.
Era sorprendente come senza dire una parola riuscivi a parlare al mio animo, loro non potranno mai capire che legame c’era fra me e te.
Il sorriso sul tuo viso mi faceva intuire che avevi bisogno di me, la verità nei tuoi occhi diceva che non mi avresti mai abbandonato a me stesso.
Il tocco gentile delle tue mani comunicava che mi avrebbe preso se fossi caduto.
Non ci sei più, non esisterai mai più in nessun mondo e mi hai lasciato solo. Mi hai mentito Lilith!
Alzai i miei occhi colmi di lacrime verso l’albero di fronte a me.
Il cuore accelerò i suoi battiti e il mio respiro non riusciva a tenere il passo del mio muscolo cardiaco. Stavo per soffocare.
Una piccola bambina sostava ai piedi della maestosa quercia, indossava un abito azzurro finissimo.
Aveva i capelli ramati come i miei e gli occhi azzurri come i suoi.
Mi sorrideva, aveva quel dolce riso che avevo disperatamente cercato per tre anni.
“Lilith?” sussurrai stupito avvicinandomi a quella piccola creatura.
La piccolina rise e mi corse incontro raggiante “Mi chiamo Luce, sono il desiderio della mamma!”.
“Papà!” esclamò poi la bambina afferrandomi con grazia la mano “ Torniamo a casa?”.
Sorrisi alla piccola bimba che mi stringeva le dita con forza e bontà.
L’amore non è la più grande delle bugie come avevo pensato.
Mi aveva ridato qualcosa per cui valeva la pena vivere e lottare, qualcosa che non avrei mai creduto possibile.
Forse anche qualcun altro si era accorto della umanità del cuore di Lilith.
Lacrime di gioia mi rigarono il viso mentre prendevo in braccio mia figlia e la baciavo.
Quella piccolina brillava di una luce argentata purissima, mi calmava e mi risanava come mai avrei creduto possibile.
“Sì Luce, torniamo a casa…”dissi a mia figlia mentre le mie ali bianche si spiegavano verso l’azzurro del cielo.
Grazie Lilith, ti amerò per sempre. Questo è il mio regalo più grande.
Ne avrò cura per entrambi.
Perché lo so che nel tuo cuore non c’era vergogna ma solo amore per il mondo e per me.
Ti amo Lilith, grazie.





Ed Ecco a voi il banner del concorso!!!!  Ringrazio di cuore Sayuri_88 e visbs88 per tutto!!!!

 

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